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Dettaglio seduta n.277 del 17/05/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 12, 13 e 19 aprile 1994 si intendono approvati.
Sono stati distribuiti ai Consiglieri prima della seduta odierna i processi verbali delle adunanze consiliari del 3 maggio 1994; verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 1625 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente l'individuazione di aree per la realizzazione di intervento di edilizia agevolata nel territorio di Rivoli


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1625, presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, cui risponde l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Purtroppo la risposta risale all'11/6/1993 e viene in aula solo adesso.
Con riferimento all'interrogazione n. 1625 dei Consiglieri regionali Pino Chiezzi e Piergiorgio Maggiorotti, mediante la quale si chiedono specificazioni circa il metodo adottato dalla Regione Piemonte per l'individuazione di aree per la realizzazione di un intervento di edilizia agevolata nel territorio di Rivoli, si precisa quanto segue.
Gli interroganti chiedono quali siano i motivi che hanno spinto il Presidente della Giunta regionale ad assumere il provvedimento di surroga al Comune di Rivoli, per la realizzazione di un intervento programmato: l'art. 2 del bando di concorso per l'attribuzione a favore delle imprese edilizie dei finanziamenti in edilizia agevolata prevede che "l'individuazione e l'assegnazione delle aree da mettere a disposizione dei soggetti destinatari dei finanziamenti debba essere effettuata a cura del Comune sede dell'intervento costruttivo, anche per gli eventuali interventi aggiuntivi, assegnati dalla Regione Piemonte su proposta degli operatori ai sensi dell'art. 10, lettera c), della L.R. 18/12/1979, n. 76. Detta assegnazione deve essere effettuata entro 60 giorni dal provvedimento regionale di attribuzione del finanziamento, pena la decadenza dello stesso (art. 9, legge n. 457/78)".
"Decorso inutilmente il suddetto termine di 60 giorni, il Presidente della Giunta regionale provvede entro i successivi 60 giorni ad indicare le aree, ovvero a promuovere la localizzazione dell'intervento in altro Comune (art. 8, legge 27/6/1974, n. 247: 'Norme per accelerare i programmi di edilizia residenziale')".
Nel caso di specie, decorsi i 60 giorni senza che il Comune di Rivoli abbia adempiuto ai propri compiti, gli operatori interessati hanno richiesto l'intervento sostitutivo del Presidente della Giunta, ai sensi dell'art. 48 della legge 8/6/1990, n. 142.
Pertanto, in attuazione dello stesso articolo di legge ed in considerazione del fatto che il bando di concorso prevedeva, tra l'altro la possibilità per il Presidente della Giunta regionale di sostituirsi al Comune nell'individuare le aree per la realizzazione degli interventi di edilizia residenziale, con le note n. 5778 e n. 5779 del 5/10/1992, a firma del Presidente, è stato intimato al Comune di Rivoli di procedere all'assegnazione delle aree entro 30 giorni dal ricevimento di dette note e, nel caso in cui l'Amministrazione comunale non avesse ottemperato a quanto intimato, si dava mandato al Co.Re.Co, di Torino di procedere all'assegnazione delle aree a mezzo di Commissario.
In merito al secondo quesito, relativo alle iniziative assunte dalla Giunta regionale per concordare con l'Amministrazione comunale di Rivoli una politica relativa agli insediamenti abitativi, si ribadisce che sia la legge nazionale n. 457/78, sia la L.R. n. 76/79 hanno un'impostazione strutturale che non prevede l'intervento dei Comuni nella fase programmatoria regionale per la politica della casa, riservando le assegnazioni all'esito dei bandi a cui partecipano i soggetti ammessi (cooperative, imprese, loro consorzi, ecc.). Inoltre, la legge n. 457/78 all'art. 9, prevede che il Comune debba assegnare le aree da mettere a disposizione degli operatori destinatari dei finanziamenti senza altra formalità da parte della Regione.
Il problema sollevato dagli interroganti è comunque all'attenzione di questo Assessorato regionale poiché si ritiene necessario, sempre più, far coincidere le assegnazioni di finanziamenti con le effettive disponibilità delle aree.
Da quanto sopra ne consegue che l'Ente Regione, nel localizzare gli interventi, si è sempre attenuto a norme vigenti in materia di edilizia agevolata, seguendo procedure consolidate.
Visto che da quando è stata preparata questa risposta (11 giugno 1993) è passato circa un anno, devo fare delle integrazioni. Poiché vado a memoria, mi scuso per qualche imprecisione; eventualmente rimedierò con un supplemento scritto, se l'interrogante me lo consentirà.
L'Avvocatura Generale dello Stato, a cui noi avevamo sottoposto il quesito in ordine alla possibilità di intervenire con poteri sostitutivi ha risposto che questo non è possibile in quanto la procedura già di per sè prevede la sanzione. Infatti, se entro 60 giorni il Comune non provvede secondo i combinati disposti vi è, appunto, la sanzione della revoca dell'assegnazione.
Se si dovesse scrivere questa risposta oggi, andrebbe integrata anche con questo parere, che non è una sentenza, ma che comunque ha un suo valore proprio perché la problematica riguardava più Amministrazioni e riferiva anche circa una funzione importante quale è quella del potere sostitutivo del Co.Re.Co.
Dal punto di vista operativo, la Giunta aveva ritenuto di adire all'Avvocatura distrettuale di Torino, la quale ha predisposto la risposta al quesito, poi inviata all'Avvocatura Generale a Roma. La risposta ci è giunta solo un mese e mezzo fa, provvederò quindi ad inviare al Consigliere anche questa.
Mi sembra, comunque, che il senso dell'interrogazione fosse anche un altro, cioè quello di riflettere per modificare la legislazione vigente in ordine ad una diversa considerazione della cantierabilità effettiva degli interventi da un lato, e dall'altro ad un diverso coinvolgimento delle Amministrazioni comunali nella fase di programmazione degli interventi.
Le leggi di riferimento, sia quelle nazionali che quelle regionali (che sono già abbastanza datate), viste oggi, comportano un quadro come quello seguito finora dall'Assessorato.
Su tutta la materia degli interventi e dei contributi in edilizia agevolata è previsto che il CIPE vada ad emanare una nuova normativa; non è escluso, però, che in Regione si debba predisporre un provvedimento più organico che, in qualche modo, potrebbe porre rimedio alle situazioni evidenziate dagli interroganti e a cui, come Giunta e come Assessorato abbiamo cercato di dare risposta attraverso questo mio intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

CHIEZZI



PRESIDENTE

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, il nocciolo dell'interrogazione consisteva nello stupore di verificare lo stato di cattivo rapporto tra la Regione Piemonte e il Comune di Rivoli, se si vuole tra istituzione regionale ed istituzione comunale. Parliamo molto spesso di decentramento, di rafforzamento del ruolo delle Regioni, di federalismo, ma stupisce ed è preoccupante il fatto che su una materia così semplice la Regione riesca a litigare con un Comune. Come è possibile che ci sia un contenzioso tra Regione Piemonte e Comune? L'Assessore su questo non ha risposto, perché ha letto una nota che come al solito è una nota di carattere burocratico, nella quale si dice: "Noi abbiamo seguito delle procedure di legge", ma qui non basta seguire delle procedure di legge, occorre avere dei rapporti corretti istituzionali tra Regione e Comune. Rapporti che non ci sono stati e che l'Assessore non ha spiegato se siano mai cresciuti in questo anno e mezzo. Ad esempio l'Assessore non ha detto se l'intervento è iniziato; ora mi fa cenno che non è nemmeno iniziato. Allora la Regione Piemonte, calpestando, dal punto di vista del Comune, i buoni rapporti che possono intercorrere tra Comune di Rivoli e Regione Piemonte, prende un provvedimento nei confronti del quale l'intero, o quasi, Consiglio comunale di Rivoli protesta. La Regione ha un contenzioso aperto, non lo risolve e non fa partire l'intervento. Mi sembra che la risposta dell'Assessore sia assolutamente insufficiente.
Prego quindi l'Assessore Cavallera di rendere, almeno in forma scritta una nota aggiornata di questa vicenda che chiarisca anche a che punto si trovano la Regione Piemonte e il Comune di Rivoli su questa assegnazione dell'area, perché trovo incredibile che con tutto il parlare astratto che si fa dei rapporti e del ruolo della Regione si risponda ad un'interrogazione che tocca un punto dolente che è stato verificato non solo con grande ritardo (questo sarebbe ancora il meno), ma con così tanto pressapochismo, senza sciogliere il nodo dei rapporti politici con il Comune di Rivoli che a questo punto - dalla risposta dell'Assessore sono rimasti tal quali rispetto a due anni e mezzo fa.
Rinnovo quindi la preghiera all'Assessore Cavallera di svolgere, magari anche in sede di Commissione, una comunicazione su questa vicenda, perch può darsi che oltre al Comune di Rivoli ci siano stati anche altri tipi di rapporto contenzioso su questa materia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una replica, che trattandosi di risposta ad interrogazione deve essere molto breve.
CAVALLERA, Assessore regionale Sarò brevissimo. Devo informare il Consigliere Chiezzi che vi sono stati successivi incontri con il Comune di Rivoli. La linea dell'Assessorato, come del resto anche quella degli Assessori che mi hanno preceduto, è sempre stata quella di un rapporto corretto e costruttivo con le Amministrazioni comunali; il caso particolare è stato soprattutto un casus belli che è servito per affrontare la questione. In passato si sono già verificati mille casi simili a fronte dei quali si è addivenuti a delle rilocalizzazioni; è stato emanato il decreto legge n. 398, convertito nella legge n. 493, che reca norme proprio in ordine alla cantierabilità e all'avvio di questi interventi.
Ero già d'accordo prima - l'ho detto io, motu proprio di inviare all'interrogante un supplemento di risposta che aggiorni ad oggi la situazione. In questo supplemento di risposta che invierò all'interrogante terrò conto anche delle osservazioni che sono state fatte dopo la mia risposta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1757 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente l'intervento della forza pubblica nel corso di manifestazione sindacale


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1757 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, cui risponde il Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale L'interpellanza in oggetto riguarda una manifestazione sindacale che si è tenuta lo scorso anno a Torino e che ha creato dei problemi. Trattandosi di ordine pubblico, abbiamo chiesto al Commissario del Governo una relazione sui fatti, della quale dò lettura: "In riferimento alla nota suindicata, relativa all'interpellanza in oggetto, si comunica che il giorno 16/2/1993 nella città di Torino ha avuto luogo lo sciopero generale regionale in sostegno dell'occupazione.
I lavoratori, dopo un corteo per le vie del centro cittadino, hanno raggiunto Piazza Castello, dove era previsto il comizio delle Organizzazioni sindacali, con intervento conclusivo del Segretario nazionale della UIL. Silvano Veronese.
All'iniziativa sono intervenuti, oltre ai lavoratori, numerosi aderenti dell'Autonomia Operaria, posizionatisi dietro uno striscione con la scritta 'Autorganizzazione'. Questi ultimi, postisi in coda alla manifestazione una volta giunti all'altezza di Piazza CLN, ripiegavano lo striscione e risalivano il corteo ancora in marcia, raggiungendo anticipatamente Piazza Castello. Il gruppo degli Autonomi si poneva quindi vicino al palco degli oratori.
Dopo gli interventi di un delegato dell'Alenia, di Pia Lai della Camera del Lavoro di Torino e di Tommaso Dealessandri, Segretario della CISL cittadina, prendeva la parola Silvano Veronese. A questo punto, dal settore occupato dai militanti della sinistra estrema, iniziava un lancio di oggetti, tra i quali uova e monetine, all'indirizzo dell'oratore e di quanti si trovavano sul palco. Nel frangente alcuni sindacalisti, fra i quali Marilde Provera della FIOM-CGIL. si adoperavano per persuadere i contestatori a far proseguire il comizio conclusivo, senza ulteriori intralci.
Purtroppo, l'opera di dissuasione della Provera e degli altri sindacalisti non sortiva effetti; al contrario, il gruppo dei contestatori si avvicinava pericolosamente al palco, tanto da far temere per l'incolumità degli oratori.
Per evitare più gravi conseguenze, il Dirigente del servizio d'ordine pubblico disponeva che un piccolo contingente di Polizia si schierasse in modo tale che i contestatori non si avvicinassero ulteriormente ai leader sindacali.
Vista l'impossibilità di raggiungere il palco, il gruppo di facinorosi iniziava a spintonare gli agenti con il chiaro intento di sopraffarli. A questo punto si rendeva necessario da parte delle Forze dell'ordine effettuare un breve intervento di alleggerimento che consentiva poi di allentare la tensione e di allontanare gli intemperanti.
La sindacalista Marilde Provera riportava una lesione al cuoio capelluto ed un trauma frontale non commotivo, giudicato guaribile in sette giorni dai sanitari dell'Ospedale Mauriziano. Restavano feriti anche gli studenti Alice Milano e Massimo Lioce, giudicati entrambi guaribili in sette giorni".
Questo episodio risale al febbraio 1993. Successivamente ci sono state altre manifestazioni nel corso delle quali non si è verificato alcun incidente. Non si può dire - ritengo - che le Forze dell'ordine a Torino siano repressive: cercano di garantire l'ordine e in quella occasione c'è stato un movimento degli autonomi che ha creato qualche problema.
Questa è la risposta che posso dare al Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente.
Colleghe e colleghi Consiglieri, non sono affatto soddisfatto della risposta del Presidente Brizio. Di fronte ad un intervento della Polizia in occasione di una manifestazione di lavoratori, intervento di alleggerimento che rompe il cuoio capelluto di una sindacalista che, come ha detto il Presidente della Giunta, tentava di pacificare gli animi, mi sembra perlomeno dovuto un moto di protesta.
E' dovuto, Presidente Brizio, anche perché mi risulta che le stesse Forze dell'ordine, nei giorni successivi alla manifestazione, si siano in qualche modo scusate o riappacificate con Marilde Provera che si è presa la bastonata sulla testa. E' indubitabile che l'intervento non ha colpito i facinorosi, ma ha colpito una sindacalista che cercava di riportare ordine.
In questo senso va stigmatizzato l'intervento.
Non possiamo pensare, come forze politiche, di stare un passo indietro alle implicite autocritiche che provengono dalle stesse Forze dell'ordine che hanno avuto un incontro con Marilde Provera.
L'interpellanza chiedeva come si erano svolti i fatti e che qualora i fatti fossero stati accertati in modo tale da poter considerare l'intervento sbagliato - visto che l'obiettivo colpito era sbagliato - si elevasse formalmente una protesta. Invece il Presidente Brizio ha chiesto informazioni al Prefetto, e questo va bene; il Prefetto ha dato informazioni al Presidente Brizio; il Presidente Brizio le ha rese a noi: abbiamo capito tutti che l'intervento della Polizia ha colpito le persone sbagliate.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Una persona sbagliata.
CHIEZZI Una persona sbagliata, una sindacalista, che si dice si stesse prodigando per riportare la calma. A questo punto, se non una protesta avrei sperato di sentire dal Presidente Brizio almeno una preoccupazione o un invito a che queste cose non succedano più.
Almeno un auspicio che, se si vuole colpire il facinoroso, il manganello capiti sulla testa del facinoroso e non del pacificatore! Non sento neppure questo, Presidente Brizio: è proprio un po' poco.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Mi pareva che nella conclusione, che asseriva che dal marzo 1993 ad oggi, pur essendosi svolti scioperi, manifestazioni ed altro, non si è verificato più alcun incidente, fosse implicito che una sollecitazione da parte nostra ad evitare incidenti di questo genere c'è stata.
Certo per le vie brevi, non per iscritto.
Ribadisco ancora che è passato un anno senza che si siano ripetuti, per nostra fortuna, altri incidenti.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interpellanza n. 1215 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente al dissesto idrogeologico a monte dell'abitato di Borgata Sestriere


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1215 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale L'interpellanza dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti chiede risposta a tre punti molto precisi: 1) quali iniziative e provvedimenti siano stati intrapresi per la messa in sicurezza dell'abitato di Borgata Sestriere e del tratto della strada statale n. 23 2) quali siano gli attuali livelli di pericolosità della zona 3) quali rapporti siano intercorsi, e quali in atto, con le altre strutture ed apparati dello Stato responsabili della sicurezza, della protezione civile e del pronto intervento.
Seguo l'ordine delle domande segnalate nell'interpellanza.
Quesito n. 1. Su segnalazione del Comune di Sestriere, telegramma n.
1994 del 5/1/1988, relativa alla richiesta di accertamenti circa il movimento franoso in oggetto ed in seguito al parere espresso dal Servizio OO.PP. Difesa del Suolo di Torino (Prot. 36 dell'8/1/1988), venne approvato, con deliberazione della Giunta regionale del 13/9/1988 n. 142 23353, ai sensi delle LL.RR. n. 54/75 e n. 18/84, il progetto dei lavori d'indagine preliminare geologica e geotecnica, per lo studio del movimento franoso suddetto. La spesa di L. 60.000.000 (in allora), necessaria per l'esecuzione dei lavori, venne finanziata con l'impegno n. 75596 assunto con DGR n. 156-18330 del 30/12/1987.
Il giorno 5/8/1988, su convocazione telegrafica del Dipartimento della Protezione Civile, prot, n. 1813-8433 del 27/7/1988, si procedette al sopralluogo. Sulla scorta di quanto emerso, venne conferito ad un professionista particolarmente qualificato l'incarico di procedere ad uno studio delle suddette indagini geognostiche, al fine di interpretare i risultati e di tradurle in proposte operative (affidamento dell'incarico DGR n. 450-26101 del 29/12/1988).
L'importo della spesa complessiva era di L. 23.800.000.
In data 1/7/1991 (nostro prot, n. 5566), con la nota n. 44 del 27/6/1991 vennero trasmessi a questo Assessorato gli atti tecnici concordati.
Copia dello studio venne trasmessa al Comune di Sestriere (16/9/1992 prot. 6156/Serv. 573) con la richiesta di inoltrare la documentazione al competente Dipartimento della Protezione Civile.
Con nota prot, n. 8173 del Presidente della Giunta regionale, in data 24/9/1990, venne trasmesso, ai sensi dell'art. 31 della legge n. 183/89 all'Autorità di Bacino per il fiume Po, un gruppo di schede previsionali programmatiche di progetti relativi ad interventi urgenti, per i quali veniva chiesto l'inserimento nei programmi di finanziamento.
Tra queste, la scheda relativa all'intervento di consolidamento in oggetto, per un importo di L. 20.000.000.000.
Nel mese di marzo 1992, venne predisposto uno studio di analisi della situazione del dissesto idrogeologico sul territorio della Regione Piemonte, suddiviso per tipologie d'intervento, riguardante essenzialmente la difesa dalle valanghe, il consolidamento dei versanti e la risistemazione idraulica.
Tra gli interventi di consolidamento, venne previsto quello in località Borgata del Comune di Sestriere. L'analisi in oggetto venne trasmessa all'Autorità di Bacino del fiume Po, nell'ambito dell'elaborazione dello schema previsionale e programmatico del triennio 1992/1994 (poi diventato 1992/1995 per la rimodulazione dei finanziamenti), ai sensi della legge n.
183/89.
Dall'analisi effettuata sul territorio sono state rilevate in provincia di Torino necessità di intervento per l'importo complessivo stimato in L.
676.000, di cui 41.700 nel sottobacino del torrente Pellice, articolati nel consolidamento di versante (2.000), nella sistemazione idraulica (17.916) e nella manutenzione dei corsi d'acqua (3.784). Dall'analisi suddetta sono state rilevate necessità d'intervento equivalenti a L. 1.668.700 (gli importi sono da considerarsi in milioni).
Quesito n. 2. Per quanto concerne l'attuale livello di pericolosità della zona, permangono le condizioni di dissesto, rilevate nel corso del sopralluogo precedentemente citato, eseguito in data 27/7/1988.
A tutt'oggi non è stata infatti rilevata un'evoluzione negativa del fenomeno in oggetto.
Quesito n. 3: a) in attesa di eventuali provvedimenti di finanziamento, le numerose indispensabili iniziative di studio e di analisi del dissesto idrogeologico in oggetto, precedentemente descritte, sono state avviate in stretta collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile (sopralluogo, affidamento incarico interpretazione risultati dello studio geognostico, l'analisi dei risultati, ecc.).
b) Contemporaneamente, l'Autorità di Bacino per il fiume Po veniva tempestivamente investita della questione, al fine di provvedere all'inserimento dell'intervento in oggetto nei programmi d'investimento.
c) Stante la dimensione economica della previsione di spesa, che esula dalle modeste risorse economiche a disposizione della Regione, non è possibile prevedere, attualmente, un intervento diretto della Regione stessa per la risoluzione del problema, al di là degli indispensabili studi preliminari già finanziati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente.
Colleghe e colleghi Consiglieri, poco prima del Comune di Sestriere, in corrispondenza dell'abitato di Borgata Sestriere, è in corso da tempo il dissesto di un versante della montagna. Questo è stato accertato nel 1988 successivamente (nel 1988 e nel 1992) sono stati fatti due studi ed è stata indicata una necessità d'intervento dell'ordine di 20 miliardi. La relazione dell'Assessore si ferma qui.
La preoccupazione che esprimeva l'interpellanza, e che per quanto mi concerne permane ancora, anche se ho sentito la risposta dell'Assessore era relativa all'effettiva situazione di rischio di questo versante, perch il dissesto viene confermato. E' un dissesto che aveva già preoccupato nel 1988 e sicuramente ha preoccupato anche nel giugno 1992, ed ho presentato l'interpellanza proprio per attivare l'attenzione da parte della Regione Piemonte.
Oggi l'Assessore consegna questo dissesto ad un futuro molto incerto.
Chiedo che l'Assessore, di fronte a fatti così preoccupanti, si attivi in modo molto attento, per accertare se trattasi di dissesto che, ove debba ulteriormente degradare, non provochi gravi conseguenze, oppure se è un dissesto che può degradare in tempi rapidi e provocare gravi conseguenze.
L'Assessore avrà sicuramente a disposizione le analisi geologiche della stabilità del versante. Non chiedo che ne renda conto al Consiglio, quello che chiedo è di vigilare sulla vicenda, perché l'Assessore non ha detto chiaramente al Consiglio che non ci sono rischi.
Avrei voluto sentire dall'Assessore tutte le varie ipotesi: ad esempio il dissesto esiste, ma: a) è sotto controllo b) non possono succedere guai improvvisi e quindi si può aspettare di avere il finanziamento.
Se l'Assessore avesse detto questo, mi sarei tranquillizzato. Invece l'Assessore dice che il dissesto permane, non è peggiorato, ma c'è e non abbiamo i soldi per intervenire.
Chiedo che l'Amministrazione regionale faccia estrema chiarezza con i relatori dello studio, con la Protezione Civile, in modo da permettere alla Regione Piemonte di assumersi tutte le proprie responsabilità.
Sappiamo che quando accadono i disastri si parla, poi, di calamità naturale. Non siamo in questa situazione, perché la Regione Piemonte ha visto, è intervenuta, ha pagato uno studio, quindi la Regione Piemonte è a conoscenza di un pericolo. Allora si confini questo pericolo entro coordinate certe, dal punto di vista dell'esame scientifico e della sicurezza relativa, non tanto per la Regione Piemonte e per l'Assessore che può essere poi implicato in inosservanze, ma quanto per la sicurezza sia degli abitanti di Borgata Sestriere sia dei moltissimi turisti che percorrono quella strada.
Quindi, invito l'Assessore ad accertare che non esistano rischi e che in ogni caso, quello che può succedere sia sotto controllo in tutte le forme; quindi, che non può verificarsi alcun danno, soprattutto alle persone e, in seconda battuta, anche alle cose.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale La mia non è affatto una replica. Volevo però informare il collega Chiezzi e tutti i Consiglieri che, proprio in questi giorni, abbiamo dato alle stampe l'atlante dei centri abitati instabili del Piemonte predisposto in collaborazione con il Centro Nazionale delle Ricerche, dove emerge che i problemi sollevati dal Consigliere Chiezzi sono gli stessi dei quarantuno centri abitati che ricadono nella legge.
Da questo ricavo non la sensazione, ma la certezza che il problema della tutela del suolo a livello nazionale - perché non è pensabile che la Regione possa farvi fronte con propri fondi sia stato parecchio trascurato nel passato. Di qui un'azione che la Regione Piemonte dovrà fare nei confronti dello Stato anche con documentazioni molto puntuali come questa per far sì che i problemi sollevati siano presi in seria considerazione per evitare non solo catastrofi, ma anche spese in più.


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione n. 1788 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la costruzione di alloggi ad Orbassano da parte della Società Galileo


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1788 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, cui risponde l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Con l'interrogazione n. 1788 del 10/3/1993, i Consiglieri regionali Chiezzi e Maggiorotti nel trasmettere un esposto del Comitato per il diritto alla casa, peraltro pervenuto anche a questo Assessorato regionale chiedevano quali iniziative si intendessero assumere per tutelare il diritto alla casa dei cittadini rappresentati dal Comitato stesso.
In proposito, questo Assessorato regionale ha inviato al Comune di Orbassano, richiedendone informazioni, copia dell'esposto a firma dei signori Zanghirella, Rossato ed altri, segnalando, in particolare, i seguenti fatti ivi denunciati: ritardi nell'ultimazione della costruzione delle abitazioni consegna ai promissari acquirenti negli anni 1988/1989 di alloggi non ultimati e non serviti da opere di urbanizzazione primaria consegna di alloggi costituenti il terzo lotto abbondantemente incompleti continui incrementi dei prezzi degli alloggi e contestuale revisione in diminuzione, e quindi a favore dell'impresa, delle penali per mancata consegna degli alloggi ai promissari acquirenti. Si chiedeva altresì all'Amministrazione comunale di voler verificare quanto esposto dai denuncianti e, in particolare, se si erano riscontrate irregolarità di tipo urbanistico nell'esecuzione dei lavori e nel rispetto delle eventuali convenzioni stipulate dalle società costruttrici che, come è noto rientrerebbero nell'ambito della sfera di competenza dell'Amministrazione comunale stessa.
A tale richiesta d'informazione, il Sindaco del Comune di Orbassano ha fornito, con lettera del 30/6/1993, le seguenti precisazioni che si riprendono integralmente: "Va innanzitutto osservato che trattasi di abitazioni costruite con interventi di edilizia privata realizzate da impresa privata, a seguito di stipula di convenzione conseguente al Piano di lottizzazione di iniziativa privata ai sensi di legge.
Gli acquisti effettuati dagli interessati, presumibilmente facenti parte del Comitato per il diritto alla casa, relativamente agli alloggi compresi nei fabbricati già ultimati, o in quelli da ultimare, risultano negozi di diritto privato soggetti pertanto alla normativa del vigente Codice Civile.
Nella convenzione edilizia sopraccennata era stata prevista l'esecuzione, entro il periodo di validità della convenzione stessa, delle opere di urbanizzazione primaria da parte dell'impresa realizzatrice degli interventi, a scomputo dei contributi relativi alle urbanizzazioni primarie. Parte di tali opere sono già state eseguite, mentre rimangono da eseguire quelle di sistemazione stradale ed illuminazione della strada di accesso ai fabbricati.
A seguito del dichiarato fallimento a carico dell'impresa, questo Comune si è inserito nel fallimento per l'importo delle opere di urbanizzazione ancora da eseguire. Pertanto, tali opere potranno essere eseguite non appena definite le procedure fallimentari, con conseguente disponibilità da parte del Comune delle somme necessarie per l'esecuzione delle opere stesse.
Alla luce di quanto sopra esposto, non risultano allo stato attuale irregolarità di tipo urbanistico nell'esecuzione dei lavori imputabili ai costruttori".
Questo quanto si diceva il 25/8/1993: questo Assessorato seguirà in ogni caso, con attenzione, gli sviluppi della vicenda e ci si augura che l'azione avviata dall'Amministrazione comunale per il recupero delle somme necessarie al completamento delle opere di urbanizzazione possa avvenire in tempi accettabili, consci che l'oggetto dell'esposto rientra nella sfera del diritto privato.
Aggiungo brevissimamente che parallelamente a tale procedura, che fa sì che si discuta l'interrogazione con molti mesi di ritardo, da parte mia provvederò a segnalare la vicenda al Settore Vigilanza affinché possa verificarne lo stato attuale, anche se mi pare non si possa che riconfermare la risposta così com'è stata formulata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi Consiglieri, ritengo esauriente la risposta; pregherei l'Assessore di verificare se le opere di urbanizzazione, allo stato attuale, un anno dopo la presentazione dell'interrogazione, siano state eseguite; in caso contrario chiederei di verificarne i motivi con il Comune di Orbassano.
Richiederei inoltre di accertare dal punto di vista della vigilanza urbanistica se ogni normativa sia stata rispettata.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione n. 1852 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la richiesta chiarimenti ed iniziative circa lettera inviata al Commissario IACP dal Comitato inquilini di Via Scialoia n. 30, Torino


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1852 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Con l'interrogazione n. 1852 del 15/4/1993, i Consiglieri interroganti Pino Chiezzi e Piergiorgio Maggiorotti, chiedono di conoscere, in merito alle segnalazioni presentate dal Comitato inquilini del quartiere 144, Via Scialoia n. 30, Torino, quali azioni sono state assunte dall'Amministrazione regionale per verificare se i fatti denunciati corrispondono al vero e quali azioni si intendono assumere per rispondere positivamente alle domande poste dal Comitato inquilini.
Nel merito si precisa quanto segue.
Gli uffici del Settore edilizia residenziale sovvenzionata ed Osservatorio dell'edilizia di questo Assessorato, avevano già ricevuto in data 22/10/1992 una prima segnalazione da parte del Comitato inquilini del quartiere 144 sulla base della quale, con nota del 30/10/1992 si è chiesto allo IACP di informare l'Amministrazione regionale circa la situazione in atto e sulle iniziative che si intendevano assumere. Lo IACP di Torino con nota del 15/1/1993, forniva le necessarie delucidazioni ed in particolare precisava che le caldaiette erano state installate da parte degli assegnatari abusivamente; che un'eventuale autorizzazione all'installazione degli impianti singoli ed all'abbandono dell'impianto centralizzato sarebbe concedibile solo nel caso di assenso da parte della totalità degli utenti; condizione peraltro non verificata al momento dell'iniziativa del Comitato inquilini, in quanto la maggioranza degli assegnatari è concorde ad usufruire dell'impianto centralizzato.
Questo Assessorato, con nota del 9/2/1993, trasmetteva la risposta dello IACP al Comitato inquilini del quartiere 144, il quale a seguito di un successivo incontro presso gli uffici regionali competenti, trasmetteva un'ulteriore memoria in data 5/3/1993.
A seguito di quanto precisato dal Comitato inquilini ed alla successiva interrogazione, cui con la presente si risponde, l'Assessorato con nota dell'11/5/1993, indirizzata al Commissario straordinario dello IACP di Torino, ha richiesto di comunicare le proprie determinazioni in merito a quanto esposto dal Comitato inquilini nella lettera citata.
Lo IACP di Torino, con nota inviata il 31/5/1993 a firma del Commissario straordinario, arch. Corradini, comunicava di aver fornito risposta al Comitato inquilini del quartiere in questione, con nota del 5/5/1993, ed in particolare ribadiva le motivazioni delle scelte effettuate, che rappresentano la posizione definitiva dell'ente sul contenzioso in atto.
Circa le motivazioni a supporto della scelta operata, viene ribadito che l'ente non ha mai autorizzato l'installazione delle caldaiette; ha inviato regolare diffida a rimuovere le condizioni di abusività e ha intentato nelle sedi competenti opposizione alla morosità di coloro che si erano abusivamente disallacciati dall'impianto centralizzato.
La Magistratura, con varie sentenze per casi analoghi, ha condannato gli inquilini morosi al pagamento delle somme dovute per il riscaldamento erogato dagli impianti centralizzati, anche se non utilizzati.
Inoltre, lo IACP valuta sotto il profilo strettamente tecnico economico, a partire dall'ampia esperienza gestionale accumulata, la soluzione delle caldaiette autonome pericolosa ed onerosa per il consumo di ossigeno negli ambienti domestici e per i continui interventi di manutenzione.
In conclusione, propone al Comitato inquilini una transazione che prevede da parte dello IACP di Torino la trasformazione da gasolio a metano delle centrali termiche a servizio dei fabbricati, la sostituzione dei generatori di calore, il rinnovo e l'adeguamento delle centrali alle norme vigenti, il monitoraggio delle stesse, la conduzione diretta degli impianti per tre anni, la deroga ai criteri normali di ripartizione della spesa fra gli utenti, con una riduzione del 35% del costo del riscaldamento centralizzato relativo alla gestione 1992/1993 per gli assegnatari che hanno utilizzato impianti singoli; e, da parte degli assegnatari, il riallaccio all'impianto centralizzato e il saldo della morosità, con eventuale rateazione.
In risposta alla proposta succitata il Comitato inquilini di Via Scialoia, con nota del 17 maggio, pur dichiarandosi favorevole ad una risoluzione del contenzioso, suggerisce, quale alternativa, il completamento delle caldaiette, ritenendo che tale soluzione comporti un impegno di spesa inferiore rispetto alla conversione dell'impianto a metano.
In data 3/6/1993 lo IACP ribadisce integralmente la propria proposta in quanto rispondendo ad una scelta tecnica di rilevanza generale operata in seguito ad attente valutazioni inerenti non solo i costi di impianto, ma anche a quelli di gestione e manutenzione.
Circa le valutazioni tecnico-operative e di di opportunità gestionale operate dallo IACP, questo Assessorato non può che prendere atto delle iniziative assunte, anche in sede legale, essendo l'Istituto proprietario dell'immobile ed avendo quindi l'esclusiva competenza e la piena responsabilità della loro gestione.
Nel merito specifico si richiamano integralmente le precisazioni formulate dal Commissario straordinario con la nota allegata alla presente risposta.
Pare comunque opportuno ricordare allo IACP, al quale la presente risposta sarà trasmessa per conoscenza, qualora si trovi nella necessità di dover operare la sostituzione delle centrali termiche degli stabili, di valutare, anche con riferimento al Titolo II, art. 26 della legge n. 10 del 1991, relativa al contenimento del consumo di energia negli edifici, la possibilità di soluzioni alternative alla semplice rimessa a regime degli impianti centralizzati. Ciò anche al fine di consentire l'installazione di sistemi di termoregolazione e di contabilizzazione del calore ed il conseguente riparto degli oneri di riscaldamento in base al consumo dei singoli utenti effettivamente registrato.
Devo ancora aggiungere - fuori testo - che questa opera di coordinamento e di mediazione, se così la vogliamo definire, da parte dell'Assessorato, prosegue tuttora poiché è certo che se da un lato tecnicamente, è più sotto controllo una centrale dotata di ogni strumentazione, al limite anche telecomandata da distanza, il valore per l'utente, per l'assegnatario, di avere la possibilità di "comandarsi" privatamente il proprio impianto di riscaldamento deve essere considerato.
Si tratta di una discussione che va avanti, non può trovare sempre delle valide soluzioni; quindi, anche sotto questo profilo, è una situazione che potrà subire degli aggiornamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente.
La risposta dell'Assessore è abbastanza soddisfacente, nel senso che l'ultima lettera scritta allo IACP - anche se bisogna leggere tra le righe si poteva essere più espliciti - è un invito per giungere ad una transazione ragionevole con questi inquilini.
Lo IACP è un istituto che dal punto di vista dell'inosservanza delle leggi è maestro, non c'è inquilino che lo superi: per fare un esempio non so se sia già stata completata l'anagrafe degli assegnatari.
Lo IACP si erge con rigidezza di fronte ad attività abusive di inquilini, ma si pensi a quanti inquilini potrebbero abusivamente riparare le gronde, i pluviali, i marciapiedi; l'inquilino diventa anche abusivo quando non trova delle risposte.
Siamo di fronte a cittadini che pagano regolarmente l'affitto e che hanno assunto l'iniziativa di staccarsi dall'impianto di riscaldamento chiedo pertanto che l'Assessore continui ad insistere affinché lo IACP trovi la quadra, magari mantenendo una parte dell'impianto di riscaldamento centralizzato, ma anche riconoscendo la possibilità agli inquilini che hanno agito in questo modo di gestire per conto proprio il riscaldamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1855 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente le violazioni urbanistiche al centro commerciale "Le Fornaci" di Beinasco accertate dall'Ufficio di vigilanza urbanistica della Regione


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1855 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Con l'interpellanza n. 1855 del 15/4/1993 avente per oggetto "Violazioni urbanistiche al centro commerciale 'Le Fornaci' di Beinasco accertate dall'Ufficio di vigilanza urbanistica della Regione" i Consiglieri regionali Pino Chiezzi e Piergiorgio Maggiorotti richiedono notizie su quanto accertato dal Servizio di vigilanza urbanistica di questo Assessorato regionale e sui provvedimenti assunti in merito all'intervento relativo al succitato centro commerciale.
In proposito il dirigente responsabile del Settore studi e vigilanza urbanistica riferisce quanto segue.
"L'intervento in oggetto è stato sottoposto a verifica di conformità con le prescrizioni del Piano regolatore da parte delle strutture dell'Assessorato urbanistica, a seguito di istruttoria richiesta dall'Assessorato al commercio per il rilascio di nulla osta all'ampliamento del centro commerciale da 8.500 a 18.700 mq.
Dall'esame svolto dagli uffici (relazione n. 9130, in data 9/11/1992 del Servizio conformità urbanistica) si rileva che l'intervento di ampliamento richiesto è in contrasto con le prescrizioni del vigente Piano regolatore, in particolare di quella della variante n. 3 approvata con DGR n. 83-1292 il 12/11/1985, essendo già l'esistente realizzato in contrasto con tali prescrizioni.
I contrasti riguardano principalmente: 1) aver superato il limite di superficie utile di 20.000 mq prescritto dalla Giunta regionale con l'approvazione della variante n. 3 al Piano regolatore: la superficie utile desunta dai dati forniti dagli atti autorizzativi comunali, assomma, secondo la Regione a 21.686,28 mq, il massimo era 20.000. La differenza è imputabile alla prassi invalsa in molti Comuni, non giustificata da alcuna norma di legge o di Piano regolatore contrastata in questo come in altri casi dagli uffici dell'Assessorato, di non computare né nel computo della superficie utile o coperta né nel computo del volume, le gallerie commerciali esistenti all'interno dell'edificio, computandole anzi, in molti casi, come servizi pubblici. Nel caso in esame, ad esempio la superficie utile della galleria commerciale risulta, secondo i dati della concessione edilizia, di 2.160,5 mq, ed è conteggiata come servizio pubblico 2) essere insufficienti le quantità di aree destinate a parcheggi ed attrezzature pubbliche. Al di là della contestazione sull'aver computato la galleria commerciale come servizio pubblico, le aree a servizi risulterebbero comunque inferiori a quelle richieste dalla citata variante n. 3 al Piano regolatore 3) il non aver richiesto, nel rilascio delle concessioni esistenti gli spazi da destinare a parcheggio privato, richiesti dall'art. 41 sexies della legge n. 1150/42, per circa 5.000 mq 4) aver autorizzato la copertura dell'area superando il limite del 50% dettato dal Piano regolatore (16.334 mq contro gli 11.784 consentiti).
Il Servizio di vigilanza urbanistica provvedeva pertanto alla contestazione al Comune dei rilievi così formulati.
Il Comune, con nota n. 2609 del 12/3/1993, comunicava di aver dato incarico, in relazione alla complessità della situazione, ad un architetto e ad un avvocato di esaminare le possibili soluzioni alle contestazioni formulate dalla Regione".
Sottolineo al Consigliere Chiezzi che vi era stata tempestività da parte dell'Assessorato nel predisporre la risposta, ma a causa di altre interrogazioni in aula si è determinato il ritardo che si registra provvederò comunque a fornire l'aggiornamento della situazione che è fermo al 7/5/1993. Questa è comunque la fotografia dei rilievi attuati dall'Assessorato all'urbanistica, in particolare dal Settore vigilanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Presidente, si tratta di un altro centro commerciale fuori legge almeno così dice la Regione Piemonte.
Sarebbe bene chiarire, Assessore Cavallera, il ruolo della Regione Piemonte. Il Servizio vigilanza urbanistica è un'autorità in materia quando il Servizio accerta delle irregolarità - e la Giunta ne è a conoscenza - la Regione dovrebbe agire di conseguenza. Mi sembra di capire che il lavoro viene svolto nel seguente modo: il Servizio di vigilanza viene attivato, verifica che c'è un illecito urbanistico - almeno nel settore del grande commercio - comunica a chi di dovere che le cose vanno rimesse a posto, dopodiché tutto si ferma. A questo punto il Comune interessato - in questo caso il Comune di Beinasco - invece di adeguarsi alle indicazioni della Regione Piemonte, dà un incarico professionale ad un avvocato e ad un architetto per studiare la materia.
Il fatto che il Comune decida di spendere dei soldi per verificare cosa esso ha già fatto di lecito o illecito riguarda il Comune, ma la Regione Piemonte sta a questo gioco? Cioè, dice al soggetto interessato: "Adeguati" e il soggetto interessato risponde: "Aspetta un momento, adesso studio" e comincia a dare incarichi? Sappiamo tutti che gli incarichi su questa materia sono di esito presumibile: gli avvocati servono per difendere qualcuno. Se viene richiesto un avvocato per difendere il punto di vista del Comune, è chiaro che egli difenderà il punto di vista del Comune. Intanto, la Regione aspetta. Chiedo dunque all'Assessore di capire meglio tale questione perché è un gioco delle parti.
Passano gli anni e l'illecito urbanistico produce i suoi effetti economici: è una farsa. Se la Regione è seria, visto che ha un Servizio a tale scopo che ha accertato un determinato fatto, vada avanti fino alle estreme conseguenze. Se è un giochetto, allora cambiamo le leggi e non prendiamoci in giro, decidiamo che la Regione evita di fare questi accertamenti.
Chiedo ancora un chiarimento in questa o in altre sedi, perché la scorsa volta abbiamo parlato de "Le Gru", ma in questo caso ci troviamo nella medesima situazione, nel senso che ci sono illeciti urbanistici: la Regione che fa? Li dichiara solo e poi si ferma o vigila sul serio?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve precisazione.
CAVALLERA, Assessore regionale Parlo in generale, perché - come ho già detto - nello specifico mi riservo di fare un'integrazione alla risposta.
A fronte delle nostre osservazioni, la stragrande maggioranza dei Comuni modifica gli strumenti urbanistici, sia quelli generali che quelli attuativi, conformandosi nel limite di ciò che viene condiviso. E io sono convinto che le interpretazioni del nostro Assessorato - non per l'Assessore, ma per la struttura presente - sono quasi sempre condivise da coloro ai quali le osservazioni vengono inviate. Per cui, da un lato, vi è l'opera di segnalazioni alle autorità competenti amministrative o giudiziarie di eventuali illeciti veri o presunti tali, per le procedure del caso; dall'altro, sostanzialmente - come diceva il Consigliere Chiezzi quello che conta è perseguire fino in fondo la conformità degli strumenti alla legge urbanistica regionale e a tutte le disposizioni di tipo urbanistico-edilizio.
Quindi, una prima risposta a braccio è: 1) non vi è inerzia da parte della Regione 2) nel campo della vigilanza vi sono condizioni giuridiche ed operative ben diverse da parte dell'autorità comunale di annullamento in sede di autotutela 3) vi è la possibilità generale per la Regione Piemonte, nell'arco di dieci anni, di annullare qualsiasi atto urbanistico emanato dai Comuni in contrasto con la legge urbanistica regionale.
Vi è una prassi, una casistica ed una direttiva di comportamento dell'Assessorato che risalgono a tempo addietro e vengono continuamente aggiornate dalla nuova giurisprudenza, che offre possibilità diverse di autotutela sia in sede comunale da parte del Sindaco (che è la prima autorità di vigilanza) sia in sede regionale, con quello che ci è consentito fare.
Nel caso che citava il Consigliere Chiezzi relativo a Grugliasco sono stati rilevati questi elementi: nella stragrande maggioranza dei casi i Comuni si adeguano e modificano gli strumenti; nel caso specifico, mi riservo di dare una risposta. Qualora, in qualunque condizione e a fronte di qualunque provedimento, di qualunque autorità comunale, il nostro Assessorato e la Giunta regionale dovessero verificare delle condizioni di annullamento, questo verrà senz'altro proposto e mandato avanti.
E' chiaro che l'interesse pubblico, visto dai vari punti di vista, cioè a livello comunale e a livello regionale, (sono due piani diversi) va graduato, valutato e pesato, soprattutto in rapporto alla consolidata ed abbondante giurisprudenza che negli anni si è succeduta in materia.
Comunque, su queste due cose, visto che la risposta è datata, ci sarà un supplemento di risposta in ordine allo specifico caso di Beinasco e anche alla linea di comportamento del Settore vigilanza.
Devo precisare che questa Amministrazione, già due o tre anni fa, ha incrementato gli organici dell'Assessorato all'urbanistica - Settore vigilanza, con laureati in giurisprudenza ed altro, proprio per potenziare il ruolo di vigilanza ritenendo che anche attraverso professionalità adeguate si possa raggiungere una migliore incisività in materia.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

Comunico che verrà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interrogazioni ed interpellanze:


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

n. 823 dei Consiglieri Marengo e Monticelli inerente le qualifiche superiori dipendenti regionali


PRESIDENTE

n. 1066 dei Consiglieri Miglio, Segre e Giuliano inerente l'iter burocratico autorizzativo dell'ampliamento della Casa di cura privata "La Vialarda" di Biella


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

n. 1123 del Consigliere Bortolin inerente la morte per parto all'Ospedale Sant'Anna

Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

n. 1333 dei Consiglieri Miglio e Giuliano inerente il comunicato Associazione "Scintilla" di Collegno-Grugliasco sulla mancanza del servizio dentistico con anestesia totale ai portatori di handicap nelle UU.SS.SS.LL. torinesi

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

n. 1359 del Consigliere Sartoris inerente l'invio di mafiosi con pesanti condanne al Carcere di Cuneo

Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

n. 1360 del Consigliere Sartoris inerente le esercitazioni militari in Baraggia biellese

Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

n. 1490 del Consigliere Montabone inerente la rappresentanza dell'ISEF di Torino nel Consiglio di amministrazione dell'Ente per il diritto allo studio universitario

Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

n. 1726 del Consigliere Rabellino inerente i lavori per la costruzione della rete fognaria in zona Superga-Torino Apertura di strada interna alla proprietà IPLA

Argomento: Cave e torbiere

n. 1752 dei Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre inerente la richiesta ampliamento cava Ronco della Vigna in località Trontana - Comune di Domodossola

Argomento: Cave e torbiere

n. 1992 del Consigliere Rabellino inerente lo sfruttamento cava di Arboschio.


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Buzio, Ferrara, Grosso, Maggiorotti e Sartoris.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Protezione civile

Richiesta delucidazioni sugli interventi di protezione civile relativi alla frana che minaccia Baio Dora, frazione di Borgofranco d'Ivrea


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rivalta; ne ha facoltà.
RIVALTA Vorrei porre con urgenza all'attenzione del Consiglio e della Giunta regionale quanto si legge oggi sui giornali circa la frana che minaccia i 350 abitanti della frazione Baio Dora di Borgofranco d'Ivrea. Quella di Borgofranco è una questione annosa: si ricorda una frana del 1972; le analisi geologiche l'hanno indicata come una frana di grande rischio per l'abitato di Borgofranco. A quanto pare, non ci sono soluzioni dal punto di vista geologico per fermare questa frana; per ora si è fermata in un vallone, che pare poterla contenere, ma è la montagna che sovrasta Borgofranco che è sottoposta a rischio di instabilità grave e quindi vi sono pericoli gravi per la popolazione ivi residente.
Ho sollevato tale questione parecchie volte in aula, anche in occasione degli altri disastri ambientali ed ecologici che si sono verificati recentemente nella nostra regione; ho inoltre posto la questione anche in Commissione, quando si è trattato dell'incidente relativo alla rottura del metanodotto a Borgofranco, rilevando l'esigenza di intervenire.
Se la Regione non opera, finisce con l'avere responsabilità gravi visto che non c'è la possibilità di imbrigliarla, è necessario almeno costruire un monitoraggio che garantisca la possibilità di evacuare la popolazione a fronte di movimenti che si possono presentare pericolosi per l'abitato. E' un programma, questo, che è stato individuato da alcuni anni il Ministero è intervenuto più volte per promuovere l'intervento della Regione, la Prefettura ha fatto lo stesso sulla Regione e sul Sindaco.
E' una questione che il Consiglio regionale - la ripropongo un'ulteriore volta - non può assolutamente abbandonare, perché se si dovessero verificare incidenti gravi per gli abitanti di Borgofranco tutti, evidentemente ai diversi livelli di responsabilità, a seconda che si sia membri dell'esecutivo o Consiglieri, saremmo responsabili di questa calamità possibile.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Credo che il problema posto dal Consigliere Rivalta sia di assoluta importanza ed urgenza, però prima di dare la parola al Presidente della Giunta, se mi permettete, vorrei quanto meno definire l'ordine dei lavori sulla base del quale il Presidente Brizio e i colleghi che vorranno intervenire potranno orientarsi.
Come punto successivo, a parte la questione posta dal Consigliere Rivalta che adesso valuteremo, c'è l'integrazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale; poi, come voi tutti sapete, è prevista la convocazione alle ore 14 delle Commissioni consiliari permanenti e non permanenti per il rinnovo dei posti vacanti (Presidenze e Vicepresidenze).
Mi è stato richiesto di posticipare di mezz'ora l'inizio delle riunioni di Commissione; pertanto, abbiamo modo di concludere la sessione antimeridiana alle ore 13. Di conseguenza, i lavori pomeridiani del Consiglio riprenderanno alle ore 15,30 con l'integrazione dell'Ufficio di Presidenza di cui al punto 8) all'o.d.g.


Argomento: Protezione civile

Richiesta delucidazioni sugli interventi di protezione civile relativi alla frana che minaccia Baio Dora, frazione di Borgofranco d'Ivrea (seguito)


PRESIDENTE

Ha ora la parola il Presidente Brizio sulla richiesta di delucidazioni avanzata dal Consigliere Rivalta circa la frana di Borgofranco.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Volevo rassicurare il Consigliere Rivalta che questo problema ci è ben presente e che ieri sera io, gli Assessori Cavallera e Garino e l'ing.
Coccolo ci siamo attivati immediatamente per la valutazione della situazione.
Nello specifico, l'Assessore Garino credo possa già offrire alcune risposte sulla situazione al momento e su che cosa si può fare in proposito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Abbiamo ricevuto la notizia più o meno alle ore 17,30 di ieri. Alle ore 17,15 è avvenuto questo stacco dalla parete; immediatamente il Servizio della Protezione Civile è stato presente e così anche i funzionari, dottor Lazzari e un altro funzionario di cui - mi scuso - non ricordo il nome. La zona è stata presidiata per tutta la notte anche con fotocellule per vedere che non ci fossero ulteriori smottamenti e ancora stamane alle 7 i funzionari del Servizio geologico erano in zona (e lo sono tuttora) per controllare la situazione.
Il Consigliere Rivalta ha perfettamente ragione quando dice che non è neanche pensabile, in questa zona, poter fermare ciò che è uno smottamento che, dalle notizie che abbiamo, ormai data da più di centoventi anni. Nel documento che citavo prima con il Consigliere Chiezzi, cioè l'Atlante dei centri abitati instabili del Piemonte, che fornirò a tutti i Consiglieri, a pagina 57 viene illustrato il problema di Baio Dora; la prima notizia di smottamenti risale al 1870 e successivamente, attraverso la raccolta dei giornali dell'epoca e attraverso la documentazione in atti in allora dello Stato e poi della Regione, vediamo come in questa zona purtroppo ci siano state frane notevoli (1895), fino ad arrivare al 1942 con numerose case distrutte e sette morti. Non sto naturalmente a leggere questa relazione che comunque credo sia assai importante.
Su questo problema noi ci eravamo mossi esattamente come il Consigliere Rivalta prima suggeriva, e cioè a fronte del fatto che non è neanche pensabile poter fermare una montagna che scende, volevamo tuttavia un monitoraggio continuo e costante con tubi inclinometrici e quant'altro sia indispensabile per avere almeno la possibilità di segnalare i piccolissimi movimenti che possono preludere a più grandi disastri. Abbiamo inviato al Dipartimento della Protezione Civile un progetto di massima; le risposte non sono assolutamente pervenute.
Dopo quanto è avvenuto, mi riprometto entro un giorno o due, appena i tecnici di ritorno mi faranno una relazione sull'accaduto e sulle possibilità di ulteriori smottamenti, di inviare tutto il materiale al Dipartimento della Protezione Civile, in modo che questo consideri quanto è avvenuto, insieme alla documentazione che abbiamo raccolto in questo volume.
La spesa non è di poco conto, anche soltanto quella del monitoraggio sia per l'installazione delle attrezzature sia per la loro gestione; è chiaro, però, che in una situazione di questo genere, laddove non vi sia la possibilità che il Dipartimento della Protezione Civile intervenga - ci che invece mi auguro ampiamente - occorrerà, per quanto possibile, inserire un capitolo specifico per l'intervento nella zona interessata nel bilancio regionale, che spero entro un mese o due questo Consiglio vorrà approvare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro; ne ha facoltà.
CALLIGARO Già il Consigliere Rivalta ha detto che si tratta di una massa franante considerevole, che difficilmente potrà essere imbrigliata; di certo, per bisogna perlomeno conoscerne la dinamica. Questa frana è in movimento da almeno centotrenta anni (abbiamo notizie di cronaca), ha causato danni considerevoli a poca distanza, a Quassolo, e per due volte ha persino travolto case e cittadini, provocando decine e decine di morti.
Qui non si può continuare a "palleggiarsi" la responsabilità investendo la Protezione Civile, che a sua volta fa finta di niente. Il piano di monitoraggio, che costa certamente non poco ma qualche miliardo di lire, deve essere rapidissimamente attivato; questo programma deve essere attuato, in modo tale da conoscere la dinamica della frana e da allertare la Protezione Civile e tutti gli altri Servizi per mettere al riparo la popolazione. Faccio notare che la frana incombe su Baio Dora, frazione di Borgofranco d'Ivrea, che ha centinaia di abitanti, e poiché si tratta di una frana di non poco conto (è mezza montagna che sta scendendo a valle) potremmo avere un'autentica catastrofe. A questo punto, bisogna intervenire in sede romana con autorevolezza e con molta energia, in modo tale da avere le risorse per attuare perlomeno il programma di monitoraggio.
Aggiungo un secondo problema, che però ingloba anche questo primo problema: è necessario un piano di area in una zona particolarmente a rischio, ad alto rischio, perché in quel tratto della valle, largo pochissimi chilometri, abbiamo l'oleodotto (l'incidente di poche settimane fa fede della sua pericolosità), il gasdotto, il metanodotto, l'autostrada e il fiume Dora Baltea! C'è un concentrato di rischi rilevantissimo! La Regione, allora, oltre che sollecitare in modo autorevole ed energico il Governo ad intervenire, in modo tale da poter realizzare il programma di monitoraggio sulla dinamica della frana, deve predisporre un piano per un'area che probabilmente è tra le più rischiose della nostra regione. Questo è compito della Regione! Non potete palleggiare le responsabilità con il Governo, con la Protezione Civile o con altri! Già nella riunione che si è svolta al Comune di Borgofranco sono emersi i tratti di pericolosità massima che riveste quella determinata area, quel tratto della valle che è ristrettissimo e che concentra in sè strutture come l'oleodotto, il gasdotto, il metanodotto e l'autostrada, ma soprattutto il fiume Dora Baltea, oltre che la frana di cui si sta parlando.
Noi sollecitiamo la Regione a porre mano a questo piano d'area. Siccome i fattori sono tanti, possono innescarsi e provocare, a catena, avvenimenti la cui portata è difficilmente valutabile, se non nella sua massima ed assoluta pericolosità.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 456: "Modifica L.R. n. 12/90 in materia di aree protette"


PRESIDENTE

Passiamo quindi ad esaminare il progetto di legge n. 456 di cui al punto 10) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Germanetto, che ha facoltà di intervenire.
GERMANETTO, relatore Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, il presente disegno di legge propone di apportare alcune modificazioni alla L.R. n. 12 del 22/3/1990 'Nuove norme in materia di aree protette' per la soluzione di due problemi emersi nel corso di attuazione della stessa.
L'art. 1 è relativo alla durata in carica dei Consigli direttivi degli Enti di gestione delle aree.
Con le norme attualmente in vigore e che si intendono modificare, i membri dei Consigli direttivi durano in carica fino alla scadenza del mandato del Consiglio che li ha nominati.
Tale scadenza in un periodo come l'attuale, che ha visto un susseguirsi di elezioni amministrative in diversi momenti, ha necessariamente comportato una continua decadenza dalla carica di numerosi Consiglieri degli Enti e la loro relativa sostituzione.
La situazione non ha consentito una piena funzionalità degli organi di gestione sia in quanto gli stessi per più o meno lunghi periodi operavano con un numero ridotto di componenti, sia in quanto il ricambio continuo ha impedito il necessario radicarsi delle conoscenze in merito ai problemi della gestione degli Enti.
A fronte di tale problema, la soluzione prospettata comporta che gli interi Consigli direttivi e i Consiglieri che ne fanno parte durino in carica cinque anni, indipendentemente dalla scadenza del mandato dei Consigli (regionali, provinciali e comunali) che li hanno nominati.
Inoltre si è tenuto presente come sia in vigore una specifica normativa statale in merito alla proroga degli organi. Pertanto, al fine di raccordare la disciplina degli organi degli Enti di gestione a detta normativa, è stato previsto che 'i poteri dei Consigli direttivi scaduti sono prorogati nei termini stabiliti dalle leggi statali e regionali vigenti in materia'.
Le restanti parti dell'art. 9 della L.R. n. 12/90 rimangono pertanto invariate.
Al fine di rendere omogeneo il passaggio dalla disciplina precedente a quella proposta, è stata prevista all'art. 3 una norma transitoria che prevede che gli attuali Consigli direttivi e i relativi Consiglieri in carica durino tutti fino alla scadenza del mandato del Consiglio regionale attualmente in carica. Scaduto questo, si procederà per tutti i Consigli direttivi alle nuove nomine che avranno la durata quinquennale, di cui all'art. 1.
Per quanto concerne l'art. 2, si precisa quanto segue.
La recente istituzione di nuove aree protette, già incluse nel Piano regionale approvato con DGR n. 21-37617 in data 15/5/1990 (Val Sarmassa Augusta Bagiennorum, Sorgenti del Belbo, Monte Mesma e Colle della Torre di Buccione, Monti Pelati e Torre Cives, Vauda, Stura di Lanzo e Ponte del Diavolo), e l'affidamento della loro gestione ad Enti che amministrano aree protette da tempo esistenti, comporta la necessaria integrazione della Giunta esecutiva di tali Enti con Consiglieri eletti in rappresentanza delle nuove aree assegnate, in ottemperanza a quanto disposto dall'art. 16 della L.R. 22/3/1990, n. 12, che impone l'obbligo per gli Enti che gestiscono più aree protette di garantire in seno all'organo esecutivo la presenza di rappresentanti di ciascuna di esse.
L'applicazione della citata normativa appare, però, problematica in relazione a quanto disposto dall'art. 11 della stessa legge, ove è stabilito che il numero dei componenti della Giunta esecutiva degli Enti di gestione debba essere proporzionale al numero dei componenti dei rispettivi Consigli direttivi, in particolare: 1 membro, ove il Consiglio sia composto fino a 8 Consiglieri; 2 membri, ove il Consiglio sia composto da 9 a 14 Consiglieri; 3 membri, ove il Consiglio sia composto da 15 a 24 Consiglieri; 5 membri, ove il Consiglio sia composto da 25 a 38 Consiglieri; 7 membri, ove il Consiglio sia composto da più di 38 Consiglieri.
Alcuni degli Enti predetti si trovano, infatti, nella condizione di non poter integrare l'organo esecutivo con i rappresentanti delle nuove aree loro assegnate, poiché la composizione numerica dei rispettivi Consigli direttivi non consente un numero di membri di Giunta superiore a quello attualmente in carica, e non possono, di conseguenza, adempiere all'obbligo imposto dalla disposizione prevista dall'art. 16 sopra richiamato.
Con il presente disegno di legge si propone la modifica dell'art. 11 della L.R. n. 12/90, nel senso di variare il rapporto numerico attualmente previsto tra gli organi di amministrazione degli Enti di gestione. In particolare, la modifica riguarda gli Enti i cui Consigli sono composti da un minimo di 15 fino ad un massimo di 24 Consiglieri e quelli i cui Consigli sono composti da un minimo di 25 fino ad un massimo di 38 Consiglieri.
Da un'analisi della situazione attuale degli Enti di gestione è emerso che, variando da 25 a 21 il limite massimo e da 25 a 22 il limite minimo sopraindicati, è possibile garantire il rispetto di quanto stabilito dal combinato disposto degli artt. 11 e 16 della L.R. n. 12/90.
Con la predetta modifica, infatti, gli Enti per i quali la normativa vigente risulta attualmente inapplicabile potranno elevare da 3 a 5 il numero dei membri in seno alle rispettive Giunte esecutive e sarà pertanto, assicurata negli organi esecutivi degli Enti medesimi la rappresentanza di tutte le aree protette loro affidate in gestione.
L'introduzione della citata modifica è tesa ad evitare il ripetersi di casi di inapplicabilità della disposizione prevista dall'art. 16 soprarichiamato anche nel futuro, quando si procederà, proseguendo nella politica di riorganizzazione amministrativa degli Enti di gestione all'accorpamento di altre aree protette o al riordino degli organi amministrativi di altri Enti.
Inoltre, al fine di evitare ulteriori dubbi interpretativi, sempre con il comma 1 bis è definito il criterio per l'individuazione delle aree suscettibili di rappresentanza in seno alla Giunta esecutiva che sono quelle aventi un'autonoma perimetrazione, vale a dire le aree non ricadenti all'interno dei confini di altre aree protette.
Dopo ampia discussione la Commissione ha approvato all'unanimità il presente testo e lo trasmette all'aula consiliare raccomandandone l'approvazione".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola nella discussione generale, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5 L'art. 3 è approvato.
Prima di procedere alla votazione sull'intero testo della legge ha chiesto la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.
BRESSO Non ho chiesto la parola in sede di discussione generale per risparmiare tempo, ma ritengo che questo provvedimento non possa passare senza almeno un intervento, visto che non c'è stato quello del relatore che ha dato per letta la relazione, e nemmeno quello dell'Assessore.
Ritengo che un minimo di commento su questa questione sia necessario.
Si tratta di uno dei tanti adattamenti della nostra legislazione sui parchi dettato da un'esigenza di funzionamento degli Enti perch attualmente gli eletti dalle Amministrazioni comunali decadono al momento in cui decade il Consiglio comunale. Quindi, gli sfasamenti fra i momenti elettorali dei diversi Enti, che diventano sempre più frequenti, fanno sì che gli Enti Parco non abbiano mai nella loro interezza tutti i componenti e quindi si creino dei problemi di funzionamento degli stessi. Per questa ragione è stato predisposto il progetto di legge in esame che in pratica fa decadere tutti i membri eletti alla scadenza del Consiglio regionale e poi li fa valere per cinque anni, indipendentemente dalla sorte dell'Ente da cui sono stati eletti. Questo crea alcuni problemi di democrazia, nel senso che un Comune, qualora, per esempio, dopo due anni cambiasse l'amministrazione, potrebbe trovarsi ad avere un membro eletto dal precedente Consiglio comunale. Qualche problema di democrazia c'è, ma d'altra parte c'è anche un problema di funzionamento degli Enti.
Noi quindi votiamo a favore, proprio perché ci rendiamo conto che diversamente si creerebbero delle situazioni di ingovernabilità degli Enti in cui cambiano continuamente i rappresentanti nominati dai Comuni.
C'è anche un problema generale, che era già stato sollevato dal collega Rivalta e dal collega Nerviani l'altra volta, che è quello di ragionare su tutta la politica, perché in realtà dato che gli enti sono troppo voluminosi esistono dei problemi di funzionalità che ci costringono ad approvare una norma che in qualche modo crea qualche problema di democrazia, come ho spiegato prima. E' vero che la maggior parte degli Enti decadrà insieme al Consiglio regionale fra un anno e quindi tutti gli enti saranno stati rinnovati, qualcuno anche prima, a quella scadenza, per cui non si dovrebbero presentare altri problemi, però nel corso della prossima legislatura del Consiglio regionale sicuramente si presenteranno.
Credo che sia opportuna una riflessione più approfondita, che in qualche modo riporti la rappresentanza dei Comuni in un organismo diverso più ampio, come è previsto dalla legge sui parchi - organismo che è la comunità del parco - e che invece tolga il meccanismo della rappresentanza agli Enti di gestione. Questa può essere una soluzione che noi dovremmo cercare di dare prima della scadenza del Consiglio regionale.
Ragionandoci sopra, abbiamo deciso di organizzare una conferenza sui parchi: a me sembra una soluzione che in qualche modo risolve il problema del funzionamento tecnico, ma non risolve il problema generale della democrazia per i parchi né quello dell'efficienza degli Enti. La democrazia è un problema reale, ma anche quello dell'efficienza degli Enti lo è: separando questi due aspetti attraverso la comunità del parco e l'Ente di gestione probabilmente si può migliorare la situazione. Non lo si può fare in questa sede, quindi accettiamo questa soluzione, ma invitiamo a ragionarci sopra. Lo faremo in questa conferenza, ci ragioni anche la Giunta, perché a mio avviso dovremmo lasciare al prossimo Consiglio regionale una soluzione migliore di questa, perché poi chi se la ritroverà potrebbe non capirne la logica. Ormai noi dopo anni che ragioniamo sui parchi la capiamo, però qui - è successo proprio questa mattina - alcuni colleghi che non erano presenti in Commissione, leggendo il testo della legge non hanno capito la logica, non hanno capito il perché. Probabilmente succederà lo stesso a qualunque Consigliere del prossimo Consiglio regionale che si troverà di fronte a questa norma.
Credo allora che ci sia necessità di fare chiarezza e credo che debba farla questo Consiglio, che ha capito quali sono i problemi, che è in grado di ragionarci e che potrebbe lasciare una legge più coerente, più rigorosa un po' meno pasticciata.
La somma di tutte le modifiche che abbiamo portato alla legge sui parchi ha creato un po' di confusione, secondo me, nella funzionalità complessiva della norma.
Quindi è un voto a favore, ma con l'impegno a lasciare quanto meno una proposta coerente che riordini tutta la materia.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Boschi e foreste

Esame progetto di legge n. 406: "Modificazione ed integrazione alla L.R. 12/10/1978, n. 63 'Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 406, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Nerviani, che ha facoltà di intervenire.
NERVIANI, relatore Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la proposta di legge in esame è stata approvata dalla III Commissione a seguito di un approfondito dibattito nel corso del quale è emersa con chiarezza la necessità di porre mano in modo complessivo ed organico ad una ristesura della legge regionale in materia di agricoltura e foreste approvata nel 1978.
Si è scelto comunque, per ragioni di opportunità stante la complessità e l'indiscussa importanza del settore trattato, di non procedere ad affrettate rivisitazioni del testo senza prima effettuare i necessari approfondimenti che coinvolgeranno inevitabilmente tutti i soggetti economici e sociali interessati.
D'altra parte si rende necessario consentire ad una larga parte degli operatori economici in campo agricolo, che sempre più si vanno affermando e che si collocano nel settore misto agricolo-industriale, di poter fin da subito accedere ai contributi sui prestiti di conduzione.
Le società di capitali, individuate come beneficiarie di contributi per il credito di conduzione dalla legge in esame, sono quelle con quote azionarie possedute in maggioranza da cooperative e/o da associazioni di produttori agricoli.
La modificazione proposta all'art. 50 della legge n. 63/78 è sicuramente, non esaustiva rispetto alle esigenze evidenziate, ma tale, si ritiene, da consentire a tempi rapidi un maggior supporto alle aziende che operano nel campo della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli alimentari. Si tratta quindi di un primo passo compiuto per evitare situazioni penalizzanti nella nostra Regione in rapporto alla realtà economica in campo agricolo-industriale riscontrabile a livello nazionale ed europeo".



PRESIDENTE

E' aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.
RIBA Si tratta di una legge quadro che prevede tutti gli interventi sia in conto interessi che in conto capitale: sostegno alle strutture organizzazione e promozione, vendita; in sostanza, la gestione dei rapporti di sostegno con l'agricoltura piemontese.
Quando è stata approvata dal Consiglio regionale, nel lontano 1978, non esisteva ancora la forma giuridica della S.p.A, costituita da cooperative.
Quindi, le aziende costituite in Società per Azioni, i cui membri o detentori delle singole azioni sono le cooperative, rappresentano una specie giuridica non prevista tra i beneficiari di questa legge. Tuttavia è una forma che si sta estendendo, perché i soggetti cooperativi o singoli hanno oggi la necessità di operare secondo le più recenti possibilità del Codice Civile e delle normative amministrative e finanziarie. In Piemonte sono quindi sorte alcune strutture che operano nel settore agricolo (produzione e commercializzazione), non avendo la forma della cooperativa ma quella della S.p.A.
E' nata così l'opportunità di modificare la legge, inserendo tra i beneficiari della legge le strutture di Società per Azioni formate da cooperative o con la maggioranza di capitale detenuta da strutture pubbliche. In questo senso va la proposta di legge varata dalla Giunta regionale.
Abbiamo tuttavia già osservato in Commissione - ci è sembrato anche strano che la discussione molto completa avvenuta in Commissione non abbia consentito di rimuovere le ragioni per cui adesso presentiamo un emendamento - che nella proposta della Giunta regionale le strutture di S.p.A, formate da cooperative sono riconosciute come soggetti validi per l'assegnazione dei contributi in conto capitale e in conto interesse, ma soltanto limitatamente ai prestiti di esercizio, perciò soltanto per la parte in conto interesse e per una sola delle specie previste dalla legge n. 63, che sono invece una decina: promozione, allevamenti, attrezzature interventi per il rimboschimento, ecc.
Ci siamo posti il problema di correggere questa legge secondo lo spirito informatore della proposta di modifica in maniera razionale. Ci significa semplicemente aggiungere una parola all'art. 2, nel quale si indicano i soggetti beneficiari degli interventi previsti dalla legge aggiungendo le S.p.A, qualora siano costituite da singole cooperative o nelle quali abbiano la maggioranza le cooperative o i soggetti pubblici.
Per poter consentire a questi nuovi soggetti di fruire degli interventi previsti dalla legge n. 63 è necessario che essi siano inseriti all'art. 2 tra i soggetti beneficiari delle provvidenze. Qui, invece, si è limitativamente inserita la modifica sull'art. 50 in modo ingiustificatamente riduttivo, perché l'art. 50 prevede soltanto i prestiti di esercizio. Questo ci preoccupa, perché non vorremmo che, in questo caso fossero tenute in considerazione non esigenze o interessi generali, ma situazioni di una singola struttura.
Legittimo anche questo, ma certamente non è così che si opera se si vogliono oggi considerare i nuovi soggetti per i quali sono previsti i benefici della legge n. 63.
Naturalmente le cose che ho detto non sono state ascoltate da alcuno ma coloro che hanno partecipato alla discussione sanno che è importante consentire o meno alle S.p.A, costituite da cooperative di partecipare a tutti gli interventi a sostegno dell'agricoltura o soltanto al prestito d'esercizio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.
NERVIANI Ritengo ampiamente fondate le preoccupazioni implicite ed esplicite proposte dal collega Riba. Tuttavia ritengo che l'inserimento del principio dell'estensione alle società di capitali dei contributi previsti in tutta la legge, imporrebbe ed impone una revisione di dettaglio della legge e delle ricadute, in termini economici, sui soggetti interessati che una modifica di questo genere può determinare.
Quindi, nel respingere la proposta di emendamento assicuro anche molta attenzione alle segnalazioni fatte dal Consigliere Riba, ma penso che si debba rispondere ad una necessità contingente, che è quella di estendere alle società di capitali con quelle caratteristiche i crediti di conduzione.
Questa è la finalità che ha mosso la Giunta a presentare il disegno di legge. Penso che bisognerebbe ritornare sulla questione in Commissione per vedere l'impatto della proposta estensiva sull'intera situazione economica sottesa al provvedimento di legge.
Quindi, comprendiamo le ragioni di allargamento, ma non le riteniamo applicabili e trasferibili in questo provvedimento di legge e in questo momento.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.



ARTICOLO UNICO

Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Vaglio e Bosio: all'art. 1 è sostituita la dicitura: "all'art. 50 della L.R. 12/10/1978 n.
63 sono aggiunti, dopo il comma quarto, i seguenti commi" con la dicitura: "all'art. 2 della legge 12/10/1978 n. 63, dopo il punto 3 è aggiunto il punto 3 bis con la seguente dicitura".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 21 contrari e 2 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Vaglio ne ha facoltà.
VAGLIO Intervengo per annunciare la nostra astensione sul provvedimento provvedimento che ritenevamo utile ed indispensabile, ma ancor più indispensabile ritenevamo estendere a tutti i casi previsti dalla legge n.
63.
Il nostro voto verrà espresso in questo senso solo ed esclusivamente in quanto il nostro emendamento non è stato accolto.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'articolo unico nonché dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 39 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 17 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'articolo unico, quindi l'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 727: "Regolamento per l'esecuzione dei programmi costruttivi di nuove costruzioni e recupero in regime di edilizia agevolata-convenzionata"


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'iscrizione - posta in preavviso scritto nell'o.d.g. ai sensi dell'art. 51, comma quarto, del Regolamento - della proposta di deliberazione n. 727.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è accolta all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.10)



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