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Dettaglio seduta n.272 del 12/04/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Sentenza Corte Costituzionale del 10/2/1994 di illegittimità costituzionale del secondo comma art. 13 della legge regionale riapprovata il 6/7/1993: "Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee". Adempimenti ai sensi dell'art. 86 del Regolamento Interno del Consiglio regionale Esame mozione n. 675 (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Si era convenuto di riprendere i lavori pomeridiani con l'esame del punto 8) all'o.d.g.
Stamane avevamo preso in considerazione il testo di mozione, ma vi abbiamo soprasseduto perché la Commissione potesse esaminare sia il testo di mozione sia la proposta di legge.
Ha quindi la parola la Presidente della II Commissione, Consigliera Bresso, per riferire al Consiglio sull'andamento dei lavori della Commissione.



BRESSO Mercedes

Faccio una breve relazione a braccio perché, ovviamente, non c'è stato il tempo di predisporla scritta.
La Commissione ha valutato positivamente la procedura individuata ovvero che si può approvare solo la mozione, la quale chiede al Presidente di promulgare la legge, così come modificata dalla Corte Costituzionale.
Per quanto riguarda invece la modifica alla legge, per meglio tener conto delle prescrizioni della Corte Costituzionale, si è deciso di rinviarla, in modo da avere tempo per approfondire le questioni emerse soprattutto di carattere urbanistico: sostanzialmente, infatti, la legge detta disposizioni di rilevanza urbanistica. Il dispositivo è apparso debole rispetto alle normative urbanistiche, ed anche nella versione apparentemente accettata dalla Corte Costituzionale è sembrato poter successivamente essere aggredito da soggetti che ritenessero di essere stati vincolati con una procedura tipicamente urbanistica, ma che non fornisce le garanzie proprie delle procedure urbanistiche, cioè l'adozione che consente poi di presentare osservazioni e che obbliga a rispondere.
Dato che si tratta di questione piuttosto complessa, si è deciso un periodo di tranquillità, utile per arrivare ad un'integrazione del testo opportunamente approfondita e salda, piuttosto che ad una modifica.
Siccome, però, il testo sta in piedi anche così, come detto nella mozione e come rilevato dalla Corte Costituzionale, poiché tutta la parte di tutela delle acque resta valida, riteniamo si possa votare la mozione e promulgare la legge. In questo modo resta cancellato il comma abrogato dalla Corte Costituzionale.



PRESIDENTE

L'Assessore concorda con tale percorso. Potremmo dunque discutere, per quanto ancora necessario, e successivamente votare il testo di mozione dopodiché la Commissione procederà nei suoi lavori inerenti il progetto di legge.
Non essendovi richieste d'intervento, pongo in votazione la mozione n.
675, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che: in data 29/9/1992 questo Consiglio approvava il disegno di legge regionale n. 96 'Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee' in sede di controllo ex art. 127, comma terzo, della Costituzione il Governo eccepiva la non conformità ai principi ed alle disposizioni del TU n. 1775/1933 di alcune norme del deliberato legislativo in data 6/7/1993 il Consiglio regionale riapprovava il deliberato legislativo, accogliendo i rilievi mossi dal Governo, ad eccezione di quello concernente gli effetti di variante ai Piani urbanistici comunali previsti dall'art. 13, comma secondo a seguito della suddetta riapprovazione, il Presidente del Consiglio dei Ministri proponeva ricorso innanzi alla Corte Costituzionale per la dichiarazione di illegittimità dell'art. 13, comma secondo, della legge regionale, ricorso accolto dalla Consulta con la sentenza n. 61 depositata il 24/2/1994 e trasmessa in data 1/3/1994 visto l'art. 86 del Regolamento interno del Consiglio regionale a norma del quale nel caso in cui la Corte Costituzionale dichiari la illegittimità anche parziale di una legge regionale, il Presidente ne informa il Consiglio nella prima seduta e la questione relativa ai provvedimenti consequenziali è iscritta all'o.d.g. della prima seduta successiva vista la comunicazione del Presidente del Consiglio in data 15/3/1994 rilevato in primo luogo che, ai fini della promulgazione della legge occorre una valutazione in merito alla suscettibilità di applicazione della normativa in presenza dell'intervenuta abrogazione del succitato art. 13 comma secondo considerato che la dichiarata incostituzionalità della disposizione impugnata non pregiudica in modo alcuno l'applicabilità delle importanti previsioni normative del deliberato legislativo 6/7/1993, in quanto le stesse sono dotate di piena autonomia rispetto all'art. 13, essendo volte alla concreta e puntuale disciplina degli usi delle acque sotterranee in un'ottica di tutela e protezione delle risorse idriche piemontesi considerato altresì che la pronuncia della Corte non preclude il raggiungimento dello scopo di protezione delle aree riservate a fini idropotabili, comunque conseguibile attraverso la previsione del primo comma dell'art. 13 e l'esercizio delle competenze regionali previste dalla normativa statale concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano di cui al DPR n. 236/88 considerato che per quanto concerne invece la variante automatica agli strumenti urbanistici, unica mutilazione effettivamente operata dalla sentenza, è stato presentato dalla Giunta regionale un disegno di legge con il quale viene disciplinato l'adeguamento ai vincoli ed alle limitazioni d'uso dei Piani regolatori comunali prevedendo, in caso di inottemperanza dei Comuni, l'intervento regionale in via sostitutiva prende atto della suscettibilità di applicazione del deliberato legislativo 6/7/1993 anche in presenza dell'intervenuta abrogazione dell'art. 13 comma secondo invita il Presidente della Regione a procedere tempestivamente alla promulgazione del deliberato legislativo 6/7/1993 'Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee' nel testo così come risulta a seguito della sopra richiamata sentenza della Corte Costituzionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La mozione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 6) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bortolin, Buzio, Croso, Ferraris Lannes e Marengo.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 797: "L.R. n. 49/84, art. 3, comma terzo. Revisione tabella istituita con deliberazione approvata dal Consiglio regionale n. 779-11851 del 29/11/1984" - Esame ordine del giorno n. 676


PRESIDENTE

Passiamo al punto 16) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 797.
Richiamo i lavori della IV Commissione nella quale hanno espresso voto favorevole i Gruppi DC, PSI, PCI, PDS, Pensionati e Piemont. Si sono astenuti la Lega Nord, gli Antiproibizionisti e il Gruppo Misto Verdi Sole che Ride.
La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

La mia sarà una dichiarazione di voto brevissima, per motivare il voto di astensione.
Sui contributi concessi dalla Regione ai vari enti c'è stato un lungo e approfondito dibattito in Commissione; contributi sui quali vari Consiglieri erano d'accordo, per esempio il Consigliere Foco ed altri.
Personalmente, sono ovviamente d'accordo su questo ruolo della Regione esprimo però una perplessità emersa durante la discussione: la legge è stata migliorata specificando meglio i parametri attraverso i quali si definiscono i contributi ai singoli Enti e Fondazioni - operazione di approfondimento che ritengo utile e corretta, sulla base di proposte presentate dai vari Consiglieri: sorge però il dubbio che possa aprirsi una questione sul rapporto tra il ruolo delle Regioni e lo Stato. Alcuni di questi enti, che in base ai criteri che abbiamo definito hanno ricevuto, o riceveranno per il prossimo anno dei contributi, li riceveranno attraverso strade e percorsi ovviamente diversi e autonomi da quelli che sono i criteri regionali.
Credo che in questo momento non sia né utile né positivo sospendere questa proposta di distribuzione dei fondi, ma credo anche che si debba riflettere sulla questione.
Necessitano anche dei chiarimenti sui rapporti Stato-Regioni: se ci sono enti che svolgono un ruolo sostanzialmente regionale, devono ricevere i contributi dalle Regioni, se svolgono un ruolo che trascende quello regionale debbono ricevere dei contributi dallo Stato.
In ogni caso, nella ripartizione di risorse, tante o poche che siano l'impossibile incrocio tra risorse regionali e statali deve essere tenuto in considerazione; diversamente, i parametri assolutamente significativi e corretti che abbiamo utilizzato non varranno: alcuni di questi Enti - non voglio citare i casi particolari, altrimenti sembrerebbe voler imporre questioni specifiche su un caso o un altro - osservati quei parametri e ricevuta una quota dalla Regione, riceveranno poi un finanziamento nazionale.
Unicamente per questa questione, che credo debba essere in futuro affrontata, motivo la mia astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Come ha già detto il collega Marino, la Commissione ha esaminato lungamente questa deliberazione ed è giunta ad una determinazione quasi unanime. Non sto quindi a tediare il Consiglio regionale sulle osservazioni e sul lavoro svolto in IV Commissione. Mi premeva invece richiamare l'attenzione del Presidente e del Consiglio su un documento, approvato in IV Commissione - che ritenevo allegato alla proposta di deliberazione.
Con questo documento la Commissione ha ritenuto di dover richiamare l'attenzione, in modo particolare della Giunta, su alcuni punti estremamente importanti, fra i quali quello che riguarda la possibilità di un maggiore stanziamento a bilancio per il prossimo anno, al fine di fornire un sostegno maggiore ai processi di automazione, di computerizzazione che i vari istituti intendessero avviare o potenziare. Se non erro la cifra stanziata attualmente è di 50 milioni; la Commissione seppure non sia entrata nel merito di numeri e di cifre, ha auspicato che tale cifra venisse perlomeno raddoppiata.
Se la Presidente è d'accordo, darei lettura del documento e chiederei che venisse posto in discussione e in votazione.
Dò quindi lettura dell'ordine del giorno relativo: "Il Consiglio regionale del Piemonte, raccomanda alla Giunta regionale tra due anni e comunque in occasione della prossima revisione della Tabella, ai sensi dell'art. 3 della L.R. n. 49/84, di considerare l'opportunità di inserire tra i criteri di attribuzione del contributo anche la presenza continuativa di personale amministrativo e tecnico (bibliotecario e/o archivista), con regolare contratto di lavoro raccomanda inoltre all'Amministrazione regionale l'opportunità di reperire risorse finanziarie maggiori per le iniziative di cui all'art. 5 della L.R. n. 49/84 (cap. 11640) destinandole prevalentemente al sostegno delle spese derivanti dall'avvio o dal completamento, sulla base degli standard della Regione Piemonte, di processi di informatizzazione delle biblioteche e degli archivi dei soggetti di cui alla Tabella degli enti istituti, fondazioni ed associazioni di rilievo regionale".
L'ordine del giorno è di particolare rilevanza; se il Consiglio regionale lo facesse proprio, gli conferirebbe, ovviamente, maggior peso rispetto a quello che è un "desiderata" espresso quasi all'unanimità da parte della Commissione.



PRESIDENTE

Consigliere, non appena ci farà pervenire il documento lo porremo in votazione, collegandolo alla deliberazione.
La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

La nostra astensione è benevola e fiduciosa per l'avvenire, altrimenti daremmo un voto contrario, perché noi giustamente insistiamo da molto tempo perché finalmente venga finanziata soprattutto la tutela della lingua e della cultura piemontese riconosciute entrambe e sollecitate dalle autorità competenti europee.
Oltre a questo, che quelle istituzioni culturali che dovrebbero appunto occuparsi del Teatro Stabile e altre varie siano attentamente controllate nell'esecuzione per l'applicazione di questo loro compito. Quindi, non i soliti finanziamenti che poi non si sa: si fa magari un vocabolario che poi non serve a niente e non si fa invece l'insegnamento radiotelevisivo scolastico teatrale e altro, che invece sarebbe fondamentale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.



LEO Giampiero

Il Consigliere Foco ha già espresso la posizione emersa a grande maggioranza in Commissione. Il Consigliere Bodrero ha spiegato le sue preoccupazioni.
Personalmente, desideravo intervenire sulla deliberazione che ricordiamoci, non è legge; non è questione di ordinaria amministrazione, ma di una certa importanza, perché raccoglie il lavoro prezioso, molto ben fatto, che l'Assessore Nerviani con i suoi dirigenti ha seguito con particolare cura ed attenzione.
Ho preparato una dichiarazione che vorrei che rimanesse agli atti esprimiamo come DC voto pienamente favorevole all'approvazione della deliberazione di cui sopra: la nuova tabella, che comprende ben ventotto soggetti, è formulata sulla base di precisi criteri di ammissibilità e attribuzione del contributo ed è frutto di attento lavoro da parte degli uffici regionali, con la partecipazione dei membri della Commissione consiliare competente, come si evince anche dall'ordine del giorno formulato dalla Commissione.
Assessorato e funzionari hanno lavorato "di fino" con la Commissione per preparare una deliberazione che si può considerare un modello di apertura, di attenzione e di valorizzazione. Ciò ha consentito da un lato l'aumento del numero dei soggetti beneficiari e dall'altro una maggiore caratterizzazione della loro tipologia. Si tratta, infatti, di enti dotati di patrimoni bibliografici ed archivistici di rilievo. Ciò consentirà, per un verso, all'Amministrazione regionale maggiore incisività nell'opera di conservazione e valorizzazione di patrimoni di importante valore storico e documentario e per altro verso, grazie al riconoscimento istituzionale finanziario della Regione, le istituzioni messe in tabella potranno incrementare le loro raccolte, garantendone la fruizione e svolgendo un vero e proprio servizio pubblico per la conservazione della memoria, per la ricerca e la consultazione degli studiosi.
L'arco delle istituzioni inserite nella nuova tabella copre l'intero aspetto delle correnti e delle tradizioni culturali in Piemonte. La presenza di prestigiose istituzioni storiche, quali l'Accademia delle Scienze, la Deputazione Subalpina di Storia Patria, l'Accademia di Medicina, l'Istituto per il Risorgimento, la Società Piemontese per l'Archeologia e Belle Arti, dà riconoscimento alle sedi più antiche del lavoro culturale della tradizione sabauda e la presenza di istituzioni che si richiamano al nome di Cavour, Einaudi, Frassati, Gobetti, Rosmini Trabucco, garantiscono un riconoscimento pluralistico alle grandi personalità della nostra Regione e al loro lavoro intellettuale.
La presenza di istituzioni che si richiamano alla religione, oltrech cattolica anche ebraica e valdese, garantisce altresì il rispetto delle tradizioni e della storia delle religioni presenti in Piemonte.
La presenza, infine, dell'Istituto Gaetano Salvemini, della Fondazione Vera Nocentini, che viene inserita adesso - c'erano state, in questo senso anche raccomandazioni dell'Ufficio di Presidenza dell'Istituto Gramsci e del Centro Documentazione sindacale di Biella danno riconoscimento alla memoria e all'esperienza delle associazioni e delle organizzazioni dei lavoratori, componente primaria della storia culturale e sociale del Piemonte. Dopo dieci anni di applicazione della legge sono convinto che la nuova formulazione, mentre conferma la presenza importante di moltissime istituzioni già esistenti nella vecchia tabella, permette con l'immissione di nuovi soggetti scelti non discrezionalmente, ma in applicazione di criteri rigorosi, una più articolata ampia e produttiva collaborazione.
Mi sono permesso di fare questo breve intervento perché, ripeto trattasi di una deliberazione di particolare importanza anche nel significato culturale e - mi si passi il termine politico e ideale; è un grosso lavoro, svolto collegialmente: sono contento che un ampio arco di forze politiche lo condivida sostanzialmente.
Ovviamente, sottoscrivo il documento.



PRESIDENTE

Prego i colleghi di perfezionare il documento in modo da poter porre in votazione sia la deliberazione sia l'ordine del giorno.
Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 797, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 24 voti favorevoli e 8 astensioni.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno, nel testo prima letto dal Consigliere Foco.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 5 astensioni.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposte di deliberazione n. 788, n. 789, n. 790, n. 791, n. 792, n. 793, n. 794 e n. 795 relative al Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente le proposte di deliberazione n. 788, n. 789 n. 790, n. 791, n. 792, n. 793, n. 794 e n. 795, di cui ai punti dal 18) al 25) all'o.d.g., relative al Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica.
La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Le deliberazioni sono dovute unicamente al fatto che la Cassa DD.PP pretende che siano approvate dal Consiglio regionale e pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte; credo comunque che questa sia l'ultima volta che ciò avviene, perché la Cassa DD.PP, ha cambiato la procedura: dal prossimo anno tutto questo non avverrà più.
Preciso che vi è un emendamento alla proposta di deliberazione n. 793 a causa di un errore materiale di trascrizione: invece di 50, sono 90 milioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Non intendo intervenire sul merito delle singole deliberazioni, ma in generale. Si tratta di parte di un pacchetto ben più vasto di deliberazioni analoghe che, sostanzialmente, spostano fondi originariamente attribuiti ad istituzioni scolastiche i quali, per ragioni diverse, non hanno potuto essere spesi e devono quindi essere spostati ad altro uso nella stessa o altra scuola.
In realtà, sono tipiche deliberazioni di Giunta, su cui il Consiglio non ha alcun reale potere d'indagine; diversamente, occorrerebbero complicatissime istruttorie su ognuno di questi atti deliberativi, per capire perché non si è potuto, perché si è in ritardo, ecc.
Così come vengono proposte (e non si potrebbe fare altrimenti, dato il loro numero, la loro minuzia, ecc.) non consentono al Consigliere di esercitare alcun ruolo, neanche di controllo. In casi di questo genere si finisce per approvare o votare contro (è la stessa cosa) degli atti su cui non è tecnicamente possibile esercitare alcun controllo reale; sarebbe molto meglio - trattandosi di materia tipicamente amministrativa che la Giunta proponesse, come le è stato più volte suggerito, una deliberazione quadro che deleghi alla stessa Giunta l'effettuazione di spostamenti di fondi derivanti da forza maggiore, impossibilità, non ottenimento di autorizzazione urbanistica, ecc., o altre ragioni di questo genere. Ci valutandone ed assumendosene la relativa responsabilità.
Mi si dice che si sta andando in questa direzione, grazie anche ad una modifica della legislazione nazionale; resta comunque il fatto che c'è da votare questo pacchetto di deliberazioni. Non so se ne arriveranno altre o se in futuro si riuscirà effettivamente ad andare ad una procedura più sensata nonché più di garanzia per i Consiglieri stessi; a mio avviso infatti, non si tratta meramente di non allungare i tempi delle procedure amministrative (cosa comunque importante: quando un Comune e quindi una scuola sono costretti ad aspettare molto tempo per pur minime modifiche ad un progetto, si creano situazioni di sconforto e sconcerto nei confronti dell'istituzione). Da una parte, il nostro intervento allunga i tempi dall'altra, non ha alcun senso adottare provvedimenti sui quali il nostro potere di controllo è inesistente.
Sarebbe dunque molto più corretto che la Giunta se ne assumesse la responsabilità, avendo potere di controllo sulla correttezza dello spostamento di fondi che viene effettuato: mi auguro che per il futuro sarà così.
Proprio perché impossibilitati ad essere favorevoli o contrari al merito delle singole deliberazioni, cioè al merito dei singoli trasferimenti di fondi da una scuola all'altra o da un'opera all'altra, ci asterremo, invitando peraltro la Giunta - in questo come in tutti i casi analoghi - a provvedervi secondo una modalità più corretta ovvero ad assumersi la responsabilità della decisione, tramite delega.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Come ho già detto il tutto è dovuto a richiesta della Cassa DD.PP, e abbisogna anche della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale; procedura decaduta: dal prossimo anno non vi sarà più necessità di portare in Consiglio regionale l'approvazione di questo tipo di deliberazioni.
Comunque apprezziamo il disegno di questa legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 788: "Legge 23/12/1991, n. 430 - Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 e ratificato dal Consiglio regionale con atto deliberativo n. 351 5424 del 28/4/1992 Variazione n. 13 - Comune di Burolo (TO) Assegnazione quota di finanziamento", di cui al punto 18) all'o.d.g. ed il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 12 astensioni.
Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 789: "Legge 23/12/1991, n. 430 - Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 e ratificato dal Consiglio regionale con atto deliberativo n. 351-5424 del 28/4/1992 Variazione n. 11 - Comune di Montechiaro d'Asti (AT) Variazione di destinazione del finanziamento assegnato", di cui al punto 19) all'o.d.g.
ed il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 11 astensioni.
Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 790: "Legge 23/12/1991, n. 430 - Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 e ratificato dal Consiglio regionale con atto deliberativo n. 351-5424 del 28/4/1992 Variazione n. 12 - Comune di S. Stefano Belbo (CN) Variazione di destinazione del finanziamento assegnato", di cui al punto 20) all'o.d.g.
ed il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 11 astensioni.
Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 791: "Legge 23/12/1991, n. 430 - Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 e ratificato dal Consiglio regionale con atto deliberativo n. 351-5424 del 28/4/1992 Variazione n. 14 - Comune di Premosello Chiovenda (NO) Variazione di destinazione del finanziamento assegnato", di cui al punto 21) all'o.d.g.
ed il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 11 astensioni.
Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 792: "Legge 23/12/1991, n. 430 - Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 e ratificato dal Consiglio regionale con atto deliberativo n. 351-5424 del 28/4/1992 Variazione n. 16 - Comune di Venasca (CN) Variazione di destinazione del finanziamento assegnato", di cui al punto 22) all'o.d.g. ed il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 11 astensioni.
In merito alla proposta di deliberazione n. 793: "Legge 23/12/1991, n.
430 - Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 e ratificato dal Consiglio regionale con atto deliberativo n. 351-5424 del 28/4/1992 Variazione n. 18 - Comune di Pont Canavese (TO) Variazione di destinazione del finanziamento assegnato", di cui al punto 23) all'o.d.g., la Giunta regionale ha presentato il seguente emendamento: al secondo paragrafo del dispositivo della deliberazione, la cifra "50.000.000" è sostituita dalla cifra "90.000.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli e 11 astensioni.
Pongo in votazione la deliberazione n. 793, il cui testo così emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 11 astensioni.
Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 794: "Legge 23/12/1991, n. 430 - Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 e ratificato dal Consiglio regionale con atto deliberativo n. 351-5424 del 28/4/1992 Variazione n. 17 - Comune di Santena (TO) Variazione di destinazione del finanziamento assegnato", di cui al punto 24) all'o.d.g. ed il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 11 astensioni.
Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 795: "Legge 23/12/1991, n. 430 - Piano regionale di finanziamento di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 e ratificato dal Consiglio regionale con atto deliberativo n. 351-5424 del 28/4/1992 Variazione n. 15 - Comune di Roasio (VC) Variazione di destinazione del finanziamento assegnato", di cui al punto 25) all'o.d.g. ed il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 11 astensioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposte di deliberazione n. 781: "Personale dipendente degli Enti convenzionati in mobilità per l'anno formativo 1993/1994" e n. 803: "Revisione del programma annuale dei corsi di formazione professionale normali, speciali e per invalidi civili, approvato con DCR n. 670 del 29/7/1993, art. 1 - Convenzione tipo Regione-Enti di formazione professionale approvata con DCR n. 671 del 29/7/1993"


PRESIDENTE

Su proposta del Consigliere Foco esaminiamo congiuntamente le proposte di deliberazione n. 781 e n. 803, di cui ai punti 27) e 28) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Foco. Ne ha facoltà.



FOCO Andrea

Mi interessa richiamare l'attenzione dell'aula sulle due deliberazioni che riguardano la formazione professionale, poiché sarebbe errato considerarle due semplici prese d'atto di attività di routine della Giunta.
Il loro iter è iniziato molto tempo fa: quella di cui al punto 27), a novembre, e l'altra, quella di cui al punto 28), il 10 gennaio. Dire che siamo fuori tempo massimo per discuterle è davvero poco; sicuramente non addebito questo ritardo all'Assessorato, che le ha predisposte quasi in tempo utile, ma alla crisi della Giunta regionale che ha sconvolto i tempi di discussione.
Da parte mia, anche in questa sede, vale il discorso che ho già cercato di fare in Commissione per richiamare una maggiore riflessione su tutto quanto concerne la formazione professionale e richiedere all'Assessore in sede di Consiglio alcune prime valutazioni riguardanti la circolare emanata poche settimane fa (e che sicuramente porrà problemi per quanto riguarda la deliberazione di cui al punto 27 all'o.d.g. inerente il personale in mobilità).
La riduzione del 25% di alcuni corsi rischierà di reiterare problemi che nel corso di questi anni sono stati affrontati e solo parzialmente risolti. Mi riferisco in modo particolare (mantenendo l'ordine cronologico) alla deliberazione di cui al punto 27) sul personale in mobilità. Se è pur vero che nel corso di questi anni la mobilità del personale della formazione professionale è andata riducendosi da circa 100 lavoratori a 35, sappiamo che però esiste - non riesco a trovare un'altra parola una mobilità latente, sommersa. Molti centri di formazione professionale stanno riscontrando, hanno riscontrato e riscontreranno sempre più difficoltà nel pagamento del personale che hanno tenuto in organico. Tali centri, infatti hanno in servizio del personale che, se era già "in esubero" nella precedente situazione, sicuramente, a seguito della circolare emessa dall'Assessorato - circolare sulla quale non voglio fare un discorso approfondito, ma solo richiamarla, in quanto nelle linee generali ci trova d'accordo dovrà essere messo in mobilità. Pertanto, essendovi già difficoltà di ricollocazione del personale in situazione normale, non sarà più possibile affrontare il problema della mobilità in termini di pura gestionalità, com'è quasi sempre successo in questi anni. Rischiamo così da un lato, di disperdere delle professionalità, e dall'altro di non poter cogliere appieno le potenzialità esistenti all'interno della formazione professionale.
Occorrerebbe, da parte dell'Assessorato, una vera e propria programmazione anche per quanto riguarda la riconversione e l'aggiornamento con corsi specifici, ad hoc, per questo personale, e non dare per scontata la possibile routine che fa sì che questo personale, in un modo o nell'altro, prima o poi, venga collocato da qualche parte. Rischiano di esserci costi eccessivi non più sopportabili.
Dico queste cose alla luce della considerazione che i centri continuano ad assumere personale in convenzione, mentre invece, con ogni probabilità il personale già esistente potrebbe essere utilizzato meglio.
Per affrontare questa situazione di esubero del personale le Organizzazioni sindacali hanno già firmato una dichiarazione congiunta con gli Enti di gestione per quanto riguarda la creazione di un "Fondo speciale per la riconversione professionale e per l'incentivazione alle dimissioni volontarie dal servizio e al prepensionamento". Volevo chiedere all'Assessore, siccome non mi risulta sia stato ancora firmato un accordo da parte della Regione, a che punto è la situazione, perché all'interno del documento viene detto "anche in accordo con la Regione Piemonte".
Sappiamo che per qualsiasi aspetto riguardante il comparto sindacale o gli accordi con Enti convenzionati i costi finiscono poi per ricadere sulle finanze regionali. Quindi, a maggior ragione, per quanto riguarda la Regione Piemonte, avrei piacere di sapere se si è fatta nel frattempo promotrice di un incontro o, se questo è già avvenuto, che il Consiglio ne sia informato.
Per quanto riguarda la deliberazione successiva, anche qui non può che esserci, alla data odierna, una presa d'atto. Mi preme però richiamare l'attenzione dell'Assessore sul fatto che comunque vengono avallate numerose modifiche rispetto al Piano precedentemente approvato. E' ovvio che entrare nel merito ora, a marzo, è impensabile, in quanto i corsi stanno già terminando ed alcuni, addirittura, lo sono già. Il mio intervento vale quindi per il futuro. Abbiamo bisogno, sempre di più, che i centri di formazione professionale svolgano un ruolo e una funzione in accordo con il territorio. Ed è questo un aspetto positivo che viene affrontato dalla circolare emanata recentemente. Abbiamo sempre più bisogno che i centri di formazione professionale, sia a gestione indiretta sia a gestione diretta, diventino agenzie formative strettamente legate al loro territorio; i corsi dovranno essere sempre più finalizzati ad aspetti occupazionali, o comunque svolgersi in stretto collegamento con le altre realtà formative, con le necessità dell'economia o dello sviluppo industriale del territorio.
Mi chiedo se effettivamente i centri di formazione professionale, sia a gestione indiretta che diretta, siano preparati ed in grado di svolgere questo ruolo. Mi permetto di dire, Assessore, che se non svolgiamo un ruolo più incisivo, una funzione programmatoria, un maggior coordinamento rischiamo di emanare ogni anno delle circolari che per quanto riguarda la sostanza hanno pregi e meriti e sono lodevoli, ma poi trovano difficoltà applicativa o non raggiungono gli obiettivi prefissi.
Quest'anno, come si suol dire, molti nodi verranno al pettine, perch il raccordo tra la formazione professionale regionale e le indicazioni CEE per poter utilizzare in modo corretto i fondi relativi, diventa fondamentale; diversamente non avremo i finanziamenti della CEE, e le risorse regionali, già sempre scarse, non mi consta siano in aumento.
Quindi, o si va in questa direzione o si riscontreranno effettive e pesanti difficoltà. Gradirei una prima risposta in questa sede da parte dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini su entrambe le deliberazioni.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

In effetti la circolare era già stata emanata allorquando la delega fu paracadutata in capo a me e i rischi di cui parlava il Consigliere Foco esistono. Nel periodo durante il quale ho avuto modo di gestire questa delega (più che di gestirla ho avuto modo di interessarmi circa la questione della formazione professionale, in pochi giorni ovviamente non si riesce a fare molto) non è stato siglato alcun accordo, per quanto mi riguarda, con le Confederazioni sindacali, per cui l'impegno che posso prendere sulla deliberazione n. 781, di cui al punto 27), in questo senso è quello di sentire i sindacati nei prossimi giorni con la struttura del Settore formazione professionale per vedere a che punto stanno le cose.
E' vero che i termini sono già scaduti, mentre quelli per il Fondo Sociale Europeo scadono il 21 aprile; condivido la necessità di coniugare sostanzialmente gli interventi sulla formazione professionale e sul Fondo Sociale Europeo in modo tale da produrre il massimo possibile di razionalità.
Per quanto riguarda la questione dei centri di formazione professionale debbo dire che già svolgono funzioni con il territorio. E' un'impostazione politica sotto molti aspetti dinamica rispetto ad un consolidato che esiste in materia. Posso assicurare il collega Foco, e il Consiglio, che entro fine mese mi attiverò per definire queste questioni; mi assumo l'impegno di venire prima in Commissione e poi in Consiglio a relazionare su queste cose. Condivido la necessità sottolineata dal collega Foco, ma per quanto riguarda quell'ipotetico accordo con la Regione relativo a quel documento, tornando alla deliberazione n. 781, non ne sono assolutamente al corrente: da quando la delega è in capo a me assolutamente non ci sono stati confronti di questo tipo. Mi riservo di vedere la situazione e poi di riferire in Commissione e in Consiglio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 781, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 15 astensioni.
In merito alla deliberazione n. 803 è stato presentato un emendamento da parte della Giunta.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

Dò lettura della proposta di emendamento alla proposta di deliberazione n. 803: il capoverso 8 del deliberato è sostituito dal seguente: "di prendere atto che l'importo del budget dell'Ente 'Silenziosi operai della Croce', le ore di docenza dell'Ente ENAIP e del Consorzio per la formazione professionale, sono modificati a causa di un mero errore materiale, in quanto nella tabella allegata alla deliberazione C.R. n. 670 12348 del 29/7/1993 erano state riportate erroneamente, rispettivamente L.
987.268.000 anziché L. 876.556.000; ore di docenza 212.702 anziché 212.403 e 9.812 anziché 10.005" ai capoversi 10 e 11 sostituire: "L. 134.656.000" con "L. 245.368.000" nella tabella di riferimento quote di finanziamento anno formativo 1993/1994: al rigo 8 sostituire "987.268.000" con "876.556.000" all'ultimo rigo sostituire "94.200.979.000" con "94.090.267.000".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di intervento, pongo in votazione l'emendamento testè letto dall'Assessore Gallarini.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 14 astensioni.
Pongo in votazione la deliberazione n. 803 così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 25 voti favorevoli e 12 astensioni.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 778: "Indirizzi programmatici e criteri d'intervento per il riparto dei fondi in conto capitale alle UU.SS.SS.LL."


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 778 inerente la sanità, di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Signora Presidente, pur considerando il fatto che essendo stati presentati molti emendamenti, probabilmente alcuni dei nodi cruciali di questa deliberazione potrebbero venire fuori attraverso l'esame più puntuale degli emendamenti, ritengo tuttavia opportuno, se lei mi consente fare una breve introduzione.
Credo non sia sfuggita ad alcuno l'importanza dell'argomento - non siamo, evidentemente, in ambito di ordinaria amministrazione devo per ricordare ai Consiglieri che lo stesso è uno dei quattro argomenti che il Consiglio aveva consegnato alla Giunta come "compito" della Giunta Brizio bis a termine. Quindi, superata l'ordinaria amministrazione, stiamo svolgendo un argomento che va nel solco della realizzazione dei punti della Giunta a termine.
E' un Piano degli investimenti. E' la prima volta, sostanzialmente, che noi approntiamo, dopo il Piano socio-sanitario regionale, un Piano degli investimenti così complesso; la cifra è consistente, siamo di fronte a circa 200 miliardi di investimenti: non sfugge ad alcuno il valore economico di questo intervento riversato sulla comunità regionale.
Vista tale consistenza abbiamo individuato i criteri che appaiono nella deliberazione, sostanzialmente di due tipi: un primo tipo per individuare i vari segmenti di attribuzione del conto capitale e un secondo tipo che attiene nello specifico ai vari settori nei quali questa cifra è stata segmentata.
Devo subito dire che questa è una deliberazione con la quale si incarica la Giunta di predisporre le successive deliberazioni di ripartizione.
La questione è importante, è delicata, è significativa per la nostra sanità: attraverso questo provvedimento ci proponiamo di migliorare l'accesso alla cura da parte dei nostri cittadini.
Mi pare giusto che, come ha già fatto la Commissione consiliare competente, si entri nel dettaglio, come peraltro è stato fatto esplicitando l'elencazione dei segmenti di intervento.
Per quanto riguarda le successive deliberazioni di Giunta è ovvio che ne daremo informazione corretta e puntuale alla Commissione, affinché venga evidenziato come dai criteri individuati si sia discesi nei particolari delle attribuzioni.
Agendo in questo modo sarà possibile un giusto controllo; è ovvio che un intervento di questo genere e di questa consistenza obbliga l'Assessore alla sanità ad essere molto attento nella distribuzione dei finanziamenti le UU.SS.SS.LL. sono tantissime, molte più di quanto non sia la disponibilità. Dunque, attenzione assoluta all'individuazione dei criteri ma anche alla gestione degli stessi.
La questione impegnerà ancora moltissimo il nostro gruppo di valutazione degli investimenti, che ha lavorato in questo anno con molta attenzione sia nei confronti delle UU.SS.SS.LL., stabilendo un rapporto molto stretto e richiedendo alle stesse molte informazioni per avere un panorama assoluto della domanda, sia in stretto collegamento con le direzioni sanitarie degli ospedali per individuare, ospedale per ospedale un programma di intervento e, nell'ambito di questo, quali dovessero essere le priorità.
Credo di dover valorizzare il metodo seguito per arrivare alla deliberazione; è stato un metodo non facile, carico di lavoro. In questo senso, sono assai soddisfatta che la Commissione, pur non avendo approvato come parte integrante della deliberazione il documento a supporto della stessa, abbia tuttavia tenuto in considerazione la deliberazione considerata come relazione di accompagnamento.
Per il momento credo di non dover dire altro; vi sono emendamenti significativi ed importanti, qualcuno presentato dalla stessa Giunta; nel prosieguo del dibattito mi permetterò di soffermarmi e di chiarire eventuali dubbi che ancora sorgessero.
La deliberazione è stata oggetto di ampia discussione in sede di Commissione consiliare competente, dov'è stata giustamente elaborata e portata a compimento; sono sicura che l'aula saprà apprezzare questo lavoro, svolto collegialmente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Si tratta di una deliberazione molto importante di indirizzo programmatico e di criteri per il riparto dei fondi in conto capitale. D atto all'Assessore Vetrino e alla Giunta di avere sostituito la deliberazione di Giunta dell'ottobre 1993, la quale titolava "Indirizzi programmatici per la definizione del Piano socio-sanitario regionale". Tale deliberazione ci pareva eccessivamente pretenziosa, quella attuale ci pare abbia un'impostazione corretta.
In Commissione abbiamo convenuto che una metodologia consolidata richiede che il Piano si predisponga attraverso una relazione sullo stato di attuazione del Piano socio-sanitario regionale, preceduto da una relazione sullo stato di salute della popolazione del Piemonte, sui bisogni di tutela della salute, di prevenzione, di cure, di riabilitazioni.
Pensiamo si debba procedere seguendo questa metodologia; riteniamo comunque che gli indirizzi individuati siano materiale utile ai fini della definizione del futuro Piano socio-sanitario regionale, così come consideriamo materiale utile la relazione prodotta dalla Commissione d'inchiesta, non ancora discussa in aula.
Tuttavia, chiediamo esplicitamente che lo sforzo compiuto - a mio parere apprezzabile - possa essere discusso dal Consiglio regionale in aula. Giustamente si dice che il riparto dei fondi in conto capitale 1992/1993/1994 debba essere coordinato ed armonizzato con il finanziamento all'ex art. 20 della legge finanziaria del 1988, con il programma di investimenti per la lotta all'AIDS e con la spesa vincolata. Altrettanto giustamente occorre una visione di insieme delle risorse disponibili e del loro impiego, in modo tale da essere il più razionale possibile.
Sappiamo anche che si procede a rilento nel finanziamento dell'ex art.
20 della legge finanziaria del 1988; lo Stato ha sbloccato 1.262 miliardi dei 30.000 miliardi promessi: circa 40 miliardi sono stati assegnati al Piemonte (al Mauriziano, all'Ospedale di Mondovì e a qualche Residenza Sanitaria Assistenziale).
Siamo ben lontani dal programma decennale degli investimenti: è una goccia rispetto alle rilevantissime esigenze presenti; sappiamo che abbiamo risorse per investimenti sul programma per la lotta all'AIDS, per la spesa vincolata degli anni passati e persino residui della spesa vincolata 1986 che sarà bene spendere.
Il riparto del conto capitale 1992/1993/1994 mi pare un intervento fondamentale per le condizioni generali in cui versa la sanità piemontese vi sono campi di decisiva importanza dove riscontriamo ritardi e carenze clamorose. Se è vero - com'è vero - che le principali cause di morte sono le malattie cardio-circolatorie ed oncologiche, dobbiamo dire che nel campo della prevenzione, della cura, della riabilitazione di tali malattie la nostra Regione, purtroppo, è una delle ultime d'Italia.
Di grande importanza il riparto del conto capitale di cui stiamo parlando: seppur vi siano prime avvisaglie di un superamento della punta più alta della crisi economica e sociale che investe il Paese, non vi sono dubbi che la stessa sia ancora pesante, soprattutto per la nostra Regione.
Impiegare bene 215 miliardi di lire non è cosa di poco conto; è un intervento che può produrre benefici rilevanti, tenendo conto che probabilmente l'investimento sarà, per consistenza, il maggiore che potremo fare in questi anni. Ammesso e non concesso che l'ex art. 20 della legge finanziaria del 1988 venga finanziato, sarà un finanziamento con il contagocce. Vorrò vedere in azione il prossimo Governo e vedere se dedicherà al conto capitale della sanità le risorse necessarie per ammodernare il sistema sanitario; personalmente nutro seri dubbi che sarà adeguatamente finanziato l'ex art. 20.
E' importante quindi prendere atto di questa deliberazione-quadro di indirizzo e, successivamente, discutere in Commissione i successivi provvedimenti di Giunta, le deliberazioni che attribuiranno le risorse alle singole UU.SS.SS.LL.; bisognerà analizzare cosa verrà messo in questo involucro, quali UU.SS.SS.LL. saranno prescelte, quali ospedali, quali priorità di intervento. Queste dipenderanno dalle deliberazioni di Giunta che successivamente verranno assunte; chiediamo di poterle discutere preventivamente in Commissione. E' importante, quando si hanno risorse così consistenti - ma a fronte di un fabbisogno che, se andiamo a valutare correttamente, sarà di quattro o cinque volte maggiore - avere indirizzi chiari e netti, stabilire le priorità assolute, sapere che non si può fare tutto, sapere che non si può cedere alle varie pressioni che si mettono in moto. Esercitare, quindi, una funzione di governo: stabilire priorità assolute, stabilire indirizzi chiari e netti.
Per il I capitolo di investimenti, quello di 32 miliardi, chiediamo che scenda a 28 per poter utilizzare 4 di questi miliardi per un programma di residenze sanitarie assistenziali per anziani cronici e non autosufficienti.
Per il capitolo della Cardiochirurgia prendiamo atto con soddisfazione che finalmente si decide. Tutti sappiamo che la lista d'attesa è chilometrica, tutti siamo consapevoli che non pochi pazienti muoiono nell'attesa dell'intervento e che gli stessi interventi urgenti spesso sono costretti ad attendere, per essere effettuati, diversi giorni, quando sarebbe importante intervenire nel giro di poche ore.
Vediamo con soddisfazione che l'Assessorato ha scelto la sede per la seconda Cardiochirurgia a Torino; ha scelto, a nostro parere, in modo oggettivo. Ha scelto il Presidio ospedaliero che meglio di altri è pronto ad ospitare la Cardiochirurgia, perché ha una vivace e forte attività di Emodinamica. Siamo in attesa che le nuove sale delle Molinette funzionino a regime, entrino pienamente in funzione ed auspichiamo che il problema della Cardiochirurgia ad Alessandria e a Cuneo si affronti nel quadro di parametri di fabbisogno di attività, parametri internazionali, e ai quali non possiamo sottrarci, pena avere costi unitari elevatissimi e avere Centri di Cardiochirurgia con un basso livello di efficienza.
Siamo perché si scelga sulla base di elementi di valutazione oggettiva quali gli effettivi parametri di attività delle Emodinamica di Cuneo e di Alessandria, e sulla base di questo dato oggettivo si deve giungere ad una decisione rapida e motivata, tenendo conto di due aspetti: gli standard internazionali e i parametri di attività.
Già che ci sono vorrei ricordare che la Cardiochirurgia Pediatrica è una delle peggiori d'Italia. Prima poniamo mano ad un miglioramento e meglio sarà. So che in questo caso non si è potuto fare, ma ogni qualvolta parlo con qualcuno che conosce bene il problema, questo qualcuno sottolinea la situazione disastrosa della Cardiochirurgia Pediatrica del Regina Margherita.
C'è poi il capitolo di 30 miliardi per gli adeguamenti dei DEA dei blocchi operatori e dei 60 miliardi per le emergenze strutturali degli ospedali generali di Torino. Stiamo parlando degli ospedali generali Maria Vittoria, Giovanni Bosco, Nuovo Martini, ma sappiamo anche che si verifica un fenomeno preoccupante: siccome funzionano male gli ospedali generali spesso i pazienti vengono ricoverati anche per patologie comuni negli ospedali poli-specialistici a costi elevatissimi, con sprechi rilevantissimi. Il problema è allora dotare la città di Torino di tre buoni ospedali generali, tenendo presente che vi è ampia penetrazione di pazienti provenienti da ospedali generali della prima e seconda cintura, oggi decisamente inadeguati.
Quindi sarebbe bene fare interventi strutturali al S. Luigi all'Ospedale di Moncalieri e - noi aggiungiamo - a quello di Chivasso, non perché consideriamo, oggi come oggi, Chivasso ospedale generale; siamo anche disponibili a ripensare quanto definiva il Piano socio-sanitario 1990/1992, e cioè l'Ospedale di Chivasso come ospedale generale, sede di DEA: attualmente l'Ospedale di Chivasso è incompleto e non può essere considerato nemmeno ospedale di zona. Chiediamo quindi, nell'ambito di questi 60 miliardi, di trovare 4 o 5 miliardi per il reparto di Cardiologia ed altri, in modo tale da poter rendere quello di Chivasso un ospedale di zona funzionante.
Per la Psichiatria non sto a ricordare cosa prevedeva la legge.
Amaramente, giungo a rapida conclusione: le residenze sanitarie assistenziali psichiatriche non sono state realizzate, non una lira è stata investita, non un posto letto è stato realizzato.
Si prevedeva di investire quasi 100 miliardi di lire nei primi cinque anni. So che tutto è dovuto al fatto che l'ex art. 20 non è stato finanziato, so anche che c'è stata una deliberazione della Giunta regionale di alcuni anni fa che stanziava 8 miliardi e 250 milioni di lire: si è poi scoperto che la deliberazione era stata assunta senza copertura.
Ritroviamo la cifra di 8 miliardi, sono sempre gli stessi; valgono almeno il 20-25% di quello che valevano quattro anni fa. Per questo chiediamo di aggiungerne almeno 3, togliendoli dal fondo di accantonamento.
Non possiamo prendere in giro i malati di mente e le loro famiglie, non possiamo promettere interventi sensazionali e poi, a cinque anni dall'approvazione della legge, giungere ad un bilancio disastroso come quello cui siamo giunti, che ci dice che non una lira è stata spesa, non un posto letto è stato realizzato.
Pensiamo si debbano soddisfare le attese suscitate dalla deliberazione che stanziava 8 miliardi di lire tre anni fa e si possa aggiungere qualcosa d'altro: provo ad indicare un criterio. Vi sono UU.SS.SS.LL.
particolarmente sensibili, con servizi territoriali ben funzionanti efficienti e che sentono il bisogno di strutture residenziali o semiresidenziali. E' il caso di Ivrea, è il caso di Settimo, dove le stesse UU.SS.SS.LL., con risorse proprie, hanno già acquistato immobili che corrono il rischio di non essere ristrutturati - e inutilizzati per anni e anni.
Ivrea ha speso 800 milioni, ha bisogno di 1 miliardo e mezzo per un intervento di ristrutturazione: se tale intervento fosse svolto rapidamente, il servizio potrebbe entrare in funzione. Se ricordo bene il piano per le RSA prevedeva 6 miliardi di lire per Ivrea, Centro di Terapia Psichiatrica e Comunità protetta. Penso che con 1 miliardo e mezzo ce la caviamo: mettiamo in funzione un Centro di Terapia Psichiatrica e una Comunità protetta. So che altrettanto sta facendo l'USSL di Settimo, che con risorse proprie cerca di affittare una struttura e di avviare un'attività residenziale o semiresidenziale.
Criteri che ci inducono a dire che potremmo ben spendere 11 miliardi di lire, sapendo che qualche soldo dovrebbe arrivarci anche dal Piano nazionale per gli interventi in psichiatria (che però non dispone di grandi risorse: se è vero che stanzierà 100 miliardi per tutta l'Italia è evidente che a noi toccheranno 6 o 7 miliardi di lire).
Relativamente alla riabilitazione, pensiamo che invece di disperdere un intervento di 4 miliardi si debba definire una precisa priorità: potenziare e completare l'unità spinale, vista la deliberazione di spesa vincolata del novembre dello scorso anno che stanziava 1 miliardo e 200 milioni per la spesa in conto capitale e 2 miliardi per la parte corrente. Se aggiungiamo 2,5-3 miliardi potremmo potenziare e rendere funzionale l'unità spinale al CRF e, successivamente, trovare altre risorse per lo scottante problema della riabilitazione.
In un nostro emendamento - illustro anche gli emendamenti, così non intervengo dopo - chiediamo di stanziare 8 miliardi (e abbiamo indicato dove prenderli) per un primo intervento che riguardi la RSA per anziani cronici non autosufficienti. L'anziano non autosufficiente attualmente spesso finisce alle Molinette, con un costo di 800 mila lire al giorno anche se non ha bisogno di intervento sanitario ospedaliero. Le residenze sanitarie assistenziali a carattere sanitario, dove i costi sono contenuti nell'ordine di 120-150-180 mila lire al giorno, potrebbero essere preziosissime per coloro che non possono essere sistemati diversamente, che non hanno famiglia, che non possono vivere in una comunità alloggio.
Si tratta di un problema di spesa, ma con una ricaduta positiva che consente di risparmiare in termini di spesa ospedaliera, spesso impropria per persone malate croniche e non autosufficienti. Non si può pensare di dare risposta ai bisogni dei non autosufficienti con il ricovero alle Molinette a 800 mila lire al giorno: oltreché essere un ricovero improprio e scorretto, è anche costosissimo! Pensiamo, dunque, a fare qualcosetta; per le RSA il programma di investimenti triennale prevedeva 264 miliardi; il triennio si è concluso nel 1991: siamo nel 1994: solo adesso arriva qualche miliardo di lire per le RSA, approvato dal CIP recentemente. Proviamo ad anticipare i finanziamenti dell'ex art. 20, con 8 miliardi di lire; proviamo a ricavare 70-80 posti letto in nuove strutture oppure vediamo di utilizzare queste risorse in immobili esistenti da ristrutturare, magari ricavando più di 100 120 posti letto. Capisco che la proposta rappresenta un'esiguità rispetto al problema; però, rispetto al niente, 8 miliardi possono essere un primo esempio di intervento significativo da parte della Regione Piemonte.
I 5,4 miliardi per l'oncologia sono decisamente pochi, ma, come dicevo prima, in Piemonte non abbiamo un istituto oncologico generale, non abbiamo istituti oncologici per patologie ad organo: in questo campo siamo una delle ultime regioni italiane. Ripeto: il Piemonte, in campi decisivi come quello delle malattie cardiocircolatorie ed oncologiche, è una delle ultime Regioni in Italia.
In linea di massima, il nostro orientamento può essere favorevole, se verranno accolti i nostri emendamenti e la nostra esplicita richiesta di discutere in Commissione preventivamente le deliberazioni che riempiranno l'involucro generale che stiamo approvando oggi. In proposito nutriamo per una preoccupazione, per cui abbiamo presentato un emendamento apposito.
Proviamo ad immaginare per un attimo - e concludo - l'iter: bisognerà aspettare le singole deliberazioni di Giunta; vedere quali UU.SS.SS.LL. si prescelgono e quali ospedali verranno scelti; indicare in linea di massima quali risorse sono disponibili per le singole realtà; queste dovranno stabilire priorità assolute; dovranno fare un qualche studio di fattibilità. Una volta avuta la certezza del finanziamento, dovranno fare dei progetti esecutivi; gli appalti concorso, l'assegnazione dei lavori ecc. Attenzione: c'è il rischio che questi 185 miliardi vengano messi a frutto tra un anno, un anno e mezzo, due: questo è il pericolo effettivo! Dopo aver atteso il loro utilizzo per due anni, due anni e mezzo (perch stiamo parlando della spesa in conto capitale 1991/1992/1993 e quel poco che è stato stanziato nel 1994), c'è il rischio che se ne parli nel 1996/1997.
Sarebbe davvero assurdo muoversi sempre fuori tempo massimo, con enorme spreco di risorse - risorse esigue, tra l'altro, rispetto al fabbisogno.
Il nucleo di valutazione della Regione, una volta ricevuti i progetti esecutivi - entro 45 o 60 giorni (come volete) - deve assolutamente decidere, sia pure nello sforzo di armonizzare gli interventi, avendo una visione di insieme degli interventi da attuare.
Tutto ciò ci pare di estrema importanza; diversamente possiamo anche discutere sull'importanza dell'intervento, ma se i frutti avranno ricadute nei lontani prossimi anni 1996/1997/1998, la situazione che in parte si è determinata in passato e che può rideterminarsi, sarà inaccettabile non solo agli occhi degli amministratori, ma anche a quelli dell'opinione pubblica.
Chiediamo dunque che si introduca espressamente un emendamento che dica che il nucleo valutativo ha poco tempo per dare la sua valutazione: non si può trascinare le cose per le lunghe! Anzi, le UU.SS.SS.LL. devono essere sollecitate a presentare gli studi di fattibilità ed eventualmente i progetti esecutivi; bisogna stabilire un tempo massimo entro cui queste cose devono essere fatte. Se ai ritardi che avremo per le singole deliberazioni della Giunta sommiamo i ritardi che indubbiamente avremo nell'indicare le priorità USSL per USSL. e poi per valutare i primi studi di fattibilità ed eventualmente i progetti esecutivi, il nostro intervento che oggi può essere molto importante se produce immediatamente una ricaduta, perderebbe largamente la sua efficacia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bonino.



BONINO Guido

Prima avevo manifestato un po' di insofferenza con la Presidenza del Consiglio, per il fatto che un argomento così importante venisse portato alla discussione del Consiglio nelle ore tarde. Mi pareva infatti più logico trattarlo dall'inizio di questa mattina, anche per poter valutare gli emendamenti presentati e dei quali il nostro Gruppo prende conoscenza soltanto in questo momento.
Nel merito degli emendamenti entrerà il collega Peano in fase di dichiarazione di voto; io mi limito soltanto brevemente a ripetere in parte quanto il nostro Gruppo aveva già manifestato in sede di Commissione. Credo sia giusto anche da parte nostra riconoscere all'Assessore Vetrino e ai funzionari del suo Assessorato il lavoro svolto ed anche lo spirito con il quale hanno accolto alcune osservazioni che dai vari Gruppi consiliari sono state formulate.
Mi sono reso conto in Commissione come, a volte, ottiche diverse o situazioni particolari possano creare reciproche diffidenze, ma questa deliberazione, con gli obiettivi che sta portando avanti, sta perseguendo il risultato al quale tutti noi tendevamo. In parte le diffidenze sono state superate. Non v'è dubbio che il ritardare ancora l'approvazione di questa deliberazione con l'ipotesi di migliorarne i contenuti sarebbe un errore non di poco conto.
Pertanto, il nostro Gruppo si appresta ad approvarla così come è stata formulata, salvo ovviamente verificare la posizione dell'Assessorato sugli emendamenti che sono stati proposti. Vorremmo soltanto cogliere alcuni momenti concettuali rispetto ad un argomento che deve essere visto nell'ottica generale della sanità nella nostra Regione.
Riteniamo non solo positivo, ma altamente encomiabile, che si dia il via ad un investimento per oltre 215 miliardi in un momento in cui altri investimenti si sono rarefatti o stanno languendo.
Vorremmo evidenziare che concordiamo sulla ripartizione, così come proposta dall'Assessore in sede di Commissione, perché ritenevamo difficile valutare ripartizioni fatte in modo diverso. Con questo ribadiamo la fiducia nell'Assessore Vetrino che ha formulato le ipotesi del documento.
Vedo solo in questo momento che alcuni emendamenti spostano interventi da una voce all'altra: non so se i criteri o gli studi proposti attraverso questi emendamenti abbiano una loro validità e una loro logica. Quello che vorremmo mettere in evidenza è che sarà comunque necessario conoscere meglio le modalità e i criteri con i quali verranno effettivamente attuati gli investimenti. Come ha detto anche l'Assessore Vetrino, la deliberazione parla della necessità di individuare per ogni settore idonei criteri e parametri di distribuzione delle risorse disponibili fra le UU.SS.SS.LL. in base ai quali potranno essere predisposte specifiche proposte di assegnazione dei singoli fondi da approvarsi con deliberazione della Giunta regionale. L'Assessore Vetrino ci ha assicurato, ancora questa sera, che questi criteri dovranno necessariamente essere portati in sede di Commissione.
Sempre in riferimento alla proposta di ripartizione, riconosciamo nella delibera l'esatta indicazione maturata in Commissione in riferimento al problema della cardiochirurgia; così pure, per quanto riguarda i fondi per la psichiatria (quindi senza verificare l'emendamento eventualmente proposto), concordiamo con quanto scritto nella deliberazione, dove si dice che il riparto comporta una verifica del reale fabbisogno rispetto alle previsioni fatte nel 1991. L'unica cosa che chiediamo è che la verifica venga fatta in tempi brevissimi perché la situazione sul territorio è ormai insostenibile.
Faccio parte dell'Associazione DIAPSI e vorrei sottolineare la gravità e l'urgenza di affrontare il problema non soltanto degli ammalati, ma anche delle famiglie che devono sottostare a questo impegno gravosissimo. Per un attimo vorrei uscire dal seminato per invitare l'Assessorato, e in particolare l'Assessore, a dare qualche segnale più determinato ed incisivo nei confronti di quei Commissari straordinari che si dimostrano poco sensibili al problema della psichiatria. Poiché vanno di moda altre malattie, la psichiatria è un po' accantonata! Riteniamo importante che l'Assessorato richiami i Commissari ad una maggiore incisività di comportamento.
L'Assessore Vetrino ha fatto anche riferimento alla relazione di accompagnamento alla presente deliberazione. Ritengo che non mancherà occasione per ridiscuterla o discuterla nei modi e nei tempi necessari anche se sin da questo momento riconosciamo una sua logica di impostazione di massima, soprattutto laddove dice che "occorre introdurre il criterio della 'equità' nella salute e nell'assistenza sanitaria, per temperare e guidare le scelte di razionalizzazione del sistema (l'offerta di servizi per la promozione della salute e l'assistenza sanitaria non può prescindere dalla distribuzione dei bisogni, nelle sue dimensioni geografica e sociale)". Proprio dai termini "dimensione geografica e sociale" occorre far scaturire tutta la filosofia della programmazione sanitaria in Piemonte.
Non possiamo immaginare che l'introduzione di criteri di natura aziendalistica, pure introdotti dalla legge n. 502, nella gestione delle strutture, dei servizi, dei presidi, introducenti elementi di concorrenzialità all'interno del sistema, possano essere i soli parametri della ridistribuzione delle risorse. E a proposito della legge n. 502 non mi stupirei se da Roma il nuovo Governo rimettesse in discussione la legge peraltro contestata da più parti.
Vorremmo pertanto formulare qualche riserva sulle indicazioni che discendendo dalla legge n. 502, danno l'impalcatura alla relazione di accompagnamento proposta.
Anche se fuori argomento, colgo l'occasione per sottolineare che gradiremmo che l'Assessore non procedesse in questo momento a rivoluzioni nel campo delle nomine dei Commissari straordinari delle UU.SS.SS.LL.
almeno fintantoché non si conosceranno i ricorsi presentati e quindi i conseguenti nuovi elenchi.
Affronteremo questi temi con la consapevolezza che fintantoché sarà possibile dovremo sopportare oneri per il decentramento dei servizi sanitari. Certo, dovranno essere valutate tutte le opportunità che la scienza offre e che il Consigliere Calligaro ogni tanto ci richiama in sede di Commissione, ma riteniamo non saranno sufficienti parametri di costi finanziari - senza valutazione dei costi umani - al fine di fare scelte appropriate. Non si tratta quindi di guerre tra poveri, tra Alessandria e Cuneo, o tra la metropoli e il resto del mondo, ma più semplicemente di sposare la tesi che tutto quanto è decentrabile deve essere decentrato e che tutto quanto è possibile far emergere in periferia deve essere fatto emergere. L'area metropolitana non può, per risolvere i problemi e i conflitti esistenti tra ospedali e ospedali, tra enti ed enti, penalizzare la restante parte del territorio. Resta l'impegno di rivedere questi argomenti più puntualmente, quando si affronterà il disegno di legge relativo all'assetto istituzionale del Servizio Sanitario Regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Noi siamo sovente dubbiosi tra il voto contrario e l'astensione. Anche in questo caso, sia per il problema di cardiochirurgia di Cuneo e quindi contro l'eccessivo accentramento in Torino sia perché non si vuole accettare - noi lo proponiamo - il principio del controllo in corso d'opera per evitare gli scandali della malasanità, controllo ovviamente da parte della Polizia e della Magistratura, controllo indispensabile per un corretto sistema democratico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Cerco di sviluppare un solo argomento di carattere generale, senza entrare nello specifico delle assegnazioni che la Commissione propone all'esame di quest'aula, per cercare di spiegare il motivo per cui è difficile, da parte del Consiglio che non ha strumenti nel suo complesso non nella conoscenza di ciascuno dei Consiglieri che possono essere informati e della Giunta che è sicuramente informata sugli interventi scegliere in base a scenari diversi rispetto a quelli delle scelte particolari.
In questo periodo le Giunte regionali, e anche la piemontese, sono chiamate a tre grandi operazioni nell'ambito del settore sanitario; tre grandi interventi di carattere strutturale nel senso più pieno della parola.
Due di questi interventi derivano dall'applicazione della riforma, il cui futuro nessuno conosce: se prima, con il vecchio Governo, erano in pendenza alcune questioni, con il nuovo non si sa cosa accadrà (si stanno comunque raccogliendo le firme per un referendum sulla materia sanitaria in generale, senza appigli con la riforma); il terzo grosso intervento di carattere strutturale ha a che fare con i finanziamenti - quello che siamo oggi tenuti a valutare; gli altri due riguardano il rinnovo dei massimi responsabili della gestione della sanità nel nostro Paese, e quindi degli amministratori, e la riorganizzazione territoriale della struttura sanitaria. Questi i tre atti più importanti che, in questo periodo, la Giunta era chiamata a fare. Ce ne sono tanti altri, ovviamente, perché gli interventi nel settore sanitario, sia in seguito alle emergenze e alla malasanità - è diventato trito richiamare sempre quanto non funziona, anche perché ci sono molte cose che funzionano e quindi valorizzarle sarebbe bene sia per quello che riguarda gli interventi strutturali necessari per ammodernare il sistema sanitario, sono tutti all'ordine del giorno.
Erano tre gli interventi principali. Noi siamo in presenza di uno solo siamo in presenza di una decisione che, purtroppo, prescinde dalle altre due. Dico purtroppo perché, in realtà, decidere sull'assegnazione di fondi di entità così poderosa probabilmente sarà l'unico intervento finanziario di una certa rilevanza. Credo che l'Assessore l'abbia anche detto in quest'aula, e mi scuso di non essere stato presente all'illustrazione del provvedimento.
E' un intervento molto importante dal punto di vista della quantità di denaro che si mette in gioco. Decidiamo la finalizzazione di miliardi, per la precisione 180, senza una riorganizzazione territoriale dei servizi cioè senza conoscere le ricadute economiche della ristrutturazione a livello dipartimentale, a livello di nuove UU.SS.SS.LL., a livello di nuove gerarchie della struttura sanitaria e senza avere i responsabili di questo passaggio.
Credo che dal punto di vista logico - ma la logica si modifica in base a valutazioni anche del tutto aleatorie - sarebbe stato meglio procedere per passi magari anche ravvicinati riorganizzando la struttura territoriale dell'USSL: ridisegno, riaccorpamento, diminuzione delle strutture definizione dei criteri di questi passaggi, e quindi tentativo di valutare economicamente gli interventi finanziari necessari per sostenere la sanità a livello dipartimentale - quella sarà la struttura mediana che ci consentirà di sopportare UU.SS.SS.LL. gravose e tutti gli argomenti che conosciamo passaggio alla nomina degli amministratori delle nuove UU.SS.SS.LL. ed assegnazione dei finanziamenti (il riparto dei 180 miliardi).
Questa, secondo me, era conseguenza logica e di buon senso al momento contingente della gestione della sanità piemontese e italiana. Le cose non sono andate così, ma non è soltanto responsabilità dell'Assessore e dell'Assessorato in generale. E' responsabilità politica complessiva delle forze politiche per interesse e per disinteresse. Per interesse partitocratico, proprio di interessi di gestione della macchina sanitaria e per disinteresse diffuso su come vanno queste vicende - entrambi coesistono nelle forze politiche si è fatta sfuggire l'occasione, per esempio, di dedicare una sessione intera delle attività del Consiglio per approfondire e per assumere i tre provvedimenti, insieme, nello stesso momento. Alcuni di questi provvedimenti sono unicamente di competenza della Giunta regionale, ma potevano, e devono, essere inseriti in un disegno complessivo entro il quale i tre momenti hanno una cornice unica.
Da questa valutazione nasce il mio fortissimo imbarazzo a valutare se il riparto dei fondi sia un riparto che abbia senso o meno. Non metto in discussione le valutazioni dell'Assessorato e dell'Assessore sulla necessità di intervenire in questo settore piuttosto che nell'altro, perch le emergenze le conosciamo tutti.
Ci possono essere delle valutazioni diverse; io, per esempio, penso che la psichiatria avrebbe bisogno di altro, non soltanto di 8 miliardi - e concordo con il collega Calligaro: voterò a favore del suo emendamento.
Probabilmente ci potevano essere interventi di tipo diverso, non soltanto per strutture residenziali, ma anche per strutture intermedie, al fine di valorizzare le esperienze dei servizi territoriali che funzionano.
Esattamente come diceva il collega Calligaro.
Continuo a ritenere, per esempio, che sia un errore concettuale dei nostri Soloni della programmazione sanitaria continuare a considerare tossicodipendenze e AIDS come una non-emergenza, semplicemente perché ci sono finanziamenti di carattere statale. Ci si limita ad utilizzare unicamente tali finanziamenti, che sono inconsistenti, ma non insufficienti; probabilmente ci sarebbe bisogno di interventi propri della Regione, recuperabili proprio con quel denaro. Ma non voglio entrare nel merito dei problemi, e rimanere sul quadro complessivo.
Come mai la Regione - e spero che l'Assessore lo spieghi - ha ritenuto di procedere, comunque, all'assegnazione di questa consistente parte di finanziamenti pur in assenza di due precondizioni che, a mio avviso potrebbero caratterizzare davvero questo intervento come intervento di effettiva riforma del nostro sistema sanitario? Secondo me, l'Assessorato e l'Assessore sono talmente consapevoli di questo fatto che, non a caso, hanno assegnato la bellezza di 146 miliardi su 180, per finanziamenti che, in realtà, dovrano essere ancora decisi.
Quelle famose voci che si chiamano "Riparto parametrale per attrezzature arredi" e gli interventi sui patrimoni immobiliari, le emergenze strutturali degli ospedali di Torino, in realtà, sono grandi capitoli per i quali, sulla base delle istruttorie che verranno fatte, delle richieste delle UU.SS.SS.LL e dei parametri che verranno decisi, conosceremo solo in un secondo momento la destinazione dei finanziamenti, in una struttura piuttosto che in un'altra.
Questa non è, a mio avviso, un'esigenza soltanto di carattere temporale: se non conosciamo o conosciamo solo parzialmente le esigenze delle UU.SS.SS.LL., destiniamo una quota per questa voce, aspettiamo di conoscere le urgenze dalle stesse e poi decidiamo parametri ed assegnazione di capitali.
Secondo me il tutto deriva anche dalla valutazione - spero fatta consapevolmente, ad alta voce, in Assessorato e non soltanto così semplicisticamente - derivante proprio dalla mancanza delle due precondizioni che possono rendere questi interventi molto labili infruttuosi dei cambiamenti che ci aspettiamo nella sanità piemontese.
Mi limito a questa considerazione: sono imbarazzato: non c'è da annunciare né voto a favore né voto contro né astensione perché non capendo "i motivi per cui", aspetto che l'Assessore, magari nella replica, integri con altre argomentazioni e poi nel prosieguo del dibattito valuteremo la posizione da assumere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, comincio proprio dal punto in cui ha terminato il collega Cucco. Condivido la sua frase finale. I casi sono due: o un Consigliere, appartenente alla IV Commissione, ha seguito man man l'intero iter della questione oppure, oggi, si ritrova a parlare di questioni che conosce soltanto in parte e come tale non può avere la presunzione di dare un giudizio complessivo su tutti gli aspetti della questione.
Voglio limitarmi anch'io ad un unico aspetto, diverso da quello portato dal collega Cucco: mi riferisco agli interventi in costruzione. In altre parole, nella relazione, che ho letto con molta attenzione, vi è l'individuazione di necessità rispetto alle quali vi sono mezzi limitati e la scelta di determinati interventi nell'ambito di una serie di priorità.
Il problema dei lavori in corso.
Andando in giro per il Piemonte, scopriamo che quasi tutti gli ospedali delle UU.SS.SS.LL. piemontesi hanno dei reparti in costruzione o delle strutture iniziate; inoltre, anche al di fuori degli stabilimenti ospedalieri, vi sono tante realizzazioni, alcune alle fondamenta, altre al tetto, altre terminate, in cui mancano gli arredi. La domanda è la seguente: con il sistema proposto andiamo ad esaurire, secondo priorità che non voglio discutere, le nostre disponibilità; ma delle cose cominciate e non finite, cosa facciamo? Secondo me è problema importante; perché se è importante sistemare poniamo - un blocco del DEA, bisogna anche stabilire, per un immobile per il quale sono stati spesi dei miliardi, che se i lavori non vengono ultimati o si decide di venderlo oppure di cambiargli destinazione. Per ciascuno di questi interventi bisognerebbe capire il punto della situazione; alcune cose magari conviene non toccarle più e far finta di non rendersi conto della vergogna di buttar via qualche miliardo, ma per altre per esempio la scandalosa situazione - ne cito una perché ci passo davanti tutti i giorni del Laboratorio di Igiene del Verbano Cusio Ossola ad Omegna, dopo aver portato da tre anni a conclusione il tetto, le robinie sono già arrivate al primo piano; nel frattempo, abbiamo speso alcuni miliardi: adesso, lì, cosa ci facciamo? E' vera, Assessore, la battuta fatta forse con un po' di leggerezza, secondo la quale lei, passando di lì avrebbe detto "vendiamolo"? Va bene, vendiamolo, ci faremo un condominio magari non necessario...



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Si devono vendere tutti perché non sono finanziati.



ZACCHERA Marco

La sua risposta mi preoccupa ancora di più. Approfondiamo: lei ha detto: "Non sono finanziati e allora si devono vendere tutti". Lasciamo perdere le responsabilità politiche di chi ha voluto iniziare tali opere lasciamo perdere le responsabilità anche recentissime di chi ha voluto farle comunque continuare; lasciamo perdere le responsabilità di chi, con una certa logica, ha detto: "visto che siamo arrivati all'ultimo piano perlomeno mettiamoci sopra un tetto, altrimenti crolla completamente"; ma non capisco come si possa pensare ad una programmazione se prima non si stabilisce l'elenco completo delle opere esistenti nella Regione di una certa importanza, lo stato dei lavori di ogni singola operazione in corso quali i motivi per cui si vogliono cedere e abbandonare, oppure quali i motivi per cui si ritiene necessario portarle a termine.
Nel momento in cui si deve andare ad approvare la spesa di 215,5 miliardi disponibili, dovendo dare degli indirizzi programmatici e dei criteri di intervento, Assessore, è deludente - lo dico con estrema franchezza - che da parte sua non ci sia stata una relazione (se c'è stata io non l'ho sentita e mi scuso) precisa di queste situazioni. Questo vuol dire aver buttato via, nel passato, decine o centinaia di miliardi, ma anche non avere, oggi, le idee chiare. Diversamente, si doveva aggiungere alla relazione un elenco, dicendo: "di queste cose non sappiamo più che farcene, vadano vendute", assumendosi la responsabilità, sul territorio, di andare a dire alle persone che da dieci anni aspettano un laboratorio d'analisi "non lo facciamo perché abbiamo deciso di vendere la struttura"! Queste cose offendono, nel senso buono del termine, il modo di intendersi. A questo punto, l'intero indirizzo programmatico è contestabile. Un esempio preciso: io credo in una sanità che si integri tra pubblico e privato; non con i DEA o il Pronto Soccorso, ma per esempio nell'Oncologia; se in certi settori ci sono strutture private che già funzionano, evitiamo doppioni pubblici ed utilizziamo il denaro per altre questioni.
Questa è, secondo me, una situazione di cui bisogna prendere atto: se poi leggiamo, com'è scritto nella relazione, che i pazienti scappano da qualche altra parte, occorre chiedersene il motivo: scappano non solo perché mancano le strutture, ma anche perché le strutture non funzionano.
Ha perfettamente ragione il collega Cucco quando sostiene che diventa un discorso anche di gestione. Chi sono i manager a cui vogliamo affidare queste cose? Stabiliamo prima che bisogna fare determinate cose e poi nominiamo i responsabili che devono gestirle? Logica avrebbe voluto che prima si stabilissero le figure tecniche cui affidare la gestione, che alle stesse venissero richieste le cose più importanti e le priorità cui provvedere, e poi, eventualmente, proseguire.
Il mio intervento finisce qui perché senza risposte integrative da parte dell'Assessore non posso andare avanti; la situazione è un baratro: fare un altro passo vuol dire buttar via decine di miliardi, e finirci dentro. Aspettiamo un attimo prima di buttar via qualche altra decina di miliardi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Essendo almeno parzialmente a conoscenza delle necessità in termini di completamento di opere, di ristrutturazione e di adeguamento alle norme di sicurezza ed in termini di razionalizzazione delle strutture rispetto ad un uso più corretto ed agevole degli spazi, mi rendo conto di come ben difficilmente possa essere definito un quadro di priorità, quando le disponibilità, pur di 185 miliardi, sono necessariamente di gran lunga inferiori alle necessità. Il fatto che le necessità siano di così grande consistenza deriva anche dalla mancanza di un quadro di riferimento generale di tipo programmatorio a cui le UU.SS.SS.LL. dovrebbero fare riferimento.
In altre parole, spesso le richieste sono consistenti in relazione al fatto che ciascuna USSL o ciascuna divisione ospedaliera pensa "pro domo sua", ad uno sviluppo che non necessariamente tiene conto di un quadro più generale di sviluppo di servizi a rete.
Questa deliberazione, tardiva ma dovuta, nasce monca; e sarà sempre più monca quanto più il tempo passerà, non fosse altro per il fatto che i costi inevitabilmente si accresceranno nel tempo e, soprattutto, il degrado delle strutture non terminate renderanno le stesse sempre meno riutilizzabili.
Mi fa piacere rilevare, a pagina 3 della deliberazione, che l'Assessore definisca, tra i criteri prioritari, anche gli interventi finalizzati all'attuazione di programmi di intervento già definiti o da completare. Il problema tuttavia è che ci troviamo in una situazione disperante: da una parte la necessità di non sprecare questi pochi quattrini e dall'altra la mancanza di un quadro di riferimento generale nonché di un quadro di programmazione regionale e locale degno di questo nome.
Pertanto, nei limiti derivanti dalla mancanza di un riferimento programmatorio che individui livelli di sviluppo e modalità di diffusione dei servizi territoriali - nonché di quelli definiti anche dall'OMS quali ospedali distrettuali - quali strutture in grado di farsi carico di patologie di base, credo diventi estremamente illusorio pensare di risparmiare laddove, inevitabilmente, si porteranno le persone con problemi ad accedere a servizi di alta specialità quando invece avrebbero bisogno di un altro tipo di intervento.
E' disperante rilevare che presso Servizi di alte specialità, quali quelli contenuti nel presidio ospedaliero del CTO, accedano pazienti per i quali sarebbe sufficiente un "day hospital" o attività di tipo ambulatoriale, appesantendo estremamente i costi di gestione di una struttura che dovrebbe essere destinata a ben altro.
Questo è solo un esempio di come sia preoccupante la situazione: preoccupante perché manca una programmazione generale e delle regole che facciano sì che attrezzature di più elevato costo vengano utilizzate in modo razionale - ad esempio 12 ore al giorno e non solo 6 ore come ancora oggi avviene - in maniera tale da ridurre le liste d'attesa. Occorre fare in modo che alle attrezzature di alto costo, che con questi finanziamenti si intendono acquistare o sostituire, accedano persone che ne hanno veramente bisogno. La risonanza magnetica nucleare, ad esempio, non deve essere, come purtroppo sta diventando, un esame di primo livello, ma un esame di seconda o terza istanza.
Sostanzialmente il problema è questo: come si può collocare un tassello, sparso, in un disegno di razionalizzazione dell'uso delle risorse, in un disegno di più ampio respiro, quando quest'ultimo manca? Purtroppo, il disegno più vasto mi pare di intravederlo nei criteri che sottendono alla deliberazione: si favorisce la spesa di alta specialità e vengono lasciate solo briciole alla spesa territoriale, alla spesa distrettuale, alla spesa per servizi intermedi.
Questa scelta, a mio parere, non favorirà certamente una razionalizzazione qual è quella necessaria e quella che personalmente tentavo di delineare. In effetti, per questi servizi, ancorché possano decollare - e qui mi associo a quanto esprimeva il Consigliere Calligaro: quando, a regime, saranno attivati servizi di questo tipo - c'è il problema del loro utilizzo razionale: un afflusso corretto, esclusivamente da parte di cittadini che di tali servizi hanno necessità. Per combattere le zanzare non si usa il cannone! Vi sono patologie di larga diffusione, che non necessariamente richiedono interventi di alta specialità.
E' preoccupante che nella deliberazione - che noi abbiamo cercato di correggere presentando degli emendamenti non si tenga conto degli anziani non si pensi che anche in termini di semplice razionalizzazione, al di là dell'eticità della scelta, si potrebbe risparmiare se il ricovero degli anziani cronici non autosufficienti fosse indirizzato non a strutture specializzate, ma di altro tipo, con rette di degenza inferiori. Se la retta è di 800.000 lire alle Molinette e quella ad una RSA è di 150.000 al giorno, il risparmio per la sanità nel giro di un anno sarebbe molto elevato.
L'impostazione complessiva della deliberazione suscita delle perplessità: c'è la scelta per le alte specialità e c'è la non scelta per lo sviluppo di attività territoriali; c'è il fatto di ripartire più di 100 miliardi, ma non sono state attivate, nella maggioranza delle UU.SS.SS.LL.
attività di tipo inventariale: non si sa cosa si possiede e quel poco che si sa non viene utilizzato al meglio.
Credo che se questi nodi, che sono nodi di governo, non verranno affrontati e risolti, avviati a soluzione, il rischio è che i 60 miliardi per le emergenze strutturali degli ospedali di Torino, i 32 miliardi per interventi edilizi e i 26 miliardi per sostituzione, acquisizione e potenziamento dei servizi diagnostici e acquisizione di grandi attrezzature, non risolveranno, da una parte, la domanda di intervento la risposta sarà tardiva, inefficace, inefficiente e dall'altra parte si tratterà di denaro sottratto ad un uso più equo delle risorse.
Un uso più equo a mio parere sarebbe stato quello di individuare altre priorità; per esempio, interventi territoriali, interventi per lo sviluppo delle iniziative distrettuali. Si parla, nel disegno di legge della Regione, dello sviluppo dei distretti, ma dove li metterete? Sapete che cosa sono, oggi, i distretti, non solo in termini organizzativi, ma anche in termini di collocazione edilizia e di impiego delle risorse? Senza queste scelte, credo che nella deliberazione non si possa parlare né di eticità né di razionalità della spesa.
Noi abbiamo cercato, presentando alcuni emendamenti, di segnare diversamente questo tipo di intervento; il nostro voto finale sarà condizionato dall'accoglimento o meno degli stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Ho sentito, da parte di alcuni di noi, preoccupazioni che riguardano le future nomine dei direttori generali; certo, sono preoccupazioni che ognuno di noi ha in animo, ma forse sarebbe stato opportuno, in questa fase giungere ad una conclusione sul riordino, sugli accorpamenti delle Unità Sanitarie e giungere successivamente ad un riparto dei fondi.
Il Consigliere Cucco ha ricordato un fatto per lui importante, ma che a me crea qualche preoccupazione: sono in preparazione dei referendum: fra i tanti proposti ve ne è anche uno sulla privatizzazione della sanità. Questo mi preoccupa altamente - ma lo vedremo al momento opportuno - ma sono anche preoccupato, non conoscendo quali potranno essere i futuri orientamenti del Governo che sta nascendo, quale continuità potrà avere il disegno di legge n. 502, che oggi tutti quanti discutiamo. Voglio comunque sottolineare però, che l'atto deliberativo che noi stiamo approvando è un atto di grande importanza, anche perché ha una sua urgenza. Chiunque di noi lo esamini si pone una domanda essenziale: 129 miliardi disponibili dal 25 marzo 1992 e 63 miliardi disponibili dal 13 luglio 1993. I 129 miliardi sono disponibili da oltre due anni e noi siamo ancora in attesa di affidare a successivi atti deliberativi della Giunta regionale il riparto, disponendo, come dice l'atto deliberativo stesso, che la valutazione degli interventi venga fatta in modo coordinato con i finanziamenti previsti ai sensi dell'art. 20 della legge n. 67/88.
Signori, non possiamo attendere oltre. Questo fu già uno degli elementi di grande discussione con l'Assessore Maccari, a suo tempo; alcuni di voi ricorderanno che pur essendovi fondi a disposizione non eravamo in grado di poter deliberare - così come oggi.
Non voglio tediare con queste riflessioni; penso però che ognuno di noi debba valutarle, collocandole nel momento di grave situazione economica e di necessità di creare investimenti che stiamo vivendo.
Inoltre, occorre anche tenere presente la perdita di potere d'acquisto di questi fondi. Quanto abbiamo perso, in termini di potere d'acquisto, di questi 200 miliardi, rimasti congelati da quasi due anni? Chiedo ancora all'Assessore un'informazione, per me estremamente importante, riguardante i fondi dell'ex art. 20: pare che i fondi stanziati dal FSN possano essere per il 1993 di 1.500 miliardi e di 7.900 miliardi per il 1994; chiedo all'Assessore se i finanziamenti del prossimo triennio per il Piemonte potranno essere di 506 miliardi o se il Piemonte non corra il rischio di non potervi accedere, se non parzialmente, perché il riparto potrebbe avvenire solo per quelle Regioni il cui programma di approvazione dei progetti è ormai concluso. Non siamo, forse, un po' in ritardo? Se a questi 506 miliardi, che non vorrei rischiare di perdere aggiungiamo i fondi AIDS - 206 miliardi - potremmo nei prossimi mesi con estrema urgenza avere a disposizione 900/1.000 miliardi per investimenti sanitari nelle strutture. Potrebbe essere una cosa molto importante.
Sul riparto previsto, Assessore - questa è un po' una mia specificità il Presidente Brizio a volte mi dice che sono troppo provinciale o localista - vedo che 60 miliardi, pari al 30%, sono per emergenze strutturali negli ospedali di Torino: è stato un criterio di scelta, sono d'accordo, per la carità, però questo certamente penalizza il resto della Regione.
Le rammento che le esigenze strutturali esistono in tutte le aree del Piemonte, non soltanto a Torino. Quanti di noi hanno avuto la possibilità di verifica della situazione con la Commissione d'inchiesta, sono a conoscenza delle situazioni che richiedono interventi urgenti. Non le chiedo di modificare il riparto - ci mancherebbe - però lo pongo come dato essenziale. Noi oggi andiamo ad intervenire con urgenza per ospedali torinesi, però ci sono anche altre esigenze. Il Consigliere Zacchera ne ha messe alcune in evidenza, e parlava di una situazione che lui conosce direttamente.
Abbiamo strutture ospedaliere le cui opere sono state autorizzate dai nostri Assessorati regionali: non le ha inventate nessuno le autorizzazioni, gli appalti, l'inizio e la sospensione dei lavori.
Un terzo aspetto riguarda una situazione che molti hanno già precisato: l'intervento strutturale sulla psichiatria, i famosi 8 miliardi già deliberati nel 1991 e mai decollati. Decolleranno ora. Ci auguriamo tutti che siano sufficienti a realizzare una minima rete che dia qualche risposta alle esigenze attuali. Per rendere operativo un programma di interventi in quel settore credo sarebbe importante riuscire a finalizzare interventi almeno pari a 18/20 miliardi. Abbiamo gli 8 attuali; con un emendamento ne vengono proposti 3, dai fondi di accantonamento - potrebbe essere importante, lo valuti lei, Assessore - e 7 miliardi potrebbero essere recuperati dal Piano nazionale: potrebbero esserci 18/20 miliardi per interventi sulla psichiatria.
Mi soffermo su questo aspetto, perché chi vive il territorio esterno a Torino conosce l'urgenza di dare risposte ai bisogni dei malati psichiatrici, soprattutto alle famiglie, agli operatori che lavorano sul territorio: le risposte sono un minimo di strutture adeguate. E' forse una delle esigenze più sentite, oggi.
Vorrei entrare in merito al riparto per la cardiochirurgia. Ringrazio l'Assessore Vetrino, l'Assessore Garino e il collega Bonino per aver modificato, in sede di Commissione, una proposta deliberativa consentendo l'inserimento in via preferenziale per quegli Enti che si assumono attraverso proprio finanziamento l'onere di realizzare delle strutture cardiochirurgiche. E' il caso del Cuneese, che viene inserito nell'atto deliberativo.
Mi consenta, Assessore, a titolo personale, non certamente a nome del Gruppo, di avere alcune riserve sulla possibilità reale di consentire che questo intervento, ancorché inserito, possa effettivamente avverarsi o se non ci sarà pur sempre una scelta preferenziale per le strutture torinesi.
Mi auguro che lo stanziamento per Cuneo possa veramente decollare e non rimanga soltanto qualcosa di scritto in questo atto deliberativo. Questo per dirle che a monte, o a suo tempo, la scelta poteva essere finalizzata ad un grande Centro cardiochirurgico in grado di soddisfare le esigenze complessive dei 3.000 ed oltre interventi necessari all'anno per la nostra Regione. Vista la scelta di più poli, credo che Cuneo abbia tutto il diritto di cittadinanza.
Un ultimo e brevissimo riferimento va al disegno di legge n. 502 ed al progetto di riordino che la Giunta regionale, e lei Assessore, ha preparato e che più volte viene richiamato nell'atto deliberativo. Mi auguro che riprendano al più presto le consultazioni. Per quanto abbiamo avuto modo di ascoltare nella prima tranche, ed anche uscendo sul territorio, sono state sentite esigenze sostanziali di modifica.
Su un principio particolare tendo a non concordare. Vorrei ribadirlo oggi, in questa sede: è nell'incapacità forse di intuire che una riforma sanitaria come quella proposta dal disegno di legge n. 502, non possa essere prevista, come l'abbiamo prevista noi, in modo graduale sperimentale, con continui aggiustamenti successivi. Ritengo invece che dovrebbe essere riproposta, come soluzione adeguata al problema della sanità, la necessità di creare Aziende ospedaliere in tutti gli ospedali sede di DEA, accorpando agli stessi tutti i presidi ospedalieri all'interno dell'area omogenea di ogni singola Unità Sanitaria che verrà accorpata.
Solo in questo modo penso sarà possibile, con un'unica direzione sanitaria essere completamente rispondenti alle esigenze gestionali organizzative dei controlli degli standard qualitativi, dei controlli degli indici di efficacia e dei costi relativi.
Inoltre, continua ad essere un pensiero per noi importante quello di un'unica Azienda regionale sanitaria che collabori all'organizzazione e al controllo di tutte le singole Aziende sanitarie. Noi continuiamo a non pensare al controllo di gestione di un'azienda di 7.000 miliardi, al controllo di gestione della più grossa azienda regionale; potrebbe essere un salto di qualità, in tempi in cui si parla di privatizzazione della sanità, richiedere un servizio adeguato ai tempi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, Assessore, svolgerò un breve intervento in primo luogo per dire che nutro qualche perplessità: il cambiamento del testo della deliberazione avvenuto in Commissione ed alcuni interventi odierni mi fanno temere che, forse, un disegno di razionalità abbia pagato il prezzo ad esigenze di natura localistica. E se per caso ci fosse stato, esprimo un giudizio critico rispetto a questo percorso.
Dobbiamo avere la maturità per capire che la risposta sanitaria è una risposta tecnico-scientifica, che si deve dare nei tempi e nei luoghi in cui la stessa risposta è più efficace, più qualificata e più avanzata.
Continuare, invece, a pensare che dobbiamo giustificarci di fronte alla nostra base per il fatto che diamo loro dei servizi meno sotto casa, ma più qualificati, mi sembra veramente una fuga dalle nostre responsabilità.
Dobbiamo anche essere consapevoli che quando queste cose le diciamo per gli scenari alti che sono oggetto di questa deliberazione, questo tipo di cultura poi ci porta a questi comportamenti anche sui rami bassi del nostro intervento in materia sanitaria. In un sistema in cui il trasferimento sul territorio è temporalmente ridotto in misure accettabili, dobbiamo immaginare, in termini anche di solidarietà intellettuale, che la risposta, non dico socio-sanitaria, ma la risposta sanitaria, debba essere data laddove è più efficace, più qualificata e più garantita. Al contrario la risposta in termini socio-assistenziali e direi anche di altra natura di servizio al cittadino, deve essere puntuale e presente sul territorio.
Io non mi scandalizzo, per esempio, che anche in conseguenza di questa deliberazione, alcuni servizi non possano essere resi sotto casa: mi sembra normale. Auspico che vengano resi sempre meno sotto casa; mi sembrerebbe però necessario che le UU.SS.SS.LL. fossero in grado di garantire e di prenotare per qualunque cittadino, da qualunque parte del mondo provenga la prestazione sanitaria sul resto del territorio o, comunque, venga fornita.
In altri termini, ad una cieca di 86 anni non si dice: "Lei deve fare questi esami". "E dove li devo fare?". "Si aggiusti".
Assessore, succedono queste cose! Se poi questa signora è mia madre, è ancora peggio, perché vuole anche dire che non c'è soltanto il poco rispetto nei confronti di una persona di 86 anni, cieca, ma c'è anche consentitemi - l'arroganza nei confronti del sistema decisionale, perch non si può non sapere che questa frase viene riferita! Questo avviene dappertutto.
L'USSL deve garantire il cittadino nelle sue esigenze, urbi et orbi dalla culla alla nascita, in tutto il territorio regionale; se poi la prestazione viene resa sotto casa o viene resa in termini di sicurezza a 50 70-80 chilometri di distanza, a me non interessa. Assessore, questa vicenda, in questa legislatura, abbiamo ancora il tempo di farla maturare dobbiamo uscire dal gioco incrociato delle consorterie e delle corporazioni che tendono a difendere aree di residuo culturale ed economico (residuo culturale vuol dire che dove non c'è la capacità di prestare i servizi si chiede che lì venga fatto il servizio).
Detto questo, richiamo l'attenzione della Giunta e dell'Assessore su una questione rispetto alla quale ho speso un po' della mia attenzione; mi riferisco al primo capitolo (forse ho un documento diverso), quello del sistema dell'emergenza, rispetto alla quale immagino che l'organizzazione del "118", attraverso quattro centrali operative, sia sicuramente funzionale. Mi chiedo, però, se non bisognerebbe immaginare, anche tra le centrali operative, un qualche meccanismo di comunicazione; rilevo infatti che una di queste centrali di allerta ha come aree e servizi, strutture che non sono sicuramente dell'efficacia e della certezza che, per esempio, è in grado di offrire un ospedale torinese.
E poiché qui c'è scritto che la centrale operativa indirizza le emergenze sul territorio nei presidi di competenza, non vorrei che la centrale di Torino facesse andare la gente solo e sempre a Torino; quella di Alessandria facesse andare la gente solo e sempre ad Alessandria, anche se in quel momento ci sono degli spazi, magari delle professionalità e dell'efficacia maggiori a Torino; così come non vorrei che il limite di Novara escludesse i cittadini di Novara dalla fruizione di un servizio in altro presidio. Mi sembra che queste quattro centrali non debbano essere stelle che vivono per conto loro, ma ricondotte comunque ad essere almeno una costellazione (spero che questo termine abbia fatto cogliere ai colleghi il senso del mio intervento).
Insieme ai colleghi Montabone e Vaglio presentiamo un ordine del giorno, sempre in ordine all'emergenza, che prende lo spunto dalla pagina 26, punto 2), dove si dà per scontato che nelle aree montane - che qui eufemisticamente vengono chiamate "salvo particolari situazioni di complessità orografica" (e le aree a complessità orografica sono notoriamente le montagne) - il diritto ad essere assistiti entro 20 minuti non vale più. Noi sappiamo che oggettivamente è così: non è possibile prestare assistenza alle popolazioni montane nell'arco dei 20 minuti; per a mio modo di vedere, questa non è un'eccezione che va semplicemente registrata, ma va registrata sapendo che deve essere superata e che rispetto alla stessa bisogna cercare di tendere al superamento.
Nel nostro ordine del giorno invitiamo la Giunta ad approfondire in termini di praticabilità, di efficacia, di proponibilità e di utilità finale l'ipotesi, ventilata da un'organizzazione di volontariato, che il territorio montano sia adeguatamente coperto con la realizzazione di due piastre di Elisoccorso presso i presidi ospedalieri di Domodossola e Susa.
So che tale questione ha già tediato molti colleghi e questo documento mi dimostra che questo studio era fondato. L'emergenza esiste, questo documento registra che non è superabile e prende atto che la gente che vive in montagna può crepare. Infatti, se si accetta l'intervento oltre i 20 minuti in termini di emergenza, vuol dire che si accetta che la gente muoia, perché - ripeto - in termini di emergenza andare oltre i 20 minuti significa accettare che la gente muoia.
Mi pare quindi che la richiesta che presenterò al Consiglio regionale cioè quella di valutare dopo la deliberazione di chiedere alla Giunta il massimo sforzo per arrivare alla copertura più completa possibile del territorio montano, possa trovare i colleghi consenzienti e soprattutto la Giunta consapevole che ciò non vuol essere n' una prevaricazione n' una subornazione.
Sono disponibile, se la Giunta lo richiede, all'introduzione di emendamenti che la Giunta ritenesse utili per considerare il documento meno impegnativo (e per certi versi meno praticabile e governabile).



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Per la verità pensavo che questo dibattito sarebbe stato molto più scarno e non avrebbe prefigurato tutti i temi di un futuro dibattito sul nuovo Piano socio-sanitario; tutti i temi sono peraltro venuti fuori.
Nel mio breve intervento introduttivo avevo messo in evidenza il valore politico della deliberazione, ed altresì anche il suo limite agli effetti della programmazione, tant'è vero che nella nostra prima deliberazione del 1993 consideravamo questo documento un primo passo concreto per conferire il nuovo necessario vigore alla programmazione, non intendendo con questo superare tutta la programmazione che abbiamo da mettere in corso. In questo senso, ne rilevo i limiti; avrei voluto che questa deliberazione avesse potuto inquadrarsi nel più ampio disegno che prefigurava il Consigliere Cucco, ma purtroppo non è stato possibile perché, benché il disegno di legge di riordino sia all'attenzione del Consiglio regionale da parecchio tempo, da altrettanto parecchio tempo non c'è la condizione politica per poterlo esaminare. In conseguenza credo che questa deliberazione la si debba vedere con gli occhi realistici di coprire esigenze pregresse carenze incredibili sul territorio e che in parte, attraverso questi 200 miliardi, riusciremo a superare.
Al Consigliere Cucco, devo dire che non è più possibile rimandare l'approvazione di questa deliberazione. Non possiamo più raccontare agli amministratori delle nostre UU.SS.SS.LL. che dobbiamo aspettare l'autorizzazione del Consiglio regionale per poter coprire carenze rispetto alle quali essi rischiano tutti i giorni la comunicazione giudiziaria.
E' un momento molto drammatico e capisco tutte le osservazioni mosse e la rabbia di molti Consiglieri rispetto a questa situazione. Però, se i Consiglieri regionali conoscessero non soltanto la situazione della loro provincia, ma anche quella dell'intera regione, vi assicuro che questa rabbia sarebbe anche più grande. E tale è la mia rabbia di non poter andare a raccogliere tutte le esigenze.
In questo senso, Consigliere Calligaro, ho difficoltà a spostare cifre calibrate con attenzione e responsabilità in termini scientifici; ha ragione il Consigliere Marchini quando sostiene che questa deliberazione per certo verso, intende volare alto e quindi può scontrarsi con quelle esigenze che voi, come Consiglieri locali, ovviamente conoscete di più e siete portati a considerare per quello che rappresentano nel vostro territorio. Noi abbiamo cercato invece di esaminare questa deliberazione proprio in una luce di grandi esigenze. Non potete dire che la deliberazione privilegia Torino. Ma è ovvio che a Torino noi dobbiamo rivolgere il maggior numero di interventi, perché gli ospedali di Torino non sono ospedali unicamente di Torino! L'Ospedale delle Molinette non è l'ospedale di Torino! L'Ospedale delle Molinette è l'ospedale della regione Piemonte. L'affluenza del bacino non è soltanto quella della città di Torino, in quanto vi affluisce tutto il contesto regionale per una serie di patologie che, tra l'altro, sono curate soltanto alle Molinette.
Il problema della psichiatria ha anche un riferimento nazionale, che potrebbe aumentare il problema delle residenze protette, delle RSA. E' un problema che con la collega Bergoglio abbiamo cercato di inquadrare in un disegno più generale, per esempio - e qui rilevo alcuni dati che sono venuti proprio dal gruppo di lavoro - cercando di mettere insieme le possibilità dell'assistenza e della sanità per andare a finanziare, con senso di responsabilità, opere territoriali. Quindi se c'è già stata una residenza - si chiamano RAF - finanziata dall'Assessore all'assistenza vediamo come contemperare alle esigenze che peraltro avevamo previsto nel nostro Piano.
E' ovvio che ci sono esigenze pregresse. Noi avevamo fatto a gennaio 1990 una deliberazione in virtù della quale in questa Regione sarebbero necessari 1.600 miliardi per mettere a regime o per costruire nuovi ospedali. Questa è la nostra esigenza pregressa. Oggi, con 200 miliardi cerchiamo di colmare le priorità delle priorità. Non è possibile, in questo momento, fare altro che quello che abbiamo fatto ed è molto difficile per me intervenire nello specifico, per esempio per Chivasso. Sono perfettamente consapevole delle esigenze dell'Ospedale di Chivasso. Tant'è vero che vi era un articolo (il n. 20) molto pesante sull'Ospedale di Chivasso, con il quale si riconoscevano quelle che erano le esigenze di quel territorio. Tra l'altro, nella programmazione regionale questo ospedale passa da DEA, come era previsto, a DEA di base.
Consigliere Cucco, noi non abbiamo potuto presentare contestualmente tutte queste cose, ma abbiamo ragionato con questa dimensione futura, con tutti i limiti propri di una dimensione. Vi sono dei Consiglieri che mettono in discussione la possibilità di apportare ulteriori correttivi su questo riordino; pur non andando in là più di tanto, abbiamo avuto presente questo quadro generale e questa ipotesi di revisione della rete ospedaliera, che dovremo pur fare, contestualmente a quando avvieremo il riordino.
Mi rendo conto che chi sta da quelle parti ha delle informazioni che a volte sono anche le più scandalistiche rispetto alle situazioni, per cui è possibile che non si consideri con attenzione o non si apprezzi più di tanto il lavoro svolto; però questa è la prima volta che si presenta un documento con degli indirizzi programmatici.
Consigliere Zacchera, non so se lei ha letto tutti i documenti che abbiamo prodotto al riguardo. Qualcuno dice: "Avete avuto un'ambizione troppo grande"; non v'è dubbio, però, che lo sforzo finalizzato a questa deliberazione in ogni caso era anche finalizzato a prefigurare degli indirizzi di ordine generale, rispetto ai quali dovremo attivarci anche in previsione di un nuovo Piano socio-sanitario, che dovremo fare ed aggiornare.
In questo senso, spero si comprenda l'impossibilità ad accogliere tutti gli emendamenti presentati - anche se, per la verità, credo che qualche emendamento corrisponda correttamente ad aggiustamenti della deliberazione che è giusto avvengano.
Si richiama poi un problema più generale, quello che attiene alla nomina degli amministratori. Noi non abbiamo la possibilità, oggi, di fare delle nomine come, per la verità, dovremmo fare. Anticipo un discorso che farò giovedì nella Commissione consiliare competente, così avrete anche modo di riflettere sul fatto che non avendo lo strumento (cioè il disegno di legge di riordino) per poter ragionare nella dimensione nuova del decreto n. 502, non possiamo in questo momento nominare dei direttori generali, degli amministratori, dei commissari, come se fossero già degli amministratori generali, anche perché, tra l'altro, manca la possibilità di scelta, la possibilità di selezione. Abbiamo un elenco che è in discussione perché alcuni candidati esclusi hanno presentato ricorso; la mia sarà una proposta alla Commissione consiliare competente affinché la Giunta possa successivamente fare le deliberazioni di incarico con le quali si cercherà di ridimensionare questa situazione; ma non si potrà, evidentemente ridimensionarla nella logica nuova degli intendimenti del decreto n. 502.
Sarà ancora un passo intermedio, per poter poi arrivare a coloro che potranno essere i direttori generali alla fine del nostro percorso di elaborazione attorno al nostro disegno di riordino, di adattamento del decreto n. 502 alla sanità del Piemonte.
Mi riservo qualche altro intervento in sede di discussione degli emendamenti, anche se vorrei che si procedesse velocemente. La temporalità ideale che auspica il Consigliere Cucco non è possibile. C'è una temporalità obbligata, anche, dall'esigenza di distribuire dei soldi che giacciono nelle casse della Regione Piemonte, in qualche caso dal 1990.
Abbiamo fatto uno sforzo considerevole di programmazione, probabilmente non è la programmazione ideale che ognuno di noi avrebbe desiderato, credo tuttavia che sia un primo passo e che questa deliberazione possa effettivamente tranquillizzare, anche sotto il profilo della trasparenza.
Come ho già detto porterò le deliberazioni nell'ambito della discussione della Commissione consiliare competente. Voglio però dire che i criteri che noi abbiamo individuato per arrivare alla segmentazione e i criteri che poi abbiamo individuato per la gestione dei vari segmenti sono talmente precisi che se ne avessimo la possibilità potremmo fare questa distribuzione con il computer. Questi sono i parametri che hanno guidato gli esperti; personalmente ho soltanto fornito indicazioni di massima: la segmentazione e i successivi criteri sono stati individuati dagli esperti.
Spero - e in questo senso vorrei rassicurare anche il Consigliere Calligaro che non impiegheremo troppo tempo; nel corso del 1993 come Giunta abbiamo unicamente provveduto a deliberazioni di assegnazione di poste decise dal Consiglio regionale negli anni passati; novità non hanno potuto esserci perché eravamo in attesa di questo voto del Consiglio per poter procedere.
E' indispensabile il richiamo ai 45 o ai 60 giorni - se sarà necessario; si tratta di un impegno per la Giunta e per il gruppo di lavoro a fare in modo che dal momento attuale, con cifre indicate in modo generale e ideale, al momento in cui si scenderà concretamente nella realtà delle deliberazioni non passino sei mesi, ma il più breve tempo possibile.
Non so se questo sarà possibile: naturalmente noi ci impegniamo a farlo; c'è l'impegno, con la Commissione, ad un termine di 30 giorni per poter definire queste cose.
Vorrei dire un'ultima cosa sulla cardiochirurgia, raccogliendo le critiche del Consigliere Marchini, il quale ritiene che nell'ambito della Commissione consiliare ci si sia lasciati andare a raccogliere situazioni localistiche o clientelari. Non si può parlare di clientelismo quando si parla di cardiochirurgia: rispetto a questo settore abbiamo un ritardo storico, tra l'altro soltanto piemontese. Il Piano Sanitario Nazionale infatti, individua tutte le priorità previste nella nostra scaletta, ma non la cardiochirurgia, poiché, almeno per quanto riguarda le Regioni del nord, la cardiochirurgia non è più un problema. Lo è per il Piemonte, che ogni anno è costretto ad abbandonare alla loro sorte più di 1.000 persone che non trovano nelle strutture pubbliche, e nemmeno nelle strutture private, quella occasione di cura di cui avrebbero bisogno e sono costretti a cercare all'estero o in altre Regioni.
Quanto facciamo sulla cardiochirurgia, pur con ritardo, a mio avviso recupera effettivamente delle occasioni di cura per le quali ci sono situazioni anche gravi. Un ammalato in lista d'attesa muore; non è la lista d'attesa dell'appendicite o di cose di questo genere. E' la lista d'attesa della cardiochirurgia. Non so se il reparto di cardiochirurgia verrà istituito ad Alessandria o a Cuneo. Non vorrei porre questo tema in termini di concorrenzialità. Devo dire che dove ci sono le esigenze, queste vanno raccolte.
Anche la questione del finanziamento autonomo da parte dell'USSL sarà un dato importante del quale tenere conto, ma questo dato non escluderà l'altro dato scientifico-sanitario più importante, che è quello del parametro della emodinamica. Dove c'è questa esigenza, se ci saranno i soldi, sarà solo una questione di tempi. Si arriverà prima dove ci sono disponibilità immediate, ma non è detto che le disponibilità immediate facciano sorgere l'esigenza di una cardiochirurgia dove questa non sia necessaria. Così ha ragionato la Giunta e così pensiamo di continuare a ragionare anche in futuro, se saremo a questo preposti.
Il Consigliere Marchini pone un problema rispetto al quale bisognerebbe sviluppare un dibattito nell'ambito del Consiglio regionale. Abbiamo avviato un servizio di emergenza e, in particolare, un servizio di Elisoccorso, sicuramente tra le punte avanzate dell'assistenza sul territorio nazionale. Però, tutte le cose che nascono con molto entusiasmo spesso lasciano sul terreno inadempienze ed incompletezze.
Dovremo arrivare ad una legge sulle emergenze; abbiamo una serie assai lunga di interventi settoriali, tutti riconducibili a deliberazioni scollegate che non hanno mai un momento di sintesi. L'emergenza è una sola come la si recupera? Questi sono momenti settoriali sui quali bisogna interrogarci.
Credo che questo sarà un discorso da riprendere; per quanto mi riguarda, questo è un invito alla Giunta a considerare tale possibilità.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno lo accolgo in termini anche più generali: di invito alla Giunta per questi specifici aspetti, ma più in generale a considerare tutto il capitolo dell'emergenza nei suoi diversi segmenti e settori, perché credo che sia necessario, con il coinvolgimento globale anche della classe sanitaria, recuperare certe non conoscenze o disconoscenze o qualche non voluta considerazione. Di conseguenza, raccolgo tutto quanto e dò all'ordine del giorno una valenza più ampia.



PRESIDENTE

Chiede ancora di parlare il Consigliere Calligaro; ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Qui non si tiene conto che è stato perfezionato il decreto n. 502. Pare che ignoriamo esista il decreto n. 517. A pagina 1, ed anche successivamente, si continua a dire: "riferimenti programmatici normativi sono stati recentemente ridefiniti dal decreto legislativo n. 502 ancora in fase di perfezionamento". Badate che è già stato perfezionato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Abbiamo scritto "e successive modifiche". Alla pagina 2, dai commi primo all'ottavo, c'è "lo scenario nel quale gli interventi dovranno collocarsi è caratterizzato da una fase di generale trasformazione i cui riferimenti programmatici normativi sono stati recentemente ridefiniti dal decreto legislativo n. 502 e successive modifiche".
Vorrei dire una cosa sugli emendamenti. E' molto difficile esaminarli in questo momento, in quanto parte della pagina 4 è la conseguenza di emendamenti successivi. Non so, tecnicamente, come si potrebbe procedere.
Bisognerebbe prima prendere in esame gli emendamenti che non attengono alla parte finanziaria, ma alla parte propositiva.
Fin quando non so, per esempio, se l'Ospedale di Chivasso viene inserito o meno - così pure per quanto riguarda la psichiatria e le RSA non posso conoscere la consistenza delle trasposizioni. Di conseguenza, non sono in grado di considerarle.



PRESIDENTE

Esaminiamo prima gli emendamenti di carattere generale; successivamente procederemo con l'esame di quelli a carattere finanziario.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Maggiorotti Miglio e Marino: a pagina 5, ultima riga, prima della chiusura della parentesi aggiungere le parole "e l'Ospedale di Chivasso".
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Ho già cercato di spiegare i motivi per cui abbiamo qualche difficoltà a definire l'emendamento. Su questo, tra l'altro, esiste anche l'art. 20.
Non abbiamo considerato Chivasso, perché nella valutazione degli ospedali di Torino e della prima cintura abbiamo considerato quegli ospedali che effettivamente rappresentano un surrogato o un potenziamento al bacino di utenza della città di Torino; sappiamo benissimo, ad esempio, che a Moncalieri e ad Orbassano si rivolgono anche cittadini di Torino. Per le conoscenze che ho e per i dati di attività di cui disponiamo dell'Ospedale di Chivasso posso dire invece che questo ospedale rileva un bacino di utenza molto zonale, riferito appunto al proprio bacino di utenza.
Si potrebbe anche prefigurare questa possibilità: siccome sia per quanto riguarda Moncalieri sia per quanto riguarda Orbassano ed anche Chivasso abbiamo in ogni caso dei finanziamenti ex art. 20, potremmo dire che li finanziamo in attesa di avere poi il recupero sull'art. 20. Bisogna però dire, per la verità, che la situazione di Chivasso è un po' diversa rispetto a quella di Orbassano e di Moncalieri. Consideriamo che ci sono almeno quattro poste della segmentazione del conto capitale cui l'Ospedale di Chivasso potrà far riferimento con tutti gli altri ospedali. Francamente mi sembra un po' difficile in questo momento ragionare sull'Ospedale di Chivasso come abbiamo ragionato su quelli di Orbassano e Moncalieri. Questa è la nostra posizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Dall'area chivassese c'è una mobilità ospedaliera su Torino. Settimo e Chivasso gravitano fortemente su Torino e specificamente sull'Ospedale S.
Giovanni Bosco. Se vogliamo mettere ordine e adeguare gli ospedali generali della città di Torino dobbiamo tenere conto anche della prima cintura: in questa logica inseriamo il S. Luigi di Orbassano e l'Ospedale di Moncalieri, e, io aggiungo, anche Chivasso, perché se vale il discorso dei finanziamenti ex art. 20 vale per tutti, ripeto: vale per tutti. Questo potrebbe essere un anticipo su eventuali finanziamenti ex art. 20 per Chivasso, in modo tale da completare questo ospedale ed avere, alla fine dell'intervento, che può essere di 4 o 5 miliardi di lire, un ospedale di zona funzionale. Se poi l'ex art. 20 farà affluire più risorse, vedremo di fare quanto si pensava di attuare successivamente, anche se io penso che non si possa più tornare alla famosa ristrutturazione dell'ordine di 55 miliardi di lire. Mi pare che queste risorse l'ex art. 20 non le finanzierà più, come non finanzierà il nuovo Ospedale di Asti.
Tenete conto che nel giro di qualche mese avremo un Governo di destra che a proposito della sanità pubblica farà di tutto per destabilizzarla, ma già i Governi precedenti hanno fatto di tutto per non mantenere l'impegno dei 30.000 miliardi, se è vero - com'è vero - che deliberano adesso - con sei anni di ritardo! - 1.500 miliardi per tutta Italia.
Davvero si può pensare ai finanziamenti dell'ex art. 20? Sostengo allora che il grosso degli interventi deve riguardare i tre ospedali generali torinesi e quelli di Moncalieri ed Orbassano; restano 4 o 5 miliardi per completare l'ospedale zonale - vedete che non ho grandissime pretese, non sono al Piano che prevedeva il DEA - affinché possa funzionare e funzionare bene. L'Ospedale di Chivasso non ha Divisioni di cardiologia e ne mancano altre; completiamolo: avremo così un buon ospedale zonale. Se poi affluiranno le risorse dell'ex art. 20, tanto di guadagnato: vorrà dire che daremo meno soldi a Chivasso, perché li avrà già avuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Stento a comprendere il criterio con il quale si procede a questa discussione, Presidente e Assessore; per evitare che diventi una questione di campanile o accettiamo l'analisi dell'Assessore, e quindi diamo fiducia al fatto che l'Assessorato e la Giunta nel suo complesso hanno deciso che l'intervento su Chivasso non è prioritario, oppure, se non vale questo criterio, valgono tutti gli altri. L'indicazione del collega Calligaro è un'indicazione di variazione di Piano sanitario, in quanto si sposta completamente il peso specifico dell'Ospedale di Chivasso all'interno dell'area metropolitana torinese. Se questo discorso vale per Chivasso, mi domando perché non debba valere anche per Rivoli, tanto per fare un esempio.
Mi rendo conto che l'Ospedale di Chivasso e la situazione intorno ad esso può sollevare suscettibilità ed attenzioni di un certo tipo, ma quello che è in discussione, innanzitutto, è il criterio: se salta il criterio per Chivasso salta anche per gli altri ospedali.
Se la Giunta intende accettare o, comunque, il Consiglio in quanto tale vuole votare l'emendamento Calligaro, deve supportarlo con un'analisi di Piano che preveda questa modifica. L'emendamento Calligaro segue una valutazione che non può essere sottoscritta soltanto in tre righe: bisogna dire che Chivasso diventa uno dei punti di riferimento ospedaliero della città di Torino, esattamente a livello di Orbassano e di Moncalieri, che è comunque cosa diversa; se vogliamo un ospedale di Chivasso di un certo tipo possiamo lavorare per farlo diventare, ma dire che quello di Chivasso oggi è un ospedale di quel rilievo, a mio avviso non è corretto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Non posso che ribadire quanto ho detto all'inizio e ancora adesso, in fase di discussione dell'emendamento, anche perché se dovessimo ragionare nei termini paventati dal Consigliere Calligaro, cioè che l'art. 20 non venga finanziato, avremmo delle difficoltà a mandare avanti l'intera deliberazione, poiché abbiamo cercato, come ho detto prima, di inserire questi 200 miliardi nel contesto più generale della programmazione, quindi tenendo conto anche della deliberazione del gennaio 1990.
Per quanto riguarda in particolare l'art. 20, abbiamo pensato che questi 200 miliardi in parte potrebbero essere utilizzati a completamento dei finanziamenti dell'art. 20 e non quale anticipazione. Cambiando non soltanto un criterio, ma diversi criteri della deliberazione, ho effettivamente dei problemi ad accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Sulle argomentazioni del Consigliere Cucco, Giunta e Assessore ci devono dire se sono vere, se hanno un'oggettività e se rispettano un disegno generale, che noi possiamo accettare; altrimenti, se emerge solamente il discorso dell'art. 20, dopo che in Commissione per ben tre volte sono state presentate delle argomentazioni su Chivasso e l'Assessore non ha risposto, personalmente voto per l'emendamento Calligaro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Signor Consigliere: ho già risposto.



PICCHIONI Rolando

In Commissione non è stata fornita alcuna risposta; chiedo esplicitamente se le argomentazioni del Consigliere Calligaro - che non so se siano oggettive o se per una logica approssimativa rispondono a concetti di decongestionamento dell'area torinese, per quanto concerne per esempio il S. Giovanni Bosco - hanno una ragione in quanto stravolgono un Piano complessivo dell'organizzazione sanitaria della provincia di Torino, oppure no. Il rifugiarsi soltanto nell'art. 20 significa fare nient'altro che un'operazione di scarso livello o perlomeno di livello doroteo: di dire che facciamo domani quello che oggi non vogliamo fare; questo io non lo accetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Ripeto, forse lei non era attento, ma io ho anche ricordato il documento - che peraltro non è un documento ufficiale, ma soltanto una relazione di accompagnamento alla deliberazione - in cui ci soffermiamo sui dipartimenti di emergenza. In questo senso ho fatto rilevare che l'Ospedale di Chivasso è considerato tra i DEA di base, quindi francamente le richieste avanzate dal Consigliere Calligaro mi obbligherebbero ad una riconsiderazione dell'intero settore dei dipartimenti di emergenza, quindi a rivedere anche il paragrafo che ha guidato nella scelta dell'individuazione di questa segmentazione.
Quindi è molto difficile inserire questa cifra in modo estemporaneo non suffragandola appunto...



PICCHIONI Rolando

Non è estemporaneo: su queste cose si è discusso largamente in Commissione, ma non è stata data nessuna risposta. Se ci sono delle argomentazioni le accetto, però me le dovete presentare, voglio sapere se quello che dice il Consigliere Cucco corrisponde a verità, oppure se quello che dice il Consigliere Calligaro, che mi pare minimamente di buon senso possa essere accettato.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Io sono d'accordo nel rinviare questo punto a domani, anche se mi stanno dicendo che ci saranno poche presenze in aula.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Concordo nel rinviare a domani questo punto.
Sottolineo, comunque, che quanto previsto dall'art. 20 deve essere considerato possibile perché non c'è solo il caso di Chivasso, ci sono altri ospedali della periferia che, con l'art. 20, sarebbero in condizioni di essere finanziati. In questo modo si cerca di recuperare delle somme che sono ferme e che, secondo me, vanno impegnate. Comunque se si vuole analizzare con calma il problema nel merito, possiamo rinviare il tutto alla seduta di domani pomeriggio, anche se preferirei risolvere la questione oggi stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Ho preso seriamente in considerazione quanto detto dal Consigliere Cucco: non c'è nulla di campanilistico nella mia proposta, tant'è vero che sono partito dalla prima proposta di deliberazione, che parlava di interventi sulla crisi strutturale degli ospedali della città di Torino ed ho subito detto che non si potevano prendere in considerazione solo gli ospedali della città di Torino, escludendo quelli della prima cintura tanto è vero che abbiamo aggiunto il S. Luigi e l'Ospedale di Moncalieri.
L'Ospedale di Rivoli verrà finanziato in sede di DEA; non sto chiedendo 40 miliardi per Chivasso o i 55 necessari per la ristrutturazione, sto chiedendo un intervento che renda l'Ospedale di Chivasso un ospedale di zona completo e che possa funzionare. Chiedo 3 o 4 miliardi, non c'è nulla di campanilistico; prendo atto che non c'è alcun rafforzamento e che quell'area gravita sul Giovanni Bosco. Se si vuole decongestionare gli ospedali cittadini bisogna guardare anche alla cintura, tant'è vero che non ci siamo dimenticati del S. Luigi e di Moncalieri, e, degli ospedali sede di DEA, quello di Rivoli sarà finanziato.
Amaramente costatiamo che l'Ospedale di Chivasso, dove si doveva realizzare una ristrutturazione sensazionale, non è definibile neppure come ospedale di zona!



PRESIDENTE

Potremmo fermarci cinque minuti per una pausa di riflessione.



PICCHIONI Rolando

Mi sembra un'impuntatura quasi ideologica e, di fronte alle dimensioni dell'intervento, specificate dal collega Calligaro, mi sembra veramente inconcepibile.



PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta per permettere un attimo di riflessione.



(La seduta, sospesa alle ore 18,35, riprende alle 18,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito all'emendamento n. 5) ha facoltà di intervenire l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Per quanto mi riguarda ho espresso tutte le mie perplessità sull'emendamento, che non sono di tipo personale, ovviamente, ma derivano dalla consapevolezza della situazione e dall'impossibilità, per quanto riguarda l'impostazione della deliberazione, di considerare l'Ospedale di Chivasso alla stregua di un ospedale della città di Torino. In sede di votazione, ovviamente, mi asterrò su questa deliberazione, però vorrei che il Consiglio tenesse in considerazione la responsabilità a monte della deliberazione ed anche le difficoltà dovute alla segmentazione attuata.
Sono dati inseribili a computer: sotto il profilo della parametrazione sono assolutamente trasparenti. Le considerazioni sulle esigenze di questo ospedale le conosciamo tutti. E' un ospedale che ha ben altri problemi bisogna considerare l'esigenza che in qualche modo si metta a regime, ma non sono in ogni caso i 4 o 5 miliardi che sistemano in modo definitivo le carenze dell'Ospedale di Chivasso. Viceversa con gli altri finanziamenti da quello che riguarda gli adeguamenti a quello che riguarda la strumentazione o comunque gli investimenti in campo edilizio, ci potrà essere nella distribuzione delle cifre una considerazione particolare delle priorità e delle emergenze dell'Ospedale di Chivasso - ma non nell'esplicitazione evidente come viene richiesta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 1 contrario e 18 astensioni.
6) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: a pagina 7, riga 8, sostituire il comma con il seguente: "Per quanto concerne la cardiochirurgia prevista ad Alessandria, si precisa che la sua definitiva attivazione sarà collegata ad un'ulteriore verifica dei livelli di attività di emodinamica che fino al giugno 1993 si attestavano su valori leggermente inferiori agli altri centri, mentre dati recenti fanno rilevare un buon incremento".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 3 astensioni.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Maggiorotti Miglio e Marino: a pagina 7, all'ultimo punto, dopo "Emergenze strutturali degli ospedali della città di Torino, San Luigi di Orbassano e Santa Croce di Moncalieri" aggiungere "dell'Ospedale di Chivasso".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 1 contrario e 18 astensioni.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Maggiorotti Miglio e Marino: a pagina 8, al punto "Interventi strutturali della psichiatria 8 miliardi (3,71%)", sostituire "8 miliardi" con "11 miliardi", variando la relativa percentuale.
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Vorrei comunicare che pur non avendone la certezza, ma facendo una previsione abbastanza sicura, prevediamo di avere dal Fondo nazionale del "Progetto Obiettivo" altri 8 miliardi; quindi, pensavamo che aggiungendo 8 miliardi agli 8 del Fondo nazionale si potesse raggiungere una cifra abbastanza considerevole per gli interventi in questo settore.
Tuttavia abbiamo una specie di rimorso nei confronti della psichiatria che deriva dal fatto che pur avendo stanziato 10 miliardi nel 1990 o 1991 non li abbiamo spesi (li avevamo stanziati non avendoli). Era stata semplicemente una deliberazione di tipo politico.
A questo punto, per assecondare richieste molto significative pervenute da parte di tutti i Consiglieri intervenuti, di affrontare una situazione dal pesante ritardo e per raccogliere situazioni, alcune delle quali dalla progettualità molto avanzata, penso che potremmo cambiare questi 11 miliardi in 10 miliardi, così recuperiamo la deliberazione del Consiglio regionale di qualche tempo fa.
Accetterei questo emendamento, sostituendo "10 miliardi" a "11 miliardi", recuperandoli dal Fondo di accantonamento.



PRESIDENTE

Se i presentatori acconsentono, d'accordo con l'Assessore sostituiamo, tecnicamente, nel testo dell'emendamento la cifra "11 miliardi" con "10 miliardi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 2 astensioni.
9) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: alla fine della pagina, dopo il comma "Oncologia", aggiungere: "Secondo quanto proposto dall'Amministratore straordinario dell'USSL TO VI con nota del 21/5/1993 e sulla base della richiesta avanzata dal Comune di Torino con nota prot, n. 2279 del 7/3/1994, occorre altresì inserire nel presente provvedimento programmatico, ai sensi dell'art. 15 della L.R.
28/3/1983, n. 9, la previsione dell'alienazione dei seguenti appezzamenti di terreno, di proprietà del Comune di Torino e di pertinenza della USSL TO VI: Via Ternengo Foglio 1186 n. 14 Foglio 1186 n. 60 Foglio 1186 n. 102 Via Tollegno Foglio 1186 n. 87 Foglio 1186 n. 89 al corrispettivo di L. 2.725.334.769 al netto dell'imposta di registro.
L'alienazione dei predetti appezzamenti rientra nell'attuazione di un programma di edilizia agevolata/convenzionata avviato dal Comune di Torino ed il corrispettivo della cessione è stato valutato sulla base di un prezzo unitario di L. 155.533 per mc edificabile, determinato dall'Amministrazione comunale applicando in via analogica i parametri stabiliti dalla Regione ai fini del calcolo degli oneri di urbanizzazione.
Tale alienazione consente, da un lato, la realizzazione di somme da utilizzare per finanziamenti in conto capitale e, dall'altro, il soddisfacimento delle esigenze abitative proprie del capoluogo regionale".
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Si tratta di questione che avevo posto alla Commissione consiliare in sede di dibattito, prevedendo che avremmo approfittato di questa deliberazione per rispondere ad una richiesta del Comune di Torino, il quale intendeva acquisire dei terreni da destinare ad edilizia ospedaliera.
E' un emendamento quasi tecnico, anche perché, tra l'altro, essendo una partita di giro, non porta contrasti nell'ambito del nostro conto investimenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco; ne ha facoltà.



CUCCO Vincenzo

Non posso che condividere quanto detto dall'Assessore; però, dal punto di vista del principio, ho sempre affermato e continuo a dire che quest'aula non è in grado di valutare queste deliberazioni.
Dunque, non partecipo al voto su questo emendamento; nutro ampia fiducia sull'operato dell'Assessorato, ma poiché sono valutazioni di carattere urbanistico o edilizio (non so di che natura siano), non ho gli strumenti per dire, oggi, se questa valutazione è corretta oppure no.
Sicuramente lo sarà, ma poiché non ne ho gli strumenti, non posso saperlo.
Spero che il Consiglio non venga più messo in queste condizioni: il Consiglio non dovrebbe deliberare su queste vicende: se sono di carattere amministrativo, di ordinaria amministrazione, la Giunta ha tutti i poteri per agire autonomamente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 9).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 15 voti favorevoli e 10 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
10) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: dopo "delibera" e, alla seconda riga, dopo "Giunta regionale" aggiungere "da assumersi entro 60 giorni dalla data di approvazione della presente deliberazione".
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

L'emendamento viene assorbito da un altro che ritengo più opportuno pertanto lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 10) è quindi ritirato.
11) Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Maggiorotti Miglio e Marino: a pagina 11, sostituire "L. 60 miliardi - 27,85% - per emergenze strutturali degli ospedali della città di Torino" con "L. 60 miliardi 27,85% - per emergenze strutturali degli ospedali generali di Torino, dei presidi ospedalieri S. Luigi di Orbassano, Santa Croce di Moncalieri e dell'Ospedale di Chivasso".
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Il problema è analogo a quello rispetto al quale il Consigliere Cucco ha espresso le sue riserve.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 11).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 1 contrario e 18 astensioni.
12) Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Maggiorotti Miglio e Marino: a pagina 11, al punto "L. 8 miliardi - 3,71% - per interventi strutturali della psichiatria" sostituire "L. 8 miliardi" con "L. 11 miliardi" variando la relativa percentuale.
Pongo in votazione l'emendamento (anche in questo caso, modifichiamo la cifra "11 miliardi" con "10 miliardi").
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 2 astensioni.
13) Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Maggiorotti Miglio e Marino: a pagina 11, al punto "L. 4 miliardi - 1,85% - per riabilitazione traumatizzati cranioencefalici e lungodegenze riabilitative", aggiungere "con precedenza all'unità spinale del CRF".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
14) Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Maggiorotti Miglio e Marino: a pagina 11, al punto "L. 6 miliardi - 2,78% - accantonamento per riequilibrare eventuali oscillazioni" sostituire "L. 6 miliardi" con "L. 3 miliardi", variando la relativa percentuale.
La Giunta propone di sostituire la cifra "3 miliardi" con "4 miliardi".
Pongo in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
15) Emendamento presentato dai Consiglieri Calligaro, Maggiorotti Marino e Miglio: a pagina 11, al capoverso "La valutazione dei singoli progetti di investimento", alla fine, aggiungere "e dovrà essere effettuata entro 45 giorni dalla presentazione dei singoli progetti".
La Giunta propone di modificare le parole "45 giorni" con "60 giorni".
Pongo in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 30 Consiglieri presenti.
16) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: alla fine della pagina, aggiungere: "La disponibilità sopra illustrata è integrata, ai sensi dell'art. 15 della L.R. 28/3/1983, n. 9, di L. 2.725.339.769 da attribuire all'USSL TO VI quale corrispettivo dell'alienazione a favore di una cooperativa edilizia di terreni di proprietà del Comune di Torino di pertinenza della stessa USSL. individuati in premessa. La stessa USSL utilizzerà la somma predetta per interventi in conto capitale".
Questo emendamento è analogo a quello sul quale, in precedenza, è stata sollevata la questione di tipo tecnico dal Consigliere Cucco.
Pongo in votazione l'emendamento n. 16).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 15 voti favorevoli e 10 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).
Esaminiamo ora, congiuntamente, gli emendamenti di carattere finanziario presentati dai Consiglieri Calligaro, Maggiorotti, Miglio e Marino: 1) a pagina 4, al punto "L. 32 miliardi - 14,85% - Per interventi edilizi" sostituire "L. 32 miliardi" con "L. 28 miliardi" 2) a pagina 4, dopo "L. 4 miliardi - 1,85% - Per interventi strutturali della psichiatria" inserire "L. 8 miliardi - Per interventi strutturali per RSA per anziani non autosufficienti", a titolo di acconto sui finanziamenti ex art. 20, Legge finanziaria 1988 3) a pagina 4, al punto "L. 26,5 miliardi - 12,09% - Per sostituzioni ed acquisizioni finalizzate dal potenziamento dei servizi diagnostici ed acquisizione" sostituire "L. 26,5 miliardi" con "L. 22,5 miliardi" 4) a pagina 5, al punto "L. 6 miliardi - 2,75% - Accantonamento per riequilibrare eventuali oscillazioni" sostituire "L. 6 miliardi" con "L. 3 miliardi", variando la relativa percentuale.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Maggiorotti; ne ha facoltà.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Il senso di questi emendamenti è recuperare 8 miliardi per l'emendamento aggiuntivo successivo. L'emendamento aggiuntivo successivo è quello che prevede 8 miliardi per interventi strutturali per RSA per anziani non autosufficienti.
Occorrerebbe quindi che la Giunta si pronunciasse sulla questione degli 8 miliardi per interventi strutturali che noi sosteniamo essere una priorità da inserire in questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Ho già spiegato, in riferimento all'art. 20, che i finanziamenti previsti sui singoli fondi possono all'occorrenza essere utilizzati come completamento di finanziamento ex art. 20. Non abbiamo ritenuto di anticipare alcunché rispetto all'art. 20. Per quanto riguarda in particolare le RSA ho già spiegato che abbiamo fatto un lavoro di raccordo delle informazioni tra Assessore alla sanità e Assessore all'assistenza.
Passeremo da 728 miliardi (finanziamento del primo triennio) ad una somma che si aggirerà sui 500 miliardi: dovremo necessariamente andare ad un ridimensionamento delle nostre poste ex art. 20 per il primo triennio.
Tuttavia, pur in questa carenza, con questa riduzione, riteniamo che sulle RSA, ove ci sia questo finanziamento, si possa fare un discreto lavoro; il primo lavoro porta ad individuare una consistenza di circa 200 miliardi.
Comprendo il valore politico dell'emendamento, però, francamente riteniamo che la risposta possa avvenire attraverso il lavoro previsto e per il quale prevediamo abbastanza velocemente di essere in condizione di presentare la graduatoria con le priorità delle assegnazioni. Vedremo in un secondo tempo. Francamente 8 miliardi, che sono anche poco, come i 4 per Chivasso, sconvolgerebbero effettivamente tutte le nostre previsioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Faccio notare che avevo previsto che 32 miliardi passassero a 28 togliendoli agli adeguamenti per la libera professione. Ritengo prioritario avere soldi disponibili, da subito, per le RSA piuttosto che per interventi strutturali per libera professione "intramoenia". Non mi pare che si portino via quattrini da situazioni rispetto alle quali si possa fare un discorso di priorità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Sono adempimenti ai sensi del decreto n. 502. Dobbiamo cominciare ad interrogarci sul futuro delle nostre aziende e chiederci se porle in condizioni di essere concorrenti con le cliniche private e con la sanità privata.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 18 contrari e 2 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 18 contrari e 2 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 18 contrari e 2 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 4) nel quale l'Assessore Vetrino propone di variare la cifra "3 miliardi" con "4 miliardi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 2 astensioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Calligaro per dichiarazione di voto sull'intero testo della deliberazione; ne ha facoltà.



CALLIGARO Germano

Sull'importanza della partita non vi sono dubbi. Non basta dire che manca la programmazione regionale (e manca)! Non basta dire che il DL n.
517 destabilizza il Servizio Sanitario Nazionale (ed è in larga parte reale); che mancano i direttori generali e che non sappiamo che cosa farà il futuro Governo. Vi sono UU.SS.SS.LL. che dal 1990 non vedono una lira in conto capitale. Se vi pare poco! Io sono perché le risorse vengano distribuite, e in Commissione abbiamo insistito in questa direzione: distribuire assolutamente le risorse. Siccome sono una goccia nel mare, sia pure procedendo per larghe approssimazioni, non si corre il rischio di sbagliare perché la seconda cardiochirurgia a Torino non è una richiesta torinocentrica: è che il bacino torinese ha 2,5 milioni di abitanti; si parla di una cardiochirurgia ogni milione, è evidente che qui dobbiamo averne due. In Lombardia sono tutte sistemate nell'area metropolitana milanese. Tutte! Nessuna è decentrata. Qui invece pensiamo di decentrare c'è un primo decentramento a Novara e poi per l'area sud vi sarà un secondo decentramento.
Per l'oncologia sono previsti 5,4 miliardi: cosa volete che siano? Ma è indispensabile distribuirli! Siamo privi di un Istituto generale e di Istituti per patologie d'organo. E così la crisi degli ospedali è concentrata nella città di Torino che subisce le pressioni della prima e della seconda cintura. Quando si parla di posizioni torinocentriche vorrei tanto che l'Assessore tirasse fuori i soldi della spesa sanitaria pro capite per accorgersi che la stessa, nonostante che a Torino esistano strutture di rilievo regionale, è inferiore a Torino rispetto a Cuneo, rispetto ad Alessandria, rispetto a Vercelli, rispetto a Novara. La spesa sanitaria pro capite servirebbe a dimostrare che, nonostante l'esistenza a Torino di strutture che sono costrette, giustamente, a guardare a tutta la realtà regionale, essa è comunque inferiore rispetto ad altre realtà. Quindi, non sono posizioni campanilistiche o torinocentriche.
Con una certa approssimazione di certo non commetteremo gravi errori: stiamo impiegando risorse minime; 215 miliardi divisi nei tre anni sono 70 miliardi all'anno. Voglio ricordarvi che quando le cose andavano peggio disponevamo di 200 miliardi all'anno per la spesa in conto capitale. Da quando hanno fatto il programma dei 30 mila miliardi di cui non abbiamo ancora visto una lira, la spesa in conto capitale è stata ridimensionata ad una media di 70 miliardi all'anno. E in quest'ultimo anno 1994 abbiamo ricevuto 24 miliardi di lire. Quindi, è di grande importanza prendere questo provvedimento. Dopodiché dobbiamo dire che potevamo anticipare i soldi per gli anziani cronici non autosufficienti, perché 8 miliardi ci avrebbero consentito di risparmiare, in termini di spesa ospedaliera decine e decine di miliardi di lire. Gli anziani cronici non autosufficienti li trovate negli ospedali cittadini e negli ospedali della Regione a costi medi che vanno dalle 400 alle 800 mila lire al giorno per posto letto, per non spendere 150 mila lire di spesa corrente al giorno per non fare le strutture! E' una spesa tutta ospedaliera, tutta puntata sulle tecnologie. Ma quand'è che facciamo la prevenzione? Avremo un'impennata della spesa sanitaria, perché quella di adesso è tutta una spesa ospedaliera, tutta incentrata sulle nuove tecnologie, spesso collocate malamente, perché nella relazione è scritto che vi sono ospedali a distanza di poche centinaia di metri che hanno identiche apparecchiature sofisticate, utilizzate poche ore al giorno.
Sono soldi che si gettano dalla finestra; favori a lobbies ospedaliere che hanno bisogno di tecnologie avanzate solo per dare lustro ai loro reparti e alle loro divisioni, anche se poi vengono utilizzate al 20% delle loro potenzialità.
Per quanto riguarda l'Unità spinale avete accolto l'emendamento; tanto non costa niente accoglierlo, poi si finanzia il primo progetto di riabilitazione funzionale e.., arrivederci all'Unità spinale di cui non disponiamo oggi.
Ho trovato assurdo che si sia respinto un finanziamento limitato per l'Ospedale di Chivasso, perché, finanziati con 10-11 miliardi gli altri cinque grossi ospedali, restavano tranquillamente i soldi necessari per avere un ospedale di zona completo, che oggi non abbiamo. Per cui quell'area continuerà a gravitare sul Giovanni Bosco e a congestionarlo.
Abbiamo condizionato il nostro voto all'accoglimento degli emendamenti in larga parte respinti, e alla necessità di discutere le singole deliberazioni in Commissione preventivamente. Oggi, infatti, abbiamo parlato dell'involucro; non sappiamo cosa sarà messo dentro e quali e quante pressioni delle lobbies potranno distorcere gli orientamenti discussi oggi e far prevalere una lobby su altre. Per questi motivi il nostro voto non è favorevole, ma contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione la deliberazione come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 19 voti favorevoli, 8 contrari e 3 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 6) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto 38) all'o.d.g., si distribuiscano le schede per le seguenti "Nomine".


Argomento: Nomine

Ente di Gestione dei Parchi e delle Riserve Naturali Cuneesi (L.R. n. 32/93) - Consiglio Direttivo. Nomina di 2 membri (integrazione).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Mauro Gabriele e viene rinviata a successiva seduta l'elezione del rappresentante restante, non avendo nessuno dei candidati riportato la maggioranza richiesta.


Argomento: Nomine

Ente di Gestione dei Parchi e delle Riserve Naturali del Canavese (L.R. n. 32/93) - Consiglio direttivo. Nomina di 2 membri (integrazione).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Bringhen Virgilio e Ivona Vittorio.


Argomento: Nomine

Istituto per l'Interscambio Scientifico - ISI (art. 16 dello Statuto) Collegio dei Revisori. Nomina di 1 Sindaco effettivo.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R.
n. 30/91, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Nomine

Texilia S.p.A. (L.R. n. 47/84 mod, con L.R. n. 11/88) - Consiglio di amministrazione. Nomina di 2 rappresentanti (integrazione).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R.
n. 30/91, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Nomine

Commissione Tecnico Consultiva in materia di coltivazione di cave e torbiere (art. 6, L.R. n. 69/78) - Sostituzione del signor Bressan Renato (esperto effettivo in pianificazione territoriale).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Accattino Giuseppe.



PRESIDENTE

12033 Società Aeroporto di Cerrione - SACE S.P.A. (L.R. n. 22/90) Consiglio di amministrazione - Sostituzione del signor Petrini Luigi.



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Bot Dario.


Argomento: Nomine

SO.CO.TRAS. S.p.A. (art. 3, L.R. n. 63/84) - Consiglio di amministrazione. Sostituzione del signor Giuseppe Baricada.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Perrone Giuseppina.


Argomento: Nomine

Mercato Ingrosso Alimentare di Cuneo - MIAC (art. 3, L.R. n. 63/87) Collegio sindacale. Sostituzione del Sindaco effettivo Pietro Girardo.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Ellena Tommaso.


Argomento: Nomine

Comitato nazionale per la difesa del suolo (art. 6 legge n. 183/90) Sostituzione del signor Marcello Garino.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Ricciardi Gerardo.


Argomento: Nomine

Commissione tecnica e di vigilanza farmaceutica (DPR n. 94/89) Provincia di Vercelli - Sostituzione del signor Pieralberto Fenoglio.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Varalda Pietro.


Argomento: Nomine

Commissione tecnica per l'informazione (L.R. n. 52/90) Sostituzione del signor Gianni Ajmar.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Giachino Giovanni.


Argomento: Nomine

Cooperativa artigiana di garanzia - CO.A.GA. (art. 12, L.R. n. 17/85) Provincia di Torino-Chivasso. Sostituzione del signor Armando Astegiano.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Burgio Angelo.


Argomento: Nomine

APT Langhe e Roero (art. 8, L.R. n. 12/87) - Collegio sindacale. Sostituzione del signor Piero Cirio.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Berzia Roberto.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Fondazione Luigi Firpo - Centro studi sul pensiero politico (Statuto relativo) - Consiglio di amministrazione. Nomina di 2 rappresentanti.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Massabò Ricci Isabella e Maggio Cosimo.


Argomento: Nomine

ECBIC Piemonte S.p.A. (L.R. n. 22/91) - Consiglio di amministrazione. Nomina di 2 rappresentanti.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R. n.
30/91, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Nomine

ECBIC Piemonte S.p.A. (L.R. n. 22/91) - Collegio sindacale. Nomina di 1 Sindaco con funzioni di Presidente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R. n.
30/91, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Nomine

USSL TO VI di Torino (L.R. n. 10/83) - Collegio dei Revisori. Sostituzione del signor Milano Elio.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Urru Sergio.


Argomento: Nomine

Finpiemonte S.p.A. (L.R. n. 8/76) - Collegio sindacale. Sostituzione di 1 Sindaco effettivo e 1 Sindaco supplente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Caniggia Giovanni (Sindaco effettivo) e Nardullo Carmine (Sindaco supplente).


Argomento: Nomine

SAGAT S.p.A. (L.R. n. 36/77) - Collegio sindacale. Nomina di 1 Sindaco effettivo.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R. n.
30/91, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Nomine

Parco naturale Orsiera-Rocciavrè (L.R. n. 12/90) Consiglio direttivo. Sostituzione del signor Ferrero Riccardo.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Cicchelli Marco.


Argomento: Nomine

Cooperativa Artigiana di Garanzia S.C.R.L. Provincia di Torino (L.R. n. 17/85) - Consiglio di amministrazione. Sostituzione del signor Vietti Piervittorio.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Bili Marino.


Argomento: Nomine

Azienda di Promozione Turistica - APT di Alessandria (art. 8, L.R. n. 12/87) - Collegio dei Revisori. Sostituzione del signor Tortarolo Sandro.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Cesario Gennaro.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 677 in merito all'assistenza nei territori montani a mezzo elisoccorso (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 677 presentato dai Consiglieri Marchini e Vaglio.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Questo ordine del giorno indica alcune località montane e ne ignora totalmente altre. Potrei aggiungere Sampeyre e Demonte. Bisogna conoscere la geografia della Regione per trattarla adeguatamente. Considero banale che si possa avere una non conoscenza della situazione delle altre vallate.
Prima rifletteteci sopra.



PRESIDENTE

Propongo di rinviarlo alla prossima seduta consiliare.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,20)



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