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Dettaglio seduta n.269 del 01/03/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 22 febbraio 1994 si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Bergoglio, Buzio Cattaneo, Cerchio, Coppo, Cucco, Dameri, Ferrara, Grosso, Maggiorotti Nerviani, Peano, Rossa e Zanoletti.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Attribuzione deleghe assessorili


PRESIDENTE

Comunico che il Presidente della Giunta regionale, Brizio, ai sensi di quanto previsto dall'art. 36 dello Statuto, ha trasmesso in data 1/3/1994 le copie dei seguenti decreti: n. 840/94 del 28/2/1994 nel quale viene designato all'Ufficio di Vicepresidente della Giunta regionale l'Assessore Giuseppe Fulcheri n. 841/94 del 28/2/1994 con il quale vengono assegnate le deleghe agli Assessori ordinate per gruppi di materie: Presidente: funzioni istituzionali; coordinamento generale attività regionale; progetti speciali e di interesse generale; rapporti con Governo CEE, estero; programmazione economica; industria; altre materie non delegate.
Fulcheri Giuseppe: istruzione, Università; assistenza ed edilizia scolastica; promozione attività culturali e spettacolo; tutela ambientale inquinamento atmosferico; scarichi industriali; smaltimento rifiuti energia.
Bergoglio Emilia: personale, organizzazione, informatica; assistenza e servizi sociali; assistenza penitenziaria e materno-infantile agricoltura; forestazione.
Cantore Daniele: commercio; turismo, sport; fiere e mercati artigianato; caccia e pesca; Enti locali; polizia urbana e rurale.
Cavallera Ugo: pianificazione e gestione urbanistica; edilizia residenziale; beni ambientali; parchi; pianificazione territoriale protezione civile.
Gallarini Pierluigi: bilancio annuale e pluriennale; finanza e tributi; patrimonio e demanio; beni e sistemi culturali; economato ragioneria centrale e decentrate; affari generali amministrativi ed espropri; lavoro; formazione professionale.
Garino Marcello: difesa del suolo; pronto interento; servizio geologico; cave e torbiere; uso e risanamento delle acque; acque minerali e termali; trasporti e navigazione interna; viabilità e porti.
Vetrino Bianca: sanità.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Integrazione Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale Elezione di un Consigliere Segretario (art. 14 dello Statuto e art. 4 del Regolamento consiliare) - (rinvio)


PRESIDENTE

In merito all'integrazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, di cui al punto 3) all'o.d.g., comunico che nella Conferenza dei Capigruppo testè tenuta si è convenuto lo spostamento di tale argomento alla prossima seduta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Richiesta di comunicazione da parte della Giunta regionale in merito all'incidente al pozzo petrolifero AGIP di Trecate


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Presidente, in merito all'o.d.g. chiedo, anche a nome di altri colleghi, che il Presidente della Giunta svolga una comunicazione sulla vicenda del pozzo petrolifero di Trecate.



PRESIDENTE

Su tale questione si è parlato informalmente nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo e si è stabilito che intorno alle ore 14 si terrà una riunione della II Commissione, con la presenza del Presidente e dell'Assessore competente, che in questo momento è l'Assessore Cavallera, e con quanti altri Assessori intendano intervenire per competenze connesse.
L'Assessore Cavallera è competente per la protezione civile.
Faremo avere copia delle deleghe assessorili.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

I punti 4), 5), 6) e 7) all'o.d.g., relativi alle ratifiche, sono all'esame delle Commissioni competenti, pertanto verranno discussi nel corso della prossima seduta.
Il punto 8) all'o.d.g., che prevede l'esame del progetto di legge n.
309, viene momentaneamente sospeso, in quanto sono assenti l'Assessore Garino e il relatore Rossa.
Ha chiesto la parola la Consigliera Pozzo; ne ha facoltà.
POZZO Chiedo l'iscrizione all'o.d.g. di una mozione che presentiamo sul caso Mascia, su quanto è accaduto in questi giorni.



PRESIDENTE

Dobbiamo attendere un momento più fortunato dell'attuale, perché a sensi di Regolamento occorrono 40 voti per l'iscrizione di nuovi argomenti all'o.d.g.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 320: "Fusione tra la SITO-S.p.A, e la SO.CO.TRAS.-S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 320, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Zanoletti che però è assente.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Questo provvedimento era stato sospeso, perché i Gruppi Verdi avevano presentato una lunga relazione che, però, non tocca questo problema. Noi siamo dell'opinione che questo progetto di legge potrebbe passare, anche perché ci prendiamo l'impegno di riferire in Commissione prima della sua attuazione. Non possiamo, comunque, tenere fermo questo progetto di legge.



PRESIDENTE

La richiesta è quindi di procedere. Devo dire che la relazione allegata è depositata agli atti da molto tempo, quindi può essere data per letta nel testo seguente: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, con il disegno di legge n.
320 la Giunta regionale intende realizzare una tessera del riordino del comparto delle partecipazioni regionali.
Il disegno di legge reca l'autorizzazione alla Giunta a rendersi promotrice dell'iniziativa finalizzata alla fusione di due docietà, cui la Regione partecipa: la SITO-S.p.A, e la SO.CO.TRAS.-S.p.A.
La fusione - alla cui realizzazione sono necessari adeguati consensi in seno alle compagini societarie interessate rispetto alle quali, come noto l'entità della partecipazione regionale è sensibilmente differenziata - è finalizzata ad un duplice ordine di obiettivi.
All'interno delle partecipazioni regionali introduce elementi di semplificazione, cui possono conseguire economie immediate per la riduzione dei costi generali.
Sotto il profilo sostanziale, invece, si creano le condizioni per una gestione unificata dell'Interporto di Torino-Orbassano, con riguardo alle due componenti principali delle attività che si sviluppano in quella sede: quelle concernenti le ulteriori realizzazioni e le altre rivolte al funzionamento dell'intermodalità.
In una prospettiva di medio termine, inoltre, l'operazione congiuntamente ad ulteriori interventi in corso di elaborazione, potrà consentire la piena autonomia funzionale, ma anche economica e finanziaria di quella infrastruttura.
La nuova Società che risulterà dalla fusione - prevista in termini di incorporazione della SO.CO.TRAS, nella SITO - sarà nelle condizioni, per un verso, di gestire nel suo complesso l'importante insieme di realizzazioni di cui è necessario l'ulteriore sviluppo; per altro riguardo, di costituire un più valido ed unitario interlocutore verso l'Ente Ferrovie dello Stato e nei confronti degli operatori privati del settore.
L'articolato - che richiama i meccanismi in tema di fusione delle società previsti dalle disposizioni civilistiche in materia prevede, in coerenza con i principi di trasparenza dell'azione della pubblica amministrazione, la comunicazione alla competente Commissione consiliare dei contenuti del progetto di fusione prima delle deliberazioni delle assemblee delle Società.
Ricevutane l'assegnazione, la I Commissione consiliare permanente ha preso in esame il disegno di legge, di cui si tratta, nella seduta del 23 settembre scorso, decidendo di procedere preliminarmente alla consultazione dei Presidenti delle Società interessate.
Nella consultazione, che ha avuto luogo il 23 settembre scorso entrambi i Presidenti hanno dichiarato di essere sostanzialmente favorevoli alla fusione in modo da meglio coordinare ed integrare le varie attività interne e garantire quindi maggior snellezza operativa, pur non nascondendosi che la fusione comporterà qualche difficoltà di ordine tecnico-valutativo, dal momento che si debbono modificare completamente gli assetti societari interni.
Presone atto, la Commissione ha quindi proceduto nella stessa seduta del 23 settembre all'approvazione del provvedimento, licenziandolo a maggioranza.
In considerazione di quanto sopra esposto se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea".
Non essendovi interventi di carattere generale, possiamo passare alla votazione dell'articolo unico.
ARTICOLO UNICO - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 hanno risposto SI 16 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'articolo unico, e pertanto l'intero testo della legge, è approvato.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 425: "Norme relative all'esercizio delle funzioni socio-assistenziali già esercitate dalle Province (Attuazione dell'art. 5 del DL 18/1/1993, n. 9 convertito in legge, con modificazioni dalla legge 18/3/1993, n. 67). Proroga del termine di cui all'art. 12 primo comma, L.R. 16/8/1989, n. 48" (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto 10) all'o.d.g. prevede l'esame del progetto di legge n. 425.
Poiché è una materia rilevante, proporrei di rinviare questo punto visto che mancano sia l'Assessore competente Bergoglio che il relatore Consigliere Peano.


Argomento: Consultazione popolare

Esame proposta di deliberazione n. 444: "Consultazione popolare, ex art. 64 dello Statuto della Regione Piemonte, sulla realizzazione di una nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità nella Valle di Susa" (rinvio)


PRESIDENTE

Siamo al punto 12) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 444.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Su questo tema la consultazione della popolazione e delle Amministrazioni è fondamentale, però la formula referendaria non può essere seguita. E' allo studio una formula di consultazione bilaterale Consigliere Chiezzi: tra i due Paesi, l'Italia e la Francia, è allo studio un sistema di consultazione che riguardi entrambi i territori. Io attenderei di vedere come si concretizza questa ipotesi e poi possiamo stabilire quali forme di consultazioni attuare.
Noi abbiamo tutta la volontà e l'interesse di coinvolgere la popolazione della Valle di Susa e le Amministrazioni. Non possiamo per procedere con questa deliberazione che ha già avuto un giudizio negativo in Commissione e che comporterebbe degli oneri. Non c'è la Presidente Bresso che mi aveva detto che avrebbe studiato una formulazione di ordine del giorno che potrebbe essere sostitutiva di questo e dare delle garanzie per ciò che attiene la consultazione in Valle di Susa. Chiederei pertanto di soprassedere all'esame e vedere nel concreto cosa si può fare per organizzare una forma di consultazione che sia pienamente soddisfacente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Presidente, colleghe e colleghi, ritengo che la proposta di deliberazione mantenga la sua validità, in quanto la proposta di consultazione della popolazione della Valle di Susa è riferita alla decisione di costruire nella Valle di Susa una nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità. Ritengo che una consultazione su questo oggetto sia da discutere e votare in questo Consiglio regionale. Il Presidente, viceversa e anche altri Gruppi, forse hanno in mente l'idea di consultare la popolazione della Valle di Susa su come realizzare una linea di Alta Velocità in modo da limitare i danni che la costruzione di questa linea potrebbe arrecare alla valle.
Si tratta di due modi di pensare radicalmente diversi. Nel secondo, si dà per scontato che comunque la linea passerà ("poi vediamo di farci dire dei sì dalla popolazione della valle"); il primo modo dice: "Sentiamo cosa ne pensa la popolazione del passaggio della linea". Il tema rimane dunque nell'ambito di una differenza di valutazione non piccola.
La mia proposta è quella di accettare il rinvio della discussione di questa deliberazione, ma non per le ragioni qui dette dal Presidente Brizio, bensì per la semplice ragione che siamo in presenza di un governo a termine e in forma precaria. Stiamo tutti aspettando l'esito delle elezioni e quindi penso sia ragionevole, da questo punto di vista, non insistere a discutere ora un provvedimento sul quale non si è espressa sino ad oggi una maggioranza di Gruppi consiliari, ma sul quale potrebbe essere utile subito dopo le elezioni, fare il punto tra i vari Gruppi consiliari, vedere se si trova una maggioranza e, a quel punto, discuterlo in aula.
Quindi pregherei la Presidente del Consiglio, se possibile, di mantenere all'o.d.g. questo provvedimento, per memoria. La considero una sospensione, non un ritiro della deliberazione. Accetto di sospendere la discussione oggi, se è previsto dal Regolamento.



PRESIDENTE

Presidente, dagli interventi mi è sembrato che, seppure con motivazioni completamente diverse, la conclusione procedurale sia la stessa. Quindi questo punto rimane iscritto all'o.d.g.: non viene trattato, ma non sarà cancellato.


Argomento: Problemi energetici

Esame proposta di deliberazione n. 819: "Ratifica ai sensi dell'art. 40 dello Statuto della DGR n. 6-32098 del 2/2/1994 'Art. 9 della legge n. 10/91. Direttive e criteri per la concessione dei contributi relativi ad interventi di risparmio energetico'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 819, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Per quanto riguarda l'o.d.g., faccio presente che abbiamo saltato i punti 4), 5), 6 e 7) relativi alle ratifiche, però a me pare che la deliberazione iscritta al punto 6) all'o.d.g., quella che riguarda il risparmio energetico, sia già stata esaminata in Commissione; anzi, ci eravamo impegnati e abbiamo preparato il bando, atteso da molte imprese. E' quindi una deliberazione di una certa urgenza e sarebbe opportuno approvarla oggi.



PRESIDENTE

In effetti - me ne aveva parlato la Presidente Bresso l'esame in Commissione era stato fatto ancora prima che venisse assunta la deliberazione da parte della Giunta, per cui possiamo esaminarla tranquillamente.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 10 astensioni.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 733: "Modifica agli articoli dello Statuto della Consulta regionale dei giovani" (rinvio)


PRESIDENTE

In merito alla proposta di deliberazione n. 733, di cui al punto 13) all'o.d.g., il Consigliere Cucco chiede venga esaminata la prossima volta.
Il Consiglio concorda.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 704: "Modifica di assegnazione del Servizio 'Interventi penitenziari e post-penitenziari' dal Settore 'Gabinetto del Presidente della Giunta regionale' al Settore 'Programmazione, verifica ed interventi socio-assistenziali' e del Servizio 'Gestione Opere pubbliche' dal Settore 'Opere Pubbliche' al Settore 'Trasporti'"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 704, di cui al punto 14) all'o.d.g.
Non c'è l'Assessore Bergoglio, ma questa deliberazione e la successiva possono essere approvate, in quanto sono state ampiamente esaminate in Commissione. Su questa, c'è il voto favorevole di tutti, fatta eccezione per l'astensione del Gruppo di Rifondazione Comunista.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli e 6 astensioni.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 708: "L.R. 22/2/1993, n. 7 Istituzione del Servizio 'Gabinetto dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale'"


PRESIDENTE

A rettifica di quanto ho detto prima, preciso che sulla precedente deliberazione il Gruppo PDS non aveva partecipato alla votazione in Commissione.
Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 708, di cui al punto 15) all'o.d.g., rispetto alla quale il Gruppo del PDS era favorevole. Si tratta comunque di un adempimento di legge.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 34 voti favorevoli ed 1 astensione.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 720: "L.R. 22/3/1990, n. 12 Centro di documentazione e ricerca sulle aree protette Regolamento di fruizione della biblioteca"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 720, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 26 voti favorevoli e 10 astensioni.


Argomento: Parchi e riserve

Esame proposta di deliberazione n. 562: "Piano d'area del Parco naturale della Val Troncea"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 17) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 562.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 20 voti favorevoli, 11 contrari e 5 astensioni.


Argomento: Boschi e foreste

Esame proposta di deliberazione n. 654: "Legge 1/3/1975, n. 47 Adozione del Piano regionale per la difesa del patrimonio boschivo dagli incendi"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 18) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 654.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 7 astensioni.


Argomento: Archivi

Esame proposta di deliberazione n. 775: "Rinnovo del progetto di contributi per inventariazione e valorizzazione di archivi storici del Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 19) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 775.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 33 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 802: "Individuazione dei distretti industriali ai sensi dell'art. 36 della legge 5/10/1991, n. 317 'Interventi per l'innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 20) dell'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 802.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Sulla proposta di deliberazione n. 802, discussa in Commissione, mi risulta che nel merito non ci fossero sostanziali problemi, ma che questi eventualmente, fossero concernenti la possibilità di relativi stanziamenti.
La problematica sollevata, peraltro, in parte è connessa alla legislazione nazionale, in parte all'utilizzo di Fondi CEE e in parte alle risorse a nostra disposizione.
Stiamo in questo periodo provvedendo alla redazione del bilancio: valuteremo la possibilità di finanziare alcune di queste iniziative chiaramente, è discorso ancora all'esame di Giunta. In questo momento noi dovremmo approvare esclusivamente l'individuazione dei distretti, problema più di assetto territoriale che non di operatività. Se invece intendete rinviarla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.
BOSIO Non intendiamo rinviarla. Da parte nostra, abbiamo sollevato in Commissione, e risolleviamo qui, alcune questioni in effetti non esplicitamente e direttamente oggetto della deliberazione - la definizione dei confini geografici dei distretti industriali.
Una delle tante osservazioni è che l'individuazione avviene su parametri statistici nazionali riferiti a dati, quozienti e così via rispetto alla piccola e media impresa, all'occupazione, a fenomeni di mobilità, ecc. Ma tali dati risalgono all'anno 1981; noi li riprendiamo nel 1994, senza immaginare scenari granché cambiati. Molto probabilmente, per già il censimento del 1991 registra dei cambiamenti rispetto a quanto stiamo per approvare.
Ma non è questo l'aspetto decisivo. La nostra astensione nasce dal fatto che, definiti tecnicamente i confini dei distretti industriali constatiamo: che non esiste, non ci si riferisce ad alcuna ipotesi, piano progetto o programmazione minima di finanziamento per quanto riguarda l'innovazione dei distretti, raccordi tra le imprese, strutture di servizio per quanto riguarda i distretti stessi che non possiamo continuare ad eseguire costantemente compiti dovuti come suol dirsi qual è la deliberazione - senza proporci minimamente di iniziare a razionalizzare e a cancellare le sovrapposizioni che ormai costruiamo sempre più.
Sulle questioni degli interventi per l'innovazione tecnologica esistono ormai il Regolamento n. 2052, i fondi CEE, leggi regionali e nazionali. Ora vi sono i distretti industriali con una loro normativa che bisogna cominciare a riferire, ad armonizzare ed a rendere consona alle altre strumentazioni.
A tutto questo non si accenna neppure, ci si è limitati a dire: "Bene la legge nazionale indica dei parametri per individuare le aree industriali: noi l'abbiamo fatto. Chiuso". Questo non è un atteggiamento soddisfacente. Per questi motivi abbiamo espresso la nostra astensione in Commissione che ribadiamo in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Per la verità, nella parte deliberante c'è l'impegno di stabilire che la Regione, nell'impostazione e nella gestione dei programmi di politica industriale, terrà conto di questa delimitazione. C'è il problema finanziario e su questo concordo con Bosio; vedremo nel concreto. Tenete però conto che già nel distretto di Ivrea, dove c'è un problema connesso al Regolamento n. 2052 (ora 2081), la costituzione di tale distretto è stata considerata un elemento importante, perché poi, nell'ambito dei distretti, vi possono essere anche iniziative consortili, quindi è un adempimento che non è infruttifero, ma che potrebbe essere, avendo risorse ed iniziative, più produttivo. Noi ci impegnamo a tenere conto di queste indicazioni, ma già di per sè vorrei che fosse chiaro - tenuto conto poi del comma che prevede la trasmissione al Ministero dell'Industria e quindi la possibilità sulla legge n. 317, se ci saranno le risorse, di entrare nella distribuzione su precise iniziative, come quella del distretto di Ivrea - che ritengo positiva l'approvazione, al di là delle riserve che sono del tutto legittime, da parte del Gruppo PDS.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 16 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta del Consigliere Majorino di formale censura da parte dell'Ufficio di Presidenza e del Consiglio tutto nei confronti del Consigliere Cucco per la diffusione di un volantino elettorale all'interno di Palazzo Lascaris


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.
MAJORINO Signora Presidente, ho chiesto ora la parola perché in un certo senso quello che sto per dirle riguarda l'ordine dei lavori.
Il Consigliere Cucco, il quale ha chiesto di rinviare qualche provvedimento, che evidentemente è molto importante perché ottiene il rinvio di provvedimento quando lui è in congedo, peraltro diffonde a Palazzo Lascaris un volantino elettorale: "Pannella o Fini?". Adesso lasciamo stare il contenuto che è totalmente risibile e che si schiera a favore di Pannella nei confronti di Fini; e la cosa veramente fa ridere perché non cambierà di un'unghia, in quel collegio elettorale senatoriale le risultanze del voto. Sulla scorta di una legge dello Stato, la quale legge pone divieto alle pubbliche amministrazioni di fare propaganda elettorale, siccome le pubbliche amministrazioni non sono delle entità astratte, ma sono formate da persone, lei, in particolare, signor Presidente, a nome dell'intero Ufficio di Presidenza, aveva sostanzialmente ricordato che non doveva diventare Palazzo Lascaris una centrale elettorale per nessuna formazione politica. Quindi io le chiedo una formale censura del Consigliere Cucco da parte sua e dell'Ufficio di Presidenza e lo chiedo anche all'intero Consiglio perché tutti noi ci siamo adeguati. Lei Presidente, si è persino premurata, insieme all'Ufficio di Presidenza, di impedire - lo dico nel senso positivo della parola - che uscisse la rivista "Notizie", perché, fatalmente, in questo periodo elettorale, per quanto si cerchi di essere soft, per quanto si cerchi di trattare argomenti riguardanti il Consiglio regionale, la Regione, il governo regionale del Piemonte, si può fare della propaganda elettorale.
Ora che questo volantino di misera propaganda elettorale venga diffuso a Palazzo Lascaris non è ammissibile! Io le chiedo, Presidente, di disporre per intanto la distruzione di questi volantini. Quando viene contraffatto un marchio l'autorità giudiziaria dispone la distruzione del marchio contraffattore. Quindi, io le chiedo di disporre la distruzione di questo volantino e di esprimere se la esprime lei dopo il mio intervento, le sarò infinitamente grato: non è gratitudine personale, è gratitudine in senso politico una formale censura al Consigliere Cucco.



PRESIDENTE

Consigliere Majorino, vedo solo ora questo volantino, perché essendo stato messo nelle buche che sono qui nel corridoio non avevo avuto modo di aprirla e quindi non ne avevo ancora preso conoscenza. Certamente è materiale che non ha ragione di essere diffuso all'interno del Consiglio regionale. Devo dirle, Consigliere, che già la scorsa settimana, e mi rivolgo anche a chi mi aveva fatto questa segnalazione, ho comunicato per iscritto al Consigliere Cucco di volersi attenere al rispetto più stretto della normativa che è in vigore attualmente nel periodo della campagna elettorale, e questo l'ho fatto in occasione della raccolta delle firme.
L'ho fatto per iscritto già la scorsa settimana, probabilmente il Consigliere Cucco è partito e non avrà letto quella lettera. Prender adesso conoscenza più appieno di come si sono svolti gli episodi di cui lei parla nonché la distribuzione del volantino e prenderemo gli eventuali provvedimenti conseguenti.
Collega Majorino, per sua conoscenza, posso anche inviare, visto che non è epistolario riservato, la lettera che ho gia scritto al Consigliere Cucco in occasione della raccolta delle firme, perché era stato apposto davanti al portone di Via Santa Teresa un appello per la raccolta delle firme. Comunque, al di là di questo, prenderò visione bene di che cosa è successo adesso per vedere di intervenire, sempre a norma della legge e dei nostri regolamenti.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 770: "Dichiarazione di decadenza dalla carica di membro esperto supplente della Commissione tecnica consultiva in materia di cave e torbiere del signor Sciandra Angelo (art. 16, L.R. n. 10/85)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 770, di cui al punto 21) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.
RIBA L'architetto Sciandra era stato proposto dal nostro Gruppo e votato come di consueto, all'unanimità, perché, nella proposta di indicazione del nome, non si richiedevano specificazioni di competenza particolare; essendo già lui membro della precedente Commissione ed essendo architetto, era stato ritenuto in possesso dei titoli occorrenti per svolgere quel genere di attività. Nell'ambito poi del lavoro della Commissione si richiedeva all'architetto Sciandra di esprimere - se non erro - una competenza specifica in campo geologico, la qual cosa evidentemente non è conseguente al possesso della laurea in architettura e il signor Sciandra, per scrupolo suo (perché in questa Commissione, come tutti sanno, si varano dei pareri di congruità e di ammissione alla concessione edilizia comunale per l'attuazione degli scavi, operazioni che hanno portate consistenti, sia in termini di quantità di intervento sull'ambiente, sia in termini di quantità di valori economici trattati), ha ritenuto di rinunciare al proprio ruolo.
Presidente, a questo punto farei presente l'opportunità che, nel proporre il nominativo di sostituzione, sia richiesto il possesso della specifica competenza, qualunque essa sia, adesso non sono in grado di definirla, ma credo sia di ordine geologico. Infine, su tutta questa materia è pendente da alcuni anni - credo - una proposta di riforma della legge n. 68 del 1979 che riguarda l'attività di cave e torbiere sicuramente, in quella legge bisognerà anche prevedere una modifica della Commissione preposta alla valutazione preliminare.



PRESIDENTE

Sintetizzando l'intervento del Consigliere Riba, quando sarà il momento, potremo procedere all'approvazione della deliberazione, tenendo conto delle caratteristiche professionali che devono essere richiamate per questo tipo di incarico.
La parola al Consigliere Mollo.
MOLLO Questa deliberazione per me è un pretesto, in quanto il mio intervento non verte proprio su tale questione. Ho notato che almeno dal 12 ottobre da quando ho assunto l'incarico in questo Consiglio, ci sono state alcune decadenze e alcune rinunce su Commissioni o altri enti. Se ci sono questi problemi (poiché il sistema di nomina è quello adottato sin dal 1990 quando è stato eletto questo Consiglio), è innegabile che risente della lotizzazione, della spartizione dell'epoca e, al di là del meccanismo allora vigente e che veniva accettato un po' da tutti, credo ci siano molti di questi casi di incompatibilità, di incompetenze con le incongruenze illustrate prima dal collega Riba. Invito quindi il Presidente del Consiglio o chi per esso a fare una revisione di tutti coloro che sono stati nominati nel 1990, perché ritengo che molti di essi siano incompetenti ed incompatibili.



PRESIDENTE

E' un po' difficile in questo momento procedere a questo tipo di esame.
RIBA Infatti: è un raro caso di autoconsiderazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino, che interviene in qualità di Consigliere.
VETRINO Credo che sia il caso di fare un'affermazione: non è possibile mettere adesso in contestazione una Commissione Nomine, nominata ai sensi della legge n. 10 attraverso la quale nel 1990 cercammo di normare e di evitare proprio quei casi di lottizzazione selvaggia che il Consigliere Mollo ha voluto presentare in questo momento, probabilmente, non conoscendo bene il travaglio di questo Consiglio all'epoca per definire la legge sulle nomine.



(Commenti del Consigliere Mollo)



PRESIDENTE

Consigliere Mollo, lasciamo parlare l'Assessore Vetrino.
VETRINO Credo che la Commissione abbia fatto il suo lavoro sulla base di criteri molto precisi, stabiliti da una legge voluta da questo Consiglio.
Quindi, ritengo che la segnalazione è la nomina! Questo lo fanno i partiti: chi lo deve fare a questo punto? In questo senso rigetto completamente le affermazioni del Consigliere Mollo e prego, anzi, la Presidenza del Consiglio di difendere l'operato della Commissione Nomine che, effettivamente, credo abbia agito nel solco di una legge che dava criteri molto precisi che tendevano ad eliminare questa partitocrazia. Noi siamo rappresentanti di Gruppi consiliari pertanto abbiamo il diritto di presentare delle candidature; spetta poi alla Commissione Nomine individuare se ci sono o no le caratteristiche e le competenze. A questo punto ognuno faccia il suo dovere! Io difendo l'operato della Commissione Nomine della quale non ho fatto parte, per le ragioni che voi sapete; adesso ne faccio parte in quanto Capogruppo di questo Consiglio e credo che, veramente, vada affermata la competenza e lo sforzo esercitato dalla Commissione Nomine per arrivare, a volte, di fronte a candidature - su questo forse ha ragione il Consigliere Mollo - non perfette, scegliendo tuttavia quelle che potevano essere le più idonee e le più opportune.
Siamo in presenza di una legge che ha previsto l'autocandidatura pratica non ancora consueta nell'ambito di questa Regione, perché certe rivoluzioni, certi cambiamenti hanno bisogno di tempo per essere compresi dalla comunità e dalla collettività; di conseguenza, ritengo che questa legge del Consiglio regionale del Piemonte e l'autonomia dei Gruppi vadano difesi. Quindi rigetto completamente - ci tengo a dirlo - le affermazioni di partitocrazia avanzate su questo specifico caso; poi, per carità, la partitocrazia in questo Paese è stata imperante, ma intendo difendere in questo momento l'operato del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Ho l'impressione che una presa di posizione su questa materia complessa ed estemporanea, sia in senso favorevole sia in senso problematico, sia da prendere con molta misura. La Commissione Nomine aveva un ruolo che era di mera verifica formale in momenti in cui esistevano soggetti preposti a filtrare i rapporti di forza e le valutazioni della rappresentatività che i nominati devono avere, perché se una nomina è affidata alle istituzioni l'elemento della competenza non può essere slegato dall'elemento della rappresentatività. Per rappresentatività si intende la capacità di rappresentare interessi e non soltanto tecniche, perché la politica è la gestione degli interessi, non è la gestione delle tecniche.
Mi pare quindi che questa vicenda debba essere governata con molta misura, immaginando che se l'evoluzione istituzionale è quella alla quale siamo di fronte, e cioè il superamento di tutti i filtri - in positivo e in negativo - che erano presenti nella politica, forse ciò significherà dover prendere atto che la Commissione Nomine oltre che per i titoli formali debba anche farsi carico dei titoli sostanziali quali la rappresentatività in quanto non ci sono altri soggetti in grado di assicurarla o pretenderla.
Ma questo, probabilmente, richiede un'attenta modifica della legge sulle nomine nel suo complesso e del modo d'essere della Commissione Nomine altrimenti, in questa situazione, qualche volta ci verrà rimproverato il fatto che facciamo passare la rappresentatività e qualche volta di non far passare in modo adeguato la capacità.
E' una questione rispetto alla quale bisogna, a mio modo di vedere atteggiarsi con prudenza, ma che, sicuramente, dovremo affrontare nell'arco di questa legislatura per chi verrà dopo di noi, cercando di rispondere all'esigenza di conciliare, soprattutto sull'onda di alcune questioni un po' radicali, la capacità e la rappresentatività; forse, noi siamo un po' troppo orientati verso la rappresentatività, ma ho l'impressione che gli altri siano un po' troppo orientati verso la capacità. Bisogna trovare una giusta mediazione per il futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Ho perso le battute iniziali di questa piccola discussione, ma poich conosco la questione della Commissione cave e torbiere - ed io a questa mi riferisco, anche se alcuni elementi di questa breve riflessione sono generali - qualche parola vorrei dirla. Per quel che mi risulta, il signor Sciandra si è dimesso in quanto la sua nomina era stata fatta in una situazione di funzionamento precario sia della Commissione sia delle strutture, in questo caso del Consiglio, che si occupavano di vedere la coerenza fra le competenze e le richieste che la legge richiedeva. Però il problema di fondo è che dietro a questa piccola questione c'è stato un gravissimo episodio, che ha riguardato la Commissione cave e torbiere, su cui colgo l'occasione per fare qualche battuta. Alcuni componenti della Commissione Nomine sono a conoscenza di una parte di queste questioni, così come credo ne sia perfettamente a conoscenza l'Assessore competente.
Quello che c'è stato di grave al riguardo della Commissione cave e torbiere è che all'incirca due anni fa quest'aula rinnovava i membri della Commissione cave e torbiere, quelli naturalmente di sua competenza.
Dopodiché per ragioni che a tutt'oggi nessuno ci ha spiegato, e rispetto alle quali sono state presentate dal sottoscritto almeno una o due interrogazioni, ma credo di ricordare anche da parte di esponenti del PDS i nuovi membri della Commissione cave e torbiere per un anno, dal momento in cui erano stati nominati dal Consiglio, non hanno sostituito i vecchi membri della Commissione.
In altre parole, la Commissione cave e torbiere per circa un anno ha funzionato con i vecchi membri anche se questo Consiglio regionale li aveva sostituiti con dei nuovi.
Ritengo che tutto ciò non sia avvenuto casualmente; la vecchia Commissione cave e torbiere, con dei membri che non erano più legalmente titolati, ha svolto una grande mole di lavoro, facendo passare in questa Commissione decine e decine, ma anche forse centinaia di progetti di nuove cave o di ampliamenti di cave, e su questa questione è rimasto in sospeso anche attraverso un confronto fatto con il Presidente della Commissione Nomine che in realtà direttamente non ha competenza, il fatto che potenzialmente un qualunque cittadino di questa Regione che, nel corso del 1992, sia stato in qualche modo svantaggiato da uno dei pareri espressi dalla Commissione cave e torbiere potrebbe fare un ricorso. E ritengo che quel parere o l'insieme dei pareri che per un anno quella Commissione ha espresso dovrebbero essere dichiarati non legittimi.
Ho posto, nelle sedi che mi sembravano opportune, questa questione per lungo tempo, e dopo all'incirca un anno i nuovi membri, fra i quali anche il signor Sciandra, sono stati inseriti, e dal gennaio 1993, con un anno di ritardo, la nuova Commissione cave e torbiere si è messa a funzionare.
Peraltro devo dire, per quanto a mia conoscenza, con persone nuove e progressivamente con un metodo nuovo, che la Commissione ha cominciato a svolgere un po' più approfonditamente quel ruolo di espressione di pareri tecnici che un organismo del genere dovrebbe dare; ruolo e parere che non possono essere espressi da una Commissione, se questa, in una riunione ogni 15 giorni una volta al mese, in tre o quattro ore, fa passare decine e decine di pareri.
Faccio questo esempio e non mi dilungo più di tanto, anche se personalmente ritengo la cosa grave, perlomeno grave in termini di coerente funzionamento di una struttura in qualche modo legata all'istituzione regionale. Ho dovuto accennare a questa questione, perché mi sembra che da questo punto di vista sia un segnale di un cattivo funzionamento di organi che, come noi sappiamo, in realtà esprimono pareri sul piano tecnico, ma di fatto sono gli organi attraverso i quali la Giunta regionale prende le proprie decisioni, perché è evidente - e io ne sono per primo consapevole che in una riunione di Giunta dove sono all'ordine del giorno decine o centinaia di questioni è difficile che lo stesso Assessore competente possa entrare nel merito di cinquanta pareri che arrivano su cinquanta progetti di cave.
Credo che questo sia un piccolo episodio per sottolineare che la Giunta regionale, che è nata in questo Consiglio nel 1990, su molte questioni vitali (o perlomeno su molte questioni che ritengo importanti e che riguardano il territorio del Piemonte, oltre che un generale meccanismo di trasparenza del funzionamento della Regione) in questi anni ha funzionato malissimo, e soprattutto ha fatto funzionare malissimo le proprie strutture, nel senso che non tutti noi riteniamo che si possa continuare a fare politica usando strumenti che stanno fuori dall'istituzione regionale.
Però il modo di gestire queste strutture è una questione che ritengo andrebbe corretta, perché rende i Consiglieri e l'intero Consiglio impotenti a svolgere un loro ruolo all'interno della comune forma di confronto e scontro politico dentro al Consiglio; si è quindi costretti a ricercare strumenti esterni al Consiglio per far valere i diritti, che poi sono diritti dei cittadini piemontesi, che da questo cattivo funzionamento dell'istituzione regionale pagano molto spesso conseguenze dirette per loro o per il territorio su cui vivono.
Mi rendo conto che non è direttamente questo il terreno della discussione, ma ne ho approfittato e sarei molto contento se avessi qualche replica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mollo per dichiarazione di voto.
MOLLO Volevo solamente aggiungere che quando sono intervenuto, non ho proposto di modificare le leggi. Ho detto solo che bisognerebbe fare una revisione di tutte le nomine a suo tempo effettuate, perché possono verificarsi casi come quello di cui discutiamo ed altri di incompetenza.
Per quanto riguarda poi l'accorata difesa della collega Vetrino, in effetti non mi preoccupa più di tanto, perché ho avuto modo di conoscere il rigore spartitorio del Partito repubblicano che all'esterno affermava certe cose, mentre all'interno partecipava vigorosamente all'affermazione del suo potere contrattuale nel pentapartito.



PRESIDENTE

Vorrei richiamare l'attenzione del Consiglio su questa questione e sull'atteggiamento di carattere generale.
L'intervento del Consigliere Mollo ha certamente posto una questione su tutta la normativa legata alle nomine e mi sembra che i due interventi che hanno fatto da un lato la Consigliera Vetrino, dall'altro il Consigliere Marchini, diano entrambi un tipo di risposta rispetto a una delle tante sfaccettature di questo problema. Quando la legge è stata fatta, certamente aveva lo spirito che è stato richiamato dalla Consigliera, Assessore Vetrino, cioè la volontà di rispondere nella maniera più corretta possibile ad un compito sempre complesso che è quello di procedere a delle nomine da parte del Consiglio.
Devo dire che la Commissione Nomine, per l'esperienza che ho avuto in questi quasi quattro anni, ha lavorato con grande attenzione e con grande approfondimento, quindi io condivido assolutamente lo spirito dell'intervento della collega Vetrino. Va peraltro affermato quanto ha ricordato il Consigliere Marchini, cioè che siamo in presenza di una legge che è nata in un particolare contesto politico, che ora è profondamente mutato.
Pertanto ci sono degli aspetti di invecchiamento di questa normativa e non a caso la Commissione Nomine più volte ha parlato anche dell'esigenza di rivedere questa procedura che, proprio perché rispondente ad un determinato periodo e ad esigenze di approfondimento, è una procedura molto complessa. Non è a caso quindi che come Ufficio di Presidenza abbiamo chiesto anche ai nostri tecnici, che seguono in particolare la Commissione di pervenire alla formulazione di una nuova proposta di legge sulle nomine.
Abbiamo in questo momento un testo che stiamo esaminando come Ufficio di Presidenza e che daremo ai Gruppi come contributo per l'elaborazione, come richiamava il Consigliere Marchini prima, di una nuova legge che in qualche modo sia più aderente ai tempi e anche a quella esigenza che sempre di più noi avvertiamo da parte della società civile di autocandidature che stanno diventando sempre più numerose. Pertanto, la questione è molto complessa.
Devo altresì dire che nel rispetto del lavoro che noi facciamo cerchiamo sempre di tenere fuori da quest'aula i toni aspri della discussione che attengono di più al dibattito tra partiti che noi, per la verità, cerchiamo di tenere fuori dalla porta. Questa è una considerazione che io mi permetto di fare per tutti.
Altra questione, invece, è quella che è stata rappresentata nell'intervento del Consigliere Marino che attiene invece al funzionamento di quella Commissione specifica e credo che su questo voglia intervenire l'Assessore competente, Garino. Ne ha facoltà.
GARINO, Assessore regionale Concordo con il giudizio positivo del lavoro della nuova Commissione che il Consigliere Marino ha espresso prima.
Per quanto riguarda le decine e decine di pareri che vengono espressi in mezza giornata devo dire anche, per la verità, che alcuni di questi pareri sono assolutamente negativi e richiedono appena un minuto di analisi, semplicemente perché la Commissione prende atto in molti casi che non vi è autorizzazione ai sensi della legge n. 45 oppure manca l'autorizzazione ai sensi della legge n. 431.
Ecco perché, Consigliere Marino, è possibile trovare un ordine del giorno molto fitto, ma quello che io ho firmato questa mattina per la prossima volta ha una serie molto lunga di queste cose.
MARINO Io mi riferivo alla vecchia Commissione.
GARINO, Assessore regionale Anche per la vecchia era così.
MARINO No, era molto diverso.
GARINO, Assessore regionale Per quanto riguarda il ritardo di un anno nel decreto del Presidente della costituzione della Commissione è un problema che riguarda il Consiglio e non la Giunta. Spiego: mi pare di ricordare, ma sarò più preciso la prossima volta o con una nota se il Consigliere Marino crede di volerla ottenere, che il Consiglio aveva provveduto a costituire la Commissione, ma alcuni di questi eletti non avevano mai fatto pervenire la documentazione che la Commissione Nomine richiede, in particolare l'accettazione, oltre probabilmente ad altri documenti. Ripeto che potr essere più preciso, ma su questo mi pare di essere certo. Per cui per un bel periodo di tempo fu il sottoscritto insieme al Presidente a sollecitare la Commissione Nomine ad avere tutta la documentazione, quindi la trasmissione dei nominativi per il relativo decreto. Cosa che non avvenne fino a quando, se non vado errato, ci ponemmo noi come Giunta il problema giuridico se era possibile costituire una Commissione non completa, quindi soltanto di coloro che avevano dato la loro accettazione e prodotto i relativi documenti, e mi pare che così fu. Quindi il ritardo non dipende affatto dalla Giunta regionale, ma da questi adempimenti della Commissione Nomine. Io pregherei il Presidente del Consiglio di verificare attraverso la Commissione Nomine come andarono le cose.



PRESIDENTE

Da quanto mi dice la dott.ssa Rovero, mi sembra che le cose non siano andate esattamente come dice l'Assessore Garino, almeno per la nostra parte, nel senso che è vero che è necessaria l'accettazione - questo è indubbio - ma poiché il Consiglio per molto tempo non ha potuto deliberare in materia, non è stato possibile prendere atto, per esempio come stiamo facendo adesso, della decadenza da parte di questo Consigliere che non ha accettato proprio perché sapeva di non avere i requisiti.
Nel merito di altre questioni lo accerterò perché in questo momento non è presente il Consigliere Montabone che è Presidente della Commissione Nomine e che su questa questione ritengo potrà fare il punto della situazione.
Credo che in questo senso si debba procedere.
GARINO, Assessore regionale Presidente, se lei è d'accordo, io farò avere una nota per quanto è agli atti dell'Assessorato sia a lei, naturalmente, che al Consigliere Marino sulla questione.



PRESIDENTE

Ha chiesto nuovamente la parola il Consigliere Marino; ne ha facoltà.
MARINO Desidero fare una piccola replica. Io non volevo più di tanto entrare nella questione, però se l'Assessore la mette in questi termini, noi la questione l'approfondiamo. Allora, prima di tutto lei dovrebbe sapere che mentre la vecchia Commissione cave e torbiere si riuniva, se non ricordo male, una volta al mese, la nuova Commissione, dopo una prima fase di avviamento, proprio perché il modo di lavorare è diventato lievemente diverso, si riunisce, se non sbaglio, addirittura a volte settimanalmente.
C'è quindi una notevole differenza tra la quantità di pareri che esprime la nuova Commissione rispetto alla vecchia. Certo, anche la nuova Commissione esprime a volte molti pareri negativi, si potrebbe fare una statistica fra il vecchio e il nuovo e sarebbe molto interessante perché io in qualche modo la conosco, ma si riunisce comunque, grosso modo (adesso non ho qui la documentazione), da tre a quattro volte più di quanto si riuniva la precedente. Questa è la prima questione.
La seconda questione è che questa Commissione, come del resto altre oltre ad avere ovviamente un Assessore a cui fare riferimento, ha anche una responsabilità di struttura a cui far riferimento (in base alla legge n.
69/78 è chiaro come è formata la struttura). Ebbene, chi gestisce quella struttura è sicuramente al corrente che i membri con i quali si riunisce una volta al mese per far passare in qualche ora decine e decine di pareri sono stati sostituiti da un anno e se fosse formalmente vero quello che dice lei, cioè che i nuovi membri non sono stati sostituiti perché non avevano formalmente consegnato l'accettazione della nomina, a mio parere chi gestisce quella struttura aveva il dovere, dopo un anno, di rendersi conto che stava lavorando con dei membri vecchi e doveva quindi sollecitare il Consiglio, la struttura competente! In secondo luogo, a me sembra che ci sia stata comunque un'abbondante informativa su tale questione, di cui tutti erano a conoscenza fin da due mesi dopo il momento in cui i membri nominati in Consiglio erano stati sostituiti. Quindi pregherei l'Assessore di documentarsi meglio. E' utile fare questa discussione. Sicuramente ci sono anche delle carenze che riguardano il Consiglio, non so se da parte della Commissione Nomine o dell'Ufficio di Presidenza. A parte che nella legge sulle nomine, la dott.sa Rovero lo sa bene, non ricordo se dopo trenta giorni o quanto, se non viene mandata l'accettazione di nomina, la nomina deve essere fatta decadere. Non ricordo entro quali termini. Da questo punto di vista c'è anche una carenza di Consiglio o di Commissione Nomine o di Ufficio di Presidenza, nel senso che oltre a fare delle nomine ci si deve poi preoccupare di qual è il destino degli eventuali nominati. Si aprono dei contenziosi non da poco, lo risottolineo. Se un cittadino piemontese oggi potesse dimostrare che è stato colpito da un parere di quella Commissione c'è la potenzialità per far decadere tutti i pareri espressi da quella Commissione nel corso di undici mesi. Sono disponibile ad un eventuale nuovo approfondimento di questa questione.



PRESIDENTE

La questione delle nomine inerenti a "Cave e torbiere" è all'o.d.g.
della prossima Commissione Nomine, che per la prima volta, per la verità presiederò io in quanto non c'è il Presidente che ha la delega, il Vicepresidente del Consiglio Montabone. Pertanto, essendo una questione già all'o.d.g. faremo il punto della situazione tra Giunta, Consiglio e componenti della Commissione e riferiremo all'aula.
Come vedete, il problema era già a conoscenza di tutti, perché c'è una mia lettera che pone questo punto all'o.d.g. della Commissione Nomine.
Convocheremo la Commissione Nomine all'inizio della prossima seduta del Consiglio, verso le 9,30.
Per quello che riguarda la verifica delle capacità cui faceva riferimento il Consigliere Mollo, è una questione complessa, perché ci vogliono dei criteri in base ai quali fare verifiche di questo tipo.
Pertanto credo che tutta la materia debba essere oggetto, come ricordavo prima e come ha ricordato prima nel suo intervento anche il Consigliere Marchini, di una nuova normativa.
Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Occorre rinviare alla prossima seduta il punto 11) all'o.d.g., così come il punto 29).
L'ordine del giorno n. 645, di cui al punto 30) all'o.d.g., viene ritirato dal proponente, Consigliere Vaglio.
Per oggi possiamo soprassedere alle comunicazioni sul Difensore Civico.
Nella prossima seduta dei Capigruppo farò delle proposte in merito alla nomina del Difensore Civico.
Nel contempo è arrivata una delegazione di lavoratori della FIAT Avio che chiede di essere ricevuta dai Capigruppo. Proporrei di riceverlitra mezz'ora, perché dovremmo concludere rapidamente i lavori del Consiglio.
Anche il punto 22) all'o.d.g. è rinviato ad altra seduta, così come i punti 23) e 24).


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame progetto di legge n. 309: "Subdelega alle Province delle funzioni amministrative relative alle utilizzazioni delle acque pubbliche"


PRESIDENTE

Torniamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 309.
Ricordo che in Commissione questo provvedimento era stato approvato a maggioranza.
Relatore è il Consigliere Rossa, che ha facoltà di intervenire.
ROSSA, relatore Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "La subdelega alle Province delle funzioni amministrative relative all'utilizzazione delle acque pubbliche, oggetto del testo del provvedimento oggi in esame, si inquadra nel più vasto disegno di attuazione della riforma delle autonomie locali prevista dalla legge n.
142/90.
In tale legislazione di riforma le competenze provinciali in materia di risorse idriche trovano un ampio riconoscimento, sia in relazione alle funzioni di tutela e valorizzazione, sia in particolare per quanto concerne la disciplina degli scarichi.
Competenze autorizzative e di controllo degli scarichi industriali sono state conferite alle Province dai provvedimenti di recepimento della normativa CEE (decreti legislativi n. 132 e n. 133/92) e la Regione, ai sensi dell'art. 3 della legge n. 142/90, si sta accingendo ad emanare gli atti necessari per la completa attuazione dell'art. 14 della predetta legge che porterà ad accentrare prevalentemente nell'Ente Provincia le funzioni amministrative relative agli scarichi indrici.
L'attività di programmazione regionale in materia di risorse idriche è quindi, volta alla realizzazione di una gestione unitaria della risorsa al fine del raggiungimento di obiettivi di qualità ed in questa prospettiva non può prevedersi una disciplina degli scarichi esercitata in modo disgiunto da quella dei prelievi.
Il ruolo strategico che la risorsa acqua riveste per lo sviluppo della società civile, la consapevolezza della limitatezza e degradabilità di tale risorsa, nonché la complessità delle interrelazioni tra le operazioni di prelievo e i fenomeni di inquinamento, comportano che la regolamentazione degli usi dell'acqua di carattere pubblico si inserisca in una visione globale di governo del patrimonio idrico.
Tra le funzioni che la legge n. 142/90 individua di spettanza provinciale non risultano contemplate quelle relative all'utilizzazione delle acque pubbliche sicché, al fine di ampliare e completare il decentramento amministrativo in materia di risorse idriche, è stato scelto lo strumento della subdelega.
Le funzioni oggetto del presente disegno di legge, già delegate dallo Stato alle Regioni con il DPR n. 8/72 e successivamente ampliate dalle disposizioni dell'art. 90 del DPR n. 616/77, sono attualmente esercitate dall'Ente in una situazione di carenza di personale, soprattutto per quanto concerne i Servizi tecnici decentrati Opere Pubbliche e Difesa del suolo. A tali uffici, infatti, è demandata una rilevante attività istruttoria nelle procedure di rilascio di concessioni di piccole derivazioni di acque pubbliche, in quelle relative alle licenze di attingimento ed alle autorizzazioni per la ricerca, l'estrazione e l'utilizzazione delle acque sotterranee di cui al TU n. 1775/33.
Alla luce della rinnovata struttura organizzativa delle Autonomie Locali, con la quale si è voluto ridisegnare e potenziare il ruolo degli enti territoriali ed ancor prima, in attuazione del disegno costituzionale e delle facoltà riconosciute alle Regioni dall'art. 7 del DPR n. 616/77, la subdelega alle Province, di cui al disegno di legge, si ritiene costituisca valido strumento per la realizzazione di un effettivo decentramento amministrativo al fine di realizzare una gestione snella ed efficiente delle funzioni amministrative comportanti caratteristiche di prevalente operatività.
Sul disegno di legge presentato dalla Giunta regionale ed assegnato in sede referente alla II Commissione del Consiglio, sono state effettuate in data 4/3/1993 le consultazioni degli enti interessati e successivamente, in relazione alle osservazioni presentate, si è provveduto a redigere una nuova stesura del testo legislativo.
Accogliendo le osservazioni dell'URPP, le funzioni di vigilanza sono state inserite all'art. 2 quale specifico oggetto della subdelega ed è stato conseguentemente soppresso l'art. 5.
All'art. 2 è stato riformulato il comma secondo specificando che la Regione riserva a se stessa, in quanto ritenute di carattere unitario tutte le funzioni dell'art. 90 del DPR n. 616/77 che non sono espressamente subdelegate dal comma primo al fine di evitare possibili equivoci sulla determinazione, volta per volta, delle funzioni attinenti ad esigenze di carattere unitario.
In merito al trasferimento del personale alle Province, in data 10/6/1993 è stata effettuata un'audizione congiunta delle Commissioni I e II con le Organizzazioni sindacali, su richiesta delle stesse, a seguito della quale si è concordato che le questioni concernenti il trasferimento del personale regionale dovessero essere gestite dalla Giunta in fase di applicazione della legge, in accordo con le Organizzazioni sindacali.
Ulteriori modificazioni al testo del disegno di legge sono state apportate all'articolo relativo ai poteri sostitutivi ed alla revoca, riformulando il comma secondo dell'art. 6 al fine di creare un'effettiva progressione tra le fattispecie che possono comportare una revoca della subdelega.
Per quanto concerne la disposizione finanziaria è stato accolto il parere dell'Assessorato al bilancio e della I Commissione prevedendo, per il concorso nelle spese sostenute dalle Province, lo stanziamento di L.
2.500.000.000 su base annua e rimandando alle successive leggi di bilancio la quantificazione della spesa autorizzata.
In data 8/7/1993 la Commissione concordava di provvedere all'adeguamento del testo del disegno di legge con la delibera legislativa sulle acque sotterranee approvata il 6/7/1993 dal Consiglio regionale successivamente, a seguito dell'impugnazione governativa della predetta deliberazione, è stata accolta la proposta della Giunta di procedere all'approvazione del disegno di legge de quo indipendentemente dall'esito del contenzioso instaurato.
A seguito dell'emanazione nell'agosto scorso del decreto legislativo n.
275/93 'Riordino in materia di concessione di acque pubbliche', l'Assessore delegato ha presentato alla Commissione una relazione scritta nella quale veniva dato atto che le norme di cui al predetto provvedimento, attenendo alla disciplina dell'utilizzo della risorsa, nulla hanno innovato per quanto concerne il riparto delle competenze e che, pertanto, il disegno di legge avente ad oggetto la subdelega delle funzioni in materia, non risulta influenzato dalle nuove disposizioni legislative.
Con il presente provvedimento, approvato a maggioranza dalla II Commissione nella seduta del 23/9/1993 con le modifiche sopra specificate la Regione compie un ulteriore passo in avanti nell'organizzazione delle funzioni degli enti locali volta al raggiungimento di un'efficiente gestione delle competenze amministrative; per tali ragioni, si raccomanda un'approvazione sollecita da parte dell'aula consiliare".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Se mi è consentito, signor Presidente, questa legge va incontro alle esigenze che credo l'intero Consiglio regionale ha valutato come positive.
A tale proposito, cito come esempio i documenti stilati sia da parte del Consigliere Marengo che da parte del Consigliere Brizio al momento della presentazione delle due diverse composizioni di Giunta.
Il documento Marengo recitava: "In Piemonte occorre realizzare una vera e propria autoriforma della Regione, coerente con l'impegno per la riforma regionalista dello Stato e capace di anticiparne contenuti e tratti significativi. Ciò significa, in particolare, revisione generale della legislazione e della struttura regionale, finalizzata al massimo decentramento di funzioni amministrative, risorse e personale a Province Comuni, Comunità montane e Unioni di Comuni".
Il documento Brizio recitava: "E' necessario alleggerire la Regione dei compiti non strettamente essenziali che, anzi, ne rallentano l'azione e che diverranno sempre più ingombranti con il nuovo modello regionale. Quindi realizzando il disegno costituzionale anche della legge n. 142 si otterrà un governo più snello, concentrato sulla legislazione, sulla programmazione e sull'amministrazione di livello regionale"; ed ancora: "in particolare le Province dovranno essere investite di tali compiti".
La legge recepisce queste indicazioni, e quindi credo di poter dire essere unanime nella sostanza. Rimane un solo problema (ed ecco i tre emendamenti): il disegno di legge era stato presentato oltre un anno fa, la Commissione lo aveva valutato mesi fa; occorre cambiare le date di entrata in funzione. Tutti e tre gli emendamenti si riferiscono all'inizio di queste funzioni in capo alle Province.
All'art. 3, al posto di 1/9/1994, per avere il tempo di trasferire fondi, personale e materiale alle Province, occorre che la data sia 1/5/1995. Il secondo emendamento, all'art. 4, punto 4), anche qui al posto di 1/9/1994, scrivere 1/5/1995.
Per quanto riguarda l'art. 7, "Disposizioni finanziarie", in luogo dell'anno 1994, scrivere 1995.
Si tratta quindi di tre emendamenti assolutamente tecnici per permettere alla legge di entrare in vigore con un certo criterio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mollo; ne ha facoltà.
MOLLO Non ho nulla da dire sui tempi richiamati dall'Assessore, anche perch non ho seguito l'iter di questo disegno di legge; per quanto perfettamente d'accordo sullo spirito delle cose che l'Assessore Garino richiamava. Pongo però una domanda alla quale vorrei mi venisse data risposta.
Recentemente è stata approvata la legge cosiddetta Galli (credo sia stata pubblicata nei primi giorni di gennaio) che, come tutti sanno effettua un riordino complessivo nel campo delle acque; legge di enorme rilevanza, non solo per l'oggi ma anche per il futuro. Non voglio entrare adesso nella questione generale della legge Galli, rispetto alla quale mi riprometto in seguito di avanzare delle proposte, ma domando all'Assessore se questo disegno di legge è perfettamente allineato o allineabile con la legge nuova. Questa legge, infatti, era per certi versi anticipatrice della legge Galli, la quale prevede specifiche decisioni da parte della Regione (piani, ecc.). Mi domando, quindi, se questo disegno di legge, al di là di essere o meno anticipatore della legge Galli, oggi debba essere proposto esattamente nei termini in cui è stato proposto.
Ciò, ovviamente, rispettando tutto il lavoro fatto; ripeto, la domanda è puramente finalizzata a capire se questa legge si inserisce perfettamente o se non dobbiamo apportare successivamente delle modifiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bonino.
BONINO In sede di esame della II Commissione il nostro Gruppo aveva ovviamente approvato questo disegno di legge, perché rientra nello spirito del decentramento delle attività regionali. Già allora, però, avevo avuto qualche perplessità e le avevo sottoposte all'Assessore Garino.
Desideravo capire se, in effetti, il passaggio delle competenze e l'applicazione dell'art. 4 relativo al personale (il comma primo e in particolare il comma secondo, dove si dice che la Regione può altresì trasferire altro personale, se viene presentata richiesta in tal senso) era stato un argomento sottoposto all'attenzione delle Amministrazioni provinciali. Vorrei sapere se ha ricevuto il consenso delle Province stesse oppure se ci sono state - come a me pare - delle riserve, non tanto sulle deleghe che vengono trasferite, ma sulla possibilità di avere del personale sufficiente per svolgere questa funzione, che è di estrema importanza e di grossissima responsabilità. Chiedo quindi se l'Assessore Garino pu confermare che il personale che verrà trasferito sarà sufficiente o, se non sarà sufficiente, come è possibile, con le piante organiche bloccate delle Province, trovare la giusta possibilità di operare in questo senso.
Non entro nel merito della questione relativa alle disposizioni finanziarie, perché non ho fatto dei calcoli, per cui non so se la cifra di 2,5 miliardi di lire ripartite per tutte le Province sia un'entità equa o se derivi dal fatto che la Regione non ne ha di più. Un conto, infatti, è non erogarli perché non ci sono i soldi; un altro, invece, è riconoscere equa una cifra e poi ammettere che non si può sostenere fino in fondo aggravando quindi ancora di più le Province di questi oneri.
Fatte queste osservazioni, ovviamente siamo d'accordo sul trasferimento e su questa proposta di legge, ma vorremmo che l'Assessore ponesse particolare attenzione a questi argomenti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.
BRESSO Purtroppo, è passato tanto di quel tempo dal momento in cui abbiamo licenziato il provvedimento, che per tutti è assai difficile fare mente locale alla discussione avuta in allora.
Personalmente, mi limiterò ad un paio di osservazioni nonché ad una domanda all'Assessore Garino.
Intanto, concordo con quanto detto dal collega Bonino; probabilmente l'intera materia delle deleghe alle Province sta procedendo in maniera scoordinata.
Credo che tutti concordino sul fatto che queste deleghe debbano essere effettuate, manca però un coordinamento in materia da parte della Giunta nel suo insieme; conseguentemente, non è possibile, di volta in volta - il mio intervento intende essere, contemporaneamente, dichiarazione di voto di astensione sul provvedimento - almeno da parte del Consiglio, giudicare sull'adeguatezza del personale e dei fondi trasferiti e, in generale, sulla capacità delle Province di assumere l'insieme delle deleghe che, di volta in volta, andiamo a trasferir loro.
Siamo di fronte all'impossibilità di dare un giudizio pertinente sulla questione, salvo accordare totale fiducia alla Giunta sulla materia dicendo: "Va bene: siamo ideologicamente favorevoli al decentramento e alla delega...". Non siamo in grado di valutare se la partita delle deleghe sia realizzata in maniera coerente, con una tempistica che consenta alle Province di adempiere davvero ai loro nuovi compiti e, contemporaneamente fornendo loro personale e fondi.
Sarebbe opportuno che la Giunta, questa o quella che andrà a regime successivamente, in collaborazione con l'Ufficio di Presidenza, mettesse a punto un quadro della situazione delle attuali deleghe e di quelle che si intendono attribuire, in modo che si cominci a comprendere la partita nella sua interezza. Questo perché non riusciamo più a cogliere la situazione nel suo complesso.
Sulla materia specifica, in particolare per la partita acque sotterranee, pende la questione della legge su cui abbiamo un ricorso alla Corte Costituzionale. La domanda che annunciavo all'Assessore Garino è se l'assenza della legge - nostra - relativa all'utilizzazione delle acque sotterranee non crei qualche problema relativamente al provvedimento (al collega Mollo faccio notare che la legge Galli riguarda la riorganizzazione del sistema degli acquedotti e fognature e non le autorizzazioni al prelievo). Rispetto alla nostra legge, volevo capire se non si crea qualche problema nella realizzazione della delega contemporaneamente ad una situazione giuridica attualmente transitoria: abbiamo un testo approvato dal Consiglio, ma non dal Governo - e quindi sospeso.
Anche in questo caso, non siamo in grado, dal Consiglio, di capire bene l'intero impianto legislativo regionale in materia. Da una parte abbiamo una legge sospesa, in contestazione, dall'altra abbiamo questo trasferimento di delega, più la legislazione ordinaria. A questo punto, se tutto funzionasse, non saremmo più in grado di capire, e non nutriamo così tanta fiducia nemmeno nell'esatta comprensione da parte della Giunta: abbiamo verificato, in varie occasioni, che del combinato disposto dall'evoluzione della legislazione regionale e statale, alla fin fine la stessa Giunta non capisce granché e, men che meno, gli utilizzatori.
Domanda: non c'è qualche problema connesso alla sospensione della legislazione sulle acque sotterranee? E, più in generale, in attesa che possa essere fatto nel suo complesso, sarebbe utile che da parte dell'Assessore si facesse un quadro dello stato delle deleghe almeno in materia ambientale, per capire cosa abbiamo trasferito, e, soprattutto cosa dobbiamo ancora trasferire.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, di tanto in tanto ci si ritrova, in termini qualche volta estemporanei, alla questione della delega. Registro con una qualche soddisfazione che quelli che sembravano ritardi da parte della Regione, erano sostanzialmente atti di prudenza e di realismo rispetto al velleitarismo del legislatore nazionale.
Legge n. 142: famigerata legge che noi abbiamo sponsorizzato.
Normalmente si sponsorizza coloro che fanno vincere, non coloro che fanno perdere; le Regioni, invece, sono arrivate a sponsorizzare la legge n. 142 legge che distrugge le Regioni.
A Dio piacendo, però, grazie al Cavaliere nero, la vicenda del sistema delle istituzioni nel nostro Paese è stata riaperta. Si riproporrà il problema di capire se ha senso che ci siano le Circoscrizioni, i Comuni, le Aree metropolitane, le Comunità montane, le Province, le Regioni, e magari le macroregioni e lo Stato.
A me sembra opportuno che non appena si sarà conosciuto il risultato elettorale, che sicuramente sul problema del regionalismo sarà significativo a prescindere dalle forze politiche che ne saranno privilegiate, il sistema delle Regioni dovrà su questo fare chiarezza.
La subdelega è un mostro, caro collega. E' un mostro! Ipotizzare che esista la subdelega è un mostro, in quanto non consente l'organizzazione razionale e finale del problema perché attiene a materia non propria, ma delegata. C'è quindi il rischio che quanto chiesto dal collega in modo corretto e puntuale, ovvero di sapere come la Regione si atteggerà con l'ente destinatario della subdelega, non può essere ragionamento conclusivo, esaustivo, definitivo, perché tutto è all'interno dell'incertezza dell'istituto della delega.
Immaginare che la subdelega sia completamente soddisfacente, almeno in termini razionali, della nostra domanda è concettualmente impossibile. Si dovrà quindi pervenire ad un sistema in cui si chiarisca che non ci saranno più materie delegate, perché ci saranno materie proprie della Regione. Se andremo ad un sistema per cui ci saranno funzioni residuali per lo Stato e proprie delle Regioni - a questo punto devo dirlo il problema di ricominciare a ragionare sul senso d'essere delle Province dovrà essere riproposto integralmente.
Voglio dire, colleghi: se noi siamo portatori di competenza propria, la nostra organizzazione sul territorio non può più essere decisa dallo Stato sulle stesse materie, visto che lo Stato non ha più competenze, quindi in materia delle acque dovranno essere le Regioni a stabilire il proprio modo d'essere sul territorio. A questo punto, la vecchia polemica tra le Province di costruzione napoleonica e le Regioni di costruzione risorgimentale e resistenziale (dipende dall'approccio che ognuno di noi dà) deve essere riproposta nella sua interezza e visto che lo Stato, con il Parlamento che andiamo ad insediare, porrà la questione istituzionale al centro e le riforme, io ho l'impressione che noi Piemonte, Regione nel senso pieno del termine e non ritagliata sulla carta geografica, ma perch c'è da sempre, abbiamo il preciso dovere di riporci questo problema altrimenti per gli anni a seguire ci ritroveremo episodicamente a valutare se il nostro rapporto con gli enti locali sia corretto o meno.
La collega Bresso giustamente ci poneva il problema di carattere generale; il collega cuneese ce lo poneva in termini più specifici. Ma se non si arriva radicalmente a ridefinire il rapporto Provincia-Regione nella sua ragione d'essere istituzionale e non di delega o subdelega, temo che passeremo ancora alcune legislature attraverso esperienze non entusiasmanti. I colleghi Consiglieri, infatti, mi potranno testimoniare che le esperienze di deleghe non sono poi quelle che ci immaginavamo, per una ragione semplicissima: che tutti noi siamo disponibili a delegare le cose che non sappiamo fare o che ci crea problemi fare, mentre la delega dovrebbe essere la materia che si delega, perché se ne è così padroni che si può anche immaginare che la faccia qualcun altro. I responsabili, per continuiamo ad essere noi, quindi dobbiamo avere una capacità di lettura di quello che fa il delegato, in questa specie addirittura subdelegato.
E' un'occasione per riproporre questo problema; mi pare che questo problema vada però riproposto dopo che l'esito elettorale ci avrà detto rispetto a che scenario di Stato andremo a collocarci. Sarebbe comunque bene che rispetto a questo le Regioni non fossero di nuovo, come nella legge n. 142, destinatarie della riforma, ma, per quanto possibile soggetti della riforma.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Debbo alcune risposte.
Al Consigliere Mollo posso assicurare che, per quanto riguarda la legge Galli, non esiste alcun contrasto con questo provvedimento, in quanto la legge Galli non prevede affatto una ripartizione di competenze che siano diverse da quelle precedenti; quindi non esiste alcun contrasto, ed è stato appunto verificato.
Il problema posto dal Consigliere Bonino è un vero problema indubbiamente; però debbo dire, collega Bonino, che allorquando si è parlato insieme alle Province, in più incontri, di trasferimento di personale, noi avevamo fatto un conto che, approssimativamente, potesse riguardare due persone per ogni Provincia, che era il minimo essenziale per poter andare avanti.
Personalmente sono assolutamente convinto che il personale sia insufficiente, soprattutto quello attuale della Regione, che, oltre ad avere questi compiti, ne ha anche altri come struttura centrale. Le Amministrazioni provinciali avevano con noi concordato che una dotazione di due persone immediatamente trasferibili insieme però con i 2,5 miliardi (anche questi concordati con le Amministrazioni provinciali) potessero essere sufficienti.
I veri problemi non nascono qui, collega Bonino. Finalmente abbiamo la fotografia delle domande di derivazione che sono state presentate prima allo Stato fino al 1972 - se non vado errato - e successivamente alle Regioni, ed è una situazione che definire disastrosa è assai poco, in quanto sono alcune migliaia di derivazioni; in particolare, per quelle più vecchie (vecchie anche di cinquanta, sessanta, settant'anni), dagli elementi cartacei trasferitici dallo Stato in un archivio polveroso abbiamo scoperto che esiste la domanda, ma non esiste poi la risposta da parte di alcuno e c'è anche la possibilità che siano state eseguite delle opere non autorizzate.
E' una materia importante e dovremmo seguire comunque quello che qui in questo Consiglio ho sempre sentito e che mi trova particolarmente consenziente: una linea di indirizzo che assegni alla Regione i compiti di indirizzo e di programmazione, al limite di ricerca dei finanziamenti, ed una linea gestionale invece che vada direttamente alle Province e ai Comuni.
La collega Bresso ha posto delle domande estremamente interessanti. E' vero: non spetterebbe a me, ma al Presidente, sarebbe assai utile un quadro generale delle deleghe che è possibile trasferire, o che si intendono trasferire, alle Province in tutti i settori e in tutte le materie.
Debbo dire però, collega Bresso, che, per quanto riguarda il settore acque, la nostra linea è stata molto coerente ed è inserita in un quadro organico, cito quello che è stato fatto e che dà la dimostrazione della linea che abbiamo seguito. Per intanto nella predisposizione del piano direttore delle acque, noi abbiamo (quindi anticipando la legge Galli di un anno) immediatamente detto che il coinvolgimento delle Province nella parte di programmazione deve essere assoluto. E' prevista quindi la Conferenza interprovinciale, che ha avuto anche qui l'assenso delle Amministrazioni provinciali che erano state all'uopo interessate.
Per quanto riguarda invece la competenza specifica delegata e passata alle Province, come ricorderete questo Consiglio regionale ha già approvato la legge n. 48/93 sugli scarichi, competenza che è quindi passata alle Province. Con questo provvedimento odierno noi completiamo il quadro che era stato immaginato unitariamente.
Manca una cosa, che è l'ultimo punto che giustamente la collega Bresso osservava. La nostra legge sulla tutela delle acque sotterranee, approvata da questo Consiglio, non è stata approvata dal Governo.
I problemi nella sostanza sono stati risolti perché la legge Galli all'art. 1, ha dichiarato la pubblicità di tutte le acque sotterranee che era la stessa precisa dizione che questo Consiglio regionale aveva approvato. In allora però si faceva riferimento al Testo Unico del 1933 e quindi il Governo ci disse di no, salvo che il Parlamento ci diede ragione e con la legge Galli approvò la stessa nostra dizione. Allora, le deleghe che noi oggi trasferiamo si riferiscono a tutta la parte amministrativa che si ferma al progetto di legge n. 309 ovviamente. Nel momento in cui, come tutti speriamo, la legge di tutela delle acque sotterranee verrà approvata dal Governo, noi avremo una parte residua per cui occorrerà una modifica in aggiunta naturalmente di questo e questo rimarrà l'unica cosa che noi dovremo fare, dopodiché fatto questo, avremo nel settore acque trasferito alle Province ciò che dobbiamo trasferire.
Rimane poi invece il problema della legge Galli sul piano della programmazione, cioè gli ambiti ottimali: quindi, all'interno dell'ambito ottimale, l'autorità di governo che deve, per legge, vedere coinvolti la Provincia e i Comuni. Il senatore Cutrera recentemente a Bologna diceva: "Anche solo, in qualche caso, la Provincia"; io non ritengo che sia corretto fare questo, ma la Provincia sarà certamente la parte integrante e preponderante, specialmente nelle zone periferiche, dell'autorità di governo degli ambiti ottimali.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 20 astensioni 16 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 21 voti contrari 4 astensioni 12 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il comma primo è sostituito dal seguente: "1. Le Province esercitano le funzioni amministrative subdelegate a partire dall'1/5/1995".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 21 astensioni 16 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il comma quarto è sostituito dal seguente: "4. Conseguentemente, dall'1/5/1995 sono soppresse le relative Unità operative organiche regionali 'Acque pubbliche' e sono ridotti gli organici dei Servizi periferici opere pubbliche e difesa del suolo di un numero di unità per qualifica corrispondente al numero di dipendenti trasferiti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 4 così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 21 astensioni 16 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 21 astensioni 16 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 21 astensioni 16 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 Emendamento presentato dalla Giunta regionale: l'art. 7 è sostituito dal seguente: "Art. 7 - Disposizioni finanziarie.
1. Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge, valutabili su base annua in L. 2 miliardi 500 milioni, si provvede, a partire dal 1995, in sede di predisposizione dei relativi bilanci di previsione".
La parola alla Consigliera Bresso.
BRESSO Questa è sempre una data, ma è un po' diversa. Non capisco come mai si parta... Noi l'approviamo, diamo la delega delle funzioni a partire dall'1/5/1994 e i soldi a partire dal 1995. Non mi pare corretto. Mi pare che anche in questo bilancio, pur per metà, glieli dovremmo dare.



PRESIDENTE

La data è 1995.
BRESSO E' vero, mi sono sbagliata.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 21 astensioni 16 L'art. 7 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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