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Dettaglio seduta n.265 del 10/02/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari dell'11, 18 e 25 maggio, 8, 22 e 29 giugno, 6, 13 e 27 luglio 1993. Verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Croso, Maggiorotti e Sartoris.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

b) Nomina Presidente e Vicepresidente del Gruppo Laburista - PSI alla Regione Piemonte


PRESIDENTE

Informo che in data 9/2/1994 il Gruppo Laburista - PSI alla Regione Piemonte mi ha comunicato che è stato nominato Presidente il Consigliere Marcello Garino e Vicepresidente il Consigliere Daniele Cantore.
Chiede di intervenire il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Vorrei un chiarimento su questa comunicazione. Mi consenta, il Gruppo Laburista si compone del Presidente e Vicepresidente da lei designato?



PRESIDENTE

Abbiamo dato comunicazioni intermedie sulla costituzione del Gruppo PSI. E' stato comunicato in una seduta precedente.



MAJORINO Gaetano

Quindi il Gruppo era diventato Laburista, tutto compatto...



PRESIDENTE

Poi si è costituito il Gruppo socialista, e dei restanti del Gruppo Laburista è stata comunicata oggi la designazione del Capogruppo.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 822: "Convalida del Consigliere regionale Francesco Mollo (art. 17 legge 17/2/1968, n. 108 e art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 822, in merito alla convalida del Consigliere regionale Francesco Mollo, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La convalida avviene tramite la votazione sulla scheda.
Chi è a favore della convalida del Consigliere Francesco Mollo deve scrivere "sì"; chi non è a favore deve ovviamente scrivere "no".
La Giunta delle Elezioni si è riunita a suo tempo per la convalida del Consigliere Mollo e ha condotto l'esame al fine della verifica di eventuali cause di ineleggibilità e incompatibilità del Consigliere regionale Francesco Mollo, ai sensi dell'art. 17 della legge n. 108/68 e dell'art. 16 del Regolamento consiliare. Pertanto, Presidente Majorino, non ci sono ostacoli e possiamo procedere alla votazione.
Si proceda alla distribuzione delle schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri schede bianche 7.
Il Consiglio approva.
Comunico che copia della deliberazione di convalida sarà depositata presso la Segreteria del Consiglio per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale, e sarà trascritta nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Presidente della Giunta Regionale

Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto per l'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta regionale (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame del punto 4) all'o.d.g.
In data 7 febbraio 1994 è stato depositato presso la Presidenza del Consiglio, ai sensi dell'art. 32 dello Statuto, un documento sottoscritto da 28 Consiglieri, nel quale si propongono al Consiglio regionale le linee politiche ed amministrative, il Presidente della Giunta regionale nella persona del Consigliere Marchini e l'intera lista degli Assessori nelle persone dei Consiglieri Bergoglio, Cantore, Cavallera, Ferraris, Garino Goglio, Leo e Vetrino.
Ha quindi la parola il Consigliere Marchini per l'illustrazione di tale proposta.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente del Consiglio e colleghi Consiglieri, nella seduta precedente - segno che, a mio modo di vedere, non è da trascurare - si è avviata la prassi altamente innovativa e significativa che fossero i candidati alla Presidenza della Giunta ad illustrare i documenti di programma; quindi ho l'onore di illustrare ai colleghi del Consiglio e alla Presidenza della nostra assemblea le ragioni di scenario politiche degli obiettivi e dei programmi del documento che accompagna la candidatura di chi vi parla e dei colleghi alla carica di Assessore.
Seppure in termini sintetici, richiesti dall'esigenza di dare, per quanto possibile, il massimo di produttività e di economicità ai nostri lavori, non si può non partire dallo scenario politico all'interno del quale si colloca questa proposta che, sicuramente, si caratterizzerà per alcuni elementi di assoluta novità e originalità. Certo, la crisi della Regione ha ragioni interne, endogene (le vicende giudiziarie), ma sicuramente ha anche cause esterne come la caduta della solidarietà, della coalizione del pentapartito e, soprattutto, il venir meno del collante che aveva tenuto insieme alcune forze politiche che nei tempi nuovi hanno l'esigenza di schierarsi - come si diceva nella guerra del Golfo rispetto a nuove strategie e nuovi obiettivi; in questo senso la Giunta Brizio ha segnato, in qualche misura, il culmine di questo percorso. E' stata la Giunta della coalizione di pentapartito e noi ringraziamo, a nome di tutti coloro che appoggiano questa proposta, il Presidente Brizio e i colleghi Assessori che hanno ritenuto di aver maturato il loro tempo politico, nel momento in cui si era realizzato uno scenario politico nuovo e profondamente diverso; questo è un elemento che è necessario ricordare per la comprensione della nostra proposta. Essa rappresentava un periodo in cui si immaginava che si dovessero costruire delle solidarietà tendenti a fronteggiare il pericolo dei nuovi barbari.
Ricordiamo che le dimissioni del Presidente Brizio sono state richieste come prova d'amore; prova d'amore che è stata data, forse tardi, nel momento in cui l'innamorato aveva già un piede sul vascello che stava partendo per le Americhe. Mi auguro che da questo atto d'amore non siano conseguiti atti irreversibili come, ad esempio, gravidanze. Non dobbiamo dimenticare questo punto: dimessosi il Presidente Brizio, in questo scenario politico, nella ricerca di una più ampia solidarietà tra le forze politiche "tradizionali" (le elezioni del 5 dicembre hanno completamente stravolto le strategie e le prospettive delle forze politiche presenti in questo Consiglio) contro i nuovi "Barbari", si è invece scoperto che c'era l'esigenza di una fortissima ricerca di identità, di contrapposizione e di dialettica, immaginando che i nuovi Barbari tali più non fossero o che comunque, se per caso lo fossero, non fossero invincibili. E' questo lo scenario con il quale ci dobbiamo misurare.
Contrapposizione che si è voluta gestire e sceneggiare anche in quest'aula. La contrapposizione delle due proposte - presentate rispettivamente dai colleghi Luciano Marengo e Gian Paolo Brizio - sono state l'esaltazione e la rappresentazione di questi tempi nuovi, che si volevano rendere espliciti anche nella nostra istituzione.
E' stato detto dal collega Ferrara - è arrivato in questo momento e lo ringrazio che era stata "esibizione di muscoli da avanspettacolo di periferia", ma io direi che è stato qualcosa di peggio. Quanto è avvenuto in quella sede, mi ricordava un film di Renoir, "All'Ovest niente di nuovo", dove ci passavano davanti agli occhi le immagini delle battaglie della Marna.



(Commenti del Consigliere Bosio)



PRESIDENTE

Ascoltiamo in silenzio, rispettando tutto quello che viene detto.
Grazie, Consigliere Bosio.



MARCHINI Sergio

Mi riferivo all'episodio della battaglia della Marna, dove, per battaglie di mera posizione per la difesa di qualche metro di territorio, i signori della guerra, ben protetti all'interno dei loro bunker, osservavano con i binocoli le divisioni e le armate che si macellavano sul territorio ne uscivano disastrati sia il territorio che le armate. Nel nostro caso, ne sono uscite sicuramente non disastrate, ma certamente non restaurate, le istituzioni e le forze politiche consiliari.
Di fronte a questo scenario, alle forze politiche che hanno partecipato alla redazione del documento - che è al vostro esame - è sembrato necessario realizzare un tempo di decantazione, che consentisse alle istituzioni di riprendere a funzionare e di affrontare, soprattutto, il tempo drammatico - quello elettorale in un clima diverso da quello che abbiamo vissuto. Un tempo di decantazione che, evidentemente, doveva avere come soggetto di governo un qualcosa di diverso da quello caratteristico che avevamo conosciuto fino ad allora; quindi queste forze politiche hanno ragionato molto su come si poteva realizzare un tempo di decantazione.
E' derivata la convinzione che si dovesse puntare ad un governo di servizio e, presa questa decisione, si è cercato di capire in che cosa si differenziava una Giunta di servizio; pertanto, si sono percorsi ed approfonditi i vari elementi che hanno permesso di identificare una Giunta di servizio, giungendo alla conclusione che, oggi, è sui vostri tavoli.
In primo luogo si è immaginato quanto qui è stato ripetuto da altri: che una Giunta di servizio dovesse essere la più ampiamente rappresentativa delle forze non protagoniste, attori non protagonisti, cioè quelli che prendono l'Oscar di serie B, ma ciò non è stato possibile, perché gli attori protagonisti, dall'una e dall'altra parte, non rinunciavano ad essere protagonisti; quindi, agli attori non protagonisti, cioè ai partiti intermedi, non è stato consentito di svolgere tutti insieme - intendo quelli dell'arco progressista e dell'arco moderato - una funzione di decantazione, perché le forze protagoniste hanno ritenuto, giustamente, di continuare a reggere in quest'aula il ruolo protagonista che hanno nello scenario politico e nella società civile.
Non bisogna dimenticare che gli attori non protagonisti hanno dovuto prendere atto che gli attori protagonisti volevano giocare il loro ruolo e preso atto di questo, si è ritenuto che, quanto meno, dovesse essere per una volta interprete principale, non un'espressione delle forze principali ma quella di una forza minore che ho l'onore di rappresentare in quest'aula da tanti anni.
Dopodiché si è proceduto nella ricerca di individuare quello che poteva essere l'elemento caratterizzante di una Giunta di servizio; si è ragionato sul programma, sulla struttura, sugli elementi di carattere temporale e si è ritenuto che nessuno di questi elementi, da solo, potesse identificare e definire una Giunta di servizio. Quindi, la Giunta di servizio nasce da un mix di caratteristiche che sono contenute nel nostro documento.
Questo mix di caratteristiche è rappresentato da una struttura - sulla quale torneremo alla fine del nostro ragionamento - ridotta circa del 30 rispetto a quella presente, costituita da punti di programma molto specifici e molto sintetici, dal metodo del continuo confronto e rapporto con il Consiglio regionale e, soprattutto, dall'individuazione di elementi di programma puntuali, precisi e definiti, perché non dobbiamo dimenticare la ragione prima del superamento necessario della stasi di gestione formale della nostra Regione, dico di gestione formale perché in termini sostanziali dobbiamo dare atto al Presidente Brizio e alla sua Giunta di saper governare e gestire con autorevolezza, sia pure nei momenti difficili e cruciali della nostra Regione. Ciò però non significa che la Regione non debba nei tempi più stretti possibili recuperare la sua centralità rispetto alla questione occupazionale, rispetto alla questione della società civile rispetto al confronto con il Parlamento, rispetto alle scadenze che abbiamo tutti di fronte a noi.
Il primo obiettivo che si pone la proposta che viene sottoposta al vostro esame è quello di rilanciare e riaprire il Consiglio regionale, che è la casa di tutti i cittadini, e ridare soprattutto voce ad un'istituzione in un concerto direi un po' stonato che stiamo ascoltando rispetto alla questione torinese, un concerto nel quale ascoltiamo molte voci caratterizzate, più che dalla razionalità e dalla ragionevolezza, da una supponenza da una parte e dall'arroganza dall'altra. Quindi riteniamo di ricordare che la questione Torino non è tanto una questione di gestione quanto una questione di programmazione; non è tanto una questione di tattica, quanto una questione di strategia, rispetto alle quali la Regione non può essere assente.
Si tratta quindi di riaprire il Consiglio regionale nel senso più pieno e anche formale del termine; mettere la Regione nelle condizioni di affrontare le questioni immediate; creare un tempo di decantazione al confronto politico in quest'aula, svuotandola di quelle tensioni che sono giunte anche a mettere a rischio dei rapporti di stima personale fra qualcuno di noi.
Questi sono gli obiettivi di scenario all'interno del quale ci poniamo.
Si dirà da qualche parte che il nostro documento è scarno per quanto attiene all'analisi dello scenario delle questioni economiche e strutturali all'interno delle quali si pone il nostro momento politico. Devo dire che io e gli altri proponenti ci riconosciamo totalmente in termini di analisi dei problemi nei due documenti proposti, dal collega Marengo e dal collega Brizio, che hanno sicuramente recuperato e messo a disposizione di tutti noi la complessità dei temi e delle difficoltà che abbiamo di fronte.
E' sembrato a noi di dover individuare alcuni elementi significativi ed importanti alla luce di un criterio di analisi, che è quello di rispondere alle tre emergenze: quella di natura occupazionale, quella di natura ambientale e quella di natura sanitaria. E io mi chiedo se rispondere ai temi dell'occupazione non sia in primo luogo dover adeguare e adottare nei tempi più celeri i provvedimenti dei Regolamenti CEE, se non significhi dover realizzare e definire l'accordo di programma; se rispondere all'emergenza ambientale non significhi per esempio avviare nei tempi più stretti possibile il piano triennale sull'ambiente; se sul piano sanitario non significhi rispettare gli adempimenti che il sistema nazionale ci richiede.
Si tratta quindi, colleghi Consiglieri, di una situazione politica complessa nella quale l'impegno viene assunto in assoluta modestia, in spirito di servizio, ma che è anche ambizione di servire le istituzioni. Io prego i colleghi del Consiglio regionale di considerare la nostra proposta segnata da questo tipo di approccio. Abbiamo ritenuto di dover segnare fortemente la nostra proposta nella sua conclusione introduttiva con la consapevolezza che il tempo di questa Giunta è politicamente definito: non è in termini formali riconducibile ad una data, sia araba o romana, ma è sicuramente temporalmente definito. Noi siamo infatti convinti che il prossimo confronto elettorale non sarà tanto un bagno sacrificale dal quale emergeranno chissà quali novità, ma sicuramente sarà un momento dal quale si cominceranno ad individuare strategie, rapporti diversi, chissà, delle alleanze diverse e degli scenari diversi.
Io per esempio non escludo che quella solidarietà che era sembrata doversi costruire sul finire del 1993 nei confronti dei nuovi "Barbari" che poi si sono rivelati meno burberi di quanto non siano, magari non si renda opportuna, utile e necessaria nei confronti per esempio dei "visitors" (non so come definire diversamente questi "clonati" che anzich lo spadone innalzano l'antenna parabolica). Certo, da liberale e da democratico di antica cultura, dico che sono fenomeni che vanno guardati con attenzione e per certi versi con preoccupazione; rinvio per questo all'analisi che faceva il dottor Zagrebelsky su "La Stampa" di ieri mattina, dove spiegava che la tripartizione dei poteri nello Stato moderno che sembra un prodotto dell'Illuminismo è invece un antico valore, tipico della società umana, in cui il potere politico, il potere della cultura e delle idee intendo dire, e il potere, cioè il governo di queste cose devono stare separati. Quando il governo delle risorse economiche, il governo delle idee e il governo delle istituzioni, tende a coincidere sicuramente si va ad un arretramento del livello della qualità istituzionale che ci siamo costruiti.
Colleghi Consiglieri, noi ci poniamo quindi in termini di servizio, ma nell'ambizione di servire le istituzioni, per il tempo breve che la forza delle cose e delle circostanze ci chiede di governare. Ci poniamo con una Giunta che ha elementi precisi e puntuali di programma e che ha come altro argomento quello di riaprire il gioco istituzionale ad una struttura quella della Giunta, rispetto alla quale - lo dico senza polemica chi si candida a governare deve esercitarsi - e devo dire che mi costa qualche fatica - ad immaginare di essere in una posizione non di estraneità, ma di terziarità rispetto al gioco consiliare. Devo però dire che la struttura della Giunta che si è definita in ultima proposta in numero di otto Assessori, è il compromesso tra due esigenze: quella di immagine forte di straordinarietà e di servizio di questa Giunta, e quella di efficienza minimale. Questo è il compromesso che abbiamo raggiunto.
Ricordo che l'esigenza del compromesso nasce ad esempio dal fatto che fanno capo alla Giunta, lo dico soprattutto per i nuovi Consiglieri, 60 settori che si articolano in 268 servizi. Queste due cifre vi possono far comprendere come non sia così semplice ricondurre a poche persone il governo di una macchina così pletorica, così complessa, probabilmente da rivedere nella sua completezza.
Rispetto poi agli argomenti di altra natura e di altro segno che possono portare ad interpretare questa Giunta di otto non sufficientemente ristretta rispetto a quella tipica di dodici, devo dire per informazione che all'interno dei Gruppi consiliari che fanno questa proposta la posizione più ferma in ordine al rispetto della soglia minima degli otto è stata tenuta da un partito che per la legge della non divisibilità del corpo umano non aveva nessun interesse a perseguire questo obiettivo perch sufficientemente una forza politica che ha un solo Consigliere non ha un interesse che non sia di carattere funzionale a far sì che il numero degli Assessori sia sei anziché otto oppure otto anziché sei.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, i Gruppi consiliari e i Consiglieri che hanno sottoscritto questo documento ritengono di avere operato in termini di serietà per offrire un'ipotesi di immediato rilancio dell'istituzione regionale. Che questa proposta sia adeguata e praticabile è lasciato alla sovranità certo, signori Consiglieri, ma soprattutto alla responsabilità del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signora Presidente del Consiglio, colleghi Consiglieri, anche questa volta bastano poche, ma sentite parole per quanto ci riguarda, per collocarci nel dibattito relativo alla proposta di questa Giunta. Scorrendo le prime righe del documento si legge che la compagine che si presenta oggi assume di avere il supporto dell'area cattolica, liberale, repubblicana riformista, laburista ed autonomista. E cos'altro? Il collega Zacchera mi diceva di non capire se si trattava di aree o di aria, se c'è un errore di stampa o meno, comunque, a parte questo, sta di fatto che a parole sembra che ci si trovi di fronte a questi tipi di aree politiche e sembra che ci si trovi di fronte ad un governo che chiede di essere eletto, sostenuto da aree forti. Leggendo però bene la proposta, la lista degli Assessori e leggendo i nomi dei colleghi Consiglieri che l'hanno sottoscritta, ci troviamo in realtà di fronte ad una proposta di Giunta di pentapartito sia pure in edizione riveduta, corretta e ristretta in una specie di edizione Bignami, quindi è un'edizione di pentapartito che non ha senso in quanto il pentapartito è stato ormai travolto. Del pentapartito è stata fatta giustizia sommaria non solo dalla volontà popolare quale si è espressa nelle elezioni comunali piemontesi di pochi mesi fa, ma anche dalla questione morale attraverso mandati di cattura ed avvisi di garanzia! Se poi si considera che è una Giunta che si autodefinisce a termine quasi ipotizzando un termine che coincide con quello delle prossime elezioni politiche, e ciò nonostante ha un programma quantomeno da 300 giorni, ecco che ci sono tutti gli elementi (come ho detto: poche ma sentite parole, perché ormai qui i dibattiti sulle dimissioni della Giunta sulle Giunte che si sarebbero potute formare e non si sono formate, ne sono già stati fatti tanti) che suggerirebbero di esprimere un voto pesantemente negativo.
Presumibilmente questo sarà l'atteggiamento del nostro voto. Ho detto presumibilmente perché, dico la verità, in me e nel collega Zacchera c'è stata qualche perplessità, fermo restando l'esattezza di quanto è stato detto, esattezza perché è incontestabile. Vi è stata qualche perplessità perché abbiamo ricordato che per esempio nel corso dell'incontro sulla questione FIAT con i sindacati, da alcuni autorevoli sindacalisti presenti è stato contestato alla Regione di non essere in grado di esprimere un governo e che solo un governo quale che sia avrebbe avuto e avrebbe l'autorità per trattare la questione FIAT. Ma non riduco tutto alla pure importante questione FIAT; ripeto che qualche perplessità l'abbiamo avuta soprattutto leggendo il documento, ma anche dopo aver sentito la dichiarazione del Presidente in pectore Marchini che questa è una Giunta di servizio, è una Giunta a termine che vuole fare poche cose nell'imminenza delle prossime scadenze, e sono noti i problemi, a cominciare da quello pesantissimo della sanità. Quindi, abbiamo avuto e abbiamo ancora in questo momento qualche perplessità sul nostro atteggiamento che scioglieremo ovviamente prima del voto perché ci sentiremmo quasi in dovere di esprimere un voto favorevole per dare un governo che cammini, naturalmente - questo va da sè - senza chiedere "nessunissima" contropartita e liberi, in sede di provvedimenti legislativi ed amministrativi, di comportarci come vogliamo.
Ci rendiamo conto che i nostri voti sono determinanti e vorremmo vedere se i nostri due voti saranno istituzionali o meno. Mi fermo qui, proseguirà l'intervento il collega Zacchera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Gentile Presidente, colleghi Consiglieri, da molti mesi noi qui continuiamo a girare in tondo. Noi sosteniamo che la cosa migliore sia sciogliere il Consiglio regionale. Voi volete a tutti i costi portare avanti l'ipotesi di fare una Giunta che ancora oggi si delinea come eventualmente una Giunta di minoranza. Noi riteniamo che a questo punto fermo restando la nostra preferenza per lo scioglimento del Consiglio regionale, sia giunto il momento di parlarsi chiaro per capire se le buone intenzioni del collega Marchini siano aria fritta, visto che si parla di tante aree, come diceva prima Majorino, oppure abbiano un contenuto più serio. Vi invito a leggere alle pagine 4 e 5 quelli che dovrebbero essere i punti all'interno delle coordinate strategiche di una Giunta di servizio.
Ohibò! Per cominciare, se le parole hanno un senso, chi è contro una Giunta di servizio, allora vorrebbe un disservizio! Questo per una logica. I cinque punti di altissimo livello sono: 1) rispettare le scadenze e gli obblighi previsti dalla legge.
Perché? Qualcuno potrebbe sostenere il non rispettare le scadenze e gli obblighi previsti dalla legge? 2) Affrontare le emergenze economiche ed ambientali più acute.
Scusate: ma qualcuno potrebbe non affrontare le emergenze economiche ed ambientali più acute? 3) Attivare le iniziative che consentano al Piemonte di acquisire risorse ed opportunità all'esterno del sistema regionale. Perché? Qualcuno potrebbe non voler avviare iniziative che consentano al Piemonte di acquisire delle risorse? 4) Rimettere in moto l'attività del Consiglio per quel che attiene ai provvedimenti giacenti. Scusate, ma qualcuno dovrebbe mandare in vacanza il Consiglio per tre anni o fino alle prossime elezioni senza rimettere in moto l'attività del Consiglio? 5) Caratterizzare l'utilizzo e le risorse disponibili orientandole verso le questioni attinenti l'occupazione, la competitività del sistema produttivo e la dotazione di infrastrutture. Scusate: ma qualcuno di voi potrebbe non utilizzare le risorse disponibili verso l'occupazione che è il primo problema di questa Regione, la competitività del sistema produttivo e la dotazione di infrastrutture? Allora, siccome questo programma che nelle intenzioni di chi lo ha scritto e lo ha redatto sicuramente è lastricato delle migliori intenzioni ma dice tutto perché nessuno qui dentro, dall'estrema sinistra all'estrema destra (ammesso che ci siano ancora), può essere contrario a queste cose tanto sono ovvie, vi dico: la politica, se vogliamo cambiare questo stato di cose all'interno del sistema regionale e all'interno del nostro Paese, è parlarsi chiaro. Faccio una domanda: i voti del Movimento Sociale Italiano poi confluito nel cartello di Alleanza Nazionale, sono graditi a questa Giunta in pectore oppure no? Noi vorremmo capirlo perché non chiediamo niente in cambio, non chiediamo portieri di sottogoverno. Visto che noi non abbiamo partecipato ad alcuna trattativa sottobanco, siccome noi non chiediamo assolutamente niente, né in termini di Assessorati, né in termini di posti, né in termini di Commissione, né in termini di Segreteria, né in termini di vice Commissione, noi vorremmo soltanto capire se gli estensori di questo documento gradirebbero il voto del nostro Gruppo consiliare oppure no. Perché se lo gradiscono mi fanno il favore di dirlo apertamente in quest'aula, dire che loro non hanno nulla in contrario e noi di conseguenza possiamo orientarci a rispondere in termini adeguati, se non lo gradiscono devono altrettanto farci il piacere di dirlo, di dire che queste sono parole fritte, che non hanno alcun significato, che servono soltanto a mettere insieme un'amministrazione minoritaria per andare alle prossime elezioni.
Tale atteggiamento è perfettamente lecito, normale, è in contrasto con quello che c'è scritto nel documento, ma non importa, tanto in questo documento c'è scritto tutto e il contrario di tutto.
Chiarezza significa che il Presidente in pectore deve dirci se gradisce o meno i nostri voti, noi vogliamo saperlo, dopodiché decideremmo in merito.
Ci sembra che se per la prima volta finalmente in quest'aula ci fosse un po' di chiarezza ne guadagneremmo tutti. Siamo abbastanza curiosi della risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

I motivi per i quali voterò contro questa Giunta sono molti, ma primo di tutto vorrei sottolineare un fatto grave avvenuto prima dell'inizio di questo dibattito e cioè la votazione riguardante il Consigliere Mollo. Si tratta di una votazione di ordine burocratico vissuta già in situazioni precedenti: il Consigliere Mollo è stato convalidato con 31 voti. Ci significa che si usano anche questi strumenti per cercare, attraverso i numeri, di convalidare ipotesi di maggioranze e di Giunte che non esistono rispetto alle quali qualunque strumento si può usare. Si tratta di una questione gravissima che va sottolineata perché è un ulteriore segnale, in questo Consiglio regionale, di degrado della battaglia politica.
Sulla proposta di nuova Giunta ho poche cose da dire: scorrendo l'elenco degli Assessori mi pare di comprendere che si tratta della precisa continuità della Giunta che ha governato questo Consiglio regionale dal giugno 1990 e che in seguito, non alle decisioni del Presidente Brizio, ma ad iniziative della Magistratura, ha dovuto aprire una crisi. Se da questo documento si tolgono i Consiglieri impediti e i Consiglieri che, come tutti sanno, sono potenziali candidati tra qualche giorno alle elezioni politiche, l'elenco degli Assessori è la continuità della situazione del 1990.
E' vero che c'è un'ipotesi di Presidente diverso, questo sicuramente avrà un qualche significato nella logica interna alle forze che esprimono questa maggioranza, ma il risultato è più o meno lo stesso.
Si rifiutano quindi tutte le soluzioni dignitose proposte anche nelle ultime settimane, negli ultimi giorni, compresa l'ipotesi della cosiddetta Giunta di garanzia. Non so se questa sia una Giunta di transizione, credo che sia il pezzo di una Giunta che probabilmente - se ci saranno le condizioni politiche dopo il 27 marzo aumenterà il numero dei suoi Assessori, rimettendo quella parte di esponenti della DC che dentro questi otto al momento non ci sono.
Non posso che concludere il mio intervento leggendo la sintetica valutazione su questa proposta emersa dalla riunione dei 24 membri della componente progressista di questo Consiglio regionale, perché mi sembra che in sei righe sinteticamente riassuma le cose che dicevo.
Questo piccolo comunicato recita: "I contenuti della proposta sono ritenuti dal polo progressista assolutamente lontani e pressoché antitetici rispetto alle esigenze di dare alla Regione un esecutivo capace per programmi, ispirazione politica e composizione, di corrispondere alle drammatiche urgenze della realtà piemontese, in particolare nei settori del lavoro, dell'ambiente, della sanità e dei servizi. In più la proposta 'Giunta Marchini', che si caratterizza come espressione politica di centro destra, appare, per competenze ed equilibrio, inferiore alla Giunta precedente".
Questo breve comunicato è stato scritto ieri dopo la riunione ed io lo condivido pienamente. Si aggiunge pertanto un ulteriore tassello al quale le varie parti politiche dovranno fornire una risposta. Se non ho capito male dagli interventi sia del Consigliere Majorino che del Consigliere Zacchera il Gruppo MSI, che fino ad oggi ha rifiutato, apparentemente, di fare parte di qualunque gioco per la costituzione di una nuova Giunta chiede oggi al Consigliere Marchini e alle forze che lo appoggiano l'interesse e la disponibilità a ricercare i voti. Credo non ci sia assolutamente nulla di stupefacente, conferma ancora di più l'ipotesi di una Giunta di centro-destra. Perché tutti sanno che, essendo al momento 28 i Consiglieri che sottoscrivono il documento, la Giunta non ha i numeri per costituirsi, quindi occorre che qualcuno degli altri 30 Consiglieri - a parte il Consigliere Ferrara di cui io non comprendo la posizione - voti a favore del documento Marchini.
Credo sia interessante, anche per comprendere le prospettive politiche di questa Regione, verificare da chi di questi 29 Consiglieri nascerà l'eventuale disponibilità a far passare questa Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Vorrei subito chiarire che a mio parere oggi non è la replica delle passate sedute, principalmente perché qualcosa di diverso è successo, se non altro un nuovo Presidente incaricato, Marchini, che oltre ad essere un amico è anche persona in cui ripongo molta stima.
A parte questa premessa, sul programma proposto abbiamo avuto all'interno del Gruppo, una discussione molto ampia: siamo stati a lungo combattuti tra la necessaria assunzione di responsabilità e un'obiettiva valutazione del quadro politico. Ebbene, la cosa che maggiormente ci portava a considerare in modo positivo la Giunta proposta dal Consigliere Marchini era l'innegabile necessità di far rapidamente fronte a scadenze sempre più prossime.
Abbiamo già parlato in modo più che diffuso e in molte occasioni di tutte le questioni inerenti la crisi occupazionale, la crisi economica ed i suoi conseguenti riflessi; a questi si vengono ad assommare scadenze legislative importantissime, quali l'applicazione entro giugno della legge Galli; la necessità di applicare rapidissimamente la legge nazionale sulla caccia, ed altre questioni sempre più impellenti. Solo ieri abbiamo avuto quel simpatico incontro sull'Alta Velocità, argomento che ci divide e ci pone su posizioni decisamente diverse.
Quindi, di fronte a tali scadenze la risposta della Lega, per l'assunzione di responsabilità di una forza che si va proponendo come forza di governo, avrebbe anche potuto essere positiva. Questo quanto venne detto all'"esploratore", al quale, però, venne anche detto che esisteva la necessità di fare chiarezza. Chiarezza che non è assolutamente emersa.
Anzi, devo dire che questo è l'esperimento più nebuloso che mi è capitato di vedere in quattro anni di vita regionale; talmente nebuloso che non se ne intravvedono i contorni.
In precedenza c'è stato il simpatico calembour del collega Zacchera tra area e aria; quella presente qui è un'aria pregna di umidità: la nebbia è talmente fitta che non si capisce chi vi consentirà di governare e quali condizioni porrà al vostro governo, anche in considerazione che sarà un governo a scadenza.
Collega Marchini, bisognava fare chiarezza, trattare con persone certe su posizioni certe: ciò non è avvenuto. Noi avevamo detto che esisteva la possibilità di chiudere questa legislatura in modo dignitoso per il Consiglio e per chi, con il proprio voto, lo ha espresso: una Giunta di tecnici, di uomini sganciati dai vecchi partiti, di uomini che nell'accettare posizioni di governo respingessero i collegamenti con le vecchie formazioni politiche che li espressero nel 1990. Questa ipotesi non è stata assolutamente accettata; evidentemente, gli interessi in gioco sono altri. A malincuore dobbiamo prendere atto della mancata volontà di addivenire ad una soluzione.
Detto questo, mi sembra evidente che volendo proporci come forza di nuovo governo del Paese, per portarlo ad una seconda Repubblica, non avremmo potuto accettare soluzioni che prescindessero da una preventiva disgregazione dei Gruppi attualmente presenti in Consiglio. Non credo di dire nulla di trascendentale; attraverso questa esperienza è passato il Gruppo socialista perché quindi non estendere questa salubre esperienza anche ad altri Gruppi? E' chiaro che per riaggregare, per polarizzare secondo le indicazioni che stanno venendo e che verranno ancora più fortemente dalle urne elettorali il prossimo 27 marzo è necessario, prima procedere ad una disgregazione del vecchio.
Personalmente, ritengo che questo Consiglio regionale abbia dato l'ultima dimostrazione di non essere in grado di scollegarsi da vecchie logiche. Pur essendo stato espresso solo quattro anni fa, si porta dietro tutte le esperienze negative di quarantacinque anni di sistema consociativo. Il pentapartito - qualcuno ha detto - è stato abbondantemente affossato nelle ultime tre consultazioni popolari: gli unici che non se ne sono accorti, evidentemente siedono in quest'aula.
Non posso condividere il tentativo, l'avventura, a cui si predispone Sergio Marchini; è l'ultimo - mi auguro - tentativo di dimostrare che il quadro politico configurato nel 1990 è ancora in grado di esprimere un qualcosa. Collega Sergio, il mio problema è questo: il tuo tentativo è troppo chiaramente mirato a fini elettorali; si vuole dimostrare che il cadavere non è del tutto freddo, per fini non giustificabili, e non sono giustificabili con il governo di questa Regione.
E' principalmente per questo motivo che non posso materialmente n approvare né tanto meno astenermi dal valutare questa tua avventura.
Preannuncio quindi, fin d'ora, un voto comunque e sempre negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Gentile Presidente, colleghe e colleghi, in questa vicenda c'è, a mio avviso, un solo personaggio al quale credo si possa riconoscere una sorta di ruolo tragico, e quindi la statura e la dignità di protagonista di una tragedia. Per proporsi di risolvere una crisi così difficile è anche necessario disporre di una certa grandezza di ruolo, per la propria storia per la propria esperienza.
Penso sia possibile immaginare, senza svirgolare i fatti o violare le intimità, la reazione del Presidente Brizio alla notizia, di un anno meno cinque giorni fa, dell'arresto di Eugenio Maccari: incredulità, sorpresa e insieme a questo dubbi - è mai possibile? - reminiscenze di rapporti richiami alla memoria: le accuse che erano state fatte a questo Assessore le difese che erano state prese, le assicurazioni che il Presidente Brizio aveva ricevuto nel corso di quegli anni dall'attività di questo Assessore.
Forse Brizio pensava, o sperava, di trovarsi di fronte alla mela marcia. "O forse no" si sarà detto il Presidente Brizio. Forse no, visto l'ambiente circostante, le cose che succedevano nel resto d'Italia.
E' possibile pensare che il Presidente Brizio, in quella contingenza avesse avuto tutta questa serie di reazioni anche contraddittorie, pesanti e durissime. In quel momento il Presidente Brizio ha seguito un imperativo morale legato a dare continuità alla propria azione di governo, "devo governare, continuo, può darsi sia una mela marcia, può darsi sia un caso".
L'imperativo che probabilmente ha seguito, e ha dato modo di farlo capire in Consiglio regionale, seguiva questa morale, questa necessità: continuare nell'impegno, non andarsene alla prima caduta, "può darsi che non sia la prima caduta di un calvario, che sia una caduta e basta".
E' possibile immaginare i pensieri del Presidente Brizio anche successivamente, perché poco dopo apprende di un'altra inchiesta: cade Cattaneo, Consigliere della DC, ma solo Consigliere. Cade per problemi che ci ha detto Brizio - non interessavano la Giunta, e quindi la Giunta ne è in parte estranea. Ed è possibile anche qui pensare al farsi forza del Presidente Brizio, "i fatti sono estranei, bisogna continuare, è un fatto marginale".
Dopo questo pensiamo al Presidente Brizio di fronte alla notizia che cade - o meglio non cade nemmeno, ma si sottrae - e se ne va Carletto. Qui è un po' più vicina la cosa, perché Carletto non è solo un rappresentante della DC, ma è anche un Assessore. Allora qui è facile individuare l'assunzione da parte del Presidente Brizio di un ruolo tragico, da questo punto in poi. Del conflitto che il Presidente Brizio deve aver sicuramente vissuto tra due necessità e due imperativi, non più uno solo: la necessità di continuare, conscio della propria correttezza, nel governo; la necessità del governo, del garantire una continuità amministrativa, del portare avanti gli impegni sin lì svolti, e l'altro imperativo, quello di interrompere viceversa un'esperienza così gravemente colpita, per segnare una concreta ripulsa da un modo di governare estraneo e da combattere.
Allora il ruolo tragico, e per questo grande, del Presidente Brizio è stato proprio nella risoluzione di questi due dilemmi, di questi due stati di necessità, di questi due imperativi. Da un lato, proseguire perché così lo chiedono le circostanze, gli impegni, i legami con la realtà di governo e nello stesso tempo sapere che altra è la strada che potrebbe o si sente necessario seguire per rispondere ad altro imperativo morale.
Così in questo anno tutti abbiamo potuto vedere il Presidente Brizio scegliere di vivere il proprio destino all'interno di un ruolo prettamente tragico, perché poi cadono Picchioni, Lombardi, Croso, Fiumara. Lui stesso viene toccato da un fatto che, in altre condizioni, sarebbe stato considerato del tutto marginale, ma che è stato elemento di sofferenza.
Si presenta con una seconda lista di Assessori, e cade ancora un Assessore prima di essere votato.
Scusate, colleghi, ma si deve parlare di grandezza tragica di questa storia, una storia che sta per finire per riconosciuta opportunità da parte di tutti.
E' questa la realtà di cose che si propone venga sostituita. Bene viene presentato il documento "Marchini" che ha un punto positivo, uno solo a mio avviso: il fatto che alla pagina 3 di questo documento è ripetuto per due volte che si tratta solo di un'ipotesi. Questo è un fatto positivo: è un'ipotesi e quindi discutiamo di questa ipotesi.
Discuto solo un elemento, perché i tempi sono quelli consentiti dal Regolamento. Faccio un'osservazione che è di carattere squisitamente politico, spero. Cosa si scorge in questa proposta Marchini, che è la proposta della DC, così a me pare di capire? In questa proposta si assiste se guardiamo il percorso di questi anni, all'ascesa al potere del Partito liberale. Cosa vedo in questa proposta di nuovo? Il Partito liberale ha iniziato nel 1990 con un Assessore che dopo un po' è diventato Vicepresidente della Giunta, e quando è diventato Vicepresidente della Giunta, l'allora e tuttora Consigliere Marchini ha espresso compiacimento quando Brizio ha fatto il rimpasto, perché è stata assegnata all'Assessore Fulcheri la Vicepresidenza. Adesso, con questa proposta, il Consigliere diventa Presidente; l'Assessore torna Consigliere, e probabilmente esprimerà compiacimento perché al Consigliere Marchini è stato conferito il ruolo di Presidente (c'è un gioco delle parti). L'ascesa al potere del PLI sarà uno degli elementi politici di riferimento di questa proposta (l'ascesa dei rappresentanti del Partito liberale al potere in Piemonte).
Ora da questo Partito liberale c'è proprio bisogno di un contributo? E quali contributi ha dato per essere riconosciuto come la levatrice di questa crisi? Certo che il Partito liberale, anche nella sua grande piccolezza numerica, quantitativa, ha donato al Paese un Ministro della Difesa, anche piemontese, Zanone. Non si sa bene cosa abbia fatto Zanone al Ministero della Difesa, ma ha fatto il Ministro della Difesa.
Poi ha dato al Paese il Ministro della Sanità, De Lorenzo. Questo si sa, invece, cosa ha fatto, diversamente da Zanone; cosa ha fatto per sè per il Paese, per il proprio partito. Ha dato un Segretario del partito Altissimo, che fino a poco tempo fa, una sera sì e una sera no ci illuminava dai telegiornali sul modo di governare il Paese (si è visto come è stato governato).
Al Piemonte il Partito liberale ha dato anche il Sindaco di Torino Zanone, deciso Sindaco in un ristorante a Roma con La Ganga e Lega. Sindaco fuggito da Torino non appena possibile un posto al Parlamento; non ci si ricorda cosa abbia fatto il Sindaco Zanone a Torino.
Ci troviamo di fronte ad un panorama non certo esaltante, a rappresentanti di un partito che o non c'è o quel che c'è è stato diviso in due sezioni che non possono essere che dichiarate sezioni sottili per la loro esiguità. Tutto questo è opera della DC, è il capolavoro della DC penso. Se è di qualcun altro, o se è di un largo raggruppamento, emergano le voci che lo dicono.
Individuo, invece, una regia del Gruppo della DC. Una regia che corrisponde, sempre a mio modesto avviso, a quella vecchia DC che non c'è più - ma qui è ancora rappresentata dall'inossidabile Gruppo - che è stata specialista nel gestire il Paese in questi quarant'anni, o direttamente o di volta in volta, quando le opportunità o le circostanze non lo consentivano, offrendo sgabelli a qualcuno. Si trovava sempre qualcuno che sullo sgabello poi ci saliva. E' un'operazione tipica di questo modo vecchio di gestire gli equilibri politici, ma poiché qui siamo dei sopravvissuti, il Gruppo DC, che ha 18 Consiglieri che parlano, ha prodotto questa proposta: una Giunta che è più a destra della precedente. Su questo non c'è dubbio. Non si sa come mai l'insieme del Gruppo della DC ha deciso di spostarsi tutto a destra. Non è una Giunta di garanzia e di servizio, è una Giunta di centro-destra: governi se trova i voti. E così venga caratterizzata, se li trova. Non può trovare i voti richiesti sulla base di garanzia e servizio; tutte storie, qui non c'è nessuna garanzia e nessun servizio! Qui c'è una scelta politica chiara. La scelta è di un governo a perdere, come i contenitori vuoti dai liquidi che dovrebbero contenere e che non possono essere riciclati. Governo a perdere, perché, c'è scritto sul documento, appena fatte le elezioni si vedrà. Quindi è una Giunta che nasce premoriente, appena nata è già in stato terminale. Una Giunta che ove venisse eletta, non darebbe modo ai nuovi Assessori nemmeno di conoscere per cognome, non dico per nome, i più stretti collaboratori, nel giro dei pochi giorni che avrebbe a disposizione. Forse tutto quello che farebbero sarebbe di cambiare qualche lampada e qualche arredo o di assumere qualche segretario personale, ma oltre quello, una Giunta nuova un Assessore nuovo, cosa fa in pochi giorni? Nulla.
Torno ad accostare i due corni del ragionamento. Che grandezza ha questa proposta di Giunta a termine? Non trovo nessuna grandezza. Se la minoranza che decide ancora in questo Consiglio ha in mente di fare una Giunta a termine, che duri qualche ora, qualche giorno, quella che viene proposta da questa minoranza è sicuramente peggiore di quella esistente. E' sicuramente peggiore di quella esistente anche solo dal punto di vista della capacità di operare in pochi giorni. Quella esistente potrebbe senz'altro concludere il proprio percorso tragico, concludere una tragedia che ha una sua grandezza, che è comunque conclusa e che può essere conclusa ora o tra poco; potrebbe concludere questo suo percorso tragico con ben maggior ragione e dignità di quella che la minoranza ci propone. Quindi se questa è un'ipotesi, colleghi della minoranza, della minoranza grande lasciate perdere questa proposta.
E' un po' una caricatura, sta un po' a Socrate come stavano i sofisti sta alle stanze di Raffaello come la copertina della "Domenica del Corriere". Almeno assumetevi la responsabilità di portare in fondo la vostra tragedia. In una tragedia, in una grande tragedia come quella che ha vissuto il Presidente Brizio c'è sempre un elemento di dignità. Qui mi sembra che ci sia troppo poco per una Giunta che si propone di gestire poche cose in pochi giorni. Se così fosse, il voto del Gruppo di Rifondazione Comunista sarebbe contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Signora Presidente e colleghi Consiglieri, siccome il Consigliere Marino ha parlato all'inizio di un incidente, che io considero un brutto incidente, avvenuto in questo Consiglio relativamente alla convalida del Consigliere Mollo, desidero dichiarare di aver votato a favore della convalida del Consigliere Mollo. Questo lo dico perché qualcuno pu considerarmi rammaricata per il fatto che il Consigliere Mollo ha transitato per un certo tempo nel Partito Repubblicano e poi se n'è allontanato; io non ho rancore alcuno e desidero dichiarare di aver votato a favore.
Detto questo, ringrazio molto il collega Marchini per l'impegno intelligente e serio, profuso nella ricerca di una soluzione che io credo che tutti dobbiamo sperare sia risolutiva. Possiamo dire, signora Presidente, che abbiamo esplorato tutte le vie possibili e siamo passati dall'ipotesi di Giunta istituzionale a quella di emergenza, poi a quella di emergenza istituzionale, poi al governo di salute pubblica, poi alla Giunta tecnica, poi alla Giunta a base larga, poi al governo del Presidente, poi al governo dei 24 e al governo dei 26, al governo dei laici, al governo dei laici-laici, alla Giunta tecnica, alla Giunta minoritaria, alla Giunta ponte, alla Giunta di transizione, alla Giunta di garanzia e siamo alla fine arrivati alla Giunta di servizio. In questo calvario abbiamo partecipato tutti: tutti e 60 i Consiglieri, che sono impegnati in questo Consiglio regionale, attraverso le varie agglomerazioni. Vorrei invece soffermarmi su questa parola: servizio.
Servizio è una parola un po' in disuso in questa società politica, ma io vorrei soffermarmi su questa parola. Servizio perché il programma che accompagna questa ipotesi è un programma di emergenza e quindi di atti indifferibili ed urgenti, che se non adempiuti entro i termini del 31 marzo possono determinare le condizioni di non funzionamento del Consiglio e quindi si determinerebbero le condizioni per lo scioglimento del Consiglio stesso.
Valga per tutti che per le UU.SS.SS.LL., se il Consiglio non approva il bilancio entro il 31 marzo, siamo impossibilitati a partire dall'1 maggio ad attribuire le somme anche soltanto dell'ordinaria amministrazione, la spesa corrente. Lasciamo da parte tutte le chimere delle spese di investimenti, su cui ormai abbiamo chiuso molti capitoli.
Giunta di servizio, perché essa riconosce la debolezza della sua struttura: otto Assessori sono certamente meno di dodici, ed è la prima volta nella storia della Regione che una Giunta si presenta con otto Assessori. In questa sua debolezza strutturale si rivela l'impossibilità di andare oltre gli atti indifferibili ed urgenti, quindi questa Giunta limita, volontariamente, la sua iniziativa politica e progettuale.
Di servizio, perché essa si mette a disposizione del Consiglio; intanto per consentirgli di riprendere il suo ruolo di referente politico ed istituzionale della comunità piemontese (perso da tempo) e soprattutto per consentire a questo Consiglio di riprendere a lavorare dopo mesi di costretta inattività. Di servizio perché, dichiarandosi intrinsecamente a termine, rileva la caratteristica di Giunta necessaria per assicurare gli atti fondamentali, anche se su questo termine io credo occorra intendersi.
Proprio perché questa è una Giunta di servizio, la scadenza "a termine", a mio avviso, potrà anche essere prima di quella intrinsecamente nota, riconosciuta ed acquisita dalla Giunta stessa (e cioè dopo l'apertura delle urne delle elezioni politiche); allo stesso modo, avrà il dovere di dimettersi prima del termine intrinseco qualora non riuscisse a realizzare gli obiettivi prefissati (e questo potrebbe anche essere causato dalla sua struttura, perché, come diceva il Consigliere Chiezzi, ci saranno sicuramente delle difficoltà).
Se le Commissioni non funzioneranno, se non riusciranno a dialogare con la Giunta, bisognerà rilevarlo e si dovrà costringere la Giunta a dimettersi ancora prima del termine; ma soprattutto - questo è l'impegno potendo andare fino al 28 o 29 marzo (quello che sarà), essa dovrà dimettersi quando un altro documento di programma, un altro Presidente ed un'altra struttura di Giunta saranno visibili. Io credo che questo sia l'impegno che dobbiamo assumerci, perché il balletto di questi cinque mesi ha sufficientemente logorato tutti.
Giunta di servizio, perché si colloca in un periodo molto delicato del nostro Paese, nel quale si affronterà una delle competizioni elettorali più problematiche dal dopoguerra ad oggi, e spero proprio che questo tempo di decantazione (come lo chiamava il Presidente incaricato) sia vissuto da tutti noi nel modo giusto. Credo che nessuno dei componenti della probabile Giunta sia disponibile a tenere il cerino acceso perché gli altri possano fare con tranquillità la campagna elettorale e poi si vedrà.
Per questa sua caratteristica di servizio, questa Giunta dovrebbe raccogliere un grandissimo consenso, oltre ai voti che sono già stati dichiarati; soprattutto se si vuole consentire al Consiglio di realizzare degli atti, tutti dovremmo determinare nell'aula e nelle Commissioni un clima di grande responsabilità e di grande collaborazione. E' a questo senso di responsabilità che il Gruppo repubblicano osa appellarsi per stimolare la sensibilità di ognuno di noi, anche per riacquistare, se ancora possibile, un po' di credibilità da parte della società civile.
Oggi, signora Presidente, siamo chiamati a compiere sostanzialmente un atto di buon senso. Il senatore Visentini, in un suo editoriale comparso su "la Repubblica" qualche giorno fa, riallacciandosi alla definizione di uno scrittore francese dell'800, descriveva così il concetto di buon senso: "è un mix di cultura, intelligenza, esperienza ed umana comprensione". Chi possiede queste quattro qualità, possiede il buon senso. Se qualcuno lo ha lo usi oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Colleghi Consiglieri, sarò brevissimo, perché più che un intervento la mia è una dichiarazione di voto; ciò perché ritengo che ormai di parole e di proposte ne siano già state fatte tante, comprese quelle avanzate nell'ultimo Consiglio. La conclusione alla quale siamo arrivati oggi è espressione di una precisa volontà politica che io, già nel Consiglio scorso, avevo indicato stare soprattutto nel Gruppo consiliare della Democrazia Cristiana, e che oggi viene ribadita nella proposta "Marchini".
Ritengo quindi che sia inutile oggi utilizzare tante parole: valgono quelle dette nell'ultimo Consiglio rispetto ai giudizi, perché non è cambiato assolutamente niente da allora.
Ho letto il documento che è stato presentato dai 28 firmatari; devo dire che se l'ordine dei documenti fosse stato invertito (cioè prima il documento programmatico, quindi la premessa, e poi l'elenco degli Assessori), leggendo le aree indicate nella premessa come aree che sostengono questa Giunta, avrei pensato di trovarmi di fronte ad una proposta di Giunta di garanzia istituzionale. Il problema è che prima ci sono i nomi degli Assessori e quindi la composizione della Giunta, che nella sua proposta concreta non solo è una derivazione della Giunta precedente di pentapartito, ma è addirittura un passo indietro: altro che le aree che lì vengono indicate a sostegno! Questa è una Giunta di parte, una Giunta di centro-destra e ciò è concretamente motivato anche dall'intervento del Consigliere Zacchera. La richiesta del Consigliere Zacchera non è affatto peregrina; solitamente non sono d'accordo sulle cose che egli dice, ma la sua è una richiesta giusta che si attaglia perfettamente alla composizione e quindi al taglio politico che ha questa Giunta: una Giunta di centro-destra, una Giunta che tiene conto delle necessità di tutte le correnti del Gruppo democristiano.
Apro una parentesi: io non so mai se dire "Gruppo del Partito Popolare" o se c'è ancora il vecchio "Gruppo consiliare democristiano": questo non l'ho ancora capito davvero (o meglio, l'ho capito fin troppo bene); a volte vorrei che da parte del Gruppo consiliare democristiano questa spiegazione fosse data in termini espliciti, concreti, visibili anche nelle scelte politiche conseguenti, non solo a parole o nella capacità dialettica perché ci sono delle scelte politiche che poi bisogna fare, al di là della capacità dialettica.
Come dicevo, si è tenuto conto delle esigenze di tutte le correnti del Gruppo democristiano ed anche di quelle delle forze laiche che partecipano alla proposta di questa Giunta. E' una Giunta minoritaria, che però ha la propensione - e in qualche modo credo di averlo capito, non vorrei aver interpretato male, non mi permetto comunque di interpretare, anche dall'intervento della collega Vetrino a diventare strutturale e duratura. E lo si verifica anche nella composizione di questa Giunta: su otto Assessori proposti, cinque sono Assessori uscenti della vecchia Giunta di pentapartito.
Se si tiene conto di questo e della questione che sottolineavo prima (quattro Assessori laici e quattro Assessori democristiani che rappresentano tutte le componenti della Democrazia Cristiana), è evidente che questa Giunta - ripeto - minoritaria ha però la propensione a diventare strutturale e duratura quando i tempi lo consentiranno, magari nella ricerca di alleanze che oggi, in questo Consiglio, non possono esplicitamente farsi e dirsi, ma con la speranza che domani, invece, si possano fare, data la caratterizzazione politica di centro-destra. Per questo - ripeto - non era peregrina la proposta che il collega Zacchera ha fatto nel suo intervento.
Sulla base di questo - ed ho concluso la mia dichiarazione di voto per noi la proposta è inaccettabile ed il nostro voto è pertanto contrario assolutamente contrario, per ragioni politiche e di merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Presidente, colleghe e colleghi, oggi è giovedì grasso. Ma purtroppo per la nostra Regione, la presentazione di questa Giunta, non è affatto uno scherzo. Non è nemmeno una rappresentazione di carnevale; non c'è niente da ridere. Non si può nemmeno sorridere, perché oltre quest'aula abbiamo una Regione che è in crisi non meno della Regione istituzione che qui rappresentiamo; crisi che una Giunta come quella che ci è stata presentata non crediamo possa affrontare (non dò un giudizio sugli uomini, sui colleghi, rispetto ai quali non mi permetterei mai di pronunciare giudizi semmai li daremo sul loro operato) sulla base di un documento programmatico questo sì che fa ridere come quello che ci avete presentato. Per fortuna leggiamo tra le righe (mi sembra che anche il Presidente in pectore Marchini, nel suo intervento iniziale abbia ribadito questo) che il governo che viene oggi proposto è destinato a reggere le sorti del Piemonte per una breve stagione.
Ci auguriamo che i due riferimenti che abbiamo trovato nel documento circa gli appuntamenti politici già calendarizzati, e in particolare quello delle elezioni politiche del 27 e 28 marzo, portino, per espressa volontà della costituente Giunta, ad un confronto in Consiglio regionale ed affidino a questa Giunta di servizio limiti temporali e soprattutto politici con la speranza che vengano mantenuti. Anche se non comprendiamo come queste motivazioni possano convivere con l'annunciato impegno ad operare secondo priorità programmatiche e tendenze strategiche.
Riteniamo particolarmente preoccupante che la neo Giunta faccia riferimento al recente libro bianco dell'Unione Europea sulle cui linee cerca di percorrere un nuovo - vorremmo capire dov'è questo nuovo - modello di sviluppo, caratterizzato da tre indirizzi strategici che pongono ancora al primo posto la crescita (parola diventata ormai del tutto equivoca). Che questo presunto nuovo sia già vecchio non lo diciamo più. Ormai non soltanto più noi, dagli anni '60, chiediamo attenzione ai limiti della crescita. Ma, in verità, già allora l'allarme non veniva solo da gruppi di "estremismo" verde ed ambientalista, ma anche da alte istituzioni scientifiche, come il MIT di Boston e da personaggi illuminati del mondo industriale, come quelli che facevano riferimento al Club di Roma di Aurelio Peccei.
Oggi le nostre preoccupazioni, per quanto concerne la società della crescita, che è quella che ci viene continuamente prospettata e nel cui solco si inserisce l'elemento programmatico di questa Giunta, sono largamente condivise da ampi strati del mondo economico e non c'è bisogno di andare a cercare negli Stati Uniti di Al Gore, ma basta seguire, ad esempio, il pensiero di un illustre concittadino, docente di Economia nella nostra Università, Siro Lombardini, per comprendere che oggi quella strada è una strada vecchia, superata, che non porta da nessuna parte e tanto meno consente di entrare nel XXI secolo.
Non crediamo che il nostro Paese e il Piemonte non abbiano avvenire se non seguiranno quella scelta. Crediamo il contrario e pensiamo che gli altri due indirizzi strategici indicati, la competitività - cui diamo prima di tutto il significato di ricerca della qualità e l'occupazione, debbano e possano passare attraverso altre scelte, a meno che "crescita" sia presente nel documento nell'accezione non di aumento soltanto della produzione e dei consumi. Ciò che viene dopo, nel documento della Giunta Marchini, non ci rassicura affatto e la lettura che noi auspicheremmo possa essere data alla parola "crescita", non crediamo possa essere quella che è nella mente del Presidente.
Per quanto riguarda il documento, non possiamo non condividere alcune enunciazioni, rispetto alle quali peraltro - come è già stato sottolineato dai colleghi intervenuti in precedenza - crediamo che nessuna Giunta possa esimersi dall'impegnarsi: garantire il rispetto delle scadenze, la necessità di affrontare le emergenze economiche ed ambientali l'attivazione di iniziative per acquisire risorse all'interno del sistema regionale, l'esigenza di rimettere in moto l'attività del Consiglio l'impegno ad indirizzare le risorse verso l'occupazione, a portare il bilancio all'approvazione, ad attuare gli indirizzi del secondo piano triennale per l'ambiente, ad intraprendere la ricostruzione nelle aree alluvionate, ma probabilmente già qui ci divideremo sul come.
Su altre questioni siamo invece fortemente perplessi e fondamentalmente non ci troviamo d'accordo con le ipotesi della Giunta che vengono oggi presentate. Voglio citare ancora una frase e nemmeno questa, purtroppo, è uno scherzo di carnevale: "velocizzare la realizzazione di opere pubbliche previste...". Ci chiediamo: quali? Tutte quelle ventilate in questi mesi e questi anni? "...e di quante altre è possibile ottenere". Cosa significa quest'ultima frase? Certo non l'intenzione di pensare al futuro del Piemonte secondo precise e chiare linee di programmazione, come invece si potrebbe supporre dall'inizio del documento. Cosa significa che "occorre siglare un accordo di programma che dovrebbe consentire di eliminare le barriere burocratiche che fino ad ora hanno impedito che opere pubbliche già finanziate venissero realizzate"? Vogliamo altre leggi speciali come quelle che in passato, dai Mondiali alle Colombiadi, hanno massacrato il Paese e dilapidato le risorse economiche pubbliche? A questi elementi dobbiamo aggiungere le omissioni, le reticenze - come per il caso dell'Alta Velocità - senza una parola nei riguardi dell'opinione della collettività piemontese che, da tutte le aree interessate dai progetti, invia chiari segnali di opposizione. Su altre questioni, come quella dei rifiuti, c'è una laconica presa d'atto dello stato di fatto e il Piemonte crediamo che, in questo campo, abbia bisogno di ben altro. Come ha bisogno di impegni di ben più alto profilo sulle politiche assistenziali e sanitarie.
In materia di corretta gestione della fauna selvatica della regione depositeremo in settimana un nostro progetto di legge, per aprire un confronto sulle politiche in questo settore che non possono continuare ad essere solo politiche di caccia, come si legge dal titolo del capitolo dalla parte sempre e comunque dell'attività venatoria; tanto più che i piemontesi su questo si sono chiaramente pronunciati nell'ultimo referendum.
Ho voluto soffermarmi sui contenuti del documento Marchini, per un atteggiamento di correttezza e di rispetto verso l'uomo Marchini, ma è chiaro che sotto il profilo politico, la Giunta di centro-destra che si sta delineando oggi in quest'aula non appare per niente all'altezza della situazione e stupisce che chi fino a ieri chiedeva programmi chiari e concreti si sia rassegnato ad appoggiare un documento così misero da qualsiasi parte lo si guardi. Va da sè che, per logica conclusione, il nostro voto rispetto al Presidente e alla costituzione della Giunta sarà negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mollo.



MOLLO Francesco

Signor Presidente e colleghi, purtroppo il mio intervento risente un po' della votazione di questa mattina e chiedo scusa ai colleghi se devo parlare di una questione che riguarda direttamente me. Ovviamente l'intervento è collegato perfettamente alle vicende di questo Consiglio e a quanto si sta discutendo oggi. Quando sono entrato in questo Consiglio, non ho potuto fare a meno di stigmatizzare una votazione giustificata non da motivi di diritto, ma di opportunità politica; pensavo di non ritornarci più sopra, ma la votazione di questa mattina, che non presentava alcun elemento di dubbio, mi fa ritornare alla votazione del 1990.
Quella di questa mattina la considero una vera e propria imboscata. Io stesso ero assente perché ho preferito umanamente stare vicino ad una mia amica in occasione dei funerali del padre piuttosto che essere puntuale all'inizio del Consiglio. Quando sono rientrato ho appreso che a fronte di una corretta, come sempre del resto, relazione del Consigliere Majorino cinque colleghi hanno votato "no" e sette si sono astenuti. Al di là del voto segreto non è stato detto quali potessero essere le ragioni di questi voti. Peraltro - io non sono un esperto - credo che non sia mai successa una vicenda del genere anche perché in mancanza dei motivi si tratta di assoluta ordinarietà. Allora, se non si vuole far riferimento ad una sorta di vigliaccheria di quei dodici Consiglieri, si deve pensare, come hanno già fatto rilevare il Consigliere Marino ed altri, che c'è un disegno politico. Si badi bene che mentre è assolutamente legittimo che si formi una maggioranza caratterizzata politicamente, non si capisce bene la pervicacia di arrivare comunque ad una soluzione "cocktail". Prendo atto della dichiarazione della collega Vetrino che quindi mi esime dall'annoverarla fra i dodici.
Non capisco bene però che cosa possa significare "Giunta di servizio": a servizio di chi, mi domando. Il Presidente indicato può tollerare questo sistema da giungla? Ritiene di dover precisare che al di là del voto del singolo questa votazione è stata predeterminata ed organizzata? Ma se si arriva alla barbarie politica ci dovrà essere pure una spiegazione. Io cercherò di darne una molto semplice: il vecchio sistema dei partiti è stato sostituito da una sorta di società di persone, legata a grandi interessi, vedi per esempio la sanità, il turismo, l'urbanistica l'ambiente e via dicendo. So solo che da oggi su tutte le decisioni di questa Giunta proposta, se sarà eletta, sarò estremamente vigile ed invito tutti i Consiglieri di opposizione e di maggioranza a farlo perché non c'è da fidarsi. E mi sono meravigliato dell'atteggiamento del collega Ferrara il quale spesse volte richiama in questo Consiglio (io poi l'ho conosciuto già in Consiglio comunale) diavoli che aleggiano nelle istituzioni, non rendendosi conto degli effettivi diavoli che invece ci sono davvero.
Al di là dell'incidente, comunque, il mio giudizio è negativo sia sulla proposta e a maggior ragione sull'ipocrisia dello spirito di servizio. E il mio giudizio è contrario anche a buona parte della composizione della Giunta dove ci sono degli inamovibili e non certo per le grandi capacità di governo dimostrate in passato, ma forse per altre ragioni non solo politiche, ma di servizio si direbbe, salvo a precisare, come ho detto sopra, a servizio di chi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, io vorrei esprimere, attraverso alcune considerazioni, il voto contrario del Gruppo socialista, e lo faccio secondo un'interpretazione strettamente politica, al di fuori e al di sopra del rispetto che ho per lo sforzo e l'impegno del Presidente candidato collega Marchini, che ho sempre apprezzato anche nel dissenso, e naturalmente nel rispetto che ho dei colleghi che appartengono alla sua proposta di Giunta.
Un voto contrario perché al di là della volontà di esprimere la guida secondo una caratterizzazione sul versante laico rispetto alla guida del governo precedente espressa dalla DC, si sta precisando sempre di più uno slittamento verso posizioni che abbiamo definito non solo centriste, ma di centro-destra. Mi sia consentito di esprimere questa valutazione, lo dico con molto rammarico: ho l'impressione che questa Giunta si sia posta su un piano inclinato al di là di quella che è la volontà e lo spirito nel quale io ho sempre creduto e fino a stamane ho ritenuto che fosse molto fermo.
Invece, dopo le dichiarazioni che sono state fatte dai colleghi Majorino e Zacchera mi stanno venendo moltissimi dubbi. Siamo giunti ad una proposta di Giunta con la quale e attraverso la quale vi si chiede di dichiarare se questa loro disponibilità è una disponibilità assimilabile ad una maggioranza. Mi pare una posizione che non è solo aperta ad un'attenzione particolare che questo Gruppo ha verso la Giunta, ma anche ad una disponibilità a sostenerla se lei dichiarasse che, tutto sommato, vista l'emergenza, vista la necessità di compiere questo passaggio da oggi al 29 o 30 marzo prossimo, è possibile assumere anche delle responsabilità in questo senso.
Ma allora, signori miei, anche qui - come abbiamo avuto già più volte modo di dire - si va delineando uno schieramento che è poi quello che si sta delineando nel Paese e che guarda caso vede in questo momento la Lega riprodurre attraverso l'intervento di Vaglio una posizione contraria. Ma è la posizione contraria di chi dice - peraltro qui non c'è la posizione di Berlusconi - che se Berlusconi riesce a fare l'accordo con Fini al sud sono affari di Berlusconi, ma che Berlusconi faccia da cerniera tra il sud e il nord è la definizione di uno schieramento ben definito di centro destra. E io non vorrei, caro collega Marchini, che questo ruolo che nel Paese sta assumendo Berlusconi (lo dico con tutto rispetto perché ho grande rispetto degli uomini che hanno saputo fare bene il proprio mestiere prima e lo stanno facendo bene anche adesso che si buttano in politica) inconsapevolmente o consapevolmente venisse ad essere assolto dalla posizione sua, che a mio avviso si configura sempre più come una posizione che, nel rispetto delle posizioni che lei ha, coerenti con le convinzioni politiche che lei ha sostenuto, oggi può inserirsi in un quadro nel quale si può determinare una maggioranza di questo tipo.
Se si determina una maggioranza così, veramente voi avete precorso persino bruciato i tempi e di fronte ad una maggioranza di questo tipo il nostro voto non può che essere un voto netto, contrario, di opposizione.
Direi di più: vi invito a dare una risposta negativa ad una disponibilità come quella che è venuta dalla richiesta espressa dai due colleghi del Gruppo MSI-DN. Vi invito a fare questo! Qualcuno mi potrà dire: "A questo punto però non ci sarebbe la maggioranza", ma la Giunta che voi avete proposto si presenta senza quel respiro politico che altre Giunte hanno avuto. E non solo, ma con un taglio politico nettamente di centro-destra: non potete quindi far altro che trarre le conclusioni di uno sforzo che non ha dato esiti positivi.
Sono anche rimasto perplesso, di fronte a questa proposta di Giunta laddove la caratterizzazione laica viene coperta da un taglio politico che è quello che si configura più come Giunta che sta slittando su posizioni di centro-destra. Voglio esprimere di fronte a questa proposta un ragionamento che abbiamo fatto nel Gruppo socialista rispetto alla constatazione di una impasse nella quale i due schieramenti si sono venuti a trovare senza che nessuno di questi potesse mettere in campo una maggioranza di 31 voti. Il ragionamento che ho fatto ai colleghi sullo schieramento di sinistra progressista partiva dalla constatazione che nessuno di questi schieramenti era riuscito a raggiungere la maggioranza. Una maggioranza può essere anche raggiunta secondo un taglio politico che noi non condividiamo, ma se viene raggiunta, vuol dire che è stata messa insieme una coalizione molto larga.
Non so bene se in questa ampiezza siano tutti convinti della bontà della coalizione, però si era ragionato che se nessuno di questi schieramenti avesse raggiunto la maggioranza si sarebbe potuto richiamare o richiedere uno sforzo di servizio al Presidente Brizio. Si sarebbe potuto perché una richiesta al Presidente Brizio di dichiarare la propria disponibilità a sostenere questo passaggio di qui al 30 marzo avrebbe potuto essere giustificata nella constatazione dell'impasse nella quale ci si è venuti a trovare: da una parte, la necessità di andare in questa direzione e dall'altra, fare in modo che nessuno dei nuovi schieramenti potesse dire: "Ho vinto io la partita rispetto agli altri". Così avevo fatto questo ragionamento circa il votare o non votare. Davvero occorreva che i due schieramenti, avendo reciprocamente rispetto delle proprie posizioni, o almeno se la Giunta Brizio era disponibile poteva essere sostenuta, per raggiungere i 31 voti, da un voto tecnico che in questo caso è lo schieramento di sinistra, un voto per ciascun Gruppo in modo che ci fosse un impegno ben visibile che era soltanto il voto...



(Interruzione dei Consiglieri Marchini e Bonino)



ROSSA Angelo

E' una riflessione che ho fatto prima con i colleghi del Gruppo e che ripeto qui a voce alta, assumendomi le responsabilità di questa riflessione, non sono storie! Voglio dire che c'è bisogno di maggiore chiarezza per dichiarare che era molto più leggibile dal punto di vista della correttezza politica una Giunta di servizio come la Giunta Brizio che non l'attuale Giunta proposta dal collega Marchini che mi sembra abbia perso nettamente le peculiarità della guida laica, anche se sul concetto dei laici ho espresso le mie valutazioni nell'intervento precedente! Poi i problemi di programma su cui si sta discutendo sono questioni su cui non ci sono differenze perché in cima a tutte le questioni vi è la volontà di rilanciare il Piemonte in questo momento di emergenza! Tutto lì, quindi non vado oltre la questione di programma.
Facciamo questa verifica. Se la Giunta Marchini avrà i 31 voti vuol dire che governerà, e noi prendiamo atto che ha raccolto i 31 voti; se invece la Giunta Marchini non avrà i 31 voti, ci troveremo nella stessa situazione in cui si è trovata la Giunta Brizio, durata 40 secondi, il tempo - dicevano i giornalisti - che passa tra l'alzarsi dai banchi del Consiglio e andare a quelli della Giunta per dichiarare che il Presidente Brizio si dimetteva perché non aveva raggiunto la maggioranza.
Io sono partito di lì, poi sono accaduti fatti extra-istituzionali.
Credo sia nostro dovere riportare la politica il più possibile nelle sedi istituzionali e fare politica con la massima chiarezza tirandola fuori dalle questioni esoteriche o dalle convenzioni. Ritengo che le cose che ho detto qui oggi, che ho detto anche ad alcuni colleghi e ad alcuni amici, i quali mi hanno risposto in vario modo, al di là delle reazioni che ciascuno di noi può avere e quindi al di là di quella che può essere la reazione del Presidente candidato Marchini, dovessero essere dette.
Marchini, se avrai la maggioranza, vuol dire che avrai raccolto la maggioranza per governare questa Regione; se non l'avrai, credo che non si potrà prescindere dal riesaminare un discorso che riparta dalla prima votazione che ha portato il Presidente Brizio a dire: "Io non ho raggiunto la maggioranza". Per carità, poi possono anche aprirsi scenari e proposte nuove su cui ragionare.
Ultima ratio: quella di sciogliere il Consiglio regionale, ma io mi batterò con grande convinzione per evitare che ci sia uno scioglimento anticipato del Consiglio. Credo che ci siano le forze per evitarlo.
Queste sono le valutazioni che mi portano ad esprimere il voto contrario, al di là della stima che ritengo ci sia reciprocamente in quest'aula fra tutti quanti noi, dal Presidente ai suoi colleghi Assessori proposti in Giunta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, non vorrei con la mia decisione di voto contrario, concorrere a lavorare per il re di Prussia, perché ho l'impressione che all'interno dello schieramento di maggioranza i giochi siano molto intrecciati e non ben visibili malgrado le firme e il documento.
Ritengo che il collega Marchini abbia tentato seriamente di mettere in campo una Giunta capace di rappresentare un momento di neutralità, di non esasperato protagonismo in una fase di passaggio estremamente delicato dove si stanno determinando, attraverso processi imprevedibili, grandi schieramenti che potranno pesare profondamente sulla scena politica nazionale.
Con il Consigliere Marchini si era anche approfondito questo passaggio e si era capito perfettamente che tale passaggio comportava obbligatoriamente una Giunta molto piccola, molto ristretta, che avrebbe comunque aperto la strada a nuove determinazioni; ma così non appare un'operazione neutra che concorra a far superare una fase critica. Credo anche, Consigliere Marchini, che il peso dei Gruppi, dei Partiti, dei personalismi, dei protagonismi, dei continuismi, abbia operato fortemente mettendo in difficoltà il sincero disegno originario del Presidente incaricato.
Una Giunta di servizio doveva avere caratteri diversi da come oggi si configura, a prescindere dal programma sul quale, comprendendo anche la difficoltà, la brevità e via dicendo, ci possono essere delle considerazioni critiche, delle sottolineature sulle priorità.
Siamo sempre più lontani dalla società civile, al di là di cosa succede negli show televisivi, lontani dal comune sentire che viene fuori.
Evidentemente dovevamo saper affrontare, in questa fase di emergenza alcune priorità, ma erano priorità essenziali che avevano il carattere di dare garanzia ai 60 Consiglieri che si procedeva verso un obiettivo di interesse generale, che aveva un termine e che aveva quindi necessità di una responsabilità momentanea e non specifica, settorializzata, come appare oggi dalla nuova Giunta.
E' quindi una squadra vecchia, con un allenatore nuovo, con qualcuno che è finito in panchina, per infortunio, oppure perché è in procinto di essere collocato sul mercato della politica; quindi sostanzialmente è qualcosa che ha una configurazione non adatta a potersi ergere con ruolo di Giunta di garanzia.
Questo atteggiamento, collega Marchini - con grande rispetto per il tuo sforzo - a fronte dei toni duri che sta assumendo la campagna elettorale non può dare garanzie di neutralità, quindi non posso dare il mio voto. Nel non darlo sono convinto che anche in quello schieramento ci sia qualcuno che in fondo ha altre aspettative, quindi ho paura in qualche modo di aiutare il re di Prussia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Sono contento di intervenire dopo il collega Tapparo in quanto egli ha detto una cosa che volevo dire anch'io. Se ho interpretato bene le sue parole, lavorare per il re di Prussia significa correre il pericolo che ci si avvii ad aver un Brizio ter o quater sull'onda del non far nulla. Avendo attaccato questa maggioranza che sta nascendo di essere il centro-destra noi avremo nuovamente una maggioranza praticamente solo democristiana.
Perché in realtà la vecchia maggioranza, a parte la collega Vetrino e qualche altro esponente, è a connotazione democristiana molto più forte rispetto a quella che stiamo votando.
Sono preoccupato di questa vicenda perché sono convinto che dopo aver lavorato per il re di Prussia lavoreremo per le elezioni anticipate. Ho l'impressione che o ci si arrampica sugli specchi di qualche equilibrismo istituzionale regolamentare, per cui i bilanci verranno presentati in fretta e furia e fatti passare con non so quale artificio, per consentire alle UU.SS.SS.LL. e alle istituzioni di operare, oppure dal 31 marzo (o quando ci saranno le scadenze) noi opereremo fuori dai termini di legge.
Sono quasi sei mesi ormai che non c'è governo di fatto, sto parlando dell'ipotesi "continuazione Brizio", in assenza di un bilancio effettivo di una politica concreta, di un'azione di governo che sia efficace e non sia soltanto di ordinaria amministrazione, tranne qualche interesse elettorale che pure si è esercitato con la maggioranza pro tempore che noi abbiamo avuto.
Questa non è fantapolitica, è quello che potrebbe accadere.
Quando il collega Marchini dice che questa è una maggioranza ed un governo di servizio, ha perfettamente ragione, perché le regole dei numeri non sono regole che noi ci inventiamo. Lo scenario politico nel quale si colloca questo governo - lo ha detto benissimo Marchini nella scorsa seduta è quello che prevede che fino al 27 marzo debba operare una maggioranza la più esile, ma anche operativa, possibile. Per quanto mi riguarda, questo è quanto ho sottoscritto ed è quello che farò da qui al 27 marzo e dal 27 marzo in avanti. Non ci sono accordi politici né di media né di lunga né di breve durata dietro questa maggioranza, che non siano semplicemente colleghi del cosiddetto polo progressista, il ridimensionare il ruolo della DC che grazie alla vostra indisponibilità a partecipare a questo governo abbiamo dovuto sopportare oltre i limiti fisiologici; questa è la realtà non è un'altra! Ci sono delle cose che mi fanno sorridere, una volta mi avrebbero fatto arrabbiare, perché siamo in piena campagna elettorale ormai non so da quanti mesi. Oggi in aula è ricomparso lo spauracchio del pericolo fascista, nessuno lo ha chiamato così, però in realtà è questo, lo abbiamo letto sui giornali tante di quelle volte e i colleghi del Gruppo MSI, non so quanto consapevolmente, a questo giochetto un po' ci stanno, anche perché sanno che domani sui giornali la notizia principale sarà quella che questa maggioranza ha dovuto respingere l'attacco del pericolo fascista e quindi li ha cacciati fuori con questo gioco delle parti francamente insopportabile. In realtà sappiamo, collega Rossa, al di là delle sue richieste, che culturalmente e storicamente la maggior parte di questo Consiglio - e personalmente mi colloco in questa parte - non può che essere equidistante, quindi lontanissima sia da quello che storicamente ha rappresentato il fascismo sia da quello che storicamente ha rappresentato il comunismo. E in quest'aula ci sono forze politiche e Consiglieri che si richiamano con piena legittimità a quella tradizione. Personalmente mi sento lontanissimo da questa e da quella tradizione. Non ricadiamo nel giochetto dello schierarsi da una parte o dall'altra: in realtà siamo tutti nella stessa bagnarola, dalla quale stiamo offrendo al Paese una situazione politica per nulla chiara, grazie ad una legge che, peraltro, noi non abbiamo votato, ma che la maggior parte delle forze politiche qui presenti in Parlamento hanno voluto.
Se il MSI vuole votare, in spirito di servizio esattamente come faccio io, questa maggioranza, è libero di farlo; diversamente faccia quello che crede. Il MSI ha dato proprie valutazioni politiche su questo governo: se è coerente vada avanti e voti contro.
Personalmente, non mi preoccupo se la prossima settimana qualcuno si assumerà la responsabilità di non far passare, per esempio, la maggioranza: emerga finalmente il gioco, peraltro elegantemente illustrato dal collega Chiezzi, che sempre di più rappresenta il meglio di quanto è rimasto in questo Paese della tradizione leninista. Il collega Chiezzi con sforzo retorico notevole e molto interessante in realtà ha sostenuto l'ipotesi del collega Brizio: che egli continui a fare il Presidente, sino al 27/28 marzo. Questo quanto vogliono le cosiddette sinistre, oggi: la continuazione del precedente governo, che possibilmente dia il meno fastidio possibile, per arrivare, a bocce ferme, a dopo i risultati del 27 marzo.
Questa maggioranza, dunque, secondo i Soloni della sinistra, è una maggioranza di centro-destra. Prendo atto che il sottoscritto, la Consigliera Lannes e la Consigliera Sartoris fanno talmente parte di quella destra storica, anzi, del polo conservatore di questo Paese che, tutto d'un botto, questa maggioranza, per il fatto che è stata sottoscritta dai tre Consiglieri che ho detto, è diventata di centro-destra.
Personalmente delle sigle non me ne "frega" nulla, colleghi, perché è sulle cose che ci si confronta; per esempio, cominciate a confrontarvi all'interno del polo progressista: cosa succederà quando si dovrà discutere della legge sulla caccia o sulle questioni dell'Alta Velocità o sul Piano regolatore? Ho l'impressione che non si sappia bene come finirà il confronto, anche all'interno del vostro polo, così come all'interno di tutti i poli, peraltro.
Siamo nuovamente al solito giochetto di coloro che invece di badare alla sostanza si accontentano di etichette; è il giochetto di appiccicarsi un'etichetta e di appiccicare quella contraria al proprio cosiddetto avversario e quindi di andare avanti in questa direzione.
Per quanto mi riguarda non mi sento, nel modo più assoluto, toccato da queste cose; appoggio la nascente maggioranza in modo convinto, sia per la personalità del collega Marchini che la presiede sia per il quadro politico e per i contenuti di quel programma. Contenuto che non può che essere quello, se il buon senso a cui si richiamava la collega Vetrino è ancora una dote che ci fa partecipi di questa assemblea. Quando quest'aula avrà esaurito in modo completo le tre/quattro urgenze immediate nel mondo della sanità e in materia di bilancio, il compito di questa maggioranza sarà esaurito, e non potrà che svolgerlo con il concorso di tutte le forze di quest'aula se si vuole che le cose passino con una maggioranza che abbia un senso.
Se c'è questa disponibilità, peraltro dimostrata dal collega Marchini che ha dichiarato più volte che il confronto si fa in quest'aula, con il Consiglio, bisognerà aprire questa stagione di lavoro. Stagione che peraltro sarà assai spezzettata perché molti dei Consiglieri, me compreso sia di un polo che dell'altro, saranno impegnati nella campagna elettorale: il tempo sarà poco. Questa è la disponibilità che il nostro polo - se così ci volete definire - ha dimostrato.
Ribadisco che partecipo a questa maggioranza in modo pieno, perch credo nella validità dei limiti che essa stessa si è data; anzi, la sua forza sta nel fatto che si è data dei limiti.
Se qualcuno ha voglia di sentire il fiato della DC sopra il collo piuttosto che di qualcun altro sono questioni che francamente non mi toccano e sono problemi di chi se li sente. Personalmente, non sento addosso il fiato di nessuno, tant'è vero che faccio parte di questa maggioranza senza nemmeno ricoprire quel famoso strapuntino che tutti citano: "Cosa ti hanno dato, cosa ti offrono, come mai vai di là?". Mi hanno offerto un sacco di cose, ma non ho accolto nulla e credo di avere esattamente come tutti voi Consiglieri, la possibilità e la capacità di ricoprire incarichi sia in questo governo che in quest'aula, per cui non trovo sia nota di demerito - o di finta umiltà - non aver accettato impegni. Questo non toglie, però, la mia partecipazione a questa maggioranza e l'appoggio a questo governo, nei limiti che esso stesso si è dato, contenuti ed assai espliciti nella relazione che ha accompagnato la presentazione del documento del collega Marchini e nel documento stesso.
Buon lavoro, collega Marchini, speriamo di farcela perché il problema sarà questa settimana: in questa settimana riusciremo a capire se veramente qualcuno sta lavorando non soltanto per il re di Prussia, collega Tapparo ma anche per le elezioni anticipate. Elezioni anticipate che, continuo a dire, non sono uno spauracchio, non sono un fantasma, ma un'ipotesi concreta non soltanto per quella parte del Consiglio regionale che le ha sempre esplicitate, ma anche di quella maggioranza silenziosa di Consiglieri che oggi, forse, incomincia a sperare in questa ipotesi per risalvarsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, innanzitutto voglio ringraziare di cuore, con piena lealtà e con piena consapevolezza del momento e del tentativo che egli sta compiendo, il Consigliere Marchini, il quale ha presentato - ognuno la pu giudicare come vuole l'unica possibilità, l'unica via percorribile per dare al Piemonte un governo sufficientemente dignitoso, sufficientemente compatto, in grado di approvare le importanti leggi e delibere da tempo giacenti.
Anch'io voglio fare, a nome di tutta la DC, al Consigliere Marchini per il suo impegno, la sua intelligenza e il suo rigore, gli auguri di una piena riuscita in questa ipotesi, che non è soltanto un'ipotesi, ma qualcosa di più: una proposta di governo.
Siamo arrivati ad oggi ad una deriva di un'infinità di combinazioni; mi pare che la Consigliera Vetrino abbia ricordato, con una puntualità encomiabile, tutti i vari passaggi, i vari tentativi, le varie proposte, le varie ipotesi di un governo che non c'è stato.
Se devo ricordare un romanzo, "La storia infinita" di Michael Ende questo diceva: "Il nulla si mangia, giorno per giorno, il regno fantastico di Fantasia". E oggi possiamo essere quasi alla soglia del nulla, allorch le varie ipotesi fantastiche - diciamo così - o di fantapolitica si sono consumate via via, nel gioco rituale a volte e sorprendente altre, delle varie ipotesi, combinazioni ed alleanze.
Non possiamo non registrare, in questo Consiglio, forse per l'ennesima volta, amici Consiglieri, l'equilibrata polarità esistente in questa assemblea. I cartelli: sono veri, sono falsi, sono fittizi, sono reali? Non lo so; certamente esiste una polarità equilibrata che non è data solo dal numero in più o in meno, ma soprattutto da proposte, tensioni ed anche da artifici dialettici che via via si sono avvicendati sul nostro scenario.
Possiamo essere chiamati minimalisti, oppure essere, come qualcuno ha fatto intravvedere questa mattina, il pensiero debole di una ragione politica. Dobbiamo però anche dire chiaramente, ancora una volta, proprio perché ci sia una possibilità maieutica di capirci, che la sinistra non è apparsa né moderata negli argomenti né illuminata nelle prospettive e nei tempi politici. E' quindi stato per noi gioco-forza non poter credere ad un'ipotesi di governo quando abbiamo visto - come oggi si prospetta su uno scenario molto più vasto, molto più eloquente, cioè quello cittadino come la confusione delle lingue del polo progressista non poteva portare ad un'ipotesi credibile di governo.
Se a fianco del PDS ci fosse oggi una possibilità (ed io credo ci sia nelle file del PDS) di coagulo - chiamiamolo così, con una parola vituperata, ma che può dare sempre senso alla nostra geografia politica di centro-sinistra, probabilmente oggi la scelta, caro amico Marengo, non sarebbe tra Cossutta-Chiezzi e tra l'impasse e l'impossibilità oggi di governare.
Ci troviamo quindi, indubbiamente, in una fase interlocutoria, in una fase di transizione, in una fase, come ha detto il collega Marchini questa mattina, di decantazione. Decantazione che non è prenotazione verso qualcosa in cui crediamo, verso una vittoria annunciata; decantazione è soprattutto quel tempo necessario per sciogliere i grumi complessi di vicende politiche che sono dentro di noi e al di fuori di noi.
Noi abbiamo fatto un'offerta politica in questo Consiglio, che non è un'offerta di centro-destra; le semplificazioni dialettiche o nominalistiche non ci interessano. Abbiamo sempre detto che noi apparteniamo ad un polo moderato. Diciamo oggi all'amico Marengo, e anche a Chiezzi, che il Gruppo della DC, nella sua "inossidabilità" potrebbe avere un riferimento d'Oltralpe quando si può richiamare, per le sue anime interne, al Gruppo del CDU-CSU della Germania Federale. Ma noi vogliamo fare un'offerta politica proprio di transizione e di decantazione perché si superino gli steccati, perché si vincano le diffidenze residue, perché non ci siano più le viltà assecondate da questo o da quel gruppo quando si vengono a fare delle proposte eminentemente tattiche.
Vogliamo dire al PDS che l'equivoco si scioglierà con le elezioni politiche; non possiamo più dividerci sul passato, perché il passato appartiene ad una storia superata anche se illuminante (basta vedere il giovane Mussolini o il grumo di contraddizioni storiche che sono alla nascita del Partito Fascista).
Ma non lasciamoci adesso prendere dal passato. L'essenziale è che il PDS non sia, oggi come oggi, una matassa di paure, rattrappita attorno ai suoi fantasmi. Il problema non è quello di avere la paura di rischiare; il problema è di avere oggi un'opposizione di sinistra che noi accettiamo e con la quale potremo anche domani collaborare, sempre che oggi il fatto di essere, nello stesso tempo, partito di governo e partito rivoluzionario (com'è sempre stato nella sua storia) permetta che il PDS si faccia richiamare dalla voce della sua antica foresta di origine e pertanto porti anche in questo Consiglio, un discorso datato rispetto alle scelte che si devono fare.
Ho sentito echeggiare questa mattina un discorso da tragedia greca dall'amico Chiezzi. Con questo discorso, con questa endiade, tragedia e grandezza sembravi Eschilo. Viene da te sempre il verbo dell'antico rivoluzionario, come Orlando e i capi della Rete, ma la politica non si fa con i capi delle rivolte morali, non si fa con l'assunzione di un assioma per cui si è convinti che comunque il disastro sia fecondo. La politica si fa in maniera diversa, la politica non la si fa cercando innanzitutto le invocazioni della vostra diversità o della diversità altrui, quasi questa appartenesse ad un'antropologia misteriosa.
Oggi la diversità può certamente tenere unita una base, ma la diversità non fa assolutamente politica, se vogliamo coniugare una minima possibilità di governo del nostro Paese. E così pure l'iscrizione al nuovo non è un fatto automatico, gli esami riguardano tutti, non solamente le persone che tu hai elencato, Chiezzi, riguardano il sistema nella sua complessità riguardano tutti coloro che non sono stati, in questi anni, sia nel piccolo che nel grande, alieni a questo sistema.
Allora, che cosa dobbiamo dire? Dobbiamo dire che questo periodo questi mesi servono anche a sciogliere questi nodi, a dare una risposta a questi interrogativi. Si dà anche una risposta a questi interrogativi cominciando da noi. Questa mattina ne è stato posto uno di spessore politico certamente inusitato e sorprendente da parte del MSI.
Potrei rinchiudermi dentro alla formula di Marchini, e cioè che questa è una Giunta di servizio, ma sarebbe troppo limitata una risposta di questo genere. Voglio invece sperare che l'accezione di polo liberaldemocratico dove la componente cattolica sta con la componente liberaldemocratica, dove i fermenti autonomistici stanno con i fermenti di un'Italia che deve essere organizzata diversamente, venga accolta per quello che è e per i contenuti che essa rappresenta.
Pertanto il problema del MSI, dei suoi voti, è un problema che è lasciato alla libertà, all'autonomia, al senso del servizio, al senso di collaborazione del MSI, sapendo comunque che il nostro confine, caro Rossa è preciso nei confronti di tutte quelle forze antinazionali come tutte le forze nazionaliste, per cui il problema, almeno per quanto ci riguarda, del polo moderato è un problema che ha dei confini precisi sia nei confronti della sinistra che della destra.
Non credo poi nemmeno che ci sia stata in questi giorni, proprio per rendere merito all'amico Marchini, una manovra - come è stato detto dal Consigliere Chiezzi, esperto in dietrologie non solamente di casa sua, ma di casa nostra - per cui si è realizzata l'irresistibile ascesa di Sergio Marchini. Credo che Marchini abbia assunto questo compito che gli è stato indicato - lo diciamo una volta per sempre - dalla DC quando ha rinunciato caro Cucco, alla Presidenza, offrendola anche alle forze laiche delle due rive, credo - dicevo - che il nostro amico Marchini si sia assunto un compito che certamente non è determinato né dalla sua ambizione né dalla sua volontà di potere e di governo.
Vorrei ancora dire due parole. Vede, Presidente Brizio, lei è come Lazzaro, non muore mai! E nel momento in cui qualcuno si allontana, c'è qualcun altro che fa vedere l'esca, e nel momento in cui qualcuno si avvicina ecco che improvvisamente e misteriosamente, per un fatto di prestidigitazione, l'esca scompare. Questo mi ricorda una frase di Camus: "Se il bene è così mediocre - direbbe qualcuno di questi banchi il male non è poi così tanto male", il male che saresti tu! Se ci confrontiamo con l'oggi e vediamo i limiti di questa esperienza di questa proposta, come si può non rivalutare il governo Brizio e Brizio stesso? E' un po' come l'oracolo di Delfo, caro Chiezzi: "Ibis et redibis morieris in bello" o "ibis et redibis, non morieris in bello". Questa è un po' l'interpretazione che facciamo secondo il momento, secondo le tensioni secondo le emozioni, secondo gli interessi, caro Rossa. Allora ci dobbiamo domandare il motivo di questo improvviso revival su Brizio. C'è un processo che ritorna sempre indietro, al punto di origine di tre mesi e mezzo fa, e c'è un processo che non prende atto di quanto Brizio dice, cioè che la soluzione possibile alternativa - non lo diciamo questa mattina, ma lo diciamo come memoria storica - alla soluzione Marchini è la rilegittimazione politica piena della Giunta Brizio, che non può essere assolutamente una rilegittimazione limitata ai voti di una minoranza. Per cui tutto questo "sussuri e grida" che esiste nei corridoi, tutti questi "merletti e veleni" con cui si cerca sempre di impastrocchiare il gioco affinché il gioco non finisca mai, deve avere una sua decantazione. Tu hai fatto una proposta, altri l'hanno fatta e mi pare anche certi partiti della sinistra, ma questa decantazione deve avere una formalizzazione precisa non può avere sempre un ventaglio di proposte che poi lo si smentisce, lo si contesta, lo si rinnega.
L'ultimo fatto un po' straordinario è successo nell'ultima settimana quando siamo stati pregati dagli amici del PDS di non presentare il documento, assicurandoci comunque che questo documento sarebbe stato esaminato con una certa benevolenza e non con una critica prevenuta, per vedere quali fossero le possibili convergenze su una Giunta Marchini. Per cui credo che dobbiamo tutti dare un segnale di chiarezza, non un segnale di ipocrisia. Io lo so che qualcuno prevede che questa Giunta Marchini che come lui ha detto è un mix di struttura, di programma, di metodo nuovo possa anticipare il cambiamento domani di alcuni scenari politici e la prenotazione per una Giunta di fine legislatura, ma questo è nell'ordine delle cose. Ma come noi accettiamo un'ipotesi di questo genere, perché la possiamo anche ritenere verosimile, accettiamo anche, e lo ribadiamo in questa sede in maniera assolutamente precisa, che scenari politici diversi ci possono portare effettivamente a considerare un avvicendamento politico che per quanto ci riguarda non avrebbe nessun limite e nessuna prevenzione rispetto alle forze che lo possono rappresentare, cioè le forze di sinistra.
Comunque dovevo dare alcune risposte nei confronti del Movimento Sociale, nei confronti dell'amico Marchini, nei confronti degli amici della sinistra, che le avevano sollecitate, indipendentemente dal tentativo di riportare il gioco alle mosse iniziali, ad un estenuato tatticismo all'ennesima manovra diversiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Intervengo molto brevemente, per dichiarare il mio voto contrario a questa proposta di Giunta. Di fronte ad una proposta di questo tipo non capisco per quale motivo questa maggioranza sia andata in crisi a suo tempo. Per quale motivo il Presidente Brizio ha rassegnato le dimissioni quattro mesi fa? Qui si ripropone la stessa identica maggioranza e, se andiamo a leggere il programma presentato - supponendo che i programmi abbiano una validità e non siano soltanto una questione tecnica per poter arrivare ad un voto su una Giunta anche se di minoranza i punti citati in quel programma sono la fotocopia di quelli del programma della Giunta uscente. Stesse persone che compongono questa maggioranza, stesse parole ripetute a distanza di tempo.
A questo punto, rispetto a quello che il sottoscritto dice da alcuni mesi, e cioè che soltanto le elezioni anticipate hanno un senso, questo atto ne è un'ulteriore conferma. Sono già trascorsi quattro mesi e se non si arrivasse ad un voto oggi potrebbero passare mesi e mesi prima di arrivare alla composizione di una nuova maggioranza stabile per questa Regione; con questo Consiglio, sicuramente solo le elezioni anticipate potrebbero fare uscire la Regione da questa impasse. Non so se i colleghi hanno notato la sempre meno credibilità che ha l'istituto regionale nei confronti dell'opinione pubblica. Fino ad alcuni mesi fa, bene o male qualcuno ci credeva ancora alla Regione, si facevano anche delle manifestazioni nei giorni di Consiglio e questa era la dimostrazione della sua credibilità. La gente veniva a protestare davanti alla Regione, perch c'era la speranza che questo istituto potesse intervenire. Non so se ve ne siete resi conto, ma ultimamente i giorni di Consiglio sono tranquillissimi: nessuno prende più in considerazione questa istituzione che ha perso ogni forma di credibilità.
Andare avanti, molto probabilmente per qualcuno può essere un bene almeno non abbiamo più "rotture di scatole" davanti a Palazzo Lascaris nei giorni di Consiglio. Ritengo invece che questo debba essere un elemento di profonda riflessione sulla credibilità che dà oggi questo Consiglio regionale.
Ribadisco - lo sto dicendo da alcuni mesi che soltanto con nuove elezioni si potrà nuovamente riacquistare la fiducia della gente nei confronti di questa istituzione. Per questo motivo, voterò contro la proposta del Consigliere Marchini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Sulla questione in discussione ha già parlato il mio Capogruppo e io condivido quanto lui ha detto. Intervengo per la citazione della Lega Nord fatta da un Consigliere, formulata con la solita litania destra, sinistra centro-sinistra e la solita demonizzazione di una fantomatica destra, come se la sinistra avesse operato bene nel trentennio 1963/1993, nonostante i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Oggi infatti abbiamo un Ministro democristiano di sinistra dell'Interno che tutela il Leoncavallo, ma non i cittadini vessati dal medesimo addirittura in operazioni di raccolta di firme per i referendum, impartendo alla polizia l'ordine di non intervenire per difendere i tavoli sui quali si raccoglievano le firme, messi sottosopra da quattro scalmanati che si dicono comunisti. Io spero che non lo siano, ma fanno finta di esserlo perché gli fa molto comodo per essere protetti dalla polizia. Queste cose sono capitate a Milano poco tempo fa e definiscono il clima meglio di qualsiasi altro discorso. Ormai destra, sinistra e centro-destra sono parole vuote, senza senso. La vera sostanza delle cose è che il trentennio di sinistra non ha rispettato tre punti fondamentali: il buon senso l'economia e la Costituzione, soprattutto nell'articolo fondamentale che obbliga il Presidente della Repubblica a non firmare leggi senza copertura economica.
Una condotta simile è stata una delle cause principali del disastro attuale. Così il marx-leninismo ha portato alla rovina tutti i popoli sui quali ha esercitato il potere. Non accetto prediche dai marx-leninisti anche se hanno PCI da una parte e PDS dall'altra. Sapete perché c'è ancora la sigla PCI? Perché se non l'avessero messa, se ne sarebbe appropriata Rifondazione Comunista e tutte le proprietà del partito sarebbero andate a Rifondazione. Questa è la spiegazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini per una breve replica.



MARCHINI Sergio

Signora Presidente, mantengo il breve e rettifico il termine: non replica, ma puntualizzazione, perché una replica, seppur breve, dovrebbe prevedere, per cortesia nei confronti di tutti i colleghi che hanno preso parte appassionata e puntuale in questo dibattito, un tipo di atteggiamento da parte del sottoscritto a nome dei colleghi candidati alla carica di Assessore. E' una puntualizzazione che attiene al fatto che la proposta che io ho l'onore di rappresentare, è quella di una Giunta di servizio a termine e di minoranza. Rispetto a questo non intendo che sia lasciato crescere alcun elemento di equivoco operoso.
La maggioranza. Io ho concluso il mio intervento non chiedendo una maggioranza, ma chiedendo un giudizio di adeguatezza e un comportamento che consentano la praticabilità di una Giunta di minoranza, di servizio, a termine. Qualora dovesse maturare una maggioranza, io avrei il dovere di considerare che va posta una proposta di maggioranza, quindi non è di servizio e non è a termine, ma deve farsi carico di un arco completo complessivo e di legislatura delle questioni e delle tematiche. Quindi qualunque sia il risultato che uscirà da questa assemblea, il sottoscritto considererà la sua elezione e quella della Giunta l'elezione di un Presidente e di una Giunta di minoranza, a termine e di servizio.
La data. A Dio piacendo, lo Statuto ipotizza uno strumento che mi consente di essere responsabile dell'affermazione che, nel mese di maggio il governo che reggerà la Regione Piemonte sarà la conseguenza di un dibattito del Consiglio e di un'assunzione di responsabilità piena e totale da parte del Consiglio regionale; non ci sarà alcun comportamento dilatorio, nessun effetto "trascinamento" e - consentitemi - nessuna operazione "congelamento", da chiunque voglia essere portata avanti, in modo corretto o non corretto, a seconda di come si intende giudicare quanto è avvenuto questa mattina rispetto alla Giunta Brizio.
Giunta di servizio, in ordine - se me lo consente il collega Mollo alla vicenda Mollo. Mi ha chiesto: "A servizio di chi?". Al tuo servizio collega Mollo. Io ti esprimo, a titolo personale, e le esprimo, come candidato alla Presidenza, il mio sostegno e la mia solidarietà per una mortificazione che tu hai subìto e che non solo non meritavi, ma sulla quale ci dobbiamo interrogare. Non c'è stata nessuna imboscata, collega Mollo: se così fosse, sarei il primo ad uscire da quest'aula. C'è stata una cosa peggiore! Se ci fosse stata un'imboscata, sarebbe stato comunque un disegno politico criticabile, da condannare, da respingere, ma un disegno politico. E' successa una cosa peggiore! Su di te, caro Mollo sono ricadute le frustrazioni di alcuni colleghi che non sanno più cosa stanno a fare qui.
Allora, Giunta di servizio vuol dire riaprire il dibattito, chiedersi se il termine destra o sinistra ha senso; chiedersi se stiamo facendo una Giunta di servizio, una Giunta di centro-destra o una Giunta di centro sinistra; su quali interessi andiamo a confrontarci, quali pezzi della società intendiamo privilegiare, quali percorsi, quali obiettivi. Quindi è servizio a te, alla tua dignità e a quella di tutti i Consiglieri! La riapertura del dibattito con un governo, con una maggioranza, con un'opposizione, sia pure nella lettura specifica di questo momento, è un servizio a te, caro Mollo, perché tutela te (o chi altri dovesse essere nella stessa situazione) dal fatto che su di te ricadono le frustrazioni le insoddisfazioni e il momento più basso di una trasversalità di pettegolezzo, di ambizioni e di frustrazioni che in questo Consiglio regionale, se non torniamo al confronto duro sulle questioni politiche rischiamo scenda al di sotto non dei limiti di accettabilità (che abbiamo già superato con quello che è avvenuto questa mattina sul tuo voto), ma di decenza.
Giunta di servizio al servizio della Giunta Brizio (e mi rivolgo al Consigliere Chiezzi). Io confido che questa mattina non passi la mia candidatura, perché quello che ho detto dovrebbe avere anche coerentemente una conseguenza; se questo avverrà - collega Chiezzi e collega Rossa - c'è tutto il tempo perché si assumano le responsabilità affinché la Giunta Brizio possa tornare come Giunta di maggioranza, non come Giunta di minoranza, ma come Giunta di maggioranza sostenuta in modo palese, non equivoco, non strumentale, non peloso in quest'aula.
E allora, se questo tempo di transizione, che tale è non perché noi l'abbiamo deciso, ma perché è scritto nella storia e nelle nostre vicende potrà essere gestito sicuramente dalla persona più autorevole che esiste in questo Consiglio, più sperimentata, che è il collega Brizio, e se potrà essere assistito da tutti gli Assessori, a cominciare dal Vicepresidente Fulcheri, che hanno collaborato con lui, benissimo. In questo caso, Vetrino Bianca, Leo Giampiero, Goglio Giuseppe, Garino Marcello, Ferraris Paolo Cavallera Ugo, Cantore Daniele, Bergoglio Emilia, Marchini Sergio ritireranno immediatamente la loro candidatura, consapevoli ed orgogliosi di avere reso il servizio che intendono rendere all'istituzione, perché la loro ambizione non è di governare questa Regione, ma di renderla governabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Ferrara ne ha facoltà.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi, svolgo una brevissima dichiarazione di voto, che tiene conto del dibattito che c'è stato e della replica che il Consigliere Marchini ha fatto, replica che peraltro ho apprezzato. Io avevo una mia opinione su come dovesse svolgersi la creazione di questa nuova Giunta e sui miei orientamenti. La mia opinione era che, in presenza di una sola proposta, forse sarebbe stato opportuno, al di là di quale fosse questa proposta, non rinviare ancora di una settimana, di otto giorni l'elezione della Giunta, ma cercare di abbreviare i termini perché la Giunta potesse cominciare a fare qualche cosa; i tempi di questa Giunta sono veramente ormai non più valutabili in mesi, ma in settimane.
Credo che il Consigliere Marchini abbia chiarito e abbia dato un elemento importante allo svolgimento di questo dibattito, chiedendo non dei voti finti, ma rivendicando il suo ruolo rispetto alla proposta da lui presentata, un ruolo che non vuole essere momento di compromissione, ma di chiarezza. E allora credo che chiarezza occorra tenere in quest'aula, e se con la chiarezza si deve rispondere, dichiaro che, anche alla luce delle cose che ha detto il collega Marchini, il voto mio personale sarà di non approvazione di questa proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.



ZACCHERA Marco

Devo ringraziare il Consigliere Marchini per le parole che ha detto sicuramente ha fatto un discorso molto interessante, ma leggibile in due modi diversi. Potrebbe essere letto come una chiamata di responsabilità dell'ex Giunta di pentapartito, dicendo, in poche parole: "Smettetela di giocare, venite allo scoperto, se volete o non volete appoggiare una Giunta di ex del pentapartito", oppure potrebbe essere letto in una chiave di maggiore confusione, perché a determinate domande del Consiglio sono state date delle risposte assolutamente incomprensibili. Ma se lo vogliamo leggere in questa misura, che senso ha dire: "Voglio fare una Giunta di minoranza, voglio fare una Giunta di servizio, voglio fare una Giunta a termine"? In definitiva, significa non voler fare una Giunta, perché questa è poi la realtà dei fatti.
Cerchiamo quindi di sgombrare il campo dagli equivoci. Qui bisogna capire, perlomeno dal nostro punto di vista, se questa nuova Giunta intenda dare un'ossatura di carattere tecnico e non politico in una situazione drammatica di funzionamento della Regione, oppure se questo Consiglio ha finalmente il coraggio di prendere atto che la situazione è insostenibile.
In questo caso, bisogna avere la decenza di dimettersi. Sono tre settimane che la nostra offerta di scioglimento del Consiglio regionale è depositata in Presidenza, eppure tranne i colleghi della Lega Nord nessuno è andato a firmarla.
Non si può continuare così! Se alla fine di tutto questo discorso ritornerà una Giunta di pentapartito, ci sarà di nuovo uno strumento monco asfittico, con i numeri o senza numeri, con le imboscate lungo la strada tipo quella oggi tentata più o meno apertamente (io l'ho presa come uno sfottò personale, collega Mollo, vedi un po' tu come interpretarla), e i segnali di fumo. Ma allora, tutte le belle parole che dice il collega Marchini? Avvocato, la realtà è questa: alla fine non c'è niente, alla fine ci sarà l'area democratica, l'area laica, l'area cattolica, l'area progressista, l'area liberaldemocratica o laburista, eppure non c'è niente.
Per questo motivo noi stamane vi abbiamo invitato, provocatoriamente: "Venite allo scoperto, dite cosa volete fare!". E cosa volete fare? Quel programma che ci è stato illustrato, cioè quei cinque punti ovvi che più ovvi non si può? A questo punto ritengo veramente che i colleghi che hanno a cuore il Consiglio regionale e la Regione Piemonte debbano avere il coraggio di chiedere lo scioglimento del Consiglio regionale. Basta! Il 15 febbraio sarà un anno dall'arresto dell'Assessore Maccari, che è stato l'inizio della fine. Adesso basta! Noi, oggi, ci riserviamo non solo di votare contro questa Giunta, ma di non partecipare più formalmente neppure ai lavori di Consiglio fino a quando non nascerà - semmai nascerà - una Giunta di maggioranza.
Abbiate il coraggio, a questo punto, di proporre, al di là di ogni ragionevole dubbio, lo scioglimento di questo Consiglio regionale! Quello che diceva prima il collega Rabellino era veramente giusto! Siamo addirittura spariti dagli articoli della stampa; prima la pagina centrale poi l'articoletto, poi il fondo pagina, adesso siamo spariti anche dalla cronaca spicciola. Signori dell'ex maggioranza, voi portate la responsabilità di questo fatto. Per anni vi siete riempiti la bocca di democrazia, di pluralismo, di regionalismo e tutto quello che volete; la realtà è che la Giunta di maggioranza non c'è, va avanti una Giunta solo per le piccole cose - che poi piccole non sono - e i problemi dall'Alta Velocità in poi ci stanno passando sotto il naso, e questo Consiglio non può operare per intervenire. No, non si può andare avanti così! E' molto più corretto scegliere, anche perché il 27 e 28 marzo saranno i piemontesi a scegliere.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale per l'elezione del Presidente della Giunta, secondo quanto convenuto dall'art. 32 dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 55 votanti 54 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
Poiché non è stata conseguita la maggioranza assoluta dei voti dei Consiglieri assegnati alla Regione, l'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta regionale è rinviata ad altra seduta da tenersi non prima di otto e non oltre quindici giorni, ai sensi dell'art. 32 dello Statuto.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,25)



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