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Dettaglio seduta n.264 del 02/02/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g. "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri nella scorsa adunanza consiliare i processi verbali delle adunanze consiliari del 4 e 11 maggio 1993. Non essendovi osservazioni si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Coppo e Croso.


Argomento:

b) Questione di legittimità costituzionale del combinato disposto degli artt. 10, lettera b), 4, lettera b), nonché 22 della L.R. 26/3/1990, n. 13 "Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli scarichi civili"


PRESIDENTE

Comunico che la Pretura circondariale di Torino - Sezione distaccata di Chieri, durante l'udienza del 24/6/1993 relativa ad un processo penale, ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del combinato disposto degli artt. 10, lettera b), 4, lettera b), nonché 22 della L.R. 26/3/1990, n. 13 "Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli scarichi civili", in relazione agli artt. 3, 25 e 117 della Costituzione. La suddetta Pretura ha disposto quindi l'immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale sospendendo il giudizio in corso. Tale decisione è stata comunicata alla Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte in data 26/1/1994.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 817: "Dimissioni della signora Anna Segre dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione (ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 817 in merito alle dimissioni della signora Anna Segre dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione.
La Consigliera Anna Segre, eletta nella lista Verdi Sole che Ride nella Circoscrizione di Torino, con lettera datata 26/1/1994, ha comunicato che si dimette dalla carica di Consigliere regionale.
Peraltro la Consigliera Segre non è in buone condizioni di salute oggi e, quindi, non può essere presente. Mi ha pregata di leggervi la seguente lettera: "Cari colleghi, nel momento in cui rassegno le dimissioni dal Consiglio regionale del Piemonte, desidero rivolgervi un saluto che esprima anche il senso di questa mia decisione. Dapprima ho sentito il ringraziamento a tutti voi che, al di là delle divergenze politiche grandi e piccole, avete avuto un importante ruolo di ascolto, di contraddittorio durante lo svolgimento di questa mia significativa esperienza.
Entrata in questo Consiglio tre anni e mezzo fa, priva di pratica amministrativa, ma ricca di quegli ideali che contraddistinguono il movimento dei Verdi, ho dovuto imparare a coniugare i due approcci per fare in modo che gli ideali non restassero sempre tali, ma diventassero almeno un'ipotesi di realtà.
Ora sono, da un lato, costretta ad abbandonare questa esperienza dall'altro desiderosa di cogliere questa occasione non prevista per continuare a migliorare la mia preparazione, nell'intento di potere contribuire ancora, in qualsiasi posizione mi venga a trovare, a portare avanti quelle idee in cui così profondamente credo e per cui mi sono battuta in questi anni. Costretta, perché una nuova legge dello Stato impone di scegliere fra attività accademica all'interno dell'Università ed attività amministrativa nel ruolo di Consigliere regionale. Una norma che se ritengo giusta dal punto di vista della non cumulabilità delle retribuzioni, ritengo altresì arbitraria, perché introdotta nel corso della legislatura, venendo quindi a mutare le condizioni di chi, candidandosi alle elezioni, l'aveva fatto nella situazione legislativa vigente allora.
Davanti alla necessità di questa scelta, che è stata fonte di grande incertezza e turbamento, ho infine deciso di continuare la mia carriera universitaria, dal momento che nei prossimi giorni dovrò assumere un impegno di nuove maggiori responsabilità presso l'Università di Bologna.
Ciò non significherà per me l'abbandono della politica, ma solo la decadenza dal ruolo istituzionale, sperando che il mio contributo di insegnamento tra i giovani e di ricerca sulle tematiche ambientali potranno essere di qualche utilità alla causa dei Verdi e di tutti coloro che riconoscono l'importanza di tali argomenti.
Un saluto quindi che è un arrivederci in altri luoghi di dibattito e di confronto, perché le idee Verdi hanno ancora bisogno di molta cura e di passione.
Non posso dimenticarmi infine di rivolgere un ringraziamento particolare alla Presidente del Consiglio, Carla Spagnuolo, e ai colleghi dell'Ufficio di Presidenza. Agli amici e ai colleghi Verdi tutto il senso della mia riconoscenza per l'armonia e la reciproca stima con cui abbiamo sempre svolto il nostro lavoro. Alla nuova Consigliera i migliori auguri per i nuovi responsabili compiti che la attendono".
La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Innanzitutto ringrazio la Presidenza per avermi concesso la parola in questa occasione. Avevo chiesto la parola non per un dovere formale, ma perché credo che sia giusto ringraziare anche pubblicamente ed ufficialmente - e insieme a me si unisce il collega Miglio - Anna Segre che, per le motivazioni che la Presidente ha voluto cortesemente comunicare all'assemblea, ha lasciato la sua attività istituzionale in quest'aula. Un ringraziamento alla collega per quanto sotto il profilo umano, prima ancora che professionale, di passione civile e politica ha in questi anni dato prima di tutto al Gruppo dei Verdi, ma credo di poter dire all'intero Consiglio. Un grazie per il lavoro svolto coscienziosamente nelle Commissioni di cui ha fatto parte, prima fra tutte la Commissione speciale per la riconversione ambientale che l'ha in particolare vista impegnata sul caso ACNA, vicenda che tormenta quest'aula da tempo. Da ultimo, il suo lavoro nell'Ufficio di Presidenza.
La sua decisione, che abbiamo seguito passo passo in queste settimane come lei stessa ha comunicato ai colleghi, è stata una decisione sofferta e difficile. L'abbiamo però condivisa tutti insieme, ponendo al primo posto il suo diritto a decidere del suo futuro umano e professionale; purtroppo la legge oggi impone queste scelte. Scelte che ci sembrano opportune sotto il profilo strettamente connesso all'aspetto dell'impegno di spesa delle finanze pubbliche già disastrate, ma che non ci sentiamo di condividere per la parte che riguarda la possibilità di concorrere alle decisioni politiche da parte di chi nel mondo accademico acquisisce conoscenze e strumenti che potrebbero essere utilmente restituiti alla collettività attraverso l'impegno nelle istituzioni. Un collegamento diretto tra il mondo della ricerca e la comunità dei decisori politici pensiamo potrebbe essere di grande ausilio all'intera collettività.
Infine, come Presidente del Gruppo Verdi, mi corre l'obbligo di ricordare la lungimiranza e il coraggio politico della collega nel compiere, nel 1990, una scelta che ha consentito a questo Gruppo di nascere in anticipo su decisioni che andavano maturando, e al movimento ambientalista di crescere in una prospettiva unitaria.
Quindi, all'amica, prima ancora che alla collega, vadano il nostro ringraziamento e gli auguri per la carriera universitaria. All'amica perché nel lavoro politico di ogni giorno, condotto sempre in termini di chiarezza e di sincerità reciproca nel confronto, è anche nato un rapporto di amicizia personale, che ritengo rappresenti un valore non indifferente e che consentirà una continuità di impegno e di collaborazione di Anna Segre con il Gruppo regionale dei Verdi.
Alla collega che subentra, Carolina Pozzo, voglio fare come ambientalista gli auguri di un buon lavoro, anche se non dobbiamo nasconderci che purtroppo entra in un momento in cui questa nostra istituzione vive un periodo di grandi difficoltà. Credo che anche lei, con la sua intelligenza e la sua passione politica, possa dare un contributo per uscire da questo periodo difficile in cui siamo tutti coinvolti.



PRESIDENTE

Anch'io mi unisco con il saluto e il ringraziamento dell'Ufficio di Presidenza, e ritengo del Consiglio, alla collega Anna Segre che ha fatto una scelta di carattere professionale.
La parola al Consigliere Majorino che interviene in qualità di Presidente della Giunta delle Elezioni.



MAJORINO Gaetano

Signora Presidente, colleghi, come prevedono le normative vigenti nel nostro Regolamento, in seguito alle dimissioni presentate dalla Consigliera Anna Segre, si è riunita la Giunta delle Elezioni sotto la mia Presidenza.
Ha rilevato che nell'elenco dei candidati della lista Verdi Sole che Ride dopo l'ultimo proclamato eletto nel giugno 1990, seguiva, in ordine di preferenze ricevute, la signora Carolina Pozzo. Non sussistendo, allo stato degli atti, nessuna causa ostativa all'ingresso e alla surroga della Consigliera Segre con la signora Carolina Pozzo, la Giunta delle Elezioni ha deciso unanime di proporre al Consiglio la surroga cui ho accennato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Majorino. Avendo sentito la relazione del Presidente della Giunta delle Elezioni chiedo al Consiglio di voler prendere atto delle dimissioni della Consigliera Anna Segre.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio prende atto all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Avendo sentito la relazione del Consigliere Majorino pongo ai voti la proposta che alla Consigliera Anna Segre subentri, nella circoscrizione di Torino, nella lista Verdi Sole che Ride, ai sensi dell'art. 16 della legge n. 108/68, la signora Carolina Pozzo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Dichiaro pertanto la predetta deliberazione (non soggetta a controllo ai sensi del DL n. 40/93) immediatamente eseguibile. Invito pertanto la signora Carolina Pozzo, la quale, con dichiarazione in data odierna, ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(La neo Consigliera Carolina Pozzo prende posto in aula)



PRESIDENTE

Per quanto attiene alla convalida, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme del suo Regolamento interno. A tal fine l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta delle Elezioni la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.
Salutiamo la Consigliera Carolina Pozzo, che chiede di intervenire.



POZZO Carolina

Innanzitutto saluto il Consiglio. Faccio i migliori auguri alla Consigliera uscente Anna Segre per il suo nuovo e prestigioso impegno presso l'Università di Bologna.
Mi presento: sono Carolina Pozzo, vengo da anni di militanza in Associazioni ambientaliste. Dal 1977 ho lavorato in vari gruppi e comitati antinucleari che hanno portato poi al referendum antinucleare del 1987. Dal 1988 sono entrata nell'Associazione ambientalista "Amici della Terra" dove ho fatto la segretaria cittadina, poi Presidente regionale e Consigliera nazionale.
Nel 1989 ho aderito al Gruppo della Lista Verde Sole che Ride e nel 1990 sono stata candidata ed eletta come Consigliera comunale del Comune di Grugliasco dove in particolare mi sono occupata delle questioni relative al Centro commerciale "Le Gru", che hanno portato agli eventi che tutti conosciamo e alle indagini che sono ancora in corso. Sono anche obiettrice fiscale ed insegnante.
In questi giorni si è posto il problema dell'adesione ad un gruppo dei Verdi, essendocene ancora due in Regione; non avendo trovato delle differenze significative per collocarmi in un Gruppo o nell'altro - ed auspicando nel più breve tempo possibile l'unificazione dei Gruppi medesimi ho scelto, per correttezza, di aderire al Gruppo che mi aveva candidata che è appunto il Gruppo Verdi Sole che Ride, anche perché dovevo velocemente dare un'indicazione in merito. Ciò nonostante il mio lavoro in questi giorni con i colleghi Verdi sarà quello di portare i due Gruppi ad una veloce unificazione scegliendo una strada differente da quella della collega che mi ha preceduta, ma con gli stessi intenti. Dico una strada diversa, ma non con questo errata.
Ringrazio ancora tutti e buon lavoro.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 818: "Temporanea sostituzione della Consigliera regionale Margherita Gissara sospesa ai sensi dell'art. 15 comma 4 bis, legge n. 55/90 Adempimenti ex art. 16 bis, legge n. 108/68 così come inserito dall'art. 3, legge 12/1/1994, n. 30"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3 bis) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 818, in merito alla temporanea sostituzione della Consigliera Margherita Gissara.
Pregherei il Presidente della Giunta delle Elezioni, Consigliere Majorino, di riferire della riunione tenuta in data odierna.



MAJORINO Gaetano

Signora Presidente del Consiglio, colleghi Consiglieri, anche oggi nella seduta della Giunta delle Elezioni è stato esaminato il caso - o meglio la questione - relativa alla surroga della Consigliera Margherita Gissara, la quale, mesi orsono, in base ad una prescrizione di legge statale, era stata sospesa dalle funzioni per motivi di carattere giudiziario che la riguardavano. Ora, sempre una legge dello Stato del 12/1/1994 ha previsto che per i Consiglieri regionali, sospesi dalle funzioni come la Consigliera Margherita Gissara, si debba procedere ad una surroga temporanea, visto l'esito delle vicende giudiziarie che nel nostro caso riguardano sempre la Gissara. A questi fini e in questa situazione la Giunta delle Elezioni ha rilevato, come poco fa per il caso di dimissioni che nell'elenco di coloro i quali avevano partecipato alla competizione elettorale del 1990 nella lista dei Pensionati seguiva alla prima ed unica eletta, Margherita Gissara, la signora Elisa Lannes. Anche in questo caso non esistendo allo stato degli atti e delle cose motivi emergenti di incompatibilità o ineleggibilità, la Giunta unanime ha deciso di proporre al Consiglio che la Consigliera Gissara venga sostituita e surrogata temporaneamente, come stabilisce la legge e, visto l'esito del procedimento penale che la riguarda, dalla signora Lannes Elisa.



PRESIDENTE

A questo punto, avendo udito la relazione del Presidente della Giunta delle Elezioni, Consigliere Majorino, invito il Consiglio a voler esprimere il proprio voto sulla proposta di deliberazione n. 818: "Il Consiglio regionale preso atto del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4/3/1993 con il quale è stata sospesa, ai sensi dell'art. 15, comma 4 bis della legge 19/3/1993, n. 55, come modificata ed integrata dalla legge 18/1/1992, n. 16, dalla carica di Consigliere della Regione Piemonte la signora Margherita Gissara, eletta nella lista dei Pensionati nella circoscrizione di Torino.
Visto l'art. 16 bis della legge n. 108/68, così come inserito dall'art.
3 della legge 12/1/1994, n. 30, che prevede, nel caso di sospensione di un Consigliere intervenuta ai sensi dell'art. 15, comma 4 bis, della legge 19/3/1990, n. 55 e successive modificazioni, che il Consiglio regionale proceda alla temporanea sostituzione del predetto Consigliere, affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di Consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti delibera la temporanea sostituzione della Consigliera regionale Margherita Gissara, si sensi dell'art. 16 bis della legge n. 108/68, così come inserito dall'art. 3 della legge 12/1/1994, n. 30, affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni temporanee di Consigliere alla signora Elisa Mattia Lannes, prima dei non eletti nella lista dei Pensionati nella circoscrizione di Torino. La supplenza avrà termine con la cessazione della sospensione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 50 Consiglieri presenti.
Invito pertanto la signora Elisa Mattia Lannes, la quale, con dichiarazione in data odierna, ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(La neo Consigliera Elisa Mattia Lannes prende posto in aula)



PRESIDENTE

Per quanto attiene alla convalida, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti secondo le norme del suo Regolamento interno.
A tal fine l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio l'adozione dei provvedimenti conseguenti.
Un cordiale saluto a nome di tutti anche alla Consigliera Lannes, nelle sue funzioni di sostituzione temporanea della Consigliera testè richiamata.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto per l'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta regionale (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 4) all'o.d.g. Come sapete, l'art. 32 dello Statuto prevede che l'elezione del Presidente della Giunta avviene "a seguito di presentazione di un documento sottoscritto da almeno un terzo dei Consiglieri assegnati alla Regione, con il quale si propongono al Consiglio le linee politiche ed amministrative, il Presidente e l'intera lista degli Assessori".
La Presidenza informa l'aula di non aver ricevuto il documento di cui al secondo comma dell'art. 32.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco; ne ha facoltà.



CUCCO Vincenzo

Tento di sintetizzare il lavoro svolto nei giorni trascorsi dall'ultimo Consiglio ad oggi, per consegnare all'aula un quadro della situazione possibilmente scevro da tutto quello che gli interventi, anche la foga personale di molti di noi, me compreso, hanno aggiunto, cosa che certamente non contribuisce alla soluzione della crisi di questa Regione, ma che invece aggiunge preoccupazione a preoccupazione.
Voglio cominciare con una battuta, rilevando la particolarità della situazione che stiamo vivendo. A differenza degli anni passati, che hanno visto ad ogni crisi di governo del Consiglio comunale, provinciale o regionale, di qualsiasi livello istituzionale, la presenza ingombrante delle segreterie di partito, tutti abbiamo rilevato quanto questa, in realtà, sia una situazione migliore dal punto di vista dell'adesione al dettato costituzionale e al mandato che ci è stato offerto dai nostri elettori, cioè quello di governare fino in fondo e quindi di operare delle scelte in modo autonomo.
Ritengo si debba cominciare ad avanzare valutazioni anche di critica di questa situazione, perché ho l'impressione - parlo a nome personale - che in questo momento il Consiglio non stia dando il meglio di sè (tutti complessivamente, nessuno escluso). Ci sono delle condizioni oggettive che non bisogna nascondere. La situazione politica nazionale è quella che è: voi la conoscete, i lettori dei giornali e coloro che ascoltano le televisioni la conoscono meglio di noi. Ciascuno di noi è collocato politicamente, o si sta collocando, proprio in previsione di quello che accadrà.
Purtroppo - devo dire purtroppo - non siamo riusciti complessivamente ad evitare non l'interferenza (che sarebbe stata impossibile da evitare) ma la subalternità delle ipotesi di soluzione alla crisi della nostra Regione a percorsi politici che sono esterni a quest'aula (nel senso che hanno sbocchi esterni a quest'aula, non che non la attraversino). A mio avviso è una valutazione necessaria e bisogna assumersi tutte le responsabilità. Noi dobbiamo assumerci tutte le responsabilità, anche quella di consegnare un'ulteriore seduta di Consiglio regionale alla storia di questo Consiglio, vuota, senza soluzione, senza governo regionale in grado di governare da subito la nostra Regione.
Ma qual è stato il lavoro al quale abbiamo atteso in questi giorni? E' molto semplice, Presidente e colleghi Consiglieri. Alla fine dello scorso Consiglio regionale la situazione che si presentava era la seguente: le ipotesi possibili per dare a questa Regione un governo erano soltanto tre.
La prima: un governo di minoranza, inteso come forzatura da parte di una parte politica piuttosto che un'altra (non parlo di uno schieramento piuttosto che di un altro), comunque un governo di minoranza che, forzando il Regolamento e la situazione dei rapporti politici esistenti, fosse andato al voto in seconda battuta e quindi avesse governato questa Regione in assenza di una maggioranza in grado di poter consentire lo svolgimento dei lavori e non soltanto il passaggio dei provvedimenti, perché era in discussione anche la garanzia del funzionamento delle Commissioni consiliari.
La seconda ipotesi era quella di un accanimento terapeutico sul governo Brizio e sulla sua Giunta.
La terza ipotesi, invece, che si è fatta strada nelle forze politiche è quella di costituire un governo che la nostra fantasia, non avendo più termini, ha coniato come "governo tecnico di garanzia", che significa garantire un governo politicamente non pesante, cioè un governo che non precostituisca maggioranze politiche di una natura piuttosto di un'altra ma garantisca la funzione governativa di questo parlamento regionale fino al giorno dopo le elezioni politiche, confidando che, a quella data, la situazione politica generale sarà certamente più chiara e, quindi, sarà possibile il raggiungimento di accordi più ampi, più saldi e più forti per il lavoro che questo fine di legislatura compete a quest'aula consiliare.
Questa è l'ipotesi alla quale abbiamo lavorato, anche se nel mezzo ci sono state diecimila ipotesi mediane delle quali non racconto la storia perché sarebbero tantissime interpretazioni tutte legittime e tutte autentiche di un'ipotesi invece che di un'altra, di uno sforzo invece che di un altro; si tratta, a nostro avviso, di disegnare il possibile. Voglio sottolineare il carattere di questa Giunta tecnica di garanzia, un carattere temporale iscritto nella storia stessa, nell'atto di nascita di questa Giunta, perché, secondo me, questo è il dato che consente ai Consiglieri di atteggiarsi nei confronti di questo governo in modo più libero - così come ho fatto io - rispetto ad accordi politici più ampi che magari, tendono alla sottoscrizione di patti che in questo momento a nessuno è consentito o a nessuno è dovuta la sottoscrizione. Credo che questo carattere sia la garanzia per tutti i Gruppi consiliari, per tutte le parti politiche presenti in quest'aula, che questo governo non precostituisce nulla, ma sia soltanto l'assunzione di una responsabilità che possa consentire a questa Regione di avere un governo.
Ripeto: non racconto la storia delle ipotesi intermedie che ci sono state e che, peraltro, possono essere ancora valutate. Coloro che hanno lavorato a questa ipotesi hanno accolto la richiesta di non presentazione del documento in aula per fare un'ulteriore verifica delle ipotesi che consentono a questo governo di avere una maggioranza - e quindi i numeri per governare in questi ultimi mesi. Questo mi sembra sia la dimostrazione pragmatica della disponibilità a discutere anche se ritengo che, dal punto di vista pragmatico, non si possa discutere di queste cose in un'aula consiliare. Non parlo di pubblicità della discussione, perché questa pu essere pubblica anche se non fatta in aula consiliare; le discussioni sono tutte pubbliche. Infatti, tutti noi abbiamo parlato con i giornalisti e fatto comunicati stampa ed avete visto cosa è uscito sui giornali: nulla ma, al di là di questo, il colloquio con gli organi di informazione, se esiste effettivamente, deve essere garantito.
Ritengo che in questa discussione, le ipotesi possibili e, soprattutto la fattibilità dell'ipotesi alla quale abbiamo lavorato, possa essere ulteriormente verificata in riunioni e confronti che già da domani possono essere avviati. A mio avviso - e credo di poter parlare anche a nome di coloro che hanno collaborato a questa ipotesi - nulla è pregiudicato e se ci saranno ulteriori approfondimenti, sollecitazioni o ipotesi concrete per dare a questa Regione un governo che governi con il contorno che abbiamo descritto, ovviamente, saranno benvenuti; diversamente, credo che si debba in questo caso parlo a nome personale - assumere la responsabilità di dare a questa Regione un governo entro la prossima seduta di Consiglio perché ogni ulteriore ritardo sarebbe non solo incomprensibile (perché già adesso non siamo compresi dalla gente e da coloro che ci vedono e leggono i giornali), ma anche deleterio e dannoso per l'istituto nel quale dobbiamo svolgere il nostro mandato. Occorre dare spazio e voce a coloro che esistono e che, in realtà, preferirebbero le elezioni anticipate di questo parlamento regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, contano i fatti e nonostante l'illustrazione, da parte del collega Cucco, su cosa è stato fatto in questi ultimi giorni, i fatti sono i seguenti: eccoci di nuovo qui con in mano un pugno di mosche, a tre mesi e qualche giorno dalle dimissioni della prima Giunta Brizio.
Sono passati tre mesi e tutte le grandi manovre di cui siamo stati capaci, ci conducono a questo: eccoci di nuovo qui. Mi verrebbe da dire: "eccovi di nuovo qui". Perché? Perché noi la scorsa settimana abbiamo eletto Presidente Brizio bis. Una maggioranza relativa di questo Consiglio ha fatto propria questa carica e vi ha subito rinunciato. Questo non è irrilevante. Questa è una responsabilità che una maggioranza di questo Consiglio si è assunta nel fare una proposta e nel vincere un confronto.
Ecco perché dico: "Eccovi qui con un pugno di mosche". La parte avversa nella quale mi riconosco, non ha più riproposto su questo tavolo la proposta che ha avuto una minoranza di consensi in quest'aula, solo per questo motivo non l'ha fatto, non perché ritenesse tale proposta obsoleta tutt'altro! La ritengo più valida che mai, ma non è stata riproposta perch una maggioranza di questo Consiglio aveva vinto un confronto. A questa maggioranza che si era dimessa appena vinto il confronto, toccava risolvere il problema.
Brizio è stato eletto Presidente per la seconda volta, si è dimesso da Presidente in seconda, ma abbiamo qui Brizio Presidente in prima: sarà tutto qui il problema? Adesso non scopriremo che dato che la maggioranza comunque il proprio Presidente ce l'ha, tira avanti? Forse non è tutto qui ma questo è un pezzo del problema? Può darsi. Comunque rimane il fatto che per risolvere questa crisi, chiunque vi lavori, bisogna dire con chiarezza che vi è un ago della bilancia nel risolverla. L'ago della bilancia è la vecchia maggioranza o meglio quella maggioranza relativa, un po' ridotta rispetto a quella che aveva eletto Brizio uno, che si è espressa nell'ultimo Consiglio regionale. L'ago della bilancia per risolvere la crisi sta in questi numeri, sta in queste forze. C'è di più: l'ago della bilancia sta nella vecchia maggioranza, ma nella vecchia maggioranza l'ago della bilancia sta nella DC, che è parte preponderante della vecchia e della nuova maggioranza. Sta nel Gruppo della Democrazia Cristiana, questo Gruppo che ancora per voce di suoi interventi viene presentato come immutabile, non frazionabile, impermeabile a tutti i sommovimenti esterni Gruppo numericamente potente qui dentro: questo è l'ago della bilancia all'interno di questo Consiglio e bisogna parlare di questo e non occultarlo! Ci sono quindi due macigni: uno è la questione giudiziaria e l'altro è il macigno del Gruppo DC, con le condizioni che pone. Se così non fosse la crisi si potrebbe risolvere con i numeri e con i fatti.
Penso di proporre un ragionamento che con il "politichese" o il "corridoiese" (c'è anche l'esprimersi in "corridoiese") spero abbia poco a che fare. Il nocciolo della crisi in cosa consiste? Consiste che la maggioranza uscente si è dimessa per una serie di disastri avvenuti in questo ultimo anno. Sono stati arrestati due Assessori della Giunta Brizio è stato arrestato un Assessore della proponenda Giunta Brizio due; sono stati arrestati amministratori di UU.SS.SS.LL. nominati da questa Giunta! Ultimamente, colleghi, sono stati arrestati tre componenti della Commissione Tecnica Urbanistica proposti dalla vostra maggioranza e nominati in questo Consiglio: tre componenti! Sono in prigione, tre professionisti, tanto che la Commissione Tecnico Urbanistica non so come riesca a riunirsi dal punto di vista del numero legale.
A seguito di questi fatti e io aggiungo anche - tempero i toni di una non brillante azione di governo (questo non solo per critiche reiterate nostre, ma ci sono anche componenti della vecchia maggioranza che hanno criticato la stessa per inadempienze in atti di programmazione, penso a Tapparo e a Ferrara), la maggioranza ha cessato di esistere come numeri e come forza politica di proposta. Il buon senso comune a mio parere dovrebbe essere uno degli elementi di riferimento del ragionare politico.
Il buon senso comune o se volete l'etica della responsabilità o il semplice esercizio di un dignitoso progetto politico nell'interesse delle istituzioni richiederebbe una cosa molto semplice, cioè il semplice dignitoso, comprensibile da tutti, passo indietro da parte delle forze e dei Gruppi che hanno governato sino ad oggi la Regione. O no?



MARCHINI Sergio

Ma la politica non è...



CHIEZZI Giuseppe

Il Presidente incaricato parlerà dopo! Ha tutte le televisioni per lei stia tranquillo un momento, lasci questi poveri Consiglieri di minoranza quasi per decreto, esprimersi! Penso che questo debba essere il passo che o viene compiuto o il pugno di mosche rimarrà nelle nostre mani per un bel po'. Questo è il passo che i fatti richiedono. Questo passo non porta alla obbligata conseguenza di individuare enfatiche aggregazioni! Questo passo può portare semplicemente alla possibilità di consegnare un governo - lo si chiami come si vuole, di garanzia o cos'altro - alla forze che sino a quel punto non hanno governato, perché così dovrebbe richiedere la ragionevolezza politica! Come pensate, dopo aver condotto la Regione attraverso questi drammatici fatti, di proporre una risoluzione della crisi che passi attraverso la riproposizione delle vostre forze come forze di governo? Provate ad andarlo a dire fuori in Via Alfieri! Non viene compreso! E non viene compreso nessun pasticcio che lo sottintenda in alcun modo! Affidiamo il governo a chi non ha governato. Il governo venga costituito con forme di garanzia, per fare quelle cinque o sei cose urgenti; non si può riprogettare tutto, ma venga consegnato a chi è in grado di proporre una svolta e una novità in questa Regione, con tutte le forme di disenfatizzazione politicamente necessarie.
Se questo atto non viene compiuto e - ripeto - non viene compiuto e promosso dalla Democrazia Cristiana, il Gruppo più potente in quest'aula, a questo punto se ne assuma le responsabilità, tutte, a cominciare da quelle dello scioglimento del Consiglio regionale, che continuo a vedere assolutamente non come una tragedia, ma come una delle possibilità. L'ho detto un anno fa: se avessimo sciolto il Consiglio un anno fa a questo punto non saremmo arrivati. Siamo giunti invece a questo logoramento, a questo "surplace" della Regione Piemonte che già barcolla e fra poco potrà anche cadere.
Il problema che mi pongo è perché questo non accada. Non è ingenuità.
Mi chiedo perché ci sia questa pervicace avversione ad un'ipotesi di questo genere: è bieco attaccamento al potere? Mi rifiuto di crederlo. C'è solo questo: la poltrona, il non voler mollare i posti di potere laddove ci sono e bene o male possono essere gestiti per qualche mese? Mi rifiuto di pensare che di questo si tratti: il mantenimento del potere.
E allora cos'è che impedisce tutto questo? Forse non potete fare altrimenti. Questa può essere una ragione; forse - e non so i motivi, posso intravvederli, posso ipotizzarli - non si è in condizione di fare qualcosa di diverso dal riproporre forze sostanziali della vecchia maggioranza al governo di questa Regione. Forse si sono presi degli impegni di carattere politico, amministrativo e programmatico talmente forti che vi inchiodano comunque a respingere qualsiasi ipotesi che vi veda allontanati dai tavoli di governo. Questa forse è un'ipotesi realistica. Impegni su grandi progetti, su grandi investimenti che non pensate possano neppure essere messi in discussione dalla parte che fino adesso non ha governato. La scorsa settimana ho avuto un incontro con due esploratori, il Consigliere Marchini e il Consigliere Goglio, che si nominavano come possibili portatori di una nuova esperienza, ma la proposta che mi è stata fatta da loro era una proposta che ripeteva stancamente la stessa conferma della vecchia maggioranza in un tavolo poco diversamente apparecchiato. Qui se la vecchia maggioranza e la DC continuano, sulla scacchiera politica, a dire che chi faceva il pedone diventa re, che l'alfiere di re si sposta ad alfiere di regina, che un cavallo si trasforma in una torre, che l'altra torre fa l'arrocco e che la regina magari rimane ferma dov'è, ma i pezzi sono sempre quelli, guardate che non ci si schioda da questa situazione. Di fronte allo stallo perdurante della Regione la via d'uscita sono le elezioni. Qui qualcuno dice di non volerle, di ritenerle una sciagura, una cosa improponibile comunque con il vecchio sistema elettorale. Allora rendetevi conto che non potete avere la botte piena e la moglie ubriaca. Se volete governare con i vostri voti cambiando il pedone in re, proponetelo e fatelo, ma fatevelo. Se invece ritenete che ci siano le condizioni, senza dare adito ad enfasi politiche, di consegnare questa Regione ad un governo di garanzia che sia in grado di segnare una svolta netta e di fare due o tre cose, allora di questo si discuta, perché questo è proponibile là fuori, non nei corridoi. Ripropongo quindi sul tavolo di lavoro la Giunta di emergenza. Ci sono situazioni che non possono essere tollerate più a lungo. Ci sono dei cicli di isteresi che rafforzano il materiale, ma oltre un certo limite il ciclo di isteresi snerva il materiale. Penso che noi siamo a questo punto: stiamo snervando la struttura della Regione Piemonte.
Chi ne è causa se ne assuma la responsabilità. Chi lo provoca, è chi nega la necessità, posta dalla realtà dei fatti, di una svolta nelle forze che devono governare questa Regione, che non possono più essere le forze che sin qui l'hanno fatto, perché hanno governato in modo tale che ha portato alle loro dimissioni una prima volta, e lo scorso Consiglio regionale reiterate dal Presidente Brizio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Grazie, Presidente. Colleghi Consiglieri, sarò molto breve. Confermo quanto il collega Chiezzi diceva prima, cioè che siamo giunti ormai ad una situazione insostenibile. Insostenibile sia rispetto ai cittadini piemontesi sia rispetto ai rapporti interni a questo Consiglio. Non possiamo continuare a pensare di essere riconvocati ogni quindici giorni per prendere atto che non ci sono proposte o soluzioni possibili e nell'intercorrenza tra una convocazione e l'altra del Consiglio sentire proposte, ipotesi, più o meno ufficiali, che cambiano continuamente senza arrivare ad un nulla di fatto, come è successo oggi nel Consiglio regionale.
Credo che per questa situazione insostenibile debba però essere detto molto esplicitamente qui, e fuori di qui, che ci sono delle responsabilità molto diverse. Noi, come Gruppo e come insieme dell'area progressista avevamo presentato in questo Consiglio un documento per una Giunta di emergenza prendendo atto che non aveva le condizioni numeriche per diventare maggioranza. Ora, tale area progressista, ha scelto di non presentare più documenti, di non presentare più proposte proprie. Abbiamo compiuto una scelta politica e di responsabilità nei confronti del Consiglio nel libero gioco democratico; altri, invece, hanno voluto forzare la situazione con l'elezione di un Presidente che un minuto dopo si è dimesso pur di impedire soluzioni diverse. Abbiamo preso atto che c'era una maggioranza numerica, anche se non una maggioranza qualificata, in grado di formare una Giunta da parte del polo avversario, però oggi prendiamo atto che altre soluzioni, altre ipotesi poi non si sono realizzate. Ripeto: le responsabilità sono diverse, innanzitutto c'è una responsabilità del Gruppo di maggioranza relativa della DC, che ha voluto con pervicacia portare avanti una scelta politica che non è più consentita. Vedete, in questo Consiglio - l'ho già detto altre volte, ma lo ripeto perché pare che non si senta e poi però i risultati non ci sono - dato che non è estraneo alle vicende politiche che avvengono all'esterno in quanto si tratta pur sempre di Gruppi consiliari e di forze politiche, è successo di tutto: ci sono state delle composizioni e scomposizioni di Gruppi, ci sono dei Gruppi politici che si sono spaccati per fare delle scelte politiche un solo Gruppo, la DC, nel Gruppo consiliare regionale in modo ancora più pervicace di quanto è avvenuto ad esempio a livello del Gruppo parlamentare nazionale, sta insieme. E fin qui non ci sarebbe nulla di male, è legittimo che se delle forze politiche decidono di stare insieme ci stiano. Quello che non è legittimo, e non è accettabile, è che la condizione per stare insieme sia immobilizzare la situazione, giocare sulle istituzioni impedire che si dia un governo a questa Regione, perché questo è ciò che sta avvenendo.



PENASSO Alfredo

I Consiglieri sono liberi di decidere, chi è impedito?



MARENGO Luciano

Non siamo ancora a questo livello, Consigliere Penasso.



(Voci in aula)



MARENGO Luciano

E' un'interpretazione dei fatti, Consigliere Picchioni, non è un'interpretazione di opinioni che vagheggiano. Ci sono delle ipotesi e delle proposte che un giorno sembra trovino realizzazione, ma il giorno dopo cambiano, quindi evidentemente c'è qualcosa che non funziona, qualcosa di politico.
Tutti noi dobbiamo assumerci delle responsabilità, specialmente in una situazione come questa: si avvia la seconda Repubblica, la competizione elettorale c'è per tutti e sappiamo bene che è difficile, ma molto importante.
Infatti su questa base si stanno componendo e scomponendo - non solo in questo Consiglio, ma a livello nazionale - Gruppi, Partiti, la stessa Democrazia Cristiana subisce una spaccatura e aderisce ad una scelta politica che poi non si traduce in scelte precise. Questo comporta anche altre difficoltà, ma non intendo affrontarle in questa sede, qui intendo esaminare le difficoltà di funzionamento della Regione.
Ci troviamo in una fase di competizione elettorale e sappiamo tutti che oggi non ci sono le condizioni politiche per soluzioni autorevoli per arrivare a fine legislatura; autorevoli nel senso di larghe convergenze, di ampie maggioranze. Noi, quando siamo stati consultati da due osservatori incaricati, i Consiglieri Marchini e Goglio, abbiamo fatto presente questa situazione e queste condizioni e abbiamo avanzato delle proposte. Credo che, nonostante non ci siano le condizioni politiche richiamate, si possano trovare, se tutti ci assumiamo la responsabilità di far funzionare questa istituzione, delle soluzioni atte a garantire il funzionamento della Regione.
Chi questa mattina ha assistito alla grande manifestazione dei lavoratori torinesi - sulla vicenda purtroppo drammatica della disoccupazione che ha già delle conseguenze economiche e sociali molto pesanti - si è reso conto che la gente capiva e sentiva il problema del non governo di questa Regione.
Vi è la necessità quindi di garantire il funzionamento di questa istituzione, una Giunta che sappia affrontare le scadenze dei prossimi due mesi, una Giunta che stabilisca quindi, nel rapporto con il Consiglio e con i Gruppi consiliari, le condizioni per operare in questa fase politicamente complessa e molto delicata.
Ciò comporta, proprio per i motivi che dicevo prima, un rapporto equilibrato tra le forze politiche, un governo anche senza una forte caratterizzazione politica, ma che abbia i presupposti per garantire equilibrio e democrazia, come dicevo prima. Se non è possibile - e mi rivolgo in primo luogo al Gruppo DC - raggiungere tale obiettivo non ci pu che essere l'applicazione della regola democratica: costituire una maggioranza ed un'opposizione. Ovviamente se c'è una maggioranza in grado di formarsi, altrimenti bisogna ridiscutere tutto da capo e passare la mano, e, per senso di responsabilità, garantire il funzionamento di questa istituzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Ci sono state molte discussioni nelle ultime settimane, negli ultimi mesi su questa crisi, ma i fatti sono stati pochi. Sembrava che un dibattito nella giornata di oggi fosse superfluo, ebbene, io credo invece che così non sia. Oggi è estremamente utile ed importante chiarire pubblicamente gli avvenimenti di questi giorni, le posizioni, le opinioni e le responsabilità di quello che sta avvenendo o potrà avvenire.
Nell'ultima riunione di Consiglio non si è fatto quel passo indietro cui il Consigliere Chiezzi accennava, e si è riproposta la Presidenza Brizio e le inevitabili dimissioni dopo quaranta secondi. In questi giorni invece, è stata promossa una serie di iniziative delle quali io conosco quelle che più o meno venivano dette pubblicamente, non conosco, o se le conosco le ritengo irrilevanti, quelle di corridoio. Un giorno un'iniziativa del Consigliere Cucco, il giorno dopo un'iniziativa del Consigliere Goglio, il terzo giorno è maturata un po' più chiaramente un'iniziativa del Consigliere Marchini. Poi ho sentito parlare di formazioni di Giunta nelle quali all'inizio c'erano tre laici moderati e qualche democristiano; il Consigliere Marchini ha cercato di estendere il più possibile questo tentativo ad altri Consiglieri laici del fronte progressista e a qualche Consigliere del PDS.
Nella giornate di venerdì e sabato queste ipotesi sono state totalmente rovesciate, e si riproponeva una Giunta con cinque Consiglieri democristiani e quattro laici. Ho perso il conto. In tutta questa grande fantasia però c'era un dato persistente: la constatazione non solo nel Paese, e non solo per i fatti avvenuti negli ultimi anni e mesi in questo Consiglio, ma anche per l'oggettiva situazione riguardante i numeri: l'impossibilità per la DC di proporre una Giunta che potesse realmente governare.
Ebbene, tutte le ipotesi, più o meno fantasiose di questi giorni avevamo un unico elemento comune, al di là dei nominativi, degli esploratori, delle lettere, la DC che, pur non avendo i numeri per governare, non è disponibile ad alcuna ipotesi che, partendo se non da valutazioni politiche, da valutazioni di minima responsabilità rispetto agli accadimenti dei prossimi due-tre mesi, non preveda una sostanziale continuità della DC, delle sue componenti, dei suoi Assessori, più o meni liberi di agire.
E poi si fanno appelli alla responsabilità degli altri! Collega Marchini, non so, sinceramente, cosa sia avvenuto nei corridoi; può darsi che tu abbia ragione, che ci sia stato qualcuno che abbia fatto valutazioni affrettate e abbia detto: "Beh, se fate una Giunta, in qualche modo passa...". Personalmente, non so se siano state avanzate valutazioni del genere, ma se così è stato, sono state fatte a nome di troppe persone.
In quest'aula - come nel Paese - inevitabilmente, si stanno consolidando un fronte progressista e uno moderato, ma non prevedono gregari! Ognuno parla, al massimo, se è in grado di farlo, a nome di se stesso e del proprio Gruppo consiliare. Non mi risulta che i "24" Consiglieri, in un qualunque momento, abbiano mai fatto una valutazione per la quale anche una Giunta impresentabile potesse passare: è un'ipotesi mai esistita.
Da questo punto di vista, al di là di qualche momento di tensione, devo dire le cose come stanno. In questi giorni è progressivamente maturata un'ipotesi di responsabilità che - come dire? - fa anche delle discriminazioni. L'ipotesi, in una prima fase poco considerata all'interno del fronte "dei 24" e progressivamente presa un po' più attentamente in considerazione, era un'ipotesi battezzata "Giunta di garanzia", e prevedeva la partecipazione, il più possibile autorevole, di almeno tre laici del fronte progressista, di tre-quattro laici del fronte moderato, valutando anche la possibilità - poiché secondo quella logica di responsabilità si poteva fare del coinvolgimento di uno-due Consiglieri sia della DC sia del PDS. Questo fronte di laici si assumeva la responsabilità di gestire una transizione. Sarebbe stata una Giunta di compromesso, di garanzia pubblica, aperta, comprensibile dai cittadini, i quali chiedono a questa Regione prima di tutto di funzionare, e non di passare il tempo nei corridoi a contrattare Assessore o Assessorati, peraltro sempre meno interessanti per tutti.
Tale ipotesi, che negli ultimissimi giorni ha preso un certo spazio, è stata affossata dalla DC, perché aveva un particolare non accettabile: non prevedeva la continuità della DC a pieno titolo in tutte le sedi significative ed autorevoli di questa Regione.
Siccome ritengo che di gregari ce ne siano sempre meno, credo che il fronte dei laici, che ha oggettivamente una qualche possibilità di lucidità maggiore e di distanza maggiore dalle questioni contingenti, debba riflettere seriamente e riprendere altrettanto seriamente in considerazione quell'ipotesi. Personalmente non so se, per grazia del Signore e di una qualche legge arrivata da qualche giorno, o per altri motivi, sia ancora possibile andare avanti presentando Giunte di minoranza per le quali si vendono 26/27/28/29/30/31 voti che poi non si hanno. E sarebbe gravissimo da questo punto di vista - collega Marchini, è stato positivo che oggi non si sia presentato alcun documento - se mercoledì prossimo ci ritrovassimo qui con pastrocchi o papocchi sul piano formale, ma con chiaro significato politico sul piano sostanziale, che poi vengono bocciati. Significherebbe che si sta giocando a due cose: l'una quella di percorrere più o meno lucidamente la strada delle elezioni anticipate. Cosa non grave: alcuni di noi lo hanno sostenuto in quest'aula sin dall'inizio come uno dei possibili scenari, e non come un "tanto peggio, tanto meglio". Oppure, altra ipotesi che in realtà c'è una Giunta dimissionaria che non ha una maggioranza, ma che cerca in tutti i modi possibili di continuare a governare senza averne più la legittimità, e avendo tanto meno la legittimità di governare la campagna elettorale, e, non solo, di governare alcune scelte - e qui entro nel merito della questione della Giunta di transizione che nei prossimi due tre mesi questa Regione dovrà assumere: che si chiami Alta Velocità, Piano triennale dell'ambiente, metodo con il quale affrontare l'eventuale Piano regolatore in questo Consiglio, questione IACP, Campionati mondiali del Sestriere e alcune altre "cosine" all'o.d.g. di questo Consiglio regionale.
Una Giunta di transizione dovrà comunque affrontare tali questioni e non potrà che essere una Giunta con tutti i titoli per assumere tali decisioni.
Se questa ipotesi di Giunta di garanzia è seria, anche il confronto/scontro politico sarà serio; come in tutti gli scontri si troveranno alla fine elementi di mediazione. Se invece l'ipotesi è di continuare in condizione di totale irresponsabilità, nessuno, per favore abbia poi il coraggio di arrivare in una qualsiasi Commissione a chiedere responsabilità agli altri. Mi pare non si possa pensare di riprovare ad avere un atteggiamento del genere.
Ultime battute su alcune cose dette dal collega Enzo Cucco, uno dei primi "esploratori" di queste ipotesi. Quanto detto dal Consigliere Cucco mi ha un po' stupito; egli ha accennato alla subalternità del Consiglio a questioni esterne al Consiglio stesso. Mi sono stupito: quando faticosamente, è stata proposta la Giunta Marengo, mi pare ci fosse, con tutte le nostre grandissime differenze, una limpida e trasparente coerenza con i processi politici e sociali che fuori da quest'aula avvengono. Altre forme di subalternità a quello che avviene fuori, per quanto ci riguarda mi pare che non ce le possa addebitare nessuno, Consigliere Cucco. Forse avevi dei problemi tuoi, che sarebbero forse elemento di discussione, ma credo che di subalternità a segreterie di partiti non ce ne sia più alcuna da parte di nessuno. Quindi, c'è una chiarissima responsabilità personale prima di tutto dei Consiglieri e collettivamente dei Gruppi consiliari rispetto alla quale rifaccio l'appello a trovare, come credo sia facilmente possibile, soluzioni che siano serie, responsabili e che permettano di costruire una Giunta seria di transizione al dopo elezioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Anche questa volta bastano poche parole per fare il punto della situazione. E' sotto gli occhi di tutti che dopo tre mesi siamo ancora al punto di partenza. Per la verità era molto facile, quando si è aperta la crisi, prevedere che ci sarebbero state delle vere, reali e serie difficoltà oggettive a costituire una Giunta operante. I fatti hanno dato ragione a questa seria ed obiettiva previsione; infatti, siamo passati prima da un tentativo, subito abortito, di arrivare ad un'alleanza quasi miliziana fra l'ex pentapartito e i Gruppi di sinistra. Poi ci sono stati i noti eventi della Giunta minoritaria Brizio bis che si è dimessa immediatamente dopo essere stata eletta, in conseguenza peraltro di un altro grave fatto di cui aveva pregresse responsabilità oggettive.
Adesso siamo all'ultima spiaggia che è quella degli esploratori, dei laici che tentano di costituire una Giunta che dovrebbe traghettare la Regione Piemonte fino alle prossime elezioni. E' facile fare questa previsione, ma, secondo me, è un tentativo destinato al fallimento, in quanto quindici giorni non sono bastati per arrivare ad un breve programma breve per sua natura, perché se questa Giunta laica o di affari o di garanzia dovrebbe durare fino alla fine di marzo quindici giorni sarebbero stati più che sufficienti per elaborare un programma serio, credibile per fare quelle poche cose, ma di grosso rilievo che si possono e si dovrebbero fare.
Quindi, in questa situazione, senza volere tornarci sopra più di tanto l'unica soluzione è quella delle elezioni anticipate; mi rendo conto che pur seguendo questa responsabile strada, prima della fine di giugno non se ne potrebbe parlare. Avremmo quindi in questi mesi una situazione di stallo e di inerzia notevole in questa Regione, e avremmo una prevedibile crisi che perdurerebbe nel tempo. Non possiamo che costatare ciò, non senza rimarcare che il tentativo della Giunta di affari o laica avrebbe quanto meno potuto, da parte dei suoi proponenti, far approdare in aula alcune considerazioni ed enunciare il programma di massima che essa avrebbe voluto realizzare. Staremo a vedere fra otto giorni, ma siamo estremamente scettici che possa decollare qualcosa di serio per il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Gli avvenimenti che si sono susseguiti in questi ultimi giorni mi lasciano sempre più perplesso. Devo ammettere che avrei sperato in un qualche cosa di più dai colleghi più sganciati da logiche di polarizzazione; volenti o nolenti il risultato di questa lunga crisi è che questo Consiglio sta seguendo le orme, seppure con un po' di ritardo, di quello che succede nel Paese. Questo Consiglio si è polarizzato così come si è polarizzata la situazione politica nel Paese reale, ma essendo espresso da una situazione elettorale che ormai è troppo distante nel tempo dall'odierna realtà, non è in grado di governare. La polarizzazione del Consiglio non è in grado di esprimere una forza di governo. Pertanto avvertiamo solamente tentativi di fare, a nostro sommesso parere, della pretattica. Stiamo entrando in campagna elettorale, non c'è nessuna intenzione di governare, nessuna forza, nessuna polarizzazione, nessun cartello è in grado di racimolare il consenso necessario per governare la Regione. Non lo so cosa capiterà il 27 marzo, così come non lo sanno molti dei colleghi esploratori o microesploratori che ho avuto l'avventura di incontrare in questi giorni. L'impressione personale, di cui mi assumo tutta la responsabilità, è che molti godano di questa situazione d'incertezza, perché così non prendono campo e hanno la possibilità di stare a vedere come va a finire prima di dire: "Io non ero sufficientemente compromesso da..." e per poter quindi saltare sul carro di chi vince antipaticissima situazione se questo corrispondesse a verità.
Avevo intravisto una possibilità, e come me penso molti: un governo di tecnici che ci traghettasse alla data più vicina possibile per una nuova consultazione elettorale, non quella del 27 marzo, ma quella che avrebbe dato vita ad un nuovo Consiglio regionale. Immaginavo un governo di uomini espressi dai Gruppi, ma che all'atto dell'assunzione dell'incarico assessorile lasciassero il proprio Gruppo e dimostrassero una vera indipendenza, si mettessero al lavoro su alcuni pochi e mirati argomenti e traghettassero la Regione alla sua seconda Repubblica.
Ho visto che purtroppo la disponibilità ad un'operazione del genere non esiste da nessuna parte, non c'è nessuno disposto a perdere dei pezzi a favore del governo regionale. Però, in modo preoccupante - l'ha detto Marino e l'hanno sottolineato molti altri - le scadenze si stanno approssimando. Abbiamo ammucchiato tanto di quel lavoro da rendere improponibile un ulteriore procrastinarsi di questa crisi. Il Consigliere Marino ha accennato ad alcuni argomenti impellenti; il collega Chiezzi ha fatto accenno ad altri.
Io, proprio perché non è stato ricordato, ma perché mi preoccupa e penso che dovrebbe essere un ulteriore stimolo per un'altra parte di colleghi, ricordo che sono prossimi gli adempimenti per la legge Galli.
Questo è un momento di grave frizione tra le autonomie locali e la Regione.
Dobbiamo porre mano rapidamente alla razionalizzazione dei bacini e non saremo ovviamente in grado perché impelagati in queste discussioni che non ci portano da nessuna parte. Devo dire con soddisfazione che rilevo oggi che il partito della vergogna sta aumentando a vista d'occhio. Per me il partito della vergogna è composto da tutti quelli che si rendono conto che questa è una situazione vergognosa e quindi passano dalla parte di quelli che chiedono con forza o che si dichiarano disponibili ad un'ipotesi di elezioni anticipate. Ovviamente i nostri carichi di rottura sono variabili c'è chi la vergogna la prova prima, chi invece ha bisogno di qualche dimostrazione e di qualche esperienza in più per arrivarci, ma credo che pian pianino ci arriveremo tutti.
Credo che il dramma si sia ormai consumato; abbiamo dato un'ampia dimostrazione che questo Consiglio non solo non è in grado numericamente di mettere assieme ad una Giunta una maggioranza che governi, ma probabilmente non ha neanche più la volontà di trovare una soluzione di governo. Per cui come ho già anticipato al collega Marchini, soluzioni tampone da un mese e mezzo, da quarantacinque giorni, non risolvono sicuramente i gravi problemi del sistema Piemonte. Una proposta veramente tecnica - con la pregiudiziale di scadenza nel tempo più limitato possibile è la convocazione dei comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale; unica strada perseguibile e su questa siamo disposti a confrontarci. Altre esperienze non ci interessano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, il mio ovviamente è un intervento a nome del Gruppo liberale, anche se non potrà prescindere da qualche considerazione che consegue al lavoro che ho avuto l'onore e il piacere di svolgere in questi giorni. Preliminarmente faccio osservare le riserve che avevo espresso al solito e in modo non urbano, come mi comporto quando faccio il Consigliere, più urbano quando faccio il candidato alla Presidenza, in ordine all'opportunità di questo dibattito. I dibattiti si fanno su proposte, su documenti, su prese di posizioni e non su ipotesi, su voci sentite rispetto alle quali nessuno prova né il vero né il falso.
Quindi queste sono veramente esercitazioni, a mio modo di vedere, che non forniscono elementi di chiarimento alla situazione.
Sarebbe bene che in ordine alla vicenda che abbiamo di fronte ricordassimo alcune cose elementari che non possono essere rimesse sempre in discussione; vengono messe in discussione a parole, ma non nei fatti e nelle volontà politiche.
Dopo le elezioni di novembre sono tramontati gli interessi e le opportunità politiche di fare delle maggioranze che in qualche misura coinvolgessero i due scenari che in questo Consiglio regionale si confrontano in termini di dialettica politica: lo scenario progressista e lo scenario moderato. Dopo il 5 dicembre è stato detto, esplicitamente dai massimi rappresentanti dei due scenari, che non c'erano più le condizioni per una soluzione che vedesse i protagonisti dei due scenari insieme in un'ipotesi di governo. Questo è un dato storicamente definito e politicamente insuperabile. Non si può immaginare che si possano costituire dei governi che siano diversi rispetto a questa premessa, anche se formalmente diversi.
Considerati anche gli elementi statutari, immaginare una proposta di maggioranza che abbia solo firme di laici non è possibile: una proposta di maggioranza deve avere firme di uno o due dei Partiti di maggioranza relativa, se così la possiamo chiamare; questo comporta evidentemente un accordo in questo senso non solo tra i due Partiti di maggioranza all'interno degli schieramenti, ma sostanzialmente un accordo fra i due scenari. Non esiste un interesse politico e sarebbe antistorico raggiungere un accordo fra i due scenari, perché è bene, per quanto possibile, essere coerenti rispetto ai processi politici che vanno avanti nella forte visibilità all'esterno degli scenari che si confrontano. Abbiamo il dovere di essere il più possibile coerenti rispetto agli scenari politici del mondo che sta sopra la nostra testa, cioè nel resto delle istituzioni.
Immaginare delle soluzioni di tipo diverso, che peraltro potrebbero anche essere considerate opportune da punti di vista di varia natura, non sono politicamente praticabili perché siamo all'interno di un percorso che non ce lo consente, soprattutto perché siamo in competizione elettorale dove tutti i soggetti qui presenti hanno l'esigenza di manifestare all'esterno il ruolo che svolgono nell'istituzione. Mi sembra la cosa più elementare più chiara di questo mondo, quindi non possiamo tornare indietro su percorsi che sembravano possibili, percorsi nell'illusione della cui praticabilità il Presidente Brizio ha dato le dimissioni. Il Presidente Brizio e la Giunta Brizio è entrata in oggettiva difficoltà per ragioni di natura politica, che qui abbiamo ricordato tutti, rispetto alle quali le posizioni critiche ci sono state anche tra Gruppi di maggioranza.
Sicuramente ha avuto delle difficoltà in ordine alle questioni giudiziarie ma la ragione politica ha fatto ritenere opportuno l'avvio di un confronto.
Le dimissioni sono state date e richieste per affrontare un confronto a tutto campo, tendente a formare una maggioranza più ampia di quella da cui si partiva; questo dato politicamente e storicamente si è consumato con le elezioni di dicembre.
Noi dobbiamo fare i conti con questo dato e con le norme statutarie che non consentono l'avvio di una proposta di maggioranza e di Giunta che non abbia le firme, insieme, del PDS e della DC. Questi sono i dati con i quali dobbiamo ragionare. Allora, caro amico Chiezzi, in democrazia non governa uno e poi l'altro perché quello prima ha fallito; governa chi ha un massimo di legittimazione democratica e quindi non passa ad un altro schieramento perché quello prima è cattivo ma ha più voti. Quello che ha più voti continua ad avere il diritto di governare, ma deve avere la maggioranza che gli Statuti e le norme richiedono. Mi sembra che tutto questo percorso lo abbiamo consumato con due atti necessari per fare chiarezza: la presentazione di due documenti contrapposti che, se anche hanno dato luogo ad una giornata esteticamente non bella, a mio modo di vedere è stata una giornata politica seria, nella misura in cui si è rappresentata in questa sede la commedia, se così la vogliamo chiamare, nel senso alto del termine certamente non quello dispregiativo, della politica. C'è uno scenario di tipo progressista da una parte e uno scenario moderato dall'altra parte che si confrontano e sperano, nei tempi più brevi possibile, di avere il sostegno e il consenso per governare in piena legittimità.
Il problema vero è che abbiamo un modello istituzionale ingessato, che non ci consente di verificare la nostra coerenza rispetto alla nostra base elettorale nei tempi che l'istituzione richiede. Dobbiamo dunque fare tutti uno sforzo per vedere di saldare il massimo di coerenza rispetto ai fenomeni che avvengono nel Paese, utilizzando i meccanismi e le nostre rigidità istituzionali.
Una certa parte dello scenario ha dato il via ad un'iniziativa - ho preso la parola soprattutto per un atto di onestà intellettuale nei confronti dei colleghi della Democrazia Cristiana la quale ha suggerito e sostenuto un'ipotesi di governabilità della Regione affidata in prevalenza alla componente laica dell'area moderata, rinunciando volontariamente, come apertura di uno scenario diverso, alla Presidenza. Non solo, ma anche accettando un'ipotesi di presenza minoritaria della stessa Democrazia Cristiana all'interno della Giunta. Non c'è dunque nessuna prevaricazione da parte della Democrazia Cristiana all'interno di questo schieramento come sicuramente - chiedo scusa se qualcuno ha interpretato male le mie parole ho fatto immaginare a qualcuno, cioè che pensassi che all'interno dello schieramento progressista qualcuno volesse egemonizzare o comunque condizionare o subordinare gli altri colleghi.
Negli incontri che ho avuto - rispetto ai quali desidero ringraziare tutti i colleghi per lo spirito di disponibilità a capire le ragioni e a confrontarsi al di là delle conclusioni - ho cercato di parlare sempre a tutti. Ho parlato con ciascuno singolarmente e ai "24" insieme. Ritengo che mi si possa dare atto di aver chiesto che il Gruppo dei "24" si articolasse in questa situazione in modo coerente (e magari non identico) per consentire a quelli che riterranno di assumere un atteggiamento personale di farlo, ma comunque all'interno di una strategia che rimanga coerente e leggibile all'esterno.
Non c'è nessun tentativo di by-passare le situazioni; è giusto, è fisiologico che ci si sia divisi, che si stia crescendo verso - ripeto delle diversità che ci consentiranno di dare luogo ad aggregazioni più funzionali, perché più omogenee, non disomogenee come per il passato.
La mia parte politica, ma non solo la mia parte politica, ritiene che un atto di onestà politica - questo sì - vada fatto nei confronti dell'elettorato, quando si conosceranno i risultati del confronto elettorale nella nostra regione; allora è bene che, dei due scenari sui quali stiamo ragionando, vinca quello che sembra il più meritevole del consenso dell'opinione pubblica del nostro Paese.
Personalmente ribadisco che da parte del Gruppo liberale ci sarà tutto il sostegno ad un'ipotesi di Giunta di espressione dell'arco progressista ancorché minoritaria, nella misura in cui si verificherà che l'elettorato piemontese, in questo momento, si riconosca di più in quello scenario che non nello scenario nel quale io mi trovo a militare. Dichiarata la disponibilità a costituire una Giunta di fine legislatura, di minoranza progressista... Ridere si può ridere; io normalmente dico delle cose serie e, personalmente, sono abituato a mantenerle, anche perché non traggo nessun vantaggio dal non mantenerle: sono rimasto su questi tavoli per la coerenza dimostrata nei miei comportamenti.



(Commenti del Consigliere Rivalta)



MARCHINI Sergio

La mia posizione è la seguente: se dopo queste benedette elezioni, lo scenario progressista realizzerà quelli che sembrano essere i presupposti per - attenzione, non in assoluto, ma in termini di relazione tra i due schieramenti che qui si confrontano la registrazione di un consenso tale da legittimarlo politicamente, anche se non formalmente, al governo dell'ultima parte della legislatura, io darò il mio contributo. Il mio contributo sarà sicuramente quello di uno che non fa parte di quella maggioranza, che non è una maggioranza, ma che consente alla stessa di lavorare.
Noi comunque, posto che non si può continuare a governare per altri due mesi senza Giunta, stiamo lavorando per una proposta che sia la più coerente rispetto alle aspettative che sappiamo ci vengono dai Gruppi che debbono consentire a questa maggioranza di esistere, pur senza avere i voti che in democrazia sono il presupposto della governabilità.
Si tratta di un passaggio che richiede grande disponibilità da parte di tutti; io l'ho colta questa disponibilità, ma questo non significa - chiedo scusa - che qualcuno abbia anticipato degli atteggiamenti. Da qualche parte mi si è fatto capire che i sentieri che bisognava percorrere erano certi sentieri e ci si aspettava di vedere quale sarebbe stato il risultato di un certo percorso per riservarsi il giudizio conseguente.
Quello su cui si sta lavorando - e mi fa piacere che il Consigliere Marino abbia apprezzato non è soltanto la presentazione di un documento perché la presentazione di un documento è insufficiente ed offensivo per il Consiglio. Un documento che sa che non avrà i voti per passare deve arrivare in Consiglio, quando saranno maturate delle condizioni, ovviamente non impegnative, ma di scenario, che fanno immaginare che una certa ipotesi venga compresa per i suoi obiettivi, per la sua ragion d'essere e quindi come tale consentita, non votata, non approvata, ma consentita.
Gli elementi che deve avere una proposta di questo genere sono stati richiamati, in particolare dal collega Marengo. Sostanzialmente sono: il metodo, il programma e la struttura. La struttura, a mio modo di vedere deve corrispondere a come questa Giunta è oggettivamente, fisiologicamente: una Giunta a termine, che non può reggere al di là dei tempi che si è data e che informalmente ritiene darsi in quest'aula, ovvero quelli delle prossime elezioni.
Il programma deve concentrarsi sulle questioni specifiche rispetto alle quali abbiamo scadenze, ma che evidentemente non possono immaginare che questa Giunta sia del tutto fuori rispetto al rapporto che deve avere con i fenomeni della società civile.
ll metodo è quello del confronto con il Consiglio regionale. Se una proposta verrà formalizzata su questa linea, sarà quella di avviare una fase del tutto nuova, anche in termini di rapporti, con cui sostanzialmente inventiamo una sessione con un'agenda concordata tra la Presidenza del Consiglio, i Gruppi e i Presidenti di Commissione e la Giunta. Un'agenda che calendarizza le ragioni per cui ci incontriamo, gli argomenti sui quali ci incontriamo ed evidentemente gli spazi di consenso che ci aspettiamo di avere dai Gruppi dell'altro scenario in ordine al governo che vogliamo realizzare.
Ritengo veramente che si debba fare questo sforzo rispetto a questa soluzione, sempre che non maturino delle soluzioni, che auspico più funzionali, politicamente più legittimate, ma che non possono essere immaginate al di fuori dei paletti politici all'interno dei quali ci muoviamo e all'interno dei quali non possiamo non muoverci, cioè che quanto meno fino a dopo le elezioni, i due scenari che qui si sono delineati si devono presentare all'esterno in modo leggibile e competitivo.
E quando questa competizione viene per un certo verso sospesa, si deve far capire alla gente perché è sospesa. E' sospesa perché bisogna approvare un'ipotesi di bilancio; è sospesa perché bisogna fare le nomine degli amministratori; è sospesa per delle ragioni che prescindono dalla volontà delle parti. E' l'istituzione che ci chiede di sospendere per un momento la competizione rispetto a questioni di tipo preciso e concreto.
Noi non abbiamo presentato il documento per ossequio verso il Consiglio, per apprezzamento e per essere coerenti al tipo di rapporto che insieme siamo riusciti a costruire in questi giorni, che ha avuto, da quel che mi pare di capire, come risultato (non solo per questo, ma anche per questo) un atto di lealtà e di correttezza da parte del Gruppo progressista, che non ha presentato il documento, perché la procedura avrebbe sostanzialmente fatto sì che anche la nostra proposta fosse stretta nei tempi e quindi anche nei contenuti.
Ritengo che l'arco moderato sia in grado di formalizzare, per i tempi che abbiamo davanti, questa proposta, che contiene gli elementi per la costituzione di una Giunta e può consentire alle istituzioni di lavorare e al Consiglio regionale di riunirsi ed essere presente nelle grandi vicende della nostra Regione, tra le quali vi sono alcune questioni specifiche e sottolineate. Il metodo proposto è quello del confronto con il Consiglio regionale e, soprattutto, dell'informazione del Consiglio regionale, perch la cosa che a noi sembra urgentissima è che i Consiglieri nel loro complesso vengano informati di qual è lo stato dell'Amministrazione, perch ho l'impressione che, in numerosi settori, anche quelli più delicati, molti di noi abbiano sostanzialmente perso la conoscenza dei processi, delle situazioni, dei provvedimenti e della realtà.
Confidiamo che questa proposta possa meritare il contributo critico comportamentale e metodologico che è condizione necessaria affinché si realizzi. Ma il nodo su queste questioni si stringe! Vedo che si continua a sorridere e che si sorrida, per carità, mi fa anche piacere; voglio soltanto dire che se viene meno la pregiudiziale su un governo istituzionale, affermata nelle nostre riunioni e presupposto per una Giunta che veda insieme la DC e il PDS, lo si dica chiaramente! I due protagonisti dichiarino di essere disponibili a fare una Giunta istituzionale! Che poi questa Giunta istituzionale produca una Giunta di soli laici o una Giunta in cui sono presenti la Democrazia Cristiana e il PDS, non cambia assolutamente niente! E' una Giunta istituzionale di grande maggioranza perché sostenuta da una grande maggioranza! Se cambiano i dati del problema, che sono stati annunciati in modo chiarissimo e conseguente anche con la presentazione di due documenti contrapposti, possiamo ragionare su un altro scenario; se la pregiudiziale sulla quale ragioniamo - pregiudiziale nel senso di cosa detta prima - non muta, ci sembra di dover lavorare affinché lo scenario che in questo Consiglio riceve un consenso maggiore abbia la responsabilità e, insieme l'umiltà di presentare una proposta ridotta in termini di metodi, strutture e programmi tali da meritare non solo la non belligeranza, ma anche il consenso processuale e procedurale rispetto all'esigenza che ha questa Regione di essere governata in questi due mesi.
Confido che i colleghi del polo moderato, anche da questa discussione avvertano l'esigenza di superare ogni pur comprensibile remora rispetto al dovere di formulare una proposta di gestione transitoria della Regione.
Questo è un dovere che abbiamo e, se non saremo in grado di assolverlo nel giro giuridicamente compatibile con il Consiglio la cui data è stata individuata dalla Presidenza, sarà veramente il caso di chiedersi se non abbia ragione il collega Chiezzi, perché, probabilmente, non abbiamo i numeri per governare e per decidere, ma abbiamo sicuramente i numeri che ci impongono il dovere di proporre.



PRESIDENTE

Desidero informare i Consiglieri che dopo un'ulteriore consultazione soprattutto in relazione a riunioni romane molto importanti (anche per l'assegnazione di fondi e cose di questo tipo), si è convenuto di convocare la prossima seduta del Consiglio per il giorno 10 febbraio.
La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Come Gruppo della Democrazia Cristiana voglio dare il benvenuto ai nuovi Consiglieri e poi voglio ringraziare tutti coloro che si sono impegnati e si stanno impegnando, al di là della loro passione politica per una soluzione che sia la più tempestiva ed immediata possibile. Voglio ringraziare anche il Consigliere Cucco, perché ha fornito a questo Consiglio un quadro asettico ma preciso di ciò che è stato e ciò che non è stato, ma comunque sufficientemente orientativo, perché ognuno di noi, al di là dei corridoi e al di là dei caminetti, possa avere indicazioni più precise su questa crisi certamente lunghissima e certamente dolorosa.
Voglio ringraziare anche il Presidente incaricato, che in questo suo discorso ha messo a fuoco alcuni punti ineludibili del nostro dibattito.
Abbiamo già detto parecchie volte in questo dibattito - per cui la mia è un'ovvietà - che in queste nostre prese di posizione siamo più condizionati dagli avvenimenti esterni che dai fatti interni e da coloro che in sede nazionale o in altre sedi certamente spingono per delle soluzioni che possono essere radicali e che comunque, oggi, ci vedono così, più che protagonisti, soccombenti di questo gioco. Voglio semplicemente ricordare che la DC nell'ultimo Consiglio regionale fece una proposta al termine del mio discorso, per cui, rinunciando - e questa è una cosa di cui dobbiamo prendere atto alla Presidenza della Giunta regionale, a favore di un candidato laico trovava ancora un ennesimo scatto di fantasia politica perché attraverso questa formula i laici delle due rive (quindi, non solo i laici del Gruppo moderato, ma - se mi permettete anche quelli della rive gauche) potessero trovare una loro possibilità di composizione all'interno di questa struttura.
Il Presidente incaricato, per quanto mi consta, fece tutti gli incontri multilaterali più opportuni per mettere a fuoco una situazione che, d'altra parte, non poteva conoscere né ambiguità né incertezze. Ne vennero fuori secondo me, quattro ipotesi: una maggioranza relativa - non assoluta pertanto - a termine con le elezioni politiche del 27 marzo, una maggioranza tecnica di servizio con struttura limitata, un'ipotesi di Brizio "bis" che qualcuno ha definito come accanimento terapeutico e una Giunta istituzionale, come ho sentito negli ultimi minuti, con un vertice laico.
Questi sono i quattro petali della rosa, però non so quanti petali rimangano tutt'oggi nella corolla, perché mi pare che la situazione via via si ingarburgli sino a rendere effettivamente inestricabile qualunque processo di decantazione che abbiamo messo in atto. Ci sono certamente dei dettagli da precisare, che per la loro forza politica possono anche essere sostanziali, ci sono degli elementi da approfondire che, probabilmente, non incontrano i consensi all'interno di questo Consiglio e, forse, anche nella futura maggioranza. Non abbiamo presentato un documento, per rispetto delle forze dell'opposizione, Marengo, perché non ci fosse una porta chiusa perché potesse incontrare non dico il consenso, per lo meno la non belligeranza di altre forze politiche consistenti, ragguardevoli e significative di questo Consiglio. Purtroppo, abbiamo registrato oggi proprio nell'imminenza di questo Consiglio, signor Presidente, anche grazie alla sua mediazione di cui le rendiamo atto, dei passi indietro e registriamo ancora dei momenti dialettici, non so se sostanziali oppure formali, per cui il discorso mi pare che in questi ultimi minuti si sia complicato.
Noi non vogliamo fare alcun discorso di bandiera; è evidente, caro Chiezzi, tu che sei un navigatore di lungo corso, che in queste circostanze come in altre, ciascuno si autoassolve e ciascuno condanna l'operato altrui.
Marengo ha detto: "Noi non vogliamo scegliere perché il nostro partito si spacca". Rimando la domanda: "Marengo, puoi tu scegliere indipendentemente dal fatto che il tuo partito si possa spaccare su questa o quell'ipotesi"? Questo non per fare un gioco dialettico di furbizia più o meno banale ma perché proprio oggi il grossissimo problema che attraversa tutti i Partiti è quello dell'antinomia o perlomeno della difficoltà di coniugare l'identità con le alleanze. Noi abbiamo conosciuto nel nostro Partito una scissione, dolorosissima, di amici che si sono allontanati perch privilegiavano l'alleanza, invece dell'identità, cioè le opportunità di governo, piuttosto che le rivendicazioni della natura del proprio essere della propria storia, dei propri principi che sono un patrimonio indisponibile di ogni forza politica. E' l'antinomia tra "l'etica delle convinzioni e l'etica delle responsabilità" ed è difficile scegliere perch l'obiettivo non è la scelta di chi si preferisce, ma la scelta di chi si vuole sconfiggere.
E' questo il dilemma, è questo il problema che ci attraversa anche in questo Consiglio, e non è il problema per la Democrazia Cristiana di essere la signora del gioco. Ho detto mille volte che sono a disposizione le chiavi del potere, Chiezzi, che tu faccia un po' come l'agrimensore di Kafka che cerca di raggiungere il castello, che forse è anche il luogo del potere, ma anche il luogo utopico della speranza. Ma domandiamoci chiaramente: qual è la forza politica che fisiologicamente scompare unicamente perché una forza di minoranza dice di togliere il disturbo? Ma quale legittimità avremmo noi nei confronti dell'elettorato, nei confronti del nostro mandato? Anche perché non ci sono certezze rispetto al 27 marzo! Anche perché certe linee di tendenza possono essere cambiate, anche perch questa mattina leggiamo sui giornali da una parte le dichiarazioni di Berlusconi che vincerà, dall'altra le dichiarazioni di Occhetto che metterà in pista o nell'arena una "gioiosa macchina da guerra"! E leggiamo ancora nelle cronache siciliane, che il Movimento Sociale si alleerà con il PDS per colpire il centro moderato!



MARENGO Luciano

Ma no!



PICCHIONI Rolando

E' scritto sui giornali. Su tutti i giornali italiani oggi c'è questa dichiarazione. Sarà una dichiarazione forzata, comunque esiste.
Questo per dire che in questo momento le certezze politiche dei nostri riferimenti e delle nostre alleanze sono delle certezze estremamente labili.
Esiste un gap tra oggi e il 27 marzo e più andiamo avanti più questa radicalizzazione politica in questo Consiglio si perpetuerà. Il 27 marzo ci saranno le pulizie di Pasqua? Ci sarà la grande decantazione politica anche di questo Consiglio! Sono d'accordo con quanto dice Marchini: dopo il 27 marzo noi accettiamo di assolvere al nostro mandato, facendo funzionare qualunque governo si prospetterà domani, la Regione Piemonte. La presiedesse l'amico Chiezzi come l'amico Marengo noi siamo qui per far funzionare l'istituzione. Oggi pretendere di far avanzare l'orologio è un'utopia, caro Chiezzi, perché la politica è comunque sempre una coniugazione fra ideale e reale in termini di prudenza e in termini anche di convenienza. Ma che cosa diremmo al nostro elettorato: che in questi giorni per un piatto di lenticchie ci siamo venduti l'anima a chicchessia? Quando poi fra pochi giorni dovremo dare a loro una giustificazione di quello che abbiamo fatto e di quello che vorremmo fare e domandare a loro il ritorno di un consenso politico che dovrebbe essere certamente almeno pari al nostro comportamento.
Dobbiamo prendere atto di questo e dobbiamo anche dirci con chiarezza e Marchini mi pare che l'abbia detto che c'è una proposta in itinere, una proposta di una struttura che potrebbe anche essere integrata - lo ripeto ancora - con l'apporto dei laici progressisti. Vedete che non c'è una chiusura a riccio della Democrazia Cristiana? Abbiamo tentato di esplorare l'orizzonte in tutti i modi e con le tutte le persone. Devo però dire che io non credo che l'esperimento Marchini sia ad una fase terminale; io credo che ci siano ancora delle possibilità.



RIVALTA Luigi

Sarà in fase di cobalto-terapia.



PICCHIONI Rolando

Sarà in fase anche di terapia, hai ragione, però cerchiamo se questa terapia può essere fatta da tutti; se questa terapia può venire senza ambiguità, senza incertezze, senza riserve mentali, senza passi all'indietro; ecco, cerchiamo di vedere fino in fondo che cosa esiste ancora di percorribile della proposta Marchini.
Ti devo anche rispondere, Marchini. Oggi come oggi esiste una pregiudiziale istituzionale. Oggi come oggi non si possono assolutamente mischiare le carte, ognuno faccia il proprio gioco e che gli è dato da fare dalle circostanze politiche e dalle forze politiche che sono presenti in questo Consiglio. Di "doman non v'è certezza", perché domani certamente il discorso sarà completamente diverso.
La Democrazia Cristiana ha verificato fino in fondo questa ipotesi e questa mattina c'è stata anche una chiarificazione in proposito. Io non vado a legger tanto nei pensieri altrui, però dobbiamo perdere per strada i personalismi, perché essi sono la strada della sterilità politica. Quando parliamo di emergenze bisogna almeno credere a tre, quattro parole-guida perché non si può invocare eternamente il Paese, eternamente la piazza eternamente le tensioni sociali, quando poi si resta chiusi dentro il castello delle proprie utopie o delle proprie ubbie! E' per questo che crediamo in coloro che hanno svolto un lavoro estremamente sincero, appassionato. Sarà stato anche caotico, forse il metodo sarà stato non il più ortodosso possibile, però le condizioni di determinate situazioni politiche, il metodo che pure in politica è sostanza, questo metodo deve avere da parte nostra delle comprensioni e delle indulgenze. Per cui, per chiarire ai Gruppi moderati, a tutti i Gruppi laici, la Democrazia Cristiana mantiene oggi una pregiudiziale istituzionale. Oggi, non ieri. I tempi in politica contano moltissimo, per oggi come oggi noi siamo ancora disposti a verificare con tutti perché a questa Giunta, che poi è una Giunta di transizione, non si dia un significato finalistico, teleologico! Perché con questa Giunta, come è stato ricordato anche dagli amici della minoranza, si dovranno verificare alcune priorità essenziali come il bilancio, la sanità, ecc.
Al di là di questo, cari amici, non c'è altro da dire.
Vedi, amico Chiezzi, Collodi ad un certo punto del suo libro "Pinocchio" fece morire il grillo parlante perché non è vero che parlando troppo si allunga la vita, la si accorcia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mollo.



MOLLO Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ascoltando gli ultimi interventi si potrebbe concludere con "nihil sub sole novi", cioè: niente di nuovo sotto il sole. Ma, pur valutando con grande rispetto l'ultimo intervento di Picchioni, viene quasi da dire - questa non la si consideri una battuta irriverente - che se a Catania quel candidato della sinistra è arrivato a dire che appoggerà un candidato missino significa che ne ha veramente.... La Presidente non mi consente di completare la frase? Però è chiaro il significato. Detto questo, io avevo preparato solo una breve dichiarazione, ma da alcune cose dette dal Consigliere Picchioni mi viene in mente la logica dei condizionamenti, la logica delle pregiudiziali e sinceramente non ho capito fino in fondo cosa volesse esattamente dire con la pregiudiziale istituzionale. Probabilmente noi qui siamo molto abituati a parlare per messaggi più che a dire poche e precise cose. Ma sviluppando quella mia dichiarazione di cui stavo parlando voglio dire che sin da quando sono entrato in questo Consiglio ho capito che la composizione del Consiglio risentiva fortemente delle elezioni del 1990 e non era aggiornata ai tempi correnti, d'altra parte non si poteva, e sin da allora aleggiavano quelle proposte di Giunta istituzionale e sin da allora quella proposta mi era sembrata saggia e produttiva specialmente se intesa negli interessi del Piemonte e dei problemi del Piemonte. E allora ammettendo che non fosse possibile quella ipotesi ed essendo passato del tempo da allora, ed essendosi sviluppata peraltro tutta la fantasia possibile di molti colleghi e questa stessa fantasia oggi sembra esaurita, si ritorna a quella proposta semmai avendo capito che c'erano anche degli aggiustamenti da fare. Questa proposta ritorna con maggiore forza, ma credo che al di là della terminologia sia molto più appropriato chiamarla "Giunta di garanzia". Ora questa Giunta di garanzia certamente non è la proposta che aveva fatto Marchini in alcune riunioni perché le proposte erano di tipo diverso.
Peraltro se c'erano delle proposte e queste si volevano avanzare pur considerando le affermazioni qui fatte di rispetto per la minoranza, se c'erano delle proposte che si ritenevano importanti da fare queste potevano essere fatte e si sarebbe potuto verificare in che termini potesse avere una praticabilità. Allora, se non ci rendiamo conto che la fantasia è esaurita, che le difficoltà ci sono e se non vogliamo continuare ad inventare adesioni ed aggregazioni che tuttavia non sfondano il muro di una maggioranza autosufficiente significa che quella proposta di Giunta di garanzia deve essere presa in considerazione nello stretto tempo necessario. Se il governo regionale chiede una soluzione, la società chiede una soluzione, non farlo, secondo me, aumenta la responsabilità di chi resiste coinvolgendo purtroppo, in un giudizio d'amore, Sansone con tutti i filistei, tutti i Consiglieri, e mi permetto di dire, anche se può sembrare demagogia, se il Consiglio non esprime un governo e se non si scioglie per motivi vari, anche nobili (l'abbiamo sottolineato varie volte), almeno i singoli Consiglieri si autosospendano dallo stipendio, visto che in effetti non facciamo il nostro mestiere, cioè non produciamo governo e non produciamo decisioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Grazie, signor Presidente. Nella riunione dei Capigruppo avevo espresso qualche perplessità in ordine all'avvio di un dibattito che, non avendo posizioni definite, avrebbe rischiato di vedere addebitare ciascuno ad altri delle responsabilità in ordine al procrastinarsi di questa crisi.
Tuttavia mi sembra di poter dire, giunti alle ore 18, che è stato un dibattito molto sereno e pacato dal quale sono emerse delle posizioni molto chiare che, indipendentemente da una soluzione o dall'altra che potremo inseguire e realizzare, potranno consentire nel giro di poco tempo un governo che possa in qualche modo garantire la presenza di una guida politica (cosa attesa da tanta gente). Purtroppo noi riflettiamo una situazione che è densa di contraddizioni perché ha delle contraddizioni al nostro interno e naturalmente non può non risentire anche di un'influenza di carattere politico generale, siamo nel pieno di una campagna elettorale siamo in una fase delicata, siamo al passaggio da questa fase politica verso un'altra anche a livello regionale. Ho già avuto modo di dire in altri interventi, ed è la ragione per la quale insieme ad altri colleghi abbiamo compiuto delle scelte nell'area progressista, che la politica di pentapartito era giunta alla conclusione. Ribadisco che questa politica che ha svolto il suo ruolo nell'arco di un decennio come altre politiche hanno svolto il loro ruolo nell'arco di altri decenni, è giunta alla sua conclusione. Quando una politica arriva al capolinea, è chiaro che non è stato un percorso facile, lineare, coerente, non lo è stato quando il centrismo arrivò al capolinea, addirittura il Paese passò attraverso momenti drammatici, come furono i momenti di Reggio Emilia, di Genova, da cui prese forma il centro-sinistra. Il centro-sinistra è arrivato alla conclusione, in un modo molto meno doloroso rispetto ad altre fasi politiche, perché si istaurò in un Paese che nel frattempo era diventato più maturo e colse l'espressione di orientamenti nuovi e di conseguenza si sviluppò la fase del pentapartito. Oggi questa stagione politica è finita ma ciò non significa che ne sia pronta un'altra alternativa. Ecco la contraddizione nella quale viviamo noi. Noi abbiamo una parte che ha rappresentato la politica del pentapartito e l'altra che rappresenta una posizione diversa ed alternativa. La prima parte non ha più il vigore e la forza politica per raccogliere attorno a sè i numeri per avere una maggioranza, anche se ha ancora, rispetto alla parte alternativa progressista alla quale abbiamo scelto di appartenere, qualche numero in più rispetto all'altra. C'è, quindi, una politica finita, è finita questa politica di pentapartito qui in Regione, però c'è una struttura che in qualche misura resiste.
Questa è la nostra difficoltà, è una difficoltà che viene rafforzata da una tesi che è molto comprensibile, quella che annunciava il collega Picchioni dove ad un certo punto ribadiva una posizione di legittimità della DC di non abbandonare il campo e quindi di non passare la mano. Il collega Picchioni diceva che la DC compiva già una grossa rinuncia vedendo l'ipotesi di un Gruppo laico, laici anche della "gauche", al quale avrebbero potuto dare il loro contributo per la formazione di questa maggioranza. Vorrei rispondere al collega Picchioni che anch'io sono come lui, sono uno che sta da una parte sola e che in politica non mi sono mai considerato un laico, inoltre cerco sempre di capire qual è la definizione in politica di laici. Mentre sono un laico nel mio modo di vivere, nella cultura, di fronte alle confessioni religiose delle quali ho grande rispetto, di cui conosco anche tante persone, amiche, in politica non mi sono mai considerato un laico. Io ho passato tutta la mia vita a stare dalla parte dove per vocazione, per convinzione, per aspirazione, mi sono sentito di stare.
L'idea di dire "affidiamo ai laici..." mi sembra voglia mantenere in piedi un equivoco che va chiarito e che in politica non ha riscontro. Posso capire che la società è cambiata, rispetto alla società del secolo scorso alle posizioni di classe nelle quali poteva anche essere immaginata una terza forza che pure è importante, però non è determinante, cioè non è decisiva, non può essere la forza alla quale si affida la responsabilità se non in qualche momento magico come fu quello che portò l'allora Presidente Pertini ad affidare all'on. Spadolini l'incarico di fare il governo, ma sono più momenti magici che non di scelta politica, perché le scelte politiche vanno fatte con estrema coerenza.
Quindi vorrei dire al collega Picchioni che questa proposta non pu trovarci d'accordo. La nostra scelta è avvenuta insieme agli altri colleghi con i quali formiamo questa coalizione composta da 24 persone. Tuttavia si presenta il problema di come trovare una via d'uscita, abbiamo capito che la Democrazia Cristiana ha delle ragioni sue per ritenere che fin quando non ci saranno i risultati delle elezioni - con i quali spera di poter ancora avere la forza e il ruolo per governare - non è intenzionata a passare la mano. Ne prendiamo atto. Non so se possiamo assimilare la questione istituzionale alla Giunta di garanzia, però non c'è dubbio che comunque un tentativo - anche se sono sempre per un confronto - si possa fare per capire se sia possibile mettere insieme una Giunta che rappresenti un momento di non belligeranza per poter arrivare al 29 marzo, così come credo sia giusto fare uno sforzo per evitare di andare alle elezioni anticipate, non mi pare che diamo buona immagine.
Mi pare si debba compiere ogni sforzo. Al di là delle lungaggini dei tempi, sono convinto che la gente, che ha la testa sul collo come noi capisca le difficoltà che stiamo attraversando sia noi sia il Paese.
Diversamente, ci troveremmo davanti scenari ben più preoccupanti; la gente invece sa che abbiamo di fronte grandi difficoltà, dovute alla situazione interna, nostra, ma anche alla situazione di carattere politico elettorale. Fra poco ci saranno le elezioni: è giusto che ciascuno svolga il proprio ruolo, che deve essere coerente qui e fuori di qui.
Perché, personalmente ben comprendo le questioni? Siccome non mi ritengo, in politica, un laico - così come altri colleghi che con me hanno fatto la scelta progressista - penso che le scelte vadano fatte con estrema trasparenza e coerenza.
Le condizioni ci sono; vogliamo verificarle? Benissimo: verifichiamo se è possibile mettere insieme un qualcosa. Se tali condizioni non sono possibili, si vada al confronto: chi avrà la maggioranza per continuare a rappresentare questa Regione di qui al 29 marzo, indipendentemente dalle spinte politiche che possono determinarsi all'esterno, governi.
Personalmente, ritengo questa ipotesi assai corretta, anche se si trattasse di un governo di carattere minoritario.
Si fa come si può. Un'intesa comune, con una proposta di governo "a termine" sino a quando si chiarirà il quadro politico generale, sarebbe una proposta comprensibile dalla gente, perché la gente ragiona come noi almeno così mi pare di capire: muovendoci in questo modo ragioneremmo come la gente. Diversamente, dalla prossima seduta di Consiglio, constatato che non si trovano soluzioni, ciascuno faccia le proprie ipotesi e le metta insieme. Noi cercheremo di mettere insieme la nostra ipotesi, che mi auguro possa essere la più ampia possibile: se spetterà a noi governare, pur non avendo un numero "qualificato" e di maggioranza, ce ne assumeremo la responsabilità - da qui al 29 marzo.
Se, dopo tale data, avremo ricevuto i consensi che ci auguriamo apriremo un discorso che possa raccogliere anche i consensi di alcuni amici, dal collega Marchini alla DC, che hanno sostenuto che se constateranno che la loro posizione risulterà in minoranza rispetto al Paese, non ostacoleranno frontalmente sforzi altrui.
Mi sembra che dovremmo guardare alla realtà in questi termini. Gli sforzi che dovevamo fare mi pare siano stati fatti. E' ancora possibile percorrere l'idea della Giunta di garanzia, che garantisca tutti indipendentemente dal concetto dei laici di destra e di sinistra, nei confronti dei quali non mi sento assolutamente un laico. Auspicherei un impegno che abbracci i "24" da una parte e i "27" dall'altra; diversamente non drammatizziamo più del necessario. Se ne prenderà atto e si constaterà che i due Gruppi, entrambi non maggioritari, sono fermamente convinti delle proprie idee e posizioni: vorrà dire che al termine della terza votazione il Gruppo che avrà ricevuto i maggiori consensi si conquisterà spazio e legittimità di governo da qui al 29 marzo. Dopo tale data si vedrà.
A tale sforzo credo che noi socialisti parteciperemo in tutti i modi non vogliamo assolutamente dare l'impressione che non ci stiamo impegnando.
Collega Mollo, credo di poter dire, in quest'aula come in altre sedi, che stiamo lavorando forse più in questo periodo che prima - guadagnandoci quindi il nostro stipendio. Lavoriamo per questo Piemonte, che ha grossi problemi. Il fatto che non ci sia un governo stabile non ci esenta dai nostri impegni: ciascuno, sia esso Consigliere sia esso Assessore, si sta impegnando in questo sforzo comune.
Personalmente nutro fiducia: tra il bicchiere mezzo pieno e quello mezzo vuoto sono sempre per quello mezzo pieno. Non mi turba, però, posto di fronte ad alcune insuperabili questioni politiche, ritornare su scelte già fatte, senza furberie di alcun genere, le quali non portano mai alle conclusioni cui, almeno per quanto ci riguarda, vogliamo arrivare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Naturalmente sono d'accordo con il mio Capogruppo. Vorrei solo aggiungere due cose. L'una: ritengo inaccettabili le terminologie: "progressista, moderato, laico", quali insufficienti, non pertinenti estranee ai problemi in questione.
Cosa numero due: il vero problema è quello elettorale e nessuno vuole bruciarsi, danneggiarsi presso gli elettori. Se ci fosse almeno l'intenzione di condurre a buon fine gli adempimenti urgenti della Regione una Giunta di tecnici preelettorali, estranei al Consiglio, neutrali il più possibile rispetto ai Gruppi politici, tali e quali devono essere gli scrutatori e i Presidenti di seggio, una soluzione di questo tipo la si troverebbe. Viceversa la volontà ostentata di dare un governo alla Regione non sembra così autentica come si dice. Infatti, qualunque elezione - e questa dovrebbe essere una prassi deve essere controllata e gestita dalle persone più imparziali, obiettive, giuste. Purtroppo, i brogli elettorali che una volta pare fossero appannaggio solo di certe Regioni, stanno inquinando tutto il territorio statale, non dico il Paese, perché questo non è il mio Paese. Il mio Paese è il Piemonte.



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