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Dettaglio seduta n.263 del 18/01/94 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 4 e 11 maggio 1993. Verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Croso.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Denominazione nuovo Gruppo consiliare in "Gruppo socialista"


PRESIDENTE

Comunico che in data 13/1/1994 i Consiglieri Spagnuolo, Fiumara e Rossa hanno dichiarato di assumere la denominazione di Gruppo Socialista della Regione Piemonte, con Capogruppo Rossa e Vicecapogruppo Fiumara.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto per l'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., comunico che si deve procedere alla seconda votazione delle due liste presentate dal Consigliere Marengo e dal Consigliere Brizio che sono state votate nella precedente seduta del 7/1/1994, ma non hanno conseguito la maggioranza assoluta dei voti dei Consiglieri assegnati alla Regione.
Oggi siamo nella fase di applicazione dell'art. 32, quinto comma, dello Statuto il quale recita: "Ove non sia raggiunta la maggioranza richiesta - cosa che si è verificata la scorsa volta - l'elezione è rinviata ad altra seduta, da tenersi non prima di otto e non oltre quindici giorni".
I commi successivi recitano: "Se in questa seconda votazione nessuno dei Consiglieri designati alla Presidenza ha riportato la maggioranza assoluta richiesta, si procede ad un'altra votazione, a seguito della quale viene proclamato eletto chi ha riportato il maggior numero dei voti.
Avvenuta l'elezione del Presidente, il Consiglio procede all'elezione della Giunta a maggioranza semplice, con votazione della lista ad esso collegata".
Nella Conferenza dei Capigruppo svoltasi ieri si è convenuto di procedere subito, in apertura di seduta, alle dichiarazioni di voto.
Ricordo che è prevista una dichiarazione di voto per Gruppo, a meno che non ci siano differenziazioni all'interno del Gruppo di natura politica. Tali interventi devono durare non più di cinque minuti. Per economicità dei lavori dell'assemblea, faccio la raccomandazione di voler prendere in considerazione l'idea di fare una sola dichiarazione di voto, che collochi la posizione del Gruppo sulla prima e sulla seconda votazione. E' evidente che questo può portare le dichiarazioni di voto a dieci minuti, come massimo, perché si possono assommare le due posizioni che il Gruppo o il Consigliere intendono assumere.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, vorrei svolgere la dichiarazione di voto, prima di farlo però avrei bisogno di alcune informazioni su tre questioni, dalle quali dipende la dichiarazione di voto che svolgerò.
La prima questione è la seguente: vedo che si dà informazione, sul quotidiano "La Stampa", che Bianca Vetrino, proposta come Assessore, ha scritto una lettera al Presidente della Giunta Brizio nella quale è virgolettata la seguente dichiarazione: "Non entrerò nella tua prossima Giunta". Chiedo se questo sia vero o no.
La seconda informazione che chiedo è se sia vero che il proposto Assessore Panella, attualmente in carcere, abbia scritto una lettera al Presidente Brizio, nella quale dichiara indisponibilità ad avere incarichi in Regione.
La terza informazione che chiedo è se il Presidente proposto Brizio intenda dimettersi appena eletto Presidente, ove ciò accada.
Queste sono tre informazioni dalle quali devo derivare una dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, io non posso darle nessuna di queste informazioni per quello che mi compete; pertanto, se c'è qualcuno che intende dargliele ha sentito le sue richieste - può farlo, altrimenti procediamo nelle dichiarazioni di voto.
Prego, Consigliere Chiezzi, prosegua.



CHIEZZI Giuseppe

Proseguo direttamente, dando per scontato che "chi tace, acconsente" e quindi che quanto ho detto corrisponde a verità, altrimenti qualcuno si sarebbe premurato, nel proprio interesse, di contraddire le notizie che ho qui formulato.
C'è una prima questione di carattere istituzionale. La votazione avviene con la procedura prevista dallo Statuto: elezione di un Presidente collegato ad una lista di Assessori. Dato che la lista degli Assessori non risulta essere agibile per volontà espressa da Assessori componenti la lista di non far parte di quella Giunta, reputo che questa votazione debba essere, ove avvenisse, dichiarata inefficace, in quanto la lista degli Assessori, per espressa volontà di alcuni di essi, non è più tale. Non penso possa essere votata una lista che nel momento in cui la si vota è già resa inattuale ed inagibile. Ho anche dubbi che possa essere eletto un Presidente che dichiara "non appena sarò eletto, sarò dimissionario".
Questo - e apro la seconda fase di riflessione politica corrisponde alla mentalità che l'istituzione (e la votazione è una parte importante dell'istituzione) possa essere utilizzata secondo il metodo dell'usa e getta. Qui non siamo abilitati a prenderci reciprocamente in giro.
Nella votazione, che è un atto importante istituzionale e politico deve esserci la credibilità dell'obiettivo della votazione stessa; qui la credibilità viene a mancare, sia perché alcuni Assessori dicono "Non voglio far parte della Giunta messa in votazione", sia perché lo stesso Presidente dice in sostanza: "Guardate che stiamo giocando a rimpiattino". Infatti il Presidente Brizio chiede e accetta il voto a Presidente, ma lo contraddice ancora prima che il voto sia efficace nel suo esito, nelle sue conclusioni.
Ritengo che questa sia un'impudicizia di carattere istituzionale intollerabile. Se il Presidente Brizio intende fare il Presidente lo dica se non intende farlo, si ritiri.
Altrimenti succede che questa votazione non serve ad una parte di questo Consiglio per raggiungere la possibilità di governare; serve solo strumentalmente, ad impedire ad altri di portare a termine una propria proposta politica di governo. Voi esprimete una funzione di interdizione dell'altrui volontà. Se affermate la vostra volontà di governare non solleverei questa questione. Sono esterrefatto dalla vostra unica volontà di contrastare un'altra ipotesi politica. Questo perché Brizio si autodichiara sin d'ora dimissionario non appena eletto.
Speravo, colleghi della maggioranza che sin qui ha governato, che si potesse evitare questa brutta figura, che mi ricorda tanto la figura recente in Parlamento delle mozioni di fiducia e di sfiducia. E' un altro modo di giocare con le istituzioni che nuoce a tutti, innanzitutto a chi ne è il primo gestore. Sembra quasi, colleghi, che abbiate una concezione degli eventi simile a quella "dopo di me il diluvio". Non è così, colleghi.
Caso mai, dopo di voi il diluvio può cessare, ma non può certo venire un diluvio più grosso di quello di cui voi siete stati portatori fin qui.
Per quanto riguarda la lista che votiamo nel momento in cui votiamo il Presidente (il Presidente lo si vota solo perché è collegato ad una lista e non da solo) avete dimostrato fino alle ultime conseguenze che non siete stati in grado di proporre una lista che si ponesse al riparo delle conseguenze di un sistema di potere che fin qui ha gestito il Paese e la Regione Piemonte ed i cui guasti si stanno riversando su tutta l'istituzione regionale. E queste cose le dico non perché sono preoccupato delle brutte figure altrui, ma perché sono preoccupato delle brutte figure che fa ciascuno di noi, perché il vostro modo di comportarvi getta discredito non solo su di voi, ma su tutta l'istituzione, perché le informazioni che ne derivano da questo modo di far politica, facilmente vengono addebitate a tutti i componenti di questa assemblea! E' per questo che mi rifiuto e che prendo le distanze, nella speranza che l'informazione sui fatti distingua bene le parti e le responsabilità politiche: chi gioca con le istituzioni e chi invece cerca di governare in alternativa.
Penso che la vostra proposta, che votiamo al primo turno, di mantenere questo Presidente con questa Giunta nella quale sono stati mantenuti la gran parte degli Assessori, sia una proposta improponibile sul piano istituzionale ed indecente sul piano politico, perché almeno voleste governare, ma non volete governare! Volete solo interdire il governo altrui, questo mi sembra che sia un fatto gravissimo! Termino senza più alcun auspicio perché la speranza di passi indietro di atti di dignità, non sono venuti. C'è la riproposizione di una contrapposizione netta attraverso un percorso incomprensibile dal punto di vista politico o se lo è, lo è nel senso di impedire di fare! Ecco, quello che vi muove è impedire ad altri di fare alcunché, visto che voi siete decisi a percorrere una strada di votazione assurda, che non ha né capo n coda.
Termino rivolgendomi alla Presidente del Consiglio perché valuti se l'istituzione possa essere stracciata fino a questo punto, fino al punto di dare validità ad una votazione per l'elezione di un Presidente che ha già dichiarato di dimettersi e per l'elezione di un Presidente collegato ad una lista di Assessori inesistente! Spero che i chiarimenti che non mi sono stati dati esplicitamente verranno negli interventi prossimi che i colleghi faranno.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Majorino, che è il primo iscritto a parlare, devo dire che queste considerazioni il Consigliere Chiezzi aveva avuto la cortesia, anche come riflessioni sue, di farmele precedentemente. Devo altresì dire che non è stata recepita alcuna dichiarazione, almeno per quel che mi riguarda, in termini ufficiali n ieri alla Conferenza dei Capigruppo né adesso in aula per quel che riguarda le prospettive del Presidente Brizio. Le altre sono questioni che attengono ad una dinamica politica che evidentemente può essere valutata come dinamica politica, ma non attiene ad aspetti né giuridici né istituzionali.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente del Consiglio, colleghi Consiglieri, non è certo il caso di sciupare molte parole per dimostrare che esiste una inscindibilità e uno stretto cordone ombelicale fra il programma di Giunta, la proposta dell'elezione del Presidente Brizio e la lista degli Assessori. A questo punto, allora, va innanzitutto e subito messa in evidenza una cosa ovvia cioè a dire che fra i firmatari di questi inscindibili documenti, di questa inscindibile proposta, c'è un Assessore ancora in carica per l'ordinaria amministrazione, il quale è un detenuto in attesa di processo: per avere commesso gravi reati contro la Pubblica Amministrazione che riguardano (ormai le notizie sono trapelate e sono di dominio pubblico, sia pure nelle loro linee essenziali e generali) tangenti che sono state percepite in attuazione della legge riguardante la Valtellina, la quale legge ebbe, a sua volta, delibere attuative, sia di Consiglio sia di Giunta. Delibere soprattutto quelle di Giunta, prese con la consueta formula (che non è solo formula di stile, ma è sostanza): "la Giunta unanime approva". Tutto questo, l'unanimismo di queste delibere di Giunta, è stato la chiave di apertura del successivo percorso che ha consentito le tangenti.
A questo punto, allora, va ancora messa in evidenza una circostanza, a sua volta, molto chiara e molto evidente: anche relativamente a questo affare gravissimo, di rilevanza penale e politica, c'è una responsabilità politica oggettiva della Giunta: e - per venire subito al sodo e senza dilungarmi più di tanto al riguardo - c'è una responsabilità la quale fa sì che questa Giunta vada dichiarata responsabile politicamente anche di questi eventi delittuosi; così come fu dichiarata, anche da noi responsabile degli eventi delittuosi emersi nel febbraio 1993 e che portarono nelle patrie galere l'Assessore alla sanità.
A questo punto, mi rivolgo a lei (anche se è seduto sui banchi della sua maggioranza), Presidente Brizio, per dirle: dopo questo ultimo "fattaccio" la misura è colma, e noi, Gruppo consiliare MSI-DN, riteniamo che ci sia un motivo morale (quello dell'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, dell'ultimo "fattaccio", posto che l'Assessore ai trasporti è riproposto nella lista degli Assessori e perché è firmatario del documento, della proposta per eleggere lei Presidente Brizio) in forza del quale sarebbe stato doveroso, e politicamente necessario, seguire un'altra rotta, cioè a dire ritirare la sua proposta e uscirne attraverso una strada che noi abbiamo già da tempo additato, che è quella di porre mano a quel meccanismo previsto dall'ordinamento per arrivare allo scioglimento del Consiglio regionale e a nuove elezioni. Infatti questo nuovo episodio, unito a quello che già misi in evidenza nel corso dell'ultima seduta, unito alla contrapposizione addirittura di due Giunte minoritarie, colma la misura e costituisce un altro (se pur ve ne fosse stato bisogno) riscontro oggettivo che convince come fosse e sia necessario attuare il meccanismo istituzionale e ordinamentale per andare a nuove elezioni, subito. Potrebbero essere fatte il 27 marzo, unitamente alle politiche o a giugno insieme alle europee. Il 27 marzo si andrebbe con il sistema proporzionale. Ma qualora - secondo i Gruppi che hanno proposto le due Giunte minoritarie e contrapposte - esiste un feticcio dal quale non si può prescindere (cioè a dire il feticcio del "sistema maggioritario" eventuale, possibile e, in questo momento, ancora ipotetico), va bene, si sciolga allora il Consiglio e si vada ad elezioni anticipate, ma si voti nel giugno 1994 insieme alle europee. Io penso che per motivare e sostenere questa nostra proposta nella quale crediamo e di cui non sto a dilungarmi ancora una volta per metterne in evidenza tutte le ragioni e le motivazioni, sarebbe bene scendere nel concreto e fare delle ipotesi: così se si voterà a scioglimento del Consiglio operato, nel giugno 1994 potrà anche verificarsi l'ipotesi che ci sia un nuovo sistema elettorale, quel tal "feticcio" del maggioritario di cui ho parlato. Mi si può obiettare: "Ma il bilancio e le questioni grosse della sanità e la questione altrettanto rilevante ed importante - che certo il nostro Gruppo non sottovaluta - dei fondi CEE che forse non si potrebbero utilizzare"? Ma per questo frangente è noto che l'ordinamento prevede la nomina di tre Commissari che gestiscono l'ordinaria e la straordinaria amministrazione, i cosiddetti provvedimenti urgenti: e si può anche una volta tanto presumere e sperare che (se si segue la via dello scioglimento anticipato che per noi è un percorso doveroso) non verranno nominati tre Malpica (come è accaduto al Comune di Torino), ma si può anche confidare ed auspicare che vengano nominati tre alti funzionari, capaci di gestire questa emergenza di questi pochi mesi sia che ci si orienti alle votazioni vicine del 27 marzo, oppure a quelle del giugno prossimo.
Questa è, in conclusione, la tesi che riproponiamo con forza dopo questi ultimi eventi che incarnano e concretizzano, ancora una volta l'impossibilità di formare maggioranze suscettibili di governare questa Regione: tesi che costituisce, a nostro avviso, l'unica responsabile e seria strada che si deve seguire.
Per quanto riguarda in concreto il nostro comportamento (peraltro già fin troppo evidente per quanto detto) in sede di votazione: ci sarà un "no" all'una e all'altra proposta di Giunta, allorquando vengono statutariamente richiesti i 31 voti; per quanto attiene alla seconda votazione odierna siamo ancora indecisi se uscire dall'aula oppure dire di "no": uscire dall'aula, perché riteniamo che (secondo le ragionevoli previsioni di quanto accadrà) saremmo fatalmente anche noi - diversamente comportandoci parti di una commedia. La commedia di sapere che ci sarà un Presidente che per impedire la votazione della sua lista di Assessori all'interno dei quali c'è un inquisito (o, meglio, un imputato in attesa di processo), per impedire la farsa di questa votazione si dimetterà prima ancora che si voti la lista degli Assessori.
Concludendo, in questa situazione, riaffermando la nostra ferma volontà di pervenirsi allo scioglimento del Consiglio e a nuove elezioni, ribadisco il "no" del Gruppo MSI-DN in sede di prossima votazione e il "no" oppure l'uscita dall'aula in sede di seconda votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Sarò breve perché condivido - e mi associo pienamente alle riflessioni fatte dal Consigliere Chiezzi. Vorrei però aggiungere qualche elemento e fare una proposta. Le riflessioni di Chiezzi sono tutte assolutamente plausibili, ma in qualche modo fanno ancora parte delle schermaglie per uscire da questa difficile giornata. Credo che molti di noi abbiano da sempre pensato che la proposta di nuova Giunta fatta da Brizio fosse impresentabile. Oggi ne abbiamo conferma perché alcuni eventi esterni casualmente coincidenti con questa scadenza rendono evidente quello che politicamente, ma anche su un piano personale quasi amichevole, molti di noi hanno sostenuto con il Presidente uscente Brizio.
Credo che ci siano alcuni aspetti formali, istituzionali, che non possono essere aggirati, e cioè che oggi nel caso in cui si proceda alla votazione sulle due proposte i Consiglieri di quest'aula non sarebbero in grado di capire per quale proposta di Presidente e di Giunta stanno votando, a meno che il Presidente Brizio non ci confermi che la proposta di Giunta è quella che comprende quelle persone, quell'ipotesi politica. Al momento non abbiamo avuto alcun elemento formale di smentita, quindi immagino che ci si proponga di esprimerci su una lista di Assessori dove sono compresi i Consiglieri Panella e Vetrino.
Al di là di queste questioni formali ed istituzionali, c'è però una riflessione politica inevitabile e cioè che questa proposta è impresentabile sul piano politico. Non si può ignorare che l'ipotesi di elezione del Presidente Brizio ha potenzialmente ad oggi 27 voti perché ha costruito un'ipotesi di Giunta che prevedeva certi nomi. Probabilmente se l'altro candidato Marengo avesse costruito un'ipotesi di Giunta con altri nomi o con nomi in più rispetto agli otto che ha proposto, immagino o comunque non escludo che oggi sarebbe stato eletto direttamente Marengo come Presidente. Quindi non è assolutamente ininfluente e separabile il legame che c'è fra una proposta di Presidente e i nomi di Giunta che ci stanno dietro, al di là del fatto che, per una irrazionale costruzione del nostro Regolamento, si prevedono due elezioni, una del Presidente e l'altra degli Assessori.
E' evidente che esiste una situazione purtroppo di schermaglie che riguardano la giornata di oggi. Esiste una preoccupante e progressiva indifferenza morale rispetto alle questioni che avvengono. Qui sta diventando indifferente quello che avviene fuori da quest'aula nel momento in cui, in qualche modo, coinvolge questioni di quest'aula. Vedo persone molto più attente alle proprie eventuali sorti in tutti i possibili ed infiniti organigrammi, e vedo poco una preoccupazione di ordine politico e morale.
Anche rispetto alle dichiarazioni che sembrano essere state fatte dalla collega Vetrino - ho sempre delle difficoltà ad inserire i coltelli nella piaga - non si può evitare di rilevare che, in realtà, la dichiarazione della collega Vetrino è ininfluente politicamente, nel senso che chi avesse voluto segnalare una propria presa di distanza, caso mai avrebbe fatto il contrario di quello che sembrerebbe sia stato dichiarato. Sappiamo che oggi la questione riguarda i voti che vanno al Presidente, non i voti che vanno alla Giunta, perché tanto si sa che oggi la Giunta non si elegge.
Dopo aver risottolineato il preoccupante e progressivo dilagare dentro questo Consiglio dell'indifferenza su quello che avviene all'esterno voglio fare una proposta.
Credo che la proposta di ritirare tutto non sia giustificata, non si possono mettere sullo stesso piano due ipotesi, delle quali una è crollata e l'altra trova 24 Consiglieri che sono in minoranza, ma che ha una sua dignità politica, ha una sua solidarietà e una sua coerenza interna.
Mi permetto di fare una proposta che inverte i termini della questione.
Credo che potrebbe essere più coerente e potrebbe ridare una dignità a questa riunione se l'ipotesi di Brizio venisse ritirata, e siccome ritengo sia consapevolezza e volontà dell'altra ipotesi di costruire uno schieramento più ampio, si valuti (lo valuti anche personalmente il collega Marengo) l'opportunità di procedere all'elezione dell'unica proposta presentabile oggi in quest'aula. Eventualmente valuti il collega Marengo insieme alle forze e ai Consiglieri che lo sostengono, se non ritiene di fare un atto che è non dovuto, ma di volontà politica, di messaggio politico ritirando questa ipotesi e lavorando a partire da una proposta che ha tutta la sua dignità politica, per tentare di trovare un più largo schieramento di forze attorno ad un'ipotesi che oggi è l'unica che ha una dignità.
Personalmente mi rendo conto che pongo pubblicamente una questione delicata, che può essere letta in tanti modi, ma credo che fuori dalle schermaglie non si possano mettere sullo stesso piano proposte che hanno dignità diverse e che, se si vuole trovare una soluzione che ci faccia superare questa giornata, perché è evidente a tutti che rimandiamo i problemi di dieci giorni, una qualche differenziazione tra le ipotesi presentate in quest'aula credo sia doveroso per tutti accoglierla. Quindi la mia proposta è quella di riflettere su un'eventuale soluzione di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

A me sembrava necessario che da parte di un esponente, sia pure non di primo piano, della maggioranza, si replicasse alla filippica del Consigliere Chiezzi per evitare che questo dibattito diventi un'esercitazione di retorica, più degna di sofisti che di politici, e anche di demagogia, perché Chiezzi rivela un'incredibile capacità di usare la verità contro la verità. Le cose vere si dicono per la verità e non si dicono contro la verità. Le cose che ha detto sono tutte vere, ma tendono a snaturare la verità.
Dobbiamo quindi cercare di uscire un momento dalle contingenze che ci hanno portato a questa situazione, e collocarla nella sede storica politica nella quale ci troviamo.
Non si tratta di ragionare, in questo momento, sulla presentabilità o meno di questa o quell'altra proposta; si tratta di registrare che la democrazia, ancora una volta, al di là dei regolamenti, vince e le minoranze non possono governare. Non esistono governi di minoranza, se non all'interno di accordi con altre forze politiche che consentano di esprimere maggioranze articolate in cui le situazioni sono diverse, ma in democrazia non è immaginabile, anche se una norma regolamentare lo fa immaginare, che la minoranza possa governare, perché quando si vota una deliberazione se non c'è la maggioranza non passa. La democrazia, il sistema parlamentare vuol dire questo. Noi ci siamo innamorati di una norma regolamentare che ipotizza, in termini semplicemente elettorali, che l'elezione del Presidente possa anche avvenire sulla base di una maggioranza non assoluta. Questa è una norma meramente regolamentare, ma che vìola le regole della politica e le altre norme regolamentari che prevedono le maggioranze assolute, per esempio, in Commissione.
Noi registriamo che le Giunte di minoranza non esistono, esistono magari maggioranze articolate in modo diverso, possono concorrere a fare una maggioranza le forze di vera maggioranza, forze di astensione, forze di partecipazione, ma non esistono e non sono praticabili Giunte di minoranza! Chi ha forzato le istituzioni, colleghi Consiglieri? Chi è che ha presentato una Giunta di minoranza, obbligando una parte del Consiglio a presentare un'altra Giunta di minoranza? Il Presidente Brizio? No, il candidato Presidente Marengo. Siamo tutti consapevoli che le questioni che abbiamo di fronte sicuramente hanno delle occasioni delicate e dolorose per le quali abbiamo sofferto tutti, qualunque ruolo ognuno di noi abbia perché sicuramente sarà stato doloroso per un rappresentante dell'opposizione prendere atto delle vicende che hanno colpito esponenti di maggioranza. Siamo tutti coinvolti, le responsabilità sono diverse, ma il coinvolgimento è di tutti. Quello che però ci porta a questa situazione è la situazione politica esterna: le maggioranze e le opposizioni che si sono costituite qui, quattro anni fa, non esistono più nella società e nell'elettorato. Quindi, dobbiamo avere la capacità di misurarci con la realtà esterna per quanto possibile, forzando anche il nostro modo di essere politico qui dentro per cercare di rendere le istituzioni più raccordate rispetto al mondo esterno.
Pertanto, le due proposte di Giunta che abbiamo di fronte sono fuori del tempo. Quella che è ancorata sulla DC tende a dimostrare la permanenza di una centralità vincente della DC; con l'altra si vuol dire che esiste una centralità vincente del PDS nella società. Questo è tutto da dimostrare. Perché il PDS ha presentato la Giunta di minoranza? Perch aveva bisogno giustamente di esibire al mercato quello che era riuscito a realizzare: il miracolo di avere raccordato un numero di Consiglieri di gran lunga maggiore di quello che aveva all'origine della legislatura. Ha fatto il suo gioco politico che non ha nulla a che fare con le istituzioni è un gioco pulito, corretto, ma ha usato uno strumento discutibile paradossalmente anticipato dalla stessa maggioranza che ha ipotizzato quando ha aperto la crisi, un'ipotesi di minoranza, che è una bestemmia in termini di democrazia.
Ripeto che non sono praticabili ipotesi di minoranza, è sicuramente ipotizzabile la nascita di Giunte che anziché 31 firme, ne abbiano 24, ma poi devono trovare 7 consensi, tali da garantire il governo ad una minoranza, ma ci deve comunque sempre essere una maggioranza che garantisca il governo di una minoranza.
Abbiamo sempre sostenuto che ci deve essere qualcuno in grado di presentare una proposta, che non deve essere giudicata da noi, ma che deve essere coerente con la realtà esterna, con quello che pensa la gente.
Dobbiamo cercare di anticipare quello che sarà l'esito elettorale, non quello che pensiamo noi qui in Consiglio. Questa è la questione difficile che abbiamo di fronte e che a mio modo di vedere hanno tutte le Regioni e le sedi istituzionali. I Consigli regionali, comunali e provinciali, dopo le elezioni del 1990, si sono trovati lacerati dai diversi percorsi seguiti dai singoli Consiglieri e dalla diversa rappresentanza delle forze politiche, con la sottostima di alcune e la sovrastima di altre.
Sicuramente la strada più corretta da seguire sarebbe giungere alle elezioni anticipate, ma senza l'introduzione del nuovo modello di elezione che ci aspettiamo non si farebbe altro che far perdere del tempo all'istituzione mettendola a lavorare su uno scenario e con dei metodi che nel giro di qualche mese saranno superati da una nuova legge elettorale.
Immaginare di accelerare le elezioni di questo Consiglio regionale rispetto al momento ordinario, cioè il 1995, non appena venga varata una legge elettorale, è altrettanto sbagliato, perché quello delle elezioni amministrative sarà nuovamente uno scenario nel quale verranno coinvolte le forze nazionali, culturali e sociali nella globalità nazionale. Sarà quindi la nazione che si misurerà di nuovo in un confronto elettorale e noi dovremo prepararci (non possiamo limitarci a fare il nostro confronto nel Piemonte e nel Comune di Moncenisio); dobbiamo stare nella storia dei fatti e per ottenere questo dobbiamo costruire una maggioranza.
Pertanto, ritengo che non sia assolutamente scandaloso che il Presidente Brizio, anche alla luce dei fatti avvenuti, abbia registrato ancora una volta che un governo di minoranza non sia praticabile, ma non il suo governo di minoranza: nessun governo di minoranza! L'atteggiamento del Presidente Brizio, qualora venga eletto d'intesa con chi lo ha sostenuto, è di non accettare, attraverso percorsi regolamentari, che una minoranza governi. Quindi il passaggio di oggi è di una semplicità e di una chiarezza adamantina: si tratta di azzerare.
Bisogna poi vedere se avremo la capacità, dopo aver azzerato, di partire nella stagione giusta, cioè quella della semina, non dei raccolti.
La trattativa non si è conclusa perché si sono scontrati due personaggi: uno che andava a seminare il grano - voi sapete che il grano si semina d'autunno e uno che andava a raccogliere l'uva, che - come voi sapete si raccoglie d'autunno.
Pertanto c'era la Democrazia Cristiana che voleva seminare e c'era il PDS che voleva raccogliere. Era impossibile che le forze intermedie, che sostanzialmente erano quelle che dovevano riempire le ceste, potessero riempire le ceste perché metà cercava di seminare e metà voleva raccogliere.
Suggerisco quindi - come è emerso da qualche intervento che ci sia un patto di non aggressione fino a dopo le elezioni, che si cerchi però di rimettere l'istituzione nella condizione di rendere i servizi minimi soprattutto quelli consiliari, perché il Consiglio non può continuare ad estraniarsi dalla sua funzione di rappresentanza delle tensioni sociali.
Non può non esserci un dibattito sulla vicenda FIAT, non può non esserci politica, a prescindere dalla sua ricaduta su un governo o meno; il Consiglio regionale deve esprimersi su una serie di questioni indifferentemente dal fatto che ci sia il Presidente Brizio o il Presidente Marengo.
Quindi, noi abbiamo l'esigenza di rimettere in pista, per le funzioni politiche di carattere generale, il Consiglio e rilegittimare una Giunta per l'ordinaria amministrazione. Questo si può fare con un'ipotesi che noi abbiamo chiamato di Giunta tecnica, che si caratterizza, rispetto a quella istituzionale, per il fatto che ha una data di scadenza. La data di scadenza rende chiaramente leggibile la caratteristica di non politicità della Giunta che noi andiamo a proporre.
Il giorno dopo le elezioni dobbiamo avere la capacità, e mi riferisco soprattutto agli amici laici, di prendere atto dell'orientamento elettorale dei cittadini piemontesi, dopodiché le forze che avranno vinto le elezioni politiche avranno il diritto a governare qui dentro anche in condizione di minoranza, e le forze intermedie dovranno garantire alle forze di minoranza, perché sicuramente le une e le altre saranno di minoranza, di governare perché sappiamo che dietro hanno un consenso, hanno un raccordo un rapporto vero, reale con la società civile, non sono degli ectoplasmi.
Per esempio, l'esperienza Castellani ormai è un ectoplasma rispetto alla realtà che l'ha eletto: non c'è più niente dell'operazione Castellani.
Quindi non riconosco al fantasma di Castellani di governare la Regione, non lo riconosco legittimato, mi aspetto che l'elettorato torinese e piemontese si ripronunci, rilegittimi la sinistra e se la sinistra vincerà le elezioni, io, d'accordo con il collega, dichiaro che darò il mio contributo affinché una minoranza possa governare. Il mio contributo potrà essere il più articolato possibile: potremo far parte della Giunta, potremo essere a favore o contro, potremo astenerci, potremo concorrere al numero legale comunque daremo il nostro contributo per la governabilità.
Questo patto di lealtà è necessario: non si possono introdurre degli elementi moralistici, che pure dovremo tenere presente, non per dare sostanza di maggioranze a minoranze che qualcuno definisce - forse a ragione - moralmente più qualificate di altre.
Questo è un salto - mi consenta, Consigliere Chiezzi - che non è consentito.
Siccome qui i giochi sono fatti e tutto sommato - se mi consente la sinistra - questa vicenda è andata tutta a favore della sinistra, nel senso che il suo paniere è stato presentato, il risultato di aver ampliato la quantità dei consensi in Consiglio, rispetto a quelli che c'erano nel 1990 è stata realizzata, è andata male per noi e per la Democrazia Cristiana che non siamo riusciti a dare un governo e quindi abbiamo dimostrato che siamo minoranza reale, che non ci siamo più, a questo punto ci sembra giusto prendere atto della situazione e azzerare i giochi per rendere l'istituzione minimamente efficiente in termini di Giunta, ma soprattutto in termini di Consiglio. Il giorno dopo le elezioni sapremo qual è l'opinione della cittadinanza piemontese e ci adegueremo al voto dei cittadini piemontesi. I liberali si impegnano a rispettare quello che sarà il voto dei cittadini piemontesi e fin d'ora riterranno di non dare scandalo sostenendo una maggioranza di sinistra se la sinistra avrà dimostrato di essere maggioritaria in questa Regione, o perlomeno di non essere così minoritaria com'è invece in questo Consiglio.
Se non facciamo questo sforzo, caro Consigliere Chiezzi, non possiamo accusarci l'un l'altro di giocare con le istituzioni; presentare una Giunta minoritaria è giocare con le istituzioni! Devo constatare, caro Chiezzi che dal vostro versante politico grandi sforzi per coinvolgere le forze non funzionali ad un'immagine esterna, non sono stati compiuti; a me non risulta che da Gruppi non allineati nel paniere di sinistra sia stata chiesta una disponibilità a concorrere a questa operazione, perché non interessava. Un paniere, per esempio, che veda Bianca Vetrino e Sergio Marchini dentro è un paniere che al mercato piace meno, si capisce meno cos'è; si deve presentare un paniere di sinistra, pulito, corretto presentabile, politicamente eleggibile. Questa operazione la sinistra l'ha fatta, l'ha realizzata ed è su questo vincente, ma, caro Consigliere Chiezzi, non cerchi di stravincere! Ha fatto un'operazione politica vincente, però nell'istituzione si governa se si ha la maggioranza e se non si ha la maggioranza si deve avere l'umiltà di compromettere l'immagine del paniere chiedendo, per esempio, il concorso dei liberali e dei repubblicani; questa è la questione che abbiamo di fronte. Cosa che non è possibile in questo momento perché c'è la campagna elettorale, quindi non è possibile al PDS chiedere il sostegno dei liberali che saranno nello schieramento moderato e non è possibile per i liberali sostenere una Giunta di sinistra che è ancorata sullo schieramento progressista. Questa è una stagione in cui non si può né seminare né raccogliere: siamo nell'inverno e non solo del calendario e della meteorologia, ma anche della politica siamo nel sonno dell'inverno. Aspettiamo la primavera delle elezioni; il giorno dopo ricominceremo, oserei dire rafforzati dall'esperienza non felice che abbiamo fatto, con il fare un gioco pulito, reso più difficile dal fatto che ci dovremo misurare con il rispetto della volontà degli elettori, cosa che in questo momento, per qualche verso, possiamo anche immaginare di non conoscere, per cui ognuno di noi è convinto che queste elezioni lo vedranno vincitore. Saranno gli elettori a decidere; accettiamo una pausa di sospensione. Rimettiamo il Consiglio nelle condizioni di lavorare, rimettiamo la Giunta nelle condizioni di essere legittimata per l'ordinaria amministrazione, non poniamo alcun limite - ovviamente - al concorso delle forze politiche all'interno di questo gruppo di lavoro, più che di Giunta vera e propria. Il giorno successivo alle elezioni, sulla scorta dei risultati elettorali daremo un governo alla Regione il più armonico possibile rispetto a quello che sarà stato il pronunciamento degli elettori. I liberali sono disposti a fare le rinunce che loro competeranno in termini di immagine, di ambizione e di ruolo, per consentire la governabilità del Piemonte. E se dopo le elezioni ci sarà una proposta di Giunta Marengo che abbia avuto la verifica dell'elettorato, i liberali sicuramente non faranno venir meno il loro atteggiamento per rendere governabile la Regione da parte del Presidente Marengo. Oggi questo non è possibile; oggi è una forzatura alla democrazia giustificata da un'imprecisione del nostro Regolamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Dameri.



DAMERI Silvana

Visto che il Consigliere Marchini ha iniziato il proprio intervento riferendosi ai sofisti, sarei tentata di fare un applauso alla straordinaria lezione di esercizi sofistici che ci ha fatto egli stesso. Ma non mi pare valga la pena.
Non più tardi di dieci giorni fa, avevamo sostenuto che la Giunta proposta dalla DC e costruita attorno alla figura del collega Brizio ci pareva senza futuro politico. Abbiamo avuto una drammatica e clamorosa conferma dell'allora sottolineatura, fatta nel precisare che, ancorché si trattasse di due proposte che si presentavano entrambe con consenso non maggioritario, c'era però una differenza politica sostanziale.
Differenza politica sostanziale emersa con una vicenda che noi non possiamo consentire venga ridotta a pura questione giudiziaria; lo ha già detto molto chiaramente il Consigliere Majorino: "Qui c'è tutto il peso del passato di un governo regionale, segnato, molto più di quanto non sia apparso fino ad ora, dalle vicende attinenti alla questione morale".
Le questioni per le quali viene chiamato in causa un Assessore della Giunta Brizio sono questioni attinenti ad atti di governo; sono delibere decisioni politiche di una maggioranza che ha governato per molto tempo sono un macigno che va rimosso. Non è più questione di singoli, non sono più questioni giudiziarie: è una grande questione politica e morale insieme.
Di fronte a questo - vorrei rivolgermi soprattutto al collega Brizio mi chiedo che senso abbia, oggi, costringere il Consiglio regionale a quella che già altri colleghi hanno definito una farsa. Che senso ha chiedere un voto - e non è vero che non si poteva fare altro: vorrò dire qualcosa anche da questo punto di vista per una Giunta che non ci sarà? Il problema attiene sì alla politica, alle questioni regolamentari, ma attiene anche, ormai, alla decenza. Attiene alla pura decenza il fatto di chiedere un voto per un Presidente che annuncia le sue successive dimissioni, e dire che tutto questo è causa di forza maggiore. Se la politica non ha più la possibilità di avere la lucidità della ragione, essa è morta, non ha più senso. Voi, con la responsabilità che vi assumete producete una lesione gravissima alla vita democratica: si sta ormai toccando il fondo della credibilità rispetto ad un'istituzione, che noi consideriamo importante, per la quale siamo qui, per la quale noi ci spendiamo: l'istituzione regionale.
Nel continuare l'esercizio di puro, antico meccanismo, per cui si utilizzano passaggi procedurali e via dicendo, sfugge la questione fondamentale: la risposta da dare al governo di una Regione sempre più drammaticamente colpita su questioni essenziali - ci torner successivamente - nella sua popolazione, nella sua struttura economico sociale. Ma noi, dove siamo? Dove siamo rispetto ai problemi drammatici che vivono i cittadini piemontesi? Siamo qui a spiegare che eleggiamo, perché è consentito, un Presidente che poi si dimette? Eh, no! Noi a questa questione non ci stiamo, la consideriamo una farsa inaccettabile consideriamo ci sia una gravissima responsabilità del partito di maggioranza relativa, la Democrazia Cristiana, che anche di fronte a repliche così dure della realtà, continua ad immaginare che si possa far funzionare in qualche modo il teatrino della politica.
Non era inevitabile arrivare a questo punto; era possibile, da parte di Brizio, ritirare il documento, quindi la sua proposta, e in questo senso poter riaprire ragionamenti politici ed eventuali disponibilità a dare un governo vero alla Regione, o al tentativo, tutti insieme, di farlo.
C'è però un'altra regola aurea della democrazia: quando si è di fronte a fatti così gravi e pesanti bisogna avere la forza morale e politica di passare la mano. Questa è la questione, e questo è quanto, ostinatamente non si vuole fare, sottoponendo - ripeto - il Consiglio ad una vera e propria farsa.
Ho sempre apprezzato il collega Brizio per quella che pensavo fosse una sua convinzione: garantire la governabilità della Regione, anche se politicamente ritenevo sbagliasse. Quando si è aperta la questione Maccari abbiamo chiesto le dimissioni della Giunta. Se si fosse aperta allora, si sarebbe potuto affrontare in modo diverso la crisi politica, già chiara della Regione Piemonte.
Dico oggi al collega Brizio di riflettere sul fatto che la riproposizione del voto sulla sua candidatura, oggi, realizza l'obiettivo opposto: rendere il Piemonte ingovernabile in un momento assai critico, nel quale gravi motivi hanno suggerito l'iniziativa, credo coraggiosa, assunta dalle sinistre per fronteggiare le emergenze della situazione piemontese.
Emergenze oggi di tale drammaticità, che ci portano a ritenere questione essenziale e fondamentale quella di dare dei punti di riferimento democratici - almeno quelli a forze sociali centrali: i lavoratori e le lavoratrici. Diversamente, si rischia di far precipitare la crisi sociale in una crisi democratica che ci preoccupa moltissimo.
Sappiamo che abbiamo di fronte un periodo, quello delle elezioni politiche, che sarà certamente teso; abbiamo una situazione esplosiva, anzi che è già esplosa, per quanto riguarda i termini della vicenda occupazionale nella realtà torinese. Per questo, caro Marchini, avevamo parlato di una Giunta di emergenza che non era affatto chiusa - non è affatto vero quello che hai detto - era una Giunta di emergenza proposta dalle forze progressiste, perché non era stato possibile procedere oltre proprio per quella rivendicazione di centralità della DC aperta a tutte le forze e ai Consiglieri. Ricordo che la scorsa volta ci siamo proprio rivolti ai Consiglieri di questo Consiglio, oltre a quelli che proponevano una soluzione.
Comunque credo debba essere chiaro che per parte nostra non può essere considerato - non perché siamo noi che non lo consideriamo, ma perché siamo convinti che è l'opinione pubblica che non lo può considerare - che una soluzione, che pure andrà trovata alla crisi della Regione Piemonte, non può essere affidata ad un ceto politico obiettivamente screditato, anche personalmente in qualche caso: obiettivamente, politicamente screditato! Allora bisogna comprendere che è proprio l'ora di passare la mano, per consentire che la democrazia possa funzionare. Voglio dire, concludendo che il polo progressista terrà viva la propria proposta programmatica, la propria proposta politica, in modo aperto, per tentare di verificare le condizioni di una Giunta larga oltre i confini politici dello stesso polo progressista e rivolgendosi a tutti quei Consiglieri, anche della maggioranza, che pensiamo oggi non convintamente sono costretti a votare un'ipotesi farsesca. Opereremo perché tutto questo possa avvenire con il massimo di recupero di lucidità da parte dei Gruppi politici in tempi molto brevi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

La Lega Nord conferma le ragioni già riferite nella seduta precedente anche e soprattutto per l'assenza di una vera istanza federalista da proporre al Parlamento. C'è inoltre una delegittimazione del quadro politico, perché se è vero che fino ad una condanna definitiva non c'è colpevole è anche vero che per correttezza chi è avvisato, imputato dovrebbe mettersi da parte ed esigere, attraverso leggi e attraverso tutti i modi possibili leciti, una rapida e severa attuazione della giustizia.
Ricordiamo però che la questione morale riguarda tutti i partiti tradizionali.
C'è inoltre il pericolo del consociativismo. Da una parte c'è una sinistra che nell'ultimo trentennio non solo ha dato cattiva prova, ma ha prodotto la catastrofe politico-economica di origine statalista e permissiva. Dall'altra, c'è un centralismo superato perché la democrazia esige due nette posizioni contrarie; contrarie naturalmente alla divinizzazione della sinistra e alla demonizzazione della destra, che se è vera destra è libera, democratica, antistatalista, liberista, liberale ma non permissiva (le leggi devono essere severe), privatista, federalista.
Perciò non riconosciamo più la legittimità di questa assemblea che non vuole esprimere una vera maggioranza. Pertanto, non parteciperemo ad un voto lesivo per la dignità del Consiglio e dei Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, io credo che la questione pregiudiziale sia sicuramente quella che riguarda il voto. I Verdi ritengono che il voto per la Presidenza non sia né possa essere un voto personale. Ai sensi dello Statuto noi dobbiamo esercitare il nostro diritto-dovere di voto nei riguardi di una proposta di governo completa vale a dire che collega intimamente un programma, una lista di Assessori di cui il Presidente si è fatto e si fa garante. Sulla legittimità di un voto che dimentichi questi legami nutriamo più di una perplessità, la stessa che ci pervade rispetto al voto su una proposta che, avviato l'iter procedurale, non dovrebbe vedere mutamenti e quindi dovrebbe mantenere inalterati i documenti ad essa collegati.
Invece, dagli accadimenti di questi giorni e dalle dichiarazioni che ancora questa mattina abbiamo letto sui giornali, ci sembra che così non stia per accadere. Due elementi della Giunta Brizio bis di fatto non ne fanno più parte e quindi modificano sostanzialmente la proposta e ne mettono a nostro giudizio in dubbio la legittimità. Nel primo caso, come ben sappiamo, si è trattato dell'ennesimo incidente di percorso della coalizione di pentapartito che di fatto ha involontariamente sottolineato il suo carattere di continuità con il passato; nel secondo, di un gesto di apprezzabile sensibilità personale politica della collega Vetrino. Peccato che questa stessa sensibilità non appartenga per intero anche a quelle forze politiche che hanno riproposto la candidatura alla Presidenza di Gianpaolo Brizio e che nonostante tutto non dimostrano di saper trarre insegnamenti da ciò che accade, che drammaticamente in questi mesi si è ripetuto anche in quest'aula.
Questa mancanza di sensibilità e di rispetto nei confronti di questa istituzione ci porta oggi in quest'aula ad un'ennesima recita che per parte nostra ci mortifica. Mentre fuori, nelle fabbriche, e adesso anche negli uffici e soprattutto in migliaia di famiglie, si consuma il dramma, qui noi siamo continuamente chiamati alla farsa. Una farsa imposta al Consiglio dalla DC e dai suoi alleati che con pervicacia ed ostinazione, avendo perso potere e legittimità nella società, si aggrappano agli ultimi relitti di potere istituzionale.
Di fronte a questi problemi che di giorno in giorno diventano sempre più gravi nel Paese e nella nostra Regione, persistere in questo atteggiamento non sembra avere altro fine se non quello di continuare a trascinarsi e comunque a gestire il potere con un governo regionale che è dimissionario.
In questa situazione non si può di certo andare con autorevolezza ai tavoli di contrattazione romana per lanciare appelli alla responsabilità delle imprese nella delicata gestione di questa crisi. E' un ruolo che riteniamo sia sempre più difficile continuare a svolgere. Eppure è un ruolo nel quale la collettività regionale ripone grande speranza, ma realmente si rischia di essere ridotti al ruolo di personaggi da operetta, magari a quello di Presidente dimissionario perpetuo.
Ciò detto, un'altra cosa che ci preoccupa profondamente è il perdurare di questa crisi. Una crisi in cui la Giunta dimissionaria comunque, di fatto, continua ad operare, divisa tra un'opinabile gestione ordinaria e la gestione straordinaria che crediamo si stia preparando ad attuare con la campagna elettorale di primavera. Dopo il 28 marzo, calato il sipario sulle elezioni, si potrà forse andare alle elezioni anticipate anche per questa Regione; magari a giugno, più probabilmente in autunno. Se è questo che si vuole, se questa è la strategia, noi crediamo sia bene che la gente lo sappia. Che capisca che una volta di più sull'interesse collettivo prevale l'interesse di bottega! Che dietro al dito delle parole d'ordine, delle preoccupazioni, non ci sta altro che il disegno, comunque, di un'accanita difesa ad oltranza di un potere che la gente ha già deciso di non dare più alle stesse forze politiche! Noi crediamo che in questa situazione comunque, l'ambiguità vada messa allo scoperto. Non si può continuare a giocare con l'ambiguità! Ci sembra che in questi ultimi periodi sia tramontata un'epoca e ne sia cominciata un'altra. Una che richiede delle scelte nette e precise e sottrae gli spazi per svolgere quei ruoli di ago della bilancia che hanno purtroppo contrassegnato nel dopoguerra periodi anche bui della nostra Repubblica, nei quali la confusione dei ruoli ha spesso dato origine alle malattie gravi del nostro sistema democratico.
Crediamo che la Giunta tecnica che oggi ci viene proposta non sfugga a queste ambiguità e per il momento non può raccogliere da parte nostra che forti perplessità. L'unico segnale forte ci sembra che rimanga quello di un governo che segni una radicale alternativa, un netto stacco rispetto al passato, nei programmi e negli uomini. La proposta che ci vede protagonisti con le altre forze di progresso al momento è l'unica che ha queste caratteristiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Quello che vediamo oggi è uno spettacolo che continua nella tradizione ormai semestrale di questo Consiglio. Quando nel novembre scorso mi ero espresso per le elezioni anticipate, sicuramente non prevedevo un iter così ridicolo, perché, a questo punto, siamo giunti davvero al ridicolo! E' una dimostrazione palese di ingovernabilità di questa Regione dimostrazione data dalla situazione in cui si trovano le candidature proposte: da una parte quella di Brizio, che sicuramente non solo non ha più i numeri, ma nemmeno la credibilità di poter governare questa Regione dall'altra, c'è la candidatura del PDS, che non ha i numeri ed è inutile cercare di raccogliere anche i voti più isolati.
Il concetto però è un altro: ho preso atto delle pesanti critiche che ha svolto la collega Dameri sulla questione morale, definiamola così. La collega Dameri, però, dimenticava che dove il PDS è stato al governo, dove le sinistre sono state al governo, la questione morale non è stata accantonata o comunque non è fuori dalla politica comune (pensiamo a Grugliasco). Allora non possiamo dire: "Costoro che hanno governato in Regione sono inquisiti, bisogna cambiare", perché se adottiamo questo principio lo stesso discorso dovrebbe essere fatto per gli inquisiti della sinistra. Indubbiamente la sinistra ha governato di meno, per cui c'è anche una questione di minore probabilità di coinvolgimento in fatti giudiziari.
Quello che ci preoccupa, però, è che con questa storia della diatriba tra DC e PDS non si affrontino i reali problemi della Regione, problemi che stanno diventando drammatici, che necessitano di un governo forte, che sicuramente - ripeto - questo Consiglio, come hanno dimostrato questi mesi di trattative andate a vuoto, non può esprimere! Ritengo che il ritiro delle due candidature, dei due documenti, sarebbe la cosa più logica, ma non per riproporne altri, perché se la proposta si limita al ritiro delle candidature per portare avanti la discussione per altri mesi ed arrivare di nuovo con altre due proposte - magari una che candida Nerviani al posto di Brizio e l'altra con una nuova candidatura del PDS la cosa non ha proprio alcun senso logico! Sei mesi di crisi - seppure non effettivi, perché abbiamo vissuto ben prima l'inizio della crisi di questo Consiglio e di questa maggioranza - sei mesi di non governo della Regione hanno portato ad una situazione sociale pesantissima, in cui l'Ente Regione non è più considerato! Provate a sentire i cittadini, non soltanto gli organi di informazione che ormai la Regione non la prendono nemmeno più in considerazione! Io invito l'Ufficio di Presidenza a fare un'indagine tra i cittadini e verificare che cosa pensano dell'Ente Regione. A questo punto, sarebbe interessante sapere se innanzitutto sanno che esiste un Ente Regione! Questo deve farci riflettere. I partiti si sono adeguati al discorso di autonomia e più potere alle Regioni, che i movimenti autonomisti facevano negli anni 1985/1987; di questo ormai ne parlano tutti: non esiste più una forza politica che non abbia recepito la necessità di dare maggiore autonomia e maggiori poteri alle Regioni. Se vogliamo però dare maggiori poteri alle Regioni, dobbiamo creare delle istituzioni che abbiano credibilità, per poter gestire un momento di crisi a livello nazionale, che deve essere affrontato innanzitutto in modo cosciente.
Nei prossimi mesi, purtroppo, assisteremo ad una campagna elettorale portata all'interno del Consiglio regionale; si utilizzerà l'istituzione Consiglio regionale per lanciare dei messaggi. I beneficiari di una politica di questo tipo non saranno sicuramente i cittadini del Piemonte.
Ribadisco dunque la necessità delle elezioni anticipate, e mi auguro che questa presa di coscienza da parte dei singoli Consiglieri sia sempre più ampia. Le elezioni anticipate devono esserci e devono esserci subito perché prima riusciamo a rimettere in sesto o comunque a dare un'immagine nuova e credibile a questo Consiglio regionale, prima si potrà discutere e cercare di mettere insieme un programma, un progetto per - non si tratta nemmeno più di rilanciare il Piemonte - tutelare quel poco che ci resta.
Elezioni subito, per cui io non posso votare né per una né per l'altra proposta e preannuncio l'uscita dall'aula al momento dell'elezione della lista degli Assessori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Prendo la parola per annunciare che voterò in modo difforme dal mio Gruppo, soprattutto per avere la possibilità di parlare ai sensi di Regolamento. Così, a differenza del mio Capogruppo, uscirò dall'aula anche nella prima votazione.
Colleghi, giustamente concludeva Rabellino dicendo: "Se ci guardiamo intorno, ci accorgiamo del disinteresse assoluto nei riguardi della Regione Piemonte". Vi sottolineo quattro fatti successi negli ultimi quindici giorni di cui, per ora, qui dentro nessuno ha ancora parlato; fatti che secondo me, per la pubblica opinione, ma anche per l'economia dei nostri dibattiti, hanno uno spessore ben maggiore.
Primo fatto. E' stato associato alle patrie galere, addirittura è in stato di isolamento a Vercelli, l'Assessore Panella che, come ormai è già stato detto, era una delle persone della lista degli Assessori proposta.
Voglio ricordarvi quanto più volte da me sostenuto, in questi anni, nei riguardi dell'Assessore Panella.
Ricordo la famosa campagna pubblicitaria dei trasporti costata un miliardo, e di cui tuttora non ho avuto ancora chiarezza su dove siano finiti, o meglio, perché siano stati spesi questi soldi.
Vi ricordo le perplessità sulla gestione dei fondi della legge "Valtellina ter", e chiamo al ricordo un collega di minoranza dall'altro versante, il collega Buzio. All'inizio l'Assessore Panella ci invitò come Consiglieri dell'Alto Novarese a partecipare alle visite sul posto per visionare i lavori che si dovevano fare; dopo pochi minuti - mi permetto di dire - non ore, ci accorgemmo che qualcosa non funzionava. Collega Buzio, io non sono più stato invitato a partecipare ai sopralluoghi per vedere cosa succedeva nella gestione dei fondi della legge "Valtellina ter", dopo un incontro nel Palazzo San Francesco di Domodossola in cui emersero tutte le perplessità di questo mondo.
Perplessità su Panella? Leggete l'interrogazione del Consigliere Zacchera del 29/7/1992, punto 6), su fatti che succedevano in Valle Ossola (oggi sono tutti sui giornali): "Se risponde al vero che lo stesso - era una persona che gestiva il CROP della Regione Piemonte (Comitato Regionale Opere Pubbliche), mi risulta siano già due i funzionari del CROP arrestati in questi giorni..



BRIZIO Gian Paolo

Non sono funzionari della Regione.



ZACCHERA Marco

Certo, del CROP, non ho detto della Regione. Dobbiamo essere estremamente precisi, perché vedo che il Presidente, giustamente, è molto attento. Attenzione, non voglio fare alcuna polemica, bensì chiarezza sostenendo semplicemente che già un anno e mezzo fa, il 29/7/1992, io sottolineavo come non funzionasse in modo assolutamente decoroso il Comitato Regionale Opere Pubbliche; presentavo un'interrogazione di dieci punti, sottolineando una quantità di cose che non funzionavano, e l'Assessore Panella ha dovuto ammettere che addirittura mesi dopo non erano firmati i verbali delle riunioni del CROP. Sottolineo anche che delle persone, adesso associate alle patrie galere, in certe valli dell'Ossola addirittura commissionavano tutta una serie di lavori ai fini dei Sindaci di un Comune della Valle Anzasca, inserito all'interno di un comitato di affari; mi risulta che l'Assessore Panella, notoriamente, si incontrava con queste persone al ristorante davanti a Palazzo Lascaris. Ma questo è solo un aspetto della questione relativa all'Assessore Panella.
Presidente, per quanto riguarda i lettori ottici, quante volte (e vedo altri colleghi che, come me, sostennero la stessa cosa), qui dentro, ci fu detto che andava tutto bene? Non è stata smentita una riga di quello che abbiamo scritto nella denuncia presentata alla Procura, e i risultati hanno cominciato a martellare! Questo è un fatto grave, che va ad inficiare la credibilità della lista di Assessori proposta dall'ex maggioranza.
Terzo aspetto. Nei giorni scorsi, la Procura della Repubblica di Verbania ha rinviato a giudizio trenta persone per una serie di reati; un ex dipendente regionale è stato accusato o rinviato a giudizio - ieri c'è stata l'udienza, per cui non so se è stato fatto un rinvio o un patteggiamento - con il seguente capo di imputazione: "Occultava e distruggeva le copie dei contratti registrati, stipulati dalla ditta tal o tal altra, depositati presso la Regione Piemonte, Assessorato all'ambiente, e successivamente le sostituiva con copie di contratti alterati nella durata, al fine di far risultare ancora operante la validità del contratto". Tradotto in italiano: questo è un trucco con il quale una ditta ha potuto portare in una discarica - che era quella di Ghemme valori per miliardi e forse decine di miliardi di beni per un lungo periodo di tempo! Queste cose succedevano all'interno dell'Assessorato all'ambiente mentre era Assessore - devo fare il nome - il collega Garino, che oggi viene riproposto nella lista degli Assessori. Certo, non è colpa dell'Assessore Garino, ma queste sono le cose che succedono all'Amministrazione regionale (mi collego al discorso del CROP).
Un altro episodio vede coinvolta la stessa persona di prima, imputata del seguente reato: "per aver consegnato una somma di denaro a pubblici ufficiali della Regione Piemonte, affinché questi compissero un atto contrario ai doveri d'ufficio, e cioè lo agevolassero nella sottrazione dei documenti depositati presso la Regione, relativi ai contratti di conferimento di rifiuti".
Pertanto, chiedo che cosa abbia fatto la Giunta regionale dopo aver appreso o supposto queste cose e quale motivo ci sia dietro al fatto che questo dipendente, andatosene dalla Regione, è stato assunto dalla stessa ditta che si può definire la più grossa discarica del Piemonte. Un motivo ci sarà pur stato! Qualcuno se lo è chiesto? Inoltre è ben strano che, anziché vedere che cosa sia successo o che cosa magari sta ancora succedendo all'interno dell'Assessorato all'ambiente, si siano puntati i riflettori sugli Assessori Nerviani e Gallarini, quasi fossero coinvolti in questa vicenda. Attenzione: ho chiesto chiarezza su queste vicende in un'interrogazione e prendo atto che i due ex Assessori, da me adesso citati, sono stati effettivamente interrogati su fatti relativi a questo malloppo di inchieste, ma non ho mai detto - perché non è vero - che essi siano coinvolti in questi fatti e non ho mai pensato al loro coinvolgimento.
I coinvolgimenti sono altri, sono ben più gravi e continuano continuano anche con la lista di determinati Assessori e con una certa logica, perché c'è un quarto fatto, ancora maggiore, verificatosi nei giorni scorsi. Il povero ex Assessore Maccari - verso il quale inizio ad avere una certa simpatia - è stato arrestato per la terza volta a Verbania chissà come mai queste cose succedono a Verbania, temo che dovr controllare la mia carta di identità. Dalle maglie delle informazioni, ho appreso che uno dei motivi dell'arresto è rappresentato da due costruzioni ospedaliere a Verbania. Vi ricordate quella deliberazione, approvata dalla Giunta regionale, di 3 miliardi e mezzo per lavori rispetto ai quali ci era stato detto che tutto andava bene (come ci era stato detto per i lettori ottici)? E' poi saltato fuori che quei lavori non andavano bene per niente come ha dimostrato la Commissione d'inchiesta, richiesta a seguito della questione ospedaliera di Domodossola, dove le indagini vanno avanti giustamente, con i piedi di piombo, visti i coinvolgimenti che ci sono stati; non dimentichiamo, infatti, che il direttore dei lavori per gli impianti tecnologici è l'ing. Umberto Cattaneo, nipote del Presidente della Repubblica, e quindi bisogna andarci piano.
Per concludere: signori Consiglieri, non è possibile procedere a votare una lista di Assessori, che non solo continua in alcune persone (perch abbiamo l'Assessore Panella che era Assessore già in precedenza), ma che addirittura continua - e oggi sono stato estremamente sintetico, perch avrei voluto dire anche altre cose - in quella linea di gestione del potere, perché è una linea di continuità, una linea che non fa chiarezza una linea che tira fuori degli Assessori - magari quelli che c'entravano di meno con determinate scelte ma mantiene, invece, questa linea di competenze.
Questo è un modo di fare che assolutamente non funziona. Mi rifiuto di partecipare a questa votazione per l'elezione della Giunta, perché ritengo che sia veramente - e lo dimostra la totale assenza di attenzione verso la Regione Piemonte - in contrasto con i problemi, con le volontà, con i desideri della gente del Piemonte, la quale, se potesse votare oggi voterebbe in maniera diversa i suoi rappresentanti qui dentro.



PRESIDENTE

Presidente Brizio, lei chiede di intervenire?



BRIZIO Gian Paolo

Osservo che il Gruppo MSI ha fatto due dichiarazioni di voto.



PRESIDENTE

Sì, perché il Consigliere Zacchera si è differenziato dalla dichiarazione del Capogruppo Majorino, nel senso che uno ha preso una posizione e l'altro esce dall'aula.



BRIZIO Gian Paolo

Io non prendo una posizione differenziata dal mio Gruppo, ma poich sono Presidente della Giunta e ci sono stati dei rilievi forti ed è stato chiesto che cosa ha fatto la Giunta, credo di avere diritto ad intervenire.



PRESIDENTE

Non voglio negarle la parola, Presidente, però le ricordo che siamo all'interno delle dichiarazioni di voto.



BRIZIO Gian Paolo

Se preferisce parlo alla fine delle dichiarazioni di voto, ma desidero poter parlare.



PRESIDENTE

Se vuole, può parlare, perché ai sensi del Regolamento il Presidente della Giunta può sempre intervenire; valuti lei l'opportunità di intervenire adesso o alla fine.



BRIZIO Gian Paolo

Intervengo alla fine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Come Gruppo socialdemocratico - intervengo anche a nome del collega Goglio - non intendiamo ripercorrere e ripetere, anche per non tediare il Consiglio, le posizioni politiche già espresse in sede di prima votazione cioè nel Consiglio precedente. Il dibattito di questa mattina, però, ha introdotto alcuni elementi di novità, non sulle posizioni politiche, ma nel commento delle posizioni politiche, che riteniamo suggeriscano una qualche argomentazione. Non ultima (ma non è da qui che volevo iniziare) l'affermazione finale della collega Dameri che invoca ed auspica che i Consiglieri degli altri Gruppi - immagino che il nostro, socialdemocratico pur se non è stato nominato, sia stato inteso fra questi - recuperino lucidità.
A proposito di lucidità, penso che nessuno debba avere la presunzione di esserne depositario. Questa mattina, su "Repubblica", l'on. Petruccioli compagno del PDS e della Consigliera Dameri, dice: "Non è facile per nessuno acquisire comportamenti e lucidità di giudizio; in questa fase bastano affinità e basi comuni tra forze che restano diverse". Dico questo perché penso che nessuno, qui dentro, possa fare esami del sangue calligrafici o di altro tipo, per stabilire la lucidità dei Gruppi. Noi riteniamo, molto umilmente e modestamente, come Gruppo socialdemocratico rappresentato da due Consiglieri in questa assemblea, di avere un sufficiente grado di lucidità per essere sostanzialmente convinti di quel che, politicamente, abbiamo espresso finora all'interno dell'assemblea della Regione Piemonte e anche all'interno dell'esecutivo nel quale siamo stati impegnati.
Vorrei però partire dalle affermazioni che sono state fatte dal Consigliere Zacchera, nei confronti delle quali sicuramente il Presidente Brizio avrà modo di dire alcune cose a nome ritengo dell'intero esecutivo uscente, e dalla stessa Consigliera Dameri. Che cosa sta venendo fuori? Sostanzialmente un tentativo di criminalizzare nel suo complesso e nella sua collegialità la Giunta uscente e questo io, non solo a nome del mio Gruppo, ma anche come Assessore che in questi tre anni e mezzo ha rappresentato il Gruppo PSDI all'interno dell'esecutivo e della maggioranza, lo rigetto nella forma più categorica. Le responsabilità saranno i giudici a stabilirle, ma quando la Consigliera Dameri cita la delibera sulla legge "Valtellina ter" come fondamento in seguito al quale si sarebbero commessi degli illeciti, e ci sono stati gli arresti di Panella, Maccari e così via, questo mi sento di rigettarlo perché quella sulla legge "Valtellina ter" fu una delibera di suddivisione politica di fondi che venivano da una legge nazionale e che sono stati dati a Comunità montane e a Comuni per quanto riguarda la gestione.
Io non vengo a dire che all'interno di quelle Comunità montane e di quei Comuni il Partito socialdemocratico non ha rappresentanti, né di maggioranza né di minoranza, lo potrei anche a dire, ma non voglio spingermi a basse affermazioni e strumentalizzazioni di questo tipo e non lo faccio. Così come non dico che ad esempio quando si parla dell'Ospedale San Biagio di Domodossola e dell'arresto di Maccari che sembra essere legato a quella vicenda, perché noi stiamo ovviamente alle notizie che appaiono sugli organi di informazione, io che sono novarese e che vivo in Provincia di Novara potrei ricordare alla collega Dameri, ma non lo voglio fare, lo dico solo di striscio, che il Presidente di quella USSL era un membro PCI-PDS e per quattro o cinque anni è stato Presidente dell'USSL di Domodossola e dell'Ospedale San Biagio, ma lungi da me il pensare che ci siano stati coinvolgimenti a livello di Comitato di gestione o di vertice.
Se si cita però la delibera che la Giunta regionale prima e il Consiglio poi hanno approvato sulla suddivisione dei fondi di cui alla legge "Valtellina ter" per arrivare a coinvolgere l'intera Giunta e forse l'intera maggioranza come classe politica, a fondamento di irregolarità, di illeciti, di comitati d'affari e di criminalizzazione a tutto campo, questo penso non lo si possa assolutamente impunemente affermare.
Prima di rispondere al Consigliere Zacchera, torno ancora ad una questione politica di fondo circa le affermazioni della Consigliera Dameri.
Si rivendica da una parte la costruzione - Marchini lo ha sottolineato molto bene e io condivido quanto ha detto - di un cartello, legittimo politicamente, anche apprezzabile se vogliamo, ma io non mi butterei così giù, collega Marchini. Come appartenente all'altro cartello contrapposto tu hai dato quasi come vincente la proposta dei 24 e perdente quella dei 26, no? Nè numericamente né politicamente io penso che ci si debba rassegnare a valutazioni di questo tipo. Per me le cose stanno in modo diverso: la crisi fu aperta dal Presidente Brizio perché si pensava che fosse possibile trovare una base più ampia all'interno del Consiglio per dare un supporto e un'incisività maggiore all'azione politica della Giunta da qui - da allora per la verità - alla fine della legislatura, e questo era uno scopo che andava nel segno della governabilità della nostra Regione. Qui non si tratta di fare i due elenchi dei buoni e dei cattivi ma sicuramente fin dall'inizio il PDS ha teso a costruire un cartello che con l'esecutivo e con i problemi del Piemonte aveva poco a che fare, ma ha semplicemente un cartello pre-elettorale da esibire fuori dall'assemblea consiliare per motivazioni certamente politiche, lo ha ricordato anche la collega Dameri: si fa politica, tutti la facciamo, chi bene, chi male, chi meno bene, chi meno male, ma sicuramente ognuno cerca di farla al meglio.
Allora, se questo è lo scopo non si può da una parte considerare le 24 firme o i 24 voti sull'ipotesi Marengo come un'ipotesi di governabilità sana e robusta, efficace ed incisiva, della Regione Piemonte, e dall'altro le 26 firme o 27 voti come un'aggregazione sostanzialmente di Assessori scaduti, scadenti e cose di questo genere. No, è ovvio che dal momento in cui è nato un cartello, come reazione immediata, uguale e contraria, ne è nato un altro contrapposto, e in questo senso ormai va letto, ma penso che tutti ormai, sia dentro l'aula che fuori, leggano i due cartelli in questo modo e non più con letture minuscole di altro tipo, men che meno leggere un cartello in modo minuscolo e l'altro in modo maiuscolo, quanto meno usiamo i due caratteri omogenei sia per l'uno che per l'altro.
Per quanto riguarda poi l'altra questione, quella relativa ai lettori ottici, sollevata dal Consigliere Zacchera, il Presidente Brizio avrà modo di precisare, io però devo dire che sui lettori ottici questa Giunta questa maggioranza, fino ad oggi ha assunto degli atteggiamenti, al di là di quelle che sono state le posizioni personali espresse in Consiglio in epoche passate, che hanno fatto sì che dal punto di vista sostanziale la Regione non erogasse una sola lira di quegli 8 miliardi relativi ai lettori ottici.



CALLIGARO Germano

E' andata bene.



GALLARINI Pier Luigi

Io direi, collega Calligaro, che sono stati atteggiamenti che si sono assunti in base a quel che emergeva...



CALLIGARO Germano

E' andata bene grazie alla Magistratura, altrimenti pagavate persino la penale!



GALLARINI Pier Luigi

Comunque, oggi come oggi le cose stanno così. Dal giorno in cui la Commissione di collaudo si è espressa in modo negativo su quei lettori ottici, molti e molti mesi fa, l'esecutivo ha sempre assunto posizioni tali da essere...



ZACCHERA Marco

Un anno dopo ha fatto il collaudo!



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, la prego, lei ha già espresso chiaramente la sua opinione.



GALLARINI Pier Luigi

La Regione Piemonte comunque fino ad oggi non ha sborsato una sola lira relativamente a quella questione.
Per quanto riguarda il CROP, Consigliere Zacchera, tu molte volte sbandi nella direzione di fare di ogni erba un fascio; non voglio tornare sull'episodio per il quale oggi hai precisato, però gli arresti di questi giorni con il CROP non c'entrano nulla e tu lo dovresti sapere perché di solito sei documentato sulle affermazioni che fai. Il Provveditorato alle Opere pubbliche non ha nulla a che vedere con il CROP! Il CROP è un organismo tecnico di supporto, creato con la L.R. n. 18, all'attività dell'esecutivo regionale; esistono le due sezioni, quella edilizia e quella per le infrastrutture. Io ricordo che in occasioni precedenti hai parlato a proposito di Fassio e così via, ma queste sono altre cose, non hanno nulla a che vedere con gli arresti di questi giorni perché quei funzionari...



ZACCHERA Marco

Bisognerebbe sapere chi ha fatto quei progetti, perché magari li ha fatti Fassio!



GALLARINI Pier Luigi

In ogni caso voglio dire che il CROP ha queste funzioni.
Scusate se sono stato disorganico, sia per quanto riguarda un taglio politico un po' criminalizzante che sembra emergere all'interno di quest'aula, sia per quanto riguarda alcuni fatti singoli. Penso proprio che tutti insieme dobbiamo conservare certo la lucidità, ma direi anche un pizzico di umiltà perché nessuno di noi ha in tasca la lucidità assoluta o la verità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Vetrino.



VETRINO Bianca

Presidente, non è nelle mie abitudini dare alla stampa le lettere di tipo personale che io scrivo al Presidente della Giunta o a chiunque altro così come non è mai stata una mia abitudine dare in anteprima alla stampa le interrogazioni e le interpellanze prima che pervenissero all'attenzione della Presidenza del Consiglio, cosa peraltro molto in uso, non soltanto in questa legislatura, ma da sempre: questo è un cattivo uso che si fa della democrazia parlamentare. Io non ho comunicato nessuna lettera a "La Stampa", ho scritto una lettera al Presidente della Giunta domenica.



CHIEZZI Giuseppe

L'ha data il Presidente della Giunta.



VETRINO Bianca

No, non l'ha data il Presidente della Giunta a "La Stampa". "La Stampa" interpella e uno dice le cose come sono; io non ho detto le cose virgolettate, però la sintesi è quella delle cose virgolettate.
In questa lettera al Presidente della Giunta io facevo presente che l'acuirsi della questione morale riguardante alcuni colleghi con i quali da anni con lealtà e con fiducia avevo collaborato mi induceva ad esaminare con molta attenzione la riproposizione dell'ipotesi di governo che veniva fatta alla Regione Piemonte. Peraltro nello scorso Consiglio io avevo detto che la Giunta minoritaria non mi convinceva più di tanto; mi sembrava questa una soluzione per porre le basi per andare eventualmente avanti perché avevo detto che l'azzeramento della precedente Giunta aveva messo in evidenza le difficoltà politiche incredibili in cui questa assemblea si era venuta a trovare, e che non esisteva al momento alcuna maggioranza politica, per cui le due ipotesi di maggioranza erano entrambe perdenti (cosa che dissi già l'altra volta).
Nella mia lettera ricordavo anche al Presidente Brizio che nel marzo dell'anno scorso avevo accettato questo incarico con grande senso di responsabilità, con molta preoccupazione e nello stesso tempo con fiducia di poter risolvere qualche problema nell'ambito della sanità e forse qualche problema ha cominciato ad essere risolto.
C'è una sollecitazione che la collega Dameri ha già fatto l'altra volta, ripetuta oggi, che mi trova molto sensibile, e cioè che l'errore forse grande, è stato quello di non presentare le dimissioni della Giunta di fronte alla vicenda Maccari del marzo 1993. Questo lo dico oggi: con il senno di poi si possono dire tante cose. E' anche vero che chi amministra ha più responsabilità degli altri che fanno la politica tout court e forse si è sempre indotti di più a pensare ai problemi, alla loro risoluzione all'immanenza stessa dei problemi rispetto a conseguenze politiche che forse sarebbero state più chiare e sicuramente più importanti se considerate all'epoca. Oggi purtroppo siamo di fronte al senno di poi e dobbiamo lavorare nella situazione nella quale ci troviamo. Tra l'altro siamo in una situazione amministrativa nella quale sarebbe importante anche un progetto di governo più forte per affrontare la situazione della FIAT e tutte le altre cose che sono state ricordate dai colleghi; inoltre vi sono scadenze legislative impegnative.
Non voglio più continuare a parlare della sanità perché sono quasi stufa, però ci sono degli adempimenti nel campo della sanità che bisogna fare, c'è un bilancio che bisogna fare: ecco perché io ho scritto al Presidente Brizio che ritenevo ormai improponibile la Giunta minoritaria che veniva presentata e questo senza nulla togliere alla stima che, come sapete tutti, ho per il Presidente Brizio, che ho visto lavorare nell'ambito della Regione in questi anni con tanta passione e competenza.
Per cui, quando si voterà il Presidente Brizio, lo voterò come un atto personale di fiducia nei suoi confronti.
Detto questo però ritorniamo al problema, che è quello di poter disporre oggi di un governo che abbia una titolarità e una legittimità piena. Non abbiamo bisogno di "governicchi" che sarebbero costretti proprio per questa loro collocazione di "governicchi", a patteggiare continuamente con il Consiglio per riuscire a portare a casa qualche cosa perché questa sarebbe la realtà. Oggi occorre un governo più importante (non uso mai la parola autorevole perché non mi piace), occorre un governo responsabile e quindi io continuerò a lavorare nella direzione di un governo con una base più larga.
A questo punto ci sono, a mio avviso, almeno due prospettive: una è quella che ha indicato Marchini questa mattina e cioè un'ipotesi di Giunta tecnica, a termine tra l'altro, che consenta al Consiglio di riappropriarsi della sua funzione di essere presente, responsabile e referente della società che rappresenta, quindi una Giunta che si potrebbe rivedere, si potrebbe anche partire da zero, ad un certo punto del percorso, dopo aver imbastito magari il bilancio e così via. Ma, forse, c'è anche un'altra posizione.
In questo Consiglio ci sono delle persone che per la loro lunga storia (vi sono dei Consiglieri che hanno addirittura partecipato alla costituzione dello Statuto della Regione) posseggono un'autorità morale una grande esperienza anche amministrativa, che sono sicuramente in grado di essere titolati e candidati a gestire questo momento molto difficile e sofferto della nostra Regione. Quindi, io penso ad un Presidente di questo genere, il quale però dovrebbe essere lasciato completamente libero nella predisposizione di un programma e nella scelta dei suoi Assessori, che abbia però la capacità e la volontà di portare a termine il mandato fino alla fine della legislatura.
Queste sono le strade che da oggi pomeriggio noi dobbiamo percorrere perché non abbiamo più molto tempo da perdere e non possiamo più gingillarci nella ricerca di posizioni precostituite. In questo senso collega Dameri, mi dispiace che ci sia da parte del PDS una sorta di arrogante posizione che dice: "Comunque si riparta, si deve ripartire dalla nostra proposta". Credo che oggi non sia più consentito a nessuno di avere una posizione di questo genere e che viceversa si debba lavorare verso una soluzione diversa, dove le posizioni politiche debbono essere sufficientemente sfumate. Poi sappiamo che ognuno di noi deve avere la capacità di ripensarci; io lo faccio in questo momento, rivendico la mia posizione politica anche nei confronti di una posizione che era diversa fino a domenica, però ritengo che oggi ci siano le esigenze (le condizioni non ci sono ancora) per ripartire da zero e considerare che questa Regione ha l'esigenza di un governo nuovo.
L'altra volta ho concluso il mio intervento in modo molto pessimistico dicendo che se il Piemonte era capace soltanto di darsi un governo di minoranza meglio sarebbe stato considerare l'eventualità di uno scioglimento del Consiglio. Non so se oggi possiamo ancora dire questo, mi è stato detto che i tempi per uno scioglimento del Consiglio sarebbero lunghissimi e questo significherebbe continuare a martoriarci tutti in una situazione difficile in attesa di eventi burocratici, amministrativi, e soprattutto senza alcuna speranza di riferimento e di governo per il Piemonte. Quindi lavoriamo su queste due prospettive, vediamo quella che può essere la più giusta, la più opportuna, forse sono percorribili entrambe. Quello che intendo dire è che io ci sarò su questa posizione cioè appoggerò un governo che abbia la capacità di gestire l'emergenza: un governo di salute pubblica, un governo tecnico, purché si abbia la capacità di uscirne. In questo senso io avevo inviato quella lettera al Presidente Brizio anche con questa intenzione. E questo lo dico al collega Chiezzi che nell'aprire questa seduta aveva fatto alcune domande. Io ho scritto questa lettera al Presidente della Giunta proprio come lettera personale perch non intendevo interferire assolutamente in una procedura che ormai era in corso. Se avessi voluto qualche cosa di diverso avrei scritto al Presidente del Consiglio; io intendevo rappresentare la mia preoccupazione al Presidente della Giunta e dirgli che avrei votato per lui e che ove l'ipotesi di Giunta minoritaria presentata dal Presidente Brizio fosse andata avanti e si fosse votata una lista degli Assessori che comprendesse il mio nome, evidentemente io mi sarei dimessa immediatamente dopo. Questo era il senso della mia posizione che spero di avere chiarito anche al Consigliere che ieri, nella riunione dei Capigruppo, aveva detto di non averla capita.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mollo.



MOLLO Francesco

Signor Presidente, in questi giorni, anche in alcune riunioni ufficiali, sono stati espressi dei disagi: è stato espresso un disagio da parte del Presidente candidato rispetto alle situazioni che si stavano evolvendo; è stato espresso il disagio di un Assessore. D'altra parte l'intervento che mi ha preceduto ne è la testimonianza. C'è il problema di un Assessore uscente e proposto che, a quanto ci è stato riferito, ha inviato una dichiarazione in cui non intende più, per ragioni ovvie, far parte di quella lista. Questi disagi, queste difficoltà che sono state espresse da chi dovrebbe candidarsi al governo di questa Regione - senza usare termini altisonanti, ma solo facendo appello alla normale logica politica e al comune senso del pudore - a mio parere sono fatti politici non sono sentimenti espressi a degli amici, che dovrebbero convincere perfino il Presidente indicato ad assumere atteggiamenti consequenziali.
Se ciò non avverrà significa che, al di là delle dichiarazioni, di fatto ci si presta ad un uso di parte delle istituzioni, un uso di parte che tutte le vicende politiche di questi ultimi tempi - siamo in una vera e propria rivoluzione civile che le elezioni politiche definiranno meglio non consentono più a nessuno. Non è più possibile operare con un'arroganza di potere che probabilmente prima le condizioni consentivano e che, a mio parere, oggi non consentono più.
Mi meraviglio che, sull'altare di questo cinismo politico, anche altri Gruppi si prestino a questi atteggiamenti, a queste manovre.
Noi sentiamo, io stesso che sono un neofita, sempre più spesso appelli accorati ed intrisi di senso di responsabilità riferiti alla necessità del buon governo da parte di rappresentanti anche di altri Gruppi. Qui cito per non essere troppo lungo, gli interventi dei rappresentanti del PLI, del PRI, del PSDI e anche di altri singoli Consiglieri. Se questi appelli che vengono rivolti dovessero avere una conclusione, è chiaro che gli atteggiamenti dovrebbero essere diversi. Se non è così bisogna concludere che, in effetti, sono prediche di occasione, da cerimonia, come spesse volte ci capita di celebrare in questo Consiglio. Immagino le notizie che saranno divulgate, attraverso gli organi di stampa e di informazione, tra oggi e domani. Purtroppo mi preoccupano queste notizie, intanto perché sono riferite a queste impossibilità di governo, ma mi preoccupano anche sul piano personale, perché mio malgrado, in questa vicenda, in questa impossibilità, queste notizie mi coinvolgeranno, seppure genericamente, in quanto Consigliere regionale. Purtroppo, anche per responsabilità che non sono mie, rispetto a questa ammucchiata, nel giudizio complessivo non ho scampo e avrò pochi strumenti per difendere tutta la mia disponibilità e la mia volontà di lavorare in questo Consiglio regionale.
E' proprio in base a queste considerazioni che rinnovo un appello a ci che può rimanere della nostra sensibilità politica, affinché si compia un atto responsabile: l'unico atto responsabile, in questo momento, è quello di ritirare il documento Brizio, e consentire altre soluzioni.
In effetti, sono state avanzate altre soluzioni, ma alcune, ad esempio quella del Consigliere Marchini o della Consigliera Vetrino, sono un ennesimo stratagemma, un'ennesima illusione per poter risolvere questo problema e anche una fuga probabilmente dalle proprie responsabilità.
In effetti, se si sceglie una strada, o la si percorre fino in fondo perché si è convinti, oppure non ci sono le vie di Damasco in ogni Consiglio regionale. Comunque anche se avvenissero queste conversioni dovrebbero avere una conseguenza logica, ma ciò che è peggio è che si vuole rinviare, ancora una volta, la soluzione della crisi ad una scadenza elettorale. Quindi, se in Italia, per ipotesi, si votasse continuamente ogni sei mesi, noi praticamente, non solo in questo Consiglio, ma anche nel prossimo, non troveremmo nessuna soluzione.
Invece questa Regione ha bisogno di un governo subito, e questo governo, secondo me, è possibile perché c'è una parte che si è candidata di fatto.
Credo che sia la prima volta nella mia vita politica che assisto ad una situazione di questo tipo, cioè che la parte che si propone per governare nel momento in cui eventualmente riceve dei voti seppure minoritari, ritira immediatamente la sua disponibilità. Rispetto alla proposta per la quale ad elezione avvenuta, si vuole rinunciare subito dopo l'elezione, ce n'è un'altra di un Consigliere che, nella forma e nella sostanza, si è candidato ad assumersi questa responsabilità. E' una responsabilità che non nego, è gravosa, ci sono da recuperare situazioni passate, ci sono da affrontare gravi problemi della gente e delle istituzioni. In effetti però, nonostante la gravosità, ciascun Consigliere si rende conto che, se è stato eletto, è stato eletto per governare, per lavorare in questa assemblea e per rendere possibile il governo di questa Regione. Non siamo stati eletti per giocare alla politica: oltre tutto si può anche giocare alla politica, ma quando si viene pagati per fare politica non si pu continuare a giocare. Si può giocare alla politica solamente se siamo in altre sedi, perché in effetti questa sede è un costo per la comunità, e noi siamo un costo per la comunità se non produciamo azione politica e governo politico. Quindi, questa proposta esiste nella forma perché è presente nell'ordine del giorno ed esiste nella sostanza perché indica i problemi su cui si vuole impegnare, ma esiste anche la disponibilità ad ampliare la maggioranza. Infatti, non a caso, è stata definita Giunta di emergenza aperta, quindi non è una proposta chiusa, non è una proposta solo di cartello.
Anche altri colleghi hanno sottolineato questa caratteristica di emergenza e di apertura, ma io stesso, nella seduta precedente, ebbi a dire che questa proposta era aperta ad altri Consiglieri e che questi erano calorosamente invitati a dare questa disponibilità.
Questa possibilità, a mio parere, oggi c'è più di ieri perché sono successi altri fatti. Quindi l'invito è ancora valido affinché, partendo da questa proposta, si possano individuare le possibilità di apertura che la proposta stessa contiene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, fino a qualche giorno fa sembrava che questa riunione del Consiglio regionale fosse null'altro che un seggio elettorale dove si andava a votare e basta; invece fatti esterni ci hanno collocati in una situazione nuova dove vi sono valutazioni nuove e in parte diverse da quelle annunciate nella seduta precedente.
Abbiamo sul tavolo due proposte, entrambe senza una maggioranza, che ho definito, nella scorsa seduta, di non governo per questa Regione. Qualcuno intese la mia posizione come una posizione di equidistanza tra le due proposte, quasi un chiamarsi fuori, un non voler partecipare al confronto sulle due proposte; ma così non è.
Non vi è equidistanza tra le due proposte, non vi è equidistanza sul piano dei documenti programmatici. Il primo riflette la vecchia maggioranza, documento profondamente rinnovato rispetto a quelli che sono stati i programmi in concreto; vi è poi il documento presentato dall'altra maggioranza. Ribadisco però che non c'è equidistanza, a noi pare comunque che, come quadro economico complessivo della Regione, vi sia una valutazione più approfondita, più pertinente - ho detto questo senza polemica - nel documento presentato dal polo progressista. C'è inoltre un altro elemento nel documento presentato dal Presidente Brizio, che oggi a mio giudizio ha rilevanza non secondaria: la totale assenza di quella che è la questione morale.
Ha ragione il Consigliere Cucco quando sostiene che bisogna parlare di questione morale, ma la questione morale è un fatto personale che non implica comportamenti o programmi, progetti di una maggioranza.
Noi crediamo, comunque, che nel momento in cui la questione morale ha permeato in modo così profondo la vita politica, sia anche una grossa questione politica alla quale si deve dare delle risposte. Noi pensiamo che la Giunta passata molto poco abbia fatto in quest'ottica. Non si tratta solo del caso Maccari di ieri e del caso Panella di oggi, ma del fatto che quanto è avvenuto, quanto pare possa ancora emergere nei prossimi giorni evidenzia una situazione dell'Amministrazione regionale anch'essa fortemente permeata di malgoverno e pare ancora di comitati d'affari.
Ricordo l'intervista da me rilasciata al quotidiano "Repubblica" che più volte ho citato, quando sostenevo che avevo la sensazione che il caso di Milano non fosse solo limitato a quella città, ma che probabilmente anche Torino e il Piemonte avevano problemi di questo genere. Fui sgridato per questa affermazione, ma il mio pensare e le mie sensazioni erano abbondantemente al di sotto di quella che fu la realtà. Sostengo che ci sia una responsabilità politica, non solo oggettiva del Presidente Brizio e della sua Giunta rispetto a queste vicende. Mi pare ci sia una responsabilità soggettiva della Giunta nel non aver saputo interrompere quelle filiere di partiti che per anni ed anni hanno occupato gli stessi settori dell'amministrazione. Mi pare ci sia una responsabilità soggettiva della Giunta per non aver saputo affrontare il problema del funzionariato e pare che, almeno da quanto apprendiamo dai giornali, "scendendo giù" ci siano diversi funzionari, o possono esserci o comunque ci sono già stati che sono stati coinvolti e toccati da queste vicende. Funzionari che probabilmente erano protetti da un quadro politico che li garantiva (non cito la Commissione sugli appalti, che è ferma in questo momento in quanto ci sono altre questioni che vanno avanti). La Giunta ha tenuto un atteggiamento sempre molto lontano rispetto alle leggi che la Regione stessa si è data.
Quindi, non c'è equidistanza sul piano dei contenuti programmatici e non c'è equidistanza sul piano politico rispetto ai due progetti. Questa è una scelta di collocazione che bisogna fare nel momento in cui il sistema politico va polarizzandosi, un polo progressista o di sinistra e un polo moderato, conservatore, di destra.
In una situazione di questo genere il Partito repubblicano non pu certamente essere indifferente a questa scelta e non può fare nient'altro che scegliere quella che è la sua collocazione naturale, cioè lo schieramento progressista. Il Partito di Ugo La Malfa, per la sua storia la sua tradizione, non può che fare una scelta di questo genere. La Consigliera Vetrino ricordava nella seduta precedente un modo di dire ovvero che il Partito repubblicano è la sinistra della destra e la destra della sinistra. Forse circostanze particolari contingenti possono aver determinato questo: in qualche occasione il Partito repubblicano ha rappresentato la componente più a sinistra delle Giunte di centro e nelle Giunte di sinistra rappresentava in qualche modo una posizione più centrista rispetto a quella Giunta, ma certamente l'affermazione che il Partito repubblicano possa essere la sinistra della destra è un qualche cosa che fa balzare nella tomba Ugo La Malfa. Che fosse uomo fortemente di sinistra lo deduciamo dai suoi comportamenti. Percorrerò il suo cammino in questi governi dalla scelta del 1953, quando era Ministro del Commercio degli Esteri; fu una scelta liberista, liberale, che apriva le frontiere una scelta che è stata determinante per quello che è stato definito il miracolo economico italiano, che è stata fortemente criticata dalla destra liberale-liberista di allora e dall'allora sinistra storica.
Anche se può dar fastidio, il PRI ha una sua storia e una sua tradizione; nel momento in cui si pone un problema di collocazione, quella del PRI è naturalmente una posizione di sinistra. Nel momento in cui anche in quest'aula ci sono due aggregazioni, una di destra e una di sinistra, il PRI non è equidistante nei loro confronti.
Anche la politica dei redditi - che è politica di sinistra fortemente contestata dalla sinistra e dalla destra, è stata una politica che ha caratterizzato l'azione del Partito repubblicano.
I conti dello Stato. La politica, che qualcuno ha definito di destra percorsa da La Malfa è stata fortemente progressista e di sinistra, non conservatrice. Si tratta di comportamenti in polemica a sinistra, ma facenti parte fondamentale della sinistra, dell'"altra sinistra", come egli definiva. Mai il Partito repubblicano, in particolare Ugo La Malfa, ha potuto pensare di essere la sinistra della destra; ha sempre pensato di rappresentare una sinistra diversa da quella che governava allora, che allora aveva più forza.
Nel momento in cui pare che esistano le condizioni di aggregazione di un polo di sinistra, progressista, in qualche misura erede non della sinistra storica, ma delle grandi battaglie che La Malfa ha combattuto, nel momento in cui si va costituendo un tale polo, tra mille contraddizioni mille polemiche, mille arroganze, pensare che il Partito repubblicano possa essere da una parte o dall'altra, vuol dire non conoscere la storia del PRI. Non c'è, quindi, alcuna equidistanza politica tra i due poli. Dico questo con grande rispetto dell'altro polo, che considero cosa molto seria non è polemica la mia, ma è collocazione.
E, dopo le ultime vicende, non c'è neppure equidistanza di voto. Le vicende di questi giorni non possono non determinare un qualche atteggiamento; se la volta scorsa, rispetto ai due schieramenti - per motivi che dirò poi - si poteva dire: "Ne resto fuori, non sto in nessuno dei due", nelle attuali condizioni non si può, anche sul voto, collocarsi nella stessa posizione. Mi pare che la situazione si differenzi anche per la presenza dei nomi proposti e per le scelte dell'amica Vetrino, che ho sentito oggi, che ho accolto con molto piacere.
L'unica equidistanza che esisteva e che esiste ancora per una valutazione mia, del Partito repubblicano, e fortunatamente, mi pare di capire oggi, anche di Bianca Vetrino, è che si tratta di due proposte che danno un'unica certezza: l'impossibilità di governare la Regione nei prossimi mesi. Questa è l'unica certezza che ci danno le due proposte.
Ma questa Regione, oggi, ha bisogno di un governo; ha bisogno di essere interlocutore autorevole rispetto a tutte le altre istituzioni pubbliche e private esterne.
Ho appreso dai giornali che il collega Brizio è stato convocato dal Presidente Ciampi. Chiedo al Presidente Brizio il grande sforzo di non sentire i rumori di quest'aula e di andare a rappresentare con forza la Regione Piemonte.
Mi chiedo però se un Presidente non sorretto da una maggioranza possa andare a confrontarsi, in un momento così drammatico, sentendo alle proprie spalle la forza, l'autorevolezza di una Regione che ha bisogno di fare politica.
Questa è l'unica equidistanza che, purtroppo, rimane. La situazione non si è sbloccata: si tratta di due proposte che non permettono di governare la Regione.
Una maggioranza, se non può essere politica, sia almeno numerica capace di far approvare i provvedimenti che si ritengono necessari. La mia opinione è che un'ipotesi per uscire dallo stallo, dal blocco nel quale siamo caduti, debba essere contraddistinta da una non troppo marcata caratterizzazione politica. Non può determinare vincitori e perdenti qualunque essi siano: a due mesi dalle elezioni questa è una strada che non si può percorrere, pur con tutta la buona volontà da parte di tutti. E' una strada senza sbocco. Non so se sia giusto o sbagliato: penso sia comunque legittimo, da parte di tutti.
Siamo in campagna elettorale; chiedo se è pensabile una proposta che faccia emergere, quale che sia, un vincitore e uno sconfitto.
Oggi, con data delle elezioni fissata, è difficile avanzare la proposta già fatta la volta scorsa - ai due maggiori partiti di fare un passo indietro, per vedere di trovare qualche soluzione; la situazione esterna è molto più grave o, perlomeno, la sua gravità ha una manifestazione molto più forte (probabilmente la gravità era la stessa di prima). Credo che questo giustifichi l'insistere nella richiesta fatta la volta scorsa.
Salvo colpi di scena, che sarebbero graditi, visto che determinerebbero uno sbocco, mi pare si stia andando ad un azzeramento delle situazioni; in questo senso ritengo poco produttivo e politicamente sbagliato, collega Dameri, proporre di azzerare nulla: "La proposta è quella che c'è: se qualcuno vuole, si aggiunga". Mi pare non sia il modo migliore per cercare di trovare una qualche soluzione. Se si azzera, si azzera e si è disposti a confrontarsi, non si può dire: "Azzeriamo pure, ma la proposta c'è, vediamo chi si aggiunge", in questo modo non si azzera nulla.
Personalmente, ritengo che ci si debba sforzare, nei prossimi giorni per trovare una qualche soluzione, quale che sia, capace di far uscire la Regione dalla crisi in cui versa, capace di darle un governo, sapendo che si tratterà comunque di un governo condizionato, che non potrà avere grandi prospettive, che dovrà governare le emergenze che ci fronteggiano: occorre comunque dare un governo a questa Regione. Se per altre due-tre sedute questo governo non sarà possibile, credo che, malgrado tutto, nell'assoluta convinzione che sia sbagliato - e non certo per mantenere la poltrona come qualcuno dice, è facile consenso dire questo - l'unica soluzione sia, come suggerisce il collega Pino Chiezzi, arrivare ad elezioni immediate. Con questa legge elettorale avremo un Consiglio regionale difficile da governare anche dopo, ma quanto meno avremo superato lo scoglio che oggi ci impedisce di avere un ancorché minimo governo di questa Regione.



GROSSO Carlo Federico

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Le ricordo che siamo in dichiarazione di voto, Consigliere Grosso.



GROSSO Carlo Federico

Sono solo dichiarazioni di voto e non c'è dibattito?



PRESIDENTE

Sono solo dichiarazioni di voto, certo. Siamo in sede di votazione; una prima votazione l'abbiamo già fatta otto giorni fa.



GROSSO Carlo Federico

Ho capito. E una dichiarazione di voto di conformità, ma con motivazioni diverse è possibile farla, secondo Regolamento?



PRESIDENTE

Direi di no, perché quando ci si dissocia è rispetto all'esito del voto. Ognuno di noi ha motivazioni diverse, Consigliere Grosso, sia quando aderisce, sia quando si dissocia.



GROSSO Carlo Federico

Io capisco che in questo Consiglio ci sia un modo di gestire il Regolamento che tende talvolta a bloccare le espressioni dei Consiglieri.
Non è la prima volta che lo rilevo. Certamente voto il Consigliere Marengo però sono stato molto impressionato da alcune cose che ho sentito in questo Consiglio e avrei desiderato poter esprimere apertamente il mio parere come l'ha espresso questa mattina il mio Gruppo.
Mi spiace di non poterlo fare, però credo che questo tipo di impostazione del discorso sia assolutamente limitativo della libertà dei Consiglieri. Per esempio, ritengo che in questo Consiglio fare una grossa rottura, presentare un candidato di grande prestigio come espressione al di fuori dei Gruppi e al di fuori degli schieramenti, come potrebbe essere Gigi Rivalta, sarebbe una cosa molto importante. Io voto Marengo, però mi auguro che si riesca ad avere un'apertura di questo tipo.



PRESIDENTE

Consigliere, io non la sto conculcando, ma lei comprende che in questo momento è un po' fuori dal Regolamento; comunque è talmente importante questo dibattito che anche questa posizione, mi consenta, estemporanea, ci può stare.
La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signora Presidente, questa mattina abbiamo ascoltato dall'amico Chiezzi, causidico quanto egli è, una dura reprimenda rispetto ai giochi che si stanno facendo in questo sgangherato teatrino regionale, dove appunto esistono due compagnie di scena, due copioni e dove esistono anche tutti i marchingegni perché il discorso teatrale si faccia sempre più barocco e sempre meno comprensibile ed inestricabile.
Fuor di metafora potrei rispondere con quanto ha detto la Consigliera Dameri "qui si fa politica" e fare politica significa usare tutti gli strumenti a nostra disposizione, significa avvalersi di tutti i meccanismi garantistici che sono dati dalla presenza, dal numero, dal ruolo, dalla proposta politica con cui ogni Gruppo si organizza e si presenta in questo Consiglio. Credo che il Presidente Brizio ed altri, nella fattispecie abbiano giocato fino all'ultimo momento non la carta del compromesso, ma la carta di un "disarmo bilaterale". Quella del ritiro dei documenti programmatici, della lista degli Assessori, della candidatura a Presidente insomma quella di azzerare il gioco essendo questo giunto ad un punto morto. Ma azzerare perché? Azzerare perché si possa vedere ancora una volta come le contrapposizioni portano effettivamente ad una sterilità di posizioni, ad una incapacità di sciogliere i grumi che esistono in questa assemblea. Ma azzerare non può assolutamente significare l'azzeramento di una parte e il mantenimento dell'altra, non può assolutamente significare il togliere il disturbo da parte di qualcuno e lasciare a qualcun altro la rendita di posizione acquisita. Noi abbiamo sentito la volta scorsa dai vari Consiglieri, specie dalla Consigliera Dameri, l'originalità, la diversità, l'alterità della loro proposta politica rispetto alla nostra: ineccepibilità morale, nuovismo, programmi, insomma un'illustrazione complessiva che poteva far capire come la valenza della proposta progressista avesse molti più atout di quanti ne avesse la nostra. Salvo poi ricordarsi improvvisamente che il popolo è il re, il popolo in questo caso è la piazza, il popolo è l'opinione pubblica cui demandare il giudizio definitivo. Ma quando noi abbiamo fatto un discorso sui programmi che potevano o non potevano essere il discrimine sulla bontà o sull'insufficienza delle posizioni in campo, ci siamo sentiti dire da parte degli amici del PDS che i programmi non erano assolutamente rilevanti in quanto questi programmi, pur nella loro nebulosità e nella loro farragine potevano presentare dei punti di accordo comuni tali da non rappresentare un elemento ostativo al perfezionamento delle trattative. Qui sta il punto della situazione, caro Marengo: tu hai suscitato involontariamente una presa di posizione politica di grande livello. Hai suscitato il fattore "K", cioè l'alterità di una posizione politica che partendo dal tuo partito, andando ai Verdi, fino a Rifondazione e fino ai vari accoliti raccolti per strada, significava ancora la diversità di una posizione politica rispetto a noi.



(Commenti del Consigliere Rossa)



PICCHIONI Rolando

Non è offensivo; mi dispiace, ritiro la parola "accoliti" e dico Partito Laburista; domando scusa.
Ne è venuto fuori allora questo elemento di grande novità e di grande sorpresa, perché se noi dovessimo fare il percorso critico del processo maturato con le dimissioni di Brizio e snodatosi via via attraverso le varie difficoltà interne ed esterne, cioè i vari condizionamenti elettorali che si sono succeduti, le varie tattiche elettoralistiche che naturalmente sono entrate in campo, dovremmo prendere atto di un fattore discriminante intervenuto, fattore giusto, sacrosanto, perché nel momento in cui si proclama da tutte le parti il valore della democrazia compiuta, questa democrazia non può che avere e che conoscere i ritmi e le regole ferree dell'alternanza. Nel momento stesso in cui il Partito comunista privilegia non tanto il fattore programmatico politico, ma il fattore elettorale eccoci allora di fronte alla vera occlusione di un processo e di un incontro che, partito con premesse diverse, ha avuto le conseguenze completamente opposte.
C'è poi stato l'aggiustamento dialettico - come sempre sottile - del Consigliere Monticelli: la Giunta non era più una Giunta istituzionale, non era un terreno neutro, non era una terra di nessuno, ma aveva una forte valenza politica. Rimase però il fatto che, da quel momento in poi, il PDS fece giustamente, a livello istituzionale, un'opera intelligente tatticamente furbissima, di aggregazione, di polarizzazione attorno al suo partito delle varie forze del nostro Consiglio. E allora, cosa ci rimaneva di fare? Ci rimaneva di fare un polo contrapposto (liberaldemocratico riformista, autonomista), un fronte diverso, un fronte dove - Consiglieri del PDS al di là delle nostre articolazioni interne, non esiste una frattura della Democrazia Cristiana o del Partito Popolare Italiano: diciamocelo chiaramente! Non crediate che i diciotto vadano a pezzi! Non siamo per un partito di testimonianza minuscola, non siamo per un partito di vocazione minoritaria: siamo per un partito che, avendo ancora i numeri dalla sua parte, e avendo anche delle prospettive che possono essere diverse da quelle di alcune settimane fa, vuole giocare il suo ruolo fino in fondo, nelle istituzioni e al di fuori delle istituzioni. E poiché è vero che gli opposti estremismi una volta esistevano nella piazza, mentre oggi esistono nelle istituzioni non solamente in questo Consiglio regionale, allora sugli opposti estremismi e sul nucleo derivato da questi opposti estremismi, noi dobbiamo fare, non solamente con intelligenza politica ma anche con coscienza politica, una maturazione e una riflessione ponderata. Sarà la lampada sotto il moggio? Non lo so. Sarà qualche piccola fiammella che rimarrà ancora tra le nostre dita! E allora, quando diciamo che il fattore "K" è stato sollevato politicamente, ma anche artatamente dal PDS, noi non possiamo che prendere atto di una politica che non doveva conoscere il consociativismo - come ha detto giustamente la Consigliera Dameri - ma una politica assolutamente autonoma e una politica assolutamente diversificata. La democrazia ha delle precise connotazioni (l'ha detto l'amico Marchini questa mattina); la democrazia vive non sul divenire, non sul fieri, ma sull'essere, sull'oggi sull'hic et nunc, ma anche se oggi dovessimo mai fare delle prefigurazioni in base ai sondaggi elettorali (che sono comunque completamente diversi da quelli di 30-60 giorni fa), probabilmente, tra di noi e in noi, ci sarebbero delle speranze che ieri erano appena soffuse.
Sul problema della decenza, io capisco quanto ha detto l'amico Ferrara: ha ragione. Sono problemi che ci toccano individualmente e collegialmente però non crediamo che facendo un passaggio di campo si realizzi una trasfigurazione esistenziale o una trasfigurazione morale. Non crediamo che rimanendo da una parte ci siano i "paria" e che andando dall'altra, per un improvviso battesimo purificatore, ci siano i "bramini". Perché si pu cadere mille volte da cavallo sulla via di Damasco, però un conto è proseguire a piedi e un conto è proseguire in carrozza! E allora, diciamolo pure: un primo fattore di moralità - non faccio la storia del nostro partito come non voglio fare quella del partito altrui è proprio quello della chiarezza. Un primo fattore di moralità - mutatis mutandis - è quello che riguarda lo stare assieme di Visentini e Cossutta o di Ferrara e Bertinotti. Io non voglio entrare in casa d'altri, perch credo nella correttezza, nell'intelligenza, nella limpidezza delle intenzioni sia dell'amico Ferrara come di tutti gli altri. Il discorso sulla morale riguarda il fatto che quando i principi, per un'infinità di cose successe nel nostro Paese, si sono eclissati, i fatti hanno preso il posto dei principi, determinando tutte quelle situazioni che oggi noi profondamente lamentiamo. Ma non c'è bisogno - come ho detto già una volta secondo il suggerimento di Giovanni Botero - di avere oggi un Consiglio delle coscienze retto da teologi morali! Il primo problema della moralità politica è quello "dove siamo", "come siamo", "con chi conviviamo", al di là di tutti quelli che possono essere i proclami esterni ed accademici e fatui, con cui noi crediamo di accreditare per noi stessi la novità o un'incontaminata purezza o una presunta immunità o una presunta impunità, con cui noi possiamo essere discrimine nei confronti degli altri.
Ebbene, amici, al di là di queste valutazioni che ho voluto fare in maniera sparsa, che cosa vogliamo fare? L'amica Vetrino ha parlato di "uomo rappresentativo"; io non vorrei fare una battuta di Nietzsche quando dice che "la democrazia è quel percorso vizioso per cui si va dall'uomo al superuomo". A mio avviso, se la Presidenza istituzionale dell'assemblea, in questo momento, al di là degli schieramenti prescelti, avesse potuto rappresentare il punto di equilibrio massimo di questa assemblea, avremmo trovato la superdonna, non il superuomo! Ma, al di là di questo, voglio dire semplicemente queste parole: gli arzigogoli ci sono, le procedure ci sono, tu ti difendi benissimo, Chiezzi quando vuoi fare tutti gli ostruzionismi che vuoi, sei un causidico di prima...



CHIEZZI Giuseppe

Lasciami lavorare!



PICCHIONI Rolando

Appunto, lascia lavorare anche gli altri. La procedura che noi seguiamo non è né di arroganza né uno stratagemma...



CHIEZZI Giuseppe

Volete il Presidente o no?



PICCHIONI Rolando

Adesso te lo dico. E' la procedura per cui un Presidente, che si è messo in pista con la volontà della maggioranza (comunque della maggioranza relativa di questo Consiglio), vuole arrivare fino al punto finale della propria conta, per poi mettere a disposizione il proprio mandato e far sì che le forze di questo Consiglio, le forze che possono essere chiamate intermedie (in un modo diverso non le voglio chiamare, perché tutti i termini sono riduttivi) diano vita ad una nuova maggioranza che rappresenti la coscienza nonché la forza maggioritaria di questo Consiglio.
A tale forza la Democrazia Cristiana darà senz'altro il suo appoggio anche non rivendicando la Presidenza della Giunta, comunque dando il suo contributo di uomini e di idee, per cui io credo che dopo questo lunghissimo confronto si possa arrivare effettivamente - e speriamo anche definitivamente - alla migliore soluzione possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente e cari colleghi, vorrei esprimere un apprezzamento e la mia gratitudine al Presidente della Repubblica Scalfaro, il quale nell'annunciare lo scioglimento delle Camere, inviava una lettera al Presidente del Senato e al Presidente della Camera, nella quale metteva in evidenza i motivi che avevano portato allo scioglimento delle Camere. Egli ha messo al terzo e quindi ultimo posto, il problema di Tangentopoli; ha parlato in primis del referendum, del nuovo orientamento che è emerso dalla volontà espressa dal popolo italiano, ribadito con le consultazioni dell'anno scorso nei mesi di giugno, novembre e dicembre da circa 21 milioni di persone; però - ripeto - ha messo Tangentopoli all'ultimo punto.
E io gliene sono grato, perché è stata una segnalazione molto fine e significativa, che ha voluto dire: "Mettiamo in primo piano la politica, le scelte politiche, il resto viene dopo; diamo la priorità alla politica".
Trasportando la politica dal livello generale al nostro livello, voglio dire che in questo dibattito noi abbiamo dato la priorità alla politica, e io sono qui a sottolineare che dobbiamo cercare di dare la priorità alla politica. Abbiamo dato la priorità alla politica fino alla settimana scorsa, attraverso incontri, confronti, riunioni ristrette, incontri tra le varie parti, che fanno - credo - onore a questo Consiglio regionale. Siamo arrivati ad una votazione che ha fatto registrare 27 voti a favore del collega Brizio e 24 voti a favore del collega Marengo.
Sono poi intervenuti dei fatti esterni, come l'arresto del collega Panella, al quale va tutta la mia comprensione umana; al di là delle questioni rispetto alle quali esprimerà lui, con la sua coscienza davanti alla Magistratura, il proprio atteggiamento, è sempre un evento doloroso perché ti vedi venir meno un amico, un collega, un compagno. Probabilmente se non fosse intervenuto questo fatto esterno, Presidente Brizio, oggi alla luce del dibattito politico che ha preceduto la prima votazione, noi saremmo arrivati all'elezione della Giunta. Forse avremmo anche dato una certa rilevanza al dibattito, perché siamo in sede di dichiarazione di voto, probabilmente saremmo passati alla prima votazione e poi alla seconda, ma al di là delle questioni per cui tutti quanti noi auspichiamo che una maggioranza possa insediarsi con tutti i crismi della legge sarebbe comunque stata eletta una Giunta.
Questo dibattito, del quale non ignoriamo le ragioni, c'è stato, per voglio far rilevare che le ragioni politiche non sono venute meno: le ragioni politiche, in fondo, ci sono tutte. Semmai, questo elemento extra politico ha sicuramente portato a qualche ulteriore riflessione da parte del Presidente, e a questo proposito abbiamo ascoltato poc'anzi il collega Picchioni. Il problema però è questo: o le ragioni politiche ci sono tutte e allora ciascuno si prende le proprie responsabilità, oppure c'è una riflessione che deve portare a qualche altra conclusione.
Le conclusioni a cui sono arrivato io - e che ho anche espresso parlando con qualche collega e qualche amico - davanti ai fatti nuovi intervenuti sono queste: o c'è questa volontà politica di proseguire oppure io credo che si tratti di prendere atto che c'è un quadro politico che, per una serie di ragioni che a volte sono talmente coincidenti che lasciano anche qualche perplessità, è andato e si va logorando talmente velocemente che non credo sia più possibile cercare qualche artifizio per tenerlo in piedi. Queste sono le ragioni che, ad un certo punto, mi hanno portato a pensare - mi sembra persino di averne parlato con il Presidente che io, nei suoi panni, avrei rinunciato ancor prima di passare alla votazione, avrei ritirato la mia candidature.



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

E' questo il punto; Brizio dice: "Io la ritiro, se la ritirano gli altri". Cerchiamo di tenere conto del quadro politico che si è andato fortemente logorando. Il clima politico è profondamente cambiato; è inutile che cerchiamo o si cerchi di tenere in piedi qualcosa che tenta di sopravvivere a se stesso.
Io esprimo rispetto per la dichiarazione fatta poc'anzi dal collega Picchioni, laddove rende omaggio alla graniticità della Democrazia Cristiana, ne ho un grande rispetto: sarà più fortunato di noi.



(Commenti dai banchi del Gruppo DC)



ROSSA Angelo

E' un'esplicitazione che faccio io: voi sarete più fortunati di noi non so cos'è che, in fondo, vi propizia più di noi, ma certo è che io sarei più prudente nell'esprimere queste certezze. E allora, la democrazia, il confronto tra le parti - perché volenti o nolenti le cose stanno avviandosi in questo modo tra due grandi schieramenti - richiedono che, ad un certo momento, si prenda atto...



(Commenti dai banchi del Gruppo DC)



ROSSA Angelo

Ma non importa, non è un problema di perdita di voti! Si deve prendere atto che è finita una politica, ma - signori miei - le scelte che noi abbiamo compiuto (che sono state anche profondamente travagliate) e che altri colleghi hanno compiuto sono dettate da qualche sfizio particolare oppure nascono dalla percezione e dalla consapevolezza che è cambiato profondamente un quadro politico e che far rivivere a tutti i costi il pentapartito, così come ha vissuto garantendo la governabilità in questa Regione e in questa nazione, oggi equivale a frenare, a ritardare un processo rispetto al quale diciamo di essere rispettosi? Se vogliamo avere del rispetto, dobbiamo ammettere che questa politica è finita, la politica, rappresentata dal Presidente Brizio - l'ho detto già in altre occasioni - è finita!



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

Presidente Brizio, lei dice: "Io ritiro, se anche l'altra parte ritira". Ma non è questa la strada, secondo me, perché questa non è una strada politica; davanti agli enormi problemi che nascono dalla messa in cassa integrazione di migliaia di lavoratori alla FIAT nella nostra Regione bisogna cambiare! Fino a ieri si è data una risposta che era adeguata indipendentemente dalle valutazioni che ciascuno poteva esprimere sia che si trovasse in maggioranza oppure all'opposizione. Questa politica ha guidato questa Regione, ha dato queste risposte (insufficienti, inadeguate o adeguate, non importa): oggi questa politica, secondo me, non è più in grado di dare delle risposte adeguate.
E allora, qual è la logica conclusione di chi ha rappresentato una politica e, naturalmente, ad un certo punto, ritiene di non dover persistere lungo una strada che diventa sempre più incomprensibile? E' quella di passare la mano. Io non mi sorprendo, non mi scandalizzo...



MARCHINI Sergio

Vieni anche tu di qua! Vieni, passa la mano!



ROSSA Angelo

Io questa scelta l'ho fatta!



MARCHINI Sergio

Comincia anche tu a passare!



ROSSA Angelo

Io questa scelta l'ho fatta! E l'ho fatta con piena consapevolezza e con alto senso di responsabilità, non privo di profondo travaglio!



MARCHINI Sergio

Parla chi aveva le mani più in pasta! Comincia tu a passare la mano!



ROSSA Angelo

Io l'ho fatta e ritengo che bisogna avere la forza! Quando Brizio dice che ci vuole più coraggio a restare, adesso ci vuole un grande coraggio a lasciare, ma che succede: la fine della democrazia? Si passa la mano a chi? A coloro che hanno rappresentato una lunga battaglia di opposizione che abbiamo respinto in tanti momenti, però oggi nel cambiamento del quadro politico va riconosciuto che questa battaglia è arrivata a certe conclusioni. Ecco il punto!



MARCHINI Sergio

Aspetta le elezioni! Aspetta il 27 marzo! In Piemonte chi vince è la Lega!



ROSSA Angelo

Siete liberi, cari amici, di fare come volete. Non la pongo in termini drammatici, non mi tocca l'aspetto del dramma, ecco perché sono contrario a ritirare tutto.



MARCHINI Sergio

L'importante è stare dalla parte di chi vince!



PRESIDENTE

Consigliere Marchini, la prego di non interrompere più, non lo faccia per la Presidenza, ma per i colleghi.



MARCHINI Sergio

E' una continua provocazione! E' una continua provocazione! Cinque Consiglieri e quattro arrestati, di cui tre Assessori, basta Rossa!



PRESIDENTE

Consigliere Marchini, rispetti le scelte di tutti in questo Consiglio! Rispetti le scelte di tutti!



MARCHINI Sergio

Basta, insomma!



ROSSA Angelo

Condivido la proposta di Marino, visto che non è percorribile un'altra soluzione, e la riprendo. Stamane il collega Marino ha proposto di riconfermare la candidatura di Luciano Marengo, affidandogli l'incarico di esplorare tutte le possibili vie che consentano di portare alla costituzione di una Giunta ampia. Questa mi sembra una soluzione: bisogna riconoscere che in politica ci sono i momenti di auge e i momenti in cui si prende atto delle realtà. E' capitato a tutti! Io non mi sorprendo assolutamente non mi sorprendo: è capitato a tutti, ma vanno viste davvero in modo sportivo certe cose se si vuole riuscire a conquistare la credibilità delle forze che fanno politica con piena consapevolezza e non si appoggiano alle stampelle di altri poteri esterni! Questa è la forza che dovremmo avere! Ecco l'invito che io faccio al Presidente Brizio e non me ne voglia, lo faccio per mettere le questioni politiche nella giusta luce, nella priorità cui spettano. Io capisco che poi subentrino anche gli orgogli di partito questo sacrificio di Atlante che Picchioni ha cercato di portare non volendo essere una testimonianza, ma è un processo di grande movimento e come spesso avviene le avanguardie possono anche mettere in moto dei grandi movimenti, delle grandi correnti della storia e della cultura. Io spero di poter appartenere a questo, non sono tentato dai grandi Moloc, spero che questi processi di cambiamento vedano veramente la possibilità della gente di concorrere in piena libertà alla costruzione degli schieramenti.
In questo senso, come socialisti ci muoviamo nel concorrere allo schieramento progressista con la nostra identità, con la nostra autonomia con la nostra coerenza, con la nostra voglia di sacrificio a realizzare delle risposte che mi auguro siano in grado di abbandonare le vecchie tentazioni dei Moloc e vedano davvero l'impegno su dei programmi e delle scelte, nel rispetto delle posizioni politiche, come avviene nei grandi Paesi europei dove si è realizzata la democrazia. Un processo di questo tipo può anche vedere insieme posizioni tra di loro lontane lungo una tendenza che nel tempo andrà a definirsi per dare all'Italia e alla nostra Regione un sistema democratico compiuto! Questo è lo sforzo che bisogna fare e io so che potrebbe non dare oggi i risultati, però credo che la democrazia ne gioverà se ci sarà questa consapevolezza da una parte e dall'altra, se si andrà al confronto come spero si vada, perché io sostengo che le scelte che si fanno debbono essere coerenti con le proprie convinzioni. Quindi sono naturalmente del parere che la candidatura Marengo, che riceverà il nostro appoggio, venga portata avanti e mi auguro che possa raccogliere anche dei consensi che si pongono in termini dialettici e politici nel rapporto di una nuova proposta di governo che potrebbe sbloccare la situazione della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garino.



GARINO Marcello

Signor Presidente, mi corre l'obbligo, prima ancora della dichiarazione di voto, di una precisazione, non certo a livello personale perché non ce n'è bisogno, ma il Consigliere Zacchera nel suo intervento ha sostanzialmente ipotizzato che ci sia stato un mancato controllo dell'Assessore Garino, Assessore all'ambiente, sull'attività del funzionario regionale Filippo Isgrò per il quale la Magistratura ha chiesto il rinvio a giudizio. Debbo precisare che l'ing. Filippo Isgrò era funzionario dell'Assessorato all'ambiente, Settore risorse idriche, e che ha rassegnato le dimissioni nell'aprile 1991. Nella veste che ricopriva non aveva quindi alcun compito di interessarsi di problematiche relative ai rifiuti; se poi di notte faceva qualcosa non lo posso sapere, comunque non aveva alcun compito nel campo dei rifiuti. Io credo che non spetti ad un Assessore, e d'altra parte è impossibile, seguire ogni funzionario per sette ore e mezza al giorno per sapere dove va, in quale ufficio e che cosa rovista, Consigliere Zacchera.
Debbo inoltre dire che questi documenti, peraltro non citati da Zacchera, che secondo la Magistratura sono stati contraffatti in Regione Piemonte, sarebbero stati altresì contraffati e sostituiti - infatti ci sono le imputazioni relative ad altre persone - all'Ufficio del Registro di Novara, ma soprattutto negli uffici dell'Amministrazione provinciale di Novara che è quella tenuta al controllo, non solo in Regione.
Vorrei ricordare al collega Zacchera che proprio su quei contratti nel 1991 il sottoscritto chiese all'Ufficio legale regionale di predisporre gli atti per ricorrere alle Preture di Chiavari e di Piacenza contro il rinnovo dei contratti. Ciò fu fatto incaricando poi anche l'avv. Vinciguerra di tutelare l'interesse della Regione Piemonte. Purtroppo, le decisioni delle due Preture non ci furono favorevoli. Non so, dovrò verificarlo, se la Pretura si basò sui falsi che ovviamente nessuno di noi conosceva, oppure no, ma credo sia così.



ZACCHERA Marco

Sono contratti falsi. Chi sono i pubblici ufficiali che hanno preso i soldi?



GARINO Marcello

Non lo so.



PRESIDENTE

Non è un'interrogazione questa, né una risposta.



GARINO Marcello

Credo che per adesso non lo sappia neanche la Magistratura, altrimenti lo avrebbe scritto, o no?



ZACCHERA Marco

Comunque la Giunta non si preoccupa di andare a vedere chi sono i pubblici ufficiali che hanno preso i soldi. Ne prendiamo atto.



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, per cortesia.



GARINO Marcello

Per quanto riguarda invece il problema specifico - sarò molto breve Presidente - il collega Cantore e il sottoscritto sostanzialmente fanno questa dichiarazione: noi tutti riconosciamo l'emergenza, e non mi soffermerò quindi su questi punti.
L'emergenza va affrontata con un programma che affronta i punti nodali e se possibile va affrontata con un esecutivo supportato da una maggioranza. Questo secondo obiettivo non può essere raggiunto se vengono privilegiati gli schieramenti che prefigurano in qualche modo le trincee in predisposizione per la battaglia elettorale prossima. Di qui l'esigenza dell'azzeramento sia attraverso il riproposto ritiro dei due documenti sia attraverso altri meccanismi regolamentari. Per giungere a che cosa? Ad una soluzione che non può essere politica nel senso tradizionale del termine ma probabilmente tecnica, come qualcuno l'ha definita, con l'incarico quindi non di schieramento, altrimenti di maggioranze non ce ne saranno perché occorre fare i conti con la realtà di questo Consiglio, ma affidato ad un Consigliere per essere candidato Presidente e di proporre in tutta libertà programmi e uomini a questa assemblea. Se questo non sarà possibile, per questo comunque noi lavoreremo, sono anch'io d'accordo con chi ha detto prima che non rimangono altro che le elezioni anticipate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Ed eccoci alle elezioni anticipate! Nel senso che poi in realtà, in fondo ad ogni discorso che noi abbiamo fatto e che i Partiti hanno fatto l'ipotesi delle elezioni anticipate non è mai stata abbandonata, anche se secondo me è un'ipotesi folle. Comunque adesso cercherò di argomentare i motivi per cui è un'ipotesi folle.
Voglio partire però da una considerazione per cercare di dare un taglio un po' diverso a questo intervento rispetto a quello che ho fatto nel precedente dibattito. Nella riunione dei Capigruppo che seguì l'incontro dello scorso Consiglio ci fu un accidioso scarico di adrenalina fra me e la Presidente del Consiglio, fra l'altro su una materia che non esisteva per motivi che non c'entravano niente, sintomatico però della situazione nella quale stiamo vivendo qui in Consiglio. Sintomatico soprattutto per la capacità di convogliare le tensioni politiche peraltro esistenti di diversità (ce lo siamo anche detti, la Presidente Spagnuolo sta facendo un percorso che è diverso dal mio), che però non trovano una quadratura per quanto riguarda il Consiglio regionale, che invece dovrebbe essere il nostro obiettivo principale. Voglio prendere per buona la cosa che la Presidente del Consiglio mi disse allora: "Devi smettere di dare delle lezioni". Con questa premessa io dico che non voglio dare lezioni a nessuno, non ne ho mai date. Mi irrigidisco un po' quando magari qualcun altro tenta di darle a me, perché per esempio il collega Ferrara, che ha raccontato la storia del suo partito, che peraltro io non conosco rivoltandola tutta come un calzino, dicendo che lui è di sinistra e va bene perché lo dichiara lui, dovrebbe essere così coerente rispetto ai suoi discorsi e non ai miei e dire allora ai colleghi del PDS che ci andrà lui davanti alle porte della FIAT per spiegare che cosa è questa storia dei tagli, dei posti di lavoro e delle lettere, invece che il collega Bosio o il collega Rivalta o chi altri.



BOSIO Marco

Le lettere non le ho scritte io.



CHIEZZI Giuseppe

Questa, Presidente, non è battuta semplice, perché poi in realtà ne possiamo fare tante altre, ma è quel minimo di coerenza, di chiarezza dei percorsi che si fanno delle proprie scelte, per cui fino ad un certo punto ci si può dire repubblicani e poi far parte di un altro agglomerato. Ma questa è una vicenda che ha a che fare con il collega Ferrara; scelga lui dove stare, con chi parlare e cosa fare.
Quello che però interessa il Consiglio è che tipo di sbocco noi possiamo dare alla crisi della Giunta. L'unico problema esistente, secondo me, in questo momento è quello della prova a chi muore prima o a chi vive di più. Nel senso che in realtà il voto su queste due Giunte ha soltanto ed esclusivamente un valore simbolico. Lo diceva benissimo Marchini prima: anche nell'ipotesi in cui la Democrazia Cristiana e l'alleanza insieme a liberali e qualche repubblicano decidesse di non votare, cioè di ritirare il proprio documento, e si andasse alla votazione della maggioranza proposta dal PDS insieme ai suoi alleati, avremmo comunque una maggioranza di estrema minoranza assolutamente debole, ma debole al punto che io mi domanderei, se fossi il collega Marengo, che senso avrebbe continuare in questa vicenda. Se non facciamo uno sforzo di astrazione dalla situazione politica nella quale tutti viviamo e cerchiamo di mettere al centro delle nostre ipotesi il governo della Regione, è chiaro che le minoranze rimarranno sempre tali e non si troverà quella maggioranza che avrà caratteristiche di emergenze istituzionali o tecniche, chiamatele come volete, che sarà l'unica a garantire il governo delle cose e non l'agguato continuo, giorno dopo giorno, nelle aule delle Commissioni, in quest'aula in Giunta e via enumerando.
Allora, cercando di raccogliere le cose positive che sono emerse rilevo quanto ha detto il collega Marino, anche se poi sulla storia del voto io non capisco bene perché avvitarci intorno alla necessità da parte del PDS di garantirsi questa vittoria di Pirro di andare al voto, trovare 23 o 24 voti, e poi comunque chiedere a Marengo di dimettersi un minuto dopo, non ritengo che possa essere un percorso, e nemmeno la scelta di Brizio di andare comunque al voto per capitalizzare 25, 26 o 27 voti e poi dimettersi. La mia non è l'ennesima proposta di mediazione, quanto invece un tentativo per evitare delle sceneggiate oppure, se togliamo il termine "sceneggiate", delle dimostrazioni di forza che non servono e noi possiamo benissimo utilizzare gli ultimi otto giorni che ci rimangono prima della prossima scadenza di voto ai sensi dello Statuto, lasciando in pregiudicato il voto, cioè sospendendo il voto sui due documenti, lasciando tutti e due i documenti aperti, per cui tutte e due le ipotesi possono essere valutate per verificare in questa settimana che cosa è possibile concretamente realizzare per il governo di questa Regione al di fuori dei voti che entrambi si eliderebbero.
La proposta della Consigliera Vetrino, secondo me, è una proposta che può essere presa in considerazione e guardate che nell'elenco dei Consiglieri possibili da questo punto di vista figurano il nome del Consigliere Beltrami, il nome del Consigliere Rivalta e forse anche quello del Consigliere Brizio, che non so se era già presente nella I legislatura comunque ha avuto molte legislature di esperienza alle spalle. Sono queste le persone, per autorevolezza, per esperienza, per anzianità di servizio per capacità personali, in grado di reggere un governo di questo tipo. Io non credo che ci siano, almeno per quanto mi riguarda, pregiudiziali di nessun tipo all'ipotesi di un governo retto da una di queste tre persone fuori dagli schieramenti politici e dalle necessità di caratterizzarsi in un modo o nell'altro. Se una proposta può essere fatta io ripropongo questa: non andiamo ad un voto che secondo me è farsesco, che non porta a nulla, né ad una maggioranza né ad una minoranza, e cerchiamo di lavorare in questi otto giorni che lo Statuto ci concede per verificare effettivamente l'ipotesi di un governo il più allargato possibile.
Peraltro, se i Gruppi non riterranno di procedere in questa direzione continuerò ad astenermi su tutti e due i documenti esattamente con le stesse motivazioni che ho portato nella scorsa discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio, che aveva anticipato di voler dare all'aula alcune precisazioni.



BRIZIO Gian Paolo

Sento il dovere di dare alcune precisazioni. Come ho detto l'altra volta, parlo molto volentieri da questi banchi in una funzione in qualche modo liberatoria rispetto a grandi responsabilità che ho assunto in questo periodo e che ho svolto con tanto impegno e passione, anche se forse non con i risultati che ci si aspettava. Sento tuttavia il dovere e il diritto nel momento in cui si è fatta più di una critica sul modo e sull'impegno con cui si è lavorato in questi anni, di ricordare che abbiamo raggiunto dei risultati importanti, anche se certamente abbiamo il senso di avere sopportato e di sopportare il peso di una questione morale veramente grande.
Intanto voglio dire che quando ho dato le dimissioni ho agito nella massima chiarezza. Credo siano le prime dimissioni date in aula in forma istituzionale, in forma parlamentare; e credo che questo debba essere riconosciuto. Certamente speravo allora in un risultato di una larga maggioranza; sono passati dei mesi senza che questa ipotesi si sia concretizzata. Ho quindi oggi il dovere di partecipare a questa gara fra due Giunte di minoranza. Non ho alcun piacere, perché non c'è nulla di gratificante nell'andare ad un ballottaggio, con un collega che pure stimo e che pure considero. Non c'è nulla di gratificante, ma rappresenta un'esigenza di fronte alla presentazione di una proposta di minoranza che ha richiesto una risposta.
Io, al momento, ribadisco la disponibilità a ritirare la proposta che mi riguarda se c'è il ritiro contestuale dell'altra proposta. Mi pare sia evidente e chiaro; si può evitare il voto, basta volerlo. E' questione di un minuto, si ritirano le due proposte e il voto si può evitare.
Non c'è mai stato in me un uso di parte dell'istituzione, né cinismo in alcun momento, ma grande disponibilità e grande senso dell'istituzione.
La questione morale non ci ha visti indifferenti, caro Zacchera. Noi l'abbiamo sofferta, continuiamo a soffrirla, la sentiamo come un macigno sulla nostra testa, ma abbiamo anche la consapevolezza - io ce l'ho di essere sereni e tranquilli, perché abbiamo messo ogni impegno per correggerla. Certo non abbiamo fatto i poliziotti, ma di fronte a tutte le questioni ci siamo costituiti parte civile, senza guardare in faccia nessuno, e ottenendo risarcimenti di danni morali per oltre un miliardo. Il Presidente, come responsabile del Legale, ha seguito tutte queste vicende angosciose con grande personale peso, compresa quella dei lettori ottici per la quale forse si va verso una soluzione, proprio perché ci siamo impegnati a fondo. Grazie anche al Consigliere Zacchera, perché in talune cose ha dato delle indicazioni giuste. Devo però dire che il Consigliere Zacchera ha avuto il limite di cercare una responsabilità nel Presidente.
Ti ricordo, Zacchera, le frasi dette su quella vicenda, che sono pesanti e smentite dai fatti. Non voglio ripeterle, perché non amo aprire polemiche.
Ti farò leggere il testo del tuo intervento, quello che hai detto di me quello che hai preconizzato e quelli che sono i fatti sul mio comportamento in una questione complessa e difficile, nella quale ho messo - lo può dire la collega Vetrino anima e corpo nell'interesse dell'istituzione e per correggere anche possibili errori, commessi peraltro tutti in perfetta buona fede dall'esecutivo nel suo complesso.
Anche nei comportamenti noi ci siamo mossi, avendo grande rispetto delle istituzioni, e non è che non contiamo. In questi giorni Ciampi ci convocherà, abbiamo chiesto l'incontro di concerto con il Presidente della Lombardia e con il Sindaco di Torino, e autorevolmente ci siamo fatti sentire anche facendo l'ordinaria amministrazione. Ci siamo fatti sentire con forza; non ci siamo mai rassegnati a non lavorare. Questo lo devo dire perché in aula oggi sono venute delle dichiarazioni che non sono corrispondenti al vero. Mai ci siamo rassegnati a non lavorare. Abbiamo lavorato in questi giorni con un impegno e una dedizione totale su questi problemi, ottenendo anche alcuni risultati significativi.
Rimetto il mandato con grande serenità e mi auguro di poter venire stabilmente su questi banchi con i miei colleghi e che si trovi una soluzione che eviti lo scioglimento della legislatura, e consenta di fare passare al Piemonte questa fase difficile in modo positivo ed adeguato.
Questo è l'augurio che faccio in questo momento, con tanta serenità e con tanta volontà di dare un contributo alla soluzione della crisi di questa assemblea.
Qualcuno ha detto che l'istituzione regionale conta poco, ha poca immagine. Rispondo che al contrario ha un suo peso crescente. Giovedì abbiamo nuovamente una Conferenza Stato-Regioni, alla quale qualcuno dovrà andare a rappresentare la Regione. Abbiamo l'incontro con Ciampi, abbiamo questi momenti che devono essere vissuti con impegno. L'istituzione regionale c'è, a condizione che tornino a funzionare il governo regionale e l'assemblea regionale. L'assemblea regionale non può funzionare se non c'è un governo che ha pieno titolo; occorre dare, anche in via tecnica, un governo che abbia pieno titolo e che possa lavorare. Questo è l'augurio sincero che faccio, riconfermando la mia disponibilità naturalmente a ritirare la lista se viene ritirata la lista Marengo e il dover rimanere in lizza in questa gara di voto certamente non stimolante, se non ci sono le condizioni per evitarla.



PRESIDENTE

A questo punto se permangono alla Presidenza le due liste, che prima ho richiamato e che hanno dato vita al voto della scorsa settimana, ovvero la presentazione della proposta a Presidente del Consigliere Marengo e quella del Consigliere Brizio, possiamo procedere alla votazione per appello nominale.
Ricordo le procedure di votazione: i Consiglieri che intendono votare per il Presidente designato Marengo devono rispondere "Marengo", altrimenti "Brizio". E' previsto il voto di astensione e il no, secondo quanto già la volta precedente avevo richiamato. E' evidente che ci possono essere dei colleghi che non intendono partecipare alla votazione e potranno esprimere questa loro volontà.
Prego quindi i Consiglieri che intendono partecipare alla votazione di entrare in aula.
Si proceda all'appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 56 votanti 53



BRIZIO Gian Paolo Gian Paolo 26 voti

hanno risposto NO 2 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Non essendo stata raggiunta da nessuno dei due candidati la maggioranza assoluta richiesta dobbiamo procedere ad un'ulteriore votazione ai sensi del sesto comma dell'art. 32.
Si proceda nuovamente all'appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 57 votanti 53 MARENGO 24 voti



BRIZIO Gian Paolo Gian Paolo 26 voti

hanno risposto NO 2 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
Pertanto, proclamo eletto Presidente della Giunta il Consigliere Brizio che ha riportato il maggior numero di voti.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ringrazio innanzitutto chi mi ha votato, non faccio un discorso di investitura perché, in coerenza con quanto ho detto in precedenza, rinuncio al mandato, augurandomi che al più presto possa emergere da questo Consiglio la soluzione di una Presidenza e di una Giunta sostanzialmente adeguate alle esigenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Intervengo per una dichiarazione molto breve, che riflette l'opinione delle 24 - al momento sono ancora 24 - persone che hanno proposto la candidatura del collega Marengo.
Faccio intanto una brevissima osservazione personale: ritengo negativo e preoccupante che si sia voluto andare fino in fondo nell'ipotesi di votazione testè avvenuta che, al di là delle dimissioni immediatamente successive, non è di certo insignificante sul piano politico-istituzionale ed anche sul piano del rapporto di questo Consiglio regionale con quanto avviene all'esterno della nostra vita istituzionale.
Al di là di questo, a nome anche degli altri 22-23 Consiglieri dichiaro che riproponiamo il Consigliere Marengo come "esploratore", a partire dai dati acquisiti, alla luce anche delle dichiarazioni ed osservazioni nuove emerse oggi, che sono parecchie: la nascita di un nuovo Gruppo, dichiarazioni personali, diverse valutazioni e via dicendo. Credo sia prima di tutto elemento di dignità e coerenza politica riproporre il Consigliere Marengo per riaprire una fase di più largo schieramento, a partire dai dati politici acquisiti fino ad oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Intervengo per una breve precisazione. Coerentemente con quanto andiamo sostenendo, e che con piacere vediamo cominciare a far breccia in sempre più numerosi Consiglieri regionali, comunichiamo che tra pochi minuti porteremo alla Segreteria della Presidenza una richiesta formale di scioglimento del Consiglio regionale, che sottoscriveremo come Consiglieri del Gruppo MSI-DN e che invitiamo a sottoscrivere perlomeno da parte di quei colleghi che qui, oggi, hanno avuto il coraggio di chiedere lo scioglimento di questo Consiglio ancor più delegittimato di quanto non era fino a questa mattina.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,45)



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