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Dettaglio seduta n.26 del 04/12/90 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Calligaro, Cerchio Dameri, Gallarini, Grosso, Nerviani, Rivalta e Vetrino.


Argomento: Zootecnia

Esame ordini del giorno nn. 60, 62 e 67 sui problemi agricoli


PRESIDENTE

Esaminiamo ora gli ordini del giorno nn. 60 e 62. Comunico che è pervenuto questa mattina un terzo ordine del giorno del Gruppo DC. Comunico inoltre che era pervenuta precedentemente una lettera del MSI che chiedeva di affrontare i problemi dell'agricoltura.
Questa mattina durante il dibattito aperto sul problemi dell'agricoltura che si è tenuto in quest'aula con le organizzazioni professionali di categoria, c'era la possibilità di intervenire quindi proporrei ai Consiglieri di evitare l'illustrazione degli ordini del giorno perché gli interventi di stamani hanno già illustrato le posizioni.
Proporrei quindi di intervenire per le dichiarazioni di voto sui tre ordini del giorno, in modo da poter rispettare i tempi che ci siamo dati.
La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la proposta socialista è quella di assumere le proposte che sono venute dalle organizzazioni sindacali agricole qui presenti e di tradurle in un ordine del giorno.
Prendo l'occasione, signor Presidente, per sottolineare l'importanza di questo incontro, soprattutto l'importanza delle grandi manifestazioni che la categoria ha fatto unitariamente, che segnano i nuovi tempi che fortunatamente scandiscono, anche in Piemonte e in Italia, le nuove scelte politiche. E' un fatto politico di grande rilevanza. Mi auguro che la gente dell'agricoltura attraverso il loro sindacato non sia più considerata come componente secondaria nel rapporto con le istituzioni e possa diventare protagonista, come sono tutte le altre organizzazioni sociali e sindacali di questa società pluralista. Il mondo dell'agricoltura è stufo di sopportare e vuole assumere in proprio, come interlocutore valido, il rapporto con le istituzioni e con le forze politiche. Da ora in poi non ci deve più essere trattativa, contrattazione, programmazione fatte sulla testa della gente dell'agricoltura. Il Piano di sviluppo non si può fare sentendo le esigenze da una parte e avendo di mira dall'altra altre componenti consistenti della società. I tempi sono cambiati, una volta le questioni si tagliavano per scelte di campo di carattere ideologico. Queste scelte di campo muro contro muro facevano si che non venissero fuori i veri problemi. Oggi fortunatamente è caduto il muro di Berlino, e gli agricoltori devono saper essere protagonisti nel rapporto con le istituzioni, devono essere una forza che non può ottenere soltanto aiuti in modo assistenziale, perché l'agricoltura è un settore primario che rifiuta la condizione di serie B. Questa è una falsa cultura di tipo pseudoindustriale che si è imposta all'agricoltura e che tendeva a far venir meno il rispetto che invece va portato alla gente dell'agricoltura.
Allora l'agricoltura deve essere in grado di affrontare i problemi del suo sviluppo, della sua modernizzazione, dei suoi rapporti con il governo centrale, del suoi rapporti con il governo regionale.
Noi ci battiamo per far sì che la Regione diventi un ente di autogoverno, un ente capace di varare le leggi, di fare la programmazione ma anche di governare la politica economica, la politica sociale, la politica fiscale.
Il valore della categoria agricola sta anche nel contrattare tutto e nella disponibilità a pagare quello si deve pagare. E' una categoria che vuole essere protagonista, che deve essere anche in grado di pagare la sua parte, che vuole che niente le venga dato gratuitamente, che però ha i suoi diritti. Si dice gli agricoltori non pagano le tasse o che le evadono.
Allora bisogna che la categoria sia in grado di affrontare i problemi pagando ciascuno quello che deve pagare, facilitando il compito al Ministro delle finanze per realizzare davvero una politica fiscale giusta. Quando si parla della pensione, cari amici, non è giusto che la gente lavori in agricoltura e quando è in pensione si trova 400.000 lire al mese di pensione. Questo non è accettabile in un paese civile e moderno. Se sono cittadini uguali agli altri di fronte al governo devono avere una loro piattaforma, devono essere capaci di affrontare i loro problemi, dall'altra parte lo Stato faccia interventi diretti a far sì che i cittadini siano tutti uguali in questa Costituzione repubblicana, faccia in modo che non ci sia chi non ha l'assistenza, chi non ha una pensione uguale a quella degli altri.
E' un tema molto difficile da risolvere perché non è pensabile che chi lavora in un certo settore non abbia gli stessi diritti degli altri; non è pensabile che gli autonomi siano al riparo di una serie di interventi e abbiano più vantaggi perché hanno pensioni misere. Dobbiamo mettere tutte queste questioni in campo.
E' stato posto il problema del rapporto con l'Europa. Dobbiamo verificare e superare gli inghippi. I socialisti hanno concorso in misura molto rilevante all'interno del Governo nazionale, anzi abbiamo avuto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l'on. Craxi, che aveva preso a cuore i problemi dell'agricoltura. Sono problemi gravi per i quali l'Europa ha rischiato di andare in crisi.
Noto una contraddizione. Per esempio, la DC che ha raccolto grandi consensi e continua a raccoglierli tra la gente della agricoltura, non ha portato avanti questo discorso, o perlomeno non ha ancora dato una risposta positiva più di quanto potessimo darla noi. Mi auguro che questa contraddizione venga sciolta il più presto possibile. Mi auguro che da questo Consiglio parta una posizione che sia capace di richiamare l'attenzione del Ministero dell'Agricoltura, che sia capace di richiamare l'attenzione del Governo al fine di sciogliere i nodi.
Il PSI non ha mai detenuto l'Assessorato all'agricoltura in questa Regione (lo hanno avuto i comunisti, poi i democristiani), ma non mi metto a fare critiche o distinzioni, non è agli uomini che si devono fare, bensì alla politica. Il PSI lavora per realizzare un discorso politico più ampio che prescinde dagli uomini, con l'obiettivo di tentare di dare delle risposte. Colgo l'occasione per ricordare che sono da rinnovare i vertici dell'ESAP, ente che ha svolto e svolge una funzione importante nell'agricoltura. Il livello regionale può essere un interlocutore valido per gli agricoltori. Agli agricoltori sta a cuore che il Piemonte continui a progredire e se c'è stato del progresso non c'è stato soltanto grazie alle nuove tecnologie che il Piemonte ha saputo assumere, ma c'è stato per la grande capacità della gente dell'agricoltura che ha saputo rinnovarsi guardando in prospettiva con fiducia, anche attraverso le lotte di questi giorni, che noi socialisti apprezziamo perché sappiamo che porteranno un contributo alla realizzazione di una società migliore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, credo che, giunti a questo punto, dopo la discussione di questa mattina, dopo le analisi che sono state fatte da tutti i Gruppi politici e dalle organizzazioni sindacali, sia necessaria una sospensione per valutare la possibilità di convergere su un unico documento da parte delle diverse forze politiche. Un'analisi meditata dei documenti proposti al Consiglio potrà dar luogo ad un documento unitario nel quale mi auguro che la politica riesca davvero a distinguere l'accademia dalla praticabilità delle proposte. In caso contrario si finirebbe in un ennesimo bagno retorico.
Chiedo quindi al Presidente se non ritenga di dover sospendere la discussione su questi ordini del giorno per cercare di trovare una possibilità unitaria.



PRESIDENTE

Abbiamo all'esame del Consiglio in questo momento tre ordini del giorno, e c'è la previsione di un quarto documento. Lo spirito dell'incontro con le organizzazioni sindacali e con il mondo dell'agricoltura, incontro che è terminato pochi minuti fa, dovrebbe portarci sulla strada di un tentativo di convergenza di posizioni. Mi chiedo però quanto servirà al Gruppi consiliari una interruzione dei lavori per valutare questa possibilità.



PICCHIONI Rolando

Non si tratta di sospendere i lavori, si tratta che un comitato ristretto rappresentato dai diversi Gruppi politici possa riunirsi a latere onde verificare la convergenza su un unico documento.



PRESIDENTE

Sarebbe opportuno che i rappresentanti dei Gruppi politici che lo ritengano si riuniscano collateralmente ai lavori del Consiglio per una riflessione sui documenti in modo che, entro le ore 13,20 quando si concluderà la sessione antimeridiana dei lavori odierni del Consiglio, si possa avere una risposta circa la convergenza o meno delle posizioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rabellino. Ne ha facoltà.



RABELLINO Renzo

Premetto che siamo d'accordo di trovarci collateralmente per valutare l'ipotesi di unificare questi ordini del giorno e quindi ritirare quello da noi presentato.
Faccio alcune considerazioni sul confronto tra gli agricoltori e le forze politiche regionali avvenuto questa mattina. Nell'incontro di stamani è emerso ed emerge ancora adesso, nonostante sia in corso la seduta del Consiglio, il totale assenteismo della Giunta. In questo momento è presente un solo Assessore, fino ad alcuni minuti fa ve ne erano due. Riteniamo grave questo fatto, anche perché sono sicuro - fra qualche ora, quando discuteremo della crisi occupazionale dell'Olivetti saranno tutti presenti eppure la crisi dell'agricoltura può essere tranquillamente paragonata alla crisi dell'Olivetti quanto a numeri. Questa è la mentalità che i partiti del pentapartito, comunque della maggioranza, hanno da anni (non dimentichiamo che sono quarant'anni che questi signori ci governano) nei confronti dei problemi dell'agricoltura. E' così che a Strasburgo l'agricoltura italiana viene schiacciata e speriamo che non venga ulteriormente schiacciata.
Colgo ora l'occasione per dire alcune cose alle associazioni agricole.
Questi signori che sono venuti qui a lamentarsi del Governo e della CEE, si sono dimenticati di dire che sono loro che hanno mandato qui in Regione, a Roma e a Strasburgo i loro rappresentanti. E cosa hanno fatto i loro rappresentanti? Sono stati riconfermati alle elezioni successive, ma la linea dell'agricoltura italiana non è cambiata, è sempre stata penalizzata in Europa.
Sempre alle organizzazioni agricole vorrei ricordare che nessuno qui è venuto a contestare gli aumenti di tasse che la Regione quindici giorni fa ha approvato anche per gli agricoltori. Si parla di penalizzazione del settore agricolo in Piemonte, ma nessuno ha proposto un diverso aumento di tassazione. Noi avevamo presentato una serie di emendamenti in questo senso. Qualcuno ci ha accusato di voler fare dell'ostruzionismo. E' vero era ostruzionismo, affinché la legge iniqua di falsa autonomia locale non passasse.
Abbiamo sentito parlare di pensioni. Gli agricoltori sono accusati di appartenere a una categoria di grande evasione. Meno male. Io mi auguro che tanti agricoltori abbiano evaso il fisco perché se non fosse così oggi non potrebbero vivere con le pensioni che lo Stato gli passa.
Abbiamo anche sentito parlare di difficoltà burocratiche per avere i fondi. Abbiamo sentito l'Assessore che lodava il sistema olandese che in pochi mesi riesce a dare ai diretti utilizzatori i contributi della CEE.
Signori, la burocrazia in Italia l'hanno creata i partiti che da quarant'anni ci governano. Devono passare due anni prima di avere i contributi per la siccità o per le inondazioni. Cari signori, di questo a chi dobbiamo dire grazie? Dovremmo anche riflettere su questo. Quando facciamo il discorso di revisione dello Stato, soprattutto di revisione del centralismo dello Stato, non è che siamo completamente fuori di testa.
Dobbiamo creare uno Stato nuovo, diverso, autonomista, federalista proprio per evitare che la burocrazia, il centralismo continui a frenare lo sviluppo economico corretto del nostro Paese.
Un'ultima riflessione sull'ESAP. Il Consigliere Rossa ha ricordato che dovremmo rinominare i vertici dell'ESAP. L'ESAP è l'ente di sviluppo agricolo, ma mi chiedo quale sviluppo può esserci oggi in Piemonte. Che funzioni può avere questo ente quando da Strasburgo e da Roma ci arrivano delle indicazioni affinché l'agricoltura venga eliminata, venga soppressa? Allora, chiamiamolo "ente per la soppressione dell'agricoltura piemontese" perché mi pare assurdo lasciare completamente a se stesso un ente che non ha più alcuna funzione.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Propongo di sospendere la discussione su questi ordini del giorno e di anticipare i lavori all'o.d.g. del Consiglio, che era convocato per le ore 14,30 di oggi, dando modo agli Assessori di rispondere a qualche interrogazione. Nel frattempo i Capigruppo discutono per poter arrivare a un ordine del giorno unitario sull'agricoltura da portare in approvazione intorno alle ore 13,30. Ho reso quest'informazione anche per il pubblico che desiderasse sentire la definizione del problema.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

In linea di massima sono d'accordo. Propongo di assumere, come punto più alto della conclusione di questo dibattito la proposta delle tre organizzazioni professionali, come avevo proposto all'inizio.



PRESIDENTE

Tengo a precisare che le organizzazioni professionali non hanno presentato ufficialmente alcun ordine del giorno alla Presidenza. Devono i Capigruppo fare proprie le indicazioni che le organizzazioni hanno proposto in aula. Quindi, prego i Capigruppo di riunirsi in una sala attigua per cercare di unificare i documenti che sono stati proposti.
Ha ora facoltà di intervenire il Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Proprio perché non si continui a parlare a vuoto su argomenti che ci potrebbero vedere ampiamente convergere, per la serietà degli argomenti e dell'assemblea, credo sia utile un confronto ravvicinato tra le diverse forze politiche prima di prendere le decisioni politiche oppure i pronunciamenti politici che ognuno di noi crede di poter prendere.



PRESIDENTE

Questa è la proposta che la Presidenza aveva fatto. Se non vi sono altre osservazioni, l'argomento è sospeso. Invito i Capigruppo ad incontrarsi.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 149 dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio inerente la realizzazione della variante della Valle Uzzone


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed, interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 149 presentata dai Consiglieri Rabellino Farassino e Vaglio.
Risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Il progetto di iniziativa delle Province di Savona e di Cuneo è a conoscenza da tempo dell'Assessorato che lo ha appoggiato nelle sedi istituzionali competenti (Ministero dei Lavori Pubblici ed ANAS Torino e Roma).
Un intervento diretto della Regione, sotto forma di finanziamento alla Provincia di Cuneo, non è possibile allo stato attuale delle finanze regionali, a fronte dell'ammontare consistente della cifra richiesta per la realizzazione della variante che comporta un tunnel sotto il Colle del Carretto, della lunghezza approssimativa di 1.700 metri circa, per un costo orientativo di 40 miliardi, a cui si dovrebbero aggiungere i collegamenti del traforo alla viabilità provinciale esistente e l'adeguamento di tutta la viabilità.
Allo stato attuale delle finanze regionali perciò, la Regione pu cercare soltanto di ottenere la statalizzazione dell'attuale strada provinciale, in sostituzione della strada statale n. 29 nel tratto interessato dalla variante sopra descritta, per porre le premesse di un intervento dell'ANAS, peraltro anch'esso assai problematico vista l'attuale scarsa disponibilità finanziarla dell'azienda per Investimenti a fronte delle sempre più risicate dotazioni da parte delle leggi finanziarie degli ultimi anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Vorrei fare brevemente la cronistoria di questa farsa. Nel 1954 si parlava di trasferire la sede della strada statale n. 29 dai bricchi al fondovalle. Siamo nel 1990 e l'Assessore risponde che eventualmente si potrà statalizzare il fondovalle. Non vorrei ritrovarmi qui fra dieci anni a ridiscutere dello stesso argomento.
Non ci sono fondi, certo, perché vengono stanziati per le varianti di Borgomanero e di Omegna in provincia di Novara. In quest'aula l'abbiamo già detto che il nord del Piemonte è sempre favorito negli interventi stradali mentre le tre province del sud Piemonte, Cuneo, Asti ed Alessandria, sono regolarmente penalizzate. Sappiamo che non ci sono 40 miliardi per un traforo, tant'è vero che nell'interpellanza parlavamo di trasferimento della strada statale. Non siamo soddisfatti della risposta dell'Assessore che è molto vaga: ci ripromettiamo di riportare in Commissione, al momento della discussione del Piano decennale di viabilità, questa iniziativa, che tra l'altro è molto sentita non soltanto dal cittadini della Valle Bormida già penalizzata in altri settori, ma anche dall'Amministrazione provinciale di Cuneo e dalle Amministrazioni comunali locali. Questo piccolo intervento potrebbe permettere una più snella comunicazione tra i due settori della valle e soprattutto tra le regioni Piemonte e Liguria.


Argomento: Viabilità

Interpellanza n. 153 dei Consiglieri Chiezzi, Riba, Calligaro e Rivalta inerente il progetto ATIVA di costruzione della circonvallazione di Volvera


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 153 presentata dai Consiglieri Chiezzi.
Riba, Calligaro e Rivalta.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con quest'interpellanza solleviamo il problema relativo alla distruzione di terreno agricolo nella pianura tra Torino e Pinerolo.
Dopo i panegirici, che a parole tutti sappiamo fare, a difesa dell'agricoltura e a favore della dotazione di risorse adeguate, mi sembra molto utile parlare in termini concreti in ordine al fatto che non è bene togliere risorse al mondo agricolo. La prima risorsa che il mondo agricolo deve mantenere è quella del suolo; se si consuma il suolo agricolo tutti gli altri discorsi non hanno più senso.
La costruzione dell'autostrada Torino Pinerolo fa parte di una nuova viabilità in una zona nella quale esistono due strade statali e una ferrovia. La pianura padana tra Torino e Pinerolo ha qualità altissima dei suoli. Sappiamo che da anni l'ANAS dispone di investimenti per far sì che le due strade statali, opportunamente corrette, ampliate e rese sicure consentano il trasferimento agevole anche con mezzo privato, fra Torino e Pinerolo. Sappiamo anche che fra Torino, Pinerolo e Torre Pellice esiste una ferrovia che potrebbe assolvere, se potenziata con opportuni investimenti, le necessità di trasporto tra le due città.
La decisione di costruire un'autostrada fra Torino e Pinerolo era stata sospesa ed accantonata negli anni scorsi e la Regione Piemonte non l'ha mai ripresa ufficialmente. Ci troviamo di fronte ad un comportamento della Società autostradale ATIVA che, a pezzi e senza mai discutere la questione nelle sedi elettive, continua a realizzare dei tronchi di strada spacciandoli ora per viabilità stradale normale ora per tronchi dell'autostrada Torino - Pinerolo. L'ultimo di questi atti è la cosiddetta circonvallazione di Volvera che, nel capitolato del progetto, non viene chiamata "circonvallazione di Volvera" ma "ulteriore tratto dell'autostrada Torino - Pinerolo".
Nell'interpellanza si chiede all'amministrazione regionale intanto che progetti sta preparando l'ATIVA e se sta progettando, e per conto di chi l'intero tratto dell'autostrada Torino - Pinerolo.
In secondo luogo, la Regione Piemonte intende assentire implicitamente a scelte di politica territoriale, che le competono, delegandole surrettiziamente a una società autostradale? Sono le società autostradali che decidono dello sviluppo di queste infrastrutture? Si assiste alla distruzione di terreno agricolo e alla cementificazione di questa parte del territorio senza battere ciglio? Cosa intende fare la Regione Piemonte per impedire a una società autostradale di prevaricare il ruolo di scelta politica che spetta alla comunità regionale? In altre parole, al di là dell'assenso o meno su questa opera chiediamo di discuterne qui; che l'assenso o meno all'opera sia dato dal governo regionale, previo dibattito con le forze politiche e che si riconduca ciascuno ai propri ruoli e alle proprie competenze. Le società autostradali facciano le autostrade, ma queste autostrade devono essere decise nelle sedi pubbliche che rispondono ai cittadini.
Nell'interpellanza abbiamo scritto, ancor prima del dibattito sull'agricoltura, che una delle preoccupazioni che muove una posizione di opposizione a una terza strada di viabilità tra Torino e Pinerolo è proprio il consumo di terreni agricoli di grandissima qualità.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Debbo dire che la Regione sta cercando di recuperare il proprio ruolo in tutta la partita. Dico che sta cercando, perché non credo che l'abbia recuperato neppure a livello di discussione con il Ministero competente.
Debbo lamentare che, dopo che è stato chiesto un parere alla Regione Piemonte da parte del Ministero, le scelte sono state in parte stravolte e quanto meno, per circa la metà dell'importo, sono state fatte dal Ministero dei Lavori Pubblici, senza tenere conto delle intenzioni del Consiglio regionale. E' una partita aperta a tutto campo tra l'ANAS, il Ministero e la società autostradale.
Stiamo affrontando una prima fase di recupero della dignità regionale e di incidenza della Regione Piemonte sulle scelte del proprio territorio.
Per quanto riguarda il quesito, devo dire che l'ATIVA ha presentato all'ANAS, ai Ministeri dei beni ambientali e culturali, alla Provincia di Torino, alla Regione Piemonte e ai Comuni interessati di None e Volvera, il 21 settembre del corrente anno, il progetto esecutivo di un tratto funzionale avente caratteristiche autostradali di collegamento fra il raccordo autostradale Drosso - Orbassano del sistema tangenziale e la strada 139, Orbassano - Volvera Airasca, in variante all'abitato di Volvera fino a sud dell'abitato medesimo, in prossimità dello stabilimento Fiat Ricambi intitolato: "Sistema tangenziale di Torino - diramazione autostradale Orbassano - Pinerolo. Primo tronco", a seguito della richiesta formulata dalla succitata società di esame da parte della Conferenza nazionale dei servizi, di cui all'art. 2 della legge n. 205/89, ai sensi dell'art. 1, quinto comma della stessa legge, che prevede l'estensione delle procedure autorizzative della legge citata, alle opere inserite negli elenchi delle manifestazioni colombiane del 1992, ai sensi della legge n.
373/88.
Debbo dire che fino al momento in cui parlo, la Regione non è a conoscenza dell'ordine del giorno della Conferenza dei servizi. Pare che in giornata saremo a conoscenza degli argomenti che saranno stati proposti.
Quindi non sono in grado di sapere al momento se questo tratto autostradale verrà inserito all'ordine del giorno della Conferenza dei servizi, e non so neppure nulla degli altri argomenti relativi alla nostra regione.
Il Comune di None e Volvera hanno espresso parere favorevole con deliberazioni di Consiglio comunale n. 171 dell'8/10/1990 e n. 133 del 18/10/1990.
Il progetto è stato inviato ai competenti Assessorati regionali (pianificazione territoriale, Settore beni ambientali e paesistici) e all'Assessorato ambiente ed energia (Settore cave e torbiere) per la formazione dell'avviso della Giunta con nota 22/10/1990 n. 69/78.
Il recente Piano provinciale dei trasporti, infatti, propone la costruzione di una nuova diramazione autostradale, in sede propria, fra Torino e Pinerolo, collegata al sistema autostradale tangenziale di Torino (svincolo del Drosso) che tenga conto altresì delle esigenze viabili dei Comuni interessati.
Ancora la Provincia di Torino, con deliberazione n. 48 dell'8 maggio 1990, ha evidenziato, ai fini dell'aggiornamento dello stralcio attuativo del Piano decennale della viabilità di grande comunicazione, fra le opere di maggiore interesse e urgenza nell'ambito provinciale anche la circonvallazione di Volvera e Airasca lungo l'asse autostradale in nuova sede Torino - Pinerolo, già pressoché realizzato dalla ATIVA nel tratto Torino - Orbassano, con progetto di massima realizzato dalla stessa ATIVA sino alla circonvallazione di Pinerolo.
Debbo ricordare che il Ministero dei Lavori Pubblici, oltre che alla Regione, ha chiesto pareri alle Province interessate.
Anche alcuni del Comuni interessati, in particolare, per quanto riguarda il tratto in questione, il Comune di Volvera, in occasione di adeguamenti del propri strumenti urbanistici, hanno previsto una zona di rispetto vincolata al passaggio della diramazione autostradale (Plano regolatore adottato e vigente del Comune di Volvera).
Non pare quindi fino ad ora che l'ATIVA abbia prevaricato al ruolo delle assemblee locali esecutive.
Circa il terzo quesito, il tracciato all'esame è stato ampiamente concordato con le organizzazioni agricole di zona e non ha più nulla a che vedere con il progetto del collegamento autostradale Torino - Pinerolo dagli anni '70. Ciò è quanto risulta agli uffici dell'Assessorato.
Se l'argomento venisse inserito nell'o.d.g. della Conferenza dei servizi, è chiaro che si aprirà una discussione circa l'assenso e il dissenso che la Regione dovrà dare alla Conferenza. Ci riserviamo, pur nei tempi stretti, di dare comunicazione, quantomeno ai Capigruppo, circa le intenzioni della Giunta regionale al riguardo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non sono per soddisfatto della risposta dell'Assessore. Ci troviamo di fronte alla riesumazione di un vecchio progetto di spesa senza che la Regione, che è titolare della politica dei trasporti, abbia fatto nulla. Si tratta di un'opera pubblica che, vista la situazione stradale e ferroviaria tra Torino e Pinerolo, non esito a definire dissipatrice di risorse finanziarie pubbliche, e di suolo agricolo. Mi stupisco che le organizzazioni agricole qui presenti, che poco fa protestavano contro la sottrazione di risorse ...



(Dal pubblico: "E' una bugia")



CHIEZZI Giuseppe

Allora se è una bugia l'Assessore non dica bugie, corregga la sua affermazione, perché sarebbe veramente strano che le organizzazioni agricole, senza battere ciglio, accettino che migliaia di ettari di suolo fertile vengano distrutti per costruire un'autostrada dove ci sono due strade ed una ferrovia. Questo è un vero scandalo! Ma come si è giunti a questo? Continuo a dire che il partito delle betoniere è l'unico cervello che funziona in questi settori. E' chiaro che la costruzione delle strade comporta degli interessi economici notevoli. Si tratta però di costruirle dove servono, non dove fa comodo a qualcuno. E quello della costruzione della Torino - Pinerolo è uno spreco di denaro pubblico, perché, con minori risorse, si potevano attivare due strade di viabilità già esistenti.
Sappiamo benissimo che la strada 589 Orbassano - Cumiana ha una sezione stradale, almeno fino all'intersezione con la strada Avigliana - Cumiana del tutto ragguardevole, che investimenti per eliminare le intersezioni con semafori, con sovrappassi o altre misure erano possibili e che dall'intersezione con la strada Avigliana - Pinerolo l'allargamento era possibile con la risoluzione di qualche strettoia. Così pure l'allargamento della strada che lega Torino a Pinerolo attraverso Airasca era possibile.
Non si è voluto utilizzare le risorse in modo oculato, perché questo non faceva comodo a qualcuno. Per anni si è tenuta la questione a bagnomaria per sprecare i soldi con la cementificazione una bella striscia di terreno.
Di fronte a questo lo sdegno è massimo. C'è un senso di impotenza in tutto questo. Non è vero che la Regione Piemonte ha deliberato. La Regione Piemonte doveva fare il Piano dei trasporti, l'avesse fatto per tempo la Giunta precedente non saremmo a questo punto. La Regione deve ancora fare il Piano regionale dei trasporti e il fatto che ci sia una delibera dello schema provinciale di piano non è sufficiente.
La Regione assuma un ruolo, chieda la sospensione di quel progetto, ne discuta, non in sede di interpellanza dove può parlare solo il sottoscritto, ma in sede di comunicazione dell'Assessore. Mi interesserebbe sapere se sono l'unica voce in questo senso o se in quest'aula ci sono altre voci che si levano contro questo spreco di risorse e spreco di terreno agricolo. Penso sia ancora possibile opporsi a questo modo di governare, penso sia ancora possibile migliorare la viabilità e la contiguità dal punto di vista dei trasporti fra Torino e Pinerolo, penso sia possibile formare una decisione diversa da questa che risolva i problemi dei Comuni che oggi probabilmente si trovano strangolati.
Inviterei l'Assessore a rendere una comunicazione, perché si possa discutere insieme agli altri colleghi su questo tema. Mi rivolgo anche al Presidente del Consiglio, perché solleciti questa comunicazione. E' veramente inconcepibile e irriguardoso, dopo aver discusso fino a pochi minuti fa dei temi dell'agricoltura, vedersi passare sotto il naso migliaia di ettari agricoli trasformati in pietrischetto bitumato, senza che si sia detto nulla. Non si può accettare di fare parole in favore dell'agricoltura e poi, un minuto dopo, pensare di consumare migliaia di ettari per un'autostrada che nessuno sa se sia utile o meno. Questo è il tono della risposta dell'Assessore, che forse non ha ancora affrontato appieno la materia che riguarda la Torino - Pinerolo. Dove va a finire il ruolo di governo della Giunta? Che tipo di ordine del giorno approveremo fra qualche minuto se poi, sui temi concreti e sulle cose da fare, lasciamo che decidano le betoniere? Mi sa tanto che l'agricoltura diventi oggetto di un bei convegno in Consiglio regionale e che poi le forze economiche che tirano lo sviluppo siano sempre le altre, che, guarda caso dell'agricoltura non tengono nessun conto.



PRESIDENTE

E' indubbio che l'argomento trattato in questa interrogazione è di un'importanza straordinaria che richiederebbe una comunicazione da parte della Giunta.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Mi auguro di poterla fare se ce ne sarà il tempo, perché se l'argomento verrà inserito nella Conferenza dei servizi di martedì prossimo non ci sarà il tempo di discutere l'argomento in Consiglio. Quanto ho detto mi deriva dagli uffici dell'Assessorato. Mi riprometto di verificare e di approfondire l'esattezza delle affermazioni che ho fatto.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione n. 158 del Consigliere Tapparo inerente il capolinea SATTI di Porta Susa - linee del Canavese


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 158 presentata dal Consigliere Tapparo.
Risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore ai trasporti

Signor Presidente, con riferimento ai disagi segnalati rispetto all'utenza del Canavese, a seguito dell'arretramento delle stazioni di attestazione da Piazza 18 dicembre a Via Fiocchetto, si fa presente che questo Assessorato ha in corso una raccolta di dati informativi presso la SATTI e IT.T, per valutare se la carenza lamentata di offerta di trasporto urbano dipenda: da una situazione momentanea derivata da una sottostima della domanda prevista da effettive difficoltà d'organizzazione di un sistema di trasporti urbani adeguato ai maggiori livelli di utenza derivati dallo spostamento all'esterno delle autolinee extraurbane della SATTI.
In base alle risposte che perverranno saranno assunti i necessari provvedimenti di verifica degli attuali programmi d'esercizio delle due aziende interessate, fermo restando il disegno di razionalizzazione delle reti di trasporto impostato sulla divisione, fra servizi urbani e suburbani, di competenza della SATTI con arretramento dei terminali urbani per evitare sovrapposizioni di servizi e conseguenti diseconomie di gestione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per la risposta. Vorrei sottolineare che alcune decisioni di razionalizzazione, che non tengono conto dei tempi di organizzazione di alcuni processi della società, possono essere preoccupanti. Cambiare l'attestamento di un capolinea quando, ad esempio si è scelta una certa scuola piuttosto di un'altra, oppure si sono fatte certe valutazioni di opportunità di lavoro legate anche alla comodità del trasporto, sono elementi che, soprattutto da una società di trasporto con una spiccata valenza pubblica, dovrebbero essere considerate, soprattutto se si opera rapidamente, quindi ingiustamente rispetto a quelli che possono essere le scelte dei cittadini.
Un'ultima valutazione di fondo e di metodo. Un'impresa di trasporto pubblico non solo dovrebbe aver cura di cercare il migliore conto economico possibile, ma dovrebbe anche perseguire l'obiettivo di accrescere la propensione all'uso del trasporto pubblico da parte dei cittadini. Questo atteggiamento molto dirigistico, che non tiene conto di processi di sistemazione e di articolazione della società, le scelte, per esempio delle scuole e degli istituti da parte dei ragazzi, che non possono essere modificate nel corso dello svolgimento dell'anno scolastico, ha fatto determinare e determina degli inconvenienti ai ragazzi che probabilmente con un'informazione adeguata, con dei tempi possibili, con delle modalità diverse, avrebbero potuto cercare una razionalizzazione anche delle proprie scelte. Quindi le imprese pubbliche hanno certamente l'obiettivo di ricercare l'ottimizzazione del proprio conto economico, ma avendo presente il principio generale della loro funzione, che è quella di massimizzare l'uso del mezzo pubblico. Questa tendenza è espressa sia nel primo Piano regionale dei trasporti, sia nella cultura che sta alimentando l'elaborazione del secondo Piano dei trasporti ed è anche contenuta nel documento che ha accompagnato la formazione di questa maggioranza.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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