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Dettaglio seduta n.259 del 07/12/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 19, 20, 26 e 27 gennaio, del 2, 9, 16 e 23 febbraio 1993 si intendono approvati.
Comunico inoltre che sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 25 febbraio; 4, 9, 17 e 24 marzo; 6, 7, 20 e 27 aprile 1993 verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bodrero, Coppo, Croso e Sartoris.


Argomento: Gruppi consiliari

b) Nuova denominazione ex Gruppo consiliare PSI


PRESIDENTE

Comunico che a partire dall'1 dicembre 1993 il Gruppo del Partito Socialista Italiano ha mutato nome in "Gruppo Regionale Laburista - PSI".


Argomento:

c) Incontro con i rappresentanti delle Associazioni dei disabili


PRESIDENTE

Comunico inoltre che nella Sala Morando sono ospitati rappresentanti delle Associazioni dei disabili che verranno ascoltati dai Capigruppo al termine della seduta.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Presidente della Giunta Regionale

Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto per l'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., i Consiglieri conoscono l'art. 32 dello Statuto, riguardante l'elezione del Presidente della Giunta.
A questo momento, la Presidenza del Consiglio non ha ricevuto alcuna proposta di composizione della Giunta e di elezione del suo Presidente, ai sensi dell'art. 32. Pertanto non vi sono, da questo punto di vista, novità rispetto alla seduta precedente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Signora Presidente e signor Presidente Brizio, come martedì di 15 giorni or sono, un breve commento allo stato della crisi in Regione si impone; e si impone - a nostro avviso con una preliminare osservazione rapida e a flash. Lo scenario politico è cambiato e sulle ceneri dell'ormai defunto pentapartito - non è retorica, forse è l'unico modo per rendere l'idea - si è delineato un bipolarismo. Questo è lo scenario politico cambiato, il che è di tutta evidenza ed è ovvio: un'alleanza di sinistra e un'alleanza nazionale, o di centro-destra che dir si voglia, le quali saranno le protagoniste - o meglio, i protagonisti - delle ormai prossime elezioni politiche.
Fatta questa ovvia considerazione, va rilevato che a Palazzo Lascaris la crisi si vive - e probabilmente la si continuerà a vivere nei prossimi giorni - in un'atmosfera irreale, come se nulla fosse accaduto. Infatti, la ex maggioranza - almeno, fino a questo momento, fino all'altro ieri - tenta in qualche maniera di ricompattarsi, ma è una ex maggioranza che, come si è visto, è stata travolta dall'uragano elettorale dei giorni scorsi. Cerca di ricompattarsi, mentre (anche qui è un qualcosa di irrazionale che si sta verificando) il cartello delle sinistre presente a Palazzo Lascaris compie un'inversione rispetto a quella che dovrebbe essere la sua coerenza dopo queste elezioni politiche; tenta infatti di fare - sotto il profilo e con il nome di Giunta istituzionale o di salute pubblica - un'alleanza, sia pure limitata ai 500 giorni, con la ex maggioranza che, come abbiamo visto è stata travolta dalla realtà delle cose.
La nostra richiesta, dunque, che non è di oggi ma che è meditata e risale a diversi mesi fa, è quella... Presidente Brizio, lo so che non dico cose importanti, che i banchi di destra non vengono mai considerati, ma se mi ascoltasse mi farebbe un piacere personale, non politico. Grazie.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sto ascoltando.



MAJORINO Gaetano

Come dicevo, la nostra iniziativa dei mesi scorsi prende quindi corpo oggi più che mai nella situazione che si è venuta a creare e ne ribadiamo la necessità, a fronte di tutti gli eventi, che non è il caso di ripetere nel dettaglio (elezioni politiche dell'aprile 1992, elezioni in particolare piemontesi del giugno-luglio scorso, situazione attuale), che hanno portato ad un cambiamento dello scenario sul piano nazionale, ma anche e soprattutto in Piemonte. E allora che cosa chiediamo? Chiediamo ancora una volta - e sono state assunte iniziative concrete al riguardo - lo scioglimento del Consiglio e nuove elezioni.
Se si pensa che le nuove elezioni politiche nazionali derivano da tangentopoli in primo luogo e in secondo luogo dal cambiamento degli scenari politici, non si vede perché questa situazione non possa e non debba riflettersi nella Regione Piemonte e in questo momento di crisi.
Anche qui c'è stata tangentopoli che, sia pure in diverse gradazioni, ha coinvolto Assessori e componenti della maggioranza; anche qui lo scenario è cambiato, ultimissimo cambiamento quello - tanto per citare il caso di Alessandria dell'altro ieri.
Ci sono dunque tutti i presupposti per chiedere ed insistere per ottenere lo scioglimento del Consiglio regionale e nuove elezioni. Dico la verità, a me e anche al collega Zacchera è ripugnato dover scegliere l'unica strada percorribile per arrivare a questo risultato. E' ripugnato sul piano istituzionale perché abbiamo dovuto rivolgerci al Presidente della Repubblica perché così vuole l'ordinamento: questa è l'unica strada per conseguire nuove elezioni, quasi che il Presidente della Repubblica evidentemente all'epoca in cui è stata approvata la Costituzione repubblicana la mentalità era questa - fosse il nostro papà, il nostro babbo che può decidere se sciogliere o non sciogliere un Consiglio regionale.
Non è che noi rinunciamo a quella sentita autonomia regionale, pur nell'unità nazionale che è sempre stata alla base del nostro comportamento dal 1970 ai giorni nostri, però non ci sono altre strade percorribili.
Allora abbiamo sollecitato questo scioglimento e le elezioni anticipate.
Al riguardo vorrei ricordare le dichiarazioni ufficiali o ufficiose dei colleghi del PDS e di Rifondazione Comunista, i quali quando ci vengono a dire "variamo una Giunta istituzionale dei 500 giorni, però non appena ci sarà il nuovo sistema elettorale andiamo ad elezioni", vuol dire che anche loro - il ragionamento non può che essere questo - ritengono che si sia nella necessità di fare nuove elezioni. In definitiva, su questo punto cos'è che divide la nostra richiesta dal vostro atteggiamento? E' solo la questione del problema elettorale che voi enfatizzate, mentre a nostro avviso non c'è nulla di strano se lo scioglimento, per sbloccare la situazione che si trascina ormai da troppo tempo, sia immediato e si vada al voto con il sistema proporzionale.
Colleghi Consiglieri, il sistema proporzionale non è stato considerato antidemocratico in Italia, tant'è vero che dalla Costituente ai giorni nostri è stato il sistema vigente. Non è che sia una cosa straordinaria o antidemocratica l'elezione con la proporzionale al Parlamento europeo nella vicina Francia mentre il Parlamento nazionale viene eletto con il sistema uninominale simile al nostro, i Consigli regionali vengono eletti con la proporzionale. Infine, quindici giorni fa nel Trentino Alto Adige abbiamo votato con la proporzionale. E poi non è un qualcosa di orrendo che non consente agli elettori di esprimersi. Inoltre, è ancora tutto da dimostrare che il nuovo Parlamento non faccia la scelta alla francese e dica: "sì, noi nuovo Parlamento siamo stati eletti con il sistema uninominale, facciamo la scelta - questo penso sia ancora tutto da discutere e da vedere - del sistema proporzionale". Siamo quindi divisi solo da un meccanismo elettorale, ma si coglie anche in quest'aula, in particolare dai Gruppi che ho menzionato e poi anche il Capogruppo della Lega quindici giorni fa si è espresso nello stesso senso, che nella situazione attuale non c'è che da andare ad elezioni anticipate.
Ecco il perché della nostra iniziativa sulla quale chiederemmo al Presidente Brizio un atto di coraggio: se appoggiasse la nostra iniziativa che sollecita il Presidente della Repubblica, unico soggetto in base all'ordinamento che ha il potere di sciogliere un Consiglio regionale, se facesse questo, che dalla dichiarazione resa ieri al TG3, da qualche parola, ha anche ipotizzato, sarebbe un vero atto di coraggio, utile al Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, abbiate pazienza ma io continuo a considerare quest'aula un luogo pubblico dedicato alla risoluzione della crisi. Quindi mi stupisce che parlino soltanto i colleghi del MSI, che la crisi non la vogliono risolvere, ma dicono solo: "Andiamo alle elezioni subito". Voi conoscete la posizione del Gruppo di Rifondazione Comunista, noi lo abbiamo detto per primi: "A casa tutti subito, anche con questo sistema". E' una strada che siamo sempre pronti a percorrere, ma vista la contrarietà reiterata in quest'aula ci siamo anche dati da fare per cercare di avanzare delle proposte per contribuire alla risoluzione di questa crisi. Prima di tutto però le proposte le facciamo in quest'aula! Ritengo che solo partendo da una legittimazione pubblica delle proposte di ciascuno, ci possano essere successivamente dei tavoli di approfondimento.
Sono però veramente stupito soprattutto che da parte del Gruppo di maggioranza relativa non si dia una mano in questo senso, perché il silenzio su documenti che sono stati presentati da più forze in quest'aula lo considero un fatto molto negativo, perché corrisponde ad una volontà di risolvere la crisi senza tener nel minimo conto la dignità e il ruolo del Consiglio regionale. Da un lato la mia è una sollecitazione a tutti i colleghi per pronunciare parole capaci di far capire come proseguire il lavoro. Invece il silenzio assoluto di quest'aula, demandando ad incontri fuori di quest'aula non si sa bene cosa, non lo ritengo un fatto di carattere positivo. Non è una cosa condivisibile.
L'altra osservazione che volevo fare è la seguente: non è per il mio Gruppo motivo di soddisfazione essere ancora a questo punto, non avere ancora un fatto concreto che dimostri a quali condizioni sia possibile risolvere la crisi. I tempi corrono e sono già a mio avviso troppo lunghi non possiamo aspettare oltre. Il MSI ha avuto questa iniziativa che per adesso non penso che possa avere alcuna ragione pratica, però di certo i cittadini stanno aspettando e a mio avviso non possiamo tenerli a bagnomaria ancora troppo tempo, altrimenti anche noi chiederemo di andarcene a casa di nuovo subito.
I tempi sono lunghi, in quest'aula non si dice nulla; ci sono sul tavolo di tutte le forze politiche alcuni documenti tra i quali quello dei tre Gruppi di sinistra per una Giunta istituzionale con certi programmi già delineati, una struttura di Giunta, dei criteri politici di accesso ad un tavolo di trattativa. Gradirei andare ai tavoli di trattativa avendo udito pubblicamente in quest'aula le opinioni delle altre forze politiche che non penso debbano nascondere alcunché. Anzi, visto che qui abbiamo l'occasione di avere un uditorio, i giornali e tutti i mezzi di informazione, penso sia giusto che i cittadini siano informati attraverso la forma ufficiale del Consiglio regionale di cosa si sta discutendo e quali sono le proposte dei vari Gruppi. Quindi sollecito a chiarire nel limite del possibile le posizioni di ciascuno in modo che il tavolo di trattativa possa essere arricchito da quanto in forma ufficiale è stato detto in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, prendo la parola intanto per annunciare, come ho già fatto in altra sede, ai colleghi del Consiglio regionale che il Gruppo socialista si è riunito la scorsa settimana e ha compiuto un esame approfondito sia della situazione politica nazionale che di quella regionale nella quale è aperta la crisi del governo regionale, e lo ha compiuto anche alla luce della situazione di profonda crisi nella quale si trova il Partito Socialista Italiano. Al termine di questo esame ha tratto la convinzione che dalla crisi generale nella quale si trova la Regione Piemonte - e anche il Partito Socialista si possa uscire attraverso uno sforzo profondo di rinnovamento che sappia cogliere le istanze che salgono dalla gente, dalla società e dai nuovi orientamenti.
In questo quadro il PSI ha assunto la nuova denominazione di Gruppo Regionale Laburista. Il problema di assumere una nuova denominazione corrisponde all'esigenza di una delle più importanti forze del movimento operaio socialista e riformista dell'Europa, che appartiene ad una delle più antiche democrazie dell'Europa, che ha dato un grosso contributo e rappresenta un punto di riferimento importante. Pertanto, ha ritenuto opportuno darsi questa definizione perché, in termini italiani, significa Partito del Lavoro e quindi un'accezione, nel suo termine più ampio, di unità per la realizzazione di qualcosa che corrisponda veramente ad un'alternativa che si qualifichi sulle posizioni e sul versante progressista e alla quale stiamo cercando di lavorare tutti quanti passando attraverso processi difficili e faticosi come quelli attuali.
In questa visione bisogna avere un rapporto con l'Europa, una visione unitaria di fondo, ma anche una visione autonoma del ruolo del Gruppo e delle idee del grande filone che si ispira al socialismo riformista; una riaffermazione degli ideali di socialismo riformista ragguardati in una dimensione più ampia di tipo europeo e collegati ad una visione alla quale aderisce il nostro impegno legato all'Internazionale Socialista e che si definisce Gruppo Regionale Laburista.
Partendo da questa considerazione, abbiamo realizzato una serie di incontri - non ancora terminati - per verificare quali sono le possibilità di risolvere la crisi e realizzare il più presto possibile un governo regionale.
Per delineare un percorso d'azione abbiamo partecipato a riunioni riconducibili all'ex maggioranza, nelle quali abbiamo espresso le nostre posizioni di piena autonomia e nelle quali sono emerse anche idee che hanno prodotto qualche contrasto tra i Gruppi; idee che dovevano, in qualche misura, farsi carico o attribuire a noi l'impegno di esprimere la difficoltà e l'imbarazzo nell'individuare questo percorso. Nella riunione dei Capigruppo della scorsa settimana è stata affidata alla Presidenza del Consiglio la proposta di farsi promotrice oggi di una riunione delle forze disponibili a realizzare un nuovo governo regionale.
Noi partiamo dal documento approvato che invita le forze che si richiamano ai grandi filoni ideali (cattolico, di sinistra, laico laburista socialista) a dar prova di questa buona volontà politica misurandosi su un programma e facendo in modo che sia possibile realizzare su alcuni punti qualificanti - non molti - un concorso di forze che dia il segno che anche nella Regione Piemonte è possibile realizzare un governo di tipo progressista capace di affrontare le emergenze e nello stesso tempo condurre il Piemonte verso i grandi cambiamenti e i nuovi obiettivi che si pongono. Se questa volontà politica c'è e se oggi la mettiamo a confronto con le rispettive posizioni - e mi pare che il nuovo quadro politico emergente dal Paese spinga in questa direzione ritengo che il Governo possa essere realizzato in tempi molto brevi.
Certo, bisogna fare ogni sforzo, perché non si discuta avendo delle furberie dietro l'angolo; bisogna fare una discussione franca, aperta, che non miri ad aspetti di carattere strumentale, come lo scioglimento anticipato delle Camere o del Consiglio regionale oppure il tentativo di strumentalizzare quegli sforzi, che potrebbero essere compiuti con obiettivi precisi, di risolvere i grossi problemi che riguardano la nostra gente. Credo che le condizioni per lavorare in questa direzione ci siano o per lo meno da parte del Gruppo Laburista questa disponibilità c'è costruiamo, senza predeterminarle, le premesse per realizzare un governo che abbia il concorso di tutte le grandi forze e che, per autorevolezza ed impegno programmatico, possa essere all'altezza di quelle che sono le esigenze del Piemonte.
Questo vorrei dire al collega Chiezzi, fuori dalle goliardie di Rifondazione Comunista, perché mi sembra che il suo intervento abbia avuto più un taglio goliardico che non di impegno costruttivo serio rispetto ai problemi che riguardano la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente e colleghi, quando si parla di goliardia penso che il collega Rossa possa giustamente dare dei punti a tutti, compresa Rifondazione Comunista e il sottoscritto, quindi accettiamo anche il suo commento.
Ritengo però che come stia proseguendo il dibattito sia la più preclara dichiarazione di impotenza di questo Consiglio regionale. Caro collega Rossa, la settimana scorsa sui giornali - non smentiti - abbiamo letto che l'Assessore Fiumara sarebbe stato raggiunto da un atto giudiziario per una tangente di 20 milioni. Non so se questo inciampo sia il primo del nuovo Partito Laburista o l'ultimo del vecchio Partito socialista. So che queste sono le realtà che fuori da quest'aula, non smentite (e mi è dispiaciuto) hanno riempito e stanno riempiendo tutti i giorni le cronache.
Molto brevemente: noi riteniamo che non si possa più continuare così.
Abbiamo presentato un esposto, ai sensi della Costituzione, al Presidente della Repubblica. Il signor Presidente della Repubblica ha il dovere di rispondere, non alle nostre persone, ma ai 160.000 cittadini piemontesi che le hanno votate e le hanno portate qui: 80.000 per il sottoscritto e 80.000 per il collega Majorino, come per ciascuno di voi. Noi pretendiamo dal Presidente della Repubblica una risposta. E' già quasi una settimana che il Presidente ha in mano questo ricorso, perché l'abbiamo mandato ovviamente prima al Presidente che diffonderlo al pubblico e alla stampa.
Se il Presidente della Repubblica ci risponderà che non ritiene che sussistano i requisiti per lo scioglimento ce ne spiegherà i motivi; se il Presidente della Repubblica non ci risponderà, noi - tra quindici giorni inizieremo in quest'aula un modo diverso di fare politica, direttamente a contatto con la gente perché non è possibile che a questo punto da nove mesi questo Consiglio regionale non funzioni: prima con crisi in pectore e poi ufficialmente.
Signori, questa amministrazione regionale costa ai cittadini piemontesi 20 miliardi al mese. Venti miliardi al mese di solo suo funzionamento! Il diritto ce l'hanno tutti i cittadini, ma noi abbiamo il dovere di dare, con tutte le forme di responsabilità, delle risposte; e non è possibile, al di là di ogni posizione politica pur legittima che ci sia, continuare in questa maniera! Abbiamo il dovere di rispondere, perché non è più corretto continuare così. Quindi poche parole perché già tutto quello che si doveva dire è stato detto, almeno dal nostro punto di vista.
Noi pretendiamo una risposta formale dal Presidente della Repubblica entro quindici giorni: di sapere, cioè, se sussistano o meno gli estremi per sciogliere - come noi abbiamo documentato questo Consiglio regionale per come si stanno comportando molti suoi esponenti, per tutte le storie le vicissitudini più o meno "tangentizie" che ci sono state in questi mesi.
Se questa risposta non arriverà prenderemo atto che il Presidente della Repubblica non risponde ai cittadini. Eppure noi siamo stati eletti nella sua Regione di provenienza! Abbiamo il diritto di sapere! Speriamo di essere ascoltati da lui, speriamo e confidiamo nella saggezza del Presidente della Repubblica che deve stare al di sopra di certe meschinità che attraversano queste cose. Quindi, non dirò la facile battuta che "se vuole essere maggiormente informato sulle situazioni sanitarie di questa Regione, basta che lo chieda a suo nipote", che peraltro obiettivamente è abbastanza inguaiato anche lui in queste indagini, non certo piacevoli. Noi speriamo che il Presidente della Repubblica abbia il coraggio di rispondere e per questo ci affidiamo a tutti i colleghi Consiglieri regionali perch sottoscrivano anche loro questo od altri analoghi ricorsi al Presidente, ai sensi della Costituzione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola dichiaro chiusa la discussione.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 11,30)



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