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Dettaglio seduta n.254 del 12/10/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo i nostri lavori con l'esame del punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".
Viene data risposta scritta alle seguenti interrogazioni ed interpellanze:


Argomento: Protezione civile

interpellanza n. 636 dei Consiglieri Buzio, Bresso, Bosio e Rivalta inerente la richiesta di elaborazione di un piano di sviluppo a favore dell'Alta Valle Ossola e Valle Antigorio e Formazza (risposta scritta dell'Assessore Garino)

Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

interrogazione n. 1228 del Consigliere Vaglio inerente la situazione fognaria in località Ferriera di Buttigliera Alta (risposta scritta dell'Assessore Garino)

Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

interpellanza n. 1254 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la programmazione degli interventi per lo sviluppo dell'offerta turistica e criteri seguiti nella ripartizione dei contributi (risposta scritta dell'Assessore Cantore)


PRESIDENTE

a 44022



PRESIDENTE

interrogazione n. 1299 del Consigliere Marino inerente ai lavori movimento terra nel Comune di Gassino Torinese (risposta scritta dell'Assessore Garino)


Argomento: Valutazione impatto ambientale

interrogazione n. 1324 dei Consiglieri Bresso e Rivalta inerente la segnalazione di lavori di movimento terra abusivi in Comune di Gassino Torinese (risposta scritta dell'Assessore Garino)

Argomento: Formazione professionale

interpellanza n. 1629 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la disparità di durata tra corsi di formazione professionale svolti nel 1991/1992 (risposta scritta dell'Assessore Cerchio)

Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

interpellanza n. 1764 dei Consiglieri Maggiorotti, Chiezzi e Bosio inerente la mobilità di personale dal Centro ENAIP di Novara e quello di Borgomanero con mansioni di "sostegno" ad allievi portatori di handicap (risposta scritta dell'Assessore Cerchio)

Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

interrogazione n. 1929 dei Consiglieri Riba, Bodrero, Rivalta, Marengo Giuliano, Marino, Vaglio, Chiezzi, Tapparo e Miglio inerente la richiesta di chiarimenti e provvedimenti in merito all'assunzione del Piano regolatore del Comune di Peveragno (risposta scritta dell'Assessore Cavallera).

Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interpellanza n. 1316 dei Consiglieri Rabellino, Vaglio e Bodrero inerente l'isolamento dei Comuni di Noasca e Ceresole Reale


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 1316 presentata dai Consiglieri Rabellino, Vaglio e Bodrero.
Risponde l'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Come sanno i colleghi, si tratta di un'interpellanza che ho "ereditato".
I problemi creati dalla frana di Noasca, che ha interrotto la strada statale n. 460 della Valle Orco, sono stati affrontati immediatamente dopo l'evento. La strada è stata riaperta nel luglio 1992. I rischi connessi al crollo di ulteriori porzioni di carreggiata in prossimità di alcune case di Noasca sono invece stati risolti con finanziamenti regionali tramite la legge n. 38/78 - 260 milioni - e la L.R. n. 54. Ma - ahimè! - Noasca è stata di nuovo colpita recentemente!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Più volte ho espresso le mie perplessità sulle interrogazioni ed interpellanze cui viene data risposta a distanza superiore all'anno: è quasi ridicolo segnalarne l'urgenza. Dovremmo prevedere un percorso abbreviato per tematiche di urgenza; quando parliamo di Comuni isolati è chiaro che il tema dovrebbe essere affrontato immediatamente.
Nel merito della questione, con l'interpellanza chiedevamo l'attivazione della Regione nei confronti dello Stato visto che si trattava di strada statale, che tra l'altro ha sempre causato grossi problemi.
Inoltre, faccio presente le non poche riserve sulla celerità dell'intervento della Regione; non solo: non sono nemmeno stati attivati dei meccanismi di aiuto reale e concreto nei confronti dei due Comuni.
Inviterei l'Assessore a fare un salto a Noasca e Ceresole per rendersi conto, innanzitutto, della pericolosità e delle condizioni in cui versa la strada a tutt'oggi, soprattutto in seguito agli ultimi avvenimenti che hanno nuovamente isolato i due Comuni. Inoltre, nel periodo di disagio e di isolamento dei due Comuni, sarebbe stato opportuno instaurare rapporti e contatti con i Sindaci e le popolazioni locali.
Concludendo, oltre all'indispensabile intervento regionale, la Regione deve attivarsi affinché lo Stato intervenga in modo decisivo sulla strada statale, altrimenti ciclicamente ridiscuteremo di queste cose.
Ribadisco che le risposte alle interpellanze e alle interrogazioni non hanno alcun senso logico se pervengono ad un anno e mezzo di distanza dalla presentazione - tale è, infatti, il periodo di attesa delle risposte.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 1328 dei Consiglieri Riba, Bresso e Rivalta inerente la bonifica del sito RAMEL di Salmour


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1328, presentata dai Consiglieri Riba, Bresso e Rivalta, cui risponde l'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Il decreto del Ministro dell'Ambiente in data 31/12/1990, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26/6/1991, ammetteva al finanziamento di 3 miliardi 762.280 lire l'intervento di bonifica della discarica abusiva sita nel Comune di Salmour.
Lo stesso decreto ministeriale, art. 1, comma secondo, fissa il termine per l'inizio delle attività, previste entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale; si è quindi dovuto procedere alla scelta del soggetto attuatorio senza ritardi e con procedure tali da consentire l'immediato inizio dei lavori. Si è pertanto ritenuto che la procedura di affidamento dei lavori dovesse avvenire in concessione ai sensi della legge n. 1137 del 1929.
Quindi, con DGR n. 316-8482 del 2/8/1991 si affidavano i lavori di bonifica in concessione alla società Castalia S.p.A., poiché attualmente in Italia è tra le società più qualificate per attuare il progetto di bonifica. La Castalia è da ritenersi la più esperta: tale società, infatti è già stata individuata dal Ministero per la Protezione Civile come affidataria per l'esecuzione di interventi di emergenza. In siffatta veste di concessionario del Ministero per la Protezione Civile, la Castalia ha già operato in Piemonte per le bonifiche di discariche e stabilimenti anche gli interventi per la bonifica di altre sette aree piemontesi, per cui sono stati recentemente stanziati 65 miliardi, sono stati assegnati dal Ministero in concessione alla Castalia e ciò naturalmente senza l'intervento della Regione.
Con la successiva DGR n. 180-13073 del 24/2/1992 la Giunta, a garanzia di una corretta realizzazione delle opere previste in progetto, provvedeva a nominare la Direzione lavori. Visti i curricula presentati dall'ing.
Renato Barra, iscritto all'Ordine degli ingegneri di Torino e provincia, e dall'ing. Maurizio Zamprogna, iscritto all'Ordine degli ingegneri di Cuneo e provincia, la Giunta riteneva di poter nominare i suddetti professionisti quali Direttori dei lavori di bonifica della discarica abusiva sita nel Comune di Salmour, con l'incarico di dover anche esprimere un giudizio tecnico e di fattibilità sulla progettazione. L'ing. Maurizio Zamprogna è stato scelto non in quanto Sindaco di Borgo San Dalmazzo, ma quale stimato professionista operante nella provincia sede dell'intervento in oggetto. La Direzione lavori ha fin qui collaborato strettamente e proficuamente con l'Amministrazione regionale in tutto l'iter seguito.
In data 13/11/1991 la Castalia firmò con la Regione Piemonte una convenzione che la impegnava a redigere e presentare un progetto esecutivo per l'esecuzione degli interventi, da effettuarsi nel termine del 25/6/1992, secondo i contenuti e le finalità del progetto di massima e nei limiti dell'importo finanziario disposto dal Ministero dell'Ambiente.
Soltanto in data 17/3/1992 la Castalia ha presentato un progetto esecutivo, che prevede due soluzioni, i cui costi ammontano rispettivamente a L. 8 miliardi 364 milioni 217 mila e a L. 5 miliardi 846 milioni 282.400.
Il ritardo nella presentazione e l'aumento dei costi previsti sono da imputarsi, secondo la società concessionaria, da un lato all'impossibilità di accedere all'area a tutto il 16/12/1991 - e questo risulta essere vero e dall'altro alla modifica della quantità e qualità dei materiali trovati nel sito rispetto alle previsioni del progetto di massima.
L'Assessorato all'ambiente di cui avevo la responsabilità non ha affatto sposato le proposte della Castalia, ribadendo che: la convenzione firmata da entrambe le parti parlava di lavori "a corpo" da realizzarsi in tempo determinato e senza revisione prezzi, nei limiti dell'importo finanziato dal Ministero la convenzione prevede inoltre che la Castalia fornisca i costi unitari, per verificare la possibilità di eventuali economie comunque non esiste la possibilità di finanziare un intervento dal costo maggiore.
La Regione stessa si è fatta carico del problema, individuando una possibile soluzione. Mentre il progetto Castalia prevedeva di inertizzare e mettere a dimora 3.000 metri cubi di melme acide, la proposta regionale è di portare tali melme nel volume confinato e realizzato dalla stessa ditta Castalia nell'ambito della bonifica di Castellazzo, in provincia di Alessandria, di circa 28.000 metri cubi.
Quando ho personalmente preso contatto con il Comune di Castellazzo ed i suoi amministratori per informarli dell'iniziativa regionale, ho trovato molta comprensione anche se, chiaramente, senza entusiasmo. La Castalia è stata quindi invitata a riformulare il proprio progetto sulla base delle indicazioni regionali; di conseguenza la società ha abbandonato i due progetti precedenti che ammontavano a 5 e a 8 miliardi circa e ha presentato un nuovo progetto di bonifica che tiene conto, per quanto riguarda lo smaltimento finale, della soluzione studiata dall'Assessorato all'ambiente per il contenimento dei costi all'interno del finanziamento di 3 miliardi 762 milioni 280.000 lire concesso dal Ministero dell'Ambiente.
L'istruttoria del progetto ha visto impegnati la Direzione lavori per l'analisi dei prezzi - quindi l'ing. Barra e l'ing. Zamprogna il Comitato regionale per le opere pubbliche - CROP per l'esame delle soluzioni tecniche proposte e il Comitato Tecnico Operativo per la messa in sicurezza dei siti di Castellazzo Bormida, per la valutazione dello smaltimento finale dei rifiuti provenienti dalla bonifica. Quest'ultimo Comitato riunitosi presso l'Assessorato all'ambiente in data 30/9/1992, ha espresso parere favorevole al conferimento dei rifiuti inertizzati presso il "volume confinato" allestito a Castellazzo Bormida.
Il contenimento della spesa nei limiti del finanziamento ministeriale era già un positivo risultato, ma l'Assessorato all'ambiente non si è fermato qui. In data 29/10/1992 la Castalia è stata invitata a voler meglio e analiticamente dettagliare i singoli costi "a corpo" per categoria di fornitura di servizi e opere da realizzare. Il preventivo così fornito è stato quindi esaminato dal Comitato regionale delle opere pubbliche che alla luce di alcune controdeduzioni formulate dalla Direzione lavori, ha espresso un parere favorevole subordinato ad una serie di prescrizioni e approvando un quadro di spesa di 2 miliardi 843 milioni con un risparmio rispetto al finanziamento previsto, di circa 900 milioni. Infine, il 5 febbraio la Castalia comunicava di accettare le condizioni derivate dal parere vincolante del Comitato regionale opere pubbliche. Il 10/2/1993 la Giunta ha infine approvato il nuovo quadro economico relativo alla bonifica della discarica abusiva.
Sono particolarmente soddisfatto del risultato ottenuto, che dimostra come con un lavoro serio e con la paziente ricerca di alternative si possano risparmiare 900 milioni di denaro pubblico - e molti di più se ci riferiamo al primo preventivo della Castalia di oltre 8 miliardi.
Un ringraziamento particolare va al Sindaco di Castellazzo Bormida: è raro che un Sindaco dia la propria disponibilità ad accogliere, in una discarica sita nel proprio territorio comunale, rifiuti provenienti da altra provincia.
E' stata in ultimo inviata una nota di sollecito al Ministero dell'Ambiente per l'erogazione a favore della Regione della prima quota di finanziamento. Di tutto questo complesso iter è sempre stato informato il Consiglio comunale di Salmour - anche personalmente sono stato in quella cittadina - al quale era stata anche consegnata una copia dei progetti iniziali preparati dalla Castalia nel segno della più totale trasparenza.



PRESIDENTE

Nel ringraziare l'Assessore Garino per la risposta dò la parola al Consigliere Riba.
RIBA La risposta è lunga ed esauriente, ma certamente non soddisfacente in senso politico, poiché il problema, uno dei più significativi fra quelli dovuti all'inquinamento provocato dall'irresponsabilità della ditta RAMEL sul territorio del Comune di Salmour, è stato poi oggetto di un'operazione come illustrato dallo stesso Assessore Garino che si è trascinata tra numerosissimi tentativi empirici di soluzione - alla fine dei quali comunque, abbiamo in effetti risparmiato alcuni miliardi rispetto al progetto di partenza. Pertanto, nell'ipotesi di partenza che prevedeva il definito accordo con la ditta RAMEL. si era agito con superficialità; si consegue che o la ditta RAMEL operava al di fuori delle proprie esigenze unicamente per riportare un utile in occasione di questo lavoro oppure noi non avevamo programmato bene il tipo di lavoro del quale avevamo l'esigenza. Il passaggio contenuto nell'interrogazione relativo all'ing.
Zamprogna si riferiva esclusivamente (non metto assolutamente in discussione il valore del professionista, che stimo) al tipo di comportamento tenuto dalla Regione; si chiedeva, cioè, se aveva utilizzato tecnici del settore ambientale o tecnici dai titoli diversi.
La sensazione che ne è derivata, in definitiva, è che l'intervento della Provincia e del Comune, nonché le nostre stesse iniziative che hanno messo in discussione il genere di procedura avviato all'inizio, ha portato ad un risparmio, rispetto al dato iniziale, ben superiore ai 900 milioni di cui parlava l'Assessore.
Prendo atto della risposta: si tratta di una lunga vicenda, che non voglio riaprire, ma che mette in evidenza la necessità, su operazioni del genere, di lavorare su progetti, progetti-concorsi, appalti-concorsi o appalti tout-court, tramite un'operazione impostata in modo tale da poter considerare tempestivamente, e non in corso d'opera, tutte le evenienze oggetto dell'intervento.
L'Assessore consentirà che dalla sua stessa relazione deriva il fatto che abbiamo proceduto contrattando e discutendo di volta in volta, gestendo empiricamente un'opera particolarmente complessa e rischiosa sotto tutti i punti di vista, compresi quelli della pratica dei prezzi e dalla impostazione della spesa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Desidero dare un'informazione ulteriore al collega Riba: la vergogna vera è che questo progetto che ci fa risparmiare.
RIBA Mi piace il termine "vergogna vera" GARINO, Assessore regionale Certo, è una vergogna: dopo tutto l'impegno speso dai funzionari ed anche - spero che il collega mi comprenda dall'Assessore, in un'operazione che ha fatto risparmiare denaro pubblico, il Ministero all'Ambiente non ha ancora firmato e dato proprio parere positivo al nuovo progetto, inviatogli dal collega Lombardi, che ha permesso un risparmio di ben 5 miliardi.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1940 dei Consiglieri Rivalta e Riba inerente l'allestimento di un bar - ristorante - discoteca in fabbricato denominato "Cascina Piana" nel Comune di Neive


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1940 presentata dai Consiglieri Rivalta e Riba, cui risponde l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Con l'interpellanza n. 1940 del 16/6/1993 i Consiglieri Rivalta e Riba richiedono notizie su quanto accertato e sui provvedimenti assunti da parte dall'Assessorato regionale all'urbanistica a seguito di segnalazioni inviate al Servizio vigilanza urbanistica in merito ad un intervento di trasformazione d'uso di un fabbricato e di un terreno agricoli in un ristorante - bar - discoteca nel Comune di Neive.
In proposito si precisa quanto segue: il Servizio di vigilanza urbanistica dell'Assessorato regionale all'urbanistica ha ricevuto esposti presentati dai signori Sartori Piero e Gastaldi Bernardino, nei quali si lamentava l'illegittimità di un intervento edilizio in corso in località Cascina Piana del Comune di Neive.
In data 19/4/1993, con nota n. 3089/287 VU, l'Assessorato richiedeva al Comune di Neive notizie e controdeduzioni in merito alla vicenda.
In data 4/5/1993 il Comune di Neive faceva pervenire le notizie richieste. Si accertava quindi quanto segue: l'intervento oggetto di contestazione nell'esposto riguarda consistenti lavori, in zona agricola, di ristrutturazione di un edificio agricolo abbandonato, con modificazione della destinazione d'uso in attività "terziaria commerciale", e la modificazione della destinazione d'uso di aree esterne all'edificio, assentite dal Comune con una concessione edilizia e due autorizzazioni, che prevedono: la trasformazione di un "ex-fabbricato rurale da trasformarsi in edificio con annessa attività commerciale", con locali destinati a piano terra a "bar, cucina, ingresso, magazzino, disimpegni, guardaroba, servizi igienici, cassa, biglietteria e ripostigli" e al primo piano a "ufficio servizi privati, spogliatoio, locale artisti, ripostiglio e porticato aperto ad uso deposito". Per questa autorizzazione è stata rilasciata la concessione edilizia n. 33/93 del 29/4/1993 la "sistemazione dell'area esterna a servizio di edificio da adibirsi ad attività commerciale" per una "struttura bar (tipo gazebo), struttura pista da ballo", per la quale è stata rilasciata autorizzazione il 21/4/1993 la "costruzione di area attrezzata a parcheggio", per la quale è stata rilasciata autorizzazione il 29/4/1993.
Il Comune di Neive risulta dotato di un Piano regolatore generale (intercomunale) approvato dalla Regione con deliberazione della Giunta regionale n. 20-25754 del 31/5/1983. Tale piano, all'art. 24, lettera e) delle norme di attuazione, consente: "sugli edifici rurali abbandonati o non più necessari alle esigenze delle aziende stesse, individuati sulla cartografia di Piano regolatore (omissis) interventi (omissis) volti al recupero e al riuso (omissis) anche con destinazione residenziale agrituristica", con divieto comunque di ogni "insediamento incompatibile con l'attività agricola e con i caratteri ambientali della zona".
Nel 1987 il Comune ha adottato una variante a tale Piano, approvata dalla Regione con deliberazione n. 193-14135 del 13/4/1992, che consente "sugli edifici rurali abbandonati o non più necessari alle esigenze delle aziende stesse, individuati sulla cartografia di Piano regolatore (omissis) interventi (omissis) volti al recupero e al riuso (omissis) anche con destinazione residenziale extra-agricola", con divieto comunque di ogni "insediamento incompatibile con l'attività agricola e con i caratteri ambientali della zona".
La stessa disposizione consente al Comune, con deliberazione di Consiglio, senza bisogno di ricorrere a variante di Piano regolatore "l'ulteriore individuazione di fabbricati abbandonati dall'attività agricola".
Il Consiglio comunale di Neive, con deliberazione n. 54 del 9/6/1989 pendente l'approvazione della variante al Piano regolatore, stabiliva, ai sensi dell'art. 24 della variante (all'epoca solo in salvaguardia), di confermare l'individuazione dell'edificio rurale in oggetto come "abbandonato con possibilità di recupero" e di "consentire il recupero (omissis) per attività turistiche e commerciali dell'immobile". Ad avviso del Servizio di vigilanza urbanistica dell'Assessorato regionale all'urbanistica, il Comune ha introdotto illegittimamente tra le destinazioni d'uso ammesse per l'edificio, quella turistica e commerciale.
La modifica di destinazione ammessa dalle norme di Piano, in vigore al momento dell'assunzione della predetta deliberazione, risultava essere solo quella agrituristica, con al più quella residenziale extra-agricola della variante in salvaguardia.
La previsione della destinazione turistica e commerciale si pone pertanto come variante alle disposizioni del Piano e, con la procedura prevista per le varianti, avrebbe dovuto essere assunta dal Comune e sottoposta all'approvazione regionale. Infine, l'argomentazione addotta dal Comune, di considerare l'attività turistica e commerciale come compatibile con la residenza - in quanto ammesse nelle aree residenziali - non è secondo gli uffici urbanistici regionali, accoglibile in quanto la disposizione prevista dall'art. 24 delle norme di attuazione del Piano limita la possibilità di modifica di destinazione d'uso ad una specifica tassativa previsione: quella residenziale extra-agricola che non pu includere quelle turistiche-commerciali. Secondo il Servizio di vigilanza urbanistica, la concessione edilizia n. 33 del 29/4/1993 è stata rilasciata in contrasto con le disposizioni del Piano regolatore vigente, autorizzando destinazioni d'uso non consentite in zona agricola. Parimenti, in contrasto con la destinazione d'uso agricola conferita dal Piano, risultano le autorizzazioni rilasciate il 21/4/1993 e il 29/4/1993, per le quali valgono le stesse considerazioni svolte per la concessione; rilevando, per di più che la possibilità di modifica di destinazione d'uso è conferita dal Piano e dalla stessa contestata deliberazione n. 54 del 9/6/1989 solo all'edificio e non anche alle aree circostanti.
Con lettera n. 4244, l'Assessorato all'urbanistica ha pertanto invitato, in data 22/6/1993, l'Amministrazione comunale di Neive ad adottare tempestivamente in sede di autotutela, previa sospensione dei lavori, i necessari provvedimenti di annullamento della concessione e delle autorizzazioni rilasciate. Con la stessa lettera l'Assessorato ha altresì provveduto ad informare l'autorità giudiziaria di quanto ha accertato e valutato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Questa interpellanza riguardava una questione molto importante e cioè quella di un'Amministrazione comunale che decide di interpretare una situazione urbanistica in termini palesemente diversi da quelli prescritti dalle norme chiare del Piano regolatore, consentendo, di fatto, l'avvio di un'attività di discoteca con annesse attività ricreative di per sè legittime, ma senza alcun dubbio illegali se esercitate in quel posto e in quella situazione. Prendo atto e mi fa piacere, che il Servizio regionale dell'Assessorato abbia pienamente concordato con le osservazioni espresse dal collega Rivalta, il quale, grazie alla sua competenza specifica, ha lavorato per estendere queste osservazioni che erano qualcosa di più di un'interpellanza, suggerivano infatti il comportamento da tenere per ricondurre la situazione ad una conformità con le norme di legge e credo che, assieme, abbiamo - in qualche maniera - reso giustizia di un sopruso inflitto alla popolazione circostante ai fini di un interesse privato illegalmente favorito, in questo caso, dal comportamento dell'Amministrazione comunale.
C'è quindi da attendersi che l'autorità giudiziaria provveda sulla base di un reato in materia urbanistica che, a parere del Servizio di vigilanza regionale, si è configurato ed emergerà a carico dell'Amministrazione comunale. Vorrei inoltre fare una sollecitazione all'Assessore al Servizio urbanistico: mi sembra che il Comune di Neive non abbia risposto alle sollecitazioni del Comune e del Servizio di vigilanza urbanistica chiederei quindi, a conclusione di questa discussione ed apprezzando la completezza della risposta, che l'Assessore ci dia una risposta oppure ci tenga informati circa il seguito della procedura che, per il momento, vede sospese le attività della discoteca (anche se non si capisce ancora se la sospensione è dovuta all'inizio di una stagione che non consente più l'esercizio di quella iniziativa di intrattenimento o se perché si è dato almeno parzialmente esecuzione alla direttiva regionale); sta di fatto che non ci risultano ancora avviate le iniziative di autotutela, da parte dell'Amministrazione comunale, con la revoca delle autorizzazioni concesse per cui, rimarrebbe in essere, di fatto, una situazione illegale che, con la riapertura, potrebbe prestarsi ad una nuova procedura illeggittima nel momento in cui i proprietari ritenessero opportuno avviare nuovamente l'attività della sala da ballo. Chiedo copia della risposta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Incontro con delegazione amministrativa dei cittadini di S. Giusto Canavese relativamente alla questione della discarica


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.
RIVALTA Mi permetto di interrompere i lavori del Consiglio per chiedere alla Giunta se intende o meno essere presente all'incontro con i cittadini di S.
Giusto Canavese - in strada a manifestare - presenti con una loro rappresentanza amministrativa in Sala Morando, relativamente a problemi inerenti la discarica. Siamo in attesa di cominciare questo colloquio per rispetto al ruolo della Giunta e dell'Assessore Lombardi. Volevo sapere dal Presidente Brizio se la Giunta intende essere presente; diversamente cominciamo la riunione, anche perché la gente è sotto la pioggia in attesa di un incontro con la loro delegazione.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Ho detto all'Assessore Lombardi di recarvisi: credo sia già andato.
RIVALTA



PRESIDENTE

Io sono sceso adesso e non l'ho visto.



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Mi sembra strano.



PRESIDENTE

RIVALTA



PRESIDENTE

Colgo la disponibilità che lei esprime da parte della Giunta: aspettiamo ancora.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 2019 del Consigliere Riba ed interrogazione n. 1999 del Consigliere Marino inerenti lo sviluppo urbanistico in località "America dei Boschi" nel Comune di Pocapaglia (CN)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interpellanza n. 2019 presentata dal Consigliere Riba e dell'interrogazione n. 1999 presentata dal Consigliere Marino.
Risponde l'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Con l'interrogazione n. 1999, presentata dal Consigliere Marino, e l'interpellanza n. 2019, presentata dal Consigliere Riba, viene posto l'accento su una denuncia di Italia Nostra, circa un intervento di edificazione in zona Salimau dell'"America dei Boschi" nel Comune di Pocapaglia, in provincia di Cuneo.
In proposito si riferisce quanto segue. Il Servizio di vigilanza urbanistica di questo Assessorato regionale ha ricevuto dall'Associazione Italia Nostra, il giorno 13/7/1993, una segnalazione che lasciava intendere un'attività edilizia in località "America dei Boschi" nel Comune di Pocapaglia. Poiché al predetto Servizio era nota l'esistenza, nella stessa località, di un tentativo di lottizzazione abusiva intrapresa da un operatore nel 1977, efficacemente e tempestivamente contrastato, all'epoca con un intervento della Giunta regionale che aveva annullato le licenze edilizie rilasciate illegittimamente dal Comune (annullamento confermato definitivamente in ultimo, dopo incerti pronunciamenti dal Tribunale Amministrativo Regionale e dal Consiglio di Stato), nel timore di una ingiustificata ripresa dei lavori, veniva disposto un immediato accertamento per valutare la situazione.
Il sopralluogo effettuato da funzionari del Servizio ha consentito di documentare la seguente situazione: nessun lavoro è stato intrapreso o è in corso nella predetta lottizzazione abusiva: rimangono le opere allo stato in cui furono realizzate prima dell'intervento regionale di annullamento, intervenuto con DGR 113-7402 del 9/6/1981 nessuna di tali strutture è utilizzabile, essendo intervenuto l'annullamento dopo la realizzazione di poche strutture per ogni edificio (e in due o tre casi addirittura prima dell'inizio dei lavori) il Comune di Pocapaglia ha, solo di recente (in data 16/11/1990) adottato il Piano regolatore prescritto dalla legge regionale urbanistica ed ha proposto, con il predetto strumento, l'ammissibilità di realizzare il complesso, ancorché in contrasto con la destinazione d'area.
Il Piano regolatore è stato rinviato dalla Giunta regionale al Comune nel giugno 1992, senza approvazione e con richiesta di rielaborazione: in particolare è richiesta espressamente la soppressione della norma che consentirebbe l'intervento (ultimo comma, art. 23.1 delle Norme Tecniche di Attuazione).
Desta comunque preoccupazione il fatto, accertato durante il sopralluogo, che risultino agli atti presso l'Amministrazione comunale n.
32 richieste di concessioni edilizie in sanatoria, presentate ai sensi della legge 28/2/1985, n. 47, e che parrebbero non essere mai state esaminate dall'Amministrazione comunale.
Gli uffici dell'Assessorato ignorano, al momento, non avendo potuto accedere a tali documenti, per quali e quante opere sia stata richiesta la sanatoria e le opere nella realtà realizzate.
Sarà cura degli uffici di questo Assessorato regionale sollecitare tale indagine all'Autorità comunale e curare che attraverso la procedura della legge n. 47 e il verificarsi di effetti di silenzio-assenso sulle istanze di sanatoria, non venga illecitamente autorizzata la costruzione di opere ulteriori a quelle esistenti.
Ovviamente, poiché la data di stesura di questa risposta è il 25 agosto e in base al meccanismo di risposta alle interrogazioni solo oggi viene esposta in aula, ci si riserva un ulteriore migliore aggiornamento, anche nella forma di appunto per i Consiglieri interroganti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Anche in questo caso apprezzo il lavoro svolto, e penso che la nostra denuncia sia stata particolarmente importante ai fini di sollecitare questo genere di iniziativa. Effettivamente si sta tentando di costruire 32 villette in una zona considerata di rilievo paesaggistico ambientale tale da poter essere destinabile ad un'area parco.
Sicuramente rimane l'obiettivo di trasformare questi primi elementi di edificazione in villette complete chiamandole "villette agrituristiche" per cui, a suo tempo, fu escogitato il termine "villa agrituristica" come se fosse una villa agricola da destinare a scopi turistici.
Della speculazione a suo tempo si parlò moltissimo. Attualmente è esigenza fondamentale per la Regione vigilare in tutti i modi possibili sia rispetto alle varianti del Piano regolatore sia rispetto all'esito delle domande di concessione in sanatoria, per evitare che l'Amministrazione comunale - la quale è la medesima che, a suo tempo concesse le autorizzazioni poi annullate - in qualche modo, riesca a riprodurre una situazione amministrativa tale da consentire, o tutta o in parte, la realizzazione di quell'abusivo villaggio turistico.
Prendo atto che si conviene totalmente con i termini della nostra denuncia e dell'impegno tassativo della Regione ad assumersi la responsabilità della vigilanza, affinché nessun atto riavvii l'attività edificatoria, n' con variante del PRG n' con altri, al momento non immaginabili, espedienti tattici da parte dell'Amministrazione comunale e del Consorzio interessato.



PRESIDENTE

All'interrogazione n. 1999 verrà inviata risposta scritta a causa dell'assenza dell'interrogante, Consigliere Marino.


Argomento: Valutazione impatto ambientale

Interrogazione n. 1787 dei Consiglieri Giuliano, Miglio e Segre ed interrogazione n. 1803 del Consigliere Vaglio inerenti la realizzazione di un impianto idroelettrico sul Rio Giulian in Comune di Oncino (CN)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1787 presentata dai Consiglieri Giuliano, Miglio e Segre e l'interrogazione n. 1803 presentata dal Consigliere Vaglio.
Risponde l'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore regionale Con riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto, per quanto di competenza si esprime quanto segue.
E' stata presentata presso questo Assessorato, in data 10/7/1992 istanza diretta ad ottenere autorizzazione per la realizzazione di centralina idroelettrica sul Rio Giulian.
In data 12/11/1992 è stata richiesta, da parte di questo Assessorato la trasmissione del parere di competenza al Servizio opere pubbliche e difesa del suolo, all'Assessorato Ambiente, al Settore prevenzione del rischio geologico della Regione Piemonte, al fine di acquisire maggiori elementi chiarificatori circa l'intervento in oggetto. L'unico parere pervenuto ad oggi risulta essere quello espresso ai sensi della L.R. n.
45/89.
Si sottolinea che al fine dell'espressione del parere di competenza si rimane in attesa delle ulteriori comunicazioni richieste ai Settori e Servizi citati e si precisa inoltre che sarà effettuata apposita visita sopralluogo al fine di prendere atto delle generali caratteristiche ambientali e paesistiche e di approfondire correttamente e complessivamente la conoscenza dei luoghi interessati dall'intervento proposto e le possibili ricadute paesistiche ambientali che potrebbero derivare dalla sua realizzazione.
Per quanto di competenza, nel corso dell'istruttoria dell'istanza in oggetto si valuterà l'eventuale impatto ambientale delle opere in progetto la loro incidenza sul contesto ambientale e paesistico nell'interesse della tutela e salvaguardia del territorio.
A tutt'oggi, il solo impianto di captazione e sfruttamento idroelettrico autorizzato dalla Regione Piemonte nel Comune di Oncino ai sensi delle leggi di tutela ambientale è quello relativo al torrente Rio Bulè-Lenta, con DGR n. 9-29466 del 20/6/1989, con le esplicite prescrizioni riportate nella relazione istruttoria prot, n. 292 del 13/6/1989, di cui si allega copia, al fine di perseguire un più corretto inserimento ambientale delle opere da realizzare.
A seguito di esposti pervenuti a questo Assessorato da parte di residenti nel Comune di Oncino e di Associazioni ambientaliste con lettera prot, n. 2506/93 in data 22/4/1993, si richiedeva al Comune di Oncino di voler verificare, in virtù dell'art. 16 della L.R. n. 20/89, l'esatta corrispondenza di quanto autorizzato rispetto a quanto realizzato ed il puntuale adempimento alle prescrizioni sopra richiamate, inviando ampia documentazione fotografica dei luoghi interessati dall'intervento.
Sulla base delle risposte che il Comune di Oncino vorrà inviare ad assolvimento di quanto richiesto da questo Settore beni ambientali e paesistici, verranno formulate, per quanto di competenza, le opportune considerazioni riguardo alle conseguenze ambientali che un'eventuale non corretta realizzazione potrebbe comportare sul contesto paesistico interessato.
Si ricorda che la competenza relativa alla gestione delle risorse idriche non rientra nelle materie affidate al Settore beni ambientali.
Sono allegate alla risposta: la relazione istruttoria prot, n. 292 del 13/6/1989; la nota n. 2506/93 del 22/4/1993 e la nota n. 2283/93 del 27/4/1993 a cui ho fatto cenno.
Per scrupolo, devo dire che l'interrogazione è del marzo 1993; non vorrei che nel frattempo, dopo la stesura della nostra risposta, si fossero verificate delle modifiche nello stato delle cose. Purtroppo le interrogazioni si accumulano per le ragioni note a tutti, quindi non sempre è possibile aggiornarle settimana per settimana; farò comunque una verifica personale immediata sulla questione e, se si fossero modificate le situazioni rispetto a quello che ho dichiarato, sarà mia premura informare il mio allievo Mario Miglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale In data 28/4/1992 è stata presentata istanza da parte del signor Magnano Enzo, con sede in Barge, intesa ad ottenere la concessione di derivazione d'acqua dal Rio Giulian in Comune di Oncino ad uso idroelettrico. Il Servizio opere pubbliche e difesa del suolo di Cuneo ha iniziato l'iter istruttorio ai sensi del TU n. 1775/33, predisponendo l'ordinanza n. 679 del 10/2/1993 che è stata pubblicata all'Albo Pretorio del Comune di Oncino dal 16/2/1993 al 3/3/1993. Successivamente si è proceduto alla visita di istruttoria in data 10/3/1993, durante la quale si è redatto il verbale di visita pubblica. In sede di visita pubblica sono state avanzate delle opposizioni al rilascio della concessione. Il Servizio opere pubbliche e difesa del suolo di Cuneo non ha autorizzato la realizzazione dell'impianto idoelettrico, inviando tutta la documentazione relativa al Servizio uso acque pubbliche per il proseguimento dell'istruttoria prevista dal TU n. 1775/33.
Si assicura che nell'esaminare il progetto i Servizi valuteranno con attenzione le opposizioni presentate e, prima della decisione finale di competenza della Giunta regionale, sarà acquisito il parere del Comitato regionale per le opere pubbliche.
Data la delicatezza del contesto ambientale in cui si collocherebbe l'impianto, sottolineata dagli oppositori, si sta verificando l'opportunità di richiedere approfondimenti su flora e fauna e sulle possibili interazioni con gli usi in atto, in primo luogo quello potabile.
Inoltre, si comunica che il progetto è stato autorizzato ai sensi della L.R. n. 45/89, con DPGR n. 676 del 18/2/1993, e che la ditta ha già inoltrato richiesta al fine di ottenere l'autorizzazione ai sensi della legge n. 431/85 al competente Assessorato alla pianificazione territoriale.
Vengo ora alle altre questioni di carattere più generale sollevate dal Consigliere Vaglio: a) lo studio di impatto ambientale di una derivazione, quando dovuto, è a carico del richiedente la concessione. All'Amministrazione regionale spetta semmai di valutare la compatibilità ambientale esaminando le risultanze di tali studi. Se si esclude la normativa nazionale di VIA introdotta con DPCM 10/8/1988, n. 377, non esistono disposizioni regionali che impongano l'obbligo di valutare l'impatto sull'ambiente prodotto dall'esecuzione di captazioni idriche. Tuttavia, con la prossima introduzione di criteri per la quantificazione del deflusso minimo vitale modulato, e cioè del deflusso minimo da garantire negli alvei naturali in presenza di portate in arrivo alle traverse di derivazione superiori alle portate di magra, si prevede di rendere vincolante per le derivazioni idriche più significative lo studio di compatibilità ambientale, quanto meno in ordine ai seguenti profili: fisiografia bilancio idrico biocenosi paesaggio qualità dell'acqua infrastrutture socio-economia.
b) In ordine alla questione sollevata al punto c), mi corre l'obbligo di precisare che dall'1/7/1991 le istanze di derivazione d'acqua presentate all'Amministrazione regionale devono essere accompagnate da un progetto che illustra i dispositivi adottati per garantire il rilascio in alveo del deflusso minimo vitale, dispositivi dei quali deve essere dimostrata l'efficacia mediante un apposito calcolo di dimensionamento idraulico.
Immediatamente prima dell'entrata in esercizio di un impianto, il Servizio opere pubbliche competente per territorio è quindi tenuto a verificare l'efficacia dei dispositivi adottati mediante collaudo (art. 25 del Regolamento per le derivazioni ed utilizzazioni d'acqua pubblica).
c) La Regione Piemonte non si è dotata di una legge che regola lo sfruttamento delle acque montane per scopi idrolettrici in quanto ha ritenuto necessario, in relazione alla natura, consistenza e dimensione geografica dei problemi da affrontare, subordinare le azioni tendenti a regolamentare singoli usi alla preventiva adozione di uno strumento programmatico qual è il già citato Piano direttore. Il Piano, in coerenza con i criteri per il razionale uso dell'acqua emanati dallo Stato con la deliberazione del Comitato dei Ministri per la difesa dell'inquinamento affronta prioritariamente i problemi connessi con la distribuzione idropotabile, ma nel contempo individua una serie coordinata di misure coerentemente mirate a tutelare il bilancio idrico regionale e a favorire l'uso plurimo ed integrato della risorsa nel rispetto dell'ambiente.
Determinazioni più puntuali circa la pianificazione dell'uso dell'acqua nell'ambito di ogni singolo sottobacino sono auspicabili, in attuazione del Piano direttore, e dovranno essere coordinate con le linee di indirizzo che l'Autorità di bacino si appresta a formulare mediante la redazione del piano di bacino del Po prevista dalla legge n. 183/89.
Nelle more della redazione ed approvazione di tale strumento di pianificazione, si sta tuttavia valutando, in considerazione del gran numero di istanze di derivazioni ad uso idroelettrico pervenute all'Amministrazione regionale, l'opportunità di sollecitare un intervento dell'Autorità di bacino affinché emani una direttiva transitoria contenente criteri vincolanti per il rilascio di nuove concessioni, onde evitare l'esecuzione di opere in contrasto con le finalità del redigendo piano.



PRESIDENTE

Consigliere Miglio, per lei va bene? MIGLIO Sì, va bene.



PRESIDENTE

All'interrogazione n. 1803 verrà inviata risposta scritta a causa dell'assenza dell'interrogante, Consigliere Vaglio.


Argomento: Parchi e riserve - Valutazione impatto ambientale

Interrogazione n. 1829 del Consigliere Miglio inerente l'impatto ambientale del progetto di sfruttamento del giacimento di Villa Fortuna nell'area del Parco naturale del Ticino ed interrogazione n. 1860 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente i controlli sull'impatto ambientale di un anello di collegamento tra stazioni di pompaggio per estrazione di petrolio realizzato a Galliate (NO)


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare congiuntamente l'interrogazione n. 1829 presentata dal Consigliere Miglio e l'interrogazione n. 1860 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore regionale Con l'interrogazione n. 1829 il Consigliere Miglio richiede di sapere se la Giunta regionale non intenda imporre all'AGIP la sospensione degli interventi in atto nel Parco naturale della Valle del Ticino ed oggetto della convenzione stipulata tra Regione e AGIP ai sensi della L.R.
7/2/1992, n. 10, fino alla presentazione da parte dell'AGIP dei progetti di ripristino delle aree già oggetto di intervento e se siano stati verificati i danni conseguenti alle operazioni di attraversamento del fiume da parte di AGIP e SNAM.
Con l'interrogazione n. 1860 i Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti richiedono anche di sapere, in ordine alla medesima questione, se siano stati redatti Piani di ripristino relativi all'attraversamento del Ticino e, in caso contrario, se non si ritenga di dover disdire le convenzioni stipulate.
Al fine di chiarire la situazione dei rapporti convenzionali tra Regione ed AGIP e SNAM, conseguenti alla L.R. del 7/2/1992, n. 10, è necessario premettere che tali rapporti sono tra loro totalmente distinti e riguardano oggetti diversi. Infatti, la convenzione stipulata con la SNAM S.p.A, in data 2/11/1992 riguarda esclusivamente i lavori di costruzione di un tratto di metanodotto che comporta l'attraversamento del Ticino, mentre la convenzione stipulata con AGIP S.p.A, in data 16/11/1992 è assai più complessa, essendo riferita all'insieme delle opere necessarie per lo sfruttamento del giacimento petrolifero situato nella Valle del Ticino, sia sulla sponda piemontese sia su quella lombarda. Si tratta pertanto di interventi totalmente differenti e di diverso impatto territoriale, che hanno comportato atteggiamenti differenti e di conseguenza differenti contenuti convenzionali.
Nel caso dell'attraversamento del metanodotto SNAM che, per consentire la riduzione dell'impatto dei lavori nella fase di loro realizzazione, è stato effettuato, a cura della SNAM, contestualmente ad analoghi interventi di attraversamento di oleodotto di interesse AGIP, la convenzione si limita infatti a garantire l'impegno di SNAM, a seguito dell'esecuzione dei lavori, "ad eseguire direttamente interventi forestali su proprietà pubbliche all'interno del Parco naturale della Valle del Ticino oltre il completo ripristino dei luoghi interessati dalla costruzione del metanodotto, ripristino che dovrà comprendere la risistemazione dei tratti di strada interessati dal tracciato del metanodotto secondo le indicazione dell'Ente di gestione del Parco anche al fine di un loro utilizzo come piste ciclabili"; va anche precisato che il limite di spesa per gli interventi forestali previsti dalla convenzione sono stabiliti in 250 milioni.
In merito a questo specifico rapporto con SNAM va detto che, in data 26/3/1993, tale Società comunicava di aver completato i lavori di posa delle tubazioni, proponendo di avviare i lavori di ripristino secondo le indicazioni contenute nello studio di impatto ambientale presentato prima della stipulazione della convenzione ed accettato dalla Regione: in data 16/4/1993, con lettera n. 1926, l'Assessorato ai parchi forniva le indicazioni tecniche per i ripristini sulla base delle disposizioni del Piano di assestamento vigente e relativo al territorio del Parco segnalando altresì la necessità di procedere alla reintroduzione delle specie ittiche autoctone danneggiate nel corso dei lavori, nel rispetto delle procedure previste dalle leggi regionali. In data 1/7/1993, con nota n. 3199, si sollecitava la SNAM alla presentazione del progetto complessivo richiesto in data 16/4/1993.
La SNAM ha fatto pervenire il progetto di cui sopra per l'esame ai sensi della legge n. 431/85 alla Regione e si sta procedendo in merito alle valutazioni ambientali previste dalla legge stessa.
Per quanto concerne invece i rapporti con l'AGIP, oggetto di diversa convenzione e che nulla hanno a che vedere con le opere della SNAM, deve essere precisato che nessuna autorizzazione è ancora stata concessa dalla Regione per interventi previsti nello studio di impatto ambientale, fatta salva quella relativa all'attraversamento del Ticino, che è stata per oggetto, come già precisato, d'intesa con la SNAM per garantire un unico scavo e tempi di intervento contestuali.
L'unico effetto della convenzione è stato pertanto, fino a questo momento, la richiesta da parte regionale di ripristinare le aree già oggetto di interventi e ora dismesse, avvenuta con lettera dell'Assessorato in data 3/2/1993 e che ha trovato risposta da parte AGIP attraverso un sopralluogo congiunto e la predisposizione dei progetti di ripristino che riguardano le aree denominate TR1 e VF5. Tali progetti prevedono il ripristino alla stato originario dei luoghi e, su richiesta regionale, la piantumazione di raccordo con le aree boschive presenti di specie autoctone che consentiranno di ampliare le zone a bosco rispetto alle condizioni preesistenti agli interventi AGIP.
Contestualmente alla richiesta di ripristino ed in attuazione della convenzione con AGIP, la Giunta regionale ha predisposto la deliberazione con la quale sono stati approvati interventi di miglioramento ambientale del Parco e del suo immediato contorno per un importo complessivo, riferito all'anno 1993, pari a L. 3 miliardi: l'AGIP, a seguito di tale deliberazione, ha attivato le procedure per l'erogazione dei fondi relativi.
Pertanto, nella situazione attuale, che risulta perfettamente sotto controllo da parte della Giunta, non si richiede che vi siano motivazioni per sospendere od impugnare gli atti convenzionali con SNAM e AGIP.
L'unico aggiornamento che devo fare è che, con sorprendente puntualità della quale non posso che essere lieto, l'AGIP ha già versato nei primi giorni di settembre la prima tranche di fondi previsti dalla convenzione che non vanno intesi come una contropartita al rilascio delle autorizzazioni di legge, ma semplicemente come un'espressione di buona volontà per consentire il mantenimento al meglio di un'area che è - come noto - interessata da ricerche petrolifere e anche da attività di sfruttamento petrolifero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Il discorso impostato dall'Assessore Nerviani è suddividiso in base ai soggetti attuatori - da una parte la SNAM, dall'altra l'AGIP - dei lavori all'interno dell'area protetta del Parco naturale della Valle Ticino.
Sappiamo altresì che tempo fa (risaliamo alla L.R. n. 10 approvata il 7/2/1992) la Regione Piemonte apportava delle modifiche al testo istitutivo dell'area protetta, proprio per trovare un meccanismo tale da permettere alle due Società di poter effettuare lavori particolari che diversamente non avrebbero potuto essere realizzati. In tale modifica si faceva riferimento ad un accordo da stipularsi fra Regione e controparti, che avrebbe dovuto contenere al proprio interno precise garanzie: i lavori effettuati in quell'area non avrebbero dovuto comportare alterazioni significative n' sul piano ambientale n' sul piano paesistico.
Personalmente ritengo, indipendentemente dal soggetto attuatore, sia esso l'AGIP sia esso la SNAM - mi pare che per quanto riguarda l'attraversamento del Ticino ci sia poi stato il sostanziale accordo sul fatto che le opere venissero eseguite dalla SNAM in modo tale da realizzare l'attraversamento nello stesso punto ed evitare successivi sbancamenti dell'alveo del fiume stesso - che sia la garanzia della presentazione di uno studio di impatto ambientale che noi ritenevamo essere troppo carente rispetto alla prima versione presentata da questi soggetti sia la documentazione relativa alla definizione di come intendevano realizzare il recupero ambientale e paesistico a posteriori dell'intervento, dovevano essere presentate alla Regione per verificare la rispondenza con quanto pattuito precedentemente tramite la convenzione stipulata.
Più precisamente, la questione che noi ritenevamo essere importante e che doveva essere portata all'attenzione dell'Assessorato competente tramite questa interrogazione, era il fatto che secondo quanto a noi risultava in quel momento non era stato rispettato il punto 8) della convenzione, che stabiliva che l'AGIP entro 60 giorni dalla data di stipulazione della convenzione - appunto fra AGIP e Regione - avrebbe dovuto presentare per le aree già oggetto di intervento dei progetti di ripristino ambientale.
A quella data ci risultava, da alcune verifiche da noi effettuate, che questa clausola della convenzione non era stata rispettata: l'AGIP infatti, non aveva ancora provveduto a presentare quelle integrazioni che permettevano di dare efficacia e validità a quanto stipulato fra Regione e tale soggetto.
Questo indipendentemente dalla questione degli sbancamenti nell'alveo se è vero che le opere sono state realizzate dalla SNAM, quindi secondo un accordo di diverso tipo con la Regione - non riguardante direttamente l'AGIP - è altrettanto vero, almeno secondo quanto a noi risultava in quel momento, che l'AGIP non aveva presentato a quella data le integrazioni alla prima documentazione presentata che avrebbero permesso di comprendere meglio come si intendevano realizzare i recuperi ambientali e paesistici.
Sulle altre questioni - valutazioni probabilmente differenti da quelle dell'Assessorato competente - si riteneva comunque che il tipo di soluzione adottata per l'attraversamento del Ticino e soprattutto i lavori effettuati in quel momento, che per entità e modalità di esecuzione erano tali da aver comportato delle alterazioni sul regime idrico del fiume e più complessivamente sull'assetto paesistico, forse potevano essere evitati con una richiesta da parte della Regione di una migliore verifica delle stesse modalità esecutive e soprattutto delle tecniche da attuare per il recupero ambientale e paesistico.



PRESIDENTE

All'interrogazione n. 1860 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti verrà inviata risposta scritta.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione n. 1903 dei Consiglieri Foco, Marengo, Bortolin e Bosio inerente lo svolgimento dei corsi di riqualificazione del Maglificio Calzificio Torinese finanziati dal Fondo Sociale Europeo


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1903 presentata dai Consiglieri Foco Marengo, Bortolin e Bosio.
Risponde l'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore regionale Rispondo all'interrogazione, all'o.d.g. da molti mesi; in regime di grande attenzione alla gestione e regolarità dei corsi del Fondo Sociale Europeo, questi avevano registrato larga eco nei mesi scorsi sugli organi di informazione, in relazione a presunte irregolarità di gestione.
Faccio presente che la risposta all'interrogazione era pronta già nei giorni successivi alle notizie giornalistiche, ma - ahimè - la logica di antica interrogazione giacente mi impedisce molte volte di essere tempestivo nelle risposte.
In merito all'interrogazione in oggetto, premesso che non è stato effettuato da parte dei Carabinieri e del nucleo di Polizia giudiziaria della Procura di Torino alcun sequestro di documenti presso l'Assessorato alla formazione professionale della Regione, ma che sono semplicemente state richieste copie degli atti relativi ai finanziamenti dei corsi di formazione professionale ottenuti con il contributo del Fondo Sociale Europeo dal Maglificio Calzificio Torinese, corsi realizzati ed effettuati negli anni 1985/1989, si fa presente quanto segue. Tali atti sono stati consegnati, come richiesto, all'autorità richiedente e i relativi dati oggetto di molti allegati con cifre e quantità, mi permetterò di unirli alla risposta da consegnare ai colleghi Consiglieri interroganti - per non leggere per circa 20 minuti una serie di dati che comunque consegnerò.
Risulta, da quanto dichiarato dai Carabinieri, che sia stata fatta alla Procura della Repubblica denuncia su presunte irregolarità relative alla gestione dei corsi a suo tempo attuati (anni 1985/1989).
Per quanto attiene ai quesiti sui controlli effettuati dalla Regione sul modo di operare del Servizio ispettivo regionale, allegherò alla mia breve nota la relazione del suddetto servizio - che sintetizzo per grandi linee. Le attività di vigilanza, di verifica e di controllo sulle attività cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo e dal Ministero del Lavoro seguono tre fasi che si possono in breve sintetizzare nel modo seguente. Nel periodo che attiene il finanziamento del Fondo, fino al 1986 i progetti di riconversione erano tutti a titolarità del Ministero del Lavoro e le verifiche in itinere erano a carico del Ministero stesso. Alla Regione erano demandate dal Ministero solo le verifiche dei rendiconti. Dal 1986 al 1990 il Ministero del Lavoro ha delegato alle Regioni anche le verifiche in itinere dei progetti cofinanziati dalla Comunità.
A seguito di questa decisione, il Settore formazione professionale ha organizzato sull'universo dei corsi almeno una visita ispettiva in itinere oltre alla successiva verifica in azienda dei rendiconti.
Dal 1990 ai giorni nostri il Ministero del Lavoro ha ripreso la responsabilità dei controlli in itinere sui corsi del Fondo Sociale Europeo, ottenendo in questa scelta un pronunciamento favorevole da parte della Corte Costituzionale.
La Regione Piemonte si è immediatamente adeguata a questa decisione concordando - primo caso in Italia, tra una Regione e un Ispettorato con l'Ispettorato regionale del lavoro il controllo in itinere dei progetti finanziati.
La collaborazione fra le due amministrazioni si è svolta finora in maniera assai proficua e tutte le attività di formazione sono controllate in itinere o dal funzionario del Servizio ispettivo del settore regionale della formazione professionale o da un funzionario dell'Ispettorato.
La suddivisione degli interventi ispettivi viene programmata settimanalmente, sulla base dell'inizio corsi, dal responsabile del Servizio ispettivo.
Tralascio altri dettagli - che nella relazione allegata B) lascerò ai colleghi interroganti per dire che i funzionari ispettori attualmente operano con controlli che si suddividono in due categorie: controlli in itinere - che vengono realizzati direttamente nelle sedi presso le quali si compiono le attività formative; controlli dei rendiconti - che vengono effettuati direttamente presso le sedi corsuali controllando i registri e le pezze giustificative documentate e presentate dagli operatori.
Durante tutto l'anno 1992 i controlli in itinere sui corsi cofinanziati con il Fondo Sociale Europeo sono stati effettuati direttamente in collaborazione con l'Ispettorato del lavoro. Tutto l'universo dei corsi attivati è stato verificato sia in itinere sia per quanto concerne la verifica dei rendiconti.
Recentemente, da parte del Settore formazione professionale, è stata formalizzata la richiesta per un ampliamento dell'organico del Servizio ispettivo; da parte del Settore personale in parte la risposta è già stata data, ma ne attendo altre appena il collega sarà disponibile al termine delle sue trasferte di queste settimane.
Tutte le ispezioni effettuate dai funzionari si concludono con un verbale di ispezione sottoscritto dal funzionario responsabile e controfirmato per presa visione dall'operatore responsabile delle attività formative. Le visite ispettive in itinere si realizzano direttamente in azienda o sui registri di presenza allievi e sul materiale inerente al corso, oppure direttamente in aula, se al momento della verifica sono in corso le lezioni.
E' importante essere consci che il controllo principale lo svolge ovviamente - l'utenza; nel caso specifico, i lavoratori stessi o eventualmente le loro rappresentanze sindacali.
Si sottolinea, ritornando alla questione del Maglificio Calzificio Torinese, che il primo elemento di garanzia per l'Amministrazione è la netta divisione fra il momento della programmazione delle attività affidato al Servizio Fondo Sociale Europeo - che si occupa dell'istruttoria e dell'approvazione dei progetti - e il momento del controllo delle stesse che viene effettuato dal Servizio ispettivo.
Per quanto attiene il controllo del livello di qualificazione raggiunto dagli allievi, si precisa che tale verifica può essere effettuata nei corsi per disoccupati, che normalmente si attestano intorno alle mille ore, per i quali può essere istituita una Commissione d'esame su richiesta dell'operatore; in ogni caso, la valutazione più interessante è quella relativa ai posti di lavoro ottenuti dai partecipanti.
Relativamente ai corsi di riqualificazione interna aziendale, che nel 1993 sono circa mille, della durata massima di duecentocinquanta ore sarebbe impossibile un controllo che entri nel merito del livello formativo raggiunto dai partecipanti, anche perché tali corsi rispondono a logiche aziendali spesso strettamente collegate ad innovazioni tecnologiche organizzative e produttive che richiederebbero competenze tecniche specialistiche che solo esperti dei vari settori possono possedere. Si precisa però che i programmi formativi riferiti alle figure professionali e alle riqualificazioni che l'azienda vuole perseguire vengono attentamente e approfonditamente esaminati in sede di istruttoria del progetto. In termini di verifica dei progetti formativi cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo la Regione sta comunque mettendo a punto, in collaborazione con l'ISFOL e alcune altre Regioni, un sistema di valutazione "ex-post" che consenta di valutare l'efficienza e l'efficacia delle azioni formative. Si tratterà di una rilevazione su un campione di ex allievi, effettuata attraverso un questionario contenente una serie di indicatori che consentiranno di valutare l'efficacia delle azioni formative o di riqualificazione soprattutto in termini di qualità. La convenzione-tipo che si stipula ultimo quesito posto nell'interrogazione con gli operatori che attuano progetti di formazione cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo, all'art. 2 prevede che la Regione possa effettuare in qualunque momento controlli e verifiche sulla gestione delle attività e all'art. 7 che il saldo sarà liquidato solo sulla basa della spesa dimostrata a seguito di controlli sulla documentazione inerente al rendiconto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.
FOCO Prendiamo atto della risposta dell'Assessore e anche dei tempi con la quale questa avviene. E' sicuramente questo un nodo che riguarda non solo questa interrogazione, urgentissima, presentata il 20/5/1993, ma la dinamica complessiva di tutte le interrogazioni che discutiamo in Consiglio. Sicuramente bisognerà trovare canali diversi, poiché una discussione fatta a tamburo battente avrebbe permesso di entrare meglio nel merito dei problemi che sollevavamo: adesso, la discussione è basata soprattutto sui programmi del Fondo Sociale Europeo, per capire come realmente funzionano.
Lo scopo dell'interrogazione non era di inseguire il clamore suscitato sui quotidiani, ma di richiamare l'attenzione su un comparto della formazione professionale, quello finanziato con il Fondo Sociale Europeo che riteniamo estremamente importante. Sicuramente - e prendiamo atto dell'accordo stipulato con il Ministero - è necessario approfondire gli elementi di valutazione da parte della Regione. Per parte nostra riteniamo che sia per quanto riguarda gli aspetti formali del controllo ispettivo sia per quanto riguarda i rendiconti finali dei corsi, sia difficile poter verificare effettivamente l'efficienza, l'efficacia e il rapporto costo beneficio dell'investimento, assai considerevole. Per quanto riguarda il comparto del Fondo Sociale Europeo, a mio avviso l'obiettivo dovrebbe essere - più che ispezionare - verificare che effettivamente il denaro pubblico venga speso in modo corretto. Il richiamo dell'Assessore alla presenza delle stesse maestranze e delle organizzazioni sindacali per quanto riguarda il controllo, se ci tranquillizza sul piano formale, mi permetto di dire, Assessore - e so quello che dico e lo dico con serenità e con tranquillità - che non ci tranquillizza sull'effettiva funzionalità e funzionamento dei corsi. Sappiamo tutti, e dobbiamo dirlo con estrema franchezza, che sovente una parte consistente del Fondo Sociale Europeo è stata utilizzata come ammortizzatore sociale con valore assistenziale utilizzo frutto, addirittura, di accordi sindacali. Dobbiamo quindi trovare altre modalità, visto che si tratta di un comparto fondamentale ed essenziale, che ha bisogno di essere seguito.
Lasciamo perdere i corsi 1985/1986, anche se erano l'oggetto della nostra interpellanza, e il periodo sino al 1990, visto che l'interrogazione urgentissima ha terminato il proprio iter. Verifichiamo invece che sui corsi che stiamo avviando e su quelli già avviati vi sia un controllo reale e sostanziale. Torno a ripetere: non ho elementi ulteriori al di là delle cose che dico, altrimenti non sfumerei questa parte del discorso; ritengo però che da parte dell'Assessorato debba prestarsi un'attenzione particolare e quindi una verifica reale del ruolo e della funzione dei corsi del Fondo Sociale Europeo.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,20 riprende alle ore 12,45)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Chiezzi, Croso, Cucco Dameri, Fulcheri, Picchioni e Zacchera.


Argomento:

b) Dimissioni del Consigliere Croso dal Gruppo socialista ed adesione al Gruppo Misto


PRESIDENTE

Dò lettura di una lettera inviata questa mattina dal Consigliere Croso al Presidente del Consiglio regionale e al Presidente della Giunta: "Vi comunico che in data 4/6/1993 mi sono autosospeso dal Partito Socialista Italiano e che in data odierna ho comunicato le dimissioni dal Gruppo socialista. La mia posizione attualmente è in fase istruttoria e appena il Gip assumerà la decisione di formulare l'atto di accusa mi riservo di prendere una decisione in merito alla permanenza in Consiglio regionale. Ragioni di salute non mi permettono oggi di partecipare alla seduta dello stesso e pertanto chiedo congedo".


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 774: "Dimissioni del signor Eugenio Maccari dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione" (ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 774.
Il Consigliere Eugenio Maccari, eletto nella lista del PSI nella circoscrizione di Torino, con lettera datata 6/10/1993 ha comunicato che si dimette dalla carica di Consigliere regionale.
Chiede di intervenire il Consigliere Majorino, come Presidente della Giunta delle Elezioni, che si è riunita questa mattina.
MAJORINO Effettivamente la Giunta delle Elezioni si è ritualmente riunita questa mattina, come prevede il Regolamento. Ha preso atto di una formale lettera di dimissioni pure e semplici del Consigliere Maccari e ha proceduto quindi all'adempimento di verificare chi fosse il primo degli esclusi nella lista PSI alle elezioni del giugno 1990 e ha rilevato che in base al verbale della competente commissione circoscrizionale il primo degli esclusi era il signor Francesco Mollo ed ha quindi provveduto, come da conforme verbale interno della Commissione, a riscontrare quanto sopra e quindi a proporre al Consiglio la surroga al dimissionario Maccari del signor Mollo.
Sempre in base al Regolamento, la questione della convalida dei Consiglieri in generale, in questo caso del signor Mollo che subentra per surroga in questo Consiglio, verrà decisa dal Consiglio stesso previo esame della Giunta delle Elezioni entro i rituali 90 giorni da oggi. Non ho altro da aggiungere; lascio alla Presidente le ulteriori determinazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Majorino, del suo intervento come Presidente della Giunta delle Elezioni. Il verbale a cui fa riferimento il Consigliere Majorino è allegato alla deliberazione in esame. Pertanto vi invito ad esprimere il vostro voto sulla proposta di presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Eugenio Maccari.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la proposta che al Consigliere Eugenio Maccari subentra nella circoscrizione di Torino, ai sensi dell'art. 16 della legge n.
108/68, il signor Francesco Mollo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Dichiaro pertanto la predetta deliberazione (non soggetta a controllo ai sensi del DL n. 40/93), immediatamente eseguibile ed invito il signor Francesco Mollo, il quale con dichiarazione odierna ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo Consigliere Francesco Mollo prende posto in aula)



PRESIDENTE

Un saluto al Consigliere Francesco Mollo.
Per quanto attiene alla convalida, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme del suo Regolamento interno. A tal fine l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta delle Elezioni la quale proporrà successivamente al Consiglio l'adozione dei provvedimenti conseguenti.
Il Consigliere Mollo mi ha chiesto di intervenire per una dichiarazione; ne ha facoltà.
MOLLO Grazie, Presidente. Signori Presidenti, signori Consiglieri, avrei preferito essere promosso sul campo nel 1990 e non a seguito delle incresciose circostanze che si sono verificate oggi.
Allora avevo precise motivazioni politiche espresse in una campagna elettorale da una posizione minoritaria nel PSI in cui si cercava di contrastare una maggioranza onnipotente che rendeva impraticabile attività di opposizione. Le dimissioni da tutti gli organi nazionali e locali prima e l'abbandono definitivo poi, furono la logica conseguenza di quel disagio ma già nel 1989, mi si consenta di ricordare, erano maturati dei precedenti logici. Infatti al Comune di Torino, rispetto ad una Giunta di pentapartito immobilizzata e dimissionaria, si era ipotizzata una Giunta rosso/verde che non andò in porto. In quell'occasione fui l'unico Assessore che coerentemente mantenne le dimissioni allorché si rifece una Giunta fotocopia come se nulla fosse accaduto. Quell'atteggiamento rese difficile la successiva campagna elettorale a me e a tutti i candidati della sinistra socialista. Dopo quel risultato ci fu anche un'appendice che si concluse con un nulla di fatto e che richiamo oggi qui unicamente per ringraziare tutti coloro che cercarono di affermare allora le ragioni del diritto rispetto alle ragioni di opportunità della maggioranza.
Esaurita quella fase, per non rinunciare al mio impegno politico che mi vedeva collocato vicino ai problemi sociali, del lavoro e dell'ambiente, e volendo restare in un'area laico-riformista e progressista, intrapresi la campagna elettorale nelle liste del PRI come indipendente. Qui, in un clima di diffidenza, collezionai un secondo posto dei primi non eletti (era un'abitudine ormai). Evidentemente non avevo capito che i muri stavano crollando un po' dovunque.
Queste brevi divagazioni, di cui mi scuso con il Consiglio, mi servono per spiegare l'impossibilità di aderire al Gruppo del PSI nelle cui liste fui candidato e la non opportunità di confluire nel Gruppo del PRI. Con ci ancora una volta per coerenza, rinunciando anche a possibili vantaggi che potrebbero derivare da qualcuna di queste scelte.
Peraltro, non conoscendo perfettamente l'attuale geografia del Consiglio e, in particolare, i programmi, le proposte e le posizioni politiche dei vari Gruppi, al momento non posso che dichiararmi indipendente. In tale veste svolgerò il mio compito come richiesto dall'art. 12 dello Statuto, ponendo al contempo estrema attenzione agli sviluppi delle ultime vicende.
Fino a questa mattina ho vissuto le vicende di questo Consiglio come un cittadino e come un lettore, come tale non mi spiego oggi come mai nel clima di cambiamento molti eletti e partiti politici che li rappresentano continuino una vecchia, stereotipata rappresentazione, mentre - come si dice - "Annibale è alle porte".
La metafora mi serve per richiamare l'attenzione di coloro che dichiarano di volersi opporre alle proposte disgregatrici che emergono continuando però nel gioco dello "scaricabarile" non più attuale. Ma questa metafora mi serve anche per sottolineare la grave congiuntura economica e sociale internazionale ed italiana in generale, e drammaticamente piemontese in particolare, che richiede un grande senso di responsabilità e una grande capacità decisionale, per fornire tutti i possibili strumenti atti a favorire la ripresa economica ed occupazionale.
Gli indici storici negativi raggiunti incideranno gravemente, a mio parere, anche sulla serena convivenza sociale che potrebbe essere compromessa nonostante le grandi tradizioni democratiche della nostra Regione.
La palingenesi politica in corso non può più tollerare meri interessi di bottega; richiede invece grande senso di responsabilità politica e morale per favorire democraticamente il cambiamento in corso.
Annoto queste considerazione per dire che se in questo Consiglio esiste una maggioranza, questa dovrà governare secondo le aspettative dei cittadini in base ad un programma leggibile, comprensibile e verificabile.
Le opposizioni facciano il loro mestiere, non per partito preso, perch tutto vada a rotoli, ma per esprimere con altrettanta chiarezza programmi diversi. La maggioranza dovrà chiedere il sostegno di coloro che si riconoscono nelle proposte, nelle cose da fare e realisticamente possibili.
Se invece esiste una diversa maggioranza, essa con altrettanta chiarezza dovrà proporre il suo programma e i numeri che lo sostengono. Non si pu fare "melina".
Mi pare lapalissiano che una crisi della maggioranza e la mancanza di una precisa alternativa ci porteranno di filato allo scioglimento del Consiglio. Mi rendo conto che ci sono dei Gruppi che non aspettano altro anche se con motivazioni diverse, ma è pur vero che esistono altri Gruppi non catastrofistici per vocazione.
L'idea di uscire da un Consiglio che si scioglie pochi giorni dopo il mio ingresso non turberà più di tanto il mio sonno. Mi turba invece l'idea di diventare uno dei 60 che suo malgrado sanzionerà lo sfascio e deluderà le attese dei cittadini. Gli eletti hanno precise responsabilità e finch saranno Consiglieri hanno il dovere di agire in base al mandato elettorale.
Per queste ragioni sono molto attento allo sviluppo della crisi in corso, sia per quanto avverrà nell'attuale maggioranza sia per quanto emergerà dalle forze di opposizione che eventualmente si candideranno al ricambio. Sicuramente prevarranno in me le ragioni della responsabilità e il sereno atteggiamento di chi vuole evitare il mai abbandonato comportamento politico del "tanto peggio, tanto meglio". I vuoti di potere possono solo peggiorare le condizioni economiche, occupazionali e sociali della comunità che abbiamo l'onore di rappresentare.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alla situazione di difficoltà in cui versa la Giunta regionale e alle dichiarazioni giornalistiche dell'ex Assessore Maccari


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta, Brizio; ne ha facoltà.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Siamo in una situazione di indubbia difficoltà della quale sono personalmente ben consapevole, così come tutti i colleghi di Giunta. Di questa difficoltà è conferma la stessa decisione di stamane del Consigliere Croso comunicataci dal Presidente del Consiglio.
D'altro canto, ho più volte espresso contrarietà, ampiamente condivisa in questo Consiglio anche fuori dai banchi della maggioranza, rispetto all'apertura di una crisi al buio. Per cui, come dissi al termine della seduta scorsa, ho ritenuto di assumere l'iniziativa di effettuare una ricognizione a tutto campo delle posizioni programmatiche e politiche.
Tale ricognizione ha per supporto i temi sollevati in Consiglio in queste settimane da parte di tutti i Gruppi, che meritano un approfondimento più puntuale. Al termine di tale ricognizione, che avvier domani, potrò assumere decisioni o formulare proposte.
Per questa ragione ho chiesto al Presidente del Consiglio e ai Capigruppo, in occasione dell'ultima Conferenza, di dedicare la seduta di oggi a temi operativi di ordinaria amministrazione, approvando una serie di deliberazioni e progetti di legge da tempo sul tavolo, necessari per la nostra Regione e per i nostri cittadini. Un gesto di responsabilità che è stato accolto e del quale ringrazio il Presidente del Consiglio e i Gruppi che hanno ritenuto di aderire all'iniziativa.
Non posso chiudere questo breve intervento senza far cenno ad una dichiarazione attribuita da un giornale ad Eugenio Maccari, il quale rispetto al suo comportamento avrebbe espresso uno sbalorditivo "'così' o 'come' fan tutti". Non so se questa dichiarazione sia stata effettivamente formulata in questi termini dall'ex Consigliere Maccari e nemmeno se essa si riferisca alla situazione locale o più in generale alla classe politica.
Per quanto riguarda la Giunta respingo fermamente tale asserzione e più in generale ritengo che non sia accettabile la generalizzazione di giudizi che appartengono al comportamento e alla responsabilità personale e che coinvolgendo tutto e tutti, alimentano il qualunquismo, screditano le istituzioni, amministratori e uomini, al di là del vero.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 373: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a: 'Esclusione dell'applicazione dell'IVA sulle imposte relative al consumo del gas metano'"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 373.
Si tratta di una proposta di legge al Parlamento che è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione competente.
Relatore è il Consigliere Beltrami, che ha facoltà di intervenire.
BELTRAMI, relatore Dò per letta la relazione, a mani dei Consiglieri, il cui testo recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, il prezzo pagato in Italia per il consumo del gas metano è il più alto di qualsiasi altro Paese e questo non solo per il costo della materia prima, ma soprattutto per il continuo aumento di imposizioni fiscali (imposte, addizionali, ecc.), che in pochi anni hanno fatto aumentare il peso dei tributi dal 16% al 45% del costo totale.
Basti pensare che mentre nel nostro Paese negli ultimi tre anni le sole imposte sono cresciute del 300%, lo scorso anno in Germania il prezzo del gas metano è diminuito del 22%, in Belgio del 10% e in Francia del 3%.
E' evidente che il caro-metano colpisce in modo particolare le regioni più fredde, quali il Piemonte, ove il consumo è più forte. Ma non tutto quello che siamo chiamati a pagare sembra fondato su basi di legittimità e certezza.
Com'è noto, la bolletta che ci viene recapitata per il pagamento del gas metano è composta dalle seguenti voci di spesa: consumo del gas, quota fissa, imposta di consumo e imposta regionale. Meno noto è invece il fatto che l'IVA che ci viene addebitata (al 19% per il riscaldamento e al 9% per uso domestico) colpisce non soltanto il consumo vero e proprio e la quota fissa, ma anche le voci d'imposta: viene applicata cioè un'imposta sull'imposta.
L'addebito dell'IVA anche sulle imposte appare del tutto illegittimo.
Infatti il DPR 26/10/1972, n. 633, istitutivo dell'IVA, seguito da numerosi successivi provvedimenti di modifica ed integrazione, all'art. 1 definisce tassativamente ciò che deve essere soggetto d'imposta sul valore aggiunto e cioè: 'cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nell'esercizio di imprese o nell'esecuzione di arti e professioni'. Mentre all'art. 4 comma quinto, viene fatto preciso riferimento all'erogazione del gas quale attività commerciale rientrante nella più ampia categoria dell'esercizio di impresa, e pertanto soggetta all'IVA, agli artt. 2 e 3 - che forniscono una minuta elencazione di tutto ciò che può essere considerato 'cessione di beni' o 'prestazione di servizi' - non è dato rinvenire alcun cenno alle imposte che colpiscono detti beni o servizi.
Inoltre, l'applicazione dell'IVA sulle imposte sembra in contrasto anche con l'art. 23 della Costituzione, secondo il quale nessuna prestazione patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge. Si ha pertanto ragione di ritenere opportuna la presentazione, ai sensi degli artt. 17 e 42 dello Statuto, di una proposta di legge al Parlamento da parte del Consiglio regionale del Piemonte, atta a far chiarezza in materia, nel senso di escludere dall'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto l'imposta di consumo e l'imposta regionale relative al gas metano così come indicato nel testo allegato.
Ricevutane l'assegnazione in data 4/5/1993 la I Commissione consiliare ha preso in esame la proposta di legge al Parlamento, di cui si tratta nella seduta dell'8 luglio scorso e, dopo attenta valutazione, l'ha approvata all'unanimità.
Per i motivi sopra esposti se ne raccomanda l'approvazione unanime anche da parte di questa assemblea".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Il Consiglio concorda nell'inviare il testo della legge testè votata alla Camera dei Deputati.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 724: "Programma pluriennale 1992/1995 di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Legge 17/2/1992, n. 179 e L.R. 19/1/1982, n. 6"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 19) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 724.
La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA La deliberazione, illustrata dalla Giunta in Commissione, dal punto di vista formale non si attaglia al principio delle cose ordinarie a cui il Presidente Brizio si richiamava. Certo, l'urgenza c'è, ma il documento non si attaglia all'ordinario, visto che non ci sono fondi e non sono previsti provvedimenti di finanziamento; quindi, sotto questo profilo, la deliberazione esula dal carattere attribuitole. Sottolineo questo aspetto non per chiedere di rinviarla, ma per sottolineare un'anomalia: si tratta di deliberazione importante, di carattere programmatico e, non essendo ancora basata su finanziamenti, preventivo. Essa risale a tempi assai lontani - legge del 1978 - in cui avevamo introdotto il principio della programmazione preventiva. E il fatto che venga ripreso tale principio mi sembra positivo.
La presentazione fatta dall'Assessore in Commissione ha avuto come seguito una discussione in cui - almeno da parte mia - è stata sollevata una serie di obiezioni.
Nella situazione ormai "patologica" della vita politica italiana ogniqualvolta si parla di problema di merito non c'è assolutamente nessuno che presti attenzione! Usciremo da questa situazione solo nel momento in cui impareremo a dibattere su problemi di merito, o meglio, riprenderemo a dibattere su problemi di merito. Se qualcuno non vuol sentire, perlomeno non copra con il proprio mormorio le parole di chi sta intervenendo! Lasciate che si senta! Se a qualcuno non va di sentire quanto viene detto che se ne stia in silenzio, altrimenti diventa una farsa anche il Consiglio regionale.
Riprendendo il discorso, ribadisco l'importanza del provvedimento tanto che lo considero anomalo per un Consiglio destinato all'ordinaria amministrazione.
E' vero, come dice la Presidente del Consiglio, che la deliberazione è stata illustrata in Commissione, ma intervengo ugualmente, intanto perch alle obiezioni e alle proposte di integrazione dei contenuti della deliberazione l'Assessore non ha dato alcuna risposta. La deliberazione resta nei termini discussi in Consiglio regionale; il rapporto con quello che, da parte mia, voleva essere un contributo di maggior approfondimento della deliberazione è stato vano. Richiamo ora alcune delle obiezioni partendo dal fatto che nella deliberazione si definiscono e si mettono in atto procedure per la programmazione anticipata di 4 mila alloggi; i criteri sulla base dei quali si è addivenuti alla ripartizione dei fondi tra Province e Comuni appaiono del tutto insufficienti: in sostanza, si ripetono quelli applicati ai primi tentativi di programmazione regionale in materia edilizia, senza alcun affinamento.
I dati utilizzati nel passato, ed ancora oggi, derivano dai censimenti l'ultimo è quello del 1981 - e quindi si tratta di dati vecchi più di dieci anni. Sarebbe stato utile che l'Assessorato si fosse dotato, prima della pubblicazione che probabilmente non sarà ancora avvenuta, dei dati dei censimenti della regione Piemonte, continuando un rapporto attivato nel passato con l'ISTAT che aveva dato buoni frutti. Dunque, si tratta di dati vecchi, che peraltro non rilevano direttamente e in modo sufficientemente qualitativo la situazione abitativa; dalle schede familiari se ne desumono soltanto alcuni indicatori.
Sarebbero state utili e necessarie, con il passare degli anni - e ne sono passati tanti dall'entrata in vigore della legge che ha introdotto il principio dell'approvazione preventiva di un programma, e che ha attuato come metodo applicativo quello del ricorso ai dati delle schede di famiglia altre fonti d'indagine, anche a livello di campionario del problema abitativo, il quale non deve chiudersi soltanto sui dati numerici delle schede di famiglia, ma deve essere valutato anche su una serie di parametri di carattere sociale e territoriale. Questo non è avvenuto.
La deliberazione presuppone la messa in moto, da parte della Giunta regionale, di proposte per la formulazione del programma. Ho il timore che i 4 mila alloggi previsti, rispetto alla dimensione della nostra Regione siano talmente irrisori da far sì che si metta in moto un meccanismo di movimentazione di domande, di indicazioni di fabbisogni del tutto sproporzionato rispetto alle disponibilità.
La deliberazione considera quali referenti per l'indicazione delle proposte i Comuni superiori ai 10 mila abitanti; questo riduce moltissimo il numero dei Comuni che possono partecipare. A questo proposito, voglio rilevare che con tale limitazione si esclude dal programma, a mio avviso ingiustificatamente, una serie di Comuni del nostro Piemonte.
Scorrendo rapidamente le schede del censimento 1991 disponibili alla Giunta regionale, ho rilevato che esclusi dall'ammontare dei 10 mila abitanti vi sono Comuni di dimensione nonché di significato rilevante vista la presenza sul territorio di poli comunitari, amministrativi, ecc.
Ho sotto i miei occhi i dati della provincia di Novara: su 164 Comuni solo 5 superano i 10 mila abitanti. Restano fuori Comuni come Bellinzago Cameri, Castelletto Ticino ed altri, assai importanti a livello di dimensione provinciale sia per la loro collocazione territoriale sia dal punto di vista insediativo, in particolare di quello in edilizia sovvenzionata.
Questo tipo di rapporto si verifica in varie altre situazioni. Ad esempio, vengono esclusi nell'Alto Novarese, oggi territorio individuabile nell'ambito della Provincia di Verbania, Comuni come Villadossola (7.419 abitanti), dalle note tradizioni produttive, manufatturiere ed industriali o come Gravellona. Per quanto riguarda il Vercellese vengono esclusi Crescentino e Santhià. Trino, come Gattinara che ha 9.467 abitanti, dal censimento del 1991 risulta al di sotto dei 10 mila abitanti L'impostazione del programma, in maniera assai rozza, seleziona il territorio e i Comuni su cui si pensa di orientare le pur scarse possibilità insediative, escludendo centri che, a priori, non mi sentirei di escludere. L'Assessore assicura che potremmo recuperarli per qualche altra via, ma un tale ragionamento rivela come il programma sia privo di qualsiasi impostazione, anche solo orientativa, per lo sviluppo insediativo e quindi territoriale delle varie Province; facendo riferimento ai Comuni maggiori non si assume alcun criterio distributivo, alcuna politica di insediamento abitativo.
Non leggo le situazioni delle altre Province; ho richiamato a caso quella di Novara, di Verbania e di Vercelli, ma la situazione si ripete in tutte le Province. In questo modo di certo non ci muoviamo nella direzione giusta: continuiamo una selezione rozza, che nulla ha a che fare con una qualsiasi politica di programmazione, soprattutto di carattere generale che riguardi lo sviluppo delle varie Province. Problemi già posti all'Assessore in Commissione, ma non seguiti da alcuna modifica della deliberazione.
Come ben illustrato nel dispositivo della deliberazione, le modifiche secondo l'IRES, dovranno riguardare il passaggio da stanziamenti per la predisposizione di programmi a finanziamenti per programmi già definiti questo è il passaggio proprio di una deliberazione preventiva, tesa anche al rilancio delle funzioni regionali di pianificazione territoriale. Tutti questi aspetti non compaiono nella deliberazione, e questo mi sembra motivo più che sufficiente per un dissenso.
In Commissione (verificheremo i verbali) avevo sollevato altre obiezioni, che non mi sembra siano state prese in considerazione. Non chiedo di fermare la deliberazione: non vorrei che qualcuno attribuisse ad una tale richiesta un significato strumentale estraneo a ragioni di dibattito istituzionale; ma l'incertezza nei confronti della deliberazione già manifestata in Commissione relativamente al disinteresse dell'Assessore sul tentativo di collaborazione per un maggiore affinamento della stessa si tramuta necessariamente in voto negativo.
So che all'Assessore Cavallera ciò non interessa molto - i mesi trascorsi dimostrano che a lui non interessa nulla; personalmente considero la deliberazione assolutamente insufficiente, anche se si muove nella positiva logica di mettere in moto una politica di programmazione degli interventi preventiva ai finanziamenti. Tuttavia, le carenze del documento svuotano e vanificano l'intenzione stessa di intraprendere una qualche programmazione che, così carente di contenuti, finisce con l'essere una pura enunciazione, assai rozza, di orientamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.
BODRERO Oltre ad altre ragioni, ritengo di dover meditare ancora a lungo se votare contro o non partecipare, anche perché non vedo nessun impegno a non riproporre le solite scandalose sanatorie a vantaggio dei soliti occupatori abusivi o immigrati entrati clandestinamente nello Stato, quindi in dispregio delle sue leggi. Continua cioè ad imperversare la legge della giungla, per la quale gli abusivi fanno i propri comodi e i buoni cittadini sono le solite bestie da soma che devono lavorare per pagare le tasse.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Subito una precisazione: con la deliberazione, Consigliere Bodrero, non saniamo proprio nulla - forse lei si riferisce ad altro provvedimento - si intende solo programmare l'utilizzazione dei fondi presuntivamente disponibili per l'edilizia sovvenzionata nel periodo contabile 1992/1995.
BODRERO Bisogna impegnarsi a non sanare in avvenire.
CAVALLERA, Assessore regionale Difatti non vi è alcuna proposta; a mio avviso, si dovrebbe votare sulla base dei provvedimenti testualmente proposti. In questo mio breve intervento, quindi, mi riferirò soprattutto alle osservazioni del Consigliere Rivalta, che richiamano in questa sede quanto anche più ampiamente sostenuto dal collega negli interventi in Commissione.
Siamo quasi a metà del periodo 1990/1995; oggettivamente vi è la necessità di mettere in movimento un processo di programmazione che ovviamente, viene proposto sulla base della legislazione regionale vigente e quindi in riferimento a provvedimenti risalenti ai periodi cui si riferiva il Consigliere Rivalta.
Saranno effettivamente disponibili risorse per 4 mila alloggi? Vi saranno risorse aggiuntive? La risposta a questi interrogativi sarà condizionata dalla sorte dello sviluppo e della finanza pubblica nazionale nei prossimi anni. Ci tranquillizza il fatto che questi fondi provengono dalle trattenute Gescal, per cui saranno risorse certamente disponibili.
Devo precisare che è in atto un'azione a livello nazionale per addivenire ad una diversa suddivisione dei fondi fra Regioni e aree geografiche del nostro Paese. Nel corso del prossimo quadriennio andremo senz'altro a definire a livello nazionale, in sede di CER. dei parametri più vantaggiosi per la regione Piemonte. Ritengo quindi di poter prevedere un aggiustamento del tiro, ovvero di addivenire ad un assestamento del programma sulla base delle determinazioni definitive del CER nonché sulla base della ricognizione effettiva delle risorse versate progressivamente alla Cassa Depositi e Prestiti.
E' chiaro che occorre definire nuovi parametri di suddivisione delle risorse fra le varie Regioni, così come fra aree diverse all'interno di ogni singola Regione.
Ecco la ragione per cui in Commissione avevo proposto un emendamento teso ad accogliere almeno in parte le osservazioni del Gruppo del PDS laddove si dà mandato alla Giunta di concordare con l'IRES un'indagine campionaria tesa al superamento di parametri puramente quantitativi mettendo in campo anche parametri di tipo qualitativo. In prospettiva vi è quindi la possibilità - visto che comunque in corso d'opera bisognerà assestare il programma - di correggere almeno in parte storture derivanti da indicatori statistici in parte superati.
Alcune osservazioni dei colleghi sono state accolte già in Commissione: ricordo che il Consigliere Buzio aveva sottolineato la necessità di riproporre la deliberazione, prevedendo non solo la provincia di Biella che già dispone di un'ATC, ma anche la provincia del Verbano Cusio Ossola perlomeno nominalmente, come tabelle d'intervento. Sono stati anche introdotti alcuni passaggi che prevedono l'informazione in Commissione ricordo, inoltre, la ventina di emendamenti presentati dal Consigliere Chiezzi, che sostanzialmente tendevano a spostare tutte le deliberazioni di assegnazione dalla Giunta al Consiglio.
A fronte di assegnazioni che possono pervenire in qualsiasi momento dal CIPE e a fronte delle norme drastiche che già la legge Ferrarini-Botta aveva introdotto e che impongono, laddove si dice "entro 10 mesi dall'assegnazione e dall'individuazione del soggetto attuatore", di addivenire all'inizio dei lavori, nasce la necessità di mettere in campo una volta fatta l'assegnazione e valutata la disponibilità dell'area, la compatibilità e l'effettiva efficacia e validità dello strumento urbanistico, ogni tipo di procedura tesa in tal senso.
In astratto, molte delle osservazioni mosse sono condivisibili, ma la proposta, naturalmente, tiene anche conto delle esperienze effettive ed operative dell'Assessorato.
Per la definizione del parametro dei 10 mila abitanti - cui faceva riferimento il collega Rivalta - si è partiti dal presupposto che nelle precedenti assegnazioni gli indici di tensione abitativa e di fabbisogno portavano a concentrare le assegnazioni ai Comuni di maggiore dimensione.
Proprio per evitare di suscitare troppe aspettative - timore espresso precedentemente dai colleghi - si è cercato di concentrare l'operatività dell'Assessorato e della Giunta verso quei Comuni che in base ai parametri di riferimento, dal punto di vista delle graduatorie prevedibili, finivano comunque ai primi posti. Tutto ciò per eliminare il più possibile la parte burocratica relativa all'invio delle richieste di segnalazioni ai 1.200 Comuni del Piemonte e per far sì che si restringa il numero dei Comuni forse neanche più di cento per i quali gli indici di fabbisogno indicano la necessità di interventi urgenti ed incisivi, coordinando l'espletamento delle pratiche per queste finalità con gli strumenti urbanistici.
Naturalmente, il limite dei 10 mila abitanti non è tassativo. Alcune colleghe avevano sollevato il problema, facendo riferimento ad una classificazione dei Comuni predisposta dal Ministero dell'Interno, in base alla quale una determinata classe decorreva dagli 8 mila abitanti.
A titolo di consultazione abbiamo anche esaminato un elenco di Comuni che, dopo l'ultimo censimento, registrano una densità superiore ai 10 mila abitanti. Allo scopo di non snaturare la proposta e condividendo molte delle osservazioni pervenute dai colleghi, accolgo l'emendamento con il quale si fa scendere il limite a 8 mila abitanti.
Potremmo anche coinvolgere tutti i 1.200 Comuni; ma per le ragioni implicite alle osservazioni mosse, credo occorra la capacità e la forza di operare iniziando dal vertice dei problemi, tenendo conto che il programma proposto prevede la possibilità di recuperare, sotto il profilo della disponibilità effettiva dell'area e della possibilità immediata del rilascio della concessione edilizia, anche situazioni al di fuori dei limiti stabiliti, ferma restando la verifica, in termini ponderali dell'equità del programma nel territorio di ciascuna USSL - quando parliamo di USSL facciamo riferimento alla situazione esistente.
Certamente non si è risposto a tutte le osservazioni poste dai colleghi, ma il tentativo di andare nella direzione proposta è reale, tanto più che in corso d'opera è possibile rettificare un Piano, specialmente se quadriennale (tutti i Piani, infatti, almeno una volta sono stati assestati).
Raccomando all'aula l'approvazione del provvedimento: è urgente far decollare formalmente questa fase di programmazione.
Naturalmente, terrò conto delle critiche e delle osservazioni che i colleghi più attenti a questi problemi hanno portato in aula.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame degli emendamenti.
1) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: al punto 2) sono soppresse le parole "localizzare 4 mila alloggi nei successivi 60 giorni e formulare per ciascuna provincia un ordine di priorità degli interventi finanziabili".
La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Per le ragioni prima esposte, la Giunta respinge l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: l punto 2) sono soppresse le parole "prorogare o rilocalizzare gli interventi, secondo le modalità stabilite dal DL 7/6/1993, n. 180".
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
3) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 7 sono soppresse le parole del penultimo capoverso da "Se lo scarto" a "consiliare competente".
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
4) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 8 sono soppresse le parole del primo capoverso da "Gli interventi possono" a "di edilizia agevolata".
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Peano e Ferraris: al punto 6, primo comma, le locuzioni "10 mila abitanti" sono sostituite da "8 mila abitanti".
L'emendamento è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 18 voti favorevoli e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri).
6) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 8, al sesto capoverso, dopo le parole "per ciascuna provincia", sono aggiunte le parole "che sottopone all'approvazione del Consiglio regionale".
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
7) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 9, il primo capoverso del punto 7) è soppresso.
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
8) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 9, al terzo capoverso del punto 7), far precedere alla parola "impegno" le parole "deliberazione di".
L'emendamento è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri).
9) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 9, al quarto capoverso del punto 7), far precedere alla parola "impegno" le parole "deliberazione di".
L'emendamento è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri).
10) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 9, al punto 7), lettera a), l'ultimo capoverso è soppresso.
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
11) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 9, al secondo capoverso, dopo le parole "dei requisiti seguenti" aggiungere le parole "con priorità agli interventi di recupero".
L'emendamento è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 7 Consiglieri).
12) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 9, lettera a), primo capoverso, le parole "ed è libero da persone e cose" sono soppresse.
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
13) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 17, punto 13) l'intero capoverso è soppresso.
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
14) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 10, le parole al terzo capoverso, seconda lineetta, da "il costo di acquisizione" a "e la progettazione" sono soppresse.
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
15) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 13, punto 8), terzo capoverso, le parole "localizza gli" sono sostituite con le parole "presenta al Consiglio regionale la proposta di deliberazione per la localizzazione degli interventi".
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
16) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 14 il primo capoverso è soppresso.
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
17) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 14 il secondo capoverso è soppresso.
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
18) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 14, terzo capoverso, dopo le parole "la Giunta regionale" aggiungere le parole "presenta al Consiglio regionale la proposta di deliberazione nella quale:".
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
19) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 14, terzo capoverso, terza lineetta, dopo le parole "Giunta regionale", aggiungere le parole "con deliberazione di Consiglio regionale".
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
20) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 14, quarto capoverso, aggiungere al fondo "con deliberazione di Consiglio regionale".
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
21) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: nel programma pluriennale 1992/1995 allegato alla deliberazione, alla pagina 14, quinto capoverso, dopo le parole "la Giunta regionale può" aggiungere le parole "con deliberazione di Consiglio regionale".
L'emendamento non è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti contrari e 3 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 11 Consiglieri).
La parola al Consigliere Rivalta per dichiarazione di voto.
RIVALTA Non sapevo della presentazione degli emendamenti del collega Chiezzi e tanto meno immaginavo fossero così numerosi e - alcuni - fondati.
Chiedendo di intervenire non mi sono certo permesso di sostituirmi a lui nel sostenerli - soprattutto per non improvvisare; la mia astensione dal voto su tali emendamenti intende esprimere un giudizio critico sul modo con cui si sono organizzati i lavori della seduta odierna relativamente ad un collega assente, perdipiù in missione per il Consiglio regionale.
Il Consigliere Chiezzi aveva lavorato parecchio su questa legge e presentato numerosi emendamenti; credo sarebbe stato giusto, per correttezza di rapporti politici all'interno di questo Consiglio rinviare di una settimana l'esame della legge. Sono perplesso di fronte al fatto che il tentativo di contributo a migliorare la legge del collega Chiezzi si sia risolto, in sostanza, in un burocratico passaggio in esame degli emendamenti.
La legge non è urgente, pur essendoci una giusta logica di preventiva programmazione; credo sarebbe stato opportuno rinviare l'esame della legge alla settimana prossima.
Mi asterrò dalla votazione proprio perché non è stata data l'opportunità ad un collega, che ha presentato un proprio lavoro, un proprio giudizio ed un proprio contributo, di poter intervenire.
Collega - ripeto - che è assente perché la Regione lo ha designato a svolgere una missione altrove.
Alla luce di questo fatto io, personalmente, tramuterò il mio voto negativo in una non partecipazione al voto, per sottolineare la situazione.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Cavallera che deciderà come procedere, volevo rispondere al Consigliere Rivalta per la parte di mia competenza.
Nella scorsa Conferenza dei Capigruppo avevamo annunciato che in quella di questa mattina, alle ore 9,30, il Presidente della Giunta avrebbe presentato l'elenco dei provvedimenti da discutere in Consiglio. E così è stato questa mattina in aula: in maniera puntuale e dettagliata si è proceduto all'esame dei punti all'o.d.g., e quello in oggetto era stato inserito tra quelli da discutere oggi. Alla riunione dei Capigruppo era presente anche il Consigliere Maggiorotti, di Rifondazione Comunista, che non ci ha assolutamente fatto presente che sul provvedimento in esame non c'era il consenso del suo Gruppo.
Dico questo per correttezza, poiché, per esempio, alla discussione su un altro provvedimento, quello relativo al punto 20) all'o.d.g.
(deliberazione n. 444 sull'Alta Velocità in Valle Susa), il Consigliere Chiezzi mi aveva personalmente richiesto di voler essere presente, per cui tale punto è stato rinviato. Alla Presidente del Consiglio non sono state fatte altre comunicazioni; pertanto, non avendo ricevuto alcuna osservazione dai Capigruppo, abbiamo ritenuto di procedere, stante il fatto che si tratta di provvedimento da molto tempo all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cavallera.
CAVALLERA, Assessore regionale Le decisioni relative all'ordine dei lavori ovviamente sono compito della Presidenza del Consiglio; volevo però ricordare ai colleghi che il 29 luglio, giornata di chiusura della tornata pre-feriale, quando ad una determinata ora della notte è stata discussa con procedura d'urgenza una serie di provvedimenti, il sottoscritto ha convenuto con la Presidenza che il provvedimento in oggetto andasse discusso in una seduta normale, alla quale fossero presenti tutti i Gruppi. Questo per ribadire che nel limite del possibile si ricerca sempre il dibattito in Consiglio; per tutto il resto mi rimetto a quanto detto dalla Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

Faccio peraltro presente che alcuni emendamenti del Consigliere Chiezzi sono stati accolti: il contributo del Consigliere è stato quindi in parte accolto.
Pongo in votazione la deliberazione il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 19 voti favorevoli, 1 contrario e 10 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Occorre anche puntualizzare che bisogna cercare di stare in aula altrimenti devo dare ragione al Consigliere Rivalta: fino a che si discute "semplicemente" di politica e di questioni di questa natura si presta attenzione ai lavori svolti in aula; quando si passa al merito dei provvedimenti - prioritariamente il nostro compito - non si sta nemmeno in aula. Mi permetto di richiamare il Consiglio: Consiglieri, rimanete in aula! Riepilogo: poiché abbiamo interrotto la riunione per mezz'ora, al fine di permettere a tutti di recarsi a pranzo, i nostri lavori non verranno interrotti, anche perché c'è l'intenzione di finire presto visto il brutto tempo che imperversa. Bisogna lavorare quando c'è ancora luce: così si dice nelle nostre campagne, e mi sembra saggio. Lavoriamo adesso! SARTORIS E le due Commissioni programmate?



PRESIDENTE

Faremo tutto, però bisogna stare in aula.
BRESSO Un chiarimento: mi pare ovvio che non interrompendo i lavori del Consiglio, le Commissioni programmate verranno rinviate.



PRESIDENTE

Per la verità, le Commissioni non dovrebbero mai essere programmate in concomitanza con la riunione di Consiglio, anche se talvolta eccezionalmente, ciò accade. Ovviamente, se il Consiglio è in corso, non si possono svolgere riunioni di Commissione; se ci fosse urgenza su qualcosa ditemelo: interromperemo il tempo necessario.
La parola alla Consigliera Bresso.
BRESSO I componenti della Commissione di cui sono Vicepresidente vi rinunciano.



PRESIDENTE

Secondo quanto suggerito dal Consigliere Marchini in questo momento potremmo, se finissimo abbastanza presto e se voi lo riteneste, convocare la riunione di Commissione verso le ore 17. Era mia intenzione verificare intanto l'andamento dei nostri lavori; la riunione inerente la riconversione industriale è comunque sospesa. Il punto 20) all'o.d.g.
ripeto - non verrà svolto per l'assenza del Consigliere Chiezzi - del resto non era neanche programmato per questa mattina.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 706: "Art. 11 del DL 1/7/1986, n. 318 convertito dalla legge 9/8/1986, n. 488. Interventi per l'edilizia scolastica. Amministrazione provinciale di Torino. Devoluzione mutuo di L. 3.400.000.000 da costruzione palestra presso ITC Romero e Liceo Scientifico Darwin in Rivoli a costruzione palestra e completamento sistemazioni esterne relative alla realizzazione di un Liceo scientifico in Ivrea"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 21) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 706.
La parola alla Consigliera Bresso per un intervento di tipo generale.
BRESSO Interverrò brevemente su tutte le deliberazioni riguardanti l'edilizia scolastica; inoltre, mi pare valga la pena spiegare al Consiglio il motivo del numero così elevato di deliberazioni relative ai finanziamenti per edilizia scolastica; in realtà si tratta di deliberazioni di piccolissima portata (così piccola che mi pare non ci sia neanche l'Assessore competente).
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale L'Assessore competente è, come il Consigliere Chiezzi, in America.
BRESSO Indirizzerò dunque il mio commento al Presidente della Giunta; tra l'altro, è questione riguardante la Giunta in generale: non sappiamo se l'attuale Giunta vivrà ancora a lungo, ma relativamente al modo di operare credo il mio commento possa valere per qualunque tipo di Giunta.
Molto spesso il Consiglio è investito da questioni di minuto dettaglio come nel caso di questi finanziamenti, spostati ad altri edifici scolastici per ragioni eminentemente tecniche, poiché non è possibile, date determinate procedure edilizie, utilizzare i finanziamenti nelle forme precedentemente ipotizzate.
Il Consiglio, peraltro, come rilevò anche il Consigliere Chiezzi in Commissione, non possiede strumenti per capire se gli spostamenti di finanziamenti siano giustificati, se i ritardi nell'avviare la procedura per cui poi si arriva a non poter utilizzare i finanziamenti - siano da imputare alla scuola, ai Comuni o alla stessa Regione.
Per questa ragione sarebbe forse più appropriato che quelle in discussione fossero tutte deliberazioni di Giunta e che il Consiglio venisse investito unicamente della programmazione generale degli interventi di edilizia scolastica: un programma sulla cui base i minuti adattamenti verranno stabiliti con deliberazione di Giunta. Il Consiglio approverebbe quindi un programma complessivo a seguito del quale si delega la Giunta ad operare i necessari aggiustamenti tecnici. Questo per evitare di discutere questioni su cui, se non per ragioni di schieramenti, non siamo in grado di assumere alcuna posizione n' in Consiglio n' in Commissione, poich l'intero dettaglio burocratico della pratica ci sfugge necessariamente; una serie di pratiche tecniche che sarebbero più appropriatamente di competenza della Giunta. Se la Giunta, parallelamente, attraverso anche provvedimenti di legge, non togliesse al Consiglio decisioni di carattere rilevante...
Faccio rilevare che stiamo discutendo di togliere al Consiglio l'approvazione dei Piani territoriali provinciali, dopodiché approviamo lo spostamento di uno stanziamento di 50 milioni da un'opera all'altra. Vi sono questioni ben strane; sarebbe opportuno che la Giunta riflettesse globalmente, magari anche con l'Ufficio di Presidenza del Consiglio, su questo tipo di assurdità di ripartizioni di competenze fra Giunta e Consiglio. Spero di essere riuscita a farmi capire, perché in questa bolgia non è facile!



PRESIDENTE

Il Consigliere Montabone stava facendo dei commenti sul suo intervento che non posso riferire ad alta voce altrimenti il Presidente della Giunta si arrabbia! Vi sono altri interventi? Ha chiesto la parola il Consigliere Bodrero; ne ha facoltà.
BODRERO Mi associo a ciò che ha detto la collega e faccio notare che purtroppo nell'edilizia scolastica, almeno presso molti edifici, sembra essere prevalso il criterio di abolire l'alloggio del custode. Questo rende possibili moltissimi casi di vandalismo, distruzioni, con spese ingenti per restaurare, e poi la volta dopo nuovo vandalismo! Queste assurdità sono dovute al permissivismo: il custode vuole avere il suo alloggio, vuole stare a casa sua, non è un carabiniere, non è un poliziotto, e così l'edilizia scolastica sovente va in rovina, viene distrutta dai vandali, lo leggiamo continuamente sui giornali, però sembra che questo fatto non preoccupi molto chi fa piani e progetti di spesa o progetti di edilizia scolastica. Ragion per cui come ho detto prima il mio voto sarà o contrario o non parteciperò al voto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Più che replicare, in assenza dell'Assessore prendiamo nota delle osservazioni mosse dai colleghi. Relativamente all'aspetto procedurale delle deliberazioni di Giunta dobbiamo valutare i suggerimenti pervenuti per verificare la loro percorribilità: non vorrei ci fossero in proposito difficoltà di ordine legislativo statutario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.
BRESSO Certo, Presidente, si tratta di modificare una procedura; occorrerebbe arrivare con un programma sulla base del quale il Consiglio delegherebbe la Giunta ad assumere eventuali provvedimenti.
I provvedimenti in discussione sono in buona parte in funzione dell'adeguamento alle misure di sicurezza. E' chiaro che se un Comune non è riuscito ad utilizzare il finanziamento perché non gli vengono autorizzate determinate opere è insensato persistere - è il caso del Comune di Rivoli: l'edificio scolastico è all'interno di un parco. In questi casi si sposta su altra scuola dagli altrettanti problemi di messa a norma. Ma questi sono provvedimenti di carattere tecnico, da delegare alla Giunta; in tal modo si eviterebbe di perdere tempo nella gestione di finanziamenti per interventi magari urgenti, quali quelli riguardanti la sicurezza.
Il denaro finisce per andare avanti e indietro. In aula, e prima ancora in Commissione, le deliberazioni in oggetto giacciono da mesi: i Comuni non possono mettere a norma le scuole e i ragazzi rischiano. E' cosa assurda.
La nostra Commissione è a disposizione per valutare una procedura che deleghi alla Giunta i necessari adattamenti.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Ricordo che si tratta di provvedimenti urgenti, tant'è vero che proprio ieri ho ricevuto una telefonata del Presidente della Provincia che mi chiedeva espressamente che i provvedimenti in discussione fossero approvati.
BRESSO Lo so, lo so: l'ho ricevuta anch'io.



PRESIDENTE

Sulle deliberazioni non sono stati presentati emendamenti. Procediamo dunque alla votazione delle deliberazioni riguardanti l'edilizia scolastica.
Pongo in votazione la deliberazione n. 706, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 8) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 707: "Legge 23/12/1991, n. 430. Piano regionale di finanziamento opere di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 ratificata con DCR n. 351-5424 del 28/4/1992. Variazione n. 6: Comuni di Orbassano (TO), Ivrea (TO), Mango (CN). Variazione destinazione finanziamenti assegnati"


PRESIDENTE

Pongo ora in votazione la proposta di deliberazione n. 707, di cui al punto 22) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 8) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 728: "DL 1/7/1986, n. 318, convertito con modificazioni, dalla legge 9/8/1986, n. 488, art. 11 - Interventi per l'edilizia scolastica. Amministrazione comunale di San Francesco al Campo (TO). Devoluzione mutuo di L. 480.000.000 per variazione progetto edificio scuole elementari"


PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 728, di cui al punto 26) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 8) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 729: "Legge 23/12/1991, n. 430. Piano regionale di finanziamento opere di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 ratificata con DCR n. 351-5424 del 28/4/1992. Variazione n. 7: Comune di Cassano Spinola (AL). Variazione di destinazione del finanziamento assegnato"


PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 729, di cui al punto 27) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 8) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 749: "Legge 23/12/1991, n. 430. Piano regionale di finanziamento opere di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 ratificata con DCR n. 351-5424 del 28/4/1992. Variazione n. 8: Comuni di Cuorgné e Vespolate. Assegnazione quota finanziamento"


PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 749, di cui al punto 29) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 8) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 750: "Legge 23/12/1991, n. 430. Piano regionale di finanziamento opere di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 ratificata con DCR n. 351-5424 del 28/4/1992. Variazione n. 9: Comune di Valperga (TO). Assegnazione quota finanziamento"


PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 750, di cui al punto 30) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 8) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 751: "Legge 23/12/1991, n. 430. Piano regionale di finanziamento opere di edilizia scolastica approvato con DGR n. 80-13664 del 23/3/1992 ratificata con DCR n. 351-5424 del 28/4/1992. Variazione n. 10: Comune di San Pietro Mosezzo (NO). Variazione di destinazione del finanziamento assegnato"


PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 751, di cui al punto 31) all'o.d.g., il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 8) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Veterinaria

Esame proposta di deliberazione n. 753: "L.R. 26/7/1993, n. 34 - Tutela e controllo degli animali da affezione Approvazione Regolamento di attuazione"


PRESIDENTE

Procediamo con il punto 33) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 753.
Non essendovi interventi pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.


Argomento: Fondi sanitari

Esame proposte di deliberazione n. 754: "Fondo Sanitario Regionale in conto capitale - Attribuzione a favore delle UU.SS.SS.LL. della Regione Piemonte in campo sanitario - Spesa di L. 30.000.000.000 (cap. 20680/93)" e n. 756: "Fondo Sanitario Regionale in conto capitale - Attribuzione a favore dell'Ordine Mauriziano e della Tavola Valdese per il mantenimento del patrimonio mobiliare ed immobiliare - Spesa di L. 2.000.000.000 (cap. 20680/93)" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ai punti 32) e 38) all'o.d.g. che prevedono l'esame delle proposte di deliberazione n. 754 e n. 756.
La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore regionale In Commissione era stata avanzata un'osservazione relativa ad alcuni dati non corretti in merito ai posti letto. Se credete, possiamo rimandare la deliberazione; non sono in condizione di dirvi se è stata fatta una rilettura dei numeri relativi ai posti letto.



PRESIDENTE

I punti 32) e 38) all'o.d.g. vengono rinviati, il che non vuol dire necessariamente ad altra seduta. Si intendono rinviati temporaneamente.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame proposta di deliberazione n. 723: "L.R. 22/4/1980, n. 27, art. 12 Determinazione dimensioni minime per il riconoscimento delle Associazioni dei produttori agricoli - Quinquennio 1991/1995" Esame ordine del giorno n. 649


PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto 39) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 723.
Era stata preannunciata la presentazione di un ordine del giorno collegato a tale deliberazione, che è pervenuto alla Presidenza ed è in corso di distribuzione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba; ne ha facoltà.
RIBA In sede di Commissione abbiamo preso atto che si tratta di atto dovuto in relazione ad una disposizione comunitaria assolutamente non condivisibile. Il nostro Gruppo ed altre opposizioni dichiararono la loro astensione sulla deliberazione conché venisse approvato l'ordine del giorno che è stato distribuito - che impegna ad una ridistribuzione complessiva a livello ministeriale dei criteri di valutazione.
Mi pare che l'ordine del giorno raccolga il consenso della Giunta: si potrebbe procedere alla votazione della deliberazione e congiuntamente dell'ordine del giorno, con la nostra astensione sulla deliberazione e il voto favorevole sull'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 12 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 649 presentato dai Consiglieri Riba e Penasso. Se vi sono altri Consiglieri che intendono sottoscrivere questo documento possono farlo qui al banco della Presidenza.
Hanno aggiunto la loro firma i Consiglieri Porcellana, Rossa e Miglio.
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che nella particolare situazione dell'agricoltura derivante dalla riforma della politica agricola comunitaria, diventa sempre più rilevante il ruolo sul mercato delle Associazioni dei produttori agricoli preso atto che le dimensioni minime per il riconoscimento delle Associazioni dei produttori di cui al Regolamento CEE n. 1360/78 sono stabilite dalla CEE ai sensi del Regolamento CEE n. 220/91, art. 1 preso atto che si tratta di minimi troppo bassi che consentono per lo stesso prodotto la formazione anche di venti Associazioni per ogni territorio regionale tenuto conto che il proliferare di Associazioni non consente significative aggregazioni di prodotto tali da incidere sul mercato vanificando la finalità dello stesso regolamento che è quella di rafforzare il potere contrattuale dei produttori sul versante dell'offerta visto che gli Stati membri, e per essi le Regioni, non hanno la facoltà di aumentare tali minimi visto che tale normativa ha consentito in Piemonte la costituzione di ventiquattro Associazioni dei produttori agricoli, mediamente tre Associazioni per ogni settore, e nelle principali Regioni limitrofe di anche cinquanta Associazioni (Emilia Romagna e Lombardia) impegna la Giunta regionale ad investire di tale problematica il Ministero per il Coordinamento delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali affinché, dopo un approfondimento a livello nazionale con le Regioni, le Organizzazioni professionali agricole, le Centrali cooperative, le Unioni nazionali delle Associazioni dei produttori agricoli, si faccia il punto della situazione dell'associazionismo in Italia proponendo alla Comunità europea la revisione della normativa al fine di correggere le storture che hanno impedito il decollo delle Associazioni in Italia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 37 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 726: "L.R. 26/4/1993, n. 11, art. 5 comma primo. Approvazione dello Statuto-tipo delle Agenzie Territoriali per la Casa"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 25) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 726.
Ha chiesto la parola la Consigliera Bresso; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

BRESSO



PRESIDENTE

Intervengo per dichiarare che il Gruppo PDS non parteciperà al voto su una deliberazione passata in Commissione in un momento in cui il nostro Gruppo era assente non per malattia, ma per le ragioni politiche che tutti conoscete: non abbiamo quindi avuto la possibilità politica di discuterne in Commissione. Riteniamo francamente impossibile discutere in aula di un argomento già al limite delle competenze di una Commissione, tant'è vero che l'intervento consiliare si configura come parere ed opinione alla Giunta.
Dato che è stato scelto dalla maggioranza di votare il provvedimento in assenza delle opposizioni non certo per nostra negligenza, ma per ragioni politiche, non partecipiamo al voto lasciando alla maggioranza la responsabilità di approvare la deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.
BODRERO Per le stesse ragioni voterò contro.



PRESIDENTE

Non essendoci altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 1 contrario (non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri).


Argomento: Acque minerali e termali - Commercio

Esame progetto di legge n. 264: "Ricerca e coltivazione di acque minerali e termali"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 264, di cui al punto 10) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Ferraris, che ha facoltà di intervenire.
FERRARIS, relatore Dò per letta la relazione, a mani dei Consiglieri, il cui testo recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, si affronta oggi l'esame del disegno di legge n. 264 presentato nell'aprile 1992 dalla Giunta regionale avendo avvertito l'esigenza di una normativa specifica riguardo le acque minerali e termali. Infatti la legge mineraria (Regio Decreto n. 1443/27) che costituisce attualmente l'unico riferimento legislativo in materia, fu dettata per minerali con caratteristiche di coltivazione e di impiego del tutto diverse dalle acque; inoltre dal 1927 ad oggi si è avuto uno straordinario sviluppo economico del settore, tale che la legge mineraria per un verso non disciplina la materia e per altro verso la costringe in schemi non propri.
I recenti e purtroppo sempre più attuali casi verificatisi in Piemonte inerenti l'inquinamento di falde acquifere e conseguentemente degli acquedotti pubblici, hanno causato nel cittadino un motivato senso di sfiducia ed allarmismo nei confronti 'dell'acqua di rubinetto'. Considerato che il Piemonte è una regione particolarmente ricca di acque minerali e termali il cui consumo, risulta, per le cause sopra richiamate, in continuo aumento, ed al fine soprattutto di salvaguardare e valorizzare tale patrimonio, appare ora inderogabile l'emanazione di una legge che disciplini la materia.
Circa gli aspetti più squisitamente giuridici e tecnici rimando alla relazione della Giunta regionale di presentazione del disegno di legge, in particolare per quanto riguarda la disciplina del rilascio e della gestione del permesso di ricerca, le prescrizioni ad esso connesse, le caratteristiche tecniche degli impianti.
Sono previste inoltre norme circa la vigilanza e le sanzioni per i soggetti che ricercano o coltivano acque minerali e termali senza averne titolo, ossia senza provvedimento di ricerca o di concessione.
Viene previsto un periodo di regime transitorio durante il quale i titolari di permessi di ricerca e concessioni minerarie devono adeguarsi alle norme previste dalla legge di settore.
Infine, ai sensi della L.R. n. 4/85, il Presidente della Giunta regionale esercita le funzioni in materia di Polizia Mineraria ex DPR n.
128/59.
La Commissione ha dedicato tempo ed attenzione all'esame della normativa oggi in votazione consultando (marzo 1993) i soggetti interessati quali le Associazioni degli enti locali, le Camere di Commercio, le Organizzazioni produttive e del commercio, le Associazioni dei consumatori i sindacati e i Comuni sede di stabilimenti termali. Indi è stato costituito un apposito gruppo di lavoro per poter analizzare in dettaglio i vari aspetti delle disposizioni normative proposte e predispore eventuali modificazioni del testo. Si sono in particolare inserite: 1) la previsione, nell'art. 1, di un Piano regionale di ricerca e coltivazione (predispoto dalla Giunta regionale) 2) le prescrizioni urbanistiche transitorie, nell'art. 40, per individuare, negli strumenti urbanistici locali, le aree di interesse termale, in attesa della redazione del Piano di cui sopra 3) norme per una maggiore tutela della situazione idrogeologica del territorio interessato dal processo di ricerca di acque minerali (art. 4).
Il documento licenziato dalla Commissione con ampio consenso è quindi sottoposto all'attenzione dell'aula con l'auspicio di una sollecita ed unanime approvazione".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: al comma secondo, la cifra "90" viene sostituita con la cifra "45".
La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale E' accolto per snellezza di procedura.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 4, così emendato, a norma dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 Emendamento presentato dall'Assessore Garino: l'art. 5 è sostituito con il seguente: "Art. 5 - Domande in concorrenza.
1. Due o più domande di permesso di ricerca si considerano in concorrenza qualora presentino interferenza nelle aree richieste e risultino prodotte nelle more dell'istruttoria.
2. Il permesso di ricerca è concesso al richiedente che offre le maggiori garanzie per il perseguimento dei fini di cui all'art. 24 e che stipula una convenzione con l'Amministrazione comunale a tutela degli interessi dell'economia locale.
3. A parità di garanzie offerte è data preferenza alle istanze presentate da Amministrazioni comunali o altri enti pubblici".
La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Semplicemente per dire che con l'emendamento si intende fare in modo che gli uffici possano procedere immediatamente; in pratica, si riformula l'art. 5 secondo le indicazioni formulate da più parti.



PRESIDENTE

Si tratta di un emendamento sostitutivo dell'art. 5 che, nella sostanza, recepisce gli emendamenti presentati dal Consigliere Marchini comunque ritirati.
La parola al Consigliere Marino.
MARINO Prendo atto che oggi l'opposizione sembrerebbe non essere presente in aula. Mi pare infatti, relativamente all'emendamento precedente, che non tutti si siano resi conto del significato dell'abbreviazione dei tempi delle risposte dei Comuni da 90 a 45 giorni.
Entro nel merito di questo emendamento, che mi sembra più emblematico e chiedo all'Assessore di illustrarci almeno il comma secondo del riscritto art. 5: affermare che il permesso di ricerca è concesso al richiedente che offre le maggiori garanzie per il perseguimento dei fini di cui all'art. 24, e che stipula una convenzione con l'Amministrazione comunale a tutela degli interessi dell'economia locale, mi sembra cosa che messa in legge crea qualche perplessità. Mentre altri criteri, come quello riportato al comma terzo, cioè "a parità di garanzie offerte, è data preferenza alle istanze presentate da Amministrazioni comunali o altri enti pubblici", possono essere condivisi.
Personalmente, tranne che l'Assessore non mi illumini, sono perplesso sulla dizione del comma secondo, e chiederei se è possibile che ci illustri cosa significa che il permesso di ricerca è concesso al richiedente che offre le maggiori garanzie; non comprendo, all'interno di una legge, che significato abbia una frase del genere. Se l'Assessore non dovesse cambiare idea, voterò contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Il mio intervento è reso superfluo dalla seconda parte dell'intervento del Consigliere Marino. Voglio assicurare i colleghi che l'emendamento da me presentato non faceva altro che mettere per iscritto quanto maturato in Commissione: era implicito, ma non era esplicitato, che tra due domande di pari efficacia prevalesse quella pubblica, ma non in ogni caso, come invece dettava l'articolo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Per quanto riguarda le domande poste dal Consigliere Marino, per intanto devo dire che l'art. 5 coglie gli emendamenti formulati dal Consigliere Marchini che mi paiono del tutto accoglibili, così come egli stesso ha suggerito.
Il problema dell'eventuale concorrenza fra più soggetti non può che essere valutato alla luce di un'analisi delle caratteristiche tecniche e finanziarie offerte. Credo siano questi i criteri cui ci si può attenere.
Forse il Consigliere Marino preferirebbe che queste cose, se condivise fossero all'interno della legge. Non ho problemi a preparare un emendamento in tal senso.
Perché la stipula con la convenzione? Accade purtroppo e troppo spesso che la nostra montagna sia derubata delle proprie risorse senza che alcun ritorno venga all'Amministrazione comunale o alle popolazioni. E' per questo motivo che si parla di convenzione con l'Amministrazione comunale a tutela degli interessi e dell'economia locale. In altri termini, sappiamo per esperienza cosa può significare avere un permesso di ricerca, sfruttare quest'acqua, creando però lo stabilimento nello stesso posto; ciò a differenza di qualcun altro che l'acqua la prende, la intuba con condotte che vanno lontano, senza che l'economia locale abbia quei vantaggi che invece vogliamo - credo tutti - fare in modo che i nostri Comuni particolarmente quelli poveri di montagna, abbiano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.
FOCO Condividiamo la nuova stesura dell'art. 5; per quanto riguarda la concorrenza pubblico-privato, la Commissione ha discusso e ragionato a lungo. Non vorrei che, proprio per snellire i lavori dell'aula, i Consiglieri che non hanno partecipato ai lavori della Commissione ritenessero che la legge arrivi in aula senza l'approfondito ed ampio lavoro che invece è stato svolto. Basti ricordare che la Commissione si è anche articolata in Sottocommissione, proprio per sciogliere alcuni nodi della legge.
Uno degli elementi sui quali abbiamo discusso era quello relativo alla possibilità di concorrenza tra pubblico e privato, evitando però di andare a discapito della funzionalità o dell'economia delle realtà locali.
A me pare che la nuova formulazione elimini dubbi e perplessità.
Ritenevo che anche la precedente formulazione dell'art. 5 - anche se è sempre auspicabile la maggiore chiarezza possibile fosse sufficientemente chiara, e cioè che a parità di condizioni dovesse avere la prevalenza il pubblico; in modo particolare, si cercava e si cerca di tutelare l'ente locale. Poiché non vengono stravolti questi elementi (anzi, mi pare vengano confermati e che vi sia un discorso complessivamente valido per quanto riguarda il ragionamento che abbiamo fatto su tutto il testo di legge) dichiariamo il nostro voto favorevole su questo articolo, così come è stato riformulato.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Garino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli, 1 contrario e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 5, nel nuovo testo, a norma dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 5 è approvato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Miglio; ne ha facoltà.
MIGLIO Vorrei sapere come fare a partecipare alla Commissione Nomine - che si tiene nell'angolo laggiù se contemporaneamente desidero seguire i lavori dell'aula.



PRESIDENTE

Consigliere Montabone, se sta tenendo la Commissione Nomine, la interrompa.
Prosegue l'esame dell'articolato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 20 è approvato.
ART. 21 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 24 è approvato.
ART. 25 Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: al comma secondo, lettera a), la cifra "50.000" è sostituita con la cifra "42.000".
Questo emendamento viene integrato da una proposta dell'Assessore Garino, che ha la parola per l'illustrazione.
GARINO, Assessore regionale L'emendamento propone la cifra "42.000".
La cifra nasce da un'indagine fatta presso altre Regioni; la media di quanto le altre Regioni hanno proposto per questo tipo di concessione si aggira sulle 39.000 lire. La proposta della Giunta, sulla quale concorda anche il Consigliere Marchini, è la cifra 42.000, conché la nostra Regione che attualmente incassa appena 23.900.000, passerà ad un incasso di 279.000.000 l'anno.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 10 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 25, così emendato, a norma dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 26 astensioni 10 L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 28 è approvato.
ART. 29 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 29 è approvato.
ART. 30 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 35 è approvato.
ART. 36 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 38 è approvato.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 39 è approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 40 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 41 è approvato.
ART. 42 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 23 astensioni 14 L'art. 42 è approvato.
La parola al Consigliere Foco per dichiarazione di voto.
FOCO Una breve dichiarazione per motivare la nostra complessiva astensione su un testo al quale, peraltro, riteniamo di aver apportato come Gruppo sia in Commissione sia in Sottocommissione, un contributo notevole.
La nostra è un'astensione più politica che tecnica; ci sentiamo infatti in difficoltà a ragionare e discutere di leggi operative nel momento in cui viene ridiscusso complessivamente tutto l'assetto e la composizione della stessa Giunta. Si sta discutendo di tutto: forse sarebbe stato meglio soprassedere per quanto riguardava le leggi.
Riteniamo anche che il testo abbia subìto in sede di Commissione importanti modifiche, quali la previsione di un Piano regionale di ricerche di coltivazione, la prescrizione di precise norme urbanistiche e di ogni altra norma relativa ad una maggiore tutela della situazione idrogeologica del territorio.
A noi pare - l'abbiamo richiesto più volte in sede di Commissione - che il problema delle acque, comprendendo fra queste anche quelle acque minerali e, quindi anche le acque sotterranee, debba essere discusso nella sua complessità e non affrontato parzialmente.
Per questi motivi, pur riconoscendo valore ed importanza al testo di legge, manteniamo la nostra astensione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Intervengo intanto per ringraziare la Commissione e in particolare il collega Foco che sia in Commissione sia in Sottocommissione ha dato un contributo determinante alla stesura di questa legge.
Credo sia una buona legge: è stata riconosciuta tale da tutti. Aggiorna le tariffe e permetterà alla Regione di incassare 300 milioni, cosa che prima non era possibile, e contiene la norma secondo la quale entro tre anni il canone dovrà essere rivisto. Parallelamente a leggi simili di altre Regioni - non di tutte dà certezza agli operatori per quanto riguarda istruttorie e domande. Dare certezze agli operatori, oggi, credo sia importante.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri La legge è approvata.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.10 riprende alle ore 15.30)



PRESIDENTE

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO SPAGNUOLO CARLA


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 355: "Adeguamento delle piante organiche del personale degli Enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali regionali"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo al punto 11) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 355.
Relatore è il Consigliere Penasso, che ha facoltà di intervenire.
PENASSO, relatore Dò per letta la relazione, a mani dei Consiglieri, il cui testo recita: "Si esamina oggi il testo del disegno di legge che prevede la riorganizzazione e l'adeguamento del personale degli Enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali.
Nell'ambito della politica di salvaguardia e qualificazione ambientale da tempo avviata dalla Regione, con le LL.RR. 17/4/1990, n. 28, 22/4/1991 n. 14, 11/8/1991, n. 38, 27/12/1991, n. 65, 14/1/1992, n. 1 e 14/1/1992, n.
3, sono state istituite sei nuove aree protette.
Affinché i rispettivi Enti di gestione possano iniziare a svolgere autonome attività, dotandosi di un'adeguata struttura, è necessario provvedere all'individuazione delle nuove piante oganiche per l'assunzione di personale dipendente che garantisca un corretto funzionamento degli Enti medesimi.
Il presente disegno di legge prevede le dotazioni organiche per il personale degli Enti di gestione delle aree protette istituite con le leggi sopra indicate, vale a dire il Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po del tratto cuneese e della pianura torinese, la Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Belmonte, il Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino, la Riserva naturale speciale del Sacro Monte Calvario di Domodossola, il Parco naturale di Stupinigi e la Riserva naturale orientata delle Baragge.
Per la pianta organica del Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino è previsto un comma specifico; la distinzione rispetto agli altri Enti di gestione è motivata dalla differente natura giuridica dei soggetti gestionali: da un lato la Cumulativa Amministrazione, cui spetta storicamente la gestione del Bosco da quasi un millennio, dall'altro lato gli Enti strumentali della Regione di cui all'art. 7, comma dodicesimo, della L.R. 22/3/1990, n. 12.
Alla luce delle problematiche emerse nel corso degli anni e a seguito delle richieste avanzate dagli Enti di gestione delle aree protette da tempo istituite in relazione alle esigenze di funzionamento manifestatesi di volta in volta, risulta necessario procedere, altresì, al riordino e all'adeguamento delle dotazioni organiche individuate nelle LL.RR.
23/1/1989, n. 14 e 22/3/1990, n. 12, ridefinendole anche in applicazione dei principi contenuti nel decreto legislativo n. 29 del 3/2/1993 e fatto salvo quanto disposto dall'art. 6 del presente disegno di legge in merito alle qualifiche dirigenziali.
Il numero complessivo dei dipendenti individuati nelle piante organiche indicate nel presente disegno di legge corrisponde a 470 unità.
L'adozione delle nuove piante organiche, relative agli Enti di gestione di recente istituzione comportano un incremento numerico del personale dipendente pari a 45 unità rispetto alle dotazioni organiche vigenti che prevedono 425 dipendenti.
L'incremento è dato in particolar modo dalla previsione relativa al personale dipendente dell'Ente di gestione delle aree protette della fascia fluviale del Po e si articola in 16 dipendenti per l'Ente di gestione della Pianura torinese, in 13 dipendenti per l'Ente di gestione del tratto cuneese e in 11 dipendenti, in aggiunta ai 13 già esistenti nell'attuale pianta organica, per l'Ente di gestione del Po alessandrino e del torrente Orba.
La scelta di far convergere l'incremento di personale sulle dotazioni organiche degli Enti di gestione delle aree protette della fascia fluviale del Po, che in questo modo vengono estrapolati dal contesto generale, è correlata al discorso di differenziazione rispetto alle altre aree protette già avviato al momento dell'istituzione del Sistema con la L.R. 17/4/1990 n. 28. La tutela e la valorizzazione dell'asta fluviale del Po, la cui presenza rappresenta un importante componente all'interno delle diverse specificità territoriali, rientrano infatti tra gli obittivi strategici che la Regione si è prefissata nell'ambito della politica di programmazione.
Le dotazioni organiche dei rimanenti cinque nuovi Enti di gestione derivano dalla riduzione del numero dei dipendenti degli Enti di gestione già esistenti, pari a 425 unità già individuate con le LL.RR. 23/1/1989, n.
14 e 22/3/1990, n. 12, e non comportano di conseguenza costi aggiuntivi rispetto alla situazione attuale.
L'operazione di adeguamento delle piante organiche attualmente vigenti e la conseguente ridistribuzione delle 425 unità tra i vari Enti prevede tra l'altro, una riduzione pari a 36 unità del personale dell'Ente di gestione del Parco regionale La Mandria e dei Parchi e delle Riserve naturale delle Valli di Lanzo.
La riduzione è conseguente ad una verifica, condotta sulle esigenze reali dell'Ente Parco La Mandria in rapporto alle risorse umane disponibili ed utilizzate, da cui è emerso che la piante organica attualmente in vigore risulta, di fatto, sovradimensionata.
Infine, è necessario evidenziare che il numero complessivo dei dipendenti, previsto per le dotazioni organiche degli Enti di gestione, non è riferito solamente al personale occorrente in relazione alle esigenze delle aree protette già istituite, ma è comprensivo anche del personale che verrà utilizzato per garantire il funzionamento delle aree protette inserite nel Piano regionale approvato dalla Giunta regionale con la deliberazione n. 21-37617 del 15/5/1990 istituite recentemente, la cui gestione è stata affidata agli Enti già esistenti.
Il presente disegno di legge prevede, altresì, norme che individuano specifiche attribuzioni per il personale di vigilanza e norme che ridefiniscono il rapporto tra la Regione e gli Enti di gestione, sia in termini di collaborazione che di controllo.
L'art. 4 riconosce i dipendenti rivestenti la V e VI qualifica, che svolgono compiti di vigilanza, quali agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria, secondo l'individuazione data dal nuovo Codice di Procedura Penale. Le stesse attribuzioni sono estese anche al personale di VII qualifica a cui siano stati assegnati gli stessi compiti.
All'art. 5 sono stabilite norme riguardanti le modalità per la copertura delle piante organiche degli Enti di gestione.
In virtù della deroga prevista dal decreto legge 11/7/1992, n. 333 convertito con modificazioni dalla legge 8/8/1992, n. 359, che all'art. 2 comma primo, esclude le limitazioni delle assunzioni nel caso in cui queste siano consentite da specifiche disposizioni legislative, le norme introdotte dall'art. 5 del presente disegno di legge permettono agli Enti di gestione di procedere a nuove assunzioni per la copertura dei posti vacanti previsti nelle piante organiche, sia mediante concorsi pubblici sia mediante trasferimenti, comandi o assunzioni a tempo determinato garantendo la priorità ai trasferimenti di personale regionale ivi compreso personale regionale con qualifica dirigenziale che dovesse risultare in posizione di esubero a seguito della ridefinizione della pianta organica della Regione in applicazione del decreto legislativo n. 29/93.
Le norme previste dallo stesso art. 5 consentono agli Enti di recente istituzione di avviare la propria attività gestionale; nello stesso tempo consentono agli Enti da tempo esistenti, dotati di organico ridotto e, di conseguenza, di un numero limitato di risorse umane, di utilizzare nuovo personale rivestente specifiche professionalità richieste al fine di garantire un migliore funzionamento degli Enti stessi.
La copertura delle piante organiche rimane, comunque, subordinata all'adozione di un atto formale da parte della Giunta regionale. Ciò al fine di garantire la necessaria verifica di compatibilità finanziaria stante i nuovi oneri, gravanti sul bilancio regionale, conseguenti alla predetta copertura dei posti vacanti.
Nel prevedere una forma di controllo da parte della Giunta regionale l'art. 5 del presente disegno di legge ribadisce, peraltro, un principio già contenuto nella L.R. 5/4/1985, n. 28, relativa al personale degli Enti di gestione delle aree protette, che all'art. 9 subordina l'attuazione delle piante organiche individuate dalla legge stessa al parere favorevole dell'organo esecutivo regionale.
L'art. 6 prevede la possibilità per la Regione di avvalersi di personale in servizio da destinare presso le aree protette, per attività che rientrino nella politica di tutela, prevista dall'art. 6, assumendo forme di collaborazione in vista del raggiungimento di un obiettivo comune.
Il controllo di gestione e di funzionalità, esercitabile anche attraverso una verifica diretta, condotta mediante accertamenti sulla documentazione degli Enti, si inserisce, invece, in un discorso generale di vigilanza che la Regione intende attuare al fine di promuovere un corretto utilizzo delle risorse finanziarie da parte degli Enti di gestione ed un coordinamento delle attività svolte dagli stessi, anche in relazione a quanto disposto dall'art. 27 della legge 6/12/1991, n. 394.
Nel testo di legge viene confermata l'appartenenza alla prima qualifica dirigenziale del Direttore del Parco come avviene attualmente; peraltro tale inquadramento ha natura transitoria e cesserà dalla data di entrata in vigore delle norme regionali di riorganizzazioni della dirigenza ai sensi del decreto legislativo n. 29/93.
Le norme di cui ai commi quinto e sesto dello stesso art. 6, che prevede la mobilità del personale tra Enti di gestione, risolve il problema, più volte sollevato dagli Enti stessi, derivante dalla necessità di avvalersi di personale per esigenze straordinarie anche conseguenti a vacanza di organico, ed è finalizzata a consentire un più razionale utilizzo delle risorse umane disponibili.
La mobilità è, comunque, attuabile a determinate condizioni: nell'ambito del territorio provinciale o per aree limitrofe; con la corresponsione del trattamento di missione e, quando si renda necessaria per vacanza di organico, solo qualora siano già state avviate le procedure concorsuali.
L'art. 6 prevede ancora una norma che consente al personale in eccedenza, rispetto al numero individuato dal presente disegno di legge per qualifica di appartenenza, di rimanere in sovrannumero ai sensi e per gli effetti di cui al decreto legislativo n. 29/93 e della legge regionale di recepimento.
La I Commissione referente sulla materia ha svolto la consultazione con i soggetti interessati. Il completamento dell'istruttoria al testo è stato svolto congiuntamente alla II Commissione incaricata altresì dell'esame in sede referente. Si è convenuto sulla proposta avanzata e, a conclusione dell'esame, il testo è stato licenziato a larga maggioranza e pertanto viene richiesta all'aula consiliare una unanime e sollecita approvazione".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.
BRESSO Intervengo nel clamoroso interesse dell'aula... Questo provvedimento ha avuto vita assai lunga: come i Consiglieri possono verificare è stato licenziato il 22 luglio: non si può dire che l'iter in Consiglio sia stato veloce... Anche per questo, pur nell'evidente scarso interesse, data la situazione politica generale che attira maggiormente i colleghi, riteniamo sia utile discutere e varare il provvedimento in modo da poter dare soluzione ad alcuni rilevanti problemi degli Enti parco, in particolare di quelli di recente istituzione che mancando di pianta organica possono avere solo del personale "imprestato" da altri Enti parco, e non possono andare a regime nella propria gestione.
Riconosciamo il fatto che questo provvedimento fosse necessario e che sia urgente vararlo; sui punti specifici abbiamo già, nei limiti del provvedimento stesso, lavorato in Commissione, rispondendo a molteplici esigenze degli Enti parco.
Detto questo, avanziamo alcune perplessità di carattere generale l'impressione che ricaviamo, non solo dalla grande attenzione in Consiglio oggi, ma anche dal lungo iter del provvedimento, è che per ragioni anche evidenti - difficoltà finanziarie, difficoltà di funzionamento dell'Ente Regione stesso - la politica dei parchi, pur andando avanti sul piano dell'istituzione di aree protette, marca il passo sul piano della necessità di una riflessione sugli aspetti organizzativi e gestionali.
Per carità, non c'è dubbio che il Piemonte da questo punto di vista sta molto meglio della maggior parte delle altre Regioni - forse addirittura di tutte le altre Regioni - ciò non toglie che proprio per questa ragione occorra una riflessione sui limiti dell'esperienza e sulle necessità di rilancio.
I limiti sono connessi alla piccola dimensione dei nostri Enti, dovuta all'altrettanto piccola dimensione in genere delle aree protette: scelta che alcuni possono non condividere, ma che il nostro Gruppo nel suo insieme condivide. Da questa scelta deriva quindi una piccola dimensione degli Enti e una loro strutturale debolezza a svolgere una politica che non sia solo di pura gestione dell'area. Di fatto, un Ente parco diventa un controllore del territorio protetto; oltre a questo riesce sostanzialmente soltanto a pagare le divise e a fare un minimo intervento - ma proprio minimo - di tipo pianificatorio. Non riesce, insomma, in alcun modo, ad attuare una politica di promozione del parco stesso, in raccordo con enti locali, con associazioni ambientaliste, turistiche e produttive dell'area: una politica di promozione dell'area protetta che tenda attraverso il reperimento di risorse - che la Regione non ha a fare di questi parchi un punto di forza per il rilancio anche economico delle stesse aree (per esempio, turistico o agrituristico).
Gli Enti parco non riescono ad attuare alcuna politica perché sono troppo deboli e non hanno personale, se non raramente, in grado di svolgere attività di tipo scientifico, gestionale in senso proprio, e quindi anche di promozione; spesso non hanno neanche la forza, proveniente dall'essere una struttura rilevante, per trattare con gli enti locali non in posizione di debolezza.
In sintesi, crediamo che questo provvedimento sia sostanzialmente la conclusione di un lungo iter che ci ha portato a completare il Piano dei parchi, che adesso ci obbliga a dare una struttura minima a tutti questi Enti. Da ciò occorre però partire per ripensare completamente la politica dei parchi, soprattutto per gli aspetti promozionali, per inventarci una struttura di potestà regionale, diretta dalla Regione, che abbia il compito di rivitalizzare gli Enti, di reperire le risorse, di redigere programmi di protezione e promozione di queste aree: abbia cioè il compito di rilanciare una politica.
Questo anche perché non basta proporsi di mantenere l'esistente; in casi come questo, mantenere l'esistente semplicemente tutelando le aree che abbiamo protetto, rischia di farci fare grossi passi all'indietro.
Noi subiamo continue tensioni e pressioni da parte delle popolazioni degli enti locali, dei proprietari delle aree protette, per modificare uno status che da una parte vincola e dall'altra non offre le opportunità che la legge stessa - nostra - soprattutto l'ultima, promette.
Questo significa un grave rischio per la stessa politica di protezione: quando non c'è consenso intorno ad una politica di protezione il rischio che la stessa degeneri e che si possa arrivare ad eliminare i vincoli, è forte.
Per questi motivi credo sia necessaria una riflessione; forse sarebbe stato opportuno farla già oggi, in occasione della chiusura di una fase, di una parte della storia della politica dei parchi in Piemonte, ma credo sia almeno opportuno che l'Assessore rifletta su questa necessità, e ci rifletta rapidamente perché il tempo passa: sono convinta che se non riusciamo in questa legislatura ad individuare uno strumento forte di promozione di questa nostra politica di rilancio, rischiamo, nella prossima legislatura, di assistere alla sua disgregazione.
Pertanto, nel momento in cui si vanno a ridefinire le piante organiche si sarebbe potuto, con questo stesso provvedimento, pensare ad una struttura di raccordo, di coordinamento, di approfondimento scientifico, di promozione.
Sul provvedimento ci asterremo: manca ormai poco più di un anno alla fine della legislatura; il rischio è che non si riesca ad arrivare con un provvedimento successivo - meglio sarebbe stato arrivarci congiuntamente con questo - a chiudere una fase e contemporaneamente a rilanciare una nuova politica. Per questa ragione ci asteniamo non nel merito delle singole situazioni, sulle quali ci pare che nel complesso, con i fichi secchi disponibili, si riesca in qualche modo ad assicurare la sopravvivenza, ma sarà il caso di cominciare a riflettere sul come cambiare questa situazione che da troppi anni è al limite della sopravvivenza.
Questo vale anche per i fondi che questi Enti si trovano a dover gestire che come sappiamo sono ridotti, anche in questo caso, alla mera ordinaria amministrazione senza praticamente possibilità di investimenti e quindi di politiche consistenti anche solo di tutela.
Saremmo contenti se in questa discussione arrivasse il segnale che l'Assessore non considera chiuso il suo compito di Assessore ai parchi in questa legislatura, e che è disponibile ad ammettere e riconoscere che occorre qualcosa di più di questo pur doveroso provvedimento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Norme sul prestito e l'esportazione di beni culturali conservati in Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 12) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Norme sul prestito e l'esportazione di beni culturali conservati in Piemonte".
Se non vi sono interventi, possiamo procedere all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 35 astensioni 3 L'art. 7 è approvato.
Ha chiesto la parola l'Assessore Nerviani. Ne ha facoltà.
NERVIANI, Assessore regionale Ringrazio per le votazioni sugli articoli della legge, che si sono svolte secondo la mia speranza.
Voglio soltanto ricordare ai colleghi che si tratta di un provvedimento già approvato, credo all'unanimità, in uno dei Consigli dei mesi scorsi e che il Governo ha ritenuto di rinviare, con motivazioni sulle quali abbiamo discusso a lungo in Commissione e che non riteniamo assolutamente accettabili. Sentiti gli uffici tecnici del Governo ci pare vi siano spazi per il possibile accoglimento delle ragioni della nostra resistenza; credo interessi all'intero Consiglio affermare, anche con questa legge l'autonomia delle Regioni e la possibilità di entrare con maggiore competenza su materie che costituzionalmente riteniamo di competenza regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 35 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame progetto di legge n. 331: "Individuazione, ai sensi della legge 8/6/1990, n. 142, delle funzioni amministrative in capo alle Province e Comuni in materia di rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi delle acque di cui alla legge 10/5/1976, n. 319 e successive modifiche ed integrazioni"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 15) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 331.
Relatore è il Consigliere Penasso, che ha facoltà di intervenire.
PENASSO, relatore Dò per letta la relazione, a mani dei Consiglieri, il cui testo recita: "Il testo di legge oggi in esame rappresenta lo strumento attuativo dei principi dettati dalla riforma delle autonomie locali in materia di rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi idrici.
La legge 8/6/1990, n. 142 ha, infatti, dettato i principi dell'ordinamento dei Comuni e delle Province; ne ha altresì determinato le funzioni, ridisegnando i suddetti enti alla luce della nuova concezione autonomistica dello Stato.
Coerentemente al dettato costituzionale, la predetta normativa si configura come una legge di principi che necessita di essere attuata ed integrata da una complessa disciplina di dettaglio.
Ruolo di rilievo in questo procedimento di attuazione è riservato alla Regione dall'art. 3, secondo il quale le leggi regionali, in conformità ai principi stabiliti dalla legge dello Stato, organizzano la distribuzione delle funzioni amministrative tra Comuni e Province in armonia con il sistema delle funzioni che il legislatore statale ha direttamente indicato rispettivamente agli artt. 9 e 14.
In materia di tutela delle acque dall'inquinamento, la specifica legislazione statale di settore (legge 10/5/1976, n. 319 e sue successive modificazioni ed integrazioni) ripartiva le funzioni amministrative tra gli enti locali attribuendo alla Provincia: a) la formazione del catasto degli scarichi pubblici e privati nei corsi d'acqua superficiali b) il controllo dell'applicazione dei criteri generali per un corretto e razionale uso dell'acqua e riservando ai Comuni: a) il controllo degli scarichi, pubblici o privati, per quanto attiene ai limiti di accettabilità b) il controllo sul rispetto dei limiti di accettabilità delle pubbliche fognature scaricanti nel suolo o nel sottosuolo c) la disciplina autorizzativa degli scarichi, per il combinato disposto dell'art. 9, comma ottavo, e art. 6.
In tale quadro normativo si sono inseriti i decreti legislativi di recepimento delle direttive CEE n. 132 e n. 133/92 i quali, rispettivamente per gli scarichi delle sostanze pericolose nelle acque sotterranee, sul suolo e nel sottosuolo (decreto legislativo n. 132/92) e per gli scarichi industriali di sostanze pericolose nelle acque superficiali (decreto legislativo n. 133/92), hanno dettato puntuali e immediate attribuzioni di competenze autorizzative e di controllo alle Province.
Nel periodo transitorio, in assenza di provvedimenti legislativi regionali applicativi della legge n. 142/90, si è verificato un regime di regolamentazione degli scarichi caratterizzato dalla duplicità degli enti (Comuni e Province) preposti alle funzioni autorizzative e di controllo.
L'esigenza di un intervento normativo regionale in materia di rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi idrici si presenta quindi, nel quadro normativo così delineato, quanto mai urgente ed indifferibile.
Secondo la prevalente interpretazione (in tal senso si è espressa la Corte Costituzionale con sentenza n. 343 dell'11-15/7/1991), se è compito del legislatore statale, ai sensi dell'art. 128 della Costituzione, la determinazione dei settori di attribuzione provinciale, viene demandato all'intervento legislativo regionale, ai sensi dell'art. 3, commi primo e secondo, della legge n. 142/90, la concreta individuazione delle funzioni delle Province in base al criterio del carattere non unitario dell'interesse e alla sua localizzabilità a livello provinciale in relazione alle caratteristiche della popolazione e del territorio.
In applicazione di tali principi, con l'intervento normativo in oggetto sono state individuate le funzioni che attengono ad esigenze di carattere unitario, per le quali si è confermata una competenza regionale, e si sono modulate tra gli enti locali le funzioni autorizzative e di controllo sulla base dell'interesse territoriale.
Oggetto della puntuale individuazione è stato, pertanto, 'l'interesse' al quale ha fatto seguito, per consequenziale progressione logica l'imputazione delle specifiche funzioni.
L'individuazione degli interessi comunali e provinciali è stata compiuta a seguito della valutazione della rilevanza degli scarichi in relazione alla provenienza, alla qualità e al corpo recettore, tenendo conto della peculiarità della situazione del territorio e della popolazione regionale.
Pertanto, si sono ritenuti di interesse provinciale gli scarichi provenienti dagli insediamenti o complessi produttivi per il rilevante impatto che essi comportano nell'ambiente, a differenza degli scarichi provenienti da insediamenti civili i quali, data la loro incidenza puntuale sul territorio e solo indiretta e minimale sul corso d'acqua, sono stati ritenuti di interesse comunale.
Per quanto concerne la disciplina degli scarichi che recapitano in pubbliche fognature, la stessa non può che essere demandata ai titolari (Comuni, singoli od associati) dei servizi pubblici di raccolta e depurazione delle acque reflue urbane, essendo questi gli unici soggetti in grado di valutare l'accettabilità del singolo scarico in relazione alla capacità depurativa dell'impianto e ai limiti imposti dall'autorità competente (la Provincia) allo scarico finale.
In ordine al disegno di legge illustrato, presentato dalla Giunta regionale ed assegnato in sede referente alla II Commissione ed in sede consultiva alla Commissione per gli adempimenti istituzionali attuativi della legge 8/6/1990, n. 142, si sono svolte in data 4/3/1993 le consultazioni degli enti ed organizzazioni coinvolti dalla materia.
Alle copiose osservazioni presentate ha fatto seguito una nuova stesura del testo dell'articolato che ha recepito i più significativi rilievi mossi.
Dopo aver meglio specificato nell'enunciazione delle finalità della legge che restano ferme le competenze stabilite dalle vigenti disposizioni in materia di scarichi delle sostanze pericolose, di cui i decreti legislativi n. 132 e n. 133/92 sono soltanto una prima regolamentazione, si è ritenuto di eliminare, all'art. 2, il riferimento all'art. 1 quater lettera b), della legge 8/10/1976, n. 690, contenuto nella prima stesura del disegno di legge, identificando gli scarichi di interesse comunale in quelli derivanti da abitazioni e da insediamenti in cui si svolgono attività puntualmente individuate e caratterizzate in prevalenza da scarichi di tipo abitativo.
Tale soluzione è stata adottata al fine di creare certezza giuridica relativamente alla ripartizione delle competenze, evitando di dover ricorrere, per l'identificazione di queste, a quelle complesse valutazioni sulla natura abitativa o meno del singolo scarico che da sempre accompagnano l'applicazione del sopracitato art. 1 quater della legge n.
690/76.
In accoglimento di una specifica richiesta dell'URPP, si è espressamente richiamata negli artt. 2 e 6 la competenza della Regione per quanto concerne il controllo degli scarichi in unità geologiche profonde ritenuta funzione attinente ad esigenze di carattere unitario.
E' stata, inoltre, inserita una nuova disposizione volta a realizzare il coordinamento tra le funzioni di rilevamento degli scarichi, sia di competenza provinciale, sia di competenza comunale, e il Catasto degli scarichi nelle acque superficiali attribuito alle Province dalla legislazione nazionale e, contestualmente, si è estesa la rilevazione agli scarichi sul suolo e nel sottosuolo.
Il rilievo mosso dalle Province in merito alla previsione di interventi volti a regolare a fini organizzativi il passaggio di funzioni tra i diversi enti ha trovato recepimento nella formulazione del comma secondo dell'art. 5, dove si è previsto che la Giunta regionale provveda ad individuare detti adempimenti entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge.
Per quanto concerne invece il parere espresso in data 14/7/1993 dalla Commissione per gli adempimenti istituzionali attuativi della legge n.
142/92, l'invito ad una formulazione dell'articolato che porti ad una maggiore chiarificazione e semplificazione delle procedure è stato recepito attraverso: a) l'inversione delle disposizioni dei commi primo e secondo dell'art. 2 per dare maggiore risalto al fatto che l'individuazione degli scarichi di interesse comunale avviene attraverso un'elencazione tassativa di casi e quella degli scarichi di interesse provinciale si opera in via residuale, tramite un procedimento logico semplificato perché effettuato 'a contrario' b) l'introduzione di una nuova disposizione (l'attuale comma terzo dell'art. 2) che sancisce la prevalenza della competenza provinciale in caso di compresenza nello stesso insediamento di scarichi di tipo diverso c) la formulazione delle norme relative al Catasto degli scarichi in un'apposita disposizione (l'attuale art. 3).
Relativamente, inoltre, alla recente adozione del decreto legge 4/8/1993, n. 274, recante disposizioni urgenti in materia di controllo ambientale e l'istituzione dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente, si è verificato che lo stesso non influisce sui disposti del disegno di legge in esame, essendo riferito esclusivamente al trasferimento alle Province delle funzioni di salvaguardia dell'igiene ambientale già di spettanza delle UU.SS.SS.LL. in forza delle norme della legge n. 833/78 abrogate dal referendum del 18/4/1993, senza incidenza alcuna sul quadro delle competenze amministrative in materia ambientale delineato dal complesso delle leggi di settore.
Detta verifica ha conseguentemente confermato la necessità di escludere dall'articolato la norma contenuta nel testo originale relativa all'avvalimento da parte dei Comuni e delle Province dell'apporto tecnico dei Servizi di igiene pubblica delle UU.SS.SS.LL. e dei loro laboratori esclusione già operata in pendenza del sopracitato referendum.
Il disegno di legge n. 331 è stato, infine, approvato all'unanimità nella seduta della II Commissione consiliare del 23/9/1993".



PRESIDENTE

Se non vi sono interventi di carattere generale, procediamo con l'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2 L'art. 6 è approvato.
La parola alla Consigliera Bresso per dichiarazione di voto.
BRESSO Apparentemente, stiamo facendo tutto quanto non abbiamo fatto nei mesi precedenti: a rotta di collo si discutono leggi anche rilevanti, in cinque minuti. Non foss'altro che per il verbale della seduta, potrebbe apparire ben strano ad uno storico degli anni futuri scoprire che provvedimenti rilevanti sono passati senza alcun segno di interesse da parte del Consiglio. Brevissimamente, faccio una dichiarazione di voto a favore.
Si tratta di provvedimento dovuto: è la legge n. 142 che pone le competenze in materia di rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi in capo alle Province; il provvedimento ha quindi interessato due Commissioni, la II e la Commissione speciale 142, che hanno svolto lavoro di opportuna semplificazione e chiarificazione del testo. Provvedimento rilevante, che inizia a realizzare il processo di decentramento delle funzioni gestionali agli Enti provinciali, all'interno del riordino delle competenze istituzionali nel nostro Paese. Il controllo della qualità e della conformità degli scarichi è materia delicata; sono nate molte polemiche sulla qualità dei controlli, tant'è vero che, come sapete, un recente referendum ha tolto una serie di competenze alle UU.SS.SS.LL.
giudicando sostanzialmente in maniera negativa lo stato attuale dei controlli.
Stiamo per approvare un provvedimento che oltre ad essere un atto dovuto rende più agili le possibilità di controllo. E' indubbio, però, che la Regione deve tener presente che individuare in capo alle Province determinate funzioni non significa disinteressarsi della materia, ma "cominciare ad operare" affinché il settore dei controlli diventi maggiormente efficiente ed efficace. Occorre che i controlli sulla qualità degli scarichi in generale, e conseguentemente sulla qualità delle acque in generale, diventino cosa un po' più seria di quella che è attualmente.
Il provvedimento in discussione tecnicamente consente di migliorare il sistema dei controlli, rendendolo forse un po' più adatto come organizzazione territoriale, anche se, naturalmente, non risolve automaticamente la questione.
La mia preoccupazione è che nel momento in cui deleghiamo alle Province determinate competenze succeda quanto accaduto in passato relativamente allo smaltimento rifiuti (quando il collega Garino non era l'allora Assessore): il passaggio di competenze autorizzative alle Province in materia di rifiuti di fatto ha significato il totale disimpegno della Regione - e non una maggiore acquisizione di impegno relativamente ad aspetti più di pianificazione e di coordinamento regionale dell'intera materia. Spero che per questo provvedimento, come per il successivo che discuteremo, non si verifichi la stessa situazione. Non possiamo dare per scontato che una volta trasferite le competenze a noi non competa più nulla, ma dobbiamo anzi approfittare del fatto che una parte delle competenze materiali vengono attribuite ad altri enti per rivalorizzare le competenze di programmazione e di coordinamento che restano in capo alle Regioni. Invece, in tutti i casi in cui si discute di provvedimenti di questo genere, l'impressione è che non ci sia la consapevolezza della permanenza del ruolo della Regione di programmazione, di coordinamento e di verifica di buon funzionamento, in questo caso del sistema dei controlli ma in genere dell'attività che viene delegata.
Raccomando quindi, almeno per il verbale e all'Assessore pro tempore che questa necessità non venga dimenticata; il caso contrario sarebbe assai grave: significherebbe cancellare un coordinamento della gestione delle acque assai importante, in particolare nel caso del Piemonte, che relativamente agli aspetti idrici è praticamente un unico bacino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Intervengo anch'io per dichiarazione di voto, anche se forse sarebbe stato più opportuno intervenire in precedenza; cercherò comunque di condensare l'intervento in poche considerazioni.
Con il disegno di legge regionale n. 331, a nostro modo di vedere si ribadiscono nella sostanza affermazioni già presenti in altri provvedimenti legislativi, anche se meglio specificate a seguito dell'emanazione della legge n. 142/90. Non possiamo però che essere perplessi se pensiamo a quello che era il ruolo delle Province in termini di controllo e soprattutto, di definizione del cosiddetto catasto e quindi della puntuale individuazione di tutte le sorgenti che emettono, all'interno di corpi idrici, determinate sostanze. In questo senso, è sufficiente verificare quanto è stato effettivamente svolto dalle Province rispetto a queste due funzioni, di fatto delegate dal testo di legge principale che norma tutta la materia, cioè la n. 319 del 1976, laddove, in particolare all'art. 5 già si diceva che le Province "provvedevano ad effettuare il catasto di tutti gli scarichi, pubblici e privati, nei corpi d'acqua superficiali e il controllo dell'applicazione dei criteri generali per un corretto e razionale uso dell'acqua di cui all'art. 2, lettera d)".
Con il provvedimento in discussione estendiamo il campo, per quanto attiene alla creazione del catasto, a tutti gli scarichi: non si considerano più soltanto le acque superficiali, ma anche quelle sotterranee, o almeno una parte di queste, vista l'eccezione per le falde in pressione. In ogni caso, la logica che presiede alla legge n. 142/90 che individua sempre maggiori articolazioni a diversi livelli amministrativi di competenze su un'unica materia - per cui abbiamo Regione Provincia e Comune cui spettano, in modi diversi, competenze che attengono al rilevamento, alla disciplina, al controllo nonché alla rilevazione dell'esistente secondo noi complica ulteriormente la questione.
D'altra parte, se si pensa a quanto ottenuto in quasi vent'anni di vigenza della legge quadro in materia delle acque, sussiste qualche perplessità sull'effettiva capacità, da parte di questi soggetti amministrativi, di rispondere a precisi doveri imposti per legge. Risulta quindi difficile credere possibile una ripresa in termini positivi di quanto non è stato fatto nel periodo precedente.
In verità, si incontrano non poche difficoltà nel leggere il disegno di legge: per esempio, per quanto attiene alle competenze comunali, si elencano gli scarichi oggetto di tale questa competenza, quindi quelli riferiti ad attività alberghiera, turistica, sportiva, ricreativa culturale, scolastica e commerciale, ma - ahimè nel termine "commerciale" non è chiaro cosa rientri. Questo anche perché sembra che la filosofia che presiede al provvedimento sia quella della presunta non incisività degli scarichi sul piano qualitativo, ma fra le attività commerciali molte producono scarti qualitativamente significativi.
Nel caso delle competenze che attengono alla sfera amministrativa della Provincia, non si va ad un'elencazione precisa degli scarichi che da questa devono essere controllati, gestiti, rilevati; si procede con la logica in negativo: "non" sono quelli affidati al Comune, "non" sono quelli che rimangono di competenza della Regione: dunque, non esiste un elenco preciso.
Personalmente, ho cercato di individuare quali scarichi effettivamente ad oggi competano alla Provincia, perlomeno secondo quanto definito dal testo di legge in discussione, ma la cosa è davvero difficile: occorre fornirsi di un insieme di provvedimenti, sia sul piano legislativo sia sul piano di precisazione successiva con decreti del Ministero competente, e procedere alla ricostruzione del mosaico.
La prima questione che si pone è quindi la complessificazione che si viene a determinare a seguito dell'introduzione di questo ennesimo provvedimento, che regola una materia di per sè complicata.
L'altra questione è che risulta difficile, dopo vent'anni di vigenza della cosiddetta Legge Merli e dopo che lo stesso Parlamento europeo più volte si è espresso negativamente per tutta la serie di inadempienze riguardanti proprio la materia del controllo delle acque, credere ed illudersi che a seguito di questo provvedimento le iniziative dei Comuni e delle Province, improvvisamente, possano determinare un'inversione di rotta.
In sede di Commissione, su un provvedimento analogo, avevamo sollecitato un ripensamento da parte dell'Assessore competente per verificare se si potevano introdurre norme tali per cui la Regione mantenesse un margine di intervento qualora le Province e i Comuni non operassero in modo corretto, secondo quando disposto da questo provvedimento. Ritengo infatti un vizio della nostra produzione legislativa, nel momento in cui si ha come riferimento un soggetto pubblico cui vengono delegate determinate competenze, non definire delle sanzioni.
Se il Comune o la Provincia sono inadempienti di fronte ad una legge, che cosa accade? Niente. La Provincia può benissimo continuare ad ignorare l'esistenza di questi provvedimenti e decidere, per esempio, di non adoperarsi per realizzare il catasto degli scarichi. Cosa possiamo fare anche sul piano legislativo, per far sì che qualora un soggetto pubblico sia inadempiente, cioè non dimostri di voler prendere in seria considerazione quanto viene disposto a livello legislativo, ci possa essere in una qualche misura una ritorsione nei suoi confronti, nonché la capacità di sostituzione del soggetto competente ad applicare quanto inadempiuto fino a quel momento? Detto questo, visto che si tratta di una dichiarazione di voto dichiaro che la nostra posizione su questo disegno di legge non è favorevole, per cui ci asterremo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Enti strumentali

Esame progetto di legge n. 408: "Assestamento al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1993 dell'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte ESAP"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 16) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 408.
Relatore è il Consigliere Zanoletti, che ha facoltà di intervenire.
ZANOLETTI, relatore Dò per letta la relazione, a mani dei Consiglieri, il cui testo recita: "Illustre Presidente, colleghi Consiglieri, in ottemperanza delle disposizioni di cui alla L.R. n. 55/81 'Norme di contabilità regionale' e successive modificazioni ed integrazioni, il disegno di legge n. 408, di cui si tratta, approva l'assestamento al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1993 dell'ESAP.
Tale approvazione non ha potuto avere luogo con la L.R. n. 44/93 'Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993' in conseguenza di qualche ritardo nella predisposizione e presentazione dei documenti contabili, nonché nell'effettuazione dei necessari controlli.
La deliberazione approvativa, presentata dal Commissario straordinario dell'ESAP, e i relativi documenti, che hanno natura prettamente tecnica sono stati in ogni caso sottoposti, da parte del competente Settore della Giunta regionale, alla verifica di compatibilità con i corrispondenti documenti regionali, ai sensi della citata L.R. n. 55/81.
Nel merito si rileva che il disegno di legge n. 408 riassesta alcuni capitoli del bilancio ESAP, particolarmente per quanto attiene ai fondi da destinare alla lotta guidata ed integrata nel settore delle produzioni agricole.
Alcune rettifiche sono altresì rese necessarie al fine di acquisire disponibilità finanziarie per il ripristino di locali della cascina 'Tenuta Cannona' nell'Alessandrino, necessario a renderla operante nelle sue funzioni di Centro di sperimentazione vitivinicola.
La I Commissione consiliare ha preso in esame e valutato il disegno di legge n. 408 nella seduta del 30 settembre scorso e lo ha licenziato a maggioranza.
Per i motivi sopra esposti se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, procediamo alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 23 voti contrari 2 astensioni 13 L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 725: "Assistenti tecnici ufficiali di Polizia Giudiziaria, svolgenti funzioni di vigilanza, ispezione e Assistenti tecnici operanti presso i Servizi di igiene e sanità pubblica sanità pubblica veterinaria - Revisione inquadramento ruoli nominativi regionali SSR - Recepimento intesa OO.SS."


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 725, di cui al punto 23) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore regionale In sede di discussione non abbiamo cambiato assolutamente nulla, non abbiamo fatto altro che recepire il provvedimento così com'era venuto sviluppandosi e concretizzandosi negli accordi tra la Regione e la categoria.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Intervengo per chiedere all'Assessore se sono state apportate le due modifiche che uffici e servizi avevano suggerito in Commissione.
VETRINO, Assessore regionale No, in quanto le modifiche richieste presupponevano un nuovo incontro con le organizzazioni, che a tuttora non è stato convocato. Comunque le organizzazioni sanno del momento interlocutore che c'è stato nell'ambito della Commissione consiliare competente, e ci riaggiorneremo per constatare che il protocollo sia stato firmato e, successivamente, per apportare le modifiche che, in quella sede, si erano venute evidenziando.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Intervengo per dichiarazione di voto. Trattandosi di deliberazione che peraltro, con urgenza, dovrà essere ulteriormente modificata, il nostro Gruppo si astiene.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 20 voti favorevoli, 2 voti contrari e 14 astensioni.


Argomento: Fondi sanitari

Esame proposte di deliberazione n. 754: "Fondo Sanitario Regionale in conto capitale - Attribuzione a favore delle UU.SS.SS.LL. della Regione Piemonte in campo sanitario - Spesa di L. 30.000.000.000 (cap. 20680/93)" e n. 756: "Fondo Sanitario Regionale in conto capitale - Attribuzione a favore dell'Ordine Mauriziano e della Tavola Valdese per il mantenimento del patrimonio mobiliare ed immobiliare - Spesa di L. 2.000.000.000 (Cap. 20680/93)" (seguito)


PRESIDENTE

Sulle questioni per le quali abbiamo fatto la Conferenza dei Capigruppo restano il punto 32) e il punto 38) all'o.d.g., relativi alle proposte di deliberazione n. 754 e n. 756.
La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore regionale Questa mattina avevamo sospeso l'esame di questo provvedimento, in quanto era stato fatto osservare che la ripartizione era avvenuta sulla base dei posti letto disponibili nel 1990.
Dal momento in cui è stata formulata la deliberazione ad oggi, la Regione è venuta in possesso dei dati relativi ai posti letto 1992, per cui alcune UU.SS.SS.LL., avendo avuto visione della deliberazione, si sono rese conto di discrepanze tra il numero di posti letto che hanno attualmente e il numero dei posti letto su cui la deliberazione è stata impostata.
Il lavoro di aggiornamento non è molto semplice, in quanto bisogna riportare tutto al computer, ed è abbastanza complicato; ci vuole, quindi un certo numero di ore, se non giorni di lavoro.
La mia proposta è quella di apportare alla deliberazione un emendamento. Laddove diciamo che si delibera di approvare l'attribuzione della somma di 30 miliardi, secondo le risultanze dell'allegato 1 e dell'allegato 2, vorrei aggiungere "previo aggiornamento del numero dei posti letto e delle assegnazioni sulla base dei dati al 31/12/1991".
Questo è l'unico momento possibile di verifica e di rettifica che possiamo fare.
Diversamente, il provvedimento verrebbe discusso nella prossima seduta di Consiglio; siccome in questo momento non abbiamo una data certa, rilevo l'urgenza del provvedimento e l'importanza che le UU.SS.SS.LL. possano prontamente disporre di tale assegnazione.



PRESIDENTE

Riepilogando, questa mattina alla Conferenza dei Capigruppo si era convenuto che il punto 32) sarebbe stato esaminato dal Consiglio.
Dopodiché, quando lo si è affrontato qualche ora fa, l'Assessore ha chiesto un momento di verifica ulteriore. In questo momento, ha fatto una proposta.
Se questa proposta viene accolta, si può procedere; diversamente si dovrà andare ad un prossimo Consiglio, la cui data verrà definita dalla prossima Conferenza dei Capigruppo, il che vuol dire che non obbligatoriamente sarà martedì prossimo. Quindi, si pone un problema anche temporale.
La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO Non è nostra intenzione rinviare un provvedimento di questo genere. Si tratta di 30 miliardi di lire della spesa in conto capitale 1992, che ripartiamo nel 1993 inoltrato, quasi alla fine.
Ripropongo in aula le questioni poste in Commissione. La spesa in conto capitale è esigua, meno dell'1% della spesa complessiva della sanità. Non gradiamo minimamente che si proceda con deliberazioni parziali. Preferiamo avere una deliberazione quadro che riguardi gli stanziamenti complessivi della spesa in conto capitale, perché in questo modo si riesce meglio a capire la ripartizione fra UU.SS.SS.LL. Procediamo invece con deliberazioni parziali, ed è quindi difficile avere un quadro complessivo.
Fra l'altro, esistono residui della spesa in conto capitale 1991. Stiamo parlando di 30 miliardi di lire che riguardano la spesa in conto capitale 1992. Questo ci induce a dire che bisogna snellire le procedure, bisogna accelerarle. Se impegniamo e ripartiamo le risorse del 1992 a fine 1993, le stese produrranno i loro effetti negli anni 1994/1995/1996. Se questi sono i tempi, saremo sempre in ritardo rispetto alla manutenzione straordinaria e alla necessità di acquistare nuove attrezzature.
C'è un problema di tempestività nell'impiego delle risorse, che restano troppo a lungo inutilizzate, e quindi sprecate, per anni e anni. Qui si tratta di una deliberazione che riguarda il mantenimento del patrimonio mobiliare e immobiliare, quindi la manutenzione straordinaria degli immobili, la sostituzione, l'acquisto di attrezzature sanitarie. Abbiamo detto in Commissione che siamo contrari a questi parametri: 30%/popolazione, 70%/posti letto.
Ecco che ritornano i posti letto, che non sempre sono quelli reali spesso sono quelli teorici; ed ecco che torna ad operare un meccanismo perverso in base al quale non riusciremo mai a ridurre il numero di posti letto eccedenti nella nostra Regione. Abbiamo circa 900/1.000 posti letto in più: spesso si tratta di posti letto in ospedali impropriamente denominati tali, e che dovrebbero essere trasformati. Ma se l'ottica è finanziare sulla base dei posti letto, e se a questo si aggiunge che il riassetto delle UU.SS.SS.LL. e la possibilità o meno di diventare ospedale azienda dipende dal numero dei posti letto, assisteremo al fenomeno per cui i piccoli ospedali si accorperanno disperatamente ai maggiori, i quali assumeranno questa "dote" di posti letto per rivendicare il riconoscimento di ospedale-azienda.
In questo modo non razionalizzeremo mai la rete ospedaliera e avremo uno spreco di 150 miliardi all'anno circa; manteniamo 1.000 posti letto chiamati impropriamente posti letto, in ospedali che non sono ospedali, che dovrebbero essere trasformati, per esempio, in preziosissime residenze sanitarie assistenziali, di cui abbiamo immenso bisogno e per le quali dovevamo spendere, nel triennio 1989/1991, 264 miliardi di lire - ma non abbiamo avuto una sola lira da parte dello Stato.
Ecco allora che bisogna agire sui meccanismi di riparto delle risorse per ottenerne di più, perché qualsiasi azienda che investa meno dell'1% del fatturato complessivo, è destinata a fallire. Bisogna agire anche sui meccanismi. Per esempio, il riparto della spesa corrente continua ad essere perverso, privilegiando le UU.SS.SS.LL. che spendono di più e non quelle che razionalizzano e qualificano la spesa.
Continuiamo ad essere in balìa di meccanismi perversi; tutti ne siamo convinti, ma nessuno pone mano alla situazione per superare questi meccanismi, per razionalizzarli, per qualificare la spesa. Se noi stessi restiamo vittime di questi meccanismi, non riusciremo ad introdurre alcuna misura di razionalizzazione, a cominciare dalla rete ospedaliera regionale per cui nell'area metropolitana mancano centinaia di posti letto negli ospedali generali, ma al di fuori dell'area metropolitana abbiamo circa 800/900, forse 1.000 posti letto impropriamente chiamati tali. In tal senso si potrebbero tagliare gli sprechi, razionalizzare la spesa, liberare risorse per utilizzarle molto più proficuamente! Tra l'altro, devo ricordare anche in quest'aula che questa deliberazione è stata spacciata nel corso delle consultazioni sul riassetto delle UU.SS.SS.LL. come una sorta di toccasana per superare carenze esistenti e potersi candidare ad ospedali-azienda. Agli ospedali maggiori che non sono stati riconosciuti tali si è detto: "Con questi investimenti potrete superare le carenze e candidarvi in futuro ad essere riconosciuti ospedali-azienda". Onestamente, con la manutenzione straordinaria e con l'acquisto di qualche attrezzatura nuova questi non possono davvero candidarsi ad essere ospedali-azienda. Mi pare si sia venduto non poco fumo nel corso della consultazione; è una sorta di contentino a quelli che non sono stati al momento riconosciuti. Non mi pare una buona politica, questa mi pare una politica profondamente sbagliata! Un'ultima osservazione riguarda la spesa corrente. Tutte le Regioni riconoscono unanimemente che la spesa sanitaria per il 1993 è sottostimata di ben 18.500 miliardi di lire; poi, naturalmente, il Governo centrale dirà che le Regioni, se spendono, devono arrangiarsi, devono trovare le risorse.
Ciò anche se esiste una sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce che le Regioni devono sì arrangiarsi, ma senza esagerare, gradualmente poiché i centri di spesa sono a Roma, a Roma si rinnovano i contratti di lavoro, a Roma si definiscono le convenzioni, a Roma si stabiliscono i prezzi amministrati dei farmaci. Troppo comodo regionalizzare la sanità in questo modo, sottostimando di quasi 20.000 miliardi la sanità, e poi dicendo alle Regioni: "Adesso dovete arrangiarvi!". Arrangiarsi lo scorso anno ha significato tagliare sul vivo fior di servizi, scaricare decine e decine di miliardi di spesa sanitaria sulle famiglie: questo ha significato arrangiarsi! Critichiamo aspramenente la politica condotta in passato, perché non era una politica di risparmio; era una politica di tagli irrazionali e dannosi, mentre qui si può davvero tagliare e tagliare gli sprechi liberando risorse per avere alla fine una sanità più razionale e più qualificata. Non è vero che non si possa ridurre la spesa e migliorare i servizi: è vero che è possibile farlo. Se è così, occorre porre rapidamente mano anche al meccanismo di riparto della spesa corrente e sollecitare maggiori risorse per gli investimenti.
Nel 1988, con la legge finanziaria, ci hanno detto che nel decennio successivo avremmo speso, per ammodernare la rete sanitaria italiana 30.000 miliardi; di questi 30.000 miliardi non si è vista una sola lira: non sono mai stati messi a bilancio dello Stato. Si è trattato di una semplice promessa dei Governi che si sono succeduti e adesso sappiamo che le Regioni potranno disporre per la spesa in conto capitale di 300 miliardi nel 1993, cifra davvero irrisoria; per noi significa avere 20/22 miliardi.
Voglio ricordarvi che prima della finanziaria del 1988 ricevevamo circa 200 miliardi all'anno per la spesa in conto capitale; poi, con la storia dei 30.000 miliardi, si è detto "dimezziamo", ma erano pur sempre 100/130 miliardi di lire. Adesso si parla di 300 miliardi per tutta Italia nel corso del 1993, di 2.000 nel 1994 (per tutto il nostro Paese, naturalmente) e di 2.000 nel 1995. Quindi, con 4.300 miliardi promessi in tre anni dovremmo colmare la grande promessa dei 30.000 miliardi con anni e anni di ritardo.
In Commissione ho sentito dire dall'Assessore che occorrerà interpellare le UU.SS.SS.LL., poiché si stima un disavanzo della spesa corrente di ben 360 miliardi per il primo semestre 1993. Non vorrei che si ripetesse la politica dello scorso anno; si chiamano le UU.SS.SS.LL. e si dice loro: "Nel secondo semestre avrete un taglio netto del 15 o del 20 delle risorse". Ebbene, sapete come si arrangiano queste UU.SS.SS.LL.? Tagliando i servizi, riducendo le prestazioni in quantità e in qualità. Se questa è una politica sanitaria, dovete dirmelo voi! A me pare una politica di controriforma, una politica che colpisce e sconquassa definitivamente il Servizio Sanitario Nazionale, insieme al decreto di controriforma che è stato approvato all'inizio di quest'anno.
Siamo quindi contrari ai parametri proposti (30%/popolazione, 70%/posti letto); quando si tratta di ripartire le risorse in larga parte i posti letto sono teorici, gonfiati, elevati; poi, se si va a verificare, ci si rende conto che sono molti di meno. Non possiamo continuare in modo quasi diabolico a perseguire una politica che tutti insieme consideriamo sbagliata. In Commissione ed in aula siamo sempre tutti d'accordo sulla negatività di questi meccanismi perversi: lo sosteniamo tutti, ma continuiamo a farli funzionare. Per questo motivo siamo contrari alla deliberazione.
L'altra deliberazione assegna risorse agli Ospedali dell'Ordine Mauriziano e agli Ospedali Valdesi, i quali funzionano molto bene. Sono strutture non pubbliche, ma inserite nella rete ospedaliera pubblica quindi hanno diritto a finanziamenti per la manutenzione straordinaria e per l'acquisto di attrezzature e di apparecchiature.
Però non dimentico, per esempio, che l'Ordine Mauriziano dispone di risorse di migliaia di miliardi di lire e, quindi, ha grosse possibilità di fare di tanto in tanto qualche investimento; mi risulta che ha fatto costruire una pista per l'elisoccorso in città. Ma tutti sappiamo che l'elisoccorso non può funzionare in città. Ciò nonostante mi risulta che l'Ordine Mauriziano nell'ospedale di Torino abbia costruito una pista per l'elisoccorso, che potrà essere utilizzata raramente; l'elisoccorso viene utilizzato per pazienti che si soccorrono in provincia, non certo in città.
Siamo dunque contrari alla deliberazione, anche se è assai meritevole il fatto che una certa quantità di risorse - ahimè, troppo poche - sia destinata ad ospedali modello quali quelli Valdesi. Relativamente al Mauriziano personalmente mi terrei molto più basso, non adotterei il criterio popolazione-posti letto. Criterio che non permette alcuna politica selettiva, di correzione dei meccanismi perversi che hanno caratterizzato negativamente la sanità della nostra Regione e che continuano purtroppo a perdurare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore regionale Non intendo replicare puntualmente alle osservazioni del collega Calligaro, perché dovremmo imbarcarci in una discussione di politica della spesa sanitaria per la quale non credo ci sia n' il tempo n' la condizione ambientale opportuna. Farò quindi brevi considerazioni, sia su quanto non concordo sia su quanto concordo - per esempio sull'esiguità della spesa in conto capitale rispetto alle esigenze. A livello nazionale, in conto capitale vi sono 800 miliardi rispetto ad una spesa di conto corrente di 82.700 miliardi: siamo di fronte ad una discrasia incredibile, come diceva il Consigliere Calligaro. Non c'è alcuna azienda che non abbia individuato nel proprio bilancio almeno il 10% della spesa per ammortamenti - che noi non abbiamo.
Rispetto agli 800 miliardi di spesa capitale a livello nazionale, i nostri 192 miliardi, da distribuire nel 1993 sul conto capitale, diventano un fatto importante. Ed è per questo che abbiamo inquadrato 30 miliardi per la manutenzione straordinaria e per l'acquisto delle attrezzature.
Non esiste la deliberazione richiesta dal Consigliere Calligaro; c'è però un documento, una bozza di lavoro che diventerà presto deliberazione rispetto alla quale distribuiamo questi 30 miliardi sulla base di una legge della Regione. Consigliere Calligaro, lei non ha votato il Piano socio sanitario, ma chi nel 1990 l'ha votato sa che la distribuzione di questa tranche deve avvenire per il 30% in base alla popolazione residente nelle singole UU.SS.SS.LL. e per il 70% in base al numero dei posti letto dei presidi ospedalieri pubblici localizzati nelle relative UU.SS.SS.LL.
Non sto facendo altro che rispettare delle leggi regionali, così come rispetto le leggi della Regione per quanto riguarda il Mauriziano e la Tavola Valdese. Vi sono condizioni che impongono determinati comportamenti: possiamo anche cambiare le regole del gioco, ma se le regole del gioco rimangono quelle approvate da questa maggioranza - nonché da altre - rimane ben poco da fare.
Manca, dunque, una deliberazione quadro, ma - ripeto - si stanno affrontando le urgenze ed entro la fine dell'anno si affronteranno anche tutti gli altri provvedimenti.
Per quanto riguarda lo snellimento delle procedure - non lo dico polemicamente - non essendoci un Piano degli investimenti, come previsto dalla nostra legge e dal Piano socio-sanitario, si è andati, di volta in volta, di fronte a provvedimenti effettivamente settoriali.
Quanto ci proponiamo attraverso la deliberazione che la Giunta farà propria e proporrà al Consiglio nei prossimi giorni è evitare il momento di definizione settoriale, andando ad un inquadramento: metodo corretto per distribuire delle risorse, siano esse di parte corrente o di conto capitale.
Non è affatto vero - l'ho già detto in Commissione e lo ripeto in questa sede - che questi 30 miliardi sono stati individuati come "zuccherino" per quelle aziende che non essendo diventate ospedaliere almeno nella proposta, lo potranno diventare in futuro. Stiamo parlando di miliardi per manutenzione straordinaria e per acquisto delle attrezzature i 30 miliardi previsti fanno parte di un'altra tranche, al fine di aggiornare i DEA e metterli in condizioni di partenza abbastanza omogenee.
Certo, non potremo far miracoli, ma dobbiamo porre queste aziende nella condizione di muoversi come tali, e di non creare troppe disparità.
Durante le consultazioni i fatti sono sempre stati illustrati molto chiaramente, ed è stata anche fatta circolare una bozza di lavoro che ha consentito a tutti di confrontarsi sulla deliberazione. Nel momento in cui la Giunta la assumerà avrà quindi il conforto di molte critiche e molte osservazioni. Molte puntualizzazioni si stanno già rivelando utili: non è detto che tutto quanto scritto nella bozza di lavoro, che riguarda i primi indirizzi programmatici per il Piano socio-sanitario, sia "oro colato". Di conseguenza, anche questo può essere oggetto di emendamento, di contributo di approfondimento e di confronto.
Detto questo, ringrazio il Consiglio che, nonostante le difficoltà incontrate sul numero dei posti letto, ha accettato di mandare avanti la deliberazione anche in presenza di difficoltà sulla parte corrente per quanto riguarda le finanze delle UU.SS.SS.LL. Quanto meno, attraverso questo provvedimento, andiamo ad inserirci su spese necessarie e per le quali, in molti casi, le UU.SS.SS.LL. hanno già fatto delle anticipazioni.
Concludendo, vorrei considerare questa illustrazione valida anche per la deliberazione n. 756, che chiedo alla Presidente del Consiglio di mettere in votazione subito dopo la deliberazione n. 754.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signora Assessore, devo dire che non posso non rilevare la fondatezza di molti rilievi del collega Calligaro, ma questo non significa che la sua replica non sia esauriente; il curioso è che le doglianze sono fondate e le giustificanzioni altrettanto: è paradossale, ma è così. E' da troppi anni che sulla sanità andiamo avanti con un dibattito fra sordi, in cui sostanzialmente i meccanismi di governo che ci siamo dati, in particolare quelli che lei richiama dell'anno 1990, rendono il nostro sistema poco permeabile ai contributi provenienti dall'opposizione: di questo si tratta sostanzialmente, signora Assessore.
Penso si debba qui registrare qualche conseguenza della solitudine uso questo termine, non è un eufemismo - con cui è stata gestita la sanità.
E' quindi difficile capire dove sia il limite della riserva o del contributo e dove sia, in una qualche misura, l'impermeabilità del sistema.
Lei, collega Vetrino, che ha dovuto subentrare ad una fase di solitudine, ha cercato di uscire, a mio modo di vedere, da questo approccio; temo però che questo salto comporti un grosso rischio: non essendo questa apertura - peraltro dovuta e doverosa - stata preparata da una riflessione globale e culturale, al di là del fatto specifico e singolo sul quale i singoli amministratori sono stati chiamati a pronunciarsi abbia fatto crescere non il senso di responsabilità, ma una difesa corporativa e localistica su questi problemi.
Il nodo di fondo che qui andiamo a ripeterci da almeno quindici anni, è che il nostro sistema sanitario ha un numero di posti letto superiore alle esigenze, ma sostanzialmente ha un'efficacia insufficiente ed inaccettabile: è questo il nodo.
Si dà il caso, signora Assessore, che queste cose le diciamo qui, ma poi, all'esterno, siamo in cinquantanove schierati contro l'Assessore a difendere ognuno il proprio particolare, che di fatto altro non è che la difesa di riserve di caccia per gli addetti alle diverse specialità negli ospedali e alla chiusura di risorse e strutture per quella fascia sempre più ampia che ha bisogno di una prestazione che di sanitario ha molto poco.
La stessa riforma sanitaria sostanzialmente è stata vista più come una sostituzione soggettiva che non come una rivoluzione funzionale, e si è detto che al posto degli amministratori politici arrivano delle altre cose.
Temo che tale questione non sia maturata e non stia maturando.
Tra l'altro sono in fase di definizione modifiche alla riforma l'attività politica e di confronto con gli amministratori locali avverrà ormai soltanto se gli stessi in materia avranno ancora un loro ruolo. Il testo di riforma dice una cosa chiara: la sanità è responsabilità regionale, i Comuni non c'entrano più niente. Per poter dire questo signora Assessore, probabilmente la Regione avrebbe dovuto attrezzarsi di elementi di conoscenza e di consenso che andassero al di là del contronto con le migliaia di amministratori, che invece vogliono difendere il loro potere contrattuale e di rappresentanza rispetto alla materia, quando tale potere non hanno più.
La solitudine del collega Maccari probabilmente diventa un problema politico, nel senso che questa novità - come qualcuno di noi la interpreta non è stata culturalmente gestita.
In altri tempi, qualche convegno che incominciasse ad individuare gli elementi della riforma, non letta a Moncalieri, a Mondovì o a Susa, ma nel suo complesso sistemico, probabilmente lo si sarebbe dovuto fare, proprio per motivare, almeno per quegli amministratori anche regionali che volessero provarcisi, il non essere vittime e schiavi del localismo e della difesa, sempre e comunque. Non c'è posto letto che non trovi in qualche sede la sua giustificazione: occupazionale, di immagine, di prestigio, di distanza.
Personalmente, ho poca dimestichezza con la materia; nel mio intervento non vuole esserci polemica, ma contributo. Penso che per arrivare in modo responsabile ad affrontare questo problema, sia pure non in termini compiuti, a lato del fatto legislativo, brutalmente contrattualistico fra gli interessi in campo, sia bene che il Consiglio - mi riferisco al Presidente e mi spiace sia assente il Presidente della Commissione - voglia provare a rimediare al buco che si riscontra nell'affrontare questo problema: l'assunzione di responsabilità e di consapevolezza da parte dei diversi decisori sul significato della riforma, che non è solo soggettiva ma è soprattutto funzionale. Gli ospedali sono un complesso di macchine in grado di dare servizi, non di dare risposte a questione di immagine, di potere, di ruolo. Io mi sono sentito dire da qualche amministratore che con una certa soluzione di USSL i Comuni avrebbero contato di più; a me non interessa niente quanto i Comuni contino: voglio capire la qualità del servizio reso dall'ospedale in conseguenza della riforma, non ne faccio neanche un problema di costi. Alla fine, forse, non ha torto il collega Calligaro, i costi si possono anche ridurre trasferendo gli stessi.
Mi rivolgo al Presidente del Consiglio e a lei, collega Assessore forse qualche riflessione a lato, un po' supponente, se così vogliamo dire dovrebbe essere fatta, così come qualche confronto con esperienze internazionali, capire cosa significhi "fare" un'azienda - che non significa soltanto avere bilanci in pareggio; vuol dire rispondere alla vera domanda, quella di sanità e non quella del "cronicariato".
Personalmente ritengo sarebbe bene fare questa riflessione, anche perché la riforma non si chiuderà con i provvedimenti sui quali discutiamo probabilmente come sempre avviene nel nostro Paese, ci saranno le leggine ci saranno le proroghe... Mi pare però che un impegno della Regione tendente ad affermare l'occasione che ci è di nuovo offerta - come avvenuto con i primi Piani socio-sanitari regionali - della forte differenziazione fra strutture sanitarie e non, vada forse recuperata a prescindere dalla sua produttività nell'immediato. Sono elementi sui quali va fatta chiarezza soprattutto nei confronti degli amministratori locali. Amministratori che la devono smettere di far riunioni di Sindaci: si deve dir loro chiaramente che così come noi non facciamo riunioni sulle materie di competenza comunale essi non devono più fare riunioni sulle materie di competenza regionale. Saranno i nostri Consiglieri a dover trattare direttamente con il complesso dell'utenza, dei cittadini e dei prestatori di servizi, le giustificazioni rispetto alle scelte che andiamo ad assumere.
La ragione del mio intervento voleva essere un piccolo contributo di ordine formale; temo che questo emendamento, così com'è, possa creare dei problemi al prosieguo della liquidazione di queste risorse, in quanto non è definita la modalità dell'aggiornamento.
Valutino poi gli uffici, con deliberazione della Giunta regionale, la definizione formale da cui scattano le liquidazioni di contributi evidentemente deve essere un atto formale e non un semplice richiamo per memoria. Grazie.



PRESIDENTE

La discussione di ordine generale sulle deliberazioni è conclusa.
Al testo della deliberazione n. 754 è stato presentato un emendamento dall'Assessore Vetrino che recita: alla riga 10, dopo le parole "integranti della presente deliberazione" aggiungere le parole "previo aggiornamento con deliberazione della Giunta regionale del numero dei posti letto e delle assegnazioni, sulla base dei dati disponibili al 31/12/1992".
Considerata l'importanza della deliberazione, mi assumo la responsabilità di procedere alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 20 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione la deliberazione n. 754, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli, 17 contrari e 3 astensioni.
Se non vi sono Consiglieri che intendono intervenire possiamo procedere alla votazione della deliberazione n. 756, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 23 voti favorevoli, 11 contrari e 7 astensioni.


Argomento: Controlli amministrativi: argomenti non sopra specificati

Esame testo unificato delle proposte di deliberazione n. 718 e n. 731: "Determinazione in via transitoria dei responsabili e dei termini dei procedimenti amministrativi ex lege n. 241/90"


PRESIDENTE

Il punto 37) all'o.d.g. prevede l'esame del testo unificato delle proposte di deliberazione n. 718 e n. 731.
L'esame di questo punto non è stato previsto dalla Conferenza dei Capigruppo, ma lo si può anche fare. Il Vicecapogruppo del PDS aveva detto che lo si poteva fare; se anche il Capogruppo del PDS concorda, possiamo procedere.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Brizio; ne ha facoltà.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale E' essenziale che ci sia un procedimento poiché si tratta di un adempimento di legge fondamentale; non possiamo rimanere inattivi nell'applicazione della stessa!



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli e 14 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.20)



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