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Dettaglio seduta n.253 del 05/10/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bortolin, Coppo, Croso, Dameri Grosso e Sartoris.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazione della Giunta regionale sull'elisoccorso (seguito) - Esame ordini del giorno n. 646, n. 647 e n. 648


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulla comunicazione della Giunta regionale in merito all'elisoccorso.
E' iscritto a parlare il Consigliere Bodrero; ne ha facoltà.



BODRERO Antonio

La Lega Nord, come in passato, propone le dimissioni della Giunta, un governo regionale istituzionale al quale la Lega stessa non intende partecipare per ragioni che sarebbe lungo esporre, ma probabilmente intuibili, oppure proporre nuove elezioni regionali.
Con questo non intendo assolutamente infierire su una Giunta in difficoltà più per colpe altrui che proprie, colpe gravissime di chi ha votato le leggi permissive, pseudogarantiste, parenti strette delle varie amnistie e sanatorie: leggi Gozzini, Martelli, Merlin, Codice Vassalli ecc.
Perciò che cosa capita? Che in conseguenza di tutto questo è nata, per queste leggi, una prassi o una vacanza legislativa per la quale addirittura un Consiglio regionale rischia di trovarsi in una situazione democraticamente incerta, soltanto perché Consiglieri ed Assessori imputati non vengono processati e giudicati immediatamente in modo da mettere il Consiglio stesso in grado di funzionare regolarmente. Questo purtroppo dimostra in quale considerazione viene tenuta la cosiddetta presunta autonomia regionale. Tutto questo deriva poi, a parte certi interessi di associazioni criminali che sono molto potenti in Italia (sappiamo già i loro nomi), anche da un certo pregiudizio, un errore di prospettiva che è tipico di una certa sinistra che io chiamerei piuttosto pseudosinistra cioè il pregiudizio di non volere che l'azione esecutiva della Regione sia continuamente fatta controllare, coadiuvata, sostenuta dalla Polizia e dalla Magistratura, e non soltanto da servizi di vigilanza regionali di efficacia relativa.
Questo pregiudizio nasce dall'ipotesi estremamente discutibile secondo la quale ne verrebbe uno stato di polizia, ed è esattamente il contrario perché è chiaro che se la giustizia è preventiva e impedisce tutti questi enormi scandali e corruzioni e quindi severa e le leggi sono severe, si rafforza la democrazia e i galantuomini si trovano protetti, invece purtroppo spesso devono pagare anche per colpe altrui.
Ritengo peraltro non opportuno che il nostro Gruppo voti ordini del giorno presentati da Gruppi che hanno approvato, caldeggiato, verbalmente e per iscritto, l'aggressione violenta al governo provvisorio russo da parte di forze staliniste, zariste e naziste.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Non obietto sul fatto che la Giunta non abbia sul banco l'Assessore competente, mi auguro che questo sia l'avvio del processo di collegialità della Giunta conché però il Presidente ascolti gli interventi e si faccia carico di trasferire all'Assessore competente le questioni poste dai colleghi, conché di maggioranza.
In questo dibattito abbiamo ascoltato molte questioni, per larga parte condivisibili, e ci dobbiamo quindi chiedere come sia possibile che a fronte di un consenso generalizzato sui problemi, si registrino a valle fatti di malcostume e sostanzialmente carenze di legittimazione politica.
In primo luogo mi pare che non si debba dimenticare che la vicenda giudiziaria è tutt'altro che chiara, mi riferisco soprattutto alla dimensione territoriale, perché se l'operazione fosse estesa ad altre Regioni è evidente che il meccanismo che c'è dietro, anche in termini di capacità di influenza sulla decisione regionale che è poi quella che a noi interessa, sarebbe diversa e diversamente valutabile. Quindi un giudizio in merito deve essere sospeso in attesa di sapere se questa attività nei confronti della Pubblica Amministrazione era estesa a tutte le Regioni o solo alla nostra.
Anch'io non posso che dare atto al Consigliere Zacchera del lavoro attento e puntiglioso che ha fatto su questa materia, non posso però non rilevare che tante informazioni non fanno un giornale, tante obiezioni non fanno una proposta e tante frasi non fanno un ragionamento. Dagli atti del Consigliere Zacchera traggo molti interrogativi, ma nessuna convinzione.
Per esempio, non sono convinto che il costo fosse superiore al dovuto ovviamente depurato di quella percentuale rispetto alla quale quando avremo visto a livello nazionale a quanto ammonta potremo capire come catalogarla in termini non solo penalistici, ma anche di costo. Non vorrei con questo sembrare cinico, ma non posso sapere se questa spesa è enorme o giusta in relazione al fatto che su questa incidesse una tangente; il costo è la somma dei costi, non è una differenza tra "x" meno tangente. Quindi sapere quanto costa il servizio di elisoccorso è una cosa che a mio modo di vedere è tutta da costruire, in positivo e in negativo. Il fatto che su questa cifra ci sia comunque un non-costo rappresentato dalla tangente mi dà per certo che quel costo deve essere considerato sostanzialmente superiore a una determinata cifra.
Voglio chiarire questo concetto perché un approccio non razionale a questo problema mette in crisi quel servizio. Ho apprezzato la razionalità dell'intervento del Consigliere Calligaro dove ha posto le questioni rispetto alle quali si deve giudicare il costo, non nel numero delle unità delle decine e degli zeri, ma rispetto al tipo di servizio che viene reso e soprattutto rispetto alle insufficienze del servizio, che stanno a monte del servizio di elisoccorso che lo fanno intervenire in situazione di non emergenza. Questo è il vero problema.
Diceva il collega Calligaro "congruità dell'emergenza", bisogna sapere se l'elisoccorso è pensato ed organizzato per rispondere ad una domanda di emergenza o se risponde invece in termini sostitutivi di carenze che non sono da considerarsi di emergenza. Questa è la vera questione che dovrà essere oggetto della delibera, sulla quale, pur non conoscendola, esprimo subito alcune riserve sulla procedura che si è seguita. Per esempio: si pu dire di rispondere all'emergenza con un elicottero su una base che copre da Torino alle Alpi, quando nello scacchiere che va dal Sestriere alle prime Valli di Lanzo i francesi hanno ben tre basi con sei elicotteri? Questo vuol dire che la congruità dell'emergenza non è un fatto statico, è un fatto sistemico che va visto all'interno del sistema nel suo complesso con il tipo di sicurezza che si vuole dare al cittadino. Non esiste un dato assoluto. Se a Modane (che è sulla linea di Susa) esiste una base di elicotteri per montagna; se a Brian.
on (che è dall'altra parte di Ulzio) esiste una base; se a Courchevel (che è dall'altra parte delle Valli di Lanzo - non è esattamente così, ma è per intenderci) c'è un'altra base di elicotteri, mentre noi in Italia ne abbiamo uno a Savigliano per lo stesso servizio, vuol dire che dal punto di vista della congruità dell'emergenza siamo ancora lontanissimi e non rispondiamo ancora in modo adeguato, anche se probabilmente bisogna registrare in quel 25% di interventi non congrui l'intervento integrativo di servizi del territorio che non funzionano ambulanze ed altro.
Devo dire che qui incomincio ad esprimere una preoccupazione: che l'elisoccorso venga qualificato come il fiore all'occhiello. Per gli inglesi, il fiore all'occhiello è un segno di distinzione di cui si è orgogliosi; in Italia chissà perché il fiore all'occhiello è un termine spregiativo. Si dice che un fiore all'occhiello è qualcosa che serve a coprire la disfunzione di altre cose, non si dice che comunque serve a qualcosa. Non si dice che l'elisoccorso serve, si dice che è un fiore all'occhiello. Quindi bisogna stare molto attenti nell'immaginare qual è lo spettro di servizi che noi intendiamo affrontare con l'uso dell'elicottero e non con le ambulanze. Giustamente ha ancora ragione il collega Calligaro quando dice che sono stati realizzati solo degli spezzoni del servizio di emergenza, mentre non è organizzato un servizio di emergenza. Il servizio di emergenza vuol dire in primo luogo che due soggetti non fanno la stessa cosa, invece se qualcuno seguisse l'elicottero con un radar potrebbe scoprire che una volta che l'elicottero atterra, si muove sullo schermo radar a una distanza di circa 30 metri dall'elicottero, qualche volta anche meno (25 metri), un'ambulanza che parte previa accensione dei fari regolamentari e delle opportune sirene con a bordo quattro persone le quali fanno 20 metri, si fermano, fanno scendere una barella, prendono l'infortunato, lo fanno salire sulla barella, la barella viene messa sull'ambulanza, l'ambulanza fa 25 metri, si ferma, la barella viene trasportata all'interno dell'ospedale. Solo scene di questo genere che chiunque di noi può vedere ci fanno capire che il disegno che c'era a monte dell'elisoccorso, cioè il sistema integrato 116, attuale 118, è probabilmente ben lontano da essere realizzato.
Congruità dei costi. Anche qui in un libero mercato i costi sono quello che si riesce a spuntare sul mercato, rispetto ad un servizio che si deve avere in presenza di una pluralità di offerte. Io temo che quello del servizio elicottero sia uno dei campi in cui minore sia la competizione nel nostro Paese. Non esiste un mercato di società che si occupa di elicotteri esiste un mondo di gente che si occupa di elicotteri, all'interno del quale, a mio modo di vedere, non è poi così facile innescare quell'elemento di competizione che sono la base di una trattativa compiuta in senso complessivo.
Ho detto queste cose perché mentre mi sembra giusto ragionare in termini politici di costume sull'elisoccorso, mi sembra assolutamente sbagliato immaginare che questo debba significare un ripensamento sulla funzione dell'elisoccorso. Vede, Assessore, i soggetti interessati a ridurre il ruolo dell'elisoccorso ci sono. Sono le strutture obsolete che non vogliono elementi di modernizzazione; sono pezzi dello Stato che vogliono mantenere un ruolo che non hanno più con l'avvento delle Regioni e che vendono la possibilità di svolgere un ruolo sostitutivo del 118 e dell'elisoccorso che non sono in grado di svolgere.
Gli Assessori sono stati nelle Valli del Canavese e dell'Orco. Se ci fossero stati durante il fortunale avrebbero visto che gli elicotteri che si muovevano non erano tanti: uno era quello del 118; altri elicotteri signor Assessore, dei quali viene venduta la fruibilità "conché" "all'interno di 'razionalizziamo', 'raccordiamo', 'concordiamo'" (l'Assessore all'agricoltura forse coglie cosa voglio dire) sono pezzi dello Stato che sono molto efficienti nelle parate, sono molto efficienti nei compiti di istituto, ma non sono assolutamente utilizzabili per il servizio prestato dal 118 mediante l'elisoccorso, quindi se per caso dalle Commissioni emergesse che si può ridurre il ruolo dell'elisoccorso con maggiore e migliore coordinamento fra pezzi dello Stato e il 118 non è vero. Per carità, questi mezzi sono disponibili per l'operazione di emergenza, portare il ferito, il cuore di uno da trapiantare, ringraziamo tutti, ma a me sembra difficile poter pensare di organizzare in termini sanitari il 118 dovendo dipendere dal concorso che non può essere che occasionale e del tutto episodico.
Il sistema di emergenza deve basarsi sugli elicotteri dell'elisoccorso.
Poi andate a controllare le delibere, evitate di ripetere errori, se sono stati compiuti in passato, però vorrei che l'Assessore uscisse da questo dibattito non con l'impressione di dover perseguire chi su questo non si è comportato correttamente, ma di perseguire quelli che in questo servizio hanno operato correttamente, cioè gli operatori e il servizio nel suo complesso. Perché di gente che deve al 118 la propria esistenza attuale ce n'è sicuramente più di una; su questo non ci piove! Quando poi si fanno i confronti con i costi di altre Regioni, non so se si possono fare i confronti "ore volo" oppure sommando sull'anno. Devo solo dire che, per il settore che conosco un po' più da vicino, il sistema di alcune Regioni, che non nominiamo, ha dimostrato il totale, assoluto fallimento. Perché su una montagna, per esempio Les Jorasses, non ho visto il tipo di intervento che forse in altre Regioni, magari nella nostra, ci sarebbe stato; non parlo dell'immediatezza dell'intervento, neanche in termini di salvezza di vite umane, perché non erano più salvabili. Quando c'è stata la slavina di Val Veny, o meglio la valanga perché è precipitata la cornice (parliamo di tre anni fa con dodici morti), la Regione Valle d'Aosta non ha dimostrato una grandissima capacità di lavorare sul territorio e se voi foste andati lì a scavare con le sonde, avreste sentito parlare piemontese e non valdostano. Quindi, su queste questioni capire come si fanno le somme è molto difficile.
Piuttosto, Assessore, io le propongo una questione. Le ho scritto una lettera alla quale mi aspetto di avere una risposta dagli atti. Se una base non è operativa nei mesi invernali - mi riferisco a quella di Savigliano è uno spreco: un elicottero non può essere bloccato dalla nebbia per alcuni mesi e quindi la Regione deve fare in modo che quell'elicottero, quando c'è la nebbia, operi da altre basi. Altrimenti questi sì sono veramente sprechi di risorse e messa in discussione di vite umane! Ma questi aspetti non interessano a nessuno; non va nessuno in galera per il fatto che un elicottero sta lì perché c'è la nebbia; ai giornali non interessa sapere per esempio, che arrivano gli elicotteri francesi nelle nostre valli perch gli elicotteri italiani d'inverno non sono operativi, dato che c'è la nebbia! Questo non fa notizia perché nessuno va in galera, al massimo qualcuno crepa in montagna! Il problema che la base di Savigliano deve essere organizzata in modo tale che nei mesi invernali sia in grado di funzionare anche con la nebbia è un problema che esiste, che non può essere ignorato.
Così come non può essere ignorato il problema che la Valle Ossola deve essere quanto meno armata, non in termini di missili, ma di strutture che consentano all'elicottero di Borgosesia di operare in tempi e soprattutto con pesi praticabili dal punto di vista tecnico. Forse l'elisoccorso funzionerebbe più in termini di congruità rispetto alle emergenze se fossimo attenti anche a queste cose e non soltanto ai fatti spiacevoli che abbiamo scoperto questa mattina. Questa vicenda, così amara per certi versi, anche per chi ha riposto fiducia per anni in una persona, e continuo personalmente a considerarmi creditore di qualche spiegazione da parte dell'amico del quale parliamo, è stata l'occasione per riproporre alcune questioni rispetto alle quali di nuovo non si vuole giungere al fondo della questione.
Si dice che la Giunta non deve essere una sommatoria di feudi, che la Giunta deve essere collegiale: se in Italia si è arrivati alla stagione delle riforme istituzionali è perché ci si è resi conto che in termini politici queste questioni non si risolvono, perché questa Giunta sicuramente non pecca di grande collegialità, ma io non ho mai visto nessuna Giunta avere il bubbone che stava a significare che era collegiale.
Io Giunte collegiali non ne conosco, perché fin quando viviamo nel clima della proporzionale e del parlamentarismo, è fisiologico; poi può piacere o no.
Ci sono molte funzioni fisiologiche che possono piacere o no, ma sono irrinunciabili. Fisiologico vuol dire questo: non che è bello, ma che è necessario. Una Giunta che nasce da un Parlamento, e soprattutto se nasce da una coalizione, non può essere che, per sua natura sostanzialmente, la chiusura all'interno di feudi, discutibili fin quanto si vuole. Possiamo fare opera di affinamento, però l'uomo è fatto in un certo modo ed è anche fisiologico che si comporti di conseguenza, quindi questa non è una questione politica, è una questione istituzionale e nessuno si sogna di modificare queste vicende con un ordine del giorno al Parlamento nazionale né possiamo modificare noi qui più di tanto.
Questa è una questione istituzionale. Allora mi rivolgo agli amici della sinistra, i quali chiedono che questa Regione, sostanzialmente prepari i bagagli e dica: "Fatta la legge elettorale andiamo alle elezioni". Andiamo alle elezioni per avere che cosa? Esattamente quello che abbiamo adesso, peggiorato.



(Commenti del Consigliere Riba)



MARCHINI Sergio

Peggiorato, Riba, peggiorato, perché quando andremo a questo mostruoso mix di un 60% di eletti sull'uninominale, quindi portatori di interessi di centomila persone, e di un 40% di espressione a totalità regionale, questo 40% sarà espressione di interessi diffusi, quindi o dei partiti...



(Commenti dai banchi del PDS)



MARCHINI Sergio

Voi avete fatto un documento in cui si immagina che il percorso sia questo. Io ritengo che sia sbagliato e cerco di spiegarlo a voi e agli altri colleghi. Una legge elettorale di questo tipo, che non mette in discussione l'atto di nascita della Giunta come espressione del Parlamento e non autonoma, non può che portare agli stessi risultati che oggi tutti discutiamo.
Quindi, se la Regione ha una funzione è quella di imbracciare il kalashnikov della dialettica e fare la guerra allo Stato fino all'ultimo giorno di questa legislatura, cioè fino all'1 maggio 1995 per chiedere la riforma della Costituzione. Se non c'è la riforma della Costituzione, ogni volta che io parlo si ritiene che voglia prendere il posto del collega Fulcheri in Giunta, invece in un moderno Parlamento si deve sapere che Marchini, che si è presentato alle elezioni e che gli elettori hanno ritenuto...



(Commenti del Consigliere Rivalta)



MARCHINI Sergio

Caro Rivalta, bisogna essere logici, se tu mi dici che fatta la legge elettorale noi la accettiamo e con una legge elettorale che non modifica la struttura della Giunta torniamo qui eletti soltanto su collegi diversi al 60%, ma il Presidente torna a essere la conseguenza di un patteggiamento fra patti del Consiglio e gli Assessori tornano ad essere non espressione della centralità del Presidente, ma del compromesso che avviene all'interno del Consiglio, noi continueremo ad avere delle Giunte che - ci potrà piacere o non ci potrà piacere saranno la sommatoria e la rappresentazione esattamente delle differenze che ci sono qui.
Questa è di nuovo una questione fisiologica. Le cose che diciamo sono tutte giuste e tutte sbagliate. In politica non c'è niente di giusto e niente di sbagliato e si è scelta la regola che l'opinione che ha più consenso sia quella giusta. E va bene così. Se questo fosse valso anche per la scienza forse la Terra sarebbe ancora piatta, ma non è questo il problema: a Dio piacendo è diventata rotonda per merito dei meno e non per merito dei più.
Colleghi Consiglieri, una vicenda come quella di questa mattina sicuramente deve farci riflettere molto: questa legislatura deve vedere degli elementi di novità, ma deve anche sapere che il suo ruolo è di non lasciar passare il disegno incredibile dello Stato, che a livello di Bicamerale e di Parlamento, non riuscendo a risolvere le proprie questioni della riforma dello Stato, immagina di dare in mano alla canea della pubblica opinione le elezioni anticipate delle Regioni a maggio dell'anno prossimo sulla scorta di una mera riforma elettorale, che non modifica di una virgola le disfunzioni istituzionali rispetto alle quali oggi stiamo disputando, perché una maggioranza diversa potrebbe produrre una Giunta un po' diversa. Noi la vogliamo radicalmente diversa: noi vogliamo un Presidente direttamente eletto dai cittadini, vogliamo sedute sul banco dodici persone scelte dalla società civile in forza della loro capacità e della loro cultura, che sono estranee alla competizione elettorale. Da questa parte ci siamo noi, i Consiglieri. Questo è lo scenario che si sta disegnando nel mondo moderno, noi non possiamo accettare una soluzione che non sia quella più avanzata, soprattutto quando questa soluzione è la conseguenza di un'esigenza dello Stato di non fare nell'interezza il suo dovere, cioè le sue riforme.
Anche su questo ci penserà Segni, il buon Segni vinces, perch sicuramente Segni farà il suo ritorno alla casa madre - e io dico purtroppo del centrismo, e il corrispettivo sarà la riforma dell'elezione diretta del Presidente del Consiglio. E noi qui veniamo a dire che facciamo una piccola Giunta che si deve impegnare, ma appena arriva la legge elettorale andiamo tutti a casa, dopodiché arriveranno i nostri successori. Io anzich essere eletto da un milione e mezzo di cittadini sarò eletto da centomila verrò qui sicuramente con maggiori egoismi e minore disponibilità. Secondo voi produrremo una Giunta diversa? No, perché ci sarà il 40% del Consiglio che rappresenterà gli interessi forti e i localismi, che saranno quelli dei centomila, che peseranno più di quanto non pesino oggi.
Chiedo scusa del tempo che ho portato via, ma mi sembrava importante evitare, soprattutto nei confronti dell'Assessore, che le vicende del collega Maccari o di altre persone condizionino più di tanto la Giunta rispetto al problema dell'elisoccorso che sicuramente nella nostra Regione è quanto di più avanzato e moderno ci sia. E chi lo chiama fiore all'occhiello è perché ha paura di essere messo in competizione con questo servizio, perché gli ospedali che rifiutano l'atterraggio dell'elisoccorso perché non sono in grado di intervenire non nell'altissima chirurgia, ma nel trauma di uno che muore in montagna - queste cose succedono, colleghi perché si capisca di cosa parliamo - questi ospedali vanno chiusi! Non si deve dire che sono un DEA o che sono un Presidio, vanno chiusi! Quando vedono l'elicottero accendono il fumogeno, fanno la nebbia sull'ospedale "Portatelo via, se questo è caduto avrà qualcosa", perché forse si portano i sani all'ospedale? Presidente, per buona parte della nostra generazione - non dico politica, collega Assessore - la sicurezza, la salute e la vita di molte persone è affidata ancora al numero "118", perché se aspettiamo le ambulanze di cui parlavo prima, l'infartuato o il traumatizzato grave rimane dov'è, cioè a casa sua, morto! Questa vicenda, triste e per certi versi drammatica, non ci pu consentire di disconoscere le responsabilità rispetto alle quali ci dobbiamo misurare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Sarò breve, perché se cala la nebbia è bene che ci ritiriamo per tempo.
Anche perché, finora, le macchine con i radar non sono ancora in funzione sarà bene quindi essere previdenti.
Vorrei dividere l'intervento in due parti: la prima è legata alle persone e, come Gruppo, ci tocca da vicino; la seconda, seppur scaturente dal dibattito in corso, è legata a questioni di carattere politico generale. Per quanto riguarda la prima parte anch'io - come, credo, tutti voi ho appreso con profondo sconcerto la notizia, comparsa sul giornale di ieri, della vicenda legata alla questione dell'elisoccorso.
Dico profondo sconcerto e turbamento, perché ci siamo trovati di fronte ad una situazione della quale nessuno di noi avrebbe potuto prevedere un risvolto di questo tipo. Sono profondamente amareggiato, perché è una questione che tocca persone che frequento da anni, anzi Maccari lo conosco da decenni (eravamo molto più giovani di adesso) e anche Croso - seppure la sua vicenda mi sembra sia molto diversa da quella a cui è legato Maccari lo conosco da moltissimo tempo, e questo fa sì che ci si dia reciprocamente atto della fiducia e dell'onestà. D'altronde, quando si lavora insieme si condividono ragioni e ideali, si partecipa a sacrifici e, ripeto, ci si dà atto reciprocamente della fiducia e dell'onestà, cioè di quelle cose che formano il cemento per un impegno comune sia all'interno del partito che a livello personale.
Per cui, vicende di questo genere non possono che lasciare sconcerto e profonda amarezza, come è successo a me e ai compagni socialisti del Gruppo.
Per questo motivo, quando si è verificata la vicenda che ha portato all'arresto sia di Maccari che di Croso, noi abbiamo avviato la procedura della richiesta di dimissioni, anche se, secondo me, le due vicende sono da considerarsi distintamente; la questione di Croso la vedrei come quella di un uomo coinvolto suo malgrado senza...



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

E' stato coinvolto in un meccanismo del quale non era assolutamente consapevole. Credo di poter dire che bisogna dare atto alla gente. Potrebbe essere accaduto a molti di essere coinvolti senza esserne a conoscenza; io sostegno questa tesi e se fosse così - se è come a me sembra sia - è possibile dire che sono vittime di un sistema; vittime che non ne hanno potuto niente di trovarsi in questa situazione. Poteva accadere che un amico gli avesse detto: "Senti un po' se puoi farmi questa cortesia".



ZACCHERA Marco

Ma guarda un po' che amici si frequentano!



ROSSA Angelo

Le cose le vedo anche dal punto di vista umano, perché non è la prima volta che ad un angolo della strada anziché incontrare un amico puoi incontrarne un altro che invece di portarti in una direzione, ti porta in quella opposta; quanti ragazzi nel periodo difficile delle scelte ragionate si sono trovati da una parte piuttosto che da un'altra? I fatti sono sotto gli occhi di tutti, compresi quelli che hanno dichiarato vittoria o morte e poi sperano di potersi salvare; ciascuno purtroppo, ha i suoi limiti. Questa considerazione non ci ha comunque impedito di chiedere le dimissioni di Maccari e di Croso in modo cortese e allo stesso tempo con estrema fermezza e grande decisione! Perché, caro Chiezzi, anche noi vogliamo - di fronte alla gente che ci ha eletti, quel popolo del 1990 che ha cambiato orientamenti non solo nei nostri confronti ma anche nei confronti di questa assemblea - poter alzare la mano per dire: "Io rappresento le adesioni (che potranno essere rappresentate) monde da qualsiasi sospetto". E' una cosa a cui tengo moltissimo e per la quale faremo questo sforzo.
Agli amici della maggioranza e dell'opposizione - sui cui volti, anche se non espressa apertamente, si legge perplessità - dico che come Gruppo faremo questo sforzo perché ci teniamo.
Cari amici, una cosa è l'impegno politico, altra cosa sono le persone e fin quando ci saranno le condizioni per un rapporto fraterno tra le persone, in cui ci si dà atto reciprocamente della fiducia, si va avanti quando poi ti trovi - come è capitato e come capiterà - nella vita comune dei Gruppi, delle persone che non si sono comportate correttamente, che sono venute meno ad un patto morale oltre che politico, si ha il dovere di prendere posizione, cosa che non ho nessuna difficoltà a fare, anzi, pongo questo problema in termini netti. Avrei voluto, cari amici e signor Presidente, essere qui oggi a dire: "Qui ci sono le dimissioni dei due colleghi", ma per il momento non sono ancora in grado di farlo. Spero di poterlo fare in seguito.



MAJORINO Gaetano

Di fronte alla tua fermezza, se non si dimettono li espelli.



ROSSA Angelo

A proposito delle espulsioni non vorrei fare come era abitudine in passato: quando non era possibile assumere alternative diverse si procedeva all'espulsione. Questa è una visione laica delle cose, per cui lavoreremo perché si realizzi questa soluzione. Lo dico con estrema tranquillità anche se sono tra coloro che hanno difeso l'Assessore Maccari e l'ho difeso sulla base di una politica nella quale ho sempre pensato che egli avesse cercato di dare il meglio di se stesso. Io l'ho difeso, come ho difeso tutti gli altri amici della Giunta, perché appartengo alla maggioranza e non sono abituato a stare a cavallo del fosso, mi piace stare da una parte sola. Ritengo che quando ci si prende una certa responsabilità, la si deve portare fino in fondo, anche se con l'Assessore Maccari ho avuto durissimi scontri.



(Commenti del Consigliere Zacchera)



ROSSA Angelo

Non sono andato alla Procura della Repubblica come ha fatto il collega Zacchera, questi sono affari suoi.
Io però ho avuto dei durissimi scontri con l'Assessore Maccari, anche sulla questione dell'elisoccorso, perché non ho mai capito per quale motivo sia stata disegnata una mappa dalla quale Alessandria, Provincia strategica nel rapporto tra Piemonte, Liguria e Lombardia, è stata esclusa. Eppure abbiamo buoni aeroporti e buone possibilità di offrire e garantire dei servizi. Uno di questi aveva originato degli scontri non indifferenti anche se ho sempre giudicato l'Assessore Maccari un uomo molto duro e quindi altrettanto duro in questi scontri.
Circa le responsabilità qualcuno qui ha detto che le responsabilità ci sono sempre, e che cose di questo genere non sono questioni da sottovalutare. Io se sono qui e sto lavorando per chiedere le dimissioni non lo faccio con superficialità. Circa le responsabilità si allarga e si coglie un aspetto per coinvolgere l'insieme delle responsabilità in una Giunta dove, in genere, come nel Governo, ciascuno porta avanti il proprio settore. E non a caso la stampa, che è sempre molto attenta, quando parla dell'Assessore A o dell'Assessore B non dice: "l'Assessore alla sanità o al territorio", dice: "l'Assessore PSI, oppure PRI, alla sanità".
Ci sono queste valutazioni che, naturalmente, sono fatte da portavoci al di sopra di ogni sospetto quando esprimono questa attesa attraverso i mass-media. Forse dovremmo ricercare un modo diverso, perché si lavori insieme, perché ci sia più unità, un disegno più organico al quale lavorino tutti quanti; però non è così, perché le cose sono definite in termini politici, a partire dalle posizioni più lontane o più reali come quelle espresse dalla gente.
Sono anch'io d'accordo che occorre andare oltre la situazione dell'emergenza, occorre vedere che cosa possiamo fare per realizzare qualcosa che restituisca vigore alla politica complessiva della Regione.
Mi domando anch'io - mi rivolgo al collega Tapparo - che cosa significhi questo colpo d'ala. Noi non abbiamo alcuna intenzione, collega Tapparo, di arroccarci, non è nel nostro indirizzo, nel nostro orientamento. Abbiamo concorso a realizzare momenti importanti del governo di questa Regione o di questa nazione con uno spirito sempre molto aperto ed attento. Noi non ci siamo mai arroccati, almeno per la parte che ci riguarda, né abbiamo intenzione di arroccarci. Siamo disponibili a discutere le proposte che possono emergere e che riflettono una precisa volontà politica. In questo entro nella seconda parte.
E' questo il punto politico; noi viviamo in una situazione eccezionale non è una situazione normale quella che il Paese nel suo insieme, quindi anche la Regione, sta attraversando. E' una situazione in cui vanno facilmente in crisi i governi sotto colpi diversi, sotto spinte di qualsiasi genere. C'è una specie di centrifugazione delle volontà unitarie che coinvolge i Comuni, le Province, la Regione, e che mette in discussione le stesse istituzioni. Siamo in una situazione eccezionale. Allora dobbiamo capire quali sono le proposte che possono portare al miglioramento di questa situazione politica, per dare maggiore vigore alle responsabilità nello stesso tempo evitando che, dopo di noi, ci sia il caos. La mia preoccupazione più forte è questa, che leggo anche da un documento concordato e sottoscritto dal PDS, dai Verdi e da Rifondazione Comunista.
Mi sembra che abbiate ricostituito, di fatto, il vecchio Partito comunista cari amici e cari compagni. Lo leggo da lì. Concordate, dicendo che bisogna trovare un punto d'incontro attraverso il governo istituzionale, per fare questa legge, dopodiché bisogna sciogliere il Consiglio regionale. Secondo me questa via non può essere percorsa, è un errore.
Davanti alla eccezionalità della situazione, alle domande e alle necessità che esistono in Piemonte di dare risposte ai problemi del lavoro dell'emergenza ambiente, della sanità, io credo che non possiamo tranquillamente andare ad una ridiscussione dell'attuale posizione politica e di governo, senza avere la certezza che dietro all'angolo non ci sia lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale.
Io considero cosa ben grave se noi non avessimo fatto e non facessimo ogni sforzo per evitare le elezioni anticipate. Questo per me è un punto fermo e fondamentale; mi batterò con tutte le mie forze per evitare lo scioglimento del Consiglio regionale. Sono pronto a discutere le proposte da qualsiasi parte vengano, dirette a realizzare delle risposte adeguate ma che abbiano la volontà politica di assumersi ciascuna le proprie responsabilità. E ho l'impressione che, nella proposta del governo istituzionale, non ci sia la volontà politica di assumersi delle responsabilità! C'è un insieme di tutte le parti, pur con delle esclusioni nette, ma poi si decide di fare la legge elettorale! A me non sembra un percorso agibile, semmai ci deve essere uno sforzo sorretto da una volontà politica.
A me, alla fine, non importa molto che si stia ricostituendo il vecchio Partito comunista. Abbiamo collaborato tante volte con il vecchio Partito comunista, quindi non ho grandi problemi, però voglio capire qual è la volontà. C'è una volontà vera di andare a concorrere alla realizzazione di una politica di governo che coinvolga le grandi forze? Se c'è una volontà politica di andare in questa direzione, bene; se non c'è, non ripariamoci dietro la comoda posizione di dire: "Non scegliamo e coinvolgiamo tutti gli altri, chiedendo loro un atto di contrizione" (perché è chiaro che andrebbero comunque incontro ad un grosso fallimento).
Se mi trovassi di fronte all'alternativa che 31 Consiglieri regionali presentino le dimissioni, ne prenderei atto e constaterei che la maggioranza ha deciso di autosciogliere il Consiglio; però, signori, io dico che sarebbe un grosso errore, perché verremmo meno a quell'attesa che c'è attorno a noi.
E noi abbiamo il dovere - non solo perché dobbiamo partecipare al dibattito e dare il nostro contributo per le riforme perché davvero la stagione delle Regioni possa andare avanti di concorrere a risolvere i problemi economici e sociali che sono molto gravi. Abbiamo questo dovere perché ce lo chiede la gente, ce lo chiedono i lavoratori, con i quali abbiamo rapporti fraterni e che ci chiedono ogni sforzo in questa direzione!



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

Certo, abbiamo ancora i lavoratori con noi! La gente ci chiede di fare ogni sforzo, perché sa, intuisce meglio di noi, anche se non è in grado di dare delle precise risposte politiche, che cosa c'è dietro uno spostamento a destra come quello a cui purtroppo si sta andando.
Io sono perché le difese, gli argini, le cose che le forze democratiche possono fare, vengano realizzate mettendo in disparte gli interessi di parte, gli egoismi di partito, chi vince una battaglia rispetto all'altra che è successiva, per poter affermare la propria priorità o la propria primogenitura. Se questa è la strada, da parte nostra c'è piena disponibilità.
Qualcuno dice: "Tu sei un grande difensore di questa Giunta". Io non posso far altro che difendere questa Giunta, che difenderò con grande forza finché non ci saranno delle prospettive concrete che consentiranno di far evolvere questa Giunta verso obiettivi che naturalmente non siano il caos. Perché del caos nessuno qui dentro trarrà vantaggio, tranne pochi! E allora io difenderò questo discorso, questa proposta, anche se naturalmente anch'io come voi, come il collega Tapparo, come altri colleghi che si sono in questi giorni...



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

E' un amico, un collega, un indipendente socialista, è un compagno certamente, come sono compagni altri; occorrerà avere pazienza nell'attesa che il concetto di "compagno" corrisponda anche a questo concetto di comportamento ideale socialista, che stenta ad emergere, ma che andrà avanti! Io ho visto lo sforzo che voi avete fatto, come lo sforzo che è stato fatto a livello più ampio da parte di autorità importanti, compreso Mario Segni, nei confronti del quale, se fossi stato una forza di opposizione di una certa rilevanza, mi sarei mosso molto diversamente da come si sono mossi Occhetto ed altri. Però le scelte sono queste; ne prendo atto politicamente e naturalmente ne ha preso atto anche Segni, il quale ha intavolato un altro rapporto che non so dove porterà.
Così come dico che avrei visto un maggior sostegno nei vostri confronti da parte di coloro che qui chiedono le dimissioni della Giunta, i cambiamenti, le prospettive. Non ci sono state! Ecco, io vedo questo con qualche rammarico, e mi dispiace, Marino, di non essere stato invitato alle successive riunioni, perché sarei venuto volentieri. Io ho visto con attenzione, cari amici Tapparo, Ferrara, Cucco, Marino, Goglio e Marchini la collaborazione tra voi; la vedo con grande attenzione, perché voglio cercare di capire se c'è la volontà di dare al Piemonte una possibilità per rispondere ai molti problemi che ci sono Per la parte che ci riguarda, credo di poter interpretare il pensiero dei colleghi socialisti, mi adoprerò per lavorare in questa direzione. E' per questo motivo che chiedo cosa significhi il colpo d'ala, che cosa significhi in termini concreti una proposta politica di governo che dia più forza al ruolo del governo regionale, per dare più fiducia alla gente in questa durissima lotta nella quale stiamo entrando contro un autunno pesante e un inverno altrettanto pesante. Non è che io mi affidi al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta come dei demiurghi che riescano a risolvere i problemi, credo però che nella loro veste, nella loro responsabilità, ci sia la volontà di fare questo sforzo.
Se saremo chiamati da parte delle forze politiche che sostengono questa Giunta a dare il nostro contributo, verificheremo gli spazi di agibilità e, se ci saranno, noi siamo pronti ad offrire il nostro impegno e il nostro contributo. Non è un problema di cadreghini, non è un problema di persone, perché davanti alle proposte politiche queste sono cose che restano in secondo piano, anche se contano moltissimo.



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

Certo che contano, perché poi la politica si fa sulle gambe degli uomini; però è un problema di impegno, di direzione politica nella quale vogliamo andare per poter arrivare in quest'ultima parte di legislatura fino al 1995 a dare il meglio di quello che possiamo dare, tutti insieme.
Se non ci sarà questa volontà comune di una maggioranza più forte, ci sarà comunque un impegno di governo più significativo ed incisivo, naturalmente con il concorso delle forze di opposizione, per realizzare quel governo della cosa pubblica che risponda agli interessi delle masse popolari del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Io cercherò, signor Presidente e colleghi del Consiglio, non di dare un colpo d'ala che non so come si fa, ma di fare un intervento sostanzialmente breve, anche perché devo dire che - ahimè questi interventi cominciano ad avere una certa ricorrenza in quest'aula e hanno una regia molte volte uguale, con conclusioni altrettanto uguali; cercherò dunque di non dilungarmi più di tanto.
La vicenda di oggi è obiettivamente simile ad altre che abbiamo già discusso qui. Abbiamo appreso dai giornali che probabilmente si tratta di un fatto che rientrava in un pacchetto più ampio che andava oltre la nostra Regione, che quindi partiva da livelli nazionali e trovava poi i suoi terminali a livello regionale per dare attuazione a certe scelte. Sempre dai giornali - spero non sia vero - leggo che si tratta di un "contributo al Partito socialista e non solo", che non so cosa vuol dire, ma so cosa significa "non solo" (spero che questo non sia vero, ma anche questa sarebbe una ripetizione di situazioni che abbiamo già visto).
Si tratta - questo non l'ho appreso dai giornali, ma dalla relazione di questa mattina, ed è un fatto grave - di un servizio gestito non dalla struttura della Regione, ma in modo riservato, segreto, dalla Segreteria di un Assessore. Questo fatto, signor Presidente, mi pare che sia una responsabilità oggettiva della Giunta, grave. E qui non possiamo tutte le volte dire che c'è la cultura del sospetto. Questa è la conseguenza del non aver mai creato quelle condizioni perché questi fatti non potessero accadere; dell'aver lasciato che rimanessero certe permanenze in Assessorati per troppo tempo; dell'aver permesso che la stessa struttura regionale rimanesse sempre ferma, immobile, e quando chiesi di modificarla mi venne risposto: "Quando sarà necessario". Adesso capisco che è necessario che intervenga la Magistratura perché così ci accorgiamo che c'è qualcosa che non va e allora si prendono dei provvedimenti! Tutto questo non va bene: è una responsabilità oggettiva della Giunta.
Questa mattina il Presidente ha rivendicato con forza il suo modo di stare in politica. Credo di dire una cosa che non penso solo io, ma che probabilmente è generale in questo Consiglio: non c'è nessun dubbio sulla correttezza del Presidente di questa Giunta, però bisogna sapere - quando si hanno un ruolo e una posizione particolari, soprattutto per le vicende di questi ultimi mesi - che non è così per tutti, Presidente! Credo che molte siano persone per bene, che si impegnano in politica seriamente, ma non è così per tutti. Bisogna fare qualcosa; non si può soltanto decentrare, lasciare che tutti facciano e trascurare completamente la cultura del controllo, che è una parte fondamentale della Pubblica Amministrazione.
Il fatto è grave, non è il primo e non so se sarà l'ultimo! Aspettiamo su questo fatto le conclusioni della Magistratura. Ci spiace che siamo sempre al seguito, purtroppo, della Magistratura. Aspettiamo quello che la Magistratura ci dirà e avremo quindi dati certi. Non c'è dubbio che questa Giunta non si sia mai posta fino ad oggi in questa ottica di verifica, di controllo della sua gestione, della sua struttura.
Nell'ambito della Commissione d'indagine sugli appalti abbiamo scoperto che le leggi di controllo che sono state emanate vengono regolarmente disattese da tutti gli enti destinatari delle leggi e da parte della stessa Regione che si è data queste leggi! Abbiamo sentito oggi gli interventi dei Consiglieri Zacchera e Calligaro che citavano le loro interrogazioni, alle quali si erano date delle risposte evidentemente non completamente veritiere e che hanno colto di sorpresa lo stesso Presidente. Anch'io, come Presidente del Gruppo repubblicano, il 5/11/1991 avevo presentato su questo argomento dell'elisoccorso due interrogazioni, chiedendo risposta scritta, ma non ho ancora avuto risposta; credo non sia più opportuno darmela perché ormai superflua. Se questa attività di controllo, di cui è titolare il Consiglio, avesse una rispondenza più forte, più sollecita da parte della Giunta, e non solo in termini di risposta alle interrogazioni in aula, ma soprattutto prendendo in considerazione le cose che vengono evidenziate con le interrogazioni stesse, forse qualche rimedio si sarebbe potuto porre.
Questa è una vicenda che abbiamo già visto, è ripetitiva, come pure è ripetitiva la conclusione. Credo che questa discussione si concluderà con un ordine del giorno rituale di richiesta di dimissioni della Giunta. Devo dire che mi sottraggo a questo rituale. Non parteciperò al voto, non per dare - come avevo dichiarato quando non avevo partecipato al voto sulla nota di variazione - una mano a questa maggioranza che credo non abbia diritto ad avere questa mano perché non se la merita, ma perché ritengo sia una cosa logora, non è più questo il problema. Questo Consiglio regionale, questi Consiglieri regionali devono individuare percorsi per dare alla Regione un governo forte, capace di dare delle risposte. Qualcuno diceva prima: "Bisogna dare delle risposte". Ecco, un governo capace di dare delle risposte, ed è quanto ha cercato di fare quel gruppo un po' sottovalutato, un po' schernito che sì è chiamato degli "autoconvocati" che aveva essenzialmente una finalità: cercare in questa situazione di non governo di dare una risposta alle domande che giungevano dalla comunità.
Sento parlare di verifica, ma il termine non mi pare corretto, credo si debba superare. Non penso sia soltanto un problema di rimpasto. Voglio dire che le richieste possono giungere da una parte piuttosto che da un'altra ma non è certamente questo il mio atteggiamento. Gliel'ho già detto, signor Presidente, e glielo dico ancora: non è questo quello che ritengo per me e gli altri cinque autoconvocati, che può risolvere il problema. Non si tratta di una distribuzione di Assessorati, si tratta di un nuovo modo di governare, di un nuovo progetto su cui lavorare: questa è la cosa fondamentale.
Siamo di fronte ad un bivio. Sono d'accordo che sia sbagliato andare oggi alle elezioni anticipate con una legge vecchia, che probabilmente riproporrebbe in questo Consiglio regionale situazioni di ingovernabilità che non faciliterebbero nulla, ma non credo neppure che si possa stare due anni in una situazione come quella che stiamo vivendo da qualche mese a questa parte, con dibattiti che corrono il rischio di essere ricorrenti e che non danno alcuna risposta. Bisogna fare qualche cosa sprigionando un minimo di fantasia politica perché le 60 persone che sono qui dentro riescano a trovare un progetto su cui lavorare, limitato nel tempo e nella quantità di argomenti, sapendo che abbiamo di fronte soltanto 500 giorni gravi ed importanti per la nostra Regione, perché la crisi che ha colto questa Regione è grave e reale. Qualche risposta dobbiamo darla e il Consiglio regionale deve muoversi per cercare di darla. Questo è quello che abbiamo cercato di fare in sei, che perlomeno ho cercato di fare io, e mi auguro dopo questa vicenda che una maggioranza si riesca a trovare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Anch'io avevo a suo tempo sollevato la questione dell'elisoccorso attraverso due interrogazioni che erano giunte quasi contemporaneamente a quelle del Consigliere Zacchera del Gruppo MSI. Che sull'elisoccorso ci fosse qualcosa di poco chiaro era evidente, come mi pare ci sia qualcosa di poco chiaro anche su altre questioni sollevate con una serie di interrogazioni dalle opposizioni.
Continuare ad ignorare il vero problema della gestione anche del Consiglio, oltre che di questa maggioranza, è un atto di incoscienza in un certo senso, perché questo atteggiamento non fa altro che allontanare sempre di più i cittadini dalle istituzioni. Questa è la realtà! Se da un lato non ci sono soluzioni per cui si discute ancora una volta per una giornata intera sulla crisi politica della Regione, dall'altro i provvedimenti legislativi non vanno avanti, e questo è un dato di fatto del quale dobbiamo prendere atto. Da alcuni mesi la Regione è bloccata perch ripetiamo regolarmente, a distanza di una settimana, 15 giorni, le stesse cose. Quanto si è detto oggi è esattamente quello che si è detto 15 giorni fa o due mesi fa.
Preso atto che la maggioranza non ha più i numeri per governare è una forzatura tenere in piedi un governo che non governa; il dato di fatto è che senza maggioranza i provvedimenti legislativi che oggi avremmo dovuto portare avanti sono ancora fermi.
Ci sono però altri dati di fatto. Faccio un esempio banalissimo: è esattamente un anno che al punto 39) dell'o.d.g. figura una nostra mozione sull'ESAP, presentata a suo tempo. Il clima che si è creato non fa altro che bloccare l'attività della Regione anche su scelte importanti. Sugli enti strumentali avevamo iniziato un dibattito che non si è concluso perch i documenti allegati sono fermi all'o.d.g.
Se vogliamo iniziare ad operare non deve esistere una situazione di tensione tra maggioranza ed opposizione di questo livello. Situazione che però dipende anche dalle forze di opposizione; mettete una pietra sopra la diatriba e, a questo punto, cercate di formare una maggioranza - di tipo istituzionale o del tipo che ritenete più opportuno - che permetta almeno la gestione dell'ordinario, di quei provvedimenti dovuti che la cittadinanza, la gente, sta aspettando.
Sul discorso delle elezioni anticipate il sottoscritto è perfettamente d'accordo: andiamo alle elezioni anticipate. Se non si trova una soluzione alternativa non è pensabile andare avanti per due anni in questa condizione. Penso che qualsiasi persona di buon senso arrivi a considerazioni di questo tipo. Andiamo allora alle elezioni; sistema nuovo sistema vecchio: a questo punto è irrilevante, l'importante è dare funzionalità a questo Consiglio regionale, affinché venga di nuovo recuperata l'immagine delle istituzioni, non tanto di questa o quella forza politica. Occorre un recupero di immagine delle istituzioni.
Le alternative sono due: o una maggioranza più solida, in grado di governare, oppure le elezioni anticipate. Personalmente, visti i falliti tentativi di creare nuove maggioranze, penso che la strada delle elezioni anticipate sia inevitabile; in questo senso penso occorra un momento riflessione.
Per quale motivo si dice un no assoluto alle elezioni anticipate? Se questo Consiglio non rappresenta più la volontà popolare saranno gli elettori a dirlo; occorre prendere atto che negli ultimi due anni ci sono stati dei cambiamenti all'esterno. Qualsiasi persona di buon senso deve prenderne atto; non ci si può chiudere a riccio e ignorare totalmente quanto sta succedendo all'esterno, anche perché la reazione della gente, se non ci sarà questo tentativo, sarà comunque esasperata, e quelle forze politiche che tentano di portare avanti ad ogni costo un sistema ormai finito alla fine ne pagheranno il prezzo sotto il profilo elettorale.
Mi pare che i test avutisi nel frattempo siano stati significativi anche il governo regionale ha contribuito a far sì che si creasse una situazione di sfascio del sistema: il contributo mi pare sia stato determinante.
Entriamo nel merito dell'elisoccorso. Indubbiamente l'elisoccorso è stato un momento chiave; ricordo perfettamente i dibattiti nei quali sono state chieste le dimissioni dell'Assessore alla sanità, ma ricordo anche perfettamente la difesa ad oltranza della maggioranza. Lasciando da parte la difesa del Gruppo socialista, che poteva anche essere comprensibile, non si possono ignorare e dissociare le responsabilità del Gruppo socialista dell'Assessore Maccari, da quelle degli altri componenti della maggioranza: non si possono dissociare! Svolgo un'ultima considerazione sulla dichiarazione del Presidente Brizio, il quale ha detto: "Io sono tranquillo". Potrà anche essere tranquillo, resta comunque il fatto che egli è responsabile di questa Giunta, ed egli, a suo tempo, difese ad oltranza l'Assessore Maccari. Ce lo dimentichiamo questo? Maccari era stato additato non solo dalle opposizioni, ma anche da qualche esponente della maggioranza che all'epoca aveva messo in discussione il ruolo di Maccari come Assessore alla sanità ma che per dovere, disciplina di partito, votò certi documenti di fiducia.
Voglio ricordarlo a quei Consiglieri che turandosi il naso votarono quei documenti! Se si è arrivati alla drammatica attuale situazione della Giunta è stato non soltanto per volontà di Maccari e del PSI, ma dell'intera Giunta, di cui è responsabile il Presidente Brizio!



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Giudico totalmente insoddisfacente la comunicazione dell'Assessore Vetrino di questa mattina; insoddisfacente perché ha fatto una comunicazione da ordinaria amministrazione, tecnica, come se le questioni politiche e la storia politica della sanità in Piemonte non c'entrassero niente. E all'interno di tale insoddisfacente comunicazione ha poi detto cose che sul piano politico-amministrativo sono di una gravità eccezionale.
Ricordava prima il Consigliere Ferrara che c'è stato uno stravolgimento, in questi anni, delle funzioni istituzionali della Regione: del ruolo della Giunta, del ruolo dei dirigenti e dei funzionari.
L'Assessorato alla sanità è stato gestito privatamente: 7.000 miliardi della Regione sono stati oggetto di gestione privata da parte dell'Assessorato alla sanità, il quale ha delegato al suo Segretario particolare la definizione di servizi come quello dell'elisoccorso: ma viene il sospetto di vedere se tutto sia stato delegato in questi termini privati.
Ma la Giunta dov'era? C'è una responsabilità politica collettiva della Giunta! L'Assessore Vetrino dice che non sapeva niente perché - appunto tutto era gestito dal Segretario particolare dell'Assessore alla sanità. Mi risulta però che l'Assessore Vetrino prima di essere Assessore alla sanità fosse Vicepresidente della Giunta, e allora ha permesso che tutto venisse gestito, senza che la Giunta ne sapesse niente, dal Segretario particolare di Maccari? Che 7.000 miliardi (di cui una decina per l'elisoccorso) fossero gestiti da parte del Segretario particolare dell'Assessore alla sanità? Questo è uno stravolgimento istituzionale del quale la Giunta è responsabile, e non può sottrarsi a tale responsabilità politica ed amministrativa! Le responsabilità penali saranno i magistrati ad appurarle non ci interessa affrontare queste questioni, ma le responsabilità politiche ed amministrative questo Consiglio deve giudicarle fino in fondo.
Alle responsabilità politiche ed amministrative, Assessore Vetrino, si risponde politicamente in questo Consiglio! Negli anni passati (mi pare che la prima interrogazione su tale servizio risalga al 1985) non si è mai risposto e la cronistoria fatta dal Consigliere Zacchera è stata molto puntuale, precisa ed evidenzia certi fatti.
Questa Giunta ha omesso di rispondere, e questa è una responsabilità politica, così come ha omesso di verificare che cosa stesse succedendo nell'Assessorato che ha 7.000 miliardi di bilancio. Questo è un fatto molto grave, del quale non si può non rispondere al Consiglio e alla comunità piemontese. Può darsi che ci sia una gestione privata della sanità da parte di tutti gli Assessori, allora bisogna rispondere politicamente in questo Consiglio davanti alla comunità piemontese, perché se non esiste collegialità di Giunta e una responsabilità politica collettiva della Giunta, non si capiscono neanche i ruoli del Presidente, del Vicepresidente e perché ci debbano essere queste responsabilità.
Credo che in realtà una risposta politica da parte della Giunta ci sia stata, e anche da parte di interventi di diversi rappresentanti della maggioranza, in quanto lo stesso Presidente Brizio ammette che ci sono le condizioni per dare le dimissioni da parte di questa Giunta. C'è un solo motivo per il quale non si danno le dimissioni: la paura della crisi al buio e delle elezioni anticipate. Questa appunto è la vostra ammissione; ma allora discutiamo di questa questione politica! Verifichiamo quindi se ci sono le soluzioni per non andare in questa direzione, perché al buio ci siamo già, al buio c'è questa Giunta e purtroppo anche questo Consiglio per responsabilità della Giunta e, fatto ancora più grave, questa istituzione è al buio! Discutendo di questioni analoghe a quella di oggi alcune settimane fa dicevo che si navigava a vista da parte della Giunta e della maggioranza purtroppo oggi non si naviga neanche più a vista, si naviga al buio più completo, anzi non si naviga neanche più! Tant'è vero che da parte dello stesso Presidente si ammette che ci sono le condizioni per dimettersi e l'unico motivo per cui non lo si fa è quello che dicevo prima.
Ci sono delle proposte per affrontare le emergenze che noi abbiamo di fronte, si sono sentite anche qui. Nei giorni scorsi sono stati presentati dei documenti, delle proposte da parte delle sinistre, da parte dei sei Consiglieri che si sono riuniti più volte, che hanno avanzato delle proposte sulle quali (a differenza del Consigliere Rossa che la prima volta che ha partecipato ha detto che voleva stare a sentire e non intervenire poi probabilmente avete sbagliato a non riconvocare tale riunione altre volte perché magari avrebbe detto cosa intendeva fare) si è aperto un confronto che ha portato a diverse posizioni e proposte per la soluzione dei problemi.
Le emergenze del Piemonte sono grandi, sono gravi, sono drammatiche! Insieme ad altri colleghi - l'Assessore Cerchio è stato investito dopo di questo problema - ho partecipato all'ennesima manifestazione di lavoratori siderurgici per i problemi occupazionali, ma di manifestazioni di lavoratori che hanno problemi occupazionali ce ne sono in tutti i settori industriali. Il caso Crotone può verificarsi anche in Piemonte e magari moltiplicarsi. Siamo in una situazione di crisi molto pesante, se si pensa solo alla siderurgia, al nuovo piano ILVA presentato venerdì scorso che prevede ulteriori esuberi per 6.000 posti di lavoro in Italia, il che significa per il Piemonte un taglio di altri 1.500 posti di lavoro. Cito questo settore perché è emblematico di ciò che è accaduto in questa Regione all'apparato industriale. Nel 1980 c'erano 40.000 addetti al settore siderurgico, oggi sono 5.000 e di questi 5.000 nelle prossime settimane si rischiano altri 1.500 posti di lavoro, ma potrei citare la Borgonova, la Philips, la Olivetti e via di seguito.
Di fronte a questa emergenza - al di là di ciò che dice il Consigliere Rossa di essere "amico dei lavoratori" che cosa facciamo per rispondere alle esigenze dei lavoratori, come affrontiamo l'emergenza occupazione, o l'emergenza sanità? Con un Assessore che fa una comunicazione come quella di questa mattina dicendo che non sapeva niente perché aveva fatto tutto il Segretario particolare dell'Assessore? Noi possiamo pensare di accettare il piano della riorganizzazione delle UU.SS.SS.LL. in Piemonte, ma non se ne parla neanche! Non c'è autorevolezza, non c'è credibilità, si scatenano solo delle lotte tra campanili, tra fazioni diverse all'interno del settore sanitario che sono sollecitate dalle scelte che su questo piano ha fatto la Giunta.
Allora credo che noi abbiamo bisogno di delegittimare il Consiglio e da questo punto di vista il primo punto programmatico che come sinistra abbiamo indicato è quello della nuova legge elettorale per andare a votare con nuove regole. Nel momento in cui ci sono nuove regole rilegittimare questo Consiglio attraverso la consultazione popolare non è un fatto drammatico, è anzi l'unica via di uscita per dare rilegittimazione a questo Consiglio regionale, per dare credibilità, per metterlo in sintonia con ci che sta avvenendo nella società piemontese e con ciò che si sta evolvendo tra i cittadini piemontesi.
Dico questo perché qui purtroppo non c'è solo una maggioranza che dà un'immagine deleteria rispetto agli scandali, ma anche il fatto che quasi ogni settimana ormai da alcuni mesi in questo Consiglio siamo costretti a discutere di scandali, di ruberie che sono avvenute da parte di esponenti di Assessori della maggioranza di questa Regione, e questo sicuramente non offre soltanto un'immagine deleteria della maggioranza: purtroppo trascina nella sua immagine l'istituto regionale! La Regione stessa dà questa immagine di fronte ai cittadini ed è la Regione quindi che viene giudicata così dalla gente.
Vedi, Rossa, tu hai detto con grande determinazione che adesso state chiedendo le dimissioni di due Consiglieri regionali che fino ad oggi continuano a percepire lo stipendio da parte di questa Regione nonostante siano rei confessi delle loro malefatte. Io devo dire che se la determinazione è rapportabile alla difesa che hai fatto di questa Giunta e di questa maggioranza credo che le dimissioni Maccari e Croso non le daranno mai! E giustamente non daranno mai le dimissioni: è difficile difendere la politica che hanno fatto e poi chiedergli le dimissioni questo qui ho sentito.
Credo invece che tutti insieme abbiamo bisogno di farci carico di ridare legittimità a questo Consiglio regionale e a questa Regione. Per questo, avviandomi alla conclusione, chiedo chi è disponibile a questo confronto in Consiglio per arrivare ad un governo diverso, ad un governo istituzionale che sia in grado di affrontare le emergenze, che dia davvero il segno che noi siamo in una situazione di emergenza. Questo è il colpo d'ala che noi dobbiamo essere capaci di dare e che abbiamo avanzato come sinistre. Vedi, Rossa, il PCI non c'è più e nessuno pensa di ricostruirlo.
Mi pare invece che qualcuno abbia davvero perso il rapporto che ci deve essere oggi tra la politica e il modo di fare politica e di rapportarsi con la gente. Quando però dico che il PCI non c'è più e che nessuno pensa di ricostruirlo, dico anche con grande forza che la sinistra c'è tuttora e che noi non rinunciamo ad unire in un progetto le forze della sinistra e se riusciamo, insieme alle altre forze della sinistra, ad avanzare un progetto comune, come qui abbiamo avanzato, noi su questo chiediamo il confronto a tutte le altre forze. Il nostro Gruppo rappresenta un partito che c'è ancora, a differenza di altri che mi pare invece rappresentino dei partiti che forse c'erano, ma che oggi non ci sono più. Vedi, Rossa, il primo rapporto con la politica da parte tua dovrebbe essere il capire che forse qualcosa non c'è più e che non basta la volontà soggettiva per ricostruire quello che non c'è più e che è finito proprio perché si sono difese fino all'ultimo le malefatte di qualcuno come è stato fatto anche in questi anni qui dentro rispetto a quelli che poi sono diventati rei confessi. Per questo chiedo che davvero tutte le forze che sono disponibili ad affrontare questa questione politica si facciano avanti, ci stiano ad aprire questo confronto.
Presidente Brizio, è questa la questione politica che io pongo alla Giunta e al suo Presidente. Il Presidente Brizio più volte ha detto: "Io sto per spirito di servizio". Se oggi siamo in questa situazione occorre avere il coraggio di rimettersi in discussione e di farsi da parte. Questo è il più grande atto di spirito di servizio che si può fare per questa istituzione; il coraggio di farsi da parte non per fare dei salti nel buio ma davvero per aprire le possibilità di una strada nuova, di una strada che permetta a tutte le forze democratiche responsabili, che ancora in questo Consiglio io credo ci siano, di poter confrontarsi, di poter arrivare ad una soluzione che permetta di affrontare le emergenze, che soprattutto permetta di rilegittimare e ridare credibilità all'istituzione regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

Credo che nel dibattito di oggi occorra distinguere due questioni: una attinente ad un annunciato episodio di corruzione, in corso di indagine, ed un altro attinente alla complessa vicenda politica che sposa momenti locali specifici con un quadro generale con essa sufficientemente coerente.
Comprendo l'atteggiamento delle minoranze e non posso negare che i problemi posti hanno il loro peso, ma subordinare totalmente l'una questione all'altra non porta lontano: porta quasi certamente ad un arroccamento di posizioni, ad un continuo logoramento della Regione senza lasciar nascere alcuna soluzione positiva sciupando con ciò le pur cospicue occasioni che quest'ultima fase della legislatura può ancora assicurare.
Ma andiamo per ordine, proprio per le premesse poste. Prendiamo innanzitutto atto positivamente della relazione dell'Assessore e della decisione della Giunta di non reiterare l'aggiudicazione del servizio di elisoccorso, ma di procedere ad una nuova gara per l'aggiudicazione. E' sicuramente una svolta che fa giustizia delle troppe sicurezze assessorili del passato e delle gestioni personalistiche e che imporrà una rivisitazione della logica di funzionamento tradizionale di un vecchio sistema istituzionale che questa Giunta, come tutte le altre di questo Paese, ha subìto. Distinguere i compiti gestionali di responsabilità neutra e funzionariale dagli indirizzi programmatici di responsabilità politica è il primo passo. Il recupero della logica programmatoria e delle responsabilità collegiali sono i passi successivi e necessari.
La decisione assunta dalla Giunta è peraltro anche la prova che le responsabilità personali in corso di accertamento sono distinte da quelle collegiali e la decisione, seppure in quest'aula più volte discussa con forza, ha preceduto l'iniziativa della Magistratura. Per le questioni che si aprono siamo convinti che la Giunta, come ha fatto con la decisione già assunta, saprà tutelare tempestivamente l'interesse non solo istituzionale ma anche patrimoniale della Regione, man mano che emergeranno le responsabilità.
Siamo altresì convinti che la risposta più forte a queste questioni sia politica ed è in questa direzione che si muove l'eccellente progetto di riordino della sanità regionale proposto dall'Assessore Vetrino. E' infatti caratterizzato da una forte svolta strutturale e programmatoria dall'introduzione di una snellezza di procedure e di trasparenza degli atti che cancellano quella pesantezza burocratica che nel passato ha provocato inefficienze, condizionamenti politici ed organizzativi, sacche di discrezionalità all'interno delle quali si sono annidati i tristi episodi che oggi discutiamo.
E' peraltro necessario, come già segnalato nel dibattito, che tale processo di riordino sia affiancato per la parte gestionale dal recupero delle conclusioni della Commissione d'indagine.
Prendiamo anche atto dell'opportuna ed autonoma iniziativa del Gruppo socialista che ci auguriamo possa essere coronata da successo e possa riportare il dibattito in Consiglio ad una condizione di maggior serenità e con ulteriori elementi di chiarezza e di obiettività. Certo non servirà a sciogliere tutti i nodi, ma ad affrontarli senza il peso insopportabile di situazioni personali non più sostenibili.
Veniamo alla vicenda più propriamente politica. E' evidente: in questi mesi la Giunta ha subìto un indebolimento numerico e quindi anche politico e sono state poste questioni rilevanti rispetto al suo funzionamento e agli obiettivi che si è proposta. Mai si sono peraltro create le condizioni per una maggioranza alternativa. Noi crediamo che la Giunta abbia fatto finora con serietà il suo dovere: il recupero dell'equilibrio finanziario in tempi di disastri economici, la riconversione dell'area di Chivasso, gli accordi di programma in corso di formazione, il protocollo con le Ferrovie l'azione costante presso la CEE per l'estensione delle provvidenze comunitarie per le aziende in crisi, l'Alta Velocità, Park-Aviation a Caselle, l'ampliamento dell'autostrada Torino-Savona, il piano triennale per l'ambiente, il piano per il bacino del Po, la vicenda ACNA, il riordino delle UU.SS.SS.LL., il riordino degli IACP, i programmi di edilizia pubblica, non sono che alcuni dei passi più significativi.
Però oggi si pongono questioni nuove: le novità di forma che la Regione assumerà, con le modifiche avviate della Costituzione, l'aggravarsi della situazione economica e sociale, peraltro appannaggio non esclusivo del Piemonte; occorre quindi procedere ad un riorientamento dell'azione della Giunta. Se questo è un obiettivo largamente condiviso, non so quanto serva dividerci su questioni del passato, che non possono che lacerare ulteriormente il rapporto tra le forze politiche cancellando anche quanto di buono è stato fatto ed affidando all'opinione pubblica un quadro desolato della vita politica. E' necessario quindi lavorare guardando il futuro che dobbiamo costruire e per il quale si stanno creando opportunità istituzionali e legislative.
Le iniziative assunte dal gruppo degli autoconvocati e dalle sinistre sono un tentativo di dare risposte, ma per come sono state finora poste queste iniziative si vogliono creare novità reali o apparenti? Non ne contesto la buona fede, ma è la strada giusta? L'approfondimento programmatico degli autoconvocati è indubbiamente interessante ed accettabile ed il Gruppo DC lo condivide abbondantemente e ritiene meriti ulteriori ampliamenti. Con franchezza dobbiamo però dire che le proposte funzionali avanzate sono, almeno a nostro avviso, deboli. Gli obiettivi di trasparenza e di imparzialità degli atti amministrativi che sono stati richiesti sono totalmente condivisibili, ma raggiungibili, sempre secondo il Gruppo DC, con altri strumenti sia organizzativi che legislativi opportuni ad evitare che si pregiudichi l'efficienza amministrativa. N mancheranno nei prossimi giorni le occasioni per esemplificare e documentare tali possibilità.
Sulla prospettiva di una Giunta istituzionale proposta dalle sinistre ci pare gravino alcuni elementi di ambiguità, che se non diradati non porteranno da alcuna parte. Si invoca e si propone tale soluzione, ma si dà un giudizio senza appello su parte delle forze politiche che dovrebbero dare vita alla nuova esperienza. Non si chiede ovviamente né plauso n onori, ma si cerca di comprendere come su queste basi si possa evitare di recare ulteriore disorientamento nell'opinione pubblica ed alimentare futuri germi di divisione nelle alleanze che si propone di costruire.
Mi auguro che tutto ciò non sia una posizione segnata da vocazioni pre elettorali politiche. Per fugare questo timore devono diventare evidenti gli elementi capaci di costruire un passaggio positivo alla nuova situazione e di aggregare il necessario consenso. Ma che senso ha allora continuare ad evocare l'obiettivo di elezioni regionali anticipate? Si vogliono affrontare questioni strutturali con il tempo necessario o questioni elettorali? Non sarà certo la DC a sottrarsi al confronto politico sulle due iniziative, che peraltro sono state oggi rilanciate come riteniamo che altre iniziative possibili ed opportune debbano essere avviate.
Su questa strada ci guida l'esigenza, che sentiamo fortissima, di contribuire a costruire la fase di transizione a nuovi assetti istituzionali che segnino il rinnovamento della politica e a dare il nostro serio contributo ad affrontare la politica di lungo respiro che deve non già superare le emergenze che sono sempre situazioni di breve tempo, ma che deve costruire una politica ed un progetto capace di vincere le difficoltà strutturali che da decenni segnano la nostra Regione.
Per questa ragione il Gruppo regionale della DC respinge da un lato la richiesta avanzata dell'apertura di una crisi al buio e dall'altro ritiene che il Presidente della Giunta debba assumere l'iniziativa formale e significativa di approfondire tra le forze politiche la concreta possibilità di dare risposte solide alle questioni che si sono poste e cercando una soluzione non ambigua, ma capace di apportare quelle novità di metodo di lavoro, di omogeneità di programma e di rafforzamento di rappresentanza che sono ineludibili.
Caro Presidente, il sostegno convinto del Gruppo regionale della DC non le mancherà in questo nuovo sforzo. L'augurio che le facciamo, e non per amore di parte, è che il suo tentativo possa essere coronato da successo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Grazie, Presidente, soprattutto per avermi concesso la facoltà di intervenire per ultimo in questo dibattito, cosa che non mi accade spesso.
Effettivamente si ha una visione del panorama politico, delle nostre conoscenze, delle nostre abilità come Consiglieri molto più ampia e anche i nostri interventi possono essere fatti con più conoscenza della situazione reale. Vorrei richiamare una cosa che molti avranno notato e che secondo me è abbastanza interessante, anche da consegnare ai posteri, perché per un caso il primo e l'ultimo degli interventi che mi hanno preceduto sono effettivamente due modelli da studiare, addirittura, di comportamento politico e di capacità di esercitare il mandato elettorale.
Il modello del collega Zacchera, che è assolutamente legittimo e fervido di creatività e di stimoli tutti positivi, prima che negativi, è un modello di attività politica che presuppone una fortissima attenzione alla funzione di verifica e di controllo di quest'aula nei confronti dell'attività della Giunta. Da questo punto di vista credo sia assolutamente infondato - non sto facendo accademia, bensì delle considerazioni che mi porteranno a fare delle proposte finali - e pretestuoso attaccare l'attività del collega Zacchera perché troppo vicino o troppo ammiccante alla Magistratura. L'esempio di quanto è accaduto con l'elisoccorso e con tutte le vicende che stanno attorno all'elisoccorso sta lì a dimostrare, in realtà, che forse se cecità c'è stata, c'è stata sicuramente da parte dell'Amministrazione regionale più che dell'Assessore Maccari, che mi pare fosse in atteggiamento doloso, se saranno provate le accuse che gli sono state mosse proprio dal punto di vista della sua cecità.
Dall'altra parte l'intervento del collega Ferraris è altrettanto esemplare rispetto al livello molto alto di coesione che il Gruppo di maggioranza relativa ha in quest'aula consiliare; è ormai l'unico baluardo di quello che è rimasto di questa Regione nel bene e nel male, sottolineo anche nel male, che molto coerentemente ha espresso in forma nuova, non più in forma dorotea, ma in forma moderna, quanto è impossibile fare in quest'aula, cioè quanto sia impossibile modificare gli assetti e le logiche di coalizione che fino ad oggi sono state le uniche che hanno retto quest'aula e il modo di far politica nel nostro Paese.
Collega Ferraris, le tre questioni alle quali doveva rispondere questa Giunta, partendo dalla questione dell'elisoccorso, erano molto semplici. Ma invece di rispondere a queste tre questioni si è presentato il solito giochetto della relazione molto generica, molto banale sull'iter procedurale, per poi riservarsi il diritto di intervenire alla fine sulle questioni più scottanti o più politiche che sono state sollevate. Io ho volutamente posto una questione pregiudiziale all'inizio del dibattito proprio per sottolineare che non siamo qui per conoscere l'elenco degli atti amministrativi che la Giunta ha fatto, perché quello basta fotocopiarlo e distribuirlo ai Consiglieri regionali. Ci sono alcune questioni politiche che sono state sollecitate ed evidenziate da tutti i Consiglieri, di maggioranza e di minoranza, alle quali la Giunta non ha voluto in prima battuta offrire risposta. E' chiaro che adesso il Presidente Brizio si alzerà e fornirà la sua interpretazione di questo e di quell'altro, ma avrebbe dovuto farlo subito, proprio per segnare la novità del far politica che invece manca in quest'aula.
L'Assessore ci ha detto che tutta la documentazione è arrivata all'ufficio competente - non ricordo più in quale giorno del mese di marzo di quest'anno - direttamente dalla segreteria dell'ex Assessore Maccari. Ma in questa documentazione probabilmente, anzi sicuramente, ci saranno le lettere, le interrogazioni e le interpellanze che il Consigliere Zacchera ha prodotto e presentato a quell'Assessorato. Io non sono né missino n particolarmente vicino al collega Zacchera, però non mi sembra - usando tutto il buon senso e l'attenzione nei confronti dei Consiglieri - che nessuno abbia fornito risposte alle questioni sollevate dal collega Zacchera, nemmeno il collega Marchini che ha posto questioni importanti e fondamentali per capire cos'è l'elisoccorso nel nostro sistema sanitario e in particolare, in quello dell'emergenza, ma alle questioni che ha posto Zacchera non è arrivata risposta né da parte dell'Assessorato né da parte dell'Amministrazione regionale.
Allora, per evitare la trafila e questi estenuanti dibattiti, sarebbe stato molto meglio che la Giunta avesse esaminato con maggiore attenzione la documentazione esistente negli archivi (arrivata nel mese di marzo alla struttura regionale) e avesse fornito le risposte, perché sono queste che hanno sollecitato l'intervento della Magistratura.
Seconda questione: tutti sanno che è una Giunta a compartimenti stagni perché è il portato del sistema politico nel quale abbiamo operato, è il portato del sistema di coalizione che è alla base del governo regionale che, come ha detto giustamente il collega Marchini, produce Assessori "principi" che non consentono, per fisiologica disposizione del far politica, un controllo a livello funzionariale o a livello di governo delle proprie attività.
Dovrebbe essere non un controllo degli atti amministrativi, ma della programmazione degli indirizzi, perché non bisogna pensare che, come soluzione di questi problemi (cioè a soluzione del fatto che ci sia qualcuno che possa fare quello che Maccari pare abbia fatto), si debba mettere per ogni Assessore un super-ispettore con il fucile puntato contro.
E' chiaro che da questa strada non se ne esce, lo sappiamo tutti. Il problema è aumentare il sistema delle responsabilità e affinarlo per fare in modo che ad ogni livello decisionale corrisponda anche un livello di responsabilità pubblica, fuori dall'Amministrazione, che non deve essere necessariamente quello di mettere degli ispettori o dei controllori.
Siccome questa questione era già chiara all'attività di governo, non si capisce per quale motivo il Presidente della Giunta non l'abbia posta subito sul piatto della discussione di oggi dicendo: "Siamo consapevoli come lo siamo sempre stati, di questo limite; vogliamo pertanto operare in questa direzione per superarlo".
Così non è stato! Il Presidente probabilmente ci darà il solito elenco delle cose che bisogna fare, le modifiche di legge nazionale, le modifiche costituzionali e via dicendo. Ebbene, Presidente Brizio, dentro la nostra modesta proposta c'era un'ipotesi per tentare di avviarci verso quella soluzione, perché probabilmente c'è qualcuno che ha orecchie per ascoltare solo quello che vuole sentire e, forse, non tutto quello che è stato detto è stato colto. Quando abbiamo parlato di Assessori ridotti al minimo, che lavoravano su progetti specifici all'interno di un quadro politico che indicava quattro o cinque aree di emergenza, cercavamo di fornire una soluzione non soltanto al problema della spartizione di quelle seggiole (non solo per criteri funzionali o amministrativi, ma anche per criteri politici e partitici), ma anche per la revisione dell'attività ordinaria che in questo momento viene gestita solo per motivi di altro tipo.
Non è vero quello che dicono i Consiglieri di maggioranza - in particolare i Consiglieri della Democrazia Cristiana, con i quali ci siamo incontrati - che il nostro modello di Presidente che gestisce tutta l'ordinaria amministrazione è un Presidente che non potrà reggere. Non è così! Nessuno di noi ha mai detto questo! All'interno del progetto speciale per l'occupazione, bisognerà rivedere tutta la parte della formazione professionale. Pertanto, l'Assessore che si occuperà del progetto sull'occupazione, si occuperà e gestirà la formazione professionale secondo altri criteri (se sarà in grado di individuarli).
Quella è gestione di ordinaria amministrazione sottoposta all'indirizzo programmatico che individua l'obiettivo per quel progetto all'interno di quell'area di emergenza.
Questa non è l'interpretazione autentica della nostra proposta, ma è un'indicazione in più per lavorare e che pare non sia stata colta.
Spero che il Presidente Brizio ci fornisca idee concrete al di là delle riforme costituzionali che sono tuttavia necessarie. Condivido e sottoscrivo tutto quello che ha detto il collega Marchini sul limite delle nostre discussioni sulle riforme istituzionali e sull'inanità di certo nostro parlare, a proposito di elezioni e modifiche, senza discutere la questione essenziale della modifica della Costituzione; però qualcosa si può fare e noi, modestamente, l'avevamo individuato in quel documento.
Terzo punto: la questione politica generale. Presidente, anche in questo caso, quando il collega Marchini, nella Conferenza dei Presidenti dice: "Siamo in fase degenerativa e si sta per chiudere la spinta innovativa, autentica, nata un anno e mezzo, due anni fa", è nel giusto! Dice il vero! Dice quello che noi radicali stiamo dicendo da tempo: l'approvazione della nuova legge elettorale è la tomba della riforma della legge elettorale del Parlamento, perché garantisce a partitini del 4-4,5 quel potere di scambio, cioè di coalizione, che è stata la vergogna del nostro sistema e sulla quale siamo riusciti a consentire tutto quello che vediamo oggi. Non possiamo non prendere atto di questa vicenda e non possiamo non prendere atto che dalla nostra situazione politica di stallo se ne esce soltanto con scelte che, per una volta (se ci riusciamo), non considerano come principale obiettivo quello della salvaguardia della propria seggiola nel governo regionale, ma piuttosto il governo di questa Regione.
Il limite della nostra iniziativa è un po' oggettivo rispetto alle proposte che abbiamo fatto, al tentativo di mettere insieme Consiglieri della maggioranza e dell'opposizione per lavorare ad un modello di nuovo governo regionale che superasse questa situazione, però - ripeto - c'è anche un grosso limite dato dal modo di far politica, assolutamente tradizionale, con il quale è stata accolta questa ipotesi da parte della Democrazia Cristiana che sa, meglio di chi sta parlando, che questo governo regionale non ha i numeri per andare avanti, anche se fa comunicati stampa gonfi di orgoglio e di dichiarazioni di guerra: "La minoranza non ha vinto una battaglia" e così via. Voi sapete che - tranne il bilancio e le tasse che sono passati - siamo entrati da molti mesi in una situazione politica bruttissima per il non-governo di questa Regione e di quest'aula; non governo che si accentua sempre di più. La Democrazia Cristiana sa benissimo che questo è vero, ma nega! Dall'altra parte il PDS, che sa benissimo che la richiesta pregiudiziale di dimissioni di questa Giunta non è un atto che ci consenta una maggiore chiarificazione della situazione, continua a richiedere questo sacrificio sull'altare di una trasparenza e chiarezza che, francamente, ho difficoltà ad individuare, perché è scritto nella realtà dei fatti che questa Giunta e questo governo hanno esaurito la loro funzione; pertanto se continuerà ad assumere questa posizione pregiudiziale, il nostro tentativo e tutti quelli che verranno si scontreranno con questi tatticismi e questa incapacità di cogliere la necessità - se si crede veramente alla prospettiva del non andare alle elezioni anticipate - di lasciare da parte queste tesi pregiudiziali e di lavorare effettivamente ad un nuovo governo.
Purtroppo, c'è l'incognita del Gruppo socialista che mi addolora molto, perché continua ad essere il Gruppo a minor capacità di iniziativa politica di quest'aula. Collega Rossa, non si tratta di ricevere un invito formale alla nostra riunione che peraltro hai ricevuto, perché è stato consegnato nelle buche di tutti i Consiglieri regionali insieme al documento...



ROSSA Angelo

Non l'ho visto; non l'ho ricevuto.



CUCCO Vincenzo

Non importa, non ne faccio una questione formale, è una questione politica. Il Gruppo socialista in quest'aula è bloccato su se stesso e non so fino a che punto si rendano conto, i Consiglieri e gli Assessori socialisti, di quanto male faccia alla Regione Piemonte, non a loro e al loro futuro politico, che cosa accadrà dopo le prossime elezioni amministrative. Non si rendono conto di quanto faccia male questa situazione alla Regione Piemonte, che non è in grado di avere un governo che regga.
Se di responsabilità e di assunzione di responsabilità si deve parlare io spero che se ne parli non soltanto per gli autoconvocati, che sono sei peones che hanno trovato un minimo comune denominatore in quel documento ma soprattutto nei grossi Gruppi (PDS, DC e PSI) che devono trovare in loro la forza di ragionare in modo nuovo rispetto alla crisi. Certo che se l'obiettivo è quello di mantenere le divisioni, gli Assessorati, i funzionari, i posti alla Finpiemonte, esattamente com'erano prima francamente non avete colto nulla di quel nuovo che, con difficoltà, sta nascendo per andare a una deriva che non so quanto sia lunga rispetto alla vita di questa assemblea regionale.
Ultima considerazione. Non ne faccio una questione di principio formale, ma mi era addirittura venuta la voglia di scrivere una lettera ai colleghi Maccari e Croso, perché veramente non riesco a star calmo nel pensare che adesso in quest'aula, e soprattutto in questa maggioranza, si scopre che le dimissioni di Maccari e Croso stanno diventando un'emergenza morale fortissima. Ma di quale emergenza morale state parlando? Se emergenza morale doveva esserci, doveva essere il giorno dopo che sono stati inquisiti e che hanno confessato. Per quale motivo i Consiglieri regionali Croso e Maccari dovrebbero pagare l'ennesimo contributo a questo sistema dei partiti, di cui loro sono stati puntello tanto quanto voi, per offrire le loro dimissioni per fare entrare altri due Consiglieri regionali che forse riusciranno a puntellare meglio questo governo? Questo è uno dei tanti non-sensi della situazione che stiamo vivendo, e vi garantisco che continuo a non capire per quale motivo loro dovrebbero garantirvi questa cosa, quando dai banchi della maggioranza non avete speso una parola di assunzione di responsabilità politica per quello che è accaduto, se non vaghe dichiarazioni sul sistema che sta cadendo, sulle svolte epocali e via di questo passo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Presidente e colleghi Consiglieri, ho seguito con grande attenzione tutto il dibattito del Consiglio regionale, dalle ripetizioni che ci sono state alle novità che sono emerse. L'ho seguito con disagio ed amarezza soprattutto per quello che è avvenuto, o che pare essere avvenuto sopra la nostra testa. Questo lo ripeto con molta fermezza: sono fatti avvenuti sopra la nostra testa, che non hanno, da parte nostra, alcuna complicità né sotto il profilo della concezione né sotto il profilo della volontaria omessa attenzione od omesso controllo.
Devo alcune risposte, perché se da un lato i colleghi mi hanno dato atto di correttezza, dall'altro non sono mancati rilievi estremamente pesanti sulla vicenda.
Devo dire al collega Zacchera che il suo telegramma è stato trasmesso via fax all'Assessore Maccari il giorno stesso, come risulta agli atti pregando di dare immediata risposta. E' una richiesta di risposta che è arrivata un mese dopo a quello che era stato il suo sollecito.
Per quanto riguarda tutti gli atti amministrativi, è vero quanto ha detto l'Assessore Vetrino, e cioè che probabilmente li seguiva la Segreteria, ma è anche vero che tutti gli atti deliberativi che sono stati trasmessi alla Giunta erano tutti formalmente presentati e firmati da dirigenti di settore. Non mi risulta che la Segreteria di Giunta abbia rilevato alcuna anomalia; come nessuna anomalia è stata rilevata dal Commissario del Governo, anche sugli atti che prevedevano le modifiche societarie. L'atto del 16 giugno 1992, anch'esso siglato dal dirigente competente, prevedeva la fine della concessione, però ha proceduto lentamente e ha avuto necessità di alcuni rinnovi per la sua funzionalità sempre su iniziativa dell'Assessore, e ha trovato poi con il nuovo Assessore una spinta più rapida per arrivare al nuovo appalto.
Non faccio il difensore di nessuno, né metto il cappello su niente, n voglio fare il parafulmine di nessun atteggiamento personale o tecnico.
Debbo dire, e non è una novità, che c'è quella che ha detto Tapparo, cioè una parcellizzazione assessorile molto forte nella struttura regionale del Piemonte, come in tutte le Regioni.
Ricordiamo che ci sono state, anche culturalmente, delle tendenze alla parcellizzazione anche più marcate, quando si è detto che bisognava fare addirittura un disegno di legge sulle competenze specifiche. Non c'è una parcellizzazione, ma c'è stata storicamente per quanto riguarda il settore sanitario, perché questo settore è sempre stato gestito, anche come fonte finanziaria, a parte. C'era una difficoltà addirittura ad inserirla nel bilancio complessivo. Queste cose le conoscete, non sono cose che dico questa sera, le abbiamo già dette in quest'aula. Sembra quasi, da qualche intervento, che si scoprano improvvisamente delle cose che abbiamo invece vissuto nelle precedenti legislature, e anche nell'attuale.
Semmai noi abbiamo cercato effettivamente di fare un passo su questa strada e lo abbiamo fatto soprattutto dopo il cambiamento dell'Assessorato.
Nei sette giorni che sono stato all'Assessorato alla sanità, ho immediatamente cercato dei referenti nuovi. Per la parte di bilancio ho individuato come referente il dottor Lesca; per la restante parte la dott.ssa Grillo, che ritenevo essere l'elemento di maggiore competenza nel settore. Tutto questo proprio per cercare, in qualche modo, di vedere la questione collegata al bilancio complessivo della Regione. L'Assessore Gallarini può dire quante difficoltà abbiamo avuto gradualmente a riportare questa vicinanza e questa unità del bilancio, che era, in sostanza, un bilancio separato.
Lo stesso discorso può valere per i controlli sulle UU.SS.SS.LL.; anche qui abbiamo avviato un discorso difficile ma importante, creando una struttura di controllo sugli atti che prevedesse la partecipazione dell'Assessorato al bilancio e la partecipazione della Presidenza di Giunta.
Questa parcellizzazione c'è stata ed è una parcellizzazione che è nella storia della nostra Regione ed è nella storia - credo di tutte le Regioni nel loro complesso. Come uscire da questa parcellizzazione? Il Consigliere Cucco propone una via che è quella dei progetti, che poi si affianca all'altra della riduzione degli Assessorati, via nel complesso nuova, ma anche di difficile gestione ed attuazione.
Guardiamo cosa è successo in Lombardia. Hanno voluto ridurre il numero degli Assessori ed hanno un'effettiva difficoltà di presenza e di operatività. L'altro giorno - faccio un esempio concreto - abbiamo avuto l'incontro con il Ministro Merloni per i danni alluvionali; la Lombardia non è stata in grado di mandare un Assessore, perché mi diceva il Presidente: "Sai, siamo solo sei, siamo tutti impegnati" e hanno mandato un dirigente all'incontro politico, con il risultato che si è trovato in difficoltà nell'esprimere le proprie richieste. Questa è la realtà dei fatti.
Bisogna quindi tener conto che ci sono due esigenze altrettanto importanti; una è quella di rompere certi schemi di parcellizzazione, di compartimenti stagni, ma creare questa soluzione attraverso una semplice riduzione dei numeri non credo sia la via più utile. E' tutto da valutare tutto da sperimentare, ma questo dobbiamo averlo attentamente presente.
La questione politica. La questione politica esiste, è inutile negarlo (già l'ultimo intervento l'ha messo in evidenza). Progressivamente la Giunta è andata indebolendosi, perché è andata indebolendosi la maggioranza. Abbiamo perso delle quote numeriche, il vizio della parcellizzazione che c'è in quest'aula si è andato via via rafforzando abbiamo perso dei consensi, ma non è una questione di numeri, è una questione di sostanza politica.



RIVALTA Luigi

Si è indebolita perché è debole la Giunta in primo luogo; non può dire che sono deboli loro!



(Commenti in aula)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ma, caro Rivalta, la maggioranza è fortissima, l'ho già detto altre volte.



(Commenti in aula)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Io vorrei poter continuare il mio intervento.



(Commenti dei Consiglieri Rivalta e Zacchera)



PRESIDENTE

Lasciamo che il Presidente ci spieghi meglio questo passaggio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Questo passaggio voleva significare che abbiamo delle difficoltà sotto il profilo numerico, perché è una verità sottolineata, ripetutamente sottolineata, con perdite di taluni consensi che ci sono state via via, con anche delle mancanze fisiche di persone che sono state qui evidenziate, e in ordine alla quale mancanza non posso che rilevare positivamente l'intervento del Gruppo socialista, che tende a risolvere questo problema.



ZACCHERA Marco

Otto mesi!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ma la debolezza della Giunta...



(Commenti del Consigliere Rivalta)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Caro Rivalta, io ti ascolto sempre con grande attenzione; sono qui da questa mattina, non ho perso un intervento, ho seguito anche l'intervento del Consigliere Rabellino da fuori e credo necessario richiedere quel minimo di attenzione e anche quel po' di sopportazione e di tolleranza che fanno parte dei rapporti civili.



RIVALTA Luigi

Non svicolare, è un problema di Giunta debole!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Io non svincolo per niente, dico che la Giunta in se stessa sta lavorando positivamente, come è stato sottolineato dal collega Ferraris, e proprio su questo terreno dell'operatività della Giunta non considero negativa questa fase di attività che invece è veramente intensa; è un'attività forte ed anche qualificata, che come tale viene riconosciuta a tutti i livelli - debbo dire - salvo purtroppo in quest'aula. Ripeto, viene riconosciuta molto spesso anche al di fuori dell'ambiente regionale come un'attività puntuale ed attenta.
Certo, esiste la necessità di un rilancio conforme all'eccezionalità della fase politica che noi viviamo, e direi che queste difficoltà sono connesse sia alla riforma istituzionale (ed è importante), ma soprattutto alla capacità di rispondere alle emergenze che abbiamo di fronte a noi. Si profilano delle grandi emergenze: l'emergenza occupazione, l'emergenza sanità; tali emergenze vanno affrontate con molto impegno e molta determinazione.
Si può allargare la forza della Giunta? Si può renderla più forte? Si può portare avanti un confronto politico che viene richiesto da più parti? Questo è il punto. Debbo anche dire che la nostra Giunta, che ha operato ripeto con impegno e con determinazione, si rende conto delle difficoltà del momento, difficoltà che abbiamo di fronte e che ho già accennato, alle quali bisogna rispondere con un confronto possibilmente più largo.
Vengo sollecitato ad assumere un'iniziativa politica; io ho già detto più volte, e lo ripeto, che personalmente non costituisco un ostacolo alla ricerca di nuove soluzioni, né lo costituisce la Giunta, con la quale ieri abbiamo discusso dell'argomento e dalla quale ho ricevuto ampio mandato per una verifica politica a più ampio spettro, come viene chiesta dal Gruppo democratico-cristiano e da altri Gruppi questa sera. Mi riservo di assumere un'iniziativa precisa in proposito, valutata con attenzione la situazione.
Voglio dire con molta chiarezza che o troveremo la capacità di stare a questo posto come Presidente e come Giunta con piena dignità, con la possibilità di rispondere a quelle che sono le esigenze di governabilità oppure non avremo difficoltà a trarne le conseguenze. Lo voglio dire con molta chiarezza e con molta puntualità.
Un'iniziativa, quindi, che vuol essere un'iniziativa politica, che assumo come Presidente della Giunta. A questa iniziativa, peraltro, ero stato sollecitato da più di un Gruppo anche nella fase preferiale, e avevo già risposto che si tratta di un'iniziativa che contiene degli aspetti di anomalia sotto il profilo istituzionale. Ma, d'altra parte, l'eccezionalità del momento e la complessità della situazione fanno sì che io sia disponibile ad esperire questa possibilità di rilancio programmatico della Regione Piemonte con un confronto ed un'iniziativa che intendo assumere in questi giorni dopo la quale verificheremo con il Consiglio quelle che possono essere le possibilità concrete di governabilità della Regione dal punto di vista della nostra presenza. Questa iniziativa è - ho detto - ad ampio spettro; certo, parte dall'ambito della maggioranza, ma la verificherò sentendo anche gli altri Gruppi.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,35, riprende alle ore 19)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Faccio il punto della situazione sulla questione elisoccorso. A questo momento alla Presidenza sono stati consegnati i seguenti documenti: ordine del giorno n. 646 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera ordine del giorno n. 647 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Marengo e Giuliano ordine del giorno n. 648 presentato dai Consiglieri Tapparo, Marino Cucco e Ferrara.
Possiamo procedere alla discussione e alla votazione di questi documenti.
Mi sembra che gli argomenti siano stati ampiamente trattati, pertanto comincerei dalla votazione sul primo documento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera, che è stato illustrato in tutte le sue parti, sia nella parte di merito che nella parte politica. Ne dò lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte ricordato che - nel corso del procedimento penale che ha condotto, il 15 febbraio 1993, alla custodia cautelare dell'Assessore Maccari - lo stesso Maccari ha confessato l'esistenza di un patto nazionale DC/PSI per spartirsi gli appalti della sanità in Piemonte appresa la notizia che l'ex Assessore Maccari è pesantemente coinvolto nel procedimento penale per 'tangenti' ricevute nell'ambito della faccenda 'Elisoccorso' ('due miliardi al PSI dal cielo', titola significativamente 'La Stampa' del 4 ottobre) ritenuto che esistono una responsabilità oggettiva oltreché una colpa in senso politico della Giunta in ordine ai fatti delittuosi sovramenzionati posti in essere dall'ex Assessore Maccari; e, segnatamente, per avere all'unanimità - approvato tutte le delibere concernenti l'operazione 'Elisoccorso', delibere tutte quante proposte dal predetto ex Assessore ricordata infine la incontestabile circostanza che la Giunta regionale è da tempo priva di una vera e reale maggioranza politica, nonché numerica invita il Presidente della Giunta e la Giunta a rassegnare le dimissioni: ai fini di consentire ai Gruppi consiliari di valutare la possibilità di formare un nuovo Esecutivo per questi ultimi 500 giorni di legislatura; in difetto, per andare senza dilazione a nuove elezioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 14 voti favorevoli, 29 contrari e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 647 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Marengo e Giuliano, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamati i gravissimi fatti di corruzione emersi in questi giorni nella gestione del 'sistema Elisoccorso' da cui emergerebbe un ulteriore coinvolgimento dell'ex Assessore e tuttora Consigliere della maggioranza Eugenio Maccari e la responsabilità politica della Giunta in ordine a fatti della tangentopoli nazionale considerato che la maggioranza e la Giunta si reggono ormai da tempo sui voti determinanti di indagati reo confessi come è esplicitamente emerso nel lavoro delle Commissioni dove 'la maggioranza' esisteva solo grazie al computo dei suddetti voti denunciati la delegittimazione e il danno politico e morale che il permanere di questa soluzione e l'arrogante pretesa della Giunta di considerarsi ancora espressione di una maggioranza provocano a tutto il Consiglio regionale nonché i danni che ricadono sull'intera Regione chiede al Presidente Brizio ed alla Giunta in carica di volersi dimettere per aprire una procedura che consenta la costituzione di un governo istituzionale con cui proseguire il lavoro con uno specifico programma incentrato sulle gravi emergenze della Regione Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 15 voti favorevoli, 29 contrari e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Passiamo infine all'ordine del giorno n. 648 presentato dai Consiglieri Tapparo, Marino, Cucco e Ferrara. Ne dò lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto lo sviluppo della grave vicenda relativa all'Elisoccorso ed al coinvolgimento dell'ex Assessore della sanità dell'attuale Giunta Eugenio Maccari considerato che tale nuovo episodio ha potuto compiersi anche per una strutturazione a compartimenti stagni degli Assessorati regionali in cui era prassi consolidata accettare la logica delle aree di riservato dominio imposte anche da influenze esterne come consuetudine degli anni 1980/1990 da parte del sistema dei partiti ritenuto che tale modalità di governo e tale logica degli equilibri sia inadeguata ad affrontare le gravi emergenze economiche, sociali territoriali, oltre che morali del Piemonte che richiedono di concentrarsi su pochi e qualificati obiettivi, impegnandovi risorse, energie e responsabilità constatato, anche alla luce delle dichiarazioni del Presidente della Giunta, che non permangono più le condizioni minime per il governo da parte dell'attuale maggioranza invita il Presidente del Consiglio regionale, nella sua specifica funzione istituzionale, a promuovere in tempi serrati un confronto in Consiglio regionale fra tutte le forze presenti nel Consiglio per verificare le diverse proposte, anche di percorso, per costruire un diverso governo regionale, un diverso metodo di gestione della struttura e delle emergenze regionali al fine di dare uno sbocco costruttivo alla crisi dell'attuale maggioranza e garantire un cambiamento reale di uomini, metodi e priorità".
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

La Presidente ha detto che i documenti presentati e in discussione sono tre. Il fatto politico, allora, è che per la prima volta non c'è un quarto documento, nemmeno una paginetta, una necrologia, un'indicazione per cui "la maggioranza, tutto ciò premesso, dà fiducia al Presidente".
Per la prima volta, c'è il fatto nuovo che la maggioranza di questo Consiglio regionale - a questo momento, poi magari stilerà un documento visto che l'abbiamo detto - non esprime alcun cenno di solidarietà.



(Proteste dai banchi della maggioranza)



ZACCHERA Marco

No, no! Bisognava vedere quanti voti erano comunque d'accordo con il Presidente della Giunta: questo è un fatto politico di estrema gravità!



(Commenti del Presidente della Giunta regionale, Brizio)



ZACCHERA Marco

Guardi, Presidente Brizio, sono talmente tante le volte che aspettiamo che lei si dimetta - avendo detto che lo avrebbe fatto la volta successiva che sicuramente ci saranno ulteriori occasioni.
Ritornando all'ordine del giorno - e non riaprendo la discussione anche se molte cose sarebbero da dire, per le molte imprecisioni che ho sentito ho la serenità di sapere che nulla, nemmeno una frase, una parola, un atto di quanto questa mattina ho elencato è stato smentito. Ergo, erano cose vere! Ritengo allora che la Giunta, nel suo complesso - e mi duole Presidente, farne una questione personale, perché lei sa il rispetto che ho per la sua persona - non ha un atteggiamento colposo, ma secondo me volontario e doloso, non fosse che per una questione di tempi: un anno e mezzo! Quella deliberazione del mese di giugno 1992 era venuta tre mesi dopo che era stato depositato presso la Magistratura un atto a conoscenza della maggioranza, della Giunta, dell'Assessore; atto sul quale ci si poteva perlomeno informare. Invece, per 18 mesi, a ritmi di un miliardo al mese si è voluto continuare in questo appalto: è questa una responsabilità politica grave! Nonostante il telegramma, le comunicazioni l'interrogazione, la denuncia, i comunicati stampa si è voluto continuare così, perché Maccari "meritava fiducia"! C'è anche la Galbani che "merita fiducia", ma è uno slogan pubblicitario. Dopo tutto quello che è successo ci siamo sentiti dire che saranno incaricati della faccenda due o tre esperti, come per i lettori ottici, come per la campagna di pubblicità dei trasporti dell'Assessore Panella, come per il discorso dei computer. Tra quindici giorni saremo di nuovo qui a discutere dei computer, perché io sostengo che questa Giunta, colposamente, insiste in un appalto di computer che non funziona.
In ogni caso, per la prima volta, non c'è neppure un minimo appoggio da parte della maggioranza al Presidente.
Il punto è uno solo. Il Presidente sostiene che ci vuole più coraggio a restare che ad andarsene; signor Presidente, da circa un anno, tutte le settimane, sento questo refrain: probabilmente è vero, perché mancherà una maggioranza.
Signori, non è vero che se c'è crisi di Giunta quest'ultima non pu continuare ad operare con l'ordinaria amministrazione. Forse i colleghi non sanno che addirittura, in data 7/7/1990, quando tutti noi eravamo Consiglieri regionali in carica da due mesi, la Giunta precedente che operava in prorogatio ha prodotto degli atti che oggi sono oggetto di arresti di Assessori regionali uscenti di allora. La dott.ssa Cernetti in questo momento è agli arresti per una deliberazione di Giunta del 5/7/1990.
Questo per dire che l'ordinaria amministrazione anche in presenza di una crisi amministrativa si può fare. Non è vero che c'è un salto nel buio, non è vero che c'è uno strappo, non è vero che ci sono mesi in cui nessuno sa cosa fare, perché la Giunta continua a procedere. Ma se non si ha il coraggio di fare chiarezza sul tavolo, si continuerà con i papocchi che si sono visti.
La mia era e doveva essere una dichiarazione di voto sull'ultimo ordine del giorno, che io apprezzo molto, a livello personale e con il collega Capogruppo. L'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Tapparo, Marino ed altri dice, al di là del finale che non ci convince - è un rinvio in forme istituzionali al Presidente del Consiglio delle cose gravissime. E dei sottoscrittori almeno due facevano parte, fino a tempi recentissimi, della stessa maggioranza. Si tratta di un fatto politico importante.
Come Gruppo condividiamo in buona parte questo ordine del giorno, anche se ci asterremo perché il finale non ci piace; viste le premesse, logico era che si invitasse alle dimissioni il Presidente della Giunta. E' comunque un atto serio, responsabile, che noi in buona parte condividiamo.
In ogni caso, colleghi, oggi abbiamo impegnato altre 10 ore di Consiglio regionale non a discutere di alta politica o strategia, ma di tangenti; regolarmente, in quest'aula di Consiglio regionale "la lingua picchia dove il dente duole"; sono sempre gli stessi argomenti che da parte dell'opposizione vengono riproposti all'attenzione del Consiglio. Ancora una volta la Giunta tende a chiudere tutti gli spazi e a rinserrarsi: prendo atto che ad oggi non ha neppure più l'adesione dei propri Gruppi dato che non è stato presentato neanche un ordine del giorno da parte della maggioranza di sostegno al Presidente che, dal punto di vista personale, sa della stima che possiamo reciprocamente avere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Siccome dopo dieci ore di dibattito anche questo ordine del giorno come altri, mi consta che venga liquidato, ovviamente senza neppure degnarsi di intervenire per spiegare i motivi per cui lo si boccia, credo doveroso da parte nostra e anche da parte del Presidente della Giunta spiegare il senso delle parole - sempreché io le abbia ben comprese pronunciate un'ora fa, con le quali il Presidente della Giunta ha detto che avrebbe preso l'iniziativa di una verifica per capire le posizioni. Poich vengono respinti gli ordini del giorno che, in blocco, chiedevano le dimissioni, e respinto quindi un metodo per proseguire con chiarezza e trasparenza questa verifica, chiedo al Presidente della Giunta che chiarisca se esiste da parte sua un'iniziativa dalla valenza istituzionale per capire come superare questa situazione oppure se, come mi sembra di comprendere, in realtà si va avanti esattamente come fino ad oggi con l'unico obiettivo di convincere due Consiglieri - uno ex Assessore - a togliersi di mezzo per garantire qualche numero in più a questa maggioranza.
Mi sembra legittima una richiesta al Presidente della Giunta al fine di poter comprendere cosa significhino le parole usate quando ha parlato di verifica. Se si tratta di una questione informale ognuno di noi pu verificare, telefonare a tutti in qualunque momento; voglio capire se invece si tratta di un'iniziativa di tipo istituzionale, e in questo caso quale sarebbe, perché dagli atteggiamenti che vedo in questo voto non mi pare ci sia l'intenzione di modificare nulla.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho il dovere di rispondere; essendo in dichiarazione di voto non voglio polemizzare con il Consigliere Zacchera, ma soltanto dire che non c'è alcun atteggiamento doloso da parte nostra, e questo lo assicuro e lo garantisco nel modo più completo.
Voglio rispondere poi al Consigliere Marino per dire che si tratta, nel mio intendimento, di un'iniziativa istituzionale di ricognizione: sono emerse in questa fase, in questo Consiglio, proposte programmatiche operative, di grande importanza e di grande interesse. Credo che verificarle soltanto nel dibattito in cui ci sono delle posizioni sempre frontali non sia utile, ma che sia proficuo da parte del Presidente di questa Giunta fare una ricognizione di quello che è emerso e delle proposte che si stanno facendo per trarre primariamente, nell'ambito della maggioranza, quelle indicazioni che possono essere utili per il successivo comportamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 648 di cui ho già dato lettura.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 5 voti favorevoli, 29 contrari e 15 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,25)



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