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Dettaglio seduta n.252 del 05/10/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri, durante la scorsa adunanza consiliare, i processi verbali delle adunanze consiliari del 22 e 29 settembre, 6, 13 e 14 ottobre 1992.
Poiché non ci sono osservazioni si intendono approvati.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che a seguito della riunione dei Capigruppo che si è appena svolta si è convenuto di superare i punti inerenti le interrogazioni. Esamineremo pertanto il punto 7) all'o.d.g. e successivamente la Giunta si è dichiarata disponibile a dare subito una comunicazione all'aula sulle problematiche emerse in materia di elisoccorso della Regione Piemonte.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bortolin, Cerchio, Croso e Sartoris.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazione della Giunta regionale sull'elisoccorso


PRESIDENTE

In merito alla comunicazione della Giunta regionale sull'elisoccorso chiede di intervenire l'Assessore Vetrino. Ne ha facoltà.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Signor Presidente e colleghi, non nascondo un certo disagio a prendere la parola, perché sarò costretta a sciorinare all'aula e ai Consiglieri una serie di dati tecnici, mentre mi sembra che le motivazioni per cui il Consiglio ha chiesto un intervento siano di altro genere; infatti il dibattito politico è molto acceso e di conseguenza si attenderebbero notizie di altro genere, ma per inquadrare il problema sono necessariamente costretta a fare la storia dell'elisoccorso e quindi a risalire a tutti gli atti deliberativi che riguardano adempimenti della Giunta fin dal 1986.
Pertanto chiedo scusa se mi dilungherò, ma ritengo corretto, soprattutto per i Consiglieri che non seguono direttamente il problema, dare una panoramica generale della situazione e capire come questi atti deliberativi sono andati collocandosi dal 1986 ad oggi.
Tra i servizi di emergenza sanitaria operanti sul territorio della Regione Piemonte ed attualmente coordinati nell'ambito del sistema per l'attivazione del numero unico nazionale "118", sono ricomprese le prestazioni di trasporto sanitario "avanzato" di emergenza a mezzo eliambulanza.
In data 19/12/1986, la Giunta regionale approvava, affidandolo all'Automobile Club d'Italia, l'attivazione di un servizio sperimentale di soccorso sanitario a mezzo eliambulanza della durata di dodici mesi. La relativa convenzione (rep, n. 8630) veniva stipulata in data 1/6/1988 ed il servizio attivato a decorrere dal 23/7/1988.
Il servizio di elisoccorso veniva potenziato in seguito con l'attivazione sperimentale di prestazioni di soccorso sanitario a mezzo eliambulanza in zone montane, approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 369-22987 del 2/8/1988. Con la stessa deliberazione si affidavano altresì organizzazione e gestione del servizio all'Automobile Club Italiano e, per esso, all'ACI Servizio Soccorso Stradale S.p.A.
La relativa convenzione, della durata di un anno (rep, n. 8765) integrativa e modificativa della convenzione rep, n. 8630 di cui sopra veniva stipulata in data 8/8/1988.
In data 27/6/1989, con deliberazione n. 190-29856, la Giunta regionale approvava la prosecuzione del servizio sino al 31/12/1989, prorogando l'affidamento dello stesso all'ACI e, per esso, all'ACI Servizio Soccorso Stradale S.p.A.
In seguito, valutati positivamente i risultati conseguiti nel corso della sperimentazione, con deliberazione n. 314-33904 del 19/12/1989 la Giunta approvava l'affidamento del servizio di organizzazione e gestione del Servizio Sanitario di Emergenza con l'Eliambulanza all'Automobile Club d'Italia e, per esso, ACI Elisoccorso, a mezzo di apposita convenzione e relativo protocollo di Servizio Piemonte Elisoccorso, stipulata in data 26/2/1990 (rep, n. 9777) ed efficace dall'1/1/1990 per la durata di anni tre, tacitamente prorogabili fino a cinque, in mancanza di disdetta.
In data 16/6/1992, con deliberazione n. 8-16087, la Giunta regionale prendeva atto dell'avvenuta variazione della denominazione sociale del Consorzio "ACI Elisoccorso" divenuto "Consorzio Nazionale per l'Emergenza e l'Elisoccorso", meglio noto come CNEE, nonché del recesso, dal Consorzio dell'ACI Servizio Soccorso Stradale S.p.A, a far data dal 12/6/1992.
Successivamente, rendendosi necessaria una riorganizzazione dell'intero sistema di Emergenza Sanitaria, in conformità alle disposizioni del DPR 27/3/1992, che stabiliva le linee guida per un nuovo assetto dell'Emergenza sull'intero territorio nazionale, connesso all'attivazione del numero telefonico unico "118" e a tale fine iniziate le attività amministrative di competenza, la Regione Piemonte tempestivamente comunicava, nelle forme previste all'art. 6 del contratto stesso, la propria volontà di recedere alla scadenza stabilita del 31/12/1993.
Ciò che ho detto finora attiene al passato, cioè fino a quando non mi occupavo direttamente della questione; adesso arriviamo ai nostri giorni e facciamo una situazione di quello che è successo dal mese di marzo 1993 fino ad oggi.
Da quella data è stato incaricato di seguire direttamente questo servizio il Settore dell'Assessorato che si occupa dell'assistenza sanitaria, invece prima questa materia era seguita nell'ambito della Segreteria dell'Assessorato alla sanità; di conseguenza, il servizio non aveva, fino a quel momento, avuto la disponibilità della relativa documentazione; infatti, ho una comunicazione preparata dal Servizio sanitario, che parla di servizio di trasporto urgente avanzato a mezzo eliambulanza svolto a far data dal 18/3/1993 (data di trasmissione al Settore della relativa documentazione) ed è stato in un momento in cui avendo io avuto conoscenza e coscienza di questa importante situazione, e sapendo già all'epoca che, attorno alla questione, non tutte le cose erano molto chiare - ed allora si parlava d'indagine della Magistratura, già allora erano state presentate da parte di Consiglieri di minoranza delle segnalazioni, delle interrogazioni ed interpellanze al riguardo tenuto conto della delicatezza di questo argomento avevo espressamente incaricato il Servizio di fare una ricognizione della situazione e di seguirla con particolare attenzione.
Alla data del 18/3/1993 le prestazioni inerenti all'elisoccorso erano assicurate, e sono tuttora assicurate, mediante proroga semestrale della convenzione originariamente stipulata con Automobile Club d'Italia e ACI Elisoccorso, successivamente mutata in Consorzio Nazionale per l'Emergenza e l'Elisoccorso, del quale, a far data dal 12/6/1992, per espressa volontà di recesso, non faceva più parte l'ACI Servizio Soccorso Stradale S.p.A. La convenzione prorogata era stata disdettata dalla Regione alla scadenza stabilita del 31/12/1993. La deliberazione n. 177-21583, mediante la quale la Giunta regionale in data 22/12/1992 approvava detta proroga, efficace per il periodo 1 gennaio - 30 giugno 1993, non comprendeva l'impegno di spesa, che veniva assunto in data 17/5/1993 con deliberazione n. 201-55197 con una riduzione rispetto alla spesa presunta pari alla differenza dell'indice ISTAT di variazione dei prezzi al consumo originariamente stimato al 6% contro il 4,8% effettivamente verificatosi.
Alla liquidazione della prima tranche di spesa relativa al semestre 1 gennaio - 30 giugno 1993, pari al 70% del corrispettivo e precisamente alla quota fissa, si provvedeva con successivo atto di liquidazione. Non si è ancora dato corso alla liquidazione del restante 30% del corrispettivo.
Un esame dei provvedimenti concernenti l'esecuzione del servizio di elisoccorso rendeva evidente, valutata come imprescindibile l'esigenza di garantire un servizio di pubblico interesse divenuto ormai riferimento costante per i cittadini, la necessità di assicurare il proseguimento del servizio stesso mediante attivazione di procedimento di scelta del nuovo contraente, in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente.
Una ricognizione delle conoscenze tecniche, necessarie alla corretta predisposizione degli atti di gara, consigliava di assicurare la presenza di professionalità necessarie ad una corretta valutazione dei differenti profili processuali, giuridico-amministrativi, tecnico-aeronautico e sanitario. A tal fine, con deliberazione della Giunta regionale del 5/7/1993 n. 170-26351, modificata con DGR n. 152-26929 del 26/7/1993 veniva costituito un gruppo di lavoro ad hoc, che ha studiato la predisposizione dell'appalto; di qui tutti gli atti necessari per andare al rinnovo e ad un nuovo appalto.
A conclusione dei lavori (che si sono conclusi parecchio tempo fa) predisposti gli atti di gara, la deliberazione a contrarre mediante indizione di appalto-concorso per l'affidamento del servizio di elisoccorso veniva presentata alla Giunta regionale che l'approvava, insieme ad avviso di gara, relativo estratto, lettera di invito e capitolati d'oneri, in data 27/9/1993 con n. 173-28274.
Divenuta esecutiva la deliberazione in seguito all'esame della Commissione di controllo il 30/9/1993, occorre che il procedimento prosegua con il susseguirsi dei relativi atti ed adempimenti, necessariamente nel rispetto delle scadenze indicate a calendario, che è già stato presentato e che dovrà essere strettamente osservato, per assicurare la conclusione della gara entro il 2/2/1994, termine di scadenza del contratto in corso.
In particolare, bisogna immediatamente provvedere alla pubblicazione dell'avviso di gara sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, e dell'estratto dello stesso sui quotidiani "La Stampa", "La Repubblica" e il "Sole 24 Ore".
Questa è la storia con la quale abbiamo affrontato questo provvedimento, cercando di mettere tutta l'attenzione possibile. Devo dire che noi porremo anche molta oculatezza nella definizione della Commissione che dovrà aggiudicare l'appalto. Stiamo pensando ad una Commissione professionalmente indiscutibile, che abbia la capacità di svolgere questo appalto con la professionalità necessaria e anche nella necessaria trasparenza.
Per quanto riguarda il fatto contingente di cui ieri la televisione gli organi di informazione, l'ANSA e "La Stampa" questa mattina, hanno dato notizia, cioè l'arresto del Direttore del Servizio, che non è un dipendente della Regione, bensì del Consorzio a cui la Regione ha affidato il servizio, devo dire che io, ieri, mi sono prontamente collegata con il Consorzio per avere innanzitutto assicurazione della continuazione, con regolarità ed efficacia, del servizio, diventato vitale per l'assistenza sanitaria nella nostra comunità.
Il Presidente mi ha assicurato che le funzioni del Direttore attualmente incarcerato sono state integrate a quelle del Vicedirettore mentre per domani mattina è convocato il Consiglio di amministrazione del Consorzio, che dovrà prendere, di fronte a questa evenienza, tutti i provvedimenti del caso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Chiedo esplicitamente se il Presidente della Giunta, prima delle repliche dei Consiglieri, non ritenga di aggiungere nulla, sul piano politico, sulle vicende che, esclusivamente sul piano tecnico-formale l'Assessore Vetrino ha esplicitato, perché ci consentirebbe di collocarci in questo dibattito con elementi maggiori rispetto all'intera vicenda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La mia è una richiesta, se è possibile, di ulteriori informazioni.
Chiedo all'Assessore se non ha nulla da dirci riguardo ai costi del servizio. Parlo di amministrazione: dato che è stato sollevato un problema di costi eccessivi, mi sembra strano che nella relazione non si dica alcunché di questo. Avete verificato i costi rispetto ad analoghi costi?



PRESIDENTE

Credo che ci sia una vera e propria questione pregiudiziale posta dal Consigliere Cucco che attiene alla natura degli interventi sulle comunicazioni della Giunta.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Io mi riservavo di intervenire al termine del dibattito sugli aspetti politici, perché sul piano tecnico non posso che unirmi a quanto ha detto la collega Vetrino.
Per la verità storica posso solo dire che, come Presidente della Giunta, quando si manifestarono le perplessità derivanti da una certa serie di interrogazioni, parlai con l'Assessore ed ebbi assicurazione che tutto era perfetto, che i costi erano allineati, che il servizio era il migliore e che non c'erano problemi di sorta in ordine all'appalto. Quando arrivano interrogazioni di questo genere, scrivo sempre anche agli Assessori. Quindi, non abbiamo avuto nessuna conferma che ci potessero essere delle questioni irregolari. Oggi posso solo dire quello che ho già dichiarato: sono profondamente amareggiato che sulla nostra testa si siano svolte, come pare, operazioni che non possiamo che giudicare in modo totalmente negativo.
Circa gli ultimi atti che riguardano il rinnovo, come avete potuto vedere, ci siamo mossi con grande tempestività ed attenzione per risolvere il problema nel modo più corretto possibile. Solo questo posso aggiungere a quello che ha detto la collega Vetrino.
Sul piano politico non possiamo che dire che questa questione genera in noi profonda amarezza; la genera particolarmente in me, che sono il Presidente della Giunta e mi picco di avere sempre agito con grande serietà ed onestà (sono sereno e tranquillo in coscienza). Molta amarezza e molta delusione, ma non posso che prendere atto di quello che appare e si è sentito.



(Commenti del Consigliere Calligaro)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sì, Calligaro, per quanto riguarda i miei atteggiamenti sono sereno profondamente sereno.



CALLIGARO Germano

L'Assessore prendeva le tangenti e lei non lo sapeva!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Capita, caro Calligaro, capita.



CALLIGARO Germano

Però le responsabilità ci sono!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Come diceva la buonanima di Viglione, io firmo settemila decreti all'anno, vedo una serie enorme di contratti, vedo una quantità notevolissima di deliberazioni: se dovessi entrare nel merito di tutti i provvedimenti, allora non ci sarebbero le deleghe assessorili, non ci sarebbero le competenze. Quindi, anche su questo bisogna minimamente ragionare; questi sono i dati di fatto precisi.



ZACCHERA Marco

I dati di fatto precisi ve li diamo alla fine del dibattito.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non ne dubito. Ragione di più per aspettare la fine del dibattito dopo aver sentito il Consigliere Zacchera, per dare valutazioni più politiche.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Vede, Presidente Brizio, la relazione e la cronistoria dell'Assessore Vetrino aveva, come è apparso a tutti evidente, un contenuto prevalentemente burocratico delle vicende dell'elisoccorso. L'Assessore non oggi, ma in una dichiarazione di ieri riportata dai quotidiani - ha detto: "Purtroppo è un'eredità che ci siamo trovati sulle spalle".
A parte la considerazione che delle eredità dannose si risponde (e poi spiegheremo nel corso dell'intervento come se ne risponde), Presidente Brizio, è incontestabile che i fatti di cui siamo venuti a conoscenza ieri titolati con la formula di sintesi "2 miliardi che andavano al PSI" (che è un partito che sorregge la Giunta), sono estremamente gravi. Soprattutto il fatto di cui siamo venuti a conoscenza ieri e oggi delle tangenti pagate all'ex Assessore Maccari, unitamente a quelli altrettanto gravi su cui si era creduto di poter sorvolare da parte della Giunta nel febbraio 1993 ossia i fatti che provocarono le dimissioni dell'Assessore Maccari, fatti noti e da lui confessati (cosa che gli consentì dopo pochi giorni gli arresti domiciliari), cioè l'esistenza di un patto DC-PSI per spartirsi gli appalti della sanità in Piemonte, sono di un'estrema gravità; già quel primo fatto di per sè avrebbe dovuto condurre alle logiche conseguenze delle dimissioni della Giunta.
Questo secondo fatto, reso noto ieri, costituisce insieme a quello resosi noto nel febbraio 1993 un classico caso di responsabilità politica oggettiva sotto il profilo di quella che, con una formula, è chiamata la "culpa in vigilando", colpa per non avere vigilato, oggettiva fin che si vuole, perché tutte le deliberazioni relative all'elisoccorso, dalla prima all'ultima - cioè quelle deliberazioni alle cui spalle c'era quanto ci ha detto lei, Presidente Brizio, i fatti che lo hanno amareggiato, che sono poi le tangenti - erano tutte state prese su proposta dell'Assessore Maccari e all'unanimità.
Ma su questo - per usare un eufemismo - odor di bruciato che si sentiva già da tempo, c'era stata una segnalazione nel nostro "libro bianco" del settembre 1991, dove cominciavamo a fare un accenno ben preciso a quanto poteva stare alle spalle dell'elisoccorso. Di questo campanello d'allarme evidentemente - ecco qui la colpa oggettiva che comincia a prendere ulteriore corpo non si è tenuto nessun conto da parte della Giunta e del suo Presidente. Su questi fatti, su questi sospetti pesanti e non solo sospetti, vennero presentate dal nostro Gruppo e in particolare dal Consigliere Zacchera delle interrogazioni; venne presentata una denuncia alla Procura della Repubblica nel marzo 1992.
Apro brevissimamente una parentesi che è comunque connessa con questo dibattito, con quanto sto dicendo. Da parte di alcuni colleghi di maggioranza e della Giunta è stato detto: "Voi state usando il sistema di trasferire in Via Tasso (sede della Procura) le questioni politiche che si devono dibattere nell'aula di Palazzo Lascaris". Intanto questo non è sistematico, ma mi consenta, Presidente, quando si hanno le prove - per noi erano prove - che la Magistratura ha vagliato, di fatti delittuosi, di reati contro la Pubblica Amministrazione, era dovere del nostro Gruppo, del Consigliere Zacchera e anche mio, di segnalarli all'autorità giudiziaria indipendentemente da quanto scrivevamo nelle interrogazioni e nelle interpellanze. Poiché, fino a prova contraria, nell'esercizio delle nostre funzioni di Consiglieri regionali siamo pubblici ufficiali, avevamo sicuramente il dovere di farlo. Chiusa la parentesi.
Come dicevo, nonostante le interrogazioni, le interpellenze, i comunicati stampa di dominio pubblico, la denuncia alla Procura del marzo 1992, si è continuato a tenere nella propria compagine l'Assessore Maccari non solo chiacchierato, ma denunciato all'autorità giudiziaria e attraverso le interrogazioni, anche in quest'aula.
Presidente Brizio, a questo punto e al punto in cui siamo, con l'evento di ieri che non è più l'ultima goccia che fa traboccare il vaso, ma è un macigno che lo travolge, le dimissioni sono ineluttabili! Io cerco di immedesimarmi nei suoi panni e in quello che lei ha sempre detto, ancora pochi minuti fa in quest'aula e nella riunione dei Capigruppo: "Io non ritengo che sia interesse del Piemonte una crisi al buio". Ma di fronte a questo fatto, quella che lei chiama "crisi al buio" si rende necessaria, per consentire ai Gruppi politici presenti in quest'aula di valutare se ci sia una soluzione per gli ultimi 500 giorni di legislatura. Se non ci sarà, ci saranno le elezioni anticipate.
Capisco, mi sforzo di capire, anche se non concordo, che la cosiddetta "crisi al buio" può provocare una serie di inconvenienti politici per il Piemonte, che avrebbe bisogno di un governo, o per meglio dire di un buon governo, però ci sono dei fatti pesanti come macigni che stanno al di sopra e che le impongono. Questo è il motivo per cui abbiamo presentato un ordine del giorno in questo senso e che riteniamo opportuno, Presidente, anche a fronte delle dichiarazioni che lei ha reso ieri al quotidiano "La Repubblica" - le abbiamo lette questa mattina, pochi minuti fa e che non mi pare abbia smentito, cioè lei sente sicuramente il peso - non posso non pensarlo della situazione che si è venuta a creare. Fra i due mali, la "crisi al buio", come lei la definisce, che poi forse non è nemmeno tale, e la permanenza in carica di una Giunta che ha il supporto ancora in questo momento del Gruppo socialista, che in base ai fatti, ai "fattacci" commessi da Maccari, in definitiva si identifica nel suo ex Assessore, penso che l'immagine del Piemonte (si parlava anche di questo nella riunione dei Capigruppo), l'immagine delle istituzioni, vada tutelata attraverso le dimissioni della Giunta. A nostro avviso è anche l'unico modo perché lei Presidente Brizio, e i suoi Assessori, colleghi di Giunta, possiate in qualche maniera uscire da questa paradossale situazione di aver tenuto e trattenuto nella propria compagine un Assessore del genere, che peraltro è il più importante, non foss'altro per la spesa di cui è titolare (non c'è una gerarchia degli Assessori, ma sicuramente l'Assessore alla sanità è il più importante, come il Ministro degli Interni lo è in una compagine governativa nazionale).
Per responsabilità oggettiva dovete dimettervi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta e colleghi, dobbiamo spiegarci bene, anche perché alcuni particolari non sono stati secondo me riportati con completezza e precisione dalle notizie di stampa.
Ritengo che la questione sia, Presidente della Giunta, non solo prettamente contabile, ma anche politica, e le darò una dimostrazione che mi auguro, considerando lei una persona corretta e in buona fede inoppugnabile.
Il discorso dei traffici sull'elisoccorso nasce da lontano, per la precisione dall'appalto-concorso che si voleva fare nel 1991 sugli elicotteri adibiti alla prevenzione degli incendi boschivi. Anonimamente e privatamente, mi si era fatto notare che c'era il rischio di un grosso trucco sotto questo appalto, cioè che la Regione Piemonte stava per andare ad appaltare un servizio di prevenzione degli incendi boschivi alle imprese che disponevano di un certo tipo di elicottero, se non vado errato il famoso elicottero Lama. Poiché quasi tutte le imprese del Piemonte che operano nel settore non avevano più questo elicottero perché ormai troppo vecchio e fuori produzione, mi era stato detto che se fosse stato fatto un concorso in cui potevano partecipare soltanto quelli che avevano quel particolare tipo di elicottero, il concorso sarebbe già finito in partenza perché sono pochissime - per la precisione soltanto due le società che in Piemonte mi risultavano disporre di quell'elicottero.
Io segnalai questo fatto all'Assessore competente, che era l'Assessore Lombardi. Debbo dire - in quest'aula ho attaccato cento volte l'Assessore Lombardi, ma oggi lo ringrazio perché fu estremamente corretto che Lombardi intervenne immediatamente, sospese quella gara di appalto, fu rifatto il capitolato, fu bloccata la manovra.
La cosa fu notata all'interno del settore elicotteristico e cominciai a chiedermi se non ci fossero ben più gravi dubbi sulla gestione dell'elisoccorso. Una cosa, Presidente Brizio, che mi dà tremendamente fastidio è quando si dice che il Consigliere Zacchera per "amore di vetrina" va in Via Tasso un giorno sì e un giorno no a fare le denunce.
Invece quella dell'elisoccorso è la prova del modo estremamente serio e documentato con cui con ogni scrupolo ci siamo mossi su questa vicenda.
Si parlava del 1991. Infatti in data 10/12/1991 inviai una lunga lettera all'Assessore alla sanità con la quale dicevo: "Da più parti mi si sollecita un intervento conoscitivo in merito alla gestione degli elicotteri da parte dell'elisoccorso. In particolare ho controllato le deliberazioni di Giunta che si sono succedute dal 1986 in poi, ed evidenzio che alcune voci di questo appalto, per esempio il costo sugli oneri fissi è di quattro volte più costoso di quello dell'antincendio". Servizi fissi colleghi, non significa elicotteri che volano, ma strutture a terra, quindi io chiedevo all'Assessore in termini civilissimi con una lettera datata 10/12/1991 - stiamo attenti alle date come mai succedeva tutto questo.
Nella mia lettera sottolineavo che risultava come in un primo tempo la Giunta regionale avesse affidato all'Automobile Club d'Italia (ACI) questo appalto, ma successivamente ad un altro ente che pur manteneva l'indicazione ACI nella ragione sociale. Chi faceva parte di questo altro ente che si riteneva un consorzio? E se era di privati, perché non si era proceduto ad una normale gara di appalto per l'istituzione del servizio? Si era presa inoltre in considerazione anche l'ipotesi della presenza di più imprese piemontesi, valutandone eventuali costi e benefici? "Ritengo che questa sia una cosa importante - scrivevo per favore, datemi una risposta". Questa era in sostanza la mia lettera datata 10/12/1991.
Passa il mese di dicembre, passano anche gennaio e febbraio e comincio ad inquietarmi: invio allora una seconda lettera all'Assessore Maccari e al Presidente Brizio un telegramma - di solito non si mandano i telegrammi al Presidente della Giunta! in cui gli chiedevo di intervenire sull'Assessore Maccari affinché mi desse le risposte a questi e ad altri quesiti che avevo posto nella lettera. Quindi, per riepilogare: prima lettera (dicembre 1991), seconda lettera e telegramma al Presidente della Giunta (febbraio 1992).
In data 13/3/1992 le risposte non erano ancora arrivate e allora a quel punto, solo a quel punto, il sottoscritto prese carta, penna e calamaio e scrisse al Procuratore della Repubblica, cominciando ad indicare tutta una serie di cose che non funzionavano perché nel frattempo, ovviamente, avevo anche reperito altri elementi di confronto. I colleghi del Movimento Sociale Italiano di altre Regioni mi avevano mandato infatti i dati relativi ai costi di quelle Regioni e qualcosa non quadrava.
Forse perché l'Assessore Maccari ricevette immediatamente copia del mio esposto alla Procura della Repubblica (quando faccio un esposto non lo tengo segreto, posso anche mostrarvelo ora), fatto sta che tre giorni dopo l'esposto, in data 16/3/1992, finalmente l'Assessore Maccari mi risponde con una lunga lettera che, letta con il senno di poi, con le notizie di oggi, penso sia davvero la sua autocondanna. Ma non solo per lui Presidente Brizio, vediamolo insieme.
Alle domande, alle contestazioni che gli avevo fatto, l'Assessore Maccari mi risponde con sette punti: nel primo punto mi parla dei tipi di elicotteri e mi dice che "il costo di acquisto di un elicottero per l'elisoccorso con il kit sanitario è circa quattro volte maggiore di quello dei Lama", cioè di quei famosi elicotteri che dovevano servire invece per gli incendi boschivi. Io contestai subito questi dati all'Assessore Maccari e gli presentai un elenco, che ovviamente mi era stato fornito perché io non commercio in elicotteri, dei vari costi degli elicotteri equipaggiati in una maniera o in un'altra, per cui non c'era alcun motivo logico che quelli dell'elisoccorso costassero quattro volte di più degli altri.
Potevano costare il 50% in più, anche il doppio, ma un elicottero è sempre un elicottero, tutto il resto sono accessori, e un minuto di volo di un tipo di elicottero rispetto all'altro non può costare quattro volte di più.
Mi sembra intuitivo questo fatto.
Maccari poi mi diceva che un motivo per cui l'elisoccorso costava di più è che ci voleva un particolare tipo di brevetto di pilotaggio per gestire gli elicotteri dell'elisoccorso. Questa è - con licenza parlando una bugia spudorata! Io ho dimostrato successivamente all'Assessore Maccari che in Italia, quando uno prende il brevetto di pilota di elicottero, prima può guidare solo con l'istruttore, poi da solo, poi può trasportare i passeggeri, ma non c'è bisogno di un altro tipo di patente, per così dire per guidare l'elisoccorso e neanche si poteva parlare del volo notturno, in quanto il contratto dell'elisoccorso escludeva il volo notturno.
Terzo punto: Maccari rispose che mentre per il servizio antincendio l'equipaggio è formato dal solo pilota, nel servizio di eliambulanza è formato da quattro operatori. Io gli dimostrai che anche questa era una bugia, perché contrariamente a quanto affermato dall'Assessore anche nel servizio di pronto intervento per gli incendi boschivi sono necessari quattro uomini: il pilota, il tecnico, il coadiutore che segue l'elicottero con il camion di rifornimenti e il direttore di spegnimento incendi: quindi, quattro uomini da una parte e quattro uomini dall'altra. Poi, punto importante, l'Assessore Maccari diceva: "Eh già, ma per far funzionare l'elisoccorso - e qui aveva ragione - occorre un Centro di emergenza sanitaria, un numero telefonico che funzioni per tutta la Regione", e quant'altro. Ma scusate, non è questo che giustifica un tale aumento di costi! Colleghi, siamo nell'ordine di più di un miliardo al mese di costo per far funzionare questi elicotteri. E' vero che il 116, allora, era numero semplice da comporre, ma bastava comporre il n. 1678, la cui chiamata è gratuita su territorio nazionale, e farlo seguire da un altro numero: il problema era risolvibile con un enorme risparmio. Quindi, quanto addotto dall'Assessore Maccari rispetto al problema non era certo cosa fondamentale.
Ma, soprattutto, l'Assessore Maccari si addentrava poi in una risposta che in realtà non avrebbe potuto darmi, e cioè sul trucchetto intervenuto nel cambiamento della titolarità dell'appalto. Infatti, tutto stava in piedi perché nel 1986 si era dato l'incarico all'ACI, che essendo cosa più o meno statale tutti possiamo considerare più o meno "super partes", e quindi non contestabile. "Solo l'ACI ha il 116: affidiamo questo servizio all'ACI", era stata la filosofia. Quindi, non ad un privato, ma ad un ente che dovrebbe essere un ente pubblico.
Eh, già: l'ACI. Ma ad un certo punto l'ACI non ha più gestito il servizio di elisoccorso, perché ha inventato dei sottonomi che contenevano sempre la dicitura ACI, ma che con l'ACI - Automobile Club d'Italia - non avevano più assolutamente nulla a che vedere.
Se voi leggeste la rivista aeronautica "Mensile d'aeronautica. Speciale elisoccorsi in Italia" (1990) e prendeste la pagina dedicata a "Piemonte elisoccorso", dopo tutte le varie spiegazioni trovereste: "Società titolare del disciplinare: Elialpi S.p.A., fraz. Mure, 11020 Issogne (AO)". Ohib ma non era l'ACI? No! L'ACI, nel frattempo, era rimasta nel nome, ma non c'era più. Sapete cosa mi ha risposto l'Assessore? Poi vi dirò di cosa in realtà si trattava... "All'ACI Servizio Soccorso Stradale S.p.A." prima era ACI, poi ACI Elisoccorso, poi ancora ACI Servizio Soccorso S.p.A., ma nella mia denuncia dimostro avere altra sede, altro nome, altro codice fiscale altro amministratore e altra composizione sociale - "è successivamente subentrato (e qui riprendo le parole dell'Assessore) il Consorzio ACI Elisoccorso, del quale fanno parte la CRI, l'Associazione nazionale di pubblica assistenza, la Confederazione nazionale misericordia d'Italia, il Corpo nazionale di soccorso alpino unitamente ad altre Compagnie di lavoro aereo nel settore elicotteristico".
Colleghi, Presidente, se qualcuno vi dice che fanno parte dell'Elisoccorso la Croce Rossa, l'Associazione nazionale pubblica assistenza, la Confederazione nazionale misericordia d'Italia, il Corpo nazionale di soccorso alpino, unitamente ad altre Compagnie di lavoro aereo nel settore elicotteristico, cosa siete portati a pensare? Che le prime che ho citato rappresentino il "grosso" e che le altre Compagnie di lavoro aereo abbiano le briciole.
Mi risulta invece che il 71,6% del capitale sociale di questo Consorzio è di quelle Compagnie di lavoro aereo nel settore elicotteristico! Che sono poi la Elialpi del sig. Fogliolen, già associato alle patrie galere l'anno scorso per trucchi nelle forniture degli elicotteri e per la costruzione dell'autostrada Aosta-Courmayeur. Queste persone, di fatto, gestivano l'elisoccorso alla Regione Piemonte. Ma allora, Presidente, L'ACI Elisoccorso era così una copertura e un po' di quote l'ACI le avrà anche avute, all'interno nel Consorzio, ma quest'ultimo in realtà era gestito da privati. Ma se era gestito da privati, com'era stata la procedura di aggiudicazione dell'appalto? Ma l'appalto non era stato fatto! Torniamo a bomba: poiché si affidava quel servizio all'ACI, tutto è stato aggiudicato senza discussione, senza controllo, senza verifica dei costi: questo è il punto fondamentale. Alla fine, però, il soggetto è completamente cambiato, per cui si trattava di privati che gestivano da anni l'elisoccorso, senza che nessuno sia mai andato a controllare se i prezzi fossero giusti o no, se fossero competitivi, ecc. Certo, poi avanzavano i residui per le mance...
A questo proposito ricorderò - e sarà l'unica battuta un po' ironica che io sono stato insultato personalmente dall'Assessore Maccari, che mi disse che ero un vile per aver presentato il mio esposto alla Procura, per speculare sull'elisoccorso, che aveva un così alto "fine sociale". Fine "socialista", Presidente, altro che fine sociale! E per Maccari ero io che speculavo sul fine sociale dell'elisoccorso.
Ma non è finita, anzi, i guai della Giunta arrivano adesso. A quel punto, infatti, Maccari era informato dei fatti, dell'esposto, delle contestazioni. Ma la Giunta regionale, in data 16/6/1992, con la deliberazione n. 816087 decide di accettare un ulteriore cambiamento del Consorzio ACI Elisoccorso - tra l'altro tutto era già successo tre mesi prima e si stava sempre lavorando a costi di un miliardo al mese - che ha variato ulteriormente il nome: ora si chiamava Consorzio nazionale per l'emergenza dell'elisoccorso, e ha trasferito la sede in Via Lamero, 15 sempre a Roma. Scusate, qui c'è stata la precisa volontà della Giunta Presidente Brizio, di continuare comunque a voler gestire questa cosa. Non potete certo dire di non essere stati avvisati! Siete stati avvisati con l'interrogazione, con la lettera, con una seconda lettera, con il telegramma, con l'esposto, con la lettera dell'Assessore, con la replica alla lettera dell'Assessore: ma voi il 16/6/1992 insistete ancora nel permettere un ulteriore cambiamento della titolarità! Sì, date la disdetta ma tale disdetta è programmata per 18 mesi dopo, e quindi 18 - minimo miliardi dopo questa deliberazione di Giunta! Non mi si può venire a dire - e mi scuso se mi lascio trascinare nel parlare - che la Giunta regionale sia leale nel denunciare questa situazione. A dispetto dei santi si era dimostrato, si era detto, si era scritto, si era ripetuto, si era esposto, che sotto a questo appalto c'era qualcosa che non funzionava. Soltanto chi volutamente voleva perpetrare la situazione, come l'Assessore Maccari, che fa finta di dimenticarsi tutto e quindi procede nel raccontare frottole del tipo che soltanto l'ACI poteva offrire un servizio telefonico, poteva andare avanti in questa maniera! Questi sono i fatti. Posso capire che l'Assessore Vetrino c'entri poco o nulla visto che è arrivata da poco all'Assessorato alla sanità, ma quella gente continua tuttora ad avere l'appalto: e questo è un fatto! L'appalto se la Giunta avesse voluto, poteva essere interrotto nel marzo 1992; quando avete saputo, potevate o smentire quanto denunciavo (ma non potevate smentirmi, perché era la verità) o prenderne atto. Il 16/6/1992 avreste dovuto dire: "Amici, qui le cose non funzionano: fra 30-60-90 giorni si indice una vera gara d'appalto, e vinca il migliore". Avrebbe vinto l'ACI Elisoccorso che adesso si chiama Consorzio nazionale per l'emergenza? Benissimo! Però finalmente avremmo avuto costi in contrapposizione fra la ditta A), la ditta B) e la ditta C). Queste mi sembrano le cose che si sarebbero dovute fare! L'Assessore Lombardi aveva proceduto in questo modo quando gli era stato detto che sugli incendi boschivi forse c'era qualcosa che non quadrava, ma perché la Giunta non ha voluto farlo? Aveva tutte le possibilità, tutto il tempo che occorreva: l'unica cosa che non può dire è "non sapevo". Con il Presidente Brizio ne ho personalmente parlato almeno tre-quattro volte, a tu per tu: non può dire "non lo sapevo"! Potrà dire che su 8.000 deliberazioni non ha potuto leggerle tutte, ma allora non si firmino 8.000 deliberazioni! Tra l'altro la deliberazione che dicevo era la n. 8 di quella seduta, quindi si era anche all'inizio di quella discussione e si presume che non ne fossero ancora passate le solite 100 sotto banco.
C'è stata insomma una precisa volontà di continuare in questa situazione, nonostante si fosse da parte nostra, a dispetto dei santi denunciato che le cose non funzionavano.
Io sono molto sereno e molto tranquillo in quello che faccio; non ce l'ho con nessuno. Prendo però atto che politicamente questa Giunta ha scelto di continuare in una questione poco chiara. Non sapevate che c'erano sotto delle tangenti? Beh, se potevate non saperlo, però sapevate che questo servizio costava enormemente di più di tanti altri. Ho qui tutta la documentazione dei colleghi della Regione Lazio che mi hanno scritto quanto costa a loro tale servizio; si poteva discutere su tali prezzi e verificare.
Perché, Presidente Brizio, ho letto che soltanto da pochi giorni l'Assessore Vetrino ha preso il solito gruppo di ingegneri per andare a verificare quanti sono i costi? Adesso! Ma se abbiamo cominciato nel 1988, sette anni fa a svolgere questo servizio! Quante decine di miliardi ci è costato e quanti miliardi presumibilmente, a parte le tangenti, si potevano risparmiare? No, Presidente, non è credibile quello che lei dice. Il mio Capogruppo ha parlato di responsabilità della Giunta. Onestamente non capisco come si possa sostenere che ci sia stata, se non della collusione, della grave imperizia nella conduzione dei lavori della Giunta regionale avendo voluto tacere, nonostante che fosse stato provato, al di là di ogni dubbio, e mai smentito, che sotto l'elisoccorso c'era una porcheria. Se non si è intervenuti è perché non si è voluto intervenire!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, in quest'aula, ma anche nella Commissione competente, si è discusso spesso di emergenza sanitaria e di elisoccorso vi sono delle nostre interpellanze del 1991 e un nostro ordine del giorno dell'11/2/1992 presentato insieme ai Consiglieri di Rifondazione Comunista e ai Verdi.
Sull'elisoccorso abbiamo sempre posto tre problemi. Il primo riguarda la congruità degli interventi; risulta ufficialmente che il 25% degli interventi viene effettuato per situazioni non classificabili come emergenza. Comprendiamo perfettamente che agire in stato di emergenza significa anche non valutare adeguatamente la gravità del paziente e di conseguenza bisogna mettere nel conto una certa percentuale di interventi incongrui. Questo lo comprendiamo molto bene, però il 25%, dato ufficiale è una percentuale alta.
Il secondo problema che abbiamo sempre sollevato riguarda la congruità dei costi, oltre un miliardo al mese, e la congruità avevate tutto il tempo per verificarla: conoscere le esperienze di altre Regioni, farsi consegnare la documentazione, i conti.
Il terzo problema riguarda il soggetto consortile di gestione del servizio che mutava continuamente, avevamo di fronte un soggetto mutevole.
L'ex direttore del Consorzio di Elisoccorso di area socialista, ora direttore del Consorzio Piemonte-Emergenza nell'ambito del programma "118" è accusato di ricettazione, di concorso in corruzione e truffa, finalizzati al finanziamento illecito dei partiti; è accusato di aver pagato tangenti al Partito socialista, una parte a quanto pare è servita a finanziare la campagna elettorale di Maccari nel 1990.
Questo ex direttore, ex in quanto si è dimesso, ha spiegato che "è cominciato tutto alla fine del 1989, quando dopo il primo anno sperimentale si trattava di avere la conferma del servizio che avevamo realizzato con i migliori standard europei; ci trovammo di fronte alla concorrenza di compagnie elicotteristiche lombarde con forti appoggi politici, non pagare voleva dire perdere il servizio".
Questa è una dichiarazione molto pesante di ammissione esplicita che si pagavano le tangenti; il meccanismo è quello delle fatture false, della sovrafatturazione sulle promozioni pubblicitarie dell'elisoccorso e la Regione pagava miliardi di lire al Partito socialista e a quanto pare non solo al Partito socialista! Vediamo i risultati delle politiche portate avanti dell'Assessore Maccari. La rete di emergenze in Piemonte non è definibile rete di emergenza, si tratta di spezzoni di una rete di emergenza, una rete di emergenza disorganizzata. Infatti in Piemonte non vi è una sola ambulanza attrezzata con a bordo personale medico di rianimazione ed infermieristico specializzato; a Torino funzionano sei ambulanze per la città, con personale volontario e non diplomato. Questa situazione dura da dodici anni, nel frattempo sono quintuplicati gli interventi in emergenza, da dodicimila a sessantatremila. Monaco di Baviera e Lione sono città come Torino, hanno circa un milione di abitanti, però per l'emergenza sono dotate di 36 ambulanze. La carenza nella città di Torino è da Terzo Mondo da anni continuiamo a denunciare tale situazione; e per di più sono prevalse in Assessorato politiche sbagliate, continuiamo ad avere un servizio di urgenza psichiatrica che compie, mediamente, meno di quattro interventi al giorno.
Il 30% degli assistiti sono recidivi, cioè persone che richiedono decine di volte all'anno l'intervento del servizio; il costo medio per intervento è di L. 400.000, non vi è alcun collegamento tra questo servizio di urgenza e i servizi psichiatrici territoriali, per cui i casi recidivi si capisce che si verificano in un'altissima percentuale.
C'è l'emergenza cardiologica con due ambulanze dotate di attrezzature ma dove avete sentito voi che il servizio di emergenza si organizza per patologia: quello psichiatrico, quello cardiologico, quello dei politraumatizzati? Non c'è nessun servizio di emergenza al mondo che funzioni così! Si tratta di avere delle ambulanze dotate delle attrezzature necessarie, del personale specialistico indispensabile, capace di fronteggiare tutte le situazioni e di correre al DEA più vicino. Non c'è nessun servizio di emergenza strutturato per patologie! E' ridicolo quello che è accaduto nella nostra Regione! Tale servizio faceva comodo solo a qualcuno, che probabilmente è un affarista, o a taluni che sono degli affaristi.
All'interminabile numero di scandali della malasanità piemontese si aggiunge quello dell'elisoccorso, le tangenti piovute dal cielo, scandalo largamente preannunciato. Scandalo nello scandalo che vede decine di UU.SS.SS.LL. coinvolte direttamente, che vede l'ex Assessore Maccari, in qualità di Assessore effettivo, direttamente coinvolto nella vicenda degli incarichi ingegneristici alla Protecne, nella vicenda dell'ospedale fantasma di Asti, che non si costruirà mai perché non avremo mai quelle risorse, in quanto non verranno mai trasferite dallo Stato.
Nella vicenda dei lettori ottici anche in questo caso siete ricorsi all'ultimo momento alle perizie, dopo, sempre dopo, chissà perché? Tra l'altro dei lettori ottici non parlate più.
Quello che noi non accettiamo è che continuiate a scaricare tutte le responsabilità su Maccari. La Vetrino dichiara ai giornali: "Noi non c'entriamo". No, per esempio in Giunta sapevate che il servizio di elisoccorso era seguito personalmente dal Segretario particolare dell'Assessore. Dovevate anche guardare nell'orticello del vicino perché si tratta di un orticello di non poco conto dal quale transitano risorse per circa 7.000 miliardi di lire all'anno. Direi che è l'Assessorato più importante di qualsiasi Regione italiana. C'entrate, eccome! In certi casi siete stati persino protagonisti di una politica sanitaria sbagliata e destinata a degenerare, protagonisti del sano pragmatismo: vivere alla giornata, o sgovernare alla giornata, se preferite, delle decisioni tempestive, giorno per giorno, della lottizzazione - l'avete fatta tutti insieme della sanità regionale appaltata ai socialisti, se non protagonisti, siete stati tutti difensori strenui! Io ricordo che alla fine di ogni dibattito sulla sanità in quest'aula, autorevoli Capigruppo dei partiti di maggioranza si alzavano per difendere apertamente la politica sanitaria di Maccari. Sordi ai nostri appunti, alle nostre critiche, alle nostre osservazioni. In certi casi è stata persino ostentata, esaltata quella politica. Chi, come Maccari, ha saputo mettere sotto controllo la spesa sanitaria? Quest'anno stimiamo già nel primo semestre un disavanzo di 360 miliardi di lire per la spesa corrente. E' stata messa un po' troppo sotto controllo, mentre altre Regioni hanno speso, e presumo che abbiano speso bene, almeno al nord e al centro Italia, per mantenere elevati i livelli dei servizi: qui si è tagliato all'impazzata, si sono scaricate spese sulle famiglie piemontesi per centinaia di miliardi di lire! Se non protagonisti della malasanità, siete stati politicamente complici! La politica di Maccari ha prodotto e non poteva non produrre degenerazioni vaste e profonde, una politica esasperatamente personalizzata, quella politica senza nè capo nè coda, senza principi senza obiettivi che fossero quelli della razionalizzazione e della qualificazione del Servizio Sanitario Regionale. E voi sordi alle critiche delle opposizioni! Non c'era segnalazione o critica che non venisse ignorata, nessuno neppure sfiorato dal dubbio che di tanto in tanto anche le opposizioni potessero avere qualche ragione, nessuno che abbia fatto una minima verifica. Da parte nostra abbiamo presentato delle critiche documentate, bastava verificarle, andare a vedere come stavano le cose nessuno che abbia chiesto un minimo di documentazione per approfondire le nostre critiche. Un andazzo generale sbagliato che ha creato enormi difficoltà al rapporto tra maggioranza ed opposizione perché non è stato possibile nemmeno confrontarsi.
Faccio pochi esempi e ho concluso.
Il 5/5/1989 chiedevamo a Maccari che fine avesse fatto un documentario televisivo sull'AIDS realizzato dallo Studio 8 di Milano della durata di 40 minuti e del costo di 80 milioni di lire.
La risposta giunse per iscritto il 6/7/1989: "Si è già provveduto all'affidamento dell'incarico alla ditta Studio 8 di Milano per la distribuzione e la duplicazione delle cassette mediante stipula del contratto che dovrebbe avvenire nel termine massimo di 20 giorni". Io ancora oggi non ho visto quel documentario sull'AIDS! E così le nostre critiche alle campagne pubblicitarie sui corsi di formazione per infermieri professionali; salvo l'anno dopo "scoprire" che ne abbiamo troppi, che non riusciamo a garantire loro uno sbocco occupazionale, cosa che secondo me non è vera, perché non è vero che noi abbiamo troppi infermieri professionali: è che se si taglia all'impazzata la spesa sanitaria non si possono garantire le prestazioni previste dal decreto Donat Cattin di 120 minuti al giorno di assistenza per paziente, ci si accontenta di poche decine di minuti al giorno e poi si dice che ne avremmo troppi, troppi rispetto alle risorse trasferite dal centro, certo che queste sono sottostimate di quasi 19.000 miliardi di lire per il solo 1993.
Ricordo ancora le nostre critiche alla campagna pubblicitaria sulla prevenzione dell'AIDS e alla campagna pubblicitaria sulla donazione degli organi. Quindi c'è un'oggettiva responsabilità collegiale della Giunta perlomeno politica. Tra l'altro approfitto dell'intervento per dire che è ora di tirare fuori la documentazione della Commissione d'inchiesta: essa ha concluso i suoi lavori, ricchi di informazioni sulla malasanità e anche di proposte. Noi sentiamo profondo interesse che se ne parli in quest'aula perché è un feroce quanto oggettivo atto di accusa nei confronti della politica sanitaria che avete seguito in questi anni.
Un'ultima considerazione mi sia consentita. Si parla di riassetto, di riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale, di una cosa delicatissima: si ricostruisce l'organizzazione sanitaria regionale. Con quale credibilità e con quale autorevolezza affrontate un problema enormemente complesso come questo? Con quale coraggio andate a parlare di manager, di aziende, di rapporto tra costi e benefici, dell'introduzione della contabilità per centri di costo, di indicatori di efficienza e di efficacia? Con quale coraggio andate a fare i modernisti? Perché voi sareste i moderni e noi gli arretrati, perché voi sapreste parlare di costruzione delle aziende. Voglio solo ricordarvi che l'ideatore delle aziende di cui parlate si chiama De Lorenzo, il quale aveva costituito un'eccellentissima "azienda familiare", le cui fortune sono state pagate dai contribuenti italiani e sono state sottratte al Servizio Sanitario Nazionale! Allora, con quale credibilità e con quale autorevolezza vi accingete a realizzare il compito più complesso che una Giunta possa essere chiamata a svolgere? Rizonizzazione delle UU.SS.SS.LL., ridefinizione degli ambiti territoriali, scelta delle aziende, cioè il cuore istituzionale dell'organizzazione della sanità in Piemonte. Non avete né credibilità n autorevolezza! E' davvero ora, non da oggi, di tirare le somme: è ora di dimettersi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Questa mattina il Consigliere Zacchera ci ha fornito ulteriori elementi di riflessione su questa vicenda, che dimostrano quanta strada occorra fare ancora, quali percorsi si debba ancora pianificare e costruire per arrivare ad una sanità pulita nella nostra Regione. Dico questo, perché sembra chiaro quanto debole sia la risposta dell'Assessore Vetrino alle osservazioni fatte su questa ed altre vicende. E' una vicenda di commistione tra sanità pubblica e struttura mercantile privata, sull'onda della cosiddetta aziendalizzazione della sanità, che sembra debba essere la panacea di tutti i mali: l'introduzione del mercato nella risposta ai bisogni sanitari non è altro che un varco che si sta sempre più aprendo per il modo in cui è intesa, agli interessi del mercantilismo più straccione, che si sta organizzando attorno a bisogni a cui, in realtà occorre dare ben altre risposte.
Con la mozione dell'11/2/1992 chiedevamo che la Giunta presentasse in Commissione un disegno complessivo di organizzazione del servizio in emergenza. A tutt'oggi, l'unica attività fatta, l'unica comunicazione data in Commissione, è stata quella del Segretario particolare dell'Assessore Maccari all'atto della presentazione della delibera, della Giunta regionale, di organizzazione del numero "118" che sostanzialmente ha avallato la presenza del Consorzio Nazionale per l'Elisoccorso ed introdotto elementi di oggettiva corruzione anche per tutte quelle associazioni di volontariato che, all'interno di quel sistema, gestiscono il trasporto in emergenza.
Credo che sia proprio su questa commistione che occorra intervenire.
L'Assessore ha detto che fino al marzo del 1992 la questione era gestita dalla Segreteria particolare dell'Assessore; pertanto, voglio sapere chi faceva parte di questa segreteria e se, in questo contesto, c'erano pubblici dipendenti distaccati all'Assessorato e quali interventi di richieste amministrative interne si ritiene di dover realizzare per capire quale fosse l'eventuale contenuto del distacco di questi dipendenti presso la Segreteria dell'Assessore e quali atti ne hanno consentito il distacco.
D'altra parte abbiamo osservato che, poco prima che l'Assessore Maccari fosse arrestato, c'è stata una fuga di topi da una barca che stava velocemente affondando. Chi scriveva materialmente le deliberazioni? Chi predisponeva gli atti di convenzione da sottoporre all'approvazione della Giunta e, successivamente, alla loro stipula e firma? Si attende una risposta. Se le delibere le scriveva materialmente il Segretario particolare dell'Assessore - cosa che, sinceramente, non credo immagino che o c'è stata collaborazione operata da un pezzo della struttura (consapevole o meno), oppure un atto omissorio da parte di qualche funzionario; se questi funzionari erano a conoscenza di fatti non chiari non è stato detto, ad esempio, se di questi fatti hanno reso consapevole il Segretario della Giunta.
Ci troviamo di fronte ad una vicenda che è il segnale di ciò che potrebbe capitare se si proseguirà sulla strada della privatizzazione delle risposte sanitarie; è chiaro - almeno lo è per me - che l'introduzione di elementi di mercato nella sanità non farà altro che determinarne la soggezione alle leggi di un mercato che, in questo settore, si sta sviluppando in maniera sempre più lampante e selvaggia. Non è un caso, ad esempio (fatto questo che potrebbe sembrare estraneo alla vicenda), che una società francese chieda di costruire un ospedale di 300 posti letto a Santena, senza avere nessuna certezza che la convenzione ci sarà sicuramente questa società vuole entrare in concorrenza con il soggetto pubblico nel mercato delle assicurazioni private, introducendo elementi di sconquasso nella programmazione regionale sanitaria.
Se non c'è una programmazione forte, capace di determinare obiettivi e costringere i diversi soggetti ad adeguarsi ad essi, non si riuscirà, nella nostra sanità, a raggiungere gli obiettivi di salute che vengono strombazzati.
Sulla questione dell'elisoccorso occorrerebbe porsi parecchi interrogativi. L'elisoccorso è stato elemento di distruzione delle risorse pubbliche, non solo nel senso di risorse economiche, ma anche di risorse professionali. L'esperienza del "5754" della Città di Torino, "ricca" di ben sei ambulanze attrezzate - si fa per dire, perché in realtà non sono specificamente attrezzate ci insegna come si voglia ampliare a dismisura lo spazio ai privati. Distruzione quindi delle risorse economiche e professionali che si erano create attorno a questa centrale operativa. Si è voluto che questa centrale operativa venisse trasferita nel Comune di Grugliasco e, per questo, all'USSL n. 24 di Grugliasco sono stati erogati 500 milioni per la predisposizione dei locali, ma - guarda caso! - non avevano più soldi per gli arredi che sono stati trasferiti da Via Consolata alla suddetta USSL. attraverso un atto, oserei dire, quanto meno omissorio perché non c'è stato nessun atto formale di attribuzione; questo probabilmente è un piccolo esempio. Si risparmia nella dotazione di risorse di un servizio pubblico, però si erogano miliardi ad una struttura privata miliardi che vengono erogati a pie' di lista, tant'è che il 70% è già stato versato.
Sostanzialmente si pretende, da parte di chi gestisce questa struttura che i responsabili del Servizio, che dovrebbero firmare le deliberazioni di pagamento, debbano esercitare un controllo sul contenuto delle funzioni svolte. Mi domando se nel passato sia sempre stato così, se siano state esercitate obiezioni di merito sulle attività svolte e quale efficacia ed efficienza quei servizi abbiano potuto garantire. Di questo l'Assessore non ci ha detto parola.
Parlavo prima della professionalizzazione: gli operatori del "5754" stanno quasi tutti chiedendo il rientro all'USSL di provenienza. Perché? Quello che sta accadendo è che gli operatori dipendenti del Consorzio si stanno facendo largo, nel senso che vogliono aumentare gli spazi di un'attività professionale che, evidentemente, è fonte di arricchimento.
Le obiezioni che gli operatori dipendenti fanno sull'opportunità di certi interventi dell'ambulanza, sono osservazioni di cui bisognerebbe tenere seriamente conto; questi operatori affermano che i soccorsi vengono fatti con elicottero anche quando potrebbero essere fatti con altro tipo di mezzo a terra.
E' quindi una vicenda che richiede un grosso sforzo e una grossa capacità da parte di un'Amministrazione che a mio parere non ha le carte in regola per continuare a gestire questo servizio. Se è vero che il "118" non può essere affidato e gestito da una USSL. ma ci vuole una struttura regionale che governi ed amministri questo sistema, è tuttavia vero che la Regione questi strumenti non li ha ed ha fatto la scelta di far gestire il servizio in convenzione con privati aventi fini di lucro, ed anche con associazioni di volontariato e di prima emergenza, con i risultati che abbiamo visto.
Occorre che le risorse siano concentrate a livello regionale sui servizi che questa struttura si troverà a dover gestire. Mi domando perch benché la legge non lo preveda, il sistema di trasporto in emergenza eliambulanza compresa, debba essere gestito da privato. In realtà potrebbero essere potenziati i servizi pubblici; mi domando perché tanti miliardi vengono erogati al "118", e non una lira si sia trovata per acquistare almeno un'altra ambulanza attrezzata per la Città di Torino.
Mi domando quale professionalità sia riconoscibile negli operatori che gestiscono il sistema attuale. Temo che su questa situazione non ci si intenda a sufficienza.
Credo, pertanto, che la risposta dell'Assessore non possa essere soddisfacente. Ci ha snocciolato un elenco di deliberazioni, ma non ci ha detto che cosa intende fare. E' questa pochezza che ci sconcerta, ma non è solo per questo motivo, bensì per le scelte più generali che non condividiamo sulla gestione della sanità, che abbiamo chiesto e chiediamo ancora le dimissioni della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono stupito che il Presidente Brizio non abbia colto questa circostanza e questa occasione per fare una valutazione politica del momento. Non lo ritengo disdicevole e non credo che l'arroccamento, anche se volessimo ragionare in termini di convenienza politica, sia la linea più giusta. Credo anzi che a volte un po' di autocritica possa arricchire la posizione di ciascun uomo politico, che in questo caso è il capo di un governo regionale.
Dire sostanzialmente che si tratta di una eredità, nel caso dell'Assessore Vetrino, o comunque che non c'è una responsabilità diretta e globale della Giunta, è una posizione debole. Non voglio richiamare la finezza giuridica della responsabilità oggettiva, che il collega Majorino ed altri hanno sottolineato, per non fare una disputa di sottigliezza giuridica; però la responsabilità grossa che c'è, Presidente Brizio, in questa vicenda è che anche in questa occasione ha trionfato la logica dei compartimenti stagni, la logica degli Assessorati feudi, la logica più politica che assessorile di aree di riservato dominio per partiti.
Sono queste le cose che non permettono di affrontare l'emergenza; è questa modalità di governo che è inadeguata a fronteggiare la tragedia della disoccupazione, le difficoltà dell'apparato produttivo, le grandi emergenze ambientali! Con questo tipo di logica non si possono fare i conti con la realtà; questo non è nemmeno un problema di condanna politica e di oggettivizzazione di un limite organizzativo per affrontare le situazioni.
E' chiaro che qualcuno potrebbe dire che, a livello nazionale, a livello romano - per usare il termine che piace a qualche collega leghista - si fa così. Infatti, De Lorenzo nella sua area di riservato dominio ha fatto tutto quello che ha voluto e un altro Ministro l'ha impostata in modo tale per cui un cittadino si stupisce a volte che la sommatoria di tanti Ministeri feudi possano rappresentare una politica e un'unitarietà espressa da un Presidente del Consiglio.
Qui, tra l'altro, c'è un'annotazione da fare. Il collega Zacchera seriamente ha messo insieme i pezzi e ha dimostrato, in fondo, che le posizioni politiche non sempre sono espresse con coerenza dalla pratica quotidiana.
Non sono un esaltatore del libero mercato in assoluto, non credo che il Fondo Monetario Internazionale sia il verbo a cui le varie società compresa quella russa, debbano piegarsi nella loro organizzazione, per penso che un minimo di competizione e di confronto nella società ci debba essere. Qui mi trovo con persone le quali, quando facevo parte del loro partito, si trovavano in posizione più a destra, più neoliberistica, per nella sostanza il confronto del mercato non veniva accettato. Quindi, con questa logica, con questo modo di operare, Presidente Brizio, lei non pu andare avanti a fronteggiare le emergenze. Come si dice in piemontese pu fare dei "papin" alle emergenze, può mettere delle toppe, ma non può fare qualcosa, perché ogni scatola si muove magari perdendo il 90% del tempo nella gestione degli atti dovuti, il 10% del tempo alle cose di grande rilievo, di profilo alto, e lei è impedito nel poter dare unitarietà ed esprimere forza a quella che potrebbe derivare da un governo regionale.
Quindi questa Giunta, che tra l'altro è nata con le aree di riservato dominio stabilite nel 1990, in un'epoca ormai dei dinosauri, dovrebbe appunto, far sparire quelle aree e liberare energie alla forza di governo.
Occorre trarre le conseguenze. Io credo occorra un riadeguamento visibile, forte del governo regionale, un governo che, al limite, possa anche non avere i numeri, ma abbia un consenso attorno alla grande emergenza che sta scegliendo di essere campo primario del suo intervento.
Un arroccamento è, in questo momento, sbagliato per gli interessi generali della nostra comunità; non è per una ripicca o un favore ad un partito o ad un altro o per una posizione personale: è una posizione riduttiva, fortemente compromettente di quelli che sono gli interessi generali. Fors'anche rischia di portare acqua al mulino del partito che c'è in Parlamento, quello del "voto nel 2000", cioè a quel famoso partito che adesso vuole, a fronte del desiderio di "nuovo" che ha la comunità italiana, offrire sul vassoio le elezioni regionali e comunali nella primavera dell'anno prossimo.
Quindi, con questo arroccamento, lei sta lavorando anche per quel partito che vuole una rapida - in Parlamento, se è così, la fanno in tre giorni - legge elettorale regionale. Macché lavorare per riadeguare il ruolo delle Regioni! Si va alle elezioni in primavera per le Regioni e per quanto riguarda il Parlamento - come dico, c'è il partito del voto nel 2000 si vedrà poi.
Occorre cogliere questa brutta e drammatica vicenda agli occhi della comunità - io la definirei proprio drammatica per l'immagine della Regione per dare un colpo d'ala, Presidente Brizio, per fare qualcosa che dimostri all'esterno che c'è una riconfigurazione del modo di governare forte, che capisce le emergenze. Facendo finta di niente per arrivare questa sera a votare gli ordini del giorno, facendo ancora quadrato sui numeri, non credo si faccia un buon servizio al Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Colleghi e colleghe, è ormai drammaticamente ciclica l'occasione che viene data a questo Consiglio regionale di discutere su gravi fatti di corruzione e di concussione politica che emergono mano a mano che le inchieste sui molti filoni che la Magistratura ha aperto e sui quali sta indagando vanno avanti. Puntualmente noi siamo qui a chiedere le dimissioni di un governo che sta collezionando numerosissimi motivi di sfiducia politica.
Emergono di volta in volta protagonisti nuovi oppure se ne riaffacciano altri in una preoccupante continuità. Tutto questo porta a delle spallate tremende che vengono date non soltanto a questa Giunta e a questo Consiglio crediamo - ma all'istituzione Regione, che nel comune sentire dei cittadini è sempre più associata al degrado della politica che parte dal Parlamento, da quel Parlamento degli inquisiti che nonostante tutto sono ancora legati alle loro poltrone. Ed è ormai arrivato da parecchio tempo anche in quest'aula.
Il disagio di chi come noi interpreta in una maniera nuova e diversa il modo di fare politica cresce ogni giorno di più. E' questo disagio il soggetto che oggi è al centro della nostra attenzione in quest'aula e che dovrebbe portarci a fare delle riflessioni sul nostro presente e sul nostro futuro. Non ci si può sottrarre alle responsabilità etiche e morali prima ancora che penali che vanno via via emergendo.
Come in altri casi, la risposta che ci attendiamo non è né può essere quella meramente tecnica e dunque, sotto questo profilo, dobbiamo dire che la comunicazione di stamane della Giunta non ci soddisfa affatto. Né la responsabilità può essere, come in altre occasioni, scaricata unicamente sulle spalle di un Assessore, come se in un settore così importante, così nodale per la vita della nostra Regione com'è la sanità, la Giunta possa procedere a compartimenti stagni. La Giunta ha responsabilità collegiali il Presidente ha il dovere politico di vigilare sugli atti della Giunta avrebbe dovuto vigilare. Certo, comprendiamo umanamente la sua amarezza e il suo disagio; rispettiamo l'uomo, ma non possiamo assolvere il Presidente della Giunta.
Né possiamo condividere l'analisi dei partiti che sostengono questa Giunta e che in queste settimane, davanti ai tentativi diversi messi in atto per uscire da questo stato ormai pressoché cronico di crisi continuano a negarla, invocando i numeri del governo e contrapponendo a questi numeri quelli inferiori delle opposizioni presenti in quest'aula.
Certo, può anche essere che la crisi non sia nei numeri, anzi questo è un dato certo. Ma altrettanto certamente la crisi della maggioranza è nell'immagine politica che dà di se stessa e dell'istituzione regionale che sta trascinando in una spirale di preoccupante delegittimazione etica e morale non meno grave di quella che potrebbe venire con la mancanza di numeri.
Questa delegittimazione, a ben vedere, sta anche nel fatto - noi crediamo non trascurabile - che i numeri che reggono questa maggioranza fanno riferimento nel computo a Consiglieri rei confessi. Davanti a questi fatti, crediamo sia indifferibile una responsabilizzazione di questo Consiglio nella sua totalità. L'unica strada che ci è sembrata e ci sembra percorribile è quella di una Giunta istituzionale - lo abbiamo detto in questi giorni - capace di condurre il Piemonte sino al momento in cui vigente una nuova legge elettorale per le Regioni, si dovrà andare subito a nuove elezioni.
E la proposta che abbiamo sottoscritto insieme ai colleghi del PDS e di Rifondazione Comunista non può non partire, a nostro giudizio, da un azzeramento totale dell'attuale governo, dell'attuale Giunta, che ha dimostrato più volte - e questa non sarà probabilmente l'ultima - di non sapere nemmeno vigilare su se stessa. Certo - l'ho già detto prima - non abbiamo i numeri, ed è proprio per questo che la proposta che viene dai Gruppi della sinistra è rivolta all'attenzione di tutti i colleghi compresi quelli della maggioranza, che vogliamo sperare siano mossi davvero da quella "consapevolezza pronta e coraggiosa - come leggiamo nel comunicato del Gruppo democratico-cristiano con cui si è risposto alla nostra iniziativa affinché - cito ancora - anche gli elementi di inquietudine presenti fra le proprie forze possano essere tempestivamente rimossi e gli elementi di novità rapidamente affermati".
Solo in questa direzione - voglio prendere la parte che ci è più vicina di questo comunicato - quindi, prestando attenzione agli elementi di novità che sono pure emersi in quest'aula di Consiglio regionale e non soltanto da parte nostra, possiamo aprire - io credo - qualche prospettiva per questo Consiglio regionale, sottraendo l'istituzione che rappresentiamo da ulteriori avventure che non farebbero altro che aggiungere fango a fango.
L'elisoccorso è purtroppo soltanto uno degli episodi che anche nella nostra Regione hanno contrappuntato una stagione triste e drammatica della storia politica nazionale. Probabilmente non sarà nemmeno l'ultimo, altri ne emergeranno, ma io credo che non possiamo permetterci il lusso di attendere che il lavoro delle Procure di mezza Italia sulle inchieste di Tangentopoli giungano a conclusione.
Dobbiamo dare, da subito, un segnale forte di inversione di tendenza cominciando la stagione delle pulizie. A casa i corrotti e i corruttori che non possono più rappresentare la collettività e gli interessi della comunità, quando è stato dimostrato il loro agire per fini di parte e a danno della collettività oppure quando sono state confessate le loro responsabilità.
Non ci sembra fuori luogo associare alla richiesta di dimissioni della Giunta, affinché responsabilmente venga aperta una nuova fase istituzionale, anche quella dei colleghi sulle cui responsabilità non vi sono più ombre legittime di dubbio.
Qui non si tratta più di salvare i Partiti o i Gruppi politici; oggi dobbiamo anteporre ad ogni interesse di parte l'interesse superiore di questa istituzione che senza atti di trasparente responsabilità rischia di naufragare trascinando con sé un tipo di organizzazione decentrata del nostro Stato che ci sembra invece valga ancora la pena di essere salvata in questo momento di desiderio di un "nuovo" dall'incerta prospettiva.
Da lei, signor Presidente della Giunta, di cui - lo ribadiamo comprendiamo sino in fondo l'amarezza e il disagio personali, ci attendiamo a questo punto uno scatto di orgoglio. Abbiamo compreso, anche se non condiviso, l'atteggiamento che nelle precedenti occasioni l'hanno indotta ad assumersi le responsabilità di tutta la Giunta e a resistere al suo posto, nel suo incarico.
Francamente ci sembra che persistere in quell'atteggiamento, fino ad entrare in un ruolo patetico di parafulmine, non sia oggi più opportuno. N può servire a ridare credibilità ad un governo che da tempo questa credibilità ormai l'ha persa.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Chiezzi. Successivamente sono previsti otto interventi più un'eventuale aggiunta di elementi da parte della Giunta, per cui propongo che dopo l'intervento del Consigliere Chiezzi vengano sospesi i lavori.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, ringrazio il collega Zacchera per il lavoro che ha svolto: preciso, puntuale, purtroppo inascoltato da chi governava.
Questo lavoro, svolto dal Consigliere Zacchera, ha messo in luce la superficialità, l'incuria, direi - caro Brizio - l'incoscienza, intesa proprio nella non-coscienza con la quale avete governato. Il governo ha risposto alle richieste puntuali di un Consigliere di opposizione in modo evasivo e spesso fuorviante come nella lettera che ha citato sui soci del consorzio. Come si fa a rispondere ad un Consigliere in questo modo omettendo i soci principali e mettendo in luce i soci secondari? Il Consigliere Zacchera ha illustrato la propria azione come oppositore, tesa a ventilare ipotesi di costi esagerati in spese che voi stavate effettuando e chiedendo a voi il conto di tutto questo. Non ottenendo tutto ciò, il Consigliere Zacchera si rivolge alla Magistratura.
Adesso si pone in quest'aula un problema difficile e spinoso: se il Consigliere Zacchera ha ragione, non solo secondo un largo senso politico ma fino in fondo, siamo nella situazione in cui un Consigliere - uno di noi ha avvertito la Giunta che stava spendendo male e troppo, ma la Giunta è rimasta inattiva. Noi abbiamo udito che tutto ciò è accaduto, quindi se il Consigliere Zacchera ha ragione fino in fondo, vuol dire che la Giunta nonostante sia stata avvertita, ha speso male e troppo. Quando si spende male e si spende troppo, bisogna accertare se si è speso male e si è speso troppo. Dato che in quest'aula è venuta chiara e netta una denuncia in questo senso da parte del collega Zacchera, penso - e chiedo che ci sia un accertamento della congruità della spesa da parte della Corte dei Conti che verifichi se quanto detto da Zacchera sia vero fino in fondo. Se fosse vero fino in fondo, dato che si spendevano L. 11,8 miliardi all'anno per un servizio che oggi - dati dell'Assessore Vetrino potrebbe forse costare quasi 2 miliardi in meno, dovremmo, se vogliamo fare il nostro dovere fino in fondo, di fronte anche all'immobilità amministrativa e politica di questa Giunta, chiedere che questo passo venga fatto, perché non si pu ulteriormente tollerare una situazione nella quale dopo aver avvertito ed informato la Giunta di atti amministrativamente scorretti, la Giunta è rimasta inerte e in conseguenza di questi atti si scopre che tangenti rilevanti dell'ordine di grandezza del "troppo speso" sono state erogate.
Rimanere come forza di opposizione nell'ambito di un dibattito privo di conseguenze amministrative credo sia troppo poco.
Devo anche aggiungere che sono altro che amareggiato, sono attonito di fronte ad un'ipotesi che mai avrei fatto, caro Brizio, mai! Che si potesse anche rubare sull'elisoccorso! Io vi devo dire, colleghi, che quando vidi questa iniziativa del collega Zacchera (essendo in pochi nel mio Gruppo quando vedo iniziative di altri colleghi a volte le replico per poter intervenire) ero incredulo di fronte alla possibilità che un amministratore pubblico rubasse anche su questo, perché è moralmente abietto! Nella questione non avevo seguito il collega Zacchera perché mi sembrava incredibile, ma evidentemente quello che fino a pochi mesi fa era incredibile (rubare sui malati, sull'AIDS, sui soccorsi!) purtroppo si è verificato e quindi non bisognava pensare come ho fatto io, cioè che ci fosse un fondo morale oltre il quale si potesse non andare. No, si va anche oltre quel fondo morale! E non era vile Zacchera, era vile quell'altro che ci menava per il naso fino in fondo! Questi sono i fatti. E questi fatti, Presidente Brizio, sono di una pesantezza tale che la sua reazione, a questo punto, dovrebbe emergere! Lasciamo stare i nostri colleghi sentiti dalla Magistratura, qualcuno è stato sentito e va bene. Qualche settore della Regione è stato indagato lasciamo stare anche questo, pazienza. Alcuni colleghi sono stati avvisati lasciamoli stare, accantoniamo tutto ciò, se la vedranno con la Giustizia.
Noi però abbiamo i rei confessi, che sono stipendiati dalla collettività a tutt'oggi! La collettività sta pagando due rei confessi per fare il Consigliere regionale e i due rei confessi intascano i soldi e non fanno i Consiglieri regionali, non si presentano in aula, non firmano! Ma c'è di più, e questo riguarda lei, Presidente Brizio, così tranquillo e sereno. Questi rei confessi sono vivi in quest'aula per sua responsabilità, perché lei, Presidente, così tranquillo, regge la sua maggioranza con i due voti dei rei confessi in ogni Commissione. Come fa ad essere così tranquillo, quando vive - e le Commissioni non funzionerebbero senza quei due voti su quei due voti? E come fa, Presidente, a non chiedere perlomeno di rimanere al suo posto solo in presenza di voti puliti? Ma due voti sono sporchi per ammissione, e lei, Presidente, continua ad accettarli quei due voti! No, non può essere sereno, Presidente! Dal fatto che i due Assessori non siedano in Consiglio regionale non ne deriva che lei quei voti non li utilizzi: quei voti le servono e le sono politicamente graditi! Questo è un nodo che lei deve sciogliere; può darsi non ci abbia mai pensato: glielo ricordo io, adesso. Lei tutti i giorni fonda la sua azione grazie alla possibilità di disporre di questi due voti. Rifiuti tali voti a livello di maggioranza, faccia almeno questo; quando il collega Rossa si alza e "fa" otto voti, dica: "Rimango Presidente, ma voglio voti puliti in Commissione". Ma quegli otto voti fanno 31; le Commissioni funzionano perché quando Rossa alza la mano la alzano con lui anche Maccari e Croso! C'è quindi un problema del collega Rossa, che è un tipo di problema, ma c'è anche un "problema Brizio", che non può dire: "Sono sereno".
Tutt'altro! Recida, Presidente, il suo legame con due rei confessi; legame che ha adesso, e tutti i giorni.
C'è poi un altro problema, Presidente Brizio: questo vecchio sistema di potere, di gestione della Giunta, è uno degli elementi, degli scogli che hanno costituito il disastro; lo scoglio di una Giunta che collegiale non è, di Assessori che collegiali non possono essere e di ambiti di Assessorato i quali "oculos habent et non videbunt" (si può guardare, ma non vedere). Questo perché nel vecchio sistema di potere era così, e l'Assessore era lì, talvolta come marionetta animata da boss di partito per far delle cose sulle quali non bisognava troppo guardare: se si guardava troppo si mandava in crisi una Giunta. Logiche vecchie, oggi inaccettabili; logiche che hanno portato l'elisoccorso, i lettori ottici e tutte le vicende che conosciamo, in cui lei non poteva guardare, e non guardava, perché si faceva così.
Recidere questa esperienza vuol dire anche lavorare per la costruzione comunque sia, di un governo che non abbia più queste parvenze, queste caratteristiche.
La crisi non sarebbe al buio, Presidente. La crisi vuol essere messa al buio dai colleghi della maggioranza; ci sono proposte, anche dissimili, che in parte possono diventare concordanti, ma proposte ne sono nate in quest'aula. I tre colleghi di minoranza Cucco, Marino e Tapparo ed altri tre colleghi di maggioranza hanno formato un gruppo di lavoro - non so se chiamarlo così - e si sono rivolti ai colleghi, hanno prodotto documenti sono pronti a far qualcosa. Le sinistre hanno iniziato un lavoro analogo in parte differenziato su alcuni punti: non siamo tutti al buio.
Solo che per fare chiarezza ci vogliono due cose. Primo: il governo se ne vada, perché non vuole più avere tra i piedi i voti sporchi; secondo: nell'ambito della sinistra posso dire che questa nostra iniziativa va avanti, ma un'altra cosa che si richiede è: "Che fanno i compagni socialisti"? "Perché i compagni socialisti non sono in quel documento"? Come si fa a considerare un Gruppo politico che da mesi e mesi, di fronte a rei confessi nel proprio Gruppo, tace? Ma che razza di interlocutori pensate di poter essere per la sinistra? Nessun interlocutore, caro Rossa! O il Gruppo socialista si alza e non "si rammarica", ma chiede che dal Gruppo non vengano più rese presentabili quelle due persone; oppure il discorso non si può nemmeno iniziare. Nei documenti che facciamo a sinistra ci rivolgiamo genericamente, ma dove sta questo passo a sinistra? Quando mai è stato fatto? Fate questo passo politicamente, parlando ai Gruppi. Ma non c'è ne l'una nè l'altra cosa; c'è solo la Magistratura, che lavora e macina, macina, macina.
Presidente, il pendolo ha due posizioni di equilibrio: una di equilibrio stabile, quando la massa è verso il basso, ma ha anche un'altra posizione di equilibrio, quando la massa è verso l'alto: posizione di equilibrio instabile. Lei, Presidente, sta lassù: basta un soffio e il pendolo cade; prima che ciò accada, e in relazione a quanto anche lei ha udito - e forse non sapeva - dell'iniziativa del Consigliere Zacchera tempestivamente presa, io penso reputandola oltre ogni limite di ragione una persona conscia e personalmente libera...



(Interruzione dai banchi della Giunta)



CHIEZZI Giuseppe

Spero che anche la razionalità abbia un proprio posticino; anzi spererei che avesse il posto di riguardo alla tavola della politica.
Spero che anche in considerazione delle cose dette qui, oggi, la sua posizione faccia chiarezza, ed anche pulizia, uscendo da questa vicenda: forse è troppo tardi per una soluzione politica, ma se ne esca almeno prima che accada l'irreparabile.



PRESIDENTE

I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,45)



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