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Dettaglio seduta n.248 del 29/07/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bortolin, Coppo, Croso, Dameri Grosso, Maccari e Sartoris.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Variazioni di bilancio

Esame progetti di legge n. 376, n. 381, n. 387, n. 373 e n. 388 relativi alla manovra finanziaria - Votazione ordine del giorno inerente il non passaggio all'esame degli articoli del progetto di legge n. 381 e ordine del giorno inerente la richiesta di rinvio alla I Commissione del testo del progetto di legge medesimo (seguito)


PRESIDENTE

Era stato convenuto di anticipare l'esame del progetto di legge n. 381: "Determinazione della misura dell'addizionale all'imposta di consumo sul gas metano ed istituzione dell'imposta regionale sulla benzina", di cui al punto 13) all'o.d.g.
La discussione di carattere generale sui provvedimenti è stata fatta.
Mi è stato consegnato, e l'ho già comunicato all'Assessore, un ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli del progetto di legge n.
381, firmato dai Consiglieri Marengo, Chiezzi e Giuliano.
La parola al Consigliere Marengo.
MARENGO Grazie, Presidente, colleghi Consiglieri, due fatti nuovi, due ragioni politiche ci hanno portato a presentare quest'ordine del giorno per non procedere all'esame degli articoli del progetto di legge n. 381 riguardante le addizionali, presentato dalla Giunta.
La prima ragione è di ordine politico generale, e la seconda specifica riguardante il merito del progetto di legge.
La prima ragione politica di ordine generale è che, dopo il dibattito di ieri sulle tre leggi che riguardano il bilancio e sul bilancio di assestamento, questa Giunta e questa maggioranza, se già prima non aveva, o aveva scarsa autorevolezza per governare, da ieri non ha più alcuna autorevolezza. Tanto più credo che una maggioranza ormai inesistente, non possa fare pagare ulteriori tasse ai cittadini piemontesi.
E' già sbagliato in sè il provvedimento, ma tanto meno può pretendere questo una Giunta che davvero non ha più alcuna legittimazione, neanche in questo Consiglio. Non c'è più solo un fatto di legittimazione esterna, di rispondenza alla realtà e all'evoluzione politica che c'è stata all'esterno: non l'ha più neanche in questo Consiglio.
Abbiamo sentito tutti ieri gli interventi dei Consiglieri Tapparo e Ferrara, due membri della maggioranza che escono dalla maggioranza stessa.
Questa Giunta non ha più i numeri per una maggioranza vera, cioè una maggioranza qualificata, di 31 voti; i voti si sono ormai ridotti a 29, a meno che non si vogliano togliere le pregiudiziali che la Magistratura ha posto su due Consiglieri, per farli venire a votare. Non avete più i voti.
Il Presidente Brizio ha ripetuto più volte, e l'ha ripetuto ieri, che per spirito di servizio, per dovere, per responsabilità verso il Piemonte continuerà a svolgere questo gravoso incarico di Presidente della Giunta oltre a commettere un peccato di presunzione quando lei dice queste cose.
Il peccato di presunzione credo consista nell'accollarsi una responsabilità, nel sentirsi una responsabilità per la quale non ci sono più le condizioni. Non ci sono più le condizioni politiche da molto tempo ma oggi non ci sono più neanche le condizioni numeriche.
Non voglio usare parole forti, ma credo che siamo davvero di fronte ad una questione democratica. Non c'è mai stato, in nessun Paese al mondo, e neanche nel nostro, un Governo che, di fronte all'uscita dalla maggioranza di alcuni componenti, non ne abbia tratto le conclusioni, rassegnando le dimissioni, anche quando questo non aveva direttamente un'incidenza numerica. Immaginiamoci quando questo ha anche un'incidenza numerica, che fa venir meno la maggioranza necessaria per poter governare, cioè i 31 voti.
Davvero questo è uno stravolgimento delle regole democratiche istituzionali, Presidente Brizio. Per questo credo che non si possa giustificare la vostra azione con il senso di responsabilità, perché la responsabilità primaria consiste nel prendere atto della situazione e nel portare avanti un corretto gioco democratico. La maggioranza non c'è più se ne traggano le conclusioni, perché non c'è più n' sul piano politico n' su quello numerico.
Non è mai successo in Italia un fatto di questo genere. Neanche i più accaniti, neanche i più attaccati al potere in questo Paese, a cominciare dal Presidente del Consiglio, non hanno dato le dimissioni quando è venuto a mancare, non in termini numerici, ma in termini politici, l'appoggio di una parte della maggioranza.
Non è mai successo che un Governo sia rimasto al suo posto quando anche solo un piccolo partito l'aveva abbandonato. Ne ha tratto immediatamente le conclusioni, perché questa è la democrazia, queste sono le regole democratiche. Qui siamo veramente di fronte allo stravolgimento di queste regole.
Una Giunta così non può far pagare nuove tasse ai piemontesi, contro la volontà di tutte le forze sociali consultate. Tutte le forze sociali venute alla consultazione, da CGIL-CISL-UIL alle Associazioni artigiane, alla Coltivatori diretti, si sono dette contrarie a questo bilancio e a questi provvedimenti. Ci sono i documenti della consultazione che parlano per questo: basta esaminarli. Questa Giunta è contro tutto e tutti.
Peraltro, l'unica associazione che nella consultazione si era detta perlomeno perplessa è stata la Federpiemonte. Ma il Presidente della Federpiemonte, Pichetto - ho avuto la lettera come credo gli altri Capigruppo - ha fatto unicamente un atto politico di sostegno a questa Giunta, non è entrato nel merito delle questioni di bilancio. C'era una grande diversità tra la lettera scritta dal signor Pichetto ai Capigruppo (quasi una sorta di ricatto politico) e le cose che hanno scritto sui giornali in merito a quella lettera, dove sembrava entrasse nel merito del bilancio dicendo e indicando per quali motivi. Nella lettera non esisteva nulla di tutto ciò: era unicamente un atto politico nei confronti dei Capigruppo, perché ci fosse un sostegno a questa Giunta e al bilancio.
Questa è la situazione politica, questo è il rapporto con le forze sociali che questa maggioranza e questa Giunta sono riusciti a determinare.
Per questo - ripeto non si può procedere all'esame dell'articolato, di fronte a ragioni politiche generali del tipo che ho descritto.
C'è poi una seconda ragione più specifica, più di merito, che dice, in termini concreti, quale sia la confusione, lo stato di caos che c'è nella Giunta e nella maggioranza. In Commissione abbiamo discusso di un testo di legge, che è andato alla consultazione che richiamavo prima. Ieri, questo testo di legge è stato completamente cambiato: siamo di fronte ad una nuova legge. Ripeto: in Commissione e alla consultazione è andato un certo testo ieri, sono stati presentati emendamenti che hanno completamente cambiato il disegno di legge e siamo di fronte ad una nuova legge.
Nella prima stesura, infatti, era prevista solo la tassazione sul gas metano per uso domestico e civile ed era escluso quello per uso industriale; la Giunta, però, si era dimenticata che un decreto legge del gennaio 1993, tramutato in legge a marzo 1993, imponeva la tassazione su tutti gli usi di gas metano ed indicava determinate caratteristiche e criteri, per cui ieri si è dovuta cambiare la legge. Siamo davvero di fronte ad uno stato confusionale della Giunta, che credo si commenti da solo rispetto alla concretezza di questo.
Peraltro - e questa è un'ulteriore conferma di un brevissimo ragionamento che voglio fare tra un secondo - una legge nazionale che impone quale tipo di tasse e con quale tipo di caratteristiche, con quali criteri vanno applicate... Altro che la demagogia delle leggi per chiedere la detassazione! Tutto ciò cercando di prendere in giro i piemontesi, non solo con una legge che è diversa da quella che è andata alla consultazione ma anche cercando di far credere che per ora mettiamo le tasse, ma poi chiediamo al Governo di abolirle! Con la demagogia più pura, come se qualcuno credesse, innanzitutto da parte di chi le ha proposte, che questo sia possibile! Non sarebbe forse più forte una battaglia per una vera autonomia impositiva, non introducendo nuove tasse, ma pretendendo nei confronti dello Stato centrale che davvero si vada in questa direzione? Credo proprio di sì. Se fossimo capaci di fare questo, probabilmente si riuscirebbe a trovare un consenso più largo in questo Consiglio, ma soprattutto su un'impostazione di questo tipo troveremmo un consenso più largo tra le forze sociali e soprattutto nei confronti dei cittadini piemontesi.
Queste sono le ragioni per le quali abbiamo presentato quest'ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli del progetto di legge n.
381.



PRESIDENTE

Come sapete, su quest'ordine del giorno può intervenire un oratore per Gruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.
MAJORINO Presidente, nel venire stamane a Palazzo Lascaris ero convinto di sentire in apertura di seduta una comunicazione del Presidente della Giunta, che commentasse in senso politico e prendesse posizione sui due fatti nuovi verificatesi ieri in quest'aula; fatti nuovi e noti che sono l'uscita dalla maggioranza del Consigliere Tapparo ed anche l'uscita dal Gruppo socialista, secondo partner di maggioranza, che si vede quindi ridotto di un terzo membro effettivo (il Consigliere Tapparo e i due precedenti Consiglieri per le note ragioni). Inoltre, il discorso e l'atteggiamento del Consigliere Ferrara è stato - come ricordiamo tutti un chiaro, fermo e deciso discorso di opposizione, anche se fino a questo momento non ne ha ancora tratto le formali ma ineluttabili conseguenze che penso verranno tratte per un minimo di coerenza. Era un discorso che poteva benissimo provenire dai nostri banchi, ma anche da altri di opposizione.
Pensavo che questa comunicazione, Presidente Brizio, fosse doverosa anche ai fini di chiarirci se lei ritenesse di trarre certe conseguenze cioè a dire le dimissioni della Giunta. Questo non per ripetere sempre il solito motivo, ma perché effettivamente quello che si è verificato ieri non è stato un fatto di basso rilievo. Ripeto, reputavo doverosa questa comunicazione da parte del Presidente affinché ci dicesse se riteneva di trarre queste - a nostro avviso doverose - conseguenze oppure ci spiegasse le motivazioni per le quali, nonostante la sua maggioranza fosse scesa a 29 voti sulla carta - e questo ormai è un fatto indubitabile riteneva di poter rimanere al governo della Regione Piemonte.
La questione dei 29 voti sulla carta non è solo un gioco di numeri o di parole o un arzigogolare. Penso che un fatto così importante come la manovra finanziaria, che è stata da voi prospettata come di grosso rilievo incisiva ed accompagnata per di più dall'istituzione delle note addizionali, avrebbe dovuto essere votato dalla maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati. Quella stessa maggioranza assoluta che il nostro Statuto, il nostro Regolamento richiedono per l'elezione del Presidente della Giunta. So bene che in base al Regolamento, formalmente (lo sappiamo tutti) possono bastare anche i 29 voti, seppur ci saranno; però, di fronte alla grossa rilevanza dei provvedimenti, si doveva tener conto di questo fatto e trarre le conseguenze della necessità politica, se non regolamentare, dei 31 voti.
Per questa ragione esprimo la nostra profonda delusione politica e invito il Presidente a spiegarci, se lo ritiene - noi lo riteniamo cosa doverosa - che cosa ne pensa dei fatti politici verificatisi ieri e che sono sotto gli occhi di tutti.
Nel merito vero e proprio, anche noi concordiamo nel non passaggio all'articolato, non solo per le ragioni che sono state dette, cioè che attraverso un emendamento si cambia la base imponibile, non è un emendamento di secondario rilievo. Ma ammesso e superato tutto quanto detto sul piano politico, sul piano strettamente legislativo abbiamo notato che c'è un emendamento proposto dalla stessa Giunta con il quale si dice che per quanto riguarda l'accertamento, le sanzioni e il versamento di questa tassa, le modalità essenziali verranno trattate in un secondo tempo con un diverso provvedimento legislativo.
Potremmo anche limitare il discorso del non passaggio all'articolato a questo nuovo emendamento, non perché sull'emendamento non ci si possa o non ci si sappia collocare, ma perché dice che con un futuro provvedimento di legge si provvederà a queste incombenze essenziali.
Noi riteniamo che anche le questioni relative all'accertamento, al versamento e alle sanzioni di queste nuove tassazioni vadano trattate contestualmente all'istituzione della tassa, anche perché la tassa secondo la proposta del disegno di legge entrerà in vigore l'1 gennaio 1994 e quindi c'è tutto il tempo per accorpare i provvedimenti di legge. Se verrà approvata, la nuova tassa verrebbe istituita senza le modalità, che la accompagnano, di accertamento, sanzione e riscossione. Mi pare che anche questo aspetto meramente tecnico possa assumere sul piano della correttezza legislativa un suo peso, per cui non possiamo che associarci alla richiesta fatta da altro Gruppo di opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, Presidente Brizio vogliamo parlare di rispetto delle istituzioni e delle regole della democrazia, se interessa ancora a questa Giunta? Una maggioranza è un progetto politico; le maggioranze non possono essere misurate all'istante o come fa "La Stampa" nell'articolo di oggi dicendo: "29 voti di maggioranza, tanti bastano".
Questo può scriverlo "La Stampa" per dare una mano ad una Giunta morente, ma sappiamo benissimo che così non è: una maggioranza è tale in quanto governa e in quanto presenta, elabora e poi fa approvare i bilanci.
Per approvare il bilancio ci vogliono 31 voti! Il bilancio preventivo per il 1994 bisogna approvarlo con la maggioranza del Consiglio regionale.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Nossignore! CHIEZZI Questo lo dici tu.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale No, lo dice il Regolamento.
CHIEZZI Lo dice il Regolamento, ma la politica dice che una maggioranza governa se ha i numeri per governare! BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Ma se avete fatto delle maggioranze di 30! CHIEZZI Della politica ve ne potete infischiare e potete dire che governate in minoranza, tanto siete legati alle vostre poltrone! Ma la maggioranza con la quale avete governato finora non esiste più e voi non ne prendete atto! A voi basta star seduti su quelle poltrone e siete contenti, con la benedizione di Pichetto e della stampa! Questa Giunta è nata su una maggioranza che non c'è più. In politica e nelle istituzioni, sempre se c'è rispetto delle regole democratiche bisogna prendere atto di questo fatto politico. Non potete non prendere atto che la vostra maggioranza non esiste più e la presa d'atto in politica e nelle istituzioni vuol dire rassegnare le dimissioni, perch un'esperienza si è conclusa. Poi, se ci saranno le forze, se ne inizierà un'altra; se non ci saranno, si andrà alle elezioni. Ma voi vi rifiutate di prendere atto della modificazione avvenuta nei rapporti politici in Consiglio e questo lo ritengo un disprezzo delle istituzioni.
Gli interventi dei Consiglieri Tapparo e Ferrara e in altro modo quello del Consigliere Goglio (che ha detto che tutto va bene perché i patti vanno rispettati, ma non tutto può andar bene così com'è anche per il futuro) segnano un fatto politico: voi vi rifiutate di discutere di politica in quest'aula e di assumere le responsabilità conseguenti.
Questo è un fatto inaudito e forse mai accaduto! Non parliamo degli arresti, perché non mi risulta che abbiate tanti esempi di Giunte che non si sono dimesse per dignità e correttezza dopo l'arresto di un proprio componente. Quando è successo alle Giunte di sinistra, le Giunte si sono dimesse e si è riformato qualcosa di nuovo, ma si è interrotto un processo politico in presenza di arresti. Voi vi siete rifiutati di fare questo! Per questo motivo occorrerebbe che un atto di correttezza e di dignità segnasse l'attività di questa Giunta, ma così non è. E voi cosa continuate a voler fare e noi a cercare di impedirvelo? Continuate a voler dire alla gente che necessità vuole che si debbano aumentare le tasse su benzina e metano. Per mesi avete tenuto fermo un progetto di legge che diceva che il metano sarebbe aumentato di 40 lire per usi non industriali e la benzina di 30 lire. Ieri pomeriggio vi siete presentati cambiando le carte in tavola e presentando un nuovo progetto di legge, che dimostra anchéesso che le risorse che intendete incassare con questi progetti di legge sono del tutto fasulle ad oggi, perché nella nuova legge, che voi avete presentato, vi è scritto - udite, udite! che le modalità di accertamento delle risorse che derivano dai consumi, i termini per il versamento delle imposte nelle casse regionali, cioè l'incasso di queste eventuali risorse, le sanzioni, le indennità di mora e gli interessi, verranno disposti con successiva legge regionale! Questa è una legge di carta! Con questa legge, che voi contrabbandate come la legge necessaria per avere risorse, non incassate una lira! Perché nella legge stessa c'è scritto che farete - chissà quando - una legge che spiegherà come fare ad incassare questi soldi. Allora dov'è l'urgenza di tassare con questa legge inutile i cittadini piemontesi e di avviare uno scontro con il Consiglio su questo tema? Le bugie si sprecano, Presidente Brizio, e la stampa vi aiuta con le sue bugie. Oggi c'è un articolo intitolato: "Aumenti di 30 e 40 lire compensati da sgravi fiscali". No, cari cittadini: gli aumenti ci sono mentre gli sgravi fiscali sono velleitarismo demagogico, non ci saranno e n' ci sono oggi! Questa è la disinformazione che vi aiuta a malgovernare! Ma c'è di più: in Commissione la legge presentava un comma, che è stato poi cassato, e che la Giunta si è ripromessa di ripresentare in altra forma. A tuttora non so se è stato depositato un emendamento presso la Presidenza del Consiglio, ma ad oggi non si sa neppure se questo emendamento è stato formulato o meno e si sta parlando di una legge che da questo punto di vista non esiste neppure.
C'è ancora un altro elemento: con questa nuova formulazione di legge non è affatto certo che le industrie non avranno addebiti e aggravi in ordine al costo del metano, perché mentre nella legge precedente erano sicuramente esclusi, in questa legge il mancato aggravio del costo per industrie deriva da quanto farà lo Stato. Se lo Stato, che ha già annunciato una manovra per recuperare 20 o 30 mila miliardi (un'altra manovra!), cambia la tassazione sul gas metano, noi con questa legge metteremo le industrie in grado di pagare di più, quindi non è vero che non cambia nulla nel merito, che le industrie sono al riparo perché per loro vige solo l'aumento di 10 lire: non è affatto vero.
Le due leggi sono differenti: vi siete rifiutati di prendere atto del cambiamento della legge, nella forma e nella sostanza, di prendere atto che è una legge fasulla perché rimanda la sua applicazione ad una successiva legge e continuate a presentarvi in questo Consiglio con questa proposta che non potete sostenere né sul piano politico, né - permettete - sul piano di merito. Non potete proporla oggi, con questa insufficiente forza politica, con questa assenza delle ragioni di governo di cui voi non siete portatori, perché non avete un progetto per il nostro Piemonte; ve lo abbiamo detto non solo noi, ma ve lo hanno detto forze che per questo motivo sono uscite dalla vostra maggioranza.
Voi insistete nello spremere i cittadini già tassati iniquamente per tanti versi dallo Stato, esattamente con lo stesso cinismo e in più con una grande protervia che vi deriva dal fatto di essere screditati.
Potrete far leva sui numeri, se li avrete, per queste manovre; ma sappiate che di fronte alla cittadinanza denunceremo questo vostro comportamento.
Lo denunceremo presso tutte le associazioni che hanno detto di no al bilancio e hanno detto di no alla tassazione, sempre che non riflettiate su quanto vi sta accadendo intorno, sempre che non diventiate capaci di avere una sintonia, di sentire, di vedere e di capire che non è il momento per tirare la corda, ma è il momento semmai di riflettere, di stare con i piedi per terra, di fare le cose utili che si possono fare.
Queste nuove tasse non sono utili, questa è una legge che non serve a niente, che ne presuppone altre. La dignità della politica, se ancora la si vuole considerare un'attività dignitosa, richiederebbe che una maggioranza che non è più tale ne prendesse atto e lasciasse il campo aperto ad altre soluzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, ho chiesto di iscrivermi a parlare per esprimere la posizione del Gruppo socialista, posizione che è contraria alla richiesta di non passaggio all'esame del progetto di legge n. 381, anche perché gli elementi richiamati vanno visti anche dall'altra angolazione, cioè da quella con cui vorrei vederli io rispetto alle posizioni richiamate da coloro che sono intervenuti finora. Non mi piace mai disertare di fronte alle responsabilità: ciascuno si prenda le sue e io mi prendo le mie, come ho fatto fin qui. In lunghi anni di militanza socialista, mi hanno insegnato che bisogna sempre assumersi, fino in fondo, le proprie responsabilità, anche di fronte a problemi che non possono non suscitare come in questo caso in ciascuno di noi - profondo travaglio per le scelte che andiamo a compiere. Non sono scelte che si fanno a cuor leggero: abbiamo cercato di evitarle per almeno un paio di anni. Queste decisioni le avremmo potute prendere anche prima. Se avessimo avuto una maggior carica di garibaldinismo, avremmo potuto farlo anche prima e forse lo avremmo fatto in un momento meno difficile; forse saremmo arrivati prima del Governo, che poi invece ha fatto le scelte che ha fatto. Se avessimo trascurato i problemi della nostra gente, avremmo potuto anche fare queste scelte; invece non le abbiamo fatte, perché avevamo ben presente che bisognava fare ogni sforzo per evitare che la situazione si appesantisse sulla pelle, sulle tasche dei contribuenti piemontesi.
Queste sono le ragioni del travaglio che c'è stato. Confidavamo nella scelta di bilancio a base zero, attraverso il quale tentare di recuperare quanto appariva impossibile. Tuttavia arriviamo a questo punto e ci troviamo di fronte ad una scelta non più rinviabile. E' una scelta che prima di tutto riguarda il modo in cui far funzionare la Regione.
Ieri il collega Marchini ha dato una risposta di carattere istituzionale che mi è piaciuta. Io non penso che lui lo abbia fatto per coinvolgere nelle scelte politiche di una maggioranza un discorso di tipo istituzionale, in questo modo riparandosi dietro ad una matita nel dire che scegliamo "per conto di". Siamo giunti al lumicino, per cui o riusciamo in qualche modo, anche se doloroso e pesante, ad operare una svolta oppure davvero dovremo spegnere i motori - come si dice - e navigare sulla spinta del vento (se c'è il vento giusto, altrimenti si viene ricacciati indietro). Si è detto che questa scelta ci viene sollecitata dalla Federindustriali. Ci sono certo delle contestazioni, ciascuna parte sociale esprime delle posizioni, però credo che se arriveranno - come spero - nuove risorse nelle casse della Regione, queste ci consentiranno di poter investire in qualche settore, per poter dare una risposta ai problemi sicuramente drammatici, che ci saranno nel prossimo autunno. Nella prospettiva di qualche nuova entrata, il prossimo anno potremo indirizzare un po' di risorse in una certa direzione perché avremo qualche entrata.
Credo che questo possa essere un discorso comprensibile anche davanti ai lavoratori e alla gente che si trova a dover pagare, più per il metano che per la benzina. A questo proposito ci furono anche delle polemiche nelle quali sono stato coinvolto anch'io, sostenendo la tesi che la benzina non dico che sia il solito leitmotiv - si può usare o non usare, anche se può essere usata pure per attività di vario tipo, mentre l'uso del metano è quasi obbligato, è più di sopravvivenza. Però, se queste risorse ci possono essere utili, se ci possono servire per indirizzare determinate scelte sarà pesante, sarà duro, sarà qualcosa che naturalmente non faremo a cuor leggero, ma che bisognerà fare. Lo faremo con grande consapevolezza, almeno io lo farò con grande consapevolezza, assumendomi in questa assemblea e davanti alla gente di questo Piemonte tutte le responsabilita, fino in fondo.
So di dire delle cose che pesano, però le dico con questa piena consapevolezza, perché ritengo che non ci siano altre alternative. Proprio ieri, in vista dei discorsi che ormai sono presenti nel nostro rapporto politico, ho detto che si potrebbe immaginare un documento - e mi fa piacere che il Presidente Brizio abbia raccolto quest'ipotesi e lo ringrazio - che nell'interesse della Regione e in vista di quella che pu essere una soluzione politica a livello di governo regionale, riconosca che questa Regione ha bisogno di risorse che in questo momento non ha. Ebbene signori, non ho ricevuto nessuna risposta. E visto che ormai c'è l'abitudine di rivolgersi ai Consiglieri, volevo chiedere loro di sottoscrivere un documento nel quale si riconosca la necessità di aumentare le risorse di questa Regione, rinviando a settembre la decisione di applicare gli aumenti. Il Presidente Brizio ha raccolto questa ipotesi però non è venuta alcuna disponibilità da nessuna parte.
I problemi sono diversi; non c'è solo un problema del quale ci si deve far carico per l'interesse generale, ma c'è un problema per la soluzione del quale si dice: "Ve ne fate carico voi", e intanto discutiamo di quale sarà il Governo. Abbiamo persino detto - e qualcuno l'ha detto a buona ragione che nessun governo può prescindere da quelle che saranno delle decisioni dolorose. Visto che è così, se c'è questa volontà di ricercare delle soluzioni più adeguate (secondo valutazioni complessive, ma anche secondo le mie), nonostante il buon lavoro fatto, credo sia necessario fare uno sforzo ulteriore. Sono d'accordo con il Presidente Brizio, anzi sono d'accordo con molti colleghi anche della maggioranza, circa il fatto che a settembre occorrerà affrontare questi problemi; li affronteremo e chiederemo a ciascuno la propria disponibilità.
Ieri ho anche detto che bisognava verificare le eventuali disponibilità sulla base di un'offerta di tipo trasversale, che finora non è venuta da nessuna parte. A questo proposito, è bene dissipare tutta una serie di cortine fumogene e verificare le soluzioni concrete possibili. Lo potremo fare a settembre, quando questa maggioranza avrà fatto le scelte che mi auguro farà oggi, magari nella notte, altrimenti le faremo domani comunque, queste scelte si faranno e a settembre potremo affrontare questi problemi, verificando chi si sentirà di farlo.
Vorrei inoltre cercare di dare un'interpretazione più ampia del discorso. Discutiamo partendo da posizioni definite: c'è un governo regionale che intende governare, facendosi nel contempo carico dei problemi politici che esistono anche in questa Regione. Verifichiamo dove ci sono le disponibilità. Il problema non è quello di allargare la maggioranza, di apparecchiare un tavolo con più persone, anche perché mi piacerebbe saperlo prima.
Ecco il motivo, Presidente, per cui le voglio dire subito che, se dobbiamo apparecchiare un tavolo con più persone, è bene che tutti assieme ci si lavori sopra e che non ci sia nessuno che pensi, in modo surrettizio di apparecchiare il tavolo per altri. Oggi ci prendiamo delle responsabilità e a settembre, insieme, discuteremo come costruire questo nuovo organigramma. Non si tratta di un allargamento, non chiediamo a nessuno di aggiungersi o di aggiungere qualche posto a tavola. Diciamo che c'è da costruire un discorso.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

Per queste cose, cari amici, abbiamo pagato dei prezzi anche dolorosi.
L'intervento di ieri del collega e compagno Tapparo ha suscitato in noi profonda amarezza. Come Gruppo e come Partito stiamo già vivendo un momento di grande crisi; non è stata quindi cosa di poco conto il dover prendere atto delle dichiarazioni, che comunque già conoscevamo, di Giancarlo Tapparo, che da ieri ufficializzava la sua scelta rispetto al Gruppo e rispetto al Partito socialista, nel quale anche lui ha militato una vita come me e tanti altri compagni e colleghi.
Pur non condividendo le sue scelte, voglio esprimergli la comprensione per il travaglio che sicuramente c'è stato in lui e il profondo rammarico di non avere più nel Gruppo socialista un compagno e un collega come Tapparo. C'è un problema di carattere politico che non bisogna sottovalutare. E' un problema politico che ha il suo peso nel costruire i discorsi, nel fare le cose, perché non possiamo più giovarci del suo apporto. C'è poi anche un problema umano, perché quando si lavora Giancarlo per anni, insieme, come abbiamo lavorato noi, non si può non rappresentare, non sentire anche un rapporto di carattere umano, anche se dovremmo avere la forza di separare la politica dal rapporto umano. La politica ha questo imperativo categorico - per usare le parole dell'on.
Spadolini - ma anche l'affetto, il rapporto umano ha la sua parte, ed è bene che l'abbia, perché ci consente di fare la politica in modo più sportivo e non di dare l'interpretazione data dal teorico della Lega Miglio: "La politica è una pratica mortale". Questo vale per i nazisti, ma non per la gente della democrazia; la gente della democrazia ritiene che la politica sia fatta anche di questi rapporti umani.
Il collega Tapparo ha lasciato il Gruppo, dicendo: "Io resto come indipendente socialista, e spero che come indipendente socialista, in questo arcipelago di socialismo, ci sia la possibilità, un giorno, di costruire delle proposte che ci vedano, come abbiamo sempre aspirato protagonisti di un discorso di rinnovamento e di progresso". Io penso di andare in questa direzione, ma con il Gruppo socialista.
Tu hai pensato di fare una scelta rispettabile, che però non condivido.
Però prendo atto e rilevo questa tua disponibilità a continuare - d'altro canto, non poteva non essere così - il discorso di costruire una grande area socialista, nella quale ci siete anche voi. Non potete esserne fuori dal momento che avete scelto - non potendo fare altro l'Internazionale Socialista (perché quella comunista è scomparsa). Ci siete anche voi; sarà forse un riformismo più forte come quello che dite. Qui ognuno è forte o debole, a seconda.



(Interruzioni)



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

Con queste idee di arroganza, di prepotenza non avete ancora e non hai ancora, tu, in modo particolare, assimilato il concetto dell'umanesimo socialista, che per adesso non conoscete ancora. Avete solo conosciuto quello comunista, che non era un umanesimo, tant'è che è scomparso, è fallito. Dovete rendervi conto che il riferimento vostro non c'è più. Vi è andata bene, perché eravate dalla parte di coloro che hanno perso sul piano storico, sul piano politico e sul piano della strategia. Avete perso, anche se poi.



(Proteste dai banchi del PDS)



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

Moralmente..., ma io sono molto obiettivo.



PRESIDENTE

Lasciate proseguire il Consigliere Rossa, in modo che possa concludere visto che siamo al diciannovesimo minuto.
ROSSA La politica, la storia fanno anche di questi scherzi.



PRESIDENTE

Così qualche collega della stampa si renderà conto che il collega Rossa non viene zittito, ma viene invitato a concludere quando raddoppia il suo tempo.
ROSSA E' come se io non volessi riconoscere - io ero dalla parte di Nenni nel 1948, nel Fronte popolare - che, tutto sommato, aveva ragione Saragat nella scelta compiuta allora. Aveva ragione Saragat, lo riconosco, anche se poi, quando sono stato nel PSIUP, mi pare che non abbiamo votato per Saragat. Ma ciò non è importante. Sono vicende della vita politica, per bisogna anche avere il coraggio di riconoscere le cose che nella storia si sono dimostrate giuste rispetto alle proprie idee contrarie e sarebbe bene che tutti quanti avessimo questo coraggio: sicuramente ci aiuterebbe.
Si è detto che questa maggioranza è screditata, che non ha più diritto di governare. Se analizziamo a fondo la situazione, noi siamo i figli di una storia che, pur essendosi svolta soltanto tre anni fa, cioè quando ci sono state le elezioni del 1990, è ormai trapassata per tutti.
Se dovessimo ragionare in questi termini, qualche ragione potrebbe anche esserci da questa parte, o dalla tua, di sciogliere il Consiglio.
Poiché abbiamo il senso di responsabilità di evitare che al caos si aggiunga altro caos, sono contrario allo scioglimento del Consiglio. Sono a favore di questa maggioranza, che, per me, è accreditata, ha ancora il sostegno delle forze che l'hanno sorretta finora. Ci possono essere dei problemi di persone, come il collega Tapparo, che ha preso una posizione ma che è una sua posizione singola. Ci possono essere problemi relativamente al collega Ferrara, che ha assunto un atteggiamento che preciserà meglio. Però non è venuto ancora meno, in termini di componenti politiche, il sostegno alla maggioranza. Quando ci saranno queste prese di posizione, avrete anche ragione di dire che questo governo non ha più i titoli per governare.
Il Presidente lo ha detto, e anch'io credo che questo governo ne abbia tutti i titoli, abbia ancora la legittimità, quella legittimità che tutti assieme dovremmo difendere per riuscire a governare questo Piemonte, pur nella dialettica tra le posizioni di maggioranza e di opposizione, per farci carico di costruire qualcosa di nuovo, se ne saremo capaci. Adesso si usa dire "traghettare": traghettiamo pure verso quel qualcosa di nuovo che la gente ci domanda, ma facciamolo, guidando questa barca sballottata da molte onde naturali, da attacchi ed agguati veramente agghiaccianti, come quelli che stiamo attraversando. A maggior ragione, ciascuno di noi ha il dovere di restare al proprio posto, di assumere le proprie responsabilità per costruire qualche cosa che, anche in questo Piemonte, riteniamo di dover costruire. Lo possiamo fare alla luce di un concorso che sia il più ampio possibile - è auspicabile da parte mia e da parte del Gruppo socialista - verso la prospettiva di una proposta progressista e riformista, per la quale lavoriamo da sempre e nella quale abbiamo fiducia per costruire un'Italia nuova e più fortemente radicata nella realtà delle grandi masse lavoratrici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.
GIULIANO Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. Non è facile discutere di manovra finanziaria in questo momento. Non so cosa sia successo nelle vostre coscienze; nella mia, nel momento in cui ho saputo che le notti d'Italia erano di nuovo squarciate dalle fiamme delle bombe terroristiche e che nell'aria si tornava a respirare quell'acre odore del tritolo e delle bombe stragiste, è scattata immediata una reazione di solidarietà, di responsabilità istituzionale, di fronte comune contro la barbarie che abbiamo alle porte. Avremmo sperato ieri che un analogo sentimento potesse percorrere la Giunta e, non esasperando lo scontro politico in quest'aula ci auguravamo accettasse le proposte offerte dalle minoranze, per evitare il ricorso all'ostruzionismo sulla manovra finanziaria. Non è stato così: pazienza! Abbiamo già espresso ieri - quindi ovviamente non tornerò su questo con gli interventi della collega Segre la nostra convinta e profonda contrarietà ad una manovra finanziaria che non condividiamo, che riteniamo sbagliata nel merito e nella forma, che pensiamo inopportuna da parte di un governo regionale delegittimato moralmente nei fatti, ancor prima che nei numeri.
Il 10% di inquisiti della maggioranza in quest'aula; il corto respiro di un governo che non sa o non può andare oltre l'ordinaria amministrazione; l'impossibilità o la non volontà di avviare e concretizzare strumenti indifferibili ed indispensabili di programmazione delle politiche regionali, quegli stessi indicati nei documenti delle forze politiche che sostengono la maggioranza, sono sintomi che crediamo inequivocabili di ciò che andiamo dicendo da tempo: questo governo ha fatto il suo tempo, occorre cercare nuove strade.
Da tempo abbiamo affacciato delle ipotesi (dal febbraio scorso) e indicato dei percorsi possibili, nella speranza che si potesse aprire una stagione nuova per il governo regionale. Non abbiamo mai sposato acriticamente scorciatoie come quelle delle elezioni anticipate, ma vi siamo stati costretti dall'atteggiamento di sordità di una Giunta che si è arrogata un ruolo di unica garante della governabilità e degli interessi del Piemonte.
Non ci sembra francamente così. In questa situazione, chiedere nuove tasse ai piemontesi, senza indicare con chiarezza e con precisione a quali investimenti saranno destinate, ci sembra assolutamente cosa non condivisibile. Non si può continuare ad improvvisare, come ci pare la Giunta abbia fatto anche in questa occasione con la manovra finanziaria in discussione.
Ieri pomeriggio - lo hanno già ricordato i colleghi - abbiamo saputo che il disegno di legge sulle addizionali era tutto uno scherzo.
L'emendamento della Giunta, arrivato in zona Cesarini con la giustificazione di un disposto di legge (noto peraltro fin dal gennaio scorso, convertito in legge nel marzo 1993 e quindi ben quattro mesi fa) secondo noi si fa beffa di uno strumento indispensabile in democrazia come quello delle consultazioni, del sentire il parere della gente, delle forze economiche, politiche e sociali di questa Regione. I consultati, a nostro giudizio, si sono espressi su un testo di legge che ieri abbiamo scoperto non può che essere definito sostanzialmente diverso rispetto a quello che la Giunta propone oggi tramite uno dei suoi numerosi emendamenti.
Per questo motivo, con i colleghi Marengo e Chiezzi abbiamo nuovamente sottoscritto il documento presentato questa mattina. Ci auguriamo che la Giunta voglia esaminarlo con più attenzione e con meno sufficienza di quanto abbia fatto ieri. Peraltro, chiediamo in questa sede che tale disegno di legge venga ritirato e vengano riaperte le consultazioni sulla legge.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Non vorrei ripetere ciò che ho già detto ieri. Effettivamente con quel che è successo e per come è finita la serata di ieri, questa mattina tutti si aspettavano, in apertura dei lavori su questo disegno di legge, un intervento della Giunta che motivasse ulteriormente la sua posizione. Ci soprattutto in merito a questo disegno di legge, perché ritengo estremamente importante capire se c'è buona fede da parte di questa maggioranza, o meglio, di questo esecutivo.
E questo perché? Abbiamo sentito dire, soprattutto dall'Assessore, che queste addizionali serviranno non tanto per tappare un buco pregresso, ma per fare degli investimenti. Se c'è buona fede, per quale motivo questa maggioranza, questa Giunta non è arrivata con un documento, un ordine del giorno che vincoli questi fondi sugli investimenti? C'è paura di vincolare questi fondi, di non poterli utilizzare per andare a tappare i deficit pregressi? Se si è in buona fede, penso non ci siano difficoltà da parte di questa Giunta ad elaborare o comunque ad accettare un eventuale documento di vincolo di questi fondi.
In alternativa, dobbiamo prendere atto - come ritengo che sia nella realtà - del fatto che queste addizionali derivano da una difficoltà di far quadrare i bilanci; bilanci in deficit grazie agli sprechi effettuati, non soltanto nell'ultimo anno, ma abitualmente dalla Regione, e soprattutto dai tagli non effettuati nell'ultimo anno e che invece avrebbero potuto operarsi. A questo proposito, ieri, parlando dell'assestamento, abbiamo citato alcuni casi; ripeto l'esempio, perché è clamoroso, degli oltre 700 milioni dati al Teatro Stabile di Torino.
Sicuramente diventa difficile andare a spiegare ai cittadini che queste addizionali serviranno per gli investimenti, anche perché i cittadini li possiamo prendere in giro - cioè voi li avete presi in giro per anni - ma mi pare che ormai siamo agli sgoccioli. Il cittadino è sempre più attento a che cosa succede, soprattutto perché viene continuamente toccato nelle proprie tasche. Per cui proporre, in questi momenti, ulteriori tasse è sicuramente non solo impopolare, ma incosciente.
Mi auguro che, nella replica, il Presidente della Giunta si esprima in merito alla proposta di vincolare questi fondi a dei progetti ben precisi di investimento. Di fronte ad un documento di questo tipo, penso che la posizione delle minoranze potrebbe cambiare, ma soprattutto significherebbe che la Giunta ha intenzione di cambiare modo di far politica e di abbandonare questa politica di chiusura o meglio di attaccamento al proprio seggiolino, per iniziare a fare veramente programmazione e soprattutto fare governo in questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.
BODRERO Voglio solo intervenire sull'accostamento fatto tra il sen. Miglio e il nazismo. E' una di quelle solite sciocchezze che si leggono anche sui giornali, perché ha detto che la politica è mortale.
Certo, la politica è mortale nel senso che chi sbaglia, a volte, ne sente il peso e, con decisione che ritengo sbagliata, si uccide; può anche essere mortale nel senso che qualcuno può essere ucciso. Ritengo che parecchi omicidi di giudici, specialmente degli ultimi tempi, siano dovuti a cause politiche, cioè nate dallo sfrenato permissivismo e da leggi permissive. Lo strapotere della mafia spiega benissimo questo concetto. Lo strapotere non nasce per caso, come un fungo; nasce da quell'assurdo permissivismo che ha caratterizzato la legislazione, soprattutto negli ultimi vent'anni.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bodrero, anche se mi pare che il suo intervento fosse leggermente fuori tema rispetto alla richiesta di non passaggio agli articoli; inoltre, non mi pare ci fosse una questione personale, perché la critica del Consigliere Rossa non era rivolta a lei personalmente.
Se non ci sono altre richieste di intervento, ha la parola il Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Prendo la parola per la terza volta in questo dibattito generale sull'operazione finanziaria, anche se credo di essermi espresso chiaramente ieri. Ho seguito tutti gli interventi, credo di non avere perso un intervento di questa faticosissima seduta che dura da tre giorni, compresi quelli di ieri sera, che ho trovato molto interessanti e che hanno dato un contributo al confronto che potrebbe essere positivo se fosse depurato da qualche asperità e da qualche forzatura che, per la verità, ritengo inutile.
Prendo la parola adesso, perché richiamato da più parti e anche perch ritengo giusto puntualizzare ancora la posizione della Giunta in ordine al complesso della manovra finanziaria.
Desidero precisare che nessun Gruppo della maggioranza è uscito come tale dalla maggioranza. La maggioranza consta dei cinque Gruppi iniziali che l'hanno portata avanti; ci sono delle uscite individuali, rispettabili finché si vuole, sulle quali tornerò nel corso di questo intervento, che mi auguro possano essere riviste, ma ribadisco che nessun Partito o Gruppo della maggioranza iniziale è uscito dalla maggioranza: questo è un dato di fatto sostanziale.
Vi sono spostamenti; lungi da me il polemizzare sulla dignità delle decisioni dei Consiglieri Tapparo e Ferrara che, come ho già detto apprezzo come persone e mi auguro possano rientrare nella maggioranza, ma spostamenti ce ne sono stati dappertutto. Forse solo il Gruppo di maggioranza relativa non ne ha subìti, perché lo stesso PDS ha perso un'ala nel corso di questa legislatura, e nessuno ha polemizzato per questo.
Nessuno polemizza per la perdita di un'ala di qualcun altro, persino la Lega ne ha persa una.
MARENGO Stai facendo dei paragoni che non stanno né in cielo né in terra! BRIZIO, Presidente della Giunta regionale No, sto parlando. Io ti ho ascoltato con grande pazienza e ti prego di ascoltarmi! MARENGO Io sono stato fin troppo paziente.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Io non lo so se sei stato fin troppo paziente, per parte mia sono pazientissimo e osservo che la maggioranza ha la consistenza delle forze politiche che l'hanno costituita, e che ieri l'assestamento è passato con 30 voti contro 15.
Dico anche che i regolamenti esistono e prevedono che per approvare il bilancio non ci vuole nessuna maggioranza qualificata! Nella storia di questa Regione, nella quale io sono da tredici anni, sono stati approvati bilanci con 22/23 voti, senza scandalo, anche governando le Giunte di sinistra! Lo ripeto, 22/23 voti senza scandalo anche durante il periodo delle Giunte di sinistra! Ricordo due Giunte che si sono formate con 30 voti: quella storica del 1975 con Rossotto, e quella del 1980, quando entrai io.
MARENGO Perché vai sempre al passato o non parli invece del futuro? BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Sto parlando del presente.
MARENGO No, tu stai parlando di secoli fa! BRIZIO, Presidente della Giunta regionale No, guarda che io li conosco i secoli! MARENGO No, non li conosci! BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Un po' più di te! MARENGO Come sai, in politica, in Italia, un mese fa era un secolo fa!



PRESIDENTE

Consigliere Marengo, la prego di lasciar parlare il Presidente Brizio.
MARENGO Chiedo scusa, Presidente del Consiglio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Collega Marengo, purtroppo devo dire che tu non ami essere contraddetto.
MARENGO Non voglio essere contraddetto sulle cose che ho detto.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Non ami essere contraddetto.



PRESIDENTE

Presidente, mi aiuti anche lei: finisca questa polemica con il Consigliere Marengo.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Finisco la polemica con il Consigliere Marengo, che non faccio: io cito i fatti e rispondo a provocazioni sui numeri, che sono contraddetti dall'andamento della seduta.
Sul problema dei numeri, quindi, il discorso mi pare chiaro e palese come su quello della maggioranza. Ho già detto che questa maggioranza non vuole rimanere ad ogni costo: sta lavorando in mancanza di altre soluzioni e lavora perché ritiene che questo sia un servizio (se vogliamo riprendere la frase del collega Rivalta); ritiene che sia un dovere (se vogliamo riprendere la frase che ho usato io) portare avanti la gestione della Regione Piemonte in questo momento complesso e difficile. E ritengo che stiamo svolgendo un'azione di governo di tutto rispetto.
Non è vero che manchino i programmi, perché se è vero che non abbiamo formalmente un aggiustamento - e lo riconosco - del Piano di sviluppo, è altrettanto vero che ogni anno, a settembre, abbiamo presentato una relazione di aggiornamento del piano medesimo, che non è mai stata dibattuta, ma che è sempre stata a disposizione del Consiglio regionale.
E' vero che abbiamo posto nel nostro programma la determinazione di modificare la legge sulla programmazione e abbiamo presentato un disegno di legge di modifica degli strumenti di programmazione, legge ora all'esame del Consiglio nella I Commissione, che istituisce il fondo rotativo ed introduce il CREL nell'ambito della programmazione, dando un taglio diverso e tutto pragmatico ad una programmazione che deve essere non più onnicomprensiva, ma centrata sui progetti specifici.
Abbiamo presentato questa manovra di bilancio in un momento difficile usando tutte le risorse possibili e quindi abbiamo la necessità di ricorrere alle addizionali. Qui si è chiesto: per coprire i buchi o per fare investimenti? Io dico principalmente per fare investimenti, ma anche per coprire in parte la gestione ordinaria della Regione. Il discorso emerge molto chiaramente dai documenti presentati dall'Assessore al bilancio: c'è una parte fondamentalmente legata all'andamento gestionale e c'è una parte legata agli investimenti. Su quale linea vanno gli investimenti? Vanno sulla linea delle emergenze che abbiamo indicato, vanno sulla linea del potenziamento del sistema Piemonte.
Mi spiace che non ci sia il collega Ferrara, al quale ho prestato tanta attenzione e al quale vorrei dire che la grande opzione del rilancio del Piemonte c'è tutta nella nostra azione ed anche negli stanziamenti di bilancio, perché lo sforzo che noi compiamo per finanziare il Regolamento n. 2052 è interamente rivolto alla reindustrializzazione del Piemonte.
Certamente il bilancio non può dire con la nettezza delle cifre se daremo più risorse centrate sui grandi progetti e meno sulla polverizzazione, ma questo lo abbiamo affermato ripetutamente, abbiamo già detto che c'è una linea di questo genere. Abbiamo avuto un incontro con i sindacati e gli imprenditori per la formazione di aree attrezzate nella Regione Piemonte il 4 agosto avremo un nuovo incontro specifico per portare avanti questi temi e per finanziare ampiamente il Regolamento n. 2052. Una parte di questa variazione di bilancio va sul Regolamento n. 2052 ed è un tema grosso. Il Piemonte ha concorso moltissimo ad ottenere a Bruxelles - questo ci è stato riconosciuto da tutti che si considerassero i cassintegrati fra i disoccupati, e quindi ha concorso ad una sistemazione che può vedere Torino nelle aree depresse.
Questa battaglia del Piemonte è stata recepita dal Governo e fatta propria con difficoltà, ma poi portata avanti a Bruxelles e risultata vincente. Questa battaglia ci obbliga ad avere delle risorse ed avremo dei grandi problemi a livello nazionale. Se leggiamo la relazione del Ministro Spaventa, sulla quale abbiamo aperto un contenzioso, possiamo osservare che vi è una tendenza da parte del Governo a non costituire più il fondo per il Regolamento n. 2052, ma ad andare a finanziare i programmi volta per volta.
La giudichiamo una posizione rinunciataria, perché non vogliamo perdere da una parte quello che abbiamo ottenuto dall'altra.
Nell'ultima Conferenza Stato-Regioni, su nostra richiesta, è stato determinato comunque l'impegno di avere capitolo per capitolo le indicazioni della copertura statale per il quinquennio 1994/1999 sul Regolamento n. 2052, principalmente sull'obiettivo 2, che è l'obiettivo che ci interessa oltre all'1 e al 5. Abbiamo impegnato risorse sull'innovazione, abbiamo impegnato risorse anche per il sostegno finanziario. Ieri - manca di nuovo il collega Ferrara, che è uno degli interlocutori ai quali tenevo di più - parlando delle difficoltà di finanziamento delle società, egli ha detto che mancano le risorse finanziarie. A parte che non credo che noi possiamo diventare l'elemento che si sostituisce al sistema creditizio-finanziario, l'intervento fatto dalla Regione, anche sui tassi con Fidipiemonte, è stato importante per la media e piccola industria, di contenimento del costo del denaro riportato dalla stampa, soprattutto da quella specializzata che segue questi argomenti; se si leggesse attentamente "Il Sole 24 Ore", si vedrebbe molto spesso l'azione della Regione Piemonte e delle Regioni nel loro complesso.
Portiamo quindi avanti un programma di rilancio della Regione, anche per quello che riguarda l'immagine. Ci siamo inseriti nel progetto di rilancio dell'immagine, l'abbiamo portato avanti; siamo andati al confronto con le stesse Nazioni Unite per avere a Torino, al BIT, la scuola di formazione a carattere europeo, una proposta di grande interesse che, a fianco del Comune di Torino, stiamo portando avanti con grande impegno. Si tratta di una serie di iniziative che vanno tutte a sostegno dell'immagine e della consistenza della Regione Piemonte, tese a rafforzare il quadro economico. Certamente le risorse finanziarie sono limitate e su questa base non possiamo fare progetti di grande consistenza, ma teniamo conto che con questa direttiva CEE si dà finanziamento ad un cospicuo sforzo di investimenti.
Il termine di presentazione dei progetti CEE per il 1993, che ammonta a 580 miliardi, scade il 30 luglio. Si tratta di interventi di largo respiro indirizzati alla ripresa del Piemonte, perché il problema è sostanzialmente quello di rafforzare il sistema Piemonte.
Debbo anche dire che qualche difficoltà l'abbiamo. I sistemi regionali si muovono con particolare impegno: c'è una Lombardia viva ed attenta che si muove su settori talvolta concorrenziali.
Non manchiamo in ogni campo di segnare la nostra presenza; anche nel campo internazionale abbiamo portato avanti il discorso dell'Alta velocità con la massima convinzione possibile e con il sostegno di questo Consiglio.
Domani a Torino ci sarà l'incontro fra il Ministro dei Trasporti dell'Italia, Costa, e il Ministro dei Trasporti francesi Bosson: l'incontro, che avviene ogni anno, in passato è stato fatto a Viterbo e ora si terrà a Torino. A questo incontro della delegazione sarà presente la Regione Piemonte. Considero questo un fatto estremamente importante ed indicativo del ruolo che viene dato alla nostra Regione, che le viene ampiamente riconosciuto per l'impegno esplicato. Capisco che ci siano delle linee e dei documenti da presentare, ma noto con piacere che c'è un grande interesse dai banchi dell'opposizione, proporzionale a quello che io ho dato ascoltando con grande attenzione i vostri discorsi.
Non sto dicendo cose banali, sto dicendo cose di grande importanza per lo sviluppo del Piemonte, che è legato al rafforzamento del suo sistema economico.



(Interruzioni)



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Sull'Agenzia dell'innovazione tu conosci benissimo le traversie ed i problemi. Salvo i 3 miliardi della costituzione della società, sui quali interverremo adeguatamente con un'iniziativa di tipo diverso, è stato speso tutto. Voi non potete da un lato dire no all'iniziativa che si portava avanti prima e, quando non la si porta avanti, invece di dire che va bene criticare i tempi. Abbiamo fatto bene a lanciare Piemonte International con il Comune di Torino, per sostenere l'immagine del Piemonte a livello internazionale; stiamo facendo un lavoro di sostegno al sistema Piemonte che ci è ampiamente riconosciuto.
Stiamo portando avanti l'accordo di programma con il Governo, che speriamo si possa concludere entro il mese di settembre dopo vicissitudini non nostre, ma dovute ai cambi costanti del Ministro del Bilancio. Portando avanti questo accordo di programma, di largo respiro, riteniamo possibile acquisire una serie di investimenti significativi al quadro piemontese.
Stiamo quindi lavorando a pieno ritmo e con grande respiro. Non è un lavoro minuscolo quello che conduciamo, lo voglio dire anche al Consigliere Tapparo, perché ho seguito con grande attenzione il suo intervento. Abbiamo trattato anche con la grande industria, siamo riusciti a portare - sfido chiunque a ricordare qualcosa di simile per il passato, sono qui da quindici anni e il collega Tapparo conosce tutta la storia - per la prima volta i piani di investimento dell'azienda FIAT su questo tavolo assembleare, anche se non so quale credibilità totale abbiano questi documenti. Non ci sono precedenti: prima ci limitavamo, cari colleghi, a dare il parere sulle richieste di cassa integrazione speciale e in quei momenti era questo il gioco che faceva la Regione Piemonte sulla politica industriale del grande gruppo. Abbiamo aperto il discorso anche con l'Olivetti; è aperto il discorso del distretto di Ivrea come quello dell'Aviation Park e come quello della zona di Chivasso. Stiamo agendo a tutto campo per la reindustrializzazione, nell'ambito delle nostre competenze e anche oltre, nel limite delle nostre risorse e anche oltre.
Circa i trasporti, finalmente, dopo lunga polemica, è passata la legge della copertura dei deficit al 50%, nel corso dell'ultima Conferenza Stato Regioni. Ci saranno mutui che copriranno al 50% i deficit pregressi delle società di trasporto. Credo che quello definito sia un passo avanti; ci era stato promesso il 65%, siamo arrivati al 50%: è comunque un traguardo che ci consente in qualche modo di dare un contributo alle società municipalizzate. E' chiaro che per l'altra parte dovranno provvedere i Comuni, perché la Regione non potrà farsi carico di queste passività pregresse. Ad ogni modo, abbiamo concorso a consentire la copertura del pregresso.



(Commenti della Consigliera Bresso)



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Credo che si possa andare su una strada di risanamento dei bilanci. Noi avevamo chiesto il 100%, poi siamo scesi al 65% e abbiamo dovuto fermarci al 50%, altrimenti andavamo a zero. Il clima in questo momento è di taglio della spesa; quello che bisogna percepire è che tutte le volte che si va alla Conferenza Stato-Regioni si tratta di taglio delle spese. Se leggiamo la relazione del Ministro Spaventa, che non è certo uomo della destra storica né della Democrazia Cristiana, cogliamo le enormi difficoltà; come vi ho detto, c'è l'ipotesi di non commisurare più completamente le coperture iniziali del 2052, il che è molto grave. Dobbiamo destinare dei fondi per il rinnovo degli investimenti nel campo dei trasporti e per il rinnovo dei parchi delle aziende. Quindi la parte degli investimenti andrà lì.
Devo fare un breve accenno alla sanità prima di chiudere. Sul possibile slittamento, il possibile buco che si delinea credo si potrà intervenire e si interverrà, come sta facendo l'Assessore, con grande attenzione nella direzione indicata dal Consigliere Maggiorotti (altro interlocutore che mi manca in questo momento).
Si cercherà di rientrare con puntualità; l'Assessore sta lavorando, il Ministro dà molta attenzione alle Regioni. Abbiamo un rapporto sostanzialmente positivo in questa fase; non è escluso che qualche risorsa in più possa essere concessa, come si può vedere da quelle dieci richieste sulla finanza che ho fatto avere ai Capigruppo unitamente al documento sul bilancio e sulla legge finanziaria. Dal documento si coglie tutta l'escalation del nostro sforzo.
Ci è stato chiesto: "Dovete dare delle indicazioni maggiori per l'uso delle addizionali; dovete dare un ordine del giorno". La legge finanziaria da noi proposta e che è all'esame del Consiglio tocca questi temi ed è aperta al confronto con l'intero Consiglio regionale. Sarà il tema del mese di settembre: l'utilizzo con la finanziaria, il taglio da dare agli investimenti, insieme alla discussione del documento della legge di programmazione che costituisce il FIP, il fondo rotativo a cui ho fatto cenno prima.
Abbiamo pensato di dividere in due l'operazione bilancio: passare in questa occasione la variazione di bilancio e l'assestamento, con la dolorosa imposizione delle addizionali, affrontando successivamente la finanziaria e le modalità della programmazione. Ci pare un'operazione corretta. Mantenere questa operazione è un segno di apertura, non di chiusura verso quel confronto con il Consiglio che ci interessa moltissimo e che parte certo dall'esistenza di una maggioranza e di una Giunta.
Noi sentiamo in pieno - l'ho detto e ripetuto - la grande responsabilità della questione morale così come sentiamo la difficoltà di un quadro politico che è cambiato, al di là della permanenza della maggioranza numerica e delle forze e dei partiti che questa maggioranza hanno creato. Sentiamo questa difficoltà, la sentiamo in pieno e ce ne facciamo profondamente carico, ma sentiamo anche - lo ripeto - il dovere in questo momento di dare un governo al Piemonte.
Ciò finché non ci saranno soluzioni diverse, più ampie; diciamo anche nuove (se volete usare questa terminologia).
Peraltro non ci sentiamo, sotto il profilo dell'operatività e del consenso in quest'aula, delegittimati, perché il consenso in quest'aula non ci è mai mancato, né nei momenti facili (che sono stati, per la verità molto pochi in questi ultimi tre anni) né nei momenti difficili che abbiamo dovuto vivere e che abbiamo superato - credo - con molta calma e molto impegno.
Rimaniamo convinti del fatto che stiamo svolgendo un lavoro positivo.
Rimaniamo convinti di avere predisposto dei documenti accettabili, utili siamo convinti di svolgere un'azione - perché anche questo conta - a tutto campo, a livello nazionale, internazionale e regionale, che ha rispetto e considerazione.
Ripeto: qui si è fatta la polemica Pichetto; è inutile che ritorni su battute che possono avere poco o tanto significato. Ognuno incontra il mondo con il quale vive. Io, come Presidente della Regione, credo di incontrare di tutto, dagli industriali ai sindacati, ai lavoratori, agli economisti, al settore medico, sanitario. E debbo dire che a noi vengono sollecitazioni costanti a non aprire crisi al buio. Queste sollecitazioni costanti, per la verità, vengono anche da quest'aula e da alcuni interventi dell'opposizione. Ci atteniamo a questa impostazione e siamo disponibili ed aperti a qualunque discorso di allargamento.
Qualcuno ha voluto chiedere a me - e vengo al dunque iniziative in proposito come Presidente. Sotto il profilo istituzionale, non ho alcuno di questi compiti. Mi rendo conto che viviamo una fase particolare nella quale iniziative straordinarie potrebbero avere un senso, ma un'iniziativa di questo tipo, così complessa, così difficile e così delicata non può partire senza un consenso iniziale, senza un'iniziale indicazione di sostegno. Non può essere una mossa a freddo, che io non farei mai, tenuto conto che l'ho ripetuto più volte - rimango a coprire questo posto, perché ritengo che sia un dovere mio e dei colleghi di Giunta farlo, non perché sia - come ha detto Rivalta - un impegno esterno alla mia volontà.
La mia volontà c'è nel corrispondere ad un'esigenza che sento, ma non c'è, sia ben chiaro, la mia volontà a rimanere qui a tutti i costi. Quindi se qualcosa di più ampio deve nascere, in questa fase finale della legislatura, occorre il concorso di tutti. Il mio concorso certamente ci può essere, ma nell'ambito della figura istituzionale che ho e soltanto alle condizioni che ho precedentemente indicato.
Oggi bisogna lavorare con quanto ci è consentito. Credo che questa maggioranza, che in questo momento c'è, caro Chiezzi, abbia il dovere di lavorare, finché in democrazia non ne nasce un'altra o non siamo capaci tutti insieme di farne nascere un'altra.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'ordine del giorno inerente il non passaggio all'esame degli articoli del progetto di legge n.
381, come verbalmente richiesto da tre Consiglieri, a norma dell'art. 66 comma secondo, del Regolamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri L'ordine del giorno è respinto.
Chiede di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Presidente, colleghe e colleghi, dopo l'esito della votazione, sentita la replica del Presidente Brizio, anche a nome dei colleghi Giuliano Cucco, Marengo, Vaglio, Majorino ed altri, chiedo al Presidente del Consiglio regionale una sospensione per valutare il comportamento che terremo in aula.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.00 riprende alle ore 13.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato presentato un emendamento aggiuntivo al progetto di legge n.
381, in distribuzione ai Capigruppo, che, per come è formulato, precede gli emendamenti che dovremo esaminare.
Emendamento presentato dai Consiglieri Majorino, Giuliano, Marino Marengo, Chiezzi, Maggiorotti, Cucco, Rabellino, Vaglio e Zacchera: prima dell'attuale art. 1, è inserito il seguente nuovo art. 1: "Art. 1 - La presente legge entra in vigore il primo giorno del mese successivo a quello della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica di una legge nazionale la quale preveda sgravi fiscali tali da assorbire integralmente gli aumenti e le addizionali previsti dai successivi articoli della presente legge".
La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.
ZACCHERA Il discorso si pone sulla chiarezza (l'abbiamo già fatto ieri), ed è ovviamente dall'atteggiamento che terrà la Giunta nell'approvare o respingere questo emendamento che trarremo le dovute conseguenze in merito al nostro atteggiamento in aula.
Poiché è stato scritto e ripetuto che quello proposto con il progetto di legge n. 381 non è un vero aumento, perché, in realtà, ci saranno degli sgravi fiscali, è una cartina di tornasole sulla serietà da parte della Presidenza e di tutta la Giunta sul credere o non credere alla propria capacità di intervenire sul Governo.
Se, come è stato reiteratamente promesso e assicurato al Presidente della Giunta, il Governo terrà conto delle necessità delle Regioni (e quindi anche della nostra) e dell'importanza di questo introito per le finanze regionali provvedendo a fare una normativa nazionale di sgravio, a questo punto è comprensibile che la legge regionale che introduce questi aumenti sia condizionata ad evitare che si produca un fenomeno di sommatoria tra gli incrementi per gli aggravi regionali e - come temiamo un aggravio nazionale o ad un non sgravio da parte dello Stato. La presentazione di questo emendamento mi sembra dunque importante.
Si tratta anche di un discorso di credibilità, perché coinvolge la Giunta a fare ulteriori pressioni nei riguardi del Governo nazionale, ben sapendo che, nel caso venga approvata la legge - e chiaramente a quel punto noi stessi non potremmo più collocarci in maniera negativa nei confronti del progetto di legge n. 381, perché saremmo tranquilli che non si va a caricare ulteriormente il bilancio delle famiglie piemontesi - se non arriva la legislazione nazionale, questa legge non scatta, e non scattando creeremmo quei presupposti tali per cui il bilancio regionale andrebbe in crisi.
A questo proposito, però - e se verrà respinto questo emendamento temo che avremo lungo tempo oggi per discutere di questo fatto faccio presente che sarebbe opportuno che anche dalle altre opposizioni (noi lo faremo) venga un contributo, per segnalare all'Assessorato tutta una serie di capitoli di bilancio dove si possono fare degli sgravi di spesa o comunque dei risparmi tali da assorbire l'impatto negativo del fatto che il progetto di legge n. 381 non entrerà in vigore fino ad una data che non sappiamo.
Siamo convinti che la Giunta regionale interverrà molto pesantemente sul Governo, ma non sapendo quando riuscirà ad ottenere questo risultato dobbiamo supportare l'Assessore, indicandogli dove poter risparmiare.
Avremo quindi modo di intrattenerci su parecchie voci di bilancio sulle quali si può procedere a dei contenimenti di spesa tali da supportare e pareggiare questo incremento.
Peraltro mi conforta quello che ha detto il Presidente della Giunta, il quale ci ha anticipato che il Governo è aperto al recepimento di queste osservazioni; e allora, perché la Giunta deve avere il timore di accogliere questo emendamento (quindi discuterlo e soprattutto votarlo)? Nel momento in cui appartiene ad una forza politica determinante nella vita di questo Paese, ma anche determinante per la sopravvivenza del Governo, un Presidente della Giunta non deve avere timori, perché sarebbe una contraddizione in termini se, una volta ricevute delle precise assicurazioni, non fosse in grado di portarle a termine.
Quindi la presentazione di questo emendamento, secondo me, ha un grosso vantaggio: fare chiarezza, cioè capire fino in fondo se quella che ci viene spacciata per una cosa credibile (l'intervento del Governo) sia vera o sia semplicemente una bufala propagandistica. Oggi, sul maggior quotidiano del Piemonte si legge: "Sì, gli aggravi ci sono, però contemporaneamente ci sono degli sgravi"; a quel punto, voi capite che uno può pensare: "Qui si cerca di imbrogliare l'opinione pubblica", che non si preoccupa di quello che sta per succedere proprio quando invece l'aumento gli sta per cadere sulla testa.
Infine voglio rispondere al collega Rossa, il quale oggi diceva che la Giunta ha resistito due anni prima di fare gli aumenti; secondo me ciò si è verificato perché, anche da parte nostra, è stato sottolineato come c'erano nel bilancio ampie possibilità di recupero di spesa. Tant'è vero che non sono stati applicati gli aumenti e, nonostante questo, stiamo andando - lo dice lo stesso Assessore Gallarini - ad un ripiano del deficit di bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Intervengo anch'io per caldeggiare alla Giunta e alla maggioranza l'accoglimento di questo emendamento. Vede, Presidente, se per ragioni della manovra di bilancio, quali ci sono state spiegate da voi e segnatamente dall'Assessore Gallarini, ci si dicesse che è necessario che i piemontesi facciano questo ulteriore sacrificio, le nostre argomentazioni rimarrebbero quelle dei giorni scorsi e quelle che abbiamo svolto nella relazione di minoranza, cioè quelle dell'inutilità e non opportunità di questo sacrificio sui piemontesi già pesantemente tartassati dalle manovre finanziarie governative. Ma poiché voi stessi avete avuto - diciamolo pure l'encomiabile levata di ingegno di preoccuparvi che questi sacrifici vengano per così dire paralizzati da una legge nazionale che preveda sgravi fiscali in misura sostanzialmente pari ai sacrifici che vengono imposti con la legge regionale, è un motivo di più per approvare questo emendamento.
Ciò in modo da far coincidere l'entrata in vigore della legge nazionale con la sostanziale entrata in vigore di questa proposta di legge che voi Giunta avete proposto al Parlamento e che ovviamente, indipendentemente da tutto quanto possa verificarsi sulla manovra, noi siamo pronti ad approvare perché servirebbe a lenire il sacrificio dei piemontesi. E' noto, per come le proposte di legge al Parlamento, se non sono sostenute con vigore una volta approvate dall'aula di Palazzo Lascaris resterebbero lettera morta. D'altro canto, Presidente, lei ci ha detto ieri che il Ministro Paladin le ha assicurato il suo interessamento e avrebbe manifestato, se ho ben capito, l'apprezzamento per gli sgravi che vengono richiesti giustificati a fronte dei sacrifici che vengono imposti ai piemontesi con questo disegno di legge. Non si chiede quindi niente di trascendentale anche perché in quest'aula si è detto - badate bene che ci sarà la compensazione fra le addizionali da una parte e gli sgravi dall'altra poiché ormai l'opinione pubblica di queste dichiarazioni, di questi concetti è stata informata - come è stato ricordato - dai quotidiani ritengo che proprio i piemontesi non debbano sentirsi presi in giro dal certo da una parte e da una mera ipotesi dall'altra.
Con questa formula tecnica della coincidenza dell'entrata in vigore dei due provvedimenti si sana la situazione, si raggiunge il risultato che voi volete e nello stesso tempo, come ha ricordato il collega Zacchera, vi si dà maggior vigore per far sì che la proposta di legge al Parlamento diventi veramente legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.
MARENGO Signor Presidente, questo è un emendamento molto importante ed anche più coerente con l'impostazione che la Giunta ha dato alla manovra di bilancio che non, ad esempio, rispetto ad alcune posizioni che noi stessi abbiamo sostenuto ancora questa mattina.
E' un emendamento che dà forza ad una battaglia autonomista, per l'autonomia impositiva. Proprio adesso leggevo il documento che riguarda i rapporti finanziari Stato-Regioni della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome. Il punto 10), a proposito del quale il Presidente Brizio ha ricordato come ci sia stato un contributo importante suo personale, del Piemonte dice: "Non è tollerabile che le imposizioni fiscali di competenza regionale continuino ad insistere sulla stessa base imponibile, aggiungendosi a quote di imposizioni nazionali. Ciò aggrava l'impatto sociale e rende impercorribile la manovra tributaria regionale vanificando le disponibilità finanziarie prevedibili. Si chiede pertanto la previsione in finanziaria di meccanismi di detassazione della parte erariale, almeno per quelle Regioni che applicano l'imposizione propria".
Questo emendamento è tale e quale al punto 10), che il Presidente Brizio ha portato nella Conferenza dei Presidenti circa i rapporti finanziari Stato-Regioni. Credo quindi che, proprio sulla base di questo la stessa Giunta e la stessa maggioranza debbano sentirsi impegnate ad aggiungere questo articolo, altrimenti c'è una forte contraddizione con quanto sostenuto in questo punto, che ho letto testualmente proprio per significare come non ci sia nessuna diversità tra il punto 10) del documento e l'emendamento che viene proposto.
Una posizione contraria da parte della Giunta e della maggioranza farebbe dire che questa è pura propaganda, che il punto 10) è pura propaganda: si è inserito, ma in realtà non si crede a nessuna battaglia se la battaglia non la si vuole dare con la forza di un'approvazione non solo da parte del Presidente della Giunta, ma del Consiglio regionale, che assume quella posizione e la porta avanti inserendola in una legge e in una manovra di bilancio.
Credo che questo sia un elemento forte sul quale possiamo collocarci tutti e che risponde alle posizioni apprezzabili in questo senso che il Presidente ha tenuto a livello nazionale. In una situazione di difficoltà delle istituzioni come questa non sarebbe un fatto indifferente o non significativo l'essere chiari, trasparenti, dimostrando concretamente che non si è fatta propaganda per far passare surrettiziamente delle tasse, ma che si crede davvero in una battaglia che permetta che non ci siano ulteriori tasse e che quindi risponda a questo tipo di impostazione nel rapporto con i piemontesi.
Se venisse meno è inevitabile che ci sia un'ulteriore perdita di credibilità dell'istituzione Regione nei confronti dei cittadini piemontesi, perché vuol dire che si è scelta la strada della demagogia con la presentazione delle leggi di richiesta di defiscalizzazione, ma poi in realtà non si avrebbe e non si ha il coraggio di inserire questo principio in una battaglia più generale, che può essere appunto quella dell'approvazione di una legge importante come quella che stiamo discutendo. E' questa una condizione indispensabile per riuscire a rendere credibile, nei rapporti non solo con il Consiglio, ma con i cittadini piemontesi, una manovra di bilancio che sia coerente con una certa impostazione.
Per questi motivi ritengo che l'emendamento proposto vada approvato dall'insieme del Consiglio regionale, a partire da una posizione che mi auguro sia in termini positivi da parte della Giunta e della maggioranza.
Se non fosse così, colleghi Consiglieri della maggioranza e della Giunta saremmo di fronte a qualcosa di più grave che non solo una delegittimazione, come abbiamo detto questa mattina e ieri nei nostri interventi: saremmo di fronte al fatto che si sceglie la strada della presa in giro dei Consiglieri e dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Presidente, quest'emendamento è stato presentato con intenzioni assolutamente sincere, così come penso siano sincere le intenzioni del Presidente quando fa una battaglia nell'ambito della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e con il Governo, perché questa tassazione ha la possibilità di ottenere un duplice e assolutamente contraddittorio e contrastante esito.
E' un ragionamento che ha una sostanza politica di rapporti fra la Regione, il Governo e il popolo. Il Governo dice: "Se volete assumere un'ulteriore autonomia finanziaria, padroni voi di aumentare queste o quelle altre tasse". Se posso osare - senza supponenza, chiedendo scusa per gli errori che farò nella citazione, non essendo il mio campo richiamo l'inizio del famoro "Coro" dell'"Adelchi" manzoniano: "Dagli atri muscosi dai fori cadenti, un popolo servo repente si desta, intende l'orecchio solleva la testa percosso da nuovo crescente rumor"; questo potrebbe essere detto dal popolo che ha sperato nelle Regioni. Il Coro si conclude con un'altra affermazione: "Tornate alle vostre superbe ruine, all'opere imbelli, all'arse officine, perché l'un popolo ed altro sul collo vi sta" nel senso che il nuovo signore si somma all'antico.
Così, assieme all'esosità del Governo, noi aggiungeremmo pedissequamente la stessa funzione della Regione, senza avere avuto la forza politica di assumere un nostro ruolo nei confronti del Governo dicendo - mi segua, signora Presidente, queste non sono cose inventate ai fini di una battaglia polemica - che un ulteriore inasprimento del carico fiscale sulla testa degli italiani non è economicamente possibile.
Anche un governo regionale deve farsi carico del fatto che, se alla fine il benessere che può derivare dall'aumento della capacità della spesa è totalmente neutralizzato dall'impoverimento e dalla depressione complessiva che ricadono sui soggetti della Regione, questo non è un esito positivo. Potrebbe esserlo per il bilancio della Regione qualora, a prescindere da ogni altra considerazione, pensassimo che il bene assoluto sta nell'aumentare la capacità di spesa dei singoli Assessorati della Regione, perché di questo si tratta.
Ci sono tre problemi, quindi. Uno è quello della ripartizione del carico fiscale. Io sono ignorante in materia, ma so che qui ci sono degli esperti; credo lo sia senz'altro l'Assessore Gallarini, il quale sa benissimo quello che si studia in scienza delle finanze, negli esami più elementari, proprio i primi, quando si stabilisce il carico, la compenetrazione e la possibilità di incidenza complessiva crescente sui redditi, sui patrimoni, ecc.
Qui si tratta di consumi, ed è la stessa cosa. Questo argomento non è stato considerato: andiamo avanti con una progressione impositiva che sfonda qualsiasi altra precedente progressione. Non voglio richiamare quest'argomentazione (sarebbe troppo lungo e di nessun interesse nemmeno per me in questa sede), ma faccio rilevare che tutti i ragionamenti sul carico crescente e sulla funzione depressiva delle imposte, lungamente studiate da tutti i classici e con qualche citazione anche dagli economisti più moderni, non sono tenuti in considerazione. E' semplicemente una questione di scienza delle finanze nell'applicazione di queste imposte.
L'altra questione è quella della credibilità del Governo. Ho il dispiacere di comunicare qui - me l'hanno appena detto da Cuneo e servirà per la maggioranza, che è stata tanto solerte nel portare avanti un progetto tanto poco corretto che questa mattina la diga di Stroppo è stata definitivamente bocciata dal VIA; rispetto a tale questione fior di amministratori (sempre facenti parte di questa maggioranza) si erano prodigati nel dire: "Garantiremo noi con le nostre clientele romane!". Ci dopo che era stata già bocciata l'autostrada a zeta, uno sgorbio incredibile, che questa Giunta non ha neanche avuto l'onestà culturale di dire che era impresentabile! A Cuneo ci era stato solo chiesto di approvare la diga. Non faccio nomi, perché sono tutti amici, ma il problema è che così vengono ancor meno la fiducia e la credibilità nella capacità di coordinare una nostra azione con quella del Governo. In questo modo si illude la gente e si diventa improponibili, impresentabili ed incapaci di essere seriamente considerati interpreti e rappresentanti di una vasta popolazione attraverso le istituzioni.
Non si può quindi dire: "Abbiamo contrattato con il Governo". Ne sono contento, ci siamo impegnati, abbiamo fatto una battaglia. I giornali, tra l'altro, hanno tenuto questo dibattito abbastanza sotto silenzio, in modo da agevolare la valorosa iniziativa della Giunta, tesa comunque a governare questo Piemonte. A questo punto è necessario mettere bene in evidenza che la questione della tassazione da parte della Regione con la contemporanea detassazione da parte del Governo può essere affrontata solo in quei termini, perché quello è l'unico modo per garantire una più equa ripartizione del provento del gettito finanziario tra Stato e Regioni nonché un migliore concertamento tra le istituzioni affinché il carico fiscale sia ripartito secondo ragioni di opportunità o di possibilità.



(Proteste dei Consiglieri Picchioni e Rivalta)



PRESIDENTE

RIBA



PRESIDENTE

C'è gente che ha parlato venticinque minuti: mi pare di non aver detto delle cose fuori tema. Sto concludendo, comunque.
O noi siamo capaci di fare una manovra che si incentri in un ragionevole sistema di compenetrazione e di coazione del sistema impositivo globale, oppure ci aggiungiamo all'antico signore sul collo dei lavoratori e della comunità piemontese, dando loro poco in corrispettivo.
Presidente, continuare a dire che "noi abbiamo chiesto" pu sottolineare un'operazione che, sinceramente, non considero demagogica o artificiale, ma mette in evidenza la nostra preoccupazione rispetto al problema. Una preoccupazione deve avere una conseguenza reale: se poi lo Stato non sgrava, che cosa facciamo? Lo lasciamo ugualmente così, intanto il bilancio piemontese si è servito, per farne che cosa? Per vedere se questo servirà ad aumentare di qualche indice o di qualche punto gli elementi di affidabilità del nostro bilancio? Tutto ciò avviene in una situazione in cui, Presidente, lei e la sua Giunta omettete di fare delle cose che non costano niente e che sarebbero particolarmente importanti dal punto di vista morale e funzionale per la nostra economia. Cosa ne dice di non aver fatto il piano delle discariche il piano dei siti per le sedi di cava, cose che non costano niente? Si procede in modo illegittimo per favorire determinati interessi. Questa non è un'accusa, è una constatazione grave e proccupante.
Quindi, quando parliamo di questa operazione - e voglio rivolgermi a lei, Presidente, perché non abbiamo perso un rapporto di colloquio politico, n' personale vogliamo soltanto una coerente conclusione.
Subordiniamo, in qualche modo, l'applicazione di queste imposte alla contemporanea detassazione per lo stesso, o corrispondente, o analogo importo da parte del Governo. E stia certo che ci saremo anche noi a fare questa battaglia, perché è una battaglia regionalista, è una battaglia per l'interesse del Piemonte e per affermare il valore e la funzione del nostro Consiglio regionale.
Se non dovesse essere così, rischieremmo effettivamente di renderci subordinati e passivi strumenti di un modello di governo rispetto al quale i cittadini italiani si stanno ribellando, non perché non abbiano più il senso dello Stato - non mi pare proprio ma perché hanno pesante la sensazione che questo Governo e questa gestione dello Stato è veramente pericolosa ai fini di mantenere un sano e corretto rapporto di fiducia tra cittadini ed istituzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Quando nel 1987 sono arrivate sulla scena politica le forze autonomiste, i partiti che componevano questa maggioranza, invece di cercare di capire quali erano le esigenze che venivano dalla gente, che aveva dato un segnale ben preciso, particolarmente in Piemonte all'epoca si erano arroccate a difesa del centralismo. Oggi ci rendiamo conto che proprio quelle forze che all'epoca si erano arroccate su quelle posizioni sono improvvisamente diventate i primi fautori del federalismo dell'autonomia delle Regioni, della rivendicazione di maggiore autonomia non solo di spesa ma anche autonomia vera e propria delle singole Regioni e, in questo caso, del Piemonte.
Questo emendamento vuol essere in un certo senso la cartina di tornasole. Se è vero che nei vostri partiti c'è stata questa trasformazione di idea del rapporto tra Stato e Regioni, cioè se è vero quello che si sbandiera, si dice, si scrive anche, in modo non solo propagandistico ma nella realtà dei fatti, e cioè che le Regioni devono essere veramente autonome dallo Stato, dal centralismo romano, ecc., allora penso che non ci siano problemi ad avallare un emendamento di questo tipo. Se invece ci sarà un ennesimo arroccamento da parte di questa Giunta e di questa maggioranza contro principi di questo tipo, ciò significherebbe che tutto quello che i vostri partiti, le vostre forze politiche stanno andando a dire in giro non è altro che una manovra propagandistica, non tanto per recuperare credibilità, ma per cercare di salvare il salvabile.
Oggi, effettivamente, la gente non crede più nella possibilità di mantenere un centralismo così come è andato avanti sinora. Non solo; perch questo emendamento è estramemente importante? Perché ci fa capire se la Democrazia Cristiana, che a tutt'oggi, ultimamente più nel male che nel bene, sta governando lo Stato italiano, vuole veramente accettare certi disegni di legge.
Il Presidente della Giunta, che appartiene a questo partito, che non è l'ultima ruota del carro della Democrazia Cristiana, ma che ha un certo peso in questo partito, sicuramente sa se a livello centrale romano la Democrazia Cristiana - perché è lì il nocciolo della questione - è disponibile ad accettare quei disegni di legge che vanno nel senso regionalista, ormai richiesto da tutte le forze politiche. Mi pare che anche lo stesso Partito comunista - parliamo dell'inizio, metà degli anni '80 - non fosse così strettamente regionalista; dobbiamo comunque dare atto del fatto che le sinistre hanno capito che lo Stato si stava trasformando e che bisognava andare in un certo senso.
Allora, se la Democrazia Cristiana a livello centrale vuole fare un certo discorso, cioè vuole andare nei fatti in senso regionalista con l'approvazione di questi disegni di legge, bene: non ci sono problemi e l'emendamento può essere accolto. Tanto più che entro la fine dell'anno dovrebbe essere accolto un disegno di legge proposto dalla Regione Piemonte ma mi pare che altre Regioni stiano andando in questo senso quindi non ci dovrebbero essere ostacoli ad applicare, alla data dell'1 gennaio 1994 queste addizionali. Non solo. Potrebbe essere addirittura un vantaggio perché nessuno ci impedisce di prevedere una rapida approvazione di questo disegno di legge: se sappiamo qual è l'iter burocratico a Roma e se c'è la volontà politica, nel giro di un paio di mesi potrebbe essere addirittura approvata una legge di questo tipo; ripeto, se c'è la volontà politica.
L'emendamento vuole verificare se la Democrazia Cristiana in particolare o comunque le forze di maggioranza, che sono le stesse forze che ci gestiscono a livello centrale, sono disponibili ad andare in questa direzione.
Mi auguro sia così, perché se questo emendamento fosse respinto vorrebbe dire veramente che qui non solo si vuole prendere in giro il Consiglio regionale, ma si vuole prendere in giro il cittadino piemontese.
E come forze di minoranza, avremo il dovere di informare la cittadinanza dell'atteggiamento che viene tenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.
BUZIO Dopo la discussione generale sul bilancio, credo sia necessario intervenire nel merito specifico di una delle questioni nodali del nostro Paese, in cui la pressione fiscale è elevatissima, ai limiti di ogni sopportabilità. Ritengo però doveroso intervenire anche alla luce degli emendamenti presentati dalla Giunta regionale a questo disegno di legge, su cui vi è stato un generale dissenso sintetizzato in quell'ordine del giorno respinto, avanzato dai Consiglieri Marengo, Chiezzi e Giuliano, che ha confutato un po' la legittimità e soprattutto la correttezza democratica degli emendamenti al presente progetto di legge.
Penso sia opportuno, anche in un emendamento che diventa di fatto il più significativo di quelli presentati, perché per certi versi li riassume un po' tutti, sottolineare come questa manovra fiscale sia particolarmente pesante.
Cito solo un dato nella proposta di legge del Consigliere Beltrami, che interviene su un'illegittimità dello Stato stesso che fa gravare delle tasse sopra altre tasse, il prezzo che viene pagato in Italia per il consumo del gas metano è il più alto che in qualsiasi altro Paese; questo non solo per il costo della materia prima, ma soprattutto per il continuo aumento di imposizioni fiscali, imposte, addizionali che, in pochi anni hanno fatto aumentare il peso dei tributi dal 16 al 45% del totale. Basta pensare che nel nostro Paese, negli ultimi tre anni, le sole imposte sono cresciute del 300%, mentre in Germania del 22%, in Belgio del 10% e in Francia del 30%.
E' evidente che queste proposte si riferiscono al vezzo che, a volte lo Stato centralistico ha di caricare tasse e sovratasse. Questo caro metano colpisce quindi le Regioni del nord, la Regione Piemonte in particolare, in modo illegittimo. Questo mi sembra opportuno sottolinearlo.
Su una pressione fiscale già grave, aggiungere addizionali è indubbiamente un fatto che pone qualche problema. Bisogna inoltre rilevare il nesso, già evidenziato da altri, che non c'è tra questo provvedimento che interviene praticamente dall'1 gennaio 1994, ed una condizione sospensiva che invece è impropria, futura e molto incerta; mi riferisco ai provvedimenti dello Stato, che dovrebbero essere compensativi di un atto certo, anziché fare quello che facciamo adesso.
Quindi, questa è una condizione tutta politica, non certamente giuridica, tanto meno risolutiva, rispetto alla quale il nostro emendamento vuol essere un momento correttivo, vincolando l'attuazione, l'applicabilità di queste addizionali ad un fatto certo, che dovrà essere definito a livello nazionale. E' l'unica soluzione perché questa manovra sia credibile: che queste proposte siano collegate alla manovra, ne siano parte integrante e non siano semplicemente lo "specchietto per le allodole".
Un'ultima considerazione l'abbiamo già fatta ieri. Queste addizionali potrebbero essere vanificate dal buco della sanità in evidente agguato nel preconsuntivo che abbiamo sotto gli occhi; servono soprattutto ad un piano pluriennale che, per la situazione politica presente, avrebbe meritato un confronto più approfondito.
Sul piano pluriennale abbiamo allegato le tabelle definitive nel 1994 qualcuno ha obiettato che non era tutto predeterminato, ma in fondo la manovra finanziaria annunciata dal Presidente per il 1994/1995 sostanzialmente dice come vengono allocate queste risorse, cioè il residuo delle addizionali è già ipotizzato, ancorché questa parte di manovra finanziaria non venga votata complessivamente oggi. Un piano, un disegno per l'uso delle addizionali complessivo c'è, sia per il 1994 che si vota oggi, sia per il 1995 che si voterà fra qualche mese. Quindi sostanzialmente, questo discorso è fatto su una manovra pluriennale.
Per questi motivi, per la gravità della pressione fiscale già pesantissima, per questo nesso un po' propagandistico tra un fatto certo (le addizionali) e fatti futuri, certamente molto discutibili ed imprevedibili (i provvedimenti nazionali), e per il fatto che comunque queste addizionali configurano una manovra pluriennale, credo sia da respingere in toto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.
BRESSO Le argomentazioni si stanno arricchendo e sviluppando, ma sollecitata dal collega Riba e da altri colleghi affronterò alcune questioni relative all'aspetto fiscale di questi provvedimenti.
Rilevo intanto che il nostro sistema fiscale, la cui insopportabilità è certamente esplosa con le ultime vicende del 740, come percezione, non come realtà, perché l'insopportabilità probabilmente era già precedente, ma come percezione da parte dei cittadini italiani, ha una caratteristica che si incentra e si regge sull'incredibile capacità di sopportazione della nostra popolazione. La caratteristica è quella dell'infinità di balzelli, di tasse, tassette, balzelli, balzellini, bolli, bolletti e contributi.
E' la caratteristica tipica di un Paese in cui l'inefficenza della Pubblica Amministrazione sta raggiungendo livelli paradossali, perch costringe i cittadini a pagare un'infinità di piccole tasse, senza che nessuno riesca più a definire il carico fiscale complessivo sulle famiglie sulle imprese, sulle persone; senza che nessuno riesca a capire più quale sia il livello reale di progressività dell'imposta complessiva, con la continua imposizione d'imposte indirette che hanno carattere regressivo e per compensare, con botte da orbi menate a caso sui contribuenti a livello di reddito più alto.
Il risultato finale è che l'imposizione è probabilmente regressiva, ma con la percezione da parte di tutti, da parte dei redditi alti e di quelli bassi, di essere comunque vessati, e la vessazione sta certamente in questo carattere di incomprensibilità del sistema fiscale.
Nel rivendicare giustamente un'autonomia impositiva, le Regioni devono però rivendicare congiuntamente la riconduzione a chiarezza e semplicità del sistema fiscale.
Se ci deve essere una capacità impositiva anche locale, regionale, la situazione ideale dovrebbe essere quella di due imposte: una nazionale e una regionale.
Il credere che il problema della capacità impositiva regionale, o comunale o provinciale, possa essere risolto con addizionali sulle addizionali è di per sé una follia giuridica e fiscale, in termini di scienza delle finanze che, pur essendo disciplina da noi importante ed insegnatissima in tutte le Università, evidentemente è misconosciuta totalmente dal legislatore, non solo dal Governo, perché probabilmente è dalle continue modifiche in andata e ritorno dei provvedimenti dal Governo al Parlamento che avvengono questi imbarbarimenti del sistema fiscale.
Per quanto riguarda l'emendamento, può darsi che questo possa essere migliorato in una discussione fra maggioranza ed opposizione. Si può anche ragionare e decidere se sia giusta la posizione di aspettare a porre le addizionali per prevedere eventuali sgravi fiscali. Può anche darsi che la soluzione migliore sia eliminare del tutto il sistema delle addizionali e dare alle Regioni un altro completo sistema impositivo, ma credo che un modo per sollecitare la questione sia quello di rifiutarsi di entrare in questo gioco perverso di un'impostina a ciascuno, ognuno per vessare il cittadino un po' di più, tornando anche ad affrontare la questione, che dovremmo prima o poi affrontare, di cosa noi forniamo in termini di servizio in cambio della continua vessazione del nuovo tributo.
Il sistema del bilancio pubblico in questo Paese, a causa dei dissennati sprechi del passato, oggi preleva senza fornire servizi in cambio, ottenendo, da parte dei cittadini, un atteggiamento di rabbia crescente. Non si può risolvere tutto in questo momento, ma si potrebbe cogliere l'occasione per fare un atto di rivolta, non fiscale, ma contro il modo con cui il nostro sistema fiscale continua ad evolvere come se fosse un cancro abnorme incontrollato.
Può darsi che la nostra proposta, signor Presidente, non le piaccia. Ce ne faccia un'altra, ma che dica basta a questo modo di far sviluppare in maniera ipertrofica e cancerosa il nostro sistema fiscale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Sarò molto breve. Già nell'intervento di ieri ho cercato di affrontare separatamente due o tre diverse questioni, che seppure legate fra loro vanno affrontate, anche da chi sta all'opposizione, anche separatamente tra loro.
La prima questione riguardava la tenuta di questa maggioranza.
Prendiamo atto che, al momento, prevale la logica, su cui normalmente si reggono le maggioranze, di contare i numeri, anche quando questi diventano un po' più piccoli, partendo da quelli per giustificare il mantenimento di una maggioranza. A questo proposito, noto l'irrigidimento di atteggiamento del Presidente della Giunta in queste giornate di discussione, anche rispetto a questioni di contenuto che prescindono da atteggiamenti di tipo ostruzionistico che fino a questo momento, sostanzialmente, non ci sono.
E', quindi, una situazione di muro contro muro che ritengo comunque negativa, ed è un errore da parte del Presidente della Giunta regionale. Ma al di là di questo, c'erano altre due questioni. Una riguarda le addizionali e, quindi, la politica regionale non solo di bilancio, ma rispetto al rapporto con lo Stato e con il Governo. L'altra questione conseguente a questa riguarda le concrete variazioni di bilancio proposte nelle diverse Commissioni e poco giustificate con l'assenza della maggior parte degli Assessori.
Chiederei alla Giunta di valutare con una certa attenzione al senso generale l'emendamento relativo alle addizionali. Paradossalmente dall'accettazione di un emendamento come questo, la Giunta potrebbe addirittura trovare una sua forte legittimazione e anche far svolgere a questa Regione - per esempio, al Presidente della Giunta nei rapporti con le altri Regioni e con il Governo un ruolo di protagonismo rispetto ad una politica di tipo regionalista, federalista, autonomista (ognuno la chiami come meglio crede) nella quale il problema reale è la differenza tra le parole e i fatti. Di forze politiche che si dichiarino apertamente non federaliste o non autonomiste o non regionaliste se ne trovano poche.
Come tutti sappiamo, la questione è la differenza fra le tre proposte di legge, n. 373, n. 387, n. 388, che personalmente nella riunione dei Gruppi di minoranza ho dichiarato essere estremamente interessanti. La differenza di queste proposte di legge in Parlamento e le addizionali sta nel fatto che queste ultime, se votate, entreranno in vigore dall'1 gennaio 1994, mentre le tre proposte di legge per il momento sono tre pezzi di carta.
L'accettazione di questo emendamento darebbe una coerenza, almeno su questo piano, a cose che, a parole, anche questa Giunta e il suo Presidente nei suoi interventi ci hanno in più momenti riproposto. Cioè, da una parte una responsabilità che ci si attribuisce rispetto alla politica, al bilancio e alle risorse necessarie della Regione; dall'altra, un rapporto con lo Stato e il Governo che non sia di pura sudditanza.
Mi stupirebbe che tutto ciò venisse letto come uno strumento di tipo ostruzionistico; se oggi si volesse far prevalere una logica di tipo ostruzionistico, abbiamo centinaia di emendamenti sui quali potremmo passare la giornata e la notte. Il Consigliere Picchioni, prima, facendo una battuta, diceva che la maggioranza era pronta a trascorrere la giornata e la notte; mi pare che questo emendamento costringa la Giunta ad essere esplicita sulla differenza fra la politica delle parole e quella dei fatti.
Chiedo, quindi, al Presidente e alla maggioranza di accogliere questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Ho sottoscritto questo emendamento, proprio perché ne rilevavo la grande importanza, quasi come una mano tesa verso la buona fede, la serietà e la sincerità dei colleghi di maggioranza.
Vorrei ricordare che è dal 1990 che si discute sulla non equità dell'applicazione della legge n. 158, legge che non tiene conto della capacità contributiva degli utenti e che fa discriminazioni su un'utenza costretta per motivi climatici ad utilizzare come prima risorsa il gas metano. Di qui il tentativo - ritengo in buona fede - da parte dei colleghi di maggioranza di mitigare gli effetti dell'applicazione delle addizionali.
In sostanza, sono contrario a dare corso alla legge n. 158, quindi contrario all'applicazione delle addizionali; se però si apre una strada affinché il Consiglio possa continuare in un lavoro proficuo per il bene della Regione, sono disposto a tornare sui miei passi, eventualmente anche ad approvare la manovra che stabilisce queste addizionali. Ciò fermo restando una dichiarazione di buona fede da parte vostra, cioè che le proposte di legge al Parlamento n. 388 e n. 373 iscritte all'o.d.g. non siano un falso scopo, una giustificazione non veramente sentita e voluta sempre che quel documento dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome fattoci avere sia effettivamente quanto questa Giunta e questa maggioranza vogliano ottenere: una vera forma di autonomia impositiva.
E' chiaro che non è con l'applicazione delle addizionali che si ottiene l'autonomia impositiva, ma è con forti dichiarazioni di serietà e onestà che si riacquista quella credibilità che l'Ente sta via via perdendo di fronte a provvedimenti non solo impopolari, ma estremamente poco seri.
Quindi, se quanto espresso nelle due proposte di legge al Parlamento è effettivamente una vostra volontà seria, credo che questo emendamento vi metta in condizione di poterlo dimostrare. L'emendamento vuole sancire un principio; se a questo principio la maggioranza si atterrà, ritengo che non ci saranno altri ostacoli al prosieguo dell'esame dell'o.d.g. In caso contrario, una così palese dimostrazione di malafede potrebbe portare ad uno scontro veramente irriducibile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre.
SEGRE Vorrei sottolineare al Presidente Brizio la serietà dell'emendamento.
Nella riunione svolta prima, avremmo potuto scegliere diverse vie per ritornare in aula dopo la sospensione; abbiamo invece scelto questa via che riteniamo sia di serietà.
Chiediamo che questa serietà sia reciproca. Nel momento in cui si approvano le addizionali - e voi avete pensato contemporaneamente di presentare le leggi al Parlamento la credibilità deriva dal fatto che l'approvazione da parte del Parlamento ci sia e in tempi stretti.
Già nel mio intervento di ieri avevo sottolineato come la tempistica dei provvedimenti mi sembrasse incredibile; le leggi di iniziativa regionale al Parlamento, di solito, non vengono approvate. Ne abbiamo un esempio eclatante, che mi è venuto in mente proprio perché nella sala accanto c'è una riunione sulla Valle Bormida. Mi riferisco alla legge di iniziativa regionale per la chiusura dell'ACNA, la quale non solo non è mai stata approvata in Parlamento nel corso di ben due legislature, ma addirittura non è mai stata calendarizzata, non è mai stata iscritta all'o.d.g.
Motivazioni di questo tipo ci inducono quindi a sollecitare da parte vostra una tempistica diversa, cioè ad attenderci che la proposta di legge al Parlamento venga approvata davvero. Se queste proposte di legge al Parlamento le avete fatte credendoci, non dovreste avere difficoltà ad accettare questo emendamento, nel senso che probabilmente avete già anche pensato a quali strumenti usare perché il Parlamento le approvi prima di un suo probabile e non tanto lontano scioglimento (bisogna anche tenere conto di questo).
Con l'eventuale approvazione da parte vostra di questo disegno di legge, l'aggravio fiscale per i cittadini diventa certo, mentre si lascia nell'incertezza un eventuale rimborso. La pressione fiscale nel nostro Paese è ormai diventata inaccettabile e potrebbe avere delle gravi conseguenze anche sul livello di democrazia presente nel nostro Paese anzi, l'ha già avuto, perché l'iniquità della pressione fiscale è già talmente alta che basta in questi giorni stare in mezzo alla gente, magari in una coda per presentare il proprio modello 740, per capire come davvero la gente non ne possa più. Soprattutto perché alle tasse nazionali si sovrapporrebbero queste regionali che, come qualcuno ha già detto, non contrappongono immediamente qualche beneficio, in modo da poter dire al cittadino: "Tu paghi 40 lire in più la benzina, però hai il vantaggio di".
No, tutto questo non si può dire, perché il cittadino ha la sensazione, in gran parte dimostrata dagli avvenimenti di questo ultimo anno, che tutti i suoi soldi vadano a finire in un grande buco nero dal quale i servizi che gli spetterebbero non emergono mai.
Invito quindi il Presidente della Giunta a prendere seriamente in considerazione quest'emendamento, che noi riteniamo molto ragionevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO Signora Presidente, mi pare che il problema di fondo sia come reperire risorse oltre che come impiegarle: come reperire risorse in termini di quantità, ma soprattutto in termini di qualità; così come impiegare risorse in termini di quantità, che sia adeguata, e in termini di qualità, di efficacia della spesa.
Nel nostro Paese c'è un sistema fiscale iniquo, che è una potentissima leva di redistribuzione di ricchezza, di reddito e di potere. E' un sistema iniquo, perché si accanisce in modo insopportabile sempre e soltanto nei confronti dei redditi da lavoro, dei redditi da pensioni, dei redditi fissi, consentendo al tempo stesso fenomeni diffusissimi di evasione fiscale, di erosione della base imponibile, persino di elusione fiscale. Ci sono cittadini ignoti al Fisco! Cittadini che non solo pagano poco, ma addirittura non pagano nulla, e ciò per decine e decine di migliaia di miliardi di lire all'anno! L'unica strada che si impone in un Paese che voglia essere democratico è quella dell'allargamento della base imponibile, della redistribuzione del carico fiscale, dell'equità fiscale.
Mi permetto di dire, signora Presidente, che chi fa ricorso alla minaccia di sciopero fiscale dice una mostruosità, perché lo sciopero fiscale esiste nel nostro Paese da parecchio tempo ed è purtroppo diffusissimo. Mi riferisco a tutti i contribuenti non fedeli, che evadono erodono la base imponibile, che eludono persino il dovere fiscale. Io capisco che la forza che minaccia lo sciopero fiscale si propone di rappresentare gli evasori, di legittimare l'evasione, ma in questo non posso non vedere le responsabilità gravissime di coloro che hanno governato il Paese fino ad oggi, che hanno consentito un sistema fiscale così iniquo che alle corporazioni hanno promesso non gli aiuti che si devono dare a tutti coloro che svolgono un'attività produttiva, ma la franchigia fiscale.
Ai grandi tutto è dovuto, ai piccoli imprenditori nulla è dovuto, sono imprenditori di serie B e C. In compenso, si è concessa la franchigia fiscale: "Non possiamo aiutarvi perché tutte le risorse sono riservate alle grandi concentrazioni economico-finanziarie, alle grandi imprese, in compenso sul Fisco chiudiamo un occhio". L'occhio non si può più chiudere e la pressione cresce anche nei confronti dei ceti medi, e i ceti medi si ribellano perché dicono che viene meno un patto, un patto scellerato diciamo noi.
Badate che il partito dello sciopero fiscale può avere una considerevole base di massa: le avvisaglie ci sono tutte. Va cambiato il sistema fiscale, va tagliata l'erba sotto i piedi a quelli che vogliono dare legittimità e legalità allo sciopero fiscale! Questo va fatto per salvare la democrazia nel nostro Paese, ma se questo va fatto bisogna stare attenti.
E' giusto rivendicare parziale capacità impositiva, ma deve trattarsi di tasse, di imposte, di balzelli non aggiuntivi a quelli che gravano sempre sulle spalle degli stessi! Devono essere sostitutivi. Attenzione a rivendicare una regionalizzazione di funzioni e capacità impositive: potrebbe essere una regionalizzazione finta, falsa, che aumenta ancora di più la pressione fiscale nei confronti di coloro che portano un fardello ormai insopportabile, tesa a colpire lo Stato accentratore, burocratico autoritario, parassitario, che costringe le Regioni ad applicare le addizionali e ad aggiungere nuove tasse, nuove imposte, nuovi balzelli tutti aggiuntivi.
Signor Presidente della Giunta, su "Il Sole 24 Ore" di oggi è scritto: "Lo Stato fa bene a spingere le Regioni verso una gestione più razionale ed efficiente della materia sanitaria, ma non può lasciarle sole nell'affrontare gli eventuali disavanzi di Unità Socio-sanitarie Locali od ospedali senza prevedere una disciplina transitoria che permetta alle finanze locali un graduale adeguamento al nuovo sistema". Non lo scrive solo "Il Sole 24 Ore", ma lo ha stabilito anche la Corte Costituzionale con sentenza n. 355 datata l'11 giugno scorso e depositata ieri.
Hanno vinto le otto Regioni, Valle d'Aosta, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Umbria e Campania: come vedete, al solito, manca il Piemonte! E che cosa dice la Corte Costituzionale? Ha giudicato irragionevole la previsione di esonero totale e immediato dello Stato dai disavanzi delle Unità Socio-sanitarie Locali: quello che noi abbiamo sempre sostenuto. E' banale, persino. Se i centri di spesa sanitaria stanno a Roma, perché a Roma si decidono i prezzi amministrati dei farmaci da inserire nei prontuari farmaceutici; a Roma si decidono i contratti collettivi di lavoro; a Roma si stabiliscono le convenzioni e i relativi tariffari, non si può scaricare la spesa sanitaria sulle Regioni, a meno che non si trasferiscano anche i centri di decisione della spesa sanitaria.
E' elementare: solo una maggioranza come la vostra non l'ha capito. E in quest'aula avete strombazzato per mesi e mesi sul governo della spesa sanitaria: "Siamo riusciti a governare la spesa sanitaria". No, siamo riusciti a perdere 400 o 500 miliardi lo scorso anno, che avremmo potuto spendere bene, proficuamente, e li abbiamo scaricati sui pazienti che hanno dovuto pagarsi tante prestazioni.
In quest'aula avete tuonato per mesi e per anni sulla regionalizzazione della sanità e sul fatto che avremmo dovuto coprire noi i buchi della spesa sanitaria. Come vedete, la Corte Costituzionale, per fortuna, ha molto più buon senso di questa maggioranza. Così stanno le cose.
Voglio cogliere l'occasione di questo intervento per dirvi che avete 200 miliardi di spesa in conto capitale per la sanità, che continuate a non spendere e che forse neppure sapete di avere; inoltre, avete una spesa corrente ripartita - la ripartizione del fondo sanitario regionale 1993 prima tranche, inferiore a quella del 1992 - che deve ancora essere approvata in Consiglio e che avete approvato con una semplice deliberazione di Giunta.
Una materia così importante, per 6.000 miliardi di lire, non passa più in Consiglio? E' una prassi del tutto nuova, sconosciuta. Quand'è che porterete il riparto della spesa corrente 1993 in Consiglio (come si usano le risorse, quindi qualità, efficacia della spesa, efficienza che questa spesa determina o non determina)? La Giunta - pensate quando ci sono le risorse che cosa può accadere, ed è accaduto alla Regione Piemonte dimentica nel cassetto per quattro anni la quota parte delle risorse del fondo nazionale per l'artigianato, quasi 20 miliardi di lire. Tutti sappiamo che trasferiamo solo qualche lira alle aziende artigiane: noi abbiamo 17/18 miliardi accantonati, perché la Regione non li ha mai spesi.
Per spiegare la questione dello sciopero fiscale, aggiungo solo pochissime frasi: qualche lira alle aziende artigiane, quei 3/4 miliardi all'anno accantonati senza saperlo, probabilmente, per cui per quattro anni non hanno ricevuto neanche una lira. Eppure la Regione nel complesso trasferisce risorse in termini di imposta sul valore aggiunto, IRPEF e così via, per quasi 18.000 miliardi a Roma. Di questi 18.000 miliardi, il 10,5 arriva dalle aziende artigiane, quindi le aziende artigiane trasferiscono al centro circa 1.850/1.900 miliardi di lire per ricevere 4 miliardi all'anno, che la Giunta regionale accantona per quattro anni probabilmente neppure sapendo che queste risorse sono a disposizione.
Questa è la situazione. Comprendete come il partito dello sciopero fiscale possa certamente trovare una base di massa in una situazione come questa, ma la colpa non è di chi intende rappresentare e dare un carattere legale allo sciopero fiscale, bensì di coloro che mantengono in piedi un sistema fiscale come questo, assolutamente iniquo.
Mi perdoni il Presidente se insisto, e concludo. Io non ne posso più signor Presidente, di sentirla parlare del fondo di innovazione: è il famoso fondo "Garesio". Se ne parla da sei anni, di quel fondo ci sono solo i titoli. Titoli di progetti, non progetti, non studi di fattibilità.
Titoli: punto e basta. Sono stufo di sentir parlare di Agenzia per l'innovazione: ma di che cosa parla? Sono stufo di sentir parlare del Regolamento n. 2052! Ripetutamente abbiamo detto: "Vogliamo insieme e con l'equilibrio necessario vedere che cosa ha prodotto la prima fase? Quale ricaduta ha determinato la prima fase"? C'è il rischio di avere una caduta irrisoria, c'è il rischio di perdere un'occasione eccezionale, perché è eccezionale l'occasione che vede la Regione Piemonte con risorse complessive di circa 1.000 miliardi. E' eccezionale: non avremo mai più occasioni di questo genere, almeno nei prossimi anni: non le avremo più! Vogliamo fare un bilancio della ricaduta della prima fase del Regolamento n. 2052 (per capire come vanno le cose, per aumentare questa ricaduta, per non dovere, alla fine, tirare le somme di un bilancio fallimentare, per non dover dire che abbiamo perso un'occasione storica)? Mi chiedo perché la Giunta non accetti un emendamento che è estremamente serio ed intelligente; perché non accettate questo emendamento?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.
GIULIANO Presidente, colleghe e colleghi, noi non siamo pregiudizialmente contrari alla tassazione sul metano e sulla benzina che ci viene proposta con il progetto di legge della Giunta di oggi. Anzi, in qualche misura come ambientalisti, possiamo addirittura essere d'accordo in quanto, come sapete, si va ad incidere su settori che influenzano molto la qualità dell'ambiente e si inseriscono in quella politica decisa a livello europeo ed internazionale di riduzione delle cosiddette emissioni di "gas serra".
Siamo anche convinti della necessità di un'autentica autonomia finanziaria locale che possa realizzarsi nel federalismo fiscale. Sappiamo tutti, e ci è stato più volte detto in queste settimane, come la finanza locale, nel nostro Paese, sia vincolata fortemente alle decisioni dello Stato, a tal punto che all'interno della Comunità Europea rappresentiamo il limite massimo di subordinazione alla finanza statale, con la gran parte delle entrate locali costituite da trasferimenti dello Stato. La finanza locale come sappiamo, è inoltre vincolata all'80% nella spesa a causa della politica finanziaria nazionale. Sappiamo anche benissimo come le Regioni non abbiano praticamente alcuna possibilità tributaria, se si esclude appunto l'oggetto di questa nostra variazione, vale a dire le addizionali.
Una situazione che riteniamo intollerabile, cui non si può però rispondere se non con una forte rivendicazione da parte degli enti locali e dunque della Regione.
Su questo punto ci deve però essere chiarezza fin dall'inizio. Non si può far finta di inserire nella manovra finanziaria le addizionali e poi essere sotto la spada di Damocle di un provvedimento di legge nazionale su cui non abbiamo, credo (tanto più nella situazione molto fluida di oggi) alcuna garanzia. Nè crediamo possa avere questa garanzia la Giunta e quindi possa darla ai cittadini piemontesi. Dunque non possiamo rischiare che i cittadini piemontesi siano vittime del libro delle buone intenzioni della Giunta regionale. Oggi la dipendenza finanziaria impedisce, e di fatto rende un controsenso, di parlare di autonomia degli enti locali, anche perché una gran parte dei trasferimenti è costituita da contribuzioni mirate, cioè condizionate alla realizzazione di opere e servizi decisi dal potere centrale.
Crediamo dunque che la realizzazione di un federalismo anche fiscale possa e debba essere un punto importante di rivendicazione e di attenzione rispetto agli scenari istituzionali che si aprono per i prossimi anni nel nostro Paese. Scenari nei quali ci sembra ormai assodato - perché ormai la gran parte delle forze politiche su questo è d'accordo - che si debba andare verso uno Stato federale il quale, pur non rinunciando alla solidarietà nazionale, all'unità dello Stato, alla necessità di un riequilibrio territoriale delle risorse tra il nord e il sud del Paese consenta di dare piena realizzazione all'autonomia locale, che certo non è né l'autonomismo né - peggio ancora - il separatismo che pure ogni tanto qualcuno invoca e ogni tanto minaccioso appare all'orizzonte.
Quando parliamo di tassazione locale, abbiamo anche il dovere - e lo abbiamo già sottolineato nell'intervento di stamane - di indicare con chiarezza le aree e i settori di atterraggio delle risorse ulteriormente acquisite, delle risorse aggiuntive richieste ai cittadini con una manovra di ulteriore presssione fiscale. Sarebbe veramente vergognoso, nell'epoca di Tangentopoli, nell'epoca degli sprechi della finanza pubblica, dove fiumi di denaro pubblico hanno preso strade non soltanto inopportune e sbagliate ma anche illecite, chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini già torturati da un'estenuante e ripetuta corsa agli sportelli fiscali. E chiederli non già per dei progetti certi di investimento, produttivi o in termini di ritorno di servizi, ma per ripianare dei deficit, per coprire dei buchi dovuti alla cattiva amministrazione, agli sprechi delle risorse.
Certo, questo non è sufficiente; davanti a questa situazione, risulta assolutamente prioritario - noi riteniamo pregiudiziale che a fronte delle nuova pressione fiscale prevista dalla Regione Piemonte ci sia la certezza sottolineo la certezza - di una legge nazionale che preveda gli sgravi fiscali che, come dice l'emendamento che abbiamo presentato, siano tali da assorbire integralmente gli aumenti e le addizionali previste dal progetto di legge che oggi la Giunta ci chiama a votare. Questa noi crediamo sia una condizione indispensabile e pregiudiziale rispetto a qualsiasi ipotesi di manovra fiscale con la proposizione di tasse aggiuntive per i cittadini del nostro Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Colleghe e colleghi, può darsi che ci sia un po' di ingenuità in quanto voglio dire, ma non è detto che nel confronto politico l'ingenuità non serva a nulla e non produca nulla; può darsi che invece possa servire a qualcosa. Ingenuità rispetto a cosa? Rispetto ad un tentativo, che non mi stanco di perseguire, di impegnare la ragione come base e terreno principale di un confronto politico. Forse è pura ingenuità, ma se la politica ha tanti difetti, se la politica in tutti questi anni è sempre più diventata una cosa sporca sulla bocca di tanta gente, forse è perché gli elementi di ragione nel confronto politico tanto spesso sono stati soffocati da altri elementi, dai più grandi, giganteschi della ragion di Stato ad altri di necessità, di opportunità, quando non di opportunismo o peggio.
Il mio problema qual è, ingenuamente? E' far emergere la ragione che è in lei, Presidente Brizio; cercare di dare a questa ragione la forza sufficiente per affermarsi nei suoi comportamenti politici, per rompere una qualche anchilosi in cui forse questa ragione viene costretta da condizionamenti di vario tipo, che ritengo sia possibile rimuovere. In cosa, la sostanza di questo tentativo? La sostanza, in una parola, è quella di rendere coerenti le parole con i fatti, le parole del Presidente, che prendo per vere.
Il Presidente ha approvato, in una delle Conferenze dei Presidenti delle Regioni, un testo. Penso sia un suo programma politico, nel quale si chiede allo Stato di dare un nuovo assetto finanziario alle Regioni, basato sull'autonomia finanziaria ed impositiva, attraverso una riorganizzazione organica di questi fattori. In secondo luogo, il Presidente ha, nel suo programma, il seguente punto: "Non è tollerabile che le imposizioni fiscali di competenza regionale continuino ad insistere sulla stessa base imponibile aggiungendosi a quote di imposizioni nazionali. Ciò aggrava l'impatto sociale e rende impercorribile la manovra tributaria regionale vanificando le disponibilità finanziarie prevedibili".
Presidente Brizio, sottoscrivo questo programma: è proprio quanto cerchiamo di proporre in quest'aula e in questo momento, ed è quanto lei afferma! Ed allora, come rifiutare, se non in base a condizionamenti che con la ragione non sono imparentati e dai quali penso ci si possa liberare una proposta che aggiunge alle tasse esistenti la tassazione regionale? La tassazione regionale diventa tollerabile, com'è scritto qui, solo se non aggravata da un'analoga imposizione nazionale.
Non capisco con quale ragione politica si possa negare che la proposta che avanziamo consegua l'obiettivo che lei, gentilmente, ieri ci ha consegnato per iscritto sui nostri tavoli. La prendiamo in parola: quanto viene detto e scritto diventa, con questa nostra proposta, realtà. A margine consentiamo anche alla stampa di non scrivere le bugie, perché a tutti noi fa male che il quotidiano più venduto nella nostra città dica delle bugie. Non è una bella cosa; se, invece, ci fosse coerenza tra le parole e i fatti, potremmo leggere la pagina di oggi della cronaca cittadina de "La Stampa", sapendo che ha detto il vero. E non è una cosa da poco avere indetto un giornale a fare informazione corretta; diamo anche una mano per una corretta informazione.
Se, viceversa, questo non succede, allora la politica continua a diventare un esercizio, un confronto tra opinioni, tra poteri, tra ruoli che dimentica cosa ci unisce, cosa unisce le persone, cosa permette alle persone di confrontarsi, di litigare, di contrapporsi: una base razionale.
Non facciamo prevalere elementi di schieramento e puntigli. Presidente, a questo punto dipende da lei: appoggiandoci ad un documento che lei stesso ci ha reso noto (e la ringrazio perché senza questo documento il mio discorso non sarebbe stato possibile) e vedendo lo scontro aspro in quest'aula e l'impatto sociale che questo presuppone all'esterno, con l'aggravamento delle condizioni di vita di cui vi rendereste responsabili se imponeste senza analoga detassazione delle tasse nazionali, verifichiamo se dalle secche delle contrapposizioni e dal gioco delle parti sia possibile sospendere questa decisione e ragionare su tutto questo, avendo il tempo a disposizione per un confronto tra noi in termini più appropriati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Credo anch'io doveroso aggiungere alcune riflessioni a quanto già detto fino a questo momento da Consiglieri dell'opposizione ed anche del mio Gruppo. Spero di non rendere ulteriore aggravio ai lavori di quest'aula e soprattutto al Presidente Brizio che, con attenzione, segue le nostre sollecitazioni rimanendo al suo posto, come è giusto che sia quando il dibattito è così franco e significativo.
Stiamo discutendo il progetto di legge n. 381, che riguarda una misura addizionale all'imposta di consumo sul gas metano e l'istituzione dell'imposta regionale sulla benzina; a ciò si contrappongono altri tre provvedimenti sostanziali (il n. 387, il n. 373 e il n. 388) che, nelle volontà espresse da questa Giunta, porterebbero ad una certa compensazione per il cittadino dell'ulteriore aggravio che verrebbe direttamente aggiunto con l'approvazione di questa legge regionale.
Questa strada, in verità, crea una situazione per cui le tasse aggiuntive introdotte per l'acquisto del gas metano e per la benzina sarebbero applicabili da subito, mentre la logica di compensazione entrerebbe in vigore solo nel momento in cui il Parlamento accogliesse le proposte della Regione Piemonte. Ciò comporterebbe una diversità rispetto ai tempi di applicazione delle due normative; di conseguenza, non si ha alcuna certezza circa la compensazione che effettivamente il piemontese potrà avere.
Il fatto di introdurre un ulteriore aggravio per il cittadino, con questa particolare forma di tassazione, non può non rimandare tutta la discussione al più grande problema dell'iniquo sistema del prelievo fiscale. Già prima di me il collega Calligaro aveva sottolineato questo particolare aspetto, cioè la perdita di fiducia da parte del cittadino nei confronti di un sistema che non risponde più ad una logica costituzionale questa infatti prevedeva che ciascuno di noi contribuisse a costruire il bilancio dello Stato in base al proprio reddito, in modo da ripartire in forma ugualmente equa le risorse disponibili, creando servizi a favore del cittadino. Sappiamo, e non da oggi, ma da diverso tempo, che così non è: il sistema del prelievo fiscale è iniquo, perché colpisce una parte dei cittadini, mentre concede molti margini alla pratica dell'evasione fiscale.
Il collega Calligaro ha sottolineato - e mi pare giusto riprenderlo come atti di questo tipo rischino di favorire ulteriormente quel processo di sciopero e di evasione fiscale che, invece, deve essere assolutamente eliminato e contrastato, ridando fiducia al cittadino. Per fare questo bisogna adottare dei provvedimenti significativi tesi ad eliminare l'evasione fiscale e correggere le logiche attraverso le quali il prelievo stesso si viene a determinare.
Personalmente non ho appoggiato mai operazioni che tendono a sollecitare questa pratica di disobbedienza, cioè quella dell'evasione fiscale come strumento di pressione per trasformare e rendere più accettabile il funzionamento del sistema fiscale; tuttavia, da anni esercito l'obiezione fiscale alle spese militari, quindi non una forma di evasione fiscale, ma un tentativo di legittimare un'opzione fiscale, cosa ben diversa, perché si fa un'autodichiarazione e ci si autodenuncia. I rapporti avuti con l'Intendenza di Finanza e le Commissioni tributarie attraverso le richieste di risarcimento per le quote date al Fondo Nazionale per l'obiezione fiscale, così come in occasione dei ricorsi per il risarcimento della quota versata e dei ricorsi alla Commissione Tributaria di primo grado, mi hanno permesso di capire quanto sia difficile il rapporto tra il cittadino e l'insieme degli organismi che dovrebbero rappresentare gli interessi della collettività; questi, invece, per la loro incapacità di comprensione e per i loro ritardi, sono ulteriore occasione per alimentare quella sfiducia che il cittadino prova per queste istituzioni.
Ad ogni modo, non mi soffermo a parlare dell'incapacità di comprendere le ragioni di chi sceglie le strade della disobbedienza civile per cercare di migliorare il sistema del prelievo fiscale e, soprattutto, le logiche di ripartizione dei fondi che vengono raccolti per l'attivazione di percorsi tesi ad agevolare lo stanziamento a favore di progetti significativi e non certo distruttivi, come quelli relativi ad una difesa basata sul ricorso alle armi o, viceversa, comportanti interventi che vengono spacciati come forme di cooperazione nazionale, che gravano su quel bilancio e che, in verità, sono prettamente militari, come quelli che si fanno in Somalia.
Tornando alla questione specifica, quanto proposto si ricollega ad una logica di tassazione. Sappiamo che esiste una differenza tra il concetto di imposta e il concetto di tassa; la tassa è un qualche cosa di aggiuntivo che grava unicamente su alcuni individui, che autonomamente decidono di acquistare beni o servizi particolari e per questo sono assoggettati al pagamento di una tassa particolare. Se però consideriamo che le abitudini di vita in pratica ci obbligano ad utilizzare il gas metano e la benzina allora questa tassazione assume più l'aspetto di un'imposta, perché quasi nessuno di noi è nelle condizioni di poter scegliere di non utilizzare questi due beni di consumo.
Si tratta di una tassa che si trasforma in imposta e che colpisce l'intera collettività piemontese; diversamente da quanto viene presentato dagli organi di informazione - mi riferisco in particolare all'articolo de "La Stampa" apparso questa mattina - non comporta alcuno sgravio per il cittadino, proprio perché collegata con le proposte di legge al Parlamento che verrebbero avanzate dalla Regione Piemonte, le quali non necessariamente saranno accolte ed approvate subito. Di conseguenza potrebbe anche crearsi una situazione in cui il cittadino, da subito, dovrà versare 30 lire in più per acquistare la benzina e 40 lire in più per il metano; poi, un domani, forse, se le cose andranno bene, potrà avere una compensazione di questo maggior onere attraverso degli sgravi che verranno determinati con una legge nazionale.
Su "La Stampa" viene messo eccessivamente in rilievo il fatto che questi aumenti saranno compensati dagli sgravi fiscali; sappiamo che questo non può essere detto con assoluta certezza. "La Stampa" fa presente che l'addizionale dovrebbe essere riassorbita da una defiscalizzazione, ovvero il prezzo della benzina alla pompa e quello del metano al contatore non subirebbero aumenti. In sostanza, le 30 e 40 lire rimarebbero in Piemonte senza passare nel calderone romano, un filtro che ritarda quando non riduce. Queste informazioni sono deficitarie, proprio perché non spiegano al cittadino che in verità le cose sono diverse.
Per noi, invece, è importante - e di qui le motivazioni che ci hanno spinto a presentare quest'emendamento significativo, perno al quale faranno riferimento tutte le azioni che verranno assunte da parte dei Gruppi di opposizione - fare a meno di parole come "dovrebbe" o simili, passando dalla formulazione ipotetica ad una fondata sulla certezza. L'unico modo per fare questo è quello di dare applicazione al dettato della legge regionale oggi in discussione solo dopo l'approvazione da parte del Parlamento delle proposte avanzate dalla Regione Piemonte stessa. Così facendo, avremmo la certezza che non si accumulerebbe un aggravio fiscale su un altro, ma viceversa l'uno sostituirebbe l'altro, proprio perché il meccanismo di entrata in vigore delle norme che ci accingiamo ad approvare scatterebbe solo in seguito all'approvazione, da parte del Parlamento della legge che sollecitiamo.
Per noi è una questione di chiarezza e correttezza nei confronti del cittadino, oltre che una possibilità per recuperare la fiducia fra le istituzioni e la collettività piemontese che oggi, sempre di più, rischia di venire meno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.
FOCO Sì, anche Foco parla, caro Ferrara. Ho ritenuto infatti mio dovere intervenire, seppure in un primo momento avessi pensato di non farlo; mi è parso necessario ribadire alcune cose ad alta voce in quest'aula, proprio per un rapporto di chiarezza reciproca. Se si ritiene di dover e voler effettivamente governare certi processi, bisogna cercare di ritrovare reciprocamente in questa sede una forma di fiducia.
L'emendamento da noi proposto non mi pare quindi un escamotage, bensì un'ulteriore risposta o proposta che fa seguito ad una serie di altre venute da parte della minoranza e dal nostro Gruppo nel corso di questo dibattito. Ad ogni proposta di apertura si è risposto con una chiusura rimandando il problema e rinnovando successivamente una diversa apertura.
L'intervento di estrema apertura svolto ieri dal nostro Gruppo attraverso il suo Capogruppo, all'apertura dei lavori di questo Consiglio mi è parso estremamente rilevante. Invece, anche in questo caso, lo si è snobbato o si è fatto finta di non sentire: eppure, era il risultato di un'approfondita discussione al nostro interno.
Dobbiamo seriamente affrontare insieme queste tematiche, avendo presenti alcuni elementi fondamentali, se vogliamo davvero riaprire un discorso e un dialogo. Non si può certamente chiedere al Gruppo del PDS di essere più tenero o più morbido di quanto siano, a livello nazionale, ad esempio i segretari nazionali dei partiti interessati nella vicenda Tangentopoli; non si può chiedere al PDS, nel momento in cui fa un'apertura, di essere più tenero di Del Turco o di Martinazzoli. Se ci sono questi problemi, affrontiamoli: non giochiamo a rimpiattino.
A noi pare che la proposta di emendamento di oggi faccia lo sforzo - mi si permetta - politico complessivo di tentativo di riapertura e ripresa di quel discorso che ieri, a nostro parere, è stato "stoppato" o non si è voluto ascoltare fino in fondo. Questa è una prima riflessione politica.
Per quanto riguarda le addizionali, le Regioni o coloro che credono nel ruolo e nella funzione delle Regioni e delle autonomie locali devono aver chiaro quale può essere il ruolo che possono e debbono giocare a livello di autonomia finanziaria e impositiva; diversamente, anche a questo proprosito, c'è un profondo divario tra di noi. Il nostro Gruppo ritiene ad esempio, che autonomia finanziaria ed autonomia impositiva non possano e non debbano significare maggiore pressione fiscale sui cittadini.
Nel corso di tutti questi anni, ogni volta che gli enti locali, le Regioni levavano - a nostro parere giustamente - delle richieste finanziarie nei confronti dello Stato centrale, è emersa un'estrema preoccupazione da parte dei cittadini, perché sapevano che questo avrebbe voluto dire una tassa in più: lo Stato centrale taglia e poi dice alle autonomie locali, alle Regioni, "arrangiatevi, aggiustatevi". A noi pare che la via che la maggioranza ha intrapreso vada in una direzione nettamente contraria ed opposta al ruolo dell'autonomia finanziaria e dell'autonomia impositiva, anzi giochi ad affossarla: infatti, se autonomia finanziaria ed autonomia impositiva vogliono dire più tasse, fanno bene i cittadini a non volere né l'autonomia finanziaria né l'autonomia impositiva delle Regioni e dei Comuni.
Il nostro emendamento cerca di riportare il rapporto tra maggioranza e minoranza al punto di partenza dal quale siamo partiti ieri, ma soprattutto cerca di far sì che coloro che credono effettivamente nel discorso dell'autonomia finanziaria ed impositiva - e non solo se ne riempiono la bocca - lo possano porre in termini corretti e non come un momento di strizzatura o spremitura ulteriore dei cittadini, di quei cittadini questo è grave - che già pagano le tasse e se ne vedono addebitate altre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Credo necessario che la Giunta si esprima con chiarezza sulle sue intenzioni rispetto ad un emendamento motivato dalla necessità di chiarire affermazioni già riportate dai giornali di oggi, secondo le quali, in realtà, non si tratterebbe di aumento perché l'imposizione verrebbe tutta recuperata da sgravi fiscali corrispondenti, ma non mi è chiaro a che cosa.
Le altre Regioni impongono aumenti analoghi, aumenti simili, aumenti eguali? E se non è così, ci saranno sgravi differenziati decisi dal Governo a seconda del tipo di imposizione che le singole Regioni hanno deciso? Questo è un problema tecnico che vorrei capire.
Se l'emendamento venisse accolto, certo sarebbe un passo in avanti a vantaggio di questa Giunta regionale, soprattutto perché renderebbe più credibile il governo regionale da parte dei cittadini, che non si accontentano più di promesse o attenzioni assicurate sulla carta. Occorre poi domandarsi quali sono i canali preferenziali che questa Regione è in grado di far attivare dal Parlamento affinché la legge di iniziativa regionale venga approvata.
In caso di non accoglimento dell'emendamento, è chiaro che al Consiglio non resterebbe molto per far sì che le soluzioni siano favorevoli agli interessi dei cittadini. Questo non è accettabile.
In caso di accoglimento, la Giunta sarebbe invece più stimolata a premere su Governo e Parlamento per fare approvare le modifiche legislative, e ci sarebbe certo più tempo per predisporre piani di rientro dal deficit, anche in alternativa a quelli prefigurati in questi giorni.
Vorrei portare un altro elemento di riflessione. Questa nuova tassa non determinerà automaticamente, a livello regionale, un conseguente aumento di costi di altri beni e servizi? E' un interrogativo che mi pongo e che forse si pongono anche altri. L'esperienza di questi giorni di sciopero dei camionisti ci insegna che la non disponibilità di una merce, che di fatto ne fa aumentare il valore, determina in modo conseguente un aumento di valore e quindi di commercializzazione di beni fondamentali.
Se ciò avvenisse, se cioè aumentassero i costi di beni e servizi come conseguenza dell'imposizione di questa tassa, ritengo utopistico e irrealistico pensare che coloro che hanno determinato aumenti a pioggia successivi ritornino ai prezzi esistenti in origine, una volta che lo sgravio fiscale sia stato eventualmente deciso dallo Stato ed approvato dal Parlamento.
Credo siano costi ulteriori che si ripercuoteranno comunque anche sul costo dei servizi. Mi domando se vi siate resi conto di questo problema. Si imporrà un aumento di costo del metano e della benzina, che notoriamente vengono utilizzati anche dai servizi gestiti dai Comuni, dagli Enti locali dalle Comunità montane, dalle stesse Unità Socio-sanitarie Locali, da coloro che attuano servizi pubblici in convenzione obbligatoria: con quali risorse si ripianerà questo ulteriore sbilancio nelle risorse già dissestate di questi enti? Non voglio dimenticare lo stesso volontariato, che gestisce attività senza fini di lucro. Mi domando se non sarebbe in ogni caso necessario come ritengo, prevedere sgravi fiscali, quindi la detassazione per le attività gestite da servizi pubblici o da soggetti sociali quali il volontariato. Tutto ciò a fronte di una situazione nella quale, come è già stato denunciato più volte, siamo ben lontani dal dire che la spesa pubblica è vicina all'efficienza.
Alcuni esempi sono già stati portati da altri; rammento che i 3 miliardi di parte corrente e il miliardo e 280 milioni in conto capitale assegnati alle Regioni per gestire le attività di sviluppo dell'unità spinale non sono ancora stati spesi e, a mio parere, non verranno spesi perché in questa fase di trapasso di competenze ad altra azienda ospedaliera ci si sta "palleggiando" il peso del dover farsi carico di progettazioni e di avvio di lavori. Questo è un esempio che, in questa fase, probabilmente può essere allargato ad altre situazioni analoghe.
E poi, a quanto ammontano i soldi di parte corrente non spesi dalle Unità Socio-sanitarie Locali? Sarebbe interessante saperlo. Probabilmente sono ben superiori ai 130/140 miliardi che si presume di ricavare da queste tasse.
Concludo sottolineando, come hanno già fatto altri, l'iniquità di un sistema fiscale che preleva direttamente in modo sempre crescente dalle tasche dei cittadini attraverso forme indifferenziate di prelievo indiretto. Tassazione indiretta che, come è ben comprensibile, è proporzionalmente più pesante sui redditi più bassi. Questo in cambio di nulla, a fronte di un bisogno socialmente determinato, maggiore per le categorie sociali meno difese. Nulla, benché si dica che i servizi trarranno giovamento da un ipotetico risparmio derivante, ad esempio per quanto riguarda le Unità Socio-sanitarie Locali, da un rimescolamento nell'organizzazione dei servizi. Credo però che la gente non sia più disponibile ad accogliere soltanto promesse di carta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Non era mia intenzione intervenire. I molti interventi hanno illustrato sotto vari profili, anche economici e finanziari, gli aspetti negativi dell'addizionale che questa maggioranza e questa Giunta intendono oggi introdurre nella vita della popolazione piemontese. Sono però stato sollecitato ad intervenire da due considerazioni non tecniche.
Una è di conoscenza molto diretta, pragmatica di una realtà, che qui non è emersa, che tutti diamo per scontata ma che forse è giusto richiamare. Poiché questa tassazione - e alcuni interventi l'hanno delineato con chiarezza ha un carattere indiretto, è regressiva rispetto ai redditi crescenti, quindi grava sulle famiglie a minor reddito.
Chiedo dunque al Presidente della Giunta regionale - ma lo faccio non con spirito polemico, il mio intervento è più accorato che polemico - se vi siate chiesti quali effetti questo tipo di tassazione ingenererà sulla popolazione regionale.
Effetti pesanti sulla situazione gravissima di chi ha minori redditi.
Voglio citarvi solo alcuni casi.
Il verduriere dove io e la mia famiglia alla Barriera di Milano andiamo a comprare le derrate necessarie, da un po' di tempo svolge lavoro nero di imbianchino - è una testimonianza diretta con forte riduzione persino della vendita della frutta e della verdura.
Il barbiere da cui vado in Via Bologna, modesto barbiere immigrato da trent'anni, mi dice sempre: "Ho vissuto onestamente, non mi sono fatto nessun alloggio, abito in una casa d'affitto".



(Interruzioni)



PRESIDENTE

RIVALTA



PRESIDENTE

A me dà la ricevuta e credo la dia quasi a tutti. Ti invito ad andare una volta da quel parrucchiere, caro Brizio. Non riesco a fare ironia sull'evasione fiscale nei confronti di chi vive con fatica. Questo parrucchiere mi diceva che lui, che sa fare solo quel mestiere, sarà costretto a chiudere, ad andare a fare altro, a cercare sul finire della sua attività lavorativa di vivere altrimenti, perché non riesce a tirare avanti.
Un venditore di giocattoli ed articoli di questo genere mi diceva anche lui che è calata fortemente - sono beni di cui si può fare anche a meno la possibilità di vendita e poiché siamo amici mi ha persino posto il problema di un aiuto per pagare le tasse quest'anno.
Non vi racconto altro. Vivo in Barriera di Milano, zona operaia proletaria, povera e che quindi manifesta le più macroscopiche situazioni di difficoltà. Ma ciò non avvene solo per quelle categorie. Ci sono tecnici della ricerca il cui posto di lavoro è messo in discussione, con lo spauracchio della cassa integrazione, in Piemonte, a Torino come a Novara e con prospettive di sopravvivenza a livelli di reddito molto bassi.
Non mi dilungo, non voglio fare tinte espressioniste di una situazione che nella realtà è espressionista di un malessere, ma chiedo davvero al Presidente Brizio quale fretta c'è di votare oggi un'addizionale come questa. Noi abbiamo presentato, attraverso l'elaborazione e la discussione dei Capigruppo, quest'emendamento, che vi chiede perlomeno di rinviare l'applicazione della tassa a quando sarà garantito che questo intervento addizionale, se non altro, sarà compensato con una riduzione di tasse nazionali.
Oltre a chiedervi di tenere conto di questo emendamento, vi chiedo per quale ragione oggi si deve votare una questione di questo genere.
Brizio, perché non vuoi - faccio appello alla coscienza di tutti, in questo Paese che sta per essere sommerso dai marosi - rinviare la discussione su questa legge? La potremo riaprire più avanti, in un rapporto più proficuo, scevro da ogni possibile interpretazione polemica. Il discorso potrà essere portato avanti senza creare rotture e lacerazioni tra le istituzioni e le forze politiche che governano.
In generale, tutto il sistema politico richiede che cose di questo genere siano affrontate con molta meditazione ed anche con uno spirito sulla base di ragioni consensuali accettabili, di solidarietà istituzionale nei confronti della popolazione piemontese. Pertanto, oggi non c'è nessuna urgenza di questa approvazione: è un discorso che possiamo riprendere più avanti.
La seconda ragione per cui sono intervenuto e per cui il mio tono è accorato - quella che mi ha maggiormente mosso a prendere la parola, pur non avendone intenzione - è la lettura delle notizie diffuse dall'ANSA in merito all'addizionale Enimont (come dice il collega Calligaro). In questa comunicazione si legge che, sul finire del 1990, sono state pagate tangenti per 130/140 miliardi relativamente all'operazione Enimont, che è stata una delle più grandi operazioni avvenute nel nostro Paese in questi ultimi anni.
Si sono pagate tangenti per un ordine di grandezza simile se non superiore all'introito che questa addizionale apporterebbe complessivamente in un anno alla Regione.
Credo che domani la lettura dei giornali.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

RIVALTA



PRESIDENTE

Vorrei che tu capissi - non voglio fare i nomi, tutti li hanno letti e li conoscono - che li c'è il sistema di governo del nostro Paese: sono i partiti a cui fate capo voi qui, anche se voi non avete responsabilità.
Allora mi chiedo - ma te lo dico non polemicamente, il mio discorso è proprio estraneo a qualsiasi polemica, non siamo in una situazione in cui uno possa giocare a fare polemiche - e vi chiedo: è il caso che l'istituto regionale domani faccia pubblicare sui giornali di aver imposto una tassazione per 200 miliardi in due anni? E questo quando dalle future notizie, che verranno sottolineate e puntualizzate, emergeranno responsabilità personali ben precise? Certo, siamo in una fase di inchiesta e voglio rispettare lo sviluppo delle indagini della Magistratura; mi sembra, però, che siano inchieste fondate, con picchetti forti e non soltanto avventure. E domani si pubblica che la Regione pone dei balzelli di questo tipo? Che questa stessa struttura di governo a livello regionale - non ha queste responsabilità certo, ma ne ha altre - questo stesso raggruppamento politico di governo impone un balzello di 100 miliardi? Tra l'altro pare che, oltre a quelle di 130 e 150 miliardi (non si sa bene), siano state pagate delle tangenti ancora per le elezioni dell'aprile del 1992! Ciò in una fase in cui - non cambia nulla addirittura era già esplosa l'inchiesta di Tangentopoli a Milano (mi pare che Chiesa sia stato arrestato all'inizio di febbraio). Non faccio polemiche. Prendete questo intervento come un ragionamento fra persone che vogliono essere responsabili dello stesso Paese; non discuto nemmeno di quello che si dovrà fare in futuro. Vi chiedo soltanto di porre attenzione rispetto al modo con cui percepisco e leggo una realtà, quella realtà di minor reddito nella nostra Regione sulla quale graverà soprattutto questa tassazione. Con queste parole, caro Brizio, io non lancio bombe, vi chiedo una solidarietà di responsabilità, in questo momento, che vi induca a rinviare i ragionamenti su una tassazione regionale. Se non si ha la percezione del peso dirompente di una situazione come questa, credo sia difficile non dirvi continuamente che la Giunta regionale rischia di essere davvero una Giunta che non fa quello che sarebbe necessario.
Tu ci hai fatto un lungo elenco di cose che fate, ma la realtà è un'altra: tu fai e la realtà è in regresso continuo; ciò significa che non si fa sufficientemente, che non si apportano contributi per inversioni di tendenze neanche in piccole realtà, in piccoli settori. Allora chiedo davvero: pensateci; sospendiamo un momento il Consiglio; riunitevi riuniamoci! Vediamo se non è possibile trovare una condizione di impegno istituzionale per cui si rinvia una decisione di questo genere.
Diversamente, non potrete lamentarvi se nella battaglia politica, oltre che dentro le istituzioni, fuori, attraverso i mezzi di comunicazione, i rapporti diretti, le forze politiche dell'opposizione dovranno dire le cose che, grosso modo, ho dovuto dire io qui dentro; forse fuori non le si dirà neppure con la responsabilità e la tranquillità - con preoccupazione certo con cui le ho dette qui. Le ho dette perché le sentivo, perché lo ritenevo giusto; sentivo il dovere di fare un ragionamento di questo genere, un po' anomalo rispetto alle discussioni tecniche, ma vi chiedo di tenerne sufficientemente conto.



PRESIDENTE

Non essendovi altri iscritti a parlare per la discussione dell'emendamento, do la parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Come Giunta, non possiamo accettare assolutamente questo emendamento, e cerco di spiegare nel modo più sintetico possibile il perché. Il problema secondo me, può essere scomposto in due. Esiste una questione amministrativa-contabile ed una politica. L'emendamento tenta di equivocare su questa scomposizione.
Sulla sostanza politica, ovviamente, siamo tutti d'accordo; la Giunta ha proposto quei disegni di legge e il fatto che il Consiglio abbia dedicato alcune ore per dibattere questa questione - e guai se non l'avessimo fatto in un'occasione come questa - dimostra quanta validità avesse l'iniziativa politica della Giunta, che ha provocato questa discussione in seno al Consiglio e che sicuramente è una discussione di attualità rispetto al momento che stiamo vivendo nel rapporto Stato Regioni. La legge di variazione di bilancio, che è già in aula e che sarà discussa dopo la questione delle addizionali, comporta quei problemi di quadratura per il 1993, prima ancora che per il 1994 e il 1995, di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi; esiste quindi la necessità che, dal punto di vista della responsabilità amministrativa, queste addizionali vengano applicate.
Penso che la Giunta non abbia mai contrabbandato le due cose, tant'è che molto seriamente esistono le date. Pensiamo che i cittadini piemontesi siano tanto maturi da leggere "La Stampa" di oggi, così come hanno letto l'articolo firmato S.T, su "Repubblica" di domenica nei confronti della Giunta, e sappiano trarne le giuste conclusioni sia in un caso che nell'altro. Credo che non leggano solo "La Stampa" di oggi; immagino abbiano letto anche "Repubblica" di domenica scorsa, così come leggono ogni giorno tutto quanto viene proposto.
Come dicevo, la Giunta non ha mai contrabbandato le due posizioni; ha sempre parlato di necessità amministrativa, in base alla quale si propone di accedere alle addizionali, e di proposta politica per quanto riguarda i disegni di legge di proposta al Parlamento. Non li sottovaluterei (l'avevamo già detto ieri); ritengo non siano affatto demagogici.
La Consigliera Segre dice che il Parlamento non ha mai approvato proposte di legge che venivano dalle Regioni, ma ricordiamo tutti che alcune Regioni hanno proposto l'abolizione di alcuni Ministeri. Il Parlamento non ha approvato quelle leggi, ma le ha approvate il Paese, al 72%, all'82%, al 92% con gli ultimi referendum. Penso che questo sia un dato da non sottovalutare.
Da quel che ho sentito, dal punto di vista politico esiste la convergenza di tutto il Consiglio sulle proposte di legge della Regione Piemonte al Parlamento; questo darà sicuramente più forza al Presidente Brizio quando andrà al confronto su tali questioni. Immagino che anche altre Regioni seguiranno questo esempio e che, come già successo in passato, queste iniziative e proposte politiche avranno un effetto dirompente sotto molti aspetti. In definitiva, ritengo che tali proposte non siano demagogiche, ma rappresentino una pressione dovuta, se crediamo come il dibattito ha messo in evidenza, che esista la possibilità di essere ascoltati.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Solo due brevi aggiunte al discorso dell'Assessore Gallarini. Non ho mai dato per certa la possibilità di avere il ristorno della cassa.
Esistono due iniziative: una legislativa, assunta e portata avanti con i disegni di legge Gallarini; l'altra, portata nel confronto della Conferenza Stato-Regioni. Il Consigliere Calligaro ne ha letto solo una parte. La seconda parte del punto 10) dice: "Si chiede pertanto la previsione finanziaria di meccanismi di tassazione della parte erariale almeno per quelle Regioni che applicano l'imposizione propria"; non dunque per quelle che le applicheranno o che subordinano lontanamente questa applicazione ad una copertura anticipata. Qui c'è anche una richiesta, da parte del Governo, di assunzione di responsabilità.
Il Governo dice: "Abbiamo introdotto la legge n. 158 e non l'avete mai applicata": noi applichiamo la tassazione sul metano. E' questo il discorso di fondo, l'anello mancante, è questa la lettura completa che va data al documento.
Naturalmente speriamo di portare a casa questo risultato; non ne abbiamo la certezza, ma, poiché una legge deve dare delle certezze di entrate per coprire le certezze di spese, non possiamo subordinarla ad un avvenimento che è "incertus an incertus quando" (è incerto se si verificherà ed è incerto quando si verificherà). Abbiamo comunque quattro mesi di tempo per esplicare un'azione politica, che esplicheremo completamente, energicamente, ma non possiamo avviare delle spese senza avviarne la copertura. E' questo il discorso di fondo, che taglia la testa a tutte le altre considerazioni.
D'altra parte, è vero che nei momenti difficili bisogna sempre tenere conto del consenso, di quello che pensa la popolazione, della sopportabilità dei provvedimenti, ma bisogna anche avere il coraggio di prendere determinate decisioni.
C'è uno splendido articolo di Panebianco su "Il Corriere" di domenica che tocca l'argomento della responsabilità di governare senza lasciarsi snaturare da quello che appare all'opinione pubblica o da quello che sui giornali appare in molte situazioni come elemento di condizionamento.



(Interruzioni)



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Non venire a raccontare a me dell'addizionale Enimont, perché hai poco gusto: dovresti raccontarla a qualcun altro.
Parliamo invece dei provvedimenti già assunti da altre Regioni infatti, la Liguria, l'Emilia e la Toscana hanno applicato l'imposta. Le altre la stanno valutando in vista del 1994.
Noi, affrontando oggi una manovra complessa, abbiamo posto questa questione come vitale ed essenziale. Onestamente, mi pare che giocare all'infinito su questo elemento non sia cosa che possa reggere.
Devo anche dire, sempre riprendendo il documento, che questa richiesta è la decima che facciamo, in ordine di elencazione, alla Conferenza Stato Regioni. Se venissero accolte tutte e nove, probabilmente non sarebbe necessario pensare alla decima. Le stiamo discutendo, compresa quella che riguarda i debiti pregressi della sanità ancora aperti e che a noi non interessano, perché abbiamo risolto i nostri problemi, ma interessano molto alla Toscana, all'Emilia, al Veneto, con le quali siamo solidali; analogo discorso vale per il ricorso relativo alla legge n. 502, che noi non abbiamo fatto. Non siamo sempre assenti; siamo soprattutto assenti dai debiti pregressi e - mi spiace, Calligaro - non puoi continuare a dire che sono stati coperti.



(Interruzioni)



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Non l'abbiamo fatta pagare ai cittadini, perché i debiti pregressi della Toscana, dell'Emilia e del Veneto sono ancora da coprire. Sei tu che hai voluto richiamare - io non intendevo fare polemica, ma tu la vuoi fare a tutti i costi - questa sentenza interessante, la quale peraltro (dice giustamente il giornale) è una vittoria contenuta, perché parla di progressività e non di totale copertura dei deficit. Ci siamo dunque mossi su una linea di progressività e su questa linea continuiamo a fare le nostre richieste.
Questa è la contraddizione che non ho potuto esporre al Consigliere Maggiorotti, quando ipotizzava la possibilità di "uscire fuori" nella spesa della sanità. C'è da tenere conto di due cose: del raddrizzamento che è in atto, perché sono previsioni di metà anno, e anche della continua richiesta che abbiamo fatto al Ministero di avere altre risorse, proprio in nome di quella progressività e non della totalità, che non può sanare, tra l'altro i debiti che non sono sanabili.
Credo di avere risposto puntualmente alle osservazioni fatte. Facciamo un'operazione che deve dare certezza di entrate a fronte di certezze di spese; non possiamo porre in relazione un'ipotesi certa con un'ipotesi che desideriamo, che perseguiremo, che siamo determinati con tutta la forza a perseguire, ma che non possiamo dare, se non scorrettamente, come certa acclarata e conquistata. Quindi, è per questo che l'emendamento non è accettabile.
Il problema del riparto alle Unità Socio-sanitarie Locali verrà in aula; non abbiamo potuto farlo prima, perché non c'era il decreto relativo alla deliberazione CIPE e quindi abbiamo dato delle indicazioni provvisorie. Non appena sarà possibile, lo porteremo in aula.



PRESIDENTE

Come richiesto verbalmente da tre Consiglieri, ai sensi dell'art. 66 comma secondo, del Regolamento, si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento testé discusso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 30 Consiglieri L'emendamento è respinto.
A norma degli artt. 78 e 81 del Regolamento, i Consiglieri Majorino Rabellino, Zacchera, Giuliano e Vaglio presentano il seguente ordine del giorno: "Il Consiglio regionale del Piemonte ritenuto e rilevato che gli emendamenti della Giunta al disegno di legge n.
381 - presentati ieri per la prima volta all'esame della I Commissione consiliare - sono innovativi (ed è innovativo segnatamente l'emendamento sostitutivo all'art. 1) e costituiscono - anzi, e nel loro insieme - un nuovo testo di legge ritenuta la necessità - di conseguenza - di provvedersi ad un'ulteriore istruttoria dell'articolato, come sopra emendato, ai sensi dell'art. 81 del Regolamento rinvia alla I Commissione consiliare l'esame del testo del disegno di legge n. 381 e degli emendamenti sullo stesso formulati dalla Giunta: anche ai fini di valutare se si tratti di un 'nuovo testo di disegno di legge'".
Per quanto riguarda il rinvio in Commissione, attenendo questo alla formulazione dell'o.d.g., il Regolamento prevede che dopo l'intervento del Consigliere proponente ad illustrazione della richiesta possa intervenire un eventuale Consigliere contrario, dopodiché potrà intervenire in proposito la Giunta. Questo è quanto previsto normalmente dal Regolamento per quanto riguarda le modificazioni dell'o d.g, e anche per una norma di carattere generale che attiene all'ordine delle discussioni.
La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Signora Presidente, sarò conciso nel motivare il rinvio in Commissione richiesta della quale peraltro sono convinto, che non ha certo un mero scopo defatigatorio. Infatti, soltanto ieri la Giunta ha presentato in I Commissione quattro emendamenti al disegno di legge n. 381 che praticamente, più che correggere o meramente emendare il testo di legge, lo sovvertono, in particolare laddove si estende la base imponibile dell'addizionale sul gas metano.
Come è noto, il disegno di legge originario presentato circa tre mesi fa si limitava ad accennare all'addizionale sul gas metano per uso domestico; nell'emendamento di ieri, che oggi è qui presente sotto gli occhi di tutti, si parla invece di una sostanziale estensione della base imponibile anche al gas metano per uso industriale. Non si tratta di poca cosa, anche perché in consultazione e in discussione in Commissione and l'addizionale a tutti nota come addizionale di aumento del gas metano per uso domestico. La consultazione dei seppur pochi soggetti venuti a farsi consultare si è svolta quindi su un determinato oggetto, mentre oggi ci troviamo di fronte ad un testo diverso, sostanzialmente nuovo per quanto riguarda la base imponibile.
Ecco perché mi pare fondata e meriti accoglimento la richiesta di ritorno in Commissione; valuterà la I Commissione, se accolta la richiesta l'opportunità di fare eventuali consultazioni, che dal mio punto di vista ritengo doverose, su questa estensione della base imponibile.
Ma c'è di più: l'aggiunta di un ulteriore articolo che riguarda l'accertamento, le sanzioni e il versamento, cioè la fase esecutiva della manovra oggetto di questo disegno di legge. Il disegno di legge originario istituiva l'addizionale sul gas metano per uso domestico, che adesso vediamo istituita con l'estensione della base imponibile; inoltre istituiva l'addizionale sulla benzina. Le fasi di accertamento, cioè di attuazione ed esecuzione del provvedimento sono oggetto di un emendamento con tutta la relativa incertezza che può gravitare intorno allo stesso.
Ecco perché in Commissione va rivisto anche questo aspetto della fase esecutiva dell'applicazione delle addizionali.
Inoltre, l'ultimo comma dell'art. 2 ter di cui all'emendamento dice che questa parte dell'accertamento, versamento e sanzioni, verrà normata con legge regionale, cioè con una futura legge regionale; quindi avremo uno sdoppiamento: prima l'istituzione dell'addizionale, che è sostanzialmente un'imposta, e poi tutta la procedura e la fase della sua attuazione.
C'è poi un secondo comma in cui si dice che questa futura legge regionale, che ovviamente dovrà essere esaminata prima in Commissione e poi in aula per essere approvata o altro, dovrà entrare in vigore il 31/12/1993.
La questione è apparentemente formale, ma anche di sostanza: che una legge, nella specie una legge regionale, possa ordinare ad una futura legge ancora in fieri, ancora al di là dal venire, ancora nella mente della Giunta, la sua entrata in vigore al 31 dicembre di quest'anno, significa navigare nel mare della più grande incertezza.
Il rinvio in Commissione non è strumentale né defatigatorio, anche perché, se la Giunta su questa materia ha idee chiare, nella prima seduta post-feriale (potrà essere fra il 15 e il 20 settembre) si potrà tornare in aula e, se ci saranno i numeri (saranno 29, 28 o quelli che saranno, salvo ulteriori imprevisti), ci sarà la forza e la possibilità per approvare il disegno di legge.
Se ciò non sarà possibile, il discorso ovviamente è diverso; però, a nostro avviso, rimandare il tutto al 15/20 settembre per questi motivi tecnico-politici è una richiesta accoglibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanoletti per l'espressione di opinione contraria.
ZANOLETTI La I Commissione nella seduta di ieri ha esaminato una serie di emendamenti presentati da vari Gruppi oltreché dalla Giunta, respingendone o approvandone alcuni. L'emendamento in questione è stato esaminato ed approvato.



PRESIDENTE

La parola nuovamente al Consigliere Majorino.
MAJORINO Intervengo sulla forma di votazione che, come le è noto, Presidente può essere per alzata di mano, per appello nominale oppure a scrutinio segreto.
Ebbene, per questo rinvio, io, il collega Zacchera e altri otto Consiglieri chiediamo la votazione a scrutinio segreto, per cui le presento la domanda formale sottoscritta da dieci Consiglieri.



(Commenti dai banchi della Giunta)



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Dopo l'ampia discussione svolta, è chiaro che questo documento riguarda il programma della Giunta.



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Non posso non dichiarare che riguarda il programma della Giunta e che quindi.



PRESIDENTE

CUCCO



PRESIDENTE

E' ufficiale la sua richiesta?



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale L'art. 66 del Regolamento relativo alla forma di votazione, al terzo comma, recita che "lo scrutinio segreto si effettua anche quando lo richiedano nove Consiglieri, sempreché il Presidente della Giunta regionale non dichiari che l'oggetto investe il programma politico o la propria permanenza in carica".



PRESIDENTE

CHIEZZI



PRESIDENTE

E allora?



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Vuol dire che chiedo che si voti in modo palese.



PRESIDENTE

MARENGO



PRESIDENTE

Perché riguarda il programma della Giunta?



PRESIDENTE

MAJORINO



PRESIDENTE

Il ritorno in Commissione è una procedura.



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

No, il ritorno in Commissione non è una procedura, è un rinvio dei tempi!



PRESIDENTE

MAJORINO



PRESIDENTE

No, è una procedura.



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Allora, dirima la questione la Presidente, perché se è di mia competenza, io dico no!



PRESIDENTE

Scusate Consiglieri, le regole del gioco sono sempre regole, sia che riguardino la maggioranza sia che riguardino l'opposizione; il Presidente della Giunta ha questa facoltà, della quale si è avvalso, per cui procediamo alla votazione in modo palese.
Chi è favorevole alla richiesta di rinvio in Commissione è pregato di alzare la mano.
La richiesta di rinvio è respinta con 19 voti favorevoli e 29 contrari.



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco; ne ha facoltà.
CUCCO Mi sembra chiaro, Presidente, che l'assunzione di responsabilità piena che il Presidente ha voluto sottolineare chiedendo il voto di fiducia su questo documento ha messo in chiaro che questa maggioranza non ha maggioranza. Ciò era quello che volevamo dimostrare sin all'inizio della discussione di questi giorni, perché questo è voto di fiducia e, se è voto di fiducia così come l'interpretazione del Regolamento dà, dimostra chiaramente la mancanza della maggioranza! Se volete girare la frittata fate pure, ma questo è voto di fiducia! Si legga il Regolamento Presidente! Questo è voto di fiducia e ci vuole maggioranza qualificata del 50% più uno.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.
MARENGO Per associarmi alla constatazione.



(Interruzioni del Consigliere Marchini)



PRESIDENTE

Il dibattito su questo tema mi pare sia stato ampiamente svolto. Non abbiamo bisogno di altri argomenti.
Prego, Consigliere Marengo.



PRESIDENTE

MARENGO



PRESIDENTE

Intervengo per associarmi alla constatazione - perché altro non si pu dire - fatta dal Consigliere Cucco. Il Presidente Brizio non ha posto in votazione una qualsiasi questione: ha posto in votazione il programma di Giunta, cioè la fiducia alla Giunta e per l'approvazione del quale programma, caro Presidente Brizio, occorrono 31 voti, che qui non ci sono.
Io ho già posto questa mattina una questione democratica. A questo punto davvero, se non vi dimettete, state scippando la democrazia.



PRESIDENTE

VETRINO, Assessore regionale



PRESIDENTE

Basta con questi termini d'altri tempi!



PRESIDENTE

MARENGO



PRESIDENTE

Basta con quei termini che avete usato voi per negare che qui sia stata posta la questione della Giunta sul programma della Giunta!



PRESIDENTE

VETRINO, Assessore regionale



PRESIDENTE

Sono i termini del vecchio, quelli!



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Io ho dichiarato.



PRESIDENTE

MARENGO



PRESIDENTE

Presidente Brizio, lei ha dichiarato che metteva in votazione il programma di Giunta. Su questo si è votato e sul programma di Giunta quando è stato presentato a luglio del 1990, la Giunta aveva avuto 31 voti come era necessario per la formazione della Giunta sulla proposta del Presidente Brizio.
Oggi è evidente che queste condizioni politiche non ci sono più. Vi prego davvero: non fate altri danni! Accettate le condizioni che si sono qui determinate con il voto! Dimettetevi, traete le conclusioni! Non fate altri danni oggi nei confronti del Piemonte!



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta; ne ha facoltà.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Voglio ribadire che si può verificare il testo.
Ho detto che "riguardava il programma politico", non ho detto, come dice il testo, "o nella propria permanenza in carica": questo non l'ho affatto dichiarato.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Scusate, ognuno trae le proprie conclusioni e bisogna rispettare le conclusioni del Presidente della Giunta.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Ho detto semplicemente questo, a prescindere dal fatto che, secondo me questa non è una votazione di fiducia e quindi è una votazione di formazione.



(Interruzioni del Consigliere Cucco)



PRESIDENTE

Consigliere Cucco, il Presidente ha dato la sua risposta.
La parola al Consigliere Majorino.



PRESIDENTE

MAJORINO



PRESIDENTE

Quando ho chiesto la votazione a scrutinio segreto e il Presidente della Giunta si è opposto, sostenendo che l'oggetto dell'ordine del giorno era il programma politico della Giunta, non ho replicato, ho accettato l'impostazione che dava il Presidente anche se io stesso, fuori microfono avevo detto: "No, questa è una questione di procedura".
Lei, Presidente, ha insistito, ha ribadito e poi ha avuto sostanzialmente ragione da parte della Presidente che si trattava di una votazione avente per oggetto il programma politico e allora, su una votazione avente per oggetto il programma politico e non una mera questione di procedura - l'ha detto lei, l'ha interpretato lei che la votazione era tale - dovevano esserci i 31 voti di maggioranza, come vengono richiesti ogni qualvolta si elegge il Presidente della Giunta, e la Giunta la si elegge sulla scorta di un documento politico.
Avete considerato il mio ordine del giorno - con il ritorno in Commissione - un documento politico; anzi, il programma della Giunta.
Benissimo! Allora vi occorrevano i 31 voti e questa volta siete veramente delegittimati!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.
MARENGO Di fronte alle risposte qui fornite dopo questo voto da parte del Presidente della Giunta, dichiaro a nome del mio Gruppo che in quest'aula non ci stiamo più. Non avete più nessuna legittimità e non intendiamo darvela con la nostra presenza in quest'aula; quindi il mio Gruppo esce dall'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.
GIULIANO Anche noi ci associamo alle considerazioni del collega Marengo su questi fatti e, davanti a questi atteggiamenti che riteniamo lesivi delle funzioni di questo Consiglio regionale, francamente non ci sentiamo di continuare a rimanere in aula. La responsabilità di questi comportamenti rimanga interamente alla Giunta e alla maggioranza che la sostiene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Mi associo ai colleghi: qui si pone un problema di democrazia e di rispetto delle regole democratiche. Abbandono quindi l'aula insieme agli altri Gruppi e insieme a tutti gli altri Gruppi svolgeremo, per chi è interessato, una conferenza stampa per illustrare le nostre motivazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Credo che questa maggioranza abbia programmato qualcosa di più, per non voglio entrare in polemica e non mi appello a finezze procedurali.
Credo che in questo primo pomeriggio siano state offerte tutte le occasioni alla Giunta e alla maggioranza per dimostrare la sua buona fede su questa operazione di applicazione di imposta. Tutti i tentativi sono andati a vuoto, pertanto io, unitamente al mio Gruppo, non intendo partecipare alla votazione di questa manovra e alla variazione di bilancio.
Abbandono l'aula, riservandomi di rientrare quando questa parte dei nostri lavori sarà compiuta esclusivamente dai Consiglieri di maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Mi associo alle dichiarazioni degli altri colleghi e quindi uscir dall'aula, aggiungendo una richiesta che faccio esplicitamente alla Presidente del Consiglio, per quanto le compete: che il dibattito delle ultime tre ore di oggi pomeriggio, fatto sicuramente in una situazione di non particolare presenza degli organi di informazione, venga reso pubblico in forma esauriente e corretta agli organi di stampa.
Mi pare opportuno sottolineare che il dibattito avvenuto nelle ultime tre ore di oggi pomeriggio non ha avuto carattere ostruzionistico, bensì di confronto e di scontro politico su alcune questioni essenziali che riguardano la posizione politica della Regione Piemonte nel suo rapporto con la questione delle imposizioni fiscali, delle tasse e del rapporto della Regione, quindi delle Regioni, con il Governo.
Chiedo che la Presidente del Consiglio si faccia carico di una sufficiente informazione della discussione svoltasi oggi pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Nell'annunciare che non parteciperò alle votazioni che rimangono da qui sino alla fine del Consiglio, voglio sollevare due questioni. La prima è di carattere procedurale: chiedo formalmente che l'Ufficio di Presidenza offra la sua interpretazione autentica sulla parte dell'articolo di Regolamento che abbiamo citato sul voto di fiducia. Credo che chi si assume la responsabilità di utilizzare gli strumenti di regolamento per evidenziare quanto è chiaro a tutti in questo momento - perché è chiaro a tutti, anche agli esponenti di maggioranza - si deve anche assumere la responsabilità come sto facendo io - di andare fino in fondo sugli strumenti regolamentari richiamati in aula.
Per cui chiedo formalmente che l'Ufficio di Presidenza si esprima su tale questione, perché ricordo perfettamente - pur non essendo in quest'aula, ma per aver letto gli atti che precedettero questo nuovo Regolamento - che questo fu inserito come voto di fiducia per evitare forme di ostruzionismo in presenza di votazioni importanti per la Giunta. Quindi chiedo all'Ufficio di Presidenza di dare interpretazione su questo articolo.
La seconda questione è di carattere politico. A me dispiace che la vicenda sia arrivata a questo livello, e mi dispiace soprattutto per l'opposizione, collega Marchini, non tanto per la maggioranza, perché la maggioranza sta dimostrando una compattezza che non le avrei riconosciuto.
Mi spiace per l'opposizione, perché in democrazia bisogna avere il coraggio di dimostrare e di accettare che non siamo riusciti a convincervi delle nostre buone ragioni.
Ho un sospetto, e lo voglio esprimere ad alta voce: che in realtà la nostra non capacità di convincervi che la maggioranza si è esaurita perché la maggioranza si è esaurita, e lo dite anche voi - nasconda qualcos'altro. E mi dispiace, per esempio, che la maggioranza di governo attuale non abbia ritenuto di corresponsabilizzare le forze che chiedono in modo legittimo, un nuovo governo, proprio in questa fase di applicazione delle addizionali. Sarebbe troppo facile formare un nuovo governo a settembre, senza più il fardello di presentarsi al pubblico e alla popolazione piemontese dicendo: "Noi incominciamo il nuovo Governo con le addizionali". E' questo che vi chiedevo; è questo che vi abbiamo chiesto (almeno, nelle mie intenzioni c'era questo). E poiché non lascio niente nei corridoi, negli incontri privati - che peraltro molti della maggioranza hanno già fatto con forze dell'opposizione, compreso il sottoscritto, per parlare anche delle ipotesi di nuovo governo - voglio che rimanga scritto che questa maggioranza di governo, oltre a fare un favore a se stessa cementificandosi ulteriormente, ha fatto anche un favore alle opposizioni non consentendo loro un'assunzione piena di responsabilità sulle addizionali.



(I Gruppi PCI-PDS, Verdi, Rifondazione Comunista, Lega Nord Piemont, Misto Verdi Sole che Ride e Lista Verde Civica Antiproibizionista abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta quando una persona si candida per fare il Consigliere regionale di un partito che sa già che sarà di minoranza, si assume - almeno, di solito questo succedeva prima della riforma elettorale onori ed oneri, anche quello di fare la parte dell'antipatico.
Condivido pienamente la posizione dei colleghi che sono usciti dall'aula, e lo farei anch'io; ma davanti a certe risposte, reiteratamente e volutamente negative, di totale chiusura da parte della Giunta (delle quali prendo atto), oggi mi assumo la responsabilità fisica, con il collega Majorino, di scegliere la soluzione che più darà fastidio. Mi dispiace, e vi chiedo scusa in anticipo per le ore che vi faremo perdere da questo momento in poi, ma ritengo che sia più corretto - e non me ne importa nulla se domani non uscirà una riga su quello che sto dicendo o su quello che faremo che una forza di opposizione che abbia il coraggio di farlo tenti e ci proverà - di fare di tutto, da questo momento in poi, per rompere le scatole.
E' una situazione antipatica, ma ci sarebbe bastato un segnale di apertura, di qualsiasi tipo. Ci si poteva dire, per esempio, che c'era da parte della Giunta la disponibilità per l'approvazione di un ordine del giorno, per cui se tra due mesi, come è molto probabile, il Governo non avrebbe avuto il tempo di fare questa loro legge, la Giunta si impegnava a rivederla (questa era per esempio una via d'uscita).
Assessore Gallarini, permettici di dire che, poiché dobbiamo ancora approvare il bilancio, bastava togliere alcune cifre (con variazione di bilancio per non rendere squilibrato l'introito, che già prevede queste cose), riducendo le spese già previste.
C'erano delle soluzioni tecniche che si potevano attuare. Si è detto di no, e non ammetto - con serietà, con linearità la posizione del Presidente della Giunta, quando dice.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Si è sbagliato, però formalmente glielo abbiamo fatto ripetere due volte; prima, tra le ore 16 e le ore 17, abbiamo perso un'ora a vedere questo aspetto del Regolamento. Forse per un attimo di stanchezza, il Presidente non si è accorto che quella era volutamente una possibilità da prendere; lui, formalmente, scientificamente, ha detto che "impegnava l'onore e la credibilità della sua Giunta su questo". E allora nell'interpretazione autentica del Regolamento, la Giunta è già delegittimata.
A questo punto, pur condividendo la scelta degli altri di uscire dall'aula (lo avremmo fatto volentieri anche noi), il nostro dovere di oppositori ci porta a scegliere la soluzione che dà più fastidio.
Ci dispiace fare questa parte, ma da questo momento iniziamo l'ostruzionismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Penso che sia estremamente corretto in questo momento, soprattutto nei confronti dei cittadini, restare in aula e tentare di evitar loro un'operazione di questo tipo. Sicuramente sarà difficile, perché siamo rimasti veramente in pochi dell'opposizione, ma penso che la presenza di tre Consiglieri in aula ci consenta di fare ostruzionismo. Questo è quanto il sottoscritto intende fare; mi fa piacere che ci siano anche altri colleghi che intendono portare avanti questa battaglia.
Forse su una legge di bilancio normale avrei anche aderito all'iniziativa di lasciare l'aula, visto che comunque questa maggioranza ha dimostrato di essere veramente alle corde; però qui c'è di mezzo un'ulteriore tassazione ingiusta. Lo stiamo dicendo da due giorni, ma la maggioranza ha completamente ignorato questo problema. Visto che l'ha ignorato, riteniamo che il cittadino sia al di sopra di ogni cosa e debba essere tutelato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.
MAJORINO Come lei sa, sono sempre estremamente conciso. Desidero intervenire unicamente per rinnovarle, Presidente, la richiesta fatta dal Consigliere Cucco, di convocare - io le chiedo immediatamente, poi lei farà quello che crede - l'Ufficio di Presidenza, ai fini di verificare, sulla scorta dei lavori preparatori del Consiglio regionale dell'anno 1970, se questo inciso del Regolamento non sia stato inserito proprio per dare la forza di voto di fiducia.
Indipendentemente dai lavori preparatori, mi pare fin troppo chiaro che quando il Presidente della Giunta, con forza e con vigore, per impedire il voto segreto - che non sarebbe stato una tragedia, tanto più che se la maggioranza è compatta avrebbe avuto 29 voti anche con le schede segrete ha detto che questa procedura impegnava il programma politico della Giunta se così era, attraverso un'interpretazione politica del Regolamento stesso avrebbe dovuto avere i 31 voti.
Noi riteniamo che questo sia un ulteriore, definitivo tassello della non legittimazione di questa Giunta.
Per il resto, lo ha già detto il collega Zacchera, rimarremo in aula sino all'approvazione o all'eventuale non approvazione del disegno di legge n. 388, facendo, in base al Regolamento, il nostro dovere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI Signor Presidente, il dibattito sulla manovra di bilancio è stato molto profondo e teso: credo non ci potessimo aspettare altro. Qualche minuto fa alcuni Gruppi consiliari sono usciti dall'aula, motivando il gesto con un'argomentazione formale e appellandosi al Regolamento. Credo che non si possa consentire che in quest'aula ci sia solo quell'interpretazione quella voce. Dobbiamo dire che, se ci si appella alle regole, vale chiaramente l'art. 33 dello Statuto, che dice che la Giunta cessa dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia espressa per appello nominale, con il voto della maggioranza dei Consiglieri assegnati alla Regione. E i numeri, che sono stati più volte verificati nel corso di queste giornate, danno un'opposizione a livelli numerici molto, molto distanti dalla maggioranza e da quelli che consentirebbero una mozione di sfiducia. Dunque il dibattito, se vuol essere, stia a livello politico ripeto - di confronto anche aspro e duro, ma non ci si nasconda, o si strumentalizzi, nel Regolamento o nello Statuto, perché questi non permettono una presa di posizione come quella dei Gruppi di opposizione che hanno abbandonato l'aula.



PRESIDENTE

Alcune precisazioni del Consigliere Zanoletti, almeno come Presidente del Consiglio, credo non possano che essere condivise.
Per quello che riguarda la richiesta formale di convocazione dell'Ufficio di Presidenza, ho già convenuto, prima che intervenissero i colleghi rimasti in aula, che ci vedremo prossimamente, cioè quando ci sarà la convocazione dell'Ufficio, prevista per lunedì.
Dopodiché, esamineremo anche quelli che sono stati i lavori preparatori per l'approvazione del Regolamento. La mia prima impressione è che le questioni siano molto chiare e molto distinte.
Una questione è quella della fiducia contenuta negli articoli di Regolamento citati dal Consigliere Zanoletti e nelle forme che ha voluto ricordare. Altra questione è quella, espressa in maniera molto chiara della forma di votazione. Sono due questioni di carattere diverso.
Per scrupolo, visto che è sempre opportuno approfondire, leggeremo anche i lavori preparatori che sono stati fatti e la discussione che ha accompagnato queste normative statutarie e regolamentari, perché non credo assolutamente che sia un caso che il legislatore regionale abbia dato titoli diversi a questi tipi di articoli.
Procediamo con l'esame dell'articolato del progetto di legge n. 381.
ART. 1 Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: l'art. 1 è sostituito dal seguente: "Art. 1 - Addizionale regionale all'imposta di consumo sul gas metano.
1) L'addizionale regionale all'imposta di consumo sul gas metano usato come combustibile, prevista dall'art. 6, comma primo, lettera b), della legge 14/6/1990, n. 158 ed istituita e disciplinata dal Capo II del decreto legislativo 21/12/1990, n. 398 e dal comma quinto del decreto legge 19/1/1993, n. 8, convertito con modificazioni dalla legge 19/3/1993, n. 68 è fissata in misura pari alla metà del corrispondente tributo erariale e comunque non superiore a lire 50 al metro cubo di gas erogato".
La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Ho a disposizione cinque minuti? Ci spieghi il Regolamento, perché è la prima volta che faccio ostruzionismo in Regione.



PRESIDENTE

Il Regolamento prevede che lei possa intervenire per cinque minuti.
ZACCHERA Innanzitutto chiederei una breve sospensione, perché non abbiamo tutte le copie degli emendamenti. Per poter procedere a commentare questo specifico emendamento, bisogna avere il testo dell'emendamento, salvo che il collega Gallarini non sia così cortese da volerlo leggere.
GALLARINI, Assessore regionale Lo leggo, anche se, di fronte ad un ostruzionismo annunciato, sarà inutile; comunque lo leggo volentieri: l'art. 1 è sostituito dal seguente: "Art. 1 - Addizionale regionale all'imposta di consumo sul gas metano.
L'addizionale regionale all'imposta di consumo sul gas metano usato come combustibile, prevista dall'art. 6, comma primo, lettera b), della legge 14/6/1990 n. 158 ed istituita e disciplinata dal Capo II del decreto legislativo 21/12/1990 n. 398 e dal comma quinto del decreto legge 19/1/1993 n. 8, convertito con modificazioni dalla legge 19/3/1993 n. 68, è fissata in misura pari alla metà del corrispondente tributo erariale e comunque non superiore a lire 50 al metro cubo di gas erogato" Sostanzialmente è analogo alla prima formulazione, sennonché varia la forma, perché in questa dicitura è stata recepita una legge nazionale.
ZACCHERA Consigliere Rossa, stia zitto, perché sto ascoltando la cortesia dell'Assessore Gallarini.



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, guardi che il Consiglio lo presiedo ancora io.
Quindi, lei ascolti.
GALLARINI, Assessore regionale Stavo dicendo che è variata la forma, ma nella sostanza la proposizione è la stessa, perché è stata recepita una normativa nazionale, un decreto legge di gennaio convertito in legge nel marzo 1993.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA A cortesia si risponde con cortesia. Perché sono contrario nello specifico? La Regione Piemonte, in pratica, chiede un aumento non superiore a 50 lire al metro cubo (che quindi sarà di 50 lire al metro cubo) su un bene, il gas metano, che, secondo me, è uno dei pochi sui quali la Regione effettivamente può operare; però, è scelto proprio male.
Innanzitutto, essendo la nostra una regione settentrionale, il gas metano è in gran parte utilizzato non soltanto per gli usi domestici, e quindi con consumi limitati, ma anche per riscaldare l'abitazione. Il costo del gas metano per riscaldare l'abitazione durante l'inverno è obiettivamente molto oneroso in qualsiasi famiglia, e lo vediamo con la bolletta che paghiamo tutte le volte, sia essa condominiale o personale.
Mi sembra abbastanza sbagliato incidere su questo specifico bene perché questo gas è soggetto ad un costo che in questi anni è aumentato in maniera enorme, al di là di ogni rapporto con la svalutazione monetaria. Ma soprattutto è oggetto di una continua serie di tassazioni che lo stanno portando a livelli di assoluta ingovernabilità da parte delle famiglie.
Questo è un aspetto di cui, secondo me, si deve tenere conto.
In secondo luogo, c'è un impegno da parte del Governo e delle forze politiche che si riconoscono nel Governo a non aumentare, con le tariffe, i tassi programmati di inflazione. Quindi, a questo punto, dovremmo avere incrementi nell'ordine dei 3,5 punti all'anno per seguire il tasso di inflazione programmato, anche se probabilmente verrà portato a 4 conseguentemente alla situazione pratica che c'è dal punto di vista dell'inflazione in Italia. Aumentare di blocco questo bene, ci imporrebbe di arrivare ad essere completamente staccati dalla politica governativa e anche dalle linee programmatiche di struttura del Paese; infatti era stato detto che sui beni primari, e sicuramente il gas metano, e sulle tariffe amministrate non si dovevano applicare degli incrementi di tariffa che andassero oltre il tasso d'inflazione. Per questi motivi, ci sembra particolarmente mal posto il problema dell'aumento al metro cubo.
Inoltre c'è da dire che sul problema del gas metano esiste un ulteriore punto di difficoltà d'interpretazione - si rende conto, Assessore, che in questo momento non sto facendo ostruzionismo, ma sto parlando in termini concreti - cioè l'applicazione dell'IVA. Rilevo che determinati tributi vengono calcolati all'interno delle bollette sugli stessi tributi, nel senso che c'è un prezzo di base del gas metano e su questo ci sono tutti gli incrementi decisi dagli enti locali - compresa la Regione - dopo che l'IVA viene conteggiata non sul prezzo base del gas metano, ma - e chiedo da questo punto di vista una risposta all'Assessore - anche su questo incremento. Con il risultato che lo Stato riesce a prendere le stesse tasse due volte.
Mi hanno insegnato, ancora prima dell'Università, quando facevo ragioneria, che non si può applicare un'imposta sull'imposta, però, di fatto, questa è un'imposta sull'imposta, e ciò fa a pugni con la realtà dei fatti e con una norma di equità di cui bisognerebbe tenere conto.
Per cui mi chiedo se la Regione non possa arrivare, per esempio, a soluzioni diverse. Quali possono essere? Stiamo facendo ostruzionismo, ma finché è possibile, ragioniamo in termini costruttivi.
Se, per esempio, la Giunta regionale arrivasse alla conclusione di ridurre, anche di poco, questa cifra, avremmo un risultato politico; la Giunta regionale potrebbe ridurre questa sua manovra e contestualmente portare alcune variazioni di bilancio su fondi, su conti in cui ci sono delle cifre a residuo veramente grosse. Non essendovi necessità immediata di bilancio di queste somme, si potrebbe arrivare ad un equilibrio che potrebbe essere anche un punto di contrappeso, in modo da venire incontro un po' a tutte le persone.
Eventualmente è sempre possibile, in tempi successivi, portare ulteriori incrementi alle tassazioni. Però non è detto che si debba aumentare di circa l'8%, perché in questo modo il costo del gas metano arriva in un solo colpo a circa 600 lire al metro cubo. Questa mi sembrerebbe una cosa ragionevole e, poiché so che l'Assessore è ragionevole, credo si possa arrivare a creare qualcosa di diverso. E' una via d'uscita che viene proposta attraverso un sub-emendamento che, al posto delle 50 lire, propone una cifra leggermente inferiore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Nell'affrontare questo disegno di legge pare che anche la maggioranza non abbia meditato e ponderato attentamente cosa stava facendo, perché il fatto che un disegno di legge di questa importanza necessiti di emendamenti della stessa maggioranza è davvero anacronistico.
Prendiamo comunque atto che la maggioranza, oltre ad avere delle difficoltà numeriche, ha anche delle difficoltà qualitative. E' vero che questo emendamento è motivato dal fatto che non erano state valutate alcune questioni, ma quello che voglio sottolineare è la cifra pesantissima per le famiglie piemontesi, l'incidenza sui bilanci familiari di questo articolo: 50 lire al metro cubo sul gas metano sono una bella cifra! Noi non possiamo accettare un principio di questo tipo proprio per quello che abbiamo detto prima, cioè che qualcuno questi poveri cittadini dovrà ben difenderli! Effettivamente quello che ha detto il collega Zacchera è estremamente interessante: non si tratta solo di 50 lire, bensì di 50 lire più IVA. Sarà opportuno che l'Assessore chiarisca questo dato.
Visto che siamo arrivati alla votazione finale, ritengo che un momento di riflessione sarebbe opportuno, e sarebbe anche un segnale da parte di questa maggioranza, per verificare se è il caso di arrivare a questo livello. Non siamo qui per trattare sulle cifre, però questo sarebbe un segnale di volersi riavvicinare al Paese civile, al Paese reale.
Noi non possiamo accettare questo emendamento come peraltro non possiamo accettare l'articolo in toto. Tra le altre cose, a suo tempo avevamo anche richiesto che le due materie, cioè gas metano e benzina venissero suddivise. Potrebbe essere un ulteriore segnale, cioè quello di far "digerire", in un certo senso, il calice amaro al contribuente in periodi successivi. Potrebbe essere un'ipotesi: l'1 gennaio per l'entrata in vigore dell'addizionale sulla benzina e a metà anno o verso fine anno l'addizionale sul gas metano.
Non ripeto quello che è stato già detto sull'atteggiamento passivo di questa Giunta, di questo governo nei confronti di imposizioni che arrivano dall'alto. Si è subito approfittato dell'applicazione al massimo della tassa; se è vero che da un lato abbiamo aspettato due anni e, come avevo già detto ieri, il buon senso era prevalso nei ragionamenti della Giunta, è anche vero che oggi arriviamo subito al massimo. Questo è un altro atteggiamento che onestamente non riesco a capire. Ritengo che una tassazione graduale sarebbe stata più accettabile da parte del cittadino.
Perché dobbiamo subito arrivare al massimo? Sarebbe interessante capire perché sia nel dibattito generale che nella relazione e anche - così mi hanno detto, visto che non ho partecipato ai lavori - in sede di Commissione, l'Assessore non ha mai spiegato per quale motivo bisognava arrivare subito al massimo o, meglio, non ci ha mai spiegato perché non si poteva applicare una tassazione graduale, inserendola magari di sei mesi in sei mesi. Questa è una cosa che francamente non riusciamo a capire.
Ribadisco, in conclusione, che voterò contro questo emendamento e preannuncio anche il mio voto contrario all'art. 1.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento testè discusso.
RABELLINO Signora Presidente, noi intendevamo chiedere la votazione per appello nominale. Ho qui la richiesta di votazione per appello nominale di tutti gli emendamenti.



PRESIDENTE

La richiesta deve essere sottoscritta da tre Consiglieri.
RABELLINO E' sottoscritta infatti dai Consiglieri Majorino, Zacchera e Rabellino.



PRESIDENTE

Il Consigliere Majorino però non è presente in aula; come faccio dunque ad accettare questa richiesta? RABELLINO Lo chiamiamo, sarà semplicemente nei corridoi, e poi - mi permetta c'è una richiesta scritta!



PRESIDENTE

Consigliere Rabellino, lei può alzare la voce quanto vuole, però è un dato di fatto che il Consigliere Majorino non è rientrato in aula, per cui mi domando come posso accettare una richiesta di questo tipo, dal momento che potete averla presentata soltanto da un certo punto in avanti. Non potete mandare una tale richiesta per posta, quindi non può essere accolta, almeno per questo emendamento.
Procediamo pertanto alla votazione dell'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 2 contrari.
Siete d'accordo di dare la stessa votazione sull'articolo? ZACCHERA No, no, neanche per idea! Presidente, lei aveva perfettamente ragione prima quando ha rilevato che il Consigliere Majorino non era presente e che quindi quella richiesta non poteva essere accolta.



PRESIDENTE

Io ho detto una cosa evidente.
ZACCHERA Lei si è comportata correttamente, però d'ora in poi deve assicurare il numero legale in aula, in ogni istante!



PRESIDENTE

Non v'è dubbio: è la mia grande preoccupazione dall'inizio dei lavori.
ZACCHERA In ogni momento, però.



PRESIDENTE

Questo è assolutamente giusto.
Prima di procedere nell'esame dell'articolato, ho bisogno di parlare con l'Assessore Gallarini; pertanto, per esigenze tecniche della Presidenza, sospendo brevemente la seduta. Prego i Consiglieri di restare in aula.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.35 riprende alle ore 16.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'emendamento all'art. 1 è stato approvato. Trattandosi di emendamento sostitutivo dell'intero articolo abbiamo di conseguenza un nuovo articolo.
Pertanto, gli emendamenti presentati in precedenza decadono, perché è cambiata la natura dell'articolo; decadono quindi gli emendamenti sostitutivi numerati da A-1 ad A-20. Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 1 come richiesto dai Consiglieri Majorino Zacchera e Rabellino.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Ferrara ne ha facoltà.
FERRARA Signor Presidente, non avrei voluto fare questa dichiarazione di voto in un momento non dico drammatico, ma un pochino debole di questo Consiglio regionale; poiché però da questo momento si comincia a votare e si continuerà a farlo, vorrei esplicitare quello che sarà il mio comportamento, che varrà per questo articolo e i seguenti nonché per tutti i successivi provvedimenti che verranno messi in votazione.
Io ieri dissi che il voto sul bilancio è un momento di riflessione su quanto è stato fatto e sulle prospettive politiche future di un governo. In questo momento la riflessione non può che essere ancora più approfondita: il mondo intero sta cambiando ed anche i nostri comportamenti devono cambiare.
Ho spiegato ieri, spero sufficientemente, le ragioni delle mie riserve al bilancio che stiamo esaminando. Ho ascoltato con grande attenzione, ed ho apprezzato le argomentazioni del collega Marchini, ieri, e quelle fatte dal Presidente Brizio, che non ho potuto ascoltare, ma che mi sono state riferite; argomentazioni che ponevano come momento fondamentale l'esigenza del governo e della governabilità. Per un verso, l'esigenza di governo della Regione è un'esigenza forte e l'inopportunità di una crisi senza uno sbocco chiaro è un dato oggettivo.
Per contro, la coerenza con quanto penso e molte volte ho dichiarato in quest'aula è anch'essa un vincolo ineliminabile.
Queste valutazioni che hanno portato ad un diverso atteggiamento all'interno del Gruppo repubblicano con Bianca Vetrino, amica che apprezzo e stimo (cosa che confermo in questo momento) e alla quale, se me lo permette, voglio anche bene, mi suggeriscono di assumere una posizione credetemi - difficile, travagliata e molto spiacevole. Non rappresentando più l'orientamento dell'intero Gruppo repubblicano su questi singoli atti che pur sono fondamentali rispetto alla politica della Giunta, mi vedo costretto a lasciare la carica di Capogruppo del PRI e per coerenza e per chiarezza anche il Gruppo repubblicano.
Non lascerò il Partito repubblicano, partito nel quale ho svolto tutta la mia militanza politica; partito che è ancora portatore di quegli ideali che mi fecero iscrivere venticinque anni fa, affascinato dalla straordinaria forza sociale, morale ed intellettuale di Ugo La Malfa partito costituito da una base sana, pulita, che vede molti amici impegnati senza nessun altro interesse che quello di impegnarsi per la gestione della cosa pubblica ai vari livelli, nei Comuni, nei quartieri, a fianco di chi in queste sedi rappresenta il PRI.
Se i casi che abbiamo appreso di cattivo governo - oggi ne abbiamo appreso un altro - che riguardano il PRI saranno veri, questi devono essere riferiti alle singole persone coinvolte. Non è un partito, il PRI strutturato al suo interno per gestire la malapolitica; non è un partito, a Torino e in Piemonte, che si poneva in modo organico all'interno del sistema delle tangenti.
Non ho nulla da vergognarmi nel restare insieme a tanti amici in questo partito, che come me sono profondamente amareggiati per questi fatti; quel partito che spero sia ancora un partito fondamentale di riferimento per quel riformismo democratico che ha sorretto la presenza del PRI in tutti questi anni.
Io sono stato Capogruppo del PRI dal 1980, prima in Consiglio comunale poi in Consiglio regionale. Ho cercato di rappresentarlo come meglio sapevo, facendo certamente degli errori, ma con la serena certezza, per tutti questi tredici anni, di non aver fatto nulla di cui debba vergognarmi. In Regione ho fatto il Capogruppo dopo che la stessa carica l'avevano assunta alcuni amici che stimo ed apprezzo, e che credo molti di voi stimino e apprezzino avendoli conosciuti, che sono Aldo Gandolfi, Lelia Vaccarino e Bianca Vetrino. A tutti loro mi sento ancora profondamente legato.
Non voglio creare condizioni di particolare difficoltà alla maggioranza di cui fino ad oggi ho fatto parte. Questo atto deve essere letto anche in questo senso: la non partecipazione al voto e il non votare contro devono pure essere letti in questo senso. Con i colleghi della maggioranza spero sia un arrivederci su basi nuove, con formule nuove che, a mio giudizio saranno e dovranno essere più coerenti rispetto alle necessità e alle urgenze del Piemonte.
Oggi ritengo che si debba avere il coraggio di procedere in una linea di trasparenza che permetta alla gente di identificare chiaramente un comportamento, prescindendo da tutte le tinte sbiadite e le sfumature sottili che hanno caratterizzato per troppo tempo il quadro della politica e che ci hanno fatto assumere le connotazioni di un grigio indistinto. Oggi la gente vuole qualcosa di diverso dalla politica e noi, che siamo i rappresentanti di un livello istituzionale, non possiamo far finta di niente; non possiamo chiuderci fra queste mura che ci paiono sicure, ma che stanno per crollare.
Allora, se vogliamo fino in fondo svolgere il nostro mandato di eletti del popolo, dobbiamo avere il coraggio di sentire e rappresentare quelle istanze di rinnovamento, sostanziale e non formale, che la gente reclama.
Dobbiamo avere il coraggio di rompere le logiche a cui ci eravamo in parte abituati in passato.
E' per testimoniare nei fatti ciò che ho deciso di lasciare il Gruppo repubblicano ed aderire al Gruppo Misto come Consigliere che intenderà dare voce a questo processo di cambiamento. Si è costituita a Torino un'associazione denominata "Alleanza per il Piemonte" che pone questi punti come suoi obiettivi e che si ispirano a quello di ragionare in termini costruttivi e non distruttivi.
Con il mio atto, per l'identificazione mia con questi fini, ritengo di dover dare a questa associazione una rilevanza istituzionale e quindi di aderire al Gruppo misto come "Alleanza per il Piemonte".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio, che interviene in qualità di Consigliere.
CERCHIO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non annuncio nessuna adesione particolare, se non al corretto uso degli strumenti della democrazia quella che ci è stata indicata negli anni e che cerchiamo con difficoltà di realizzare in queste ore.
E' con molta serenità che voglio segnalare un fatto che ritengo ancorché sia passato in misura un po' goliardica e un po' infantilmente giovanile, di forte gravità, avvenuto in quest'aula qualche decina di minuti orsono.
Ringrazio il Presidente del Consiglio regionale che ha superato questo fatto grave con un atto di cortesia e direi anche di responsabilità: quello di fingere giustamente e di ritirare il valore di una proposta firmata da tre Consiglieri regionali che chiedevano una certa metodologia di votazione. Devo però dire che ogni strumento sembrerebbe lecito nell'atto dell'ostruzionismo.
Credo viceversa di dare un significato preoccupante di quanto è avvenuto. Nella ratio del presunto istituto dell'ostruzionismo - dico presunto istituto, perché lo Statuto della Regione Piemonte non prevede questa fattispecie - o meglio nel comportamento dell'ostruzionismo è certamente autorizzato ogni e qualsiasi fatto, anche magari l'innocuo infantile errore che il collega Zacchera ha compiuto - lo dico in senso amichevole - falsificando la firma di un collega e presentandola.



(Interruzioni)



PRESIDENTE

CERCHIO



PRESIDENTE

Di questo si tratta. Per quale motivo è stata ritirata da parte tua questa richiesta di votazione quando ti si è eccepito che un Consigliere non aveva firmato?



(Interruzioni)



PRESIDENTE

CERCHIO



PRESIDENTE

Certo, l'ha fatto molto correttamente. Per quale motivo hai acceduto a questo Regolamento e adesso ne hai presentata un'altra? Dovendo andare ad un fatto di chiarezza su questo, noi abbiamo interpretato il tuo gesto come una diminuzione della validità delle tre firme, perché l'hai ritirato.
Ti ringrazio se chiarisci questa posizione, perché sarebbe un atto estremamente grave.



PRESIDENTE

Io mi sento di escludere assolutamente che il Consigliere Zacchera abbia falsificato alcunché. Ho semplicemente detto al Consigliere Zacchera che non avevo più visto il Consigliere Majorino in aula e che i documenti dovevano essere presentati da quel momento in avanti. Probabilmente poteva aver acquisito la firma prima, non lo so, ma assolutamente non ho mai pensato in alcun istante che il Consigliere Zacchera avesse fatto qualcosa in malafede, di nessuna natura. Il Consigliere Zacchera ne è stato consapevole con la stessa onestà con la quale io ho richiamato il suo comportamento e ha tranquillamente ripresentato, per la votazione successiva, un documento firmato in aula dal Consigliere Majorino accogliendo semplicemente un'osservazione da me fatta. Escludo, almeno personalmente, ogni forma di malafede e vorrei ritenere chiuso questo tipo di incidente.
La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto sull'art.
1.
ZACCHERA Tanto più che do atto della buona fede al collega Cerchio, ma c'è una piccola prova che chiarisce la relativa buona fede: l'emendamento è scritto di pugno dal collega Majorino, che ha una calligrafia depositata, peraltro incomprensibile, per cui si fa presto a vedere se l'ha scritto lui o qualcun altro. Semplicemente era fuori dall'aula perché era in corso un'intervista con lui, me l'aveva lasciato qui firmato e io l'ho consegnato in quel momento. Il collega Majorino è arrivato dopo trenta secondi. Non potevo presentarlo prima, perché era in corso la discussione.



PRESIDENTE

Anch'io avevo inteso così. Questo punto vorrei ritenerlo superato del tutto.
ZACCHERA E' la prima volta che faccio dell'ostruzionismo qui dentro, parola che non si deve pronunciare, quindi ci sono anche degli errori.
Chiarita reciprocamente questa cosa, torniamo invece a fatti ben più gravi. Ritorniamo alla votazione sul nuovo testo dell'art. 1, con una presa di responsabilità da parte di tutti. Le cose che ha detto il collega del Partito repubblicano in sede di votazione dell'art. 1 non sono molto gravi.
Qualche volta in quest'aula ho anche ironizzato sul collega Ferrara dicendogli, in poche parole: "Predichi bene e razzoli male"; ancora ieri nel suo intervento alla fine non molto comprensibile. Debbo esprimere il massimo rispetto per una scelta che non è facile, perché se ciascuno di noi si mettesse, in questo momento, nell'animo del collega Ferrara, se ci allontanassimo da un partito in cui militiamo da tanti anni, sarebbe umanamente una cosa seria, credetemi. In questo momento non sto facendo assolutamente delle cose dilatorie nel dire questo. Mi spiace quasi che questo fatto sia accaduto in questo momento del dibattito in Consiglio dove qualsiasi frase può essere interpretata in maniera distorta. Non è così.
Esprimo la massima comprensione, anche per la posizione personale del collega Ferrara e ne prendo atto. Adesso mi consulterò con il mio Capogruppo se conviene o meno che continuiamo in questa iniziativa oggi perché a questo punto, Presidente, mi scusi, ma è lei che dovrebbe parlare.
Dovrebbe arrendersi in qualche maniera all'evidenza. Si rende conto di cosa è successo nel giro di tre giorni in quest'aula? Non è arrivato l'ennesimo avviso di garanzia, ma sono arrivate ben chiaramente delle dissociazioni alla sua Giunta, che sono estremamente gravi.
Il collega Ferrara ancora mezz'ora fa ha votato con la maggioranza e adesso ha fatto determinate dichiarazioni. Capite che qui conta poco dire se i missini riescono a tenere in aula la gente per 4 o 6 ore, perché a questo punto diventa soltanto una questione fisica, che diventa anche poi piccola. Ma il Presidente della Giunta, nella sua coscienza di persona seria (perché il Presidente della Giunta è una persona seria), davanti a questo fatto ritiene che si debba considerare come se nulla fosse successo? Si deve andare avanti, perché così si è stabilito, avanti i carri? No penso che tra persone serie si debba dimenticare un attimo questa situazione e prendere, da parte del Presidente della Giunta, determinate decisioni. Quando il collega Cerchio aveva iniziato a parlare di goliardia pensavo invece alla frase estremamente più grave che era stata detta quindici minuti prima, quando lei - forse non se n'era accorto - aveva implicitamente ammesso di non avere più la maggioranza dei 31 voti. La responsabilità della minoranza di non essere 31 è evidente; per teoricamente parlando, se si va avanti negli arresti di Consiglieri di maggioranza, non ci saranno più 31 Consiglieri per avere la maggioranza in questo Consiglio regionale. Alla fine, sarà proprio la dimostrazione numerica che ci impone di fare determinate prese di coscienza, per cui faccio appello alla Giunta, esprimendo la nostra contrarietà all'art. 1.
Non siamo riusciti ad arrivare in tempo a presentare sub-emendamenti all'art. 1, ma abbiamo già pronti quelli all'art. 2. Il collega Majorino sarà in aula, varranno le firme, non ci saranno problemi. Mi appello al Presidente della Giunta, chiedendogli se in questo momento non sarebbe forse più corretto rinviare a domani mattina oppure a martedì, cioè fare un attimo di riflessione.
Insisto, anche perché prima l'Assessore al bilancio non ha risposto, se per esempio non sarebbe un segno di attenzione dire che anziché 50 lire se ne applicano 30 e poi nel secondo semestre del 1994 se ne applicano 50 anche perché ci sono i mesi invernali dove le bollette sono estremamente più care. In pratica, chiedo un segno di apertura. Se noteremo questo segno di apertura, di presa d'atto della situazione, ne terremo conto; se vedremo che non ci sono segni di apertura, ne terremo conto in altra maniera. Per non si può obiettivamente passare sotto silenzio l'atto coscientemente coraggioso del collega ex PRI che ha deciso di aderire al Gruppo Misto. Se andiamo avanti con questo ritmo, Presidente della Giunta, non c'è molto da divertirsi per l'intero Piemonte, ma anche per la sua Giunta. Lei è una persona seria: mi appello alla sua serietà.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rabellino; ne ha facoltà.
RABELLINO E siamo a 29. In due giorni questa maggioranza ne ha persi due: questo è un dato di fatto (la matematica è ancora matematica). Non so se è casuale che questa ulteriore perdita cada su un provvedimento certamente impopolare. Indipentemente dalle battute, sarebbe interessante sapere a chi tocca, chi sarà il prossimo.
Non voglio entrare nel merito degli inquisiti, perché sappiamo che la Magistratura sta lavorando; è vero che siamo in periodo di ferie per cui anche la Magistratura ha rallentato la sua opera, però effettivamente.
VETRINO, Assessore regionale Ci stai facendo degli auguri.
RABELLINO Vi faccio degli auguri: mi auguro che passiate le ferie tranquilli. La realtà, però, è che effettivamente questa è sempre meno maggioranza, perch se prima - bene o male - i 30 voti li avete raccolti, molto probabilmente rifacendo quella votazione in questo momento non ci sarebbero nemmeno più quelli.
Art. 1. Abbiamo già detto quanto dovevamo dire; mi spiace proprio che ci sia questa chiusura totale. Se siamo arrivati dove siamo arrivati, penso che un minimo di autocritica, egregio Presidente Brizio, dovrebbe farla perché qui si è voluti andare allo scontro, prima con il PDS, poi con tutte le altre minoranze. Bastava, in fase iniziale, accettare un qualcosa; la politica è anche cercare di trovare degli accordi, e qui non si è voluto farlo: ci siamo trovati di fronte ad un muro totale.
Poi c'è chi fa opposizione perché vuole fare opposizione e c'è chi invece finge di fare opposizione, presenta gli emendamenti e se ne va; per carità, sono scelte che ogni Gruppo può fare ed è giusto che faccia. Noi come opposizione - come ho già detto prima - abbiamo come primario obiettivo quello della tutela degli interessi dei cittadini, quindi non possiamo votare in modo favorevole a questo articolo; peraltro stiamo preparando, come ha già preannunciato il collega Zacchera, dei sub emendamenti agli articoli successivi, perché mi pare che questa sia una manovra pesante. E allora, signori, cerchiamo di addolcirla un po'.
Come abbiamo visto, è una manovra pesante non solo per il cittadino, ma anche per questa maggioranza. E' una manovra che è costata due membri di maggioranza per cui, anche se buon senso da due giorni a questa parte non c'è stato, c'è sempre tempo per arrivare ad una soluzione. Voglio ancora fare riflettere sulla nostra proposta iniziale. Salvo emendamenti, queste sono manovre della Giunta dell'ultimo secondo, e non ci stupiremmo nemmeno se ci fosse un anticipo dall'1 gennaio 1994 all'1 settembre di quest'anno.
Se però vogliamo veramente fare un servizio al cittadino, potremmo tranquillamente spostare l'approvazione di questo disegno di legge a settembre, in occasione della discussione più ampia sul bilancio.
Invito ancora una volta a riflettere su questa posizione: cerchiamo di alleggerire i toni e le posizioni di questa discussione. Se c'è veramente un minimo di volontà, penso che questo sia possibile. Anche perché qui stiamo incrinando i rapporti non soltanto su questo disegno di legge, su questa manovra finanziaria, ma rischiamo di incrinare i rapporti interni a questo Consiglio regionale. A questo proposito, il collega Monticelli, se non sbaglio, ieri diceva: "Dobbiamo ancora andare avanti un anno e mezzo non possiamo andare avanti con questo clima", un clima che veramente diventa di giorno in giorno più pesante.
Metttiamo quindi un po' di buon senso fra tutti! E' chiaro, noi siamo minoranza, siamo opposizione, però anche questa maggioranza dimostri un po' di buona volontà nell'accettare qualcosa; eventualmente possiamo fare una breve sospensione per le necessarie verifiche. Però deve esserci una volontà, un segnale preciso in questo senso; se non c'è questo segnale, noi non abbiamo problemi: continueremo su questa strada.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, ritenevo di avere concluso il mio debito nei confronti del Consiglio con l'intervento di ieri, perché mi sembrava che il dibattito molto sereno fatto ieri fosse stato concluso nel tempo che era utile e consentito ai Consiglieri per atteggiarsi in termini politici passando poi, se del caso, alle questioni di bilancio nel senso tecnico e puntuale delle questioni. Ritengo invece di dover fare di nuovo un brevissione intervento di natura politica alla luce dei fatti di dissenso politico che sono avvenuti, anche perché non è consentito che passi alla storia un'interpretazione del tutto distorta di quello che sta avvenendo.
Primo: la politica è scontro, è contrapposizione dura; l'importante è che sia leale. La Giunta ha ritenuto di dover assumere la responsabilità impopolare e penalizzante di garantire all'istituzione le risorse minime per la continuità e per lo sviluppo; la maggioranza ha ritenuto di dover sostenere questo disegno di legge; un'opposizione non condivide questa impostazione. Ci si conta, ci si confronta, ed ognuno porta a casa il risultato della politica che ha svolto: l'impopolarità e i danni per la maggioranza, la popolarità e i vantaggi per l'opposizione.
Quello che ho difficoltà a capire è perché l'ottenimento di questi due risultati da parte dell'opposizione venga gestito in termini così teatrali.
La teatralità con cui viene condotta questa vicenda è per nascondere la sconfitta dell'opposizione.
La sconfitta dell'opposizione sta nel fatto che emergono in tutta lealtà, come è giusto che sia tra persone che si rispettano e sono leali le differenze di atteggiamenti del collega Ferrara nei confronti per certi versi del suo Gruppo e per certi versi della maggioranza; emergono ed è giusto che emergano tra persone leali le differenze tra il collega Tapparo e il suo partito e la maggioranza. Ciò che non emerge sono le diversità e le divisioni drammatiche all'interno dell'opposizione, che vengono coperte e mascherate impedendo un confronto sereno sulle cose, e non andando a confrontarsi sulle cose, ma sulle pregiudiziali. Parte della minoranza tendeva a voler giustificare un diverso percorso politico con la sconfitta della maggioranza, non come un atto di responsabilità di costruire il meglio, ma di rimediare al peggio.
Allora, quella parte che è ancora seduta sui banchi della Giunta e di questa maggioranza non è il peggio, non è il meglio; noi cerchiamo di costruire il meglio, ma non accettiamo che questo venga considerato il peggio. Il problema che per certa parte aveva la minoranza era quello di dimostrare che questo è il peggio, al quale bisognava evidentemente sostituire il meglio. Noi siamo perché si costruisca il meglio, ma non riteniamo che questo sia il peggio.
Voi capite bene che per alcune forze politiche questo non è un passaggio da poco: significa che alcuni Gruppi politici pagheranno per ottenere il meglio, quello che alcune forze politiche di maggioranza qui stanno pagando per il meglio. Sono convinto che queste tensioni e questi travagli siano, in questo periodo della nostra vicenda politica, fatti positivi. Se il collega Ferrara avesse perso la voglia di fare, di lavorare per la gente, per la politica e per i suoi ideali, si sarebbe limitato a sedersi e a leggere il giornale. Il fatto che prenda una posizione vuol dire che gli è rimasta la voglia di fare politica, di difendere i suoi ideali e la gente che ritiene di rappresentare. Questi sono tutti fatti politici positivi. Nel momento in cui c'è la fuga dalla politica, una dimostrazione di maggiore impegno nella politica è un fatto positivo.
Quindi, i fatti dei Consiglieri Tapparo e Ferrara sono fatti positivi, a prescindere che siano a favore di questa o di un'altra maggioranza. Sono dichiarazioni di mobilitazione per la politica e per la collettività, in un momento in cui c'è la fuga dalla politica e dalle responsabilità verso le collettività.
C'è - l'ha detto il Consigliere Ferrara e lo ringrazio per averlo colto in termini caratteriali un diverso approccio a come si deve pagare questo debito. Qualcuno lo paga in contanti, qualcuno lo paga a cambiali. Ho l'impressione che questo rapporto sia leale.
Il dibattito di carattere generale poteva finire ieri; l'abbandono dell'aula da parte delle minoranze mi fa immaginare che queste ultime temessero che al loro interno succedesse quello che è maturato nella maggioranza. Devo dire che anche in questo, cioè nel fatto che la maggioranza non ha difficoltà ad esternare ed esplicitare in termini costruttivi le sue differenze, questa maggioranza si legittima in termini politici, in termini morali e di rispetto per l'opinione pubblica e per i cittadini. Perché le cose che pensiamo gli uni degli altri ce le siamo dette qui, le hanno dette anche i colleghi Ferrara e Tapparo.
Quello che alcuni Gruppi dicono al proprio interno gli uni degli altri le sentiamo solo nei corridoi. Allora noi ci auguriamo che, a settembre, si parli più nelle aule e meno nei corridoi. Devo anche dire che apprezzo molto il comportamento dei colleghi rimasti in aula, perché significa che sentono il dovere di misurarsi dove hanno scelto di misurarsi, non nei corridoi, non nelle conferenze stampa, ma nelle sale consiliari. In particolare, desidero ringraziare il Consigliere Zacchera per la misura che ha saputo tenere in un episodio che lo ha visto infelicemente protagonista.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.15 riprende alle ore 17.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo l'esame dell'articolato.
ART. 2 Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il comma secondo dell'art. 2 del progetto di legge n. 381 è soppresso.
La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Volevo chiedere all'Assessore se può brevemente spiegare come e perch è soppresso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Di fronte a queste cose, anch'io mi trovo in imbarazzo. Il dottor Lesca mi suggerisce che la nuova formulazione, che passa attraverso questa soppressione, consente un articolato più logico e razionale della legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.
ZACCHERA Se si toglie, come emendamento, l'art. 2, siamo contenti perché si toglie l'imposta regionale sulla benzina. Presumo che un minuto dopo la soppressione dell'art. 2 e conseguente eliminazione dei relativi emendamenti, arrivi un articolo 2 bis, in cui ci sarà una differenzazione.
La Giunta dovrebbe quindi essere corretta nel dire che non fa l'art. 2 perché propone qualcos'altro. La Giunta cosa propone in cambio dell'art. 2? Se non abbiamo risposta, diciamo di no. Questo è un trucco per far sparire tutti gli emendamenti presentati sull'art. 2; poi ci presenterà un nuovo articolo.
Quindi voglio sapere cosa c'è scritto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Questa misura viene collocata - mi dice sempre il dottor Lesca sull'articolo successivo.



PRESIDENTE

E' una problematica di tecnica legislativa.
GALLARINI, Assessore regionale Consigliere Zacchera, lei ha parlato di trucchi: non è un trucco.
Certamente, quando si parla di ostruzionismi, trucchi, ecc., è difficile trovare qualcosa di serio all'interno di tutti questi vocaboli.



PRESIDENTE

Se non ho capito male, si tratta di tecnica legislativa, nel senso che nell'art. 2 si istituisce l'imposta.
ZACCHERA Chiedo scusa. Allora quello che si allontana è un comma dell'art. 2?



PRESIDENTE

Sì, è un emendamento soppressivo: "Il comma secondo dell'art. 2 del progetto di legge n. 381 è soppresso". Questo è un emendamento legittimo e io lo devo accogliere.
Lei proceda con il suo intervento; prego, Consigliere Zacchera.
ZACCHERA A questo punto, si tratta semplicemente di una manovra dilatoria sarebbe comunque opportuno che anche il collega Rabellino dicesse la sua così io ho il tempo, nei cinque minuti del suo intervento, di preparare altri emendamenti, senza il numero dell'articolo, in modo da poterli inserire non appena arriva la nuova formulazione dell'articolo della Giunta.
E' evidente che anche gli articoli successivi 2 bis e 2 ter diventeranno quater o quinter. Per cui dobbiamo imparare a fare i sub emendamenti senza mettere il numero dell'articolo.



PRESIDENTE

La Presidenza del Consiglio non può partecipare all'ostruzionismo: abbia pazienza! ZACCHERA Giusto, per carità! Però a questo punto faccio un intervento per i cinque minuti concessimi di "presa in giro" della Giunta, perché una Giunta che mi propone una legge che sta in piedi, perché dice che l'aliquota delle imposte è fissata in 30 lire al litro, e poi mi ritira il comma dell'articolo in cui si dice che si "tira via" l'aliquota dell'imposta a quanto è fissata, significa che è una Giunta che non ha assolutamente le idee chiare.
Se non volesse presentare un'aliquota di imposta fissata in 30 lire al litro, ce lo sarebbe venuto a dire. Invece, così facendo, sta semplicemente cercando di eliminare le aliquote, cioè il punto secondo dell'art. 2 del disegno di legge regionale n. 381.
Questo è un passo veramente formale.
Chiediamo quindi all'Assessore Gallarini di dirci qual è la nuova aliquota d'imposta e come la vuole fissare; chiediamo anche se non ritiene opportuno, anziché proporre un emendamento che annulla il secondo comma dell'art. 2, limitarsi semplicemente a dire che l'aliquota dell'imposte è fissata in un'altra somma anziché le 30 lire al litro.
Questa mi sembra una questione necessaria; e poiché ho ancora tre minuti e mezzo a mia disposizione, comincio a leggere un interessante documento della DC-Piemonte che si chiama.



PRESIDENTE

No, Consigliere Zacchera, lei ha.
ZACCHERA Presidente, ho chiesto cinque minuti fa se c'era da parte della Giunta una discussione - e mi sembrava che fosse cominciata - concreta su questo.
Se invece ci si vuole prendere in giro, eliminando i commi per poter poi dire che sono decaduti tutti gli altri emendamenti, questo è comportarsi in modo poco serio da parte della Giunta, anche del Presidente e dell'Assessore.
E visto che ho cinque minuti a disposizione - poiché è inerente leggo degli stralci di questo articolo. E' un discorso di reciproca credibilità.
Una Giunta che ha i problemi che ha, forse potrebbe evitare di mettersi a fare degli scherzetti, soltanto per tirarla in breve. Vi ho spiegato che c'è la più ampia disponibilità, e invece devo fare un ostruzionismo pesante per cercare anche solo di discutere, per cui propongo alla Giunta di sospendere il Consiglio regionale per tre minuti.
Discutiamone! Troviamo una formula accettabile: siamo disponibilissimi a trovare un accordo! Più di così, cosa deve fare una minoranza che vuole, oltre che tendere la mano, anche rendersi conto dei problemi obiettivi, fisici esistenti? Mi si fa cenno che devo parlare ancora, mentre voi discutete se è possibile accettare la mia richiesta.



PRESIDENTE

Non è obbligatorio parlare per cinque minuti: è consentito.
ZACCHERA Però mi sembra di aver capito dai banchi della Giunta che se continuo a parlare, nel frattempo prosegue il confabulamento al termine del quale si può arrivare a pensare che se l'obiezione presentata... Siete tutti attorno a me: sono così bello?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il Consigliere Zacchera ha concluso.
ZACCHERA Il Consigliere Zacchera non ha concluso. Presidente, per favore, chiami i commessi per allontanare da me tutte queste persone.



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di accomodarsi.
ZACCHERA Siamo seri un attimo! Non sono io quello poco serio: siete voi. Chiedo formalmente alla Giunta se non ritiene di sospendere la seduta per cinque minuti in modo da poter discutere.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale La richiesta è anche del Consigliere Rabellino? C'è una posizione univoca dei due Gruppi?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Quanto richiesto dal collega Zacchera ricalca esattamente il mio penultimo intervento.
Però fin da ieri non c'è stata la disponibilità da parte di questa Giunta di arrivare ad una discussione. C'è stato un vero e proprio muro: non è stato accettato nulla, anzi la Giunta ha dimostrato di non voler accettare nulla.
Noi abbiamo dichiarato più volte la nostra disponibilità, ma è chiaro che qualcosa deve essere accettato da questa Giunta! Non è pensabile di poter presentare un discorso di questo tipo e restare sulle proprie posizioni.
Se vogliamo portare a casa qualcosa per i cittadini, questo è il concetto!



PRESIDENTE

Consigliere Rabellino, credo che il Presidente della Giunta abbia capito, così come tutti noi.
RABELLINO Sì, però mi permetta. Se ha capito, mi fa piacere; ma poiché mi si chiede se accedo a questa richiesta, che è esattamente quanto da me chiesto precedentemente, ciò significa che non ha sentito i miei interventi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale D'accordo per la sospensione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.25 riprende alle ore 17.35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Mi ero appellato al senso di buona volontà. Non stavamo chiedendo di avere vittorie morali o sconfitte civili (quello che volete voi), ma volevamo proporre una via d'uscita da questa impasse, anche perché ricordo al Consiglio regionale che, finita questa partita (che, vi informo, sarà abbastanza lunga), vi sono altri provvedimenti importanti da esaminare cito fra questi il programma della formazione professionale. Avevamo proposto una cosa ragionevole tra persone ragionevoli: visto che volete mantenere gli importi degli aumenti, centelliniamo l'entrata in vigore di questa manovra per renderla meno traumatica oppure riduciamo lievemente l'imposta.
C'è stato - non era riservato, quindi possiamo dirlo - un conciliabolo in cui è emersa la possibilità di ottenere una "vittoria" morale con la riduzione di 5 lire del prezzo alla pompa della benzina, per cui l'aumento sarebbe di 25 lire. Il tecnico, dottor Lesca, ci ha detto che le entrate previste ammontano a circa un miliardo e 200 milioni a punto, per cui 5 lire in meno di aumento significherebbero 6 miliardi in meno di entrate.
Nell'esame del bilancio ho notato che la somma di 6 miliardi è comunque recuperabile; stiamo parlando, colleghi, di un bilancio di circa 14.000 miliardi, quindi sarebbe un pessimo amministratore chi non riuscisse a recuperarne 6. I fondi ci sono; esistono dei residui sui quali si pu operare e, al limite, fare altre note di variazione: chi ci dice che, da qui al 31 dicembre, non si possano fare altre note di variazione all'interno delle quali inserire eventuali decisioni difformi? Con molta serenità, avevamo detto alla Giunta che, se fosse stata disposta a ridurre a 25 lire l'aumento previsto di 30, non l'avremmo considerata una vittoria politica (nel senso di dire: "guarda che bravi quei tre"), bensì l'affermazione del principio che ci si era messi d'accordo, tra persone serie, allo scopo di evitare l'irrigidimento delle singole posizioni. Sembrava che questo problema fosse praticamente risolto poi, invece, ci è stato detto: "No, andiamo avanti". A me dispiace, perch noi andiamo avanti lo stesso, ma c'è proprio una reiterata volontà da parte di questa Giunta di non ragionare.
D'accordo, i numeri sono contro di noi perché siamo soltanto 3, mentre voi prima eravate 30 e adesso sarete 29; ci sembra però che il non volere a tutti i costi rendersi conto di questo sia molto negativo. Con estrema serenità, vi dico che ciò si è verificato per volontà di qualcuno, facendo emergere giochi politici che vanno molto al di là di una lira e due centesimi sulla benzina! C'è già qualcuno all'interno della maggioranza che, evidentemente, pensa a futuri accordi, per cui non vuole inimicarsi nessuno! Presidente Brizio, forse lei avrebbe dovuto applicare con estrema velocità l'aumento di 25 lire anziché di 30 sulla benzina, visto che ormai l'aumento sul metano è già stato improvvidamente approvato: con quell'accordo l'ostruzionismo sarebbe cessato. La sua Giunta non solo è traballante perché sta perdendo un Consigliere al giorno, ma anche perch all'interno dei Consiglieri di maggioranza oltre alle grida - alludo a quelle manzoniane e non a quelle ad alta voce del collega del Partito liberale - ci sono altri elementi di degrado. Come la pasta che, quando rimane troppo a lungo sul fuoco, scuoce, temo che più passeranno i giorni più i sintomi di degrado diventeranno evidenti. In tal senso, sono rimasto male di fronte a questa chiusura della Giunta. C'è un vecchio proverbio Presidente, che dice: "Forti con i forti, deboli con i deboli", ma qui veramente si vuole essere forti con i deboli e deboli, deboli, deboli con i presunti forti! Noi siamo deboli, ma non così tanto, e non sarà necessario che facciate grandi clamori per essere così forti e, tra qualche ora approvare questa normativa. E' un discorso di impegno vicendevole.
Pensavamo che in questa Giunta, visto che ci sono persone che lo hanno dimostrato - mi sembra di non voler tirare la corda oltremodo ci fosse una certa disponibilità. Ebbene, siete voi che non l'avete voluta e ce ne dispiace.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Ringrazio il collega Zacchera, perché mi dà modo di puntualizzare ancora una volta il comportamento in aula del Gruppo liberale. Noi non siamo entrati nel merito delle questioni che, per certi versi, abbiamo difficoltà a seguire; siamo in un passaggio politico, abbiamo dato il nostro sostegno ad un'operazione finanziaria della Giunta. Desidero solo che sia chiaro che una proposta di modifica della manovra finanziaria qualunque essa sia, è una proposta che viene dalla Giunta, anche su accoglimento di un emendamento di un qualche Gruppo, la cui responsabilità compete alla Giunta e che il mio Gruppo sostiene e vota, perché in questo passaggio abbiamo avvertito tutti l'esigenza chiara di difendere quelli che sono i ruoli dei Gruppi consiliari da quella che è la responsabilità della Giunta.
Noi non abbiamo proposto emendamenti, anche se in un clima di normalità il Gruppo liberale probabilmente qualche emendamento costruttivo lo avrebbe proposto; non abbiamo proposto nessun emendamento e il nostro Gruppo si è defilato rispetto alle questioni specifiche, perché considera questo un passaggio squisitamente politico. Non drammatizziamo il fatto che si decida di mettere le tasse n' che non siano sufficientemente finalizzate, perch immaginiamo che ci sia tutto il tempo per definire, in successione di tempo, l'utilizzazione ottimale e magari la gestione ottimale di questa manovra finanziaria.
Quindi, Presidente, nel caso lei avesse equivocato su una mia valutazione, la prego di considerare che sono disponibile, insieme al collega Fulcheri ovviamente, a votare l'eventuale modifica che lei ritenesse di proporre al Consiglio, ma questa è una responsabilità politica della Giunta così come lo è tutta questa manovra.
Il bilancio è, per sua natura, un atto specifico ed esclusivo della Giunta (non è possibile che il bilancio venga presentato dal Gruppo liberale con la firma, ad esempio, del collega Leo), quindi se ne deve assumere tutta la responsabilità, di proposta e di accettazione degli emendamenti.
Devo anche dire - questo per chiarire ai colleghi che non è una posizione costruita sul momento - che agli atti risulta una mia richiesta di revisione del Regolamento, affinché la legge di bilancio e tutte le leggi che hanno contenuto finanziario abbiano una regolamentazione speciale.
Per esempio, viene chiesto che non esista la relazione della Commissione come elemento introduttivo, ma la relazione dell'Assessore; ci perché non si tratta di una legge della Commissione, ma, a differenza delle altre, di un argomento della Giunta. Questa caratteristica del bilancio, e comunque delle norme finanziarie nella loro specificità anche in termini regolamentari, dovrebbe avere una specifica ed autonoma normazione.
L'evoluzione del pensiero politico è ormai chiarissima: una cosa sono le responsabilità dei governi, un'altra le responsabilità dei Consigli, i quali approvano o non approvano, ma non concorrono! Questa è la novità forte della rivoluzione che stiamo vivendo in questo Paese: il Parlamento non concorre più alle manovre finanziarie, le approva o non le approva, ma non c'è più il patteggiamento, non c'è più la contrattazione, non c'è più la leggina dell'ultimo momento. La responsabilità della gestione delle risorse è lasciata al Governo; al Parlamento è lasciata la gestione della politica. Quindi il Parlamento manda a casa un Governo, ma fin quando il Governo non è andato a casa (e magari ci va anche il Parlamento), quel Governo ha la totale ed esclusiva responsabilità dell'uso delle risorse.
Quindi, Presidente, chiedo scusa se sono stato frainteso: non c'è una questione di equidistanza rispetto ai presenti e rispetto agli assenti. Se la Giunta ritiene praticabile, nell'equilibrio di una manovra l'accettazione di un emendamento, lo faccia proprio e, per parte mia, il Gruppo liberale lo voterà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Torniamo ai discorsi di prima. Questa è l'ennesima dimostrazione del muro che si è voluto creare: vorrei capire.
La richiesta di sospensione sembrava un segnale di volontà per arrivare ad abbattere il muro che si è voluto creare. Il muro continua, non dico più di prima, ma come prima e mi spiace, perché si poteva arrivare ad un accordo. Mi spiace anche perché ho sentito dire: "Vediamo, magari più avanti", "Magari togliamo qualcosa sul gas metano", ma l'aumento del gas metano lo abbiamo già approvato e fra un po' approveremo anche quello sulla benzina, per cui non si potrà più modificare nulla.
Se vogliamo arrivare ad un accordo, il discorso di temporeggiare non mi pare un segnale di saggezza, ma significa solamente voler andare allo scontro ad ogni costo. Inoltre, attenzione: noi abbiamo annunciato un ostruzionismo su questo disegno di legge, ma poi dovremo esaminare la variazione di bilancio con tutti gli emendamenti e noi, a questo punto, non abbiamo problemi ad andare ad oltranza. Visto che si vuole arrivare allo scontro, ribadisco che lo scontro non sarà esclusivamente su questo disegno di legge. Andiamo pure ad oltranza, arriviamo ad esaminare la variazione su questa, però, non potranno più esserci i trucchettini di togliere dei commi ed aggiungerne altri con degli emendamenti.
Veniamo ora al merito dell'emendamento proposto dalla maggioranza. Si toglie la frase nella quale si specifica che l'aliquota dell'imposta è fissata in 30 lire al litro. Assessore, sarebbe interessante capire se questa è soltanto una manovra tesa a bloccare l'ostruzionismo, oppure se c'è - visto che da questa maggioranza ci si può aspettare di tutto - la volontà di modificare in qualche modo questa cifra. Poiché abbiamo previsto un aumento di 30 lire al litro per la benzina, propongo verbalmente - ma se vogliamo lo mettiamo anche per iscritto - una variazione, concordando una differenziazione dell'aliquota tra benzina super, normale e senza piombo.
Se c'è la volontà di abbattere ulteriormente l'addizionale sulla benzina senza piombo, potremmo anche accettare un discorso di questo tipo. Lo pongo alla vostra attenzione.
Faccio notare all'Assessore che in questo momento non sto facendo un ostruzionismo fine a se stesso, ma sto cercando di fare delle proposte per arrivare ad una conclusione logica di questo disegno di legge. Invito a valutare questa ipotesi: differenziamo la benzina super da quella senza piombo, facciamo un discorso incentivante ed ambientalista, perché la strada del senza piombo è interessante. Però non venite a proporci una lira di differenza, perché per il discorso che facciamo è bene che la differenza sia consistente. Infatti, se quantifichiamo, scopriamo che la benzina senza piombo non ha per ora, almeno qui in Piemonte, un grossissimo seguito, per cui sicuramente il gettito a cui rinunceremo, con le 5 o 10 lire sulla benzina senza piombo, sarebbe irrisorio. Su una base di 6 miliardi con 5 lire di abbattimento sul totale della benzina, penso che 10 lire sulla benzina senza piombo significhino un paio di miliardi. Obiettivamente, e questo lo esamineremo più approfonditamente nel bilancio generale, 2 miliardi di sprechi, ci sono tranquillamente e largamente nel bilancio della Regione. Questi sono ulteriori tentativi, non finalizzati per ora ad un ostruzionismo fine a se stesso, per arrivare ad un accordo e ad una conclusione logica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Potremmo sospendere i lavori del Consiglio per dieci minuti?



PRESIDENTE

Va bene.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.50 riprende alle ore 18.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' terminata la discussione di carattere generale sull'emendamento.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Rabellino; ne ha facoltà.
RABELLINO Colgo l'occasione per chiedere l'esito della sospensione testè avvenuta. Poiché avevamo fatto delle proposte proprio su questo emendamento, in particolare sulla differenziazione tra benzina senza piombo (benzina verde) e benzina normale, sarebbe interessante sapere se c'è una risposta alle nostre proposte.
E' ovvio che in caso contrario il sottoscritto voterà contro questo emendamento, come peraltro contro l'articolo. Chiedo dunque gentilmente all'Assessore un'illustrazione.



PRESIDENTE

Lei ha già reso la dichiarazione di voto in un caso o nell'altro.
La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Abbiamo verificato; dal punto di vista politico poteva anche essere interessante, ma in base alla norma non è consentito, quindi purtroppo non è possibile accoglierlo.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Rientra nella politica energetica e va fuori dalla nostra competenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Mi aspettavo un altro tipo di risposta, ma non sulla benzina verde bensì sulla tenuta della maggioranza e, più che sulla tenuta della maggioranza, una risposta ad una profferta di armistizio. Prendiamo atto che non si vuole fare e che, a questo punto, si vuole perdere tempo. Quando si fanno delle cose che tutti riconoscono essere forzate, ma ci sono delle reiterate volontà di non voler ragionare, la colpa non è di chi propone i ragionamenti, ma di chi il ragionamento non lo vuole accettare. Dopodich a questo punto, non possiamo fare altro che mettere in atto le poche possibilità che abbiamo a norma di Regolamento, per cui staremo qui a farvi perdere del tempo.
Ma perché dobbiamo perdere tempo tutti? Io questo proprio non lo capisco! C'era una possibilità di mettersi d'accordo, di dimostrare, anche da parte di questa Giunta regionale, la disponibilità, ma ecco che saltano fuori le differenziazioni politiche. Forse, se fossero stati altri a chiedere i cambiamenti, questi sarebbero stati possibili; non lo sono perché li abbiamo proposti noi. Vogliamo star qui a perdere il tempo, ad infilare parole vuote per alcune ore? Prendo atto - ed è già un fatto politico significativo che la maggioranza si è riunita e si è parlata; evidentemente non tutti erano d'accordo su questa linea di tendenza, altrimenti non stavate dentro quasi mezz'ora a discutere. Mi spiace che il risultato sia questo; mi spiace perché ogni volta che noteremo troppe assenze in aula, dovremo chiedere il numero legale, dovremo tentare di fare dell'ostruzionismo. Ma perché? E' un peccato, è veramente un peccato, e ciò sarà semplicemente perché non si vuole capire qualcosa.
Annunciamo che non faremo soltanto ostruzionismo su questo punto all'o.d.g., ma tenteremo di farlo anche sul bilancio. Assessore Gallarini nel bilancio 5 o 6 miliardi si potevano, si possono recuperare e si potranno recuperare, e lei lo sa benissimo. Come dicevo prima, se un Assessore alle finanze non è in grado di recuperare 6 miliardi su 14.000 dimostra di saper gestire male il bilancio. Lei ha dei tecnici di prim'ordine e sa benissimo che ci sono dei capitoli su cui si possono fare non tanto dei tagli, quanto mettere a bilancio delle somme inferiori suscettibili di aumento in ogni momento. Questa è una realtà dei fatti.
Dopodiché, visto che le cose vanno così, a proposito di questo punto all'o.d.g. parleremo del primo articolo di giornale che ci interesserà.
Staremo nei cinque minuti; ogni cinque parole, anche se non ci sarà più la sede dal punto di vista lessico-grammaticale, diremo: "Milano, datela a me la bandiera, e venitemi tutti dietro. Il vigile più anziano...". Questa mi sembra una cosa poco bella da leggere; al prossimo intervento troveremo qualcosa.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Non sta piacendo a nessuno, però da questo momento, preso atto della vostra reiterata chiusura, tutti i nostri atteggiamenti non saranno più da imputare a "guardate quello stupido che va a dire parole stupide". E' un "muro contro muro": più minuti stiamo qua, più dimostriamo di avere ragione. Sappiamo che prima o poi dovremo crollare, però anche voi dovrete capire questo fatto. Quindi, finché non saremo arrivati ad un'ora sufficientemente tarda della notte o di domani mattina per lasciare il campo decentemente (signori, grazie al cielo la salute ce l'abbiamo ancora), andiamo avanti! Questa è la dichiarazione di voto sulla soppressione dell'art. 2, che è illogica, perché non c'è nessun motivo di operare tale soppressione e l'Assessore Gallarini, che è tutt'altro che uno sprovveduto, lo sa benissimo: è semplicemente finalizzata ad eliminare degli emendamenti.
Assessore Gallarini, le comunico che sono già pronte altre decine di emendamenti con il numero in bianco e, non appena verrà presentato dalla Giunta un altro articolo, non ci saranno più quelli del PDS, che tra l'altro avevamo presentato noi, ma ce ne saranno degli altri. Perch arrivare a questo punto? Siamo tra persone logiche o siamo tra persone illogiche? Mi sembra veramente che si voglia essere tra persone illogiche e allora, quando si è tra persone illogiche che si comportano in modo illogico, non si dia la colpa a chi continua a dire di voler ragionare.
Nessuno è venuto a farci profferte, tanto meno dal punto di vista numerico, però io voto contro l'eliminazione dell'art. 2, il che - se vogliamo - è anche un'assurdità, perché tutto sommato avremmo potuto tenere l'art. 2 così com'era; però, davanti alla richiesta di togliere l'art. 2 dico di no. Ma dico già che, se per caso l'Assessore cambia idea e tra un secondo mi viene a dire che vuole mantenerlo, io dovrò richiedere di nuovo la parola per poter dire che manteniamo la nostra proposta originale. Lei Assessore, a questo punto vuole mantenere l'art. 2 o lo vuole togliere? A sua discrezione, perché stiamo parlando solo del secondo comma. E il primo comma, lo vogliamo mantenere o non lo vogliamo mantenere? Ho finito i cinque minuti.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, pongo in votazione per appello nominale l'emendamento presentato dalla Giunta regionale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è approvato.
Gli emendamenti presentati al comma secondo dell'art. 2 del progetto di legge n. 381 sono considerati decaduti.
La parola al Consigliere Rabellino per dichiarazione di voto sull'art.
2.
RABELLINO L'articolo, così impostato, senza la seconda parte che è stata emendata, ha qualche problema a stare in piedi. Chiaramente l'articolo resta, quindi è istituita l'imposta regionale sulla benzina per autotrazione, prevista dalla legge. Questo è proprio il fulcro di questa manovra addizionale che non possiamo votare, anche perché è il motivo principale di questo ostruzionismo, che non viene fatto tanto come singoli Consiglieri, ma come cittadini. Se dovessimo chiedere alla gente e ai cittadini un parere su una legge di questo tipo, dando tutte le motivazioni addotte in quest'aula (ad esempio, che serve per fare quadrare il bilancio regionale, ecc.), penso che nessuno di voi immaginerebbe una risposta positiva.
Quindi, noi siamo qui per fare ostruzionismo, perché il cittadino ha la necessità di una voce in questo Consiglio, che altri hanno preferito non far sentire. Prendiamo atto anche di questo.
Inoltre, dobbiamo far notare che questa impopolarità sarà comunque pagata in termini elettorali, perché non riesco a capire come una maggioranza possa assumere certi provvedimenti e poi presentarsi al confronto con l'elettorato, dicendo: "Signori, abbiamo dovuto applicare per forza queste imposte".
E' noto che in passato i soldi della Regione sono serviti per finanziare alcuni affari poco leciti; pensiamo per esempio alla sanità.
Diventa quindi difficile chiedere al cittadino di stringere la cinghia e fare dei sacrifici: è difficile, è veramente duro farglielo capire.
Teniamo poi presente che, se usciamo dall'ambito prettamente regionale il cittadino è bersagliato quotidianamente dai media sulla questione tangenti. Proprio per questo diciamo che il momento è sbagliato. Potremmo anche essere d'accordo sull'applicazione dell'addizionale, ma solo se ci fosse un vincolo per quanto riguarda l'investimento (e noi avevamo chiesto un condizionamento, un vincolo dei fondi raccolti con l'addizionale a progetti precisi). Ripeto, potevamo capire un'addizionale di questo tipo ma non la possiamo accettare nel modo estremamente vago in cui è stata presentata, perché, a parte le parole dette - e qui di parole ne abbiamo sentite molte, caro Brizio - non è la prima volta che veniamo presi in giro con promesse verbali mai realizzate.
Mi riferisco ai nostri famosi disegni di legge, presentati ad inizio legislatura, venuti in aula e rispetto ai quali il Presidente verbalmente si era impegnato a farli passare o a bocciarli in breve tempo, o comunque a ripresentarli. Invece, abilmente, questa maggioranza li ha insabbiati nelle Commissioni. Queste sono le parole dette, questa è la parola del Presidente.
Ad esempio, c'era stato un impegno ben preciso - lo ricordo perfettamente - a fine 1990, in occasione della votazione del bilancio anche allora c'era stato un tentativo di ostruzionismo, dal quale eravamo stati distolti in quanto ci era stato detto che avreste portato avanti i tre disegni fermi in Commissione. Per carità, bocciateli anche, ma prendete una decisione! Invece, abilmente, sono stati insabbiati: ne prendiamo atto.
Le parole dette dal Presidente questa mattina sul fatto che questi fondi verranno investiti, rimangono solo parole. Se sono come le parole del 1990, abbiamo la certezza che questi fondi non andranno in un'ottica d'investimento, ma serviranno a tamponare un deficit che comunque la Regione ha.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Presidente, il nostro voto è senz'altro contrario all'introduzione dell'addizionale regionale sulla benzina per autotrazione, così come previsto dall'art. 6, lettera c), della legge n. 158/90. E' contrario a che cosa? A questo art. 2 che istituisce l'imposta sulla benzina. Questo articolo consta di un solo comma, a fronte del quale noi siamo contrari per i motivi già noti e che, in diverse occasioni, abbiamo avuto modo di esporre.
Il secondo comma, laddove si fissava il quantum dell'imposta (cioè 30 lire al litro), è stato poco fa eliminato da un emendamento soppressivo quindi ha avuto una onorata sepoltura.
Se qui si formerà una maggioranza, come certamente avverrà per approvare la norma e il principio dell'introduzione dell'aliquota della benzina - Assessore Gallarini e Presidente Brizio - occorrerà una legge regionale, che magari verrà presentata fra pochi giorni e andrà in aula a metà settembre, per determinare il quantum di questo aumento.
Facendo un discorso di cui sono convinto e che ritengo oggettivamente serio, dico che, dopo aver eliminato l'inciso che prevede il quantum dell'aumento di 30 lire con un emendamento soppressivo, non sarà consentito proporre un emendamento successivo all'art. 3, in cui si recupera ciò che pochi minuti prima è stato definitivamente eliminato. E' una questione di tecnica legislativa; qualora, per avventura, dovesse essere introdotto l'emendamento con il quale, ripetendosi le parole del secondo comma, si fissa l'aumento in lire 30, noi ci avvarremo di tutte le sedi giudiziarie e di tutti i ricorsi del caso al Commissario del Governo (e in sede di applicazione della norma anche alla Corte Costituzionale), per ovviare a questo grave difetto di tecnica legislativa, che rappresenta anche una violazione del procedimento di formazione delle leggi.
In altri termini, con l'emendamento è stata abrogata la norma che determina il quantum dell'aumento; quindi, se verrà approvato il primo comma che prevede l'istituzione della tassa sulla benzina, ci troveremo davanti al fatto compiuto.
Se il Commissario del Governo visterà, come presumibilmente avverrà, il disegno di legge che prevede l'imposta regionale sulla benzina successivamente questo tornerà in aula per la discussione sul quantum dell'aumento.
Mi permetto, signor Presidente del Consiglio, di richiamarla ai suoi doveri istituzionali, che peraltro ben conosce; la prego di valutare attentamente la fattibilità di un atteggiamento che, mediante la presentazione di un emendamento successivo all'art. 3, reintroduca il quantum di 30 lire o di altre lire di aumento. Sottolineo che, allorquando si sollevano questioni serie legislative e di Regolamento, c'è il potere e il dovere del Presidente del Consiglio regionale di convocare non solo l'Ufficio di Presidenza, ma anche la Commissione Regolamento.
Mi permetto di chiederle di meditare sul fatto che fra pochi minuti potrebbe verificarsi questo evento; dopodiché confermo, sull'unico residuato primo comma, il voto contrario.



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, lei si differenzia dal suo Capogruppo?



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Sì, signor Presidente, perché nonostante le auliche parole del mio Capogruppo, che con toni così accorati ha detto che bisogna votare contro a questo punto io non sono d'accordo. Il mio Capogruppo non consideri questo atteggiamento come un segno di dissociazione politica all'interno del MSI-DN: succederà che sarò io a fare la prima dichiarazione e tu ti dissocerai da quello che dico io.
Capisco benissimo di fare la parte della marionetta, ma poiché ci hanno imposto di fare le marionette, giochiamo a questo gioco: le marionette si muovono perché c'è il burattinaio che tira i fili, ma a nostro sommesso avviso il burattinaio che tira i fili siede da quella parte dell'aula consiliare e non da questa.
Anche perché vale quello che ho detto prima, ovvero che mi sembra veramente sciocco togliere una norma che elimina dal disegno di legge regionale n. 381 - che, come vi ricorderete, recita: "Determinazioni della misura dell'addizionale all'imposta di consumo sul gas metano ed istituzione dell'imposta regionale sulla benzina" - l'ammontare dell'aliquota.
Ma se il disegno di legge regionale n. 381 recita: "Determinazioni della misura dell'addizionale all'imposta di consumo sul gas metano ed istituzione dell'imposta regionale sulla benzina", come fai lei, Assessore a togliere l'aliquota dell'imposta sulla benzina fissata in 30 lire al litro? Secondo me, si dovrebbe cambiare anche la denominazione della legge regionale n. 381, in quanto, mi pare assurdo che si istituisca l'imposta regionale sulla benzina e poi si tolga l'aliquota relativa, che era già fissata in lire 30 al litro.
Pertanto, non ritengo che si debba votare contro il secondo comma dell'art. 2, che recita: "L'aliquota dell'imposta...", ma, dissociandomi dal mio Gruppo, devo dichiarare di non partecipare alla votazione.
Peraltro, dai prossimi interventi incomincerò a dare un contributo concreto all'illustre Assessore al bilancio che, con così ampie validità ha presentato questo disegno di legge: gli leggerò dei capitoli di bilancio in cui si può adeguatamente recuperare una parte di quello che viene proposto in aumento come aliquota di imposta sulla benzina.
Per esempio, nel bilancio di gestione, variazione n. 105 alla prima variazione al bilancio, datata 26/7/1993 (sottolineo, Assessore, che queste variazioni sono state apportate il giorno prima della presentazione in aula di questo disegno di legge), il capitolo n. 10745 recita: "Spese connesse all'organizzazione del premio piemontese nel mondo", con riferimento alla L.R. 4/11/1992, n. 46.
Tale capitolo ha come competenza un valore iniziale di lire zero, con una variazione di lire 50 milioni in aumento, per una valutazione finale di 50 milioni; essendo a valore zero la cassa, con la variazione di 50 milioni di aumento, ne traggo la conclusione che sia giusto l'importo ivi determinato di lire 50 milioni anche come valore di cassa finale.
Pertanto, questo capitolo di spesa si potrebbe diminuire di una lira e anziché portarlo a 50 milioni, riducendolo a 49.999.999 (riducendo quindi di una lira lo stanziamento), si sarebbe risparmiato lo 0,000001 lire per ogni litro di benzina venduto nel territorio di questa regione.
Peraltro, se anziché 50 milioni o 49.999.999 avessimo ridotto a 49.999.998, con un aumento quindi di 2 lire nella detrazione del capitolo



PRESIDENTE

10745 di bilancio, sicuramente il risparmio di 2 lire avrebbe comportato un risparmio del doppio dell'aumento in detrazione previsto dall'applicazione dell'imposta regionale sulla benzina con l'aliquota fissata in 30 lire al litro.
Ciò premesso, dichiaro di non partecipare alla votazione su quest'articolo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 31 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo all'esame dei sub-emendamenti all'art. 2 bis.
Sub-emendamento 4 A) presentato dalla Giunta regionale: all'art. 2 bis, comma primo, dopo le parole "l'imposta è dovuta", sono aggiunte le parole "nella misura massima consentita dalla legge".
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.
MAJORINO Prima di tutto mi consenta un chiarimento, Presidente. Poiché in questo sub-emendamento si precisa che l'aumento dell'imposta sulla benzina viene fissata nel limite massimo, vorrei sapere qual è tale limite.
E' una formula che avrà un suo significato, ma chiedo espressamente all'Assessore: qual è il limite massimo consentito dalla legge? GALLARINI, Assessore al bilancio Attualmente è di 30 lire al litro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



PRESIDENTE

RABELLINO



PRESIDENTE

L'operazione portata avanti dalla Giunta di sopprimere all'articolo precedente quel comma per poi aggiungerlo all'articolo successivo è di un'inutilità incredibile! Questo non riesco davvero a capirlo, però ci fa capire tante altre cose. Forse l'Assessore non se n'è accorto, ma specificando che questa Giunta applica immediatamente il massimo consentito dalla legge, finalmente chiariremo ai cittadini che si vuole davvero andare al massimo, che si vuole drenare tutto: tutto quello che si riesce a raccogliere, lo si raccoglie!



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Potrebbe anche essere abbassata a 25 lire.



PRESIDENTE

RABELLINO



PRESIDENTE

E' quello che abbiamo proposto noi prima!



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Potrebbe il Governo.



PRESIDENTE

RABELLINO



PRESIDENTE

Io credo che il Governo, anziché abbassarla a 25, l'aumenterà a 35! La realtà è che abbiamo un Governo che è diventato una sanguisuga: figuriamoci se diminuisce le aliquote! Il concetto è proprio questo.
Sotto il profilo tecnico, come immagine, la Giunta ne esce permettetemi - malissimo, perché qualcuno, non dico in malafede, ma comunque con la solita terminologia da propaganda, avrebbe potuto andare in giro per il Piemonte a dire: "Erano 40 lire, ma noi ne abbiamo messe solo 30". Invece no, si va subito al massimo, in modo tale che se questa aliquota dovesse essere aumentata, automaticamente noi l'avremo già aggiornata; anzi, immagino che a questo punto la maggioranza potrebbe andare a Roma a fare delle pressioni affinché venga maggiorata l'aliquota per by-passare anche il Consiglio. Infatti, con questo sub-emendamento si esautora addirittura il Consiglio, perché si instaura un dialogo tra Giunta regionale e Governo centrale! Signori miei, questo non vuol dire andare nel senso autonomista e federalista, ma dipendere ulteriormente dallo Stato centrale! Ci vincoliamo alle decisioni dello Stato: non solo andiamo a fruire di una facoltà che ci dà lo Stato di applicare, ma ci vincoliamo a doppia mandata! Si dice subito che, qualsiasi cosa deciderà lo Stato, noi la accetteremo! Se questa è la politica portata avanti da queste forze politiche, non possiamo che ulteriormente confermare l'atteggiamento che stiamo portando avanti su questa legge e che porteremo avanti - lo ribadiamo anche in occasione della variazione di bilancio. Noi voteremo contro questo sub emendamento; peraltro vorremo vedere la metodologia, perché l'art. 2 bis è tutto da verificare. Se si voleva quantificare, si poteva adottare un'altra procedura, cioè quella di un emendamento aggiuntivo di un ulteriore articolo di legge. Peccato che non si sia introdotto questo articolo, che poteva essere un'ulteriore soluzione per far chiarezza in una legge che, se per certi versi è chiara, lo è più in senso negativo che positivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Presidente, qui si è verificato puntualmente quello che avevo previsto e antiveduto, ma di cui non era difficile la previsione: cioè, dopo aver abrogato con un emendamento soppressivo la norma che istituiva l'imposta regionale sulla benzina e la quantificava in lire 30 al litro, quindi dopo aver seppellito definitivamente il quantum della norma - non dico che per un errore tecnico la Giunta aveva fatto una sorta di "karakiri" legislativo eliminando con un emendamento la norma istitutiva della tassa regionale sulla benzina, ma ne aveva sicuramente eliminato, o soppresso, come meglio si crede, il quantum - viene introdotta di nuovo la norma relativa all'aumento e la si determina nella perfetta identica misura di prima perché quando si scrive che viene introdotta nella misura massima consentita dalla legge la si introduce nell'ammontare di lire 30.
Effettivamente, ci può essere il pericolo che il prezzo della benzina aumenti in base ad una legge statale e che quindi salga anche l'aumento regionale, ma al di là di questa ipotesi, nel testo legislativo odierno abbiamo un ben preciso riferimento all'aumento massimo consentito dalla legge vigente.
Contrariamente al timore che esprimeva il collega Rabellino - il quale diceva che se domani, com'è purtroppo prevedibile, la legge statale aumenterà il tetto massimo della benzina, con questa formulazione anche noi automaticamente dovremo seguirlo per cui passeremmo da 30 a 50 o a 90 lire di aumento ritengo che ciò non sarebbe esatto secondo questa formulazione.
Infatti, la formulazione di questo sub-emendamento, che in un domani pu diventare legge della Regione, fissa il tetto massimo dell'aumento. Si rimane nelle 30 lire anche in futuro, finché sarà vigente questa legge questo però rafforza la mia argomentazione, che si fonda proprio sui principi generali della tecnica legislativa.
Se quando si vota un testo di legge si elimina un certo comma, questo si elimina con un emendamento che ormai fa testo in quanto tale, in quanto soppressivo nel nostro caso: non può rivivere sotto diverse spoglie nell'articolato successivo. Sarò noioso, forse mi ripeto, però desidero ribadire che si commette un grave errore di procedimento legislativo. Ci che è stato abrogato pochi minuti fa, viene di nuovo fatto rivivere con il marchingegno del sub-emendamento e si pretende che lo si voti. Se la volontà di questo Consiglio è stata di eliminare in questo testo di legge il quantum dell'aumento, ciò non significa che la legge rimanga monca e non se ne parlerà mai più. Successivamente, una volta istituita con questo disegno di legge l'imposta regionale sulla benzina, si dovrà fare una leggina ad hoc che dica che nella legge regionale votata il 29 luglio approvata il giorno tot dal Commissario del Governo, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Repubblica, il quantum dell'aumento sarà di lire 30 o 40 o quello che si vorrà fissare.
Ritengo dunque che questo sub-emendamento sia manifestamente illegittimo sotto il profilo della proponibilità. Mi permetto di richiamare la responsabilità del Presidente del Consiglio in ordine alla correttezza del procedimento legislativo.



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, vuole intervenire? ZACCHERA Sì, ma non ancora per dichiarazione di voto. E' solo un intervento sull'articolo.



PRESIDENTE

Siamo in fase di dichiarazione di voto.
ZACCHERA Perché? Siamo in fase di discussione, stiamo discutendo dell'emendamento.



PRESIDENTE

Mi risulta che siamo in fase di dichiarazione di voto.
ZACCHERA Allora è una dichiarazione di voto di dissociazione.
Peraltro faccio presente ai colleghi del Consiglio regionale che abbiamo già presentato un sub-emendamento.



PRESIDENTE

Devo dirle subito che non posso accogliere il sub-emendamento da lei presentato, perché lei ho ha presentato nel momento in cui la discussione era già in corso e, poiché ne modifica la natura, non lo posso accogliere.
La prossima volta, lei mi chiederà un attimo di sospensione e io glielo consentirò. Però, poiché lei ha presentato l'emendamento mentre la discussione era in corso - infatti stava parlando il collega Majorino - non posso accettarlo.
ZACCHERA Presidente, mi consenta, noto che è molto cortese.
Potrei trasformare il sub del sub-emendamento in un emendamento all'emendamento della Giunta, inserendo, dopo che questo sub-emendamento che stiamo discutendo sia stato eventualmente...



PRESIDENTE

E' la stessa cosa, però.
ZACCHERA Con questo intervento cerco di porgere il ramoscello d'ulivo.
Per esempio, la Giunta regionale.



PRESIDENTE

Lei ha comunque una visione particolare dei ramoscelli d'ulivo.
ZACCHERA Non mi tiri fuori che i manganelli erano fatti d'ulivo.



PRESIDENTE

No, per carità. Questa è una sua visione, non la mia. Io pensavo ai fiori dell'ulivo: lei ha pensato ad un manganello.
ZACCHERA Poi mi spiegherà quali sono i fiori dell'ulivo, perché l'ulivo fa i frutti, ma i fiori sono piccolissimi.



PRESIDENTE

Ma per fare il frutto, ci deve essere prima un fiore.
ZACCHERA Chiedo una proposta concreta. Se passasse questo emendamento della Giunta, obiettivamente, anche al di là della volontà della Giunta, sarebbe una proposta pericolosa, perché rimane un limite. Mi dica quando posso presentare una parola che stia per: "...e comunque nella misura massima di lire...". Me lo dica lei quando posso farlo, altrimenti la presento adesso.
Devo pur dire che, nel caso venga approvato un certo emendamento, che non so ancora se sarà approvato, inserirò un limite, dicendo che "comunque è nella misura massima di lire".



PRESIDENTE

Questo emendamento lei doveva presentarlo prima.
ZACCHERA Ma non è possibile, se è arrivato adesso.



PRESIDENTE

Mi consenta, Consigliere Zacchera, non facciamo questo tipo di discussione, anche perché stiamo costruendo un metodo che potrebbe andare bene anche per le prossime ore.
Ho riepilogato per tre volte che c'era l'emendamento aggiuntivo, che costituiva l'art. 2 bis; ho detto per tre volte che c'era questo sub emendamento: se lei aveva pronta questa strategia, mi doveva chiedere una sospensione e, prima di cominciare la discussione su questo emendamento presentare il suo testo.
Non lo ha fatto, valga per le volte successive.
ZACCHERA Ha perfettamente ragione. Stiamo cercando di dare un contributo, non facciamo polemica, non è ostruzionismo questo. Tant'è vero che lei sa che sull'art. 2 bis sono depositati venti emendamenti. Stavo proponendo - penso che una proposta verbale alla Giunta si possa fare - di mettere comunque un limite nella dizione.
Proponevo che si mettesse una limitazione in lire 30 e, anzi, chiedevo quando poter dire che forse una soluzione potrebbe essere "e comunque nella misura massima di lire", non stabilendo la cifra 30 e mettendo magari 25.
Applicate la stessa prassi: automaticamente viene approvato il vostro sub-emendamento e abbiamo raggiunto per un'altra strada quello che si voleva indicare prima.
Che sia l'Assessore a proporre di mettere "comunque nella misura massima di lire", indicando un limite.
Penso che questo fosse anche nell'intendimento della Giunta, per cui mi sembra una cosa doverosa, che va fatta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Innanzitutto volevo intervenire in merito alla procedura, perché il sub emendamento proposto.



PRESIDENTE

Consigliere Rabellino, sulla procedura decide il Presidente.
RABELLINO Ho capito, ma non si tratta di un sub-emendamento al sub-emendamento.
E' un sub-emendamento all'emendamento istitutivo dell'art. 2 bis.



PRESIDENTE

Non potete presentare una cosa dopo che ne è in discussione un'altra.
RABELLINO Stiamo discutendo il sub-emendamento.



PRESIDENTE

Mi consenta, le cose stanno così. Mi sembra corretta la linea del Consigliere Zacchera, che ha fatto una proposta di merito alla Giunta sul suo sub-emendamento. Se si vuole collocare anche lei su quella posizione può farlo.
RABELLINO Esprimo una brevissima dichiarazione di voto su questo sub-emendamento.
Sull'istituzione dell'articolo mi riservo ancora di esprimere alcune perplessità, perché ci sono degli aspetti che dovremo valutare attentamente. Forse non tutti i colleghi hanno valutato che cosa dice esattamente questo emendamento: comunque ne riparleremo quando si tratterà di votare l'istituzione dell'art. 2 bis.
Sul sub-emendamento, penso che la proposta fatta dal collega Zacchera debba essere ulteriormente valutata, perché questo è l'ennesimo tentativo di arrivare ad abbattere il muro che si è creato. Diamo una possibilità cerchiamo di arrivare a far risparmiare qualcosetta a questi poveri piemontesi tartassati. Sicuramente è molto grave legarsi a doppio filo con il Governo centrale. Di fronte al pericolo che il Governo centrale modifichi queste aliquote - perché non è del tutto impensabile che il Governo centrale, così com'è con l'acqua alla gola, aumenti la possibilità di tassazione locale - penso che questa maggioranza possa fissare un limite. Mi pare che chiarire, come ha detto il collega Zacchera, "entro un limite massimo di lire 30", non comporti alcuna modifica, da parte della maggioranza, di introiti, però almeno c'è un punto di chiarezza.
Invito la Giunta a seguire questa indicazione; in questo momento non sto dicendo cose a vanvera, sto ponendo un problema politico di autonomia dell'Ente Regione: nel buon senso di un'autonomia dell'Ente Regione non possiamo davvero legarci così con lo Stato. Accettate almeno il discorso del mettere il limite massimo delle 30 lire; visto che volete adottare la linea delle sanguisughe, ponete almeno questo limite, perché se domani, se l'1 settembre il Governo si svegliasse e fissasse un limite massimo di tassazione di 150 lire, tutto ad un tratto i piemontesi si troverebbero a pagare 120 lire in più la benzina. Questo è un discorso di dignità dell'Ente Regione! Ciò senza contare la gravità del fatto di by-passare il Consiglio regionale! Infatti, qualora cadesse l'ipotesi di un possibile aumento della tassazione sulla benzina da parte dello Stato, signori miei questo provvedimento non passerebbe nemmeno in Consiglio. Permettetemi: mi pare che questo sia di una gravità enorme! Qui è in gioco l'autonomia della Regione! Non so se i colleghi della maggioranza si rendono conto del significato di questo sub-emendamento presentato dalla maggioranza: non è possibile non mettere un limite su un discorso di questo tipo! Vi chiedo veramente di riflettere su questa operazione. E' chiaro che a fronte di un sub-emendamento di questo tipo, dove si svende l'autonomia della Regione allo Stato, non possiamo dare il nostro voto favorevole.
Indipendentemente da questo, dovremmo poi verificare altri aspetti dell'art. 2 bis relativi ad alcuni meccanismi di riscossione dell'imposta.
Infatti, la riscossione di questa imposta crea ulteriori problemi, ma mi riservo di affrontare meglio la questione quando esamineremo, appunto l'art. 2 bis nella sua integrità.
Il nostro voto è dunque fermamente contrario al sub-emendamento; mi auguro che vi sia - e la chiedo al Presidente - una risposta in merito al limite proposto a questa svendita dell'autonomia della Regione nei confronti dello Stato centrale.



PRESIDENTE

Un attimo soltanto.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Accettiamo questo, a condizione che poi non vengano presentati altri emendamenti: 29, 28, ecc.
RABELLINO Allora dismettete la Regione! BRIZIO, Presidente della Giunta regionale No, voglio dire che accettiamo questo emendamento a condizione che vengano ritirati gli altri che toccano questo argomento.
RABELLINO Mi permetta: noi non abbiamo presentato nessun emendamento in merito.
Voi avete presentato un emendamento dove svendete la Regione.
Svendetevela: non è mica un problema!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Sono valutazioni. Se gli argomenti portati sono tali da essere presi in considerazione, vi ragioneremo.
La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Si potrebbe aggiungere "nella misura massima consentita dalla legge n.
158/90", il che significa sostanzialmente che il tetto è questo delle 30 lire. La proposta è questa.



PRESIDENTE

La Presidenza ha recepito il completamento dell'emendamento della Giunta, proposto dalla Giunta stessa. Il sub-emendamento all'art. 2 bis comma primo, è dunque il seguente: dopo le parole "L'imposta è dovuta", sono aggiunte le parole "nella misura massima consentita dalla legge n. 158/90". Questo è il testo sul quale si andrà a votare.
La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Faccio presente, per la ventesima volta in termini costruttivi l'opportunità di aggiungere per lo meno il termine "attuale", perché se domani il Governo cambiasse la normativa, con la parola "attuale" sappiamo che oggi è 30 lire; ma se domani dovesse cambiare la norma, con ciò non si cambierebbe il testo della legge n' se ne farebbe un'altra.
GALLARINI, Assessore regionale Scusa, Marco, la legge n. 158/90 è quella attuale; se il Governo dovesse modificarla, automaticamente... Il riferimento è definito.



PRESIDENTE

Consigliere, svolga la sua dichiarazione di voto: ha ancora quattro minuti.
ZACCHERA Se fra qualche tempo il Governo farà un'altra normativa, non la cambierà, ma dirà soltanto "i parametri di cui alla legge... (91 o quello che sono) sono aumentati del 20%". Automaticamente le attuali 30 lire diventeranno 36, perché quando si cambia la norma, si fa una legge che inserisce l'altra. Che cosa costa? Neanche questo volete aggiungere? La parola "attuale", per lo meno, mette un limite alle 30 lire.



PRESIDENTE

Su questo, lei come vota? ZACCHERA Su questo parlo per cinque minuti. Per poter votare, chiedo ai proponenti dell'emendamento testé emendato se non vogliano emendarlo ulteriormente, aggiungendo almeno la parola "attuale". Mi sembra che questo sia possibile. Dopodiché, posso esprimere la mia dichiarazione di voto.
Forse la logica sta cominciando a pendere più da questa parte che non dall'altra.
In ogni caso mi astengo, però prima voglio sentire che cosa decide la Giunta. Se non acconsentite, vuol dire che c'è cattiva fede.
GALLARINI, Assessore regionale Ribadiamo così, non foss'altro che per guadagnare tempo.
ZACCHERA Se è per guadagnare tempo, riprendo la parola e ripartiamo dai cinque minuti per la dichiarazione di voto.
Prendo atto che c'è la reiterata e cattiva volontà di non venire incontro non solo sulle lire, ma addirittura sul lessico. Si vuole fare capire che questa modifica serve per reintegrare un articolo tirato fuori prima, al fine di evitare degli emendamenti. Nel momento in cui viene fatto un riferimento alla legge normale, che difficoltà c'è a mettere la parola "attuale"? Abbiamo risolto il problema delle 30 lire; potremmo farvi perdere tempo, dicendovi di fare 29-28, fino a scendere. Però, per lo meno raggiungendo il vostro obiettivo, non il nostro, avete messo un limite massimo alle parole "30 lire". Mi si dovrebbe spiegare, per capire che non c'è cattiva volontà, perché non si può mettere la parola "attuale".



PRESIDENTE

La Giunta ha detto che la parola "attuale" non la aggiunge. La Presidenza ne prende atto.
La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Il fatto di citare la legge è una modifica che può essere anche comprensibile. Sarebbe però opportuno che un cittadino comune, o una persona comune, nel momento in cui affronta la lettura di una legge riuscisse a capirci qualcosa.
Se continuiamo a modificare il disegno di legge con questi escamotages sfido chiunque, non tecnico, a capirci qualcosa, perché si fanno riferimenti a leggi, controleggi e commi. Vi leggo ad esempio due righe dell'art. 2 che abbiamo approvato prima: "E' istituita l'imposta regionale sulla benzina per autotrazione prevista dall'art. 6, lettera c), della legge n. 158/90 e dal Capo III del decreto legislativo n. 398/90". Già un cittadino comune che legge un articolo di questo tipo non ha capito nulla.
L'unica cosa che ha capito è che dovrà tirare fuori qualche soldino in più perché è stata istituita l'imposta regionale.
Quello l'ha capito, però che cos'è questa roba no.
All'articolo successivo - ed eventualmente lo leggiamo approfonditamente perché è quasi ridicolo - sul registro di carico e scarico ci sono quaranta numeri diversi riferiti a decreti legge con modificazioni.
Mettiamo pure il riferimento ad una legge, ma il cittadino comune e lo stesso benzinaio che dovrà incassare questa tassa per conto della Regione non ci capiranno nulla. Dovranno avere il tecnico che spiegherà loro cos'è questa legge e quanto effettivamente si deve sborsare.
Non solo, ma qualora vi siano delle autorizzazioni a modificazioni ovvero degli aumenti delle concessioni di aliquota da parte dello Stato nei confronti delle Regioni, dovremmo, in tempi abbastanza stretti, creare un'altra legge.
Abbiamo già delle Commissioni intasate, con l'unica specialità di insabbiare i disegni di legge delle opposizioni (e questa è una specialità prettamente delle Commissioni della Regione): se sono già così intasate, ci creeremo ulteriormente dei problemi, perché questo è il modo più semplice per crearceli.
Era tanto semplice citare la cifra "lire 30" (e se proprio si voleva potevamo eventualmente venirvi incontro nel presentare solo 5 emendamenti da 30 a 25)! Potevamo eventualmente trovare un accordo di questo tipo. Noi siamo sempre magnanimi, cerchiamo sempre di andare incontro alla maggioranza in questo ostruzionismo, peraltro non voluto da noi, ma dalla stessa maggioranza.
Resta comunque fermo il mio voto contrario, ma doppiamente contrario non solo perché non sono d'accordo sull'applicazione dell'aliquota massima ma soprattutto perché il disegno di legge diventa sempre più incomprensibile.
Indipendentemente da questo disegno di legge, invito il legislatore chi elabora, chi prepara i disegni di legge a cercare di semplificarli perché, nella miriade di leggi e codicilli, il cittadino si perde abitualmente.
Se iniziassimo a semplificare e chiarire quanto si vuol dire nelle leggi, sarebbe una cosa giusta.
Ribadisco - ripeto - questo mio voto contrario, contrarissimo in tutti i sensi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, per rispetto a me stesso e per le "bandette" che ho letto quando avevo qualche anno in meno, non parteciperò al voto. Mi sembra veramente incredibile che non si indichi la cifra, che è la scelta politica. Gli elettori e i cittadini hanno diritto di sapere e la Regione ha il dovere di dichiarare la cifra corrispondente al nostro provvedimento.
In secondo luogo, Assessore Nerviani - capisco che in queste situazioni si ha l'impressione che, da parte dei Gruppi di opposizione, si faccia solo ostruzionismo abbiamo il dovere, come legislatori, di saper cogliere, anche all'interno delle attività di ostruzionismo, delle questioni oggettivamente fondate. In una legge, soprattutto di questa natura politica, in cui i cittadini si chiedono perché - e difficilmente riusciranno a capirlo - è giusto che almeno capiscano un minimo di tecnica legislativa.
Seconda questione, e questa attiene alle bandette: le norme per relazioni sono estremamente pericolose. Questa è una norma per relazione nel senso che si norma in relazione, facendo riferimento ad un'altra norma.
I rapporti fra due norme, una regionale e una statale, sono di estrema delicatezza, per cui se si possono evitare delle norme per relazione è cosa utile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Indipendentemente dalla posizione di ostruzionismo assunta su questa norma, sono più che mai fermo sulle mie posizioni, confortato anche dalle argomentazioni serie del collega Marchini.
Intendo però sottolineare la seguente precisazione. Si è ritenuto di aggirare l'ostacolo delle mie argomentazioni, laddove dicevo "una volta soppressa l'espressione con la quale si stabiliva in lire 30 l'aumento" con la dicitura: "nella misura massima consentita dalla legge"; successivamente l'Assessore ci ha precisato che la misura massima attuale è di lire 30 incalzati dagli interventi dei Consiglieri Zacchera e Rabellino, si è giunti alla dicitura: "nella misura massima consentita dalla legge n.
158/90".
Interpreto questo richiamo alla legge n. 158/90 - che ritengo corretto anche se sarebbe meglio, come dice il Consigliere Marchini, non precisare perché i riferimenti per relazione sono sempre pericolosi - come un aumento massimo non superiore a lire 30, cioè pari a lire 30.
Pertanto si ritorna a dare piena validità all'argomentazione da me svolta precedentemente, sia pure con parole diverse, allorquando sostenevo che, abrogato e soppresso l'importo del quantum della tassa di lire 30, non lo si poteva far rivivere. In questa maniera, lo si fa rivivere soprattutto dopo le pur giuste precisazioni dirette a contenere, in via subordinatissima, l'aumento di lire 30.
Richiamo la scorrettezza legislativa di questo modo di procedere, con il quale si fanno rivivere norme abrogate mediante un emendamento soppressivo, quindi il mio voto non può che essere contrario.
Mi riservo tuttavia di far fronte a tutti i rimedi giurisdizionali che la legge mi consente su questo punto, rispetto al quale faccio, oltrech una questione di sostanza, anche di principio.



PRESIDENTE

Prendiamo atto della dichiarazione di voto del Consigliere Majorino.
Procederemo ad un solo appello, perché abbiamo ormai capito che tutta una serie di Consiglieri non sono presenti.Sulle questioni poste mi sembra che le giustificazioni fornite dall'Assessore Gallarini possano considerarsi una risposta. D'altro canto, questo non è un precedente. Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale del sub-emendamento 4A) con la modificazione apportata dall'Assessore Gallarini.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il sub-emendamento 4 A) è approvato.
Sub-emendamento 4 B) presentato dai Consiglieri Majorino, Rabellino e Zacchera: dopo le parole "Regione Piemonte", aggiungere le parole "entro 30 giorni dall'introito della somma".
La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino per dichiarazione di voto.
RABELLINO Ho qualche difficoltà ad andare avanti a discutere dei sub-emendamenti senza aver discusso l'emendamento. Ci sono delle questioni sull'emendamento che sono abbastanza gravi.
Abbiamo presentato una serie di sub-emendamenti, tra cui questo che prevede un tempo, un termine ben preciso.
Questa è l'ennesima dimostrazione che questa legge non era poi così chiara, perché chi l'ha preparata si è dimenticato di fissare un termine di versamento della tassa, per cui, senza il nostro emendamento, in teoria il benzinaio avrebbe potuto erogarla anche dopo due anni.
Intendo anticipare - perché a questo punto è inevitabile alcune considerazioni sull'articolo.
Agendo in questo modo, prevediamo l'istituzione di nuovi "esattori", se così li possiamo definire, in quanto il benzinaio è tradizionalmente l'esattore dello Stato.
Lo Stato, quando ha bisogno di denaro, aumenta i prezzi; noi abbiamo questa categoria che fa un servizio al cittadino - se così si può dire ma soprattutto fa un servizio allo Stato, perché rappresenta lo strumento d'incasso di un'enorme parte di denaro del contribuente. Sappiamo benissimo quante tasse il contribuente paghi sul carburante, ovviamente in Piemonte.
Visto che abbiamo ancora occasione di parlare, possiamo fare altre considerazioni sui diversi atteggiamenti.
Qualcuno dice che l'Italia è unita, ma di Italie non ce ne sono tre come dice Bossi ce n'è qualcuna in più. Infatti, basta andare a Pont Saint Martin per scoprire che il cittadino che è italiano (sembra incredibile, ma è ancora italiano) in realtà non solo non paga la benzina come in Piemonte perché in Valle d'Aosta non esiste l'addizionale, ma addirittura la paga molto meno.
Guarda caso, la Regione Valle d'Aosta non è amministrata dai partiti ma dai movimenti autonomisti che hanno come scopo prioritario quello di tutelare il cittadino valdostano, soprattutto sotto il profilo fiscale.
Sappiamo benissimo che i residenti in Valle d'Aosta oggi pagano la benzina 690 lire! Il cittadino piemontese, che già oggi la paga carissima (non so esattamente quale sia il prezzo della benzina, perché in questo momento utilizzo gasolio), la pagherà addirittura più cara di altre Regioni.
Non è ancora stato chiarito un punto, che approfondiremo al momento opportuno, cioè quello della dichiarazione di voto sull'intero disegno di legge: quante e quali sono le Regioni che hanno già applicato questa addizionale? La Regione Calabria o la Regione Sicilia questa addizionale l'hanno già applicata? Questo ci piacerebbe sentire da questa maggioranza! Poiché sappiamo perfettamente che la Regione Calabria non ha applicato l'addizionale, possiamo vedere che sono i partiti che stanno gestendo la Regione i principali fautori della spaccatura tra le varie Regioni d'Italia: questa è la realtà! Questo disegno di legge va ad incidere ulteriormente su queste divisioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Ma se la Giunta regionale approva un sub-emendamento al sub-emendamento 2 bis, dicendo che si paga entro 30 giorni, cosa succede se il trentesimo giorno è domenica?



PRESIDENTE

Quello che succede sempre quando c'è una scadenza che cade di domenica.
ZACCHERA Eh no, perché in questo caso propongo che si chiarisca cosa succede qualora il trentesimo giorno sia festivo.
Inoltre, ritengo che, anziché ripassare il bilancio, potremmo capire l'importanza di quel sub-emendamento leggendo il Regolamento interno del Consiglio regionale aggiornato al 30 luglio 1991, approvato dal Consiglio regionale in data 15 marzo 1990, modificato con deliberazioni del Consiglio regionale: n. 26-9065 del 26/7/1990; n. 27-9114 del 26/7/1990; n. 131-3770 del 12/3/1991; n. 214-9025 dell'11/6/1991; n. 243-11905 del 30/7/1991: "Capo I - I Consiglieri regionali - Art. 1 I Consiglieri regionali.
1. I Consiglieri regionali entrano nel pieno esercizio delle loro funzioni all'atto della proclamazione".



PRESIDENTE

Questa è la sua dichiarazione di voto, Consigliere Zacchera? ZACCHERA Questa è la mia dichiarazione di voto in merito al sub-emendamento approvato dalla Giunta al sub-emendamento 2 bis, che parlava dei termini di pagamento delle imposte.
Proseguo la lettura del Regolamento: "...proclamazione della loro elezione e restano in carica fino all'insediamento del nuovo Consiglio regionale", il che mi sembra abbastanza ovvio.



PRESIDENTE

Non stiamo discutendo il Regolamento.
ZACCHERA Sì, ma è importante: secondo me c'è una interconnessione, perché se fosse una domenica non si riuscirebbe a riunire il Consiglio regionale.
"2. Il Consigliere regionale cessa dalla carica per scadenza del mandato, per dimissioni".



PRESIDENTE

Mi dica soltanto qual è l'articolo a cui lei vuole arrivare - anch'io ho i mei diritti - per dimostrare la sua tesi.
ZACCHERA Innanzitutto bisogna stabilire se i Consiglieri regionali sono legittimati a parlare. Presidente Brizio, ci avete tirato per i capelli e allora, nell'ambito dei cinque minuti previsti dal Regolamento, trovo che ci sia un collegamento tra un emendamento che noi abbiamo presentato - che voi avete accettato - e che però non abbiamo ancora discusso e sul quale io svolgo una dichiarazione di voto. Insomma, mi avete tirato per i capelli! Da adesso a mezzanotte andiamo avanti così (mezzanotte per modo di dire).
Il comma secondo dell'art. 1 del Regolamento interno del Consiglio regionale recita: "Il Consigliere regionale cessa dalla carica per scadenza del mandato per dimissioni nonché per effetto di deliberazione del Consiglio regionale che accerti la sua ineleggibilità o incompatibilità anche sopravvenute, ai sensi dell'art. 16". Noi abbiamo una persona a cui dedicare questa discussione, cioè l'ex-collega Staglianò, il quale l'anno scorso, per un'improvvida ed ulteriore mancanza della legislazione nazionale, è stato costretto a dimettersi ai sensi di questo articolo.
Il terzo comma recita: "Il Consigliere regionale è tenuto a partecipare a tutte le attività del Consiglio" e mi pongo il problema: ma perché i colleghi della sinistra non ci sono? Evidentemente loro non sono a conoscenza del sub-emendamento soppressivo all'art. 2 bis sulla riscossione delle imposte, peraltro sub emendamento dell'art. 2 del disegno di legge n. 381 di cui stiamo parlando questa sera. Il terzo comma dell'art. 1 del Regolamento infatti dice che "il Consigliere regionale è tenuto a partecipare a tutte le attività del Consiglio ed osserva, nell'esercizio delle proprie funzioni, le norme del Regolamento".
L'art. 2 parla del diritto all'informazione dei Consiglieri.
Il primo comma recita: "Il Consigliere regionale ha diritto di ottenere dall'Amministrazione regionale, dagli organi e organismi regionali, dagli uffici e dagli enti o aziende da essa dipendenti, tutte le notizie ed informazioni utili all'esercizio del suo mandato. A tal fine ha libero accesso agli uffici regionali".



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione per appello nominale il sub-emendamento 4 B).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 31 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere Il sub-emendamento 4 B) è approvato.
A questo punto decadono gli altri sub-emendamenti che contengono un termine, perché ora siamo in presenza di un termine certo.
Sub-emendamento 4C) presentato dai Consiglieri Zacchera e Majorino: all'art. 2 bis, aggiungere le parole "a mezzo apposito bollettino postale".
La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.
ZACCHERA L'Assessore Gallarini ha detto che non accetta questo pagamento.
Chiediamo all'Assessore Gallarini come i poveri benzinai, dopo avere introitato questi soldi, provvederanno al pagamento. Propongo di dire ai benzinai del Piemonte di recarsi tutti nell'ufficio di Gallarini con moneta metallica e presentare l'incasso, con sacchetti di tela, dell'importo che hanno introitato precedentemente. Prima la Giunta, dimostrando una tantum di avere un minimo di criterio, ha ammesso che si era dimenticata di indicare i termini entro i quali si doveva fare il pagamento di questa imposta; adesso si dimostra contraria ad indicarci un criterio di pagamento per questa tassa: mi sembra assurdo. Tenuto però atto della volontà contraria da parte dell'Assessore di fare il pagamento in conto corrente postale, prego redigere immediatamente un emendamento al sub-emendamento da me presentato all'emendamento sull'art. 2 bis, che proponga il pagamento in esattoria, perché potrebbe essere un modo accettabile e recepibile dalla legge. Quindi, per piacere, preparatelo. Sto solo illustrando, non sto ancora facendo la dichiarazione di voto, quando spiegherò perché potrei forse votare a favore di questo sub-emendamento.
Come illustrazione, semplicemente, dico che mi sembra abbastanza logico indicare il modo del versamento di questa somma, tenuto anche conto che la gente, una volta incassati questi soldi, in qualche maniera deve pur versarli alla Regione. E quale altro metodo che non i bollettini di conto corrente postale può essere utilizzato per fare, in un periodo di tempo limitato, il pagamento? Peraltro debbo spezzare una lancia a favore dei dipendenti degli uffici postali, perché la simpatica e anche carina impiegata dell'ufficio conti correnti postali 28048 di Pallanza mi faceva capire come praticamente all'interno di una cittadina l'ufficio dei conti correnti postali sia diventato - mi consenta il Presidente l'ombelico del mondo: in pratica è più il tempo che una persona passa in coda davanti all'ufficio postale per pagare a mezzo posta o bollettino, ormai di tutto (domani avremo 109 tipi diversi di versamento). A questo proposito informo che poiché domani devo essere relatore in un convegno del MSI a Genova sul sistema fiscale, abbiamo già informato che non potremo essere presenti perché riteniamo di essere impegnati; però possiamo mandare qualcuno di voi a seguire: potrebbe essere interessante. Peraltro è vero, sono 108 i tipi diversi di imposte che si pagano a mezzo di bollettino postale. E' veramente una cosa incredibile da questo punto di vista.
Ecco l'illustrazione a questo sub-emendamento: ci sembra necessario indicare un modo per poter procedere al pagamento. E' una questione di razionalità e all'uopo proporrei, in questo minuto e venti che manca, di iniziare a leggere, anziché il Regolamento interno del Consiglio regionale che effettivamente mi sembra un po' arido, una bellissima pubblicazione "Creare il sistema Piemonte", in cui la DC con preveggenza ci spiegava che il primo obiettivo di un'Amministrazione regionale è l'efficienza.
Dottamente i colleghi della DC dicevano: "Sulle quantità decise con il bilancio 1992 e sulle tendenze che da esso per inerzia" - nel senso che forse preveggevano l'inerzia dell'Amministrazione regionale - "si sviluppano, è possibile intervenire introducendo anche sostanziali correzioni". Si indicano anche alcune ipotesi di lavoro: "Il personale. Per il 1991 si prevedono spese pari a 158 miliardi, oltre ai 5,4 miliardi per le mense"; questo discorso delle mense è alquanto grave, anche perché poi si dice che alla Regione qualcuno, come si suol dire, mangia. Se è inteso come le mense per il personale, non è grave. Con questo ho illustrato i motivi dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO L'Assessore non c'è? La mia è una proposta per cercare di migliorare questa legge che, come sempre, ha delle grosse lacune. In sua assenza parliamo con il Presidente, perché è importante cercare di capire da questo articolo come e dove queste persone devono versare questa tassa aggiuntiva.
Questo non è giustificato. Non accettate il nostro emendamento e va bene ma spiegateci - qui veramente chiedo lumi alla maggioranza - come e dove questa imposta deve essere versata. Se non va bene il bollettino postale pensiamo ad un meccanismo che comunque ci permetta il pagamento. Ciò sempre per una questione di chiarezza, perché - ripeto - stiamo facendo una legge che chiunque la prende in mano non ne capisce nulla. Se non chiariamo dove e come deve essere versata questa imposta, la lacuna mi pare abbastanza grave.
Noi abbiamo optato per il discorso postale, anche se non sono completamente d'accordo nel limitarlo a questo. Il versamento deve essere il più ampio possibile, per cui possiamo prevedere anche un versamento bancario; teniamo presente che i benzinai, visto il volume quantitativo di denaro che maneggiano, hanno sempre un grande rapporto fiduciario con le banche. Direi quindi che non va bene limitarlo esclusivamente al sistema postale: ampliamolo anche al sistema bancario. Questo è estremamente importante perché, ripeto, con questo chiarimento eviteremo di dover spiegare ad ogni singolo benzinaio come dover versare questo contributo.
Colgo l'occasione per chiedere all'Assessore di chiarire ulteriormente.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

RABELLINO



PRESIDENTE

Assessore Gallarini, mi permetta, gradirei una risposta in merito.
Ripeto brevemente. Dicevo che sono contrario a limitarlo al sistema postale, perché effettivamente i benzinai hanno dei rapporti fiduciari con le banche, per cui ampliamolo anche al sistema bancario, Visto che c'è questa lacuna nella legge e che non è citato il modo di versamento indichiamolo. Lo ritengo estremamente importante.



(Brusìo e commenti in aula)



PRESIDENTE

Ha concluso? RABELLINO No, c'è un attimo di distrazione.



PRESIDENTE

Ah, ma lei si lascia distrarre? Incredibile! RABELLINO Mi lascio distrarre anche perché i contributi di Marchini sono sempre costruttivi; vedo che recepisce le lacune di questa legge. Questo è un tema estremamente importante, collega Marchini, e faccio appello alla tua sensibilità, perché se non specififichiamo come pagare questa tassa rischiamo di creare o di lasciare ulteriore confusione nella stesura di questa legge. Qualora non venga accolto questo emendamento, che chiede semplicemente di aggiungere il metodo di incasso, mi auguro che il collega Marchini (che già una volta ha recepito questo problema) e gli altri colleghi con un po' di buon senso esprimano voto di astensione oppure supportino ulteriormente questa nostra ipotesi di miglioramento della legge. Invito comunque l'Assessore a rispondere in merito: vogliamo aggiungere qualcosa o proprio no? Lo lasciamo così? Vanno bene le monetine? Accompagneremo noi qualche benzinaio in Assessorato.



PRESIDENTE

Il tempo è scaduto.
La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Non ho niente da dire.



PRESIDENTE

Passiamo allora alle dichiarazioni di voto sull'emendamento integrativo.
Prego, Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Dichiarazione di voto. Per allietarvi, passo a leggere un libretto che ho scritto l'anno scorso e che non so se voi conoscete: "Meno sprechi, meno tasse". Cominciamo a leggere una serie di sprechi che, a mio avviso, la Regione ha fatto recentemente nell'esercizio delle sue funzioni.
GALLARINI, Assessore regionale Dovresti aggiornarlo con quello che stiamo spendendo all'ora per mantenere questo Consiglio.
ZACCHERA Sono perfettamente d'accordo. Certo che lo aggiorno! A parte il fatto che è già in preparazione "Meno sprechi e meno tasse n. 3", faccio presente che siete stati voi ad aver voluto questa perdita di tempo, quindi penso che ciò debba essere addebitato all'insipienza.



(Commenti dai banchi della Giunta: "Questa è una bugia")



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Illustre collega, è una mia opinione. Ad ogni modo, cavaliere come sono, davanti ad una persona di sesso femminile che mi dice questo, mi interrompo nel sostenere questa tesi, perché posso anche intendere che tu abbia ragione.
Peraltro ci sono anche delle cose abbastanza interessanti in quello che andavo dicendo, ma perché tediarvi con questo? Facciamolo più tardi.
Parliamo un attimo del bollettino postale. Che cos'è il bollettino? Il bollettino postale, di solito, è un pezzo di carta di forma rettangolare diviso in più comparti, tre o quattro. Non so se vi siete mai chiesti perché alcuni sono a tre ed altri a quattro comparti. In questo caso, nel caso di un versamento alla Regione, ci vorrebbe un bollettino di conto corrente postale fatto di quattro o di tre parti? La differenza è sostanziale, perché se usiamo un bollettino di tre parti, la spesa postale è di 750 lire, stando alle attuali tariffe; se invece il bollettino è di quattro parti, la spesa è di 950 lire, ma... C'è sempre un ma. Non so se avete scoperto che l'apposito bollettino di conto corrente postale che servirà per il pagamento del medico di famiglia è gratis.
Da questo punto di vista, non possiamo che plaudire all'autorità governativa che, nel'imporre il pagamento delle 85.000 lire, ha anche previsto che ci sia un versamento gratuito attraverso gli uffici postali.
Il problema è: cosa succede nel caso che ci siano più componenti del nucleo familiare? E' importante, perché se c'è un versamento in conto corrente postale per più persone dello stesso nucleo familiare, bisogna moltiplicare le 85.000 lire per il numero dei componenti il nucleo familiare.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Questo è un sub-emendamento al problema che avrei sollevato più tardi.
Rimane comunque il problema: vi siete mai chiesti, colleghi, parlando di conto correnti postali, che cosa succede in caso di abrasione? Che cos'è l'abrasione? E' il fatto che sulla carta voi potete aver fatto uno strappo un taglio, aver messo una spilla metallica; in questo caso, il bollettino di conto corrente postale non è recepibile.
Se verrà approvato il nostro sub-emendamento di pagare attraverso bollettino postale il pagamento della tassa, bisognerà anche tenere conto del problema dell'abrasione dello stesso bollettino. E quale sarà la stamperia con la quale verrà effettuato?



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Presidente, non c'è silenzio in quest'aula! Io sto dicendo delle cose di così rilevante importanza! Siamo un po' stanchi.



PRESIDENTE

Ma no, non siamo affatto stanchi, Consigliere Zacchera! Neanche un po'! Prego, proceda con forza: alzi il tono della voce! Noto che è il suo tono di voce che si abbassa un po'! E sua figlia, che la sta ascoltando, cosa ne potrà pensare? ZACCHERA In occasione dell'apertura del prossimo intervento, le spiegherò perch questo Consiglio regionale può andare molto tranquillo sia sul fatto che al sottoscritto cada la voce, ma anche sul fatto che mi addormenti lungo la strada. Questo comunque sarà un fatto che verrà ad interloquire nella prossima interruzione.
Pertanto - e vado alla conclusione - come dichiarazione di voto prego i colleghi di votare favorevolmente la nostra proposta di consentire il pagamento di quello che deve essere pagato alla Regione Piemonte da parte dei benzinari o benzinofoli mediante versamento in conto corrente postale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Rabellimo ha chiesto la parola: per che cosa? Per dichiarazione di voto? Ma non l'ha fatta? Lei l'ha fatta!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Lei, Consigliere Rabellino, ha già fatto la dichiarazione di voto.



(Proteste del Consigliere Rabellino)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Le posso assicurare che sono ancora estremamente lucido e intendo proseguire la discussione nel tentativo di migliorare questa legge.
Abbiamo preso atto che l'Assessore intende lasciare questa legge monca perché non chiarisce come questa tassa debba essere versata. Prendiamo atto che non ci sono i meccanismi di incasso, però ci troviamo di fronte ad altre questioni che dovremo valutare attentamente. Chiederei un po' di attenzione, perché potrebbero verificarsi dei reati di appropriazione indebita da parte dei benzinai. Ci troviamo di fronte alla categoria dei benzinai, che incassa una tassa e la versa dopo trenta giorni, quindi decorrono degli interessi: ma questi interessi chi li percepisce? Naturalmente i benzinai. Questo modo di procedere deve essere chiarito: si deve specificare che comunque la Regione non accetta, anche in futuro, che questi interessi vengono introitati indebitamente. Questi non sono fondi propri dei benzinai, ma sono fondi che la Regione lascia in deposito per 30 giorni alla categoria dei benzinai. Ritengo pertanto che si tratti di appropriazione indebita, a meno che non si chiarisca la legge. Quindi invito innanzitutto l'Assessore ad ufficializzare l'esistenza di questi interessi ed eventualmente a citare nella legge che gli stessi vengono riconosciuti e lasciati ai benzinai. Effettivamente un domani la Regione potrebbe rivalersi su questo denaro che viene introitato "abusivamente" da parte dei benzinai.
Rientrando nel merito dell'emendamento, sottolineo che voterò in modo contrario. Chiedo che il versamento di questi contributi, che avviene esclusivamente tramite conto corrente postale, avvenga anche tramite banca.
Questa potrebbe essere una strada da seguire, quindi invito l'Assessore Gallarini a presentare, come Giunta, un emendamento di chiarezza. Ripeto: qui non ci sono i meccanismi di incasso, questo emendamento è riduttivo rispetto alle possibilità che ci sono sul mercato di passaggio di denaro tra esattore ed ente entroitante, in questo caso la Regione Piemonte.
Quindi, nell'annunciare il voto contrario, invito l'Assessore a presentare un emendamento che chiarisca tale questione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale del sub-emendamento 4 C).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 3 Consiglieri hanno risposto NO 28 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
Il sub-emendamento 4 C) è respinto.
Sub-emendamento 4 D) presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera: il pagamento dovrà essere effettuato a mezzo di versamento in esattoria.
La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Le esattorie consorziali di norma sono aperte per un orario molto limitato, di solito cominciano dieci minuti dopo gli sportelli bancari e chiudono verso le 12,30 e non sono aperte nel pomeriggio. Inoltre l'esattoria ha un handicap, ed ecco il motivo per cui preferivo che il pagamento della somma alla Regione avvenisse tramite conto corrente postale: dovendo pagare in esattoria, nei giorni di scadenza delle cartelle c'è una fila tremenda e quindi si rischia di perdere molti giorni per poter effettuare il pagamento.
Peraltro, questo emendamento viene presentato semplicemente perch avendo la Giunta detto di no prima al sistema più logico per procedere al pagamento, bisognava trovare un altro sistema per pagare e quindi abbiamo ritenuto che, se non andava bene il conto corrente postale, andrà bene l'esattoria. Se non verrà accettata l'esattoria, presenteremo un nuovo sub emendamento per trovare un altro modo per pagare questa imposta. Devo dire che effettivamente il non aver previsto nel Regolamento un sistema per il pagamento è una cosa curiosa. Se mi fosse stato detto che era necessario avere un'ulteriore deliberazione per stabilire il modo di pagamento permettetemi di dire che sarebbe stato molto logico aspettare un mese per presentare questa normativa, cioè dopo aver fissato un termine e, come diceva poc'anzi il collega, anche i mezzi di pagamento.
Un problema che andrà affrontato - e ciò mi dà l'idea di presentare un ulteriore sub-emendamento - è che noi dobbiamo anche inventare un codice per il pagamento, perché l'esattoria avrà bisogno di un codice per poter procedere al pagamento; infatti, se non si dà il codice a titolo del quale si paga il tributo, l'esattoria non può recepirlo. E' dunque opportuno presentare un codice, dando una codificazione a questo tributo, che deve essere chiamato "sovraimposta regionale". L'idea di presentare un emendamento nel quale si dica che bisogna andare a fare il pagamento in esattoria, ha quasi convinto anche me. Per cui chiedo anche al collega, che potrebbe dottamente interloquire per dire se è d'accordo o meno con quello che ho detto, di pensare ad un altro sistema di pagamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Mi spiace che non si arrivi a capire che qualche meccanismo di incasso deve esserci. Questo emendamento è estremamente limitativo, perché non prevede alcun contributo per il benzinaio. Chi introita questa somma che guadagno ne ha? In pratica, facciamo fare un lavoro al benzinaio senza retribuirlo.
ZANOLETTI Ci sono gli interessi.
RABELLINO Sì, abbiamo detto che ci sono gli interessi, ma se andiamo a quantificarli sono abbastanza limitati, perché stiamo parlando di interessi su 30 lire al litro e comunque questo guadagno non è ufficializzato. Poich questo è un esattore a tutti gli effetti e visto che peraltro non gli semplifichiamo nemmeno la vita, perché non abbiamo ancora capito come deve versare questi contributi, e che il titolo dell'art. 2 bis è: "Riscossione delle imposte", dovremmo invece prevedere un contributo di esazione, anche se limitato. Questo mi pare corretto, anche perché, se non lo facciamo secondo me violiamo lo Statuto dei lavoratori.
Su questa limitazione ribadisco il concetto di prima: anche se in molti paesi non ci sono esattorie, identifichiamo le strade percorribili di incasso e poi cerchiamo davvero di ampliarle il più possibile. Ritengo questo emendamento estremamento limitativo, come ritenevo limitativo l'emendamento precedente. Prima si parlava di limitare l'erogazione dell'impostazione alla via "postale" (se così si può definire); ora addirittura, la limitiamo alle esattorie.
Ripeto questo concetto, che è fondamentale: apriamolo al sistema bancario che è il più diffuso, ma anche alle esattorie e al sistema postale, cioè diamo possibilità ai nostri esattori di scegliere autonomamente qual è la strada migliore per versare l'imposta.
Ritorno sulla questione del contributo ai benzinai e mi ricollego agli scioperi che i benzinai hanno fatto poco tempo fa per le percentuali di utile sui carburanti. Visto che i benzinai sono diventati dei puri e semplici esattori dello Stato (adesso diventano anche esattori della Regione), dobbiamo verificare il rapporto tra ente pubblico e benzinaio esattore. In tutta questa considerazione, deve esserci un minimo di rispetto per una categoria che, peraltro, ha subìto un altro colpo proprio dalla Regione. Non dobbiamo infatti dimenticare che abbiamo da poco approvato una legge sugli impianti di carburante. Legge sulla quale noi come Gruppo (allora facevo ancora parte della Lega Nord), avevamo espresso voto contrario sotto forma di razionalizzazione degli impianti sul territorio, limitava addirittura il libero mercato. Non vedo per quale motivo bisognava imporre - e abbiamo imposto ai benzinai di chiudere perché non avevano quel minimo di venduto. Questo è stato un atto grave! Invece di rispettare questa categoria che, comunque, quando ci serve andiamo a chiedergli di fare l'esattore, abbiamo fatto delle operazioni per limitare gli impianti, soprattutto nei paesi di montagna, nei paesi a bassa abitatività.
Questo lo ritengo estremamente grave e invito l'Assessore ad individuare una percentuale da destinare ai benzinai.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.
ZACCHERA E che succede se viene qualcuno a presentarsi al distributore di benzina con marchi tedeschi o con franchi francesi? La conversione deve avvenire in lire italiane, ma il benzinaio che ha introitato questi soldi non è autorizzato a fare il cambio. All'uopo torna di nuovo valido l'intervento della DC, che infatti nell'intervento già citato prima ci disse che il punto 5), progetto 4), era di "promuovere gli investimenti esteri". Ritengo che, aumentando continuamente il prezzo della benzina in Italia, e segnatamente nella nostra Regione, saranno sempre di meno gli stranieri che verranno a fare la benzina in Italia, anche perché in Svizzera costa meno. Ciò mi permette di aprire una parentesi, gentile Presidente. Dalle nostre parti, tutti andavano a fare il pieno in Svizzera perché costava molto meno che in Italia. Più aumentiamo i prezzi della benzina in Italia, più la gente andrà a fare il pieno in Svizzera, ma questo Consiglio regionale ha presentato una proposta di legge al Parlamento per la defiscalizzazione del prezzo del carburante nelle zone di confine. Questa proposta di legge, che era stata firmata dal sottoscritto dal collega Buzio e dall'ex Presidente della Giunta, Beltrami, è stata approvata dal Consiglio regionale. Allora mi pongo una domanda: il provvedimento che stiamo discutendo questa sera non è forse palesemente in contrasto con un'altra normativa che questo Consiglio regionale ha approvato? Secondo me ciò è abbastanza rilevante, e far aumentare continuamente il prezzo della benzina alla fine potrebbe ripercuotersi negativamente anche verso l'Erario, in quanto diminuirebbero i litri venduti (anche se ovviamente non in misura proporzionale).
Ci diceva l'illustre articolista della DC che "bisogna promuovere gli interventi per realizzare le infrastrutture e sviluppare la competitività e quindi occorre aprire il Piemonte a nuovi investimenti esteri". Mi domando come sarà possibile avere investimenti esteri, se i movimenti interni del Piemonte saranno sempre più limitati dall'aumento dei prezzi del carburante.
"Il sistema produttivo è in difficoltà e un intervento esogeno pu quindi stimolare tale ripresa". Cosa vuol dire "investimento esogeno"? GARINO, Assessore regionale Esogeno è il contrario di endogeno.
ZACCHERA Quindi "intervento esogeno" è un intervento che viene dall'esterno.
A Torino, nei primi anni dell'ultimo decennio, venivano realizzati mediamente cinquanta nuovi impianti all'anno. Stiamo parlando di impianti industriali, non certamente di impianti di distribuzione di carburante anche perché gli impianti nuovi di distribuzione del carburante sono stati contingentati da un'apposita norma regionale, recentemente passata in Commissione, che ne ha ridotto il numero. Questa è una cosa strana: riduciamo il numero degli impianti e poi aumentiamo il prezzo della benzina acciocché vendano di meno.
"Negli ultimi cinque anni sono stati realizzati soltanto dieci impianti mi permetto di aggiungere 'industriali', dovrei però chiedere l'estensione, se possibile di dimensioni superiori ai 5.000 metri quadri tre negli ultimi due. Le imprese straniere sembrano non avere interesse ad insediarsi a Torino, cosa che accade invece nell'area milanese". Chiedetevi perché - scherzi a parte - la gente non viene ad investire nella zona di Torino e va a farlo nella zona della provincia di Milano o comunque in Lombardia. Probabilmente anche perché i servizi che siamo in grado di dare sono molto inferiori. E non mi si dica che questi importi verranno soltanto impegnati per avere maggiori risorse da spendere per il sistema Piemonte perché c'è una quantità di articoli di bilancio che potrebbero essere tagliati in modo tale da portare ad una riduzione di questa imposta nuova che viene applicata sui carburanti! Dal prossimo intervento, anziché leggere gli articoli a casaccio, mi permetterò di fare delle raccomandazioni serie, tanto si impiega lo stesso tempo e forse si dice qualcosa di più produttivo. Dalla prossima volta quindi, parleremo di cose con senso compiuto; tutto sommato potrebbe essere un modo più intelligente di riempire il tempo. Con ciò, sono arrivato allo scadere dei cinque minuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino per dichiarazione di voto.
RABELLINO Svolgerò una brevissima dichiarazione di voto su questo sub emendamento.
Mi spiace che continuiamo a fare delle proposte che vengono regolarmente rifiutate da parte dell'Assessore. Le ultime proposte più corpose non sono state accettate; l'altra, che è stata accolta permettetimi di dire che si trattava di un emendamento che doveva essere presentato dall'Assessore già in prima battuta.
Come ho già accennato, non posso votare a favore di questa proposta perché è limitativa. Non possiamo infatti limitare alle sole esattorie il versamento, ma dobbiamo estenderlo il più possibile (mi pare comunque che questo concetto sia già stato approfondito).
Vorrei però far riflettere i funzionari interessati e l'Assessore su un'altra lacuna di questo disegno di legge. La illustro, caso mai ci fosse la volontà di andarla a sanare, cosa che sarebbe opportuna. Non sono previste formule assicurative per i benzinai che sono praticamente diventati esattori. Il benzinaio che non ha un'assicurazione propria, in caso di rapina deve rimetterla lui questa addizionale? E' una cosa da verificare.
C'è però anche un'altra ipotesi: i benzinai che sono assicurati conoscendo la tempistica delle assicurazioni, riusciranno a rientrare in possesso del contributo prima dei trenta giorni previsti dalla legge con il sub-emendamento prima approvato? Anche su questo ho delle grosse perplessità. Rischiamo che queste persone, oltre a fare gli esattori, in alcuni casi devono addirittura anticipare, quindi tutto il discorso che abbiamo fatto prima degli interessi rischia di essere vanificato. Secondo me, una legge che vuole essere davvero completa in tutti i suoi dettagli, dovrebbe anche prevedere delle dilazioni particolari in caso di rapina o comunque di impedimento.
Invece di limitare a 30 giorni, potremmo dire "ad incasso avvenuto dalle assicurazioni" o comunque individuare un meccanismo alternativo che ci permetta di garantire i nostri esattori: questa sarebbe anche una forma di correttezza. Dobbiamo essere corretti con i nostri cittadini, ancora di più se sono praticamente dei semi-funzionari regionali, perché a questo punto noi diciamo loro di incassare per conto nostro. Dobbiamo cercare di andare incontro a questi cittadini, prevedendo eventualmente dei meccanismi che li tutelino, soprattutto nella tempistica. Se non vogliamo assumerci come Ente Regione un impegno assicurativo in caso di rapina, cerchiamo almeno di dilazionare nel tempo il versamento. Se viene accettato questo principio deve essere forzatamente inserito in questo articolo dove si parla di riscossione delle imposte. Non sono definiti i meccanismi di versamento però la tempistica è estremamente rigorosa. Io ho citato il caso di rapina potrebbero però esserci altri casi nei quali il benzinaio, non per causa propria, potrebbe trovarsi in condizioni di dover anticipare questa addizionale. Invito quindi l'Assessore a riflettere su tale questione.



PRESIDENTE

La Giunta non lo accoglie.
Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale del sub-emendamento 4 D).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 2 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri Il sub-emendamento 4 D) è respinto.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Sospendiamo un attimo questo punto con il consenso dei presentatori dei vari documenti e passiamo all'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 721: "Programma annuale dei corsi di formazione professionale normali, speciali e per invalidi civili. Anno formativo 1993/1994".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 31 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Variazioni di bilancio

Esame progetti di legge n. 376, n. 381, n. 387, n. 373 e n. 388 relativi alla manovra finanziaria (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo ora al punto precedente con l'esame dei sub-emendamenti all'art. 2 bis.
Sub-emendamento 4 E) presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera: il pagamento dell'imposta avverrà mediante versamento ad appositi uffici regionali all'uopo preposti.
La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.
ZACCHERA D'ora in poi cercherò di fare degli interventi costruttivi e non più per ridere, perché qui la voglia di ridere va via. Più mi accorgo che non c'è alcuna volontà da parte della Giunta di prendere atto di un fatto, cioè dell'esistenza del problema, più reiteratamente andremo avanti. Faccio presente che in questa ultima ora e mezza non abbiamo fatto assolutamente nulla. Abbiamo presentato soltanto sub-emendamenti ad un sub-emendamento ma se ritorniamo indietro ci sono ancora tutti quelli di partenza. Quindi in un'ora e mezza non è stato fatto ancora un passo avanti. Ne prenda atto il Presidente, perché tra un'ora e mezza saremo ancora allo stesso punto.
Volendo divertirsi a giocare, ci sono altri trenta modi per fare il pagamento delle imposte. Siamo arrivati all'art. 2, poi c'è il 3, il 4 e i seguenti. Veda un po' la Giunta se, reiteratamente, non ritiene opportuno arrivare non ad un accordo, ma a prendere atto che, se andiamo avanti così non ne verrete fuori entro certi limiti di buon costume; poi, ad un certo punto, la pianteremo tutti, perché ci saremo scocciati. Ma molto tardi, ve l'assicuro.
Parlando in termini estremamente concreti e non più scherzandoci sopra vi state rendendo conto di come questa nuova norma regionale obiettivamente, vada ad aumentare quelle che sono le difficoltà intrinseche dell'esercizio delle questioni commerciali? Mi è venuta in mente un'altra cosa: non ci sono solo i benzinai che fanno i consumi. Quante sono, per esempio, le pompe interne agli stabilimenti? Chi fa in questo caso il versamento dell'imposta? E il carburante che è venduto direttamente dai grossisti alle imprese, chi lo paga? E poi che logica c'è, ad esempio, nel pagare soltanto i carburanti di autostrasporto e non il carburante di consumo? Ad esempio, c'è il gasolio per autotrazione e c'è il gasolio per riscaldamento. Se abbiamo aumentato il gas metano, mi dite voi che logicità c'è a non aumentare il gasolio per il riscaldamento ed aumentare invece il gasolio per autotrazione? Consigliere Penasso, il gasolio a prezzo agevolato per l'agricoltura è soggetto o non è soggetto a tassazione? E il gasolio agevolato per la pesca sul Lago Maggiore ci sono delle cooperative - è soggetto o non è soggetto alla tassazione? Questi sono dei problemi di cui, evidentemente, in un sistema abborracciato di avvicinarsi alle cose non si è tenuto assolutamente conto. Scherzare è bene fino ad un certo punto, ma vi rendete conto che questa cosa va ripensata un attimo? Se l'agricoltore tiene la cisterna al di fuori della stalla e la benzina viene dal consorzio, è il consorzio che paga? Bisognerà pur organizzarsi per fare questi pagamenti! Allora vi chiedo di ragionarci un attimo. La Giunta insiste, allora andiamo avanti. Ma a questo punto non siamo noi a far perdere tempo. Dovete pur ammettere che qualcosa è da rivedere in queste problematiche. E' un invito che faccio appellandomi veramente non tanto alla stanchezza, ma al buon senso della gente.
E' assurdo. Ad esempio: perché carburante per autotrazione e non altri tipi di carburante? L'Aeroporto di Caselle non vende forse carburante per gli aerei? Quello non è soggetto a pagamento, perché è per aviotrazione e non per autotrazione? E il carburante che serve, per esempio, per far funzionare gli aerei privati non viene venduto da erogatori esattamente come gli altri? E non è per autotrazione.



(Interruzione del Consigliere Carletto)



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Se tu mi vieni a provocare, questa volta mi arrabbio sul serio. Ho detto che voleva essere un intervento non ridicolo, perché poi mi rendo conto anch'io di cosa significhi essere costretti a far passare i cinque minuti. Vorrei che la Giunta, con obiettività, tenesse conto anche di questo fatto, perché mi sembra che i problemi ci siano. Non ricordo più se questa è una dichiarazione di voto o una presentazione dell'emendamento.
E' la presentazione dell'emendamento, infatti l'emendamento presentato prevedeva di rivolgersi agli appositi uffici regionali. Ad esempio, si devono pur inventare delle strutture regionali dove si possa andare a pagare. E chi lo fa? Quali funzionari? Facciamo gli uffici decentrati in ogni capoluogo di provincia, per cui uno che ha il distributore a 100 km dal capoluogo va al capoluogo a pagare? Vedete un po' voi se non c'è veramente necessità di regolare meglio questa materia. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Siamo ad un emendamento praticamente simile a quelli precedenti.
Continuiamo a non vedere segnali da parte dell'Assessore per chiarire questo punto. Nel frattempo, continuo a fare delle valutazioni che ritengo estremamente importanti su questi soggetti erogatori. Qui praticamente non abbiamo, per esempio, valutato la funzione delle compagnie (questo sempre per agevolare i compiti dei benzinai). Perché anziché coinvolgere i benzinai nell'esazione di questa sovrattassa, di questa addizionale, non coinvolgiamo le compagnie? Non sarebbe più pratico? Ci sarebbero pochi interlocutori, semplificheremmo la materia e non complicheremmo la vita ai piccoli imprenditori. Se andiamo nei paesini, permettetemi, troviamo dei benzinai che fanno un po' di tutto.
Ho presente un benzinaio di un paesino della Langa, di Scaletta Uzzone che ha anche la panetteria: fa il panettiere e il benzinaio, oltre ad avere il peso pubblico del paese. Per cui gli complicheremo veramente la vita.
Abbiamo un meccanismo che potrebbe risolvere tutti i problemi che ha presentato prima il collega Zacchera. Le compagnie, bene o male, sappiamo chi sono, le contiamo sulla punta delle dita: creiamo dunque un rapporto diretto tra compagnia ed Ente Regione e risolviamo tutti i problemi.
Semplifichiamo, andiamo incontro ai benzinai, e così facendo ci semplificheremo la vita anche noi, perché riusciremo ad avere un maggior controllo. Semplificando e riducendo ad una quindicina i soggetti snelliamo anche il sistema del passaggio di denaro tra contribuente ed Ente Regione. Anche perché, tra le altre cose, c'è già un rapporto stretto e diretto fra benzinaio e compagnia, per cui gradirei che l'Assessore riflettesse anche su questo.
Mi pare che tra le tante cose che si sono dette la proposta di semplificare tutti questi contributi meriti un attimo di attenzione, perch non è una cosa completamente fuori luogo. Da parte del legislatore dovrebbe esserci la volontà di semplificare, cioè di ridurre i soggetti sottoposti a certe incombenze, e questo vale non soltano per questa legge. Se riuscissimo ad arrivare ad un meccanismo di questo tipo, potremmo sintetizzare, semplificare, snellire e addirittura eliminare il lavoro soprattutto sotto l'aspetto burocratico, di tutti i piccoli imprenditori in effetti, bene o male - ripeto - i benzinai sono dei piccoli imprenditori, hanno la loro piccola impresa e sono - particolarmente i benzinai quelli più vessati da tutta una serie di aspetti burocratici obiettivamente non comprensibili.
Abbiamo avuto uno Stato che negli anni ha complicato con tutta una serie di meccanismi burocratici la vita di questi piccoli imprenditori; con questo atto, con questa legge, noi andiamo ulteriormente a complicarla perché questi, tra le tante cose alle quali dovranno pensare, dovranno anche pensare a versare il contributo, cioè le 30 lire al litro alla Regione Piemonte.
Questa è la realtà. Non parliamo dei rapporti fra cittadini e Regione stiamo parlando dei rapporti tra benzinaio e Regione: creiamo un ulteriore aspetto burocratico, perché ci sarà un ulteriore versamento, un'ulteriore preoccupazione di andare a sanare un rapporto tra imprenditore ed ente pubblico. Non mi pare che questa sia la strada che i cittadini auspicano.



PRESIDENTE

Pregherei l'Assessore Gallarini di voler spiegare in maniera precisa la situazione, in modo che si eviti di presentare emendamenti che non hanno nessun supporto di tipo giuridico.
Dato che siamo in questa situazione - è già il quarto - c'è anche una responsabilità della Presidenza di evitare che vada avanti una discussione su questioni che non hanno supporto giuridico.
Prego, Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Per quanto riguarda alcune osservazioni o proposte fatte dal Consigliere Rabellino, non è possibile recepirle; per quanto riguarda invece il discorso del Consigliere Zacchera in merito a tutta una casistica di fronte alla quale ci possiamo trovare, i problemi esistono. La parte tecnica ci dice che verranno successivamente previsti e normati, per quanto possibile, all'interno di una circolare regionale; è cioè una casistica che non è stata prevista nel testo del disegno di legge, ma sicuramente ci sarà una circolare regionale che vedrà di dare ordine ai problemi sollevati dal Consigliere Zacchera, che effettivamente esistono.



PRESIDENTE

Mi sembra che sia stato riconosciuto che il problema esiste, ma che il fatto di avere dato questo tipo di impostazione nasce da una legislazione nazionale. Per cui credo che, dopo la votazione su questo emendamento l'argomento per il quale avrete la facoltà di fare la dichiarazione di voto non debba più essere reiterato.
Prego, Consigliere Rabellino.
RABELLINO Rientro nel merito del mio intervento, visto che l'Assessore Gallarini dice che le mie proposte non possono essere accolte. Ne prendo atto.
Effettivamente c'è questa legislazione nazionale completamente errata; noi però dobbiamo cercare di segnalare come il legislatore nazionale faccia delle leggi estremamente complicate e vada a peggiorare il sistema legislativo. La dimostrazione è il nuovo sistema per le elezioni del Comune; la nuova legge è un aborto di legge elettorale e i risultati si sono visti, perché inevitabilmente è emersa una complicazione incredibile cioè il cittadino si è trovato di fronte a schede assolutamente incomprensibili.
Anche in questo caso, sempre per un meccanismo di semplificazione, di snellimento burocratico, il legislatore nazionale - permettetemi di dirlo ha profondamente sbagliato, e questo anche in materia di raccolta della tassazione nazionale. Penso che la Regione Piemonte potrebbe farsi promotrice di un disegno di modifica della legge nazionale, nel senso di snellire e di andare alla fonte, cioè la tassazione dovrebbe essere versata, anche a livello nazionale, direttamente dalle compagnie petrolifere. Prendiamo atto - purtroppo - che lo Stato ha complicato questo meccanismo di raccolta dei fondi e ci adeguiamo; a parte il fatto che questa potrebbe essere un'ulteriore motivazione per arrivare - permettetemi a mettere in discussione il rapporto tra Regione e Stato.
Come abbiamo già detto, questa Giunta, questa maggioranza non hanno la forza politica e la volontà di mettere in discussione questo rapporto.
Sicuramente non è soltanto con quelle poche righe, quelle poche richieste portate avanti nella Conferenza dei Presidenti delle Regioni che si risolvono i problemi. Ci sono dei meccanismi che devono essere rimessi in discussione. Ritengo che sia possibile, anzi logico mettere in discussione l'applicazione di una legge finanziaria, cioè di applicazione di un'addizionale, soltanto perché si contesta allo Stato la non semplificazione della legge istitutiva. Questa potrebbe essere una soluzione.
Invito veramente ad una riflessione. Visto che prendiamo atto di questo, chiedo all'Assessore di preparare, ad esempio, un disegno di legge di modifica della legge nazionale: come Regione possiamo benissimo farlo.
Questa mattina il Presidente Brizio diceva: "Non abbiamo ancora la forza come Regioni di chiedere un'automia più marcata". Se riuscissimo ad individuare dei punti dove la legislazione nazionale è palesemente errata o comunque palesemente burocratica e come Regione approntassimo dei disegni di legge di modifica a livello nazionale, potremmo dimostrare che almeno il Piemonte questa maturità di autogestione, di volontà di autonomia ce l'ha.
Questa potrebbe essere una strada, cioè non soltanto limitarsi ad amministrare l'ordinaria amministrazione come si sta facendo, ma andando ad individuare delle tematiche, e i disegni di legge che proporremo al Parlamento in materia fiscale sono un primo passo. Continuiamo su questa strada, ma non limitiamoci alle questioni di materia fiscale. Secondo me ogni Assessorato non dovrebbe limitarsi a dire: "La legge nazionale è così".
Se la legge nazionale è così, è sbagliata, prendiamone atto, ma facciamo delle proposte modificative; probabilmente non andranno avanti in Parlamento, ma in questo modo dimostriamo che la Regione Piemonte è in grado di gestire anche qualcosa di superiore dell'ordinaria amministrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.
ZACCHERA Non intendo intervenire per dichiarazione di voto, ma vorrei soffermarmi su questioni procedurali con la Presidenza, se è possibile.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 20.50 riprende alle ore 20.55)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.
ZACCHERA La mia dichiarazione di voto è per reiterare la necessità di trovare anche dopo i chiarimenti forniti dall'Assessore, un sistema per poter procedere al pagamento dell'imposta sul reddito. Ci è stato detto che deve essere emanata una circolare per poter procedere a quanto sopra, ma se è così, si ritorna al discorso di prima, ovvero: perché non troviamo dei sistemi pratici per poter ottenere questo fatto? Non capisco il perché si debba ricorrere ad una circolare quando è sufficiente inserire delle norme all'interno di uno specifico disegno di legge.
Questa mi sembrava una cosa molto più completa; non capisco il perch non si debba ammettere che da parte della Giunta si è approntato il documento con estrema leggerezza.
Un segno di comprensione da parte della Giunta potrebbe essere la presentazione, da parte della Giunta stessa, di un ordine del giorno in cui si prenda atto di questo fatto. Questo potrebbe essere un primo segnale di comprensione da parte nella Giunta nei riguardi di chi reitererà la propria posizione di opposizione. Questo potrebbe essere un primo passo sul quale incominciare a discutere.
Un altro aspetto che la Giunta potrebbe prendere in considerazione è il seguente: all'art. 3 si è detto "Noi non vogliamo cambiare quella che è l'entità del provvedimento e non si può toccare il gas metano". Faccio presente che ad un certo punto, quando si parla di decorrenza, si dice che questo entrerà in vigore l'1 gennaio 1994. Noi vorremmo controproporre un'altra data, una divisione temporale dell'entrata in vigore del provvedimento. Se voi accetterete di protrarre nel tempo l'applicazione di questa ricorrenza, potremmo, pur votando contro, accogliere l'entità degli incrementi.
Anche questa è un'ulteriore offerta che viene fatta nello specifico come dichiarazione di voto: reiterando la mia proposta di emendamento invito a votare favorevolmente quanto previsto.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale del sub-emendamento 4 E).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 2 Consiglieri hanno risposto NO 31 Consiglieri Il sub-emendamento 4 E) è respinto.
Passiamo all'emendamento che prevede l'art. 2 bis presentato dalla Giunta regionale.
La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Innanzitutto vorrei che il Presidente leggesse come si configura l'art.
2 bis.



PRESIDENTE

Così come emendato. Non sono tenuta a seguire la sua gestione del Consiglio. Consigliere Zacchera, faccia la sua dichiarazione di voto.
ZACCHERA Signor Presidente, un Consigliere le chiede gentilmente di leggere com'è adesso, emendato, l'art. 2 bis. Penso che possa interessare a tutti.



PRESIDENTE

L'emendamento recita: dopo l'art. 2 del disegno di legge n. 381 è aggiunto il seguente art. 2 bis: "Art. 2 bis - Riscossione delle imposte.
1. L'imposta è dovuta nella misura massima consentita dalla legge n. 158/90 dai soggetti consumatori della benzina ed è riscossa dal soggetto erogatore che deve versarla alla Regione Piemonte entro 30 giorni dall'introito della somma sulla base dei quantitativi erogati risultanti dal registro di carico e scarico di cui all'art. 3 del decreto legge 5/5/1957 n. 271, convertito con modificazioni dalla legge 2/7/1957 n. 474".
ZACCHERA Intervengo per dichiarazione di voto.
Esprimo il mio voto contrario a questa norma, facendo presente - e lasciamo perdere ogni ulteriore commento sull'attività della Giunta - che l'art. 2 bis, a questo punto, contiene numerosi elementi di estremo pericolo che, a nostro avviso, hanno peggiorato l'art. 2 bis iniziale.
Per quanto riguarda il primo punto, si è ammesso che deve applicarsi con la misura massima prevista dalla legge, senza indicare neanche quello che era nel limite della misura massima. Molti di voi, in privata sede hanno detto e compreso che bisognava perlomeno indicare nell'importo di lire 30.
Abbiamo detto che si poteva benissimo mettere con il massimo di 30 lire e questo non faceva che reiterare le vostre richieste. Siete così in malafede che non avete avuto neanche.



(Commenti dai banchi della Giunta)



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

A questo punto, l'art. 2 bis è peggiore rispetto al testo originale perché è stato introdotto il concetto di una misura massima prevista da una legge. Si cambia la misura massima, ma non viene indicato che viene comunque limitato a 30 lire l'intendimento massimo previsto dalla legge.
Secondo punto. Consumatori della benzina, neanche dei depositi di autotrazione, soltanto della benzina. Non si capisce perché - anche se in misura minore - la cosa non debba essere applicata per logicità anche al gasolio, mettendo una correlazione tra benzina e gasolio. Perché il gasolio no e la benzina sì? Questo veramente non ha alcun senso.
Terzo punto. E' stato modificato e peggiorato l'art. 2 bis della legge in quanto è stato detto che la tassazione deve essere pagata direttamente dai benzinai (in un modo che ancora non si sa) entro 30 giorni. C'è il problema, di cui più volte si è parlato, di che cosa si deve fare di queste somme durante i 30 giorni e chi li deve mantenere. E se vengono rubate cosa succede? Sono a carico del benzinaio o sono a carico della Regione? E' uno dei tantissimi esempi che si pongono. Se volete portare in discussione l'art. 2 bis soltanto per partito preso, perfetto: vince la Giunta perch ha i numeri; perdiamo noi perché i numeri non li abbiamo, però ciò dimostra a tutte le persone in buona fede che la Giunta si arrocca su posizioni che saranno vincenti dal punto di vista dei numeri, ma sono perdenti per tutte le persone di normale intelletto dal punto di vista del normale discernimento. Effettivamente si poteva - senza per questo accogliere nulla dell'opposizione per quanto conveniva all'entità della sommatoria arrivare ad una dizione dell'art. 2 bis che fosse un pochino più felice. Infatti l'art. 2 bis con questa configurazione si presta ad interventi che non mancheremo di rilevare, per esempio, nei confronti del Commissario del Governo (questo è un impegno che ci prendiamo pubblicamente da questo punto di vista), in quanto viene fatta della discriminazione plateale per quanto riguarda cittadini e contribuenti, cittadini chiamati ad incassare delle somme; praticamente questi cittadini sono dei sostituti di imposta. Ma chi ha mai detto che un benzinaio deve diventare un sostituto di imposta? Questa è una cosa assurda! Secondo me, non abbiamo neanche il potere legale di imporlo.
Ritengo che l'art. 2 bis, da parte dei componenti della maggioranza di buona volontà, sia da non accogliere formulato in questa dizione. Poco ci vorrebbe, anche adesso, a proporre un solo emendamento sostitutivo, magari lessicalmente migliore. Questa è buona volontà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino per dichiarazione di voto.
RABELLINO Avevo già accennato prima all'incomprensibilità della legge.
Ora ci troviamo di fronte all'incomprensibilità totale: "L'imposta è dovuta nella misura massima prevista dalla legge n. 158/90 dai soggetti consumatori della benzina ed è riscossa dal soggetto erogatore che deve versare alla Regione Piemonte sulla base dei quantitativi erogati risultanti dal registro di carico e scarico, di cui all'art. 3 del decreto legge 5/5/1957 n. 271, convertito con modificazioni dalla legge 2/7/1957 n.
474, entro 30 giorni". Dopo l'art. 2 che recitava: "E' istituita l'imposta regionale sulla benzina per autotrazione, prevista dall'art. 6, lettera c) della legge n. 158/90 e dal Capo III del decreto legislativo n. 398/90" abbiamo due articoli in questa sequenza: sfido qualsiasi cittadino a decifrarli, perché queste diciture sembrano messaggi cifrati. Questo è il risultato di tutta una serie di emendamenti, o comunque di posizioni, di arroccamenti su posizioni di questa maggioranza che vanno esattamente nella direzione opposta di quella auspicata dal cittadino.
Come ho già detto prima, in occasione dell'art. 2 dobbiamo prevedere una semplificazione. Se vogliamo riappropriarci di un rapporto corretto tra ente pubblico ed istituzione, soprattutto tra legislatore e cittadino dobbiamo cercare di emanare delle leggi che siano comprensibili.
Un cittadino che vuole andare a fondo deve procurarsi un decreto legge due leggi e un Regolamento. Questa mi pare veramente una complicazione di questioni molto semplici; potevamo limitarci a dire: "nella misura massima prevista dalla legge n. 158/90, di lire 30" perché la legge dice "massimo 30 lire".
Non so se vogliamo continuare a complicare le cose; se volete vi diamo anche una mano: studiamo degli emendamenti che vadano a complicare ulteriormente e a rendere ancora più illeggibile questa legge. Ci trovate disponibili ad andare in questa direzione, però - ripeto - non è quella auspicata dal cittadino.
E' proprio per questo motivo (il discorso della complicazione, della burocratizzazione, senza aver visto per ora nessun meccanismo di riscossione di questa imposta) che rischiamo non solo di non recuperare questo rapporto con il cittadino, ma addirittura di scavare ulteriormente il fosso che questa maggioranza, seduta dopo seduta, sta creando.
Davvero non riusciamo a presentarci: se andiamo a vedere la legislazione della Regione Piemonte, notiamo che le ultime leggi approvate sono veramente dei messaggi cifrati! Posso capirlo quando non ci sono altre strade, ma in questo caso le altre strade c'erano! Il mio voto sarà quindi estremamente contrario per la complicazione del meccanismo.
Nel merito invece dell'articolo, mi pare che con tutti gli emendamenti presentati abbiamo già avuto occasione di esprimere le nostre grosse perplessità sui soggetti erogatori e soprattutto sui consumatori, perch applicando il massimo consentito si è dato un segnale di volontà ben precisa di andare a subissare il contribuente di ulteriori tasse.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento che prevede l'art. 2 bis.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è approvato.
Si proceda ora alla votazione per appello nominale del nuovo art. 2 bis.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 bis è approvato.
Sub-emendamento 5 A) presentato dalla Giunta regionale: all'emendamento aggiuntivo art. 2 ter, dopo la parola "accertamento" sono soppresse le parole "i termini per il versamento dell'imposta nelle casse regionali".
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.
ZACCHERA Innanzitutto prego i colleghi di entrare in aula, altrimenti chiedo la verifica del numero legale.
Comunico che stiamo predisponendo un documento che, se venisse recepito dalla maggioranza, potrebbe anche sbloccare la situazione. Valuti la maggioranza se chiedere eventualmente, una volta finito il mio intervento una brevissima sospensione.
Stiamo esaminando un sub-emendamento soppressivo ad un emendamento aggiuntivo: l'art. 2 ter parlava di accertamento, versamento, sanzioni e faceva un rinvio, dicendo che "le modalità di accertamento, i termini per il versamento dell'imposta nelle casse regionali, le sanzioni, le indennità di mora e gli interessi, verranno disposti con successiva legge regionale nel rispetto dei limiti previsti dai principi delle leggi dello Stato". Non capisco perché, a questo punto, si voglia abolire questo art. 2 ter dopodiché, se viene abolito, come verrà applicata la modalità di accertamento?



PRESIDENTE

Non si abolisce tutto l'articolo, ma soltanto una parte, cioè le parole "i termini per il versamento dell'imposta nelle casse regionali". Ci sono poi i 30 giorni che lei ha introdotto con il suo emendamento.
ZACCHERA Ho capito, adesso il nuovo art. 2 ter diventerebbe: "Le modalità di accertamento, le sanzioni, le indennità di mora e gli interessi, verranno disposti con successiva legge regionale nel rispetto dei limiti previsti dai principi delle leggi dello Stato".
A questo punto, però, bisognerebbe preparare - e lo faremo nei prossimi minuti - alcuni emendamenti all'art. 2 ter, perché quello che viene detto mi sembra ovvio e all'ovvio non ci si può opporre; però si può integrare quindi gli emendamenti all'art. 2 ter vanno presentati. Secondo me mancano determinate cose: ad esempio, perché dobbiamo delegare ad altri le modalità di accertamento? Accertiamole noi, nei termini in cui le stiamo indicando.
Le sanzioni: con che criterio si vogliono intendere le sanzioni su questo articolo? Le indennità di mora e gli interessi: bisognerà verificare, ai sensi di quello che si è detto prima, se il benzinaio è soggetto per esempio alle indennità di mora per cui queste devono essere commisurate anche al periodo che passa dall'introito della tassazione al momento in cui viene fatto il pagamento. Occorre cautelare la Regione nel caso in cui il pagamento non venisse effettuato interamente. Che succede in caso di fallimento di un distributore di benzina, ipotesi peraltro non campata in aria? BERGOGLIO, Assessore regionale Sono crediti privilegiati.
ZACCHERA Non toccarmi, collega, su questo tema, perché faccio - ahimè - il curatore fallimentare da molto tempo e so benissimo che nel caso di fallimento innanzitutto bisogna avere l'entità dei crediti privilegiati per poterne disporre. Comunque non è un credito privilegiato di primo grado perché prima di tutto devono venire i lavoratori dipendenti intesi nei termini delle paghe; poi le paghe arretrate; poi le indennità di liquidazioni; poi i cespiti dovuti agli enti previdenziali, mentre le sanzioni agli enti previdenziali passano ai crediti chirografi. Infine bisogna stabilire se nel caso di procedura concorsuale, che non sia il fallimento, si applicano o meno gli interessi. Giochiamo pure sul diritto fallimentare, così impari a stuzzicarmi! BERGOGLIO, Assessore regionale Mi è scappato.
ZACCHERA Che cosa succede - ripeto - in caso di fallimento di un distributore di benzina? Effettivamente noi possiamo sancire delle norme che possono essere superate da altre norme; se invece noi provvediamo ad un pagamento che venga fatto in un altro modo, a quel punto rischieremo di meno che accada il fallimento del distributore.
"Nei limiti previsti dai principi delle leggi dello Stato": qui lascer a Rabellino dire se è giusto o sbagliato avere delle leggi dello Stato però sicuramente questo art. 2 ter, così come ne resta, secondo me non è degno di attenzione e come tale propongo che venga riscritto, applicando meglio le cose che sono state dette oggi.
Questo per quanto riguarda il primo comma dell'art. 2 ter. Per quanto riguarda invece il secondo comma, pongo una questione specifica all'Assessore. La legge regionale di cui al precedente comma deve entrare in vigore il 31/12/1993; su questo reintegro si può raggiungere forse un accordo indicando un'altra data, perché al 31/12/1993, per esempio potrebbe non essere ancora pronta la circolare a cui lui faceva riferimento per l'applicazione di questi tributi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Con questa soppressione, prendiamo atto che si cerca di migliorare.
Volevo però fare alcune considerazioni su questo disegno di legge.
In pratica la Giunta cosa ha fatto? Ci ha presentato e ha portato in Commissione nei mesi scorsi un disegno di legge composto di tre articoli (quindi estremamente incompleto come disegno di legge). La dimostrazione che questo disegno di legge era incompleto è data dalla mole di emendamenti aggiuntivi presentati. Una legge di tre articoli fa tutto l'iter burocratico in Commissione, poi arriva in aula e la Giunta porta in aula altri tre articoli. Per cui si raddoppiano automaticamente gli articoli.
Veramente non riesco a capire per quale motivo non si poteva rinviare questa legge a settembre e riportarla in Commissione per cercare di assemblarla meglio.
Questo disegno di legge non è arrivato ieri, è arrivato tre anni fa; la Giunta regionale, l'Assessorato al bilancio hanno avuto tutto il tempo per raffazzonare una legge istitutiva di queste addizionali e portarla in Commissione. Invece, in tre anni non si è riusciti a presentare un disegno di legge completo; arrivare in aula con quattro emendamenti istitutivi di ulteriori tre articoli mi pare veramente un percorso pressapochista perché, ripeto, ci sono stati tre anni di tempo per poter arrivare in Consiglio con un disegno di legge completo.
Molto probabilmente, se si fosse lavorato con più attenzione su questa possibilità di imposta aggiuntiva, non ci sarebbe stata la necessità di fare questo tour de force, perché si sarebbe arrivati con un disegno di legge magari più semplice, più chiaro e forse gli atteggiamenti avrebbero potuto anche essere diversi. Prendiamo atto di queste cose. Vorrei capire da parte dell'Assessore, se per le esenzioni, per i termini e le modalità di versamento si fa riferimento ad una successiva legge regionale che si dovrà approntare. Non era più semplice prevederli con questa legge regionale? Non solo, faccio anche un'altra domanda. E se di qui all'1 gennaio, cioè al momento in cui entreranno in vigore queste addizionali questo Consiglio regionale o questa Giunta regionale - vediamo lo stillicidio dei Consiglieri di maggioranza, non è un'ipotesi fuori dal mondo prevedere, magari per settembre, la caduta della Giunta e un momento di non governo della Regione non esistessero più, che cosa succederebbe? L'1 gennaio entrano in vigore queste addizionali, ma non ci sono, perch questo disegno di legge non li ha previsti, tutta una serie di obblighi.
Una legge che non ha queste disposizioni è incompleta: ulteriore dimostrazione che questa operazione è monca. Vedete che quello che avevamo proposto prima, che avevamo tentato di sollecitare con una serie di emendamenti, non era poi così buttato in aria: avevamo chiesto di modificare già in questa legge le modalità di introitazione di questi fondi.



PRESIDENTE

Possiamo votare quest'emendamento? RABELLINO Io ho fatto delle domande all'Assessore. Vorrei una risposta.



PRESIDENTE

Ma l'Assessore non è obbligato a darle una risposta.
RABELLINO Presidente della Giunta, la mia era una richiesta procedurale, se vogliamo. Se questa Giunta decade, non si fa un'altra legge. Che cosa succede?



PRESIDENTE

La Giunta non intende rispondere. Procediamo con la votazione a meno che non vi siano dichiarazioni di voto. Prego, Consigliere Rabellino.
RABELLINO Visto che non c'è la risposta facciamo la dichiarazione di voto.
Permettetemi, non riesco a capire: se non interviene la seconda legge regionale, che cosa succede? E' questo che vorrei capire. Se non interviene la seconda legge regionale, che cosa succede l'1 gennaio? I benzinai sono tranquillamente esentati dal versare, non ci sono i meccanismi sanzionatori né di versamento. Abbiamo una legge che non serve a nulla. O meglio, questi benzinai introitano le 30 lire e se le tengono? E' questo che volevo capire tecnicamente. Tecnicamente che cosa succede l'1 gennaio senza queste normative? Visto che l'Assessore era disattento volevo capire. C'è un impegno da parte della Giunta a presentare un disegno di legge per completare questa operazione. Se questo disegno di legge, per motivi tecnici, non viene presentato, che cosa succede? I benzinai tengono per s' le 30 lire al litro? E' questo che avevo chiesto. Ripeto, questa maggioranza è in estrema difficoltà, da settembre potrebbe non gestire più questa Regione. Peraltro, ho già detto che non intravvedo altre vie possibili di maggioranze e questo è ancora più grave, è un ulteriore supporto a quello che sto dicendo. Se cade questa maggioranza e non se ne crea un'altra, all'1 gennaio rischiamo di non avere la legge in questione.
Ripeto ancora questa domanda: i benzinai che trattengono le 30 lire, le tengono per s'? Non abbiamo i meccanismi di incasso: che se ne fanno costoro di questi soldi? Vorrei capire questo. Per quale motivo, dal momento che si sono fatti tutti questi emendamenti, non si poteva, con due emendamenti aggiuntivi di due ulteriori articoli, completare questa operazione adesso, vista la fretta che c'era? Non ho avuto risposta, perch molto probabilmente l'Assessore era disattento.
Dobbiamo comunque tener presente che anche in questo caso facciamo di nuovo riferimento a dei limiti previsti dai principi delle leggi dello Stato. Permettetemi: essendoci già i codici che lo prevedono, c'è qualche motivazione per cui si doveva per forza aggiunere questa dicitura? O è una questione puramente tecnica? Anche su questo vorrei gentilmente avere delle risposte. Ripeto: ho posto delle questioni estremamente nel merito, non ho parlato a vanvera.
Gentilmente chiedo all'Assessore un chiarimento sulle tre domande che ho fatto.



PRESIDENTE

Veramente eravamo in dichiarazione di voto.
Se l'Assessore vuole rispondere... Però siamo in dichiarazione di voto perché prima la Giunta ha tenuto questo atteggiamento.
Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale del sub-emendamento 5 A).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri.
Il sub-emendamento 5 A) è approvato.
Mi sono stati chiesti pochi minuti di sospensione, che vengono accordati.



(La seduta, sospesa alle ore 21.30 riprende alle ore 21.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prosegue l'esame degli emendamenti.
Sub-emendamento 5 B) presentato dai Consiglieri Bresso, Buzio e Marengo: all'emendamento aggiuntivo della Giunta regionale sopprimere tutto il comma secondo.
La Giunta lo accoglie, perché così era già stato convenuto in Commissione.
La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Volevo chiedere semplicemente ancora un attimo di sospensione, visto che è stato fatto un documento che stiamo mettendo in bella copia.
Mi pare che questo documento voglia dire la fine dell'ostruzionismo.



PRESIDENTE

Votiamo questo sub-emendamento, e poi eventualmente facciamo ancora un attimo di sospensione. Lei proceda con il suo intervento. Ripeto l'emendamento è accolto dalla Giunta.
RABELLINO Se la Giunta lo accoglie, rinuncio all'intervento.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale del sub-emendamento 5 B).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri Il sub-emendamento 5 B) è approvato.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 721: "Programma annuale dei corsi di formazione professionale normali, speciali e per invalidi civili. Anno formativo 1993/1994"


PRESIDENTE

Propongo di sospendere momentaneamente l'esame del progetto di legge n. 381 e di passare all'esame della proposta di deliberazione n. 721 precedentemente iscritta all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 29 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri).


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 722: "Nuova convenzione tipo Regione Enti per la gestione delle attività formative ricorrenti"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 722, di cui al punto 22) all'o.d.g.
Sono stati presentati i seguenti emendamenti da parte dei Consiglieri Foco, Bortolin e Bosio: 1) all'art. 1, comma terzo, le parole "e accetta" sono sostituite con le parole "che accetta".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
2) All'art. 2, dopo le parole "31 agosto" aggiungere le parole "dell'anno successivo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo così emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 7) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 702: "Approvazione del Regolamento delle scuole per tecnici sanitari di radiologia medica"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 25) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 702.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 7) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Organizzazione scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 719: "Istituzione di scuole materne statali per l'anno scolastico 1993/1994. Parere ed ordine di priorità circa i piani presentati dalla Sovrintendenza scolastica interregionale. Art. 46 del DPR n. 616/77. Conferma dei pareri espressi dalle autorità competenti"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 719, di cui al punto 24) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 7) non vengono computati per fissare il numero legale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 21.50 riprende alle ore 22.00)


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Variazioni di bilancio

Esame progetti di legge n. 376, n. 381, n. 387, n. 373 e n. 388 relativi alla manovra finanziaria (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 381.
Sono stati votati tutti i sub-emendamenti all'art. 2 ter. Dovremmo pertanto procedere all'esame dell'emendamento presentato dalla Giunta regionale che prevede l'art. 2 ter: dopo l'art. 2 bis è aggiunto il seguente art. 2 ter: "Art. 2 ter - Accertamento, versamento, sanzioni: rinvio.
1. Le modalità di accertamento, le sanzioni, le indennità di mora e gli interessi verranno disposti, con successiva legge regionale, nel rispetto dei limiti previsti dai principi delle leggi dello Stato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Rabellino; ne ha facoltà.
RABELLINO Abbiamo acconsentito che si approvasse tutta una serie di deliberazioni e abbiamo valutato quanto ci concedeva la Giunta. Vorrei precisare che si tratta di un semplice intervento chiarificatore, perché sull'articolo interverrò per dichiarazione di voto. Annuncio che continueremo l'ostruzionismo, perché quanto ci è stato concesso è nulla, nel senso che la Giunta, con il documento proposto, non fa altro che impegnarsi a fare il proprio dovere.



PRESIDENTE

Prendo atto di questo, ma poiché tutto era a latere dell'aula, diventa difficile inserirlo nel processo verbale di questa seduta.
RABELLINO Nel corso della sospensione abbiamo valutato alcuni termini: noi siamo disponibili a sospendere l'ostruzionismo soltanto con uno spostamento sostanzioso della data di entrata in vigore della legge, in particolare dell'addizionale sul gas metano. Questo perché riteniamo che le famiglie piemontesi siano già troppo vessate da tasse e visto, tra l'altro, che è in atto una politica di trasformazione degli impianti tradizionali con il gas metano, lasciamo almeno passare l'inverno. Questa è per noi l'unica condizione per sospendere l'ostruzionismo.



PRESIDENTE

La Giunta? BRIZIO, Presidente della Giunta regionale No.



PRESIDENTE

Procediamo pertanto alla votazione dell'art. 2 ter.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Rabellino; ne ha facoltà.
RABELLINO Già in occasione della discussione degli emendamenti a questo articolo abbiamo dichiarato di non poter votare a favore, anche se nell'articolo successivo si dice - chiedo scusa al funzionario, perché non avevo letto l'emendamento che sostituisce l'art. 3 - che questa tassa non entrerà in vigore se non ci sarà la legge attuativa.
Ribadisco il concetto che non completare già adesso la legge significa complicare il processo legislativo. Per quale motivo il Consiglio regionale dovrà tornare sull'argomento con la legge attuativa? Non si poteva completare già adesso? Qualche tentativo in tal senso, non solamente ostruzionistico, ma anche propositivo, noi lo abbiamo fatto, presentando degli emendamenti che tendevano a completare già adesso questo disegno di legge. Io sono contrario alla complicazione, soprattutto a quella del processo legislativo, quindi non posso votare a favore di una legge che dice che entrerà in vigore soltanto se nel frattempo ci sarà una successiva legge regionale, tra l'altro - si specifica bene - "nel rispetto dei limiti previsti dai principi delle leggi dello Stato".
Una frase di questo tipo poteva essere evitata: è una cosa ovvia, lo Stato italiano esiste ancora, quindi siamo tenuti a rispettarne le leggi.
Per cui - ripeto - nel principio di snellimento delle leggi una terminologia di questo tipo, a mio parere, poteva essere tranquillamente evitata.
Prima facevamo le battute sugli interessi; anche in questo caso, le previsioni sono analoghe. I termini per il versamento sono già stati previsti: già prima avevamo detto che questi contributi dovevano essere versati entro 30 giorni, quindi c'è una ripetizione. Si tratta di una questione tecnica, per cui invito l'Assessore e i funzionari a notare che in questo articolo si ripete nuovamente che i termini del versamento saranno ulteriormente specificati nella cosiddetta legge attuativa.
Noi non possiamo assolutamente concepire che si legiferi in modo così burocratico, e per questo motivo il nostro voto non può che essere contrario.
Ritornando all'atteggiamento ostruzionistico che continuiamo a tenere desidero ribadire il fatto che ci apprestiamo a vivere un autunno estremamente "caldo", dopo una stagione altrettanto calda sotto il profilo fiscale e sociale, durante il quale si innescheranno diversi problemi. Ci nonostante andiamo a dire alle famiglie, che saranno colpite da problemi occupazionali e sociali notevoli, che dall'1 gennaio 1994 il gas metano aumenterà di 40 lire, anzi 50 - permettetemi - al metro cubo e la benzina di 30 lire. Questo mi pare un modo di far politica estremamente scorretto! Noi abbiamo chiesto di spostare la data di entrata in vigore dall'1 gennaio all'1 o al 30 aprile (non stiamo a discutere sulla data) per lasciar passare il periodo invernale, soprattutto nell'ottica della politica avviata a livello nazionale, di trasformazione degli impianti di riscaldamento tradizionali in impianti a gas metano. Ripeto: è una politica veramente scorretta! A questo punto avranno avuto ragione quei cittadini che quando l'Italgas proponeva la trasformazione a gas metano dell'impianto di riscaldamento dicevano: "Sì, ci danno delle agevolazioni per trasformare la modalità di riscaldamento, ma qualcosa sotto ci sarà". Ecco cosa c'era sotto! Questa è un'operazione scorretta, come molto scorrette sono notoriamente le operazioni avviate dallo Stato per favorire da un lato l'autotrazione a scapito del trasporto su rotaia e dall'altro colpire i carburanti per autotrazione aumentando la tassazione sul gasolio - questo non c'entra con le addizionali - e sulla benzina.
Questo non è un modo corretto di far politica, soprattutto in un momento difficile per il cittadino! Questo è un modo - lo avrò detto tantissime volte - per allontanare e sfiduciare il cittadino nei confronti delle istituzioni!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.
ZACCHERA Voterò contro l'art. 2 ter così emendato. Vorrei però richiamare la vostra attenzione, per quanto può valere l'ora, la stanchezza e la scocciatura nei nostri confronti, su alcuni punti. Perché c'è tutto questo nervosismo? Perché pare che se il Consiglio regionale non finisce questa sera.
ROSSA Non c'è nervosismo.
CARLETTO Nessun nervosismo.



PRESIDENTE

Prendiamo atto che siamo tranquilli: andiamo avanti. Lei sorride, noi anche.
ZACCHERA Faccio presente a questo Consiglio regionale che se, anziché oggi, 29 luglio, avessimo discusso questo provvedimento il 15 luglio, probabilmente la Giunta già da qualche ora avrebbe detto: "Ne riparleremo martedì prossimo, quando potremo affrontare meglio il discorso, rimeditarlo, fare qualche cambiamento, ecc.". La realtà è che bisogna finire questa sera perché martedì prossimo il Consiglio regionale non sarà convocato, perch tutti noi vogliamo andare in vacanza; personalmente io no, ma molti di noi hanno il diritto di farlo, perché siamo arrivati all'ultimo minuto tecnicamente utile o comunque ipotizzabile per approvare questo provvedimento.
Il Consiglio regionale oggi avrà "perso" alcune ore e ci scusiamo per questo (sappiamo che sono costate dei soldi negli straordinari dei dipendenti e hanno richiesto la vostra pazienza, peraltro cortese - ne prendiamo atto - e molto calma), però quante settimane abbiamo perso in questi ultimi tre mesi, nei quali avremmo potuto discutere più a fondo di questi problemi? Se la Giunta fosse stata in grado di venire in aula a discutere di queste cose qualche settimana fa, saremmo arrivati ad altre conclusioni! Abbiamo continuato a giocare a dire che la Giunta non ha più il trentunesimo voto e che ne bastano 29, 28 o 27, o quelli che sono; la Giunta dice che continua a governare nonostante gli avvisi di garanzia (non voglio riaprire il discorso, chiedo scusa, non è questo il momento), per si dà il fatto che siamo arrivati a discutere di questi argomenti all'ultimo momento utile - diciamo così perlomeno per le comodità, ed allora noi non ci stiamo! La nostra proposta di continuare a discutere ha un senso, proprio per sottolineare a noi stessi, prima ancora che ai mezzi di informazione (che se va bene scriveranno mezza riga, a quest'ora l'avranno già scritta), la credibilità di questo istituto che ha varato una legge di bilancio che va ad incidere pesantemente sulle famiglie. Non ho ancora sentito dire quanto verranno a pagare in più le famiglie piemontesi con questa legge. Avete calcolato quanto inciderà su ogni famiglia questa manovra? Indichiamolo questo dato e ricordiamo anche che questi incrementi arrivano insieme ad altri due aumenti del Governo, perché il Governo ha aumentato la benzina un mese fa e la riaumenterà il 30 settembre: noi la aumentiamo per la terza volta con l'inizio del 1994! Allora, quando vi chiediamo di venire incontro alla gente, per quanto attiene al gas metano, lasciando passare l'inverno e aspettando il mese di aprile per applicare l'addizionale, ci sembra di dire una cosa credibile perché io vi dimostro che si possono risparmiare molti più soldi nel bilancio regionale di quanti se ne incrementino con queste addizionali! In questi giorni, sfogliando gli elenchi delle delibere di Giunta ne ho trovate tante sulle quali si può discutere; mi permetto soltanto di non citarle questa sera, semplicemente perché, visto che ci sto chiosando sopra, vorrei evitare che arrivassero delle risposte prima ancora che io abbia fatto delle osservazioni. D'altronde gli Assessori, che sono persone notoriamente attente, si saranno pur chiesti come mai arrivano certe richieste di documentazione su determinate delibere. Ci sono settori interi sui quali si può discutere! Si possono rispiarmiare dei miliardi! Per esempio, la norma che avete deliberato mentre eravamo fuori relativa ai corsi di formazione professionale, secondo me poteva essere ridotta, pur trattandosi di fondi che, a quanto mi risulta, in buona parte vengono dalla CEE. In questo settore, le somme possono essere sicuramente ridotte, perché stiamo facendo degli elenchi di chi va o non va a questi corsi di formazione professionale, chi li gestisce, chi ci sta dietro, come sono qualificati i professori: questo per dire, in definitiva, che in molti casi sarebbe opportuno organizzare e compattare meglio questi corsi per risparmiare dei soldi.
Vi sono però altre situazioni. Abbiamo preso atto per esempio - questa è una cosa simpatica - che "Piemonte Parchi", una delle migliori riviste della Regione, perde alcuni numeri, per cui chiede, per piacere, di abbonarsi per un costo di 14.000 lire all'anno. Questa è una cosa doverosa che, personalmente, mi permetterò di fare, perché è un contributo piccolo ridicolo; però, non si possono prevedere in bilancio 100 milioni per introiti di abbonamenti! Fate i conti: 100 milioni diviso 14.000 lire, e vedrete quanto poco potrà inciderà l'introito di questa rivista.
Proseguirò dopo, perché vedo che è scaduto il tempo a mia disposizione.
Continuerò comunque a fare degli esempi per dimostrarvi che è possibile risparmiare dei soldi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento che prevede l'art. 2 ter.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Si proceda ora alla votazione per appello nominale dell'art. 2 ter.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 2 ter è approvato.
ART. 3 Emendamento presentato dalla Giunta regionale: l'intero art. 3 è sostituito dal seguente: "Art. 3 - Decorrenza.
1. Le disposizioni previste dalla presente legge, in merito all'addizionale regionale all'imposta di consumo sul gas metano, entrano in vigore l'1 gennaio 1994.
2. Le disposizioni previste dalla presente legge in merito all'imposta regionale sulla benzina, entrano in vigore l'1 gennaio 1994, sempreché a tale data siano state emanate e siano entrate in vigore le disposizioni regionali previste dal precedente art. 2 ter".
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.
ZACCHERA Riprendo il discorso di prima.
L'emendamento della Giunta così recita: L'art. 3 del disegno di legge n.
381 è sostituito dal seguente: "Art. 3 - Decorrenza.
1. Le disposizioni previste dalla presente legge, in merito all'addizionale regionale all'imposta di consumo sul gas metano, entrano in vigore l'1 gennaio 1994.
2. Le disposizioni previste dalla presente legge in merito all'imposta regionale sulla benzina, entrano in vigore l'1 gennaio 1994, sempreché a tale data siano state emanate e siano entrate in vigore le disposizioni regionali previste dal precedente art. 4".
Presidente, qui c'è un evidente errore formale; se questo è l'art. 3 come può fare riferimento al precedente art. 4?



PRESIDENTE

Si procederà, come di norma accade, ad un coordinamento formale dell'intero testo.
ZACCHERA Va bene. Stavo dicendo prima come si possono risparmiare determinate somme. Per esempio, ciò sarebbe possibile se all'interno della Giunta regionale le delibere non fossero affrontate a pacchi, ma venissero analizzate una per una.
Non avere neanche i tempi tecnici per poter leggere il titolo significa, come si dice "a dispetto dei Santi", che ogni Assessore presenta i propri atti deliberativi e poi, per necessità contingenti, presumo che dirà quali sono le particolarità significative di alcuni, mentre tutti gli altri verranno approvati a scatola chiusa. Immagino che molte deliberazioni di Giunta possano essere votate, applicate, approvate, esaminate a scatola chiusa o comunque siano di assoluta e ordinaria routine.
Dico questo, perché leggo deliberazioni di Giunta dell'Assessore al personale che molto spesso sono atti dovuti. Non c'è dubbio che all'interno di ogni singolo aspetto di questa legge ci sia un numero incredibile di deliberazioni che, volenti o nolenti, gli Assessori infilano nel loro mucchio, di cui probabilmente gli altri colleghi non ne sanno nulla.
Infatti, se ne fossero a conoscenza senza dir nulla, sarebbero reiteratamente colpevoli non di reati di omissione, ma di spreco. Esistono deliberazioni in cui si può brillantemente risparmiare decine e centinaia di milioni e sono state da noi segnalate.
Oso anche arrivare a dire che quest'anno ho trovato una certa riduzione del numero delle delibere affrontate in Giunta. L'anno scorso eravamo giunti addirittura a 600 delibere approvate in un'unica seduta, al ritmo di una ogni 17 secondi. Quest'anno ho notato che sono mediamente diminuite: forse per una migliore organizzazione dei lavori, forse perché avevamo denunciato questo fatto, però - ribadisco - c'è stata una notevole riduzione di spese.
Esiste, per esempio, un certo numero di delibere di manutenzione di beni, ma la gente si è scordata dove sono i beni oggetto della manutenzione. Sono reiterate, a questo proposito, delibere di Giunta che fanno riferimento a contratti degli anni precedenti che, poiché non sono interrotti da una disdetta, vengono reiterati.
La domanda che mi pongo è: dove sono i beni? I beni dell'anno precedente ci sono ancora tutti? Visto che di solito si tratta di beni, per esempio in informatica, soggetti ad un rapido logorio, è un po' difficile pensarlo.
Come mai questo continuo ripetere i contratti senza andarne a vedere l'entità e, per esempio, dimenticandosi che nel campo dell'informatica i prezzi sono crollati (mentre si continua a mantenere lo stesso costo di manutenzione)? Stiamo parlando di importi di miliardi, non di decine di milioni.
Eppure queste deliberazioni sono state approvate anche in questi ultimi mesi, evidentemente senza alcun controllo.
E' dunque legittimo pensare che non si è voluto controllarle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Siamo alla fine, praticamente all'ultimo articolo. Ribadisco il concetto, comunque, che in quest'aula avremo sì sprecato ore e ore di discussione, ma faccio rilevare la posizione che ho sempre tenuto in queste ore di discussione: mi pare di non essere mai intervenuto su argomenti che ritengo estremamente futili, quale quello della maggioranza che c'è e non c'è. Ho ribadito anche in altre occasioni che non ci sono alternative a questa Giunta, ed è noto che il sottoscritto è favorevole ad elezioni anticipate. Però siamo qui e sarebbe opportuno fare effettivamente amministrazione, cioè portare avanti un processo legislativo.
Negli ultimi due mesi abbiamo sprecato intere sedute di Consiglio a discutere delle cose più svariate oppure, cosa ancora più grave, a discutere su argomenti che non hanno sortito assolutamente nulla. Abbiamo trascorso una giornata parlando di agricoltura: almeno fosse emerso qualcosa di nuovo! Non è venuto fuori assolutamente nulla da quel dibattito. Così come non è scaturita alcuna proposta da tutta una serie di altri dibattiti. Per non parlare del dibattito, direi assolutamente inutile, sull'occupazione. Abbiamo parlato di occupazione e poi che cosa è successo? Abbiamo approvato qualcosa? No assolutamente: siamo andati avanti sempre sulla stessa strada.
Effettivamente, se il Consiglio regionale si fosse occupato maggiormente di materie legislative, avremmo sicuramente preparato un disegno di legge che non necessitava di tutti questi emendamenti proposti dalla Giunta. In quest'ultimo articolo parliamo delle date di entrata in vigore della legge. Proprio su questo, abbiamo chiesto ancora, come ultimo tentativo, di procrastinare almeno per il periodo invernale l'entrata in vigore della legge.
Qui si parla di 1 gennaio 1994, però cerchiamo di capire e di metterci nei panni del cittadino (qualche volta i politici dovrebbero farlo altrimenti per quale motivo ci hanno eletti?). Mettiamoci nei panni del cittadino, immaginiamoci di dover prendere atto, nel mese di gennaio, che non solo si è vessati dallo Stato centrale, ma anche dalla Regione. Sapete benissimo che ci sono delle forze politiche specialiste nel far sapere queste cose, nel rimarcarle, nel sottolinearle. Guarda caso, sono quelle forze politiche che oggi stanno catalizzando la massa dei voti.
Anche sotto il profilo dell'opportunità politica, penso che questa maggioranza e le forze politiche che la compongono dovrebbero cercare di capire che, facendo slittare di due o tre mesi l'entrata in vigore della legge, tenuto conto che il gettito non sarebbe estremamente alto, una manovra di questo tipo potrebbe essere più digeribile da parte della cittadinanza. Su questo abbiamo presentato una serie di emendamenti che saranno discussi in seguito, dove appunto vengono focalizzate le date. Ci auguriamo che venga accettata la proposta di una data diversa dall'1 gennaio. Prima l'abbiamo chiesto ed inizialmente si era concordato il 3 gennaio, ma due giorni paiono un po' pochino: non sono quelli che risolvono il problema.
Sulla benzina, stesso discorso. In piene vacanze natalizie, applichiamo 30 lire di addizionale. Mi pare che questo potrebbe essere evitato o comunque spostato. Sulla benzina, come ultima proposta, la data potrebbe essere spostata almeno a dopo l'Epifania, per cui non si chiede uno spostamento di mesi, ma solo di qualche giorno. Quantificando, penso che si arriverà ad un centinaio di milioni.
Indipendentemente dal Libro Verde di Zacchera "Sprechi superiori ai 100 milioni", non vorrei sempre sottolineare i 750 milioni dati al Teatro Stabile: di esempi ce ne sono a iosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.
ZACCHERA Proseguo il discorso sulle possibilità di non ricorrere a queste addizionali per poter risparmiare. Stavo rilevando dal libretto della DC un dato riassuntivo dei miliardi che spendiamo ogni anno per il personale. E' una cifra enorme: 189, se non sbaglio. Centinaia di miliardi che spendiamo per il personale.
Pongo una domanda alla Giunta: in questi ultimi tre anni, cosa ha fatto la Giunta per razionalizzare l'impegno del personale all'interno di questa amministrazione? Se avessimo razionalizzato meglio (almeno il 10%) il costo del personale, automaticamente avremmo risolto i problemi, senza dover necessariamente ricorrere alle addizionali oggi in discussione.
Quando parlo di razionalizzazione, intendo dire "avere un determinato coraggio". Due anni fa, quando scrissi il primo libro sugli sprechi delle tasse, e chiedevo quanti fossero i dipendenti regionali, ricordo la garbata polemica con l'Assessore Bergoglio, alla quale do atto di essere stata praticamente l'unico Assessore ad aver reagito dicendo che, secondo lei alcune cose non andavano, lasciando quindi intendere che tutti quelli che non avevano risposto davano implicitamente ragione a quello che sostenevo (tranne chi appunto si dissociò); difatti, puntualmente, quello che avevo scritto allora ha avuto un significato.
Sovente si dice che il personale è carente (e per la precisione allora emerse che i dipendenti erano 2.635); mi chiedo come siano organizzati questi dipendenti, perché continuo a vedere dipendenti in Consiglio regionale che certo non muoiono dalla fatica. Probabilmente, invece, ci sono dei settori, degli uffici in cui il personale manca, e se tengo conto dell'incremento del costo dell'informatica all'interno della gestione, dico che in qualsivoglia azienda d'Italia e del mondo, venendo avanti il sistema informatico, i dipendenti fatalmente devono diminuire, ergo, con lo stesso numero di dipendenti faccio più cose e gestisco maggiori servizi. Questo discorso non è generalizzato, è specifico.
Mi si sa dire, nel momento in cui l'Assessore Gallarini quest'anno ha detto che bastavano 167 auto di servizio rispetto alle 313 presenti nel parco macchine un anno fa di questi tempi, perché siano stati ancora assunti, con la deliberazione di Giunta del 4/6/1992, 20 nuovi autisti regionali? Ci è stato detto: "Perché tra i compiti di istituto è previsto che i signori Assessori debbano avere l'autista personale". E poiché gli Assessori abitano fuori Torino, servono due autisti per ogni Assessore inoltre, poiché i due autisti hanno giustamente bisogno del turno di riposo o di andare in vacanza, sovente ce ne vuole un terzo che faccia da ponte quando si utilizzano in part-time o comunque non sono utilizzabili gli altri due.
Ritengo sia molto più lineare, molto più spartana, molto più presentabile, molto più credibile l'immagine di una Regione in cui, per esempio, gli Assessori viaggino come tutti i comuni mortali, senza autista.
Sarebbe un segno, e questo vorrebbe dire anche utilizzare dei dipendenti per fare qualcos'altro e risparmiare dei miliardi.
Tempo fa mi è successa una cosa veramente incredibile (la dottoressa Rovero lo ricorderà). Era tardi, ero in Consiglio regionale e mi si è guastata la macchina; ho chiesto in prestito una Panda per tornare a casa riproponendomi di portarla indietro il martedì successivo. Grazie alla Presidenza, sono dovuto andare per forza a casa con la macchina blu della Giunta regionale fino a Verbania con l'autista, in quanto non era possibile prestare una misera Panda. Ma perché? A me ha fatto quasi ridere arrivare a casa mia con la macchina della Regione, anche se ringrazio per la disponibilità.
Perché mai non possiamo andare avanti come tutti i santi mortali con la nostra macchina, utilizzando eventualmente quando c'è necessità la macchina di servizio? Ritengo anch'io che in alcune occasioni sia opportuno, per motivi di istituto particolare, che il Presidente della Giunta o il Presidente del Consiglio si presentino con l'auto blu della Regione; è doveroso, senza arrivare a quello che diceva il collega Rossa: "Certe volte ce ne vorrebbero addirittura due per essere ancora più imponenti" (non è una battuta polemica, era stato detto in una trasmissione televisiva).
Questo è un segno di risparmio! Ditemi voi perché aumentiamo il numero degli autisti regionali nel momento in cui andiamo a chiedere di pagare maggiormente il gas alla gente? Ebbene, signori, qui ci sono delle manovre di miliardi sui quali non c'è la volontà di intervenire. Questo è un altro motivo - e adesso ne ritrovo un bel po' andando avanti su cui si potrebbe utilmente ritornare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Chiaramente esprimo voto contrario all'emendamento; volevo per chiedere all'Assessore se l'aumento - seppure minimo - è stato comunque valutato, perché anche la Regione finirà per pagare questa tassa. L'Ente Regione - mi collego all'intervento del collega Zacchera - ha un numero spropositato di autovetture che tutti i giorni girano per il Piemonte; mi risulta che vadano quasi tutte a benzina. Quindi la Regione, in teoria sarà un contribuente di se stessa, perché ci sarà un passaggio di fondi pagherà 30 lire in più la benzina al litro, che verranno poi incassate.
Questo è stato valutato nell'aumento dei costi? L'altro aspetto che volevo sottolineare nel votare in modo contrario a questi due commi che compongono l'articolo si riferisce alla differenziazione tra il gas metano e la benzina. In effetti, per quanto riguarda il gas metano questa legge praticamente è comprensiva di tutte le disposizioni; per la benzina, invece, si aspetterà la nuova legge regionale, rispetto alla quale, come componente del Gruppo Misto preannuncio sin d'ora - per cui sarà opportuno che l'Assessorato si attrezzi - un'ulteriore battaglia. Il voto è nettamente contrario, anche perché ritengo che l'applicazione di questa addizionale non faccia altro che frenare ulteriormente il mercato dell'auto. Abbiamo sempre più concessionari di autovetture ormai sul lastrico o quasi. Il mercato è fermo, e tutte queste iniziative tendenti a penalizzare ulteriormente l'auto - che ormai ha costi sempre più proibitivi - sono deplorevoli.
Torno di nuovo a fare queste considerazioni: con l'applicazione di questa addizionale resta comunque la differenziazione tra italiani. Ci sono italiani di serie A e italiani di serie B; per cui dall'1 gennaio 1994 noi saremo gli italiani che pagheranno la benzina più cara di tutta Italia.
Questo è un dato di fatto; in altre Regioni questa addizionale non è stata applicata, e mi pare che - o per motivi di clientela o per motivi politici non ci sia la volontà di applicarla. Ribadisco il concetto che in alcune Regioni del sud - rifaccio l'esempio della Calabria - questa tassa non solo non è stata applicata, ma addirittura non se ne parla. Anche al nord, qui vicino, abbiamo delle Regioni dove il cittadino ha la benzina a prezzi agevolati.
Non vedo quindi per quale motivo dobbiamo adeguarci in peggio. La Regione Piemonte ha sempre fatto - e questa maggioranza in particolare la corsa ad arrivare per prima; arrivare per prima non in senso positivo nei confronti del cittadino, ma in senso negativo, cioè facciamoli pagare tanto e subito. Questo è il concetto. Questa non è sicuramente una politica vincente e non affronta i reali problemi della nostra Regione.
La nostra Regione ha necessità di una politica esattamente opposta cioè di andare incontro al cittadino, incontro alle famiglie, in un momento di crisi. Affrontare i problemi reali del cittadino vuol dire lasciargli un attimo di respiro. Noi abbiamo assistito nell'ultimo mese e mezzo a dei drammi per poter pagare prima l'IRPEF e l'ILOR. poi l'ICIAP, poi l'ICI inoltre, in questi giorni, abbiamo anche l'ulteriore tassa sulla sanità.
Miei cari signori, noi chiediamo continuamente ulteriori contributi (dico noi come classe politica). La Regione era esente finora, con questa legge si adegua: bravi, complimenti!



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento sostitutivo dell'art. 3.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'emendamento è approvato.
Si proceda ora alla votazione per appello nominale dell'art. 3.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Sono pertanto da considerarsi decaduti gli emendamenti presentati sul precedente testo dell'art. 3.
La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Non ritengo che gli emendamenti decadano, perché fanno riferimento all'art. 3. Esiste in questo momento un art. 3?



PRESIDENTE

L'art. 3 è votato, ha un nuovo testo.
RABELLINO Ma quest'articolo 3 ha degli emendamenti.



PRESIDENTE

Non più, perché l'art. 3 è stato votato, in quanto è stato votato un emendamento sostitutivo sull'intero testo.
ZACCHERA Si è comportata in maniera scorretta nei miei confronti.



PRESIDENTE

No, Consigliere. Io ho detto con grande precisione per due volte che si metteva in discussione l'emendamento più ampio. Mettendo in discussione l'emendamento più ampio, che era sull'intero testo, è evidente che nel momento in cui viene votato, viene votato l'art. 3 che, in questo momento è dunque votato.
RABELLINO Noi abbiamo presentato dei sub-emendamenti.



PRESIDENTE

No, lei ha presentato degli emendamenti sostitutivi - io metto in votazione ciò che voi presentate che sono meno ampi dell'emendamento sostitutivo che era già stato presentato da ieri e che, essendo più ampio deve essere messo in votazione prima.
La parola al Consigliere Rabellino per dichiarazione di voto sull'intero testo dell'art. 3.
RABELLINO Chiaramente è un testo che non voteremo e preannunciamo, come ho già detto, una netta opposizione, in particolare alla nuova legge applicativa che dovrà arrivare in autunno. Su questo, mi pare che di parole ne abbiamo già spese.
Dobbiamo sicuramente riflettere su come questa maggioranza non ha voluto recedere su nulla a favore del cittadino. Non possiamo fare altro che prenderne atto. Questo nuovo atto di vessazione nei confronti delle finanze delle famiglie piemontesi sarà ulteriormente pagato in termini elettorali da parte dei partiti che compongono la maggioranza. Il modo di gestire e l'intera manovra verranno comunque portati a conoscenza dei cittadini e penso che ciò penalizzerà pesantemente, dal punto di vista elettorale, il pentapartito. Peraltro, non posso fare altro che denunciare questa complicità tra pentapartito regionale e pentapartito nazionale.
Queste non sono altro che operazioni atte a destabilizzare, perché tutte le operazioni fatte contro il cittadino - perché il cittadino le interpreta così - non fanno altro che destabilizzare in un momento di crisi delle istituzioni.
Il senso di responsabilità - e qui mi riferisco alle parole che spesso e volentieri il Presidente Brizio esprime in un momento di crisi per lo Stato e per le istituzioni, avrebbe dovuto suggerire la non applicazione di ulteriori tasse. Questo è quanto penso e ne sono fermamente convinto. Per cui, dissociandoci totalmente da questa manovra, pensiamo che la battaglia passerà su altri temi, sempre su questioni di bilancio, perché qui stiamo sempre parlando di spesa della Regione.
Adesso mi piacerebbe veramente vedere una maggioranza attenta ad eliminare gli sprechi. Al riguardo, non abbiamo visto nulla, e su questo preannuncio un'interrogazione all'Assessore al bilancio per sapere se sono state quantificate, per esempio, le minori spese dovute all'effetto moralizzatore in materia di tangenti. Sono state quantificate per la Regione? Sicuramente c'è un clima che sta cambiando, che è cambiato e che la Magistratura ha fatto cambiare. Abbiamo preso atto, per esempio, di certe opere pubbliche che, improvvisamente, hanno visto un abbassamento di costi, per cui questo è sicuramente un minore esborso da parte dell'ente pubblico. Questa cifra è stata quantificata o no? Se questa cifra è stata quantificata, vorremmo sapere a quanto ammonta. Se non è stata quantificata, invito l'Assessore a fare un'operazione di questo tipo, a livello regionale, prima dell'intervento della Magistratura.
Abbiamo assistito al correre, al tamponare delle situazioni nel momento in cui la Magistratura si è mossa; vogliamo verificare, una volta tanto prima che la Magistratura arrivi, se c'è possibilità di eliminare degli sprechi, delle spese ulteriori da parte dell'Ente Regione, effettuando dei tagli su quelle spese o comunque prevedendo a bilancio un ulteriore recupero di questi sprechi.
Penso che questo sia un atto doveroso da parte di questo Assessore e di questa maggioranza. E' un invito che rivolgo soprattutto nel momento in cui si va ad affrontare il discorso del bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Si è volutamente giocato sull'equivoco: io intendevo dire che i miei erano dei sub-emendamenti all'art. 3, inteso come il testo propostoci con il documento 3 B), perché c'era scritto "art. 3". Quindi gli emendamenti presentati erano riferiti a questo art. 3 e non a quell'altro. Nella logica delle parti, è giusto che la Presidente giochi in punta di forchetta e dica: "Doveva chiamarlo sub-emendamento e non emendamento, per cui decade".



PRESIDENTE

Io leggo, non gioco. Leggo quello che si scrive.
ZACCHERA Sì, ma qui c'è scritto emendamento sostitutivo all'art. 3; se voglio porre un cambiamento ad una parola di questo.



PRESIDENTE

Io non so quello che lei vuole fare: leggo quello che lei scrive.
ZACCHERA Presidente, lei è davvero molto abile, conosce meglio di me il Regolamento e quindi ha tutte le ragioni di questo mondo. Le dico, per che lei, pur dovendo difendere il fatto che questo Consiglio deve essere portato a conclusione, per cui capisco il suo gioco delle parti, deve comunque tenere conto anche dell'interpretazione autentica di una volontà e l'interpretazione autentica della mia volontà era quella. Lei ha detto per ben due volte: "Passiamo all'intero testo" e quindi, volente o nolente, ci ha forzato, doppiamente, la volontà. Infatti, così dicendo, poiché siamo in attesa di votare quegli articoli, non abbiamo ancora potuto presentare l'art. 4 che avevamo già pronto. E' solo un esempio. Prendo comunque atto di questo.



PRESIDENTE

Io veramente non sono nella sua testa.
ZACCHERA Lei non è nella mia testa, però, per piacere, non faccia certi sorrisini di compassione, perché non sono graditi.



PRESIDENTE

Vista l'ora, saranno di stanchezza e non certo di compassione: i miei sorrisi glieli interpreto io.
ZACCHERA D'accordo. Dopodiché, colleghi del Consiglio regionale, dico che mi spiace, non per il tempo, ma per il fatto che questa sera c'era veramente la possibilità, andando avanti ancora un po' (tanto poi dovremo parlare del bilancio, cambiamo il genere, ma proseguiremo), di prendere in considerazione decine e decine di casi concreti di spreco, che sono quelli che mi danno più fastidio; ciò reiterando quello che dicevo prima, e cioè che prima di chiedere contributi alla gente dobbiamo essere impeccabili dal nostro punto di vista.
Quando l'Assessore Bergoglio dice che ha dovuto assumere degli autisti perché ne sono andati in pensione 14, io rispondo che si è persa una grande occasione per non sostituire integralmente i 14 autisti andati in pensione: si poteva benissimo verificare all'interno della struttura cosa si poteva recuperare. Signori della Democrazia Cristiana, l'anno scorso avete scritto che le assunzioni dovevano restare bloccate per almeno tre anni, ma non avete mantenuto questo intendimento! PICCHIONI I diritti devono essere riservati: tu li citi senza pagare la SIAE! ZACCHERA Io li cito, perché voi l'avete pubblicizzato nel "DC-News", che vuol dire notizie: io prendo la notizia.
PICCHIONI Stavo scherzando.
ZACCHERA Certo, stiamo tutti scherzando. Da questa vicenda comunque impareremo qualcosa, perché se in futuro ci saranno altre eventuali battaglie di carattere ostruzionistico, state tranquilli che il sottoscritto avrà fatto tesoro del regolamento.
PICCHIONI Non si può cambiare regolamento.
ZACCHERA D'accordo, non si può cambiare regolamento, però si può procedere con una certa logica. E' chiaro che alla fine voi riuscirete a far passare tutti i vostri provvedimenti. Lo avreste fatto in ogni caso, ci mancherebbe altro, perché non possiamo certamente star qui fino alla fine dei secoli.
Comunque, nella nostra modestia numerica di opposizione, penso che abbiamo decorosamente tenuto non dico testa, perché non è una questione di testa, ma almeno dimostrato qualcosa. Tutti sappiamo che far perdere tempo è una cosa antipatica e probabilmente sbagliata, però è anche vero che in democrazia se 28 o 30 persone dicono una cosa e 3 dicono il contrario hanno ragione le 28 persone e non le 3. Sostengo, però, che queste 28 persone, che hanno o avrebbero dovuto avere la maggioranza, oggi hanno ricevuto dei colpi ben più gravi che non le più o meno patetiche interpretazioni del Consigliere Rabellino, del sottoscritto e del mio Capogruppo su questi temi. La maggioranza ha imparato - o perlomeno spero abbia capito - che non si può correttamente arrivare a presentare leggi di variazione al bilancio, su cui poi avremo tutto il tempo di intervenire nonché provvedimenti così brutti e impopolari, senza essere impeccabili nel senso del rigore. Rigore sul quale faccio torto a me stesso, perché pu darsi che qualche volta io stesso non sia stato rigoroso e allora chiedo scusa all'intero Consiglio; però, in buona fede, se è possibile risparmiare in qualsiasi cosa, fossero anche i fondi del nostro Gruppo, penso che sia decisamente giusto farlo. Questa legge, che è veramente non voluta, nel senso che anche voi avreste preferito non applicarla, viene però applicata nel momento sbagliato, gravemente, e dopo aver volutamente evitato ogni possibilità di centellinarla - diciamo così - nella sua applicazione.
Termino, perché è scaduto il tempo a mia disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini per dichiarazione di voto.
MARCHINI Il nostro Gruppo esprime voto favorevole, ma mi sembra doveroso fare una brevissima considerazione. La giornata di oggi non è una giornata anonima: è la prima volta che si richiama l'istituzione regionale a serietà di comportamenti; è la prima volta, in questa legislatura, che questa maggioranza e questa Giunta non contrattano con l'opposizione; è la prima volta, per esempio, che non concediamo alcuni chilometri di piste ciclabili a fronte del bollo auto (chi ha buona memoria sa a cosa ci riferiamo). E' una giornata che sicuramente lascerà il segno - ne sono convinto in positivo, e qualunque percorso intraprenderemo ricorderemo che il nuovo percorso è partito anche da un momento di autorevolezza e di responsabilità della Giunta e della maggioranza.
Rispetto a questo va registrato un atteggiamento corretto da parte dei colleghi dell'opposizione che sono rimasti in aula, i quali, a fronte di un comportamento nuovo della maggioranza e della Giunta (fermo, responsabile ed autorevole), hanno dovuto attrezzarsi nel modo più autorevole e fermo che una forza di opposizione possa fare.
Altre forze politiche, invece, non sono riuscite ad uscire dalla logica della contrattazione e, quando la logica della contrattazione non ha più pagato, hanno abbandonato l'aula. In questo senso, ritengo che questa giornata, pur così faticosa, possa essere considerata non insignificante per i giorni che abbiamo ancora da vivere insieme in questa istituzione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.
Passiamo all'esame del progetto di legge n. 376: "Prima variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993 nonché disposizioni finanziarie per l'anno finanziario 1994", sul quale è già stata svolta la discussione di carattere generale. Occorre pertanto procedere all'esame dell'articolato che, in questo caso, è composto di un solo articolo corredato da una serie di tabelle, al quale sono stati presentati diversi emendamenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.
ZACCHERA Vorrei fare una richiesta precisa: il Consiglio regionale ha approvato a larga e qualificata maggioranza, il provvedimento relativo alle addizionali, cioè il progetto di legge n. 381 di cui al punto 13) all'o.d.g. Adesso, per connessione, dovremmo fare.



PRESIDENTE

Ieri è stata approvata un'inversione dell'o.d.g. per cui l'ordine di discussione è stato modificato: prima si esaminerà il provvedimento relativo alle addizionali e poi la variazione al bilancio.
ZACCHERA Chiedo allora una nuova modifica all'o.d.g. Secondo me, è opportuno per connessione, passare ora - obiettivamente dovrebbe essere una discussione breve - all'esame delle proposte di legge al Parlamento del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ripeto: il Consiglio regionale, nella seduta di ieri, ha deliberato con proprio voto di anticipare l'esame della legge relativa alle addizionali rispetto alla legge di variazione; ciò all'interno di categorie di leggi analoghe, cioè prima le leggi regionali e poi le proposte di legge al Parlamento.
La sua richiesta di nuova modificazione dell'o.d.g. è comunque legittima e lei la può motivare ai sensi di Regolamento. Su tale proposta può eventualmente chiedere di parlare un Consigliere contrario; dopodich si procederà alla votazione.
Prego, Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Ritengo doveroso, a questo punto, che il Consiglio regionale approvi e in questo caso preannunciamo che non faremo ostruzionismi particolari anche perché non abbiamo nessun interesse a farli - le proposte di legge con le quali si invita il Parlamento a concedere i famosi sgravi. Sarebbe veramente grave votare gli aumenti senza contestualmente votare, non dico le diminuzioni, perché - ahimè - di diminuzioni non si tratta, ma perlomeno la richiesta di diminuzioni.
Chiedo inoltre alla Presidenza di accogliere un nostro ordine del giorno che era stato esaminato un'oretta fa e che, perlomeno a parole, ci era stato detto poteva essere accettabile.



PRESIDENTE

Facciamo una cosa per volta.
ZACCHERA Motivo questa richiesta dicendo che non è credibile, soprattutto all'esterno, che un Consiglio regionale prima chieda degli aumenti e dopo non proponga degli sgravi. Come vede, Presidente, non faccio ostruzionismo perché ho già finito di parlare.



PRESIDENTE

La proposta a favore è stata fatta; vi sono interventi contrari? La parola all'Assessore Vetrino che interviene in qualità di Consigliere.
VETRINO Signora Presidente, per una coerenza interna all'intera manovra che abbiamo considerato in questi giorni e in parte approvato, credo sia più conveniente che il Consiglio proceda secondo l'o.d.g. già stabilito, e cioè con l'esame della legge di variazione al bilancio.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione la richiesta di inversione dell'o.d.g. proposta dal Consigliere Zacchera.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta è respinta con 3 voti favorevoli e 29 contrari.
Procediamo pertanto con l'esame del progetto di legge n. 376 relativo alla prima variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993.
Il primo gruppo di emendamenti comincia con il documento B-4 che è stato presentato dalla Giunta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rabellino; ne ha facoltà.
RABELLINO Non intendo intervenire su questi emendamenti. Desidero semplicemente se possibile, che da parte della Presidenza venga fatto un elenco di tutti gli emendamenti; dopo, interverremo sugli emendamenti.



PRESIDENTE

Consigliere Rabellino, innanzitutto le ricordo che questo non è obbligatorio. Io elenco gli emendamenti nell'ordine in cui mi vengono presentati dagli uffici.
Gli emendamenti presentati dalla Giunta sono contrassegnati dalle sigle B-4 e B-5 e modificano le tabelle A e B. Vi sono poi gli emendamenti presentati dai Consiglieri Majorino e Zacchera (A-1/A-23). Inoltre, vi sono gli emendamenti presentati dal Gruppo PCI-PDS (pacchetti C-3), nonché il pacchetto C-1. Abbiamo infine i nuovi articoli proposti dalla Giunta (ulteriori autorizzazioni a condurre mutui).
RABELLINO Di questi ultimi non sono in possesso; chiedo quindi di averne copia.



PRESIDENTE

Consigliere Rabellino, finora il Consiglio ha votato vostri sub emendamenti di cui non era in possesso, quindi lei non è in particolare difficoltà.
RABELLINO Chiederò allora che venga data lettura di ciascuno.



PRESIDENTE

Procediamo con il primo emendamento.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: la tabella A) di cui al comma primo viene integrata con le variazioni riportate nell'allegato al presente emendamento.
La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Si tratta di un'integrazione relativa alla questione socio assistenziale; sono cifre che ci vengono dalle Province e che quindi costituiscono un adeguamento: vi è una diminuzione di vari capitoli relativi all'agricoltura e si rifinanzia un altro capitolo sempre all'interno di questo settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Dopo l'ampia delucidazione, faccio presente, innanzitutto, una questione di carattere tecnico. Come mai, se abbiamo uno zero seguito da un meno, il finale è pari? Se zero più zero fa più (ed è giusto così), zero meno zero dovrebbe fare meno qualcosa; per cui zero meno 28 milioni fa -28 milioni e non +28 milioni. Non siamo alla roulette! Chiedo cortesemente una spiegazione: l'Assessore Gallarini lo sa senz'altro.



PRESIDENTE

L'Assessore non è tenuto a farlo. Lei deve intervenire e non porre quesiti. Tenga presente che sono le ore 23,30.
ZACCHERA Certo, pongo un quesito di carattere tecnico. C'è un errore materiale nella stesura dell'emendamento, perché non è possibile che un numero negativo sommato a zero dia, come risultato, un numero positivo.



PRESIDENTE

Credo che si possa trattare di errore materiale e quindi nella procedura.
ZACCHERA Zero meno 117 milioni fa +117 milioni; 20 milioni meno 40 milioni ha come risultato +20 milioni. E' impossibile! Ci deve essere una spiegazione! Tant'è vero che zero più 185 milioni fa 185 milioni con il più davanti. Mi venga data una spiegazione perché, visto che dobbiamo ridurre gli sprechi con questo emendamento, approviamo 185 milioni di spesa in più: "Contributi per la redazione di progetti e per lo svolgimento di azioni promozionali".
Colleghi Consiglieri, queste sono dizioni ufficiali che autorizzano a sprecare i soldi, perché dire che si tratta di contributi per la redazione di progetti e per lo svolgimento di azioni promozionali non significa nulla. Mi chiedo, per esempio, se siano così necessarie le "Spese per l'esercizio delle funzioni trasferite in materia di incremento ippico".
Inoltre, resta ancora un mistero come sia possibile che, se da 20 milioni ne togliamo 40, restino ancora 20 milioni. Ci sono numerose variazioni in aumento che non mi trovano assolutamente d'accordo, in quanto sono esattamente il contrario di quanto, lor signori, hanno sostenuto in quest'aula soltanto qualche minuto fa. Mi appello alla coerenza dei cortesi componenti della maggioranza consiliare per dimostrare buona volontà e ridurre alcune spese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Premesso che per la Presidente sono "già" le ore 23, mentre per me sono "solo" le ore 23, man mano che trascorrono le ore, mi rendo conto che quando l'Assessore Gallarini dice che questi emendamenti sono stati sviscerati in I Commissione, dovrebbe approfondire il bilancio, perch l'illustrazione fatta ha dimostrato un'estrema non conoscenza della materia che stiamo affrontando.
Mi chiedo se ciò sia dovuto all'ora tarda o ad un'effettiva non conoscenza del problema. Già dall'esame di questo primo emendamento della Giunta, torniamo al discorso di prima.
Vorrei far riflettere il Presidente Brizio su un aspetto dell'addizionale: noi saremmo stati disposti a non fare alcun tipo di ostruzionismo né sull'addizionale né sulla variazione di bilancio, qualora fosse stato accettato un ordine del giorno o qualora la Giunta avesse presentato un ordine del giorno che finalizzava, o meglio, vincolava i fondi introitati dall'applicazione dell'addizionale.
Questo non è stato fatto ed era una cosa molto semplice. Se questa Giunta, se questa maggioranza ha le idee chiare su come intende spendere i quattrini ulteriormente richiesti ai cittadini, qual è il problema? E' forse quello di metterlo nero su bianco con un ordine del giorno impegnandosi a vincolare questi fondi su investimenti e non soltanto su tamponamenti di buchi? Prendiamo atto che si tratta di errori materiali però ci sono dei punti in variazione che potrebbero essere largamente discussi.
Effettivamente, come ha detto prima il collega Zacchera (cioè che venti meno quaranta fa venti), c'è qualcosa che non quadra.
La matematica è sempre matematica! Quando leggiamo: "Spese per esercizio delle funzioni trasferite in materia di incremento ippico - 20 milioni", ne prendiamo atto e andremo a verificare come saranno impiegati questi quattrini per l'incremento ippico.
Ci sono comunque altre cose estremamente discutibili. "Spese per il funzionamento del Servizio cave e torbiere, in relazione all'acquisto e alla predisposizione di attrezzature scientifiche": 50 milioni in più. Ne prendiamo atto e anche in questo caso diamo altri 50 milioni. Mi pare che non ci sia, però, una finalizzazione. Alla fin fine, con tutte queste variazioni in aumento, ridendo e scherzando, aumentiamo il bilancio di 500 milioni, tutti spesi in questioni estremamente discutibili.
Mi chiedo se questi 500 milioni non facciano parte di quel pacchetto di fondi che derivano dall'applicazione dell'addizionale che abbiamo test approvato. Questa è la prima perplessità. Inoltre, per quale motivo la Giunta arriva in Consiglio presentando degli emendamenti ad una variazione di bilancio? Non vorrei rifare gli stessi discorsi, ma se gli ultimi Consigli fossero stati dedicati ad approfondire tali questioni, che sono di vitale importanza per la gestione dell'Ente Regione, molto probabilmente non ci troveremmo a fare dei tour de force per poter andare in ferie tranquilli.
Se queste variazioni di bilancio e tutta questa manovra finanziaria fossero state presentate anche soltanto una settimana fa, meglio ancora se un mese fa, avremmo avuto tutto il tempo per discuterne e la Giunta avrebbe potuto disincentivare qualsiasi manovra ostruzionistica.
Prendiamo invece atto che la Giunta arriva in Consiglio con una variazione di bilancio, presentando già degli emendamenti alla stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.
ZACCHERA Svolgo la dichiarazione di voto, riprendendo il discorso iniziale perché a questo punto mi sembra più serio procedere parlando delle iniziative che si potevano assumere.
Se si devono fare degli emendamenti di variazione, si possono ridurre dei capitoli di spesa. Ad esempio, un discorso che avevo iniziato prima quando parlavamo dell'altra legge, è quello delle stampe del Consiglio regionale. Voi sapete, colleghi, quanti milioni di fogli di carta vengono comprati da questo Consiglio regionale?



PRESIDENTE

GALLARINI, Assessore regionale



PRESIDENTE

Sono conti non aggiornati con tutte le fotocopie degli emendamenti che avete presentato.



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Difatti, noi abbiamo pregato di non fare fotocopie se non in un numero limitato; abbiamo presentato degli emendamenti sul retro di fogli già scritti. E' stupido, sono solo dieci fogli, ma è un esempio del fatto che a noi lo sciupio non piace.
Comunque, ho visto deliberazioni per l'acquisto di 37 milioni di fogli di carta; questo, per esempio, pone il problema se non sia possibile ridurre in questa Regione il consumo dei fogli di carta: 37 milioni è il costo dell'ultima fornitura avuta dalla ditta Olivetti, prezzo tirato evidentemente il migliore possibile, su quello non voglio discutere, la gara mi sembra sia stata fatta bene, perché hanno partecipato in numerosi ma pensavo si riuscisse a spuntare un prezzo minore. Oltre a quest'ultima fornitura per 37 milioni, ve n'è un'altra per 25 milioni di fogli di carta.
Inoltre, non è possibile cominciare a gestire un po' meglio il patrimonio delle informazioni? Non parlo della corrispondenza, ma almeno tre quarti della documentazione che si riceve non si ha tempo di leggerla.
Non sarebbe meglio cominciare ad eliminare il numero elevato di copie informando semplicemente che, chi lo desidera, può trovare in biblioteca o all'ufficio documentazione o da un'altra parte un determinato argomento? Soltanto questo farebbe risparmiare notevolmente in stampa e fotocopie.
Inoltre, ci sono delle cose che potranno anche essere utili, ma solo a poche persone. Le segnalazioni bibliografiche o quelle legislative o quelle delle comunità europee, ecc., possono interessare una parte minima di persone; se si vogliono fare, si possono tenere in originale e farne delle fotocopie all'occorrenza, senza farne troppe inutilmente. E' veramente uno spreco evitabile.
Ma su questo argomento, questa sera, andremo avanti ancora per un po' offrendo altri esempi. Uno è quello delle pubblicazioni, Assessorato per Assessorato, della Giunta regionale. Quando presiedeva il collega Beltrami c'era un maggiore contenimento; quest'anno ho notato un certo contenimento rispetto all'anno precedente, però, secondo me, si dovrebbe arrivare ad avere una rivista unica della Giunta regionale, al limite con dei numeri monografici, con una settorializzazione degli argomenti. Non è possibile che ogni Assessorato si faccia la propria rivista, sovente in carta patinata o in carta riciclata, con l'introduzione di un Assessore e la sua debita firma e fotografia introduttiva, e avanti di questo passo.



(Commenti dai banchi della Giunta)



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Difatti prima ti ho lodato - non so se c'eri per il fatto che chiedete l'abbonamento; ti ho anche detto che sottoscrivo le 14.000 lire, e cercher di farlo conoscere in giro. Così come trovo giusto che non venga fatta pagare una divulgazione alle biblioteche.
Ma mi spiegate perché devono essere fatti, ad esempio, "I quaderni della Giunta regionale"? A chi interessano? Costano da 30 milioni in su per ogni numero; non mi si dica che non si possono raccogliere le stesse cose farne cento fotocopie per chi eventualmente ne avesse bisogno, senza procedere alla stampa di un numero che costa - in questo momento non ricordo esattamente la cifra - solo tra fotocomposizione e stampa, 30/40 milioni! Per un numero dei "Quaderni della Giunta regionale"! Signori, così saltano fuori le centinaia di milioni! Andiamo avanti. Esistono altri tipi di spesa che si potrebbero ridurre ad esempio, oltre alle riviste, i libri. Spiegatemi perché, ogni anno dobbiamo pagare delle cifre notevolissime di fondi di dotazione per far stampare dall'IRES dei libri che non legge nessuno. Anche lì: hanno fatto l'elaborazione? Benissimo, facciano un opuscolo dell'elaborazione, senza fare un libro di carta patinata corredato di copertina; faranno sapere che sono a disposizione quei dati e, chi li vorrà, potrà consultarli.
Non c'è assolutamente motivo di stampare collane intere di libri che vanno in biblioteca o arrivare - e ho terminato - a spendere 100 milioni (come è stato fatto non più tardi di qualche mese fa) per comprare un libro, "Piemonte a 360 gradi", in 1.000 copie a 100 mila lire la copia.
Questo è un esempio di spreco che, in questo momento, la nostra Regione non deve dare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Mi ricollego all'intervento del Consigliere Zacchera sugli sprechi soprattutto in materia di fotocopiatura. Ad esempio, noi riceviamo regolarmente la rassegna stampa e tutta una serie di documentazione, pur avendo attivato presso i Gruppi il collegamento con il sistema Arianna, il quale - guarda caso - permette anche la ricerca di interrogazioni ed interpellanze. Per quale motivo, dunque, non si abbandona l'abitudine di mandare ai Gruppi tutta la documentazione sulle interrogazioni ed interpellanze presentate? Una volta presentate, si inseriscano e si attivi piuttosto un meccanismo che ci permetta l'accesso non dico in tempi reali ma nel giro di 24 ore, tramite il sistema Arianna, a tutta la documentazione presentata (interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno, ecc.). A quel punto potremmo recuperare un sacco di fotocopie, di carta che viene invece sprecata, perché la realtà è che viene buttata via.
Prendo atto che è stato finalmente attivato un servizio di recupero della carta; però non è stato potenziato, perché per esempio presso il nostro Gruppo non esiste il servizio della raccolta differenziata, che viene fatta volontariamente da parte di Pro Natura, che passa a ritirare la carta una volta alla settimana. Per quale motivo ai Gruppi non è stato attivato il meccanismo del riciclo della carta? Questa è un'altra domanda che pongo; cerchiamo, anche in questo caso, di razionalizzare gli sprechi che vengono fatti anche ai Gruppi per mancanza di sensibilizzazione.
Ribadisco che, effettivamente, iniziative se ne possono trovare.
A questo punto, volevo toccare delle tematiche di ordine generale, ma estremamente importanti. Noi abbiamo preso atto di un assestamento di bilancio che vedeva alcune voci a mio parere estremamente negative. La Regione ha tagliato su argomenti che io ritengo estremamente importanti ed ha invece aumentato certe spese. Faccio due esempi. Il settore culturale ha subìto dei tagli su alcune iniziative, mentre una Giunta che si dice autonomista, e che va verso una rivalutazione della Regione, dovrebbe curare di più la cultura; in questo settore abbiamo invece assistito a tagli anche abbastanza pesanti.
A fronte di questo, però non abbiamo visto quei tagli che invece ci auguravamo su alcuni fondi. L'ho citato già due volte e lo cito una terza perché la cosa ha dell'incredibile. Parliamo dei 700 milioni dati al Teatro Stabile. Di questo argomento continuerò a parlare fin quando non ci saranno degli interventi. Si tratta di puro e semplice assistenzialismo, perch questo denaro è stato erogato senza una richiesta di cambio di politica da parte di questi enti, i quali non fanno altro che prendere atto del fatto che, a fine anno, la voragine che creano verrà sanata dalla Regione. Non fanno niente per ridurla, e noi continuiamo a versare, il Comune di Torino continua a versare e, alla fine, si ha una situazione ormai incancrenita.
Il problema è che quando si dovrà intervenire, perché si arriverà al collasso, si creerà una situazione drammatica, con la perdita di posti occupazionali. L'Ente Regione dovrebbe attivarsi per sensibilizzare questi enti, per far sì che cambino lentamente il loro modo di gestione, in modo da restare continuamente in un clima di deficit ormai assestato. Dobbiamo veramente invitarli a cambiare il modo di fare politica e di fare amministrazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento testé discusso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è approvato.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Majorino e Zacchera. Per facilitare la discussione consideriamo questo come un unico emendamento dal A-1 al A-23, in quanto non c'è nessuna quantificazione tra entrate e uscite. Procediamo quindi come abbiamo fatto per il blocco degli emendamenti presentati dal Consigliere Rabellino, in quanto sono formulati nello stesso modo.
La parola al Consigliere Zacchera per l'illustrazione.
ZACCHERA Abbiamo provveduto a fare in modo che tornassero i conti.
Si stava parlando di sprechi e continuiamo su questo aspetto; prima parlavo dell'acquisto di una serie di pubblicazioni obiettivamente non indispensabili, un altro capitolo di spreco veramente molto ampio riguarda la pubblicità, per la quale questo Consiglio, qualche secondo fa, ha approvato un aumento di 195 milioni. La pubblicità, il sistema di rapportare la Regione Piemonte all'esterno, secondo me, è completamente assurdo. Fare delle pagine intere di pubblicità sui giornali del Piemonte non serve a niente, se non a foraggiare - mi sia concesso il termine una quantità di giornali e giornaletti che, di solito, nascono, crescono e repentinamente muoiono, in determinate zone del Piemonte, di influenza di colleghi o di Assessori, con delle pagine che lasciano esattamente il tempo che trovano.
Se aveste il tempo di leggere le deliberazioni di Giunta, che sembrano fotocopie, vedreste lo squallore (non trovo altro termine) della loro giustificazione. La giustificazione la si trova ovunque, perché ci sono delle spese chiaramente - non oso dire la parola "clientelare", data l'ora lascio perdere non rilevanti dal punto di vista del ritorno d'immagine.
Vorrei capire quale ritorno pubblicitario ne è derivato alla Regione Piemonte dai 10 milioni spesi per fare la pubblicità sugli atti del Congresso della CGIL. Altre riviste che pubblicizzano genericamente la Regione Piemonte in Piemonte non servono a nulla. Se fossero fatte in un'altra Regione, forse potrebbero servire a qualcosa.
Lo stesso discorso vale nel Piemonte per altre Regioni. Avrete notato le pagine incredibilmente costose della Regione Sicilia. Mi chiedo quali siano gli Assessori della Regione Sicilia che possono permettersi una spesa del genere relativamente a giornali di cui sappiamo tutti il costo della tiratura; si tratta di centinaia e centinaia di milioni che alla fine io penso siano miliardi. E' un esempio di come la spesa regionale, da questo punto di vista, dovrebbe essere contingentata; parlo anche della nostra perché quest'anno si è ripetuta una certa quantità di forme pubblicitarie assolutamente non coordinate.
Per esempio, l'inserzione dell'Assessore Cantore sulla rivista della pesca, poiché era motivata da una promozione della pesca in Piemonte, aveva perlomeno una sua logica. Altri interventi fatti dallo stesso Assessore o da colleghi di Giunta su altre riviste, senza né capo né coda, con degli articoli redazionali, non servono assolutamente a nulla. Perché allora, in una logica di rigore, non si arriva ad un'organizzazione di queste iniziative e ad un contingentamento? Trenta minuti fa avete approvato un'ulteriore spesa di 195 milioni; la Regione Piemonte, per esempio, ha, tramite l'ENIT, un elevato numero di esposizioni all'estero, che però non servono assolutamente a niente in quanto, malgrado la buona volontà della Regione Piemonte, l'organizzazione dell'ente all'estero fa acqua da tutte le parti. Infatti, ci sono stati dei convegni organizzati malissimo, dove la presenza del Piemonte avrebbe dovuto essere concentrata in poche presenze, ma determinate, qualificate scelte; ciò, invece, non è avvenuto.
Per quanto riguarda l'agricoltura, avete presente quanto costa la presenza della Regione Piemonte al Vinitaly di Verona? Siamo arrivati a spendere centinaia, centinaia di milioni per partecipare ad una fiera. Mi chiedo, a questo punto, quale riscontro derivi agli agricoltori, in questo caso i viticoltori del Piemonte, dalle centinaia di milioni spesi per partecipare al Vinitaly. Questo è un altro esempio di quelle spese che secondo me, possono essere integralmente cambiate.
Vi sto facendo perdere tempo, ma ciò fino ad arrivare ad un ora limite dopodiché mi darete atto che quanto vi dico è in tema e finalizzato ad una razionalizzazione delle spese di questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



PRESIDENTE

RABELLINO



PRESIDENTE

Sottolineo che in questa variazione di bilancio troviamo un aumento di 7 miliardi e 65 milioni in undici voci del settore cultura.
Vorrei che prestaste un attimo di attenzione a queste variazioni e quindi su come vengono spesi i soldi della Regione, ovvero quello che noi andiamo a drenare ai contribuenti.
Nel capitolo n. 11690 troviamo contributi ad "Enti locali associati o singoli, al Teatro Stabile di Torino e agli enti e alle associazioni culturali che operano con continuità in campo teatrale e con adeguate strutture" dove sono stati concessi, soltanto con la variazione, 300 milioni.
Nel capitolo n. 11710 troviamo "Spese per la realizzazione di un servizio di lettura in sostituzione dei centri di lettura di cui all'art.
47...": l'aumento è di 715 milioni.
Per quanto riguarda "Contributi ad enti locali, istituzioni e associazioni culturali per la realizzazione di iniziative culturali di rilievo regionale..." abbiamo un aumento di 500 milioni, che vanno ad aggiungersi ai 400 milioni già previsti.
Sarebbe inoltre interessante analizzare come avviene la loro gestione perché in molti casi si tratta di pura e semplice "clientela".
Vi sono poi "Contributi agli enti locali, Comunità montane istituzioni, fondazioni ed associazioni per attività di promozione culturale, nonché per la gestione e la manutenzione di biblioteche e musei...." che hanno subìto un aumento di 100 milioni.
Il bilancio prosegue con i contributi ad enti e istituzioni culturali del Piemonte per la promozione ed il sostegno di iniziative e progetti culturali, i quali hanno subìto un aumento di 800 milioni. Inoltre, vi sono "Finanziamenti ad enti, istituzioni, associazioni culturali la cui costituzione è stata promossa dall'Amministrazione regionale e con cui vigono apposite convenzioni", che hanno subìto un aumento di 750 milioni che si aggiungono ad 1 miliardo e 600 milioni già previsti in bilancio, con un totale di 2 miliardi e 350 milioni.
Proseguendo, troviamo "Contributi ai Comuni per il sostegno di attività corsuali di orientamento musicale nel settore bandistico, strumentale e corale, nonché agli istituti e scuole civiche e private di musica per attività professionali"; anche in questo caso, c'è stato un aumento di 300 milioni.
Altra voce: "Contributi all'Ente autonomo Teatro Regio di Torino per lo svolgimento delle attività istituzionali dell'ente": +300 milioni, che si aggiungono a quelli già previsti in bilancio. La voce successiva "Contributi ed altri oneri per il decentramento di iniziative musicali dell'Ente autonomo Teatro Regio in località del Piemonte" fa sempre parte dei finanziamenti concessi all'Ente Teatro Regio per altri 300 milioni.
Quindi, ben 600 milioni in variazioni, non noccioline! Alla fine di questo conteggio troviamo una cifra di 7 miliardi e 65 milioni; non dico che questo denaro non debba essere erogato, che questi capitoli non debbano essere finanziati, ma ritengo che in un momento di difficoltà - e mi pare che tutti noi siamo coscienti di questo momento di crisi - proporre una variazione di bilancio di 7 miliardi nel settore culturale sia veramente una cosa difficile da comprendere. Anche perché non è che noi non concediamo loro nulla, tant'è che abbiamo già previsto un contributo sostanzioso per queste iniziative.
Era quindi il caso di arrivare in Consiglio con una variazione di bilancio di 7 miliardi in più? Quando tiriamo la cinghia, cerchiamo di tirarla su quelle spese che non sono di vitale importanza, ed il settore culturale, in questo momento, non è di vitale importanza. Non faccio questioni sui singoli capitoli, anche se alcuni aumenti, per esempio quello di 15 miliardi sul fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali sono più comprensibili; però, 7 miliardi in più nel settore della cultura mi sembrano veramente fuori luogo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Mi scuso pubblicamente con i funzionari e gli stenografi per aver fatto perdere tempo. Sostengo che nel campo informatico la Regione avrebbe la possibilità di risparmiare parecchi miliardi. Ad esempio, l'esserci legati mani e piedi al CSI - so che i Consiglieri di maggioranza la pensano come me - si sta rivelando un collegamento perdente. Collegamento estremamente difficile da spezzare, se non si ha il coraggio di fare delle scelte.
Nessun'altra società di informatica avrà mai il coraggio di mettere le mani in questa Regione, se non organizzando un appalto pluriennale di importo notevolissimo che possa convincere un'impresa di primaria importanza sul mercato ad intervenire con offerte alternative. Il continuare a non scegliere e a rivolgerci al CSI - che al momento in cui viene messo in concorrenza dimostra essere estremamente più caro rispetto ai prezzi normali di mercato - è un atteggiamento perdente.
Vorrei sapere qual è l'Assessore, qual è la Giunta, qual è la maggioranza che ha avuto l'infelice idea di dire che la memoria dati è di proprietà del CSI, nonostante le centinaia di miliardi che questa Regione ha pagato negli ultimi quindici anni! Questa è una cosa incredibile. Quando sosteniamo che i dati raccolti dal primo giorno di quest'anno sono di proprietà della Regione Piemonte, continuiamo a dare una maggiore ricchezza di dati a terzi, cioè al CSI, con la conseguenza di avere sempre meno possibilità di staccarci da questo ente; questo è un discorso importante.
Un secondo aspetto: l'informatica intesa come manufatti, come computer come attrezzatura. Tutti noi sappiamo che è un settore importante e costoso, ma dov'è la programmazione degli interventi? All'Assessorato ai beni ambientali c'era un corridoio intero di personal computer tolti dal mercato e accatastati lì: saranno stati - questo sei mesi fa - almeno cento computer diversi! Io spero che ci sia un economato che li abbia tolti, ma a parte il fatto che temo che su quelli stiamo ancora pagando le manutenzioni con i contratti del 1989, che nessuno è andato a cambiare (questo è un mio timore e su questo poi discuteremo nello specifico) vorrei sapere con quale criterio si sceglie un prodotto piuttosto che un altro. Non si vuole capire che ormai nel privato spesso non si compra un computer solo perché si chiama Olivetti, quando c'è lo stesso computer con un altro nome, che è identico e viene sempre fatto a Singapore (come del resto fa l'Olivetti, perché in piccolo c'è scritto "Olivetti made in Singapore" e non "made in Italy")! Queste sono le cose che dobbiamo fare e che ci possono far risparmiare i miliardi! C'è inoltre il discorso dei programmi. Io non sono un patito di informatica, ma come Consigliere regionale non riesco ad utilizzare un programma decente e continuo a lavorare con la macchina da scrivere.
Difatti, anche se mi hanno detto che ci deve essere la nuova scrivania del Consigliere regionale, come funzioni il sistema Arianna io ancora non l'ho capito! Se cerco dei dati non li trovo mai! Se chiedo alla mia segretaria i dati non ci sono mai! Se c'è bisogno di inserirsi dal Gruppo, non riusciamo ad entrare nella memoria centrale, perche è sempre occupata! Ma quante decine, centinaia di milioni costano queste programmazioni informatiche? E cosa ci danno, in concreto, se siamo costretti a battere a macchina le interrogazioni, a fotocopiarle e a consegnarle a mano? Inoltre se vogliamo sapere cosa è stato fatto precedentemente, è sempre una complicazione! Questo sistema non funziona e con questo sistema noi abbiamo sprecato in questi anni miliardi su miliardi! Questi miliardi potevano essere utilmente recuperati ed utilizzati al fine di non procedere ad un aumento delle tassazioni o quanto meno per ridurre le spese.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale sul gruppo di emendamenti testè discussi.



(Il Consigliere Segretario Porcellana ad un certo punto interrompe l'appello nominale)



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Presidente, faccia procedere l'appello!



PRESIDENTE

Informo il Consiglio che stiamo votando gli emendamenti presentati dal Gruppo MSI.
ZACCHERA Appunto, andiamo avanti! Avete votato tutti "sì" finora, e allora si va avanti a votare! Il voto è stato espresso!



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, la seduta la presiedo io! Non c'è alcun problema, perché ogni volta che c'è un fraintendimento e in questo caso siamo in sede di chiaro fraintendimento - si consente ai Consiglieri di esprimere il voto che effettivamente intendono esprimere per cui, se c'è una richiesta di verifica del voto in quanto non era stato chiarito l'oggetto della votazione, possiamo ripetere dall'inizio questa votazione.
CAVALLERA Chiedo la verifica del voto, signor Presidente.



(Commenti del Consigliere Zacchera)



PRESIDENTE

Non c'è dubbio. L'abbiamo fatto per qualsiasi Consigliere che abbia frainteso il suo voto, anzi io la ringrazio, Consigliere Zacchera, perché è stato molto corretto.
ZACCHERA Presidente, però lei non è stata corretta prima, quando ho detto che il mio chiaro intendimento era diverso!



PRESIDENTE

Lo so, ma qui siamo in sede di dichiarazione di voto e non delle intenzioni che ha nella sua testa - abbia pazienza mentre lei scrive un emendamento o un sub-emendamento: sono due cose molte diverse. Questo livello di lucidità, nonostante la vostra straordinaria battaglia, io ce l'ho ancora.
Ripetiamo pertanto la votazione per appello nominale degli emendamenti presentati dal Gruppo MSI.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI 3 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Gli emendamenti sono respinti.
Passiamo agli emendamenti presentati dal Gruppo PCI-PDS.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Noi accettiamo questi emendamenti e pertanto intendiamo discuterli.
Un altro capitolo degli sprechi è quello della promozione, e qui la Giunta è davvero in difetto. A proposito della Promark, da tempo avevamo sottolineato la necessità di chiudere questo ente - noi chiedevamo di metterlo in amministrazione controllata che è poi stato messo in liquidazione.
Vorrei capire perché la Promark continua a costare soldi alla Regione Piemonte: è stata messa in liquidazione, ma non si riesce a capire se è o non è in liquidazione o cosa stia facendo il liquidatore, il quale, essendo stato nominato dalla Giunta regionale, dovrebbe portare regolarmente delle relazioni sulla sua attività alla Presidenza della Giunta regionale.
Sull'argomento, ho presentato delle interrogazioni, chiedendo di avere copia di questo lavoro, senza alcun risultato.
Il discorso della Promark è emblematico di un certo comportamento.
Prima abbiamo inventato questa società, che era un bidone collettivo, tanto è vero che, se non vado errato, a causa dei notevoli debiti, le abbiamo ricostituito il capitale ben cinque volte. Abbiamo creato questo debito assumendo clientelarmente, tramite i partiti nei modi del manuale Cencelli i dipendenti. Quando si è deciso di liquidarli, questi dipendenti sono stati trasferiti all'Amministrazione regionale, facendo andare le cose esattamente al contrario di quelli che erano gli intendimenti, i voleri e le scelte della stessa Giunta regionale. Quello che c'era da vendere di Promark era il marchio. Che fine ha fatto? Finché sussiste il marchio vedremo sempre delle manifestazioni con il nome di Promark: ma allora questa società è in liquidazione o non lo è? Questo è un esempio.
Per quanto riguarda la partecipazione a fiere, enti ed altro, non c'è soltanto un discorso turistico, bensì non si capisce, dal punto di vista strategico, cosa ci vada a fare la Regione. Leggerete un elenco di nostre partecipazioni a manifestazioni che veramente non hanno alcun fine strategico. Per cui, se non hanno fine strategico, vanno tagliate o potate nella loro spesa per risparmiare dei soldi.
Introduciamo poi il discorso dei consulenti. Perché si scelgono dei consulenti? Ho avuto oggi, e ringrazio l'Assessore Gallarini, copia di quella consulenza a cui accennava, mi pare, il collega Ferrara ieri. Se quella consulenza ci è costata 28 milioni, questi soldi potevano essere interamente risparmiati, perché nessuno la conosce, nessuno l'ha letta: non ha portato alcun ritorno. Scusate, è quasi da Procuratore della Repubblica! Saranno dieci paginette scritte ad interlinea quattro, che non dicono assolutamente nulla. Io ce l'ho in borsa e la esaminerò meglio, ma non si possono pagare 28 milioni di consulenza per una cosa che resta lì! A che cosa è servita, Assessore Gallarini, quella consulenza? A cosa servono, ad esempio, Assessore Fulcheri, certe consulenze artistiche (che arrivano anche a costare decine di milioni) in appoggio alle mostre? Posso capire che la grande mostra abbia bisogno del grande nome di consulenza, ma non comprendo le "sbrodolate" per fare dei cataloghi su pittori o scultori semisconosciuti che ci costano decine di milioni. Non sto dicendo che non devono essere spesi dei soldi per la cultura, dico che in questo modo ci si mangia tutto il patrimonio e le disponibilità di un Assessorato. Non capisco quale fine artistico ci sia nella scelta di questo o di quell'altro autore. Decidiamo, per cinque anni, di potenziare l'800 piemontese? Va bene, allora scegliamo gli artisti con una determinata logica. Se non c'è una logica di programmazione, andiamo qui e là, come è stato fatto per la famosa rivista Aquilone, che costava 25 milioni: ne hanno fatti due o tre numeri, li abbiamo comprati tutti noi, poi nessuno sa più niente di Aquilone, i soldi sono stati buttati via, non si sa a chi sono andati.
E così, fine della storia: abbiamo buttato via un bel po' di milioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Volevo soffermarmi su una voce di questo emendamento. Ritengo debba essere fatto un momento di riflessione, in particolare sugli interventi regionali concernenti gli edifici di culto e le pertinenze funzionali relative all'esercizio del culto stesso. Mi spiace dirlo, ma rispetto al fatto che la Regione Piemonte intervenga sugli edifici di culto innanzitutto sarebbe interessante - e questo sarà oggetto di un'interrogazione - capire cosa si intende per edifici di culto, se soltanto inerenti alla Chiesa cattolica o anche alle altre Chiese. Anche se c'è una legge regionale, penso che fare una variazione di bilancio, in questo caso, sia abbastanza inopportuno.
Per quale motivo dobbiamo spendere ulteriori quattrini per iniziative di questo tipo? Ripeto, il fatto che ci sia una legge regionale o comunque che si sia vincolati non toglie che il problema sussista, perché nessuno ci impedisce di o non rifinanziare la legge o di modificarla.
Ritengo che la libertà di culto debba essere anche una libertà di finanziamento, non soltanto della professione del proprio culto, ma anche della gestione dei propri edifici.
E' un po' come il discorso dei finanziamenti ai partiti. Lo Stato ha istituito il cosiddetto 8 per mille che va alle Chiese (peraltro dal prossimo anno vi accederà anche la Chiesa Valdese): ritengo che questo sia più che sufficiente.



(Interruzione dell'Assessore Nerviani)



PRESIDENTE

RABELLINO



PRESIDENTE

Ma certo, certo. L'anno scorso il Sinodo - io dico finalmente - ha cessato questa politica di rinuncia all'8 per mille. Così si darà questa opportunità a molti piemontesi, perché saranno molti i piemontesi che daranno il contributo alla Chiesa Valdese. Libertà di culto, ma anche la legge dell'8 per mille è estremamente discutibile, perché i contribuenti che non sottoscrivono - e sono la stragrande maggioranza dei cittadini - n per la Chiesa cattolica né per lo Stato, e nemmeno per le altre Chiese che accedono all'8 per mille, versano il loro 8 per mille in parti uguali alla Chiesa cattolica e allo Stato italiano.
Questo lo ritengo estremamente grave, perché l'8 per mille dovrebbe essere suddiviso fra tutti coloro che vi accedono; è estremamente iniquo e di nuovo penalizza tutta una serie di cose.
Adesso abbiamo divagato sul tema, però il fatto che anche la Regione in un momento di difficoltà, si permetta di dare 100 milioni in più rispetto a quello che già viene erogato, lo riteniamo.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

RABELLINO



PRESIDENTE

Sì, 100 milioni in più, te lo posso assicurare. Peraltro la legge nazionale, tra le tante cose inique, contempla che non è l'8 per mille di quello che uno sottoscrive che va a quella Chiesa o allo Stato, ma il conteggio viene fatto in base alle percentuali dei firmatari per questa quella Chiesa o lo Stato. Ciò è estremamente grave, perché non è il mio 8 per mille che va a quella religione; io sono uno dei tanti e conto anche come il contribuente che versa pochissimi contributi allo Stato in tasse, e il mio 8 per mille è equiparato a quello di chi versa cifre irrisorie. E' un'iniquità, perché se parliamo dell'8 per mille, il mio 8 per mille deve andare a quella religione o comunque allo Stato.
Questo è un concetto che non esula dal fatto di deplorare un ulteriore intervento di 100 milioni (anche se sono solo 100 milioni) agli uffici di culto e alle pertinenze funzionali.



PRESIDENTE

Poiché la Giunta non accoglie gli emendamenti presentati dal Gruppo PCI PDS, procediamo con le dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Più che una dichiarazione di voto, ho da rivolgerle un'altra richiesta.
Esattamente cinque minuti fa è scoccata la mezzanotte; a questo punto, le chiedo di dichiarare chiusi i lavori del Consiglio. Si procederà nei giorni seguenti alla convocazione del prossimo Consiglio, presumibilmente per martedì o quando lei, i Capigruppo e l'Ufficio di Presidenza riterranno meglio.
Ricordo - ricordo a me stesso, più che altro - e mi permetto di ricordare a lei, Presidente, che il Consiglio era convocato per i giorni 27, 28 e 29 luglio alle ore 9,30 e alle ore 15,30. Ritengo che, passata la mezzanote, quindi esauritasi la giornata del 29, il Consiglio non possa più deliberare. Ecco perché le chiedo una dichiarazione di chiusura dei lavori.
So benissimo, anzi, me lo ha ricordato il Presidente Brizio, che c'è stato - ed è anche a mia memoria, visto che ho l'onore di essere in questo Consiglio da parecchi anni - qualche precedente, per la verità raro (mi è stata ricordata la discussione sulla legge della caccia); però mi pare anche che, proprio a quell'epoca, il Consiglio fosse convocato anche per il giorno successivo. Comunque, anche se c'è stata una prassi perversa, nel senso di essere contraria ad un principio che non sta scritto in nessun codice, che però è nella realtà delle cose, è la regola generale del contraddittorio, delle convocazioni: se si è convocati per un certo giorno non si può procedere con i lavori, nella specie di un organismo politico per i giorni in cui non c'è stata la convocazione. Fossimo in un Tribunale ci sarebbe la nullità assoluta degli atti compiuti, però ritengo che anche nell'aula politica si debbano rispettare certe regole.
Ci sarebbe stato l'espediente più che legittimo, ricosciuto mi pare anche all'epoca, sempre non scritto ma riconosciuto dalla prassi e dai principi generali, anche vigente lo Statuto Albertino, di fermare l'orologio alla mezzanotte, ai fini di ultimare ciò che si riteneva urgente. Questo espediente, pur legittimo, non si è ritenuto di porlo in essere; per cui anche se nella vita ultraventennale di questo Consiglio c'è stato qualche caso in cui il Consiglio ha lavorato in notturna (non è vietato, purché sia previsto dall'o.d.g.), anche se ci sono stati precedenti del genere, sono stati contrari a principi generali.
Quindi, mio malgrado, le devo dire che qualora proseguissero i lavori di questo Consiglio e si votasse la variazione nei prossimi minuti, nel prossimo quarto d'ora, il nostro comportamento di ostruzionismo avrà comunque un'onda lunga; non questa sera, ma l'onda lunga andrà presso i competenti organi dell'esecutivo, e precisamente arriverà.



PRESIDENTE

Veda lei se usare questo termine: io non glielo consiglio! Quello dell'onda lunga proprio non glielo consiglio! E detto da me, mi creda, Consigliere Majorino.
MAJORINO Mi consenta, ho visto che il Sindaco Castellani - c'è oggi su "La Stampa" - ha detto "Vinceremo"; purtroppo questa parola ha portato jella a qualcuno e temo porterà jella anche a Castellani.
Spero comunque che aver parlato di onda lunga non mi porti jella.



PRESIDENTE

Infatti, se l'avessi incontrato, l'avrei consigliato anche a lui.
MAJORINO Di non dire "Vinceremo"; purtroppo è una parola che ha portato jella.



PRESIDENTE

Ricordo un'altra frase: "Quando andate via, ricordatevi di spegnere la luce", e furono dieci anni di buio.
Ci sono delle cose ricorrenti.
MAJORINO Comunque qualora lei non sospenda, il nostro ostruzionismo arriverà anche senza nessuna onda, al Ministro delle Regioni per fargli presente la situazione e per ottenere, almeno una volta, il pronunciamento del Governo su casi del genere. Come è noto, il Governo, tramite il suo Commissario vista le leggi regionali: vedremo se è stato un comportamento legislativo legittimo o meno, quello di votare delle leggi dopo la mezzanotte, in un giorno in cui il Consiglio non era sicuramente convocato.
Si potranno trovare degli espedienti o dei marchingegni istituzional giuridici, ma la realtà è questa, Presidente.
Le chiedo di decidere sulla mia richiesta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rabellino; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

RABELLINO



PRESIDENTE

Mi associo alla richiesta del collega Majorino. Se ci sono stati dei precedenti analoghi, è anche vero che non sono mai stati impugnati da nessuno, per cui c'è stata un'unanime scelta di andare oltre una certa ora.
Qui invece ci sono tre Consiglieri - due di certo, ma credo anche il terzo che chiedono ed annunciano un'impugnativa di questa convocazione. Anch'io ritengo che, essendo la convocazione stata fatta per il giorno 29, non possa essere considerata valida per il giorno 30. Ci sono comunque dei precedenti, non per il Consiglio regionale ma per diversi Consigli comunali, in cui a causa di questa prassi alcuni atti sono stati annullati e noi porteremo questi precedenti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

RABELLINO



PRESIDENTE

Lo sappiamo perché ci siamo informati, caro Picchioni.



(Commenti del Consigliere Picchioni)



PRESIDENTE

Va bene, il Consigliere Rabellino si è informato. E' giusto che chi non ha esperienza di assemblee si informi. Prego, Consigliere, prosegua.
RABELLINO Il sottoscritto, appunto, si è informato. Ci sono dei precedenti di Consigli comunali la cui convocazione non è stata considerata valida oltre la mezzanotte; nell'impugnativa dei provvedimenti presi - compresi quelli la cui discussione era iniziata prima della mezzanotte porteremo ad esempio questi precedenti.
E' vero, si tratta di Consigli comunali e non del Consiglio regionale ma è anche vero che quando in casi precedenti il Consiglio regionale è andato oltre la mezzanotte, il fatto non è stato impugnato da nessun Consigliere, per cui non esiste un precedente in questo Consiglio.
Dichiarando questo, annunciamo anche l'abbandono dell'aula - almeno, io abbandono l'aula - perché questo Consiglio per noi non è più legittimato non essendo più valida la convocazione.



(Il Consigliere Rabellino abbandona l'aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Io non mi sono informato e quindi non entro nel merito tecnico della vicenda; la Presidenza sicuramente deciderà in merito.
Faccio comunque presente due cose: innanzitutto certifico che sono le ore zero, tredici minuti e sette secondi dopo la mezzanotte, quindi che non ci sia dubbio che la mezzanotte è trascorsa.
Se lei ritiene che non sia trascorsa, la prego di dire che non lo è perché se anche lei sostiene che la mezzanotte è trascorsa, che almeno su questo poi non ci siano ricorsi. Lei mi conferma che è passata mezzanotte signora Presidente?



PRESIDENTE

Lei faccia il suo intervento, che poi io faccio il mio.
ZACCHERA Allora io certifico che la Presidente non mi vuole confermare che sono passati tredici minuti dopo la mezzanotte.



PRESIDENTE

Potrei non avere l'orologio, Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Sì, però le faccio presente che in sala ci sono due orologi e che entrambi segnano.



PRESIDENTE

Potrei non vedere fin là.
ZACCHERA Scusi, se lei riesce a vedere il Consigliere Rabellino che è più vicino dell'orologio, evidentemente.



PRESIDENTE

Infatti lo vedo un po' confuso, un po' rotondo. Vedo qualcosa di rosso... Che detto del Consigliere Rabellino è il massimo! Devo vedere proprio male!



(Commenti e risate in aula)



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Questa risata liberatoria dell'Assessore Gallarini... Vedo che lo fa contento. Scusate, per piacere.



PRESIDENTE

Vada avanti, Consigliere Zacchera, vada avanti. Pregherei i colleghi di volersi fermare, perché non vedo molto bene, ma sento molto brusìo: calmiamoci.
ZACCHERA Anche perché i colleghi che magari hanno voglia di comprendere potranno rilevare che anche questa è una maniera elegante di terminare l'ostruzionismo.
Quindi, certifichiamo che è passata la mezzanotte. Inoltre, signora Presidente, la prego di considerare che sta succedendo un'altra cosa. Qui non c'è l'intero Consiglio regionale; infatti, un'ampia parte, quasi la metà, dei Consiglieri è assente. Quando queste persone sono uscite, era in corso di discussione un altro argomento e su questo si sono allontanati, e comunque avevano da noi la conoscenza che avremmo tirato almeno fino a mezzanotte, se non intervenivano fatti nuovi, con interventi non di perdita di tempo. Darete atto che, in definitiva, sono circa due ore che vi sto parlando, sempre a termini di Regolamento, su cose abbastanza interessanti.
Mi sto chiedendo se non sarebbe corretto sospendere comunque il Consiglio regionale, visto che un'ampia parte dei Consiglieri non è presente ad una discussione di estrema importanza. Mi chiedo se non sarebbe una cosa giusta, in quanto alcuni colleghi non possono essere a conoscenza che è passata la mezzanotte, ed è ancora in corso la discussione su un punto all'o.d.g., mentre su altri punti all'o.d.g. che la maggioranza si era impegnata ad esaminare, non è si è ancora iniziato a parlare.
Per questi motivi ritenevo potesse essere giusto sospendere il Consiglio regionale, per iniziarlo anche soltanto domani mattina alle ore 9,30, o nei termini più prossimi, per procedere ad un'adeguata convocazione del Consiglio regionale ai sensi di legge.
Voglio chiedere scusa ai colleghi, perché abbiamo fatto perdere loro del tempo, e il tempo nella vita non va mai buttato via. Ho cercato, salvo qualche intervento verso le 20,30, di dare comunque dei contributi alla discussione. Sarebbe interessante che, specialmente gli Assessori meditassero sulle cose dette. Si possono essere perse quattro-cinque ore di discussione sterile, ma si può aver tutti imparato qualcosa. Io penso che in un regime democratico anche questo faccia parte delle regole del gioco.
Non mi sembra che sia stato mancato di rispetto a nessuno.



PRESIDENTE

Credo con assoluta tranquillità di poter affermare che la seduta pu andare avanti. Esiste una prassi consolidata in tutte le assemblee elettive, per cui ritengo non vi sia nessun problema. Sono le ore 0,15 e così mi è stato riferito dagli uffici.
Ricordo, Consigliere Majorino - lo voglio dire a lei e alla sua esperienza - che per circa una decina di anni sono stata intrattenuta nel Consiglio comunale di Torino per lunghissimi interventi che il Capogruppo del suo partito, on. Martinat, ci ha fatto sovente nelle ore notturne. Con ciò voglio dire che, se prassi c'è stata, credo che le opposizioni delle varie assemblee abbiano contribuito a determinarla.
Per quanto riguarda lo svolgimento dei lavori e il fatto che altri Consiglieri regionali si sono allontanati, devo dire che essi erano pienamente a conoscenza di quale sarebbe stato lo svolgimento dei lavori.
Inoltre mi è stato comunicato dal Vicepresidente Monticelli che i Consiglieri del suo Gruppo non sarebbero tornati per nessun argomento.
Questo non so se sia stato un atto di cortesia personale, ma è comunque una comunicazione che mi è stata fatta. Credo di poter dire che queste sono le conseguenze dell'ostruzionismo. Se i tre Consiglieri non avessero scelto di fare ostruzionismo, questi provvedimenti sarebbero stati discussi e completati ben prima della mezzanotte.
Infine, non credo assolutamente che l'autonomia delle Regioni e dei Consigli regionali in ordine allo svolgimento delle sedute del Consiglio debba essere affidata alle valutazioni dei vari Ministeri.
Pertanto credo che questo insieme di argomentazioni ci consiglino e ci confortino nell'andare avanti. Sta all'autonomia dei Consiglieri fermarsi oppure andare via.



(I Consiglieri Majorino e Zacchera abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione degli emendamenti presentati dal Gruppo PCI-PDS.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con 29 voti contrari.
Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Marengo, Bortolin e Riba: il comma secondo dell'art. 1 è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 29 voti contrari.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 1, comma secondo, la tabella B viene integrata dalle seguenti variazioni: cap. n. 11070 + 100.000.000 cap. n. 11080 + 100.000.000 cap. n. 11090 + 250.000.000 cap. n. 11540 + 4.250.000.000 cap. n. 11990 + 300.000.000 cap.710 n. 12000 + 250.000.000 Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale: dopo il comma terzo dell'art. 1 vengono aggiunti i seguenti commi: "4. Ad integrazione di quanto previsto dal comma primo dell'art. 4 della legge regionale con la quale è stato approvato l'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993, è autorizzata la contrazione di ulteriori mutui per L. 57.000.000.000.
5. Il provento del mutuo di cui al comma precedente, è destinato al finanziamento delle spese iscritte ai capitoli: n. 20100, 20110, 20140, 20170, 20200, 20310, 20390, 20640, 23240, 23600 23710, 23780, 24080, 25190, 25360, 25570, 25623, 26300, 26660, 26720 26940.
6. I mutui saranno stipulati ad un tasso massimo del 15,00% annuo, oneri fiscali esclusi, e per la durata massima dell'ammortamento di venticinque anni.
7. La Giunta regionale è autorizzata a provvedere alla stipulazione dei mutui predetti nei limiti, alle condizioni e con le modalità previste dal presente articolo.
8. Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui al presente articolo, previsti in L. 9.600.000.000 per l'anno finanziario 1994 e per ciascuno degli anni finanziari successivi, si provvede con le somme che sono iscritte, nell'ambito delle disponibilità esistenti alla voce 'Oneri non ripartibili' del bilancio pluriennale 1993/1995.
9. L'accantonamento di L. 14.240.000.000, iscritto nel fondo globale di cui al capitolo n. 27170 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1994, è finalizzato al finanziamento del seguente disegno di legge: 'Interventi di promozione turistica'.
10. Per l'attuazione della L.R. 29/10/1992, n. 43 è autorizzata, per l'anno 1993, la spesa di L. 100.000.000.
11. Viene conseguentemente istituito il capitolo n. 11085 con la seguente denominazione: 'Spese per le attività di informazione, promozione e divulgazione di azioni positive per la realizzazione di pari opportunità tra uomo e donna' con la dotazione, in termini di competenza e di cassa, di L. 100.000.000.
12. La denominazione del capitolo n. 10485 viene così modificata: 'Contributi per la realizzazione delle iniziative del circolo dei dipendenti della Regione'.
13. Tra i capitoli 25630, 26690, 26700, 26820 e 26825, i cui stanziamenti sono provenienti dal fondo di rotazione istituito ai sensi della legge n.
183/87, sono autorizzate variazioni, tra loro compensative con atto amministrativo.
14. Tra i capitoli 15090, 25620, 26670, 26680, 26800 e 26810, i cui stanziamenti sono provenienti dalla CEE per l'attuazione del Regolamento n.
2052/88 - Obiettivo 2, sono autorizzate variazioni tra loro compensative con atto amministrativo.
15. Tra i capitoli 20100, 20110, 25589, 25623, 26660 e 26720, di cofinanziamento al Regolamento CEE n. 2052/88 - Obiettivo 2, sono autorizzate variazioni, tra loro compensative, con atto amministrativo.
16. Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1993, approvato con L.R. 21/1/1993, n. 4, la somma di L.
100.000.000 iscritta in esubero ai trasferimento dello Stato, al capitolo n. 23620, viene devoluta al capitolo n. 15950.
17. Le somme assegnate alla Regione ai sensi della legge 8/11/1986, n.
752, risultanti come economie per l'anno 1992 dal rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1992 sul capitolo dello stato di previsione della spesa n. 12770, non utilizzabili per esaurimento delle domande presentabili ai sensi della L.R. 28/10/1986, n. 44, sono devolute al capitolo 13460 nella misura di L. 577.958.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Non essendovi interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 29 votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.
Ai sensi dell'art. 83 del Regolamento, l'Ufficio di Presidenza pu apportare, in un momento successivo, correzioni formali.
Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 387, di cui al punto 14) all'o.d.g.: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a: 'Integrazione all'art. 10 del Testo Unico delle imposte sui redditi in materia di IVA sul gas metano e di erogazioni per strutture sanitarie'".
Relatore è il Consigliere Zanoletti, che ha facoltà di intervenire.
ZANOLETTI, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, l'adeguamento al regime dell'IVA nella CEE ha comportato il passaggio del consumo del gas metano dall'aliquota del 9% a quella del 19%.
La proposta di legge al Parlamento, disegno di legge n. 387, è stata presentata dalla Giunta regionale allo scopo di consentire alle Regioni di utilizzare l'autonomia impositiva, seppur negli angusti limiti, previsti dall'art. 6, lettera b), della legge n. 158/90 (Norme di delega in materia di autonomia impositiva delle Regioni ed altre disposizioni concernenti i rapporti finanziari tra lo Stato e le Regioni) senza gravare ulteriormente su consumatori di gas metano.
Ove il Parlamento raccogliesse la proposta della Regione Piemonte, ai consumatori di gas metano verrebbe infatti concessa la possibilità di detrarre dall'imposta sul reddito il 50% dell'IVA pagata sul consumo di gas metano. Essi potrebbero quindi recuperare, per queste vie, almeno il maggior costo derivante dall'adeguamento alle normative CEE.
Ricevutane l'assegnazione in data 9/6/1993 la I Commissione ha iniziato in data 8/7/1993 l'esame della proposta di legge al Parlamento, di cui si tratta.
L'esame del provvedimento è poi proseguito in data 15 luglio e si è concluso il 22 luglio con l'approvazione a maggioranza, dopo che al testo sono state apportate alcune modificazioni di carattere eminentemente formale, volte ad adeguarla alla formulazione tecnica degli atti legislativi.
Per quanto sopra esposto se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, possiamo passare all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 2 è approvato.
Non essendovi dichiarazioni di voto si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri La legge è approvata.
L'esame del progetto di legge n. 373, di cui al punto 15) all'o.d.g.
su richiesta del proponente Consigliere Beltrami, viene rinviato ad altra seduta, in quanto non attiene alla ratio della manovra finanziaria della Giunta.
Passiamo quindi all'esame del progetto di legge n. 388: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a: 'Integrazione della legge 14/6/1990 n. 158, in materia di finanziamento dei programmi regionali di sviluppo nonché di riduzione della quota fiscale del prezzo della benzina'", di cui al punto 16) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Zanoletti, che ha facoltà di intervenire.
ZANOLETTI, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, l'art. 1 della proposta di legge al Parlamento n. 388, presentata dalla Giunta regionale in data 3/6/1993, prevede che il 50% della quota variabile del fondo di sviluppo regionale venga ripartita a favore di quelle Regioni che hanno regolarmente effettuato tutte le reimpostazioni delle economie di assegnazioni statali vincolate. Diversamente esse verrebbero penalizzate, pertanto, di fatto disporrebbe di minori risorse da destinare agli interventi regionali.
L'art. 2 comporta una parziale defiscalizzazione del prezzo della benzina in quelle Regioni che hanno istituito la tassa prevista dall'art.
6, lettera c), della legge n. 158/90 (Norme di delega in materia di autonomia impositiva delle Regioni ed altre disposizioni concernenti i rapporti finanziari tra lo Stato e le Regioni).
La defiscalizzazione è, comunque, subordinata all'aver destinato il gettito alla parziale copertura del disavanzo delle aziende di trasporto pubblico.
Ricevutane l'assegnazione in data 9/6/1993, la I Commissione ha iniziato l'esame della proposta di legge al Parlamento di cui si tratta in data 8 luglio e lo ha proseguito in data 15 luglio, concludendolo il 22 luglio con l'approvazione a maggioranza, dopo che al testo sono state apportate alcune modificazioni di carattere eminentemente formale, volte ad adeguarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
Per quanto sopra esposto se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea".



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30 L'art. 2 è approvato.
Non essendovi dichiarazioni di voto si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 30 Consiglieri La legge è approvata.
Prego il Consiglio di prendere atto che le proposte di legge al Parlamento di cui ai punti 14) e 16) all'o.d.g. verranno inviate alla Camera dei Deputati.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 00.30 del giorno 30 luglio 1993)



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