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Dettaglio seduta n.247 del 28/07/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che all'inizio della seduta odierna sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle adunanze consiliari del 23 e 30 giugno, 7, 14 e 21 luglio 1992 e che verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Coppo, Croso, Grosso, Maccari e Sartoris.


Argomento:

b) Ricorso del Consiglio dei Ministri avverso la legge riapprovata dal Consiglio regionale in data 6 luglio 1993 concernente "Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee"


PRESIDENTE

Comunico che in data 27 luglio 1993 mi è stata trasmessa dal Presidente della Giunta regionale copia del ricorso alla Corte Costituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri avverso la legge riapprovata dal Consiglio regionale in data 6 luglio 1993 concernente "Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee", in particolare avverso l'art. 13, comma secondo.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

c) Attentati a Roma e Milano avvenuti nella notte


PRESIDENTE

In relazione ai fatti drammatici che sono avvenuti questa notte a Milano e Roma, invito il Consiglio regionale ad osservare un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Comunico inoltre che nel pomeriggio di oggi, alle ore 17, è stata convocata dalle Organizzazioni sindacali una manifestazione di testimonianza e di solidarietà connessa a questi gravissimi episodi. Il Consiglio regionale del Piemonte ha dato la sua adesione e sarà presente con il suo gonfalone. Dobbiamo quindi stabilire le modalità della nostra presenza: è stata fatta un'ipotesi di sospensione per una certa parte della seduta, al fine di consentire a chi intenda partecipare alla manifestazione di essere presente. Converremo ancora nel corso della giornata sulle modalità.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame progetti di legge n. 402, n. 376, n. 381, n. 387, n. 373 e n. 388 relativi alla manovra finanziaria - Presentazione questioni sospensive


PRESIDENTE

Riprendendo l'ordine dei lavori, passiamo all'esame di tutti i provvedimenti relativi alla manovra finanziaria.
Si tratta dei seguenti progetti di legge: n. 402: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993", di cui al punto 11) all'o.d.g.
n. 376: "Prima variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993", di cui al punto 12) all'o.d.g.
n. 381: "Determinazione della misura dell'addizionale all'imposta di consumo sul gas metano ed istituzione dell'imposta regionale sulla benzina", di cui al punto 13) all'o.d.g.
n. 387: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a: 'Integrazione all'art. 10 del Testo Unico delle imposte sui redditi in materia di IVA sul gas metano e di erogazioni per strutture sanitarie'", di cui al punto 14) all'o.d.g.
n. 373: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a: 'Esclusione dell'applicazione dell'IVA sulle imposte relative al consumo del gas metano'", di cui al punto 15) all'o.d.g.
n. 388: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte relativa a: 'Integrazione della legge 14/6/1990, n. 158 in materia di finanziamenti dei programmi regionali di sviluppo nonché di riduzione della quota fiscale del prezzo della benzina'", di cui al punto 16) all'o.d.g.
Su questa materia sono state presentate le seguenti questioni sospensive, che ho già annunciato alla Conferenza dei Capigruppo che si è testè svolta: 1) presentata dal Consigliere Cucco: "Il sottoscritto Consigliere regionale consapevole della mutata situazione politica entro la quale il Governo ed il Consiglio regionale devono operare, in particolare per quanto attiene alla situazione economica, alle risorse disponibili, ai processi in atto di riforma elettorale ed istituzionale, all'avvenuta elezione diretta del Sindaco del capoluogo regionale, alle inchieste in atto della Magistratura consapevole della necessità di evitare lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale, garantendo alla comunità piemontese un governo con pieni poteri e un'attività legislativa del Consiglio che siano in grado di misurarsi con le legittime aspettative di riorganizzazione dell'ente regionale. In particolare si ritiene di dover operare affinché i mesi che ci separano dalla scadenza naturale della legislatura vedano al centro dell'azione del governo e del Consiglio alcune priorità, tra cui: riforma del sistema elettorale per le Regioni in senso uninominale maggioritario riforma del governo regionale (composizione, poteri) e dello status di Consigliere regionale riforma della struttura ed ampliamento delle competenze dell'ente regionale emergenza occupazionale e politica industriale politiche sociali e riorganizzazione delle UU.SS.SS.LL.
Si sottolinea, infine, la necessità di scongiurare il pericolo di lunghi periodi di incertezza ed instabilità politica, tanto più dannosi per la comunità piemontese alle prese con una non facile congiuntura economica e l'avvio di un nuovo modello elettorale per il capoluogo consapevole dell'inadeguatezza della formula politica che sostiene l'attuale governo regionale e della necessità di operare con metodo nuovo per la creazione di un nuovo governo regionale il cui Presidente e Assessori siano scelti senza pregiudizio di appartenenza partitica tra coloro che sottoscriveranno un accordo programmatico ai sensi dello Statuto vigente ritiene un utile punto di partenza per raggiungere la base programmatica del nuovo governo regionale i documenti presentati dal Consigliere Cucco, dai Consiglieri del Gruppo PCI-PDS, dal Consigliere Ferrara e dai Verdi sottolinea la necessità di garantire il massimo di manovra e di scelta possibile al nuovo governo, anche in sede di bilancio si impegna affinché la Regione Piemonte possa avere una nuova maggioranza ed un nuovo governo regionale entro il minor tempo possibile chiede la sospensione dell'esame dei progetti di legge n. 376 e n.
381".
2) Presentata dai Consiglieri Monticelli, Marengo, Chiezzi Giuliano e Marino: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerata l'attuale situazione economica, istituzionale e politica del Piemonte, che configura una fase straordinaria e di acuta emergenza per il precipitare della crisi produttiva e occupazionale ed il contemporaneo aggravarsi dello stato di impotenza istituzionale e di debolezza politica del governo regionale valutata la necessità di ricercare e definire nuove modalità di azione dell'Ente Regione, nuove priorità programmatiche e nuove intese politiche in grado di anticipare lo spirito dell'auspicata riforma regionalista dello Stato, di ristabilire un rapporto di fiducia fra cittadini ed istituzione regionale e di affrontare positivamente le emergenze economiche e sociali del Piemonte verificata l'inadeguatezza delle scelte di bilancio proposte dalla Giunta, che tuttavia si proiettano su più esercizi finanziari pregiudicando così possibili scelte future di carattere alternativo ritenuta tale caratterizzazione pluriennale delle misure proposte dalla Giunta assolutamente contraddittoria rispetto alla necessità di avviare immediatamente un confronto aperto e nuovo, libero da ogni ipoteca del passato, finalizzato a creare le condizioni di una nuova intesa politica che innovi profondamente i metodi di governo, i programmi e l'immagine stessa della Regione valutata, altresì, la possibilità di inserire eventuali stanziamenti urgenti per il 1993 come emendamenti all'assestamento di bilancio sospende l'esame del progetto di legge n. 376: 'Prima variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993' e del progetto di legge n. 381: 'Determinazione della misura dell'addizionale all'imposta di consumo sul gas metano ed istituzione dell'imposta regionale sulla benzina'".
3) Presentata dal Consigliere Majorino: "Il Consiglio regionale del Piemonte ritenuto - principalmente per l'attuale situazione politica che l'esame sia della 'variazione di bilancio' sia 'dell'aumento gas metano' possono essere entrambe rinviate: tanto più che non sono indicate le finalizzazioni dell'aumento delle tasse metano e benzina sospende l'esame limitatamente ai disegni di legge 'variazione bilancio' e 'tasse metano e benzina'".
A norma di Regolamento, potrà intervenire un oratore per Gruppo, quindi anche coloro che riterranno di illustrare la loro questione sospensiva rappresentano l'intervento del Gruppo. Verrà pertanto svolta un'unica discussione ed un'unica votazione a norma di Regolamento.
La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Signora Presidente, la discussione sulle questioni sospensive che lei ha accordato di fare prima della discussione nel merito di questi provvedimenti di bilancio, ci consente di tentare - lo dico senza polemiche nei confronti di nessuno - una soluzione tutta politica, nel senso più alto, intenso e nobile del termine, ad una vicenda che sta diventando secondo me, marcia dal punto di vista delle intenzioni esplicite, implicite o seminascoste, che dietro le schermaglie procedurali e consiliari si stanno già armando.
Mi spiego: ben prima delle elezioni del Sindaco della città di Torino quando le cose politiche in senso generale dell'Italia, ma della nostra Regione in particolare, hanno cominciato a cambiare molto profondamente, ho avvertito, come molti altri Consiglieri, l'esigenza di offrire a questa Regione un governo che sapesse affrontare la nuova realtà presentatasi. Non mi riferisco soltanto alle questioni di carattere giudiziario che hanno colpito alcuni dei membri di quest'aula, mi riferisco al clima politico complessivo cambiato, ed è una questione che non si può negare, alle nuove e diverse esigenze, alle diverse responsabilità o, meglio, alle sempre identiche responsabilità che la classe politica ha avuto in questo Paese al quale però non ha saputo offrire risposte in questo periodo.
Il pericolo più grave che io ho segnalato e che continuo a segnalare nello svolgimento di questa crisi latente anche nella Regione Piemonte è quello delle elezioni anticipate. In generale, non ritengo che le elezioni anticipate o non anticipate siano un male o un bene in assoluto. Se dovessi fare un ragionamento di carattere unicamente di parte, probabilmente se la mia formazione politica decidesse di presentarsi alle prossime elezioni del rinnovo del Consiglio regionale con il sistema elettorale vigente, potremmo anche avere un vantaggio dalle elezioni anticipate. Non ne faccio quindi una questione di campanile, una questione di bene che può arrivare dalle elezioni anticipate; ne faccio una questione istituzionale, ne faccio una questione politica, perché se è vero quello che noi abbiamo sempre sostenuto, cioè che il nostro sistema elettorale e, ancora di più, il nostro sistema istituzionale non sono in grado di fornire le condizioni per il governo pieno di questa Regione (ho usato il termine governo più che i termini riferiti all'attività dell'aula consiliare, perché mi sembra che l'urgenza sia quella di avere un governo con funzioni piene, oltre che avere un Consiglio con legittimità e capacità di intervento pieno), se queste affermazioni sono vere deve anche essere vera la nostra intenzione di non arrivare ad una situazione di crisi tale per cui l'unico sbocco possibile saranno le elezioni anticipate.
E' con la preoccupazione di avere un prossimo Consiglio con le carte in regola per governare, cioè una nuova legge elettorale, un nuovo ruolo del governo regionale, la ridefinizione dello status di Consigliere regionale e il riassetto anche degli equilibri fra Consiglio, maggioranza e governo che è stata mossa questa ipotesi di questione sospensiva.
Come avete sentito, gli argomenti che stanno dietro questa questione sospensiva sono tutti di carattere politico, non ci sono questioni nel merito del bilancio che viene presentato, anche se ce ne potrebbero essere perché io ritengo comunque che in questo momento ci sia un primato della politica, un primato di quella politica che dovrebbe governare quello che non riusciamo più a governare. La discussione che si è svolta ieri secondo me ne è un esempio lampante: la tensione, lo scambio non più di affermazioni, ma di accuse, il discorso, per esempio, assolutamente elettoralistico del collega Zacchera e lo sfondo elettoralistico di molti dei discorsi che sono stati fatti in quest'aula ieri danno il senso della via che stiamo imboccando.
Sulla discussione di ieri e su quello che è successo ieri volevo fare alcune annotazioni che servono, secondo me, a sostegno della mia ipotesi di sospensiva su alcuni provvedimenti di bilancio e di indirizzo di questo Consiglio verso un'altra maggioranza. Alcuni di voi li potranno considerare banali, io spero che non sia così, ma secondo me non lo sono affatto: per esempio, non ho sentito ricordare, da nessuno dei Consiglieri intervenuti ieri, una cosa che a me fa accapponare la pelle, cioè il fatto che il signor Tullio Monti pare abbia ricevuto un avviso di garanzia, a leggere i giornali, ma fino a ieri non l'aveva ancora ricevuto fisicamente a casa.
Questa notizia è stata data dai magistrati ai giornalisti prima ancora che il signor Tullio Monti ricevesse questo avviso di garanzia. In tempi non sospetti io ho difeso il buon diritto dei terroristi, brigatisti o di Prima Linea che fossero, perché nei loro confronti fossero garantite le garanzie formali che la nostra Costituzione e il nostro ordinamento giudiziario prescrivono. In tempi non sospetti io ho chiesto che per Enzo Tortora e per tutti i casi simili al suo queste garanzie fossero rispettate. In silenzio perché non finiamo sui giornali quando facciamo queste iniziative, noi Radicali difendiamo il diritto di tutti i piccoli criminali, poveri diavoli che continuano a suicidarsi nelle nostre carceri, anche perché questo diritto non viene garantito. Certo, il caso di Tullio Monti è un caso infimo rispetto alla complessità e alla gravità delle altre questioni, ma io credo che in questi momenti si debba avere la forza e il coraggio di chiedere il rispetto di queste garanzie che mi sembrano minimali, perché un rapporto corretto fra Magistratura e corpo politico del nostro Paese passa attraverso queste cose, non altre, non attraverso gli incontri privati, non attraverso il tentativo di garanzie per questo o per quell'altro politico per questa o per altre cordate, e non attraverso il blandire i magistrati italiani oppure cercare di togliere potere alla Magistratura italiana con tentativi di cambiamento della legge. Mi ha molto colpito questo fatto che nessuno ha notato se non nei corridoi quando avvicinandoci ci si parlava e si diceva questo.
Ripeto: il caso del signor Tullio Monti è assolutamente minimale rispetto alla gravità e alla eccezionalità delle altre questioni di carattere giudiziario, anche di carattere personale, che ci sono in Italia e anche nella nostra Regione, ma è uno dei segnali.
Così come per esempio non posso non rilevare che in quest'aula continua a vigere un regime di doppia verità, per cui quello che con forza si chiede per la società Protecne, per l'arch. Savoino, cioè bandirlo da qualsiasi tipo di appalto della nostra Regione ("Via come un lebbroso dalle UU.SS.SS.LL.!") e tutte le UU.SS.SS.LL. dovranno verificare i propri appalti, assolutamente vero e fondato come ipotesi non di tipo moralistico ma di tipo pragmatico di attività politica della nostra Regione, non si chiede altrettanto per il CAAT! Avremo modo di parlare domani delle implicazioni anche giudiziarie che stanno dietro a questa vicenda e dietro alla realizzazione del Centro agroalimentare non ci sta qualcuno a caso non ci sta un Savoino, ci sta una società dell'IRI-ITALSTAT che aveva questo come obiettivo: cioè quello di gestire le tangenti fra amministrazioni pubbliche della periferia e amministrazioni pubbliche del centro! Ci sono i dati e ci sono i reo confessi esattamente come reo confesso è stato il collega Maccari, ma anche su questo esiste il regime di doppia verità per cui con forza si chiede di bandire qualcuno da qualche cosa e, in silenzio, si continua a non prendere atto che forse certe questioni dovremmo affrontarle anche qui in casa nostra.
Così come non posso non rilevare, e secondo me deve essere registrato l'altissimo valore pragmatico - continuo ad usare questo termine di alcune parti degli interventi che ci sono stati ieri; voglio ricordare l'intervento della collega Bortolin che mi è piaciuto molto e che voglio sottolineare perché, al di là della rispettabile ed assolutamente legittima rivendicazione del ruolo di opposizione, è riuscita a costruire un'ipotesi un percorso per uscire dalla crisi dando alcune indicazioni molto concrete molto pragmatiche che secondo me non sono da sottovalutare. Stessa cosa è arrivata da alcuni colleghi di maggioranza, in particolare dal collega Peano che, pur nella brevità dell'intervento che ha voluto svolgere e nella puntualizzazione di un particolare problema di carattere formale e forse procedurale, ma secondo me non di secondo piano, ha voluto dare un'indicazione anche se soltanto di principio nella direzione dell'uscita da questa crisi.
Un'ultima annotazione sul documento e sulle difficoltà che questo processo di autoriforma, nel senso politico del termine, questo Consiglio non riesce ad innescare. Sono molto preoccupato dall'atteggiamento di resistenza sempre più forte che all'interno della maggioranza di governo si sta manifestando: di resistenza che non è quella resistenza tattica per concordare con le opposizioni un nuovo governo e nuovi equilibri, è una resistenza pura e semplice, ed è una resistenza secondo me anche legata a quello che si pensa essere il proprio destino individuale di Consiglieri bisogna metterlo in conto, spesso noi non lo mettiamo o sicuramente non lo diciamo ad alta voce. Quanto conta, per esempio, la valutazione: cosa far dopo le elezioni anticipate? E i legittimi interessi, legittimi desideri di ciascuno di noi e di coloro che fuori da quest'aula fanno politica, di sedere sui banchi sia del governo che del Consiglio? Questo elemento ha sporcato - diciamo così - la ricerca di una soluzione di questa situazione, che peraltro avrà come risultato semplicemente quello delle elezioni anticipate, e quindi dell'abbreviamento, dell'accelerazione di una crisi che sta nell'aria; un'accelerazione peraltro senza sbocco, perch continuo a dire che le elezioni anticipate in questa situazione non avranno sbocchi politici positivi.
E mi dispiace che all'interno della maggioranza ci sia sempre di più questo tentativo di difendersi, di non accedere ad un discorso che non è di cessione all'opposizione di chissà che cosa, ma è di assunzione piena di responsabilità per raggiungere il 1995 in un modo costruttivo, avendo al proprio attivo una legislatura che sia riuscita, anche in questo frangente a produrre delle cose, fossero anche solo un riordino della struttura organizzativa della nostra Regione, un diverso ruolo del Consiglio rispetto al Governo, alcune proposte serie, fondate e soprattutto sostenute in sede di Parlamento nazionale sulla riforma elettorale e sulla riforma delle competenze governative e di Consiglio della nostra Regione.
Allo stesso modo devo anche rilevare all'interno delle opposizioni, in particolare del Gruppo del PDS, una tendenza a radicalizzare lo scontro che deriva, secondo me, da problemi interni al Gruppo. E questo forse il PDS avrebbe dovuto anche avere la forza e il coraggio di dirlo, così come ha avuto la forza e il coraggio di farlo nelle elezioni del Sindaco Castellani e nel processo politico che c'è stato dietro l'elezione del Sindaco Castellani; avrebbe dovuto dire che questa difficoltà e questa fuga in avanti verso una radicalizzazione dello scontro con la maggioranza deriva anche da problemi interni del Gruppo, deriva da un processo di rinnovamento che anche questo partito è chiamato a sviluppare e sta sviluppando.
Il piccolo tentativo che sto facendo - che ho ritenuto di voler firmare da solo, semplicemente per non trascinare con me nella sconfitta della votazione contraria a questo documento altri Consiglieri, solo per questo l'ho presentato da solo, perché ragionevolmente penso che purtroppo le condizioni politiche non siano quelle che io vorrei - è proprio quello di individuare non una nuova maggioranza, ma un percorso che garantisca a questo Consiglio regionale di arrivare fino al 1995, un percorso politico che possa offrire alla comunità piemontese la sensazione che i politici non sono come quei topolini spaventati in attesa del medico che gli faccia la siringa per provare la nuova pozione o il nuovo cosmetico, ma sono coloro che la Costituzione ha chiamato a governare la cosa pubblica.
Quindi molto semplicemente chiedo, per motivi tutti di carattere politico, la sospensione dell'esame dei due progetti di legge sull'addizionale e di variazione del bilancio. Ritengo ci siano le condizioni per approvare addizionale e variazione di bilancio a settembre perché non è affatto vero che ce l'ha ordinato il medico che addizionali e variazioni di bilancio debbano essere approvate oggi, non è affatto vero: le spese che devono avere copertura con queste addizionali possono trovare copertura con le stesse addizionali o con altre addizionali, con altra quantificazione di addizionali o come voi volete, anche alla fine di agosto, all'inizio di settembre, perché sono spese del 1994 e non del 1993.
Ritengo quindi che ci siano le condizioni per provare ad immaginare un percorso politico diverso, che offra a questo governo e alla comunità piemontese una nuova occasione, una nuova possibilità di esercitare il proprio mandato.
Chiudo con un'annotazione. Il collega Chiezzi mi ha fatto rilevare che nella citazione dei documenti, che secondo me possono essere un utile avvio per la costruzione di questo nuovo governo, manca il documento sottoscritto dal Gruppo di Rifondazione Comunista e dal Gruppo dei Verdi. Effettivamente ha ragione; lo ricordavo, soltanto che avevo dimenticato tutta la parte propositiva, essendoci quella frase "andiamo alle elezioni anticipate".
Consideratelo come citato; se volete lo posso anche aggiungere, Anche da queste parti politiche, che peraltro sono esplicitamente schierate per le elezioni anticipate (o parte di esse), secondo me, ci può essere un contributo non confuso, non per creare un unanimismo che non esiste, ma per valutare i contributi positivi che possono arrivare da queste formazioni politiche. Per cui ritenete citato anche il documento che questi Gruppi hanno richiamato.
Finisco dichiarando il mio voto positivo anche ai documenti presentati dal collega Majorino e dal collega Marengo, perché pur essendo diverse le premesse politiche, mi sembra comunque che quanto richiesto possa essere ugualmente un avvio. Credo che il mio documento sia più impegnativo dal punto di vista della creazione di una maggioranza che abbia già un indirizzo; gli altri Gruppi hanno voluto semplicemente stoppare il discorso sui progetti di legge n. 376 e n. 381, senza pregiudicare nulla, indicando già percorsi o argomenti sui quali confrontarsi. Questa è una valutazione diversa, ma secondo me la sospensione di questi provvedimenti avrebbe bisogno di argomenti politici in più, anche scritti.
Accedo alla richiesta del collega Chiezzi di votare per parti separate il mio documento; la prima parte va dal primo "consapevoli" fino a "tempo possibile"; la seconda è soltanto l'ultima richiesta relativa alla sospensione dell'esame dei progetti di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

La discussione di questa mattina sulle richieste di sospensione dell'esame della variazione di bilancio e della legge sulle addizionali avviene, per una drammatica coincidenza, a poche ore dagli attentati di Milano e Roma. Se mai c'è stato un momento in cui c'è bisogno, in una sede istituzionale come la nostra, di fare il possibile e anche - mi sia consentito dire l'impossibile per rispettare un dovere, che dovrebbe essere sempre rispettato, di verità e responsabilità, è proprio un momento come questo.
E allora, nello sforzo di attenermi a questo indirizzo, vorrei dire intanto che noi dobbiamo essere consapevoli che la discussione di queste ore e la decisione che sarà presa al termine sulle richieste di sospensione dell'esame del bilancio ha una valenza ed un significato che vanno ben al di là della materia specifica, che pure è estremamente importante. C'è in gioco - cerco di esprimerlo con il massimo di linguaggio diretto - la capacità del nostro Consiglio di prendere - per usare una metafora che altri Consiglieri hanno usato in questi giorni - l'ultimo treno (perché ho l'impressione che non ce ne saranno altri) per dar vita ad una nuova soluzione politica che consenta di completare con onore e con un minimo di efficacia un percorso di legislatura.
Questo è il treno che sta passando in queste ore, e ho l'impressione che sia l'ultimo, perché è il treno dell'ipotesi della definizione di un programma, anche minimo, anche essenziale, di fine legislatura, che veda l'impegno di un arco di forze più rappresentativo, più largo di quello che oggi regge il governo regionale, che è la condizione per poter completare con onore e con un minimo di efficacia la legislatura.
L'alternativa a questo è l'esito della discussione di ieri. La discussione di ieri ci ha dato il segno concreto e tangibile di cosa pu essere il nostro Consiglio nei prossimi due anni, di qui alle elezioni alla scadenza normale del 1995. In particolare, il segno è venuto dall'intervento conclusivo di replica del Presidente della Giunta, che chiaramente ci ha fatto capire il rischio che stiamo correndo.
Io non voglio - mi sia consentito usare questo termine - infierire Presidente Brizio, ma lei ieri, nelle sue conclusioni, ha detto alcune cose di grande gravità e questo testimonia uno stato di tensione e l'incapacità raggiunta di governare tale stato. E' tensione politica e dei rapporti all'interno della Giunta, nella maggioranza stessa e nei rapporti con il Consiglio, e quando una persona come lei, Presidente Brizio, verso la quale molti di noi hanno sempre espresso grande rispetto, giunge a quei livelli vuol dire che abbiamo toccato, e forse superato, il livello di guardia.
Allora anche quello deve preoccuparci.
Questo è il contenuto concreto della discussione di oggi, perché è oggi che stiamo decidendo se si avvia una fase vera di confronto e di verifica sulle ipotesi di nuove scelte e di nuove maggioranze. E' oggi che si decide se le forze di opposizione saranno costrette a scegliere la via che, a quel punto, resterà l'unica, cioè quella delle elezioni anticipate, oppure se ci sarà uno spazio, ancora da verificare e da sondare, di governo con un minimo di onore e di efficacia di questa Regione fino al 1995. Oppure ancora, com'è la tesi che sosteniamo come PDS, di andare alle elezioni prima possibile, ma certamente con una nuova legge e gestendo una fase di transizione costituente di una nuova Regione. Ma se un Gruppo come il PDS che non ha mai portato avanti un discorso di elezioni anticipate, ha già posto il problema, anche se in questi termini, e se saremo costretti nei prossimi tempi forse anche a modificare il senso di questo discorso accedendo alla posizione che invece altri Gruppi che hanno firmato la mozione che sto illustrando, come Rifondazione Comunista e i Verdi, che hanno già da tempo sostenuto, quella di arrivare comunque alle elezioni anticipate, non è perché ci piacciono le elezioni anticipate in sé, ma perché, in qualche modo, ci costringete voi su questa strada.
Noi siamo in una difficile contraddizione. Lo stato della maggioranza e della Giunta per tutte le cose che non ripeto perché sono state dette ieri che è una questione morale, politica, la non presenza di una corrispondenza sensata e minima fra il consenso verificato alle ultime elezioni e il consenso che voi esprimete qui, cose che voi stessi avete detto - tutto questo spinge verso la ricerca di nuove soluzioni politiche.
Ma il modo con cui voi vi opponete a questa ricerca, o pensate di condizionare questa ricerca con delle formule, cari amici della DC, non sta in piedi. Come si fa a parlare di allargamento della maggioranza? Ma quale maggioranza? Avete provato a fare i conti di cosa vogliono dire le ultime elezioni nella nostra Regione in termini di proiezione sul possibile futuro Consiglio regionale del Piemonte? A parte le questioni morali, a parte gli inquisiti, quale maggioranza? Se si vuole dare vita ad una nuova soluzione politica, deve essere nuova, costruita in modo nuovo, con metodologie nuove, e non può essere un allargamento di una cosa vecchia, non di due anni e mezzo, ma di un secolo politico. Perché questa maggioranza, che regge oggi il governo della Regione Piemonte, è vecchia di un secolo politico, e questo non lo si vuol capire.
Da qui discende un fatto sostanziale, ed è il fatto che giustifica che molti colleghi di alcuni Gruppi abbiano presentato una mole considerevole di emendamenti, prefigurando una battaglia, non ho paura a dirlo, di tipo ostruzionistico. Questa è la sostanza, se vogliamo essere chiari, perch c'è, cari colleghi, una illegittimità sostanziale, politica, nel fatto che si pretenda, in questi giorni, di far passare la variazione di bilancio e la decisione sull'addizionale. E' una illegittimità sostanziale, politica non è un problema di legittimità formale, perché se si fanno battaglie di tipo ostruzionistico è perché ci sono questioni di quest'ordine, di illegittimità, e qui non c'è una illegittimità formale, nessuno la riscontra, ma c'è una sostanziale, gravissima, illegittimità politica e di sostanza.
Voi non siete abilitati a questo passo, a questa decisione che pregiudica la conclusione della legislatura in termini di scelte politiche di bilancio, e non c'è la necessità di fare questo, Presidente Brizio. Lei ha continuato a dire, anche ai Capigruppo, delle cose che non hanno fondamento, non c'è necessità.
Nella nostra mozione sospensiva si esplicita una disponibilità chiarissima.
Recepiamo nell'assestamento di bilancio tutte le urgenze effettive in modo che sia consentito, nei prossimi mesi, alla Regione di poter funzionare. Tra queste emergenze effettive, Presidente Brizio, è possibile inserire anche gli impegni di spesa per la compartecipazione della Regione Piemonte ai programmi comunitari: basta fare una semplice operazione di riduzione di alcune voci, l'ordine di grandezza è di circa dieci miliardi non sono mille, e circa dieci miliardi vanno inseriti nell'assestamento per la compartecipazione al Regolamento CEE n. 2052: "Impegni comunitari".
Basta ridurre di quota analoga alcune voci e a settembre si può ricomporre il quadro. Non è necessario oggi votare l'addizionale per questo, non è necessaria oggi la variazione di bilancio.
Se si insiste su questo punto è perché si vuole difendere qualcos'altro: una continuità, un diritto alla continuità, una pretesa di continuità che non stanno più in piedi, caro Presidente Brizio, che sono un ostacolo. Non lo capite che è una continuità con qualcosa che il popolo del Piemonte non vuole più? Che è questo il senso di quello che sta capitando in Italia? Che questa rivendicazione di continuità con un passato che non è di due anni e mezzo, ma di un secolo politico fa, è una cosa che tutti ci dobbiamo togliere dalla testa? Se noi del PDS abbiamo cambiato nome e simbolo, scontando una scissione drammatica; se voi democristiani vi state avviando - vi auguro che sia meno traumatica, ma credo poco ai cambiamenti senza traumi - non è perché c'è questa coscienza? Se si parla forse a volte a sproposito - ma a volte anche a proposito di rivoluzione in corso in Italia; e allora quale disponibilità a questo cambiamento si può cogliere nei vostri atteggiamenti, cari colleghi della Giunta regionale del Piemonte? Questa è la questione che si pone oggi, e se non si verifica questa disponibilità oggi, come pensate di poter fare nei prossimi mesi ulteriori verifiche? Per questo motivo dico che oggi è un po' come l'ultimo treno.
Avrete fissato i vostri paletti, le vostre anticipazioni, il vostro bilancio, le vostre addizionali, i vostri impegni di spesa; avrete riconfermato in qualche modo - come giustamente diceva il Consigliere Cucco un atteggiamento di difesa dell'attuale Giunta. Quindi, come si pu immaginare una soluzione che stia in piedi, una soluzione nuova, se oggi non c'è questa disponibilità? Presidente Brizio, voglio esplicitare qui, fino in fondo, una questione che poco fa il mio Capogruppo ha posto nella riunione: abbiamo offerto una soluzione politica al problema, che prevede che si esca di qui senza vinti né vincitori.
Siamo disposti - perlomeno come Gruppo PDS - a ritirare la richiesta di sospensione formale e quindi a non chiedere il voto su questa richiesta, se la Giunta, autonomamente, decide il rinvio dell'argomento ai primi di settembre.
Non è questione di misurarci, di contarci e di decidere chi vince; non è questo il momento in cui il problema assume queste caratteristiche.
Dobbiamo assumere fino in fondo la nostra responsabilità e cercare di trovare insieme una soluzione altrimenti, colleghi, l'unica soluzione sarà davvero quella delle elezioni anticipate, perché ancora due anni così, due anni come la discussione di ieri o due anni come rischierà di essere la discussione di oggi se si va avanti sul bilancio, non li potrà sopportare nessuno di noi.
Due anni così distruggono un'istituzione, distruggono delle forze politiche, distruggono le persone, Presidente Brizio, così come lei non è uscito molto bene dalla discussione di ieri. Presidente, non ce l'ho con lei, sia chiaro; quello che io pongo è un problema di situazione. Se lei ieri ha detto certe cose - che io giudico gravi è perché la situazione è grave e, se vogliamo uscire da questa situazione, dobbiamo trovare una soluzione seguendo altre vie.
Mi scuso per la lunghezza e per il tono eccessivamente caldo di alcuni passaggi, ma ho cercato di esprimere una posizione a nome del mio Gruppo che non è così diviso come qualcuno sostiene. Le discussioni sulle elezioni anticipate sono argomenti che dividono ognuno di noi, ogni persona al proprio interno prima che ogni Gruppo, perché sono questioni importanti che richiedono l'assunzione di responsabilità.
Per finire voglio dire, proprio su questo punto, colleghi, che ci sono atteggiamenti di resistenza, di arroccamento che spingono sempre più nella direzione delle elezioni anticipate, perché chiudono via via ogni speranza di poter trovare qualche soluzione nuova. E' questo il problema che oggi abbiamo di fronte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente e colleghi Consiglieri, sono a sostegno della nostra richiesta di sospensione le argomentazioni che sono contenute e che avr modo di illustrare nel contesto della nostra relazione di minoranza, ma soprattutto le argomentazioni che ho svolto ieri insieme al collega Zacchera e che concludevano con la richiesta di dimissioni da parte della Giunta onde vedere se c'era la possibilità in questo Consiglio, attraverso tutte le forze politiche, di formare una sorta di Giunta di salute pubblica o di Giunta del Consiglio e, in difetto di questo, andare alle elezioni anticipate.
Sotto questo profilo che, come dicevo, sorregge anche la motivazione della sospensione, avevamo contestato l'affermazione ripetuta in più occasioni dal Presidente, che io avevo definito a guisa e simile a quella di Pietro Nenni che, nel giugno 1946, diceva: "La Repubblica o il caos". In questo caso, il Presidente Brizio praticamente dice: "O questa Giunta o una crisi al buio". O meglio: "O questa Giunta o il caos".
Venendo più vicino alla motivazione della nostra sospensione dico subito, senza complessi, che condivido per larga parte (perché erano già contenute nei nostri interventi di ieri e nella nostra relazione di minoranza) le motivazioni scritte e verbali del Consigliere Cucco e del Consigliere Monticelli. Desidero solo puntualizzare e far presente queste ulteriori considerazioni: la marcia di questa manovra finanziaria è iniziata nel gennaio 1993 a seguito della seduta del 22 dicembre 1992 nella quale era stato approvato il famoso bilancio di funzionamento o meglio di sopravvivenza, come ebbe a definirlo lo stesso Assessore Gallarini. Si era solennemente promesso che la manovra, proprio per evitare che la sopravvivenza andasse avanti parecchio tempo, come in realtà si è verificato, avrebbe dovuto concludersi.
E' stato ripetuto più volte nel corso dell'illustrazione al bilancio di sopravvivenza dell'Assessore Gallarini che si sarebbe dovuto concludere entro la fine di febbraio. Non voglio fare solo questioni di date, ma c'era una pregnante motivazione del perché si doveva concludere entro la fine di febbraio: infatti, solo così ci sarebbe stata una manovra che avrebbe consentito di vedere, secondo le impostazioni della Giunta, un vero e proprio bilancio di previsione.
Tutto questo non si è verificato; si sono tuttavia verificati fatti politici di grosso rilievo: a febbraio abbiamo avuto il primo anello della perdita di legittimazione morale di questa Giunta, principalmente - non voglio tornare su cose già dette, notorie e incontestabili in conseguenza dell'arresto dell'Assessore Maccari, il quale, per ottenere gli arresti domiciliari dopo otto giorni, ha confessato candidamente la questione degli appalti in Piemonte relativi alla sanità. Dopo alcuni mesi è accaduto un fatto sostanzialmente identico: l'aperta ed incontestabile confessione da parte del Consigliere di maggioranza Croso.
Quindi nel febbraio 1993, periodo in cui avrebbe dovuto approdare in questo Consiglio la manovra, abbiamo avuto la perdita della legittimazione morale di questa Giunta. Ho anche colto una battuta, da arrabbiato, del Presidente Brizio - che tra l'altro ha ripetuto anche ieri - nei confronti del Capogruppo del PDS; battuta che era già stata fatta a suo tempo: che responsabilità possiamo avere? Come possiamo prevedere il futuro? Che responsabilità possiamo avere, se gli uomini non hanno funzionato, se nelle Unità Sanitarie Locali gli amministratori straordinari non sono stati scelti con la dovuta oculatezza e, comunque, noi non possiamo rispondere dei fatti altrui.
Presidente, glielo avevo già ricordato nel febbraio scorso, dopo lo scandalo dell'Assessore Maccari. Ammesso che ci sia solo una responsabilità oggettiva e non una connivenza politica (non abbiamo le prove di questo) ma anche solo la responsabilità oggettiva di avere fatto cattive scelte circa gli amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL. e di non aver saputo vedere quello che accadeva per colpa, opera e fatto delittuoso dell'Assessore alla sanità: ebbene, in seguito a questa responsabilità oggettiva io avevo ricordato che è un fatto noto che quando i cassieri rubano i direttori saltano, quindi in questo caso dopo gli episodi Maccari ben doveva saltare la Giunta come avevamo ripetutamente chiesto.
Ma c'è di più, c'è la svolta del 6 giugno dove sicuramente è stata persa la legittimazione, qualunque sia la giustificazione che venga data da parte della Giunta. La giustificazione formale è che questa maggioranza è stata eletta nel maggio-giugno 1990, quindi la Giunta è legittimata. A parte le considerazioni fatte dal collega Monticelli, questa Giunta potrebbe andare in un Tribunale e dimostrare che continua a restar seduta sui banchi del governo perché è stata regolarmente eletta come risulta dai verbali delle Commissioni elettorali circoscrizionali nel maggio-giugno del 1990. Sì, sul piano formale può andar benissimo, ma questa è una sede politica, quindi la delegittimazione del 6 giugno 1993 è un fatto altrettanto valido che avrebbe dovuto suggerire di non proseguire, di non persistere nella manovra di variazione, cioè nel predisporre quello che secondo la Giunta sarebbe il vero bilancio sostanziale della Regione per il 1993.
C'è un ulteriore argomento: in più occasioni, con diverse motivazioni ci siamo sforzati di dimostrare la debolezza di questa Giunta e le risse al suo interno, ma oggi abbiamo un ulteriore argomento a favore di questa nostra tesi. Se sono esatte le notizie che compaiono sui quotidiani di oggi, noi dobbiamo rilevare che la Giunta si è ulteriormente indebolita se è vero come è vero che il collega Tapparo non voterà il bilancio e costituirà - questo è un fatto interno - Gruppo a se stante, comunque non voterà il bilancio, e se è vera la notizia (si vera sunt exposita) che anche il Consigliere Ferrara non esprimerà un voto favorevole. Pertanto, il fatto che nella maggioranza già indebolita, e nella quale sarebbero determinanti cinque inquisiti, di un'assemblea di sessanta Consiglieri, vi sono due Consiglieri che dissentono, non mi pare sia un fatto trascurabile.
Ecco quindi le motivazioni politiche della sospensione e del rinvio come è stato detto, a settembre-ottobre anche perché non si vede questa eccezionale urgenza di vedere approvati oggi o domani gli aumenti della benzina e del gas metano.
Ultima motivazione, anch'essa politica e di grosso rilievo, è che oggi ci si dice "gli aumenti hanno da esserci", però non ci si dice la finalizzazione, mentre invece se questo discorso venisse fatto, da questa Giunta o da un'altra, a settembre-ottobre prossimi potrebbero (tra l'altro proprio con quella legge finanziaria che dovrebbe essere varata, se ben ho capito, come ci disse il Presidente Brizio, a settembre-ottobre) essere additate le finalizzazioni perché la gente deve capire, non solo noi nel palazzo, come e perché si deve fare questo sacrificio, come e perché i piemontesi devono fare questo ulteriore sacrificio.
Per tutte queste considerazioni io rimango arroccato e sempre più convinto sulla bontà della richiesta di sospensione sulla cui tematica essendo identiche, voto anche le altre due proposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, dietro le tre richieste di sospensiva, che voterò tutte, una per parte, vi sono dei progetti politici. Non sono richieste tecniche, sono richieste che contengono in modo più o meno dettagliato, ma parimenti esplicito, un progetto politico per il governo della Regione, quindi il problema che stiamo trattando, se rinviare o meno l'applicazione delle tasse corrisponde a proposte politiche che sostengono questa proposta che non è quindi tecnica.
Caro Presidente della Giunta, per quante parole lei possa spendere in quest'aula, non riuscirà mai a dimostrare che ci sono delle ragioni tecniche che le impongono di mettere nuove tasse ai cittadini piemontesi in questa sede, in questo giorno, in questa situazione politica ed amministrativa, per il semplice fatto che le entrate che la Regione potrà avere disponibili per qualsiasi tipo di politica, saranno entrate a partire dall'1 gennaio 1994 e non c'è nessun rocambolismo di bilancio che possa negare questo fatto. Quindi, non ci sono ragioni tecniche per fare oggi questo provvedimento e - colleghi non ci sono ragionevolezze politiche! Non ragioni, ragionevolezze politiche per sostenere in questo momento nuove tasse! Siete deboli nell'azione di governo, e non ve lo dice solo l'opposizione, ma anche la maggioranza; siete deboli per le inchieste della Magistratura che hanno colpito la maggioranza; siete deboli nella stessa maggioranza da mesi, non da settimane, da mesi! Anche con dichiarazioni in quest'aula, ho portato qui con me il documento del Consigliere Ferrara, che personalmente ho letto, di critica alla maggioranza, di stimolo, già datato di parecchie settimane fa.
Siete deboli perché questa manovra, se sciaguratamente la porterete in porto, è una misura che socialmente avrà effetti di iniquità sia nei confronti delle persone sia nei confronti delle aziende, dell'economia stessa che avrà dei costi aggiuntivi in conseguenza di questa manovra, che non sono ripagati da alcun progetto per il Piemonte.
Siete deboli perché avete una crisi che non riuscite ad eludere con le parole perché si è già manifestata nei fatti. In una parola, non avete la statura né politica né amministrativa né morale per imporre nuove tasse in questo momento.
Allora, stando così la situazione, le richieste che ci apprestiamo a discutere e sulle quali il ripensamento della maggioranza è legittimo e auspicabile fino all'ultimo minuto, presuppongono che a questa situazione occorra dire basta e che il rinnovamento di questa situazione sia la priorità.
I documenti che propongono la sospensiva non sono identici fra loro e anche tra i sottoscrittori di uno stesso documento sappiamo che ci sono ipotesi diverse sul dopo. In che cosa sono uniti questi progetti? Che sono sostenuti da differenti valutazioni politiche e questo è un problema che non bisogna negare, ma sul quale bisogna lavorare; sono uniti dal fatto che ritengono che andare avanti così sia la cosa peggiore e che non sia più sopportabile e che quindi occorra fare qualcosa. Questo è un primo momento di unità. Riconosco agli altri, sperando che venga riconosciuto anche a chi parla, che si tratta di differenti valutazioni politiche e non di strumentalismi di alcun tipo, di Gruppo o via dicendo; sono differenti valutazioni politiche che separano ancora questi progetti, ma che a mio avviso non ne impediscono la validità e il confronto fin da ora.
Posso sottoporre ancora un problema che io sento come pesante in quest'aula e che è il problema che mi fa dire oggi che il rinnovamento tout court, anche subito, di questa rappresentanza politica lo riterrei comunque un bene. Il problema è questo, cari colleghi: che l'attuale composizione dei Gruppi e gli attuali assetti di governo, sia della Giunta sia del Consiglio regionale, corrispondono ad una realtà politica e sociale che non esiste più. Ora a me questo pare sia un problema nostro e di chi ci ha eletto, della nostra rappresentanza elettorale e lo sento un problema pesante perché questa situazione di rappresentanza è ormai artificiale.
Chiedo ai colleghi, comunque ci ridislochiamo tra forze di governo e di opposizione o nel gestire l'aula e le Commissioni o gli Assessorati: fino a quando noi pensiamo di poter tenere in vita questa rappresentanza artificiale quando fuori di qui tutto è sempre più diverso? Questo è l'interrogativo che pongo.
Il collega Cucco nel suo documento dice: "Attenzione, guai a noi, le elezioni anticipate, la legislatura deve finire". Pongo una domanda, non per avere una risposta, ma perché ritengo che a partire dalla richiesta di dimissioni si debba ragionare. Se per ipotesi in autunno riuscissimo ad avere una nuova legge elettorale per le Regioni, per ipotesi, concordiamo per nuove elezioni subito? E' un comune progetto politico? Se d'incanto le Regioni avessero un nuovo sistema elettorale, così come lo vogliono alcune forze politiche, concordiamo per nuove elezioni? Questo è un tema di confronto politico.
Si ritiene che questa rappresentanza debba finalmente rimettere il proprio mandato agli elettori o no? O comunque sia, se anche al più presto entro un paio di mesi o tre, ci fosse la riforma delle Regioni, noi continueremo con questo grado di rappresentanza ad andare fino alla fine della legislatura? E' un tema di riflessione che ritengo importante, perché se c'è una volontà di dire non solo basta ad un governo inefficace, ma anche che la Regione Piemonte ritiene a questo punto di rimettere il mandato in presenza di nuove leggi elettorali, questo è un progetto politico sul quale si pu ragionare.
Non ho mai creduto che il malgoverno dipendesse dalle strutture delle leggi elettorali, ma siamo in pochi a pensarlo. Il "nuovo" che abbiamo visto dal punto di vista delle elezioni non è del tutto entusiasmante, e aberrazioni nella rappresentanza elettorale ne ha prodotte la legge per Torino. Pensiamo che il partito che ha perso le elezioni è il partito che ha il maggior gruppo rappresentato in aula; il partito che ha vinto le elezioni a Torino, che è la Lega, ha un gruppo più piccolo. Pensiamo che ci sono candidati che hanno avuto 10.000 voti dai cittadini e non sono stati nemmeno eletti Consiglieri comunali, che ci sono stati candidati che un tempo si dicevano "trombati" dall'elettorato e che oggi diventano Vicesindaco! Aberrazioni ce ne sono in tutti i sistemi, è per questo che non sono innamorato particolarmente delle riforme elettorali. Dato però che c'è stato un referendum, dato che comunque riconosco che questa è oggi una posizione di minoranza, nell'ambito delle elezioni si potrebbe fare una riforma elettorale delle Regioni con lo sbarramento proporzionale, la preferenza unica, ma non voglio avere contrasti su questo. Sono in una situazione chiaramente di minoranza. Pongo a tutti questo problema: sino a quando vogliamo resistere come Consiglio regionale ed è possibile fare un ragionamento su questo? Vedete: pregiudiziali non ne ho.
Non ho pregiudiziali di alcun tipo, tant'è che nel febbraio 1993 insieme ad altri colleghi, ho proposto le seguenti cose. Per la risoluzione della crisi ho proposto, insieme a Walter Giuliano e ad altri, un governo istituzionale. Per ridare credibilità alla Regione e consentire la formazione di un governo al riparo dalle prassi concussive e corruttive e capace di realizzare i fondamentali atti di programmazione e pianificazione sinora inattuati, si proponeva che il governo nascesse dall'interno delle istituzioni (c'è scritto in documenti di altri Gruppi) e non come proiezione diretta della volontà dei partiti. All'interno del Consiglio si ricercano le forze sufficienti per sviluppare il programma fondamentale sottorichiamato in alcuni punti e presentarlo strutturato sopra un riconoscibile disegno di riforma delle prassi, strutture e competenze di governo. Si segnalavano alcuni punti: le procedure di trasparenza negli appalti, atti di programmazione e pianificazione, i piani dei trasporti misure specifiche per l'occupazione e i servizi sociali. Sono temi che vedo riproposti anche in altri documenti. "Per realizzare questi impegni scrivevamo nel febbraio di quest'anno - si propone una Giunta regionale ridotta a nove componenti, se possibile con il supporto di qualificati apporti esterni e con competenze accorpate secondo rigorose affinità per materia". Vedete che il Gruppo Rifondazione Comunista non aveva pregiudizi su cosa fare dopo. Ma cosa fare dopo può essere aperto solo se la maggioranza decide di liberare questa Regione dall'esperienza di governo iniziata nel 1990.
Ecco, se c'è questa liberazione di campo, si può aprire oggi una nuova fase sui documenti sin qui affastellati: quello del PDS, quello di Cucco e questo che ho riletto ancora più in là nel tempo. Si può aprire una nuova fase per vedere cosa? Per vedere cosa fare di questa rappresentanza politica del Consiglio regionale e dei problemi che la comunità piemontese ha, non escludendo alcunché. L'unica cosa che ad oggi mi sento di escludere è quella di affermare che la nostra rappresentanza, per il semplice fatto di essere stata eletta nel 1990, debba durare sino a scadenza naturale vista l'attuale situazione politica e sociale della quale non siamo più assolutamente parenti.
Trovo incredibile affermare il contrario. Invece altri ragionamenti che tengano in conto nel programma di governo di mettere la Regione Piemonte nelle condizioni di rinnovarsi nei confronti del corpo elettorale possono essere una base per l'inizio del confronto. Se i pregiudizi non ci sono in ogni direzione, anche nel tenere conto che siamo una rappresentanza del tutto artificiale, penso che questi documenti, se la Giunta Brizio e la sua maggioranza liberano il campo, possano segnalare dei percorsi di confronto che riescono ad uscire da questa situazione di stallo e di basso governo.
Anticipo, Presidente, che questi documenti, se acconsentono altri colleghi, vengano votati per appello nominale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritengo che il Presidente abbia fatto cosa ottima nell'interpretare in termini evolutivi e politici il Regolamento facendo quindi delle pregiudiziali non delle questioni tecniche, ma una "questione politica" che sta a monte dei lavori che ci occuperanno per queste due giornate.
Ritengo di potermi atteggiare rispetto alle questioni poste con qualche titolo come Capogruppo di un Gruppo di maggioranza, qualcuno ha detto a titolo personale (una volta parlare a titolo personale era una diminutio adesso ritengo che sia il più bel complimento che si possa fare); a titolo personale ho detto chiaramente che la storia fa sì che questa Regione ha bisogno di una maggioranza più ampia e di un governo più rappresentativo.
Sono stato censurato e ripreso, quindi ho titoli per cercare di far comprendere come l'atteggiamento del nostro Gruppo e il mio personale abbia qualche ragione non pregiudiziale, ma razionale.
Delle argomentazioni che ho ascoltato condivido totalmente, al di là di alcune forzature che fanno parte della teatralità che pure è la politica, quanto detto dai colleghi Cucco e Monticelli, che è la sostanza del problema. Qui non si esprime tanto un giudizio su questa maggioranza su questa Giunta, su questi Presidenti, su questi singoli Assessori; si prende atto che la storia di questo Paese ha messo la nostra Regione ed alcuni di noi, alcune persone, alcune forze politiche, nelle condizioni di non essere più il presente e di non essere ancora il futuro, e che devono scegliere: o rinunciare ad essere o, se vogliono essere, cercare di essere il futuro. Il futuro, evidentemente, non è più patrimonio esclusivo di una maggioranza né può essere gestito da una Giunta, ma evidentemente deve trovare il concorso di tutti quelli che intendono costruire il futuro e quando il futuro sarà costruito, nel futuro atteggiarsi e riprendere i confronti nella naturalità, fuori dalla straordinarietà che è il nostro tempo.
Mi pare che questa sia sostanzialmente la questione condivisibile, ma stiamo attenti: questo vuol dire cose precise, non sono cose scritte sulla sabbia - se posso ripetere questa mia espressione perché sono questioni di una difficoltà tecnica estrema. Io ho partecipato quale ospite invitato alla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, e chiedo scusa ancora al Presidente Brizio per un'intemperanza verbale che mi è scappata quando ho preso atto, cari amici, che i Presidenti dei Consigli, per stare dietro alla moda delle nuove elezioni, vogliono la legge elettorale anche senza la modifica della Costituzione, che ci obbliga ad un modello di governo espressione di maggioranza e non di elezione diretta del popolo che è la nuova frontiera della democrazia degli anni Duemila.
Una nuova legge elettorale che non ci porti anche gli strumenti di novità istituzionali non costruisce il nuovo: maschera il vecchio. Quindi non si può dire che se avremo una legge elettorale andremo a votare, no! Avremo una legge elettorale e noi dobbiamo batterci perché vengano fatte tutte quelle riforme che consentano al nuovo strumento elettorale di realizzare una vera novità. Se torniamo all'elezione del Presidente attraverso - lo si dica fuori dai denti - la concertazione tra persone Consiglieri regionali, o tra partiti, io non so poi quali siano gli appetiti più leciti, se quelli delle persone o quelli dei partiti.
Si tratta di capire se la legittimità del Governo nasce dal popolo direttamente o in via indiretta rappresentativa com'è nel nostro sistema.
Il futuro non si costruisce con i ragionamenti generici, bensì costruendo puntualmente delle novità di ordine istituzionale. Questo richiede evidentemente un patto diverso in questo Consiglio, che si può tradurre in una Giunta diversa e in una maggioranza diversa, ma può anche non tradursi.
Rifiuto invece la criminalizzazione che viene fatta di questa maggioranza e di questa Giunta, perché in termini politici non si ragiona mai in termini di assolutezza, ma di relatività. Quindi questa Giunta è debole, ma è comunque più forte di qualunque altra proposta proponibile in contrapposizione. E' sicuramente un elemento rispetto al quale riteniamo lealmente di dire che questa è la maggioranza più forte rispetto ad altre anche se non è lo scenario e il patto che personalmente ritengo bisogna realizzare tra di noi per costruire il futuro per quelli che verranno dopo di noi.
Emblematico è l'esempio che ho fatto a proposito dei nostri Presidenti che rinunciano a fare una battaglia campale con il Parlamento, nonostante che la Bicamerale abbia chiuso i suoi lavori, ritenendo che sia opportuno passare alla modifica costituzionale. Le modifiche costituzionali, se si ha la volontà politica, si fanno in sei mesi; se non c'è la volontà non si fanno mai. Questa è la chiave di volta del nuovo regionalismo: la modifica della legge della Costituzione, non solo per gli aspetti istituzionali, ma anche per gli aspetti di merito.
Quindi i due anni che abbiamo di fronte, soprattutto con un Parlamento nuovo, non più erede di un certo meccanismo, sono i due anni veri di confronto tra le Regioni che vogliono il nuovo e il Parlamento che è già nuovo. Ci attendono due anni di lavoro di grandi interessi e grandi responsabilità. Su questo io, domani mattina, voglio dire finito questo Consiglio regionale, sono disposto agli incontri più diversi con i colleghi più diversi, per ragionare su come bisogna lavorare per confrontarci per la costruzione del nuovo con il nuovo Parlamento, se non riusciamo a farlo con questo. Abbiamo però bisogno di modifiche costituzionali, non di modifiche elettorali che non cambiano la sostanza delle cose.
Io vengo considerato eletto a Susa, ma vengo eletto a Torino; il fatto che io venga eletto a Susa o a Torino non cambia assolutamente niente, che io venga eletto con l'uninominale o con il proporzionale invece cambia forse non vengo più eletto con i voti, ma con altri meccanismi, perch nell'uninominale i cittadini sono liberi di scegliere tra le persone scelte dai partiti in via esclusiva, non in via preferenziale come facevano prima.
Cerchiamo dunque - almeno per quanto mi riguarda - di arrivare ad una conclusione. Perché, colleghi, da ragionamenti che ci trovano molto vicini ci troviamo su una conclusione che non ci trova d'accordo? Ho l'impressione che qui ci siano due questioni di principio che vengono poste, non dalla maggioranza, ma dalla Giunta, perché questo è un documento di governo. Il bilancio è il documento del Governo. E la maggioranza deve in una qualche misura decidere se sostenerlo o no.
La Giunta dice molto semplicemente che questa delle addizionali è la condizione di continuità, e io desidero sottolinearlo, non di questa Giunta, non di questa maggioranza, ma di continuità della Regione come sistema. Il sistema Regione non può non avere le addizionali, da chiunque siano gestite. La Giunta ci dice anche che le scelte conseguenti alle addizionali non le facciamo con questi documenti, ma con la legge finanziaria che esamineremo a settembre. Allora quando l'Assessore (che merita la nostra stima anche sul piano personale oltre che politico) e il Presidente della Giunta, che rappresenta la Regione (non rappresenta una maggioranza, non rappresenta la Democrazia Cristiana, rappresenta la Regione), ci dicono che questo è lo stato dell'arte, le addizionali sono una condizione di continuità del sistema Regione, all'interno del quale il gioco politico farà le scelte a settembre.
Da un'altra parte ci si dice: "Per poter avviare il ragionamento sulla costruzione del nuovo, non tanto in termini di rapporti ma delle realtà nuove, non si devono votare le addizionali". Ho l'impressione che queste enunciazioni siano nate per due questioni di principio di bandiera o di oggettività.
Io, che faccio parte della maggioranza, spero di essere giudicato su questo: ho un dovere di lealtà nei confronti della Giunta e fin quando non mi viene dimostrato che non è così, devo credere a quanto ci dice la Giunta, cioè che le addizionali sono un elemento di continuità della Regione, che non significano continuità di questa Giunta o di questa maggioranza, perché non comportano alcuna decisione di merito per il futuro e quindi sull'uso di queste risorse.
Ritengo di avere illustrato ai colleghi, soprattutto quelli dell'opposizione, alla stima dei quali tengo non meno di quelli della maggioranza, che mi riconosco in un'esigenza totale di avvio di una capacità di muoverci verso il futuro. Temo però - scusami, Cucco - che si faccia offesa alla nostra onestà intellettuale nell'immaginare che la disponibilità espressa da alcuni di noi e, per certi versi, dallo stesso Presidente della Giunta si misuri ritirando un provvedimento che la Giunta e la maggioranza ritengono necessari non per sé, ma per l'istituzione regionale. Temo che questa forzatura, fatta da quelli che si pongono in termini - sono sicuro - di tutta disponibilità e non di strumentalità rischi di rendere più difficile il nostro lavoro.
L'approvazione di strumenti di bilancio non rappresenta assolutamente un voto di fiducia, anche se questa Giunta non ha bisogno di un voto di fiducia o di sfiducia: l'ha avuta, ce l'ha e continua ad averla. C'è l'esigenza nostra di costruire un qualche cosa di diverso, e quando si dice vorrei che anche su questo non si polemizzasse oltre misura - che è allargata non vuol dire che si coopta qualcuno e lo si fa sedere come parente povero al desco dei ricchi, cioè della maggioranza, ma è sicuro che una maggioranza è fatta da una somma. Gli attuali Gruppi che concorrono a questa maggioranza ritengono di essere componenti di tale somma, non hanno ancora dichiarato di stare fuori da una somma che è ancora da pensare. Una somma comprenderà questi Gruppi, ma non ci sono i ricchi che mangiano nei piatti e i neoarrivati no, come nei romanzi manzoniani.
Mi chiedo veramente se non ci sia la possibilità di considerare, in assoluta onestà e obiettività, che questa maggioranza, i suoi componenti il suo Presidente, sono consapevoli delle loro difficoltà, perché loro sono i protagonisti di una storia difficile, ma le difficoltà le hanno tutti e le avrebbe chiunque si trovasse nella posizione in cui si trova la Giunta.
Mi rivolgo agli amici dell'opposizione, dicendo che dovrebbero aiutarmi a capire, perché usando la logica, come mi sforzo di fare, convenendo sui presupposti, convenendo sulle conclusioni, concludendo sul percorso, guarda caso, troviamo a metà della strada una questione sulla quale non riusciamo a capirci.
L'affermazione che, a questo punto, senza offesa, considero di principio, non si votano le addizionali, è la dimostrazione della disponibilità di questa maggioranza, di questi Gruppi e di questi Consiglieri ad aprire un dialogo, questa è la dimostrazione che è una pura questione di principio.
Dall'altra parte, ci si dice: noi chiediamo che venga approvata la manovra, perché è essenziale alla continuità dell'istituzione, non di questa Giunta o maggioranza, perché il primo della maggioranza ad averlo messo in discussione non in documenti felpati, ma con dichiarazioni in aula, è stato il sottoscritto.
Ho l'impressione che il superamento di questa contraddizione sia anche la dimostrazione di come sapremo costruire il futuro. Allora chiedo all'opposizione, soprattutto a quella parte dell'opposizione che guarda più alla costruzione del nuovo che alla condanna del vecchio, di consentire alla maggioranza di assumere la responsabilità politica di questo atto responsabilità politica che hanno già pagato al proprio interno e che pagheranno forse verso l'esterno.
Mi resta difficile capire che si arrivi a manovre ostruzionistiche per impedire l'assunzione di una responsabilità politica da parte della maggioranza e della Giunta che, guarda caso, è coerente con gli obiettivi politici della parte politica che pone in essere la manovra ostruzionistica.
Ci diceva il Presidente del Consiglio nella riunione dei Capigruppo, e io penso che sia molto vero, che se vogliamo chiudere, almeno nel rispetto reciproco, questa esperienza, o continuarla con capacità e fantasia dobbiamo recuperare la stima tra di noi, costruirla in modo ancora migliore se possibile, più che recuperarla, e quindi non fraintendere i comportamenti. Io con questo, votando e difendendo questi provvedimenti, ho un dovere di lealtà verso la Giunta e verso la maggioranza, che ritengo abbiano assunto un atto di lealtà e responsabilità verso le istituzioni non verso la Giunta o verso la maggioranza.
Non me ne vogliano, quindi, i colleghi dell'opposizione se mi hanno messo nelle condizioni, con un salto illogico, di convenire sulle loro premesse e di non poter concludere sulle loro conclusioni. Ma devo dire che c'è un loro salto logico che mi resta difficile comprendere dal punto di vista intellettuale, ma che soprattutto mi è impossibile gestire dal punto di vista della lealtà politica. Perché senza lealtà politica, cari amici, e mi riferisco anche ad alcuni amici che prendono aria libera oggi, non si costruisce il nuovo, si ripete, peggiorando, il vecchio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini, che interviene in qualità di Consigliere.



GALLARINI Pier Luigi

Penso di dover intervenire come Consigliere del Gruppo socialdemocratico per svolgere alcune considerazioni in funzione di quanto è emerso, cioè di quanto detto sia dal collega Cucco che, soprattutto, dal Consigliere Monticelli per aver vissuto come Consigliere, prima ancora che Assessore, all'interno della I Commissione gli ultimi due mesi e mezzo durante i quali sul tavolo della Commissione ci sono stati i provvedimenti che via via la Giunta e la maggioranza hanno inteso proporre al Consiglio e alcuni dei quali, non tutti, oggi sono in aula.
Con molta pacatezza, ma anche con molta fermezza, ritengo che alcune affermazioni che sono state fatte meritino una qualche considerazione aggiuntiva dall'ottica di un Consigliere che, come me, ha vissuto dall'inizio alla fine, in I Commissione, quanto è successo su questi provvedimenti che la maggioranza ha proposto.
Per quanto riguarda la resistenza. Cucco ha parlato di resistenza di percorso e di rinvio a settembre. Secondo me, avrebbero un senso politico e, nel contempo, amministrativo ipotesi di questo genere, prima che vengano approvati questi provvedimenti, innanzitutto se questi provvedimenti - lo ha già detto bene il Consigliere Marchini nel suo intervento - fossero intesi ad alimentare scelte sulle quali si può sempre discutere, sia scelte di investimento, sia scelte di prospettiva, sia scelte di quotidianità, sia minuteria amministrativa.
Penso che dove si doveva tagliare si sia tagliato, forse in modo insufficiente, ma si è tagliato molto. Sono stati individuati alcuni settori in cui si è arrivati a comprimere le spese; lo si è fatto e siamo sostanzialmente, al di là di qualche virgola e di qualche minutaglia che sicuramente ancora esistono, alla incomprimibilità delle spese, attraverso le quali la Regione riesce a vivere una vita che non sia lo spegnimento di una candela, dal punto di vista istituzionale, ma sia una vita che conservi un minimo di dignità, in un momento in cui - e oggi, secondo me, stiamo vivendo un momento di questo genere - la dignità della Regione dovrebbe essere esaltata. Infatti, attraverso l'istituzione Regione si può affermare in modo sano, corretto e governabile, e non in modo eversivo, in modo leghista ed esplosivo, la regionalizzazione del nostro Paese, dei problemi del Paese, la calibratura delle proposte politiche in funzione delle esigenze dei bacini regionali. Sono passati i tempi in cui un provvedimento di natura economica assunto a Roma poteva essere calibrato in misura equa e congrua per il Piemonte, la Calabria, il Friuli-Venezia Giulia e la Sicilia. Quindi, ferma restando l'unità dello Stato, ferma restando l'unitarietà della nazione, ci deve essere un federalismo che preveda almeno noi la pensiamo in questo modo un'autonomia finanziaria, perché se non è finanziaria non è autonomia delle Regioni. Le Regioni sono all'esame di maturità: siamo a luglio proprio come gli studenti, loro hanno già finito e noi lo stiamo ancora affrontando l'esame di maturità, certo non solo oggi e domani, ma tutto il periodo che si prospetta davanti a noi a prescindere dalle casacche, dalle formulette vecchie e nuove e dalle posizioni che occupiamo all'interno di questo Consiglio, per quel che ci riguarda stiamo sostenendo l'esame di maturità. Lo stesso Presidente Scalfaro, quando ha fatto visita recentemente al Consiglio regionale del Piemonte, ha detto che, secondo lui, e io condivido questa affermazione non esistono ancora le condizioni di maturità della Regione, cioè la Regione non si propone ancora in modo maturo all'opinione pubblica. Di fronte ad alcune osservazioni e argomenti svolti dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Giunta, il Presidente della Repubblica ha detto questo. La maturità la si conquista, non la regala nessuno, perch non sarebbe maturità arrivare a certe soluzioni attraverso forme che non siano governate, che non siano istituzionalmente guidate sui binari che tutti vogliamo percorrere e non attraverso il deragliamento rispetto a questi. Probabilmente, c'è anche chi vuole quello, ma noi, forza democratica all'interno di questo Consiglio, dobbiamo avere un polo ispiratore di questo tipo, dal quale non possiamo assolutamente derogare.
Se così è, ritengo che le addizionali applicate siano sì aggiuntive rispetto alla fortissima tassazione centrale e statale, ma sono sostitutive rispetto alle minori entrate che lo Stato in questi ultimi anni ha erogato verso le Regioni. Questo dobbiamo dirlo! Negli anni scorsi lo Stato erogava x, con il passare degli anni ha erogato x meno y, x meno z e così via.
Allora, è ovvio che esiste anche questa chiave di interpretazione.
Nel momento in cui l'opinione pubblica e la società civile chiedono che si vada verso un regionalismo dei problemi attraverso leve di governo regionale che vadano a mettere mano e a proporre soluzioni per quei problemi calibrati alle singole realtà, non vorrei che la timidezza delle Regioni, che dimostrano di non avere ancora quella maturità che invece secondo me, dobbiamo conquistarci giorno per giorno, finisca con l'alimentare il disegno di chi vuole strangolare il regionalismo per fini che non possono essere quelli del mantenimento in eterno di un centralismo che oggi non regge più.
Non regge più in Italia come, del resto, non regge in Europa, nell'ex Unione Sovietica o, con drammatici aspetti, nella ex Jugoslavia; tuttavia anche se in altre parti del mondo gli aspetti sono meno drammatici, il fenomeno è sempre lo stesso: il rifiuto di un centralismo come media aritmetica delle necessità dei singoli bacini locali e le necessità in campo economico (perché quando cadono le ideologie, a reggere il filo del discorso è, brutalmente, l'economia a differenza di alcune parti del mondo in cui può essere la religione, ma per fortuna non è il nostro caso). Le addizionali servono a sostituire entrate che lo Stato non ci dà più. Nel 1993, sono 75 i miliardi che noi destiniamo ad una vita, che sia la pura vita di ordinarietà della Regione Piemonte, prenotando le addizionali che scatteranno dall'1 gennaio 1994. Questo è un dato di fronte al quale non possiamo fingere che le cose non stiano così.
Per quanto riguarda il discorso della maturità penso che si possa rinviare a settembre e, probabilmente, non cadrebbe il mondo se noi in Commissione, da due mesi e mezzo, fra Consiglieri, forze politiche (quindi a prescindere dalla posizione della Giunta o del Consiglio o della maggioranza o dell'opposizione) discutessimo su proposte alternative rispetto a quelle che la Giunta ha presentato due mesi e mezzo fa. Marengo e Monticelli, mi rivolgo a tutto il Consiglio ma in particolare a voi con quella amicizia e stima reciproca silenziosa. Dico questo perché non abbiamo mai avuto grossi rapporti umani, ma la stima per parte mia c'è ed immagino sia reciproca fra le persone, pur se è una stima silenziosa coltivata attraverso pochi rapporti personali. Penso che in due mesi e mezzo se avessimo voluto costruire, tutti insieme, delle ipotesi di lavoro che fossero più ampie delle semplici proposte che la maggioranza e la Giunta hanno messo sul tavolo, avremmo potuto farlo, perché in due mesi e mezzo abbiamo fatto "n" riunioni di Commissione e scusate la franchezza mai è giunta da parte dell'opposizione una sola virgola che sfiorasse le proposte della maggioranza e della Giunta.
Penso che per arrivare a costruire basi più ampie, ipotesi che siano più corte e più vincenti nei confronti della nostra Regione e nei confronti della ripresa economica (e non solo) che tutti auspichiamo, bisognava costruire in questi due mesi e mezzo, dopodiché, Cucco, se alla fine di questo periodo avessimo registrato che il processo non era completato e che al progetto mancava ancora qualche definizione, aveva un senso dire stiamo qui ad agosto o approviamo a settembre perché, sostanzialmente, siamo in dirittura di arrivo rispetto ad un progetto che riteniamo forte, vincente ed avente una base più ampia rispetto a quella della semplice maggioranza e della Giunta.
Ma non è così! Non sono pervenute proposte, quindi sotto questo aspetto siamo ancora a livello zero. Non sono venute proposte dal punto di vista amministrativo (e questo sarebbe il meno, perché, in fondo, stiamo parlando di 139 miliardi che sono ben poca cosa, sono un'inezia rispetto ai processi politici e a quanto stiamo vivendo oggi nel nostro Paese, nella nostra Regione; secondo noi 139 miliardi sono una virgola), ma non si è nemmeno discusso sulle proposte politiche che la Giunta ha presentato.
Ci sono diversi disegni di legge in Commissione: due sono venuti in aula, l'altro invece è fermo in III Commissione. Non ho capito, ad esempio perché non sia venuto anche in I Commissione, essendo quello che prevede il ristorno dei 9/10 dell'IVA e dell'IRPEF versati dagli artigiani della nostra Regione, ma a parte la questione della I Commissione queste sono tre proposte di legge squisitamente politiche, che la Giunta ha fatto, almeno per quel che mi riguarda, recependo un intervento che il Consigliere Marengo, Capogruppo del PDS, ha fatto un mese mezzo fa in quest'aula. Egli ha detto: "Noi auspichiamo che sia possibile, all'interno di questo Consiglio, quasi azzerare sostanzialmente l'attività amministrativa della Regione e concentrarci con il massimo sforzo possibile per preparare il terreno politico istituzionale da offrire alla nostra Regione per la prossima legislatura".
Quei tre tasselli saranno umili, saranno minuscoli, ma sono comunque tre tasselli che vanno in questa direzione e, purtroppo, non ne sono venuti altri in Commissione, dove siedono tutte le forze. Non è venuta una critica o una proposta alternativa; non è pervenuto assolutamente nulla. Come si fa allora a costruire una forza maggiore attraverso processi azzerati di questo tipo? I processi li auspichiamo tutti, nell'interesse di tutti.
Non sono d'accordo con Monticelli quando diceva di fare in modo che non ci siano né vincitori né vinti. Secondo me, non dobbiamo preoccuparci molto di chi vince o di chi perde all'interno del Consiglio, ma se vince o perde la Regione che siamo chiamati a rappresentare e quindi il nostro territorio, il Piemonte e se non ci comportiamo in un certo modo, a perdere è la nostra Regione vuoi dal punto di vista di maturità regionalista vuoi dal punto di vista dell'economia spicciola del giorno per giorno.
Queste proposte vanno in una certa direzione. Monticelli l'altro giorno in Commissione - lo dico con franchezza e pacatezza le ha bollate come proposte demagogiche. No, non sono demagogiche. Demagogico, secondo me, è star zitti e non proporre nulla rispetto al quadro politico che stiamo vivendo e rispetto alle necessità del Piemonte e del Paese. Questo è demagogico e forse anche colpevole! Penso che finché siamo nelle istituzioni abbiamo il dovere di essere termometri che misurano la temperatura fuori dai palazzi e cercano, per quanto è loro possibile e con le loro capacità, di tradurla in proposte che tendano ad impedire deragliamenti.
Pensavo fosse doveroso da parte nostra come Gruppo socialdemocratico ne ho parlato prima con Beppe Goglio - e come Consigliere fare queste considerazioni, perché mi sembra che (non voglio ripetere quello che ha detto Marchini e quello che, sicuramente, diranno altri) molte volte ci riempiamo la bocca di "nuovo", "vecchio", ecc. Il nuovo e il vecchio devono essere pronunciati in punta di penna - come diceva ieri il Consigliere Picchioni a proposito di un'altra vicenda - e il nuovo, soprattutto, deve essere riempito di qualcosa che non sappiamo cos'è. Abbiamo una sola certezza come diceva Montale: "Non possono essere atteggiamenti precostruiti"; atteggiamenti che sfiorano l'atteggiamento di principio atteggiamenti che forse denotano una delusione sproporzionata per quanto sta avvenendo all'interno di questo Consiglio rispetto ad illusioni sproporzionate che, forse, tutti noi, in qualche misura, abbiamo contribuito ad alimentare in questi ultimi tempi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Sarò breve perché in parte questo tipo di discussione è stata ripetutamente fatta in quest'aula, a partire dal gennaio-febbraio di quest'anno, quindi più che altro vorrei sottolineare qualche elemento di differenza significativa che c'è nella discussione odierna rispetto a quella dei mesi precedenti. Quello che c'è di nuovo sono sostanzialmente a mio parere due questioni.
La prima è che rispetto al momento in cui esplose il cosiddetto caso Maccari, da cui iniziò la fase di crisi aperta e palese di questa Giunta e di questa maggioranza, da una crisi di legittimazione politica, si sta arrivando oggi ad una vera e propria crisi di ordine tecnico. Sei mesi fa quando si discuteva del caso Maccari si diceva che in qualche modo tutta la Giunta era responsabile di quello che era avvenuto, non soltanto un eventuale Assessore, ma per il resto la Giunta aveva ancora la maggioranza aveva ancora dei numeri su cui contare. Invece oggi esiste la possibilità che tecnicamente in tempi relativamente rapidi manchino proprio i numeri quindi al di là di una crisi e di una critica di ordine politico potrebbero mancare i numeri.
La seconda questione nuova rispetto ad alcuni mesi fa è la sperimentazione dei nuovi sistemi elettorali; intanto ne è stato fatto uno non ancora sperimentato, ma si sta di fatto costruendo nei suoi termini generali per quanto riguarda il Parlamento e abbiamo sperimentato nell'eccezionalità del caso Torino, ma più in generale in varie situazioni piemontesi, i nuovi sistemi elettorali per i Comuni.
Questi due elementi rendono - mi viene da dire - un po' più complessa e anche un po' più torbida questa discussione, perché ci stanno di mezzo delle questioni che non sono più soltanto quelle legate ad una valutazione delle singole scelte che ha fatto la Giunta in questi mesi e allora provo a dire quello che penso su queste diverse questioni.
Sulla possibile mancanza di numeri credo che non si possa dire altro che questa è la probabile situazione che si profila. Al momento non vedo persone disponibili per pure logiche di ordine squisitamente di interesse personale ad inventare qualche numero in più che permetta di andare avanti.
Rispetto alla seconda questione, cioè quella delle scelte fatte da questa Giunta sul bilancio con le addizionali, devo segnalare che la discussione è diversa ed è peggiore di quella degli anni scorsi. Anche negli anni scorsi da parte delle opposizioni furono fatte delle critiche sul modo in cui le variazioni di bilancio venivano presentate in Commissione che di fatto non permettevano più di tanto di entrare nel merito. Quando però si passò a discutere le problematiche riguardanti le addizionali e più in generale il bilancio, perlomeno ci fu una qualche sorta di compromesso, se così vogliamo dire, con lo sforzo di finalizzare talune questioni di addizionali e di bilancio ad alcuni capitoli di spesa precisi. Non vorrei ricordare male, ma mi pare di ricordare le problematiche degli handicappati e gli interventi di bonifica ambientale ad esempio Balangero. Seppure nel gioco delle parti fra maggioranza ed opposizione, c'era comunque un tentativo di dare dignità di finalità tenendo in qualche modo conto del confronto e dello scontro con le opposizioni. Cosa che in questo momento invece, rispetto al bilancio e alle proposte di addizionali che si propongono per l'inizio del prossimo anno io non vedo, quindi c'è - come qualcuno ha detto effettivamente il prevalere di un atteggiamento di resistenza a prescindere anche dal tentativo di tener conto delle ragioni, delle opinioni, delle idee di un'opposizione che comunque di fatto è più forte rispetto ad un anno fa perché questa è la situazione.
Devo dire che questa degenerazione del confronto e dello scontro fra maggioranza ed opposizioni in questo Consiglio, dove il clima è molto diverso da quello anche solo di sei mesi o un anno fa, mi stupisce perch mi aspettavo che dopo l'esplodere del caso Maccari ci fosse una qualche capacità di autocorrezione. Per esempio, è stato fatto un lavoro che io ritengo positivo ed interessante da parte della Commissione d'inchiesta sulla sanità: ebbene, mi stupisce che di fatto non sia successo nulla. Non è successo nulla nel senso che al di là del cambiamento di un Assessore io non ho visto e non vedo segnali significativi (potrei fare qualche piccolo esempio) che un nuovo Assessore abbia modificato in profondità la gestione della sanità in Piemonte in modo da dire che al di là degli episodi di scorrettezza c'è una strutturazione diversa della sanità, che poi è il succo della Regione Piemonte ed è il succo delle Regioni. L'esistenza della Regione Piemonte a mio parere si giustifica sostanzialmente per la gestione di una consistente quota di miliardi che riguardano il settore della sanità e dell'assistenza. Si giustifica inoltre per il fatto che deve gestire due difficili rogne: una è quella del lavoro, che gestisce senza avere di fatto alcun ruolo, e l'altra è tutta quella serie di questioni che noi genericamente chiamiamo di ordine ambientale, che sono poi quelle che per la gran parte impegnano i Consiglieri e la stessa Giunta nei rapporti con la società piemontese.
Questa è la Regione Piemonte! Ebbene, io non ho visto significative novità da parte dei nuovi Assessori rispetto a quelli vecchi. Cito un caso piccolo, seppur relativamente, tra gli altri: lunedì scorso è stata convocata la prima riunione del nuovo Co.Re.S.A., organismo che in teoria, leggendo la legge istitutiva, dovrebbe avere un ruolo importante di verifica, di controllo dovendo esprimere obbligatoriamente parere su questioni fondamentali.
Ebbene, il nuovo Co.Re.S.A. - non entro nel merito - ha rieletto lo stesso Presidente del vecchio e gli stessi Presidenti di sezione del vecchio.
Quindi vuol dire che quell'organismo di quaranta persone che era quello che nell'era Maccari avrebbe dovuto svolgere un ruolo di controllo e verifica su una serie di questioni, probabilmente andava bene, tant'è che è stato esattamente ricostruito com'era nei cinque anni precedenti! E' un piccolo esempio per dire che credo che la situazione sia giunta al capolinea perch è da episodi come questo che si deduce il fatto che a me stupisce, cioè il prevalere di una logica di resistenza a tutti i costi su una logica di capacità di autoriforma che questa maggioranza sorprendentemente dimostra di non avere per nulla.
Potrei citare la questione faticosamente avviata della nuova Commissione sugli appalti. Abbiamo fatto una riunione e la situazione che è emersa dalle brevi relazioni fatte da alcuni funzionari su tutte le problematiche delle opere pubbliche e degli appalti in cui la Regione direttamente, o prevalentemente indirettamente, è coinvolta, è che la Regione sostanzialmente non esiste. Non esiste cioè nessun ruolo reale della Regione di controllo delle risorse che riceve dallo Stato e che poi in gran parte di fatto trasmette o agli enti locali o ad altri soggetti.
Non esiste alcuna possibilità di controllo della Regione sull'uso di questi fondi. Se io esagero pregherei qualcuno di smentirmi, ma questo è quello che di fatto gli stessi funzionari che hanno esposto la situazione ad oggi in qualche modo, ammettevano. Se questa maggioranza avesse la volontà di autoriformarsi, le questioni, cui ho solo brevemente accennato, dovrebbero essere le questioni fondamentali sulle quali dare dei segnali di volontà di cambiare la situazione. Li si chiami inquisiti, ognuno li chiami come vuole, ma ad oggi gli unici cambiamenti che si segnalano sono quelli determinati dall'azione della Magistratura e non da azioni interne a questa maggioranza.
Non sono mai stato in una posizione di estrema sinistra in questo Consiglio regionale: ricordo che all'inizio di questa legislatura, convinto di quello che facevo, espressi anche la disponibilità ad una forma di astensione rispetto ad una maggioranza che si creava se avesse avuto dei connotati programmatici chiari. La ritenevo allora una questione non di ingenuità e non di illusione, ma una questione a cui io credo, e cioè che si viene eletti su un programma, su impegni che si prendono con i cittadini e con gli elettori, che il primo dovere di chiunque venga eletto sia quello di cercare di trovare le soluzioni, i numeri e le volontà politiche per attuare quell'impegno per cui si è stati eletti e che soltanto nel momento in cui non si è grado di fare questo si svolge un ruolo il più possibile coerente e costruttivo di opposizione.
Oggi la situazione mi sembra che sia arrivata al capolinea. Nessuno ignora questa novità, nessuno ignora gli elementi che intorbidano la situazione. Io, come Chiezzi ed altri Consiglieri in questo Consiglio, ho avuto e continuo ad avere delle grandi perplessità sui nuovi sistemi elettorali. Chiezzi già accennava a questioni che io non ripeto. Nessuno di noi può dimenticare che oggi le tre forze politiche che governano la città di Torino hanno preso meno del 20% (forse più il 15% che il 20%) dei voti degli elettori torinesi. Allora se Cucco è affascinato da questi nuovi sistemi elettorali, io la ritengo una cosa assolutamente...



(Interruzione del Consigliere Cucco)



MARINO Massimo

Infatti, mi sembra che dopo il caso Torino tu lo sia un po' meno, per di fatto mi pare che tu e il tuo partito siate molto affascinati da questo sistema che produce il fatto che questi 33 o 34 Consiglieri che oggi sono la maggioranza a Torino, se fossimo andati alle elezioni con il vecchio sistema elettorale, probabilmente starebbero sotto il 20% dei voti degli elettori. Ebbene, non dimentichiamo che oggi la città di Torino è governata da tre simboli elettorali che hanno preso attorno al 15% dei voti degli elettori torinesi. Allora, né il nuovo né il vecchio, né il chi è rappresentativo, né il chi no, mettiamo chiarezza su tutte le questioni: il problema reale è di capire se c'è una volontà e una possibilità di costruire una maggioranza che abbia i numeri sufficienti, un impegno programmatico minimo chiaro. Ed io credo in una riforma di tutto il sistema della sanità e dell'assistenza, in un impegno serio sulle problematiche del lavoro e dell'ambiente; da questo nasce la possibilità di confronto di governi trasversali, istituzionali, di emergenza. Per quanto mi riguarda questo è l'unico criterio.
Ho l'impressione, ed è per questo motivo che poi alla fine mi sono convinto che non ci sia nessun dramma se si va alle elezioni anticipate subito, che questa volontà di mettere insieme numeri, elementi di programma e capacità di governo non si manifesti. Al di là di alcune forze che, pur con grandi differenze interne sulle problematiche che accennavo, hanno di fatto alcune convergenze (mi riferisco ovviamente alle forze di sinistra alle forze ambientaliste presenti in questo Consiglio, quindi Rifondazione Comunista, PDS, Verdi), non vedo altro, non ci sono altre forze o altre persone singole, quindi con la capacità di esprimersi come singoli, cioè di liberarsi dal peso di partiti che in parte fra l'altro non esistono più.
Non vedo le possibilità per questa cosa nuova, perché per me questa è la cosa nuova; il resto sono artifici che possono nascere da sistemi elettorali che personalmente considero molto discutibili e che vanno in senso opposto ai sistemi elettorali in tutta Europa. Ebbene, non vedo queste maggioranze trasversali di emergenza istituzionali nelle quali il programma, l'impegno programmatico non sia un optional.
Questa è un'altra perplessità che ho avuto negli ultimi mesi rispetto ad alcune iniziative di colleghi con cui ho avuto comunque grandi rapporti di collaborazione come Cucco. Ci sono alcune questioni di programma che non sono degli optional; ci sono tre, quattro, cinque, dieci cose fondamentali sulle quali una maggioranza che governa una Regione o ha una posizione che è bianca o ha una posizione che è nera, non può nascere una maggioranza con una posizione che è grigia. Se questi elementi programmatici non ci sono, non nascono, mi pare che l'ipotesi di elezioni anticipate non sia né una questione estremista né una questione drammatica.
Finisco con un accenno rispetto al ruolo del Presidente della Giunta che oltre a quello della resistenza ha assunto un altro ruolo importante negli ultimi mesi e cioè quello del gestore unico dei rapporti fra la Regione e il Governo perché le Conferenze Stato-Regioni, nella situazione dell'emergenza dell'ultimo anno soprattutto, hanno assunto da un ruolo che io ritenevo estremamente interessante all'inizio un ruolo che ha sostituito il rapporto della Regione con lo Stato: tutte le problematiche del rapporto delle Regioni con lo Stato, nel momento in cui queste problematiche sono diventate sempre più grandi, sono state di fatto assorbite e in qualche modo spostate nel rapporto fra i Presidenti delle Giunte, quindi il nostro Presidente della Giunta, e il Governo nella Conferenza Stato-Regioni. Credo che anche questo tipo di ruolo sia una questione da rimettere in discussione al di là del fatto che il Presidente ci manda molta carta utilissima - relativa agli incontri, però la carta non sostituisce i rapporti politici fra Regioni e Stato centrale, che debbono essere completamenti diversi da quelli che sono stati in questi anni e che quindi non possono passare attraverso l'imbuto strettissimo del rapporto nella Conferenza Stato-Regioni.
Mi pare che queste riflessioni molto sparse tocchino però questioni sulle quali, che lo si voglia o no, questo Consiglio si dovrà pronunciare e confrontare nelle prossime ore e nei prossimi giorni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Mi limito a qualche riflessione relativamente alla questione sospensiva. Dei tre documenti presentati condivido ampiamente la conclusione, cioè la necessità di non procedere alla discussione del progetto di legge sulla variazione di bilancio e soprattutto sul progetto di legge per la determinazione della misura addizionale di imposta su benzina e metano. Particolarmente su questo secondo atto, perché ritengo che - come d'altra parte viene sottolineato nel documento che ci ha fatto pervenire il Presidente relativamente ai rapporti finanziari Stato-Regione non costituisca assolutamente una forma di autonomia impositiva.
Detto questo, sono molto perplesso sul percorso che i documenti del Consigliere Cucco in particolare e dei Consiglieri del PDS, Rifondazione e Verdi, seguono per arrivare a questa conclusione. Perplessità perché? Se ho ben capito - e se non ho capito me ne scuso con i colleghi - le posizioni sono due, tra la maggioranza che vuole la finanziaria subito e il confronto dopo, e le opposizioni di sinistra, PDS in testa, che vorrebbero il confronto subito e la finanziaria poi. Ovvie le implicazioni dei due ragionamenti; quello che probabilmente sfugge è che questa finanziaria interpretata prima o interpretata dopo, è sempre male interpretata. Ebbene sì, perché è un'interpretazione, un vincolo che proviene da un'assemblea quindi da una Giunta espressione di un'assemblea che - mi dispiace, non sono per niente d'accordo con il collega Gallarini e tanto meno con il collega Marchini - non esprime, non è capace, non può esprimere il nuovo.
Per avvalorare questa mia affermazione, vorrei fare un piccolissimo passo indietro. L'Assessore Gallarini nel suo intervento ha detto che finalmente è arrivato su posizioni di federalismo e di autonomia finanziaria. Ricordo bene le sue posizioni quando si discuteva di quella brutta proposta di riforma della Costituzione fatta da noi al Parlamento documento minimale che proponeva - a detta anche dei colleghi intervenuti non un regionalismo ai limiti del federalismo, posizione su cui pare oggi concordino tutti, bensì un blando, blandissimo regionalismo, ancora sottoposto ai vincoli e alle pastoie dell'ancien r'gime centralista. Questo non più tardi di un anno fa. Ora vorrei capire questa improvvisa conversione sulla strada di Damasco, questa grandissima capacità che esprime oggi il Consiglio, ma che solamente 365 giorni fa non era in grado di esprimere.
A questo punto credo che conveniate con me sul fatto che non sia percorribile la strada proposta dal Consigliere Cucco; su quel progetto di legge di riforma costituzionale, che era fondamentale, abbiamo dato dimostrazione di essere fuori dal mondo, di non capire quali sono le istanze che arrivano dal Paese reale. Non siamo quindi oggi in grado di esprimere un governo che si ponga come scadenza la scadenza naturale del Consiglio regionale, quindi il giugno del 1995. E' un dato di fatto.
Ho apprezzato, forse per la prima volta, l'onestà del Consigliere Rossa su questo argomento. Rossa ha più volte dichiarato pubblicamente che lui alle elezioni anticipate non ci sta, perché - grazie a Dio e per fortuna in questa assemblea la Lega è un movimento, un Gruppo politico marginale, e va bene così se lo resta per altri due anni. E' stato di un'onestà totale: non bisogna andare alle elezioni anticipate, perché altrimenti cambia la fisionomia di questo Consiglio.
Io non me la sento, perché i ragionamenti li abbiamo fatti in sede di Capigruppo e tra Consigliere e Consigliere, e questi ragionamenti mi porrebbero ad essere l'unico che continua a richiedere tout court elezioni anticipate e una crisi al buio. Non me la sento perché sarebbe un atteggiamento irresponsabile, ma ritengo che non esista altra soluzione di un governo a termine che, senza vuoti istituzionali, ci consenta di arrivare rapidissimamente ad elezioni anticipate, perché questa è l'unica via. Su un'ipotesi del genere, pur non avendo alcuna intenzione di partecipare, io me la sentirei di garantire la nostra astensione, se non il nostro favore, ma sottolineo la necessità, urgentemente e indipendentemente da riforme che per il momento sono ancora molto al di là da venire, di andare ad elezioni. La dimostrazione è chiara, l'incapacità espressa nel dibattito di un anno fa sulla riforma costituzionale è un indice chiarissimo: non sappiamo più interpretare cosa proviene dal Paese reale.
Concludo rapidamente sui documenti presentati dai colleghi: siamo pienamente d'accordo sulle conclusioni, cioè al non procedere ad applicazioni di sovrattasse che non ci competono, perché non siamo in grado, a mio modesto parere, di programmare una finanziaria a lunga scadenza. Non sono d'accordo sul percorso seguito dal Consigliere Cucco per i motivi che ho detto poc'anzi, per cui sul documento di Cucco mi asterr mentre ravvisando con qualche difficoltà e qualche equilibrismo la possibilità di procedere secondo il mio progetto, voterò a favore del documento presentato dai colleghi del PDS, di Rifondazione Comunista e dei Verdi, e voterò sicuramente a favore del documento presentato dal collega Majorino, ravvisando nel testo del documento solamente un percorso tecnico per non passare alla discussione e, quindi, purtroppo all'approvazione dei due provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

L'intervento dei colleghi di maggioranza che mi hanno preceduto e che considero molto esaurienti, mi esime dall'entrare troppo nel merito di questioni, sulle quali peraltro interverrò poi in sede di discussione generale sul bilancio. Mi limiterò, quindi, ad alcune valutazioni relative alle questioni sospensive, che sono state presentate all'esame del Consiglio.
Ho apprezzato il richiamo responsabile e sincero che il Consigliere Cucco ha fatto sui timori che si possa avvitare una vicenda politica che porti ad elezioni anticipate, e gli debbo una risposta molto franca. Io non credo - e con me la DC - che le elezioni si blocchino e che nuovi quadri politici più solidi si possano costruire, impedendo il funzionamento delle istituzioni, oppure avviando slittamenti di atti legislativi che dobbiamo affrontare e che dovremmo affrontare oggi. Se ciò avvenisse, credo che si aprirebbe una fase con gravi responsabilità, perché si aprirebbero gravi e pesanti questioni sul funzionamento della Regione. Alcune sono già state citate e riguardano il ritardo rispetto all'avvio di una serie di programmi, in particolare la formazione professionale, la forestazione e gli interventi previsti per l'economia, che sono il 60% degli interventi del bilancio proposto, l'avvio del Regolamento CEE n. 2052.
Sono tutti ritardi che sicuramente peserebbero in modo forte sulle vicende sociali ed economiche della nostra Regione. Non approvare o rinviare l'approvazione del bilancio si ripercuoterebbe, a nostro avviso anche pesantemente sul quadro programmatico della Regione, perché ci impedirebbe di conoscere, e di poter contare, su entrate sicure, sulle quali costruire anche l'ipotesi di legge finanziaria che, in modo aperto, è stata presentata dalla Giunta.
Rispetto a tutti questi rischi noi non abbiamo innalzato delle barriere ostruzionistiche, con delle valutazioni politiche che, da due mesi, fanno aggio su ogni valutazione di tipo amministrativo, come ha bene ricordato l'Assessore Gallarini, con valutazioni politiche pregiudiziali ad ogni ragionamento che riguarda i contenuti dell'azione amministrativa e delle responsabilità che siamo chiamati ad esercitare.
Non mi pare che, in questo tempo, il Piemonte sia stato al centro dell'attenzione e del confronto dei partiti, ma ci sia stata invece l'esigenza di coprire posizioni di partito in senso molto stretto. Quindi noi non accettiamo, Consigliere Monticelli - perché di questo si tratta nella vostra posizione - di decidere con le spalle al muro, sotto la pressione di ultimatum che peraltro non vengono dalla gravità e dall'oggettività dei problemi, ma vengono soltanto dalla posizione dei partiti. Ho la sensazione che questo atteggiamento nasconda la volontà del PDS di sfuggire la decisione di essere parte responsabile di una fase politica nuova, che si intende aprire in questa Regione. Temo che si cerchino dei pretesti; però con ciò si corre il rischio di cadere in vecchi giochi che tutti, con presunzione, dichiariamo di voler esorcizzare.
Vorrei, una volta tanto, essere smentito su queste previsioni. La DC continua con lo spirito di chi non cerca delle vittorie sulle vicende che oggi ci sono poste; cerchiamo solo di impedire che si blocchi il Piemonte assumendoci la responsabilità di proporre ciò che qualunque maggioranza presente o futura avrà il dovere di fare. Fuori da questi dolorosi passaggi, e se questo clima permane, si corre il rischio che ci sia solo e qui ha ragione il Consigliere Cucco - lo sbocco elettorale. Noi a questo non puntiamo e faremo il possibile per evitarlo.
Proprio per questo e per le cose dette prima, per quel che riguarda le tre questioni sospensive proposte, il nostro voto sarà contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre.



SEGRE Anna

Penso anch'io che i motivi per sostenere oggi la richiesta di sospensione dei disegni di legge all'o.d.g. siano squisitamente politici, e non di ragioneria o di amministrazione regionale. Credo siano squisitamente politici e facciano riferimento, non come qualcuno dei Consiglieri che mi ha preceduto ha detto, alla discussione di ieri. Credo però che i motivi vadano ricercati anche più lontano dalla discussione di ieri, vanno ricercati sostanzialmente nell'ultimo anno di vita della Regione.
Al di là di alcune leggi pure importanti che la Giunta ha proposto e che sono state votate dal Consiglio regionale, la Regione Piemonte si trova in una situazione sostanzialmente bloccata. Senza andare troppo lontano nel tempo, basta pensare agli ultimi Consigli che sono stati dedicati a dibattiti, peraltro interessanti, che possono dare un'indicazione certamente di linea che la Giunta regionale vuole seguire, ma che, secondo me, sono stati anche dei momenti per riempire dei vuoti che la Regione ha (e per Regione in questo momento intendo la Giunta regionale).
Abbiamo fatti tre dibattiti in questi ultimi due mesi: uno sugli enti strumentali, uno sull'occupazione e uno sull'agricoltura, ma, al di là del fatto che sono argomenti interessanti e sul tappeto, si è trattato di dibattiti fini a se stessi, che non hanno portato a documenti propositivi per la Regione. Quindi, credo che il motivo per cui oggi ci troviamo a chiedere la sospensione per i provvedimenti legislativi proposti dalla Giunta, per quanto riguarda le addizionali e la variazione di bilancio, sta proprio nella credibilità o rappresentatività politica di questa Giunta che non vorrei valutare esclusivamente, come è stato fatto, pensando che, se le elezioni si facessero adesso, questa Giunta sarebbe composta in modo diverso.
Penso che la rappresentatività di questa Giunta sia ormai molto ridotta, non solo per questo motivo - che certamente conta ma soprattutto per ciò che la Giunta regionale non ha saputo fare in questi tre anni di governo. O meglio, c'è stato, secondo me, un momento iniziale di iniziativa che noi potevamo anche non condividere come opposizione, ma che si è bloccato ormai da molto tempo e mi sembra che la Giunta regionale viva un po' alla giornata - per i motivi che sono stati ricordati nella discussione di ieri - e sostanzialmente non riesca a fare dei programmi a lunga scadenza. E' proprio da questa impossibilità o incapacità di fare programmi a lunga scadenza che deriva l'impossibilità di richiedere ai cittadini piemontesi di pagare, in questo momento, delle addizionali di imposte.
Non mi convince nemmeno il fatto che insieme alle proposte addizionali siano state presentate le proposte di legge al Parlamento per effettuare un conguaglio delle addizionali di imposta che - come diceva l'Assessore Gallarini nell'intervento che ha fatto prima verrebbero in qualche modo compensate. Il fatto che il Parlamento approvi, in questo momento, due proposte di legge regionali è molto difficile che possa avvenire, in quanto non sappiamo nemmeno fino a quando avremo un Parlamento nazionale.
Sul tema delle elezioni anticipate a livello nazionale molte posizioni stanno cambiando e quindi è molto probabile che tutto ciò avvenga presto.
Tuttavia queste addizionali compensate da proposte di legge regionali non mi convincono nella forma, nel senso che si promette una cosa di cui non si è certi, facendo pagare subito qualche cosa.
Dell'intera manovra di bilancio, ma soprattutto delle addizionali, è stato detto che sono necessarie. Perché? Tra gli atti che non sono stati compiuti da questa Regione, ultimamente, c'è l'adeguamento del Piano di sviluppo. Allora, in mancanza dell'adeguamento del Piano di sviluppo, in mancanza di piani veri di programmazione relativi ai temi su cui la Regione dovrebbe avere un ruolo di programmazione, non si capisce per quali obiettivi queste addizionali vengono richieste.
E' per tutti questi motivi che non solo abbiamo presentato una nostra proposta di sospensiva, ma voteremo a favore anche di quella presentata dal Consigliere Majorino; abbiamo gli stessi dubbi di premessa rispetto al documento del Consigliere Cucco al quale chiediamo, anche noi, la possibilità di votarlo per parti separate.
Mi unisco inoltre, a nome del Gruppo dei Verdi, alla richiesta, che ha fatto il Consigliere Chiezzi, di voto per appello nominale di tutti i documenti presentati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Vorrei rilevare, signor Presidente, che nonostante la buona disponibilità - che, in fondo, sembra manifestarsi in tutti gli interventi a trovare qualche via di uscita, non è cambiata di una virgola la questione di trovare una soluzione concreta. Ho l'impressione che le posizioni siano estremamente ferme, molto definite e questo mi dispiace. Mi rivolgo all'amico Cucco, al quale mi sento molto vicino. Sono un po' romantico in queste cose, sono portato ad esserlo, però quando guardo freddamente il quadro delle posizioni politiche, ritorno nuovamente con i piedi per terra e quindi dico, ahimè Cucco, che la tua ipotesi è suggestiva, è una ricerca genuina, trasparente e disinteressata; sarà facilitata dal fatto che la tua posizione politica si identifica in quello che esprimi per ora e può anche darsi che domani avrai più fortuna, per non trova alcuna eco. Come dicevo nella riunione dei Capigruppo, è un treno che è già partito, ma questo non ci impedisce, con i mezzi che ci sono oggi, di recuperare quel treno alla prossima stazione. Non ritengo che ci sia mai l'ultimo treno. Forse c'è stata l'ultima cabriolet (che è più probabile, perché poi passò l'uragano della seconda guerra mondiale), per l'ultimo treno non c'è, c'è sempre un treno successivo.
Ritorniamo a verificare le posizioni politiche. Le posizioni politiche non sono cambiate, anche se ritengo anch'io che debba essere dato il primato alla politica. Non è venuta fuori nessuna proposta che abbia qualche valore di attenzione. Che cosa viene proposto dall'opposizione rispetto alla proposta di andare all'approvazione di tutto il pacchetto finanziario e del non passaggio all'esame dei provvedimenti? E' venuta fuori una proposta che non so dove si possa definire "nessun vinto, nessun vincitore". E' stato detto: "Se rinviate le addizionali, noi ritiriamo gli emendamenti, così non ci sono né vinti né vincitori". No, non è così parliamoci chiaro: noi abbiamo discusso, abbiamo sofferto e siamo qui che stiamo soffrendo, ma non perché la Regione mette le tasse! La Regione dovrà mettere le tasse, io mi auguro che la Bicamerale e le riforme istituzionali portino a consentire che la Regione metta le tasse! Si stabilisca una netta separazione fra le tasse dello Stato e quelle della Regione; purtroppo stiamo mettendo le tasse sempre sulla stessa questione. E' il momento, è la difficoltà, è tutto quello che volete. E' chiaro allora che si chiede di rinviare, così non ci sono né vinti né vincitori.
No, parliamoci chiaro, cari amici dell'opposizione: vuol dire che noi che abbiamo sofferto, che abbiamo discusso, ad un certo punto riconosciamo che è una strada che pensavamo di percorrere e che invece ora non percorriamo più. E' vero che le vie del Signore come quelle della politica sono infinite, sono piene di provvidenza, però bisogna anche avere un minimo di coerenza. Voi potreste dire domani "quei biechi reazionari volevano mettere le tasse, ma noi glielo abbiamo impedito".
Queste sono le posizioni che molte volte ho cercato anch'io di penetrare, di affrontare, di rompere, dopo però non si rompono perché è come nei partiti, qui siamo tutti uomini di partito, le soluzioni sembrano possibili, però poi i vari gruppi che si confrontano non rendono possibili queste cose, eppure sono possibili. La politica è il fatto della giornata quindi a questo punto non ci sono queste possibilità, altrimenti potrei dire, visto che ormai si riconosce da tutte le parti che c'è qualcosa di nuovo da fare, che c'è probabilmente un governo da andare ad immaginare, ma per il momento c'è. Ditemi realisticamente se sbaglio, per il momento non c'è nessuna possibilità, non vedo nessun percorso, anche la buona volontà non la vedo, non la vedo! Al di là della buona volontà di alcune parole non andiamo. Diciamo semmai che se c'è un Gruppo che sta attraversando un momento di grande difficoltà questo è il Gruppo socialista! Gli altri sembrano tutti blindati, fortemente blindati!



CUCCO Vincenzo

Blindati!



ROSSA Angelo

Questo è un termine che è stato usato nell'Assemblea nazionale democristiana, ma riferita all'altra "signora di ferro".
Qual è il governo che si pensa di fare in questa Regione? I partiti sono in crisi, siamo delegittimati, non c'è più possibilità ma allora chi sono le donne e gli uomini generosi che si dispongono per fare una maggioranza? Si facciano avanti! Io però, al di là di quello che accade nel Gruppo socialista, finora non ho visto niente tranne una posizione, altrettanto rispettabile, che il collega Ferrara parlando dopo di me annuncerà e che più o meno conosciamo. Nell'ambito però del PDS che cosa succede? Io noto di più un arroccamento che non una disponibilità.



MARENGO Luciano

E' proprio così, hai ragione.



ROSSA Angelo

Sì, noto un arroccamento.
Perché dico che non c'è questo percorso? Io non lo vedo, se voi me lo fate vedere io sono qui con tutti gli occhi aperti per vederlo.



RIBA Lido

Ieri ti ho detto che non c'è nessuno più sordo di chi non vuole sentire, oggi ti dico che non c'è nessuno più cieco di chi non vuole vedere!



ROSSA Angelo

La via è sempre la solita.



PRESIDENTE

Il Presidente del Consiglio oggi ha deciso di non interrompere il Consigliere Rossa altrimenti all'esterno viene letto come "Rossa zittito".
Io non lo interromperò, lascio al vostro buon cuore.



ROSSA Angelo

Grazie, Presidente. Devo dire che hanno letto male, con tutto il rispetto che ho dei giornalisti che sono molto bravi, qualche volta non interpretano bene, eppure sono tutti bravi psicanalisti. Leggono profondamente il pensiero della gente e quando non lo fanno forse è perch non vogliono leggerlo.
Dicevo che non c'è questo percorso. Le condizioni politiche sembrano non essere mature tra le forze politiche; la via più semplice è quella di dire "buttiamo giù la Giunta, mandiamo in crisi la Giunta e dopo si vedrà".
Io sono preoccupato, di fronte ad una crisi al buio, che il dopo sia quello delle elezioni anticipate e riconfermo quello che il collega Vaglio ha capito e ricordato molto bene. Io ritengo che nell'interesse della democrazia italiana e piemontese noi abbiamo il dovere di fare ogni sforzo per non andare alle elezioni anticipate, perché - lo dicevo ieri - avremo anche in Piemonte un fortino assediato dai tartari, o dai barbari chiamateli come volete. Faremo ancora elezioni anticipate in qualche città di questa regione, dopodiché i barbari avranno completato l'assedio e ci sarà a capo di questo fortino il Sindaco Castellani che difenderà il "castello" che è assediato. Io mi batto per evitare questo pericolo! Se noi avessimo veramente la piena consapevolezza di questa situazione potremmo anche dire che c'è un bilancio, c'è un assestamento, ci sono tutti questi provvedimenti che sono necessari. Il collega Marchini ha detto che in fondo è una dotazione istituzionale quella della Regione; dobbiamo quindi riconoscere che la Regione così com'è ha bisogno di avere dei mezzi riconosciamolo tutti quanti e sottoscriviamo un documento nel quale si dice che le addizionali sono una necessità, se volete dolorosa, ma inevitabile che a settembre dovremo andare ad applicare. E' un'idea mia peregrina rivolta alla ricerca di qualcosa che superi l'arroccamento, il braccio di ferro, per tentare di dire che dobbiamo riconoscere, da una parte e dall'altra, che c'è bisogno di fare qualche intervento. Diversamente ditemi voi con quali mezzi, che non siano soltanto parole, si può andare incontro alle esigenze; poi faremo insieme anche quella selezione alla quale si riferiva Monticelli e quindi mettiamo insieme una massa maggiore di soldi affrontiamo questo momento, se volete, di impopolarità, in un momento difficile che abbiamo sempre cercato di allontanare come un calice amaro però se vogliamo fare qualcosa di concreto è necessario che a questo punto si affronti questo problema. Se siamo convinti che un'altra maggioranza o un'altra Giunta non sarà in grado di fare il miracolo di risolvere il problema dei pani e dei pesci, visto che siamo uomini e non siamo sovrannaturali, credo che abbiamo il dovere di fare certi conti.
Mi direte: "E' una proposta buttata lì". Qualcuno potrà preoccuparsi.
Signor Presidente, non si preoccupi, io sono del parere che se ci fosse questa volontà da parte o dei Gruppi oppure dei singoli Consiglieri che si sentono di sottoscrivere un documento (se tecnicamente gli esperti del bilancio ci dicono che la cosa si può fare per far sì che decollino le addizionali all'1 gennaio 1994) non mi sorprenderei se ci fossero quaranta firme sotto un documento in cui si riconosce questa possibilità. Allora si rinvia e nel frattempo cerchiamo di mettere in piedi quello che saremo in grado di costruire, senza buttare giù la Giunta. La Giunta cadrà nel momento in cui vi sarà un documento di sfiducia costruttiva. Il Presidente Brizio ha detto che non starà un minuto di più di quello che gli spetta.
Dobbiamo fare ogni sforzo per allontanare tutti gli equivoci che ci sono, e che pesano, che da una parte ci portano davanti ad un quadro nazionale drammatico e tragico come quello che abbiamo sotto gli occhi dall'altra le tentazioni di vario genere, di affermare, di far prevalere il particolare rispetto al generale. Per queste ragioni dico che la Giunta c'è e deve restare al suo posto per fare la sua parte. Ecco perché respingo la richiesta di non passare alla discussione e nello stesso tempo aggiungo che se c'è questa disponibilità venga avanti. Vorrei sentire dai Gruppi, dai singoli Consiglieri questa disponibilità per evitare che si ripeta sempre lo stesso gioco che c'è nella vita e nella dialettica politica, il solito casus belli: oggi sono le addizionali il casus belli per cui bisogna arrivare a questo confronto, bisogna morire per qualcosa. Però a questo punto, collega Cucco, le condizioni per un'azione di diplomazia o di lavoro di superamento mi sembra che fino adesso non ci siano e se non ci sono ciascuno ha il dovere di svolgere il ruolo che ha scelto. Riteniamo di doverlo svolgere nonostante i problemi, le sofferenze che abbiamo, le critiche a cui potremmo andare incontro, ma voglio dire che qui responsabilmente ciascuno risponde dalla propria posizione e personalmente sono pronto a rispondere perché vorrei che questa opera, seppure così difficile, che stiamo cercando di portare avanti, sia un'opera che rappresenta un'indicazione di marcia. Secondo me può essere, dato che sono convinto che non c'è mai l'ultimo treno che parte e non c'è mai l'ultima spiaggia. Potrebbe succedere che se non ci sono altre soluzioni, abbiamo approvato le cose che abbiamo approvato, mi auguro che, dopo esserci riposati per il tempo necessario di cui tutti abbiamo diritto, si arrivi qui a settembre e magari si ritrovi quel clima che spero sia diverso da quello che è stato preconizzato da alcuni interventi e che non sia il clima della grande lacerazione. In questa direzione cercherò di lavorare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, deluderò il collega Rossa nel senso che non farò nessun annuncio. Non credo però di deludere i colleghi se dico che mi attengo al tema di cui stiamo trattando e non faccio un discorso che secondo me è da fare tra poco sul bilancio. Già ieri abbiamo fatto un primo discorso sul bilancio, adesso ne stiamo facendo un altro e oggi pomeriggio ne faremo un altro ancora: in realtà di nessun discorso sul bilancio si tratta, perché, come hanno detto l'Assessore Gallarini e il Consigliere Ferraris, gli aspetti tecnici sono stati sempre superati, si è fatto sempre un discorso puramente politico che prevaleva rispetto a tutti gli altri discorsi. Questo anche perché improvvisamente si sono avviati alcuni contatti, alcuni accordi, dando per scontata una chiusura che non doveva ancora essere data per scontata o quanto meno non si doveva dare per scontata a certe aperture. Forse si sono seguiti dei percorsi sbagliati e oggi di fronte ad uno strumento finanziario così importante in realtà continuiamo a fare discorsi di vario genere.
Mi atterrò al tema prendendo atto che i documenti presentati da alcune parti dell'opposizione, tendenti tutti a rinviare di fatto l'approvazione e la discussione degli strumenti finanziari, sono stati illustrati con toni diversi dai vari presentatori, con argomentazioni che alla luce di tutto ciò che è capitato e sta capitando evidentemente sono degne di apprezzamento.
Non ho difficoltà a dire, non per fare concorrenza a Rossa, che ho apprezzato molto il tono, la disponibilità e il senso di responsabilità dell'illustrazione che il collega Cucco ha fatto del suo documento, non certamente così strumentale rispetto ad ipotesi diverse, ma credo per una vera e reale esigenza di dare alla Regione un governo un pochino più stabile e forte rispetto al governo che oggi abbiamo di fronte. La Giunta farà le sue considerazioni rispetto a queste esigenze.
Per quanto mi riguarda, devo dire che le maggioranze hanno la responsabilità di essere maggioranza. Quindi, se di fronte a queste richieste e a queste argomentazioni la maggioranza riterrà che per svolgere il suo ruolo sia necessario ed opportuno procedere rispetto alle proposte che ha presentato e di cui dovremo discutere, indipendentemente da quelle che saranno le valutazioni che ciascuno di noi potrà fare e che io far successivamente, credo che questo sia un diritto della maggioranza. Non credo che sarebbe una fotografia o una prefigurazione del nuovo chiedere alla maggioranza di rinunciare a certe sue scelte, con una sorta di ricatto. La maggioranza, nella sua assoluta libertà, ci dica se ritiene di dover continuare su questa linea. Se la maggioranza ritiene di dovere continuare su questa linea, il Consigliere Ferrara parlando a titolo personale - Marchini dice che ormai è diventato un fatto da lustrino parlare a titolo personale deve dire che, rispetto a questa esigenza sentita dalla maggioranza, riservandosi di esprimere le sue valutazioni sui documenti, crede che la maggioranza abbia titolo di procedere e quindi non voterà queste richieste di rinvio della discussione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il discorso relativo alle pregiudiziali è andato fatalmente, come si prevedeva, sul merito della grande scelta sull'applicazione delle addizionali e sull'approccio del bilancio, sulla possibilità di condurre un'azione finanziaria che tutti vorrebbero incisiva, specialmente di fronte alle emergenze, e che per essere incisiva deve poter beneficiare di risorse finanziarie, altrimenti diventa una lenta morte dell'ente regionale.
E' stata rilevata - e voglio affrontare questa parte - un'eccessiva vis polemica nel mio intervento di ieri; debbo dire che la seduta di ieri è stata talmente animata che una presa di posizione forte di chi ha la responsabilità di guidare in un momento così difficile la Giunta regionale era, a mio avviso, doverosa. In un momento di polemica, i toni possono essere talvolta caricati, ma i contenuti sono da confermare completamente perché concorrono a dare la risposta giusta ad un discorso che è stato impostato ieri in modo pesante da più parti teso ad intaccare anche l'immagine della Regione e del Consiglio in un momento difficile.
Non c'è in me peraltro nessuna animosità, nessuna volontà di non ragionare; anzi, la parte conclusiva del mio intervento era proprio diretta al ragionamento intorno ai problemi che abbiamo di fronte a noi. Io dico che oggi non si può fare a meno dell'applicazione dell'addizionale. E' una convinzione che ho espresso ripetutamente e che nasce dai documenti dei nostri uffici; considerazione che è fatta ampiamente propria ed è anche proposta dall'Assessore al bilancio come necessità assoluta nel muoverci.



(Commenti del Consigliere Rivalta)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Rivalta, hai da dirmi qualcosa?



RIVALTA Luigi

Avevo da dire qualcosa a Marengo sulla tua dichiarazione che sono gli uffici che indicano le necessità. L'addizionale è una tipica scelta politica: perché tiri in ballo gli uffici?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Io non tiro in ballo nessun ufficio. Dico che è una scelta politica, ma che ha una necessità anche tecnica, perché non puoi non tener conto che il bilancio deve essere pareggiato. Quindi, ripeto, non è soltanto una scelta politica, ma è una scelta che ha delle ragioni tecniche; anche il Ministro Spaventa, quando illustra le scelte della finanziaria, parte dai dati e dalle osservazioni tecniche che gli vengono fornite e dalle quali non si può prescindere.
Anche in questo caso, mi assumo completamente la responsabilità politica che compete alla Giunta sulle proposte che formulavamo, se questa è la preoccupazione. Non ho mai evitato di prendere queste responsabilità.



CHIEZZI Giuseppe

Se è vero quello che dici, le addizionali servono per coprire buchi di bilancio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non ho detto che servono per coprire buchi di bilancio.



PRESIDENTE

Lasciamo andare avanti il Presidente.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho detto che servono per coprire il bilancio! Se volete provocare, dico che i buchi li abbiamo solo ereditati e che li stiamo coprendo; se vuoi la provocazione, la risposta è questa: buchi abbiamo ereditato, buchi stiamo coprendo! Tra l'altro, abbiamo l'impegno di arrivare entro il 1995 alla copertura del deficit pregresso, impegno che manteniamo. Per mantenere questo impegno, far funzionare la Regione e fare una politica di investimenti, è necessario applicare queste addizionali.
Questa è la nostra opinione, che credo non si possa accantonare, perch allora il discorso dell'accantonamento nasce un po' equivoco. Si potrebbe teoricamente rinviare ai primi di settembre l'esame delle addizionali e della legge di variazione, ma non affrontare la legge di variazione è impossibile; anche se si volessero fare quegli aggiustamenti cui accennavano i membri dell'opposizione, non si potrebbero fare sulla legge di assestamento: bisognerebbe affrontare un'altra legge di variazione.
Quindi i due documenti sono già caduti nella richiesta finale che non regge, a parte le motivazioni.
Il discorso potrebbe reggere se si volesse veramente rinviare a settembre per dire "entriamo nel merito più approfonditamente o facciamo insieme la discussione della finanziaria, e insieme adottare le addizionali", se ci fosse la preliminare accettazione delle addizionali come assunzione di responsabilità. In verità, si vuole rinviare con il presupposto che a settembre si possa formare un'altra maggioranza, cosa che per me va benissimo - sia ben chiaro - se la si può fare. Come primo atto questa maggioranza dovrebbe comunque fare una discussione su questo tema che ha solo due prospettive di uscita: o si applicano le addizionali (e vorrei vedere qual è la nuova maggioranza che come primo atto approva le addizionali), presumendo che la crisi si risolva in settembre; nello stesso tempo, con quale senso di responsabilità, con quale disponibilità la parte di maggioranza uscente, che dovrebbe far parte di questa nuova più larga maggioranza - l'ho chiamata nuova, non ho parlato di allargamento potrebbe convincersi dell'inutilità di questo strumento del quale fino ad oggi è stata convinta.
Qui si vuol rendere la cosa o impossibile o più difficile o non operante; non c'è la credibilità di fondo in un'operazione di rinvio che abbia, allo stesso tempo, la volontà di rinviare e di creare una nuova maggioranza: non regge, c'è una contraddizione. La nostra proposta invece era di grande apertura, ed era quella di dividere in due l'operazione finanziaria, e così abbiamo fatto: approviamo la parte che è necessaria che è dolorosa e della quale ci assumiamo la responsabilità, che è quella dell'assestamento, della variazione di bilancio, dell'adozione delle addizionali; poi, a settembre, quando si va a discutere la finanziaria e la legge di programmazione, lo si può fare con grande tranquillità. Se si apre un processo di allargamento della maggioranza, non ci sono più scadenze al giorno; se non si apre è perché non ci sono le condizioni. Ripeto che la crisi al buio, con il rischio di andare alle elezioni anticipate, non mi trova disponibile e consenziente: l'ho detto con molta chiarezza.
Il discorso delle elezioni anticipate è venuto avanti in quest'aula sottile e pericoloso. Ci sono state Regioni che hanno avuto ben altre crisi che non la nostra; tutte hanno cercato di evitare il ricorso elettorale, in presenza del mantenimento della legge elettorale attuale. Ci sono Regioni che hanno attraversato altri momenti, ma non si è mai giunti allo scioglimento anticipato di un Consiglio regionale. Credo che, dopo l'improvvida anticipazione delle elezioni dell'Amministrazione comunale di Torino, si aggiungerebbe un altro atto grave, e certo non desiderato e non postulato neanche da parte dell'Amministrazione nascente del Comune di Torino, che ha bisogno di un interlocutore, che cerca e che ha, disponibile ed attento a quella che è una vita molto difficile ed importante sul piano amministrativo. Non è postulato da nessuno questo vuoto che si viene invece a prospettare. Dobbiamo assumerci le responsabilità ed evitare il vuoto.
Questa è la strategia che abbiamo di fronte a noi.
Ed è per questo, oltre che per la ragione tecnica di improponibilità che noi diciamo no a questa pagina delle due pregiudiziali. Andiamo nel merito e nel merito andiamo ai confronti su quello che si può fare, non eludiamo il merito delle nostre proposte.
Vi ho mandato oggi un documento sui rapporti finanziari Stato-Regione (ho cercato di mandarli tutti e credo che siano di grande interesse per chi vuol seguire il dialogo con il Governo e con il Parlamento) e l'ho inviato oggi con una particolare indicazione, che è contenuta al punto 10) di questo documento. Qui c'è la richiesta delle Regioni sulla legge finanziaria, richiesta datata 22 luglio, quindi recentissima, presentata alla Conferenza Stato-Regioni, illustrata da Fiorella Ghilardotti, che non è un Presidente DC, al Presidente del Consiglio e ai Ministri finanziari Spaventa ed altri in quella sede. Il punto 10) però è un punto che ha fatto scrivere il Presidente della Regione Piemonte.
Se voi vedete dalla carta si capisce anche che è un punto aggiuntivo ed è un punto a grande valenza, perché si chiede la previsione finanziaria di meccanismi di detassazione della parte erariale, almeno per quelle Regioni che applicano l'imposta propria. E' un rafforzamento del disegno di legge Gallarini all'esame del Consiglio, fatto proprio da tutte le Regioni presentato da tutte le Regioni al Governo in tema di finanziaria.
E' un'iniziativa che vuole anche rispondere ad un fatto: cioè che noi abbiamo delle responsabilità, colleghi, perché non avendo noi mai applicato l'addizionale nei due anni passati, abbiamo consentito al Governo di compiere un'appropriazione di questa addizionale. Essendoci dei margini finanziari riconosciuti dal Governo di tassabilità di queste voci, non essendo intervenuta la tassazione regionale, nei momenti di necessità, come anche recentemente è avvenuto, il Governo porta via elegantemente questa parte del metano. Sono entrate che vanno a Roma, stessa spesa per i cittadini. Noi dobbiamo reagire a ciò, e con questa operazione c'è una reazione forte, perché applichiamo il tributo, abbiamo quattro mesi per dargli applicazione ed abbiamo la forza di chiedere detassazioni per le Regioni che hanno applicato il tributo e, quindi, detassazioni per i cittadini.
E' una proposta che sarà discussa. Ne ho parlato ancora ieri mattina al telefono al Ministro Paladin, dopo avergli inviato un fax preciso di ulteriore illustrazione della proposta. Il Ministro Paladin la discuterà in sede di Consiglio dei Ministri e vedremo quale risposta avrà la nostra impostazione, fatta propria da tutte le Regioni. C'è anche questo aspetto politico di grande rilievo che ho voluto ricordare. Rischiamo di assumere delle posizioni che per essere di facile consenso, alla fine non so di quanto effettivo rendimento siano per la popolazione piemontese che noi amministriamo e per la capacità di gestione necessaria, da parte nostra, in questo momento difficile.
Ritengo non si possa fare a meno di questa imposizione. La strada giusta è andare avanti ed entrare nel merito. Non possiamo accettare queste due pregiudiziali; se entrando nel merito emergeranno valutazioni tali da consentirci di rivedere la nostra posizione - ma non credo che possano emergere - andremo nel merito a discuterle.
Quella del Consigliere Rossa è una proposta che è l'inizio del mio discorso. Se ci fossero le condizioni, senza porre a monte il problema del nuovo governo, di esaminare positivamente questo provvedimento ai primi di settembre, vedendo insieme la finanziaria, si potrebbe anche fare. Per queste condizioni non ci sono, perché in realtà il rinvio non è l'ipotesi della formazione di una nuova maggioranza, ma è il cedimento di questa proposta come condizione di una possibile nuova maggioranza, che dovrebbe già nascere su una contestazione forte com'è quella sull'uso delle addizionali.
Bisogna essere lucidi in questo momento. Il cammino porta fatalmente più lontano, porta allo scioglimento anticipato, che noi non vogliamo e che io, come responsabile di questa Regione, non voglio, perché so che cosa comporterebbe. Comporta la votazione con il vecchio sistema, comporta probabilmente un'assemblea meno governabile e non illudiamoci comporti un maggior consenso.



(Commenti della Consigliera Dameri)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ma io non ragiono così, e non ragiono neanche in funzione di una mia permanenza, che è, per me, un dovere pesante da assolvere, ma che ritengo forse sbagliando, di assolvere nell'interesse della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La discussione sulle questioni sospensive è conclusa. E' stato richiesto di votare il documento presentato dal Consigliere Cucco per parti separate, per cui procediamo ad una prima votazione che riguarda la parte generale del documento e ad una seconda votazione che riguarda l'ultima riga che coincide con gli altri documenti.
La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Mi prendo la libertà di sottolineare il significato politico che potrebbe assumere una votazione differenziata, e quindi un diverso risultato del voto. Da parte del collega Chiezzi e della collega Segre è stata chiesta la votazione per parti separate, in quanto non sono d'accordo su tutta la prima parte del documento che indica, in qualche modo, una strada per una nuova Giunta.
Devo dire, però, che dalle parole degli esponenti della maggioranza di governo, tolta la pregiudiziale della sospensione, il loro voto, stando alle loro affermazioni, dovrebbe essere favorevole su questa parte.



PRESIDENTE

Io non aprirei questo tipo di dibattito.



CUCCO Vincenzo

Io non sto aprendo alcun dibattito, voglio forzare la mano finché mi è consentito, perché le posizioni devono essere chiare fino alla fine. O si fanno delle dichiarazioni e poi si esprimono dei voti conseguenti, oppure ripeto, c'è un regime di doppia verità in questo Consiglio.
Proprio per essere chiaro, per rischiare fino in fondo di prendere neanche un voto, tranne il mio, su questo documento, voglio che sia chiaro proprio a coloro della maggioranza che hanno detto che sono, in qualche modo, favorevoli a ragionare sull'ipotesi di governo diverso, che votare la prima parte senza l'ultima frase significa votare questa ipotesi senza la Spada di Damocle, che loro ritengono essere tale, della sospensione.



PRESIDENTE

D'accordo, procediamo dunque alla votazione per parti separate.
La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

Noi siamo disponibili a votare soltanto i primi due capoversi: è solo questa la parte che condividiamo.



PRESIDENTE

Non possiamo fare a fette questo documento. E' stata fatta una richiesta che va rispettata.



CUCCO Vincenzo

Io non sono d'accordo su una diversa suddivisione: così com'è stata proposta, basta!



PRESIDENTE

Infatti, è quello che mi permettevo di dire. Il proponente può essere disponibile a votazioni per parti separate, però se non c'è questa disponibilità si vota il documento nel suo insieme.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ho l'impressione che sulla questione legittima di sostanza che pone il collega Cucco rischiamo di impantanarci su una riga in più o su una riga in meno. Faccio però notare, Presidente, che questo non è un ordine del giorno, quindi non è votabile per parti separate, perché è una questione sospensiva che non può per metà sospendere e per metà no. Il deliberato è: "chiede la sospensione dell'esame dei progetti di legge". Questo è il deliberato, il resto sono premesse! Siccome questa è una questione che è stata iscritta all'o.d.g. e discussa come questione sospensiva e non come ordine del giorno, mi pare che la votazione per parti separate debba essere accettata dal Consiglio e non dal proponente.



PRESIDENTE

Non è però preclusa da alcuno la votazione per parti separate.



MARCHINI Sergio

Io dico che è preclusa, perché questo non è un argomento all'o.d.g.!



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione altrimenti si riapre il dibattito politico.
La prima votazione riguarda tutto il documento esclusa l'ultima riga mentre la seconda riguarderà le conseguenze che sono analoghe nei tre documenti.
In sede di Conferenza dei Capigruppo è stato convenuto che la discussione relativa alle questioni sospensive fosse non solo di carattere tecnico, ma anche politico, quindi questa è una conseguenza dell'impostazione data dalla Conferenza dei Capigruppo.
E' stata richiesta la votazione per appello nominale; tale richiesta è stata sottoscritta dai Consiglieri Chiezzi, Segre ed altri. Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale sulla prima parte del documento.



ROSSA Angelo

Votiamo soltanto il primo e il secondo capoverso?



PRESIDENTE

No, la prima votazione riguarda tutto il documento esclusa l'ultima riga, cioè la questione di carattere generale.



ROSSA Angelo

Cerchiamo di essere chiari: noi votiamo il primo "consapevoli", il secondo "consapevoli" e basta, al terzo ci fermiamo.



PRESIDENTE

A lei può non piacere, però l'unica proposta che è stata fatta è questa.



ROSSA Angelo

Allora io faccio una dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Lei non può fare a questo punto la dichiarazione di voto!



ROSSA Angelo

Voglio che risulti chiaro che io voto i due "consapevoli" e non il terzo, il quarto o il quinto. Due e basta!



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

Io voglio che risulti così. Non voglio che entri dalla finestra ciò che abbiamo fatto uscire dalla porta.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, cerchiamo di fare un ragionamento il più sereno possibile: questi documenti sono delle questioni pregiudiziali e sospensive, il Regolamento non dice in nessuna parte che le questioni pregiudiziali e sospensive non possano essere votate per parti separate.
Pertanto, ritengo di poter accogliere la richiesta del Consigliere Cucco.
La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Allora, signor Presidente, mi dispiace, ma non posso aderire al documento del Consigliere Cucco, pur dichiarando una volontà politica che mi porta ad accettare le prime due parti.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

Completando questo tentativo di ragionare per trovare una soluzione alla questione posta, vorrei leggere il Regolamento. L'art. 63 al quarto comma recita: "In caso di concorso di più questioni sospensive comunque motivate ha luogo un'unica discussione - questo è avvenuto - e il Consiglio decide con un'unica votazione e quindi, se questa è approvata, sulla durata della sospensione".
Con "unica votazione" si intende che si mantiene nell'unicità il documento presentato. Questa è la mia interpretazione, altrimenti rientreremmo nella fattispecie degli ordini del giorno, delle mozioni e così via, che possono essere votati per parti separate. Chiedo se questa interpretazione può essere accettata, perché nel qual caso mi pare che la strada che stavamo imboccando non sia percorribile.



PRESIDENTE

Io ho interpretato, sino a questo momento, che non c'erano delle preclusioni a votazioni per parti separate. Prendo atto che voi siete in disaccordo. Non vorrei che le questioni politiche, come sempre diventassero questioni procedurali.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Noi ci siamo atteggiati con grande disponibilità accettando un confronto politico su una questione che non era politica, ma pregiudiziale che aveva contenuto politico, ma che doveva stare all'interno dell'apertura all'o.d.g. del dibattito sui documenti finanziari. Sono stati esaminati invece come documenti a lato. Per carità, se il collega Cucco, a questo punto, vuole togliere valenza al documento di questione pregiudiziale, che quindi non deve concludersi con "chiede il rinvio", sono cose sue! Se lui decide di far decadere la vicenda da questione pregiudiziale che deve necessariamente concludersi con il dispositivo in base al quale non si procede all'esame dell'argomento all'o.d.g. è un discorso; se invece ritiene di trasformare questo documento in un ordine del giorno di valenza politica e non procedurale, perché non c'entra niente con la procedura, è un altro discorso, ma non può a questo punto - te lo dico con grande franchezza, Cucco - utilizzare lo strumento ambiguo, anche questo, e scorretto di segmentare un documento per misurare la disponibilità rispetto ai numeri che si votano! Perché quello che Cucco vuole portare a casa - lo abbiamo capito tutti e molti vogliono correre in soccorso al vincitore - è di votare le più righe possibili!



CUCCO Vincenzo

Ma cosa vuoi che porti a casa!



MARCHINI Sergio

Allora tu presenta un documento di ordine politico, fallo pure, chi lo vuole votare lo vota, chi non lo vuole votare non lo vota, ma con la discussione del bilancio non c'entra niente! Questo attiene alla discussione sul bilancio nella misura in cui chiude con un dispositivo: si sospende o non si sospende. Non si può votare una sospensiva in termini separati! Il collega Cucco può presentare a lato un documento similare, e io non mi opporrò perché non voglio costringere il dibattito politico, ma deve essere chiaro che una questione sospensiva deve chiudersi con un dispositivo con cui si delibera la sospensione dell'argomento, per rispetto della lingua italiana, non della procedura!



(Commenti del Consigliere Cucco)



PRESIDENTE

Consigliere Cucco, mi scusi, chiedo un minuto di tempo per ragionare.



CUCCO Vincenzo

No, no, lo ritiro e chiedo la parola così motivo perché ritiro questo documento. Di fronte a questo atteggiamento di così bassa, ma bassa politica, veramente bassa, perché l'interpretazione così pedestre di questo Regolamento...



(Commenti del Consigliere Marchini)



CUCCO Vincenzo

E' pedestre, Marchini, e tu lo sai meglio di me!



MARCHINI Sergio

Ma vuoi sospendere o no il bilancio?



CUCCO Vincenzo

E' pedestre questa interpretazione, perché tu sai meglio di me che se io cambio questo titolo con ordine del giorno la questione non cambia! Siccome io non ne faccio una questione formale, ma la questione è solo politica, ti assumi e vi assumete la responsabilità di gestire questo Consiglio così come ve lo volete far gestire dal PDS, cioè con l'ostruzionismo! Io ritiro questo documento, la maggioranza si assuma tutte le responsabilità, per poco che poteva essere questo documento! Non lo metto nemmeno in votazione!



PRESIDENTE

Prendo atto della decisione del Consigliere Cucco sul suo documento.
Convengo che, dal punto di vista tecnico, quanto il collega Marchini ha detto era condivisibile, tanto per essere chiara rispetto a voi. Se avessi portato avanti il minuto di sospensione probabilmente avrei deciso che comunque era meglio non dividere. La mia prima impostazione era legata all'intesa presa in sede di Conferenza dei Capigruppo, cioè di discutere le questioni sospensive e pregiudiziali per la loro valenza politica in ordine al dibattito consiliare. Questo per onestà tecnica e personale rispetto all'assemblea.
Detto questo, poiché il Consigliere Cucco ha ritirato il suo documento procediamo con unica votazione sulle altre due questioni sospensive.
Si proceda pertanto all'appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
Le questioni sospensive sono respinte.
A questo punto dovremmo passare all'esame del progetto di legge n. 402 inerente l'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993.
Comunico però che è stata convocata alle ore 14,30 la I Commissione per esaminare l'insieme degli emendamenti presentati.



CHIEZZI Giuseppe

Non mi risulta.



PRESIDENTE

E' convocata già da ieri.



CHIEZZI Giuseppe

Sugli emendamenti?



PRESIDENTE

No, c'è tutto un o.d.g.



CHIEZZI Giuseppe

Gli emendamenti sono in aula.



PRESIDENTE

Gli emendamenti sono in aula, però a norma di Regolamento gli emendamenti al bilancio devono essere esaminati dalla I Commissione, che ripeto - è convocata alle ore 14,30. Se la Commissione è rapida potremmo fare una mezz'ora di sospensione e riprendere il Consiglio alle ore 14,45.
Prego quindi il Presidente della I Commissione, Zanoletti, nella linea che ci siamo dati di continuità dei lavori, di anticipare di un quarto d'ora la convocazione della Commissione.



BRESSO Mercedes

Lei dice che si può essere rapidi con quelle casse di emendamenti?



PRESIDENTE

Penso di sì perché molti sono simili.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa, alle ore 14,15, riprende alle ore 16,05)


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi Consiglieri, è stato richiesto di procedere immediatamente alle nomine.
Per quanto attiene alla nomina di Consusa, prima della votazione della proposta della deliberazione della Giunta regionale riguardante le nomine di tre rappresentanti del Consiglio di amministrazione di Consusa, comunico che deve essere revocata la deliberazione n. 578 del 9/3/1993 con cui è stato nominato il vecchio Consiglio di amministrazione.
Questa revoca dovrebbe avvenire per alzata di mano.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signora Presidente, colleghe e colleghi, desideravo avere solo un'informazione sul motivo per cui occorre deliberare la revoca di questa deliberazione.



PRESIDENTE

Glielo dirà subito il Presidente della Commissione Nomine, Montabone.



MONTABONE Renato

E' cambiato lo Statuto della società: i membri che noi avevamo votato che erano in numero di undici, di spettanza della Regione, sono scesi a tre, quindi noi dobbiamo revocare quella deliberazione per poi assumerne un'altra dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Mi astengo dal voto perché dall'indicazione delle candidature proposte dalla Giunta devo immaginare che questa revoca non abbia ancora maturato la necessaria evoluzione che il problema Consusa deve avere. Leggo dei nominativi di bravissimi tecnici che sono l'unica cosa di cui non ha bisogno Consusa.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Abbiamo dovuto fare la revoca perché, come abbiamo portato a conoscenza anche dell'aula, vi era la riduzione del numero del Consiglio di amministrazione. E' stato ridotto il Consiglio di amministrazione a cinque persone per agilità; io non ho fatto nessuna nomina in assemblea, ho rinviato le nomine, ho fatto questa proposta di tecnici interni. Se si vuole fare una proposta diversa, si faccia la nuova pubblicazione sui tre.



MONTABONE Renato

E' già stata fatta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, siccome noi siamo segusini, su Susa dobbiamo sempre essere più tolleranti di altri, quindi ritiro tutte le mie riserve, per carità, va bene così! Una filosofia che non ha ancora imparato a distinguere Consusa società da Consusa area attrezzata da mettere a disposizione sul mercato internazionale è una filosofia che dalle indicazioni che ci sono qui mi sembra perdurare. Siccome posso sbagliare e ogni tanto cerco di essere tollerante, sono convinto di sbagliare, ritiro la mia riserva e sono contento - lo dico senza ironia - che il Consiglio di amministrazione sia stato ridotto in termini fisiologici. Ho l'impressione che alcuni tecnici bravissimi, non questi, non abbiano l'indipendenza politica per ragionare non in termini di gestione, ma in termini di proposta. Può essere liquidata la società, ma un problema è l'area, un altro è la società. Ripeto: siccome possono essere cose che derivano soltanto dall'ora non felice in cui ci ragioniamo, ritiro tutte le mie riserve, non voglio creare problemi.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 735: "Individuazione, ai sensi dell'art. 4 della L.R. 18/2/1985 n. 10, di associazioni, enti ed istituti titolari del potere di designazione nelle Conferenze provinciali sui rischi industriali"


PRESIDENTE

Sempre attinente alle nomine, è da iscrivere all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 735, presentata dalla Commissione consultiva per le Nomine in data 28 luglio 1993, inerente l'individuazione, ai sensi dell'art. 4, di associazioni, enti ed istituti titolari di potere di designazione nelle Conferenze provinciali sui rischi industriali.
Chi è favorevole all'iscrizione è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è accolta con 48 voti favorevoli e 2 astensioni.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 47 voti favorevoli e 3 astensioni.


Argomento:

Nomine (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 36) all'o.d.g. si distribuiscano le schede per le seguenti nomine.


Argomento: Nomine

Comitato Regionale Opere Pubbliche - CROP - Sez. Infrastrutture (art. 27 L.R. n. 18/84). Sostituzione dei signori Appiano, Anselmo e Rovere (dimissionari).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Mario Quaglia, Paolo Romano e Giovanni Battista Quirico.


Argomento: Nomine

Parchi e Riserve naturali astigiane (art. 4, L.R. 3/6/1993 n. 21) Consiglio direttivo. Nomina di 3 membri di cui uno espresso dalla minoranza.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Annibale Follo e Giulio Pavia (quest'ultimo designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della L.R. n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento). Il Consiglio regionale provvederà, con successiva deliberazione, ad integrare l'ente per la nomina mancante.


Argomento: Nomine

Fondazione Luigi Firpo - Centro Studi sul Pensiero Politico (Statuto relativo) - Collegio dei Revisori. Nomina di un membro.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Dichiaro nessun eletto non avendo il candidato riportato voti sufficienti.


Argomento: Nomine

USSL n. 37 Lanzo Torinese - Collegio dei Revisori. Sostituzione del signor Vincenzo Musso (dimissionario).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Bruno Ardito.


Argomento: Nomine

Cooperativa di Garanzia Libera Artigiani - CO.LIB.ART. Provincia di Alessandria. Sostituzione del signor Giuseppe Mortara (dimissionario).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Carluccio Milanesi Bianchi.


Argomento: Nomine

CESMEO - Centro Piemontese di Studi sul Medio ed Estremo Oriente (Statuto relativo) - Consiglio di amministrazione. Sostituzione della signora Mariangela Rosolen (dimissionaria).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Giuliana Oberto Tarena.


Argomento: Nomine

IRRSAE Piemonte. Sostituzione di un componente dimissionario.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Fiorenzo Alfieri.


Argomento: Nomine

Commissione Regionale per il Lavoro a Domicilio (art. 6, legge n. 877/73). Nomina di 2 rappresentanti (integrazione).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Rina Garigliet e Carlo Baratta.


Argomento: Nomine

Texilia S.p.A. (L.R. n. 47/84 mod, con L.R. n. 11/88) Consiglio di amministrazione. Nomina di 2 rappresentanti (integrazione).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Lorenzo Barbera e Pierangelo Aspesi.


Argomento: Nomine

Commissione per la Tutela del Patrimonio Speleologico (art. 8, L.R. n. 69/80). Nomina di 3 rappresentanti con voto limitato a due nominativi.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Marziano Di Maio e Alberto Selvaggi (quest'ultimo designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della L.R. n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento). Il Consiglio regionale provvederà, con successiva deliberazione, all'integrazione dell'organismo con il nominativo mancante.


Argomento: Nomine

CSI Piemonte (art. 4, L.R. n. 48/75) - Assemblea. Sostituzione del signor Alberto Bobbiesi (dimissionario).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Antonio Spagnuolo.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 747: "Revoca della deliberazione n. 578 - CR 3585 del 9/3/1993: 'Ratifica ai sensi dell'art. 40 dello Statuto della DGR n. 9-22174 del 18/1/1993 relativa a Consusa S.C.p.A. - Consiglio di amministrazione. Nomina ai sensi del DL n. 439/92 dei rappresentanti della Regione Piemonte nel Consiglio di amministrazione della Consusa S.C.p.A.'"


PRESIDENTE

Passiamo infine ad esaminare la proposta di deliberazione n. 747 relativa alla revoca delle nomine nel Consiglio di amministrazione di Consusa.
Essendosi già svolto il dibattito in merito, invito il Consiglio a prendere atto di tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Possiamo quindi riprendere i lavori, ripartendo dall'esame del progetto di legge n. 402: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993", di cui al punto 11) all'o.d.g.
La I Commissione ha dato corso agli adempimenti previsti dal Regolamento; ne verrà dato atto nel corso della discussione.
Mi è stato richiesto di esaminare, subito dopo l'assestamento, il progetto di legge n. 381 relativo alle addizionali di cui al punto 13) all'o.d.g. e poi, nell'ordine già previsto dai documenti di convocazione dell'o.d.g., gli altri adempimenti di natura finanziaria. Poiché anche la Giunta conviene, possiamo procedere in questo senso.
Come abbiamo detto questa mattina, alle ore 17 faremo un'interruzione di circa un'ora per poter partecipare - chi lo ritenga - alla manifestazione che si tiene in Piazza Castello, davanti alla Prefettura. E' ipotizzabile che la manifestazione si esaurisca al massimo in 30-45 minuti pertanto, intorno alle ore 18, possiamo prevedere di riprendere i lavori.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame progetti di legge n. 402, n. 376, n. 381, n. 387, n. 373 e n. 388 relativi alla manovra finanziaria (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo quindi con l'esame del progetto di legge n. 402, di cui al punto 11) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Zanoletti, che ha pertanto la parola.



ZANOLETTI Tomaso, relatore

Il discorso sul bilancio è sempre importante e cruciale per qualsiasi Amministrazione; lo è in modo particolarissimo oggi per la nostra Regione stante il dibattito ampio sulla situazione sociale e politica del Piemonte e dell'Ente, e stante il fatto che la Giunta ha proposto una manovra articolata sul bilancio, che prevede l'assestamento, la variazione, le addizionali, tre proposte di legge al Parlamento che sono in qualche modo collegate. Su questo, credo in modo logico, si è già iniziato un ampio ed approfondito dibattito politico.
A me, come Presidente della Commissione, preme solo di far rilevare questo: in Commissione si è svolto un dibattito anche con un lungo tempo davanti, sono state fatte le dovute consultazioni e ciascuno ha avuto in gran misura tempo di conoscere, riflettere e confrontarsi.
Sugli emendamenti proposti anche su questo disegno di legge, abbiamo fatto il dovuto esame ed è stato espresso il richiesto parere.



PRESIDENTE

Colleghi, vi è una richiesta che rivolgo guardando in particolare la Giunta, che sarebbe quella di far svolgere subito, dato che sono in discussione questi tre provvedimenti, tutte le relazioni e di fare quindi un dibattito unico.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Se nella vostra logica politica c'è sempre la strumentalità, non mi interessa. I tre provvedimenti sono diversi e la collocazione sui tre provvedimenti è nettamente diversa, distinta e, quindi, anche le relazioni per poter esprimersi in termini politici.



PRESIDENTE

Ritengo che questa richiesta abbia una sua logica, anche per capire meglio il dibattito.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta è stata disponibile a cambiare l'ordine dei provvedimenti e ritiene che sia logico che si faccia un dibattito unico, come sempre si è fatto in questi casi in cui l'operazione, nel suo complesso, si presenta compatta.



PRESIDENTE

Le dichiarazioni di voto saranno differenziate, però mi sembra che le argomentazioni non possano che essere trattate nel loro insieme. Quindi possiamo fare poi le dichiarazioni di voto separate, visto che, a quanto pare, la maggioranza dell'aula ha questo tipo di orientamento. Possiamo sentire adesso tutte le relazioni sui tre documenti, fare un dibattito di carattere generale e, se ci sarà qualcuno che vuole differenziarsi nelle dichiarazioni di voto sui provvedimenti, lo potrà fare.
Passiamo quindi al progetto di legge n. 376, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Zanoletti, che ha pertanto la parola.



ZANOLETTI Tomaso, relatore

Dò per letta la relazione, che è di carattere illustrativo e tecnico.
Ho voluto sottolineare prima come su questo provvedimento in particolare la Commissione abbia lavorato, approfondendo, confrontandosi e facendo le opportune consultazioni. Mi riservo di intervenire come Consigliere del mio Gruppo nel prosieguo del dibattito.
Il testo della relazione, a mani dei Consiglieri, è il seguente: "Illustre Presidente, signori Consiglieri il disegno di legge n. 376 costituisce, assieme all'assestamento, uno dei tasselli della manovra di bilancio per l'anno 1993.
Il bilancio di previsione per il corrente anno era stato impostato come si ricorderà, a 'base zero' per consentire di valutare attentamente il funzionamento delle leggi regionali di spesa e di rivisitare criticamente gli interventi regionali, anche al fine di inserire gli opportuni correttivi; non più, quindi, un bilancio ricalcato su quello dell'anno precedente, aggiungendo o togliendo qualcosa a seconda delle disponibilità finanziarie, ma un bilancio con scelte meditate, tenendo conto delle insite potenzialità di sostegno dell'economia.
Sono stati conseguentemente privilegiati i settori dell'occupazione del lavoro, dell'assistenza e previsti sostegni per l'artigianato, il turismo ed i trasporti.
Strettamente collegato al disegno di legge, di cui si tratta (disegno di legge n. 381) è quello relativo all'aumento delle addizionali sul consumo di gas metano e di benzina; buona parte della copertura finanziaria è infatti assicurata dal maggior gettito delle addizionali.
I tempi per la realizzazione degli investimenti hanno suggerito di consentirne l'avvio sin da ora, mediante la 'prenotazione di impegno' senza dar luogo a pesanti e consistenti residui passivi.
La definizione del consuntivo per l'anno 1992 ha peraltro consentito di quantificare con maggior precisione le somme disponibili per il corrente anno. Esse sono così sintetizzabili: 86 miliardi per spese correnti 53 miliardi per spese in conto capitale.
A fronte di tali disponibilità, sono state quantificate richieste per 139 miliardi di spese correnti e 125 miliardi di spese in conto capitale.
A tali richieste bisogna aggiungere circa 22 miliardi di priorità derivanti da impegni pregressi, relativi all'edilizia, alle Camere di Commercio, al personale, all'assistenza ai portatori di handicap all'intesa interregionale sul Po, ai tributi per l'estrazione di materiale litoide indebitamente introitati dalla Regione e ad altri interventi di minore importo.
Le disponibilità nette sono pertanto risultate di 64 miliardi per spese correnti e 53 miliardi per spese in conto capitale con slittamento al 1994 della copertura della restante spesa, come di seguito specificato: '93 '94 '93+'94 spesa corrente 64 75 139 spesa in c, capitale 53 72 125 priorità 22 == 22.
Come già specificato, la copertura complessiva è assicurata dal maggior gettito delle addizionali sul consumo di benzina e gas metano.
La legge finanziaria regionale verrà integrata con la destinazione del presunto maggior gettito delle addizionali sia per la parte residua sull'anno 1994 sia per l'intero 1995, compreso il maggior indebitamento possibile, pari rispettivamente a: '94 '95 '94+'95 spesa corrente 75 130 205 spesa in c, capitale 29 100 128.
Gli importi su riportati sono al netto delle spese obbligatorie regionali.
Con il 1995 si concluderà l'operazione di rientro del disavanzo, come previsto in occasione della presentazione dell'assestamento per l'anno 1990; il bilancio di previsione per l'anno 1993, già approvato, comprende la quota annuale di 35 miliardi. La restante quota di 43 miliardi verrà coperta per 35 miliardi nel 1994 e per i restanti 8 miliardi nel 1995.
Ricevutane l'assegnazione in data 20 maggio 1993, la I Commissione ha immediatamente iniziato l'esame del disegno di legge n. 376 unitamente agli altri provvedimenti presentati dalla Giunta e costituenti la seconda fase del bilancio 1993, e precisamente: disegno di legge n. 381: 'Determinazione della misura dell'addizionale all'imposta di consumo sul gas metano ed istituzione dell'imposta regionale sulla benzina' progetto di legge n. 387: 'Integrazione dell'art. 10 del Testo Unico delle imposte sui redditi' progetto di legge n. 388: 'Integrazione della legge 14/6/1990, n.
158' disegno di legge n. 402: 'Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993'.
In data 17 giugno è stata effettuata la consultazione dei rapprentanti degli enti locali, dei sindacati dei lavoratori, delle organizzazioni di categoria, di associazioni ed istituzioni scientifiche e culturali e di organizzazioni sociali.
In esito alla consultazione sono quindi pervenute alla Commissione memorie, osservazioni, proposte dei soggetti consultati, valutate le quali la Giunta regionale ha adottato in materia due nuove decisioni, e cioè: incremento di L. 5 miliardi per i fondi per l'artigianato per l'anno 1994, con possibilità di prenotazione di impegno già per l'anno 1993 perfezionamento della proposta delle privatizzazioni: la Regione dovrebbe conservare le società a respiro strategico e cedere le restanti (è già in trattativa per cedere l'intera partecipazione SAGAT).
L'esame dei provvedimenti, anche alla luce delle osservazioni dei soggetti consultati e a seguito delle ulteriori decisioni adottate dalla Giunta, è proseguito nelle sedute dell'1 luglio, 8 luglio e 15 luglio concludendosi in data 22 luglio con l'approvazione a maggioranza.
Il licenziamento del disegno di legge n. 376, insieme a quello degli altri provvedimenti collegati, ha avuto luogo in data 26 luglio dopo che al testo presentato dalla Giunta sono state apportate alcune modificazioni di carattere eminentemente formale, volte ad adeguarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
Per quanto sopra esposto, se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea".



PRESIDENTE

Ha ora la parola per la relazione di minoranza il Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano, relatore

Tratterò in sintesi la relazione di minoranza, anche perché le argomentazioni di ieri e quelle di stamane sono, non dico sostanzialmente identiche, ma sicuramente connesse alla discussione odierna sulla manovra del bilancio.
Innanzitutto devo rilevare che è universalmente noto che i bilanci di previsione, siano essi dei Comuni, delle Province, delle Regioni o dello Stato, sono sì un documento tecnico per la parte strettamente tecnica, ma costituiscono il documento politico più importante dell'ente, nel senso che è il documento necessariamente tecnico e contabile che le caratterizza e ne costituisce l'ossatura. Peraltro è un documento eminentemente politico perché deve vivere e tenere conto sia del contesto politico nel quale si muove, sia delle scelte politiche che chi governa deve fare con il bilancio.
Ho detto delle cose estremamente ovvie, ma le ho dovute dire, perché è stato con stupore ed incredulità che giovedì 22 luglio, in sede di I Commissione consiliare e nell'eminenza del voto referente sulla manovra finanziaria e sul disegno di legge di variazione, ho udito il Capogruppo socialista Rossa affermare testualmente, dopo che da parte delle opposizioni erano state svolte argomentazioni a contenuto prevalentemente politico, oltreché tecnico, che il suo Gruppo, che dichiarava rappresentare complessivamente, si atteggiava rispetto ai documenti del bilancio esclusivamente con un voto tecnico. In realtà, lo stesso concetto era stato espresso, anche se con un linguaggio più diplomatico, dal collega Ferraris il quale ad un certo punto, quando aveva detto di passare al voto, aveva precisato che tutte le varie questioni che costituivano e costituiscono lo sfondo politico del bilancio erano una bella cosa, ma bisognava collocarsi sul merito tecnico.
Come detto, si tratta di affermazioni per me incredibili e paradossali quasi che lo scenario di fondo, nel quale si muove la manovra finanziaria non c'entrasse per niente. In sede di Commissione il 22 luglio, a questi nostri interrogativi che mettevano in luce l'aspetto politico del bilancio dico nostri per dire miei come rappresentante del Gruppo MSI-DN, ma anche delle altre opposizioni - ci siamo sentiti rispondere da parte della maggioranza: "No, il bilancio è un documento prevalentemente tecnico e come tale va visitato", quasi come non esistesse quello sfondo di cui ho parlato e sul quale non mi dilungo più di tanto. Ma, in sintesi, lo sfondo qual è? E' quella che è stata chiamata la delegittimazione politica e morale per le note ragioni che non sto più a ripetere.
Ma c'è di più sotto il profilo strettamente politico, cioè la maggioranza è estremamente libera e divisa al suo interno, e naviga come il tradizionale nocchiero in gran tempesta. Tanto è vero che dicevo - ma mi sbagliavo per i fatti nuovi che sono stati resi noti stamane e che saranno ufficializzati dopo - che i documenti di bilancio riceveranno a malapena 30 voti favorevoli, quindi verrà a mancare alla manovra il supporto di una maggioranza qualificata, quel supporto di una maggioranza di 31 voti che è richiesta per l'elezione del Presidente della Giunta, e che è persino richiesta per documenti di minore importanza, quale l'approvazione delle leggi allorquando tornano dal Commissario del Governo. Però mi sbagliavo perché, salvo sorpresa dell'ultimo momento, è da ritenersi che la manovra di bilancio, quando si voterà, avrà a malapena 29 voti favorevoli, anche se fanno il tifo a favore della manovra - fanno il tifo perché non possono esprimere il loro voto - quei due Consiglieri di maggioranza rei confessi di gravissimi reati. Quindi, pesa anche il tifo politico di questi due Consiglieri, e non parlo d'altro, perché ho già accennato, più di una volta, il fatto oggettivo che esistono, senza volere criminalizzare nessuno, dei Consiglieri indagati, che saranno determinanti per approvare la manovra finanziaria.
Avvicinandomi un po' di più al contenuto del bilancio, anche se poi su altre parti più strettamente tecniche interverrà in serata o domani il collega Zacchera, devo rilevare che nell'intervento in aula del 21 dicembre 1992 l'Assessore Gallarini, allorquando presentò il bilancio di previsione 1993, ebbe a precisare che "trattavasi di un bilancio né tecnico n provvisorio (ho virgolettato e letto testualmente; del resto sono cose pacifiche), ma piuttosto di un bilancio preliminare di funzionamento e di sopravvivenza dell'ente collegato con la spesa rigida cui avrebbe dovuto seguire il vero e proprio bilancio a base zero, dotato di scelte politiche da predisporsi, discutere ed approvarsi entro il 28 febbraio 1993".
Assessore e colleghi della Giunta, non voglio fare il formalista, per la data indicativa del 28 febbraio 1993 aveva un senso, perché significava che la vera e propria manovra politica avrebbe dovuto toccare l'intero arco dell'anno della previsione di spesa discrezionale principalmente oltre che rigida minoritariamente, cioè avrebbe dovuto verificarsi in un tempo congruo, mentre arriviamo ad oggi. Posso anche rendermi conto, Assessore Gallarini (sul bilancio non voglio criminalizzare nessuno e tanto meno lei), che indubbiamente la questione sarà stata più complessa del previsto però da febbraio a luglio mi pare che sia passato troppo tempo rispetto alle previsioni ragionevoli che erano state fatte allora.
Ci troviamo di fronte ad una variazione che potrà essere mandata ad attuazione - in quanto approvata solo domani o dopodomani - a partire dall'1 settembre 1993. Va rimarcata una caratteristica di questa manovra cioè bisogna dire che, per i primi otto mesi dell'anno 1993 - dall'1 gennaio al 31 agosto - il governo della Regione, rispetto alle scelte politiche della sua azione di governo, è solamente sopravvissuta. Se era un bilancio provvisorio e di sopravvivenza non sono in grado di usare altre parole.
Sempre esaminando i lineamenti essenziali della manovra e, in particolare, della nota di variazione, devo anche dire che il documento di variazione è ambizioso in quanto accompagnato - e ne parleremo al momento opportuno - dalla impopolare addizionale sul gas metano e sulla benzina per la quale è indicata come data di entrata in vigore l'1 gennaio 1994 questo mi pare che travalichi le previsioni dell'intero anno 1993 e pretenda di impegnare spese discrezionali dell'anno 1994/1995 senza la previa elaborazione di un necessario documento base, cioè di un aggiornamento del Piano di sviluppo, limitato magari, come ho avuto occasione di dire, a questi ultimi venti mesi e, soprattutto, pregiudicando possibili scelte dell'anno 1994/1995.
La relazione di presentazione della variazione di bilancio è a contenuto prevalentemente burocratico e mi chiedo se non fosse stato possibile dare una lettura e un'interpretazione al mondo esterno - non solo a noi del palazzo - che fosse chiara, precisa e compendiosa delle scelte che sottostanno alla vostra variazione. Capisco che questa è un'osservazione sicuramente secondaria, però si è sempre parlato di voler essere, nel bilancio della Regione, precisi e chiari sulle scelte, per non avere di fronte una ridda di numeri che, come abbiamo visto poco fa in Commissione, sovente è difficile interpretare e collocare.
C'è poi un'ultima considerazione di massima che riguarda le linee essenziali di bilancio: la totale indifferenza della società civile e delle istituzioni piemontesi rispetto a questa variazione e all'intera manovra finanziaria. Questa indifferenza si evidenzia per il fatto che tutte le Amministrazioni provinciali hanno snobbato - ed è l'unica parola che si pu usare per rendere l'idea - le consultazioni, come del resto altri soggetti di rilievo. Il che rileva, a mio avviso e anche del collega Zacchera seppur ve ne fosse bisogno, la scarsa credibilità del governo regionale presso le altre istituzioni del Piemonte, mentre ci sembra strana la sponsorizzazione della manovra fatta - ed è il caso di dire fuori sacco all'ultima ora e a guisa di avvertimento da parte della Presidenza degli Industriali. Sarebbe stato più gradito che la Presidenza degli Industriali e in particolare il Presidente fosse venuto, nel corso delle consultazioni ad illustrarci le sue opinioni e non a formulare avvertimenti di pessimo gusto in limine e all'ultimo momento.
Sulla questione (che tratterò brevissimamente, perché ci sarà l'occasione di ritornare su questi argomenti) degli aumenti della benzina e del gas metano, manca alla data odierna una finalizzazione e, sinceramente mi pare che sia una cosa che, in senso politico, definirei - mi consenta Presidente una presa in giro, perché il Presidente Brizio ha detto che sulle proposte di legge al Parlamento il Ministro Paladin ha promesso il massimo interessamento, ma noi sappiamo che quando un Ministro assicura il massimo interessamento, le sue parole sono vuote di significato. Le due proposte di legge che il Ministro ha promesso di prendere seriamente in esame all'interno del Governo, sono quelle che dovrebbero bilanciare gli esborsi dei piemontesi sull'aumento del metano e della benzina, ma questo è sostanzialmente incredibile, forse non valeva la pena formulare delle proposte che hanno solo carattere illusorio.
Come avevo promesso, ho preferito fare una relazione di sintesi rimandando chi è interessato alla lettura della relazione di minoranza nel suo intero testo; non senza concludere con delle espressioni a mio avviso oggettivamente condivisibili ed incisive come quelle del collega Zacchera laddove ha scritto che ci sono argomenti da vendere e sufficientemente esaustivi. Questo per dire che il bilancio, oltre che con cinque mesi di ritardo, è arrivato senza il placet delle Commissioni (che può sembrare un discorso apparentemente secondario, ma pur sempre di rilievo, perché, come è noto, alcune Commissioni non hanno nemmeno avuto modo di esprimersi) senza scelte prioritarie e determinate, senza la presenza delle associazioni e delle categorie nel corso delle consultazioni; dipinto come ultima spiaggia e con lo sponsor - ritorno sul discorso di prima - di qualcuno, il Presidente degli Industriali del Piemonte, il quale viene a suggerire a questo Consiglio che sarà colpa nostra, dell'aula (o meglio, di chi si collocherà in quest'aula in una certa maniera), se il bilancio non sarà approvato. Come dicevo, questo è un avvertimento che respingiamo sdegnosamente, perché non è il caso di ricevere avvertimenti dal mondo esterno.
Mi riservo di tornare sulle varie parti della manovra, per cui rassegno e concludo la relazione di minoranza che, naturalmente, ci porterà a manifestare un pieno dissenso.



PRESIDENTE

Passiamo ora al terzo provvedimento della manovra finanziaria, ovvero il progetto di legge n. 381, di cui al punto 13) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Zanoletti, che ha quindi la parola.



ZANOLETTI Tomaso, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, la legge 14/6/1990, n. 158 ha dettato le norme di delega in materia di autonomia impositiva delle Regioni.
L'art. 6, in particolare, ha previsto l'istituzione di una addizionale all'imposta erariale di trascrizione, di cui alla legge 23/12/1977, n. 952 l'istituzione di una addizionale all'imposta di consumo sul gas metano usato come combustibile per impieghi diversi da quelli delle imprese industriali; la facoltà per le Regioni di istituire un'imposta regionale sulla benzina per autotrazione.
L'art. 6 citato rinviava ad uno o più decreti aventi valore di legge ordinaria la pratica attuazione della nuova autonomia impositiva.
Il decreto legislativo 21/12/1990, n. 398, ha istituito e disciplinato l'addizionale regionale all'imposta erariale di trascrizione e all'imposta di consumo sul gas metano; ha inoltre previsto la facoltà delle Regioni a Statuto ordinario di istituire un'imposta regionale sulla benzina per autotrazione.
Il decreto legislativo citato ha così fissato la misura delle aliquote: addizionale regionale all'imposta erariale di trascrizione: dal 20 all'80% dell'ammontare dell'imposta erariale di trascrizione addizionale regionale all'imposta di consumo sul gas metano: da lire 10 a lire 50 al metro cubo di gas erogato imposta regionale sulla benzina per autotrazione: da lire 0 a lire 30 al litro.
In mancanza di una legge regionale che disponga diversamente, le aliquote vengono applicate nella misura minima.
Il decreto legislativo n. 398 è entrato in vigore l'1 gennaio 1991. La Regione non ha fissato aliquote diverse e, pertanto, nel corrente anno le addizionali sono state applicate nella misura minima con la previsione di un gettito di 7 miliardi per l'addizionale regionale all'imposta erariale di trascrizione e di 13 miliardi per quella all'imposta di consumo sul gas metano.
Il disegno di legge in esame fissa, con decorrenza dal prossimo anno l'addizionale dell'imposta di consumo su gas metano nella misura di lire 40 al metro cubo ed istituisce l'imposta regionale sulla benzina nell'importo di lire 30 al litro.
Il maggior gettito, previsto e stimabile in 110 miliardi dal gas metano ed in 40 miliardi dalla benzina, verrà utilizzato per finanziare nuovi interventi.
Per poter realizzare un coordinamento tra le Regioni, si fa riserva di predisporre il provvedimento che disciplinerà l'applicazione dell'imposta regionale sulla benzina.
Ricevutane l'assegnazione in data 1 giugno 1993, la I Commissione ha immediatamente iniziato l'esame del disegno di legge n. 381 unitamente agli altri provvedimenti presentati dalla Giunta regionale e costituenti la seconda fase del bilancio 1993, e precisamente: disegno di legge n. 376: 'Prima variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993' progetto di legge n. 387: 'Integrazione dell'art. 10 del Testo Unico delle imposte sui redditi' progetto di legge n. 388: 'Integrazione della legge 14/6/1990, n.
158' disegno di legge n. 402: 'Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993'.
In data 17 giugno è stata effettuata la consultazione dei rappresentati degli enti locali, dei sindacati dei lavoratori, delle organizzazioni di categoria, di associazioni ed istituzioni scientifiche e culturali e di organizzazioni sociali.
In esito alla consultazione sono quindi pervenute alla Commissione memorie, osservazioni, proposte dei soggetti consultati che la Commissione medesima ha adeguatamente valutato nella prosecuzione dell'esame del provvedimento nelle sedute dell'1 luglio, 8 luglio e 15 luglio 1993. In data 22 luglio il disegno di legge è poi stato approvato a maggioranza dopo che al testo presentato dalla Giunta sono state apportate alcune modificazioni di carattere eminentemente formale, volte ad adeguarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
Il licenziamento del disegno di legge n. 381, insieme a quello degli altri provvedimenti collegati, ha infine avuto luogo in data 26 luglio 1993.
Per quanto sopra esposto, se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea".



PRESIDENTE

L'Assessore Gallarini ha chiesto di poter aprire la discussione sui documenti di bilancio con una puntualizzazione della Giunta.
Prima di dare la parola all'Assessore informo il Consiglio che i lavori verranno interrotti alle ore 17 per la manifestazione di Piazza Castello organizzata dalle Organizzazioni sindacali per i gravi fatti di Milano e Roma, e riprenderanno alle ore 18. La durata della manifestazione è tale da consentirci questo intervallo per una presenza non formale alla stessa.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel proporre oggi in aula, al Consiglio regionale del Piemonte, la seconda fase del bilancio 1993 (mi riallaccio a quanto diceva prima il Consigliere Majorino illustrando la relazione di minoranza), la Giunta regionale intende svolgere alcune considerazioni.
A dicembre 1992, quando il Consiglio regionale approvò il bilancio di funzionamento - così lo chiamammo - per il 1993, ci demmo appuntamento alla seconda fase, quella delle scelte politiche, sul bilancio a "base zero" di allora. Con cinque mesi di ritardo (riconosciamo anche noi, Consigliere Majorino, che siamo in ritardo di cinque mesi rispetto ad allora) rispetto alle scadenze annunciate, siamo oggi, a fine luglio, all'appuntamento delle scelte politiche.
Sui cinque mesi di ritardo non occorre spendere molte parole: abbiamo vissuto tutti questi mesi e comprendiamo tutti le ragioni per le quali questi tempi si sono appesantiti sulla nostra ipotesi iniziale, ma il bilancio che oggi proponiamo è "politico", squisitamente politico, è "scelte politiche", condivisibile o meno, ma sicuramente, se ci riferiamo al disegno di legge sulla finanziaria che è stato presentato in I Commissione, ci sono delle scelte precise, modificabili. Abbiamo ripetuto in questi giorni che come Giunta e maggioranza si è aperti e disponibili a far sì che vi sia, se ci potrà essere, un rafforzamento di quelle proposte perché è interesse della Regione nel suo complesso arrivare a proposte che siano le più autorevoli ed incisive possibili, ma voglio dire che alcune scelte di partenza la Giunta le ha fatte.
La manovra è complessa, articolata; il mosaico si compone di diversi tasselli, alcuni dei quali già in Consiglio, altri ancora in Commissione ma sono concatenati ed inscindibili.
Vediamo questi tasselli uno per uno, facendo dei brevi flash.
1) Assestamento di bilancio: si tratta di un assestamento tecnico dovuto, che recepisce il ribaltamento del consuntivo 1992 approvato dal Consiglio circa 20 giorni or sono, che di politico ha una sola caratteristica, quella del tempo, luglio 1993, un tempo che è tale da consentirne l'esecutività a fine agosto e quindi la gestione tranquilla e sicura negli ultimi quattro mesi dell'esercizio finanziario al quale si riferisce. Molte volte in passato si è arrivati a fine anno ad approvare l'assestamento che quindi non aveva le caratteristiche che ha questo approvato a luglio. Questo assestamento di bilancio rappresenta una tappa del piano di rientro impostato con l'assestamento del 1990. L'attuale Giunta Brizio nacque il 25 luglio 1990 e il disavanzo di allora era di 150 miliardi; oggi, 27 luglio 1993, a tre anni esatti di distanza, il disavanzo residuo è di 43 miliardi, che saranno ridotti a zero attraverso altre due tappe, l'una in occasione del preventivo 1994 e l'altra, l'ultima sull'obiettivo, nel preventivo 1995, quando sarà raggiunto il pareggio effettivo.
Tale risanamento del bilancio, programmato ad inizio di legislatura, in tempi quindi non sospetti rispetto alla fase storica che ora stiamo vivendo e conseguito nonostante tutto con determinazione, lucidità e pervicacia già appare come il tratto politico maiuscolo che sta caratterizzando questa tanto bistrattata legislatura.
2) La prima legge di variazione al bilancio, che destina il fondo accantonato, prenota una parte delle entrate delle addizionali ed ipotizza il percorso amministrativo della seconda parte della legislatura, ben oltre il mero 31 dicembre 1993, rappresenta il cuore numerico di parte corrente della manovra ed evidenzia i minuscoli interstizi nei quali oggi è costretta la cosiddetta autonomia impositiva regionale.
3) La previsione delle addizionali, al massimo del consentito dall'1 gennaio 1994, rappresenta l'unico modo attraverso il quale reperire le risorse, attraverso tasse aggiuntive, sostitutive di mancate assegnazioni statali, estremo tentativo di impedire lo strangolamento in atto da parte del potere centrale nei confronti dell'istituzione Regione.
Rinunciare alle addizionali oggi significherebbe accettare supinamente la morte della Regione; significherebbe, dal punto di vista politico spegnersi come una candela sull'appiattimento, sulla timidezza, sulla consunzione, rinunciando in modo definitivo a conquistarsi quella "maturità" regionale sull'opinione pubblica, nei confronti degli oltre 4 milioni di cittadini piemontesi, maturità della quale peraltro abbiamo già parlato stamane.
4) I tre disegni di legge politici, proposte di legge al Parlamento: i primi due, sulla deduzione dell'IVA del gas metano e sulla defiscalizzazione delle 30 lire/litro sulla benzina oggi in aula, già licenziati dalla I Commissione, e il terzo, sul ristorno dei 9/10 di IVA ed IRPEF pagati dagli artigiani del Piemonte, fermo in III Commissione, ma che costituisce parte politica integrante dell'intera manovra finanziaria proposta dalla Giunta e dalla maggioranza. Rappresentano, questi provvedimenti, la presa di coscienza della insostenibilità assoluta dell'attuale assetto finanziario delle Regioni; sono l'SOS cosciente e sotto certi aspetti velleitario (siamo coscienti che sotto certi aspetti è velleitario), assolutamente quindi non demagogico, che il Piemonte lancia a Roma nella convinzione che sia ascoltato (il Piemonte come altre Regioni) rifiutando oggi di immaginare cosa sarebbe l'immediato futuro del nostro Paese se il palazzo romano continuasse ad essere sordo a questi drammatici segnali istituzionali di chi ancora crede che sia possibile conservare l'unità politica del Paese attraverso modelli di autonomia finanziaria responsabile e matura, attraverso una federazione di Regioni.
5) La legge finanziaria, presentata al Consiglio regionale in I Commissione, rappresenta la programmazione delle scelte della seconda parte della legislatura, finalizzando in modo responsabile le addizionali affinché i piemontesi sappiano e vedano come la Regione destina i prelievi dolorosissimi ma ineludibili, nel doveroso tentativo di dare un contributo determinante alla ripresa economica della nostra Regione, che soffre più di altre l'attuale crisi di recessione e di crisi.
6) Il cosiddetto FIP (Fondo Investimenti Piemonte), ovvero il disegno di legge di programmazione regionale, presentato dalla Giunta e attualmente in I Commissione, e che dopo le consultazioni verrà in aula in autunno, completa infine la complessa manovra e contiene un principio radicalmente innovativo, rivoluzionario, che basterebbe da solo a caratterizzare politicamente lo spartiacque tra una concezione del passato e quella del futuro: la Regione non eroga più contributi a fondo perduto ma anticipa prestiti, agli enti locali e ad altri enti, a tasso politico agevolato, pari all'assorbimento dell'inflazione reale, responsabilizzando gli interlocutori, creando un fondo di rotazione nuovo ed aggiuntivo che si autoalimenterà nel tempo, selezionando sia i destinatari che le cifre da erogare in funzione del grado di ricorso che i soggetti interlocutori avranno fatto alla loro capacità impositiva e di tassazione autonoma nonch infine alla loro capacità di catturare sul proprio territorio iniziative economiche ed insediamenti produttivi.
E' un progetto ambizioso, ma crediamo che in momenti di crisi come l'attuale occorra guardare il più lontano possibile, nel modo più alto possibile. La Giunta e la maggioranza in questi mesi hanno lavorato e portano in Consiglio il frutto sintetico di questo lavoro, con molta umiltà, con molta disponibilità, ma con l'assoluta consapevolezza che dalla crisi profonda che ci attanaglia usciremo soltanto attraverso il lavoro serio, il lavoro duro che passi attraverso il confronto sul merito delle proposte, sulle proposte alternative, proposte e non slogan. Proposte che non sono venute in Commissione nei più che due mesi di dibattito, ma che ci aspettiamo vengano in Consiglio.
Il dibattito in aula auspichiamo contribuisca ad arricchire e ad elevare il tasso di autorevolezza politica delle nostre proposte in modo tale che l'occasione di oggi e dei prossimi giorni venga colta non solo e non tanto per calibrare cifre e voci di un contingente angusto e spesso di costretto basso profilo, quanto per sintonizzarsi, al nostro interno e a fronte del potere centrale, su lunghezze d'onda di un regionalismo maturo consapevole, istituzionalmente corretto e responsabile, pur se radicalmente innovativo e dal punto di vista dell'autonomia finanziaria rivoluzionario.
Infine, una considerazione sul bilancio a base zero: avevamo annunciato il bilancio a base zero e da allora ad oggi abbiamo sostanzialmente azzerato dei capitoli, certo non tutti i capitoli che avremmo voluto azzerare, certo non ci soddisfa il 100% così come ci proponevamo in allora ma riteniamo che dal punto di vista politico sia stato raggiunto un grosso risultato di fondo: il bilancio a base zero ha costretto la struttura a mettere in evidenza i punti di crisi e i punti deboli. Se nel prossimo futuro sapremo cogliere e leggere questa radiografia, secondo me avremo l'analisi che ci consentirà di mettere mano sulla struttura. Senza il bilancio a base zero molte di queste crepe, le più profonde, non sarebbero state evidenti, alcuni scricchiolii della struttura in questi mesi non li avremmo notati perché stiamo vivendo una fase in cui il mondo politico è sulla graticola, ma io ritengo che in questo momento siamo ancora fermi in superficie, mentre bisognerà andare in profondità.
Andare in profondità significa agire sul cuore della struttura perch molte cose non funzionano e questo per una serie di ragioni, una delle quali è sicuramente il metodo attraverso il quale in tutti questi anni si è andati a promuovere i dipendenti degli enti pubblici. Laddove non era possibile aumentare la retribuzione salariale si aumentava il livello per cui si è "dirigenzializzato" la stragrande maggioranza della struttura regionale ed è rimasto l'interstizio operativo che non è più in grado di far fronte a tutte le situazioni. All'interno della Giunta abbiamo parlato di queste cose, quindi immagino che ci sia la voglia e anche lo spazio per andare a mettere mano a queste cose che sono fondamentali perché tutta una struttura, uno scheletrato di struttura è stato costruito in funzione di quanto vigeva fino a pochi mesi fa. Oggi la situazione sta cambiando bisogna cambiare radicalmente quella impostazione: non solo, ma anche la normativa su cui il tutto ha funzionato, che era finalizzata all'epoca e anche ad alcuni andazzi dell'epoca, andrà rivista e modificata.
Questo bilancio a base zero - per dirla con Kafka è stato il coltello che ci ha consentito di frugare all'interno della struttura regionale e se sapremo cogliere questo insegnamento - ed io ho la presunzione che la Giunta lo sappia cogliere saremo sicuramente in grado di fare tesoro di questa esperienza e di andare a questa seconda fase senza la quale non è assolutamente possibile prevedere o ipotizzare che le cose possano cambiare; questa fase è sicuramente alla portata dei prossimi mesi e dei prossimi provvedimenti.
Ritengo quindi che ci siano i numeri e le possibilità per andare a fondo e riuscire sostanzialmente a rivoluzionare la macchina regionale, se vogliamo che sia all'altezza della drammaticità dei tempi che stiamo vivendo.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa, come annunciato in precedenza, per la manifestazione organizzata dai sindacati per i gravi fatti di sangue di Milano e Roma.
I lavori riprenderanno alle ore 18.



(La seduta, sospesa alle ore 17, riprende alle ore 18)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo il dibattito sui progetti di legge relativi alla manovra finanziaria.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo. Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Colleghi Consiglieri, ho colto nelle parole dell'Assessore al bilancio e alle finanze nell'illustrare l'impianto della manovra di bilancio alcune difficoltà e alcuni disagi che sono certamente comprensibili in una fase così complessa della politica. Tuttavia vorrei sottolineare che, dal mio punto di vista, i limiti e la carenza di questa manovra sono rappresentati dal fatto che l'impianto finanziario della Regione, così come si configura oggi, non è correlato sufficientemente ad un'espressione politica chiara sulle scelte strategiche, sulle grandi priorità, sulle grandi sinergie che si possono ricercare e che non sono sempre elementi traducibili in risorse economiche. Diciamo che non si coglie a fondo la concentrazione della spesa per determinare quella forza, quella massa critica per spuntare alcune situazioni. Sostanzialmente, propendendo per una visione in cui il meccanismo di spesa diventa decisivo, la mancanza di un supporto, di una strategia generale, fa sentire maggiormente questi limiti. Senza una guida delle grandi opzioni, senza una visione che vada al di là del breve, si arriva all'inevitabile processo (che non è solo di questo governo, ma è un limite che in questo governo probabilmente pesa) del settorialismo che affronta il sistema degli interessi uno per volta, per poi creare quel perverso meccanismo della sommatoria delle richieste.
Da questa condizione evidentemente derivano anche limiti ad affrontare i macro-soggetti (ne cito uno per eccellenza, la FIAT); i problemi sono stati affrontati in ordine sparso, in modo settoriale; ciò evidentemente non permette - non voglio parlare di contrapposizione - di acquisire quelle sinergie necessarie nel rapporto tra pubblico e privato. Questa mancanza di grandi opzioni rende difficile la pratica delle priorità e delle concentrazioni delle risorse.
Un classico esempio è quello del Regolamento CEE n. 2052; pur riconoscendo all'Assessore Cerchio le difficoltà avute nel manovrare questi fondi, si può rilevare la difficoltà di mostrare alla comunità che le varie scelte, la concentrazione degli interventi, le priorità, costituiscono le tappe di un disegno generale che possono dare sicurezza a categorie imprenditoriali del Piemonte, a particolari settori, perché sanno che anche se non sono collocati in questo turno, magari pesante, degli interventi, lo saranno in un disegno più generale, sentendosi così più rassicurati.
Credo che si perda anche di vista il peso della valorizzazione degli effetti indotti della spesa che noi muoviamo, che può diventare addirittura una politica con dei riflessi all'esterno. Sono opportunità che potrebbero ridurre la pressione di certe categorie, settori ed aree.
Le frustrazioni che possono derivare alla Giunta da questa carenza di risorse sono comprensibili, e si vedono anche nei comportamenti esteriori nei difficili rapporti interni, soprattutto nei lavori di Commissione nella poca sicurezza nel tentare strade nuove, cose comprensibili se si pone il tutto in una dimensione di quanti soldi ci sono nel cassetto; più discutibili se si assume una visione diversa del fare governo.
Questi limiti portano alla logica di amministrare la Regione Piemonte e in questo c'è una derivazione che può anche essere della cultura di molti di noi che siedono in quest'aula, di formazione politica e amministrativa nei Consigli comunali - di vivere la Regione come un grande Comune, come un Comune di 4.350.000 abitanti. Questa è una logica che porta inevitabilmente ad un approccio ragionieristico della spesa; testimone di questo, per esempio, sono i limiti con i quali questo governo si è misurato sul problema dell'area metropolitana, vista in una dimensione sovracomunale di razionalizzazione dei servizi più che come motore di un processo di sviluppo economico e sociale.
La risultante che deriva da questi limiti, che si interiorizzano, è quasi l'enfatizzazione, l'esaltazione dell'uso - a mio parere autolesionistico - delle addizionali. Al di là del problema sociale, così come si calano queste addizionali, in particolare per il metano, il rapporto tra costi e benefici è individuato pochissimo, a parte il fatto che lo ritengo basso ed insufficiente per il tipo di costo che questa operazione ha; è individuato pochissimo dalla comunità e non c'è quella tassazione di scopo che potrebbe essere un elemento magari non ancora accettabile, ma più sopportabile dalla comunità.
Ed è negativo, Presidente Brizio, per il ruolo della Regione nel rapporto con il Governo, assecondare il disegno centralistico - cercherò di dimostrare brevemente questo mio assunto - perché frena in qualche modo la necessità di riforme da parte del Governo e di questo Parlamento, ahimè fondamentalmente a cultura antiregionalistica in tutti gli aspetti, anche in quelli più accessori, addirittura quello di considerare residuale il problema del meccanismo elettorale delle Regioni. Non se ne parla! Provate ad interrogare qualche parlamentare della Bicamerale: non sanno neanche che cosa sia in questo momento, salvo pochissimi specialisti, il problema del sistema di voto alla Regione! E finirà così per la Regione: frettolosamente, alla fine opteranno o per il sistema che si usa per la Camera e il Senato oppure per il sistema che si userà per la Provincia. Ma come processo frettoloso, non come elaborazione alta di un momento in cui si vuol valorizzare l'istituto regionale! E allora, se corriamo dietro ad un modo distorto, improvvisato casuale, di questo Governo e di questo Parlamento, di lasciare spazi alle Regioni, evidentemente non favoriamo quella ricerca di una chiarificazione dei rapporti, dei ruoli e delle competenze tra Stato e Regione. Basta poi vedere come sta finendo la vicenda dei due referendum che hanno abolito i Ministeri dell'Agricoltura e del Turismo; basta seguire il dibattito che c'è stato nel dire no a pezzi di politica industriale per le Regioni durante il referendum per l'abolizione del Ministero, che non è stato sostanzialmente ammesso come elemento portante. Probabilmente un'operazione Enimont con pezzi industriali importanti alle Regioni non si sarebbe determinata. La spesa statale - Presidente Brizio - è molto più vischiosa da controllare che non quella regionale e degli enti locali; da anni si parla del controllo della spesa, ma contenere la spesa statale è alquanto difficile.
Parlerò poi di quello che è il caposaldo della manovra a cui accennava l'Assessore Gallarini: il rientro del debito, che viene esaltato come un'operazione importante e che potrebbe anche essere un limite in questa fase politica, economica e sociale. Presidente Brizio, è meglio pane e cipolle, ma almeno salvaguardare le prerogative della Regione e quel poco di legittimazione che è rimasta nel rapporto con la gente piuttosto che avventurarsi in questo modo. Bisogna far capire al Governo e al Parlamento che si accetta solo un disegno organico per quanto riguarda l'impianto finanziario.
Per queste ragioni darò un voto contrario all'operazione basata sulle addizionali su benzina e gas metano. Questa seconda fase del bilancio, che ha come architrave queste addizionali, ha i limiti di capirne i processi il rapporto costi-benefici non solo interno, ma nei confronti anche della comunità. Si esalta questo punto della manovra perché si compie un'ulteriore tappa del rientro rispetto a quello che era il deficit, ma il rientro si può fare in un dato momento storico, in date situazioni. Non dico di praticare una politica keynesiana, che sarebbe oggi riduttiva e probabilmente improponibile, ma un rinvio dell'operazione di rientro potrebbe essere giocato in positivo. Invece, forzare oggi una tappa di questo rientro, in una situazione grave, con un autunno, che ci aspetta drammatico per la nostra Regione, è uno sbaglio che ritengo strategico.
E' certo che, dalla base zero, si poteva aspettare di più, e posso capire le difficoltà a lacerare fino in fondo il continuismo che, in qualche modo, ci veniva portato nei bilanci, ma non possiamo pensare alla nostra comunità e dire che istituiamo un'addizionale perché è collegata al processo di sviluppo economico. Anche i mezzi d'informazione fanno la loro politica: ne "Il Sabato" di un mese fa abbiamo visto l'enfatizzazione delle centinaia di miliardi mossi dal Regolamento CEE n. 2052, e il giorno dopo abbiamo letto l'intervista al Presidente della Giunta e all'Assessore Gallarini che hanno detto che le addizionali vengono concentrate per il processo economico. Un normale lettore avrebbe potuto pensare: "Giocatevi bene le centinaia di miliardi che avete a disposizione da mettere in moto attraverso questo intervento comunitario". Rischiamo di non fare chiarezza nel rapporto con la comunità, al di là di capire a che punto è il controllo di gestione per capire bene l'efficienza e i rapporti che si determinano nel funzionamento della macchina pubblica, e l'efficienza e l'efficacia della legislazione vigente. Questo governo avrebbe potuto delineare un tentativo di ridefinizione legislativa, perché ci sono molte cose datate che non servono più, che sono insufficienti per la nuova fase e ci sono nuovi processi da innescare.
Non posso sostenere questo tipo di manovra proprio per questi limiti pur comprendendo le difficoltà, pur dando atto al governo regionale di aver tentato, in questo anno, qualcosa di nuovo, che però purtroppo non ha avuto possibilità di determinarsi.
C'è una schizofrenia persistente tra l'operatività concreta e le enunciazioni di principio. Lo abbiamo visto nelle assisi del PSI e della DC, tra lo spauracchio Lega che viene esaltato, a mio parere, per ricompattare a tavolino, più che affrontare le ragioni della forza di tale movimento. Lo vediamo nel regionalismo, che è un regionalismo di facciata a tutti i livelli. Ho letto una notizia, è una questione ristretta ad un partito, e la dico con grande rispetto per il dibattito interno ad un partito, ma la Democrazia Cristiana, che sta vivendo un processo di trasformazione, ha escluso, nel comitato di guida di questo processo, i suoi Presidenti di Regione. Per non parlare del Partito socialista dove dalle riunioni fatte in modo esaltante, si sostengono delle legislazioni anche quella recente sulle tossicodipendenze, che affidano ai Prefetti un processo di controllo, sottraendo un ruolo alle Regioni.
Questa schizofrenia è un meccanismo che travolge, malgrado un po' di trasformismo, un ceto politico, non lo rilegittima: questo potrebbe essere poco male, ma rischia di travolgere il Paese, di travolgere in generale il funzionamento della cosa pubblica.
Questo governo Brizio, nei suoi equilibri, nella sua composizione nella natura delle rappresentanze è stato modellato da equilibri politici che sembrano ormai epoche storiche, sembrano ormai le epoche dei dinosauri e non sono più validi ed attuali. I partiti tradizionali cercano di bunkerizzarsi con un po' di trasformismo, magari mettendo i nipoti in prima fila, ma sono solo rattoppi, e con i rattoppi, caro Brizio, si va avanti poco e si compromette la possibilità di costruire un'alternativa. C'è il rischio del collasso: tenere duro, bunkerizzarsi, sia per i partiti sia per questa Giunta, è un problema di grande responsabilità.
La situazione è grave economicamente e socialmente, e io credo che occorra un esecutivo che massimizzi la forza che il Consiglio pu esprimere. Non è un problema solo di numeri, ma di politiche e di dislocazione del nuovo governo che si dovrà costituire se le elezioni non sanciranno, caro Vaglio, altre strade. E' una dislocazione che vedrei più a sinistra, capace di coniugare solidarietà, giustizia sociale ed equilibrio nella spesa. Quest'ultimo deve avere una stella polare di riferimento, non può essere un fatto ragionieristico astratto, come diventa, e si rischia di esserne prigionieri, il recupero del deficit.
Credo che la crisi nel Paese sia più vasta, più profonda e più lacerante nella coesione della comunità di quanto noi possiamo cogliere stando qui dentro, o leggendo i vari giornali al mattino. Siamo stati turbati dai suicidi eccellenti di alcuni capitani d'industria, ma quanti suicidi senza morti si stanno determinando nella nostra comunità tra gente disperata, emarginata, senza speranze, umiliata, giovani che non trovano lavoro, famiglie in cui i genitori, magari in cassa integrazione o in mobilità, non hanno capacità di risposte nei rapporti con i figli, piccoli imprenditori, professionisti, artigiani triturati dalla logica neoliberista che prevale in questa società? Forse non cogliamo a fondo che le ingiustizie e i dualismi tra realtà ricche e realtà povere stanno crescendo e vengono triturati dal neoliberismo economico. Credo che le ragioni del socialismo restano tutte e chi come me ha radici e storia nell'umanesimo socialista deve esplicarle dove interagisce con la società, non solo qui dentro, ma nei movimenti reali della società, avendo una rappresentanza che tocchi più l'esterno.
Chiedo ancora qualche minuto di pazienza ai colleghi e alla Presidente.
Per queste ragioni sono arrivato ad un punto di svolta nella mia modesta vita politica, con un Partito socialista che non credo possa e sappia più interpretare e svolgere il ruolo motore di un'idea dei valori del socialismo nella forma e nella sostanza. Non voglio aprire polemiche che toccano la mia persona, sono fatti insignificanti rispetto alle tragedie che vive la nostra comunità, o più grandi ancora di quelle della comunità internazionale (pensiamo alla Jugoslavia), e non le voglio aprire anche perché ho un grande rispetto per i compagni del mio Gruppo. Ma certo le filiere socialiste della sanità e dell'ambiente così ostinate, così totalizzanti, così assolute e così chiuse credo che non abbiano giovato a portare avanti i valori del socialismo, quel pragmatismo che ha generato un decisionismo deteriore, il rampantismo spregiudicato ed arrogante di cui ho fatto spesso le spese; il non fare un passo indietro quando viene arrestato un tuo Assessore - il secondo nella sanità, nel giro di quattro-cinque anni e dire: "Va bene, appoggiamo per una situazione di emergenza questo governo e cerchiamo di ridefinire e di rispiegare il nostro lavoro".
Anche oggi in questo bilancio, con l'addizionale e con l'approccio che ha, non individuo in modo sufficiente la sensibilità e la presenza socialista. Queste sono le ragioni e i comportamenti che hanno contribuito a farmi abbandonare il Gruppo socialista, il partito e collocarmi come indipendente socialista, fregiandomi di questo nome, in quanto non credo ci sia un copyright su di esso per il quale devo chiedere ad Ottaviano Del Turco il permesso per utilizzarlo. Mi presento come indipendente di sinistra proprio perché il finale del PSI non credo sia recuperabile nemmeno con un po' di trasformismo o con la speranza di essere un vagone blindato che vuole agganciarsi a qualche nuovo treno della politica.
Voglio tentare di concorrere come socialista, in questo Consiglio regionale, alla costruzione di più adeguati soggetti politici per il futuro, sperando - collocandomi come persona di sinistra - che si possa delineare un grande schieramento riformatore e progressista che sappia far vedere la fiammella e il valore del socialismo al suo interno. Devo quindi dolorosamente assumere questa autonomia da un glorioso partito che, forse è stato consumato dal prevalere degli aspetti negativi e dai limiti del craxismo. Quindi - ripeto - mi dimetto dal Gruppo socialista e mi colloco come socialista indipendente e valuterò caso per caso, senza preconcetti, i provvedimenti del governo. Lavorerò anche per favorire soluzioni coraggiose di un nuovo governo che guardino agli interessi generali di questa Regione.
Sembra assurdo pensare di poter collegare solidarietà, pace e attenzione alla nostra comunità con le addizionali, ma è così, Presidente Brizio: con qualche lira in più dal metano non si può costruire un grande progetto per la rinascita del Piemonte.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Comunicazione del Presidente del Consiglio in merito alla sentenza della Corte Costituzionale sulla ineleggibilità dei Consiglieri regionali alla Camera dei Deputati


PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Buzio, comunico al Consiglio che la Corte Costituzionale ha eliminato la norma che stabiliva l'ineleggibilità alla Camera dei Deputati di quei Consiglieri regionali che non avessero lasciato l'incarico almeno 180 giorni prima dello scioglimento della Camera.
La Corte ha ritenuto superato il timore che la carica di Consigliere regionale potesse essere strumentalizzata da un candidato all'elezione della Camera per influenzare gli elettori. Se così fosse, gli stessi parlamentari in carica non dovrebbero presentarsi a successive elezioni.
La sentenza è la n. 344 e i suoi effetti si estendono automaticamente alla norma (art. 2, legge n. 64) che vietava ai Consiglieri regionali di candidarsi per le elezioni del Senato. Resta in vigore invece l'incompatibilità.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame progetti di legge n. 402, n. 376, n. 381, n. 387, n. 373 e n. 388 relativi alla manovra finanziaria (seguito)


PRESIDENTE

In merito ai progetti di legge sulla manovra finanziaria è iscritto a parlare il Consigliere Buzio. Ne ha facoltà.



BUZIO Alberto

Chiedo scusa al Consigliere Tapparo se dal suo intervento non trarr uno spunto di valutazione politica, lascerò comunque al mio Gruppo la facoltà di farlo, perché mi pare valga la pena e che sia interessante valutare questo fatto, anche se, forse, prevarrà nell'interesse il secondo dato illustrato dalla Presidente del Consiglio, per quanto riguarda le prospettive di novità politiche.
Cercherò di fare un intervento che riassuma una valutazione su tutta la manovra finanziaria nel suo complesso, partendo dal cosiddetto bilancio tecnico a base zero a quello che doveva essere il bilancio vero che, come ha detto anche l'Assessore Gallarini, è stato preannunciato tra febbraio marzo (quindi entro termini compatibili con un disegno di bilancio preventivo che avesse qualche credibilità), ma è arrivato con larghissimo ritardo rispetto ai tempi previsti e quindi con la possibilità di determinare solo l'ultima parte dell'anno.
La consultazione si è rivelata molto difficoltosa per i soggetti consultati, i quali non hanno potuto districarsi nelle pieghe di un bilancio che ha ricevuto via via delle modificazioni lungo la strada tant'è vero che l'assestamento di cui si discute oggi è proprio frutto di queste verifiche. Le consultazioni hanno quindi potuto darci semplicemente un quadro generale, comunque sono state tutte molto utili e non citer quelle negative che sono state la maggior parte. Mi limiterò a far riferimento alla memoria della Federazione delle Associazioni Industriali che sembrerebbe, dato l'intervento di Picchetto, Presidente dell'Unione Industriale, quella più favorevole. In realtà, se si va a vedere bene questa memoria, letta neanche tanto tra le righe, si può notare che è molto critica rispetto al bilancio e chiarisce alcuni concetti che potrebbero benissimo rientrare, tanto sono condivisibili, in una relazione di minoranza: "Il bilancio a base zero è sostanzialmente fallito nella sua velleità di pulizia totale dei vari capitoli; si è mantenuta una serie di microinterventi; non esiste una relazione politica al bilancio - non esiste, non l'abbiamo vista! - da cui emergano le priorità - lo diceva bene Tapparo prima - che si sono dichiarate importanti, da evidenziare soprattutto da questo fantomatico azzeramento di bilancio preliminare". La stessa Unione Industriale suggerisce, dopo la prima parte di critica, una lunga parte propositiva sulle cose che la Regione dovrebbe fare e che non fa. Tutto sommato suggerisce quella che dovrebbe essere la relazione politica, le linee e gli indirizzi su cui dovrebbe muoversi la Regione: dall'utilizzo ottimale dei fondi CEE, che evidentemente non ritiene ottimale da questo punto di vista, al fatto che la Regione dovrebbe premiare i Comuni che dimostrino di aver compiuto azioni positive. Si tratterebbe di vedere quali sono i Comuni che devono essere premiati e quali sono i parametri di valutazione, se quelli che applicano l'ICI o quelli che hanno il PPA realizzato sulla base dei Piani di sviluppo che non ci sono. Francamente viene qualche dubbio a dire quale sia l'elemento che può premiare i Comuni, anche se l'Assessore Gallarini nella relazione introduttiva ha lasciato quasi intravedere che tutto sommato la possibilità da parte della Regione di attivare i prestiti per i Comuni potrebbe anche essere un fatto tale da stabilire comunque un dialogo con i Comuni sperando che questo dialogo non sia semplicemente un rapporto di tipo personalistico tra Regione e Comuni, ma stabilisca dei giudizi e sia anche l'occasione per andare a fondo nei Piani di sviluppo che devono fare i Comuni, nei piani operativi che tra l'altro la Regione chiede in continuazione ai Comuni.
Vi è anche in questa relazione una critica di fondo al burocratismo sia nel campo della formazione professionale per le difficoltà che ci sono di muoversi rapidamente, sia nel campo urbanistico dove peraltro la recente modifica della L.R. n. 56/77 era stata largamente enfatizzata dalla Giunta regionale come potente motore di accelerazione economica.
Anche sul piano ambientale si sottolinea che ci si muove in modo episodico, del tutto contingente, senza un piano; c'è bisogno di una programmazione che faccia superare quell'emergenza che noi tocchiamo con mano in modo palpabile il martedì, giorno di seduta del Consiglio, quando ci vediamo regolarmente accolti da manifestanti. Dico questo non in termini negativi, credo che abbiano tutti gli elementi, però è chiaro che l'emergenza è palpabile, si vede, e manca chiaramente un deciso programma il piano dei siti dovrebbe essere rivisto e riformato - che presupporrebbe un dialogo preventivo con gli enti locali. E' certo che da qualche parte bisogna pur farle queste discariche e ciò comporta scelte che impegnano e che non possono essere continuamente dilazionate, navigando a vista.
Come non vedere poi nel sistema dei trasporti un ruolo fondamentale a sostegno del sistema economico regionale? L'Assessore ci ha detto che il piano è pronto, però è da tempo che sentiamo dirci che è pronto, io spero che sia il cappello del prossimo bilancio, perché francamente siamo arrivati quasi alla fine. Quando ci ritroveremo a settembre-ottobre saremo a poco più di un anno e mezzo dalla fine e quindi non siamo più a metà, al giro di boa, bensì quasi alla fine della legislatura e questi piani, che dovrebbero essere le bussole che determinano il cammino della Giunta regionale, stentano ancora a farsi vedere.
E' vero che tra l'altro la Regione non ha obblighi di intervento a ripiano dei disavanzi ed è anche vero che qualcosa si fa e si è prevista a livello di bilancio, tuttavia non si può ignorare come per molti Comuni ci sia diventato ormai un fatto drammatico: rischiano di non riuscire più a ripianare i deficit di molte aziende di trasporto pubblico. Occorrerebbe quindi fare un'approfondita riflessione per vedere se si può agevolare il pubblico rispetto al privato che, a mio parere, ha anche delle possibilità in più.
Il capitolo più significativo di tutta questa manovra parrebbe dedicato alle addizionali, d'altra parte il Presidente lo pone quasi come elemento di discrimine: prendere o lasciare (tutto sommato meno male, alla faccia della chiarezza!).
Nel corso delle consultazioni abbiamo visto che anche chi vede con un occhio più di riguardo la Giunta regionale, la mette in guardia dall'applicare queste addizionali con leggerezza in una già pesantissima situazione economica. Il perché è evidente a tutti: una manovra vessatoria di queste dimensioni, in una Regione già duramente provata sul piano occupazionale, inquadrata all'interno di un bilancio che non ha quella trasparenza e che non ha quell'approfondimento che dovrebbe avere risulterebbe incomprensibile. Fra l'altro, il prevedere l'introito delle addizionali dall'1 gennaio 1994 serve poi solo a dire un'altra cosa: che questo non è solo il bilancio di quest'anno, ma siamo in presenza di un bilancio pluriennale e non è neanche esplicitamente detto perché attraverso queste addizionali che scattano il prossimo anno si predeterminano non soltanto alcune poste del 1994, ma anche del 1995! Dal punto di vista politico permettete quindi che chi vuol vedere se nella situazione di emergenza ci siano degli sviluppi politici di un certo tipo, deve poter guardare con tutta la lente di ingrandimento necessaria questo bilancio pluriennale che determina l'allocazione delle risorse praticamente fino all'ultimo giorno da parte degli Assessorati. Questo è un presupposto politico. Le condizioni sospensive di questa mattina avevano chiaro significato, non si può nemmeno aprire una fase politica se non si discute questo bilancio che non è quello di quest'anno, ma dei prossimi anni! Si determinano le risorse libere nei prossimi anni, questa è la sostanza del discorso: gli Assessori hanno già deciso come spendere i soldi da adesso fino alla fine! E se non si capisce questo è chiaro che non si vedono i contorni. D'altra parte, il collega Tapparo, di cui ho apprezzato l'intervento, tutte queste cose le ha dette, seppure in estrema sintesi.
La questione politica diventa quindi prioritaria anche sul piano del merito, perché non è vero che noi abbiamo avuto il tempo per un confronto non è vero neanche questo! A me dispiace contraddire l'Assessore su questo fatto, ma non è vero! Le stesse Commissioni consiliari hanno dimostrato di non avere avuto tutti gli elementi a disposizione, nemmeno per esprimere i pareri! Perché non c'erano le relazioni, perché ancora l'ultimo giorno oggi stesso abbiamo avuto gli emendamenti al bilancio nella riunione della I Commissione si è modificato il bilancio! Ormai siamo in presenza di un bilancio che da diversi anni non è più un atto che avviene in un certo momento, ma è un processo continuo, un processo amministrativo permanente ormai, quindi non c'è un momento di programmazione. La programmazione è finita! All'interno di queste leggi di variazione certamente ci sono le scelte che determinano anche gli anni futuri, ma sostanzialmente si assiste ad una gestione continua, ricorrente, che viene aggiustata di volta in volta evidentemente secondo le esigenze e le spinte all'interno di questa Giunta che non so come sono determinate. Non abbiamo una relazione generale di Giunta da valutare nel suo insieme, ma nemmeno su aspetti che non sono strettamente legati al bilancio (la politica ambientale, l'urbanistica, i trasporti).
Sul piano della sanità e dell'assistenza c'è una nota dell'Assessore Vetrino che sta circolando in Piemonte, ma che significato ha questa nota? E' raccordata con il Piano socio-sanitario? La Regione dice che ha fatto un Piano socio-sanitario che però è nel cassetto. Che cosa dice? Cosa è stato realizzato di questo Piano socio-sanitario? Qual è la politica che si fa intorno alla sanità? Sappiamo che la legge n. 502 è in corso di modificazione a livello nazionale e allora questa nota rischia di essere messa anch'essa nel cassetto, ma viene contrabbandata come un grande momento di rivoluzione, di efficientismo: rischia di essere veramente un altro bluff! Così pure sul turismo con la riforma delle APT. Noi abbiamo presentato delle interpellanze, è da anni che si parla di questi enti continuamente commissariati: saranno commissariati fino alla fine? Questa riforma è da anni che viene annunciata, ma mai determinata. Sono fatti negativi che tra l'altro vengono sottolineati costantemente dagli enti locali il cui rapporto con la Regione direi che è pessimo.
Sulla sanità ancora e sui trasporti. In Commissione ho chiesto agli Assessori di presentare delle memorie sulla sanità e sui trasporti che negli anni precedenti erano stati l'elemento di difficoltà permanente.
D'altra parte il Presidente della Regione è sempre andato a Roma soprattutto per i deficit della sanità, ma anche dei trasporti, per capire come potevano essere finanziati. Sarà stato affaticato da centinaia di viaggi in questo senso.
Parrebbe però, da una lettera che è ufficiale, che i preconsuntivi inviati dalle UU.SS.SS.LL. evidenzino problemi di copertura finanziaria per il mese di dicembre. Cosa vuol dire questo? Quando la sanità assorbe 6.000 miliardi, cioè 2/3 del bilancio regionale, vuol dire che 500 miliardi non si sa bene se ci sono per coprire questo buco. Se con queste proiezioni del preconsuntivo non si sa se a dicembre è possibile coprire questo disavanzo vuol dire che questo disavanzo c'è. E come si pensa di ovviare a questo? Se si taglia, bisogna dire dove si deve tagliare. C'è un controllo di gestione sulla USSL? Qual è il momento di razionalizzazione? Se non si taglia, bisogna dire se si pensa di applicare altre addizionali, perché queste sarebbero già vanificate, non servirebbero neanche a coprire la metà di questo disavanzo! Quindi, anche qui si rischia di fare un intervento assolutamente inutile dal punto di vista dell'equilibrio generale di questo bilancio che si è detto enfaticamente e trionfalisticamente in pareggio.
Da questo punto di vista rischia di essere tutto velleitario, qualunque settore si tocchi del bilancio regionale. Per quanto riguarda la macchina amministrativa che occorre razionalizzare, credo vada ripreso un discorso importante. In Commissione tempo fa l'Assessore Bergoglio sembrava avesse un piano di riorganizzazione di tutti i servizi del personale regionale. E' vero: noi abbiamo fatto mancare il numero legale perché non c'è mai stato nemmeno un Consigliere di maggioranza presente ad un piano che doveva essere di straordinaria importanza, alla luce della legge n. 241 e del decreto legislativo n. 29, per l'efficienza della macchina amministrativa regionale.
Anche qui il raccordo con il tessuto degli enti locali è importante.
Abbiamo APT che sono per certi versi pletoriche, che hanno personale che gira sostanzialmente a vuoto, ci sono gli ex Comprensori; per quanto riguarda i Co.Re.Co., c'è un disegno di legge regionale che prevede l'accorpamento, come noi in passato avevamo auspicato e sostenuto, ma anche qui bisogna prevedere come collocare questo personale sul territorio. Quale politica del personale c'è in questa Regione? Quale utilizzazione si fa del personale, sia interno che periferico? Dove si vuole andare a parare? Rischiano di esserci centinaia di persone al di fuori, nelle Province, che sono assolutamente inutilizzate e tra l'altro non per colpa loro, ma perch manca un progetto generale. Si vuol delegare agli enti locali, si vuol fare un discorso con le nuove Province perché questo personale venga comandato ed utilizzato? Si faccia. Ci sono tante cose che non funzionano sul piano delle UU.SS.SS.LL., occorre razionalizzare le risorse, non solo quelle finanziarie, ma anche le risorse del personale.
Tralascio, per esigenze di orario, tutto il discorso patrimoniale che è rimasto lettera morta: dopo aver visto che la Giunta regionale ha proposto alcune alienazioni, che poi ha ritirato, non si sa più niente. Come si pensa di utilizzare questo patrimonio immobiliare anche agli effetti dell'utenza? Si vuol forse seguire la via che si è seguita in Lombardia dieci anni fa quando si sono concentrati gli uffici in un unico palazzo? Che tipo di politica si vuol fare sul piano della riunificazione degli uffici che adesso sono sparpagliati per tutta Torino? O si cambia radicalmente indirizzo, altrimenti credo che tenere le Regioni come momenti non di legislazione e di programmazione, ma di amministrazione attiva sostanzialmente, e anche questa è molto lacunosa tende a scavare sempre di più il solco tra istituzioni e cittadini, singoli o associati, operatori economici e sociali.
Questa politica di piccolo cabotaggio non penso che dia prospettiva a nessuno, nemmeno di consenso, e tende a rappresentare una Regione sempre più lontana dalle domande della società piemontese che vive una delle sue crisi più profonde.
Si è parlato anche di prospettive politiche. Qualcuno ha chiesto quali sono le prospettive reali. Credo che dalla nostra proposta di fase costituente alle proposte che hanno fatto altri Gruppi di minoranza, di una Giunta istituzionale, di fasi comunque diverse che vadano oltre gli schieramenti, venga una risposta. Bisogna abbandonare la logica degli schieramenti, che io vedo ancora riprodotta nel discorso dell'allargamento.
Allargare vuol dire ampliare una situazione esistente; no, la situazione esistente deve essere abbandonata! Bisogna pensare a cose diverse, cose assolutamente nuove. Rispondo a Rossa che dice: "Ma cosa volete fare?". Qui siamo ancora nella logica sostanzialmente mercantile, per cui i numeri certamente sono importanti, ma bisogna coniugarli con l'esigenza che molti di noi sentono, al di là del dove sono collocati, della programmazione e quindi il coraggio di esplorare nuove vie, il coraggio vero di esplorare nuove vie! Altrimenti questa Giunta si rintana in un bunker oppure si dà spazio alle manovre, alle velleità di anticipazione elettorale, oppure credo ci sia una terza via: quella della responsabilità, del fatto di pensare che i partiti possano fare qualche passo indietro e si possa anche ragionare ed argomentare su queste grandi scelte, su questo programma di fine legislatura; questo biennio, che in questa manovra finanziaria è un piano pluriennale vero e proprio, poteva essere invece un momento politico di confronto vero. Se si fa un bilancio pluriennale si chiede di cogestire.
Non è certamente questo il punto di partenza per fare una cogestione di qualcosa che non si condivide.
Se si vuol essere veramente aperti a discutere le finalità e gli indirizzi, bisogna riappropriarsi di una capacità e quindi aggiornare il Piano di sviluppo, tutta la pianificazione che, a mio parere, è stata abbandonata per troppo tempo e per chi come me non ha voglia di fare l'opposizione per l'opposizione, ma anche di contribuire a determinare alcuni indirizzi politici, c'è l'esigenza reale di un confronto.
Abbiamo presentato degli emendamenti, su cui tornerò. Cito in sintesi: gli emendamenti vertono su alcuni grossi temi che non abbiamo voluto abbandonare, nonostante le difficoltà di presentare emendamenti in una situazione in cui i bilanci anche sul piano della documentazione sono pervenuti all'ultimo momento e sono stati modificati. Abbiamo messo in evidenza i problemi dell'artigianato, dell'occupazione, dell'economia montana, dando forza a questa marginalità che è sempre più penalizzata abbiamo anche tenuto in considerazione i problemi ambientali, che sono un'emergenza continua, e abbiamo tenuto in evidenza alcuni capitoli relativi al diritto allo studio.
Questo in estrema sintesi, poi ognuno di noi interverrà in modo particolare su ciascuno di questi temi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rabellino. Ne ha facoltà.



RABELLINO Renzo

Sia sull'assestamento che soprattutto sulle addizionali che la Giunta vuole applicare sono già due anni che sentiamo queste proposte regolarmente in un periodo, diciamo, di chiusura dell'attività del Consiglio prima della pausa estiva. Per un paio di anni il buon senso ha avuto la ragione, vedo che quest'anno invece la Giunta non gode più di questo buon senso. Lo dimostra anche il rapporto che si è creato all'interno del Consiglio: giorno dopo giorno, seduta dopo seduta, vediamo che i rapporti tra l'opposizione e la maggioranza (resti di maggioranza, perché assistiamo seduta dopo seduta, ad una perdita numerica di rappresentanza di questa maggioranza) si deteriorano sempre più.
Questo però non fa riflettere la Giunta, il suo Presidente e la maggioranza.
Vedo che si continuano a sostenere delle posizioni sempre meno sostenibili, e questo non fa altro che confermare una situazione che si è venuta a creare tra istituzioni e mondo esterno. Penso che nessuno, anche nella maggioranza, sia convinto che questo Consiglio rappresenti la realtà: questa rappresentanza non c'è più. Inizialmente la differenza era minima ma giorno dopo giorno ci rendiamo conto che non c'è più tutela del cittadino da parte delle istituzioni locali, a partire dai Comuni. Lo Stato è ormai decisamente vessatorio nei confronti del cittadino. Applicare delle addizionali, cioè adeguarsi ad una politica vessatoria come hanno fatto i Comuni con l'ICI, mi pare veramente incosciente, significa aumentare la barriera che si è creata con il cittadino. Molto probabilmente le 30 lire di addizionale sulla benzina sono una cifra irrisoria, però è il principio che non può essere accettato.
Per quanto riguarda l'assestamento, abbiamo presentato una serie di emendamenti che forse non sono appropriati, però vogliono far riflettere il Consiglio intero su come vengono spesi i soldi del cittadino, su come vengono sprecati. In un momento di difficoltà che non è solo dell'Ente Regione, ma di crisi a livello mondiale, certi sprechi potrebbero essere tranquillamente evitati. Se vogliamo chiedere dei sacrifici ai cittadini chiediamoli dopo aver provato ad eliminare le spese inutili fatte dalla Regione. Faccio degli esempi banalissimi: le centinaia di milioni erogati al Teatro Stabile sono già un esempio. In un momento di difficoltà, andiamo a tagliare queste spese! In questo modo, tali addizionali potrebbero essere tranquillamente evitate.
Un'altra soluzione potrebbe essere l'alienazione di una parte del patrimonio della Regione. Anche qui, il momento è difficile; probabilmente il cittadino in generale non sarebbe nemmeno interessato al discorso delle alienazioni del patrimonio regionale, però sarebbe più comprensibile spiegare alla gente che, per ripianare un bilancio, è necessario farlo.
In effetti - non raccontiamoci delle storie - l'applicazione delle addizionali serve per andare a tamponare un buco che si è venuto a creare.
Il Presidente Brizio questa mattina ha ammesso - ed è un'ammissione della realtà che questi fondi servono per andare ad appianare un buco. Prendiamo atto del fatto che il buco non l'ha creato questa Giunta; resta comunque il fatto che la situazione non cambia e che queste addizionali servono per appianare un buco creatosi con il tempo.
Diventa quindi difficile comprendere certe manovre, e questa maggioranza se ne assumerà la responsabilità. Questa manovra non è popolare, tanto meno necessaria, e questa mattina né dall'Assessore né dal Presidente ci è stata spiegata la vera necessità di questa manovra. Non ha senso dire "il Governo ce lo ha imposto"; mi pare che sia più che mai l'ora di mettersi in contrapposizione con il Governo. Non possiamo continuare a subire passivamente così come hanno dovuto fare, ad esempio, i Comuni con l'ICI, con l'imposizione di questa tassa aggiuntiva. Ne risponderanno queste Giunte nei confronti dell'elettorato! Le pagheranno elettoralmente queste operazioni! E' ora di riflettere; a questo punto, ogni singolo Consigliere componente della maggioranza dovrebbe riflettere. Prendo atto con estrema soddisfazione della decisione del Consigliere Tapparo di lasciare la maggioranza innanzitutto e il Partito socialista, non tanto perché è il Partito socialista, ma perché è componente di questa maggioranza. Prendiamo atto che il Consigliere Tapparo - e il suo intervento lo ha dimostrato - ha fatto una grossa riflessione sull'attività di questa maggioranza negli ultimi tre anni e la sua decisione era praticamente inevitabile. Penso che anche altri Consiglieri dovrebbero fare questa riflessione e vedere se effettivamente il proprio elettorato o l'elettorato del proprio partito voleva una gestione della Regione Piemonte di questo genere. Se ci fosse una riflessione di questo tipo, scopriremmo sicuramente che questa maggioranza non ha nemmeno più i numeri in Consiglio: questa è la realtà! E' necessario rivedere i rapporti all'interno del Consiglio regionale perché non si può pensare di gestire l'ultimo anno e mezzo di legislatura con il clima che si è venuto a creare. E se questa situazione rimarrà inalterata, il clima non potrà che degenerare ulteriormente. A questo punto penso che le elezioni anticipate siano una strada non solo percorribile, ma doverosa. Le elezioni anticipate significano riprendere da parte dell'Ente Regione una legittimazione ormai persa.
Il discorso su sistema vecchio, sistema nuovo, secondo me è abbastanza irrilevante. Si tratta di rivedere i rapporti di forza all'interno del Consiglio regionale; non è possibile aspettare un anno e mezzo, far presentare dei bilanci, gestire la Regione in modo ragionieristico. Pu darsi che si arrivi anche ad appianare i bilanci, a non avere più un deficit; può anche darsi che, andando avanti con questi criteri, si arrivi ad un appianamento dei debiti pregressi, ma non è sicuramente questa la strada per gestire correttamente la Regione! Non solo; è esattamente antitetico a quello che quasi tutte le forze presenti in quest'aula raccontano all'esterno.
Quando parliamo di regionalismo, parliamo di un ruolo forte dell'Ente Regione. Questo bilancio non è lo strumento di una Regione forte nei confronti dello Stato, uno strumento forte nei confronti dell'opinione pubblica. E' l'esempio della debolezza di questo ente, debolezza che si è acquisita con il tempo, grazie alla non presa di posizione da parte di questa maggioranza e di questo Presidente della Giunta. Possiamo anche presentare dei disegni di legge al Parlamento, ma mi pare abbastanza limitativo, e chiedo obiettivamente, soprattutto all'Assessore Gallarini se è convinto che quei disegni di legge che noi presenteremo al Parlamento avranno un esito positivo.
Sicuramente può essere una pressione politica, però obiettivamente non so se abbiamo presente che Parlamento ci ritroviamo, cioè mi pare abbastanza impensabile che questo Parlamento sia in grado di portare a termine una discussione su disegni di legge di questo tipo. Qualcuno parla del Parlamento successivo. Io, a questo punto, con i fatti che sono accaduti questa mattina, ho qualche piccolo dubbio che ci sia ancora un Parlamento successivo a questo.
Signori miei, la situazione è veramente grave e merita un momento di riflessione! E proprio perché la situazione è grave, la prima riflessione dovremmo farla noi come Ente Regione. Risottolineo questo punto: fin quando noi, come Ente Regione, o meglio, voi come maggioranza continuerete a subire passivamente le imposizioni che arriveranno dall'alto, ci sarà comunque un momento di ulteriore scollamento delle istituzioni nei confronti della società civile.
Sta a voi pensarci, sta a voi meditare attentamente su quanto state facendo e questo appello lo rivolgo a ogni singolo Consigliere di maggioranza.



PRESIDENTE

Abbiamo ascoltato attentamente l'intervento del Consigliere Rabellino e devo dire che le ultime affermazioni fatte: "Bisognerà valutare se ci sarà dopo questo un altro Parlamento", ci hanno lasciati molto perplessi preoccupati, increduli e vorremmo capire, non certo in questo intervento ma nelle intenzioni, che cosa queste dichiarazioni vogliono dire. Queste dichiarazioni sono molto preoccupanti, Consigliere.
Rileggeremo meglio il suo intervento, magari lo rilegga anche lei, nel senso che probabilmente lei non si è spiegato bene.



RABELLINO Renzo

Mi sono spiegato benissimo. Mi permetta, mi sono spiegato benissimo e vorrei precisare questo punto. Ho detto che con i fatti di questa mattina ci sono delle possibilità che ci siano degli interventi dall'alto e che potrebbero anche non esserci più dei Parlamenti successivi a questo.



CUCCO Vincenzo

Io non te lo auspico.



RABELLINO Renzo

Io non me lo auspico, sono il primo ad essere preoccupato della situazione che si sta venendo a creare. Direi che quello che è successo questa mattina merita un momento di approfondimento e di riflessione da parte di tutti.



PRESIDENTE

La ringrazio per questa precisazione. Credo che la manifestazione alla quale abbiamo partecipato un'ora fa, ufficialmente come Consiglio regionale del Piemonte, ci debba far sperare e debba riprecisare la nostra volontà che i Parlamenti ci siano, che continuino ad esserci, che siano democratici e che siano la sede nella quale si capiscano le vicende oscure che, in questi anni, stanno riguardando il nostro Paese e che attengono alle stragi.
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, vista l'ora tarda cercherò di stringere l'intervento che mi ero preparato, anche se un dibattito sul bilancio, in una situazione grave come quella che stiamo vivendo oggi sul piano economico, oltre che sugli altri livelli della nostra Regione, meritava forse un giudizio complessivo.
Non c'è dubbio che le tendenze, gli indici, i dati che riguardano la nostra Regione di questi ultimi anni, ci dicono che il Piemonte va sempre più marginalizzandosi rispetto al quadro complessivo del Paese. I dati di cui disponiamo tutti sono riferiti al 1991. Credo che se avessimo altri dati più aggiornati, avremmo quasi certamente una situazione peggiorata della nostra Regione rispetto al quadro generale di tutto il Paese.
Non c'è dubbio che siamo in presenza di una grossa emergenza per la nostra Regione. Credo che si avvalori ogni giorno di più, malgrado alcune note di particolare ottimismo che anche in quest'aula c'erano fino a poco tempo fa, che l'attuale situazione, più che un evento congiunturale manifesti un processo di deindustrializzazione della nostra Regione. Se questo è il quadro economico nel quale si cala il nostro dibattito, credo che a questo occorre fare riferimento.
Per contrastare questa emergenza, che è emergenza vera e grave, occorre l'ho già detto diverse volte in questo Consiglio e fuori un progetto strategico, un disegno complessivo, un guardare oltre la prossima settimana o il prossimo mese, cercando di prefigurare il quadro complessivo verso il quale si va.
Questo l'ho chiesto molte volte, sollevando anche le irritazioni di qualcuno, però nell'ultima riunione dei Capigruppo il collega Marchini ha detto che se non si ha un progetto complessivo non si ha maggioranza.
La DC ha stilato un documento pregevole che ho letto, perché leggo i documenti degli altri partiti, in cui si dice che "occorre introdurre forti correttivi, percorrendo con razionalità e lucidità la strada della creazione del sistema Piemonte, abbandonando i molteplici, ma superflui e inincidenti compiti, e concentrandosi su poche e quindi efficaci scelte".
Nel documento che ha presentato oggi il Consigliere Cucco si fa riferimento ad altri documenti e contributi, tutti importanti, che si collocano in un quadro complessivo e più ampio.
Mi pare che siamo tutti d'accordo che esiste la necessità di avere un visibile progetto strategico sul quale orientare tutti i nostri interventi le nostre politiche e sul quale anche gli enti locali minori possano inserire i loro progetti e le loro politiche.
Oggi ci sarebbe stato bisogno ancora di più di questo progetto complessivo visibile per tutti, per diverse ragioni nuove: c'è una situazione torinese che, per lunghi mesi, è stata senza un quadro di governo definito, è stata commissariata; la situazione torinese che, da sempre, è rimasta, al di là di tutte le considerazioni, il momento centrale di riferimento non soltanto della città di Torino, ma di tutta la Regione.
In questa situazione la Regione avrebbe dovuto assumere un ruolo di riferimento per l'intera comunità regionale. Ma ancora sulla situazione torinese, con l'approvazione del Piano Regolatore, discussione e mi auguro approvazione, in un momento in cui l'Area metropolitana di Torino non ha ancora definizioni normative precise, credo che avrebbe dovuto trovare, in un progetto generale, la cornice delle scelte della città. E' stata, a mio giudizio, una grande occasione mancata.
Continuo a pensare alla latitanza della Regione sugli insediamenti universitari, e leggendo i giornali di questi giorni sono ancora di più perplesso. Questi insediamenti avrebbero potuto e, a mio giudizio, dovuto non solo qualificare interi quadranti della città, ma restituire quel sistema integrato tra Università, ricerca e sistema produttivo che è la premessa per un rilancio di Regione europea di riferimento, di cultura scientifica, di ricerca applicata, capace di svolgere un ruolo trainante e qualificato dell'intero sistema regionale.
C'è un terzo motivo che oggi richiedeva, a maggior ragione e con maggiore forza, un quadro complessivo: i risultati elettorali. E' fuori discussione che oggi la presenza in quest'aula non è più rappresentativa della realtà sociale. E' questa una situazione assolutamente fisiologica del sistema, che non deve scandalizzare nessuno e non deve essere strumentalizzata da nessuno. Capisco coloro che con il nuovo quadro possono richiedere elezioni anticipate, ma mi pare che sia una situazione assolutamente fisiologica. E' comunque fuori di dubbio che in una situazione di questo genere è necessario che l'Ente Regione legittimi veramente il suo ruolo e la sua presenza con una capacità di governo più visibile di prima.
Infine, vi è un quarto motivo che avrebbe dovuto determinare uno scatto di orgoglio, di capacità di governo, di buon governo. Non v'è dubbio che la questione morale ha investito pesantemente anche la nostra Regione.
Adesso credo di poterlo dire; un anno fa fui pesantemente criticato e sgridato in quest'aula per alcune dichiarazioni fatte ad un giornale. Se la Magistratura, alla quale vanno la mia solidarietà e il mio apprezzamento confermerà le ipotesi delittuose oggi ipotizzate, le mie criticate sensazioni erano molto più contenute rispetto alla scellerata realtà nella quale ci siamo venuti a trovare.
Questa Giunta ha perso, a mio giudizio, delle occasioni, anche sulla base di alcune cose che ha detto l'Assessore Gallarini. Ha perso l'occasione del rimpasto per dimostrare che per quanto può fare cerca di interrompere o perlomeno di rendere più difficili certi disegni delittuosi che ci sono stati per esplicita ammissione. Ne parlava prima Tapparo: c'è un'esplicita ammissione che ci sono delle filiere precise che partono dall'alto e arrivano alla fine. Interrompere queste, cercando di non consentire continuità troppo lunghe, era nostro dovere. Invece, il quieto vivere, il vecchio modo di intendere la politica e i rapporti politici ha suggerito al Presidente di non fare nulla o tutto quello che si poteva fare su questo argomento.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ti garantisco che il mio è un quieto vivere.



FERRARA Franco

Sono contento. Io sento la gravità della situazione, tu sei tranquillo e sereno.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non hai colto l'ironia della mia frase.



FERRARA Franco

Va bene.
Credo che in quella situazione si sarebbe dovuto prendere dei provvedimenti forti rispetto alla struttura. Ho sentito cosa ha detto prima l'Assessore Gallarini. Qualcuno dovrebbe pensarci: è nella struttura che molto spesso si trovano le incrostazioni più forti. Avevamo detto che ci voleva un'azione coraggiosa rispetto a questo, ma non si è fatta. Mi chiedo se è possibile che questa Regione si muova solo dopo che la Magistratura è intervenuta, correndo dietro alle situazioni che la Magistratura ha evidenziato.
La Giunta e i Gruppi di maggioranza a mio giudizio avrebbero dovuto dare un segnale più forte rispetto a questa questione morale che oggi giustamente, visto il proliferare e il dilagare di quei grandi ladroni che ci hanno governato per quarant'anni, è la questione politica più importante e significativa! Invece ci siamo fermati molte volte solo ad affermazioni di principio! Il bilancio, che non è un documento semplicemente ragionieristico, ma è un traguardo, un momento di rilancio, di riflessione, avrebbe dovuto essere anche una risposta a tutto ciò. In diverse occasioni in passato, quando si discuteva di bilancio di previsione e di assestamento, avevo richiesto alcune cose. Alcune ci sono: avevo chiesto il rientro del deficit, è un progetto che è stato impostato, che va avanti come previsto e al quale d straordinario rilievo. L'aver lasciato fuori controllo la politica del disavanzo è stata la causa prima dello sfascio del nostro Paese. Sarebbe stato scellerato continuare! Questa politica di rientro c'è stata e si deve darne merito all'Assessore, al Presidente e alla Giunta per averlo fatto, e demerito alle Giunte di questa Regione, di tutti i colori, che hanno creato questo disavanzo.
Ho apprezzato molto l'intervento serio, perché serio è e serio lo considero, di Tapparo. Non condivido però le sue affermazioni in ordine a questo rientro, di giudicarlo un fatto non essenziale. Credo che siano frutto di una cultura di fine anni '60, primi anni '70, quando la cultura della spesa, in un quadro complessivo di finanza pubblica molto diversa era una cultura dilagante. Quella cultura ci ha portati però all'attuale situazione e oggi a livello nazionale, dove il quadro economico non è meno negativo rispetto al nostro, si fanno scelte di rigore, di rientro dal deficit e noi sappiamo che gli accordi di Maastricht, che sono una cosa seria se non vogliamo perdere un'occasione per rimanere agganciati a questo processo di integrazione europea, ci richiedono questo con grande intransigenza. Non è quindi una politica liberista. Chiedo a Tapparo se è sicuro che ci sia questo eccesso di liberismo; qualcuno addirittura dice che siamo l'unico Paese ancora a comunismo reale. Credo che sia l'una affermazione che l'altra siano errate. E' invece molto apprezzabile ciò che si è fatto.
Avevo anche detto che occorreva opporsi alla politica degli sprechi.
Non c'è Marchini, altrimenti mi sgriderebbe ancora perché ogni volta che si parla di politica degli sprechi dice che in realtà non si tratta di sprechi, ma di scelte politiche. Se però una maggiore attenzione - non vorrei che sembrasse ci sia un feeling troppo forte tra me e l'Assessore Gallarini, ma è merito dell'Assessore Gallarini alla spesa ha portato a questi risparmi, io devo dire che si trattava di sprechi! Se senza cambiare politica si sono fatti dei risparmi, quelli di prima erano sprechi! Bisogna continuare su questa linea. Questa mattina è intervenuto il Consigliere Marino che ha evidenziato alcune prime indicazioni emerse dalla Commissione sugli appalti. La L.R. n. 18 prevedeva alcuni controlli rispetto alle opere pubbliche. Dal primo esame che abbiamo fatto - credo che andando avanti si troverà qualcosa di più - è emerso che tutti o meglio quasi tutti i destinatari di quella legge che avrebbero dovuto fare certe cose, non l'hanno fatto; che la Regione non ha svolto alcun ruolo rispetto a questo problema, ma non solo: la Regione stessa non si è adeguata alle norme che lei, con legge, si era data! Occorre continuare facendo attenzione perché ci sono delle norme, che qualcuno aveva pensato per controllare, che sono completamente disattese.
C'è poi la politica del bilancio a base zero. E' una scelta importante che avrebbe dovuto a mio giudizio portare all'approvazione di un bilancio completamente diverso.
Ricordo che questo Consiglio aveva dato mandato alla Giunta di far fare una specie di certificazione, di audit del bilancio da parte di una società specializzata per individuare i capitoli da finanziare e quelli da non finanziare, quasi che fosse una valutazione di ordine tecnico e non politico questa. Io mi espressi - forse Gallarini ricorderà - in modo contrario rispetto a questa scelta, dicendo che non serviva a niente e che erano soldi sciupati. Ebbene, il risultato di quella consulenza è scandaloso! E' scandaloso! E' stato dato l'incarico ad una società - che non conosco, spero non ci siano dei miei amici - che non aveva mai fatto un lavoro del genere, mai fatto un lavoro del genere! Non solo, è una società che diceva esplicitamente di non conoscere come funzionava un bilancio pubblico! Io avevo chiesto all'Assessore se si poteva sapere in base a quali criteri si era fatta questa scelta. Non mi era stata data risposta; non faccio più la domanda, probabilmente non si può rispondere.
La scelta del bilancio a base zero non è stata attuata, se non in una piccola parte. Si trattava di una rivoluzione copernicana e quindi erano prevedibili le difficoltà che ci sono state. Si è avviato un processo che forse continuerà in futuro, ci dice Gallarini e io lo spero. Ma è possibile che in una situazione così drammatica come quella che stiamo vivendo noi possiamo muoverci dicendo "cominciamo a fare dei piccoli passi"? Nella situazione di grosso handicap che abbiamo, dobbiamo correre più in fretta degli eventi e non seguire la politica dei piccoli passi! La velocità con cui oggi tutto si muove ci impone scelte più veloci per contrastare questa situazione fortemente negativa.
Per poter dare contenuto concreto alla politica del bilancio a base zero, avevo fatto omaggio all'Assessore Gallarini di un libro, anzi forse gli ho dato soltanto il titolo, "Il bilancio a base zero".



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

L'ho poi comprato.



FERRARA Franco

La filosofia del bilancio a base zero è che si azzerava tutto, si definiva un progetto e si individuavano le risorse per finanziare quel progetto, quindi si individuavano le responsabilità rispetto al raggiungimento del progetto. Questa è la politica del bilancio a base zero non era la politica di fare un bilancio zero e poi portarlo qualche mese dopo. La politica del bilancio a base zero presupponeva il progetto, quel progetto che non c'è, quindi non poteva essere attuata. Forse darà altri frutti, dei surrogati di utilità. Mi ha detto l'Assessore Gallarini oggi che agire sulla struttura è stato possibile comprenderlo meglio proprio nel momento in cui si faceva questo. Ebbene, io sono contento; quando si discusse la legge sulla dirigenza - Carletto era l'Assessore al personale di allora - espressi diverse perplessità, se oggi questo strumento ci consente di andare ad incidere in qualche modo rispetto alla struttura e a quella elefantiaca dirigenza che oggi ha la Regione, questo sarebbe comunque un fatto positivo.
Voglio tornare al progetto. Il Gruppo della DC ha presentato un interessante progetto; io ho presentato un altro progetto al quale non sono particolarmente affezionato e del quale non sono geloso, sono dispostissimo a confrontarlo con altri, a rinunciare alle cose che ci sono scritte, ma in presenza di una proposta che sia anchéessa complessiva. A me pare che questo bilancio che doveva sottendere a questo progetto sia ancora un bilancio sostanzialmente simile, anche se ci sono state delle modifiche, a quello degli anni precedenti con le scelte e non scelte di fondo.
Non si tratta di una critica, come qualcuno ha voluto sottolineare soltanto a certi settori che pregiudizialmente non mi vanno bene: la critica alla politica dell'occupazione, che pur c'è, ma non è solo questa e che non è solo mia, con buona pace di Picchioni, è anche la critica fatta dall'Università di Torino, è la stessa critica fatta dall'IRES, da Zanetti che era il candidato della DC alla carica di Sindaco di Torino, ed è la critica che fanno molti Consiglieri di maggioranza quando gli si parla a quattr'occhi.
Sulla politica dell'occupazione abbiamo parlato a lungo qualche settimana fa. Nel corso di quel dibattito il collega Tapparo, rilevando che il mio Gruppo e un altro avevano espresso alcune perplessità, aveva detto che si era individuato il discrimine tra chi sta dalla parte della conservazione e chi sta dalla parte del progressismo e del progresso. Io credo che il vero discrimine tra progressisti e conservatori non è tra chi è favorevole a dispensare risorse in modo assistenziale e chi non vuole essere progressisti implica in questo campo agevolare la ripresa degli investimenti produttivi, capaci di creare nuova occupazione, vera e non drogata; essere conservatori significa difendere questo Stato sociale finalizzato troppe volte essenzialmente alla ricerca del consenso.
Ma non solo sulla politica dell'occupazione vi è dissenso, anche sul piano delle politiche culturali.
Ho letto su un giornale la scelta di spesa di 10 miliardi per realizzare manifestazioni espositive, per fare interventi di promozione culturale e valorizzazione del patrimonio di lingua piemontese; si è inventato il "Piemonte In", come "Domenica In", in cui si propongono manifestazioni, musica, teatro, danza: 10 miliardi! Cosa volete che vi dica? Io ho la sensazione che una politica culturale per il Piemonte debba essere un'altra cosa! Credo che una Regione come il Piemonte debba porsi il problema di valorizzare, qualificare, incrementare le istituzioni formative, dagli Atenei ai punti di eccellenza nella formazione professionale, alla creazione di master di elevato contenuto scientifico e culturale! Nel progetto della DC c'era un riferimento a questo, ma non ho trovato traccia da nessuna parte di quella scuola di alta amministrazione pubblica. Io ritenevo fosse più utile orientarsi in un altro settore e realizzare una scuola di alta cultura collegata più all'impresa, ma erano delle scelte: non ci sono! Sulla politica del turismo. Anche in questo campo non mi pare ci sia un quadro complessivo; credo che le piccole scelte turistiche si debbano lasciare al piccolo turismo, agli enti locali inferiori, ai privati, e fare invece una grande scelta di inserimento, di tentativo di inserimento del Piemonte e di Torino nei grossi circuiti del turismo internazionale. Mi chiedo se questo è possibile farlo con venti aziende di promozione turistica o se questa non sia una dispersione di risorse.
Sul piano della piccola impresa la Regione deve dare uno straordinario supporto finanziario in questo momento. La crisi economica e finanziaria che stiamo attraversando tenderà certamente ad aumentare in autunno creando problemi non solo di ordine sociale ed economico, ma anche di gravità estrema sul piano finanziario per le piccole imprese. Le terribili insolvenze che gli istituti bancari dovranno sostenere e si stanno accollando rispetto agli affidamenti fatti ai grandi gruppi, sono l'eredità di un passato in cui politiche vergognose consentivano di manovrare - e oggi lo vediamo molto bene con tutta la loro chiarezza anche il credito.
Queste situazioni, che sono di una gravità estrema, non saranno sostenute dai grandi gruppi, i quali comunque riusciranno ad avere un rapporto con le banche ed avranno la possibilità di far riferimento al mercato finanziario internazionale, ma si scaricherà tutto sulle piccole imprese che non avendo nessuna possibilità di alternativa avranno a loro carico tutta questa situazione! Credo che lo stanziamento che il bilancio fa a favore dell'artigianato per il 1993 è irrilevante, quasi inesistente, lo si è rinviato al 1994! Non voglio continuare a fare degli esempi, ma ce ne sarebbero molti da fare entrando nei singoli punti.
Esaminando il bilancio vediamo invece nella parte degli investimenti ancora spese per le piste ciclabili per far contento il collega Chiezzi che le ha sempre sostenute.



CHIEZZI Giuseppe

Ce ne sono poche.



FERRARA Franco

C'è qualche miliardo per le piste ciclabili; Chiezzi presenterà un emendamento per aumentarle.
Ci sono poi spese per le società di mutuo soccorso ed interventi per gli edifici del culto; so che c'è qualcuno che non è d'accordo su questa mia affermazione, tutti dicono che si tratta di spese che a loro volta attivano nuovi investimenti, ma qui non si tratta solo di un fatto quantitativo, ma anche di un fatto qualitativo.
Occorre stimolare gli investimenti che siano capaci di produrre nuove opportunità durature di creazione di ricchezza, di sviluppo e di occupazione. Non si tratta di innescare una politica della spesa fine a se stessa, non si sta cercando una politica keynesiana, gli investimenti devono essere fatti - è vero - dove riescono a mobilitare altre risorse, ma tutto il complesso di questi investimenti deve essere la premessa per una crescita, non deve trattarsi di finanziamenti finalizzati a se stessi.



CHIEZZI Giuseppe

Perché devi escludere la bicicletta da tutto questo panorama? Non capisco perché.



FERRARA Franco

C'è una differenza, io credo che la grossa politica dei trasporti non sia quella della bicicletta come invece pensi tu. E' una diversa valutazione, sapevo benissimo che eravamo in disaccordo su questo.
Sulla parte corrente troviamo le stesse cose: ci sono ancora spese per le borse di studio sui rifiuti, quando in questo momento, più che continuare a studiare, occorre fare delle scelte con grande attenzione, a giudicare da quello che abbiamo letto sui giornali su questo argomento nei giorni passati.
Vi sono contributi a soggetti organizzatori di manifestazioni fieristiche senza individuare una chiara politica fieristica, quando invece in quest'aula si disse, in occasione della costituzione di Expo 2000, che doveva essere un momento di crescita, di rilancio e di promozione del prodotto piemontese, non soltanto quindi il momento espositivo, ma tutto ciò che sta a valle e a monte di questo momento.
Vi sono poi sovvenzioni alle organizzazioni dei coltivatori sovvenzioni alle sezioni regionali delle cooperative; contributi che lasciano molto perplessi anche alla luce di certi fatti di Tangentopoli emersi in questi giorni. Mi chiedo se queste erogazioni, date senza alcuno scopo preciso, se non quello di dare un contributo al mantenimento, non configurino finanziamenti surrettizi a partiti o ad organizzazioni.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Dammi l'elenco di queste erogazioni.



FERRARA Franco

C'è uno specifico capitolo di bilancio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Tu hai detto 10 miliardi una cosa che è da 500 milioni!



FERRARA Franco

Dieci miliardi li vedo qui, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Dieci miliardi per "Piemonte In"? Ma scherziamo?



FERRARA Franco

Ho parlato di 10 miliardi: è vero che ci sono diverse cose, però sono 10 miliardi di queste cose! Non ho detto che sono soltanto per "Piemonte In": ho citato le manifestazioni espositive, il dialetto piemontese, ho citato tutto. Insomma, ci sono tante altre spese che a me paiono inutili come i contributi alle bottiglierie, alle botteghe del vino, le spese per il dialetto, un sostegno alle manifestazioni bandistiche, quelli che mi avevano scritto dicendo che erano in 30.000 associati e che certamente non mi avrebbero più dato il voto! In parte ha ragione Marchini quando dice che il nuovo prelievo fiscale che deve fare la Regione non può essere finalizzato solo ad investimenti.
Ha ragione: certamente una parte deve essere destinata a coprire spese correnti, non siamo ciechi e lo sappiamo, è evidente questo, le risorse della Regione sono quelle che sono, ma io mi chiedo se è possibile chiedere oggi nuovi sforzi, nel momento in cui ci sono dei drammi fiscali per le persone, quando ancora nel bilancio ci sono spese di questa natura! Mi chiedo se non era necessario prima fare tutte le pulizie di spesa, quelle pulizie che l'Assessore Gallarini dice essere la politica della Regione nei confronti degli enti locali inferiori. Prima di applicare queste nuove addizionali, che non servono certamente solo per investimenti, ma anche per coprire le spese correnti, credo che si sarebbe dovuto fare una grande pulizia al nostro interno.
Si è fatto un bilancio che è triennale, ma se si è fatto un bilancio triennale, mi chiedo se in questo spostamento (non tra capitoli, ma nel tempo) non si sarebbe potuto fare almeno delle scelte diverse ed anticipare al 1993 le spese rivolte al sistema più in crisi rinviando agli anni successivi le spese e le risorse successive. Non mi pare che si sia fatto Presidente Brizio. Qualcuno dice che non si aspettava un atteggiamento di questo genere, il 27 luglio, Mussolini. Per carità! Al di là di queste polemiche, non credo che Brizio sia Mussolini, anzi sono convinto che sia una bravissima persona alla quale va la mia grande amicizia e stima. Credo però di aver fatto un discorso assolutamente coerente con quanto io vado dicendo in quest'aula da diversi mesi, se non da diversi anni. Mi chiedo se non è più sorprendente il voto favorevole di coloro che in quest'aula hanno fortemente criticato certe politiche e certi settori.
A me pare che il mio comportamento sia di assoluta lealtà nei confronti della Giunta e della maggioranza. Questa mattina il collega Marchini diceva: "Senza lealtà politica non si costruisce il nuovo" e prevedeva che probabilmente oggi avrebbe preso una boccata d'aria libera. Ebbene, io voglio dire che cos'è la lealtà: la lealtà è riferita alla maggioranza e io credo di essere stato leale nei confronti della maggioranza avendo sempre espresso questi miei dubbi e queste perplessità, ma la lealtà è anche verso noi stessi, per le cose che crediamo, e verso il nostro elettorato, per le cose che diciamo quando andiamo a chiedere i voti e che devono poi trasformarsi in comportamenti coerenti in quest'aula. Credo che per alcuni colleghi non sarà facile andare a sostenere queste scelte e farle proprie in modo convinto.
Ho letto sui giornali che il mio è un voto tecnico; credo che la politica non sia l'essenza del nulla, bensì individuare ed attuare metodi ottimi di governo. Non credo che sia parlare in astratto e non in concreto il giusto modo di fare politica: molte volte è stato così, ma credo che la politica vera sia quando si parla di contenuti concreti di quelle che sono le nostre responsabilità precise.
Aleggia una questione politica. Unitamente al bilancio, e devo dire preminente rispetto al bilancio, si è innescato un dibattito politico di non poco conto: l'allargamento della maggioranza. Devo dire che quando una maggioranza, e più ancora un governo, una Giunta, apertamente dichiara di sentire questa necessità, indirettamente dichiara in qualche modo di non credere più completamente in se stessa, è come una dichiarazione di sconfitta. Devo dire onestamente che non credo molto alle soluzioni assembleari: esse hanno senso in momenti di grande emergenza, non sono una circostanza fisiologica rispetto ad un sistema democratico che prevede una maggioranza che governa e una minoranza che fa l'opposizione. Oggi esiste una situazione di emergenza dovuta a problemi del Consiglio, quali la questione morale e la questione istituzionale, e a problemi propri del governo e dell'attuale maggioranza. Abbiamo sentito gli interventi di ieri e di oggi del Partito socialista, della DC, del Partito liberale, del Partito socialdemocratico e della Giunta. Ci sono questi problemi, dobbiamo prenderne atto.
Se questo è il giudizio della maggioranza nel suo complesso e della Giunta, credo si debba uscire dalle dannose e perverse pratiche antiche, ma per certi versi ancora attuali, di incontri segreti, di patti non dichiarati, di messaggi in codice, criptici o cose di questo genere.
Affrontiamo responsabilmente, senza occasioni strumentali del dire: "ritiriamo gli emendamenti", senza strumentalizzazioni! Il problema c'è: occorre affrontarlo seriamente in quest'aula, apertamente, vedere se ci sono dei percorsi percorribili, se ci sono delle ipotesi perseguibili, se c'è qualcosa di serio da fare che sia al di fuori da strumentalizzazioni e tattiche politiche. Ma perché tale ipotesi possa essere perseguita occorre verificare il percorso o comunque individuare sul piano dei contenuti programmatici se esiste un minimo comune denominatore su alcuni punti che conosciamo tutti perché li affermiamo continuamente: in primo luogo sul piano del governo, perché questa Regione ha diritto di essere governata.
Le scelte politiche concrete devono essere affrontate e sviscerate ponendo al centro di tutto il problema dell'occupazione, ma come conseguenza di una crescita del sistema e non come fatto puramente assistenziale o di ammortizzatore sociale; occorre però preliminarmente una politica di sostegno finanziario a questo sistema che crea ricchezza.
Ci sono altri settori importanti: la sanità e l'assistenza. Su questi argomenti esiste una straordinaria emergenza gestionale, finanziaria e morale, che deve trovare in quest'aula delle soluzioni e delle risposte. So di dare un carico pesante all'Assessore (anzi agli Assessori, perché vi sono due Assessori competenti) dicendo che occorre recuperare il tempo che si è perso (si è perso molto tempo e molta credibilità). Occorre riconoscere la gravità della questione morale, individuando scelte politiche che, per quanto di nostra competenza, diano un vero segnale di novità rispetto al passato.
Ieri abbiamo parlato di una nuova ipotesi, non so se vera oppure no complessivamente credo sia stata inadeguata la risposta che la Regione ha dato. Occorre dare una risposta più forte; occorre avviare un processo di confronto sulla legge elettorale regionale. Anche se oggi abbiamo scoperto che possiamo diventare tutti deputati, in questa sede dobbiamo comunque elaborare una legge regionale, sollecitando il Parlamento nazionale a dare le risposte urgenti ed immediate di quadro all'interno del quale deve collocarsi la nostra norma.
Trattandosi di una politica dell'emergenza e per qualche verso istituzionale, non può prevedere pregiudiziali nei confronti di nuove formazioni politiche; un arroccamento del vecchio sistema, quasi a giustificare denunce discriminatorie, a mio giudizio non è ipotizzabile.
L'unica discriminazione possibile è l'adesione a questa ipotesi di attività per i prossimi due anni. In questa ipotesi, cioè se vi sono in corso da parte delle maggioranze colloqui riservati con le opposizioni, e a maggior ragione se questo viene ufficializzato come di fatto è stato sollecitato in quest'aula oggi, il voto sul bilancio diventa un fatto puramente tecnico o quasi, ininfluente, perché già superato dalla ricerca di una nuova intesa e di una nuova maggioranza.
Questo presuppone evidentemente un voto già dato, un giudizio comunque già dato sulla Giunta e sul progetto presentato, voto che va al di là di quella che sarà l'espressione di un sì o di un no domani, quando voteremo il bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

La nostra posizione è già stata riferita in parte dal Capogruppo.
Mentre sono d'accordo con l'apertura verso la Lega dimostrata dal collega Tapparo, mi permetto soltanto di non credere nel neoliberismo italiano; mi pare invece che lo Stato italiano insista nella doppiezza tra un liberismo privatistico apparente e uno statalismo reale, come dimostra l'operazione FIAT Melfi (tanto più che lì abbiamo i master FIAT; si parla di master poiché li abbiamo già; la grande scoperta dei master FIAT è stata l'operazione Melfi).
Tutto questo è la causa prima della rapina fiscale che non diminuisce ma accresce l'indebitamento dello Stato. E' vero che le addizionali sembrano fornire denaro all'Ente Regione, ma non risolvono nulla. La vera soluzione è opporsi alla rapina di Stato. Sarebbe bene, perciò, che il Parlamento centralista fosse sostituito da un Parlamento eletto dai Consigli regionali; fino a quando il Parlamento non sarà formato esclusivamente da un'equa rappresentanza di Consiglieri regionali, questi nostri Consigli non conteranno nulla o quasi.
L'argomento che mi sono riservato è molto limitato, ma anche molto grande, ed è un argomento di riumanizzazione che è proprio quello che crea i veri master. I veri master non sono quelli che si sono inaciditi in mezzo alle cifre sia pure esatte o apparentemente esatte. Perciò parlo della lingua piemontese, che non è un dialetto, che non è finanziata, che è una lingua riconosciuta dal Consiglio d'Europa, dagli esperti europei.
Purtroppo l'informazione su queste cose da parte dei Consiglieri e non soltanto dei Consiglieri ma anche dei cittadini piemontesi mi sembra un po' manchevole.
Altre Regioni hanno inalberato questo vessillo della lingua e della cultura che è l'anima di un popolo, e cito sovente i catalani, i baschi, ma potrei citare tutto l'est europeo. Se l'est europeo si è liberato dall'imperialismo prima zarista e poi sovietico dei russi deve ringraziare questa grande coscienza linguistica culturale.
Molti di noi pensano solo ai quattrini, per poi magari sprecarli o tangentarli; è chiaro che non capiranno mai i valori della lingua e della cultura del nostro popolo. Ecco perché la decadenza del Piemonte viene in gran parte di lì. Non si insegna la lingua a scuola, come fa la Francia che pure non ha le Regioni autonome. In Francia da parecchio tempo viene insegnata a scuola la lingua locale e regionale, che non è nazionale perché la Francia ha due lingue nazionali, la lingua d'oil al nord e la lingua d'oc al sud; e poi naturalmente la bretone, ecc., ma queste sono le due lingue che poi compongono la lingua Piemontese, la quale è una sintesi di queste due grandi lingue neolatine di Francia (ripeto, lingua d'oc e lingua d'oil).
La Costituzione detta: "La Repubblica tutela le minoranze linguistiche". Tutto questo ritengo fondamentale per la ricoscientizzazione culturale contro l'alienazione culturale che ha portato a quell'enorme complesso di inferiorità che è soprattutto dei Piemontesi, della maggioranza di essi. Il veleno secolare e inoculato da regimi assoluti con l'imposizione forzosa del toscano ha operato negativamente e profondamente nella psicologia sociale nostrana, saldata con l'assoluta disinformazione storica. A scuola non si insegnano queste cose; anzi, ormai - se è vero quello che dicono i giornali su questi esami di maturità si insegna spesso in modo approssimativo. E' la massificazione televisiva, portata dall'audience al livello più basso.
Il Testori, che non era uno degli ultimi scrittori, poco tempo fa ha detto: "La penisola era ricca di stili, di varietà - questa era la vera cultura - adesso è stata massificata dalla televisione", che chiama "la nostra catastrofe culturale". Spero che queste cose riescano a far sentire anche i sordi. Quando questa coscienza ci sarà, ci sarà anche la fierezza del basco che produce ricchezza, anche per quelle Regioni spagnole che ne producono meno, del catalano che fa la stessa cosa, ma finché noi ci considereremo delle pezze da piedi che tradiscono, abiurano la propria cultura linguistica, che è di rarissimo valore.., non sarà così. Pensate noi pronunciamo le parole come sono scritte in francese, ed è inutile che si continui a parlare di dialetto quando è dimostrato dagli esperti che è esattamente il contrario. Questo vuol dire proprio perseverare nell'antimaster, cioè nell'anticultura. Se non si accettano i giudizi degli esperti, io non so che cosa siano i master o cosa sia la cultura.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre.



SEGRE Anna

Inizio il mio intervento facendo notare come accumulati sul tavolo del Consigliere Marino ci sono tutti i documenti di questa manovra di bilancio e mi sembra una montagna, la classica montagna che "sta partorendo il topolino".
Noi oggi, con una maggiore enfasi politica perché il momento è tale per cui le riflessioni politiche sono più grandi, stiamo parlando di una manovra che consente alla Regione di recuperare, per il 1993, 133 miliardi di risorse per nuovi interventi. Di questi una metà sono per nuovi investimenti, e l'altra metà per spese correnti.
Fa parte di questa manovra, e ne abbiamo parlato questa mattina l'ulteriore reperimento di nuove risorse, attraverso l'ampliamento dell'autonomia impositiva, che comporterebbe un aumento di risorse di 150 milioni. Tutto il resto è, evidentemente, denaro di passaggio dalla Regione, su cui però non c'è - il documento di bilancio lo dimostra - un progetto reale. Mi soffermo ancora sul punto relativo ai nuovi tributi, su cui, malgrado sia stata respinta ogni questione sospensiva, continuiamo ad essere fermamente contrari, perché certamente non sono questi nuovi tributi che innescano la reale autonomia impositiva della Regione, che abbiamo visto è un'autonomia aggiuntiva che si affida poi ad un Parlamento che dovrebbe approvare le proposte che la Giunta regionale ha avanzato.
Siamo contrari anche per altri motivi. Siamo contrari perché noi crediamo che in questo momento - e qui io farei rientrare la questione morale in cui anche la nostra Regione è stata coinvolta la Regione non pu permettersi di chiedere ai cittadini, che si sentono giustamente privati di molti denari e di molte risorse che sono state sottratte in modo illecito oltre a tutto quello che già sta chiedendo lo Stato, un'ulteriore imposizione.
Non ho capito perché la Giunta abbia fatto, in questo momento, questa scelta; non l'ho capito, perché mi sembra di grandissima impopolarità per la Giunta che ci governa. Ovviamente l'aumento di tasse è sempre impopolare e questo è fuori di dubbio, ma adesso che il cittadino si sente tradito dai suoi amministratori - parlo di amministratori in senso generale, ma anche purtroppo degli amministratori di questa Regione - come gli si può chiedere 40 lire in più sulla benzina e 40 lire in più sul metano, promettendogli che poi ci sarà lo sgravio fiscale? A mio avviso tutto ciò si ritorcerà, dal punto di vista del consenso contro questa Giunta. Quindi, non solo siamo contrari, ma veramente non ho capito, anche per la modestia dell'aumento delle entrate di bilancio perché la Giunta abbia preso questa scelta in questo momento.
Veniamo poi alla tecnica del bilancio a base zero. Condivido quasi tutto quanto ha detto il Consigliere Ferrara, forse meglio di me. Questo è stato, negli ultimi mesi dell'anno scorso, il cavallo di battaglia della Giunta per il 1993, ma si è visto come questo non sia stato applicato fino in fondo. Si poteva fare qualche cosa di più, nel senso che la tecnica del bilancio a base zero avrebbe la prerogativa fondamentale, come già è stato detto, di scegliere, di consentire delle scelte mirate di programmi e progetti, limitando al massimo la piaga dei contributi a pioggia e concentrando invece la spesa regionale su alcuni progetti e programmi fondamentali.
Evidentemente questo è difficile da cambiare dalla sera al mattino, me ne rendo conto benissimo, Assessore Gallarini, però ricordo le promesse che lei aveva fatto nell'ultima discussione di bilancio, in cui era stato approvato un ordine del giorno con il quale si diceva che entro il 28 febbraio tutta la manovra sarebbe stata delineata chiaramente, soprattutto a causa della novità del bilancio a base zero. Questo evidentemente non è capitato e non è capitata neanche un'altra cosa su cui mi soffermo pochissimo, che è quella della leggibilità del bilancio. Da questo punto di vista mi sembra che non ci siano state delle novità sostanziali e le difficoltà rimangono.
La mancanza di adeguamento del Piano regionale di sviluppo, cui ho già fatto cenno questa mattina, si risente lungo tutta la lettura del bilancio.
Questa Giunta dove vuol portare il Piemonte? E' una domanda a cui non trovo una risposta chiara.
Tutto ciò infatti non risulta chiaro, né dai documenti di bilancio, n tanto meno dagli ultimi mesi di attività dell'ente. Se ciò è valido per la gran parte dei temi, lo è, secondo noi, con l'ottica con cui leggiamo il bilancio, ancora di più per i problemi che riguardano l'ambiente. Non si capisce assolutamente la logica che vede capitoli di spesa finanziati molto, altri capitoli poco, non certo con una logica che dovrebbe essere quella della qualificazione ambientale del territorio.
Solo a titolo di esempio cito - e faccio riferimento alla legge di variazione di bilancio - che sono stati dati, come contributi ad una Comunità montana, 12 miliardi di maggiori contributi per la predisposizione di aree industriali attrezzate, a fronte di 500 milioni di variazione per l'allestimento di nuove discariche. Qui si aprirebbe un grande discorso che va di pari passo con quello che, in poche parole, ho cercato di dire: in mancanza di un Piano regionale di sviluppo, è difficile fare anche una politica finanziaria, così come in mancanza di un Piano regionale di smaltimento di rifiuti è difficile fare degli interventi che non siano per la creazione, ad esempio, di nuove discariche. Volevo far notare ancora una cosa per chi vuole andare al di là della mia solita domanda di bilancio ambientale che adesso, tra l'altro, ho visto fare da molte imprese private proprio per la chiarezza che questo porta; per la mancanza di un Piano regionale di rifiuti vediamo, per esempio, che da un lato vengono stanziati 500 milioni per le discariche e dall'altro 2 miliardi per il recupero di aree degradate. Quando si capirà, in questa Regione, che investire in tempo per l'ambiente vuol dire risparmiare in futuro? Questa è una cultura ancora lontana dagli amministratori e anche se a noi sembra quasi ovvia evidentemente non lo è. E' un concetto che ho sostenuto tantissime volte in questa sede, ma con scarsi risultati. Lo dirò male, mi farò capire poco, ma soprattutto è una cultura non diffusa. Eppure è un concetto che, per esempio, in sede CEE è stato recepito molto meglio, tanto che nell'introduzione recentissima del nuovo Regolamento CEE n. 1836 del giugno 1993 sull'ecoaudit si dice che le azioni del programma comunitario in materia ambientale consistono in particolare nel prevenire, ridurre e nella misura del possibile eliminare l'inquinamento alla fonte, in base al principio di chi inquina paga. Questo non è scritto nel documento dei Verdi, ma nel Regolamento CEE n. 1836 che anche la Regione Piemonte dovrà applicare! Tutto il contrario di quello che abbiamo visto in questi ultimi mesi, del business ambientale, del traffico dei rifiuti, del business delle discariche.
Pongo un'ultima domanda al Presidente Brizio. Il governo di questa Regione dice sempre che vuole portarci in Europa, ma in quale Europa? Su questo argomento abbiamo discusso tante volte. Il Presidente Brizio dovrebbe cominciare a portarci in Europa con l'adozione delle direttive e dei regolamenti CEE che riguardano l'ambiente e non solo quelli evidentemente, anche se io insisto su questo punto. Questa affermazione non viene fatta soltanto da una rappresentante dei Verdi in Consiglio regionale, perché ho sfogliato in questi giorni i risultati delle consultazioni che sono state fatte sulle leggi in esame ed ho visto che il suggerimento di ricorrere all'ecoaudit per le procedure ambientali è stato avanzato dalla Federpiemonte, un organismo che dovrebbe essere lontano da noi, tuttavia condivido completamente questa impostazione.
L'obiettivo dell'ecoaudit è la promozione dell'efficienza ambientale mediante la valutazione sistematica e periodica dei risultati ottenuti da interventi di tipo ambientale. Il risultato dell'ecoaudit è la certificazione dell'attività e quindi la valutazione dell'efficacia della procedura, cosa che noi richiediamo per le questioni ambientali e che sarà obbligatoria nel momento in cui l'Italia recepirà il Regolamento CEE. Su questo principio dovrebbe essere impostato l'intero bilancio di un ente così importante come la Regione, nel senso di stabilire anche criteri di valutazione di efficacia e di efficienza delle sue procedure.
L'intervento che ho fatto è stato una critica al bilancio.
Evidentemente, come è stato detto stamane, questo è un problema che oggi affrontiamo in modo più politico, però nulla è cambiato, se non il tentativo di fare un bilancio a base zero. Non c'è il tentativo di rappresentare veramente quello che si vuol dire quando si dice verbalmente: "Vogliamo cambiare, vogliamo governare, vogliamo avere la forza di governare".
Credo che una manovra di bilancio impostata in questo modo vecchio malgrado il tentativo del bilancio a base zero che non dà degli spunti proiettati realmente verso il futuro, sia una manovra che non si pu condividere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goglio.



GOGLIO Giuseppe

Presidente e colleghi, dico subito che voterò il documento di bilancio presentato dall'Assessore Gallarini, poiché ritengo corretto non venir meno agli impegni sottoscritti al momento in cui si delineò l'attuale maggioranza di Giunta. Voto a favore del bilancio anche per sottolineare il buon lavoro fatto dal collega Gallarini che, limando finché ha potuto tra le pieghe dei vari capitoli, ha mantenuto fede al percorso che si era proposto per rientrare dal passivo dei 150 miliardi ereditato dalla nuova amministrazione nel 1990.
Ciò non mi esime dal dire quel che penso, non tanto del documento oggi in discussione, quanto della politica che sottintende le linee di stesura e di composizione dei vari capitoli di spesa del medesimo. Sappiamo come stanno le cose: pochi soldi disponibili su un volume consistente di uscite rigide e dovute. La sanità, come sempre, ingoia la fetta più grossa delle erogazioni statali e, nonostante ciò, è il settore più in sofferenza: infatti, per fronteggiare le esigenze reali delle UU.SS.SS.LL. occorrono altri 850 miliardi. Lo Stato, a sua volta, continua a chiudere i rubinetti delle erogazioni, perché la finanza pubblica è sempre più scossa dal vortice dell'indebitamento. La Regione si trova con le mani legate da una legislazione che, apparentemente, delega competenze, ma che in effetti imbriglia le iniziative autonome.
In una situazione del genere non rimane che agire su due linee: cambiare mentalità nell'impostazione delle spese libere ed esercitare il massimo di pressione sul Governo per ottenere dei margini di manovra fiscale ampi ed autonomi.
Desidero spiegare bene questi due punti affinché non vi siano in proposito dubbi e non sorgano equivoci. Credo nell'istituto regionale, sono convinto che la Regione può e deve svolgere, specialmente la nostra, un ruolo trainante per portare la società e l'economia oltre la pesantissima crisi attuale.
In presenza di una crisi economica, aggravata dalla perdita di credibilità nella classe politica, e di uno scenario complessivo che in un anno è stato profondamente modificato da eventi che hanno spazzato consolidate certezze, sistemi di alleanze, geografie dei partiti, occorre agire in fretta guardando in avanti e lasciando perdere ciò che ci sta alle spalle.
I troppi lacci che hanno stretto anche questo bilancio appartengono ad una logica dura a morire, una logica vecchia e definitivamente sconfitta.
Che senso ha ancora disperdere energie e scarse risorse per coltivare il campicello di vari Assessorati? Bisogna cambiare pagina e soprattutto mentalità: occorre individuare pochi obiettivi strategici e su questi far convergere le risorse disponibili; occorre avere coraggio, a costo di essere impopolari.
E' necessario uno sforzo collaborativo che riduca al minimo la conflittualità tra maggioranza e minoranza e all'interno della maggioranza stessa. Bisogna inventarsi il nuovo e sotterrare il vecchio. Dobbiamo individuare obiettivi, strategie e persone giuste da inserire nel posto giusto, scelte che non devono più germogliare sullo sterile terreno degli equilibri imposti dalle segreterie dei partiti, che tra l'altro nella maggior parte sono ormai inesistenti e svuotate di potere reale.
La competizione si sposta ormai dal livello dell'impresa a quello delle regioni economiche, dei sistemi territoriali, delle città. L'abbandono della concezione dello Stato centralista è un dato culturale ormai acquisito, ma se così è, come mai non si riesce a dare autonomia alle Regioni? Come mai non si riesce a farle funzionare? L'orientamento è quello di dare più potere alle Regioni, ma nello stesso tempo siamo qui a fare il bilancio di un fallimento. E' sotto gli occhi di tutti ad esempio il fallimento dell'effettiva gestione delle competenze regionali nell'ambito della formazione professionale. Cito questa perché è un capitolo al quale da tempo annetto fondamentale importanza.
Se è vero che lo Stato frena il decentramento è altrettanto vero che troppo poco è stato fatto per modificare il rapporto Stato-Regioni. Quando parlo di autonomia intendo ciò che è ormai un dato acquisito da tutti: autonomia soprattutto nella gestione del prelievo fiscale e delle risorse da esso derivanti; autonomia regionale che non significa ben inteso negazione dello Stato unitario, ma solo dello Stato centralista. Delega di poteri quindi ed autonomia reale delle decisioni su settori strategici, ma per arrivare a ciò occorre - ripeto - compattezza di intenti, programmi pochi obiettivi da perseguire in maniera rapida ed efficace. Tutto ci richiede cambiamenti di rotta anche dolorosi.
Aggiungo che per essere operativi nella direzione che ho appena indicato è necessario puntare su solide maggioranze, non su forze che di giorno in giorno vanno, per più ragioni diverse, perdendo peso. Non mi spaventa l'ingresso in maggioranza di altri partiti, ciò che mi preme è che la Regione riprenda a funzionare. Quindi attendo per valutare una risposta in tal senso e aspetto che si vada al confronto con lo Stato sulla questione dell'autonomia regionale, del decentramento dei poteri e delle responsabilità, della gestione delle risorse vere, non di ciò che l'esangue finanza pubblica riserva al Piemonte.
Per quanto mi riguarda, ma penso anche forse per quanto riguarda il nostro Gruppo, se non si intravedranno in tempi brevi segnali forti in questa direzione il buon senso richiede la nostra dissociazione da un modo di governare che non ci convince o che non mi convince più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Gentile Presidente, colleghi Consiglieri, nella guerra delle parole io dovrei parlar male del bilancio, invece cercherò di non farlo, nel senso che ritengo che per un sereno esame del bilancio e delle parti connesse che vedremo nel dettaglio domani - l'approccio deve essere fatto in maniera asettica dicendo le cose positive e le cose negative.
Il bilancio di un ente pubblico può essere letto con due chiavi di lettura: una logica di rendimento e una logica di strategia.
La logica di rendimento mi impone di vedere come vengono spese le risorse in rapporto al funzionamento dell'ente e quindi il rigore per quanto riguarda le spese e gli investimenti. Si tratta quindi di vedere se gli investimenti strumentali in rapporto al costo dei servizi hanno o meno dei caratteri di efficienza. E' per me triste in questo caso dire che non ho visto rapporti di questo tipo, cioè nel bilancio non è fornita una chiave di lettura in cui questo indice possa essere chiaramente identificato. Allora, indipendentemente da un giudizio che è personale e quindi può essere opinabile sul funzionamento e sulla validità del bilancio, la carenza di questo semplice indice è un peccato, è secondo me un'opportunità che per il futuro deve essere comunque tenuta presente perché questi due dati in aggregato ci possono dare uno stato della velocità dell'ente nelle sue funzioni.
Per quanto riguarda il parametro della strategia, mi chiedo se noi abbiamo una strategia, dal punto di vista finanziario ovviamente: in questo caso di bilancio, ma anche di attività. Se una strategia c'è, è abbastanza confusa. Immaginiamo che ora non parli come Consigliere del Movimento Sociale, ma come un Consigliere che per qualche minuto si diletta ad essere della DC, che ha quindi apprezzato, per esempio, il documento stampato l'anno scorso dalla DC che aveva visto giusto, secondo me, proponendo una serie di iniziative che andavano fatte. In questa maggioranza il PSI praticamente non c'è più, a parte gli Assessori, tra problemi che ci sono all'interno del Gruppo, personificazioni e qualcuno che ha altri problemi di ordine penale; il PRI non abbiamo capito questa sera se c'è o non c'è in maggioranza, ma è sempre un optional fino all'ultimo minuto; gli altri due partiti sono puntelli, ma sono stampelle, non sono sostanziali; il Gruppo della DC è quello portante di questa Giunta.
Ebbene, l'anno scorso la DC scrisse delle cose che erano pienamente condivisibili; reputo quindi che un Gruppo che tiene in piedi la maggioranza come forza trainante abbia cercato quest'anno di attuare almeno in parte, le cose che più di un anno fa aveva proposto. Cosa diceva che bisognava fare? Che bisognava individuare dei punti di attacco del sistema Piemonte con una politica di bilancio rigorosa, con una definizione di obiettivi, con un rilancio della programmazione, e poi venivano indicati undici capitoli sui quali si doveva operare, capitoli sui quali io penso che con serietà più o meno tutti potevamo ritrovarci. Allora, leggiamo almeno i principali così possiamo giudicare.
Il primo obiettivo era l'efficienza e si poneva una cosa molto interessante: per singoli settori venivano dati dei dati aggreganti.
Assessore Gallarini, quanti miliardi abbiamo speso in totale per il personale secondo questo bilancio? Ecco una domanda che sintetizza la difficoltà di interconnettere delle voci di bilancio che sono seminate dappertutto e che invece dovrebbero anche essere fornite aggregate perch io non riesco a capire: l'anno scorso si erano spesi 158 miliardi per il personale, quest'anno quanti? Ecco un dato importante, se ne abbiamo spesi 165 abbiamo un incremento "x" per cento. Allora possiamo sapere sulla base dei parametri nazionali se siamo andati meglio o se siamo andati peggio. Se questi 160/170 miliardi, che a occhio dovremmo avere speso, dobbiamo andare a cercarceli fra tantissimi capitoli, diventa veramente una cosa impossibile.
Il documento della DC diceva: "efficienza" e per il personale indicava tutta una serie di cose nominate nei capitoli dall'1 al 6 di cui però non ne è stata fatta praticamente nessuna. L'unica è stata la proposta del collega Nerviani che diceva di togliere i Co.Re.Co., e di aggregarli; tutte le altre proposte (la revisione della pianta organica, l'attuazione delle deleghe, il decentramento delle strutture interne, il part-time per il personale femminile organizzato in un'altra maniera, la revisione complessiva dell'organizzazione) sono state eluse. Qui c'è scritto che queste cose andavano fatte negli ultimi tre anni della legislatura. Siamo a meno di due anni dalla fine della legislatura e non è ancora stato fatto nulla! A proposito delle spese di funzionamento fu detto: "Si spende troppo per le spese di funzionamento". Gallarini, io in queste sere ti sto pensando sempre - non pensare male! - ti sto pensando sempre perché sto scrivendo il terzo volume di "Meno sprechi, meno tasse". Scriverò, perché è la verità, che ho notato che rispetto all'anno precedente c'è stato un indubbio miglioramento nel senso che sono sparite una quantità di voci - la parola "pazze" non vuole offendere nessuno, ma ci intendiamo - del bilancio regionale e di questo ne dò atto. Ne ho trovate però un altro mare sul quale ancora con una certa volontà politica si poteva operare e allora dei margini c'erano; questo è importante e io nel libro le indicherò tutte.
Allora vedete che soltanto tagliandone via una parte, non tutte, nella discrezionalità, abbondantemente si potevano recuperare nelle spese correnti le cifre che noi domani dovremo votare, o che voi andrete a votare, da mettere ad incremento delle spese per il prezzo del metano e della benzina. E' vero perché ci sono, ne ho trovato una quantità; se andiamo avanti nel documento della DC, vediamo che erano indicate molte cose che non sono state fatte. C'era scritto che bisognava cambiare il rapporto con il CSI: è cambiato il rapporto con il CSI? C'era scritto che si spendeva troppo per le manutenzioni dei locali: mi piacerebbe sapere quanto si è speso. Si diceva che il patrimonio doveva essere completamente ristrutturato vendendo tutto quello che c'era da vendere: che cosa si è venduto in un anno? Si parlava degli enti strumentali da eliminare: vorrei sapere in questo anno dove abbiamo dismesso delle quote regionali dagli enti strumentali. Non è stato fatto assolutamente niente! E queste cose continuano a pesare sul bilancio della Regione! Si doveva ridurre il numero delle APT: siamo alla terza volta che vengono ricommissariati i commissari delle APT perché ancora non si è deciso cosa farne. Si parlava della sanità: direi che gli unici interventi drastici fatti dal punto di vista delle strutture sanitarie sono stati quelli imposti dai vincoli di legge.
Per quanto riguarda poi le deleghe amministrative, vorrei sapere che cosa effettivamente si è delegato alle Province. Si parlava di controllo di gestione con una pagina mirabile (non so chi l'ha scritta), era sottoscrivibile in pieno, ma non si è fatto nulla! Si diceva che ci doveva essere il controllo di gestione con la politica di bilancio, con la politica di intervento, la politica di relazione, la politica dei fattori di produzione, con i risultati conseguiti in termini fisici e finanziari l'andamento della gestione degli enti dipendenti e tante altre cose, ma non è stato fatto assolutamente nulla, almeno a quello che mi risulta.
Addirittura erano indicati i tempi. Si diceva: "Per organizzare bene i lavori del Consiglio regionale il 30 aprile bisogna presentare il rendiconto di gestione; il 31 maggio il rapporto sullo stato del Piemonte il 31 luglio l'approvazione del rendiconto e la presa d'atto del rapporto di gestione; il 30 settembre il rapporto di gestione". E avanti così per tutti gli anni! Amici, qui c'erano delle ricette giuste, di cui però non si è data pratica attuazione. Quando il collega Goglio, che peraltro stimo, viene a dire: "Dobbiamo trovare nuove strategie ed obiettivi e gli uomini giusti" mi chiedo davvero se questa non è aria fritta! Quando cominciamo a trovare le nuove strategie e gli obiettivi e gli uomini giusti? Dopo ventitre anni di Regione siamo ancora alla ricerca degli uomini giusti, delle nuove strategie e dei nuovi obiettivi? Mi sembra che questo significhi davvero non dire assolutamente niente.
Dato atto che alcuni miglioramenti di bilancio ci sono stati, ci sono però delle cose che non stanno in piedi, faccio un esempio banale anche per fare sorridere, data l'ora. Noi avevamo detto: "Ci sono troppe auto di servizio". Ottimo: mi risulta che in Regione - così ci è stato detto le auto sono state drasticamente tagliate, ora c'è un pullmino. Vi comunico che l'altro ieri alle 12,10 il pullmino aveva trasportato in tutta la mattina due persone. In tutta una mattina due persone! Vorrei sapere come questa iniziativa, presentata come un risparmio, stia funzionando: o si dà ordine ai dipendenti di usarlo, altrimenti è inutile metterlo, perché in questo modo bisogna anche pagare l'autista del pullmino e il pullmino.
Sulla logica della strategia. Dov'è la strategia di questa Regione? Obiettivamente non c'è. Non c'è in termini di bilancio perché stiamo vivendo nell'emergenza! Non si delinea una strategia nel campo dell'agricoltura adesso che non c'è più il Ministero dell'Agricoltura, ma c'è il Ministero delle Politiche Agricole. E questa è proprio una presa in giro pubblica e generalizzata! Questa priorità non c'è stata in termini di ecologia, perché io continuo a segnalare con le mie interrogazioni delle cose assurde e parlo di zone che conosco bene e sulle quali sono sicuro di conoscere il territorio. Ricordo che un anno fa avevo detto: "Non fate un certo depuratore" (per la precisione ad Alice Castello). Hanno voluto fare a tutti i costi il primo lotto! E piantati in mezzo alla baraggia sono già venuti su i pioppi - quest'anno in mezzo ai lavori, piantati in asso dopo il primo lotto! Quel depuratore non serviva a nulla perché a distanza di due chilometri ce n'era già uno che era sottoutilizzato: bastava collegarlo! Per contro ci sono altri depuratori - per tutti cito quello di Mergozzo - in cui non ci sono i soldi per le condutture e quindi il depuratore non funziona perché non ha i liquami che ci arrivano, quindi vuol dire che non c'è programmazione neanche nell'ecologia. Non c'è stata in termini di enti strumentali perché ad oggi noi non siamo usciti ancora da nessun ente strumentale. Anzi, continuiamo regolarmente a fare le nomine, o meglio continuate a fare le nomine.
C'è la questione del bilancio a base zero, nella quale io credevo. Mi sembrava una buona idea. Avevo detto pubblicamente in quest'aula prima di Natale che quella di fare finalmente un bilancio a base zero era e resta un'ottima idea. Siamo al 28 luglio. Il bilancio a base zero, dov'è finito? Assessore, lei conosce tutti i vincoli di bilancio che esistono. Morale: l'idea del bilancio a base zero è finita. Il Consiglio regionale ha perso e mi prendo anche la mia colpa, tempi lunghissimi nel discutere tutte le strategie di tantissime chiacchiere, ma in definitiva la parte finanziaria che è quella sostanziale di questa Regione, è stata rinviata, rinviata e rinviata! Ho scritto una lunga lettera personale al Presidente degli Industriali dicendo: "Ma scusi, lei viene dire a me che io devo votare il bilancio perché altrimenti quasi mi ricatta perché buttiamo via 33 miliardi per la Regione? Mi mandi per favore copie delle sue lettere di sollecito inviate alla Regione in data 1 marzo, 1 aprile, 1 maggio, 1 giugno, 1 luglio nelle quali, mese per mese, lei diceva alla Giunta regionale: 'Volete spicciarvi a fare il bilancio?'". Non è giusto che questa persona venga all'ultimo giorno a dirci una cosa ovvia e peraltro meritevole di rispetto, però non ci dimostra che durante questo periodo di sei mesi sia intervenuto sull'istituto affinché si svegliasse per quanto riguardava i tempi.
Una proposta, per esempio. Detto con molto rispetto, perché capisco la difficoltà nell'affrontare questo problema: se siete coerenti e ci venite a raccontare che il Parlamento o il Governo potrebbero prendere in considerazione l'ipotesi di detassare da parte loro dello stesso importo (o anche simile) benzina e gas metano, aggiungetelo nella legge, dite che se entro il 15 dicembre il Parlamento o il Governo con proprio atto, con proprio decreto, non farà questa detassazione, non si applicheranno gli aumenti proposti dalla Regione Piemonte. Non si può venire a raccontare alla gente che gli aumenti non ci sono perché arriva una detassazione che poi invece non arriverà e resterà soltanto la tassazione.
Io sono veramente un po' amareggiato con il professor Ciampi: mi aspettavo, signori, qualcosa di più. La manovrina del Governo è stata di aumentare la benzina di 50 lire, ma bastava un Goria inquisito normalmente a prendere queste decisioni! Tra l'altro, sono rimasto sorpreso: era davanti a me sull'aereo, a Caselle, oggi alle 16; è stato insultato da quattro taxisti uscendo dall'aeroporto ed è andato via zitto zitto, senza che nessuno si premurasse di dire a questi quattro signori - cosa che ho fatto io difendendo Goria - che non è da educati prendersela con le persone quando sono in disgrazia, che semmai avrebbero dovuto farlo prima. Sono rimasto scioccato: è veramente caduto in basso il sistema, ma anche di rispetto verso le persone. Chiudo, e scusate la parentesi.
Riprendo il discorso. La manovrina del Governo è stata di aumentare di 50 lire la benzina, mi pare il mese scorso; al 30 settembre ci sarà un secondo aumento, già previsto, con la manovra finanziaria. Se questo Paese è capace soltanto di fare queste cose, la conduzione titolata, blasonata del Governo, anche dal punto di vista finanziario, mi lascia molto in difficoltà. A questo proposito, ero stamane a Roma, si parlava di un Convegno fiscale che il MSI-DN organizzerà a Genova dopodomani, ed è emerso che, attualmente, abbiamo in Italia 205 tipi diversi di imposte! Non ci credevo neanche io, ci sono delle fesserie acute, ma noi non solo prendiamo le nostre pro-quota, le aumentiamo anche! Veramente, non è possibile pretendere che la gente continui a non votare Lega Nord - e il discorso sarebbe ben più ampio continuando su questa strada! Non si vede cambiare neanche di un centimetro l'indirizzo del Governo! L'ultima l'ho scoperta nel mio Comune, il Comune di Verbania (è l'ultimo esempio, non voglio più far perdere tempo). La settimana scorsa ha cambiato il numero di conto corrente postale per il pagamento dell'ICIAP tutti hanno pagato l'ICIAP e poi si sono accorti di aver sbagliato il numero di c/c postale. Molti Comuni hanno cambiato, per motivi di lettura ottica, il conto corrente postale, ma non l'hanno comunicato adeguatamente ai contribuenti. E' un esempio che metterà in agitazione tantissimi contribuenti; mancano tre giorni alla scadenza del pagamento dell'ICIAP e molti non faranno più in tempo a correggerlo o l'hanno già pagata e sono andati in vacanza. Esempi della disorganizzazione totale che c'è! Poi si scopre su un'indagine a campione che c'è un'evasione sui tributi altissima. In realtà, chi paga è un fesso, ma almeno sta tranquillo; chi non paga, è un furbo, tanto prima o poi arriva un condono e se ne va.
Tornando al discorso del bilancio e concludendo. Ho cercato di pormi con un po' di attenzione su queste cose, e domani lo vedremo nei singoli capitoli di bilancio. Non c'è solo male: mi sembra che la Regione abbia fatto anche delle cose positive. Per esempio, la manovra di rientro del deficit di bilancio non è cosa da poco; è un'inversione di tendenza utile e si legge che con quest'anno dovremmo andare in pari. Quindi io non sono qui a criminalizzare tutto, però dico che questa manovra è una delusione dal punto di vista dei tempi, cioè che questa manovra, affrontata al mese di marzo, pur tra discussioni tra opposizione e maggioranza, poteva essere un elemento portante di questa manovra finanziaria, per dare un costrutto un po' più concreto, un po' più chiaro, un po' più dinamico a questa Regione.
Questa è veramente una grossissima occasione persa. Poi ciascuno si appiattirà sulle proprie posizioni, però prendete un contributo dall'opposizione, non soltanto in termini critici, ma anche propositivi. E' veramente una grossa occasione perduta; secondo me era giusto, per esempio aspettare un attimo a prendere in considerazione gli aumenti delle tariffe e verificare prima, capitolo per capitolo, se non ci fossero stati degli elementi di risparmio. Io sono pronto a dimostrarvene alcuni per molti e molti miliardi. Se questo confronto è accettato, siamo disponibili a farlo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

L'ora incita alla brevità. Anch'io, come il collega Zacchera che mi ha preceduto, sono molto delusa dall'insieme di questa manovra, prima ancora che dalle singole questioni su cui interverrò.
Anche a me sembra che l'occasione del cosiddetto bilancio a base zero sia stata totalmente sprecata. Anche se è vero che si è fatto uno sforzo di azzeramento nella prima fase del bilancio, si è poi individuato in maniera non del tutto corretta - anzi, in maniera secondo me molto poco corretta che cos'era davvero il bilancio a base zero; non era proprio una base zero c'erano dentro parecchie cose che con il bilancio a base zero non c'entravano niente. E' chiaro che un'operazione del genere avrebbe potuto avere senso se avesse soltanto consentito la gestione assolutamente ordinaria, per poi riscrivere totalmente il bilancio su una base nuova. Non si può però, man mano, tramite l'assestamento e la variazione, tornare sostanzialmente a rimettere un po' di soldi sui pochi - perché i soldi diminuiscono - capitoli precedenti; cioè, si fa un'operazione di ripescaggio del vecchio bilancio, mettendo un po' di soldi qua e là.
Questa è sostanzialmente l'operazione finale, che non ha nulla della nuova impostazione di bilancio che ci si doveva aspettare da un tentativo che aveva una sua dignità teorica di partenza. In particolare, è evidente che una reimpostazione totale del bilancio della Regione verso la fine legislatura avrebbe richiesto non dico - per carità, nessuno qui pretende più queste cose il Piano regionale di sviluppo, ma almeno una struttura un'impostazione, uno schema di piano regionale di sviluppo, delle linee di piano regionale di sviluppo che, accoppiate alla nuova struttura del bilancio, rendessero chiara un'impostazione nuova com'era quella che in partenza era stata proposta dalla maggioranza e discussa anche abbastanza seriamente dalle opposizioni.
Quindi la struttura di questo bilancio, che è il penultimo bilancio completo che andiamo ad approvare (il prossimo sarà già un bilancio parziale), è deludente, perché non è agganciata ad alcun discorso programmatico vero, perché ormai il documento del Piano regionale di sviluppo, se anche arriverà, non servirà più a gran che. Non è un tentativo serio di reimpostare la politica di bilancio: mi pare proprio che non si possa dire.
Tra l'altro, il terzo documento, che sarebbe stato necessario per dare corpo e fiato ad una politica nuova di bilancio - certo, magari anche all'osso, perché questa è la situazione nuova come impostazione, doveva essere uno schema, anch'esso molto all'osso, di piano territoriale, che agganciasse le politiche di sviluppo ad un'idea dello sviluppo territoriale del Piemonte.
L'esperienza di questa maggioranza - che era nata addirittura otto anni fa, all'inizio dell'altra legislatura, presentandosi come una maggioranza che voleva innovare rispetto a tendenze delle maggioranze di sinistra ad essere troppo programmatorie con documenti che per voler essere onnicomprensivi poi non arrivavano mai o arrivavano molto tardi è di totale incapacità a costruire una politica basata su linee programmatiche nuove che possono essere solo quelle che, sveltamente concepite, in tempi rapidi perché snelle anche nella loro struttura, danno un'idea del percorso che si vuole fare. Non ha più senso fare dei piani che dicono tutto e scrivono tutti, ma ha senso dire con chiarezza, attraverso un documento programmatico chiaro e snello, dove si vuole andare; un documento di pianificazione territoriale e un bilancio che li metta in evidenza anche finanziaria e non solo in termini di parole. Questa è una concezione nuova di un'impostazione che, peraltro, è la sola che la Regione può avere quella programmatica; perché la Regione, che ente di gestione non è, che altro può essere diversamente? Dato che ci siamo divisi i compiti, il mio è quello di intervenire sui settori ambiente, territorio e trasporti, per il poco che c'è da dire perché tra assestamento e variazione, in realtà, è sempre più difficile capire come vanno le politiche della Regione, dove vanno a finire i soldi anche perché i capitoli sono grossi, e non è ben chiaro dove le cose vadano a finire, proprio perché i capitoli grossi devono avere dietro un'impostazione programmatica chiara, perché si capisca qual è il loro senso.
Dei settori ambiente, territorio e trasporti, di cui mi occupo, mi pare ci sia poco da dire, e credo sia anche difficile proporre un'alternativa, a partire dall'estrema difficoltà di capire la logica che guida queste scelte. A me pare che, in questo settore, si sarebbe dovuta imperniare la scelta di un bilancio post-base zero, cioè totalmente nuovo su una serie di poche questioni che, però, a mio avviso, sono oggi molto rilevanti per una politica di sviluppo compatibile della Regione.
Intanto mi pare che, anche come segnale, si sarebbe dovuta affrontare la questione del rischio industriale. E' il segnale che si vuole davvero portare a compimento una politica iniziata con una legge che non è andata in porto.
Seconda questione: occorrerebbe prevedere le modalità e le risorse almeno simboliche, perché si potranno reperire anche in altro modo, ma come indicazione di volontà per la costruzione di quell'Agenzia regionale per l'ambiente che ormai è certo che le Regioni dovranno andare ad istituire, e che potrebbero benissimo cominciare a prefigurare nella struttura, nelle dotazioni, negli organismi regionali che vi possono confluire, nei compiti.
Occorrerebbe quindi individuare almeno quel tanto di risorse che permettano di cominciare a ragionare su quella linea, sapendo che comunque avremo quasi certamente il compito di affrontare questa questione, di prevedere le risorse e di istituire un capitolo.
Di fronte ad una nuova Amministrazione comunale di Torino, che sembra muoversi con una certa decisione sul piano della ristrutturazione del sistema dei trasporti interni alla città, occorre affrontare la questione dei trasporti per l'Area metropolitana e per la dimensione regionale, del collegamento tra un nuovo progetto dei trasporti a livello della città capoluogo e della riorganizzazione di tutto il sistema regionale dei trasporti. La Regione, prima che decida il capoluogo, deve dire come deve essere organizzato il sistema dei trasporti, altrimenti è evidente che la Regione resti in qualche modo condizionata dalle decisioni del Comune di Torino.
Secondo me su questo occorre mettere risorse non solo materiali, ma anche e soprattutto mentali, che costano poco e sarebbe bene che esistessero e fossero segnalate come volontà.
Sono convinta che tra le risorse forti che questa Regione ha ed è riuscita a costruirsi ci sia la politica e le strutture che rappresentano oggi i parchi piemontesi. Ho l'impressione che, da questa politica della lesina, siano ridotti a non potere più svolgere quel ruolo di promozione delle aree che devono essere protette. Intorno ai parchi possono nascere moltissime iniziative, ci sono esperienze importanti in giro per il mondo ma occorrono delle strutture di promozione di questa politica. Anche in questo caso, per portare a casa dei risultati occorre investire qualcosa e creare una struttura piccola ed agile di promozione delle attività compatibili intorno al nostro sistema dei parchi, che è il più importante probabilmente in Europa e che, quindi, potrebbe essere venduto attraverso una politica di promozione veramente efficiente ed interessante.
Collegata a questo noi abbiamo proposto, nei mesi passati, uno strumento aggiuntivo, che è quello degli "ecomusei", che può permettere di sfruttare le potenzialità della cultura materiale e storico-artistica del Piemonte per agganciarsi a queste politiche.
Non c'è dubbio che il nostro settore turistico-ricreativo sia uno di quelli particolarmente bassi nella nostra Regione, in termini di peso economico, e quindi si tratta di un settore che ha delle potenzialità indubbie e sulle quali occorre muoversi.
Abbiamo presentato alcuni emendamenti dentro la logica delle cose proposte; è molto difficile infatti presentare emendamenti istituendo nuovi capitoli perché si crea una serie di complicazioni formali del bilancio.
Tra queste questioni, noi riteniamo si debbano riservare le risorse necessarie per acquistare le aree nel Parco della Mandria di cui parliamo da molto tempo.
Riteniamo che occorra assicurare la sopravvivenza dell'IPLA proprio per quel discorso che deve diventare uno dei pilastri portanti dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente, e che quindi occorra non smantellare questo patrimonio di risorse. Infatti, occorre prevedere almeno un piccolo fondo per gli interventi strutturali sulla questione dell'inquinamento atmosferico che, puntualmente, fra tre mesi si ripresenterà come una questione di fallimento di ogni politica pubblica, perché si ritornerà alle solite "targhe alterne". Il peggio del peggio è non imporre neanche le targhe alterne nelle altre città, non dicendo che sono inquinate come Torino.
Abbiamo proposto di mettere dei fondi sul capitolo, che è solo per memoria, più i residui della bonifica delle aree inquinate, perché credo che anche su questa partita non si possa passare un intero anno senza svolgere alcun intervento.
La situazione tracolla da tutte le parti, ci sono tante richieste problemi di messa in sicurezza di siti da bonificare, che non potranno essere certamente bonificati solo con le nostre risorse, ma almeno le verifiche devono essere fatte. Quindi, una quota di risorse deve essere posta anche su queste questioni.
Purtroppo la generazione precedente è stata dissennata in campo ambientale, quindi noi abbiamo dei costi passati che dovremo imparare a sopportare nei prossimi anni. Dovremo imparare a sopportarli non prendendoli solo come un triste dovere, ma facendone un punto di forza per la costruzione di sapere, tecnologie ed attività che producano oltre che una migliore qualità dell'ambiente anche dei posti di lavoro e delle attività produttive in questo campo.
Sarebbero molte le cose, ma è chiaro che noi ne abbiamo proposte poche alcune le ho indicate in termini generali senza che siano state tradotte in poste di bilancio, perché non vogliamo ripetere il meccanismo sbagliato di modificare qualche voce qui e qualche voce là. Occorrerebbe uno snello documento di programmazione che dica quali sono le settanta-ottanta cose forse molte meno, trenta, che questa Regione pensa di poter fare entro la fine della legislatura, concentrare le risorse e proporsi seriamente di farle. Cosa che non mi pare, a partire da questo bilancio e da tutto ci che non vi è collegato e che dovrebbe esserci, si possa immaginare di fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Cercherò di evitare un ulteriore stress nel senso che ritengo ci sia un problema di qualità della vita all'interno; tuttavia bisogna dire che certi stress uno se li va anche a cercare. In realtà per uno che non si intende di bilancio - come il sottoscritto - diventa complesso entrare nel merito di una materia, tutto sommato, ostica. Però, se questa materia la si affronta dal punto di vista dei bisogni, vediamo che non viene data risposta a domande che, uno che non ha particolare competenza nel campo, si pone.
Gli interrogativi restano e sarebbe interessante capire come lo strumento che dovrebbe essere fondamentale per supportare una politica di sviluppo non solo produttivo, ma anche di sviluppo della qualità della vita nella nostra Regione, ripeto e sottolineo, sia in grado di supportare quanto si è posto negli obiettivi di questa Giunta e cioè intervenire nei confronti dei problemi di qualità della vita complessiva delle persone anziane non autosufficienti; se sarà in grado di rispondere ai problemi dei disabili gravi non autosufficienti, alle emergenze (che si porranno e sappiamo essere sempre più rilevanti) poste dai cittadini che da altri Paesi vengono in Europa, che vengono anche nel nostro Paese a cercare risposte al sottosviluppo che la nostra società, l'Europa e il mondo occidentale hanno creato nelle loro comunità.
Questo strumento finanziario quali risposte offrirà per supportare i problemi educativi dei bambini, dei ragazzi ai quali gli enti locali sono tenuti a dare risposta in termini di servizi (asili nido, scuole per l'infanzia, attività di supporto alla scuola dell'obbligo come, ad esempio la formazione professionale)? Quali risposte questo strumento economico potrà dare ai giovani disoccupati? Quali risposte (e qui siamo prevalentemente in campo sanitario) può dare, ad esempio, ai problemi delle persone affette da AIDS alle persone tossicodipendenti o ai problemi relativi alla pari opportunità? In realtà si tratta di un'elencazione di soggetti che dovrebbero essere prioritamente nella testa di chi costruisce strumenti economici che dovrebbero supportare interventi pianificati o programmi di intervento.
Uno non competente, come il sottoscritto, dalla lettura di questo bilancio non ottiene alcuna risposta. D'altra parte credo che neanche i cittadini sarebbero in grado di leggere alcunché di comprensibile, proprio perché questo strumento è solo per gli addetti ai lavori, per chi, forse volutamente - e sottolineo forse - vuole nascondere il fatto che, in realtà, non è questo il supporto adatto ad una pianificazione, ad una programmazione per risolvere i problemi che prima ho individuato, cioè problemi riferiti ad un determinato tipo di soggetti più a rischio di emarginazione.
Questo è il tipo di domande che pongo io non competente in materia, ma che si pongono anche i cittadini; occorrerebbe capire che risposte si stanno dando da parte della Regione. Si sente da parte dei politici a livello nazionale, dal nuovo Ministro alla Sanità e dai suoi funzionari che, in realtà, il Piano sanitario nazionale quando verrà approvato - e sembra che sarà tra breve dal Governo sarà un libro di buone intenzioni perché le Regioni (giustamente per alcuni aspetti e per altri no) rivendicano la massima autonomia.
Dico "giustamente" in quanto le Regioni hanno il potere o meglio dovrebbero avere competenza programmatoria, infatti essendo più vicini ai problemi dei cittadini che abitano in quella regione, dovrebbero essere in grado di darsi delle priorità e di essere loro a decidere sui tempi e sui modi. In realtà il rischio è - ed io lo considero un grosso rischio rispetto al quale la Regione dovrebbe pronunciarsi o esprimere dei comportamenti diversi l'arroccamento, una chiusura ai problemi di coloro che, per esempio, in passato venivano a farsi curare nella nostra regione perché quello della migrazione interna di tipo sanitario è un problema. A livello centrale si portava l'esempio dell'opposizione di alcune Regioni al piano dei trapianti, quando alcune di queste hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro il piano nazionale dei trapianti affermando che gli organi espiantati dovevano essere reimpiantati soltanto in quella Regione e soltanto questa poteva decidere sull'organizzazione dei servizi relativi a questo campo. Evidentemente è una situazione complessa, una situazione nella quale si tratta di trovare degli equilibri cercando di non buttar via tutto, come si suol dire "il bambino con l'acqua sporca". C'è comunque Un'esperienza di solidarietà interregionale nel nostro Paese che non va buttata via, proprio perché i problemi delle Regioni più povere sono stati determinati storicamente dalle Regioni più ricche. C'e il dovere di solidarietà e quindi, a maggior ragione, occorre predisporre un piano che preveda risposte solidali a problemi complessi. Il piano sanitario è uno strumento (che sarà finanziato, probabilmente, con fondi regionali) esclusivamente di natura regionalistica, un piano che si porrà come obiettivo quello di risolvere i problemi prioritari che prima ho tentato di evidenziare e dovrà trovare gli strumenti per risolverli.
Una possibile soluzione al problema potrebbe essere quella di incrementare le risorse regionali attraverso l'unico strumento che abbiamo: le tasse. Io su questo non sono d'accordo, perché significa fare una guerra tra poveri rispetto a priorità alle quali occorre dare delle risposte e, in ogni caso, non vedo perché la gente debba farsi spremere sia dalla Regione che dallo Stato. La gente, molto banalmente, si pone il problema se non si possa, già da adesso, intervenire nella razionalizzazione delle spese. Il collega Buzio ha detto stamane che gli risulta - poi me lo ha confermato che in effetti ci sarà uno splafonamento dei bilanci delle UU.SS.SS.LL. che può arrivare a 306 miliardi, così sembra in pre-consuntivo: la cosa è molto preoccupante perché comunque saranno quattrini che, se i mutui verranno concessi, dovranno poi essere ripianati dalle finanze regionali.
E' molto preoccupante perché significa che bisognerà intervenire ragionando con le UU.SS.SS.LL. in maniera molto pesante sulla natura di questi passivi. In realtà poco si è fatto, direi forse nulla rispetto all'introduzione di esperienze di controlli di gestione per centri di costo. E' una parola magica che ci ripetiamo quasi bastasse dirla per risolvere i problemi. Ricordo che già nel 1984 la Regione aveva incaricato il CSI e il CRESA di sperimentare all'Ospedale Martini un bilancio a base zero e il controllo di gestione per centri di costo, poi quel progetto non so che fine abbia fatto, certamente non è stato adottato.
Molto si potrebbe ancora dire su come si possono evitare le ruberie che ancora persistono, gli sprechi o comunque gli ossequi a categorie o clientele. A me è giunta voce che sulla questione dell'Elisoccorso una maggiore attenzione occorrerebbe porla non solo nel senso di capire come si è giunti all'incarico al centro dell'Elisoccorso, ma anche sulla gestione e quindi sull'uso della struttura del soccorso urgente con elicottero, perch ad esempio mi si dice che talvolta si viene posti nella condizione di non fare intervenire le ambulanze, bensì l'elicottero quando in realtà l'ambulanza potrebbe intervenire, perché forse si può ricaricare di più la spesa utilizzando l'elicottero piuttosto che l'ambulanza. Questo lo dico non perché me lo sono inventato, ma perché mi è stato detto. Evidentemente una certa struttura deve garantire un budget a mio parere spropositato che è stato garantito da una convenzione che poteva essere attivata con un budget inferiore individuando meglio quelle che erano effettivamente le necessità cui questa struttura doveva dare delle risposte e non in realtà risposte che si stanno inventando di giorno in giorno.
C'è poi l'esempio delle "lentine" (è ormai ridicolo ripeterlo): 120 milioni dell'Oftalmico che sono spariti chissà perché.
Bisogna veramente entrarci - ma subito! - in questa questione dei controlli perché altrimenti non si è assolutamente credibili nel momento in cui si dice alla gente "pagate, poi si vedrà; dateci fiducia perché noi abbiamo scritto che di queste cose ci occuperemo".
Io credo che sia questo poi il nodo centrale della questione, il nodo centrale che farà presumibilmente saltare le forze politiche che sostengono questa maggioranza. Si parla di elezioni e alle prossime elezioni la rappresentatività di questo Consiglio sarà diversa rispetto all'attuale, e questo non perché la gente è diventata stupida, ma perché sostanzialmente reagisce, con gli strumenti che ha, a risposte che non sono state date risposte che anche nel campo delle banalità forse si potevano trovare. La gente capisce dove c'è inefficienza, dove si potrebbe fare di più e meglio ma questa sensazione non ce l'ha. Il motivo per cui poi le cose cambieranno e magari cambieranno anche in peggio è perché in effetti poco si è fatto per farsi capire e forse non ci si vuole far capire perché in realtà non si ha nulla di rassicurante e di credibile da far conoscere.
Da non competente ho voluto esprimere sensazioni e portare problemi ai quali mi pare che questa manovra, da quel che io ho capito, non dia sostanzialmente risposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

La ringrazio, Presidente, per l'invito a parlare, ma le chiedo contemporaneamente scusa per il fatto che non interverrò. Non mi sembra che ci siano le condizioni per un confronto nel merito che abbia qualche produttività, quindi dispenso i colleghi dal sentirmi rispetto ai ragionamenti che mi ero annotato.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Noi ce ne rammarichiamo.



RIVALTA Luigi

Figurati, dico soltanto che con i colleghi che per metà sono, per certi aspetti giustamente, andati a cena, altri che passeggiano attorno all'isolato di Palazzo Lascaris, dò atto ai colleghi che sono rimasti qui a colloquiare, ma mi sembra davvero una situazione in qualche misura..



BRESSO Mercedes

E' raro comunque vedere tutta la Giunta al suo posto.



RIVALTA Luigi

Sì, ma con la Giunta io colloquio praticamente tutto l'anno, devo dire senza grande capacità di incidenza, quindi non penso che questa sera riuscirei a convincerli soprattutto sul piano del metodo, del comportamento, della gestione e così via.
Voglio solo dire che mi ritrovo negli interventi che hanno fatto i miei compagni di Gruppo e mi ritrovo anche in alcuni interventi di colleghi di altri Gruppi. Sottolineo sotto questo profilo che ho molto condiviso il merito dell'intervento del Consigliere Ferrara. Quindi non intervengo, non sviluppo le argomentazioni che mi ero annotato; mi appoggio su questi interventi che ho richiamato per un atteggiamento critico che certo era già chiaro dall'inizio, dall'andamento dei dibattiti in Consiglio, dal mio atteggiamento critico verso l'operato della Giunta e verso questo modo di fare il bilancio che non esprime altro che la quotidianità del vivere di questa Giunta. Non ci sono linee programmatiche, non c'è definizione degli atti amministrativi che conseguiranno ai vari capitoli di bilancio, cosa che sarebbe tanto più necessaria nel momento in cui i bilanci degli enti pubblici, proprio per forza di norma, autorizzano gli atti amministrativi conseguenti molto spesso senza ulteriori controlli. Sarebbe quindi necessario sia sul piano della valutazione consuntiva del passato, di merito e di efficacia della spesa, e sul piano della comprensione del significato dei singoli capitoli, che il bilancio fosse corredato e presentato non solo sul piano contabile come l'Assessore Gallarini continua a fare, ma con una definizione, anche puntuale in molti casi, delle linee di attuazione di questi atti amministrativi, altrimenti è incomprensibile e si fa una delega alla Giunta di utilizzo di capitali ingenti (sono circa 17.000 miliardi) di cui il Consiglio perderà ogni possibilità di controllo quell'esercizio di controllo che molto spesso ci indicate come l'unica nostra prerogativa di opposizione.
Non vado avanti, anzi rispetto alla mia intenzione di non intervenire ho già detto troppo. Aggiungo soltanto che, avendo condiviso molto l'intervento di Ferrara, quasi totalmente nel suo sviluppo, sento per l'esigenza che questi interventi non rimangano sospesi nel vuoto.
L'intervento di Ferrara che io potrei ripetere mi porterebbe a confermare il mio giudizio negativo sulla Giunta e sul bilancio. Mi sembra non chiara la posizione che è emersa in questo intervento da parte del Consigliere Ferrara. Invito il Presidente della Giunta, di fronte alla non chiarezza conclusiva - spero che la notte porti consiglio, abbiamo ancora domani - a considerarlo nel merito perché, al di là del fatto che è rimasto monco incide comunque profondamente su questa Giunta; individua, come noi denunciamo da tempo, che le incrinature e la debolezza presenti in questa Giunta sono ormai al punto della rovina. Al Presidente Brizio chiedo davvero - di fronte al fatto che l'ho sempre considerata persona non solo onesta, questo è fuori di discussione, ma anche stimata per una certa linearità di tenere conto della situazione che in questo Consiglio si è da tempo, e oggi ancora in modo più accentuato, confermata. Non stia abbrancato ad un presunto dovere personale di governo perché così non è.
Nessuno è per impegno esterno alla propria volontà impegnato a governare.
Ciascuno può trovare nei colloqui quotidiani con i propri amici sollecitazioni e conferme nel proprio operato, ma si possono trovare migliaia e migliaia di persone che non la pensano così. Come Consigliere regionale di opposizione, al contrario di Brizio, trovo tutti i giorni persone che mi chiedono: "Ma cosa succede in Regione?", "Come mai questa Giunta non se ne va?". Quindi al di fuori c'è un'altrettanta grande aspettativa, almeno grande come quella che richiama Brizio per confermarsi nella sua funzione di governo insieme a questa Giunta, ma io voglio dire di più: aspettativa che cambi qualcosa in Regione e questa Giunta vada in crisi e si riapra una prospettiva nuova. Credo che anche in questo senso si potrà aprire una discussione davvero di confronto che oggi non è possibile e non mi sembra neanche realistico ricercarla in questa situazione di vita del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non intendo addentrarmi nelle note specifiche dei documenti finanziari perché come Gruppo abbiamo dato per quanto possibile, il nostro contributo in Commissione con la partecipazione del collega Assessore Fulcheri che sicuramente deve essere apprezzato per questa sua disponibilità.
E' chiaro che le questioni politiche continuano ad entrare dalle finestre, dalle porte, dagli abbaini delle nostre discussioni e lasciano in qualche misura un po' marginali le questioni specifiche.
Devo però dire che ragioni - qualche volta bisogna pur dirlo - di compiacimento si debbano e si possano esprimere. In primo luogo desidero dire che un giudizio su una proposta di bilancio non può non essere in un certo senso anche una riflessione sulle condizioni politiche, culturali e psicologiche in cui questo lavoro è stato compiuto.
Noi viviamo da un anno assediati, condizionati, preoccupati spaventati: usate voi l'aggettivo che volete! Non sono certo queste le condizioni che consentono di respirare alto, io penso che lo si debba fare ma si respira alto quando si ha l'impressione di ricominciare a salire e non di essere ancora in una fase in discesa.
Dal dibattito che è venuto fuori ho l'impressione che, a livello quanto meno psicologico, tutti abbiano la volontà, prima la percezione, che si è ormai nella fase di risalita e tutti vogliano parteciparvi. Evidentemente ognuno per salire intende perseguire percorsi diversi, magari che non coincidono. Quindi esprimo personalmente, ma anche in termini politici, un ringraziamento alla Giunta e al suo Presidente perché in questa fase ha fatto appello a quello che io considero un valore politico non primario l'ha detto Rivalta: lo spirito di servizio è un elemento politico primario ma non è un valore a quattro stelle. Il valore a quattro stelle è l'ambizione: per la gente, per la propria terra, per il proprio paese, per la nostra parte politica, per noi stessi. Questo è il bene primario quindi, nonostante le cose che sono successe e che magari potranno ancora succedere, si può cominciare a passare dallo spirito di servizio all'ambizione di fare. Dobbiamo sapere che se l'ambizione di fare non si realizza è perché in questi mesi è già stato tanto trovare nel vostro cuore, nella vostra mente, nella vostra volontà e nelle vostre energie, lo spirito di servizio. Quindi da Consigliere che può, in una qualche misura considerare la sua attività come un hobby ben remunerato, mi sembra dovuto questo ringraziamento e questo riconoscimento che i limiti non sono solo nelle persone e nella politica, ma anche nella condizione delle cose che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo.
Detto questo devo dire che, nonostante si viva all'interno di una aspettativa politica, i colleghi hanno ritenuto di porsi sui temi che abbiamo di fronte con forte impegno e spirito costruttivo rispetto ai quali quindi una forza di maggioranza non può non pronunciarsi.
Questo vale in primo luogo per il collega Tapparo - mi spiace che non sia presente - la cui scelta non può che suscitare simpatia: simpatia nel senso greco del termine di condividere, in una qualche misura, il passaggio sicuramente non facile e non piacevole di un collega che ha militato lunghi anni e ha dedicato energie a valori, a prospettive, a speranze e che si trova improvvisamente, per essere coerente con se stesso, a dover abbandonare una casa, degli amici, una frequentazione. In questo gli si deve esprimere simpatia, anche se devo dire che nel momento in cui merita questo apprezzamento non possiamo non registrare che ripropone alcuni elementi che mi spaventano, in cui il liberalismo diventa un rampante selvaggio.
Il liberalismo è il liberalismo; il liberalismo ha gli aggettivi diversi, o meglio, è il vestito che si sceglie e che si mette nelle diverse situazioni; l'aggettivo sta all'interno del sostantivo e in ogni epoca il liberalismo - questa è la sua forza - ha la capacità di trasformarsi e di adeguarsi rispetto alla società, alla storia e al tempo in cui si muove.
Per cui il liberalismo va letto senza aggettivi, perché in ogni tempo ha al proprio interno un aggettivo che fa sì che il liberalismo esista, e non viceversa. Quindi il liberalismo di un certo tempo è di fatto aggettivizzato.
L'altra considerazione preoccupante è che si ritenga l'operazione di rientro come un optional. Mi spiace che il collega Tapparo non sia presente, perché insieme all'espressione di simpatia volevo anche esternare questa espressione di stupore. Questa sì veramente è veterocultura! Che la politica di bilancio e la politica finanziaria siano un optional mi ricorda tanto quando si diceva che il costo del lavoro era una variabile indipendente. Che gli enti pubblici abbiano dei buchi colossali e che quindi sostanzialmente le risorse vengano bruciate sul piano finanziario e non negli investimenti non interessa a nessuno; perché il buco non è indifferente, il buco costa: non è che qualcuno ci consenta di avere un buco da tenere lì in frigorifero! No, quel buco brucia risorse finanziarie senza produrre alcuna possibilità di azione politica sul territorio! Quindi questa maggioranza deve considerare - come ha detto giustamente il Presidente - un elemento non solo positivo, ma di orgoglio l'avere perseguito l'operazione di rientro del deficit. Questa è la prima, se non una delle poche, operazioni di politica di largo respiro se non, in qualche misura, di programmazione, perché quanto meno vuol dire programmare il recupero dell'equilibrio finanziario e quindi dell'operatività politica della Regione nella società e nel territorio.
Devo anche esprimere a Ferrara - anche qui in termini di simpatia visto che lui non ha dovuto ancora e gli auguro di non doverla fare una scelta di campo - totale rispetto, perché ha ritenuto di privilegiare un valore che è la coerenza con il debito assunto con la sua coscienza, ma soprattutto con gli elettori, rispetto ad una solidarietà dovuta ad un patto di maggioranza. Gli esprimo il totale rispetto, nel modo più assoluto. Convengo con lui che la questione delle risorse è una questione politica, non finanziaria. Una cosa è la quantità delle risorse, quindi io insisto nel sostenere la manovra della Giunta, perché ritengo che l'utilizzazione delle addizionali sia un atto dovuto, non un atto facoltativo. Certo, quando avremo portato a casa il risultato e cioè adempiuto all'atto dovuto, l'uso delle risorse dovrà essere in futuro soggetto ad un altro tipo di analisi e di utilizzazione, diverso da quello che troviamo in questo bilancio. Ma perché non ne faccio una colpa alla Giunta di questo? Cercherò di spiegarmi. Il bilancio zero è provare a partire ignorando tutta una serie di aspettative; poi ci si rende conto che una serie di aspettative debbono essere in una qualche misura riconosciute e si deve dare loro risposta. Quand'è che non si riesce a superare la contraddizione tra quello che si ritiene utile non fare più che fare? A mio avviso, il bilancio a base zero è prima di tutto non fare, e dopo essere riusciti a non fare tante cose, con le risorse che si sono risparmiate, si pensa di fare altre cose, ma il vero problema è non fare.
Torno alla questione che ho posto all'inizio. Noi non viviamo solo la stagione di Tangentopoli; ma la stagione di Tangentopoli, in termini giudiziari, morali e politici, ha portato a mio modo di vedere ad un forte imbarbarimento della politica intesa come mancanza di solidarietà e di senso dello Stato da parte dei soggetti della politica. Quindi sono forti come non mai i corporativismi e i localismi, e questo è il nodo che porta il nostro Gruppo a considerare che ci voglia una maggioranza più ampia perché ci vuole una maggiore forza per riuscire a resistere ai localismi e ai corporativismi per far sì che il bilancio a base zero non sia soltanto un'intuizione, ma una realtà. Se la Giunta non ha una base ampia di protagonisti politici nella società e non ha soprattutto un rapporto solidale con il Consiglio, il bilancio a base zero è una pura utopia perché i tagli non si riescono a fare, perché la capacità di pressione che hanno i localismi e i corporativismi attraverso le componenti consiliari talvolta in corridoio ed altre volte nei convegni, sono forti più della capacità politica di governare queste cose.
Io non penso che ci sia, collega Ferrara, una maggiore volontà tua, di Tapparo e per certi versi anche mia di avere una Regione diversa e di fare cose diverse rispetto ai colleghi che sono presenti in Giunta; se non avessi questa certezza, non avrebbero la mia fiducia e il mio voto. Mi rendo però conto che il Consiglio, le forze politiche non hanno costruito alla Giunta le condizioni politiche di autorevolezza e di forza che consentano alla Giunta stessa di realizzare quelle non attività la cui non realizzazione consente il perseguimento di obiettivi più qualificati.
Poniamo una questione che riguarda l'Assessorato del quale il mio Gruppo è responsabile. Io non sono un entusiasta della cultura piemontese.
Sono un piemontese verace, ma il mio piemontesismo non l'ho mai letto né in un dialetto né in false feste folcloristiche; l'ho letto nella nostra storia, che nessuno conosce e che nessuno scrive, nella nostra tradizione e nella nostra qualità di essere unici in questo Paese. Questo è il mio piemontesismo, non è un altro. Sono d'accordo anch'io che la cultura del Piemonte è la cultura del fare, la cultura scientifica, è quella sulla quale noi dobbiamo investire per garantire la specificità e la continuità del Piemonte. Caro Ferrara, siamo sicuri che anche qualora l'Assessore Fulcheri ritenesse di seguire questa strada, questa istituzione abbia la forza politica di resistere alle pressioni che vengono dalla società attraverso le forze consiliari? Questo è il problema! Quindi io non me la sento di non votare questi documenti, perché le debolezze di questi documenti sono anche la conseguenza della debolezza politica della maggioranza e, in una qualche misura, della debolezza istituzionale dell'istituzione! L'operazione che dobbiamo cercare di fare a settembre è di trovare una maggioranza più ampia, e quindi il termine di allargamento non è giusto, perché sembra in effetti che qualcuno abbia la supponenza di essere indispensabile e qualcuno aggiunto o accessorio. Ci vuole una maggioranza più ampia, in grado di resistere di più, più che fare di più.
Le cose che qui sono state dette sono tutte interessanti. Non riusciamo a realizzarle perché non abbiamo la capacità di imporle a chi? Al destinatario dell'azione sociale che è soprattutto l'amministratore pubblico, non è il cittadino. Ogni amministratore pubblico ha la sua filiera, ha i propri "gauleiter" che garantiscono al più piccolo Comune il contributo per fare il concerto - che non interessa a nessuno per suonare della musica barocca - che non capisce nessuno in una chiesa dove si deve andare a pregare e non a fare di queste cose snob che fanno ridere i polli però nessuno è in grado di resistere. Quindi, una chiusura di legislatura necessita di una maggioranza in grado di resistere alle pressioni esterne più che di pensare in grande, perché pensare in grande penso che ognuno di noi, non dico sia capace, ma quanto meno tentato, però non ha la capacità di imporre all'esterno quella gerarchizzazione della spesa che porta a perseguire obiettivi alti e, per certi versi, destinati a pochi, perch pochi sono i soggetti interessati in prima battuta, anche se poi gli interessati sono altri.
Se io decido di investire sulla cultura di primo impianto, è certo che questo prodotto ricade su tutti i cittadini, ma ricade in seconda battuta immediatamente non viene colto questo problema e, quindi, l'elemento del consenso immediato non è realizzabile.
Mi pare, quindi, che la Giunta debba fare tesoro dei contributi che sono venuti dai colleghi dell'opposizione, che devo dire non si sono posti in questa fase particolare, in termini aprioristici e di contrapposizione ma di contributo su queste questioni. Ne cito un'altro, quello della collega Bresso, che continua a chiederci, ad invitarci, a spronarci perch noi ci diamo una forte armatura - chiedo scusa, collega, se sintetizzo culturale-tecnica, perché non si può gestire un'area avanzata di eccellenza come la nostra senza mobilitare risorse intellettuali e tecniche, perché il destino della nostra Regione è fortemente legato alla capacità forte di organizzarla rispetto alla concorrenza con altre Regioni forti.
Mi auguro, quindi, di aver fatto comprendere in particolare ai Consiglieri Ferrara e Tapparo, amici con i quali condividiamo molte cose ma ci comportiamo e ci esprimiamo a volte in modi diversi, che gli obiettivi sono comuni, i percorsi di oggi sono diversi per ragioni contingenti e magari per problemi di sensibilità e caratteriali.
Io prego il Presidente Brizio di mantenere il suo spirito di servizio almeno fino ad un certo punto e poi di sapere recuperare l'ambizione.
Decida lui quando finisce lo spirito di servizio e quando comincia l'ambizione. Io lo prego però di mantenere lo spirito di servizio suo e della Giunta, almeno fino al punto di riuscire ad individuare i percorsi e i metodi di un confronto consiliare che consenta la costruzione di uno scenario politico nuovo. E' anche in questo senso che difendo con questo nostro comportamento la Giunta. Mi spiace che non ci sia il Consigliere Cucco, ma immaginare che una questione pregiudiziale, sospensiva diventi un documento politico sul quale di fatto si formano maggioranze graduate perché si arrivava a dire che c'era una maggioranza dell'80 sulla prima riga, di 70 sulla seconda riga e di 52 sulla terza e c'era una minoranza di 47 sulla quarta - non ci porta da nessuna parte. Ho l'impressione che questi percorsi non ci porteranno da nessuna parte.
Il Consigliere Buzio, nel suo intervento molto intelligente, ha detto una cosa che non è vera, almeno io la ritengo così, e soprattutto è in contraddizione con quello che ha detto subito dopo. Noi siamo perseguitati da variazioni, assestamenti, documenti con cui la Regione decide come utilizzare le proprie risorse. La Giunta fa una cosa sacrosanta: porta a casa le risorse di cui questa Regione ha bisogno. Di qui a settembre niente viene pregiudicato, caro collega. Non esiste una chiusura sull'utilizzabilità delle risorse rispetto alle proposte, al modello che andremo a costruire. Però non dimentico, tornando al ragionamento di prima che dobbiamo costruire il nuovo anche in termini metodologici, per cui bene dice il Presidente Brizio che è contro la crisi al buio, ma io dico anche che lui resta il Presidente quand'anche si dovesse ritenere che questa Giunta, per certe ragioni, fosse superata formalmente e sostanzialmente.
Quindi, gli chiedo di mantenere lo spirito di servizio anche per individuare dei percorsi di colloquio e di ragionamento tra di noi, perch siamo in un clima in cui la centralità di qualcuno è essenziale affinché i percorsi politici possano avviarsi, perché non ci sono più i decisori esterni. Non ci sono più sedi privilegiate e ristoranti alla moda in cui si decidono i destini delle istituzioni; si decidono qui dentro. Ma qui dentro ci deve essere un punto di riferimento che si fa carico, almeno in spirito di servizio, di cercare di individuare percorsi, tempi, modalità, contenuti di un percorso che deve percorrere, quanto meno, in termini di servizio.
Mi auguro - e lo dico fuori da ogni riserva mentale - che il Presidente Brizio questo passaggio lo svolga anche in termini di ambizione, e che quindi questo percorso, queste modalità, questi contenuti ci aiuti a ricercare per sé.
Io mi sono permesso, anche in termini amicali, di rivolgermi personalmente al Presidente Brizio, perché questo passaggio delicato che affrontiamo, rispetto al quale abbiamo perso il consenso di alcuni amici non può rimanere soltanto un atto formale del tipo: "abbiamo approvato il bilancio e basta". Vuol dire che questa maggioranza, questa Giunta e quelli che la sostengono ancora oggi, intendono garantire gli strumenti finanziari a questa Regione, intendono garantirle la governabilità e la continuità anche qualora non ne fossero loro i protagonisti. E questa è la ragione caro Ferrara, di fondo che ha fatto sì che il Capogruppo liberale non ti seguisse, non sulle cose che hai detto, ma sulle decisioni che ritieni di assumere, perché io ritengo che l'istituzione debba inventare un percorso nuovo e diverso, rispetto al quale il Governo ha un ruolo e il Presidente ha un ruolo. Se non è così, ho molta preoccupazione e mi riesce difficile capire a settembre chi ragionerà sull'esigenza di una maggioranza in grado di governare, nel senso più ampio del termine, questi processi. Ho qualche difficoltà a capirlo: lo decido io perché ho l'ufficio più vicino, più grande? Lo decide il Consigliere Cucco perché ha già scritto un documento? Il documento di oggi era politicamente inaccettabile, perché faceva già riferimento a documenti prodotti da alcuni Consiglieri e quindi faceva già nascere un minimo di nucleo, perché - guarda caso qualcuno aveva scritto un documento prima. No, la politica non si fa su queste cose! Le scelte non si fanno su queste cose! Mi rendo conto che al 26, al 27 e ancora al 28 luglio le voglie di "gran Consiglio" ci sono, però tornando al documento di questa mattina quanto meno quelli che poi sono finiti a Verona hanno deciso di votare, non votare, dividersi ed astenersi sul documento Grandi. Non si sono divisi il documento Grandi per cui qualcuno ha votato la prima riga e qualcun altro la seconda! Mi spiace che non sia presente il collega Cucco, ma siccome ha espresso dei giudizi pesantissimi su quello che io ho fatto per impedire questo tipo di percorso, sono molto preoccupato per questo passaggio difficile che la Regione deve affrontare, per se stessa e per l'esterno qualora non individuiamo dei percorsi, dei modelli e dei contenuti seri.
Rispetto a questo chiedo al Presidente Brizio, quando saranno maturate le condizioni, di conservare tutto il suo spirito di servizio e mi auguro, per lui e per noi, che recuperi anche l'ambizione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente e colleghi, devo dire che il compagno Maggiorotti, sul bilancio, ha parlato in modo esauriente. Per quanto riguarda il mio intervento, svolgerò qualche considerazione su un importante fatto politico che mi pare meriti attenzione. Questa maggioranza dopo aver perso presenze voci e numeri ed essersi consumata, non c'è più! Pertanto, piaccia o meno non è in grado di approvare un bilancio preventivo. La maggioranza non c'è più e se non se ne trova un'altra - non se la si allarga - si va alle elezioni. Bisogna prendere atto che non avete più la forza numerica e le idee per proporre e far approvare un bilancio preventivo.
I limiti del vostro governo sono stati denunciati da più interventi (compresi quello di Tapparo e di Ferrara, oltre che delle minoranze); sono limiti di progettualità, il vivere giorno per giorno in schemi propri della ragioneria e non del progetto politico, l'aver omesso tutti gli atti di governo poco onerosi e capaci di promuovere e coordinare lo sviluppo, i piani e i programmi che per obblighi di legge dovevate assumere - e non avete assunto - con vari gradi di responsabilità, ma su queste questioni voglio ritornare. Quando non c'è politica rimane solo la ragioneria, ma oggi con la ragioneria non si governa, a meno che, per governare, non intendiate semplicemente eseguire i suggerimenti di parti sociali: governa Pininfarina, i comitati decidono e noi ci aggreghiamo oppure Picchetto dà gli ordini per dire cosa dobbiamo fare. Non è in questo modo che riuscirete a governare! Sono stupito, Presidente, che, dopo aver perso autorevolezza e ragioni di esistenza, incredibilmente proponiate ancora nuove tasse con una proposta legislativa che è allo stesso tempo proterva, velleitaria (la esamineremo successivamente) e priva delle gambe. Non siete nemmeno in grado di dire, nel disegno di legge, in che modo saranno riscossi questi tributi e vi ostinate comunque, anche senza maggioranza (ed è una grave questione), ad imporre nuove tasse ai cittadini.
Questo è il punto centrale sul quale, da qui a domani, molti rifletteranno: la maggioranza non c'è più!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

Rinuncio a parlare e consegno l'intervento scritto alla Presidenza perché sia pubblicato negli atti del Consiglio.



PRESIDENTE

Non posso obbligare il Consigliere Ferraris a parlare, ne prendo atto ed il suo intervento verrà pubblicato: "Confesso la difficoltà ad affrontare questa discussione sul bilancio per i tempi e i modi in cui tutto ciò è avvenuto nei mesi scorsi ed anche oggi.
In una stagione politica normale sarebbe stato un momento di intenso confronto amministrativo, con una Giunta regionale orgogliosa di presentare una serie consistente di risultati positivi, promessi negli anni precedenti, e finalmente in grado di essere mantenuti e con una minoranza tesa a dimostrare il contrario con rilievi di merito.
E gli argomenti non mancherebbero alla Giunta: 1) è stata finalmente presentata una manovra finanziaria completa con un bilancio di assestamento che si accompagna ad una legge di variazione, con la previsione delle nuove entrate, con una legge finanziaria di portata biennale, e con proposte al Parlamento per correggere una pressione fiscale assurda: tutto esattamente come richiesto negli ultimi tre anni del Consiglio regionale.
2) E' stato finalmente presentato un disegno di legge sulla programmazione, precisamente dopo sedici anni da quello in vigore e che mai era riuscito a produrre un documento operativo; è già alla consultazione delle forze sociali e, se trasformato in legge alla ripresa autunnale potrà, grazie alla snellezza delle procedure previste, consentire che ad inizio 1994 finalmente il Piemonte possa essere dotato di uno strumento di programmazione, fissando, in modo coerente e coordinato, i suoi obiettivi di sviluppo.
3) Prende finalmente corpo il metodo del bilancio a base zero, con la destinazione più finalizzata e meno dispersiva delle ridotte risorse non è forse tutto quello che si sarebbe sperato e non c'è forse stato in quegli anni il necessario coraggio a sbaraccare l'impianto burocratico ed inefficiente lasciato da altre maggioranze e per inerzia proseguito in altre stagioni, ma è sicuramente un passo innanzi verso un cambiamento di mentalità, è il segno di un'inversione di tendenze che dovrà ora subire vigorosi impulsi.
4) E' stato quasi ultimato il risanamento del bilancio dai 150 miliardi ereditati nel 1990 e che venivano da più lontano; siamo solo più a 50, ad un passo dall'estinzione: 35 miliardi di maggior spesa mediamente all'anno avrebbero fatto piacere alla Giunta e in epoca di ristrettezze hanno limitato notevolmente le possibilità di intervento; senza questo buco da colmare forse oggi non parleremmo di addizionali: il rigore e i sacrifici che con coraggio si sono imboccati stanno ora rimettendo il Piemonte in grado di affrontare, con ogni risorsa disponibile, le iniziative per il suo rilancio.
5) Si è avuto il coraggio di presentare l'aumento delle addizionali dopo i tagli alla spesa improduttiva; a causa dei sempre più ridotti trasferimenti, è stata necessaria un'imposizione, modesta per ogni piemontese (30.000 pro capite all'anno), anche se in una stagione in cui nulla di ciò è sopportato con pazienza, ma indispensabile per poter costruire alcuni elementi del progetto di ripresa della Regione ed in alcuni casi addirittura a garantire la sopravvivenza di servizi o di attività ordinarie. E sono anche risorse che rimangono in Piemonte con buona pace di chi ha sviluppato questa sensibilità.
E bene ha fatto il nostro Presidente, ancora in queste ore, a richiedere tramite la Conferenza Stato-Regioni che le addizionali delle Regioni, che le hanno con coraggio applicate, siano sottratte all'incasso complessivo dello Stato per non gravare sulle famiglie senza peraltro che provocare modestissimi alleggerimenti alle entrate totali del fisco.
6) Si sono destinate le principali risorse all'economia e all'occupazione: il 60% delle risorse aggiuntive nel bilancio 1993 andranno a sostenere tale scelta: dall'agricoltura all'industria, dall'artigianato al turismo, dalla compartecipazione alle iniziative delle CEE alle proprie iniziative. La scelta di fondo è stata compiuta in modo chiarissimo: chi voleva dal bilancio a base zero trarre l'evidenza di un indirizzo non la può negare.
7) Si sono colte tutte le opportunità offerte dalla CEE: non c'è Regolamento sia nel FSE che nel FESR. sia nell'agricoltura che nella collaborazione tra Regioni, che non abbia visto la decisa partecipazione del Piemonte a cogliere le opportunità e a gestirle con efficienza superiore alla media nazionale.
8) Si è ancora per un anno garantito l'equilibrio finanziario della gestione sanitaria senza alcuna addizionale o nuovi ticket, dimostrando con ciò una sostanziale e buona tenuta dell'organizzazione del servizio. E che la qualità dei servizi della nostra Regione sia eccellente viene da un osservatorio fuori discussione. Il prof. Putnam, citato da Marco Vitale nuovo astro della Lega, in un interessantissimo e recentissimo studio sulle Regioni italiane inserisce il Piemonte al terzo posto tra le migliori Regioni. E' un riconoscimento autorevole, fuori da ogni sospetto della nostra realtà e, vivaddio, del lavoro della Regione Piemonte.
Tutti questi otto rilievi, in una stagione normale, come già dicevo sarebbero risultati eccellenti (e per noi lo sono anche in questa occasione); ma in questi tempi scompaiono, ormai non vengono quasi nemmeno presi in esame. Non contano.
In Commissione per due mesi, salvo il contributo delle consultazioni, i provvedimenti non hanno conosciuto un esame nel merito; tutto si è fermato ad una pregiudiziale politica, la maggioranza non ha più i consensi sufficienti, non ha più legittimazione morale, se ne deve andare. E' stato un approccio schematico, molto duro. Non abbiamo risposto, nello stesso tono, che in democrazia fin che c'è un voto in più c'è maggioranza, non abbiamo sfidato la minoranza, non abbiamo ingaggiato una battaglia che aprirebbe ferite istituzionali e personali, non abbiamo aperto libri del passato. Ma è stato poco utile: si è preferito percorrere la strada dell'esasperazione di situazioni, sì importanti, ma che così utilizzate sviliscono. E le questioni pregiudiziali e l'ostruzionismo di oggi sono l'inevitabile e scontato epilogo di questa impostazione.
Ha colpito che il cuore di un confronto politico che è il progetto, il contenuto, non abbia potuto manifestarsi nella sua autenticità. E questa è una grave questione.
Se quindi questa sterile posizione è stata affermata, è quindi vero che non possiamo eludere le difficoltà di questo momento: la maggioranza non può nascondersi e non lo farà. E mi consentirete di riprendere alcuni temi già affrontati stamane.
Nel generale sconcerto, o se preferiamo, riorientamento politico, ci sono Consiglieri della maggioranza che si stanno ponendo su nuove strade.
Non interessa se le loro posizioni sono oggi particolarmente polemiche; e come potrebbe essere diversamente date le circostanze! Ma le distinzioni dell'oggi non sono necessariamente degli addii, possono diventare un contributo positivo, una spinta più forte alla ricerca di soluzioni più adeguate e solide: e ad esse guardiamo con ogni attenzione possibile. Ed è altrettanto vero che le difficoltà che sono giunte da vicende personali sempre dolorose, siano esse dimostrate oppure siano tutte da dimostrare, e tali quindi da richiedere nel rispetto della democrazia il rispetto della persona e non speculazioni, non derivano mai da una responsabilità politica collegiale della Giunta: altrimenti essa non sarebbe più qui a rispondere.
Non vogliamo sottrarci con giochi dialettici ad una questione, quella morale, che pesa sulla coscienza degli italiani, come di tutti noi e sulla quale, ma non solo su di essa, dovrà essere ricostruito il secondo tempo della nostra democrazia.
La questione morale è questione troppo seria però per farne merce di speculazione politica. E poi, a mio sommesso parere, non conviene, il cammino è ancora lungo. Uno Stato come il nostro, provato da una degenerazione dei costumi vasta come sta apparendo agli occhi di tutti, non troverà ricette facili, ma avrà bisogno di ricostruire regole democratiche fuori dalle emozioni e dalle speculazioni dei tempi brevi e dovrà ritrovare il rispetto degli uomini innanzitutto. Noi non ci sentiamo infallibili: sentiamo il peso delle nostre responsabilità, ma crediamo che nessuno in quest'aula ci possa dettare, di principio, regole e condizioni. Che ci siano uomini che cercano con altri di scrivere le pagine di una democrazia nuova, eticamente più solida e più responsabile lo auspichiamo, ed a ci siamo con umiltà disponibili e con tenacia impegnati, ma la lezione di chierici intolleranti non la accettiamo, perché suona sorda e stonata.
Il nascondersi quindi, vuol dire portare il peso di tutte queste difficoltà, ma anche guardare al nuovo con speranza: e non è questo un patrimonio solo di alcuni in quest'aula.
Sono convinto che lo sia la maggioranza, ma sono certo che lo è il mio Gruppo; siamo attenti alle novità di un sistema politico da rinnovare, di regole democratiche da riaffermare, di solidarietà sociali e di principi economici da ricostruire non come un peso da cui difenderci, ma come un compito da assolvere con spirito di servizio e con convinzione.
La Giunta rimane quindi non per occupare abusivamente responsabilità se ciò democraticamente non le compete, ma per garantire, nel rispetto delle regole, che la costruzione del nuovo, se sarà possibile, non sia resa impossibile dal disastro dell'ingovernabilità e del vuoto.
Non approvare il bilancio, come è stato richiesto e come è stato negato, vuol dire aggiungere nuove difficoltà a quelle che già oggi il Piemonte vive: 1) non sarebbe possibile garantire il cofinanziamento del Regolamento n. 2052 facendo perdere decine, forse centinaia di miliardi di sostegno all'economia piemontese. Ad essi si aggiungerebbero gli altri miliardi di risorse proprie, stanziate sempre per l'economia e per l'occupazione, che o non potrebbero più esserlo o lo sarebbero con ulteriori ritardi; di questi tempi, con le tempeste in arrivo, sarebbe una decisione grave 2) non si potrebbe evitare la paralisi di molti settori regionali che non potrebbero avviare la loro attività; ricordo solo la formazione professionale, i parchi, le attività forestali (qualche migliaio di disoccupati in più); ricordo le cadute nell'assistenza sociale a colpire ancora di più la povera gente; ricordo la scomparsa della cultura in Piemonte, l'impossibilità di intervenire, anche solo tamponando nell'ambiente e durante le calamità naturali.
La responsabilità di bloccare il Piemonte non ce la assumiamo, anche se tanto alletterebbe il non assumersi l'onere di applicare le addizionali lasciando ad altri l'inevitabile decisione.
Se quindi affrontiamo, con grande determinazione, questa fase, non vogliamo trarne la conclusione che ci arrocchiamo in difesa di una cittadella. All'invito perentorio alla resa (arretrate le posizioni e poi trattiamo), noi rispondiamo che restiamo finché non c'è un governo alternativo, che pur sarebbe una regola aulica alla democrazia.
La nostra è una risposta equilibrata, rispettosa degli interessi generali in campo e delle esigenze delle forze politiche.
All'approvazione di tutti i provvedimenti legati al bilancio, che consentiranno quindi alla nostra Regione di proseguire il suo cammino potrà seguire una fase nuova nella quale verificare se esistono le condizioni politiche per una maggioranza più solida. Nessuna avventura quindi, ma un cammino responsabile.
Se la maggioranza attuale, rivisto il programma per trarne lo spunto finale della legislatura, aggiustati i metodi di lavoro, riadeguate le rappresentanze, sarà in grado di riprendere il cammino con rinnovata energia per giungere positivamente al termine della legislatura, ben venga tutto ciò.
Ma se ciò non potrà accadere, non saremo d'accordo a trascinarci stancamente, facendo perdere del tempo in una lenta consumazione.
Ed allora si dovrà guardare ad altre soluzioni.
In questi giorni il PDS, il Gruppo Antiproibizionista ed il Consigliere Ferrara hanno, pur in prospettive divergenti, fornito spunti di riflessione: non intendiamo sottrarci a questo confronto.
Si individuano però percorsi ancora non chiari: l'approfondimento delle posizioni consentirà di valutarne la consistenza e la tendenza.
A noi sin d'ora pare giusto affermare l'indisponibilità a soluzioni deboli, che non abbiamo il coraggio di affrontare i problemi per quel che sono, senza ambiguità.
Non ci sono intanto soluzioni istituzionali; non ci sono solo questioni istituzionali al centro delle responsabilità di governo, ancor meno se sono questioni lontane senza alcuna possibilità di indirizzo e di decisione locale.
Il Piemonte, per i problemi che ha, ha bisogno di atti continui e decisivi di governo per riorganizzare la struttura burocratica regionale al suo servizio per attrezzare nuove possibilità di sviluppo economico, di ricerca scientifica, di formazione professionale, per fornire sanità ed assistenza a misura dell'uomo, per tutelare l'ambiente e promuovere la cultura, per costruire infrastrutture moderne e legare le prospettive di crescita all'Europa.
Tutto ciò non può essere un cammino breve, non può vedere compagni di viaggio che abbiano riserve o si vergognino; alla DC e alla maggioranza si chiedano decisioni e comportamenti radicalmente nuovi: è giusto; al PDS e agli Antiproibizionisti chiediamo di sciogliere incertezze e divisioni interne e di dire con chiarezza se si sentono di compiere cammini nuovi quali sono e con quali compagni.
Noi allo scioglimento del Consiglio regionale, eventualmente per le nostre debolezze, ma almeno altrettanto per le difficoltà degli altri, non ci vogliamo incamminare. Non ci assumiamo, e lo ripeto, la responsabilità della paralisi del Piemonte. Ma se questo fosse un obiettivo per qualcuno venga detto con chiarezza così come è giusto dire con chiarezza che le nuove regole né ci sono né sono dietro l'angolo.
Anche questo farebbe parte di quelle novità della politica che si vuole introdurre e che consentirebbe finalmente all'opinione pubblica di capire chi opera realmente nell'interesse generale.
Se poi si pensasse, con giochetti tattici, di cercare una migliore collocazione nella griglia di partenza per le imminenti consultazioni elettorali politiche, allora non potremmo che registrare, con delusione, la strumentalità dei comportamenti ed ancor più il giudizio sarebbe negativo e netto perché si giocherebbe solo sulla pelle della gente.
Ho la speranza, o almeno lo auspico, che tutto ciò non corrisponda alle intenzioni e mi auguro che i fatti lo confermino.
In conclusione il Gruppo DC crede che le certezze offerte dall'approvazione dei documenti finanziari consentano di definire le possibilità di lavoro futuro della Regione, consentano di non pregiudicare le scelte e gli indirizzi programmatici che una nuova fase politica pu avviare, consentano, nella sostanza, di affrontare auspicate novità politiche con la necessaria tranquillità senza aprire avventure.
Consentiranno tutto ciò se questa è la volontà. Noi non vogliamo vittorie in una partita inutile, fatta di orgoglio e di pretesti, partita che non abbiamo aperto e che giochiamo a malavoglia.
Il nostro voto ai documenti di bilancio sarà positivo nella consapevolezza di compiere un atto di responsabilità e di contribuire a creare le condizioni perché si possa guardare con fiducia ad una nuova stagione politica".
Si è così conclusa la discussione di carattere generale; avendo la Giunta già parlato in apertura, possiamo procedere all'esame dell'articolato del progetto di legge n. 402.
Relativamente a tale progetto di legge è stato presentato un plico di emendamenti che non so se sono da considerare come una serie di emendamenti oppure - come mi è stato detto - un unico emendamento che si sviluppa attraverso diverse richieste di modifica di voci di bilancio.
La I Commissione ha preso atto di questi emendamenti, firmati dai Consiglieri Rabellino e Marino, ed ha espresso parere contrario in quanto non si capisce, dalla formulazione degli stessi, se le voci di variazione della spesa possano portare o no al pareggio.
Il Consigliere Rabellino purtroppo non è presente, quindi mi rivolgo al Presidente della I Commissione, Zanoletti. Noi li consideriamo come un unico emendamento; qualora venisse approvato, dovrebbe essere collegato all'art. 3.
Procediamo pertanto alla votazione. Prego i Consiglieri di rientrare in aula. Ripeto che la I Commissione ha preso in considerazione come unico documento il plico di emendamenti presentati dai Consiglieri Rabellino e Marino e ha espresso parere non favorevole.



ZANOLETTI Tomaso

Tra i diversi gruppi di emendamenti la Commissione ha approvato quello proposto dalla Giunta ed ha respinto quelli degli altri Gruppi.



PRESIDENTE

Dato che gli emendamenti presentati dai Consiglieri Rabellino e Marino sono formulati, per la verità, in modo strano, chiedo all'Assessore se devono essere previsti all'art. 1 e considerati come un unico emendamento.
Pongo questo quesito in quanto non sono un tecnico, riferisco quanto mi ha detto la I Commissione.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

Come emendamenti singoli non sono accoglibili, nel senso che sono squilibrati, perché propongono, ad esempio, di togliere 30 milioni da un capitolo e metterne 70 su un altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris. Vedo che nel frattempo è rientrato il Consigliere Rabellino, così potremo interpellarlo direttamente.



FERRARIS Paolo

Non sono complessivamente valutabili come un unico emendamento, perch la loro somma non è esattamente compensata da eventuali riduzioni di spesa. Io ritengo che non siano legittimi nel senso che un emendamento nel momento in cui presenta una maggiore spesa deve prevedere anche una maggiore entrata. Non esiste quindi il carattere della ricevibilità dell'ammissibilità.



PRESIDENTE

Procediamo dunque all'esame dell'articolato del progetto di legge n.
402.
ART. 1 Complesso di emendamenti presentati dai Consiglieri Rabellino e Marino: al capitolo 10365 si sostituisce la cifra 100.000.000 con la cifra 150.000.000 al capitolo 10745 si sostituisce la cifra 50.000.000 con la cifra 20.000.000 al capitolo 10990 si sostituisce la cifra 18.000.000 con la cifra 10.000.000 al capitolo 11100 si sostituisce la cifra 124.562.500 con la cifra 500.000.000 al capitolo 11300 si sostituisce la cifra 84.000.000 con la cifra 0 al capitolo 11520 si sostituisce la cifra -116.201.780 con la cifra 16.201.780 al capitolo 11615 si sostituisce la cifra 566.845.256 con la cifra 900.000.000 al capitolo 11680 si sostituisce la cifra 751.410.000 con la cifra 0 al capitolo 11690 si sostituisce la cifra 163.343.785 con la cifra 0 al capitolo 11850 si sostituisce la voce "per memoria" con la cifra 100.000.000 al capitolo 11910 si sostituisce la cifra -2.390.612.170 con la cifra 0 al capitolo 11970 si sostituisce la cifra 16.000.000 con la cifra 0 al capitolo 11990 si sostituisce la cifra -7.301.374 con la cifra 0 al capitolo 12000 si sostituisce la cifra 227.789.504 con la cifra 0 al capitolo 12416 si sostituisce la cifra 648.578.000 con la cifra 1.000.000.000 al capitolo 12620 si sostituisce la cifra 301.718.332 con la cifra 0 al capitolo 12750 si sostituisce la cifra 0 con la cifra 20.000.000 al capitolo 14340 si sostituisce la cifra 27.958.068.161 con la cifra 10.000.000.000 al capitolo 14450 si sostituisce la voce "per memoria" con la cifra 100.000.000 al capitolo 14460 si sostituisce la voce "per memoria" con la cifra 1.000.000.000 al capitolo 14540 si sostituisce la cifra 3.595.000 con la cifra 50.000.000 al capitolo 14795 si sostituisce la cifra 0 con la cifra 100.000.000 al capitolo 14875 si sostituisce la cifra 60.000.000 con la cifra 100.000.000 al capitolo 14940 si sostituisce la cifra -10.000.000 con la cifra 0 al capitolo 15040 si sostituisce la cifra 385.320.000 con la cifra 300.000.000 al capitolo 15200 si sostituisce la cifra 0 con la cifra 150.000.000 al capitolo 15720 si sostituisce la cifra 0 con la cifra -20.000.000 al capitolo 20020 si sostituisce la cifra -317.408.600 con la cifra 217.408.600 al capitolo 20120 si sostituisce la cifra -1.544.520.831 con la cifra 0 al capitolo 20210 si sostituisce la cifra -39.000.000 con la cifra 0 al capitolo 20390 si sostituisce la cifra 151.000.000 con la cifra 0 al capitolo 20400 si sostituisce la cifra -47.800.000 con la cifra 0 al capitolo 20570 si sostituisce la cifra 0 con la cifra 200.000.000 al capitolo 20930 si sostituisce la cifra 453.700.000 con la cifra 800.000.000 al capitolo 20940 si sostituisce la voce "per memoria" con la cifra 500.000.000 al capitolo 22990 si sostituisce la cifra 0 con la cifra 500.000.000 al capitolo 23100 si sostituisce la cifra -1.016.568.674 con la cifra 0 al capitolo 23730 si sostituisce la cifra 496.579.728 con la cifra 400.000.000 al capitolo 24870 si sostituisce la cifra 0 con la cifra 500.000.000 al capitolo 24941 si sostituisce la cifra 0 con la cifra 1.000.000.000 al capitolo 24950 si sostituisce la cifra 0 con la cifra 2.000.000.000 al capitolo 11810 si sostituisce la cifra -70.000.000 con la cifra 150.000.000 al capitolo 11660 si sostituisce la voce "per memoria" con la cifra 100.000.000.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Come avevo già preannunciato nel mio intervento di carattere generale abbiamo presentato questi emendamenti per far sì che ci sia un momento di riflessione su come vengono spesi i quattrini della Regione. Devo dare atto che probabilmente abbiamo sbagliato il modo di stendere gli emendamenti, in teoria dovrebbe trattarsi di un emendamento unico o comunque di più emendamenti che secondo me però potrebbero essere sanati con un emendamento che aggiusti i vari spostamenti di cifre tra un capitolo e l'altro.



PRESIDENTE

Chi ci dà però la garanzia dell'aggiustamento?



RABELLINO Renzo

Dovrebbe esserci l'impegno che qualora dovesse passare un emendamento possiamo andare a recuperarlo su altri punti.
In alternativa chiedo che possa essere considerato eventualmente come emendamento unico con un intervento illustrativo di tutte le proposte di modifica.



PRESIDENTE

Questa può essere una soluzione. Se l'emendamento è unico lei svolge un solo intervento della durata di cinque minuti. D'altro canto lei stesso ha affermato che sono stati formulati in maniera non corretta, per cui credo che la soluzione possa essere quella di considerare questo pacchetto di modifiche un unico emendamento che lei ha facoltà di illustrare.



RABELLINO Renzo

Con questo pacchetto di modifiche noi intendiamo sottoporre all'attenzione del Consiglio una serie di spese o comunque di tagli fatti da questa Giunta che riteniamo abbastanza incongruenti. Si tratta di spese che noi continuiamo a considerare sprechi. Prendo atto che già in questo assestamento c'è stata una variazione in senso di tagli di alcuni sprechi però in merito per esempio al Teatro Stabile (lo avevo già accennato nell'intervento generale) ritengo che le cifre erogate, addirittura con aumenti tra un anno e l'altro, siano ancora estremamente eccessive. Capisco perfettamente che la situazione ormai è definita, visto che si tratta di un assestamento, vorrei però invitare la Giunta - questo è il senso dell'emendamento - nel momento in cui si va a programmare per il prossimo anno l'erogazione di questi contributi, di fare più attenzione: visto che andiamo a chiedere dei sacrifici ai cittadini, mi pare che 700 milioni erogati per il Teatro Stabile di Torino siano effettivamente una cifra esagerata. Possiamo tranquillamente fare dei tagli su questa cifra.
Lo stesso discorso si può fare per il Teatro Regio. E' vero che dobbiamo garantire una certa immagine, però il Teatro Regio dovrebbe cominciare a gestirsi in modo più imprenditoriale, perché con il fatto che la Regione tutti gli anni interviene a sanare una voragine - non un buco perché quella del Teatro Regio è una voragine! - è chiaro che non si incentiva l'amministrazione del Teatro Regio ad arrivare ad un bilancio in pareggio. Se non agiamo come Regione rischiamo davvero di continuare ad aumentare questa cifra e infatti lo abbiamo già visto. Io penso che teatri come il Teatro Regio e il Teatro Stabile debbano iniziare a gestire le proprie strutture in modo diverso. Il Teatro Regio è una struttura che pu anche essere concessa per iniziative non prettamente inerenti la lirica perché non può essere concesso per convegni o congressi? L'amministrazione del Teatro Regio deve cambiare completamente mentalità. Il concetto liberista lo introdurrei davvero in queste strutture; noi dobbiamo pensare al concetto del pareggio di bilancio di questi enti.
Lo stesso discorso vale per gli appianamenti dei bilanci delle aziende municipalizzate dei trasporti. Anche qui dobbiamo cambiare l'ottica di assistenzialismo perché questi enti presentano dei bilanci negativi che noi continuiamo a sanare.
Abbiamo anche assistito a dei tagli. Per esempio, io non sono assolutamente d'accordo con il Consigliere Ferrara quando si scandalizza delle spese, peraltro io dico molto limitate, per la lingua piemontese e le iniziative sul patrimonio culturale piemontese, perché effettivamente moltissime altre Regioni hanno avviato e finanziato iniziative di tutela del proprio patrimonio culturale e quando parliamo di patrimonio culturale in primis troviamo la lingua o il dialetto, chiamiamolo come vogliamo (il Piemontese è stato riconosciuto come lingua, se vogliamo chiamarlo dialetto non cambia la sostanza). Io non mi scandalizzerei del fatto che vengono erogati dei fondi, peraltro stanziati - mi risulta anche dalla CEE, per la tutela di questo aspetto culturale che è estremamente importante.
Sono poi state tagliate delle spese su altre iniziative che io ritengo estremamente importanti, quali ad esempio le guide alpine e i corsi di formazione per maestri di sci. Questi capitoli sono stati addirittura azzerati o quasi; per esempio, per quanto riguarda i maestri di sci si è passati da 200 milioni a 19 milioni, mi pare veramente un passaggio non troppo corretto, anche perché dobbiamo tenere presente che si tratta di infrastrutture da creare per un settore alternativo qual è il turismo.
Purtroppo - ripeto - ci troviamo di fronte ad una situazione già definita, però l'invito è quello di arrivare con la prossima finanziaria a valutare attentamente dove operare questi tagli, a farne ulteriori (su questo siamo perfettamente d'accordo), ma per esempio su un settore estremamente importante noi abbiamo visto degli aumenti di spesa irrisori mi riferisco al settore della bonifica ambientale. A questo punto noi ci chiediamo come possa la Regione presentarsi nei confronti del cittadino in modo pesante con le addizionali e poi proporre manovre di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Intervengo sull'emendamento presentato dal Consigliere Rabellino per dire che noi avevamo pronti ventinove emendamenti sul progetto di legge n.
402 che non abbiamo presentato, alcuni però sono sugli stessi temi toccati dal collega Rabellino. Li lascio a futura memoria e all'attenzione dell'Assessore perché secondo me (e quindi mi esprimo sull'emendamento Rabellino, di cui alcuni punti sono significativi e giusti, perché li avevamo fatti anche noi) ci sono due o tre cose che non quadrano. I miei emendamenti erano non sulle spese, ma sulle entrate, cioè delle entrate che venivano assestate a cifre poco credibili. Per esempio, la quota ILOR viene mantenuta a 11 miliardi: come è possibile avere già fatto un assestamento nel 1993 sulla quota ILOR quando gli introiti dell'ILOR. della dichiarazione dei redditi che è stata postergata a tre settimane fa, sono stati completamente difformi da quelli che si pensava soltanto tre mesi fa (perché diversa è stata l'impostazione della tassazione)? Vedi spostamento sull'ICI.
Oppure - faccio un altro esempio concreto - sempre per quanto riguarda le partite di introiti, quindi non sto entrando nella discrezionalità di spesa, la Giunta ha tolto più della metà dell'importo relativo ai canoni dei beni patrimoniali, quindi o erano completamente sballati gli introiti previsti come iniziali o sono abbastanza di difficile comprensione quelli dell'assestamento.
Chiedo pertanto dei chiarimenti da parte dell'Assessore sui quesiti che ho posto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'insieme di questi emendamenti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 28 contrari e 12 astensioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riba per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.



RIBA Lido

Intervengo per dichiarazione di voto sull'art. 1 e su tutto il testo.
Per le cose già dette dai miei compagni che sono intervenuti, ma anche per l'insieme del dibattito, e in particolare per le cose dette dal collega Tapparo, che apprezziamo moltissimo per la sua ricchezza politica, e dal collega Ferrara, che ha posto degli argomenti fondamentali dal punto di vista anche del merito, noi prendiamo atto che la maggioranza è abbastanza subalterna ad una Giunta che ci sembra del tutto impegnata a spalmare di vischio le sedie che sta occupando piuttosto che occuparsi del merito delle questioni piemontesi. Anche se si tratta di una questione in questo caso tecnica, ma non sottraibile all'intero testo degli argomenti in discussione, noi voteremo no sia sugli articoli che sull'intero testo, poi domani discuteremo il resto.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 15 astenuti 1.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 15 astenuti 1.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 15 astenuti 1.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 15 astenuti 1.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 29 voti contrari 15 astenuti 1.
L'art. 5 è approvato.
Prima di porre in votazione l'intero testo della legge chiedo se vi sono delle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, il Gruppo Rifondazione Comunista vota contro questo assestamento e spende due sole parole per motivare il fatto che i risultati dell'assestamento derivano anche da cattivi risultati del conto consuntivo del 1992 che è stato approvato in quest'aula senza che alcuno spendesse una sola parola in proposito.
In questa occasione mi sembra utile rimarcare che alcuni risultati del conto consuntivo, in special modo quelli relativi all'andamento dei residui attivi e dei residui passivi, sono del tutto insoddisfacenti e segnalano una grossa difficoltà di gestione del bilancio, che è stata incorporata in questo assestamento, da parte dell'Amministrazione regionale. Quindi il voto contrario segnala anche i difetti della gestione della Regione che sono segnalati nel bilancio consuntivo che abbiamo già approvato.



PRESIDENTE

La parola per dichiarazione di voto al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Voto contrario per la cifra vergognosamente irrisoria che normalmente viene dedicata allo studio della lingua piemontese e dei suoi dialetti. La cultura piemontese è soprattutto questo: è l'anima del popolo piemontese e non le varie tecnologie che sovente sono antiecologiche e distruttive perché non è detto che la tecnologia sia per sua natura divina, perfetta o qualcosa di simile. Questi sono pregiudizi gravissimi, dannosissimi all'ambiente e alla qualità della vita, perché la tecnologia deve essere subordinata all'ecologia, allora il discorso cambia profondamente e nell'ecologia rientra proprio il rispetto dell'anima popolare soggetta purtroppo ad una lunga alienazione, data dall'imposizione del toscano vilmente imposto dai regimi assoluti.
Noi continuiamo ad idolatrare dei feticci, degli idoli che non hanno più consistenza perché la scienza ecologica ha dimostrato l'assurdità di certe posizioni così unilaterali. Non parliamo degli sprechi per cose snob come il Teatro Stabile e il Teatro Regio. Basta vedere che c'è chi va là per mostrare le pellicce! Altro che per sentire la musica! Questi sì che sono veramente soldi sprecati, queste aziende devono marciare con le proprie gambe! Quindi, voto contrarissimo, non solo contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
La legge è approvata.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 22,10)



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