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Dettaglio seduta n.245 del 27/07/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 26 maggio 2, 9 e 16 giugno 1992 si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Croso, Grosso, Maccari e Marino.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Pubblicità situazione patrimoniale Consiglieri regionali


PRESIDENTE

Comunico ai Consiglieri che il 15 agosto p.v., scadono i termini per la presentazione della documentazione relativa alla pubblicità della situazione patrimoniale con allegata dichiarazione dei redditi.


Argomento:

e) Ricorso Regione Piemonte sul decreto del Ministro della Sanità del 29/1/1992


PRESIDENTE

Comunico inoltre che in data 12/7/1993 ho ricevuto copia della sentenza n. 267/93 con la quale la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso per conflitto di attribuzione proposto dalla Regione Piemonte sorto a seguito del decreto del Ministro della Sanità del 29/1/1992: "Elenco delle alte specialità e fissazione dei requisiti necessari alle strutture sanitarie per l'esercizio delle attività di alta specialità".


Argomento:

Richiesta inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intendo avanzare due richieste di modificazione dei punti iscritti all'o.d.g.
La prima è la seguente: richiedo che il punto 34) all'o.d.g. venga inserito dopo il punto 9) e chiedo che questa richiesta venga posta ai voti.
La seconda richiesta è che il punto 26) all'o.d.g. venga inserito dopo il punto 16).
Su questa seconda richiesta ricordo alla Presidenza che nella memoria che è stata consegnata ai Capigruppo il punto 26), che è una deliberazione che risale ad un anno fa, era al punto 11) all'o.d.g. ed ora la vedo spostata dopo deliberazioni che sono giunte successivamente. Chiedo che dopo la discussione in materia di bilancio la prima deliberazione da discutere sia quella che da più tempo giace agli atti degli uffici regionali: la proposta di deliberazione n. 244, di cui al punto 26), che chiedo venga spostata dopo il punto 16).



PRESIDENTE

La prima richiesta del Consigliere Chiezzi è di carattere evidentemente più politico. Prego i Consiglieri di entrare in aula perché queste sedute finali di sessione non sono di carattere ordinario in nessun punto ritengo. Pertanto, o ha si la sensibilità di capire che bisogna stare in aula oppure costantemente avremo delle difficoltà. Dico questo a tutto il Consiglio, ci sono i Capigruppo e coloro che devono occuparsi di questa questione, e c'è la responsabilità individuale, soprattutto. Mi permetter di ripeterlo continuamente.
Dunque, mentre la prima questione posta dal Consigliere Chiezzi è di natura evidentemente più politica e quindi verrà risolta con un voto dell'aula, la seconda richiesta non ha assolutamente natura politica rispetto alla collocazione nell'o.d.g. neanche rispetto all'anticipo.
Comunque, Consigliere Chiezzi, io mi auguro di riuscire a portare a termine tutto l'o.d.g.; chiedo però al Presidente della Giunta se è disponibile ad anticipare eventualmente il punto 26) all'o.d.g. dopo la discussione sul bilancio, restando inteso - Consigliere Chiezzi - che per oggi avevamo convenuto di sviluppare subito i punti 9) e 10).
Era stata fatta la richiesta di concludere il dibattito sul CAAT, su questo c'è una certa disponibilità, oltretutto il Consigliere Cucco in questo momento non è presente. Quindi, sulla seconda questione decida il Presidente della Giunta, io non ho alcuna difficoltà.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Devo dire che tra il punto 16) e il punto 26) all'o.d.g. ci sono degli argomenti di estrema importanza ed urgenza che non vedo perché dovrebbero passare dopo il punto 26).
Io mi auguro che ci sia la possibilità di fare tutto perché non vorrei che una volta giunti al punto 16), magari in extremis, si possa fare soltanto più il 26) e non invece il 17) e seguenti.
Questo sarebbe contrario a quella logica amministrativa che ci invita ad approvare i provvedimenti che hanno immediata valenza. Non c'è alcuna volontà di procrastinare l'esame del punto 26), ritengo però che debba essere svolto dopo i punti che lo precedono.



CHIEZZI Giuseppe

Questo è il giudizio della maggioranza, non del Consiglio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' il giudizio del Presidente della Giunta che è stato chiamato ad esprimersi.



PRESIDENTE

Infatti, prima di passare all'eventuale voto dell'aula per la modificazione dell'o.d.g. ritenevo che fosse doveroso sentire la valutazione del Presidente della Giunta, anche per orientare il voto stesso dei componenti l'assemblea.
Trattandosi di un'inversione dell'o.d.g. sulla quale non vi è assenso secondo quanto abbiamo testé sentito, procederei ad un'unica votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, se mi consente, dato che si tratta di due questioni di natura completamente diversa, chiedo che si proceda a due votazione distinte.



PRESIDENTE

D'accordo.
Pongo pertanto in votazione dapprima la richiesta del Consigliere Chiezzi di spostare l'esame del punto 34) all'o.d.g. subito dopo il punto 9).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è respinta con 14 voti favorevoli e 22 contrari.
Passiamo ora alla votazione della richiesta di spostare il punto 26) all'o.d.g. dopo il punto 16).
Chi ' favorevole ' pregato di alzare la mano.
La proposta è respinta con 13 voti favorevoli e 21 contrari.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 734: "Dimissioni del signor Ferruccio Dardanello dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione (ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108)"


PRESIDENTE

Procediamo ora all'adempimento iscritto al punto 8) all'o.d.g.
Do lettura di una lettera pervenutami in data 14 luglio 1993, in cui si dice: "Cara Presidente, ti comunico che ho deciso di dimettermi dal Consiglio regionale che presiedi e ti prego di rendere esecutiva questa mia scelta.
Questa importante svolta personale è unicamente dovuta al nuovo impegno che ho assunto presso la Camera di Commercio di Cuneo, per il quale ho bisogno di una disponibilità di tempo pressoché assoluta.
Ritengo giusto infatti dedicare tutto me stesso ad un'attività che, in qualche modo, può contribuire a risollevare dalla crisi economica la mia Provincia e quindi la Regione.
Una mia ulteriore presenza nel Consiglio regionale rischierebbe infatti di non farmi adempiere con puntuale correttezza ai compiti amministrativi per i quali gli elettori mi hanno delegato.
Rassegnando le dimissioni, vorrei esternarti tutta la mia considerazione per come assolvi al così importante impegno istituzionale che ti è stato affidato.
Ti prego di estendere la mia affettuosa stima a tutti i colleghi del Consiglio con i quali, anche a livello umano, ho avuto rapporti di collaborazione veramente straordinari.
Cordialissimi saluti, con la certezza che il Consiglio regionale continuerà a battersi per una buona amministrazione del nostro Piemonte".
Rivolgo, credo a nome di voi tutti, il saluto e il ringraziamento al Consigliere Dardanello per l'attività svolta in quest'aula e nella vita del Consiglio.
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Al fine di snellire la procedura, informo che questa mattina si è riunita la Giunta delle Elezioni, la quale ha preso atto delle dimissioni del Consigliere Dardanello; ha rilevato che in conformità dei verbali della Commissione elettorale circoscrizionale di Cuneo relativa alle elezioni maggio-giugno 1990 al Consigliere Dardanello segue nell'ordine il signor Guido Bonino; preso atto di questa risultanza formale, la Giunta delle Elezioni propone che il Consiglio, prendendone atto, surroghi il Consigliere Dardanello con il signor Guido Bonino.
Come è noto, le questioni di eventuali incompatibilità o ineleggibilità che dovessero per avventura insorgere verranno esaminate dalla Giunta delle Elezioni entro 90 giorni da oggi.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione la proposta di prendere atto delle dimissioni del Consigliere Ferruccio Dardanello.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Occorre pertanto procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108, alla surrogazione del Consigliere dimissionario. Ai sensi del citato articolo, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dagli uffici centrali regionali.
Come già reso noto dal Consigliere Majorino, dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Cuneo risulta che all'ultimo eletto nella lista della Democrazia Cristiana nella circoscrizione di Cuneo segue immediatamente il signor Guido Bonino, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.
Pongo quindi in votazione la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Ferruccio Dardanello subentra, nella circoscrizione di Cuneo, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108, il signor Guido Bonino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Dichiaro pertanto che la predetta deliberazione (non soggetta a controllo ai sensi del DL n. 40/93) è immediatamente eseguibile. Invito quindi il neo Consigliere, il quale dichiara in data odierna di aver accettato la nomina, a prendere posto nell'aula del Consiglio.



(Il neo Consigliere Guido Bonino prende posto in aula)



PRESIDENTE

Diamo il benvenuto al Consigliere Bonino.
Per quanto attiene alla convalida dell'elezione del signor Guido Bonino, l'art. 17 della legge n. 108 prevede che al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme del suo Regolamento interno.
A tal fine, l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazione della Giunta regionale in merito alla situazione dell'USSL n. 39 di Chivasso e connessa interrogazione n. 1420


PRESIDENTE

Secondo quanto convenuto, procediamo con l'esame del punto 9) all'o.d.g. che prevede una comunicazione della Giunta regionale in merito alla situazione dell'USSL n. 39 di Chivasso.
Ha facoltà di intervenire l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Questa comunicazione della Giunta sarà essenzialmente una risposta all'interrogazione n. 1420 dei Consiglieri Miglio, Segre, Calligaro Maggiorotti e Cucco, anche se ovviamente cercherò di attualizzarla, tenendo conto che sono intervenute alcune cose sull'USSL n. 39 di Chivasso e che nel frattempo l'Amministratore straordinario si è dimesso. Proprio ieri ho esaminato la questione della sua sostituzione; la mia intenzione è di andare ad un interim con un altro amministratore di una USSL già destinata ad accorparsi, avviando quel processo di razionalizzazione che abbiamo in corso attraverso l'adeguamento della nostra legislazione al DL n. 502.
Questo accorpamento si rende necessario per questa ragione di razionalizzazione, ma anche perché è sempre più difficile trovare degli amministratori, in quanto i nostri funzionari sono praticamente ridotti ad un numero esiguo, quindi non abbiamo più la possibilità di sceglierli tra i Commissari; la stessa difficoltà la riscontriamo adesso con gli amministratori, in quanto oggi proponiamo ad essi un impegno a termine, nel senso che il loro impegno finirà con il 31/12/1993, perché a questo ci obbliga il DL n. 502.
Sul contenuto dell'interrogazione, i Consiglieri - che ho già citato chiedevano di sapere se non si intendesse verificare le procedure riguardanti l'aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione dell'Ospedale di Chivasso assumendo, eventualmente, opportuni provvedimenti cautelativi in anticipo rispetto ai possibili accertamenti della Magistratura.
Le premesse di tale richieste sono le seguenti: l'USSL n. 39 aveva affidato i lavori di ristrutturazione, a seguito di appalto-concorso, alla ditta Itinera, unica partecipante l'Amministratore delegato dell'Itinera era in carcere con l'accusa di corruzione a seguito di un'indagine svolta dalla Magistratura di Milano: il Gruppo Itinera fa capo al signor Gavio, anchéesso ricercato non sono chiare le motivazioni per cui l'USSL n. 39 ha optato per l'appalto-concorso.
La potestà di scelta delle modalità di appalto delle opere di competenza delle UU.SS.SS.LL. in generale, spetta in modo esclusivo agli organi di amministrazione delle Unità Sanitarie Locali, che la esercitano con piena discrezionalità. Coerentemente a questa procedura, gli atti amministrativi delle Unità Sanitarie Locali, che hanno per oggetto tale materia, non sono sottoposti al controllo regionale a norma della legge n.
412/91.
Il progetto di ristrutturazione dell'Ospedale di Chivasso è stato ammesso al finanziamento dell'art. 20 della legge n. 67/88. Il 6/6/1991 l'Assessorato alla sanità ha trasmesso al Ministero della Sanità lo studio di fattibilità dell'intervento e, con nota n. 100/24/435, il Ministero comunicava che il nucleo di valutazione aveva espresso parere favorevole per la progettazione esecutiva: "Dotare le sezioni di Chirurgia Generale e di Medicina Generale di tutti i servizi di supporto prescritti". Queste erano le indicazioni che venivano date per poter rendere possibile l'intervento.



CHIEZZI Giuseppe

A che anno si riferisce?



VETRINO Bianca, Assessore regionale

La data non c'è. Comunque posso cercarla, nel corso della discussione nella relazione in mio possesso.
L'Assessorato alla sanità, con nota del 14/11/1991, richiedeva all'Amministratore straordinario dell'USSL n. 39 di Chivasso di predisporre il progetto esecutivo. Tale progetto, che è stato messo a punto dalla USSL in piena discrezionalità, mediante appalto-concorso, è stato oggetto, in modo del tutto informale, di una prima verifica tecnica presso l'ufficio Finpiemonte-Cresa, in data 18/5/1993. Le annotazioni della suddetta riunione - che si è svolta presso la Finpiemonte - per l'esame del progetto esecutivo ed il progetto stesso, sono stati requisiti dalla Magistratura.
La Magistratura interviene da questo momento: 18 maggio 1993. Questi sono i fatti a conoscenza della Regione, quindi in riferimento all'USSL n. 39 cioè in riferimento all'interrogazione specifica, non posso dire altro.
Devo però dire che - in via del tutto indipendente dall'evolversi delle procedure per l'attuazione dell'art. 20 della legge n. 67/88, sulla base di un esposto del Gruppo Lega Nord Piemonte di Chivasso, trasmesso dalla Prefettura il 29/10/1992, e relativo ad alcune osservazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei Conti nei verbali allegati al Conto consultivo dell'USSL n. 39, l'Assessore alla sanità, con ordine di servizio n. 14/92 del 23/12/1992, disponeva un'ispezione presso l'Unità Sanitaria Locale per la verifica di alcune modalità di gestione contrattuale e del patrimonio dell'Istituto della produttività per obiettivi, per il conferimento di consulenti ed, infine, per il conferimento dell'incarico della direzione lavori per l'ampliamento del presidio ospedaliero.
Successivamente, con ordine di servizio n. 3 del 24/3/1993, fu disposta un'integrazione della verifica circa le procedure di aggiornamento tecnico scientifico del personale. La verifica ha confermato l'esistenza di varie disfunzioni sul piano organizzativo e di irregolarità sul piano procedurale, come risulta dall'ampia e dettagliata relazione del servizio ispettivo, che è a disposizione dei Consiglieri e - come si vede - è un nutritissimo documento. La relazione ispettiva è stata trasmessa, per una eventuale competenza, alla Procura della Repubblica di Torino ed alla Procura Generale della Corte dei Conti, rispettivamente in data 30/5/1993 e 15/6/1993 ed anche ai servizi regionali per i provvedimenti amministrativi di loro competenza attualmente in corso.
Se mi è consentito vorrei fare una piccola osservazione di carattere più politico rispetto alle note squisitamente burocratiche, che ho dato in risposta all'interrogazione: l'episodio di Chivasso è, ormai, uno dei numerosi episodi sui quali si indaga per ipotesi di malasanità; d'altra parte, da alcuni anni in quest'aula, abbiamo avuto sovente l'occasione di confrontarci a questo riguardo. Infatti ancora adesso l'Assessorato è periodicamente visitato dalla Procura, dalla Finanza, dai Carabinieri e dalla Corte dei Conti per chiarimenti e documenti.
Tuttavia non sono qui per fare osservazioni di questo tipo, in quanto credo che spetti solo ai magistrati formulare giudizi su eventuali reati; a me spetta il compito di svolgere quello per cui sono stata chiamata, cioè ricoprire questo incarico in un momento così difficile per la sanità operando per creare delle differenti condizioni organizzative gestionali capaci di cambiare la sanità in Piemonte per evitare che un giorno sì, e l'altro no (proprio ieri ho avuto le dimissioni dell'Amministratore straordinario dell'USSL di Lanzo) un amministratore sia coinvolto in questioni giudiziarie di normale amministrazione, che non sempre sono direttamente riconducibili a Tangentopoli.
Tutto questo crea, evidentemente, un'atmosfera di difficoltà per cui un commissario o un amministratore si sente obbligato a dimettersi anche per questioni, a volte, di minima gestione.
Credo che, in quest'aula, dobbiamo cimentarci sul lavoro e sul confronto rispetto alle cose nuove della sanità, per consentirci di guardare avanti: il nuovo assetto delle Unità Sanitarie, la nascita delle aziende ospedaliere, la revisione della rete ospedaliera, il piano degli investimenti. Questi sono solo alcuni punti dei progetti di programmazione sui quali l'Assessorato sta lavorando.
Noi speriamo di poter completare questa proposta di rinnovamento, che tende a recuperare una fiducia del cittadino nel servizio sanitario pubblico - che sovente è messa in discussione - anche se debbo ammettere molto chiaramente, che è sempre più difficile operare in una situazione amministrativamente e politicamente così precaria. Grazie.



PRESIDENTE

Ha facoltà di intervenire il Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, il 3 settembre 1992 insieme ai colleghi Miglio, Segre, Maggiorotti e Cucco presentai un'interrogazione urgente al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore alla sanità al fine di sapere "se non intendano verificare la correttezza delle procedure che interessano l'aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione dell'Ospedale di Chivasso assumendo, eventualmente, gli opportuni provvedimenti cautelativi in anticipo rispetto ai risultati di possibili accertamenti da parte della Magistratura".
3 settembre 1992: un passo profetico? Non direi proprio, neanche per sogno. Bastava essere un po' attenti a ciò che si verificava.
Tra l'altro, devo doverosamente dire che, in questo caso, siamo stati messi in guardia da un gruppo di Verdi di Chivasso. Bastava essere minimamente attenti alle cose che accadevano e che accadono. Certo, che chi non vuol vedere non vede.
Prima considerazione: che senso ha interrogare il Presidente della Giunta e gli Assessori competenti quando la risposta arriva quasi un anno dopo (e, in questo caso, solo perché non se ne può più fare a meno)? Che senso ha interrogare il Presidente della Giunta e gli Assessori competenti quando, a volte, la risposta non arriva e non arriverà mai? Il 2 luglio è iniziata l'indagine della Magistratura a Chivasso: dodici tra imprenditori, politici, amministratori e funzionari dell'USSL hanno ricevuto la comunicazione giudiziaria. Incredibilmente, non è scattato il commissariamento dell'USSL di Chivasso e l'Amministratore straordinario solo successivamente ha rassegnato le sue dimissioni. Tutti sappiamo della gravità delle ipotesi di reato che vanno dall'abuso di atti di ufficio e falso ideologico, alla corruzione e peculato.
Poche settimane dopo anche il Presidente del Gruppo democristiano ha ricevuto una comunicazione giudiziaria, il Presidente del Gruppo democristiano, il Presidente del Gruppo di maggioranza relativa, il Presidente del Gruppo che è il principale alleato del pentapartito; il Presidente di un Gruppo consiliare riveste una carica istituzionale prevista dallo Statuto della Regione! La sua non è una carica solo interna al Gruppo, per cui, a nostro parere, anche se è solo inquisito, dovrebbe dimettersi.
Questa non è tanto una questione di stile, di buon gusto quanto una questione semplice ed elementare di correttezza istituzionale. Il Gruppo c'entra solo per l'aspetto interno e non per quello istituzionale! Per quello istituzionale l'unico chiamato a decidere è l'interessato, senza alibi né paraventi.
A noi pare che la decisione presa rappresenti un grave errore politico denota la solita arroganza che in questo caso, considerata la crisi generale e, in particolare, istituzionale che attanaglia il Piemonte assume una maggiore gravità.
Tralascio i commenti - che tutti possono immaginare - di alcuni Consiglieri democristiani sulla riunione del Gruppo. Proprio in queste settimane la Magistratura ha aperto un'inchiesta anche sulla USSL di Susa ed ha inviato un'informazione di garanzia all'ex Presidente dell'USSL; si ipotizza il reato di abuso di atti d'ufficio.
L'USSL di Susa è un noto feudo socialista, basta leggere i nomi di coloro che hanno fatto i Presidenti di USSL e che in questi ultimi tempi ricoprono la carica di Amministratori straordinari. Il solito problema: incarichi professionali affidati probabilmente in modo illecito. Tra l'altro, è stato sentito anche un Assessore della Giunta come testimone e apprendo dai giornali che questo Assessore avrebbe fortemente voluto come Presidente dell'USSL di Susa il segretario di zona del Partito socialista.
Come vedete si potrebbe continuare, infatti - lasciando perdere i precedenti che sono ampiamente noti a tutti la stessa cosa è accaduta all'USSL di Borgomanero.
Torna con insistenza la causa fondamentale della malasanità in Piemonte, vale a dire l'occupazione politica e partitica e la conseguente pratica di lottizzazione delle cariche di designazione pubblica. La lottizzazione prescinde dalle competenze professionali e dall'onestà dei candidati proprio perché occupazione ed esercizio del potere fine a se stesso, anzi, in taluni casi, quando si propone apertamente a finalità di malaffare, hanno bisogno di amministratori disposti a tutto: dei veri e propri affaristi.
Ecco perché sosteniamo che la lottizzazione è nel contempo causa ed effetto della malasanità. Non è un caso che nelle ultime due legislature si siano verificati molti fenomeni inquietanti; non è un caso che gli ultimi due Assessori abbiano dovuto dimettersi per inchieste giudiziarie; non è un caso che certe UU.SS.SS.LL. le più lottizzate (lottizzate da almeno un decennio), siano continuamente nel mirino della Magistratura; non è un caso che le UU.SS.SS.LL commissariate siano ormai oltre una dozzina e che quelle "inquisite" almeno il doppio? E che nella Città di Torino oltre la metà delle dieci UU.SS.SS.LL. siano interessate dall'inchiesta della Magistratura? Non è un caso che Borgomanero sia coinvolta, che l'inchiesta arrivi anche a Chivasso e che, ormai, interessi anche l'USSL di Susa. La risposta dell'Assessore è una risposta burocratica, che non tiene conto di questi corposi, ramificati, profondi ed ampi fenomeni che si sono verificati, ma davvero nessuno dubitava sulla vicenda di Chivasso; l'Itinera che resta sola, scompaiono tutti i concorrenti! Davvero possiamo continuare in questo modo? Le risorse ripartite alla vigilia delle elezioni del 1990, quelle riguardanti il famoso programma di investimenti, ex art. 20 della legge finanziaria del 1988, e mai assegnate, abbiamo permesso che volassero, come è accaduto ad Asti, in tangenti miliardarie per risorse che non sono arrivate, per risorse che non arriveranno più, perché il paradosso sta anche nel fatto che noi non abbiamo le risorse per costruire l'Ospedale di Asti e non le avremo dallo Stato, perché il fondo dei 30.000 miliardi non esiste più! Vi rendete conto che si è tramato e che questa trama corruttiva ha riguardato risorse che non sono mai arrivate (e che non arriveranno) per opere che non si realizzeranno mai! Bisogna che si prenda atto di questa situazione.
Ricordo, in un dibattito riguardante le nomine degli amministratori straordinari, l'intervento del Capogruppo Picchioni; noi sostenevamo che le Segreterie avevano deciso la lottizzazione e lui disse che mai aveva partecipato a questa lottizzazione.
Dobbiamo prendere atto che su "La Stampa" del 16 luglio, riportate tra virgolette, vi sono dichiarazioni di questo tenore: "E' vero, sono stato io ad indicare Albanese come uno dei possibili Amministratori straordinari di una delle UU.SS.SS.LL. di Torino e provincia". Poi non so se bisogna chiamare in causa il Presidente Brizio per averlo nominato proprio a Chivasso, o se non è stata un'iniziativa del Capogruppo Picchioni. Sta di fatto che è finito proprio a Chivasso.
Mi preme, in questa sede, richiamare l'attenzione anche dell'Assessore Gallarini. Risulta alla Commissione d'inchiesta, che ha svolto i lavori e li ha anche documentati, che sono moltissime le opere di edilizia sanitaria che non passano per il Comitato Regionale Opere Pubbliche, ma che vengono realizzate persino all'insaputa della Regione Piemonte.
Ho sentito dire che è stato costituito un gruppo di lavoro per verificare queste gravi anomalie. Non mi risulta che esista una delibera costitutiva di questo gruppo di lavoro. Quello che è certo è che, se così fosse, si giungerebbe ad avere una situazione di una gravità inaudita. La Regione finanzia le opere, ma poi si accorge, alla fine, che i progetti non sono passati dal Comitato Regionale Opere Pubbliche. E da dove passano allora questi progetti? Chi li verifica? Chi li controlla? Voi capite che con tutto quello che è avvenuto in passato, quello che continua ogni giorno ad accadere (Chivasso, Borgomanero, USSL di Susa), non si può non parlare di trama corruttiva sistematica, diffusissima, radicata profondamente causa principale dei disservizi sanitari, causa fondamentale del fatto che non riusciamo a governare la spesa sanitaria. Sfido che non si riesce a governare se una percentuale, certamente non irrilevante, finisce in mazzette miliardarie. E poi ce la pigliamo con i pazienti che si ammalerebbero troppo spesso, con gli anziani che consumerebbero troppi farmaci.
Qui bisogna porre drasticamente mano ad una malasanità che non è più tollerabile da nessuno, che ha superato i limiti dell'indecenza; ed è al di là dell'indecenza la situazione che abbiamo di fronte.
Altro che risposte burocratiche sulle cose che sappiamo e non sappiamo sulla USSL di Chivasso. Ma perché noi abbiamo fatto l'interrogazione nel settembre dello scorso anno? Perché eravamo preoccupati. E una simile preoccupazione, perché non è stata anche la preoccupazione della Giunta regionale? Perché avete atteso un anno per dare risposta e la date oggi solo perché non ne potete fare a meno? Qui ci sono responsabilità politiche rilevantissime.
In occasione del dibattito sull'arresto dell'Assessore Maccari ebbi a chiedere in quest'aula, suscitando proteste da parte di alcuni della maggioranza, che a quel punto si sapeva chi era il garante dell'accordo nazionale PSI-PCI. Si sapeva chi era uno dei garanti, cioè Maccari. Gli altri garanti dove sono? Davvero Maccari era garante anche per la DC? Ma a chi volete darla ad intendere? Qui il marcio esiste ancora, la marcescenza è un processo in atto che deve essere radicalmente asportato, se vogliamo che le istituzioni tornino ad avere un minimo di decoro e di dignità perché gli atteggiamenti della maggioranza colpiscono al cuore le istituzioni democratiche, anzitutto. Fanno perdere quel poco di credibilità che aveva il governo regionale. State facendo dei danni spaventosi innanzitutto al sistema democratico.
Per questo noi chiediamo che la Giunta abbandoni i banchi sui quali siede ed apra una crisi e un confronto con tutte le forze democratiche.
Mi pare che questo sia l'atto preliminare che dimostra la volontà di recidere con il passato, con un passato che è fatto di gravi e spaventosi scandali, che solo in parte conosciamo, tra l'altro.
Le responsabilità sono politiche, è inutile dire e scoprire oggi che i partiti hanno rovinato la sanità; troppo comodo.
Ricordo che le nomine le ha fatte il Presidente della Giunta e che sono state votate, a suo tempo, dalla Vicepresidente Vetrino, che ora è Assessore alla sanità. E' troppo comodo accorgersi oggi che i partiti hanno rovinato la sanità. Dovete prenderne atto, e l'unico modo è quello di dimettervi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Credo che anche noi, come Gruppo Verdi, in quanto proponenti dell'interrogazione che riguardava proprio la questione della realizzazione del nuovo Ospedale di Chivasso, dobbiamo controreplicare alla risposta data in aula dall'Assessore Vetrino.
In primo luogo, non siamo soddisfatti ovviamente per i tempi di risposta alla nostra interrogazione urgente, che data 3/9/1992, e quindi compie quasi un anno, con cui la Giunta e l'Assessore competente si presentano in Consiglio per dare dei chiarimenti sui quesiti da noi formulati. Tempi di risposta che, secondo noi, non sono confacenti rispetto alla gravità delle cose che noi supponevamo accadessero in quel di Chivasso. Credo che la Giunta abbia tutti gli strumenti per poter operare con diversi tempi a seconda delle sollecitazioni che, da parte delle minoranze, vengono avanzate, e quindi ha la capacità di comprendere la necessità di rispondere, in tempi più o meno lunghi, a seconda delle questioni che le vengono sottoposte. La Giunta ha aspettato quasi un anno per rispondere in aula ad una questione così delicata, com'era quella di un sospetto interesse di connivenze, non solo per il fatto che la ditta unica vincente (perché le altre quattro che avevano partecipato inizialmente alla gara di appalto si erano ritirate) era la Itinera che, guarda caso, già allora era sotto inchiesta da parte della Magistratura, che, guarda caso già allora aveva il suo Amministratore delegato, il signor Bruno Binasco incarcerato a San Vittore e che, guarda caso, aveva il sig. Gavio Marcellino latitante, allora come oggi.
Questi fatti, per noi, erano sufficienti per chiedere alla Giunta di fare, autonomamente rispetto alla Magistratura, una verifica sulla regolarità delle procedure adottate e che avevano portato ad affidare unicamente, proprio perché unica ditta rimasta, all'Itinera tutti i lavori per la realizzazione del nuovo Ospedale di Chivasso.
Su una vicenda così grave e così importante, rispondere a distanza di dieci mesi, solo a seguito dell'invio di una serie di avvisi di garanzia mi sembra cosa che denoti una scarsa responsabilità da parte della Giunta regionale, o comunque una grave disattenzione, anche a seguito del fatto che scandali inerenti alla USSL. ormai in questa Regione purtroppo, sono diventati all'ordine del giorno.
I tempi della risposta sicuramente non ci soddisfano; secondo noi, sono significativa latitanza di questa Giunta di fronte a problemi così gravi che abbiamo posto da tempo sul tappeto. Inoltre, ci pare che questa risposta arrivi non tanto per la nostra interrogazione, ma proprio perch non se ne poteva più fare a meno, dopo che molti avvisi di garanzia erano stati spiccati e uno di essi ha coinvolto anche il collega Capogruppo della DC. Ricordo che noi abbiamo sottoposto casi analoghi nei confronti dei quali ancora non c'è stata una seria discussione in aula, ad esempio come il caso della USSL di Alessandria, dove noi sosteniamo ancora oggi che esiste una situazione analoga a quella di Chivasso. Quindi, non è questo un episodio isolato, ma uno dei tanti che potremmo portare in quest'aula per dimostrare come, dopo le dimissioni dall'incarico di Assessore alla sanità da parte di Maccari, poco sia cambiato nel modo di prestare particolare attenzione alla questione della gestione nel settore sanitario da parte di questa Giunta.
La seconda questione attiene ai contenuti della risposta. Se non ho inteso male, l'Assessore Vetrino ha fatto presente che le modalità di scelta per quanto attiene agli appalti spettano unicamente all'USSL competente, che gli atti non sono sottoposti al controllo regionale, che il finanziamento è stato ammesso in riferimento ad una legge nazionale, che il nucleo ministeriale competente aveva espresso parere favorevole e che quindi questo insieme di fattori non coinvolgevano in misura diretta, o sufficientemente significativa, la Regione Piemonte. Dall'altra parte, la Magistratura, secondo la relazione dell'Assessore Vetrino, nel maggio 1993 requisisce il progetto e la documentazione inerente lo svolgimento dell'appalto di cui si sta discutendo.
A seguito di questo fatto e sulla base di un esposto della Lega Nord di Chivasso c'è da chiedersi perché allora, non sulla base dell'interrogazione urgente che noi avevamo presentato già nel settembre 1992 (con un anticipo quindi di circa otto mesi rispetto ai provvedimenti assunti dalla Magistratura), ma sulla base di quell'esposto e sulla base delle iniziative della Magistratura, da quello che ho potuto capire io, anche l'Assessorato alla sanità, con due ordini di servizio successivi, decide di avviare una serie di controlli inerenti sia alla gestione del personale in servizio sia controlli inerenti al conferimento dell'incarico della direzione dei lavori per la realizzazione del nuovo Ospedale di Chivasso.
Poi l'Assessore Vetrino - sempre se non ho capito male - dice che a seguito di questi controlli c'era stata una conferma di irregolarità sul piano formale e poi rimanda subito alla lettura della relazione. Ritengo che in questa sede l'Assessore avrebbe dovuto sottolineare in maggior misura e con una serie di dettagli in che cosa consistevano queste irregolarità riscontrate a seguito dei controlli effettuati dall'Assessorato competente; altrimenti la risposta elude rispetto all'interrogazione posta e soprattutto non ci dà alcuno strumento per poter ampliare il dibattito in aula, né tanto meno per capire qual era la gravità delle irregolarità riscontrate dall'Assessorato alla sanità in quel momento e il perché, a seguito delle irregolarità riscontrate, nulla è stato fatto questa è una seconda questione per assumere provvedimenti nei confronti delle persone che oggi risultano essere presumibilmente corresponsabili di quanto è accaduto, che vuol dire una sospensione dal servizio, non è quindi un atto persecutorio perché è un semplice atto amministrativo che sospende dal servizio una persona mettendola nelle condizioni di non incidere eccessivamente nel proseguimento di indagini ulteriori per poter appurare al meglio l'accaduto e dall'altra parte garantisce l'intera collettività a far sì che un eventuale danno già prodotto non possa essere ripetuto costantemente. Però neanche questo è stato fatto dalla Giunta regionale.
In primo luogo noi riteniamo che doveva essere assunto un provvedimento quanto meno di sospensione dalla carica di amministratore straordinario di una persona che pare abbia avuto un ruolo chiave in tutta questa vicenda arrivando ovviamente al commissariamento dell'USSL di Chivasso così come è stato fatto per altre UU.SS.SS.LL. dove si sono aperti casi analoghi sempre grazie all'intervento della Magistratura. Ritengo che questo quadro sia sufficiente, da parte del nostro Gruppo, e credo anche da parte di altri Gruppi, per dare ragione alla richiesta (che noi abbiamo presentato con un ordine del giorno, che penso sarà esteso come mozione, raccogliendo altre firme di Consiglieri di Gruppi diversi dal nostro) di dimissioni della Giunta regionale. Nonostante le promesse fatte in quest'aula, a seguito delle dimissioni dell'Assessore Maccari e della nomina ad Assessore alla sanità della collega Vetrino, di rinnovare e di avviare una fase diversa della politica di gestione delle UU.SS.SS.LL. riportando a correttezza l'amministrazione delle stesse, ci sembra che in verità ad oggi segnali significativi di questa inversione di rotta non ne siano arrivati.
Per questo motivo, alla luce di quanto non è stato fatto noi come Gruppo dei Verdi chiediamo le dimissioni della Giunta regionale e ci limitiamo a questo. Per correttezza aggiungo solo una cosa: nel senso che non ci vogliamo esprimere su quello che deve fare il collega Picchioni proprio perché riteniamo che una persona sia innocente fino a che non si è dimostrato il contrario attraverso la conclusione di un processo, riteniamo che spetti al Consigliere ritenere se sia giusto o meno abbandonare la sedia sulla quale ad oggi è seduto, tanto più che non è l'unico Consigliere in quest'aula ad essere toccato da un avviso di garanzia. Quindi non vogliamo esprimerci, non vogliamo dare nessuna indicazione al Consigliere Picchioni su quello che deve fare o non deve fare, riteniamo che lui abbia tutti gli strumenti di lettura per poter decidere autonomamente che cosa sia opportuno per lui, per noi come Consiglio regionale e per l'immagine di questa Regione, che cosa sia opportuno fare.
Quello che invece riteniamo giusto proporre come Gruppo di minoranza insieme ad altri è la richiesta delle dimissioni della Giunta regionale proprio perché la riteniamo incapace ancora una volta di svolgere il proprio ruolo riportando chiarezza e correttezza all'interno delle diverse UU.SS.SS.LL. della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Signor Presidente, ci troviamo a discutere per un'altra volta, e verrebbe a noia direi, di vicende di malasanità particolarmente rilevanti per una credibilità che viene sempre più a mancare di questo Consiglio e credibilità di questa Giunta regionale dal momento che queste vicende coinvolgono direttamente il Capogruppo del Partito di maggioranza relativa.
C'è l'ennesima azione giudiziaria contro un Consigliere regionale che viene coinvolto dalla Magistratura in vicende di malasanità, non in quanto tale necessariamente, ma in quanto si leggerebbe sui giornali credibile referente del partito che regge le sorti del governo regionale in una vicenda spartitoria di appalti.
E' un fatto che già di per sé è gravissimo l'essere stati coinvolti con un ruolo non insignificante in una vicenda che in questi mesi abbiamo già visto in una trama che, ripeto, potrebbe venire a noia. Sensazioni di noie che sono assolutamente pericolose e indebite perché sono quelle che precedono l'indifferenza. Un fatto, dicevo, gravissimo, che avrebbe dovuto suggerire, a mio parere molto modesto, l'assunzione di un atteggiamento più defilato e cioè quanto meno scegliere le dimissioni dal ruolo di Capogruppo. Mentre una decisione di solidarietà, non so quanto unanime, ma se tale fosse, sarebbe una solidarietà malintesa da parte del Gruppo consiliare, il quale ha avallato una decisione, che ci è sembrata inopportuna, di non defilarsi, almeno per il momento, così come altri Consiglieri regionali inquisiti in effetti hanno fatto anche oggi. E questa è una decisione che getta un'ombra su quel "nuovo" che si dice dovrebbe avanzare nella Democrazia Cristiana, ora riciclata in Partito Popolare.



(Proteste dai banchi del Gruppo DC)



MAGGIOROTTI Piergiorgio

C'è una vicenda, quella di cui discutiamo oggi, che è oggetto di un'interrogazione urgente - si fa per dire del 3 settembre 1992 cui solo oggi si è voluto dare risposta. E' la vicenda, già narrata dai giornali, di un appalto che è stato vinto, io direi in modo molto strano, da un unico concorrente, la Ditta Itinera, dopo che tutti gli altri si erano ritirati.
In quella interrogazione urgente noi invitavamo il Presidente e l'Assessore Maccari (eravamo molto ingenui allora) ad intervenire per verificare la correttezza delle procedure relative all'aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione dell'Ospedale civico di Chivasso. Si parla di una vicenda che tuttavia - non è stato ancora detto - ha delle origini lontane. Noi abbiamo trovato traccia di questa vicenda in articoli pubblicati dalla stampa locale, "La nuova periferia" e "Il risveglio popolare", in data 4 e 5 novembre 1987, che fanno la cronaca della presentazione avvenuta il 4 novembre 1987 del nuovo progetto della piastra di servizi ospedalieri dell'Ospedale di Chivasso; progetto attuato con il concorso di tre professionisti esterni e operatori dipendenti della USSL n. 39. Il costo previsto di quel primo lotto era allora di 7 miliardi, si disse garantiti dalla Regione, ed i lavori avrebbero dovuto partire nel giugno 1988 - così affermava il Presidente PSI del Comitato dei Garanti dell'USSL n. 39 Marasà.
E' noto che non se ne è fatto poi nulla. Il 16 settembre 1992 leggiamo sempre su "La nuova periferia", le dichiarazioni del coordinatore amministrativo Corrarello; alla domanda: "Come mai l'USSL n. 39 non si è dotata di un progetto?", la risposta è stata: "Se avessimo affidato noi l'incarico a qualche professionista avremmo dovuto farci carico della spesa di almeno 1 miliardo e mezzo e l'opera sarebbe partita con un anno di ritardo. L'appalto-concorso è il sistema conosciuto 'chiavi in mano' che noi abbiamo scelto perché il più adatto al tipo di lavori in questione".
Questo funzionario onnipresente, già responsabile del Servizio Ruoli dell'Assessorato, diventa Coordinatore amministrativo dell'USSL n. 39 impegno importante che tuttavia non gli impediva di assolvere al compito di Coordinatore amministrativo a scavalco dell'USSL TO IX ai tempi di Magnano di fare il consulente per il Centro Studi Europa 2000 e di occuparsi dell'USSL TO V dove - ma questi sono fatti noti tentò, sembra, di impedire l'intervento dell'ing. Gesmudo a sostegno delle indagini avviate dalla Magistratura sulla malasanità nell'USSL TO IV.
A questo punto mi domando se è stato sospeso in via cautelare. Mi piacerebbe saperlo.
Da quanto ho detto risulta chiaro che l'USSL n. 39 era da almeno cinque anni in possesso di un progetto. Nulla ci toglie dalla testa che questo progetto o qualcosa di fotocopiato sia stato presentato dalla ditta appaltatrice. Si trattava di notizie che a nostro parere dovevano essere note a questa amministrazione cui noi - nella nostra ingenuità, lo ammettiamo - chiedevamo di intervenire con un'inchiesta amministrativa che poi non c'è stata. Dunque, a nostro parere, come ho più volte detto nel passato e riconfermo oggi, c'è una responsabilità collettiva dell'attuale Giunta regionale in relazione ad una copertura di fatto delle malefatte dell'Assessore Maccari e dei suoi - si fa per dire collaboratori. Non ci si è accorti di chi girava per i palazzi delle istituzioni o se si vedeva e si sapeva si chiudevano gli occhi, le orecchie e tutto il resto.
Noi diciamo che non ci può più essere salvezza per questa Giunta regionale. Il marcio è troppo profondo perché sappiamo che nelle UU.SS.SS.LL. lottizzate continuiamo a trovare personaggi comunque voluti da partiti della maggioranza il cui stile operativo, cioè operare in modo clientelare, non è cessato. A nostro parere non è certo questo Assessore che può fare pulizia a fondo. Lo stile raccomandatorio di alcuni amministratori non è mutato; sono a conoscenza di sollecitazioni che alcuni di questi fanno a Capiservizio per favorire la stipula di convenzioni capestro per i bilanci delle UU.SS.SS.LL., salvo poi promettere o ricevere promesse di copertura da parte della Regione dei fondi di bilancio che non esistono nelle UU.SS.SS.LL.
Si tratta di azzerare queste UU.SS.SS.LL., si tratta di fare una pulizia - aggiungo - all'interno di un Assessorato i cui funzionari continuano a sollecitare - mi è noto di uno - i Capiservizio per consigliarli, ad esempio, di essere più teneri con potenti categorie di medici perseguite da una Commissione disciplina di una USSL di Torino. Io credo che un funzionario così non potrebbe parlare se non avesse solide coperture, per cui chiudo rileggendo quello che dissi alcuni mesi fa nel corso del dibattito relativo alla vicenda Maccari: "Il problema che ora si pone è quello di domandarsi se questa Giunta regionale ha la volontà, la capacità e gli strumenti per un immediato e decisivo cambiamento di rotta.
Noi riteniamo non sia credibile, soprattutto per le coperture sempre garantite e le affermazioni spesso irresponsabili, presuntuose ed incompetenti, formulate dal passato Assessore alla sanità, Consigliere Maccari. E questo in particolare per l'avallo alle scelte prioritarie quelle per i grandi e lucrosi investimenti assunti da chi ha gestito la sanità. E' per questa mancanza di credibilità, per una scelta di responsabilità di fronte ai cittadini del Piemonte che si rendono necessarie le immediate dimissioni della Giunta regionale".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Signor Presidente, la questione della sanità ha tutto l'aspetto di essere la versione più significativa in Piemonte della Tangentopoli nazionale e non è che non si siano costruite da parte nostra occasioni per tempestive discussioni, per sereni confronti nel tempo e in modo più specifico con l'interrogazione richiamata all'o.d.g. cui ha seguito un intervento dell'Assessore Vetrino, che mi permetto di definire un po' leggero rispetto alla quantità dei problemi.
Capisco la recente assunzione della grave responsabilità, ma storicamente il problema è assai consistente. Devo infatti ricordare che nell'interrogazione presentata da diversi Gruppi (è firmata Miglio, Segre Calligaro, Maggiorotti e Cucco) si interrogavano urgentemente il Presidente della Giunta (so che il Presidente non si sottrae, ma non deve nemmeno eludere la sostanza del problema) e l'Assessore alla sanità "al fine di sapere se non intendano verificare la correttezza delle procedure che interessano l'aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione dell'Ospedale civico di Chivasso, assumendo eventualmente gli opportuni provvedimenti cautelativi, in anticipo rispetto ai risultati di possibili accertamenti da parte della Magistratura". Un'affermazione che si potrebbe definire molto profetica, se non fosse che, molto realisticamente, gli avvenimenti che stavano incalzando in Piemonte erano già noti.
Una considerazione a monte. Con l'immagine sparsa nel corso dei lavori inerenti la riforma sanitaria da parte del Ministro De Lorenzo, in Italia non si dovrebbe pensare ad altro se non ad un recupero della drammatica situazione di degrado delle istituzioni che hanno concorso a questa operazione. Ma devo dire che in Piemonte - quanto meno ammettetelo - la gestione del tutto personalistica, assolutamente ignota al Consiglio regionale, gravemente criticata da parte di tutti gli utenti della sanità non nasce da adesso; nasce dall'altra legislatura e in questa è stata ripresa in pieno.
Noi siamo sempre stati tenuti all'oscuro, ma lei no, Presidente Brizio la Giunta no! Gli atti che la Giunta ha compiuto in appoggio ai comportamenti dell'Assessore Maccari non potevano nascere da una semplice operazione di routine di avallo della politica di un Assessore! Le cose che si sono verificate presso l'USSL n. 39, quanto meno, avrebbero dovuto richiamare la famosa diligenza del buon padre di famiglia che il diritto pone come condizione minima per giudicare l'attività di qualsiasi soggetto debba essere valutato rispetto ai suoi atti dal punto di vista giuridico.
E lei, Presidente, quando consentiva che la gestione sanitaria venisse sottratta alla vigilanza di tutto il Consiglio, quando concorreva alla nomina di quei Commissari che poi sono risultati avere operato in modo tale da costringere a pesanti interventi della Magistratura, con quali criteri ha giudicato? Questo ci porta a dire che c'è una responsabilità collettiva, e non è una pretestuosa attribuzione di responsabilità. In questa Giunta e in questo Consiglio siamo arrivati ad un numero di comunicazioni giudiziarie che supera ogni limite tollerabile; mi pare persino di ricordare che il Presidente Brizio - se ricordo male mi corregga, Presidente - all'inizio con il primo arresto, avesse detto che se succedevano altri casi di inquisiti si sarebbe dimesso. Naturalmente ho capito male o comunque lei ci ha ripensato, ma adesso davvero lei intende portare avanti una situazione di questo genere, con il discredito di cui ormai gode questa Regione presso tutte le istituzioni piemontesi? Devo ricordarle che non è un caso che Pichetto e soltanto Pichetto accorra in soccorso al bilancio di questa Giunta; dato che accorre Pichetto, perché non lo fanno anche tutti gli altri? Che cosa ne pensa, per esempio, la Coldiretti? Glielo potrei dire io. Che cosa ne pensano gli artigiani, i commercianti, gli utenti della sanità, gli utenti della scuola, gli utenti dei servizi sociali? Sì, abbiamo fatto il Lingotto realizzando un'operazione che stava a cuore ad una significativa azienda torinese, ma per il resto stiamo ormai pestando nella palude. E quando si faceva un appalto-concorso con un unico contraente, in presenza di una quota significativa a questo livello di intervento sanitario, di intervento nel campo edilizio della sanità (che in Piemonte era poi il secondo intervento sui due o tre al massimo possibili), non poteva venire in mente che una procedura così anomala doveva essere quanto meno oggetto di un'approfondita ricerca ed una prudentissima valutazione? Assessore Vetrino, sappiamo benissimo che le competenze e le responsabilità delle UU.SS.SS.LL. rappresentano un grave fardello, così come sappiamo che non casualmente la Regione ne è poi coinvolta per tutta la funzione di vigilanza. Non abbiamo però avuto una reazione all'altezza della situazione. Mi pare che la proposta di riforma delle UU.SS.SS.LL.
stia ormai segnando il passo. Si è posta come un'operazione che aveva qualche ambizione, ma che era fatta in fretta per introdurre una novità una novità per il dibattito, una novità per il confronto, una novità peraltro non costruita razionalmente e generalmente criticata, con un accompagnamento di consistenti proposte e note di modifica, tal che credo che siamo ulteriormente fermi.
A questa situazione si aggiunge la questione che probabilmente ha finalmente reso determinata o ha costretto la Giunta ad iscrivere questa interrogazione e questo punto all'o.d.g.: l'avviso di garanzia al Presidente del Gruppo democristiano. Non intendo e non intendiamo interferire nelle scelte del Gruppo né trasformare in condanne delle questioni che sono oggetto di indagine, avendo in più occasioni riaffermato i diritti di tutti i cittadini così come i diritti e i doveri della Magistratura. Ci limitiamo a constatare che la gravità complessiva della situazione in cui ormai versa questa Giunta dal punto di vista della sua credibilità dovrebbe comportare qualche atto un po' meno arrogante di quello del dire "Va tutto bene, non ci sono esigenze di modifiche, la Giunta sta lavorando bene" (così ho sentito nelle sue affermazioni Presidente).
Tali affermazioni, però, sono molto unilaterali: lo pensa soltanto più lei, non credo nemmeno tutto il Gruppo della maggioranza; anzi, sono al corrente di giudizi particolarmente difformi da questo. Ma allora, è così che si fa il bene del Piemonte? Chiediamo un ragionamento e chiediamo conclusioni coerenti rispetto ad una situazione che ha tutti gli elementi dell'anomalia, tutti gli elementi per aumentare la sfiducia, ai quali si aggiunge un degrado della situazione economica rispetto alla quale non vedo, da parte della Regione, atti seriamente orientati a contestare questa tendenza.
Noi aspetteremo le dichiarazioni, le vorremmo sentire, le sentiremo direttamente dall'interessato, Consigliere e collega Picchioni. Il punto è che ognuno di noi, al di là del suo diritto-dovere di difendersi, di far valere le sue ragioni, ha in questa sede una funzione istituzionale e, in qualche maniera, con i suoi atti, comporta una responsabilità ed una situazione che coinvolge tutti. Come diceva il collega Calligaro - siamo certi di non essere fraintesi da nessuno - il collega Picchioni, come Presidente di un Gruppo e quindi come rappresentante di un insieme nei rapporti con i Gruppi, nei rapporti con la Giunta, anche nella rappresentanza esterna della parte politica di cui ha l'incarico di Presidente, è una figura istituzionale. Queste cose devono essere valutate in quella condizione, per quella situazione.
Attenderemo di sentire il seguito del dibattito, ma ci pare di dover ulteriormente sottolineare che gli atti delle persone alle quali sono conferite delle grosse responsabilità hanno un loro significato indipendentemente dal diritto o dalla personale decisione o dalla decisione del Gruppo che li ricomprende e che loro rappresentano.
Quindi si valuti nei termini che si riterranno opportuni questo atto che dovrebbe avvenire di conseguenza; a questo punto, noi lo richiediamo come un elemento necessario dello sviluppo della gravissima situazione e dell'ulteriore involuzione della situazione che ci riguarda.
Poi, Presidente Brizio, è chiaro che se lei sceglie la strada di dire: "Io contro tutti; la Giunta contro tutto; di tutto il resto non ci interessa niente, noi andiamo avanti e andremo avanti, perché in qualche maniera questa funzione Dio ce l'ha data e guai a chi ce la tocca; chi mette in discussione la nostra validità in quanto Giunta cerca soltanto dei pretesti per complicare la situazione politica piemontese", le dico con tutta franchezza che noi non cerchiamo nessun pretesto, perché la situazione è già abbastanza grave così. Abbiamo piuttosto ricercato le condizioni per poter fornire al Piemonte una situazione di governo adeguata.
Ci rendiamo conto che, permanendo questa situazione, la richiesta per offrire al Piemonte una situazione adeguata deve essere quella di anticipare, appena ci saranno nuove condizioni e nuove regole, le elezioni per ritornare ad un progetto e ad un assestamento politico del governo regionale diverso.
Secondo noi questa è l'occasione opportuna per vedere in che modo si prende atto dell'ulteriore evolversi della situazione prima di passare ad altri atti che saranno, anch'essi, frutto di una situazione complicata rispetto alla quale esprimiamo allarme per l'eventuale perdurare della determinazione della Presidenza e della Giunta di passare ad un'eventuale applicazione di nuove leggi, di tributi obbligatori ed altre cose a carico del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente e colleghi Consiglieri, penso che non ci siano dubbi che i fatti dell'Unità Sanitaria Locale di Chivasso e, segnatamente, lo scandalo dell'ospedale facciano anch'essi parte del patto di spartizione degli appalti, in Piemonte, fra Democrazia Cristiana e Partito socialista così come venne candidamente confessato dall'ex Assessore Maccari, il quale, non a caso, ottenne - con questa ampia confessione, mai smentita da nessuno gli arresti domiciliari dopo solo otto giorni di detenzione.
Quindi, in questo contesto, non desta meraviglia la denuncia interrogazione del 3/9/1992, molto chiara ed articolata, con la quale si chiedeva che si verificasse se presso l'Unità Sanitaria Locale di Chivasso ci siano stati - come ci ha riferito l'Assessore Vetrino meri ordini di servizio molto vaghi, per verificarne la regolarità o non regolarità formali di quell'appalto.
Ci duole peraltro che l'Assessore Vetrino ci abbia fatto una relazione a carattere prevalentemente burocratico e, soprattutto, ci duole che nell'immane lavoro che si è trovata sulle spalle dal giorno della sua designazione ad Assessore (voglio ricordare che dopo la nomina, il conferimento della delega all'Assessore Vetrino, mi rivolsi al Presidente Brizio, valutando questa, in quel contesto politico e nell'ambito di quella maggioranza di Assessori che componevano la Giunta, come la scelta migliore) le sia sfuggito di mano, Assessore Vetrino, che questo problema rientrava nell'ambito del pianeta dei gravi avvenimenti della malasanità come l'ha definita lei stessa, al quale si sarebbe dovuta prestare una maggiore attenzione, quanto meno nel verificare, nel controllare nell'ispezionare incisivamente; infatti già l'episodio del 14/5/1993, il sequestro giudiziario da parte della Magistratura, doveva essere un ulteriore e ben rilevante campanello d'allarme al quale prestare attenzione; siamo arrivati - salvo errori al 27/7/1993 e ancora non c'è stata l'immediata rimozione dell'amministratore, anzi, si sono attesi ulteriori eventi ed è passato così altro tempo. A questo punto si inserisce la vicenda dell'on. Picchioni.
Sappiamo bene e, in particolare da questi banchi, abbiamo avuto in più occasioni modo di dire che essere meramente inquisiti nell'albo di un procedimento penale non significa essere responsabili. Questo si leggeva già tra le righe nel tanto contestato Codice Rocco, è stato scritto a chiare note nella Costituzione Repubblicana ed in termini ancora più chiari nel nuovo Codice di Procedura Penale: essere inquisiti significa essere sospettati dalla Magistratura di avere commesso dei reati e nella fattispecie di reati contro la Pubblica Amministrazione. Quindi, ben lungi dal voler strumentalmente dire o sostenere: "Ecco i colpevoli!", per attualmente siamo arrivati a cinque Consiglieri, di maggioranza, inquisiti per reati contro la Pubblica Amministrazione.
Il fatto che ci siano cinque Consiglieri di maggioranza inquisiti per reati contro la Pubblica Amministrazione, è per noi un buon motivo che avrebbe dovuto suggerire, anzi imporre, le dimissioni della Giunta, perch come ho già avuto modo di ricordare in altre occasioni, conta anche la gente del Piemonte, conta la percezione verso il mondo esterno sapendo che ben cinque Consiglieri, che sostengono la maggioranza, sono inquisiti dalla Magistratura per gravi reati; infatti nel linguaggio corrente nell'opinione pubblica questa è definita la Giunta degli inquisiti, anche se non responsabili.
Politicamente è un fatto rilevante perché, colleghi Consiglieri, questo non è un club di amici all'interno del quale si può dire: "Cari amici siete cinque inquisiti, vi facciamo i più cordiali auguri di uscire da questa vicenda nella quale, magari, innocenti siete stati coinvolti". E' un'assemblea politica, quindi il mero sospetto nei confronti di cinque Consiglieri di maggioranza dovrebbe di per sé imporre le dimissioni.
Su questo punto mi aggancio a quanto, in più occasioni, il Presidente Brizio ha detto: è un salto nel buio. E' necessario arrivare fino alla fine della legislatura - con discorsi quasi strappalacrime nell'interesse del Piemonte, perché se la macchina regionale si fermasse con le dimissioni passerebbero diversi mesi per formare una nuova Giunta, ma quale Giunta? In questo modo si danneggia il Piemonte.
Questo mi sembra il discorso che Pietro Nenni faceva nell'imminenza di un referendum: "O la Repubblica o il caos". Apro un inciso: noi siamo stati soddisfatti che le risultanze del responso elettorale del giugno 1946 sia stato per la Repubblica, perché la monarchia era talmente screditata in quanto responsabile della guerra civile e della guerra perduta, che è bene che sia stato per la Repubblica. Se per avventura il responso non fosse stato per la Repubblica, presumibilmente, quel grido, "O la Repubblica o il caos", non avrebbe portato al caos, anche se avrebbe portato ad un reincarico al governo del monarca nella vita nazionale. Dire quindi che le dimissioni sono un salto nel buio mi pare sia un discorso che, nella sostanza, lascia il tempo che trova e, soprattutto, non è esatto.
Intanto ci sono cinque inquisiti che, a nostro avviso, non hanno la facoltà politica di poter ulteriormente reggere la Giunta, perch altrimenti diventa la Giunta degli inquisiti. Dopo le loro dimissioni si vedrà. Noi ipotizziamo anche (ci sono meno di venti mesi di legislatura perché la legislatura cesserà nel marzo 1995) che possa esserci una Giunta di salute pubblica, una Giunta che si arrocchi attorno alle poche cose che si possono ancora fare, nell'interesse del Piemonte, negli ultimi venti mesi di legislatura.
Riteniamo che siano doverose le dimissioni, però non abbiamo presentato un ordine del giorno, perché lo avevamo già presentato in passato e sappiamo benissimo che se la maggioranza vuole, sia pure con i voti determinanti degli inquisiti, si può arroccare a sostenere se stessa.
Ho parlato di dimissioni, ma sarebbe molto più appropriato il discorso delle elezioni anticipate, perché c'è anche un altro problema (con questo anticipo, brevissimamente, quanto diremo in sede di discussione sul bilancio): il problema di delegittimazione non è un'invenzione strumentale delle opposizioni; parlo di delegittimazione perché stando alle proiezioni (la proiezione - un fatto noto ed arcinoto - è una specie di neologismo che viene attuato da pochi anni immediatamente dopo un'elezione) delle elezioni del 6 giugno 1993 di Torino, Novara e Vercelli, esse portano, se proiettate su Palazzo Lascaris, a far scomparire il Gruppo socialista e a ridurre al lumicino il Gruppo della Democrazia Cristiana; anche questo fatto, unito a quelli che ho già accennato, dovrebbe essere motivo - di per sé solo necessario - sufficiente per arrivare alle elezioni anticipate. Non vogliamo arrivare a quello? Quanto meno arriviamo alle dimissioni e poi si vedrà che cosa si potrà fare, anche se, in questo caso, si darebbe almeno un buon segnale verso l'esterno che si vuole, più che rinnovare, lasciare e buttarsi alle spalle il passato, con particolare riguardo a quel passato che si riferisce alla malasanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Gentile Presidente e colleghi: Asti, Chivasso, ma non basta! C'è Arona Torino IV, Verbania, Domodossola, Orbassano, Borgomanero, Pinerolo ed Alessandria.
Una domanda all'Assessore alla sanità: quante sono le UU.SS.SS.LL del Piemonte in cui non sono arrivati i Carabinieri e la Magistratura a sequestrare i documenti? Quante decine sono state, non solo le denunce, ma le condanne? Condanne a livello di funzionari, mi si dirà, a livello di dipendenti che devono tuttavia essere controllati da pubblici amministratori.
Queste sono le cose di cui bisognerebbe parlare, cominciando con il fare i numeri in quest'aula: Democrazia Cristiana e Partito Socialista Italiano in primis e un po' di briciole agli altri; essi si sono spartiti la sanità che è stata così oggetto di una spartizione di incarichi politici amministrativi per scelte politiche sulle quali lei, Brizio, ci mentì più volte, apertamente, in questo Consiglio regionale, dicendo che non erano scelte politiche quelle riguardanti gli amministratori straordinari e invece erano tutte scelte politiche, dal primo all'ultimo, con i risultati che si sono visti.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non ho mai mentito e te lo dimostrerò.



ZACCHERA Marco

Benissimo, prendiamo atto che sono state scelte non politiche (qualche volta abbia un po' il senso dell'umorismo, Brizio!). I Comitati di gestione sono stati scelti dai Comuni, dai partiti politici e alla stessa maniera sono stati scelti i Comitati dei Garanti, quindi non si tratta solo di una spartizione politica della sanità, ma anche di una spartizione di incarichi tecnici e di progettazione.
Certo, Savoino era il "principe", ma dietro a Savoino c'era una truppa di mantenuti a corte che poi rosicchiavano ciascuno la loro parte e le UU.SS.SS.LL. cioè la Regione e tutti i cittadini, pagavano e pagano, la spartizione delle opere pubbliche di progetti come Asti insegna, dove la costruzione degli ospedali raggiungeva la raffinatezza della corruzione addirittura a livelli nazionali, per fare leggi e articoli di legge che già si sapeva non sarebbero mai stati finanziati ed attuati, come è in realtà accaduto, ma che permettevano la corruzione già soltanto nella distribuzione degli incarichi per costruire castelli di sabbia.
Aperte spartizioni di tangenti, a livello di miliardi, per pagare la campagna elettorale degli onorevoli dei partiti che, qui dentro rappresentano la maggioranza del Consiglio regionale: La Ganga, Garesio Lega, Goria, ecc.; le partite aperte, Assessore alla sanità, l'Elisoccorso e l'inquinamento corruttivo con le responsabilità personali del Presidente della Giunta, nella vicenda, per esempio, dei lettori ottici.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Cosa c'entro io con i lettori ottici?



ZACCHERA Marco

C'entra, Presidente! Sono convinto che dei lettori ottici ne parleremo davanti al Magistrato.
Un anno fa Tangentopoli era da tempo scoppiata a Milano e si diceva: "Eh, Torino è un'altra cosa!". Certo, Torino rischia di essere anche peggio: lo scandalo IACP coinvolge il Partito repubblicano e lo IACP regionale del Piemonte rappresenta, in proporzione, il più grosso buco negli scandali dell'edilizia pubblica in Italia.
A questo punto è inutile insistere, è perfettamente inutile insistere ed io non chiedo più le dimissioni: tre Consiglieri sono mancati perch sono finiti in galera e gli inquisiti, per reati di amministrazione, sono cinque; il loro voto è determinante. Ma queste cose le abbiamo già dette ed io non le presento più, Presidente, le richieste di dimissioni, mi limito a fare qualche anticipazione: ho notato che l'Assessore Cantore, per altro anche amico, è stato interrogato questa settimana dalla Magistratura infatti abbiamo visto la sua foto dopo l'interrogatorio con Corsi e siccome porta male farsi interrogare da Corsi faccio gli auguri all'Assessore Cantore.
La settimana scorsa l'Assessore Fiumara, nel dibattito sull'agricoltura, non mi ha detto quando e che cosa la Guardia di Finanza ha sequestrato all'interno dell'Assessorato all'agricoltura; mi risulta che il fascicolo, nel frattempo, sia sul tavolo del Sostituto Procuratore Ferrando della Procura di Torino.
Staremo a vedere perché, come si dice, ad un certo momento dell'anno maturano le nespole e alcune cose, degli anni scorsi e in parte ancora perduranti, matureranno anche nel settore dell'agricoltura del Piemonte e nella Giunta regionale del Piemonte.
Non mi rivolgo più alla Giunta regionale, perché tanto è inutile, mi rivolgo alle persone, ai singoli Consiglieri di maggioranza di questo Consiglio regionale, uno per uno: colleghi, dov'è il vostro coraggio, dov'è la vostra dignità di espressione politica popolare? Ciascuno di noi e ciascuno di voi è stato eletto con il voto della gente. Voi ritenete che la gente che vi ha chiamato a sedere in questo Consiglio voglia che si continui ad amministrare così questa Regione? Io ritengo che, in un qualsiasi momento (senza entrare nel merito del giudizio, che non compete a noi e con il massimo rispetto alle persone), la sospensione l'autosospensione, da Capogruppo di Picchioni, sarebbe stata un atto di coraggio e doveroso; poi, se la Magistratura lo renderà colpevole, si dimetterà, se invece sarà innocente, ritornerà nella pienezza delle sue funzioni.
Colleghi di maggioranza, siete già colpevoli di un reato grave, un reato morale, quello di omissione di coraggio, ma che il vostro silenzio troppo volte ripetuto davanti a queste cose, non diventi qualcosa di peggio: aperta complicità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Grazie, Presidente. Avrei preferito intervenire dopo aver compreso meglio la situazione dell'USSL n. 39, ma, purtroppo, devo dire che la comunicazione dell'Assessore Vetrino non ha fatto molta chiarezza e non ha portato fatti nuovi.
Ciò che rilevo è che non ero al corrente dello spessore degli atti della Commissione amministrativa.
Pertanto mi riservo di prenderne visione in seguito per comprendere quali sono gli effetti della malasanità sulla nostra struttura sanitaria regionale.
Comprendo l'intenzione del collega Picchioni, che è parte in causa in questa vicenda, di poter intervenire in ultimo, quindi mi trovo costretto ad intervenire in questa fase per esprimere alcune considerazioni: che l'irregolarità degli appalti per la ristrutturazione dell'Ospedale di Chivasso fosse evidente, non c'era bisogno che lo ricordassimo oggi, quando noi, come Gruppo della Lega Nord, abbiamo dovuto scegliere tra la presentazione di un'interrogazione così come hanno fatto i colleghi dei Verdi, del PDS e, se non erro, anche di Rifondazione Comunista, e la scelta di un'altra strada sapendo quali sono solitamente l'effetto e i tempi di risposta alle interrogazioni. Abbiamo dovuto scegliere la via dell'esposto alla Magistratura.
Esposto alla Magistratura prodotto dal mio collega Marino Bertolino Capogruppo al Consiglio comunale di Chivasso, una scelta che tuttavia mi ha profondamente rammaricato, perché io nella funzione di questo ente ci credo. In caso contrario, avrei già preso la porta e me ne sarei andato.
Però ho la profonda convinzione che gli organi elettivi di questa Regione non siano assolutamente in grado di affrontare e di risolvere i problemi del malgoverno, questo come molti altri. Questo perché? Perché rientra nella logica spartitoria dei partiti che compongono la maggioranza, la lottizzazione di appalti, le direzioni di UU.SS.SS.LL., la direzione di lavori di tutto quanto comporta finanziamenti pubblici ed esborso di pubblico denaro.
E' proprio sulla base di questa amarissima considerazione che non comprendo l'atteggiamento dei colleghi del PDS che mi hanno preceduto. Non penso sia possibile una bonifica della sanità o di qualsiasi altro campo specifico di interesse regionale con l'apertura di un confronto propedeutico alla formazione di una nuova maggioranza, di una nuova Giunta proprio perché il dramma di questa nostra assemblea è che, moralmente, non siamo più in grado di comprendere e di rappresentare il paese civile. La nostra morale non è la morale della gente che ci ha eletti.
Dobbiamo prendere drammaticamente atto di questa realtà, e non credo nemmeno più sia il caso di chiedere, richiedere e di perorare la causa delle dimissioni del Presidente Brizio. Il Presidente Brizio fa quello che deve fare, cioè il suo mestiere, rappresenta gli interessi del suo partito della sua parte e fa tanto bene a restare lì, ma siamo noi Consiglieri che dobbiamo assumerci la responsabilità e sollecitare lo scioglimento del Consiglio, foss'anche per intervento del Presidente della Repubblica.
Noi non siamo più in grado di gestire i problemi della nostra Regione perché non rappresentiamo più niente e più nessuno, e quindi questo è il primo atto di una storia che per tre giorni ci terrà in quest'aula: la necessità di rendere il mandato agli elettori senza aspettare, perché non possiamo materialmente aspettare una riforma elettorale che è ancora molto lontana, perché non si è ancora neanche aperto il dibattito sulla riforma del sistema elettorale delle Regioni.
Quindi, colleghi del PDS e della minoranza, non c'è la possibilità secondo me, di aprire alcun confronto, perché non c'è la possibilità con questa assemblea di affrontare i problemi del Piemonte.
Un rapido ricorso alle elezioni sarà l'unico sistema per ridare capacità propositiva e programmatica alla Regione Piemonte, e per non far perdere definitivamente quel minimo di credibilità che l'istituzione ha ancora presso la gente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, le cose che sono state dette non sono nuove. Quello che c'è di nuovo nel dibattito odierno è una forte carica di ambiguità. Non mi pare infatti di avere raccolto molti elementi di riscontro e di risposta dalla comunicazione dell'Assessore in ordine all'Ospedale di Chivasso. Non ho sentito molto, se non elementi di carattere generale. Quindi, qui sta l'ambiguità: utilizzare degli strumenti propri per ottenere degli obiettivi peraltro legittimi, ma impropri rispetto allo strumento. Devo dire che è da rifiutare totalmente, rispetto ad un obiettivo legittimo, che ci si può porre in un'assemblea, della modifica di rapporti di forza, del superamento di una maggioranza e di un governo, il fatto di utilizzare la questione del collega Picchioni. E' improprio e non pongo neanche una questione di gusto, perché io non dico che non si debba parlare, l'importante è che ci si parli nella sede e nei tempi adeguati. Quindi, la vicenda Picchioni va vista per quello che è visto che avete voluto chiamarla con nome e cognome.
Non considero quello della DC un atto che mi coinvolge più di tanto, ma se mi coinvolge devo dire che mi coinvolge in termini positivi e in termini negativi. Non nego sicuramente che con l'uso che si fa dei mass-media possa essere un elemento che mi coinvolge in termini negativi, perché faccio parte di una maggioranza in cui un Presidente di Gruppo ha un avviso di garanzia; ma, paradossalmente, mi coinvolge anche positivamente, perché non possiamo giocare su due tavoli ed invocare la libertà della Magistratura e l'innocenza del cittadino fino alla conclusione sulle bandiere, e poi sui tavoli di lavoro usare un altro metro. Non è corretto.
Il Consigliere Picchioni risponderà di fronte alla Magistratura, di fronte alla sua coscienza, di fronte al rispetto di noi tutti, delle dichiarazioni che ha fatto, rispetto alle quali la DC si è determinata essa stessa in un certo modo. Io non ho niente da imparare da uno che dice in Consiglio regionale che è gravissimo essere coinvolti. L'essere coinvolti non si offre a nessun aggettivo e nessun avverbio, si è oggettivamente coinvolti. Non è gravissimo, sarà gravissimo quando si scoprirà che le ragioni per cui si era coinvolti esistevano, o se il giudizio è avvenuto e se le cose erano gravi. Potrà invece essere stato gravissimo il fatto di essere stati coinvolti senza avere alcuna responsabilità. Si può essere gravemente coinvolti per avere commesso dei gravi fatti, e si può essere gravemente coinvolti perché si pagano dei prezzi, come sicuramente paga il collega Picchioni, rispetto a questioni ancora da accertare.
Poi, consentitemi, se questo è un principio, c'è anche l'altro, quello della libertà della Magistratura. La libertà della Magistratura e l'indipendenza significa la estraneità. Nessun magistrato, a mio modo di vedere, deve essere messo nelle condizioni di riflettere rispetto all'esercizio di un dovere che ha, cioè l'emissione di un avviso di garanzia, sulle conseguenze che questo atto può comportare rispetto alle istituzioni. Deve considerarlo un fatto assolutamente neutro e neutrale dal quale non deve essere condizionato. Se invece va avanti questo meccanismo per il quale l'avviso di garanzia viene considerato un fatto che comporta delle conseguenze sui governi e sulle istituzioni, un giorno o l'altro dovremo immaginare che il potere giudiziario, non il singolo giudice, si porrà il problema se un potere dello Stato può incidere più di tanto su un altro potere, che è quello legislativo ed esecutivo. Esistono anche questi tipi di problemi. A mio modo di vedere la non automaticità tra fatti e conseguenze è del tutto fisiologica. Non dico di più, perché non voglio essere partigiano anche per un riguardo al collega Picchioni.
Detto questo, devo aggiungere che abbiamo il bilancio sul quale ragionare in ordine alla vera questione. Non si capisce perché su questa vicenda debba essere introdotta la legittimazione di questa Giunta giustamente, come ha detto qualcuno, è forse di più la legittimazione di questo Consiglio. Ma - ha detto bene Vaglio la legittimazione a questo punto deve essere più il Consiglio a costruirla che non la Giunta, la Giunta è la conseguenza in una capacità del Consiglio di proporre, di elaborare, di introdurre, di avviare, di stimolare, e la Giunta la gestisce. In un momento straordinario come questo le forze politiche nel loro complesso hanno la capacità di interpretare l'esigenza di sapere gestire un momento di transizione delicatissimo che richiede la capacità di inventare. Noi non siamo nuovi, ma dobbiamo avere la presunzione e la capacità di inventare il nuovo, altrimenti dobbiamo lasciare il posto ai nuovi. La novità ci vuole, la novità non è soggettiva né oggettiva normalmente è l'insieme delle due cose. Nel caso nostro il nuovo deve essere tutto oggettivo e sta quindi nella forza e nella capacità delle forze politiche di proporre, di introdurre. Certamente sembra inadeguata la risposta della collega Vetrino in ordine alla vicenda di Chivasso perch notarilmente fa presente che le decisioni sono di competenza di altri livelli. Certamente è inadeguata rispetto al sentire di oggi, non è inadeguata rispetto al sentire e alla cultura che ha prodotto quelle norme e quelle procedure.
Quindi, a mio modo di vedere, se posso lasciare una riflessione agli amici colleghi per le vacanze estive è quella di immaginare che tipo di contributo possiamo dare a settembre a questa istituzione non tanto nel costruire una nuova Giunta e una nuova maggioranza, quanto per dotarci di strumenti affinché rispetto alle questioni ci possiamo atteggiare in modo nuovo e non ripetitivo. Il modo ripetitivo è inadeguato rispetto ad un'attenzione diversa dei cittadini nei confronti di queste cose, ad una sensibilità diversa rispetto a due vicende che abbiamo già vissuto: una istituzionale, l'elezione diretta del Sindaco di Torino che ormai comincia a pesare sul piano del potere dei ruoli delle istituzioni, il fatto politico che sicuramente le forze politiche che noi rappresentiamo non hanno più il consenso e la rappresentanza; l'altra, il fatto fortemente significativo che sicuramente Tangentopoli ha messo in discussione (lo si chiami o no) non un regime, ma un pezzo della storia del nostro Paese. Non vorrei essere immediatamente spellato vivo, ma a me risulta che negli Stati Uniti non c'è la partitocrazia perché non ci sono i partiti, ma quando arriva il Presidente nuovo degli Stati Uniti cinquemila grandi commis cambiano di campo e sono commis del nuovo Presidente.
Non si può immaginare, colleghi Consiglieri, che un sistema di governo e quindi di potere o istituzionale viva di vertici che non hanno nessuna presenza sul territorio e nel corpo dell'istituzione della società. Non scherziamo, non è così! Qualunque sistema si radica ed è presente, si infiltra (ognuno usi il termine che crede rispetto alla sua sensibilità) nella società che deve governare. Il partito unico aveva questo sistema con un unico colore: il sistema pluralistico si chiamava così, una volta aveva una presenza pluralista, è diventata lottizzazione. Ascolto adesso che il Comitato di gestione era la trasposizione delle maggioranze e delle assemblee dei Sindaci all'interno del governo della sanità. Quella legge non l'ho fatta io, né l'hanno fatta i liberali! Anzi, sicuramente i liberali di questi tempi non hanno titoli da vantare; per quanto posso chiedo scusa ai colleghi e ai cittadini per quello di cui siamo responsabili, ma non è immaginabile che, se la legge è ipotizzata nel Comitato di gestione dei Comuni che è l'espressione dei rapporti di forza della società, alla fine non produca questo.
Ritengo che dobbiamo recuperare la misura nell'approccio ai problemi rispetto verso noi stessi; poi parlerà il Consigliere Picchioni e mi sembra indelicato entrare sulle questioni personali. Però mi disturba un po'. Sarà perché io ho avuto la fortuna invece di vivere un'esperienza esattamente eguale e contraria a quella che vive Picchioni. Dobbiamo riflettere se in cinque anni della nostra storia un Capogruppo rinviato a giudizio (non che ha avuto un avviso di reato, non che ha avuto un mandato di comparizione ma rinviato a giudizio) è stato eletto Assessore in questa Regione. Devo dire, nel rispetto di tutti, che quel Capogruppo era il sottoscritto, ero io. Cinque anni dopo un collega Capogruppo viene criminalizzato perché il suo partito gli chiede di rimanere a capo del proprio Gruppo. Vuol dire che è avvenuto qualcosa, amici, non soltanto nell'istituzione, non soltanto nella storia, non soltanto nei nostri rapporti di forza, ma anche nel pudore che ci vuole nell'affrontare talune situazioni. Il pudore è quella capacità di vivere le cose con misura, non chiudendole.
Mi sono permesso di esporre questo confronto in termini di amicizia nei riguardi del collega Picchioni, non di solidarietà perché in questo caso non c'entra niente. L'amicizia è un sentimento e una relazione, la solidarietà è solidarizzare rispetto a qualche cosa, io non devo solidarizzare con nessuno. Purtroppo questi termini non possono influire n più, né meno di tanto rispetto alla vicenda personale. Devo però registrare che in quattro o cinque anni è avvenuto questo, e deve anche essere detto che questo è avvenuto non solo perché c'è stata Tangentopoli, ma anche perché si è imbarbarito molto il costume dei rapporti fra cittadini a tutti i livelli. Questa mattina si è citata per l'ennesima volta l'USSL di Susa.
Va benissimo, c'è qualche giornalista dietro che ascolta, io spero che ascolti anche quello che ha scritto che un cittadino, che ha ricevuto un avviso di garanzia, avrebbe corso in una campagna elettorale con altri soggetti, e con il meccanismo della preferenza plurima avrebbe potuto sostanzialmente favorire qualcuno. Si dà il caso che - per quanto ne so io l'amico Monti (che è degnissima persona, non conosco le sue vicende di questa natura) non si è candidato alla Regione, era candidato in un Comunello, Caprie. Allora mi resta difficile capire con quale tipo di percorso si possa immaginare che attraverso la preferenza plurima...



(Interruzioni in aula)



MARCHINI Sergio

Siccome questo discorso era riferito chiaramente ad un Consigliere regionale, tu mi devi spiegare come, per poter trasferire dei voti attraverso la preferenza plurima - perché questo c'è scritto sul giornale e beneficiare qualcuno attraverso la preferenza plurima, bisogna essere candidati presso la stessa istituzione nella stessa lista. Mi rendo conto che esco un po' dai limiti.
Ritengo che noi dobbiamo avere la capacità di costruire il nuovo sapendo che siamo vecchi o comunque non nuovi. E non è cosa da poco, e per poter fare questo dobbiamo recuperare una grande fiducia e un grande rispetto di noi stessi. E devo dire che, rispetto a questo, l'approccio alla vicenda del collega Picchioni mi sembra non un passo avanti, ma un passo indietro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Sono d'accordo in pieno con il mio Capogruppo; volevo semplicemente aggiungere un particolare. Quando l'attuale Assessore - nel quale avevo la massima speranza e spero di poterla conservare - e la Giunta proposero poco tempo fa la delibera con la quale invitavano le UU.SS.SS.LL. "a controllare con attenzione le proprie delibere e i propri contratti", io avevo proposto di aggiungere dopo la parola "attenzione" la seguente frase: "con la diligente e fattiva collaborazione della Polizia e della Magistratura", che aggiungo, anche se è ovvio - sono organi legittimi dello Stato, non siamo in dittatura. La mia proposta era stata rifiutata e quindi avevo votato contro. Naturalmente c'è sempre qualcuno che non è fortissimo in fatto di logica e dice: "così avremmo uno Stato di polizia", invece sarebbe esattamente il contrario, perché - questo lo dico da parecchio tempo - se noi prevenissimo gli illeciti non avremmo più il gravissimo carico di doverli reprimere in seguito, quindi con processi e danni enormi. Il male non solo nel campo sanitario della salute personale, ma in tutti i campi del vivere civile, deve essere prevenuto. Ecco perché dico che ci vorrebbe continuamente l'intervento della Polizia e della Magistratura, soprattutto per l'applicazione, perché noi paradossalmente possiamo fare talvolta perfino delle leggi giuste, ma se l'applicazione è profondamente ingiusta cioè è inquinata da fatti di malcostume, ecco che non solo il Consiglio regionale e la Giunta, ma tutta l'istituzione ne soffre, istituzione che corrisponde invece alle necessità primordiali e fondamentali (le Regioni sono le vere nazioni: la Nazione Piemontese, lombarda ed altre, come ho già detto più volte; lo Stato italiano è stato creato con la violenza: ad un certo momento a un re o a un capo di governo faceva comodo ed allora si è formato uno Stato, non solo il nostro, la maggior parte dei grossi Stati europei è stata fatta così, non parliamo poi del Terzo Mondo dove gli Stati sono stati creati con il tiralinee) e deve ovviare a questi danni! Ecco perché ci vuole la prevenzione da parte della Polizia e della Magistratura! Ogni volta che si decide qualcosa bisogna vedere come viene eseguita. Se non faremo così penso che purtroppo ben pochi Consigli si salveranno.
Tutto questo è legato naturalmente al permissivismo, ad interessi che sono esattamente il contrario di quello che dovrebbe essere controllato da Polizia e Magistratura, quindi è chiaro che devo tornare alla conclusione del mio Capogruppo, cioè che senza un ricambio fondamentale e un ritorno ai valori, che vuol dire un ritorno alla severità, grande severità, non riusciremo mai a vincere questa enorme corruzione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Innanzitutto ringrazio i Consiglieri già intervenuti e l'Assessore per la sua risposta. Si tratta di una comunicazione e questo è un dato positivo dal momento che consente a tutti i Consiglieri di poter esprimere il proprio pensiero. Se si fosse trattato di un mero rapporto tra Assessore ed interroganti questo discorso sarebbe rimasto chiuso, quindi il fatto che si sia scelta la strada della comunicazione ha dato la possibilità di avviare un dibattito, seppur breve, comunque interessante.
Ringrazio in modo particolare il Consigliere Marchini per quanto è stato chiaro nel suo intervento.
Tanti interventi, tante idee, tanti problemi emersi. Il collega Calligaro ha detto che non vuole essere un profeta, ma rischia di trasformarsi - lo rischiamo tutti, anch'io sovente in questo periodo - in inquisitore. Rischiamo di trasformarci in inquisitori perché continuiamo ad avere la voglia di andare sempre oltre i confini, sempre oltre i fatti quasi per conoscere i responsi finali. Forse è importante che tutti impariamo a lasciare i compiti alla Magistratura, anche per rispetto della Magistratura stessa.
In questi giorni in particolare sento molto forte il problema del silenzio di fronte ai fatti che sono successi recentemente, i morti di questi ultimi giorni. Ho letto la lettera di Cagliari, provate a leggerla anche voi e a soffermarvi sull'ultima frase, estremamente bella ed interessante, nella quale mette a nudo se stesso di fronte ai fatti che stanno avvenendo.
Esistono trame corruttive, sistemi di controllo della sanità? Sono tanti gli elementi che forse tutti quanti abbiamo in mente, che abbiamo visto e che portano a conclusioni a volte affrettate e facili. L'Assessore Vetrino stessa questa mattina diceva che si sente costantemente pressata dal fenomeno e lei stessa si propone di creare delle condizioni per evitare il manifestarsi di situazioni incontrollabili.
Se esisteranno motivi per Chivasso sarà giusto che i fatti vengano alla luce e che i colpevoli siano inquisiti. Questo è un dato certo, nessuno di noi vuole toglierlo.
Il nostro Capogruppo Picchioni, quasi innominabile per molti oggi l'abbiamo sentito totalmente estraneo e ha trovato da parte del Gruppo democristiano la piena solidarietà. Forse è la prima volta - questo è un dato importante che dobbiamo sottolineare - che un Gruppo politico prende posizione nei confronti di atti, di esposti, di denunce, verbali o scritte che non hanno ancora avuto un responso e lo ha preso per la prima volta il nostro Gruppo nei confronti del suo Capogruppo. Picchioni ha rassegnato le dimissioni, il Gruppo ha ritenuto non solo di respingerle, ma di ridare fiducia ad un uomo che fino ad oggi è stato il conduttore, l'interprete politico del Gruppo stesso. Lo abbiamo fatto in modo molto semplice con un comunicato che tutti penso abbiate letto: "Il Gruppo regionale della DC ha esaminato nella seduta odierna la situazione creatasi con la comunicazione di avviso di garanzia al Capogruppo Picchioni. Dopo ampia relazione ha riaffidato al Gruppo il suo mandato; i Consiglieri regionali della DC hanno apprezzato la pronta e totale disponibilità manifestata e nel rinnovargli la convinta fiducia ne hanno respinto all'unanimità le dimissioni".
Questo è quanto avvenuto, un dato per noi importante.
Certo, le nostre convinzioni sono state sulla credibilità, sulla responsabilità che il Capogruppo ha avuto come persona, come immagine, e siamo convinti della sua estraneità. Non può certo tradirci perch tradirebbe l'intero Gruppo. Non si è mai - crediamo - occupato di appalti e della gestione dell'USSL di Chivasso. Ha fatto un nome, Albanese, ma quanti all'interno di quest'aula possono dirsi estranei al fatto di aver espresso dei nomi per le UU.SS.SS.LL.? Credo che tutti quanti lo abbiamo fatto nessuno può tirarsi indietro su questo. Tanto più credo che su questo fatto la Giunta non possa essere tirata in ballo per richiederne le dimissioni ogniqualvolta si presentano problemi come questo. Non c'è arroganza, Riba credimi.
Come non c'è - credo un referente del patto DC-PSI; non possiamo a tutti i costi scovarlo e tirarlo fuori. La dichiarazione di Maccari successiva al suo arresto, non ha portato ad altri fatti; non esiste forse un referente del patto DC-PSI. Se non esiste credo sia impossibile tirarlo fuori e non credo neanche che il Presidente Brizio abbia la sfera di cristallo per poter ogni tanto guardare dentro e trovare la soluzione a queste cose.
Il "nuovo" - collega Maggiorotti non riguarda soltanto la DC, ma tutti i partiti e tutta la politica, riguarda veramente tutti quanti noi.
Di malasanità ci siamo occupati in questi mesi e se una piccola profezia c'è stata, credo importante, è stata quella della Commissione d'inchiesta che ha consentito alla Giunta di poter continuare il suo lavoro. Di fronte alla vicenda Maccari, la Giunta avrebbe avuto grosse difficoltà senza la Commissione d'inchiesta che ha svolto un lavoro costruttivo, di analisi, ma anche di proposte. Mi auguro che molto presto in quest'aula si faccia il dibattito sui risultati emersi dal lavoro della Commissione d'inchiesta. Risultati che sono importanti e che potranno ridare credibilità perché possono tracciare delle strade nuove sulla sanità, sul riordino delle UU.SS.SS.LL., sul prossimo Piano socio-sanitario regionale.
Il primo obiettivo, per tutti quanti noi, credo sia una risposta alla gente per creare le condizioni per ridare fiducia. Ed è proprio sulla omissione di coraggio che il Consigliere Zacchera non può avere ragione forse c'è più coraggio oggi in questa Giunta a rimanere e a combattere una battaglia anche se può sembrare ancora perdente, ma necessaria per mantenere un governo. Se si creeranno nei prossimi mesi delle condizioni per maggioranze diverse, per governi diversi, purché ci sia la possibilità di governare in modo saggio e sapiente questa Regione, saremo tutti quanti pronti su quella strada.
Mai come in questi mesi sento che la morale non è mai certezza. Per me la morale è mettere insieme, ogni giorno, tante incertezze quotidiane mentre sempre di più trovo gente che ha tante sicurezze, tante certezze, e le pone quasi come fatti morali. La mia morale quotidiana, invece - lascio questa mia riflessione a tutti quanti voi - è mettere insieme le tante incertezze dei tanti fatti che ogni giorno vengono fuori, per cercare in qualche modo di trovare chiarezza e una linea morale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Credo che l'evidenza dei fatti sui quali discutiamo - Chivasso, ma non solo - superi qualsiasi immaginazione. L'USSL di Chivasso, che come è stato ricordato è stata oggetto di interrogazione circa un anno fa, conferma che pochissimo si salva nella gestione della sanità, e in questo senso davvero la malasanità supera qualsiasi nostra - passata certamente, ma io temo anche futura - capacità di lettura. Va oltre. I fenomeni di malgoverno sono diffusi. Credo che la Commissione d'inchiesta - senza volere aggiungere nulla a ciò che è stato detto come conclusione di quella Commissione - sia davvero un arricchimento ed anche un insegnamento per ognuno di noi Consiglieri regionali, per capire fino a che punto si può malgovernare.
Ancora una volta è stato dimostrato, con dati peraltro probanti e credo non discutibili, che qualcosa si è rotto, qualcosa non va più e che è necessario cambiare.
Credo che non si tratti solo di malasanità e di malgoverno; si tratta anche di cattiva gestione diffusa che è stata tollerata in tanti anni dalla Giunta regionale, e in parte dal Consiglio regionale. Si tratta di omissioni di ciò che chi era preposto doveva fare, a danno completo dei servizi pubblici.
Credo che ognuno di noi che oggi si rechi in una struttura sanitaria non possa far altro che rendersi conto dei danni e dei disservizi causati da questi anni di malgoverno e di accettazione di cattiva gestione. Mi permetto inoltre di dire che altrettanto vergognoso è il fatto che UU.SS.SS.LL. che dipendono dalla Regione Piemonte si permettano di non rispondere alle sollecitazioni e alle richieste della Giunta regionale e del Consiglio regionale.
E allora ci siamo chiesti - e io pongo il quesito ai Consiglieri da chi questi dirigenti di UU.SS.SS.LL., questi amministratori si sono sentiti finora tutelati? Perché ostentano in questo modo la certezza dell'impunità? Di fronte a domande di questo genere, alle quali non riesco pienamente a dare risposta, ma sulle quali continuo a meditare e ad approfondire, credo sia davvero il momento di dire che ciò che oltretutto è odioso insopportabile - e mi auguro lo sia per tutti - è il fatto che si sia lucrato. E l'esempio viene dal Governo nazionale, e qui davvero un po' di esercizio di modestia e di umiltà da parte anche di alcuni di noi varrebbe la pena. L'esempio di malgoverno viene dal Governo nazionale e ciò che è odioso è il fatto che in questi anni, pur ostentando a parole progetti di risanamento e di recupero della sanità nel nostro Paese, in realtà si sia invece lucrato sulla salute della gente.
Credo che non facciano quasi più notizia, a livello regionale così come in parte a livello nazionale, episodi di malasanità. Ma questo è grave perché credo che ognuno di noi, a cominciare da noi Consiglieri regionali dovremmo ribellarci, non accettare episodi sui quali stiamo discutendo da mesi in questo Consiglio; ribellarci anche ai tanti piccoli episodi di arroganza, di incapacità e di malgoverno diffusi a livello di territorio e di gestione della sanità nel nostro Piemonte. E' quindi d'obbligo per tutti dare una dimostrazione tangibile di voler cominciare a voltare pagina. E aggiungerei subito: "non è che abbiamo molto tempo".
Come Regione Piemonte, vogliamo fare questa scelta? Come la vogliamo fare? Con chi la vogliamo fare? Direi che sul come, sicuramente voltando pagina, compiendo un atto coerente di azzeramento di una maggioranza che consapevole o inconsapevole si è trovata e si trova coinvolta in tante e troppe faccende a dir poco "poco onorevoli".
Non credo che il non volersi dimettere sia da parte di tutti l'esercizio di un atto di arroganza, ma certamente, Presidente della nostra Giunta regionale, un atto di grave insensibilità. Cambiare, avere il coraggio di cambiare, questo sì mi pare necessario e indispensabile, non arroccarsi a difesa di qualcosa che non c'è più, e che è la moralità l'onorabilità, la difesa di un'istituzione che secondo me vale ancora di tentare.
Cambiare, avere il coraggio di cambiare è l'unica possibilità che ancora viene offerta a questo Consiglio regionale per dimostrare - e lo dico davvero coinvolgendo tutti - che non siamo qui arroccati a difendere la nostra presenza, ma che, senza venir meno al mandato affidatoci dai nostri concittadini e dagli elettori nel 1990, esistono in questo Consiglio non solo corrotti o presunti tali, ma uomini, idee, capacità per giungere al termine di questa legislatura con dignità. Questa è una scelta che giudico coraggiosa, ma altrettanto necessaria e indispensabile, dovuta nei confronti dei cittadini piemontesi.
Con altrettanto coraggio bisogna avere la forza di andare oltre gli schieramenti, oltre le prevenzioni tra Gruppi e persone, su che cosa e per che cosa. Credo valga ancora la pena di fare questo tentativo, di cercare davvero uomini, idee, capacità, onestà che esistono in questo Consiglio per tentare di governare, fino al termine di questa legislatura, i problemi grossi che abbiamo di fronte e che non possono essere elusi. Uno certamente è quello della sanità, che è grave, drammatico, ma anche quello dello sviluppo e dell'occupazione non sono certo meno importanti. Non credo sia coraggio il far finta di niente, come non lo è, a parer mio, quello di abbandonare, di dimettersi, di lasciare prima di avere responsabilmente vagliato fino in fondo le possibilità di garantire al Piemonte, in questo momento che io reputo eccezionale nel bene e nel male, un governo che sia degno di questo nome.
La vicenda dell'USSL di Chivasso, che ci offre l'occasione per fare queste riflessioni, è forse poca cosa rispetto a ciò che abbiamo saputo e che sappiamo e a ciò che intravediamo ancora sommerso, purtroppo. Credo però che questa vicenda contribuisca a far straripare il vaso della sopportazione, per l'accettabilità di questo governo della Regione Piemonte.
Altri sono i segnali che vanno dati, altri sono i segnali che responsabilmente, con coraggio - ripeto - bisogna assumere attraverso decisioni urgenti, necessarie e improcrastinabili. Per questo credo che Chivasso diventi, questa mattina nella nostra discussione, un caso emblematico che fa dire che davvero bisogna cambiare pagina radicalmente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, devo alla gentilezza e alla sostanziale correttezza di questo Consiglio una risposta. Lo devo con ampia serenità da parte mia ma con altrettanta amarezza nei confronti di una Giunta che inconsapevolmente e - credetemi - incolpevolmente ho collaborato a mettere in difficoltà.
Vorrei raccogliere le parole ultime della Consigliera Bortolin, per quel tanto di positivo e costruttivo e per quel tanto di speranza che esse racchiudono, ben sicuro che voi non mi considererete, in questa circostanza, un improvvisatore del nuovo corso politico. Vorrei chiedere al di là delle strumentalizzazioni che ognuno di noi può fare in questa vicenda: cosa serve oggi strumentalizzare se tutti quanti stiamo cercando di costruire qualcosa? Se tutti quanti, oggi, non ci preoccupiamo da dove veniamo, ma dove arriveremo. Se, in sintesi, le emergenze, i condizionamenti esterni, le varie difficoltà istituzionali economiche politiche e giudiziarie sono un correttivo a quella che potrebbe essere una lunga e stanca marcia per proporre, proprio per le implicite difficoltà che attualmente esistono, dei traguardi di cui tutti parliamo e che, forse siamo anche capaci di raggiungere.
Ma devo parlare di me stesso, non voglio parlare di politica. Devo parlare per quanto è stato detto stamane e per quanto non è stato detto per i teoremi che si sono fatti, sia pure in punta di penna, al di là delle visioni apocalittiche di Zacchera, per tutto ciò che sommerso non è venuto fuori, alla luce, stamane. Ma lo devo fare affidandomi alla mia coscienza in questo momento di verità totale, perché sto parlando al Consiglio regionale del Piemonte, per difendere e, certamente, conservare quella dignità e quel rispetto che al mio nome compete.
Ebbene, sul problema di Chivasso posso dire semplicissime cose: mai dico mai, e ripeto mai, mi sono interessato dell'alta, media e bassa amministrazione dell'Ospedale di Chivasso. Non mi sono mai interessato n di concorsi, né di appalti, né di gare, né di licitazioni; essi sono completamente al di fuori del mio mondo mentale.
A Chivasso ho lavorato per ventotto anni, ho gestito due Piani regolatori, l'inserimento della Lancia, ecc. Sfido chiunque, dai Verdi alla Lega Piemonte, a vedere, verificare e denunciare qualunque atto o qualunque tentativo di minima malversazione. Pertanto non ho mai partecipato né a patti, né a collusioni, né a complicità di nessun genere. Non ho mai preteso o richiesto nemmeno un filo di cotone dall'Ospedale di Chivasso.
Nei confronti dell'appalto dell'ospedale, sfido chiunque con ampia facoltà di prova - certamente dirò anche questo al magistrato a dimostrare contatti, intese o accordi di qualunque natura da me intrattenuti con imprese pubbliche o private, con qualunque amministratore pubblico o privato. Certo, uno può aver sentito che si faceva l'appalto, che qualcuno gestiva l'avant-progetto, ma questo non vuol dire assolutamente nulla perché noi, come uomini pubblici ed amministratori, non siamo nelle condizioni delle tre scimmie di non vedere, di non parlare e di non sentire.
La responsabilità di avere designato, Consigliere Calligaro, il prof.
Ciro Albanese - come amico ad Amministratore straordinario di una delle UU.SS.SS.LL. di Torino e provincia (è stato poi designato a quella di Chivasso una USSL di terza categoria, e ciò non era al massimo delle sue aspirazioni), viene da me assunta interamente non solo come capacità di designare una persona amica, ma come liceità (e l'ho ripetuto mille volte in questo Consiglio) di un partito politico di esercitare la facoltà "politica" di designare delle persone alle diverse responsabilità istituzionali.
Queste sono le cose che volevo riferire al Consiglio; ma devo fare anche una precisazione: quando il prof. Ciro Albanese (che è l'anti-eroe del trafficante, del mestatore, dell'intrallazzatore), esprimendomi qualche dubbio sulle procedure del concorso dell'Ospedale di Chivasso mi chiese di poter conferire con l'Assessore del tempo, lo incoraggiai ed egli and presso la segreteria di Maccari, ne parlò e gli fu consigliato di rivolgersi ad un esperto amministrativista di Torino, il prof. Barosio, dal quale ricevette conforto per la procedura seguita.
Questo è quanto so e questo è quanto devo al mio Gruppo e a voi, al Consiglio, che mi avete sollecitato, questa mattina, con accenti diversi ma che ritengo sostanzialmente corretti, un atto di sensibilità politica.
Un atto che ho preso nei confronti del Gruppo e mi dispiace, Calligaro, che tu abbia avvelenato, stamane, ciò che è stato un comportamento di limpida correttezza assolutamente non condizionato da nessuno, un comportamento spontaneo da parte dei miei diciotto colleghi del Gruppo della Democrazia Cristiana. Poc'anzi Peano ha letto le motivazioni del comunicato e la mia decisione di assumere le determinazioni finali.
Determinazioni che voglio esprimere qui, davanti a tutti voi, in quanto sono stati richiamati opportunità, stile e sensibilità. Ebbene, io dico davanti a questo Consiglio e ai miei colleghi di Gruppo, che la mia determinazione è quella di non esercitare le funzioni di Capogruppo fin quando queste non risulteranno assolutamente compatibili con le mie vicende processuali.
Quanto ha detto il collega Marchini è anche giusto, perché c'è un imbarbarimento in questi momenti di grande spaccatura del Paese, dove l'uomo è legato al pendolo misterioso, ma anche crudele, del dominio o della soggezione. E uno vorrebbe ribellarsi a quelle che possono essere le leggi della piazza; uno vorrebbe anche ribellarsi a quelli che sono i teoremi facili per i quali, date poche premesse, si arriva a determinate terribili conseguenze.
Ho ricevuto un avviso di garanzia che, come sapete, avrebbe dovuto essere un alto strumento di civiltà giuridica; in effetti, come ho sperimentato, è diventato uno degli strumenti di condanna a priori di sentenze inappellabili.
Ebbene, quando ho ricevuto questo avviso di garanzia mi sono ricordato forse come ha fatto il Consigliere Maggiorotti questa mattina - di alcune insinuazioni giornalistiche, dalle quali si sarebbe arrivati inevitabilmente a questa tappa dolorosa. Mi sono allora domandato quali erano i mandanti morali dell'insinuazione che si faceva, qual era il grado della loro intransigenza morale, qual era la loro specchiata onestà, qual era la loro inadulterata coscienza, qual era il livore sordido di una posizione politica che li rendeva incapaci di distinguere il reale dall'idea che del reale essi si erano fatti.
Ho scoperto così casualmente, per sentito dire, dalle chiacchiere di paese che in effetti alla base di tutto questo c'è una miserabile battaglia di topi e di rane e ci sono dei Barabba qualunque che per questioni di parcella, per questioni di piccole beghe da strapaese hanno giocato e stanno giocando sulla pelle altrui.
Queste cose da una parte mi confortano, ma dall'altra mi fanno reagire di fronte a quella che potrebbe essere effettivamente una soggezione un'omissione di coraggio - come ha detto il Consigliere Zacchera stamane perché proprio su queste cose dobbiamo avere il coraggio di riprendere in mano una situazione che potrebbe essere irrimediabilmente persa per tutti.
Signor Presidente, ho combattuto otto anni per una giustizia giusta otto anni per un analogo teorema; forse non sarò fortunato nella vita forse sono la quintessenza della sconfitta, ma ho combattuto otto anni e pertanto, conoscendo le stigmate dolorosissime di un calvario non solo politico, ma anche umano, come avrei potuto permettermi, al di là di qualunque possibile natura criminosa o criminale che potrebbe esistere in me, di ripercorrere consapevolmente un uguale travaglio, una uguale disfatta morale politica ed umana? Con queste parole che sono certamente dettate dalla mia amarezza, ma anche da una profondissima serenità, riporto una testimonianza di quello che sono, di quello che ho fatto, di quello che probabilmente far lasciando a questo Consiglio la ricerca della massima rispettabilità, alla quale però devono concorrere tutti. Certamente non concorriamo con le prediche futili o inutili, ma con il grado di sensibilità che noi tutti dobbiamo garantire.
E' per questo che avvilire una vicenda processuale umana così alta perché così penosa con delle strumentalizzazioni politiche su una Giunta che deve dimettersi, che deve cadere, su una maggioranza che deve esistere o che deve cessare di esistere, mi pare che prima ancora di non rendere giustizia a questo Consiglio, al suo grande valore politico, al suo alto grado di rappresentatività, si cerchi di avvilire delle vicende umane che invece dovrebbero essere e restare separate proprio per dare ad ognuno il suo, per dare ad ognuno la possibilità di rimanere al di fuori di sentimenti o di emozioni razionalmente consapevoli del momento in cui l'istituzione e l'individuo vivono.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Picchioni per il suo intervento.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Non posso non riprendere quanto già detto da altri miei compagni e da altri colleghi Consiglieri che mi hanno preceduto, nel denunciare la gravità della latitanza politica della Giunta nel rispondere all'interrogazione inviata il 3 settembre 1992 a firma di diversi Consiglieri delle opposizioni e al fatto che la Giunta non sia intervenuta rispetto alla denuncia che in quella interrogazione era presentata e che purtroppo, le vicende successive ne hanno confermato la validità.
E' grave che ci sia stato questo vuoto politico. La Giunta, e neanche il nuovo Assessore alla sanità, non hanno sentito il dovere di rispondere neppure dopo che c'era l'indagine, che era inquisito l'amministratore locale, ma hanno risposto, con la comunicazione di oggi, solo dopo l'avviso di garanzia al Presidente del Gruppo della Democrazia Cristiana, Picchioni.
Probabilmente, se non ci fosse stato questo avvenimento, la Giunta non avrebbe sentito il dovere di rispondere e di intervenire; e questo è grave.
Il rifiuto da parte di questa Giunta (non per la prima volta, ma ormai perpetuato in questi ultimi mesi) ad affrontare la questione morale come grande questione politica ed istituzionale è il venir meno di un potere democratico del quale la Giunta - ed in prima persona il Presidente Brizio ha piena responsabilità.
Ha ragione Mino Martinazzoli quando nelle conclusioni di ieri, alla costituzione del Partito Popolare Italiano, ha sottolineato come le rivoluzioni non le fanno i magistrati. Ha sicuramente ragione, è sicuramente vero. Quando la politica non svolge più il ruolo che è proprio della politica (difendere la questione morale ed essere garanti degli interessi generali) si crea una surroga di poteri e meno male che c'è stata questa surroga di poteri da parte della Magistratura, altrimenti coloro che hanno portato il Paese alla rovina sarebbero ancora al loro posto, perch non avrebbero tratto alcuna conclusione politica. Non vorrei che avvenisse anche questo, ma, purtroppo, mi pare che in Piemonte stia già accadendo per responsabilità di questa maggioranza e di questa Giunta.
Il Presidente Brizio, dopo l'arresto dell'Assessore Maccari intervenendo nel dibattito in questo Consiglio, disse che al prossimo inquisito avrebbe dato le dimissioni: siamo arrivati a cinque, forse sei.
Ho perso il conto, chiedo scusa. Presidente Brizio, lei ha negato che si debbano dare le dimissioni su questioni morali, perché le dimissioni si danno solo se la Giunta cade su una questione politica, come se la questione morale non fosse una grande questione politica e di riforma istituzionale: è la questione delle questioni che va affrontata in questo Paese.
Più volte, anche dopo la riunione dei Consiglieri di maggioranza, di venerdì scorso, per verificare se, sul bilancio, la Giunta potesse superare gli ostacoli, il Presidente Brizio ha parlato di grande compattezza e quindi di continuità. La vostra è una continuità fondata ormai unicamente sul potere assessorile e sulla difesa degli inquisiti. Questa è la vostra compattezza e su questo volete la continuità.
Noi non siamo qui per fare processi. Ho sentito le parole del collega Picchioni e devo dire che molta parte delle cose che lui ha detto non mi interessano neanche dal punto di vista politico, forse interessano di più ai magistrati. Non è questa la questione. Non siamo la Santa Inquisizione.
Apprezzo quello che lui ha detto a conclusione dell'intervento, e cioè che non intende più esercitare il suo ruolo. Sinceramente in questa situazione e in queste condizioni preferirei degli atti più chiari e più limpidi, più comprensibili al Consiglio e all'opinione pubblica, cioè quello delle dimissioni dal ruolo di Presidente del Gruppo, che è un ruolo istituzionale.
Non intendo interferire nelle scelte e nelle decisioni del Gruppo DC ma qui si sta parlando della questione politica che ho sottolineato prima.
Così come credo che politicamente non possiamo non cogliere - su questo chiedo alla Giunta e a questa maggioranza risposte precise - che qui non ci sono solo degli inquisiti (cioè dei Consiglieri che hanno ricevuto avvisi di garanzia e rispetto ai quali la Magistratura dovrà fare le indagini e ci sarà il loro corso naturale), qui ci sono dei Consiglieri che hanno confessato di aver rubato. Mi riferisco a Maccari e a Croso, che continuiamo a sentirli in congedo, ma non dimissionari dal Consiglio regionale. Credo che i rei confessi debbano dare le dimissioni da questo Consiglio regionale.
L'USSL di Chivasso è la conferma, purtroppo, del malaffare nella sanità, del malaffare che è stato, da un lato, profitto illecito e dall'altro, profitto illecito a scapito di una corretta politica sanitaria.
Se si fa il paragone con ciò che ha fatto il Ministro liberale alla Sanità, questa è poca cosa. Lì siamo arrivati alla truffa dei farmaci per prendere miliardi di tangenti. Consigliere Zacchera, è poca cosa anche quello dei lettori ottici se paragonato al Ministro alla Sanità. Non credo che ci sia un paragone solo quantitativo, ma una filiera: come peraltro ha confessato Maccari, c'era un accordo tra DC e PCI per spartirsi le tangenti rispetto agli appalti del settore della sanità. Ma come fate a non tenere conto di questo? Qui non c'era un giudice cattivo che ha condannato, qui c'è l'ex Assessore regionale alla sanità che ha confessato che le cose stavano esattamente così e che lui era il protagonista, il garante di questo patto. USSL di Asti, di Chivasso, ora si sta aprendo la questione dell'USSL della Valle di Susa: questa è la sanità piemontese.
Come fa il nuovo Assessore regionale alla sanità a venire in aula con la comunicazione che ha fatto questa mattina, cioè con niente? Come fa a non trarre nessuna conclusione politica rispetto alla gravità dei fatti che sono intervenuti? Non può sentirsi esente perché è nuovo! Anzi, proprio perché è nuovo, avrebbe dovuto rispondere, altrimenti il nuovo non c'è, ma c'è continuità con il passato nella gestione della politica sanitaria in Piemonte.
Qui poi c'è un'altra responsabilità di ordine politico, non penale forse sarà anche penale, ma non è questo che mi interessa affrontare in quest'aula, a questo penserà la Magistratura. Nelle UU.SS.SS.LL. sono stati nominati amministratori fidati, sono stati spostati funzionari perché erano fidati e garanti e, in quelle situazioni, si potevano corrompere, si potevano fare gli appalti truccati, si potevano fare i profitti illeciti.
Questo è avvenuto: amministratori fidati per garantire che gli introiti illeciti derivanti dagli appalti potessero avvenire. Allora come fa la Giunta, il Presidente della Giunta in primo luogo, a dire, dopo l'arresto di Maccari, che non c'è responsabilità politica? Ma chi è che ha nominato questi amministratori nelle UU.SS.SS.LL.? Qui sta la responsabilità politica. Si pensi a cosa ci ha insegnato il compagno Willy Brandt, tanti anni fa, il quale non aveva sicuramente introdotto una spia nella sua quipe, ma quando è stata scoperta, lui, per responsabilità politica, si è dimesso da cancelliere: se n'è andato perché aveva il senso della sua responsabilità politica. Forse questa correttezza politica ed istituzionale qui è sconosciuta. Non si può proseguire, Presidente Brizio, in queste condizioni. La questione morale non è avulsa dalla questione politica ed istituzionale.
In questi giorni sta cambiando la storia in questo Paese. La DC non c'è più, è stato costituito il Partito Popolare. Credo che questo sia un evento di grande interesse nazionale, un evento di grande interesse per la vita politica e per il sistema politico italiano. Le regole, da quanto si pu apprendere dalle prime notizie dei giornali, sono un fatto di grande rilevanza. Martinazzoli ed altri hanno detto che il cammino sarà difficile mi pare che sarà un cammino non solo difficile, ma irto di ostacoli, se poi alla periferia, come sta avvenendo qui in Piemonte, il comportamento (non so se dire della ex DC in quanto credo che sarà un Congresso a sancire il cambiamento del nome, del nuovo corso, della nuova strada) sarà in così palese e forte contraddizione con le scelte che, a livello nazionale, il Partito Popolare ha fatto.
Credo, proprio perché giudico positivo questo evento, che probabilmente dovreste trarne le conclusioni politiche, dovreste riuscire a superare queste contraddizioni, compiendo delle scelte che non sono coraggiose, ma sono unicamente scelte di responsabilità politica. Non ci vuole coraggio ci vuole solo responsabilità politica di fronte al Consiglio e di fronte alla popolazione piemontese.
Per questo noi, a differenza di altri, non ci stanchiamo e vi diciamo che dovete dare le dimissioni, dovete andarvene, perché siete un pericolo perché con la vostra delegittimazione delegittimate anche questo Consiglio e delegittimate una cosa ancora più grande: l'istituzione regionale. Con la vostra incapacità di governo, con il vostro immobilismo, con le vostre divisioni, con il vostro non avere il coraggio di affrontare la questione morale e di trarne tutte le conclusioni! Cosa aspettate? Altri inquisiti altri avvisi? Continuerete a rimanere lì, perché tanto sul bilancio siete riusciti a raggranellare i numeri che vi occorrono per l'approvazione dello stesso. Questa è la vostra scelta? E' una scelta che non farà altro che delegittimare ulteriormente l'istituzione regionale insieme al Consiglio.
Assumete fino in fondo la responsabilità politica, ponete le condizioni per aprire una nuova fase politica, azzerate la situazione, perché questa è la condizione per poter avviare qualsiasi discorso, qualsiasi possibilità di aprire una nuova fase politica che sia in grado di rilanciare immagine ruolo e capacità di governo di questa istituzione.



PRESIDENTE

Oltre ai Consiglieri Chiezzi e Rossa ci sono altri Consiglieri che intendono intervenire? Se mi chiedete di intervenire un po' per volta, non riusciamo a programmare nulla.



CUCCO Vincenzo

E' un dibattito senza confini, ormai.



(Interruzione del Consigliere Picchioni)



PRESIDENTE

Sì, infatti lo ritenevo.
Devo dire al Consigliere Picchioni che ritenevo, visto che non c'erano state altre iscrizioni e l'avevo anche chiesto, che quello fosse l'ultimo intervento.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, se fosse stato chiaro che erano chiuse le iscrizioni, avrei alzato la mano per tempo. Dato che mi sembrava che si procedesse per successivi interventi ho chiesto di intervenire adesso. Penso di non urtare la procedura.



PRESIDENTE

No, no, per carità!



CHIEZZI Giuseppe

A mio avviso, care colleghe e cari colleghi, una prima riflessione che dovremmo fare è quella di tipo generale sui rapporti con la Magistratura.
Vediamo tutti che questi rapporti esistono, sono rapporti a senso unico sono rapporti che in quest'aula si subiscono e basta. La riflessione che vorrei proporvi è la seguente: la Magistratura e le assemblee elettive.
Fortunatamente siamo in un Paese in cui vige la separazione dei poteri, per fortuna. Ecco, ma la separazione dei poteri non vuol dire divergenza degli interessi che questi poteri perseguono per loro scopo istituzionale. Essere separati nell'esercizio dei poteri non vuol dire fare cose che abbiano obiettivi divergenti, anzi. Il potere della Magistratura e il potere del governo regionale sono poteri convergenti in un luogo che è l'interesse pubblico, che per quanto riguarda il nostro lavoro è il conseguimento dell'interesse pubblico, operare in modo che il denaro speso dall'ente pubblico sia speso con correttezza, efficienza e capacità di governo.
Invece a me pare che, nei confronti di questa concorrenza nella finalità dell'interesse pubblico, noi abbiamo scelto una strada che non ha avuto la capacità di convergere insieme alla Magistratura nel controllare la spesa pubblica e ci portiamo dietro questo deficit di governo ed è un deficit che ci costringe in un angolo a vedere la Magistratura che persegue questo interesse pubblico, mentre per anni e anni il Consiglio regionale e la Giunta regionale sono rimasti inattivi su questo tema. Mi riferisco in modo principale all'assenza di ogni controllo sull'esito degli appalti pur previsto da una legge regionale del 1984 e sulla quale con grandissimo ritardo adesso si compiono i primi passi. Primi passi anche in parte controversi all'interno della Commissione sugli appalti dove ad esempio il sottoscritto chiede di esaminare, proprio per questa concorrenza dell'interesse pubblico, se è possibile, gli atti già oggetto di inchiesta giudiziaria, mentre un'altra parte dice: "Cerchiamo di capire bene le cose e andiamo avanti ancora un po'".
Questa è la prima osservazione che vi proponevo perché poi gli atti della Magistratura da noi subìti in quest'aula bisogna accettarli per quello che sono, qui non siamo in un tribunale, non possiamo fare altro che prendere atto che inizialmente è stato arrestato un Assessore, che questo Assessore (Maccari) ha ammesso delle responsabilità, si è dimesso da Assessore e non è tornato in Consiglio, dobbiamo prendere atto di questo fatto. Dobbiamo prendere atto del fatto che è stato arrestato un Consigliere regionale, il Consigliere Croso, che ha ammesso delle responsabilità, si è dimesso da una qualche carica che aveva (mi sembra da Presidente di Commissione) e non è tornato in Consiglio. Dobbiamo prendere atto che si è dimesso l'Assessore Carletto, si è dimesso parlando pochissimo, dicendo che è stato sentito dalla Magistratura, ma ha ritenuto in quest'aula di non aggiungere altro, ma si è dimesso da una carica importante. Dobbiamo prendere atto che il Consigliere Cattaneo si è dimesso da una qualche Commissione dopo avere avuto un avviso di garanzia e non ha detto nulla e si presenta in quest'aula e non ha ritenuto di informare in alcun modo di nulla. Dobbiamo prendere atto che il Presidente Brizio avvisato per un reato da poco, ne ha parlato sia in sede di Capigruppo sia in sede di Consiglio dando le informazioni che credeva, non si è dimesso da niente.
Dobbiamo prendere atto che il collega Picchioni, dopo avere ricevuto un avviso di garanzia, ha presentato le dimissioni al proprio Gruppo che le ha discusse, è venuto oggi in quest'aula e ci ha spiegato la propria situazione con una netta e posso aggiungere, per quanto posso dire convincente professione di innocenza. Ma verso questa professione di innocenza, caro collega Picchioni, questo Consiglio non ti può dare nessuna mano perché non è il luogo. Allora tutte le cose che hai detto perch sentivi il dovere di dirle per te stesso, per tutti noi, non possono che rimanere agli atti e meritare lo stesso rispetto che dobbiamo dare ai colleghi che come te hanno avuto gli avvisi di garanzia e che hanno seguito un'altra strada, quella del silenzio. Lo stesso rispetto. Presunta innocenza per te, presunta innocenza per tutti. Allora evidentemente ci troviamo di fronte a delle asimmetrie di carattere che rimangono tali, c'è chi sente il bisogno di spiegare e di dire, c'è chi sente il bisogno, con un atto come quello dell'Assessore Carletto ben più pesante di quello compiuto dal collega Picchioni, di compiere quell'atto e non dire alcunché.
Rispetto per tutti, ma vi sono responsabilità che ricadono su tutti i colleghi che ho nominato, a parte i colleghi rei confessi, che vanno oltre gli avvisi di garanzia che ricevono.
Sin dall'inizio non ho mai dato importanza a questo elemento per richiedere atti politici conseguenti. L'importanza che ho dato, e che ritengo siano responsabilità dei colleghi che ho nominato, sta nel fatto che di fronte alla confessione di un Assessore regionale non abbiano avuto il buon senso politico e il coraggio politico di segnare una soluzione di continuità nel governo regionale a seguito di un'ammissione di responsabilità di un Assessore, da loro sostenuto e sostenuto dalla Giunta regionale, per aver svolto attività di rilevanza penale per due anni a loro insaputa. Questi colleghi, cominciando dal Presidente Brizio, non sono stati in grado di prevenire e di impedire questo tipo di attività. E vi pare poco questo? L'addebito di responsabilità politica, ne parlo solo perché è l'ultimo chiamata in causa, che svolgo al collega Picchioni è questo.
Caro Picchioni, il tuo avviso di garanzia conta nulla, quello che conta è che tu, come perno fondamentale della maggioranza, insieme a tutti i colleghi della maggioranza, continuate ad impedire quella soluzione di continuità che è l'unica, se fosse stata presa per tempo, che poteva distinguere, all'interno dell'ambiente corruttivo, le responsabilità specifiche. Rifiutandovi di fare questo voi avete perpetuato un ambiente nel quale è stata riconosciuta l'attività di corruzione, l'avete perpetuato senza segnare nessuna interruzione e in questo modo a mio avviso coinvolgendo tutti in una continuità che spero ben non fosse di tutti. Ma come separare le responsabilità, come distinguere, come progettare qualcos'altro se non partendo da questo fatto, senza colpevolizzare o strumentalizzare nessuno? E' un dato di fatto che un Assessore per due anni ha operato la spartizione delle tangenti in materia di sanità! E' un dato di fatto che avete sostenuto e difeso per due anni! E' un dato di fatto che ha ammesso queste responsabilità! Mi sembra quindi che la cosa più logica dal punto di vista dell'interesse generale sarebbe stata proprio quella di dimettersi! Il collega Picchioni prima ha dato le dimissioni, ma dal suo intervento ho capito che le avrebbe reiterate adesso; Marengo però mi ha fatto capire che non è così, che rimani Capogruppo, ma non eserciti le funzioni, una sorta di situazione simile a quella dell'Assessore nudo in un Comune, che rimane Assessore, ma non ha delle deleghe.
Queste sono scelte tue, Picchioni: l'utilità di queste mezze dimissioni le valuterai tu e le valuterà il tuo Gruppo. Dal punto di vista istituzionale devo dire che è un indebolimento del Consiglio. Questo indebolisce l'attività non solo della maggioranza, ma del Consiglio, perch privi dell'esercizio di un Capogruppo, del Gruppo dominante nei numeri di questa maggioranza, dico che siamo scesi ancora di un gradino. Non siamo più forti di prima e nei confronti dell'opinione pubblica il Consiglio regionale non si sta attrezzando ad affrontare la crisi economica e morale del momento. Siamo ancora un gradino più in basso! Fino a quando vogliamo scendere questi gradini non lo so.
Rimane il problema di fondo, quello principale, cioè che questa Giunta e questa maggioranza hanno difeso per due anni un Assessore reo confesso.
In questi anni non ha prodotto gli atti fondamentali che determinano la ragione dell'esistenza della Regione Piemonte in questo momento di crisi: il piano regionale di sviluppo, il piano degli assetti territoriali, non li avete prodotti! Non avete prodotto i piani di settore: dei trasporti, sul problema dell'energia, sul problema dei rifiuti; non avete proposto un'idea sintetica e complessiva per il rilancio del Piemonte! Capite che in assenza di queste attività di governo e in presenza di un'attività corruttiva da voi non riconosciuta, da voi non sconfitta preventivamente e della quale non avete voluto prendere atto recidendo questo legame per ricominciare altri confronti su altri piani, la richiesta che giace da tempo con un ordine del giorno firmato insieme ai colleghi verdi di vostre dimissioni a questo punto è una richiesta che si impone! Vi propongo un ultimo ragionamento. Brizio dice spesso a proposito della nostra insistenza che finché chiederemo le dimissioni non le darà mai. Sembra quasi che sia un interesse di parte, quello delle dimissioni guardate, colleghi, che non lo sento più come un interesse di parte, perch le vostre mancate dimissioni, la permanenza di un governo così debole e screditato, che ha questo rapporto con la Magistratura, indebolisce le istituzioni. Vi dico una cosa di più, comincia a bruciarmi sulla pelle brucia sulla mia pelle di rappresentante della comunità regionale, quando mi rivolgo all'esterno, quando parlo con i cittadini! Ma lo sento solo io questo bruciore, questa incredulità che trovo appena fuori di qui, quando mi si chiede: "Ma cosa fate in Regione? Continuate a rimanere lì? La Giunta si dimette? Inventate qualcosa?".
Allora questa non è una richiesta di parte, è una richiesta che sollecito nell'interesse della Regione tutta, nell'interesse della nostra rappresentanza che io sento screditata! Parlo del sottoscritto. Screditata nei confronti dell'elettorato che mi fa delle domande diverse dalla richiesta della continuità. Mi si chiede di fare qualcosa; allora accanto alle dimissioni che considero propedeutiche a qualsiasi altra soluzione chiedo un atto di responsabilità per consentire ai Gruppi di trovare la strada per proseguire l'attività del Consiglio. E qui sappiamo che le idee che oggi sono state messe sul campo sono diverse. Io sostengo le elezioni anticipate, anche subito, anche con queste leggi, perché ritengo che l'interesse generale sia questo, ma di nulla si può discutere, delle proposte che altri Gruppi hanno avanzato, se non ci assumiamo la responsabilità di farla finita con questa esperienza di Giunta segnata così pesantemente da assenza di governo e da attività di indagine della Magistratura, e aprire il campo a quanto i Gruppi sapranno proporre.
Ho fatto una proposta nel passato che a mio parere rimane valida, ma le trattative tra i Gruppi sul come procedere dopo hanno come pregiudiziale le dimissioni della Giunta, per cui chiedo di votare, finito il dibattito, gli ordini del giorno relativi, cominciando da quello iscritto al punto 34) all'o.d.g. per accessione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, ho seguito con molta attenzione il dibattito che si è svolto e devo dire che non avevo previsto di intervenire. Tuttavia, dopo l'intervento del collega Picchioni, era inevitabile che la discussione proseguisse. Sono infatti intervenuti i Consiglieri Marengo e Chiezzi probabilmente l'intervento di Picchioni avrebbe dovuto svolgersi prima cioè subito dopo la relazione, forse sarebbe stato meglio. Quindi è per me doveroso prendere la parola in questo momento perché voglio esprimere tutta la mia affettuosa solidarietà al collega Picchioni per le cose che ha detto con grande serenità e dargli atto dell'onestà con cui ha richiamato e sottolineato i fatti. Gli dico anche di valutare, insieme al suo Gruppo quali saranno le scelte più opportune; credo che egli possa continuare a svolgere il suo ufficio di Presidente del Gruppo.
Non faccio tanto il richiamo al fatto che un avviso di garanzia dovrebbe essere a tutela (è a tutti noto però che non lo è, anzi è immediatamente un indizio, una individuazione di responsabilità), ma voglio riferirmi alla coerenza, alla trasparenza con cui Picchioni ha esposto i problemi che in qualche modo lo hanno interessato attraverso questo avviso di garanzia. Quindi per me, ma credo di poter dire anche per il Gruppo socialista, non ci sono problemi che in qualche modo possano far velo alla continuazione del suo impegno nel far funzionare le cose di questa Regione.
Tuttavia voglio dire che la questione di Chivasso, che è stata enfatizzata a seconda delle posizioni che ciascuno ha ritenuto di portare si è trasformata in una questione di carattere politico: dimissioni della Giunta, ecc. Ci sono invece dei problemi che riguardano la sanità e che sono stati oggetto di intervento della stessa Magistratura, che hanno coinvolto due nostri colleghi, che sono anche due miei compagni, i quali hanno poi la responsabilità di decidere, perché sono stati eletti dal popolo, come comportarsi nei confronti di questo Consiglio.
Naturalmente, finché non danno le dimissioni, ritengo che essi siano in congedo e quindi facciano parte di questo Consiglio; quando daranno le dimissioni, subentreranno altri, non faranno più parte di questo Consiglio.
Io non ho chiesto loro né di dare né di non dare le dimissioni, perch ritengo che la fonte del diritto ultimo risieda nel popolo, al di là della stessa Magistratura; al di là di quello che rappresentano, la fonte ultima del diritto e della democrazia è il popolo.



ZACCHERA Marco

Andiamo a votare!



ROSSA Angelo

E' davanti al popolo che essi risponderanno.



ZACCHERA Marco

Infatti le sentenze sono nel nome del popolo italiano.



PRESIDENTE

Chiederei, considerata anche l'ora, di consentire al Consigliere Rossa di continuare il suo intervento; se lui ignorasse il vostro ragionamento potremmo anche concludere. Ma poiché sicuramente lo seguirà, vi chiederei di non interromperlo.



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

Cerco anche di dare delle motivazioni. I compagni sono stati arrestati hanno subìto anche la carcerazione preventiva, ci sono delle denunce sappiamo dai giornali che avrebbero ammesso delle responsabilità, verranno confermate, ci sarà un processo. Non intendo entrare nel merito di questo non intendo farne una questione di sorpresa; se volete la mia opinione sgombriamo il campo sia dal Maccarismo che dal Gregantismo e cerchiamo di parlare in modo politico delle cose.



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

Avete capito benissimo a cosa mi riferisco. Le inchieste in corso metteranno sotto processo sia il Maccarismo che il Gregantismo, e vedremo la sentenza alla quale perverrà la Magistratura...



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

Il Craxismo è sotto processo...



PRESIDENTE

Io vi ho dato un consiglio: seguiamolo!



ROSSA Angelo

Scusate, io ci sto al confronto.



PRESIDENTE

E' quello che ormai ho capito benissimo da tempo: lei ci sta benissimo!



ROSSA Angelo

Ci sto volentieri al confronto politico e anche al confronto polemico.
Ci sono dei grossi problemi rispetto ai quali vorrei richiamare i colleghi alla loro responsabilità, anche laddove si richiede di trasformare - e forse giustamente - la questione morale in questione politica, dalla quale far poi discendere la richiesta di dimissioni della Giunta.
A questo punto, però, voglio fare un passo indietro, e chiedo lumi persino a voi: in quale rapporto sta la morale con la politica? Chiedo un aiuto anche a voi, perché se si separa la morale dalla politica c'è il rischio di trovarci di fronte all'immoralità, la politica per una strada la morale da un'altra.



CALLIGARO Germano

Per voi nessuna.



ROSSA Angelo

Chiedo a voi di darmi una risposta, e non mi sembra che sia corretto...
L'altro aspetto, l'altro corno del dilemma, della morale legata alla politica potrebbe avere le stesse conseguenze. E' morale tutto ciò che serve alla politica - non so se mi sono spiegato e se alla politica serve distruggere qualcosa, questo è morale, perché tutto è finalizzato alla politica.
E allora vedete, cari amici e cari colleghi, che i problemi della morale e della politica sono assai più complicati!



BOSIO Marco

In mano tua sicuramente.



ROSSA Angelo

Certe cose sono già successe, e non ho bisogno di fare dei richiami storici (perché sono sotto gli occhi di tutti) sull'unità della morale con la politica; così come certamente occorre evitare quella separazione che fa giudicare gli uomini politici con una morale quando sono in una sede e con una diversa morale quando sono in un'altra. Questi sono i problemi!



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

Non ridiamoci su, perché è così. Il nazismo, il comunismo, il fascismo hanno fatto della morale e della politica un tutt'uno, la dittatura, in poche parole, fa un tutt'uno di morale e politica. Parliamone.
Di conseguenza, è morale tutto ciò che serve a tenere il potere: c'è poco da fare. E allora è morale distruggere, eliminare anche le persone.



ZACCHERA Marco

Anche le mazzette, allora.



ROSSA Angelo

Anche la mazzetta, certamente. Tocca la coscienza di ciascuno di noi si capisce.



(Commenti del Consigliere Zacchera)



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, la prego.



ROSSA Angelo

Lascia stare, non farti dire quello che non voglio dire.



PRESIDENTE

Rossa, lei dica quello che vuole dire e guardi anche l'orologio, ogni tanto.



ROSSA Angelo

Ho finito, ribadendo che ci sono anche questi problemi. Noi siamo partiti dalla sanità e ne dovremmo trarre davvero una grossa lezione, che è una lezione anche di organizzazione della democrazia, perché noi abbiamo la responsabilità di dirigere la sanità, però poi, concretamente, la dirigono gli altri, la dirige l'amministratore straordinario.



ZACCHERA Marco

Chi lo nomina?



ROSSA Angelo

Ma non importa chi lo nomina, qualcuno lo deve nominare! Non farmi dire, non farmi andare più in là, perché dovrei dire qualcosa che non voglio nemmeno dire.



ZACCHERA Marco

Dillo, allora!



ROSSA Angelo

Ma no, certe cose non voglio dirle. Sono cose politiche, sono interpretazioni che vengono date rispetto ad un quadro politico che ad Alessandria può essere diverso da Torino. Io non dico altro: hai capito?



ZACCHERA Marco

No.



ROSSA Angelo

Hai capito perfettamente! A Cuneo può essere diverso rispetto ad Alessandria.
Il problema allora è questo, signori. Quante volte noi Consiglieri regionali, nella parte di quelli che alcuni chiamano peones, ci dobbiamo rivolgere all'amministratore straordinario, ieri al Presidente, l'altro ieri ai garanti, che sono quelli che detengono il potere anche nella tua USSL. E devi andare là, perché se ti hanno fatto credere che comandi tu stai bevendo una grossa illusione, non è assolutamente così, nemmeno ad Alessandria. Qui ci sono i colleghi di Alessandria che lo sanno, con i quali tante volte siamo andati a rappresentare - uso la parola rappresentare - i problemi, presenti anche l'Assessore. E quindi attenzione a non far dipendere tutto... Lo so che poi c'è una responsabilità politica generale, però forse bisognerebbe organizzare le cose in un altro modo.
Perché alcune questioni, ad esempio quelle che riguardano gli infermieri (se debbono essere assunti, non assunti, se questa questione si risolve con quanto tempo si risolve, se tal primario...), se potessimo risolverle noi, con maggiore facilità e rapidità, sarebbe meglio; invece bisogna passare attraverso molte scatole cinesi, nelle quali chi è stato designato...



ZACCHERA Marco

Venire a dire queste cose è un reato: ci sono i concorsi pubblici! Ci devono essere i concorsi pubblici!



PRESIDENTE

Consigliere Rossa, la prego di concludere, perché lei sta già parlando da 13 minuti e mezzo.



ROSSA Angelo

Infatti, parlo proprio dei concorsi pubblici, che non sei tu a indire! Non sei tu, anche se sei un Consigliere regionale! Non sei tu ad indirli!



ZACCHERA Marco

Ci mancherebbe!



CALLIGARO Germano

E' lui!



ROSSA Angelo

Nemmeno io e neanche tu, caro Calligaro! Cercate di avere allora presente l'articolazione della vita democratica che è fatta di tanti momenti, per cui ci può anche essere gente che sbaglia o che viene meno a quella fiducia che gli è stata data! Questa è la verità! Questa è la democrazia diffusa alla quale dobbiamo lavorare e che dobbiamo avere presente. Dobbiamo avere ben presente com'è! Non c'è la piramide, mio caro; non c'è la piramide! Non c'è nessuno che schiaccia il campanello dall'alto e gli altri che rispondono ai fili. Solo nella dittatura ci sono queste cose! Nella democrazia queste cose non accadono, va bene?



(Commenti del Consigliere Calligaro)



PRESIDENTE

Calligaro, la prego! Concluda Rossa.



ROSSA Angelo

Ho finito. La questione si è conclusa chiedendo le dimissioni della Giunta. A questo punto, ho preso la parola sia per tutte le ragioni di fondo, sia per rispondere a chi dice che questa è l'ultima prova prima della "prima" che si svolgerà domani. Può anche darsi, domani si discuterà l'assestamento di bilancio e la conclusione politica, che mi pare coerente più di quanto non lo sia quella di oggi, è che "la Giunta non è in grado ecc.".
Questo è un discorso che posso anche capire, però, signori, che cosa proponete? Io non ho ancora capito che cosa proponete! Non l'ho ancora capito! L'ho già detto una volta, lo dico oggi, lo ripeterò domani: non ho capito cosa proponete! Si possono chiedere le dimissioni della Giunta e si ha tutto diritto di chiederle, così come il Presidente ha tutto il diritto di dire che non si dimette, ma non c'è solo lui, qui siamo in 60 e insieme dobbiamo valutare. Se voi chiedete le dimissioni per costruire una proposta definita, precisa, con il sostegno del consenso parlamentare necessario per eleggere una Giunta con una base consiliare che la possa mantenere, voi lo dovete dire! Lo dovete dire!



(Commenti del Consigliere Riba)



PRESIDENTE

Consigliere Rossa, la prego davvero di concludere! Lo faccia per me: è l'ultimo intervento.



ROSSA Angelo

Ho finito, signora Presidente. Volevo solo sapere, da questi amici, che cosa chiedono quando dicono alla Giunta di dimettersi e quindi alla maggioranza di sciogliersi! Che cosa propongono dopo?



ZACCHERA Marco

Elezioni anticipate!



ROSSA Angelo

Ecco! Noi siamo contrari a questa cosa.



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Zacchera, il suo dialogo è durato abbastanza e lei, Rossa, concluda, subito!



ROSSA Angelo

Noi siamo contrari alle elezioni, siamo contrari a lasciare una Regione allo sbando, lasciando in piedi la cittadella assaltata dai Tartari. Mi riferisco alla cittadella di Torino, assaltata dai tartari delle leghe o dai barbari delle leghe! Noi siamo contrari e quindi diteci che cosa intendete fare, quale percorso volete seguire e poi ne ragioniamo!



(Commenti dai banchi delle opposizioni)



PRESIDENTE

Vi prego di tranquillizzarvi per consentire al Presidente della Giunta di fare la sua replica in un'assemblea che lo ascolti.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La mia replica non sarà...



CALLIGARO Germano

Non sarà una replica.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

No, non sarà molto lunga. Calligaro. Cerca di essere minimamente rispettoso, quanto meno di dove siamo, perché qui non c'è più rispetto di niente! La mia replica sarà breve, ma d'altra parte qualcosa devo dire.
Innanzitutto si è partiti da un episodio per fare di nuovo un dibattito generale. Per quanto riguarda l'episodio la collega Vetrino ha risposto all'interrogazione del settembre 1992, alla quale non era seguito nulla.
Nessun sollecito seguì neanche quando il caso di Chivasso scoppiò con l'incriminazione di Albanese. Inopinatamente il caso Chivasso è diventato importante quando c'è stato l'avviso di garanzia a Picchioni: questo è il fatto storico.
La risposta all'interrogazione c'è stata; una risposta puntuale per quanto possibile da chi non era allora Assessore, accompagnata, fra l'altro, da un volume - che è stato messo a disposizione relativo all'ispezione che, nel frattempo, è stata compiuta dall'Assessorato a Chivasso nell'ultimo anno e che consta di 150-200 pagine. Forse vi è completamente sfuggito - nessuno ne ha parlato - che l'Assessore ha messo a disposizione questo volume che vi sarà consegnato. Questa ispezione è stata svolta dagli ispettori dell'Assessorato ed ha affrontato molti temi, tra i quali quello della nomina dei direttori dei lavori e delle procedure adottate per la ristrutturazione dell'ospedale.
Tale documento è stato trasmesso alla Procura della Repubblica nel mese di maggio di quest'anno, e quando la Procura l'ha richiesto, abbiamo potuto dire che gli era già stato inviato. La risposta è stata data basandosi sui fatti e sugli eventi; oggi i fatti sono all'esame della Magistratura ed è chiaro quindi che dobbiamo muoverci in quell'ottica di riservatezza che ne deriva logicamente. La documentazione comunque è stata data, la risposta è stata fornita! E' sempre stato così, firma pure emendamenti, Chiezzi, perché tutte le manovre sono possibili per non lasciare lavorare la maggioranza.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Chiezzi, va bene. Il Presidente l'ha chiamata in causa, ma ascolti.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho commesso l'errore di chiamarti in causa. Mi sono lasciato trascinare, come capita talvolta, dalla vis polemica.
Dicevo che la risposta è stata data con molta puntualità, ma si è voluto inscenare un grande caso, come al solito: l'attacco al Capogruppo democristiano, il quale ha risposto in modo molto puntuale e preciso, ma soprattutto alla Giunta che deve dimettersi perché non sarebbe in grado di governare, non avrebbe l'immagine e non sarebbe sensibile alla questione morale.
Devo dire con molta tranquillità che non concordo con queste valutazioni. Intanto non concordo sulle valutazioni circa l'opportunità di un vuoto amministrativo in Regione e, per la verità, anche dai banchi dell'opposizione in qualche intervento è stato detto che occorre cambiare il modo di governare, ma bisogna anche fare in modo che non si apra una crisi al buio. Lo ha detto la collega Bortolin. Io ho seguito tutto il dibattito e, come sempre, ho preso nota dei vari interventi.
Devo quindi rilevare che abbiamo sentito voci diverse. Voi ci chiedete di dimetterci, dite che la crisi al buio e le nostre dimissioni sono la migliore cosa possibile. Noi non siamo di questo parere e non per arroganza o per iattanza o perché ancora io voglia essere qui contro tutti come se fosse un divertimento! Il divertimento credo che non ci sia assolutamente.
C'è la pagina delle responsabilità! Noi sentiamo la pagina delle responsabilità! Nè siamo insensibili alla questione morale! Tutt'altro, ne siamo profondamente preoccupati, cerchiamo di intervenire in tutti i modi. Lo stesso cambiamento di Assessore nella persona della signora Vetrino, al di fuori dei partiti che sembravano interessati alle vicende, è indice...



MARCHINI Sergio

Basta con questa cosa, per favore, basta con questo episodio! "C'erano partiti interessati..."! E' un'ulteriore criminalizzazione del Consiglio!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ma io non intendo criminalizzare...



MARCHINI Sergio

Non c'era nessun partito interessato!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Io non mi rivolgevo al tuo partito...



MARCHINI Sergio

Bettino trama e Marchini è cattivo: adesso basta!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ma cosa c'entra?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Procediamo.



RIBA Lido

Mi pare di capire che anche nella maggioranza ci sono toni un po' diversi.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Se qualcuno non ha afferrato quello che volevo dire, lo capirà quando lo spiegherò dettagliatamente, se avrà attenzione nell'ascoltare. Siamo molto sensibili alla questione morale e tutti gli atteggiamenti che abbiamo assunto sono incentrati a superare queste difficoltà; a superarle con grande impegno e determinazione, ma non possiamo risolvere i problemi esclusivamente con interventi amministrativi anche quando i problemi riguardano i comportamenti delle persone.
I comportamenti delle persone sono estremamente complessi, difficili e vanno ben al di là delle regole e della capacità amministrativa di mantenere in piedi, nell'assoluta correttezza, un'Amministrazione.
Nessuno può farsi garante della funzionalità perfetta della Pubblica Amministrazione e anche voi del PDS lo sapete bene, perché proprio il PCI si fece garante, in un certo periodo, promettendo un nuovo modo di governare che poi è crollato, come gli altri, su questa pagina della moralità pubblica proprio qui a Torino, nel 1983/1985. Nessuno può farsi garante dei comportamenti, ed io garante dei comportamenti degli altri non mi faccio.



MARENGO Luciano

Ci siamo dimessi, noi ce ne siamo andati, Brizio!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente delle Giunta regionale

Io, caro Marengo, mantengo la mia responsabilità politica. Non ho mai negato la mia responsabilità politica!



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Una cosa è la responsabilità politica, altra cosa è la responsabilità di scelte individuali che non ho fatto; per essere molto chiari, non ho neanche mai negato che ci fossero segnalazioni sui...



CALLIGARO Germano

Nomi delle nomine.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

C'erano anche i vostri! Ho avuto il bigliettino di vostre segnalazioni!



CALLIGARO Germano

Hai fatto tu le nomine, caro Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Su proposta dell'Assessore: non ho falsificato nulla!



CALLIGARO Germano

Troppo comodo!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho avuto il bigliettino delle vostre segnalazioni.



CHIEZZI Giuseppe

Mandalo a Corsi!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Con Corsi ho parlato e gli ho fornito le informazioni richiestemi.



BOSIO Marco

Mandaglielo!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho uno stile diverso! Le vostre segnalazioni sono state passate come tali all'Assessore. Quello che io nego è che ci sia stato un accordo complessivo e lo nego, perché ho anche l'esempio pratico della mia città dove ad amministrare è andato uno che non è democristiano, né socialista ma è un manager scelto come tale e che sta dando degli ottimi risultati al di fuori di ogni lottizzazione.
Sfido chiunque a dire il contrario! Anche su questa vicenda ci sono stati, certamente, elementi di pressione politica, come ci sono stati in tutte le vicende. D'altra parte: chi si scandalizza delle indicazioni di forze politiche, quando la nostra legge sulle nomine prevede le segnalazioni dei Gruppi consiliari? Le prevede con una legge che fu detta moralizzatrice, datata del 1985 dopo gli scandali del 1983 e che fu portata avanti come la legge moralizzatrice delle nomine! Questa è la verità storica! Ad un certo punto, cari amici, bisogna essere minimamente realisti e vedere le cose con un po' di lucidità, senza tanta demagogia e senza la saccenza che ho sentito stamane; una saccenza inaccettabile, perché non siamo degli incapaci.
Abbiamo sentito anche parlare di incapacità e di disonestà: non siamo né degli incapaci né dei disonesti, Marengo, hai capito? Le ributto su di te queste frasi: tu sei incapace ad una proposta politica e questa incapacità è una disonestà politica! Non si viene qui, oggi, quando si cerca un'apertura, a parlare nel modo in cui avete parlato oggi...



CALLIGARO Germano

Quale apertura, Brizio? Puoi chiudere.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho sentito gli interventi di Marengo, ho sentito il vostro intervento...



MARENGO Luciano

Se hai sentito il mio intervento, la parola disonestà non l'hai sentita: solo per chiarezza.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Se ho sentito male, ritiro la contestazione su questa parola.



MARENGO Luciano

Tu non l'hai sentita!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Se non l'ho sentita, se non c'è, ripeto che ritiro l'osservazione.



MARENGO Luciano

Sei solo strumentale!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La parola incapacità c'è stata in più interventi e la respingo...



MARENGO Luciano

Lo stai dimostrando e lo ridico: siete incapaci!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Si capisce, siamo incapaci, ma da ogni parte si danno invece valutazioni positive sul Piemonte e sul suo lavoro.



(Commenti in aula)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non mi lascio prendere, però mi fa ridere che ci si scandalizzi perch qualcuno come Pichetto scrive che è utile mantenere in piedi la Giunta ed approvare il bilancio, mentre non ci si è scandalizzati quando l'Avvocato ha detto di votare Castellani. Non ci si è scandalizzati per nulla...



CHIEZZI Giuseppe

Questa volta non c'è la foto?



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, lasciamo dire al Presidente della Giunta quello che intende dire.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non c'è la foto. Intendo anche dire che viviamo in mondi diversi perché tutte le mattine sento dire da forze economiche, da forze sociali da individui, anche da quegli ambienti che avete citato della Coldiretti: "Tieni duro, mantenete in piedi questo governo".



RIBA Lido

Con l'indicazione di votare Lega!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

"Mantenete in piedi questo governo, perché è utile non aprire una crisi al buio".
Noi stiamo lavorando per questo. Non abbiamo nessuna particolare remora che ci leghi a questo incarico, a questa Giunta, a questo governo; tuttavia abbiamo un consenso che ci giunge da molte parti e se voi sentite delle frasi contrarie, noi sentiamo delle frasi di consenso. Consenso che ci giunge da molte parti... Hai poco da ridere Calligaro, ci giunge anche dalle Regioni con le quali collaboriamo e che hanno i vostri Presidenti; ci giunge perché siamo considerati, a livello nazionale, una Regione che lavora bene, che a livello di tutti gli Assessorati è presente, che in tutti i coordinamenti è presente ed attiva. Questo è il giudizio che a me viene dato! Quindi noi non accettiamo questo giudizio come prima risposta.
Come seconda risposta, quella per il futuro, noi abbiamo proposto dato che se ne è fatto cenno un'operazione di bilancio che tenesse conto delle possibilità di rivedere nel futuro il confronto, perché ci rendiamo conto anche noi che il quadro politico dal 1990 è cambiato, che c'è una maggioranza che numericamente resiste, ma che è espressione di un quadro elettorale superato, che c'è l'esigenza di un allargamento. Nelle altre Regioni la situazione non è diversa.
Ci rendiamo conto di questa difficoltà ed è per questo che abbiamo impostato un'operazione di bilancio che era un'operazione a nostro avviso di sostanziale apertura al confronto, perché abbiamo inserito nelle fasi da svolgersi entro il mese prima delle ferie la variazione di bilancio l'assestamento e le due leggi sulle addizionali, mentre abbiamo lasciato per il mese di settembre la legge finanziaria sull'utilizzo delle addizionali e la legge sul FIP, e sui meccanismi di programmazione.
Operazione impostata nel modo più corretto possibile e, quindi, destinata ad un confronto che potrebbe nascere ed essere positivo. Ma se non c'è volontà di confronto, che appare ben difficile cogliere nel clima di oggi se la volontà non c'è, è chiaro che abbiamo sempre più il dovere di cercare di governare la fase presente e di creare le condizioni per un miglioramento futuro.
Riteniamo che anche la fase costituzionale che taluno prefigura, la fase costituente sarebbe una fase solo in parte gestibile in questo clima o comunque gestibile con il quadro nazionale che muta, con le Regioni che tutte si schierano sulla linea della revisione elettorale e della revisione costituzionale. Allora potremmo giocare un ruolo anche in questo campo anche in questo settore e siamo disposti anche su questo a misurarci, pur se la nostra emergenza è soprattutto l'emergenza economica. La nostra emergenza, come Regione Piemonte, è l'emergenza occupazione, l'emergenza ripresa degli investimenti, l'emergenza sistema di sviluppo della Regione: su questi temi ci stiamo impegnando con grande forza e anche con un certo prestigio e validità.
Queste sono le indicazioni che ci vengono. Certo, si può fare una campagna giornalistica contro la Giunta, facilmente orchestrata, magari da chi aveva preconizzato che io, a gennaio, non sarei stato più Presidente, e mi aveva anche sfidato a smentite che i fatti hanno suffragato, o magari preconizzato da chi ha un disegno per la caduta di questa maggioranza e di un'apertura strana e singolare. Ma questa campagna è destinata a scontrarsi con i fatti, ed i fatti sono che noi siamo presenti, stiamo lavorando e siamo impegnati a governare questa situazione. Questa situazione la governiamo, cara Bortolin, perché non c'è alternativa. Se venite in quest'aula a proporci un governo alternativo od un governo diverso che abbia idee, consenso e forza me ne andrò subito e molto volentieri, ma c'è una contraddizione tra la richiesta di dimettersi oggi e il discorso di cercare una soluzione per il futuro. C'è una grande contraddizione. Io sono per lavorare oggi e cercare una soluzione per il futuro.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Esame ordini del giorno n. 604 e n. 628 e mozione n. 627 di richiesta dimissioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Possiamo passare alla votazione dei documenti presentati che richiedono le dimissioni della Giunta regionale. Il Consigliere Chiezzi ha avanzato una proposta di aggregazione del punto 34) all'o.d.g. Ritengo qualora non ci sia altra discussione perché le motivazioni sono già state tutte portate, di poter procedere all'aggregazione di questo punto.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 604, presentato dai Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti, Marino, Giuliano, Segre, Miglio e Vaglio il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che con l'arresto del Consigliere Nereo Croso si è nuovamente allargata l'attenzione della Magistratura sulle attività di Consiglieri regionali rilevato infatti che questo arresto non è un fatto isolato in quanto altri Consiglieri sono stati raggiunti da avvisi di garanzia o sono interessati da attività della Magistratura preso atto che i risultati delle elezioni comunali di Torino, Novara e Vercelli ci consegnano una situazione politiche che, a causa del generale malgoverno ed anche dell'esplosione del fenomeno Tangentopoli, è irriconoscibile rispetto a quella cristallizzata nell'attuale composizione del Consiglio regionale ritenuto opportuno rimettere, in tempi brevi, il mandato agli elettori in modo che questi possano democraticamente eleggere un nuovo Consiglio regionale espressione dell'attuale volontà popolare preso atto della grave insufficienza del governo regionale: nessuno degli atti fondamentali della programmazione e pianificazione regionale è stato approvato; la sanità ha accusato insufficienze di gestione e degrado morale; lo sviluppo economico e la difesa dell'occupazione sono privi di un credibile progetto di intervento con scelte e risorse disponibili; il problema dei rifiuti viene affrontato in modo emergenziale, senza progetti per una soluzione duratura espressa la necessità politica e morale di giungere al più presto allo scioglimento del Consiglio regionale del Piemonte invita il Presidente della Giunta regionale a rassegnare le proprie dimissioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 7 voti favorevoli, 28 contrari e 12 astensioni.
Pongo in votazione la mozione n. 627, presentata dai Consiglieri Miglio, Giuliano, Segre, Chiezzi, Marengo, Maggiorotti, Calligaro, Majorino e Zacchera, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a seguito dell'invio, da parte dei Magistrati di Torino, di una serie di avvisi di garanzia, riferiti alle imputazioni di abuso in atti di ufficio, peculato, turbata libertà di incanto, corruzione e falso, per supposte irregolarità consumate all'USSL n. 39 di Chivasso (forniture varie ed appalto per la costruzione del nuovo ospedale), che hanno chiamato in causa, tra gli altri: l'on. R. Picchioni, Capogruppo della Democrazia Cristiana in Consiglio regionale C. Albanese, Amministratore straordinario dell'USSL di Chivasso S. Marasà, ex Presidente del Comitato di gestione dell'USSL n. 39 e Presidente della Commissione che ha bandito la gara d'appalto G. Corrarello, Coordinatore amministrativo della stessa USSL e membro della Commissione giudicatrice dell'appalto R. Bressan, estensore del progetto per conto dell'Itinera e futuro Direttore dei lavori assieme all'ing. Umberto Cattaneo P. Aceto, ex Consigliere comunale a Torino per il Gruppo DC B. Binasco, Amministratore delegato della Società Itinera di Tortona V. Neri, membro del CRESA e membro della Commissione giudicatrice per conto del nucleo di valutazione del Ministero della Sanità S. Moro, membro di Finpiemonte e del CRESA per conto del quale ha firmato la relazione sul progetto presentato constatato che, in data 3 settembre 1992, a firma dei Consiglieri regionali M. Miglio, A. Segre, G. Calligaro, P.G. Maggiorotti ed E. Cucco veniva presentata un'interrogazione urgente sulla vicenda dell'appalto per il nuovo ospedale di Chivasso con la quale si chiedeva al Presidente della Giunta e all'Assessore alla sanità di verificare la correttezza delle procedure assumendo, eventualmente, gli opportuni provvedimenti cautelativi, 'in anticipo rispetto ai risultati di possibili accertamenti da parte della Magistratura' preso atto che la Giunta, nell'arco di questi mesi, anche dopo la rimozione dell'Assessore Maccari e nonostante le ampie rassicurazioni date sulla volontà di riportare la legalità all'interno dell'amministrazione sanitaria piemontese, non ha effettuato alcun serio accertamento, né ha assunto provvedimenti cautelativi nei confronti degli amministratori dell'USSL di Chivasso, dimostrando, così, la propria incapacità constatato che la vicenda dell'USSL n. 39 non è un episodio isolato bensì l'ennesimo esempio di malgoverno e disinteressamento e che, per questo, la Giunta regionale non rappresenta ne difende gli interessi della collettività piemontese invita la stessa a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La mozione è respinta con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 1 astensione.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 628, presentato dai Consiglieri Marengo, Calligaro, Chiezzi e Giuliano, i cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte sentito il dibattito sulla situazione venutasi a determinare all'USSL di Chivasso in seguito alle indagini della Magistratura che hanno coinvolto esponenti politici, amministratori e funzionari constatata la gravità dei fatti che sono una conferma di quanto denunciato nei mesi scorsi, ed in particolare con l'interrogazione n. 1420 del 3 settembre 1992 presentata dai Consiglieri di diverse forze di opposizione, e rilevato che questi fatti confermano altresì l'esistenza di un uso delle spese per appalti nel settore della sanità per scopi illeciti da parte di amministratori pubblici, come confessato dall'Assessore Maccari dopo il suo arresto rilevato che questi illeciti sono stati compiuti utilizzando anche le nomine degli amministratori delle UU.SS.SS.LL.
rilevato che nelle nomine vi è una responsabilità politica della Giunta regionale e del suo Presidente richiede le dimissioni della Giunta regionale piemontese".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 18 voti favorevoli, 28 contrari e 1 astensione.
I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,55)



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