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Dettaglio seduta n.242 del 06/07/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Coppo, Dardanello, Foco Sartoris e Vetrino.


Argomento:

Esame ordine del giorno n. 463 presentato dai Consiglieri Cucco, Chiezzi e Segre sul CAAT


PRESIDENTE

Avevamo convenuto di svolgere in questa seduta il punto 23) all'o.d.g.
relativo al CAAT.



RIVALTA Luigi

Una volta gli Assessori osavano portarsi un funzionario, adesso se ne portano anche due. E' una cosa che non si è mai vista.



PRESIDENTE

Non so se sono permanentemente seduti lì o se sono in attesa. Io non avevo neanche notato.
Si è convenuto di ascoltare prima la relazione dell'Assessore dopodiché si svolgerà il dibattito.
La parola all'Assessore Cantore.



CANTORE Daniele, Assessore regionale

Io non vorrei urtare la suscettibilità dei colleghi. La presenza dei funzionari è giustificata, collega Rivalta, dal fatto che prima la vicenda del CAAT era seguita dalla collega Vetrino, come Assessore al commercio e Vicepresidente della Giunta regionale, che aveva questa delega ampia che poi io ho ricevuto in parte. Per questo la presenza più ampia dei funzionari che sono a supporto di questa eredità che prima vedeva in un'unica persona la possibilità di condurre la trattativa.



RIVALTA Luigi

Sollevo la questione: per quattro legislature non si è mai visto un funzionario al banco degli Assessori. In questa legislatura si è cominciato a portare i funzionari. Io non ho nulla contro i funzionari. Se l'Assessore non si sente di intervenire e di rispondere al dibattito che si svolge in Consiglio possiamo decidere che si sospende formalmente il Consiglio e interviene il funzionario.



CANTORE Daniele, Assessore regionale

Le chiederei la stessa clemenza che ha usato questa mattina nei confronti del collega Nerviani. Capisco, su altri temi forse...



RIVALTA Luigi

Sto esercitando la mia clemenza da tre anni.



CANTORE Daniele, Assessore regionale

La ringrazio allora di aver sollevato il problema con la mia comunicazione.



RIVALTA Luigi

Questi atteggiamenti si verificano solo da questa legislatura, con strappi alle forme, ai regolamenti e agli statuti. Sono sicuro che non era mai successo prima.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Io invece sono sicuro che era successo. Non è che parli il funzionario! Io sono qui dal 1980 ed è successo in tutte le legislature precedenti!



PRESIDENTE

Credo che non sia un problema grave in questo momento.



RIVALTA Luigi

Io sono perché questi Assessori vadano a casa, diano le dimissioni.
Propongo di sostituirli con i funzionari dirigenti di settore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cantore.



CANTORE Daniele, Assessore regionale

Chiedo scusa ai miei funzionari per averli sottoposti a questa violenza verbale e mi auguro che presto possano loro - come consiglia il collega Rivalta - gestire gli Assessorati.
Voglio rispondere ad un ordine del giorno che era stato presentato dai colleghi Cucco, Chiezzi e Segre sulla vicenda del CAAT che è parecchio complicata e mi permetto di fare su questo tema un minimo di escursus storico per poi arrivare alle determinazioni che la Giunta presenta a questo Consiglio regionale.
Il gruppo interassessorile che si è formato, ha fatto capo in questi mesi al Vicepresidente Assessore al commercio Vetrino e all'Assessore all'urbanistica. Il primo incontro che si è tenuto, di questa Conferenza dei servizi - a più interlocutori: Regione Piemonte, Provincia di Torino Comune di Torino, Comuni di Grugliasco, Rivoli, Orbassano e Rivalta - è avvenuto il 25/1/1993 e la Conferenza è stata svolta ai sensi dell'ex art.
27, terzo comma, della legge n. 12 del 1990.
Tale riunione era stata indetta per verificare - come ho detto prima se tutti questi soggetti istituzionali e anche la società CAAT e la società SITO erano d'accordo sui contenuti dell'accordo di programma per la realizzazione del CAAT e delle connesse infrastrutture varie e l'ampliamento del SITO. La Regione era rappresentata dall'Assessore Vetrino in qualità di Vicepresidente e la Regione con proprio decreto aveva approvato il progetto di realizzazione del CAAT, dichiarando l'opera di pubblica utilità e i lavori indifferibili e urgenti ai sensi della L.R. n.
62/79 sui mercati all'ingrosso e ai sensi della legge n. 18/84 sulle opere pubbliche. Per quanto riguarda poi la procedura espropriativa, è stato approvato dal Consiglio regionale con L.R. n. 13/93 un metodo espropriativo in base al quale la Regione può adottare gli occorrenti provvedimenti per espropriare, a favore della società CAAT, le aree necessarie all'intervento.
In quell'occasione il Presidente della società CAAT fece presente di tutto un iter che era iniziato in rapporto anche con il Ministero all'industria iter che aveva portato a fare una pre-gara per l'appalto, che poi dalla stessa società CAAT è stata annullata ed è stata poi fatta un'altra pre gara che ha visto la partecipazione di venti imprese: uno dei motivi per l'annullamento della precedente pre-gara era che alcune società erano implicate in vicende giudiziarie. Alla seconda pre-gara si sono presentate venti società, delle quali diciotto hanno risposto alla richiesta di presentare l'offerta entro il 24/9/1993; quindi oggi la società CAAT è pronta a passare dalla pre-gara alla vera gara di appalto.
Per quanto riguarda la capacità finanziaria di questa società per l'intervento, in un primo tempo questa derivava da circa 71 miliardi in conto capitale e da circa 26 miliardi in conto interesse, che erano in grado di attivare 62 miliardi.
Oggi il Presidente del CAAT, dottor Bruno, mi ha comunicato che sono in arrivo, per decreto Ministeriale, altri 10 miliardi derivanti dal fatto che a Milano non si può procedere con la costruzione del Centro Agro-Alimentare e quindi sarebbero dirottati sulla Città di Torino. Ad oggi la società CAAT ha annullato il pre-bando precedente, ne ha attivato un altro, al quale hanno risposto venti società, di cui già diciotto hanno presentato la loro offerta nei termini della scadenza - che è il 24 settembre, quindi è possibile che anche le altre due possano arrivare in tempo - e la disponibilità finanziaria per l'intervento è di circa 72 miliardi.
Devo anche dire che, a differenza del passato, quando risultava che l'approvazione del contributo e del finanziamento agevolato dovessero passare alla registrazione da parte della Corte dei Conti, risulta ad oggi invece che a norma del disegno di legge 15/5/1993 - disegno di legge molto recente - che titola "Disposizioni in materia di legittimità dell'azione amministrativa", tale provvedimento non è più soggetto alla competenza della Corte dei Conti. La notificazione del decreto medesimo, quello che attiva i 72 miliardi, sembra imminente ed alla data della pubblicazione di questo decreto saranno disponibili 180 giorni, entro i quali dovrà essere dato inizio ai lavori di realizzazione del CAAT.
Questa è la situazione all'interno della società CAAT e la situazione che si prospetta alla Regione Piemonte, per quanto riguarda tale accordo di programma.
Dopo questo primo incontro che, come vi ho detto, è datato 25/1/1993, vi fu un secondo incontro della Conferenza dei servizi - uso questo termine improprio poiché in realtà si trattava della Conferenza delle Amministrazioni e delle società attinenti a questo problema, più un gruppo di lavoro della Regione Piemonte - il 3/3/1993 per approfondire i dati tecnici emersi nel corso della precedente riunione; dati tecnici relativi soprattutto alle richieste di alcuni enti locali.
In data 12/3/1993 viene convocata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri una riunione dalla quale deriva una nota che dice: "L'area del Piemonte è inserita fra quelle aree che rispetto alla legge n. 41 del 1986 potranno ricevere i finanziamenti relativi alla costruzione del Centro Agro Alimentare".
C'è poi stato un passaggio di consegne fra Assessori; personalmente, ho poi riunito i componenti del gruppo interassessorile della Regione Piemonte in data 2/6/1993 per fare il punto della situazione sull'argomento trattato, e l'11/6/1993 - a distanza di nove giorni insieme al Presidente della Giunta regionale ho convocato una riunione della Conferenza.
Tali riunioni erano dettate dalla necessità di mettere intorno ad un tavolo tutti i contraenti di questo ipotetico accordo di programma e soprattutto di cercare di smussare le difficoltà emerse nei mesi precedenti da parte di alcune Amministrazioni comunali.
In seguito abbiamo convocato un'altra riunione il 18/6/1993 perché era variato lo scenario amministrativo: il Comune di Grugliasco si era sciolto ed era subentrato il Commissario prefettizio, al quale abbiamo dovuto dare il tempo di verificare la situazione del Centro Agro-Alimentare; inoltre si è sciolto anche il Comune di Rivalta Torinese.
In questa riunione vi è stata una discussione per quanto riguardava i problemi inerenti i diversi Comuni, e soprattutto si è verificato se si poteva dare corso all'accordo di programma.
Devo dire che a partire dalla Provincia di Torino, a seguire il Comune di Torino, ma poi tutti gli altri Comuni anche se nel particolare avevamo alcuni problemi, si sono detti d'accordo a firmare questo accordo di programma che diventa significativo per la Regione Piemonte, ma anche a livello nazionale, perché con ogni probabilità sarà il primo Centro Agro Alimentare - se riusciremo a farlo partire - che potrà iniziare.
Nel corso di quella seduta abbiamo deciso di dare corso ad una bozza - ma anche questo è termine improprio - di accordo di programma da inviare ai Comuni affinché potessero, con le competenze del Consiglio comunale approvare questo accordo di programma presentato in Giunta in data 21 giugno e successivamente inviato all'Amministrazione provinciale e a tutte le Amministrazioni comunali.
Mi permetto ora di leggervi la comunicazione di Giunta nonché l'accordo di programma perché è significativo non solo dell'impatto che avrà questo centro sul territorio piemontese, ma anche delle soluzioni che si sono trovate con le singole Amministrazioni comunali.
"In data 18 giugno si è tenuta la riunione conclusiva dei soggetti interessati all'accordo di programma, finalizzato alla realizzazione del nuovo Centro Agro-Alimentare di Torino e al completamento dell'Interporto di Torino-Orbassano, che è stato promosso dal Presidente della Giunta regionale ai sensi della legge n. 142/90.
Nei prossimi giorni è prevista - se gli enti locali e le società interessate daranno risposta positiva - la sigla di questo accordo di programma, il cui testo definisce gli impegni di ciascun soggetto.
Per quanto concerne la Regione si evidenziano tre specifici impegni: 1) la rilocalizzazione dell'azienda di trattamento di rifiuti tossico nocivi 'Servizi Industriali' 2) l'adozione da parte del Consiglio regionale del progetto e del piano finanziario relativi al CIM 3) l'esproprio del sedime stradale della S.P. 175 che insiste nell'area destinata all'impianto del Centro Intermodale Merci Torino-Orbassano".
Abbiamo poi estrapolato dal vero accordo di programma la vicenda di Corso Marche. Infatti, i contenuti dell'accordo di programma che la Regione propone di porre in essere sono stati ridefiniti, consapevolmente, in relazione sia ai livelli di accordo cui si ritiene di poter pervenire, sia all'entità delle risorse che risultano disponibili nei tempi di attuazione dell'accordo stesso.
Per quanto concerne i contenuti si fa rinvio al testo dell'accordo, mentre si delineano di seguito indicazioni a mero carattere programmatico, di cui l'accordo tiene in qualche misura conto, ma che non condizionano la stipulazione dell'accordo medesimo. E qui voglio sottolineare la situazione di Corso Marche che è fuori dall'accordo di programma e prevede una possibilità di intenti da parte delle singole amministrazioni per giungere alla soluzione di questo importante asse che riguarda la Città di Torino e l'area metropolitana.
"Questo asse, previsto nei piani di Grugliasco e di Torino, sarà dedicato alla funzione di ridistribuzione delle merci nell'area centrale di Torino intersecando numerosi assi trasversali (Corso Salvemini, Corso Allamano Via Grandi, Corso Tirreno, Via della Pronda, Corso Francia). L'asse insisterà per il 25% sul Comune di Torino e per il 75% su quello di Grugliasco.
In territorio di Grugliasco l'asse insiste sostanzialmente su terreni agricoli; in territorio di Torino interferisce con il tessuto edilizio della Borgata Lesna e la sua realizzazione comporterà la demolizione di numerosi fabbricati.
Il progetto preliminare del Piano Regolatore Generale di Torino, adottato dal Consiglio comunale in data 19/12/1991, ipotizza per il territorio limitrofo al confine sud-ovest della Città una viabilità in senso nord-sud con tracciato sdoppiato. Un primo ramo, ad andamento curvilineo, è destinato al traffico di attraversamento e separa le aree per nuove infrastrutture di rango metropolitano da quelle destinate a parco o ad usi per il tempo libero.
Un secondo ramo, rettilineo, riflette la consolidata impostazione del corso, già oggetto di specifica progettazione di massima da parte della società ATIVA, ed ha la sua funzione prevalente di favorire adeguata accessibilità ai nuovi insediamenti commerciali già realizzati o in corso di realizzazione.
Il ramo rettilineo consta di due tratte distinte. La prima, relativa al tratto I-N-O, Strada del Portone - Corso Allamano - Strada Antica di Grugliasco, funzionale alle attività di distribuzione delle merci nell'area urbana; la seconda, tratto O-P, più direttamente connessa alle esigenze di mobilità dell'area metropolitana.
Le fonti di finanziamento - questa è la proposta che viene presentata agli altri interlocutori istituzionali e non - potrebbero derivare dalla legge n. 531/82, che prevede un intervento statale del 65% della spesa e da risorse degli Enti e dell'ANAS. I tempi stimati per la progettazione esecutiva, comprensiva della VIA per consentire la cantierabilità dell'opera sono di 36 mesi; per l'esecuzione della prima tratta sono di ulteriori 36 mesi".
Questa è la parte di Corso Marche che è fuori dall'accordo di programma.
Veniamo invece alla sostanza dell'accordo di programma che è oggi sottoposto alla valutazione dei Consigli comunali.
"Accordo di programma, ex art. 27 legge 8/6/1990 n. 142, finalizzato alla realizzazione del nuovo Centro Agro-Alimentare di Torino, al completamento dell'Interporto di Torino-Orbassano ed alla definizione e realizzazione delle connesse infrastrutture.
Il Presidente della Giunta regionale promuove, ai sensi e per gli effetti dell'art. 27 della legge 8/6/1990, n. 142, un accordo di programma tra i seguenti soggetti: Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Torino, Comune di Grugliasco, Comune di Orbassano, Comune di Rivalta, Comune di Rivoli società CAAT e società SITO.
1) Obiettivi e contenuti dell'accordo.
L'accordo di programma è finalizzato alla realizzazione di due iniziative di rilievo regionale ed in particolare: a) la costruzione del nuovo Centro Agro-Alimentare di Torino, sulla base del progetto predisposto a cura della società CAAT b) il completamento delle strutture del Centro intermodale di Torino Orbassano, secondo il progetto predisposto a cura della SITO S.p.A.
Tali opere - ricomprese in un Piano di Insediamenti Produttivi (PIP) vengono rese funzionali e, nello stesso tempo, compatibili rispetto all'assetto territoriale del comprensorio su cui insistono, attraverso gli interventi di seguito indicati, la cui realizzazione è definita all'interno di questo stesso accordo di programma.
Costituiscono parte integrante dell'accordo: A) la realizzazione di un nuovo tracciato della strada provinciale n.
175, di collegamento tra Grugliasco, Rivalta ed Orbassano B) la realizzazione della strada intercomunale del Portone, nel Comune di Rivoli e l'adeguamento della stessa nei Comuni di Grugliasco e di Torino C) la razionalizzazione del Corso Allamano nei Comuni di Rivoli e di Grugliasco D) la rilocalizzazione dell'azienda di smaltimento dei rifiuti tossico nocivi 'Servizi Industriali', sita nel Comune di Orbassano.
Rispetto a tali obiettivi e contenuti, costituiscono oggetto dell'accordo di programma gli impegni di ciascuno dei soggetti che vi partecipano attraverso lo sviluppo delle progettazioni esecutive, il rilascio di tutte le autorizzazioni di competenza ed i finanziamenti e la realizzazione delle opere previste.
2) Specificazione delle caratteristiche, dei costi e dei tempi.
Gli interventi relativi alle opere viarie di cui al punto 1), sono precisati nei termini seguenti: A) strada provinciale n. 175 del Dojrone.
La definizione del tracciato e la progettazione esecutiva della nuova strada devono assicurare: a) la realizzazione di un nuovo asse di collegamento nord-sud, con prosecuzione all'interno dei Comuni di Grugliasco e di Rivoli (raccordo con la Via Acqui) b) un agevole flusso di traffico tra la tangenziale, il CIM e il CAAT con un asse viario a doppia carreggiata raccordato, attraverso svincoli alla tangenziale, al Corso Allamano e alla Strada del Portone c) il necessario rispetto in territorio di Rivalta - questo è un punto sul quale ci siamo attivati moltissimo - nei confronti dell'Ospedale San Luigi, struttura di rilievo nazionale e polo di decentramento delle cliniche universitarie di Torino d) la realizzazione di un nuovo ingresso per l'Ospedale San Luigi all'altezza della Cascina Dojrone, salvaguardando l'integrità del complesso costituito dalle Cascine Dojrone, Generali e Bracardi" (questa è una parte inerente l'ordine del giorno) "e) il mantenimento del polmone verde costituito dal terrazzo agricolo compreso tra la strada provinciale n. 143, la Cascina Dojrone e l'Ospedale San Luigi, con la conservazione, in quel tratto della strada provinciale n.
175, delle caratteristiche di antica rotta di collegamento agricolo in un contesto ambientale raro a ritrovarsi nell'ambito dell'area metropolitana torinese f) l'avvio della realizzazione della circonvallazione all'abitato di Rivalta, partendo dal tratto sud-est, da raccordare a quella di Orbassano attraverso un ponte sul Sangone di adeguata sezione g) la razionalizzazione degli svincoli attrezzati tra la strada provinciale n. 143 e la strada provinciale n. 183, in modo da agevolare e incentivare la fruizione della nuova autostrada Torino-Pinerolo per la mobilità tra la Val Sangone e l'area di Torino, in alternativa all'attuale asse Bruino-Rivalta-Dojrone.
Il primo gruppo di interventi da situare su un orizzonte temporale immediato di durata valutabile in 24 mesi, a far tempo dalla data di approvazione del Decreto del Presidente della Giunta regionale, comporta quanto segue: A.1 intervento comprendente la penetrazione nel centro di Grugliasco, il collegamento con la zona industriale di Rivoli e la Via Acqui (tratto A-B-C della carta allegata).
1) La Provincia di Torino, in accordo con i Comuni di Grugliasco e di Rivoli, si impegna a definire il tracciato e le caratteristiche del collegamento fra Corso Allamano e Via Acqui entro sei mesi ed a curarne la relativa progettazione esecutiva entro i successivi sei mesi.
La Provincia si impegna altresì - questo è un altro dato importante emerso dalla Conferenza dei servizi - ad eseguire gli espropri e a realizzare l'opera (quindi anche in termini finanziari).
2) La Provincia di Torino si impegna a curare la progettazione di un asse a doppia carreggiata della larghezza di m 21, tra la tangenziale e Corso Allamano, con svincolo a doppio livello ed a realizzare una prima carreggiata di m 10,50 con intersezione a raso, predisposta per il doppio livello in corrispondenza dell'importante nodo Corso Allamano - Strada del Portone.
Nell'ambito degli incombenti curati dalla Provincia rientreranno anche le necessarie procedure espropriative.
3) L'onere finanziario complessivo troverà copertura con introiti degli oneri di urbanizzazione di CAAT e con risorse proprie della Provincia.
Queste ultime possono in parte essere quelle provenienti dalla cessione alla società CAAT ed alla Regione della tratta della strada provinciale n.
175 che attualmente insiste sull'area del PIP, interferendo con l'insediamento del Centro Agro-Alimentare e con il CIM".
Questa è un ipotesi di lavoro, perché abbiamo una parte della strada provinciale n. 175 che rientra all'interno del PIP. In realtà è stata fatta a CAAT la proposta, (la nostra partecipazione è rafforzativa) di farsi carico di questa soluzione per risolvere il problema della S.P. 175 ed evitare che questa tratta della strada entri all'interno del PIP e possa quindi interferire sia con l'insediamento del CAAT, sia con il CIM.
"La società SITO si impegna a dismettere le aree di sua proprietà interessate dal nuovo tracciato della S.P. 175.
4) Per la cessione dell'attuale sedime stradale e relativi manufatti, si prevede una specifica convenzione tra Regione, Provincia, CAAT e SITO esecutiva del presente accordo di programma. Analogamente, per la realizzazione di Corso Allamano e Via Acqui, si prevede una convenzione tra la Provincia, i Comuni di Grugliasco e di Rivoli e la società CAAT.
5) Nella fase di costruzione del nuovo asse viario, per consentire l'uso dell'attuale strada provinciale, nel tratto interessato dal cantiere di CAAT, si prevede la realizzazione di una deviazione temporanea.
La deviazione suddetta viene progettata e realizzata dalla società CAAT.
Le caratteristiche e le modalità dell'intervento devono essere oggetto di apposita convenzione tra Provincia e CAAT.
I tempi per la realizzazione della deviazione provvisoria, sono fissati in sei mesi dal momento dell'inizio del cantiere.
La realizzazione provvisoria non si realizzerà ove la nuova strada provinciale sia ultimata prima dell'interferenza del cantiere CAAT con il vecchio tracciato.
Il secondo gruppo di interventi, da situare in un quadro programmatico impegnativo per la Provincia e da realizzare con tempistica correlata alle disponibilità economiche della stessa, comporta i seguenti interventi: 6) realizzazione della seconda carreggiata dalla tangenziale al nodo B 7) completamento dello svincolo complesso a doppio livello in corrispondenza dello stesso nodo B (Corso Allamano - Strada del Portone).
A.2 Tratto riguardante la S.P. 175 compresa fra la tangenziale di Torino la Cascina del Dojrone, Rivalta centro ed il Ponte sul Sangone (tratto C-D E-F-G-H della carta allegata).
Per quanto riguarda questo tratto, la Provincia si impegna a curarne la progettazione, l'esproprio ed il finanziamento.
In particolare realizzerà: 1) un nuovo ingresso per l'Ospedale San Luigi, all'altezza della Cascina Dojrone;" - fatte salve, come ho già detto prima, le caratteristiche ambientali e di conservazione di questo importante insediamento sul territorio "2) per il tratto C-D-E, entro un anno, uno studio di fattibilità considerando un territorio di analisi più ampio, comprendente i Comuni di Rivoli, Beinasco e Orbassano, per definire un nuovo tracciato viario alternativo alla strada provinciale del Dojrone con caratteristiche di collegamento intercomunale di livello metropolitano fra la zona ovest di Torino e l'area sud-ovest del Sangone.
3) Per il tratto E-F, un nuovo asse viario con sezione di m 10,50 in prospettiva ampliabile fino a m 18, con raccordo a raso e in E con raddoppio del ponte sul Sangone in F.
4) Due svincoli nel Comune di Orbassano fra la tangenziale di Orbassano e la S.P. 183 per Bruino: a raso in G., a livelli sfalsati in H.
B) Strada intercomunale del Portone.
Su questa strada che delimita a sud l'area industriale di Grugliasco e l'area del Gerbido di Torino, in cui sono attualmente ubicati i depositi dell'AMIAT, dell'ATM e della Motorizzazione Civile, sono previsti gli ingressi del CAAT e del CIM.
La Città di Torino - questo è un impegno molto importante si impegna a recepire nel progetto definitivo del Nuovo PRGC, la previsione di realizzazione della Strada del Portone con una sezione di m 50 e realizzerà tale sezione in fasi successive".
Qui devo dire che c'era una contestazione del Comune di Grugliasco che voleva subito la realizzazione della Strada del Portone in sezione di m 50.
Siamo riusciti ad ottenere che questo rientri in una previsione del Piano regolatore del Comune di Torino e sarà realizzato in fasi successive.
"Il Comune di Rivoli si impegna a recepire nel PRGC la previsione di realizzazione della Strada del Portone con una sezione di m 50. La prima fase prevederà comunque una larghezza non inferiore a m 30. La realizzazione delle opere dovrà coincidere con l'apertura del Centro Agro Alimentare.
B.1 Tratto I-L-M, compreso tra Corso Orbassano e la strada provinciale n.
175.
Tratto compreso tra Corso Orbassano e la S.P. 175.
1) La progettazione di tale arteria da Corso Orbassano alla connessione con Corso Allamano e con il nuovo tracciato della S.P. 175, dovrà contemplare la revisione dell'immissione su Corso Orbassano e l'inserimento del futuro asse viario di Corso Marche, i nuovi ingressi per le aree destinate a CIM e CAAT, e dovrà altresì tenere conto del raccordo con la strada provinciale 175, con il Corso Allamano e con il prolungamento verso sud di Via Martin Luther King.
2) Contemporaneamente all'adeguamento di Strada del Portone alle nuove esigenze, è necessario prevedere la realizzazione delle opere di canalizzazione delle acque bianche e nere con due canali della lunghezza complessiva di circa 2.400 m lineari, oltre la copertura e deviazione di alcuni tratti di bialere per una lunghezza complessiva di 2 mila metri lineari. Inoltre, la forte urbanizzazione della zona e la notevole ampiezza del bacino colante, impongono la costruzione di un collettore bianco di grande portata che, partendo da Strada del Portone, raggiunga il Sangone nel contempo occorrerà provvedere al potenziamento della rete delle acque nere a valle di Strada del Portone". Questo è stato anche motivo di contenzioso con il Comune di Grugliasco che, a fronte di alcune richieste che venivano presentate nella Conferenza dei servizi, non teneva conto dell'importante intervento che veniva fatto nel Comune stesso riguardante le fognature e quanto ho accennato prima.
"3) L'importo complessivo presunto di tali opere è di circa L. 30 miliardi, ad esclusione dei costi di espropriazione delle aree e di eventuali immobili per la realizzazione delle opere stesse.
4) La Città di Torino si assume l'onere della progettazione esecutiva dell'appalto e della realizzazione delle opere; provvederà altresì alla procedura di esproprio delle aree interessate dalle opere esistenti sul territorio della Città di Torino.
5) I Comuni di Grugliasco e di Rivoli si impegnano a procedere agli espropri delle aree interessate ricadenti sul proprio territorio ed a cedere tali aree gratuitamente alla Città di Torino, la quale diventerà unico proprietario delle infrastrutture strade e fognature sopra richiamate.
Gli oneri derivanti da tali espropri sono a carico della società CAAT.
6) Alla Città di Torino competeranno le manutenzioni di tali opere.
7) Il Comune di Grugliasco provvederà, a propria cura e spese, alla sistemazione della viabilità che si inserisce a nord della Strada del Portone.
8) la Città di Torino procederà agli appalti delle opere anche per i lotti successivi.
9) Per la definizione degli ulteriori aspetti tecnici, patrimoniali e finanziari si rimanda a una specifica convenzione da stipularsi fra i soggetti interessati.
10) Per la realizzazione delle opere stradali di cui sopra, compresa l'illuminazione e la segnaletica, la Città di Torino provvederà ad inserire nel piano degli investimenti per gli anni 1994/1995/1996 i seguenti importi di spesa da finanziare con mutuo: L. 6 miliardi per il 1994, L. 3 miliardi per il 1995 e L. 3 miliardi per il 1996.
11) Per la realizzazione delle opere di fognature il cui importo previsto è di circa L. 18 miliardi.
La Città di Torino provvederà per L. 10 miliardi, attraverso i fondi di cui alla legge Merli e per L. 8 miliardi con mutuo da imputarsi nei Piani Investimenti degli anni 1994/1995/1996.
3) Ulteriori interventi.
Questo gruppo di interventi è da situarsi in un quadro programmatico impegnativo per le Amministrazioni e da realizzare con tempistica correlata alle disponibilità economiche degli Enti.
C) Corso Allamano.
Per mantenere un alto livello di servizi di questo asse: a) la Provincia si impegna a redigere uno studio complessivo di Corso Allamano, corredato da rilievi del traffico nei diversi tronchi finalizzato a determinare i provvedimenti di razionalizzazione della sezione stradale, dei controviali e degli incroci esistenti, in particolare quelli di Rivalta (stabilimento Comau) e di Strada del Gerbido (incrocio Certezza) b) i Comuni si impegnano a riorganizzare la rete viaria per migliorare i collegamenti interni, specie per razionalizzare la viabilità di accesso alle zone industriali di Rivoli e al centro di Grugliasco e a definire, in sede di revisione di Piano Regolatore Generale, le conseguenti varianti urbanistiche c) i Comuni di Grugliasco e di Rivoli, in accordo con la Provincia, si impegnano a realizzare i controviali di Corso Allamano e ad assumersi i relativi oneri finanziari".
Questa mi sembra una parte importante dell'accordo di programma che era stata dimenticata quando era stato previsto il Corso Allamano.
"D) Servizi Industriali.
La Regione, di concerto con la Provincia, si impegna ad avviare tempestivamente, le procedure finalizzate alla rilocalizzazione dell'azienda di trattamento dei rifiuti tossico-nocivi dei servizi industriali. Le operazioni relative alla necessaria bonifica comportano tempi tecnici di tre-quattro anni".
Dalle notizie che sono in nostro possesso, la Servizi Industriali è in cerca di una nuova localizzazione anche se, tutt'oggi, non è ancora stata trovata; per questo motivo ritengo importante che sia stato messo all'interno dell'accordo di programma e, soprattutto, che sia stata individuata, anche se non in termini vincolanti, una data entro la quale risolvere questo problema.
Le competenze dei singoli soggetti costituiscono una parte importante sulla quale si è molto discusso alla Conferenza dei servizi, soprattutto in rapporto all'ipotesi di un accordo di programma (che per la nostra Regione è quasi una novità, come anche per le altre) e agli interventi che le singole Amministrazioni dovranno fare, affinché questo accordo di programma sia valido e possa quindi diventare operativo.
"4) Competenze dei singoli soggetti.
Le realizzazioni relative ai due centri e agli interventi infrastrutturali ad essi connessi, presuppongono l'adeguamento dei seguenti documenti di programma: deliberazione del Consiglio regionale del progetto e piano finanziario relativi al CIM: piano settoriale della viabilità provinciale strumenti urbanistici dei Comuni.
La Regione si impegna ad adeguare le previsioni di competenza con proposte della Giunta al Consiglio, al fine di aggiornare la deliberazione sopra richiamata.
La Provincia si impegna ad adeguare alle previsioni progettuali, che derivano dall'accordo di programma, il piano settoriale della viabilità provinciale.
I Comuni, sulla base di contenuti dell'accordo di programma, si impegnano ad adeguare, per le parti di rispettiva competenza, le proprie previsioni urbanistiche generali ed attuative.
Le società si impegnano a realizzare le opere di pertinenza nei termini nei tempi e con le modalità concordate, all'interno dell'accordo di programma, con gli Enti pubblici competenti.
I Comuni di Rivoli e Grugliasco danno atto che il presente accordo" questa è una parte importante, in quanto i Comuni di Rivoli e Grugliasco erano i Comuni in sofferenza in questa ipotesi di accordo di programma - "e i relativi contenuti soddisfano le condizioni per il rilascio delle concessioni edilizie alla società CAAT e si impegnano a rilasciare le stesse in tempo utile, per consentire l'apertura del cantiere entro i termini previsti dal decreto ministeriale".
Queste erano le garanzie che dovevamo avere per poter rientrare, dopo il decreto, nei 180 giorni. Le precisazioni esecutive necessarie per la attuazione del presente accordo, sono approvate a norma dell'art. 14 della legge 7/8/1990 n. 241 in sede di Conferenza di servizi indetta dal Presidente della Giunta.
Abbiamo successivamente aggiunto una parte che interessava soprattutto il Comune di Rivoli (ma che ritengo possa riguardare tutte le Amministrazioni comunali che ineriscono al territorio), in ordine alla gestione delle infrastrutture di cui al presente accordo di programma: manutenzione sgombro neve, vigilanza, controllo del traffico. Le parti si impegnano a definire le modalità attraverso specifiche convenzioni fra Comuni Provincia e società.
"5) Apporti e risorse finanziarie.
Per la realizzazione degli interventi i soggetti interessati si impegnano ad inserire stanziamenti annuali in ciascuno dei relativi bilanci previsionali.
Le due società, sulla base delle provvidenze statali assegnate, devono concludere le opere entro il 1996. All'interno di tali tempi dovrà essere assicurata la rilocalizzazione della Servizi Industriali attraverso le procedure previste dalla legislazione di settore.
6) I controlli e le garanzie.
Gli impegni a cui al presente accordo di programma, in base alle indicazioni in materia dell'art, ex 27 della legge n. 142/90, sono garantiti da un collegio nominato dal Presidente della Giunta regionale che lo presiede, composta dai rappresentanti degli enti che partecipano all'accordo.
Il collegio è dotato di poteri sostitutivi a norma della stessa disposizione di legge.
Il decreto del Presidente della Giunta regionale precisa le modalità di intervento del collegio".
Questo è quanto gli uffici regionali hanno prodotto con capacità, grande professionalità e attenzione, nelle ultime due riunioni, nei confronti degli altri interlocutori. Non soprattutto perché a fronte di una prima resistenza del Comune di Grugliasco, il quale non solo in questo caso, ma anche in altri, ha avuto rapporti di forte contenzioso con l'Amministrazione regionale. In questo caso il Comune di Grugliasco era il Comune che chiedeva maggiori ricadute positive sul territorio in relazione all'insediamento del Centro Agro-Alimentare, e si era aggiunta anche la posizione del Comune di Rivoli.
Devo dire che le due riunioni e anche quanto è stato prodotto dagli Assessorati competenti (nel gruppo di lavoro erano presenti l'Assessorato al commercio, l'Assessorato all'urbanistica, il legale che ci rappresenta) il lavoro di concerto fatto dai funzionari della Regione e il confronto politico-amministrativo su queste importanti realizzazioni, hanno portato ad ammorbidire le posizioni delle singole Amministrazioni comunali e soprattutto a convenire con loro che questa realizzazione era importante.
Certamente sarebbe stato molto negativo che al termine dei 180 giorni seguenti il decreto ministeriale non si fossero potuti aprire i cantieri.
Devo dire che questa sensibilità è stata espressa da tutte le Amministrazioni comunali. La situazione, ad oggi, è che abbiamo alla firma se possiamo usare questo termine - l'accordo di programma ovviamente la società CAAT, la società SITO, il Comune di Torino, la Provincia di Torino.
Il Comune di Orbassano ci ha già rimandato la bozza pressoché definitiva in relazione al rapporto con le Amministrazioni comunali, e siamo in attesa ancora di avere le altre risposte. Dallo scenario e dalla fotografia che posso avere, ad oggi, il Comune di Rivoli ha superato le sue perplessità e dovrebbe convocare a giorni un Consiglio comunale per aderire all'accordo di programma. Il Comune di Grugliasco e di Rivalta, come ho detto, sono commissariati e i due Commissari hanno voluto prendere visione di tutta la vicenda. Nello specifico, il commissario Circosta ha voluto proseguire l'atteggiamento che aveva l'Amministrazione comunale di Grugliasco, ma essendo venuta la Conferenza dei servizi incontro ad alcune esigenze dell'Amministrazione comunale di Grugliasco, mi pare che anche questo Comune sia disponibile alla firma.
Il Comune di Rivalta è in una fase leggermente più arretrata, perché il Commissario è stato insediato in fase successiva, ma pensiamo che anche in questo caso possa arrivare la firma sull'accordo di programma.
Mi sono informato presso la società CAAT anche in relazione ad un punto all'ordine del giorno che riguardava la società Bonifica. Voglio precisare che la Bonifica è una componente della Società Progetto Mercati ed è stata fatta in passato. Quindi, noi ereditiamo oggi, ma ha ereditato la Regione già in passato, il progetto di massima ed il progetto esecutivo, ma non partecipa, cioè non è tra le venti aziende che hanno partecipato al pre bando. Quindi, oggi, non ha più alcun rapporto con la società CAAT per quanto riguarda il bando di gara, e quindi la realizzazione di queste opere. So che nei riguardi della Società Bonifica ci sono stati problemi a carico degli amministratori. Questo è comunque un argomento oggetto di verifica da parte dell'Amministrazione. Da parte nostra, chiedendo di annullare il primo pre-bando e di farne uno successivo, ci siamo assicurati che queste situazioni non dovessero nuovamente ripetersi, e da quanto mi viene relazionato dalla società CAAT, hanno partecipato al secondo pre bando società che non hanno problemi pendenti e, quindi, possono partecipare alla costruzione del Centro Agro-Alimentare di Orbassano.
Voglio ricordare che, stante la situazione nazionale, è possibile che, per problemi locali, partano solo quello di Torino e quello di Roma. Quindi probabilmente strada facendo, potremo avere ulteriori finanziamenti da parte del Ministero competente. Se questo accordo di programma non dovesse essere firmato, certamente non si potrà procedere alla costruzione del Centro Agro-Alimentare, e trascorsi 180 giorni dal decreto ministeriale non si potranno aprire i cantieri. Lo sforzo che è stato fatto in relazione e in rispetto del lavoro già compiuto, è stato quello di portare avanti l'intervento - anche se ci rendiamo conto che è un intervento molto consistente - ma anche di rispettare le presenze soprattutto ambientali, ed in alcuni casi storico-architettoniche presenti sul territorio e che potevano essere violentate dall'intervento stesso.
Da come potete evincere dalla lettura dell'accordo di programma, che certamente sarebbe più facile di fronte anche alla cartografia, questa violenza non viene fatta, anzi l'insediamento porta dei vantaggi anche alle Amministrazioni comunali. Devo dire che abbiamo trovato nel Comune di Torino e nella Provincia di Torino un interlocutore molto valido. Anche dalla lettura dell'accordo di programma si può notare come la Provincia sia venuta incontro a molte esigenze che erano state portate alla Conferenza dei servizi.
La situazione è a questo punto. Se arriveranno le firme delle Amministrazioni comunali si potrà dire che la vicenda CAAT si avvia verso la conclusione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Ringrazio l'Assessore che ha ritenuto di leggere integralmente la bozza dell'accordo di programma, che è una parte del problema. Però adesso dovrebbe consentire anche a noi di poter conoscere più nel merito la vicenda. Dico questo non perché voglio trasformare questo dibattito in una discussione nel merito di ciascuna delle opere individuate nell'accordo di programma. Questa non è una Commissione tecnica, né una Commissione consiliare e il dibattito dovrebbe vertere peraltro sull'o.d.g. Per effettivamente il contenuto dell'accordo di programma modifica o pu modificare sostanzialmente anche il nostro atteggiamento. Del resto, la Giunta non ha accelerato la discussione dell'ordine del giorno per quasi un anno, perché questo è stato presentato nell'ottobre 1992. Quindi, se chiedo almeno una settimana di verifica e di approfondimento del documento che l'Assessore ci vorrà fornire, spero che si possa concedere.



PRESIDENTE

Personalmente, guardando gli altri presentatori dell'ordine del giorno che sono i Consiglieri Segre e Chiezzi, mi sembra che approvino la richiesta del Consigliere Cucco.
La parola all'Assessore Cantore.



CANTORE Daniele, Assessore regionale

Ho letto l'accordo di programma, perché, come ha ribadito il Consigliere Cucco, è parte integrante delle osservazioni che ci sono nell'ordine del giorno e devo dire di una discussione lunghissima che c'è stata con le altre parti.
L'accordo di programma è qui a disposizione e anche la relativa cartografia che prima non abbiamo potuto distribuire, ma che comunque faremo in diverse copie per poter verificare sulla carta quanto c'è nell'accordo di programma stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Chiedo se con questa comunicazione si è inteso anche dare risposta all'interpellanza urgente che noi abbiamo presentato nella seconda metà di marzo: è stata tenuta in considerazione oppure no. Se è stata tenuta in considerazione, mi permetto di sottolineare che non ha avuto un'adeguata risposta. Ci sono molti argomenti, per cui abbiamo fatto richiesta di informazione e anche di spiegazione sia dell'accaduto sia delle possibili evoluzioni future delle vicende che riguardano il Centro Agro-Alimentare, a cui non è stata data alcuna risposta. Sotto questo profilo ritengo che l'intervento dell'Assessore Cantore abbia toccato molto poco, anzi quasi nulla, la storia, i problemi e il futuro del Centro Agro-Alimentare. Si è invece diffuso ampiamente in una argomentazione che ha assunto il carattere di un vero e proprio, seppur parziale, indirizzo di pianificazione territoriale ed urbanistica, necessario stante la situazione, ma certo che riguarda un'altra importante competenza. Mi sembra, cioè, che l'Assessore abbia eluso le questioni che riguardano il Centro Agro-Alimentare sostituendole con una ricca informazione (nel merito da discutere, e io ho molti argomenti sotto questo profilo da esprimere) riguardanti invece i problemi di assetto territoriale di quella zona. Sono d'accordo, allora, per accogliere la sollecitazione del collega Cucco per un rinvio della discussione, per due profili: l'uno, per l'insufficienza della comunicazione rispetto ai problemi del CAAT (a questo proposito invito l'Assessore Cantore ad approfondire le questioni riguardanti il Centro Agro-Alimentare), l'altro, per poter davvero discutere nel merito quelli che appaiono come indirizzi di pianificazione territoriale e urbanistica. Sotto questo ultimo profilo dico subito che mentre ritengo importante che la Regione finalmente incominci a darsi degli indirizzi di pianificazione territoriale, ritengo pericoloso come vengono fuori: gli indirizzi di organizzazione di quel territorio devono cogliere la problematica assai più ampia di quella zona e dell'area metropolitana torinese; essi mi sembra nascano invece fortemente piegate a logiche magari tutte legittime, che sono propriamente del CAAT.
Sono convinto, tuttavia, che è giusto affrontare la discussione di questi indirizzi; d'altra parte li ho sollecitati molte volte. Dobbiamo però fare la discussione con maggiore conoscenza di causa: una cartina, per esempio, è indispensabile per capire, poiché per quanto la toponomastica richiamata nella relazione sia nella mente nostra, è difficile localizzare l'insieme delle indicazioni date e capire fino in fondo che cosa esse significhino. Sotto questo profilo l'Assessore Cantore avrebbe avuto bisogno di ben altri funzionari al suo fianco per poter tenere conto di questa intera problematica. Penso che oltre a quelli dell'Assessorato al commercio avrebbe dovuto avere a fianco i funzionari dell'Assessorato alla pianificazione territoriale ed urbanistica e forse non solo quelli.
Ecco la ragione per cui le discussioni in Consiglio regionale debbono attenersi agli aspetti rilevanti delle politiche che si stanno attuando nei vari settori, abbandonando gli approfondimenti di carattere tecnico che in Consiglio non si possono fare. Sotto questo profilo i funzionari più correttamente possono essere utilizzati in sede di Commissione. Ritengo che le questioni del genere di quelle contenute nella relazione dell'Assessore avrebbero dovuto essere esaminate anche dalla II Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Mi unisco alla richiesta dei colleghi e chiederei all'Assessore, per cortesia, per riuscire a capire meglio, di allegare alla documentazione richiesta anche quella relativa alle procedure e agli atti del CAAT che riguardano la predisposizione dei progetti e la predisposizione del primo pre-bando di gara e del secondo pre-bando di gara, quello che pare avere già una conclusione operativa nel settembre di quest'anno. Vorrei conoscere gli atti essenziali deliberati dal CAAT. La motivazione di questa richiesta è la seguente: non riesco a capire come sia possibile per il CAAT indire delle gare, per eseguire delle opere i cui progetti non hanno avuto la concessione edilizia da parte dei Comuni. Per me questo non è chiaro. Mi risulta che prima di fare una gara per realizzare un'opera il committente dovrebbe avere il permesso del Comune.
Se non ce l'ha ho dei dubbi che questo sia possibile, ma può anche darsi che così non sia. Chiederei quindi questa documentazione del CAAT.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cantore.



CANTORE Daniele, Assessore regionale

Volevo dire al collega Rivalta che non ho sottovalutato il documento presentato dal suo Gruppo a metà marzo, ma che - forse sbagliando - avevo inteso fosse importante comunicare al Consiglio regionale, intanto lo stato dell'arte, in secondo luogo mi pare che dal vostro documento, ma anche dal documento degli altri colleghi, emergesse l'esigenza di capire come si muoveva la società CAAT e in questa direzione, al di là della richiesta legittima del collega Chiezzi, è stato annullato un pre-bando e ne è stato fatto un altro; questo era motivo di preoccupazione anche dell'Amministrazione regionale.
In secondo luogo c'era la necessità ci capire quali finanziamenti sarebbero stati trasferiti dal Ministero e oggi siamo a 72 miliardi. Poi devo dirle, collega Rivalta, che questo accordo di programma - come lei ha anche ripetuto era di una tale complessità che aveva al suo interno anche le risposte ad altri problemi che sono la storia, che in parte è già stata scritta, ma soprattutto è il futuro del Centro Agro-Alimentare su quel territorio. Questo accordo di programma, che noi possiamo definire "accordo sperimentale", su questo tema ma anche in generale, ha cercato di conciliare l'enormità di un insediamento, con la realtà territoriale e chiaramente ha invaso anche competenze che non sono mere competenze del commercio, ma devo dirle che il gruppo di lavoro che io ho ereditato e che ha lavorato con me in questo ultimo mese, è un gruppo di lavoro interassessorile; io non li avevo qui a fianco, ma c'erano, in altre occasioni, tutti i funzionari degli Assessorati competenti e quindi è stato portato avanti questo lavoro, ultimamente ritengo anche con la soddisfazione di vedere che le rigidità dell'Amministrazione comunale sono via via andate scemando.
Penso comunque che sia importante che, a distanza di un anno, questo argomento venga affrontato. Mi rendo comunque disponibile a fornire tutta la documentazione dell'accordo di programma, la cartografia relativa e i due iter procedurali dei due pre-bandi, come richiesto dal Consigliere Chiezzi.
Io sono stato chiamato ad affrontare il problema del CAAT in Consiglio regionale e non nelle Commissione competenti; se però ritenete, per garantire un lavoro più veloce e anche un maggior approfondimento, di demandare il tutto alle due Commissioni, non ci sono problemi.



PRESIDENTE

L'Assessore si è dichiarato disponibile a fornire tutta la documentazione e gli ulteriori approfondimenti. Pertanto adesso interrompiamo questo punto; decideranno i Capigruppo come procedere.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee" - Presentazione ordine del giorno n. 611


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 16) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, preferirei che non si giungesse ad una votazione su questo disegno di legge. La Giunta presenti un nuovo disegno di legge in quanto questa legge è stata approvata senza alcun dibattito con alcune forze di opposizione. Se ricordate la seduta nella quale il Consiglio procedette all'approvazione di questa legge era una seduta alla quale una parte rilevante delle minoranze abbandonò l'aula per protesta. In quella seduta vennero approvate tra altre cose anche questo testo sul quale non ho espresso alcun giudizio. Dato che è un testo importante mi piacerebbe, di fronte ad una discussione, poterla svolgere come non era stato possibile allora. Pertanto chiederei che venisse presentato come nuovo disegno di legge per consentire una discussione che non è stata possibile prima.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Ritengo che la legge abbia un'importanza fondamentale, come lo stesso Consigliere Chiezzi ha dichiarato. Ogni giorno perso per non tutelare le acque del Piemonte è un'occasione perduta. Questo provvedimento, è vero non è stato discusso in quest'aula, ma ampiamente dibattuto in Commissione (mi pare in tre sedute), con il parere anche del prof. Pizzetti per quanto riguardava una parte giuridica.
Pertanto inviterei il Consigliere Chiezzi ad esprimere le sue osservazioni su questo disegno di legge che ha impegnato ormai da un anno e mezzo la nostra Commissione e il Consiglio.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,40, riprende alle ore 17,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Il nostro Gruppo, insieme ad altri Gruppi di opposizione, voterà la legge per gli specifici intrinseci contenuti.
Riconfermiamo quanto già detto stamattina e quanto è evidente in aula ovvero, che la maggioranza non c'è più e che ogni volta che ha bisogno di voti deve chiederli all'opposizione, stravolgendo tutte le regole di rapporto anche democratico all'interno di questo Consiglio. Credo che di questo fatto politico la Giunta e la maggioranza debbano prendere atto; non è possibile che si continui a non prendere atto di questo dato politico che ogni volta si ripresenta. Per quanto riguarda la seduta odierna, è la terza volta che la questione si ripresenta. Chiediamo che la maggioranza tragga fino in fondo le dovute conclusioni di una logica ormai non solo politica, ma anche dei numeri.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Voglio essere molto chiaro e dire al Consigliere Marengo che quando ero Capogruppo della DC ho dato molte volte all'amico Bontempi i nostri voti, e forse ho fatto male.



RIVALTA Luigi

Brizio, pensa quanti anni luce sono passati...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' chiaro che se si vuole farne una questione politica, per quel che riguarda la Giunta, quest'ultima ritira il provvedimento e lo ripresenterà se se ne vuol fare una questione di generale presa di coscienza, ne siamo grati all'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Credo sia opportuno chiarire la posizione del nostro Gruppo, tanto più che, come ha già sottolineato il Consigliere Chiezzi, sia noi sia il collega Marino non eravamo presenti alla discussione - che in verità non c'è stata in sede di prima approvazione di questo disegno di legge.
Il Capogruppo PDS ha già sollevato una questione che rischia di spostarsi troppo su un piano meramente politico e non di contenuti del provvedimento oggetto della discussione. Il Gruppo Verdi, come credo sia chiaro a tutti, non ha atteggiamenti particolarmente favorevoli nei confronti della Giunta e certo non ne appoggia le linee programmatiche sulla questione specifica - i contenuti del disegno di legge riportato all'attenzione dell'aula per la riapprovazione dopo le osservazioni del Commissario di Governo - dobbiamo decidere se è opportuno che un Gruppo come quello dei Verdi dia il proprio contributo, considerando anche l'aperto conflitto tra la Regione Piemonte e le posizioni dello Stato attraverso i suoi diversi organi, in merito alla questione fondamentale dell'uso delle acque del sottosuolo, la dichiarazione di un controllo pubblico delle stesse e della pubblica utilità. Consideriamo quindi l'introduzione di vincoli "ope legis" tali da permetterci di avviare una politica diversa nei confronti di tale risorsa, che non può più essere ritenuta liberamente disponibile da tutti.
Credo che il metro di giudizio per assumere una determinata posizione e quindi approvare o meno - o astenersi - il disegno di legge, non debba derivare tanto dalla conflittualità tra opposizione e Giunta quanto dalle ragioni di merito e dai contenuti del documento.
In sede della competente II Commissione, quando si è riaperta la discussione rispetto alle variazioni da introdurre agli articoli sui quali il Commissario di governo aveva eccepito, intravvedendo un'eccessiva intrusione da parte della Regione su competenze dello Stato, noi avevamo sollevato una serie di critiche: una parte venne accolta con l'approvazione di una deliberazione da parte della Giunta regionale e con la presentazione di un ordine del giorno, permettendo di recuperare in forma sufficiente i principi di alcuni articoli del disegno di legge che si sono dovuti modificare per non aprire un contrasto in seconda istanza con il Commissario di Governo.
Alcune questioni rimangono ferme, anche se la Regione Piemonte...



PRESIDENTE

Scusi se mi permetto, Consigliere, ma lei sta facendo un intervento di merito. In realtà siamo in fase procedurale: si tratta di capire se possiamo procedere, oppure no.



MIGLIO Mario

Ma con il mio lungo discorso stavo cercando di giustificare il fatto che a mio modo di vedere si deve procedere.
Quanto stavo tentando di dire è che al di là di alcune deficienze che comunque intravediamo nel corpus legislativo per l'affermazione di alcune deroghe che fanno sì che non vi siano vincoli assoluti per i proprietari rispetto all'uso delle acque sotterranee, in ogni caso riteniamo che l'insieme delle questioni poste sia sufficientemente valido da portare il nostro Gruppo - ma credo che anche il collega Marino abbia una posizione analoga alla nostra - ad appoggiare la legge per dare maggior forza alla Regione Piemonte, al di là delle divisioni interne fra i Gruppi politici nell'affermazione di alcuni principi validissimi, quali quello del non più libero uso della risorsa "acqua", non più illimitata.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Miglio.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Avendo sentito l'affermazione del Presidente della Giunta, ripreciso che noi votiamo il disegno di legge per ragioni di merito. Ho poi fatto una constatazione, data dalla realtà dei fatti: è successo ben tre volte, oggi la "maggioranza non ha la maggioranza" richiesta per approvare la legge, ed è quindi costretta a rivolgersi alla benevolenza delle opposizione.
Di fronte, però, all'affermazione del Presidente della Giunta preciso che se la nostra posizione viene caricata di significato politico, noi la legge non la votiamo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Sono debitore di alcuni ringraziamenti: la legge è stata, come voi sapete, predisposta dal mio Assessorato e dalla Giunta e ripresa già dalla precedente legislatura, ma ha subito modificazioni positive, credo all'interno della Commissione sia nella prima stesura sia, poi, nella seconda.
Un grazie quindi a coloro che si sono impegnati per questi principi che come giustamente diceva il Consigliere Miglio sono, se non rivoluzionari, certamente innovativi.
Ahimè, il Testo Unico del 1933 non ci ha permesso ancora di fare ci che avremmo voluto - eravamo un po' troppo "rivoluzionari", passatemi il termine. Come giustamente rilevava il Consigliere Rivalta è uno scandalo che sul piano nazionale non si sia preso atto di una situazione profondamente modificata e la cui legislazione, invece, è rimasta ferma fino ad ora.
La Regione Piemonte, questo Consiglio, nell'approvarla certamente si pone all'avanguardia; l'ordine del giorno che insieme abbiamo studiato fa sì che l'azione della Regione Piemonte possa avere benefici influssi sulle altre Regioni che sono d'accordo sui principi, almeno per quanto ho potuto sentire dagli Assessori Cortiani Bonacini dell'Emilia Romagna e Boato del Veneto, ma che ancora non hanno potuto mettere mano ad un provvedimento di questo genere, ma che attendono un tale provvedimento per farne anche una questione che riguardi l'intera autorità di bacino del Po, come ricorda lo stesso ordine del giorno. Pertanto, se sarà votato, credo che questo Consiglio regionale avrà fatto un'azione incisiva nel campo della tutela delle acque e il buon Dio sa quanto ce ne sia bisogno anche in Piemonte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Intendo fare una dichiarazione di voto, se ci sarà una votazione.
La causa dell'impasse, secondo me, è l'assenteismo totale o parziale. E l'assenteismo è favorito dal Regolamento che la maggioranza non vuole riformare e sarebbe invece la più importante riforma. Per questo motivo dichiaro di astenermi.



PRESIDENTE

Poiché non vedo altre richieste di parola, possiamo procedere alla votazione.



MARENGO Luciano

Noi aspettiamo una risposta dal Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Prego, Presidente Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Io ho detto che la votazione non ha significato politico per noi.



PICCHIONI Rolando

E' una richiesta di benevolenza.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' una richiesta di benevolenza istituzionale quella che noi abbiamo fatto, come è successo molte volte in quest'aula. Non è una richiesta di voti che abbia un significato politico. Anzi se fosse così intesa io non potrei farla, perché dall'assemblea e dalla maggioranza io ho un mandato ben preciso che è quello di una maggioranza, che magari non è sempre presente in modo da adottare tutti i provvedimenti, ma è pur sempre una maggioranza perché ogni volta che si misura diventa tale.
Nel caso specifico non c'è da misurarsi fra una maggioranza e un'opposizione, ma da conseguire istituzionalmente una votazione che dia seguito alla volontà del Consiglio. Se c'è questa disponibilità per noi va bene.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini; ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

A me pare di capire che ci stiamo avvitando su una questione che non è né politica né di merito, Presidente, ma è proprio una questione istituzionale.
Quando si dice che noi dobbiamo approvare con maggioranza qualificata significa che il Consiglio ritiene che ci sia materia per aprire il contenzioso, quindi è un problema di natura istituzionale che non ha niente a che fare con il merito. Questa norma prevede un'adesione del Consiglio regionale all'apertura del contenzioso, perché questa seconda votazione è l'apertura del contenzioso con lo Stato, quindi è una questione rigorosamente e squisitamente istituzionale. E' un paradosso, ma viene richiesto un voto che magari può essere diverso da quello di merito altrimenti basterebbe la maggioranza normale, perché si chiede che il Consiglio nella sua maggioranza qualificata apra la questione istituzionale. La questione istituzionale è un problema di competenze e di conflitti tra Regione e Stato e non attiene al merito, per cui quando si chiede a chi ha votato in modo diverso, cioè non favorevole, nel merito, un voto diverso, non lo si chiede in termini di solidarietà politica, ma di sostegno rispetto alla questione di competenza o meno che è stata fatta dal Governo, il che non mette assolutamente in discussione - mi rivolgo soprattutto ai colleghi dell'opposizione - il giudizio di merito che loro hanno già espresso in prima lettura. Il giudizio di merito è stato espresso in prima lettura; la seconda lettura sostanzialmente è rimessa al Consiglio per la valutazione se il Consiglio convenga sull'opportunità o meno di aprire il contenzioso qualora lo Stato non ritenga di accogliere gli emendamenti che noi apponiamo. La legge qui non ritorna, va direttamente alla Corte Costituzionale. Con questa votazione noi apriamo il contenzioso lasciato alla decisione finale, quindi è una questione squisitamente istituzionale.
Sul merito mi sembra del tutto legittima la motivazione ampia che non eravate presenti, quindi voi volete che nella storia della Regione risulti la vostra valutazione perché non c'eravate nella prima lettura; ma chi si è pronunciato in prima lettura contro, a mio modo di vedere deve atteggiarsi non tanto in termini di solidarietà, se ritiene che nella specie sia il caso di aprire nei confronti dello Stato un contenzioso istituzionale perché si ritiene che lo Stato voglia conculcare le competenze della Regione. Questa è la questione che è sottomessa al voto qualificato. La vicenda di merito è stato affrontata e risolta in prima lettura.



PRESIDENTE

Io procedo nel porre in discussione questo punto che è iscritto all'o.d.g.; se poi la legge avrà i 31 voti bene, se non li avrà verrà ripresentata.
Detto questo, procediamo all'esame della legge.
Relatore è il Consigliere Rossa che ha la parola.



ROSSA Angelo, relatore

Illustre Presidente, si esamina oggi il testo che disciplina la ricerca, l'uso e la tutela delle acque sotterranee già approvato all'unanimità dal Consiglio regionale in data 29/9/1992 e rinviato dal Governo con osservazioni.
I rilievi mossi dal Governo in merito alla legge regionale su ricerca uso e tutela delle acque sotterranee sono sostanzialmente basati su elementi di principio che riguardano i limiti delle competenze della Regione. In sostanza il Governo ha rilevato che in materia di acque pubbliche la Regione ha solo competenze delegate e pertanto la potestà legislativa della Regione è subordinata al rispetto delle norme statali che disciplinano la materia.
In altri termini la Regione non può con propria legge introdurre delle norme che abbiano carattere innovativo rispetto alle norme statali vigenti che, com'è noto, risalgono al Testo Unico sulle acque ed impianti elettrici datato 11/12/1933; anche se è ormai universalmente riconosciuta l'esigenza di porre mano a tale quadro normativo per adeguarlo alla realtà ed alle esigenze attuali che sono sostanzialmente mutate rispetto alle condizioni dei primi anni '30; il degrado qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee non si conosceva ancora, l'acqua era considerata come una risorsa rinnovabile ed inesauribile con valore economico praticamente nullo.
Giova ancora ricordare che l'impostazione di base della legge regionale fu condivisa, in sede di consultazione, dall'Autorità di bacino del Po e la si ritrova, peraltro, in provvedimenti legislativi nazionali che sono da tempo all'esame del Parlamento.
In definitiva i rilievi del Governo non mettono in discussione il contenuto delle norme, quanto la competenza della Regione a regolamentare con norme di principio, fortemente innovative, una materia in cui lo Stato ha la competenza primaria.
In sede di riesame della legge la Commissione ha ritenuto, prima di assumere delle decisioni in ordine ai rilievi posti, di richiedere uno specifico parere ad un esperto giurista sulla materia.
Nello specifico i rilievi puntuali con i quali il Governo ha rinviato al Consiglio regionale la legge riguardano i seguenti punti.
il primo rilievo è relativo all'attribuzione del carattere di pubblico e generale interesse a tutte le acque sotterranee (art. 2 e art. 7 comma primo) che contrasta con le norme statali le quali, invece prevedono una valutazione caso per caso e riservano comunque allo Stato le funzioni riguardanti l'aggiornamento degli elenchi delle acque pubbliche.
Per quanto riguarda questo aspetto, pur evidenziando gli aspetti contrastanti di interpretazione concernenti la "delega", si ritiene non del tutto infondata tale affermazione. I dubbi di legittimità su tale norma potrebbero derivare dal fatto che viene ad interferire con l'attività giurisdizionale del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. Pertanto con tale norma si verrebbe a superare la possibilità, da parte dei privati cittadini, di far valere i propri diritti ed interessi sulle acque ed in definitiva farebbe venire meno la giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche.
Il secondo rilievo posto riguarda anche l'estensione a tutto il territorio regionale della tutela della Pubblica Amministrazione (art. 2 comma secondo) che contrasta con la normativa statale che invece prevede l'assoggettamento a tutela di porzioni di territorio mediante provvedimenti amministrativi.
Su tale aspetto l'esperto ritiene non fondato il rilievo posto, in quanto, trattandosi di una competenza delegata, la Regione ha facoltà discrezionale di esercitare delle funzioni o con un provvedimento di legge o con un atto amministrativo.
Si rileva comunque che dette osservazioni sono di fatto superate in quanto la Giunta regionale recependo le indicazioni preliminari della Commissione ha già provveduto ad estendere la tutela con atto amministrativo (DGR n. 130-24244 adottata il 14/4/1993).
Il terzo rilievo posto riguarda le norme che disciplinano l'uso domestico da parte del proprietario del fondo le quali non sono pienamente conformi ai contenuti dell'art. 93 del Testo Unico n. 1775/33, che riserva liberamente tale facoltà al proprietario.
Su questo aspetto vengono evidenziati alcuni delicati problemi circa le ragioni di possibili contrasti con i diritti garantiti al "proprietario del fondo" per cui è opportuno introdurre delle ulteriori specificazioni alla norma regionale.
Nel quarto rilievo posto, non avendo limitato l'applicazione della normativa regionale alle piccole derivazioni, viene fatta rilevare una interferenza con le funzioni riservate allo stato dall'art. 91 del DPR n.
616/77 riguardanti le grandi derivazioni.
Anche su questo punto non emergerebbero dei contrasti sulle competenze riservate allo Stato in materia in quanto nell'art. 1 "Finalità" si chiarisce che la normativa è emanata per l'esercizio delle funzioni delegate alla Regione dall'art. 90 del DPR n. 616/77 e poiché tra le funzioni delegate non vi sono quelle relative alle grandi derivazioni è evidente che queste ultime non rientrano nel campo di applicazione di dette norme.
Al riguardo la Commissione ha comunque ritenuto, per motivi di chiarezza, di introdurre una specificazione alle norme che chiarisca questo aspetto.
Il quinto rilievo posto è sull'adeguamento automatico degli strumenti urbanistici locali ai vincoli e alle limitazioni d'uso del territorio a tutela delle acque riservate all'uso potabile, previsto all'art. 13, comma secondo, che interferisce con l'autonomia comunale in materia urbanistica.
Tale rilievo mosso parrebbe essere privo di fondamento giuridico in quanto non esiste un principio che tuteli in maniera assoluta l'autonomia dei Comuni in materia urbanistica.
E' vero che la formazione dei Piani regolatori è demandata ai Comuni ma sempre con rilevanti interventi della regione la quale non soltanto ha il potere di approvare detti strumenti urbanistici, ma anche di introdurre delle modifiche agli stessi.
Alla luce di quanto sopra evidenziato la Commissione ha ritenuto quindi necessario procedere ad un riesame della legge finalizzato ad eliminare quegli elementi che potrebbero far nascere dei conflitti di competenza senza peraltro rinunciare all'introduzione di norme di carattere innovativo indispensabili per una efficace politica di tutela e governo delle acque sotterranee.
La questione più delicata che si pone riguarda la dichiarazione di pubblica utilità delle acque sotterranee.
Al riguardo le modifiche proposte all'art. 2, pur salvaguardando la competenza dello Stato in merito all'aggiornamento degli elenchi delle acque pubbliche, assegnano alla Regione il compito di richiedere l'iscrizione negli elenchi delle acque pubbliche di ambiti territoriali omogenei nei quali è inequivocabilmente riconosciuto il carattere di pubblico e generale interesse delle acque sotterranee.
In questo modo, pur avendo dovuto rinunciare alla dichiarazione esplicita estesa a tutto il territorio regionale, si introduce ugualmente un principio innovativo e più aderente all'attuale realtà che consiste nella possibilità di richiedere l'aggiornamento degli elenchi delle acque pubbliche non più attraverso l'iscrizione dei singoli pozzi, ma per aree omogenee e sulla base di valutazioni a carattere territoriale su tipo estensione, potenzialità e qualità degli acquiferi oggetto di sfruttamento.
Questa soluzione consente di conservare l'impostazione di base della legge e di assoggettare a concessione con relativo disciplinare di esercizio tutte le utenze ricadenti all'interno delle aree omogenee.
Le restanti osservazioni del Governo hanno una valenza puntuale, nel senso che non mettono in crisi l'impianto della legge, e sono state sostanzialmente recepite ad eccezione di quelle relative alla presunta limitazione dell'autonomia comunale in materia di strumenti urbanistici.
Le osservazioni riguardanti l'uso domestico delle acque sotterranee sono state recepite estendendo anche a questo caso la possibilità di ricorrere alle falde profonde qualora si accerti la non disponibilità di altre acque.
In accoglimento delle osservazioni di cui al punto 4) è stata inserita nelle disposizioni finali della legge regionale un'ulteriore norma che ne limita il campo di applicazione alle piccole derivazioni precisando allo stesso tempo che le norme della legge regionale costituiscono criteri di riferimento per l'espressione del parere regionale sulle grandi derivazioni.
Inoltre la Commissione, recependo l'invito del Governo, ha ritenuto di dover meglio evidenziare il coordinamento tra la norma regionale e l'attività di programmazione e pianificazione del bacino padano in attuazione della legge n. 183/89 sull'uso e la tutela dei suoli.
A conclusione dell'esame la Commissione ha approvato a maggioranza il testo con le modifiche sopra specificate e ne raccomanda un'approvazione unanime e sollecita da parte dell'aula consiliare.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 voti favorevoli 40 astenuti 5.
L'art. 17 è approvato.
Prima di porre in votazione l'intero testo della legge ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Rivalta; ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Il collega Marchini ha sollevato la questione procedurale che costituisce la difficoltà del nostro atteggiamento, cioè del PDS, nei confronti di questa legge.
Noi avevamo valutato positivamente la prima stesura della legge (che peraltro ha avuto un lungo iter di formazione e di discussione che risale persino alla passata legislatura). In particolare, avevamo considerato favorevole la stesura della legge perché conteneva la norma di dichiarazione del carattere pubblico di tutte le acque sotterranee del nostro territorio regionale. La norma, che noi ritenevamo matura storicamente, direi persino al di là di una condizione di necessità, è stata cassata dal Governo nazionale. Spero che l'atteggiamento del Governo nazionale dipenda soltanto da una questione di forma - una competenza non assegnata chiaramente alle Regioni e rimasta sulla base della vecchia legislazione al Governo nazionale - e che non ci sia un problema di merito perché altrimenti anche in questo caso ci sarebbe davvero da preoccuparsi nei confronti delle posizioni governative. In Commissione, per rivendicare la competenza della Regione a dichiarare pubbliche le acque sotterranee avevamo chiesto di riapprovare la legge originaria e di ricorrere alla Corte Costituzionale. Successivamente, in relazione ad argomentazioni riguardanti l'incertezza dell'esito di un nostro ricorso alla Corte Costituzionale, e di fronte al fatto che comunque un ricorso alla Corte Costituzionale avrebbe richiesto tempi non brevi e che quindi ancora la Regione sarebbe rimasta senza una normativa riguardante le acque sotterranee che per altri aspetti consideriamo positiva e necessaria (il controllo dei pozzi e così via), abbiamo proposto di chiedere al Governo nazionale di assumere il provvedimento di dichiarazione di pubblica utilità di tutte le acque sotterranee e abbiamo dichiarato, in questo caso, di astenerci nella rivotazione della legge privata di quella norma qualificante. Oggi, pertanto, noi vorremmo astenerci per sottolineare che la cassazione della possibilità della Regione di dichiarare pubbliche le acque, è di pesante rilievo negativo, per votare invece l'ordine del giorno di comune accordo sull'ipotesi del ricorso alla Corte Costituzionale. Con l'ordine del giorno si chiede al Governo di essere esso stesso, se ritiene di essere il detentore esclusivo della competenza, a dichiarare pubbliche le acque del sottosuolo di tutto l'intero territorio regionale e speriamo delle altre Regioni del bacino padano. Lo riterremmo davvero abnorme se il Governo non lo facesse, stante la situazione di gravità dello stato e dell'uso della risorsa acqua.
Chiarito così il percorso del nostro atteggiamento in Commissione, di fronte al fatto che comunque ci interessa, nei limiti pur rimasti della validità della legge, che entrino subito in vigore le norme restanti, al contempo sostenendo e rivendicando verso il Governo di rendere concreto il principio della pubblica utilità di tutte le acque sotterranee e, sotto questo profilo, fondando soprattutto il nostro voto sui contenuti dell'ordine del giorno - pur essendoci proposti di astenerci sulla legge di fronte al fatto che assenze nelle file della maggioranza non ne consentirebbero l'approvazione, per non bloccare l'entrata in vigore comunque delle altre norme, con questo spirito e nei limiti critici che ho espresso votiamo anche il disegno di legge.
E' stato accantonato il ricorso alla Corte Costituzionale; i 31 voti sarebbero stati necessari per adire alla Corte Costituzionale. Diventano ora necessari per consentire che la legge entri comunque in vigore. In ragione di questo e dell'ordine del giorno allegato che noi abbiamo chiesto di votare subito dopo, il nostro voto è favorevole. Non potrà quindi il nostro voto essere considerato né un'avance per entrare in Giunta né una convalida di questa Giunta che vorremmo invece, per molti altre e più generali ragioni, che desse le dimissioni e lasciasse il campo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 41 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 620


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. della seduta odierna l'ordine del giorno n. 620 presentato dai Consiglieri Cerchio, Tapparo, Ferraris, Marchini e Marengo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è iscritto con 45 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame ordine del giorno n. 611 relativo alla legge rinviata dal Governo: "Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee"


PRESIDENTE

Riprendiamo la questione relativa alla tutela e uso delle acque con l'esame dell'ordine del giorno che è stato illustrato dal Consigliere Rivalta e che è connesso alla legge testé approvata.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale premesso che, ai sensi dell'articolo 1 del RD 11/12/1933 n. 1775, sono pubbliche tutte le acque sorgenti, fluenti e lacuali, anche se artificialmente estratte, sistemate o incrementate, le quali abbiano od acquistino attitudine ad usi di pubblico generale interesse e che l'autorità amministrativa, verificata detta attitudine, procede alla loro iscrizione in appositi elenchi rilevato che la disciplina vigente impone quindi una valutazione dell'attitudine ad uso di pubblico interesse riferita a singoli casi specifici e fondata sulla effettiva utilizzazione o destinazione all'uso di una determinata risorsa idrica, indipendentemente da considerazioni riguardanti le sue caratteristiche qualitative e l'entità globale dei prelievi in atto sulla medesima tenuto conto del fatto che detta normativa è stata adottata in un contesto storico e socio-economico nel quale la risorsa idrica non rivestiva alcuna valenza economica ed ambientale, perché considerata inesauribile e non soggetta a degrado rilevato invece che allo stato attuale la risorsa acqua riveste un ruolo strategico per lo sviluppo della società civile e dell'economia e che, in conseguenza di ciò i consumi ambientali devono considerarsi consumi pubblici affinché la risorsa, rivelatasi limitata e degradabile, sia resa disponibile per l'intera collettività tramite una regolamentazione degli usi di carattere pubblico e complessivo ritenuto pertanto che si debba pervenire alla creazione di un organico modello di governo e gestione della risorsa fondato sul principio di pubblicità di tutte le acque, considerate non più come beni singoli bensì come beni-funzione, e sul principio di utilizzo secondo criteri di salvaguardia e solidarietà considerata quindi l'inadeguatezza della vicenda normativa e riconosciuta l'esigenza non più procrastinabile di una sua riforma secondo il principio di pubblicità di tutte le acque contenuto in specifiche proposte di legge da lungo tempo all'esame del Parlamento ritenuto inoltre che, per quanto concerne la realtà piemontese, emerge in particolare l'urgenza di riconoscere il carattere di pubblico generale interesse di tutte le acque sotterranee, dimostratesi maggiormente vulnerabili e soggette a sfruttamento incontrollato, come si evince dagli studi conoscitivi propedeutici al Piano-direttore regionale delle risorse idriche proposto dalla Giunta all'approvazione del Consiglio regionale preso atto in proposito che il Consiglio regionale ha approvato in data 29/9/1992 il testo di legge 'Ricerca, uso e tutela delle acque sotterranee', al cui art. 2 si stabiliva che tutte le acque sotterranee del territorio regionale sono considerate risorse di pubblico generale interesse rilevato peraltro che il Governo eccepiva il contrasto del principio sopraenunciato con l'art. 1 del Testo Unico n. 1775/33, nonché con l'art.
91 del DPR n. 616/77 che riserva allo Stato le funzioni concernenti la dichiarazione di pubblicità delle acque reputato pertanto che, in attesa dell'approvazione delle sopra richiamate proposte di legge in materia di risorse idriche presentate al Parlamento, o per l'evenienza che le stesse siano adottate senza la prevista dichiarazione della pubblicità di tutte le acque, si renda necessario procedere almeno, secondo la vigente normativa, alla graduale richiesta di iscrizione di tutte le acque sotterranee della Regione Piemonte reputato infine di rivolgere a tutte le altre Regioni ed in particolare a quelle del bacino del fiume Po l'invito a procedere in modo analogo affinché l'azione congiunta ed univoca di tutte le Amministrazioni regionali ponga lo Stato di fronte alla necessità di procedere con urgenza alla riforma della normativa concernente la tutela, disciplina e utilizzazione delle risorse idriche invita il Parlamento alla sollecita approvazione di una legge in materia di risorse idriche che dichiari che tutte le acque superficiali e sotterranee ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata e utilizzata secondo criteri di solidarietà dà mandato alla Giunta regionale di procedere, nelle more dell'approvazione della legge di cui sopra, alla graduale richiesta di iscrizione, anche per ambiti territoriali omogenei, di tutte le acque sotterranee del territorio piemontese invita tutte le Regioni ed in particolare quelle del bacino del fiume Po ad adottare analoghi provvedimenti, affinché l'azione congiunta ed univoca di tutte le Amministrazioni regionali ponga lo Stato di fronte alla necessità di procedere con urgenza alla riforma della normativa concernente la tutela, disciplina ed utilizzazione delle risorse idriche invita il Comitato Istituzionale dell'Autorità di bacino del fiume Po ad intraprendere adeguate azioni a sostegno delle iniziative regionali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 45 voti favorevoli e 3 astensioni.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno n. 620 relativo ad utilizzo della CIG ed estensione contratti di solidarietà alle cooperative, con particolare riferimento alla Cooperativa CSA di facchinaggio e movimentazione merci


PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni pongo in votazione l'ordine del giorno precedentemente iscritto, relativo alla Cooperativa Carico Scarico Autoveicoli.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Mi scusi, Presidente, prima ho votato per l'iscrizione di un ordine del giorno senza sapere di cosa si trattasse; in linea di principio sono d'accordo ad iscrivere qualsiasi documento. Pertanto dovendo esprimere il voto la pregherei di darne lettura.



PRESIDENTE

Credevo che lei lo conoscesse già, in ogni caso procederò a dare lettura di tale documento: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato lo stato di crisi del settore dell'industria dell'auto e del suo indotto preso atto che nell'indotto sono presenti imprese e cooperative di produzione lavoro iscritte al Registro Prefettizio ai sensi del DPR n.
602/70 e che pertanto non fruiscono della possibilità di utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni verificato che la cooperativa CSA (Carico Scarico Autoveicoli) svolge attività di facchinaggio e movimentazione merci sui piazzali FIAT di Mirafiori e di Rivalta Torinese considerato che la crisi della FIAT comporta una drastica riduzione della movimentazione prevista fra il 40 e il 70 preso atto che oggi la normativa non consente l'utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni e che pertanto ben 180 dei 220 lavoratori della cooperativa non hanno più la possibilità di fruire di alcuna forma di reddito il Consiglio regionale del Piemonte invita il Parlamento e il Governo: ad introdurre, in sede di conversione del DL n. 148/93 una norma che consenta l'utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni anche da parte delle cooperative in regime di DPR n. 602/70 a fronte della conclamata crisi del settore dell'industria dell'auto ad estendere in modo esplicito alle cooperative la possibilità di utilizzo dei contratti di solidarietà cosi come previsto dall'art. 5 del DL n.
148/93 impegna la Giunta regionale a continuare nelle azioni di verifica e confronto, con il Ministero del Lavoro e l'INPS, al fine di giungere a una soluzione positiva della vertenza".
Come mi viene richiesto aggiungo le firme dei Consiglieri Chiezzi Giuliano, Marino e Majorino.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

La mia è una brevissima dichiarazione di voto: non partecipo alla votazione di questo o.d.g perché ritengo che una proposta di questo tipo meriti un approfondimento. Proporrei di estendere la cassa integrazione alle cooperative mi sembra, in un momento come questo, un passo azzardato.
La cassa integrazione (ed è un dato di fatto) è uno dei principali motivi che hanno causato l'affossamento dell'INPS. Se, in questo modo vogliamo fare dei documenti per dare un contentino, se così lo si pu definire, a delle strutture in crisi, possiamo anche farlo, però, senza approfondimenti ulteriori, mi sembra una proposta azzardata. Questo è il motivo per il quale non partecipo alla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Dichiaro di ritirare la mia firma dal documento e registro che, ancora una volta, non c'è consonanza tra la politica del lavoro condotta dall'Assessore Cerchio e di una forza della maggioranza. Prego la Giunta di fare chiarezza su questo.



PRESIDENTE

La firma del Consigliere Marchini viene ritirata.
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Intervengo, ancora una volta, per un fatto personale, in quanto il collega Marchini, che di solito è abituato a dare i voti di buono e di cattivo, anche in questa occasione ha ritenuto di dover esprimere censure rispetto al comportamento che ho tenuto verso questo ordine del giorno.
Voglio chiarire che non partecipo alla votazione di questo ordine del giorno, come ho dichiarato, essendo io il Sindaco di questa società.
Quindi, ritengo opportuno non partecipare al voto, senza coinvolgere in questo la maggioranza, la minoranza, i buoni o i cattivi. Grazie.



PRESIDENTE

Rimetto la firma di Marchini. Faccio bene per una volta? La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Mi asterrò (voterei anche a favore), perché vorrei che la cassa integrazione funzionasse diversamente come viene suggerito da molte parti specialmente a livello Europeo: non è giusto pagare della gente senza obbligarla a lavorare. Così come è presentata la legge è assurda. Ritengo che sia giusto che della gente sia compensata perché deve pur mangiare per vivere, però non è giusto che abbia questo aiuto senza un corrispettivo.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni, pongo in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 43 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,20)



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