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Dettaglio seduta n.241 del 06/07/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Coppo, Dardanello, Foco Miglio, Sartoris e Vetrino.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interpellanza n. 1645 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente l'assegnazione di bicicletta a dipendente regionale per spostamenti per lavoro


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1645 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

La risposta è relativamente semplice. Oggetto: interpellanza n. 1645 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente assegnazione di bicicletta.
Con riferimento all'interpellanza in oggetto si comunica di aver provveduto nello scorso mese di dicembre, quindi sette mesi fa, a dotare di una bicicletta la dipendente signora Bona che ne aveva fatto richiesta recuperando tale mezzo da un ufficio periferico che ne aveva dismesso l'utilizzo. Per la verità questa bicicletta giaceva inutilizzata a Biella nel Palazzo che ospiterà la nuova Provincia di Biella - un Palazzo che abbiamo in comodato, la bicicletta è di proprietà della Regione - quindi abbiamo inteso soddisfare la richiesta di questa dipendente e gliela abbiamo data.
Per quanto riguarda invece l'acquisto di biciclette come mezzo più generalizzato di collegamento tra gli uffici regionali si è soprasseduto per la verità non ci abbiamo mai pensato, sono gli interpellanti Chiezzi e Maggiorotti che suggerivano eventualmente di acquistarne un centinaio per darne ad altri funzionari - visto che è stato istituito un sistema bus navetta, che è partito circa un mese fa, per il collegamento tra uffici regionali siti nel capoluogo, così da ridurre tempi e costi di collegamento, inibendo l'utilizzo per gli scopi suddetti di mezzi regionali o privati, con conseguente riduzione anche di una quota pur marginale di inquinamento. In effetti questa navetta, che è in servizio da circa un mese, impiega circa 30 minuti a fare il giro di tutti gli uffici della Regione in città. Il pulmino ha otto posti, ha marmitta catalizzata e quindi anche dal punto di vista dell'inquinamento le cose sono relativamente felici; per quanto riguarda il resto con un servizio di questo genere abbiamo potuto eliminare molte auto e personale relativo che può essere destinato ad altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. Il 20 marzo 1990 il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la Giunta regionale ad acquistare un primo lotto di cento biciclette di servizio e a predisporre delle rastrelliere in tutti i Palazzi regionali per il parcheggio delle biciclette stesse. L'ordine del giorno venne approvato a seguito dell'approvazione della legge che promuoveva l'uso della bicicletta nella regione Piemonte. Nel dibattito che si svilupp attorno ai contenuti della legge si mise in luce come questo mezzo di trasporto pubblico potesse essere utilmente incrementato nell'ambito di una politica del trasporto che prevedesse una relazione tra i vari mezzi di trasporto per decongestionare e rendere più agevole l'insieme della circolazione. Si disse allora, e posso ripetere oggi, che non sarà la bicicletta da sola a risolvere il problema del traffico, ma senz'altro in una città come Torino un uso maggiore della bicicletta, da parte di chi intende e chi può, può contribuire al miglioramento della circolazione stradale, dei mezzi pubblici e privati. Quell'impegno era quindi un primo concreto provvedimento per segnare una svolta in questo settore.
L'Assessore ha appena detto che i governi regionali che si sono susseguiti questo in particolare, non hanno mai pensato ad attuare questo ordine del giorno. Complimenti! Bisogna allora riflettere su quale è l'utilità del lavoro consiliare d'aula; bisogna riflettere sul fatto se è anche lecito oltre che opportuno, da parte di un governo regionale, disattendere con tanta noncuranza e superficialità un voto del Consiglio regionale. Bisogna verificare se è possibile che questo accada in tutta tranquillità. Siamo un ente pubblico, siamo un'assemblea deliberante, la Giunta dovrebbe essere vincolata all'attuazione delle deliberazioni, tutto ciò non accade. La Giunta, impegnata da ordini del giorno del Consiglio non li attua e considera praticamente irrilevante ai fini della propria attività le decisioni di questo Consiglio. Mi sembra, Presidente pro tempore, collega Montabone, che ci sia di che meditare a livello della Presidenza e dell'Ufficio di Presidenza. Siamo in presenza di una Giunta che dichiara che questo ordine del giorno, votato dal Consiglio, non ha mai pensato di attuarlo.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

Fino ad oggi.



CHIEZZI Giuseppe

Fino ad oggi! E' un ordine del giorno di tre anni fa. In tre anni nessuno ha mai pensato di attuare questo ordine del giorno. Sono cento biciclette in meno ed è il mancato avvio di una politica anche in questo settore. Sollecito l'Ufficio di Presidenza a prendere in esame quanto è accaduto e a proporre all'aula un qualche ragionamento, perché se è lecito che la Giunta regionale non attui gli ordini del giorno, penso che i rapporti tra Giunta e Consiglio debbano essere diversamente regolati e che la stessa nostra attività, a questo punto, debba essere rimeditata nei confronti di un esecutivo che non esegue. Un esecutivo che non esegue spero che sia almeno passibile di sanzioni politiche, non da parte dell'interrogante o di una parte dell'aula, ma da parte di tutta l'aula perché il vincolo che ci unisce tutti, maggioranza ed opposizione, dovrebbe essere quello indubitabile che quando il Consiglio ha deciso una cosa la Giunta la esegue; se la Giunta non la esegue essa venga in Consiglio a spiegare perché non esegue quanto deciso dal Consiglio. Mi sembra un tema da non trascurare in alcun modo, poiché sto parlando dei delicati rapporti tra il governo e l'assemblea che lo ha votato.
Per questi motivi mi ritengo del tutto insoddisfatto e anche preoccupato da questa vicenda.



PRESIDENTE

Per quanto è di competenza dell'Ufficio di Presidenza cercheremo di recuperare questo ordine del giorno e di riproporlo alla Giunta.


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanza n. 1374 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente l'approvazione progetto raddoppio depuratore da parte del Consiglio comunale di Asti


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1374 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

L'intesa programmatica del Piano triennale per la tutela dell'ambiente 1989/1990 firmata con il Ministro dell'Ambiente il 16/2/1991 prevedeva, per il depuratore di Asti, un intervento di 6.650 milioni, di cui 5 miliardi a carico del Ministero e i restanti 1.650 milioni a carico dell'Amministrazione comunale di Asti. Il finanziamento ministeriale concordato è stato poi effettivamente concesso con Decreto Ministeriale 12/12/1991.
Già per il FIO 1989 il Comune di Asti presentò richiesta di finanziamento per la revisione totale del proprio sistema fognario allegando un progetto di massima dal costo totale previsto di 92 miliardi.
Nell'ambito di questo progetto di massima è stata successivamente individuata una priorità per ristrutturare e potenziare l'impianto di depurazione in località Recinto Catena.
Si è quindi provveduto ad individuare un progetto guida per appalto concorso dai costi presenti di circa 30 miliardi, di cui 2 per un impianto di trattamento reflui industriali.
Tale progetto è stato esaminato dal Comitato regionale delle opere pubbliche nella seduta del 21/11/1991 che ritenne di non poter approvare l'impianto chimico-fisico per il trattamento dei reflui industriali, in contrasto con gli obblighi a cui sono sottoposti, a norma della legge n.
319/76, i titolari degli impianti produttivi.
Pertanto il CROOPP, espresse parere favorevole limitatamente al solo potenziamento dell'impianto di depurazione dei reflui civili e limitatamente al solo primo stralcio di 6.650 milioni (5 miliardi sul PTTA più 1.650 milioni del Comune di Asti).
In seguito su tale progetto guida l'Amministrazione comunale ha espletato specifica gara di progetto offerta alla cui definizione la Regione non ha ovviamente partecipato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, l'Assessore, leggendo la solita relazione, probabilmente fornita dagli uffici, non ha risposto a due domande contenute nell'interpellanza. La prima domanda è la seguente. Siamo venuti a conoscenza che questa deliberazione, presa dal Consiglio comunale di Asti, è stata assunta con molta fretta e che questa fretta non avrebbe consentito, nell'ambito del Consiglio comunale di Asti, di conoscere in modo approfondito e certo le ragioni di incremento della spesa. La seconda domanda chiedeva all'Assessore di interessarsi se il ragioniere Capo del Comune di Asti avesse a quel tempo espresso su questa vicenda qualche parere. Questa domanda per come è formulata sottende che qualche osservazione il ragioniere Capo del Comune di Asti l'abbia fatta.
Probabilmente osservazioni di qualche interesse al fine di comprendere l'esito della vicenda e l'Assessore non ha illuminato queste due zone che quindi rimangono in penombra, peccato.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione n. 1401 del Consigliere Marino inerente la regolarità della coltivazione di una cava di sabbia e ghiaia da parte della ditta F.lli Vidori in località Cabannoni presso Tortona


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1401 presentata dal Consigliere Marino.
Risponde l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Già precedentemente all'interrogazione il Consigliere comunale di Tortona Alessandro Spanu aveva richiesto un sopralluogo alla cava in località Cabannoni facendo presente che il Comune interessato non possiede la strumentazione necessaria ad effettuare i controlli.
Per inciso è perlomeno strano che l'Amministrazione comunale di Tortona non sia in grado di svolgere i compiti di vigilanza che le sono chiaramente demandati dalla L.R. n. 69/78 soprattutto nel caso in esame.
La coltivazione della cava consiste nel portare a quota 102 m, come prescritto nell'autorizzazione comunale, un terreno originariamente subpianeggiante; il controllo è in questo caso estremamente agevole e non richiede di certo una strumentazione particolarmente sofisticata e di difficile impiego.
In ogni caso in data 2/9/1992 due funzionari del Servizio Cave, alla presenza del tecnico comunale, del direttore dei lavori e del legale rappresentante della ditta esercente, hanno provveduto ad eseguire un rilievo altimetrico, rilevando le quote di quattro punti significativi.
Tutte le misurazioni hanno confermato una profondità superiore a quella autorizzata; in particolare le profondità in eccedenza sono: 1.99 m, 2.44 m, 2.14 m e 1,87 m.
Copia del verbale è stato consegnato al tecnico comunale.
A seguito di quanto constatato il Sindaco di Tortona, con ordinanza n.
134 del 7/9/1992 ha sospeso i lavori e ordinato alla ditta di ripristinare le quote di progetto entro 30 giorni dalla notifica.
Con provvedimento a parte il Sindaco dovrà sanzionare la ditta esercente ai sensi del combinato disposto dalla L.R. n. 69/78 e legge n.
689/87.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marino rinuncia al suo diritto di replica.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione n. 1480 del Consigliere Marino inerente il nulla osta all'esercizio di una cava in località Abbazia di Rivalta Scrivia


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1480 presentata dal Consigliere Marino.
Risponde l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Con istanza, pervenuta all'Assessorato in data 9/7/1992, la società Franzosi s.r.l, ha richiesto il rinnovo dell'autorizzazione, scaduta il 30/6/1992, per ultimare la coltivazione della cava approvata con deliberazione della Giunta comunale di Tortona del 6/12/1990.
L'area di cava è sottoposta al vincolo previsto dalla legge n. 431/85.
A questo scopo la Giunta regionale con deliberazione del 5/10/1989, su specifica istanza della ditta esercente e non, come riportato nell'interrogazione, su richiesta dell'Assessorato Cave, ha accertato la compatibilità dell'intervento con la situazione ambientale della zona.
Per quanto riguarda la coltivazione della cava occorre sottolineare che i lavori sono suddivisi in due lotti.
Nel primo lotto la massima profondità di scavo è pari a 80 cm e nel secondo 1.30 m, corrispondente ad una quota massima assoluta di 130 m sul livello del mare.
I lavori di cava non interessano la falda acquifera in quanto il livello massimo della stessa si attesta a -9 m dal piano campagna.
Dai dati riguardanti le profondità autorizzate, risulta chiaro che l'intervento è finalizzato alla bonifica per scopi agrari del sito in quanto parte dell'area è priva di terreno agrario, presentando vaste plaghe con ghiaia affiorante.
A questo proposito la Confederazione Generale dell'Agricoltura con nota 8/3/1989 aveva certificato l'esigenza di procedere alla bonifica.
Le operazioni di cava consistono quindi nel ribassare e livellare uniformemente l'area per consentire la ridistribuzione uniforme del terreno agrario su tutta la superficie.
A garanzia della corretta esecuzione della coltivazione la ditta ha versato a favore dell'Amministrazione comunale di Tortona una polizza assicurativa dell'importo di L. 1.117.000.000. L'istanza di rinnovamento come già detto, riguarda l'ultimazione dell'intervento precedentemente autorizzato alle stesse condizioni progettuali. Si segnala infine che parte dell'area di cava è già ultimata e restituita all'uso agrario.
Le valutazioni dell'eventuale rinnovo dovranno quindi tenere conto dell'autorizzazione già rilasciata ai sensi della legge n. 431 e delle esigenze di ultimare l'intervento di bonifica che non si è concluso nei termini previsti dalla prima autorizzazione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marino rinuncia al suo diritto di replica.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione n. 1484 dei Consiglieri Vaglio, Rabellino e Bodrero inerente la cava per estrazione di ghiaia in Verrua Savoia


PRESIDENTE

L'Assessore Garino risponde ancora all'interrogazione n. 1484 presentata dai Consiglieri Vaglio, Rabellino e Bodrero.



GARINO Marcello, Assessore regionale

L'istanza relativa all'apertura della cava in località Cascina Porzioni nel Comune di Verrua Savoia è tuttora in istruttoria.
Sotto il profilo ambientale la Giunta regionale, con deliberazione espressa ai sensi della legge n. 431/85 del 27/1/1992, aveva già riconosciuto la compatibilità dell'intervento con le finalità del Parco fluviale del Po. La suddetta deliberazione, tuttavia, non conferisce alcuna autorizzazione ad iniziare la coltivazione.
L'intervento estrattivo è finalizzato alla sistemazione di un appezzamento agricolo, procedendo alla livellazione e regolarizzazione dello stesso. Infatti, le profondità di scavo previste nel progetto consentono di predisporre il sito per l'irrigazione a scorrimento. Tra l'altro, la già citata deliberazione della Giunta regionale espressa ai sensi della legge n. 431/85 fa obbligo alla ditta esercente di realizzare nella fase di recupero ambientale una fascia boscata prospiciente il Po per ricreare le condizioni originarie di bosco spondale nel rispetto delle finalità istitutive del Parco fluviale del Po.
In data 21/10/1992 è stato effettuato dal Servizio geologico un sopralluogo preliminare al fine di inquadrare dal punto di vista geomorfologico l'area in esame e verificare la compatibilità tra le modificazioni indotte a seguito della realizzazione dell'intervento in progetto e l'equilibrio idrogeologico del territorio circostante.
In data 24/10/1992, a seguito del sopralluogo di cui sopra, è stata richiesta alla ditta immediata integrazione della documentazione geologica di progetto, che è stata consegnata il 29 ottobre.
In data 3/11/1992 è stato formulato il parere di competenza ai sensi della L.R. n. 45 sulla scorta dell'esame della documentazione geologica prodotta dall'istante e dai sopralluoghi tecnici eseguiti in data 21 e 29/10/1992.
Poiché la perizia geologica conferma la compatibilità dell'intervento proposto con la sicurezza delle colture circostanti, a conclusione dell'istruttoria è stato emesso dal Servizio geologico un parere favorevole agli interventi in progetto ai sensi della legge n. 45, subordinatamente all'osservanza di alcune prescrizioni.
Successivamente, la richiesta di autorizzazione inoltrata dalla ditta ELMA è stata esaminata nel corso della seduta della Commissione tecnico consultiva cave e torbiere del 27/11/1992.
In tale sede si è deciso di rinviare la formulazione del prescritto parere di cui alla legge n. 69, in quanto si è preso atto di una deliberazione dell'autorità di bacino (datata 6/8/1992) che sospende al momento tutte le attività estrattive in aree golenali.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vaglio rinuncia al suo diritto di replica.


Argomento: Varie

Incontro con una delegazione di cittadini del Comune di Piossasco


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che in Sala Viglione sta per essere ricevuta dai Capigruppo e dall'Assessore competente una delegazione di cittadini del Comune di Piossasco in merito ai problemi relativi all'inquinamento causato dal deposito di rifiuti tossico-nocivi nello stabilimento ex FIDOM. Prego chi fosse interessato di parteciparvi.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione n. 1707 del Consigliere Cucco inerente l'apertura dello Sportello Emergenza per piccole e medie imprese


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1707 presentata dal Consigliere Cucco.
Risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Rispondo all'interrogazione, per la verità pronta dal 25/2/1993.
Già alla fine dello scorso anno, a fronte della preoccupante congiuntura economica che aveva colpito le realtà regionali italiane, in particolare quelle fortemente industrializzate quali il Piemonte l'Assessorato al lavoro e servizi per l'industria - così si chiamava in allora - si era fatto promotore di un'azione di sensibilizzazione nei confronti dei soggetti operanti nel settore del finanziamento al sistema delle piccole e medie imprese, sollecitando l'avvio di iniziative tese ad agevolare l'accesso al credito e ad incentivare investimenti produttivi.
Tali sollecitazioni sono state accolte positivamente e hanno indotto una serie di iniziative che si stanno concretamente attivando - il testo è datato 25/2/1993, quindi bisogna dire "si sono attivate" proprio in quei giorni di inizio anno - con la partecipazione e la collaborazione di una pluralità di soggetti. Si tratta in realtà di un'iniziativa che era sorta sulla base di una spinta e di una cortese sollecitazione da parte dei fornitori dell'ILVA la quale non pagava, così come poi in termini di analogia si è attivata una serie di iniziative a favore dei fornitori dell'EFIM, che continua a non pagare o a pagare male in questa stagione, ma che ha creato le condizioni per un sistema di piccole e medie imprese di avere delle anticipazioni ottenendo così ciò che con difficoltà stanno ottenendo soprattutto le piccole e medie imprese e i fornitori dei grandi clienti che non vedono più il pagamento a tre, sei o nove mesi, ma a lungo periodo.
Si tratta in sostanza di tre tipi di finanziamento agevolato che hanno una certa analogia con alcune richieste che il collega poneva, a favore appunto delle piccole e medie imprese industriali e di servizi per l'industria, che sono effettuati dagli Istituti di credito San Paolo di Torino, Cassa di Risparmio di Torino e Banca Popolare di Novara, con l'intervento di garanzia da parte dei Consorzi Unionfidi di Torino e Fidipiemonte.
Voglio sottolineare anche, in connessione con i finanziamenti per investimenti innovativi, il significativo intervento contributivo che ha effettuato all'inizio di quest'anno la Camera di Commercio di Torino.
Un primo finanziamento agevolato è previsto per gli investimenti innovativi a tecnologia avanzata. Di questi finanziamenti beneficeranno le piccole e medie imprese di Torino e Provincia, perché tale è l'intervento strutturale attivato attraverso convenzioni con gli Istituti di credito e la Camera di Commercio di Torino, la quale stanzierà un contributo "una tantum".
Il secondo filone è relativo ai finanziamenti a sostegno delle piccole e medie imprese in temporanea carenza di liquidità. Questo secondo filone è stato quasi totalmente utilizzato da parte dei fornitori di piccole e medie imprese che non hanno avuto la possibilità di riscuotere il pagamento delle loro fatture. Si è quindi data alle imprese la possibilità di utilizzare il prestito concesso dai consorzi di garanzia, per cui Unionfidi e Fidipiemonte acquisivano le fatture ed anticipavano i crediti a tasso di favore alle aziende, salvo poi rifarsi dal creditore o dal fornitore iniziale.
Questo secondo filone è stato soprattutto utilizzato per fronteggiare le difficoltà legate ad eventi esterni alla gestione aziendale quali appunto il ritardo degli incassi o le revoche di commesse.
Il terzo filone decollato all'inizio di quest'anno riguarda i finanziamenti per riconversione o ristrutturazione aziendale a beneficio delle piccole e medie imprese di tutta la Regione.
Al di là delle agevolazioni concesse sui tassi di interesse, le garanzie prestate sui finanziamenti da Unionfidi e Fidipiemonte consentiranno e hanno consentito in questi mesi, pur in una situazione di grande difficoltà e di emergenza, un più facile accesso al credito anche a quelle imprese ancora in fase di consolidamento patrimoniale.
L'assistenza per la presentazione delle domande è stata assicurata e continua ad essere assicurata, perché questa operazione è in corso di svolgimento, oltre che da Unionfidi e Fidipiemonte, anche dall'API (Associazione Piccole Imprese) e dall'Unione Industriale di Torino.
Relativamente all'attività di informazione e orientamento alle imprese sulle possibilità di finanziamento, voglio sottolineare come gli uffici dell'Assessorato abbiano offerto nei mesi passati e continuino ad offrire la massima disponibilità al riguardo sia attraverso informazioni dirette sia con la distribuzione di materiale informativo, indirizzandole in particolare a Unionfidi e Fidipiemonte, che sono i bracci operativi che realizzano questa operazione.
In sostanza, questa operazione è in corso dal mese di febbraio ed è tuttora utilizzata dal sistema delle piccole e medie imprese. Evidentemente non è una soluzione perché non si tratta di commesse nuove, ma è comunque la possibilità di avere delle anticipazioni, oltretutto di pagamenti che prima non era possibile ottenere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Enzo

Ringrazio l'Assessore per la risposta data che peraltro io avevo chiesto di trasformare in risposta scritta proprio perché dal mese di marzo avevo visto che in Assessorato qualcosa si stava muovendo.
Chiedo all'Assessore se è possibile avere copia scritta della risposta data e i documenti specifici sugli interventi che ha elencato. In particolare non mi sembra di avere sentito l'ammontare complessivo di queste tre forme di agevolazione; mi servirebbe sapere questo.


Argomento: Varie

Interrogazione n. 1281 dei Consiglieri Rabellino, Vaglio e Bodrero inerente le DGR n. 234-10520 e DGR n. 350-14292: "Interventi per lo spostamento dell'urna contenente la Santa Sindone"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1281 presentata dai Consiglieri Rabellino, Vaglio e Bodrero, cui risponde l'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

La Regione Piemonte, in cooperazione con il Ministero per i Beni culturali ed ambientali - Sovrintendenza per i Beni ambientali ed architettonici del Piemonte, la Curia Metropolitana di Torino e tre importanti istituti bancari, ha inteso concorrere al restauro della Cappella guariniana della Santa Sindone, che presenta gravi danni alle strutture architettoniche dovuti all'usura del tempo.
Per procedere ai lavori di restauro, sia l'Amministrazione dello Stato che la Curia hanno ritenuto necessario lo spostamento in sede più idonea e in ogni caso consona alle necessità di fruizione, da parte del pubblico dell'urna che conserva il Sacro lino.
L'urna contenente la Santa Sindone, prima collocata nell'apposito contenitore dell'altare al centro della cappella guariniana che è posta in aderenza al Duomo, nella parte absidale, ed accessibile da due scale laterali, è stata quindi spostata al piano del coro, retrostante l'altare del Duomo, per consentire il restauro della Cupola guariniana, evitando i rischi connessi ad un cantiere in corso.
L'urna in argento e la Santa Sindone in essa contenuta, sono state esposte ai fedeli in un'apposita teca realizzata con criteri di massima sicurezza, atta ad assicurare garanzie ambientali microclimatiche e di sicurezza ed idonea a garantire la continuità degli aspetti attinenti al culto della Santa Sindone.
La cassa contenente l'urna è caratterizzata da grande trasparenza di cristallo che permette la perfetta visibilità dell'urna e da grande robustezza, adatta a sopportare anche eventi traumatici o di origine dolosa.
Il manufatto è nato per un'esposizione temporanea dell'urna per la durata dei lavori di restauro della Cupola guariniana, ma - trattandosi di manufatto con caratteristiche di grande pregio architettonico, di valida estetica e di rispondenza funzionale adatta ad usi affini a quelli per cui è stato pensato - è ipotizzabile il suo impiego anche al di là delle previsioni attuali.
Le esigenze collegate alla sicurezza del nuovo manufatto impongono il massimo riserbo ed impediscono la divulgazione del dettaglio delle caratteristiche tecniche e dei sistemi di protezione contro le intrusioni e i sabotaggi e contro l'incendio casuale o doloso che sono stati adottati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Sono contento della risposta. Non essendo un esperto, il mio giudizio è un po' relativo. Quello che forse non rientra addirittura nell'argomento in senso stretto, che però mi sta molto a cuore è la conservazione della Sindone, che dal mio modesto punto di vista è molto più importante del restauro della chiesa. Non so dove sia stata messa la Sindone, certamente l'avranno rimossa per poter fare i restauri. Secondo me è sbagliato non premunirsi contro i furti se pensiamo che continuamente ne avvengono a danno di oggetti sacri o artistici nelle varie chiese, vigilate molto male nelle chiese sparse e sperdute, dove non è impossibile, ma difficile il controllo. Io penso che questi oggetti di valore dovrebbero essere addirittura in luoghi segreti, dei quali ben pochi, solo i depositari sapessero dove sono. Si sa benissimo che oggi la criminalità è molto forte leggevo che la mafia possiede armi atomiche, chimiche e batteriologiche cose che neanche lo Stato possiede. Quindi immaginiamoci se la Sindone è sicura quando tutti sanno dove si trova: è una cosa assolutamente assurda.
Non sono poi neanche d'accordo su certe avvenute manipolazioni sul tessuto, a parte il fatto che la Sindone è in grave deterioramento e non se ne capisce neanche esattamente il motivo, perché finora il deterioramento praticamente non c'era, mentre ora è insorto improvvisamente, almeno stando alle notizie riportate dai giornali.
Per quanto riguarda la manipolazione, ritengo che questa non dovrebbe neanche esserci; per quanto riguarda invece la conservazione, ritengo che dovrebbe essere il potere pubblico, quindi regionale, ad essere attentissimo. Non c'entra il fatto religioso, confessionale, ma il fatto che si tratta di un grandissimo valore storico e quindi l'Amministrazione regionale è altamente responsabile di questa conservazione. Insisto quindi, a titolo personale, perché questo oggetto non si sappia più dov'è che sia tenuto in luogo segreto e supersicuro.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Vorrei assicurare il collega Bodrero che la Sindone è oggetto di attenzione e di interesse massimi, soprattutto in questo tempo. Per fortuna il deterioramento, a quanto mi consta, è assai meno grave di quanto si dice. Immaginare poi di celare ai visitatori del Duomo di Torino anche soltanto la cassa contenente la Sacra Sindone, è atto che probabilmente non sarebbe compreso.
Le condizioni di sicurezza attuali sono massime, ma non vorrei peraltro non abbiamo alcun titolo per intervenire nella materia raccomandando di nascondere, di mettere in luogo segreto l'urna della Sindone, facilitare anche i richiesti spostamenti in altra sede di un patrimonio che è tutto della cultura cattolica, ma dal punto di vista territoriale ed istituzionale è tutto torinese e piemontese. Già ripetutamente è stata avanzata l'ipotesi di trasferirla a Roma, ipotesi che noi abbiamo assolutamente rifiutato nel momento stesso in cui è stata formulata, anche se mai in termini ufficiali. Vorremmo che la Sindone rimanesse in Piemonte e a Torino e vorremmo che continuasse questo culto questa tradizione di venerazione di un lino "discusso", ma che certamente è grande parte della nostra tradizione storica, culturale, religiosa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 1717 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente i licenziamenti alla Ausimont-Montedison di Spinetta Marengo


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1717 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, cui risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Anche questa è un'interpellanza che già in data 10 marzo aveva la sua risposta e credo quindi sia giusto darla.
Questa interpellanza chiedeva quali iniziative fossero state intraprese per far revocare alla Montedison i licenziamenti inflitti per rappresaglia.
Devo dire che in merito a quest'osservazione, da indicazioni sia dell'azienda che da parte delle Organizzazioni sindacali del settore chimico di Alessandria, già da mesi i lavoratori sono stati riassunti peraltro in ottemperanza a quanto disposto dal Pretore del Lavoro.
Sono lieto di poter dare questa notizia che solleva una serie di lavoratori e le loro famiglie dalla preoccupante conseguenza di licenziamenti, revocati per effetto del disposto del Pretore del Lavoro.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Ringrazio l'Assessore per la risposta e rinuncio alla replica.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione n. 1530 del Consigliere Cucco inerente la richiesta di apertura cava nel Comune di Ozzano Monferrato


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1530 presentata dal Consigliere Cucco.
Risponde l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Come già riferito nella risposta all'interrogazione del Consigliere Marino concernente il medesimo argomento, il Servizio Cave ha già provveduto a segnalare al Sindaco di Ozzano la presenza del vincolo idrogeologico sull'area oggetto dell'istanza della ditta Cementi Vittoria S.p.A. Pertanto l'istanza è da ritenersi incompleta in quanto ai sensi dell'art. 5 della legge n. 69 "Coltivazione di cave e torbiere", occorre che la ditta citata presenti un'ulteriore istanza al Sindaco del Comune di Ozzano (ex legge n. 45) che norma gli interventi in zone sottoposte a vincolo idrogeologico. Solo a seguito dell'acquisizione dei pareri del Corpo Forestale dello Stato e del Settore Rischio geologico, meteorologico e sismico, il Servizio Cave potrà esaminare nella sua completezza l'intervento estrattivo proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Enzo

C'è qualcosa che non va con i mezzi di comunicazione, perché anche questa faceva parte del pacchetto di interrogazioni per le quali avevo chiesto il trasferimento con risposta scritta, perché risale addirittura al 21/10/1992. Comunque ringrazio l'Assessore per la risposta.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 1325 dei Consiglieri Zanoletti e Riba inerente i disagi della circolazione sulla SS 231 nel tratto Alba-Asti


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1325 presentata dai Consiglieri Zanoletti e Riba, alla quale risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Come è noto, circa il punto a) dell'interrogazione, il collegamento Asti-Cuneo, in concessione SATAP, è diviso in due tronconi: il primo tronco autostradale collega la A6, Torino - Savona, in località Massimini di Carrù, con la città di Cuneo; il secondo tronco, con caratteristiche superstradali, collega la A21 Asti Est con la A6 Torino-Marene-Savona. Il quesito si pone su quest'ultimo tronco.
Il programma dei lavori, relativo al piano finanziario presentato dalla SATAP per l'approvazione del Consiglio di amministrazione dell'ANAS prevede di iniziare contemporaneamente i lavori sia sul primo tronco del primo lotto Massimini, interconnessione con la A6 Galleria Perucca, che sul secondo tronco del terzo lotto Motta di Castiglione Neive, della lunghezza di km 8 più 153, con inizio dallo svincolo di Castagnole Lanze sulla Strada statale 231 e termine allo svincolo di Castagnito Neive.
E' previsto che ai lavori del terzo lotto del secondo tronco segua un breve lotto di interconnessione allo scopo di collegare, direttamente, il terzo lotto all'attuale variante di Alba. Il terzo lotto è interesse comune di Costigliole d'Asti, Govone, Castagnole Lanze, Magliano Alfieri e Neive.
Il primo lotto del primo tronco e il terzo lotto del secondo tronco sono considerati prioritari dalla SATAP per i tempi di esecuzione, allegati alle principali opere come la Galleria Perucca del viadotto Tanaro, per guadagnare tempo, al fine dell'appalto, aspettando il decreto del Ministero dell'Ambiente, dei Beni Culturali ed Ambientali, a cui l'istruttoria tecnica rinvia e che si concluderà, presumibilmente, il prossimo ottobre sui lotti in questione non sono state avanzate osservazioni dalla Commissione nazionale. L'ANAS nel mese di agosto ha avviato presso la Regione le procedure per ottenere la positiva volontà, intesa ai sensi dell'art. 81, e l'autorizzazione nulla osta, ai sensi degli art. 82 e 83 del DPR n. 616/77 attualmente in corso, al fine di poter immediatamente sottoporre al Consiglio di amministrazione dell'ANAS i progetti esecutivi dei due lotti in questione, con i pareri di rito, non appena si disporrà del decreto ministeriale e poter quindi procedere, successivamente al decreto del Ministero dei Lavori Pubblici, all'appalto delle opere.
Circa il quesito di cui al punto b), non è possibile stabilire al momento la data di inizio dei lavori, in quanto essa è legata all'emissione del decreto interministeriale del Ministro dell'Ambiente e del Ministro dei Beni Culturali. Dopo detto decreto l'opera dovrà ottenere il parere, in linea tecnica, del Consiglio di amministrazione ANAS e quindi il decreto del Ministro dei Lavori Pubblici.
La SATAP spa aveva previsto l'inizio dei lavori entro il 1992, ora ne prevede lo slittamento al 1993. Il programma dei lavori prevede la conclusione dell'intero collegamento entro sei anni, a far data dall'inizio degli stessi.
Per il terzo lotto, che sarà il primo a partire dal secondo tronco, i tempi di costruzione previsti sono di circa tre anni con un costo stimato di 120 miliardi.
Circa il punto c), il nuovo piano finanziario SATAP 1992/1997, in attesa di approvazione da parte del Consiglio di amministrazione dell'ANAS prevede per i due trienni lo sviluppo delle seguenti opere: 1) realizzazione del collegamento Asti-Cuneo con inizio lavori a fine 1992 e termine degli stessi a fine 1997; importo di L. 1.465 miliardi in autofinanziamento, meno la quota di L. 35 miliardi a carico dello Stato previsto per decreto ministeriale di concessione 2) completamento dello svincolo da Asti Est con inizio lavori nel 1993 e termine lavori nel 1994; importo di L. 17,5 miliardi 3) partecipazione, nel 1993, alla creazione di un consorzio fra le società autostradali piemontesi per la realizzazione della tangenziale Est di Torino; la spesa prevista è di L. 20 miliardi per la sottoscrizione di quote azionarie 4) attivazione del sistema teleselezione, telepass, del pedaggio alle barriere di Villanova e Piacenza con successiva estensione a tutti i caselli. Il programma di realizzazione dell'impianto in sviluppo è previsto tra il 1994 e il 1996; costo di L. 15 miliardi 5) impianto di teleinformazione e sostituzione dell'attuale impianto colonnine SOS ormai obsoleto; posa di cavo fibre ottiche lungo tutta l'autostrada, per i quali sono in corso gli stipuli delle convenzioni con gli operatori del settore. Lo sviluppo del progetto è previsto tra gli anni 1993/1995; costo dell'operazione L. 15 e 5 miliardi 6) corsie di arrampicamento per i mezzi pesanti fra Villanova e Felizzano previsto nel successivo piano finanziario triennale dopo il 1997.
Attualmente il piano 1992/1997 è congelato.
Dovrà essere rivisto il relativo piano di ammortamento a causa del ritardato inizio dei lavori sulla Asti-Cuneo, per la recente svalutazione monetaria e conseguente aumento dei tassi di interesse in relazione ai nuovi tassi di sconto.
Per questi motivi la SATAP, interpellata in merito, non ha ritenuto di dover fornire ulteriori dettagli finanziari oltre a quelli generali già illustrati nei punti precedenti del piano finanziario 1992/1997.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanoletti.



ZANOLETTI Tomaso

Ringrazio l'Assessore Panella per la risposta anche se questa è forzatamente incompleta e non soddisfacente.
E' nota a tutti la situazione di grave disagio e di estremo pericolo che c'è sulle strade di comunicazione Alba-Cuneo - e in particolar modo nel tratto Alba-Asti - diventata ormai insostenibile per il volume di traffico e la conseguente pericolosità alle quali, purtroppo, non è stato ancora trovato rimedio a causa di ritardi "cronici" (e gravi) che la classe politica, in generale, ha avuto nell'affrontare il problema. Recentemente ha assunto anche delle posizioni strane ed inaccettabili, mi riferisco soprattutto a quelle del Ministero dell'Ambiente.
Ritengo che i progetti che sono stati fatti, ai quali ha anche collaborato lodevolmente l'Ufficio progettazione della Provincia di Cuneo siano tali da dare tutte le garanzie e possano quindi conciliare le esigenze ambientali con quelle, più giuste ancora, di salvaguardia delle vite umane.
Invito pertanto l'Assessore Panella, in questo contesto, a seguire ancora il problema e a far pesare tutta la forza politica della Regione affinché questa situazione, che ritengo una della più gravi per la regione, si risolva al più presto. Sarò anche grato se mi fornirà la sua risposta scritta.



PRESIDENTE

Anche il Consigliere Riba desidera ricevere la risposta in forma scritta.
Chiede di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei anch'io ricevere la risposta dell'Assessore per il seguente motivo: in essa ha trattato non solo i temi relativi alla Cuneo-Asti, ma anche temi generali inerenti i sistemi dei trasporti; mi riferisco, ad esempio, alla citazione che ha fatto sulla tangenziale Est. Visto che il Consiglio regionale è insofferente al problema del piano dei trasporti (che non viene predisposto dall'Assessorato) e viene tuttavia citato - a mio avviso - impropriamente nell'ambito di un'interpellanza sulla quale non si può intervenire, chiedo di poter disporre del testo.
Prego inoltre il governo regionale di farsi carico dell'inadempienza dell'Assessore relativa al piano dei trasporti qui parzialmente illustrato in occasione di interpellanza. Chiedo che l'Assessore presenti il piano dei trasporti.



PRESIDENTE

Credo che l'Assessore non abbia alcuna difficoltà a mandare la risposta anche al Consigliere Chiezzi.


Argomento: Musei

Interpellanza n. 1288 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente il Museo Ferroviario Piemontese


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 1288 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

L'art. 1 della L.R. n. 45/78, "Istituzione del Museo Ferroviario Piemontese", stabilisce la costituzione dell'Associazione Museo Ferroviario Piemontese con il compito di provvedere, attraverso l'istituzione e gestione di tale Museo, al reperimento ed alla conservazione di materiale ferroviario di peculiare interesse per la cultura locale, con particolare riferimento al materiale rotabile ed ai sistemi di trazione che hanno caratterizzato la storia dei mezzi di comunicazione del Piemonte.
Inoltre, lo Statuto dell'Associazione Museo Ferroviario Piemontese prevede, tra gli altri compiti, anche quello di promuovere l'istituzione del Museo, attraverso l'individuazione di una sede adatta.
Negli anni scorsi, diverse sono state le soluzioni prospettate, senza che, per un motivo o per l'altro, trovassero un'adeguata concretizzazione.
In particolare: Capannone delle Officine Grandi Riparazioni FS, sito in Torino, Via Pier Carlo Boggio: si presentava come un'ottima prospettiva, sia per la posizione di centralità nell'ambito del capoluogo regionale, sia per l'uso precedente delle Officine, completamente pertinente con gli scopi e le esigenze del Museo, ideale quindi per un'esposizione statica, in ambiente storico e tematicamente pertinente.
Presupposto essenziale era però la sua dismissione da parte delle FS a seguito dei lavori per il potenziamento del nodo ferroviario di Torino. Ad un certo punto vi è stata un'inversione di tendenza per cui l'Officina è stata destinata ad altri usi e non risulta comunque disponibile per il Museo.
Stazione di Torino Porta Milano, della SATTI, concessionaria della ferrovia Torino-Ceres. Dopo aver ospitato e ricoverato i rotabili acquisiti in questi anni dall'Associazione (attualmente sono ancora ricoverati venti rotabili) e dopo aver fatto balenare concrete possibilità di cessione di tali aree per farne la sede del Museo, la SATTI si è successivamente trovata nelle condizioni di dover riutilizzare le aree della Stazione di Porta Milano, in collegamento con la linea ferroviaria, per poter effettuare interventi manutentivi ai rotabili e per un corretto allestimento dei magazzini.
Terreno situato in Comune di Rivarolo Canavese, adiacente alle officine ferroviarie della SATTI: a fronte della manifesta disponibilità dell'Amministrazione comunale, erano insorti negli scorsi anni problemi con i proprietari dei terreni destinati al Museo, problemi che paiono ora risolvibili.
Area sita in Comune di Savigliano, adiacente alle linee ferroviarie presenti nella zona: è una possibilità localizzativa che presenta indubbi vantaggi; si tratta infatti di una città che può vantare una tradizione in materia, ben collegata sia con la rete stradale, sia con quella ferroviaria (FIAT Ferroviaria).
L'Associazione ha recentemente deliberato, nella seduta del Consiglio direttivo del 24/6/1992, di verificare dettagliatamente l'ipotesi di fattibilità riguardo alla possibile collocazione di una sede del Museo Ferroviario Piemontese nei terreni proposti dalle città di Savigliano e Rivarolo Canavese, nonché nelle Officine delle FS di Torino o nella stazione FTC di Torino Porta Milano.
Nella seduta medesima, il Consiglio direttivo del Museo Ferroviario Piemontese ha altresì deliberato di sottoporre all'attenzione della Regione Piemonte la decisione di utilizzare entrambi gli spazi proposti dalle città di Rivarolo Canavese e Savigliano, con le motivazioni derivanti dalle possibilità di utilizzo con particolare riferimento alla realtà ferroviaria delle reti concesse della SATTI (Canavesana - Torino Ceres), della SSIF (Domodossola - Locarno) e della FNM (Novara) per quanto concerne la prima località, e con particolare riferimento alla rete ferroviaria dello Stato e con possibilità di eventuale adesione del Compartimento FS di Torino con i suoi rotabili storici, per quanto riguarda la seconda.
Tale decisione è anche conseguenza di alcuni aspetti che rivestono per l'attività del Museo notevole importanza: l'accresciuto numero di rotabili ferroviari attualmente a disposizione del Museo Ferroviario Piemontese, con prospettive di ulteriore incremento; l'interesse dell'Ufficio Trasporto locale FS per il traffico turistico e rievocativo, anche con treni d'epoca sulla rete del compartimento di Torino; la decisione della SATTI di restaurare rotabili aziendali per attività turistiche sulle proprie linee in stretta collaborazione con l'Associazione MFP; la convenzione tra l'Associazione stessa e la SATTI per l'esercizio dei rotabili MFP; la costituzione della società "Italy Express", la prima in Italia ad essere proprietaria di rotabili ferroviari ad uso turistico; la presenza di rotabili FS storici in grado di circolare sia su reti FS che su quelle in concessione.
Questo Assessorato ritiene condivisibile la scelta operata dall'Associazione MFP e reputa che in questo momento non sussistano condizioni diverse da quelle espresse, seppur sia comunque necessario guardare con particolare attenzione a futuri mutamenti in grado di consentire eventuali occasioni localizzative, in raccordo con le due scelte ora, anche nel capoluogo di Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. La risposta dell'Assessore ha dell'incredibile, perché sul punto richiesto di risolvere finalmente, dopo anni e anni di incertezze, il problema della localizzazione della sede del Museo Ferroviario, l'Assessore, durante e al termine di una lunga relazione, ci consegna lo stato del problema esattamente così com'è stato durante tutti questi anni.
Sono anni, Assessore, che si discute se il Museo Ferroviario debba essere ubicato nelle Officine Grandi Riparazioni di Torino o nell'area già disponibile a Savigliano, o nell'area della SATTI a Rivarolo, o nell'area della SATTI a Porta Milano. Questo è un problema che, da anni, viene posto in questi termini.
Leggere una relazione nella quale si dice: "Siamo d'accordo a porre il problema in questi termini" mi sembra non sia assolutamente accettabile.
Perché la Regione Piemonte non si decide, insieme all'Associazione del Museo Ferroviario, a prendere una decisione? Su questa vicenda la Regione ha una legge che la vincola a trovare una sede. Ci sono quattro possibilità, e non si capisce perché una di queste non debba finalmente andare in porto.
Un altro elemento è il seguente: le deliberazioni dell'Associazione Museo Ferroviario sottendono una scelta prioritaria che l'Associazione stessa ha fatto nell'indicare l'area delle Officine Grandi Riparazioni come l'area per la quale si intenderebbe realizzare, nei termini migliori, la sede del Museo Ferroviario, ma qui fate un po' "orecchie da mercante".
L'Associazione Museo Ferroviario ha presentato una delle 1.300 osservazioni al PRG e ha chiesto, in una di queste osservazioni, che un edificio compreso nelle Officine Grandi Riparazioni, sito quindi lungo le aree della famosa spina, venga adibito a sede del Museo Ferroviario. Su questa osservazione e su questa indicazione, la Regione Piemonte dovrebbe dare un parere.
La Regione Piemonte, per quanto riguarda le scelte del PRG del Comune di Torino, ha sempre cercato di evitare di dire alcunché. Addirittura la Giunta regionale ha sostenuto di non poter dire nulla. Il problema di individuare una sede per il Museo Ferroviario dimostra invece che la Regione Piemonte, anche nello specifico di alcune scelte del Piano regolatore, non solo poteva ma doveva dire qualcosa; che la Regione Piemonte avrebbe potuto essere soggetto di un'osservazione specifica, in quanto, dovendo, per compiti di istituto, indicare un'area per sede del Museo Ferroviario ed avendo l'Associazione Museo Ferroviario indicato un'area precisa nel Comune di Torino, essa avrebbe potuto sottoscrivere questa osservazione. Viceversa si galleggia, si galleggia senza idee, si tirano le cose per le lunghe e bisogna fare un plauso a quanti nell'Associazione Museo Ferroviario continuano a non perdere la pazienza e la fiducia e a lavorare per un'iniziativa che non ha solo la caratteristica dell'Amarcord di conservare quanto ci fu, ma ha la caratteristica di inserire il patrimonio di materiale rotabile a disposizione del Museo Ferroviario in una politica culturale e turistica della Regione Piemonte perché è indubitabile che questa Associazione, rimettendo in grado di funzionare antichi reperti storici (antichi dal punto di vista dei tempi tecnologici) del materiale rotabile potrebbe contribuire non solo a salvare dei reperti, ma addirittura a vivificare la nostra Regione con investimenti, turismo, cultura. Tutto questo non c'è, la risposta molto deludente dell'Assessore lascia le cose come stanno, temo che quando verremo nuovamente sollecitati come Gruppi consiliari dagli amici dell'Associazione Museo Ferroviario a premere affinché si dia una risposta alla sede, noi ci ritroveremo fra qualche mese con un'altra relazione dell'Assessore che dirà che le ipotesi per la sede del Museo Ferroviario sono quattro e che si stanno approfondendo. Mi sembra proprio un modo di governare inadeguato a risolvere anche questo importante problema. Grazie.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1680 dei Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti ed altri inerente l'episodio di intolleranza verificatosi a Valenza nei confronti di un ambulante senegalese


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interpellanza n. 1680 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti ed altri.
Risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Nel Comune di Valenza Po vi è una scarsa presenza di cittadini extracomunitari in condizioni precarie e disagiate che per lo più non sono residenti, ma provengono da Alessandria e Torino.
Vi è un discreto numero di stranieri, compresi anche giovani di colore che frequentano la scuola orafa, che però tornano ai paesi di origine alla fine dei corsi.
Sul territorio del Comune di Alessandria, che dista 14 chilometri da Valenza, sono operanti tre centri di cui due gestiti dalla Caritas ed uno comunale dato in gestione alla Cooperativa "Azimut". I tre centri sono stati istituiti con i finanziamenti ex legge n. 39/90 e con l'intervento istruttorio da parte della Regione.
A tutt'oggi non esiste nel Comune di Valenza Po un centro di prima accoglienza vero e proprio. Mi corre l'obbligo dire che è operante dal 20/12/1992 un piccolo centro di accoglienza portato avanti da un gruppo di volontari dell'Associazione "Tabor". Il centro, che può ospitare un massimo di otto persone, ospita sia extracomunitari che giovani in fase di preparazione per entrare in comunità per il recupero dei tossicodipendenti.
Questo è il quadro del riferimento che è in Valenza e che registra una piccola presenza di extracomunitari e di questo minuscolo centro che da alcuni mesi opera sul piano del volontariato.
In seguito allo spiacevole fatto accaduto il 3 gennaio scorso l'Amministrazione comunale di Valenza Po ha convocato un Consiglio comunale aperto in data 28/1/1993 con dibattito pubblico al fine di sensibilizzare tutta la cittadinanza sull'evento grave e deprecabile che è avvenuto nei confronti di questo cittadino extracomunitario.
In special modo sono state anche coinvolte le scuole e i giovani della città sul problema del razzismo, sul disagio giovanile ed occupazionale.
L'Amministrazione comunale ha provveduto inoltre a rendere noto e a deplorare l'accaduto con un dibattito tramite una radio locale e con l'affissione di manifesti per la città.
Il signor Abdoulajie Diop è stato aiutato e seguito dall'Amministrazione comunale durante la degenza ospedaliera.
L'interpellanza poneva anche alcuni problemi che sono stati passati al collega Fulcheri, al quale lascerò poi la parola, relativamente ad una serie di attività di ordine culturale e di sensibilizzazione nei confronti di comunità o di realtà territoriali nel limite delle titolarità e delle competenze della nostra realtà regionale.
Non dimentico di dire, proprio per agganciarmi alle cose che dirà anche il collega Fulcheri, che ieri la Regione Piemonte, attraverso questo Assessorato, ha incontrato il neo Sindaco del Comune di Torino per porre alcune attenzioni sui problemi che il vuoto determinato dalla situazione amministrativa del Comune può portare come preoccupante rischio sia nei confronti del decollo previsto per il prossimo autunno di una nuova tranche di interventi contributivi, a far corso dalla legge Martelli, e soprattutto per un'attenzione che non può non vedere un passaggio dalla fase della prima accoglienza, quindi del posto letto, ad una fase rafforzata di centri di servizio a supporto di queste prime accoglienze.
Sempre nell'incontro di ieri con l'Amministrazione comunale di Torino abbiamo anche posto la necessità di andare alla proroga della convenzione primo caso in Italia, tra Comune di Torino, Regione Piemonte e Provveditorato agli Studi, per realizzare i primi interventi volti all'inserimento dei figli degli stranieri extracomunitari nelle scuole dell'obbligo. Si tratta però di una competenza, anche di sensibilità, alla quale vorrà fare specifico riferimento il collega Fulcheri, proprio perch il fenomeno dell'aggregazione familiare e quindi dell'inserimento dei figli degli stranieri extracomunitari nelle scuole dell'obbligo di Torino è un passaggio non indifferente per questa opera di sensibilizzazione e di aggancio all'aspetto dell'istruzione e quindi anche della loro possibilità di utilizzare queste strutture.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Premesso che si deve deprecare l'episodio citato, condannando coloro i quali se ne sono resi responsabili materialmente e chi vi ha assistito senza intervenire in difesa dell'aggredito; auspicando un'azione dell'Amministrazione comunale di Valenza nella direzione indicata dai firmatari dell'interpellanza, per la quale esprimiamo la nostra piena disponibilità a collaborare nelle forme consentite dall'esercizio delle nostre competenze, illustriamo in sintesi le iniziative dell'Assessorato regionale alla cultura in materia di conoscenza delle culture di altri popoli e paesi, e di educazione alla tolleranza.
L'Assessorato lavora da tempo alla realizzazione di iniziative volte alla conoscenza di culture e realtà sociali lontane dal nostro sistema di tradizioni e cultura. Ciò avviene sulla base della convinzione che alcune manifestazioni possano configurarsi come investimenti a lunga scadenza per la creazione di una coscienza civile saldamente ancorata alla tolleranza e ai valori universali di convivenza tra popoli e paesi.
In questo ambito, e nel quadro della collaborazione che da alcuni anni si realizza con il Museo Nazionale della Montagna di Torino, il nostro Assessorato, in concorso con la Presidenza della Giunta, ha promosso e realizzato la mostra etnografica "Albania, Vita e tradizioni", aperta il 29 gennaio scorso e in calendario sino al 18 aprile. Avvenimenti recenti anche traumatici, hanno legato la nostra regione a quel paese balcanico: la nostra iniziativa tende a collocare in una prospettiva di conoscenza e comprensione una realtà sociale e territoriale lontana, che non può certo essere letta esclusivamente alla luce dei recenti e drammatici flussi migratori verso il nostro Paese.
Per quanto riguarda attività specificamente mirate a combattere il razzismo, sottolineo l'importanza dell'iniziativa formativa su "Razzismo antisemitismo, xenofobia", realizzata dall'Istituto Storico della Resistenza in Piemonte nel quadro della collaborazione permanente tra Regione ed Istituti Storici della Resistenza. Il progetto, in fase di svolgimento, prevede cicli di lezioni rivolte agli insegnanti delle scuole medie superiori, dibattiti, incontri, proiezioni: tutte le attività sono mirate a sensibilizzare i diversi soggetti dei percorsi formativi dei giovani per un'azione continua ed attenta contro fenomeni di intolleranza razziale.
Su questi temi continueremo a lavorare anche in futuro, dal momento che non vi può essere una politica culturale compiuta senza la conoscenza e la tolleranza verso territori e genti "altre" da noi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Ringrazio gli Assessori per la loro risposta, che mi sembra che complessivamente abbia fornito chiarimenti sul fatto specifico affrontato dalla nostra interpellanza, che per la verità noi avevamo definito urgente presentata il 14/1/1993. E' chiaro che questo episodio si inserisce all'interno di una situazione complessivamente connotata da una difficile possibilità e qualità della vita che molti immigrati extracomunitari si trovano a dover vivere, tenendo conto che i problemi di questa popolazione non possono essere affrontati in maniera omogenea, perché diverse sono le culture di riferimento, diverse sono le possibilità che sul mercato del lavoro queste persone possono offrire, diverse le fasce di età presenti e i generi presenti nella nostra regione.
Un discorso complessivo non può essere affrontato se non si tiene conto di queste diversità e specificità. E' evidente che diversa è la condizione degli immigrati che possono entrare in quello che viene chiamato mercato del lavoro rispetto alle possibilità di avere risposte dai servizi, quali essi hanno diritto, riconosciuti e normati dalla legislazione vigente. Le persone hanno difficoltà ad avere il permesso di soggiorno per motivi diversi; tra questi motivi non si possono dimenticare i gravi ritardi che gli uffici stranieri delle Questure, in particolare di quella di Torino pongono alla concessione di un diritto che molto spesso è dovuto. Cito, ad esempio, il caso di una minore sud-americana, con permesso di soggiorno per motivi di affidamento preadottivo, che ha dovuto aspettare sei mesi il rinnovo di un permesso di soggiorno che era già stato a suo tempo riconosciuto. Questo per dire che anche per questi ritardi, per le difficoltà che vengono poste da una situazione che non si sa bene se esclusivamente legata ad inefficienza o ad altro, per difficoltà degli uffici stranieri che determinano e peggiorano una qualità della vita che dicevo essere già pesante, soprattutto coloro che hanno un'istruzione meno elevata hanno meno possibilità di vendersi sul mercato del lavoro. La realtà di questi anni è connotata da un aumento del fenomeno della clandestinità. I dati di cui siamo a disposizione, che riguardano il Comune di Torino, parlano di 13.000 immigrati extracomunitari residenti nella nostra città. Cito il dato dell'iscrizione al Servizio sanitario: sono solo 6.000 tra questi aventi diritto quelli che si sono iscritti al Servizio sanitario nazionale. Già questo dato è rivelatore di una situazione complessa che va affrontata alle sue radici. Il fatto di non essere iscritti al Servizio sanitario, il fatto di non essere iscrivibile perch il permesso di soggiorno non viene concesso, ancorché se ne abbia diritto determina un peggioramento delle condizioni di vita. Questo ricade soprattutto sui minori, sulle donne che si sono ricongiunte alla famiglia che si trovano ad aver non riconosciuto quello che le norme vigenti riconoscerebbero come diritto. Il fatto di non avere il permesso di soggiorno determina difficoltà, come ben sappiamo, e impossibilità ad iscriversi al collocamento, a fruire di servizi socio-assistenziali, ad iscriversi al Servizio sanitario nazionale, a fruire dei bandi per l'accesso all'abitazione. Ritengo siano questi i problemi che determinano situazioni quali quella che noi abbiamo denunciato. Certo è una questione di cultura, di difficoltà all'incontro tra culture; un malinteso scontro tra chi ritiene che da immigrati extracomunitari venga limitato ai residenti un diritto qual è quello fondamentale del diritto alla casa, alla fruizione dei servizi, all'accesso ai luoghi di lavoro. Malintesa interpretazione che tuttavia viene sottolineata, viene resa più radicata dalle inefficienze della pubblica amministrazione che mettono in condizione di difficoltà gli immigrati.
L'Amministrazione dovrebbe fare in modo, al di là delle pur lodevoli iniziative di informazione e di cultura, che i fondamentali diritti vengano riconosciuti. In questo senso solleciterei un più compiuto impegno di questa Amministrazione regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, il collega Maggiorotti nella passione che lo accompagna su queste questioni, ha usato una frase che a me sembra non possa essere consentita a verbale; ha usato la frase "vendersi sul mercato del lavoro". Tale frase, se letta nei confronti degli interessati è offensiva nei loro confronti, se intesa rispetto al nostro sistema è offensivo nei nostri confronti.
Chiederei al Consigliere di valutare l'opportunità di una rettifica che cambi il termine "vendersi" con un altro più rispettoso nei confronti degli interessati e nei confronti del nostro mondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Non intendo cambiare la frase, questo è quanto effettivamente penso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Mozione d'ordine del Consigliere Zacchera relativamente alla responsabilità politica della Giunta regionale


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Intendo intervenire per una questione prettamente di carattere politico e la rivolgo al Presidente del Consiglio.
Ci sono all'o.d.g. alcune leggi rinviate dal Commissario del Governo queste leggi sono all'o.d.g. da diverse sedute e lei sa che per la loro approvazione ci vogliono 31 voti. Pertanto pongo la questione: se questa Giunta regionale reiteratamente, e da mesi, dimostra di non avere i 31 voti, come facciamo a sbloccare quelle leggi? E visto che questo Consiglio regionale, dopo aver fatto tante cose giudicate utili ed importanti, avrebbe soprattutto il compito di legiferare, penso che si debbano in merito prendere dei provvedimenti.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dei soldati italiani caduti in Somalia


PRESIDENTE

Prego il Consiglio di osservare un minuto di silenzio in commemorazione dei soldati italiani caduti in Somalia.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame progetto di legge n. 307: "Proposta di legge del Consiglio regionale del Piemonte al Parlamento: 'Avocazione allo Stato dei profitti illeciti della classe politica'" (richiesta di iscrizione ai sensi dell'art. 34 comma quarto, del Regolamento interno) (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 21) all'o.d.g che prevede l'esame del progetto di legge n. 307.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Si tratta di una proposta di legge al Parlamento, porta il numero 307 ed era stata presentata il 2/9/1992, ed è stata richiamata in aula in quanto la Commissione in questi mesi non ha provveduto ad esaminarla.
Si tratta di una proposta di legge al Parlamento, quindi ci facciamo soverchie illusioni che possa avere un suo itinerario, anche se, come confido, deve essere approvata per quello che è il filo conduttore della proposta di legge e per il fine che la proposta di legge si propone.
Non ci facciamo illusioni che una volta approdata al Parlamento questa legge possa poi venire approvata per il semplice motivo che i soggetti passivi di questo disegno di legge risiedono, per buona parte, nel Parlamento nazionale; quindi per le ragioni di contenuto, ben difficilmente questo disegno di legge potrà trovare approvazione.
Prima di spiegare e di riassumere in sintesi il contenuto del disegno di legge, devo ricordare che questa proposta di legge ha un suo autorevole precedente storico-legislativo nel decreto legge del 27/7/1944, all'epoca emanato dal Governo Badoglio. Si trattava di un decreto legge che faceva parte del pacchetto di quei decreti legge che vengono proposti ed emanati dai vincitori della guerra civile per colpire i vinti.
Infatti in quel decreto legge del 27/7/1944, che noi proponenti - io e il collega Zacchera - abbiamo quasi copiato, si prevedeva l'acquisizione allo Stato dei cosiddetti profitti di regime, cioè di quegli arricchimenti che avevano conseguito, secondo il testo di quella legge, i gerarchi del ventennio fascista, indipendentemente, si diceva, dall'essere stati assoggettati ad azione penale per fatti costituenti reato.
E, sempre per concludere l'addentellato storico, va ricordato che quel decreto legge 27/7/1944 ebbe breve vita, e già negli anni '50 cadde sostanzialmente in desuetudine, poiché all'epoca la Corte dei Conti ebbe ad ammonire i governanti, ricordando loro che costavano di più i gettoni corrisposti ai componenti di quelle Commissioni provinciali che dovevano acquisire, in base al decreto legge, i patrimoni costituenti indebito arricchimento dei gerarchi del ventennio fascista, che non quello che si recuperava, poco più dei biglietti del tram di cui si erano arricchiti.
Ora, a guisa di boomerang, non per motivo strumentale e dialettico, noi presentiamo questo disegno di legge la cui filosofia, i cui fini, i cui moventi sono perfettamente identici a quelli del decreto legge 27/7/1944.
Siamo convinti, noi proponenti, che qualora potesse venire attuato anche se illusioni non ce ne facciamo più di tante, per buona parte il bilancio dello Stato potrebbe venire risanato.
Il contenuto del disegno di legge, come il suo precedente storico del 27/7/1944, è diretto nelle sue normative ad acquisire i patrimoni presumendosi che costituiscano illecito, indipendentemente dalla commissione di reati da parte dei destinatari di questo disegno di legge di tutti coloro i quali dall'1/1/1948 ai giorni nostri, hanno conseguito incrementi patrimoniali non giustificabili.
E' ovvio che c'è una valvola di garantismo, nel senso che verrebbero acquisiti i patrimoni di tutti questi appartenenti alla classe politica - e nella proposta sono enunciati coloro i quali abbiano rivestito le cariche di ministro, di segretario, di sottosegretario, oppure di parlamentare Camera o Senato, oppure di Consigliere regionale o di Sindaco di Comuni superiori ai 100.000 abitanti salvo che possano provare che sono stati la conseguenza del loro onesto lavoro.
Chi ha incrementato e aumentato il proprio patrimonio attraverso il proprio lavoro professionale o in seguito ad eredità che gli siano pervenute o a donazioni ricevute potrà evidentemente ed agevolmente - e qui sta la valvola garantista provare l'evento ed impedire l'acquisizione.
Noi riteniamo che la nostra proposta sia di palpitante attualità; essa infatti risale al 2 settembre, quando le vicende di Tangentopoli o "Mani pulite" che dir si voglia non erano ancora entrate nel vivo. Riteniamo che questa avocazione di profitti illegittimi, di incrementi patrimoniali non giustificati, conseguiti dalla classe politica - nell'elencazione fatta delle cariche ricoperte dall'1/1/1948 ai giorni nostri - sia uno strumento per poter ridare fiducia alla gente, che ha tanta sfiducia, in questo momento, nelle istituzioni e nei suoi componenti.
Come ho sottolineato, si prescinde da una valutazione penale né ci si potrebbe obiettare che l'approvazione di questo disegno di legge condurrebbe ad un'odiosa caccia alle streghe. Infatti, penso che tutti coloro i quali nella vita pubblica e privata hanno operato con onestà, e di conseguenza non si sono illecitamente arricchiti, non abbiano nulla da temere dall'entrata in vigore di questo disegno di legge.
Ritengo che al di là del contenuto dei singoli articolati sia un disegno di legge che può costituire un segnale da parte del Consiglio regionale del Piemonte per ridare fiducia ai cittadini.
Ringrazio la Presidente del Consiglio, anche se il Presidente della Giunta, evidentemente non certo per divertimento ma per cose più importanti, non mi ha ascoltato. Penso comunque di aver spiegato in sintesi la problematica, e confido non ci sia un burocratico ritorno in Commissione come normalmente avviene quando vi sono progetti di legge richiamati; se ci fosse tale ritorno in Commissione vuol dire che veglierò, in sede di I Commissione, affinché venga dibattuto e ci sia un voto referente e conclusivo. In difetto di ciò farò un secondo richiamo in aula: ritengo infatti che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità nel votare "sì" o "no" a questa proposta, al di là di quello che sarà il risultato finale in Parlamento. Penso che questo sia un significativo segnale che deve provenire da Palazzo Lascaris.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Non capisco perché non si debba avere il coraggio civile di eventualmente bocciare la legge se non gradita o di approvarla in caso contrario.
Personalmente chiedo che ci sia dibattito in aula sull'argomento senza alcun ulteriore rinvio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grosso.



GROSSO Carlo Federico

Personalmente non conoscevo l'esistenza di questo disegno di legge di cui ho preso visione in questo momento. Di primo acchito ho qualche perplessità; nel nostro ordinamento giuridico abbiamo una legge che presume certe provenienze illecite di patrimoni, e ne trae alcune conseguenze: si tratta però di legge che riguarda le organizzazioni mafiose. Francamente vorrei analizzare a fondo il disegno di legge in discussione: non credo si possa, automaticamente, affiancare e paragonare la classe politica - e nemmeno credo che questo sia l'intendimento dei presentatori all'organizzazione mafiosa.
Vorrei mi si desse il tempo di leggerlo con attenzione, di valutarlo e di entrare nel merito: potrebbe anche essere un'iniziativa sulla quale convenire; per questi motivi chiederei venisse rinviato in Commissione e non fosse posto alla discussione oggi, per le difficoltà di capirne i meccanismi. Avrei alcune osservazioni immediate da fare, ma credo sia inutile, difficile, impossibile richiedere oggi una discussione su un tema così delicato ed importante.



PRESIDENTE

Se mi permettete, condivido sia l'esigenza di discutere e definire in aula il testo di legge sia l'esigenza rappresentata in funzione di questo dal Consigliere Grosso. A mio modo di vedere vi è questa esigenza anche sotto il profilo della percorribilità giuridica. Pertanto propongo ritenendo mediabili le due esigenze, di votare adesso il rinvio in Commissione con l'intesa che prima della chiusura estiva questo testo vada licenziato dall'aula, a favore o meno.
Se prendiamo questo impegno, qualora il disegno di legge sia licenziabile, si sarà esaminato anche rispetto alla percorribilità di carattere giuridico, perché alcune delle cose dette dal Consigliere Grosso vanno messe a punto. Potremmo concluderlo la prossima settimana, ma dobbiamo però tenere conto che nella seduta dovremo svolgere il dibattito sull'agricoltura; pertanto, mi assumo l'impegno personale come Presidente di concluderlo prima della chiusura estiva.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, il disegno di legge è del settembre scorso, ci sarebbe stato quindi tutto il tempo per assimilarlo. Tuttavia mi rendo conto, date anche le numerose incombenze che abbiamo, che il Consigliere Grosso che si è riservato rilievi di natura giuridico-istituzionale possa non avere avuto modo di esaminarlo. La mia adesione al rinvio in Commissione è condizionata al suo impegno in tal senso.



PRESIDENTE

Esamineremo questo disegno di legge prima della chiusura estiva. Lo scriviamo anche nella lettera di trasmissione alla I Commissione.



MAJORINO Gaetano

Sì, solo che la chiusura estiva sarà.



PRESIDENTE

Il 28 luglio o il 3 agosto, non lo so, sarà quello che sarà. Io ho detto: "prima della pausa estiva".



MAJORINO Gaetano

Va bene, sempre che nella lettera lei faccia questa sollecitazione.



PRESIDENTE

Scriverò questo nella lettera, anche se non sarebbe necessario, dal momento che assumo questo impegno davanti al Consiglio.
Si proceda pertanto alla votazione per il rinvio in Commissione del progetto di legge n. 307, con questa intesa.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il rinvio è approvato con 36 voti favorevoli e 4 astensioni.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame testo unificato progetti di legge n. 371, n. 372 e n. 382: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1992"


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame del testo unificato dei progetti di legge n.
371 e n. 372, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Chiedo al Consiglio di prendere atto che dal punto di vista tecnico viene assorbito anche il progetto di legge n. 382: "Approvazione del rendiconto ESAP per l'esercizio finanziario 1992".
Relatore è il Consigliere Zanoletti che ha facoltà di intervenire.



ZANOLETTI Tomaso, relatore

Dò per letta la relazione dei progetti di legge n. 371 e n. 372, a mani dei Consiglieri, il cui testo recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, è all'esame di questa assemblea il testo unificato dei disegni di legge n. 371 e n. 372 che, pur presentati dalla Giunta separatamente per ragioni di verifica e controllo dei documenti contabili, concernono entrambi il 'Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1992'. La presentazione dei due provvedimenti era avvenuta il 21/4/1993, nel rispetto delle normative in materia di contabilità regionale.
Le relazioni di accompagnamento predisposte dalla Giunta illustrano in modo accurato i risultati della gestione del bilancio per l'anno 1992 e ad esse si fa quindi rinvio per più precise e dettagliate informazioni sulle risultanze dell'anno in esame, tenendo peraltro presente che il rendiconto generale per l'anno 1992, riprendendo la nuova struttura data al corrispondente bilancio di previsione, abbandona la suddivisione della spesa in aree di attività e di intervento per ritornare alla ripartizione in titoli, i quali trovano un'ulteriore articolazione in 'settori di intervento'.
Per questo motivo il contenuto di questa relazione riguarda principalmente gli aspetti di maggiore rilevanza e contiene alcune considerazioni di carattere generale.
Le diverse aggregazioni dei dati, in relazione ai risultati che si intendono evidenziare, consentono di rappresentare le risultanze contabili della gestione, ma con l'avvertenza che, essendo mutata la struttura del bilancio, non è possibile un confronto con le aggregazioni dell'esercizio precedente.
Tale confronto è pur sempre possibile sull'ammontare complessivo del bilancio che, per l'esercizio 1992, tenuto conto di tutte le variazioni intervenute nel corso dell'anno, trova la sua quadratura in L.
19.640.999.420.578 con un incremento del 6,86% rispetto al bilancio per l'anno 1991.
L'incremento è stato calcolato confrontando i dati relativi al totale generale dei bilanci 1991 e 1992, al netto dello stanziamento del capitolo 2790 dell'entrata, riferito all'introito di somme in deposito presso la Tesoreria centrale della Banca d'Italia per il loro versamento alla Tesoreria regionale, e del corrispondente capitolo 40120 della spesa, che rispondono unicamente all'esigenza contabile di una puntuale e tempestiva contabilizzazione delle assegnazioni statali nella fase del loro versamento presso la Tesoreria centrale.
L'analisi delle differenze tra le previsioni e gli accertamenti consente le seguenti considerazioni sui vari titoli: Titolo I - Entrate tributarie - Il minor accertamento del 2,97% è riferito principalmente alla tassa sulle concessioni regionali per 6.998 milioni e all'addizionale regionale sull'imposta di consumo sul gas metano per 16.029 milioni.
Titolo II - Entrate per quote di tributi statali - Il lieve accertamento in più deriva da una maggiore assegnazione per 1.155 milioni del fondo per il ripiano dei disavanzi di esercizio delle aziende di trasporto.
Titolo III - Entrate extratributarie - I minori accertamenti si riferiscono per lo più alle seguenti voci: 560 milioni nei proventi derivanti dalla vendita di pubblicazioni BUR 1.344 milioni nei proventi derivanti dalle sanzioni amministrative per le violazioni di tributi regionali (foreste, parchi, pesca, caccia, ecc.) 4.596 milioni nei proventi derivanti dal recupero di spese e di oneri a carico di altri enti ed istituzioni; 4.000 milioni nei proventi derivanti dal recupero di somme assegnate e non impegnate dagli uffici periferici 529 milioni nei proventi derivanti dai redditi patrimoniali. Ulteriori minori accertamenti per 10.845 milioni sono relativi a proventi su entrate varie, recupero oneri, interessi ed indennità diverse.
Titolo IV - Entrate derivanti da alienazione di beni patrimoniali Le differenze, oltre alle partite puramente figurative (gli ammortamenti sui beni patrimoniali), si riferiscono a minor accertamenti per 9.950 milioni relativi ad alienazioni di beni immobili che non si sono concluse.
Titolo V - Entrate derivanti da mutui, prestiti o da altre operazioni creditizie - Il minor accertamento deriva da mutui a pareggio del bilancio 1992, previsti per 193.316 milioni, che è stato possibile contrarre unicamente per 70.000 milioni.
Titolo VI - Contabilità speciali - Le variazioni delle entrate sono relative a partite compensative, che si traducono quindi in corrispondenti movimenti della spesa.
Per quanto concerne le entrate accertate (L. 16.678.144.027.189) l'88,12% (L. 14.697.413.248.021) è stato regolarmente riscosso.
L'analisi dei residui più rilevanti per l'anno di competenza, riferita ai singoli titoli di entrata, evidenzia: Titolo I - Residui per complessivi 1.905 milioni (0,22%) per tassa regionale di circolazione su veicoli ed autoscafi.
Titolo II - I residui pari al 14,07% sono relativi alla mancata erogazione di fondi a destinazione vincolata, tra i quali i più rilevanti risultano: 63.941 milioni, legge n. 281/70, Fondo finanziamento Programma regionale di sviluppo 6.013 milioni, legge n. 153/75, Finanziamento settore agricolo 55.707 milioni, legge n. 364/70 e legge n. 590/81, Fondi per avversità atmosferiche e calamità naturali 131.031 milioni, legge n. 752/86, Regolamenti comunitari nel settore agricolo 567.063 milioni, legge n. 833/78, Fondo sanitario nazionale, spese correnti 133.489 milioni, legge n. 457/78 e legge n. 94/82, Contributi per l'edilizia 6.620 milioni, legge n. 71/90, Fondi per interventi di Protezione civile 1.500 milioni, legge n. 305/89, Fondi tutela ambiente 48.829 milioni, legge n. 183/87, Fondo rotazione Regolamenti comunitari 2.687 milioni, legge n. 67/88, Fondi per sistemazione Alta Valle di Susa 6.430 milioni, legge n. 843/78, Finanziamenti Comunità montane 10.381 milioni, legge n. 616/77 e legge n. 641/78, Assegnazione fondi Enti disciolti 18.885 milioni, legge n. 492/88, Piani innovazione sistemi informativi.
Titolo III - Si registrano residui per 56.313 milioni tra i quali: 4.497 milioni per interessi attivi, 3.120 milioni per recupero oneri e spese, 40.044 milioni per contributi CEE per la formazione professionale 7.570 milioni per contributi relativi a Regolamenti CEE per riconversione delle aree industriali.
Titolo IV - I residui per 4.101 milioni sono determinati da accertamenti effettuati, ma non incassati, relativi a contributi per aree industriali attrezzate e per erogazioni ad opere d'arte (Sindone).
Titolo V - I residui di 60.000 milioni sono determinati da mutui stipulati nell'anno e non ancora incassati.
Titolo VI - I residui per complessivi 768.246 milioni (9,73%) sono costituiti principalmente da somme in deposito sul conto corrente acceso presso la Tesoreria centrale della Banca d'Italia.
Il 60% dei residui accertati con il consuntivo dell'anno precedente si sono tradotti in riscossioni.
Risultano ancora elevati i residui riferiti al Titolo II, riguardante le entrate derivanti da contributi e da assegnazioni dello Stato. I dati più significativi sono: 49.069 milioni, legge n. 752/86 e legge n. 594/86, Fondi finanziari settore agricolo 59.248 milioni, legge n. 183/87, Regolamento CEE Fondo di rotazione 41.276 milioni, leggi n. 283/89, n. 305/89 e n. 475/88, Fondi interventi settore ambientale 16.621 milioni, legge n. 392/78, Fondo sociale per l'equo canone 77.804 milioni, legge n. 94/82 e legge n. 457/78, Contributi per l'edilizia 32.368 milioni, legge n. 364/70 e legge n. 590/81, Fondi per avversità atmosferiche e calamità naturali 43.362 milioni, legge n. 67/88, Fondi per risanamento fiumi Bormida e Po 9.193 milioni, legge n. 130/83, FIO 1983 8.331 milioni, legge n. 730/83, FIO 1984 9.711 milioni, legge n. 887/84, FIO 1985 39.915 milioni, legge n. 67/88, FIO 1986 127.771 milioni, legge n. 67/88, FIO 1989 106.879 milioni, legge n. 472/86 e legge n. 71/90, Protezione civile 7.148 milioni, Regolamento CEE n. 857/84, Settore agricolo 8.518 milioni, Regolamento CEE n. 219/84, Settore lavoro 54.393 milioni, Leggi n. 183/77, n. 44/87 e n. 475/84 Cofinanziamento programma riconversione regionale.
Titolo III - Si registrano residui per complessivi 59.831 milioni che sono costituiti principalmente da recuperi a carico di altri enti ed istituzioni per 9.453 milioni, per 46.483 milioni relativi al Regolamento CEE n. 2052/88 per le zone di declino industriale e per 6.054 milioni per interessi attivi, economie e proventi per entrate varie.
I residui attivi, che al termine dell'esercizio finanziario 1991 ammontavano a L. 2.106.063.244.609, vengono fissati dal consuntivo 1992 in L. 2.769.173.237.607: l'incremento è in gran parte imputabile ai residui riferiti al Fondo sanitario nazionale, che ammontano a 567.000 milioni.
Occorre inoltre precisare che sul totale dei residui (L.
2.769.173.237.607) L. 765.667.669.427 riguardano somme depositate nel conto di Tesoreria centrale dello Stato, cui le attuali leggi finanziarie non permettono di attingere se non nella misura del 3% delle entrate del bilancio regionale al netto della spesa sanitaria, dei mutui e delle partite compensative.
La situazione complessiva dei residui pone ancora il problema di avvicinare il momento dell'accertamento dell'entrata al momento dell'incasso. A tale scopo è da segnalare la necessità di intervenire in sede legislativa, al fine di modificare gli attuali meccanismi che ritardano l'introito dei fondi assegnati alla Regione, o ne condizionano l'erogazione da parte dello Stato.
Le economie sono state suddivise per settori di intervento e nell'ambito di ciascun settore è stata indicata la relativa quota di fondi statali da reimpostare nel bilancio 1993.
Va ancora notato che, relativamente ai fondi regionali, è stata impegnata la quasi totalità degli stanziamenti e che le economie più rilevanti sono riferite ai fondi di assegnazione vincolata, di cui le complesse procedure di spesa consentiranno l'impegno complessivo negli esercizi successivi.
La percentuale dei residui relativa alle spese di investimento denuncia ancora una volta gli effetti causati dai meccanismi di spesa legati ad una legislazione che prescrive lunghe procedure propedeutiche all'erogazione delle somme stanziate.
Tali effetti risultano particolarmente evidenti nell'analisi in riferimento all'esecuzione di opere e lavori pubblici nei diversi settori di intervento. Relativamente all'esercizio 1992 un'ulteriore causa di formazione di residui passivi è imputabile alle carenze dei flussi di cassa amministrati dal Ministero del Tesoro.
Anche nella gestione dei residui l'elevato ammontare riferito alle spese di investimento è originato dalle medesime motivazioni espresse per la gestione in conto competenza.
Il totale dei residui riferiti alla gestione di competenza presenta una diminuzione rispetto al corrispondente totale dell'esercizio 1991, sia in percentuale che in valore assoluto.
Tale risultato positivo diventa maggiormente significativo, se si tiene conto che il bilancio 1992 ha avuto un incremento del 6,86% nei confronti del precedente bilancio.
Le economie sono suddivise per ciascun titolo in economie su fondi statali, fondi perenti agli effetti amministrativi ed economie di esercizio.
Le riscossioni effettuate nell'esercizio 1992 ammontano a L.
15.908.095.466.053, di cui L. 14.697.413.248.021 in conto della competenza e L. 1.210.682.218.032 in conto dei residui degli anni precedenti.
I pagamenti effettuati nell'esercizio 1992 ammontano a L.
15.907.921.448.760, di cui L. 15.402.732.528.115 in conto della competenza e L. 505.188.920.645 in conto dei residui degli anni precedenti.
L'avanzo finanziario così ricavato ha una valenza unicamente contabile e non copre interamente il finanziamento delle economie su fondi statali a destinazione vincolata per complessivi 1.720 miliardi da reimpostare con l'assestamento del bilancio 1993, dando così luogo ad un disavanzo di circa 140 miliardi.
Tale disavanzo è stato in gran parte originato dall'impossibilità di contrarre tutti i mutui a copertura delle spese di investimento, il cui finanziamento era previsto dal corrispondente titolo di entrata. Tale impossibilità è stata originata dalla particolare situazione del mercato del credito che, sotto le direttive della Banca d'Italia, ha impedito ai vari istituti di credito di fare fronte alle esigenze del mercato in relazione a veri e propri contingentamenti loro imposti dall'istituto di emissione.
In una situazione del genere la Regione ha potuto contrarre solo 70 dei 193 miliardi necessari a coprire la spesa impegnata, cosicché il relativo sbilancio dovrà gravare sulla capacità di indebitamento prevista per l'esercizio 1993.
La I Commissione consiliare ha preso in esame i due disegni di legge di cui si tratta, nelle sedute del 13 e 20/5/1993, attentamente valutando la documentazione che costituisce il rendiconto generale della Regione per l'anno 1992, comprensiva anche del conto generale del patrimonio, nonch dei bilanci delle Società e dei Consorzi a cui la Regione partecipa.
Ha contestualmente anche valutato la documentazione relativa al rendiconto dell'Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Piemonte IRES.
Nelle stesse sedute la I Commissione ha altresì esaminato il conto consuntivo del Consiglio regionale che, a norma dell'art. 71 della L.R. n.
55/81 recante norme in materia di contabilità regionale, deve essere sottoposto all'esame della Commissione programmazione e bilancio e dell'assemblea in occasione dell'esame del rendiconto generale della Regione, al cui interno deve essere recepito.
Concludendo l'esame dei provvedimenti, la Commissione ha infine ritenuto di dover procedere ad unificare i testi dei due articolati di legge, in quanto il rendiconto dell'IRES - disegno di legge n. 372 - una volta soddisfatte le esigenze di controllo e verifica che ne avevano consigliato l'approvazione con provvedimenti separati, può essere ricompreso, ai sensi dell'art. 77 della legge regionale di contabilità, nel rendiconto generale della Regione - disegno di legge n. 371.
Nel licenziare, nella seduta del 20/5/1993 i provvedimenti anzidetti la Commissione ha da ultimo ritenuto di apportare al testo unificato quelle modificazioni di carattere prevalentemente formale, che si sono rese necessarie, al fine di adeguarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
Per quanto sopra esposto, se ne raccomanda l'approvazione da parte di questa assemblea".
Dò per letta inoltre la relazione del progetto di legge n. 382, a mani dei Consiglieri, il cui testo recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, il rendiconto finanziario per l'esercizio 1992 dell'Ente per lo Sviluppo Agricolo del Piemonte - ESAP è stato dalla Giunta proposto all'approvazione del Consiglio con un disegno di legge, il n. 382 del quale si tratta, separato rispetto al provvedimento con cui è stata proposta l'approvazione del rendiconto generale della Regione.
Ciò per esigenze di controllo e verifica che nella fattispecie sono, in particolare, avvenute ad opera del Collegio dei revisori dell'Ente, come è attestato dalla relazione allegata all'articolato.
In ogni caso tale disegno di legge è stato assegnato alla I Commissione consiliare dopo il licenziamento del provvedimento approvativo del rendiconto generale 1992.
Preso in esame il disegno di legge n. 382 nella seduta del primo luglio scorso e constatato che le esigenze di verifica e controllo anzidette risultavano idoneamente soddisfatte, la I Commissione ha licenziato il provvedimento, segnalando però contestualmente l'opportunità che, in armonia con il disposto degli artt. 77 e 71 della L.R. 29/12/1981 n. 55 l'articolo unico, di cui il disegno di legge si compone, confluisca nel testo unificato dei disegni di legge n. 371 e n. 372 'Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1992' attualmente all'esame dell'aula ed in esso venga incluso quale comma secondo dell'art. 12.
Il testo unificato dei disegni di legge n. 371 e n. 372 non è infatti ancora stato esaminato in aula e quindi l'inclusione può aver luogo, così come era del resto avvenuto per il rendiconto dell'IRES (disegno di legge n. 372), in armonia con la legge regionale di contabilità ed evitando una produzione legislativa eccessivamente frazionata e ripetuta.
Per quanto sopra esposto se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea con le modalità suggerite dalla Commissione".



PRESIDENTE

Se non vi sono interventi di carattere generale, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 12 astensioni 1.
L'art. 14 è approvato.
Non essendovi dichiarazioni di voto si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
Si ritiene così approvato il rendiconto finanziario per l'esercizio 1992 nell'unificazione dei tre testi di cui il Consiglio ha preso atto all'unanimità.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Riba chiede di rinviare momentaneamente l'esame del progetto di legge n. 200, di cui al punto 13) all'o.d.g., in quanto è in corso di predisposizione un emendamento.



RIVALTA Luigi

Signor Presidente, il conto consuntivo è stato approvato senza alcun intervento?



PRESIDENTE

Sì, ho guardato anche a fondo il Consigliere Buzio; ho chiesto ai Consiglieri se intendevano prendere la parola. Mi sono fermata e, se mi permettete, anche meravigliata.



RIVALTA Luigi

Forse è l'indecenza che ha indotto a neppur parlare!



PRESIDENTE

Non so di chi però, Consigliere Rivalta, perché io ho guardato attentamente verso i banchi dell'opposizione per scorgere se c'erano eventuali richieste di parola.



BRESSO Mercedes

Forse la causa è la gestione dell'o.d.g. un po' "a saltabecco".



PRESIDENTE

No, Consigliera Bresso! Io ho letto con regolarità l'o.d.g., dopodich ho guardato attentamente verso i Consiglieri che normalmente su questi argomenti intervengono, ma nessuno ha chiesto la parola.
Dunque, il progetto di legge n. 200 viene momentaneamente rinviato.


Argomento: Cooperazione - Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Modificazioni della L.R. 9/1/1987, n. 1 'Interventi regionali in materia di movimenti migratori' e dell'art. 2 della L.R. 21/6/1984, n. 28 in materia di cooperazione" (ritiro da parte della Giunta regionale)


PRESIDENTE

Per quanto riguarda la legge rinviata dal Governo di cui al punto 14) all'o.d.g. vista la disponibilità della Giunta possiamo procedere.
Relatore è il Consigliere Penasso che ha facoltà di intervenire.



PENASSO Alfredo, relatore

Do per letta la relazione, a mani dei Consiglieri, il cui testo recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, l'articolato posto all'attenzione dell'aula si pone l'obiettivo di apportare alcuni correttivi al disposto normativo della L.R. n. 1/87 e successive modificazioni.
L'intendimento è quello di fornire risposte adeguate al mutato contesto economico e sociale anche sulla base delle numerose richieste caldeggiate dai rappresentanti degli emigrati piemontesi all'estero.
Le integrazioni operate in tal senso in seno alla Consulta per l'emigrazione consentiranno all'Amministrazione regionale di conoscere meglio le varie realtà sociali per compiere interventi più mirati e peraltro, più efficaci.
Per quanto attiene poi le modificazioni apportate alle norme in base alle quali individuare i soggetti beneficiari degli interventi occorre chiarire che si tratta di dispositivi volti a restringere la categoria dei beneficiari connotati come emigrati di riflusso ai quali dovrà essere attribuibile l'origine piemontese per nascita o residenza all'atto dell'emigrazione. Rimane immutato il parametro aggiuntivo legato all'aver maturato all'estero un periodo di permanenza non inferiore a tre anni consecutivi negli ultimi cinque anni.
Il provvedimento si è reso necessario sia per rispondere ad una tendenza in atto, che vede via via incrementare il numero di coloro i quali rientrano, sia per uniformarsi ad un atteggiamento diffuso nelle altre Regioni ove l'intervento economico, strettamente legato all'effettiva appartenenza dell'emigrato per nascita o per residenza, vige da tempo.
Ultima modificazione, non certo per importanza, riguarda l'introduzione della categoria degli emigrati di origine piemontese tra quelle destinatarie degli interventi previsti dalla legge n. 28/84 in materia di cooperazione ed è ovvia la finalità di tale modificazione volta ad agevolare l'inserimento degli emigrati nel mondo del lavoro.
Nel richiedere la sollecita approvazione del provvedimento in esame debbo ancora evidenziare che sono tuttora in carico alla Commissione competente per materia due provvedimenti sullo stesso tema, sui quali la Commissione non si è ancora espressa, molto più complessi che richiederebbero una revisione totale della materia trattata".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

La Commissione ha acquisito alcuni suggerimenti del Commissario del Governo in ordine ad alcune modifiche della L.R. n. 1/87 relativa alle problematiche dei nostri immigrati nei confronti dei quali abbiamo chiesto anche una presenza dei consultori esteri e di altre formalità che il Commissario ci ha sollecitato.
Si tratta di poche formalità per adeguare la L.R. n. 1/87 ai tempi attuali.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi procediamo alla votazione dell'articolo su cui vertevano le osservazioni del Governo.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 27 astensioni 13.
Poiché l'articolo non è stato approvato con la prescritta maggioranza assoluta di voti favorevoli, ricordo che sull'intero testo della legge è necessaria la maggioranza assoluta del Consiglio.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Brizio; ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Scusate se chiedo la parola, ma poiché si tratta di un testo ripresentato che ha bisogno quindi della maggioranza assoluta, le ipotesi sono due: o i 31 voti arrivano per il voto finale o io ritiro il disegno di legge e lo ripresenterò come nuovo disegno di legge.
Di questo, però, mi pareva di averne parlato nella precedente riunione e che vi fosse il consenso a farlo passare.
Ci sono diverse leggi rinviate dal Governo per le quali sono necessari 31 voti. Io chiedo collaborazione ai Gruppi di opposizione; se non c'è disponibilità da parte dell'opposizione a votare queste piccole modifiche e ripresentazioni io ritirerò il disegno e ne presenterò uno nuovo.
Nel caso specifico, o c'è la convergenza e quindi passiamo da 27 voti favorevoli a 31, oppure - ripeto - io ritiro il disegno di legge e lo presenteremo in forma nuova al Consiglio regionale.



DAMERI Silvana

Non capisco perché il Presidente della Giunta si rivolge solo all'opposizione e non sollecita la presenza dei Gruppi di maggioranza!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Io sollecito ovviamente anche i Gruppi di maggioranza.



MAJORINO Gaetano

La maggioranza dovrebbe averle queste presenze!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La maggioranza ha la maggioranza: 31 voti di maggioranza in quest'aula li abbiamo contati poche volte anche in passato. La maggioranza anche oggi è tale, ma non ha 31 voti; mi rimetto quindi ad una valutazione dei Gruppi di opposizione, i quali correttamente possono dire no e in questo caso noi ritiriamo il disegno di legge.



PRESIDENTE

Il Presidente Brizio ha fatto questa richiesta. Consigliere Marengo, il Gruppo PDS voterà a favore di questo testo?



MARENGO Luciano

Mi pare evidente che trattandosi di una legge che non abbiamo votato prima non votiamo neppure adesso.



PRESIDENTE

Anche a me sembra evidente, ma poiché il Presidente lo ha chiesto e dobbiamo redigere un verbale io le ho posto questa domanda. Pertanto, dal momento che il Gruppo PDS non voterà a favore il Presidente della Giunta ritira tale provvedimento.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Norme per la realizzazione e il mantenimento della destinazione d'uso delle strutture alberghiere e delle altre strutture ricettive" (ritiro da parte della Giunta regionale)


PRESIDENTE

Passiamo ora alla legge rinviata dal Governo di cui al punto 15) all'o.d.g. relativa a: "Norme per la realizzazione e il mantenimento della destinazione d'uso delle strutture alberghiere e delle altre strutture ricettive".
Abbiamo lo stesso problema verificatosi per il punto precedente.
La parola all'Assessore Cantore.



CANTORE Daniele, Assessore regionale

Ritiriamo il provvedimento.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 200: "Istituzione della Riserva naturale speciale delle Sorgenti del Belbo"


PRESIDENTE

Dato che è arrivato il funzionario dell'Assessore Nerviani possiamo esaminare il progetto di legge n. 200: "Istituzione della Riserva naturale speciale delle Sorgenti del Belbo", di cui al punto 13) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Enzo

Possiamo sapere che cosa succederà della legge sulla tutela e controllo sugli animali da affezione?



PRESIDENTE

Stiamo procedendo per ordine e poiché il punto 13) all'o.d.g inerente l'esame del progetto di legge n. 200 era stato saltato avevamo pensato di esaminarlo adesso.
Relatore è il Consigliere Riba che ha facoltà di intervenire.



RIBA Lido, relatore

Alcune considerazioni sono opportune per segnalare il consistente lavoro svolto, nel corso di un anno e mezzo, in ordine alla redazione del testo definitivo della proposta di legge n. 200 presentata da alcuni Consiglieri del nostro Gruppo e del Gruppo Verde, ricco di ragionamenti e confronti e che ha coinvolto ampiamente anche la popolazione locale e la III Commissione.
Ci sono state petizioni contrapposte che hanno portato alla redazione di un testo di legge che ha trovato larga convergenza nella Commissione ed oggi è all'o.d.g per la votazione.
Una delle principali considerazioni che ha corredato questa proposta di legge è che l'area delle sorgenti del Belbo, nel territorio della provincia di Cuneo e ai confini con la provincia di Savona, presenta aspetti ecologici molto interessanti; purtroppo, finora, è risultata trascurata ed avviata verso un lento, ma incombente degrado ambientale.
Essa all'inizio comprendeva tutto il territorio dell'Alta Valle del Belbo e dell'imbocco; successivamente, nella stesura definitiva, è stata ridotta ai territori indispensabili che, in qualche modo, riguardano i Comuni di Montezemolo, Camerana e parzialmente un altro territorio.
La situazione ecologica di quest'area - essendo a ridosso del Colle di Cadibona è stata considerata di rilievo ed emblematicamente rappresentativa dell'ambiente avifaunistico che racchiude, in qualche modo, le caratteristiche della provincia di Torino, di Cuneo e di Savona.
Fra tutti i corsi d'acqua che hanno modellato il suggestivo paesaggio di Langa, il Belbo è quello che ha conservato uno status naturale che risulta il meno alterato, almeno nel suo territorio iniziale e ne costituisce una chiara dimostrazione la sopravvivenza nelle sue acque di quei bio-indicatori (che hanno dei complicati nomi in latino) oggi irreperibili in tutti gli altri torrenti e ruscelli del territorio.
Un'altra interessante caratteristica è l'unicità dell'eco-sistema che fiancheggia, su entrambi i versanti, l'Alta Valle Belbo da Mombarcaro fino alle sorgenti del torrente stesso. In questa conca verdeggiante e leggermente paludosa nelle immediate vicinanze del minuscolo corso d'acqua fa splendida mostra di sè, in maggio e giugno, una flora così svariata e smagliante da farci credere ad un subitaneo passaggio dalla siccitosa langa ad una fresca conca alpina; ci sono boschi, ci sono oltre alle specie faunistiche anche quelle di erbe e piante qui ulteriormente e particolareggiatamente descritte.
L'intero contesto ambientale si presenta come un fattore ottimale di transito migratorio dell'avifauna - dislocata com'è tra la costa ligure, le colline delle Langhe del Monferrato e la pianura piemontese; praticamente nel punto di convergenza di queste tre regioni geografiche, in una posizione peculiare a ridosso dei valichi alpini quali quelli di Cadibona il Colle di San Giacomo e il Melonio-Toirano.
Il territorio adiacente a questa zona protetta, sulla base di un'indicazione emersa nel piano del Comune di Camerana e in quello della Comunità montana, può essere dotato di strutture turistiche, ricreative e sportive marginali che sarebbero, tuttavia, un tentativo concreto di recupero di un'area in stato di abbandono e di cronica depressione, come ormai è questo alto lembo della Langa. Quindi il parco si introduce in un'operazione di recupero economico oltre che ambientale.
Nel corso dell'istruttoria, la Commissione ha espletato l'audizione dei primi firmatari dei comitati raccogliendo tutti gli elementi di informazione e di documentazione in ordine a proposte di modifica ed integrazione dei confini della riserva naturale, in particolare acquisendo le necessarie informazioni circa la tutela dei corsi d'acqua e della flora presente sul territorio. Nel contempo è stata interessata la Giunta regionale che, peraltro, aveva già avviato l'istruttoria per l'esame della proposta per istituire la Riserva naturale speciale delle Sorgenti del Belbo, completando il piano delle aree protette previste dalla legge n.
12/90.
Le considerazioni che voglio aggiungere sono tre: - il territorio originariamente incluso nell'area a parco, adesso riserva naturale, era più ampio. A questo proposito si è articolato un ampio dibattito - al quale ha partecipato anche la popolazione, i componenti dell'economia locale e le istituzioni in cui noi, presentatori della legge, avevamo detto, fin dall'inizio, che sarebbe stato un grande obiettivo riuscire a creare quest'area di protezione ambientale nella zona delle Langhe in quanto ne è totalmente sprovvista, pur essendo questo un punto particolarmente dotato di risorse e di potenzialità.
Credo di poter dire che questo elemento è stato largamente realizzato nel senso che con i Comuni e con le espressioni degli amministratori locali, si segnala oggi una convergenza sulla proposta definitiva. E' vero che l'area del parco è stata ridotta, ma è stato salvato l'essenziale che riguardava la zona umida e paludosa delle sorgenti del Belbo, lasciando libera l'altra parte che è intensamente coltivata.
Coglierei l'occasione per lasciare come segnalazione alla Giunta (e in modo particolare all'Assessore dei parchi) un elemento spesso indicato dai coltivatori (in particolare quelli delle aree private), che sono gli esercenti dei territori: si tenga conto, magari con la stessa evoluzione della cultura del concetto della disciplina legislativa, degli elementi di vincolo i quali, calandosi sul territorio, dovrebbero, in qualche maniera essere compensati da una partecipazione alle utilità e alle finalità generali del parco.
Da parco siamo passati al concetto di riserva (facendo molti sforzi) perché era essenziale che si avviasse la coltivazione di questo tipo di riserva in quanto bene ambientale da destinare ad un'ulteriore espansione degli elementi di attenzione verso il territorio.
Il terzo punto riguarda un elemento ancora pendente dal punto di vista dell'inclusione della proposta, ma che è largamente acquisito a livello di maggioranza e di una parte degli estensori della legge.
Mi sembra che il collega Miglio non abbia inteso (e non gli posso dare torto) queste riduzioni progressive della proposta. Comunque, quest'ultimo elemento riguarda un emendamento che verrà proposto a nome di una parte dei rappresentanti della Commissione e riguarda la protezione di un laghetto artificiale a scopi irrigui, ma diventato naturale nel corso degli anni che è adiacente al perimetro della riserva e per il quale si pone il vincolo di mantenimento nelle attuali condizioni e di destinazione agli attuali usi, che sono usi irrigui. Ha però anche la funzione di mantenere il livello della zona umida e delle caratteristiche ambientali che rappresentano l'introduzione geografica all'area del parco.
Segnalo, come relatore, la raccomandazione affinché la legge sia votata possibilmente da tutti, perché, in qualche maniera, rappresenta un ragionevole compromesso rispetto alla proposta iniziale, e realizza un elemento interessante di protezione della zona delle sorgenti del Belbo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Intervengo per esprimere la nostra soddisfazione come Gruppo, e anche la mia personale, per la conclusione del Piano dei parchi. Questa è l'ultima riserva inserita in questo Piano, per cui con un notevole anticipo rispetto alla fine della legislatura, e con pieno tempismo rispetto alla scadenza del vincolo, arriviamo a concludere il programma. Di questo va dato atto all'Assessore e a tutta la Commissione che ha lavorato alacremente e con notevole grado di unanimità, pur nella differenza di impostazione che ognuno aveva.
Spiace anche a me, come ha già ricordato il collega Riba, che l'area inizialmente protetta e inserita nel Piano dei parchi si sia ridotta. In questi casi il problema del rapporto con le comunità locali è un problema reale, che deve essere tenuto in considerazione; così come le tensioni, che si erano create localmente nella primitiva dimensione dell'area, avrebbero reso la gestione del parco molto difficile. Credo, quindi, che sia stato ragionevole trovare una soluzione che consenta una vita meno difficile alla nostra riserva.
Credo, peraltro, che le popolazioni locali dovranno riflettere rispetto alla convinzione diffusa, ma errata, che i parchi rappresentano dei vincoli e non delle opportunità di sviluppo di un territorio. E' sempre possibile quando ci sono dei problemi relativi ad aree specifiche, trovare delle soluzioni che consentano però l'istituzione di aree protette di più vasta dimensione. La vasta dimensione presenta il vantaggio di creare delle possibilità di fruizione, naturalmente in accordo con i proprietari dei terreni, e le possibilità di fruizione rappresentano anche possibilità di reddito.
Forse non abbiamo sufficientemente riflettuto ed operato, pur avendolo inserito nella legge, rispetto alle politiche di promozione, non tanto dei parchi in quanto tali che sono aree spesso con un valore naturalistico e come tali, sulle quali non è possibile fare grandi cose, ma soprattutto rispetto alla promozione dei Comuni e delle aree in cui i parchi e le riserve sono inserite.
Questa è un'operazione che quando si fa e si riesce a fare paga molto in termini di immagine per quelle aree, e in termini di immagine per la Regione. Penso, quindi, che dovremmo riflettere.
Questo parco è interessante, perché rappresenta una sorta di finestra in aggiunta a tutte le caratteristiche che il collega Riba ha già illustrato. La singolarità di essere la testata di una valle pensile sulla Valle Bormida permette, a chi va a visitare questa riserva, di vedere dall'alto l'ACNA di Cengio in tutto il suo orrore. Per cui può essere definita anche come la riserva che ci fornisce una finestra sull'ACNA. Si può vedere e si può capire, quindi, l'anomalia che ha rappresentato una fabbrica di questo genere in quel territorio.
Volevo raccomandare all'Assessore di considerare che, per ragioni geografiche, questa riserva va proprio a confine con la Liguria. Una parte delle sorgenti del Belbo è in territorio ligure. Forse potrebbe essere opportuno - anche per disinnescare un po' le tensioni forti che in quell'area la nostra Regione ha con la Regione Liguria fare un ragionamento con la Regione Liguria stessa per vedere se non sia possibile un'integrazione della nostra riserva con un'analoga area, che completi la parte delle sorgenti in territorio ligure. Forse, dato che si tratta di zone boschive, dove non ci sono grandi interessi economici, sarebbe possibile raggiungere questo risultato.
Raccomando anche all'Assessore di andare a vedere questa parte altissima della Valle del Belbo, quella su cui parzialmente insisteva in precedenza il vincolo, perché, a mio avviso, è di grande interesse e forse, sarebbe meritevole di tutela.
Spero che questa non sia l'ultima volta che parliamo del Belbo dal punto di vista della sua protezione, tesa anche ad una maggiore conoscenza non solo letteraria di quest'area, così come spero che non sia l'ultima volta che parliamo delle Langhe.
Una cosa curiosa è che la possibile futura Provincia di Alba non aveva finora alcuna area protetta; questa sarà l'unica area protetta che insiste su quella zona. Quindi, un ragionamento relativo, magari anche con uno strumento legislativo diverso, ad una politica di protezione e promozione dell'Alta Langa, credo che dovremmo proporci di perseguirlo. Il mio Gruppo votando a favore di questa che è una proposta di legge originariamente nostra, si propone però, in un prossimo futuro, di fare una proposta relativamente alla questione generale della tutela e della valorizzazione di tutta l'Alta Langa. Quindi, è un arrivederci su questa materia, non un addio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Voglio manifestare la stessa soddisfazione che ha espresso la collega Bresso per la conclusione puntuale del Piano dei parchi, che fu aggiornato nel 1990.
Non sono fatti che accadono casualmente, e concorrono alla loro determinazione molte volontà e per questo io mi sento in dovere di ringraziare oltre che gli insostituibili miei funzionari, in particolare il dottor Saini e il gruppo che si preoccupa della predisposizione degli atti legislativi, i colleghi della Giunta regionale, in modo particolare i Presidenti della Commissione Fiumara, che per tanto tempo ha seguito i lavori relativi ai parchi, ed ora la collega Bresso, che ha preso le redini della II Commissione. Ovviamente è stato fondamentale il lavoro dei Commissari che hanno sempre positivamente partecipato, anche se qualche volta in posizione diversificata dalla mia personale, con competenza e con impegno all'elaborazione, la più puntuale possibile, delle leggi di applicazione del piano.
Debbo anche sottolineare, menzionandole, che sono una quindicina le aree protette nuove che sono entrate nel nostro sistema dei parchi che è certamente il sistema più complesso e più ricco almeno in termini di numeri che esista nel nostro Paese. Voglio ricordare che il Consiglio ha varato una serie di leggi relative alle seguenti aree protette: Superga, Belmonte Stupinigi, le Baragge, la Partecipanza di Trino, il Monte Calvario, la Vauda, i Canneti di Dormelletto, il Monte Mesma, i Monti Pelati, il Belbo il Lungo Stura, il Ponte del Diavolo, Benevagienna. Voglio ricordare a tutti con grande soddisfazione che abbiamo assegnato al Piemonte il secondo parco nazionale - ci auguriamo che prima della Convention che si terrà in Norvegia abbia anche il suo organismo direttivo funzionante - cioè il Parco della Val Grande: conquista rilevante, che penso possa essere sostenuta finanziariamente anche dall'applicazione della legge n. 394.
Rispondo alla collega Bresso assicurando un intervento immediato presso la Regione Liguria per estendere o comunque per normare d'intesa con la Liguria la parte delle sorgenti del Belbo che si trovano nel territorio ligure. Segnalo ancora, perché non vorrei che fosse trascurato, l'intenso lavoro che si sta facendo in materia di pianificazione del territorio delle aree protette, e cioè i piani d'area che stanno avviandosi al completamento; siamo ormai ai due terzi certamente, due dei quali sono di grande portata, uno è quello del sistema dei parchi dell'asta fluviale del Po, che è pronto e l'8 luglio verrà consegnato e quindi penso che arriverà in aula in un tempo ragionevole, l'altro il piano paesistico di Veglia Devero che è già stato consegnato e che è all'esame della Conferenza dei servizi così come è previsto dalla legge n. 394 e poi dalla nostra legge di attuazione.
Voglio ancora dire che ho presentato un emendamento, che peraltro è sottoscritto anche dal collega Riba in ordine alle sorgenti del Belbo, un emendamento che individua una piccola area contigua che è contrassegnata da un laghetto artificiale, ma che sembra di considerevole interesse naturalistico; quest'area contigua verrà successivamente normata e mentre per ora non è consentita alcuna modificazione vedrà in futuro possibili modificazioni, ma con il rispetto delle connotazioni più rilevanti del territorio in questo punto.
Quindi, se mi è consentito, porgo un vivissimo ringraziamento a tutti i colleghi per la collaborazione eccezionale e di eccezionale pregio.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani e dal Consigliere Riba: dopo il comma secondo, sono aggiunti i seguenti commi: "3. L'area contrassegnata con la lettera A nella cartografia in scala 1:25.000, facente parte integrante della presente legge, è individuata come area contigua alla Riserva naturale speciale, ai sensi dell'art. 32 della legge 6/12/1991, n. 394.
4. Fino a quando non siano stabilite le misure di cui all'art. 32, comma primo, della legge 6/12/1991, n. 394, nell'area contigua prevista al comma terzo non è consentita alcuna modificazione della destinazione d'uso dei terreni.
5. Con il piano naturalistico di cui all'art. 9 possono essere individuate altre aree contigue alla Riserva naturale speciale, ai sensi dell'art. 32 della legge 6/12/1991, n. 394".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 2 astensioni.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Segre. Ne ha facoltà.



SEGRE Anna

In mancanza del Consigliere Miglio che aveva preparato un emendamento ulteriore su questo articolo, soprattutto per quanto riguarda un'estensione dei confini oltre a quelli proposti con l'emendamento che abbiamo appena votato, ci asterremo sull'art. 2 per questo motivo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'art. 2 per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 25 astensioni 7.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 34 astensioni 2.
L'art. 10 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 32 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Varie

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Tutela e controllo degli animali da affezione"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 17) all'o.d.g. che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo relativa a: "Tutela e controllo degli animali da affezione".
La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Volevamo presentare un emendamento, ma essendo una legge rinviata dal Commissario del Governo non si può modificare, e non è una mera correzione.
Per cui l'approviamo così e poi vedremo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 17 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 32 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame proposta di deliberazione n. 643: "L.R. n. 16/92 'Diritto allo studio universitario' - Determinazione, per l'A.A. 1993/1994, dei criteri relativi all'erogazione di determinati servizi e provvidenze avendo riguardo al reddito e al merito" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 18) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 643.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, esprimo la mia contrarietà a questa deliberazione per due ragioni, una principale e una secondaria. La ragione principale è che il testo della deliberazione è incomprensibile, non è assolutamente chiaro cosa si stia deliberando; è sufficiente che i colleghi la leggano per convenire.
La ragione secondaria è che il punto comprensibile mi genera parecchi dubbi. Si dice che per gli studenti portatori di handicap fisici la votazione riportata all'esame di maturità sarà aumentata di dieci punti fino al limite dei sessanta sessantesimi. Il decidere di aumentare una votazione, finalizzata alla determinazione di un maggior punteggio, mi sembra non congrua e sbagliata, una strada da non percorrere.
Per questi due motivi, soprattutto per il primo, chiedo ai colleghi di leggere la deliberazione e di spiegarmela. Se la deliberazione rimane in questi termini non posso votarla, proprio perché non comprensibile.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

In effetti, nonostante il testo sia stato licenziato all'unanimità in Commissione, rileggendolo con un minimo di attenzione risulta non chiaro non molto comprensibile. Potremmo anche trovare un accordo sulla proposta di licenziare la deliberazione, ma si deve fare uno sforzo - nel bollettino verrà pubblicata così - per renderla chiara, attraverso il bando di concorso e la pubblicità che la Regione dovrà fare nei confronti degli studenti per poter accedere a questi contributi.
In effetti l'impegno non può che essere quello di scrivere in modo diverso le deliberazioni, questa è effettivamente incomprensibile.
Mi pare questa una deliberazione abbastanza importante per i giovani della nostra Regione, potremmo quindi decidere di rinviarla di qualche giorno per consentire alla deliberazione stessa di essere più chiara.
Noi avevamo inoltre avanzato una richiesta in Commissione affinch l'interpellanza urgentissima, che era stata presentata il 20 aprile, fosse collegata a questa deliberazione, gradiremmo che l'Assessore ci rispondesse.



PRESIDENTE

L'Assessore è d'accordo con quanto proposto dai due Consiglieri, forse è il caso di rivedere la deliberazione in Commissione e quindi anche l'interpellanza.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 698: "Piano dei corsi per Operatori Sanitari. Anno scolastico 1993/1994"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 19) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 698.
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sul fabbisogno di infermieri professionali in questi anni si è discusso moltissimo, fino allo scorso anno si parlava di vera e propria emergenza, oggi mi pare che si possa entrare maggiormente nel merito e dire che con ogni probabilità l'emergenza a questo punto non è generalizzata. Qualche risposta è stata data, comunque continuano a permanere seri problemi. Per esempio, la sistematica sottostima della spesa sanitaria assicura risorse limitate, e con risorse limitate si fa quello che si può. In passato la carenza di infermieri professionali determinava sprechi clamorosi, dell'ordine di decine e decine di miliardi di lire all'anno.
La mia impressione è che, fronteggiata l'emergenza generale, permangano situazioni di emergenza locale; però si continua ad andare avanti con poche risorse e quindi diventa secondario coprire i posti per infermieri professionali in pianta organica. Gli sprechi credo siano minori, ma diffusi e generalizzati, e le ricadute negative, dovute alla mancata copertura dei posti in organico, si riversano sul grado di efficienza dei servizi e sul grado di ampiezza dell'orario di funzionamento dei servizi stessi. Si ha l'impressione che, sottostimata la spesa, la sanità vada avanti funzionando ad un regime minimo. I posti vacanti alla fine del 1992 erano circa 1.600, tenendo conto che 700 posti erano coperti da incaricati.
La carenza permane, e continua a permanere in modo particolare nell'area torinese. Il nostro Gruppo insiste sulla necessità di non abbassare la guardia di fronte a questo problema, cercando di misurare correttamente il fabbisogno di infermieri professionali.
Perché il nostro Gruppo sostiene di non abbassare la guardia? Perché il fabbisogno reale deve essere riferito al decreto Donat Cattin che stabiliva standard minimi di assistenza per ciascun paziente pari a 120 minuti al giorno. Se noi pensiamo che ciascun paziente richieda solo 20-30 minuti di assistenza al giorno non pensiamo più ad un'assistenza adeguata ad una umanizzazione dei servizi sanitari, e con ciò potremo concludere che abbiamo infermieri professionali oltre il fabbisogno. Cosa assolutamente non vera. Quindi bisogna riferire la pianta organica al decreto Donat Cattin, ai servizi territoriali che continuano ad essere penalizzati; si fa poca prevenzione, poca riabilitazione, le medicine di base e specialistica sono deboli, e se i servizi ricordati sono deboli aumentano i ricoveri ed aumenta la spesa ospedaliera come sta accadendo oggi. Inoltre, i servizi non possono continuare a funzionare a regime minimo altrimenti il costo rapportato al beneficio è elevatissimo. L'ultimo motivo è che si formano gli infermieri professionali anche per i servizi privati.
Un semplice calcolo del turn-over (7-8% l'anno, riferito a 17 mila infermieri professionali) determina un fabbisogno annuale di circa 1.350/1.400 allievi. Quest'anno riusciremo a diplomarne esattamente 1.400: a malapena copriremo il turn-over.
Restano, al tempo stesso, la carenza di copertura di tutti i posti scoperti in pianta organica, e le non poche incognite riguardanti le normative previdenziali per il pubblico impiego, e per il personale sanitario in particolare, nonché quelle riguardanti il trattamento di fine rapporto di lavoro. Incognite di non poco conto.
Si pongono inoltre problemi di razionalizzazione della rete formativa: il numero delle scuole e la loro qualificazione. In attesa di tale razionalizzazione non vediamo perché si debbano abolire i corsi di formazione per infermieri professionali a Carmagnola.
Questo è il motivo per cui abbiamo firmato un emendamento alla deliberazione sul Piano dei corsi.
Detto questo, naturalmente voteremo a favore dell'emendamento; sul Piano dei corsi in generale, da parte del nostro Gruppo, il voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

Come preannunciato, è stato presentato un emendamento dai Consiglieri Picchioni, Leo, Calligaro, Maggiorotti e Peano: all'allegato A) è inserito nell'elenco "Infermieri professionali" il seguente corso: Ente: 31 Carmagnola Allievi: 25 Sezione: 1.
Sostituire di conseguenza i totali: Allievi: 1.835 Sezioni: 66.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 18 voti favorevoli e 10 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 7) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Volontariato

Esame proposta di deliberazione n. 703: "Disposizioni transitorie per l'applicazione dell'art. 7 ex legge n. 266/91 'Legge quadro sul volontariato'"


PRESIDENTE

Esaminiamo infine la proposta di deliberazione n. 703, di cui al punto 20) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 18 voti favorevoli e 11 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 7) non vengono computati per fissare il numero legale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,25)



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