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Dettaglio seduta n.231 del 11/05/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Calligaro, Fulcheri, Majorino Rabellino, Sartoris e Vetrino.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetti di legge n. 272 e n. 236: "Misure straordinarie per incentivare l'occupazione mediante la promozione e il sostegno di nuove iniziative imprenditoriali e per l'inserimento in nuovi posti di lavoro rivolti a soggetti svantaggiati" (seguito)


PRESIDENTE

Nella seduta di stamane era terminata la discussione generale sul testo unificato dei progetti di legge n. 272 e n. 236.
Passiamo ora all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
Scusate colleghi, ma essendo chiarissima un'incertezza nel conteggio dei voti si proceda alla votazione per appello nominale sull'art. 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 1) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: al comma primo, lettera a), dopo le parole "le norme previste" sono aggiunte le parole "in materia di mobilità"; le parole "e dal decreto legge 11/12/1992 n. 478" sono sostituite da "e dalle successive norme di integrazione e modificazione" al comma primo è aggiunta la seguente lettera d): "d) favorisce la presentazione di progetti di ricollocazione di lavoratori in CIGS e iscritti nelle liste di mobilità".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

E' un emendamento tecnico. Infatti il decreto legge n. 478/92, decaduto per mancanza di conversione, è già stato sostituito dai successivi decreti e quindi è un emendamento tecnico che si propone alla luce di questo sviluppo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 2, aggiungere oltre al punto c) "promuove la progettazione di azioni positive..." un punto d) "promuove l'imprenditoria di donne, con organismi dirigenti composti dall'80% di donne, onde favorire anche la nascita di attività imprenditoriale al femminile".
Possiamo sentire il parere della Giunta?



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

La Giunta non può accogliere questo emendamento, perché è già previsto nel senso che viene proposta l'introduzione di un nuovo articolo sulle pari opportunità, ancorché sia già inserito all'interno della legge. E' ripetitivo.



PRESIDENTE

Il Consigliere proponente mantiene l'emendamento?



CHIEZZI Giuseppe

Sì.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Se guardate l'art. 10 è già previsto.



TAPPARO Giancarlo

Io capisco lo spirito con il quale il collega ha inserito questo emendamento. Però chiedo di prestare attenzione al problema che era stato posto dopo le consultazioni, ed è stato compreso sia al punto c) dell'art.
2, sia più avanti.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Collega, art. 10 "Azioni positive per le pari opportunità". C'è un emendamento specifico che recita: "Nel rispetto della vigente normativa statale e regionale, al fine di favorire le pari opportunità nell'inserimento nel mondo del lavoro, la Regione Piemonte nell'applicazione della presente legge, stabilisce di dare priorità alle domande presentate da donne. Nel caso di società di persone o cooperative per avere diritto alla priorità nell'esame delle domande le donne devono costituire almeno l'80% della società o della cooperativa ed essere in maggioranza nell'organo dirigente delle stesse, fatti comunque salvi gli altri requisiti previsti all'art. 3".
Quindi è previsto. Peraltro posso capire che il collega lo volesse inserire, perché non aveva ancora visto l'art. 10 nella stesura finale.



TAPPARO Giancarlo

Questa dichiarazione è proprio per sottolineare che nel lavoro svolto in Commissione è stato previsto il problema dell'occupazione femminile.



PRESIDENTE

Mi sembra di capire, da un gesto, che il Consigliere Chiezzi sarebbe disposto a ritirare l'emendamento?



CHIEZZI Giuseppe

In base alle precisazioni fornite ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento è pertanto ritirato.
Si proceda alla votazione dell'art. 2, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 25 astensioni 7.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 3) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 3, comma primo, sono abolite le parole "o le società di capitali".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

C'è una serie di emendamenti che propone di abolire le parole "o le società di capitali". Il senso della proposta è quello di scegliere, in presenza di uno stanziamento così ridotto. La scelta dei proponenti è quella di privilegiare le cooperative, togliendo le società di capitali.
Ciò, ripeto, tenuto conto del fatto che la ristrettezza di risorse è tale per cui ci sembra utile togliere alcuni soggetti.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Intervengo non per dare una risposta, ma per esprimere la mia posizione. Mi pare che, nel contesto di questa legge, la società di capitali non possa essere vista come un aspetto negativo. La società di capitali ha avuto una precisa ragione d'essere. Ci troviamo dinnanzi all'obiettivo grande di poter permettere ai prepensionati - considerati potenziale risorsa di imprenditorialità - di operare. Sappiamo che invece, con le società di persone o le cooperative sarebbe difficile poter accendere in questi soggetti una propensione al fare impresa. Questo era il senso.
Comprendo i timori del collega Chiezzi, anche per l'entità minima dei capitali in gioco. Vorrei solo mettere in evidenza l'attenzione data durante i lavori, all'inserimento delle società di capitali, come una delle componenti principali del fare impresa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

La Giunta non può accogliere questo emendamento, perché non si consentirebbe di mettere insieme più professionalità. Confermiamo quindi la stesura iniziale dell'articolo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 25 contrari.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi: all'art. 3, punto 1, aggiungere, dopo la lettera b), la seguente lettera c): "c) immigrati provenienti da paesi extra CEE come definiti dalle norme vigenti (legge n. 39/90 e L.R. n. 64/89), con esclusione dei Paesi appartenenti all'OCSE".
La parola alla Giunta.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento, perché introduce la fattispecie degli immigrati extracomunitari già compresi nella categoria dei disoccupati di lungo periodo. Questa fattispecie è dunque già inserita nella normativa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 14 contrari e 8 astensioni.
5) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 3, comma secondo, sono abolite le parole "di capitali o".
La parola all'Assessore.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

E' del tutto analogo a quello già votato.
La risposta è identica e quindi credo che la votazione sia confermata.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 25 contrari.
6) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 3 il comma quinto viene abolito.
La parola alla Giunta.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

La risposta è di nuovo collegata a quella precedente. Comunque non si capisce perché non si possano costituire delle cooperative con soci dalle caratteristiche di lavoratori in mobilità.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 27 contrari e 3 astensioni.
7) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: all'art. 3, comma primo, lettera a), le parole "e dell'art. 1 del decreto legge n. 478/92" sono sostituite con le seguenti parole "e dalle successive norme di integrazione e modificazione" al comma terzo le parole "al comma primo" sono sostituite con le parole "ai commi primo e secondo" al comma quinto, dopo le parole "di cui al", aggiungere la parola "precedente".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Gli emendamenti proposti sono semplicemente tecnici. In sostanza, è eliminato il riferimento al decreto legge n. 478, decaduto, e gli emendamenti proposti ai commi terzo e quarto sono un mero coordinamento tecnico del testo.



PRESIDENTE

Infatti questo emendamento comporta, di conseguenza, emendamenti al comma terzo e al comma quinto.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 3, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 25 astensioni 7.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 8) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 4, comma primo, lettera c), la percentuale del 50% è sostituita con la percentuale del 90%.
La parola all'Assessore.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

La Giunta non lo accoglie, perché in realtà ciò renderebbe poco significativo l'intervento. Infatti il 50% movimenta 400 milioni, mentre il 90% ne movimenterebbe solo 220. Per queste ragioni, ovviamente, diciamo no.



PRESIDENTE

Il proponente mantiene l'emendamento.
Ha chiesto la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Voglio sottolineare che nel dibattito generale molto spesso questa iniziativa legislativa è stata bollata come meccanismo di concessione a fondo perduto di finanziamenti. Nella parte centrale è chiaramente specificato che si tratta di finanziamenti a tasso agevolato. Volevo sottolineare questo aspetto.
Voglio inoltre fare una considerazione. Se si trattasse di un intervento a fondo perduto - Assessore, dobbiamo cominciare ad entrare in questo ordine di idee, magari non in questo momento - il finanziamento al 50% avrebbe un certo significato; poiché si tratta di finanziamento a tasso agevolato, sono d'accordo sul fatto che ci sia un vincolo di bilancio generale per poter dare uno spazio agli interventi che sia significativo e numeroso. Volendo incentivare "il fare impresa" dobbiamo porci nell'ordine di idee - come prospettiva di interventi nella job creation, nella creazione di lavoro e di impresa - di alzare la possibilità di intervento.
Diversamente rischia di esserci un apporto non decisivo a soggetti che come abbiamo detto, sono portatori di idee, di capacità professionali ecc., ma sono meno portatori di capitali. Deve essere chiaro che qui non abbiamo dei capitalisti che entrano in campo, ma abbiamo dei soggetti portatori di un'esperienza professionale nei vari campi.
Sottolineo questo aspetto, perché l'intuizione dei colleghi non è priva di fondamento, anche se probabilmente, per i vincoli di bilancio che abbiamo, dobbiamo restare con questa dimensione.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento.
Chi ' favorevole ' pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 33 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 4, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 39 astensioni 4.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 voti favorevoli 39 astensioni 4.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 9) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: all'art. 6 il comma primo diviene comma secondo il comma secondo diviene comma terzo ed è integrato con le parole "La domanda dovrà essere corredata da un progetto di impresa predisposto secondo gli indirizzi definiti con la deliberazione citata" i commi terzo e quarto vengono soppressi e sostituiti dal seguente che diviene il comma primo: "1. Entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale adotta una deliberazione volta a stabilire: a) le modalità per la presentazione delle domande di contributo, la documentazione da allegare alle stesse, le modificazioni che devono essere contenute nel progetto di sviluppo b) le eventuali priorità tipologiche e/o territoriali e/o settoriali per l'accoglimento delle domande" il comma quinto diviene comma quarto il comma sesto diviene comma quinto il comma settimo diviene comma sesto il comma ottavo diviene comma settimo il comma nono diviene comma ottavo.
Questo emendamento che riguarda diversi commi, credo integri e modifichi complessivamente l'art. 6.
La parola all'Assessore per una breve illustrazione.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Preciso che l'emendamento proposto non modifica in nulla il contenuto dell'art. 6. Si tratta semplicemente, e più chiaramente, di una riformulazione che rende il testo più snello e più chiaro. Leggendolo potrete verificare che è solo un elemento di maggiore chiarezza e di snellezza: non c'è nessuna modifica al contenuto.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione tale emendamento.
Chi ' favorevole ' pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
10) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 6, comma quinto, la parola "puntualizzare" viene sostituita con la parola "contenere".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Esprimo parere favorevole all'emendamento del Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 6, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 11) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 7, comma terzo, la lettera c) è sostituita come segue: "c) un componente della Commissione pari opportunità uomo donna della Regione".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente e colleghi, l'emendamento parte dal presupposto che sembra che aggiunga nulla: "c) un esperto individuato tra il personale di E.C.BIC Piemonte S.p.A.". Per caratterizzare invece meglio il Comitato tecnico a favore di soggetti che intendiamo promuovere, penso che sostituire il componente eletto dall'E.C.BIC con un componente della Commissione pari opportunità sia qualificante, nel senso che introduciamo un punto di vista che vorremmo privilegiare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Probabilmente qui c'è un problema addirittura opposto: una sottostima del ruolo, delle potenzialità dell'E.C.BIC, di questa struttura pensata dalla Comunità Economica Europea per supportare il formarsi di imprese.
Sembrava quindi logico darle un ruolo almeno all'interno di questo Comitato tecnico. Io pensavo si trattasse di un'aggiunta, cioè il componente della Commissione pari opportunità veniva aggiunto a questa Commissione, ma sostituirlo all'esperto individuato dall'E.C.BIC francamente, collega Chiezzi, non mi sembra opportuno. Se è aggiuntivo si può ragionare; se è sostitutivo ritengo che ci si privi di una risorsa che ha esperienze e conoscenze nel campo del fare impresa, gratuitamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Se ho capito bene si tratterebbe di una sostituzione di un membro, con un rappresentante della Commissione pari opportunità. La risposta dell'Assessore è no, perché si tratta di una Commissione tecnica con specifico ruolo professionale istruttorio, quindi non si pone un problema di parità. Si tratta di una Commissione tecnica e come tale non vedo perch debba esserci anche la rappresentanza della Commissione pari opportunità che è presente quando ci sono aspetti di carattere politico-organizzativo.



CHIEZZI Giuseppe

Lo propongo come membro aggiuntivo, Assessore.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

La risposta è sempre no.



PRESIDENTE

Anche in questa seconda versione la Giunta, attraverso l'Assessore Cerchio, ha espresso un'opinione contraria. E' chiaro comunque il problema: si tratterebbe di una proposta di aggiunta di un componente alla Commissione tecnica.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento del Consigliere Chiezzi così riformulato: "e) un componente della Commissione pari opportunità uomo donna della Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 15 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 12) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: all'art. 8, comma primo, dopo le parole "al fine di", aggiungere le parole "individuare occasioni di possibili iniziative imprenditoriali e di".
La parola all'Assessore.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Questo emendamento sostanzialmente accoglie l'integrazione proposta dalle stesse OO.SS, in sede di consultazione e questa è la ragione dell'inserimento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.
13) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 8, comma terzo, aggiungere la seguente lettera c): "c) orientamento ed analisi dello Sportello Donna, Servizio della Commissione pari opportunità regionale, come da disposto L.R. n. 43/92".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Sul contenuto non possiamo che essere d'accordo, perché lo "Sportello Donna" è previsto niente meno che dalla L.R. n. 43/92 voluta da questo Consiglio regionale e voluta quindi da questo Assessorato. Noi diciamo no perché è già previsto ad abundantiam, appositamente ed opportunamente dalla L.R. n. 43/92 e quindi non si capisce perché debba essere reintrodotto in questo articolo. La L.R. n. 43/92 è stata appositamente creata per la costituzione dello "Sportello Donna".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente e colleghi, l'argomento usato dall'Assessore non mi convince per nulla, lo dimostra il fatto che un momento fa l'Assessore ha proposto un emendamento a questo articolo assolutamente inutile e generico, ma l'ha proposto in quanto riteneva che fosse opportuno ribadire una necessità. Mi riferisco all'ultimo emendamento votato, aggiungere "individuare occasioni di possibili...". E' un emendamento che sul piano della logica stringente è risibile, ma invece può diventare, come lo è stato, un elemento di attenzione ulteriore. L'Assessore, quando - guarda caso - si introduce l'annoso problema della difesa dell'occupazione femminile, insistendo su questo anche al di là di quanto già previsto da tutte le leggi, che la realtà ignora, immediatamente si irrigidisce in un eccesso di razionalità e dice: "è già detto da altre leggi". Dato che secondo noi, per quante leggi parlino delle donne, le donne continuano a rimanere un soggetto emarginato e particolarmente sfruttato dal mondo del lavoro, conserviamo questo emendamento per ripetere magari cose già dette da altre leggi, ma che è bene siano previste anche in questa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé illustrato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 22 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 8 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 30 astensioni 5.
L'art. 9 è approvato.
14) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: dopo l'art. 9 è aggiunto il seguente art. 10 e conseguentemente varia la numerazione degli articoli successivi: "Art. 10 - Azioni positive per le pari opportunità.
1. Nel rispetto della vigente normativa statale e regionale, al fine di favorire le pari opportunità nell'inserimento nel mondo del lavoro la Regione Piemonte, nell'applicazione della presente legge, stabilisce di dare priorità alle domande presentate da donne. Nel caso di società di persone o cooperative per avere diritto alla priorità nell'esame delle domande le donne devono costituire almeno l'80% della società o della cooperativa ed essere in maggioranza nell'organo dirigente delle stesse fatti comunque salvi gli altri requisiti previsti all'art. 3".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

L'emendamento, per riportare a razionalità la legge, ripristina la norma già prevista nel progetto di legge n. 272, sia accogliendo la proposta avanzata dalla Commissione pari opportunità, sia perché la verifica dei dati sulla mobilità conferma la necessità di prestare una particolare attenzione alla questione femminile. Voglio dirlo non per rispondere alle cose precedenti dette dal collega Chiezzi, ma per dire che quando si fa una legge credo la si debba fare in termini di razionalità.
Questo nuovo art. 10, in realtà, propone ed accoglie nella sostanza tutti questi discorsi con una particolare attenzione alla questione femminile. In questo senso l'emendamento ha il giudizio favorevole della Giunta, che peraltro l'ha proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Penso che, al di là di tante buone parole, ci sia anche un limite alle demagogie. Questo è veramente un articolo demagogico, perché è un incentivo a creare difficoltà di applicazione a questa legge. Avremo infatti tantissime domande con pochissime possibilità economiche per dare loro un corso. E allora il dire che è prioritariamente da esaminare una domanda presentata da una donna, è il top della demagogia. Sul dare la pari opportunità siamo perfettamente d'accordo, ma pari opportunità significa non costruire una opportunità negativa per l'altro sesso.
Mi sembra quindi che qui andiamo a togliere le pari opportunità, anche perché è una normativa in cui le domande accoglibili saranno numerose, ma le domande finanziabili saranno pochissime. Quindi andare a mettere una tale discriminante non è garantire pari opportunità, ma discriminare. Sono assolutamente contrario a questo emendamento.
Viceversa, possiamo destinare una parte specifica degli investimenti per società o aziende per domande presentate da donne, ma non possiamo dire che prioritariamente vengono viste delle domande rispetto a delle altre.
Vuol dire eliminare le possibilità per innumerevoli aziende solo perché la domanda sia presentata con firma maschile. Stiamo attenti, perché anche la demagogia ha un certo limite.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Data la difficoltà a procedere alla votazione per alzata di mano, si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 43 votanti 42 hanno risposto SI 35 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'emendamento è approvato.
ART. 10 15) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio: all'art. 10 (che diviene 11), al primo comma ed al secondo comma le parole "art. 12" vengono sostituite con "art. 13".
L'emendamento viene considerato dal Consiglio coordinamento tecnico e pertanto tacitamente approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, si proceda alla votazione dell'art. 10 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 25 astensioni 7.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 16) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio: all'art. 11 (che diviene 12), al primo comma le parole "art. 12" vengono sostituite da "art. 13".
L'emendamento viene considerato dal Consiglio coordinamento tecnico e pertanto tacitamente approvato.
Si proceda alla votazione dell'art. 11 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 25 astensioni 7.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 17) Emendamento presentato dai Consiglieri Ferrara e Dardanello: all'art. 12 il comma quarto è abrogato.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Sarebbe abrogato il comma quinto dell'art. 12?



PRESIDENTE

Nel nuovo testo è il quarto. E' un raccordo operativo.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Il quarto parla del coniuge.



PRESIDENTE

Il quarto del nuovo testo approvato.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Sì, ho capito. La Giunta accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 12 contrari.
Quindi il punto quarto è abrogato.
18) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: l'art. 12 (che diviene 13) è sostituito dal seguente: "Art. 13 - Lavoratori interessati ed entità dei contributi.
1. Per essere ammessi a fruire degli incentivi di cui al Titolo III della presente legge, le imprese e gli enti pubblici economici di cui all'art. 12 devono impegnarsi ad assumere con rapporto di lavoro a tempo indeterminato soggetti appartenenti alle seguenti categorie: a): 1) lavoratori con età superiore ai 40 anni ed inferiore ai 50 anni posti in mobilità, ai sensi dell'art. 6 della legge 23/7/1991 n. 223 e successive modificazioni e integrazioni 2) lavoratori di età inferiore ai 50 anni che abbiano perso l'occupazione per riduzione o trasformazione di attività o di lavoro e che non fruiscano dell'indennità di mobilità prevista dalla legge 23/7/1991 n.
223 e successive modificazioni e integrazioni 3) lavoratori di età superiore ai 40 anni ed inferiore ai 50 anni iscritti da almeno 12 mesi nella prima classe di collocamento di cui alla legge 28/2/1987 n. 56.
b): 1) lavoratori di età superiore ai 50 anni posti in mobilità ai sensi dell'art. 6 della legge 23/7/1991 n. 221 e successive modificazioni e integrazioni c): 1) lavoratori di età superiore ai 50 anni che abbiano perso l'occupazione per riduzione o trasformazione di attività o di lavoro e che non fruiscano dell'indennità di mobilità prevista dalla legge 23/7/1991 n.
223 e successive modificazioni e integrazioni 2) lavoratori di età superiore ai 50 anni iscritti da almeno 12 mesi nella prima classe delle liste di collocamento di cui alla legge n. 56/87.
2. Il contributo per i soggetti di cui al comma primo, lettera a), è pari a L. 15 milioni se uomo e a L. 17 milioni se donna. Il contributo per i soggetti di cui al comma primo, lettera b), è pari a L. 18 milioni se uomo e a L. 21 milioni se donna. Il contributo per i soggetti di cui al comma primo, lettera c), è pari a L. 20 milioni se uomo e a L. 23 milioni se donna.
3. Non sono ammesse a contributo le assunzioni del coniuge, di parenti entro il quarto grado e di affini del titolare dell'impresa e degli amministratori in caso di società ed enti pubblici economici.
4. Le assunzioni avvengono nel rispetto della normativa statale in materia di collocamento".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

La Giunta ovviamente è d'accordo in quanto questo emendamento sostituisce tutto l'articolo. Tiene conto in via prioritaria delle innovazioni introdotte dal decreto n. 57 sull'occupazione - che sta per essere riproposto a livello governativo e anche della mancata conversione dei precedenti decreti. Il testo è il frutto del lavoro svolto dalla Giunta e dal gruppo di lavoro, costituito all'interno della III Commissione, anche a seguito delle sollecitazioni sindacali miranti appunto a recuperare le novità normative che si sono verificate nel corso del mese di febbraio.
Quindi è un emendamento che sostituisce l'articolo tenendo conto di queste sinergie con la normativa nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Chiedo scusa alla Presidenza, ma non ho capito. Adesso noi andiamo ad approvare un emendamento che al penultimo comma, al punto quarto, va in pratica a rimettere quello che prima...



PRESIDENTE

No, non c'è più. E' stato tolto il punto quarto. L'emendamento era abrogativo.



ZACCHERA Marco

Perfetto, ma a questo punto questo emendamento al punto quarto rimette lo stesso discorso.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

No, rimane tutto meno il punto quarto.



PRESIDENTE

E' per quello che l'abbiamo votato prima.



ZACCHERA Marco

Ho capito. Allora io non faccio che esprimere, come dichiarazione di voto, il mio sconcerto, perché a questo punto posso capire le logiche per cui sono ammesse a contributo anche le imprese di commercio al dettaglio ma andiamo a fare un'azione che è contraria a quelli che erano gli intendimenti di partenza della legge, dove questo diventava un punto qualificante da non mettere. Posso anche essere d'accordo che ci siano però siamo andati a fare una cosa che è contraria a quella iniziale, almeno per quello che sono riuscito a capire. Se non ho capito, vi prego di scusarmi.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione questo emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 8 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 12, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 27 astensioni 8.
L'art. 12 è approvato.
19) Emendamento presentato dai Consiglieri Cucco e Maggiorotti: dopo l'art. 12 si aggiunga il seguente art. 12 bis: "Art. 12 bis - Ai benefici concessi ai sensi dell'art. 10 della presente legge accedono anche quelle imprese o cooperative che assumono con contratto a tempo indeterminato, anche part-time, persone ex detenute o detenuti in regime di semilibertà".
La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

L'emendamento è molto semplice, perché chiede che ai benefici concessi ai sensi dell'art. 10 possano anche accedere quelle imprese o cooperative che assumono con contratto a tempo indeterminato o part-time persone ex detenute o detenuti in regime di semilibertà. Per giustificare la presentazione di questo emendamento - mi scuso con alcuni Consiglieri per non averlo sottoposto anche alla loro alla firma ho fatto due considerazioni ad alta voce, che ripropongo all'aula e anche all'Assessore: 1) è questo il luogo per inserire una norma di questo tipo stante la particolarità dell'argomento trattato? 2) quale potrebbe essere l'impatto dell'inserimento di questa fattispecie anche in questa normativa? Alla prima domanda ho risposto sì, perché questa parte della legge è quella più specificatamente a carattere assistenziale; mi sembra chiaro sia dal titolo che dagli intenti che in questa parte di legge si propongono anche se forse sono valide le argomentazioni che portava il collega Marchini sulla natura complessiva di questa legge. Ma non stiamo a riprendere tutta la storia dall'inizio. In questa parte della legge l'esplicito riferimento all'intervento di carattere assistenziale giustifica l'inserimento anche di questa norma, che prevede un intervento per una categoria di persone che ne ha maggiormente bisogno. E perché si ripropone in questa legge? Perché, stante il fatto che la Regione interviene in questo settore soltanto con un provvedimento di tipo legislativo (che è quello che incentiva l'assunzione in cooperative nell'ambito del recupero ambientale), secondo me l'intervento regionale pu e deve essere maggiore in questo settore, proprio perché la stragrande maggioranza dei problemi che il mondo carcerario ha e che pone all'attenzione della società che li deve risolvere (cioè tutti noi) è proprio legata all'assoluta mancanza di posti di lavoro. Quindi, secondo me, questo è il luogo giusto dove presentare questo emendamento.
L'altra motivazione è: con questo tipo di intervento, non stravolgiamo completamente gli interventi previsti da questa legge, aumentando in un modo esponenziale le domande di richiesta? Non credo, perché purtroppo la sensibilità del mondo imprenditoriale, anche per ragioni comprensibili e giustificabili - questo non voglio metterlo in discussione - a questo tipo di interventi è decisamente ancora bassa. Inoltre, poiché l'inserimento di detenuti o ex detenuti si basa sempre su un rapporto di fiducia e conoscenza preventiva della persona da inserire con l'azienda, mi sembra che il numero delle domande e il numero degli interventi in questo settore sarà certamente molto contenuto.
Questo è quindi il motivo per cui io e il collega Maggiorotti abbiamo deciso di sottoporre questo problema all'attenzione dell'aula, alla quale chiediamo il voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Ritengo l'emendamento proposto dai colleghi di grande significato anche se di complessità nell'inserimento in questa normativa. Già oggi assistiamo alle difficoltà di collocazione sul mercato del lavoro di soggetti normali - definiamoli così - diplomati e laureati in discipline che nell'orientamento scolastico-professionale erano state indicate a suo tempo come sbocchi certi. Rispetto a interventi tipo "Fondo per l'occupazione" la critica più evidente potrebbe essere quella che si interviene su soggetti certamente in forte difficoltà, ma che se ne tralasciano altri che si trovano in analoga situazione.
Ci troviamo, però, dinnanzi a dei soggetti, seppure non in numero grandissimo, che potrebbero dare a questa iniziativa un significato importante di civiltà. Il recupero attraverso le politiche carcerarie trova sempre l'intoppo all'uscita dal carcere, soprattutto dei giovani che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro e che finiscono per creare un circuito chiuso. Pare che oggi il 70-75% dei giovani che entrano in carcere, vi rientri sistematicamente.
Da parte mia, do quindi sostegno a questa iniziativa, anche se pu risultare di difficile comprensione da parte della collettività, che oggi critica gli interventi sempre rivolti ai cassintegrati o ai lavoratori in mobilità, mentre incominciamo a vedere sintomi di sofferenza in "aree normali".
Mi sembra un atto di forte coraggio, un atto di civiltà, quello di inserire in un'iniziativa di politica per il lavoro come questa anche l'attenzione a questo piccolo comparto, che però non è tanto piccolo per il significato sociale che può assumere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Credo che la filosofia della legge vada nella direzione di mettere in condizioni più "orizzontali" - se mai è possibile - situazioni più deboli e quindi più a rischio per un reinserimento all'interno del mercato del lavoro. Credo però che questo emendamento, così come è scritto, abbia difficoltà ed entrare nella casistica articolata di questo articolo (diventato art. 13), dove sono indicate fasce di età, fasce di finanziamenti differenziati. L'emendamento infatti è generico, nel senso che prevede la categoria, ma non inserisce nella fattispecie dei singoli le ipotesi indicate. Mi chiedo se non sia possibile sospendere la seduta per cinque minuti, in modo da valutare meglio la struttura dell'emendamento.



CUCCO Vincenzo

Per non sospendere, basta rinviare alla fine la votazione di questo emendamento.



PRESIDENTE

Se però l'Assessore chiede un attimo di sospensione, si può fare.
Riprendiamo la seduta tra cinque minuti.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17, riprende alle ore 17,05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Leggo la nuova stesura dell'emendamento, che è a mani della Presidenza: "Art. 12 bis - Ai benefici concessi ai sensi dell'art. 10, comma primo lettera c), della presente legge possono accedere anche quelle imprese o cooperative che assumono con contratto a tempo indeterminato, anche part time, persone ex detenute o detenuti in regime di semilibertà".



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 1 astensione.
ART. 13 20) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: l'art. 13 è sostituito dal seguente: "Art. 13 - Soggetti disabili.
1. La Regione concede alle imprese e agli enti pubblici economici un contributo pari al 100% degli oneri previdenziali ed assistenziali, per un periodo di 12 mesi, per l'assunzione a tempo indeterminato di soggetti disabili, residenti in Piemonte, regolarmente iscritti in qualità di disoccupati nelle liste di collocamento secondo la normativa vigente.
2. Per accedere al contributo di cui al comma primo le assunzioni devono essere relative ad invalidi civili fisici e psichici, riconosciuti dalla Commissione competente, la cui riduzione della capacità lavorativa sia superiore al 46%.
3. Le assunzioni relative ai soggetti di cui ai commi precedenti devono essere aggiuntive alle quote obbligatorie previste dalla normativa vigente.
4. Il contributo di cui al presente articolo è attribuito, anche in deroga alle percentuali obbligatorie previste dalla vigente normativa in materia di collocamento, per l'assunzione di soggetti invalidi con percentuale superiore ai due terzi della capacità lavorativa, ivi compresi i soggetti con invalidità del 100% anche se con diritto all'indennità di accompagnamento ai sensi dell'art. 1 della legge 11/2/1989 n. 18.
5. Qualora l'incentivazione sia rivolta all'instaurazione di rapporti part-time a tempo indeterminato la stessa sarà commisurata al monte ore di lavoro mensile effettivamente svolto".
21) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Tapparo e Chiezzi: all'art. 13, sostituire il comma secondo con il testo di seguito riportato: "2. Per accedere al contributo di cui al comma primo, le assunzioni devono essere relative a persone con invalidità fisica e/o psichica e/o sensoriale superiore ai 2/3 (67%) e con residue capacità lavorative non superiori a 1/3 (33%). L'accertamento della condizione di invalidità e di riduzione di capacità lavorativa viene effettuato secondo le procedure definite ai sensi dell'art. 4 della legge 5/2/1992 n. 104".
22) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Tapparo e Chiezzi: all'art. 13, sostituire il comma terzo con il testo di seguito riportato: "3. Le assunzioni relative ai soggetti di cui ai commi precedenti aventi capacità lavorativa residua non superiore ad 1/3, possono essere comprese nel computo delle quote obbligatorie previste dalla normativa vigente".
La parola alla Giunta.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

L'emendamento presentato dalla Giunta ridefinisce in modo puntuale i soggetti disabili a cui si rivolge il provvedimento e raccorda, anche in questo caso, il testo con il contenuto del decreto legge in materia di inserimento di disabili nelle strutture cooperative.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Maggiorotti; ne ha facoltà.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Volevo precisare che a questo articolo ho presentato due emendamenti una settimana fa e che desideravo illustrare.



PRESIDENTE

C'è però una questione: lei ha presentato gli emendamenti al testo originale; la Giunta sta ora sostituendo l'articolo.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Comunque io non ritiro gli emendamenti presentati, perché hanno una caratteristica particolare. Io ritenevo si dovesse prioritariamente fare attenzione ai disabili con disabilità particolarmente grave.



PRESIDENTE

Dal punto di vista tecnico, lei illustri i suoi emendamenti, che verranno posti in votazione prima della modifica proposta dalla Giunta.
Prego.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

L'obiettivo era di far sì che fossero in particolare le imprese con disabili aventi una invalidità superiore ai 2/3 (e quindi una residua capacità lavorativa non superiore a 1/3) a poter accedere ai contributi previsti dall'art. 13.
In particolare, il primo emendamento prevede per l'appunto che siano le assunzioni relative a persone con disabilità superiore ai 2/3 quelle che consentono l'accesso ai contributi; inoltre prevede che l'accertamento dell'invalidità e della riduzione di capacità lavorariva sia effettuato secondo le procedure previste dalla legge n. 104/92. Il problema è che questa categoria di disabili, in particolare quelli con maggiore riduzione di capacità lavorativa, è quella che di fatto viene esclusa dal mercato del lavoro; se restasse il testo di legge così come è stato presentato in aula questi soggetti si troverebbero più svantaggiati sul mercato del lavoro.
Posto che sono ridotti i finanziamenti, a me e ad altri sembrava importante prevedere questa indicazione, che potrebbe sembrare limitativa rispetto al diritto al lavoro di persone disabili, in quanto taglierebbe fuori le percentuali tra il 46 e il 67%. In realtà, intende far sì che le persone più gravi siano favorite. Anche il comma terzo, che dice che "le assunzioni relative ai soggetti di cui al comma precedente, con capacità lavorativa residua non superiore a 1/3, possono essere comprese nel computo delle quote obbligatorie", laddove invece l'articolo prevede che siano oltre alle quote, potrebbe sembrare sfavorevole ai soggetti disabili.
Poiché la legge n. 482 per l'assunzione obbligatoria delle categorie protette, di fatto, per i soggetti più gravi è sostanzialmente evasa riteniamo che si debbano incentivare le imprese che questi soggetti più gravi accettano di assumere. Questo è il senso degli emendamenti che avevo proposto.



PRESIDENTE

La parola alla Giunta.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Il punto 4) dell'art. 13 oggetto dell'emendamento della Giunta, dice: "Il contributo" - che è persino superiore a quanto viene proposto dagli emendamenti Maggiorotti "di cui al presente articolo è attribuito, anche in deroga alle percentuali obbligatorie previste dalla vigente normativa in materia di collocamento, per l'assunzione di soggetti invalidi con percentuale superiore ai 2/3 della capacità lavorativa, ivi compresi i soggetti con invalidità del 100% anche se con diritto all'indennità di accompagnamento ai sensi dell'articolo...", ecc.
Quindi, in sostanza, questo emendamento globale, che ridefinisce in modo puntuale i soggetti disabili a cui si rivolge il provvedimento ricomprende e amplia l'ipotesi stessa degli emendamenti successivi.
Approvando l'art. 13 come emendamento sostitutivo di tutto il capitolo dei soggetti disabili si ricomprende questo problema, per cui sono assorbiti i due emendamenti illustrati dal collega Maggiorotti.



PRESIDENTE

Procediamo quindi alla votazione dell'emendamento n. 21), presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Tapparo e Chiezzi.
Chi è favorevole ' pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 22), presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Tapparo e Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 23 contrari e 3 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 20), presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 7 astensioni.
23) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: al quinto comma le parole "art. 12" vengono sostituite da "art. 13" e al settimo comma le parole "art. 13" vengono sostituite da "art. 14".
L'emendamento è considerato coordinamento tecnico e pertanto tacitamente approvato.
Si proceda alla votazione dell'art. 13 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 24) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: all'art. 15, primo comma, le parole "art. 12" vengono sostituite da "art. 13" ed al sesto rigo le parole "art. 16" vengono sostituite da "art.
17". Al nono rigo le parole "art. 12" diventano "art. 13" al secondo comma le parole "art. 14" vengono sostituite da "art. 15".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 7 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 15, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 25) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: all'art. 16, primo comma, lettera b), dopo la parola "interventi" vengono aggiunte le parole "e clausole"; le parole "artt. 10, 13 e 15" vengono sostituite da "artt. 11, 14 e 16".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 7 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 16, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 17 è approvato.
26) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: dopo l'art. 17 è aggiunto il seguente nuovo articolo: "Progetti di ricollocazione.
1. Anche in attuazione di accordi nazionali e regionali stipulati tra le parti sociali la Regione promuove le iniziative atte a favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro da parte dei soggetti di cui alla presente legge.
2. A tal fine saranno stipulate apposite convenzioni, con gli enti ed organismi pubblici e privati che operino ai sensi del comma precedente aventi lo scopo di definire il reperimento dei posti di lavoro disponibili le modalità di individuazione dei lavoratori interessati, l'eventuale adeguamento del percorso formativo necessario".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli, 3 contrari e 2 astensioni.
ART. 18 27) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: l'art. 18 (Struttura) diventa art. 20 (Struttura).
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 7 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 18 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 24 astensioni 7.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 28) Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio e dai Consiglieri Tapparo, Marengo e Cavallera: dopo le parole "posti in mobilità" sono soppresse le parole "dell'art. 6 legge n. 223/91 e dell'art. 1 DL n. 478/92" e sostituite con le parole "ai sensi della vigente normativa".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Il nuovo articolo trova il proprio riferimento nel contenuto del decreto legge n. 57, che fa esplicito riferimento al ruolo delle parti sociali per favorire il reinserimento lavorativo. Inoltre, l'articolo tiene conto degli accordi fra le parti sociali che si sono nel frattempo verificati. Lo abbiamo presentato con il coordinamento della III Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

A mio avviso il secondo comma del nuovo articolo, anche dal punto di vista grammaticale, è di una complessità tale da essere quasi incomprensibile. Signor Presidente, provi a leggerlo e poi mi dica che cosa si riesce a capire. Secondo me si presta ad interpretazioni abbastanza distorte, perlomeno il punto dopo le parole "dei posti di lavoro disponibili" sarebbe opportuno correggerlo.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Mi pare giusta l'osservazione del collega. Bisogna aggiungere un punto e virgola. Alla penultima riga, dopo le parole "dei posti di lavoro disponibili", aggiungere ";".



PRESIDENTE

D'accordo. Pongo pertanto in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 19, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 32 astensioni 2.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 29) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: l'art. 21 viene soppresso.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Faccio un unico intervento su questo emendamento e sui seguenti. Viene soppresso l'art. 21 che era un riferimento non finanziario. Con gli articoli successivi si propongono tutti gli inserimenti dei capitoli quindi si danno le indicazioni di copertura finanziaria - come abbiamo detto nel dibattito - dei sei miliardi divisi secondo le varie fattispecie dei capitoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Svolgo anch'io un unico intervento per economia di tempo su questo emendamento e sui successivi.
Assessore, oggi lei ci ha detto alcune cose estremamente importanti. Ci ha detto per esempio che dobbiamo considerare che questi sei miliardi in realtà sono pochi, ma si riferiscono soltanto ad alcuni mesi, cioè al tempo operativo di questa legge per il 1993. Ma scusate! Noi siamo sempre in attesa dal 28 febbraio di quest'anno del bilancio a base zero di questa Regione, arcipromesso dalla Giunta regionale: è vero Assessore Gallarini? Siamo arrivati a metà maggio e il bilancio a base zero non è ancora arrivato! Io sostengo che se questa volontà della Giunta era espressa al 28 febbrario si poteva stabilire se mettere più o meno fondi a disposizione di questa legge, ma non mi sembra che sia corretto dire che si mettono a disposizione soltanto 6 miliardi, evidentemente non credendo in questa legge: "tanto ne verranno spesi pochi perché questa legge potrà operare soltanto su una parte dell'anno".
Secondo me è una risposta - lo ripeterò nella dichiarazione di voto conclusiva - assolutamente insoddisfacente da parte dell'Assessore, anche perché succederà che - una volta promulgata la legge - verrà presentato un gran numero di domande e non ci saranno i mezzi per poterle attuare, per cui dovremo andare all'esercizio successivo. Nel frattempo chi ha presentato la domanda che cosa fa? Dovrà attendere nuove norme di attuazione per l'anno successivo? Era quindi opportuno fare delle scelte, dedicare a questa legge dei fondi maggiori se ci si credeva sul serio. Vedo invece la demagogia intrinseca a tantissimi articoli che siete andati ad approvare oggi, e alla fine con i 6 miliardi non si farà assolutamente niente, per le persone e le aziende "normali". In definitiva, questa dotazione, questo "sacchetto della merenda" che viene dato alla legge è veramente minimo rispetto alla realtà dei fatti e delle necessità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Vorrei far presente al collega Zacchera che in realtà questo fondo, e cioè i 6 miliardi, rappresenta - vorrei che ci fosse anche un supporto del collega Gallarini - il 10% della disponibilità annua. Se questo avviene per un semestre, vuol dire che quando andrà a regime la disponibilità annua la percentuale sarà del 20%, cosa non da poco.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento soppressivo dell'art. 21 presentato dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 4 astensioni.
30) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: dopo l'art. 20 (che diventa 23) vengono aggiunti i seguenti articoli: "Art. 24 - Norme finanziarie per i contributi alle imprese.
1. Per la concessione dei contributi previsti dall'art. 4, comma primo lettera a), della presente legge è autorizzata per l'anno 1993 la spesa di L. 550 milioni, in termini di competenza e di cassa, cui si provvede mediante corrispondente riduzione del capitolo 15950 'Fondo di riserva per le spese obbligatorie' dello stato di previsione della spesa per l'anno 1993 ed iscrivendo la stessa spesa in apposito capitolo da istituire nello stato di previsione medesimo, con la denominazione 'Contributi alle imprese per l'avvio dei progetti di impresa' e con la dotazione di L. 550 milioni in termini di competenza e di cassa.
2. La spesa per ciascuno degli anni finanziari successivi al 1993 sarà determinata con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
3. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
"Art. 25 - Norme finanziarie per i servizi di assistenza.
1. Per la concessione dei contributi previsti dall'art. 4, comma primo lettera b), della presente legge è autorizzata per l'anno 1993 la spesa di L. 350 milioni, in termini di competenza e di cassa, cui si provvede mediante corrispondente riduzione del capitolo 15950 'Fondo di riserva per le spese obbligatorie' dello stato di previsione della spesa per l'anno 1993 ed iscrivendo la stessa spesa in apposito capitolo da istituire nello stato di previsione medesimo, con la denominazione 'Contributi alle imprese per i servizi di assistenza' e con la dotazione di L. 350 milioni in termini di competenza e di cassa.
2. La spesa per ciascuno degli anni finanziari successivi al 1993 sarà determinata con la legge di approvazione dei relativi bilanci.
3. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
"Art. 26 - Norme finanziarie per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato.
1. Per l'attuazione degli interventi previsti all'art. 4, comma primo lettera c), e comma terzo, della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata a corrispondere alla Finpiemonte S.p.A, per l'anno 1993 la somma di L. 2 miliardi, in termini di competenza e di cassa, cui si provvede mediante corrispondente riduzione del capitolo 15950 'Fondo di riserva per le spese obbligatorie' dello stato di previsione della spesa per l'anno 1993 ed iscrivendo la stessa spesa in apposito capitolo da istituire nello stato di previsione medesimo, con la denominazione 'Finanziamenti a tasso agevolato alle imprese per l'attuazione di investimenti' e con la dotazione di L. 2 miliardi in termini di competenza e di cassa.
2. La spesa per ciascuno degli anni finanziari successivi al 1993 sarà determinata con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
3. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio.
4. Per l'anno 1993 e successivi la spesa derivante dalla gestione della legge prevista dall'art. 4, comma primo, lettera c), sarà determinata dall'apposita convenzione di cui all'art. 4, comma terzo della presente legge".
"Art. 27 - Norme finanziarie per il fondo di garanzia.
1. Per gli oneri derivanti dall'attuazione dell'art. 5 della presente legge è autorizzata per l'anno 1993 la spesa di L. 250 milioni, in termini di competenza e di cassa, cui si provvede mediante corrispondente riduzione del capitolo 15950 'Fondo di riserva per le spese obbligatorie' dello stato di previsione della spesa per l'anno 1993 ed iscrivendo la stessa spesa in apposito capitolo da istituire nello stato di previsione medesimo, con la denominazione 'Partecipazione, tramite Finpiemonte S.p.A., alla costituzione di un fondo di garanzia per favorire l'accesso al credito a breve e medio termine delle imprese, e con la dotazione, in termini di competenza e di cassa, di L. 250 milioni.
2. La spesa per ciascuno degli anni finanziari successivi al 1993 sarà determinata con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
3. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
"Art. 28 - Norme finanziarie per la formazione.
1. Per gli oneri derivanti dall'attuazione dell'art. 9 della presente legge è autorizzata per l'anno 1993 la spesa di L. 250 milioni, in termini di competenza e di cassa, cui si provvede mediante riduzione di un importo pari a L. 250 milioni del capitolo 15950 'Fondo di riserva per le spese obbligatorie' dello stato di previsione della spesa per l'anno 1993 ed iscrivendo le predette spese in apposito capitolo da istituire nello stato di previsione medesimo, con la denominazione 'Formazione imprenditoriale' e con la dotazione, in termini di competenza e di cassa, di L. 250 milioni.
2. La spesa per ciascuno degli anni finanziari successivi al 1993 sarà determinata con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
3. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
"Art. 29 - Norme finanziarie per incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro.
1. Per l'attuazione degli interventi previsti dagli artt. 11, 13 e 16 della presente legge è autorizzata per l'anno finanziario 1993 la spesa di L. 2 miliardi e 400 milioni.
2. Agli oneri derivanti dall'applicazione del precedente comma si provvede mediante: a) istituzione nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1993 di appositi capitoli aventi le seguenti denominazioni e la dotazione in termini di competenza e di cassa a fianco indicata: 'Contributi finanziari per l'inserimento lavorativo di soggetti in difficoltà occupazionale' con la dotazione di L. 2 miliardi 'Contributi finanziari per l'inserimento lavorativo di soggetti portatori di handicap' con la dotazione di L. 400 milioni b) riduzione di L. 2 miliardi e 400 milioni del capitolo 15950 'Fondo di riserva per le spese obbligatorie' dello stato di previsione della spesa del bilancio 1993.
3. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le conseguenti variazioni di bilancio.
4. Alla determinazione del fondo possono altresì concorrere eventuali entrate provenienti dallo Stato, dalla Comunità Economica Europea, da altri enti, anche privati, destinate alle medesime finalità.
5. La Giunta regionale è autorizzata con delibera a ripartire le disponibilità esistenti sul fondo fra gli interventi di cui agli artt. 11 13 e 16 della presente legge".
"Art. 30 - Norme finanziarie per l'attività di promozione e di informazione.
1. Per gli oneri derivanti dall'attività promozionale e di informazione è autorizzata per l'anno 1993 la spesa di L. 50 milioni in termini di competenza e di cassa, cui si provvede mediante la riduzione del capitolo 15950 'Fondo di riserva per le spese obbligatorie' dello stato di previsione della spesa per l'anno 1993, ed istituendo apposito capitolo con la denominazione 'Spese per l'attività di promozione e di informazione della presente legge', con la dotazione, in termini di competenza e di cassa, di L. 50 milioni.
2. La spesa per ciascuno degli anni finanziari successivi al 1993 sarà determinata con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
3. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
"Art. 31 - Norme finanziarie per la realizzazione di progetti di ricollocazione.
1. Per gli oneri derivanti per la realizzazione di progetti di ricollocazione è autorizzata per l'anno 1993 la spesa di L. 200 milioni in termini di competenza e di cassa, cui si provvede mediante la riduzione del capitolo 15950 'Fondo di riserva per le spese obbligatorie' dello stato di previsione della spesa per l'anno 1993, ed istituendo apposito capitolo con la denominazione 'Spese per la realizzazione di progetti di ricollocazione', con la dotazione, in termini di competenza e di cassa, di L. 200 milioni.
2. La spesa per ciascuno degli anni finanziari successivi al 1993 sarà determinata con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
3. Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 4 astensioni.
ART. 22 31) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 22, primo comma, le parole "e 16" diventano "e 17".
Tale emendamento viene considerato coordinamento tecnico e tacitamente approvato.
Si proceda alla votazione dell'art. 22 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 voti favorevoli 33 astensioni 4.
L'art. 22 è approvato.
E' stato presentato un emendamento dal Consigliere Chiezzi che raccomanda, per questa legge, l'uso non sessista della lingua italiana.
Credo possa essere considerato coordinamento tecnico.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Se noi dovessimo accogliere questo emendamento che non incide assolutamente nella legge, tutte le volte che troviamo la parola "lavoratori" dovremmo aggiungere "lavoratrici", se "immigrati", "immigrate donne" oppure "uomini piemontesi".



PRESIDENTE

Difatti non si tratta solo di lavoratori e lavoratrici, ma si tratterebbe di mettere, quando c'è scritto soci, anche "socie", quando c'è scritto piemontesi "donne piemontesi". Cioè qualsiasi espressione al maschile deve essere scritta anche al femminile.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Non credo che questa sia la strada per realizzare pari opportunità.
Vorrei solo non appesantire una legge che diventerebbe di cinquanta righe più lunga. Comunque ogni coordinamento femminile o maschile va bene.



PRESIDENTE

Proporrei di accettare il principio che riguarda la parola "lavoratore", nel senso che ogni volta che nel testo appare la parola "lavoratore", si metta anche "lavoratrice". Il resto no, perch diventerebbe un appesantimento che non attiene neanche alla lingua italiana. Se facciamo così può essere un coordinamento tecnico limitato a questa parola.
La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Sono assolutamente d'accordo con la proposta, anche perché sono stato uno dei presentatori di un ordine del giorno per la modifica, addirittura di tutto il linguaggio formalizzato del Consiglio regionale per l'inserimento dei principi di parità anche nella lingua. Però pensavo che forse, proprio per non sacrificare leggibilità ad un principio che peraltro è assolutamente valido e visto che comunque questa è un'indicazione di percorso più che una norma cogente che modifica, potremmo immaginare una modifica del titolo della legge che comprenda chiaramente la specificazione. Purtroppo il titolo di questa legge, così come è formulato non prevede specificazioni di genere sessista.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Dameri.



DAMERI Silvana

Solamente per sostenere la proposta della Presidente del Consiglio.
Penso che sia giusto e opportuno, stante che questa legge interviene su una questione specifica, quella del lavoro, sottolinearne l'importanza con la proposta che veniva fatta dalla Presidente, "lavoratori e lavoratrici".
Mentre, francamente, l'espressione che riguarda il titolo della legge proprio perché non ha una definizione sessista, in qualche modo... C'è poco da ridere, perché il mondo è fatto così, di uomini e di donne. Dicevo, non ha una specificazione sessista nel senso che si parla di nuove iniziative imprenditoriali, in particolare rivolte ai soggetti svantaggiati.



PRESIDENTE

Si parla di posti di lavoro.



DAMERI Silvana

Si parla di posti di lavoro, mi pare che si comprendano i due generi.
Credo invece che sia necessaria questa specificazione che la Presidente faceva e la considero opportuna e non folcloristica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, dopo gli interventi di Cucco e di Dameri io mi dichiaro insoddisfatto se nell'ambito della legge si fa riferimento solo a lavoratore/lavoratrice, senza però disprezzare il problema generale, come mi sembra abbia fatto viceversa l'Assessore Cerchio, ridicolizzando un po' la questione. Il tema è aperto, mi risulta che anche la Regione Piemonte abbia contribuito alla pubblicazione di un testo sulla lingua al femminile e mi sembra che siano problemi non risolvibili in questa legge. Perlomeno che rimangano alla nostra attenzione.



PRESIDENTE

Mi sembra che l'Assessore Cerchio su questa impostazione fosse d'accordo. Sarà cura, nel momento in cui si farà la redazione del testo tutte le volte che compare la parola lavoratore di aggiungere la parola lavoratrice.
Dobbiamo fare tutta una serie di aggiustamenti sui numeri, perché sono tutti cambiati rispetto a quanto abbiamo enunciato.
La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.



ZACCHERA Marco

Avrei voluto che 4 milioni e mezzo di cittadini piemontesi avessero assistito a questa riunione di Consiglio regionale e si fossero fatti un'opinione, perché mi sembra che veramente la demagogia abbia superato in certi limiti anche la misura del buon gusto.



CUCCO Vincenzo

Ci vorrebbe la diretta dei lavori.



ZACCHERA Marco

Ma sì, la diretta dei lavori sarebbe un'ottima cosa, anche perché la gente si chiederà se noi stiamo discutendo per questioni che interessano la collettività o se stiamo perdendo tempo su delle questioni non di sostanza ma soltanto di semantica, che avranno la loro importanza, ma forse non così elevata. La normativa in sé è tutt'altro che da disprezzare, ritengo; per non sto qui a ripetere quello che abbiamo detto oggi.
Piuttosto (è detto con preoccupazione, Assessore Gallarini), ho inteso alcune notizie: allora non esiste più il bilancio a base zero? Quando la vedremo questa bozza di bilancio a base zero, se già oggi mangiamo il 10 delle risorse? Hai soltanto 60 miliardi disponibili, ma non erano 400 i disponibili da impostare sul nuovo bilancio? Abbiamo perso 340 miliardi per strada?



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

Erano 80.



ZACCHERA Marco

Erano 80? Allora ne abbiamo persi solo 20, è già andata bene, ma come li abbiamo spesi? Quando lo portiamo questo discorso in aula? Secondo me si può a lungo discutere sul bene o sul male di questa legge: andiamo a costruire un carrozzone di strutture, alla fine producendo pochissimo. Mi preoccupo quando l'Assessore Cerchio, che con Tapparo ha lungamente lavorato su questa legge - e bisogna dargliene atto - mi dice che sarà una cosa positiva se alla fine saremo riusciti a muovere venticinque imprese.
Noi certo non perdiamo il nostro tempo. Perché è doveroso il nostro impegno, ma se alla fine di tutto questo abbiamo messo insieme un apparato burocratico tale per cui se va bene - parole dell'Assessore alla fine abbiamo toccato venticinque situazioni, allora mi chiedo se non sia demagogico aver impostato tutto sul dimesso dalla patria galera, sull'ex tossicodipendente, sul fatto che l'impresa sia a firma di una donna anzich di un uomo, o sul portatore di handicap: diciamoci che abbiamo costruito l'ennesima struttura di legge che non ha alcun contenuto concreto, perch poi alla fine i mezzi a disposizione di questa legge sono comunque minimi.
Non mi sento d'accordo per votare questa, perché secondo me abbiamo sciupato un'occasione, abbiamo rafforzato un principio, ma non abbiamo assolutamente toccato seriamente, operativamente, un problema grave che è il problema della disoccupazione nel nostro Piemonte. Non mettiamo in movimento un moltiplicatore di risorse, continuiamo a sbagliare - secondo me - pensando che il contributo in cambio di un posto di lavoro risolva il problema. No, io sostengo che invece, piuttosto che contributi, bisogna dare eventualmente delle percentuali di riduzione del costo finanziario degli investimenti, il che sarebbe molto più produttivo dal punto di vista occupazionale. Dispiace aver speso tanti mezzi, tanto tempo, tante discussioni, tante buone volontà che voglio riconoscere a tutti, per avere alla fine la montagna che ha partorito il topolino.
Ultime battute sul discorso del Presidente della Giunta: colleghi Consiglieri, è il solito discorso, d'ora in poi diciamo a Brizio di non intervenire più, ma di leggerci il discorso della volta precedente, perch ogni volta ci siamo sentiti ripetere, dall'Alta Velocità al Centro di calcolo, che la nostra Regione è pronta, che noi siamo più bravi degli altri, che tutto va bene. E allora cosa stiamo qui ad approvare questa legge sul problema della ricollocazione di posti di lavoro? Sentendo il Presidente della Giunta va tutto bene: sono d'accordo che non vada tutto male, ma come non è vero che vada tutto bene. Anche perché penso che le risorse che impiega fisicamente questo Consiglio regionale siano molte dal punto di vista fisico, ma nulle dal punto di effetti finanziari.
Di qui il nostro voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Intervengo brevemente per annunciare la nostra astensione su questo disegno di legge. Per l'occasione volevo fare alcune affermazioni. Su ci che è stato detto in sede di dibattito occorre non sottacere alcune questioni. La principale è questa. Innanzitutto qui si è continuato a parlare di mercato del lavoro: questa terminologia, da continuare ad usarsi, probabilmente ha un significato, ma la definizione di mercato mi fa venire in mente un emporio dove si mettono in vendita oggetti e invece si sta parlando di soggetti con un loro diritto, il diritto alla qualità della vita che è determinato sostanzialmente dalla possibilità di realizzarsi nel lavoro e di diventare autosufficienti. In questo senso mi viene anche in mente il fatto che si sia aperta a parecchi soggetti, a parecchie categorie, la possibilità di fruire delle provenienze di questa legge senza darsi delle vere priorità e questo mi preoccupa, perché probabilmente i risultati in termini di soluzione dei problemi di diritto al lavoro, di persone particolarmente a rischio, non verrà risolto da una legge che, come si è da più parti affermato, è sottostimata sul piano dei finanziamenti. In particolare, per quanto riguarda i soggetti disabili, io rimango della mia idea, cioè dell'idea per cui occorreva garantire il diritto al lavoro in particolare alle persone che sono colpite da una grave disabilità; quelle che stanno frequentando corsi di formazione professionale della Regione e che, finiti questi corsi, si troveranno ad essere tagliati fuori dal mercato del lavoro - uso ancora questo termine che non mi piace - e di fatto sono candidati alla istituzionalizzazione, a meno che siano già dotati, ma in questo caso non c'entra nulla la formazione professionale, di una loro specifica professionalità.
Il problema si pone così: una legge come questa è insufficiente se non è raccordata a tutta un'altra serie di iniziative, in particolare sul versante del post-formazione professionale nel senso che occorre inventarsi dei canali che consentano di non perdere gli investimenti in termini di sviluppo e di competenze che la Regione ha fatto inserendo in formazione professionale anche soggetti disabili. E' uno spreco di potenziale umano che assolutamente va evitato.
Ci sono esperienze positive in questo senso attuate presso altre Regioni. Mi viene in mente l'esperienza di Montobbio a Genova che ha fatto sì che soggetti anche gravemente disabili venissero inseriti al lavoro attraverso l'attivazione di una specifica agenzia del lavoro la quale utilizza il personale dell'USSL n. 12 di Genova, specificamente formato a questo compito.
Proprio perché non è chiaramente esplicitato questo raccordo, ritengo che questa legge sia insufficiente e ciò giustifica la nostra astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Presidente e colleghi, nella precedente seduta nel corso del mio intervento avevo posto alcuni quesiti. Confidavo che il dibattito, le repliche dell'Assessore e del Presidente, dessero alcune risposte ai miei quesiti, ma mi pare che non le abbiano date.
Non mi è stata spiegata la ragione per cui sulla prima parte della legge, quella che parla di nuove attività imprenditoriali, si è dovuto derogare rispetto ad una scelta che si era fatta in ordine ai contributi a fondo perduto. Contributi che ci sono, il Consigliere Tapparo ha detto che sono pochi: sono pochi, ma ci sono, il criterio di dare dei contributi a fondo perduto è rimasto.
Non mi sono stati spiegati i rapporti con il BIC. Qualcuno avrebbe dovuto spiegarmi perché la Regione, attraverso una sua partecipata come la Finpiemonte, ha creato questa struttura la cui finalità è toccata da una parte di questa legge e non la considera minimamente. La BIC ha tutta una serie di professionalità acquisite, rapporti, convenzioni con studi e istituti qualificati, per dare dei servizi reali alle imprese e alle nuove iniziative. Voglio sapere come la Regione gestirà per parte sua queste cose che costeranno, mentre nell'altro caso non costano, e con quali professionalità farà tutto questo.
A tutto ciò non ho ricevuto alcuna risposta, come non ho ricevuto alcuna risposta neppure alle perplessità che io ho espresso sulla seconda parte della legge, quella per creare nuovi posti di lavoro. Io capisco la posizione di Marengo, perché è coerente rispetto a scelte che il suo Partito aveva fatto negli anni '70. Queste politiche attive del lavoro così si chiamano - nascono da quegli anni, quindi è coerente in qualche misura la sua scelta, anche se ci si può rammaricare che non vi sia nulla di nuovo rispetto agli anni '70.
Capisco anche Chiezzi, il quale dice che in assenza di tutto diamo almeno qualcosa di assistenziale. Se non altro ha visto che questa Giunta non è capace a fare altre cose, per cui dia almeno assistenza ai più deboli.
Posso capire queste posizioni, ma non riesco a capire le posizioni della Giunta, del Presidente e dell'Assessore Cerchio. L'Assessore Cerchio in modo quasi drammatico, ha posto il problema che lui si fa carico delle situazioni personali dei soggetti deboli, di cui io non mi faccio carico lui dice. Non voglio dividere il mondo in buoni e cattivi, in chi si fa carico o in chi non si fa carico delle questioni sociali. Guardo i risultati, le politiche che si fanno. Credo che questa legge produca dei risultati non veri. Io credo che questa legge non crei un posto di lavoro aggiuntivo! Creerà soltanto le possibilità di lavoro a chi si trova nelle categorie previste dalla legge, qualora ci fosse, comunque, la necessità di un posto di lavoro nuovo. In questo caso certamente chi rientra nelle categorie previste dalla legge potrà avere un vantaggio per la concessione di questi 10-15 milioni o 2-5 a seconda delle varie gradazioni; ma non si crea nessun posto di lavoro perché qualcuno offre 2, 5 o 10 milioni! E' una manovra drogata, questa. Illude qualcuno che si creino nuovi posti di lavoro e che si dia supporto.
A me ha fatto sorridere - con ciò esprimendo la mia grande stima nei suoi confronti il collega Ferraris che ha detto che questa legge dà 400 nuovi posti di lavoro: 6 miliardi a 15 milioni ciascuno danno 400 nuovi posti di lavoro. A me fa davvero sorridere questa affermazione e non credo che neppure lui ci creda. L'occupazione assistita non crea occupazione, ma illusione! Noi stiamo dando illusione a qualcuno! Ma è solo la mia idea questa? La volta scorsa ho citato un documento del prof. Ciravegna. Oggi cito un recentissimo documento dell'IRES che dice più o meno le cose che dico io. Non voglio più leggere, come ho fatto la volta scorsa, ma in questo documento si dice che "emerge in primo piano il rischio che il progressivo e prolungato depotenziamento dell'economia regionale la faccia cadere in una spirale recessiva, compromettendone le strutture portanti e quindi la capacità di reazione. Questo pericolo potrebbe essere accentuato da manovre di adattamento di corto respiro, che allo scopo di lenire situazioni di emergenza si indirizzassero verso funzioni tampone, la cui conseguenza sarebbe quella di sottrarre risorse per la riattivazione delle dinamiche dello sviluppo".
Non so se anche all'IRES sono privi di uno spirito sociale, ma anche loro dicono queste cose.
Ho espresso le mie perplessità in ordine a tutte le politiche attive del lavoro - così si chiamano - citando quello studio, che è datato. Hai ragione, Assessore Cerchio, è uno studio datato, dicembre 1992 però, quindi non mi pare sia datato a duecento anni fa, è datato a pochi giorni fa! Mi pare quindi che non sia una citazione priva di senso.
"Ferrara non ha capito, propone una politica di reaganismo". In realtà voi state proponendo una politica simile a quella delle pensioni d'invalidità del Mezzogiorno, che dopo trent'anni ha distrutto completamente il Mezzogiorno e sta distruggendo tutto quanto il sistema del Paese! Si era detto: "finalizziamo gli interventi in quelle che sono le nostre competenze". L'ha scritto la Democrazia Cristiana nel suo documento: "Il Sistema Piemonte". "Finalizziamo gli interventi negli obiettivi che ci sono propri". Stiamo finalizzandoli in obiettivi che non sono nostri! Ci stiamo sostituendo, forse a carenze dello Stato - è vero - ma ci stiamo comunque sostituendo e lasciamo scoperti invece gli obiettivi che sono nostri.
Devo dire che ho trovato più consenso da quanto non appaia dal dibattito, perché molte persone mi hanno detto che in fondo ho ragione.
Pensate che mi hanno detto che io avrei dovuto votarla, perché in realtà se questa legge passasse comporterebbe l'abolizione della legge sui CILO e sui cantieri di lavoro. Vedo però che nell'o.d.g. di questa seduta, tra alcuni punti, è prevista l'approvazione del piano dei cantieri di lavoro per il 1993 e ricordo che a dicembre è stato approvato il piano dei CILO per il 1993. Credo allora che il confronto sulle scelte vere della Giunta al di là di questa legge, che è un fatto, un momento, è importante, per carità, ma non decisivo - il momento vero, serio, di confronto sulle scelte della Giunta, sulla comune volontà politica della maggioranza, potrà esserci in occasione della discussione del bilancio, di quel bilancio a base zero che credo tra poco verrà presentato. In quel momento forse potremo verificare se esiste una vera unità di intenti della maggioranza veri obiettivi coerenti rispetto alla maggioranza; se siamo una maggioranza che ha veramente la forza di raggiungere questi obiettivi oppure no.
Credo che su questa proposta di legge, il mio voto sia irrilevante. Io ho informato, alcuni mesi fa, il Presidente sulle mie perplessità rispetto a questo, non provocando non dico particolare preoccupazione, ma neppure interesse. Prendo atto di questo e, coerentemente con quello che è stato il mio intervento della passata settimana e di oggi, il Gruppo repubblicano voterà no a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta colleghi, l'attenzione che l'Assessore competente e il Presidente hanno ritenuto di attribuire all'intervento di carattere generale, mi impongono qualche motivazione, in termini di votazione, in senso negativo a questa proposta di legge.
In primo luogo, Presidente Brizio, il fatto che la politica industriale legata al settore produttivo non sia decollata non significa che non fosse un'intuizione giusta: c'è da chiederci se si è investito in termini di intelligenza, risorse, capacità e gambe. Se un progetto non viene realizzato ciò non significa che sia un progetto sbagliato: forse è un progetto che non si è saputo gestire.
Il fatto che dal mondo esterno si sia d'accordo nel recupero delle risorse, delle prospettive e dell'impegno regionale sul piano assistenziale, cioè della politica del lavoro, dovrebbe preoccupare Presidente Brizio; preoccupare almeno per uno dei settori di tifosi. Mentre dal punto di vista del mondo del lavoro nel senso più stretto del termine è comprensibile, perché chiunque sia vicino a questi problemi in termini di solidarietà ed impegno politico ha il dovere di percorrere tutte le strade per ridurre le situazioni di disagio. Quindi non mi scandalizzano i sindacati, gli imprenditori che dicono questo sono proprio quegli imprenditori che vogliono la continuità di un sistema decotto e che non hanno voglia di essere messi in discussione da una politica industriale avanzata. E temo che questa sia larga parte del sistema produttivo piemontese.
Quindi queste obiezioni, a mio modo di vedere, dovrebbero trovare da parte della Giunta qualche approfondimento e qualche riflessione. Devo inoltre dire - altra ragione per cui il voto non può che essere negativo che la disamina molto puntuale e rigorosa proposta da un collega serio com'è il collega Ferrara e da una forza politica presente su questi temi in ordine alla produttività zero di tutto un insieme di leggi e di tutta una manovra politica della Giunta, non ha avuto, da parte della Giunta alcun tipo di obiezione nella sua replica. Questo è un altro argomento che mi rende molto perplesso.
Ma c'è una ragione storica - l'ha accennato Ferrara - con la quale, in una qualche misura, prima della fine della legislatura, colleghi della maggioranza, ci dobbiamo confrontare. Dobbiamo smetterla con le aderenze.
Le aderenze sono le conseguenze di interventi chirurgici mal riusciti, e il passaggio dalla Giunta di sinistra al pentapartito è stato un intervento chirurgico mal riuscito. Questa è - consentitemelo, l'ha detto anche Ferrara - la continuazione di un modello politico e di una scelta rispettabile, che abbiamo combattuto ma che aveva una sua legittimazione storico-politica, nonché un approccio rigoroso e alto.
Era, sostanzialmente, la politica delle Giunte di sinistra, ancorata a due capisaldi: il recupero della qualità della vita sulla città di Torino e il riequilibrio all'interno del sistema Piemonte e del Piemonte nei confronti del resto del Paese. Rimarranno, come monumenti a queste cose, la politica delle piste ciclabili e la ricerca di colui che le abbia utilizzate; dall'altra parte rimarrà la battaglia di Peveragno, Comune famoso non solo per le fragole, ma perché c'è stata una battaglia. Le Giunte di sinistra, giustamente dal loro punto di vista, si sono battute perché a Peveragno non venisse realizzato un insediamento produttivo di alcune decine di unità produttive, perché questo era non in coerenza con il progetto di riequilibrio del sistema produttivo Piemonte rispetto al resto del Paese.
Nel 1985 abbiamo fatto questa operazione, solo numerica secondo me, non politica, perché questa maggioranza non è stata una nuova maggioranza, ma una prosecuzione in cui i vecchi rughi non convinti hanno fatto un'operazione a metà, hanno lasciato troppe aderenze. Sicuramente, la politica sul piano del lavoro e la politica sul piano della formazione professionale risentono di queste incapacità del pentapartito di aver saputo fare una scelta propria, originale, rigorosa su questa materia, e di fare quindi giustizia di uno spazio improprio della Regione che le Giunte di sinistra si erano dati rispetto al proprio progetto politico. Se la Giunta di sinistra era sostanzialmente questo, il pentapartito doveva essere qualcosa di diverso, perché la politica non è solo numeri, bensì i numeri che servono per sostenere un progetto.
Questo progetto ha avuto difficoltà a formalizzarsi e con questa legge rivela sostanzialmente il rischio che anche questa legislatura finisca senza che si sia dato il senso di una maggioranza diversa da una di sinistra, che io rispetto ma evidentemente non condivido.
Dove sta, Presidente, quello che manca, a mio modo di vedere? Nessuno nega che questa Giunta abbia combattuto e combatta delle battaglie significative in ordine a momenti di forte modernizzazione della nostra Regione; rimprovera però a questa Giunta il fatto di non dare senso - cosa della quale la Regione è consapevole e su cui investe al di fuori delle proprie risorse e delle proprie competenze al fatto epocale con il quale ci stiamo misurando, non puntando fortemente sulla politica industriale, come Assessorato proprio e di coordinamento, con le politiche del territorio e con altri settori della politica regionale.
La questione che abbiamo sul tappeto - detto con tutta brutalità le responsabilità che competono alla nostra funzione politica di programmatori, non sono l'intervento a sostegno di fasce deboli della nostra società, ma è capire come ci confrontiamo rispetto ad un fatto epocale. E il fatto epocale è che l'industria matura, quella che caratterizza il nostro Piemonte, non sarà in grado in futuro di garantire qualitativamente e quantitativamente lo stato d'essere della nostra Regione. Questa è la questione sulla quale si misurerà la generazione che verrà dopo di noi! E non sarà la congiuntura recuperata dalla svalutazione o il rilancio della locomotiva statunitense, che giocherà su quella questione; giocherà su ciò che decidiamo adesso, i problemi dell'occupazione, ma non sul problema della strategia e della vicenda epocale che ha investito la nostra Regione.
Mi rivolgo soprattutto al collega Tapparo, ma a me pare che l'assoluto non equilibrio fra i due approcci e i due problemi diversi vada accettato.
Una maggioranza non può non accettare il rispetto degli obiettivi, delle proposte, del disegno di una sua componente come quella rappresentata anche da un pezzo di questa maggioranza; una maggioranza ha diritto, come corrispettivo, di interpretare questo fenomeno di tipo epocale.
Noi abbiamo l'impressione che la Giunta, su questo, sia fortemente squilibrata, avendo un Assessore bravissimo, che è il collega Cerchio, che fa benissimo la sua parte e quindi porta avanti un disegno di formazione professionale che non abbiamo avuto il coraggio di mettere in discussione radicalmente! E' curioso che la Regione che più ha bisogno di cultura - di cultura! - ha più formazione professionale, in Italia e in Europa! Questo è il fenomeno di fronte al quale ci troviamo.
Quindi, questo Assessore bravissimo fa la sua battaglia e tutela il tipo di interessi che gli abbiamo chiesto di rappresentare e tutelare e fa al meglio la sua parte, anche se per certi versi non la condividiamo.
Avvertiamo una forte debolezza della Giunta regionale di scommettere con questo scenario che è quello sul quale si misurerà la responsabilità e la capacità della Regione, perché gli altri transiteranno. Le altre vicende drammaticamente e cinicamente, transiteranno: queste situazioni di disagio ripeto, cinicamente passeranno, cinicamente! Quelle altre non passeranno saranno il futuro. Il futuro è rappresentato dalla riconversione del sistema FIAT e rispetto a quello noi non ci siamo! Le prove sono di fronte a tutti. In questi giorni sono stati fatti dei convegni a Torino in cui erano in prima fila i candidati a Sindaco, i quali hanno detto che era una questione che riguardava la Regione. Non mi pare che la Regione abbia rispetto a questo meritato grande attenzione, ma anche perché abbiamo l'impressione che il mondo esterno colga l'assoluta timidezza della Regione a misurarsi su queste questioni, perché è certo che quando ci dovessimo misurare su queste questioni, molte delle ragioni della solidarietà di questa maggioranza entrerebbero in discussione, non entrerebbero in crisi, ma entrerebbe in discussione e andrebbero a verifica! Temo sinceramente che la mancanza di franchezza qualche volta non sia un buon servizio nei confronti né delle istituzioni né della maggioranza n della Giunta. Quindi io ritengo di dover esprimere un voto contrario a nome del mio Gruppo perché riteniamo che questa debba essere considerata dalla Giunta una questione aperta rispetto alla quale ci aspettiamo una risposta.
Così come una risposta la Giunta ha saputo dare alle istanze di altra natura portate avanti con tutta puntualità e, se mi consente il collega con tutta la professionalità del collega. Ma che si venga a dire che l'Assessore che si occupa della formazione professionale - rispetto alla quale questa Regione spende in Italia più di qualunque altra Regione, con un prodotto che è quello che è per colpa e responsabilità di tutti dobbiamo riconoscerlo si debba anche occupare della politica industriale che è il coordinamento delle politiche di strategia, ebbene questo significa rinunciare alla politica industriale.
Il Presidente della Giunta deve aspettarsi che su questa questione il bilancio sarà altra occasione di confronto, altra occasione di discussione.
Se poi i "pasdaran" di questo Consiglio regionale, che sono più di uno, ed è curioso che gli emendamenti più significativi fossero a tre firme di forze politiche diverse di cui una di opposizione; se poi - ripeto - questi "pasdaran" sono la flottiglia avanzata di una maggioranza che ritiene che questo pezzo di storia della nostra Regione deve essere più attento ad alcuni problemi che ad altri, più vicino a certi interessi che ad altri noi non ci scandalizzeremo. Se pensiamo che questo sia il tempo, come dice Novelli, della qualità della vita urbana, di una vita più vivibile, e non della grande sfida del contrasto tra aree forti europee, se questo è un pezzo di storia diverso da quello che noi immaginiamo e se esiste - ripeto intorno a questa pattuglia di "pasdaran" un disegno politico coerente, non ci scandalizziamo.
Abbiamo cercato di dare il nostro contributo in maggioranza, valutino i colleghi del Consiglio; abbiamo dato il nostro contributo all'opposizione (sicuramente è sempre stato apprezzato), l'importante è che ognuno abbia la franchezza delle proprie decisioni e dei propri giudizi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questi dibattiti mettono in evidenza quello che in questa società, che sta vivendo un forte tormento politico, è necessario: il formarsi di schieramenti, di alleanze, di maggioranze e di minoranze, sulla base dei problemi che si vogliono affrontare, delle scelte che si vogliono fare. E rispetto alle sacrestie dei Partiti dove si decidevano gli equilibri, le Giunte, gli Assessorati questo è il migliore terreno. Io dò atto ai colleghi Marchini e Ferrara di essere stati estremamente espliciti e chiari, altro che Eta Beta e Alleanza Democratica! E' sui problemi che si fa la selezione, in questa società, di chi sta da una parte o dall'altra. Solo parlando di queste cose riusciremo a costruire schieramenti chiari e non equivoci. Oggi, attorno a una vicenda di questo tipo, si è tentato di scoprire una specie di Sarajevo del 1914 una causa di guerra. Non lo so, non era questo l'obiettivo di un'iniziativa di questo tipo. Nessuno ha voluto negare, con questo tipo di proposta, che le necessità di ambiente economico, di infrastrutture, siano gli elementi portanti della competitività di un sistema economico. Nessuno ha voluto negare che una politica industriale è necessaria, anche se va ancorata a quelli che sono gli effetti nelle politiche del lavoro. Altrimenti si fa della ingegneria economica e non si tiene conto che ci sono masse numerose di persone, di nostri concittadini che vivono in condizioni di marginalità sempre più tragica e sempre più drammatica, e non vengono solo investiti i lavoratori in mobilità, i cassintegrati, gli ex-carcerati, ma cominciano a essere investiti in questo processo drammatico anche i "normali", quelli che parrebbero sostanzialmente i soggetti che - non voglio usare la terminologia che è entrata comunque nella dottrina, il mercato del lavoro finora ne erano esclusi.
Qui si voleva fare una scommessa attorno ad una potenzialità che noi riteniamo che esista, altrimenti dobbiamo prendere atto che migliaia e migliaia di impiegati, di operai, di tecnici delle grandi imprese piemontesi non servivano a nulla, non avevano nessuna professionalità, non conoscevano nulla quelli che erano negli uffici acquisti, negli uffici commerciali, negli uffici tecnici, nelle manutenzioni e che dovrebbero essere ricchi di professionalità, di esperienza, di rapporti con l'esterno.
Ebbene, noi scommettiamo su questa potenzialità, che tra l'altro ha anche delle risorse in sé che noi potevamo mettere in movimento, piuttosto che un prepensionato vada a pesca, magari con dentro delle risorse e delle capacità o, peggio, ancora si dedichi al lavoro nero, scardinando il sistema dell'impresa minore.
La scommessa era quella di vedere se dinnanzi ad ipotizzate - perché se non fosse così veramente dobbiamo pensare che era drammatica la condizione delle grandi imprese migliaia e migliaia di tecnici, di impiegati, di quadri, di operai specializzati che non sapevano fare nulla, ma non è così si poteva pensare che lì ci fossero delle risorse, delle intelligenze delle volontà, delle capacità, che con un innesco - l'innesco è piccolo rispetto all'esplosivo di un proiettile d'artiglieria - potessero determinare tutto un processo. Ecco, con questo innesco noi pensavamo di creare movimento, qualcosa, io non lo voglio quantificare, perché tra l'altro una legge rappresenta una tendenza, un movimento, non la si pu incorniciare in una visione di breve periodo che potrebbe essere condizionata da vincoli di bilancio immediato, ma che potrebbe invece trovare, vista la validità dell'iniziativa, una scelta nell'esercizio successivo di priorità. Con il bilancio a base zero le risorse si indirizzano sugli strumenti più efficaci di fronte all'emergenza di una situazione.
Non ho capito perché si siano derisi i cantieri di lavoro, certamente utilizzati con limiti, specie nelle grandi città. Probabilmente è uno strumento ad esaurimento, ma i cantieri di lavoro sono nati in una situazione di grande emergenza, quando a Torino furono censite 2.000 famiglie che non avevano alcuna forma di sostegno e questo in qualche modo li ha aiutati, portandoli anche a un tentativo di recupero di professionalità, che in certi casi c'è stato, forse marginale, ma non sempre per colpa del legislatore regionale.
Fare questo tentativo non significa cambiare o rovesciare la linea di tendenza della Regione, che vuole porsi dinnanzi ad un problema particolare che presenta due aspetti. Esistono delle risorse potenziali che rischiano di andare disperse ed esiste nel sistema del lavoro in Piemonte un'area critica o, meglio, una sofferenza sociale inaccettabile in una società che è ancora pur ricca, oppure un vivere in modo assistenziale non accettabile.
Quindi, è sostanzialmente questa una tessera, un elemento del sistema del fare impresa, ma cosa pensiamo? Che le nuove imprese nascano tutte da gemmazione da quelle vecchie? O siano quelle vecchie che siano sempre portanti? E' il far nascere il nuovo in un meccanismo schumpeteriano direbbero gli economisti - di rotture che inghiottono il vecchio e a volte fanno nascere il nuovo (che si tenta anche modestamente nel piccolo); non si vuole rovesciare nulla con questa strada, duplice e difficile da capire perché sono due poli, quello del fare impresa e quello del fondo per l'occupazione che, per una necessità legislativa, sono state collegati.
Qui c'è anche un problema di moltiplicare risorse; ad esempio, le risorse dei lavoratori in mobilità, prima di consumare gli anni che hanno a disposizione con le indennità di mobilità, occorrerebbe fargliele recuperare immediatamente, di modo che rappresentino una dote che, insieme alle risorse che mette a disposizione la Regione, costituisca quel capitale iniziale per potersi muovere insieme alla sponda del supporto di consulenza e di aiuto. Si mettano in movimento delle risorse che altrimenti sarebbero in qualche modo, ferme. Nulla toglie alla necessità di fare ambiente attraverso una politica per i trasporti, per la formazione professionale per lo smaltimento dei rifiuti industriali, per le aree attrezzate. Non è antitetica questa legge rispetto a questo tipo di politica. Non è antitetica, è in un ambito di una visione sistemica che va a trovare uno snodo di un problema. Rispetto al Consigliere Marchini, e in questo mi differenzio profondamente - non so se da "pasdaran" - ci poniamo come anticipatori, non come elementi di risulta del sistema delle imprese, che giocano la loro partita e poi scaricano al pubblico le contraddizioni sociali e gli altri elementi che bisogna andare a rincorrere per tamponare.
Noi, in questo caso, anticipiamo un processo. Del resto, sono stati i grandi capitalisti del Piemonte che hanno utilizzato l'ingresso nella Pubblica Amministrazione di centinaia e centinaia di lavoratori delle grandi aziende. Del resto, sono stati questi grandi capitalisti del Piemonte che hanno applaudito la nuova legge di riforma della cassa integrazione e l'introduzione della mobilità, che si era detto immediatamente da noi, e da me "pasdaran", che era l'anticamera del licenziamento in una fase di ciclo particolarmente negativo per il Piemonte. E si è applaudito al fatto che potessero essere quadri, impiegati e tecnici ad entrare in questo meccanismo, e non solo più gli operai.
Allora noi, modestamente, vogliamo intervenire per riuscire a cogliere opportunità, quelle poche o tante che ci sono in questo processo; e, non a caso, l'abbiamo chiamata straordinaria, perché comprendiamo che non pu essere uno strumento sistematico, continuativo e di lunghissimo termine, ma può essere uno strumento valido in questa fase.
Sono poche le risorse, vedremo come funziona, vedremo gli effetti che avrà. Potrebbe essere che, nell'anno prossimo, si ritenga opportuno di dare più risorse o meno, a seconda della validità che assume questo strumento ma non aveva nessun aspetto di rivoluzione epocale.
Mi fa piacere però che qualcuno abbia voluto dare questa caratura alla proposta, perché significa che le scelte di campo in questa assemblea nella società piemontese si dovranno sempre più fare attorno a questi problemi e i raggruppamenti politici, i grandi riferimenti ideali dovranno polarizzarsi attorno alle risposte che le assemblee elettive sapranno dare a questi problemi, che nella società i dibattiti determineranno.
Per fortuna, è finita sostanzialmente la schematizzazione che, come dicevo io, veniva stabilita ogni tanto nelle sacrestie dei partiti. Per fortuna è finita quell'epoca; adesso speriamo - citavo il caso di Eta Beta o di Alleanza Democratica - che il nuovo che emerge non sia un nuovo fatto di pasticci, ma gli schieramenti siano chiari.
Io sono terrorizzato per il grande fronte progressista e riformatore: temo che sia una macedonia dove c'è di tutto. Spero che, in questo fronte progressista e riformatore, ci siano soprattutto persone che vogliono lo sviluppo economico, ma che tengono a cuore, come elemento fondamentale, il rapporto della vita della comunità, la giustizia sociale, lo sviluppo equilibrato. Questo mi sembrerebbe un auspicabile fronte progressista che potrebbe determinarsi nella società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Ho colto, Presidente, alcuni elementi che vanno certamente al di là del portato di queste misure straordinarie, che possono essere riassunte in termini molti succinti. E' una splendida legge assistenziale, senza darle dei carismi, delle possibilità o delle potenzialità eccessive. Comunque, è una legge che si pone lungo una linea di tendenza che la Giunta non ha mai respinto, anzi che questa Giunta ha favorito e ha promosso e per la quale c'è l'impegno politico della maggioranza e, fino a pochi momenti fa l'unità d'intenti della maggioranza.
Per cui, amico Ferrara, le finalizzazioni degli interventi, che non sono proprie della nostra istituzione, non dovrebbero essere messe in atto ma invece vengono messe in atto, perché crediamo che l'occupazione sia un problema che tocchi profondamente la realtà piemontese.
Mi pare che questa mattina, dall'intervento di Marchini, sia venuta fuori una duplicità di filosofia o di comportamento politico. Adesso non voglio addentrarmi nel senso e nel valore della legge, che condivido sottoscrivo e plaudo, a quanto ha detto un momento fa l'amico Tapparo; per se il comportamento politico deve essere un'oscillazione del pendolo tra quello che ci compete fare e quello che non ci compete fare, tra una politica strettamente definita nelle competenze regionali ed una politica industriale che per la sua dimensione, la sua profondità esula da queste nostre prese di posizione e da questi nostri interventi, se la filosofia caro Marchini, è un pendolo continuo fra questi due estremi, noi dobbiamo comunque prendere una posizione. E la dobbiamo prendere non solamente evocando termini politico-economicistici quali thatcheriano e reaganiano ma soprattutto facendo riferimento a qual è il portato politico programmatico di ogni partito e pertanto alle esigenze morali, prima ancora che politiche, che ogni partito si sente di assumere nell'assolvimento dei propri doveri.
E' vero che ricorriamo alla contingenza e all'immediato, però stiamo attenti a non fare come quei personaggi della commedia greca di Aristofane che, a forza di guardare le nuvole, si inzaccherano i piedi nelle pozzanghere, e guardare le nuvole, al di là di ogni metafora, è forse quella di dipingere una città del sole, una città che non esiste.
Consigliere Marchini, questa mattina hai evocato per dieci-quindici volte il termine epocale, che è un termine certamente suggestivo perch rimette, al di là delle responsabilità del presente, quelle che sono le attuali responsabilità ad un futuribile non definito. Però, al di là di questo, oggi occorre misurarci con una situazione, con una congiuntura, con una contingenza, con un immediato per il quale se la Regione non facesse niente, se non raccogliesse attorno a questo suo preciso impegno le forze politiche più disparate, certamente potrebbe essere accusata non solamente di insensibilità, ma di insipienza e di incapacità.
Noi dobbiamo discutere al minuto, non solamente all'ingrosso e al minuto sono le mille controversie di lavoro, sono le mille fasce sociali sempre più deboli, sono le mille piccole grandi crisi che si aprono nel sistema economico-produttivo piemontese, per il quale non ci può essere una latitanza da parte di questa Giunta con il rimettersi semmai domani alla clemenza della Corte dei posteri. E' per questo che noi l'appoggiamo ed è per questo che noi crediamo assolutamente nella bontà di questo provvedimento, pur nella sua limitatezza. Per questo, forse, sarebbe stato anche bene, signor Assessore, accompagnare questo provvedimento con un pacchetto forse più largo, più strategico di provvedimenti, perché le cose che sono state dette non le possiamo assolutamente dimenticare, ad esempio la legge n. 56. E' per questo che, approvando questa legge, noi dobbiamo anche farci carico, signor Presidente, delle indicazioni e delle proposte emerse, mettendole definitivamente a fuoco.
Vedi, Consigliere Ferrara, qui abbiamo sentito la FIAT, abbiamo sentito le Organizzazioni industriali, abbiamo sentito le organizzazioni produttive, ma ditemi quale politica industriale questi signori, questi soggetti, ci hanno indicato. E' difficile oggi dovere massimizzare un nostro intervento quando, da quegli stessi banchi, il dottor Annibaldi due anni fa ci dava un quadro prospettico assolutamente ottimista sulla situazione torinese e quando in sede di Commissione e di consultazione noi abbiamo sentito dei discorsi che se fossero stati mai fatti da una classe politica sarebbero stati bollati come miopi o propri di una insipienza culturale o di una insipienza politica. Eppure sono stati fatti da coloro che sono in prima fila nel campo della ricerca, nel campo dell'intelligenza, nel campo dell'analisi, nel campo delle varie deduzioni economiche. E allora ditemi quali sono i soggetti che più di noi possono essere chiamati in causa nella realtà piemontese, nella descrizione di una minima possibilità prospettica di questo nostro Piemonte. Anche voi quando parlate, amici della maggioranza, o minoranza - non so come chiamarvi forse perché oggi non essendoci gli Assessori qualcuno si sente a briglia sciolta ditemi quali sono questi grandi interventi strategici, perché al di là della definizione o dell'indice di alcuni problemi io non ho sentito alcuna parola in proposito! Nessuna parola che possa far scattare in me che sono abbastanza anomalo, o in altri che sono molto più normalizzati nella routine, quel tanto o quel poco di accensione creativa per cui si possa dire effettivamente che da questa minoranza, o da questa maggioranza o da questo Consiglio oggi abbiamo avuto un concorso di idee, di creatività, di proposte per cui la declinazione del "libro dei sogni" non è tale. Per esempio tu, Ferrara, sovente porti questo tema nei nostri dibattiti, ma - vivaddio! - richiamiamoci non solamente alla responsabilità generica e generale della Giunta, richiamiamoci anche alle responsabilità più vicine e più familiari dei propri Assessori di appartenenza. Perché se questi sono i leitmotiv con cui noi condiamo i nostri alimenti ogni volta sulla politica industriale, allora certamente - con molto rispetto, ma senza nessuna remora - dobbiamo richiamare alla responsabilità di chi fino adesso è stato titolare di una politica industriale per il Piemonte. E' stato il tuo Assessore Vetrino, per la quale ci potevano essere gli alibi di una limitazione di competenza, ma per la quale noi possiamo solamente dire in questa sede, di non aver mai sentito un "la", una proposta, una proposizione precisa che competevano certamente alla titolarità di quell'Assessorato. E allora su queste cose togliamoci quella che potrebbe essere una cattiva coscienza una volta per sempre e diciamo che se ci sono delle carenze queste carenze devono essere colmate; se la politica industriale, per la quale io credo che la Regione non possa non essere competente, lo deve essere proprio per quell'assunzione di soggetto istituzione, riassuntivo di tutta la realtà piemontese, lo deve essere molto di più di quanto lo sia stato nel passato. Però se la Regione deve essere questo soggetto civile noi dobbiamo anche chiamare alla raccolta alla formazione di questa strategia necessaria, tutti coloro che oggi sindaci o non sindaci, candidati sindaci o non candidati sindaci, cercano di prospettare un possibile futuro per domani. E poi io sono d'accordo limitandomi a questa legge, al portato politico, sociale, morale di questa legge: anche se ci fosse un solo posto di lavoro, è meglio un posto di lavoro in più di quello dell'inerzia o dell'inania, o dell'affabulazione o del bricolage politico-economicistico con cui noi facciamo, disfiamo scenari o ci balocchiamo e leggiamo i libri dell'IRES. Tutto è comunque da dimostrare; se i 400 posti oggi siano teorici può darsi che domani non lo siano, perché se domani noi potessimo trovare anche non solamente i 400 posti di lavoro ma qualche cosa di meno, evidentemente un tentativo, un esperimento, sia pure limitato costituisce un fatto comunque significativo nella politica sociale del Piemonte, che noi non possiamo assolutamente dimenticare, che non possiamo assolutamente eludere. E se poi questo portasse, per quanto ha detto Tapparo un momento fa, a quel trasversalismo che non si forma nei vari contenitori di Alleanza Democratica o di Eta Beta, ma che si crogiuola nei problemi reali e nella soluzione che questi problemi devono avere, ebbene, questa è una scelta di un preciso inequivocabile, carattere politico.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetti di legge n. 142 e n. 350: "Istituzione della Riserva naturale speciale dei Monti Pelati e Torre Cives"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 9) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetti di legge n. 142 e n. 350.
La parola alla relatrice, Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes, relatrice

Il presente testo unifica la proposta di legge n. 142 di iniziativa consiliare ed il disegno di legge n. 350 di iniziativa della Giunta regionale. Esso istituisce la Riserva naturale speciale dei Monti Pelati e Torre Cives.
La situazione ambientale dell'area canavesana in cui situano il Monte Cives ed i Monti Pelati costituisce un unicum per il Piemonte nord occidentale e può essere ricondotta ad una situazione di tipo xerotermico.
Questa fascia prealpina possiede habitat peculiari e clima alquanto più mite rispetto alle medie annuali e stagionali delle zone circostanti. Si tratta di vere e proprie "enclave", più comunemente conosciute con il nome di oasi xerotermiche, nelle quali esistono nuclei autoctoni, talora di notevole consistenza, di flora e fauna di tipo mediterraneo o sudeuropeo normalmente assenti nei territori circostanti. In questa zona queste oasi sono generalmente di superficie ridotta e la loro esistenza è legata alla natura geologica del terreno, all'esposizione, all'andamento est-ovest delle vallate e, talora, ad una elevata percentuale di giorni ventosi durante tutte le stagioni dell'anno.
Nel caso specifico, l'area del Monte Cives e dei Monti Pelati pare legare le sue caratteristiche xerotermiche alla particolare natura del substrato geologico. L'affioramento in loco delle peridotite, unitamente alla particolare esposizione dell'area, pare condizionare in modo pesante la componente floristica facendo assumere alle medesime caratteristiche di particolare termofilia (cf. Montacchini-Caramiello Lomagno, la flora delle cave di magnesite di Caselette e di Baldissero Canavese, "Allionia", n. 22 1977, pp. 209-220). Le temperature medie annuali dell'area in questione appaiono più alte di circa 1 grado C rapportate alle limitrofe zone dell'Anfiteatro Morenico di Ivrea.
Contemporaneamente, il Monte Cives e i Monti Pelati si situano, a differenza di analoghe aree della Valle di Susa, in un'area ad elevata piovosità, caratterizzata da un clima che potrebbe essere definito "moderatamente atlantico".
Appare quindi evidente la peculiarità dell'area caratterizzata, a grandi linee, da un microclima temperato-caldo, ma con notevoli precipitazioni atmosferiche.
Non esistono, allo stato attuale delle conoscenze, aree analoghe in Piemonte. Ad esempio, le aree xerotermiche della Valle di Susa (pur avendo alcune, analogo substrato geologico) sono caratterizzate da una bassa piovosità e altrettanto dicasi per alcune zone dell'Alessandrino (quali quelle dell'attuale Parco regionale delle Capanne di Marcarolo).
Per quanto riguarda l'area oggetto dell'attuale Proposta di legge, non esistono contributi scientifici che trattino in patrticolare della fauna dell'affioramento a peridotite di Baldissero, Vidracco e Castellamonte. Per tentare di effettuare una analisi anche solo lontanamente plausibile del popolamento animale dei Monti Pelati saremmo costretti a condurre dei parallelismi, alquanto arditi, con aree analoghe (in questo caso della Valle di Susa) peraltro microclimaticamente diverse, come in precedenza evidenziato. Un'analisi dei dati desumibili dalla bibliografia trattante del popolamento animale delle oasi xerotermiche della Valle di Susa ci fa comunque supporre la presenza nell'area in oggetto di interessanti relitti faunistici: non bisogna infatti dimenticare che le indagini condotte in Valle di Susa hanno rilevato la presenza in queste aree di ristrette popolazioni di specie mai segnalate prima per l'Italia o per il Piemonte dati analoghi stanno emergendo nelle indagini in corso di svolgimento relativamente alle zone umide relitte dell'Anfiteatro Morenico di Ivrea.
Non occorre inoltre assolutamente trascurare - per la loro rilevanza e per la necessità di una loro salvaguardia - gli aspetti morfologici e paesaggistici dell'area, il caratteristico aspetto selvaggio e scabro, che in modo così significativo la differenzia dal verde e dai boschi dell'area circostante. Ugualmente significative le presenze del passato, a partire dai resti d'epoca e altomedioevale. Costituiti prevalentemente da rocce peridotitiche (lherzolite) con mineralizzazioni di magnesite bianca dal caratteristico aspetto di calcinaccio, i Monti Pelati sono stati oggetto di numerosi studi geologici e petrografici (circa 125), finalizzati anche all'attività estrattiva; i giacimenti di magnesite furono oggetto di coltivazioni intermittenti già nel secolo scorso e nella prima metà di questo secolo per la produzione di ossido di magnesio e di magnesio metallico. Si tratta di vene di potenza variabile da pochi millimetri fino a 70 cm, raramente fino al metro, presenti nell'area compresa tra la Frazione Bartolina e Torre Cives.
La morfologia del rilievo è arrotondata con diffusi fenomeni erosivi superficiali e conseguente affioramento del substrato roccioso; i suoli sono ridottissimi, la vegetazione arborea ed arbustiva sporadica, quella erbacea assai discontinua. La combinazione delle caratteristiche geomorfologiche, climatiche, nonché la posizione geografica, determinano la compresenza di elementi faunistici e floristici xerotermofili associati ad altri igrofili e/o microtermofili solitamente assenti dalle oasi xerotermiche prealpine e del tutto estranei ai territori circostanti, con ciò caratterizzando l'area dei Monti Pelati come un'isola di terra ferma.
Le rocce sono colonizzate da un'interessante flora lichenica specializzata con caratteristiche di spiccato fotofitismo e xerofitismo sono in corso analisi morfo-chimiche per la diagnosi di alcuni esemplari particolarmente interessanti rinvenuti sulle peridotiti.
Il paesaggio vegetale è attualmente caratterizzato da una scarsissima vegetazione arborea, prevalentemente distribuita nei bassi versanti e sparsa irregolarmente sui rilievi; di grande interesse paesistico è la presenza isolata ed a piccoli gruppi di pino silvestre e di roverella; la betulla è la specie più diffusa e tende a colonizzare le zone meno asciutte lungo i displuvi, formando boschetti radi in cui si rinnovano il frassino il pioppo tremolo, il pioppo nero e la roverella. Molto diffusi sono il ginepro e il pungitopo.
Un tempo i Monti Pelati erano occupati da boschi di rovere e di roverella con pino silvestre. Il pascolo e gli incendi hanno progressivamente eliminato e poi contenuto la ripresa della vegetazione arborea.
Negli anni '50 sono stati realizzati estesi rimboschimenti di conifere sia indigene, sia esotiche, poi abbandonati e danneggiati da incendi e da parassiti.
La vegetazione è ora in fase di lentissima evoluzione e si caratterizza per l'interessante compresenza di entità subatlantiche riferibili al calluneto-molinieto e di infiltrazioni steppiche tra cui particolarmente significative sono : Aster linosiris, Aster amellus, Clematis recta.
L'entomofauna risulta molto ben caratterizzata rispetto all'intero territorio piemontese; rilevante è la presenza di alcuni elementi a chiara distribuzione relitta di grande significato faunistico: Leptothorax flavicornis, Pedasia liteella, Phytoecia vulneris, segnalati per la prima volta in Piemonte e rari in tutta Italia.
Un recente studio entomologico ha evidenziato l'estrema fragilità ecologica dell'area, ben segnalata dall'esiguità numerica delle specie individuate; manomissioni anche minime potrebbero determinare la scomparsa di tali specie e la distribuzione di un ambiente unico.
I Monti Pelati di Baldissero Canavese, noti in letteratura anche come Monti Rossi o Colli di Baldissero, si ergono isolati sul lato orografico destro della bassa Val Chiusella.
Il rilievo, che ha forma ellittica, si estende per circa 3 km in direzione SSW-NNE, ha una larghezza massima di 1200 metri ed una superficie totale di 554 ha. La quota massima è di 581 metri (ruderi di Torre Cives).
Il clima è relativamente umido (1.270 mm medi annui), con contenute escursioni termiche e con temperature invernali poco frequentemente rigide.
Si tratta di condizioni adatte per l'insediamento di specie vegetali sciafile e microterme, particolarmente favorite nei confronti di quelle più resistenti alle basse temperature, dato che queste ultime si manifestano di rado rispetto alle zone limitrofe sia verso la pianura, sia verso la montagna. Ma proprio questo ultimo aspetto favorisce l'insediamento anche di specie vegetali (ed animali in particolare dell'entomofauna) tipiche di climi più caldi. Infatti il limite climatico più importante alla diffusione di tali specie è dato proprio dalle "rigidità climatiche" che sembrano nell'area in oggetto, essere meno accentuate rispetto a quelle confinanti come è tipico di una sorta di "isola climatica" comprendente buona parte del canavesano e l'imbocco della Valle d'Aosta, in particolare, nella zona di Baldissero e di poche altre (ai piedi della Serra di Ivrea).
Tali caratteristiche definiscono i Monti Pelati come un'oasi ipsotermica, non xerotermica; si tratta cioè di un'area a clima temperato umido, ben distinto dalle oasi xerotermiche alpine (es. Valle di Susa e Valle d'Aosta) ove le precipitazioni medie annue scendono a 600-700 mm.
Sono state osservate nel 1989/1990 sessantanove specie avifaunistiche tra cui si segnalano: tottavilla, cincia mora, codirosso-spazzacamino prispolone, culbianco, sordone, nibbio reale.
In relazione alle sue caratteristiche peculiari, l'area è istituita come Riserva naturale speciale, in accoglimento peraltro della proposta di tutela già formulata nel Piano regionale delle aree protette approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 21-37617 del 15/5/1990.
Le finalità dell'istituzione della Riserva sono individuate all'art. 2 e mirano alla tutela e salvaguardia di un ambiente per anni sottoposto ad interventi di sfruttamento, essenzialmente attraverso l'esercizio della attività mineraria e dell'attività estrattiva.
Dal punto di vista naturalistico, la tutela del particolare ambiente è finalizzata alla salvaguardia di biocenosi uniche, insediatesi a seguito della combinazione di differenti elementi quali, tra gli altri, il clima e la posizione geografica; mentre, dal punto di vista paesaggistico, la valorizzazione ed il ripristino del paesaggio, mediante interventi finalizzati al recupero delle aree soggette all'attività estrattiva tendono a favorire la ricostituzione degli equilibri naturali fortemente compromessi.
E' comunque garantita la valorizzazione delle attività agricole presenti nella zona e sono previste l'organizzazione del territorio a fini ricreativi e didattici, nonché la promozione di attività di ricerca scientifica.
L'art. 4 assegna le funzioni di direzione e di amministrazione della Riserva naturale speciale dei Monti Pelati e Torre Cives all'Ente di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali speciali del Canavese.
L'Ente a cui è già stata affidata anche la gestione della Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Belmonte e della Riserva naturale orientata della Vauda con precedenti provvedimenti legislativi, di cui uno in itinere, avrà pertanto il compito di gestire una pluralità di aree che pur presentando caratteristiche differenti, sono accomunate dalla loro localizzazione territoriale.
Non essendo prevista la creazione di una nuova struttura amministrativa, per il raggiungimento degli obiettivi di tutela sarà utilizzato il personale già individuato nella pianta organica dell'Ente di gestione; l'istituzione della nuova area non avrà, pertanto, come conseguenze incrementi di spesa dovuti all'assunzione di nuovo personale.
L'art. 6 stabilisce i divieti finalizzati alla tutela ed alla protezione dell'area, con riferimento alle caratteristiche che la stessa presenta, nonché i casi in cui, nel rispetto delle finalità che l'istituzione della Riserva si propone di conseguire, sono consentiti interventi, sia in campo naturalistico, sia in campo edilizio-urbanistico.
Al comma primo, lettera a), ove è stabilito il divieto di attività estrattive, la norma prevede un'eccezione per la cava esistente autorizzata in capo alla Società Nuova Cives, la cui estensione è comunque, limitata al perimetro puntualmente individuato nella planimetria in scala 1:10.000 allegata al presente disegno di legge.
L'art. 7 prevede, invece, le sanzioni da applicarsi in presenza di violazioni.
La norma di cui all'art. 8, relativa alla sorveglianza, recepisce quanto disposto dalla L.R. 21/7/1992, n. 36, in ordine alla possibilità di utilizzare le guardie ecologiche volontarie di cui alla L.R. 2/11/1982, n.
32, subordinatamente alla stipulazione di un'apposita convenzione che regoli le modalità di utilizzo.
Al fine di garantire il mantenimento e la corretta gestione delle caratteristiche ambientali, naturalistiche e paesaggistiche dell'area, il presente disegno di legge prevede, all'art. 9, che la Riserva naturale speciale dei Monti Pelati e Torre Cives sia oggetto di Piano naturalistico.
Detto strumento avrà valenza urbanistico-edilizia, poiché dovrà prevedere anche norme disciplinanti l'edificabilità e l'uso del suolo che saranno prevalenti nei confronti di norme difformi contenute negli strumenti urbanistici comunali.
Le spese conseguenti all'istituzione della nuova area protetta troveranno collocazione sul capitolo del bilancio regionale relativo all'assegnazione dei fondi finalizzati al funzionamento dell'Ente di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali del Canavese a cui, come già sopra evidenziato, spetterà la gestione della Riserva naturale speciale dei Monti Pelati e Torre Cives.
Rilevo solo che con questa istituzione arriviamo molto prossimi al compimento del Piano regionale dei parchi; in particolare rilevo che diamo compimento ad un lungo lavoro che ha comportato anche una forte mobilitazione nella società piemontese, nei movimenti ambientalisti, in particolare nel WWF e portiamo anche a compimento un'opera di tutela di tutte le singolarità del nostro territorio.
Questa area ha una singolarità di grande interesse, quindi ci fa piacere poterci avvicinare alla conclusione del nostro Piano dei parchi con un'area, tra l'altro in prossimità di Torino, che potrà permettere ai cittadini e alle scuole torinesi di avere accesso ad una zona naturalistica protetta di grande interesse.
Questa area era caratterizzata da una tradizione di usi civici che da parecchio tempo erano purtroppo contrastati da un uso minerario dell'area stessa che l'avrebbe rapidamente portata a distruzione.
La proposta di legge che andiamo ad approvare è il frutto di un lavoro di unificazione di una proposta di legge di iniziativa consiliare e di un disegno di legge di iniziativa della Giunta ed è stata modificata sulla base delle consultazioni, riuscendo ad ottenere il parere favorevole anche da parte dell'Amministrazione mineraria che aveva all'inizio posto notevoli problemi. Quindi, crediamo che si possa suggerire l'approvazione all'unanimità al Consiglio così come è stata approvata all'unanimità in Commissione.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 29.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 29.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 29.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 29.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 29.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 29.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 29.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 29.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 29.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 29.
L'art. 10 è approvato.
La parola al Consigliere Giuliano per dichiarazione di voto sull'intero testo della legge.



GIULIANO Valter

Sarò, come di consueto, molto veloce. Voglio esprimere il voto favorevole del Gruppo Verdi a questo progetto di legge che istituisce la Riserva naturale speciale dei Monti Pelati e di Torre Cives.
Crediamo che con il provvedimento la politica regionale dei parchi si arricchisca di una fetta significativa del territorio, significativa sotto il profilo ecologico e sotto quello della rappresentatività delle diversità ambientali presenti nel nostro Piemonte. Insieme alle vicine Vaude, l'area Canavesana diventa così un elemento importante nel sistema delle aree protette. Si tratta in entrambi i casi di zone rare e preziose sotto diversi profili, da quello geologico a quello floristico a quello entomologico, così come è illustrato molto dottamente nella relazione della collega Mercedes Bresso.
Di questa relazione voglio sottolineare due elementi di particolare emergenza: quello vegetazionale, con specie floristiche dell'Associazione fitosociologica Calluneto-Molinieto, e quello entomologico, con specie che sono uniche per il Piemonte e rare per tutta la penisola. Presenze che se da un lato segnalano l'area per la sua rilevanza ecologica dall'altro consigliano, nella fase che succederà al provvedimento di tutela legislativa e che dovrà segnare il passaggio dalla fase di protezione passiva a quella attiva, interventi molto morbidi da mettere in atto con grande sensibilità nel management e solo dopo rigorosi studi scientifici che dovranno essere alla base del previsto piano naturalistico. Mi piace inoltre sottolineare come l'arrivo in porto di questa legge sia avvenuto dopo un lungo iter che ha visto impegnati in prima fila i soggetti ambientalisti della zona, a cominciare dalla locale sezione del WWF. Con un paziente lavoro, che ha visto il varo ufficiale dell'iniziativa con il convegno di Parella del novembre 1989, sono stati raccolti tutti gli elementi necessari a dimostrare, con approccio strettamente e rigorosamente scientifico, l'importanza dell'intervento di tutela che trova oggi coronamento con l'approvazione della legge istitutiva della Riserva naturale speciale.
Un sopralluogo informale in zona in compagnia dell'Assessore Nerviani ci consentì circa un anno fa di verificare con attenzione i pregi e i problemi dell'area. Questi problemi sappiamo che esistono ancora, ne abbiamo avuto conferma ancora nel pomeriggio di oggi, anche se la soluzione a quello più urgente, concernente l'attività estrattiva, crediamo sia in parte risolta in maniera onorevole per entrambe le parti.
C'è da augurarsi che da questo fronte non giungano ulteriori intoppi o intralci e che l'area possa veramente entrare, a pieno titolo, nel patrimonio ambientale difeso da questa Regione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 664: "Secondo prelievo dal fondo di riserva di cassa, di cui al capitolo n. 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1993, della somma di L. 9.737.416.009 per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 664, di cui al punto 20) all'o.d.g.
Tale deliberazione è già stata illustrata in Commissione da parte dell'Assessore Gallarini, il quale ha presentato il seguente emendamento sostitutivo ed integrativo all'allegato della suddetta deliberazione: le variazioni ai capitoli numeri 11180, 20030 e 15970 di cui alla deliberazione n. 664, sono sostituite dalle seguenti: cap. 11180 + 12.500.000 cap. 20030 + 6.542.954 cap. 15970 - 9.753.173.181 inoltre, la deliberazione di cui sopra è integrata dalle seguenti variazioni: cap. 11270 + 12.188.585 cap. 12035 + 14.673.587.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 5 astensioni.
Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo, così emendato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 27 voti favorevoli e 5 astensioni.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 663: "Procedura per il rilascio di autorizzazione per la distribuzione all'ingrosso di medicinali per uso umano ex art. 2 Decreto Legislativo 30/12/1992, n. 538"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di deliberazione n. 663, di cui al punto 25) all'o.d.g. che è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione competente.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 314: "Istituzione dell'Area attrezzata del Ponte del Diavolo e della Zona di salvaguardia della Stura di Lanzo"


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame del progetto di legge n. 314, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Penasso.



PENASSO Alfredo, relatore

Si esamina oggi il disegno di legge, presentato dalla Giunta regionale che prevede l'istituzione del"Area attrezzata del Ponte del Diavolo e della zona di salvaguardia della Stura di Lanzo con le considerazioni che seguono.
L'azione di tutela delle citate aree è motivata dall'interesse che le stesse presentano, sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista storico-artistico, e dalla necessità di preservarle da un possibile degrado. L'Area attrezzata denominata del Ponte del Diavolo incide sul territorio del Comune di Lanzo Torinese; ed i confini della zona di salvaguardia della Stura di Lanzo sono incidenti sul territorio dei Comuni di Lanzo Torinese, Balangero, Cafasse, Mathi, Villanova Canavese e Nole.
La zona è caratterizzata da un paesaggio in continuo mutamento, stante il lavoro incessante dell'acqua del fiume che provoca fenomeni di erosione di sedimentazione e di modellamento delle sponde e che ha messo in luce recentemente, uno strato di terreno argilloso contenente reperti fossili di un'antica foresta di notevole interesse.
Nell'area sono presenti zone umide, alimentate da risorgive, che conservano una ricca fauna, in particolare il gambero d'acqua dolce, mentre l'ambiente fluviale ospita numerose specie di uccelli nidificanti e migratori, oltre ad una cospicua fauna inferiore.
L'alveo del fiume ha subito negli anni un preoccupante progressivo abbassamento, causato dall'esercizio delle attività estrattive che ha contribuito ad aumentare, in maniera consistente, l'erosione delle sponde creando gravi problemi di sicurezza (crollo della ferrovia Torino-Ceres avvenuto nei pressi di Venaria).
L'abbassamento dell'alveo ha determinato, a sua volta, un abbassamento della falda acquifera che si ripercuote sull'idrologia sotterranea provocando danni alla vegetazione ed impoverendo la fauna ittica.
A ciò deve aggiungersi il progressivo peggioramento della qualità delle acque registrato come conseguenza dell'aumentata presenza di scarichi industriali ed urbani.
Di qui la necessità di proteggere l'area, preservandola da ulteriori future aggressioni, e di procedere ad un recupero e ad una riqualificaizone ambientale della stessa.
L'area denominata Ponte del Diavolo è posta alla confluenza del Torrente Tesso nella Stura di Lanzo ai margini dell'abitato del Comune di Lanzo Torinese.
Pur essendo di proporzioni modeste (l'estensione è di circa 30 ettari) la zona presenta caratteristiche tali da rendere opportuna un'azione di tutela tesa ad evitare che eventuali interventi antropici, finalizzati all'edificazione ed alla creazione di nuove infrastrutture, ne compromettano l'integrità.
La vegetazione presente è costituita, essenzialmente, dal bosco che pur non rivestendo caratteristiche di particolare pregio botanico forestale, svolge un'importante funzione di cornice alla passeggiata lungo la Stura ed agli altri sentieri esistenti.
Di notevole interesse le presenze architettoniche, costituite dal medioevale Ponte del Diavolo e dalle Cappelle di san Rosso e di San Giacinto, e le formazioni geologiche denominate "marmitte dei giganti".
Per quanto riguarda la tutela della sponde e aree contigue della Stura a fronte di una iniziale proposta di istituzione di un Parco naturale, dopo un ampio dibattito anche con gli enti locali, si è pervenuti alla decisione di classificare l'area come zona di salvaguardia.
L'articolato del presente disegno di legge disciplina l'istituzione dell'Area attrezzata del Ponte del Diavolo e della zona di salvaguardia della Stura di Lanzo specificandone i confini, le finalità, gli aspetti gestionali e finanziari, gli interventi consentiti ed i divieti con le relative sanzioni amministrative.
Individua, altresì, l'Ente a cui spetta la gestione, il personale da utilizzare per porre in essere l'attività amministrativa nonché la sorveglianza da attivare all'interno delle aree da tutelare.
Gli artt. 9 e 10 disciplinano gli strumenti di pianificazione del territorio; l'art. 9, in particolare, al fine di garantire l'applicazione degli strumenti urbanistici introduce una norma che richiama al Piano l'Area per una più organica pianificazione urbanistica a livello locale e specifica le procedure di formazione del piano stesso nell'ambito della nuova normativa introdotta dalla L.R. 21/7/1992, n. 36, di adeguamento alla legge 8/6/1990, n. 142, ed alla legge 8/12/1991, n. 394, precisando i termini temporali per la predisposizione dello stesso Piano d'area e per il controllo partecipativo previsto dalla citata legge regionale.
Le spese conseguenti all'istituzione delle nuove aree protette saranno finanziate con le somme iscritte al capitolo del bilancio regionale relativo all'assegnazione dei fondi finalizzati al finanziamento dell'ente a cui spetta la gestione del parco regionale La Mandria.
Non sono previsti nuovi oneri per il personale dipendente, dal momento che per l'espletamento delle funzioni di direzione e di amministrazione delle nuove aree protette l'Ente di gestione sopra citato utilizzerà proprio personale previsto in pianta organica.
La Commissione ha esperito le consultazioni con gli enti locali, con le Associazioni ambientaliste, agricole, con tutte le forze economiche sociali, culturali, esaminando ed accogliendo le varie richieste avanzate e pertanto, dopo aver svolto l'istruttoria del provvedimento, ha approvato a maggioranza il testo di legge che oggi viene trasmesso all'aula e ne richiede altresì una sollecita ed unanime approvazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Intendo brevemente ricordare perché il provvedimento relativo a questo parco non è stato licenziato all'unanimità come il precedente, ma a maggioranza e perché ci siamo riservati di decidere in aula il voto; non penso comunque che voteremo a favore.
Quest'area era inserita nel Piano dei parchi con tutta la parte che attualmente risulta nella cartografia solo come zona di salvaguardia, per cui comprendeva la zona del ponte del Diavolo e tutta la Stura di Lanzo.
Adesso quest'area è praticamente ridotta al solo tratto del ponte del Diavolo, che è un tratto piccolissimo; tutto il restante pezzo inserito nel Piano dei parchi è diventato solo zona di salvaguardia. Per carità, non c'è nulla di male a fare zona di salvaguardia, ma l'obiettivo di quella proposta era avviare un primo pezzo del parco della Stura che negli intendimenti di tutti noi che lo avevamo presentato doveva diventare un vero e proprio Parco della Stura, estendendosi anche a monte e a valle fino a congiungersi con il parco del Po.
Si tratta certamente di un'area che ha anche bisogno, in particolare nella parte successiva, di opere di rinaturalizzazione e di ripristino; ma si tratta, a nostro avviso, di una zona con valori naturalistici da una parte e con valori potenziali, successivamente a un ripristino, per la parte più vicina a Torino, dove, ragioni molto importanti, anche ad esempio di tutela dell'acqua, suggeriscono un'area protetta.
In questo caso la Giunta, probabilmente per tensioni che a noi non sono note, ma che comunque non siamo in grado di capire, ha scelto di limitarsi ad una zona di salvaguardia. Ora, una zona pura di salvaguardia intorno ad un fiume non è di grande rilevanza, perché c'è già la legge Galasso: è in pratica un piccolo allargamento della legge Galasso. Per carità, è sempre meglio di niente, ma non lo consideriamo sufficiente. Ci sembra una posizione riduttiva rispetto all'intendimento espresso alla fine della scorsa legislatura dal Consiglio regionale, accogliendo peraltro una proposta che veniva dal nostro Gruppo (in particolare l'avevamo presentata il collega Adducci ed io stessa).
Ci dispiace quindi di non votare a favore, perché siamo favorevoli alla tutela di questa area, ma non nel modo in cui è stata proposta dalla Giunta.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 19 astensioni 9.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 28 voti favorevoli 19 astensioni 9.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Emendamento presentato dal Consigliere Miglio: all'art. 3, comma terzo, lettera a), le parole "strumenti di pianificazione e di tutela urbanistica e territoriale" sono soppresse e sostituite con le parole "specifici strumenti di pianificazione a tutela del territorio".
L'emendamento è accolto dalla Giunta; lo pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 3, come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 19 astensioni 10.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 19 astensioni 10.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 19 astensioni 10.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 19 astensioni 10.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 19 astensioni 10.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 19 astensioni 10.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 19 astensioni 10.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 19 astensioni 10.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 19 astensioni 10.
L'art. 11 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19)



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