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Dettaglio seduta n.225 del 20/04/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Coppo, Croso, Dameri Fiumara, Lombardi, Maccari, Marengo, Rabellino e Spagnuolo.


Argomento: Contratti ed appalti - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Dibattito sulla questione dei lettori ottici ed esame ordini del giorno nn. 576, 578 e 580 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sulla comunicazione svolta stamane dall'Assessore Vetrino in merito ai lettori ottici.
Ha la parola il Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Colgo l'occasione per ripetere ciò che ho detto parecchie volte, ma lo ripeto volentieri anche perché lo ritengo estremamente importante e necessario, non perché lo dico io, ma perché mi sembra una verità apparentemente relativa, perché può essere evidente per uno e non per altri.
Tutti questi fatti sono deplorevoli; in questo mi associo alla conclusione che ha tratto nel suo intervento il Consigliere Zacchera, cioè ad un'interpretazione severa dei fatti, perché la morale o è severa o non esiste.
Torno a dire che se questi fatti avvengono, per qualunque motivo o per interesse personale o per faciloneria, è perché da una parte abbiamo una burocrazia intricatissima che addirittura fa venire la voglia a qualcuno di superarla con la faciloneria, cosicché saltano fuori le beghe, le omissioni di atti d'ufficio, l'abuso di atti d'ufficio; dall'altra capitano cose anche più gravi, cioè contratti sbagliati, ecc.
Questo è dovuto proprio alla falsa interpretazione della libertà che purtroppo, sembra andare per la maggiore: si confonde la libertà con la licenza, col fare quel che pare. Le leggi naturalmente sono poi ispirate e improntate a questo spirito, quindi sono leggi permissive per le quali in galera non ci va quasi più nessuno. Addirittura abbiamo visto recentemente che drogarsi diventa un diritto. Questo è assolutamente sbagliato perch come è sempre stato un reato l'ubriachezza e veniva punito perfino l'oste che forniva alcol a chi era già in stato non più completamente "compos sui", cioè padrone di sè, immaginiamoci nel caso della droga. Perché non ci vengono a dire, per esempio, come vanno le cose dove la droga è libera? Questo sarebbe molto interessante. Nessuno ci viene a dire che Amsterdam è il paradiso terrestre, perché probabilmente non lo è e là pare che la droga sia libera.
Lo dico per far capire che purtroppo la licenza non è la libertà, la licenza è l'esatto contrario della libertà. Ecco perché avvengono questi errori, questi scandali. Queste cose non le ripeteremo mai abbastanza perché questa falsa libertà è autodistruttiva: distrugge la società e distrugge la democrazia, ed è paradossale che siano esponenti del Movimento Sociale a richiamare delle cose così ovvie della cosiddetta "philosophia perennis", che è la base della libertà e della democrazia. Questo lo dico anche un po' ad onta di tanti supponenti democratici, che si gonfiano di essere progressisti e purtroppo confondono il progresso con la vera reazione, che è la licenza anarchica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, non è presente in aula il Presidente Brizio, che ritengo sia il primo diretto responsabile di questa vicenda, avendo sottoscritto il contratto di fornitura con la ditta Centro Matic. Dico subito che questa vicenda, al fine delle conseguenze che dovrebbero essere tratte dalla Giunta regionale, quella di levarsi dalle seggiole di governo che ancora, a mio parere, indebitamente occupano, è una vicenda veramente paradossale.
Chi è che ha acquistato questi lettori ottici? Li ha acquistati questa Giunta e, per essa, il suo Presidente, legale rappresentante. Questa stessa Giunta che ha operato con una cocciutaggine nello sbagliare veramente rara cocciutaggine pari solo a quella di continuare a rimanere in piedi a dispetto delle leggi della statica. I responsabili di questa cocciutaggine visto che ci sono dei responsabili politici e amministrativi, renderanno conto a qualcuno? Colleghi, vorrei tenere separate da questa vicenda le due questioni: quella di carattere penale e quella di carattere amministrativo, che ritengo sia bene tenere sempre separate. Non mischiare il sacro con il profano. I problemi penali se li risolva la Magistratura. Si accerti se qualcuno ha rubato su questa fornitura e venga punito secondo le leggi dello Stato. A me interessano invece le responsabilità della Regione per quanto riguarda i problemi amministrativi. Se c'è stato un incauto acquisto, se c'è stato un contratto non rispettato da una delle due parti chi è che deve pagare per queste responsabilità? La stessa Giunta che ha acquistato una fornitura al doppio del valore presunto, in base ad una perizia ordinata dalla stessa Giunta in momenti successivi, non deve rispondere di questo fatto? A mio parere, dal punto di vista politico dovrebbe rispondere immediatamente, lasciando liberi i posti di governo.
Viceversa assistiamo al fatto che questa stessa Giunta, che prima compera del materiale, firma questo contratto in situazioni limite dal punto di vista della prudenza amministrativa che dovrebbe informare sempre ogni atto, poi si accorge di aver firmato un contratto in cui il prezzo è il doppio di quello reale. La vicenda delle sentenze del TAR. del Consiglio di Stato, e via dicendo, ha dell'incredibile. Ma tutto ciò premesso, questa Giunta rimane in carica e adesso intraprende, contro la ditta con la quale aveva stipulato un contratto, una lite. Questa Giunta impegna del denaro pubblico per sostenere una lite con un contraente con il quale aveva stipulato un patto. Se la Regione ha torto, chi paga? Chi si assume la responsabilità di destinare i soldi dei contribuenti per difendere la Regione in un atto in cui magari la Regione è indifendibile? La cosa che imbarazza è che lo stesso attore faccia le due parti in commedia, perché capite che se questa Giunta si fosse dimessa, chiuso, tra i tanti errori avrebbe fatto anche questo! Una nuova Giunta la sostituiva esaminava in modo disincantato gli atti precedenti e proponeva a questo Consiglio una linea di comportamento. Ma è ben paradossale che la stessa Giunta che ha sbagliato sia quella alla quale bisogna dare fiducia in tempi successivi sulla stessa materia. Ammesso sempre che lo sbaglio sia di superficialità e mancata prudenza, ammesso che quel capitolato che ho letto e che è di una povertà impressionante sia un capitolato povero perché "così era nella prassi", e non per lasciare le maglie larghe a qualsiasi tipo di interpretazione, mi chiedo chi pagherà le responsabilità di un eventuale torto della Regione Piemonte negli adempimenti contrattuali. Infatti, non è detto che la Regione non abbia torto. Sono preoccupato dell'immagine della Regione Piemonte, della serietà della stessa come soggetto contrattuale nei confronti di privati, perché quando un ente pubblico entra nella scena economica, spero che vi entri in termini di correttezza verso gli altri. Viceversa, in questo caso la Regione Piemonte ha firmato un contratto per farsi consegnare del materiale, i lettori ottici! Il materiale è stato consegnato. La Regione, con un difetto di tempestività ha iniziato il collaudo del materiale stesso dopo sei mesi. Ottiene una prima relazione di collaudo. Successivamente chiede delle integrazioni. I collaudatori integrano la prima relazione di collaudo. Non mi pare che le relazioni dei collaudatori diano un giudizio esplicitamente negativo della fornitura, anzi, per quel che ne capisco, tra i due corni del problema mi pare che le relazioni siano più positive che negative. Nonostante tutto ciò, la Giunta regionale continua a gestire questa vicenda dando un incarico a dei professionisti per rimettere in discussione questo contratto.
Chiedo solo una cosa: che di questo atto ne risponda chi lo intraprende e non ne risponda la Regione Piemonte, perché può darsi che anche questo atto sia un atto incauto. Dovuto a sensi di colpa? A mio parere, la Giunta avrebbe dovuto fare due cose: andarsene, ed era la cosa migliore, o al limite far fronte agli impegni contrattuali che aveva assunto. Invece non va a casa, e non solo: contesta anche il contratto da essa sottoscritto e lo contesta sulla base di due relazioni di collaudo che, a mio avviso, non mettono in mora la Centro Matic.
Allora chiedo ai colleghi di valutare quali comportamenti ed azioni assumere nei confronti di questa vicenda. Personalmente, non avrà il mio consenso qualsiasi decisione di non adempiere ad obblighi contrattuali sottoscritti, perché non vorrei essere responsabile di uno spreco di denaro pubblico ed essere poi inquisito dalla Corte dei Conti per cattiva gestione del denaro pubblico. Chiedo quindi che risulti chiaro a verbale che i responsabili di tutta questa vicenda hanno i nomi e i cognomi sottoscritti nei contratti e nelle deliberazioni, perché mi sembra un modo di procedere gravemente incauto. Se inadempienza contrattuale c'è, non è detto che sia della Centro Matic. Sulla base dei collaudi, può darsi che tale inadempienza sia della Regione Piemonte, perché avete inventato un capitolato a maglie larghissime e la relazione di collaudo dice che con quelle macchine potete esaminare 36 milioni di ricette per 12 ore al giorno. La relazione di collaudo, per quel che capisco, dice che, grosso modo, la fornitura era quella. Non solo, c'è di peggio: nella relazione di collaudo la Regione è inadempiente contrattuale, perché nei corsi di formazione non si è attivata. Andate in giudizio e vedete un po' se siete completamente dalla parte della ragione: una parte di torto ce l'avete già.
E allora comprenderete, colleghi, come dal punto di vista dell'opposizione, rispetto ad una Giunta che si comporta in questo modo che non ha la saggezza, a mio avviso, anche per questo motivo, di sospendere le proprie responsabilità di governo, non solo, continua a governare, a spendere denaro pubblico, in una questione in cui è palesemente dalla parte del torto, per quanto riguarda la prudenza amministrativa, sia più che legittima la richiesta di distinzione assoluta delle responsabilità e di difesa del prestigio e della correttezza contrattuale della Regione Piemonte. In proposito, ho presentato un ordine del giorno che richiama questo aspetto amministrativo di serietà e di correttezza nell'ambito del rispetto dei contratti della Regione Piemonte e chiede che, per il comportamento tenuto, la Giunta regionale collegialmente responsabile di questa vicenda insieme all'Assessore Maccari, rassegni le proprie dimissioni.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Miglio, ringrazio gli studenti dell'Istituto Tecnico per Geometri di Crescentino che per qualche minuto ancora seguiranno i lavori del nostro Consiglio.
La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Farò un'illustrazione breve della posizione del nostro Gruppo, anche perché, a questo punto del dibattito, è facile ripetere considerazioni già svolte da altri Consiglieri. Se si guarda alla storia di questa vicenda non possiamo esimerci dal considerare il fatto che è incomprensibile l'atteggiamento tenuto, a più riprese, dalla Giunta regionale. Giunta regionale che non solo ha, con diversi atti, dal marzo del 1990 fino all'agosto del 1991, sostanzialmente ratificato le scelte compiute affidando alla società Centro Matic la fornitura, a seguito del fatto che la stessa ha vinto, in quanto unica concorrente, in ultima istanza, la gara di appalto, ma soprattutto del fatto che ha evitato di riconsiderare l'intero iter e le modalità attraverso le quali si è consumata l'esclusione della Siemens Data e di altre società concorrenti. Ditte che, ovviamente hanno presentato ricorso. La Giunta regionale finiva comunque con l'accettare la fornitura dopo la prima sentenza del TAR che accoglieva i ricorsi stessi e prima del successivo annullamento da parte del Consiglio di Stato.
Di fronte ad una situazione di questo tipo, quando due altre società avevano presentato formalmente la richiesta di una revisione, ritenendo che sussistessero gli estremi per contestare uno svolgimento non corretto delle procedure di affidamento dell'incarico dell'appalto stesso per la fornitura dei lettori ottici, ci si poteva aspettare, da parte della Giunta regionale, quanto meno una sospensione, un congelamento, affinché il materiale non fosse quanto meno fornito alla Regione e la stessa potesse autonomamente da iniziative oggi assunte da parte della Magistratura accertare compiutamente se sussistevano o meno tali irregolarità e, nel caso, di quale natura le stesse fossero. La Giunta avrebbe dovuto comprendere se i vizi erano formali o se, viceversa, c'erano maggiori responsabilità riconducibili al ruolo di specifiche persone, oppure se c'erano incongruità tra il valore dei beni forniti e il costo effettivo.
La seconda questione che per noi è ugualmente importante e che avrebbe dovuto spingere la Giunta a fare delle verifiche più puntuali era l'efficacia di questo sistema di lettura delle ricette. A questo proposito erano state presentate delle interrogazioni; la prima, se non ricordo male risale al luglio del 1992, a firma del collega Calligaro, che sicuramente sulla vicenda ha maggiore competenza del sottoscritto, ma cofirmata anche dal Consigliere Maggiorotti e da me. In essa venivano esposte tali questioni e si sollecitava la Giunta regionale a prendere dei provvedimenti per andare a fondo e poter comprendere se esistevano delle irregolarità inoltre, si chiedevano risposte precise sull'efficacia del sistema adottato che, a tuttora, non convince.
Infatti, il numero degli lettori ottici acquistati risulta essere insufficiente per rispondere al carico di lavoro. Come si può anche rilevare leggendo gli articoli pubblicati di recente, già da tempo il Presidente dell'Associazione dei farmacisti aveva posto la questione facendo presente non solo il maggior costo per poter svolgere queste operazioni in contraddizione con il tetto fissato a livello nazionale, ma anche il fatto che tale metodo costringeva i farmacisti ad un maggiore onere e ad un aumento dei turni per poter rispondere all'obiettivo di poter stimare la quantità di ricette rilasciate dai medici nella Regione Piemonte.
L'ultima questione è quella relativa ai costi, che dividerei fra il maggior onere per l'acquisto dei lettori ottici ed il maggiore onere derivante dalla lettura delle ricette da parte delle farmacie. Tutto ci che cosa ci porta a dire? Innanzitutto che c'è una grave responsabilità da parte della Giunta regionale, anche se oggi, con un certo ritardo, sta cercando di inventarsi delle strade per riparare al danno compiuto.
Riteniamo che questo sarà difficile; a meno che non si riesca a dimostrare il contrario. In ogni caso, la responsabilità di questa Giunta regionale non può essere cancellata per quanto attiene al fatto che ha legittimato le scelte compiute dall'Assessore Maccari, in ultima istanza, e non ha compiuto delle verifiche serie, in tempi stretti, anche a seguito delle sollecitazioni venute dalle minoranze tramite la presentazione di interpellanze urgenti. Una responsabilità, questa, che non può essere ricondotta solo al piano amministrativo: si deve considerare anche l'aspetto politico.
Rispetto all'immagine che si dà all'esterno, tutto ciò sicuramente squalifica, agli occhi della collettività piemontese, la Giunta regionale stessa che, a nostro avviso, dimostra, con questa vicenda, di non essere in grado di poter svolgere seriamente il proprio lavoro, nel momento in cui dimostra di non saper gestire opportunamente i soldi pubblici per acquistare beni e servizi in grado di tradursi in un beneficio per l'intera collettività.
Che cosa ne consegue, dunque, rispetto alla riflessione che noi facciamo? Innanzitutto, riprendendo l'ordine del giorno presentato dai colleghi del PDS e del Movimento Sociale, la naturale conclusione è quella di invitare la Giunta regionale a trarre le necessarie conseguenze. C'è quasi un senso di stanchezza nel ritrovarsi in quest'aula ripetutamente una settimana dopo l'altra, ad invitare la Giunta a dimettersi. Siamo un po' annoiati, anche perché, in verità, non sentiamo risposte tese ad accogliere queste sollecitazioni.
Poiché non ritenevamo opportuno ripeterci, chiedendo le dimissioni di questa Giunta (che riteniamo essere corresponsabile proprio per aver sostenuto fino in fondo la conclusione, sul piano amministrativo, di questa vicenda), abbiamo voluto sottoscrivere l'ordine del giorno presentato dal collega Cucco del Gruppo Antiproibizionista per proporre un'altra strada.
Con questo documento si chiede di attivare un percorso finalizzato a verificare quanti e quali altri casi analoghi a quello dei lettori ottici si sono determinati nella Regione, in modo da comprendere meglio le responsabilità di questa Giunta regionale che, secondo noi - e comunque voglio ribadirlo ancora non dovrebbe più sedere a quel posto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Siamo in presenza di un fatto molto inquietante, dovuto certamente a disattenzioni di qualcuno e responsabilità forse gravi di qualcun altro.
Questo è un dato oggettivo che abbiamo di fronte: un'acquisizione per la Regione del valore di 2 miliardi e 900 milioni, ancorché siano passati due anni, quindi i prezzi stranamente - ma normalmente, nel settore informatico si siano ridotti anziché aumentare; è comunque una sperequazione rispetto a quello che era il valore di mercato della fornitura acquisita dalla Regione, che non può certamente non destare grosse perplessità.
Perplessità che lo stesso Assessore oggi ci ha manifestato in vari modi sia in ordine a comportamenti di altre regioni sia in ordine all'effettiva utilità e necessità di questi strumenti sia in ordine alla capacità della Regione Piemonte (informatizzata com'è, con un ente strumentale così importante come il CSI), la quale avrebbe potuto forse trovare delle soluzioni alternative rispetto a quelle che si sono trovate. Tutto ciò, di fronte a relazioni non convincenti dei collaudatori; di fronte al fatto che la Magistratura, su contratti fatti da altre Regioni con questa stessa azienda, abbia sollevato dei problemi e svolto delle indagini.
Non voglio ripercorrere tutte le tappe: le abbiamo già dette; ce le ha dette l'Assessore; molti interventi di questa mattina le hanno ripetute.
Mi pare, però, che in una situazione di questo genere la scelta della Giunta sia l'unica scelta giusta e responsabile. Capisco l'opposizione ed è giusto che l'opposizione, facendo opposizione, dica queste cose. Per dire che quello della Giunta è un cambiamento improvvisato e strumentale questo sì, mi pare un atteggiamento veramente strumentale. Non è stato certamente improvvisato.
Credo che l'Assessore Vetrino, il Presidente Brizio e la Giunta abbiano pensato e ripensato; certo, forse dopo l'avvio dell'inchiesta giudiziaria ma non è certamente una cosa venuta fuori un mattino, un risveglio strano del mattino. Questo provvedimento è stato molto meditato. Certamente non è stato strumentale: ma strumentale a che? A venire in quest'aula per fare questo dibattito? Mi pare che non sia così.
E' stato un cambiamento - ripeto - responsabile, meditato, dovuto.
Quindi credo che la Giunta, in questa circostanza, su questo fatto, debba essere apprezzata per come si è comportata. Certamente ci sono responsabilità passate gravi, che non possono passare impunemente; non mi riferisco alle questioni penali, che non ci riguardano, ma agli aspetti amministrativi.
Credo però che rispetto a queste vicende alcune riflessioni si debbano fare. Abbiamo sentito dalla relazione dell'Assessore che eravamo in presenza di presenze e sollecitazioni - scusate il bisticcio continue del Ministero. Se guardiamo un pochino indietro, scopriamo che molte volte il Ministero demanda alle Regioni qualche cosa, ma l'organizzazione è fatta a monte, ci sono delle pressioni a monte, il pacchetto è fatto a monte.
Abbiamo visto quanto è successo a Roma; se i fatti saranno veri, rispetto all'Ospedale di Asti la Regione qui aveva un certo ruolo, ma in realtà non ne aveva nessuno. Lo stesso discorso - ci tengo a rilevarlo, visto che non l'ha fatto nessuno vale per il Centro agroalimentare. Anche qui, un accordo fatto a Roma, in luglio, molto in fretta, con tempi strettissimi; ma per iniziativa dell'Assessore al commercio si è in qualche modo cercato di rompere questo circuito perverso che ci siamo trovati.
Tutti i giorni, comunque, leggiamo sui giornali di accordi trasversali tra alcune forze politiche; non qui a Torino che, malgrado tutto, non è certamente la città che brilla in negativo rispetto a questo tipo di cose ma sostanzialmente in tutta Italia. Stamane, ascoltando la radio, ho sentito che c'era un deputato che chiedeva all'arch. Savoino, grande consulente di urbanistica e di edilizia, una consulenza su come si potevano meglio sfruttare certi appalti.
Un anno fa, signor Presidente, avevo detto delle cose ottenendo grandi ed autorevoli censure; oggi però lo dico con grande tranquillità: allora avevo il sospetto, oggi ho la certezza che in questo Paese ci sono alcuni grandi ladroni e una miriade di ladri che hanno cercato di usare la Pubblica Amministrazione per arricchirsi. Di questo dobbiamo rendercene conto tutti: non possiamo continuare a dire che non siamo dei poliziotti che non siamo la Magistratura, che dobbiamo fare politica e basta.
Oggi non possiamo più dire questo; oggi abbiamo la certezza che questa è la situazione della Pubblica Amministrazione, e se noi siamo nella Pubblica Amministrazione dobbiamo fare qualche cosa: non possiamo sempre solo aspettare che sia il Tribunale o la Magistratura a dirci qualche cosa.
In questo caso, interverrà anche il Tribunale civile, perché andremo in sede civile per vedere di revocare un contratto che invero non nobilita chi l'ha fatto.
Credo dunque che in questa circostanza si debba rilevare una cosa.
Senza voler giudicare nessuno e senza voler dare elogi particolari ad alcuno, è però certo, signor Presidente, che se tutto questo è potuto avvenire o se tutto questo è stato facilitato, se la Regione oggi è in condizioni di discutere di questo, credo sia dovuto anche al fatto che sono cambiate le presenze nell'Assessorato. Sono cambiate le presenze, e io credo che un minimo di turnazione negli Assessorati, che hanno delle incrostazioni tremende, impedisca situazioni come queste, se ci sono - mi auguro non ci siano - ma certamente impedisce che possano determinarsi.
Inoltre, non possiamo dire che la responsabilità è solo dell'Assessore persona fisica; credo che intorno a lui ci fossero altri: segretari particolari, funzionari, consulenti, collaudatori. Credo che una qualche riflessione, signor Presidente, dovrebbe essere fatta anche su questo aspetto. Avevamo detto, tutti quanti d'accordo, che occorreva creare, anche nella burocrazia, delle situazioni di circuitazione, per far sì che non si creassero delle nicchie di potere. Non credo sia sufficiente la risposta data fino ad oggi; credo si debba fare qualche cosa di nuovo, di più concreto.
Stamane il collega Peano diceva: "Errare humanum est, perseverare diabolicum"; certo, perseverare sarebbe veramente diabolico. Noi abbiamo esaltato i risultati dei referendum, dicendo che cambia tutto e che si cambia. Gobetti diceva: "Educando noi stessi educheremo anche gli altri".
Cerchiamo allora di cominciare a cambiare noi stessi, di proporre qualcosa di nuovo al nostro interno e chissà che non riusciremo ad educare anche altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Signori colleghi, volevo affrontare tale questione da un punto di vista complementare a quello con il quale il problema è stato affrontato finora cercando di inserire un minimo di valutazione della programmazione sanitaria.
Un sistema informatico destinato al controllo delle ricette dovrebbe in teoria, compiere una serie complessa di verifiche. Basta avere una delle ricette che normalmente vengono utilizzate dai medici di base o dai medici specialisti per la prescrizione di farmaci per renderci conto della mole di informazioni contenibile in queste ricette e quindi della mole di informazioni che da queste ricette sarebbe ottenibile, se queste fossero utilizzate anche allo scopo di fare programmazione di una politica del farmaco.
Per ogni ricetta diventerebbe possibile esercitare un controllo sulle date (emissione e spedizione); un controllo sulla prescrivibilità; sul numero dei pezzi; sul medico; sull'assistito; sulla farmacia; sulle esenzioni (per reddito o per altro); sul numero delle esenzioni; sul ticket pagato; sui farmaci non compresi in nomenclatore. Per ogni farmacia, queste informazioni ci darebbero non solo dati utili per il controllo contabile ma anche l'associazione tra ricette e farmacie e numero di farmaci venduti.
Per ogni medico, queste ricette potrebbero dirci il numero delle ricette per ciascun prescrittore in relazione agli assistiti, con incroci quindi tra medico ed assistito; il rapporto tra esenti e non esenti; quanti pezzi per ogni medicinale; la distribuzione territoriale delle diverse tipologie dei farmaci. Potenzialmente, è quindi un complesso utilissimo di informazioni ai fini della programmazione di una politica del farmaco, ma solo se queste vengono raccolte in maniera sistematica e in modo omogeneo.
Per fare ciò non è sufficiente limitarsi ad acquisire macchine, ma occorre avere una politica del farmaco; occorre darsi obiettivi e quindi non limitarsi ad adeguarsi alle imposizioni di una programmazione sanitaria centrale, che sta dimostrando ed evidenziando (non solo in questa vicenda) strani - uso questo aggettivo - collegamenti con interessi di bottega.
Mi riferisco al fatto che quando il Ministro ha deciso di commissariare l'acquisto e la gestione della lettura ottica, ha scelto proprio la Campania, suo bacino elettorale, e ha affidato all'Italsiel, azienda IRI da sempre consulente del Ministero della Sanità per l'informatizzazione sanitaria, il compito di gestire questa vicenda. Italsiel ha affidato mediante subappalto, l'esecuzione del progetto a due ditte che tornano anche nella nostra vicenda, la Elsag di Genova e la Centro Matic di Firenze, ambedue per la fornitura dell'hardware, e alla Gepin Acquisizioni Ottiche per la fornitura del software. E' da ricordare che la Gepin è sorta nell'ottobre 1991, in coincidenza dell'avvio del progetto, ed è la Gepin Acquisizioni Ottiche che risulterebbe aver fornito al Ministro il sistema privato di memorizzazione dei suoi elettori.
La Elsag e la Centro Matic in Campania collaborano; qui da noi hanno partecipato come concorrenti alla gara, vinta come è noto dalla Centro Matic. Il fatto che la Elsag non si sia poi opposta più di tanto ai risultati di questa gara, contestata verbalmente, ma senza opposizione a livello di Consiglio di Stato, solleva il sospetto di una spartizione preordinata del mercato, teleguidata dal Ministero.
Credo che un'Amministrazione regionale seria dovrebbe porsi il problema di una politica del farmaco a partire da precisi obiettivi di salute. Non credo possa essere considerata politica seria il non porsi il problema del rapporto costi-benefici nell'attivazione di un sistema di controllo automatico delle ricette. In Campania questo problema non se lo erano posto, tant'è che avevano affidato ad un'USSL della zona - la stessa che gestiva il controllo manuale il ritiro delle ricette. In Campania, le ricette ipotizzate erano circa 60 milioni all'anno, quindi ogni mese vi erano cinque milioni di ricette da consegnare al Centro direzionale della Gepin attraverso un trasportatore (e di conseguenza un altro appalto).
Gli stessi problemi si porranno anche a noi, se dovessimo seguire questo modello di centralizzazione del controllo delle ricette: problemi di impacchettamento, di registrazione, di custodia, dell'affitto di locali della sicurezza.
Tuttavia, l'USSL della Campania non è stata in grado di dichiarare con esattezza il numero totale delle ricette consegnate; così ha fatto sottoscrivere alla stessa Gepin una ricevuta per numero di pacchi, e non per ricette; è evidente che in questo caso è possibile qualsiasi sottrazione di singole ricette o mazzette di ricette, senza alcuna possibilità di un successivo riscontro.
La Gepin dovrebbe leggere otticamente e registrare tutte le ricette del mese, e in realtà ciò è avvenuto - ricordo che la Gepin utilizza macchine acquisite tramite la Centro Matic e la Elsag - in questo primo anno di attività; tuttavia non è riuscita a leggere se non una piccola parte delle ricette, ed effettua controlli assolutamente inattendibili. Dall'indagine della Magistratura è risultato che tra i motivi della mancata esecuzione dell'intero lavoro c'è senz'altro la scarsa capacità tecnica delle macchine usate e che il controllo è stato soltanto formale.
Solo nel giugno 1992 la Gepin dichiara di avere acquisito la lettura ottica del 100% delle ricette; tuttavia, per questa acquisizione è stata eliminata totalmente la fase del controllo video, quindi la qualità delle informazioni ottenute è assolutamente inadeguata, ovvero è spazzatura informatica. Ciò nonostante, la Gepin fornisce al costo di 2 miliardi, per l'intera Campania, questa spazzatura e nessuno avrebbe nulla da ridire.
Avviene che non potendo operare il controllo concordato su tutte le ricette, come da contratto, si è deciso di compiere una quadratura contabile assai controversa, per cui vengono controllate, sulle 570 farmacie della provincia di Napoli, solo un gruppo di 50 farmacie, due per USSL. Pertanto, i dati acquisiti dalla Gepin avvengono attraverso un lettore ottico, con la rilevazione del nome e del costo del farmaco, che non è una grande attività informatica, posto che con una penna ottica ci sarebbe possibile, visto che sulle fustelle vi è il nome del farmaco e il suo costo riportati con barre ottiche.
Ciò che avviene è un controllo solo sul 4% delle farmacie, pari al 2 delle ricette; pertanto, ciò che doveva avvenire sull'intero carico di ricette, avviene - come già avveniva prima dell'acquisto di queste apparecchiature - solo su un campione assolutamente insignificante.
Credo che questa vicenda debba insegnare a noi, e a qualsiasi amministrazione sieda sui banchi della Giunta, che non si può pensare di risolvere i problemi di salute adeguandosi alle offerte del mercato. Mi preoccupa il fatto che, in realtà, vi è nella mente degli amministratori sanitari una visione mercantile della sanità - anche tramite il decreto n.
502 - che coltiva sempre di più gli interessi di chi vuole diffondere e sviluppare il mercato del farmaco come affare.
Non voglio suggerire assolutamente nulla alla Giunta; è chiaro che l'esigenza di esercitare un severo controllo sul mercato del farmaco questa amministrazione dovrà porselo e noi, come minoranza, già da tempo lo abbiamo sollecitato. Per stabilire quali siano i sistemi informatici perché di informatica si tratta più adeguati per gestire questa materia l'aula consiliare non è la sede giusta.
Penso comunque che sulla vicenda non si possa non chiedere alla Giunta di assumersi ogni responsabilità, non solo a livello politico, ma anche a livello amministrativo; mi domando chi pagherà, anche di persona - spero non siano le casse pubbliche, i nostri soldi - la probabile penale. Mi interessa sapere, rispetto a questo, qual è l'opinione del Presidente della Giunta regionale.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio l'Assessore che a nome della Giunta ha reso l'informazione puntuale, attenta e tempestiva.
Non ho elementi per introdurre altre valutazione di ordine giuridico, n sul piano penale né sul piano amministrativo né sul piano civilistico.
Guardo con grande ammirazione questi colleghi che, invece, sono così portati a tranciare giudizi, immaginare risultati, ipotizzare percorsi, al punto che si chiede che la Giunta ci dica chi assumerà le responsabilità.
Le responsabilità sono le conseguenze delle sentenze, sono i giudici che attribuiscono le responsabilità amministrative, civili e penali; noi semmai, possiamo pronunciarci sulle responsabilità politiche.
Non vado oltre, devo però dire che qui è stata introdotta, direi anche in termini ingenerosi, se mi è consentito il termine, una questione sulla responsabilità politica di uno o di tutti, soprattutto in assenza dell'uno.
Questo mi sembra quanto meno ingeneroso, ma non in termini di rapporti umani, bensì in termini di rapporti politici. E devo dire che io ho qualche difficoltà a spiegare a me stesso, prima che ai colleghi dell'opposizione perché non convengo sull'opportunità che la Giunta assuma le sue responsabilità politiche. Forse quando sarà maturato, se c'è, un livello di responsabilità politica collegiale. Non si può, come faceva il Consigliere Chiezzi prima, esprimersi come si esprime il cliente che va dall'avvocato il quale legge le carte della questione e dice: "Ah, nessun problema. Qui li freghiamo!". Legge altre due pagine e poi dice al cliente: "No, qui la fregano". "No, no, non c'è problema. Li freghiamo". "No, no, qui la fregano". Al che il cliente si scoccia e dice: "Scusi, avvocato, mi spieghi una cosa: perché quando c'è da fregare siamo in due e quando c'è da essere fregato ci sono solo io?". Allora, questa dissociazione tra la Regione, che è la Giunta quando c'è da pagare e che invece è la REGIONE (tutto maiuscolo dalla R alla E) quando c'è da avere, mi sembra un atteggiamento che probabilmente andrebbe un po' ripensato.
Ma veniamo alla questione politica, signor Presidente, che, a mio modo di vedere, emerge in modo grave. La gravità della vicenda politica sta nel fatto che questo episodio fa emergere un livello non sufficiente di responsabilità politica collegiale, altrimenti non è possibile superare la contraddizione. A mio modo di vedere, bisogna dunque cercare di spiegarci perché non c'era la collegialità e perché la collegialità probabilmente non c'è. E' perché un Assessore aveva un brutto carattere? Perché era socialista? Perché era un provinciale che veniva dalle montagne o dalle valli? Non è così.
La non collegialità della Giunta è la conseguenza del nostro Statuto e della proporzionale. Dobbiamo abituarci a cominciare a vivere anche noi nell'ombra di questa meteorite che sta portando via i dinosauri. E non fare in modo che questa meteorite non arrivi, ma che non ci investa. Ci investe questa ombra che glacerà la terra. Ed è normale che non possiamo chiedere responsabilità collegiale ad una Giunta che, per Statuto nostro e per cultura politica della proporzionale, non ha una responsabilità collegiale ma settoriale. Tutti ci siamo abituati e quasi tutti, salvo poche eccezioni, siamo stati maggioranze prima o poi; tutti abbiamo accettato il principio feudale per cui ogni Assessorato, sostanzialmente, è un'enclave rispetto alla quale il diritto di ispezione del Sacro Romano Impero (nella specie del Presidente Brizio e, prima di lui, altri) c'è, nella misura in cui si viene accettati. Gli imperatori potevano andare nei loro feudi nella Germania e nei Comuni italiani solo a condizione di essere accettati: non si sono mai sognati di imporre né ai Comuni né ai feudi tedeschi di andarli a visitare in termini ispettivi.
Questa mi pare sia la vicenda sulla quale forse è il caso di memorizzare qualcosa dal punto di vista politico. La Regione rimarrà una specie di residuato bellico, nel senso che di qui a pochi mesi sarà un'istituzione diversa dalle altre.
Sarà diversa dal Comune di Torino fra due mesi, sarà diversa dallo Stato, dal Governo quest'autunno. Quindi sarà necessario - oltre che immaginare una legge elettorale, che potrebbe anche essere conseguenza di una nostra proposta - fare tesoro di quanto avviene all'esterno e, per quanto possibile, attuarlo. Quando noi dicevamo, io ed altri voglio dire non è un plurale majestatis, che dopo le elezioni di Torino qualcosa andrà rivisto, questo non vuol dire né cambiare Giunta, né Assessori, n Presidenti, né maggioranza. Non è questo il problema. Va ripensato radicalmente il modo di essere della Giunta, del suo Presidente e del Consiglio, secondo le nuove logiche del sistema maggioritario, della centralità del Governo, non più del Parlamento, perché questa è la novità che sta maturando a livello nazionale, ma che naturalmente tutti ci rifiutiamo di realizzare e riconsiderare.
Dobbiamo quindi immaginare che prima di chiudere la nostra legislatura un esperimento di una Giunta del Presidente Brizio - questo lo dico senza ironia - vada immaginato, e che, se si deve trovare il consenso, lo si trovi non più sull'elenco degli Assessori come c'è scritto nel nostro Statuto, ma soltanto sul Presidente. E' il Presidente che poi costruisce la squadra, è dalla sua volontà e dalla sua centralità che nasce la collegialità; se invece i singoli Assessori sono sostanzialmente dei missi dominici dei singoli partiti, è evidente che il canale di rapporto è prima con il partito e poi con il Presidente. Questo è parlare in termini realistici e non molto ottimistici.
Abbiamo peraltro il dovere di fare qualche sforzo per realizzare, prima della chiusura della legislatura, qualche esperienza un po' più avanzata sul piano istituzionale. Quindi, in questo senso spero di avere giustificato la mia contraddizione. La Giunta non è collegialmente responsabile in termini politici, perché è collegialmente responsabile solo in termini formali di apparenza, non dal punto di vista sostanziale. Con tutto il rispetto dovuto al Presidente Brizio, dovuto a suo tempo al collega che questa mattina è ritornato fra noi, dovuto al Presidente Viglione e a quanti altri, sappiamo tutti qual è il limitato potere di intervento del Presidente rispetto al complesso della Giunta: la collegialità della Giunta, almeno in termini deliberativi, non in termini di solidarietà politica, è una questione tutta da costruire. Vorrei anche dire che non vorrei che, per il fatto che a un testardo pedemontano si è sostituito una cortese abitante, si cadesse dalla padella nella brace. Io non sono poi così convinto che ciò che dobbiamo costruire è una strana cosa per cui in Commissione si parla, si decide, si ragiona e si contratta su tutto. E' esattamente il contrario, collega Peano. Non vorrei che la liberalità, la cortesia della collega Vetrino venisse utilizzata o scambiata per riproporre dei modelli che non sono quelli verso i quali la comunità nazionale con il sì ha deciso di andare, che ci piaccia o non ci piaccia. Quindi, la solitudine del Governo e la sua responsabilità sono fatti politici che aumentano, non che diminuiscono, con il modello nuovo.
Certamente la capacità di relazione, di informazione con il Consiglio va collegata con la responsabilità politica. Ma paradossalmente in questo Consiglio si continuano ad apprezzare - questo non riguarda la collega Vetrino comportamenti ed orientamenti tendenti a rifiutare il nuovo, non a costruire il nuovo. E' stato detto nei dibattiti di questi giorni che la questione istituzionale vera che abbiamo di fronte non è la legge elettorale. La legge elettorale è uno strumento che deve evidentemente scegliere un sistema.
La verità è che il Governo, da sempre, e finalmente tornerà anche nel nostro Paese, non è prodotto dal Parlamento: il Governo è prodotto dal popolo, in termini paralleli e indipendenti rispetto al Parlamento che lo controlla. Sono due soggetti che camminano in termini dialettici, non sono la promanazione di un unico atto elettorale: sono la promanazione di atti elettorali distinti e separati. Questo vuol dire, quindi, che non c'è alcuna possibilità che nel futuro aumentino le funzioni di governo dei Parlamenti e dei Consigli regionali. Questo è, a mio modo di vedere, il sistema culturale rispetto al quale dobbiamo attrezzarci. Se ci abituiamo a questo, che è quello che hanno voluto i cittadini con il referendum probabilmente riusciremo a proporre per il sistema istituzionale una nostra proposta regionale. Se così non è, se non elaboriamo noi le novità della moderna cultura politica, rischiamo che il legislatore nazionale faccia delle leggi che riguardano la Regione che sono la conseguenza del centralismo culturale prima ancora che politico. Questo è il vero problema.
Non possiamo aspettare che la riforma delle Regioni nasca dallo Stato altrimenti sarà evidentemente una riforma che non darà autonomia alle Regioni, per la logica fisiologica dei fatti. Però, collega Peano, se vogliamo riformare le Regioni, le dobbiamo riformare nella linea della cultura politica che sta andando avanti, che sicuramente non è quella che porta alla solitudine dell'Assessore o all'essere - non trovo nessun termine che sia un eufemismo rispetto ad uno non bello - prigioniero del proprio partito; sicuramente, però, non possiamo pensare che il governo che costruiremo con le novità sia il governo che sostanzialmente è a metà strada tra il governo stesso e il Parlamento.
Dobbiamo abituarci ad immaginare che o rinunciamo a fare i parlamentari, i Consiglieri regionali, e quindi andiamo a fare i gestori del potere e quindi gli Assessori non eletti dal popolo, ma nominati dal Presidente, oppure, se scegliamo di fare politica, non ci occuperemo mai della gestione. E' una scelta anche esistenziale che non sicuramente chi ha i miei retroterra si dovrà porre, ma molti di voi, quelli più giovani, si dovranno porre il problema se scegliere di dedicare il loro tempo alla collettività in termini di gestione, quindi si candideranno a fare gli Assessori - ci sarà un Albo nazionale degli aspiranti Assessori - oppure si candideranno a fare il Presidente, oppure si candideranno a fare il Consigliere. E' certo che il Consigliere non penserà di essere una specie di missus dominicus dell'Assessore nel suo collegio elettorale; saprà che sarà uno che va lì meramente per controllare e non per proporre, per indirizzare, perché questa è la funzione del Presidente; sarà il Presidente che proporrà ed indicherà la linea di governo di una Regione. Il Consiglio non dovrà fare altro che controllare la proposta, dibattere all'interno della proposta stessa per preparare la proposta politica di cui si farà evidentemente carico il futuro candidato alla Presidenza della Giunta.
Dico tutto questo perché? In primo luogo per rispetto verso me stesso: questa vicenda deve essere letta in termini realistici, prendendo atto che una collegialità vera nelle Giunte di coalizioni non esiste, perché nelle Giunte di coalizioni vive il principio di interdizione, e ognuno si crea il proprio spazio vitale, qualunque partito, attraverso gli Assessorati perché così è, brutalmente. Chi non è convinto di questo, deve associarsi alle richieste delle opposizioni che chiedono le dimissioni della Giunta rispetto a questa vicenda, perché o non è vero che ci sono state disattenzioni o non è vero che - è stato ripetuto dal collega Ferrara - ci sono state responsabilità gravi e queste o sono di una persona o sono di un collettivo. Ho cercato di spiegare perché, secondo me, se per caso ci saranno e nella misura in cui ci saranno, politicamente non sono riconducibili alla Giunta, ma devono essere ricondotte anche politicamente alla persona che queste decisioni ha assunto. Dire una cosa diversa sarebbe essere scorretti nei confronti non soltanto della Giunta, ma anche nei confronti di noi stessi e delle esperienze di cui siamo portatori.
Questo vale per tutti i partiti che in qualche misura hanno avuto responsabilità di governo.
Lascio agli altri l'illusione di immaginare che le migliaia di deliberazioni che la Giunta assume siano la conseguenza di un dibattito come, in termini del tutto ipocriti, emerge invece dai verbali di Giunta che sono poi di fatto il modo d'essere delle nostre deliberazioni. Ricordo ancora, perché di questa vicenda sono stato personale protagonista, che le deliberazioni di Giunta non vengono presentate in Giunta; nascono in Giunta, quindi in teoria abbiamo dei verbali da cui sembra che si sia fatta una grandissima discussione, mentre quella stessa discussione è già stata predisposta nella bozza di deliberazione. Grazie, signor Presidente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Colleghi Consiglieri, c'è stato un ampio dibattito. Io mi riconosco in pieno nelle dichiarazioni di apertura della collega Vetrino e devo fare alcune precisazioni. Intanto, circa le responsabilità. Io firmo 7.000 decreti mediamente all'anno, firmo una serie di contratti che non oso enumerare, firmo decreti o lettere che mi sono propinate, ho posto tutti i controlli possibili sotto il profilo della legittimità. Da quando sono Presidente ho anche fissato un secondo controllo dei decreti, con una persona ad hoc, come sa bene la segreteria di Giunta. Ho cercato di controllare al massimo gli atti di emissione del Presidente della Giunta e questo vale anche per le deliberazioni di Giunta. Non sono Pico della Mirandola, cerco di seguire tutto; certamente su questo problema non è mancato un interessamento puntuale anche prima, come dimostrer dell'interrogazione del Consigliere Calligaro. Il 2 agosto 1991 c'è la deliberazione di aggiudicazione; io non entro nel merito del capitolato può essere stato anche un errore materiale la formazione del capitolato può darsi: è opera dell'Assessorato che avrà agito in perfetta buona fede ed io non ho ragioni per ritenere che non sia così. Nell'agosto 1991 c'è la deliberazione di aggiudicazione; tenete presente che io firmo il contratto l'ottobre del 1991, prima che ci fosse qualunque ricorso, ricorsi che vengono presentati a novembre e dicembre 1991 da parte della Centro Matic e delle altre ditte. Quindi firmo il contratto come atto sul quale non c'è contenzioso aperto.
Andiamo avanti: si apre la fase dei ricorsi al TAR; qualcuno chiede qual è stato l'atteggiamento. Come legale rappresentante, ho il dovere di tutelare tutti gli atti della Regione Piemonte. Noi interveniamo in giudizio anche sugli atteggiamenti del Co.Re.Co, contro i Comuni, salvo che vi sia esplicita e precisa indicazione di qualche errore, di qualche omissione, di qualche fatto che al momento non era assolutamente noto. Noi abbiamo deciso un'azione di coerenza rispetto agli atti assunti e su questa coerenza ci siamo mossi, come sempre avviene. Arriviamo quindi nel febbraio 1992: sentiamo con grande attenzione lo studio dell'avv. Casavecchia - che è stato incaricato di occuparsi delle cause - che è il migliore avvocato sulla piazza in materia di appalti, a Torino, a detta di tutti. Il 20 febbraio 1992, l'avv. Casavecchia scrive alla Regione: "A questo punto salvo miglior verifica, la fornitura potrà avere suo regolare seguito".
Lettera scritta. Non solo, ma nel giugno 1992, prima di dare corso al contratto, chiedo un colloquio con l'avv. Casavecchia, ottengo questo colloquio, gli chiedo successivamente conferma scritta del suo parere; vi leggo solo una frase, dedicandola ai colleghi Majorino e Miglio, che ci danno grandi lezioni: "Ovviamente nessuno è indovino, non vedo però come il Consiglio di Stato dovrebbe, da qui a chissà quanti anni, annullare gli atti di gara dopo avere dato ragione alla Regione per ben due volte in sede sospensiva".
Quindi, a dimostrazione che ci eravamo posti il problema, non saprei quali argomenti consigliare affinché la Regione possa tenere in sospeso la questione sino alla decisione di merito del Consiglio di Stato. Non aggiungo altro. Questo dice tutto e risponde puntualmente agli atti.
Quando noi ci poniamo il problema? Quand'è che andiamo a riconsiderare la linea? Quando la Commissione di collaudo ci dà un collaudo che non ci convince. Per vostra informazione, la Commissione di collaudo fu fatta esternamente, dopo varie discussioni. L'Assessore Maccari mi sottopose - su mia richiesta il problema se nominarla con dei funzionari interni o con dei professori esterni; io chiesi la nomina con professori esterni e con deliberazione di Giunta.



(Interruzioni del Consigliere Calligaro)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il verbale di collaudo della Centro Matic è questione che riguarda chi ha fatto il collaudo. Io dico che la Commissione è stata nominata in modo perfettamente regolare; a me non risulta che sia andata così. Se c'è stato probabilmente è perché doveva esserci una parte di collaudo di contraddittorio. La Commissione di collaudo è stata nominata con deliberazione ed è stata prevista con due componenti esterni dell'Università ed uno interno, su proposta dell'Assessore Maccari.
Quando la Commissione di collaudo ci dà un parere che, a nostro avviso non è soddisfacente né convincente, chiediamo un colloquio con la Commissione di collaudo, alla quale partecipa il Presidente (e c'era anche il segretario della Giunta, dott. Clemente, oltre all'Assessore Maccari).
Parlando con la Commissione di collaudo, non sono riuscito a capire se il materiale era stato collaudato o meno. Voi lo capite dalla lettera? Io non l'ho capito neanche parlandogli! Forse sono scemo! Ma poiché non penso di esserlo, credo ci siano delle difficoltà reali.
Parlando con la Commissione di collaudo, è emerso, nelle battute, che quel materiale poteva valere meno; immediatamente, abbiamo quindi predisposto - consenziente l'Assessore Maccari una deliberazione d'incarico nel senso richiesto dal collega Majorino, nominando, anche se in modo diverso, degli esperti.



(Interruzioni in aula)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

A prescindere dal fatto che c'è sempre un'azione dell'Assessorato quando il collaudo è stato portato alla mia attenzione, questo non era soddisfacente, ragione per cui abbiamo chiesto un colloquio con la Commissione di collaudo. Ho parlato personalmente con la Commissione di collaudo, quindi potete rilevare quanto interessamento è stato esplicato.



CHIEZZI Giuseppe

Come mai questo ritardo nel fare il collaudo?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Questo ritardo non dipende da me.



(Commenti in aula)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non so se dipenda dall'Assessore Maccari o da difficoltà oggettive; io non so esattamente quali siano le difficoltà. Sul ritardo del collaudo, al momento, non sono in grado di dare spiegazioni.
Ciò che vi posso dire è che quando ho visionato il materiale della Commissione di collaudo e questo non era soddisfacente, abbiamo predisposto un incontro con la stessa Commissione e abbiamo avuto la sensazione che si dubitasse sul valore reale. A questo punto, la Giunta ha provveduto a nominare due esperti, i quali hanno fornito le loro conclusioni.



(Interruzioni in aula)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Scusa, io non ti ho interrotto; ho lasciato che tu mi insultassi in modo osceno per tutta la seduta. Io ti dico che, come legale rappresentante, ho esplicato tutta la parte che mi competeva.



(Interruzioni in aula)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ma non hanno parlato di prezzo; io non sono stato insoddisfatto dai collaudatori, non perché non parlavano di prezzo, ma perché non dicevano come non hanno detto fino ad ora, se la fornitura era collaudata o meno.
Dopodiché, il discorso prezzo è nato da un colloquio, da una battuta da una percezione: "Quel materiale vale di meno". Allora, avendo avuto la sensazione che valeva di meno, abbiamo agito immediatamente per sapere quanto valeva. A questo punto, avendo un collaudo non chiaro, avendo una perizia che stabilisce un valore minore, credo si faccia l'interesse della Regione, dopo averli sentiti, nel dare incarico ai nostri legali - com'è scritto in deliberazione - per vedere come impugnare questo contratto ed uscirne in modo positivo per la Regione medesima.
Come in tutte le cause, c'è un rischio, indubbiamente, e quindi possiamo vincerla o perderla. Bisognerà anche vedere quali modalità ci suggeriranno gli avvocati; abbiamo integrato il nostro staff composto dagli avv. Casavecchia e Sorniotto con l'avv. Ferreri; cerchiamo di andare con forza a questo esame sul piano giuridico e di fare gli interessi della Regione.
Ci possono anche essere state delle pause e delle lentezze, ma queste non sono dipese dall'iniziativa del Presidente della Giunta. O sono state congenite nei fatti o sono derivate da altri atteggiamenti. Questi sono i dati di fatto precisi.
Non sto a ripetere troppe storie, ma dichiaro con molta fermezza che siamo determinati a fare gli interessi della Regione, motivo per il quale siamo qui deputati, avendo la responsabilità di organo esecutivo. Non accetto quindi il discorso di un non impegno e di una non attenzione.
Certamente c'è la responsabilità primaria dell'Assessorato; c'è comunque l'impegno molto forte nostro di uscire da questa situazione, cercando di fare gli interessi della Regione, come è nostro dovere.
Quanto alle richieste di dimissioni, non voglio neanche più rispondere.
Ogni Consiglio si è ripetuto il gioco di presentare la richiesta di dimissioni. Ve l'ho già detto una volta: su un fatto singolo, noi non ci dimettiamo. O la maggioranza ci fa mancare il proprio consenso e c'è un'ipotesi diversa, costruttiva di una diversa Giunta oppure noi restiamo a fare il nostro dovere, perché riteniamo che sia un dovere rimanere qui. Un dovere, come ho già detto, ingrato, ma certamente non fuggiamo di fronte alle responsabilità in un momento come questo. Vorrei vedere che forza avrebbe una Giunta diversa: farebbe ugualmente quello che facciamo noi cioè impugnare questo provvedimento, a seguito dei dati che abbiamo in nostre mani.
Non so che tipo di scoperta sia questa, che una Giunta, un ente o un amministratore delegato o un rappresentante di una società non possa impugnare un contratto siglato in precedenza. Io sono completamente sereno non di quello che può essere successo sulle nostre teste (ogni giorno ce ne succede qualcuna), non delle responsabilità singole che possono esserci o non esserci; sono completamente sereno circa l'impegno che abbiamo posto per cercare di capire questa situazione complessa e difficile, soprattutto in quest'ultima fase.
Non c'è l'Assessore Maccari e non voglio imputare a lui i ritardi dei mesi tra una fase e l'altra; l'unica cosa che mi sento di dire con chiarezza è di non condividere la risposta del 9 febbraio, che ho sentito solo stamane, perché a suo tempo ero assente dal Consiglio (ero a Roma come è possibile appurare). Se il testo della risposta all'interrogazione corrisponde a quello letto dal Consigliere Zacchera, voglio leggerlo con attenzione, perché mi pare ci sia qualche errore formale e qualche sostanziale valutazione che forse io, dovendo rispondere, non avrei fatto.
Ma se devo rispondere anche delle risposte che fanno gli Assessori alle interrogazioni quando sono assente, credo che si voglia far diventare questa collegialità o questa responsabilità del Presidente una responsabilità totale.
Io le responsabilità politiche me le prendo tutte, comprese quelle personali che mi competono e quelle dell'azione politica collegiale della Giunta. Su questa vicenda stiamo cercando di fare chiarezza con molta puntualità, in una fase estremamente difficile: cerchiamo di fare il nostro dovere, convinti di farlo.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati sull'argomento.
Sono tre; li ricordo nell'ordine di presentazione: n. 576 a firma dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti n. 578 a firma del Consigliere Calligaro ed altri n. 580 a firma del Consigliere Majorino.
Ritengo che la discussione generale sulla comunicazione possa ricomprendere anche quella sugli ordini del giorno.
La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.



ZACCHERA Marco

Intervengo per annunciare il voto favorevole al primo ordine del giorno, a firma dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti. Formulo questo accoglimento dell'ordine del giorno, proprio proseguendo con le parole con cui ha terminato il Presidente della Giunta.
No, Presidente, lo dico con serietà e con serenità, oso dire quasi con affetto: non avete operato per fare chiarezza. Finché mi si viene a dire: "Non ho visto tutto, mi hanno messo le carte sotto il naso", posso capirlo e comprendo la buona fede, ma non posso accettare che questa Regione, cioè la vostra Giunta, abbia deciso di andare contro una sentenza così chiara emessa in nome del popolo italiano.
In questa sentenza - che io vi ho letto in Consiglio regionale e lei Presidente della Giunta, non era presente il giorno 9 febbraio e quindi forse non l'ha vista - è scritto in modo durissimo che "l'atteggiamento di sostanziale violazione delle prescrizioni è fuori dubbio" (così aveva scritto nei confronti della Regione questa sentenza del TAR); inoltre diceva che "l'apertura è avvenuta senza che i concorrenti siano stati posti in grado di presenziarvi", per cui non andava bene. Quindi il motivo del ricorso è fondato e "idoneo a stravolgere integralmente la gara. E' del tutto ovvio e pacifico, infatti - sono poche righe ma le leggo, Presidente che la verifica della gravità formale delle domande non può essere confinata tra gli atti interni della Pubblica Amministrazione, al di fuori di ogni possibilità di controllo. Ciò che è avvenuto quindi - Presidente attenzione, dice una sentenza in nome del popolo italiano - è del tutto contrario ad ogni principio di correttezza e trasparenza".
Vado avanti a leggerla? Voi vi siete appellati contro questa sentenza e dite che volete fare chiarezza? Ma se volevate fare chiarezza, bastava semplicemente..



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Leggiti la sentenza del Consiglio di Stato!



ZACCHERA Marco

Ma chi ha ricorso al Consiglio di Stato?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' per quello che ho fatto ricorso!



ZACCHERA Marco

Presidente, nel momento in cui il TAR vi dice che sono successe queste cose, nel momento in cui con le sue parole, Presidente, ci viene a dire che ci sono delle cose che non comprendete, voi andate contro questa sentenza per portare comunque a termine una gara? E continuando le incertezze accettate anche le macchine, e aspettate sette mesi a nominare i periti? Sette mesi ha aspettato questa Giunta, sette mesi, signor Presidente, per nominare i periti, la prima Commissione di collaudo! Sette mesi con sette miliardi! Sette più sette (sono biblici)! Sette miliardi di beni in magazzino, e noi non nominiamo neppure i collaudatori! E quando ben li abbiamo nominati, e ci restituiscono il lavoro il 15 di novembre, noi aspettiamo la metà di febbraio, dopo tutto quello che è successo in Consiglio regionale, per nominare dei collaudatori dei collaudatori? Presidente, mi spiace, ma veramente la sua tesi non è assolutamente convincente!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, noi abbiamo parlato di responsabilità politiche: a me paiono indubbie, fuori di ogni dubbio. Gli illeciti penali non sono competenza nostra, sta indagando la Magistratura; quello che non è accettabile è che la Giunta si atteggi come ha fatto oggi.
Non si può fare i nuovi; non si può fare quelli che sono arrivati all'ultimo momento; non si può far finta di niente; non si può giustificare tutto, in sostanza. Vi sono alcuni errori: ammettiamolo esplicitamente perché in questo modo, con un'esplicita ammissione, possiamo stabilire una strategia di richiesta di rescissione del contratto con un Consiglio regionale più unito.
Si svolge il dibattito: il Gruppo socialista nemmeno prende la parola.
Io lo trovo desolante. Si ha nettissima l'impressione di una maggioranza che sfugge alle sue responsabilità: ma davvero non avete sbagliato niente? E allora? Rescissione: sì o no? Sì, alto e forte.
In questo non sono quindi d'accordo con qualche voce che si è alzata dall'opposizione, per dare quasi ragione alla Centro Matic. No, io sono amministratore della Regione Piemonte e voglio battermi fino in fondo per l'interesse della Regione Piemonte, della comunità piemontese. Questo per non significa procedere alla cieca; significa capire i rischi che la Regione oggettivamente corre, e li corre per un'incredibile serie di errori della Giunta. La Giunta si è mossa, l'abbiamo visto, ma si è mossa perché è stata costretta: sono atti dovuti, i vostri! Voglio ricordarvi che di ben altro tenore è stata la relazione dell'Assessore Maccari il 9 febbraio; in quella data, noi abbiamo saputo dalla conclusione dell'intervento dell'Assessore Maccari, che la Magistratura si era mossa: "Non credo di violare dei segreti istruttori mi auguro di no - se dico che la Procura della Repubblica ha già richiesto la documentazione, che è stata mandata e sarà mandata man mano che sarà ampliata" (leggo testualmente dall'intervento dell'Assessore Maccari).
Quindi, certo, ora bisogna muoversi. Sulla clausola cavillo, il TAR aveva perfettamente ragione: l'oggetto dell'appalto era la fornitura di sistemi ottici per la lettura automatica di ricette. La manutenzione e l'offerta per la manutenzione è stata richiesta successivamente, con una semplice lettera; poiché tutte le ditte di informatica fanno delle offerte in materia di manutenzione (che è in percentuale rispetto al prezzo complessivo della fornitura), due società hanno fatto bene ad inserire questa offerta economica nella busta sigillata.
Mi pare che questo cavillo abbia pochissimi precedenti, anzi, ha pochissimi precedenti. C'è una relazione nettissima tra costo-richiesta per la manutenzione e prezzo complessivo del sistema ottico, quindi dall'offerta fatta per la manutenzione è facilissimo risalire al prezzo fatto in busta chiusa.
Le tecnologie sono tra l'altro - ve ne sarete accorti - se non obsolete certamente superate; noi avevamo il CSI, con il quale avevamo lavorato proficuamente per un intero anno, scaricandolo all'ultimo momento nella fase più delicata, quella della gestione dell'appalto-concorso. Leggendo sia le relazioni di collaudo sia la stima del valore della fornitura, ci accorgiamo che il nostro capitolato era pieno di imprecisioni e soprattutto non chiedeva cose essenziali. Basta leggere con un minimo di attenzione le tre relazioni che sono a nostra disposizione.
C'è un altro problema che è stato sollevato dal collega Cucco e che mi trova d'accordo. Anche noi questa mattina abbiamo presentato un'interpellanza per sapere che cosa è accaduto in Assessorato: spostamenti repentini, improvvisi di funzionari, richieste di capirne di più fatte otto, nove mesi fa rimaste senza risposte, riguardanti due funzionari: Vivinetto e Frego.
L'ultima osservazione riguarda l'interpellanza presentata nel lontano luglio 1992. Noi non abbiamo sentito né l'Assessore né il Presidente della Giunta smentirla. Le cose si sono purtroppo concluse come noi avevamo in linea di massima previsto con molte novità, lo ammettiamo. Le nostre critiche hanno avuto successivi sviluppi, ma tutto è partito da queste critiche. Se la Giunta le avesse prese in considerazione a suo tempo probabilmente non ci troveremmo oggi in una situazione particolarmente imbarazzante e con il rischio pesante di non riuscire a tutelare appieno gli interessi della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, nel nostro ordine del giorno concludiamo con una richiesta di dimissioni della Giunta che - stia certa la maggioranza - ci pare perfettamente motivata e non sarà l'ultima volta che la chiederemo, visto che insistete nel non dimettervi. Ritengo che dopo l'arresto dell'Assessore Maccari e le ammissioni comparse sulla stampa da parte dello stesso Assessore, correttezza avrebbe voluto le vostre dimissioni per poi magari essere rieletti, ma almeno una censura nella vostra attività amministrativa penso che dovreste renderla a questo Consiglio. Non l'avete fatto, siete tranquilli, seduti al vosto posto in piena continuità nelle responsabilità amministrative di non esservi accorti di cosa stava succedendo sui vostri banchi.
Il dubbio che ho, Presidente Brizio, sa qual è? Quello di fondo su questa vicenda? E' che voi abbiate dato l'incarico ai legali di verificare le condizioni per impugnare il contratto, perché, anche sulla base di perizie che avete commissionato, avete l'impressione che la fornitura costasse troppo. Ritengo che un contratto si possa rescindere per incongruenza con il capitolato. Voi non avete detto questo; voi l'azione legale non la intraprendete verso un'inadempienza contrattuale. Mi pare che la motivazione vostra profonda sia il dubbio che quel contratto prevedesse una cifra troppo alta per quella fornitura: questo, però, è un altro discorso. Qui si tratta di una rescissione di contratto per motivi politici, ma per motivi politici non si rescindono i contratti. Per motivi politici uno può abbandonare una carica, ma non rescindere un contratto! Un contratto si rescinde per motivi amministrativi, altrimenti è una sorta di giustizia sommaria, per cui si penalizzano dei contratti perché si pensa che il prezzo sia troppo alto, ma il prezzo è stato da voi sottoscritto. E il fatto che lei, Presidente Brizio, continui a difendere la procedura dà forza a questa mia interpretazione! Voi dite: "Il contratto era perfetto, la procedura era perfetta"; il Presidente ha detto: "Difendo fino all'ultimo questo contratto".



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non ho affatto detto questo.



CHIEZZI Giuseppe

Tant'è che di fronte alle rimostranze dell'opposizione avete continuato a procedere, ad assegnare quella fornitura al prezzo offerto dalla ditta e pattuito in contratto e continuate a dire: "Abbiamo fatto bene ad affidare".



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non farmi dire quello che non ho detto!



CHIEZZI Giuseppe

Brizio, continui a dire: "Abbiamo fatto bene ad affidare" o no? L'hai ripetuto fino a cinque minuti fa!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho detto che non potevamo non affidare.



CHIEZZI Giuseppe

Certo che non potevate non affidare, che avevate una strada costretta e quindi non potevate agire diversamente. L'affidamento quindi è valido, per quale motivo rescindete il contratto? Sulla perizia di collaudo. Nella perizia si legge, su due punti fondamentali, che tutte le verifiche dimostrano che gli apparecchi funzionano, il che sull'hardware non è poco. Sul software si dice che in capitolato non si chiedeva nulla e la perizia e la successiva aggiunta alla perizia dicono, e la stessa riserva della Centro Matic scrive, che nulla è stato chiesto e nulla è stato dato, tant'è che i periti vi suggeriscono: "Ove procedeste, chiedete poi un'integrazione", ma è un'integrazione non richiesta dal capitolato.
Allora la sostanza per impugnare il contratto amministrativo mi pare poca. La sostanza politica mi pare tanta, ma le conseguenze di quella sostanza politica non sarebbero la rescissione da parte vostra di un contratto, bensì la recisione da parte vostra dei legami con il governo regionale! Per questo noi chiediamo le dimissioni, perché il contratto era sbagliato dall'origine. La Giunta dovrebbe dunque prenderne atto e andarsene, consegnando alla Giunta successiva l'esame obiettivo, ad altro soggetto politico, degli elaborati e la proposta al Consiglio regionale di quale strada intraprendere. Mi sembra che invece voi facciate le due parti in commedia e che usiate un ricorso amministrativo per bloccare un episodio di supervalutazione nell'ambito contrattuale di una fornitura. Per questo chiediamo le vostre dimissioni.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, procediamo alla votazione degli ordini del giorno.



ZACCHERA Marco

Chiedo la parola per dichiarazione di voto sul secondo ordine del giorno, perché sono intervenuto soltanto sul primo documento.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Zacchera, credo di aver detto in modo chiaro che la discussione era avvenuta su tutti gli ordini del giorno presentati e che le dichiarazioni erano quindi riferite al complesso dei documenti. Non mi pare pertanto che sia il caso di riaprire, per ogni ordine del giorno sequenze di dichiarazioni di voto.



ZACCHERA Marco

Sì, ma nel secondo ordine del giorno noi chiediamo una cosa diversa dal primo.



PRESIDENTE

La dichiarazione di voto si riferiva però a tutti e tre i documenti come normalmente si fa quando la discussione coinvolge tutti gli ordini del giorno presentati.



ZACCHERA Marco

Adesso, però, si vota sul primo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Certo, adesso si vota sul primo.



ZACCHERA Marco

Io desidero fare la dichiarazione di voto sul secondo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, le ripeto che io ho posto esplicitamente la questione e non ho ricevuto obiezioni, quindi ritengo che le dichiarazioni di voto che si sono svolte siano state effettuate su tutti i documenti presentati.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, io sono stato al di sotto dei cinque minuti previsti dal Regolamento. Il secondo ordine del giorno si conclude in maniera difforme dal precedente, non chiede le dimissioni della Giunta, per cui un conto era collocarsi su questa richiesta, un altro è collocarsi sugli ordini del giorno successivi che sono sostanzialmente diversi.
Se il Presidente vuol darmi la parola, svolgerò in un minuto la dichiarazione di voto sui successivi ordini del giorno. Poiché il secondo documento chiede delle cose diverse, mi collocherò in maniera diversa.



PRESIDENTE

Lei quindi sostiene di non avere compreso prima che si trattava di dichiarazioni di voto su tutti i documenti?



ZACCHERA Marco

Sì, glielo dico con tutta sincerità.



PRESIDENTE

Mi fido della sua perfetta buona fede e le darò dopo la parola per un minuto per la dichiarazione di voto, ma chiaramente non la darò agli altri Consiglieri, in quanto lei non aveva colto che si trattava di una dichiarazione di voto complessiva.
Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 576 firmato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte precisato che i fatti e le responsabilità penali non vanno confusi con i fatti e le responsabilità amministrative rilevata la necessità di difendere il buon nome e la serietà di comportamento della Regione nei confronti di soggetti pubblici e privati con i quali stipula contratti di appalto e di fornitura ricordato che, sulla base della collegiale responsabilità di decisione della Giunta regionale, la Regione nella persona del proprio legale rappresentante ha firmato un contratto di fornitura con la Centro Matic di lettori ottici, accettando le condizioni economiche e tecniche proposte dalla Centro Matic ricordato che la fornitura è stata accettata dalla Regione ed immagazzinata in un magazzino osservato che, a fronte del mancato pagamento della fornitura consegnata la Centro Matic denuncia il mancato pagamento come fonte di rilevante danno economico, fatto che presuppone azioni di rivalsa economica verso la Regione ritenuto inaccettabile che la Regione venga investita da responsabilità amministrative in seguito ad inadempienze contrattuali che recherebbero danni economici alla Regione e danni al buon nome della stessa espressa viva preoccupazione per la contraddittorietà delle azioni svolte dalla Giunta regionale che prima firma un contratto e poi omette gli atti conseguenti al contratto stesso rilevato che tale modo di procedere è inadeguato a garantire fiducia in termini amministrativi di qualsivoglia soggetto che abbia in animo di stipulare contratti con la Regione Piemonte invita il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale a rassegnare le proprie dimissioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 14 voti favorevoli e 24 contrari.
Sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Calligaro ed altri ha chiesto di intervenire il Consigliere Majorino, ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Dichiarando il voto favorevole al secondo e al terzo ordine del giorno con particolare riguardo al terzo, proposto dal nostro Gruppo, rilevo innanzitutto che, mentre da parte sua, Presidente, c'è stata una difesa ad oltranza sull'operato della Giunta, due colleghi che appoggiano la maggioranza, Ferrara e Peano, sia pure "obtorto collo", hanno riconosciuto (le parole del Consigliere Peano le ho ascoltate con particolare attenzione) che si erano commessi degli errori; tuttavia, anche in considerazione della successione all'Assessore Maccari dell'Assessore Vetrino, la maggioranza si collocava favorevolmente all'iniziativa presa.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il capitolato poteva essere... Quindi non ho fatto alcuna difesa.



MAJORINO Gaetano

La sostanza era una difesa. Ciò premesso, il nostro ordine del giorno si motiva su quattro punti che leggerò rapidamente.
Nel primo punto noi contestiamo alla Giunta di avere impugnato al Consiglio di Stato la sentenza che annullava la gara - che avrebbe fatto giustizia su questa brutta faccenda - e questo in contrasto con la prassi costante in forza della quale la pubblica amministrazione, di fronte ad una contesa giudiziaria fra aggiudicatario e soggetto non aggiudicatario rimane alla finestra con la consueta formula di rimessione al giudizio del tribunale.
Il secondo punto, quello più sostanzioso, è relativo alla stipulazione del contratto (9 marzo 1992) dove, secondo i dati contenuti nella deliberazione di nomina dei collaudatori, si era in pieno contenzioso amministrativo; per cui, prudenza avrebbe dovuto quanto meno suggerire di aspettare la fine del contenzioso.
Terzo punto: contestiamo alla Giunta di avere nominato la Commissione di collaudo solo il 5 marzo 1992, ovvero sette mesi dopo l'acquisizione del materiale, di averle posto un termine di trenta giorni e di avere consentito alla Commissione di collaudo di superarlo abbondantemente. Lei Presidente, potrebbe rispondermi che non può stare dietro anche ai termini fissati in una deliberazione; d'accordo, però i sette mesi che trascorrono tra la consegna dei lettori ottici e la nomina della Commissione di collaudo è un errore imperdonabile.
Quarto punto: contestiamo di aver trascurato di fare osservare questo termine e di essere rimasta inerte, salvo appunto gli eventi di questi ultimissimi giorni, ai fini di far sì che la Commissione di collaudo si pronunci, perché finora è rimasta nella nebbia e nell'incertezza.
Quindi voto favorevolmente a questi due ordini del giorno, e richiedo visto che c'è un'indagine della Magistratura in corso, che il verbale dell'odierna seduta venga trasmesso. Si tratta di una prassi seguita in molte occasioni dal Presidente Viglione, ogni qualvolta in dibattiti consiliari si sfioravano, anche solo lontanamente, questioni che potevano avere rilevanza penale.
Questa richiesta la rivolgo alla Presidenza dell'assemblea, che ne valuterà l'opportunità.



PRESIDENTE

La Presidenza valuterà la richiesta avanzata dal Consigliere Majorino.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 578, a firma del Consigliere Calligaro e altri, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte appreso che l'autorità giudiziaria ha avviato un'inchiesta sulla vicenda dei Sistemi di lettura automatica delle ricette mediche e ha inviato un avviso di garanzia al Presidente della Commissione aggiudicatrice dell'apposito appalto-concorso informato che la relazione di stima dei sistemi di lettura ottica fissa in L. 2.900.000.000 il valore reale alla data odierna (compresa IVA ed esclusi eventuali ricarichi della ditta fornitrice) della fornitura aggiudicata alla Centro Matic S.p.A, al prezzo complessivo di L.
7.637.547.000 considerato che i Sistemi forniti sono inadeguati rispetto all'oggetto dell'appalto: '...trattamento con sistemi di lettura automatica di 50 milioni di ricette mediche/anno' accertato che sono chiarissime e nettissime le responsabilità dell'ex Assessore alla sanità e della Giunta regionale nel suo complesso impegna la Giunta regionale a rescindere il contratto con la Centro Matic S.p.A., che danneggia gravemente gli interessi della Regione Piemonte inoltre invita la Giunta regionale a trarre, dalla rovinosa vicenda, le logiche conseguenze".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 12 voti favorevoli e 24 contrari (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 580 presentato dal Consigliere Majorino, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevate le gravi responsabilità della Giunta nella faccenda dei 'lettori ottici' forniti dalla società Centro Matic: per avere ritenuto la 'necessità' di proporre appello al Consiglio di Stato avverso la sentenza 26 marzo 1992 del TAR Piemonte che aveva annullato la procedura di gara d'appalto e l'aggiudicazione alla Centro Matic per L. 7.637.983.000 della contestata fornitura ritenuto che tale comportamento significa avere 'sponsorizzato' sotto tutti i profili gli interessi economici della Centro Matic impegna la Giunta regionale - alla luce delle risultanze sia della Commissione che ha collaudato la fornitura e sia della Commissione che ha individuato il valore vero e reale della fornitura - a trarre le conseguenze del proprio pregresso comportamento ed operato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 14 voti favorevoli e 25 contrari.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 38) all'o.d.g.: "Nomine".
Si proceda alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

SAGAT S.p.A. (art. 3, L.R. n. 36/77). Consiglio di amministrazione. Nomina di 1 rappresentante.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Ellenio Firpo.


Argomento: Nomine

Interporto di Torino SITO S.p.A. (art. 3, L.R. n. 8/82). Consiglio di amministrazione. Nomina di 6 rappresentanti.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti, in applicazione dell'art. 72, i signori Cataldo Principe, Fedele Lombardo Alfredo Tentoni, Mario Dolando, Daniele Franchi e Bruno Martena, gli ultimi due designati ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della L.R. n. 10/85.


Argomento: Nomine

ECBIC Piemonte S.p.A. (art. 4, L.R. n. 22/91). Collegio sindacale. Nomina di 1 Sindaco supplente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Paolo Bruno.


Argomento: Nomine

Consorzio per la gestione di attività di formazione professionale di Cuneo (artt. 15 e 16 dello Statuto). Collegio dei Revisori. Nomina di 1 Revisore.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato voti sufficienti, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Nomine

Commissione provinciale tecnica e di vigilanza farmaceutica Provincia di Asti (art. 13, DPR n. 94/89).


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Piera Manfredini.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 661: "Dichiarazione di decadenza dalla carica di membri effettivi del CROP - Sezione Opere Edili e Sezione Infrastrutture (artt. 34 e 39 Regolamento di attuazione L.R. n. 18/84)"


PRESIDENTE

Poiché vi è urgenza, propongo di esaminare la proposta di deliberazione n. 661, di cui al punto 26) all'o.d.g.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 31 voti favorevoli e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

E' stabilito che a questo punto si svolga il dibattito sugli ordini del giorno relativi alla questione dei rapporti con la Società Protecne.
Faccio presente al Consiglio che mi è stata presentata una richiesta che mi sembra fondata, da parte dell'Assessore Nerviani.
Sono presenti all'o.d.g. alcune proposte di legge sull'istituzione di parchi; alcune di queste sono proposte di legge all'unanimità e non hanno emendamenti, quindi lo svolgimento potrebbe essere particolarmente veloce e compatibile con lo svolgimento della discussione sulla Società Protecne.
Questo è il punto che volevo mettere in evidenza. Chiedo una verifica dell'orientamento del Consiglio su questo punto.
Vorrei ancora chiarire: l'urgenza è semplicemente dovuta al fatto che sta per arrivare la scadenza dei termini per l'istituzione di questi parchi, che altrimenti correrebbero il rischio di non essere più istituibili; inoltre, la prossima settimana l'Assessore Nerviani potrà essere presente ai lavori del Consiglio, per seguire il resto del dibattito relativo ai parchi, soltanto per una parte della seduta, perché chiamato da impegni a Roma.
La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Credo che si debba anche valutare la lunghezza ipotizzabile del dibattito che segue, perché ho l'impressione che non si svilupperà nella stessa misura in cui si è fatto per i lettori ottici, ma quasi. Se non ci sono in questa settimana scadenze particolari che hanno a che fare con opere pubbliche nel settore della sanità, e tanto per essere espliciti con l'Amedeo di Savoia e con i progetti AIDS, per quanto mi riguarda non ho nulla in contrario al fatto che della questione Protecne se ne possa discutere martedì, così da lasciare tutto il tempo necessario per fare questi progetti di legge ed altri eventuali punti che ci saranno all'o.d.g.; altrimenti strozzeremmo la discussione di oggi.



PRESIDENTE

Il parere del Consigliere Cucco è stato chiaro; chiederei, se possibile, il parere dei presentatori dell'altro ordine del giorno su Protecne.
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Si era deciso di farlo come secondo punto di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Quindi si mantiene la richeista di discutere su Protecne, lasciando a dopo la discussione sui parchi, se ce la facciamo? Mi rendo conto della questione posta dal Consigliere Calligaro. In realtà, come i colleghi sanno benissimo, c'era stato un impegno esplicito in Consiglio di svolgere il punto su Protecne nella seduta di oggi come secondo punto all'o.d.g. e questo impegno è stato ribadito alla Conferenza dei Capigruppo. Siamo arrivati ad un'ora abbastanza tarda, quindi il problema nasce esclusivamente da questo.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Si può fare anche l'ordine del giorno su Protecne, però è chiaro che dobbiamo dedicare la prossima seduta interamente ai provvedimenti amministrativi, facendo soltanto l'ordine del giorno su Barricalla altrimenti, poiché i tempi non si mantengono assolutamente, non possiamo rimanere paralizzati su questi disegni di legge, che sono molto importanti.
Questa è l'opinione della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Sono d'accordo con le considerazioni che faceva il collega Cucco.
Sicuramente l'ordine del giorno ci porterà via parecchio tempo; per cui forse è opportuno discutere ed approvare le proposte che faceva l'Assessore Nerviani e rinviare al primo punto della prossima riunione la questione della Protecne.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Non ho voluto in alcun modo interrompere il programma di lavoro del Consiglio; ho soltanto rappresentato alla Presidenza, che cortesemente si è disposta ad ascoltarmi, una questione rilevante che potrebbe essere trascurata oggi, ma messa in sottolineata evidenza la volta prossima.
La questione è questa: noi abbiamo, con la collaborazione di tutti i Consiglieri, anche in Commissione consiliare, terminato l'elaborazione di una quindicina di provvedimenti, dei quali sette-otto assolutamente nuovi riguardanti il Piano dei parchi e la modifica dello stesso nel senso richiesto da molti Consiglieri. Una gran parte di queste iniziative, perch non si provochino delle interruzioni e non decadano salvaguardie, deve essere approvata entro la prima settimana o la prima decade di maggio.
Pertanto, se questa sera non fosse possibile procedere all'esame di una parte che alleggerisce ovviamente il lavoro complessivo, sarebbe mia richiesta di muoversi per le due sedute prossime, in modo tale che nella mattinata ci si possa dedicare all'approvazione di questi provvedimenti.
Al pomeriggio, sono chiamato dal Ministro Valdo Spini per affrontare l'applicazione della legge n. 394 in una parte di particolare interesse per la Regione, perché si tratta del riparto delle risorse da tempo esistenti e non distribuite, conseguenti all'applicazione della legge n. 394.



CUCCO Vincenzo

Se sarà ancora in carica.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Spero che sia ancora in carica il Ministro Spini e soprattutto che siano disponibili le risorse che, prima sono ripartite, prima arrivano.
Sottolineo al Consiglio l'assoluta importanza che il Piano dei parchi, che abbiamo complessivamente tutti insieme onorato, venga opportunamente tradotto in efficacia da questa assemblea e i tempi siano davvero molto stretti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

In relazione alle questioni che sono state qui poste, sentito anche il collega Calligaro, riteniamo di poter aderire all'ipotesi di utilizzare lo scorcio della giornata per esaminare una parte delle proposte di legge relative ai parchi, limitatamente a quelle che sono state oggetto di approvazione all'unanimità nella Commissione. Ciò in modo da poter dedicare nella prossima seduta - credo che questo sia ovvio - il tempo necessario alla discussione dell'ordine del giorno sulla Protecne, fermo restando che esso sarà discusso in apertura della seduta, dopo la parte relativa alle comunicazioni di rito.



PRESIDENTE

Mi pare di capire che anche il Gruppo PDS, che era firmatario di uno degli ordini del giorno, oltre al Consigliere Cucco che era firmatario dell'altro, condivida l'opportunità di discutere adesso sui parchi. Chiedo un attimo consiglio all'Assessore sull'ordine da seguire nell'esame di questi progetti di legge, in modo da accelerare al massimo i tempi. Secondo l'ordine contenuto attualmente nell'o.d.g., il primo parco in esame sarebbe quello previsto dal progetto di legge n. 226.



BRESSO Mercedes

Presidente, questo è l'unico su cui avevamo concordato di rinviare alla settimana prossima, perché il collega Rivalta doveva ancora stendere la relazione. Si può fare anche a braccio, ma poiché su questo vorremmo avere il tempo per una discussione approfondita e non è uno di quelli che rischiano di decadere, chiederemmo di incominciare con gli altri.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 292: "Integrazione alla L.R. 16/5/1980, n. 47 'Istituzione della Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto'"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 292, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Miglio, che ha facoltà di intervenire.



MIGLIO Mario, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, così recita: "Con il disegno di legge n. 292, presentato dalla Giunta regionale in data 16/7/1992, licenziato dalle Commissioni consiliari competenti II e I si propone, al Consiglio regionale, di istituire una nuova Riserva naturale speciale, denominata 'dei Canneti di Dormelletto', includente un tratto della fascia costiera del Lago Maggiore che insiste nel solo territorio amministrativo del Comune di Dormelletto.
Nella sostanza, verrebbe integrato l'esistente Parco naturale dei Lagoni di Mercurago, istituito con la L.R. 16/5/1980, n. 47, facendo ricadere sotto la gestione dello stesso Ente anche il controllo e la valorizzazione di tale area, seppur non contigua a quella dello stesso parco.
Il territorio costiero di Dormelletto è uno degli ultimi esempi assieme a quello della Piana di Fondo Toce, già sottoposta a tutela grazie all'istituzione in Riserva naturale speciale con L.R. 24/4/1990, n. 51, di zona a prevalente vegetazione spontanea costituita da canneti, con un fondale basso, tale da poter essere classificata come umida.
Questi microambienti svolgono una fondamentale funzione ecologica perché favoriscono la regimazione delle acque; la depurazione autonoma e l'assorbimento equilibrato delle sostanze, anche nocive, introdotte nel corpo dell'acqua; la transazione fra un sistema acquatico ed uno terrestre nonché il mantenimento di quelle diversità biologiche sulle quali si è incentrata l'attenzione anche nel corso della recente Conferenza mondiale sull'ambiente, ECO '92, tenutasi a Rio in Brasile.
E' in tali fasce costiere che si ritrovano assetti vegetazionali e specie ittiche o avifaunistiche di particolare interesse scientifico e naturalistico.
Per quanto attiene al canneto, è questo un'associazione vegetale composta prevalentemente da piante dal fusto lungo e flessibile accompagnate da altre, come i giunchi, testimonianza di quello che era in origine il paesaggio spondale del Lago Maggiore.
A questi aspetti positivi, fanno da contraltare le alterazioni ed anche le distruzioni ambientali/paesistiche derivanti dall'antropizzazione manifestatasi, in maggiore entità, negli ultimi decenni, soprattutto attraverso la sregolata ed incompatibile (rispetto alla preservazione dei beni e delle risorse ed al mantenimento dell'equilibrio ecosistemico) costruzione di edifici residenziali, l'installazione di cantieri nautici e l'apertura di numerosi campeggi.
Tale aggressione, che ha snaturato buona parte della costa del Lago Maggiore, ridisegnando il paesaggio e creando un nuovo ambiente, deve essere ora contenuta ed eliminata per ricondurre gli interventi nell'alveo della compatibilità ambientale e del rispetto dei valori paesistici.
Questo disegno di legge, grazie all'istituzione dell'area protetta consente appunto di salvaguardare tale piccola porzione di fascia costiera tanto vulnerabile quanto interessante dal punto di vista scientifico e storico-testimoniale.
Alla necessità di imporre vincoli o, se si vuole, di riconfermare, in parte, quelli imposti per effetto della L.R. n. 431/85, si aggiunge quella di gettare le basi per una diversa pianificazione ed uso delle risorse.
Tale impostazione, data con il disegno di legge oggi in discussione, è accettata e condivisa attivamente anche dalle amministrazioni direttamente interessate.
Il Comune di Dormelletto, infatti, con nota scritta fa presente che '...accoglie favorevolmente la proposta'; l'Ente Parco naturale dei Lagoni di Mercurago '...esprime la più viva soddisfazione' e richiede l'inclusione, nell'area protetta dei Canneti, di tutti i campeggi a lago di una più estesa area spondale e della zona agricola tra i campeggi; la Provincia di Novara, oltre ad esprimere parere favorevole, manifesta '...la propria disponibilità nel ricercare opportune iniziative al fine di promuovere interventi di riqualificazione ambientale e paesistica sull'area di cui trattasi'.
Nella sostanza, non sussistono opposizioni bensì solo legittime ragioni che giustificano la necessità ed opportunità di salvaguardare attivamente mediante la promulgazione di apposita legge istitutiva, quest'altra porzione di territorio piemontese in cui si concentrano una pluralità di valori ed interessi largamente riconosciuti ed apprezzati.
Per quanto attiene all'articolato del disegno di legge, questo, oltre ad istituire la Riserva indicandone i confini, definisce le finalità, i vincoli e le sanzioni applicabili in caso di inosservanza del dettato.
L'art. 1, richiamando la L.R. 22/4/1990, n. 12, istituisce la Riserva naturale dei Canneti di Dormelletto quale parte integrante del Parco naturale dei Lagoni di Mercurago.
L'art. 2 individua i confini dell'area protetta e impone la collocazione di apposite tabelle lungo il perimetro della Riserva.
L'art. 3 precisa le finalità istitutive che si vanno ad aggiungere a quelle già specificate dall'art. 3 della L.R. n. 47/80 istitutiva del Parco dei Lagoni di Mercurago.
L'art. 4 impone, oltre ai divieti e vincoli già previsti dalla legge istitutiva del Parco dei Lagoni soprarichiamata, una regolamentazione per quanto attiene alla navigazione nello specchio d'acqua antistante la fascia costiera e comunque incluso nella stessa nuova Riserva, definendo, al contempo, le sanzioni da comminare in caso di violazione.
L'art. 5 demanda, per quanto non espressamente previsto, alle norme di cui alle LL.RR. n. 47/80, n. 12/90 e n. 4/92; lo stesso articolo precisa che la gestione della Riserva è affidata all'Ente dei Parchi e Riserve del Lago Maggiore a cui fanno già capo il Parco dei Lagoni di Mercurago e la Riserva naturale di Fondo Toce".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dal Consigliere Giuliano: al comma primo, dopo le parole "di velocità", aggiungere le parole "pari a 4 nodi, fatte salve le norme ulteriormente restrittive".
L'emendamento è accolto della Giunta, lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 4 così emendato a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 34.
L'art. 5 è approvato.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto la Consigliera Bresso.
Ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Esprimo ovviamente il voto favorevole all'intero testo della legge segnalando alla Giunta e all'Assessore, che peraltro conosce bene quest'area, che si tratta di un'integrazione importante delle aree protette del Lago Maggiore. E' un'area fortemente a rischio, con incipienti rischi di degrado e di danneggiamento; l'augurio è quindi che l'istituzione formale della Riserva migliori una situazione che non è di certo eccellente.
Ripeto: quest'area, che è bella ed importante, è anche un'area a rischio con incipiente degrado e problemi di inquinamento dell'acqua.
Quindi con la dichiarazione di voto a favore, esprimo l'auspicio che l'istituzione formale della Riserva possa servire anche ad incrementare l'intervento di tutela e miglioramento delle condizioni ambientali. E' una zona importante, soggetta tuttavia a fortissima pressione d'uso, sulla quale far mantenere un vincolo è tutt'altro che semplice. Quindi, poich l'Assessore è della zona, mi auguro che sarà oggetto di particolare attenzione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni. Ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Chiedo cortesemente se si può esaminare la proposta di deliberazione n.
632, che riguarda il Piano paesistico del Comune di Pragelato. Tale provvedimento era già stato posto all'attenzione del Consiglio la volta scorsa. Mi pare che il Consigliere Rivalta abbia domandato all'Assessore di soprassedere per un esame compiuto delle carte; poiché sono trascorsi quindici giorni, credo che questo provvedimento possa godere di una procedura d'urgenza.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 315: "Istituzione della Riserva naturale speciale del Monte Mesma e del Colle della Torre di Buccione"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare il progetto di legge n. 315, di cui al punto 18) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Marchini, che ha pertanto facoltà di intervenire.



MARCHINI Sergio, relatore

Dò per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, così recita: "Si esamina oggi il testo del disegno di legge presentato dalla Giunta regionale, che prevede l'istituzione della Riserva naturale speciale del Monte Mesma e del Colle della Torre di Buccione con le considerazioni che seguono.
L'istituzione della Riserva del Monte Mesma è finalizzata alla tutela di un'area di notevole interesse paesaggistico ubicata in vista del Lago d'Orta e della catena alpina del Monte Rosa. Il territorio è ricco di vegetazione e si presenta, nella quasi totalità, privo di costruzioni. In particolare, le pendici del Monte sono ricoperte da boschi cedui di castagno e di quercia, da anni in stato di completo abbandono, che necessitano di interventi di riqualificazione a fini produttivi e paesaggistici.
L'intero complesso, che richiede opere di restauro conservativo, si inserisce tra le realizzazioni artistiche dei coevi Sacri Monti. Oltre all'aspetto ambientale ed artistico, la zona presenta un notevole interesse sotto il profilo archeologico. Alla base e sulle pendici del Monte sono stati, infatti, rinvenuti reperti di probabile origine celtica ed altro materiale, affiorato in epoca recente, databile all'età gallica ed all'Impero romano.
L'istituzione della Riserva naturale speciale del Monte Mesma è finalizzata alla tutela ed alla protezione dell'area nei suoi aspetti paesaggistico, ambientale, artistico ed archeologico, nonché alla riqualificazione del patrimonio forestale, al recupero del complesso architettonico-religioso ed alla fruizione del territorio a fini scientifici, didattici e naturalistici.
Stanti le affinità di carattere ambientale, paesaggistico, storico religioso e territoriale del Monte Mesma con il Sacro Monte di Orta, le funzioni di amministrazione e direzione della Riserva, istituita con il presente disegno di legge, sono affidate all'Ente di gestione del citato Sacro Monte. Lo stesso Ente provvederà all'espletamento dell'attività gestionale inerente la Riserva naturale speciale, utilizzando personale proprio, già in servizio o di futura acquisizione in relazione ai posti disponibili nella pianta organica.
Sono, inoltre, stabiliti i divieti finalizzati alla tutela ed alla protezione dell'area, con riferimento alle caratteristiche che la stessa presenta, nonché le sanzioni da applicarsi in presenza di violazioni.
Sono, altresì, individuati gli interventi che, nel rispetto delle finalità che l'istituzione della Riserva si propone di conseguire, possono essere attuati sia in campo naturalistico sia in campo edilizio urbanistico.
La norma relativa alla sorveglianza recepisce quanto disposto dalla L.R. 21/7/1992, n. 36, in ordine alla possibilità di utilizzare le guardie ecologiche volontarie di cui alla L.R. 2/11/1992, n. 32, subordinatamente alla stipulazione di un'apposita convenzione che regoli le modalità di utilizzo.
Al fine di garantire il mantenimento e la corretta gestione delle caratteristiche ambientali, naturalistiche e paesaggistiche dell'area, il presente disegno di legge prevede, inoltre, che la Riserva naturale speciale del Monte Mesma sia oggetto di Piano naturalistico.
Detto strumento avrà valenza urbanistico-edilizia, poiché dovrà prevedere anche norme disciplinanti l'edificabilità e l'uso del suolo che saranno prevalenti nei confronti di norme difformi contenute negli strumenti urbanistici comunali.
Le spese conseguenti all'istituzione delle nuove aree protette troveranno collocazione sul capitolo di bilancio regionale relativo all'assegnazione dei fondi finalizzati al funzionamento dell'Ente di gestione della Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta a cui come già sopra evidenziato, spetterà la gestione della Riserva naturale speciale del Monte Mesma e del Colle della Torre di Buccione.
Non sono previsti nuovi oneri per il personale dipendente, dal momento che per l'espletamento delle funzioni di direzione e di amministrazione della nuova area protetta l'Ente di gestione della Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta utilizzerà proprio personale previsto nella pianta organica.
In ordine agli interventi da effettuarsi sul patrimonio storico architettonico, ai fini del recupero e della valorizzazione dello stesso le spese potranno altresì essere finanziate con fondi stanziati ai sensi di leggi specifiche, in particolare in materia di beni culturali.
La Commissione ha esperito le consultazioni con i soggetti interessati.
E' emersa la richiesta da parte dell'Ente di gestione della Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta per inserire l'area denominata del Colle della Torre di Buccione meritevole di tutela, che peraltro è contigua all'area del Monte Mesma. La Commissione pertanto ha aderito alla suddetta richiesta in considerazione della necessità di valorizzare il patrimonio storico-architettonico costituito dalla Torre esistente sulla sommità del Colle oltre che tutelare e ripristinare i lineamenti paesaggistici del Colle stesso, anche in considerazione delle sue connessioni con il sottostante Lago d'Orta e del miglioramento a fini naturalistici e selvicolturali delle aree boscate.
In sede di Commissione si è altresì provveduto a modificare la composizione del Consiglio direttivo dell'Ente di gestione della Riserva naturale di Orta a cui sono affidate le funzioni di direzione e di amministrazione dell'istituenda riserva naturale. La variazione dell'organo direttivo comporta conseguentemente la modifica dell'art. 9, comma ottavo della L.R. n. 12/90. Tale nuova composizione prevede, oltre alla presenza di membri nominati dal Consiglio regionale, i rappresentanti delle comunità religiose del Sacro Monte di Orta e del Monte Mesma, due membri nominati dalla Giunta regionale ed un rappresentante della Provincia di Novara, ai sensi della L.R. 21/7/1992, n. 36.
La Commissione, dopo aver concluso la fase istruttoria del provvedimento, ha approvato a larga maggioranza il testo presentato con le modifiche sopra specificate e ne richiede altresì una pronta, sollecita ed unanime approvazione da parte dell'aula consiliare".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Il Gruppo dei Verdi ritiene positiva la decisione di portare in Consiglio regionale il provvedimento istitutivo della Riserva naturale speciale del Monte Mesma, area già inclusa nel Piano regionale delle aree protette. Ma ancor più riteniamo positiva la decisione di allargare i confini, seppure in forma non continuativa, di questa Riserva, includendo anche l'area del Colle della Torre del Buccione.
In questo modo, secondo noi, ci si avvicina gradualmente all'organica definizione di una strategia di interventi per la corretta fruizione e valorizzazione della fascia costiera del Lago d'Orta, che riteniamo essere densa di beni storico-architettonici e naturalistici, quanto meno per il tratto che va dall'emergenza architettonica della Torre del Buccione fino all'abitato di Legro, nell'entroterra del Comune di Orta.
Oggi, con questa iniziativa, si gettano, di fatto, le basi per un diverso accesso e contatto con tale paesaggio; ricordiamo che, già da qualche anno, le Amministrazioni comunali hanno realizzato interventi per la riqualificazione della viabilità pedonale, percorsi alternativi che collegano i nuclei abitati, i luoghi religiosi e le ville ricalcando gli originali assi di comunicazione. In maggior misura, quindi, secondo noi, si dovrebbe agire perché questa fascia costiera, vincolata ai sensi di decreti ministeriali che si rifanno alla legge n. 1497 del 1939 (vincolo riconfermato dalla recente legge Galasso del 1985), diventi un luogo di sperimentazione, magari per la formulazione di un Piano territoriale paesistico-ambientale, in modo da dimostrare la possibilità reale di conciliare lo sviluppo socio-economico ad un turismo concepito secondo altre forme, garantendo la conservazione e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, contro una speculazione correlata, troppo spesso alla cementificazione del territorio costiero dei laghi.
D'altra parte - giusto come richiamo - non si possono non considerare e sottolineare i valori propri di questa parte del territorio piemontese, sia per l'aspetto vegetativo (per la presenza di essenze significative autoctone o adatte al clima di quella zona), sia per la presenza di parchi legati alle ville nobili, sia per il valore storico-architettonico della Torre del Buccione (che era integrata ad un sistema difensivo che controllava tutta l'area del Cusio) e per la presenza del complesso del Convento del Sacro Monte di Mesma (che risale al 1600).
Ci interessa inoltre sottolineare la necessità di ripristinare l'ambiente e il paesaggio del Colle del Buccione, che è stato oggetto di un'intensa attività estrattiva. Riteniamo che il Piano naturalistico, per dare una concreta attuazione ai principi istitutivi della Riserva naturale debba essere predisposto al più presto e poi approvato dal Consiglio regionale, in modo da arrivare ad un efficace recupero delle cave dismesse.
Una questione, però, ci siamo sentiti di porre all'attenzione del Consiglio con uno dei due emendamenti presentati: quella dell'assetto del Consiglio direttivo. So che se ne è discusso già in Commissione; riteniamo e l'abbiamo detto altre volte - che sarebbe utile risolvere, una volta per tutte, la questione della composizione dei Consigli direttivi dei parchi, in modo da avere un approccio unico, evitando così di dar luogo ad un trattamento differente a seconda degli Enti. Non ci convince il discorso della nomina di due rappresentanti da parte del Consiglio regionale e di due da parte della Giunta regionale; riproponiamo un ritorno alla nomina da parte del solo Consiglio regionale. Siamo inoltre disponibili ad avviare un serio ragionamento, perché giudichiamo superata la scelta di eleggere tre membri negli Enti parco quale rappresentanza dei Comuni territorialmente interessati; riteniamo che si possa giungere, anche per snellire l'attività stessa dei Consigli di questi Enti, alla nomina di un unico rappresentante per ogni Comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Sarò ancora più breve del Consigliere Miglio, per dire che in linea di massima siamo d'accordo con l'ampliamento della Riserva che da Orta va al Colle del Buccione e al Monte Mesma, che sono due riferimenti, due beni culturali di particolare valore. Concordo anche con la proposta che faceva il collega Miglio di eventualmente valutare successivamente altre possibilità di ampliamento e di ricucitura di tutta un'area che ha un'elevata valenza paesaggistica.
Premesso questo, vorrei illustrare brevemente gli emendamenti. Anch'io sono d'accordo sul fatto di riuscire, quanto più possibile, ad individuare un criterio generale nella composizione dei direttivi, cosa non facile per la verità, perché sappiamo che si tratta di realtà diverse e che molte volte ci sono sollecitazioni degli enti locali ad essere presenti in modo differenziato. Tuttavia, penso che da parte della Giunta regionale ci possa essere un tentativo di unificare questi momenti gestionali e di individuare criteri che valgano anche per il futuro.
La proposta che si fa attraverso i vari emendamenti è di ridurre il numero di partecipanti, per evitare che questi Consigli siano troppo pletorici, soprattutto che i Comuni siano rappresentati da uno o da tre rappresentanti. L'unico Comune che forse meriterebbe la presenza di tre rappresentanti è quello di Orta, Comune maggiormente interessato a tutta la vicenda, che potrebbe quindi avere due rappresentanti di maggioranza e uno di minoranza. Mi sembra giusto ritornare a tre, perché si era portato il numero dei membri rappresentanti di Orta a cinque.
Per quanto riguarda i Comuni di Ameno e Gozzano, francamente non riesco a capire perché questi abbiano due rappresentanti; un rappresentante è sufficiente, per cui proponiamo una riduzione. Lo stesso dicasi per i due membri del Consiglio regionale e i due membri di Giunta. Direi che la formulazione di tre membri nominati dal Consiglio regionale, di cui uno espressione della minoranza (vorrei sottolinearlo), è una costante che abbiamo visto per tutti i Consigli direttivi; manterrei quindi questa dizione, senza far riferimento alla Giunta.
Per quanto riguarda la lettera e), che prevedeva un rappresentante per ciascuna comunità religiosa, per la verità non c'era alcuna volontà di toglierlo; mi sembra però un po' contraddittorio, da una parte, "sentire i rappresentanti" e, dall'altra, prevederli nell'Ente. Delle due, o sono un momento di consultazione (perché poi nella normativa spesso si dice "sentito il rettore, sentita la comunità") oppure si inseriscono come membri nel direttivo, dopodiché è inutile sentirli. Insomma, o sono un momento di consultazione o sono un momento decisionale.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Li prevediamo nel Consiglio.



BUZIO Alberto

Prevediamoli come momento decisionale, ma allora non sentiamoli più altrimenti si creerebbero due situazioni, avrebbero un doppio potere: di consultazione (si autoconsultano) e di decisione. Mi sembra eccessivo ripeto: hanno un potere di veto da una parte e di decisione dall'altra.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio e Giuliano: alla lettera c), comma secondo, dopo la parola "paesaggistici" aggiungere la parola ", ambientali".
La Giunta accoglie tale emendamento; lo pongo dunque in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 3 così emendato a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 32.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 1) Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Bortolin e Riba: all'art. 5, comma primo, lettera b), sostituire le parole "due rappresentanti del Comune di Ameno", con le parole "un rappresentante del Comune di Ameno".
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Bortolin e Riba: all'art. 5, comma primo, abrogare le lettere "f" e "g" e sostituire con: "f) tre membri nominati dal Consiglio regionale, di cui uno espresso dalla minoranza".
3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 5, comma primo, sostituire le lettere "g" e "f" con le seguenti: "g) un membro nominato dalla Giunta regionale" "f) tre membri nominati dal Consiglio regionale, di cui uno espresso dalla minoranza".
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Bortolin e Riba: all'art. 5, comma primo, abrogare la lettera "e) un rappresentante per ciascuna delle comunità religiose".
4 bis) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio e Giuliano: alla lettera f) del comma ottavo, art. 9, della L.R. 22/3/1990, n. 12 come modificato e sostituito dall'art. 5 del disegno di legge n. 315, le parole "due membri" sono sostituite con le parole "tre membri" e la successiva lettera g) è integralmente soppressa.
5) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: all'art. 5, dopo il comma primo, è aggiunto il seguente comma secondo: "2. Fino alla data di insediamento del Consiglio direttivo di cui al comma primo, le funzioni gestionali sono esercitate dal Consiglio direttivo dell'Ente di gestione della Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta".
La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

L'idea di modificare indirizzo, come è stato ripetutamente richiesto in modo univoco e coinvolgente tutti i parchi istituiti e da istituire, è accoglibile in via di principio, ma impraticabile dal punto di vista oggettivo in questo momento. Mi sono permesso di fare proposte diverse rispetto al passato, accogliendo anche alcune sollecitazioni che sono sembrate acute ed applicabili alla vita dei nostri parchi; una di queste è indirizzata alla rappresentanza di un solo membro per ciascun Comune.
L'altra indicazione che ho cercato di tradurre in scelte operative è quella che punta a fare dei parchi regionali delle realtà distinte, ma costituenti parti di un sistema organico ben guidato e anche fortemente contrassegnato dalle espressioni del Consiglio regionale.
Anche l'unicità degli indirizzi dell'esecutivo è tenuta in considerazione con l'indicazione di membri nominati direttamente dalla Giunta regionale. Vorrei che non ci fossero sospetti: con tutte le richieste di dimissioni che sono state avanzate in questi due ultimi mesi si deve presumere che prima o poi la richiesta venga accolta e l'efficacia dell'iniziativa si riveli. Questo discorso vale per adesso, ma anche per qualunque altro tipo di Giunta: se non si raccordano questi parchi, se non si dà al sistema una gestione centrale con la forte articolazione e l'autonomia locale, ho l'impressione che vedremo riattivarsi il fenomeno della disarticolazione che abbiamo cercato di correggere negli ultimi anni mi pare anche in termini positivi.
Per quanto riguarda la rappresentanza dei Comuni, mi sembra davvero ingiusto togliere un rappresentante di uno dei due Comuni che sono comunque all'interno della Riserva. Ritengo che tutti i Comuni, non essendoci qui la comunità del parco, debbano essere rappresentati.
Per quanto riguarda la rappresentanza religiosa non è particolarmente forte essendoci solo due rappresentanti (quindi si potranno reciprocamente "elidere"): davvero questa è un'esigenza. Laddove sono impegnati e coinvolti tutti vi è una buona vita e lo constatiamo in altri parchi in cui questa esperienza è avviata; laddove qualcuno è escluso c'è abitualmente quella conflittualità di cui abbiamo parlato nell'ultimo Consiglio. Non sarei quindi dell'avviso di accogliere la proposta di escludere i rappresentanti delle comunità religiose, che sono quelli effettivamente residenti e che vivono la vita del parco tutto il giorno e tutta la notte.
Infine, per tornare alle nomine del Consiglio regionale e della Giunta regionale, per insopprimibile desiderio di positiva mediazione nelle cose che hanno valore, ritengo di poter avanzare un emendamento in questo senso: tre membri nominati dal Consiglio regionale e un membro nominato dalla Giunta regionale. La proposta è la seguente: "tre membri nominati dal Consiglio regionale, di cui uno di minoranza".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Intervengo sulla proposta dell'Assessore.
Non c'è dubbio che il problema dell'indirizzo da parte della Giunta della politica dei parchi sia reale, così come certamente è un problema reale la dimensione eccessiva degli attuali Consigli direttivi. Però noi consideriamo innanzitutto che ci sia un principio fondamentale che è molto importante in generale per la Regione, in particolare nel caso della politica dei parchi, cioè il fatto che quando esiste una legge quadro a questa ci si attenga e la si cambi ove necessario, altrimenti diventa insensato avere una legge quadro.
Questo riguarda cose relativamente poco importanti. Io non sono tra coloro che danno molta importanza alle nomine, anche se nel caso dei parchi il problema della qualità delle nomine c'è e riguarda soprattutto purtroppo, i rappresentanti degli enti locali; sono però tra coloro che danno invece molta importanza al fatto che quando c'è una legge quadro questa venga cambiata. Su alcune questioni su cui ritenevo che la legge quadro dovesse essere cambiata, la volta scorsa mi sono preoccupata di fare una proposta di modifica. Magari in alcune cose, nel corso della discussione, si è anche sbagliato, ma bisogna avere il coraggio di fare una discussione generale, perché il problema degli organismi direttivi e in generale della politica dei parchi può e deve ogni volta essere affrontata anche con un'ottica nuova e diversa, ma deve essere affrontato correttamente.
Io non dico che l'ipotesi fatta adesso dall'Assessore (tre membri nominati dal Consiglio regionale e uno dalla Giunta regionale) non possa essere un modo; ce ne possono essere degli altri, perché non bisogna dimenticare che il potere di indirizzo la Giunta lo ha attraverso il direttore e lo ha in quanto espressione di una maggioranza. Fino a che non si cambia la legge quadro, dopo una discussione complessiva che permetta anche di vedere come si configurano i nuovi organismi, basta che la Giunta segnali alla maggioranza che uno dei membri su tre (come sono di solito quelli del Consiglio regionale, dei quali due solitamente sono di maggioranza, salvo diverso accordo nel Consiglio) deve essere indicato dalla Giunta. Insomma, o la Giunta è espressione di una maggioranza o non lo è; non capisco proprio come possa ritenere che una sua richiesta di designare una persona competente, di sua fiducia, per poter orientare la politica venga disattesa dalla maggioranza. Quindi questo mi pare un falso problema, e se questo problema esiste è grave che esista nella maggioranza e che la maggioranza non sia in grado di esprimere una persona indicata dalla Giunta in quanto tale, scelta dal Consiglio.
Il problema delle nomine è più generale di quello che riguarda la politica dei parchi. Potrei perfino essere d'accordo su una riforma del meccanismo delle nomine che delegasse tutta la responsabilità alle maggioranze delle nomine, ma si tratta di un'altra cosa. Deve essere chiaro che, d'ora in poi, dove c'è scritto "Regione" vuol dire "Giunta regionale" non è più il Consiglio, ma è la Giunta, perché oggi non è così.
Cambiare in questo modo, senza una discussione, senza un chiarimento sostanziale su cosa devono essere questi organismi, a noi non va bene. Non va bene, perché introduce l'abitudine a violare noi stessi le nostre leggi.
Certamente tali leggi non definiscono che la Giunta non può nominare, ma non prevedono la nomina, né nelle leggi precedenti né nella legge quadro di membri nominati dalla Giunta.
Potremmo dire: "di cui uno su proposta della Giunta regionale, per nominato dal Consiglio", come abbiamo fatto molte volte; per esempio, i membri delle associazioni ambientaliste e degli agricoltori sono attualmente nominati dalle Province su indicazione delle associazioni rispettive. Se la Giunta ritiene di fornire formalmente un'indicazione definiamo tre o anche quattro membri, di cui uno su indicazione della Giunta regionale. Fintanto che è il Consiglio ad occuparsi delle nomine facciamo in modo che sia il Consiglio stesso e che non vi sia questa doppia nomina, in modo che anche il Consiglio possa valutare la qualità del componente presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Nelle parole della collega Bresso avverto un atteggiamento incoerente anche se formalmente ineccepibile. Paradossalmente, se modificassimo la legge quadro faremmo scadere tutti i Consigli dei parchi? No, sicuramente.
Peraltro, alla contraddizione formale, assolutamente ineccepibile, c'è la presa d'atto dell'esigenza di uscire da una situazione della quale ci lamentiamo sempre. Il problema è capire se è presente nel parco la Regione o dei cittadini nominati dal Consiglio, perché è di questo che si tratta il mondo politico è questo.
Se il governo regionale è presente all'interno della gestione dei parchi, il rappresentante deve essere nominato dalla Giunta, perché la Giunta lo deve revocare, quando lo consideri non più adatto, non più idoneo rispetto all'obiettivo che il governo regionale si era posto; in questo modo, si possono verificare ed assicurare quegli elementi di coordinamento e di organicità della politica dei parchi.
Questo è un ruolo di governo, non è un ruolo proprio di rappresentanza di Consiglio; questo è, a mio modo di vedere, un tentativo che deve essere apprezzato, perché prima di pervenire alla modifica della legge quadro, in termini radicali, è il caso di fare una qualche ipotesi di sperimentazione immediata.
Anche perché, se la Giunta si assume la responsabilità della nomina, in qualche misura dovrà, quando andremo alla modifica della legge quadro fornirci degli argomenti anche di esperienza, per vedere se sia il caso di procedere in un senso rispetto ad un altro.
Torniamo all'argomento precedente. Non possiamo continuare a parlare di un nuovo modello istituzionale e poi essere affezionati al vecchio: è questo il punto vero!



(Voci in aula)



MARCHINI Sergio

Ci siamo messi in situazione di grande delicatezza, di grande difficoltà, innamorandoci delle parole, delle bandiere, degli stendardi per cui in ogni parco ci sono gli esperti più esperti del mondo. No, sono delle brave persone disponibili a concedere un po' del loro tempo, della loro passione per occuparsi di una cosa.
Noi li abbiamo promossi tutti ad esperti con tre stellette, qualche volta quattro, a seconda dei casi. Quello che la Giunta propone - e il nostro Gruppo è assolutamente consenziente - è che si avvii una prima ipotesi, sia pure in termini sistemici e non coerenti e non organici, per verificare cosa può produrre una rappresentanza diretta del governo regionale nella politica dei parchi.
Questo mi pare sia quello che si tenta di fare, proprio per capire quale tipo di resistenza, quale tipo di processo determinano la presenza all'interno del Consiglio del parco della rappresentanza del governo, che risponde quindi al governo della Regione, non solo a se stesso come invece succede per il nominato del Consiglio. Il nominato del Consiglio risponde solo a se stesso; suo malgrado non viene riconfermato, ma nel frattempo per tre anni, questo signore fa quello che vuole e la responsabilità politica di che cosa fa il rappresentante del Consiglio non è di nessuno.
Questa è la verità.



RIBA Lido

Neppure del Consiglio.



MARCHINI Sergio

Cominciamo ad avviare questo processo. Io sono paradossalmente propenso a dire che il rappresentante della Giunta non venga neanche eletto: si informa il parco che la Giunta è presente all'interno del parco attraverso il signor Tizio; quando il signor Tizio non è più funzionale a questo progetto e a questa ipotesi di lavoro, la Giunta revoca questo incarico.
Siamo ad un passaggio...



(Voci in aula)



MARCHINI Sergio

Mi rendo conto che siamo partiti da un'ipotesi illuministica, che per poi ha prodotto quello che ha prodotto, e cioè che i parchi sono di fatto sfuggiti ad un'ipotesi organica, con tutto ciò che ne consegue; ma non voglio parlare oltre misura dei parchi, perché voi sapete cosa penso in merito. Mi sembra barbarico che una Regione come la nostra sia costellata di tutti questi feudi, in cui improvvisamente scopriamo beni di particolare valore ad ogni pie' sospinto. La Regione Valle d'Aosta, che è una delle aree più belle della terra, ha costituito un parco...



(Voci in aula)



MARCHINI Sergio

Scusi, collega, io ho le mie idee in proposito. Devo anche dire che questa legge è stata firmata dall'on. Zanone e non da un esponente del PDS quindi non siamo secondi a nessuno.
Ho l'impressione che per visitare il nostro territorio noi dobbiamo passare attraverso cooperative, la cui cultura e la cui sensibilità sono ancora tutte da discutere! E' un elemento rispetto al quale chi ha lasciato questo territorio difeso, tutelato e incorrotto per generazioni, cara collega, dovrebbe fare qualche riflessione.
Collega Bresso, se il mio discorso le dà fastidio, può anche uscire: io, su come si fanno i parchi, ho qualche riserva. Pertanto, il fatto che la Giunta ritenga di avviare un'ipotesi di organizzazione di un Consiglio di amministrazione per certi versi nuovo mi sembra un passaggio che ha qualche incoerenza formale e sistematica, ma, a mio modo di vedere, pu essere giustificata da questa esigenza di avviare dei percorsi nuovi.
Quindi, non sono assolutamente io a non considerare la validità dei tuoi argomenti; ritengo però che qualche volta bisogna immaginare di fare qualche passo in avanti. Sono disposto a farlo indietro qualora si rilevasse non coerente, proprio per evitare l'opportunità di assumere un percorso di marcia completamente diverso.
Ribadisco, visto che la collega Bresso è rientrata, che la parcellizzazione sul territorio di feudi e feudalesimi di diversa natura e di supponenti culture ambientali è una questione sulla quale bisognerà fare giustizia. Su questo non accetto né la tesi dell'amore per la natura (e in particolare di quella montana) né lezioni da nessuno. Ma soprattutto mi chiedo come sia possibile immaginare che aree costruite, tutelate, difese e portate fino ai giorni nostri dalle generazioni precedenti alla nostra improvvisamente diventino questione la cui fruizione è riservata e strumentalizzata. Immaginare che per visitare delle aree io debba rispettare dei regolamenti di soggetti privilegiati che hanno il monopolio della gestione di queste aree e della loro fruizione, mi sembra un salto culturale che qualche elemento di fastidio crea: probabilmente agli abitanti di Corso Vittorio a Torino no, ma agli abitanti di questi territori sì, e in termini di libertà.
Caro Chiezzi, abbiamo una visione diversa delle cose. Io ti dico che trovo incredibile immaginare - l'ho detto l'altro giorno come un fatto scandaloso - ma che è passato lì perché non dà fastidio a nessuno - che i boy-scout vengano multati perché vanno lungo l'Orrido di Chianocco (che è la Riserva del Leccio). Questa parte di territorio non ha niente a che fare con il percorso che fanno i boy-scout, perché i boy-scout passano nella parte bassa che non ha alcun valore ambientale, non ha alcun interesse.
L'Orrido di Chianocco è interessante per la sua collocazione orografica morfologica e per la presenza di questo vegetale particolare. Il sentiero che passa al fondo non c'entra niente: è una questione del tutto estranea.
I boy-scout vengono multati perché frequentano questa zona in un numero superiore a quello previsto. La militarizzazione del territorio porta alla sua banalizzazione e alla sua non accettazione. La natura è una questione rispetto alla quale ci si deve porre in termini di fascino, di entusiasmo magari di ingenuità, non di vincolo e di controllo, altrimenti arriviamo alla sua mercificazione. Stiamo attenti a queste cose! Chiedo scusa, era un intervento determinato da elementi di passione rispetto alla quale mi dà fastidio che altri colleghi, che rispetto a questa questione portano altrettanta passione, in termini dialettici possano essersi risentiti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Solo per dire che la mercificazione dell'ambiente, anche degli aspetti più naturalistici, non è stata fatta mai da chi ha sostenuto la politica dei parchi. Anzi, caso mai succede il contrario: la mercificazione la fanno gli amici del Consigliere Marchini. Le 30 mila stanze di Bardonecchia o le 40 mila del Sestriere, gli interventi a Pragelato o all'imbocco della Val Troncea, sono stati operati probabilmente da amici del Consigliere Marchini. Quella è la vera mercificazione dell'ambiente. E' quindi chiaro e naturale che tra molti di noi, tra me e il collega Marchini, su questa questione (ma non solo), le differenze siano proprio enormi. Mi sento molto piccolo piccolo a vivere dentro un ambiente che ha non solo una dimensione ma un significato e un valore grandissimo, tant'è che nella cultura è indicato come Creato; qualcuno poi dà, con tutto il mio rispetto alla parola Creato, il significato di realizzazione di un'entità divina.
Credo sarebbe importante se la convivenza in questo Consiglio partisse dal fatto che siamo tutti parte vivente, noi insieme ad altre specie viventi, di questo ambiente e di questo Creato, e che il problema è di rispettarlo. Rispettarlo significa imporre delle regole: la storia di tutta l'umanità è una storia che, in qualche modo, ha sempre segnato il limite della convivenza. Poi, vivere sul limite della convivenza con l'ambiente è una condizione reale, ma sono presenti nella storia di questo pianeta processi che hanno reso desertificato gran parte del pianeta; che hanno distrutto la possibilità di produrre e di vivere di larghissime aree del pianeta. Siamo arrivati a delle soglie oramai limite in cui questi rischi non si ripetono soltanto più con processi secolari, ma si stanno presentando con cadenze molto accelerate.
Allora, quando il Consigliere Marchini parla di vincoli, capisco che poiché è amico di quelli che hanno mercificato l'ambiente, con questo voglia dire che non si deve avere nessun vincolo sul territorio. Noi che partiamo da un'altra concezione, da un altro esame della realtà (in questo senso crediamo di non essere gli unici, di far parte di larghe posizioni politiche e culturali, persino di convivere con posizioni religiose che non sono momento di nostra attivazione, cioè di far parte di una grande coscienza popolare nei confronti dell'ambiente), riteniamo che le regole della convivenza sull'ambiente e sul territorio debbano essere fissate e sancite.
Se in questo Consiglio non si parte da questo principio, allora davvero non c'è prospettiva per queste nostre istituzioni e per la loro rappresentatività popolare. Non sto a descrivervi la storia recente, questi ultimi decenni, ma fate mente locale! Non è una storia di assenza di regole? Di cattiva gestione delle regole? Questo può darsi, ma certo di assenza di regole. Il disastro territoriale, il disastro ambientale presenti nel nostro Paese sono dovuti all'assenza di un atteggiamento culturale rispettoso e all'incapacità politica - perché questo spetta all'azione politica - di fissare delle regole di convivenza.
Molto spesso ascolto il collega Marchini anche con interesse, nel senso che è dotato di un'intelligenza acuta che mette in evidenza problemi ed elaborazioni che sono proprie anche di minoranze. Ho timore delle trasformazioni istituzionali che sono in atto, proprio perché tagliano questo fermento delle minoranze, fermento positivo, forse marginale dal punto di vista quantitativo, ma non dal punto di vista degli stimoli qualitativi che pone. Però chiederei davvero al collega Marchini di smetterla con questa contrapposizione paradossale, che non sta nella realtà dei fatti di questo secolo, e di smetterla con l'assumere questo atteggiamento di rifiuto della discussione e di accusa totale di chi professa delle posizioni diverse dalla sua. Altrimenti convivere qui diventa davvero molto difficile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Penso di confermare - anche se con la correzione che ho proposto in termini di mediazione - l'orientamento sottolineato nel provvedimento, che ha l'unica intenzione di raccordare in termini più forti le parti del nostro sistema.
Voglio ancora dire che io non nascondo mai di avere in questa assemblea delle autentiche figure guida a cui debbo molta gratitudine e, se non corressi il rischio di passare per romantico, accentuerei di più il tono nell'affermare che davvero mi dispiacciono questi confronti animosi che si verificano tra il collega Marchini e il collega Rivalta. Credo proprio che se il Consigliere Marchini è amico di qualche possibile - non lo conosco mercificatore, è altrettanto vero che il Consigliere Rivalta sa che l'ultimo che ha in mente di mercificare parti del territorio e che è teneramente legato al suo territorio è proprio il collega Marchini. Così pure so dell'onestissima intenzione della tutela normata dell'ambiente da parte del collega Rivalta. Mi pare che, ogni tanto, emergano queste anime fra la regola e la libertà incondizionata, un po' utopica che il collega Marchini rappresenta, a cui peraltro si adegua sistematicamente ogni volta che la normativa viene fuori attraverso questi provvedimenti di legge; che alla fine accetta, sapendo preminente, almeno mi pare, la necessità in questa forte antropizzazione del nostro ambiente, di porre delle regole altrimenti le conseguenze sarebbero particolarmente negative. Chiedo scusa per questa digressione; comunque, insieme all'emendamento che propone la Giunta, chiederei al Presidente del Consiglio, se ritiene, di votare su questo articolo e sulle correzioni che sono state proposte.



PRESIDENTE

Assessore, io seguo l'ordine degli emendamenti rispetto al testo e poi cerchiamo di capire cosa succede anche rispetto alla nuova proposta prima delineata dalla Giunta. Il primo emendamento, a firma dei Consiglieri Buzio e altri, è al comma primo, lettera b), e propone di sostituire la dizione "due rappresentanti del Comune di Ameno" con quella di "un rappresentante del Comune di Ameno". Il parere della Giunta?



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Abbiamo a lungo meditato sull'equilibrio che dovrebbe essere rappresentato da questa proposta, quindi confermeremmo i valori che sono stati indicati.



PRESIDENTE

La Giunta non accoglie l'emendamento.
Prima di chiedere al Consigliere Porcellana di verificare il voto chiederei a tutti i colleghi di entrare in aula per partecipare alla votazione e anche ai Consiglieri che sono nel settore del pubblico a prendere posto nei banchi.
Pongo in votazione l'emendamento n. 1) prima richiamato e sul quale la Giunta ha espresso parere negativo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 21 contrari e 4 astensioni.
Sull'emendamento successivo la Giunta ha fatto una controproposta.
L'emendamento era quello di portare a tre i membri espressi dal Consiglio regionale invece di due.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

E' accolto con la cancellazione della lettera g) che è indicata nell'emendamento stesso. Abrogare la lettera f).



PRESIDENTE

Il senso del controemendamento sarebbe quello di portare a tre i membri del Consiglio regionale, come già proposto nell'emendamento originario, e di ridurre ad uno solo, e non più cancellare del tutto, i rappresentanti espressi dalla Giunta.
La parola alla Consigliera Bresso.



BRESSO Mercedes

Non voglio ricominciare la discussione, ma riteniamo che questa introduzione del membro nominato dalla Giunta regionale - pur se ne capiamo lo spirito, che nel caso specifico dell'Assessore potrebbe anche essere corretto - rappresenti l'introduzione di una sorta di Commissario nominato dalla Giunta che confligge con lo spirito con cui questi Consigli direttivi sono istituiti. Noi non abbiamo mai dato dei mandati - l'opinione del Consigliere Marchini è diversa - vincolanti: questi sono Consigli direttivi che hanno una loro autonomia. Se si ritiene che vada cambiato il meccanismo con cui questo Consiglio regionale ha finora fatto le nomine, dando quindi dei mandati ampi di responsabilità ai membri di un Consiglio direttivo, lo si cambi, altrimenti in un Consiglio direttivo si troverebbero persone che senza mandato, devono fare l'interesse dell'Ente e una persona con un mandato che deve fare l'interesse della Giunta regionale. Giustissimo l'obiettivo di avere un input della politica regionale, ma non ci pare questo il modo. Ci pare invece un modo per introdurre un fattore conflittuale in questo organismo direttivo; allora va cambiato.
Per questo dicevo che occorre una discussione. Io non sono del tutto d'accordo, ma su alcune cose potrei essere d'accordo anche con la Giunta e persino con alcune cose che dice il collega Marchini, ma bisogna ridiscutere tutto il meccanismo, altrimenti si introducono delle contraddizioni che non risolveranno il problema; sarebbe comunque un rappresentante di minoranza, ma con una situazione diversa, per cui questa situazione diversa va discussa. Sono convinta che sia sbagliata la convinzione del collega Marchini, quando dice che noi dobbiamo riprendere in mano tutte le nomine per dare un più forte impulso politico nella direzione di questi organismi. Se questo fosse l'intento della maggioranza allora va discusso e profondamente riformato il meccanismo delle nomine su cui finora questo Consiglio è andato avanti. Discutiamone, ma non ci pare corretto introdurlo surrettiziamente alle sette meno un quarto di sera e nella legge - per carità, c'era già nella proposta - che riguarda la Riserva speciale del Monte Mesma. E' davvero fuori dalla logica con cui noi finora abbiamo dato mandato ai membri nominati nei Consigli direttivi o nei Consigli di amministrazione. Non ho mai pensato, nominando dei membri nel Consiglio di amministrazione dello IACP, di essere poi responsabile di quello che faranno; se però questo è un mandato, allora, ad esempio, quando la Giunta nominerà il suo rappresentante nel Consiglio degli IACP diventerà responsabile di quello che lì va a fare. Cambia la logica, per cui vorrei capire se davvero tutti sono d'accordo a dare questo nuovo tipo di mandato.



PRESIDENTE

I proponenti non ritirano il proprio emendamento. L'Assessore mantiene il proprio?



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Tre membri nominati dalla Giunta regionale, di cui uno di minoranza; un membro nominato dalla Giunta regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2) che a questo punto, in questa formulazione, non viene accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 20 contrari e 3 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 3), formulato dalla Giunta, che prevede un solo membro di nomina della Giunta e tre membri di nomina del Consiglio di cui uno espresso dalle minoranze.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 20 voti favorevoli, 6 contrari e 5 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 4) non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 20 contrari e 3 astensioni.
L'emendamento n. 4 bis), presentato dai Consiglieri Miglio e Giuliano era uguale ad uno già presentato e respinto; non può quindi essere più considerato.
Pongo in votazione l'emendamento n. 5) presentato dalla Giunta regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 2 astensioni.
Si proceda dunque alla votazione per alzata di mano dell'art. 5, così emendato, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 voti favorevoli 20 voti contrari 5 astensioni 4.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 voti favorevoli 30.
L'art. 11 è approvato.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Riba. Ne ha facoltà.



RIBA Lido

Esprimo la dichiarazione di voto con la seguente riflessione.
Consideriamo particolarmente importante che si proceda - al di là di alcuni disappunti del collega Marchini, peraltro articolati in modo diverso e non in conflitto con quello che sto per dire alla tutela del nostro territorio e alla valorizzazione economica, culturale e sociale che i parchi assicurano a grandi aree che impreziosiscono il Piemonte e le sue migliori vocazioni.
Siamo rimasti in aula e abbiamo consentito che si desse precedenza alla discussione di questi argomenti, proprio per sottolineare la nostra sensibilità a queste tematiche, rinunciando anche alla discussione dell'ordine del giorno relativo alla Protecne (e il Presidente sa quanto ci teniamo).
Per le ragioni che ho detto, sarebbe stata nostra intenzione votare a favore, come è nostra consuetudine in genere per ciò che concerne le leggi sui parchi. Tuttavia, dobbiamo sottolineare con molto disappunto che la Giunta, tramite l'Assessore Nerviani, ha voluto compiere un atto inconsueto per una persona attenta e sensibile come in genere è l'Assessore rispetto alle questioni della democrazia e della sensibilità istituzionale.
Assessore Nerviani, detto senza animosità, direi che quello compiuto in questo modo e su questo argomento - è un atto di protervia. In realtà comunque si rigiri l'argomento, non può essere interpretato diversamente alla luce delle considerazioni che faceva il Consigliere Marchini, e che attendono alle ipotesi di chi rappresenta le istituzioni; possono anche essere rappresentanze degli esecutivi, ma questo è un altro tipo di discorso.
Noi agiamo all'interno di una consolidata forma di rappresentanza e di espressione dell'istituto regionale che si esprime nella sua sovranità attraverso il Consiglio, del quale l'esecutivo è un organo subordinato, non è una rappresentanza sistemica a latere, bensì una rappresentanza consequenziale e subordinata. Questo bisogna tenerlo ben presente, perché i rappresentanti designati dal Consiglio regionale - a meno che non esista una solida confusione culturale e concettuale su ciò che è il Consiglio e ciò che è la Giunta rappresentano anche la Giunta, e non abbiamo mai avuto modo di constatare che ci fosse un'esigenza diversa.
Questa è la prima volta che la Giunta si ritiene "non più tutelata dal Consiglio" e ha bisogno di esprimersi in modo diretto, naturalmente approfittando della possibilità che gli viene offerta da una maggioranza confusa e disattenta rispetto a quella che deve essere la prerogativa del Consiglio. Questo perché? Presidente Brizio: vedo il suo accenno di attenzione; anch'io ho posto molta attenzione a questo dibattito e non mi perdo in sottigliezze.
Abbiamo appena votato un referendum in cui si stabilisce che non spetta più ai Ministri nominare i Presidenti delle Casse di Risparmio. Queste forme di commissariamento, queste forme di potere non sono più accettate dalle rappresentanze democratiche. E qui che cosa si compie, Assessore Nerviani, se non un'operazione di potere nel volere introdurre a latere delle rappresentanze numerose e persino pletoriche che già costituiscono il Consiglio di un parco (che noi avevamo proposto di semplificare nella composizione e nel numero)? Che cosa si compie se non l'inserimento di un Commissario della Giunta? Tutto ciò a specifico vantaggio della Giunta stessa per potersi avvalere della possibilità di nominare un proprio rappresentante, un portatore dei suoi particolari interessi. Questo configura soltanto l'assunzione di una funzione in più da parte della Giunta, che però, in questo caso, non ha soltanto il significato di un'aspirazione ad un ruolo di tipo numerico, ma costituisce un elemento di notevole confusione contrasto e conflitto con la prerogativa del Consiglio regionale.
Per questo motivo, auspicando naturalmente che a questo punto ci sia non la revoca di quanto si è voluto fare, ma per lo meno - Presidente Brizio - una riflessione sull'inopportunità e sul carattere assolutamente contraddittorio con le tendenze della democrazia che si è recentemente espressa nel nostro Paese, esprimeremo un voto di astensione sul testo complessivo della legge. Con questo voto vogliamo rappresentare la nostra approvazione e il sostegno a tutte le operazioni che vanno in direzione di proteggere l'ambiente del Piemonte, segnando nel contempo un forte disappunto per l'inconsueto atto che l'Assessore Nerviani - con il consenso di una maggioranza secondo me distratta sulle implicanze - ha voluto compiere con la nomina del rappresentante diretto della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Mi associo a quanto ha detto il collega Riba, aggiungendo una considerazione (che volevo già fare, ma che comunque faccio adesso perch probabilmente prima non era regolamentare) a proposito delle comunità religiose. L'espressione mi sembra troppo generica. Io posso essere d'accordo sulle comunità religiose rispettose dei diritti umani, della libertà e della democrazia, siano esse cattoliche, valdesi o altro; per poiché esistono purtroppo già anche in Italia comunità religiose di tipo fondamentalista-islamico, pericolosissime per la libertà e la democrazia pensavo che una precisazione fosse assolutamente necessaria, appunto per escluderle.
Per queste ragioni mi asterrò con molto dispiacere, perché è chiaro che la tutela della natura è cosa di estrema importanza.



PRESIDENTE

Escluderei in linea di massima che dalle parti del Sacro Monte ci siano comunità fondamentaliste, quali quelle a cui lei accennava.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in primo luogo intervengo per dare atto della fondatezza di quanto da parte dell'opposizione è stato avanzato, e cioè che in termini di nomine sostanzialmente facciamo uno strappo. Mi pare quindi che questo comporti per la Giunta un obbligo di correttezza nei confronti del Consiglio: o questo strappo verrà rimediato attraverso una modifica delle legge quadro, e quindi una definizione di questa materia, oppure si potrà recuperare questo strappo con una modifica della legge. E' un appuntamento a breve che ritengo la Giunta possa sostanzialmente ed implicitamente assumere.
Desidero inoltre fare una brevissima dichiarazione in ordine alla querelle sulla quale, direi con affetto, il Consigliere Rivalta si è ancora posto. Vorrei chiarire qual è la mia posizione, non penso soltanto mia, ma del mio Gruppo.
Il nostro Gruppo sarà sempre favorevole a qualunque norma che tenda a tutelare, attraverso norme di vincolo, un'area che si ritenga di particolare pregio. Il nostro Gruppo è meno disponibile ad accettare che contestualmente, si facciano per quest'area delle norme e dei progetti di fruizione dell'area stessa. Questa è la contraddizione che io colgo. E quindi aree per soste, aree per parcheggi, percorsi che facilitano l'accesso a quest'area.
Questo perché sono convinto che le aree di fruizione del nostro mondo del nostro ambiente siano più facilmente e con meno pregiudizio reperibili al di fuori dei parchi. Ritengo che la fruizione dell'ambiente fuori dai parchi, in particolare di quello montano, possa essere realizzato senza quel sistema di vincoli che sostanzialmente defraudano il fruitore di spazi di libertà, di scoperte e di fantasia, che sono i veri beni della fruizione della natura.
La natura non si fruisce in quanto oggetto, ma quale scenario ed ambiente all'interno del quale si realizza l'individuo. Mi pare quindi che su questo ci intendiamo, caro Rivalta. Io sono per vincolare le aree che sono da ritenersi da vincolare, perfettamente: non devono essere utilizzate; ma immediatamente dopo dico anche: per carità, stiamo attenti non portiamoci della gente.
Sono convinto che le cose che si vedono nei parchi si possono vedere anche fuori, altrimenti cosa succede? Che il parco viene banalizzato perché è vero che la norma di fruizione del parco è un vincolo a fare delle cose, ma fa anche sì che la natura venga vista e fruita in termini di militarizzazione e di banalizzazione.
Io mi preoccupo di salvare due beni: il parco attraverso il vincolo e il fruitore dell'ambiente montano attraverso una possibilità di accesso più libera, più aperta all'avventura e alla fantasia. Forse questo principio è difficile da cogliere, ma credo che questo sforzo possa essere servito.
Il parco deve essere soprattutto finalizzato alla tutela; la fruizione del parco è evidentemente l'apertura di una contraddizione rispetto alla quale penso che il contenzioso continuerà ad andare avanti, ma ritengo che non ci sia niente di fuori luogo. Mi pare però sbagliato vedere dei piani di parco che prevedono grandi parcheggi e grande segnaletica per incrementare l'utilizzazione e la fruizione del parco.
Facciamo un esempio semplicissimo: il Gran Bosco di Salbertrand è sicuramente meno bello dal punto di vista della fruizione dell'area che c'è a valle del Gran Bosco, che è raggiungibile da Salbertrand, da Exilles, dal Frais. Nessuno ci va, lì! E perché non ci devono andare, che è più bello del Gran Bosco e più facilmente accessibile? Incrementiamo la conoscenza e la fruizione dell'ambiente naturale senza infilare la gente irregimentata nei parchi! Questo è quanto cerco di tutelare per quelli che non sono fortunati come me, e cioè non vivono fuori dalla città. Chi arriva dalla città, deve trovare l'ambiente nella sua immediatezza, nella sua genuinità; se lo visita irregimentato, viene privato di qualcosa.
Quindi il mio è un discorso di apertura, non di chiusura verso il fruitore, giovane cittadino; io voglio dargli, per quanto mi è possibile la natura, la montagna nella sua immediatezza, nella sua genuinità di valori, magari con i suoi rischi, con le sue scoperte, con le sue fantasie e con le sue avventure.
E' il vincolo per la fruizione - collega Rivalta - che mi sembra una contraddizione! Si vincola per far fruire, con delle morme che sono qualche volta, a livello della stupidità. Vietare l'accompagnamento con il cane nel Parco di Chianocco è una stupidità, perché il cane nel Parco di Chianocco non farà mai male a nessuno. Quindi non capisco perché si debba privare un bambino della possibilità di passeggiare con il suo cane, quando quel cane evidentemente non dà fastidio a nessuno.
Forse ci siamo intesi, quindi c'è un concorso tra me ed altri amici.
Bisogna tutelare l'ambiente, cercare di aprirlo, soprattutto a chi non ha la fortuna di abitare negli ambienti ancora quasi naturali; bisogna per che troviamo il modo per far sì che questo momento di scoperta, questo momento di esperienza sia il meno regimentale possibile e sia consentito il più possibile alla Rousseau. Questo potrà essere sbagliato, ma io ne sono convinto, perché pur non essendo un ragazzino, passo tutto il tempo che posso in montagna per delle scoperte, per delle realizzazioni.
Ho difficoltà ad immaginare di andare sul Cervino con una guida, anche se so che forse da solo non sarò più capace ad andarci. Andare con una guida sul Cervino non è andare sul Cervino, e io preferisco arrivare soltanto alla Testa del Leone o alla Capanna Luigi Amedeo - e poi ritornare perché ho paura a continuare su - piuttosto che essere accompagnato da una guida, perché il Cervino con la guida non è più il Cervino: è una grossa pietra con uno che mi accompagna. Invece, il Cervino, che magari non riesco a salire, rimane il Cervino con i suoi valori e la sua simbologia, anche se non riesco a salirvi. Su questo, caro Rivalta, riflettiamoci ancora!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Intervengo telegraficamente, discendendo dal Cervino al Monte Mesma che ad occhio è alto 600 metri al massimo. Secondo me, dobbiamo tornare un attimo al tema del discorso, perché sentir dire che Fra Gioachino, che se non sbaglio è ancora il padre guardiano del convento al Mesma, è un possibile fondamentalista islamico, allora significa che siamo usciti un po' fuori dal tema.
Dal punto di vista generale, comunque, la nostra valutazione sulla normativa in via di approvazione è sicuramente favorevole, anche se pure noi abbiamo avuto qualche perplessità per quanto riguardava le nomine all'interno del Consiglio di amministrazione del parco. Starà però anche alla sensibilità degli amministratori e dei direttori del parco di trovare una coniugazione giusta, equa tra la fruizione del territorio e la preservazione, soprattutto ai fini paesaggistici, che io ritengo estremamente rilevante, data la peculiarità del sito e la sua limitata estensione. Ciò tenendo conto della preesistenza di case di residenza l'esistenza di un convento particolare e l'esistenza di alcuni boschi sui quali la presenza umana non dà alcun fastidio.
Da tutto ciò, il voto favorevole alla normativa.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 22 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,15)



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