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Dettaglio seduta n.224 del 20/04/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 4, 11, 18 e 25 febbraio e 3 e 10 marzo 1992 si intendono approvati.


Argomento:

Sollecito risposta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze", ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Da più Consigli regionali attendo, come promesso dagli Assessori competenti, risposte ad interpellanze molto serie ed urgenti. La prima è la n. 1699 ed è relativa alla camera iperbarica presso le Molinette (la competenza è dell'Assessore Vetrino); la seconda è la n. 1740 (di competenza dell'Assessore Fulcheri) ed è relativa ai problemi connessi ai finanziamenti nel settore teatrale.
Dato che l'Assessore Vetrino ha promesso da almeno tre o quattro sedute di rispondere a questa interpellanza, prego la Presidenza di tenerne conto e, non appena giungerà l'Assessore Vetrino, visto che non è ancora presente, di procedere cortesemente all'esame di questa interpellanza, che pone una questione molto delicata che vorrei discutere in quest'aula e non altrove.



PRESIDENTE

Nell'elenco delle interrogazioni alle quali la Giunta è pronta a rispondere, questa interpellanza in verità si trova piuttosto avanti, non è fra le prime. Comunque, se abbiamo tempo questa mattina e se l'Assessore è disponibile, potremo discuterla.


Argomento: Province - Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione n. 1127 dei Consiglieri Rivalta, Bresso, Buzio e Monticelli inerente la proposta di adibire Villa San Remigio sita in Verbania, di proprietà della Regione Piemonte, a sede della Provincia di Verbania


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1127 presentata dai Consiglieri Rivalta, Bresso, Buzio e Monticelli, cui risponde l'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

Si tratta, per la verità, di un'interrogazione in parte superata dagli eventi. In ogni caso, se sarà necessario dare degli aggiornamenti, saremo disponibili a farlo.
Con l'interrogazione in oggetto è stato chiesto di sapere se la Villa San Remigio di Verbania non possa essere affidata dalla Regione Piemonte alla Provincia di Verbania (l'interrogazione è datata 5/5/1992, quando esistevano certe ipotesi che in seguito sono state superate).
In merito a ciò, si fa presente quanto segue: il decreto legislativo 30/4/1992, n. 277, istituente la Provincia del Verbano Cusio Ossola, stabilisce un iter per la costituzione della dotazione patrimoniale del nuovo ente, che vedrà il proprio compimento solo entro il turno generale delle consultazioni amministrative del 1995 a tale adempimento dovrà provvedere l'Amministrazione provinciale di Novara, la quale, previo concerto con il Commissario nominato dal Ministero dell'Interno, avrà cura di ripartire il proprio patrimonio e di assegnarne una parte alla nuova provincia, avendo considerazione delle rispettive popolazioni ed estensioni territoriali l'Amministrazione regionale, comunque, ha già manifestato al Presidente della Commissione Costituente la nuova provincia, on. Giovanni Motetta, la piena disponibilità a concedere una parte dei locali del compendio, in maniera da costituire un punto di riferimento logistico per l'Ente costituendo.
Per la verità, l'on. Motetta, con personale sostanzialmente regionale che era dell'ex Comprensorio, da più di un mese ha già un ufficio, un riferimento presso Villa San Remigio per quanto riguarda la costituzione della nuova provincia. Sono anche state formate delle Commissioni su materie specifiche, che periodicamente si riuniscono a Villa San Remigio.
Si fa infine presente che al momento attuale l'Amministrazione regionale, oltre ad utilizzare Villa San Remigio di Verbania come sede per i propri uffici decentrati, sta perfezionando la concessione in uso di parte dell'edificio, e dell'intero parco che lo circonda, al Comune di Verbania, che si è dichiarato disponibile ad assumersi una quota degli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Si resta a disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Per quanto riguarda il Comune, dalla data dell'interrogazione ad oggi nel mese di novembre del 1992 è intervenuto un accordo (che si sta perfezionando attraverso una convenzione) con il quale il Comune di Verbania versa dal 1/1/1993 all'Amministrazione regionale 250 milioni all'anno per gli anni 1993, 1994 e 1995. A fronte, quindi, dei costi che in questi ultimi anni la Regione Piemonte ha sostenuto per la manutenzione della Villa e del Parco (costi variabili dai 250 ai 350 milioni annui) siamo ovviamente in condizioni di alleggerire enormemente questi aggravi.
Abbiamo promesso al Comune di Verbania - e tutto sarà formalizzato in convenzione - che la Regione terrà a disposizione Villa San Remigio fino all'insediamento della nuova provincia. L'abbiamo comunicato anche in seguito al fatto che il Commissario costitutente aveva individuato Villa San Remigio come sede di rappresentanza della nuova provincia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Esprimo, anche a nome degli altri firmatari dell'interrogazione, in particolare del Consigliere Buzio che proviene da quella zona soddisfazione per l'atteggiamento che la Giunta regionale è stata costretta ad assumere. Consentitemi di dire che è stata costretta ad assumere, perch è ben chiaro a tutti che solo qualche tempo fa, in una tensione puramente amministrativa dell'Assessore Gallarini, la Regione si sarebbe disfatta anche dei propri figli, pur di incassare soldi.
Parziale soddisfazione quindi, perché la Giunta è stata costretta ad assumere tale posizione in primo luogo per l'iniziativa da noi ripetutamente assunta in sede di discussione di bilancio e poi a seguito di questa interrogazione; esprimo anche soddisfazione per la sensibilità mostrata a questo problema dal Comune di Verbania e per la posizione assunta dai Sindaci. Questi sono oggi riuniti in un Comitato, presieduto dall'on. Motetta, e si preoccupano di costruire le condizioni, soprattutto politiche, per la vita della nuova provincia, ma certo anche logistiche per una soluzione strumentale, necessaria alla vita di questa provincia.
Soddisfazione quindi, perché è caduto il pericolo di una vendita sul mercato di Villa San Remigio; parziale soddisfazione, perché temo che l'Assessore Gallarini, che forse non ha fatto studi di filosofia e quindi non ha la sensazione del tempo e dei valori (che non sono quelli mercantili), aspetta di ripensarci. Infatti ha detto: "La questione è sospesa fino alle elezioni in cui verrà formalmente istituita la Provincia".
La mia soddisfazione parziale è dovuta dal fatto che vorrei che l'Assessore Gallarini si convincesse che Villa San Remigio, per il suo valore paesaggistico eccezionale, che non è tanto architettonico ma è legato alla storia delle ville del Lago Maggiore e della sua vicinanza con Villa Taranto, deve costituire un significativo emblema di questa provincia, che è la Provincia dei laghi. Anche se poi l'abbiamo tagliuzzata nella sua formazione in maniera barbara, resta comunque la Provincia dei laghi, uno dei luoghi di maggior valore paesaggistico e turistico del nostro Piemonte, per non dire del nostro Paese.
La Giunta dovrebbe fare un ulteriore passo avanti: non solo limitarsi ad aspettare fino al 1995, ma operare insieme al Comitato dei Sindaci presieduto dall'on. Motetta (mi fa molto piacere che l'on. Motetta svolga il ruolo di Presidenza di questo Comitato), insieme ai Comuni della zona in particolare al Comune di Verbania, per costruire le condizioni reali affinché Villa San Remigio passi all'Amministrazione provinciale.
Assessore Gallarini, siamo in attesa di una sua ulteriore conversione sulla linea di questo obiettivo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini per la replica.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

Ovviamente le affermazioni testé fatte sono del Consigliere Rivalta: io non ho mai avuto e non ho una concezione "mercantile" del problema. Il Consigliere Rivalta, al di là degli apprezzamenti che ha espresso, dovrebbe rendersi conto che in questo modo la Regione Piemonte riesce ad introitare 750 milioni in tre anni, cosa che non è mai avvenuta negli ultimi anni.
Questa non è una concezione mercantile, ma anche di esigenza di quadratura di bilancio, che non avviene solo presentando degli ordini del giorno.
Il Comune di Verbania, fino ad un anno e mezzo fa, aveva prodotto solo un certo numero di ordini del giorno e mai si era reso disponibile a contribuire; con tale atteggiamento della Regione, invece, versa 750 milioni in tre anni: questo è un dato di fatto che ognuno può commentare come ritiene.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1388 dei Consiglieri Maggiorotti, Chiezzi, Miglio Calligaro, Monticelli, Bosio e Marengo inerente gli infortuni sul lavoro nella Regione Piemonte ed iniziative assunte per eliminare tali rischi


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1388.
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Da una recente indagine sull'organizzazione delle Unità Operative di Igiene e Sicurezza del lavoro dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica delle UU.SS.SS.LL. della Regione, condotta, nello scorso autunno, dal Gruppo di Lavoro Regionale per l'igiene e la Sicurezza del Lavoro, costituito dal Settore Sanità Pubblica di questo Assessorato al fine di governare il problema in Regione, si desume quanto segue: Al 30 maggio risultavano in attività 51 Unità Operative di Igiene e Sicurezza del Lavoro, con la sola eccezione delle UU.SS.SS.LL. di Cuneo Vercelli e dell'anomalia della Città di Torino, in cui opera un solo Servizio ed un solo suo Settore operativo per l'insieme delle 10 UU.SS.SS.LL. cittadine.
Alla stessa data risultavano in servizio nelle succitate strutture: 82 medici di cui: 21 coadiutori sanitari di Medicina del lavoro 13 coadiutori sanitari di igiene 28 assistenti di Medicina del lavoro 20 assistenti di igiene 3 assistenti di altre discipline.
Nei Servizi operano 58 medici con la qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria, ex art. 21 legge n. 833/78, nomina necessaria per svolgere le funzioni di vigilanza in ambiente di lavoro.
Vi sono inoltre: 206 tecnici diplomati nelle unità operative 68 nelle Sezioni Impiantistiche dei Laboratori di Sanità Pubblica.
Di questi, al 31 dicembre 1992, 154 tecnici diplomati delle UOISL e 42 delle Sezioni Impiantistiche del LSP erano dotati di qualifica di UPG, ex art. 21, e per 52 e 26 rispettivamente era stato completato il corso di formazione ed avviate le pratiche per l'assegnazione della stessa qualifica da parte dei Prefetti.
Sempre al 31/12/1992, presso le sezioni dei Laboratori di Sanità Pubblica operavano 26 Tecnici laureati dotati della qualifica ex art. 21 e 2 per cui era stata richiesta detta nomina.
Complessivamente nella Regione Piemonte, presso i Servizi di prevenzione delle Unità Sanitarie Locali, vi sono 280 operatori dotati della qualifica necessaria per la vigilanza in ambiente di lavoro e per altri 80 ne era stata richiesta la nomina alle Prefetture competenti.
Sempre presso le strutture dedicate alla vigilanza in ambiente di lavoro vi erano, al 31/5/1992, 66 operatori di diversa qualifica, di cui 25 assistenti sanitari o infermieri e 28 appartenenti al ruolo amministrativo.
Bisogna infine ricordare che, nella stragrande maggioranza delle UU.SS.SS.LL. piemontesi, queste funzioni erano completamente inesistenti alla nascita dei Servizi di prevenzione. Inoltre, solo 6 Ispettori del lavoro transitarono in Piemonte dal Ministero del Lavoro alle UU.SS.SS.LL.
al momento del trasferimento delle funzioni di vigilanza, e che meno della metà del personale dei disciolti Enti ENPI e ANNC, transitarono ai servizi delle UU.SS.SS.LL. all'atto di detto trasferimento, per essere per lo più adibiti a funzioni di verifica nelle sezioni fisico/impiantistiche dei Laboratori di Sanità Pubblica del Piemonte.
Nel corso del 1992 sono stati organizzati dal Settore Sanità Pubblica di questo Assessorato i seguenti corsi di formazione e di aggiornamento: 1) il 30 settembre, alla Facoltà di Medicina Veterinaria, con il dr. Raffaele Guariniello, un seminario di aggiornamento sul Nuovo Codice di Procedura penale e la sua applicazione in vigilanza sull'ambiente di lavoro, cui hanno partecipato tutte le UOISL della Regione 2) due seminari sull'applicazione del decreto legislativo n. 277/91 sul rumore, piombo e amianto in ambiente di lavoro, per il personale delle UOISL. a Torino per le province di Torino, Novara e Vercelli e a Cuneo per le province di Cuneo, Asti ed Alessandria, cui hanno partecipato esperti e Magistrati 3) un corso di formazione per l'attribuzione della qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria ex art. 21 della legge n. 833/78 cui hanno partecipato 94 operatori dei Servizi e dei Presidi di prevenzione della Regione che operano sull'ambiente di lavoro.
Per quanto riguarda le iniziative di divulgazione e di conoscenza dei rischi tra i lavoratori e gli allievi degli istituti tecnici, professionali e gli allievi dei Centri di formazione professionale, il giorno 29 gennaio del corrente anno questo Assessorato ha tenuto, in collaborazione con il Centro Italiano di Educazione Sanitaria, sede regionale del Piemonte nell'aula del Consiglio regionale, la terza giornata di Educazione alla Salute, dedicata espressamente all'educazione sanitaria in ambiente di lavoro.
La ricchezza degli interventi nella nostra Regione è contenuta negli atti di tale iniziativa, che saranno editi a cura del CIES-Piemonte.
Questo è altresì evidenziato dalle 150 richieste di autorizzazione all'attivazione dei concorsi per personale da adibirsi a tali servizi peraltro autorizzati da questo Assessorato in misura di 40 posti pari al 30% delle richieste.
Data la risposta tecnica a questa interrogazione, ne far immediatamente pervenire copia agli interroganti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Questa interpellanza era stata elaborata in relazione al ripetersi, si era allora nel luglio 1992, di incidenti sul lavoro anche mortali; si era citato, in particolare, un infortunio sul lavoro gravissimo nel quale era rimasto vittima un lavoratore della Michelin, morto bruciato sul posto di lavoro.
D'altra parte i dati forniti in allora dall'Osservatorio regionale dati che si basavano su elaborazioni INAIL degli anni 1980/1990 in Piemonte, confermavano un aumentato numero di incidenti sul lavoro, mentre si rilevava una diminuzione di malattie professionali; gli incidenti sul lavoro, anche con conseguenze mortali e con invalidità permanente trovavano invece, soprattutto negli ultimi anni '80, una nuova tendenza all'aumento.
Credo che si debba partire dalla conoscenza di questi dati per verificare l'efficacia degli interventi. Voglio dire che non è possibile limitarsi ad un'elencazione di ciò che l'Assessorato nel passato ha fatto perché tra l'altro doveva farlo essendo il Piano sanitario da attuarsi, e l'ha fatto con grossi limiti se è vero che, come è stato detto dall'Assessore, soltanto 40 sono i posti autorizzati per implementare le piante organiche dei Servizi. Si tratta di capire se l'intervento di questi operatori, l'organizzazione di questi Servizi è sufficientemente efficiente ed efficace a ridurre l'incidenza della malattia professionale dell'infortunio sul lavoro, soprattutto di quelli che hanno gravi conseguenze.
A questo non è stata data una risposta. Credo che si debba lavorare di più in questo senso, cioè occorre lavorare non tanto e soltanto per implementare piante organiche quanto soprattutto per riorganizzare questi Servizi. Questi Servizi non devono limitarsi ad un'attività di tipo semplicemente ispettivo quanto valorizzare quelle che sono le conoscenze le competenze degli stessi lavoratori nei luoghi di lavoro per la bonifica dell'ambiente, per l'eliminazione dei fattori di rischio. Invece queste esperienze negli ultimi dieci anni sono andate progressivamente ad esaurirsi. Mi riferisco, in particolare, all'esperienza delle Unità di base nei luoghi di lavoro che, sorte a Torino alla fine degli anni '70, sono state progressivamente depotenziate e la loro attività attualmente è in pratica inesistente.
Quindi credo che sia da ricostruire quell'esperienza, occorra ripartire da quell'esperienza, perché è dimostrato che soltanto coinvolgendo i lavoratori, attraverso le attività di verifica sull'esistenza di rischi nei luoghi dove operano, si può effettivamente ed efficacemente intervenire contro il ripetersi di questi infortuni. E' chiaro che poi ci vuole anche l'intervento dell'ufficiale di polizia giudiziaria, perché rediga la relazione al Magistrato; ma in genere questo avviene sempre dopo che l'incidente si è verificato, mai prima. Quindi, in realtà è diagnosi e non prevenzione primaria quella che si è fatta e pur con difficoltà si sta facendo.
Credo che per sollecitare una maggiore attenzione del Consiglio su questo problema e per sollecitare la Giunta ad intervenire in maniera efficace occorra rispondere ai primi due punti che avevamo individuato nella nostra interpellanza.
Noi avevamo chiesto al Presidente della Giunta e all'Assessore di sapere se non era il caso, e noi lo ritenevamo, di dedicare una specifica seduta del Consiglio regionale alla questione dell'aumentata incidenza di infortuni sul lavoro nella nostra Regione e se non ritenevano doveroso onorare il mandato della Regione, deciso all'unanimità nella precedente legislatura, di far proseguire l'attività della Commissione d'indagine sui diritti dei lavoratori. Noi riteniamo che il punto su questa problematica vada fatto e occorra associare i dati della Regione con tutti gli altri dati a nostra conoscenza e soprattutto con l'esperienza dei lavoratori.
Nella conferenza richiamata dall'Assessore è stato ribadito, e sottolineato da molte esperienze portate proprio in quella sede, il fatto che è indispensabile coinvolgere i lavoratori.
In questo senso, chiederei all'Assessore se può darci un'ulteriore risposta e precisazione per capire come si possa riuscire ad andare oltre.
Sollecito quindi l'Assessore a dirci cosa pensa sui primi due punti sui quali l'avevamo interpellata e che riguardavano quanto ho già detto, cioè l'esigenza di organizzare una specifica seduta del Consiglio regionale su questi problemi e l'esigenza di proseguire l'attività della Commissione d'indagine sui diritti dei lavoratori.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri Consiglieri che intendono intervenire su questa interpellanza, l'Assessore, proprio perché sollecitata dal Consigliere Maggiorotti, chiede la parola. Pertanto ha facoltà di intervenire.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Collega Maggiorotti, ho messo le mani avanti quando ho detto che la risposta era eminentemente burocratica, perché l'interpellanza l'ho considerata soltanto questa mattina. Credo però che il problema, che è stato sollevato dai numerosi Consiglieri interpellanti, stia a monte della nostra attività e della nostra Regione, in particolare dell'Assessorato alla sanità.
Per quello che ho potuto capire e comprendere, in questo mio primo periodo di mandato, c'è un problema di autentica organizzazione di tutto il settore della sanità che è stato, a mio avviso, ampiamente abbandonato.
Tanto è vero che non solo questo settore è in assenza del proprio dirigente, ma è anche in assenza di quelli che sono i capiservizio e di quelli che sono i diretti coadiutori di questi capiservizio.
In questi giorni, con l'Assessore Bergoglio abbiamo considerato la messa a regime di questa struttura. Credo, infatti, che questo sia un settore su cui la Regione, prima di tutti gli altri, deve poter esprimere la propria competenza, le proprie idee ed il proprio contenuto, perché si parte di qui per svolgere tutte le altre attività.
Quindi, non solo accolgo la richiesta del Consiglio regionale che fisserà la Conferenza dei Capigruppo, ma vorrei prendere l'impegno per una proposta, che peraltro è già in predisposizione, per quanto riguarda la ristrutturazione dell'Assessorato e la messa a regime dell'organico, e più in particolare per quanto riguarda i contenuti reali con i collegamenti anche con l'Università e con tutti coloro che in questa materia hanno l'esigenza di un coordinamento regionale.
Per quanto riguarda la seconda questione, quella che attiene alla Commissione d'indagine, verificherò la consistenza e lo stato dell'arte.
Però, datemi il tempo di portare avanti questo progetto riorganizzativo ed una relazione di contenuti autentici.


Argomento: Albi professionali

Interrogazione n. 1472, richiamata in aula dai Consiglieri Majorino e Zacchera, inerente il commercio di capi bovini nel Comune di Moncalieri


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1472 richiamata in aula dai Consiglieri Majorino e Zacchera, alla quale risponde l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

La precaria situazione del mercato del bestiame di Moncalieri confermata dai riscontri di un recente controllo effettuato dal Settore Veterinario regionale, è già stata illustrata in Consiglio nel corso di una precedente risposta.
Attualmente gli elementi oggettivi di debolezza nei controlli commerciali e sanitari, che potevano consentire commerci non regolari, sono stati parzialmente rimossi attraverso: delimitazione dell'area mercatale con un unico punto di accesso costantemente vigilato dai veterinari potenziamento degli impianti di pulizia e disinfezione degli autocarri migliore organizzazione dei controlli sanitari e rigida sorveglianza delle operazioni di carico dei capi che avvengono in fasce orarie ben definite rafforzamenti dei servizi di vigilanza comunali.
Il Settore veterinario regionale, alla riapertura del mercato, cessata l'emergenza per afta epizootica, avrà cura di verificare l'applicazione delle misure programmate. Si deve inoltre rilevare che, se la piazza raccoglie un discreto numero di bovine a fine carriera, il rischio che giungano bovine tubercolotiche è tuttavia ridotto. Infatti, la regolamentazione regionale sottopone a rigorosi vincoli le bovine infette prevedendo la marcatura a tatuaggio ed un'apposita certificazione veterinaria di scorta. Al riguardo finora non sono mai pervenute segnalazioni di irregolarità dai Servizi Veterinari di altre Regioni, a cui i bovini sono diretti. La Valle d'Aosta non risulta ricevere bovini piemontesi, se non ufficialmente indenni. Della vostra segnalazione sono stati informati altri Assessorati (Sicilia e Campania) e non sono stati finora forniti elementi atti ad avvalorare le ipotesi, teoricamente plausibili, di frode.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Sono quasi certo che questa risposta non è dovuta all'Assessore nuovo alla sanità, ma a quello precedente. Sbaglio o è un'insinuazione?



VETRINO Bianca, Assessore regionale

E' materiale che era lì giacente.



ZACCHERA Marco

E' materiale che era lì, che assolutamente non risponde alle pesanti domande che ho posto sul mercato di Moncalieri. Infatti, l'ultima frase che è la vera risposta all'interrogazione, e cioè che sono stati informati altri Assessorati, ma che nessuno ha risposto - non chiarisce assolutamente determinate perplessità che hanno una loro importanza.
Voglio semplicemente sottolineare ai colleghi che dal mercato di Moncalieri parte una gran quantità di animali macellati e da macellare soprattutto bestiame vivo; ci sono stati 4.500 automezzi controllati l'anno scorso.
Ho chiesto, e non mi è stato risposto, dove siano andati a finire questi bovini, ho chiesto quali siano le Regioni verso le quali sono andati. Perché non mi viene risposto, Assessore? E' importante sapere se questi bovini sono andati a finire in Regioni in cui il premio di abbattimento per capo è tre volte superiore al premio di abbattimento della Regione Piemonte. Assisteremmo a situazioni potenzialmente molto pericolose, perché se questi bovini risultano affetti da TBC, in altre regioni, dove si pagano due milioni e rotti al capo, anziché 950.000 lire piemontesi, qualcuno può farci delle grossissime speculazioni.
Perché non mi viene risposto quanti e dove sono andati a finire i bovini della Regione Piemonte, quando abbiamo fior di veterinari che dovrebbero aver controllato i 4.500 automezzi che sono partiti o arrivati a Moncalieri? Scusi, perché non mi risponde? E' un punto specifico che ho chiesto nell'interrogazione. Sono estremamente preoccupato per la genericità di questa risposta.
Si è detto che si sono potenziati i sistemi di vigilanza, ma hanno chiuso il macello, perché non poteva andare avanti così, ed è chiaro che quando l'hanno riaperto abbiano potenziato i servizi. So che la Regione in questo settore è molto operativa e ha validi funzionari che stanno lavorando da mesi per cercare di chiarire come funzioni e per quali motivi non funzioni il macello di Moncalieri.
E' abbastanza assurdo, tra l'altro, che di questo se ne debba occupare l'Assessorato alla sanità e non l'Assessorato all'agricoltura. Oltretutto l'attuale Assessore all'agricoltura, Fiumara, proviene proprio da Moncalieri, e quindi conosce anche molto bene la situazione, perché è stato Sindaco di quella città. Per competenze tutto è ancora in mano all'Assessore alla sanità che, solo in parte, ha delle competenze specifiche.
Ho rivolto comunque delle domande ed a queste non si è risposto: ho chiesto verso quali Regioni erano diretti i capi venduti e se vi è una regolare documentazione dei trasporti effettuati, accompagnata da prescritta documentazione sanitaria. Ma anche a questo non è stato risposto.
Inoltre, ho chiesto se risulta che i predetti capi bovini giunti a destinazione si ammalino di TBC, perché il sistema è abbastanza semplice: un capo parte sano, quando arriva viene punturato per fargli la vaccinazione. Basta far fare 15 giorni dopo un esame sanitario e risulta che quell'animale è infetto da TBC, perché è positivo alla reazione. A quel punto, se viene abbattuto in un'altra Regione il premio di abbattimento è di due milioni circa, anziché 900.000 lire, che moltiplicati per 4.500 automezzi e per il numero dei capi fanno ottenere cifre enormi di differenza. Se ciò succede ecco che, sottostante a questo, c'è una cosa che si chiama truffa a livello di decine di miliardi. Queste cose sono di una gravità estrema e denuncio il fatto che l'Assessore, non certo per colpa sua, non mi abbia risposto: se ne assuma ogni responsabilità.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1699 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la realizzazione di una camera iperbarica multiuso per l'Istituto di Anestesiologia e Rianimazione dell'USSL VIII di Torino


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1699 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Io illustro l'interpellanza, mentre il Consigliere Chiezzi replicherà.
Il 25 gennaio di quest'anno avevamo presentato un'interpellanza urgente, che ci era stata sollecitata a seguito della presa di conoscenza di una vicenda sulla quale poi l'Assessore Maccari era intervenuto pesantemente, affermando che c'era una congiura di comunisti che, a diverso titolo, ce l'avevano con l'amministrazione delle Molinette. Su questo, in realtà, i fatti a noi noti suggeriscono sospetti, ma non perch si sia sospettosi per presa di principio, ma perché le vicende si sono svolte in maniera tale da suscitare il sospetto che ci potessero essere degli interessi a favorire il privato per l'installazione di camere iperbariche.
Nell'interpellanza ricordavamo che, già dal gennaio 1991, la dirigente del Servizio di anestesiologia e rianimazione universitaria dell'USSL VIII di Torino inviava una richiesta di dotazione di impianto iperbarico. Nel luglio del 1992, l'allora Assessore inviava agli amministratori straordinari dell'USSL una nota del Ministero, in cui veniva ribadita l'importanza delle terapie consentite dalle camere iperbariche. La una nota del Ministero è del giugno 1992.
Già questo ci pareva strano, cioè che si dovesse aspettare la nota del Ministero inviata all'Assessorato e da questo girata agli amministratori delle UU.SS.SS.LL., per riaffermare l'importanza della terapia iperbarica in casi ben precisati e determinati.
Prendevamo poi atto, nella nostra interpellanza, che nell'agosto del 1992 il Sovrintendente Sanitario chiedeva alla dirigente del Servizio una relazione sull'attività della camera iperbarica monoposto, che da tempo era già installata presso il Servizio. E' da notare che la relazione veniva inviata dieci giorni dopo, il 22 agosto 1992, e che con questa veniva evidenziata l'esigenza che la struttura venisse dotata di almeno una camera iperbarica multiposto (quelle esistenti in commercio sono a tre posti), dato che quella esistente è una camera monoposto che non dà assolutamente risposte possibili alle indicazioni molteplici di questo tipo di terapia.
Alla fine del mese di novembre del 1992, sempre questo dirigente inviava nuovamente al Servizio economale e tecnico dell'USSL VIII la richiesta di camera iperbarica multiposto, indicandone le specifiche di riferimento; tuttavia, il 4 gennaio 1993 il Sovrintendente sanitario scriveva all'Ufficio tecnico per dire di non essere stato interpellato sembra strano, ma così afferma e questa lettera è agli atti sull'opportunità e il luogo dove installare questa camera iperbarica. La dirigente del Servizio il 7 gennaio 1993 esprimeva, con una lettera, il suo stupore su questo "stupore" del Sovrintendente sanitario.
Abbiamo poi saputo che, per rispondere ai problemi delle persone che presentano patologie complesse che ricevono proficuo vantaggio da questa terapia, la Regione aveva autorizzato il rimborso in regime di assistenza indiretta ai pazienti inviati ai servizi di terapia iperbarica privati che nel frattempo, negli anni passati e anche nel presente, si stanno moltiplicando nella nostra Regione.
E' chiaro che una vicenda del genere può suscitare un legittimo sospetto nei Consiglieri, dati i tempi; in questo senso noi interpellavamo urgentemente il Presidente della Giunta e l'Assessore per avere notizie sugli impegni finanziari disponibili per le UU.SS.SS.LL. della Regione, in particolare per la n. 8, dove risulta opportuno, in relazione al tipo di pazienti ricoverati, intervenire con terapia iperbarica.
Rammento che i possibili utilizzi sono sia in regime di emergenza sia per terapie differenziate; interpellavamo quindi urgentemente l'Assessore per sapere se corrisponde al vero che la Regione aveva autorizzato le UU.SS.SS.LL. a rimborsare gli istituti privati presso cui i pazienti venivano autorizzati a sottoporsi a questo tipo di terapia.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Vetrino per la risposta, colgo l'occasione per salutare, a nome di tutto il Consiglio, il Consigliere Vittorio Beltrami che oggi ci fa molto piacere vedere presente ai lavori del Consiglio.



(Applausi da tutto il Consiglio)



PRESIDENTE

Prego, Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Unisco anch'io un saluto particolarmente affettuoso al Presidente della Giunta con cui ho avuto modo di collaborare per ben cinque anni nella passata legislatura.
Vengo alla risposta all'interpellanza n. 1699 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, che ha dato ulteriori notizie in questa sede. La risposta che sto per leggervi risale al 17 marzo 1993, data in cui avevo già effettivamente ricevuto l'incarico. Vorrei ricordare al Consigliere Chiezzi, che mi sollecitava questa risposta, che io sarei stata disponibile a fornirla in quella data, ma poi per questioni legate ai lavori sempre molto onerosi del Consiglio i tempi di queste risposte vengono spesso dilazionati.
La risposta è la seguente.
La Regione Piemonte, con la DGR n. 9-19928 del 10/11/1992 approvata dal Consiglio regionale, ha assegnato a tutte le UU.SS.SS.LL. un finanziamento in conto capitale per l'anno 1992 per complessivi 30 miliardi, utilizzando come criterio per il riparto, ad ogni singola USSL. i seguenti parametri: posti letto e popolazione residente. Non si è quindi proceduto ad attribuire un finanziamento sulla base di singole e specifiche richieste delle UU.SS.SS.LL.
Nell'ambito di tale riparto, all'USSL TO VIII è stata assegnata la somma di L. 2.302.878.486. Gli uffici regionali avevano invitato il Commissario straordinario, dottor Silvano, ad utilizzare parte della quota assegnata per dotare l'Ospedale Molinette di una camera iperbarica multiposto. Nel contempo, gli stessi uffici si sono impegnati a verificare la possibilità di concedere un ulteriore stanziamento in conto capitale rendendosi conto che la spesa relativa all'acquisto della strumentazione in oggetto incide in modo significativo sullo stanziamento globale attribuito all'USSL con la deliberazione soprarichiamata.
Per quanto riguarda il secondo punto dell'interpellanza, non sono stati instaurati né autorizzati dalla Giunta regionale rapporti convenzionali per l'uso delle attrezzature in esame, anche perché la normativa nazionale vigente non include tra le prestazioni convenzionabili quella dell'ossigenoterapia iperbarica.
E' stata invece contemplata, nell'ambito del provvedimento che ha fissato le modalità e gli importi dell'assistenza indiretta per il 1993 (DGR n. 311-20816 del 27/11/1992), la possibilità di rimborso dell'80 delle spese sostenute per i massimali predeterminati. Tutto ciò in relazione a particolari prestazioni di ossigenoterapia iperbarica, specie per patalogie acute fruite presso strutture private espressamente autorizzate sul territorio nazionale e con particolare rilievo per pazienti provenienti da servizi di emergenza pubblici.
Le tariffe indicate sono ricalcate sulla base di quelle riconosciute per analoghe prestazioni da altre Regioni per l'anno 1990 (es. DGR n. 2741 del 3/4/1990 della Regione Umbria).
Ovviamente, dal momento che l'assistenza indiretta viene prevista annualmente con provvedimento della Giunta regionale (cfr, punto 8.6 dell'allegato 1 alla L.R. n. 37/90), alla piena rispondenza delle strutture ed apparecchiature pubbliche alla domanda, potrà seguire la cessazione della possibilità del ricorso all'assistenza indiretta.
Va comunque sottolineato che il ricorso all'assistenza indiretta per le prestazioni in esame è stato contemplato in piena osservanza ed applicazione dell'art. 3, comma secondo, della legge n. 595/85, che vede tale possibilità "nei casi in cui le strutture pubbliche o convenzionate siano nell'impossibilità di erogarle tempestivamente in forma diretta".
La previsione della prestazione è apparsa pertanto, oltreché legittima ed opportuna, anche dovuta, non essendo al momento la stessa pienamente erogata in forma diretta da parte del Servizio Sanitario Regionale.
In aggiunta, vorrei dire che noi non possiamo interferire più di tanto nei litigi e nelle incomprensioni che avvengono nell'ambito del personale amministrativo e sanitario delle UU.SS.SS.LL.
In un incontro avuto con il dottor Silvano e il dottor Rivara meno di una settimana fa, questo problema è stato affrontato e, visto che loro fanno molto affidamento su questo ulteriore finanziamento, che dovrebbe provenire dalla Regione, io ho detto che questa esigenza verrà considerata con particolare attenzione nell'ambito di criteri che - spero - possano essere diversi da quelli che nel dicembre 1992 avevano orientato il Consiglio e la Giunta nella definizione dell'assegnazione di questi 30 miliardi alle UU.SS.SS.LL. Quelli dei posti letto e della popolazione residente sono parametri certamente da computer, ma probabilmente non sono i più oggettivi per individuare le priorità e dunque, in questo caso, le emergenze. La camera iperbarica è un'emergenza e in questo ambito verrà considerata. Posso quindi avanzare un impegno relativamente alla proposta di una verifica del costo totale di questa struttura e di quello che occorre, perché non è solo una questione di struttura.
Nella Commissione consiliare del 26 p.v, porterò un dettaglio del conto capitale affinché i Consiglieri siano edotti attorno alla disponibilità reale del pregresso che ancora c'è e di quello che riguarda il 1993, nonch dello stralcio dell'USSL 1/23. Tutti insieme, quindi, potremo individuare dei criteri rispetto ai quali poi collocare le nostre scelte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, anche a nome del compagno Maggiorotti, esprimo insoddisfazione per la risposta dell'Assessore.
Il dubbio contenuto nell'interpellanza era il seguente: nell'ambito della vicenda relativa alla dotazione di una nuova camera iperbarica multiposto, si sono compiuti atti espliciti o impliciti che hanno favorito le strutture private a danno della struttura pubblica, oppure no? La risposta dell'Assessore, lasciando invariati tutti i momenti non chiari di questa vicenda, consente purtroppo di affermare che in questa vicenda si è favorito il privato, innanzitutto perché la struttura pubblica ha avuto un andamento oscillante, se non esplicitamente contraddittorio.
L'Assessore ha affermato che all'interno della dotazione finanziaria prevista dalla deliberazione del Consiglio del 10/11/1992 di riparto dei contributi a tutte le UU.SS.SS.LL. (30 miliardi) relativa all'USSL VIII (2 miliardi e 308 milioni), era compresa la struttura di una nuova camera iperbarica. Quindi gli uffici dell'USSL VIII a quell'epoca disponevano di un finanziamento che la Regione suggeriva di destinare anche alla camera iperbarica pubblica.
In effetti, questa indicazione della Giunta regionale sembrò venisse recepita dall'amministrazione dell'USSL VIII, tant'è che iniziò una pratica costituita da visite in reparto da parte del Sovrintendente sanitario, da richiesta di relazioni alla prof.ssa Urcioli competente del servizio, da risposta della stessa, da promesse verbali sostenute da un carteggio. Ad un certo punto, nel dicembre del 1992, la questione si ferma e incredibilmente il Sovrintendente sanitario, dottor Rivara, scrive una lettera alla prof.ssa Urcioli nella quale quasi sembraccadere dalle nuvole circa la necessità e l'opportunità di dotare la struttura di anestesia e riabilitazione di una nuova camera iperbarica, per la quale solleva anche il problema che non si sa neppure dove potrebbe essere ubicata.
Questo fatto strano non ha trovato una spiegazione nella risposta dell'Assessore. Altrettanto vuoto di spiegazione sta il fatto di come siano stati utilizzati, diversamente da come suggerito dalla Giunta regionale, i 2 miliardi e 308 milioni assegnati all'USSL VIII, all'interno dei quali stava la cifra che si pensava di destinare per la nuova camera iperbarica.
Non è stato detto come sia stata altrimenti utilizzata.
Tutto questo rallentamento nell'utilizzo dei soldi già promessi a stanziamento va a braccetto con la decisione presa dalla Regione Piemonte di pagare a pie' di lista i servizi di camera iperbarica forniti, nel frattempo, da una struttura privata, proprio in quei mesi messa in opera e messa a disposizione del servizio sanitario pubblico e privato.
Preoccupa gravemente la lamentela e lo stupore di cui siamo stati destinatari, non dai comunisti che tramano nell'USSL VIII, ma dalla responsabile del servizio, preoccupata dal veder disattivato il proprio servizio pubblico e di vedere che, nello stesso tempo, la Regione Piemonte e l'USSL VIII, che non destinavano risorse per potenziare la camera iperbarica, spendevano risorse - sempre dei contribuenti - per pagare il servizio nel frattempo tempestivamente, con grande preveggenza, predisposto dai privati.
L'Assessore non ha illuminato questa vicenda per gli aspetti amministrativi di gestione da parte degli uffici regionali. Sarei stato più tranquillo se fosse stata data una qualche spiegazione della lettera del dottor Rivara, con la quale rispondeva alla richiesta della prof.ssa Urcioli.
Lo smantellamento di questa struttura pubblica ha subito purtroppo un altro avanzamento, perché il servizio competente dell'USSL ha emesso un certificato di dismissione di questa camera iperbarica che, nel frattempo è diventata vetusta, in quanto alcuni pezzi di ricambio della stessa sarebbero di difficile reperimento. Quindi la struttura pubblica, dopo essere stata fermata e rallentata nel suo potenziamento, pian pianino viene smantellata; intanto la Regione Piemonte continua a pagare fior di quattrini per la neonata struttura privata che, evidentemente, ha goduto di una congiuntura favorevole nel proprio insediamento e che adesso pare sempre da notizie provenienti non dai comunisti dell'USSL VIII, ma delle strutture dell'USSL VIII, godere di nuova situazione favorevole in ordine a produzione di convegni, riccamente sponsorizzati da strutture private e da medici anche lavoranti nell'ambito della struttura pubblica.
Insomma, si è smantellata una struttura pubblica le cui prestazioni sono molto onerose (e quindi è bene che rimangano nel settore pubblico in modo da consentire l'accesso a chi ne ha bisogno) e nel frattempo si è resa florida una struttura privata nata negli stessi giorni in cui quella pubblica veniva prima fermata e oggi smantellata.
Di fronte a tutto questo, è poca cosa quanto ha dichiarato l'Assessore competente, che si è limitato a dire che si verificheranno le condizioni per potenziare questa struttura pubblica, senza prendere alcun impegno concreto in proposito.
L'Assessore tende a lasciare qualche speranza. Per quanto riguarda il Gruppo di Rifondazione Comunista valuteremo con grande attenzione cosa è stato detto oggi in quest'aula, ci metteremo in contatto con chi alle Molinette non intende piegare la testa di fronte ad una procedura di smantellamento di un servizio pubblico e senza alcuna strumentalità, ma con grande fermezza cercheremo di fare tutti i passi in ogni direzione tesi a far luce su questa vicenda: le promesse non mantenute, le nuove spese rivolte al settore privato per costringere la Giunta regionale a compiere in tempi rapidissimi, scelte concrete ed inequivoche in direzione della predisposizione nell'ambito dell'apparato pubblico di una camera iperbarica, multiposto di cui i cittadini, utenti del servizio sanitario nazionale hanno non solo bisogno, ma anche diritto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI


Argomento: Centri intermodali

Interrogazione n. 1318 del Consigliere Marchini inerente la riconversione della struttura autoportuale di Susa Relativa comunicazione del Presidente della Giunta regionale


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 1318 presentata dal Consigliere Marchini.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Questa interrogazione è giacente da un po' di mesi, quindi cercherò di dare la risposta con correzioni in corso d'opera; purtroppo o per fortuna a seconda dei casi, le interrogazioni che riguardano il sottoscritto sono sostanzialmente interrogazioni, interpellanze relative a problemi occupazionali. Quindi mi corre l'obbligo di chiedere alla Presidenza, se fosse possibile, di fare un'infornata di queste interrogazioni, perch essendo vertenze che cambiano iter di settimana in settimana, devo sempre aggiornarle e per mesi non rispondere; ciò per un problema di funzionalità e anche di risposta ai colleghi.
In riferimento all'interrogazione in oggetto, devo rispondere secondo l'attuale stato delle cose e degli incontri.
Per quanto attiene agli incontri, molte furono le proposte formulate sia in Regione sia presso la Provincia di Torino. Una proposta di un certo rilievo è stata presentata da Consusa-SITAF e Provincia di Torino, e riguarda la sosta di autotreni; la realizzazione di servizi diurni e notturni per gli autotrasportatori che intendessero sostare per dormire e ristorarsi; l'organizzazione di corsi di riqualificazione e un progetto conseguente di fattibilità. La spesa preventivata è di circa 4 miliardi che la Commissione Interreg ha ammesso solo con riferimento alla parte relativa alla riqualificazione del personale e alla promozione di nuove attività, mentre ha approvato altri progetti di minore importanza.
Altre proposte mirano al riassorbimento di una quindicina di lavoratori da parte della SITAF (Autostrada del Frejus) mediante l'organizzazione di servizi autostradali; all'assunzione di alcuni lavoratori ad opera della vicina Società Consusa per adibirli al servizio lavaggio e pulizia di camion; all'organizzazione di corsi di riqualificazione professionale finalizzati, previa ricerca sulla domanda di professionalità.
In coerenza con gli impegni assunti con i Sindacati già in data 15 ottobre 1992, ho inviato una lettera al Ministero per chiedere se fosse possibile includere negli organici collaboratori professionalizzati e validissimi, quali senz'altro sono gli spedizionieri doganali e i dipendenti delle imprese di trasporto che effettuano anche operazioni di dogana. Con altra mia lettera del 6 ottobre, ho sollecitato il Ministro del Lavoro ad intervenire con l'adozione di strumenti speciali di ammortizzazione sociale, attualmente inesistenti nei confronti degli spedizionieri doganali.
Inoltre, il 16 dicembre mi sono permesso di far inviare dal Presidente della Giunta regionale, affinché la cosa avesse più peso, telegrammi ai Ministri del Lavoro, delle Finanze, degli Esteri e dell'Interno, nonché al Prefetto di Torino.
A fine dicembre 1992, mi sono ancora rivolto direttamente alle Case di Spedizione, e, in data 8 gennaio 1993, ho nuovamente richiesto l'adozione di provvedimenti legislativi a tutela di queste categorie di lavoratori inviando solleciti al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri del Lavoro e delle Finanze e, per conoscenza, al Prefetto di Torino.
Purtroppo - come il collega interrogante saprà, anche perché vive l'esperienza locale e territoriale della Valle di Susa - il progetto predisposto da Consusa non potrà essere accolto da Interreg sia per mancanza di disponibilità finanziarie, sia perché non del tutto corrispondente alle direttive di Interreg.
La mancata approvazione del progetto che riguarda la Valle di Susa non ha fatto comunque dimenticare i problemi degli spedizionieri doganali e delle Case di Spedizione, per i quali è stato recentemente approvato un decreto che prevede la CIGS e l'iscrizione nelle liste di mobilità per i lavoratori licenziati e, forse, l'assunzione presso il Ministero delle Finanze di un certo numero di lavoratori. Di questi, non conosciamo la quota spettante al Piemonte confrontata con i 473 esuberi delle Case di Spedizione e i 393 degli spedizionieri doganali licenziati; pertanto, ho inviato una lettera in merito al Ministro delle Finanze il 5/2/1993, al fine di conoscere detta quota ed organizzare tempestivamente eventuali corsi di riqualificazione.
Tuttavia, il 23/3/1993 la Commissione Lavoro del Senato ha cassato l'art. 5 del decreto n. 24/93, che prevedeva tale possibilità di assunzione, per cui ora si attende l'esame in aula.
Attualmente, in applicazione del Regolamento CEE n. 3094/92, potranno essere finanziati mediante contributi della Comunità, cofinanziati anche da ciascun Stato membro, progetti inerenti alla riqualificazione sia del personale dipendente delle Case di Spedizione sia degli spedizionieri in quanto lavoratori autonomi.
Inoltre, le imprese di spedizione che intendano riconvertirsi o porre in essere nuove attività produttive potranno altresì beneficiare di contributi in conto capitale a finanziamento del relativo progetto e, in questo senso, sono stati presentati progetti relativi.
Allo stato dei fatti, sul Regolamento n. 3094/92 si possono finanziare corsi di formazione per gli spedizionieri, essendo disponibili circa 3 miliardi. Ci siamo attivati in questi giorni per la predisposizione dei relativi progetti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

La mia valutazione in ordine alla risposta della Giunta è duplice: sono del tutto soddisfatto per la risposta data dall'Assessore al lavoro e lo ringrazio non solo per questo, ma per l'attenzione che ha avuto in questo lungo periodo verso questa delicata questione; registro e denuncio la totale latitanza della Giunta rispetto al quesito centrale di questa mia interrogazione che attiene alla riconversione dell'autoporto. E' una latitanza, Presidente, che non è della sua Giunta: è della Giunta dall'anno 1980 ad oggi.
Sarà una replica un po' lunga, ma ritengo che sia bene, per la storia di questa vicenda e per la conoscenza dei colleghi che volessero porre un minimo di attenzione, non adesso ma nella lettura degli atti, per capire come si possa gestire un'idea in modo assolutamente incoerente e latitante.
Alla fine degli anni '70 si è ipotizzato che, in conseguenza dell'apertura del Frejus e della realizzazione del sistema autostradale Torino, il suo hinterland, e la Valle di Susa in particolare, dovessero essere considerati non soltanto l'area di attraversamento di un manufatto in calcestruzzo (l'autostrada), ma anche un'area interessata da quella che potremmo chiamare con termini più moderni: un'opera di fertilizzazione del territorio. Quindi si è immaginato che l'hinterland torinese potesse essere fertilizzato con l'avvio di SITO e che Susa e la sua valle potessero essere fertilizzati con l'avvio di una struttura autoportuale. Si è fatta una legge (la n. 11/80) che è esemplare.
Ai colleghi che volessero sapere, oltre che disturbare chi sta parlando, come si fa un progetto, consiglio di leggere questa legge, perch è un progetto di natura territoriale e di natura urbanistica: la legge ipotizza il progetto approvato dal Consiglio regionale come variante immediatamente esecutiva del Piano regolatore, ipotizza istituzionalmente come si colloca la Regione con il modello di società e soprattutto decide in modo finanziario come ci si muove su una strategia del genere.
Quindi, la legge n. 11/80 è esemplare dal punto di vista della sua organicità; evidentemente si può dissentire sull'obiettivo che la stessa legge si poneva, ma comunque è una legge - probabilmente l'unica - che interessava sia SITO che Consusa. Poi che cosa avviene? Incomincia ad avvenire una cosa curiosa: che mentre quella legge prevedeva uno stanziamento in fondo capitale di 4 miliardi, improvvisamente questi 4 miliardi vengono destinati dalla Giunta successiva all'anno 1980 in modo diverso; la società Consusa deve quindi utilizzare il sistema tradizionale del ricorso al credito a tariffa totale, per cui naturalmente il piano finanziario incomincia a entrare in crisi. Non solo. Si rivela l'assoluta incapacità della Regione di reggere il confronto con la Valle d'Aosta che sull'autoporto investiva, perché capitalizzava il 90% dell'IVA di tutte le merci introitate attraverso il traforo del Frejus. I colleghi che hanno sentito hanno capito bene: il 90% dell'IVA che pagano gli importatori italiani nel momento in cui le merci giungono in Italia, se passano dalla Valle di Susa va allo Stato, mentre se passa dalla Valle d'Aosta rimane in Valle d'Aosta. Quindi, è da capire perché questo autoporto di Susa abbia avuto grossissime difficoltà a decollare dal punto di vista formale dell'autorizzazione dello Stato.
Ma non finisce qui. A questo punto, c'è la totale latitanza della Regione. Ai banchi della Presidenza siede uno che ha fatto il Presidente di Consusa, e cioè il collega Montabone - Presidenza di competenza della Giunta regionale, se non vado errato - nominato Presidente attraverso strani percorsi, perché la Regione non ha mai immaginato di indicare il proprio candidato.
Succede questo, colleghi, ma non basta. Con assoluta miopia non si porta avanti l'aspetto istituzionale, che era la questione fondamentale per questo mi complimento con l'Assessore al lavoro e denuncio la Giunta per la sua latitanza da questo problema, ma non solo questa Giunta, bensì il governo regionale.
L'aspetto istituzionale che cos'era? Era un'alleanza forte fra la Regione e gli Enti locali e l'imprenditoria interessata ai fenomeni indotti dalla realizzazione dell'autostrada puntando nell'immediato, ma non in via definitiva ed esclusiva, all'attività doganale, che è evidentemente l'occasione che fa fermare il veicolo e quindi è la condizione senza la quale non si può partire. Ma non è la condizione unica e l'obiettivo unico.
Per cui, quella che doveva essere un'operazione di fertilizzazione del territorio, cioè di recupero in Valle di Susa per quello che riguarda Consusa e per quello che riguarda Torino SITO di imprenditoria moderna, che guardava i traffici indotti dal traforo del Frejus e dall'autostrada e non soltanto dalla gabella doganale, questa operazione è stata assolutamente trascurata dalla Regione Piemonte. Ciò con il risultato che Consusa è diventata una società che ha semplicemente immaginato il proprio esistere fino all'1 gennaio 1993, assolutamente disinteressandosi di quello che sarebbe stato il futuro.
Quindi è un'operazione che, da quel punto di vista, si rivela come fallimentare e con una responsabilità della classe dirigente che ha condotto questa operazione che deve rimanere alla storia di questo Consiglio. L'autoporto è diventato una dogana. Chiusa la dogana, ci si chiede che cosa sta ancora a fare Consusa e che cosa ha fatto o immaginato Consusa per costruire la propria sopravvivenza, il proprio futuro. Una qualunque società che sapesse che all'1 gennaio 2002 sarà vietato l'uso della benzina nei motori, probabilmente immaginerebbe che le automobili dovrebbero essere fatte in un altro modo. No. Questa società, guarda caso si preoccupa del proprio presente, di pervenire al meglio. Dal punto di vista finanziario - bisogna dargliene atto questa società produceva utili nei suoi ultimi anni ha pareggiato i suoi problemi finanziari; al 31 dicembre di quest'anno si presenta in braghe di tela e dice: "Cara gente qui abbiamo finito e andiamo tutti a casa". Eh no! Le cose non stanno esattamente così! Qualche responsabilità un po' attuale esiste su questo.
E' vero che, chiusa la dogana, non esiste futuro per le aree attrezzate in funzione dei trasporti internazionali, ma se è vero questo, perch abbiamo fatto il Frejus? Perché abbiamo fatto l'autostrada? Perché Torino le ha volute? Perché se non immaginiamo che queste infrastrutture modernizzino il sistema e determinino una trasformazione del sistema socio economico non dovevamo farle, perché vuol dire che si stava meglio prima vuol dire che invece non siamo riusciti a realizzare nei due poli sicuramente per Consusa, non lo so su SITO, parlo di cose che non conosco quello che da altre parti si fa. Per esempio, mi risulta che in Valle d'Aosta, leggendo tra le righe della nuova normativa internazionale, si è scoperto che in area di confine alcune funzioni vanno realizzate. Guarda caso, Consusa se ne è totalmente disinteressata! Non è un caso che l'unica funzione conseguente alle nuove normative a Susa la svolga non Consusa ma la SITAF, la quale ha realizzato un sistema continuo per il lavaggio dei TIR. Per cui siamo al paradosso che la società autostradale ha realizzato a lato dell'autoporto e non nell'autoporto, una nuova struttura di servizio che si occupa del sistema internazionale e quindi lava i TIR. Questa non è cosa da poco, perché lavare tutti i TIR che trasportano animali attraverso il Frejus non è una cosa minimale; oltrettutto è un lavaggio obbligatorio non facoltativo; quindi è anche una funzione statisticamente programmabile e definibile. Guarda caso, questa iniziativa non è di Consusa, ma è della SITAF.
Colleghi Consiglieri, qualche responsabilità politica ci sarà pure unita a qualche esigenza di muoversi, e non solo sul piano dell'occupazione. Chiedo scusa, Assessore, e la ringrazio, ma in termini strategici il problema si porrà pure e il fatto che la questione non sia stata posta con la dovuta fermezza - anche perché qualcuno, cioè il sottoscritto, dopo aver battuto la testa contro il muro dieci volte, avendo la testa dura ha capito che o si rompeva il muro o si rompeva la testa e si è ritirato sotto la tenda - fa registrare che, almeno nel corso degli ultimi due anni, c'è qualche responsabilità dell'Assessore. Ci sono state due occasioni rispetto alle quali l'operazione Consusa doveva essere vista con un minimo di respiro: l'Interreg e il Regolamento n. 2052.
Per carità, ho grande rispetto per i pinerolesi, ma non mi risulta che il Pinerolese sia stato toccato e penalizzato dalla chiusura delle dogane non mi risulta che attraverso il buco del Viso si facesse ancora traffico di sale, per cui c'è stata disoccupazione in quelle valli in conseguenza di questo.
Quindi, vorrei sapere che senso ha che i soldi destinati a rilanciare le aree impoverite dalla crisi del sistema doganale abbiano prodotto i sismografi nelle valli del Pinerolese e nel Queyras.



PRESIDENTE

Le ricordo soltanto i tempi.



MARCHINI Sergio

Presidente, io rispetterei il tempo, ma non lo rispetto, e se lei legge il testo della mia interrogazione capisce perché, non avendo avuto risposta a quattro documenti scritti, il Consiglio abbia diritto di sapere a che punto siamo, con una società a maggioranza regionale.
Mi chiedo che senso abbia investire in sismografi nelle valli del Pinerolese e nel Queyras a fronte di problemi di questa natura. Lasciamo perdere gli incredibili affratellamenti tra una cosa che non è mai esistita mi riferisco alla République des Escartons ma che proprio a Susa il Regolamento n. 2052 non abbia trovato altra allocazione e che anzich essere utilizzato per la riconversione dell'autoporto e il suo rilancio e l'utilizzazione delle aree e delle strutture, quindi per il loro potenziamento, sia stato utilizzato per creare un'altra area a servizi attrezzata in funzione artigianale piccolo-medio imprenditoriale... Si continuano, cioè, a costruire delle occasioni sul piano territoriale, ma non si ha la capacità di collocare gli imprenditori nelle organizzazioni territoriali di servizi che si sono costruite. Chiudo, anche per rispetto al Presidente e a me stesso.
Signor Presidente, mi rivolgo a lei: bisogna che Consusa, se resta in vita per un mese o due, non stia in vita per servire dei pasti caldi, ma per presentare se stessa sul piano internazionale come un'area attrezzata collegata con l'autostrada più importante delle Alpi occidentali, che si mette di fronte al mercato internazionale per essere allocazione di servizi qualificati e di un'imprenditoria legata a quei fenomeni.
E' anche penoso, Assessore, quello che sentiamo: una società che non riesce a mantenere la concorrenza con un operatore locale, pur qualificato e bravo, con tutte le condizioni di favore che gli abbiamo fatto, per cui sicuramente i TIR che si fermano a pranzare fuori dell'autoporto sono 10 a 1 rispetto a quelli che si fermano nell'autoporto. Questo già è significativo e sono solo preoccupato di questo. Siamo tutti preoccupati per la sorte degli addetti alle case di spedizioni, che non hanno niente a che fare con Consusa: sono società di Torino che lavoravano anche a Susa tanto per chiarirci.
Siamo preoccupati di sapere che cosa succederà di queste aree, di queste infrastrutture, dei soldi che si sono investiti in quest'area.
Quindi, mi pare che ci stia bene tutta la mia sollecitazione al Presidente perché chieda a Consusa, per i mesi e per gli anni che dovrà ancora esistere, che oltre a preoccuparsi di una sua continuità funzionale, abbia anche la capacità di porsi come soggetto di proposta, di progettualità e non soltanto di gestione. La gestione, evidentemente, tende a spegnersi come una candela, mentre si tratta di capire se da quel tanto che è rimasto del trascorso, quindi anche dell'immagine internazionale che con questo ci siamo ricostruiti, come Valle di Susa e come Susa sia possibile recuperare in loco degli insediamenti produttivi di terziario avanzato. Ringrazio e chiedo scusa.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Presidente Brizio a completamento della risposta data prima dall'Assessore Cerchio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Pensavamo di parlare di Consusa nel dibattito sugli enti strumentali.
In quella sede, daremo delle indicazioni e sentiremo anche cosa emerge dal Consiglio. Voglio però dire al Consigliere Marchini, per lo specifico, che ho dato incarico anche alla Finpiemonte di studiare delle proposte concrete su Consusa, di cui siamo soci noi e la Finpiemonte.
La gestione, in realtà, oggi non è propriamente nelle mani della maggioranza; non avendo portato avanti il discorso di concambio azioni che era stato ipotizzato con la SITAF, dobbiamo prendere in mano noi la situazione.
Quindi ho assunto anche questa iniziativa. Adesso non voglio entrare nel merito, ma rassicuro il Consigliere Marchini che il problema ci è ben presente; io mi auguro che al più presto si possa discutere in Consiglio regionale di qualche ipotesi concreta e positiva per la soluzione del problema Consusa.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Brizio. Con questo chiudiamo il punto sulle interrogazioni.


Argomento:

Rinvio argomenti ad altra seduta


PRESIDENTE

I punti 3), 4), 5) e 6) all'o.d.g. che recano rispettivamente: "Interrogazioni ed interpellanze richiamate in aula dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare"; "Interrogazioni n. 1340, n. 1688 e n. 1703 richiamate in aula dai Consiglieri Majorino e Zacchera, ai sensi dell'art. 89, comma nono del Regolamento consiliare"; "Interrogazioni ed interpellanze richiamate in aula dal Consigliere Giuliano, ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare" e "Interrogazioni n. 1013, n. 1041 e n. 1221 richiamate in aula dal Consigliere Rabellino, ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare", vengono rinviati ad una prossima seduta.
C'è una richiesta relativa allo svolgimento dei lavori da parte del Consigliere Chiezzi, che ha pertanto la parola.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, all'inizio del punto all'o.d.g. sulle interrogazioni, avevo sollecitato anche la risposta all'interpellanza urgente n. 1740 di competenza dell'Assessore Fulcheri, con il quale avevo direttamente parlato. Volevo solo sapere se è possibile avere la risposta a questa interpellanza ancora oggi o avere la promessa dell'Assessore che se ne discuterà la prossima settimana.



PRESIDENTE

E' possibile un impegno per la prossima seduta, Assessore Fulcheri?



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Sì.



PRESIDENTE

Per la prossima seduta ci sarà la risposta all'interpellanza 1740.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Bresso, Coppo, Croso Fiumara, Lombardi, Maccari e Spagnuolo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Assegnazione deleghe assessorili


PRESIDENTE

Comunico inoltre che, in virtù del decreto del Presidente della Giunta regionale n. 1305/93, è stata assegnata all'Assessore Cavallera la delega alla pianificazione e gestione urbanistica ed edilizia residenziale e all'Assessore Gallarini la delega agli espropri.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

A questo punto, se ci fosse stata la Presidente Spagnuolo, che è in congedo in quanto soggetta ad influenza, avrebbe dovuto dare, come si era convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, un'informazione sull'incontro che, su mandato del Consiglio, nella scorsa settimana la Presidente Spagnuolo ed il Presidente Brizio hanno avuto con il Commissario governativo al Comune di Torino, dottor Malpica, relativamente alla vicenda del Piano Regolatore Generale della città di Torino. In mancanza della Presidente Spagnuolo, il Presidente Brizio si è gentilmente offerto di dare lui questa informazione sull'incontro, che non costituisce una comunicazione.
Poiché ci sono richieste di parola prima dell'informazione del Presidente Brizio, hanno facoltà di intervenire, nell'ordine, prima il Consigliere Chiezzi e poi il Consigliere Cucco.



CHIEZZI Giuseppe

Sul punto all'o.d.g. relativo alle comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale sarei desideroso di sapere a che punto è la deliberazione istitutiva della Commissione d'inchiesta sugli appalti. E' già parecchio tempo, infatti, che questa decisione è stata assunta: volevo sentire dall'Ufficio di Presidenza se gli atti relativi alla costituzione della Commissione stanno andando avanti o se tutto è fermo e per quale motivo. Questa è la prima richiesta.
Non ho capito bene, invece, a che titolo parlerà il Presidente della Giunta regionale, nel senso che se parla su una vicenda penso si tratti di una comunicazione. Che differenza c'è tra comunicazione del Presidente della Giunta e informazione del Presidente della Giunta? Per quale motivo è stata usata questa dizione?



PRESIDENTE

Consigliere Cucco, la sua richiesta ha a che fare con le comunicazioni del Presidente?



CUCCO Vincenzo

No, è sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Allora, se permette, Consigliere Cucco, rispondo al collega Chiezzi.
Sulla prima questione posta, relativa all'insediamento della Commissione d'inchiesta sugli appalti, devo dire che purtroppo, al momento non sono in grado di dare informazioni. Mi risulta che sono arrivate, in parte o tutte, le segnalazioni dei Gruppi consiliari per la partecipazione a detta Commissione d'inchiesta; è però una questione che, per competenza segue la Presidente del Consiglio, quindi al momento non sono in grado di dare questa informazione. Mi impegno ad acquisire elementi informativi ed eventualmente dare nel pomeriggio questa risposta al Consigliere Chiezzi.
Per quanto riguarda invece l'altro problema posto, ho premesso che c'era un impegno assunto nella seduta dei Capigruppo da parte della Presidente Spagnuolo di riferire sull'incontro avuto con il dottor Malpica quindi in questo senso si tratta di un'informazione. Doveva trattarsi di una comunicazione del Presidente del Consiglio, che come è noto non è soggetto a discussione, ma soltanto a richieste di chiarimento ai sensi del Regolamento. Non essendoci la Presidente del Consiglio e avendo partecipato, insieme alla Presidente del Consiglio, all'incontro con il dottor Malpica anche il Presidente della Giunta su mandato del Consiglio ricordo questo - ho chiesto al Presidente Brizio di svolgere lui, per conto della Presidente Spagnuolo assente, questa informazione. Quindi ha questo carattere e per questo ritengo che non ci possa essere discussione; ci possono essere eventualmente delle richieste di chiarimento.



PRESIDENTE

Prima dell'informazione del Presidente Brizio, ha facoltà di intervenire sull'ordine dei lavori, come precedentemente richiesto, il Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Grazie, Presidente, anche perché probabilmente le richieste di chiarimenti su questo argomento saranno tante.
Io intervengo per sollecitare la Presidenza del Consiglio e la Presidenza della Giunta ad avviare una riflessione del Consiglio sull'esito dei referendum, in particolare per quattro referendum. Innanzitutto sui due referendum richiesti e voluti dalle Regioni, perché ora che il referendum è stato vinto bisogna procedere alla riforma delle leggi abrogate e personalmente, non credo che le Regioni debbano essere assenti da questa fase propositiva, anzi devono essere presenti in forma positiva.
Ci sono altri due referendum, però, che pongono un problema concreto alla Regione Piemonte. Uno è quello sulle tossicodipendenze, perch l'applicazione immediata del sì su questa legge avrà conseguenze sull'operatività dei servizi e sull'amministrazione della giustizia che sicuramente, creerà problemi a coloro che vorrebbero intralciare il referendum stesso. Quindi, secondo noi, è necessario che la Giunta in particolare intervenga immediatamente per chiarire i termini dell'applicazione dell'esito referendario ai servizi sanitari regionali. In secondo luogo, laddove c'è spazio per intervenire con proprie proposte per la riforma dalla legge, secondo me è necessario che la Regione e il Consiglio stesso riflettano.
Il quarto referendum che, a mio parere, ha diretto interesse anche per la Regione è quello elettorale: non per diretto intervento del referendum sulla materia della riforma della legge elettorale del Consiglio, ma perch aprendosi oggi una stagione di riforme molto profonde, non soltanto del livello elettorale, ma anche istituzionale, è chiaro che la Regione deve esprimersi anche in questa direzione per proporre, se ne ha, idee di riforma del sistema elettorale delle Regioni. Fino ad oggi, di questo non si è mai parlato a livello nazionale e, laddove se ne è parlato, comunque se ne è parlato in forma certamente derivata rispetto alle riforme elettorali del Parlamento e dei Comuni.
Sollecito quindi la Presidenza del Consiglio e la Presidenza della Giunta innanzitutto a convocare una Conferenza dei Presidenti dei Gruppi o una parte della Conferenza su questo tema, per avviare un confronto sulle questioni da me evidenziate.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Cucco. Mi sembra utile il suggerimento di porre la questione alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi che, fra l'altro, è già prevista per domani mattina, indicativamente per le ore 13 questo punto potrebbe quindi essere esaminato in prima battuta già domani mattina, per vedere poi gli approfondimenti successivi.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito al Piano Regolatore Generale di Torino


PRESIDENTE

Dò quindi la parola al Presidente Brizio per l'informazione sull'incontro relativo al Piano Regolatore Generale della città di Torino.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Dò questa informazione in luogo del Presidente del Consiglio, perch come ricorderete - nell'ultima seduta del Consiglio regionale era stato dato mandato ufficialmente al Presidente del Consiglio e a me di andare a riferire al Commissario Malpica le articolate posizioni emerse in quest'aula in ordine al Piano regolatore di Torino e di sottoporle per la dovuta riflessione in un momento di scadenza delle sue possibilità deliberative in modo che, pur lasciando la sua piena discrezionalità (questo è ovvio perché noi non abbiamo alcun potere), avesse presente questa articolata posizione del Consiglio regionale. Abbiamo cercato di farlo, come era previsto, nel giorno successivo, ma una malattia del Commissario non gli ha consentito di venire a Torino; abbiamo quindi avuto l'incontro con il Commissario Malpica subito dopo Pasqua.
A questo incontro, come già abbiamo avuto occasione di riferire ai Capigruppo, abbiamo partecipato secondo mandato il Presidente del Consiglio ed io, consegnando al Commissario Malpica tutti gli atti che risultano al Consiglio, compresi gli ultimi ordini del giorno predisposti e rispetto ai quali si era addivenuti alla rinuncia di porli in votazione proprio in vista di questa presentazione all'attenzione del Commissario. Abbiamo parlato brevemente con il Commissario della situazione; il Commissario ci ha espresso sostanzialmente, anche senza prendere un formale impegno, una linea di non approvazione del Piano regolatore, sia perché ormai il termine si avvicinava alla scadenza del 21 aprile, sia perché sono emerse delle difficoltà tecniche nelle modalità di predisposizione dell'atto stesso che avrebbe dovuto assumere.
Abbiamo quindi avuto questa indicazione, che non è di carattere impegnativo, da parte del Commissario, ma che, di fronte agli occhi di tutti, è un'indicazione di tendenza a non assumere questo atto che pure rientrava esplicitamente - lui ha ribadito nei poteri attribuitigli fino al 21 aprile, cioè domani.
Successivamente, ci sono stati movimenti di opinioni in un senso o nell'altro, ma non ritengo di dover aggiungere altro, se non ribadire il fatto che i nostri contatti con il Commissario sono stati questi improntati sulle linee che avevamo preso in Consiglio, per cui abbiamo avuto questa precisa e puntuale risposta.



PRESIDENTE

Vi sono delle richieste di chiarimento? La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, ringrazio il Presidente Brizio, che ha svolto la comunicazione, e la Presidente Spagnuolo per l'incontro che hanno tenuto, sulla base della richiesta venuta dal Consiglio, con il Commissario dottor Malpica.
Quanto detto dal Presidente Brizio rispetto agli ultimi avvenimenti tranquillizza, ma non del tutto, nel senso che dopo l'incontro che lei ha avuto con il Commissario dottor Malpica, anche a seguito di dichiarazioni rese dallo stesso, si è scatenato in questi giorni un putiferio vociante da parte di portatori di interessi settoriali specifici, tesi ad indicare in modo anche costrittivo e molto arrogante, la necessità che il dottor Malpica firmi il Piano regolatore.
Sono anche uscite notizie vaghe circa interessamenti in sede parlamentare presso il Ministro Mancino, affinché vengano presi dei provvedimenti che spostino la scadenza dei poteri del Commissario oltre il 21 aprile. Abbiamo avuto momenti di forte tensione, anche di polemica, per quanto si leggeva sui giornali in ordine al Piano regolatore. A conclusione di un confronto anche polemico e di scambi di opinione, che per quanto mi riguarda non sono mai stati diretti contro il dottor Malpica, il quale non mi ha mai ricevuto né io ho mai chiesto di essere ricevuto (gli ho scritto una lettera alla quale non è stata data risposta, ma questo non è di grande rilievo), mi pare che il dottor Malpica abbia tenuto una posizione saggia e responsabile e, a mio parere, anche nei confini di quella provvisoria gestione per la quale era stato nominato. Quindi, spero anche grazie all'azione del Gruppo di Rifondazione oltre che delle Associazioni che temevano di pregiudicare il futuro di Torino, il dottor Malpica anche per ragioni tecniche (è ben difficile esaminare tutte queste osservazioni così in breve tempo) aveva espresso questo indirizzo.
Il chiarimento che chiedo al Presidente della Giunta è se la sua impressione di fermezza da parte del dottor Malpica di non essere in grado correttamente di approvare questo Piano regolatore, è un'impressione che il Presidente della Giunta conserva anche a seguito di queste pressioni fortissime in vario senso (sui giornali, attraverso contatti vari). Possono queste pressioni indurre il dottor Malpica a pensare di diventare controparte di gruppi di interesse e quindi a dover rivedere questa decisione? Se il Presidente avesse questa impressione, lo solleciterei a portare al dottor Malpica, che ha preso la decisione di fermarsi giustamente, solidarietà e sostegno alla sua azione, nel senso di dirgli di resistere a quelle che appaiono unicamente delle pressioni lobbistiche di gruppi di interesse settoriale. Resista il Dott. Malpica; penso che grazie a questa decisione abbia con sé la stragrande maggioranza dei cittadini che fra pochissime settimane cominceranno a discutere quale Torino vogliono costruire nei prossimi anni.
Se necessario, Presidente Brizio, contatti nuovamente il dottor Malpica e porti almeno la solidarietà dei colleghi del Consiglio regionale che si esprimeranno in questo senso rispetto alla decisione che finalmente ha preso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Avendo richiesto nell'ultima seduta al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta di fissare un incontro con il Commissario straorinario di Torino per presentare le posizioni che nel Consiglio regionale si erano espresse in questi mesi attorno al problema dell'adozione del Piano regolatore da parte del Commissario; considerato che l'opposizione che in questo Consiglio si era espressa era consistente prendo atto positivamente del fatto che, come ci ha comunicato il Presidente Brizio, il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta hanno trasmesso la situazione di fatto delle posizioni nel Consiglio regionale.
Ritenevo che questo passo dovesse essere fatto già in passato, stante le competenze in materia urbanistica da parte della Regione; non poteva non essere considerato doveroso in una situazione come questa: era doveroso e non affatto illegittimo. Auspico che questo passo abbia ulteriormente convinto il Commissario Malpica, al di là delle sue difficoltà tecniche, a non procedere. Mi sembra che il Commissario Malpica abbia sostanzialmente detto che non è pronta l'istruttoria delle osservazioni per poter procedere. Lascio stare il fatto che lui potesse procedere, comunque prendo atto che c'è un'insufficienza di elaborazione dell'istruttoria tecnica per poter procedere.
Auspico che questo passo che i due Presidenti rappresentativi del nostro Consiglio e della nostra Regione hanno fatto induca il Commissario Malpica a tenere comunque ferma, anche se dovesse trovarsi di fronte un'istruttoria conclusa in fretta, questa sua posizione dichiarata e in seguito espressa pubblicamente attraverso i giornali.
Anche se il Presidente Brizio ci ha detto che senza prendere un impegno formale il Commissario ha manifestato questa sua impossibilità a procedere e intenzione a non cercare di procedere, ritengo - in questo senso quello che dico ha valore di domanda, se vogliamo di chiarimento e di conferma da parte del Presidente Brizio - che le risposte date dal Commissario Malpica che chiaramente dicono "non procedo, per impossibilità, ma non procedo" riferite qui oggi, debbano in qualche modo sul piano politico - quelle che si sono sentite sono istituzioni formali - essere intese come un impegno a non procedere, non solo come un'intenzione ulteriormente variabile.
In questo senso, chiedo al Presidente Brizio che cosa penserebbe dopo aver fatto un passo politico istituzionale - perché aveva un mandato istituzionale - se il Commissario Malpica dovesse recedere dalla decisione di non procedere e dovesse decidere, l'ultimo giorno della sua competenza formale, di adottare il Piano regolatore di Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

La mia è una richiesta di maggiore approfondimento su una parte del discorso del Presidente Brizio, sempre che abbia elementi da fornire al Consiglio.
Lei ha detto, Presidente, che il Commissario di governo ha affermato che il motivo principale per cui lui non è addivenuto alla firma del Piano regolatore è che gli uffici non hanno ancora terminato l'esame delle osservazioni, già peraltro concluso dai progettisti. Vorrei avere qualche informazione più particolareggiata su questi "impedimenti tecnici", perch lei ha usato questo termine, rispetto a quello che il Commissario le ha detto in merito a questi impedimenti; non vorrei che tali impedimenti fossero talmente leggeri da essere poi, in realtà, sufficienti due giorni per risolverli, per cui domani mattina il Commissario firmasse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Credo che, almeno per quello che abbiamo letto sui giornali, il dottor Malpica abbia svolto sostanzialmente nient'altro che il ruolo che il Presidente della Repubblica gli ha affidato, e cioè la gestione della città di Torino in una fase come quella seguita alla crisi del Consiglio comunale. Abbia svolto, con qualche forma di saggezza, quel ruolo di servitore dello Stato che esercita i compiti che gli sono affidati. Non so se siano pensabili e possibili iniziative golpiste dell'ultima ora; mi sembrano difficili, non solo per le ragioni politiche che tutti conosciamo ma soprattutto per il fatto che non mi risulta che negli uffici del Commissario Malpica ad oggi siano presenti le centinaia di osservazioni alle quali gli uffici dell'architetto Cagnardi hanno risposto. Mi risulta che si sia in qualche modo preso in considerazione un numero consistente di osservazioni, qualcuno dice il 30%; non so se sia vero e di che titolo siano, sta di fatto che gli uffici hanno risposto in molti casi positivamente a queste osservazioni. Non risulta che oggi il dottor Malpica abbia nei suoi cassetti le risposte alle osservazioni; quindi pratiche golpiste credo sia difficile farne, anche se in Italia tutto è possibile.
Gli avvenimenti che si sono susseguiti dal mattino di giovedì fino a ieri - una serie di personaggi, consulte, ecc. - hanno inventato un'opinione che nella città non si era espressa in questi mesi. Tale opinione metteva in luce che, praticamente, tutto era fatto e che il Piano regolatore andava semplicemente approvato con una firma. Personalmente, se fossi stato il Commissario Malpica mi sarei offeso di fronte a dichiarazioni di questo tipo. Qualcuno ha avuto l'ardire di affermare dopo che su tutti i giornali erano comparse, con frasi virgolettate, le opinioni espresse dal Commissario Malpica al Presidente Spagnuolo e al Presidente Brizio - dopo un'improvvisata riunione di associazione di architetti, "mi assumo io la responsabilità di dire che il Commissario Malpica firmerà il Piano regolatore".
Questo mi preoccupa, perché vuol dire che, in quest'aria di grandi cambiamenti della società, della politica, dei partiti, del Paese, ci siano interessi privati che continuano a considerare le istituzioni, le forze politiche che dentro le istituzioni stanno, o in questo caso addirittura un Commissario straordinario, come una specie di soprammobile che, a seconda di dove si voglia togliere la polvere e ripristinare qualcosa che brilli lo si possa spostare a piacimento. In questo caso, quello che si riteneva di spostare a piacimento erano le opinioni o le decisioni più o meno legate a valutazioni politiche o a difficoltà tecniche di un Commissario.
Ritengo questa cosa gravissima, perché sono dell'opinione - come ho dichiarato più volte per quello che può contare la mia opinione in questi giorni - che la città abbia bisogno rapidamente di un Piano regolatore, di un Consiglio comunale in grado di modificare profondamente quelle parti del Piano regolatore che hanno trovato una forte opposizione. Questa operazione prevede certamente delle forze politiche del prossimo Consiglio comunale che abbiano la volontà di farlo, e richiede anche che diversi interlocutori sociali abbiano la disponibilità a comprendere che non si può costruire e imporre ad una città un Piano regolatore che consistenti fasce di cittadini, di associazioni, di Gruppi più o meno spontanei, più o meno politicamente organizzati, osteggiano.
Gli avvenimenti di questi ultimi tre giorni mi preoccupano, perché al di là delle illusioni dei tanti sì, c'è qualcuno che pensa di poter continuare a governare sulla città invece che nella e con la città.
Considero comunque positivo che i due Presidenti abbiano espresso al Commissario - attraverso questa forma strana di rappresentanza che è questo Consiglio regionale - alcune preoccupazioni forti che nella città erano presenti; mi auguro che non ci siano colpi dell'ultima ora di cui non vedo sinceramente gli strumenti. Ho sentito qualcuno addirittura pensare di intervenire in Parlamento per inventare un qualche decreto con il quale il Commissario possa continuare ad avere dei poteri durante la campagna elettorale; sono queste preoccupanti concezioni golpiste attraverso le quali le forze politiche e sociali si scontrano sui destini di una città.
Credo che, al di là delle grandi differenze che ci possono essere fra di noi sul metodo attraverso il quale si vuole imporre il futuro di questa città, ci debba essere una qualche forma di comunanza e di intenti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Noi abbiamo voluto dare a questa informazione carattere formale molto esplicito, tant'è vero che avendo visto mercoledì alle ore 12 il Commissario, il quale mi diceva: "Magari vengo io in Regione", gli ho detto: "No, veniamo noi come abbiamo stabilito in Comune, perché siamo latori di un messaggio del Consiglio regionale che vogliamo formularle nel modo più ufficiale e più corretto". Quindi, la nostra posizione è stata illustrata. Naturalmente è stata illustrata, come ho detto, nella sua articolazione, ma facendo anche presente il momento in cui ci si trovava.
L'impressione che ne ho ricavato è che lui fosse oramai determinato a non procedere. Ha fatto riferimento anche - ho detto: anche, non esclusivamente - alle difficoltà tecniche degli uffici, ma mi pareva comunque assolutamente orientato a non procedere.
Se lui cambiasse opinione, avrebbe il dovere di dircelo. Se noi oggi facessimo una telefonata, sembrerebbe che abbiamo delle perplessità su quello che gli abbiamo detto. Io la interpreto così. Mi pare strano che lui possa cambiare opinione e non esprimerla alla Presidente del Consiglio regionale e al Presidente della Giunta regionale che gliene hanno parlato.
Mi parrebbe strano, ma tutto è possibile. Non penso però che tocchi a me fare una telefonata aggiuntiva per sentire che cosa sta succedendo o per dire che sono impressionato da quello che è scritto sui giornali.
Oggettivamente, non mi sembra il caso. Se il Consiglio regionale lo ritiene, possiamo fare anche questo passo, ma non credo sia un passo utile potrebbe apparire come la riapertura da parte nostra di un discorso che lui nei nostri confronti ha chiuso non con un impegno formale, però dando un'affermazione chiaramente interpretata da me e dalla collega che ha riferito ai Capigruppo. Quindi, mi fermerei qui.
Circa l'altro aspetto delle difficoltà tecniche, non posso dire di più perché non è che ci abbia fornito dei dati particolari su queste difficoltà tecniche. Ho presunto il discorso che c'è stato l'esame dei tecnici del Piano regolatore; deve poi esserci l'esame successivo dei tecnici degli uffici e quindi un esame più completo, che forse non era ancora ultimato o non c'era ancora la documentazione tecnica. Non siamo entrati in particolari, anche perché noi non abbiamo e non abbiamo assolutamente preso il compito di svolgere una funzione di controllo, altrimenti avremmo eccepito su quel discorso, sul non avere provveduto, che era di segnale tutto contrario. Quindi, abbiamo semplicemente preso atto delle sue dichiarazioni e le abbiamo riferite a voi, dopo avere illustrato con chiarezza le posizioni del Consiglio articolate come ho detto e fornita tutta la documentazione relativa. A questo punto, se sarò sentito dal Commissario, non farò che ripetere quello che ho finora detto. Non mi ha chiesto un consiglio su cosa fare di fronte alle pressioni dell'opinione pubblica contrastanti: non credo che andarsi a inserire su questo terreno sia una cosa positiva. Mi consta che oggi non sia a Roma, domani è a Torino; forse ci incontreremo per altre occasioni: vedrò se si attiva, ma non sarei io ad andare a parlargli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Voglio solo chiedere al Presidente Brizio - rispetto alla cui ultima dichiarazione esprimo la mia piena soddisfazione - che, nell'eventualità che ricevesse informazioni o comunicazioni dal Commissario Malpica a modifica del contenuto del colloquio che è avvenuto, avvisi immediatamente i Gruppi regionali.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Certo.



RIVALTA Luigi

Ringrazio.



PRESIDENTE

Ringrazio ancora il Presidente Brizio che, ricordo, ha svolto qui un intervento che avrebbe dovuto svolgere la Presidente Spagnuolo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Come i Capigruppo ricorderanno, all'ultima Conferenza dei Capigruppo si era valutata la possibilità e l'opportunità di una comunicazione della Giunta sulla questione dei lettori ottici. La questione era rimasta a quel punto ancora sospesa, perché non era chiaro se la Giunta sarebbe stata in grado di definire compiutamente la propria posizione. La riserva è stata sciolta. Per cui la Giunta farà ora la comunicazione sulla questione dei lettori ottici.
Dopodiché, l'o.d.g. proseguirebbe con il punto 8), riguardante l'annoso problema dell'impianto di smaltimento rifiuti nel Comune di Borgoratto in provincia di Alessandria. Su questo punto, mancando l'Assessore Lombardi che è a Roma per un incontro con il Ministero dell'Ambiente, la Giunta aveva fatto già presente ai Capigruppo l'opportunità di rinviare di una settimana la discussione di questo ordine del giorno e si era già convenuto il rinvio di una settimana.
Per cui, dopo la comunicazione della Giunta sui lettori ottici e la discussione relativa (faccio presente che al momento sono già stati presentati quattro ordini del giorno sull'argomento), i lavori proseguiranno con il punto 9) relativo ad un ordine del giorno sui rapporti e le recenti indagini della Magistratura sulla Società Protecne.
La prosecuzione ulteriore dei lavori dipenderà dal tempo che occuperanno questi argomenti; è immaginabile che, indicativamente, dopo la prima questione, quella dei lettori ottici, ci possa essere una breve sospensione dei lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marino; ne ha facoltà.



MARINO Massimo

Un brevissimo intervento sull'ordine dei lavori. Chiedo che in questo lunghissimo o.d.g. venga fatta entrare l'approvazione della proposta di legge n. 226, che riguarda le modifiche della legge che istituisce il sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po, più conosciuta come legge per l'allargamento dell'area protetta del Parco del Meisino.
E' una questione che ci trasciniamo da molto tempo e su cui ci sono state lunghissime discussioni. Chiedo che questa proposta di allargamento dell'area protetta sul fiume Po, nella zona che tutti conosciamo e che in Commissione è stata votata all'unanimità e di cui è relatore il Consigliere Rivalta, venga messa in discussione, dal momento che si tratterebbe anche di una votazione rapida.



PRESIDENTE

Dai contatti avuti prima, sia con l'Assessore Nerviani sia con il relatore Rivalta, mi pare che esista questa possibilità, per cui potremmo già orientarci a trattare questa legge subito dopo il punto relativo alla Società Protecne. Ricordo ancora che, fra uno di questi argomenti e l'altro, sono previste anche alcune votazioni (poche) su nomine particolarmente urgenti.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni della Giunta regionale in merito ai lettori ottici


PRESIDENTE

Passiamo ora alle comunicazioni della Giunta in merito ai lettori ottici.
Ha la parola l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Vorrei fare una premessa. Innanzitutto non ho un appunto scritto su questa comunicazione, anche perché è l'ultimo provvedimento della Giunta.
Lo si è perfezionato ieri pomeriggio, quindi è mancato proprio il tempo materiale per organizzare compiutamente una comunicazione. Di conseguenza organizzerò questo intervento attraverso una scaletta che mi sono fatta e avendo a supporto una serie di documenti che hanno caratterizzato questa lunga vicenda.
Vorrei inoltre fare un'ulteriore premessa. In questa mia relazione, mi avvarrò dei documenti che ho avuto finora alla mia attenzione, perch questa è una vicenda molto complessa che affonda radici lontane; quindi la mia relazione è, per la verità, un assemblaggio generale di tutti i documenti sparsi in molti Assessorati e presso la Presidenza della Giunta per cui non mi è stato ancora possibile fare la relazione. Ho qui una cartellina che raccoglie gli elementi essenziali di questa pratica e che è a disposizione dei Capigruppo, eventualmente anche dopo la mia introduzione. Peraltro, sono dei documenti ufficiali o relazioni che comunque sono pubbliche. Poiché ci sono molti Consiglieri che si occupano nello specifico di tale questione, molto più di quanto l'abbia fatto io che me ne occupo così intensamente soltanto da qualche giorno, è probabile che qualche Consigliere abbia informazioni, documentazioni anche più precise e più specifiche di quelle in mio possesso. Mi sembra anche giusto inquadrare, seppure brevemente, questo problema in un ambito giuridico formale, che è quello che risale alle leggi dello Stato. Noi siamo qui voi lo sapete meglio di me - ad attuare un provvedimento dello Stato che risale al 1987. Ci sono tutte le varie leggi di riferimento e, sulla scia degli indirizzi molto precisi che lo Stato ha dato e che ha ribadito in più provvedimenti, vorrei ricordare che anche il DPR n. 502, per quanto parli in generale del riordino del sistema socio-sanitario, ha trovato modo di inserire uno specifico articolo che attiene alla predisposizione dei lettori ottici. Quindi, siamo in presenza di una sollecitazione costante del Ministero, avendo questo attribuito al sistema dei lettori ottici molta importanza rispetto ad un futuro ed eventuale possibile controllo della spesa farmaceutica, che voi sapete essere una delle spese di grande preoccupazione nell'ambito della spesa sanitaria.
Vorrei anche ricordare che recentemente alla Conferenza Stato-Regioni alla quale chiesi di poter partecipare al Presidente perché la maggioranza degli argomenti all'o.d.g. erano di tipo sanitario, il Ministro Costa ci ha fornito una documentazione che è a disposizione dei Consiglieri regionali e che faceva un po' la panoramica, il riassunto della situazione delle Regioni rispetto agli adempimenti per la messa a disposizione dei lettori ottici. Leggerò questa paginetta, che è riassuntiva, perché forse ci pu anche illuminare di più rispetto alle difficoltà che attorno a questo problema si sono via via evidenziate da parte di tutte le Regioni: "La Regione Valle d'Aosta, nei cui confronti l'azione sostitutiva, avviata nel 1990 da parte del Ministero, fu sospesa a fronte degli impegni attuativi di apposito programma regionale, ha comunicato in data 26 febbraio 1993 il fallimento del programma come conseguenza del mancato funzionamento del sistema acquistato. La Regione ha attivato in sostituzione un sistema di controllo mediante penna ottica limitato agli aspetti contabili. Non risultano attivati flussi informativi per le Commissioni professionali.
La Regione Friuli Venezia Giulia ha inviato un rapporto sul sistema di lettura ottica installato su due poli e finalizzato al controllo contabile delle ricette. Le rilevazioni di carattere statistico epidemiologico sono eseguite utilizzando i dati forniti dalle organizzazioni delle farmacie private ai sensi dell'art. 23.
Il rapporto evidenzia che le Commissioni professionali, pur regolarmente costituite, non sono mai intervenute in materia di prescrizioni farmaceutiche.
La Regione Sardegna ha evidenziato che a tutt'oggi è sprovvista dei sistemi di lettura automatica delle ricette e, valutando l'urgente necessità di adempiere all'obbligo di legge, ha richiesto l'intervento sostitutivo del Ministero.
La Regione Toscana ha inviato un dettagliato rapporto del sistema avviato, operante attualmente su cinque centri in via di completamento evidenziando il ricorso ad un modello di gestione attraverso le organizzazioni delle farmacie pubbliche e private in conformità dell'art. 9 della convenzione farmaceutica: lo svolgimento delle funzioni di controllo contabile prima della presentazione della ricetta al sistema sanitario nazionale con verifica campionaria presso un polo regionale di controllo l'esercizio delle funzioni di controllo statistico epidemiologico anche attraverso il collegamento con apposito centro di calcolo esterno. Il rapporto non evidenzia l'operatività di flussi informativi per la Commissione professionale.
La Regione Campania - dove peraltro hanno qualche problema di ordine giudiziario - è dotata di un servizio di controllo automatizzato esteso a tutto il territorio regionale. Il sistema è gestito in via sostitutiva dal Ministero della sanità. Non risultano attivi flussi informativi per le Commissioni professionali.
Con riguardo alle altre Regioni, da informazioni in possesso al Ministero, risulta che allo stato le seguenti Regioni hanno provveduto all'acquisto dei lettori ottici: Piemonte, Liguria, Provincia autonoma di Bolzano, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Non si dispone peraltro di informazioni sull'effettivo livello di operatività dei sistemi.
La Regione Veneto sta espletando apposita gara per l'acquisto dei lettori ottici; non si dispone di alcuna informazione relativamente alle seguenti regioni: Provincia autonoma di Trento, Lombardia, Emilia Romagna Lazio e Puglia.
Avuto riguardo a quanto precede, allo scopo di supportare con idonei elementi di valutazione le eventuali proposte di intervento sostitutivo ai sensi dell'art. 10, si ritiene opportuno approfondire ulteriormente la fase degli accertamenti. Allo scopo il Ministero, salvo diverse indicazioni della Conferenza Stato-Regioni, procederà ad apposite indagini conoscitive con accessi diretti presso gli Assessorati alla sanità per appurare, nelle Regioni dove si è proceduto all'installazione dei lettori, il livello di funzionamento del sistema di controllo, anche ai fini dell'attivazione dei flussi informativi per le Commissioni provinciali sopra richiamate; in tutte le altre Regioni, con esclusione di quelle che hanno dato riscontro alla richiesta ministeriale del 23 gennaio, l'esistenza di sistemi di controllo delle ricette, il livello di automazione degli stessi, i motivi del mancato adempimento degli obblighi di legge in materia di adozione della lettura automatica".
Mi è sembrato giusto riferire intorno a tale inquadramento nazionale del problema, perché evidentemente questa è una pratica sofferta non soltanto nella Regione Piemonte, ma più in generale anche dalle altre Regioni. Sono in corso, infatti, indagini della Magistratura - mi ricordava il Presidente - anche nella Regione Campania e in quella Toscana.
Dò per scontato che il problema sia molto conosciuto: vorrei porre un attimo l'accento sulla questione del collaudo, perché a mio avviso e a quello della Giunta, anche nel confronto che abbiamo avuto con i legali ieri mattina, questo diventa effettivamente il nodo cruciale e forse la via corretta per individuare quello che possa essere un esodo con il minor danno della Regione, o con nessun danno - speriamo - a carico della Regione. Il collaudo rappresenta effettivamente una situazione di grande incertezza, perché i collaudatori non hanno mai offerto, fino a questo momento, delle relazioni che siano state giudicate convincenti da parte della Giunta. Chi ha letto queste relazioni - ormai tutti abbiamo provato a leggerle - esprime evidentemente i giudizi e le soluzioni più diverse. C'è chi le giudica più negative che positive, c'è chi le giudica più positive che negative. Dipende evidentemente dalle impressioni che una relazione incerta suscita in ognuno di noi. Evidentemente, ci sono delle preoccupazioni attorno a questo collaudo non definito e comunque che non pone, chi deve decidere, in condizioni di farlo.
La Giunta aveva dato questo incarico il 5/10/1992; il 16/11/1992 ha rimandato la relazione e ha richiesto a questi collaudatori un'ulteriore relazione. Dobbiamo dire che nemmeno la seconda relazione ci pone in questa condizione. Dunque il problema è quello di arrivare a fare esprimere effettivamente i collaudatori rispetto a questo problema; per cui, ancora l'altro giorno, abbiamo fatto una lettera che non è sgarbata, ma certamente molto chiara, dove richiediamo al prof. Angelo Meo e al prof. Montuschi, e anche al dottor Crescenzo De Falco, che era nostro rappresentante nell'ambito della Commissione di collaudo, "di voler precisare, ai sensi di quanto previsto dall'art. 100 del Regio Decreto del 25/5/1895" - guardate su che leggi lavoriamo - "n. 350, che si ritiene applicabile per analogia se la fornitura di cui trattasi sia o no collaudabile". Qui occorre che qualcuno - i collaudatori che hanno ricevuto un incarico da parte della Regione - si prenda le proprie responsabilità. Noi sentiremo direttamente questi collaudatori e vedremo se riusciamo a far chiarezza su questo aspetto, che a mio avviso è il punto dolente, ma anche il punto che ci pu consentire di trovare una soluzione.
Su questo si innesta la relazione dei prof. Boffa e Prinetto, che io ho a disposizione per i Consiglieri, a chi l'ha richiesta è già stata inviata.
E' una relazione fatta da due esperti che la Giunta ha ritenuto degni. Una molto precisa, e anche molto chiara, devo dire, perché si tratta di aspetti molto difficili da comprendere sotto il profilo tecnico, ma c'è stata una netta volontà dei professori di rendere tale relazione molto chiara. In base a tutti i loro studi, alla verifica che hanno fatto, a quelle che hanno potuto confrontare, in base ad una serie di considerazioni, ritengono che il valore globale della fornitura comprensiva di hardware e di software possa essere stimato in 2 miliardi e 900 milioni. Si sottolinea ancora che tale valore è stimato alla data odierna e non comprende gli eventuali ricarichi della ditta fornitrice. Peraltro, c'è anche una lettera del legale della ditta fornitrice di data abbastanza recente, che parla di un ricarico del 10,67%. Riformulano tutta la richiesta e, quando devono indicare la cifra del ricarico, ne attribuiscono un 10,67%.
La relazione Boffa-Prinetto, che io ho ricevuto dal Presidente della Giunta mercoledì scorso durante i lavori del Consiglio, con una lettera del Presidente della Giunta che mi faceva presente che questa relazione induceva a riflettere con urgenza sulle decisioni da assumere e a adottare i necessari provvedimenti cautelativi per parte regionale, vedeva - e non poteva essere che così - la mia immediata attenzione e la mia richiesta di convocazione urgente, che mi sono anche permessa di fare per iscritto, al Presidente della Giunta.
Il Presidente ha immediatamente convocato la Giunta durante i lavori del Consiglio alle 14,30 e durante quella seduta la Giunta, all'unanimità ha deciso di considerare le condizioni per impugnare questo contratto.
Certo ci dobbiamo preoccupare di usare i termini corretti dal lato giuridico, però quello che conta tra di noi, credo, è la decisione politica che assume un collegio come quello della Giunta in quel momento, cioè la decisione è stata quella di trovare le condizioni per liberarci, in fondo di una fornitura rispetto alla quale abbiamo avuto notizie di non congruità sul prezzo, in presenza di un collaudo, ripeto, molto dubbioso e sicuramente poco convincente. La Giunta naturalmente riaggiornava i suoi lavori e, nello stesso tempo, avviava incontri con avvocati, cosa che è avvenuta tra sabato, domenica e lunedì. Ieri siamo stati in condizioni di prendere in via più precisa una deliberazione formale della Giunta attraverso la quale sono stati incaricati gli avvocati Marco Casavecchia Paolo Ferreri e Mario Sorniotto, confermando la decisione presa nella precedente seduta di promuovere tutte le azioni legali davanti al Tribunale di Torino per l'accertamento dell'inefficacia del contratto stipulato in data 22/10/1991 e/o comunque per l'esercizio delle azioni di nullità e/o annullabilità e/o risoluzione del contratto stesso avanti al Tribunale di Torino in merito alla fornitura dei lettori ottici alla Giunta regionale da parte della Centro Matic S.p.A.
Inoltre, la deliberazione della Giunta regionale prevede di offrire in restituzione alla Centro Matic il materiale oggetto del contratto di fornitura sovraindicato, di dare mandato al Presidente della Giunta di compiere ogni atto consequenziale alle precedenti determinazioni, di riservarsi ogni ulteriore provvedimento relativamente all'aggiudicazione della fornitura. Questa è la situazione.
Vorrei aggiungere due osservazioni di fondo: quando parliamo di provvedimenti consequenziali, evidentemente ci troviamo di fronte ad un provvedimento complesso che porterà ad una serie di provvedimenti consequenziali numerosi, uno dei quali è per esempio l'annullamento della convenzione che la Giunta aveva già fatto con gli ordini dei farmacisti che, come voi sapete, erano i destinatari della gestione di questo sistema di lettura ottica. Se devo leggere le osservazioni che il Presidente dei farmacisti fa questa mattina, sono ulteriormente perplessa, perché il Presidente dei farmacisti mette anche un po' il segno sul tipo di sistema da noi eventualmente avviato. Mi sono anche chiesta molte volte, al di là degli adempimenti, se, con il massimo di informatizzazione che abbiamo in questa Regione, non eravamo in grado, attraverso i nostri strumenti, di fare un progetto ad hoc, indipendentemente dall'instaurazione di questo sistema ottico rispetto al quale mi sono anche fatta un po' di marketing nel campo. Alcune perplessità di tipo generale sono venute da parte di esperti; io non mi intendo assolutamente di queste cose, ma valgono evidentemente le informazioni, per quello che possono valere, a costruirsi un'opinione.
Un'altra cosa che vorrei dire, e lo dico essenzialmente per la stampa poiché i Consiglieri lo sanno, è che la Regione non ha mai pagato nulla, e questo va detto. Ciò nonostante avessimo anche dei consigli scritti da parte degli avvocati della Regione che, di fronte a situazioni in relazione a provvedimenti del Consiglio di Stato e del TAR ecc., tuttavia indicavano alla Regione anche la possibilità di dover pagare questo materiale.
Dobbiamo infatti considerare che per questo materiale noi abbiamo un contratto; abbiamo fatto tutto quello che era necessario; la Commissione si era pronunciata e quindi avevamo accettato il materiale, che ci è stato quindi consegnato.
Dico questo perché la complessità del provvedimento, che indipendentemente da quello che sarà l'esito, avrà una storia lunga e di vario genere, credo obblighi tutti a guardare a questi aspetti con un necessario senso di responsabilità e a comprendere che certe decisioni, a volte, non solo non possono essere rapide, ma non possono essere nemmeno così radicali come si vorrebbero. Così io vorrei sempre fare quando comincio a non vedere molto chiaro nelle cose nelle quali sto mettendo le mani. Preferirei rescindere tutto con il passato per poter proiettarmi immediatamente nel futuro.
Questo è l'atteggiamento della Giunta. Naturalmente mi rivolgo anche al Presidente, che ha seguito sempre con molta attenzione questo problema e giustamente mi ha passato questa responsabilità.
Devo però anche dire che, attorno a questo problema, c'è stata, da parte della Giunta, una grande disponibilità e, in questo caso, una grande collegialità. Se questo è uno dei modi nuovi, come ho già avuto modo di dire alla Commissione, di vivere la Sanità a livello di Giunta, nell'ambito del collegio, speriamo di poterlo fare sempre, di non doverlo fare solo nei momenti di difficoltà, ma anche in quelli di programmazione e di elaborazione dei programmi della sanità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Si sono iscritti a parlare i Consiglieri Calligaro, Majorino e Zacchera.
La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, questa è una lunga e sconcertante vicenda.
L'Assessore Vetrino ne ha riassunto le ultime fasi; io proverò a ricostruire altre parti, che mi paiono molto importanti per capire quello che è accaduto.
Per colpa di come si è mossa la Giunta, la Regione Piemonte ha collezionato almeno tre patacche in un solo colpo. La prima: ha pagato un prezzo spropositato per la fornitura dei lettori ottici. La seconda: ha dovuto o dovrà constatare che i sistemi di lettura sono inadeguati incapaci a trattare 50 milioni di ricette all'anno; quindi, qualora volesse proseguire lungo la strada percorsa per almeno tre anni e interrotta - ne prendo atto - in queste ultime settimane, avrebbe un costo aggiuntivo per completare la dotazione di lettori ottici dell'ordine di 3-4 miliardi di lire. La terza patacca: con quel sistema di lettura, i costi di gestione sono molto elevati, molto più alti dei sistemi tradizionali.
Ho sottolineato "per colpa della Giunta", e vediamo una serie di colpe di errori rovinosi, irreparabili per molti versi.
Collabora con il CSI proficuamente per oltre un anno, ma poi all'improvviso si interrompe la collaborazione, si scarica brutalmente il CSI e arriva Centro Matic, che sembra godere di un mercato protetto, di un mercato riservato. La Regione indice un appalto-concorso con una clausola cavillo che, di fatto, annulla qualsiasi concorrenza. In mancanza di concorrenza, la spunta la Centro Matic, al prezzo massimo: 3 miliardi più alto delle due più agguerrite società che sono state, con la clausola cavillo, eliminate dall'appalto concorso.
Il TAR sospende e poi annulla gli effetti dell'appalto-concorso, ma contro questo provvedimento la Regione ricorre al Consiglio di Stato, il quale prima sospende il provvedimento TAR e poi, per mancanza di controdeduzioni da parte delle due società che erano ricorse al TAR. in via definitiva annulla il provvedimento del TAR Piemonte.
La Regione accetta la fornitura, nonostante la controversia in corso nel marzo dello scorso anno, in presenza della sospensione degli effetti dell'appalto concorso da parte del TAR e a due giorni dalla sentenza di annullamento da parte del TAR. Più temerari di così! Poi riconosce pienamente valido l'appalto concorso e stipula un contratto. Fa svolgere successivamente un collaudo che, dopo due relazioni (la seconda è cosiddetta "relazione di chiarimento"), non dice chiaramente se il funzionamento è adeguato all'oggetto dell'appalto stesso, cioè trattare ben 50 milioni di ricette all'anno. L'appalto è voluto dalla Regione Piemonte, diretto con una propria Commissione. La Regione riconosce pienamente valida la conclusione dell'appalto-concorso, fino al punto di difenderlo al Consiglio di Stato, stipulare il contratto ed accettare la fornitura di quasi 14 mesi fa.
Poi siamo venuti a conoscenza dell'inchiesta giudiziaria, dell'avviso di garanzia inviato al Presidente della Commissione aggiudicatrice dell'appalto concorso; ciascuno di noi si pone legittimamente un interrogativo: l'appalto nasconde illeciti penali? L'appalto è stato regolare? Preoccupazione che non ha avuto l'Assessore Maccari, quando ci ha detto in quest'aula, il 9 febbraio scorso, che la Magistratura avrebbe dovuto indagare sulle imprese escluse dall'appalto, le quali avevano fatto sapere pubblicamente la loro offerta. Il motto è sempre lo stesso: "Bisogna farsi spennare senza un solo strillo". Invece la Magistratura si è mossa per ben altri motivi.
Poi abbiamo avuto la stima della congruità del valore reale della fornitura. Ora si parla di rescissione del contratto. La conclusione è che siamo in attesa che il Ministero eserciti il potere sostitutivo previsto.
Temo che la Regione sia in un cul de sac senza via d'uscita e che riceva il danno e le beffe, da questa vicenda.
Potrebbe esservi una quarta patacca: quella di riconoscere pienamente valido l'appalto-concorso e quindi di pagare anche le penali. Può salvarci solo l'intervento della Magistratura, qualora questa scopra che vi sono degli illeciti penali.
La Regione, a causa di una linea di condotta durata almeno tre anni, ha un'unica carta in mano, la cui efficacia è relativa: la stima del valore reale. Perché è un peso relativo? Perché è stata fatta ai prezzi di mercato attuale. Quei sistemi, e in generale i sistemi elettronici e informatici due anni fa costavano il 40-60% in più sul mercato. Se l'appalto è regolare, temo che la Regione si trovi in un cul de sac, dal quale è terribilmente difficile uscire.
Tra l'altro, le inadempienze principali sono della Regione e non di Centro Matic: 14 mesi fa avete accettato tranquillamente la fornitura che giace inutilizzata da quel lontano 10 marzo 1992.
Il collaudo è controverso, ma non tale da consentire di considerare inadempiente la Centro Matic. L'ho letto attentamente. Tra l'altro, era stato fatto appositamente per dimostrare che avevamo torto. E adesso come potete pensare di utilizzarlo per avere ragione, quando avete cambiato ribaltato la vostra posizione? Si può ricordare quello che abbiamo detto noi sul collaudo. Tutti gli esperti che abbiamo interpellato hanno sostenuto che c'è un solo modo per fare il collaudo: quello di addestrare il personale, mettere a regime il sistema di lettura automatica e provare per alcuni mesi; a quel punto si può verificare se in un mese si riesce a fare una lettura automatica di un dodicesimo dei 50 milioni di ricette che devono essere lette automaticamente. Qui la prova è stata fatta in laboratorio: hanno preso 100 ricette e hanno constatato che per leggerle, apportando le correzioni necessarie che sono anche indicate, sono necessari meno di sette minuti poi hanno fatto una semplice moltiplicazione e hanno detto: "x turni di x ore, x giorni lavorativi settimanali, x giorni lavorativi annuali, il risultato è che dovremmo farcela - dicono teoricamente - a leggere 36 milioni di ricette con 17,6 macchine (nemmeno le 18 previste)".
Naturalmente tutto deve funzionare perfettamente, i lettori ottici devono funzionare perfettamente e non vi possono essere intoppi: non un solo lettore ottico deve sbagliare la lettura.
Con questo verbale di collaudo - che vi risparmio nelle parti principali - sarà difficile dare torto alla Centro Matic, difficilissimo anche se vi sono delle perle incredibili. "Il software applicativo installato sulle singole macchine non è quello che sarà operante sul campo della Regione Piemonte; peraltro, il capitolato tecnico, estremamente vago e generico in più punti importanti, non contiene le specifiche del software applicativo. Corsi di istruzione. Il capitolato prevede la fornitura di corsi di istruzione comprensivi degli interventi di manutenzione di primo livello per il personale operativo, da effettuarsi entro 90 giorni successivi alla consegna, nei modi, tempi e luoghi ritenuti opportuni dall'ente". Ma alla fine, Centro Matic vuole che si inserisca una postilla dove si dice che la Regione non ha mai chiesto corsi di addestramento.
"Corsi di istruzione. Le funzionalità controllate e suggerite dall'azienda sono risultate operanti". Ha partecipato l'azienda, al collaudo! E poi, la teoricità del ragionamento! "Il lettore ottico non dovrà mai accettare un carattere come valido e interpretarlo in modo non corretto", cioè si prefigura un funzionamento perfetto. Alla fine, la Centro Matic vuole introdurre una dichiarazione circa i corsi di istruzione (pag. 3 e 4 del verbale), "che l'Ente non ha mai comunicato modi, tempi e luoghi per l'effettuazione dei corsi di istruzione medesimi". Sì, certo, è controverso, non dice: "in definitiva, con questo sistema si possono trattare 50 milioni all'anno", tant'è vero che la Giunta regionale ha richiesto precisazioni alla Commissione, perché ha considerato il contenuto del predetto verbale non immediatamente rilevabile: "non pare fornire immediatamente e in modo rilevabile l'esito dello stesso".
La risposta della Commissione di collaudo è però sibillina, a dire poco. Sulla capacità delle apparecchiature di far fronte alla lettura dei documenti previsti dal capitolato, dice chiaramente: "Tali margini possono essere accresciuti allungando i periodi di lavoro", cioè fate lavorare di più i lettori ottici, dopodiché riuscirete a fronteggiare la situazione che potrà determinarsi.
In merito poi al rapporto fra il tempo di corretto funzionamento e il tempo totale, rapporto molto delicato anche ai fini della manutenzione dei lettori ottici, dice che bisogna ricorrere a laboratori specializzati.
"L'Amministrazione, a maggiore garanzia per i risultati da conseguire potrebbe incrementare adeguatamente il parco macchine, definendo contestualmente modalità e procedure per la manutenzione". E a proposito della verifica della funzionalità delle apparecchiature in condizioni ambientali normali dice: "bisognerebbe approfondire e rivolgersi a laboratori specializzati". Poi conclude, dicendo che "dall'analisi di tipo industriale dei prodotti forniti, è presumibile che le apparecchiature possano funzionare correttamente in condizioni ambientali normali".
E' un capolavoro! Non è facile tirare dalla propria parte un verbale come questo! E badate: è il verbale di collaudo l'elemento decisivo! Solo in base a quello può essere rescisso il contratto, perché appunto la fornitura non risponde all'oggetto dell'appalto stesso, che è trattare nel corso di un anno ben 50 milioni di ricette. Solo quello può consentire, a ragione, di rescindere un contratto e di chiedere magari anche i danni.
Sul valore nasce una controversia interminabile; vi saranno le controperizie, si terrà conto del 40-50% dei prezzi più elevati che erano sul mercato due anni fa. E poi, se uno ha vinto regolarmente un appalto concorso, può risultare che la Regione ha pagato 3 miliardi in più, ma se tutto è regolare, ciò è avvenuto a danno della Regione. Come vedete, la situazione è diventata notevolmente complicata.
Ora la Giunta rovescia il ruolo che sin qui ha svolto, con una disinvoltura incredibile. E' tutta colpa dell'Assessore Maccari? Mi pare troppo superficiale che si possa dire questo: non esageriamo! E' stato certamente il principale protagonista, ma la responsabilità è complessiva di tutta la Giunta, principalmente del suo Presidente. Troppi errori irreparabili, non c'è disinvoltura e spregiudicatezza che tenga, dopo aver commesso tanti errori.
La condotta è stata rovinosa! Dopo aver seguito una linea di difesa ad oltranza dell'appalto, adesso si dice che la fornitura non viene accettata e che si chiede la rescissione del contratto. E' un cambiamento improvvisato, strumentale: siete preoccupati solo dell'inchiesta giudiziaria in corso, ma spero vi faccia anche capire che questa vicenda ha danneggiato gravemente la Regione Piemonte. Tutti gli strumenti usati per dimostrare che tutto era regolare vi si ritorcono contro! Vi si ritorcono contro, nel prendere atto che si è sbagliato in tutto, che non una sola mossa è stata azzeccata: è incredibile questo! Sulla relazione di stima dei sistemi di lettura, si può anche fare il ricarico aziendale che, se non sbaglio, se non ho inteso male, la Centro Matic dichiara di essere del 10,67%; ma supponiamo anche un ricarico maggiore, ammettiamolo dell'ordine del 30%: si va a nemmeno 4 miliardi di lire. Andiamo indietro nel tempo, e vediamo quanto si pagavano sul mercato questi sistemi di lettura automatica due anni, due anni e mezzo fa ricaviamo probabilmente un 30-40%: resta una differenza rilevantissima dell'ordine di alcuni miliardi di lire, per lo meno.
E badate che chi fa queste stime dice "a prescindere da ogni considerazione tecnica sull'effettiva funzionalità delle macchine ed in particolare sulla loro effettiva capacità di soddisfare le esigenze di volumi di lettura richiesti dalla Regione". Non solo, ma denuncia anche che "il software applicativo è stato sviluppato solo parzialmente e la stima continua la relazione tiene conto di un software applicativo perfettamente funzionante". Ovviamente, sia hardware che software devono essere perfettamente funzionanti, nel senso che devono essere esenti da difetti di malfunzionamento. "Inoltre il software fornito deve essere dotato delle opportune licenze d'uso, nel caso si tratti di software acquisito".
Le denunce che noi abbiamo fatto, cercando di argomentare, nello scorso anno, trovano una clamorosa conferma, e così amaramente finisce la vicenda che l'Assessore Maccari definì come una vicenda il cui appalto era regolare, la produttività dei lettori ottici accertata, per cui tutto doveva partire il primo marzo di quest'anno. In effetti, chissà quando partirà un sistema di lettura ottica delle ricette, così importante ai fini del contenimento della spesa sanitaria, della spesa farmaceutica, ma anche della specialistica (delle visite specialistiche) e della diagnostica strumentale.
Ora noi siamo a chiedervi di rescindere il contratto, sapendo che andremo incontro, come Regione Piemonte, a tutti i problemi che ho cercato onestamente di illustrare nel corso del mio intervento, ma siamo - signor Presidente - anche perché la Giunta tragga, da questa rovinosa vicenda, le logiche conseguenze.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Majorino; ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Presidente della Giunta, Assessore alla sanità, non c'è dubbio che il deus ex machina di questa vicenda sia stato l'Assessore Maccari; però lei Assessore Vetrino, ha ricevuto l'eredità, un'eredità dannosa per tutti gli aspetti sconcertanti di questa vicenda.
Incominciando dal fondo della sua comunicazione e riferendomi al punto che riguarda i collaudatori, il cui collaudo è stato da lei stessa definito incerto, penso che l'espressione sia molto appropriata. A questo proposito va ricordato che la fornitura ordinata dalla Regione in seguito all'aggiudicazione - che peraltro era ancora, in quel momento, sub judice è del 9 marzo 1992; questo lo rilevo testualmente dalla deliberazione di Giunta che designa e nomina i collaudatori. La deliberazione dice: "Nonostante le diatribe in atto sul piano giudiziario, il 9 marzo è stata ordinata la fornitura, e la nomina dei collaudatori risale al 5 ottobre 1992". Dopo l'elencazione dei nomi dei collaudatori si dice che, stante l'urgenza e il fatto che la fornitura è di vecchia data (marzo 1992), "il collaudo dovrà essere compiuto entro trenta giorni". Oggi siamo ancora in fase di incertezza, dopo che sono passati abbondantemente cinque mesi.
D'accordo, mi si potrà dire che la colpa è dei collaudatori, però in un'operazione del genere era necessario controllare che i collaudatori adempissero alla loro opera tempestivamente nel termine prefissato dalla stessa Giunta, tanto più che il 5 ottobre 1992, giorno della deliberazione di Giunta che li nominava, la diatriba politica era già stata portata in questo Consiglio, in quanto le interpellanze del nostro Gruppo e quelle del Consigliere Calligaro risalivano al settembre 1992, quindi un motivo di più dopo la nomina dei collaudatori di star loro al pelo, affinché adempissero a questo collaudo che oggi è tuttora incerto.
Questo è un elemento che ha indubbiamente peso nel complesso della vicenda - il collaudo ancora incerto - e ha peso nella vicenda giudiziale che la Giunta intende finalmente aprire nei confronti della Centro Matic.
Mi sono riferito alla nomina dei collaudatori, ma prima che iniziasse la procedura di appalto nel 1990 era stata nominata una Commissione di esperti che doveva fornire, e ha fornito, un parere consultivo alla Giunta nel momento in cui doveva scegliere fra i concorrenti. Come si legge nella deliberazione di Giunta che l'ha istituita e che ripete testualmente le parole della L.R. n. 8/84 in materia di attività contrattuale della Regione, questa Commissione doveva esporre alla Giunta, sotto il profilo di un parere consultivo, "gli elementi economici e tecnici delle singole offerte (quindi di quelle tre offerte che sappiamo) e le garanzie di capacità e serietà degli offerenti". Quindi, già nel momento in cui ebbe ad esprimere il proprio parere alla Giunta per decidere sull'aggiudicazione, questa Commissione avrebbe dovuto fornire degli elementi tecnici non approssimativi in ordine anche al valore e alla funzionalità di queste apparecchiature.
Si tratta comunque ancora di considerazioni di larga massima, che non toccano il punto centrale che, secondo noi, costituisce la responsabilità della Giunta collegialmente in questa vicenda.
Infatti, dopo che i due concorrenti esclusi fecero il ricorso al TAR del Piemonte - qui si intersecano le erronee decisioni politiche con quelle giudiziarie - il TAR ebbe a sospendere la fase di aggiudicazione ormai già ultimata. E chi si premurò di usare quel mezzo tecnico che è l'appello al Consiglio di Stato sulla sospensiva? Forse sarà stata anche la Centro Matic, non lo so, ma sicuramente fu la Giunta regionale, la quale chiese e ottenne, pendente il ricorso al TAR. la revoca della sospensiva cioè a dire, in parole più povere, che si poteva procedere. Arriviamo poi al 26 marzo 1992, data della sentenza del TAR che annulla l'intera procedura.
Come mai dopo la sentenza che ha annullato la procedura di aggiudicazione, la Giunta regionale si è affrettata ad appellare il Consiglio di Stato? Quando è nota, è notissima la prassi non costante, ma costantissima della Pubblica amministrazione in generale, sia essa statale o regionale, che allorquando sorge una lite giudiziaria fra l'aggiudicatario e l'aspirante aggiudicatario che è stato escluso, rimane alla finestra? Questa, Presidente Brizio, è una prassi costantissima; rimane alla finestra...



CALLIGARO Germano

Dovevano dimostrare che tutto era regolare!



MAJORINO Gaetano

Certo. Rimane alla finestra, nell'attesa che i concorrenti risolvano la loro diatriba sul piano giudiziario. In questi casi, la Pubblica Amministrazione designa un difensore, il quale usa la formula di stile: "Si rimette alla saviezza del Tribunale amministrativo".
Mi consenta, Presidente Brizio, è quanto meno sospetto in senso politico che dopo l'annullamento della gara, anziché rimanere ripeto - alla finestra lasciando che gli aggiudicatari litighino fra di loro, la Giunta regionale appelli e appelli previa l'autorizzazione che deve venire concessa in base all'ordinamento, cioè una deliberazione di Giunta che autorizza il Presidente a proporre impugnazione. E cosa si dice a guisa di motivazione in questa deliberazione? Si dice in sostanza: "Vista la necessità di appellare, si nominano gli avvocati Tizio e Caio per procedere all'impugnazione". Ma, Presidente Brizio, quale necessità c'era di appellare visto che l'aggiudicatario era stato escluso, era stata annullata l'aggiudicazione? Perché, anziché rimanere alla finestra, ci si è premurati di appellare? Non solo di appellare con questa presunta e immotivata necessità, ma di farsi anche premura di chiedere la sospensione dell'esecuzione della sentenza del Tribunale Amministrativo al Consiglio di Stato in via cautelare, cosa che il Consiglio di Stato ha concesso.
Questo comportamento politicamente è sospetto, perché in sostanza Presidente Brizio, avete sponsorizzato gli interessi economici della Centro Matic, che era l'unico soggetto che aveva tutto da perdere in seguito all'eventuale annullamento dell'aggiudicazione. Infatti, anziché essere la Centro Matic a premurarsi di tutelare i propri interessi, abbiamo l'Ente pubblico, la Giunta regionale, la Regione che tutela gli interessi di un soggetto privato; nasce fondata, dunque, la considerazione di dire: "Si voleva ad ogni costo difendere la fornitura da farsi dalla Centro Matic" quella fornitura di cui adesso veniamo a conoscere il vero e reale valore.
In questa situazione, noi denunciamo il comportamento abnorme, per usare un eufemismo, della Giunta, che tutela l'interesse di un soggetto privato. Adesso, al punto in cui siamo, si cerca di correre ai ripari denunciando il contratto, facendo un presumibile esposto alla Magistratura perché indaghi, la quale peraltro sta già indagando. Mi rendo conto che la situazione è molto dura ed è difficile riuscire a invalidare quella procedura di gara in ordine alla quale ormai pare sia calato il sipario con l'aggiudicazione definitiva a favore della Centro Matic, tanto più che non abbiamo in mano un collaudo tale che, come estrema e ultima trincea di un collaudo che denuncia inadeguatezza e inefficienza del macchinario fornito, possa in extremis quanto meno impedire che questa fase finale della vicenda si attui. Quindi, sotto questo profilo, non possiamo che denunciare, come mi sono sforzato di fare in quest'aula, le responsabilità della Giunta per avere gestito in maniera colposa, per usare un eufemismo l'intera vicenda.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Zacchera, vorrei salutare le insegnanti e gli scolari della scuola elementare di Borgo San Dalmazzo che sono in visita al Consiglio regionale.
Prego, Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Mi spiace che questi ragazzi siano qui oggi in Consiglio regionale perché forse non capiranno i discorsi e soprattutto sentiranno parole difficili ed anche brutte; d'altronde io mi rivolgo al Presidente della Giunta e non a loro, quindi non posso che esprimermi in un certo modo. Mi dispiace, perché vorrei essere estremamente chiaro. Vedete ragazzi, io sto cercando di dimostrare - io appartengo a una parte politica che qui è in minoranza - come si siano buttati via alcuni miliardi dei vostri genitori quindi anche vostri, in questa Regione.



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, la prego.



ZACCHERA Marco

Ha ragione, Presidente, mi scuso per il tono del discorso, ma voglio contestare alcune cose. Mi sento profondamente amareggiato, per non dire offeso, di quanto è successo in quest'aula il 9 febbraio 1993, quando l'allora Assessore alla sanità, in quel momento ancora a piede libero come è tornato adesso, ci raccontò delle cose che a distanza non di dieci anni ma neanche di due mesi, si sono dimostrate essere chiaramente non precise e non vicine alla verità.
Punto primo: alle contestazioni dei Consiglieri intervenuti l'Assessore Maccari rispose che il 2/8/1991 la Giunta regionale aveva approvato i lavori svolti dalla Commissione tecnica nonché le risultanze di cui al verbale, ecc. Presidente Brizio, a relazione dell'Assessore Maccari, la Giunta regionale, assente il solo Assessore Lombardi, approv collegialmente, a mezzo di una deliberazione, l'appalto-concorso per la fornitura di sistemi di lettura automatica delle ricette mediche. Ci significa che in quel momento nessuno, all'interno della Giunta regionale si pose il problema se alcuni aspetti di quell'appalto-concorso funzionassero o meno! Nessun Assessore si pose il problema di come mai la Regione Piemonte andava a spendere 7 miliardi e 600 milioni circa con una sola ditta concorrente, risulta che nessuno andò a preoccuparsi di questo! Nessuno si preoccupò evidentemente di leggere fino in fondo i verbali registrati al n. 17/91 del 3/6/1991 della Commissione tecnica che rimise alla Giunta il proprio parere, perché leggendo quella relazione tecnica qualche dubbio poteva venire. Quindi la responsabilità di questa approvazione dell'appalto-concorso è collegialmente dell'intera Giunta regionale.
Punto secondo. L'Assessore Maccari ci venne a dire che dal citato verbale risultava che: a) la soluzione tecnica proposta dalla ditta Centro Matic di Firenze risultava pienamente valida e funzionale b) il progetto proposto dalla stessa ditta risultava completo e rispondente in ordine all'autorizzazione del sistema per gli usi previsti dal capitolato della Regione Piemonte (assumendosi con ciò la responsabilità di dirci una cosa che oggi la Giunta regionale dichiara essere difforme da quanto il suo Assessore disse neanche due mesi fa).
Punto terzo. La stessa relazione che ha fatto in quest'aula l'Assessore prima di fuggire (perché dopo le repliche da parte degli interroganti l'Assessore se ne è andato e nessuno ha risposto, ma non si è andati avanti una settimana che si è giunti ad altre situazioni)...



ZACCHERA Marco

CAVALLERA, Assessore regionale



ZACCHERA Marco

Il pubblico è uscito.



ZACCHERA Marco

Non me ne importa nulla se il pubblico è uscito! Io sto parlando per voi! Voi potete continuare a scherzarci sopra, ma io arriverò a chiedere una responsabilità personale dei singoli Assessori, perché l'Assessore Maccari in data 9/2/1993, a pag. 17 del verbale della seduta, non viene assolutamente a spiegare al Consiglio i motivi per cui si decise da parte della Commissione di escludere due ditte, cioè la Siemens e la Elsag Bailey, lasciando quindi una soltanto delle ditte vincitrici! Addirittura collega Calligaro, c'è un'accusa a noi che osammo interromperlo l'Assessore si chiese come facevamo noi a sapere che le altre ditte ci avrebbero fatto risparmiare 3 miliardi e aggiunse che questo poteva essere un fatto di competenza della Magistratura. Noi avevamo letto le sentenze del TAR. che anzi ho poi letto in aula, quindi noi sapevamo cosa avevano fatto le altre ditte; però c'è stato il tentativo di dire: "Attenzione all'occhio, colleghi Consiglieri regionali, perché bisognerebbe andare a vedere come mai voi sapete queste cose, come fate a saperle?". L'Assessore Maccari disse (quindi la Giunta che parlava per bocca dell'Assessore Maccari): "Le due citate ditte furono escluse dalla gara per aver presentato offerta non conforme alle disposizioni del capitolato ed alla lettera di invito". Ma scusate, se il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte ha detto che quelle due ditte presentarono l'offerta regolarmente e che, caso mai, chi non la presentò regolarmente era proprio quella che aveva vinto l'appalto, vi sembra questo il modo di un Assessore della Regione Piemonte di relazionare in Consiglio? Proseguiva l'Assessore Maccari: "sospensiva che il TAR concesse e che successivamente il Consiglio di Stato annullò". Eh no, Presidente della Giunta regionale del Piemonte! Non è questo che l'Assessore regionale Maccari doveva dire al Consiglio regionale! Avrebbe dovuto dire: sospensiva che il TAR concesse e al quale questa Giunta regionale ricorse portando il Consiglio di Stato a sospendere e poiché nessuno ad esso ricorse, il Consiglio di Stato annullò! E' un modo diverso di raccontare le cose che non quelle che risultano a verbale. Ecco perché mi sento offeso come Consigliere regionale! Dopodiché, il 9 marzo 1992, perdurando la validità dell'aggiudicazione in conseguenza delle prime decisioni del Consiglio di Stato, è stato disposto l'ordine della fornitura. Adesso voi tenterete di fare causa alla Centro Matic, ma non ci siamo. Io mi auguro che troviate il modo per risparmiare i soldi ed "incastrarli", ma questa ditta è in una botte di ferro, perché ad un certo punto voi avete firmato l'ordine della fornitura accettandone il capitolato e il verbale del collaudo, dicendo che andava bene. Se io fossi la Centro Matic, pretenderei il rispetto del contratto possono avere tutti i torti dell'Universo, ma voi avete fatto collaudare le macchine dicendo che andavano bene, tant'è che le avete fatte consegnare.
Un'altra cosa da dire è che queste macchine non le avete contestate il giorno dopo, come succede quando arriva a casa il pacco della Vestro se le misure non funzionano. No! Questa consegna è stata fatta il 9 marzo 1992 e soltanto nel mese di ottobre noi ci accorgiamo che le macchine forse non funzionano e allora andiamo a fare un collaudo! Ma quando mai a casa vostra comprate macchine per 7 miliardi, le mettete in un magazzino e state sei mesi senza collaudarle per vedere se funzionano o non funzionano? Insomma! Scusate se, come sempre, poi il Consigliere Zacchera si inalbera e scusate se viene, come sempre, dal Consigliere di minoranza Zacchera questa osservazione.
Il buon nome della logica imponeva che caso mai il collaudo fosse fatto se non il giorno dopo, quanto meno la settimana dopo, il mese dopo; non si tengono delle apparecchiature di quel tipo, che valgono 7 miliardi, in un magazzino sotterraneo per sei mesi prima di fare i collaudi! Non ci sono forse delle responsabilità della Giunta in questo? Il Presidente Brizio mi fa segno come dire: "A me non frega niente"; potrà continuare a non fregargliene niente, Presidente!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non volevo assolutamente dire che non me ne importa niente!



ZACCHERA Marco

Presidente Brizio, normalmente quando uno fa quel cenno o si gratta la barba vuole dire: "A me non importa nulla".



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non volevo assolutamente dire quello!



ZACCHERA Marco

Allora ho capito male quello che voleva dire.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ha capito molto male!



ZACCHERA Marco

Sto parlando però delle responsabilità gravissime che lei ha come Presidente della Giunta! Perché ha agito così? Perché non un anno fa, ma soltanto due mesi fa lei ha ammesso che il suo Assessore, che parlava per sua delega, venisse in quest'aula a dire queste cose?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non posso leggere le risposte dell'Assessore!



ZACCHERA Marco

Poteva fare un'altra cosa, Presidente: quando l'Assessore Maccari da quest'aula se ne è andato, lei poteva prendere la parola e chiarire che cosa eventualmente l'Assessore Maccari avesse detto di non regolare.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ma se ero anche assente quel giorno lì, perché ero a Roma!



ZACCHERA Marco

C'era il Vicepresidente, c'era qualcun altro! Insomma, una responsabilità della Giunta c'era! Io non sono più disposto a fare in quest'aula la parte dell'eterna persona che contesta, ma a vostra coscienza, a vostro lume di logica, qui si è usato il normale criterio del buon padre di famiglia, come si suol dire? Nell'amministrazione della cosa pubblica, in questo caso, io direi che è stata violata nella maniera più logica! Perché dopo che si era visto che una sola ditta era rimasta concorrente, che questa era così cara (combinazione offriva lo stesso importo delle disponibilità ministeriale) non si è intervenuti? Ma soprattutto, ancora nel dibattito dell'ultimo Consiglio regionale quando da questi banchi il collega Majorino chiedeva che fosse nominato un perito del Tribunale per valutare il valore (noi sostenevamo che il valore di quel macchinario fosse tanto di meno, rispetto ai 7 miliardi), ci è stato risposto che non era vero. Adesso abbiamo finalmente una perizia che dice che valgono 2 miliardi e 900 milioni.
Non chiedo qui le dimissioni della Giunta, perché è perfettamente inutile, ma ritengo ci siano delle responsabilità personali del Presidente della Giunta e dei singoli componenti della Giunta che non hanno potuto vedere - qualcuno può anche giustificarsi dicendo che non può vedere tutto che si era in presenza di una situazione per mesi di così grave dubbio.
Non dimentichiamo che nel gennaio dell'anno scorso su tutti i giornali di questa Regione era uscita la notizia, quindi tutti avevamo letto che cosa era successo. Il passare dei mesi interi prima accettando la merce e portandola in magazzino, non collaudandola, volendola pagare 3 miliardi e mezzo in più.., beh, insomma, si dice che è peccato il pensare male, ma di solito sbaglia chi non lo fa! Non è possibile, a lume di logica, comportarsi in questo modo altrimenti o avete delle responsabilità gravissime di mancato controllo o avete responsabilità gravissime di collusione in questo affare, perlomeno l'Assessore Maccari, o vi è una totale incapacità di agire ancora più grave; agendo in questo modo, non si fanno gli interessi della Regione! Quindi siamo di fronte a delle responsabilità politiche o di incapacità personale o, peggio, di collusione con chi ha vinto l'appalto. Non trovo altre soluzioni; aspetto di sentirle.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Non penso di poter aggiungere altro a quello che i colleghi di minoranza hanno detto; mi limiterò a sottolineare due questioni, una di carattere generale e una specifica che ha a che fare con quanto è accaduto.
Quella di carattere generale ha a che fare con la posizione giuridica degli Assessori e del Presidente in merito alle eventuali responsabilità non parlo di responsabilità penali, ma di responsabilità complessive sull'operazione. Si tratta di una questione che deve essere affrontata e la lascio a futura memoria degli eventuali esercizi di stile, oltreché di sostanza, di questo Consiglio sulle possibili riforme istituzionali.
Mi rendo conto, Presidente, che lei non può controllare virgola per virgola, punto per punto l'attività dei suoi Assessori, ma rimane il fatto che questo ordinamento prevede la sua responsabilità e prevede la responsabilità collegiale degli Assessori sugli atti della Giunta. Questa è una questione dalla quale non si può sfuggire.
Dopo aver verificato le responsabilità la Giunta e il Consiglio devono porsi responsabilmente tale questione e cercare di affrontarla nel modo più produttivo possibile per tutti.
La strada da seguire è quella di esaltare al massimo le responsabilità individuali anche all'interno della Giunta a carico dei direttori di servizio o responsabili dell'Amministrazione e degli Assessori che poi controfirmano gli atti che vengono preparati o addirittura lo impongono qualche volta ai funzionari stessi.
C'è poi un'altra questione più direttamente legata alle vicende che hanno a che fare con i lettori ottici, che è relativa all'ex responsabile del settore strutture sanitarie, il dottor Vivinetto, poi passato al settore programmazione e adesso addirittura all'artigianato. Il 14 ottobre 1992 ho presentato un'interpellanza urgente (ormai la forma non ha quasi più significato in queste cose) relativa non ai lettori ottici, ma alla serie di progetti per la realizzazione di strutture psichiatriche, bloccate da tempo immemore nei cassetti del dottor Vivinetto, come risulta dalle reiterate testimonianze di persone che operano nel settore. In seguito avendo appreso la notizia che in fretta e furia, nel giro di 24 ore, si era proceduto alla sostituzione del funzionario, chiedevo quale tipo di ragioni ne stessero alla base.
In tono pacato, chiedo insistentemente e fermamente di spiegarci i motivi dell'accaduto (è abbastanza strano il parallelismo della scomparsa dall'Assessorato alla sanità e dell'ex segretario particolare dell'Assessore Maccari, dottor Frego).
Non è stata certamente una scelta personale del dottor Vivinetto quella di aver cambiato servizio; chiedo Presidente, quali sono le ragioni per cui lei ha proceduto alla sostituzione e possibilmente quali sono le ragioni per cui l'Assessore Vetrino, secondo me giustamente, ha incaricato un altro funzionario a ricoprire il ruolo di responsabile del settore programmazione, spostando il precedente ad altri compiti.
Non so se quanto sto chiedendo abbia diretta relazione con i lettori ottici, non mi interessa: vorrei, però, che lei desse delle risposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Penso sia abbastanza difficile fare una difesa di questo argomento impossibile no, ma estremamente difficile e mi pongo in questa condizione: se "errare humanum est, perseverare diabolicum". Mi pare che la Giunta abbia tentato, su questa eredità non bella, di cambiare strada; ciò mette in luce un fatto importante: prestare sempre più attenzione al settore della sanità, scatola chiusa per troppo tempo e che adesso abbiamo aperto.
L'apertura di questa scatola ci ha posto nella condizione di poter lavorare sempre meglio e questo è l'augurio che rivolgo all'Assessore. Infatti, in IV Commissione si è parlato degli ospedali a livello nazionale e l'Assessore ha voluto discutere l'elenco; credo lo abbia fatto con la disponibilità di non mantenere più quel silenzio totale sulla sanità.
Questo è un passo importante, decisivo.
Quello dei lettori ottici è un brutto capitolo, vorremmo tutti che non fosse mai successo, ma è successo. Oggi dovremmo anche occuparci di Protecne e di Savoino, un capitolo ancora peggiore, anche se non ne siamo direttamente coinvolti perché non sono incarichi che abbiamo deciso noi.
Sono diventati parte di un sistema, per questo è diventato difficile impostare una difesa.
Non mi dilungherò oltre sui lettori ottici, su quanto sono costati, su cosa diceva la perizia, tutti oggi ne hanno parlato.
La Giunta si trova a dover rescindere un contratto, ma a fronte di verbale di collaudo e di alcune giustificazioni che pongono condizioni insormontabili. Però è un atto politico importante per dire che c'è una svolta all'interno della Giunta regionale, da parte di questo Assessore, da parte del Presidente della Giunta, per dire che se avevamo percorso strade di corruzione, oggi non è più possibile seguirle; se abbiamo fatto degli errori, cerchiamo di non commetterne più. Potremmo anche lasciare andare le cose come vanno, visto che non si è provveduto a mettere in esecuzione i lettori ottici dal primo di marzo, e lasciare la delega al Ministero per l'acquisto e per metterli in funzione. Se atto politico deve essere, lo sia fino in fondo. Acquistiamo altri lettori ottici necessari per questa nostra Regione, con le garanzie di poter leggere 50 milioni di ricette. Se scindere un contratto vuol dire andare incontro ad una questione legale che potrà durare negli anni, assumiamo tutte le responsabilità.
Gli ordini del giorno presentati chiedono, oltre alla rescissione del contratto, le dimissioni della Giunta. Nessuno oggi può per questi motivi chiederlo sia per l'atto politico con la deliberazione assunta ieri dalla Giunta sia per l'atto politico che la Giunta sta ponendo in atto in questi mesi per tentare di costruire la nuova sanità. Soprattutto nessuno di noi anche chiedendo questo, sgrava la Giunta dalla responsabilità collegiale che ha avuto fino ad oggi. Come maggioranza non possiamo approvare i tre ordini del giorno, dobbiamo respingerli: la Giunta conosce le sue responsabilità, sa quello che ha fatto e sa che d'ora in poi dovrà cambiare rotta.
Pertanto, sui tre ordini del giorno il Gruppo di maggioranza voterà contro.
Auguro buon lavoro all'Assessore Vetrino: si trova di fronte a delle responsabilità che ogni giorno diventano sempre più pesanti; da parte nostra saremo sempre disponibili, affinché d'ora in poi sia tutto alla luce del sole.



PRESIDENTE

Ricordo a tutti che la riunione della I Commissione è convocata oggi pomeriggio alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,50)



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