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Dettaglio seduta n.222 del 07/04/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Croso, Maccari e Sartoris.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Carletto (seguito)


PRESIDENTE

Sulla base del dibattito svoltosi ieri, passiamo alla presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Carletto, ai sensi dell'art. 35, comma quarto, dello Statuto, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Successivamente procederemo all'integrazione con un nuovo Assessore presentata dal Presidente della Giunta, del quale vi leggerò la lettera.
Ieri si è svolto il dibattito; possiamo ora procedere alla votazione che, a norma di Statuto, viene fatta per alzata di mano.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marino: per quale motivazione?



MARINO Massimo

Credo che su questo adempimento, che lei chiama "presa d'atto", ci debba essere un minimo di discussione politica.



PRESIDENTE

L'abbiamo fatta ieri.



MARINO Massimo

Non essendo intervenuto ieri, chiedo di fare un brevissimo intervento.



PRESIDENTE

Riepilogando: ieri è stato svolto il dibattito, nel corso del quale ho dato la parola a tutti coloro che l'hanno richiesta; qualora ci siano dei Consiglieri che, come il Consigliere Marino, ieri non sono intervenuti possono svolgere adesso il loro intervento generale.



MARINO Massimo

Non so se questo debba essere limitato al mio solo intervento.



PRESIDENTE

E' quello che stavo dicendo.



MARINO Massimo

Anche perché avevamo 24 ore nelle quali volevamo capire se c'era qualcosa di nuovo.



PRESIDENTE

Mi consenta, Consigliere Marino. Questo era quanto convenuto nella Conferenza dei Capigruppo.



MARINO Massimo

Tanto io sarò breve, come sempre.



PRESIDENTE

No, lei adesso ha diritto di parlare, perché non l'aveva fatto ieri.
Prego.



(I Consiglieri dei Gruppi Verdi e Rifondazione Comunista esibiscono sul banco un cartello recante la scritta "Nuove Elezioni subito")



MARINO Massimo

Intervengo perché non credo che si possa, dopo la giornata di ieri...



PRESIDENTE

Scusate, Consiglieri, non credo davvero che questo Consiglio regionale abbia bisogno di queste esibizioni! E mi rammarico che componenti dell'Ufficio di Presidenza ne facciano parte; mi rammarico moltissimo!



MARINO Massimo

Credo che si possa tollerare che dei Consiglieri esprimano anche con dei piccoli cartelli una proposta politica che, se lei mi permette, vorrei anche spiegare.



PRESIDENTE

No, perché il Regolamento non lo prevede! Io non sto parlando a lei Marino. Mi rammarico moltissimo che il livello di questo Consiglio venga portato a questo punto, perché se queste cose le fanno delle persone del pubblico io, con tutti voi e da tutti voi sostenuta, sono sempre stata...



MARINO Massimo

Mi sembra un'iniziativa assolutamente dentro la norma accettabile in questo Consiglio regionale che ha visto cose ben peggiori di questa.



PRESIDENTE

Mi consenta di concludere la mia osservazione! Ritengo che non sia all'interno della norma. La questione non riguarda il suo intervento, ma gli atteggiamenti dei Consiglieri in quest'aula.
Rispetto all'esibizione di questi cartelli, mi permetto di dire che quando qualsiasi persona del pubblico è venuta in quest'aula, noi abbiamo chiesto, e l'ho fatto a vostro nome, il rispetto del Regolamento, dicendo che non potevano essere esibiti dei cartelli. Non credo che in una fase così difficile - questo è il mio pensiero - i componenti di questo Consiglio regionale debbano procedere a livelli di manifestazioni che attengono più alle piazze che alle assemblee elettive. Questo è il mio pensiero, del quale mi assumo tutta la responsabilità!



(Applausi da parte di diversi Consiglieri della maggioranza)



PRESIDENTE

Consigliere Marino, adesso lei può intervenire.



MARINO Massimo

Mi pare che i Consiglieri che hanno preso questa iniziativa siano fra quelli che in questo Consiglio regionale, anche nei momenti più difficili hanno sempre tenuto un comportamento tale da garantire la dignità del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Non oggi e non attraverso questo atto!



MARINO Massimo

A me sembra che questi cartelli non violino la dignità del Consiglio.



PRESIDENTE

Consigliere Marino, la prego di sedersi, tra un minuto le ridarò la parola, perché devo finire di parlare su una questione che attiene al decoro dell'aula.
Invito i Consiglieri a ritirare i cartelli, perché non voglio che il personale intervenga sui Consiglieri: noi non abbiamo questo livello di rapporto.
Chiedo ai Consiglieri, sulla base della loro responsabilità, di voler ritirare questi cartelli, altrimenti il giudizio sarà di carattere politico e personale, per quello che mi riguarda. Non credo che il personale dell'aula debba intervenire sui Consiglieri. A Montecitorio si sono verificati episodi di questo tipo e li abbiamo stigmatizzati tutti.



MARINO Massimo

Abbiamo messo dei cartelli sui nostri tavolini, dove c'è scritto che riteniamo che si debba andare a nuove elezioni per questo Consiglio regionale: nient'altro che questo! Mi sembra che ci siano state ben altre violazioni della dignità di questo Consiglio regionale, che non queste.
Dopodiché, io lascio agli altri la decisione.



PRESIDENTE

Ognuno fa quello che ritiene. Io non voglio assolutamente esasperare il clima di quest'aula che, anzi, devo cercare sempre di concorrere a rasserenare; però, ripeto, non mi sembra che queste esibizioni attengano al ruolo di un'assemblea come la nostra.
Proceda, Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Volevo brevemente riassumere l'atteggiamento che alcuni Consiglieri regionali di opposizione hanno tenuto nelle ultime settimane rispetto ai numerosi e progressivi momenti di crisi che questa maggioranza e questa Giunta regionale hanno vissuto.
Abbiamo fin dall'inizio rifiutato la logica semplice e comoda di presentare ordini del giorno che chiedessero le dimissioni della Giunta regionale. In alcuni casi è stato fatto anche questo, ma insieme abbiamo progressivamente, in momenti diversi, cercato di sforzarci di fare delle proposte che da una parte tenessero conto delle emergenze, delle urgenze dei problemi della governabilità di questa Regione e, dall'altra proponessero qualcosa di nuovo rispetto ad una Giunta e una maggioranza che oggi, per garantire dei numeri all'interno di questo Consiglio, devono riportare in aula delle persone che, come tutti sanno, nelle ultime settimane, per opportunità - se così vogliamo dire - non si erano presentate.
Abbiamo posto alcune questioni assolutamente semplici. La prima: la necessità di garantire comunque un'immagine nuova della Giunta, ponendo quindi un problema di persone. Queste questioni le abbiamo poste non solo in quest'aula, ma anche nelle altre sedi in cui il dibattito politico e programmatico è andato avanti. Abbiamo posto anche alcune questioni di merito, sicuramente critico, rispetto ai programmi di questa Giunta, in particolare degli ultimi mesi, facendoci però carico di tutte le problematiche che stavano scoppiando.
Ne cito una, quella della sanità, sulla quale oggi, al di là del cambiamento di una faccia e di un Assessore, non è chiaro quale svolta ci sia stata rispetto ad un percorso di due anni e mezzo che ha distrutto la sanità in Piemonte. Forse ad una parte dei presenti in quest'aula non interessa quel calvario di manifestazioni, denunce, comunicati che praticamente una volta al giorno nelle ultime settimane sono stati fatti: dal Repartino di Corso Svizzera al Farinelli, al Carlo Alberto, al Maria Vittoria, ecc. Tutte questioni nelle quali pezzi, grandi o piccoli, di questa città o dell'intera società piemontese denunciano, sulla loro pelle gli effetti dell'attuata metodica distruzione delle risorse e della struttura sanitaria in questa Regione.
Chiedo, al di là del cambio - personalmente giudicato positivo della faccia di un Assessore, quale svolta la Giunta regionale intenda determinare su questa questione e sulle altre delle ultime settimane.
Nessuno di noi, ad oggi, sa in cosa consista tale svolta: attendiamo che qualcuno ce lo spieghi.
Abbiamo anche posto osservazioni critiche rispetto al dibattito sulle scadenze istituzionali per quanto riguarda le Commissioni. Tutti i Consiglieri che hanno promosso la piccola iniziativa di questa mattina hanno spiegato, credo con grande correttezza, che rimettere in discussione il modo di funzionare delle attuali Commissioni comporterebbe grave confusione politica in un momento in cui, invece, è necessaria la massima chiarezza. E' necessario capire se la Giunta regionale e la maggioranza sono in grado di fare proposte di svolta, oppure se è in grado soltanto di riproporre la continuità con se stessa.
Per questi motivi abbiamo espresso parere contrario all'ipotesi di allargamento del numero delle Commissioni, che non trovava significative giustificazioni se non in percorsi ambigui e confusi di possibile consociativismo fra forze politiche e Gruppi consiliari attualmente alla maggioranza o all'opposizione del Consiglio. Abbiamo inoltre sostenuto la legittimità del fatto che in una situazione come questa le Commissioni, e quindi l'attività quotidiana del Consiglio, venisse tenuta in mano da questa maggioranza, proponendo soltanto, eventualmente, una riduzione del numero dei Vicepresidenti delle Commissioni, affidando tali cariche alle opposizioni come funzioni di controllo.
Ci siamo sforzati di non ignorare quanto avveniva in questo Consiglio e nella società piemontese da una parte, e dall'altra di non ignorare le esigenze di governabilità: non abbiamo avuto il minimo riscontro in sforzi proposte, iniziative.
Ci sembra che nelle ultime settimane abbia prevalso, all'interno delle forze politiche che governano la Regione, uno scontro sicuramente più attutito che in passato, su come ridistribuire le cariche. Tutti si rendono conto che sono cariche a rischio, che non è più tempo di occuparsi soltanto dei propri interessi personali o di corrente dentro un partito o altro, ma l'idea di provare davvero a rimescolare le carte sembra non aver sfiorato alcuno.
Nella giornata di ieri, prima che arrivasse l'informazione della comunicazione nei confronti del Presidente Brizio, sembrava che uno degli argomenti principali della discussione politica nella maggioranza fosse se l'assegnazione dell'Assessorato all'urbanistica dovesse essere demandata al Consigliere Cavallera o al Consigliere Zanoletti. Mi sembra che questa sia stata una delle questioni principali che ha animato la discussione all'interno della maggioranza.
Ora, voi continuate in perfetta coerenza - e sfido a dimostrarmi il contrario - con il passato, sperando che i numeri continuino a reggervi. Ma ci sono altre forze che fanno politica.
Voglio essere molto chiaro ed esplicito: la comunicazione al Presidente della Giunta regionale, Brizio, arrivata ieri mattina è un fatto politico che presuppone che anche fuori da quest'aula c'è qualcuno che, in un modo o nell'altro, sta facendo politica. Nulla avviene casualmente, e nessuno di noi è stupido. La comunicazione al Presidente Brizio poteva arrivare 50 30, 15 o 3 giorni fa, invece è arrivata ieri mattina.
E' evidente che forze diverse - personalmente non so valutare chi siano e quali obiettivi abbiano - nella società piemontese e torinese fanno politica in forme diverse e con metodi diversi.
Noi proponiamo semplicemente di fare un quadro realistico della situazione; questa maggioranza non fa altro che riproporre se stessa, che riproporre programmi o mancati programmi come ha fatto in questi due anni e mezzo: non c'è alcuno sforzo di modificare nulla. Credo si debba prendere atto, al di là dei numeri che con qualche stampella possono essere mantenuti, che il compito di questo Consiglio regionale nel suo insieme si è esaurito. Utile per tutti, a prescindere dagli interessi di gruppo, di partito o personali, sarebbe, oggi, arrivare il più in fretta possibile a riverificare con i cittadini chi e cosa vogliono per il Governo di questa Regione. Può darsi che i cittadini facciano scelte sbagliate, sciagurate ma la politica è fatta di questo: i cittadini piemontesi valuteranno se l'insieme di queste forze politiche, che oggi non governano più nulla - è evidente che non governate più nulla - debba essere mandato a casa, anche se in prospettiva può diventare un tragico errore. Credo però che a questo punto si sia superato un limite del quale ognuno dovrebbe prendere atto.
La nostra proposta è che almeno 31 Consiglieri di questo Consiglio decidano di autopresentarsi alla verifica degli elettori, che questo Consiglio regionale si sciolga e si vada rapidamente, senza perdere tempo a nuove elezioni in questa Regione.
Finisco con una breve osservazione che riguarda il Presidente della Giunta. Quando ieri mattina è arrivata notizia della comunicazione per abuso ed omissione di atti d'ufficio, devo ammettere che parecchi di noi si sono chiesti se la questione riguardava il Piano regolatore di Torino.
Questo è un esempio - se ne potrebbero fare altri - non solo del rapporto gravemente scorretto fra chi governa in Consiglio e chi correttamente ha condotto la propria battaglia di opposizione in questi mesi, ma anche della dimostrazione che le procedure con le quali si cerca di contrastare le ragioni dell'opposizione, non sono ammissibili e pongono interrogativi assolutamente inquietanti.
Aspettiamo, ancora oggi, che qualcuno ci spieghi (noi l'abbiamo ricostruita con grande fatica) la serie di fatti avvenuti negli ultimi tre anni riguardanti il Piano regolatore della città di Torino. Mi riferisco a coloro che i partiti che governano Torino hanno indicato come propri rappresentanti nel Comune di Torino a predisporre il Piano regolatore; mi riferisco all'imposizione dopo sei settimane di battaglie in aula di modifiche di una legge regionale urbanistica costruita apposta per quel Piano regolatore; mi riferisco alle candidature proposte dai partiti che governano questa Regione per la nuova CTU, con nomi che coincidevano con quelli di coloro che avevano predisposto il Piano regolatore; mi riferisco alle procedure discutibili e ambigue con le quali si è impedito ad alcuni Consiglieri regionali di esprimere le proprie obiezioni in termini leali corretti e trasparenti, e di svolgere quel minimo ruolo di opposizione politica che in questa situazione potevano ancora svolgere.
Aspettiamo dal Presidente Brizio una lettera in cui spieghi perché si è usata una procedura per mandare al Commissario di Governo quelle due deliberazioni, che ha impedito, come non noi, ma il Presidente del Consiglio regionale in una lettera di ieri mattina ha impedito ai Consiglieri regionali di poter fare una loro battaglia corretta rispetto al Commissario di Governo, il quale è stato costretto a mandare il nostro esposto alla Giunta regionale...



PRESIDENTE

Consigliere Marino, mi consenta, non la voglio interrompere, ma forse è il caso che lei precisi quello che ha detto, perché credo che il Presidente del Consiglio regionale non le abbia impedito proprio nulla. Lei ha detto questo.



MARINO Massimo

Io ho detto come non noi, ma anche il Presidente del Consiglio, in una sua lettera che, guarda caso, abbiamo ricevuto ieri mattina, ma potevano ricevere dieci giorni prima, chiede al Presidente della Giunta perché una certa procedura non risulti essere stata seguita in questo caso.
Nessuno di noi è sciocco, tutti sappiamo bene cosa vuol dire se il Commissario di Governo avesse accettato la sostanza e le ragioni di quell'esposto. Sappiamo tutti che cosa voleva dire politicamente in questa Regione, con un Assessore all'urbanistica che per altre cose, che noi non conosciamo e neppure siamo interessati in questo momento più di tanto a conoscere, è caduto. Ma è l'Assessore all'urbanistica che ha imposto una nuova legge urbanistica regionale, che ci ha detto che quelle due anticipazioni facevano parte del vecchio Piano regolatore, che non esistevano problemi di incompatibilità, e se fossero esistiti si sarebbero affrontati. Nel frattempo, con procedure e metodi non trasparenti ed extra istituzionali, la Giunta pensa di andare avanti.
Sono stato troppo lungo, chiedo anche scusa di qualche eccesso, per credo che, pur nella correttezza che abbiamo sempre dimostrato, ci sia un limite al di là del quale non si può far finta che non sia stato superato.



PRESIDENTE

Ribadisco l'invito di togliere questi cartelli. Non voi in particolare ma i Consiglieri che, in generale, pensino di adottare questo tipo di percorso, secondo me, non fanno un servizio prima di tutto a se stessi. Noi non possiamo lamentarci se in aula vengono prodotti oggetti diversi che sono contrari al Regolamento. Il Regolamento è quello e non è più lieve o meno lieve; è fatto per il decoro e la tutela di tutti, e per il decoro prevalentemente delle istituzioni. Poiché i Consiglieri che hanno esposto questi cartelli sono fra quelli che, giustamente, chiedono sempre il decoro della assemblea, io li invito a togliere questi cartelli.



MARCHINI Sergio

Faccia allontanare dalle sue spalle i fotografi che...



PRESIDENTE

Io non posso guardare alle mie spalle, esiste un Consigliere questore che ho mandato in questo momento a cercare di convincere in maniera civile i Consiglieri a ritirare i cartelli. Pregherei chi collabora con me, dato che alle mie spalle non posso vedere, di evitare che questa assemblea regionale diventi un teatro. Pertanto se ci sono persone che si aggirano in questo senso, prego di fermarli. Non abbiamo bisogno di queste cose! La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ognuno si comporta come crede e paga per quello che crede.
Disgraziatamente però questi cartelli non sono una dimostrazione di maggiore o minore sensibilità verso il Consiglio.



(Interruzione del Consigliere Chiezzi)



MARCHINI Sergio

Mozione d'ordine! Mozione d'ordine!



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei non può interrompere e considerare questa assemblea al suo servizio!



MARCHINI Sergio

Chiedo la sospensione della seduta e faccio una mozione d'ordine! Chiedo ai Consiglieri di allontanarsi dall'aula, visto che il nostro Presidente non ha ottenuto il rispetto del comportamento che ha chiesto venisse realizzato. Visto che i Consiglieri non hanno adempiuto all'invito del Presidente, ritengo che, per solidarietà nei confronti del Presidente i Consiglieri debbano lasciare l'aula!



PRESIDENTE

La ringrazio molto della sua solidarietà, Consigliere Marchini. Se fossimo in momenti normali, avrei fatto quello che lei mi chiede, poich però non siamo in momenti normali e poiché non dobbiamo fare il gioco di chi probabilmente...



MARCHINI Sergio

Chi è quel signore che sta fotografando?



PRESIDENTE

Ma non lo so chi è quel signore!



MARCHINI Sergio

Cominciamo a chiedere i tesserini, il gradimento e le norme di comportamento in aula! Perché quello è il banco del Presidente!



PRESIDENTE

Ma lo facciamo sempre! Quello è un fotografo che partecipa esattamente come partecipano i signori delle televisioni e quindi non esaspererei ulteriormente la questione, perché è un momento in cui dobbiamo cercare di contenere le tensioni e non di esasperarle.



MARCHINI Sergio

Se avessi vent'anni di meno mi spoglierei per fare carriera politica!



PRESIDENTE

Cerchiamo di tranquillizzarci, altrimenti credo che la sospensione della seduta diventi opportuna. Non credo di dover sospendere questa seduta, altrimenti diamo, a chi intende fare spettacolo, più spazio di quanto in realtà non ne meriti. Questa è l'opinione del Presidente del Consiglio.
Lei, Consigliere Chiezzi, da qualche momento sta chiedendo la parola desidero dirle che per quello che riguarda il dibattito, questo si è concluso ieri e oggi...



(Vivaci proteste del Consigliere Marchini all'indirizzo dei giornalisti)



PRESIDENTE

Consigliere Porcellana, vuole intervenire per vedere che problema c'è? Ormai non lo ha convinto, è inutile che lei stia vicino al Consigliere Chiezzi, perché non è con la vicinanza che lo convince.



(Reiterate proteste del Consigliere Marchini)



PRESIDENTE

Il Presidente farà i suoi errori, ma se ne assume la responsabilità e in questo momento invita tutti i Consiglieri a stare tranquilli.
Consigliere Chiezzi, per quello che attiene al dibattito lei ieri ha già parlato. Ci sono questioni diverse?



CHIEZZI Giuseppe

Sì.



PRESIDENTE

Di che cosa si tratta?



CHIEZZI Giuseppe

Volevo semplicemente, con pochissime parole, rispondere al suo invito.



PRESIDENTE

Quale invito?



CHIEZZI Giuseppe

L'invito a togliere i cartelli.



PRESIDENTE

Ma lei non deve fare un dibattito su questo! Questa è una disposizione che io le dò!



CHIEZZI Giuseppe

Volevo rispondere al suo invito.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei in quest'aula non può fare quello che vuole!



CHIEZZI Giuseppe

Volevo dirle di non considerare questo un atto di irreverenza al Consiglio. E' un atto inusuale e su questo concordo, ma non è irriverente.
Non penso che il Consiglio diventi una cosa molto diversa se questo cartello sta su oppure giù.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, faccia quello che il Presidente le ha chiesto, nel rispetto del Regolamento.



CHIEZZI Giuseppe

Il motivo per cui l'abbiamo esposto è l'espressione in forma inusuale di un progetto: è una proposta politica rivolta ai 60 Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

Noi comprendiamo. Consigliere Chiezzi, non esasperi la situazione, non è nel suo stile! Si accomodi.



CHIEZZI Giuseppe

Dico anche ai 60 Consiglieri regionali che abbiamo fatto 60 di questi cartelli, chiedendo ai colleghi di voler gentilmente aderire.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, si accomodi e applichi il Regolamento!



CHIEZZI Giuseppe

Io applico...



PRESIDENTE

Lei si accomodi, è l'unica cosa che può fare.



CHIEZZI Giuseppe

Io applico, Presidente, su sua richiesta, il Regolamento, precisando che non è stato un atto di irriguardosità verso il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Questa è la sua interpretazione che non attiene a lei! Si accomodi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi sembra che altri abbiano avuto comportamenti irriverenti verso il Consiglio regionale, il suo Statuto e il suo Regolamento! E parlerò nel mio prossimo intervento di chi è irriguardoso del Consiglio.



PRESIDENTE

Chiezzi, si accomodi e cerchi di rispettare un momento il Presidente del Consiglio!



CHIEZZI Giuseppe

Altro che questi pochi cartelli!



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei in questo momento non solo non rispetta il Consiglio e non rispetta il Regolamento, ma neanche il suo Presidente! Si accomodi e tolga quei cartelli!



(Proteste del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Chiezzi, lei non è la persona che in questo Consiglio pensa di fare tutto quello che crede. Le minoranze vanno rispettate, ma esse devono rispettare i Regolamenti e anche le maggioranze quando serve!



(Reiterate proteste del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

La prego, Chiezzi, lei non è padrone delle opinioni di questo Consiglio! Lei è padrone delle sue opinioni, non di quelle del Consiglio! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,15, riprende alle ore 11,30)


Argomento: Varie

Saluto del Presidente del Consiglio regionale agli studenti dell'Istituto professionale di Stato per il commercio "Luigi Lagrange"


PRESIDENTE

Ringrazio, a nome di tutto il Consiglio regionale, gli studenti che sono presenti in aula.
In questi giorni numerose scuole vengono a farci visita per conoscere i nostri sistemi informativi e le procedure connesse alla resocontazione delle sedute consiliari.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

I Capigruppo hanno convenuto di procedere nel seguente modo: 1) presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Carletto 2) integrazione della Giunta regionale con il nuovo Assessore 3) esame del punto 18) all'o.d.g.
dopodiché procedere con i successivi punti all'o.d.g.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Carletto (seguito)


PRESIDENTE

Procediamo ora alla presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Carletto, ai sensi dell'art. 35, comma quarto, dello Statuto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Carletto è accolta con 40 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri).


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Integrazione della Giunta regionale ai sensi dell'art. 35, comma secondo dello Statuto


PRESIDENTE

Passiamo ora all'integrazione della Giunta regionale a seguito della presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Carletto.
Il Presidente della Giunta regionale mi ha inviato la seguente comunicazione: "Illustre Presidente, facendo seguito alla mia lettera con riferimento alle dimissioni a suo tempo presentate dall'Assessore regionale Mario Carletto da componente della Giunta, propongo, ai sensi del secondo comma dell'art. 35 dello Statuto, al Consiglio regionale la nomina del nuovo Assessore nella persona di Ugo Cavallera".
Sia nella Conferenza dei Capigruppo di ieri sia in quella di questa mattina abbiamo convenuto che sull'elezione dell'Assessore Cavallera si intervenisse per dichiarazione di voto in quanto il dibattito di carattere generale è stato fatto ieri.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Cucco. Ne ha facoltà.



CUCCO Vincenzo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho preannunciato ieri il mio comportamento in aula di oggi e lo riconfermo.
Non parteciperò al voto di questa nomina semplicemente perché la situazione politica nella quale vive la Regione Piemonte richiede iniziative di altro livello.
La riconferma del metodo che fino ad oggi questa Giunta ha seguito non fa che corroborare la mia decisione di non partecipare nemmeno con la mia presenza in aula a questo tipo di recitazione. Non voglio usare il termine "sceneggiata".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Farò una breve dichiarazione di voto per dire che non saremo presenti in aula al momento del voto sia per un motivo politico generale, che non sto a riprendere in quanto credo di averlo illustrato con sufficiente chiarezza ieri nell'intervento sul dibattito politico generale, sia per questioni di metodo.
Su questo voglio soffermarmi perché ieri, rispondendo anche a questioni che ho posto nel mio intervento, cioè le polemiche che si erano aperte nel Gruppo democristiano rispetto all'utilizzo del Manuale Cencelli, il Capogruppo della DC, Rolando Picchioni, mi ha spiegato come il Manuale Cencelli sia un modo per selezionare la classe politica e che di esso si fa uso all'interno dei partiti, facendo esplicito riferimento anche al mio partito.
Voglio ricordare all'onorevole Rolando Picchioni che sono due cose molto diverse quella della rappresentanza democratica dentro un partito di opinioni, di aree, di posizioni politiche, che anzi devono essere necessariamente garantite rispetto al consenso che hanno all'interno dei partiti! Altra questione è l'uso invece del manuale per la lottizzazione per la spartizione del potere all'interno delle istituzioni dello Stato.
Sono due cose che non possono essere confuse, sono molto diverse fra loro.
Accusavo questo tipo di uso e di concezione del Partito-Stato da parte della DC perché, in fondo, è quello che ha favorito momenti di degenerazione morale quale quella che abbiamo oggi nelle istituzioni.
Quindi, per questi motivi di metodo e per il motivo politico generale noi usciremo dall'aula e non parteciperemo al voto.
La maggioranza con questa scelta politica generale, con la scelta di rimpasto nei termini in cui ha proposto l'elezione dell'Assessore Cavallera, ripropone se stessa all'autoconservazione senza programmi, senza una politica e senza una possibilità di incidere politicamente con un'azione di governo.
Ribadisco che noi chiediamo, l'abbiamo chiesto ieri e lo chiediamo anche adesso con questa dichiarazione di voto, un confronto politico serio sui programmi con tutti i Gruppi, compresi i Gruppi politici consiliari della maggioranza attuale. Questo è il metodo.
Non sono d'accordo con i colpi di teatro e non sono d'accordo con il tramutare questa assemblea consiliare in un teatro. Non credo che siano gli scoop giornalistici la strada per risolvere i problemi, anche se domani si andrà sui giornali. Credo che il modo per risolvere i problemi oggi, in questa situazione, sia avere un grande senso di responsabilità politica sia avere un grande rigore politico e quindi una grande serietà di confronto sui programmi per la riproposizione di governi nuovi che abbiano delle facce nuove, che siano in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini piemontesi. Questo è l'unico metodo che ci permette di avere la necessaria responsabilità politica per ridare credibilità alle istituzioni e questo compete a tutti, a maggioranze e a minoranze.
Proprio perché sono convinto che questa maggioranza, con le scelte che ha compiuto, ha dimostrato di non avere responsabilità politica, dico che occorre evitare i colpi di teatro che in fondo rischiano solo di dare alibi ad una maggioranza che non ha dimostrato responsabilità politica e che non ha la forza politica di governare questa Regione. Quindi evitiamo di dare alibi con delle scelte che non fanno che portare acqua al mulino della maggioranza.



PRESIDENTE

Consigliere Marengo, la ringrazio per l'intervento.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signora Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta pensavo che gli interventi del nostro Gruppo e non solo i nostri meritassero una replica da parte del Presidente della Giunta, così come è sempre stata prassi costantissima in questo Consiglio, allorquando ci sono state comunicazioni della Giunta o soprattutto allorquando sono stati affrontati in quest'aula problemi di grave momento e di rilevante interesse politico. Ho visto invece - ormai è constatato, appartiene ai fatti che non c'è stata alcuna replica né del Presidente della Giunta né di altro Assessore eventualmente da lui delegato. Evidentemente perché presso di voi vige solo la regola dei grandi numeri, vige solo la regola di contare che ci sia una maggioranza quanto meno numerica e di questo infatti abbiamo avuto riscontro pochi minuti fa, quando abbiamo visto un certo subbuglio in aula perché si è assentata l'Assessore Bergoglio, che infatti penso venga ricercata affannosamente in modo che non manchi il suo voto.



ZACCHERA Marco

Ricercata in senso buono.



MAJORINO Gaetano

Nel senso buono della parola, certo. Comunque, tornando alla dichiarazione di voto devo rilevare che non è stata fatta nessuna replica a motivazioni che peraltro ritengo fossero serie, fondate e sensate - una replica anche per non condividerle, perché questa è la dialettica politica quando noi dicevamo che le dimissioni della Giunta erano rese ineluttabili dal fatto che il mondo esterno, l'opinione pubblica, l'uomo della strada e in definitiva i cittadini piemontesi, che sono i destinatari della nostra azione politica, indubbiamente avranno recepito con un certo ragionamento il fatto di un Assessore inquisito e sottoposto a misura di sicurezza, e il fatto di altro esponente della maggioranza inquisito. Non voglio ripetere le motivazioni di ieri, ma penso che abbiate prestato attenzione e ricordiate che la motivazione principale era quella della preoccupazione verso il mondo esterno di questi fatti che avvengono in aula con riferimento ad esponenti della maggioranza, non da ultimo l'incidente avvenuto ieri dell'avviso di garanzia a lei, Presidente, per fatti che lei ci ha detto non si conoscono ancora, ma che fatalmente faranno dire all'uomo della strada, ai piemontesi, a chi segue e vuol seguire la vita delle istituzioni "Ecco c'è anche il Presidente fra gli inquisiti", perch poi la gente non distingue se è un reato grave, se è meno grave, se non è come non è, un reato di mafia come quello che ha colpito Andreotti.
Non è stato risposto a questa nostra motivazione della richiesta di dimissioni, non è stato risposto quanto meno alla subordinata, legata alla prima, cioè a dire costituiamo una Giunta del Consiglio, una Giunta degli onesti, come meglio di me ha detto il collega Zacchera. Infine, non ci è nemmeno stato risposto se c'è la volontà - non abbiamo presentato un ordine del giorno, perché tanto in base alla legge dei grandi numeri verrebbe respinto da parte della Giunta di formulare a tempi brevi, io avevo chiesto il 20 aprile, scadenza del prossimo Consiglio, un programma breve delle poche cose che ancora si possono realizzare in questi 24 mesi. Si vede che anche queste sono cose assurde, sono solo discorsi strumentali delle opposizioni. In questa situazione noi non partecipiamo al voto e abbandoneremo l'aula, non senza richiedere - e questa è una richiesta politica, non strumentale ma seria - di detrarre, dai voti che verranno espressi con la votazione per appello nominale, i voti di quei Consiglieri regionali di maggioranza che hanno ricevuto l'avviso di garanzia.



(Commenti del Consigliere Picchioni)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Quello che ha detto Cucco si sta avverando. Sta avvenendo una bella recita. Prendiamo anche atto dell'affannosa ricerca da parte della maggioranza di persone che sono attualmente assenti dall'aula (anche questo è una maggioranza).
Ieri non ho partecipato al dibattito, perché non era altro che un ulteriore dibattito su questa maggioranza che non ha più i numeri, che ha delle grossissime difficoltà e che giorno dopo giorno vede ridursi il proprio margine di sopravvivenza. La non partecipazione da parte delle minoranze, di tutte le opposizioni, mi pare il logico risultato della politica portata avanti negli ultimi tempi, in particolare negli ultimi due mesi, da parte di questo Presidente della Giunta che ha parlato di patti tra gentiluomini, ma non ne ha mantenuto nemmeno uno. Ricordo che, quando la prima volta si discusse della questione Maccari, il Presidente Brizio disse: "Al prossimo inquisito darò le dimissioni". Di avvisi di garanzia ne sono arrivati più di uno, ma il Presidente è ancora lì arroccato sulla sua sedia, ben attorniato da questo gruppo di partiti che non rappresentano più nulla in questo Paese: questa è la realtà! Allora, per quei cartelli che sono apparsi oggi non sarei tanto scandalizzato e non capisco la reazione da parte della Presidenza per una cosa così banale, una semplice richiesta di andare a nuove elezioni. In quei cartelli non c'era scritto "Ladri" o cose di questo tipo, c'era semplicemente scritto "Andiamo a nuove elezioni", per cui non comprendo una reazione di questo tipo per una questione così semplice e logica, perché il Paese oggi chiede di andare a nuove elezioni: non soltanto per i Comuni non soltanto per il Parlamento, ma anche per la Regione! La gente vuole cambiare questo sistema! Questa maggioranza non ha più i numeri, non rappresenta più la volontà popolare e mi pare logica la richiesta di dimissioni avanzata da alcuni Gruppi di minoranza, visto il tentativo di arroccarsi sulle seggiole da parte di queste persone.
Se riuscissimo ad essere in 31 Consiglieri regionali a dare le dimissioni, potremmo dare un segnale ben preciso nei confronti della gente.
Molto probabilmente potrebbe essere questo un atto di riavvicinamento da parte delle istituzioni nei confronti della cittadinanza.



PRESIDENTE

Ha ora la parola, per alternanza, il Consigliere Ferrara.



(Proteste del Consigliere Vaglio)



PRESIDENTE

Consigliere Vaglio, non deve vedere in qualsiasi questione, compresa la più banale, un problema politico. Nel Regolamento è scritto che il Presidente può dare la parola anche in alternanza.



(Reiterate proteste del Consigliere Vaglio)



PRESIDENTE

Consigliere Vaglio, se lei vuole parlare adesso, parli pure! Non c'è alcun problema. Prego, s'immagini Consigliere Vaglio!



VAGLIO Roberto

Me ne guardo bene! Aspetterò il mio turno!



PRESIDENTE

Ma non dica così! Se si vuole portare questo clima io non voglio andare su questa strada e allora, Consigliere Ferrara, parli lei.



VAGLIO Roberto

E' la sua gestione che è scandalosa!



PRESIDENTE

Ma non è affatto scandalosa, Consigliere! Il Regolamento ha sempre previsto l'alternanza fra Consiglieri di maggioranza e Consiglieri di opposizione. L'ho fatto in questo caso come faccio del resto - lei non è attento, forse - in tutte le sedute.



VAGLIO Roberto

Sì, sì, come sempre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signora Presidente, farò una dichiarazione di voto molto breve (non mi avvarrò dei cinque minuti regolamentari), perché su queste dimissioni c'è stato ieri un ampio dibattito che ho ascoltato e che aveva dei contenuti politici di grande rilevanza a mio giudizio per le cose dette sia dalla maggioranza che dall'opposizione in ordine alla necessità di superare questa Giunta. Credo debbano essere oggetto di una seria riflessione da parte di tutti, ma non di questo voglio parlare perché avremo ancora occasione di parlare sui contenuti precisi che devono caratterizzare questa maggioranza.
Desidero soltanto fare una dichiarazione di voto in ordine al problema che abbiamo di fronte, cioè l'elezione di un nuovo Assessore. E' un discorso di metodo quello che voglio fare perché quando c'era stata la prima sostituzione, quella dell'Assessore Maccari, avevamo assistito da parte del Presidente e di tutti i partiti della maggioranza ad un fatto originale, cioè che il Presidente aveva ampia delega ad individuare le soluzioni migliori per questa situazione. Infatti io fui informato qui in aula dal Presidente il giorno in cui si doveva votare. Ieri ho sentito una cosa che è quanto meno curiosa e che lascia un po' perplessi in ordine a come si è giunti a questa situazione: ieri abbiamo scoperto che la scelta del candidato Assessore, Consigliere Cavallera, è una scelta che è coerente rispetto a certe logiche interne di partito.
Per rispetto verso il collega Cavallera, devo dire che noi voteremo Cavallera non perché è stato concordato all'interno di un qualche partito non perché è coerente con certe correnti di un partito rispetto ad altre ma perché abbiamo avuto modo di apprezzarlo in questi tre anni per la sua serietà e il suo impegno nell'attività politica. Solo per questo motivo noi voteremo Cavallera con assoluta convinzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

La ringrazio Presidente. Lei poco fa ha parlato di forme di superbia dell'opposizione; devo a malincuore dire che non approvo i metodi che hanno usato i colleghi, ma li comprendo, perché purtroppo in quest'aula, spesso e volentieri, vengono più rispettate le forme eclatanti che quelle ordinarie e quindi probabilmente i colleghi pensavano che l'unico modo per essere ascoltati e in un certo senso "rispettati" fosse quello di scegliere la strada della provocazione.
Detto questo per inciso e venendo alla sostituzione dell'Assessore Carletto con il collega Cavallera, devo dire che io e il Consigliere Bodrero, noi della Lega, non intendiamo partecipare al voto. Questo per una valutazione di merito: io dissento su quanto ha detto ieri il Presidente del Gruppo democristiano, Picchioni, dissento profondamente sulla ineluttabilità di questa maggioranza. Sono d'accordo invece su quanto detto dal mio collega Bodrero prima e ripreso in altri termini dal collega Cucco cioè che ci troviamo nella necessità e abbiamo la possibilità, l'unica credo, di far sopravvivere questa legislatura regionale, dando vita ad un governo istituzionale che ci consenta di arrivare il più presto possibile a termine, ad una modifica del sistema elettorale per la Regione.
Penso che i componenti dell'orda barbarica dei Vandali quando tornarono da Roma fossero tutto sommato convinti di aver fatto un viaggio culturale.
Analogamente ho l'impressione che i partiti dell'attuale maggioranza siano convinti di aver dato il miglior governo possibile a questo Paese. Ebbene guardandoci attorno non trovo che dimostrazioni del contrario: tutte le motivazioni, non ne tolgo una, addotte dai miei colleghi nei dibattiti dal 2 febbraio in avanti hanno serissimi presupposti. Ritengo che a questo punto diventi ozioso richiedere dimissioni, ma certamente un esame di coscienza che vi porti a considerare che effettivamente questo non è più un governo possibile, non è più un governo che decentemente sia in grado di occuparsi della crisi di questa Regione. Questo esame di coscienza vi dovrebbe portare alla non sostituzione di Assessori, alla non protrazione di questa maggioranza e di questo governo.
Ho letto su un giornale torinese che il Presidente Brizio avrebbe fatto ovviamente sono battute giornalistiche la seguente dichiarazione: "alla prossima mollo tutto e me ne vado". C'è da pensare seriamente che oggi non serva più una provocazione eclatante come un'altra disavventura giudiziaria, Presidente. Io la invito seriamente ad esaminare la possibilità, così come ha detto anche Cucco, di cercare di dare un governo diverso, da cui credo nessuno dei presenti in quest'aula si tirerebbe indietro; un governo diverso che ci consenta rapidamente di dare soluzione ad alcuni progetti a termine e di andare prima del 1995, molto prima del 1995, al rinnovo dell'assemblea.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre.



SEGRE Anna

Ancora una volta siamo chiamati a votare la sostituzione di un Assessore con un Consigliere che diventerà Assessore tra breve, ma voglio sottolineare che quello che dirò non ha niente a che fare con le persone.
Chi come me ha frequentato la II Commissione ha avuto modo di apprezzare l'impegno e la competenza del Consigliere Cavallera, quindi non parler delle persone, ma del metodo. Il metodo - è su questo che non siamo d'accordo - è quello con cui il Presidente della Giunta ha ritenuto di fare l'ennesima sostituzione all'interno, non solo della maggioranza esistente ma dello stesso partito in cui militava l'ex Assessore. Questo ci sembra veramente un indizio del fatto che ciò che sta capitando nel Paese stenta a toccare la Regione Piemonte, cioè le consuete regole del gioco non vengono attaccate.
In effetti ci sono delle difficoltà generali, perché laddove si cerca di interrompere e di cambiare le regole del gioco, all'ultimo momento si viene comunque bloccati, perché queste regole sono difficili a morire.
Penso al caso, lontano da noi ma sintomatico, del Comune di Roma dove fino all'ultimo momento era stata pensata una soluzione diversa, alternativa, ma poi si è tornati sulla strada delle vecchie regole.
Le ragioni dei Verdi di non partecipazione al voto su questa sostituzione quindi non hanno niente a che fare con le persone, ma sono rivolte al metodo che in questi ultimi mesi abbiamo richiamato più volte.
Credo che il Presidente della Giunta debba ripensare - ancora una volta noi lo invitiamo - a modi diversi di condurre questa Regione, non sostituendo di volta in volta un pezzo della sua Giunta che viene a mancare, ma ripensando ad un progetto globale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, il Gruppo Rifondazione Comunista uscirà dall'aula per non partecipare alla votazione di questo Assessore. Il motivo è il seguente: non ci sembra che gli indirizzi programmatici della Giunta regionale, il metodo e il merito prescelti per affrontare le crisi che derivano da dimissioni di Assessori, siano capaci di portare la nostra Regione fuori dalla crisi.
La chiave dell'Assessorato alla pianificazione territoriale viene consegnata dalla maggioranza ad un nuovo Consigliere regionale. Non mi pare che il problema delle chiavi, che il collega Picchioni ha posto per la seconda volta, sia risolvibile unicamente nel modo da lui proposto. Il problema delle chiavi c'è. Il collega Picchioni - penso sostenuto da tutta la maggioranza - dice rivolto a tutto il Consiglio: "Eccole qua, le chiavi! Se c'è una nuova maggioranza, fatevi avanti".
Insieme ad alcuni colleghi qualche tempo fa abbiamo fatto un tentativo di formare una nuova maggioranza e non ha avuto nessuno rilievo. Avevamo anche consegnato un documento, facendo un tentativo molto aperto e quindi non definitivo, che è ancora sul tavolo di lavoro di tutti noi, ma che nessuno ha ripreso. Ieri alcuni altri colleghi hanno sollevato lo stesso problema con accentuazioni leggermente diverse, ma non così tanto diverse.
Il problema però, colleghi della maggioranza e soprattutto collega Picchioni, è che, a mio modo di vedere, non è possibile consegnare le chiavi in quest'aula: bisogna consegnarle agli elettori! Sto parlando della chiave generale del portone, non delle chiavi dei vari appartamenti che vi scambiate all'interno della maggioranza: ci pare giunto il momento di dire che queste benedette chiavi noi le consegniamo agli elettori.
Scendiamo tra l'elettorato, con le nostre posizioni politiche, vediamo di tessere la tela che saremo capaci e, azzerando la rappresentanza politica e rinnovandola, chiediamo un nuovo sostegno agli elettori.
Questo è il senso profondo dell'opposizione, senso profondo che ci siamo permessi anche di illustrare con un supporto cartaceo, dando un'interpretazione del Regolamento evidentemente differente da quella data dalla Presidente nella sua autonomia. Voglio però chiarire che nel Regolamento non è scritto che un Consigliere non possa aiutare i propri interventi in varie forme (l'art. 55 del Regolamento tratta dei Consiglieri regionali; l'art. 58 parla del pubblico e sono due cose differenti). A giudizio della Presidente ho disturbato l'andamento della seduta: accetto questo giudizio, pur non condividendolo.



PRESIDENTE

Se non può farlo il pubblico, mi chiedo come possano farlo i Consiglieri.



CHIEZZI Giuseppe

Tutti noi siamo liberi di agire qui come crediamo e siamo ordinati nel nostro agire dal Presidente che, con la sua sensibilità, interpreta il Regolamento. Non pensavo di disturbare il Consiglio con dei supporti cartacei che sono immaginifici: in questo caso, la strada maestra delle elezioni anticipate poteva essere sostenuta da un cartello. Decidiamo, con questa Presidenza, che non possiamo mettere dei cartelli sui nostri tavoli e infatti, appena ho spiegato il motivo per cui avevo messo il cartello l'ho tolto. Ora so che non possiamo avere supporti cartacei alle nostre idee; invece sarei favorevole ad ipotesi di questo tipo.



PRESIDENTE

I cartelli, per la verità, sono stati tolti quando sono andati via i fotografi.



CHIEZZI Giuseppe

Personalmente non avrei nulla in contrario a che un Consigliere aiutasse la propria espressione vocale con delle espressioni grafiche.
Questa è la mia interpretazione, ma io non sono il Presidente e quindi mi rimetto al giudizio della Presidenza.
Nessun colpo di teatro: è un modo espressivo inusuale, nuovo, di sostanziare una posizione politica. Se non si può fare, non si farà chiuso il discorso. Un'attività di questo genere dovrebbe stare in questo senso delle proporzioni; non si tratta né di provocazione né di colpi di teatro: era un tentativo di evidenziare in forma sintetica questo fatto.
Viceversa, la maggioranza, con l'intervento del collega Picchioni addirittura teorizza la necessità che la Regione non rispetti lo Statuto e le leggi vigenti. Il collega Picchioni ieri ha citato i kolchoz, la pianificazione sovietica e via dicendo: perché non citare allora il kibbutz, la cui pianificazione rende tutto ordinato? Perché non citi il kibbutz che ha la stessa logica microeconomica? Il problema è dunque questo: la Regione Piemonte ha nei suoi compiti la programmazione e ha leggi di programmazione; per sostenere che non bisogna attuarle bisogna avere la forza - collega Picchioni di cambiare le nostre leggi. Si può fare; si può dire che la programmazione non è più metodo di governo. Però proclamare ad alta voce che chi chiede la programmazione fa il corto circuito con il kolchoz o con il kibbutz, mi sembra un modo che determina un'incapacità di un governo regionale di affrontare i problemi della crisi che, al di fuori di una programmazione (non sovietica, non kolcoziana e non da kibbutz), deve esistere e sostanzia una forza di governo che adesso non vedo.
Grazie, Presidente per avermi concesso mezzo minuto in più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il Gruppo liberale darà un voto convinto al collega Cavallera per tre ordini di motivi.
In primo luogo, perché è una conferma nei confronti della maggioranza.
Le maggioranze si formano nei Parlamenti in due modi, a seconda del modello elettorale che si sceglie: con il modello maggioritario, la maggioranza la scelgono i cittadini; con il modello proporzionale, la scelgono i cittadini e la capacità di aggregazione di alcune forze politiche o di una forza politica. Quindi, posto che noi siamo in questa situazione, non giuriamo che gli elettori abbiano costituito una maggioranza di pentapartito prendiamo atto che alcune forze politiche, in particolare la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista, hanno avuto la capacità di essere punto di aggregazione di una maggioranza.
Se in questo Consiglio si forma un punto di aggregazione intorno ad un programma e ad una proposta, i liberali non si scandalizzeranno di aggregarsi a delle novità né si dorranno di essere esterni e all'opposizione rispetto ad altre aggregazioni.
Ho quindi l'impressione che qui - se di sceneggiata si è parlato più che sceneggiata delle debolezze o delle difficoltà che ci sono, vi sia la sceneggiata dell'impotenza delle opposizioni che non riescono a diventare quello che in democrazia vogliono diventare le opposizioni, cioè maggioranze. Da Freud in poi noi sappiamo che quanto di peggio avviene nella letteratura gialla e nei musei di criminologia nasce dall'impotenza più che dalle difficoltà (sapete anche a che cosa mi riferisco).
La maggioranza si giustifica su un voto popolare che ha caricato alcuni partiti e sulla capacità di alcune forze politiche di aggregare una maggioranza intorno a loro. Il nucleo - lo sappiamo - in fisica può anche essere piccolissimo, l'importante è il suo peso.
Riteniamo che questa Giunta faccia bene - in politica non c'è l'assoluto, c'è il relativo - in relazione a come sa interpretare i fenomeni della società, non solo della politica, non solo del palazzo, non solo dei partiti. Abbiamo un esempio sotto gli occhi: a Torino si è andati ad elezioni anticipate per l'incapacità della classe politica torinese di essere responsabilmente interprete delle difficoltà della sua città. La città di Torino ha una nuova legge elettorale, quindi ci sono tutte le condizioni per l'esaltazione di questa capacità di proposta della società civile e dell'espressione di una nuova classe dirigente.
Mi pare che molto di questo non stia avvenendo. Dobbiamo registrare che la nostra società vive un momento di profonda difficoltà, di malessere ad esprimersi e a proporsi rispetto ad obiettivi, scenari ed anche - se così vogliamo chiamarli - sistemi di valore.
Questa Giunta sconta oggettivamente le difficoltà che ha questa società di darsi un programma, degli obiettivi, dei sistemi di valore o dei sistemi di organizzazione. Non possiamo continuare ad immaginare che questa sia una cattedrale con il deserto intorno, quindi questo voto è anche una conferma di sostegno e di apprezzamento alla Giunta.
Infine il candidato. Io non mi scandalizzo assolutamente perché esiste un Manuale Cencelli. Lo ha detto giustamente il collega Picchioni: il Manuale Cencelli è il frutto avvelenato della proporzionale; la proporzionale, anziché privilegiare la capacità di aggregarsi e di riconoscerci il più possibile su quello che ci unisce, privilegia la capacità di distinguersi. Quindi all'interno di schegge marginali, che sono i partiti, il distinguersi premia, e si va alla polverizzazione dei rapporti interni; questo deriva dalla logica della proporzionale, che correggeremo con la maggioranza.
Devo però dire che il Manuale Cencelli non è altro che una regola del gioco, non è il gioco. Il gioco l'ha innescato la proporzionale; il Manuale Cencelli non fa altro che correttamente regolare un gioco che la proporzionale ha avviato (per carità, un gioco perverso). Il Manuale Cencelli diventa una questione ignobile quando viene utilizzato solo come strumento di premio dell'ossequio al capo (l'ha detto il Consigliere Picchioni ieri).
Questo, sicuramente, non è il caso del collega Cavallera, così come non sarebbe stato il caso di altri Consiglieri della Democrazia Cristiana rispetto ai quali lo stesso partito ha valutato l'opportunità di affidare loro un ruolo di governo. Il collega Cavallera ha maturato e si è meritato la stima e la considerazione per la sua intelligenza e la sua dedizione, ma direi per una qualità particolare - io la noto perché a me manca totalmente quella della misura. Siamo quindi convinti che darà un contributo significativo a questa Giunta.
Si tratta quindi di un voto che è alla persona che il suo partito e il Presidente ci indicano; una conferma alla Giunta, pur nel registrare le difficoltà e l'inadeguatezza dell'approccio rispetto a problemi che guarda caso - non sono interpretati dalla politica, ma neanche dalla società e dalla cultura. Cerchiamo di distillare quello che dicono, quello che propongono i "maîtres à penser" che scrivono sulla stampa: nella maggior parte dei casi, continuano ad essere le previsioni del tempo rilasciate il lunedì che valgono per il sabato precedente: non scrivono mai al sabato per provare a scommettere su cosa avverrà il lunedì.
Questa maggioranza è l'aggregazione più solida e compatta che il Consiglio, ad oggi, è stato in grado di realizzare nel dibattito tra le forze politiche; se il dibattito tra le forze politiche produrrà altro, i liberali si adegueranno.
Colgo l'occasione per scusarmi con i colleghi del PDS per non avere ancora riscontrato la loro lettera con cui mi anticipavano l'intenzione di incontrarsi con tutti i Gruppi, quindi anche con il nostro, per approfondire le proposte e i ragionamenti che intendono fare per la politica per le istituzioni; non mancherà da parte dei liberali la massima attenzione a quanto elaborato dai colleghi del PDS.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Come dichiarazione di voto, mi rifaccio a quanto detto ieri in quest'aula, precisando alcune cose. Innanzitutto, il candidato Ugo Cavallera non è figlio di nessuno; è figlio di una maggioranza, di un partito ed è soprattutto figlio di una valutazione che ci ha portato, come Gruppo, a sottolineare la sua capacità, la sua competenza, la sua presenza direi il suo servizio. Mi pare che anche qui siano venuti riconoscimenti per quanto lui ha fatto nel lavoro oscuro, ma comunque importantissimo delle Commissioni.
Prendiamo atto ancora una volta che la minoranza, sia pure con motivazioni differenziate, lascia il campo. C'è un rush impetuoso a lasciare l'aula, perché scandalizzata dalla soluzione che ovviamente non rientra nella logica della minoranza, ma credo che ci sia un rush altrettanto impetuoso nel prendere posizione sulle linee di partenza di quello che potrebbe essere un prossimo governo, domani.
Il disagio di tutto questo ragionamento è - come ha suggerito un momento fa la Presidente - un disagio politico, non è il disagio di un'esternazione più o meno vivace ad una sceneggiatura che si ripete qui.
Majorino, il Presidente ha fatto bene a non rispondere, perché non si risponde continuamente a delle provocazioni che sono nient'altro che delle sceneggiate da commedia dell'arte.



MAJORINO Gaetano

Sono state delle motivazioni serie.



PICCHIONI Rolando

Sono state motivazioni serie rispetto alle quali un partito politico si è espresso e ti ha risposto; pertanto, in questo caso ci assumiamo la nostra responsabilità politica nel rispondere, partendo dal fatto che non siamo dissociati da questa Giunta, da questo Consiglio.
Se c'è un po' di serietà in questo Consiglio, questo Consiglio deve pretendere che elementi nuovi si aggiungano ad argomentazioni nuove, e non subire una rimpastatura delle solite argomentazioni che hanno nient'altro che lo stigma della provocazione e della speculazione politica!



MAJORINO Gaetano

Questa è la tua opinione.



PICCHIONI Rolando

Questa è la mia opinione, pertanto è un'opinione legittima, come la tua, alla quale io rispondo, dato che tu me l'hai proposta.
E poiché esistono "colpi di teatro" che oramai sono dei mortaretti che fanno più fumo che scoppio, credo che il discorso di questa Giunta, di questo Consiglio, della linea politica, di quello che c'è e di quello che ci sarà, deve essere riportato a degli argomenti più seri: se il nuovo è così mediocre, possiamo veramente domandarci se il vecchio era poi tanto male! Il problema dunque non è quello della partecipazione al voto, al quale siamo abituati (ognuno si assume la responsabilità che vuole). Inoltre, mi fa molto specie il Consigliere Rabellino quando parla di illegittimità di questa maggioranza. Vorrei sapere - ancora una volta glielo domando con molta franchezza che cosa rappresenta in questo Consiglio, perché se c'è un figlio di nessuno quello è proprio lui: dove sono i suoi voti, qual è la sua rappresentanza, qual è il suo consenso elettorale? Queste sono speculazioni di una demagogia da droghiere che dobbiamo assolutamente rifiutare, anche perché c'è una nettezza ed un'obiettività della situazione che non si può assolutamente eludere.
Vengo al discorso delle chiavi. Questo cosa vuole sottolineare? Semplicemente che, al di là e al di fuori di ogni metafora, noi aspettiamo non osteggiamo, ci auguriamo che una minoranza sia così compatta, così coesa, così motivata, così univocamente promossa, da poter sostituire questa maggioranza che voi ritenete delegittimata, insufficiente, carente rispetto alle cose o ai traguardi che ritenete opportuni.
Nel momento stesso in cui domandate le dimissioni, ricorrete ad un facile slogan, ad una facile campagna elettorale che state portando avanti oggi in vista del 18 aprile, dove non accettate la possibilità che la riforma del sistema possa avvenire, ricollocandovi - voi, forze di estrema sinistra - su una posizione bloccata, conservatrice, reazionaria. Questa è la situazione, perché gli elementi dialettici, politici e culturali che portate nei confronti dei referendum sono nient'altro che gli elementi di una conservazione che vuole certamente, giustamente, logicamente legittimamente custodire il proprio bottino di voti, e non puntare alla riforma del sistema.
Credo allora che quanto tu dici (le chiavi, il plebiscito, le elezioni), sia il cono d'ombra di questo tuo pensiero, rispettabilissimo però non crediamo che il cambiamento, anche quello morale, passi attraverso il ricorso all'elettorato, il ricorso al plebiscito, perché ancora una volta la storia ci insegna che questi ricorsi continui alle folle portano a delle soluzioni di carattere irrazionalistico.
Noi invece crediamo - certamente mantenendo salde le istituzioni per quello che possono essere, per quello che possono esprimere, per quello che possono ancora dare - che il cambiamento possa arrivare attraverso una riforma elettorale, preludio ad una riforma istituzionale del nostro Paese che possa permettere il funzionamento delle nostre istituzioni.
Non è comunque possibile scaricare sulle riforme elettorali tutto il problema morale nella sua complessità, nella sua devastante penetrazione nella sua pervasità del costume italiano.
Crediamo però che quanto oggi ci offre il traguardo politico del 18 aprile possa essere effettivamente l'elemento di cambiamento del nostro sistema e pertanto anche dei mali oscuri o palesi che lo accompagnano.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, consentirei ai colleghi che intendono non partecipare alla votazione, abbandonando l'aula, di farlo; pregherei invece i Consiglieri che intendono partecipare alla votazione di entrare in aula.



(I Consiglieri dei Gruppi PCI-PDS, Verdi, Rifondazione Comunista Gruppo Misto, MSI e Lega Nord Piemont abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

Si proceda all'appello nominale, ai sensi del secondo comma dell'art.
35 dello Statuto regionale, per approvare la sostituzione dell'Assessore Mario Carletto con il Consigliere Ugo Cavallera. Tale sostituzione deve avvenire con le modalità previste per l'elezione della Giunta regionale (cioè con la maggioranza semplice).
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 29 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
Il Consiglio approva.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 4) non vengono computati per fissare il numero legale entro il limite di un quinto.
Il Consigliere Cavallera è nominato Assessore; poiché la deliberazione è immediatamente esecutiva può prendere posto ai banchi della Giunta.



(I Gruppi PCI-PDS, Verdi, Rifondazione Comunista, Gruppo Misto, MSI e Lega Nord Piemont rientrano in aula)


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 664: "Primo prelievo dal fondo di riserva di cassa, di cui al capitolo n. 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1993, della somma di L. 86.549.047.641 per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui. Approvazione della proposta formulata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 101-23261 dell'1/3/1993"


PRESIDENTE

Come convenuto, passiamo al punto 18) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 644.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

E' un provvedimento meramente tecnico, ma indispensabile al fine di effettuare vari pagamenti, fra i quali quello del personale.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 30 voti favorevoli, 3 contrari e 1 astensione.


Argomento:

Richiesta di inversione di punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Il Consigliere Majorino ha presentato la seguente richiesta di inversione di punti all'o.d.g.: "Ai sensi dell'art. 51, comma secondo, del Regolamento interno del Consiglio regionale, si chiede l'inversione di punti all'o.d.g., nel senso che venga trattato dopo il punto 18) il punto 44)".
Ricordo che il punto 44) prevede l'esame degli ordini del giorno nn.
558, 560, 563 e 564 sul Piano Regolatore Generale Comunale di Torino.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Chiedo che questi ordini del giorno vengano immediatamente trattati al punto in cui siamo dei lavori. Tale richiesta viene avanzata perché si sono verificati fatti nuovi rispetto alla situazione che era emersa circa due mesi fa, quando un consimile ordine del giorno non venne iscritto nei lavori.
L'ordine del giorno deve essere trattato nell'odierna seduta; se non venisse trattato in questa seduta sarebbe perfettamente inutile parlarne il 20 aprile, perché prima di quella data potrebbero verificarsi degli eventi politici, cioè l'adozione del Piano regolatore da parte del Commissario governativo, che questo ordine del giorno tende a paralizzare.
Questo ordine del giorno è stato riproposto in quanto a suo tempo era stato disatteso dalla Giunta; si sosteneva che la Giunta regionale intendeva rimanere neutra sulla questione "adozione del Piano regolatore" riteneva appunto di assumere una posizione da Ponzio Pilato. Ma dopo questa contestata posizione della Giunta - ovvero di non intervento presso il Commissario governativo finché consenta al futuro Consiglio comunale di Torino di provvedere all'adozione, previa valutazione delle osservazioni filtrate attraverso gli uffici tecnici - si è verificato un fatto nuovo.
Il Commissario governativo, Malpica, in data 27 febbraio, fece delle dichiarazioni stucchevoli e sorprendenti ai giornalisti; egli cioè sosteneva, sotto il profilo della legittimità, di poter adottare il Piano regolatore, questione molto opinabile, anche se teoricamente sostenibile.
Egli sostenne che se l'impostazione del Piano fosse rimasta quella approvata dall'ultimo Consiglio comunale, l'avrebbe sottoscritta.
Questa affermazione stucchevole e paradossale penso non possa essere smentita perché il Commissario governativo, dopo aver detto che ha i poteri per adottare il Piano, sostiene che se le 1.300 osservazioni verranno respinte dallo studio Gregotti - studio che ha confezionato il Piano indipendentemente dal merito, censurabile, non condivisibile, egli firmerà e quindi adotterà il Piano. Lo spirito della legge urbanistica piemontese invece definisce che - anche se dovesse essere applicata dal Commissario con i poteri del Consiglio comunale - le osservazioni, previo l'esame tecnico, anche dello studio Gregotti e degli uffici comunali competenti devono essere filtrate attraverso un esame dell'organo politico. Noi sosteniamo che il Commissario "manifesta inopportunità" quando assumendo l'incarico, con il potere normale, ordinario di provvedere all'ordinaria amministrazione e di indire le nuove elezioni - a parte questa assurdità che sia lui a compiere questo solenne atto politico, il più importante atto politico della vita di un Consiglio comunale - afferma di volerlo compiere se saranno rigettate le osservazioni degli interessati. Mi pare che ci troviamo di fronte ad un assurdo politico - a parte questo rigetto così motivato - si "scippa" (in senso politico) al futuro Consiglio comunale di esaminare le osservazioni, disattenderle, non disattenderle, adottare o non adottare.
Quindi a questo punto è bene che il Consiglio regionale si pronunci su questo ordine del giorno che chiede alla Giunta di intervenire, non di assumere la posizione di Ponzio Pilato che significa lasciare al Commissario la libera scelta di adottare o meno. Noi comunque ci impegniamo anche perché la legge urbanistica è regionale, quindi il governo regionale e anche il Consiglio dovranno compiere tutte le formalità essenziali che conosciamo.
Noi chiediamo che non solo venga trattato l'argomento, ma che si esprima il Consiglio, nel senso di impegnare la Giunta a fare gli opportuni passi politici presso il Commissario governativo per dirgli: "caro buon burocrate, visto che le elezioni sono il 6 giugno lascia che l'organo politico competente e naturale in questa materia si esprima".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Intervengo a favore della richiesta di inversione e quindi discutere questi quattro ordini del giorno, peraltro molto semplici e chiari nelle richieste che avanzano.
L'argomentazione che l'Assessore all'urbanistica ha assunto tale carica solo da pochi minuti è assolutamente da rifiutare, perché si tratta di una questione chiaramente politica che riguarda la Giunta e in particolare il Presidente della Giunta. Non si tratta di aprire una discussione su qualche problematica urbanistica su cui un Assessore regionale deve appropriarsi dell'insieme delle questioni per essere in grado di rispondere. Si tratta di una questione politica, oggi gravissima, che potrebbe peggiorare se nei prossimi giorni a poche ore dalla fine del suo mandato un Commissario facesse avventatamente delle scelte non tollerabili.
La risposta ai punti posti negli ordini del giorno riguarda la Giunta e il suo Presidente, pertanto non c'è motivo per non dibattere questi documenti oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

L'obiettivo che in genere ci si pone, colleghi Consiglieri, è del presto e bene, qui invece si vuole perseguire il presto e male o il male presto. Noi riteniamo che sia del tutto illegittimo e irriguardoso immaginare una pressione della Giunta regionale, anzi della Regione attraverso il suo organo di governo, la sua rappresentanza, nei confronti del Commissario di Governo il quale è insieme Sindaco, Giunta e Consiglio comunale di Torino, non dimentichiamolo. Non è colpa del dott. Malpica se la storia di Torino ha portato al fatto che lui abbia queste responsabilità.
Mi è difficile non cogliere, e infatti il collega che mi ha preceduto è caduto nella trappola, come le questioni politiche sono una cosa, mentre le questioni istituzionali sono altra cosa. I colleghi del Gruppo Verdi hanno tutti gli strumenti, soprattutto quelli della comunicazione di massa, per far pervenire al Commissario di Governo le loro valutazioni politiche. E' improponibile qualunque tipo di iniziativa di natura istituzionale nei confronti del Commissario di Governo di questo o quel Comune. Cosa diversa è, paradossalmente l'esatto contrario, che la Giunta ritenga di valersi dei poteri previsti dalla legge urbanistica per sollevare il Comune considerandolo in difetto: cosa diversa e assolutamente contraria.
Quindi, noi riteniamo che invertire l'o.d.g. rispetto ad un argomento sbagliato - non è il termine perfetto - che comunque è incondivisibile, ma più che non condivisibile è non praticabile e non procedibile, sia istituzionalmente scorretto e politicamente opinabile.
Sono convinto che se il Commissario Malpica avesse detto in un'intervista che qualora lo studio Gregotti avesse accolto tutte le osservazioni lui avrebbe adottato il piano con tutte le osservazioni probabilmente avremmo visto alcune forze politiche che si sarebbero immediatamente dimenticate dei diritti del suffragio popolare, e avrebbero convenuto sulla scelta del dott. Malpica.
Questo è un problema istituzionale, non è un problema politico, non ci sembra corretto trattare una questione di tale natura. Sicuramente il collega Majorino ha titolo per portare questo argomento in Consiglio invertire l'o.d.g. è comunque un convenire, da parte della istituzione sulla opportunità di questa discussione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inversione dell'o.d.g. ai sensi dell'art. 51, comma secondo, del Regolamento interno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'inversione è respinta con 11 voti favorevoli e 25 contrari.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame proposte di deliberazione n. 629: "Assestamento e proroghe dei programmi di localizzazione degli interventi di recupero e nuove costruzioni (IV Programma) finanziati con le disponibilità previste dall'art. 22 della legge n. 67/88 (biennio 1988/1989)" e n. 630: "Assestamento, proroghe e annullamenti dei programmi di interventi finanziati ai sensi della legge n. 457/78 (completamento III, IV, IV integrativo e V biennio)" (rinvio)


PRESIDENTE

Gli uffici dell'Urbanistica chiedono l'esame, poiché urgenti, dei punti 23) e 24) all'o.d.g. riguardanti rispettivamente le deliberazioni n. 629 e n. 630.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Desidero ricordare al neo Assessore che in Commissione avevo richiesto, su una di queste due deliberazioni, una spiegazione da parte dell'Assessore competente. Per quanto mi riguarda se il neo Assessore è in grado di dare quelle spiegazioni possiamo procedere altrimenti diamogli il tempo di capire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Non abbiamo nulla in contrario a che vengano esaminate queste due deliberazioni, ci siamo astenuti in Commissione e ci asterremo anche in aula. Voglio solo dichiarare, come dimostra anche questo momento, che l'attività di un Consiglio nasce non solo dalla contrapposizione tra maggioranza e minoranza, ma anche da rapporti operativi di collaborazione.
Sottolineo che prima, bocciando l'inversione dei punti in discussione dell'o.d.g. che aveva presentato il collega Majorino, ci avete impedito di intervenire con tempestività su una questione che ha qualche giorno di tempo. Questo mi pare davvero un atteggiamento politicamente non positivo.
Lo voglio sottolineare, non c'è nessun animo di ritorsione. Se si vuole operare con correttezza all'interno di un'assemblea, un minimo di collaborazione operativa e di comprensione delle ragioni dei problemi posti sarebbe necessaria.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore regionale

In merito a queste deliberazioni erano state fatte delle osservazioni in Commissione. Infatti, abbiamo due emendamenti in qualche modo significativi, che potrebbero, se esaminati dal Consigliere Chiezzi, già indicare che alcune osservazioni fatte in Commissione sono state valutate.



PRESIDENTE

Propongo quindi di rinviare l'esame di questi provvedimenti alla sessione pomeridiana.


Argomento: Organizzazione turistica

Esame progetto di legge n. 301: "Modifica delle piante organiche del personale delle Aziende di Promozione Turistica" - Presentazione ordine del giorno di non passaggio all'esame dell'articolato


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del punto 12) all'o.d.g. riguardante il progetto di legge n. 301, di cui è relatore il Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco, relatore

Il disegno di legge regionale n. 301 va a sistemare la situazione delle piante organiche del personale delle Aziende di Promozione Turistica. E' stato visto in III Commissione e licenziato solo a maggioranza.
All'interno delle APT i dipendenti provengono da realtà molto diverse.
Infatti, ci sono ex dipendenti degli EPT (Enti Provinciali del Turismo) cioè persone che hanno una lunga tradizione professionale all'interno di strutture turistiche. Altri invece, inquadrati soltanto di recente, sono provenienti dall'Azienda Autonoma di Soggiorno.
La normativa tende a perequare la situazione dei dipendenti, cercando di riconoscere, in qualche maniera, la loro professionalità e la loro esperienza in senso anche di anni di dipendenza all'interno di enti pubblici, per cui ci sono alcuni spostamenti di qualifica.
Gli uffici hanno quantificato in 88 milioni annui il maggior onere derivante al bilancio regionale della entrata a regime delle nuove qualifiche.
Questa normativa era già pronta tre mesi fa ed è stata sospesa perch ci si era posti il problema di un ristrettissimo numero di dipendenti di alcune APT di minor importanza che potevano avere un ritardo di "carriera".
Mi dice l'Assessore però che il problema è stato risolto e a questo punto non vedo altri problemi nell'applicazione di questa norma.
C'è un problema di fondo che ho sottolineato in Commissione e ricordo che lo avevano detto anche altri colleghi del PDS, cioè se fosse giusto ricorrere ad una modifica delle piante organiche prima di risolvere il problema delle Aziende di Promozione Turistica che dovrebbero essere ridotte nel numero.
Questa è una osservazione più che legittima perché a tutti appariva logico procedere prima a una razionalizzazione delle APT e poi risolvere il problema del personale. Però la riorganizzazione delle APT non sta proseguendo (perlomeno a livello di Commissione), il problema del personale era impellente e si è risolto prendendo atto che anche se si andrà a una modifica territoriale delle APT e a una loro riduzione in termini di numero, questo non dovrebbe portare a ulteriori cambiamenti nelle piante organiche per coloro che vengono sistemati in questa maniera. Quindi, il problema da questo punto di vista potrebbe essere superato. Di qui questo disegno di legge non di grande importanza dal punto di vista economico, ma che, a mio avviso, sistema un'obiettiva ingiustizia esistente attualmente all'interno delle APT.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Zacchera è aperta la discussione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riba. Ne ha facoltà.



RIBA Lido

Signor Presidente, la rapida relazione del Consigliere Zacchera richiama il netto dissenso del Gruppo PDS già espresso in sede di Commissione e che vorrei ora ribadire anche perché non condivido che si tratti di un provvedimento di scarsa importanza.
E' un provvedimento che, caso mai, deriva dalla scarsa importanza data in precedenza alla riorganizzazione delle Aziende di Promozione Turistica e quindi dell'impianto strumentale della Regione Piemonte sulla materia della gestione periferica delle attività connesse con l'organizzazione della promozione turistica in Piemonte. Un provvedimento rispetto al quale sottolineo tre ragioni di inopportunità (e una probabilmente di illegittimità).
Noi siamo vincolati da una disposizione, di cui cito il senso ed anche la lettera, che sconsiglia gli aumenti retributivi fino al 1994 a provvedimenti che abbiano quella esclusiva ragione. Invece noi qui stiamo adottando un provvedimento che ha quella esclusiva ragione, infatti non una ragione di funzionalità delle APT è stata richiamata dall'Assessore Cantore quando ha detto: "Mi trovo premuto da esigenze di tipo salariale poste da alcune unità di personale che in questi anni non hanno usufruito di benefici salariali di cui invece ha usufruito il resto del personale della Regione".
Non so se sia esatto il dato che ho sentito qualche volta richiamare circa i dipendenti della Regione: su 2.700 dipendenti vi sono 500 dirigenti. Non mi occupo di questo settore, ma se fosse vero io riterrei che: Presidenza del Consiglio, Giunta e Assessori, dovrebbero farsi carico della razionalità della impostazione che è stata data alla gestione del personale. E proprio perché la valorizzazione del personale significa valorizzare una delle risorse fondamentali dell'istituto regionale, ritengo che questa valorizzazione reale, non obnubilata da elementi di traslazione salariale, dovrebbe essere perseguita attraverso un'operazione che metta assieme funzioni, livelli retributivi ed organizzazione del lavoro.
E' noto che in tante aree del Piemonte il superamento della situazione creata con la prima realizzazione delle APT sulla base della legislazione nazionale ha già portato ad una riorganizzazione delle Aziende di Promozione Turistica. E' nota l'ipotesi di progetto presentata alla Commissione competente. Quindi non condivido che questa legge debba essere considerata un elemento banale con la quale si attribuisce un po' di denaro (88 milioni di elargizione salariale in più ai dipendenti delle APT). Così rendiamo un pessimo servizio all'organizzazione del turismo piemontese che versa in gravi difficoltà.
Credo siano noti alla Giunta i dati che riguardano la totale sottoutilizzazione della risorsa turistica che costituisce meno del 3% del prodotto interno lordo della Regione Piemonte a fronte delle possibilità che esistono, tra l'altro, in zone svantaggiate dal punto di vista economico (parlo della zona dei laghi, della zona delle Alpi marittime, dei territori con formazioni collinari di Langhe e Monferrato, della pessima e drammatica immagine turisticamente offerta dalla città di Torino!). Credo quindi che quando si affronta il problema di mettere mano alla organizzazione della promozione turistica in Piemonte lo si debba fare attraverso un procedimento e una valutazione di tipo più organico.
L'Assessore Cantore ci ha già sottoposto un'ipotesi sulla quale c'è già stato un nostro pronunciamento e abbiamo notato una possibilità di convergenza dell'ipotesi di una riduzione delle APT dalle attuali 20 a circa 5/6. Ciò corrisponderebbe alla organizzazione e alla messa a punto di un sistema in grado di funzionare veramente come strumento capace di svolgere una elaborazione ed una direzione effettiva del processo di promozione turistica in Piemonte.
Bene, nel caso sia sfuggito prima, ribadisco che, se è vero che abbiamo in Regione Piemonte già 500 dirigenti a fronte di 2.700 dipendenti, è chiaro che non stiamo utilizzando bene la risorsa personale. Abbiamo poi il problema giuridico della compatibilità di questo provvedimento con le norme che stabiliscono il rinvio fino al 1994 di norme relative a promozioni o aumenti salariali. Ho anche sentito l'opinione di una parte del Sindacato che è perplesso rispetto a questa operazione, e bisogna anche tenere conto della posizione di una parte consistente di dipendenti delle APT, che considerano questa soluzione limitata e circoscritta a favore di alcune unità di personale scontentandone altre.
Per cui, al di là della nostra posizione non favorevole a questo provvedimento, richiamo il fatto anche sul piano di un interesse più generale. Cioè se non sia opportuno rinviare una scelta di questo tipo (che tra l'altro è già stata rinviata più volte proprio perché le perplessità che noi esponiamo sono del tutto oggettive e come tali condivise) alla riorganizzazione delle APT. Vi sono circa 80 dipendenti nelle Aziende di Promozione Turistica: se utilizzati in un'operazione organica possono essere promossi a livelli anche dirigenziali. In questo disegno di legge è previsto un dirigente per l'APT di Torino, ma non si capisce perché l'APT di Torino e non un'altra APT, non è una questione di quantità di direzione da svolgere, ma di qualità delle funzioni da svolgere. Attraverso una ridefinizione del sistema di promozione turistica, articolato su un'agenzia regionale ed una serie di agenzie territoriali o altro - entreremo nel merito quando ci sarà un'ipotesi più organica in discussione - si potranno approvare le piante organiche sulla base di una corretta attribuzione proposta agli operatori delle APT, della opportunità di accedere ai livelli che saranno definiti dalle piante organiche della situazione ristrutturata e per quanto riguarda la Regione sarà stata un'operazione di razionalizzazione della spesa. Non mi riferisco certo agli 80 milioni come quantità, che è minima. Condivido anche che il VII livello per un Dirigente di APT possa essere non corrispondente all'effettiva qualità del lavoro, se consideriamo l'utilizzazione e l'attribuzione media di funzioni che ci sono nelle APT e a livello di altri uffici regionali. Per cui può andare bene l'VIII livello, può andare bene il livello dirigenziale, ma attribuirli così significa soltanto gestire un'operazione di limitata portata salariale, sostanzialmente non condivisa (perlomeno non condivisa in questi termini nemmeno a livello sindacale) e rinviare un'operazione per la quale invece sono maturi i tempi, visto anche ciò che si è già fatto da parte delle altre Regioni per il riordino di tutto il sistema della promozione turistica o, diciamo, degli enti operativi di tipo strumentale in campo turistico, di cui si può dotare la Regione Piemonte.
Proporremmo di subordinare la decisione, l'approvazione o gli atti di merito conseguenti a questo provvedimento, al riordino delle APT e in quella sede certamente ci troveremo nella condizione di partecipare in termini positivi ad una ridefinizione delle piante organiche e delle attribuzioni dei livelli salariali agli operatori che avremo definito come utili e necessari.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Riba, lei propone formalmente una questione di sospensione dell'esame di questo progetto di legge?



RIBA Lido

Noi riteniamo che essendo del tutto definita l'intenzione di riorganizzare il sistema della promozione turistica in Piemonte, prima si debbano riorganizzare le Aziende di Promozione Turistica, essendo anche chiara la volontà della maggioranza di ridurle a 5, 6 o 7, dopodiché sulla base di queste nuove aziende si definirà un organico e si attribuiranno i livelli salariali relativi a quell'organico. Mi spiego: la Direzione di una APT può benissimo comportare un livello dirigenziale se rapportato...



PRESIDENTE

Non volevo darle più tempo per l'intervento, volevo solo capire formalmente cosa richiede.



RIBA Lido

Che questo progetto di legge si esamini dopo il riordino delle APT.



PRESIDENTE

Quindi, finita la discussione, proporrà un ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli? Chiedo in che forma intende proporre la questione.



RIBA Lido

Vorrei anche sollevare il problema della legittimità, stante il fatto che esiste un blocco di operazioni di tipo puramente salariale fino al 1994.



PRESIDENTE

Non è chiarissimo l'aspetto formale della questione proposta, ma adesso cercheremo di capire. Altri Consiglieri intendono intervenire? La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ringrazio in primo luogo il relatore, perché ha sollevato in qualche misura la mia parte politica da una preoccupazione, perché con il suo intervento ha sostanzialmente radicato in atti - ricordiamoci che le relazioni solitamente non fanno parte degli atti consiliari, mentre gli interventi sì - che non c'è alcun collegamento funzionale e logico tra questo provvedimento e quella che sarà la riorganizzazione del sistema turistico in Piemonte. Questo mi sembra opportuno e ringrazio ancora il relatore di averlo radicato negli atti, non tanto per far valere questa o quella opinione, ma per garantire alla Giunta in sede di proposta e quindi al Consiglio in sede di valutazione la più assoluta e ampia libertà decisionale rispetto ad eventuali pregiudizi che potremmo costruire con questa legge.
Ringrazio anche il collega Riba che ha sostenuto una posizione apprezzabile, soprattutto considerando la forza politica dalla quale viene e, rispetto al giudizio che potrà venire nei destinatari di questo intervento, la posizione comunque assunta. Mi pare che quando ci si deve atteggiare in vicende di questo genere, e qui siamo non tanto in materia turistica, ma in materia di personale, dobbiamo ricordare che questo problema non ce l'ha costruito Giove, ce lo siamo fatti noi. In quest'aula abbiamo deciso di aumentare il numero delle APT rispetto a quello proposto dall'allora Assessore Moretti; è in quest'aula che si è immaginato di avere sei centri fieristici in Piemonte più due sottocentri fieristici per ogni centro fieristico. Quindi noi ci troviamo, evidentemente come Consiglio, ad avere costruito le ragioni delle difficoltà che la Giunta si trova ad affrontare. Per cui noi consideriamo di dover esprimere un giudizio di sostegno a questa proposta di legge considerandola, per il rispetto che abbiamo della Giunta e degli Assessori che si sono occupati di questo, come un'esigenza non procrastinabile in termini di diritti dei soggetti, di serenità del sistema e anche di recupero di assoluta autonomia decisionale rispetto a tutta questa materia. Altrimenti rischieremmo che tutta la materia delle APT sia considerata nella sua decisione finale, anche condizionata dalle preoccupazioni che ne possono avere gli addetti e quindi dalle capacità di pressione che sarebbero in grado di esercitare su un disegno che invece deve essere fondato esclusivamente su ragioni di programmazione e soprattutto di analisi significativa di quella che è la capacità di proposta turistica della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Purtroppo non conosco molto bene questo progetto. Però sono sempre cose che mi mettono in sospetto, tutte queste burocrazie, poi bisogna vedere. A parte il modo con cui viene promosso il turismo, almeno dalla stampa, molto discutibile: gastronomia, 24 ore su 24. In ogni caso penso che meno si burocratizza più si controlla, perché la questione è questa, nonostante che i sindacati purtroppo sovente difendano chi non dovrebbe essere difeso cioè il dipendente più tranquillo, quello che non si ammazza di lavoro.
Ecco dove la Magistratura, anche logicamente, dovrebbe mettere cento occhi per controllare, perché tutte le cose sono buone se funzionano. La legge in sè è neutra, ma se l'applicazione è negativa allora non ci siamo più e tutto va al peggio. Se oggi abbiamo questo peggio è perché confluisce da tutte le parti più diverse, cioè della mancanza di controllo. Ad un certo momento dicono "I Consiglieri sono un po' assenteisti..." e molti finiscono per prendere esempio da noi, che magari ci assentiamo qualche volta un po' discutibilmente, per usare un termine diplomatico. "Ad exemplum regis totus componitur orbis", dicevano i latini, come fanno i capi poi fanno tutti gli altri. Quindi penso che in questioni di questo genere, se non si portano prove di effettiva funzionalità e soprattutto sul piano culturale, non solo artistico, paesistico, ma linguistico della conservazione dialettale, un turismo, questo, che non si promuove mai e che invece è di enorme importanza è quello di far conoscere la peculiarità, l'anima dei paesi, dei Comuni, che si esprime in forme linguistiche che vengono massacrate dagli Stati, che sono di altissimo interesse culturale, spirituale e morale. Sono filosofie, espressioni peculiari, magari di una piccola comunità, come per esempio nella foresta Amazzonica. E allora, io dico, il vero turismo deve puntare su questo e non solo sul ventre, come il turismo gastronomico.
Anche qui c'è molto da cambiare come in tante altre cose.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Cantore per la replica, comunico che è pervenuta una richiesta sottoscritta dai Consiglieri Riba, Marengo e Buzio, ai sensi dell'art. 79 del Regolamento interno del Consiglio regionale, cioè un ordine del giorno di non passaggio all'esame dell'articolato del progetto di legge in esame, di cui dò lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte in attesa di un'organica ridefinizione del sistema di promozione turistica del Piemonte chiede di non passare all'esame degli articoli del progetto di legge n.
301 ed impegna la Giunta a presentare con urgenza un disegno di legge di riordino delle Aziende di Promozione Turistica".
Questo documento verrà posto in votazione dopo la replica dell'Assessore Cantore, il quale se ritiene ne può tenere conto. Per questo motivo verrà posto in votazione dopo.



CANTORE Daniele, Assessore regionale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ritengo che questo progetto di legge sia stato discusso ampiamente non solo nell'ambito della Commissione competente, ma anche in sede di I Commissione per quanto riguarda l'impegno di spesa, sebbene esiguo.
Devo dire che si tratta di un progetto di legge che deriva da un accordo con tutto il Sindacato che rappresenta i dipendenti delle Aziende di Promozione Turistica. C'è un accordo firmato tra il sottoscritto Assessore competente, l'Assessore al personale e i rappresentanti regionali del Sindacato.
Nasce da un'esigenza certamente non esaustiva dei problemi del turismo o del riordino del turismo nella nostra Regione. Peraltro vorrei dire che quanto affermato dal collega Riba corrisponde a verità, nel senso che le altre Regioni si stanno attrezzando, come noi per rivedere l'organizzazione turistica sul territorio dopo aver preso visione della nuova legge quadro sul turismo che il Governo ha presentato al Parlamento: una legge sulla riorganizzazione turistica che non soddisfa le Regioni perché è un rifacimento in modo peggiorativo della legge n. 217. Nel campo del turismo le nostre deleghe vengono continuamente espropriate dal livello centrale e anche in materia di referendum siamo a conoscenza che il Ministero sta predisponendo la riforma dello stesso per poter aggirare, dopo la tornata referendaria, la richiesta che ci sarà certamente di abolizione del Ministero del turismo. Tornata referendaria molto importante anche per questo quesito perché, come voi ricorderete, il Consiglio regionale del Piemonte, insieme ad altri Consigli regionali, ha chiesto l'abolizione del Ministero del turismo. Ministero peraltro che è vissuto in questi anni in una eterna contraddizione essendo del turismo, dello spettacolo e mai dello sport; in questo Paese (come Regioni incominciammo questa polemica nel 1990) lo sport è delegato al CONI e quindi, a differenza di tutti gli altri Paesi europei, è di fatto il CONI, attraverso le sue federazioni, che svolge questo ruolo.
Devo dire che ci stiamo apprestando anche noi alla riforma organizzativa del turismo piemontese. Questo non risolve i problemi del turismo, che peraltro mi pare in Piemonte in questi anni, in rapporto ad altre realtà italiane, sia cresciuto; certo cresciuto da una posizione marginale, e sta superando questa posizione di marginalità non solo politica ed economica, ma anche concettuale nel senso che non viene vissuto dai Piemontesi solo come possibilità di ricaduta economica ed occupazionale. Ci stiamo attrezzando anche noi, abbiamo una scadenza precisa: i Commissari che abbiamo nominato nelle Aziende di Promozione Turistica scadono a fine giugno e quindi dovremo essere pronti; noi stiamo lavorando perché ci possa essere la nuova riorganizzazione delle Aziende di Promozione Turistica, essendo consapevoli - lo voglio ribadire - che non basta riorganizzare a livello burocratico perché si possa avere un buon risultato sul territorio. Anzi, voglio qui dire ai colleghi Consiglieri che la nostra intenzione non è solo quella di diminuire il numero delle Aziende di Promozione Turistica, che sono 20 (mi è stato riferito che nella scorsa legislatura la proposta che giunse in Consiglio ne prevedeva 8, poi si arrivò a 20). In questa legislatura abbiamo inteso i contributi per le APT come spese fisse, rigide, che ogni anno devono essere riconosciute, quindi ci sono anche nel bilancio di previsione che abbiamo approvato lo scorso anno; ma questi finanziamenti alle Aziende di Promozione Turistica oggi servono in alcuni casi a far funzionare la struttura, in altri casi dove non c'è valenza turistica sono in eccedenza, quindi dovremo rivedere tutto questo.
Ma io metto in discussione anche la funzione dell'Azienda di Promozione Turistica; so che in alcune parti del territorio piemontese si pensa che avere l'Azienda di Promozione Turistica voglia dire avere l'attenzione nei confronti del turismo e la possibilità di promuoverlo. Così non è, perch le APT sono state in questi anni organi burocratici, con l'assemblea, il consiglio direttivo e il Presidente. Penso che sia importante ridurre questi organi burocratici e invece prevedere sul territorio organi di presenza mista pubblico-privato di promozione simili ai Syndacats d'initiative che sono presenti sul territorio francese o altre esperienze europee che stiamo valutando. E' importante fare promozione ed accoglienza e diminuire i centri burocratici che non servono e non valgono in questa direzione.
Questo progetto di legge, come diceva il collega Marchini, non è n propedeutico a quanto dovrà avvenire in futuro, né ha la presunzione di risolvere oggi i problemi della promozione turistica, ma vuole mettere ordine all'interno delle Aziende di Promozione Turistica dove c'era una situazione che rendeva insostenibile il prosieguo dell'attività in questi importanti organismi che - come ho detto - sono da cambiare e da migliorare. Il tentativo è anche quello di farli funzionare meglio in questo periodo, in attesa del cambiamento.
E' vero che l'esame di questo progetto di legge è da tempo all'o.d.g.
del Consiglio, che peraltro, ha dovuto occuparsi di altri problemi e non ha potuto ancora esaminarlo.
C'è stata anche una piccolissima contestazione da parte di alcuni dipendenti. Abbiamo cercato di verificare questa contestazione, anche se in realtà l'iter burocratico amministrativo regionale era terminato perch eravamo già arrivati dalla Commissione all'aula. Abbiamo verificato che questi dipendenti purtroppo non hanno titolo per rientrare in questa riorganizzazione dei dipendenti delle Aziende di Promozione Turistica.
Questo progetto di legge prevede concorsi interni per dare agli operatori la possibilità di svolgere il ruolo che già stanno svolgendo. Peraltro come voi sapete, l'ho detto nella Commissione competente ed è stato ripetuto anche in I Commissione, non prevede l'allargamento, cioè non è che i posti che vengono scoperti e coperti con altra qualifica vengano poi ricoperti; quindi noi abbiamo oggi una fotografia che rimane stabile, anzi dovrebbe diminuire il numero dei dipendenti delle Aziende di Promozione Turistica e avremo la possibilità, quando arriveremo entro fine giugno al riordino delle APT, di destinare questo personale come meglio riterremo.
Penso quindi che questo progetto di legge non sia di ostacolo per quello che vorremo fare in futuro, perché mette solo ordine ad una situazione che i colleghi conoscono. Peraltro ringrazio i colleghi Riba Marengo e Buzio che hanno portato questa situazione anche in Commissione cioè una situazione presente in alcune Aziende di Promozione Turistica dove vengono svolte mansioni e ruoli che poi non vengono riconosciuti a livello amministrativo, quindi abbiamo aderito alla richiesta unanime del Sindacato.
Su questo aspetto, come anche sul riordino delle Aziende di Promozione Turistica, devo dire che sono venuto in Commissione prima ancora di portare il disegno di legge in Giunta (di solito l'iter prevede che si vada prima in Giunta e dopo in Commissione) e riterrò di venire ancora in Commissione.
Mi pare che questo sia un atteggiamento di grande attenzione alle rappresentanze consiliari e anche territoriali.
Chiederei al Consiglio regionale di procedere su questo progetto di legge ed in questa richiesta c'è anche la risposta all'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Riba, Buzio e Marengo. Ritengo si tratti di un progetto di legge che non può che migliorare la situazione all'interno delle Aziende di Promozione Turistica, con l'impegno - che qui ribadisco che entro giugno si vada a questa riforma.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Intervengo in merito alla richiesta di sospensiva ex art. 79 del Regolamento presentata dai colleghi del PDS per dire che non accetto questa richiesta di non passaggio agli articoli. Inviterei i colleghi a trasformarla in un ordine del giorno, che potremmo approvare subito e sul quale sarei sicuramente d'accordo. Tale documento potrebbe cominciare con le ultime quattro righe, cioè impegnare la Giunta a presentare - poniamo anche un termine - con urgenza il progetto di legge sulla riorganizzazione delle APT. Questo è il punto fondamentale del problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Manteniamo la richiesta di non esaminare in questa fase il progetto di legge finalizzato all'attribuzione di un inquadramento diverso del personale delle APT.
Al di là delle considerazioni svolte dall'Assessore al riguardo, resta il fatto che soltanto dopo la ridefinizione delle APT avremo il quadro esatto delle esigenze. Ciò potrà portare all'individuazione di livelli diversi da quelli oggi proposti; il tutto all'interno di uno schema di razionalità e sulla base di un'individuazione di posti fisici in cui collocare questi livelli, certamente diversi da quelli attuali. Questo significherebbe svolgere un'operazione di tipo organico; inoltre, tenendo in considerazione il fatto che entro giugno scadranno i mandati dei Commissari delle APT, avremo la possibilità di arrivare o ad una soluzione in cui si definiranno prima il numero delle APT e poi si riordineranno i livelli retributivi o addirittura ad un unico provvedimento per entrambe le questioni.
Tale anticipazione ha soltanto lo scopo di corrispondere ad una sollecitazione di tipo salariale, che peraltro non è così ampiamente condivisa dalle rappresentanze sindacali, tenendo conto che fino al 1994 non si potranno riorganizzare gli assetti retributivi.
Così come viene posto all'attenzione del Consiglio da parte della Giunta e della maggioranza, il provvedimento appare quasi di tipo clientelare; questo tipo di concessione andrebbe valutato in un'impostazione più organica, che certamente ci vedrebbe partecipi nello sforzo di trovare una soluzione per andare incontro alle necessità del personale, che sappiamo non essere adeguatamente inquadrato. Un miglior inquadramento potrà essere definito soltanto sulla base della nuova organizzazione del sistema promozionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno di non passaggio all'esame dell'articolato del progetto di legge n. 301, ai sensi dell'art. 79 del Regolamento, di cui è stata data lettura in precedenza.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 25 contrari e 2 astensioni.
Passiamo dunque all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 25 voti contrari 13 astensioni 2.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 25 voti contrari 13 astensioni 2.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 voti favorevoli 25 voti contrari 13 astensioni 2.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.
I lavori del Consiglio riprenderanno nel pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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