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Dettaglio seduta n.22 del 20/11/90 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", i processi verbali delle adunanze consiliari del 30 e 31 ottobre 6 e 13 novembre 1990 verranno posti in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interpellanza n. 181 dei Consiglieri Foco, Bortolin, Monticelli, Calligaro e Bosio inerente i finanziamenti per il diritto allo studio


PRESIDENTE

Passiamo al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".
Esaminiamo l'interpellanza n. 181 presentata dai Consiglieri Foco Bortolin, Monticelli, Calligaro e Bosio.
La parola al Consigliere Foco per l'illustrazione.



FOCO Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, abbiamo sentito il dovere di portare all'attenzione del Consiglio regionale questo problema che riteniamo di estrema importanza e per certi aspetti di estrema gravita.
Non abbiamo ritenuto politicamente opportuno, anche proprio per il ruolo e la funzione che il diritto allo studio ha per tutti i livelli scolastici, ovviamente esclusa la formazione professionale e l'Università (comparti sui quali abbiamo già ampiamente discusso in altre occasioni) che il problema venisse semplicemente risolto con una circolare e che eventualmente fossero solo le realtà locali, i singoli Comuni, i consigli scolastici distrettuali o quelli provinciali ad elevare la loro protesta nel confronti di questa circolare che, quasi alla chetichella, cercando di passare inosservata, cambia le modalità del trasferimento del fondi regionali per l'assistenza scolastica e riduce drasticamente i fondi a disposizione, con un taglio che supera il 40%: si passa da 34 a 21 miliardi.
Riteniamo che questa sia stata una decisione di estrema gravità che noi abbiamo voluto denunciare non solo in quest'aula ma anche pubblicamente. Il momento particolarmente difficile che sta attraversando la scuola italiana e in modo particolare in concomitanza con l'avvio della riforma della scuola elementare (su cui saremo tutti noi chiamati a discutere e a dibattere per la soppressione o per l'accorpamento dei plessi scolastici: si tratterà di un intervento complessivo di razionalizzazione e per certi aspetti anche di ottimizzazione del servizio), è aggravato da questa drastica riduzione di finanziamenti proprio da parte della Regione che dovrebbe fare da contro canto a questa operazione e addirittura facilitarla. Gli enti locali dovrebbero poter disporre di finanziamenti maggiori, per esempio, per i trasporti che vengono invece drasticamente ridotti.
La scelta è stata a mio parere sicuramente politica, ma si è voluto farla passare in modo burocratico: il trasferimento statale è stato ridotto complessivamente del 40%, va bene, il 40% in meno a tutti. Non si è voluto scegliere all'interno dei vari capitoli di spesa quali potevano essere le riduzioni e quali potevano essere invece le operazioni di sostegno. Quindi una operazione semplicemente di taglio, drastico, senza discernimento e ragionamento. Questo va ad aggiungersi alle difficoltà che già hanno gli enti locali. Sappiamo Infatti che il finanziamento da parte dello Stato non solo per questi comparti ma complessivamente è stato drasticamente ridotto.
Un'ultima osservazione. Ancora una volta vengono colpite le categorie più deboli. Il taglio più consistente colpisce i Comuni più piccoli che hanno già delle difficoltà e ne avranno ancora di più con l'accorpamento del plessi, e colpisce tutte quelle categorie più deboli che usufruiscono dei servizi, in modo particolare i portatori di handicap, lì il taglio arriva al 65%, aggravando ancora di più una situazione che è già insostenibile per loro e per le loro famiglie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore all'istruzione

Con l'interpellanza n. 181 viene richiesto al Presidente della Giunta e all'Assessore competente la consistenza del finanziamento statale destinato al diritto allo studio per l'anno 1990.
In merito a tale richiesta è necessario precisare che dal 1981 in avanti non è possibile distinguere le assegnazioni per comparti dal momento che da quell'anno si è agito su una cifra globale, il fondo comune riguardante tutti i trasferimenti finanziari per le materie di competenza regionale.
I colleghi interpellanti richiedono di conoscere a quali scelte amministrative la Giunta ha fatto ricorso per ridurre il trasferimento ai Comuni da 35 a 21 miliardi. A questo proposito si fa notare che, a fronte di una generale riduzione di risorse libere nel bilancio regionale dovuta sia a minori assegnazioni che a spese regionali consolidate, quali i ratei di mutui e spese di funzionamento, in aggiunta alle necessità di ridurre il disavanzo degli esercizi precedenti, la Giunta regionale si è trovata nella pratica impossibilità di mantenere i servizi offerti nel quinquennio, che corrisponde al periodo di vigenza della L.R. 49/85.
Nell'interpellanza si sostiene che aver ridotto così drasticamente i fondi agli enti comporterà come prima conseguenza un trasferimento sugli utenti del costi di servizio. L'aggravio del costi per l'utenza è sicuramente un dato indiscutibile per i servizi a domanda individuale, che in ragione delle minori integrazioni dovrà impegnare i Comuni ad operare scelte più oculate di quanto non avevano fatto finora, quali l'utilizzo di mezzi di linea in luogo di trasporti specifici per la scuola, eliminazione di trasporti per attività ludiche in orari pomeridiani, consorziare più enti per consorzi infracomunali e per le mense attivare i servizi solo in presenza di classi con orari di tempo pieno.
Viene richiesto di conoscere in base a quali considerazioni sono state create quest'anno tre fasce di Comuni. Queste discendono dai criteri elencati nell'ari 7 della L.R. 49. L'articolo in questione infatti prevede che al fine di perseguire la migliore ed equilibrata rispondenza alle esigenze locali, fatte salve le percentuali totali da destinare al diversi servizi, la Giunta regionale tenga conto, per quanto riguarda i trasporti delle condizioni orografiche del territorio, della dislocazione delle scuole e del numero degli allievi da trasportare; per quanto riguarda le mense delle condizioni socio-economiche e della presenza di attività scolastiche di tempo pieno. Indubbiamente le distanze relative alle sedi scolastiche dei Comuni superiori al 20.000 abitanti sono del tutto trascurabili rispetto a Comuni montani ove, per effetto della razionalizzazione. è stato magari chiuso l'unico plesso e quindi è necessario attivare un trasporto ad hoc per consentire agli allievi residenti l'assolvimento dell'obbligo scolastico Gli interpellanti auspicano che in Giunta si riveda la scelta che è ritenuta penalizzante soprattutto per il trasporto di portatori di handicap.
Per quanto concerne quest'ultimo servizio già in sede di assestamento di bilancio si è provveduto ad un'integrazione per le necessità più urgenti e, in sede di destinazione di fondi ai rimanenti Comuni del Piemonte, gli uffici regionali in presenza di economie realizzate nella gestione dei servizi dello scorso anno hanno predisposto una previsione di integrazione di contributo che porterà Rassegnazione regionale all'85% (e non al 60 con la riduzione del 40%) del costo del servizio ai Comuni non montani e al 93,5% ai Comuni montani. Si prevede inoltre di assegnare agli istituti professionali alberghieri ed agrari dotati di convitto una cifra pari a lire 25.000 per alunno.
Infine per il servizio di scuola materna la quota pro-capite finora assegnata verrà integrata di lire 5.000 circa.
Vorrei anche comunicare che uno dei primi adempimenti che ho cercato di impostare nell'Assessorato è stato quello della legge per il diritto allo studio universitario, anche dibattuta in sede di Commissione, e ho avuto incontri anche con i comitati di coordinamento delle sedi decentrate universitarie di Vercelli, Novara ed Alessandria. Quindi questo argomento è stato discusso e impostato fino adesso e posso anche annunciare che la bozza di disegno di legge predisposta dall'Assessorato è attualmente all'esame dell'ufficio legale giuridico della Regione per vedere di affinare le cose. Sarà presentato in Commissione al più presto e poi in aula in quanto sono il primo ad essere convinto dell'enorme importanza del diritto allo studio in genere e di tutto quello che può essere fatto In funzione di questo per le scuole di qualsiasi ordine e grado.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco per la replica.



FOCO Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intanto sottolineo l'importanza di questa interpellanza perché ha portato ufficialmente a conoscenza del Consiglio iniziative o proposte di cui in altro modo non saremmo a conoscenza: quindi non posso non esprimere apprezzamento per quanto riguarda la proposta di una legge sul diritto allo studio. Andremo poi a vedere, Assessore, i contenuti e su quelli discuteremo. Sicuramente il fatto che, in questo modo, la discussione prosegua e permetta di approfondire l'argomento che oggi abbiamo solo sfiorato è importante perch gli strumenti di cui disponiamo attualmente non sono sicuramente più all'altezza della situazione. Così come non posso non prendere atto delle operazioni di aggiustamento che nel frattempo sono state fatte, che sicuramente sono migliorative rispetto ad una situazione che ho definito disastrosa. Un taglio dal 42% al 45%, da 34 a 21 miliardi, si commenta da sé.



FULCHERI Giuseppe, Assessore all'istruzione

E' il 40%.



FOCO Andrea

E va bene, allora accontentiamoci. Non è il 42 o il 45%: è solo il 40%.E' un taglio consistente, tomo a ripetere, in un comparto dove già gli enti locali (non so Assessore se lei ne sia a conoscenza) integrano ampiamente con proprie risorse e abbiamo visto quali siano le loro difficoltà già in una situazione normale: dover integrare di colpo da un anno all'altro una cifra che non è del 42 o del 45%, ma è solo, sottolineo questo solo, del 40%, mi pare un colpo non di poco conto. Ma la sua risposta mi conferma l'atteggiamento che prima denunciavo, cioè che il taglio è fatto in modo burocratico. Sapevamo che il trasferimento da parte dello Stato avviene con un'unica voce e questo, a maggior ragione, consente al governo regionale di assumersi la responsabilità di fare delle scelte all'interno di quel trasferimento unico, potendo lui fare la scelta politica se questo taglio debba avvenire in una direzione o nell'altra, o come debba essere fatto. Prendo atto che c'è stato qualche ritocco, ma la gravita della disposizione regionale permane aggravando una situazione che vede impegnata la Regione già da quest'anno, ma la vedrà anche nel '91-'92.
Quindi Assessore ne tenga conto, perché al di là del maggiore o più razionale utilizzo delle linee di servizio, le posso assicurare che ci pensano già gli amministratori locali a stare attenti a non fare doppioni e laddove esistono i pullman di linea a non affiancare gli scuolabus. Il discorso è di sostanza. Se effettivamente vogliamo avviare una razionalizzazione o un'ottimizzazione dei servizi scolastici dobbiamo, in una fase iniziale, permettere che questa operazione avvenga in modo corretto e per fare questo debbono essere fatti degli interventi in una direzione completamente opposta a quella che ha impostato la Giunta regionale.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione n. 57 dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio inerente la proroga del Comune di Biella di autorizzazione coltivazione cava Pissa Mucrone in località Oropa


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 57 presentata dai Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio.
Risponde l'Assessore GARINO Marcello.



GARINO Marcello, Assessore alle cave e torbiere

Signor Presidente, con riferimento alla coltivazione della cava Pissa Mucrone, Comune di Biella, si riferisce quanto segue.
L'Assessorato all'ambiente, Servizio Cave, era del tutto all'oscuro della deliberazione n. 1275 del 22/5/90 con cui il Comune di Biella autorizzava la coltivazione della cava Pissa Mucrone. Pertanto in data 4/10/90 ho provveduto ad inviare al Comune di Biella una richiesta di chiarimenti. La risposta è giunta pochi giorni fa, l'8/11/90; dalla documentazione che ci è stata trasmessa apprendiamo che la deliberazione comunale del 22/5/90 era stata assunta: vista l'autorizzazione regionale ai sensi della Legge 431 (vincolo paesaggistico, legato ad un parere dei Beni Ambientali) rilasciata con D.G.R. n. 16/28645 in data 16/5/89 visto il parere favorevole del Servizio Forestale e del Servizio Geologico ai sensi della L.R. 45 sul vincolo idrogeologico.
Però il Comune di Biella non ha mai presentato nulla al Servizio Cave per la necessaria autorizzazione ai sensi della L.R. 69/78 sulla coltivazione di cave. Quindi in data 14/11/90 ho provveduto ad inviare un telegramma al Comune di Biella, in cui "s'invita la S.V, a revocare immediatamente l'autorizzazione relativa in quanto non sono state seguite le procedure previste ai sensi degli arti 5, 6, 7 della legge 69 sulla coltivazione di cave e torbiere".
Copia del medesimo è stata inviata anche al Co.Re.Co, competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Sono cofirmatario di questa interrogazione, la pratica però è stata seguita dall'amico Rabellino che ora è impegnato nella riunione dei Capigruppo. Comunque, se ho ben capito, è stato Inviato il telegramma di revoca per questa situazione. Ringrazio e penso che il mio Gruppo possa ritenersi soddisfatto dell'opera svolta dall'Assessore.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 113 presentata dai Consiglieri Rivalta, Bresso, Buzio e Coppo inerente il DPCM 3/8/90: "Programma di emergenza per adeguamento del sistema di smaltimento di cui all'art. 5 della Legge 9/11/88 n. 475"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 113 presentata dal Consiglieri Rivalta Bresso, Buzio e Coppo.
La parola al Consigliere Bresso per l'illustrazione.



BRESSO Mercedes

Il DPCM del 3/8/90, riguardante il "Programma di emergenza per l'adeguamento del sistema di smaltimento dei rifiuti", prevede che entro 90 giorni le Regioni rispondano ad una serie di impegni individuando la situazione, la quantità, la tipologia dei rifiuti e in particolare adottino gli atti necessari alla localizzazione degli impianti ritenuti necessari ne determinino le tipologie e svolgano tutta una serie di compiti e comunichino al Ministero dell'ambiente.
Si tratta di un decreto che ha caratteristiche strane, nel senso che impone alle Regioni di adempiere, in tempi accelerati, a compiti che le stesse dovevano comunque assolvere ai sensi di diverse leggi, salvo forse l'ulteriore richiesta di individuare i fabbisogni, che peraltro dovevano essere già individuati nei piani, per quelle Regioni che li hanno; lo stesso vale per gli atti necessari alla localizzazione. Si tratta quindi di atti dovuti previsti da altre leggi che il decreto cerca di accelerare.
La nostra interpellanza si svolge su due punti.
Con il primo si chiede all'Assessore come intende muoversi entro questo brevissimo lasso di tempo che peraltro scade oggi, i 90 giorni infatti scadono oggi, quindi che cosa ha fatto ad oggi per adempiere al dettato del decreto.
Il secondo punto è più rilevante. Sapendo che il decreto prevede alcuni adempimenti a carico della Regione (che in parte la Regione ha assolto male e in parte non ha assolto), interpelliamo l'Assessore per sapere che cosa intende fare la Regione per mettersi a regime rispetto alla problematica dei rifiuti dotandosi di strutture che non solo rispondano rapidamente ai decreti urgenti e alle grida spagnole, che stanno diventando a poco a poco la caratteristica del sistema normativo sui rifiuti, ma rispondano in termini programmatici e di lungo termine al grandi bisogni che nel campo del rifiuti, sia urbani che industriali, la Regione ha. Visto che è cambiato l'Assessore vogliamo sperare che egli intenda riprendere la decisione (che era già stata assunta dal Consiglio regionale, ma ad essa non è mai stata data realizzazione) di dotarsi di una struttura di eccellenza che abbia capacità programmatorie, di pianificazione, di analisi, di studio, di proposta e anche di certificazione degli impianti per i soggetti che devono operare e per coloro che devono controllare. In questa materia c'è molta confusione tecnologica oltre che scientifica quindi molto spesso i soggetti che poi devono decidere gli impianti non sanno come verificare la bontà o scegliere fra progetti mirabolanti, ma spesso diversi, che vengono loro presentati. A maggior ragione nessuno sa a chi possa essere affidata la verifica della compatibilità territoriale e ambientale degli impianti progettati. Allora il punto è: vogliamo o non vogliamo iniziare a costruire una intelligenza, un centro di eccellenza sull'ambiente che ci permetta di affrontare tutte le questioni in modo strutturale e non solo in modo occasionale, accidentale e transitorio che spesso tende ad aumentare i problemi anziché a diminuirli? Riassumendo quindi i due aspetti della nostra interpellanza e su cui volevamo una risposta dall'Assessore: 1) che cosa ha fatto per adempiere al dettato del decreto: 2) che cosa intenda fare per il futuro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

L'emanazione del DPCM 3/8/90 inerente il "Programma di emergenza per l'adeguamento del sistema di smaltimento" era già previsto dal comma 4 art.
5 legge n. 475/88, che prevedeva, appunto la presentazione al Consiglio dei Ministri di un "programma volto ad individuare un sistema integrato di aree di stoccaggio e pretrattamento, di impianti di smaltimento e di discariche necessari alla copertura del fabbisogno programmato e a fronteggiare le situazioni più urgenti che richiedono lo smaltimento in particolare di rifiuti tossico nocivi".
Il DPCM 3/8/90 stabilisce che entro 90 giorni dalla pubblicazione sulla G.U. (avvenuta il 22/8/90) le Regioni e le Province autonome debbano in particolare: individuare i fabbisogni quantitativi complessivi di smaltimento suddivisi per tipologie di rifiuti, da soddisfare per fronteggiare le situazioni più urgenti e le dimensioni degli impianti necessari a tale scopo: individuare gli atti necessari per la localizzazione degli impianti stessi fissare i criteri e le procedure per l'individuazione dei soggetti cui affidare la concessione per la costruzione e l'esercizio degli impianti.
Alla luce di quanto sopra si è costituito, ai fini della redazione delle proposte d'intervento relative al programma di emergenza, un gruppo di lavoro costituito dai funzionari regionali dei servizi interessati facenti capo a più assessorati, e da tecnici dell'IPLA; questi ultimi avevano già avviato, sulla base del lavoro di aggiornamento del Piano rifiuti precedentemente affidato dalla Regione all'IPLA, un'attività volta ad una migliore definizione del sistema di smaltimento previsto dal Piano rifiuti sulla base dei dati produttivi aggiornati e degli impianti esistenti, nonché alla definizione di centri di stoccaggio provvisorio selezione e valorizzazione dei rifiuti, indispensabili soprattutto per rispondere alle esigenze delle attività produttive di piccole dimensioni.
La procedura di lavoro seguita nella redazione delle proposte di intervento è stata la seguente: verifica dei dati relativi alla produzione dei rifiuti aggiornati stimati dall'IPLA e confrontati con quelli del Ministero dell'Ambiente (peraltro pubblicati insieme al Decreto), delle Province e delle Associazioni di categoria, pienamente coinvolti per le specifiche competenze, e conseguente definizione dei fabbisogni di smaltimento esistenti valutazione delle attività di recupero attualmente esistenti nonch delle possibili azioni tese a ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti e ad incrementarne il loro recupero: in questo senso sono stati inserite fra i criteri generali alcune prescrizioni, in parte suggerite dal Comitato Tecnico Regionale ex L.R. 18/86, tendenti ad una migliore salvaguardia del territorio regionale e ad un incremento delle attività di recupero valutazione del potenziale di smaltimento in esercizio, esistente e non attivo, autorizzato, richiesto e programmato sulla base di un'attenta verifica, aggiornata al 30/9/90, dell'esistente; la valutazione è stata fatta con la preziosa collaborazione delle autorità e dei funzionari provinciali: determinazione del fabbisogno non soddisfatto e definizione del sistema integrato di stoccaggio, recuperi, impianti e discariche all'interno di questo, identificazione degli impianti da realizzare per fronteggiare la situazione di emergenza. La valutazione è stata fatta con il coinvolgimento a livello tecnico e politico degli Enti locali (tutte le Amministrazioni provinciali e l'ANCI) e delle Associazioni di categoria (CNA, FederApi, Confartigianato, Unione Artigiana, FederPiemonte) definizione dei criteri e delle procedure per l'individuazione del soggetti cui affidare la concessione per la costruzione e l'esercizio degli impianti previsti nelle proposte d'intervento (con la collaborazione del Servizio legale, della Segreteria di Giunta nonché esperti dei Servizi di programmazione).
Nonostante le oggettive difficoltà derivanti dalla ristrettezza del tempi a disposizione ed ancora dall'ampiezza e dalla importanza dei documenti da preparare, i diversi compiti che il Decreto affida alla Regione possono essere assunti nei tempi fissati dal Ministero. Al proposito ringrazio sentitamente i funzionari per il lavoro fatto, che si è venuto a sovrapporre agli Immancabili problemi legati alla gestione dell'emergenza ambientale che stiamo vivendo.
Queste sono le cose che sono state fatte; il futuro non può certo fermarsi qui: occorrerà provvedere affinché il previsto sistema integrato di smaltimento dei rifiuti industriali si realizzi concretamente assumendo le forme più valide, nel difficile tentativo di armonizzare il sistema economico-produttivo esistente ad un sempre maggiore rispetto delle insopprimibili esigenze di tutela ambientale e della salute pubblica. In quest'ottica sarà preziosa e verrà costantemente ricercata da parte mia la collaborazione con tutte le forze politiche interessate ad una reale salvaguardia dell'ambiente, questa insostituibile abitazione di tutti che in un certo senso, ci è stata affidata dal nostri figli.
Credo di poter dire, alla luce dell'esperienza di studio, ricerca ed elaborazione effettuata, che la Regione ha dimostrato di avere al suo interno capacità programmatorie e progettuali non certo secondarie, il ricercato e costante rapporto con i tecnici delle Amministrazioni provinciali e con i responsabili politici delle stesse, la collaborazione con le associazioni di categoria hanno dimostrato quanto può offrire un corretto rapporto con le realtà vive del settore. L'Ente strumentale IPLA coinvolto ha dato prova di capacità e snellezza operativa.
Penso di poter affermare che qualsiasi struttura operativa cui si dovrebbe e potrebbe tendere per il futuro non potrebbe che partire dal nucleo di lavoro che ha operato e dovrebbe seguire, migliorandoli, i metodi partecipativi che si sono instaurati, peraltro pesantemente condizionati dal tempi estremamente ristretti entro i quali si è svolto il lavoro.
L'essere riusciti a rispettare la data di scadenza è forse poca cosa ma rappresenta, credo, un segnale preciso della volontà di assumere pienamente le responsabilità attribuite alla Regione, così come giustamente è stato richiamato dai colleghi interpellanti: così come credo sia motivo di conforto per il Consiglio e la Giunta regionale l'unanime positivo apprezzamento degli Enti locali e delle associazioni di categoria consultati, sia per il metodo seguito, sia per i risultati finali raggiunti.
Desidero anche informare su un aspetto che non è contenuto nell'interpellanza; mi pare comunque che la collega Bresso, nella illustrazione, parlasse anche di ente per la certificazione. All'interno del Piano, che comunque avrò modo di illustrare domani in Commissione se la collega lo desidera, è previsto uno speciale comitato tecnico proprio per la certificazione, parlo del programma di emergenza. Mi rendo conto e concordo che una struttura per programmare il futuro e soprattutto per gestire il futuro, partendo, come ho detto, da quel gruppo che ha lavorato ed avvalendosi di consulenze anche esterne, debba in sostanza essere messa in opera. Anche per giungere ad una revisione e ad un aggiornamento del Piano rifiuti cui, come già in via breve e amichevolmente dicevo ai colleghi prima, occorrerà procedere quanto prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta per la replica.



RIVALTA Luigi

Mi preme fare alcune considerazioni, anche critiche, sulla risposta dell'Assessore GARINO Marcello, pur sapendo che le sue responsabilità risalgono a circa quattro mesi. L'Assessore GARINO Marcello ci ha fatto dapprima una rilettura del decreto del Presidente del Consiglio e poi una succinta, ma chiara, indicazione delle cose fatte, del metodo e delle procedure adottate. Mi pare che questo cammino percorra sostanzialmente il decreto del Presidente del Consiglio. La questione che voglio premettere sotto questo profilo è che mi suona positivamente il fatto che la Regione si sia appoggiata sulle strutture a sua disposizione, interne ed esterne ad essa (mi riferisco all'IPLA), perché non sempre questo è stato fatto nel passato. Credo che le carenze e i ritardi gravi del piano dei rifiuti dipendano anche dal fatto che non si è voluta dare piena fiducia alle strutture. Mi riferisco alla sollecitazione, all'imposizione all'IPLA di lavorare con altri organismi, quando l'IPLA aveva tutte le possibilità di lavorare per questo piano di per se stessa. Credo che sia opportuno che l'IPLA venga sempre più utilizzata per i problemi ambientali. E' una struttura che è stata costruita più di dodici anni fa, assorbendola dalla Cartiera Burgo, proprio per destinarla a diventare l'intelligenza della Regione sui problemi ambientali. Non abbiamo perso tempo con Viglione nel '77/78 su questa strada ed auspico che il giudizio positivo che GARINO Marcello ha dato nei confronti dell'IPLA lo induca insieme a questa Giunta ad utilizzare e a sostenere l'IPLA in un lavoro di conoscenza, di elaborazione, di prospettazione di politiche per la difesa dell'ambiente.
Quello che mi preme invece criticamente sottolineare è il fatto che di questa questione se ne parli oggi, alla scadenza dei novanta giorni su sollecitazione della nostra interpellanza, altrimenti non ne avremmo neanche parlato all'interno della scadenza dei novanta giorni.
La risposta all'interpellanza è una risposta di cammino percorso e di procedure adottate. Nel merito non sappiamo nulla, è ancora sospeso un giudizio di merito e anche di possibilità di partecipazione nella discussione del merito. Questa Giunta sta sovvertendo le norme di Statuto perché anche in questo caso il decreto del Presidente del Consiglio parla di Regione e quando si parla di Regione tutti i provvedimenti che devono essere in qualche modo espressi e deliberati devono avere il confronto in Consiglio regionale. Non sto a discutere se in qualche caso possiamo decidere in Consiglio regionale o negli organismi che lo rappresentano (Ufficio di Presidenza. Capigruppo o Commissione), ma chiedo al Presidente del Consiglio che venga fatto rispettare il principio statutario che quando si parla di Regione si intenda il Consiglio regionale.
Purtroppo sono passati i novanta giorni, se ne parla solo perch abbiamo presentato un'interpellanza due mesi fa e non siamo ancora in grado di entrare nel merito di queste questioni.
Voglio terminare la discussione di merito sulla risposta dell'Assessore GARINO Marcello rimandando a quando potremo discuterla, richiamando per l'esigenza dell'osservanza delle norme statutarie. Una sollecitazione alla Giunta consentitemela. Non appaia che lo sono tra quelli del Gruppo che più insiste sulle questioni di procedura di norme e anche di merito. Questa Giunta nel mese di luglio si è presentata con un documento in cui si diceva che la situazione economica della nostra Regione era solida e non poneva problemi. I fatti smentiscono grandemente questa dichiarazione avvenuta soltanto quattro mesi fa. La Fiat e l'Olivetti sono in crisi, come la piccola e media industria e l'agricoltura. In quel documento si eludevano i problemi della programmazione e si diceva di abbandonare addirittura il metodo della programmazione e della pianificazione. Si vede la pianificazione territoriale quando la legge n. 142 aveva già attribuito quasi esclusivamente alle Regioni i compiti di programmazione e di pianificazione.
La Giunta, sui temi ambientali, specificamente quello dell'amianto, ha promosso e favorito la riapertura della miniera di Balangero senza garantirsi controlli propri, senza programmi e progetti seri e senza chiamare in causa il Ministero dell'Ambiente. Se non avessimo posto noi la questione, di nuovo non si sarebbe parlato in Consiglio regionale di una questione così importante come quella dell'unica miniera italiana. Sul tema dei trasporti e della viabilità la Giunta opera tuttora senza plano, ci presenta il proprio parere con carattere d'urgenza dopo che già lo aveva trasmesso al Ministero; sul parere per le Province di Biella, ma in particolare di Verbania, registra soltanto la sommatoria delle espressioni comunali senza formulare un giudizio organico; approva la sospensione di validità degli articoli che impongono la programmazione in materia di opere pubbliche attraverso azioni di forza, come la convocazione estemporanea di oggi della II Commissione; giunge al 20 novembre, alla scadenza dei termini posti dal decreto, per informarci delle procedure, delle norme e dei metodi adottati per questo decreto del Presidente del Consiglio e solo su sollecitazione di un'interpellanza. Se non avessimo presentato un'interpellanza non avremmo neanche avuto un'informazione e forse non avremmo neanche avuto giovedì questo tema all'o.d.g. in II Commissione.
Ho voluto cogliere questa occasione perché davvero in questi mesi la Giunta nel suo complesso si è presentata con un atteggiamento elusivo al confronto con il Consiglio regionale e con i suoi organismi. Non è una critica soltanto all'Assessore GARINO Marcello, in questo caso solo perla parte che gli compete, ma mi permetto di dire che continua un atteggiamento che non coinvolge gli organismi del Consiglio in una discussione reale sulle scelte che competono alla Regione.


Argomento: Informazione

Interrogazione n. 169 del Consigliere Cucco inerente interventi per l'informazione locale - Contributi


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 169 presentata dal Consigliere Cucco.
In assenza dell'Assessore Cerchio risponde il Presidente della Giunta regionale Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Le prime iniziative di attuazione della L.R. n. 52/90 sull'informazione locale hanno necessariamente risentito della limitatezza dei tempi disponibili a fronte delle pur diverse provvidenze e possibilità.
Non essendo in grado di avviare gli adempimenti condizionati dal parere dell'apposita Commissione, per la quale peraltro si sono richieste le designazioni, la Giunta regionale ha necessariamente focalizzato il suo intervento sull'art. 4 relativo agli strumenti tecnici di comunicazione.
Sono stati rispettati i tempi, sessanta giorni per la deliberazione dei criteri e soggetti ed anche rispetto a quella norma si è dovuto agire con estrema rapidità, esplorando strade che consentissero di attivare il finanziamento di 300 milioni entro la chiusura dell'esercizio finanziario.
Di fronte a tale situazione è parso opportuno intanto verificare rispetto alle indicazioni dei beneficiari, quali soggetti avessero l'esigenza di maggior tempestività nella ricezione delle informazioni. A tal proposito si è fatto riferimento all'universo dei destinatari indicati dall'art. 10 della legge, con l'esclusione delle pubblicazioni quindicinali e mensili, nonché prevedendo anche per le Tv locali la sola inclusione di quelle che diffondono notiziari quotidiani.
Rispetto alla tipologia degli strumenti la fornitura dei servizi regionali e speciali ANSA è risultata immediatamente attivabile, poich l'agenzia diffonde un consolidato notiziario regionale realizzato da una nutrita redazione torinese e da una capillare rete di collaboratori in tutto il Piemonte.
Il notiziario presenta una serie di requisiti positivi, professionalità delle collaborazioni, imparzialità e completezza dei notiziari immediatezza di lancio delle notizie, costante attenzione - ed è raro in quanto si può notare quanta poca ne abbia la stampa - all'attività della Regione Piemonte anche rispetto ad iniziative svolte in altre città dell'Italia e dell'estero.
Inoltre molte redazioni di periodici e di emittenti locali piemontesi risultano già avere in atto accordi con l'ANSA in ciò confermando l'interesse per i servizi fomiti dalla agenzia. La stessa ANSA si è poi impegnata ad attivare rapidamente gli eventuali collegamenti ed a fornire con immediatezza le strutture tecniche consentendo così al soggetti interessati di poter stipulare contratti immediatamente attivabili e con ciò richiedere la contribuzione regionale nei tempi richiesti dalle normative di bilancio (comunque entro la metà del mese di dicembre).
Per tali considerazioni la Giunta regionale ha assunto nel senso appena esposto la deliberazione dell'1/10/1990, con la quale peraltro, va sottolineato, non si assegnava in modo automatico all'ANSA la somma di 300 milioni, ma si prevedeva l'erogazione condizionata alla misura delle possibili richieste.
Con altra delibera integrativa del 15/10/90, precedente all'interrogazione del Consigliere Cucco, ricevuta dal Consiglio il 16/10/90 e trasmessa alla Giunta (protocollo del 22/10/90), si è specificato che la fornitura del notiziario ANSA comprende anche gli oneri per noleggio attrezzature e quant'altro necessario ai collegamenti tecnici.
L'ottenimento del benefici di cui alle leggi nazionali esclude la concessione del contributo regionale relativo al servizio ANSA. Potranno essere erogati contributi fino al 50% della spesa necessaria per l'acquisto di attrezzature Telefax installate nei locali delle singole redazioni nonché l'abbonamento ad agenzie di stampa regionali nel limite complessivo di un terzo della somma a disposizione per l'anno 1990.
La Giunta ritiene che compatibilmente con l'urgenza delle determinazioni si sia definito un primo e positivo momento di attuazione della legge in una materia del tutto nuova per la Regione Piemonte e per le Regioni nel loro insieme. Ci sarà più tempo per ragionare sul 1991 anche sulla base delle indicazioni che potranno venire dall'incontro con le emittenti ed i periodici locali già indetto per il prossimo 26 novembre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Non sono contento della risposta che il Presidente Brizio mi ha dato perché di fatto ha girato intorno al problema e ha tentato di giustificare la scelta fatta dalla Giunta che comunque rimane una scelta contraria al dettato della legge, non soltanto allo spirito, ma anche proprio a quanto scritto all'art. 4.
Vorrei sottolineare che questa legge deve avere da parte della Giunta una estrema attenzione nella sua applicazione perché tocca una materia quella dei contributi a organismi di informazione, che può dar adito a strumentalizzazioni da qualsiasi parte. Io quindi sono contrario alla scelta fatta dalla Giunta; trovo che sia una scelta strumentale e non entro nel merito della qualificazione professionale dell'ANSA, perché non è questo l'argomento del quale si deve discutere. Attendo le decisioni per il 1991 per capire come verrà applicato questo articolo, perché se verrà applicato come recita l'articolo stesso, che parla di "strumenti di comunicazione atti a garantire", sarà la prova che in realtà la scelta fatta per il 1990 è stato un "accorciamento" di vie per dare dei soldi all'ANSA, soldi dei quali peraltro l'ANSA non aveva bisogno.
Forse però c'è già qualche conseguenza a questa mia interrogazione perché ho notato (e farò una protesta formale con lettera al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta) che nell'ultimo notiziario della Regione Piemonte (quello che viene pubblicato ogni settimana) nel resoconto dello scorso dibattito consiliare sulle autonomie locali sono riportati alcuni interventi, poi alla fine è scritto: "e sono intervenuti i Consiglieri Cucco, Buzio e Chiezzi". Io non voglio mettere in relazione le due cose, perché sicuramente non lo saranno, però forse una maggiore attenzione anche allo sviluppo dei dibattiti in aula e a come questi sono riportati sugli organi ufficiali d'informazione del Consiglio sarebbe necessaria.
Visto che si parla di informazione voglio sollevare brevissimamente un'altra questione al Presidente Brizio. La legge Mammì (n. 223) da alla Regione alcune competenze molto importanti - peraltro la legge Mammì parla di Consiglio regionale e quindi mi rivolgo anche al Presidente del Consiglio in questo senso - in particolare per quanto riguarda l'art. 7 relativo alla elezione del Comitato regionale per il Servizio radiotelevisivo. Non ho sentito ancora nulla da parte della Giunta. Io sollecito la Giunta ad esprimersi anche su questo argomento che è materia molto delicata. Secondo me deve essere fatto in modo coordinato rispetto all'applicazione della legge regionale stessa, perché la legge regionale prevede una Commissione tecnica che ha determinate competenze, il Comitato regionale ha altre competenze in parte simili; io sollecito quindi la Giunta a presentare nel più breve tempo possibile dei documenti su questa materia, visto che le competenze regionali che derivano dalla legge Mammì sono molte ed anche molto importanti.


Argomento: Immigrazione

Interrogazione n. 119 presentata dai Consiglieri Rabellino, Vaglio e Farassino inerente il reinserimento degli immigrati piemontesi rientrati dall'America Latina


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interrogazione n. 119 presentata dal Consiglieri Rabellino, Vaglio e Farassino, cui risponde il Presidente della Giunta, Brizio, in assenza dell'Assessore competente Cerchio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

In riferimento all'interrogazione dei Consiglieri Vaglio, Rabellino e Farassino, di cui al protocollo 8367 dell'1/10/90, si precisa quanto segue: i punti toccati dagli interroganti si riferiscono alla definizione del programma annuale di interventi 1991 di cui all'art. 3 della legge regionale n. 64/89 "Interventi regionali a favore degli Immigrati extracomunitari residenti in Piemonte" e possono essere così considerati pluriarticolati. Per ciò che infatti concerne la scadenza della definizione del citato programma si precisa che in mancanza della Consulta regionale dell'immigrazione, i cui membri non sono ancora stati individuati dalla Commissione Nomine del Consiglio regionale, detto programma annuale dovrà essere deliberato dalla Giunta regionale anche in mancanza della citata Consulta.
Quanto sopra illustrato viene peraltro stabilito dall'art. 23 della legge stessa.
Per quanto riguarda il riferimento inerente i cittadini di origine piemontese provenienti da Paesi extra-CEE che per motivi economici e politici cercano di reinserirsi in modo definitivo nella patria di origine il riferimento legislativo è da collegarsi all'applicazione della legge regionale 1/87 "Interventi regionali in materia di movimenti migratori".
Detta legge, munita del relativo programma attuativo, è a totale regime dal 1989 ed ha permesso di erogare i contributi previsti dall'art. 10, lettere a) e b), e art. 14, sia ai cittadini italiani rientrati in patria a qualsiasi titolo, sia ai cittadini che hanno riacquistato la cittadinanza italiana.
Pertanto rientrano in questa categoria i cittadini cui fa presumibilmente riferimento l'interrogazione in oggetto.
Entro la fine del corrente mese sarà presentato il nuovo programma attuativo riveduto e corretto alla luce delle esperienze di gestione di quello precedente. Tale programma dovrà comunque essere approvato, secondo quanto disposto dalla legge regionale, dalla Consulta regionale all'emigrazione. Non sono comunque prevedibili gli stanziamenti ad hoc per ogni voce del programma in quanto mancando il blocco regionale il bilancio regionale 1991 per ora detti stanziamenti non sono ancora quantificati.
Per quanto riguarda il quesito emergente nella frase: "Verificato che il legislatore non ha ancora stabilito criteri di assegnazione degli stanziamenti in base ai Paesi di provenienza dei soggetti destinatari", non pare chiaro a quale legislatore gli interroganti vogliono riferirsi, se a quello statale o a quello regionale.
Infatti, il legislatore regionale nella legge n. 64/89 non ha parlato di Paesi di provenienza, in quanto si presuppone che tutti i cittadini del mondo, da qualsiasi parte provengano, abbiano diritto ad eguale trattamento, anche in virtù della carta dell'ONU.
Riprendendo l'argomento a cui verosimilmente si riferiscono gli interroganti e che emerge dall'interrogazione stessa, si sottolinea che per i cittadini italiani provenienti dal Paesi dell'America Latina sono stati predisposti e si stanno tutt'ora predisponendo meccanismi anche legislativi che possono favorire una migliore integrazione di detti soggetti nel tessuto culturale, economico e sociale della Regione, così come previsto dalla legge regionale n. 1/87.
Detti aggiornamenti che dovranno essere attivati in tempi ragionevolmente brevi, terranno certamente conto che l'intensificarsi del cosiddetto fenomeno del flussi di rientro è avvenuto soprattutto negli ultimi due anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Non ci riteniamo assolutamente soddisfatti di questa risposta.
Con questa interrogazione intendevamo sollecitare due questioni fondamentali. La prima è una ulteriore maggiore attenzione alla questione degli immigrati piemontesi in Sud America, e particolarmente in Argentina che intendono rientrare in Piemonte. Oggi sono quantificati da stime sulle 500 mila unità e ci pare che la questione non sia di così minima Importanza.
Per cui volevamo anche abbinare questo problema ai fondi che lo Stato ha inviato, o sta inviando alla Regione, in materia di emigrati extracomunitari, perché bene o male anche i nostri emigranti sono extracomunitari. Per cui quando parlavamo del legislatore, parlavamo anche del legislatore della Regione Piemonte e non solo dello Stato.
Quando si parla di meccanismi legislativi è importante comunque chiarire che i meccanismi legislativi devono avere anche dei fondi alle spalle.
Nella situazione finanziaria della Regione Piemonte non è pensabile ricavare ulteriormente dei fondi per gli emigranti piemontesi in Sud America, se non andando a recuperarli in questi fondi mandati dallo Stato alla Regione in materia di emigrati extracomunitari.
Era questo il principio di questa interrogazione ed era questo che volevamo chiarire.
Dalla risposta non ci è parso molto chiaro questo abbinamento, a meno che non ci sia l'intenzione da parte della Giunta di abbinare le due cose.


Argomento: Informazione

Interpellanza n. 107 dei Consiglieri Cavallera, Picchioni, Beltrami Montabone, Penasso, Dardanello e Bergoglio e interrogazione n. 186 del Consigliere Porcellana inerenti le assunzioni di giovani con contratti di formazione lavoro


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 107 presentata dai Consiglieri Cavallera Picchioni, Beltrami, Montabone, Penasse, Dardanello e Bergoglio.
In assenza dell'Assessore Cerchio, risponde il Presidente della Giunta regionale Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

A me parrebbe superato questo provvedimento, perché il Consiglio del Ministri nella seduta di sabato ha approvato un nuovo provvedimento per quello che riguarda i contratti di formazione lavoro, che è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e che modifica soltanto la percentuale dal 75 al 25%. Quindi la richiesta che era qui formulata e le perplessità in ordine alla fermata dei contratti di formazione lavoro vengono superate dal provvedimento del Consiglio del Ministri. Accantonerei la risposta e la considererei superata dagli avvenimenti.



PRESIDENTE

Concordando con il Presidente della Giunta devo informare il Consiglio che sullo stesso argomento c'era l'interrogazione n. 186 del Consigliere Porcellana che mi pare debba essere abbinata per analogia di argomento e per la quale vale la risposta del Presidente della Giunta.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera. Ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Intervengo per mozione d'ordine per sottolinearle un fatto che secondo me dovrebbe meglio regolarizzare i nostri lavori.
Assistiamo innanzitutto all'accumulo fisiologico di ormai centinaia di interrogazioni ed interpellanze, ma anche al fattore slittamento.
Ci sono alcune interrogazioni - e l'ho già detto la volta scorsa - che sono di importanza, a mio avviso, relativamente superiore. Per esempio il caso specifico di alcune UU.SS.SS.LL. in cui noi denunciamo alcuni casi secondo noi, dal punto di vista anche penale, di una certa rilevanza: regolarmente non sono all'o.d.g. e quando ci sono slittano nella seconda parte della ipotetica mattinata. La volta dopo se ne mette davanti qualcun'altra e noi puntualmente non riusciamo mai ad avere le risposte su determinati casi scottanti. Ciò non è corretto, secondo me. Perlomeno, se fate delle aggiunte all'o.d.g., quelle nuove mettetele in coda, in modo che si possa proseguire. Ho presentato tutta una lista sull'USSL n. 53 e neppure questa volta riesco ad avere risposta. Oltretutto, ed è un fatto che non mi piace, alcune volte al momento in cui dovrebbe rispondere a quelle ed altre interrogazioni l'Assessore sparisce e quindi si passa al blocco successivo.
Non penso che questo sia un atteggiamento coerente e corretto.
Giustamente bisogna essere qui alle ore 9, però ci siano anche gli Assessori e rispondano a queste cose, altrimenti denuncio pubblicamente il sospetto che non si voglia rispondere a determinate interrogazioni documentate e scottanti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ne parlerò con il collega Maccari. Mi sento di escludere che ci sia la volontà di non rispondere, perché quando la risposta all'interrogazione è stata indicata significa che la risposta è disponibile.
Comunque decideremo con lui come può fare.
Il Presidente risponde addirittura alle interrogazioni degli Assessori ammalati, pertanto mi pare che la disponibilità ci sia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, dinnanzi a un fatto così drammatico per la nostra Regione, come il caso Olivetti, chiederei se non fosse giusto che la Giunta potesse comunicare un seguito rispetto all'intervento che il Presidente ha fatto martedì scorso, dove c'erano anche degli impegni per un incontro con l'Olivetti o comunque per un rapporto con l'azienda di Ivrea.



PRESIDENTE

Consigliere Tapparo, adesso chiudiamo il punto inerente le interrogazioni e le interpellanze perché non ci sono più Assessori che possano rispondere tra quelli che si erano dichiarati pronti. Devo dire che faccio mia la raccomandazione presentata dal Consigliere Zacchera (già fatta in altre circostanze) e che dovrà richiedere una notevole attenzione da parte dell'amministrazione. Per quello che riguarda la questione Olivetti ci dirà il Presidente della Giunta regionale quando intende porre una informativa in materia. Nell'ultimo colloquio che abbiamo avuto, mi sembra di aver colto che il Presidente della Giunta regionale avrebbe dato una comunicazione nel pomeriggio dopo l'esame della legge n. 31.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco. Ne ha facoltà.



CUCCO Vincenzo

Signor Presidente, mi rivolgo al Presidente della Giunta per sollecitare una comunicazione, da svolgersi nella stessa seduta di oggi o al massimo nella seduta prossima, sul decreto legge 324 del Governo. E' un decreto della massima importanza e delicatezza, in merito al quale non voglio entrare perché ci sarebbero grosse polemiche. In particolare, per sottolineo al Presidente che l'art. 18 demanda proprio al Presidente della Giunta il potere di creare unità specializzate per l'espletamento delle procedure relative agli appalti di opere pubbliche. Soprattutto gli artt.
19 e 20 (la creazione del comitato provinciale, la pubblica amministrazione, i nuovi poteri di intervento che il Prefetto ha rispetto al Co.Re.Co.) destano grandissima preoccupazione. Presidente non sono il solo a dirlo; molti giuristi, molti parlamentari, molti consiglieri, molte forze politiche considerano questo decreto un vero attacco alle autonomie locali. Di fatto è una stroncatura, attraverso un provvedimento di emergenza, della legge sulle autonomie locali. Siccome il decreto legge parla soltanto del potere del Presidente circa le unità specializzate e siccome credo che le questioni sollevate da questo decreto riguardino tutto il Consiglio, solleciterei una comunicazione della Giunta su questo argomento.



PRESIDENTE

Credo che possiamo prendere buona nota di quanto ha detto il Consigliere Cucco e nella Conferenza del Capigruppo regolamentare questa materia. Il Presidente della Giunta intende prendere la parola in proposito?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' un tema che stiamo approfondendo, perché sembrava un provvedimento indirizzato alle Regioni a rischio, ma l'indirizzo a tutte le Regioni certamente grandemente ci preoccupa. Comunque ne parleremo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio. Cerchio e Marengo.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi vistate dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 31: "Provvedimenti in materia di tasse sulle concessioni regionali" (seguito) - Presentazione relativo ordine del giorno


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 31 di cui al punto 5) dell'o.d.g.
La volta precedente è stata esaminata la relazione al progetto di legge ed eravamo arrivati alla votazione di un emendamento all'art. 1 della legge, dopo di che si è interrotto il lavoro del Consiglio in merito e si è passata la materia all'esame della Commissione competente.
Ho ricevuto dal Presidente della Commissione la seguente lettera: "Illustre Presidente, mi pregio informarla che la I Commissione ha concluso il riesame del disegno di legge n. 31 - Provvedimenti, in materia di tasse sulle concessioni regionali - rinviato dalla S.V, ai sensi dell'art 81 del Regolamento consiliare concordandone la ripresentazione al Consiglio nell'identico testo licenziato dalla Commissione medesima ti 29 10 scorso. Peraltro il riesame del disegno di legge e la discussione che relaziona i numerosissimi emendamenti presentati in aula ha avuto luogo sia In seno al Gruppo di lavoro appositamente costituito sia in seno alla Commissione e ha evidenziato una grande volontà di confrontarsi serenamente su un difficilissimo problema e la disponibilità a concludere il dibattito sul disegno di legge nella seduta consiliare di martedì prossimo." Pregherei il Presidente Zanoletti di volere riferire al Consiglio sullo stato attuale della situazione e sentiremo poi i Gruppi che hanno presentato tutta una serie di emendamenti come intendono procedere. Do comunicazione che la Lega Nord ha ritirato tutti i suoi emendamenti precedenti e ne ha presentato un gruppo di cui stiamo dando copia ai Consiglieri.
La parola al Consigliere Zanoletti.



ZANOLETTI Tomaso

Signor Presidente, come lei ha ricordato la Commissione si è radunata tre volte. Due volte in seduta completa e una volta come gruppo di lavoro ed ha affrontato questa difficile materia su cui si erano verificate delle opinioni, all'interno dei Gruppi consiliari, di larga divergenza. Sono emerse proposte dal diversi Gruppi e sono essenzialmente queste: la richiesta al Governo centrale di un diverso assetto della finanza e dunque un diverso rapporto tra Stato-Regioni rispetto a tassazioni che debbono evitare una condizione come quella in cui ci siamo trovati in queste settimane e ci troviamo tuttora.
Secondo: una richiesta reiterata per una diminuzione delle ipotesi di tassazione che erano state fatte.
Terzo: un impegno per il futuro in riferimento agli altri possibili aumenti che la legge concede alla Regione, in particolare sulla benzina e sul metano. Poi ancora, una discussione approfondita sulla destinazione di queste risorse. Il dibattito ha permesso di verificare una disponibilità della Giunta e del Gruppi di maggioranza ad accogliere le istanze che sono state avanzate. In particolare si è discusso su un ordine del giorno, che dovrebbe essere proposto dal Gruppi di maggioranza, che raccoglie queste indicazioni, seppure in modo non completo ma comunque significativo. Poi dovrebbe essere presentato da parte della Giunta un emendamento all'art. 3 del disegno di legge, che prevede una riduzione dell'aumento Inizialmente previsto in relazione agli automezzi fino a 12 cavalli. Penso dunque che la Commissione abbia fatto un buon lavoro, evidentemente non eliminando la diversità di opinioni e di schieramento dei vari Gruppi, ma cercando di avvicinarli per quanto possibile. Auspico, come emerso, che la discussione possa svolgersi mantenendo le posizioni politiche già dichiarate con l'esame di alcuni emendamenti che i Gruppi vorranno mantenere significativi della loro posizione, che però possono consentire di terminare il dibattito iniziato.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Signor Presidente, colleghi, come Gruppo dei Verdi abbiamo partecipato alle discussioni del gruppo di lavoro su cui ha già riferito il Presidente Zanoletti. In quella sede abbiamo manifestato la nostra valutazione in merito al lavoro svolto. Voglio qui succintamente ripeterla. Il Gruppo dei Verdi mantiene un giudizio severamente negativo nei confronti dei provvedimenti di legge che sono stati costruiti a Roma e in larga misura imposti alle Regioni, quindi anche al Piemonte. Il 30 ottobre abbiamo già spiegato che a nostro avviso con queste tasse regionali si tende (non so se consapevolmente o inconsapevolmente ci sia un disegno politico o meno) a corresponsabilizzare, coinvolgere in una scelta pesantemente antipopolare e sbagliata le Regioni, assimilandole allo Stato che, per quanto riguarda il prelievo fiscale, non si può dire in tutta coscienza che nel nostro Paese brilli per equità. Allora noi, a suo tempo, appunto alla fine di ottobre abbiamo denunciato il fatto che così si intacca sul nascere la possibile crescita di alternativa nel rapporto fra istituzione e cittadini. E' quindi in questo senso lo svilimento di quello che può essere il ruolo effettivo che le Regioni possono svolgere, ad esempio per quanto riguarda il rapporto fra cittadini e prelievo fiscale. Noi siamo assolutamente dell'avviso che debba esserci una responsabilizzazione nei meccanismi di spesa e nei meccanismi del prelievo da parte delle Regioni. In questo senso siamo anche concordi con una politica di rigore nella spesa e quindi non possiamo non denunciare ancora una volta gli sprechi che in particolare nel settore della sanità si consumano. Siamo anche concordi affinché ci sia effettivamente un potere di intervento non aggiuntivo, o non soltanto aggiuntivo, per quanto riguarda la ricerca di introiti da parte dell'istituzione regionale. Tutto questo non è dato dalla manovra concepita a Roma e in larga misura, lo ribadisco, subita dalle Regioni e dal Piemonte. Ciò detto noi ci siamo impegnati in una battaglia ostruzionistica per cercare di richiamare l'attenzione degli organi di governo, in particolare della Giunta regionale, sul fatto che non possiamo subire passivamente una manovra sbagliata. Ci siamo concentrati, per quanto riguarda la battaglia ostruzionistica, su un punto che noi riteniamo qualificante: il vincolo della destinazione per gli eventuali introiti che la manovra fiscale in oggetto finirà per produrre. I colleghi avranno avuto modo di constatare che gli emendamenti presentati dal Gruppo del Verdi sono concentrati su questo punto: quale sarà la destinazione degli introiti che la manovra fiscale produrrà. A nostro avviso dovranno servire in particolare per il risanamento ambientale: abbiamo evidenziato in particolare l'emergenza amianto. Devono servire per l'abbattimento delle barriere architettoniche nei confronti dei cittadini disabili, per il risanamento dei centri storici. Questo è stato il nostro approccio. Nella riunione del gruppo ristretto e della I Commissione abbiamo potuto registrare con soddisfazione che da parte della Giunta regionale c'è stato un recepimento di questo principio generale. Vedremo, quando discuteremo l'ordine del giorno, se questi principi generali troveranno adeguata traduzione in impegni precisi.
In considerazione di questo noi ritireremo, quando verrà il momento tutti gli emendamenti che avevano un'evidente ed esplicita funzione ostruzionistica. Invece manterremo quelli che servono a finalizzare la destinazione degli introiti. In questo senso, lo ribadisco ora vedremo poi alla fine dell'articolato se saranno stati introdotti elementi che ci faranno ripensare questo giudizio originario - manteniamo un giudizio complessivamente negativo sul disegno di legge che ci viene proposto. Ci riserviamo di aggiornare il nostro giudizio alla fine dell'esame dell'articolato e relativamente al recepimento o meno degli emendamenti che il Gruppo dei Verdi e altri hanno presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Anch'io annuncio l'atteggiamento del Gruppo comunista, come hanno fatto i colleghi di altri Gruppi, anche per consentire alla Presidenza di avere il quadro della situazione.
Mi sarei aspettato un intervento iniziale da parte della Giunta o della maggioranza per annunciare le loro intenzioni su questo argomento, in sostanza per confermare quanto è stato detto in sede di Commissione. Questo intervento, che avrei ascoltato volentieri, per ragioni di procedura preliminare, non c'è stato, ma mi fido della correttezza dell'Assessore Gallarini in specie, e della Giunta e della maggioranza, quindi do per confermati gli orientamenti emersi in Commissione. Quindi parto da questi.
In sede di prima Commissione, la Giunta ha annunciato di presentare oggi in Consiglio regionale due interventi sul problema: un intervento sulla legge, con una proposta di emendamento, e un intervento relativo al contesto in cui il Consiglio vota questo disegno di legge e alla finalizzazione delle risorse che sarebbero reperite attraverso la tassazione aggiuntiva regionale.
Il contenuto dei documenti della maggioranza ci spinge oggi ad un atteggiamento diverso rispetto a quello che il nostro Gruppo ha tenuto nella seduta di Consiglio di due settimane fa, quando questo argomento era stato esaminato. Ci spinge a un atteggiamento diverso non perché la Giunta abbia dato - almeno questo è il nostro giudizio - un segno particolarmente incisivo di cambiamento e di coraggio. E' vero, l'ordine del giorno che la Giunta presenta ora, relativo alla finalizzazione di queste risorse, è un documento che grazie alle discussioni accese avvenute in Commissione, ha subito modifiche e precisazioni, per cui presenta alcuni punti di una certa consistenza. Dove la Giunta ha dimostrato invece uno scarsissimo coraggio direi (se mi è permesso) un coraggio "zero", è nell'emendamento. Come tutti noi avremo modo di valutare si tratta di un emendamento che ha più un valore simbolico che non un valore di sostanza, perché istituendo una fascia, su cui si applica un aumento leggermente inferiore a quello previsto per il complesso del parco automobilistico, che arriva soltanto a 12 cavalli fiscali, e prevedendo una riduzione minima - se non sono cambiate le cose dette in Commissione - si prevede un mancato introito di 2,2 miliardi e mezzo su circa 50 miliardi previsti come introito per l'aumento della tassa automobilistica. Quindi, colleghi, un passo decisamente poco coraggioso.
In sostanza, la Giunta ha ulteriormente dimostrato un elemento di debolezza - io dico di scarso coraggio politico - nell'affrontare questo tema che era stato evidente fin dall'inizio. Quello che ci porta a considerare non più praticabile la via di una battaglia che aveva oggettivamente caratteri ostruzionistici in Consiglio è il fatto che essendo venuta meno la scadenza rigida dei tempi per l'approvazione di questo disegno di legge, si tratterebbe di una battaglia senza fine, senza un punto di riferimento temporale, che porterebbe alla paralisi del Consiglio per un tempo non facilmente quantificabile. E questo non sarebbe un atto serio per la nostra istituzione e per la Regione.
In secondo luogo, è vero che, pur manifestando uno scarso coraggio, la Giunta e la maggioranza hanno cercato, con grandi limiti, di tener conto della volontà espressa in modo molto forte da una parte del Consiglio e quindi hanno cercato di introdurre elementi di modificazione al complesso della questione.
Per queste ragioni il nostro Gruppo ha pensato, anche per facilitare il lavoro della Presidenza e della Segreteria, di ritirare gli emendamenti presentati e al loro posto di presentare oggi quattro emendamenti. U abbiamo formulati (si tratterà poi di vedere qual è il testo esatto dell'ordine del giorno della Giunta) come ipotesi di emendamenti all'ordine del giorno: altri otto emendamenti si riferiscono al disegno di legge quindi sono già formalizzati compiutamente.



PRESIDENTE

La ringrazio. Consigliere Monticelli, anche per il metodo che ha voluto richiamare. Sotto questo profilo chiederei al Gruppo del Verdi se, per facilitare il nostro lavoro, si può adottare lo stesso tipo di procedura.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Volentieri.



PRESIDENTE

Vi ringrazio per la disponibilità. Consideriamo quindi ritirati anche gli emendamenti presentati dal Gruppo Verdi.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo non aveva presentato emendamenti in ordine a questo disegno di legge pur manifestando chiaramente, fin dalle prime battute, e segnatamente attraverso la relazione di minoranza, il proprio dissenso qualificando con una formula di sintesi trattarsi di una iniqua tassa simile alla tassa sul macinato di vecchia e feudale memoria.
Ci eravamo allineati sull'ostruzionismo di altri Gruppi di opposizione di cui agli emendamenti, In quanto ritenevamo che questo fosse un modo forte per manifestare e mettere in evidenza il nostro dissenso. Abbiamo partecipato al gruppo di lavoro e ai lavori della I Commissione e abbiamo preso atto di quanto è già stato riferito puntualmente dal presidente Zanoletti e dai colleghi dei Gruppi di opposizione che mi hanno preceduto.
La presa visione di questo piccolo passo della maggioranza per dare una limata, peraltro non soddisfacente, a questo disegno di legge, è la ragione per cui le altre forze di opposizione - come hanno spiegato i relativi titolari titolati al ritiro degli emendamenti - sono pervenute in sede di Commissione ad un patto politico consacrato in un ordine del giorno il cui tenore non è ancora esatto.
Chiedo particolare attenzione al Presidente in quanto vengo a porre un problema che riguarda proprio la sua funzione.
E' stato consacrato in una bozza di ordine del giorno un patto fra maggioranza e opposizioni presentatrici degli emendamenti ostruzionistici in forza del quale, considerata la buona volontà politica della maggioranza e della Giunta in ordine alle sia pur lievi limature di questo disegno di legge, sarebbe cessato l'ostruzionismo e sarebbero rimasti in piedi solo gli emendamenti di sostanza. A questo punto ritengo che questo patto politico che sblocca la situazione degli emendamenti ostruzionistici, e che consente a ciascuno di esprimersi, ferme restando le proprie posizioni di merito, e consente soprattutto di votare la legge in giornata, debba essere siglato prima che si passi all'articolato. Questa è la proposta che formulo con forza. Siglare il patto significa votare questo ordine del giorno prima che si passi all'articolato. Questo perché? Innanzitutto perché i primi tre punti, laddove si dice che "il Consiglio regionale ribadisce con forzala propria preferenza per una compartecipazione al gettito regionalmente riscosso dall'IVA e dall'IRPEF"; laddove si "rivendica una progressiva regionalizzazione della quota erariale della tassa automobilistica" laddove si "conferma il proprio impegno...".A questo proposito apro una parentesi in quanto non si sa perché debba essere il Consiglio regionale ad assumere questo impegno a non impegnare la Giunta come soggetto passivo, ma di questo ne parleremo più avanti. Infine si considera il punto laddove si fanno certe valutazioni riduttive sulla tassa gas-metano. Sono problemi connessi a questo disegno di legge e sono stati in parte la premessa al ritiro degli emendamenti, però non riguardano il contenuto stretto della legge. Quindi non mi si può obiettare - a sommesso ma meditato avviso mio e del Consigliere Zacchera - che scatti l'art. 78 del Regolamento in forza del quale si dice che gli ordini del giorno sul contenuto di una legge che ne esplicitino il significato (e questi punti sono promesse politiche che riguardano il futuro e non esplicitano il significato di questa legge) o che contengono direttive o istruzioni alla Giunta per la sua applicazione.
Non mi pare che questo ordine del giorno vada inteso in questo preciso senso. Quindi, non mi si può obiettare che l'ordine del giorno debba essere votato dopo l'articolato. Allora proprio per verificare il contenuto di questo ordine del giorno nella sua stesura finale e definitiva ritengo che la premessa del siglare questo patto politico debba avvenire prima dell'inizio della discussione del disegno di legge. Proprio perché in sede di discussione in Commissione di gruppo ristretto la premessa dello sblocco della situazione, la premessa di discutere seriamente e serenamente la legge oggi, era proprio l'approvazione di questo ordine del giorno. Quindi insisto in questo senso. Ecco perché chiedevo al Presidente di ascoltarmi: perché è una decisione che deve essere ponderata e fondamentalmente sua.



PRESIDENTE

Mi sembra che nel suo intervento il Consigliere Majorino abbia posto una questione di carattere politico e ne abbia cercato argomentazioni di tipo regolamentare. Peraltro l'ordine del giorno di cui si parla non è ancora stato presentato alla Presidenza del Consiglio. Per cui le risposte che il Consigliere mi chiede dal punto di vista procedurale, in questo momento non le posso dare perché sarebbero insite nella natura dell'ordine del giorno. Sentirei la Giunta in proposito, leggerei poi l'ordine del giorno e da questo punto di vista, mi riservo una risposta.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Ringrazio quei Consiglieri che, ancor prima che la Giunta si esprimesse, sono partiti dal presupposto che la espressione della Giunta sarebbe stata di estrema correttezza - e non poteva essere diversamente su quanto era stato concordato in I Commissione e nel Comitato ristretto che era nato all'interno della I Commissione.
Le questioni, come è già stato rilevato, sono due. L'una è l'emendamento, che qualcuno ha definito di poco coraggio, ma che riteniamo rappresenti un grosso sforzo a fronte delle situazioni di bilancio per arrivare ad una soluzione di soddisfazione quanto meno politica del Consiglio. E' ovvio che all'interno del provvedimento ogni forza politica assumerà gli atteggiamenti che riterrà opportuni dal punto di vista politico, ma occorre quanto meno trovare una espressione di maturità espressa dal Consiglio per arrivare a discutere prima e a votare poi questo provvedimento. Non penso che potrebbe essere diversamente. Il concetto di autonomia impositiva è, oggi come oggi, un laboratorio sperimentale, quindi ci troviamo in piena sperimentazione. A nome della Giunta esprimo soddisfazione per il grado di maturità e la disponibilità reciproca che all'interno della I Commissione e del Comitato ristretto hanno permesso di sbloccare, come diceva Majorino, la situazione arrivata a un punto morto, a quel punto di contrapposizione. Penso che all'interno di questo sblocco all'interno di questo punto di incontro politico, esistano anche le premesse perché il prosieguo del concetto di autonomia Impositiva possa svilupparsi e crescere in vista dell'appuntamento del '91.
L'emendamento aggiuntivo al disegno di legge n. 31: ''Provvedimenti in materia di tasse sulle concessioni regionali" che intendiamo presentare alla Presidenza è il seguente: all'art. 3 è aggiunto il seguente secondo comma: "Per le autovetture fino a 12 cavalli fiscali compresi l'ammontare della tassa è fissato in misura pari al 99,16% dell'ammontare complessivo della corrispondente tassa erariale". Tradotto in termini semplificati perché il 99,16% è un numero di difficile assimilazione pratica, significa che sulle vetture al di sotto dei 12 cavalli fiscali c'è una proposta di riduzione del 25% sull'aumento sul bollo.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno, che come è stato sottolineato rappresenta il corpo politico che non è inserito in delibera per le ragioni che già avevamo avuto modo di illustrare nei Consigli precedenti e che viene approvato a lato, ritengo che si possa anche accedere all'auspicio del Consigliere Majorino e cioè approvarlo sostanzialmente trenta secondi prima che venga approvata la legge. Ritengo che dal punto di vista sostanziale sia un corpo unico, è il corpo politico che non può essere contenuto all'interno dell'articolato per non pregiudicarne il percorso, ma che di quell'articolato, dal punto di vista politico, costituisce parte integrante e premessa di contenuto.
Leggo ora l'ordine del giorno: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della nuova impostazione dei rapporti finanziari Stato Regioni, con la, conseguente riduzione del trasferimenti e l'aumento delle entrate regionali derivanti dall'ampliamento dell'autonomia impositiva ritiene opportuno ribadire con forza la propria preferenza per una compartecipazione al gettito regionalmente riscosso dell'IVA e dell'IRPEF piuttosto che dover/are ricorso a nuovi tributi: rivendica una progressiva completa regionalizzazione della quota erariale della tassa automobilistica conferma il proprio impegno a non applicare l'addizionale sul prezzo della benzina, aldilà del minimo obbligatorio previsto dalla legge si riserva di valutare un'eventuale addizionale minima sul gas metano prevedendo l'istituzione di una/ascia sociale che tuteli i ceti più deboli nel caso in cui si sia costretti a fronteggiare emergenze socio-economiche e vincoli di bilancio esplicita le proprie scelte in ordine alla destinazione ed utilizzazione del maggior gettito secondo le seguenti opzioni: 1) anziani ed handicappati - riqualificazione case di riposo per anziani - eliminazione barriere architettoniche 2) ambiente - centri storici - risanamento e monitoraggio - bonifica dei punti critici di inquinamento (amianto) 3) formazione professionale 4) informatizzazione e miglioramento dell'efficienza della struttura amministrativa regionale".



PRESIDENTE

L'ordine del giorno viene consegnato formalmente In questo momento all'Ufficio di Presidenza e verrà distribuito ai Consiglieri.
Ha chiesto di parlare l'Assessore GARINO Marcello. Ne ha facoltà.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Al punto 2) dell'o.d.g. la parola "amianto" era stata proposta dal Consigliere Staglianò, al quale chiederei di non inserire tale parola in quanto i punti critici di inquinamento attuali in Piemonte non sono ovviamente solo l'amianto - il Consigliere Stagliano lo sa quanto e forse meglio di me. Sulla pericolosità del siti occorre avviare un ragionamento.
Nel caso che la parola "amianto" fosse soppressa, mi impegno comunque a fare in modo che qualsiasi bonifica venga prima discussa in Commissione in modo tale che se l'amianto viene da tutti considerato come un intervento degno di rilievo e soprattutto possibile dal punto di vista tecnico lo farei ben volentieri. Sarei però propenso a non esplicitare la parola "amianto", ma a discuterne in Commissione. Se la mia proposta non è accolta non ho problemi, ma preferirei che ci si orientasse nel senso da me auspicato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Una richiesta di chiarimenti. Avevo detto prima che ero perfettamente convinto della correttezza della Giunta, e non la metto assolutamente in dubbio nemmeno ora, però c'è qualcosa che non funziona. Presidente.
In sede di Commissione, in ultima verifica, l'ipotesi di testo di ordine del giorno (presente l'Assessore e tutti i colleghi che fanno parte della I Commissione) conteneva, a fianco delle quattro voci relative alla finalizzazione delle risorse, una quantificazione che adesso non ho più sentito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

E' molto semplice. Ho letto l'ordine del giorno e quello era un commento a lato e così ci eravamo impegnati in Commissione. Abbiamo detto che quelle cifre non avrebbero fatto parte integrante dell'ordine del giorno, ma sarebbero state esposte in Consiglio. Avevamo parlato di 10-12 miliardi per quanto riguarda il primo punto, di 10-12 miliardi per quanto riguarda il secondo punto, di 25 miliardi per quanto riguarda il terzo punto e di circa 5 miliardi per quanto riguarda il quarto punto.



MONTICELLI Antonio

Ho capito diversamente.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

Io ho capito così, ma penso di non essere stato il solo. Comunque ho citato le cifre che avevamo concordato in Commissione pur non avendole lette come parte integrante dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Intervengo su due questioni, con una premessa.
Innanzitutto devo ringraziare il collega Majorino per aver opportunamente posto il problema della discussione preliminare dell'ordine del giorno, che in qualche modo era implicita al ragionamento che ho cercato di svolgere prima e che hanno svolto anche altri colleghi. D'altra parte, lo stiamo verificando, qui sta il nocciolo della vicenda e cioè se vengono confermate le volontà politiche reciproche, innanzitutto da parte della Giunta regionale, così come sono state messe a fuoco nel gruppo ristretto e nella Commissione, oppure se questi impegni vengono riveduti disattesi, modificati.
Fatta la premessa nel merito delle due questioni su cui volevo pronunciarmi (su una è già intervenuto il collega Monticelli), anch'io.
Assessore Gallarini, devo dire che avevo capito nella Commissione che ci fosse una esplicitazione sulla destinazione degli introiti. Questo è il punto, almeno per quanto ci riguarda, discriminante, l'ho già detto nel mio intervento generale. La forma ce la proponga la Giunta. Naturalmente al Gruppo dei Verdi apparirebbe molto più chiaro e netto - quindi non ho capito la sua obiezione in ordine al problema sollevato dal collega Monticelli - se nell'ordine del giorno venisse indicato l'ordine di grandezza della destinazione degli introiti. Ci parrebbe una cosa chiara e lineare; d'altra parte, signor Presidente del Consiglio e Presidente della Giunta, noi abbiamo insistito molto nel corso delle sedute del 30 e 31 ottobre sul fatto che anche una lira che dovesse entrare da questa manovra su cui abbiamo dato il nostro giudizio critico, non può finire nel pozzo senza fondo del deficit ad esempio della sanità e allora in coerenza di questo noi vedremmo con grande favore se la Giunta esplicitasse, con citazione di numeri nell'ordine del giorno, la destinazione degli introiti.
La seconda questione riguarda il problema sollevato dall'Assessore



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Intervengo per chiarire un fatto che ritengo fondamentale. Nonostante il verificato cambiato atteggiamento della maggioranza, la posizione del mio Gruppo rimane comunque non solo critica nei confronti della legge 158 ma assolutamente contraria all'intera manovra che la stessa legge propone come autonomia impositiva. Noi riteniamo che questa applicazione di tasse sulle tasse non sia una autonomia impositiva e quindi, come ritenevamo prima, riteniamo tuttora che la Regione non avrebbe dovuto e non dovrebbe fare propria la legge 158, come previsto dal disegno di legge n. 31. Fermo restando questo principio, che ritenevo indispensabile riaffermare, abbiamo deciso di recedere dall'atteggiamento ostruzionistico perché riteniamo che il compito di questo atteggiamento sia ormai terminato.
Per quanto riguarda la proposta di ordine del giorno presentato dalla maggioranza e discussa nelle sedi appropriate con l'Assessore Gallarini diamo atto - ne abbiamo ampiamente discusso - alla maggioranza di quanto fa proprio della nostra protesta contro la legge 158 e dei punti In cui si ritiene di ribadire la preferenza alla compartecipazione al gettito IVA e IRPEF e alla rivendicazione della regionalizzazione della quota erariale della tassa automobilistica.
Sono ragionamenti che ci trovano perfettamente allineati. Dobbiamo purtroppo sottolineare che però si limitano a ribadire o a rivendicare delle cose che rischiano di rimanere nel libro dei sogni e delle buone intenzioni.
Ma estremamente critico è ancora il nostro atteggiamento per quanto riguarda il fatto che la Giunta non ha voluto prendere una posizione definitiva sull'addizionale per il gas metano. Noi avevamo richiesto che la stessa posizione assunta sul prezzo della benzina, sull'addizionale delle 10/30 lire sul prezzo della benzina prevista dalla legge 158, fosse assunta anche nel confronti del gas metano. Ci è stato spiegato che bisognava lasciare una via d'uscita - io preferisco dire di "fuga" - di fronte a problemi di bilancio e che quindi bisognava lasciare aperta la porta ad un eventuale aumento che avrebbe gravato su questa fonte di energia, che noi riteniamo estremamente importante e quindi da non penalizzare.
Un giudizio Invece contrario è sulla applicazione di questi quattrini che dovrebbero risultare come proventi del disegno di legge n. 31 una volta trasformato in legge regionale; soprattutto - voglio rimarcarlo ancora una volta, anche se ho già avuto modo di dirlo in Commissione - per quanto riguarda quel famosi 25 miliardi relativi alla formazione professionale: essendo spesa corrente, secondo noi non dovrebbe essere finanziata tramite l'applicazione di leggi.
Per quanto riguarda la votazione dei punti dell'ordine del giorno, per i motivi che ho citato poc'anzi e perché ci consentirebbe unico modo - di dare atto alla maggioranza di una presa di posizione che risulterebbe indice di buona volontà, propongo che i punti siano votati singolarmente.



PRESIDENTE

Chiedo al Consigliere Vaglio di esplicitare quali parti del documento intende che siano poste in votazione singolarmente.



VAGLIO Roberto

Punto per punto, cioè i capoversi: "ritiene", "rivendica", "conferma".
Non è invece nostra richiesta specifica la votazione separata del punto relativo a: "esplicita le proprie scelte in ordine alla destinazione ed utilizzazione", in quanto per noi non è vincolante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Su questa questione abbiamo da dire ben poco perché il nostro atteggiamento esplicitato tre settimane fa si esprimerà esattamente nella stessa maniera.
D'altra parte vogliamo capire come potevamo e come possiamo esprimere un parere diverso a fronte di una legge che sostanzialmente non cambia, una legge che da forse un contentino al proprietari di piccole autovetture (anche se poi queste autovetture sono la seconda o terza macchina). La legge inoltre non da alcuna risposta a problemi che erano stati sollevati con decisioni in questa sede, problemi riferiti alla necessità di gestire in maniera più razionale la spesa sanitaria.
E' chiaro che è assolutamente da escludere - a questo la Giunta non è arrivata - una destinazione di questi fondi a fini specificamente sanitari alla voragine, alla pentola bucata in cui si trova essere la nostra sanità regionale, senza che assolutamente nulla ci sia stato detto sul come e su quali provvedimenti, almeno sulle questioni più evidenti, la Giunta intendesse porre rimedio.
Nulla ci è stato detto rispetto alla spesa farmaceutica, alla spesa per la convenzionata esterna.
Certo, nell'ordine del giorno non si osa a dire che questi quattrini andranno a fine in questa pentola bucata. Qui si parla di anziani handicappati e allora ci domandiamo, parlando di riqualificazione di case di riposo, se i quattrini non vanno come sempre - e non piove sul bagnato a finanziare sostanzialmente gli istituti.
Ben venga l'abbattimento delle barriere architettoniche, ma non vorremmo che la Giunta nascondesse le sue vergogne dietro questa foglia di fico per dire che sta assumendo dei provvedimenti di elevato valore sociale.
Avevamo presentato a suo tempo un ordine del giorno in cui chiedevamo che il 20% dei proventi, in subordino alla nostra netta opposizione a questa legge, venisse destinato all'abbattimento di barriere sul mezzi di trasporti pubblici, sia su ferro che su gomma, gestiti o dati in concessione dalla Regione. Su questo non c'è nessuna particolare chiarezza.
Credo che siano i soliti finanziamenti a pioggia che non produrranno comunque nessun sostanziale miglioramento.
Riteniamo comunque che questa vicenda in qualche maniera debba concludersi e restituiamo alla Giunta e alla maggioranza la facoltà di Impiccarsi con le loro mani e di assumere il carico politico di queste decisioni. Decisioni che non tengono conto, in alcuna sottolineatura, delle osservazioni da noi fatte sugli sprechi, sulle indecisioni nell'amministrare la cosa pubblica, su alcune vicende che ci hanno fatto ridere e su cui abbiamo presentato anche delle interrogazioni, come quella dei 9 milioni per la visita dei duchi di Kent a Torino. Quindi, restituiamo alla Giunta questa sua potestà decisionale. D'altra parte, in maniera più o meno velata, ci era stato fatto osservare che se si fosse perseguito un atteggiamento di ostruzionismo si sarebbe poi potuto ricambiare il regolamento, incominciando a mostrare evidentemente i muscoli.
Non entreremo nella discussione di questi specifici punti dell'ordine del giorno della Giunta: non ci interessa entrare nel merito proprio perch ci sembrano assolutamente generici e poco qualificanti.
I punti sostanziali di mancata progressività, che noi imputavamo a questa legge, sono assolutamente rimasti, anzi, la Giunta rivendica l'opportunità di gestire in proprio una tassa non progressiva, qual è in particolare l'IVA. Pertanto il nostro giudizio rimane e resterà assolutamente contrario.



PRESIDENTE

Consigliere Maggiorotti per quanto attiene gli emendamenti presentati dal suo Gruppo?



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Per ora non mi pronuncio. Farò un altro intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

A nome del Gruppo della DC confermo l'approvazione a questa proposta di ordine del giorno. Una proposta derivata da un confronto forte e aspro tra le diverse forze politiche, che è pervenuto però alla ime ad una convergenza indubbiamente costruttiva. Come ho detto in sede di Comitato ristretto e in sede di Commissione questo provvedimento non vale una guerra di religione, ne da una parte ne dall'altra. E se qualcuno ha cercato di dimostrare che le regole del gioco non sempre si subiscono, ma talvolta si possono anche imporre, va però riconosciuto che alla fine il rapporto dialettico ha dato luogo ad un clima positivo e costruttivo.
Sono state vagliate tutte le opzioni. L'ordine del giorno ha assunto così una valenza politica unitaria, anche se ci sono dei distinguo dell'ultima ora che paiono assumere una sottolineatura forse un po' più polemica di quanto si fosse registrato in sede di Commissione.
La finalizzazione, come hanno detto Vaglio e Monticelli, forse non è proprio esaltante, ma dimostra comunque che almeno alcune priorità hanno potuto essere messe a fuoco, alcune priorità di ordine sociale ed ambientale nelle quali la Democrazia Cristiana completamente si riconosce.
La spesa corrente ha ceduto, sia pure in parte, la sua perentorietà a favore di alcuni Investimenti, e il fatto che occorre ancora trovare 25 miliardi per la formazione professionale non è certo frutto di una bizzarria del caso o della perversa volontà di qualche Assessore spendaccione. Si tratta più semplicemente di un debito che noi dobbiamo assolvere nei confronti di impegni che abbiamo assunto.
Inoltre mi è sembrato che i vari Consiglieri abbiano cercato di puntualizzare quello che era l'impegno assunto in Commissione. E' se è vero che la Giunta qualche volta sembra avere una matita un po' sbarazzina nel cambiare i contenuti di qualche ordine del giorno (e bene ha fatto il Consigliere del Gruppo MSI a valutare un'eventuale addizionale minima che Invece è stata poi corretta, contenuta e parziale), non ci è difficile capire che ciò sia dovuto al fatto che la Giunta può avere tante canne d'organo al suo interno. Tuttavia, per quanto concerne la finalizzazione, è giusto che venga puntualizzata nelle misure e nella quantità che in Commissione si sono registrate. Ed è anche giusto votare per parti separate. Io mi limito solamente ad un appunto di formulazione volto ad una chiarezza che elimini qualsiasi equivoco e la mia attenzione va precisamente al penultimo capoverso, laddove la Giunta "si riserva di valutare un'eventuale addizionale minima sul gas metano, prevedendo l'istituzione di una, fascia sociale che tuteli i ceti più deboli, nel caso in cui si sia costretti a fronteggiare emergenze socio-economiche e vincoli di bilancio". Mi pare che questo capoverso dovrebbe essere riformulato in questo modo; "di valutare, nel caso in cui si sia costretti a fronteggiare emergenze socioeconomiche e vincoli di bilancio, un'eventuale addizionale minima sul gas metano, prevedendo comunque l'istituzione di una/ascia sociale che tuteli i ceti più deboli". Istituendo questa correlazione tra ceti più deboli ed emergenza socio-economica diverrebbe chiaro che l'obiettivo dell'intervento sarebbero unicamente ceti più deboli, evitando di lasciar pensare ad un'applicazione generale di questa addizionale minima. Per cui credo che a questo riguardo occorra procedere ad una riformulazione del capoverso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in attesa di vedere la formulazione dell'ordine del giorno, che mi sembra stia per essere distribuito, intervengo a braccio. Mi ha aiutato la lettura del punto sul quale c'è stata molta discussione, ma su cui si è poi arrivati alla formulazione che qualora si ponesse il problema dell'aumento del minimo per il metano, vengano salvaguardati i ceti più deboli. Devo anche dire che mi pare molto opportuna la precisazione che ha fatto poc'anzi il collega Picchioni. Mi è arrivato in questo momento l'ordine del giorno. E' un ordine del giorno sul quale abbiamo dato e ribadiamo la nostra adesione come Gruppo socialista. Ho chiesto però la parola per dire che l'ordine del giorno dovrebbe essere votato al termine della discussione: non ho ben capito se c'è l'intenzione di votare l'ordine del giorno prima che si approvi la legge sulla quale si prenderanno le decisioni che stanno per essere prese.



MAJORINO Gaetano

Ma l'Assessore si è dichiarato disponibile.



ROSSA Angelo

L'Assessore si è dichiarato disponibile, ma è una pratica che perlomeno considero inusuale. Una pratica che antepone una decisione rispetto all'approvazione di una legge che deve ancora avvenire. In genere si discute, si approvano gli articoli della legge e poi, subito dopo, si approvano gli ordini del giorno. Non mi sembra che sia una pratica percorribile in modo corretto quella di approvare un ordine del giorno e poi di passare alla votazione dell'articolato. E se poi, poniamo il caso la legge venisse cambiata nel suoi significati fondamentali, che cosa succederebbe? Che l'ordine del giorno che abbiamo approvato praticamente diventa un ordine del giorno che abbiamo approvato senza alcun effetto n politico né tecnico. Chiedo quindi che la discussione sull'ordine del giorno e la votazione avvengano al termine dell'approvazione o contestualmente all'approvazione della legge.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, solo per ribadire che la Giunta è d'accordo sulla stesura dell'ordine del giorno come è stato formulato. Per quello che riguarda la definizione degli Importi accediamo alle indicazioni dell'ordine del giorno con l'annotazione che questi sono evidentemente di larga massima orientativi, perché poi bisognerà vedere nella stesura definitiva del documento, quali margini ci saranno. Sotto questo aspetto quindi c'è la nostra disponibilità.
Sul problema della votazione a questo momento dell'ordine del giorno la Giunta, se la Presidenza del Consiglio ritiene che sia fattibile, non si oppone. Debbo rilevare anch'io che è un'anomalia sotto il profilo procedurale, però noi non ci opponiamo se c'è il consenso del Consiglio dato che c'è stata la fase della sospensione che ha comunque aperto il discorso. Comunque è una decisione che compete esclusivamente alla Presidenza della Consiglio, alla quale noi la lasciamo volentieri.
Per quello che riguarda lo specifico riferimento al metano possiamo accettare la formulazione indicata da Picchioni, però, proprio per chiarezza intellettuale, bisogna dire il perché. Noi avevamo anche pensato di correggere il termine "minima" in Giunta; poi, proprio per non contraddire la Commissione, abbiamo lasciato il termine "minima". Bisogna vedere come si stanno muovendo le cose. Prima di tutto c'è un orientamento del Governo a fissare l'addizionale in 10 lire minime per le Regioni. Se passa questo decreto è chiaro che noi non abbiamo i margini per applicare quello che scriviamo nell'ordine del giorno, e quindi bisogna aver presente questo aspetto.
In secondo luogo vorrei che fosse chiaro, anche perché il collega Vaglio e altri dicono che non c'è una presa di posizione forte, che nella Conferenza Stato-Regioni di giovedì scorso le Regioni hanno chiesto al Governo addirittura di abolire questa addizionale sul metano e di dare Invece i fondi che già sono tassati sul metano alle Regioni. Sappiate che il Parlamento ha già aumentato la tassa del metano da 77 lire a 206 lire quindi di 130 lire, dopo il provvedimento assunto che già con la legge 158 attribuiva questa competenza alle Regioni. Quindi noi, collega Tapparo abbiamo detto: "Dateci le 50 lire a valere sulla tassazione che avete fatto". Evidentemente la risposta del Governo è stata che le avevano già utilizzate per altre risorse. E ancora noi: ''Rivalutate la questione prima di decidere definitivamente". Quindi la questione è in discussione, pu darsi che non venga portato avanti il decreto attuativo, può darsi che venga portato avanti con un minimo di 10 lire, può darsi che ci vengano attribuite le lire in altro modo. Certo non possiamo non aver presente dico questo per serietà, che comunque queste risorse non le impegniamo sul deficit sanitario. Però l'art. 3 è passato, ed è passato, sia alla Camera che al Senato, con il 25% a carico delle Regioni del deficit sanitario '90 tolte le 90.000 lire iniziali pro-capite noi avremo comunque un onere da valutarsi in base all'art. 3 per la copertura della sanità. Al momento, se il nostro deficit è di 608 miliardi, come è stato valutato, l'onere non è elevato e può oscillare sul 9 miliardi e diventare 50 con la quota aggiuntiva dei contratti di lavoro. Quindi è una situazione ancora da verificarsi. Comunque che si sappia che questo ci sarà e in qualche modo si dovrà coprire con altre entrate o, se non ci sono altre entrate, con l'attribuzione magari delle 50 lire del metano che lo Stato ha già tassato per conto suo. Quindi ho voluto che fosse chiaro questo aspetto e che fosse ben evidente. Non aggiungo altro, noi siamo disponibili a comportarci sull'ordine del giorno nel senso che ho indicato. Da parte della Giunta c'è anche una disponibilità a votarlo subito, ma se c'è naturalmente il consenso dei Gruppi e del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Intervengo su questo punto procedurale. Ho ascoltato il dibattito con attenzione e c'è stata la richiesta del Consigliere Majorino che interpreta l'art. 78 ritenendo che questo articolo non debba essere applicato in toto alla fattispecie dell'ordine del giorno presentato. C'è stata un'altra posizione da parte del Consigliere Rossa il quale afferma che trattandosi di un ordine del giorno che da delle istruzioni alla Giunta per l'applicazione di una legge, deve essere votato anche per parti separate (quindi si rispettano le richieste del Gruppi Verde e della Lega), ma soltanto prima del passaggio alla votazione finale. Prima di formulare la posizione della Presidenza, vorrei sentire l'opinione anche degli altri Gruppi.
La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Mi pare una procedura inusitata in quanto l'ordine del giorno viene approvato alla fine della discussione della legge e prima della votazione finale...



PRESIDENTE

Per la ratio stessa degli ordini del giorno.



PICCHIONI Rolando

Non c'è dubbio però che, se questa procedura dovesse essere generalizzata e se tutti gli ordini del giorno dovessero essere così imperativi, probabilmente non potremmo nemmeno più cambiare, nel corso delle votazioni, le singole leggi e i singoli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Convengo che le procedure consuete sono quelle che ha or ora richiamato il Capogruppo della DC. D'altra parte ci troviamo in un contesto molto particolare su cui ci siamo già soffermati ampiamente ancora questa mattina. Ritengo che le argomentazioni portate al riguardo dal collega Majorino siano pertinenti. In ogni caso a me pare che l'opportunità politica in questa materia, collega Picchioni, con le volontà espresse dal vari Gruppi che sono intervenuti finora, suggerirebbe che l'espressione di volontà dell'assemblea avvenisse preliminarmente, all'atto della rinuncia unilaterale da parte dei Gruppi presentatori di una serie di emendamenti.
L'abbiamo già fatto. Siamo fra galantuomini, pensiamo che nessuno voglia fare il furbo. Però opportunità politica vorrebbe, ribadendo la procedura riproposta dal collega Picchioni, che l'ordine del giorno venisse votato preliminarmente all'esame, il che accelererebbe l'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

E' stato richiamato da qualche collega il fatto che il contenuto essenziale dell'ordine del giorno avrebbe dovuto far parte integrante del disegno di legge. Solo motivi di opportunità e di certezza ragionevole dell'iter del controllo hanno fatto sì che si scartasse qualsiasi ipotesi di inserire elementi di finalizzazione nell'articolato della legge.
Altrimenti il contenuto dell'ordine del giorno dovrebbe essere il contenuto dell'art. 1 della legge: "al fine di:". In questo senso - e faccio appello a un'interpretazione un po' estensiva del Regolamento - se fosse l'art. 1 (come avrebbe dovuto essere), avrebbe dovuto essere il primo argomento della discussione. Per questo mi sembrava fondata la richiesta del collega Majorino, cioè di affrontare preliminarmente questo argomento. E' vero che rientra nella fattispecie prevista dal Regolamento per gli ordini del giorno di accompagnamento alle leggi, che normalmente vengono messi in votazione dopo l'esame degli emendamenti e dei singoli articoli e prima della votazione finale sul testo complessivo, però, in questo caso specifico, si potrebbe intendere che il contenuto di questo ordine del giorno avrebbe dovuto far parte dell'articolato della legge e che solo per ragioni di tecnica legislativa non ha potuto far parte del testo. In quel caso avrebbe dovuto essere il contenuto dell'art. 1 della legge medesima e quindi sarebbe ragionevole incominciare proprio da questo argomento. Questa è la mia opinione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Ribadisco la richiesta per l'eccezionalità del caso. Come ho già detto è un patto politico, premessa di una discussione serena della legge senza ostruzionismo. Quindi in questo senso si può ovviare alla stretta interpretazione del Regolamento, tanto più che il Presidente della Giunta ha detto che si rimette alla Presidenza del Consiglio e tanto più che l'Assessore, facendo proprio il ragionamento politico che avevo esposto (ricordando il patto di cui ho più volte parlato), ha detto che nulla ostava da parte sua.
Presidente, lei giustamente come Presidente del Consiglio deve valutare principalmente il Regolamento, ma se guardiamo il Regolamento qual è la mia considerazione, che peraltro è molto evidente? Questo ordine del giorno consta di cinque capi, quattro non hanno nulla a che vedere con istruzioni alla Giunta o direttive alla Giunta in ordine alla legge. Per esempio il capoverso relativo all'addizionale sulla benzina "se e quando il decreto delegato dovesse prevederla come facoltà per le Regioni, questa addizionale si applicherà nella misura minima"; per quanto riguarda il metano si fa un altro ragionamento, e via dicendo. Ci sono quindi quattro punti che non sono ne istruzioni ne direttive alla Giunta su questa legge. Il quinto punto è una direttiva alla Giunta, ma allora dovrebbe essere formulato come "impegna la Giunta", perché seppure il Consiglio espliciti, il Consiglio è pur sempre l'assemblea. Ma lasciamo stare questo aspetto, che comunque secondo me non è secondario.
Quindi abbiamo un ordine del giorno che consta di cinque punti di cui quattro non hanno nulla a che vedere direttamente con l'interpretazione e l'attuazione della legge; il quinto invece sì. Allora deve giocare il criterio della prevalenza. Verrà votato per parti separate da qualcuno su richiesta di qualche Gruppo. Sicuramente nel suo insieme prevarrà il criterio della prevalenza. Data questa considerazione non c'è nemmeno l'ostacolo regolamentare che imponga di votarlo dopo la discussione dell'articolato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Ribadisco la posizione che ho espresso prima. Non la considero una situazione eccezionale questa, anche se è del tutto particolare, perché si presenta per la prima volta di assumere decisioni di questo tipo. Rientra comunque nelle competenze dell'attività nostra. Io mi auguro che si riapra il discorso sulle competenze trasferite dagli artt. 117 e 118 della Costituzione e si affidino alle Regioni del compiti, su questo versante, di più ampia portata affinché ciascuno assuma le proprie responsabilità nella gestione della vita pubblica e di governo. Quindi non lo considero come tale e allora ribadisco che mi sembra doveroso seguire una procedura corretta che è quella della discussione e dell'approvazione della legge. Il non seguire questa prassi fa venire meno una indicazione che è sempre stata seguita, almeno per quello che mi ricordo da quando sono qui.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Si dice da qualche parte che per fare il liberale bisogna avere un minimo di capacità al paradosso, per non usare altri termini. Da Basaglia in poi voglio dire. Io ritengo che questo ordine del giorno vada votato prima, per la storia di questa vicenda che è una vicenda drammatica e scandalosa. Qui noi continuiamo a ragionare dimenticando che si è praticato l'ostruzionismo, che è uno strumento antiparlamentare. Quindi, siccome qui si è deciso stravolgendo le logiche del dibattito parlamentare corretto, a me sembra giusto che nella storia della Regione la legge sia preceduta dalla conclusione di questa vicenda extraparlamentare nel senso formale e non sostanziale del termine. Ritengo cioè che debba essere scritto che si esamina una legge all'interno di un accordo politico, perché questa è la sostanza, non è il problema formale. Questa è la vicenda. Si da atto che preliminarmente a una legge c'è stato un accordo tra una parte del Consiglio (dove non è detto che ci sia il sottoscritto) a seguito di un'operazione, che è stata come al solito correttamente riconosciuta da Stagliano, ostruzionistica.
Ricordo, collega Presidente, che si può parlare una volta sola. E se questo vale per i liberali, vale anche per Monticelli, perché questo giochetto di voler sempre parlare per ultimi è bene che cessi!



MONTICELLI Antonio

Chiedo la parola per motivo personale.



MARCHINI Sergio

Allora mi prenoto anche io per una questione personale.



(Interruzione del Consigliere Monticelli)



PRESIDENTE

Siamo sempre tutti prenotati per questioni personali.



MARCHINI Sergio

Se l'ordine del giorno è firmato dalla Giunta, io lo voto.
Personalmente non lo sottoscriverò se per caso viene rimesso al Capigruppo perché ho l'impressione che si sia affrontata questa questione all'interno di una costrizione psicologica inaccettabile, che è l'ostruzionismo, che ci ha portati a delle conclusioni, a mio modo di vedere, anche condivisibili ma affrettate e se mi consentite anche di piccolissimo respiro. Dire cosa faremo noi in materia fiscale in una vicenda di questo genere è veramente miope, dire se lo spazio delle Regioni in termini impositivi sarà una quota dell'IRPEF, dell'IVA, dell'ILOR o di altre cose è miope. Dire che noi manterremo le percentuali entro certi termini è miope, perché entro il '92 questo Paese dovrà recuperare nei confronti del sistema internazionale l'equilibrio del proprio debito pubblico. Questo vuoi dire che tutte le aree impositive verranno coperte ed esaurite dal sistema finanziario complesso, tutte verranno esaurite. E ce ne sono ancora delle sacche: non di evasione, ma di elusione rispetto al cittadini degli altri Paesi. Gli altri Paesi pagano su beni e su attività rispetto ai quali gli italiani non pagano. Allora è qui che si gioca l'autonomia della Regione. O noi riusciamo a coprire degli spazi Impositivi riconoscendo cosa significa essere istituzione, e non ente locale, con coraggio, oppure lo Stato coprirà esso quegli spazi di Imposizione che ci sono ancora con tanti saluti alla autonomia delle Regioni e alla loro essenza di istituzione. Io non so dove stia il giusto su questa materia, non sono un esperto. Dico solo che per un Consiglio regionale pronunciarsi su materie di questa delicatezza la prima volta che vengono poste, oltretutto in termini di emergenza e di drammaticità, senza la possibilità di poterci riflettere come sarebbe stato giusto, mi sembra miope da parte di chi subisce e scorretto da chi ha utilizzato un certo strumento per imporre questo tipo di soluzione. Potremmo fare tutti i dibattiti che vogliamo fare, per Immaginare che lo Stato rinunci dovendo recuperare l'equilibrio finanziario nazionale a quota delle proprie entrate a favore delle Regioni è una pura utopia. Ci sono gli spazi nuovi dell'imposizione nuova che competono alle Regioni, non la divisione delle tasse che prende già lo Stato, perch diventa un puro "nomen" prendere il 3% dell'IVA o 113% della quota che l'IVA concorre a fare il fondo nazionale, un puro "nomen''. La sostanza è se a fronte di fasce specifiche di competenze regionali noi abbiamo l'autonomia impositiva che deve essere riconosciuta dal cittadino come un nuovo peso a fronte di nuovi servizi. La Regione si giustifica in quanto fa pagare dei pesi per dei nuovi servizi, non far pagare in modo diverso per dare dei servizi diversi, perché altrimenti non si giustifica quello che noi chiediamo e cioè che le Regioni diventino una istituzione, uno Stato.
Quindi, Presidente, chiedo scusa, ma questo mi solleva da ogni altro intervento su questa materia, che è veramente incredibile. Ritengo che per correttezza storica questo ordine del giorno debba essere votato prima perché la straordinarietà di questo percorso (che ognuno la giudicherà come crede, io negativamente, dei colleghi positivamente) deve rimanere nella storia. Questa non è una vicenda normale, non c'è stata una discussione serena, c'è stato l'ostruzionismo, l'ostruzionismo è stato superato con un accordo politico che sostanzialmente si ritrova all'interno dell'ordine del giorno. E nella storia della Regione queste cose devono essere registrate.
Paradossalmente sarebbe un falso politico (se possiamo immaginare un reato politico di questa natura) posporre l'ordine del giorno perché la verità è che l'accordo politico è stato raggiunto su queste basi. Tanto vale conclamarlo e praticarlo! Questo naturalmente significa che si prende atto che la funzione legislativa del Consiglio regionale è stata fortemente sminuita perché questo significherà che, a monte del dibattito legislativo in aula, c'è stato un accordo politico ottenuto attraverso l'uso di uno strumento. Adesso ci sarà evidente la questione di ordine personale l'ascolterò e mi riservo di chiedere di replicare sul plano personale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Monticelli mantiene la sua richiesta di intervento per motivi personali?



MONTICELLI Antonio

Sì Presidente. Sarò brevissimo, non intendo assolutamente rubare più tempo del necessario e del dovuto. Solo per precisare che l'ostruzionismo non è uno strumento scorretto e antiparlamentare. Storicamente in Inghilterra, dove si chiama "filibustering", è stato inventato in sede parlamentare dal parlamentari stessi e ha una altissima tradizione istituzionale. In secondo luogo intendo chiarire che, almeno per quello che riguarda il mio Gruppo e la mia persona, ed è per questo che ho chiesto di parlare a titolo personale, lo non ho partecipato in sede di Commissione a nessun accordo politico extra-istituzionale. Questa materia è stata rinviata dal Consiglio con un voto in I Commissione applicando un articolo del Regolamento del Consiglio regionale. In sede di Commissione il nostro Gruppo si è limitato, anche se ha dovuto farlo ripetutamente purtroppo, a chiarire che era insoddisfatto sulle formulazioni che via via la Giunta presentava. Ancora nelle ultimissime parole, che abbiamo detto nell'ultimissimo minuto in I Commissione, noi abbiamo detto che prendevamo atto semplicemente di quanto la Giunta ci diceva in quell'istante, ma non abbiamo sottoscritto e fatto nessun accordo politico extra-istituzionale.
Questo ci tenevo a chiarire perché poi il nostro atteggiamento di voto sulle singole questioni dimostrerà che questo accordo non c'è affatto stato.



PRESIDENTE

A questo punto vorrei addivenire ad una conclusione.
Consigliere Marchini, lei ritiene che ci siano ragioni personali?



MARCHINI Sergio

Almeno quanto quelle del collega Monticelli. Non apporrò mal la mia firma ad alcuna proposta di modifica del Regolamento che impedisca l'uso dello strumento dell'ostruzionismo perché riconosco la legittimità dell'ostruzionismo come strumento parlamentare. Ma qui c'è stato un uso del tutto sproporzionato rispetto all'oggetto in campo. Quindi, in questo senso dico che c'è stato lo sconvolgimento e un uso inadeguato perché lo strumento era del tutto inadeguato. Quello che mi da fastidio da libertario è immaginare che questa vicenda non bella, anche se tutti i colleghi fanno finta di dire che è bella, possa creare le premesse per il venir meno di uno spazio di libertarietà che, nei Consigli regionali e nelle assemblee io ritengo debba rimanere.



PRESIDENTE

Il Presidente del Consiglio si è formata una sua opinione dopo aver sentito tutti i Gruppi. Mi atterrò strettamente al Regolamento, per cui voteremo l'ordine del giorno al termine della discussione. Le motivazioni che mi hanno portato a questa decisione sono sostanzialmente legate al primo Intervento del Consigliere Marchini. Se noi votassimo l'ordine del giorno prima della discussione daremmo un'interpretazione globalmente politica di questa vicenda, mentre dobbiamo discutere la legge e votare l'ordine del giorno strettamente a norma di Regolamento.
Propongo di interrompere i lavori del Consiglio per riprenderli oggi pomeriggio.
Convoco immediatamente la riunione dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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