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Dettaglio seduta n.219 del 24/03/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", durante la scorsa seduta consiliare sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle adunanze consiliari del 21, 22 e 28 gennaio 1993. Non essendovi osservazioni, si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Bresso, Cattaneo, Coppo Croso e Sartoris.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale


PRESIDENTE

Come definito in sede di Conferenza dei Capigruppo, il Presidente della Giunta mi ha preannunciato di voler intervenire.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Come ho annunciato alla Conferenza dei Capigruppo, e come concordato darò lettura della comunicazione consegnata a me e alla Presidente del Consiglio dal collega Assessore Carletto, la quale sarà distribuita come comunicato-stampa ai mezzi d'informazione.
"La recente vicenda che ha visto il mio nome sulla cronaca giornalistica mi consiglia di rassegnare le dimissioni da Assessore regionale nelle mani del Presidente Brizio, pur continuando il mio impegno istituzionale dai banchi del Consiglio regionale.
Ho maturato questa decisione per due ragioni molto precise. La prima attiene all'opportunità di poter contribuire con maggior serenità e libertà alla soluzione del caso giudiziario per il quale sono stato sentito; la seconda è di carattere istituzionale, e si riferisce alla mia precisa volontà di non creare difficoltà al governo regionale, rifiutandomi di diventare eventuale strumento di speculazioni politiche dannose per l'istituzione, al cui bene penso di aver sempre improntato il mio quotidiano lavoro.
In questo spirito è mio intendimento non sottrarmi al dovere di portare a compimento il disegno di legge di riforma degli IACP, oggi all'esame dell'aula, ed in questo senso ho dato la mia disponibilità ai Presidenti della Giunta e del Consiglio, senza che questo voglia interferire sulla presentazione delle dimissioni da Assessore regionale.
Desidero altresì esprimere il mio ringraziamento a tutte le forze politiche del Consiglio regionale, per la collaborazione prestatami nello svolgimento delle mie funzioni di Assessore".
E' chiaro che le dimissioni dell'Assessore Carletto saranno formalizzate dopo l'esame del disegno di legge previsto nella seduta odierna.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame progetto di legge n. 95: "Nuovo ordinamento degli enti operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Abrogazione L.R. 16/12/1987, n. 65" (seguito) - Votazione richiesta di sospensiva


PRESIDENTE

Secondo quanto convenuto nella Conferenza dei Capigruppo, passiamo al punto 12) dell'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 95.
La parola al relatore, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo, relatore

La relazione è abbastanza lunga: in parte la darò per letta richiamando solamente alcuni punti salienti.
Ci troviamo a riformare gli IACP, istituzioni la cui regolamentazione risale all'inizio del secolo; nella relazione si dà conto dell'"excursus" legislativo che ha via via regolamentato la materia, fino ad arrivare al DPR n. 616 e alle ultime leggi in materia di edilizia residenziale pubblica, che hanno individuato nella Regione il soggetto che deve provvedere alla programmazione degli interventi e svolgere la funzione di controllo e vigilanza in precedenza di competenza dello Stato.
Vi è quindi possibilità e titolarità, per quanto riguarda la Regione ad intervenire in materia, proponendo soluzioni diverse, che modificano radicalmente e sostanzialmente questi Istituti, molto noti sul territorio e con ampie finalità sociali, proprio perché devono provvedere per legge a mettere a disposizione dei ceti meno abbienti degli alloggi, cercando di risolvere questo importante problema.
Vi è stata anche una discussione in ordine ai tempi con i quali sono stati affrontati tali problemi, e soprattutto ad un certo ritardo della Commissione nel provvedere a mandare avanti il disegno di legge della Giunta.
A questo proposito occorre dire che sia la Giunta, la Regione nel suo complesso, sia la Commissione, nonché altre Regioni, hanno, per un certo periodo, atteso che venisse varata la legge-quadro nazionale in materia di edilizia pubblica residenziale. Nel momento in cui si è visto che alcuni disegni di legge non procedevano in sede parlamentare e, successivamente si è constatato che i disegni di legge giacenti in Parlamento di provenienza pidiessina ed anche socialista venivano sottoposti nuovamente a consultazioni, riaprendo quindi un iter abbastanza lungo, la Commissione d'intesa con la Giunta, ha deciso di procedere all'approvazione di questo disegno di legge.
Un disegno di legge che non poteva non tener conto degli orientamenti previsti dalla legge n. 142 dal punto di vista generale, in ordine alle responsabilità che competono agli amministratori, diverse e distinte dalle responsabilità dei dirigenti e dei funzionari. Ai primi competono gli indirizzi, ai funzionari compete l'intera partita gestionale.
E' stato poi discusso, ed è previsto nell'articolato, il cambio del nome: non più Istituti Autonomi Case Popolari, ma Agenzie Territoriali per la Casa. Un cambio di nome che non vuole essere puramente formale, ma che per le norme previste, porterà veramente ad un cambiamento sostanziale dal punto di vista operativo.
Per quanto riguarda l'ambito territoriale, sono previste norme che da un lato tengono conto del mutare delle Circoscrizioni amministrative provinciali e dall'altro consentono a questi IACP, ora ATC di operare quando ve ne sono le condizioni d'intesa con la Regione, anche al di fuori della propria circoscrizione territoriale.
Dal punto di vista della tipologia l'ente, ovviamente, non cambia: è comunque confermato come ente pubblico di servizio, non economico, ma ausiliario della Regione. Così è la definizione all'interno della legge.
Contemporaneamente, con questo disegno di legge si provvede a sciogliere il Consorzio regionale fra IACP provinciali, organismo che non aveva più significato nella nuova configurazione del settore e che, tra l'altro, annoverava un numero considerevole di amministratori (circa 19 più 3 Sindaci), a fronte di sole 8 unità di personale dipendente.
Il disegno di legge provvede anche ad una sistemazione del personale che più efficacemente potrà operare, sempre nella direzione in cui ha operato fino ad ora all'interno delle strutture regionali.
Per quanto riguarda gli organi consultivi non vi è una consulta regionale, ma vi sono organismi a livello locale e provinciale.
E' importante anche tutta la parte di proposta di legge che riguarda i controlli; la soluzione adottata - a livello di proposta di Giunta e confermata con qualche emendamento da parte della Commissione - prevede un'attività di controllo della Regione non generalizzata, ma rivolta a determinati atti e provvedimenti che verranno approvati ed emanati dalle aziende territoriali per la casa.
Praticamente, si tratta di un'attività integrativa rispetto alle funzioni di propulsione e di coordinamento delle aziende territoriali della casa attraverso la vigilanza; ciò non con l'interpretazione tradizionale della dottrina (ovvero vigilanza uguale controllo di legittimità e controllo di merito, corrispondente a tutela), ma vista quale riscontro orientato all'accertamento della legittima produttività di questi enti.
Considerata in questo modo, l'attività di vigilanza concentra in sè potestà di propulsione e di coordinamento delle aziende territoriali della casa nel rispetto degli indirizzi generali e nella conseguente promozione delle attività istituzionali per il conseguimento dei relativi obiettivi fissati dalla legge.
Si tratta, in sostanza, di vigilanza quale rapporto funzionale rispetto ai fondamentali rapporti attivi di indirizzo, impulso e coordinamento. Ci perché la funzione fondamentale del controllo non è quella di correggere o di eliminare un singolo provvedimento, ma di inserirsi nel processo di azione amministrativa ai fini del funzionamento e dell'efficienza. Questo è il nuovo concetto di vigilanza che emerge dalla più recente qualificata dottrina e che è destinato ad assorbire le varie figure di controllo amministrativo sui singoli atti, sulla gestione o sull'attività globale.
Inoltre, il rapporto di vigilanza consente di fare salva l'autonomia delle singole agenzie territoriali per la casa e, contestualmente, di prevenire e rimediare deviazioni dagli indirizzi legislativi e programmatici, assicurando comunque il rispetto totale dei fini generali dell'attività pubblica sancita dalle leggi statali e regionali.
Tutto ciò agevola il cosiddetto controllo successivo sugli atti e sull'attività globale; il relativo riscontro non limita l'autonomia decisionale delle ATC controllate, ma determina una valutazione di carattere generale sui risultati prodotti dall'attività posta in essere e preventivamente vagliata dall'ente regionale attraverso una preventiva vigilanza su atti e provvedimenti significativi rispetto ai quali l'azione di controllo, intesa come vigilanza, mantiene l'originaria configurazione continuando ad incidere sull'efficacia dei singoli atti.
Riassumo, per conoscenza ai colleghi, l'andamento dei lavori svolti dalle Commissioni chiamate all'esame in sede referente. Il testo è stato inizialmente assegnato alla II Commissione; dopo l'esame di merito dell'articolato e delle proposte di modifica formulate dai soggetti consultati, è stato licenziato a maggioranza in data 15 ottobre 1992 e trasmesso per l'iscrizione all'o.d.g. del Consiglio. Successivamente al licenziamento dalla II Commissione, è giunta ai componenti della Commissione stessa una richiesta di incontro formulata dalle Organizzazioni sindacali più rappresentative (CIGL. CISL e UIL). Richiesta di incontro vertente in particolare sullo scioglimento del consorzio fra gli istituti Autonomi Case Popolari e sulle ripercussioni di tale decisione sul personale dipendente.
Rilevato che l'oggetto dell'incontro era prettamente riferito a materie non di competenza (disposizioni concernenti appunto il personale), si è richiesto alla Presidenza del Consiglio di valutare l'opportunità di chiedere contestualmente il parere consultivo alla I Commissione segnalando la nota delle Organizzazioni sindacali.
La I Commissione, così chiamata ad esprimersi, in data 10 dicembre informava di ritenere indispensabile, alla luce di quanto emerso negli incontri, un riesame congiunto del disegno di legge da parte della I e II Commissione. Tali Commissioni, incaricate dalla Presidenza del Consiglio dell'esame congiunto, hanno infine licenziato a maggioranza, nella seduta del 28 gennaio u.s., il testo che oggi viene sottoposto all'attenzione dell'aula.
Non mi resta che concludere con un'osservazione: il chiamare questo Consiglio ad approvare il disegno di legge concernente il nuovo ordinamento degli IACP a qualche mese dall'accadimento di fatti che hanno indotto la Giunta regionale a sciogliere il Consiglio di amministrazione dello IACP di Torino e nominare una task-force di esperti a Commissari dell'ente, non deve farci dimenticare la diffusa convinzione, non smentita dai componenti della I e della II Commissione consiliare, che gli altri IACP del Piemonte sono efficienti, bene amministrati e rispondono sia alle attese degli amministratori che a quelle dei cittadini che aspettano un'abitazione popolare.



PRESIDENTE

Comunico, a norma di Regolamento, che mi è pervenuta una richiesta di sospensione della discussione del progetto di legge n. 95.
Tale richiesta, presentata dai Consiglieri Majorino e Zacchera, recita: "I sottoscritti Consiglieri, visto che è pendente davanti alla Camera la proposta di legge quadro per l'edilizia residenziale e per il riassetto degli Istituti, chiedono che la discussione della presente legge venga sospesa fino all'approvazione da parte della Camera dei progetti di legge n. 1515 e n. 658".
A norma di Regolamento, ero tenuta a dare comunicazione di questo documento; a questo punto, d'accordo con i proponenti, interromperei per ora la discussione della sospensiva, perché vi sono alcune richieste di intervento, già preannunciate in riunione dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghi e colleghe, faccio una brevissima dichiarazione in merito alla legge.
L'Assessore Carletto ha reso nota la volontà di dimettersi anche per contribuire alla soluzione del caso giudiziario sul quale è stato sentito.
Esprimo rispetto alla persona per questa decisione, ma non la comprendo.
Perché non dimettersi subito? La legge può essere discussa egualmente da un altro componente della Giunta o dal Presidente stesso; accetto comunque questa decisione e adeguo i comportamenti del Gruppo ad essa. Non ritengo che, in questa situazione, ci siano le condizioni politiche per discutere questa legge, sulla quale il Gruppo peraltro avrebbe espresso voto contrario per la sua sostanziale inutilità nell'affrontare i gravi problemi dello IACP e per i malfermi congegni che regolano la cooperazione tra pubblico e privato in materia di interventi di trasformazione urbana.
Dichiaro dunque che il Gruppo di Rifondazione comunista non parteciperà alla discussione di questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Una breve dichiarazione per annunciare la non partecipazione alla discussione e alla votazione su questo disegno di legge.
Voglio comunque onorare la discussione e l'accordo che c'è stato nella Conferenza dei Capigruppo, quindi non entro nel merito delle cose che sono state dette. Mi consenta però di giustificare questa mia presa di posizione con una semplice battuta. Io non voglio contribuire, né in modo passivo n in modo attivo, alla sindrome da "Forte Apache" che si sta creando in questo Consiglio. Non faccio parte né dei federali né degli indiani: ci sarebbero molte cose da dire sul comportamento della Magistratura e della nostra classe politica. Questo modo di fare non ci consente un dibattito necessariamente pacato e profondo su questo disegno di legge, per cui non parteciperò alla discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Ringrazio il Presidente. Pur con motivazioni diverse da quelle del Consigliere Cucco, mi associo alla non partecipazione alla discussione e votazione del disegno di legge n. 95. Così come si era già detto in sede di Commissione, sostanzialmente ritengo questa legge interlocutoria, in attesa che il Senato definisca l'ambito in cui riformare gli istituti.
Indipendentemente da questo, data la situazione di estremo imbarazzo per quanto potrebbe venire detto nella discussione del disegno in oggetto ritengo che il mio Gruppo non debba partecipare. Mi auguravo che la legge fosse sospesa o, per lo meno, rinviata a data più tranquilla.
Comprendo comunque la volontà dell'Assessore di voler portare alla fine un lavoro intrapreso, lavoro anche complesso e di estremo interesse prima di concludere il proprio mandato. Rispetto la sua volontà, ma non volendo, in nessun modo, entrare in discussioni che trascenderebbero da questo ambito, come già annunciato il mio Gruppo non parteciperà alla discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Presidente, colleghe e colleghi, non possiamo nasconderci il profondo disagio con cui il Consiglio sta apprestandosi a discutere questa legge che pure è di non trascurabile importanza.
Il gesto annunciato dal collega Assessore Carletto è, da parte nostra accolto con profondo rispetto per il percorso politico e anche per il percorso umano che lo ha determinato, entrambi sicuramente con grande sofferenza.
Ciò però ha portato, in questo momento, in quest'aula, a far sì che gravi una cappa pesante che non consente, a nostro avviso, di affrontare la discussione di un provvedimento legislativo con la dovuta serenità e la dovuta libertà di giudizio. Siamo in una situazione nella quale ogni giudizio politico diventa fortemente condizionato dagli eventi esterni e può prestarsi a letture e ad interpretazioni che possono andare ben al di là dei giudizi politici che esprimeremmo in questa sede.
Per questi motivi, il Gruppo dei Verdi non si sente di partecipare alla discussione. La scelta di procedere comunque al varo della legge, della quale tuttavia non ci nascondiamo la necessità affinché si possa concludere celermente un iter attraverso quella corsia preferenziale alla quale pure avevamo aderito nel momento del dibattito sullo scandalo dello IACP diventa un atto rispetto al quale la Giunta si assume tutte le sue responsabilità.
Da parte nostra preannunciamo fin d'ora il voto conclusivo contrario al provvedimento che, sostanzialmente, ci sembra rappresenti più un cambiamento formale che sostanziale nella gestione del patrimonio pubblico.
Al collega Carletto comunque, il cui gesto apprezziamo per la limpidezza e la trasparenza e per il senso delle istituzioni, facciamo l'augurio di poter dimostrare la sua completa estraneità personale alle vicende giudiziarie per cui ci ha annunciato di essere stato sentito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Le forme, i contenuti e i tempi in cui cade la comunicazione fatta dall'Assessore non permettono di esprimere giudizi n' di ordine positivo rispetto al significato del gesto n' di ordine negativo.
Personalmente ritengo che si debbano aspettare chiarimenti sia dall'Assessore che dai giudici e dalla Giunta. Per parte mia, non mi ritengo fra coloro che danno per colpevole qualunque persona venga sentita da un giudice.
Conseguentemente a questo, devo sottolineare una particolare difficoltà mia personale: ho avuto con l'Assessore Carletto due momenti di confronto particolarmente significativi in questi due anni. Uno riguardava la legge urbanistica regionale, sulla quale c'è stato un confronto, a mio parere molto approfondito e, per certi versi, corretto. Ho avuto, come altri Consiglieri, un confronto più recente sulle problematiche riguardanti il Piano regolatore di Torino, sulle quali il confronto è stato meno corretto e meno lineare e, ad oggi, credo non siano ancori chiari tutti i termini della problematica, come il Presidente del Consiglio sa.
Credo che questa situazione renda veramente difficile entrare nel merito di una discussione come quella sulla legge sugli IACP e, quindi come altri, non vi parteciperò.
Devo aggiungere che ritengo sbagliata la richiesta di sospendere la discussione di questa legge sulla base del fatto che ci sia una legge in Parlamento che sta maturando. E' peraltro una richiesta che, come ben sa anche l'Assessore, è stata fatta molti mesi fa e che è stata uno dei motivi per cui la legge si è ad un certo punto arenata, per poi ripartire con qualche corsia privilegiata come forse era corretto fare.
Mi riservo, nel merito della questione posta dall'Assessore, di entrare nel merito quando saranno note le motivazioni.



PRESIDENTE

Mi hanno chiesto di intervenire il Consigliere Rabellino ed anche il Consigliere Picchioni. Io mi rifaccio a quanto ho detto all'inizio della discussione del punto all'o.d.g. inerente la legge. Poiché in Conferenza alcuni Gruppi mi avevano anticipato di dichiarare che non intendevano partecipare alla discussione, io ho letto la sospensiva, che dovevo leggere subito a norma di regolamento, perché questa potesse essere accolta e perché devono essere presentate all'inizio della discussione. Ho consentito, secondo quanto convenuto in accordo con i proponenti della sospensiva, di rendere quelle dichiarazioni che erano precedenti alla pregiudiziale. Se la dichiarazione del Consigliere Rabellino attiene a questa categoria, come ho intuito, gli darei la parola. Metterei poi in discussione la pregiudiziale, se non ci sono altri interventi che vogliano dichiarare all'aula la non partecipazione alla discussione per ragioni che non attengono al testo di legge.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Intervengo semplicemente per ribadire l'estrema inopportunità di discutere una legge di questo tipo. Un'inopportunità che è duplice.
Innanzitutto politica, perché, vista la situazione che si è venuta a creare sotto il profilo giudiziario, ritengo estremamente grave che questa legge venga oggi in discussione ad ogni costo. La seconda questione riguarda il merito: sullo IACP non abbiamo ancora le idee molto chiare o comunque le idee sono sufficientemente chiare sotto il profilo giudiziario sulla vicenda dello IACP, per cui ritengo che una legge di questo tipo debba attendere gli sviluppi e le conclusioni della vicenda IACP.
Rimane comunque una perplessità, e mi ricollego all'intervento da me svolto 15 giorni fa, in uno degli innumerevoli dibattiti sulla fiducia a questa maggioranza, soprattutto quando il Presidente Brizio si era espresso con stupore rispetto ai fatti accaduti all'Assessore alla sanitàd erano state ricordate le altre vicende; già allora si sapeva benissimo che la Magistratura stava indagando anche su altri personaggi di questa Giunta.
Oggi abbiamo visto che la Magistratura sta andando avanti, per cui c'è un'ulteriore perplessità sul fatto che si vogliano portare comunque in discussione in aula dei documenti che in Commissione erano stati contrastati.
Nel preannunciare la non partecipazione alla discussione, per stringere i tempi mi esprimo anche in merito alla sospensiva. Sono estremamente contrario alle motivazioni di questa richiesta di sospensiva, perché noi siamo la Regione Piemonte, e se in Parlamento si discute un disegno di legge, la cosa deve riguardarci relativamente, soprattutto nell'ottica di un'autonomia di questo Consiglio regionale, di questa istituzione autonomia che in parte già c'è e che in più occasioni abbiamo richiesto in modo ancora più marcato. Ritengo che appellarci, per sospendere la discussione di un disegno di legge, a quello che sta facendo il Parlamento sia estremamente fuori dalla logica di cambiamento delle istituzioni che sta avvenendo in Italia e che nessuno può ignorare.



PRESIDENTE

Siamo entrati nel merito della sospensiva, che è chiarissima per come l'hanno scritta i due proponenti; il Consigliere Majorino intende comunque illustrarla. Su richiesta dei Consiglieri, ne dò di nuovo lettura: "Richiesta di sospensione della discussione del progetto di legge n.
95. I sottoscritti Consiglieri, visto che è pendente davanti alla Camera la proposta dilegge quadro per l'edilizia residenziale e per il riassetto degli Istituti, chiedono che la discussione della presente legge venga sospesa sino all'approvazione da parte della Camera dei relativi provvedimenti".
Ha facoltà di intervenire il Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Innanzitutto devo chiarire che la decisione del nostro Gruppo di sollevare la questione sospensiva era già maturata dopo che il disegno di legge era stato approvato dalla Commissione a maggioranza e si era deciso di portarlo nell'aula. Devo rilevare che lo stesso relatore di maggioranza si è fatto carico di porre il problema dell'esistenza di due disegni di legge, il n. 658 e il n. 1515, la cui discussione è pendente davanti al Parlamento. Tali documenti consistono in una legge-quadro per l'edilizia residenziale e per il riassetto degli Istituti e più precisamente, come si legge nelle rispettive relazioni al Parlamento, di proposte dirette a rivisitare totalmente l'intervento nel settore dell'edilizia residenziale.
Questa nostra richiesta di sospensiva non può e non deve essere interpretata, come ha fatto il collega Rabellino, perché io ragiono, in questo momento, in termini di sospensiva sulla scorta della legislazione vigente, non sulla scorta di quello che anche auspicabilmente potrà verificarsi in futuro in ordine ad una maggiore autonomia delle Regioni nelle materie ad esse riservate.
Questa discussione davanti al Parlamento è la discussione di una legge quadro, la quale fatalmente (e sarebbe sufficiente, ma non voglio dilungarmi a leggere le numerose normative della legge-quadro) inciderà sull'emananda legge regionale che, se verrà emanata in questi giorni e verrà approvata entro poche settimane con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, si troverà fatalmente in contrasto con la legge nazionale. Si aprirebbe quindi un contenzioso per abrogare implicitamente o esplicitamente la legge regionale, oppure un contenzioso di tipo diverso perché non è da escludere che, anche attraverso un rapido esame di queste normative della legge nazionale, vi sia un'effettiva invasione delle competenze regionali. Sotto questo profilo, a mio avviso, c'era l'opportunità di sospendere la discussione di questa legge regionale fino all'emanazione della legge-quadro nazionale che, in base all'ordinamento attuale, darà i principi fondamentali alle Regioni nelle materie in cui legiferano.
Questa è la motivazione tecnica e fondamentale per la quale noi riteniamo, responsabilmente e non strumentalmente, di dovere insistere per la nostra sospensiva. Però, nel chiudere la motivazione, non posso non esprimere apprezzamento per lo stile e il gesto sul piano umano e politico compiuto dall'Assessore Carletto, il quale come è noto, ci ha preannunciato le dimissioni a fine discussione della legge. Oltreché l'apprezzamento del suo stile e del suo gesto, noi formuliamo, non come formula di stile ma come un sincero augurio, che i chiarimenti dati al Magistrato siano diretti ad una sua uscita dalle note vicende giudiziarie. Tuttavia non posso non sottolineare il senso di disagio che grava su quest'aula nel discutere questa legge a fronte delle preannunziate dimissioni dell'Assessore competente; infine desidero sottolineare che la nostra convinta prospettazione della sospensione potrebbe essere un espediente tecnico fortemente valido per uscire dalla situazione di imbarazzo politico che grava sull'aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Non intendo nel modo più assoluto entrare nella vicenda della quale i giornali hanno parlato in questi giorni, perché attiene alla mia persona e attiene a un segreto istruttorio al quale, ovviamente, sono legato e al quale intendo rimanere legato.
Debbo dire, signor Presidente, che la mia non è stata una non volontà di concludere un lavoro molto lungo e molto faticoso che mi ha visto impegnato in Commissione; infatti, alcune forze politiche - che voglio qui pubblicamente ringraziare - di maggioranza e di opposizione hanno lavorato con me e con la Giunta su questo disegno di legge; in Commissione non abbiamo invece avuto l'opportunità di vedere altre forze politiche, che probabilmente preferiscono tenere atteggiamenti diversi. Ripeto: non è quindi una non volontà di concludere questo lavoro, ed è scritto nel comunicato. Ho messo a disposizione del Presidente della Giunta e del Presidente del Consiglio la mia disponibilità a concludere in aula oggi il lavoro su questo disegno di legge, se l'aula ritiene che ciò sia utile nell'interesse del Piemonte. Quindi io vorrei, per cortesia, che le cose rimanessero in questi termini, perché per quanto mi riguarda sono in questi termini. Se l'aula ritiene che questa legge possa andare in conclusione sono d'accordo e disponibile a concludere il lavoro su questo disegno di legge; se l'aula non ritiene di doverlo concludere, naturalmente prendo atto della sua non disponibilità.
La questione che attiene alla pregiudiziale posta, e sulla quale credo sia giusto dire qualche cosa, è stata oggetto di valutazioni in Commissione in più occasioni. E' noto al Consiglio regionale e alle Regioni che il Parlamento sta preparando due disegni di legge. Uno è di alienazione del patrimonio degli IACP, che è attualmente all'esame del Senato; il secondo è all'esame della Camera. I progetti di legge richiamati dai colleghi Consiglieri che hanno presentato la richiesta di sospensione dell'esame del disegno di legge attengono alla riforma degli Istituti Autonomi Case Popolari.
Dalle notizie che abbiamo - per il lavoro che le Regioni hanno svolto in questi mesi, d'accordo con il Parlamento, quindi in rapporto con la Commissione della Camera e del Senato che si occupano di questi due provvedimenti - il disegno di legge del Ministro Merloni al Senato potrebbe essere approvato nel giro di qualche settimana, al massimo un mese. Questo disegno di legge dovrebbe andare alla Camera e congiungersi con il progetto di legge di riforma degli Istituti; c'è quindi da ritenere che che nel giro di 2-3-4 mesi (queste sono le ipotesi che vengono avanzate) possa intervenire la riforma nazionale.
Il problema è noto: da tempo il Parlamento intende legiferare in questo settore. In Commissione abbiamo avuto occasione con i colleghi di affrontare questo aspetto. Era prevalsa l'opportunità di mandare avanti e quindi concludere l'iter del disegno di legge di riforma degli Istituti per quanto attiene alle competenze regionali, perché naturalmente il disegno di legge si riferisce a competenze regionali e non nazionali; l'ipotesi era quindi di concludere l'iter del disegno di legge così come è stato licenziato dalla Commissione, naturalmente nella speranza che il Parlamento approvi la riforma nazionale. Ciò sapendo che ci può essere anche il rischio che questa riforma, per vicende parlamentari diverse e più ampie, possa anche non concludersi in termini brevi.
D'altra parte, la situazione politica nazionale è sotto gli occhi di tutti e quindi nessuno di noi - credo - né nessuno in Italia è in grado di prevedere la durata di questo Governo e di questo Parlamento. Non tenere conto di questo fatto potrebbe far correre alla Regione Piemonte il rischio di non avere una legge di riforma degli Istituti per le competenze regionali, che invece è molto sentita e che, a mio giudizio, è assolutamente urgente per le questioni che sono note e per una serie di aspetti riorganizzativi dell'Istituto Autonomo Case Popolari del Piemonte contenuti nel disegno di legge. Questi ultimi sono stati in più occasioni oggetto in Commissione di approfondimenti e se si esaminerà la legge potranno naturalmente essere oggetto di confronto anche in quest'aula.
Quindi a me sembra che la pregiudiziale posta dai colleghi abbia sicuramente un fondamento concreto; il problema è quello di sapere se in tempi ragionevolmente brevi il Parlamento sarà in grado di legiferare in questa materia. Nulla vieta naturalmente alla Regione Piemonte (come peraltro hanno fatto alcune altre Regioni) di legiferare in questa materia se intende farlo; anzi, sarà atto dovuto, immediatamente dopo l'approvazione di una legge nazionale in questo settore, adeguare la sua legislazione a quella nazionale. Dico questo per spiegare che non è che approvando una legge regionale noi non siamo tenuti, immediatamente dopo l'approvazione di una legge nazionale, ad adeguarci, anzi! Tra l'altro, noi abbiamo cercato di legiferare su questioni e competenze che ci paiono di squisita attinenza regionale; quindi non penso che le questioni nazionali possano incidere sulle scelte che si fanno attraverso questo disegno di legge.
Concludendo, signor Presidente, rimetto la mia disponibilità a lei e all'aula, pronto a discutere questa legge, se l'aula riterrà di farlo, con ripeto - queste considerazioni che ho voluto rendere non solo a nome della Giunta regionale, ma anche per quanto le Regioni in questi mesi hanno fatto nei confronti avuti con il Parlamento e con il Governo. Grazie.



PRESIDENTE

Per quello che riguarda la mia memoria in ordine a questi problemi, mi risulta che questo tipo di argomentazioni - dell'Assessore e anche dei proponenti della sospensiva - erano già state portate, non soltanto in aula ma anche nella discussione in Commissione.
Mi era stato comunicato che una delle motivazioni per cui questa proposta non era andata avanti era stata anche l'esame al Parlamento dei progetti di legge in itinere; quindi, rispetto alla sospensiva, la discussione non mi è nuova.
Per quello che riguarda la volontà di procedere alla discussione della legge nel suo insieme, il Presidente del Consiglio, nella Conferenza dei Capigruppo, insieme al Presidente della Giunta, aveva raccolto la prevalente volontà dell'aula di procedere. C'erano state delle anticipazioni di alcuni Capigruppo che avevano preannunciato una loro posizione e che qui sono state riportate, secondo quanto è avvenuto nella discussione precedente. Devo quindi dire che, fino a questo momento, non sono stupita di quanto sta avvenendo, che rientra all'interno di una volontà prevalente di discutere in aula la legge licenziata dalla II Commissione. Questo è quanto.
Se non ci sono altri interventi in ordine alla sospensiva, la pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 2 voti favorevoli, 33 contrari e 11 astensioni.
Passiamo pertanto alla discussione generale sulla legge.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bodrero; ne ha facoltà.



BODRERO Antonio

Alle ragioni riferite dal mio Capogruppo per la non partecipazione al voto volevo aggiungerne tre, a titolo personale. La prima è che non ritengo che una maggioranza che ha votato la sanatoria per gli occupatori abusivi di case popolari sia in grado di fare una legge votabile sulle case popolari; la seconda è la votazione della stessa maggioranza a favore di costruzioni edilizie per gli zingari, senza tener in debito conto il gravissimo problema degli zingari.
A questo proposito, informo di essere stato aggredito vicino alla sede del Consiglio da tre giovani zingare che volevano derubarmi; naturalmente mi sono difeso ed è andata a finir bene.



PRESIDENTE

Per le zingare o per lei?



BODRERO Antonio

Per me; le zingare si saranno rifatte con qualcun altro: mi dispiace per quel qualcun altro.
Infine, poiché si intende affermare la vendibilità di alloggi di case popolari contro il criterio fondamentale istitutivo delle medesime, che non era certo quello di venderle ma di lasciarle ai più poveri contribuenti questa è la terza ragione per la non partecipazione al voto.



PRESIDENTE

Poiché non vi sono altri interventi di carattere generale, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 33 voti favorevoli 25 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 33 voti favorevoli 25 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Emendamenti presentati dall'Assessore Carletto: 1) all'art. 3, dopo il comma quarto, è aggiunto il seguente comma: "5. Il personale degli IACP, come ridenominati al comma primo continua ad operare presso le ATC" il comma quinto viene numerato con il numero "6".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 8 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
2) All'art. 3 è aggiunto il seguente comma: "7. I Comuni con popolazione inferiore a 10 mila abitanti devono affidare alle ATC la gestione del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica realizzato o acquisito con finanziamenti a totale carico o con il contributo dello Stato o della Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 8 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione dell'art. 3 così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 33 voti favorevoli 25 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dall'Assessore Carletto: 3) all'art. 4 è aggiunto il seguente comma: "4. Le ATC svolgono inoltre, per conto e nell'interesse della Regione, attività di vigilanza in materia di contabilizzazione delle spese inerenti allo svolgimento dei piani realizzati dai Comuni con fondi depositati presso la Sezione Autonoma della Cassa Depositi e Prestiti e di rendicontazione dei canoni di alloggi di edilizia residenziale pubblica amministrati direttamente dai Comuni, e ciò ai fini degli adempimenti previsti dall'art. 10 del DPR 30/12/1972, n. 1036 e dall'art. 25 della legge 8/8/1977, n. 513".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 8 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Non essendovi interventi, si proceda alla votazione dell'art. 4, così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 33 voti favorevoli 25 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 33 voti favorevoli 25 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Emendamento presentato dai Consiglieri Cavallera, Marchini e Rossa: 4) all'art. 6, comma terzo, è abrogata la lettera c) e il testo della lettera b) è sostituito dal seguente: "b) quattro membri nominati dal Consiglio provinciale dei quali uno su proposta delle organizzazioni provinciali degli imprenditori industriali, uno scelto fra i nominativi designati dalle Organizzazioni sindacali provinciali più rappresentative dei lavoratori dipendenti, uno fra i nominativi designati dalle associazioni provinciali più rappresentative degli assegnatari, uno tra i nominativi designati dalle Organizzazioni sindacali provinciali più rappresentative dei lavoratori autonomi".
Ha chiesto la parola il Consigliere Rivalta; ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Chiedo ai presentatori di illustrare la ragione di questo emendamento visto che su questa questione in Commissione avevamo discusso e avevamo anche ricevuto la sollecitazione, da parte delle Organizzazioni sindacali a non essere presenti nei Consigli di amministrazione.



PRESIDENTE

La richiesta mi sembra legittima, vista la premessa.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

La proposta viene anche in conseguenza delle discussioni che si fanno progressivamente, nella Commissione Nomine e anche quando ci si incontra in sede di Capigruppo o nei "pour parler" del Consiglio. Tiene anche in considerazione una rimeditazione della necessità o meno della presenza di certi soggetti all'interno di questi Consigli di amministrazione. La motivazione fondamentale, quella principale, penso sia quella che, in qualche modo, decide una volta per tutte la delega alle Province in ordine all'effettuazione di queste nomine, per cui con questo disegno di legge viene rimarcato il ruolo di vigilanza attribuito alla Regione e per esso alla Giunta regionale e di contro la Regione. Mentre da un lato si accentua questo ruolo di vigilanza e di controllo, di indirizzo e programmazione dall'altro lato si lascia alla realtà locale - tenendo conto anche degli orientamenti della legge n. 142 - la presa d'atto delle designazioni delle varie organizzazioni di categoria. E' chiaro che se noi avessimo lasciato i cosiddetti "politici" in rappresentanza del Consiglio regionale probabilmente la discussione poteva essere diversa e magari portare anche a delle conclusioni di tipo diverso. Nel momento in cui, invece, si identificano dei rappresentanti di categoria, penso che la questione possa essere compresa da tutti i colleghi, nel senso che si può tranquillamente fare meglio in sede locale quello che con procedure più farraginose a volte viene svolto in questa sede, quando si tratta di prendere solamente atto di designazione di altri soggetti. E' comunque confermata la nomina da parte dei Consigli provinciali dei loro classici tre rappresentanti in seno allo IACP. C'era prima e resta adesso. Ha ragione il Consigliere Rivalta: è solamente una rimeditazione in ordine alla necessità di certe presenze. Il Consiglio regionale si spoglia comunque di una nomina, e sotto questo profilo iniziamo un processo di revisione che probabilmente andrà portato avanti anche successivamente in altri settori; nel contempo, però, si rafforza il ruolo di controllo, programmazione e indirizzo e vigilanza della Giunta regionale con tutte le norme che sono presenti nell'articolato. Come proponenti, siamo in attesa di un giudizio da parte della Giunta regionale in ordine a questa proposta.



PRESIDENTE

Le motivazioni sono state portate.
La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Esprimo adesione a questo emendamento, perché mi sembra ben fatto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Carletto; ne ha facoltà.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

La posizione della Giunta su questo emendamento è di non contrarietà nel senso che in Commissione abbiamo discusso parecchio - i colleghi lo ricorderanno - della composizione del Consiglio di amministrazione dell'Istituto. Eravamo partiti con l'idea di snellirlo e di eliminare in modo drastico tutte le presenze al di fuori delle designazioni fatte dai Consigli provinciali e dalle Regioni, quindi togliendo, come sono stati tolti, i rappresentanti dei Ministeri, delle Organizzazioni sindacali degli assegnatari e degli imprenditori, limando quasi completamente le presenze esterne. In Commissione, alla fine del dibattito, è emersa, da parte di alcune forze politiche, la preoccupazione di avere un Consiglio di amministrazione esclusivamente composto da rappresentanti dei partiti politici, e che quindi si passasse ad una stagione nella quale nei Consigli di amministrazione sedessero solo i rappresentanti delle istituzioni (e quindi dei partiti) e non i rappresentanti dei vari soggetti che direttamente o indirettamente, sono interessati: i lavoratori sono interessati perché pagano la Gescal, gli assegnatari sono interessati perché sono quelli che vivono queste case, gli imprenditori sono interessati perché collaborano anch'essi. C'era questa preoccupazione; alla fine si è venuti in aula con la formulazione che è sotto gli occhi dei colleghi e questo emendamento riprende, riducendo - mi pare di capire questa è l'interpretazione che dò io - la rappresentanza istituzionale politica, ed esaltando di più la rappresentanza delle categorie dei vari soggetti che, in un modo o nell'altro, hanno a che fare con gli Istituti con il loro patrimonio e con le risorse che concorrono a far costruire questo patrimonio. Da questo punto di vista, signora Presidente - ripeto annuncio la non contrarietà della Giunta a questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Faccio rilevare nuovamente che le Organizzazioni sindacali hanno chiesto di non essere più presenti in questi Consigli di amministrazione.
Da parte nostra, avevamo obiettato alle Organizzazioni sindacali il fatto che loro erano lì in rappresentanza dei lavoratori, i quali sono quelli che attraverso i contributi, le trattenute sulla busta paga, determinano il monte dei finanziamenti per l'edilizia residenziale pubblica. Nonostante questo, ci era stato ribadito che la loro presenza era ritenuta non solo inutile, ma, in qualche misura, persino compromettente, visto che il loro peso in quei Consigli di amministrazione era pressoché nullo. Non so se questo era riferito al comportamento di alcuni IACP dove, dalle cose avvenute ripetutamente in quegli Istituti, si era palesato che le presidenze dei Consigli di amministrazione comprimessero il dibattito nei Consigli di amministrazione. Non so se dipende da questo oppure da una ragione di principio più generale. Pertanto, nel dibattito in Commissione mi sono attenuto alla volontà dei soggetti. Se questo Consiglio decide di accettare l'emendamento e quindi di non tener conto della posizione assunta dai soggetti indicati nell'emendamento, si porrà il problema della loro partecipazione effettiva; ultimamente le rappresentanti sindacali non partecipavano al Consiglio di amministrazione dell'IACP di Torino. Pu succedere che questo avvenga ancora in futuro, ma, al di là di questo, la Giunta accetta questo emendamento, non vado oltre nella discussione.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Consigliere Rivalta, la interrompo brevemente per un chiarimento.
Corrisponde assolutamente al vero la sua affermazione secondo la quale ci sono Organizzazioni sindacali che hanno dichiarato di non voler più partecipare al Consiglio di amministrazione; però, dalle notizie acquisite nei mesi scorsi, questa è la posizione molto precisa della CGIL. Dalle notizie che ho, anche nazionali, pare invece che anche UIL e CISL siano d'accordo a partecipare. Debbo dire, per la verità, che qui è previsto un solo rappresentante e non tre, come avevamo indicato l'altra volta (CGIL.
CISL e UIL), per cui si devono mettere d'accordo.



RIVALTA Luigi

Prendo atto dell'atteggiamento favorevole della Giunta e della maggioranza all'emendamento presentato.
Lascio al futuro di chiarire questa questione. Se si chiarirà con la partecipazione, bene; io non sono mai contrario alla partecipazione, anzi vedo con timore e denuncio che nel nostro Paese si sta andando avanti qualsiasi cosa succeda, con una riduzione della partecipazione e della vita democratica, quindi in questo senso lasciamo al futuro. Ho però fatto questa premessa per porre un'altra questione: se viene accettato l'emendamento, il Consiglio regionale perderà quel pur tenue rapporto che aveva con l'operato del Consiglio di amministrazione e che era rappresentato dai due membri nominati dal Consiglio regionale, uno dei quali della minoranza. E' un rapporto tenue che non si attua quasi mai sul piano dei rapporti istituzionali, ma che, in qualche modo, si mantiene sul piano politico.
Per esempio, la mia parte politica, periodicamente o di fronte a problemi che emergono, di volta in volta sente i propri rappresentanti nominati nei Consigli di amministrazione. Si perde quindi quel tenue rapporto, almeno sul piano politico o politico-istituzionale, attraverso il Gruppo, non attraverso l'istituzione in quanto tale. Pertanto, essendomi reso conto di questa situazione, ho presentato di corsa un emendamento con il quale propongo che tutti i membri del Consiglio di amministrazione di queste agenzie, annualmente, facciano pervenire alla Giunta regionale una relazione sull'attività del Consiglio, secondo il loro parere: non la relazione ufficiale, ma le loro valutazioni sull'attività e sull'operato dell'agenzia e del Consiglio di amministrazione. Queste relazioni (saranno delle schede, qualche semplice indicazione che tutto va bene) dovranno essere allegate a quel rapporto annuale, che io ritengo sia un fatto positivo, richiamato all'art. 2, comma terzo, ove si dice che ogni anno la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale un rapporto sullo stato di attuazione degli interventi di gestione del patrimonio edilizio pubblico nonché altre considerazioni. Credo che sia quello il luogo dove vanno allegati i pareri dei membri del Consiglio di amministrazione; tra l'altro è anche una maniera per responsabilizzarli nella partecipazione ai Consigli di amministrazione, sapendo che alla fine dell'anno dovranno trarre qualche valutazione sull'attività dell'agenzia.



PRESIDENTE

Se ho capito bene, dopo l'approvazione o meno dell'emendamento presentato dai Consiglieri Rossa, Cavallera e Marchini, il Consigliere Rivalta richiede la messa in votazione dell'emendamento che ha test illustrato?



RIVALTA Luigi

Sì.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Sono d'accordo con le considerazioni fatte dal collega Rivalta. E' un rischio che occorre valutare, bene ha fatto lui a ricordarcelo, cioè che la Regione perde i suoi rappresentanti nel Consiglio di amministrazione e quindi viene a mancare quel collegamento seppur tenue che in passato abbiamo avuto (non sempre per la verità utile e produttivo nel senso dell'informazione, ma questo lo lasciamo alla responsabilità delle persone) e che potrebbe essere utile. Per contro, c'è l'altra tesi che sostiene di uscire, proprio come scelta istituzionale, dai Consigli di amministrazione visto che noi abbiamo il dovere di vigilanza, di controllo e di indirizzo sull'attività degli Istituti; ciò per lasciare che si "provincializzino" completamente attraverso designazioni di livello provinciale (penso all'altro emendamento) e poter quindi svolgere il nostro ruolo di controllo.
In questo spirito, sono d'accordo con l'emendamento presentato dal Consigliere Rivalta; propongo però una piccola modifica. I tecnici mi hanno suggerito che l'emendamento andrebbe inserito, se i colleghi che lo hanno presentato fossero d'accordo, come nuovo ultimo comma; si tratterebbe quindi di un emendamento aggiuntivo all'art. 6, comma nono. Inoltre anziché chiedere che ogni membro faccia la sua relazione, poiché c'è la questione dei soggetti (anche se non sarà facile vedere chi è di maggioranza e chi è di opposizione, perché io non so se un rappresentante sindacale sarà di maggioranza o meno, quindi svuotiamo un po' di significato politico questo), propongo di scrivere, sempre dopo essermi consultato coi miei funzionari: "Il Consiglio di amministrazione è tenuto a presentare alla Giunta regionale una relazione di valutazione, anche dei singoli componenti, dell'attività e dell'operatività dell'agenzia". Cioè a dire, una relazione del Consiglio di amministrazione che può essere integrata da valutazioni dei singoli componenti, i quali possono mettere a margine delle cose, se lo ritengono. Mi sembra una cosa meno dispersiva perché arrivare con tante relazioni quanti sono i componenti probabilmente non è neanche utile e produttivo. Pertanto l'emendamento, se i colleghi sono d'accordo, potrebbe essere il seguente: "Il Consiglio di amministrazione è tenuto a presentare alla Giunta regionale una relazione di valutazione, anche dei singoli componenti...".



RIVALTA Luigi

Anche con specificazione dei singoli componenti.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Va bene: "anche con specificazione dei singoli componenti dell'attività e dell'operatività dell'agenzia". In questo senso, quindi accogliamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Consigliere Rivalta, è d'accordo?



RIVALTA Luigi

Solo per un problema di scorrevolezza lessicale, proporrei di scrivere: "anche con specificazione dei singoli componenti".



PRESIDENTE

D'accordo; raccogliamo comunque il nuovo testo formulato dall'Assessore.
Passiamo pertanto alla votazione degli emendamenti presentati.
La parola al Consigliere Rivalta per dichiarazione di voto.



RIVALTA Luigi

Su questo emendamento, presentato dal Consigliere Cavallera, ci asterremo per un semplice motivo: in Commissione, in qualche modo c'eravamo impegnati, con le Organizzazioni sindacali, ad accettare la loro posizione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 7 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Monticelli e Bortolin: 5) all'art. 6, ultimo comma, aggiungere: "Il Consiglio di amministrazione è tenuto a presentare alla Giunta regionale una relazione di valutazione, anche con specificazioni dei singoli componenti, delle attività e dell'operatività dell'Agenzia. La relazione è allegata al rapporto di cui al comma terzo dell'art. 2".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Monticelli e Marengo: 6) all'art. 6, comma ottavo, dopo le parole "Revisori dei Conti" aggiungere le parole: ", eletti dal Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

L'emendamento nasce da una nostra richiesta di riportare l'elezione dei Revisori dei Conti al Consiglio regionale, per riporre in capo allo stesso la responsabilità della designazione dell'organo di controllo dell'attività dei Consigli di amministrazione.
In questo senso, ci pare giusto, ed accettiamo, che il Consiglio regionale non nomini più Consiglieri di amministrazione nell'Agenzia mentre ci pare altrettanto necessario che il Consiglio regionale sia responsabile della funzione di controllo amministrativo che svolge il Collegio sindacale. Inoltre, ci pare giusto che in quest'azione di controllo, il Consiglio nel suo complesso, e quindi anche le minoranze possano partecipare alla designazione, salvo poi il fatto che la nomina la faccia il Presidente della Regione, come rappresentante verso l'esterno della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Sono d'accordo con l'emendamento. Stavo verificando con i collaboratori se "eletti" è termine idoneo; probabilmente è meglio dire "indicati" dal Consiglio regionale.
Lascerei la nomina alla Giunta regionale, ma su indicazione del Consiglio. La Giunta regionale predispone il provvedimento di nomina del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale; le designazioni ci pervengono dai Consigli provinciali e da vari altri soggetti, mentre la Regione predispone il provvedimento di nomina.



PRESIDENTE

Si raggiunge però lo stesso risultato, Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Certo. Potremmo usare il termine "designati".



PRESIDENTE

La designazione deve avvenire attraverso un'elezione del Consiglio dopodiché la Giunta ne prende atto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

La Giunta è d'accordo con il termine "designati".



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 6, così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 33 voti favorevoli 33 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 33 voti favorevoli 33 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
ART. 8 Emendamento presentato dall'Assessore Carletto: 7) all'art. 8, comma quarto, eliminare: "1".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art. 8, così emendato, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
ART. 10 Emendamento presentato dall'Assessore Carletto: 8) all'art. 10, primo comma, cancellare le parole "di seconda qualifica".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Con il nuovo provvedimento sulla funzione pubblica non c'è più distinzione fra I e II qualifica dirigenziale: ci sono solo più dirigenti.
L'emendamento è in funzione dell'applicazione della legge.



PRESIDENTE

Si tratta, quindi di un adempimento di legge: è un fatto tecnico.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli. (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 10, così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 12 è approvato.
ART. 13 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 13 è approvato.
ART. 14 Emendamento presentato dall'Assessore Carletto: 9) l'art. 14 è sostituito dal seguente: "Art. 14 - Uffici, piante organiche, mobilità ed accessi.
1. Le ATC, in attuazione del Decreto Legislativo 3 febbraio 1993 n. 29, provvedono a dare attuazione alle norme ivi contenute nel termine di centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Questo emendamento è stato proposto perché è entrato in vigore il Decreto legislativo per la funzione pubblica. Infatti, non possiamo più disciplinare le piante organiche come previsto in Commissione, secondo la vecchia normativa, ma dobbiamo adattarci alla nuova norma; concediamo pertanto questo periodo per l'adeguamento, e vi dovranno provvedere sia la Regione sia gli Istituti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 14, così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 18 è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 19 è approvato.
ART. 20 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 20 è approvato.
ART. 21 Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Buzio e Bortolin: 10) all'art. 21, comma secondo, punto c), sopprimere la frase: "su proposta dell'Assessore delegato all'edilizia residenziale pubblica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Emendamento presentato dall'Assessore Carletto: 11) la lettera d) del comma secondo dell'art. 21 è sostituita dalla seguente: "d) tre esperti nelle materie tecniche e giuridiche riguardanti le opere pubbliche, scelti dalla Giunta regionale su designazione degli ordini professionale di ciascuna provincia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 21, così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 23 è approvato.
ART. 24 Emendamenti presentati dall'Assessore Carletto: 12) all'art. 24, il secondo comma è sostituito dal seguente: "2. Con la delibera di scioglimento vengono nominati, per la provvisoria gestione dell'ente, uno o più commissari scelti fra dirigenti della Pubblica Amministrazione".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Questo è un emendamento necessario per coerenza a comportamenti che abbiamo tenuto a proposito dello IACP di Torino.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 12).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
13) All'art. 24, comma terzo, dopo le parole "Entro i successivi centottanta giorni", aggiungere le parole ", salvo quanto disposto al comma quarto".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

A giudizio della Giunta regionale si prescinde dal termine indicato nel terzo comma, ove i fatti che hanno determinato lo scioglimento degli organi di amministrazione delle ATC richiedano per la loro ricostituzione un tempo superiore a mesi sei. Sostanzialmente, nel disegno di legge si prevedeva che entro sei mesi fossimo tenuti a rinominare i Consigli di amministrazione; con questi due emendamenti noi consentiamo, in casi particolari, che dovrà valutare la Regione, che il commissariamento duri più a lungo, e vada pertanto oltre i sei mesi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 13).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
14) All'art. 24 aggiungere, dopo il comma terzo, il seguente comma quarto: "4. A giudizio della Giunta regionale si prescinde dal termine indicato nel comma terzo ove i fatti che hanno determinato lo scioglimento degli organi di amministrazione delle ATC richiedano, per la loro ricostituzione un tempo superiore a mesi sei".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Si proceda ora alla votazione dell'art. 24, così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 24 è approvato.
ART. 25 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 26 è approvato.
ART. 27 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 27 è approvato.
ART. 28 Emendamento presentato dall'Assessore Carletto: 15) all'art. 28, dopo il comma primo, aggiungere il seguente comma secondo: "2. Il termine di cui al comma primo non è da considerarsi per gli inquadramenti delle figure professionali operati dagli IACP a seguito dell'applicazione dell'art. 34 della L.R. 23/4/1990, n. 36, sulla disciplina dello stato giuridico e del trattamento economico del personale regionale prevista dal contratto nazionale di lavoro 1988/1990" il comma secondo viene numerato con il numero "3", inserendo dopo la parola comma "1" le seguenti parole: "escluse quelle di cui al comma secondo" il comma terzo viene numerato con il numero "4".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Abbiamo ritirato il vecchio emendamento e lo abbiamo sostituito con il seguente: "Il termine di cui al primo comma non è da considerarsi per gli inquadramenti delle figure professionali operati dagli IACP a seguito dell'applicazione dell'art. 34 della legge 23/4/1990, n. 36 sulla disciplina dello stato giuridico del trattamento economico del personale regionale, prevista dal contratto nazionale di lavoro 1988/1990".
Ci sono poi delle sostituzioni di numerazione di commi ed è un fatto tecnico; questo emendamento significa che consentiamo agli istituti, se lo ritengono, di poter sanare alcune altre questioni, oltre a quelle che sono aperte antecedenti al 30/8/1989. Questa è una scelta che a me pare assolutamente indispensabile, anche nell'interesse dei lavoratori.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 15).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
Si proceda alla votazione dell'art. 28, così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 34 voti favorevoli 26 astensioni 8 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
L'art. 28 è approvato.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Prima della dichiarazione di voto, volevo far presente alla Presidenza che all'art. 20 c'è scritto che la Regione, attraverso la Giunta regionale esercita la vigilanza sulle agenzie finalizzata all'accertamento della legittima produttività. Questa dizione non è chiara; pertanto propongo di sostituire "legittima produttività" con la parola "produttività", in quanto la produttività si presume legittima.



PRESIDENTE

L'accertamento è sulla produttività, perché la legittimità è d'obbligo.
Va bene, lo diamo come modifica di coordinamento.
E' terminato l'esame dell'articolato.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Non siamo intervenuti nella discussione generale per il fatto che questa legge è stata a lungo nella Commissione, dal 1991 fino ad oggi anche se per un'interruzione non breve è stata accantonata in Commissione abbiamo avuto modo di discuterne ampiamente e di portare in quella sede contributi in parte accolti dalla Commissione stessa e, quindi unanimemente ritenuti positivi.
Si presenta per me l'esigenza di chiarire, non avendo svolto l'intervento generale, la motivazione della nostra astensione su questa legge. Non abbiamo votato contro nessun articolo; ci siamo astenuti e a qualche articolo abbiamo votato favorevolmente. Ci siamo astenuti, perch abbiamo considerato questa legge necessaria e siamo stati sollecitatori in questo credo anche aiutando l'Assessore nel portare avanti la legge della ripresa della discussione nella Commissione regionale. L'abbiamo considerata necessaria e ne abbiamo sollecitato la discussione, perché già all'inizio dell'anno scorso, quando abbiamo chiesto che si riprendesse l'esame, da quei tenui raccordi che avevamo con il Consiglio di amministrazione dello IACP di Torino avevamo segnali che fosse necessario intervenire a modificare l'assetto, la struttura e il comportamento degli IACP.
La fiducia che, in qualche modo, avevamo riposto allo IACP di Torino nel 1985, dopo il primo scandalo, è stata mal riposta; quindi, dopo il secondo scandalo, in previsione che qualcosa sarebbe pur successo, e comunque in presenza di una situazione in cui la gestione appariva non controllata, abbiamo ritenuto necessario non fidarci oltre e sollecitare una legge regionale.
Pur sentendo l'esigenza di una legge di questo tipo, ci siamo astenuti perché gli IACP avrebbero bisogno di una riforma ben più profonda, incisiva e capace di eliminare una serie di difficoltà di fondo che essi hanno nell'affrontare il problema della produzione dell'edilizia residenziale pubblica e della loro gestione.
Nonostante le Regioni abbiano avuto competenza in materia, diamo atto dell'impossibilità per le Regioni stesse di promuovere una riforma radicale degli IACP. Aggiungo che, se anche fosse ammissibile modificare drasticamente la situazione degli IACP, introdurre una riforma radicale anche con il loro scioglimento per assumere un atteggiamento estremo (se fatto autonomamente per iniziativa delle Regioni e accettato), questo comporterebbe per la Regione un'assunzione piena di responsabilità economico-finanziaria non solo per il futuro, ma anche per il pregresso cosa che io credo questa Regione, come nessun'altra, potrebbe sopportare stanti già le generali difficoltà economiche in cui versano. Questo non potrebbe comunque essere l'atteggiamento di una sola Regione nel nostro Paese; dovrebbe essere un atteggiamento generale e concordato.
Se la Regione Piemonte si fosse mossa con una radicale riforma dello IACP, si sarebbe assunta singolarmente delle responsabilità e avrebbe, in qualche modo, anticipato un'autonoma possibilità di riforme, sgravando il livello nazionale, che pur responsabilità ne ha tante sulla storia degli IACP, di ogni ulteriore impegno.
La riforma quindi è insufficiente; le Regioni probabilmente non potevano formalmente apportare modifiche più integrali e probabilmente, dal punto di vista politico, in questo momento non sarebbe stato neppure opportuno. Noi dobbiamo rivendicare una legge di riforma nazionale.
Questa legge, quindi, introduce una mini-modifica, una mini-riforma; di qui la ragione della nostra astensione: una considerazione di limiti politici e formali, a cui abbiamo in qualche modo aderito, che impedisce di fare tutto quello che si dovrebbe.
Non metto qui in discussione che cosa si dovrebbe fare; al Parlamento e alle Camere è in corso un lungo esame di questa materia che ha costretto ad una lunga attesa e che, probabilmente, si prolungherà ancora, perch nonostante quanto ci ha detto l'Assessore Carletto, la situazione del Parlamento è tale che forse neppure questa riforma degli IACP verrà avanti in breve; di qui un'ulteriore ragione per fare questa mini-riforma a livello regionale.
Considero inoltre che questa proposta di riforma, che raccoglie e unifica le varie proposte che erano presenti nel Parlamento nazionale, sia davvero brutta e insufficiente, così come quella nazionale. Non entro più di tanto nel merito, perché non è questa la sede.
Voglio invece rilevare gli aspetti positivi che hanno fatto sì che ci astenessimo nella votazione di quasi tutti gli articoli e che fanno sì che ci asterremmo nella votazione finale della legge. Ci sono alcuni elementi molto formali che indicano un'intenzione e una volontà. Uno è quello del cambiamento di nome, che in questa legge è più nominalistico che operativo ma che certo sottolinea il fatto che gli IACP devono diventare delle agenzie e non semplicemente delle strutture che attuano una politica che altri gli indicano, fornendogli tutti i finanziamenti necessari; indica il fatto che queste strutture devono diventare delle agenzie capaci di operare anche la ricerca di finanziamenti, ampliando pure il campo della loro azione.
In qualche modo scompare, almeno nel titolo, la dizione di autonomia Istituti autonomi - che è stato uno dei principi su cui sono state bloccate le Regioni, dal DPR n. 616 del 1977 in avanti, nel promuovere riforme autonome locali. A livello del CER. dove sono rappresentate le Regioni, da parte degli Istituti Autonomi e dell'Associazione degli Istituti Autonomi e dell'ANIACAP, è sempre stata sollevata una barriera, appoggiata dai Ministeri contro ogni posizione delle Regioni di modifica del rapporto di completa autonomia che gli Istituti Autonomi hanno sempre avuto e che continuavano a rivendicare.
A me pare importante che questa dizione di autonomia scompaia. La questione è formale, ma in qualche modo indica che il rapporto deve cambiare: da un lato devono diventare delle agenzie e, in quanto capaci di operare, si possono assumere ruoli autonomi; ma nella misura in cui non sono capaci di operare liberamente sul territorio di loro competenza e non solo di loro competenza e di agire anche sul mercato finanziario, questo rapporto di autonomia non è più accettabile, e sotto questo profilo la scomparsa dell'indicazione "autonomo" mi pare indichi l'inizio di un processo che deve poi attuarsi.
E' mantenuto il principio dell'ente non economico che, in qualche modo contraddice con il principio dell'agenzia. Per parte mia, è comunque chiaro che sarà possibile abbandonare un'operatività non economica degli Istituti che oggi diventeranno agenzie per la Regione Piemonte nel momento in cui per altra via si risponderà - e qui la responsabilità non può che essere anche e soprattutto nazionale al problema sociale della casa. Tale problema deve essere risolto per altra via e, a quel momento, le nostre agenzie potranno assumere una caratterizzazione economica; è però prioritaria la risposta che verrà data alla funzione sociale degli Istituti Autonomi Case Popolari.
Con questo rivaluto positivamente, nonostante tutto quello che è successo, la grande funzione sociale che gli Istituti Autonomi Case Popolari, creati all'inizio di questo secolo, hanno svolto nel nostro Paese. Mi chiedo cosa sarebbe successo se non ci fosse stata una struttura del tipo di quella dell'Istituto Autonomo Case Popolari nel grande crescere della domanda della casa e nel grande mescolamento migratorio che c'è stato nel nostro Paese.
Di positivo c'è lo scioglimento del Consorzio. Il Consigliere Cavallera ha già detto i limiti di questo Consorzio, l'assoluta non risposta del Consorzio alle aspettative che in esso erano riposte, le incongruità addirittura di strutture, di apparato amministrativo.
Altro elemento positivo è il rapporto sullo stato dell'attuazione degli interventi, che l'art. 2 introduce al comma secondo. Il problema della casa non è più visto estemporaneamente di volta in volta, in ragione dei finanziamenti erogabili o in ragione di fatti anomali, ma in questa Regione diventa un impegno annuale di esame da parte del Consiglio regionale, che riguarda sia l'operatività di queste agenzie sia l'andamento del fabbisogno della casa, che è una questione quasi sempre misteriosa, presente massicciamente per i fenomeni sociali che manifesta, ma che non è mai stata esaminata dal punto di vista quantitativo e qualitativo in termini scientifici.
C'è una possibile nuova territorializzazione degli Istituti Autonomi.
All'art. 3, comma terzo, viene introdotto il principio che le agenzie operano su piano provinciale o su altre dimensioni territoriali che il Consiglio regionale può deliberare. Questo mi sembra estremamente positivo, intanto perché modifica la situazione attuale, l'Istituto Autonomo Case Popolari di Torino. Infatti, questo "carrozzone" (lo metto fra virgolette, anche se la realtà di questo decennio ci ha mostrato che è stato davvero un carrozzone, che questi istituti sono elefanti probabilmente anche oggettivamente difficili da gestire) può essere scomposto in più aree, per cui si può riprendere il discorso dell'agenzia per il Pinerolese o per l'Eporediese, scomporre l'agenzia stessa che riguarda l'area metropolitana torinese e darle delle dimensioni operative che possano risultare più accessibili a un corretto controllo, a un corretto operare di chi voglia, con buona volontà, operare.
Questo mi sembra estremamente positivo ed è una delle ragioni per cui noi consideriamo questa miniriforma apportatrice di qualche elemento di cambiamento, di qualche messa in moto di una dinamica di modifica degli Istituti Autonomi Case Popolari. Un altro elemento positivo è il fatto che questi Istituti Autonomi - questa agenzia era stata una nostra richiesta possano operare al di fuori dello stesso loro territorio di competenza ingenerando, come enti non economici e sulla base della situazione attuale una qualche concorrenzialità, di produttività per esempio, ai fini della meno lenta attuazione dei programmi e della possibilità di corrispondere a situazioni di difficoltà di realizzazione e di attuazione dei programmi.
Richiamo poi ancora che all'art. 4, comma secondo, c'è forse un'insufficiente delimitazione dei compiti a cui devono provvedere queste agenzie. Insufficiente, nel senso che avrebbe potuto esserci una dizione più analitica, come peraltro qualcuno aveva suggerito e lo stesso Consorzio intercomunale torinese aveva fatto; poteva essere delineata una competenza in modo più preciso. Si sottolinea comunque l'importanza del loro intervento per l'incremento della produzione di abitazioni, per il recupero e la conservazione del patrimonio edilizio. In questo modo, viene sancito dalla legge un modo di comportarsi da parte della Regione Piemonte, che ormai è presente da 15 anni; la legge lo richiama, lo sancisce, in qualche modo credo ne incrementi l'impegno, attraverso processi di riqualificazione urbana che ci sembrano necessari (in genere gli IACP si muovono semplicemente per realizzare delle case), per cui questa riqualificazione urbana ci sembra importante.
Ci sembra inoltre importante la partecipazione di questa agenzia a consorzi misti per la formazione, attuazione e gestione dei programmi. E' un'apertura che va nel senso di dare corpo alla figura dell'agenzia; infine ci pare anche importante che queste agenzie possano assumersi dei compiti affidati loro dagli enti locali, non solo in materia di edilizia residenziale, ma anche in materia urbanistica (i piani esecutivi) e a riguardo di altre opere pubbliche.
Recuperiamo dunque una funzione che questo Consiglio regionale aveva attribuito alla STEF. Il Presidente Brizio e l'Assessore Carletto lo ricorderanno: avevamo attribuito alla STEF il compito di essere un'agenzia nel campo dell'attuazione delle opere pubbliche. Poi, per l'opposizione liberistica, impersonata in questo Consiglio regionale dal Consigliere regionale Bastianini, che aveva sollevato le barriere contro la possibilità che una società per azioni a partecipazione pubblica potesse operare nel senso di essere la mente e il braccio di presenza della Regione nel controllare, nel fare esperimento nel campo dell'attuazione di opere pubbliche, aveva fatto abbandonare questa funzione, fino ad arrivare alla morte della STEF.
In questo art. 4, comma terzo, vedo una nemesi di quello che io ho considerato un insipiente e interessato atteggiamento di categoria professionale e imprenditoriale, espresso allora contro la società pubblica STEF. Sotto questo profilo, sono positivamente disposto a vedere queste agenzie operare anche come strumenti di azione nel campo della realizzazione delle opere pubbliche e della progettazione (anche urbanistica) come dei normali, professionali organismi a cui gli enti locali commettono dei lavori; anche questo mi sembra estremamente positivo.
La nostra astensione è quindi proiettata ad una valutazione favorevole di questa legge per le ragioni non di poco conto, secondo me, che essa contiene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Gentile Presidente e colleghi, partirei proprio dalle conclusioni del Consigliere Rivalta per dire che mi pongo su posizioni completamente diverse. Secondo me è estremamente grave, o per lo meno estremamente preoccupante e potenzialmente pericoloso, continuare ad affidare agli enti pubblici le discrezionalità in questo campo.
Non siamo nati ieri e tutti abbiamo assistito anche recentemente alle vicende degli IACP; non possiamo quindi non renderci conto che, finché non sono chiare fino all'ultimo punto e fino all'ultima virgola le competenze gli obblighi e soprattutto i limiti con cui si può intervenire in questo settore, rischiamo veramente di creare delle altre strutture che si portano dietro i germi dell'infezione che hanno portato gli IACP alla situazione in cui oggi si trovano. Non dobbiamo dimenticare che gli errori del passato devono pur servire, per lo meno a cercare di non commetterne più per il futuro.
In questo settore - e non soltanto a livello piemontese ma anche a livello nazionale - le ingerenze politico-partitiche l'hanno fatta, in questi decenni e soprattutto in questi ultimi anni, da padroni. In definitiva, ci siamo trovati con delle strutture indebitate per centinaia di miliardi e non si trovano, o non si vogliono trovare, i responsabili. Ci siamo trovati - e qui parlo specificatamente del Piemonte - con una pessima gestione dell'ente, e non si sono voluti trovare i responsabili; ci siamo trovati con dei delegati della Regione all'interno della gestione dello IACP, ma non siamo andati a chiedere a queste persone che cosa abbiano o non abbiano fatto, se si siano opposte o no ad una gestione IACP non soltanto estremamente passiva dal punto di vista economico, ma anche sostanzialmente inefficiente nel rapporto costi-benefici, cioè miliardi della collettività contro la realizzazione degli immobili o la loro manutenzione o comunque la loro gestione.
La normativa proposta oggi non va però a risolvere questi problemi. Io voglio dare un giudizio il più possibile obiettivo. Dico che la situazione che verrà ora a delinearsi è migliore di quella precedente, ma non risolutiva, e non risponde a quelle che sono le necessità immediate immanenti, gravissime di questo settore, Questa non è certo una legge che deve andare a colpire le precedenti responsabilità, ma per lo meno deve intervenire a chiudere i buchi esistenti.
All'art. 3 - proprio quello che citava il Consigliere Rivalta prima si dice che gli IACP possono anche andare fuori dai loro ambiti extraterritoriali ad esplicitare e a svolgere i compiti affidati agli enti locali in materia di progettazione urbanistica esecutiva, direzione ed esecuzione di opere pubbliche: attraverso chi, signori? Attraverso quali professionisti? Attraverso quali garbugli (mi sia concesso il termine)? Attraverso quali pressioni? Attraverso quali ditte? Con quali metodi di lavoro? Questi sono i pericoli che lasciamo aperti all'interno di questa normativa - ché "fatta la legge, trovato l'inganno" - affidando poi a nomine vicino ai partiti o parapartitiche le direzioni delle nuove agenzie così facendo, non saremmo andati a risolvere il problema.
Quindi personalmente non posso che apprezzare i tentativi dei punti sicuramente positivi sparsi nella legge, ma come Gruppo sottolineiamo che questa non è una risposta che risolve il problema: può tentare semplicemente di correggere una rotta che, se prima andava a picco, adesso ci andrà un po' meno velocemente. Non riteniamo, però, che sia una normativa che possa risolvere questo problema.
Ma soprattutto c'è un punto su cui richiamo l'attenzione non illudendomi, peraltro - del Consiglio: il discorso della responsabilità.
Quando mi si viene a dire che questo ente non ha ancora delle responsabilità di carattere economico, cioè in altre parole che non è un ente economico, che non è un ente che deve rispondere dei suoi deficit di gestione, giriamo intorno al problema e non lo risolviamo. Chi è il responsabile del deficit degli ex IACP ora ATC? Questo è il punto! Se non diamo a questo ente una chiarezza limpida, totale, certa sulle responsabilità, non ne veniamo fuori, perché ricontinuerà il gioco di scaricabarile per cui i nuovi amministratori diranno che la colpa era di quelli vecchi che nel frattempo avevano accumulato i deficit e che gli interessi passivi erano tali e tanti che non si poteva intervenire se non a tamponare ovunque era possibile. In questo modo, non andiamo a tagliare un bubbone, ma andiamo semplicemente a metterci una fasciatura, al di sotto della quale il bubbone resta e prima o poi riporterà in superficie le cose che non funzionano.
Il grosso limite che vedo in questa normativa è che non rende le nuove agenzie responsabili della loro gestione, per cui continuiamo a insistere negli errori pregressi. Ho finito il mio intervento, perché è inutile continuare a correrci dietro, anche se tante sono le osservazioni più o meno marginali che possono essere fatte.
Sono veramente convinto che questa sia una grossa occasione perduta questo era il momento in cui, con una normativa diversa, si poteva arrivare finalmente ad identificare le responsabilità di gestione, non tanto per il passato quanto per il futuro. Questo, volutamente, non si è voluto farlo.
Perché? Perché - ripeto - non siamo nati ieri e sappiamo che su questa partita si muove tutta una normativa che è fatta di pressioni per entrare negli alloggi; che cerca di mantenere in qualche maniera chi ci è entrato abusivamente oppure di farlo venire fuori; che stabilisce come si possono fare le graduatorie per entrare, ecc. Insomma, in un momento in cui la gente ha bisogno (perché ha tuttora bisogno) di una quantità enorme di appartamenti, di possibilità di locazione - e questo è veramente un fattore determinante nell'organizzazione della società - noi, con questa normativa non diamo delle risposte: diamo dei "pannicelli caldi" che tamponano la situazione, ma le risposte non vengono e quindi puntualmente, di qui a qualche tempo, ci ritroveremo con gli stessi problemi.
Inoltre - mi si scusi - insisto sulla questione pregiudiziale di questa mattina: nel momento in cui lo Stato vuole andare a cambiare le norme, noi approviamo delle norme regionali che possono trovarsi in tutto o in parte contrarie alla normativa dello Stato. Qui, veramente, ci deve essere una chiarezza dei poteri: se di questo settore se ne deve occupare la Regione, smetta di occuparsene il Parlamento e se ne occupino soltanto le Regioni; se si mantiene che un Parlamento si occupi di questo, le Regioni si uniformino con le loro normative alle decisioni nazionali altrimenti nasceranno quelle discrasie che poi si ripercuotono sull'utenza.
Secondo me, alla fine, chi ci rimette in questa situazione sono, da una parte, gli enti pubblici che si trovano coinvolti per centinaia di miliardi di deficit, e dall'altra anche gli utenti, che si ritrovano in molti casi a vivere in case inabitabili o quasi.
Si potrebbe concludere con una similitudine: con questa normativa, che non raccoglie la nostra approvazione, ci mettiamo come le persone che in una casa, marcia dalle fondamenta, vadano a fare opere di ordinaria o di straordinaria manutenzione. No, signori: quando le fondamenta della casa sono marce, bisogna avere il coraggio di abbattere tutto per poter ricostruire il nuovo, perché non sono certo le operazioni di lifting o di straordinaria o ordinaria manutenzione che possono salvare il caseggiato.
Visto che parliamo di IACP, mi sembrava la parafrasi più azzeccata.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marchini; ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a questo disegno di legge ci sarà il voto convinto e costruttivo del Gruppo liberale.
Riprenderei la polemica, peraltro garbata, sollevata dal collega Rivalta, anche se la memoria non mi sorregge per poter cogliere esattamente la questione da lui sollevata nei confronti dell'allora Consigliere Bastianini. Devo però dire al Consigliere Rivalta che è passata una generazione da quando ragionavamo sull'inopportunità di sostenere con dotazione di capitale una S.p.A, che si mettesse in concorrenza con il sistema del libero mercato. Allora vivevamo in una generazione in cui il pubblico era oggettivamente considerato un soggetto che doveva essere misurato sul mercato non in termini di competizione, ma sicuramente uno strumento di utilizzazione privilegiata nell'ambito di una certa cultura.
Caduto questo velo - e non è il muro di Berlino - non ci si deve scandalizzare se il Gruppo liberale esprime l'apprezzamento ad un'ipotesi con cui si immagini che uno strumento come quello individuato dalla DC - in considerazione della professionalità di cui dispone, per il fatto di essere coinvolto in questi processi, di essere puntualmente presente sul territorio - possa essere uno dei soggetti ai quali, in assoluta competizione, possa essere affidata la progettazione, l'individuazione degli strumenti urbanistici di attuazione e - perché no - anche la costruzione. Ma questo lo si può accettare nel momento in cui si prende atto che questo non sarà un "favor" (Assessore, mi rivolgo anche a lei).
Ciò non significa che c'è un'indicazione a favore di questi come soggetti, se sapranno farlo; ma soprattutto, se sapranno farlo meglio di altri, porteranno a casa il premio per sapere essere meglio di altri. Per ripeto, non c'è nei loro confronti nessun "favor" di tipo politico pregiudiziale, per cui questi, per il fatto di essere pubblici, sono più bravi, più meritevoli di essere tenuti in maggiore attenzione di altri.
Semplicemente la storia ha fatto giustizia di alcuni aspetti e consente quindi ad uno strumento di essere - guarda caso condiviso in questa occasione da un esponente di cultura liberista; non dico liberale, perch sicuramente anche il collega Rivalta sta nell'eccezione larga del concetto liberale, ma di cultura non così definitivamente liberista come la nostra.
Proprio lo spazio che corre tra le due vicende consente di considerare questo semplicemente uno strumento, che ci auguriamo sia più efficente e più capace. Se lo sarà, sarà premiato dal mercato; se anche così non fosse saprà essere migliore per il fatto che esiste come ipotesi e costringerà i concorrenti (progettisti e realizzatori) ad essere migliori di quanto non siano.
Quindi io non so se questi avranno tali incarichi, ma anche solo per il fatto che è ipotizzabile che li abbiano, ciò significa mettere alla frusta i professionisti e gli imprenditori presenti sul territorio. Questo è sicuramente un elemento di vitalizzazione del mercato e come tale va apprezzato.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 42 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri.
La legge è approvata.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Desidero ringraziare il Consiglio per l'attenzione e la serenità che ha dedicato a questo provvedimento di legge, consentendone la discussione e l'approvazione, e per il clima che si è creato. Ho sentito che più di un Gruppo sarebbe favorevole ad una sospensione dei lavori. Anche la Giunta non è contraria ad un momento di riflessione, per cui, se il Presidente del Consiglio lo ritiene opportuno, propongo di chiudere la seduta a questo punto.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente. Personalmente ritengo che una riflessione sia opportuna per tutti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,05)



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