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Dettaglio seduta n.215 del 04/03/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle adunanze consiliari del 20 dicembre 1991 e verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 6) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Cattaneo, Coppo, Croso Cucco e Dameri.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 640: "Integrazione della Giunta regionale ai sensi dell'art. 35, comma secondo, dello Statuto" - Votazione ordini del giorno n. 557 e n. 559


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 640, di cui al punto 7) all'o.d.g., in merito all'integrazione della Giunta ai sensi dell'art. 35 dello Statuto, che è l'articolo relativo alle dimissioni di membri della Giunta.
Vi leggo il primo ed il secondo comma di tale articolo: "Le dimissioni o la decadenza del Presidente o della maggioranza degli Assessori comportano le dimissioni dell'intera Giunta.
Nel caso di dimissioni o di decadenza di uno o più Assessori fino alla metà dei componenti della Giunta, il Presidente della medesima ne propone la sostituzione al Consiglio, che vi provvede per appello nominale con le modalità previste per l'elezione del Presidente della Giunta".
Come abbiamo anticipato nell'ultima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, questo punto attrae per materia il punto 37) all'o.d.g. che è un documento presentato dal Consigliere Chiezzi inerente la richiesta di dimissioni della Giunta. Inoltre è intervenuto anche un nuovo ordine del giorno sullo stesso argomento, presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera.
La procedura da seguire potrà essere questa: il Presidente della Giunta illustrerà la progettualità che ritiene di dovere comunicare all'aula, poi seguiranno la votazione dei due ordini del giorno che ho richiamato, la presa d'atto delle dimissioni dell'Assessore Maccari, di cui il Consiglio deve prendere atto, e la votazione per integrazione della Giunta del nuovo Assessore. Questo è il percorso che ho capito negli intendimenti della Giunta stessa.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Come ha detto la Presidente del Consiglio, vi sono degli adempimenti da compiere. Il primo adempimento è l'accettazione delle dimissioni dell'Assessore Maccari. Voglio ricordare per la verità storica - è già stato detto in precedenza, ma vorrei ribadirlo - che fin dalla sera stessa del suo arresto, l'Assessore Maccari ha indirizzato un telegramma con il quale ha messo a disposizione il suo posto di Assessore. Il telegramma ha tardato due giorni, perché essendo partito con un certo ritardo è conseguentamente arrivato con un certo ritardo; questo probabilmente è avvenuto perché c'erano delle norme esistenti in materia di segretezza degli atti. Il telegramma comunque è arrivato, quindi questa disponibilità è stata sostanzialmente immediata.
Ho ritenuto, in un primo momento, di assumere la delega ed i poteri conseguenti come Presidente per non lasciare vuota la sanità, assumendo anche alcune iniziative. Successivamente ho preso una decisione che ritengo importante e che è stata quella di assegnare all'Assessore Vetrino la delega della sanità. E' un provvedimento che non ha significato provvisorio, è un provvedimento definitivo del Presidente della Giunta sul quale poi si andrà ad orchestrare quello che sarà il futuro assestamento dell'organo esecutivo.
Ho presentato questa mattina, a norma di Statuto, la candidatura di Francesco Fiumara a sostituire Maccari come Assessore e quindi su questo ci sarà il voto del Consiglio per l'integrazione numerica della Giunta.
Statutariamente, dopo l'integrazione numerica, al più presto provveder alla ridefinizione delle deleghe e lo farò avvalendomi degli indirizzi che mi sono stati dati nell'ambito della maggioranza, degli indirizzi che sono emersi anche dal dibattito consiliare e anche facendo uso dell'ampio mandato che in questo senso mi è stato conferito e della responsabilità statutaria che sento, essendo quella delle deleghe una precisa responsabilità che ricade sul Presidente della Giunta.
Come è emerso dal dibattito già fatto in Consiglio (che credo non sia l'occasione di ripetere, ma non si sa mai), ritengo che sia in questo momento assolutamente necessaria la presenza di un esecutivo, di un governo regionale.
Ci sono grandi emergenze di fronte a noi: c'è un'emergenza morale che emerge in modo enorme e che mina la valenza delle istituzioni, c'è un'emergenza economica molto complessa e difficile, c'è l'esigenza di prendere decisioni tempestive. In questi giorni sarà definito il protocollo d'intesa fra Regioni e Governo per gli accordi di programma, che entro 60 giorni dovranno essere definiti. Abbiamo di fronte a noi degli impegni internazionali molto forti: il 10 marzo si costituirà a Parigi il Comitato di pilotaggio italo-francese portato avanti dal Ministero dei Trasporti per la realizzazione della linea ad Alta Velocità Torino-Lione. I tempi corrono rapidamente e ci sono delle scadenze che vanno assolutamente ottemperate c'è un'esigenza di governo e di continuità che è fondamentale e dobbiamo attraversare questa fase difficile con la presenza di un governo piemontese in grado di decidere, di governare e di operare. In più - lo ribadisco - abbiamo uno Statuto che non è quello delle altre Regioni, che di fronte ad eventuali crisi blocca l'attività del Consiglio, come è avvenuto per sei mesi in Lombardia. Quindi, anche questo va tenuto ben presente.
Per queste ragioni di fondo ritengo, come ho già detto in precedenza che non ci siano le condizioni per aderire alle richieste di una sospensione della nostra attività; ci sono invece le condizioni molto forti per rilanciare l'attività e rispondere alle esigenze delle categorie sociali in questo momento complesso in cui c'è la necessità di portare avanti anche un tavolo di concertazione molto significativo ed importante sui problemi economici.
Per affrontare la crisi economica noi abbiamo bisogno di un governo che sia nella pienezza delle sue funzioni; finché questo governo avrà la fiducia di questo Consiglio si sentirà nella pienezza delle sue funzioni e si sentirà in grado di rispondere a questo momento difficile con la massima capacità possibile.
Per quello che riguarda l'assegnazione delle deleghe, questo è un compito preciso della maggioranza ed è un compito preciso del Presidente.
Intendo dire come ci muoveremo: alcuni criteri di fondo riguardano semplicemente le linee essenziali, che sono quelle della turnazione di alcuni Assessorati significativi ed importanti, della razionalizzazione delle deleghe, per quanto consentito dall'assetto non definito e dalle norme molto complesse che vengono anche sul pubblico impiego con il nuovo decreto. C'è una possibilità di turnazione anche della dirigenza compatibile con le competenze specifiche e le norme nazionali, laddove emerga la necessità di evitare eccessive permanenze che nel lungo periodo finiscono di essere acquisizione, talvolta di grande esperienza, e laddove è solo questo è positiva, talvolta anche di incrostazioni che può essere necessario superare.
Ci muoveremo quindi su questi tre sostanziali criteri, con la volontà di rilanciare l'attività dell'esecutivo o, quanto meno, di renderla sempre più energica, sempre più forte in questo momento particolarmente difficile.
Non aggiungo altro perché non ritengo ci sia da aggiungere altro.
Naturalmente, assegnate le deleghe, ne sarà data notizia, come previsto, al Consiglio regionale che ne prenderà atto nei prossimi giorni.



PRESIDENTE

E' aperto il dibattito.
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Signora Presidente e colleghi Consiglieri, rivolgendomi in particolare al Presidente Brizio rilevo preliminarmente che nell'ambito di questa compagine governativa (che noi contestiamo pesantemente e che abbiamo contestato fin dalle sue origini nel giugno/luglio 1990, sia per il contenuto programmatico, ma soprattutto per il modo, all'epoca della sua genesi, perché come è noto nacque nelle anticamere dei partiti anzich attraverso seri dialoghi e seri scambi di vedute fra i Gruppi qui presenti a Palazzo Lascaris, al punto che, come tutti ricordano, si configur perfino nell'ambito della spartizione la designazione non nominativa, ma di Gruppo, del futuro Sindaco della futura città metropolitana) noi, Gruppo MSI-DN, riconosciamo che l'unico atto politico serio ed apprezzabile compiuto da lei, Presidente, immediatamente dopo la vicenda giudiziaria dell'Assessore Maccari è stato quello di avere conferito la delega della sanità alla Vicepresidente Vetrino. E' un Assessorato che fa tremare le vene e i polsi, è un Assessorato che l'Assessore Vetrino raccoglie dopo una dissennata politica durata più di trenta mesi, ma riconosciamo che questo atto di un'immediata delega per questo Assessorato è stato atto opportuno e politicamente apprezzabile, anche perché, Presidente, non è stato patteggiato.
D'impeto, impeto che noi riconosciamo essere stato valido, lei ha delegato la Vicepresidente Vetrino, alla quale sinceramente facciamo l'augurio di buon lavoro nell'interno di questo Assessorato dissestato, e naturalmente il mio ragionamento presuppone la permanenza di questa Giunta che noi riteniamo ampiamente delegittimata, però questo andava riconosciuto, mentre tutto quanto avvenuto dopo il conferimento delle deleghe - va detto senza mezze parole - è una vicenda da "Basso Impero" sul cui sfondo c'è il manuale Cencelli (non sappiamo se prima, seconda o terza edizione); su questo c'è abbondante riscontro con quanto accaduto dopo il conferimento delle deleghe all'Assessore Vetrino. Difatti le risse e le diatribe fra i Gruppi di maggioranza, le proteste del Gruppo socialista che avrebbe preteso di mettere di nuovo le mani sulla sanità e le altre diatribe note, è inutile che le riassuma, sono contenute sui giornali. Su questo punto c'è la nostra decisa contestazione perché è una vicenda da "Basso Impero" o se vogliamo essere più precisi di bassa macelleria politica.
Ciò premesso, la nostra contestazione scende per la terza volta ad affrontare il problema della delegittimazione di questa Giunta, anche se apparirà un copione, ma lo è di fronte al vostro braccio di ferro di dire che siete legittimati, nonostante gli eventi che adesso sintetizzerò, a rimanere sui banchi del governo. Questo non può essere altrimenti definito se non con le parole che ho usato.
Perché, Presidente Brizio, c'è la vostra delegittimazione? Per una serie di motivi concatenati che adesso riassumo e che sono stati aggravati da ulteriori eventi. Il primo è che c'è stata la custodia cautelare e il procedimento giudiziario dell'Assessore Maccari per fatti commessi nell'esercizio delle proprie funzioni, non per fatti privatistici e questo è pacifico. Poi la confessione dell'Assessore Maccari: è ormai noto che confessò per contestare una propria responsabilità personale, anzi per limitarla alla violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti. C'è la confessione dell'esistenza di un patto nazionale tra DC e PSI per la spartizione degli appalti nella sanità in Piemonte. Riscontro obiettivo di questo sono gli avvisi di garanzia e le autorizzazioni a procedere chieste nei confronti dei due parlamentari Bonsignore e La Ganga.
Comunque procediamo, al di là delle responsabilità dei singoli, di chi sia più responsabile, chi sia stato più referente o meno referente del patto nazionale, ormai assodato e pacifico perché non smentito e perché ci sono pesanti riscontri di questo patto nazionale per spartirsi la sanità.
Terzo punto, che conforta gli altri due, al fine di dimostrare questa delegittimazione è la diatriba che si è aperta all'interno dei Gruppi di maggioranza per accedere all'Assessorato alla sanità e adesso per la nomina del nuovo Assessore. Al di là di questi fatti, che di per sé soli dovrebbero suggerire responsabilmente al Presidente della Giunta e alla Giunta di dimettersi, ci sono due fatti, uno a contenuto politico, l'altro a contenuto tecnico, che dimostrano in maniera palmare che la Giunta non è più sorretta da una valida maggioranza. Gli eventi a contenuto politico sono che rispetto alla maggioranza che si formò nel lontano giugno/luglio 1990, il governo ha perso diversi sostegni. Innanzitutto, il sostegno della Consigliera dei Pensionati: in allora con un certo vanto si disse "sarà piccolo il partito dei Pensionati, però non c'è più il pentapartito, c'è l'esapartito". Gli altri sostegni persi sono il Consigliere Maccari e il Consigliere Cattaneo, e poi siccome le realtà vanno viste - mi si scusi il bisticcio - con realismo si può obiettivamente concludere che di fronte a queste tre carenze istituzionali a contenuto politico, che fanno discendere il governo ad una maggioranza risicata di 31 voti, vi sono altre due considerazioni a contenuto tecnico che però contano, perché un governo pu cadere, delegittimarsi per fatti politici, ma anche per fatti sia politici che tecnici. Ebbene, i fatti tecnici sono l'assenza per infermità del Consigliere Beltrami e del Consigliere Croso ai quali, senza ipocrisia auguriamo di tornare al più presto su questi banchi, ma in questo momento oggettivamente la maggioranza non è più maggioranza e scende ad un sostegno di soli 29 voti. E se non ci fosse stata una distrazione del legislatore costituente dello Statuto che prevedeva la maggioranza assoluta per l'elezione del Presidente, mentre non si sa perché - penso sia dovuto ad una distrazione e non certo ad un motivo politico - per la nomina degli Assessori è stata prevista la maggioranza semplice, oggi neppure gli Assessori che si pretende di sostituire potrebbero venire sostituiti.
Sia la volta scorsa che quella precedente non solo noi, ma anche altri Gruppi, avevamo detto che forse il Presidente Brizio, che è persona seria responsabile e leale, in cuor suo avrebbe voluto dare queste dimissioni, ma ha preferito mantenere la compagine. Penso che il motivo di fondo Presidente, sia poi in definitiva questo fatto tecnico-politico, perché se la Giunta si dimette, una fotocopia di questa Giunta o una Giunta, se non fotocopia, consimile, non si farà più.
Quindi, per tutte queste considerazioni svolte e la delegittimazione che è l'argomento principale e sarebbe già di per sé preclusivo di ogni ulteriore collocazione nel merito di quanto è stato detto oggi, noi manteniamo ferma la nostra proposta, contenuta in un ordine del giorno, di dimissioni della Giunta. Ripeto, per questo motivo e soprattutto, dopo la delega all'Assessore Vetrino, per il comportamento procedurale da "Basso Impero" tenuto per proseguire il rimpasto, che si chiama rimpasto, ma nella realtà è una crisi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goglio.



GOGLIO Giuseppe

Presidente, prima di fare due riflessioni sul rimpasto proposto dal Presidente Brizio, darò lettura di un comunicato della Federazione del PSDI di Torino.
Il testo è il seguente: "Il Comitato esecutivo della Federazione provinciale del PSDI di Torino, riunito il 3/3/1993, ha esaminato la situazione della Giunta regionale del Piemonte e ne ha rilevato le obiettive difficoltà.
Il PSDI ritiene che in tale situazione si debba pervenire alla formazione di una Giunta che per l'ampiezza del consenso e per il rinnovato impegno politico possa affrontare i difficili problemi della Regione finalizzata ad un rilancio dell'economia regionale, ad una difesa delle categorie più deboli ed al mantenimento della nostra società regionale in un quadro europeo.
Il Comitato esecutivo invita il compagno Goglio, Consigliere regionale del PSDI eletto nella nostra Provincia, ad adoperarsi in tal senso con iniziative politiche e chiede agli organi regionali del partito di valutare positivamente ed operativamente questa nostra posizione".
Mi si potrà obiettare che questa è una decisione presa dal Comitato provinciale. Voglio far presente che il Comitato provinciale del nostro partito ha oltre il 70% di rappresentanza nel Comitato regionale. Penso comunque che il Comitato regionale potrà esaminare con calma questa situazione.
D'altra parte, penso che il Presidente Brizio non sia sorpreso di questo comunicato perché già in altre occasioni io avevo espresso le nostre perplessità circa questa Giunta. In questo momento la gente chiede un forte cambiamento delle istituzioni. Un semplice rimpasto con la redistribuzione delle deleghe, come ci ha proposto poc'anzi il Presidente, non può certo sopperire ad una crisi profonda culminata alla Regione Piemonte con il caso Maccari. Quello di Maccari è un caso importante per la Regione Piemonte perché l'Assessore Maccari ricopriva l'Assessorato alla sanità che detiene il 70% del bilancio della Regione: è come se si fosse amputato un braccio ad una persona e noi la vogliamo curare con un cerotto! Secondo voi, con questo scambio di deleghe che avvengono fra DC e PSI, avendo ben cura di non inserire nessun altro dei piccoli partiti laici, si risolve il tutto.
Mi sembra che questa non sia la via giusta per rispondere a quanto chiede l'uomo della strada.
Il PSDI chiede una Giunta forte, con programmi ed obiettivi precisi e delle scadenze mirate da verificare. Qui si continuano a fare dei programmi senza scadenze e nessuno risponde di quello che fa. A me sembra sia arrivato il momento che anche i politici debbano rispondere, oltre che davanti alla Giustizia, ma questo è un altro discorso, del proprio operato quotidiano come avviene in tutte le aziende. Presentateci un programma con delle scadenze, ogni Assessore ci dica a quale data porterà i suoi programmi: qui non si fa assolutamente nulla di tutto questo! Questo l'ho già detto al Presidente l'altro giorno ed insisto di nuovo: è una richiesta seria che viene dall'esterno che ci siano dei programmi precisi con scadenze ben precise.
Su queste posizioni ho cercato in tutte le maniere di convincere pure il collega Gallarini, al quale non possiamo negare in questa sede di dire che ha svolto molto bene il suo compito di Assessore al bilancio. E' forse uno dei pochi Assessori che è riuscito a creare dei punti fermi nella politica regionale ed è riuscito a definire il "bilancio zero", cosa che io credevo non potesse verificarsi, ma che invece si è verificata, quindi gli rivolgiamo il nostro ringraziamento; però, il collega Gallarini ha ritenuto di dissociarsi da questa nostra presa di posizione. Una presa di posizione che noi pensiamo potrà anche essere rivista e richiarita. Io credo che la classe politica piemontese in questo particolare momento di crisi, colpita anche dalla vicenda Maccari, dovrebbe doverosamente ridefinire la propria strategia politica per il periodo che ancora ci divide dalle prossime elezioni.
Tutte le cose che ho enunciato e le altre che sono avvenute in questi due anni, non ultimo il fatto che ogni tanto qualcuno della maggioranza andava per conto proprio e faceva delle proposizioni senza tenere minimamente in conto che esistevano altri organi ai quali doveva fare riferimento, ci inducono malauguratamente a votare contro questo rimpasto di Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi

Signor Presidente, signori Consiglieri, non pensavo di dover intervenire questa mattina, e lo faccio con molta amarezza. Al di là dei sentimenti, che poco devono contare in quest'aula, penso sia doveroso fare alcune considerazioni politiche sulle dichiarazioni dell'ex Capogruppo del PSDI, Goglio.
Il collega Goglio, al di là degli apprezzamenti per il lavoro svolto e questo mi fa piacere - immagino abbia anche considerato che in questi anni il Gruppo, formato da due persone, non ha agito al 50%, ma al 100 per quanto ognuno dei due potesse dare, sia in attività, sia in idee, sia in presenza.
Il collega ha sostenuto: "Gallarini si è dissociato da questa posizione". No, caro Beppe, tu certe cose non le dici in quest'aula; non si prende in giro il PSDI. Io non mi sono dissociato dal PSDI, sei tu che ti sei dissociato! E questo va detto. Le quattro righe stralciate dalla Federazione - o dallo spicciolame di Federazione che rimane nel PSDI di Torino - non sono il Comitato regionale del PSDI (per quanto possano ancora valere, oggi, i partiti) che nel 1990 ha votato all'unanimità di far parte di questa maggioranza, nata in allora, ed ha designato, fra i due Consiglieri noi due - il sottoscritto, Gallarini. Questo, quanto tengo a precisare.
Personalmente, per quanto - ripeto - possano ancora valere i partiti sono socialdemocratico, mi riconosco nel PSDI e sono a disposizione del Comitato direttivo regionale del PSDI.
Al di là della conferma delle posizioni da parte del segretario diverse da quella nella pseudofederazione di Torino, che esiste solo più a livello di spicciolame di presenze e di significato, sono a disposizione del Comitato regionale. E fino ad oggi il Comitato regionale del PSDI ha manifestato e manifesta il proprio appoggio a questa maggioranza e a questa Giunta. Se così non sarà, domani mattina, fra un mese o fra due personalmente trarrò le mie conclusioni, ma fino ad ora le cose stanno così.
Non voglio entrare in commenti o interventi molto lunghi, anche per questione di buon gusto; non voglio tediare.
Per quanto riguarda l'addebito o il far risalire certe deduzioni tipo quella addotta da Beppe Goglio, relativamente ai partiti, al partitismo, al personalismo, al trasversalismo, potrei intrattenervi, ma non voglio farlo per questioni di buon gusto e di rispetto nei confronti del Consiglio: ci saranno altre sedi nelle quali si potrà disquisire e discutere su quelli che sono i colpi di coda di un vecchio partitismo, ormai archeologia sferrati in nome del nuovo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi Consiglieri, non ho capito se il collega Goglio è rappresentativo di quello che in ferramenta si direbbe minuteria o dello spicciolame, come ha detto il collega Gallarini; non capisco quale dei due discorsi rappresenti la verità nei confronti del PSDI, comprendo però una cosa molto più semplice e indubitabile: 31 1 = 30 e "30" non è maggioranza in questo Consiglio regionale.
Dato che il collega Goglio si dissocia dall'operazione di nuovo piccolo rimpasto della Giunta regionale, sulla base dei fatti questa maggioranza politica non esiste più (non condivido l'atteggiamento del MSI: io, i malati non li conto).
L'alternativa è stata proposta ed è sul nostro tavolo di lavoro.
Sono lieto, e ringrazio il collega Goglio, del fatto che la maggioranza non c'è più per ragioni politiche; e questo senza attendere che la maggioranza non ci sia più per nuove non imprevedibili ragioni giudiziarie.
Il collega Goglio ha aperto un problema politico, prima che - magari se ne apra un altro, giudiziario. Di questo lo ringrazio. In questo modo la questione morale, oggi appannaggio della Magistratura, inizia anche in quest'aula - se non si fa finta di niente - a diventare questione politica.
Invito nuovamente lo stimato Presidente Gian Paolo Brizio a guardarsi intorno e ad uscire con dignità e coraggio dal sentiero nel quale si costringe: è un sentiero che porta da nessuna parte; intanto, è un sentiero oggi interrotto da divieto di transito. La maggioranza, Presidente, non ce l'ha nemmeno per compiere la piccolissima operazione proposta. Cosa aspetta, il Presidente, a compiere un atto che oltreché dare dignità al suo impegno consenta di aprire un processo che può dare un nuovo governo a questa Regione o, comunque, nuova dignità al Consiglio regionale? Il Presidente Brizio, costretto nell'angusto suo sentiero, ha proposto ai colleghi una sostituzione, al buio, di una poltrona inoccupata a causa dell'arresto dell'occupante precedente.
Il Presidente, inoltre, ha proposto l'integrazione numerica. Ma come Presidente Brizio? Siamo in un momento di crisi di fiducia nelle politica e nelle istituzioni, in un momento in cui emerge con chiarezza in quali modi e con quali logiche le poltrone venivano spartite; altro che competenze contavano maggiormente le appartenenze, le affidabilità. Proprio in un tale momento, in seguito all'arresto di un suo Assessore, prima di presentarci un qualsiasi ragionamento su quanto intendete fare in termini programmatici e, sulla base di questi programmi, quali siano a vostro giudizio le persone capaci di occupare posti di governo con senso di responsabilità e grande competenza, nuovamente, alla vecchia maniera, il Presidente ribalta i termini della questione e propone prima l'occupazione dei posti di potere scegliendo persone in modo oscuro - non è chiaro, infatti, per quali competenze vengano elette - imponendo al Consiglio il vecchio modo di procedere: "Occupiamo le poltrone; poi, state tranquilli, penseremo alle deleghe".
Non si accorge, Presidente Brizio, che questo è il vecchio modo di fare politica che ha screditato le istituzioni? Questo è il vecchio modo di fare politica, attraverso il quale i partiti sono riusciti a piazzare loro uomini nei posti di governo, in base a criteri ben lontani da quelli secondo i quali l'uomo giusto va al posto giusto, rispetto all'interesse sociale che si vuole raggiungere con l'azione di governo.
Mi pare che il Presidente inizi a comporre una Giunta oltrech screditata anche "ribollita", con nessuna novità di rilievo. A me pare che la questione morale, invece di diventare una grande questione politica rischi di essere nient'altro che un auspicio o una questione di cui si occupano altre istituzioni.
Il Presidente Brizio poteva anche decidere di non sostituire l'Assessore Maccari, poteva decidere che in questo momento un segnale positivo poteva essere la riduzione del numero delle poltrone assessorili ma non è stato così. Non so se ci abbia pensato, certo che tale riflessione non è stata proposta al Consiglio, quindi ogni ipotesi è legittima.
La maggioranza adesso non c'è più, spero che l'ex maggioranza di questo Consiglio, preso atto delle dichiarazioni del Capogruppo socialdemocratico voglia sospendere l'iniziativa di sostituzione numerica dell'Assessore quindi dell'assegnazione della poltrona, e sospendere il Consiglio.
Non sono a conoscenza, Presidente, di quante cose dobbiate dirvi voi della maggioranza, ma senz'altro noi della minoranza avremmo parecchie cose da dirci, pertanto penso che una sospensione del Consiglio regionale permetta alle minoranze di valutare se esiste un sentiero diverso, non so quanto lungo e tortuoso, ma penso sia un'ipotesi che possa essere considerata anche dalla Presidenza del Consiglio.
La scorsa seduta alcuni Gruppi della minoranza hanno presentato un documento che, oltre alla richiesta di dimissioni della Giunta - che reiteriamo - proponeva anche un'ipotesi diversa. A questo nostro documento ieri si è aggiunto un documento del PDS che, sia pure formulato diversamente, propone comunque sentieri diversi da percorrere.
Gradirei molto, visto che la maggioranza non c'è più, di avere anche il tempo necessario, magari anche oggi, per una riunione delle minoranze che hanno chiesto le dimissioni della Giunta e che in varie forme propongono cose nuove da fare, dalle elezioni subito ad altre forme di governo, se sono possibili, quindi di darci modo, a noi della minoranza, di rimetterci dalla "novità" di cui è stato oggi interessato il Consiglio, di poter riflettere su questa novità ed eventualmente proporre delle nuove misure dei nuovi sentieri.
Consideri, Presidente, in ogni caso, qualora la sospensione non venisse accettata, o richiesta da altri Gruppi, che questo mio intervento è anche l'illustrazione dell'ordine del giorno che ho presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Il Presidente Brizio ha comunicato a questo Consiglio regionale la scelta dell'autoconservazione, una scelta fatta senza tenere conto che non c'erano le condizioni necessarie, neanche per l'autoconservazione della Giunta.
Stupisce sempre più la discrasia tra le comunicazioni del Presidente della Giunta e la realtà politica nella quale ci muoviamo tutti, il cui dato più evidente è la disgregazione politica della maggioranza. Questa maggioranza non c'è più. Ho apprezzato, per le motivazioni politiche e di merito, l'intervento del Consigliere Goglio, che ha dichiarato come questa maggioranza non esiste più, ma ho letto con attenzione anche le dichiarazioni del Consigliere Tapparo che dice che non è disponibile a sostenere il rattoppo di questa Giunta. Ho seguito con attenzione le vicende che si sono susseguite in questi giorni: le dimissioni del Presidente della Commissione speciale d'inchiesta sulla sanità, Marchini le posizioni del Segretario regionale, Amato, e del Gruppo regionale socialista, rispetto alle richieste che hanno avanzato alla Giunta e in modo particolare alla Democrazia Cristiana, rivendicando un Assessorato sociale e ho anche letto la risposta che il Capogruppo della DC ha dato alle richieste del Partito Socialista Italiano e cioè: "Non sognatevelo neanche". Francamente mi dispiace molto, compagni socialisti, che siate in questa condizione. Quando ho letto la dichiarazione del vostro Segretario regionale, Franco Amato, ho pensato ad uno scatto di orgoglio, ad un tentativo dignitoso di riportare il PSI a fare politica. Mi rendo conto che di fronte ad alcune poltrone questo scatto di dignità politica non esiste più, mi dispiace molto vedere la vostra subalternità all'egemonia democristiana, affermata anche in termini molto precisi attraverso le dichiarazioni del Capogruppo Picchioni.
Vede, Presidente Brizio, le scadenze che lei ha comunicato all'aula sono scadenze molto importanti, ma presuppongono un governo, un governo che non c'è, che non è in grado di fare politica e che sta insieme unicamente per mantenere dei posti di potere, per gestire degli Assessorati, per spartirsi alcune deleghe, non per un'azione politica di governo! Il basso profilo dell'azione politica di tutti questi mesi è stata la condizione per non disgregarsi definitivamente, ma nonostante questo basso profilo, questa incapacità ad affrontare i problemi e le questioni reali di questa Regione, vi siete comunque disgregati e avete dimostrato - anche con il litigio e con le affermazioni pesanti sollevate dall'Assessore Gallarini nei confronti della Federazione provinciale torinese del suo partito - come questa maggioranza non esiste più. Non c'è nessuna politica da parte vostra che risponda alle grandi questioni sociali presenti in questa Regione e in questo Paese.
Sabato scorso a Roma c'è stata una grande manifestazione di lavoratori di lavoratrici e di pensionati (trecentomila persone in piazza) che chiedevano lavoro, occupazione, uno Stato sociale all'altezza delle grandi questioni che ci sono; ci sono le lotte per l'occupazione in Piemonte ricordo le lotte di questi giorni della Alenia, per citarne una emblematica, sulla quale peraltro questa Giunta dimostra ulteriore incapacità.
Nei giorni scorsi ho scritto una lettera al Presidente della Giunta regionale per sollecitarlo ad un intervento per utilizzare fondi CEE per la riconversione dell'industria militare, ma si sta pensando a tutt'altro, al rimpasto, alla spartizione delle deleghe, non alle questioni reali che interessano centinaia di migliaia di lavoratori.
E' ormai molto evidente il profondo disagio sociale, provocato dalla politica sanitaria del Governo Amato e dalla politica dissennata di questa Regione. C'è bisogno di una politica economica ed industriale, per affrontare le grandi questioni dello sviluppo del Piemonte e del Paese.
Non lo fa il Governo Amato, che anziché affrontare la politica industriale ha scelto di affrontare il problema unicamente in termini finanziari, attraverso il sostegno all'esportazione con la svalutazione della lira e con l'abbassamento dei tassi di interesse; lo ha fatto anche emblematicamente con le scelte degli "uominini". Pensate: si poteva scegliere un uomo come Romano Prodi, del quale ci sarebbe molto bisogno data la sua esperienza sul piano della politica industriale, e invece emblematicamente è stato scelto Andreatta, un uomo che a tutto pensa meno che alla politica industriale, preferendo soltanto quella finanziaria.
Ma non lo fa neanche la Regione, non lo fa questa Giunta: si limita a distribuire incentivi per la mobilità, anziché fare una battaglia politica per affrontare le grandi questioni dello sviluppo dell'apparato produttivo industriale di questa Regione. Non c'è alcuna azione politica nei confronti del Governo per un mutamento di politica economica né ci può essere perch siete profondamente divisi al vostro interno. Se affrontaste davvero tali questioni, la divisione sarebbe ancora più profonda di quella che emerge oggi; perlomeno però sarebbe una divisione degna in termini politici rispetto alle grandi scelte dello sviluppo e non alle piccole scelte per la spartizione, per il passaggio delle deleghe tra Assessori.
Non avete, per questo, più legittimità per governare, non avete più legittimità politica, al di là dei numeri. Non avete più legittimità politica e noi non intendiamo accettare che in questa vostra delegittimazione politica trasciniate anche il Consiglio.
Per questo vi chiediamo di andarvene! Con quale autorevolezza pensate di poter affrontare l'esplodere della questione morale, così come è esplosa e come sta continuando ad andare avanti, anche rispetto a questioni che riguardano Torino ed il Piemonte? Come pensate di rilanciare davvero le istituzioni per ridare credibilità e fiducia nella politica? Lo spettacolo che avete dato nell'ultima seduta di Consiglio regionale il 25 febbraio, con i litigi sulla spartizione degli Assessorati e quello che avete dato e che appare ancora oggi sui giornali, è l'opposto del rilancio della credibilità e della fiducia nelle istituzioni e nella politica. Continuate sulla vecchia strada del manuale Cencelli, mentre intorno crolla il sistema. Siete degli irresponsabili, da questo punto di vista! Questo rimpasto è il segno dell'incapacità ad affrontare politicamente ed eticamente questa fase: dovete passare la mano.
Noi riteniamo che ci siano le condizioni per una maggioranza alternativa in questo Consiglio. Intendiamo partire - l'abbiamo fatto con una lettera aperta inviata a tutti i Consiglieri regionali - da alcune discriminanti programmatiche, in primo luogo la questione sociale, e cioè i problemi del lavoro, dell'occupazione, dello Stato sociale e dell'ambiente.
E' con il programma che si risponde, l'unico modo per rispondere alla crisi sociale che rischia di diventare esplosiva.
Badate, oggi ci sono 13.000 lavoratrici e lavoratori in liste di mobilità, cioè l'anticamera del licenziamento; è prevedibile che a fine anno si arrivi a 30.000. Avere 30.000 lavoratrici e lavoratori licenziati in Piemonte significa avere una situazione sociale esplosiva, se non si interviene con un'azione efficace di governo.
Come pensate di rispondere alle questioni poste nella piattaforma della vertenza sindacale aperta da CGIL. CISL e UIL del Piemonte? Con quel fantomatico Piano di sviluppo che è stato presentato qui con grande enfasi otto-nove mesi fa da parte del Presidente della Giunta, che già allora non c'entrava più niente con la fase che stavamo attraversando, ma che comunque non è mai stato discusso, e nonostante le reiterate richieste di affrontare queste questioni in quest'aula, non riusciamo a discutere, proprio perch la scelta è stata quella del basso profilo politico? Ecco, noi lavoreremo per costruire a partire dal programma, da un confronto con le forze che oggi si collocano all'opposizione di sinistra e successivamente con gli altri Gruppi di questo Consiglio regionale per costruire un governo alternativo. Vogliamo avviare un metodo nuovo per costruire delle proposte di governo; vogliamo fare delle scelte nuove ed all'altezza delle grandi questioni da affrontare: la questione sociale e la questione morale. Occorrono programmi, maggioranze nuove, uomini nuovi.
Dimostrate senso di responsabilità, Consiglieri della maggioranza e della Giunta: dimettetevi. Questa è la condizione necessaria per costruire una maggioranza alternativa per la quale ci sono, in questo Consiglio, le possibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Colleghe e colleghi, noi ci siamo sottratti sin dalla volta scorsa a quello che abbiamo definito "il gioco delle parti" che si è svolto nelle ultime sedute di questo Consiglio regionale. Le nostre proposte le abbiamo fatte nella scorsa seduta: la Giunta le ha respinte.
Oggi ci presentate l'ennesimo rattoppo di una maggioranza che, a nostro giudizio, come già abbiamo espresso in altre occasioni, non ha più alcuna legittimità per governare questa Regione. E tra le motivazioni addotte dal Presidente Brizio a sostegno della scelta di rimanere comunque e nonostante tutto a galla, per l'ennesima volta il Presidente ha chiamato in causa gli accordi internazionali con la Francia per l'Alta Velocità, che volete imporre su sollecitazione di gruppi finanziari ed imprenditoriali ai cittadini piemontesi.
Mentre in Francia si avviano ben quattro fasi di consultazioni pubbliche con la presentazione del progetto di massima, le preanalisi del progetto preliminare e del progetto dettagliato, nonché un'inchiesta sulla pubblica utilità del progetto e una superperizia indipendente che riesamini la validità economica dei progetti di Alta Velocità, voi cosa fate? Andate avanti nella sponsorizzazione di questa iniziativa senza alcuna considerazione della volontà popolare. E lei, Presidente, continua a mantenere ambiguamente la duplice funzione di Presidente della Giunta e del Comitato promotore dell'Alta Velocità.
Tutto ciò perché, come nel Governo centrale, non avete alcuna capacità di governare l'emergenza di questo Paese e di questa Regione, se non ricorrendo alla vecchia logica delle opere pubbliche, delle grandi opere infrastrutturali che tanti danni hanno procurato, non soltanto al territorio e all'ambiente della nostra penisola - e si preparano a fare altrettanto nella nostra regione - ma anche al sistema politico, che proprio su queste grandi opere è diventato il sistema delle tangenti minando così alla base e contribuendo in maniera pesantissima alla sfiducia dei cittadini in chi li rappresenta e in chi li dovrebbe governare.
Ma non vi manca solo la fantasia di pensare a strade nuove, a strade diverse per lo sviluppo di questo Paese e di questa Regione, vi manca anche, a nostro giudizio, la sensibilità per affrontare questo momento. Ed è la stessa insensibilità politica che troviamo applicata oggi davanti alla proposta di questo rimpasto papocchio della Giunta, un rimpasto che avete voluto fare tutto all'interno della vecchia partitocrazia delegittimata dagli avvenimenti degli ultimi mesi.
Come fate a rimanere a galla, francamente, non sappiamo; non sappiamo come facciate, senza alcun pudore, a rimanere sulle vostre posizioni: è una domanda che ci facciamo, ma che facciamo anche a voi. Forse per salvare il salvabile, come accade a livello nazionale, dove "il sistema" che avete organizzato e mantenuto in questi anni, marcio alle radici, cerca ancora un colpo di coda che passi la spugna su tutto ciò che è accaduto, in barba ai cittadini, ai loro diritti, a quei diritti calpestati attraverso le angherie fiscali cui vengono sottoposti e che si aggiungono alla progressiva erosione dello Stato sociale con le politiche disastrose in campo occupazionale e in campo socio-assistenziale.
Ma, al di là delle questioni generali, come non sottolineare, come abbiamo già fatto nella scorsa riunione, l'incapacità di questa Giunta di governare, mentre continua a tenere nel cassetto atti fondamentali che abbiamo richiamato la scorsa volta per la programmazione dello sviluppo di questa Regione. Lo ha rilevato anche il collega Capogruppo socialdemocratico e conseguente coerenza avrebbe suggerito al suo collega Gallarini di trarne le dovute conclusioni. Anche perché l'Assessore al bilancio ha qualche responsabilità perché, se non andiamo errati, a suo tempo ci promise per fine febbraio la presentazione del bilancio e, invece a quanto ci risulta, gli atti conclusivi di questo bilancio sono ancora lontani da venire. Non solo, ma l'abbiamo sentito più volte in questi giorni attraverso scatti di nervosismo: questa Giunta è ormai percorsa da tensioni o forse addirittura da guerre intestine che coinvolgono praticamente ogni Gruppo che la sostiene.
Questa mattina abbiamo sentito le parole del collega Goglio, ma stamane abbiamo anche letto una dichiarazione del Consigliere socialista Tapparo che comunica di non avere intenzione di sostenere un rattoppo della Giunta.
Ho avuto il comunicato stampa dal collega questa mattina. Come possiate in questa situazione, al di là dei numeri, governare il Piemonte, a noi sfugge. Lei, Presidente, ha più volte ribadito in queste ultime sedute di avere le idee chiare. Glielo auguriamo, glielo auguriamo per lei, ma soprattutto per la nostra Regione che in questo momento di crisi e di recessione economica avrebbe bisogno di ben altro di ciò che sapete proporre, ha bisogno di idee chiare, ma soprattutto di atti concreti.
Il Gruppo Verde, davanti a questa situazione, davanti al voto che avete il coraggio di chiedere a questo Consiglio, non può fare altro che farvi gli auguri e dirvi: "I vostri giochi fateveli da soli, ma attenzione: oggi vi assumete una responsabilità non da poco davanti alla collettività piemontese".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signora Presidente, egregi colleghi, come per i calciatori, ci sono Consiglieri regionali di serie A, di serie B, di serie C e ci sono i dilettanti.
Io mi considero un dilettante. Ritengo, però, di avere rappresentato sempre, in questo Consiglio regionale, due aspetti: una estrema chiarezza nel parlare e credo anche, a futura memoria, qualche significativa vittoria, vittoria non personale, ma che attribuisco al mio Gruppo.
E la più bella vittoria l'ho avuta questa mattina, quando il Presidente della Giunta ha detto testualmente: "Bisognava arrivare ad un cambiamento in Giunta, ad un rimpasto, in quanto eccessive permanenze creano incrostazioni che può essere necessario superare". Siccome l'unico Assessore che se ne va è l'Assessore all'agricoltura, significa che la battaglia che in questi mesi e in questi anni ho portato avanti con i colleghi su questo Assessorato evidentemente ha evidenziato alcune incrostazioni che dovevano essere eliminate.



(Commenti in aula)



ZACCHERA Marco

Non è l'unico che se ne va? Ma è l'unico di cui sappiamo che ci sarà un avvicendamento. Si vede che gli altri hanno incrostazioni marginali.
Condivido invece due cose con il Presidente della Giunta dette con estrema chiarezza e lealtà. Sono d'accordo con lei, Presidente, che il momento è drammatico e nel momento drammatico bisogna tirar fuori la buona volontà e la disponibilità da parte di tutti, il coraggio di continuare. A questo punto, si tratta di stabilire se per continuare meglio, non soltanto nei confronti dei 60 Consiglieri, ma dei milioni di cittadini della nostra Regione, sia più necessario un chiarimento tale da portare ad una crisi della maggioranza e della Giunta (e quindi ad una nuova formula politica o comunque di aggregazione politica) o se sia più giusto continuare "tenendola con i denti", questa continuità.
Le faccio presente che, per tutte le motivazioni che lei ha portato di importanza, di tempi ristretti, ecc., l'ordinaria amministrazione pu benissimo essere portata avanti da una Giunta eventualmente dimissionaria.
Mi spiego: se anche si arrivasse alle dimissioni della Giunta in attesa di fare quella nuova, non è vero che improvvisamente si dovrebbe bloccare tutto. Tanto abbiamo dimostrato che voi di delibere ne fate 650 in un pomeriggio e quindi le esaminate così bene che potete continuare a fare le centinaia di delibere di ordinaria amministrazione.
Allora: ci vuole più coraggio a dimettersi o ci vuole più coraggio a continuare? Lei dice: "Ci vuole più coraggio a continuare". Sì, condivido con lei, ci vuole più coraggio a continuare. Quando è nata la sua Giunta era fatta da sei partiti. Il primo era il Partito dei Pensionati. La vicenda e l'arresto della collega Gissara ci ha umanamente colpiti tutti.
Di fatto è sparito uno dei partiti. Perché qui le memorie le abbiamo corte! Tre mesi fa è scoppiato lo scandalo IACP, che ha visto coinvolto il Partito repubblicano, e ci sono state le prime pesanti difficoltà in Giunta. La settimana scorsa è esploso il caso del Partito liberale e ha creato altre ripercussioni in Giunta. La settimana scorsa, però, è nato anche un problema all'interno della DC, estremamente grave: il problema del collega Cattaneo, che ho sollevato personalmente nei confronti della Presidenza della Commissione d'inchiesta sulla sanità. Ma ricordiamo che noi dobbiamo rispondere a milioni di cittadini all'esterno di quest'aula! E allora diteci (se la notizia fosse stata ripresa, come è stata ripresa, con maggiore enfasi e con maggiore spazio): che credibilità pu avere una Regione quando nomina una Commissione d'inchiesta che si riunisce periodicamente ormai da quattro mesi e la DC, partito di questa maggioranza, esprime come componente una persona che ha avuto rapporti continuativi con l'arch. Savoino e cioè quello che di fatto è diventato il principale inquisito? E questa persona non ha la sensibilità di comunicarlo ai colleghi e di dimettersi, senza avere il proprio partito di appartenenza (che pare conoscesse queste cose perché le abbiamo apprese dalla stampa pubblicamente, sia pure con un certo ritardo essendo noi non di Vercelli) avuto la sensibilità di farlo dimettere. Mi sento imbarazzato per quello che ho detto in quella sede, che ritenevo riservata, di quella Commissione d'inchiesta. Questi però sono i rapporti vigenti in Consiglio regionale.
Andiamo avanti con i partiti. Abbiamo il Partito socialista. Si usa dire: "Non sparare sulla Croce Rossa", perché sull'Assessore Maccari è ingeneroso insistere. Però abbiamo un problema: ci è stato comunicato oggi che il collega Fiumara diventerà, presumibilmente, nuovo Assessore e presumibilmente, andrà all'agricoltura. Io chiedo chiarezza e mi assumo la responsabilità di quello che dico. Faccio così alcune domande al collega Fiumara, pregandolo di essere estremamente chiaro perché, sull'esperienza Cattaneo, ho la necessità morale di chiederglielo e senza per questo voler creare dello scandalismo.
Voglio chiedere al collega Fiumara se non ritiene opportuno chiarire a tutto il Consiglio se appartiene, se ha appartenuto, o se ha avuto particolari rapporti con le logge massoniche, non perché questo sia illegale, non perché questo sia sconveniente, ma perché dobbiamo pur sapere se queste voci che sono girate hanno un minimo di credibilità o siano delle panzane, nel qual caso vanno smentite, ma vanno smentite pubblicamente.
Così come gli chiedo personalmente, oso dire "amichevolmente", di chiarirci se ha dei particolari rapporti con delle grosse imprese di costruzione nella zona di Moncalieri, che sono state oggetto di vivace discussione, non dico di più, all'interno di quel settore. E' necessario sapere queste cose anche nel momento in cui vengono affidati determinati incarichi.
La maggioranza è di 29... Un momento! La maggioranza non è più di 29! Rimaneva ancora a tenere in piedi questa Giunta il Partito socialdemocratico. Questa mattina abbiamo visto cosa sia successo. La maggioranza non è ora più di 29, dal momento che il collega Goglio oggi ha detto che si dissocia. Ma c'è un'altra assenza, non so se l'avete notata: il collega Tapparo ha firmato il foglio di presenza, dopodiché in Consiglio regionale non è rimasto questa mattina. Come mai? E' assente perché sta telefonando da due ore?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Proceda, Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Procedo sì, Presidente, perché a questo punto stando ai numeri di questo Consiglio regionale noi avremo le elezioni e il successivo rimpasto in Giunta, presumibilmente, con 27 voti, che sono il minimo al di sotto della maggioranza, al di sotto del numero legale, che diventa tale soltanto per le assenze di Consiglieri di minoranza. Chi non è d'accordo con la Giunta starà in aula, perché se andassero fuori le minoranze rimarrebbe solo per un voto, il ventisettesimo, il numero legale.
Allora, Presidente Brizio, in queste condizioni ci vuole veramente più coraggio a continuare o, davanti alla pubblica opinione, non sarebbe più logico dimettersi? Bisogna ammettere davanti alla pubblica opinione che le cose sono insostenibili e che non si può continuare a rimanere in carica per l'ordinaria amministrazione (mancano ancora due anni alla fine della legislatura) per mettere le mani ad una struttura - staremo poi a vedere di che formula politica - diversa. Non potete sostenere che sia ancora moralmente legittimata questa maggioranza, che non lo è più neanche nei numeri! Non possiamo continuare a pensare che fuori da quest'aula la gente non esista, non possiamo continuare a far perdere credibilità all'istituto regionale in cui tutti diciamo più o meno di credere.
E come non sottolineare che questi cambiamenti, che vengono fatti adesso in Giunta, siano la logica del più piccolo bilancino: siccome questa volta con i numeri non si arrivava a mettere d'accordo tutti, si è andati a raschiare con la punta della matita una fettina di potere al collega Panella, una fettina di potere all'altro Assessorato e si rimette insieme con i ritagli un nuovo Assessorato, in modo da poter riutilizzare la stessa persona, che prima era in un altro Assessorato, e gliene si crea uno ad hoc che è fatto da quattro pezzettini tagliati fuori dagli altri Assessorati. Presidente, se si vuole un nuovo Assessorato, e magari va benissimo, non è in queste condizioni che si può crearlo, perché in queste condizioni tutti fuori di qui diranno che questa nomina, questa permutazione numeraria è fatta soltanto per cercare di accontentare tutti o quasi tutti, perché se uno soltanto ancora si dissocia qui manca il numero legale, manca la maggioranza, manca la Giunta e non c'è più alcun motivo di fare la Giunta regionale.
Questa è la realtà dei fatti, questa è la verità - secondo me perlomeno che va detta in quest'aula. E ho concluso, perché tutte le altre cose sono inutili. Prego però il collega Fiumara, proprio per dare un chiarimento nel caso che verrà eletto, di dare delle risposte chiare e convincenti alle domande che ho fatto, che sentivo il dovere di porre perché può anche non rispondere, ma io penso che non si potrebbe continuare con questi sospetti.
Personalmente, sono stato troppo colpito dal caso Cattaneo per non pensare, appunto, che se non ci sono tra tutti noi maggiori rapporti di correttezza vicendevole non si possa continuare, e non posso non ricordare che il collega Fiumara è direttamente collegato all'on. La Ganga, che in questo momento è al centro di vicende giudiziarie in Torino e dintorni, per non sottolineare come la credibilità si faccia anche in queste cose.
Scusate per l'intervento estremamente a braccio, scusate se l'ultimo dilettante di questo Consiglio regionale vi dice che se ci potessero sentire i quasi cinque milioni di cittadini piemontesi..., forse - me compreso - di qui ci butterebbero fuori tutti, magari anche a pedate.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola ai Consiglieri iscritti, che per ora sono Grosso, Rabellino e Marino, desidero precisare che è frequente che un Consigliere o un Assessore venga all'inizio della seduta, firmi il foglio di presenza e poi, per ragioni sue, imprevedibili o di ufficio, si possa assentare. Se vogliamo cambiare il Regolamento, diamo immediatamente mandato al Consigliere Monticelli che presiede la Commissione.



ZACCHERA Marco

Questo non le fa onore, Presidente.



PRESIDENTE

Io devo dare a lei una spiegazione che attiene al Regolamento. Le valutazioni politiche che ne possono discendere spettano all'aula.
La parola al Consigliere Grosso.



GROSSO Carlo Federico

Presidente Brizio, ho l'impressione che la sua Giunta l'abbia anche lasciato solo fisicamente in quei banchi. Io penso veramente che lei si senta molto solo in questo momento. Nella sua introduzione lei ha detto parole che ho ascoltato con molta attenzione, fra le altre cose ha detto che c'è emergenza morale, la Giunta reagisce, Fiumara entrerà in Giunta.
Lei davvero ritiene, Presidente, che con l'ingresso in Giunta di Fiumara con questo solo intervento, questa Giunta sia in grado di affrontare l'emergenza morale? Certo l'emergenza morale deve essere affrontata, l'ha ricordato poco fa altro Consigliere di opposizione con molta chiarezza, uno dei vostri Assessori è stato inquisito, uno dei vostri Assessori ha - così sembrerebbe a leggere i giornali - confessato; la Giunta non può essere non considerata politicamente responsabile nel suo complesso di quanto un Assessore ha compiuto nell'esercizio delle sue funzioni. Dico politicamente responsabile, evidentemente, e in particolare - mi spiace doverglielo dire Presidente il Presidente della Giunta non può essere non considerato politicamente responsabile di quanto è accaduto. Quindi ritengo un rimedio estremamente insoddisfacente quello di far entrare semplicemente un nuovo Consigliere, scelto con il più tipico dei metodi partitici, in Giunta, per ritenere di essere in grado di affrontare e risolvere l'emergenza morale.
L'ha ricordato molto bene il mio Capogruppo poco fa: c'è l'emergenza morale in questo Paese certamente, ma sta diventando sempre più drammatica sempre più grande e terribile l'emergenza sociale, e noi siamo convinti che voi non siete in grado, nella situazione in cui vi trovate, di affrontare adeguatamente questa emergenza sociale. In questa ottica, il nostro Gruppo sta lanciando con forza una prospettiva politica: cercare con le altre forze di opposizione, presenti in questo Consiglio, la possibilità di impostare un eventuale programma. Questo è un discorso politico serio e io spero che a partire da un accordo con le altre forze politiche di sinistra operanti in questo Consiglio, si possano buttare sul tappeto alcune idee forti per tentare di affrontare la questione sociale nella nostra Regione.
Dopodiché - parlo di nuovo a titolo personale - mi pongo degli interrogativi e, d'altro canto, credo che in questi momenti molto difficili ciascuno debba dire fino in fondo quello che pensa e non possa nascondersi dietro alle parole.
Ho molti dubbi che, anche ammesso che le forze di sinistra e di opposizione operanti in questo Consiglio riescano a trovare una piattaforma comune, poi si possa tentare di varare in questo Consiglio una Giunta di alternativa, perché francamente non comprendo con chi noi potremmo governare in maggioranza. Questa è un'opinione mia personale; certamente credo che il nostro Gruppo non possa sottrarsi al proprio dovere di cercare in qualche modo di contribuire effettivamente ad una uscita, ad una risoluzione di questa gravissima crisi, che voi non sarete certamente in grado di risolvere con quattro arrangiamenti.
Ho letto sui giornali quelle che dovrebbero essere le prospettive della Giunta futura: devo dire che, francamente, non sono riuscito a comprenderne la logica. Non sono riuscito a comprendere perché alcuni dei vostri Assessori perdono certe competenze, altri ne acquisiscono; le voci sono tante, Presidente.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Aspettate a vedere.



GROSSO Carlo Federico

Aspetteremo a vedere e valuteremo. Mi permetto, comunque, di chiedere se dovesse veramente risultare fondata la voce che il neo Assessore Fiumara, ammesso che siate in grado di votarvelo e di eleggervelo, assumerà la delega dell'agricoltura, quali competenze specifiche ha questa persona in questa materia. Devo dire che la mia ignoranza è completa. Devo dire che se qualcuno chiedesse a me di andare a fare l'Assessore all'agricoltura mi metterei a ridere dato che non so assolutamente distinguere un cavolo da un cavolfiore.
Concludo il mio rapido intervento. Di fronte alla pochezza con la quale voi affrontate questa terribile crisi, ritengo che i Consiglieri di opposizione debbano reagire con la massima disapprovazione; anche per il nuovo Assessore, io abbandonerò quest'aula in segno di protesta perché non ritengo sia una soluzione minimamente adeguata alle difficoltà del momento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Per l'ennesima volta trascorriamo la giornata a discutere sulla situazione della Giunta e di questa maggioranza, però c'è una nuova realtà da sottolineare: di volta in volta, questa maggioranza ha numeri sempre più ridotti. Questo da un lato potrebbe essere positivo, però dall'altro deve farci riflettere perché non so se i colleghi si sono resi conto dell'arretrato di lavoro raggiunto dal nostro Consiglio regionale: fra poco gli o.d.g. saranno addirittura rilegati! Siamo a livelli mai raggiunti n in questo né in altri Consigli regionali.
La maggioranza deve fare un'autocritica, perché se siamo ridotti ad un blocco totale dei lavori - è un mese infatti che il Consiglio regionale non fa più attività amministrativa - dobbiamo capire dove questa maggioranza vuole arrivare. Non ci sono spazi, io credo, per alternative. Quando sento il PDS affermare di voler lanciare un'alternativa, io vorrei capire meglio: la matematica è sempre matematica, i numeri in questo Consiglio regionale sono questi, per cui non arrivo a capire come si possano chiedere le dimissioni della Giunta.
Se vogliamo essere minimamente seri, dobbiamo dire che l'unico sbocco è quello di andare nuovamente ad elezioni, perché la composizione di questo Consiglio regionale non rappresenta più la realtà che c'è all'esterno questa è la vera realtà! Non ci sono altre questioni. Noi possiamo, anzi potete perché ve lo fate da soli, dal PDS alla DC, riconteggiare, spostare i numeri, però i numeri sono sempre quelli, non ci sono oggi in questo Consiglio regionale delle maggioranze stabili e credibili, a meno che - non so però se è questo che il PDS vuole si vada ad una Giunta DC-PDS, questa sarebbe l'unica strada percorribile; abbia però il PDS il coraggio di dirlo!



RIBA Lido

Non fare delle dichiarazioni così coraggiose.



RABELLINO Renzo

Questa è l'unica strada, scusate. Nel momento in cui voi dite: "Facciamo un'altra maggioranza", l'unica alleanza possibile per fare un'altra maggioranza che sia credibile e che possa essere minimamente stabile è quella, non ci sono altre strade! In realtà, l'unica via d'uscita sono le elezioni anticipate, dalle quali potrebbe davvero emergere un nuovo assetto del Consiglio regionale e sicuramente verrebbero fuori delle indicazioni - io ritengo - a sorpresa per molti Gruppi politici, che possano permettere veramente una gestione una maggioranza stabile, un aggiornamento fra società esterna e classe politica amministrativa.
Faccio un ultimo appello a tutti i colleghi. Preso atto di questo rimpasto di Giunta (perché i numeri, anche se per un solo scarto, questa maggioranza li ha ancora per eleggere un nuovo Assessore), preannuncio che non parteciperò a questa farsa di votazione. Chiedo però che si inizi davvero a lavorare e a riprendere in esame le questioni, perché fuori la società civile sta diventando estremamente attenta a quello che sta facendo la Regione, cioè al "niente" che sta facendo la Regione.
Mi pare che un mese di blocco delle istituzioni sia più che sufficiente, per cui invito veramente questa maggioranza e il Consiglio ad iniziare di nuovo a lavorare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Il Consigliere Rabellino è un po' estremista, ma c'è qualche elemento di riflessione da fare sulle sue battute, nel senso che in effetti nel conteggio al ribasso delle ultime settimane rispetto a questa maggioranza si ripropone comunque la questione dei numeri, e cioè il fatto che oggi è difficile immaginare cose diverse da un rimpasto come quello che il Presidente Brizio sta cercando di realizzare, se non facendo i conti con la logica stretta dei numeri. E se dovessimo associare la logica dei numeri a quella della politica, io credo che effettivamente l'unica, reale proposta che qui tutti dovremmo avere il coraggio di fare è quella di andare a rinnovare con nuove elezioni questo Consiglio regionale.
I numeri vanno, come in questo caso, e possono venire, ma le questioni di fondo, che sono poi quelle che più che a noi interessano i cittadini di questa Regione, sono questioni che restano. E la brillante operazione che ha fatto il Presidente Brizio, proponendo l'Assessore Vetrino alla sanità non è evidentemente, alla luce dei fatti accaduti in 15 giorni, idonea a superare questa situazione. L'ho definita una brillante operazione perch ritengo che tale sia stata, nel senso che l'Assessore Vetrino per quanto mi riguarda di sicuro, ma credo per molti, è una persona stimata, stimabile diciamo anche che dà l'impressione di essere una persona molto onesta, cosa non irrilevante di questi tempi.
Questa soluzione ha però qualche limite: 1) l'Assessore Vetrino non mi risulta che abbia una grande competenza di questioni sanitarie 2) mi chiedo se in questo momento su questa enorme questione della sanità esiste una struttura in quell'Assessorato, in termini di numeri, di persone, di competenze, di managerialità, in grado di affrontare le tragiche questioni che si stanno avvicinando per quanto riguarda la sanità in questa Regione. Ho l'impressione che oggi non esista una struttura in grado di affrontare tali questioni.
In questi giorni abbiamo avuto in Commissione un utilissimo colloquio con l'Assessore su tutte le problematiche che derivano a noi, ma soprattutto ai cittadini, dal famigerato decreto n. 502. Entro nel merito di questa questione, come di alcune altre, perché ritengo che al di là dei numeri, che vanno e vengono, i macigni che alla fine ci si trova davanti sono questi. Ebbene, a distanza di molti anni da quella che fu fatta allora, noi abbiamo una riforma sanitaria attuata attraverso il decreto di un Ministro che, pochi giorni dopo aver fatto tutto ciò, è caduto ed è cambiato. Questo decreto dovrebbe riformare l'intero sistema sanitario, a partire da cose che non sono piccole, quali ad esempio l'identificazione degli ospedali-aziende e tutte le questioni che vi stanno dietro: tutto ci dovrebbe essere fatto in alcune decine di giorni e non in alcune decine di mesi - ripeto, in alcune decine di giorni! - quando il nuovo Ministro alla Sanità ha già preannunciato che lui comunque cambierà tutto.
Allora, una Regione che si trova in questa situazione per quanto riguarda le sue difficoltà di maggioranza e di Giunta, che pensi di affrontare questa questione, che non è piccola ed è una delle tante cui cercherò di accennare, con i rimescolamenti e i rimpasti che il Presidente Brizio ci ha proposto oggi, ho l'impressione che si candida e ci candida veramente ad un periodo di grave ingovernabilità, con gravissime conseguenze rispetto ai cittadini.
Accenno ancora a qualche questione, chiamiamola piccola, legata alla sanità prima di affrontarne altre.
In questi giorni si è parlato molto della questione dell'ospedale fantasma Farinelli. Ebbene, cosa vuole fare la Giunta su questa enorme struttura che ha succhiato decine di miliardi, che è vuota e che sta per essere chiusa? Nell'incontro che è stato fatto - non voglio entrare più di tanto nel merito con i responsabili di questa struttura è emersa la sostanziale inconsistenza dell'ente che gestisce quella struttura come tante altre. Cosa aspettiamo? Che tutto venga chiuso? Che un'altra parte di cittadini di questa città e di questa Regione si "arrabbino" con i partiti e le forze politiche per scoprire che esiste anche quell'emergenza? Cito altre questioni. Il Piano regolatore di Torino. Ho ricevuto insieme agli altri Consiglieri che avevano inviato questa lettera, cioè Cucco, Chiezzi e Giuliano, la risposta dell'Assessore Carletto sulle obiezioni da noi sollevate rispetto a gravi problemi di compatibilità di alcuni membri della CTU. L'Assessore ci ha detto naturalmente che non esiste alcun problema, che queste tre persone non sono incompatibili e quindi tutto va avanti come prima. Contemporaneamente a questa lettera abbiamo letto tutti sui giornali le dichiarazioni del Commissario Malpica il quale il giorno dopo che è stato comunicato che le elezioni di Torino non ci sarebbero state ha detto: "Adesso riprendo a fare il Piano regolatore".
Qui non si tratta di questioni marginali, sono questioni gravissime nel senso che - in una situazione di assenza di un Consiglio comunale e di discutibile approccio del nostro Assessore all'urbanistica sulle questioni che ho citato abbiamo una Commissione tecnica regionale, che in questo momento è l'unico organismo che può dire qualcosa sul Piano regolatore di Torino, della quale fanno parte tre membri - in particolare due di questi che i partiti presenti in questo Consiglio regionale hanno mandato da un lato a fare parti del Piano regolatore a Torino, dall'altro come loro candidati nella Commissione Tecnico-Urbanistica regionale. Inoltre, in assenza di un Consiglio comunale, c'è un Commissario del Governo che dice che lui farà il Piano regolatore. Questa è una seconda questione che mi pare voi affrontiate con una certa superficialità.
La terza questione è relativa alle cose che diceva il Consigliere Marengo all'inizio. La si può valutare una crisi strategica o uno dei tanti episodi attraverso i quali si promuove una ristrutturazione dell'industria sulla pelle dei cittadini e in particolare dei lavoratori; sta di fatto però, che siamo di fronte ad un momento di crisi dell'occupazione molto grave. Al di là dei pellegrinaggi che l'Assessore Cerchio ha fatto e farà credo peraltro con grande impegno ed attenzione - da una fabbrica all'altra, mi chiedo quali siano i programmi di questa Regione rispetto alle risorse disponibili o a quelle che possono diventare disponibili per affrontare una questione del genere e in quali direzioni. Sinceramente, al di là di estendere il livello assistenziale del sistema economico, non vedo grandi novità.
Potrei citare alcune questioni su cui i Verdi hanno espresso invece delle proposte. Non è il momento, ma voglio citare i capitoli; per esempio noi abbiamo affermato che progetti tipo la metropolitana di Torino, in determinate condizioni, sono progetti utili sia per l'occupazione, sia per la viabilità della città.
Interventi di risparmio e razionalizzazione sul piano energetico. Da sei mesi dovremmo affrontare in aula una discussione sul Piano Energetico Regionale, ma continuiamo a non farla e probabilmente non la faremo per i prossimi due anni. Si è fatta anche l'ipotesi di estendere le reti di teleriscaldamento (non voglio dilungarmi su cose che in questa sede sicuramente verrebbero ritenute marginali). Ci sono molti altri esempi che si potrebbero fare: al di là della grandissima buona volontà personale dell'Assessore Cerchio, non ho capito come la Giunta regionale intenda affrontare la questione dell'occupazione.
Cito un altro episodio: il rapporto di questa Regione con lo Stato con il Governo. Anche questa non è, a mio parere, una questione marginale.
E' passata nel silenzio l'eliminazione delle tre proposte di referendum rispetto alle quali questa Regione aveva avuto un guizzo di autonomia regionalista, di nuovo regionalismo (come voi l'avete chiamato). Ebbene uno dei referendum riguardava la questione della sanità. Sono stati "liquidati" questi tre referendum, che io ritengo quelli più importanti politicamente rispetto ad una riforma di questo Paese, una riforma delle istituzioni, dell'economia, del rapporto fra enti locali e Governo nazionale, ma non ho avuto riscontri che qualcuno in questa maggioranza, in questa Giunta abbia protestato.
Lo stesso decreto che citavo prima, la cosiddetta riforma sanitaria nascosta nel decreto n. 502, è un ulteriore esempio di fortissimo centralismo rispetto ad una questione delicata come la sanità. A questo proposito, l'Assessore Vetrino l'altro giorno in Commissione ha detto: "Fra un po' verranno anche a dirci di che colore verniciare gli ospedali e noi come Regione, dovremo subire". Al di là di queste dichiarazioni, non mi risulta ci siano dei momenti in cui questa Regione e questa Giunta abbiano avuto un qualche ruolo rispetto al grave accentuarsi di centralismo che oggi avviene e nel mentre la maggioranza che governa questo Paese sta andando a rotoli.
Ci sono notizie che la discussione a livello nazionale sulle problematiche della riforma degli appalti stia prendendo pieghe estremamente precarie, sostanzialmente senza grandi innovazioni rispetto al passato. Quindi noi ci ripresentiamo - in una situazione di emergenza occupazionale, di necessità di nuovi, rapidi ed urgenti investimenti - con quell'insieme di procedure legislative e forme di controllo che in passato hanno portato alla rapina delle risorse (il 10% di tangenti e il rimanente 90% di risorse sprecate). Anche su tali questioni, malgrado in varie occasioni si siano posti i problemi, non mi risulta ci sia un'attività legislativa, almeno regionale, significativa.
Cito un'altra questione. Il Governo ha respinto la legge sulle acque sotterranee - forse non interessa a nessuno, a me invece sì - dicendo: "Voi, Regione, non c'entrate nulla rispetto alla dichiarazione di pubblica utilità delle acque; è una questione che riguarda lo Stato". Lo Stato ha un Testo Unico del 1933 che non ha avuto il tempo negli ultimi sessant'anni di cambiare, perché probabilmente si badava a fare altre cose, e la legge sulle acque sotterranee, per il significato che può avere, è stata sostanzialmente smantellata. Può darsi che, anche grazie ad alcune proposte fatte ultimamente dal Consigliere Rivalta in Commissione, si cerchi in qualche modo di superare questo scoglio, ma per intanto tracce in questa direzione non ne ho riscontrate.
Potrei citare la questione dei centri commerciali, ma non procedo oltre. Al di là dei numeri e della loro logica, restano tali pesantissime questioni - ne ho citate solo alcune - rispetto alle quali ho l'impressione che non emerga alcuna luce nuova, almeno fino ad oggi e al di là della grande capacità e delle proposte avanzate dal Presidente Brizio.
In sede di votazione non so se rimarrò in aula o se l'abbandonerò come altri hanno dichiarato (vorrei prima capire l'evoluzione della discussione in corso); credo però si debba riaprire il dibattito con la considerazione del Consigliere Chiezzi, posta due settimane fa, relativamente ad un diverso criterio con cui affrontare la situazione, partendo da precisi programmi, nonché con buon senso comune, come ha detto poc'anzi il collega Goglio.
In una situazione di crisi quale quella attuale, una maggioranza che voglia governare deve illustrare i quattro-cinque obiettivi che si è posta i tempi con i quali intende raggiungerli e con essi lanciare la propria sfida: "Vogliamo fare queste cose e con questi tempi: se saremo in grado di farle, le faremo - e su queste vi chiediamo i numeri diversamente, ce ne andremo".
Personalmente, le "quattro cose" dette dal Consigliere Goglio non le ho sentite dire né dalla maggioranza né dalla Giunta. E non mi sono assolutamente chiari programmi, emergenze, tempi e tappe che la Giunta si dà rispetto alle questioni, alcune delle quali ho prima citato.
Ho l'impressione che si debba riaprire la discussione, partendo da alcune delle proposte avanzate dal Consigliere Chiezzi due settimane fa alle quali in qualche modo avevano contribuito anche altri Consiglieri. Se ciò non avvenisse, se una strada nuova non si dovesse aprire, credo sarebbe utile per i cittadini della Regione andare a nuove elezioni, a costruire un nuovo Consiglio regionale che, nel bene o nel male - badate bene: personalmente, penso che potrebbe anche essere nel male - sia rappresentativo delle esigenze e delle scelte che i cittadini piemontesi in questo momento, vorrebbero veder portate avanti dai loro rappresentanti nell'istituzione regionale.
Ripropongo, sperando in momenti di confronto tra le forze di minoranza l'ipotesi di andare ad elezioni anticipate della Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, permettetemi di iniziare quello che sarà un assai più breve intervento rispetto ad altri che mi hanno preceduto, dichiarandovi il profondo fastidio nel dover partecipare ormai da tre settimane consecutive, a quello che sta diventando un mero rito.
Ritengo che la situazione non sia assolutamente cambiata rispetto al 16 febbraio; mancando la capacità di parlarci, di esprimerci, di farci capire in altra sede, ricorriamo a questa assemblea quale cassa d'amplificazione per riuscire ad ottenere, domani mattina, due righe di cronaca su questo o quel quotidiano. E' una situazione che mi infastidisce molto, mi deprime e che indica il bassissimo livello di sensibilità cui questa classe politica è giunta.
Ho passato parecchio tempo a cercare una figura retorica con cui aprire l'intervento, per definire il grado di insensibilità raggiunto da quest'aula nei confronti di quanto sta accadendo all'esterno, di quel sentimento che sta diventando sempre più forte nel Paese reale. Ne ho trovate diverse, ma ho constatato che, più o meno, le abbiamo già utilizzate tutte, e che forse non sarebbero state così pregnanti e adatte a denunciare uno stato di fatto estremamente allarmante.
Il Presidente Brizio ha espresso questa mattina, secondo me e secondo la forza politica che in quest'aula rappresento, un metodo che è l'esatto contrario di quello che dovrebbe essere il modo di affrontare una crisi di sistema.
Il Paese vuole risolvere i problemi affidandosi all'obiettività e alla competenza di tecnici; l'attuale Giunta propone un "rimpastino" con un incarico estremamente difficoltoso e tecnico, che necessita di una cultura specifica e, direi di più, di una frequentazione e di un modo di vivere all'interno del problema e del mondo che l'Assessorato rappresenta. Ebbene la Giunta affida tale incarico a chi tecnico non è, a chi rappresenta la risultante di pressioni e pressioncine, di manuali e manualetti: la risultante di quella che è, ormai, la politica stantia e bizantina che riusciamo solo più a rappresentare.
Il Consigliere Picchioni ha fatto una considerazione - fuori microfono non essendo ancora intervenuto - estremamente reale ed obiettiva: la minoranza che si sta oggi agitando in modo particolare non ha i numeri per governare. E' vero: la minoranza non ha i numeri per governare, così come l'attuale maggioranza. Siamo in una situazione di terribile stallo: nessuno è più in grado di governare; siamo, come si è detto ormai da un mese a questa parte, ad un livello di totale delegittimazione, non della Giunta per carità - ma dello stesso Consiglio.
Credo che il grado di incapacità di questa classe politica di adeguarsi alle mutate condizioni ambientali si possa paragonare all'ultimo periodo dei grandi sauri, quando i dinosauri vivevano in un mondo che non era più il loro, cui non riuscivano ad adeguarsi, di cui non riuscivano a comprendere le istanze, dal quale non volevano togliere il peso ingombrante della loro presenza. L'istinto di conservazione è molto forte in tutti comprendo lo sia anche in questo nostro sistema che per cinquant'anni ha governato nel bene o nel male il Paese.
Molti sostengono che l'alternativa sia una sola: ricorrere a nuove elezioni. Potrebbe esserci una seconda alternativa: l'alternativa "Chiezzi" un po' allargata. Se volete che quest'aula rappresenti ancora un modo di governare "alla meno peggio" la crisi che il Piemonte sta attraversando ebbene, identificate gli uomini al di fuori degli schieramenti e dei raggruppamenti politici, identificate dei tecnici seri. Date a questi tecnici seri degli incarichi ed il mandato di arrivare fino alle nuove elezioni, diamoci un programma di massima, e attorno a questa nuova Giunta cerchiamo di far confluire i voti di quelli che ancora sperano di poterne uscire con gli attuali numeri e schieramenti. Se effettivamente questa volontà manca, in voi che siete i rappresentanti della partitocrazia classica, allora la strada è quella indicata dalla Lega; se non c'è la possibilità di governare, se non c'è la legittimazione a governare, se non c'è la sensibilità di questa classe politica a governare, ricorriamo alle urne rapidamente, chiediamo alla gente uno sforzo per mandarci a casa perché noi non siamo capaci di dichiarare la volontà di andarcene per conto nostro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, ci troviamo per la terza volta a ripetere lo stesso copione, o per lo meno lo stesso spartito, con i soliti maestri di cappella.
Si ritorna sul fatto o sulla proposizione che c'è una Giunta non legittimata e non convincente, noi però ci possiamo domandare, e lo domandiamo alla minoranza di questo Consiglio, se c'è un'opposizione legittimata ed altrettanto convincente.
L'interpretazione che noi diamo di un'opposizione più o meno compatta che vive dei cascami dialettici del Movimento Sociale Italiano e di altri è che questa opposizione è un aggregato di tasselli di mosaico che a malapena riescono a fare un disegno. Per cui pare, rispetto al momento attuale, che la "corsa al nuovo" non sia meno confusa e meno ambigua di chi vuole imputare al vecchio di essere confuso ed ambiguo.
Ho già detto nella scorsa seduta che dagli interventi della minoranza mi pare di cogliere una somma di tutte le negatività, "ciò che non siamo ciò che non vogliamo", direbbe il poeta.
Pertanto dobbiamo domandarci, e lo domandiamo soprattutto al Consigliere Marengo, di cui apprezzo sempre la sobrietà anche nella sua dura polemica, se qui ci si perpetua più con il trasformismo o ci si rinnova di più con la competizione. Il trasformismo non è della maggioranza, perché per la vostra stessa ammissione la maggioranza è solida, compatta, conta sui numeri anche se può perdere occasionalmente per incidenti vari, qualche suo componente.
La maggioranza è il pentapartito, la maggioranza ergo non è trasformista, mentre la minoranza raccogliendo le forze sparse da tutti i banchi del Consiglio perpetua, o perlomeno invera, la sensazione di un'operazione di trasformismo che, a mio avviso, non costituisce né un contributo alla chiarezza né un contributo alla linea politica che si vuole portare avanti.
Noi riteniamo che la Regione, eletta democraticamente, sia tuttora democraticamente operante. Ha ragione il Consigliere Rabellino, i nostri programmi sono stoppati, le nostre delibere non vanno avanti per una sequenza interminabile di ordini del giorno, una specie di ribollita toscana dove c'è molto brodo e sempre meno ingredienti.
Oggi la variante è sul discorso dei numeri, si contano i caduti, si contano gli infermi, si contano coloro che non possono partecipare. Cioè un discorso ridotto ai minimi termini, un discorso che non ha alcuna valenza politica, perché se lo spartiacque tra legittimità e illegittimità di questa maggioranza fosse solamente il numero pari o dispari, il nuovo che nasce farebbe rimpiangere il vecchio che muore.
Certo c'è in giro una volontà di giustizia sommaria, il sistema va sostituito, ogni rappresentanza è sospetta, anche quella dei sindacati Marengo, quella di sabato scorso, quella degli autoconvocati. Non è solamente uno spezzone di questo sistema, è il sistema rappresentativo nel suo complesso che oggi viene messo in discussione.
Ci sono uomini di grande cultura come Ingrao che, all'indomani della manifestazione di Roma, citano frasi suggestive, che rimandano ai tempi eroici del marxismo-leninismo: "Il potere torni all'uomo semplice"; cioè alla volontà generale, alla gente, al fatto plebiscitario, se vogliamo irrazionalista, che poi ha portato al fascismo e al comunismo.
Questo è stato non solo lo slogan di una manifestazione, ma è stato il nuovo predicato politico della corrente di minoranza del PDS.
E tutto questo in un periodo in cui, al di là di quello che diceva Abete l'altro giorno sul "Corriere della Sera", ci si accorge che accanto ai politici che volevano i soldi, ai burocrati che volevano il potere, ci sono anche gli industriali che non volevano combattere contro i rischi dell'economia di mercato. In un periodo in cui, se ci sono colpevoli eccellenti, imputati eccellenti, non ci sono innocenti eccellenti! Giorni fa qualcuno ricordava Douverger, il grande politologo francese che dubitava sulla possibilità dell'autoriforma del sistema italiano e diceva che se l'Algeria è stata il grande detonatore del cambiamento della Francia, Tangentopoli poteva esserlo per l'Italia. Ma se la considerazione è così globale e così cosmica, mi domando quali sono le argomentazioni da dozzina che noi stiamo portando avanti, se siamo immersi in un processo universale per cui nessuno si salva e per cui il sistema sta denunciando sempre più le sue crepe irreversibili.
Dobbiamo fare uno sforzo di fantasia molto più alto, molto più eloquente di quanto possono essere stati gli argomenti di questa mattina che pure ho apprezzato, quando Chiezzi dice: "Il nuovo modo di governare è grosso modo...", cioè il leninismo puro e duro che ritorna a galla per cui l'apparato leninista sceglie il suo popolo oppure lo scioglie, secondo le proprie convenienze ed i propri interessi.
Qual è il nuovo modo di governare? Quali sono queste nuove nomenclature che vengono fuori da un manuale che non si richiami più al vituperato manuale Cencelli? Con quale suffragio concettuale, oltre che morale, oltre che psicologico, può esistere una divisione manichea che vuole da una parte ci sia il buono e dall'altra il cattivo? Da una parte ci sia il servizio e dall'altra parte il potere? Da una parte ci sia la fatica e dall'altra parte il privilegio? Da una parte ci siano la correttezza e la limpidezza e dall'altra parte l'intrigo? Queste sono tutte parole che esprimiamo con disinvoltura certamente scapigliata, direi forse postgoliardica, ma sotto le quali non c'è assolutamente nulla perché le stesse persone che le affermano sanno benissimo di affermare un credo vuoto di ogni sostanza. La verifica non è nel DNA che ognuno porta in sé, la verifica è nella misura dura ed aspra con le cose e con i programmi, con le contingenze, con le emergenze che non sono solamente le emergenze propagandistiche con cui si vuole interloquire.
Noi non accettiamo, per esempio, i discorsi alle persone.
Caro Zacchera, tu hai scelto una via che ti premia, che premia il tuo credo politico, prima ancora che il tuo credo morale. Noi non abbiamo mai domandato né a te né ad altri quali erano gli interessi professionali che vi accompagnano nella vita privata. E non abbiamo domandato mai né a te n ad altri quali sono le affiliazioni occulte o palesi con cui il tuo partito è stato vicino con altri gruppi del sottobosco politico. Per cui la dignità di questo Consiglio esige che si metta la parola "fine" a speculazioni effettivamente vergognose.
Per quanto concerne la maggioranza, non so se ci sono delle regie occulte o delle regie palesi, ma se si staccano pezzi di questa maggioranza non so se è per un gioco condotto tutto all'interno di qualche minuscolo palazzo, se per vie di autocandidature che non hanno la luce o per via di fibrillazioni che non hanno alcun riscontro politico. Noi siamo dei partiti politici, vivaddio non lo neghiamo a nessuno: non siamo figli di nessuno che portano inopinati comunicati stampa firmati a nome della propria federazione da un personaggio che non conosco, ma che non credo abbia tutti i titoli per farlo, certo Ottaviano Battistella. Allora manca la chiarezza sostanziale perché si possa fare un contratto di ordine politico fra di noi. Con chi parliamo? Vengo alla fine, non lascio il ponte senza approdare alla riva! Con chi parliamo? Quali sono i fantasmi del palcoscenico? Perché ce lo dobbiamo domandare! Oppure: quali sono gli autori di un gioco che non si conosce? Il problema di questa maggioranza è molto chiaro: che non vive per un carisma, per un'unzione dell'Altissimo, ma vive per una coesione, una coerenza, una possibilità di stare assieme che certamente sa anche mortificare i fatti privati, i fatti personali, rispetto a un disegno complessivo che ci deve accompagnare, perché, se per caso, situazioni di questo genere avessero la possibilità di reiterarsi ad ogni pie' sospinto perché qualcheduno li sollecita, perché qualcheduno li motiva, perch qualcheduno li accredita, perché qualcheduno li valorizza, allora naturalmente la maggioranza ha tutto il diritto di vedere al di là della propria porta e delle proprie usuali finestre.
Noi non vogliamo continuare questo gioco che per quanto mi riguarda è risibile, ma per quanto riguarda la Giunta è un fattore non solamente di stabilità, ma anche di credibilità. Credo che la Giunta abbia fatto benissimo. Il mandato, da parte delle forze di maggioranza, era chiaro al Presidente: c'erano delle ipotesi minime, delle ipotesi massime e delle ipotesi medie. In questa circostanza, poiché non si potesse inverare il dubbio che il fatto morale innestasse subito un fatto politico traumatico la Giunta doveva seguire un'ipotesi mediana che era quella della turnazione degli Assessorati la cui titolarità politica apparteneva da troppo tempo ad un partito politico. Puntualmente questo processo critico si è realizzato ieri con l'Assessore Vetrino (diciamo subito che l'approccio dell'Assessore Vetrino in Commissione è stato già un approccio diverso), oggi con la votazione dell'Assessore, che è una votazione di un membro rispettabilissimo di questo Consiglio, che noi votiamo perché non vogliamo assolutamente essere noi a fare la guerra di Troia, perché la guerra di Troia non si fa dato che non c'è nessun Paride, vestito anche in gonnella che possa scegliere oggi o domani fra le tre dee. Ogni partito politico ha la responsabilità di affidare al consenso della maggioranza o della minoranza la propria candidatura e su questa candidatura la maggioranza deve esserci, naturalmente con tutte le urgenze, tutti gli insegnamenti e tutti gli imperativi morali che questa candidatura deve avere proprio per il ruolo che deve ricoprire, ma soprattutto per l'emergenza che deve rispettare. Per questo le cose sono molto semplici, ma non sono semplici nel senso che si chiudono tutte le finestre e tutte le porte, sono molto semplici perché c'è stato il rispetto, direi quasi calligrafico, di quanto noi volevamo. Non ci sono stati sbandamenti se non per delle dichiarazioni che mi sono dispiaciute moltissimo questa mattina da parte dell'amico Goglio, ma dove il cammino, indipendentemente da questi incidenti, è stato indicato, tracciato e percorso. Per il futuro si vedrà. Ci sono tanti appuntamenti, noi non facciamo l'appuntamento, caro Chiezzi, con le vicende giudiziarie. Credo che questo non sia un argomentare politico intelligente.
Noi abbiamo degli appuntamenti con questa città, con questa Regione, che vogliamo accogliere anche nelle scadenze elettorali, ma quando la lettera aperta degli amici comunisti si indirizza, al di là di alcune polemiche che, capisco benissimo, è gioco del PDS...



(Commenti dai banchi del PDS)



PICCHIONI Rolando

Non c'è mai il fatto politico che prevale sul fatto umano, almeno per me.
Questa lettera dice: "La prima opzione sulla quale costruire una proposta alternativa è quella di un programma adeguato ad affrontare la situazione piemontese, la crisi dell'apparato produttivo industriale piemontese, il cui rilancio è la condizione...": sono tutte analisi che condividiamo. Non c'è un contendere, ci sarà forse lo spostamento di un accento, più acuto o più grave, non lo so, ma certamente questo spostamento d'accento, acuto o grave, può venire più da voi che da altri.
Su questi punti e sulle questioni ambientali il nostro Gruppo consiliare intende costruire le priorità programmatiche. Al di là delle parole tra noi leggere o degli scritti tra noi pesanti, che cosa rimane? Rimane, caro Marengo, che non c'è la subalternità - lasciamo questi vecchi slogan - del Partito socialista rispetto alla DC! Perché non vorrei che domani il Partito socialista dicesse al PDS che è subalterno alla DC. No! Abbiamo una pari dignità! E la pari dignità non si guarda sui numeri come si è voluto fare questa mattina, ma sui programmi, sulla convergenza, sulla possibilità che in una lettura attenta e corretta delle cose, dei momenti e degli uomini - vivaddio! - si possano fare dei cammini che possono essere certamente positivi per il nostro Piemonte. Almeno questo io credo e spero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ritengo, signora Presidente e colleghi Consiglieri, che da parte di un Gruppo di maggioranza si abbia il dovere di scegliere, rispetto all'intervento che intende svolgere, la linea dell'approccio. Quello che io ritengo che dovrebbe essere doveroso per tutta la maggioranza, ma sicuramente lo è per noi, è l'approccio in termini di rispetto nei confronti del Consiglio regionale, perché ogni forza deve cercare di assicurare a questa sede quel tanto di rispetto reciproco che consenta ed insieme obblighi i protagonisti della vita assembleare a rimanere presenti nel dibattito consiliare. Ma perché questo si possa fare, non può la maggioranza eludere le questioni e mortificare gli argomenti dell'opposizione. Li può contestare, ma non ignorarli. Allora a me sembra che dopo il rispetto per il Consiglio e l'opposizione ci vogliono le scuse della maggioranza al Consiglio e all'opposizione, perché questo Consiglio si vede impedito nei suoi lavori ordinari, primo, da un incidente giudiziario; secondo, dalle nevrosi del Capogruppo liberale; terzo, dalla dissociazione rispetto a certe linee di due rappresentanti non minimali della maggioranza.
Questi sono fatti sui quali il confronto, le ragioni e i rimedi dobbiamo cercarli, non ritornando a polemizzare sul vetero-stalinismo od altri argomenti del genere, perché ho l'impressione che se noi siamo in questa situazione così difficile è proprio perché anziché misurarci con la realtà, la durezza delle cose, abbiamo cercato di nuovo di volare alto e di mettere le vele al veliero mentre la tempesta infuriava. E questo è atto di forte irresponsabilità politica e mi stupisco che da parte di alcuni protagonisti della maggioranza questo minimo di senso critico non sia ancora maturato.
Il termine maggioranza, normalmente, è un aggettivo: assoluta e relativa, quindi qui esiste una maggioranza relativa sufficiente per gli incombenti che ha di fronte, a me pare che l'opposizione abbia il dovere di riconoscerlo. Non esiste una maggioranza assoluta - è stato detto necessaria per incombenti specifici che non sono all'ordine del giorno quindi non mi pare quella della questione numerica la giustificazione che potrebbe permettere onorevolmente all'opposizione di non consentire l'ordinario prosieguo dei nostri lavori, per dirla tutta, che è la cosa che mi preoccupa.
Maggioranza numerica, io dico anche maggioranza politica, perch rispetto ad alcuni atteggiamenti e decisioni della maggioranza e quindi della Giunta, poi spiegherò cosa voglio dire con questo, c'è stata una presa di distanza. Se questa è la questione, cerchiamo di capire dove la maggioranza ha sbagliato. A mio modo di vedere, ha sbagliato nell'affrontare questo problema, perché ha sbagliato, come si dice l'attacco, il battere e il levare. Queste questioni non consentivano e non rendono più praticabile, signor Presidente, un approccio del tutto disarmonico tra le alte enunciazioni e le poche praticabilità nel concreto.
Questo è quello che, a mio modo di vedere, noi abbiamo sbagliato.
Una maggioranza in difficoltà deve fare esattamente quello che fa chiunque, dai bisonti sotto il vento, agli alpinisti in montagna, ai naviganti sul mare: nel momento di massima difficoltà si china con umiltà la testa, si resiste, si preparano le energie e le idee per alzare la testa quando le condizioni lo consentono. Immaginare di andare contro il vento a vele spiegate o contro la tormenta con la faccia in su, o chiedere ai bisonti che alzino la testa sotto il vento, significa chiedere cose innaturali, che provocano il disastro del veliero, il congelamento dell'alpinista e la morte del bisonte. Chi ha proposto queste cose dovrebbe forse riflettere al proprio interno se ha avuto in questa circostanza la sufficiente lucidità e umiltà politica da affrontare una questione che ripeto, è per responsabilità della maggioranza causa di disagio dei lavori del Consiglio e dell'istituzione. Ci siamo abituati troppo ai segnali forti: i segnali forti sono semplicemente delle mongolfiere piene di niente, che se ne vanno nel cielo. Noi dobbiamo fare le piccole cose concrete, ogni giorno, misurandoci, e su questo avere l'umiltà di accettare il confronto con l'opposizione, ma su questioni che siano comprensibili concrete, attuali, praticabili. Non era praticabile un'ipotesi fuori dalle righe che riguardava l'Assessorato alla sanità, abbiamo sbagliato tutti insieme ad ipotizzarla, a denunciarla. E' sbagliato voler ipotizzare un rimpasto, chiedo scusa, una rotazione delle deleghe in questo momento: è sbagliato e male abbiamo fatto a proporlo al Presidente della Giunta. E' sbagliato perché qualunque cambiamento di competenza di un Assessore, che non sia la conseguenza di un suo riconoscimento di inadeguatezza, viene letto in termini di penalizzazione e di criminalizzazione, o del partito o dell'operato o della persona o del progetto. Così è.
Come giustamente diceva il Consigliere Picchioni, continuiamo ad immaginare di dover realizzare alcuni valori strategici, ad esempio l'interruzione delle baronie: questo è un obiettivo strategico che si è dimostrato inconciliabile con la durezza delle ambizioni e della volontà degli uomini che siedono in questo Consiglio. A mio modo di vedere, il Presidente dovrebbe realisticamente prenderne atto. Non si può conciliare la conservazione totale delle persone e l'innovazione dei ruoli e della politica, soprattutto quando la turnazione non è all'interno di una proposta politica. Abbiamo solidarietà politica di pentapartito e anche solidità progettuale. Forse il Consiglio se lo dimentica, ma noi abbiamo scelto una strada che è quella del bilancio zero, che significa, in effetti, ripensare radicalmente il modo di porsi come maggioranza e come governo rispetto all'assemblea, non più con fumosi documenti, delibere programmatiche, bozze di Piano di sviluppo, ma con cifre nude e crude spiegando al Consiglio regionale quali sono gli obiettivi, le priorità, le strategie. La politica, alla fine di tutto, si traduce con delibere con cui si utilizzano le risorse che i contribuenti ci hanno dato da amministrare.
Quindi, la filosofia del bilancio è la novità politica di questa legislatura o comunque di questo nostro "pezzo" di legislatura.
Abbiamo sbagliato, a mio modo di vedere, l'approccio a questi problemi.
Questo elemento doveva essere considerato in funzione delle novità introdotte dal documento di ridefinizione di deleghe, ma senza postulati aprioristici, perché altrimenti vanno osservati fino in fondo, signor Presidente, e su questo il nostro partito sarà molto rigoroso: se si interrompono le filiere, si interrompono per tutti! E devo anche dire brutalmente che non è interruzione delle filiere scoprire che c'è stato in qualche Assessorato, per esempio, una turnazione di sei mesi o di un anno nella stessa area politica o comunque di rappresentanza di interessi sociali. La politica è una cosa seria e non si legge soltanto con il calendario, ma con la testa.
Ritengo quindi che la maggioranza abbia commesso questo errore di approccio al problema, non c'è niente di più né niente di diverso. Se non ci si fosse messi in questa strada difficile da percorrere, che si rivela velleitaria, gli infortuni che la maggioranza e la Giunta fanno pagare al Consiglio e alle istituzioni non ci sarebbero stati. Realisticamente bisogna prenderne atto. Quindi, la mia parte politica lascia alla totale discrezionalità del Presidente della Giunta di procedere su una strada che si rivela difficile da percorrere.
Mi chiedo poi ancora che cosa interessa all'esterno sapere che l'Assessore Garino avrà una delega che quando legge i titoli non capisce che cosa sia rispetto a una delega che aveva prima e rispetto alla quale non capisce che cosa sia! Mi pare che ci siamo innamorati delle parole della voglia di essere i primi a dare dei segnali di novità. Siamo in una crisi epocale, siamo in una rivoluzione: i segnali di una nuova società che speriamo di vedere e alla quale speriamo di partecipare, in qualche misura non stanno in queste cose.
Spero di avere rispettato l'impegno che mi ero preso di essere umile e corretto nei confronti del Consiglio regionale, perché se da parte dell'opposizione vogliamo rispetto e riconoscimento del nostro ruolo di maggioranza e del nostro ruolo di governo, abbiamo il dovere di riportare le questioni a quello che sono. Il problema di oggi è un problema di approccio sbagliato a queste questioni; il problema di domani e di dopodomani è quello di immaginare che, essendo la nostra istituzione quella che avrà ancora più lunga vita rispetto alle altre, sicuramente rispetto al Comune di Torino, certamente rispetto al Parlamento nazionale, questa nostra legislatura deve avere la capacità, nel corso del tempo che ha di fronte, di costruirsi l'occasione del rilancio, del modo nuovo di fare politica, dell'approccio alle questioni nuove, ma questo - consentitemi lo potrà fare quando questo momento - uso un eufemismo - di incertezze sarà superato. A quel punto, quando l'uragano non si sarà placato, ma sarà meno violento e meno disastrante, ci auguriamo tutti di poter mettere le vele al vento e navigare dove tutti quanti, opposizione e maggioranza, vogliamo andare: un futuro migliore per la nostra gente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, oggi per la terza volta questo Consiglio regionale parla di argomenti straordinari, non propri dell'attività di governo, dell'attività legislativa, cioè della scelta di un nuovo Assessore, scelta fatta dal Presidente nella sua autonomia. Noi ne prendiamo atto; riteniamo che qualunque richiesta, sollecitazione curiosità, devo dire anche di pessimo gusto, avanzate in quest'aula sono prive di qualunque senso. Ritengo che tutti coloro i quali sono presenti in quest'aula debbano essere ritenuti idonei a ricoprire gli incarichi che da quest'aula derivano.
Prendiamo pure atto che il Presidente ci presenterà nei prossimi giorni un'ipotesi di rimpasto, ipotesi di rimpasto di cui abbiamo già parlato la volta scorsa, di cui abbiamo letto qualcosa sui giornali, ma non prendiamo in considerazione le cose che dicono i giornali; attendiamo la proposta del Presidente Brizio.
La volta scorsa sono state fatte delle richieste: la maggioranza ha espresso delle valutazioni al Presidente, adesso mi pare che il Consigliere Marchini abbia espresso una posizione diversa, contraddittoria rispetto a quello che si è detto fino alla volta scorsa e che aveva scelto la maggioranza...



MARCHINI Sergio

Ho preso atto che due della maggioranza votano contro la maggioranza e io sono uno che fa politica, non leggo solo fotoromanzi!



FERRARA Franco

Io non leggo molti fotoromanzi.



PRESIDENTE

Consigliere Marchini, il suo intervento lo abbiamo capito perfettamente. Sentiamo adesso quello del Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Leggerò gli ultimi fotoromanzi che mi aggiorneranno su questa situazione, se però un Consigliere vota contro perché non lo nominano Assessore dobbiamo prenderne atto, ma tenere tutto fermo è una cosa curiosa che io non condivido.
Resta il fatto che c'è stato un impegno della maggioranza a fare certe cose. D'altronde, lo stesso Assessore nel suo intervento ha detto che eccessive permanenze possono creare, io non dico che creano, delle incrostazioni. In questo momento c'è una bufera e un uragano: io non ho esperienze né di montanaro né di marinaio, però so che quando c'è qualcosa di forte in politica, in modo forte bisogna rispondere. C'è bisogno di dare risposte forti e significative! Occorre far vedere che la politica reagisce all'uragano che ci è venuto incontro. C'erano difficoltà e questo lo capiamo leggendo non soltanto i fotoromanzi; c'erano difficoltà oggettive oggi, ad avere soluzioni più forti, però abbiamo detto, mi pare tutti d'accordo nella maggioranza, che bisognava dare un segnale in qualche misura di discontinuità rispetto al passato, far vedere che qualcosa di nuovo c'era, che una volontà nuova c'era in questa maggioranza.
Noi speriamo sinceramente che non ci sia quel "rimpasticcio" che i giornali ci hanno annunciato e che il rimpasto, signor Presidente, sia coerente - lei ha fatto riferimento ai suggerimenti che sono stati fatti in quest'aula dalla maggioranza - con le cose che in quest'aula la maggioranza ha fatto, senza entrare minimamente nel merito perché noi che siamo rispettosi dell'autonomia del Presidente accettiamo quello che il Presidente fa, se è coerente con le proposte, con le idee, con i criteri e non rivendichiamo la nostra autonomia contestando poi le decisioni del Presidente. Se sono all'interno di questi criteri noi non le contestiamo perché abbiamo rispetto delle autonomie, non a parole.
Questa turnazione ha creato qualche problema. Io mi chiedo se le vicende che sono capitate a questa Regione non siano proprio figlie del mantenimento per periodi troppo lunghi di Assessorati all'interno di un'unica forza politica, se non di un'unica persona. Io credo che siano figlie quasi fisiologiche, perché quando si creano troppo lunghe reggenze si possono anche creare quelle incrostazioni cui si è fatto riferimento.
La mia opinione è che si debba dare una risposta forte, signor Presidente. Anche sul problema dei funzionari noi crediamo si debba dare una risposta forte. Siamo preoccupati perché lei ha detto che là dove ci sarà la necessità si cambierà. Questo mi pare naturale, è evidente l'importante è dare un segnale un po' diverso: che si deve cambiare, che quelle incrostazioni non sono soltanto riferite agli Assessori che talvolta sono molto meno stanziali negli Assessorati rispetto ai funzionari. Deve esserci veramente la capacità di rinnovarsi, di muoversi all'interno della Giunta e creare quell'aria nuova che è necessaria.
Gli impegni della Giunta - lo sappiamo tutti benissimo - non sono tanto la nomina del nuovo Assessore, quanto il rimpasto che il Presidente ci proporrà e la proposta sui funzionari che pure è importante; sono la politica di bilancio. Oggi per due o tre volte ho sentito parlare di "bilancio zero" che è sbagliato, perché bilancio zero vuol dire bilancio nulla. Si deve invece parlare di bilancio a base zero, che è un concetto diverso. Ho voluto sottolinearlo perché dato che molti hanno parlato di bilancio zero non vorrei che qualcuno pensasse che il bilancio sia zero.
Io credo che il bilancio sia l'elemento fondamentale del progetto che noi aspettiamo e che queste vicende hanno ritardato. Il bilancio rappresenta le scelte fondamentali ed è su queste che dobbiamo differenziarci.
La lettera del PDS credo sia in buona parte - non tutta condivisibile come sosteneva il Consigliere Picchioni, da parte di tutti. Il problema è calare affermazioni di carattere generale, quali "il problema fondamentale è l'occupazione", sugli strumenti concreti: è su questo che noi ci differenziamo. Fare enunciazioni e basta è un modo per provocare la discussione; contrasti e confronti credo però debbano avvenire su scelte più concrete, al fine di dare risposta a questi problemi.
Credo che oggi non si sia fatto alcun passo avanti, in nessuna di queste direzioni; ci rendiamo conto di qualche nota dissonante nella maggioranza, e dicendolo non manchiamo di rispetto ad alcuno: lo sappiamo e ce ne facciamo carico, non siamo né sordi né ciechi, e non siamo soddisfatti di queste cose.
Oggi c'è però un problema grosso, e grosso deve essere il senso di responsabilità di tutti, almeno fino a che non ci siano incidenti che lo facciano venir meno, fino a che qualcuno si senta costretto a superarli.
Qualcuno ha richiesto senso di responsabilità. Ebbene, facciamo emergere questo senso di responsabilità ancora oggi, quando è più difficile Consigliere Marengo - che non fare una scelta diversa, di dimissioni dicendo: "Io mi dissocio". Essere in maggioranza molte volte è scomodo chiedetelo al Consigliere Chiezzi: quando faceva l'Assessore al Comune di Torino era assai più "legato".
In questa situazione, senso di responsabilità non è andarsene, ma cercare di spingere, stimolare, costringere, se si può, la maggioranza e la Giunta a dare concreta attuazione a quanto ci siamo proposti - da qualche mese divenuto più concreto e pressante - ovvero di dare soluzioni e risposte ai problemi. Sono problemi che non possono essere molto posticipati; sono problemi la cui scadenza è non dico a giorni, ma certamente a pochissime settimane. Entro breve tempo la Giunta dovrà dimostrare di aver saputo riappropriarsi della sua forza interna, della sua capacità di essere Giunta unitaria, espressione di una maggioranza, ma anche capace di esprimere un progetto e di dare concretezza alle scelte.
In quel momento ci confronteremo; in quel momento, qualora tali scelte non fossero coerenti, il senso di responsabilità ci indurrà a soluzioni diverse.
Per quanto riguarda l'oggi il Gruppo repubblicano crede di poter esprimere apprezzamento alla proposta avanzata dal Presidente della Giunta circa il dodicesimo Assessore.



PRESIDENTE

Come enunciato precedentemente, a conclusione del dibattito ritengo che il Presidente Brizio vorrà replicare, dopodiché procederemo alla votazione dei due ordini del giorno inerenti le dimissioni, che aggregheremo per materia come stabilito in sede di Conferenza dei Capigruppo, tant'è che sono iscritti all'o.d.g.
Si prenderà quindi atto delle dimissioni rassegnate dall'Assessore e si procederà all'integrazione, con la nomina dell'Assessore competente.
Relativamente agli ordini del giorni, come stabilito con i Consiglieri Majorino e Chiezzi, dato che gli stessi sono già stati illustrati e discussi, e le varie posizioni espresse, si tratterà soltanto di questione di voto.
Successivamente dovremo valutare con il Consiglio se interrompere la seduta: dovremmo infatti provvedere alle ratifiche, ragione della convocazione dell'odierna seduta di Consiglio.
Ha ora la parola il Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, esprimo l'adesione del Gruppo socialista, e mia personale, alle proposte illustrate stamane dal Presidente e fin qui dibattute, che riteniamo positive.
Sono proposte che vanno nella direzione di quelle richiamate dal Gruppo socialista in più di un'occasione nei suoi documenti. Proposte che ci trovano, quindi, concordi e ci consentono di esprimere la nostra adesione: rispondono infatti ad un criterio di turnazione e quindi di interruzione della lunga continuità e responsabilità di settori retti da socialisti.
Vorrei dire inoltre che predispongono, in una certa misura, una volontà politica, accompagnata a strumenti diretti a far fronte alla difficile situazione nella quale siamo.
Con queste proposte approviamo anche l'indicazione del Presidente Brizio del nuovo Assessore, il collega Francesco Fiumara, del quale non ho bisogno di mettere in evidenza qualità e meriti, che tutti i colleghi conoscono. E' uomo conosciuto ancor prima del suo arrivo in Consiglio regionale: è stato infatti Sindaco, per ben dieci anni, di una delle più importanti città della cintura torinese.
E' quindi uomo dalla grande competenza, proprio per avere retto l'Ufficio di Sindaco. Ufficio che, come tutti quelli di tale portata, fa sì che le persone che li ricoprono abbiano contatti con una molteplicità di problemi, che coprono la gamma complessiva dell'universo umano. Non ho dubbi: Francesco Fiumara sarà in grado di rappresentare adeguatamente l'Assessorato che andrà ad assumere.
A chi ha avanzato perplessità in merito, rispondo che Francesco Fiumara ha le carte in regola per assumere questa responsabilità, le carte in regola che le leggi della Repubblica italiana prevedono per chi ha responsabilità pubbliche. Non vado più in là.
Vi è stato qualcuno, come il collega amico e compagno Luciano Marengo che rivolgendosi al PSI richiedeva uno scatto d'orgoglio, quasi che il PSI risultasse soffocato, subalterno, condizionato dal "grande fratello" che secondo la visione e l'angolazione posta da Luciano Marengo, risulterebbe la Democrazia Cristiana.
Dichiaro in quest'aula che noi non ci siamo mai sentiti subalterni a chicchessia...



RIVALTA Luigi

Infatti, ci avete messo del vostro e siete stati bravissimi...



ROSSA Angelo

Ritengo che il PSI abbia saputo ben rappresentare l'autonomia socialista.
Pertanto, non abbiamo motivo di esercitarci in uno scatto d'orgoglio anzi, i risultati sotto gli occhi di tutti, che andremo ad approvare fra poco, sono risultati positivi, che ci soddisfano.
E' naturale che nella discussione tra varie posizioni politiche esistano richieste di attenzione in una direzione piuttosto che nell'altra le questioni vanno viste nel loro quadro complessivo: in questo senso, mi sembra che il giudizio non possa che essere positivo.
Qualcuno ha parlato di spartizione delle deleghe in una Giunta "ribollita": da qualunque latitudine si eserciti il potere, anche il più democratico, arriva il momento in cui occorre individuare coloro ai quali attribuire le varie deleghe. Può succedere che persone con opzioni e vocazioni simili abbiano altrettanto simili aspirazioni: si presenterà quindi qualche motivo di insoddisfazione, ma credo che questo faccia parte del vivere civile, umano e politico di chi esercita una funzione pubblica.
Si è parlato di Giunta delegittimata, di maggioranza che non esiste più, e si è concluso che sarebbe opportuno che la Giunta "andasse a casa" e che la maggioranza si sciogliesse. Affermazioni che mi sembrano "buttate lì", giustificabili per chi non fa parte della maggioranza, in vista di possibili altre strade.
Come Gruppo, anzi, seguiamo con grande attenzione l'evoluzione dell'attuale situazione; non ignoriamo di certo, ad esempio, la posizione espressa dal collega e compagno Goglio, la quale avrà probabilmente immediata ripercussione sulla nomina del nuovo Assessore. Personalmente spero che ciò non avvenga e che quanto espresso dal collega Goglio sia unicamente motivo di insoddisfazione; invito quindi il collega a rivedere la questione. Se tali affermazioni, oggi bilanciate da quelle diametralmente opposte dell'Assessore Gallarini, dovessero domani trasformarsi in una precisa posizione, come Gruppo non ignoreremo il problema.
La dichiarazione del collega e compagno Tapparo è assolutamente personale, espressa in un partito democratico, laico ed aperto a posizioni pluraliste come ormai la gran parte dei partiti: anche l'ex Partito comunista ha abbandonato vecchie posizioni, cosiddette di centralismo democratico. Posizioni difficilmente democratiche se pretendevano di essere centraliste; viceversa se centraliste, difficilmente potevano essere democratiche. Con ciò intendo solamente rilevare che ho salutato positivamente l'acquisizione di una visione e di una metodologia culturale e politica che fa sì che un partito possa considerarsi laico e - quindi pluralista.
Il compagno Tapparo è stato fino a questo momento assente, può darsi che arrivi più tardi: personalmente, non sono in grado di dire se sarà presente in sede di votazione. E' problema che tocca la sua coscienza e, ad un certo punto, gli stessi rapporti con l'associazione politica cui appartiene. Nel rispetto della libertà di tutti - in particolare mi sta a cuore la libertà singola del collega e compagno Tapparo, come spero domani starà a cuore a qualcun altro la libertà mia - Tapparo dirà personalmente se riterrà opportuno recuperare, attraverso il PSI, un rapporto di sostegno a questa Giunta; diversamente, cari amici, colleghi e compagni, siamo in un Paese in cui viene affermata la libertà dell'individuo: nessuno pretende di piegare la gente a portare il cervello "all'ammasso".
Viviamo tempi difficili, collega Calligaro: per me ed anche per te. Mi risulta che non sei iscritto al PDS - a meno che tu non ti sia iscritto ultimamente - e che non hai aderito a Rifondazione Comunista. Perché non l'hai fatto? Perché siamo in tempi difficili: ognuno ha il suo travaglio.
Personalmente, sono rispettoso del travaglio della gente. Diversamente avresti aderito al PDS a vele spiegate, oppure a Rifondazione Comunista.
Questo per dire che determinate posizioni, che esprimono particolari stati d'animo, non sono assolutamente da sottovalutare, ma da tenere particolarmente presenti.
Viviamo un periodo di rapidi cambiamenti: nessuno è in grado di prevedere quanto potrà accadere non fra una settimana, ma domani.
Naturalmente, mi riferisco a questioni politiche; nel nostro Paese, nel giro di due-tre mesi, all'orizzonte ne compaiono moltissime. Fra tre mesi potremmo ritrovarci, qui, a constatare un rivolgimento generale.
Da questo punto di vista esprimo pieno accordo alle dichiarazioni del Presidente Brizio della scorsa settimana, quando sosteneva che occorre più coraggio a restare che ad andarsene, dove "restare" significa andare avanti. Come sapete, non sono esperto né di alpinismo né in campo marittimo; quando le acque sono difficili vi sono momenti in cui si è nell'incertezza fra il proseguire e il tornare indietro. Come dice Dante: "...che mai non vide navicar sue acque/omo, che di tornar sia poscia esperto".
Sei quasi portato a dire: "Me ne ritorno indietro", ma se avesse fatto così anche Cristoforo Colombo probabilmente l'anno scorso non avremmo potuto celebrare il cinquecentenario della scoperta dell'America; credo vi sia stato un momento in cui anche Colombo abbia pensato "forse conviene tornare indietro", ma poi vide la terra.



ROSSA Angelo

NERVIANI, Assessore regionale



ROSSA Angelo

Non ce la faceva più a tornare indietro.



ROSSA Angelo

No, in questo senso la strada per tornare indietro è sempre la più breve, anche se poi i chilometri sono gli stessi; le distanze sono uguali però capita che quando si va in un posto, il ritorno sembra più veloce dell'andata.
Il punto è questo: pur con una maggioranza che si è ridotta - diciamo le cose come stanno - che ha i suoi problemi - noi non ignoriamo i problemi la domanda che però pongo agli amici dell'opposizione è di capire qual è l'alternativa.



SARTORIS Anna

Andare a votare!



ROSSA Angelo

Ecco, questa alternativa - Anna, che hai un nome così simpatico - noi non la vogliamo. Questa è la prima alternativa, ma mi pare di capire, se non sbaglio, che sia scartata almeno dal 90% di questo Consiglio regionale. E' scartata, è esclusa e ciò fa onore a questo Consiglio regionale, perché si esclude qualcosa che non si sa dove potrebbe portare nel cogliere le grandi attese della gente del Piemonte.
Per l'altra alternativa, bisognerebbe che ci fosse pronta un'altra maggioranza. Il PDS si farà promotore per verificare con le altre forze di opposizione qual è il grado di tenuta dell'opposizione, l'intesa delle varie posizioni dell'opposizione. Da un po' di tempo a questa parte è entrata nella prassi politica di governo anche la sfiducia costruttiva.
Per carità, se domani - oggi no, perché a nostro giudizio non ne esistono le condizioni - si presentassero delle condizioni con queste caratteristiche (naturalmente noi seguiremo passo passo l'evoluzione della situazione), non staremmo un minuto in più in un posto dove democraticamente non abbiamo più titolo di stare. Facendo un passo indietro, voglio dire che noi seguiremo passo passo l'evoluzione della situazione, perché siamo in un periodo in cui nessuno purtroppo è autorizzato a prevedere cosa succederà, e dico purtroppo, perché ciò rende tutto più accelerato e più difficile.
Questa è la risposta che diamo noi socialisti, nel momento in cui abbiamo aderito, abbiamo concorso, abbiamo cercato di dare un contributo.
Mi sembra che le cose proposte siano da valutare positivamente, in particolare la necessità di un governo stabile, che rappresenti il Piemonte e dia un segno di fiducia in un Piemonte che per la verità è mezzo sinistrato, dove le cose non vanno molto bene e c'è un richiamo alle elezioni da diverse parti.
Credo sarebbe davvero un segno di alta irresponsabilità se da parte nostra non ci fosse questa capacità, questa sensibilità di cogliere il momento difficile, anche di fronte alle cose che nelle nostre corde profonde potrebbero muoversi a dire "bisogna rilanciare il più alto possibile". Dobbiamo fare questo sforzo: rilanciamo il più alto possibile restando lì, garantendo questo confronto dialettico - che mi è parso, anche stamane, civile e responsabile - assumendo nello stesso tempo quegli obiettivi di lavoro che sono parte del programma di questa maggioranza.
Questa maggioranza è attenta alle proposte dell'opposizione, che naturalmente, come noi, ha a cuore i problemi del sociale, ai quali bisogna dare una risposta positiva.
Signor Presidente, mi sembra il caso di dirlo: i trentamila in cassa integrazione o disoccupati, la gente incerta sul proprio futuro deve almeno sapere che c'è qualcosa a cui possono rivolgersi; e insieme a quel qualcosa che noi sentiamo di rappresentare, dobbiamo operare a favore di un orizzonte, di un futuro che sia migliore del presente nel quale ci troviamo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Sartoris.



SARTORIS Anna

Non parlerò venti minuti, anche se avrei sufficienti motivi per parlare di più. Spesso in quest'aula non ho parlato, perché credo che, a differenza delle parole, siano più importanti i fatti. L'unico commento - mi spiace Presidente Brizio - che ci sentiamo di fare è che "la montagna ha partorito l'ennesimo topolino", ma proprio "ino, ino, ino", è proprio un bestiolino molto precario, nella vita e in tutto il resto.
Collega Goglio, quando si vuole effettivamente dare un segnale nei confronti della gente, quando si vuole effettivamente essere sensibili a quello che succede al di fuori di quest'aula, bisognerebbe avere come minimo la coerenza di non essersi comportati fino a ieri o fino a dieci minuti fa in un modo e poi, magari perché le scelte sull'Assessorato vanno su un'altra persona, scegliere di fare un'altra cosa. Se lei effettivamente, collega Goglio, non è più d'accordo con questa maggioranza non è più d'accordo con quello che questa maggioranza ha deciso di fare perché non dà le dimissioni, per esempio, da segretario del Consiglio che questa maggioranza le ha riconosciuto, per coerenza, come segnale forte? Ciò vuol dire che, tutto sommato, i segnali sono i soliti segnalini di quelli che viaggiano a vista e che accompagnano il cieco, e ogni tanto danno un colpo di bastone, tastano il terreno per vedere se possono fare il passo successivo.
Presidente, lei nel suo discorso ha parlato della Lombardia. Credo sia meglio non cominciare a parlare della Lombardia, perché invece di fare i vari "tacconi", era sufficiente che qualcuno si dimettesse: avremmo rimesso tutto nelle mani dell'elettorato che, sicuramente, avrebbe eletto altri Consiglieri, ci sarebbero stati altri Assessori e un altro tipo di gestione. La realtà è che, come al solito, si fanno discorsi che, comunque sia, non vanno mai verso le dimissioni per non perdere quel poco o tanto che si ha.
Ci è stata gentilmente consegnata la lettera da parte del Capogruppo del PDS. Nel momento in cui si scelgono le opposizioni con cui confrontarsi prima e le opposizioni con cui confrontarsi dopo, si creano già gli steccati e le barriere, perché bisogna essere assolutamente di sinistra ed ecologisti; a questo punto lasciamo le cose com'erano! Piuttosto che far finta di fare una Giunta, piuttosto che far finta di fare qualcosa di alternativo, piuttosto che far finta di essere propositivi e poi non esserlo, sarebbe meglio pensare prima di impostare certe cose.
Noi non parteciperemo al voto perché non ce la sentiamo di dare credibilità a questa farsa. Mi sento soltanto di dire una cosa, che ognuno di noi dovrebbe valutare: credo che in questo momento ci sia bisogno di lavoro, ci sia bisogno di regolamenti nuovi sulle nomine e sugli appalti.
Credo siano queste le cose consistenti che la gente, il sociale e tutte le persone che ci hanno votato ci chiedono! Si dovrebbe parlare un pochino di meno, ci si dovrebbe preoccupare un pochino di meno di tenersi su e ci si dovrebbe invece preoccupare un pochino di più di quello che sta capitando fuori. Ma occuparsene effettivamente e non solo facendo finta! Occuparsene non mettendosi a discutere di nomadi perché non si ha il coraggio di parlare d'altro, quando in questa Regione ci sono tanti problemi molto più importanti che vanno a cadere sulla testa di tantissima gente! Ho voluto dire queste cose perché è uno svilimento tale venire qui e sentire, per tre sedute di fila, sempre i soliti discorsi, che poi non portano a nulla perché l'unica preoccupazione che alcuni di noi hanno è quella di apparire sul giornale e per altri è quella di garantirsi quel minimo di maggioranza che diventa sempre più stretta! Non credo che la gente che ci ha votato ci abbia mandato qui per fare questo, indipendentemente da qualsiasi altra cosa.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio, per la replica.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Grazie, signora Presidente. Dirò poche cose, ma alcune risposte le devo pur dare dopo questo dibattito ed anche perché sono stato chiamato direttamente ad alcune valutazioni.
Innanzitutto voglio dire che non c'è un sentiero stretto che io mi sono ritagliato: ci sono degli adempimenti difficili da assolvere, c'è una situazione complessa che va affrontata per essere superata e che non possiamo permetterci di non affrontare. In questo senso, c'è una via obbligata che impone una forte assunzione di responsabilità. Questa è la risposta che mi sento di dare alle ulteriori sollecitazioni che vengono a comprendere una responsabilità politica che ben comprendo e a prendere atto, quindi passare le mani, di una situazione di crisi che certamente sarebbe non agevole e non rispondente alle necessità del momento. Anche io sento la gente, c'è una grande intolleranza verso le istituzioni, verso i partiti, c'è un momento difficile, ma di fronte alla situazione specifica regionale ho avuto molti consensi su un'assunzione di responsabilità tesa a non aprire una crisi in Regione. Li ho avuti dalle persone, da persone che non sospettavo, li ho avuti da movimenti, li ho avuti da forze sociali, e li ho avuti in modo sensibilmente marcato, perché di fronte ad una situazione come questa una crisi in Regione non è una via di uscita, ma è una fuga, e di fronte a questa situazione noi non possiamo in questo momento fuggire. Se emergeranno altre ipotesi si misureranno con il consenso di quest'aula che ha espresso una maggioranza, fino ad oggi l'ha espressa ed ha espresso una fiducia.
Ho sentito bene tutti gli interventi e mediterò molto su di essi, ma non c'è in noi la tentazione di alzare le vele né peraltro possiamo accettare un discorso costante di un'azione di basso profilo, che non è vera, e la respingo con grande forza, perché siamo consapevoli che abbiamo di fronte a noi l'emergenza morale che sta provocando una seria frattura fra cittadini e sistema politico, quella economica-occupazionale e quella finanziaria. Devo aggiungere che non sarà questa legislatura quella che risolverà i problemi istituzionali molto importanti, cui ha fatto riferimento il Consigliere Marino nel suo intervento, che peraltro stanno andando avanti lentamente. Non è vero che non abbiamo preso posizioni come Regioni sul problema delle riforme, sul problema della distribuzione effettiva del potere fra centralismo e decentramento. Abbiamo vinto la battaglia sui controlli, avremo, forse già dal Consiglio dei Ministri di domani, il decreto di accelerazione delle opere pubbliche, tra i quali quello della sanità, che evita il ritorno dei progetti al CIPE.
La battaglia noi la conduciamo; stiamo lavorando con grande impegno perché riteniamo che si debba andare avanti così. Come sulla questione che si discute oggi ad Orvieto alla riunione dei Presidenti delle Giunte regionali (alla quale purtroppo non posso partecipare) sul problema del protocollo d'intesa tra Regioni e Governo che sarà probabilmente approvato quanto prima e che aprirà tutto il discorso degli accordi di programma che stiamo già portando avanti. Quindi, noi non accettiamo questo discorso del basso profilo. Siamo consapevoli invece di avere dei rigidi vincoli e abbiamo indicato chiaramente - non so se devo ripetermi venti volte anche nell'intervento sul bilancio, un itinerario forte che questa Giunta intende perseguire sia sul piano del metodo, massimizzando gli interventi per affrontare la crisi, rilanciando la progettualità con l'accordo di programma, accompagnando il processo di riordino istituzionale, sia sul terreno degli obiettivi specifici. Tre sono le grandi emergenze di fronte a noi che ci siamo preparati ad affrontare: la situazione economica e l'occupazione, dove stiamo lavorando con grande impegno; il riordino del sistema sanitario e il potenziamento del sistema assistenziale; la tutela dell'ambiente come elemento centrale della nostra politica.
Su questa linea, che è quella del nostro programma e dei documenti programmatici, affrontiamo le emergenze: con forza e con decisione e non assolutamente, con un profilo basso, ma affrontiamo tutti i problemi con molta determinazione.
Quindi, non abbiamo alcuna ragione per abbandonare il campo se non ci sono soluzioni diverse, ma abbiamo invece la ragione di continuare a lavorare e di impegnarci in un momento estremamente difficile.
Nel merito delle decisioni che mi attendono, penso che il completamento della Giunta fosse naturale. Collega Chiezzi, ho anche pensato di chiedere alle forze di maggioranza di non nominare il tredicesimo Assessore, non è vero che non ci ho pensato, ma poi ho ritenuto che in questo momento, in cui vi è un mare di incombenze e in cui vi è la necessità di presenze molto ampie, indebolire anche numericamente la Giunta non ne avrebbe favorito l'attività. Anche perché io sento la necessità, che concreterò, di liberarmi di alcuni incarichi specifici su materie che sono rimaste al Presidente, perché ritengo sia utile darle agli Assessori e concentrare l'azione del Presidente su quel compito di coordinamento e di presenza nei confronti del Governo, che è molto forte, e su quel compito di maggior collegialità che può essere certo un'esigenza e sulla quale posso fare anche un discorso di responsabilità politica, che non riguarda me, ma l'intero sistema regionale, collegialità che va ricercata con più forza e che parte già dai rapporti nuovi con la sanità, che per la verità avevamo avviato in precedenza e che fa parte di un discorso più complesso. E' per questi motivi che ho portato avanti la proposta del tredicesimo Assessore.
Il tredicesimo Assessore c'è, il Presidente si assumerà la responsabilità, sulla fiducia che gli è stata conferita, di attribuire le deleghe nel modo che riterrà opportuno in base alle indicazioni che sono emerse, ad una valutazione complessiva e assumendosi le sue responsabilità che gli vengono dallo Statuto. Sarà un'assunzione di responsabilità complessa, difficile, però vi voglio dire una cosa molto chiara: qualunque siano i cambiamenti, non sono ispirati a penalizzare alcuna persona della Giunta, perché non penso che togliere un incarico sia una penalizzazione.
Chi vuole interpretare qualunque aggiustamento come penalizzazione dà un'interpretazione errata. Semmai l'interpretazione è quella di una maggiore razionalizzazione e dell'accoglimento di disponibilità delle quali fin d'ora sono grato agli Assessori, i quali hanno dato tanta disponibilità e tanta fiducia al Presidente della Giunta. Tanta disponibilità e tanta fiducia, consentendogli di affrontare questo momento difficile, come l'hanno data le forze di maggioranza nel loro complesso, con molta determinazione.
C'è stata qualche dissociazione, a me dispiace profondamente. Non ho parlato con Tapparo, non ho avuto occasione di farlo, l'avrei visto volentieri per sentire i suoi punti di vista. Ho parlato con Goglio, come ha fatto riferimento lui molto chiaramente, due volte; lo invito ancora a riflettere e a ritornare con il suo voto, perché ho avuto modo di spiegargli, e lo ripeto con tutta tranquillità, che da un lato non c'era la possibilità di accogliere la sua disponibilità all'Assessorato alla sanità per le ragioni che ho detto, e dall'altro ho avuto modo di spiegargli l'importanza che aveva per noi la continuità di Gallarini all'Assessorato al bilancio in questa fase complessa in cui Gallarini sta svolgendo un lavoro importante di revisione della situazione di bilancio dell'impostazione del passaggio attraverso il bilancio a base zero e quindi un compito che, per noi, doveva essere assolto.
Ho dato tutti i chiarimenti che ritenevo opportuni; mi auguro ancora lo dico per la stima che ho in Goglio, che ci sia una sua riflessione e un suo ripensamento oggi.
Devo dire, con altrettanta tranquillità, che noi ci sentiamo molto responsabili: c'è al fondo di questo nostro impegno una responsabilità, ma anche una fiducia nelle istituzioni. L'ho già detto l'altra volta e lo ripeto: non penso che andare alle elezioni anticipate o alla paralisi sia la via per corrispondere agli interessi degli elettori e dei cittadini.
Credo che gli elettori e i cittadini si attendano, invece, che noi affrontiamo la realtà e noi dobbiamo affrontarla.
Voglio riprendere una citazione che mi ha fatto venire in mente il Consigliere Picchioni, quando parlava del politologo francese. Anch'io leggo con attenzione alcuni politologi francesi e - voi lo sapete già perché l'ho citato talvolta a proposito della continuità della storia sono molto legato ad un politologo laico, Aron. Parlando della situazione politica attuale, nel suo testamento prima di morire, Aron sostanzialmente ha detto: "Tutte le cose nelle quali ho creduto mi stanno crollando nelle mani, compreso il sistema della libertà, compreso il sistema delle democrazie, che lentamente, attraverso il potere per sé corruttore, perdono peso e rappresentatività", però Aron conclude dicendo: "Comunque, poich democrazie sono, conserveranno sempre risorse insospettate e risolveranno i loro problemi". Non posso pensare che il Consiglio regionale del Piemonte non abbia in sé queste risorse insospettate, questa capacità di affrontare la situazione, che non abbia in sé questa forza. Penso invece che l'abbia e credo che questa Giunta, che raccoglie dal Consiglio la fiducia, lavorerà con grande impegno, finché le condizioni ci saranno, per dare un contributo con questa presenza difficile - in qualche momento, credete, una presenza non solo non motivante, ma pesante - a rispondere alle esigenze dei cittadini, per concorrere a superare una fase difficile della nostra storia, che comunque va vissuta anche nella sua complessità e nelle difficoltà che ci presenta. Usciremo dalla crisi, e potremo uscirne tutti insieme solo se ragioneremo in questo modo, non cercando piccole vittorie o, per noi, amare sconfitte. Anche a noi, sotto questo profilo, non interessano, se non nel caso che si ripercuotano come amare sconfitte nella nostra capacità di servire i cittadini, che è l'obiettivo della nostra presenza politica.
Con questo riferimento invito a completare la Giunta, invito ad andare avanti perché non ci è consentito non lavorare, non ci è consentito sfuggire ai nostri impegni.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto alla votazione degli ordini del giorno, che sono già stati illustrati.
I Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti, Majorino e Zacchera chiedono la votazione per appello nominale.
Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 557 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, che chiede le dimissioni del Presidente della Giunta e della Giunta, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamata la dichiarazione resa dal Presidente della Giunta regionale Gian Paolo Brizio al Consiglio regionale del 23/2/1993, nella quale affermava che, nel caso altri provvedimenti della Magistratura avessero allargato gli inquisiti nell'ambito del Consiglio regionale, avrebbe riconsiderato l'opportunità di dimettersi osservato che è stata data notizia che il Consigliere Sandro Cattaneo nominato peraltro dal Gruppo DC membro della Commissione d'inchiesta sulla Sanità, è stato raggiunto da un avviso di garanzia per concussione e abuso in atti d'ufficio osservato a margine che a questo punto, se si prescinde dai Consiglieri di maggioranza colpiti da provvedimenti della Magistratura, la Giunta regionale dispone solo più di 31 voti pari al minimo necessario numericamente per governare invita il Presidente della Giunta regionale Gian Paolo Brizio a prendere atto che l'inchiesta della Magistratura si è allargata ad altri componenti della maggioranza e, in coerenza con lo spirito della dichiarazione succitata resa nello scorso Consiglio regionale, a rassegnare le proprie dimissioni e quelle dell'intera Giunta".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 votanti 46 hanno risposto SI 18 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'ordine del giorno è respinto.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 559 presentato dal Gruppo MSI-DN, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte riconsiderati gli eventi verificatisi dal 15 febbraio ai giorni nostri e segnatamente: 1) custodia cautelare dell'Assessore Maccari in quanto indiziato di gravi reati ai danni della Pubblica Amministrazione, commessi nell'esercizio delle proprie funzioni 2) notizia fondata (e pacificamente confessata dallo stesso Assessore Maccari) dell'esistenza di un patto nazionale DC/PSI per spartirsi gli appalti della Sanità in Piemonte, con contestuali avvisi di garanzia e richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del parlamentare DC on. Bonsignore e del parlamentare PSI on. La Ganga 3) avviso di garanzia al Consigliere regionale di maggioranza Cattaneo del Gruppo DC in quanto indiziato, pure lui, di gravi reati ai danni della Pubblica Amministrazione 4) diatriba manifestatasi acuta nell'interno della maggioranza sia per la successione nell'Assessorato alla sanità e sia per i posti connessi con il 'rimpasto' di Giunta preannunziato dal Presidente Brizio considerato che, in concreto e in questo momento, la Giunta oggettivamente - non è più sorretta dalla maggioranza numerica che la legittimò nel giugno/luglio 1990 in quanto - indisponibili per motivi politico-giudiziari i Consiglieri Maccari, Cattaneo e Gissara - sono indisponibili, per ragioni di salute, a svolgere le loro funzioni istituzionali i Consiglieri Beltrami e Croso considerato, in conclusione, che la Giunta dispone quindi - nella realtà - di soli 29 voti, rispetto ai 31 indispensabili per essere legittimata a governare invita il Presidente della Giunta e la Giunta a rassegnare le dimissioni, ai fini di consentire ai Gruppi consiliari di valutare la possibilità di formare un nuovo esecutivo: in difetto, ad andare a nuove elezioni".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 47 votanti 46 hanno risposto SI 18 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'ordine del giorno è respinto.
Passiamo ora ad un adempimento obbligatorio del Consiglio, vale a dire la presa d'atto delle dimissioni da Assessore del Consigliere Eugenio Maccari che sono state rassegnate in data 19 febbraio u.s.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio ne prende atto all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti.
A questo punto, procediamo all'integrazione della Giunta ai sensi dell'art. 35, secondo comma, dello Statuto. L'integrazione avviene con la proposta di un nuovo Assessore che è stata formulata da parte del Presidente della Giunta nella persona del Consigliere Francesco Fiumara.
Lo Statuto prevede che questa elezione avvenga per appello nominale; la maggioranza richiesta è quella semplice.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marengo. Ne ha facoltà.



MARENGO Luciano

Annuncio che il Gruppo PDS abbandonerà l'aula al momento del voto per l'integrazione della Giunta.
Ho seguito attentamente le dichiarazioni fatte dal Consigliere Marchini e sono molto d'accordo con lui: le procedure adottate dalla Giunta per arrivare a questa integrazione mettono in difficoltà il Consiglio. Allora proprio perché noi non intendiamo mettere in difficoltà il Consiglio usciremo dall'aula al momento della votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, la mia dichiarazione sarà lapidaria per le conseguenze di quanto ho detto in mattinata: anche noi non parteciperemo alla votazione ed usciremo dall'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Anche il Gruppo Rifondazione Comunista, per i motivi sopracitati nell'intervento del sottoscritto, abbandonerà l'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Presidente Brizio, lei aveva annunciato il concetto della competenza ma non ho sentito come, dove e perché sia competente l'Assessore che si va a nominare. Aveva chiesto trasparenza: ho fatto delle domande all'Assessore che si va testè a nominare, ma il suo Capogruppo non ha ritenuto di dovermi dare delle risposte. Ciò è molto grave e quindi anche il Gruppo MSI-DN abbandonerà l'aula appellandosi specialmente al collega Marchini ad avere un minimo di coerenza.
Infine, per rompere questa atmosfera plumbea mi permetto, uscendo, di lasciare un piccolo souvenir a quest'aula e cioè un paio di manette, a memento per quelli che restano.



(Vibrate proteste dei Consiglieri di maggioranza)



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, io non commento il suo intervento perché è davvero di pessimo gusto!



BERGOGLIO Giuseppe, Assessore regionale

Fai schifo! Fai schifo!



ZACCHERA Marco

Siete pieni di ladri! Avete dei ladri nei vostri partiti! Andate a votare! Andate a votare!



PRESIDENTE

Prego i colleghi di commentare il gesto di Zacchera con il silenzio!



ZANOLETTI Tomaso

Con un richiamo ufficiale!



PRESIDENTE

Con il silenzio! Mi sembra che questa questione, personalmente, non ammetta commenti. Vi inviterei pertanto a non farli perché ognuno valuta da sé il punto in cui si arriva.
Riepilogando, alcuni colleghi hanno comunicato di volere abbandonare l'aula per una loro valutazione di carattere politico. Consentiamo che ci avvenga, dopodiché procederemo alla votazione.



(I Gruppi PCI-PDS, Verdi, Rifondazione Comunista e MSI-DN abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

Prego il Consigliere Ferrara di voler rimettere queste "meravigliose cose" nei cassetti di chi ha ritenuto di portarle in Consiglio regionale! La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Faccio una dichiarazione di voto contrario alla proposta di rimescolamento, o come lo si voglia chiamare, di questa Giunta per le ragioni che ho spiegato, entrando anche nel merito - al contrario forse di altri - di problematiche e di contenuti. Quindi voterò contro se non altro perché non conosco, per esempio, le competenze del nuovo Assessore Fiumara per quello che riguarda l'agricoltura, così mi sembra di aver capito. In attesa quindi di vedere quali siano le competenze del neo Assessore Fiumara sull'agricoltura, ritengo che questo sia un gravissimo errore politico per affrontare, attraverso un rimpasto di Giunta, questioni politiche che sono ben più grandi.
Devo anche dire che ritengo che sia oggi più compito delle opposizioni forse, visto quello che è avvenuto in questi mesi, che della maggioranza rispettare un minimo di formalità all'interno di quest'aula.



PRESIDENTE

Procediamo pertanto, ai sensi dell'art. 35, secondo comma, dello Statuto all'appello nominale per approvare la sostituzione dell'Assessore Eugenio Maccari con il Consigliere Francesco Fiumara.
Ricordo ancora che tale sostituzione deve avvenire con le modalità previste per l'elezione della Giunta (cioè con la maggioranza semplice).
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 6) non vengono computati per fissare il numero legale entro il limite di un quinto.
Poiché si è raggiunta la prescritta maggioranza, cioè la maggioranza semplice, proclamo eletto Assessore il Consigliere Francesco Fiumara, che invito pertanto al banco della Giunta.
Buon lavoro, collega Fiumara.



(I Gruppi PCI-PDS, Verdi, Rifondazione Comunista e MSI-DN rientrano in aula)


Argomento: Nomine

Esame proposte di deliberazione per ratifica nomine ai sensi dell'art. 40 dello Statuto


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 24) all'o.d.g. che prevede l'esame delle proposte di deliberazione per ratifica nomine ai sensi dell'art. 40 dello Statuto il cui elenco è allegato all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Chiedo la parola, signora Presidente, perché ho rilevato che l'Ufficio di Presidenza aveva chiesto un parere sul modo di procedere alle votazioni relative ai Co.Re.Co., in particolare sulla maggioranza richiesta dei Consiglieri assegnati in sintonia con quanto previsto dalla legge regionale in materia di componenti dei Co.Re.Co, e in tale coerenza è la legge n.
142/90. Indubbiamente se queste nomine fossero state fatte dal Consiglio e non dalla Giunta con i poteri del Consiglio, occorrevano pacificamente i tre quinti dei Consiglieri assegnati, cioè 36 Consiglieri.
Siccome, allorquando il Consiglio ratifica nomine di componenti i Co.Re.Co., assunte dalla Giunta con i poteri del Consiglio, deve osservare le medesime regole procedimentali che avrebbe dovuto seguire qualora avesse esso stesso proceduto alle nomine, chiedo se l'Ufficio di Presidenza abbia recepito il parere motivato dell'esperto al quale si era rivolto e se quindi per la validità della ratifica debbano essere necessari i 36 voti.
Pertanto, prima di votare o eventualmente non partecipare al voto vorrei sapere se verranno dichiarate validamente ratificate solo quelle delibere che abbiano ricevuto i 36 voti, oppure la Presidenza del Consiglio ritiene di comportarsi in modo diverso. In questo caso ritengo si andrebbe incontro ad un infortunio legislativo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

Consigliere, le rispondo subito che l'Ufficio di Presidenza, dopo aver verificato il parere legale, ritiene che per la ratifica delle deliberazioni sui Co.Re.Co, siano necessari 36 voti, cioè i 3/5 dei Consiglieri assegnati.
La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Prima di procedere alla votazione vorrei sapere dove sono indicate le persone che la Giunta regionale ha nominato.



PRESIDENTE

Sono indicate nelle delibere di Giunta di cui non abbiamo il testo qui possiamo fornirglielo scheda per scheda se lei ritiene.



ZACCHERA Marco

E' un problema estremamente delicato perché si tratta di nomine relative al Co.Re.Co.
Più volte abbiamo denunciato la spartizione clientelare partitica all'interno delle nomine del Co.Re.Co.; il Consiglio regionale non è stato in grado di esprimere una maggioranza per cui si è proceduto attraverso delibere di Giunta che oggi devono essere ratificate dal Consiglio regionale.
Pertanto dichiaro che non parteciperò alle nomine dei componenti del Co.Re.Co, in quanto ritengo che tutto l'iter di nomina sia stato viziato da una palese violazione dello spirito della legge n. 142/90 e della legge sui Co.Re.Co, che pretende e richiede le competenze e non le parti politiche all'interno dei Co.Re.Co, stessi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marino. Ne ha facoltà.



MARINO Massimo

Al di là del fatto che si raggiungano o meno i 36 voti necessari per il Co.Re.Co, ritengo sia doveroso fare chiarezza su tutte le nomine.
Per quanto riguarda i Co.Re.Co, la situazione è chiara e non intervengo, perché tutti conoscono i motivi per cui ci troviamo in questa situazione. C'è però una serie di altre nomine a proposito delle quali vorrei dire che non ritengo sia questo il modo di fare nomine, anche in enti di una certa importanza, in situazioni come questa, tanto più in presenza di delibere di Giunta assunte con i poteri del Consiglio. In particolare mi soffermo su un caso, perché gli altri non li conosco, che è quello del Co.Re.S.A.
Anticipo subito la mia richiesta di rinvio di questa votazione. La Giunta ci sta facendo votare una serie di ratifiche di nomine decise in Giunta, che sono molto diverse fra loro. Il caso del Co.Re.S.A. è particolarmente grave. Questo organismo (Comitato Regionale Sanità ed Assistenza) ha o potrebbe avere un ruolo di una certa consistenza rispetto a questioni importanti della sanità, soprattutto rispetto alla formulazione del Piano socio-sanitario. La sua legge istitutiva stabilisce che entro sei mesi dall'inizio della legislatura questo organismo deve essere rinnovato.
Ebbene, sono passati i sei mesi, un anno, un anno e mezzo, e l'organismo non è stato ancora rinnovato. Ad un certo punto della legislatura l'Assessore Maccari con un disegno di legge presentato in data 18/7/1991 ci disse di non procedere al rinnovo, comunque fuori termine, del Co.Re.S.A., perché presentava un disegno di legge che modificava completamente questa struttura. Il disegno di legge venne presentato in Commissione dopodiché se ne perse qualunque traccia, per cui fino a ieri ha agito un organismo, nella misura in cui ha agito, probabilmente non tanto bene, che era scaduto non solo dai sei mesi previsti dalla legge, ma sostanzialmente da due anni e mezzo! In base al DL 18/1/1993 n. 7, la Giunta, con i poteri del Consiglio in questo caso, ha indicato 40 nomi di persone fuori da qualunque confronto in Consiglio o in Commissione appellandosi alla legge nazionale. In questo modo si espropria il Consiglio della possibilità di discutere dei componenti di questo organismo, che non sono stati rinnovati, a mio parere, per deliberata scelta dell'ex Assessore Maccari.
Chiedo che almeno su questa delibera si rimandi la votazione e ci sia una comunicazione del nuovo Assessore in sede di Commissione che ci illustri i criteri con i quali sono state indicate queste 40 persone.
Poiché questa nomina scade il 3 aprile, c'è la possibilità di fare un minimo di confronto in Commissione o in aula.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Voglio solo chiarire che era stato proposto un disegno di legge vero naturalmente si era soprasseduto in attesa che il disegno andasse avanti.
Tutto quello che ha detto il Consigliere Marino è perfettamente giusto. Non vogliamo espropriare il Consiglio, abbiamo anche discusso con la Segreteria della Giunta se si doveva procedere o meno a questa delibera. Siccome la Segreteria della Giunta ha detto che se non avessimo proceduto, dato che la legge è vigente, avremmo commesso una omissione ai sensi della legge medesima, abbiamo inteso procedere. Dato che la ratifica scade il 3 aprile non ho difficoltà e neanche, credo, la collega Vetrino che dovrà approfondire la questione, a non votare oggi, a lasciarla iscritta all'o.d.g. e parlarne eventualmente in sede di Commissione per valutare cosa fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Nello stralcio chiederei al Presidente di inserire anche la deliberazione che riguarda la nomina del rappresentante della Regione Piemonte nel Consiglio di amministrazione della SOCOTRAS.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il Consiglio deve comunque pronunciarsi entro il 9 marzo. Se si convoca il Consiglio entro quella data e quindi si vota, non ho alcuna difficoltà ad accedere anche a questa richiesta.



PRESIDENTE

Vengono pertanto stralciate le deliberazioni relative al Co.Re.S.A, e alla SOCOTRAS S.p.A.
La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Giuseppe, Assessore regionale

Dichiaro di astenermi sulle ratifiche relative alle nomine dei Revisori dei conti delle Aziende di Promozione Turistica e delle UU.SS.SS.LL.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, occorre procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 598, iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri del Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 1-21958 del 4/1/1993 avente a titolo: "Ricostituzione Organi di controllo sugli atti di Province e Comuni. Provvedimenti di competenza regionale. Attuazione DL n. 439 del 19/11/1992".
Ricordo che, trattandosi di nomine relative ai Co.Re.Co., la maggioranza richiesta è di 3/5 dei Consiglieri assegnati ai sensi dell'art.
3 della L.R. n. 30/91.
La votazione si svolge a scrutinio segreto per schede separate per il Co.Re.Co, regionale e per le singole Sezioni decentrate dei Co.Re.Co, di cui alla DGR n. 1-21958, con la precisazione che, ad eccezione della Sezione di Novara, la ratifica riguarda i nominativi che non sono stati già oggetto di precedente votazione consiliare.
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Sulla base dello scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza proclamo l'esito della votazione per il Co.Re.Co, regionale e per le singole Sezioni.
Comitato Regionale di Controllo sugli Atti delle Province: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 37 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo sugli atti delle Province.
Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Alba: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 37 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Alba.
Comitato regionale di Controllo - Sezione decentrata di Alessandria: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 28 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri schede bianche 7 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro non ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Alessandria non essendo stata raggiunta la maggioranza richiesta dall'art. 3 della L.R. n.
30/91 (fatte salve le nomine già effettuate con DCR n. 423-10309 del 21/7/1992).
Comitato regionale di Controllo - Sezione decentrata di Asti: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 36 Consiglieri schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo sugli atti delle Province Sezione decentrata di Asti.
Comitato regionale di Controllo - Sezione decentrata di Ivrea: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 29 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri schede bianche 6 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro non ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Ivrea non essendo stata raggiunta la maggioranza richiesta dall'art. 3 della L.R. n. 30/91 (fatte salve le nomine già effettuate con DCR n. 465-13434 del 14/10/1992).
Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Mondovì: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 36 Consiglieri schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo sugli atti delle Province Sezione decentrata di Mondovì.
Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Novara: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 27 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri schede bianche 8 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro non ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Novara non essendo stata raggiunta la maggioranza richiesta dall'art. 3 della L.R. n. 30/91.
Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Pinerolo: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 37 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo sugli atti delle Province Sezione decentrata di Pinerolo.
Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Saluzzo: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 36 Consiglieri schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo sugli atti delle Province Sezione decentrata di Saluzzo.
Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Vercelli: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 37 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo sugli atti delle Province Sezione decentrata di Vercelli.
Comitato Regionale di Controllo - Sezione decentrata di Verbania: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 36 Consiglieri schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 1-21958 per la parte relativa al Comitato Regionale di Controllo sugli atti delle Province Sezione decentrata di Verbania.
Si proceda ora all'esame della proposta di deliberazione n. 599 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri del Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto. Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 1-21961 dell'8/1/1993 avente a titolo: "Ricostituzione Organo Regionale di Controllo. Parziale modificazione DGR n. 1-21958 del 4/1/1993".
Ricordo che, trattandosi di nomine relative ai Co.Re.Co., la maggioranza richiesta è di 3/5 dei Consiglieri assegnati ai sensi dell'art.
3 della L.R. n. 30/91.
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Sulla base dello scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza proclamo l'esito della votazione per la ricostituzione dell'Organo Regionale di Controllo, Sezioni decentrate di Alessandria e Saluzzo (parziale modificazione DGR n. 1-21958 del 4/1/1993): presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 31 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere schede bianche 3 schede nulle 2 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro non ratificata la DGR n. 1-21961 dell'8/1/1993 non essendo stata raggiunta la maggioranza dei 3/5 dei Consiglieri assegnati ai sensi dell'art. 3 della L.R. n. 30/91.
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 600 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 65-22025 dell'8/1/1993 avente a titolo: "Nomina ai sensi del DL n. 439/92 del rappresentante della Regione Piemonte nel Consiglio di amministrazione della SAIA S.p.A.".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 29 hanno votato SI 26 Consiglieri schede bianche 3 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 65-22025 dell'8/1/1993 avente a titolo: "Nomina ai sensi del DL n. 439/92 del rappresentate della Regione Piemonte nel Consiglio di amministrazione della SAIA S.p.A.".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 601 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 66-22026 dell'8/1/1993 avente a titolo: "Designazione ai sensi del DL n. 439/92 del rappresentante della Regione Piemonte nel Consiglio di amministrazione della STEF S.p.A.".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 29 hanno votato SI 21 Consiglieri schede bianche 8 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 66-22026 dell'8/1/1993 avente a titolo: "Designazione ai sensi del DL n. 439/92 del rappresentante della Regione Piemonte nel Consiglio di amministrazione della STEF S.p.A.".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 603 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 97-22124 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Sezione decentrata di Alessandria della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali. Sostituzione ai sensi dell'art. 8, comma terzo, della L.R. n.
10/85, di un esperto rinunciatario nei confronti della nomina avvenuta con DCR n. 430-10316".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 29 hanno votato SI 28 Consiglieri schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 97-22124 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Sezione decentrata di Alessandria della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali. Sostituzione ai sensi dell'art. 8, comma terzo, della L.R. n. 10/85, di un esperto rinunciatario nei confronti della nomina avvenuta con DCR n. 430-10316".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 604 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 96-22123 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Sezione decentrata di Biella della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali.
Sostituzione ai sensi dell'art. 8, comma terzo, della L.R. n. 10/85, di un esperto rinunciatario nei confronti della nomina avvenuta con DCR n. 428 10314".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 29 hanno votato SI 28 Consiglieri schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 96-22123 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Sezione decentrata di Biella della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali. Sostituzione ai sensi dell'art. 8, comma terzo, della L.R. n. 10/85, di un esperto rinunciatario nei confronti della nomina avvenuta con DCR n. 428-10314".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 605 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 94-22121 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Nomina del rappresentante della Regione Piemonte in seno al Consiglio di amministrazione dell'Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris di Torino".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 29 hanno votato SI 21 Consiglieri schede bianche 7 schede nulle 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 94-22121 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Nomina del rappresentante della Regione Piemonte in seno al Consiglio di amministrazione dell'Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris di Torino".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 606 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 93-22120 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Rinnovo dei Collegi Revisori dei Conti delle Aziende di Promozione Turistica del Piemonte - L.R. 5/3/1987, n. 12".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 28 hanno votato SI 27 Consiglieri schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 93-22120 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Rinnovo Collegi Revisori dei Conti delle Aziende di Promozione Turistica del Piemonte - L.R. n. 5/3/1987, n. 12".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 607 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 91-22118 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Cooperative Artigiane di Garanzia. Organi statutari.
Provvedimenti di competenza regionale. Attuazione DL n. 439 del 19/11/1992".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 29 hanno votato SI 28 Consiglieri schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 91-22118 dell'11/1/1993 avente a titolo:"Cooperative Artigiane di Garanzia. Organi statutari. Provvedimenti di competenza regionale. Attuazione DL n. 439 del 19/11/1992".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 608 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 89-22116 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Parziale modificazione DGR n. 1-21958 del 4/1/1993.
Nomina dell'ing. Leonardo Zanino a componente supplente Sezione Co.Re.Co.
Verbania".
Ricordo che, trattandosi di nomine relative ai Co.Re.Co., la maggioranza richiesta è di 3/5 dei Consiglieri assegnati ai sensi dell'art.
3 della L.R. n. 30/91.
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 35 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro non ratificata la DGR n. 89-22116 dell'11/1/1993 non essendo stata raggiunta la maggioranza dei 3/5 dei Consiglieri assegnati ai sensi dell'art. 3 della L.R. n. 30/91.
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 609 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 45-22073 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Sostituzione per rinuncia del Consigliere di parità supplente nella Commissione circoscrizionale per l'Impiego di Asti.
Attuazione della legge 10/4/1991, n. 125".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 29 hanno votato SI 28 Consiglieri schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 45-22073 dell'11/1/1993 avente a titolo: "Sostituzione per rinuncia del Consigliere di parità supplente nella Commissione circoscrizionale per l'Impiego di Asti. Attuazione della legge 10/4/1991, n. 125".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 613 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 41-22206 del 18/1/1993 avente a titolo: "Nomina di un rappresentante della Regione in seno al Senato Accademico del Politecnico di Torino per il biennio 1991/1993".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 29 hanno votato SI 22 Consiglieri schede bianche 7 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 41-22206 del 18/1/1993 avente a titolo: "Nomina di un rappresentante della Regione in seno al Senato Accademico del Politecnico di Torino per il biennio 1991/1993".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 614 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 104-22268 del 18/1/1993 avente a titolo: "Parziale modificazione della DGR n. 1-21958 del 4/1/1993.
Organo Regionale di Controllo - Sezioni di Verbania e Vercelli.
Sostituzione componenti".
Ricordo che, trattandosi di nomine relative ai Co.Re.Co., la maggioranza richiesta è di 3/5 dei Consiglieri assegnati ai sensi dell'art.
3 della L.R. n. 30/91.
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 37 hanno votato SI 35 Consiglieri schede bianche 2 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro non ratificata la DGR n. 104-22268 del 18/1/1993 non essendo stata raggiunta la maggioranza del 3/5 dei Consiglieri assegnati ai sensi dell'art. 3 della L.R. n. 30/91.
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 620 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 137-22441 del 25/1/1993 avente a titolo: "Ricostituzione Collegio dei Revisori dei Conti delle UU.SS.SS.LL. Provvedimenti di competenza regionale. Attuazione DL n. 7 del 18/1/1993".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 28 hanno votato SI 26 Consiglieri ha votato NO 1 Consigliere schede bianche 1 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 137-22441 del 25/1/1993 avente a titolo: "Ricostituzione Collegio dei Revisori dei Conti delle UU.SS.SS.LL.
Provvedimenti di competenza regionale. Attuazione DL n. 7 del 18/1/1993".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 626 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 171-22643 dell'1/2/1993 avente a titolo: "Ricostituzione Collegio dei Revisori dei Conti delle UU.SS.SS.LL. Provvedimenti di competenza regionale. Attuazione DL n. 7 del 18/1/1993 USSL n. 72 - Sostituzione membro dirigente con DGR n. 137-22441 del 25/1/1993".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 28 hanno votato SI 26 Consiglieri schede bianche 2 non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 171-22643 dell'1/2/1993 avente a titolo: "Ricostituzione Collegio dei Revisori dei Conti delle UU.SS.SS.LL.
Provvedimenti di competenza regionale. Attuazione DL n. 7 del 18/1/1993 USSL n. 72 - Sostituzione membro dirigente con DGR n. 137-22441 del 25/1/1993".
Occorre ora procedere all'esame della proposta di deliberazione n. 633 iscritta al punto 24) all'o.d.g., assunta dalla Giunta regionale con i poteri dei Consiglio ai sensi dell'art. 40 dello Statuto.
Si proceda pertanto alla ratifica della DGR n. 44-22713 del 10/2/1993 avente a titolo: "Nomina di cinque membri, compreso il Presidente dell'IPAB - Istituto Buon Pastore di Torino".
Si distribuiscano le schede per la votazione a scrutinio segreto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza l'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 29 hanno votato SI 19 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri schede bianche 8 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
Dichiaro ratificata la DGR n. 44-22713 del 10/2/1993 avente a titolo: "Nomina di cinque membri, compreso il Presidente, dell'IPAB - Istituto Buon Pastore di Torino".
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La Giunta ha preso atto che non sono state ratificate le nomine relative ai Comitati Regionali di Controllo di Alessandria, Ivrea, Novara Saluzzo, Verbania e Vercelli.
Pertanto, la Giunta propone al Consiglio una deliberazione che faccia salvi gli atti assunti da questi Comitati Regionali di Controllo fino ad oggi; è chiaro che, da oggi in avanti, la competenza di questi Comitati Regionali di Controllo passa al Consiglio. A questo proposito, come vi ho già detto, è convocata per domani la Commissione Nomine.



PRESIDENTE

Stante la proposta presentata in questo momento dalla Giunta, il Consiglio può procedere subito alla votazione per deliberare quanto sopra richiamato dal Presidente della Giunta.
La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Chiedo alla cortesia del Presidente di ripetere l'ultima frase, perch non l'ho seguita.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho proposto al Consiglio di fare salvi gli atti assunti fino ad oggi.
D'ora in avanti questi Comitati Regionali di Controllo non possono più funzionare: la competenza torna al Consiglio, che provvederà a farne oggetto delle proprie nomine.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione la deliberazione testè presentata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 38 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 38 voti favorevoli e 1 astensione.
Mi permetto di ricordare al Presidente della Giunta che sarebbe opportuno inviare un telegramma a questi enti, dicendo di astenersi da qualunque atto; questo a tutela nostra e degli stessi organismi.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16,15)



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