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Dettaglio seduta n.213 del 25/02/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Carletto, Cattaneo Coppo, Croso, Dameri, Rabellino e Zacchera.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale relativamente alla richiesta di informazioni e documentazioni da parte della Guardia di Finanza in merito al Consigliere Sandro Cattaneo Iscrizione all'o.d.g. e votazione ordini del giorno nn. 555 e 557 (ai sensi dell'art. 51, comma quinto, del Regolamento consiliare)


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, desidero informare che in data 24 febbraio, cioè in data di ieri, alle ore 11 circa, si è presentato negli uffici del Consiglio regionale un Maresciallo della Guardia di Finanza, il quale, per ordine del Giudice di Vercelli, ha chiesto ai Vicepresidenti Monticelli e Montabone, che erano in sede in quanto il Presidente del Consiglio era consultato a Roma ufficialmente dalla Commissione bicamerale per la questione della riforma regionale, informazioni e documentazioni relative al Consigliere Sandro Cattaneo dal momento dell'ingresso a Palazzo Lascaris in qualità di Consigliere regionale.
A tal fine gli sono state consegnata copie di: deliberazione consiliare di surroga del Consigliere Squillario dimessosi, con il Consigliere Sandro Cattaneo deliberazione consiliare di convalida del Consigliere Sandro Cattaneo lettera del Presidente del Consiglio regionale che comunica la designazione da parte del Gruppo consiliare della Democrazia Cristiana alle Commissioni II e IV dettaglio delle materie di competenza della II e IV Commissioni consiliari lettera del Presidente relativa all'assegnazione del Consigliere Cattaneo alla Commissione speciale di indagine sulla riconversione ecologica dell'industria lettera del Gruppo consiliare DC di designazione dei Consiglieri a far parte della Commissione speciale di indagine sulle UU.SS.SS.LL.
composizione della Commissione speciale di indagine sulle UU.SS.SS.LL.
deliberazioni istitutive delle due Commissioni speciali.
Inoltre, desidero comunicare che in data 17 febbraio, al Presidente del Consiglio regionale, il Presidente della Commissione speciale di inchiesta, Sergio Marchini, scriveva: "Illustre Presidente, le trasmetto in allegato copia della lettera inviata in data odierna al Consigliere Sandro Cattaneo".
Allegata, vi era la lettera del Presidente Marchini indirizzata al Consigliere Cattaneo, di cui dò lettura: "La stampa locale ipotizza l'esistenza di rapporti di natura professionale tra lei e lo studio dell'arch. Savoino. La prego di valutare se sia opportuna, qualora la notizia abbia qualche fondamento, la sua ulteriore partecipazione ai lavori di questa Commissione".
In risposta a questa lettera, che mi è pervenuta dal Presidente della Commissione speciale, il giorno successivo ho scritto due lettere. Una all'avv. Marchini stesso, che dice: "Egregio Presidente, ricevo la sua nota in data di ieri, prot, n.
55/93; la ringrazio e la prego di volermi riferire con sollecitudine l'esito della stessa per eventuali iniziative di competenza".
Ho poi scritto un'altra lettera al Presidente del Gruppo DC, sempre in data 18 febbraio 1993: "Egregio Presidente, le trasmetto l'allegata documentazione inviatami dal Consigliere Marchini, Presidente della Commissione speciale di inchiesta sulle UU.SS.SS.LL., in relazione alle designazioni a suo tempo fattemi pervenire dal Gruppo democratico cristiano con lettera in data 14 settembre 1992".
In data di oggi, ho ricevuto - perché mi è stata consegnata personalmente - una lettera del Consigliere Cattaneo, che è indirizzata al Presidente della Commissione speciale di inchiesta, che dice: "Gentilissimo Presidente, con la presente rassegno formalmente le mie dimissioni dalla Commissione da lei presieduta".
Ho immediatamente trasmesso questa lettera all'avv. Marchini.
La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, non ci possiamo nascondere in questa circostanza che c'è una questione morale che sta diventando ogni giorno minacciosamente una questione giudiziaria; una questione che per sua natura stabilisce il giusto e l'ingiusto per il singolo e che, purtroppo, finisce per diventare un verdetto indiscriminato per l'intera generalità del Gruppo, del partito o del sistema a cui si appartiene.
Oggi la questione giudiziaria investe un nostro Consigliere, Cattaneo Sandro, raggiunto da un avviso di garanzia per concussione continuata in danno di Savoino Antonio dal 1986 al 1992 ed abuso di atti di ufficio nell'ambito - pare - dell'inchiesta della Magistratura sulle tangenti pagate per lavori all'ospedale di Vercelli, Borgosesia, Gattinara, in cui operava l'arch. Savoino.
Desidero ricordare innanzitutto che Sandro Cattaneo è stato amministratore dell'USSL di Vercelli dal 1980 al 1983; che è stato Consigliere comunale di Vercelli dal 1985 al 1990; che ha ricoperto la carica di Segretario provinciale della Democrazia Cristiana dal 1983 al 1990. Non posso, allo stato dei fatti, sapere a che cosa le imputazioni addebitategli si riferiscono nel tempo in cui egli ricopriva l'incarico di amministratore dell'USSL o di Consigliere comunale o di Segretario della Democrazia Cristiana vercellese.
Subentrato a Luigi Squillario nel Consiglio regionale circa un anno fa Sandro Cattaneo è stato assegnato - come lei giustamente ha ricordato alle Commissioni II e IV e quindi nominato membro della Commissione di inchiesta sulla sanità. A tale incarico fu prescelto unitamente agli altri membri del partito quali membri di diritto della IV Commissione sanità membri di diritto nel senso che erano stati nominati dalla Democrazia Cristiana.
Il 20 febbraio il Consigliere Cattaneo ha presentato le dimissioni dalla Commissione di inchiesta sulla sanità - la lettera mi pare sia pervenuta oggi al Consiglio - alla quale aveva ritenuto di aderire, essendo la Commissione stata istituita per raccogliere tutte le informazioni possibili per un quadro conoscitivo della situazione e della sanità piemontese.
Il Consigliere Cattaneo, alla luce degli avvenimenti che lo riguardano ha domandato congedo al Consiglio regionale per alcune sedute, in attesa di conoscere la situazione accusatoria che lo riguarda e di assumere le decisioni conseguenti che egli riterrà opportune.
Noi rispettiamo questa sua linea di azione, questo suo comportamento anche perché da parte nostra non chiediamo a nessuno di togliere il disturbo, finché un avviso di garanzia non venga suffragato dalla fondatezza delle accuse e dalla consistenza della prova. Nessuno ha l'obbligo di dimettersi, se non rispondendo agli imperativi irrinunciabili della propria coscienza, della legge morale che lo anima e lo ispira. E nessuno di noi, di fronte a fatti che creano comunque sconcerto mortificazione e profonda amarezza, può indulgere in sentenze affrettate in condanne ineluttabili e senza appello per una perversa fedeltà alla propria logica di parte.
Ognuno di noi può far proprio, di fronte a tale prova altissima e drammatica forse per l'onorabilità di tutta una vita, un pensiero di Pascal molto bello: "Abbiamo percorso tutti i sentieri dell'esistenza e ci siamo fermati di fronte alla barriera dell'anima". Ma nessuno può chiedere a noi di dare le dimissioni da una motivata libertà di giudizio quando, al di là della colpevolezza solitaria, è la nostra condizione di classe politica ad essere messa in questione, ad essere storicizzata in una stagione in cui le regole spesso non hanno assecondato le nostre virtù, ma alimentato i nostri difetti.
In questa occasione, si tenta di creare spesso una sorta di alibi, vuoi addebitando la somma delle nostre inadempienze, sciatterie e colpe ad una sorta di intrigo degli altri, vuoi cercando, nella logica aberrante del sistema, il brodo di cultura dei fatti che ci competono.
Tutto ciò può essere comprensibile, ma non è una fatalità: è il segno di una divaricazione che va completata e ricomposta sia sul versante delle forze politiche che su quello delle forze sociali e culturali.
Descritta semplicemente, questa è la difficoltà che ci riguarda oggi e che non si può eludere e che trova nel caso Cattaneo non la presunzione di una risposta, ma la possibilità di fare e di farci altre domande, perché il presente, malgrado tutto, è la necessità di recuperare alla politica autorevolezza e fiducia, senza le quali è difficile chiedere ai cittadini di fare qualcosa convincendoli ancora alla moralità di un vincolo e al valore di un sacrificio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Anche questa volta intervengo brevissimamente. E' solo per dire che non è con soddisfazione o con sorrisi di compiacimento che da questi banchi noi apprendiamo l'odierna notizia. Abbiamo appreso nei giorni scorsi l'arresto dell'Assessore Maccari e l'ampliamento su scala nazionale dell'accusa a lui elevata. Sta di fatto, però, che è un vero e proprio crescendo che indubbiamente preoccupa e incide sull'opinione pubblica che è quella che, a mio avviso, conta e conta parecchio.
Prima l'arresto dell'Assessore Maccari per un reato contestato e connesso con l'esercizio delle sue funzioni; poi, nei giorni immediatamente successivi, la notizia, sostanzialmente pacifica, di dominio pubblico di un patto nazionale per mettere le mani sugli appalti in Piemonte; poi, su altro piano, non più giudiziario ma squisitamente politico, è la notizia di ieri di autorevoli componenti della maggioranza - leggi in particolare il Consigliere Marchini - che pongono delle contestazioni alla scelta della delega della sanità all'Assessore Vetrino; oggi la notizia sui quotidiani di quanto accaduto ieri ad opera della Magistratura.
Per questo crescendo, e legando insieme, nell'interno di questo crescendo, tutti questi accadimenti, nonché per la grossa rilevanza sull'opinione pubblica, sulla comunità piemontese, la quale di fronte a questi fatti sconvolgenti fatalmente si sente sempre più sfiduciata verso le istituzioni, ritengo, sommessamente ma altrettanto fermamente, che le dimissioni della Giunta diventino, a questo punto, un atto dovuto.
Con questa osservazione e con questa richiesta, che ribadisco senza presentare ordini del giorno, concludo questa mia preliminare osservazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io credo che purtroppo siamo di fronte ad un crescere degli eventi che confermano sempre di più la giustezza della posizione da noi espressa negli ultimi due Consigli, quello dell'altro ieri e quello della settimana scorsa. Un crescendo degli eventi che è sempre più preoccupante e che era presente anche nelle stesse parole del Capogruppo della DC, Picchioni.
Uno di questi è l'avviso di garanzia al Consigliere regionale Cattaneo per il quale credo non si possano sottacere le responsabilità del Gruppo che l'ha designato nella Commissione d'inchiesta sulla sanità: non basta essere membri per essere inseriti nella Commissione speciale d'inchiesta sulla sanità.
La stessa confusione che regna nella maggioranza, le notizie dei giornali di questi giorni fanno rabbrividire, così come il fatto che, di fronte ai problemi e alle necessità di governo che ha questa Regione, di fronte ai fatti inquietanti delle inchieste della Magistratura (l'arresto dell'Assessore Maccari prima, poi gli avvisi di garanzia agli Assessori La Ganga e Bonsignore e, da ultimo, ad un Consigliere regionale, Cattaneo) questa Giunta, la maggioranza, le forze che fanno parte di questa Giunta non trovino altro di meglio che litigare sulla spartizione degli Assessorati. Assessorati di una Giunta e di un governo che non esiste più che non è più legittimato e che non può che dare che le dimissioni.
Questo credo sia un atto dovuto per la chiarezza nei rapporti con il Consiglio e per cercare di ricostruire un clima di fiducia, che diventa sempre più difficile nel rapporto con i cittadini piemontesi. Se non c'è questo scatto di orgoglio da parte della maggioranza, davvero sarà difficile riuscire a ricostruire un rapporto positivo tra l'istituzione e i cittadini piemontesi. Questo atto la maggioranza e la Giunta lo debbono a questo Consiglio e lo debbono ai cittadini del Piemonte. Detto ciò, stamane noi abbiamo presentato un ordine del giorno che riguarda il funzionamento della Commissione speciale d'inchiesta, che quindi è attinente alla discussione che stiamo facendo e del quale chiediamo l'iscrizione ai lavori di questo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, un altro provvedimento della Magistratura, un avviso di garanzia, ha colpito un nostro collega. Il Consigliere Picchioni è allarmato dal fatto che la questione morale, che esiste nel Paese, sia collegata strettamente ed unicamente alla questione giudiziaria. Questo è in parte vero, in quanto le forze politiche diventano incapaci di agganciare loro la questione morale e lasciano che la questione morale resti appannaggio della questione giudiziaria. Se le forze politiche non avanzano proposte concrete, questo rischio permane: della morale e di questa questione continuerà ad occuparsi la Magistratura (meno male!).
Il problema che pongo è cosa facciamo noi per far diventare della questione morale una questione politica. Noi dobbiamo preoccuparci di porre una questione politica che tenga conto di quanto è emerso e proponga delle soluzioni. A questo punto, le soluzioni stanno nei fatti, collega Picchioni, non nelle idee, nel filosofeggiare: stanno purtroppo in cose molto concrete che noi dovremmo saper fare.
Una delle questioni a cui dovreste rispondere, soprattutto voi della maggioranza, è la seguente: quanti atti della Magistratura voi ritenete di dover ancora sopportare prima di giungere a fare qualcosa per collegare la questione morale alla questione politica? Per ottenere le dimissioni della Giunta regionale volete, per favore, dirci oggi di quanti provvedimenti o inchieste della Magistratura in forma ufficiale dovete essere destinatari? Non vi sono bastati l'arresto di un Assessore e un avviso di garanzia ad un Consigliere? Chiederei questo per porre un limite; il rischio dello stillicidio di questi fatti non può essere escluso, vista la situazione che c'è, le indagini in corso, quello che si sa da inquisiti e da avvocati. Siete di fronte ad un rischio reale; a me piacerebbe che il Presidente Brizio, che la scorsa volta - ho scritto un ordine del giorno in proposito - ha dichiarato in questo Consiglio che se l'inchiesta si allargava anche le decisioni potevano essere riviste, spiegasse come intende questo allargamento. Chiarisca questo fatto. Sino a quando rimarrete inchiodati a queste sedie? La mia opinione è che, sin dal primo arresto dell'Assessore Maccari avreste dovuto andarvene tutti, come minimo perché responsabili di non aver capito. Questo voi non l'avete ritenuto opportuno, però rimane il fatto che il rischio di trascinare la Regione Piemonte all'interno del degrado morale, indotto da attività di partito che hanno coinvolto persone, anche istituzionalmente responsabili, e che sta gettando fango su tutto, diventi reale. Temo per questo, perché questa divaricazione che c'è tra la gente i cittadini e i partiti, o coloro che nei partiti hanno governato il malaffare, rischia sempre di più di trascinare inevitabilmente anche l'istituzione.
Ritengo invece che l'istituzione dovrebbe essere tirata fuori immediatamente, finché si è in tempo, Presidente Brizio, perché ci sono periodi in cui le dimissioni non servono neppure più a recuperare una credibilità. Penso che la Giunta sia screditata, non delegittimata (legittima lo è finché ha 31 voti).
La seconda questione è questa: le dimissioni a cosa servono? Le richiedo oggi, ma ho già dichiarato che non sono disponibile al gioco delle parti. Le dimissioni devono servire a qualcosa. A questo punto dovrebbero far sì che noi tutti ci rendessimo conto che per tanti motivi, primo dei quali quello di riformare e ricostituire un Consiglio regionale che tenga conto oggi della realtà politica, economica e sociale che c'è, la soluzione migliore sarebbe che tutti noi decidessimo di richiedere al Presidente della Repubblica di rinnovare in tempi rapidissimi questo Consiglio. Questo è un atto che la gente capirebbe. C'è un mondo corruttivo descritto in tutta Italia, speravamo che qui non dovesse mai arrivare, ma sta arrivando a ritmi più rapidi del previsto e probabilmente non è finito. Questo atto farebbe della Regione Piemonte un'istituzione che non vuole essere trascinata, giorno per giorno, in queste inchieste e che vuole anche rinnovare, alla luce della nuova sensibilità, le proprie forze.
Facciamo questo atto: verrà compreso. Tiriamo fuori la Regione Piemonte anche da un modo di lavorare che deve essere angosciante per tutti: lo è di più per voi che governate, ma vi assicuro che lo è anche per i semplici Consiglieri di opposizione. Come possiamo lavorare tutte le mattine arrivando in ufficio e vedendo se è cambiato qualcosa e, in base a quello chiedere e reiterare richieste di dimissioni? Andiamocene, con una dichiarazione solenne in cui diciamo di voler tenere pulita questa nostra Regione. E per tenerla pulita cominciamo a dire ai cittadini: "Rinnovatela voi. Rinnovate i 60 Consiglieri regionali".
Se non si vuole fare questo, mandata a casa tutta la Giunta, proprio per non individuare le responsabilità maggiori o minori, si tenti un governo che io ho chiamato istituzionale, perché basato su una situazione di azzeramento di questa Giunta e sull'individuazione, se possibile, di poche persone che realizzino alcuni primi momenti di governo, per consegnare di nuovo ai cittadini, al momento della riforma elettorale, una Regione che abbia iniziato un'opera di risanamento.
Se però non si ritiene possibile quest'opera (forse non lo è) per non giocare solo la carta delle elezioni, se c'è qualcuno che pensa che comunque un governo debba essere garantito, allora sono anche pronto a verificare queste condizioni di governo, purché non sia un pasticcio.
Il pasticcio a mio avviso succede se non si taglia di netto con questo governo che ha retto sin qui la Regione Piemonte, tollerando nel suo seno un Assessore arrestato e che si dà notizia abbia dichiarato l'appartenenza ad un sistema di organizzazione del malaffare. La condizione per il governo istituzionale è che tutta la Giunta se ne vada e si provi a fare qualcosa di integralmente nuovo, altrimenti temo pasticci, perché tra un rimpastino e un rimpastone a questo punto c'è poca differenza. Se si è pronti a verificare questa possibilità, tentiamo il governo istituzionale altrimenti andiamo a casa tutti, e forse è la cosa migliore.
Un'ultima parola per il Presidente Brizio. Ascolto con molta attenzione cosa lei dice; in occasione della discussione sull'ordine del giorno, che chiedo sin d'ora sia iscritto negli argomenti in discussione, vorrei che le sue parole fossero delle pietre e non delle farfalle. Starò molto attento a cosa lei dirà in proposito alle sue preoccupazioni, che so esistenti ed anche sincere, perché lei come persona, a mio parere, è fuori dalla mischia, per cui la stimo e cerco di capire cosa lei dice. La scorsa volta ho capito che un allargamento dell'inchiesta avrebbe prodotto una sua nuova meditazione; aspetterò a capire cosa ci dirà oggi, ma la prego di parlare con parole di pietra, Presidente, perché solo così, secondo me, lei potrà contribuire a salvare la dignità e il ruolo di questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grosso.



GROSSO Carlo Federico

Presidente Brizio, ho per lei stima personale ed apprezzamento, come ho stima personale ed apprezzamento per la Vicepresidente Vetrino, che ha avuto il coraggio di assumere un incarico estremamente pesante e delicato in questo momento. Ma proprio per questo voglio rivolgermi a voi riprendendo un discorso che avevo iniziato la settimana scorsa in un mio rapidissimo intervento. Anche questa mattina, sarò di nuovo molto rapido.
Ritengo veramente che in quest'aula non ci siano più le condizioni oggettive per continuare un sereno dibattito politico, per continuare una serena dialettica politica. Le condizioni sono ormai venute definitivamente meno. Lo ha detto il collega Chiezzi poco fa: ma che cosa vogliamo aspettare? Vogliamo aspettare che settimana dopo settimana la Magistratura vada avanti? E noi vogliamo ritornare qui ogni Consiglio a ridiscutere quanto abbiamo già ampiamente discusso? C'è certamente una questione morale nel Paese. Questa questione morale sta diventando una terrificante e tremenda questione giudiziaria, ma la questione giudiziaria, evidentemente, ha degli effetti altrettanto tremendi sul mondo della politica. Credo che in quest'aula noi non possiamo, in coscienza, non recepire quanto sta capitando in altri palazzi al di fuori di questo.
E' per questo motivo che le dicevo, Presidente, che c'è un'oggettiva responsabilità politica che pende su di lei come sugli altri componenti di questa amministrazione regionale. Un'oggettiva responsabilità politica alla quale voi, al di là dei problemi giudiziari (perché quelli sono problemi personali), non potete sfuggire. E' per questo che ritengo che questa Giunta deve al più presto dimettersi! E' per questo che ritengo che, probabilmente, nel quadro di un sereno discorso e di una serena meditazione, non ci sono più le condizioni affinché questo Consiglio possa proseguire la propria attività politica.
Io parlo a titolo personale, perché non ho concordato il mio intervento con il Gruppo: in quest'ottica, ritengo che, proprio di fronte alla gente la cosa migliore è trovare il modo perché questo Consiglio venga al più presto interamente rinnovato nel quadro di nuove elezioni.
Anni fa, quando era scoppiato in questa città il primo scandalo delle tangenti, io ero Consigliere comunale. Ad un certo punto di quella vicenda ho accettato di entrare nella Giunta comunale di questa città, ma ad una condizione: che nel giro di pochissimi mesi l'amministrazione si dimettesse e si andasse a nuove elezioni. E' accaduto che soltanto io, dopo alcuni mesi, mi sia dimesso da quella Giunta. Secondo me allora, per le forze che rappresentavo, quella scelta generale è stata un errore. Credo che tutti quanti, ma soprattutto voi in primo luogo, non dovremmo ripetere l'errore di volere rimanere a tutti i costi sul terreno di un'amministrazione; ci ovviamente anche se, come credo molti di voi, non si è assolutamente responsabili a titolo personale di quanto sta emergendo a livello giudiziario. Non è questo il problema: il problema è politico! Di fronte alla gente non si può non dare un segnale fortissimo, e il segnale fortissimo a questo punto - ripeto - sono le dimissioni della Giunta e conseguentemente lo studio di un modo per andare al più presto a rinnovare integralmente questo Consiglio regionale, al di là evidentemente delle responsabilità individuali! Non vorrei davvero che ci trovassimo nuovamente tutte le settimane a discutere di questi problemi, Presidente, e lei non deve mettersi nelle condizioni di dover affrontare queste discussioni, settimana dopo settimana, perché non è giusto per lei in primo luogo.
E' in questa prospettiva che affido a lei queste mie povere riflessioni di Consigliere, d'opposizione evidentemente, senza alcun potere, ma che ancora crede profondamente nei valori della politica e della democrazia e che spera che, nonostante tutto, nonostante quanto è accaduto nel nostro Paese, questo nostro Paese possa trovare la forza per ributtarsi avanti e ricominciare. Ma per ricominciare bisogna azzerare! In quest'ottica la invito veramente, Presidente, a dare le dimissioni.
Ho sentito quanto lei ha detto in quest'aula e agli organi di informazione, e posso anche apprezzare il suo senso della responsabilità.
Lei ha detto: "Noi non possiamo abbandonare il nostro posto in questo momento"; io però mi domando e le domando se in alcuni momenti particolarmente duri non rappresenti un maggior senso di responsabilità dire: "Bisogna andarsene, perché si possa rifondare la politica e la democrazia".
E' in questo spirito che chiedo a lei e all'intera Giunta di dare le dimissioni, per il bene di questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Avrei chiesto la parola per una dichiarazione di carattere personale ma poiché la questione si colloca all'interno di un dibattito, mi scuserà il Consiglio e il suo Presidente se intervengo anche sulla materia del dibattito in senso più stretto.
La Giunta si deve dimettere? No, le responsabilità penali sono personali e quando la responsabilità personale non si colloca all'interno di un disegno politico rispetto al quale la responsabilità personale sia un atto attuativo o conseguente o direttivo, sicuramente la Giunta non deve trarne conseguenze di alcuna natura.
Il problema più delicato e forse più puntuale è quello delle dimissioni del Consiglio. E mi consenta il prof. Grosso: le dimissioni del Consiglio ci starebbero e ci staranno tutte quando si saranno realizzate le condizioni perché il Consiglio che ci succederà o che ci dovesse succedere potesse essere, originariamente e oggettivamente, diverso da quello che siamo noi. Allora perché sia originariamente, per come nasce, e oggettivamente, da dove nasce, diverso, bisogna che avvengano delle cose diverse: la riforma elettorale e la riforma del finanziamento dei partiti.
Se non cambiano i due capisaldi di quello che hanno fatto della tendenza normale dell'uomo a delinquere (normale nel senso che sta tra le cose che sono sempre avvenute) un fatto che ha il carattere non dico dell'accettazione, ma del fisiologico e che è comunque prevedibile, se non si modificano questi due fatti, cioè le leggi elettorali che hanno costruito un certo tipo di qualità della politica e i modelli di finanziamento dei partiti che hanno portato oggettivamente a dei rapporti non limpidi tra società politica e società civile, non capisco come possa nascere un Consiglio regionale diverso da quello che noi attualmente rappresentiamo. Potranno essere diverse le persone, ma saranno identiche le storie.
Colgo l'occasione, signor Presidente e colleghi Consiglieri, per una dichiarazione dovuta. Su alcuni quotidiani, in particolare da parte di un collega giovane molto capace, al quale faccio i miei migliori auguri, la vicenda che mi ha visto mio malgrado e non richiesto protagonista è stata illustrata come uno psicodramma, mentre è stata una vicenda politica che ha visto il sottoscritto protagonista, in positivo e in negativo, specchio di come il nuovo abbia difficoltà a realizzarsi. Il nuovo si realizza attraverso disponibilità e volontà; in questa situazione non sono state sufficientemente forti le volontà e sufficientemente presenti le disponibilità. E questi sono fatti politici, non personali.
All'interno di questo psicodramma, che peraltro farò mio in altra fase ci ragioneremo è stata riportata una frase che avrei personalmente dichiarato, riguardante il PRI, lo IACP e la sanità.
Ritengo di non aver formulato la frase nei termini riportati, ma semplicemente di aver richiamato il fatto che in ambito "sanità" ci sono alcune presenze - e non mi riferivo agli amici repubblicani che costituiscono un problema oggettivo. Se la mia amarezza ha fatto ombra alla mia lucidità, mi scuso con il PRI in primo luogo e con i colleghi Ferrara e Vetrino, qui presenti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre.



SEGRE Anna

Intervengo per rivolgere al Consiglio qualche riflessione in nome del Gruppo Verdi sulla nuova situazione che veniamo ad affrontare oggi.
Per la terza volta consecutiva questo Consiglio regionale è di fatto bloccato nel suo lavoro istituzionale a causa di eventi esterni che martedì scorso hanno colpito la Giunta regionale con l'arresto dell'Assessore Maccari e che oggi colpiscono un membro stesso del Consiglio.
Il nostro Gruppo, già martedì scorso, aveva espresso la preoccupazione che si andasse verso una totale delegittimazione di quest'aula, nel timore che altri avvenimenti avrebbero potuto succedere a quelli che hanno visto coinvolto l'Assessore Maccari. Ed altri avvenimenti sono effettivamente succeduti; dobbiamo oggi poterli valutare serenamente, nel garantismo di cui i Verdi sono partecipi.
Non dobbiamo, però, assolutamente nasconderci dietro un dito; non possiamo nasconderci l'imbarazzo (soprattutto), la preoccupazione personale e di tutto il Gruppo Verdi.
Prima dell'inizio della seduta ci siamo incontrati un attimo per capire cosa potevamo fare oggi di nuovo, di diverso. C'è un imbarazzo profondo anche in noi che non abbiamo mai partecipato al governo di questa Regione anche in noi che ci sentiamo, come Gruppo politico di appartenenza assolutamente liberi da ogni preoccupazione morale: i Verdi, sia a livello nazionale che locale, non sono mai stati coinvolti in alcuna delle inchieste avviate dalla Magistratura. Vorremmo però capire come uscire dalla situazione.
Martedì scorso, insieme al Consigliere Chiezzi, avevamo presentato un documento che voleva porre le premesse - e quindi essere in qualche modo di aiuto dopo la richiesta delle dimissioni della Giunta regionale, che ovviamente rinnoviamo oggi - per un governo di tipo istituzionale. Al di là delle responsabilità che, come richiamato da altri Consiglieri, sono personali, il disagio morale che ormai si prova nel recarsi a svolgere tutti i giorni il nostro lavoro istituzionale è molto grande.
Ci siamo visti regolarmente bocciare, noi come altri Gruppi, sia documenti di richiesta di dimissioni della Giunta sia quelli che proponevano alla Giunta qualcosa di diverso: un governo di tipo diverso della Regione Piemonte, che andasse a "pescare" non solo tra gli Assessori attualmente in carica, ma anche fra i 60 Consiglieri presenti in Consiglio regionale.
Dopo i "no" reiterati della Giunta, espressi sia in quest'aula che a mezzo stampa, ci rendiamo conto che, oggi come martedì scorso, qualsiasi nostra proposta sarebbe irrimediabilmente bocciata. Credo quindi che in prima istanza la Giunta attualmente in carica dovrebbe farsi carico della difficile e generale situazione in cui sta lavorando in questo momento.
Ricordo bene che il Presidente Brizio, in un primo intervento seguito all'arresto dell'Assessore Maccari, sostenne: "E' più difficile restare in carica, in questo momento, che non abbandonare". Personalmente, in quel momento, pensai che avesse ragione; ora non più. In questo momento bisogna avere il coraggio di abbandonare, per tentare di ricostruire e non per abbandonare il Piemonte a se stesso; bisogna avere il coraggio di abbandonare per ricostruire qualcosa di nuovo.
Questa è l'ipotesi da noi proposta martedì scorso e bocciata dalla maggioranza. A questo punto, l'unica ipotesi credibile che ci sentiamo di avanzare - come altri Consiglieri di altri Gruppi - è di arrivare velocemente allo scioglimento del Consiglio e ad un ricambio di tutti i Consiglieri regionali, e quindi ad un conseguente ricambio del governo della Regione.
Nell'attesa che questi avvenimenti o altri possano capitare, il Gruppo Verdi annuncia che, fin dalle prossime sedute, parteciperà alle sedute del Consiglio in forme diverse, che renderà note di volta in volta. Ci significa che noi Verdi ci sentiamo moralmente impegnati, fino a quando la situazione non sarà in qualche modo risolta, ad usare il nostro tempo istituzionale - il tempo del martedì - per svolgere il nostro lavoro di ambientalisti. Riteniamo infatti che tale lavoro, svolto tra la gente, sarà nelle prossime settimane più utile che non venire a discutere in un Consiglio completamente bloccato.
Questo non significa che il Gruppo Verdi si "lava le mani" della questione istituzionale, ma che, di fronte alle chiusure riscontrate nelle scorse sedute, vogliamo assumerci la responsabilità, come cittadini e come rappresentanti di un movimento politico pulito e chiaro, di continuare a svolgere il nostro lavoro tra la gente e sul territorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, il Capogruppo democristiano ha sostenuto nel suo intervento che la questione morale sta divenendo sempre più questione giudiziaria, e sono questioni di certo intimamente intrecciate.
Manca però una terza questione, quella politica, essenziale per affrontare la questione morale. Ciascuno ha un suo compito: svolgano, la Magistratura e la politica, rispettivamente i propri.
Invece, si minimizza tutto: nulla è accaduto. La battaglia infuria, ma non per affrontare la questione morale politicamente e con estrema determinazione, ma per la spartizione di qualche delega, di qualche Assessorato.
La situazione è di incredibile gravità, anche se, purtroppo, non ci sono limiti al peggio. Questo è quanto ci insegna l'esperienza di questo ultimo anno. Prima l'arresto dell'Assessore Maccari, poi la sua esplicita ammissione dell'esistenza di un accordo nazionale tra Democrazia Cristiana e Partito socialista per la spartizione di risorse finanziarie in conto capitale, prima ancora che queste venissero assegnate ed impegnate; ora siamo all'avviso di garanzia al Consigliere Cattaneo. Spartizioni che si accompagnavano a pressanti appelli - pressanti quanto ipocriti al contenimento della spesa sanitaria, ad atti concreti, a tagli apportati all'impazzata ai servizi e alle prestazioni sanitarie.
Infine siamo giunti all'avviso di garanzia al Consigliere democristiano Cattaneo per concussione ed abuso di atti d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta della Magistratura su tangenti pagate per lavori negli ospedali di Vercelli, Borgosesia e Gattinara, in cui operava l'arch.
Savoino. Certo, si tratta di un avviso di garanzia, ma il Consigliere regionale è anche membro della Commissione d'inchiesta: non appena sono iniziate a circolare alcune voci, il Consigliere avrebbe dovuto sentire imperioso l'obbligo, di correttezza elementare, di dimettersi: ha invece atteso l'avviso di garanzia.
Badate, non è problema di stile o buon gusto, ma di correttezza elementare, di obbligo imperioso. In effetti, non doveva nemmeno accettare l'indicazione datagli dal suo Gruppo; in questo, le responsabilità del Consigliere Cattaneo sono gravissime, ma altrettanto gravi sono quelle del suo Gruppo.
Gravità inimmaginabile: si è trattato di un Commissario di Commissione d'inchiesta talmente interessato allo svolgimento dell'inchiesta - decisa dal Consiglio regionale fino al punto di essere egli stesso inquisito da parte della Magistratura. Un Commissario che, secondo le accuse dell'arch.
Savoino, sarebbe dentro meccanismi concussivi e corruttivi che hanno inquinato il servizio sanitario regionale.
Io, che evito di assentarmi dalle riunioni della Commissione, ho visto poche volte presente il Consigliere Cattaneo; francamente, se dovessi giudicare la funzione svolta dal Commissario Cattaneo, dovrei dire che si è comportato da "frenatore" all'interno della Commissione d'inchiesta.
Per fortuna è intervenuto il Presidente Marchini che, non appena ha sentito girare voci preoccupanti, ha chiesto al Consigliere un chiarimento.
Ma le dimissioni sono state presentate oggi, ad avviso di garanzia ricevuto.
Dovremmo riflettere sul discredito incancellabile che questi fatti gettano sulle istituzioni; dovremmo riflettere sui danni arrecati all'immagine del Consiglio regionale e della stessa Commissione d'inchiesta. Sono "picconate" distruttive delle istituzioni, di cui siete responsabili; si tratta, per la maggioranza, di una situazione francamente desolante: abbiamo una maggioranza in balìa di una situazione rovinosa. Il rifiuto di rassegnare le dimissioni da parte della Giunta getta discredito non solo sulla maggioranza, ma sull'intero Consiglio, sulle istituzioni democratiche. Altro che scatto d'orgoglio! Pur in balìa di una situazione rovinosa, la battaglia infuria per qualche delega e per qualche Assessorato.
Abbiamo presentato un ordine del giorno in cui chiediamo che nonostante le dimissioni del Consigliere Marchini da Presidente della Commissione speciale d'inchiesta sulla sanità, i lavori proseguano celermente, e su questo punto mi pare vi sia concordanza da parte di tutta la Commissione.
Infatti, nonostante i ritardi iniziali e i tentativi di frenarne le attività, negli ultimi due mesi la Commissione ha lavorato intensamente raccogliendo materiale molto interessante, che la dice lunga sugli avvenimenti di questi mesi e che può essere di grande utilità a tutto il Consiglio regionale, al fine di poter apportare correttivi radicali e profondi alle politiche, ai metodi ed anche all'esigenza di sostituire i politici responsabili di branche così delicate dell'attività regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Il mio sarà un breve intervento in ordine ai fatti nuovi determinatisi negli ultimi due giorni; credo però di dover fare anch'io una precisazione.
Il mio intervento sarebbe stato molto diverso, se non avesse preso la parola prima di me il Consigliere Marchini per precisare, chiarire chiedere scusa rispetto ad alcune cose, invero molto gravi, che erano apparse su "La Stampa".
Prendiamo atto di questo, consideriamo la vicenda chiusa e chiediamo al Consigliere Marchini di rinunciare alle sue dimissioni dalla Presidenza della Commissione che sta presiedendo in questi giorni e che sta per giungere a compimento, proprio perché, forse, ci vuole senso di responsabilità da parte di tutti in un momento così difficile; e se la Commissione raggiungerà quei risultati che tutti quanti ci auspichiamo evidentemente non può subire ulteriori arresti.
Ne approfitto per chiedere al Presidente Marchini, in questo caso, di autorizzare la consegna, a tutti i facenti parte della Commissione, dei verbali di quella Commissione, in modo che chi non ha potuto prendere parte a tutte le sedute sia messo nelle condizioni di leggere ed aggiornarsi rispetto alle sedute precedenti.
Oggi siamo di nuovo in presenza di una situazione grave che colpisce questa maggioranza e questo Consiglio regionale. Alcune cose ce le siamo già dette la volta scorsa; io non credo ci sia un problema di delegittimazione del Consiglio regionale e della maggioranza. La delegittimazione si ha soltanto quando questa maggioranza, questa Giunta questo Consiglio complessivamente non svolge il proprio ruolo, non governa.
Quindi, delegittimazione la si ha soltanto in presenza di un fatto di questo genere.
Occorre quindi governare, anche se nessuno si nasconde la grave difficoltà ed il grande disagio (molto più per chi è parte di questa maggioranza rispetto a chi non lo è), rispetto alla situazione nella quale viviamo. Certamente sarebbe opportuno prendere iniziative più forti seppure più difficili.
Oggi abbiamo appreso dal prof. Grosso di una scelta che era stata incomprensibile nel 1983, quando sedevamo insieme in Consiglio comunale.
Ebbene, in tutte le situazioni che abbiamo vissuto, in realtà non c'è mai stata un'uscita, uno scioglimento degli organi, ma un tentativo di far assumere nuova autorevolezza a questi organi.
La scelta più difficile oggi è cercare, in una situazione così difficile, di onorare il nostro ruolo, signor Presidente, che è quello di governare in questa Regione che oggi, in questo momento, è una Regione particolare in uno Stato sconvolto dalla questione morale, che non è questione giudiziaria soltanto, ma è anche profondamente questione politica; una regione che ha una città capoluogo di regione e altre due città capoluogo di provincia con i Consigli comunali sciolti, senza alcuni riferimenti.
Dico questo non perché faccio parte della maggioranza; probabilmente lo direi anche se facessi parte dell'opposizione. Certo, nel 1983 noi dall'opposizione chiedemmo le dimissioni della Giunta: era una situazione diversa, obiettivamente diversa. C'era un organo: qui siamo in una situazione in cui la questione morale sta divampando, siamo in una situazione...



RIBA Lido

Questo non deve essere un alibi per non risolvere i problemi qui.



FERRARA Franco

Qui non è un problema di alibi: i problemi ci sono e dobbiamo governali.
Io dico che a questa situazione di difficoltà politica molto forte si reagisce governando. Noi l'abbiamo detto la volta scorsa; l'abbiamo detto la volta scorsa al Presidente: qui non si tratta di abbandonare per ricostruire qualche cosa. Se qualcuno ha qualcosa da costruire, da proporre, lo faccia, mentre si governa, però.
Quindi, signor Presidente, oggi più di ieri noi le chiediamo di fare in fretta quella cosa alla quale lei è stato delegato in modo assoluto e libero da tutta la maggioranza; di fare più in fretta, perché quanto meno sul piano dell'efficienza questo Consiglio regionale, questa maggioranza possa affrontare e dare una risposta alla situazione che oggi ci colpisce tutti quanti profondamente e che evidentemente non può permanere insieme ad una situazione di aleatorietà rispetto alla capacità di governare di questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Naturalmente con profondo dolore per la situazione di un Piemonte così degradato e disastrato, a nome della Lega Nord chiedo anch'io le dimissioni della Giunta. Aggiungerei, modestamente a titolo personale - è una cosa che ripeto, perché l'ho già detta - che la maggioranza dovrebbe addirittura sostenere una Giunta preparata dall'opposizione, anche per evitare l'esercizio defatigante di continue elezioni, perché se tutte le volte che non si va d'accordo si fanno le elezioni, se ne fa una all'anno.
C'è un'opposizione? La si metta alla prova con un programma e la maggioranza, di volta in volta, caso per caso, decida, sempre con massima trasparenza ed ampio dibattito, se approvare la verosimilmente positiva decisione di questa Giunta d'opposizione.
Dimissioni che, sempre a titolo personale, ritengo che dovrebbero essere anche estese al Parlamento, affinché un nuovo Parlamento abroghi tutte quelle leggi permissive, e vergognosamente permissive, e lo statalismo centralista dilagante, come dimostrano operazioni tipo Melfi che sono le due cause principali della spaventosa espansione della corruzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

La settimana scorsa, nell'intervenire, affermavo che se vergogna c'era da provare, questa era, per il Consigliere, dovuta essenzialmente alla consapevolezza di non avere la forza, la capacità di trovare le vie per ribaltare una situazione altrimenti immodificabile, una situazione pietrificata, una situazione rispetto alla quale non so quale altro aggettivo si potrebbe utilizzare se non quello della fine della democrazia.
In realtà, se democrazia va difesa, questa va difesa a partire dalle forze sane che esistono e certamente continueranno ad esistere in questo Consiglio regionale, quelle che si fanno e vogliono farsi carico fondamentalmente dei bisogni della gente e non tanto prioritariamente della difesa degli equilibri politici.
Tra queste forze certamente non c'è da considerare un partito che da sempre - come conferma il comunicato stampa divulgato questa mattina dal Partito socialista - vuol mettere un'ipoteca pesante nella gestione della sanità, quella sanità che, a mio parere e non solo a mio parere, ha condotto sostanzialmente allo sfascio. Comunicato che immagino sia noto non solo alla stampa...



MAJORINO Gaetano

Magari leggicelo.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Il comunicato così dice (immagino all'unanimità del Gruppo socialista ma se così non fosse, vorrei che chi non è d'accordo lo esprimesse): "Il Gruppo socialista della Regione Piemonte, preso atto della nomina dell'Assessore alla sanità così come deciso dal Presidente della Giunta sollecita il Presidente Brizio a far conoscere le proposte di riordino della struttura della Giunta; si dichiara pronto ad indicare il nominativo per completare la Giunta stessa nel momento in cui verrà resa nota tale proposta di riordino".



MAJORINO Gaetano

Qui si chiede un posto di comando, mentre ci sono situazioni incandescenti e gravi.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Non ho altro da aggiungere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Volevo solo ringraziare...



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, lasciamo parlare il Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Volevo solo ringraziare il collega Maggiorotti. Mi ero proposto di leggere questo documento all'attenzione dell'assemblea, già consegnato ai vari Gruppi e, in primo luogo, al Presidente. Questo documento è stato letto e dice le cose che vi sono scritte: le cose che sono state scritte qui dentro sono semplici.



(Interruzione del Consigliere Calligaro)



PRESIDENTE

Per cortesia, Calligaro, lei il suo intervento l'ha già fatto.



ROSSA Angelo

Ne abbiamo già parlato martedì, si può dire che di tale questione ne abbiamo parlato ogni momento.



(Interruzione del Consigliere Majorino)



PRESIDENTE

Per cortesia, adesso il Consigliere Rossa ha la parola e spiegherà il significato o quello che ritiene di dire.



ROSSA Angelo

Non raccolgo alcuna provocazione e la intendo come ulteriore elemento di approfondimento di una linea che è estremamente chiara a questo punto: la linea di chi ha preso atto della nomina che è venuta motu proprio - lo dico in latino, così almeno è più capito da tutti da parte del Presidente dell'Assessore alla sanità, come d'altro canto ha espresso il Presidente insieme attendiamo che il Presidente faccia quelle proposte di revisione profonda delle deleghe indicate nel nostro primo comunicato. Così era signori, se l'avete letto! E all'interno delle quali il Gruppo socialista rispettoso di questa pratica e di questa prassi, darà il nominativo.
Se queste cose le leggete per quelle che sono, non c'è da esercitarsi nella difficile arte della dietrologia, come si fa da troppe parti. In qualche misura, cari colleghi e caro collega, si cerca sempre di evocare qualche cosa di peggio, mentre - questa è l'ambiguità - si va a dire che si vuole il funzionamento, il buon governo; però, si cerca sempre di evocare la situazione in peggio. La situazione è di per sè grave, ma penso proprio che a nessuno sia consentito...



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, per cortesia! Ve lo chiedo per cortesia!



ROSSA Angelo

...di trarre motivo di soddisfazione, a meno che non si pensi al tanto peggio, tanto meglio, che naturalmente sappiamo molto bene dove pu portare.



(Interruzioni in aula)



ROSSA Angelo

Non è il mio caso. Ti ho detto che non raccolgo le provocazioni. Noi riteniamo di doverci assumere, come ci siamo sempre assunti, la nostra responsabilità. E siamo noi, caro collega Majorino, che abbiamo concorso a dare stabilità e forza a questa democrazia, non voi! Voi eravate dall'altra parte!



(Interruzioni in aula)



ROSSA Angelo

E a ciascuno di voi, in qualche misura, l'ho detto: state attenti!



PRESIDENTE

Consigliere Calligaro, ascolti gli altri, come gli altri ascoltano lei.



ROSSA Angelo

Collega Calligaro, stai attento! Perché qualcuno, da una parte o dall'altra, in qualche modo è stato aiutato dalle tangentopoli. Stiamo attenti!



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, per piacere!



ROSSA Angelo

Io non so niente, ma qualche volta lo dicono. Allora cerchiamo di non essere tra coloro che scagliano la prima pietra, perché è sempre difficile. Lo dico perché con i colleghi mi piace anche stabilire un dialogo.



PRESIDENTE

Un dialogo vivace. Come sempre, il collega Rossa trova la frase per tranquillizzare la situazione.



ROSSA Angelo

Vivace, ma pur sempre un dialogo. Allora, lasciamo stare: ci sono questi problemi e io più di voi o come voi sono angosciato di queste cose.



(Interruzioni in aula)



ROSSA Angelo

Si capisce che sono angosciato; tuttavia ritengo che occorra fare ogni sforzo per evitare che anche questo punto importante di stabilità vada in crisi.
Può darsi che fra tre ore le cose cambino, perché siamo di fronte ad un cambiamento così veloce della situazione che nessuno è in grado di stabilire che le cose vadano in un certo modo per un certo periodo di tempo, però bisogna fare uno sforzo. Noi questo sforzo lo faremo, e non abbiamo alcuna intenzione, se non cambiano le cose, di prendere altre decisioni. Valuteremo ulteriormente la situazione, non trascureremo di seguire, passo dopo passo, l'andamento dello stesso dibattito di oggi, per potere - io mi auguro - arrivare questa sera ad avere un quadro preciso.
Qualora non ci fosse, per carità: non abbiamo alcuna ragione per stare incollati al governo. Non ci sentiamo nella veste di Atlante che tiene in piedi il mondo.



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Volete stare calmi?



ROSSA Angelo

Questo è un nostro diritto! Non è un qualcosa che ci viene dato da altri! Questo è un nostro diritto! Lo avevamo acquisito e lo riconfermiamo! Il discorso dell'Assessorato è indipendente dal quadro politico nel quale oggi ci troviamo.



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Riba, per cortesia!



ROSSA Angelo

E' una domanda provocatoria, che sì respingo, perché il nostro è un diritto. Avremmo potuto benissimo stabilire che, dopo il coinvolgimento dell'Assessore Maccari, indicavamo un altro nostro Assessore. Abbiamo ritenuto, invece, che fosse venuto il momento di operare delle grosse modifiche e delle grosse revisioni. Ciò nell'interesse di una trasparenza politica e di uno spirito di ricambio al quale vogliamo andare quando parliamo di alternanza. Quindi, da questo punto di vista, non ci piove semmai il problema è un altro.



PRESIDENTE

La situazione è così grave che, per cortesia, cerchiamo di sviluppare questo Consiglio in termini civili: ognuno porta le sue valutazioni e trae le sue conclusioni, anche di tipo politico. La situazione è così grave che per cortesia, è bene che questo Consiglio si sviluppi in termini il più possibile civili.



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, per cortesia. Nessuno ha da parlare più degli altri.
Consigliere Rossa, dica quello che deve dire e concluda.



ROSSA Angelo

Semmai la situazione è molto grave sul piano politico, e io penso che tra noi non ci sia nessuno che voglia giocare al tanto peggio, tanto meglio.



(Interruzioni in aula)



PRESIDENTE

Adesso veramente basta! La prego, Consigliere Riba!



ROSSA Angelo

Ho l'impressione che Andreotti sia già tra coloro che fanno parte dell'archeologia della situazione politica, come tanti altri.



(Interruzioni in aula)



ROSSA Angelo

Ci sono due modi di fare le cose.



(Interruzioni in aula)



ROSSA Angelo

Io le tiro anche, le pietre.



PRESIDENTE

Consigliere Rossa, proceda e concluda.



ROSSA Angelo

Dicevo che la situazione è grave e penso che non ci sia nessuno che in qualche modo giochi. Può anche darsi che ci sia stato chi ha cercato di trarre profitto, però mi sembra di capire che in questo momento tutti comincino a rendersi conto che la situazione è molto grave e che le cose vanno avanti. Credo anche abbia fatto bene il Segretario del Partito socialista l'altro giorno ad andare a Milano ed esprimere la nostra solidarietà all'iniziativa dei Giudici. I Giudici e la Magistratura devono fare il loro corso, e lo facciano su tutta la linea; c'è uno Stato che fino adesso ha vissuto in un certo modo, in cui tutto era sorretto da un humus addirittura di cultura, che oggi è completamente cambiato, è giusto che si cambi registro.
A me, come a tanti altri colleghi, può fare profondamente dispiacere sul piano personale, come abbiamo espresso, apprendere le circostanze che si sono presentate l'altro giorno nei confronti dell'Assessore Maccari potrei dire la stessa cosa nei confronti del collega Cattaneo, e mi auguro che a entrambi, come a tanti altri, sia data la possibilità di difendersi mi auguro che possano dimostrare la loro totale estraneità a queste cose.
Se però le cose sono queste, è chiaro che se ne prenderà atto, ma sono talmente vaste che mettono in discussione addirittura il ruolo delle istituzioni.
Io sono tra coloro che ritengono che le istituzioni che possono ancora svolgere il loro compito lo debbano fare, e credo che lo debbano fare nel migliore dei modi, evitando di produrre dei contraccolpi, come quello che abbiamo registrato nelle dimissioni del collega Marchini dalla Presidenza della Commissione d'inchiesta. Bisogna far sì che la politica e la pratica della politica vengano tirate fuori dalle pratiche esoteriche, nascoste delle conventicole e vengano portate alla luce del sole, affinché la gente che sulla politica ha molti dubbi, possa perlomeno vedere l'arte nobile di chi governa la convivenza civile e non già una squadra di malfattori.
In questo quadro ritengo, in questo momento, che il Gruppo socialista debba fare lo sforzo di concorrere ad una stabilità, per uscire dalla strettoia nella quale sono le istituzioni. Penso di doverlo dire, in particolare guardando alla situazione piemontese, che è purtroppo una situazione in grande difficoltà, compresa la crisi che è intervenuta ieri nel Comune di Alessandria, che è un Comune che aveva una grossa stabilità.
Ma per qualche ragione, che io definisco come "il folletto della sindrome di dissoluzione", anche le cose più stabili sono entrate in crisi: il Comune di Torino da una parte, Novara, Vercelli, Alessandria e così via dall'altra. Ad Alessandria, il Sindaco socialista si è dimesso: ho detto che c'è una specie di folletto che produce questi effetti che naturalmente, portano a delle conseguenze.
Credo, dunque, di poter dire, guardando le cose che succedono in Piemonte, che forse è necessario fare questo sforzo. Il Gruppo socialista verificherà passo passo, Presidente; se poi non fosse possibile, se questo sforzo non potesse rispondere agli obiettivi di stabilità, nessuno si spaventa delle situazioni nuove che potranno determinarsi. In ogni caso il Gruppo socialista assicurerà, qualora non si riuscisse a trovare delle soluzioni rispondenti, la sua disponibilità a che le istituzioni vengano governate, perché non si lasci spazio a alcun tentativo di sconvolgimento del quadro politico piemontese, come si sta facendo e come cerchiamo di fare anche a livello nazionale.
Queste sono le ragioni, anche se contrappuntate da interventi vari su cui ci sarebbe da discutere molto. Sul candore di tutte le forze che hanno governato o che sono state all'opposizione, ci sarebbero tante cose da dire, ma credo non ci sia bisogno di farlo perché sono parte di una cultura dalla quale ci stiamo allontanando e mi auguro che si vada verso una cultura di governo che sia davvero un salto di qualità in avanti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' inutile non cogliere la gravità di una situazione che, anche per le notizie nazionali, assume una valenza tale da non poter sfuggire a nessuno.
Attraversiamo una fase molto molto difficile, quindi mi auguro che questo Consiglio regionale sappia affrontarla con senso di responsabilità.
Ritenevo che oggi avremmo potuto fare le nostre delibere e mi auguro di poterle fare, perché credo che dobbiamo rispondere anche con atti amministrativi alle esigenze di servizio della comunità civile. E' il nostro dovere.
E' successo questo fatto nuovo, oltre al precedente, il fatto del Consigliere Cattaneo. Io non vado sulle questioni nazionali, non tocca a me commentarle: ne rilevo la gravità in un momento come questo. Gravità enorme, e devo dire che il fatto nuovo, che è successo qui, riguarda un Consigliere regionale per un'attività, tra l'altro, non connessa alla sua presenza in Consiglio regionale e quindi grave, ma anche limitata, che non tocca il nostro governo. Avevo parlato di problemi nuovi che toccassero il governo e non sto a ripetere la mia dichiarazione precedente. Ci nonostante, badate bene, non mi sfugge affatto che la situazione è in evoluzione e può essere difficile, però mi domando qual è il nostro dovere oggi. Me lo domando con tutta serenità.
Ringrazio anche i colleghi dell'opposizione, oltre quelli della maggioranza, che hanno voluto riconoscere la nostra fatica. Ringrazio i Consiglieri Chiezzi, Grosso e anche Calligaro, che è sempre più aspro quasi inquisitorio, per i loro interventi e per la stima personale che mi è stata ancora una volta riconosciuta e l'impegno riconosciuto al governo regionale. Badate bene, noi abbiamo lavorato questi due anni e mezzo, quasi tre, con la grande ambizione di far crescere l'immagine del Piemonte, di lavorare per far uscire il Piemonte da una situazione difficile e con grande impegno credo si siano anche ottenuti dei risultati.
Il nostro dovere oggi non è di governare ad ogni costo, l'ho detto con molta chiarezza, non abbiamo assolutamente questa intenzione, ma il nostro dovere è di governare finché è dignitosamente possibile, finché è utile alla comunità piemontese. Allora le valutazioni possono divergere Consigliere Chiezzi, possono essere diverse: ho pensato fino a quest'ora quale atto sia più utile compiere, se l'amaro dovere di stare qui o la facile soluzione di una dimissione che non risolve i problemi, ma li acuisce nell'immediato. Questa è la mia valutazione, sulla quale concordano i miei colleghi di Giunta e certamente anche i Gruppi di maggioranza che ci hanno dato un difficile e complesso sostegno in questa fase e che continuano a dare anche a me, per scelte che sono di mia responsabilità e che ho cercato di assolvere nel modo migliore.
Certo, ci potranno essere state legittime insoddisfazioni personali, ci potranno essere state richieste di più lunghe determinazioni, ma io ho voluto decidere subito, proprio perché c'era questa esigenza di decidere subito e ho deciso nel quadro delle possibilità. Devo dire che io non ho mai ricevuto nel mio passato tante telefonate come ho ricevuto ieri, che mi dicevano: "Hai fatto una cosa ben fatta, hai preso una posizione, non c'è l'inerzia dell'istituzione, anche in questo difficile momento". Io non ho mai ricevuto - ve lo dico con franchezza - tanti incoraggiamenti a restare qui quanti ne ho ricevuti in questo momento. In passato ho avuto semmai incoraggiamenti a dare altri tipi di disponibilità; oggi ho avuto l'incoraggiamento a restare, non solo dalle forze di maggioranza o dai Gruppi consiliari, ma anche da quel po' di gente che ognuno conosce e che anche un Presidente della Regione conosce, perché non viviamo neanche noi sulle nuvole. Anzi, io ho sempre cercato di vivere a contatto con la gente per capire che cosa la gente vuole. La gente vuole certamente un grosso cambiamento, ma non vuole neanche l'ingovernabilità, il vuoto, la fuga. Non credo che pretenda questo da noi. Noi non fuggiamo! Questo è il discorso.
Noi saremo qui finché sarà possibile, e se avete stima in me, amici cari anche dell'opposizione, fate questo ulteriore atto di fiducia ad un avversario politico. Io valuterò l'evolversi della situazione con grande responsabilità e, se matureranno delle condizioni che non mi consentiranno di operare, lasciate a me questa valutazione, che farò con grande serenità e - state bene attenti, ve lo dico con chiarezza - non per rimanere ad ogni costo! Se non ci saranno le condizioni di poter assolvere il nostro compito, io sarò il primo a dirvi che ci dimettiamo; però non ci dimetteremo, se dovessimo arrivare a questo punto, per creare una crisi irrisolvibile.
Qui si è parlato anche di altre cose; si è parlato di scioglimento del Consiglio regionale, di elezioni anticipate. Badate bene: nessun Consiglio regionale si è mai sciolto in questo Paese. Io partecipo alla Conferenza dei Presidenti: ci sono due Presidenti ancora presenti da quando è cominciata la mia fase, ed io rappresento già, in tre anni, un elemento straordinario di continuità. Abbiamo avuto la crisi in Lombardia, due crisi nel Veneto, abbiamo delle crisi che toccano i vertici delle Regioni, che tuttavia non hanno comportato lo scioglimento dei Consigli. Abbiamo avuto un intervento in Abruzzo che ha spazzato l'intera Giunta: nessuno si è posto il problema di sciogliere il Consiglio regionale.
Se andiamo ad uno scioglimento dei Consigli regionali, se lo ipotizziamo in una fase in cui la legislazione è ferma, in cui non ci sono possibilità diverse di eleggere il Consiglio in modo diverso, ci significherebbe una perdita di democrazia, non un aumento di democrazia! Questa è la mia valutazione, collega Grosso, consentimi di differire dalla tua: io penso che, anche se dovessimo dimetterci, sarebbe una perdita di democrazia grave. Dovremmo tutti lavorare per trovare una soluzione, non per sciogliere il Consiglio regionale: questa è la mia valutazione, perch bisogna stare molto attenti a distruggere le istituzioni.
Oggi io percepisco questo rischio grave e mi stupisce che non venga percepito da voi, che pure siete a contatto con la gente e con la realtà.
Tra l'altro, lo scioglimento del Consiglio regionale non dipende neanche dalla Giunta, ma visto che è un discorso politico, io dò una risposta politica e dico che non sarei mai per lo scioglimento. Certo, non sarei sfavorevole neanche a crisi al buio che peraltro possono emergere se la situazione dovesse ulteriormente aggravarsi. Ma perché non possiamo sperare che questa situazione non si aggravi ulteriormente e che ci siano ancora le possibilità di governare la Regione Piemonte, di tenerne alta l'immagine in un momento difficile? Io non sono disponibile ad ammainare questa bandiera della credibilità della nostra Regione, se non ci sono veramente le ragioni. Oggi la situazione è difficile, ma non è impossibile. E' per questo che mi auguro davvero che il discorso si chiuda, che si possa continuare a lavorare.
Credete, per me prendere la decisione di sostituire, sulla mia responsabilità, l'Assessore alla sanità non è stata una decisione facile se l'ho fatta ieri mattina, e l'ho fatta con i vincoli che esistevano anche creando dei problemi, anche deludendo delle attese...



MARCHINI Sergio

Non risolvendo dei problemi, per piacere, Presidente! Su questo non continuiamo, Presidente!



PRESIDENTE

Consigliere Marchini, per cortesia: lasciamo che il Presidente sviluppi il suo pensiero.



MARCHINI Sergio

Sembra che ci fossero delle aspettative!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

No, delle aspettative che possono esserci.



MARCHINI Sergio

Non c'era una mia candidatura né una mia aspettativa, per piacere Presidente! Tu non hai deluso nessuno, Presidente! Non c'era alcuna aspettativa da parte mia, non c'era alcuna richiesta da parte mia!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sono contento di questa precisazione.



MARCHINI Sergio

Questo lo deve dire, Presidente!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sono contento di sentire che non c'era alcuna aspettativa! Io avevo colto che ci fosse, avrò sbagliato: mi assumo tutte le responsabilità della scelta fatta e devo dire che non ho mai avuto tanti consensi sulla tempestività e anche sulla scelta fatta, rebus sic stantibus, con i vincoli esistenti che sono a tutti noti per quello che ho fatto ieri. Posso anche avere sbagliato, ma ritengo di aver fatto un atto di governo nelle condizioni in cui dovevo farlo.
Cari Consiglieri...



MARCHINI Sergio

Vai forte anche con i socialisti!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Se mi lasci finire il discorso, posso anche farlo.



MARCHINI Sergio

Questo va chiarito.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Cari Consiglieri, io mi assumerò tutte le responsabilità, però anche i Gruppi di maggioranza devono assumersi le proprie.



MARCHINI Sergio

Io me le sono assunte!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non può essere scaricato tutto sul Presidente della Giunta, il quale farà tutto il suo dovere, farà tutte le sue proposte, ma le farà sulla base delle indicazioni e dei consensi che verranno dalle forze politiche che compongono questa maggioranza.
Lo voglio dire con molta chiarezza e lo ribadisco ancora: io starò qui finché riterrò che sia un dovere rimanere. Se si dovesse pensare per un momento che la mia presenza e quella dei miei colleghi è un ingombro, non è utile, state certi che saremo i primi a prenderne atto, perché abbiamo il senso delle istituzioni, il senso della democrazia, il senso del Paese.
Grazie.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che sono state presentate due richieste di iscrizione all'o.d.g. di due documenti conseguenti al dibattito.
La prima è relativa all'ordine del giorno n. 555, a firma dei Consiglieri Marengo, Calligaro, Riba, Dameri e Coppo; la seconda richiesta riguarda l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 557, presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Se non vi sono opposizioni, possiamo procedere alla loro iscrizione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni. Ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Sono d'accordo per l'iscrizione del documento presentato dai Consiglieri Marengo, Calligaro, Riba, Dameri e Coppo. Sono invece nettamente contrario al documento presentato dal Consigliere Chiezzi per le solite cose che lui dice e per le solite cose che noi ribadiamo.



PRESIDENTE

Stante comunque le dichiarazioni rese dall'aula, procediamo all'iscrizione dell'ordine del giorno n. 555, presentato dai Consiglieri Marengo, Calligaro, Riba, Dameri e Coppo.
Dopo l'iscrizione passeremo immediatamente alla votazione del documento, in quanto la discussione è già stata fatta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che il Presidente della Giunta ha fatto una comunicazione...



PRESIDENTE

E' stata una conclusione su una mia comunicazione, un suo intervento...



CHIEZZI Giuseppe

Un intervento... E' stata una comunicazione.., fuori dall'o.d.g.
quindi è una comunicazione del Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Va beh... Il Presidente ha preso la parola.



CHIEZZI Giuseppe

Ha preso la parola comunicando le proprie opinioni... Penso che a norma dell'articolo.., non so se sia il 72 o quale... L'ordine del giorno è relativo alle comunicazioni svolte in aula dal Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi, per il suo intervento.
Allora: il Presidente decide di iscrivere all'o.d.g., in questo momento, stante le valutazioni intervenute, favorevoli o contrarie, il primo documento, quello a firma dei Consiglieri Marengo, Calligaro, Riba Dameri e Coppo. La discussione che riguarda questo documento è già stata fatta e pertanto lo porrò in votazione. Pregherei i Consiglieri che intendono partecipare alla votazione di voler entrare in aula.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
555.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è iscritto all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
Passiamo pertanto all'esame di tale ordine del giorno.
La parola al Consigliere Cucco per dichiarazione di voto.



CUCCO Vincenzo

Ricordo la dichiarazione di voto fatta dal Gruppo PCI-PDS nel momento in cui mettemmo in votazione l'ordine del giorno a firma mia e di altri Consiglieri d'opposizione, tranne il PDS, per impegnare la Giunta ad operare in una certa direzione, stante la non accettazione della richiesta di dimissioni.
Ritengo che l'ordine del giorno in votazione presentato oggi dal PDS non dica nulla. Infatti, chiede semplicemente ad una Commissione di finire i suoi lavori entro la data stabilita: cosa assolutamente pleonastica; al massimo gli si potrebbe chiedere di continuare i lavori per la mole di impegni che ha, ma non si può obbligare una Commissione a compiti per i quali è già obbligata. Inoltre, si chiede al Consigliere Cattaneo di presentare le proprie dimissioni, cosa che mi risulta abbia già fatto.
L'ordine del giorno mi sembra assolutamente inutile; pur avendo votato a favore dell'iscrizione all'o.d.g., mi asterrò dal votarlo.



PRESIDENTE

Mi permetto di suggerire ai proponenti di togliere l'ultimo capoverso.
Il documento, infatti, è composto di due parti. Una prima parte nella quale si invita - mi rivolgo in particolare al Presidente della Commissione la Commissione a concludere il proprio mandato nei tempi già anticipati dalla Commissione stessa (parte che rimane aperta). Relativamente alla seconda parte, effettivamente si passerebbe al voto in un momento in cui le dimissioni richieste sono già state rassegnate. Inviterei dunque i proponenti a togliere l'ultimo capoverso che recita: "valuta necessarie e obbligate le immediate dimissioni dalla Commissione d'inchiesta del Consigliere DC Cattaneo, raggiunto da un avviso di garanzia per concussione ed abuso di atti d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta della Magistratura sulle tangenti pagate per lavori negli Ospedali di Vercelli, Borgosesia e Gattinara in cui operava l'arch.
Savoino".



MARENGO Luciano

Va bene.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 555 così emendato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte valutato che la Commissione d'inchiesta sulla sanità ha fino ad ora lavorato in modo proficuo - malgrado i continui ritardi iniziali raccogliendo molte informazioni utili per delineare un quadro preciso della situazione e dei problemi della sanità piemontese ritiene perciò necessario che i lavori della Commissione stessa non abbiano ritardi o incontrino ostacoli proprio nella loro fase finale invita quindi la Commissione a concludere nei tempi già anticipati dalla stessa Commissione il proprio mandato, malgrado le dimissioni annunciate dal suo Presidente, il Consigliere Sergio Marchini".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 42 voti favorevoli e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 4 Consiglieri).
La parola al Consigliere Marchini, per un'informazione.



MARCHINI Sergio

Chiedo scusa, ma non è stato consentito al Presidente della Commissione, per ragioni di nervosismo, di spiegare cosa significhi l'inciso contenuto nell'ordine del giorno che abbiamo votato, laddove si dice "nei tempi da essi indicati". Non è una questione generica; mi sembra giusto che, per la storia di questo Consiglio, si sappia cosa la Commissione aveva deciso di fare e quello che il Consiglio ritiene sia giusto faccia, e che quindi la invita a fare.
La Commissione ha chiuso, con la giornata di ieri, tutte le attività di ordine esterno - incontri, consultazioni, sopralluoghi - e da oggi avvia la fase di elaborazione del materiale.
La lettera è stata inviata oggi alla Presidente per informarla dello stato degli atti, in quanto era stato deciso, 20 giorni fa, che si sarebbe inviata il giorno successivo alla conclusione dei fatti esterni, perch poteva succedere che ne avvenissero altri.
Nella stessa lettera, che per rispetto dei lavori in Commissione ho mandato in data odierna, è anche previsto che la Commissione concluda i propri lavori nei termini previsti (giorno 17). La Commissione non è orientata a chiedere proroghe, ma chiede peraltro che venga mantenuta in piedi l'unità flessibile fino alla conclusione del dibattito in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Come già annunciato, vi è un altro ordine del giorno, presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti. Su questo si è già espresso, per dichiarazione di voto rispetto all'iscrizione, il Consigliere Picchioni.
La parola al Consigliere Grosso.



GROSSO Carlo Federico

Vorrei soltanto un chiarimento di tipo regolamentare.
Il Consigliere Chiezzi ha chiesto un momento fa che questo ordine del giorno venisse comunque considerato inserito in quanto attinente alla comunicazione del Presidente.
Qual è l'articolo del Regolamento che chiede comunque un voto di 40 Consiglieri per inserire all'o.d.g. un ordine del giorno che attiene invece ad una comunicazione? La mia è puramente una richiesta di chiarimento di ordine regolamentare. Non riesco a capire, dato che dall'art. 92 si evincerebbe il contrario.



PRESIDENTE

La questione è semplicemente la seguente. Forse lei non era presente Consigliere, ma il dibattito non è nato dalle comunicazioni del Presidente della Giunta, il quale ha partecipato con un suo intervento, ma dalle comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale, che ha riferito all'aula quanto avvenuto ieri (fascicolo che è a disposizione della segreteria e che lei può eventualmente visionare). Ieri è venuto qui glielo riepilogo - un addetto della Guardia di Finanza, al quale abbiamo consegnato copia delle deliberazioni istitutive, come ho già comunicato all'aula.
La questione nasce quindi da comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale; da comunicazioni di tale natura non potevano scaturire, a mio avviso, questioni di ordine politico inerenti le dimissioni della Giunta regionale e del Presidente della Giunta.
Questo perché - ripeto - la discussione è nata da mie comunicazioni.
Il Presidente della Giunta, all'interno del dibattito, si è aggiunto con una sua posizione.
Questo è quanto.
La parola al Consigliere Grosso.



GROSSO Carlo Federico

Prendo atto che questa è un'interpretazione formale e corretta.



PRESIDENTE

No, non è un'interpretazione: questi sono i fatti, come sono avvenuti.



GROSSO Carlo Federico

Nella sostanza, indubbiamente, direi che la questione è la stessa.



PRESIDENTE

Mi sono accertata, per la verità, che i numeri per un'iscrizione, anche con 40 voti, ci fossero. Questo per non pregiudicare il diritto dei Consiglieri che hanno presentato il documento, a tutela degli interessati.
Consiglieri, la discussione nasce da questa mia comunicazione; il Presidente della Giunta ha ritenuto, sulla base di una sua valutazione e delicatezza politica, di collocarsi nel dibattito, ma la discussione nasce da un'altra questione: da una questione attinente alla consegna di documenti non può nascere questo tipo di valutazione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Senz'altro si può arzigogolare. E' per indubitabile che il dibattito svoltosi in tutta la mattinata verteva sulle ultime vicende della Magistratura e più Consiglieri hanno sollevato il problema dell'opportunità di dimettersi da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Chiezzi, lei a che titolo interviene?



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per dire che, a mio parere, questa interpretazione che l'ordine del giorno sia legato...



PRESIDENTE

Consigliere, questo non le spetta. Lei può dire che non condivide la decisione assunta dal Presidente del Consiglio, ma la decisione non spetta a lei.



CHIEZZI Giuseppe

La decisione è del Presidente del Consiglio; ma tenuta presente la dichiarazione del collega Picchioni, dico che stranamente si iscrivono tutti gli ordini del giorno, invece questo che chiede le dimissioni della Giunta...



PRESIDENTE

E' una valutazione.



CHIEZZI Giuseppe

E' una valutazione di cui politicamente tengo conto, però si impedisce ad un ordine del giorno di essere iscritto in quest'aula, solo perch chiede le dimissioni della Giunta. Inoltre, ci sono interpretazioni che non condivido, le quali però sono incontestabili, perché provengono dal Presidente e dall'Ufficio di Presidenza, i quali non considerano quanto ha detto il Presidente Brizio una comunicazione in quest'aula, mentre lo è stata.
Chiedo formalmente che questo ordine del giorno sia legato alla comunicazione svolta poco fa dal Presidente Brizio in replica al dibattito perché anche questa è una comunicazione. Se non si tratta di una comunicazione, che cos'è? Non è legata ad una legge e quindi è una comunicazione a termini di Regolamento.



PRESIDENTE

Il Regolamento lo interpreta il Presidente. Voi potete essere d'accordo con l'interpretazione del Presidente o non esserlo, ma resta il fatto che questo dibattito è nato da una comunicazione del Presidente del Consiglio e che il Presidente della Giunta ha fatto un intervento e non una comunicazione. Questo è quanto io ho capito e questo è quanto il Presidente della Giunta, che è l'unico interprete dei suoi interventi riconosce di avere fatto.
Voi potete contestarmi, ma il Regolamento "parla" così.



CHIEZZI Giuseppe

Noi facciamo politica!



PRESIDENTE

Non è soltanto lei che in quest'aula fa politica. Tutti i 60 Consiglieri in quest'aula possono fare politica; se poi lei vuole dare a questo Consiglio regionale questo tipo di contributo di agitazione, lo faccia pure: questa è una scelta sua, della sua parte politica, se mi è permesso.
Il Presidente del Consiglio ha già raccolto due dichiarazioni a favore dell'iscrizione di questo documento e una dichiarazione contraria.
Pongo in votazione l'iscrizione dell'ordine del giorno n. 557 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti che invita il Presidente della regionale, Gian Paolo Brizio, a presentare le dimissioni con l'intera Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il documento non viene iscritto all'o.d.g. poiché con 19 voti favorevoli, 26 contrari e 2 astensioni non ha ottenuto il voto favorevole dei 2/3 dei Consiglieri assegnati al Consiglio, come previsto dall'art. 51 comma quinto, del Regolamento interno.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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