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Dettaglio seduta n.211 del 23/02/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni della Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni della Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Bresso, Buzio, Cattaneo Coppo, Croso, Grosso, Vetrino e Zacchera.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alle dimissioni dell'Assessore alla sanità, Eugenio Maccari Esame ordini del giorno n. 551 e n. 553


PRESIDENTE

Informo che il Presidente della Giunta regionale, in data 19/2/1993, mi ha comunicato le dimissioni, da Assessore alla sanità, presentate dal Consigliere Eugenio Maccari con telegramma del 18/2/1993, ai sensi dell'art. 35, terzo comma, dello Statuto regionale.
Il Presidente della Giunta regionale, Brizio, ha chiesto di intervenire per comunicazioni. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La mia comunicazione è oltremodo breve, ma credo utile e necessaria.
Come ha già detto la Presidente del Consiglio, ho ricevuto le dimissioni di Maccari da Assessore alla sanità.
Nella sua lettera di trasmissione, Maccari dice tra l'altro: "I problemi della sanità sono tali e tanti che non è possibile lasciare neanche un giorno la sanità senza un Assessore che possa operare a tempo pieno". Voi ricorderete...



(Interruzioni in aula)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non è che io prenda la linea di Maccari. Dico che Maccari dimostra ..
cerchiamo di essere civili, ho detto che Maccari che comunque copriva questo Assessorato ...



(Interruzione del Consigliere Calligaro)



PRESIDENTE

Per cortesia, Calligaro, non cominciamo subito! Calligaro, ascolti il Presidente della Giunta, poi ha tutta la possibilità e lo spazio per intervenire! Se iniziamo così, cominciamo questo Consiglio nella maniera peggiore.
Prego, Presidente Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Purtroppo in quest'aula vedo già nascere un clima di intolleranza, che mi stupisce, di scarsa attenzione e di speculazione verbale. Il rispetto umano deve esserci comunque e credo che la dichiarazione di chi copriva questo incarico sull'importanza e sulla gravità della situazione dell'Assessorato abbia sempre un suo valore ed un significato indipendentemente dal resto. Io non esorcizzo il lavoro di una persona, non lo faccio diventare, in modo manicheo, tutto negativo anche se c'è qualche cosa di positivo. Non mi pare serio, e non mi pare giusto, che si vada a questo approccio in quest'aula e si vada su delle battute che sono effettivamente di scarso spirito. A mio avviso sono di scarso spirito.
Devo dire che sono stato primariamente sostenuto e confortato dal voto di fiducia che è stato dato in quest'aula la settimana scorsa dal Consiglio regionale alla Giunta; sono stato confortato dal sostegno della maggioranza, che mi ha ripetutamente invitato ad ogni possibile assunzione di responsabilità lasciandomene anche ampio mandato nelle decisioni conseguenti. Così ho passato la settimana ormai trascorsa: non ho mancato di prendere contatto con la sanità, ho evitato gli scioperi dei lavoratori del settore, scioperi che dovevano partire dalla provincia di Asti fissando degli incontri, ho cercato di coprire questo interim in questi giorni nel modo migliore e, soprattutto nel modo migliore possibile.
Il problema della sanità però è complesso. Ed io sono convinto che occorrano delle decisioni forti e immediate. Allora, il comportamento sul quale la Giunta si muoverà in questa fase di crisi è il seguente. Prima questione: nomina immediata dell'Assessore alla sanità; seconda questione: revisione dell'assetto di Giunta. Infatti, non appena sarà integrata la composizione della Giunta, dovremo agire con apertura e attenzione alle eventuali necessità di ricambi assessorili, e con attenzione anche ai problemi strutturali, avendo presente che i problemi strutturali sono connessi a delle norme vigenti per quello che attiene il personale e sono anche legati (questo è un fatto nuovo per noi di grande rilevanza) al decreto emesso dal Governo sui controlli delle Regioni che accoglie pienamente le richieste delle Regioni medesime. Questo è per dire che otteniamo giorno per giorno dei risultati anche in questo confronto. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: riduce sostanzialmente i controlli sugli atti regionali e semplifica le procedure; quindi da un lato ci dà delle possibilità, dall'altro però dobbiamo tener presente il quadro legislativo che è il nostro quadro giuridico, con il ricorso sulla seconda dirigenza che va attentamente valutato.
Valutando tutto questo complesso di cose, noi al più presto proporremo un assetto della Giunta modificato nelle deleghe, laddove è necessario, e modificato nella struttura laddove utile e possibile.
Ritornando al problema della sanità, vi comunico che, avvalendomi dei poteri che lo Statuto mi conferisce e che sono stati ripetutamente richiamati dal collega Cucco, ho ritenuto di fare una scelta che tenesse conto dei fatti avvenuti, del quadro che si è verificato, e che fosse soprattutto una scelta nel contempo forte e significativa; ho deciso di attribuire la delega alla sanità alla Consigliera Bianca Vetrino che in questo momento è assente perché è a Roma per un impegno e che ha accettato l'incarico.
L'Assessorato è coperto da domani con un Assessore a tempo pieno l'aggiustamento interno delle deleghe sarà successivo al completamento del quadro della Giunta e sarà altrettanto puntuale e conforme agli impegni che la Giunta si è presa, che il Presidente si è preso, ed è conforme anche alle indicazioni che sono emerse dal Consiglio nell'ultimo dibattito che io, come ricordo, ho seguito con grande attenzione, ho appuntato e alle quali non sono certo stato indifferente per quelle parti che sono venute dai Gruppi della maggioranza, Picchioni ed altri, e dai Gruppi dell'opposizione, facendone carico e tesoro. Non ho altro da aggiungere.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Brizio.
La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Signora Presidente e colleghi, sentendo la comunicazione del Presidente Brizio, relativa al funzionamento della Giunta e alla proposta di sostituzione dell'Assessore alla sanità, Maccari, mi sono davvero domandato se qui viviamo in un mondo reale oppure se tutto ciò che succede fuori di qui entrando in quest'aula si cancella, si fa finta di niente e si procede come se nulla avvenisse. Ritengo che sia irresponsabile la comunicazione che il Presidente Brizio ha fatto, che sia irresponsabile da parte del Presidente e da parte della Giunta e della maggioranza non aver comunicato in termini di dichiarazione ferma, l'asse politico sul quale si regge questa maggioranza in Regione e non aver fatto degli atti politici che siano corrispondenti alla gravità dei fatti politici che in questi giorni sono avvenuti e che coinvolgono pienamente la Giunta regionale e la maggioranza. Ancora martedì scorso, 16 febbraio, il nostro Gruppo aveva chiesto, sulla base dell'inchiesta giudiziaria dell'arresto dell'Assessore Maccari, le dimissioni della Giunta, sulla base di responsabilità politiche dovute alla copertura politica avvenuta in questi mesi rispetto a denunce ordini del giorno, mozioni che il nostro Gruppo e altri gruppi avevano presentato qui in Consiglio. Ma eravamo ancora di fronte ad una responsabilità politica di carattere generale, non per questo meno grave il Presidente Brizio ed altri Consiglieri di maggioranza avevano sottolineato che eravamo di fronte ad un fatto circoscritto, quasi ad una questione personale che riguardava l'Assessore alla sanità e il suo arresto. Ma da martedì ad oggi sono successi dei fatti politici importanti ci sono delle conferme, purtroppo molto gravi della situazione. C'è un fatto politico preciso che è venuto sia dalle confessioni dell'Assessore regionale alla sanità, sia da ciò che oggi in termini precisi, perfino nei dettagli e nei particolari, è denunciato da uno degli imprenditori arrestati, Borini. Siamo di fronte al fatto che esiste, a livello nazionale, con le sue diramazioni nelle Regioni e in particolare, per ci che ci riguarda, nella Regione Piemonte, un patto tra la DC e il PSI per attribuirsi gli appalti sulle strutture sanitarie e per come distribuirsi le tangenti che vengono richieste sugli appalti per la costruzione delle strutture sanitarie. Maccari ha confessato di essere stato il garante di questo patto in Piemonte. Gli artefici nazionali, i garanti nazionali hanno ricevuto gli avvisi di garanzia, l'on. Bonsignore e l'on. La Ganga l'impresario Borini oggi spiega che rispetto all'appalto per l'Ospedale di Asti, la condizione per vincere quell'appalto erano sei miliardi, tre da dare alla DC e tre da dare al PSI, a conferma di come questo patto fosse ben organizzato: quindi questo è il fatto politico che riguarda direttamente la Giunta e il suo patto di governo, che anche qui è fondato sull'asse DC e PSI. E non se ne può non tenere conto: questo è il fatto politico sul quale io credo sia irresponsabile che il Presidente della Giunta non abbia detto niente, niente rispetto a questo fatto nuovo e di eccezionale gravità politica che è intervenuto tra martedì ed oggi attraverso, ripeto, le confessioni dell'Assessore regionale dell'architetto Savoino e dell'imprenditore arrestato, Borini.
Ci sono, insieme a questo, altri fatti nuovi, emersi dalle confessioni di diversi, a partire da Maccari e da Savoino in particolare, delle responsabilità concrete da parte di questa Giunta, a partire dall'Assessore alla sanità e dal Presidente della Giunta. Sono stati nominati degli amministratori straordinari nelle UU.SS.SS.LL., che dovevano garantire il funzionamento di questo patto e la spartizione degli appalti. Dovevano garantire l'attuazione del patto sugli appalti e questi portano le firme delle nomine che sono state fatte da parte di questa Giunta regionale.
Questo è un fatto concreto e preciso di responsabilità politica molto precisa. Viene alla luce un intreccio di interessi perverso, un sistema politico e di potere imperniato da un lato sull'asse DC-PSI e dall'altro finanza e imprese che si sono spartiti in questi anni spesa pubblica e appalti. La questione è purtroppo confermata in termini ancora più eclatanti, se vogliamo, e ancora più alti, dall'arresto avvenuto ieri del direttore finanziario della FIAT Mattioli e dell'amministratore delegato Mosconi della Toro, che fanno emergere come siamo di fronte ad un sistema politico e di potere che in questi anni si è imperniato su questo asse DC PSI, grandi imprese o perlomeno una parte del mondo imprenditoriale della finanza. Voglio solo aprire una parentesi: il Dott. Romiti la settimana scorsa ha dato una lezione alla Camera e ai partiti e ai politici su come avrebbero dovuto comportarsi. Bene, lui, amministratore delegato della FIAT, oggi dovrebbe dimettersi di fronte a quanto avvenuto, se fosse minimamente coerente con quanto lui ha sostenuto nei confronti dei partiti e dei politici. Non credo di doverne illustrare altri, perché mi paiono questi i motivi principali ed essenziali, la richiesta di dimissioni da parte nostra è un atto doveroso. Mi stupisco che non senta lo stesso dovere la Giunta regionale.
Non c'è più legittimità politica a governare da parte di questa Giunta non c'è più, ripeto, legittimità politica, per i motivi che ho detto prima per questo asse che anche qui contraddistingue la maggioranza di governo a livello piemontese. E non ci si può rilegittimare con la sostituzione di un Assessore, con la comunicazione che qui ha fatto il Presidente Brizio.
L'unico modo per rilegittimarsi è quello di cambiare governo, di cambiare uomini, di cambiare politica e di cambiare metodi di governo. Credo che per questo motivo le dimissioni che noi abbiamo chiesto siano una pregiudiziale giusta, perché sono l'unica soluzione per mettere in condizione questo Consiglio e questa Regione di avere un governo e di poter funzionare nell'interesse di tutti i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signora Presidente, prima di illustrare brevissimamente l'ordine del giorno che ho proposto, diretto a richiedere alla Giunta le dimissioni che a nostro avviso sono ineluttabili, è mio dovere e, direi, per ironia della sorte, che proprio da questi banchi si debba additare alla Giunta regionale il comportamento istituzionalmente corretto della Giunta di sinistra, la quale il 17/3/1983, il giorno dopo l'arresto degli Assessori all'urbanistica e al personale, si dimise. Ma c'è di più, il 10 marzo in quest'aula si discusse di quanto era avvenuto il giorno prima, cioè a dire del solo avviso di garanzia agli Assessori all'urbanistica e al personale e c'è stata un'infuocata seduta nel corso della quale le opposizioni di allora, compresa la mia, richiesero a viva voce e con pesanti motivazioni le dimissioni dell'allora Giunta di sinistra, dicendo che un avviso di garanzia a due Assessori regionali è un fatto che indipendentemente dalla loro responsabilità o meno - notare che ho detto avviso di garanzia, quindi si tratta di un terreno di gran lunga più arretrato rispetto a quanto è accaduto pochi giorni fa nei confronti dell'Assessore Maccari attiene alla fiducia fra cittadini ed esecutivo, è una questione morale. Proprio l'Assessore Vetrino, che è stata preconizzata come Assessore alla sanità, nell'esporre questa motivazione diceva all'allora Giunta: "mentre sto parlando e sto spiegando perché dovete dimettervi dovreste voi, spontaneamente, fermarmi e dirmi che vi dimettete". L'intervento del Capogruppo Paganelli era in questi termini e per di più il Capogruppo liberale che parlava anche all'epoca un po' a nome della maggioranza, diceva testualmente "solo le dimissioni possono creare le condizioni perché, se esistono le possibilità di dare vita ad un esecutivo, anche in funzione transitoria" - come indicato dalla Consigliera Vetrino - "possa ripristinarsi un rapporto di piena fiducia tra cittadini e istituzioni".
Non ho altro da aggiungere sotto questo profilo; è quello che avrei già voluto e dovuto dire martedì scorso. Di fronte non alla comunicazione, ma all'arresto dell'Assessore Maccari queste considerazioni sono di piena e palpitante attualità oggi. Quindi, addito ad esempio la Giunta di sinistra proprio io - una Giunta di sinistra che non era certo tenera nei nostri confronti. Ricordo che il Vicepresidente era Sanlorenzo, che non perdeva occasione per tartassare la nostra parte politica sotto tutti i profili politici. Penso che su questo dobbiate meditare, colleghi della Giunta.
Venendo alla motivazione dell'ordine del giorno sono stato preceduto dal Capogruppo del PDS: è di tutta evidenza che, da martedì scorso ad oggi si è verificato un fatto nuovo, politicamente sconvolgente e giudiziariamente grave. E' ormai pacifica - posso anche per eccesso di obiettività non entrare nel dettaglio degli amministratori straordinari che facevano parte di quel patto e delle loro responsabilità - e nessuno la pu negare, perché ci sono state le dichiarazioni di vari imputati (avranno violato il segreto istruttorio), l'esistenza di un patto nazionale fra DC e PSI per spartirsi gli appalti pari a 30 mila miliardi stanziati all'epoca nel 1988 - dal Ministro Donat Cattin; è un fatto pacifico. Poi, che l'aver voluto manovrare gli appalti sia di per sè un reato, oppure lo siano solo le tangenti, che presumibilmente stanno sotto, questo lo vedranno in Via Tasso. Dico solo che la sola esistenza di un patto diretto a manovrare gli appalti è già di per sè un fatto estremamente grave, perché il referente era l'Assessore Maccari. I casi sono due: o qualcuno di voi o tutti voi sapevate di questo patto e avete taciuto, e allora c'è una sorta di connivenza politica e solo per ciò dovete dimettervi; oppure non avevate captato, dal 1990 ad oggi, l'esistenza di questo patto nazionale nelle vostre sale di Giunta. Ritengo che sia difficile ciò, ma se ciò è successo siete stati di una colossale ingenuità. Nel primo caso, se sapevate e non l'avete denunciato c'è un dolo in senso politico; nel secondo caso, c'è una colpa grave in senso politico. Quindi, questo vi impone le dimissioni per vedere se c'è la possibilità di formare un nuovo esecutivo su nuove basi.
La sola sostituzione dell'Assessore, un riaccorpamento delle deleghe mi pare una cosa di ordinaria amministrazione; se l'Assessore Maccari avesse commesso una gaffe politica in contrasto con il vostro programma del 1990, lo avremmo sostituito e non era il caso di dimettersi. Ma ci sono fatti penalmente rilevanti e c'è soprattutto l'accordo nazionale di spartizione della sanità in Piemonte. Questo di per sè impone, a mio avviso, le vostre dimissioni sulle quali insisto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente, colleghi e colleghe. Penso, Presidente Brizio, che la posizione che lei ha espresso sia una posizione che vi sradica dalla società in cui vivete. Siete come un albero sradicato la cui fine è nota.
Voi non potete pensare che continuare a governare, come cercate di fare corrisponda all'interesse della collettività. Ripensate a cosa avete fatto: avete lavorato due anni e mezzo con un Assessore di cui si dà notizia che durante il colloquio con i Magistrati, abbia ammesso di aver partecipato in questi due anni e mezzo, all'orditura di trame corruttive tese alla spartizione degli appalti, e attraverso questa all'erogazione di tangenti ai partiti della DC, per adesso, e del PSI, per adesso.
Voi, dell'Assessore Maccari, che è stato oggetto di attacchi e denunce plurime in quest'aula, avete sempre preso le difese sino all'ultimo Consiglio, quello successivo all'arresto. Sino all'ultimo momento non vi siete accorti che al vostro interno esisteva una infiltrazione di tipo corruttivo e avete permesso, con il vostro comportamento, che questa infiltrazione agisse contro gli interessi pubblici.
Non voglio dire che siete conniventi, non oso nemmeno pensarlo. Dico solo che voi l'avete permesso e anche solo per averlo permesso figuriamoci se fosse qualcosa di più - voi siete screditati di fronte all'opinione pubblica. Siete una compagine di Giunta che non è stata capace a fare la cosa più importante e preliminare ad ogni atto di governo: garantire ordine e pulizia morale nella gestione della cosa pubblica. Avete mancato tutti, oggettivamente, al compito principale e preliminare ad ogni altro che la collettività vi assegna nel governare la cosa pubblica. Per questo motivo, Presidente Brizio, ritengo che, se si vuole salvare l'istituzione regionale dal pantano in cui i partiti stanno trascinando la politica, voi dovreste tutti 13, senza distinzione alcuna, lasciare la mano e abbandonare questi posti. Dovrebbe essere un atto vostro autonomo.
Voi non lo fate e mi sembrate dei pesci fuor d'acqua. Vi rendete conto che la trama corruttiva che viene descritta è giorno per giorno verificata con atti della Magistratura, è estesa al punto che si sta per verificare una soluzione di continuità tra la popolazione - non dico i partiti e le istituzioni - e la politica? Vi rendete conto che siamo in una situazione gravissima per cui il discredito oggi tocca qualche personaggio, qualche partito, ma se continuiamo di questo passo rischia di toccare la politica e i partiti in quanto tali? Ritengo che atto di responsabilità sarebbe che ve ne andiate proprio tutti. Di qua la richiesta di dimissioni, che è più forte di quella fatta la settimana scorsa. Aggiungo la seconda parte del discorso. In Consiglio ci sono partiti e gruppi che governano e ci sono partiti e gruppi che non governano e che fanno l'opposizione. Insieme al collega Giuliano in questi giorni, preoccupatissimi di quanto è accaduto e di quanto temiamo possa accadere, abbiamo riflettuto anche sui nostri deficit: sui deficit che pu avere l'opposizione nello svolgere il proprio lavoro. Abbiamo riflettuto e ci siamo detti che la semplice richiesta di dimissioni non ci soddisfaceva.
Noi non vorremmo più partecipare a un gioco delle parti nel quale di fronte a fatti di questo genere e, aggiungo, di fronte al malgoverno che avete prodotto in questi due anni e mezzo, l'opposizione si limiti a far la voce grossa, minacci fuoco e fiamme, chieda le dimissioni e basta. Dopodiché, la Giunta e la maggioranza rispondano "no, non le diamo" adducendo i propri motivi e l'opposizione si risiede tranquilla a votare "no" ai prossimi provvedimenti che la Giunta prenderà.
Ritengo che non possiamo proporre questa soluzione. La situazione è molto più grave! Allora l'opposizione (Giuliano ed io abbiamo cercato, da formichine quali siamo della politica, di avanzare una proposta) deve andare oltre il gioco delle parti. La nostra proposta è contenuta in un ordine del giorno che chiedo sin d'ora, Presidente, che venga iscritto all'o.d.g., se possibile subito dopo per annessione alla comunicazione fatta dal Presidente Brizio, altrimenti lo si metta in votazione.
Noi diciamo una cosa semplice ai 60 Consiglieri regionali: a questo punto la richiesta di dimissioni dovrebbe essere seguita dalla richiesta "andiamo tutti a casa, si facciano nuove elezioni subito" e questo avrebbe il vantaggio, a nostro avviso, di equilibrare il Consiglio regionale rispetto alle forze in campo nella società e non sarebbe poco! Non sarebbe poco! Sappiamo benissimo che la nostra realtà è vecchia come rappresentanza politica e sociale, almeno si avrebbe un Consiglio dimensionato sulla sensibilità, sul tema morale oggi presente nella società, dimensionato sulle priorità e i problemi economici che producono disoccupazione. Vi pare poco? A me sembra una cosa di tutto rispetto. Credo non significhi in alcun modo una abdicazione perché se noi tutti insieme decidiamo che è meglio così, in pochissimo tempo si fanno elezioni e in pochissimo tempo i cittadini piemontesi avranno almeno il governo che si meritano e vogliono oggi.
Questa è una strada.
Siamo andati più in là. Non volete le elezioni anticipate? Vi sembra che questo sia un modo di abdicare, comunque non giusto? Bene, abbiamo avanzato una proposta contenuta nell'ordine del giorno e contenuta in una mozione di sfiducia che richiede le 15 firme e annuncio sin d'ora che è una mozione che cammina oltre la giornata odierna, che viene distribuita ai colleghi e che vogliamo vedere che esito ha. E' una mozione nella quale si dice che siamo pronti, e con quanta fatica e preoccupazione, anche a verificare la possibilità di un governo istituzionale. Cos'è questo governo istituzionale che abbozziamo anche per alcune voci programmatiche primarie nella mozione? Intanto è un governo che per non essere un papocchio (l'allargamento della maggioranza, i soliti pasticci che si fanno per rimanere in vita e continuare a governare) è un governo che come condizione preliminare ha che voi della Giunta lasciate la mano, tutti quanti! Senza cominciare a distinguere tra chi mi piace di più e chi mi piace di meno, ma dovete andarvene per responsabilità oggettiva! Un governo istituzionale che nasca all'interno di questa istituzione non come emanazione o suggerimento diretto dei partiti; un governo che si basi su una Giunta ridotta per dimensioni, un governo che programmaticamente cerchi di porre le prime pietre fondamentali per ricostruire un rapporto di fiducia tra il Consiglio regionale e la gente, per affrontare qualche problema urgente come l'occupazione, la sanità e i servizi assistenziali, e soprattutto per mettere solide basi a un cambiamento nella struttura delle decisioni della spesa pubblica, quella che chiamiamo la questione morale legata agli appalti. Un governo che quindi porti a compimento in brevissimo tempo procedure, metodi di appalto, incarichi (il Consigliere Marino la volta scorsa aveva parlato di rotazione degli incarichi) e che faccia le tre o quattro cose per cui la Regione è nata, ma sulle quali è stata inadempiente. Cercare nel giro di pochi mesi di portare a compimento l'aggiornamento del piano regionale di sviluppo, il piano dei trasporti, il piano socio-sanitario e i piani territoriali paesistici. Un governo che programmaticamente, fatte queste cose e in presenza eventualmente della riforma elettorale che ridefinisce i modi di elezione della Regione, sin d'ora dica che, dopo aver fatto questo tentativo di governo istituzionale riconsegnerà il mandato agli elettori.
Questo governo istituzionale non piace? Se non piace si può correggere.
Non piace pregiudizialmente? Benissimo, se non si fa un governo di questo genere, torna la prima proposta: andiamo tutti a casa! Se noi usciamo da quest'aula voglio sapere dove vado. Allora se esco per andare dal Prefetto esco e vado dal Prefetto! Se esco e cerco un governo, l'ho chiamato istituzionale, cerco un governo, ma non di pasticcio, non di allargamenti di maggioranza, un governo che recida con questa esperienza e faccia qualcosa di nuovo e di piccolo, e non sempre le cose piccole servono a niente, allora esco anche in questo caso. Quello che mi disturba e che non accetto è di continuare a chiedere le dimissioni, vedermele rifiutare e andare avanti due anni e mezzo anch'io comodamente seduto su una seggiola in un modo a mio parere, per l'elettorato, incomprensibile. Seduto su questa seggiola ci sto a certe condizioni, altrimenti chiedo ai colleghi di verificare tutti insieme di andarcene a casa e forse renderemmo il miglior servizio alla collettività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signora Presidente, le dimissioni dell'Assessore Maccari sono l'ovvia conclusione della vicenda. Ricordo la precedente seduta del Consiglio regionale nel corso della quale il Presidente Brizio concludendo ricordò a tutti tre ipotesi, una di queste prevedeva il ritorno di Maccari al suo posto. Questa ipotesi già allora non aveva fondamento; era opportuno attendere gli sviluppi della situazione e possedere tutti gli elementi per avanzare ipotesi che avessero un fondamento.
Parlo di un avversario politico al quale ho rivolto un'opposizione dura che mai ha significato mancanza di rispetto umano. D'altronde il rispetto umano deve sempre contraddistinguere i rapporti tra le persone. Sono rimasto particolarmente colpito, personalmente, da questa vicenda. Io ho condotto una lotta politica insieme al mio Gruppo, fatta di analisi, di argomenti critici, di proposte, non ho mai usato la carta bollata, non ne ho avuto motivo, non avevo elementi per farlo. Non ho concesso mai nulla al facile scandalismo che, come si sa, è molto pagante dal punto di vista dell'immagine. Ho sempre improntato la mia battaglia al rispetto umano; è stata una battaglia politica troppo dura, troppo aspra, se ne pu discutere.
Se pensiamo però ai fatti emersi, signora Presidente e signori Consiglieri, alla loro inaudita gravità, quella battaglia non è stata n troppo dura né troppo aspra, appena doverosa e persino un po' timida.
Rispetto umano. Mi si permetta di dire che c'è una sorta di sagra dell'ipocrisia: lo scandalo era largamente e da tempo annunciato; gli stessi esponenti della maggioranza, nei corridoi, facevano ammissioni esplicite, sostenendo che in molti casi le posizioni assunte dall'ex Assessore erano semplicemente indifendibili; lo dicevano nei corridoi di questo palazzo.
Quindi, andiamoci piano, Presidente, con gli appelli alla civiltà e al rispetto umano, soprattutto da parte nostra: sono fuori luogo.
Personalmente, provo un immenso rispetto umano per gli anziani che fanno la fila per ritirare i bollini, per i cittadini che fanno la fila per presentare l'autocertificazione, per i cittadini che attendono da uno a due anni interventi di cardiochirurgia, di oculistica, di urologia, per i cittadini che attendono mesi e mesi per una visita specialistica, per i disabili, cui avete tolto ausilii e presidi essenziali, facendo un finto stanziamento di due miliardi di lire contro i sedici annuali necessari, e utilizzando poi soltanto 50 milioni di lire dei due miliardi. E poi certamente, provo rispetto umano anche nei confronti di Maccari; ma anche nei confronti di altri che patiscono la disorganizzazione, l'irrazionalità e la degenerazione di una parte della sanità piemontese.
Il Presidente Brizio ha detto di aver preso contatto con i dirigenti dell'Assessorato alla sanità. Come? Ha detto: "Tutto procede come prima all'insegna della continuità; nulla cambia rispetto alla conduzione Maccari". Poi, naturalmente, ha raccomandato il massimo riserbo. Pensate che presa di contatto... Bisogna cambiare politiche, bisogna cambiare uomini, bisogna cambiare metodi di governo...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

perché non è vero!



CALLIGARO Germano

Già molti mi hanno detto che non era vero quanto sostenevo, e che dicevo il falso, poi i fatti hanno dimostrato il contrario!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

No, a me non lo puoi dire: io non ho mai detto il falso! Lo dici tu adesso!



CALLIGARO Germano

No, tu mi stai dicendo che non è vero: io sto semplicemente dicendo come hai condotto l'incontro con i dirigenti all'Assessorato.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Mi dispiace, tu non eri presente...



CALLIGARO Germano

Sono abbastanza informato...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sei male informato...



CALLIGARO Germano

Può darsi; verificherò, comunque.
La notizia di oggi è che - appunto - il patto nazionale c'era, c'è. Lo svelano i principali protagonisti: è inutile negarlo, a questo punto. Un patto nazionale, sì; con articolazioni regionali, appendici regionali? Certamente, certamente. Un accordo DC-PSI deciso a livello nazionale per spartirsi i miliardi destinati alla sanità. Savoino ha elencato una serie di UU.SS.SS.LL.: Orbassano, Rivoli, Avigliana, Cuorgné, Borgosesia Verbania e, a Torino, le UU.SS.SS.LL. IV/VI/VIII. In questi casi la nomina degli amministratori straordinari è stata pilotata in funzione di quell'intesa tra i partiti; l'accordo prevedeva la scelta di imprese amiche, la nomina di fidati direttori dei lavori, la divisione equa delle mazzette: metà per uno.
Ci trinceriamo dietro all'accordo nazionale, sconosciuto alla maggioranza di questo Consiglio regionale? Ma a chi volete darla ad intendere? A chi volete darla ad intendere?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Cosa vuoi dire? Ma cosa vuoi dire?



CALLIGARO Germano

Vuol dire che una parte certamente conosceva questo accordo nazionale.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Stai attento a quello che dici: io ti querelo!



CALLIGARO Germano

Certamente una parte conosceva questo accordo nazionale: non potete sostenere di non averlo conosciuto! Questo è insostenibile!



PRESIDENTE

Consiglieri, si sa che questo è un dibattito difficilissimo...



CALLIGARO Germano

Se l'accordo c'era, evidentemente, qualcuno in quest'aula lo conosceva!! E poi, vogliamo parlare di come sono state pilotate le nomine degli amministratori straordinari? Non potete trincerarvi dietro il patto nazionale: questo è il motivo per cui chiediamo le vostre dimissioni!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Abbiamo anche accolto le vostre proposte, ci sono anche i bigliettini con i vostri nomi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Presidente Brizio, ritengo che se esistesse un codice deontologico per i politici, questo dovrebbe imporre che, anche se soltanto sfiorati dal sospetto, sarebbe buona prassi mettersi da una parte. In caso contrario sono troppe le implicazioni di carattere morale che ricadono sull'elettorato - cosa d'altra parte già sollevata non solo in questa legislatura, ma anche in legislature passate.
Purtroppo, questo codice manca, e non penso sia possibile che la nostra attuale compagine regionale possa darsene uno. Voi avete risposto ad una crisi di gravità inusitata, così come chi si pone a risolvere i danni di un'inondazione svuotando con un cucchiaino da caffè.
L'Assessore Maccari, e comunque i politici che sono stati implicati in questa brutta faccenda, purtroppo non lavoravano per conto proprio, non lavoravano in prima persona, ma, per loro stessa ammissione, in nome e per conto della DC e del PSI.
Questa Giunta, questa maggioranza, è espressione di queste due forze politiche; pertanto, ritengo che, così come ho detto la settimana scorsa il loro compito sia giunto ad un momento di necessario confronto con l'elettorato.
Non voglio entrare nel merito di quanto compare oggi sui giornali, se le notizie corrispondano al vero o meno: non mi compete. Mi compete per rilevare che la vostra mancata assunzione di responsabilità, così come quella oggi da lei comunicataci, non può che ricadere in modo estremamente negativo sull'elettorato, allontanando la gente ancor più dal Palazzo dalle istituzioni, dalla politica.
E' per questi motivi, molto specifici e pratici, che ritengo quest'aula non in grado di esprimere il governo istituzionale proposto dal collega Chiezzi. Credo che l'alternativa sia solamente quella della consultazione elettorale, e quindi delle vostre dimissioni e dell'assunzione piena di responsabilità che, bene o male, vi vedono coinvolti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Anche noi abbiamo ascoltato la laconica comunicazione del Presidente Brizio e l'abbiamo trovata estremamente deludente, come se la sostituzione dell'Assessore alla sanità fosse un fatto naturale dovuto a cause naturali.
Le notizie di questi giorni, e in particolare di questa settimana dimostrano che purtroppo non è così. Dunque non è sufficiente la sostituzione immediata dell'Assessore, proposta questa mattina. I fatti di questi giorni hanno svelato l'esistenza di un disegno politico ben preciso basato su comportamenti corruttivi e concussivi. Un disegno nazionale con garanti nazionali e locali che se fosse confermato dall'indagine giudiziaria avvicinerebbe i comportamenti dei partiti coivolti più ad associazioni per delinquere che ad associazioni che invece - secondo la Costituzione dovrebbere concorrere al bene comune della collettività nazionale e della democrazia.
Chi oggi ci richiama a comportamenti responsabili, sventolando i fantasmi di pericoli al nostro ordinamento democratico, dimentica che ci che sta avvenendo è invece un segnale forte di democrazia. Semmai le responsabilità sono di chi ci ha condotti a questa situazione, a chi ha ritenuto di poter impunemente attuare quei comportamenti che oggi stanno emergendo dalle inchieste giudiziarie.
Il fatto di non essersi accorti di ciò che è accaduto, rende la Giunta responsabile e giustifica la reiterata richiesta di dimissioni che noi proponiamo anche questo martedì, a distanza di una settimana, con l'ordine del giorno firmato con il collega Chiezzi, che lo ha già illustrato nelle sue linee caratterizzanti sia per i contenuti sia per il percorso politico che ipotizza.
Un documento nato dalla profonda preoccupazione personale di due Consiglieri che si sentono, a questo punto, smarriti anche di fronte alla loro funzione di opposizione in questo Consiglio regionale. Un documento sofferto che si sforza di dare delle risposte al profondo disagio di questo momento politico. Momento politico in cui per fortuna un sistema marcio nelle fondamenta sta crollando, ma nel quale occorre anche cominciare a produrre nuove idee, forti, per costruire il futuro della democrazia. Se non abbiamo la forza e il coraggio di intraprendere questa strada di radicale cambiamento, con azzeramento totale di un governo che ha responsabilità oggettive in cio che è accaduto, allora veramente ci poniamo nelle condizioni di far correre seri rischi a questa democrazia.
Mi auguro che il Presidente della Giunta, e con lui la Giunta stessa abbiano quella forza e quel coraggio per rivedere le loro posizioni illustrate questa mattina. Le istituzioni si salvano con la coerenza, in questo momento l'unico atto di coerenza che possiamo intraprendere è quello che abbiamo indicato nel nostro ordine del giorno.
Pertanto chiediamo a tutti i colleghi di questo Consiglio, al di là delle appartenenze, un segnale di attenzione e - perché no - anche di condivisione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, cari colleghi, non vorrei che si drammatizzasse più del necessario una situazione che comunque considero molto grave sul piano generale e non sul piano particolare. Drammatizzata al punto di farci perdere di vista il percorso da seguire che è purtroppo molto stretto rispetto al passato. Tuttavia credo che abbiamo il dovere di seguirlo, se non vogliamo anche noi concorrere a determinare lo sfacelo del Paese, della democrazia e della Repubblica. Credo non sia permesso a nessuno - pur in presenza di problemi reali, problemi che nessuno intende nascondere lasciarsi prendere dalla tentazione di giocare alla quotidianità, senza vedere qual è la prospettiva. Vorrei che si allontanasse questa "sindrome della dissoluzione", in un momento di gravissime difficoltà della Repubblica nel suo insieme.
Da martedì scorso ad oggi si sono verificati dei fatti nuovi, che per la verità nessuno ha inteso sottovalutare. Martedì scorso si era a conoscenza dell'arresto di un Assessore, non si sapeva nemmeno per che cosa; oggi ci sono delle conferme fornite dai Magistrati e riportate dai giornali dove si parla di questo patto, secondo me scellerato, tra Partito socialista e Democrazia Cristiana, che in qualche modo dovevano distribuirsi questi appalti.
Pur condannando l'esistenza di un patto di malaffare di questo tipo non ritengo che altri ne siano esenti. La stampa, se pure con piccoli accenni ha fatto riferimenti anche a rappresentanti di partiti dell'opposizione nel pluralismo del sistema democratico e repubblicano, nella stessa nomina degli amministratori straordinari. Non vorrei che si facesse la parte dell'apprendista stregone che evoca e poi si lascia sfuggire tutto di mano.
Diciamo le cose come stanno, noi personalmente non ci tiriamo indietro, ci sono dei momenti in cui occorre assumersi delle precise responsabilità. Noi otto giorni fa abbiamo riconfermato la fiducia al Presidente e alla Giunta e non abbiamo nessun motivo, oggi, per ricrederci anche rispetto ai nuovi eventi. Non ci sono motivi - anche di fronte a fatti nuovi che nessuno intende ignorare tali da determinare la caduta della Giunta.
A questo punto occorre mettere in evidenza e in discussione anche le posizioni espresse dal Presidente della Camera, onorevole Giorgio Napolitano, dal Presidente del Senato, Spadolini, quando hanno respinto l'addebito che questo Parlamento sarebbe delegittimato, perché nel suo seno ci sarebbe un numero di persone, di deputati, di senatori inquisiti.
E allora, cari colleghi, qui bisogna che ci mettiamo d'accordo; non si può dire: "Lo sapevate, altrimenti siete degli ingenui". Qui non si pu giocare facendo solo il mezzo gioco: il gioco bisogna farlo tutto intero.
Bisogna avere il coraggio di andare avanti e dire che questo governo è delegittimato. La Presidente del Consiglio ha espresso una posizione molto corretta quando, in questa valanga generale che tende a portare tutto a valle, ha cercato di salvare l'istituto dell'avviso di garanzia, dicendo: "Attenzione, altrimenti qui vuol dire che fino a ieri abbiamo sempre sostenuto...". Purtroppo è stata interpretata così, la comunicazione giudiziaria prima e l'avviso di garanzia oggi, però...



MAJORINO Gaetano

Qui c'è di più.



ROSSA Angelo

E' chiaro che c'è di più, probabilmente anche a Roma. Però, attenzione a non fare di tutte le erbe un fascio, perché di questo passo andremo ancora più in alto e diremo che il Parlamento è delegittimato; e poiché è quel Parlamento che ha eletto l'attuale Presidente della Repubblica, di conseguenza anchéegli risulterebbe delegittimato. In questo modo, buttiamo per aria la Repubblica. Può darsi che ci sia qualcuno a cui piaccia la scelta del "tanto peggio, tanto meglio"; c'era nel passato, qua e là questa tentazione, che poi si è dimostrata quella che porta alla rovina della democrazia. Può darsi che ci sia anche chi crede in questa direzione: in questa ipotesi, noi non siamo da quella parte.
Ritengo che, pur nel confronto duro, al di là degli accenni che ci possono essere e che sono anche comprensibili, ciascuno debba svolgere bene la sua parte: la parte di chi ha ritenuto di stare nella maggioranza è quella, appunto, di essere solidale con questa maggioranza.
Io non ritengo che oggi vi siano gli elementi per licenziare la Giunta e per dichiarare le dimissioni. Sono piuttosto preoccupato di questa sindrome che va avanti e, proprio perché bisogna in qualche modo frenare questa tentazione, questa spirale che c'è anche nel Piemonte, è necessario che questa Giunta resti al suo posto e faccia la sua parte. Ciò significa governare come si deve governare. E io condivido anche molte osservazioni che sono state fatte dall'opposizione: bisogna governare e governare bene.
Il Presidente della Giunta ha dato l'incarico al "Consigliere" Vetrino se non ho capito male, egli ha detto così, quindi l'incarico sarebbe solo...



(Commenti in aula)



ROSSA Angelo

...una delega al Consigliere.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' già Assessore: sarà l'Assessore alla sanità.



PRESIDENTE

L'Assessore Vetrino è stata indicata come Assessore alla sanità da parte del Presidente della Giunta, all'interno dei suoi poteri di spostare o meno le deleghe.



ROSSA Angelo

Poiché ha usato la parola "Consigliere" nell'indicare l'incarico alla Vicepresidente, ero in attesa di conoscere la struttura della Giunta, che proprio per l'evoluzione che c'è stata nei rapporti tra partiti, tra segreterie regionali dei partiti e gruppi il Gruppo socialista, che ha riacquisito la sua piena autonomia, finora non conosce. Prego quindi il Presidente Brizio di far conoscere le sue intenzioni.
Noi abbiamo dichiarato che non entriamo nelle scelte che autonomamente egli andrà a compiere, però ce le faccia conoscere.



(Commenti in aula: "Le ha già dette prima")



ROSSA Angelo

Abbiamo capito: ne ha parlato, però, se voi ricordate, il Gruppo socialista al termine della sua riunione ha emesso un comunicato in cui diceva che era necessario andare ad una profonda revisione di tutte le deleghe, e quindi io sono ancora in attesa di conoscerle, perché ritengo che bisogna prepararsi a governare per questi due anni e mezzo.
Io spero che non ci siano altre difficoltà e altri ostacoli che rendano impossibile il procedere - me lo auguro - di questa Giunta, anche perch dobbiamo dare delle risposte alla gente. In Piemonte ci sono già molte città che saranno chiamate alle urne nei prossimi mesi e non è possibile pensare che anche la Giunta e questa maggioranza diano forfait per fare una Giunta - come si dice da parte di qualcuno istituzionale.
Sei mesi fa io ero tra coloro che sostenevano che occorreva andare all'allargamento della Giunta. Ritengo che si debba tenere conto di questo processo di evoluzione. Mi auguro - ripeto ancora quello che ho detto sei mesi fa - che si determinino le condizioni affinché le forze che si ispirano all'Internazionale socialista e che aderiscono al Partito socialista europeo ritrovino un punto di incontro per poter concorrere a realizzare il buon governo di questa Regione. L'avevo detto sei mesi fa con molta convinzione; lo dico oggi con un po' meno convinzione, alla luce delle difficoltà che si stanno determinando nelle intese tra queste forze politiche, pur di ispirazione socialista.
Vorrei invitare i colleghi e i Gruppi consiliari a tener presente la gravità di questa situazione e a non dare spazio a tentazioni che alla lunga non daranno premio a nessuno. Li invito a far sì che, appunto, vada avanti un discorso di buon governo che, nella distinzione dei ruoli tra maggioranza ed opposizione. Distinzione che è formale, perché nella sostanza esistono delle grandi attenzioni anche verso le opposizioni che hanno delle cose importanti da proporre; ciascuno, svolgendo la propria parte, dia garanzia a questa comunità piemontese del fatto che qui le cose non ci sono crollate addosso.
La Magistratura faccia il suo corso; condanniamo le cose denunciate come illecite e illegali, ma nello stesso tempo svolgiamo il nostro ruolo di forza di governo che non intende abdicare alle sue funzioni.
Vorrei concludere esprimendo, pur nel rispetto delle posizioni, questa fiducia. Ritengo che non ci siano le condizioni per chiedere le dimissioni della Giunta.
Questa Giunta ha quindi, anche da parte del Gruppo socialista, il sostegno che gli è stato già dato e che qui oggi intendo riconfermare, in attesa, appunto, di una migliore precisazione dei contorni della sua struttura che vorrei conoscere quanto prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Nella seduta di martedì scorso, insieme ad altri Consiglieri, avevo presentato un ordine del giorno che si potrebbe chiamare moderato, il quale, non facendo propria la richiesta di altre opposizioni di votare le dimissioni della Giunta, faceva altre proposte, la prima delle quali era la sollecitazione delle immediate dimissioni dell'Assessore Maccari.
Questo ordine del giorno venne respinto, seppure con l'astensione della maggioranza e del PDS e con il voto favorevole dei Verdi, di Cucco, di Chiezzi, ed altri.
Il giorno dopo Maccari si è dimesso e, a distanza di sei giorni, il Presidente della Giunta ha indicato un nuovo nominativo.
Quelle proposte moderate e l'evoluzione della situazione nella settimana successiva mi hanno fatto tornare alla mente la storia delle Regioni Lombardia e Veneto (o, per esempio, della Città di Milano) nelle quali, man mano che le forze politiche andavano a pezzi, si cercava progressivamente di inventare qualche toppa, qualche stampella, qualche possibile proposta per tirare avanti la baracca: il risultato di tutto ci è che viviamo ancora una situazione di paralisi, di mancanza di scelte di qualunque tipo e di qualunque segno.
Allora io, mantenendo la convinzione di martedì scorso, per la quale ad oggi non sono disponibile a votare così seccamente una richiesta di dimissioni di una Giunta - ricordandomi la storia di altre Regioni e di altri Enti locali in crisi - devo cercare di capire, di proporre e di dare un contributo per una soluzione delle questioni che ci sono oggi davanti.
Credo che alcune cose che ha detto Chiezzi non dovrebbero essere così banalmente messe da parte. Abbiamo due scenari che ci sono noti. Il primo è che non esistono i numeri dentro questo Consiglio regionale per costruire una maggioranza diversa che non abbia al suo interno almeno una parte delle forze politiche o dei Consiglieri che oggi fanno parte di questa maggioranza. Quindi chi in quest'aula si candida a proporre una volta alla settimana ordini del giorno che chiedono le dimissioni della Giunta deve proporre che cosa vuole in cambio: in termini di numeri, in termini di Assessori, in termini di programmi, altrimenti ritengo che non sia un modo esplicito di proporre delle soluzioni concrete. I Consiglieri Chiezzi e Giuliano hanno fatto una proposta che mi pare sia stata discussa anche con altri Consiglieri in questi giorni, che mi sembra apra un altro scenario.
Uno scenario nel quale ci si fa comunque carico di una questione che è l'unica alla quale il Presidente Brizio non ha dato risposta. Una risposta la deve dare: per due anni e mezzo in questa Giunta regionale c'è stato un Assessore al quale era affidato, grosso modo, il 70% del bilancio regionale e sembra che abbia come minimo favorito le cose che conosciamo. Nel frattempo in questi due anni e mezzo abbiamo presentato ordini del giorno proposte di dimissioni, interrogazioni, ecc, alle quali, quasi sempre, non si è dato risposta. Gli altri dodici Assessori non possono risolverla come è stata risolta questa mattina! Una Giunta, dove dodici Assessori non si accorgono che chi gestisce il 70% di questo bilancio forse non lo fa nel modo più corretto, rispetto agli interessi della comunità piemontese, credo che si dovrebbe fare carico di qualche responsabilità. In proposito Presidente Brizio, lei non ha detto neanche una parola. Non ve ne siete accorti? Non eravate in grado? Questa è una domanda alla quale non avete dato alcuna risposta. Ritengo che la richiesta che dodici Assessori vadano a casa sia una richiesta doverosa, che chiunque debba fare, anche dall'interno di questa maggioranza. Questa maggioranza ha i numeri, perci trovi altre dodici persone che le diano un ricambio interno, perché non vorrei - per carità, mi auguro che questo non avvenga - che domani ci fosse qualche altro buco e qualche altra falla. Se così fosse, che cosa diremo? Che c'era un'altra questione di cui nessuno si era accorto? Oppure inventeremo proposte di Assessorati alla sanità, all'agricoltura o a che altro? Oggi ho sentito anche una proposta per Province, per cui si fa anche il nome del Consigliere Foco.



(Interruzioni in aula)



MARINO Massimo

La leggevo sui giornali, mi pare di capire che valga come per l'agricoltura in termini politici, tant'è che l'altra volta mi sono candidato per la prossima legislatura e non per questa.
I Consiglieri Chiezzi, Giuliano, Cucco e altri in questi giorni hanno fatto qualche passo avanti oltre a quello di chiedere le dimissioni della Giunta. Io però non condivido pienamente alcuni aspetti della loro proposta anche se la ritengo l'unico contributo che stimola un processo ulteriore di discussione in quest'aula. Ebbene se troveremo qualche elemento di ulteriore affinità, faremo delle proposte che vanno in questo senso e che non possono comunque non avere alla base il fatto che dodici Assessori, che non si sono accorti di che cosa faceva il tredicesimo, non sono più legittimati a governare, al di là che abbiano una maggioranza e dei numeri che li sostengono. Anche in un governo come quello che Chiezzi, Giuliano e altri nel loro documento hanno chiamato "governo istituzionale", forse forse si potrebbero ipotizzare alcuni elementi di continuità amministrativa. Ma la questione di fondo è quella a cui voi dovete ancora rispondere. La questione a cui lei Presidente non ha ancora risposto è: perché dodici Assessori non si sono accorti di quello che faceva il tredicesimo? A me sembra che a questa domanda voi avete il dovere di dare una risposta.
Faccio una valutazione molto spassionata anche di queste facili proposte di dimissioni della Giunta e di andare a nuove elezioni. Io sono sostanzialmente d'accordo. Ho sottoscritto un ordine del giorno a firma del Consigliere Rabellino che riguarda il Comune di Torino e che rivendica la necessità di andare rapidamente (il 28 marzo) alle elezioni a Torino.
Ebbene, anche per quanto riguarda la Regione, credo che si possa porre la questione politica che un ente regionale non può passare le prossime settimane o i prossimi mesi paralizzato in discussioni come quella di oggi.
Però devo anche dire una cosa molto sincera rispetto a chi presenta, e presenterà tutte le settimane, proposte di cambiare il panorama politico attraverso le elezioni.
Noi abbiamo un sistema di riforma elettorale certamente non ancora definito in tutti i suoi aspetti, ma che sostanzialmente ha un'impronta chiara che favorirà alcune grandi forze politiche tradizionali e alcune forze politiche elettoralmente numericamente emergenti nella società piemontese, perlomeno del nord Italia.
Chi propone di andare alle elezioni domani mattina immagina che nel Paese ci siano delle forze nuove, che hanno il sostegno dei cittadini e che si candidano attraverso dei loro rappresentanti a governare in modo diverso un Comune, una Regione, un Paese. Ebbene, io lo devo dire anche agli amici della Lega Nord: quello che sta avvenendo nella principale di queste forze nuove, che dovrebbe garantire un ricambio delle forze politiche emergenti in questo Paese all'interno delle istituzioni, lo trovo preoccupante, per non dire terrificante. Quando all'interno di una forza politica, che oggi negli ultimi sondaggi riguardanti la città di Torino, prende il 24%, il doppio di quanto prendono DC e PDS, le altre forze più grandi, e che affronta e risolve le proprie contraddizioni interne con i metodi che abbiamo avuto modo di conoscere attraverso i giornali e la televisione ebbene, credo che qualche problema lo presenti e coloro che oggi con grande facilità si appellano soltanto agli elettori, forse stanno un po' bluffando e non vorrei che domani mattina ci trovassimo delle maggioranze più allargate di quelle attuali che diano elementi di continuità invece che di ricambio rispetto a questi ultimi due anni e mezzo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Dameri.



DAMERI Silvana

Signor Presidente della Giunta, signora Presidente del Consiglio, io sono un po' esterrefatta del fatto che il partito di maggioranza relativa di questo Consiglio non abbia sentito il dovere politico di intervenire in un dibattito che per quanto scomodo, per quanto difficile, è necessario a questo Consiglio regionale.



(Interruzione del Consigliere Picchioni)



DAMERI Silvana

Benissimo, allora mi piace poter sentire. C'è questo vizio del Capogruppo della DC, che deve trarre sempre la sua conclusione.
Molto brevemente, vorrei riprendere alcune cose che hanno già detto il Capogruppo del PDS e Calligaro. Riprenderle per rimarcare il fatto che intanto non dobbiamo confondere, caro Brizio, un ragionamento di rispetto delle persone con la pappa del cuore, nel senso che il rispetto per le persone non può essere confuso con un generico offuscamento di responsabilità individuali. Credo che nel rispetto alle persone ci sia anche un riconoscimento degli atti che uno compie e del fatto che poi ne risponde. Quanto è avvenuto in questi giorni credo abbia confermato - come noi avevamo detto nella scorsa riunione del Consiglio - l'esistenza, in questa vicenda sull'Ospedale di Asti, di un disegno criminoso relativamente alla gestione della politica della sanità e dei finanziamenti corrispondenti. Un disegno criminoso di carattere nazionale, da quello che si legge dai giornali; ricordo che anche questo noi l'avevamo detto e a partire da ciò avevamo evidenziato la necessità che se oggi parliamo di nuovi poteri alle Regioni deve esserci anche una ribellione, che qui non vediamo, al fatto che per esempio su questa vicenda, su una situazione criminosa, la Regione ha svolto semplicemente nella figura del suo Assessore, reo confesso, un'operazione di smistamento di interessi, di affari, neanche decisi qui, ma in un disegno criminoso nazionale.
Francamente, che di fronte a questo non si senta la necessità, da parte delle due forze politiche fondamentali di questa maggioranza e di questa Giunta, di una seria riflessione critica ed autocritica, mi pare politicamente insopportabile politicamente, ma insopportabile anche per la comunità piemontese. Voglio dire anche una cosa: ho sentito qui parole che sembrano adombrare una responsabilità di partiti come il PDS. Dico subito con molta chiarezza che poiché il PDS non ha partecipato in nessun modo a costruire questo disegno, anche se in qualche modo ciò si è voluto intendere - anche oggi un giornale parla di "briciole" - noi siamo a chiedere che se ci sono responsabilità di singoli che queste vengano fuori con grande chiarezza. Perché questo non può in nessun modo essere usato a giustificazione di questioni che sono di tutt'altra entità. Lo chiediamo ai Magistrati, lo chiediamo a chiunque abbia degli elementi. Se ci sono degli elementi emergano, ma non si può confondere in nessun modo questo con quello che è già emerso. Sento che il Capogruppo socialista teme un peggio che deve arrivare, ma il peggio è già qui. Il peggio è già qui, questa è la questione, non ci si rende conto di questo. E' stata ricordata l'altra volta, e l'ha ricordato ancora stamattina il Capogruppo Majorino, una vicenda di anni fa, quella del 2 marzo, e come la Giunta di sinistra aveva allora reagito. Non voglio aggiungere altro, dico solo che c'era stato un travaglio vero, che qui non vediamo. Addirittura qui vediamo il Capogruppo del PSI, che l'altra volta era sorpreso e contrito, che adesso aveva quasi il tono di dare lezioni non si capisce bene a chi. Allora, caro Presidente questa Giunta non sta bene, non funziona e la cura non è quella della sostituzione dell'Assessore e qualche "rimpastino", per usare la forma che Amato ha usato anche per il Governo nazionale: allora il male è profondo vedete, il male è profondo. Non è un rimpastino, nel quale poi mi sembra ci siano attenzioni di questo e di quello, territoriali e non territoriali, di partito: non è così, non è questa la risposta. Di fronte ad una cosa di questa gravità c'è una responsabilità primaria vostra, che siete la maggioranza, e della DC anche, che è il partito di maggioranza relativa di questa Regione; una responsabilità primaria che come diceva il nostro Capogruppo deve manifestarsi con un atto che è la precondizione morale prima di tutto, e poi anche politica per ragionare "se" si può dare un futuro a questo Consiglio. Una precondizione che ci dica appunto che si vuole girare pagina, che si è capito, semplicemente che si è capito cosa è già successo, non quello che deve succedere. Questo vi chiama in causa: un atto, un segno netto, inequivocabile che avete capito e che volete contribuire a cambiare, a girare pagina. Se questo non c'è, francamente, io sono un po' colpita - ma lo dico simpaticamente rispetto alla proposta fatta da Chiezzi; siccome vedo che il gruppo Rifondazione Comunista ha una vocazione oppositiva, che certo non è quella del PDS, che se potesse si opporrebbe anche al sorgere del sole ogni mattina, francamente mi colpisce il fatto che qui Rifondazione comunista, insieme ad altri, proponga altre soluzioni. Vorrei dire al Consigliere Chiezzi che prima di tutto ci deve essere un fatto politico, quello che dimostra che chi ha è dentro questo fatto.



CHIEZZI Giuseppe

E dopo?



DAMERI Silvana

Ci deve essere prima di tutto questo. Dopo vuol dire, beata ingenuità che non ci sono le condizioni politiche per fare qualcosa di serio.



CHIEZZI Giuseppe

E allora andiamo a casa.



DAMERI Silvana

E allora andiamo a casa. Noi siamo ancora qui, tu vuoi bruciare le tappe, i tempi. La questione è quella di riuscire a svolgere un ruolo politico di governo o di opposizione - e noi non abbiamo certamente paura che sia utile rispetto al Piemonte. Quello che non va conservato è l'idea che questo sistema, che fa acqua da tutte le parti, possa durare a lungo ma ci preoccupiamo anche del fatto che questo debba rendere visibili - è questo il compito di una forza politica le opinioni di chi oggi governa e che deve dire chiaramente cosa intende fare. Noi non siamo certamente privi di programmi e di proposte, non abbiamo certamente problemi oggi come oggi nel momento in cui stanno emergendo tutti gli addentellati di quello che noi chiamavano sistema di potere e ci veniva detto che facevamo propaganda che eravamo catastrofisti. Adesso tutti gli addentellati di questo sistema emergono - non è che ci divertano, non ci piace e sono evidenti, e non è certamente oggi che il PDS ha difficoltà a rapportarsi con il giudizio degli elettori. Vogliamo prima di tutto, perché non si possono fare sconti a nessuno, che questa maggioranza faccia con molta chiarezza, fino in fondo, i conti con quanto da questa vicenda emerge.
Ho colto il modo con cui l'Assessore Nerviani si è sentito toccato nel vivo dalle cose che diceva il Consigliere Calligaro. Lo capisco anche, ma allora siate coraggiosi, non accontentatevi del rimpastino, guardate bene dentro voi stessi, rassegnate le dimissioni e mettete questo Consiglio in condizioni di affrontare con uno spirito diverso i problemi che possono venire all'attenzione per il futuro della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Mi pare che, al di là del fatto di cronaca che è diventato un enorme fatto politico, il problema sia stato messo a fuoco con accenti anche molto seri, pertanto molto rispettabili, dagli ultimi interventi dall'intervento in particolare del Segretario regionale del PDS. Il fatto è certamente politico, non possiamo assolutamente nasconderlo, ma proprio perché è un fatto politico e non, di bassa cucina all'interno di questa o di quella famiglia politica, io posso assicurare le minoranze, i partiti di opposizione che la riflessione critica al nostro interno, non tanto per quanto c'è - e su questo ritornerò anche per quanto ha detto il Consigliere Calligaro - ma per quanto è possibile che ci sia domani è senz'altro non superficiale, non ottimistica e quanto meno non è assolutamente trionfalistica. Il problema è sempre di rapportare noi stessi al comportamento di un'aula, alle sollecitazioni di quest'aula, alle strumentalizzazioni che da essa vengono fuori ineluttabilmente, alle speculazioni che sono proprie del gioco di parte di ognuno di noi. Però noi abbiamo senz'altro il senso del momento che viviamo e non possiamo non riflettere sui fatti che accadono e che ci toccano come collegialità politica e anche come singoli.
Signori Consiglieri, noi abbiamo ogni settimana una verifica politica e questa verifica non è tanto data dalla tensione di questo Consiglio o dalle istanze che ognuno porta, ma è data da un uso anche spericolato della verifica che ognuno dei componenti di questo Consiglio vuole fare. Pertanto l'uso o il cattivo uso di questa verifica politica ha portato tante volte a sottovalutare fatti importanti per dare un accento e una sottolineatura a fatti che erano puramente strumentali e speculativi. Oggi noi vogliamo, in questa verifica politica, l'ennesima che si sia fatta, ribadire alcune cose. Il confronto non può essere assolutamente chiuso. Il confronto deve essere aperto al di là di ogni strumentalizzazione. Il Presidente accogliendo i voti di questo Consiglio, ha dato la delega all'Assessore Vetrino su un settore certamente delicatissimo, oggi quanto mai drammatico e l'ha voluta dare proprio evitando tutte quelle soluzioni interinali che potevano essere di comodo, ma che non erano funzionali alla valutazione globale e organica dell'intero problema sanità; per cui il problema della ristrutturazione di questo Assessorato non deve essere antefatto da qualcuno, ma deve essere fatto e costruito dal nuovo titolare alla sanità.
Il Presidente Brizio ha anche detto che questo Assessorato non appartiene né alla DC né al partito socialista. Era di appartenenza al fronte laico e per una serie di considerazioni e di opportunità che certamente hanno un loro valore questo Assessorato è stato affidato all'Assessore Vetrino, alla quale diamo il consenso e l'aiuto necessario perché il problema sanità o della malasanità - come diceva il Consigliere Calligaro - non deve costituire più un problema nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
Siamo tornati al voto di fiducia. Questa Giunta non è colpita da nessuna sindrome d'assedio. Questa Giunta è profondamente convinta di avere ancora una funzione da svolgere, una responsabilità da espletare, un cammino da percorrere con il consenso della sua intera maggioranza. Non potremmo fare queste dichiarazioni, signori Consiglieri, se non avessimo la profonda convinzione che ciò corrisponde alla verità - la verità dei fatti se non avessimo la profonda convinzione che in incontri successivi collegiali o singoli questa Giunta ha ritrovato la legittimità di continuare e di sopravvivere alle vicende successe. Conosciamo certamente il travaglio di questi tempi, conosciamo certamente il cammino impervio tortuoso, difficile e pericoloso, pieno di agguati che ci può ancora incontrare. Però crediamo che la nostra funzione - non solo per quanto detto dall'amico Rossa - sia quella di non fuggire dalle realtà, di non abdicare, di non esorcizzare quelle che potrebbero essere le insidie del momento o le insidie del futuro, con una fuga.
Credo che un senso di responsabilità sia quello di rimanere al proprio posto. Non ci sfugge assolutamente il mondo reale, come è stato detto né la drammaticità di questi giorni, non ci sfugge assolutamente anche quanto il Consigliere Marengo ha ricordato quando ha stigmatizzato certi predicatori dell'alta finanza o dell'alta industria, certi opinionisti d'ordinanza che al mondo politico hanno sempre voluto insegnare l'alfabeto di un comportamento corretto.
Sul problema di Maccari, sul problema di questo patto leonino, io ho voluto solamente dire - questo non era un alibi per il futuro o per il presente - in tempi non sospetti, che Maccari è stato vittima soprattutto della sua solitudine. Questa affermazione non è un alibi, l'ho detto in tempi non sospetti. Se per caso Maccari avesse in qualche modo condiviso questo patto criminoso, con altri Assessori e con altre personalità politiche, io credo che queste personalità e questi personaggi, sarebbero già venuti a conoscenza attraverso il mattinale che ogni giornale ci propina da Via Tasso.
Io credo che i patti criminosi non possano essere esternati così facilmente come si possono fare delle chiacchiere da caffè e pertanto credo che la Giunta, nel suo complesso e nei suoi singoli appartenenti, sia assolutamente estranea a fatti che vengono oggi denunciati. Non so se c'è il patto criminale che ha ricordato Calligaro; per quanto mi concerne smentisco nella maniera più assoluta che il patto di Roma si estenda alla nomina degli amministratori: tutto questo è ancora da dimostrare e da verificare. La nomina degli amministratori è stata legata a infiniti problemi, infinite procedure, infinite difficoltà; non credo sia stata collegata a un disegno così perfetto, ad un teorema così euclideo per cui il patto leonino di Roma doveva essere assolutamente osservato in periferia da parte degli amministratori nominati.
Ancora una riflessione. Cosa facciamo domani? Il problema della Giunta della sua solidità politica è stato riconfermata; il problema delle sue dimissioni, per che cosa? Per un governo istituzionale. No, per un governo allo sbando! Per un governo senza nessun programma politico! Per un governo che può nascere con qualche invenzione estemporanea di Chiezzi o di altri per un governo fondato solamente su che cosa non siamo, su che cosa non vogliamo essere. Per un governo formato su una somma di alcune volontà precise, non di alcuni programmi! Se dovessimo mai fare l'elenco delle cose che non si devono fare, secondo Chiezzi, queste sarebbero assolutamente in grandissima maggioranza rispetto alle cose che si devono fare.
Qual è allora la possibilità di omogeneizzare dei Gruppi così diversi delle tendenze così diverse, delle rispettabili culture così diverse? Non esiste! E non esiste nemmeno un'alternativa a questa Giunta per cui questa Giunta potremmo dire è condannata a governare, se non avesse in se stessa la forza morale, la forza politica, la convinzione di poter portare ancora avanti i suoi programmi, i suoi disegni e i suoi progetti.
Non si può ipotecare il domani perché ognuno di noi il domani lo pu ipotecare nella misura più problematica possibile. Forse tante volte, come dice Andreotti, "pensando male si fa peccato, ma ci si attaca"; ecco, non ipotecando il domani, ma ipotecando quello che ci è dato da fare oggi, noi crediamo che la Giunta non possa che essere riconfermata nel suo mandato e nell'esercizio del suo potere dalla delega che ha avuto da questo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Io capisco la clamorosa interruzione del Presidente della Giunta - anzi aggiungo "che San Brizio lo protegga!" (esiste un san Brizio, è un fatto storico) - anche se non conforme al regolamento, come tutte le interruzioni.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Io sarò il secondo!



BODRERO Antonio

Glielo auguro, sarei ben contento, io sono molto devoto ai santi piemontesi.
La capisco perché è naturale che chi si sente accusato ingiustamente reagisca in modo anche non regolamentare. Tuttavia da lui penso che non ci si aspetti tanto una querela a veri o presunti accusatori; io personalmente mi aspetto altro. Infatti, si sono fatte due ipotesi: o complici o in buona fede. La buona fede è stata chiamata, io direi purtroppo, ingenuità e l'ingenuità è stata ritenuta tale da esigere le dimissioni. Su questo io non sarei così sicuro. Io preferisco che la Giunta ottenga il primo premio di ingenuità, preferisco questo piuttosto che pensarla complice, ma ritengo che la Giunta stessa non possa pretendere da noi che le crediamo sulla parola sul fatto di questa ingenuità e perciò io penso che la Giunta dovrebbe invitare la Magistratura a controllare e speriamo a confermare la propria ingenuità. Se la Magistratura confermasse l'ingenuità o meglio la buona fede, non solo io, ma molti saremmo felici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, succede qualche volta nella storia dell'istituzione di ognuno di noi che confluiscano esigenze di riflessioni a scala diversa.
La storia che andiamo vivendo ci impone di costruire il nuovo. Per costruire il nuovo bisogna cominciare col mettere in dubbio il vecchio e a non vestire come nuovo il vecchio. La questione sulla quale ragioniamo coinvolge le istituzioni. Le istituzioni non sono un soggetto, Chiezzi; non esistono i governi istituzionali. Le istituzioni sono qualcosa che è nato con l'uomo quando ha capito che il gregge, di individui e non di pecore doveva darsi delle regole per consentire il proprio governo, ma il governo è una conseguenza delle istituzioni, non può coincidere con le istituzioni perché altrimenti o si arretra sul piano delle istituzioni, cioè delle regole, o si arretra sulla capacità di governo, perché uno dei due beni è stato messo in discussione. Quindi non ci può essere coincidenza tra governo e istituzioni: uno è la regola, che è dentro di noi da quando abbiamo cominciato a camminare con due gambe; l'altro è il governo, è il percorso che una società si sceglie e che affida a qualcuno affinché lo gestisca e lo porti a compimento.
In democrazia si è deciso che queste regole, questo patto, anzich essere affidato a valori di altra natura, è affidato al popolo, al numero delle persone, le quali prima devono trovare un loro modo d'essere che le faccia essere maggioranza e di qui nasce un governo. E ognuno di noi sta all'interno delle maggioranze, dei governi, delle istituzioni.
Che cosa è successo, che è il vecchio che si sta rifiutando? Che la democrazia ha avuto un convitato di pietra, i partiti, che di fatto hanno azzerato le maggioranze democratiche, hanno azzerato il ruolo dei parlamentari - e io mi considero uno di questi ed evidentemente hanno messo in discussione anche le istituzioni. Quindi quanto avviene oggi, Presidente Brizio, dev'essere letto non tanto se giusto o se bene, ma se è del nuovo o è una mascheratura del vecchio. Io tale considero che sia.
Vedete, il nuovo si costruisce in ognuno di noi nel recuperare l'orgoglio di avere avuto, meritata o no, la fiducia di qualcuno. Il collegio uninominale - quello nuovo - sarà questo: l'orgoglio di rappresentare la propria terra, la propria città, la propria Regione, i propri 80/90 mila.
Io, oggi, ho invece il dovere di dire che rappresento cinque milioni di cittadini piemontesi. Ritengo quindi che si debba tutti fare lo sforzo per riscattarsi dal convitato di pietra, per dare il nostro contributo, ognuno per sè e tutti insieme; quindi, ogni sessantesimo è un soggetto, senza più alcuna somma perché il convitato di pietra è finito. Allora, Presidente Brizio, bisogna cominciare a pensare che i protagonisti sono i soggetti.
C'è una rivoluzione copernicana: prima ci sono i soggetti, che rispondono ai cittadini, poi le loro aggregazioni in Gruppo, poi le maggioranze, poi i governi; il tutto all'interno delle istituzioni. Le istituzioni non sono n un prima né un dopo: sono un continuo.
Personalmente, ritengo di dover usare, in questa vicenda, uno dei valori che più è costato alla storia dell'Europa: la tolleranza, che non è come qualcuno supponeva, una dote laica, ma una dote religiosa, che i cattolici, i calvinisti, i luterani, hanno imparato dalla legge dei trent'anni, che ha disseminato l'Europa di morti. Si è capito, quindi, che pur rimanendo nelle proprie convinzioni, queste devono convivere con quelle di altri.
Devo però dire, Presidente Brizio, che non si può immaginare che le vicende alle quali assistiamo siano vicende di persone: sono vicende di sistema. E, soprattutto, Presidente Brizio, sarei grato, anche sul piano personale, che non si intendesse vendere l'autorevolezza in luogo della debolezza, l'efficienza in luogo della disponibilità: sono valori profondamente diversi. Coerentemente a questo, prego l'assemblea di considerare, d'ora in avanti, i miei interventi come quelli del Consigliere Marchini, senza etichette e senza legami; il Consigliere Marchini, votato per quattro volte consecutive dagli elettori della provincia di Torino, per due volte unico liberale, per altre volte in nobile compagnia.
Allora, prima sarò il Consigliere Marchini, che rappresenta i liberali della provincia di Torino, poi sarò membro di maggioranza, e insieme con voi cercherò di essere uno fra coloro che cercano di far crescere le istituzioni. Sia chiaro, però, che il Consigliere Marchini - non il capogruppo liberale - non accetterà ulteriormente, Presidente Brizio, che alcuni dei valori che ci siamo dati vengano messi in discussione soprattutto la dignità dei Consiglieri, nella specie, la mia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente e colleghi, questo dibattito, continuazione di quello iniziato la scorsa seduta, si viene a svolgere in uno scenario peggiorato più complesso e difficile di quello di una settimana fa. Ed io non so se questo scenario, oggi più difficile di una settimana fa, sarà più facile di quello che dovremo affrontare la prossima. Viviamo giorno per giorno dobbiamo quindi dare risposte ai problemi che abbiamo di fronte, e cercare di continuare a svolgere il nostro ruolo di governo - da qualsiasi parte ci muoviamo, sia della maggioranza sia dell'opposizione di questa Regione.
Ho sentito dire qui, da parte dell'opposizione, che la Giunta e la maggioranza hanno il dovere delle dimissioni. Posso anche capire queste argomentazioni; personalmente, e tutti i trentadue membri della maggioranza, non è che non si senta, fortissimo, il disagio che ci sta cascando addosso. Però siamo anche persone che hanno avuto l'incarico di governare questa Regione; a mio avviso, quindi, la scelta del Presidente Brizio, di procedere rapidamente alla sostituzione dell'Assessore e di dire "noi continuiamo a governare", è assolutamente giusta, in un momento in cui, obiettivamente - è stato riconosciuto anche da parte della minoranza non ci sono condizioni alternative, che forse costituirebbero un fatto liberatorio per tutti: ma non ci sono. Oggi, proprio per questo motivo dobbiamo sentire più forte la responsabilità di governare.
Ho appreso stamattina, ed è fatto nuovo che giudico positivo, la scelta del Presidente rispetto alla sostituzione dell'Assessore. Ho visto Brizio ieri, per caso, e non mi ha detto nulla, né mi ha fatto intendere la scelta fatta.
Ieri sera, alle 22, mi ha telefonato una persona per chiedermi se eran vere le voci che circolavano: io non ne sapevo nulla. Apprendo adesso che il Presidente Brizio ha fatto quanto la maggioranza gli aveva chiesto: una scelta, in piena autonomia. Questa scelta è stata fatta. Faccio gli auguri all'amica Vetrino, anche se credo vada ad assumere un compito di peso straordinario. Alcune cose, però, sono certe. Il Consigliere Marchini sosteneva di parlare solo più a titolo personale...



MARCHINI Sergio

Non rivolgerti a me personalmente, soprattutto tu, rivolgiti al Consiglio.



FERRARA Franco

Signor Presidente, chiederei un chiarimento: non capisco perché...



PRESIDENTE

Ma magari non adesso, in quest'aula, magari dopo.



FERRARA Franco

Vorrei capire perché non devo rivolgermi, proprio io...



PRESIDENTE

Non tutto è comprensibile subito...



FERRARA Franco

Va beh... Volevo solo dire che Marchini, prima, parlava a titolo personale, io, invece, parlo a titolo del Gruppo repubblicano: a Bianca Vetrino faccio gli auguri dell'intero Gruppo repubblicano, va ad assumere un incarico di particolare importanza, con una certezza però, che è bene conoscano tutti: certamente Bianca Vetrino è fuori da qualsiasi disegno criminoso. Vero o non vero che sia quanto emerso dai giornali - io credo ahimè, vero.
Credo di poter dire con tutta tranquillità che questo Assessorato, così chiacchierato, così difficile da gestire, da oggi sarà retto da una persona certamente estranea a qualunque disegno: questo è, certamente, un fatto positivo.
Il Presidente Brizio ha fatto bene a fare la sua scelta.
Qualcuno propone "andiamo a casa tutti, siamo delegittimati a governare". Non credo che ogni volta che un'elezione indica che si sono spostati dei numeri, automaticamente si debba verificare se le assemblea elettive sono coerenti con gli stessi; se così fosse, nessuno sarebbe legittimato a governare: ogni volta dovremmo cambiare qualcosa.
Abbiamo avuto un mandato: siamo legittimati a governare finch riusciamo a farlo. Personalmente, molte volte ho mosso qualche critica a questa maggioranza, la volta scorsa dissi che qualcosa di nuovo si stava muovendo in questa maggioranza.
Il rapporto che questa Giunta ha con il Governo è un fatto obiettivamente nuovo, a qualcuno potrà piacere o non piacere l'alta velocità, l'accordo di programma con il governo, ma certamente c'è voglia di governare, di dare una scossa a questa Regione che ne ha fortemente bisogno.
Abbiamo posto i problemi per un nuovo modo di impostare il bilancio che lentamente, con difficoltà, si sta muovendo. Credo che qualcosa di nuovo si stia muovendo e questo merita quindi, da parte nostra, un arresto per andare verso l'ignoto, verso forse uno sfascio, tutto quanto ci sta tremando intorno, la Regione deve essere autorevolmente momento di governo e di credibilità istituzionale.
Come ha detto anche l'opposizione, il Capogruppo della Democrazia cristiana, qui tutto sta cambiando, pertanto noi dobbiamo fare tutti collegialmente, delle riflessioni.
Siamo stati accusati da qualcuno di non aver captato nulla di grave noi lo avevamo detto, avevamo evidenziato che c'era qualche cosa che non funzionava. Non vorrei polemizzare, ma che ci fosse qualcosa che non funzionava è una sensazione che esisteva. Quando uscì una mia intervista dove nei contenuti emergevano questa sensazioni, il Capogruppo del PDS mi chiese di dimettermi, perché se pensavo ciò dovevo dimettermi, e altri avevano avanzato quelle critiche.
Molte volte avevo detto che il ruolo della Regione era anche svolgere dei controlli, qualcuno ci spiegava che il ruolo della Regione era cosa diversa.
Credo che il ruolo debba essere svolto con grande attenzione, perché la pubblica amministrazione è complessivamente permeata di malgoverno, quindi chi governa, e vuole rimanere fuori da questa atmosfera, deve porsi il problema dei controlli; occorre agire con grande urgenza, con grande fretta. Il Presidente Brizio ci ha parlato della turnazione degli Assessorati. Da molto tempo qualcuno avanzava questa richiesta, oggi forse si fa, ma, Presidente, ciò deve essere fatto in fretta e non deve trattarsi di un "rimpastino".
Se avessimo agito in questo modo all'inizio della Legislatura, oggi non ci saremmo trovati in questa situazione, non voglio entrare nel merito della questione Maccari, ma certamente Maccari è figlio ed è vittima di una certa continuità negli stessi Assessorati. La turnazione degli Assessorati è un disegno che obiettivamente va a rompere questi collegamenti - se ci sono - queste filiere che da Roma giungono fino ai quartieri e forse nelle famiglie.
Signor Presidente, le abbiamo dato l'incarico della delega e questa delega, per quanto riguarda il Partito repubblicano, è vera. Faccia quello che vuole, l'unica cosa che le chiediamo è che il criterio della turnazione sia tale da interrompere ogni continuità rispetto al passato.
Non possiamo più tollerare che ci siano delle continuità, magari pulitissime, ma il sospetto, la paura, la prudenza ci impongono, signor Presidente, che questo "rimpastino" non sia tale, ma sia un rimpasto vero.
La stessa cosa vale per i funzionari, è più difficile per certi versi, per deve essere fatto lo stesso; la turnazione deve investire anche il sistema del funzionariato della Regione Piemonte, perché qualcosa di nuovo deve cambiare.



RIVALTA Luigi

Qualche retrocessione del livello.



FERRARA Franco

Questo non so se sia legittimo, comunque io potrei essere d'accordo.
Poi ci sono altri provvedimenti da prendere, meno urgenti, ma tutti altrettanto importanti.
Si è parlato di amministratori straordinari, ancora una volta le chiedo, Signor Presidente, visto che lei ha parlato di biglietti che arrivavano da parte di "qualcuno", visto che "qualcuno" ai Magistrati ha spiegato che c'erano delle pressioni da parte di "qualcuno", le chiedo di fornirci l'elenco di tutti i commissari con a fianco le etichette, se ci sono, di partito. Questa è una domanda legittima. Glielo chiedo formalmente, signor Presidente, per sapere chi sono quelli che hanno avuto i biglietti, quelli che hanno avuto le pressioni, quelli invece che sono dei bravi amministratori, i quali non meritano di essere censurati.
Il Gruppo repubblicano non voterà le mozioni e gli ordini del giorno di sfiducia, riconfermerà la sua fiducia, sapendo però, signor Presidente, che da adesso in avanti la fiducia sarà più attenta. Noi sappiamo che se prima bisognava muoversi di più e meglio, oggi a maggior ragione questa Giunta deve dimostrare che è stato un incidente di percorso, ma che sa reagire fortemente al suo interno per affrontare in modo corretto i problemi gravi di questa nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Intervengo soprattutto per sollecitazione ricevuta dall'intervento del collega Marchini, che secondo me ha introdotto nel nostro dibattito un elemento che rischia di passare inosservato sotto l'irruenza caratteriale e forse anche qualche altra polemica interna alla maggioranza che non sempre traspaiono in modo esplicito dalle parole del collega Marchini, di cui non mi interessa nulla.
Comunque la sostanza che mi interessa, e che voglio richiamare e per la quale ringrazio il collega Marchini per averla richiamata in quest'aula, è di tipo istituzionale. Alle poche persone con le quali ho parlato in questi giorni, il collega Chiezzi, il collega Marino, il collega Giuliano e il collega Cantore, ho ripetuto sempre e solo la solita litania: noi non abbiamo di fronte il problema della sostituzione dell'Assessore Maccari; la Giunta, il governo, la maggioranza ha di fronte un problema ben più grave e importante, quello di verificare la propria credibilità al governo della Regione, credibilità che è fatta di individui e della storia politica che gli individui hanno alle spalle.
La maggioranza non è un tram, non si sale sulla maggioranza ad una fermata in corsa, in una corsa ripidissima e velocissima, e questa maggioranza è un tram che sta andando ad una velocità pericolosa, e quindi per quanto mi riguarda io non salgo sui tram in corsa, perché c'è il codice della strada che lo vieta.
Il compito che aveva a mio avviso questo Presidente della Giunta non è il tipo di governo istituzionale che è stato così delineato da qualche altro Consigliere, io da sempre l'ho chiamato il governo del Presidente sapendo di dire una tautologia o una cosa pleonastica, perché il nostro Statuto, il nostro ordinamento costituzionale assegna al Presidente tutte e ciascuna delle responsabilità di governo, anche nella scelta degli Assessori, anche nella suddivisione dei compiti all'interno dell'organigramma. In questo momento, se il Presidente avesse avuto di fronte a sè non la maggioranza di governo, ma il complesso dei sessanta Consiglieri che fanno parte di quest'aula, all'interno del quale scegliere le dieci-undici persone che lo possano aiutare o possano collaborare con loro al governo di questa Regione, su un programma stabilito minimo, per un periodo che stabilirà la politica nazionale, perché nel momento in cui avremo la riforma elettorale, che toccherà anche - spero - la Regione ovviamente anche noi saremo in scadenza, allora questo governo avrebbe avuto forza anche pubblica, oltre che politica. Ma una scelta esterna a questa maggioranza deve essere fatta non perché questa maggioranza è in mora dalla Magistratura, ma perché il governo, perché questo governo perché il Presidente deve dichiarare pubblicamente che la situazione è di emergenza istituzionale - questa sì istituzionale - e che bisogna dare alla popolazione e ai cittadini una risposta di emergenza istituzionale.
La scelta fatta dal Presidente è tutta all'interno della logica dei partiti, e ha ragione il collega Marchini: è tutta all'interno della logica dei partiti, della stessa logica che in questi anni ha governato questa Regione, ma anche la Regione Emilia, la Regione Toscana, la Regione Lazio la Regione Campania. Quindi non è questione di persone: è questione di metodo, è questione di scelta, e non pone questa scelta del Presidente fuori da quello dal quale la Giunta deve uscire, che non è la mora della Magistratura - lo ripeto, Presidente, lei non si deve sentire in mora per questo - ma che è invece la grave, importante responsabilità di offrire alla nostra Regione un governo che sia all'altezza dell'emergenza che stiamo vivendo.
La sua scelta non è in questa direzione e, per quanto mi riguarda, è invece la ripetizione di un metodo che non posso sottoscrivere. Ringrazio il collega Marchini per averci richiamato questi elementi, che spesso noi dimendichiamo, che passano nel dimenticatoio, che sono da prima lezione del corso di diritto pubblico all'Università, ma che in realtà, invece, sono la sostanza della nostra democrazia.
Spero che il Presidente - che so attento a queste questioni nel prosieguo della sua attività tenga conto anche di questo; anche perch Presidente Brizio, se invece la Magistratura dovesse andare avanti e dovessero accadere altre cose a questo governo, a questa Giunta, anche solo a questa maggioranza politica, non soltanto a questa Giunta - io non lo auguro a nessuno o a questo Consiglio, fuori dalla maggioranza di governo quella scelta che oggi sarebbe stata una scelta forte, la sua scelta forte diventerebbe una scelta obbligata da cause esterne, e allora avrebbe un altro senso e un altro peso politico.



PRESIDENTE

Non avendo altri iscritti a parlare, dò la parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Anche oggi ho ascoltato con grande attenzione tutti gli interventi che hanno seguito la mia dichiarazione, una dichiarazione volutamente sintetica, ma nello stesso tempo - io credo - chiara, perché ho fatto ben presente che corrispondevo nella decisione a indicazioni ed anche assunzioni di responsabilità che mi erano state ampiamente sollecitate dal Consiglio e dalla maggioranza.
Vedete, per andare al nodo dei problemi: coinvolgimenti o non coinvolgimenti, ingenuità o non ingenuità, io posso dire con tutta serenita che non conoscevo assolutamente l'esistenza di questi accordi; posso dire con tutta serenità che sono convinto che gli Assessori di questa Giunta non li conoscessero. Sono convinto; si può sbagliare sempre nella valutazione degli uomini, si può sbagliare, forse abbiamo sbagliato ieri però manifesto la convinzione che ho con tutta tranquillità.
Svolgo una seconda osservazione. Ho parlato con l'avv. Rossomando avvocato di Maccari, anche perché desidero conoscere le sue condizioni (mi pare umano), desidero sapere quando mi sarà possibile conferire, perché ci sono anche alcuni problemi, non per seguire la linea di Maccari, ma per sapere certe cose che sono in gestione all'Assessorato e che forse esigono un passaggio di consegne che non è avvenuto. Ho parlato con l'avv.
Rossomando e, a prescindere dalle questioni personali legate allo stato del Consigliere, abbiamo affrontato anche un momento questo problema.
Io gli ho detto, con tutta sincerità, che sono sorpreso dal tipo di discorso che Maccari ha fatto con il giudice; lui mi ha risposto: "Possiamo poi parlarne, però non è tutto come appare sui giornali; ci sono delle valutazioni anche diverse, delle dichiarazioni anche diverse diverse". Ed ha aggiunto: "Bisogna anche vedere il clima in cui si rilasciano queste dichiarazioni e come queste dichiarazioni arrivano ai giornali".
Io ho il dovere di dire questo, per giustizia e per obiettività.
Lasciamo correre gli eventi: valutiamo poi la storia, arriviamo alle sentenze e diamo allora il giudizio.
La vicenda del 1983, drammatica, si è conclusa ben diveramente da come era partita; può darsi che i giudici non siano riusciti ad arrivare a dimostrare colpevolezze, ma non possiamo dimenticare che ci sono stati nostri colleghi, seduti su questi banchi, che hanno passato dei mesi in cautelare riserbo e che sono stati poi pienamente assolti. Quindi valutiamo gli eventi con attenzione, con approfondimento, ma evitiamo la condanna buttata lì, le sentenze anticipate e anche i giudizi politici prima che siano noti tutti i fatti.
Io mi auguro che ci sia un chiarimento preciso; non escludo, certo, che ci sia stato questo accordo, non posso escluderlo perché è un'ipotesi che è stata avanzata. Ma non è che io l'abbia ignorato nel mio intervento: io l'ho misurato nei fatti, e l'ho anche detto. Quando io mi sono assunto la responsabilità di indicare un Assessore alla sanità ho volutamente escluso e non perché non fossero degni, colleghi della Giunta che appartengono ai due partiti indicati come i responsabili o comunque i toccati dalle vicende di Asti.
Credo che questa sia una risposta politica, una riflessione che non dovrebbe essere sfuggita a chi fosse anche solo minimamente attento alle scelte che sono state fatte, e con prudenza. Io non credo che serva urlare non credo che serva aizzare, continuare una polemica sul funzionamento delle istituzioni e sui partiti che ci sta lentamente portando, veramente ad un dissolvimento della vita istituzionale e forse anche della vita civile.
Guardate bene: succedono cose gravi oggi, ma chi leggesse il mio intervento del 1983 e anche quanto scrissi sulle vicende di allora potrebbe leggere che io dicevo allora che i meccanismi della corruzione che toccano il sistema istituzionale non sono divisi, separati, diversi da una società civile che non è estranea a queste vicende. Lo dissi allora suscitando magari scandalo, ma quanto è avvenuto ieri mi pare che ne sia grande conferma. Bisogna stare attenti e cogliere questa vicenda con molta complessità, con molto interesse e con difficili valutazioni.
Fatta questa premessa devo dire che, in questo momento brevissimo di supplenza, di interim, ho affrontato i problemi facendo quello che potevo fare per la sanità: ho cercato di bloccare uno sciopero esistente, sono riuscito a bloccarlo e quindi non c'è più lo sciopero provinciale dei sindacati dei lavoratori. Ho ripreso immediatamente i contatti con l'Università per le proposte che sono quelle che Maccari aveva portato avanti perché dobbiamo misurarci sulle proposte che i tecnici e l'Assessorato hanno portato avanti. Non è che può arrivare Pico della Mirandola e dire: "Adesso qui azzeriamo tutto, come se non ci fosse niente", dobbiamo invece misurarci su queste proposte anche in vista della scadenza del 2 marzo, scadenza sulla quale andremo a prendere delle decisioni importanti per i presidi nazionali, quindi dobbiamo misurarci con i sindacati dei lavoratori e con i medici, dobbiamo misurarci anche a livello tecnico perché il livello tecnico esiste, è importante, è preliminare, è utile su queste proposte. Quindi ci siamo attivati nel concreto, ma non basta. Non è vero che io ho detto ai dirigenti: "Continua tutto come prima", ho detto che c'è tutta una documentazione dalla quale dobbiamo partire, non possiamo buttarla dalla finestra. Collega Calligaro ho trovato una situazione veramente difficile sia per le vicende, come è facile intuire, e sia per il discorso, che trovo molto efficace, di Picchioni su una conduzione un po' isolata da parte dell'uomo, forse per ragioni complesse e difficili anche per la difficoltà della materia. Quindi ho trovato una situazione niente affatto semplice, niente affatto facile e ho assunto delle posizioni, non è che non ho fatto niente: ho nominato due dirigenti referenti sui problemi dell'Assessorato al Presidente come Assessore pro tempore e l'ho fatto per iscritto, questi dirigenti sono la dott.ssa Grillo e il dott. Lesca, quindi persone distaccate dal discorso.
Quello che gioca nella sanità, quello che è stato il difetto della sanità quella che è la responsabilità politica, ma lontana e che arriva fino ad oggi, è che questo Assessorato, sia per le ragioni di avere dei fondi propri dal Fondo sanitario nazionale sia per tante altre ragioni, è stato gestito come una Regione nella Regione, ma non da oggi, Calligaro, da sempre. Oggi bisogna cambiare! Se qualcosa cambia, cambia adesso! Ed è già cambiata prima della vicenda per una serie di nostri interventi. Il fatto che il dott. Lesca sia andato lì è stato anche per cercare di riportare ad unità il quadro amministrativo del bilancio della nostra Regione. Certi interventi che abbiamo fatto gradualmente sui controlli delle delibere delle UU.SS.SS.LL. con una Commissione paritetica erano mirati a questo. Ne ho già parlato, e credo che Vetrino sarà ben d'accordo: riporteremo alla Giunta questo controllo, lo riporteremo alla Presidenza o alla Segreteria della Giunta, lo separeremo, faremo una serie di atti successivi e attenti che chiarifichino un quadro amministrativo. Questa è stata una responsabilità politica: avere lasciato questo Assessorato troppo autonomo nell'ambito del quadro del bilancio regionale! Forse è una responsabilità che c'è a livello nazionale connessa al finanziamento autonomo, connesso a un certo periodo di pagamento a pie' di lista, e poi rotto dalle difficoltà successive. Su questo terreno ci siamo avviati prima e abbiamo confermato questo discorso adesso; in questi pochi giorni credo di avere assunto due o tre provvedimenti importanti e li ho comunicati ai dirigenti ai quali non ho affatto detto: "Andate avanti come prima", ma ho detto: "Tutto quello che è sul terreno, è sul terreno" e ho dato loro delle indicazioni scritte precise e non inutili per quello che riguarda il flusso del materiale e l'organizzazione. Ho dato anche altre indicazioni, che erano quelle di mandare avanti i progetti pronti dell'art. 20 all'esame del CIPE di Roma.
Adesso c'è una novità. Una novità importante, che stiamo aspettando a giorni, nel grande confronto con il Governo, che qualcuno non considera abbastanza significativo, ma che invece, come abbiamo già visto, raggiunge ogni giorno dei risultati: vedete il problema dei controlli, vedete il discorso degli accordi di programma che adesso sarà portato a livello di accordo Stato-Regioni e poi, negli ultimi momenti, di accordi singoli. In questo confronto abbiamo avanzato anche, per l'accelerazione della spesa il discorso delle opere dell'art. 20 chiedendo, con un decreto, che i progetti esecutivi vengano approvati in Regione, affinché questo viaggio non ritorni a Roma al CIPE. Ci è stato promesso da Amato un decreto, che stiamo aspettando a giorni, che modifichi questo. Questi sono i risultati che si ottengono e che possono cambiare anche l'andamento della spesa e la gestione, e possono anche rompere certe sudditanze romane, che abbiamo visto poter essere anche corruttrici. Quindi, ci stiamo muovendo su un terreno che riguarda un'azione della Regione Piemonte e riguarda un'azione con le altre Regioni nei confronti dello Stato. Ma non siamo assolutamente inerti. Vedete, questo è per quello che riguarda gli interventi immediati.
Che scelta fare sul piano politico? Affrontiamo pure anche il tema politico. Si dice: "Dovete dimettervi perché questo è un gesto di coraggio perché quando avrete sgombrato il campo con la vostra presenza ci sarà la possibilità o di andare alle elezioni o di fare l'alternativa". Guardate che abbiamo proposto un sistema tutto diverso nelle riforme istituzionali: è qui che deve nascere l'alternativa se c'è, non la deve aprire la Giunta.
Se c'è un'alternativa in questo Consiglio, che è un'alternativa politica emerga.



(Interruzione del Consigliere Rivalta)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sì, che è così, Rivalta.



RIVALTA Luigi

Ma non siamo in una situazione di normalità, Brizio! Siamo in una situazione di emergenza!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Proprio perché siamo in un situazione di emergenza noi riteniamo nostro dovere di stare qui, è lì la differenza, proprio perché siamo in una situazione di emergenza, proprio perché ogni volta che si lascia un vuoto di governo si crea...



RIVALTA Luigi

Non vi state rendendo conto di cosa succede in questa società!



PRESIDENTE

Consigliere Rivalta, per favore!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Noi ce ne rendiamo molto conto, ed è per quello che non siamo disposti personalmente io non ritengo, ognuno poi fa le sue valutazioni politiche ...



RIVALTA Luigi

Tu puoi anche tornare su quei banchi, ma dovete prendere atto



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Rivalta, credi pure che non sono affezionato a questi banchi. Tutti sanno quanto è per me personalmente di fatica e di peso anche fisico in questo momento reggere una vicenda così. Io ci rimango perché sono convinto, con i miei colleghi, di fare il mio dovere e di contribuire alla stabilità delle istituzioni. Rivalta, consentimi, tu dici che è una fase di emergenza. Ma non è che la fase di emergenza la si azzera con una dimissione! Che cosa comportano delle dimissioni? Abbiamo visto che cosa è successo nel Comune di Torino, abbiamo visto cosa è successo nelle altre Regioni: lunghe e pesanti stasi perché non c'è l'alternativa politica. Se il Consiglio ha gli strumenti che sono quelli statutari, presenti una mozione, ma non una mozione di sfiducia inutile; presenti una mozione propositiva, come è prevista dallo Statuto, di una maggioranza alternativa e di un programma alternativo se c'è. Perché questo è il discorso di fondo.
Noi il programma lo stiamo svolgendo, c'è una presenza della Regione, che è stata sottolineata dall'intervento del collega Ferrara, forte in questo momento, forte a livello nazionale, forte nel contesto economico, aperta nel rapporto con i sindacati. Abbiamo avuto ieri un incontro con i sindacati molto importante, utile, nel quale cerchiamo un tavolo di lavoro aperto con le forze imprenditoriali. In questo momento così complesso e difficile del Piemonte ritengo che sarebbe un atto di irresponsabilità dare le dimissioni. Certo, qualcuno dice che se domani succederà - nutro fiducia che così non sia - è chiaro che di fronte a coinvolgimenti più ampi, più pesanti, che mi auguro non ci siano né in Giunta né in Consiglio, le valutazioni potranno anche modificare e cambiare. Nella situazione di oggi credo che il nostro dovere sia quello di andare avanti, di lavorare in questo momento che giudico estremamente difficile.
Il Consigliere Marchini ci ha detto nel suo intervento che non ci sono condizioni alternative e ha fatto riferimento soprattutto a delle scelte che noi avremmo fatto, senza tenere conto di tutto il quadro complessivo.
Ricordo i vincoli sui quali il Presidente della Giunta ha operato e sono vincoli molto evidenti. Gli Assessori li elegge il Consiglio, non li elegge il Presidente della Giunta, ma quest'ultimo ha il potere statutario di dare le deleghe; non ha il potere di scegliere gli Assessori, non siamo a livello nazionale, dove Amato può scegliersi i Ministri. Quindi, dovendo prendere delle decisioni immediate, rapide, perché ritenevo e ritengo nella mia responsabilità che decisioni immediate e rapide fossero essenziali, le ho prese sul quadro delle possibilità concrete e credo di avere preso una decisione positiva, che può concorrere a farci uscire e superare questo momento difficile.
Credo che sia nostro dovere governare; abbiamo una serie di deliberazioni che sono all'o.d.g. di questo Consiglio, che si rinviano continuamente e non vanno avanti. Penso che dobbiamo assolvere questo dovere prima di tutto, perché ripetere costantemente un rito di sfiducia credo non serva. Riguardo all'altra proposta che Chiezzi faceva, quella dell'alternativa, ho già detto che se c'è venga avanti.
Per quanto riguarda il fatto di dimettersi e di andare alle elezioni perché è cambiato il quadro dei riferimenti e della sensazione popolare: in questo momento così difficile, probabilmente, il quadro cambia giorno per giorno. Non credo che dobbiamo fare le elezioni ogni giorno. L'ho già detto la scorsa volta: le istituzioni hanno una loro durata fissata dalle norme ed è solo motivo eccezionale quello di ricorrere allo scioglimento, al quale, d'altro canto, si ricorre quando c'è un cambiamento di legge elettorale, quando ci sono modalità diverse, non semplicemente perché siamo di fronte ad una emergenza. Io credo che l'emergenza non abbia bisogno di vuoto.
Siamo in un momento difficile e capisco la preoccupazione del Consigliere Rivalta sul fatto che ci possono essere sbocchi difficili.
Credo, però, che avremo più sbocchi ...



RIVALTA Luigi

Sono d'accordo con te sul fatto che i tempi cambiano e non si debba andare ad elezioni solo perché i tempi cambiano, ma sono convinto di quello che ti dico. In una situazione di emergenza i Consiglieri di questo Consiglio sono sessanta, non trentatre.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Questa è un'ipotesi possibile, è una verità oggettiva. Non è a me che competerebbe l'iniziativa in questo senso, a me compete l'iniziativa di fare funzionare questa Giunta, questa maggioranza, di corrispondere a quello che questa maggioranza mi ha indicato finché mi sostiene. Trarre da questa maggioranza, dalla legittimazione che mi è stata data, tutto il possibile per superare questa emergenza difficile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente, a questo punto chiedo che venga messo in votazione, previa mia dichiarazione di voto e quelle che eventualmente ci saranno, l'ordine del giorno che ho proposto. E' strettamente collegato con le comunicazioni della Giunta, sia con le comunicazioni iniziali, sia con il dibattito verificatosi, sia con quanto dichiarato adesso dal Presidente.



PRESIDENTE

Sono stati presentati due documenti: un ordine del giorno firmato dal Consigliere Majorino e un ordine del giorno presentato dai Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti, Giuliano, Miglio e Segre entrambi di richiesta di dimissioni del Presidente della Giunta e della Giunta stessa.
Questi due documenti, anche in relazione allo sviluppo del dibattito che c'è stato, ma soprattutto alle conclusioni finali del Presidente della Giunta che, in qualche modo, sono entrate nel merito del permanere al proprio posto, oppure del prendere delle altre decisioni, mi pare siano conseguenti al dibattito e pertanto possano essere messi in votazione.
Ha quindi la parola il Consigliere Majorino per dichiarazione di voto.



MAJORINO Gaetano

Presidente Brizio, nel contesto della sua replica io ho colto un inciso, laddove ci ha detto "forse è stato un errore avere lasciato troppa autonomia all'Assessorato". Questo errore è stata una delle concause che ha consentito all'Assessore di girare a ruota libera e liberamente di continuare a fare il referente di quell'accordo nazionale, il cui contenuto non sto a ripetere, che ha portato a quel tentativo o a quell'effettuarsi di una spartizione degli appalti della sanità in Piemonte.
Nessuno ha osato contestare questo accordo e nessuno lo ha smentito in questi giorni pubblicamente sui quotidiani che, nel dettaglio, lo prospettavano. Lei, Presidente, ha tentato di seminare il dubbio sulla effettiva esistenza di questo accordo, dicendoci che lo stesso difensore dell'Assessore ha detto che le cose non stanno esattamente così. Mi consenta, Presidente, conosco forse meglio di ogni altro gli addetti ai lavori e non foss'altro che per mettersi in vetrina, se così stessero le cose, il difensore dell'Assessore avrebbe dichiarato pubblicamente ai quotidiani, sotto il profilo di una sorta di richiesta di rettifica, che le cose non stanno esattamente così. In quel caso potremmo avere un piccolo microscopico dubbio. L'esistenza dell'accordo ha poi un riscontro obiettivo, non solo attraverso le dichiarazioni dell'Assessore o attraverso una fuga di notizie, ma nell'avviso di garanzia che hanno ricevuto i due parlamentari, Bonsignore e La Ganga, il cui contenuto io non ho potuto leggere, ma si impernia sicuramente su questo accordo nazionale.
Lei, Presidente, ha fatto un richiamo al garantismo, ricordandoci che i giudizi non possono essere sommari e non si possono fare se non alla fine.
Intanto devo dire che oggettivamente esiste questo accordo, ma se dovessimo portare alle sue estreme conseguenze il ragionamento, allora va bene trasferiamo le deleghe da un Assessore all'altro e non stiamo nemmeno a fare il dibattito se dobbiamo aspettare il giudizio finale e questo garantismo esasperato. Passiamo allora al punto successivo dell'o.d.g.
anche se poi torneremo di nuovo a parlare sotto altro profilo di questi problemi, perché questo è il punto che riguarda i lettori ottici. Ma a parte questa considerazione, l'avere lasciato troppa autonomia all'Assessore e il noto accordo nazionale portano a concludere, con certezza assoluta, sull'esistenza di una responsabilità oggettiva. Il che a mio avviso deve comportare le dimissioni: per che cosa? Come ho scritto nella conclusione dell'ordine del giorno, nel dispositivo, "per consentire ai Gruppi consiliari di valutare la possibilità di formare un nuovo governo". Se poi non ci sarà questa possibilità, allora è chiaro che saranno ineluttabili le elezioni anticipate anche all'interno di questa Regione.
In definitiva, quindi, gli interventi della maggioranza in questo dibattito e le sue dichiarazioni finali, Presidente, mi hanno irrobustito nel sostenere le conclusioni dell'ordine del giorno.
Siccome è stata richiamata la questione degli amministratori straordinari, anche qui sono d'accordo che la prova imponente, in questo momento, non esista nemmeno sotto il profilo di una sia pur relativa certezza, ma mi si consenta di poter valutare - e in questo senso c'è un pesante sospetto anche solo indiziaro, se si vuole; come vede, sono estremamente generoso - che gli amministratori straordinari erano stati tutti proposti dall'Assessore Maccari e, vedi la combinazione - penso che il dato sia esatto - erano in parte di area PSI, in parte di area DC e uno solo liberale. Allora, siccome il patto era PSI-DC, il sospetto, per non dire la certezza o il corollario, che fossero parti integranti del patto c'è. Comunque questo a mio avviso poco importa, non è un motivo per sorreggere l'argomentazione delle dimissioni, questo è un cioccolatino che si aggiunge alla più grossa scatola; c'è quella tale responsabilità oggettiva di cui io ho più volte parlato per cui insisto per le conclusioni di quel mio ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo per dichiarazione di voto.



MARENGO Luciano

Svolgerò una brevissima dichiarazione di voto.
Sull'ordine del giorno che ha presentato il Consigliere Majorino noi siamo d'accordo. Quindi voteremo a favore, come Gruppo del PDS, in quanto ribadisce le stesse questioni che abbiamo sostenuto nei nostri interventi e che erano contenute nella mozione di sfiducia che abbiamo presentato martedì 16 febbraio nei confronti della Giunta. Quindi il nostro voto - non aggiungo altro - è favorevole rispetto a questo ordine del giorno.
Per quanto riguarda invece l'ordine del giorno presentato da Chiezzi ed altri noi riteniamo che non sia proponibile nei suoi contenuti, soprattutto nella seconda parte, proprio per le motivazioni che abbiamo dato negli interventi. C'è un fatto politico che deve essere pregiudiziale a qualsiasi ragionamento tendente ad ipotizzare governi diversi e maggioranze diverse: il cambiamento dei metodi di governo, cioè le dimissioni della Giunta.
Per questo motivo l'ordine del giorno ci pare assolutamente velleitario da un lato e irricevibile dall'altro, proprio perché il fatto politico delle dimissioni della Giunta è da porre come fatto pregiudiziale - ripeto a qualsiasi tipo di ragionamento possibile, altrimenti non c'è il riconoscimento della necessità di cambiamento da parte dei partiti maggiori che sostengono la Giunta in modo particolare.
Pertanto, noi ci asterremo su questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto su entrambi i documenti.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, sull'ordine del giorno presentato dal Gruppo MSI dato che non sono uno stratega della politica, voterò a favore perché il cuore dell'ordine del giorno è la richiesta di dimissioni, anche se l'avevamo già votata una volta.



MAJORINO Gaetano

C'è un'ulteriore motivazione.



CHIEZZI Giuseppe

Il centro dell'ordine del giorno è quello e quindi avrà il voto favorevole.
Sull'ordine del giorno che ho presentato insieme al collega Giuliano ribadisco i motivi che mi convincono a porlo in votazione e a votare favorevolmente. Anche qui, non sono un grande professionista e stratega della politica, ma mi sembra che nulla di più velleitario oggi ci sia di richiedere semplicemente le dimissioni di questa Giunta e tra l'altro nulla di più irricevibile perché la Giunta ha già detto che non le riceve.
Viceversa questo ordine del giorno, che è senz'altro fuori dagli schemi e dai regolamenti dei professionisti della politica, dice solo che le dimissioni vengono richieste, però si dice anche cosa si vuol fare dopo per fare un passo avanti rispetto alla scorsa seduta di Consiglio quando le dimissioni le abbiamo chieste in molti. L'ordine del giorno che ho presentato la scorsa volta è stato respinto anche col parere sfavorevole del Gruppo PDS e ora mi sembra che invece di fare un passo indietro sarebbe meglio fare un passo avanti e dire "dimettetevi e in quest'aula potrebbero nascere due alternative". Per questo, Presidente, ho chiesto la parola perché il Presidente Brizio ha detto: "l'alternativa se c'è nasca". Sono d'accordo, se un'alternativa c'è, nasca qui. Noi abbiamo provato, in assoluta modestia politica, di delineare le due alternative successive alle dimissioni: o nuove elezioni o un governo diverso che qui è stato denominato istituzionale in base ad un ragionamento più o meno valido. Ma la proposta è un governo diverso che parta da una pregiudiziale, questa sì chiara che l'attuale Giunta deve andarsene tutta a casa e solo a partire da questa condizione si giustifica, a nostro avviso, un governo istituzionale e non un governo di impastature varie, più o meno larghe. Quindi riteniamo ancora valido questo ordine del giorno che appoggiamo sul tavolo di lavoro insieme alla mozione che tutti i Consiglieri troveranno in casella, la mozione ai sensi dell'art. 33 che ripete le stesse cose sulle quali chiediamo ai colleghi che lo desiderano di cercare il Consigliere Giuliano e il Consigliere Chiezzi per dare adesioni e firme, perché noi non smettiamo di lavorare su questi documenti, al di là dell'esito che l'ordine del giorno avrà in questa seduta.
Ci pare che se alternativa c'è, debba nascere in quest'aula. La nostra è una proposta evidentemente non perfetta e perfettibile, ma riteniamo necessario nel momento in cui si chiedono le elezioni dire cosa si vuole dopo, subito e non con oscure strategie rimandare a "dopo" qualcosa che "oggi" non si vuole esplicitare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino per dichiarazione di voto.



MARINO Massimo

Svolgerò anch'io una dichiarazione di voto brevissima. Non parteciper alla votazione del documento presentato dal Consigliere Majorino perché è un ordine del giorno che sostanzialmente abbiamo già discusso la settimana scorsa, seppure con delle novità. Per le ragioni che ho illustrato martedì scorso non parteciperò a proposte che richiedono soltanto e semplicemente le dimissioni della Giunta.
Per quanto riguarda il documento di Chiezzi, Giuliano ed altri, ritengo che l'approccio debba comunque andare in una direzione di chiarezza e trasparenza; non ne condivido tutti i passaggi, per cui non mi sento di votare a favore. Credo che nei prossimi giorni si troveranno momenti per ulteriori confronti e quindi, per il momento, mi asterrò sulla proposta presentata.



PRESIDENTE

Procediamo pertanto alla votazione per appello nominale, come richiesto a sensi di Regolamento da almeno tre Consiglieri, i quali sono Majorino Chiezzi e Segre, dell'ordine del giorno n. 551, presentato dal Consigliere Majorino, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ribadito che l'arresto dell'Assessore alla sanità, inquisito per un grave reato connesso con l'esercizio delle proprie funzioni, avrebbe dovuto indurre la Giunta ed il suo Presidente alle dimissioni, sin dal 16 febbraio considerato che è oramai di dominio pubblico la notizia, sopravvenuta all'arresto dell'Assessore, della esitenza di un patto a livello nazionale (e di cui l'Assessore alla sanità era parte principale), diretto a manovrare l'ingente spartizione degli appalti in materia sanitaria in Piemonte ritenuto che tale situazione ha determinato sconcerto nell'opinione pubblica ed ha ulteriormente incrinato il rapporto di fiducia fra cittadini piemontesi ed Istituzioni richiede le immediate dimissioni del Presidente della Giunta: al fine di consentire ai Gruppi consiliari di valutare la possibilità di formare un nuovo Esecutivo".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 43 hanno risposto SI 17 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'ordine del giorno è respinto.
Procediamo ora alla votazione, per appello nominale, dell'ordine del giorno n. 553 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti, Giuliano Segre e Miglio, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che le dimissioni date dall'Assessore Maccari, a seguito del primo colloquio con i Magistrati durante il quale si è data notizia che l'Assessore ha ammesso il proprio ruolo nella trama corruttiva ordita per riscuotere tangenti, attribuiscono nuove ed innegabili responsabilità oggettive di tutta la Giunta che per anni ha condiviso e difeso l'operato dell'Assessore nonostante i reiterati allarmi e denunce di vari Gruppi di opposizione sulla gestione della politica sanitaria ed in modo specifico sulla gestione degli appalti rilevato che la Giunta, incapace di mantenersi immune da infiltrazioni corruttive, ha sospeso ogni giudizio ancora nel primo Consiglio regionale successivo all'arresto dell'Assessore, dimostrando una incapacità di capire la gravità della trama corruttiva rilevato che questo stato di cose richiede inequivocabili provvedimenti che recidano il legame sin qui esistito tra il governo regionale e l'organizzazione per la spartizione di tangenti legate a lavori pubblici rilevato che per impedire la confusione tra istituzioni e malaffare organizzato occorrono drastici provvedimenti che azzerino l'intero governo regionale per palesi responsabilità oggettive ricordato che l'arresto dell'Assessore Maccari segue altri provvedimenti di carcerazione preventiva a carico di responsabili politici dello IACP, ente sul quale la Regione ha compiti di vigilanza, ed indagini presso l'Assessorato all'agricoltura ricordato che, accanto alle succitate responsabilità inerenti la questione morale, il governo regionale è responsabile di una insufficiente azione di governo rispetto a compiti fondamentali della Regione in ordine alla programmazione socio-economica ed alla pianificazione territoriale per tutti i succitati motivi, ritenendo che le dimissioni del governo regionale sono la condizione preliminare per ricostruire un rapporto di fiducia e credibilità tra la popolazione e la Regione richiede le dimissioni della Giunta propone per la risoluzione della crisi aperta dalle dimissioni della Giunta le seguenti proposte di linee politico-amministrative: governo istituzionale o nuove elezioni subito.
Per ridare credibilità alla Regione e consentire la formazione di un governo al riparo dalle prassi concussive e corruttive e capace di realizzare i fondamentali atti di programmazione e pianificazione sinora inattuati, si propone che il governo nasca dall'interno delle istituzioni e non come proiezione diretta delle volontà dei partiti.
All'interno del Consiglio si ricercano le forze sufficienti per sviluppare il programma fondamentale sotto richiamato per alcuni punti e presentarlo strutturato sopra un riconoscibile disegno di riforma delle prassi, strutture e competenze di governo.
Tra i punti fondamentali del programma del nuovo governo si evidenziano: attivazione di tutti gli strumenti e comportamenti che permettano trasparenza, controlli e procedure ostili a fenomeni corruttivi e concussivi, dalla Banca dati appalti ed Osservatorio sugli appalti alla rotazione immediata delle responsabilità assegnate ai funzionari regionali nei settori di spesa rilevanti se mantenute da molto tempo approvazione entro tre mesi degli atti di programmazione tuttora inattuati: aggiornamento del Piano regionale di sviluppo, Piano regionale dei trasporti, Piani paesistici, Piani territoriali di coordinamento, Piano socio-sanitario, nuovo Piano dei siti misure specifiche per affrontare i problemi occupazionali e sociali derivanti dall'attuale congiuntura economica, tra i quali: misure ed interventi a sostegno dell'occupazione e difesa dei redditi riordino e qualificazione della formazione professionale; sostegno, con promozioni ed incentivi, alle attività economiche di piccole e medie aziende ed artigianato; interventi massicci di ripristino ambientale con rilevante impiego di manodopera per capitale investito riordino dei settori sanità ed assistenza.
Per realizzare questi impegni si propone una Giunta regionale ridotta a nove componenti, se possibile con il supporto di qualificati apporti esterni e con competenze accorpate secondo rigorose affinità per materia.
Nel caso venissero meno le condizioni per il governo istituzionale si apre una seconda strada: considerare chiusa questa legislatura, rimettere il mandato agli elettori ed eleggere un nuovo Consiglio regionale rappresentativo dell'attuale volontà popolare. E' difficile sostenere che l'attuale Consiglio regionale lo sia, visti gli eccezionali mutamenti intervenuti nell'ultimo anno nella situazione politica, nella questione morale, nell'assetto economico e sociale. In tale quadro la richiesta di nuove elezioni subito non corrisponde alla volontà di abdicare, ma a quella di ridefinire rapidamente le nuove rappresentanze elette per un Consiglio regionale che avrà il pregio non trascurabile di essere l'espressione riconoscibile delle attuali istanze politiche e programmatiche che richiedono la dirittura morale quale condizione preliminare di ogni scelta di governo".
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 5 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,10)



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