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Dettaglio seduta n.210 del 16/02/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle adunanze consiliari del 3, 4, 10 e 17 dicembre 1991, che verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 6) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Croso e Dardanello.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

c) Designazione Capogruppo del Gruppo consiliare Lega Nord e adesione del Consigliere Rabellino al Gruppo Misto Leghista Indipendente


PRESIDENTE

Comunico inoltre che il Consigliere Vaglio è stato designato Capogruppo del Gruppo consiliare Lega Nord e che il Consigliere Rabellino ha aderito al Gruppo Misto Leghista Indipendente.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito all'arresto dell'Assessore alla sanità Eugenio Maccari e votazione documenti collegati


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per comunicazioni, il Presidente della Giunta, Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho il dovere di portare ufficialmente a conoscenza del Consiglio che nel pomeriggio di ieri l'Assessore Eugenio Maccari, Assessore alla sanità membro di questo Consiglio e di questa Giunta, è stato assoggettato ad un provvedimento cautelare da parte del pubblico ministero dottor Corsi e del giudice (gip) Sorbello e che pertanto non può essere in questo momento presente alla nostra seduta. La notizia è giunta per via ufficiosa attraverso le vie di stampa; io non ho mancato di sentire il dottor Corsi il quale mi ha dato notizia dell'effettiva esistenza del mandato cautelare e mi ha anche fornito come unica motivazione che posso dare, essendoci il segreto istruttorio, che l'imputazione è connessa alla vicenda della costruzione dell'Ospedale di Asti. Non ho altre notizie da fornirvi, ma alcune brevissime considerazioni da fare.
Non sappiamo quale sarà l'atteggiamento dell'Assessore Maccari che non è in questo momento in grado di farci pervenire una sua valutazione; la valuteremo non appena ci sarà data notizia diretta del suo atteggiamento di cosa intenderà fare in questa vicenda. La Giunta si deve preoccupare innanzitutto della continuità amministrativa e della possibilità di funzionamento corretto della macchina regionale.
Sotto questo aspetto ho assunto, su proposta della Giunta, l'interim della sanità. Lo assumo come un dovere pesante e difficile in un momento estremamente complesso che non sfugge ad alcuno di voi. Mi auguro che questa fase abbia a permanere per un brevissimo periodo di tempo e che ci siano le condizioni affinché si possa al più presto dare un assetto definitivo alla copertura di questo importante incarico nell'ambito della Giunta regionale. Questo è un problema connesso a due vicende, a quella giudiziaria da un lato e agli atteggiamenti che l'interessato andrà ad assumere dall'altro.
Terza considerazione. La Giunta non si sente delegittimata da questo provvedimento, lo anticipo con molta chiarezza. Noi riteniamo di avere compiuto un lavoro impegnativo, che è in pieno corso, e che ha portato a risultati non indifferenti. Riteniamo anche - lo abbiamo sempre ritenuto che la stabilità sia un bene che in questo momento deve essere attentamente valutato prima di essere facilmente dissolto. C'è anche un interesse delle istituzioni, un interesse della gente che ci obbliga spesso a compiere gesti e a svolgere azioni alle quali vorremmo molto volentieri rinunciare e tutti sanno benissimo il significato di queste parole per la mia personale vicenda. Ma c'è indubbiamente il dovere di assolvere in questo momento con piena forza al nostro dovere e al funzionamento delle istituzioni.
La Giunta nel suo complesso, come ho detto, operando collegialmente con grande impegno, non si sente delegittimata. Ritiene che la sua legittimazione dipenda e sia in funzione soprattutto, se non esclusivamente, della fiducia che le viene da questo Consiglio. Le istituzioni democratiche devono prima di tutto funzionare ed è da questa sede che la Giunta trae la propria legittimazione, a questa sede la Giunta regionale, come si è sempre fatto, si rimette in tutte le occasioni ritenendo di poter continuare ad assolvere il proprio compito anche in questa difficile contingenza.
Viviamo un momento complesso e difficile della nostra Regione e stiamo lavorando con forza a tutto campo, a 360 gradi, anche sul terreno della difesa dell'occupazione, sul terreno del colloquio con il Governo, sul terreno del possibile accordo di programma. I Capigruppo ne sono a conoscenza, poiché ne ho parlato ieri alla Conferenza speciale dei Capigruppo che avevo richiesto: oggi pomeriggio avrei dovuto partecipare ad un incontro ristretto di aggregazione fra Regioni, composta da cinque Presidenti - fra i quali era stato scelto quello del Piemonte - con il Presidente del Consiglio Amato, per discutere i provvedimenti straordinari da assumere per l'economia ed il lavoro in questo momento difficile.
Ovviamente, non sono potuto partire per Roma, vista la vicenda che ci ha colpiti. Mi dispiace molto, spero di riprendere i rapporti domani: la vita continua e l'impegno del nostro lavoro credo sia la prima risposta da dare, anche a tutela di una credibilità delle istituzioni che, certo, a noi non sfugge, viene da questa vicenda ulteriormente colpita.
Non ho da aggiungere altro se non quanto ho già detto: la nostra determinazione ad affrontare anche questa fase difficile con impegno e disponibilità e la piena remissione della nostra operatività a chi ce ne dà base democratica: il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti: 1) ordine del giorno n. 545 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera 2) mozione n. 546 presentata ai sensi dell'art. 33 dello Statuto regionale presentata dal Gruppo PDS ed altri 3) ordine del giorno n. 548 presentato dal Consigliere Chiezzi 4) ordine del giorno n. 549 presentato dalla maggioranza.
In sede di Conferenza dei Capigruppo tenutasi in precedenza, si è convenuto di procedere alla discussione dopo avere iscritto i documenti che vi ho richiamato ed eventuali altri, similari, che dovessero pervenire alla Presidenza nel corso del dibattito.
Procediamo quindi all'iscrizione all'o.d.g. dei quattro documenti pervenuti, più gli eventuali che perverranno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione all'o.d.g. dei suddetti documenti è approvata all'unanimità dei 52 Consiglieri presenti.
La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi. Non posso trattenere la profonda amarezza e sorpresa che ha colto i compagni del Gruppo socialista, me personalmente e penso tutti quanti i colleghi, alla notizia del grave provvedimento cautelare che sta sconvolgendo la vita del collega e compagno Assessore Maccari.
Nutro la più profonda fiducia che il collega, compagno ed amico Maccari, saprà trovare gli argomenti e le motivazioni per dimostrarsi completamente estraneo alla vicenda ed ai fatti nei quali è stato coinvolto.
Vicende e fatti nei cui confronti non può mancare una nostra netta ferma e sincera condanna, in ragione della totale estraneità che essi hanno verso il tradizionale modo di essere socialisti, fondato sulla specchiata integerrimità individuale dei militanti.
Per questo motivo è d'obbligo, da parte nostra, auspicare che l'operato della Magistratura, in cui pienamente confidiamo, possa esplicarsi secondo i costituzionali canoni di piena autonomia e indipendenza, a tutto campo ove questa sua opera sia di argine e contrasto ad ogni forma di devianza istituzionale, di illecito profitto che si erga a contrasto di un ordinato e domocratico progresso civile del Paese.
Viviamo una stagione difficile, in cui ai flagelli che affliggono l'economia italiana e rendono difficile la vita ai lavoratori ed alle loro famiglie, va aggiungendosi una cultura del sospetto che rischia di ridurre l'immagine della politica da arte nobile e disinteressata dell'amministrare gli interessi pubblici e della convivenza civile, a luogo in cui si amministrano interessi di consorterie private o pubbliche che siano.
Il pericolo maggiore apportato da questo deterioramento di immagine si nasconde nel crescente disinteresse dei cittadini per i partiti, tuttora unici ed insuperati strumenti del confronto democratico, con il rischio di riservare in ancora più ristrette mani le decisioni collettive, oppure di dare voce a proteste tanto sterili quanto demagogiche.
Non è più tempo di parole, questo, ma di fatti. Le compagini politiche investite della responsabilità di governo a tutti i livelli ed in particolare la nostra, che regge le sorti di una regione colpita con particolare gravità dalla recessione economica, devono rispondere con decisione e chiarezza alle circostanze.
Per questo motivo, vanno contrastati tutti i tentativi destabilizzanti basati strumentalmente su singoli episodi, che vorrebbero generalizzare ed estendere uno stato di crisi politica pericoloso ed ingiustificato in questo momento.
Le circostanze, al contrario, richiedono il massimo della coerenza nelle alleanze, ed in questo senso va riconfermata la fiducia all'attuale maggioranza ed agli uomini e donne che in essa si riconoscono e lavorano per dar loro modo di lavorare meglio e con la necessaria tempestività, e rispondere come ha detto il Presidente Brizio - alle grandi attese della comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signora Presidente. A nessuno, neanche al più bieco Consigliere di opposizione può far piacere l'immagine di un Assessore regionale in manette, ed il caso umano è estremamente importante e ci porta comunque a riflettere, perché la persona oggi ristretta nella libertà è una persona che ha vissuto e vive in mezzo a noi. Nessuno gode, quindi, per questo.
Dopodiché, però, non è neanche corretto accettare questi fatti come cose dovute, logiche, o soprattutto, come una sorpresa.
Vede, Presidente Brizio, la settimana scorsa lei era a Roma, ma se fosse stato presente e avesse ascoltato i prodromi di quanto è successo come puntualmente in quest'aula il nostro Gruppo consiliare, e numerosi altri colleghi, denunciavano settimanalmente - non sarebbe stato, oggi colto da sorpresa, e non è certo un'anticipazione divinatoria il ritenere che le cose non si fermeranno qui.
Ritengo, in questo caso palese, inaccettabile la dichiarazione del Presidente della Giunta di scissione di responsabilità e di rimanere in sella in un momento in cui gravi sono i rischi per le istituzioni, per il Paese e per la collettività regionale.
Non può esserci sorpresa, colleghi; voglio semplicemente rileggervi alcuni titoli di questioni discusse in questi mesi in aula: "Maccari è nei guai?". Presidente, gli inizi di questi guai risalgono alle nomine degli amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL., da lei personalmente sottoscritte. Ci ha informati che i guai sarebbero da addebitare all'Ospedale di Asti, ma scusi, Presidente, chi ha eletto il signor Occhionero dott. Giacinto ai vertici della USSL di Asti? Chi lo ha voluto e chi lo ha giudicato? Non posso, senza sollevare problemi che lei ha rilevato in seduta segreta, non sottolineare che quanto va emergendo, per esempio in Commissione di inchiesta sulle UU.SS.SS.LL. per quanto attiene la USSL di Asti, è di una gravità abissale. Il collega Rossa non può saperlo, perch come quasi tutti i colleghi socialisti non partecipa mai alla Commissione regionale di inchiesta!



ROSSA Angelo

Non è vero.



ZACCHERA Marco

Collega Rossa, sei intervenuto una volta quando vi era l'amministratore straordinario dell'USSL di Alessandria, ed a Orbassano una seconda volta.



ROSSA Angelo

Per ragioni politiche.



PRESIDENTE

Cerchiamo di affrontare il dibattito con il massimo di serenità consentita dalla situazione.



ZACCHERA Marco

Il collega Rossa sostiene che continuo a pestare questo tasto, ma se aveste ascoltato le audizioni degli amministratori straordinari, dei Commissari delle UU.SS.SS.LL. si sarebbe reso conto che di tutto ci si poteva aspettare, ma non certo di una sorpresa.
Presidente, la scorsa settimana le avevo letto - lei giustamente era occupato in altre cose importanti - la sentenza del TAR del Piemonte con cui veniva giudicata la Giunta regionale nella questione spinosa, grave e per molti versi sconcertante, del famoso scandalo dei sette miliardi delle fustelle mediche; la difesa da parte della Giunta dell'operato dell'Assessore è stata al di là di ogni credibilità.
Presidente, si rilegga il verbale; il TAR sosteneva che tutto è stato fatto al contrario di ogni principio di correttezza e trasparenza. Queste le conclusioni della sentenza del TAR del Piemonte, contro la quale si è appellata questa Giunta regionale.
La questione di oggi non è relativa soltanto all'Assessorato alla sanità, nel mirino del nostro Gruppo consiliare da due anni. Ci sono settanta interrogazioni o interpellanze del nostro Gruppo a carico della sanità piemontese; abbiamo contestato le nomine degli amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL., abbiamo sottolineato la falsità dei concorsi (all'USSL n. 53, per esempio, per raggirare i concorsi si attuavano passaggi diretti tra Enti pubblici: siamo arrivati a portare al Magistrato, prima dei concorsi, i risultati dei concorsi stessi.
Potremmo parlare, per esempio, dell'USSL n. 54 o dell'USSL n. 55 potremmo parlare della campagna pubblicitaria della linea G di Pinerolo: 650 milioni di pubblicità di mongolfiera gestiti direttamente dall'Assessore - e approvati dalla Giunta - senza la concorrenza di neppure due imprese. Si potrebbe parlare, collega Rossa, del concorso di primariato di chirurgia ad Ovada: 12 candidati su 17 non idonei alla prova pratica; ne restano 5; 4 si ritirano agli orali: vince il dottor La Ganga, fratello di un noto esponente del Partito socialista italiano.
Potremmo parlare degli incentivi alle UU.SS.SS.LL. - ricordo che l'Assessore Maccari non ha mai fornito alcuna risposta sulla questione; la scorsa seduta abbiamo discusso a lungo molto sui lettori ottici - pietosa figura della Giunta - mi sono sentito offeso, come rappresentante di alcune migliaia di cittadini, del gesto dell'Assessore Maccari, che se n'è andato dall'aula non solo senza sentire quanto avevamo da dirgli, ma anche senza rispondere alle accuse gravissime di correlazioni in quello che era successo.
C'è la questione dell'Elisoccorso, sulla quale pende un'altra nostra denuncia alla Magistratura: vicenda che dovrà pur venir fuori - costa un miliardo al mese a questa Regione.
Rapporti con l'architetto Savoino. Ma dove nasce l'architetto Savoino? Non è un segreto perché lo leggiamo tutti i giorni sui quotidiani; in questa faccenda entra in gioco la corrente democristiana che fa capo all'on. Bonsignore; ci sono, Presidente, i suoi referenti in Giunta: non si può dire che Maccari fosse da solo. Sempre parlando dello stesso argomento non più tardi di un mese fa, si discusse degli IACP, del signor Fimiani e del coinvolgimento diretto del Partito repubblicano italiano - collega Ferrara - in prima persona. Siccome "chiodo schiaccia chiodo", "scandalo scaccia scandalo", non se ne parla più: ci siamo già dimenticati di quanto successo un mese fa sugli IACP. Cosa facevano i rappresentanti di questa Giunta, di questa maggioranza e di questa Regione all'interno del Consiglio di amministrazione degli IACP? Parliamo ora della visita della Magistratura presso l'Assessorato all'agricoltura piemontese; anche in questo caso, pagine e pagine che si accumulano e che prima o poi verranno chiacchierate, su rapporti, sul fronte dell'ecologia da Alice Castello a Vercelli, che sfiorano direttamente il potere pubblico di questa Regione e, in parte, anche questo Consiglio regionale. Signori, di tutto si può dire, tranne che ci si sorprenda di quanto sta succedendo; la sorpresa, semmai, è che si è fatta attendere così tanto! Ecco i motivi della sfiducia nella Giunta; mi rendo conto che, essendo tutti noi persone responsabili, è una richiesta difficile, visto il momento di difficoltà; ma per l'ordinaria amministrazione la Giunta può andare avanti anche se dimissionaria. Di fronte a cittadini che chiedono trasparenza, chiarezza e lealtà, non si può fare finta di niente, anche perché personalmente ritengo che questo arresto sia solo un anello della catena - e non soltanto di una catena di manette di partiti politici pesantemente coinvolti e parte fondamentale, sostanziale, puntellante determinante, della Giunta regionale. Questi sono fatti; i discorsi possono essere opinabili, ma i fatti ci dicono che dietro a queste situazioni ci sono cose che non possono continuare, che sono al di là di ogni ragionevole aspettativa, speranza, sopportazione da parte della pubblica opinione.
Ecco perché, Presidente - che a livello personale non posso che stimare le chiedo oggi di avere il coraggio di rassegnare le dimissioni. Sarebbe sicuramente una dimostrazione di forza: il coraggio di azzerare una situazione, di cambiare metodo, di sostituire gli uomini dove necessario: questa è la risposta di un consesso democratico nel momento in cui si vede attaccato sul piano della documentazione penale, non è la fuga, non è il dire che non è successo niente, non è la scissione delle responsabilità quando queste sono comuni.
Il mio Capogruppo dirà altre cose in merito; personalmente, termino dicendo che se la Giunta regionale, sulla base di scarni numeri di maggioranza, non si ritirerà, sarà pesantemente colpevole prima di tutto per credibilità davanti alla pubblica opinione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Signor Presidente, signori colleghi, sono profondamente deluso e amareggiato dalla comunicazione del Presidente Brizio al Consiglio.
Profondamente deluso e amareggiato sia per gli argomenti usati sia per le omissioni sia per l'atteggiamento con il quale il Presidente ha presentato la comunicazione. Deluso e amareggiato - e credo che tale amarezza ci sia anche nelle migliaia di cittadini piemontesi - soprattutto per l'omissione di qualsiasi autocritica sulla gestione della sanità piemontese, su una politica sanitaria mai attuata o inadeguata, ma anche per l'omissione sui fatti politici che emergono dall'inchiesta emblematica sull'Ospedale di Asti - e non solo. Emergono fatti politici e rapporti fra i i maggiori partiti che compongono la maggioranza e uomini inquisiti. Siamo di fronte a fatti molto gravi, e sui quali la reticenza della maggioranza è ancor più grave.
I fatti, dunque, sono gravi. Primo. Situazione del settore sanità. E' inaccettabile, da parte di un Consiglio regionale come quello piemontese e della maggioranza che governa questa Regione che, nel momento in cui si richiedono - e sono fatti, questi - sacrifici enormi a milioni di cittadini italiani, perché si deve ridurre la spesa pubblica, in particolare la spesa sanitaria, colpendo le categorie più disagiate; mentre si procede ad una vera e propria controriforma decisa dal Governo Amato; mentre centinaia di migliaia di cittadini italiani e piemontesi che soffrono disagi, che fanno code a strutture sanitarie che non sanno cosa rispondere loro rispetto alla richiesta dei bollini o all'attestazione dei certificati per continuare ad avere l'assistenza sanitaria; nel momento in cui ci sono, da parte del Ministero, circolari contraddittorie che impongono disagi e generano confusione nei cittadini e negli utenti; nel momento in cui si tolgono perché questo è ciò che avviene - certezze di diritto alla salute, che s'inseriscano i fatti dei quali il Consiglio vuole discutere, ma sui quali la Giunta, almeno per ciò che ha detto il Presidente, pare non intenzionata a discutere fino in fondo.
Tali fatti testimoniano fin d'ora che c'è stato un utilizzo improprio della spesa pubblica, e mi riferisco non solo ad indiscrezioni giornalistiche. Certo, siamo di fronte al segreto istruttorio, ma emergono fatti e situazioni peraltro nemmeno relative agli episodi di questi ultimi giorni, di queste ultime settimane. Dunque, un utilizzo improprio della spesa pubblica, un sistema di corruzione che si è costruito proprio sul delicato settore della sanità. E questo credo sia il primo punto per il quale è inaccettabile che la Giunta non voglia affrontare fino in fondo la questione.
Il secondo motivo per cui la reticenza della Giunta è grave riguarda l'attuale fase delle istituzioni democratiche del nostro Paese. La perdita di fiducia e di credibilità delle istituzioni, compresa l'istituzione Regione, mi pare sia palese a tutti. Non c'è un uomo di partito che non ammetta che siamo di fronte alla crisi istituzionale più grave di questo dopoguerra.
Ma non basta dirlo. Se davvero vogliamo ridare credibilità alle istituzioni e, conseguentemente, che vi sia fiducia dei cittadini, bisogna intervenire, bisogna cambiare davvero, bisogna cambiare cultura politica bisogna cambiare l'azione politica, a partire da quella di governo Nel momento in cui da più parti, a partire dal giudice Di Pietro, si richiede una soluzione politica di una situazione che rischia di diventare davvero ingovernabile; è indispensabile che vi sia legittimità delle istituzioni e degli uomini che le formano, credibilità e capacità di ridare fiducia ai cittadini. Se ci atteggiamo come qui si è atteggiato il Presidente Brizio, credo non vi possa essere la credibilità necessaria per affrontare la grave situazione istituzionale che si è determinata.
Il terzo punto è che emergono (soprattutto dai fatti di questi anni per stare allo specifico capitolo sanitario) questioni più volte denunciate dopo di me, a partire dal collega Calligaro, altri colleghi le sottolineeranno, riassumendo ancor meglio i fatti di questi anni - in Consiglio, a partire dal ruolo avuto dalla società Protecne. Su tale società si è costruito un sistema talmente illegale, che perfino l'Ordine degli architetti ha provveduto, nei giorni scorsi, a sospendere l'architetto Savoino. La Giunta regionale, nonostante questo, non ha neanche pensato di revocare gli incarichi all'architetto Savoino nonostante quanto emerso nei giorni scorsi, prima ancora dell'arresto dell'Assessore Maccari.
Emerge purtroppo un sistema con connessioni anche di carattere nazionale. Emblematico è l'appalto per la costruzione del padiglione dell'AIDS all'Amedeo di Savoia, per il quale, appunto, vi era l'incarico all'architetto Savoino; incarico non revocato (e mancanza di qualsiasi intervento sulla commessa nazionale del Ministero in questa direzione) nonostante i fatti dei quali siamo tutti a conoscenza in Consiglio, visto che se ne è discusso più volte.
Fatti di questi anni, con le denunce degli avvenimenti da parte delle opposizioni, a partire dalla politica sanitaria che ha portato allo sfascio le UU.SS.SS.LL. piemontesi. Non è vero che le opposizioni ne abbiano fatto soltanto delle questioni scandalistiche o moralistiche; il nostro Gruppo è sempre partito dalla denuncia dell'insufficienza, dell'inadeguatezza della politica sanitaria che ha portato, oltre allo sfascio già sottolineato alla disfunzione di presidi ospedalieri e ad una serie di discriminazioni nei confronti di personale qualificato ad alto livello per collocazioni clientelari (e di serbatoi di voti) in determinate strutture ospedaliere.
Non mi riferisco solo alle nomine degli amministratori straordinari e neanche alle nomine - fatto molto più grave di professionisti che magari di professionale avevano ben poco, ma che rispondevano, in termini precisi di voti, a questo o a quel partito, a questa o quella corrente. Mi riferisco anche agli scandali emersi e alle condanne avvenute all'interno di UU.SS.SS.LL. della nostra regione; emblematica, anche qui, per citare solo un caso, è l'USSL n. 34 - con i suoi arresti, le condanne di dirigenti sul quale la Regione non è mai intervenuta.
Di fronte alla denuncia di questi fatti, abbiamo sempre avuto risposte tranquillizzanti - così è successo anche oggi; anche in occasione della discussione sui lettori ottici del Consiglio regionale della settimana scorsa abbiamo sentito risposte tranquillizzanti da parte dell'Assessore alla sanità Maccari. E, purtroppo, abbiamo avuto risposte tranquillizzanti in altre occasioni, anche da parte del Presidente della Giunta regionale Brizio. C'è, quindi, responsabilità collettiva della Giunta.
Quando il 6 maggio 1992 a fronte di fatti - alcuni già citati per i quali ci fu la richiesta di dimissioni dell'Assessore alla sanità, ci fu la copertura e la difesa completa da parte del Presidente della Giunta regionale. Non potrebbe esserci stata responsabilità collettiva maggiore rispetto a fatti per i quali si è voluto tranquillizzare e sui quali si è intervenuti per difendere e coprire una politica inadeguata e fatti scandalosi ed inaccettabili.
Per questo motivo abbiamo presentato una mozione di sfiducia sottoscritta anche da altri Gruppi consiliari e da altri colleghi, per richiedere le dimissioni della Giunta; questo non per sfizio, ma per precise responsabilità politiche da parte della Giunta: intanto, perché è stato arrestato un Assessore, sulla base di motivazioni che riguardano le sue funzioni in quanto Assessore, e poi per la copertura politica da parte della Giunta.
Crediamo che questa maggioranza debba cambiare radicalmente il metodo di governo, che debbano cambiare gli uomini, e che, soprattutto, debba cambiare la politica della maggioranza. Ci aspettiamo che la Giunta e la maggioranza abbiano il coraggio di azzerare la situazione: una nuova maggioranza potrebbe porsi l'obiettivo di ridare credibilità alle istituzioni.
Senza questo scatto di orgoglio, difficilmente riusciremo a risalire la china, e sarebbe davvero suicida, da parte di tutte le forze politiche, a partire da quelle di maggioranza, continuare con la stessa politica e con le stesse scelte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Il programma della discussione di oggi prevede che le opposizioni presentino ordini del giorno che chiedono le dimissioni della Giunta, che il Presidente della Giunta e gli altri che interverranno prenderanno le distanze, ma sostanzialmente metteranno al primo posto la necessità di far continuare la macchina regionale: voteremo quindi ordini del giorno dell'opposizione che verranno respinti - così sembrerebbe guardando i numeri - in attesa di novità eventuali delle prossime settimane.
E' un percorso cui abbiamo già assistito in altre Regioni e in numerosi Comuni del nostro Paese, dove la situazione di dissoluzione della gran parte delle forze politiche e dei partiti è più "avanti" di quella della nostra Regione e dei Comuni piemontesi. Per parte mia, cercherò - lo dico molto sinceramente - di uscire da uno spartito di cui già conosco le musiche finali.
I problemi che pongo sono sostanzialmente i seguenti. Come parecchi Consiglieri di opposizione ho presentato negli ultimi due anni alcune decine di interrogazioni sulla sanità; sono più volte intervenuto protestando perché l'Assessore non rispondeva; ho attivato, come molti altri Verdi e amici di altri Gruppi, iniziative, Conferenze stampa. Le ultime alle quali ho partecipato sono state organizzate dai Verdi il 15 gennaio, proprio in Via Farinelli, dove abbiamo denunciato la vergogna dell'enorme palazzo di cinque piani costruito per ospitare 350/400 posti letto, mai utilizzati! Qualche giorno fa ho partecipato, con una delegazione di Verdi di varie realtà, ad un incontro con il dottor Galanzino, Commissario straordinario dell'USSL n. 34, della quale fa parte l'Ospedale San Luigi, il quale, casualmente, nella notte precedente all'incontro aveva subito un attentato alla propria abitazione.
Desidero anche ricordare l'intervento che feci nelle tre o quattro occasioni in cui le opposizioni richiesero le dimissioni dell'Assessore. In quell'intervento, che rifaccio oggi con più convinzione, sostenevo che se anche l'Assessore Maccari fosse stato il migliore Assessore alla sanità, di fronte al quadro della situazione della sanità in Piemonte, e ancor più oggi, per prima cosa si sarebbe dimesso (non so poi perché l'Assessore nella settimana successiva, fermandomi nei corridoi e invitandomi a un pranzo cui non ho partecipato, mi disse che avevo fatto un intervento particolarmente velenoso nei suoi confronti).
Ripropongo i termini di quell'intervento: è compito della Magistratura verificare le eventuali responsabilità dell'Assessore Maccari; è compito invece, a mio parere, di questo Consiglio regionale fare scelte concrete affinché la sanità piemontese esca da una situazione di governo nella quale, per anni, sono prevalsi soltanto interessi particolari privati quindi non pubblici, oltre che non coerenti con le nostre leggi. Interessi privati e particolari che non coincidevano, anzi, si scontravano con gli interessi dei cittadini, che hanno pagato in due modi questo disastro della sanità. Primo: pagando tasse usate prevalentemente, come sappiamo, nel settore della sanità e dintorni; secondo: pagando una seconda volta perch i servizi mancavano o non funzionavano o erano costruiti per poi non farli funzionare.
Prima delle dimissioni della Giunta chiedo alla maggioranza di fare il tentativo di invertire la rotta. Avanzo qualche proposta. La prima è la seguente. Io ritengo inaccettabile, tranne che per un brevissimo periodo di emergenza, che il Presidente della Giunta gestisca ad interim l'Assessorato alla sanità, per sè struttura enorme, di grande complessità, che richiede la gestione di una persona possibilmente capace. Quindi, la prima richiesta è che la Giunta sostituisca l'Assessore Maccari con un nuovo Assessore, che riconverta quanto da riconvertire nel settore della sanità. Se la Giunta non è in grado di trovare tale persona, interna o esterna alla Giunta probabilmente sarebbe utile e necessario che la stessa si dimettesse. Ma la prima cosa da fare è che la sanità, che oggi assorbe circa 7.000 miliardi all'anno del bilancio della Regione, cominci a essere governata negli interessi dei cittadini e non rispetto ad interessi privati.
Ma quella della sanità non è il solo settore che presenta problemi.
Chiedo quindi alla maggioranza di affrontare fino in fondo alcuni nodi significativi. Non faccio né il poliziotto né il Magistrato, ma ritengo che in alcuni Assessorati vi siano strutture interne che vanno rinnovate persone che vanno spostate altrove per aver, nel corso degli anni costruito legami volontari o involontari di connivenza con interessi diversi da quelli pubblici. Mi riferisco in particolare ad alcuni degli Assessorati, quelli più legati alle tematiche del territorio e dell'ambiente.
Non sono in grado di dire quanto siano marcite certe situazioni; ma una cosa è certa: è utile, necessario ed urgente un rinnovamento interno al funzionamento dell'insieme della macchina regionale, soprattutto nei posti delicati dove si entra spesso in conflitto con interessi di comunità locali e di cittadini.
Altra questione che pongo alla Giunta è quella relativa ai lavori svolti fino ad oggi dalla Commissione d'inchiesta sulla sanità. Tale Commissione, dopo sei mesi di difficile avvio, ha iniziato numerose e frequenti audizioni con amministratori o Commissari straordinari delle UU.SS.SS.LL. Ho già detto in altre occasioni che il peggior nemico e il più prepotente oppositore di questa Giunta non avrebbe mai immaginato il quadro della sanità piemontese emerso dalle audizioni dei Commissari amministratori straordinari è emerso. Credo che la Commissione, il suo Presidente, i suoi membri e il Consiglio debbano decidere l'uso di tali audizioni. Personalmente ritengo sia ora di completarle rapidamente, di renderne pubblici i contenuti non solo e non tanto per le conseguenze eventuali di ordine giuridico penale, ma per quel quadro desolante di disastro del funzionamento della sanità, che ha permesso lo spadroneggiamento di qualunque interesse privato. Da questo sfascio è nato il disastro della sanità rispetto ai cittadini, perché il vero problema non è soltanto che "chi ha sbagliato paghi". Il problema è che la salute dei cittadini piemontesi sia difesa perlomeno relativamente a quanto loro pagando, contribuiscono.
Propongo quindi che rapidamente si decida di rendere pubblici i risultati delle audizioni della Commissione d'inchiesta sulla sanità.
L'altra proposta riguarda la Commissione d'inchiesta sulle opere pubbliche; Commissione estremamente complessa, rispetto alla quale chiedo che la Giunta garantisca - possibilmente non con i tempi lunghi di quella sulla sanità - gli strumenti necessari per renderla operativa e conseguentemente produttiva.
Voglio entrare nel merito di quella che mi sembra la questione politica che dovremo affrontare nel prossimo futuro, a cui il Presidente della Giunta ha fatto qualche accenno. Il Presidente Brizio ha detto: "la prima cosa che dobbiamo fare è garantire il funzionamento, la continuità della macchina regionale; ci sono gli incontri delle Regioni; sappiamo che il problema dell'occupazione, o meglio della disoccupazione è crescente sappiamo che ci sono 50.000 miliardi sui quali con procedure d'urgenza e d'emergenza si vogliono decidere le forme e le direzioni rispetto alle quali spendere". Ebbene, questo è problema politico: non si può da una parte lasciare che la barca vada alla deriva non colpendo i responsabili e non modificando le strutture di funzionamento, e dall'altra appellarsi alle urgenze e alle emergenze per utilizzare quel poco o tanto di risorse che il Governo ha spremuto ai cittadini italiani nell'ultimo anno! La questione urgente ed emergente è quella della riforma della legislazione regionale e nazionale relativa alle opere pubbliche e agli appalti! Questa è la questione rispetto alla quale questa Giunta deve darsi dà un minimo di legittimità di essere in grado di superare quelli che si ritengono degli infortuni o comunque delle difficoltà personali di questo o quel membro, che con calma verranno chiarite dalla Magistratura.
Ebbene, la questione dei 50.000 miliardi, il modo di utilizzarli e le procedure con cui si sta decidendo di avviarsi verso nuove grandi avventure (una è quella dell'Alta Velocità, un'altra è l'elettrodotto della Valle di Susa richiesto dall'ENEL) rappresentano il modo attraverso il quale, a mio parere, si cambia strada.
Se questa Giunta, oltre a difendere se stessa dalle richieste di rassegnare le dimissioni, non lancerà alcun segnale in questa direzione ritengo che malgrado le difficoltà di un eventuale ricambio (oggettivamente, il Consiglio regionale, nel suo insieme, non rappresenta più gli elettori e i cittadini piemontesi, è evidente: può piacere o meno sia alla maggioranza che all'opposizione esistenti, ma oggettivamente è così), se nessun segnale di sostanza dovesse pervenire - per cui, terminato lo scontro nella giornata di oggi si ricomincia esattamente come ieri, in attesa dei giornali del giorno dopo - credo davvero che la Giunta si candiderebbe al proprio urgente superamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Sono rimasto sorpreso e perplesso sia della comunicazione del Presidente e sia, soprattutto, del documento presentato dalla maggioranza.
Dirsi sorpresi per quanto accaduto ieri credo sia dichiarazione in malafede da parte del Presidente: come è possibile dichiararsi sorpresi quando erano note a tutti i Consiglieri le indagini della Magistratura (non solo, tra l'altro, sull'Assessorato alla sanità, ma su altri Assessorati?) Allora, onde evitare che fra una settimana, 15 giorni o qualche mese il Presidente venga nuovamente qui a esternare la sua sorpresa magari per l'arresto di qualche altro Assessore, sarà opportuno ribadire quali sono gli Assessorati sotto inchiesta o comunque che stanno ricevendo delle visite da parte della Magistratura: l'Assessorato all'agricoltura l'Assessorato all'edilizia popolare, l'Assessorato ai trasporti l'Assessorato all'ambiente! Ci sono esposti alla Magistratura su fatti e vicende direttamente gestite da questi Assessorati oppure di riflesso.
E' in questo senso che è in discussione la Giunta! Non è il problema dell'Assessorato alla sanità. E' inutile che ci riduciamo a discutere sulla "questione Maccari"! E' questione di Giunta, di questa maggioranza, che non rappresenta più la volontà popolare! La volontà popolare, se si andasse oggi alle elezioni, sappiamo tutti qual è, nessuno può nascondersi dietro all'evidenza dei fatti: non sarebbe più questa maggioranza a gestire la Regione! Di fronte a procedimenti giudiziari, di fronte a una situazione di crisi effettiva delle istituzioni, atteggiamenti, dichiarazioni comunicazioni di questo genere e documenti come quello presentato dalla maggioranza non sono altro che il segnale dell'arroganza del potere! A parte la malafede, perché quando si dichiarano certe cose si nasconde la testa nella sabbia, non si vuole affrontare la realtà.
E' estremamente importante capire dove la Giunta e la maggioranza vogliano arrivare. Bisogna rivedere soprattutto la partita delle grandi opere pubbliche, cui già il collega Marino ha accennato. Vista la situazione che abbiamo di fronte non comprendo la necessità di andare avanti sul progetto dell'Alta Velocità, progetto che, abbiamo visto, non è voluto dalla gente! L'Alta Velocità non è necessaria! Andare avanti su queste grandi opere pubbliche lascia aperti dei sospetti. D'altronde, nella situazione in cui siamo ogni sospetto è legittimo.
L'attuale maggioranza non rappresenta più la maggioranza; personalmente ho sottoscritto la mozione di sfiducia nei confronti della Giunta. E' anche certo, però, che oggi difficilmente si possono trovare alternative di governo.
Un minimo di pudore politico dovrebbe però portare a cambiare almeno gli uomini che gestiscono la Regione; penso che la necessità di un rimpasto, di un cambiamento all'interno della maggioranza sia estremamente necessario. Non credo in altre Giunte, in altre maggioranze; molto probabilmente il documento del PDS è un tentativo di salire sul carro l'ultimo tentativo, molto probabilmente, visto che anche il PDS non sembra così legittimato dall'elettorato o, comunque, non con i numeri attualmente presenti in Consiglio.
La maggioranza deve riflettere sull'attuale situazione e non arroccarsi su posizioni che non fanno altro che far ulteriormente perdere credibilità alla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente della Giunta, ci saremmo aspettati, senza neppur bisogno di un nostro ordine del giorno di richiesta di dimissioni della Giunta, anziché una debole comunicazione di espressione di doloroso stupore, delle spontanee dimissioni, in applicazione di una regola di carattere generale, secondo la quale quando il cassiere ruba o quando il cassiere è arrestato perché sospettato di avere rubato, il direttore della banca, se non viene trasferito in Sardegna "salta" anche se non è, neppure pallidamente, complice del furto...



CUCCO Vincenzo

Se ti sentono i sardi



MAJORINO Gaetano

...trasferito altrove, aliunde, o, comunque trasferito per punizione.
Comunque, se il cassiere ruba, il direttore "salta".
Ma c'è di più; un'altra regola, più apprezzabile, che si ricava dal nostro Statuto: "Il voto del Consiglio contrario ad una proposta della Giunta non ne comporta obbligatoriamente le dimissioni". Il che significa che i costituenti della Regione hanno previsto che una semplice proposta può comportare le dimissioni, ma non necessariamente. E noi, proporremo quanto prima una modifica dello Statuto che dica: "Allorquando un Assessore inquisito subisca l'arresto, la Giunta obbligatoriamente si deve dimettere".
Atto doveroso, a nostro avviso, nel caso del provvedimento restrittivo preso nei confronti dell'Assessore Maccari, verso l'esterno, verso l'opinione pubblica, che pur conta soprattutto in questo momento, in cui regnando tangentopoli, è - usando un eufemismo - disorientata nei confronti delle istituzioni: le dimissioni avrebbero tranquillizzato l'opinione pubblica e sarebbero servite a dare fiducia qualora le stesse fossero state motivate con le seguenti considerazioni.
"Ebbene sì: c'era un Assessore superchiacchierato - questo è incontestabile - da diversi mesi; i suoi comportamenti hanno etichettato la sanità, trasformandola presso l'opinione pubblica e i mass media in 'malsanità'". Da mesi, infatti, veniva scritto che in Piemonte non si poteva parlare di sanità, ma piuttosto di malsanità. E poi, si sarebbe dovuto aggiungere, con una certa umiltà: "Ci dimettiamo perché l'Assessore alla sanità ha avuto come interlocutore in materia di appalti ospedalieri la Protecne dell'architetto Savoino, la quale da diversi mesi è nell'occhio del ciclone, ed il cui titolare, com'è noto, è già uscito e tornato un paio di volte dalle patrie galere".
Altra motivazione delle dimissioni, sempre per tranquillizzare l'opinione pubblica - il che non è cosa di poco conto avrebbe dovuto essere un'altra considerazione: "Anche noi ci sentiamo, sia pure incolpevolmente responsabili". "Incolpevolmente": vede come sono generoso, Presidente della Giunta... Quando e tanto più che nel settembre 1992 - un episodio vale per tutti - su proposta dell'Assessore Maccari, ma con provvedimento collegiale di Giunta, viene assegnato un incarico a contenuto edilizio alla Protecne dell'architetto Savoino, incarico sospeso nell'ottobre successivo direi responsabilmente - poiché l'architetto Savoino finisce in galera nel dicembre 1992, però, uscito di galera, gli viene riaffidato l'incarico.
Tutto come se queste andate/ritorno nelle patrie galere fossero cose di secondaria importanza.
Ci sarebbe quindi potuta essere, con una certa umiltà, una motivazione con questa sorta di atto di pentimento, e si sarebbe dovuto concludere: "Ci dimettiamo, perché riconosciamo di essere stati imprudenti per aver tenuto e mantenuto nella nostra compagine governativa questo Assessore che indipendentemente dall'evento di ieri, ha tenuto questi comportamenti trasformando la sanità in malsanità". E questo quantunque la malsanità non fosse un qualcosa di non noto alla Giunta; c'erano miriadi di interrogazioni, di interpellanze, di ordini del giorno, che chiedevano la revoca delle deleghe all'Assessore, provenienti da tutti i Gruppi di opposizione, non certo ultimo il nostro Gruppo (come numero e consistenza di interrogazioni e interpellanze non è stato certamente l'ultimo).
Ci troviamo invece di fronte ad una dichiarazione estremamente debole non si ha il coraggio politico di uscire dai propri banchi mediante dimissioni, si considera l'"episodio Maccari" una disavventura giudiziaria quasi - questo il senso se non le parole testuali un incidente di percorso in ordine al quale bisognerà aspettare, "per considerarlo e valutarlo" come ha detto a supporto della comunicazione del Presidente Brizio uno dei sostenitori della maggioranza che risponde al nome di Rossa. Frattanto - si è detto - per tamponare in via d'urgenza sarà sufficiente un'assunzione ad interim da parte del Presidente della Giunta regionale.
Mi consenta, Presidente - non certo sottovalutando la sua capacità politica - ma una sua assunzione ad interim, se dovesse perdurare nel tempo, significherà l'affossamento della sanità. Lei non ha il dono dell'ubiquità: non più tardi di ieri, nella Conferenza dei Capigruppo ci diceva delle sue oggettive e presumibili impossibilità, nelle prossime settimane, ad assistere alle sedute del Consiglio, poiché oltreché essere Presidente della Giunta regionale è componente della famosa Conferenza Stato-Regioni. Non so come un "interimato" potrà perdurare, da oggi in avanti, se si trascinerà nel tempo - com'è verosimile - se le posizioni della Giunta rimarranno quelle di non demordere, di non sciogliersi, di non azzerarsi.
Di fronte all'arroccamento della Giunta sui propri banchi, come se quanto accaduto fosse un mero incidente di percorso, va detto senza mezzi termini che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio favoreggiamento in senso politico del comportamento e degli atti dell'Assessore Maccari. La solidarietà in senso politico verso l'Assessore e la copertura, pur sempre in senso politico - ma sono fatti altrettanto gravi sia la copertura, sia il favoreggiamento e sia la solidarietà delle sue malefatte, o se si vuole essere generosi, delle malefatte presunte che nei confronti dell'opinione pubblica, in pieno regime di tangentopoli, significano discredito nei confronti delle istituzioni.
Quindi, per le ragioni esposte più dettagliatamente dal collega Consigliere Zacchera, per questo arroccamento ai banchi della Giunta nonostante le considerazioni svolte - e per il sostanziale favoreggiamento in senso politico, verso l'Assessore Maccari, noi ci sentiamo ancora più irrobustiti non solo a sostenere il nostro ordine del giorno, ma anche a sostenere la mozione di sfiducia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor presidente, colleghi Consiglieri, in sostanza il Presidente della Giunta ha detto "Un arresto non conta, continuiamo a lavorare". In pratica un ragionamento di questo genere presuppone che l'arresto dell'Assessore Maccari si configuri come un'ipotetica "mela marcia" in un cesto sano. Ma è proprio così? Vedete il 28 luglio 1992, insieme al collega Maggiorotti, presentai un'interpellanza sull'Ospedale di Asti. A questa interpellanza non è ancora stata data risposta, la risposta è venuta dalla Magistratura.
Il 28 di luglio chiedevamo all'Assessore e al Presidente Brizio, come mai nel giro di cinque giorni - perché ad Asti ci sono stati altri appalti nella città di Asti sono stati decisi appalti per 271 miliardi di lire come mai era stata affidato l'incarico alla Protecne e all'architetto Savoino e inoltre chiedevamo come mai su tale incarico si erano espressi negativamente il coordinatore amministrativo e il coordinatore sanitario.
Chiedevamo ancora se tra le persone nominate ad amministrare, a vario titolo l'USSL di Asti, ci fossero persone "con incarichi" - leggo l'interpellanza - "di rilievo nelle gerarchie di comando delle Segreterie provinciali, regionali e nazionali di partito".
Vedete, l'opposizione collabora all'azione di governo. Si trattava di un'interpellanza pesante ed evidenziava che l'eventuale presenza di apparati di partito all'interno di quella vicenda direttamente o indirettamente preoccupava.
Voi, avete letto questa interpellanza - insieme ad altre quattro inerenti il Teatro Alfieri di Asti, il depuratore di Asti e altre e l'avete lasciata dormire, perché era l'opposizione che parlava.
Abbiamo inoltre presentato un'interpellanza sull'Ospedale di Verbania sono passati sei mesi, ho dovuto andare dall'Assessore Maccari per più di un mese per chiedere il motivo del ritardo, poi mi sono recato dal Presidente Brizio, e dopo una ventina di giorni Maccari finalmente ha risposto. Dopo venti giorni, almeno in quel caso, vi siete decisi a non pagare i tre miliardi e duecento milioni - deliberati all'unanimità a bloccare il finanziamento e a nominare una Commissione di inchiesta.
L'arresto dell'Assessore Maccari - e tanti altri che sono avvenuti pare che derivino dal fatto che qualcuno si è deciso a parlare e che abbia parlato molto, e che non tutto quello che ha detto sia stato portato alle logiche conseguenze.
La comunicazione del Presidente della Giunta Brizio fa presupporre che si tratti di una "mela marcia", e che, visto che mele marce ve ne sono dappertutto, si può continuare a lavorare. Ipotesi questa molto, molto discutibile.
Non penso, purtroppo, che ci troviamo in questa situazione, ma allora caro Presidente Brizio e cara maggioranza tutta, volete dirci per favore qual è il tasso di procedimenti di custodia cautelare e il tasso di avvisi di garanzia e di perquisizione della Magistratura oltre il quale ritenete giunto il momento di andarvene? Perché se un arresto non è sufficiente, un arresto e un avviso di garanzia sono sufficienti? Cioè qual è la situazione che vi può coivolgere direttamente oltre la quale voi dite, beh, arrivati a questo punto forse è bene dichiararsi dimissionari. C'è questo numero? Se c'è fatelo.
Vedo con incredulità quello che è avvenuto. Tante volte mi sono chiesto, guardando altre Regioni, per esempio in Regione Lombardia, come fosse possibile tutto ciò, forse anche la maggioranza deve aver riflettuto in questo senso. Come è possibile che Assessori, componenti rilevanti di Giunte vengano arrestati, eppure è successo anche da noi, non è vero che non poteva succedere.
Pertanto in questa situazione, senza attendere ulteriori soglie Presidente Brizio, ma in virtù dell'ambiente corruttivo all'interno del quale si situa un arresto, non casuale, penso dobbiate pronunciarvi.
Siamo in presenza di una trama corruttiva che nasce dai Gruppi dirigenti di partiti al Governo; partiti di varie colorazioni politiche che pare vengano inquisiti in ragione proporzionale ai posti di governo occupati: più si hanno posti di governo più si hanno avvisi di garanzia e procedimenti cautelari. Inoltre pare che tale situazione tocchi tutti coloro che governano, e non solo chi governa di più. Ho l'impressione che la trama sia veramente fitta e che di fronte ad una situazione di questo genere la malattia non possa essere curata nel reparto medicina, o con cure omeopatiche - come mi sembra intenda fare il Presidente Brizio. Qui occorre un reparto di chirurgia che infatti, la Magistratura ha già messo in pratica, pare su confessioni di inquisiti. Il bisturi della Magistratura sono le misure cautelare e altre misure minori.
Propongo a tutta la maggioranza di rendersi conto che far finta di trovarsi di fronte ad un episodio scollegato sia un grave errore e che dobbiate assumervi la responsabilità di avviare cure chirurgiche che iniziano, nel mondo della politica, con l'interruzione di prassi e metodi di governo fin qui condotti. Iniziano cambiando radicalmente il cammino azzerando la situazione del governo che fin qui ha lavorato, e ponendo la questione di come proseguire la vita di questo Consiglio regionale l'azzeramento della Giunta è la condizione preliminare per consentire una riflessione sul da farsi.
Dico subito che piuttosto di continuare così, Presidente Brizio, con tutte le riserve che si possono avere, meglio andare tutti a casa.
Piuttosto che continuare così, con questo stillicidio di provvedimenti unilaterali della Magistratura, senza poter riconoscere in un atto proprio nostro, autonomo che si cambia, che si azzera il governo; se non si fa così, allora è meglio che ce ne andiamo tutti a casa. Almeno si otterrà un risultato: si riequilibrano le forze rappresentate in questo Piemonte da questo Consiglio regionale. Non è la migliore delle soluzioni possibili, ma non è la peggiore, e non è la più pericolosa. Tutti a casa, allora. Ma non è nemmeno l'unica. Ma perché così non sia, si esige un azzeramento di questa situazione.
Concludo dicendo solo una cosa: le inchieste della Magistratura sono pesanti, ma di per sè conterebbero ancora relativamente se non ci fosse anche la storia del vostro Governo, Presidente Brizio, la storia di questi due anni e mezzo. Una storia che in parte, per come la leggo - ed è una lettura di parte - è una storia di gravi inadempienze e gravi omissioni. Le inadempienze le conoscete meglio voi che governate: è una Regione che non adempie ai compiti fondamentali di programmazione; non attiva gli strumenti per la quale è nata; non c'è il Piano di sviluppo aggiornato; non c'è il Piano regionale dei trasporti che l'Assessore Panella chissà dove tiene non ci sono i Piani territoriali di coordinamento con valenza paesistica che l'Assessore Nerviani tiene chiusi in un cassetto; non c'è la banca dati appalti, bella o brutta che essa possa essere in base alla legge n. 18; non ci sono i Piani socio-sanitari.
Non ci sono tante cose, e queste carenze rendono la Regione debole nei confronti degli amministrati e nei confronti del Governo centrale. C'è anche una situazione di malgoverno alla quale si è aggiunta l'indagine della Magistratura e l'arresto, ultimo atto, di un Assessore. Questo conglomerato di problemi, Presidente Brizio, l'una cosa e l'altra l'insoddisfazione che so anche molti di voi hanno per il lavoro svolto da questa Giunta, dovrebbe indurvi - ripeto, per l'una e l'altra ragione - ad azzerare il vostro governo.
Alcuni inquisiti hanno parlato. Mi è venuta in mente in questi giorni la vicenda che sollevai nel luglio dell'anno scorso relativamente alle aree site in Torino ai confini con Borgaro. Vi ricordate l'intervento che feci? Sono aree che oggi, da qual che leggo sui giornali, pare siano addirittura interessate al "pacchetto corruttivo" legato alla rinuncia da parte di un'impresa all'Ospedale di Asti. Sono aree, Presidente Brizio, per le quali si dice che il Piano regolatore di Torino preveda condizioni particolari di valorizzazione in ordine all'edificabilità delle aree stesse. Qul Piano regolatore per il quale la Regione Piemonte, la tua Giunta, Brizio, e il tuo Assessore, Carletto, ha predisposto una modifica legislativa che a suo tempo preoccupò molto il sottoscritto.
Ricordo che, durante l'esame della modifica alla legge urbanistica iniziai un intervento sull'art. 13, dicendo che quello era l'articolo che modificava la legge urbanistica come richiesto dal Comune di Torino, e che il Comune di Torino lo richiedeva per consentire di fare certe operazioni immobiliari. Lanciai niente meno che un allarme dal punto di vista della correttezza istituzionale: mi sembrava improprio legiferare a favore di un soggetto, di un solo Comune del Piemonte.
Quell'intreccio oggi è un intreccio che vedo collegato ad operazioni immobiliari che si pensava di fare a Torino, operazioni immobiliari che guarda caso - arriveranno fra qualche giorno sul vostro tavolo di lavoro e sul quale dovrete pronunciarvi. Si tratta di operazioni immobiliari sulle quali l'Assessore Carletto ha già detto: "Mah, nel caso arrivasse il Piano regolatore...", cioè nel caso Malpica assumesse la decisione incomprensibile di fare quello che non dovrebbe fare, cioè approvare il Piano regolatore, l'Assessore Carletto ha detto "In quel caso le mettiamo da parte"; non ha però detto cosa avrebbe fatto nel caso in cui invece il Piano regolatore non arrivi: ha lasciato aperta la possibilità di andare avanti. Sono cose che mi fanno un po' spavento.
Per questi motivi - l'ordine del giorno lo illustrerò poi brevemente chiedo questo atto, non più autonomo perché il gesto autonomo purtroppo è mancato, ma questo atto di azzeramento come atto preliminare al risanamento politico della vita di questa nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Colleghe e colleghi, quelli che in questi giorni si verificano un po' in tutta Italia, e che ieri hanno colpito in modo particolare anche il nostro Consiglio regionale, ci sembrano francamente episodi della cronaca di un arresto annunciato. Dunque, almeno noi, non abbiamo accolto quello che ieri ha toccato l'Assessore piemontese alla sanità con particolare sorpresa. Lo abbiamo appreso con dispiacere e profonda amarezza, in un momento in cui la sanità pubblica è colpevolmente allo sfascio. Mentre la gente è costretta ad umiliarsi in lunghe code lungo le strade, apprendiamo che il deficit del sistema sanitario ha probabilmente delle responsabilità ben precise.
Con sorpresa abbiamo invece ascoltato la laconica comunicazione del Presidente della Giunta che, se non andiamo errati, ha spesso invocato in quest'aula la solidale responsabilità della Giunta, anche rispetto all'operato dei suoi Assessori, e di quello alla sanità in particolare. Se così era ed è, perché allora oggi si scindono le responsabilità? "Mani pulite" sta colpendo dunque anche Torino e il Piemonte; di fronte ad episodi che si ripetono ormai a ritmi scadenzati, sale in noi, da una parte, un profondo senso di giustizia, ma anche la preoccupazione nel constatare episodi la cui gravità non immaginavamo.
Ci auguriamo che al più presto gli innocenti possano avere giustizia della propria innocenza, ma anche che i colpevoli paghino per le proprie colpe, senza colpi di spugna, senza scorciatoie, senza sconti. Richiamarsi come si è fatto in queste settimane, alla correità di un sistema non ci sembra né corretto né accettabile. Il sistema è fatto di uomini e gli uomini possono e debbono dire di no ad un sistema che suggerisce, magari impone o pretende, delle illegalità.
Quando poi si è chiamati a svolgere il ruolo di pubblici amministratori, di fronte a questi episodi, a queste pretese, non solo non si deve piegare la testa, ma si ha il dovere di dire no con forza denunciando all'opinione pubblica le degenerazioni del sistema e investendo le autorità competenti delle opportune misure da mettere in atto per fermare il decorso di questa vera e propria cancrena. Vige invece da anni una sorta di omertà e la reciproca copertura è diventata l'atteggiamento complice di un'intera classe politica che oggi non può, a nostro giudizio legittimamente rappresentare il Paese; rischia anzi di amplificare con i suoi comportamenti illegittimi e impuniti modelli di arroganza del potere che rischiano di trasferirsi ad altre categorie di cittadini.
Purtroppo, il sistema che Tangentopoli ha portato alla luce del sole appartiene, oggi, non solo più alla classe politica o a quella imprenditrice, ma si è purtroppo già radicata in altri corpi e in altri campi dell'agire umano della nostra società.
Solo una giustizia severa, senza tentennamenti, può dare l'esempio di una radicale inversione di rotta, segnando una svolta di 360 gradi nei rapporti sociali, politici ed economici del Paese.
Temiamo fortemente che l'episodio di cui oggi discutiamo non sia che il primo di una lunga serie di comportamenti che potranno venire alla luce se si saprà e si vorrà scavare in altri settori. Gli stessi che in altre Regioni, in queste settimane e in questi mesi, hanno evidenziato analoghi comportamenti disinvolti, al limite dell'illegale, e che evidenziano come la classe politica imprenditoriale, responsabile di questa situazione, sia completamente delegittimata e per questo deve rendersi conto di non essere più nelle condizioni di governare questo Paese.
Riteniamo quindi non si possa che aprire una nuova fase politica costituente con immediate elezioni politiche anticipate secondo le attuali regole elettorali e, di fronte al coinvolgimento della Regione nelle dinamiche che hanno colpito il resto del Paese, riteniamo che analoga richiesta debba essere svolta con forza dall'Amministrazione regionale.
Solo così avremo istituzioni investite dell'autorità di agire nella società, aprendo un processo di trasformazione radicale capace di allargare la democrazia sulla base dei diritti sociali, della solidarietà, della pace e dell'ambiente.
Una diversa politica ha bisogno di nuovi protagonisti. E, certo, la storia di questi giorni ha dimostrato che nessuno dei vecchi protagonisti della politica ha le carte in regola per proporsi in questo ruolo riteniamo che anche la Giunta difficilmente sia nelle condizioni di rovesciare una situazione incancrenita, solo con il cambio di un Assessore quand'anche esterno.
Nel proporre insieme ad altri Gruppi di opposizione la mozione di sfiducia nei confronti della Giunta regionale, non possiamo che sottolineare il fatto che i recenti episodi evidenziano come anche nella nostra Regione siano esistite, e forse esistono ancora, intese sospette tra partiti di governo e imprese destinatarie di appalti pubblici. Per questo insieme alle dimissioni dell'esecutivo regionale, chiediamo venga fatta luce, con l'attività di una Commissione di inchiesta, sull'intero sistema degli appalti, delle progettazioni, delle consulenze che vedono coinvolta la Regione. Abbiamo il forte sospetto - e vorremmo in verità, colleghi, non doverlo avere - che ci sia ancora qualcosa di poco piacevole da scoprire.
Guai a noi se non avessimo la forza di andare fino in fondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Partecipo anch'io a questa messinscena del gioco delle parti, tentando di non giocare il ruolo più banale fra gli attori che vi hanno partecipato ho l'impressione, infatti, che al di là della recita cui assistiamo non si andrà. Se i giornali domani dovessero scrivere come resoconto di questa seduta: "Le opposizioni chiedono le dimissioni; la maggioranza le respinge il Consiglio è stato chiuso alle 17,35", secondo me sarebbe già più che sufficiente; se riusciamo a produrre soltanto questo livello di dibattito e di interventi, il Consiglio potrebbe tranquillamente chiudere alle 17,35! Provo allora a dividere le questioni. Intanto, ci sono quelle inerenti alle responsabilità individuali. Voglio essere molto chiaro; l'Assessore Maccari sarà responsabile, alla fine dell'iter giudiziario, delle sue attività. Personalmente, sono un garantista, non per scherzo, e di certo non smetto di esserlo ora; non è accettabile che quando va in galera un socialista si dica "finalmente sono andati in galera i socialisti". Le regole valgono per tutti, anche per coloro che, informati del fatto che un deputato piemontese ha ricevuto un avviso di garanzia, saltellano nei corridoi dicendo "finalmente han beccato anche quello!"; valgono per Maccari, varranno per tutti gli altri attori di questa vicenda. Allo stesso modo non posso non dichiarare il mio fortissimo imbarazzo per i metodi che la Magistratura sta utilizzando per obbligare questi personaggi a parlare! In altri tempi, tenere segregate le persone per dieci giorni, senza contatti con l'esterno, si sarebbe chiamato in altro modo! In altro modo! Oggi tutto è permesso; tutto è permesso per amore della verità. Amore della verità che nutriamo tutti; le garanzie, però, occorrono proprio in queste fasi, le più delicate per il nostro sistema, non in altre! Non è accettabile qualsiasi metodo, purché si faccia pulizia! Le regole valgono proprio in questi momenti! Vi sono poi le responsabilità politiche. Presidente, nell'ottobre dello scorso anno, in un battibaleno, senza colpo ferire e senza alcuna spiegazione, è stato sostituito il responsabile del Settore strutture e gestione sanitaria dell'Assessorato alla sanità, dottor Angelo Vivinetto che è stato spostato in altro servizio; così è successo poco dopo al segretario particolare dell'Assessore Maccari, scomparso e tornato a svolgere il proprio mestiere. Il dottor Vivinetto è stato spostato alla Programmazione, che, guarda caso, era scoperta, ma era scoperta da un bel pezzo! Cosa c'è dietro questa vicenda? E io non faccio dietrologia, faccio domande: perché venne spostato il funzionario al quale facevano riferimento tutti i progetti di edilizia sanitaria? Tutti! Compresi quelli, affossati per la psichiatria, tenuti nel cassetto fermi per mesi! L'avviso di garanzia arriva all'Assessore; ben venga: se ha delle responsabilità è bene che paghi, ma le strutture della nostra Regione hanno un ruolo nelle vicende dell'attività politica. E il Presidente non si deve e non si può collocare a difesa della struttura regionale, deve collocarsi a difesa degli interessi dei cittadini e chiarire qualsiasi aspetto legato alla vicenda.
Le responsabilità individuali devono essere tutte accertate; spero che la Magistratura vada fino in fondo, senza rispettare intoccabili "totem e tabù" della politica piemontese. E qui passiamo alla questione più politica.
Sembra di essere alla recita del "Io l'avevo detto". Tutti alzano la mano per dire "io l'avevo detto, ho presentato quaranta interrogazioni settanta interpellanze, duecento ordini del giorno!". Certo, tutti i Gruppi hanno presentato interrogazioni e ordini del giorno su quanto stava accadendo nella sanità; se si passa dal piano delle responsabilità individuali, competenza della Magistratura, al piano delle responsabilità politiche, che sono di quest'aula, nessuno dei Gruppi che qui siedono tranne pochissime eccezioni, si può dirsi fuori dal sistema che ha prodotto quanto accaduto! Anche il MSI ha contato propri uomini nei Comitati dei Garanti delle UU.SS.SS.LL. e, prima ancora, nelle stesse UU.SS.SS.LL.! Anche il PDS! Anche la Lega, per un certo periodo - poi se n'è andata perché ha capito dove stava andando! Consigliere Zacchera, è questo il sistema che ha caratterizzato i nostri anni, quello della consociazione!



ZACCHERA Marco

Noi non ci siamo consociati!



CUCCO Vincenzo

Ti sei consociato esattamente come tutti gli altri, perché hai partecipato...



ZACCHERA Marco

No! No! Chiedo la parola per fatto personale!



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, non può ogni momento chiedere la parola per fatto personale, quindi si accomodi! Prosegua, Consigliere Cucco.



ZACCHERA Marco

Mi rifiuto! Il Consigliere Cucco non può dire che io sono consociato!



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, la prego di accomodarsi!



CUCCO Vincenzo

Il sistema della consociazione che ha colpito tutti i Gruppi qui presenti, tranne il mio e pochi altri, non può essere...



ZACCHERA Marco

Io non mi sono mai consociato con nessuno! Il Consigliere Cucco non pu dire il falso!



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, per cortesia, questa è un'opinione del Consigliere Cucco, può piacerle o non piacerle, ma per adesso si accomodi!



CUCCO Vincenzo

Il collega Zacchera deve andare a rileggersi le attività del Gruppo consiliare del MSI nella passata legislatura e verificare a quali nomine ha partecipato! Non chiedo autocritiche o confessioni né dalla maggioranza n dall'opposizione: questo è il sistema che abbiamo di fronte. Che si sia comunisti, che si sia cattolici, la torta è la stessa: speravo arrivassero indicazioni per uscire fuori da questo sistema. Non sono le autocritiche che servono! Non interessa che il PDS adesso sia contrito ed esca dall'USSL; non chiedo giustificazioni per il passato, ma chiedo a tutti i Gruppi di entrare nel merito delle questioni politiche e di porle all'o.d.g. del Consiglio! Certo, il PDS ha prodotto un documento che riforma la legge sulle nomine, datata circa un anno e mezzo fa, ma quello attuale non è prodotto di questa legislatura, è prodotto di almeno due passate legislature, se non, forse, di più. Se il nostro ruolo non è soltanto quello di coristi stonati attorno alla Magistratura, che - vorrei essere chiaro! - sta facendo il suo mestiere e auspico continui a farlo!, ma è un ruolo politico, bisogna entrare nello specifico delle questioni.
Mi permetto di dare due indicazioni: fra quanto di positivo il Governo Amato ha fatto in questo periodo, passato quasi nel dimenticatoio fra gli editorialisti dei giornali di questo periodo, c'è stata la sostituzione del Ministro Martelli con Giovanni Conso. Forse non tutti si sono resi conto che, per effetto della presenza del Presidente Scalfaro e del Presidente Amato, quella carica non è stata lottizzata: non è stata riassegnata al PSI automaticamente, ma è stato scelto un uomo le cui capacità e i cui meriti sono superiori e riconosciuti da tutti.
Questo è il metodo! Molto semplicemente, uscire fuori dalle logiche che ci hanno tutti coinvolti, che ci hanno tutti legati. Il prossimo Assessore alla sanità non deve essere di famiglia socialista solo perché il posto lasciato vacante è del clan dei socialisti presenti in quest'aula! Ci sono delimitazioni di tipo giuridico, ma le cose si possono anche studiare. Non dico che debba necessariamente essere un non socialista, ma in questo momento, fuori da quest'aula, la ripetizione del rito della copertura di quel nome con un altro della famiglia, del clan, del partito, avrebbe un senso di stantio, di vecchio! Presidente, mi dispiace, la ritengo personalmente all'altezza di questa e di altre situazioni di crisi, gliene voglio dare merito pubblicamente, ma le parole pronunciate oggi non sono all'altezza delle aspettative di quest'aula e della società piemontese! Non uso il termine "società civile" perché non ci credo, ma, certamente, la società piemontese si aspettava gesti concreti, atti concreti! Bisogna passare dalle parole ai fatti; gliene indico uno: il 14 ottobre dell'anno scorso, insieme al collega Marino ho presentato un ordine del giorno con il quale si chiede lo scorporo di una parte dell'Assessorato all'assistenza, l'assistenza vera e propria, e la sua unificazione ai settori di servizio dell'Assessorato alla sanità e la divisione delle competenze economico-finanziarie dello stesso. Di fatto, si tratta di dividere la struttura dell'Assessorato alla sanità in due tronconi diversi: uno che si occupa dei fondi, dei flussi economici e dei controlli sulla sanità, l'altro della gestione dei servizi assistenziali e sanitari. Non ha senso logico né senso comune che questi due Assessorati debbano lavorare in due palazzi diversi, con due Assessori diversi, quando le competenze sono molto simili.
L'ordine del giorno contiene una proposta banale, forse semplice, ma in direzione di una semplificazione e di una maggiore trasparenza dell'attività della Giunta. Anticipo alla Presidente del Consiglio che questo intervento è da interdersi come dichiarazione di voto: vorrei sentire se da parte del Presidente della Giunta, parte della maggioranza e dell'opposizione emergeranno ulteriori elementi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

La ringrazio, Presidente. Il mio intervento vuole riportare su binari di serenità quella discussione, poiché credo che quanto accaduto a carico dell'Assessore Maccari evidenzi non tanto o non soltanto responsabilità personali, ma soprattutto disfunzioni del sistema di governo che coinvolge ovviamente, l'intera Giunta e i Partiti che ne fanno parte.
Vorrei uscire dal coro dei colleghi di opposizione. Non ritengo che quanto detto dal Presidente Brizio sia espressione dell'arroganza del potere. Non ho ravveduto alcuna forma di arroganza; ho ravveduto piuttosto e mi ha preoccupato, un'espressione dell'istinto di sopravvivenza. Questa maggioranza vuole sopravvivere, vuole autosopravviversi; purtroppo l'istinto di sopravvivenza, spesso e volentieri, annebbia il raziocinio.
Questo è il mio grande timore: che per poter sopravvivere e poter mantenere l'attuale status questa Giunta non sia più in grado di programmare, di governare i fenomeni che stanno sconvolgendo la Regione.
Fenomeni pressanti che non possono e non debbono attendere che la situazione sedimenti! Ecco perché il mio Gruppo ha voluto aderire alla mozione del PDS. Il Piemonte non ha il tempo materiale per attendere che la situazione sedimenti, meno che mai il tempo di attendere che l'ingessatura provocata dall'iniziativa della Magistratura (non è la prima e non sarà sicuramente l'ultima) riesca a passare per conto proprio.
Il sistema non è più in grado di gestire, credo che non sia nemmeno più in grado di gestirsi. Mi consenta, Presidente, di invitarla, con molta pacatezza e serenità, ad esaminare la situazione dal punto di vista delle pressanti richieste che la popolazione piemontese, schiacciata dalla crisi economica e soprattutto dalla crisi occupazionale, ci sta rivolgendo come Ente.
Lo scioglimento della Giunta sarebbe un atto di responsabilità indipendentemente da quali potrebbero essere le soluzioni. La presa d'atto dell'impossibilità di procedere, sotto l'osservazione ormai pesante e il controllo ormai puntuale della Magistratura, sarebbe un atto di responsabilità e che, forse, potrebbe nobilitare un quarantennio che di nobile ha registrato ben poco da ascrivere a proprio merito.
La inviterei, quindi, ad esaminare con attenzione la possibilità di sciogliere la Giunta e di rimettere il mandato al Consiglio.



SEGRE ANNA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, il Gruppo del partito comunista e del Partito democratico della sinistra in questi anni ha contestato duramente la politica sanitaria della Regione Piemonte. Una politica senza indirizzi e un modo di procedere alla giornata che ha logorato l'organizzazione sanitaria regionale, ha impedito il dispiegamento delle enormi potenzialità esistenti, e che ha anticipato in certi casi una linea di controriforma, la cui massima espressione è il decreto delegato del governo di fine anno 1992.
I tagli hanno riguardato il livello dei servizi e delle prestazioni; i provvedimenti non hanno toccato gli sprechi, le irrazionalità, la disorganizzazione, la pratica della mazzetta. Mazzetta per partecipare all'appalto-concorso, mazzetta per vincere, mazzetta perfino per perdere acquisendo così maggiore potere contrattuale nelle gare successive.
Misure irrazionali e costose destinate ad aumentare la spesa sanitaria odiose perché colpiscono i cittadini malati, i più deboli, i più svantaggiati. La logica di questa politica è molto chiara: smantellare il Servizio sanitario nazionale, spartire una torta di 120/130 mila miliardi favorendo sfacciatamente i privati, senza regole e controllo, fino ad arrivare a due servizi sanitari: uno per i poveri e uno per i ricchi, come negli Stati Uniti d'America, proprio nel momento in cui negli USA si denuncia il fallimento di quel tipo di servizio sanitario.
Una logica chiara, naturalmente mascherata da pragmatismo e da finta modernità. Quale la modernità di un decreto che sottopone i cittadini a supplizi burocratici per ottenere bollini di esenzione dal ticket e autocertificazioni, che li costringe a liste d'attesa per interventi urgenti di cardiochirurgia, di urologia, di oculistica, che vanno da un anno a due anni? Contro questa politica abbiamo lottato e lotteremo; certo di questa politica Maccari è stato un protagonista, ma la responsabilità politica è di tutta la Giunta, di tutti i Gruppi di maggioranza. E' una responsabilità politica oggettiva; sarebbe sbagliato addossarla al solo Assessore.
Molte sono le Regioni che in queste settimane hanno sollevato dubbi sulla costituzionalità del decreto delegato; molte chiedono radicali modifiche della controriforma e persino partiti di maggioranza si propongono di apportare cambiamenti al decreto delegato governativo. Solo la Regione Piemonte sta a guardare, accetta in modo acritico e subalterno il provvedimento e si appresta stancamente ad applicarlo. Molte Regioni hanno sollevato - le ho detto, Presidente Brizio - dubbi sulla costituzionalità del decreto, solo la Regione Piemonte sta a guardare...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Noi non stiamo a guardare, anche noi abbiamo assunto un provvedimento anche noi abbiamo partecipato... Evidentemente, non conosci le delibere della Giunta...



CALLIGARO Germano

Per molti versi, con la politica della Regione Piemonte abbiamo anticipato i provvedimenti negativi del decreto delegato - questo l'ho detto con molta chiarezza e sono disposto a dimostrarlo; per fortuna, le forze progressiste si apprestano a condurre una grande battaglia referendaria per abrogare i provvedimenti governativi.
Come Gruppo abbiamo fatto un'opposizione politica chiara e netta abbiamo presentato analisi, critiche, proposte alternative; in quest'aula caro Presidente della Giunta, non c'è mai stato confronto: le critiche sono rimaste inascoltate e le proposte pregiudizialmente respinte. Una politica regionale di controriforma, di cui è responsabile la Giunta e i gruppi di maggioranza, non solo l'Assessore.
Una politica regionale per di più costellata di taluni punti poco chiari, altri oscuri, altri ancora inquietanti. Gli avvenimenti di questi giorni sono dunque ampiamente e da tempo annunciati; leggo sul giornale di oggi che si sarebbe raggiunto un accordo DC-PSI deciso a livello nazionale per spartirsi i miliardi destinati alla sanità. L'architetto Savoino ha elencato una serie di UU.SS.SS.LL. - Orbassano, Rivoli, Avigliana, Cuorgn Borgosesia, Verbania, e a Torino le UU.SS.SS.LL. IV/VI/VIII - in cui la nomina degli amministratori straordinari sarebbe stata pilotata in funzione di quell'intesa tra i partiti. L'accordo prevedeva la scelta di imprese amiche, la nomina di direttori dei lavori fidati, la divisione equa delle mazzette: metà per uno.
Attenti. A muovere queste accuse non è una persona qualsiasi: è uno che se ne intende; è l'eminenza grigia degli incarichi e degli appalti della sanità, degli incarichi e degli appalti dello IACP, degli incarichi ingegneristici e degli appalti in generale nella nostra Regione. "Asso pigliatutto" è stato definito.
Se le accuse ipotizzate venissero provate sarebbero terrificanti.
Ho letto di talune UU.SS.SS.LL. interessate all'accordo: tutte UU.SS.SS.LL. che avevano incaricato la Protecne di fare studi di fattibilità per opere ospedaliere, sanitarie e residenziali previste dall'ex art. 20 della legge finanziaria del 1988. Vi ricordate? Voglio rammentarvelo: 30 mila miliardi nel decennio; la prima tranche, triennale 1989/1991 di 10 mila miliardi; al Piemonte, assegnate risorse per 2.000 miliardi nel decennio, di cui 640 nel primo triennio. Sappiamo che queste risorse sono state promesse, ma non trasferite, a tutt'oggi ritardate bloccate; ma prima ancora che venissero trasferite alla Regione su di esse si svolgeva il mercato della spartizione.
Abbiamo presentato innumerevoli interpellanze, interventi critici, fino alle ripetute richieste di dimissioni dell'Assessore. Voglio fare pochi esempi. Gli oscuri ed inquietanti rapporti tra l'Assessore e Protecne li abbiamo sollevati due anni fa e in quest'aula l'Assessore difese Protecne.
Ricordo ancora, quasi testualmente, la sua risposta: "Protecne vince perch è più competitiva; voi volete fare chiarezza, ma sarebbe come fare chiarezza sulla posizione di monopolio che occupa la FIAT in Italia nella produzione automobilistica: sarebbe assurdo". Dovevamo semplicemente prendere atto che era la più competitiva.
Evidentemente l'Assessore, e glielo abbiamo ricordato, non ci aveva capiti; noi avevamo la nettissima impressione che il mercato fosse protetto, che fosse riservato a Protecne - l'esatto contrario della libera concorrenza, quindi - che Protecne avesse assunto una posizione di monopolio, di schiacciante dominio, che avrebbe dovuto preoccupare l'intera la Giunta e tutto il Consiglio.
Parlammo allora di complicità politica oggettiva dell'Assessore. Ora vi chiediamo di sollecitare tutti gli Enti assegnatari a revocare gli incarichi a Protecne; abbiamo dati che confermano che le UU.SS.SS.LL. in queste ultime settimane continuano ad assegnare incarichi alla Protecne! Un po' di prudenza in una situazione come questa non guasta sollecitateli a revocare questi incarichi! In occasione della nomina degli amministratori straordinari avevamo parlato di lottizzazione senza ritegno, ora che comprendiamo meglio sappiamo che era in funzione dell'affarismo dilagante. Poi, negli ultimi mesi, una vera e propria bufera ha colpito una quindicina di UU.SS.SS.LL.
costringendo la Regione a commissariarle.
Inoltre, abbiamo vissuto tutti insieme la vicenda tragicomica della Commissione d'inchiesta: sei mesi persi per stabilire se doveva essere di indagine o di inchiesta. Ora si comprendono meglio le resistenze opposte da Gruppi della maggioranza - e in particolare dai socialisti. Erano decisamente fondate quelle resistenze, come emerge da informazioni, atti e fatti sconvolgenti: ne parleremo appena la Commissione avrà concluso i propri lavori.
La risposta dell'Assessore sulla vicenda dei lettori ottici ci ha lasciati letteralmente allibiti: sembrava essere lo sponsor di Centromatic.
Dopo lo scandalo della truffa ai danni della Regione Campania, prudenza avrebbe voluto che si corresse ai ripari, che si prestasse un po' d'attenzione a quanto andavamo dicendo da tempo: le macchine giacciono inutilizzate da un anno a questa parte e voi stessi ci avete parlato di un collaudo poco credibile visto il modo in cui si è svolto.
C'e un modo per risolvere definitivamente queste polemiche: formare il personale, far partire il servizio con ricette reali e poi informare l'aula sulle potenzialità di tali lettori.
In quest'aula, signor Presidente della Giunta, abbiamo ricevuto solo risposte elusive, arroganti, persino temerarie; atteggiamenti indifendibili che, nei casi più clamorosi con scetticismo e senza convinzione, avete sempre difeso. Nessuno ha cercato di capire, di approfondire, di correre ai ripari: ed ora vi stupite? Certo ha vinto la logica spietata della solidarietà di maggioranza, che vi ha portato a difendere e sostenere gli atteggiamenti dell'Assessore; si tratta solo di complicità politica? No, è molto di più, la corresponsabilità oggettiva sta proprio nelle posizioni assunte dalla Giunta. Dato lo stato dei fatti, cose stanno così - e stanno così, come fa il Presidente della Giunta a continuare a dire di essere legittimati? Il Presidente della Giunta si ostina a non voler prendere atto che bisogna cambiare politica, metodo di governo, uomini. Spetta dunque alle opposizione ricordare alla maggioranza il dovere elementare di dimettersi.



MARCHINI Sergio

Gradiremmo che il Gruppo Socialista fosse presente in aula...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi, ho ascoltato la breve comunicazione del Presidente della Giunta, dalla quale emergono due considerazioni. Rispetto alla posizione dell'Assessore Maccari, mi pare corretto ed opportuno attendere qualche giorno, affinché l'Assessore possa far giungere le sue determinazioni in ordine al suo ruolo e alla sua funzione nella vicenda.
Credo che l'attesa di qualche giorno non sia svilente per il ruolo delle istituzioni.
La seconda considerazione, emersa in seguito alla comunicazione del Presidente della Giunta, si riferisce all'impegno del Presidente e della Giunta in ordine ai problemi del Piemonte. Qualcosa di nuovo mi pare ci sia: scelte che in passato, qualche volta, il Partito repubblicano ha avuto modo di criticare, di non approvare integralmente: novità per quanto riguarda i rapporti con il Governo, e a scelte autonome proprie delle Regioni.
Ritengo condivisibile l'atteggiamento dichiarato dal Presidente, e altrettanto naturale l'atteggiamento delle opposizioni di richiesta di dimissioni (richiesta che non intervenne neppure nel 1983, quando l'uragano che investì la nostra città e la nostra Regione fu più forte, almeno apparentemente, con tre Assessori regionali coinvolti nello scandalo).
Naturale e giusta, quindi, la posizione delle opposizioni; altrettanto credo, la posizione della maggioranza.
Queste considerazioni non possono non generarne altre: la questione morale ha assunto un ruolo determinante nelle considerazioni politiche, e non da oggi il Partito repubblicano si è posto - ed ha posto agli altri Partiti - questo problema.
Il Partito repubblicano sente profondamente questo coinvolgimento: in proposito penso di parlare anche a nome dell'Assessore Vetrino. Non c'è alcun chiodo che possa scacciare tutti questi chiodi.
Aveva ragione il Consigliere Marchini: in Partiti piccoli, come quello repubblicano, un fatto di questo genere non è un fatto di Partito, ma un qualcosa che coinvolge profondamente sul piano personale.
Voglio ricordare una mia intervista, rilasciata circa un anno fa, molto criticata dalla maggioranza e dall'opposizione, in cui manifestavo la sensazione di una diffusa corruzione, che permeava l'intera pubblica amministrazione, l'intero sistema pubblico; richiamo in proposito alcune proposte concrete mosse in passato dal Partito repubblicano - e non solo che non hanno avuto molto seguito, sia da parte della maggioranza sia da parte dell'opposizione, riguardanti proprio la questione morale, per fare della stessa una questione concreta e non soltanto un elemento di polemica tra forze politiche. Occorre, a mio giudizio, rompere certe situazioni ed incrostazioni che impediscono un'azione politica corretta: occorre fare della struttura un elemento forte di efficienza e di controllo, adottando procedure concorsuali capaci di sottrarre all'esclusiva valutazione dei politici o della struttura - anch'essa fortemente politica - le scelte conseguenti.
Sempre sui problemi del personale - qualcuno ne ha già parlato oggi in aula - occorre dare finalmente corpo ad una legge che imponga la rotazione dei dirigenti da un certo livello in su, in modo da impedire la cristalizzazione di situazioni di potere a volte più forte dello stesso potere politico, in modo da creare un controllo funzionariale dell'azione politica.
Altro problema più volte posto in quest'aula è relativo agli Assessorati, signor Presidente. Non è possibile, e comunque è pericoloso che non dico lo stesso Assessore, ma che uno stesso Partito occupi lo stesso Assessorato per diversi lustri, continuativamente. E' questo l'humus ideale nel quale possono crescere e svilupparsi situazioni scorrette.
Credo che questo argomento debba essere oggetto di seria riflessione sia per la maggioranza sia per la Giunta. Occorre riformare la legge n. 10 evitando che i tre momenti fondamentali di quella legge (la proposta, la valutazione, la nomina) siano riuniti nelle competenze del Consiglio regionale.
Occorre attivare con urgenza, signor Presidente, la banca dati che troppe volte abbiamo invocato, ma che stenta ad avere concretezza. Uno strumento del genere sarebbe un importante momento di controllo e forse eviterebbe al Consiglio regionale non solo di rincorrere le scelte della Magistratura, ma molte volte di prevenirle.
Il Partito repubblicano ha apprezzato la comunicazione della Giunta; al Presidente chiediamo quelle scelte autorevoli e forti che le circostanze generali - e non solo quelle di cui stiamo parlando - impongono.
Ha ragione il Consigliere Cucco: non possiamo chiudere il dibattito senza qualcosa di concreto, rilevando meramente che la maggioranza ha approvato l'operato della Giunta e che l'opposizione ne ha chiesto le dimissioni.
Occorre fare qualche cosa di concreto. Signor Presidente, ci aspettiamo, senza alcuna preventiva intesa di natura partitica ma soltanto come fatto istituzionale, un gesto autorevole e forte nei tempi brevissimi che la situazione impone.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grosso.



GROSSO Carlo Federico

Signor Presidente Brizio, la sua comunicazione è stata sostanzialmente tesa a sostenere che nulla è accaduto. Forse, è effettivamente accaduto poco. Ha ragione il Consigliere Cucco nel dire che un ordine di arresto non significa responsabilità penale e accertamento di questa responsabilità.
Tuttavia, penso che l'arresto di un Assessore debba essere l'occasione per un'Amministrazione, di affrontare un dibattito approfondito sul modo in cui la stessa ha operato. Credo che soprattutto in un momento assai travagliato della vita del nostro Paese, l'arresto di un Assessore regionale non possa non costituire l'occasione per un'approfondita discussione ed un'approfondita analisi su quanto sta accadendo.
Dati assolutamente incontrovertibili rivelano che la classe di potere degli ultimi anni ha gestito nel modo peggiore il potere demandatole dagli elettori, servendosene per loro interesse particolare. Occorre dunque, sul terreno delle responsabilità politiche, cominciare ad analizzare molto precisamente e con molta attenzione i diversi pesi e le diverse misure. Con estrema chiarezza, credo non si possano negare le responsabilità massime di forze politiche al Governo per lungo tempo e, guarda caso, le stesse che in questo momento sono più massicciamente coinvolte nel Paese - non parlo di Torino dalle inchieste giudiziarie.
La Democrazia Cristiana e il Partito Socialista Italiano sono al centro della bufera: dobbiamo dire con estrema chiarezza e a tutta voce che a questi partiti dobbiamo accollare le massime responsabilità politiche. Ed è per questo che ritengo si debba impostare, oggi, il discorso delle dimissioni della Giunta, per motivi non riconducibili unicamente all'arresto un Assessore. L'arresto può essere l'occasione del dibattito ma credo che ogni Amministrazione, ogni Giunta e qualsiasi Governo imperniati sulla gestione della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista Italiano, alla luce di quanto sta emergendo, siano assolutamente delegittimati: è in questa prospettiva che ritengo che la Giunta debba dimettersi.
Ha ragione il Consigliere Cucco nel rilevare che raggiungeremmo un ben misero risultato se l'intero dibattito si limitasse a prendere atto che le opposizioni hanno richiesto le dimissioni della Giunta e che la maggioranza, invece, ha ribadito la propria fiducia. Sarebbe un ben misero risultato, se la Giunta, di fronte a quanto sta accadendo nel Paese, non sentisse il dovere morale di prendere atto di una responsabilità politica collettiva. Sicuramente, la responsabilità penale è un fatto personale, ma credo che qui non dobbiamo discutere delle eventuali responsabilità penali o di questi profili (questo interessa la Magistratura); noi dobbiamo discutere dei riflessi, in termini di responsabilità politica, che inevitabilmente ricadono sul vostro potere: in questa prospettiva chiediamo le vostre dimissioni.
Ritengo che non bastino le dimissioni di una, due o tre Giunte probabilmente - e penso che ben presto tutti quanti ce ne renderemo fino in fondo conto - occorre un rinnovamento totale, che, ritengo, non possa non passare da rapide elezioni che rinnovino integralmente tutti gli organi rappresentativi e democratici del nostro Paese.
Pertanto, alla luce di quanto sta avvenendo, non a Torino ma nel Paese ritengo che questa assemblea stia perdendo rapidamente la propria legittimazione democratica, in termini di legittimazione complessiva.
Ritengo comunque che quanto sta emergendo debba far individuare i diversi pesi di responsabilità politica. Certo, qualche inquisito c'è anche in forze di ex governo, per esempio, all'interno del Partito repubblicano comunque, non credo che i diversi livelli di responsabilità si possano confondere.
Alla luce di quanto osservato, aderisco appieno alla richiesta di dimissioni presentata dal Gruppo del PDS. Ritengo tuttavia - e lo ribadisco che la richiesta di dimissioni debba trovare la sua ragione giustificatrice non tanto e non soltanto in quanto accaduto nella giornata di ieri e che, forse, accadrà nelle giornate di domani, dopodomani o fra una settimana, ma in quanto si sta manifestando clamorosamente nel Paese che esige un rinnovamento totale, rapidissimo. Il primo passo dovrebbe essere rappresentato, appunto, dalle vostre dimissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, registriamo oggi un'appendice dolorosa del romanzo nero che coinvolge il nostro Paese. Ed è per questo che senza alcuna sorpresa, me certamente con profonda amarezza, siamo oggi qui alla ricerca di alcune verità che ci vengono richieste da più parti su una vicenda che per noi è ancora tutta da verificare e da chiarire. Io potrei dire: "non voglio, non posso, non so emettere alcun giudizio"; altri invece, con diversa sicurezza o diversa sicumera, potranno emettere sentenze riscoprire denunce, andare alla ricerca di ricordi, strumentalizzare i fatti al di là del loro contenuto oggettivo e della loro portata naturale.
Certo, qualcuno potrà dire che il giudizio è nelle cose stesse, al di là di ulteriori sviluppi, viste per esempio le ammissioni di qualche imputato come l'architetto Savoino (almeno secondo quanto si legge sui giornali).
Abbiamo presente la gravità della situazione. Abbiamo sufficiente realismo e responsabilità per capire la dimensione di un problema che non può essere scoperto oggi, che anzi era già stato rilevato con segni preoccupanti di deterioramento. Al di là però di quello che si poteva fare di più e di meglio, noi dobbiamo registrare per obiettività storica che questo Consiglio, indipendentemente dai ritardi fisiologici con cui poi questa Commissione si è messa in moto, ha varato una Commissione di inchiesta e non una Commissione di indagine e che questa Commissione d'inchiesta, con il suo Presidente e con i suoi Vicepresidenti soprattutto sta lavorando alacremente e sta portando alla luce la spettrografia di una situazione che forse nessuno di noi poteva immaginare.
Così pure non possiamo accusare, amico Chiezzi ed altri, la Giunta, il Consiglio e la sua maggioranza di nessuna reticenza sulla Commissione sugli appalti: per quell'azione di trasparenza, di chiarezza, di lealtà che il Consiglio esige e che le forze della maggioranza non possono non garantire.
Possiamo domandarci in questo momento, di fronte a un fatto umano per me doloroso, certamente doloroso, perché tutto ciò è accaduto, come è potuto accadere? Alcuni hanno già dato delle risposte, alcuni hanno ripercorso il tempo di antiche e lontane interrogazioni o interpellanze consiliari. Alcuni hanno potuto dire, ricorrendo una primogenitura morale e politica, "io l'avevo detto, io l'avevo visto, io l'avevo udito!". Io mi limito solamente a ricordare, con un piccolo accenno, una critica che ho sollevato in quest'aula all'Assessore Maccari. Io ho accusato l'Assessore Maccari di una eccessiva solitudine. Oggi potrei accusare l'Assessore Maccari di una eccessiva continuità, perché quando la solitudine si compendia con la continuità è chiaro, è inevitabile che una qualche arroganza pericolosa, autoritarismo o burocrazia si innesti. Perché Maccari non si è fatto aiutare, perché ha voluto gestire questo pianeta sanità in una maniera quasi monocratica, perché non c'è stata se non raramente la possibilità o la sensibilità di rispondere alle sollecitazioni che questo Consiglio - dobbiamo riconoscerlo più volte gli ha rivolto.
Un deficit di democrazia, un surplus di paura, un timore forse di parlare troppo apertamente di questo mondo se non per noi tutti, almeno per me, sconosciuto? Non lo so, non so come si possa rispondere, non so come egli potrebbe oggi rispondere, però certamente anche da questo fatto ne scaturisce una morale, una morale spicciola, una morale di comportamenti. E la morale di comportamenti è quella che forse è già stata suggerita da qualcuno, da Enzo Cucco e altri: è quella che comporta a noi, Presidente quella capacità di mobilità che anche la Giunta deve conoscere, quella capacità di adeguamento alle esigenze diverse che questo Consiglio richiede, quella capacità di accordarsi con fantasia a quello che la società civile domanda.
Oggi si vorrebbero le dimissioni di una Giunta perché si dice che essa non può sopravvivere direi pure alla sua fine storica, direi pure alla sua fine morale, ma la Giunta - come ha detto giustamente il Presidente - non è ferita nella sua collegialità. Certo, c'è un incidente di percorso grave che non si può assolutamente non sottolineare, c'è un incidente di percorso grave che forse pone anche in discussione la sua legittimità, ma la sua legittimità - come ha detto Brizio - proviene dalla fiducia del Consiglio.
La sua legittimità proviene anche dalla capacità della Giunta stessa di dare ordine e non solamente continuità di funzionamento all'istituzione.
Il collega Zacchera ha detto che i guai vengono da Asti, da Torino o da Roma: non lo so. Io so solamente che tanti teoremi si rincorrono e sono teoremi reali per qualcuno, fantasiosi per altri, concreti per terzi immaginifici per quarti. Io posso dire solamente dal mio punto di vista che non c'è stato, caro Calligaro, nessun accostamento delittuoso o criminoso fra le lottizzazioni dei nostri amministratori e la gestione di appalti a venire, di appalti futuri. Non c'è stato! Per lo meno non hanno toccato n questo Gruppo né il Capogruppo che lo rappresenta.
Io non credo che la politica delle istituzioni si faccia - lo dico ancora una volta all'amico Zacchera - con il "killeraggio" politico. Non credo che questo killeraggio politico possa prendere di mira, a soggetto e oggetto dei propri interventi, questo o quell'Assessorato. Non credo che i suoi poteri, i suoi mezzi, i suoi strumenti di esternazione, coinvolgano di volta in volta la Commissione, il Consiglio, la Magistratura e poi con un cammino inverso la Magistratura, il Consiglio e la Commissione. Bisogna avere anche il coraggio di scegliere qual è il nostro rapporto democratico con gli altri. Bisogna avere anche il coraggio di scegliere qual è la possibilità non dico di confidenza, ma la possibilità di parlare tra noi.
Non possiamo accettare assolutamente, proprio come principio, che tutto ci che è alternativo a noi, alle nostre tesi, ai nostri presupposti logico politici, conosca lo stigma del malaffare! Questo è un fatto per noi inaccettabile! Il Consigliere Marengo ha detto che c'è l'omissione di qualunque autocritica no, l'autocritica c'è già nei fatti stessi - nei fatti specifici. Però attenzione a quel semplicismo dialettico, a quello schematismo qualunquistico per cui se l'Assessore è ladro, il cittadino è innocente; per cui se il politico è ladro, il cittadino deve diventare per forza di cose evasore.
Noi abbiamo una responsabilità politica e ce ne facciamo carico, ma questo non vuol dire che farsene carico significa ipotizzare per noi delle soluzioni massimaliste, delle soluzioni che non cercano la via mediana del buon senso, la via mediana, delle correzioni che devono essere portate alle situazioni che sono oggi in atto.
Il Consigliere Marino ha fatto alcune proposte. Alcune proposte che credo, signor Presidente, possano anche essere esaminate e debbano forse anche essere accolte. Primo: il Presidente non deve gestire a tempo indeterminato l'interinato.
E qui ci si può collegare a quanto ha detto il collega Cucco: c'è un problema di fantasia. Non so se questa fantasia è possibile nei limiti del nostro Statuto, non lo so, però se fosse possibile certamente questa potrebbe essere una via da perseguire.
Il secondo problema che ha posto Marino è quello di una struttura rinnovata, di una struttura cambiata. In occasione dell'elezione del Presidente di questo Consiglio noi abbiamo parlato, e ci riferivamo a tutti, di canonicati inamovibili. Sono passati alcuni mesi, credo che questa azione - mi pare che l'abbia sollecitata anche Ferrara - debba essere portata a termine in tempi rapidissimi.
Per quanto concerne la Commissione Sanità ringrazio ancora qui il Presidente Marchini; io non lo so, deciderà lui, deciderà la Commissione l'uso che vuole fare delle audizioni.
Per quanto concerne la Commissione d'inchiesta Opere pubbliche questo Consiglio ha deliberato tale inchiesta, la Presidente deve dare solamente il via attuativo perché questa Commissione si possa insediare.
Vorrei ancora dire alcune parole.
Caro collega Rabellino, hai detto che questa Giunta non rappresenta più la maggioranza del Paese. Stiamo attenti a queste affermazioni apodittiche perché allora potrei dirti - senza nessuna polemica - che cosa tu rappresenti rispetto a quindici giorni fa? Ed anche Chiezzi, con questo tuo postal market di vaticinii continui di sacre virtù familiari, non puoi prendere l'occasione ogni volta per ripercorrere il sentiero virtuoso delle tue personali virtù e il sentiero peccaminoso degli altrui difetti.
Caro collega Cucco, hai ragione che quando qualcuno cade in politica..., si consuma molto spesso anche tra di noi, anche nel mio Partito, il rito cannibalico di chi si rallegra, perché guai a chi cade! E come disse una volta il Vangelo: "Non potendosi dividere la tunica se la giocarono ai dadi".
Bene, io avrei finito.
Avrei finito se non fosse per quella logica aberrante di cui ha parlato il Consigliere Calligaro della solidarietà della maggioranza. Se non fosse per quelle dichiarazioni così schematiche, e - mi permetta prof. Grosso direi anche rozze con cui la storia viene rivisitata da parte sua.
Non voglio aprire qui capitoli che possono essere dei capitoli aperti anche per voi, per la vostra storia politica e per il processo politico che incorre in questo Paese e che non si può assolutamente dimenticare.
Certamente, chi è in maggioranza ha delle colpe come ha dei meriti, come ne hanno coloro che sono stati in minoranza. Però siccome la memoria ha un cuore antico, io voglio solamente ricordare il 1983.
Eh sì il 1983, quando di fronte ad una crisi istituzionale gravissima il Presidente di allora, Enrietti, disse (naturalmente per rispondere alle sollecitazioni della crisi di Giunta): "Non mi sento di mancare agli impegni che ho assunto di fronte alla comunità. Il Piemonte ha bisogno di certezze istituzionali e non di continui colpi di scena". Allora ce n'erano già stati, qui almeno ce n'è uno solo. "Mancheremmo di rispetto nei confronti della Magistratura e il suo operato risulterebbe forse condizionato..." Sentite! Sentite! "...se la Giunta non garantisse la governabilità della situazione". Ha una buona tesi ancora da portare avanti, signor Presidente. "Quindi, rimango al mio posto e per questi motivi non accogliamo eventuali richieste di dimissioni della Giunta regionale", ecc.
Montefalchesi del PDUP sostiene la necessità di far prevalere ai suoi sentimenti di sdegno e di amarezza la volontà politica per atti coraggiosi e solleciti quali esige la comunità piemontese. Non è in discussione lo schieramento di sinistra, anche se è evidente la necessità di ridefinire l'assetto e la funzionalità dell'esecutivo.
Salto alcuni altri giudizi per portarmi al discorso di Bontempi. Dopo avere informato il Consiglio della notizia sconvolgente e assurda dell'arresto del compagno Revelli e delle conseguenti dimissioni da ogni incarico istituzionale e di Partito, rivolge - udite! udite! - agli organi di informazione un invito alla correttezza e al rispetto della verità ed entra quindi nel cuore del problema la più grave e inquietante situazione in cui si siano venute a trovare le maggiori istituzioni elettive democratiche: "Come affrontare tale situazione? Non abbiamo fin dall'inizio e con grande rigore distinto tra eventuale responsabilità, signor Presidente, sui singoli e atti e provvedimenti dell'istituzione che non sono stati in alcun caso chiamati in causa".
E poi ancora, il Vicepresidente della Giunta, Sanlorenzo, inizia con una domanda: "Perché la Giunta non si dimette oggi? I giorni di riflessione richiesti sono forse un semplice escamotage per durare quindici giorni in più?". "No, di certo" è la sua risposta, motivata affermando che "se qualcuno pensasse a ciò dovrebbe riflettere che gestire con responsabilità una situazione come questa..." - lo prenda a mente, signor Presidente "... è una fatica e non certo un privilegio". E finisce: "Dobbiamo far fronte a tre emergenze: morale, politica ed istituzionale".
Come vedete il futuro ha un cuore antico, ed anche il presente. In una situazione così drammatica noi non possiamo non assumerci tutte le responsabilità del caso, ci impegnamo perciò a trovare soluzioni concrete alla crisi, ma continuando a lavorare per evitare pericolose paralisi di governo. Chi ha sbagliato deve pagare, politici e non politici, ma stiamo attenti al fatto che non è la Giunta, nella sua collegialità, che è inquisita. Come vedete, anche in questa occasione: "La cattiveria beve gran parte del proprio veleno".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Signora Presidente, anche questa mattina, nel fendere la coda di cittadini in attesa agli sportelli della USSL. dove opero come dirigente del riconoscimento del diritto alla gratuità delle cure sanitarie o di pagare ticket più contenuti - diritto peraltro riconosciuto da leggi fondamentali provavo un profondo senso di vergogna. Vergogna acuita, questa mattina, dalla consapevolezza che la lettura che la gente avrebbe dato dell'arresto dell'Assessore Maccari sarebbe stata, inevitabilmente, che "i politici sono tutti ladri". Non mi preoccupo tanto di questa generica accusa, ciò che mi offende profondamente è sedere in un Consiglio riconosciuto come impotente a far fronte ai bisogni della gente, a fare pulizia; un Consiglio impotente, in particolare, a far fronte al bisogno di cambiamento nella gestione della funzione amministrativa, strumento operativo per consentire concretamente la fruizione del diritto alla salute che la Costituzione dovrebbe tutelare.
L'Assessorato alla sanità e la Giunta regionale hanno imposto alle UU.SS.SS.LL. della regione di esercitare una politica sanitaria "di lacrime e sangue", al fine di determinare cospicui risparmi; politica applicata tramite il "taglio", in particolare, dei servizi di base cui prioritariamente si rivolgono i cittadini - aggiungo che viene spesso ricordato, dai funzionari dell'Assessorato alla sanità agli amministratori delle UU.SS.SS.LL. piemontesi, l'obbligo di applicare tale delibera di Giunta regionale.
Erano noti gli impegni finanziari cui questa Giunta avrebbe dovuto far fronte per mantenere un decente livello di qualità e diffusione territoriale dei servizi.
Non si è voluta fare l'unica scelta opportuna, quella di razionalizzare, innanzitutto, e di indebitarsi pur di mantenere decenti livelli di assistenza sociale e sanitaria.
Vale forse la pena non dimenticare cos'ha determinato la politica sanitaria della Giunta regionale, e citare i tagli ai servizi consultoriali, in particolare i consultori familiari e pediatrici che stanno chiudendo poiché solerti funzionari della fatiscente macchina assessorile - forse timorosi dei fulmini dell'ex Assessore Maccari ritengono non debba rinnovarsi alcuna convenzione in attesa di un'ipotetica redistribuzione di risorse professionali all'interno delle UU.SS.SS.LL.
Cito lo sfascio dei servizi psichiatrici, sia territoriali intermedi sia degenziali, per i quali nulla è mutato dopo l'approvazione della legge n. 61/89, se non in peggio.
Si è assistito ad progressivo svuotamento di questi servizi, ad una progressiva cancellazione delle più valide esperienze finalizzate all'inserimento sociale dei cittadini con problemi di salute mentale. Tutto ciò a fronte di un ipotetico sviluppo di un sistema psichiatrico forte, di cui è antesignano il disegno di legge di De Lorenzo, basato su un modello operativo, per fortuna non ancora attuato e forse non attuabile nella nostra Regione, di "raccattamatti". Sistema attuato a Torino con ridicola efficacia ed efficienza, finalizzato alla necessità, supposta da qualcuno di rinchiudere in strutture fantomatiche queste persone cui i servizi territoriali depotenziati non sono più in grado di dare efficaci risposte curative e preventive.
Intanto, in alcune UU.SS.SS.LL. si tagliano gli assegni terapeutici intanto, nelle UU.SS.SS.LL. non si sono affrontati, per carenze di programmazione sanitaria e per mancato trasferimento di risorse, i servizi territoriali per anziani non autosufficienti, le attività di assistenza domiciliare integrata e di ospedalizzazione domiciliare.
Voglio ancora citare i servizi territoriali e degenziali per disabili che il Piano sanitario regionale prevedeva di sviluppare, in particolare con l'attuazione di servizi territoriali pubblici di riabilitazione. Anche questo aspetto è rimasto completamente inattuato.
Il blocco del turn over, voluto con deliberazione del marzo 1992, ha bloccato ogni rinnovo di incarico professionale per attività di riabilitazione, ha impedito lo sviluppo di attività ambulatoriali pubbliche e ha fornito un ottimo pascolo per quanti hanno ingrassato su questo bisogno e impiantato fantomatiche e volutamente incontrollabili, in termini di qualità, strutture di riabilitazione.
Non sono mai partite le strutture intermedie: comunità alloggio e centri socio-terapeutici, previsti già da tre Piani socio-sanitari: di fatto, non sono mai stati attuati. E ciò perché non si è voluta potenziare l'esperienza che in questo campo è stata spesso attuata, su iniziativa di Enti locali.
Anche in questo campo si è inseguito un improbabile gigantismo di strutture per le quali, peraltro, non ci si è peritati di presentare quei progetti di massima che alcune UU.SS.SS.LL. avevano inviato all'Assessorato.
Per intanto, si sono ulteriormente diffuse e ampliate le convenzioni con Istituti neuropsichiatrici - e cito per tutti l'Istituto neuropsichiatrico Fatebenefratelli, cui si è consentito un aumento di convenzionamento che ha portato da 60 a 300 i posti letto convenzionati.
Cito ancora il marcato disinteresse per lo sviluppo di servizi di tutela della salute dei lavoratori. Non si è voluto potenziare l'esperienza delle Unità di base, non si sono potenziati i previsti Laboratori di sanità pubblica, dei quali non è stata ancora approvato il previsto Regolamento.
Infine, per concludere questa prima parte del mio intervento, cito l'iniqua e recente decisione di introdurre un ticket sulle prestazioni di pronto soccorso.
Potrei continuare, ma credo che quanto ricordato sia sufficiente per affermare che non era interesse della Giunta darsi come priorità la difesa della salute della gente. Ci si è mossi mirando prevalentemente ai grossi investimenti.
Non sto a ripetere quanto gia ricordato in aula sull'interesse per gli affari, che sembra abbia animato chi ha guidato la sanità dal 1985 in poi.
In questi ultimi otto anni abbiamo assistito ad un progressivo svuotamento dei settori e servizi dell'Assessorato; allo smantellamento di gruppi di lavoro che avevano costruito alcune strutture della sanità piemontese negli anni precedenti; è stato privato di ogni peso il Consiglio regionale di sanità che la nostra legge prevede essere il primo riferimento per la programmazione socio-sanitaria. Anzi, il nostro ex Assessore ha tentato - ma gli è andata male, anche se non ha ancora ritirato il suo disegno di legge - di modificare la legge regionale sul Co.Re.S.A., allo scopo di potenziare, in alternativa, il potere di una struttura di sua fiducia.
Il settore della programmazione sanitaria è stato progressivamente svuotato, così come quello deputato al governo dell'assistenza sanitaria di base.
Ricordo che la programmazione ha, tra l'altro, il compito prioritario di consentire il perseguimento degli obiettivi previsti dal Piano socio sanitario regionale, strumento indispensabile per la gestione delle risorse, e maggiormente indispensabile nei momenti in cui si dichiara questa è la realtà - che le risorse sono sempre più scarse.
Ci si è mossi in modo contraddittorio, a fronte di una situazione che richiedeva un più coerente governo della spesa. In questa situazione l'Assessore affermava la sua intenzione di procedere ad un superamento dell'attuale modello di programmazione, insistendo su un modello fantomatico e mai descritto di moderna pianificazione.
Quest'oggi dal Presidente della Giunta non abbiamo ascoltato una sola parola sulle necessità di fare pulizia e chiarezza sui sospetti che si sono addensati sulla gestione della sanità piemontese. E non mi riferisco tanto ai compiti propri della Commissione regionale d'inchiesta, che ha compiti prevalenti di indagare sui modelli organizzativi e sulle procedure delle attività e della gestione delle UU.SS.SS.LL.: mi riferisco alla necessità di ampliare i poteri e i compiti della Commissione. Occorre sviluppare il potere di questa Commissione su ogni attività di conoscenza dello stato organizzativo e dei modelli operativi, e dello stato delle strutture dell'Assessorato alla sanità. Occorre conoscere, e se necessario azzerare le consulenze di fiducia dell'Assessore; i distacchi dalle UU.SS.SS.LL. da questi volute, garantendo contestualmente il riavvio delle funzioni di settori e di servizi. Occorre darsi nuovi ed efficienti strumenti per la programmazione socio-sanitaria in primo luogo.
Il problema ora è domandarsi se questa Giunta ha la volontà, la capacità e gli strumenti per un immediato e decisivo cambiamento di rotta.
Ma ciò non è credibile, soprattutto per le coperture sempre garantite e le affermazioni spesso irresponsabili, presuntuose e incompetenti formulate dal passato Assessore alla sanità, Consigliere Maccari. E questo in particolare per l'avallo a determinate scelte prioritarie, quelle per i grandi e lucrosi investimenti assunti da questi; ed è per questa mancanza di credibilità, per la mancata fiducia, per una scelta di responsabilità di fronte ai cittadini, che a nostro parere si rendono necessarie le immediate dimissioni della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Sono pienamente d'accordo con quanto che ha detto il mio Capogruppo e in gran parte con ciò che hanno detto i rappresentanti dell'opposizione.
Ritengo però di dover aggiungere due brevi considerazioni, che mi sembrano fondamentali e che ho già ripetuto parecchie volte. Ciascun Gruppo politico dovrebbe battersi affinché i propri colleghi legislatori parlamentari abroghino tutte quelle leggi vergognosamente permissive; cito la legge Gozzini, il nuovo Codice di procedura penale, la legge Martelli ecc.
Sono queste leggi, è lo statalismo burocratico centralista occupato dai Partiti - quindi praticamente abbiamo una ramificazione, una specie di cancro - la causa della spaventosa espansione della corruzione. E' chiaro che uno "debolino" sul piano morale - non è detto che questa gente non ami entrare nei partiti, tutt'altro - vede che vi è una certa facilità, che si ruba..., però va a finire come qualche scandalo passato quando in galera non c'è stato nessuno, ed ecco che nasce la tentazione, poi si cade in tentazione.
Pertanto tutti i Gruppi politici dovrebbero insistere con i propri parlamentari, perché quelli sono ancora più lontani dalla realtà, di quello che possiamo essere noi, quindi non sentono più le proposte del popolo.
Quindi leggi severe, anzi il popolo ha mancato gravemente proprio per aver votato per troppo tempo dei legislatori permissivi, indulgenti. Perfino certi stati che avevano praticato una legislazione del genere l'hanno poi modificata perché ne hanno notato l'impraticabilità, gli effetti negativi gravissimi.
Quindi ritornare ad un'indispensabile severità.
Non si può vincere una guerra come quella che abbiamo in casa contro una mafia potentissima, potentissima anche per dei finanziamenti perfino statali, sia pure concessi in buona fede a qualcuno che credeva di ottenere chissà quali risultati in certe Regioni: era pacifico che i finanziamenti tipo Melfi creassero solo industrie rachitiche, industrie incapaci di concorrenza, perché non c'è nulla come il finanziamento statale che distrugge le aziende, non le rende competitive. Quindi, altroch privatizzare, qui si continua a statalizzare sempre di più.
Quindi leggi severissime e addirittura dove c'è questa guerra (ormai intere regioni sono sotto il potere della mafia) ci vorrebbe proprio la legge marziale, sarebbe la cosa più ovvia.
Inoltre bisogna che le Regioni, le Giunte regionali abbiano un potere esecutivo tale da attivare polizia e Magistratura così come li possiede il Governo dello Stato, e che di questo siano penalmente responsabili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, circostanze così delicate e complesse esigerebbero da parte di tutti noi una capacità di analisi razionale, per quanto possibile distaccata, ma alcuni sentimenti non possono esimerci dallo sperare che una persona, alla quale noi abbiamo dato fiducia, stima ed amicizia, possa - perché ne ha diritto, non per delle circostanze fortuite - uscire presto e bene da questa vicenda, ritornare al suo impegno politico e ai suoi affetti. Speranza offuscata dal rincrescimento di non aver forse saputo, come responsabili della maggioranza, richiedere e ottenere dallo stesso Maccari una maggiore apertura al confronto e alla partecipazione.
D'altra parte vi è un sentimento di profonda stima verso la Magistratura torinese, ed in particolare verso un Magistrato che se l'è meritata non solo per quanto in passato ha ottenuto, ma per come lo ha ottenuto, sul piano anche della riservatezza e dello stile. Questo elemento di apprezzamento non può non essere offuscato dal registrare che alcune modalità di queste vicende non fanno onore alla civiltà del Duemila.
Il quarto potere ha qualche responsabilità; logica da guardoni che dovrà pure, un giorno o l'altro, entrare nelle categorie dei giudizi! Detto questo, ritengo di dover ringraziare la Giunta per la comunicazione fatta; rispetto alla vicenda in corso ha comunque ritenuto di avere dei doveri da assolvere. Ritengo si debba ringraziare la Giunta, che in spirito di servizio, e direi di sacrificio, decide di interrompere il proprio mandato. Avere responsabilità di governo, di decisione per i propri simili in una circostanza come questa è un sacrificio, e soprattutto è rinunciare ad una monetizzazione immediata di un "beau geste".
Per l'Assessore Vetrino, lo stare in Giunta un anno o due, o un mese in più, niente aggiunge alla propria vicenda personale e politica, così come a quella del Presidente Brizio o dell'Assessore Fulcheri (per citarne tre).
Sono persone che hanno maturato il corso delle loro ambizioni nel migliore dei modi, con il nostro voto e la nostra fiducia. Il continuare a ricoprire quel ruolo significa perdere qualcosa; da oggi in poi anche i rapporti con i loro interlocutori, direi anche rispetto a quelli intimi, cambieranno.
Penso si debba esprimere un ringraziamento alla Giunta ed un altro al Capogruppo del PDS, Consigliere Marengo, che lucidamente ha rilevato che se esiste una "questione", questa investe la maggioranza, non la Giunta. La Giunta è il risultato non è la causa - non dei comportamenti sui quali ci riferiamo in termini di cronaca, ma della vicenda politica; la Giunta è il risultato, la conseguenza dell'atteggiamento, della cultura, della proposta, della capacità di elaborazione della sua base parlamentare, non è né la causa né il risultato. E' la maggioranza a doversi porre delle questioni, caro Consigliere Ferrara: maggioranza composta non soltanto da 36 consiglieri, ma dal mondo che le sta dietro, dalla sua sensibilità dalla sua capacità di proposta. La maggioranza deve porsi le questioni sul tappeto, di rilevanza grandiosa, alla quale il governo non deve e non pu rispondere; il governo gestisce, non fa politica. Il governo realizza la politica che la propria base parlamentare e culturale lo ha delegato a realizzare, soprattutto in una Regione come la nostra, che inserisce negli atti programmatici di inizio di legislatura paletti fissi, all'interno dei quali si deve muovere ogni atto di governo. Le maggioranze - qualunque esse siano, di ogni colore - devono avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità.
Siamo tutti consapevoli che quello che viviamo in questo momento è un momento della storia, e la storia non si giudica: la si giudica e la si interpreta se si è dei politologici o se si è dei saggisti, ma se si è dei politici la storia la si vive.
E la nostra difficoltà, se mi è consentita l'immagine, è che il tempo della storia non è più quello che hanno conosciuto i nostri progenitori - e noi per larga parte della nostra esperienza quello scandito dall'ombra lenta sulla meridiana, che in una qualche misura ci faceva vedere il passato, ma anche immaginare il futuro, o quello, anch'esso lento, della sabbia della clessidra che ci faceva vedere immediatamente quanto tempo era passato, quanto ce ne rimaneva; così come non è neanche lo spazio dei pesi frenati per gli ostacoli che tentano di fermare l'ineluttabile corso del tempo negli orologi tradizionali.
Il nostro tempo è quello scandito dal quarzo: la lancetta dell'orologio procede a scatti: non si capisce se prenota il tempo o se lo consuma. E' certo che si va per salti: i Romani non potrebbero più scrivere "natura non facit saltus". L'attuale storia procede a balzi e, a mio modo di vedere dobbiamo esserne consapevoli e assumerci le conseguenti responsabilità. La maggioranza, a mio modo di vedere, deve assumersi delle responsabilità.
Però quali sono le responsabilità? Interpretare questo momento della nostra storia, viverlo, governarlo, interpretarlo, non solo giudicarlo. Il giudizio è il presupposto dell'azione; la politica non si macera nel giudizio e nel tentativo di misurarsi sul giudizio più brillante o storicamente più motivato.
Registriamo che è finita, sostanzialmente, una fase di privilegio: la classe politica ha finito di godere un privilegio. Per tutti noi o quasi il termine privilegio è un termine negativo, perché è entrato nell'accezione comune come un corrispettivo non meritato; mentre in termini giuridici antichi il privilegio era il corrispettivo meritato. Quando una classe dirigente non ha più storicamente da svolgere una funzione, comportamenti che in passato venivano considerati corrispettivo divengono odiosi e vengono meno, non essendo più giustificati, e quindi anche sanzionati.
La nostra generazione politica, che abbiamo tutti vissuto da elettori a spettatori, ha beneficiato di un privilegio, e cioè di un patto di non aggressione. La storia, fino alla caduta del muro di Berlino, aveva condannato la classe politica italiana a vivere in termini schizofrenici una funzione formale, una funzione sostanziale. Quella formale aveva una parvenza di democrazia: c'erano un'opposizione e una maggioranza, che tendevano ad entrare in alternanza l'una all'altra. Ma la verità non era questa: a rappresentare opposizione e maggioranza vi erano due grandi blocchi sociali e politici che conducevano una guerra, guarda caso, ai confini di un Paese come la Jugoslavia. Dovremmo anche ricordarci che se questo non fosse avvenuto, forse quanto sta avvenendo in Jugoslavia succederebbe anche in Italia, in questi giorni.
Bene, amici, venuta meno questa fase straordinaria, eccezionale impropria della politica, i privilegi non sono più consentiti e il fatto che i giudici siano nelle condizioni di sanzionare cose che in passato non erano in grado di sanzionare è semplicemente perché la comune opinione è cambiata radicalmente ed è maturata una diversa sensibilità e una diversa disponibilità dei cittadini a muoversi rispetto a questo terreno. La legge finanziaria sui partiti è la caricatura di una legge finanziaria; fa parte di una cultura ipocrita che, all'interno di quel sistema, ha voluto mettere un tassello in più: far credere che un certo sistema (che è quello che stiamo descrivendo) trovasse la sua legittimazione fiscale nella legge di finanziamento dei partiti.
Quello che stupisce, colleghi Consiglieri, è che ancora in questo momento, mentre il giudice Di Pietro pone una questione centrale, i massimi livelli istituzionali del nostro Paese, nessuno escluso, sfuggono offendendo chi ha avuto il coraggio di porre la questione. Quando Di Pietro dice: "Non ce la faccio più, è una questione politica", non guarda al futuro, guarda al presente; non si preoccupa di sapere come sarà la società di domani, ma come si esce da un'emergenza. Questo significa semplicemente, che una nuova legge sul finanziamento dei partiti consentirà a coloro che il giudice Di Pietro ha detto essere dei galantuomini finiti nei guai, di uscire con una sanzione corrispondente alla valutazione che nel costume si dà rispetto a questo comportamento e non rispetto ad una norma che, come tutte le norme che si ritiene non si debbano mai utilizzare, si può anche caricare di forti effetti di immagine e quindi di sanzioni (comprese le nostre norme sulla raccolta dei funghi).
I nostri massimi livelli istituzionali ci dicono che stanno rispondendo all'appello del giudice Di Pietro, con una nuova legge elettorale e nuove norme sugli appalti. Il problema non è questo. Se indiciamo elezioni anticipate - rispondo al collega che ha posto tale questione con il nuovo modello di finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali, mi chiedo quale diversa legittimità avranno i nuovi eletti rispetto a quelli eletti in precedenza, che il modello di finanziamento sarà lo stesso. Avranno diversa legittimazione da altri punti di vista, perché eletti direttamente e non attraverso il meccanismo delle preferenze, ma dal punto di vista della questione morale, dell'indipendenza rispetto ad interessi forti o comunque di pressione malavitosa o no, legittimazione, trasparenza e verginità non le potranno vantare.
In un sistema nazionale in cui i massimi vertici dello Stato eludono la questione posta dal giudice Di Pietro, "risolvendola" con nuove norme elettorali, immaginare che qui non si faccia niente o che si faccia tutto è sbagliato; noi possiamo fare qualcosa, e la dimostrazione che questa maggioranza e questa Giunta intendono fare qualcosa è stata data. Quando abbiamo avviato la manovra di bilancio, si è detto che chiedevamo alla Giunta di dare, in termini tecnici, una risposta formale all'esigenza di ripartire da zero; la Giunta ha immaginato di preparare il proprio lavoro di confronto in Consiglio, partendo dall'ipotesi di "azzerare" tutte le leggi, rifinanziate conché se ne verifichi la validità.
La maggioranza non si è sottratta, e la Giunta ha corrisposto a questo tipo di esigenza. Abbiamo anche detto, allora - e lo ripetiamo qui in modo più forte che la manovra di bilancio, che come sempre farà pagare certi prezzi e privilegerà determinati interessi ed obiettivi rispetto ad altri sarà credibile e politicamente efficace, quindi produttiva, nella misura in cui saprà tener conto della questione politica che oggi ci coinvolge, la vicenda drammatica e per certi versi dolorosa che è accaduta, cioè la questione morale (che non è problema etico, ma metodologico).
Ci aspettiamo che la maggioranza suggerisca - e faremo la nostra parte che, contestualmente alla manovra di bilancio, non in termini temporali ma, evidentemente, in termini politici nascano delle novità. Ma cosa sono le novità, in democrazia? Sarebbe già grande novità recuperare, per quanto possibile, il concetto dell'alternanza e, per quanto possibile, l'efficacia dell'opposizione.
Una Regione come la nostra - purtroppo - non vede altre maggioranze al di fuori di quella esistente: non ve ne sono altre. In tal senso, occorre anche dire un qualcosa che a qualcuno non piacerà: in un Paese moderno, non esistono concubini, esistono mariti e rifiutati. Coloro che hanno la fortuna di riuscire a impalmare il potere governano, quelli che non ce l'hanno fatta stanno fuori e corteggiano il potere, sperando che all'occasione, possano essere loro a "correre la cavallina".
In questo Paese invece c'è la possibilità di vivere situazioni improprie e quindi, per esempio, che all'attuale maggioranza se ne possa sostituire una diversa che, necessariamente, conterebbe qualche componente dell'attuale compagine: si innesterebbe, comunque, il germe mefitico del nostro modello, quello del continuismo, della continuità e della non alternanza! E non è un caso che proprio le forze politiche - in primo luogo in termini di grandi numeri: fenomeno tanto più diffuso quanto più allargata è la propria base - che di questa anomalia più hanno approfittato senza aggettivi, ma in senso storico sono quelle che più vengono coinvolte. Alternanza, in questo nostro Piemonte, significherà, come diceva il Consigliere Ferrara, che alcune persone e alcuni Partiti non siano feudatari, per generazioni, di alcuni settori. Alternanza dovrà significare, per esempio, avere come protagonisti quanto è rimasto delle istituzioni, gli eletti (come dicono i Francesi, "les 'lus") e non le segreterie dei Partiti.
Su temi di tale portata è necessario un forte dibattito, che coinvolga l'intero Consiglio e possa condurre la maggioranza a una proposta non raccordata e contrattata, ma raffrontata, dibattuta e perfezionata con l'ausilio dell'opposizione, dalle cui critiche, anche in caso di successivo voto vontrario, nasceranno quegli elementi di novità che personalmente mi auguro, desidero e auspico, rispetto ai fenomeni sui quali ragioniamo.
Dobbiamo però avere la capacità di misurarci sulle questioni di oggi senza fughe in avanti rispetto a nuovi modelli elettorali e cose di questo genere, e senza un ritorno all'indietro in sterili polemiche in ordine a mancate assunzioni di responsabilità, che sono - ripeto - questioni che attengono agli storici e ai saggisti e non ai politici. I politici devono governare il presente che in futuro verrà giudicato dagli storici.
Ringrazio quindi, oltreché il complesso della Giunta, le persone fisiche in particolare che, in spirito di servizio, hanno ritenuto di scegliere la strada per loro più pesante: mantenere il loro ruolo, di questi tempi non remunerativo, ma ingrato e pesante, per consentire continuità politica e di gestione delle vicende del Piemonte. Inoltre, per consentire ai Gruppi di maggioranza e a quelli di opposizione di confrontarsi su questioni sostanziali e fondamentali senza mielose e ipocrite fughe in avanti, come si fa a livello nazionale, dove il problema dei finanziamenti ai Partiti non viene affrontato perché si ha paura di andare dalla gente a dire: "Se volete dei politici, se volete le campagne elettorali, dovete concorrere di tasca vostra". Eppure, cari amici, la politica diventerà cosa seria quando noi non saremo regali di Gesù Bambino ai cittadini, portati attraverso il camino, di cui nessuno vuole conoscere né padre né madre. "L'ha portato Gesù Bambino quel deputato lì"; "Quel Consigliere regionale? E' arrivato"... No, no! Se qualcuno in futuro vorrà essere rappresentato da un certo uomo politico dovrà raccogliere delle firme, chiedergli di candidarsi e raccogliere i fondi necessari a farlo eleggere esattamente come avviene nelle democrazie anglosassoni, le uniche che hanno fatto scuola nel mondo! Se non si arriverà a questo, la responsabilizzazione della classe politica rispetto alla società civile questo è il primo problema non si realizzerà! Rimarremo uno strano Paese in cui, rispetto al "Bambino" trovato al mattino nel camino anziché dire che è stato portato non si sa da chi, si dirà - perché finalmente c'è un responsabile che l'ha portato Babbo Natale, ma come sia stato concepito gestito, fatto crescere, non lo si vorrà sapere! Noi viviamo un momento della storia che consente a questo Paese finalmente di fare, con il quarzo dei nostri giorni, un salto lungo nel quadrante della storia: in altri Paesi il quadrante della storia ha già la lancetta su modelli chiari ed avanzati. Nessuno si è scandalizzato di apprendere che un'associazione di cittadini negli Stati Uniti per difendere i propri diritti - mi riferisco ai gay - abbia finanziato il Presidente Clinton con 3 miliardi! Non si è stupito nessuno! Immediatamente dopo, il Presidente Clinton ha ritenuto suo preciso dovere, in termini contrattuali liberali, di rispettare il patto che aveva assunto con questa categoria e li ha difesi all'interno della vicenda dell'Esercito. I valori sono cosa fondamentale - per carità! - ma i valori in politica non sono nella testa, sono nella contrattazione, nel patto realizzato tra società civile e società politica, che passa soprattutto attraverso lo strumento di selezione, di formazione, di sostentamento del sistema politico.
Quindi, colleghi Consiglieri, molti ringraziamenti alla Giunta; il nostro voto sarà di presa d'atto delle comunicazioni del Presidente e contrario sulle altre mozioni. Mi riprometto, per la parte che mi riguarda ma sono certo che soprattutto la maggioranza, più che la Giunta, non si sottrarrà all'esigenza di inventare in questa nostra legislatura nuovi modelli comportamentali, metodologici, di scelta del personale di governo ma anche delle carriere interne di questa Regione.
Il nostro Gruppo voterà sicuramente contro - lo diciamo fin d'ora quella strana legge che prevede concorsi speciali per coloro cui sono state riconosciute le mansioni superiori. Sono questioni che gridano vendetta, a mio modo di vedere! Lo dico molto chiaramente: questa è una delle cose che devono segnare! Per carità, sono convintissimo che tutti i dipendenti regionali svolgano mansioni superiori a quella che curiosamente sta nel loro statino di fine mese, ma, guarda caso, un gruppo di persone gratificato di un'aggettivazione, acquisisce il privilegio di concorrere a livello diverso rispetto a quello che la legge consente loro.E' questione sulla quale ci misureremo.
Personalmente nutro grande fiducia: se non avessi mantenuto questo punto fermo, avrei fatto, per quello che mi riguarda anche in termini esistenziali, la scelta che la Giunta ha ritenuto di non fare.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Dameri.



DAMERI Silvana

Signor Presidente, nel corso delle settimane, mesi ormai, di questo anno, per rappresentare il modo con cui gli esponenti del vecchio sistema politico si rapportavano con le questioni che via via emergevano dalle vicende di Tangentopoli, è stata usata dai commentatori politici l'immagine dei viaggiatori sul Titanic. Devo dire che considero quest'immagine forte ma inadeguata ad esprimere il senso di pochezza, il modo paradossale con cui questo Consiglio regionale e questa maggioranza stanno affrontando una vicenda molto, molto seria. Di fronte alla questione emersa con l'arresto dell'Assessore Maccari, del quale non ci rallegriamo affatto, c'è la palpabile conferma di come questa maggioranza e questa Giunta tentino disperatamente di estraniarsi dalla dura realtà politica dell'attuale fase.
Caro Presidente Brizio, penso che tu stesso non creda allo sforzo di minimizzare la vicenda; e, mi dispiace non sia presente, credo che anche il modo, il tono e le parole usate dal collega Picchioni, che faceva appello al buon senso, alla morale spicciola e ad altri armamentari di questa fatta, siano assolutamente non adeguati per porci, con senso di responsabilità, di fronte a quanto sta emergendo. E non si sta recitando affatto una farsa, Consigliere Cucco! Ho l'impressione che si stiano immaginando scenari diversi per venire in soccorso di una maggioranza palesemente in difficoltà. Non si sta affatto recitando una farsa certamente non da parte del nostro Gruppo, ma non solo - si sta unicamente riflettendo su quanto abbiamo di fronte. Penso si debba averne la consapevolezza: se questa verrà a mancare, ci penseranno i fatti a farcelo notare! I cittadini piemontesi avrebbero bisogno di atti di chiarezza per poter pensare che chi li governa sia una coalizione capace di presentarsi con iniziative all'altezza della gravità dei fatti.
E' stata citata la vicenda del 1983: vorrei ricordare che quella Giunta, dopo dieci giorni, si è dimessa - non so se quella del collega sia in qualche modo, una previsione relativa a questa Giunta, ma al di là di questo, sembrerebbe che qualcuno quella lezione l'abbia imparata e qualcun altro rimossa.
Veniamo all'oggi. Nel corso di questi mesi, a più riprese - ci è testimone non solo il Consiglio e le Commissioni, ma la stampa il PDS ha sollevato documentate richieste attorno alla questione della politica sanitaria per le scelte concrete operate, per il modo di intendere il governo della salute, per il modo di intendere - riprenderò alcune considerazioni dei Consiglieri Picchioni e Marchini - la stessa funzione dell'Assessore rispetto alla Giunta e al Consiglio, rispetto alla sua responsabilità.
Ebbene, nel corso di questi mesi - lo ricordavano i Consiglieri Marengo e Calligaro - abbiamo sempre puntualmente incontrato una maggioranza e una Giunta - qui non c'è distinzione, caro collega Marchini - che hanno comunque sempre dato - con imbarazzo? con scetticismo? - una copertura di carattere politico sul modo di gestire la sanità in Piemonte, in prima persona portata avanti dall'Assessore. Imbarazzo che, nel corso di questi mesi, abbiamo sentito palpabile anche in quest'aula.
In questo senso richiamiamo - e mi lascia perplesso lo stupore del Capogruppo del Partito socialista - la responsabilità politica della Giunta relativamente all'insieme della politica della sanità; da parte della Giunta vi è stata una comunicazione assai scarna, quasi un telegramma. C'è davvero da essere stupefatti che oggi non sia intervenuto alcun ripensamento critico o autocritico, alcun accenno al fatto che le critiche nostre e la riflessione del Consiglio sul modo con cui si operava nel campo della politica sanitaria stanno ora facendo emergere che c'era qualcosa che non andava e che non va. Credo non possa essere il buon senso o la morale spicciola cui si richiamava il Consigliere Picchioni, a muovere chi ha responsabilità pubbliche. Chi ha responsabilità pubbliche deve essere animato da quel rigore e quella serietà che non sono un lusso, ma la condizione indispensabile per vantare la legittimazione democratica di cui qui si parla. Caro Presidente Brizio, la considerazione secondo la quale questa Giunta deriverebbe la propria legittimazione dai numeri del Consiglio è meramente matematica, senza alcun respiro, senza alcuna forza politica, e in una fase in cui tutti concordiamo sull'estrema gravità della situazione democratica del nostro Paese e della nostra Regione, è quanto meno insufficiente.
Non solo. Vorrei richiamare un punto che mi ha colpito - perlomeno per quanto si può capire e intravvedere dai giornali - e che, tra l'altro, mi sarei aspettata che anche i colleghi della Lega cogliessero. Si tratta di un punto dal carattere politico ed istituzionale: dalle prime dichiarazioni dell'architetto Savoino emergerebbe una precisa funzione della Regione Piemonte - e forse anche di altre relativamente ad affari criminosi nel campo della sanità, quella di essere un semplice crocevia di smistamento di decisioni e disegni decisi altrove, a Roma. Credo sia, questo, un altro effetto perverso del centralismo deresponsabilizzante cui questa Regione non ha reagito, nonostante le dichiarazioni più o meno auliche fatte in Consiglio dalla maggioranza. Si è invece assecondata una funzione subalterna, incapace di porsi davvero in un'ottica di governo dei propri problemi. Quanto pare emergere è che la Regione non abbia reagito e che sia indagata per aver collaborato ad un disegno nato altrove. Cari colleghi dobbiamo alzare un po' la testa. Prima di tutto voi, che avete responsabilità di governo di questa Regione - finché lo manterrete: dovreste riflettere molto seriamente su cosa significa esercitare una responsabilità vera nei confronti della comunità piemontese; richiedere ed esercitare poteri veri! E' stato detto, dai Consiglieri Picchioni e Marchini, che l'Assessore Maccari si muoveva in un certo isolamento, che era in qualche modo sfuggente. Noi abbiamo precisato "sfuggente a confronti in questo Consiglio". Il Consigliere Chiezzi ha ricordato interrogazioni relative alle vicende di cui si sta occupando la Magistratura e che da mesi attendevano una risposta in Consiglio. Viene da chiedersi: quali sono i referenti? Chi risponde rispetto alle responsabilità di governo? Avvertiamo l'esigenza - per questo, caro Presidente Brizio, abbiamo posto la questione della mozione di sfiducia - di una reazione politica di altro livello rispetto all'incredibile pochezza di quanto abbiamo sentito.
Credete, colleghi, non basta avere numeri sempre più risicati! N manovrare per imbarcare qualche volonteroso Consigliere, magari oggi seduto sui banchi dell'opposizione! Nel corso della discussione abbiamo colto qualche accenno così come abbiamo colto la prontezza del Capogruppo democristiano a raccogliere disponibilità manifestate da Consiglieri dell'opposizione; non basta contare sulla convinzione sempre più scarsa che vi anima. Sempre più scarsa! Sicumera e arroganza, diceva il Consigliere Picchioni, che troviamo nella sostanza, non nella forma; c'è modo di essere arroganti e di manifestare la sicumera anche ponendosi con cortesia: la Giunta sta dimostrando arroganza e sicumera quando sarebbe necessario riflessione e autocritica, capacità di mettersi in discussione, aprire una fase nuova e diversa.
Non so se siamo nella situazione di Don Abbondio; penso però che dovreste avere il coraggio di favorire l'apertura ad una fase nuova correndo qualche rischio, ma evitando la certezza dell'annullamento di quanto rappresentate - non tutti ne hanno consapevolezza - e considerare invece il grave rischio che fareste correre all'insieme della politica democratica se non avrete il coraggio di andare fino in fondo.
Il PDS - vorrei tranquillizzare qualche collega - non è disponibile a lanciare alcun salvagente a chi affonda; vogliamo invece parlare, e cercheremo di farlo, a chi nella società piemontese, e pensiamo anche forse - nelle forze politiche, sente il bisogno di pulizia e di quel rinnovamento della politica di cui parlava il Consigliere Grosso.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, dò la parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho ascoltato insieme ai colleghi di Giunta, con grande attenzione, il dibattito di oggi.
Qualcuno ha sostenuto che il tono della comunicazione era troppo dimesso; qualcun altro ha sostenuto che nella sostanza era arrogante. Il mio tono ha voluto essere un tono amareggiato, ma anche concretamente impegnato. Non ho affatto detto che nulla è accaduto, ci mancherebbe; è accaduto un fatto grave e, specialmente in questo momento, ancora più emblematico, e non certo ovattato dal fatto di essere inserito in una situazione nazionale in cui la questione morale assume connotati gravissimi. Semmai, anzi, assai più pesante per una Regione che era comunque riuscita, in questi due anni e mezzo - e questo lo consideravamo importante a dare un'immagine di stabilità e di una certa correttezza amministrativa alla quale teniamo e che non crediamo affatto sia perduta anche se, certamente, colpita da questa vicenda.
E' un grave incidente di percorso, che intanto ha risvolti umani: voglio riprendere questo aspetto. Non c'è in noi il cinismo di dare un giudizio anticipato e pesante sulla persona, come qui abbiamo sentito emergere più volte.
Non abbiamo questo sentimento; abbiamo sentimento di rispetto delle vicende personali e la volontà di tener conto che il nostro Paese è sempre stato fortemente garantista; e che quindi noi dobbiamo dare valutazioni sulla vicenda quando la stessa sarà consumata. Questo era il senso del mio passaggio "rapida decisione, compatibilmente con le vicende giudiziarie e compatibilmente con le vicende politiche". C'è questo aspetto dell'individuo, che non possiamo affatto sottovalutare.
Mi auguro veramente che l'Assessore Maccari possa uscire bene da questa vicenda; me lo auguro per lui prima di tutto, e per tutti noi.
Naturalmente, non possiamo né vogliamo anticipare un giudizio sulla persona. Ed è paradossale che da questo giudizio sulla persona si voglia trarre un giudizio politico estremo, e quasi andare a colpire la Giunta su una responsabilità oggettiva, a mio avviso, tutta da dimostrare.
Quindi abbiamo detto, all'inizio della seduta, che continuavamo il nostro lavoro con impegno e per senso del dovere. Il Consigliere Marchini ha fatto riferimento al sacrificio; personalmente, non voglio dire di più ma guidare questa situazione, oggi, come Presidente della Giunta regionale indipendentemente da quanto successo ieri, è veramente uno sforzo ed un sacrificio - così come per i colleghi.
Non è certamente gratificante, in un momento in cui le istituzioni sono così duramente colpite, in cui l'immagine delle forze politiche è quella che è, in cui le indicazioni e le valutazioni sugli uomini tendono a fare di ogni erba un fascio di tutte le persone che lavorano nella cosa pubblica, continuare in una fatica come quella che noi stiamo facendo oggi, e che credo tante volte avremmo voglia, anche personalmente, di lasciare ad altri.
Ma debbo anche dire che sentiamo con forza il dovere di essere presenti in questa contingenza, e di svolgere fino alla fine il nostro compito.
Non c'è riferimento ai numeri, Consigliera Dameri, quando parlo di legittimazione; credo che le regole delle istituzioni, se non vogliamo buttare a mare tutto, abbiano una loro valenza. E non credo che questo Consiglio regionale sia delegittimato dal cambiamento di rappresentanza di forze politiche nel Paese, che dovrà essere verificato alla sua scadenza naturale. Se mettiamo in discussione le scadenze naturali dei momenti politici, mettiamo in discussione una delle regole fondamentali della democrazia. Tre giorni dopo le elezioni un'assemblea non è delegittimata perché forse nel Paese sono cambiate delle opinioni; il gioco delle elezioni anticipate è stato uno dei giochi portati avanti non in rapporto alla valenza della legittimazione democratica, ma come abuso sulle istituzioni negativo e pesante: forse, bisognerebbe riflettere anche su questo aspetto.
Questa assemblea è legittimata a darci indicazioni; da questa assemblea noi prendiamo, in via primaria, questa legittimazione. E questo con convinzione e con orgoglio, non con passività; riteniamo che questa assemblea abbia ancora una sua valenza, un suo significato.
Se cominciamo a pensare che non serva più, possiamo evocare altri tempi, in cui le assemblee venivano sciolte d'ufficio, e in cui chi decideva non erano le masse popolari, ma chi aveva e gestiva il potere.
Credo che in questo momento occorra fare attente riflessioni su quello che è il gioco alla demolizione delle assemblee democratiche Per quanto riguarda altri aspetti specifici, la passione ha portato ad interventi che hanno manipolato e portato avanti una vox critica pesante si è colta quest'occasione per far un altro repulisti generale su tutte le azioni della Giunta regionale. In questo, però, commettendo una serie di errori. Voglio citare i più clamorosi. Il Consigliere Majorino sostiene che abbiamo deliberato incarichi all'architetto Savoino, successivamente tolti e poi ancora modificati.



MAJORINO Gaetano

Ho commesso un errore, ma non era solo quello...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Perdonami: io ti ho ascoltato... Non abbiamo mai affidato incarichi all'architetto Savoino; bisognerebbe verificare quando Savoino ha cominciato a lavorare per la Regione Piemonte: se è vero che è dal 1970 come si legge sui giornali - leggiamoli interamente i giornali che l'architetto Savoino è la magna pars, è la voce occulta, è il potere occulto della sanità, vedremo se, su quindici anni, almeno nei dieci centrali - dal 1975 al 1985 - non ha fatto nulla.
Personalmente, non ho mai raccomandato l'architetto Savoino; non ho raccomandato né l'architetto Savoino né nessun altro anche perché, per mia fortuna, l'ho visto una volta sola, in un periodo amministrativo degli anni citati prima. Questo tanto per fare della Storia. Da quando ho seduto sui banchi della maggioranza non ho mai avuto occasione di incontrarlo. L'ho incontrato prima, una volta sola.
Andiamo piano, quindi, nel dire "avete raccomandato...". L'architetto Savoino sarà stato segnalato in forme non corrette, ma non dobbiamo usare forme non corrette per correggere quanto di sbagliato può esserci sul terreno.
Prendere provvedimenti nei confronti delle UU.SS.SS.LL. è discorso che si potrà anche valutare; ma oggi, legittimamente, non abbiamo alcun potere di far revocare provvedimenti assunti da Organi democratici. Anche questo è un discorso: non avevamo neanche il potere di raccomandarlo e nessuno penso, l'ha raccomandato.
Consigliere Calligaro, abbiamo fatto ricorso contro il decreto De Lorenzo. Se poi abbiamo cominciato ad applicarlo è perché la legge va applicata: due sono i terreni, uno è quello della contrapposizione sul terreno della legge, l'altro è quello dell'applicazione della legge.
Credevo che queste ipotesi venissero portate avanti da altre forze.
Rivolgendomi al Consigliere Calligaro, sulla questione dell'abbattimento dei servizi, rispondo che occorre finirla di dire che le altre Regioni hanno coperto i propri deficit; la Regione Toscana ha applicato le 50 lire sul metano con l'impegno di coprire i deficit sanitari che non sono stati coperti: questa è documentazione storica e se il Consigliere Calligaro vuole parlare con il Presidente Chiti - compagno del suo Partito le fornisco direttamente il numero di telefono. Potrà quindi avere notizie in proposito... Noi abbiamo ottenuto la copertura della spesa sanitaria, di fronte al previsto deficit di 700 miliardi che qui veniva ipotizzato, con due manovre: la prima con un contenimento della spesa; la seconda, molto importante, ottenendo a livello nazionale una base di riparto che ci mettesse in condizione di non subire imposizioni nella distribuzione che favorissero chi era già stato favorito in passato. In questo modo è stata riequilibrata la questione, come viene riequilibrata oggi quella dei trasporti; progressivamente, poiché si riconosce che nel complesso il Piemonte ha contenuto la propria spesa e va quindi ad ottenere i vantaggi futuri che gli competono: tutto questo non è stato ottenuto gratis o sulla pelle dei cittadini, questo non è vero, bisogna dire la verità.
Per quanto riguarda Centromatic (sottolineo che la scorsa seduta non ero presente, quindi non sono a conoscenza del dibattito avvenuto) mi rendo conto che il problema ha una sua delicatezza; teniamo conto che è una questione nazionale, non riguarda solo Napoli, ma anche la Toscana.
Noi non abbiamo pagato una lira, il collaudo del materiale non è ancora avvenuto in forma tale da considerarsi un collaudo positivo; come Giunta abbiamo provveduto ad emettere due deliberazioni, tra l'altro la prima già predisposta e firmata dall'Assessore Maccari, inerente la richiesta alla Commissione di collaudo di alcuni elementi di chiarificazione in ordine al verbale che è stato finora presentato. La seconda, concordata anche con l'Assessore Maccari, da me completata con funzione di supplenza nella seduta di Giunta di lunedì, riguarda la nomina di due esperti del Politecnico di Torino, per verificare un aspetto che non compete ai collaudatori, ma per verificare il valore della fornitura in funzione del prezzo.
Abbiamo quindi assunto una posizione molto chiara e netta con due atti deliberativi. Questo quanto per il Consigliere Majorino al quale, siccome c'è una richiesta in proposito, mi pareva giusto rispondere in questa sede.
Per quanto riguarda la banca dati entro il 28 del corrente mese pubblicheremo tutti i dati a disposizione, ai sensi della legge n. 18, e presenteremo - questo sul Bollettino Ufficiale un disegno di legge di modifica, perché - ripeto - la legge di quella pubblicazione non serve, a mio avviso, e deve essere modificata.
Credo che il Consigliere Chiezzi in proposito convenga con me: la pubblicazione dei dati a collaudo avvenuto significa una pubblicazione tardiva, insufficiente, di una parte minima delle opere; deve essere modificata l'impostazione: siamo disponibili a modificarla secondo i suggerimenti pervenuti, non abbiamo assolutamente abbandonato questa strada.
Seppure molte altre osservazioni meriterebbero delle puntualizzazioni la questione morale pesa molto, è un fatto del quale sentiamo tutti l'amarezza e il pesante discredito per le istituzioni, per la democrazia del Paese.
Credo si debba avere il coraggio di far sì che questo non ci impedisca di governare: interpreto così la frase dell'intervento del giudice Di Pietro.
Di fronte all'imperversare di una tempesta giudiziaria, comunque motivata, comunque giusta, se il nostro atteggiamento fosse fermare il funzionamento delle istituzioni otterremmo solo danni e nessuno vantaggio quale quello, ad esempio, di rigenerarsi e garantire politicamente la governabilità delle istituzioni. Questo uno dei motivi che più fortemente ci impegna.
I Consiglieri Cucco e Marino hanno avanzato delle critiche, rilevando la mancata risposta nella modifica dei comportamenti, nella modifica dell'azione amministrativa, che si rende più che mai necessaria. Noi non vogliamo certo assolvere tutto il nostro lavoro e ci rendiamo conto delle esigenze di utilizzare diversamente le strutture regionali. Ma non si tratta né di difendere la struttura né di colpevolizzare la stessa. Si tratta di renderla flessibile; occorre la volontà, ed anche la forza, di modificare gli incarichi dirigenziali, privilegiando la flessibilità rispetto ad una continuità che può frenare e creare aree di non gestibilità o di attrito alla gestione amministrativa. In questo disegno si è inserita un'operazione che abbiamo fatto alcuni mesi fa e ne avvieremo altre.
Per quanto riguarda le deleghe, credo si debba avere il coraggio maggioranza e Giunta, di rivedere certe continuità eccessive, determinati assetti interni. Non sono questioni che dipendono solo dal Presidente, se dipendesse solo dal Presidente potrebbe anche essere affrontata in termini...



CUCCO Vincenzo

Lo Statuto però definisce quello...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Lo Statuto, però, richiama anche la responsabilità del Consiglio, che in effetti conferisce indirizzi e legittimazione alla Giunta stessa.
Non possiamo ignorare che dobbiamo rispondere al Consiglio: non esiste governo del Presidente, non esiste possibilità di inserire Assessori estranei, come qualcuno ha ipotizzato: non è previsto dallo Statuto. Vi sono limiti molto precisi e molto concreti; il problema dell'efficienza del lavoro della Giunta è ben presente di fronte a noi; il problema di superare difficoltà al nostro interno esiste, ma esiste anche la volontà, grossa, di lavorare e di impegnarsi.
Quando dicevo: "Continuiamo se abbiamo l'appoggio del Consiglio", non intendevo dire che vogliamo sopravvivere; sopravvivere non ci interessa non interessa ai miei colleghi di Giunta, non interessa a me. Non ci interessa sopravvivere passivamente, ma poter continuare a svolgere un lavoro concreto, molto forte - come pensiamo di star facendo - e ci interessa poterlo fare con impegno e determinazione. In questo clima attendiamo le indicazioni del Consiglio e il vostro, in un clima di impegno e continuità.
Cara Consigliera Dameri, dimettersi è gioco da un minuto, non ci vuole coraggio per dimettersi; dimettersi, lasciando una situazione che poi finisca come quella del Comune di Torino, non credo sia un'azione responsabile. Credo che responsabilità, da parte nostra, sia cercare di governare la situazione ed avere dal Consiglio tutti gli appoggi possibili per confrontarsi (con Consiglio e maggioranza) e lavorare positivamente.
Certo - l'ho già detto - non a qualunque costo, a qualunque condizione il Presidente della Giunta non può supplire l'Assessore alla sanità per più di un brevissimo termine di tempo: su questo c'è il mio impegno personale.
E' un ad interim dovuto esclusivamente all'eccezionalità della circostanza non certo dal desiderio di assumere un incarico aggiuntivo a quelli estremamente pesanti che già svolgo.



CHIEZZI Giuseppe

E con quali criteri sceglierà il nuovo Assessore?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il nuovo Assessore lo sceglierà il Consiglio, se l'Assessore Maccari si dimetterà; se l'Assessore Maccari non si dimetterà, sarà un problema interno della Giunta che verrà attentamente valutato. Se l'Assessore Maccari ritornerà, vi sarà un'ulteriore terza ipotesi, che non è da escludere, sulla quale oggi non dobbiamo fornire alcuna anticipazione.
Certo non possiamo attendere e lasciare la situazione nello stato attuale.



MARENGO Luciano

Questa terza ipotesi non è male.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho formulato tutte le ipotesi possibili: bisogna pronunciarsi su tutte.
E' troppo semplice fare dichiarazioni commosse e poi non avanzare neanche un'ipotesi; è troppo semplice e direi contraddittorio. Non è questo il nostro pensiero.
In definitiva, noi rimaniamo qui, se avremo il vostro voto, perch riteniamo che sia un gesto di responsabilità e di coraggio; rimaniamo qui con la volontà di apportare il nostro contributo, in un momento difficile alla ripresa del Piemonte.
Vedi, Consigliera Dameri, nel tuo citare hai dimenticato un fatto: la Giunta che a suo tempo si è dimessa nell'arco di 15 giorni, si è dimessa perché il Presidente Enrietti si candidava alla Camera dei deputati.
Personalmente, non ho alcuna di queste intenzioni, né in caso di elezioni anticipate né posticipate né per le elezioni che invocava il Consigliere Grosso.
Non ho nessuna di queste idee, non ci penso neanche lontanamente. Penso a continuare nel mio impegno, se necessario; penso - senza voler ripetere quanto rilevava il Consigliere Marchini - che un periodo in più non aggiunga nulla al mio excursus di persona e di politico (ne sono perfettamente convinto); rimarrò al mio posto, finché permarranno le condizioni per poter offrire un servizio ai piemontesi con i miei amici e colleghi di Giunta.



PRESIDENTE

E' concluso il dibattito seguito alle comunicazioni del Presidente della Giunta.
Esaminiamo ora i documenti iscritti all'o.d.g., e per i quali dobbiamo procedere alla votazione.
Riepilogando, abbiamo: un primo ordine del giorno presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera, che va votato per alzata di mano la mozione presentata dai Consiglieri Marengo, Segre, Majorino Zacchera, Rabellino e Bodrero, che va votata per appello nominale un altro ordine del giorno presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Picchioni e dai colleghi della maggioranza un ultimo documento, presentato dai Consiglieri Cucco, Giuliano Marino, Zacchera, Majorino, Chiezzi e Maggiorotti.
Pregherei i Consiglieri che intendono intervenire per dichiarazione di voto, di pronunciarsi sull'insieme dei documenti, al fine di risparmiare tempo.
La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

C'è un problema. L'ordine del giorno, presentato insieme ad altri colleghi, non prevede, al primo capoverso, la frase "preso atto della posizione della maggioranza", che presupporrebbe, terminata la discussione sulla richiesta di dimissioni, di passare ad altro capitolo, sugli impegni che la Giunta può assumere. Chiedo quindi - se lei ritiene - di fare una dichiarazione di voto a parte su questo ordine del giorno, in coda alle votazioni sugli altri, perché questo ci consentirebbe di presentarlo e spiegarlo meglio.
Sugli ordini del giorno e sulle proposte di mozione che contengono la richiesta di dimissioni e su quello della maggioranza, la mia posizione è la seguente: voterò contro la proposta di ordine del giorno della maggioranza, perché - per molto semplificare il contenuto del documento - è un po' come dire "tutto bene, madama la marchesa"; poiché non va bene niente - ed anche la maggioranza dovrebbe prenderne - voterò contro il documento.
Sugli altri ordini del giorno che contengono la richiesta di dimissioni della Giunta, non parteciperò al voto (astenersi significherebbe comunque votare contro). Ciò perché non ritengo che questi documenti siano preparatori di una nuova maggioranza, che la responsabilità di tutti i Consiglieri dovrebbe porre come primo punto all'o.d.g. in caso di richiesta di dimissioni di una Giunta.
Mi sia consentita un'ultima battuta, signora Presidente. La collega Dameri, nel suo intervento, ha accennato a dei Consiglieri, facendo un gesto dietro di sè, che a suo dire sarebbero in procinto di entrare a far parte della Giunta. Non so se il gesto fosse riferito a me, ma se così fosse, voglio rassicurare la collega Dameri: non è da adesso che personalmente ambirei a far parte della Giunta, ma da sempre. Da sempre chiedo di essere parte del governo e da sempre faccio proposte di governo: è questa maggioranza che non mi vuole, collega Dameri, perché quanto vorrei fare non sempre corrisponde agli obiettivi della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino per dichiarazione di voto.



MARINO Massimo

Ho presentato, insieme ai Consiglieri Cucco, Giuliano, Chiezzi Maggiorotti, Zacchera e Majorino un ordine del giorno che, oltre a prendere atto - come già dicevo in un mio intervento precedente delle posizioni della maggioranza avanza proposte estremamente concrete, che vorrei brevissimamente riproporre, anche per evitare eventuali equivoci.
Con questo ordine del giorno si chiede che, a prescindere dagli esiti che riguardano il rapporto dell'Assessore Maccari con la giustizia, questa Giunta decida, per dare una svolta alle questioni della sanità, di sostituire immediatamente l'Assessore alla sanità, e che quindi la fase di interim sia riconducibile non a delle settimane, ma ai giorni tecnicamente e politicamente necessari per trovare un sostituto; ripeto, a prescindere dal fatto che magari, domani mattina, l'Assessore Maccari sia riabilitato e ritorni a gestire un settore, quello della sanità, che ritengo non debba comunque più gestire.
Con questo ordine del giorno si propongono inoltre delle iniziative per rendere attiva, anche in questa Regione, la cosiddetta legge sulla trasparenza - la n. 241 che impone alle Regioni atti molto concreti, mai attuati da questa amministrazione, per rendere trasparente la gestione pubblica.
Con questo ordine del giorno si richiede che il Consiglio stabilisca che gli tutti gli atti e i resoconti stenografici inerenti la Commissione di inchiesta sulla sanità - che sta per esaurire le previste audizioni vengano immediatamente resi pubblici, al fine di dare finalmente una svolta alle questioni della sanità.
In relazione, invece, alla Commissione di inchiesta sulle opere pubbliche, si richiede che con rapidità vengano messi a disposizione tutti gli strumenti atti a superare le piccole o grandi difficoltà che stanno ostacolandone i lavori.
Si pone quindi una questione peraltro già rilevata in precedenti documenti che il Consigliere Cucco, il sottoscritto ed altri hanno presentato: lo scorporo dell'Assessorato alla sanità o, comunque, una riflessione, una discussione per modificare profondamente l'attuale struttura dell'Assessorato. L'ordine del giorno, che non può prestarsi ad equivoci, è teso a proporre qualche sbocco.
Relativamente agli altri ordini del giorno sarò brevissimo. Ritengo inaccettabile che la maggioranza, di fronte agli avvenimenti di questi giorni - per non dire di questi anni - presenti un ordine del giorno che recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, udite le comunicazioni del Presidente della Giunta in merito alle misure cautelari adottate dalla Magistratura torinese nei confronti dell'Assessore alla sanità, le approva". Questo è il documento della maggioranza! Ed è per questo motivo che, nell'attuale situazione di gravità e di emergenza, ritengo doveroso votare contro tale documento.
Non parteciperò alla votazione degli altri due documenti, che meramente e semplicemente richiedono le dimissioni della Giunta. Visto il prevedibile esito della votazione, ritengo che non siano adeguati ad affrontare nell'immediato le necessità di una svolta, che preveda la sostituzione delle persone, al di là dei possibili ed urgenti cambiamenti all'interno di questa Giunta e del modo di funzionare degli Assessorati. E' necessario che si ponga in primo piano l'esigenza che cambino le facce che compongono questo Consiglio regionale (magari anche quelle dei Verdi). Riterrei utile se questo tipo di iniziative esterne al Consiglio procedessero ulteriormente, anche in questa Regione, a risentire il parere degli elettori.
Ho sempre pensato che anche i Verdi debbano governare questa Regione ma non credo possano farlo, almeno questa è la mia opinione personale all'interno dell'attuale Consiglio regionale. Ci candidiamo, se i cittadini lo vorranno, a governare la Regione Piemonte nella prossima puntata, dopo che gli elettori avranno espresso il loro parere.
Ritengo che né l'attuale maggioranza né la stessa, con eventuali nuovi e disponibili interlocutori, possa radicalmente rispondere alla richiesta dei cittadini di un cambiamento complessivo dell'insieme delle forze politiche che governano non solo questa Regione, ma l'intero Paese.
Credo sia chiaro che l'ordine del giorno presentato insieme ad altri colleghi non è alternativo a quelli presentati dall'opposizione, che ritengo inadeguati a fronteggiare l'attuale situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, il Gruppo Rifondazione Comunista ha presentato un proprio ordine del giorno in quanto il documento presentato da ben quindici Consiglieri - primo firmatario il collega Luciano Marengo - seppur richiede, come il nostro, le dimissioni della Giunta, ci era apparso poco motivato in premessa e un po' rigido nelle conclusioni, che non preordinavano alcuno sbocco. Abbiamo richiesto di poter integrare la mozione con alcune osservazioni, ma questa possibilità ci è stata rifiutata; pur votando a favore della mozione proposta dai colleghi visto che richiede le dimissioni della Giunta sulle quali concordiamo, abbiamo dovuto, nostro malgrado, presentare un ordine del giorno nel quale si premettono le motivazioni alla base della richiesta di dimissioni, motivazioni non meramente collegabili all'arresto di un Assessore, ma inserite nel quadro generale delle inadempienze e omissioni della Giunta su atti di governo nonché in quello delle inchieste e degli arresti della Magistratura in settori controllati dalla Giunta. Nel dispositivo si giustifica la richiesta di dimissioni come atto preliminare all'apertura di una fase diversa, a successive azioni, le quali, a quel punto, possono essere costruite in varie direzioni. Questi i motivi per cui ho presentato insieme al collega Maggiorotti un ulteriore ordine del giorno.
Sull'ordine del giorno della maggioranza voterò contro. Mi rammarico ancora delle convinzioni del Presidente Brizio, per il quale rinnovo comunque la mia stima, che in pratica ha detto di rimanere al suo posto per spirito di servizio. Ma ci poteva essere anche un altro spirito di servizio: quello di dimettersi.
Le mie preoccupazioni sul vostro modo di governare rimangono fortissime e visto che ritengo assoluta la sua buona fede, Presidente, lei rispetti la mia. Le ricorderò una delle questioni a mio avviso preoccupanti, sulla quale spesso le ho chiesto, anche personalmente, chiarimenti, e che si inserisce in quella chiarezza di comportamenti che riterrei molto necessaria. E' la questione relativa alla sua permanenza alla co-Presidenza del Comitato Alta Velocità, che trovo veramente inopportuna, Presidente! Mi ha fatto specie sentire le dichiarazioni congiunte sue e dell'altro Presidente, Pininfarina, sul pericolo che le gare di appalto sul progetto Alta Velocità possano avere vincitori in ambito CEE. Io sono preoccupato che l'ex-Presidente della Confindustria...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non hai letto bene. Ti darò il testo delle dichiarazioni.



CHIEZZI Giuseppe

Le ho lette sui giornali...
Posso capire che l'ex Presidente della Confindustria sia preoccupato che ditte italiane possano non vincere questi appalti, ma non che il Presidente della Giunta regionale - co-Presidente, insieme a Pininfarina del Comitato - levi anchéegli delle preoccupazioni.
Tutto questo si aggiunge al fatto che lei continua ad essere Presidente di un'Associazione nella quale sono portati avanti interessi privati mentre lei dovrebbe far prevalere la sua funzione di tutela dell'interesse pubblico! La coabitazione in quel Comitato può rendere incompatibili le due cose o, comunque, di difficile gestione. Coabitazione che ritengo assolutamente inopportuna e fonte di imbarazzo, ma può anche darsi che mi sbagli e che per lei sia fonte di tutt'altro. Volevo, solo per sincerità sollevare questa preoccupazione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre.



SEGRE Anna

Una breve dichiarazione di voto da parte del Gruppo Verde relativa a tutti i documenti presentati.
Ovviamente, quali firmatari proponenti, voteremo positivamente la mozione di sfiducia, a mio avviso necessaria, poiché il caso riguardante oggi, l'Assessore alla sanità arriva dopo quasi tre anni di legislatura nei quali molte questioni riguardanti la sanità sono state aperte e, almeno per quanto riguarda la soddisfazione delle opposizioni, nessuna è stata chiusa.
Molte volte, proprio nell'aula di questo Consiglio, l'intera Giunta si è fatta parte solidale con l'Assessore Maccari per appoggiare situazioni che le opposizioni contestavano puntualmente. Penso che la mozione di sfiducia, che senz'altro sarà respinta dalla maggioranza, serva se non altro a far emergere la necessità di un cambiamento all'interno della Giunta. Non si può pensare di andare avanti sempre nello stesso modo anche in momenti in cui accadono fatti inquietanti, venuti a galla non solo in Piemonte, ma in tutto il Paese.
La responsabilità di chi governa in questo momento è assai pesante.
Voteremo favorevolmente anche l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, che aggiunge anche i motivi di sfiducia: IACP, fatti riguardanti l'Assessorato all'agricoltura ed altri.
Per gli stessi motivi voteremo favorevolmente anche l'ordine del giorno presentato dai colleghi Majorino e Zacchera.
Visto che tali documenti molto probabilmente saranno respinti, abbiamo anche noi sottoscritto il documento a prima firma Enzo Cucco, per far sì che qualcosa di positivo esca comunque da questo dibattito.
Ovviamente voteremo in senso contrario il documento della maggioranza che giudichiamo assolutamente insufficiente nell'esprimere un giudizio sulla complessa situazione che, non solo da oggi, si è venuta a creare in questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, ovviamente il nostro Gruppo voterà il documento di condivisione della posizione della Giunta, che ritiene, nella sua secchezza, esaustivo della questione. Sia il nostro Gruppo sia - ritengo - la maggioranza sono consapevoli delle questioni politiche in campo, ma non le si ritengono collegabili a quella che abbiamo di fronte in senso stretto.
Voterò contro le proposte di richiesta di dimissioni, anche perch manca il presupposto di una democrazia avanzata: una maggioranza lascia perché ce n'è un'altra.
Mi asterrò invece sul documento predisposto dai Consiglieri Marino Cucco ed altri: le questioni poste mi sembrano condivisibili, ma non praticabili. Non sono in grado di dire se quanto scritto potrà essere realizzato nei modi e nei tempi auspicati; si tratta, comunque, di indicazioni in larga massima condivisibili ed apprezzabili.
Colgo l'occasione - non l'ho fatto in precedenza perché non mi sembrava opportuno - di rendere edotto il Consiglio in ordine ai lavori della Commissione che ho l'onore di presiedere. La richiesta diretta a rendere immediatamente pubblici i contenuti delle audizioni mi sembra non praticabile, inopportuna e per certi versi politicamente non necessaria. La Commissione, infatti, si è posta l'esigenza di rispettare i termini che le erano stati dati, e cioè di terminare i propri lavori il 17 marzo. Questo significa che l'attività istruttoria chiuderà il 24 febbraio, ultimo giorno di rapporto con l'esterno; dal 24 febbraio al 17 marzo l'Unità flessibile in particolare e la Commissione dovrebbero avere il tempo per mettere insieme il materiale raccolto e predisporre la relazione che riteniamo debba essere soprattutto di introduzione ai documenti, più che di giudizio sugli stessi. Nella misura in cui la Commissione sarà messa nelle condizioni di lavorare, con il contributo dell'Unità flessibile e dei funzionari, il materiale verrà messo a disposizione del Consiglio, e quindi dell'opinione pubblica, alla data che ci siamo detti.
La Commissione quasi sicuramente non chiederà proroghe; al massimo chiederà alla Presidenza che l'inoltro degli atti conclusivi possa slittare di qualche giorno, ma non chiederà proroghe.
A nostro avviso, la prima risposta in un'indagine di questa natura, era rispettare i termini del mandato; il contenuto lo valuterà il Consiglio nel suo complesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

La discussione ha messo in evidenza, da parte del Presidente Brizio e della maggioranza tramite l'ordine del giorno che ha presentato, la determinazione di prendere atto - e non di negare di una situazione, ma anche, Presidente Brizio, a non trarne conseguenze rassicuranti per il Consiglio, che viene messo in condizione di assumere la propria funzione di fronte alle dimissioni della Giunta da noi richieste con la proposta della mozione di sfiducia, e ad assumere la propria responsabilità nel riproporre al Piemonte un governo superi una situazione che già da tempo faceva trasparire elementi di logoramento politico.
La pur dovuta - mi rendo conto - ma comunque conseguente assunzione di responsabilità collegiale da parte della Giunta e la difesa nei confronti dell'operato dell'Assessore Maccari rappresentano un elemento di responsabilità che dovrebbe portare a un chiarimento più coraggioso.
Vede, Presidente Brizio, ci sembra di rivedere il replay di un filmato di situazioni che si ripetono a livello nazionale, in cui, in un dissidio tra governo e popolo, è il governo che scioglie il popolo, e non viceversa: è il popolo che viene invitato a tacitarsi, ad aspettare, a lasciar continuare una situazione rispetto alla quale si solleva un clamore legittimo dall'opinione pubblica. Noi non stiamo cercando di incriminare Presidente Brizio; anche se sul piano personale l'Assessore Maccari verrà discolpato - fatto che gli auguro sinceramente: non si può che desiderare questo - saremo comunque nella necessità di compiere atti politici veri. Il Presidente Brizio in questo caso avrebbe potuto compiere un atto politico forte, traendo immediatamente le conseguenze dalla situazione e rimettendosi a lavorare, insieme al Consiglio, per arrivare ad una soluzione che non negasse la gravità dei fatti, e restituendo all'istituzione la pienezza della disponibilità dei mandati degli esecutivi e alla cittadinanza piemontese l'esempio di un modello di comportamento al di là del rituale di resistere, di restare lì, di aspettare che eventi più travolgenti e gravi - mi riferisco alla sfiducia dell'opinione pubblica comportino anche il logoramento degli elementi di fiducia della gente.
Personalmente, ho preso atto delle dichiarazioni di volontà di essere all'altezza della gravità della situazione piemontese, ma non c'è anche da dare un esempio, fra i tanti "interessati", di "disinteresse", con un gesto politico consistente? Sono interrogativi che suscitano scetticismo, ma badiamo che non si faccia solo un discorso tra ceto politico; leggiamo i giornali, vediamo quali sono state - e saranno - le conseguenze di questo atto. E' rassicurato il Piemonte? Sono rassicurati i cittadini? Non lo sarebbero stati di più se si fosse preso atto di un fatto che noi vediamo sul terreno politico e non certo sul terreno di accuse personali? Noi, naturalmente, voteremo per la mozione che richiede alla Giunta di prendere atto della situazione e di permettere un'evoluzione in Consiglio con un nuovo esecutivo. Voteremo contro il documento della maggioranza non perché sia stilato male, ma perché ci sembra troppo autorassicurante. Sono sempre molto gradevoli e ricche di citazioni le espressioni del collega Picchioni, ma tutte portate a sostegno di una tesi sempre argomentata e organizzata per prescindere da quella che deve essere la consequenzialità di un gesto dovuto, rispetto all'eccezionalità di un fatto.
Come Gruppo non potremo che sottolineare il nostro disappunto e la nostra contrarietà politica ad un fatto del genere.
Riteniamo condivisibili i documenti presentati dagli altri Gruppi per ciò che esprimono, ma insufficienti per ciò che propongono, ed è per questo che ci asterremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Abbiamo già diffusamente esposto le motivazioni della nostra sfiducia attraverso interventi miei e del collega Zacchera. In sede di dichiarazione di voto sottolineo soltanto che l'arresto dell'Assessore alla sanità è stata l'ultima goccia, quella che ha fatto traboccare il vaso, di una lunga serie di fondate ed obiettive contestazioni mossa dalle opposizioni in generale e dal nostro Gruppo consiliare in particolare, all'operato dell'Assessore alla sanità, attraverso numerose interrogazioni interpellanze e ordini del giorno. Contestazioni obiettive, che vanno dalla scelta degli amministratori straordinari all'affare dei lettori ottici.
Tutte queste contestazioni, che sono il substrato della nostra espressione di sfiducia nei confronti della Giunta, la quale ha avuto il torto di continuare a tenere e mantenere nella propria compagine l'Assessore al di là del fatto delittuoso, secondo gli inquirenti culminato con l'arresto di ieri, hanno fatto acquisire presso l'opinione pubblica che ci sia, in sostanza, una difesa di vecchia data delle posizioni e dei comportamenti dell'Assessore. Sfiducia che condivide quella dei cittadini nei confronti della sanità, al punto che, non è gioco di parole, è diventata nel linguaggio corrente malsanità. Noi votiamo la sfiducia contenuta nella mozione e nel nostro ordine del giorno proprio per interpretare quello che è il pensiero della gente e della comunità piemontese.
Colgo l'occasione per esprimere il voto favorevole alla mozione che abbiamo sottoscritto e al nostro ordine del giorno, oltreché a quello che porta come primo firmatario il Consigliere Cucco, la cui motivazione è ampiamente condivisa, per spendere due parole nei confronti di quanto dichiarato dal Presidente della Giunta allorquando ha sostenuto che, in sostanza, è stato recepito il nostro ordine del giorno sulla questione dei lettori ottici.
Noi non siamo soddisfatti di questo recepimento parziale; avevamo chiesto, infatti, la nomina di un collegio di esperti da parte dell'autorità giudiziaria. Questi, in definitiva, sono dei periti di parte così com'era avvenuto per l'altra questione, sollevata tempo fa, sulla faccenda della pubblicità da parte di "Res publica" in cui venne nominato un collegio di esperti di fiducia della Giunta. Noi chiedevamo solo un qualcosa di più consistente, ovvero un collegio nominato dal Tribunale civile di Torino, ad accertare vizi, difetti - se riscontrati - qualità di questi macchinari e valore corrente di mercato, per vedere se, per caso come pare da tutta la vicenda illustrata nella scorsa seduta mediante l'interpellanza, che la Centromatic non abbia fatto il classico bidone alla Regione Piemonte.
Non siamo soddisfatti di questo mero e limitato intervento attraverso due fiduciari della Regione. Prendiano atto che non è ancora stato pagato alcun prezzo, ma siamo preoccupati sotto un altro profilo: questo materiale è da parecchio tempo immagazzinato, vogliamo sperare che sia stata stipulata una polizza assicurativa. Non vorremmo, come accadde circa dieci anni fa, a proposito dei preziosi e costosissimi macchinari componenti l'Istituto cartografico, che si verificasse uno strano incendio, che non consentirebbe più di individuare il prezzo.
Confidiamo che quanto meno che una polizza contro l'incendio sia stata stipulata; diversamente, se dovesse verificarsi un incendio anche questa volta, saremmo costretti a segnalare alla Corte dei Conti (anche se i vertici della Corte dei Conti in questo momento non stanno molto bene) l'inadempienza di un atto dovuto.
Insistiamo sul particolare della polizza assicurativa, così come insisteremo affinché un nostro ordine del giorno, ancora agli atti del Consiglio, possa essere discusso la prossima seduta: chiediamo un collegio di esperti veramente super partes.
Mi pare si raggiunga lo stesso risultato, ma con maggiori garanzie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

La mia è una dichiarazione di voto a favore di quello che ho firmato le motivazioni possono essere moltissime, ma soprattutto perché chiede le dimissioni della Giunta. Penso che l'opposizione abbia il dovere, oltrech morale e civile anche democratico, di chiedere, quando c'è qualcosa che non va, sempre le dimissioni della Giunta perché l'opposizione ha il dovere di proporsi come nuova Giunta, nuova amministrazione, e se non ci fossero i numeri chiedere addirittura l'appoggio esterno della maggioranza. Voi non siete stati capaci, forse avete sbagliato, noi ci proponiamo di far meglio voi siete della brava gente quindi ci darete l'appoggio esterno, per metterci alla prova.
Penso che il gioco democratico perfetto sia questo.
Voto a favore di quella mia e contrario a tutte le altre che non chiedono le dimissioni della Giunta. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'ordine del giorno n. 545 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto dell'avvenuto arresto dell'Assessore regionale alla sanità tenuto conto che, al di là delle responsabilità personali e specifiche, lo scandalo della gestione sanitaria in Piemonte sta dilagando oltre ogni limite, coinvolgendo personaggi politici di ogni livello, riconducibili a diverse forze politiche dell'attuale Giunta regionale sottolineato che, in questi mesi, reiteratamente, la Giunta ha difeso l'operato assessorile nonostante l'evidenza di alcuni fatti (si ricorda la lottizzazione delle nomine degli amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL., la vicenda dei lettori ottici, la raffica degli arresti di fornitori ospedalieri) ritenendo necessario un chiarimento della situazione politica anche per permettere il più limpido accesso ai dati da parte della Magistratura e considerando che la vicenda sanitaria, non fosse che per il suo impatto sull'intero bilancio regionale condiziona pesantemente ogni decisione di Giunta, coinvolgendola direttamente chiede le dimissioni dell'intera Giunta regionale del Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 8 voti favorevoli, 29 contrari e 14 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Pongo in votazione per appello nominale la mozione di sfiducia n. 546 presentata dai Gruppi PCI-PDS, Verdi e Lega Nord, ai sensi dell'art. 33 dello Statuto, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alla notizia dell'arresto dell'Assessore alla sanità, Eugenio Maccari ricordate le continue e precise denunce che da lungo tempo le opposizioni hanno fatto in merito alla negativa politica sanitaria piemontese e ad aspetti inquietanti ed oscuri nella gestione dell'Assessorato alla sanità valutato che di fronte al susseguirsi di scandali che hanno investito decine di UU.SS.SS.LL. piemontesi in ordine alle nomine degli amministratori straordinari e all'affidamento di incarichi, appalti forniture, la Giunta regionale piemontese ha sempre dato copertura politica all'operato dell'Assessore Maccari evidenzia la responsabilità politica collettiva del governo regionale e dei Gruppi consiliari di maggioranza esprime ai sensi dell'art. 33 dello Statuto regionale, la propria sfiducia alla Giunta, che non è più in grado di fornire fiducia e credibilità in questa delicatissima fase istituzionale e la invita a rassegnare le dimissioni".
Ricordo che per l'approvazione della mozione di sfiducia è necessario il voto della maggioranza dei Consiglieri assegnati alla Regione.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 54 votanti 52 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 29 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri.
La mozione di sfiducia è respinta.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 548 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto dell'arresto dell'Assessore alla sanità, Eugenio Maccari, che segue ad arresti ed incriminazioni che hanno colpito amministratori delle UU.SS.SS.LL. piemontesi richiamata la vergogna che mentre ai cittadini in maggiori difficoltà economiche si impongono i bollini per la sanità, le code per ritirarli, il pagamento dei servizi di pronto soccorso, le attese per i ricoveri, si governi pensando piuttosto a come spartirsi le tangenti sugli appalti richiamate le innumerevoli denunce che i Consiglieri di opposizione hanno fatto sull'insufficienza della politica sanitaria piemontese e sugli aspetti preoccupanti della mancanza di chiarezza e trasparenza nella gestione dell'Assessorato alla sanità richiamato che di fronte alle critiche dei Consiglieri di opposizione la Giunta regionale ha sempre espresso e rinnovato la fiducia sull'operato dell'Assessore Eugenio Maccari richiamato l'arresto dei vertici dello IACP, enti sui quali la Regione ha compiti di vigilanza richiamata l'indagine della Magistratura in corso nell'Assessorato all'agricoltura sottolineata la grave crisi del ruolo della Regione indotta dalle inadempienze ed omissioni della Giunta regionale su competenze fondamentali tra le quali la redazione e realizzazione del Piano regionale di sviluppo Piano dei trasporti, Piani territoriali paesistici, Piano socio-sanitario regionale invita la Giunta regionale a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni quale atto dovuto per rispetto al Consiglio regionale ed ai cittadini rappresentati e come condizione preliminare ad ogni altra decisione sul futuro del Consiglio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 10 voti favorevoli, 29 contrari e 13 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 549 presentato dai Consiglieri Picchioni, Rossa, Goglio, Ferrara e Marchini, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte udite le comunicazioni del Presidente della Giunta in merito al provvedimento cautelare adottato dalla Magistratura torinese nei confronti dell'Assessore alla sanità, le approva".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 29 voti favorevoli e 25 contrari.
Procediamo infine alla votazione dell'ordine del giorno n. 550, a firma dei Consiglieri Cucco, Giuliano ed altri, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto della posizione della maggioranza sulla discussione in merito alla comunicazione del Presidente della Giunta sulle notizie possedute sull'ordine di custodia cautelare a carico dell'Assessore alla sanità considerato che la Regione deve procedere urgentemente e prioritariamente nella direzione di rendere trasparenti procedure ed attività, oltrech responsabilità politiche e amministrative impegna la Giunta regionale e il suo Presidente: 1) a sostituire rapidamente l'Assessore oggi oggetto di inchiesta da parte della Magistratura, contemporaneamente rinnovando le strutture dell'Assessorato ed interrompendo entro brevissimo tempo l'interim del Presidente 2) a presentare entro 30 giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno puntuali proposte di modifica della normativa regionale e di nuovo ordinamento degli uffici regionali ai sensi della legge n. 241/90 partendo dagli sportelli per l'accesso ai documenti della Regione e di tutti gli Enti da essa dipendenti o collegati o comunque controllati o soggetti a competenza legislativa (in particolare le UU.SS.SS.LL.) 3) a presentare entro 30 giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno puntuali proposte di modifica della normativa sugli appalti per quanto di competenza regionale impegna il Consiglio regionale 4) a rendere immediatamente pubblici i contenuti delle audizioni degli amministratori delle UU.SS.SS.LL. in fase di completamento da parte della competente Commissione d'inchiesta sulla sanità 5) a potenziare le strutture a disposizione per la Commissione speciale sulla sanità e rendere immediatamente attiva con gli adeguati supporti tecnici la Commissione d'inchiesta sulle opere pubbliche oggi in discussione 6) a discutere entro 30 giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno la proposta di ordine del giorno n. 453 sullo scorporo dell'attuale struttura assessorile alla sanità e sulla sua riorganizzazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 10 voti favorevoli e 44 astensioni.


Argomento:

Iscrizione nuovi argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Volevo dare comunicazione all'aula, visto che se n'è parlato, che l'Ufficio di Presidenza ha formulato la proposta di deliberazione n. 634 "Istituzione della Commissione speciale di inchiesta, ex art. 19, lettera b), dello Statuto, su 'Procedure e gestione di contratti di appalto di opere pubbliche'".
Se il Consiglio acconsente, pongo in votazione l'iscrizione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il documento è iscritto all'unanimità dei 52 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20)



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