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Dettaglio seduta n.203 del 26/01/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che prima della seduta odierna sono stati distribuiti i processi verbali delle adunanze consiliari del 12 novembre 1991; verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Problemi energetici - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazioni n. 1193 del Consigliere Marino e n. 1385 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerenti la richiesta di informazioni su materiale radioattivo trasportato da aeromobile Fokker 100 all'Aeroporto di Caselle


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" comunico che le interrogazioni e le interpellanze relative agli elettrodotti verranno discusse domani mattina, in apertura dei lavori, a seguito di una comunicazione dell'Assessore Vetrino, con particolare riferimento al problema delle Acciaierie Ferrero.
Esaminiamo ora le interrogazioni n. 1193 presentata dal Consigliere Marino e n. 1385 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Risponde il Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il Servizio di Protezione Civile ha richiesto chiarimenti alla direzione dell'Aeroporto Città di Torino, che ha fornito le seguenti precisazioni: a) le procedure da adottare per gli stati di emergenza e di incidente, o comunque per quelle circostanze che diano adito a ritenere imminente e/o probabile il verificarsi di una situazione di pericolosità nell'ambito del traffico aereo dell'Aeroporto di Torino-Caselle, sono regolamentate, attualmente, con ordinanza n. 2/89 emessa dal Direttore della Circoscrizione Aeroportuale di Torino-Caselle e gli addetti aeroportuali hanno operato nel rispetto della suddetta ordinanza, mentre si è creato un fraintendimento con i Vigili del Fuoco nella gestione dell'episodio. Fraintendimento dovuto al fatto che l'operatore di torre ha avvertito il distaccamento dei Vigili del Fuoco, così come previsto dall'ordinanza citata, unicamente per informarli dei problemi dell'aeromobile F 100 F-GIDP all'impianto dei freni ed al carrello di atterraggio e quindi per allertarli circa un eventuale intervento immediato, specificando direttamente che non si trattava di emergenza. La fase di cosiddetta emergenza scatta solo con l'azionamento del sistema di allarme (sirena), con due impulsi della durata di 5 secondi intervallati da 1, che coinvolge tutti gli operatori aeroportuali e quindi determina l'affluire immediato di tutte le notizie utili per la gestione dell'emergenza stessa. In data 28/5/1992, invece, è stato dato unicamente un preavviso ai servizi di soccorso (VV.FF, ed ambulanza aeroportuale) affinché i loro interventi fossero tempestivi in caso di ipotetica necessità. La filosofia di questa prassi è quella di voler portare rapidamente il livello di attenzione dei servizi di soccorso immediati ad uno standard ottimale che, ovviamente, nell'arco del tempo di fortunata inattività, è destinato ad allentarsi. Nella fattispecie, l'azionamento della sirena non è avvenuto e tutto avrebbe dovuto circoscriversi ad un momento di particolare attenzione.
b) Il trasporto di materiale radioattivo avviene normalmente nell'ambito della regolamentazione prevista (circolare 26/3/1982 n.
307391/30 che recepisce la normativa ICAO).
c) Il trasporto relativo al volo in oggetto avveniva nel rispetto della normativa suddetta.
d) Il personale di torre, pur non essendo tenuto ad informare via telefono i mezzi di soccorso, visto che non era scattata l'emergenza, in considerazione dell'estrema delicatezza del compito che deve svolgere, ha fornito, comunque, ai Vigili del Fuoco tutti i dati in suo possesso rifiutandosi unicamente di chiedere ulteriori informazioni al pilota, non ritenendo opportuno disturbarlo nella fase dell'atterraggio, conoscendo oltretutto, i problemi che questi aveva precedentemente dichiarato.
e) Per quanto riguarda la natura, l'appartenenza e la destinazione del materiale radioattivo trasportato dall'aereo Fokker, si allega alla presente copia del "Cargo Manifest" fornitoci dall'Aeroporto Torino-Caselle ad ulteriore dimostrazione che la procedura utilizzata ha rispettato la relativa regolamentazione e della normalità di tali trasporti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Ringrazio il Presidente della Giunta per aver risposto di persona a questa interrogazione. Peraltro, il Gruppo dei Verdi ha presentato questa interrogazione anche in Parlamento, in quanto la questione è apparentemente piccola, ma in realtà come Verdi ci preoccupa.
La segnalazione di questo caso ci è stata fatta direttamente dai Vigili del Fuoco, in qualche modo sposando un'opinione di perplessità sugli avvenimenti che gli stessi dirigenti del Comando dei Vigili del Fuoco di Torino avevano rispetto a questo episodio.
Questo era un aereo affittato da una società francese e trasportava del materiale radioattivo di cui non è nota nei particolari la consistenza, la quantità, il tipo, ecc. Credo che la stessa circolare citata dal Presidente della Giunta, e comunque le leggi che riguardano la protezione civile, dica che qualunque transito di materiale radioattivo sul territorio di una regione o che comunque passi attraverso nodi di trasporto (stazioni ferroviarie o aeroporti) venga preventivamente segnalato al Comando dei Vigili del Fuoco di appartenenza. Qualunque tipo di passaggio, anche aereo: così dovrebbe avvenire e così dicono le leggi italiane. Ora, nel caso di questo trasporto di materiale radioattivo stranamente il Comando dei Vigili del Fuoco competente per l'Aeroporto di Torino non ha ricevuto alcuna segnalazione preventiva. Il carattere preventivo delle segnalazioni credo si spieghi da solo: non c'è bisogno di entrare nel merito.
Leggerò con attenzione la risposta del Presidente della Giunta e in particolare la circolare cui ha fatto riferimento. La nostra impressione è che si tratti di uno di quei casi di trasporto di materiale radioattivo che avvengono al di fuori delle norme e delle leggi vigenti. Il traffico di materiale radioattivo in realtà, purtroppo, è estremamente diffuso e ha varie destinazioni, non tutte di tipo sicuramente militare, ma tutte di tipo illegale.
Mi sembra che questo caso, al quale purtroppo si risponde con un po' di ritardo, valga la pena comunque, in seguito anche alla risposta del Presidente della Giunta, di riportarlo all'attenzione anche degli organi di informazione perché è un episodio molto significativo di questo - di fatto mercato clandestino che attraversa il nostro Paese di materiale radioattivo che va alle più diverse destinazioni e per i più diversi usi.
Mi riprometto quindi di approfondire ulteriormente la questione ringraziando comunque il Presidente della Giunta per il suo punto di vista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Evidentemente su questo trasporto di materiale radioattivo qualcosa non ha funzionato: il Presidente ha parlato di fraintendimento, può darsi che tra i vari servizi competenti (Vigili del Fuoco, Torre di controllo autorità preposte alla vigilanza) ci sia stata su questo carico una diversa interpretazione delle leggi.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il fraintendimento riguarderebbe più la fase finale. L'allegato dimostra la regolarità degli atti.



CHIEZZI Giuseppe

Se materiale radioattivo c'era (ho letto i documenti che gentilmente mi ha consentito di leggere adesso) probabilmente il fraintendimento è anche a monte. Per tutti i materiali radioattivi, a giudizio dei Vigili del Fuoco dovrebbero essere innescate delle procedure diverse da quella che è stata innescata.
Il materiale, leggendo le bolle di carico, pare che sia destinato alla Società Biomedica di Saluggia e che sia costituito di due contenitori con materiale che serve per la medicina. In ogni caso penso che il Presidente continuerà a occuparsi della vicenda per mettere a fuoco le procedure che devono essere utilizzate in occasione di questi trasporti pericolosi.
Procedure che in questo caso invece mi sembra che non siano state rispettate al meglio.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interpellanza n. 1197 dei Consiglieri Rabellino, Vaglio e Bodrero inerente la rassegna di spettacoli teatrali, cinematografici e musicali, denominata "Utopia Americana 1930/1970"


PRESIDENTE

Viene ora esaminata l'interpellanza n. 1197 presentata dai Consiglieri Rabellino, Vaglio e Bodrero, cui risponde l'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Con riferimento a "Utopia Americana", rassegna di spettacoli teatrali cinematografici e musicali, che ha avuto luogo a Torino dal 24 gennaio al 17 maggio, in merito alla quale viene richiesta una serie di chiarimenti si precisa quanto segue.
I fondi stanziati per la campagna pubblicitaria sono stati utilizzati per divulgare informazioni e messaggi relativi al programma degli spettacoli attraverso una serie di periodici locali, per un totale di 48 testate, 21 emittenti televisive e 14 radiofoniche, e sui quotidiani "La Stampa", "La Gazzetta del Piemonte" e "la Repubblica".
Le tabelle con i dati analitici delle singole uscite si allegano alla presente e sono a disposizione per la consultazione.
Il rilievo dell'iniziativa ha comunque prodotto un ritorno di immagine che ha ampiamente superato la portata dell'intervento promozionale effettuato sui media, come ben testimonia la rassegna stampa relativa anchéessa a disposizione per una possibile consultazione. A titolo esemplificativo, della sola sezione musicale di "Utopia Americana" vi sono state recensioni e servizi su 33 quotidiani, 48 periodici, 12 emittenti radiofoniche e 14 televisive.
Il riscontro complessivo in termini di immagine è stato molto soddisfacente: sono poche infatti le iniziative che hanno potuto godere di una simile attenzione da parte della stampa e delle emittenti radiotelevisive, giustificata peraltro dalla novità e dal rilievo del programma di spettacoli e dalla statura internazionale degli interpreti che si sono avvicendati a Torino per cinque mesi.
I dati relativi al numero di spettatori di "Utopia Americana" sono i seguenti: Sezione Teatro n. 5.129 Sezione Musica n. 3.623 Sezione Cinema n. 2.326 per un totale di n. 11078 presenze, rilevate nelle serate di spettacolo, a cui andrebbero poi aggiunte quelle, notevolissime e non quantificate, registrate nel corso degli incontri tenuti da registi attori, critici e studiosi presso il Dipartimento di Discipline artistiche musicali e dello spettacolo dell'Università di Torino.
Gli incassi da borderaux sono stati i seguenti: Sezione Teatro L. 38.735.000 Sezione Musica L. 61.526.573 Sezione Cinema L. 5.988.500 per un totale di L. 106.250.073.
A questi vanno aggiunte ulteriori L. 2.400.000 relative alla vendita del catalogo della Sezione Cinema.
Va precisato comunque che tutte le serate della Sezione teatrale dedicate agli incontri curati da Franco Quadri, con testimonianze e proiezioni di video, sono state volutamente lasciate ad ingresso libero anche in considerazione del tipo di utenza, prevalentemente studentesca.
Per quanto concerne le iniziative organizzate rispettivamente dal Cabaret Voltaire, dalla Frizitaliana e dal Museo nazionale del Cinema di Torino, considerato il grande numero di spettacoli realizzati (nella sola sezione cinematografica sono stati proiettati, ad esempio, ben 150 film) si rimanda ad una disamina diretta dei programmi stampati per l'occasione dai quali si può agevolmente constatare la qualità e la ricchezza delle proposte presentate, intese ad offrire una sintesi completa del percorso dell'avanguardia americana, come è venuto determinandosi sino ai giorni nostri e tali quindi da giustificare ampiamente l'intervento contributivo regionale.
Il conto economico consuntivo di "Utopia Americana" è il seguente: Cabaret Voltaire.
Uscite: L. 264.175.773 Entrate: Regione Piemonte L. 196.000.000 - Incassi L. 38.735.000.
Frizitaliana.
Uscite: L. 212.032.735 Entrate: Regione Piemonte L. 124.000.000 - Incassi L. 61.526.573.
Museo del Cinema.
Uscite: L. 156.155.111 Entrate: Regione Piemonte L. 132.000.000 - Incassi L. 8.388.500.
Totale Uscite: L. 632.363.619 Entrate: Regione Piemonte L. 452.000.000 - Incassi L. 108.650.073.
Totale entrate L. 560.650.073.
All'impegno finanziario della Regione Piemonte per la realizzazione del programma di spettacoli, pari a 452 milioni, va inoltre aggiunta una spesa complessiva di L. 256.442.560, per la realizzazione della campagna pubblicitaria, articolata sui media locali (radio, televisioni, periodici) nonché per l'attuazione di una campagna di informazione su quotidiani di interesse nazionale, per la predisposizione di uno spot televisivo e radiofonico, per la produzione ed il posizionamento della cartellonistica e per l'organizzazione delle conferenze stampa.
Per quanto riguarda infine la richiesta relativa all'afflusso di visitatori alla mostra "Arte Americana 1930/1970", poiché l'Amministrazione regionale non ha partecipato in nessun modo alla sua realizzazione, i dati vanno richiesti alla Società Lingotto S.p.A, organizzatrice della stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Ringrazio l'Assessore per tutti questi particolari. Ho sempre manifestato un'opinione contraria al fatto di finanziare chi forse non ha bisogno di essere finanziato, poi la parola "utopia" mi mette già un sospetto. Certo, se per utopia si intende la libertà, i diritti umani, la democrazia, per me è un'utopia che è giusto si tenti sempre di realizzarla anche se non ci si arriva quasi mai completamente. Ma il problema non è questo.
Il fatto è che la cultura americana, intendendo per tale, già in modo non preciso, quella degli Stati Uniti, non ha bisogno di incentivazioni da parte di una Regione così povera ed indebitata come la nostra. Non ho nulla contro la civiltà angloamericana, anzi se non fosse esistita, oggi saremmo sotto le dittature più spaventose, però si raccomanda già da sè.
Addirittura adesso si trovano delle persone che, per darsi delle arie parlano in inglese o "borbottano" qualcosa che sembra inglese. Quindi, c'è già troppo servilismo verso culture straniere trionfanti, ieri potevano essere di Mosca o Pechino, oggi sarà New York. Comunque è un servilismo da combattere.
Penso che la Regione Piemonte abbia il dovere di incentivare e di propagandare - e non faccio colpa di questo all'Assessore, perché lo so molto sensibile alla questione, anche se purtroppo non potrei dire lo stesso della Giunta e della maggioranza e spero di poterlo dire almeno per una parte dell'opposizione - una cultura che muore, di un popolo, di una nazione di lingua franco-carolingia, il francese più arcaico, più antico e quindi più prezioso, verso il quale si fa di tutto per distruggerne la cultura.
Ho letto sul giornale quasi trionfalmente che tra i grandi risparmi preconizzati dai bilanci non si spenderà nulla per la lingua piemontese quasi come se fosse un trionfo, e probabilmente chi ha scritto questo era piemontese. Questo fa capire a che punto di alienazione siamo giunti. Lì bisogna fare qualcosa; siamo capaci di spendere - e anche giustamente se vogliamo - per culture di tribù sperdute, ma la tribù più sperduta è la nostra ed è questa che ha bisogno di essere assistita con un finanziamento per fare conoscere l'abbecedario, il vocabolario e la grammatica della nostra lingua e anche un riassunto, economico, della cultura letteraria e complessiva.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Vorrei dire al Consigliere Bodrero che avremo degli incontri per quanto riguarda la difesa della lingua piemontese per la quale sono stati stanziati 320 milioni. Spero di poter continuare a difendere la lingua piemontese.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 1242 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti ed interrogazione n. 1264 del Consigliere Tapparo inerenti la chiusura dello stabilimento Graziano Trasmissioni di Luserna S. Giovanni.


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1242 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti e all'interrogazione n. 1264 presentata dal Consigliere Tapparo, cui risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Lo stabilimento Graziano Trasmissioni di Luserna S. Giovanni appartiene alla multinazionale Sauber ed opera nel campo della produzione di parti meccaniche e nel montaggio di cambi motori e scatole differenziate e componenti.
L'organico è costituito da circa 120 dipendenti; il gruppo ha sedi sparse nel territorio nazionale e precisamente a Rivoli, Cascine Vica Sommariva Perno, Grosseto e Bari. L'azienda aveva fruito nel 1987 di una concessione di finanziamento a tasso agevolato ai sensi del DPR n. 902 per l'importo di 2 miliardi e 650 milioni, quando la ragione sociale era Carlo Graziano S.p.A, e gli altri erano azionisti.
L'investimento era finalizzato all'aumento dei processi di lavorazione e al miglioramento delle condizioni ambientali interne, ma nei mesi scorsi la Graziano aveva presentato alle organizzazioni sindacali aziendali un piano che prevedeva il trasferimento totale delle lavorazioni da Luserna San Giovanni allo stabilimento di Bari con conseguente chiusura dello stabilimento nella Val Pellice.
Secondo questo piano, l'azienda era disponibile a trasferire e a reimpiegare a Bari tutti i lavoratori di Luserna. E' evidente che una proposta simile, confrontata anche in Regione con le risposte immaginabili da parte dell'Assessore, oltre a privare la Val Pellice, che già presenta più di altre o comunque come altre alcune difficoltà, di un'importante unità produttiva costituiva la premessa per il licenziamento e la messa in mobilità dei lavoratori. Le prese di posizione contrarie a questa ipotesi partite dalle organizzazioni sindacali e dalle Amministrazioni comunali locali, concretatesi anche in un Consiglio comunale aperto a Luserna a cui ha partecipato il sottoscritto come Assessore al lavoro, hanno fatto sì che l'azienda rivedesse i propri piani e attivasse una trattativa tra le parti su basi nuove.
In conseguenza di ciò, le parti sociali, in data 14/7/1992, hanno siglato un accordo che riconosceva le ragioni che rendono necessario, in un momento di difficoltà, il trasferimento all'esterno dello stabilimento di Luserna San Giovanni di lavorazioni che portano stabilmente a perdite di bilancio, ma individua anche alcuni prodotti che per contenuto tecnologico prospettiva e destinazione finale, possono continuare ad essere prodotti in questo stabilimento secondo i criteri di logica industriale.
Sul piano occupazionale quell'accordo indicava che le lavorazioni destinate a rimanere a Luserna avrebbero assorbito 39 lavoratori, mentre altri 40 lavoratori volontari avrebbero trovato posto nei più vicini stabilimenti di Cascine Vica e Sommariva Perno, con possibilità di effettuare in futuro altri trasferimenti, sempre su base volontaria qualora se ne verificassero le possibilità.
Lo stesso accordo stabiliva che per i rimanenti lavoratori l'azienda avrebbe avanzato istanza di riconoscimento di cassa integrazione speciale attivando le uscite con pre-pensionamento per anzianità e vecchiaia valutando le possibilità di fare richiesta di pensionamento anticipato qualora praticabile, favorendo le uscite con incentivazioni economiche.
L'azienda si impegnava, inoltre, con quell'accordo, a promuovere presso i maggiori clienti le linee di prodotto dello stabilimento di Luserna e prevedeva di presentare entro la fine di febbraio 1993 un piano organico di possibile sviluppo produttivo attivando nel frattempo anche la ricerca di partner che potessero affiancarsi o subentrare nella gestione dello stabilimento, privilegiando quindi quelli che avrebbero offerto le maggiori possibilità di assunzione dei lavoratori eccedenti.
Inoltre, al fine di agevolare il raggiungimento dello stabilimento di Sommariva Perno, che non è certo lontano come Bari, ma non certo vicino come Lusernetta a Luserna, l'azienda si impegnava a mettere a disposizione un mezzo con autista, avanzando peraltro immediata richiesta agli enti pubblici per l'accollo di tale servizio. Un aggiornamento delle ultime settimane prevede una soluzione del tutto - si fa per dire positiva, anche da quell'accordo, che tutto sommato è stato nelle ultime settimane superato perché la Ototrasm di Bari, quella che originariamente avrebbe dovuto trasferire tutti i lavoratori a Bari, è controllata dalla Efim. Devo dire che il dramma della Efim, in realtà, almeno al momento, risolve stranamente e paradossalmente questo problema, perché questo stabilimento di Bari controllato dalla Efim, con una partecipata al 49% del Gruppo Graziano di Bella, in sostanza non ha avuto, a causa delle vicende Efim, quota parte delle lavorazioni che avrebbero dovuto andare da Luserna a Bari, che sono quindi ritornate a Luserna San Giovanni. I lavoratori che erano stati nel frattempo trasferiti a Sommariva Perno, nella mediazione di spazio, stanno in queste settimane rientrando a Luserna San Giovanni; la dichiarazione era che entro dicembre o gennaio si sarebbe concluso il rientro.
Ad oggi si è quasi ripristinata tutta la situazione: si fa saltuario ricorso alla cassa integrazione ordinaria per alcune diminuzioni di volumi.
La situazione sostanzialmente è tornata al giugno del 1992, prima dell'inizio della vertenza. Possiamo quindi esprimere, almeno al momento un giudizio positivo, grazie ad un'azione forte che è stata condotta dalle organizzazioni sindacali, dalla Regione e dalle amministrazioni comunali nonché paradossalmente grazie ad una situazione di difficoltà della Efim.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi. Al Consigliere Tapparo temporaneamente assente, verrà inviata risposta scritta.



CHIEZZI Giuseppe

La risposta dell'Assessore mi ha incuriosito per come si è svolta questa vicenda. La prima considerazione che faccio è che non si è ondivaghi solo in politica. Anche in economia certi imprenditori dimostrano di avere le idee poco chiare. La vicenda, per come è stata illustrata, dimostra alcune cose non positive. La prima: è una delle tante aziende che incassa finanziamenti pubblici senza render conto dei programmi che ha in atto, o tentando di non renderne conto. Su questa prima osservazione ricordo che la Regione Piemonte fornisce pareri sui finanziamenti alle imprese. Questi pareri, Assessore Cerchio, a me risulta, leggendo le delibere, che a volte siano pareri di rito, quasi che ad un finanziamento non si possa dire di no. Mi risulta che la Regione, in pratica, dia sempre pareri favorevoli ad ogni tipo di finanziamento. Penso che questa vicenda, insieme ad altre che sono finite in modo peggiore, possa indurre la Regione Piemonte a conoscere un po' meglio le situazioni e a subordinare i propri pareri all'accertamento preventivo dei programmi aziendali. Questa azienda ha incassato due miliardi, poi si è scoperto che trasferiva tutto a Bari senza licenziare nessuno purché i lavoratori si sradicassero. E' ridicolo.
Il rapporto tra lo Stato e le imprese, in merito ai finanziamenti che lo Stato dà alle imprese, è un rapporto a senso unico, con le imprese che chiedono allo Stato i soldi per governare la loro azienda. Vediamo che la possono governare anche male. Questo mito del mercato dell'imprenditoria privata, che da solo, senza lacci e lacciuoli, sarebbe in grado di spingere l'economia del Paese in avanti, non è vero. Le azioni di governo, Assessore Cerchio, servono. Non ne facciamo ancora a sufficienza. Penso che nel momento "magico" del parere della Regione sui finanziamenti l'istruttoria dovrebbe andare molto più a fondo. Questo caso, per adesso, sembra parzialmente risolto, ma non ne sono sicuro: visto come si è comportata questa azienda non è da escludere che abbia in tasca qualche altra carta che non conosciamo. Quindi la prego di continuare con la massima attenzione per verificare la serietà delle intenzioni dell'azienda.


Argomento: Zootecnia

Interrogazione n. 1032 dei Consiglieri Vaglio, Bodrero e Rabellino inerente il Consorzio per la valorizzazione delle carni bovine di razza piemontese CO.AL.VI.


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1032 presentata dai Consiglieri Vaglio Bodrero e Rabellino.
Risponde l'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore regionale

L'istruttoria delle iniziative promozionali, ivi comprese quelle del CO.AL.VI., compete al Settore Valorizzazione e Tutela dei Prodotti Agricoli, il quale esamina i programmi che vengono presentati dai soggetti richiedenti entrando nel merito delle azioni promopubblicitarie previste e della congruità della loro spesa. Lo stesso Settore provvede alla liquidazione del contributo sulla base della documentazione contabile comprovante la spesa effettivamente sostenuta. La misura del contributo concedibile per le iniziative promozionali non è prestabilita dall'art. 41 della L.R. n. 63/78 e pertanto la Giunta regionale ha ritenuto opportuno determinare l'entità dello stesso entro il limite massimo dell'80% della spesa ammissibile, in analogia a quanto stabilito dal Ministero dell'Agricoltura e Foreste per il finanziamento, ai sensi delle leggi n.
752/86 e n. 201/91, delle campagne di valorizzazione dei prodotti agro alimentari.
Per lo svolgimento della sua attività il CO.AL.VI, beneficia dei contributi del MAF e della Regione Piemonte. Il MAF, che ha riconosciuto con proprio decreto il marchio di qualità "CO.AL.VI - Razza Piemontese" finanzia le spese che riguardano i sottoindicati punti: controlli anagrafici: marcatura e identificazione dei vitelli controlli sanitari: prelievi di sangue nelle aziende e relative analisi controlli sul corretto uso del marchio: nei macelli e nelle macellerie assistenza tecnica: utilizzo di agronomi e visite dirette in allevamento informazione al consumo: attività di promozione e pubblicità.
La Regione eroga contributi con riferimento all'attività promozionale e pubblicitaria.
Il MAF nel 1991 ha concesso un contributo di L. 466.200.000, pari all'80% della spesa di L. 582.750.000. Il contributo è stato riferito alle seguenti spese: attività di marcatura, controllo produzione, certificazione assistenza ai soci e spese generali: L. 332.000.000 attività di promozione e pubblicità: L. 250.000.000.
La Regione nello stesso anno ha concesso un contributo per l'attività promozionale di L. 110.000.000, pari al 76% della spesa ammessa di L.
145.000.000.
La strategia promozionale del CO.AL.VI. è strettamente legata alla rete di vendita (macellerie autorizzate) e pertanto l'incidenza degli interventi è maggiore ove questa ha una presenza più rilevante (30% Torino, 28% Cuneo 8% Alessandria, 4% Asti, 2% Vercelli, 0,6% Novara, 14% Liguria e 12 Lombardia).
Ecco perché i maggiori investimenti vengono effettuati nelle province di Torino e Cuneo.
Nel 1991 i capi macellati e venduti attraverso le macellerie autorizzate CO.AL.VI, sono stati circa 6.000, mentre 13.000 erano i capi oggetto del programma di valorizzazione svolto dal Consorzio al quale aderiscono oltre 1.500 allevatori.
In Piemonte vengono commercializzati annualmente circa 120.000 capi (stima alquanto approssimativa verificata con l'Associazione Nazionale di razza), pertanto quelli commercializzati dal CO.AL.VI, rappresentano circa il 5%, mentre quelli interessati ai programmi di valorizzazione il 10%.
Non si hanno dati oggettivi sui prezzi in quanto il CO.AL.VI non pu verificare i dati contabili dei propri associati, ma nonostante ciò si pu affermare, pur se a livello presuntivo, che in molti casi gli allevatori aderenti spuntino prezzi mediamente più remunerativi rispetto agli allevatori non aderenti.
Non si hanno elementi sulla contrazione della vendita delle carni di razza piemontese a vantaggio delle carni di importazione. Quel che è certo è che i consumi sono calati e che la grande distribuzione commercializza per lo più carni di importazione, anche se le ultime settimane hanno visto un parziale cambiamento della situazione e una ricerca affannosa di produzione nostrana.
Gli allevatori aderenti al CO.AL.VI, si impegnano a rispettare un preciso disciplinare di produzione. Il Consorzio, attraverso i suoi tecnici, verifica che le condizioni del disciplinare vengano rispettate e in caso contrario adotta sanzioni e provvedimenti disciplinari che vanno fino all'esclusione dal Consorzio.
Il DM 1/3/1988 di riconoscimento del marchio di qualità CO.AL.VI recita all'art. 5, primo comma: "Il Consorzio è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'Agricoltura e Foreste, il quale, qualora ne accerti un insufficiente o irregolare funzionamento con pregiudizio per l'assolvimento dell'incarico, potrà provvedere alla revoca dell'incarico medesimo".
E' quindi il Consorzio che, su incarico e sotto la vigilanza del Ministero Agricoltura, effettua le verifiche per garantire la qualità delle carni CO.AL.VI, ed in particolare l'assenza di sostanze anabolizzanti.
Gli allevamenti e le carni sono sottoposti a controlli igienico sanitari e soprattutto a controlli mirati, volti ad evidenziare l'impiego di sostanze vietate.
Il bestiame contraddistinto dal marchio di qualità del Consorzio deve presentarsi al macello in buone condizioni generali di nutrizione, e con le caratteristiche previste dagli standard di razza.
Per quanto riguarda le modalità di controllo, la vigilanza si svolge nei confronti di chiunque produce, detiene, vende o comunque pone in vendita confezioni o mezzene e distribuisce al consumo la carne con il marchio "CO.AL.VI. - Razza Piemontese".
Il personale del Consorzio può accedere liberamente agli allevamenti ai laboratori di produzione e di macellazione, ai macelli, nei depositi mercati, spacci di vendita, nei ristoranti, trattorie, mezzi di trasporto ed in qualsiasi locale o esercizio pubblico o privato dove si consumi o si smerci carne marchiata.
I calendari di tali controlli sono segreti.
Durante i controlli il tecnico autorizzato dal Consorzio deve essere informato su eventuali trattamenti terapeutici eseguiti sugli animali al fine di osservare i tempi di sospensione previsti per ciascuno dei farmaci impiegati.
A tale fine potrà essere richiesto l'impiego di un registro aggiornato sull'utilizzo dei farmaci.
La frequenza dei controlli sul bestiame vivo è così prevista: ogni mese viene sorteggiato 1/12 del numero totale delle aziende associate ed ogni sorteggio si effettua sul numero complessivo delle stesse.
Sull'1/12 estratto viene controllato almeno il 5% dei capi.
Tale percentuale può variare e viene stabilita dal Consorzio in rapporto alle dimensioni dell'allevamento ed ai periodi di maggiore o minore natalità e/o frequenza dei capi commercializzati.
In ogni caso, ogni azienda sorteggiata avrà almeno un capo controllato.
I campioni di materiale prelevato in azienda sono sottoposti ad esami in appositi laboratori.
Qualora l'esito di tali analisi dovesse indicare la presenza di sostanze il cui uso è vietato, potranno essere disposti immediati ulteriori controlli, il cui costo sarà a carico del socio per i capi positivi accertati.
I risultati dei suddetti esami sono inappellabili.
Il bestiame che proviene dagli allevamenti consorziati per avere il diritto alla bollatura delle carni con il marchio "CO.AL.VI. - Razza Piemontese", deve essere macellato in macelli autorizzati dal Consorzio siano essi pubblici, privati, cooperativi e aziendali.
I capi macellati potranno essere sottoposti, oltre alla normale visita ispettiva, a prelievo di campioni di organi da sottoporre agli esami di laboratorio per gli accertamenti del caso.
La vendita della carne marchiata con il marchio "CO.AL.VI. - Razza Piemontese" avviene attraverso gli spacci autorizzati dal Consorzio.
L'esercente che intenda fregiare il proprio spaccio come macelleria con il marchio di qualità "CO.AL.VI. - Razza piemontese" deve presentare domanda al Consiglio di Amministrazione del Consorzio.
Tale domanda potrà essere accolta previo sopralluogo e valutazione della situazione in cui opera il richiedente effettuato da tecnici del Consorzio.
All'accoglimento della domanda l'esercente dovrà sottoscrivere l'accettazione delle regole previste dal Regolamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

E' molto particolareggiata anche questa risposta, è un lavoro che va riconosciuto, ma qualche domanda la pongo, tanto più che sono un profano ed è appunto per questo che ho molto desiderio di imparare anche in queste cose.
Intanto vorrei domandare: quando il CO.AL.VI, trova degli inadempienti li denuncia alla Magistratura oppure no? E' chiaro che hanno violato una legge, quindi non penso che sia sufficiente il castigo interno consorziale. Siccome esiste ancora una Magistratura, uno Stato, che pretenderebbe di essere di diritto, penso che ciò sia obbligatorio più in coscienza che sul piano legale, ma forse anche su quello. A parte che leggi ormai ce ne sono molte e ingiustissime, quindi non ci sarebbe neanche da meravigliarsi che non fosse obbligatorio per legge denunciare questi casi di inadempienza alla Magistratura.
Poi, è una cosa minore, ma ci sono, per esempio, casi di estrogenatori e cose del genere: vengono ancora finanziati questi che si sono resi inadempienti, per usare una parola eufemistica? C'è una cosa che invece riguarda tutto l'insieme del commercio di queste carni: vengono fatti i controlli sulle carni importate in modo che si possa dire che queste carni importate vincono la concorrenza non solo per i prezzi, che sarebbe banale perché si può vendere una cosa dannosissima a prezzo minore, ma perché sono di qualità superiore a quelle prodotte nello Stato italiano, altrimenti sarebbe assurdo che venissero immesse? Una cosa che mi ha sempre impressionato da profano nell'agricoltura contemporanea, che però quando ero ragazzo non vedevo, è che che oggi moltissimi capi bovini, e non soltanto bovini, sono praticamente reclusi vita natural durante, anche se ciò dovrebbe naturalmente interessare anche la Protezione Animali.
Se è vero che ogni essere vivente ha bisogno di moto, specialmente certi essere viventi - è chiaro che la lumaca o la chiocciola ne hanno meno bisogno - non possiamo permettere ed ammettere che delle bestie bovine o meno, siano per anni tenute prigioniere in questo modo. Questo non solo per le sofferenze che subiscono ma, egoisticamente parlando, perché si ammalano (è come tenere una persona chiusa in casa per molto tempo e forse una bestia si ammala ancora di più perché è più vicina alla natura).
Noi senza saperlo, senza volerlo, forse perché la veterinaria, la medicina ritengono questo atto non nocivo, permettiamo alla società di mangiare delle bestie (non è il mio caso, io sono quasi vegetariano, quindi non mi sento tanto in colpa) e quindi delle carni, ammalate.
Ricordo che quando ero ragazzo il bestiame era lasciato all'aria aperta e solo d'inverno veniva stabulato.
Invece oggi, per anni e anni, molti animali non si muovono più dalla stalla, e questo è un fatto gravissimo, non solo per la salute, il benessere degli animali, ma per gli stessi consumatori di carne.
Il tema forse non era compreso nell'interrogazione, però è di una gravità tale che dovrebbe far riflettere un po' tutti e quindi anche l'Assessore all'agricoltura.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi per una breve precisazione.



LOMBARDI Emilio, Assessore regionale

Vorrei dire al collega Bodrero che ho risposto alle domande contenute nell'interrogazione, questi sono quesiti ulteriori ai quali cercher comunque di dare risposta.
Se c'è una violazione di legge, non di regolamento interno del CO.AL.VI., è logico che il consorzio provveda alle denunce che il fatto comporta. La nostra legge di finanziamento all'agricoltura vieta finanziamenti ad aziende che abbiano riscontrato problemi di questa natura pertanto coloro che sono stati individuati come responsabili di atti illegittimi non otterranno più alcun finanziamento.
Per quello che riguarda i controlli alle frontiere, questi ci sono stati, anche se la produzione italiana li ha sempre ritenuti inadeguati oggi però ragioniamo in termini diversi perché i controlli doganali, anche di tipo sanitario, dopo l'1/1/1993, hanno subìto notevoli modificazioni e le merci sia in entrata che in uscita hanno maggiore facilità di commercializzazione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazioni n. 1531 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti e n. 1318 del Consigliere Marchini inerenti i timori per la situazione occupazionale degli addetti alle dogane operanti presso l'Autoporto di Susa a seguito imminente abbattimento frontiere


PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni n. 1531 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti e n. 1318 presentata dal Consigliere Marchini.
Risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

La mia risposta sarà per ora interlocutoria, ancorché il problema sia in discussione ormai da alcuni mesi, quindi risponderò alle domande formulate secondo l'attuale stato delle cose e degli incontri.
Per quanto attiene agli incontri che ho promosso in qualità di Assessore al lavoro ho riscontrato numerose proposte formulate dai partecipanti sia in Regione, sia presso la Provincia di Torino; alcune di esse furono più coerenti alla realtà rispetto ad altre, perché si tratta di un problema che riguarda sia i lavoratori dipendenti sia i cosiddetti padroncini, spedizionieri.
Attestandoci al problema dell'Autoporto di Susa si sono formulate le seguenti ipotesi: centro di deposito e di smistamento merci e animali servizi per autotrasportatori riassorbimento di una quindicina di lavoratori da parte della SITAF (autostrada Frejus) mediante l'organizzazione di servizi autostradali assunzione di alcuni lavoratori ad opera della vicina Società Consusa da adibire al servizio lavaggio e pulizia camion organizzazione di corsi di qualificazione professionale finalizzati previa ricerca della domanda di professionalità.
Inoltre in coerenza con gli impegni assunti con i sindacati, incontrati dal sottoscritto in data 15/10/1992, ho inviato un primo messaggio al Ministro delle Finanze per vedere se poteva essere riassorbita dallo stesso Ministero, quota parte dei lavoratori, prospettandogli vantaggi per il suo Ministero qualora fosse possibile includere negli organici dei collaboratori professionalizzati e validi, quali sono senz'altro gli spedizionieri doganali e i dipendenti delle imprese di trasporto che effettuano anche operazioni di dogana.
Da un paio di mesi il problema è direttamente di competenza del Ministero del Lavoro che sta predisponendo, annunciandolo di giorno in giorno, un decreto di attenzione sugli ammortizzatori in ordine a questo problema. E' annunciato per questa settimana il definito incontro tra le organizzazioni sindacali e i rappresentanti degli spedizionieri, per l'indicazione di un intervento di ammortizzatore su questi problemi.
Con un altro messaggio pervenutomi il 6 ottobre, essendo la partita stata smistata alla titolarità del Ministero del Lavoro, si chiede un altro sollecito ad intervenire con l'adozione di strumenti speciali di ammortizzazione sociale, attualmente inesistenti, nei confronti degli spedizionieri doganali.
Il 16/12/1992 anche la Presidenza della Giunta - cofirmando con il sottoscritto per dare ruolo anche istituzionale e politico al messaggio tenuto conto che coivolge in misura non indifferente non solo realtà che stanno insistendo sull'area della Valle di Susa, ma anche altre realtà regionali ha inviato in merito telegrammi di sollecito ai Ministri del Lavoro, delle Finanze, degli Esteri e degli Interni, e al Prefetto di Torino.
Alla fine di dicembre, mi sono anche rivolto direttamente alle case di spedizione e, in data 8/1/1993, ho nuovamente richiesto l'adozione dei provvedimenti legislativi a tutela di queste categorie dei lavoratori risollecitando il problema ai Ministeri indicati, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Prefettura di Torino.
Qualche giorno fa ho incontrato nuovamente le organizzazioni sindacali imprenditoriali che sono molteplici, con varie sigle del tutto non coerenti e non unitarie fra di loro, in un mondo variopinto di rappresentanze. Ho notizia, da ieri, che questa settimana dovrebbe chiudersi la vertenza che le OO.SS, hanno aperto con il Ministero del Lavoro per l'impostazione di un intervento urgente, con conseguente decreto, per il riconoscimento di ammortizzatori sociali che, come ho detto, per questa categoria finora non sono previsti.
Altro intervento potrà essere realizzato - lo stiamo studiando con scadenza a fine febbraio - utilizzando gli strumenti previsti dal Regolamento comunitario Interreg, utilizzabile su questo versante.
Spero, pur tra passaggi faticosi, con ampia pluralità di sigle, che entro questa settimana possa pervenire una risposta "romana" alle varie sollecitazioni - noi non siamo certo titolati a concedere la cassa integrazione - sapendo che queste organizzazioni, ancorché differenti tra loro, nei vari incontri hanno riconosciuto alla Regione una defatigante azione, non facile, anche per il doversi districare in termini di equilibrio all'interno delle varie sigle.
Spero e mi auguro - al di là della risposta - fra una settimana, dieci giorni di poter dare anche al collega Marchini riferimenti più certi di un percorso complesso che, paradossalmente, vede all'inizio del 1993 l'eliminazione di confini e barriere e l'attivazione della libera circolazione di mezzi, capitali, persone, ma - ahimè - anche un primo elemento in negativo dato dalla ricaduta su questi soggetti, che sono in sciopero con conseguente blocco delle attività.



PRESIDENTE

Al Consigliere Marchini, assente, verrà inviata risposta scritta.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Assessore Cerchio, il fatto che l'1/1/1993 cadessero le barriere doganali per le merci è cosa che il governo italiano ha saputo pochi giorni prima, senza poter attrezzare alcuna politica per affrontare il problema che tutto questo avrebbe comportato in ordine agli addetti alle dogane? La mia ironia è la prova che oramai, di fronte ad un mal governo così esplicito da parte dello Stato dei problemi che dovrebbe risolvere oltreché alla critica e al disappunto si può giungere anche al ridicolo.
Siamo di fronte ad un'imprevidenza colpevole da parte dello Stato e di chi lo governa.
Mi chiedo, Assessore Cerchio, fino a quando lei sarà disposto a fare da ammortizzatore politico all'interno della Giunta regionale sui problemi dell'occupazione. Lei sta facendo le battaglie che può fare un Assessore regionale, per contrastare i punti di crisi, dovute al fatto che a certi lavoratori non si concede la cassa integrazione.
Questo suo attivismo, Assessore, non dico che sia lodevole, in quanto è doveroso. Mi chiedo però fino a che punto lei possa rimanere all'interno di una compagine di Giunta che scarica su di lei, semplicemente, il compito di frenare, di ammortizzare, di tamponare, di coibentare il sonoro che nasce da queste grida di allarme e di protesta.
Quello che manca - a questo punto parlo a lei: gli altri Assessori non ci sono - è l'inserimento di questa attività di attenuazione dei conflitti sociali in programmi che leghino questa attività ad un programma di sviluppo e di conoscenza della realtà economica e di investimento politico ed economico.
Parliamo dei doganieri della Valle di Susa.
La Valle di Susa dovrebbe rientrare in uno di questi progetti, da affrontare in termini sintetici e programmatici, con grandi scelte. Questo manca; ed ecco che lei continua soltanto a rincorrere questa emergenza sociale con un certo attivismo, che non si può negare. Rimane poi la sua permanenza all'interno di un sistema di potere, che a mio parere confligge con questa sua attività; ma questo è discorso politico a più ampio raggio.
Potrei chiederle quand'è che si decide a uscire da questo sistema di potere e a schierarsi al fianco dei lavoratori, senza condividere, come fa attualmente, le responsabilità né di questa Giunta regionale né del Governo nazionale che il suo partito regge da così tanto tempo e con così cattiva prova.
Per quanto riguarda la vicenda specifica, può darsi - speriamo - che la situazione si ricomponga; la prego però di sollecitare i suoi colleghi di Giunta a smettere di affrontare il tema della Valle di Susa caso per caso: turismo da una parte, industria dall'altra, ammortizzatori sociali e trasporti: ognun per sè. Se i problemi vengono affrontati uno per uno senza collegarli in un progetto, in Valle di Susa vinceranno come al solito le forze che mirano al vecchio tipo di sviluppo, con i grandi investimenti in barba all'ambiente e agli interessi della popolazione e di chi lavora in valle.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interpellanza n. 1131 dei Consiglieri Vaglio e Rabellino inerente l'attuazione delle LL.RR. n. 58/78 e n. 68/80 relative ai settori teatro di prosa e musica


PRESIDENTE

Prima di passare all'interpellanza n. 1131 presentata dai Consiglieri Vaglio e Rabellino, saluto i ragazzi e le ragazze delle tre classi di III media della scuola "G. Verga" di Torino, che sono qui ad assistere ai lavori del Consiglio regionale.
La parola all'Assessore Fulcheri che risponde all'interpellanza n.
1131.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Con riferimento a quanto rilevato nell'interpellanza sopra citata, si precisa quanto segue.
1) Le richieste di contributo pervenute entro i termini di legge vengono valutate in base ai seguenti criteri conformità con le competenze dell'Assessorato e con quanto previsto dalle rispettive disposizioni di legge coerenza con le linee direttrici stabilite in sede di programmazione pluriennale e di definizione del piano annuale di attività verifica della qualità e della rilevanza dei progetti presentati estensione quantitativa, qualitativa e territoriale dell'utenza interessata carattere di continuità con esperienze precedenti, ovvero valore innovativo del progetto potenzialità di interscambio con esperienze di altri settori, aree territoriali e ambiti tematici affidabilità, competenza e reale capacità operativa dei soggetti richiedenti.
Questi criteri valutativi vengono puntualmente richiamati ed esplicitati nelle deliberazioni di assegnazione dei fondi e nei programmi annuali di attività.
In particolare, per quanto concerne l'assegnazione dei fondi ai sensi della L.R. n. 68/80, viene inoltre presa in considerazione anche tutta una serie di parametri più specifici, attestanti la quantità, la qualità ed il grado di professionalità delle Compagnie, quali il numero di produzioni teatrali realizzate, il numero di repliche degli spettacoli, il numero di giornate lavorative risultanti dall'attestazione liberatoria rilasciata dall'ENPALS, il numero di spettatori, l'ottenimento di sovvenzioni ministeriali, l'entità delle entrate da mercato, bilanci analitici delle entrate e delle uscite, ecc.
2) Nella determinazione delle proposte contributive, una particolare attenzione è riservata poi alla registrazione delle mutazioni correlate all'evolversi rapido della domanda e dell'offerta culturale oltre che a cause intrinseche alle specifiche strutture e ai loro processi di sviluppo o, talvolta, di involuzione. A tal fine l'Assessorato procede al rilevamento periodico, per mezzo di appositi questionari, dei dati relativi alle singole strutture ed ai programmi di attività da queste intraprese. Una puntuale giustificazione dell'utilizzo dei contributi viene inoltre richiesta ad ogni soggetto che abbia goduto della sovvenzione regionale: è indispensabile che questi produca una relazione dettagliata delle attività intraprese ed un analitico bilancio consuntivo per poter ottenere il saldo del contributo ovvero l'ammissione a futuri finanziamenti. Nei casi, peraltro rari, in cui venga verificato che i soggetti richiedenti non abbiano svolto le attività preventivate o abbiano cessato la propria attività, si procede alla revoca dei contributi assegnati.
3) Quella che è stata intesa come una "confusione di inquadramento", e cioè l'inserimento della rassegna di danza "Il gesto e l'anima" all'interno della deliberazione di assegnazione dei fondi della L.R. n. 68/80, come già più volte è stato spiegato, è da attribuirsi al fatto che, per problemi di ripartizione dei fondi sui capitoli di competenza, l'iniziativa non avrebbe altrimenti potuto trovare copertura finanziaria nella più idonea deliberazione di sovvenzione delle rassegne e dei festival. 4) In merito alla richiesta di esaminare la possibilità di istituire una Commissione per la valutazione delle attività culturali e la formulazione di proposte contributive, si ricorda che la L.R. n. 58/78 prevede già la costituzione di un'apposita Consulta regionale per i beni e le attività regionali, con specifiche funzioni consultive e propositive. La suddetta Consulta, a causa della mancata designazione di alcuni dei suoi componenti espressi dagli enti individuati nell'art. 2 della legge, non ha potuto essere convocata nel corso della passata legislatura. Secondo quanto previsto dall'art. 3 bis della stessa legge, la Giunta regionale non è stata pertanto tenuta ad acquisirne il parere previsto dalle vigenti leggi.
In merito ai criteri di valutazione delle richieste di finanziamento della L.R. n. 58/78 come della L.R. n. 68/80, ai relativi indirizzi programmatici ed operativi ed alle singole proposte di intervento finanziario è stato sempre richiesto, come previsto dalle due leggi, il parere della Commissione consiliare competente. Per quanto concerne poi la L.R. n.
58/78, un ulteriore contributo, in termini di valutazione delle attività e di formulazione delle ipotesi di finanziamento, è stato fornito dalle Amministrazioni provinciali, il cui parere viene acquisito annualmente a partire dal 1987, in sostituzione di quello dei soppressi Comitati Comprensoriali. Alla luce delle considerazioni fin qui illustrate, non si ritiene pertanto necessaria l'istituzione di un'ulteriore Commissione, e tanto più se si tiene presente che il nuovo disegno di legge in materia di attività teatrali, già trasmesso alla IV Commissione consiliare, prevede la costituzione di un'apposita Commissione tecnica per la valutazione delle attività teatrali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Innanzitutto faccio i complimenti alla Giunta per avere una Consulta che praticamente non si riunisce da sette anni! Questa è la realtà! Non si riunisce per questioni politiche, perché la mancata nomina di alcuni membri della Consulta è da ricercarsi in cause politiche e non tecniche. Tutto ci mi pare un atto estremamente scorretto nei confronti del Consiglio e anche nei confronti della cittadinanza.
Quando noi, provocatoriamente, chiedevamo l'istituzione di una Commissione, era proprio perché questa Consulta non ha mai funzionato. A questo punto, ci chiediamo che cosa stia lì a fare: sopprimiamola e creiamo un organismo, che può essere una Commissione più funzionale, magari non composta da una ventina di membri, ma da cinque o sei persone, in grado di esaminare almeno l'assegnazione di questi contributi! Fra tutti i criteri che ha citato, l'Assessore si è dimenticato quello fondamentale, per quanto riguarda l'assegnazione o meno di un contributo o la percentuale del contributo che le compagnie o i singoli soggetti ricevono esiste un fattore determinante: la lottizzazione tra partiti.
Infatti, se andiamo a vedere, scopriamo che questa compagnia è legata a quel Gruppo politico, l'altra compagnia è legata a quella corrente di un Gruppo politico! Mi pare estremamente grave che la rassegna di danza "Il gesto e l'anima", per mancanza di fondi sul relativo capitolo, sia stata finanziata sul capitolo inerente le manifestazioni di prosa: se non ci sono i fondi non si finanzia. Anche per altre leggi non c'erano i fondi, ma poiché i beneficiari non erano gli "amici degli amici", non si sono erogati i contributi. Non vedo per quale motivo per la rassegna di danza "Il gesto e l'anima" - che, lo sappiamo tutti, è legata ad un certo carro - abbiamo trovato gli escamotage necessari per erogare il contributo: è estremamente grave! Seconda questione: ci sono delle compagnie che vengono rifinanziate da oltre due anni e non sono più operanti. Sottolineo: due anni, non uno! In un anno posso capire che non ce ne siamo accorti, ma qui si tratta di due anni! E guarda caso, se andiamo a vedere chi c'è dietro queste compagnie anche lì troviamo gli amici degli amici! Vogliamo fare le cose seriamente o vogliamo continuare con questo sistema della lottizzazione e della spartizione fra le varie forze politiche? Non solo. Devo anche segnalare dei fatti che ritengo estremamente gravi. In Piemonte ci sono una miriade di compagnie teatrali di prosa dialettale amatoriale che non ricevono una lira di contributo, nonostante abbiano una presenza di spettatori decisamente elevata; addirittura sono arrivate sulle emittenti locali con degli spettacoli che riscuotono un certo successo da parte del pubblico televisivo. Per quale motivo tutte le volte che queste compagnie - che si sono raggruppate in un'associazione di compagnie di teatro amatoriale, le cosiddette filodrammatiche - hanno chiesto all'Assessorato di poter accedere a certi contributi, con una scusa o con l'altra sono state bocciate le loro proposte? Ci interesserebbe saperlo e ci riserviamo di presentare un'ulteriore interrogazione in merito a questa vicenda.
Anche se so che in questo momento è estremamente difficile da parte di una classe politica che sta vivendo certi momenti per cui è chiaro che le clientele deve mantenerle fino all'ultimo, invito comunque l'Assessorato alla cultura (come anche gli altri Assessorati) a moralizzarsi: cerchiamo almeno di non lottizzare così spudoratamente questi contributi!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Desidero soltanto dire che, per quanto riguarda la Consulta, non è compito della Giunta quello di nominarla.



RABELLINO Renzo

E' compito dei partiti!



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Non bisogna dare colpa alla Giunta se non ha creato la Consulta; la Consulta viene nominata dal Consiglio regionale.
Inoltre - da me è venuto un vostro rappresentante a parlarne - non è affatto vero che si siano concessi dei contributi a compagnie che hanno cessato l'attività da almeno due anni: sono informazioni inesatte! Forse si parla di certe compagnie, ma dicendo "lottizzazione" vorrei capire in che direzione voi potete prospettare anche l'utilità di prendere in esame alcune compagnie.
Comunque, non è affatto vero che si guarda l'appartenenza o l'amicizia politica per le compagnie teatrali; questo lo nego in modo assoluto.
Preciso che tutto viene fatto soltanto in funzione dei meriti o dei programmi e tutti i criteri vengono approvati dalla Commissione; non solo ma tutto è sottoposto alla IV Commissione e in quella sede si ha tutto presente. Anche i programmi vengono approvati dalla IV Commissione, quindi non è una nostra prerogativa: noi li presentiamo e su questi si discute a fondo.
In definitiva, non è affatto vero che sia soltanto discrezionalità dell'Assessorato quella di poter ammettere l'una o l'altra compagnia, ma tutti i criteri vengono rispettati rigorosamente.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1217 dei Consiglieri Rabellino e Vaglio inerente la ventilata chiusura scuola elementare di Moncucco Torinese


PRESIDENTE

L'Assessore Fulcheri risponde ancora all'interrogazione n. 1217 presentata dai Consiglieri Rabellino e Vaglio.



FULCHERI Giuseppe, Assessore all'istruzione

Prima di entrare nel merito di questa interrogazione desidero far presente che tutte le risposte a queste interrogazioni le ho pronte dal mese di giugno, in particolare questa è datata 23/6/1992.
In risposta all'interrogazione dei Consiglieri Rabellino e Vaglio riguardante la chiusura della scuola elementare di Moncucco Torinese, si precisa che la competenza esclusiva nella determinazione della chiusura delle scuole elementari, a norma della legge n. 148/90, è del Provveditore agli Studi della Provincia.
Come ricorderanno i colleghi della IV Commissione, il 13/2/1991, su mia richiesta, è stata effettuata un'audizione con i Provveditori agli Studi delle sei province del Piemonte al fine di conoscere quali fossero gli indirizzi che le autorità preposte all'attuazione della legge avrebbero seguito.
In quella sede sono state esplicitate anche le preoccupazioni dell'Amministrazione regionale, in primo luogo per i disagi derivanti agli allievi e alle loro famiglie ed inoltre per i costi economici e sociali dell'operazione di accorpamento.
Sia in sede di IV Commissione sia nelle successive occasioni d'incontro, i Provveditori hanno però sempre ribadito che il numero minimo di allievi pari a 21 era la condizione per garantire la presenza del plesso di scuola elementare e che con l'anno scolastico 1992/1993 l'accorpamento dei plessi doveva essere completato.
Per porre gli uffici regionali in grado di definire sia gli interventi di straordinaria manutenzione degli stabili sia quelli relativi all'assistenza scolastica previsti dalla L.R. n. 49/85, il Settore Istruzione ha richiesto in data 30/3/1992 a tutti i Provveditori del Piemonte il piano di soppressione ed accorpamenti per l'anno scolastico 1992/1993.
Alla data del 13/6/1992 sono pervenute le risposte dei Provveditori di Alessandria, Asti, Cuneo, Vercelli e Torino, che hanno segnalato complessivamente la chiusura di 85 plessi così articolati: Alessandria n. 13 Asti n. 24 Vercelli n. 16 Cuneo n. 17 Torino n. 15.
Non si conoscono ancora le determinazioni del Provveditorato di Novara.
Più specificamente per quanto riguarda la situazione del plesso di Moncucco Torinese il Provveditore ne decreta la soppressione in quanto vi sono presenti 14 allievi, con accorpamento nella scuola elementare di Castelnuovo Don Bosco, la cui distanza chilometrica dal plesso soppresso è pari a 6 km.
Non è possibile alcun intervento coercitivo della Regione nei confronti della decisione del Provveditore al quale ho però personalmente segnalato la situazione della scuola elementare di Moncucco Torinese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Assessore, io ritengo che sia opportuno che si informi perché quando dice che gli allievi di Moncucco sono stati accorpati a Castelnuovo Don Bosco questo è falso! Gli allievi di Moncucco sono stati mandati per l'anno 1992/1993 nelle scuole di Buttigliera d'Asti che è esattamente a 18 km e non a 6 da Moncucco! Questo lo devo dire per corretta informazione. Credo che il Provveditore di Asti non sia stato molto corretto nel momento in cui ha dato all'Assessore informazioni che non corrispondono alla realtà.
Veniamo comunque alla vicenda. Il Provveditore di Asti ha operato una soppressione in modo estremamente discutibile perché alcune scuole della Provincia di Asti che oggi sono sotto il numero di 21 allievi guarda caso sono aperte! Moncucco Torinese, anche se è in Provincia di Asti, fa parte della cintura torinese per cui è un centro in espansione sotto il profilo demografico. Infatti, a fronte di certificati di residenza è stato dimostrato che nell'anno scolastico 1994/1995 si arriverà a 31 allievi, per cui ben 10 in più della soglia minima e che comunque si arriverà a 23 allievi nell'anno 1993/1994. A fronte di realtà quale quella vicina di Passerano Marmorito dove la scuola non è stata soppressa anche se ha 18 allievi! Anche in questo caso quindi abbiamo assistito ad una scelta estremamente clientelare perché la direttrice della scuola di Passerano Marmorito risulta essere in ottimi rapporti con il Provveditore, cosa che non si può dire altrettanto della direttrice della scuola del Comune di Moncucco.
L'Assessore ha detto che non è nostra competenza intervenire: sotto il profilo legale è in una botte di ferro, ne prendiamo atto, però penso che ci sia una responsabilità da parte dell'Assessorato che è il governo della Regione per cui debba intervenire pesantemente perché con questa soppressione così "capillare" di plessi scolastici noi andiamo ad accentuare lo spopolamento di certe zone perché tutti questi plessi scolastici sono collocati in zone a rischio demografico. Non dobbiamo quindi creare ulteriori disagi perché ritornando all'esempio di Moncucco noi abbiamo un gruppo consistente di allievi perché parliamo comunque di 14 in fase iniziale e dal prossimo anno 23 che devono alzarsi con almeno un'ora di anticipo rispetto a tutti gli allievi delle scuole elementari del Piemonte per raggiungere la scuola alla quale sono stati assegnati. Questo mi pare estremamente grave sotto il profilo sociale e il fatto che l'Assessorato, cioè la Giunta se ne lavi le mani dicendo "questa non è nostra competenza" è ancora più grave!


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1336 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la spesa annuale per l'organizzazione e la necessità di dare una sede stabile ad Experimenta


PRESIDENTE

L'Assessore Fulcheri risponde all'interpellanza n. 1336 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

La mostra Experimenta organizzata dal 1985 nel parco di Villa Gualino ha comportato complessivamente ad oggi una spesa di L. 9.107.000.000 (comprensiva dei compensi per il Comitato scientifico e per gli architetti progettisti).
Più dettagliatamente, la spesa riferita ad ogni singola edizione è così valutabile: anno 1985 L. 446.000.0000 anno 1986 L. 490.000.000 di cui L. 100 milioni sponsor IBSP anno 1987 L. 974.000.000 di cui L. 100 milioni sponsor IBSP anno 1988 L. 830.000.000 di cui L. 100 milioni sponsor IBSP anno 1989 L. 1.740.000.000 di cui L. 430 milioni Assessorato alla sanità e L. 100 milioni sponsor IBSP anno 1990 L. 1.732.000.000 di cui L. 500 milioni Assessorato alla sanità e L. 150 milioni sponsor IBSP anno 1991 L. 1.900.000.000 di cui L. 500 milioni Assessorato alla sanità e L. 500 milioni Assessorato al turismo anno 1992 L. 995.000.000.
Sede permanente di Experimenta.
Concordo sull'ipotesi di dotare Experimenta di una sede permanente e quindi di renderla agibile tutto l'anno, ipotesi peraltro più volte prospettata dai funzionari del Settore cui afferisce l'organizzazione della mostra.
Infatti, una sede stabile per la manifestazione consentirebbe di migliorare la qualità della mostra stessa, d'intensificare le visite scolastiche effettuabili in genere solo nei mesi invernali o comunque primaverili, di ammortizzare in più anni i costi relativi all'acquisto e installazione delle apparecchiature, che invece vengono smontate ed immagazzinate a fine edizione.
Considerato che la sede permanente di Experimenta non può peraltro trovare collocazione nel parco di Villa Gualino ove esistono unicamente alcune tensostrutture, non utilizzabili nei mesi invernali, avevo incaricato gli architetti Zuccotti, Lenti e Fasana (già progettisti delle passate edizioni di Experimenta) di svolgere delle indagini per individuare alcune possibilità alternative per la mostra.
Gli architetti hanno predisposto innanzitutto un programma tipo redatto sulla base delle principali caratteristiche dell'attuale sede. Tale programma è servito da griglia per l'individuazione dei Comuni e quindi delle aree considerate di qualche interesse per la nuova sede. Le indagini sono state svolte territorialmente nel Comune di Torino e nei Comuni limitrofi in direzione sud, sud-est, ovest fino ad Avigliana (Comuni di Torino, Grugliasco, Collegno, Rivoli, Moncalieri, Avigliana).
I contatti avuti con le varie Amministrazioni e l'analisi delle caratteristiche dei vari luoghi proposti, hanno portato gli architetti a considerare di maggiore interesse sostanzialmente due aree: le Serre Municipali di Grugliasco e la Cascina Airale a Torino.
La mia attenzione si è poi focalizzata sulla Cascina Airale, in quanto la stessa, inserita nel parco comunale "La Colletta" consente di rispettare le caratteristiche di alta qualità ambientale proprie dell'attuale sede di Experimenta, ed è inoltre facilmente accessibile rispetto al contesto urbano, metropolitano, regionale.
I costi da sostenersi per il recupero del manufatto (in forte degrado) variano tra i 3,5 miliardi (per un'ipotesi di minima espansione, peraltro con possibilità di superficie espositiva già superiore all'attuale) e i 6,5 miliardi per un'ipotesi di maggior respiro.
Il progetto inerente il reperimento di una nuova sede di Experimenta è stato ampiamente illustrato alla IV Commissione consiliare nella seduta del 15/7/1992, tenutasi a Villa Gualino.
La Commissione, pur considerando valido il progetto stesso e quindi concordando sull'ipotesi che, in caso di trasferimento, la mostra venga comunque realizzata a Torino, non ha ritenuto opportuno lo spostamento della stessa dall'attuale sede di Villa Gualino.
Questo principalmente per le seguenti motivazioni: 1) il trasferimento della sede comporta costi elevati che stante l'attuale situazione di bilancio (e le prospettive circa le future) non è possibile coprire 2) la mostra Experimenta si è sempre più nel tempo identificata con Villa Gualino, della quale ha contribuito a diffonderne la conoscenza, e le attività svolte da Villa Gualino e quelle relative a Experimenta devono pertanto coesistere nell'ambito della stessa sede.
Per i motivi appena ricordati non è pertanto accoglibile la proposta dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti di un'eventuale allocazione della mostra nell'area chivassese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Assessore Fulcheri, potrebbe solo chiarirmi una cosa: il parere della IV Commissione è stato un parere unamime di tutti i presenti, di tutti i Gruppi, sull'inopportunità di spostare Experimenta?



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Questo non lo ricordo.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, per svolgere una manifestazione temporanea, Experimenta, la Regione, unitamente ad una piccola presenza di sponsor, ha speso più di 9 miliardi. Colleghi, con 9 miliardi costruiamo una sede permanente e la gestiamo per parecchi anni.
Ritengo l'idea, sorta nel passato, di utilizzare le conoscenze scientifiche più attuali nell'ambito di un programma di divulgazione reso alla popolazione in generale oltre che ai giovani in particolare, un'idea giusta ed economicamente e culturalmente produttiva.
Quello che non mi pare più giusto, arrivati a questo punto, è continuare a gettare dalla finestra (l'ultimo anno 1 miliardo, ma l'anno precedente quasi 2) tutti questi soldi per una manifestazione effimera. A questo punto, lo ritengo un modo di spendere il denaro pubblico non più accettabile. Experimenta è una manifestazione che ha un senso in questa nostra area che è in crisi, ma nella quale esistono rilevanti capacità tecnologiche, scientifiche e professionali sulle quali può essere impostato, da parte della Regione Piemonte, un programma per la rinascita della nostra economia e della nostra cultura.
Sto parlando bene di un'iniziativa legata alla divulgazione scientifica presente in Piemonte, ma proprio per questo ritengo si debba chiudere questa esperienza effimera di erogazione di risorse a fondo perduto e disperse ogni anno.
La prima decisione da prendere, a mio avviso, è quella di sospendere questa attività effimera, di evitare di spendere un miliardo all'anno ed in alternativa di individuare un sito idoneo, di redigere il progetto e di spendere il primo miliardo per iniziare a costruire una sede fissa per Experimenta. Questa è un'opera che si esegue in due anni; con le risorse che spendete per questa manifestazione temporanea costruite in due anni l'edificio. In questi due anni si possono svolgere, sostenuti dagli sponsor, attività che non recidano il filo della continuità, ma in forme dal punto di vista economico, molto più ridotte per la parte pubblica.
Si può fare un appello rivolto al mondo universitario, al Politecnico all'Università, alle stesse industrie, per tenere viva un'iniziativa che non pesi economicamente sull'ente pubblico per un paio di anni accompagnata dalla decisione immediata di finanziare la costruzione di un museo, all'interno del quale si possano vedere e fare le cose che Experimenta consentiva. Ci sono in giro per l'Europa musei di questo tipo ricordo all'Aja, in Olanda, il Museum. E' un museo stabile, attrezzato con attività scientifiche fisse, altre rinnovate nel tempo. Sarebbe per Torino e il Piemonte il segnale che ci stiamo attrezzando con le risorse che abbiamo per fornire delle strutture museali e scientifiche capaci di informare ed interessare quotidianamente i cittadini.
Per fare questo bisogna decidere un cambio di rotta: sospendere così rilevanti finanziamenti per la mostra temporanea e destinarli alla progettazione ed al finanziamento del nuovo museo. Dove fare la sede di Experimenta? Non so se Villa Gualino sia l'unica ipotesi possibile, non ne faccio una questione di principio. Però ho dei dubbi che una sede di questo genere, così poco accessibile - a meno che non la si renda più accessibile sia l'unica. Ricordo alla Giunta regionale altre possibili sedi, la Cascina Airale di proprietà del Comune di Torino, l'ex Servizio serre del Comune di Torino sito in Comune di Grugliasco, una bella area centrale all'ambito torinese.
Voglio ricordare alla Giunta regionale che, ove esistesse una politica di governo del territorio, che la Giunta regionale non ha, si potrebbe pensare a tutte le strutture utilizzabili per sede di museo site nelle aree industriali oggi non più utilizzate.
Insieme al collega Maggiorotti avevamo indicato anche l'area di Chivasso. A Chivasso si dovrebbero insediare nuove attività; non ho ancora visto nulla di preciso, quali e quante attività, per quanta occupazione non è dato sapere, però l'area di Chivasso, ricca di strutture edilizie, è un'area che si potrebbe tener presente, senza dover pagare oneri perché la FIAT ha avuto questa area quasi in regalo dalle pubbliche amministrazioni.
Collocare il museo in un'area in crisi, non lontana da Torino, accessibile ai mezzi pubblici e al treno, vivificandola con attività scientifico museali oltre che con posti di lavoro, ritengo porterebbe benefici all'intera realtà economica torinese.
Non sono assolutamente soddisfatto della risposta dell'Assessore, se non per le informazioni che ha dato, che mi confermano la cifra elevatissima che abbiamo speso e che a mio parere bisogna sospendere. Non so se tra i colleghi che mi hanno sentito queste opinioni siano condivise ove fossero condivise da più colleghi oltre noi due di Rifondazione Comunista, penso che si potrebbe presentare un ordine del giorno che richieda un impegno a cambiare natura di questa manifestazione: ridurre i finanziamenti effimeri, richiedere contributi per due anni, a sponsor privati, e decidere di individuare una sede stabile, redigere il progetto relativo, accantonare le risorse necessarie per la costruzione.
Questo ordine del giorno potrebbe essere presentato e discusso in Consiglio dando modo ai colleghi, a cui il nostro Regolamento impedisce di parlare se non hanno firmato anchéessi delle interpellanze, di interloquire su questo tema. Se ci sono dei colleghi interessati si potrebbe presentare un breve ordine del giorno sul tema per poterlo discutere in una prossima riunione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri per una breve precisazione.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Volevo solo aggiungere che Experimenta, intanto, da annuale - anche con il parere della IV Commissione - diventa biennale.



CHIEZZI Giuseppe

Male!



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Ognuno la pensa come crede. Bisognerebbe chiedere agli oltre centomila spettatori di Experimenta cosa ne pensano; inoltre non è affatto vero che il bilancio sia insoddisfacente. I 9 miliardi di costo sono complessivi, e cioè di tutte le gestioni a partire dal 1985: quindi sono 9 miliardi in otto anni. L'edizione del 1994, sempre a Villa Gualino, sarà dedicata allo spazio. La struttura dell'Assessorato non è in grado di sostenere una tale organizzazione e deve affidare ad altri la gestione. Le spese non sono esclusivamente relative ad impianti fissi, padiglioni e attrezzature; esse comprendono anche le spese di gestione. Se devo spendere 7 miliardi per una nuova sede vorrei sentire Gallarini cosa ne dice. Inoltre dovrei stare almeno sette anni fermo per accantonare i 7 miliardi! Dovrei sospendere l'iniziativa per poter spendere quei soldi (che sono 7 miliardi di adesso) per averla definitiva. Siamo già costretti a renderla biennale particolarmente per diminuire l'onere annuale, anche se quest'anno riteniamo di dover accantonare un importo che possa servire, insieme agli accantonamenti del 1994, per realizzare Experimenta nel 1994 e iniziative propedeutiche nel 1993. Prenderemo in esame anche le altre sedi suggerite.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanze n. 1539 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti e n. 1556 dei Consiglieri Marengo e Monticelli inerenti la situazione occupazionale al GFT


PRESIDENTE

Passiamo alle interpellanze n. 1539 e n. 1556.
L'Assessore Cerchio è disponibile a rispondere.



MARENGO Luciano

E' stato fatto l'accordo. E' tutto risolto.



PRESIDENTE

L'Assessore può dare la risposta scritta.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Certo, ma oltre a dare la soluzione, la risposta presentava anche alcune preoccupazioni, perché secondo noi, durante il 1993 non si potrà applicare quanto è stato concordato. Vorrei rispondere comunque con tre parole, perché preso atto del passaggio dalla mobilità alla cassa integrazione, i contenuti dell'accordo di questa intesa, ratificati in sede di Ministero del Lavoro il 21 gennaio, quindi pochi giorni orsono, fanno trasparire una grande preoccupazione, nonostante questa soluzione di ammortizzatore su uno dei grandi presidi produttivi che hanno difficoltà nel settore tessile in Piemonte.
Non posso non rilevare che difficilmente in questo anno di cassa integrazione si troveranno soluzioni adeguate per tutti i 460 lavoratori oggetto dell'accordo. In questo senso abbiamo espresso, come Regioni, dopo l'accordo del 21 gennaio, alle parti interessate che lo hanno accolto positivamente, il tavolo regionale sia per quanto concerne la concretizzazione di iniziative che prefigurino l'intervento amministrativo della Regione sia per iniziative a valenza prevalentemente politica che permettano di individuare percorsi utili ad una completa soluzione degli esuberi.
Questa è la preoccupazione relativamente ad una vicenda che ha tramutato la mobilità in cassa integrazione, ma ha anche tramutato un percorso che dovrà essere gestito attraverso una Commissione di garanzia costituita dalle stesse parti sociali firmatarie dell'accordo che hanno chiesto alla Regione di proseguire sul tavolo regionale azioni di concertazione e di gestione dell'accordo.
Mi permetterò di presentare la risposta articolata sui vari punti dell'accordo nonché le preoccupazioni della Regione e l'offerta, così come è richiesta dalle organizzazioni sindacali, del tavolo regionale di concertazione per la gestione di questo accordo.


Argomento: Boschi e foreste

Risposta scritta all'interrogazione n. 1223 della Consigliera Sartoris inerente le iniziative per salvare i boschi della Valle Bormida dall'infestazione degli insetti


PRESIDENTE

All'interrogazione n. 1223 della Consigliera Sartoris verrà data risposta scritta, a causa dell'assenza dell'interrogante.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 8) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Buzio, Croso, Dardanello Garino, Maccari, Picchioni e Porcellana.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Iscrizione all'o.d.g. degli ordini del giorno nn. 525, 512 e 515 inerenti il Piano Regolatore Generale Comunale di Torino


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco. Ne ha facoltà.



CUCCO Vincenzo

Intervengo sull'ordine dei lavori. Nell'ultima Conferenza dei Presidenti ho chiesto, a nome anche di altri Consiglieri, una risposta da parte della Giunta sulla disponibilità a rendere all'aula una comunicazione sulle questioni inerenti al Piano Regolatore Generale di Torino e la sua approvazione. C'è una novità che è di questa mattina, banale, ma c'è.
Nell'ordine del giorno presentato da me, dal Consigliere Marino e dal Consigliere Chiezzi, e credo anche in altri ordini del giorno, si sollevava la questione formale (non la questione sostanziale sul Piano regolatore) della legittimità di questo Commissario ad adottare Piano Regolatore Generale e varianti, stante la situazione di commissariamento, e conteneva anche una serie di considerazioni politiche sulla necessità da parte della Giunta regionale di intervenire su questa vicenda.
Abbiamo chiesto la scorsa seduta di iscrivere l'ordine del giorno, ma non abbiamo proceduto al voto; nella Conferenza dei Presidenti, il Presidente Brizio aveva detto che si riservava di dirci se oggi avrebbe svolto una comunicazione su questo argomento e quindi avremmo discusso gli ordini del giorno. Ribadisco questa richiesta, altrimenti chiediamo ai sensi del Regolamento, la votazione dell'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno nella seduta odierna.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho detto che ne avrei parlato, ma mi sarei riservato il quando.
Ordunque mi riservo di parlarne nella sede della Conferenza dei Capigruppo perché questa mattina i lavori sono intensamente prefigurati: avevamo stabilito di esprimerci immediatamente sulla Commissione di inchiesta avevamo detto che avremmo discusso la deliberazione n. 594 sull'Alta Velocità, e che avremmo esaurito domani (perché oggi non c'è l'Assessore Garino) le deliberazioni sull'ambiente che sono in scadenza.
Per quello che ci riguarda non abbiamo intenzione di fare una comunicazione immediata su questo argomento, stiamo valutando il problema e ci riserviamo di dirvi quando saremo in grado di parlare del tema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Mi sembra veramente una risposta da presa in giro, se mi consente Presidente della Giunta. Cosa aspettiamo ancora? Che il Commissario rimandi la copia del Piano Regolatore già approvata? Secondo noi e secondo un certo numero di Gruppi ci sono delle cose che bisogna esaminare anche in quest'aula. Se voi dite che non ce ne sono credo che sia molto grave la vostra affermazione, dopodiché io chiedo comunque che, ai sensi del Regolamento, si voti l'iscrizione del nostro ordine del giorno per la discussione di questo argomento.



PRESIDENTE

Diamo ancora un momento di riflessione alla Giunta prima di procedere sotto profili formali e procedurali nell'arco di questa seduta.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che la Giunta ha intenzione di riflettere un momento, ricordo solo una cosa da cui deriva l'urgenza con la quale chiediamo di discuterne.
Il Commissario Malpica non è stato nominato con alcun potere speciale come si è letto o dichiarato. Il Commissario Malpica detiene i poteri che normalmente vengono assegnati a tutti i Commissari d'Italia perché il decreto di nomina è un decreto composto da due frasi identiche per il Comune di Fubine, di Varese, di Acqui Terme e di Torino. Non ha alcun potere speciale. La sua nomina è finalizzata alla gestione provvisoria del Comune, come in tutta Italia. Rientra nell'ambito della prassi più ordinaria che lo Stato attua nella nomina dei Commissari.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, non apra il dibattito.



CHIEZZI Giuseppe

Tenga presente che la nostra richiesta deriva da questa situazione e dal fatto che si dice che il dottor Riccardo Malpica, in virtù di poteri "speciali", possa o debba - addirittura! - firmare il Piano Regolatore di Torino. E' urgente discutere oggi questa cosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Non penso che ci sia più nulla da meditare su questa questione. Se ne discusse nell'ultima conferenza dei Capigruppo, la Giunta aveva chiesto una settimana per valutare, adesso non penso che un minuto più o in meno possa cambiare la posizione assunta.
Pertanto la Giunta abbia il coraggio di dire di non voler discutere sul Piano Regolatore, lo dica chiaramente, assuma le proprie responsabilità così proseguiamo con i lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Una settimana fa ponemmo questa questione, capisco che l'Assessore poteva in qualche modo essere preso di sorpresa o che ci fosse da riflettere, però noi non stiamo chiedendo di discutere dei contenuti del Piano Regolatore di Torino, stiamo chiedendo che la Regione esprima un suo parere su una questione sulla quale si stanno riempiendo i giornali, dove figurano dichiarazioni non nostre, ma di altri Consiglieri di maggioranza i quali sostengono che non esiste alcun problema, che Malpica può fare tutto e che la Regione deve approvare il Piano Regolatore qualora dopodomani Malpica glielo inviasse.
Sono argomenti che oggi hanno un significato politico e attendono da una parte all'interpretazione del ruolo del Commissario, dall'altra ad una legge regionale che per il momento esiste, anche se è di questi giorni la proposta delle Province di togliere qualunque ruolo alle Regioni sulle questioni urbanistiche.
Noi chiediamo soltanto che l'Assessore in qualche sede - se l'aula consiliare non è la sede giusta lo faccia in un'altra - ci comunichi qual è il punto di vista procedurale dell'Assessore e della Giunta su una questione di tale rilevanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Anch'io ritengo necessaria e urgente una comunicazione della Giunta, a fronte del fatto che il Commissario asserisce di avere il potere di firmare il Piano Regolatore e di inviarlo alla Regione.
Per sapere che il Commissario non ha questo potere non è il caso di scomodare gli studiosi in materia, perché è noto che il Commissario - che regge provvisoriamente le sorti di un Comune, in base alla legge n. 142 ha due compiti precipui: preparare le nuove elezioni e occuparsi dell'ordinaria amministrazione. L'assumere il Piano Regolatore, superando o esaminando esso stesso le millecinquecento osservazioni pervenute, mi pare vada al di là dell'ordinaria amministrazione, e la Regione non può tacere a fronte, non di voci giornalistiche o di altra natura, della volontà manifestata dal Commissario di procedere.



PRESIDENTE

Visto che si tratta di una questione di procedura vi prego di attenervi a tale questione, altrimenti faremmo il dibattito.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Il mio intervento sarà riferito alla procedura anche se è difficile parlare di ciò senza far riferimento a dei fatti. Siamo di fronte alla fase finale di adozione del Piano Regolatore del Comune di Torino, il più grande Comune della nostra Regione.
Il Comune di Torino ha adottato due Piani Regolatori nel corso di questo secolo, uno nel 1911 e l'altro nel 1959. In un secolo è il terzo atto di adozione di Piano Regolatore, si potrà discutere se sono passati troppi anni dall'adozione di un piano dal suo succesivo; comunque abbiamo di fronte questa situazione.
E' incontrovertibile il fatto che si stia assistendo alla fase finale di atti eccezionali di un Comune. Tralascio le questioni di competenza del Commissario, le ha già illustrate il Consigliere Majorino, pertanto mi rifarò molto all'atto eccezionale.
Questo atto eccezionale richiede - con la legge del 1942, non una legge della Repubblica italiana, addirittura con una legge precedente, ribadita fortemente dalla legge regionale - un rapporto di partecipazione da parte dei cittadini, rapporto di partecipazione che non c'è stato in fase di elaborazione. La cittadinanza di Torino ignora i contenuti di questo Piano Regolatore, questo rapporto di partecipazione si incentra formalmente nella discussione delle osservazioni. Le osservazioni sono più di milletrecento e ciascuna contiene più punti riguardanti il Piano Regolatore per cui è sicuro che queste osservazioni riguardano ben più delle milletrecento presentazioni formali di osservazioni.
Questo è l'atto importante di approvazione del Piano Regolatore pertanto il Commissario per ragioni di politica amministrativa, per rispetto di una procedura che richiede partecipazione, e quindi per rispetto di un rapporto democratico, non deve permettersi di approvare il terzo Piano Regolatore in un secolo quando lui deve, entro forse due mesi (io spero che le elezioni avvengano già il 28 marzo), preparare le nuove elezioni. Il Commissario deve limitarsi ad occuparsi degli atti tecnici istruttori d'esame di queste osservazioni per consegnarle al nuovo Consiglio comunale. Sarà poi il Consiglio rappresentativo della popolazione torinese che, interpretando questa rappresentatività che gli viene concessa dalle elezioni, giudicherà se accettare o meno le osservazioni.
La Regione, tramite l'art. 117 della Costituzione, stabilisce che la Regione emani norme legislative anche in materia urbanistica, pertanto non può essere estranea a tale questione. Per questo motivo noi abbiamo presentato un ordine del giorno che gradirei fosse discusso oggi affinch la Regione intervenga e chieda al Commissario di rispettare le procedure necessarie; non saranno due o tre mesi in più che incideranno sulle varie questioni e sulle sorti di Torino. L'importante è rispettare le procedure la democrazia e la partecipazione, altrimenti la Regione può davvero chiudere. Questo Piano Regolatore verrebbe approvato da un Comune e da una Regione senza aver mai avuto un confronto e una discussione all'interno di un'assemblea elettiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Il mio intervento sarà esclusivamente di tipo procedurale. Non sono intervenuto nel merito (i colleghi hanno ritenuto di farlo e va benissimo) perché ovviamente su questa questione tutti hanno molto da dire. La domanda che formulerò sarà molto semplice: la Giunta rimette all'aula una comunicazione oggi oppure chiediamo l'iscrizione all'o.d.g. gli ordini del giorno? Vorrei sapere se l'intervento dell'Assessore Carletto si limiterà a presentare la relazione cui, conseguentemente, seguirebbe il dibattito: cose da dire ne abbiamo tutti.
Pertanto chiedo all'Assessore di non entrare nel merito, ma di spiegarci dal suo punto di vista perché Malpica ha o non ha i poteri perché su questo argomento abbiamo pareri discordanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Mi atterrò agli aspetti formali, ribadendo che sui contenuti siamo concordi con molti dei colleghi che mi hanno preceduto. Volevo solo ricordare che anche il Gruppo Verde ha presentato uno specifico ordine del giorno; dopo la Conferenza della scorsa settimana, anch'io avevo inteso che la Giunta si fosse impegnata ad intervenire sull'argomento nella seduta odierna.
Richiamo il nostro ordine del giorno chiedendo che venga iscritto alla seduta di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Non sconfinerò da considerazioni procedurali.
Intervengo solo per dire che su questo argomento anche il PRI ha presentato un'interpellanza. Evidentemente, mi associo a quanto detto dal Consigliere Cucco, ovvero che abbiamo idee completamente diverse rispetto al merito, ma abbastanza convergenti sulla forma.
Vorrei capire se si apre un dibattito sull'argomento; qualcuno è già entrato nel merito, indicando soluzioni quasi sempre nello stesso verso.
Sarebbe utile capire se apriamo il dibattito o se si tratterà soltanto di una comunicazione - non so di che tipo dell'Assessore Carletto e se il dibattito verrà rinviato - come la Giunta si era impegnata a fare - ad altro momento, sempre in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Io oggi non sono in grado di fare alcuna relazione al Consiglio regionale sulla questione del Piano Regolatore di Torino. Non sono in grado semplicemente perché l'ordine dei lavori non lo prevedeva; diversamente, mi sarei attrezzato per fare una relazione al Consiglio regionale.
Ho preso atto delle interrogazioni, delle mozioni, degli ordini del giorno e di quant'altro è stato presentato in questi giorni dai vari Gruppi chi a favore, chi contro, l'una e l'altra tesi però non sono pronto a dare questa risposta, anche perché vi sono aspetti giuridici assai evidenti. Personalmente, distinguerei tra la possibilità per il Commissario di fare una certa cosa e l'opportunità di farla: sono questioni diverse che si intrecciano, ovviamente, in un ragionamento politico-istituzionale, ma che hanno taratura diversa.
Sul piano giuridico non vorrei rendere al Consiglio regionale una posizione della Giunta che non fosse approfondita, verificata e sostenuta da una precisa valutazione di tipo giuridico.
Personalmente, ho sempre sostenuto, sulla questione del Piano Regolatore di Torino - che vorrei ribadire se il Presidente me lo permette senza entrare nel merito - che i livelli istituzionali hanno compiti e funzioni all'interno dell'autonomia che ognuno degli enti ha in ordine alle procedure.
Mi sono sempre opposto all'idea che la Giunta regionale discuta del Piano Regolatore di Torino prima che la Regione sia in possesso della relativa documentazione, e quindi degli atti conseguenti e coerenti. Atti che la Regione avrà nel momento in cui il Comune avrà adottato il Piano definitivo: solo a quel punto - credo - la Regione avrà titolo per pronunciarsi. Questo, naturalmente, se non si vuol fare un dibattito politico e quindi dare delle valutazioni. Ciascuno può fare dibattiti sulla base di quanto si legge sui giornali, di quanto viene detto dagli amministratori, di quanto si sente dire da nostri colleghi che hanno ruolo istituzionale in Comune, per quello che a loro volta sanno. Dal punto di vista istituzionale, però, la Regione viene in possesso del Piano Regolatore definitivo approvato quando il Comune glielo invia.
Anche in passato ho sempre tenuto - a nome della Giunta questa posizione, dettata dall'esigenza di chiarezza e correttezza nei rapporti istituzionali. Sulla questione specifica, mi attrezzerò anche di un supporto giuridico forte, poiché personalmente non sono in grado di dare una valutazione giuridica piena e convincente. Non sono quindi in grado oggi, di riferire al Consiglio regionale ripeto - soprattutto perché la questione non era iscritta all'o.d.g. dell'odierna seduta, al quale sapevo essere iscritte le questioni relative alla Commissione d'indagine e altre partite, ma non questa. Per la prossima seduta di Consiglio regionale, se questo è il desiderio, sarò pronto a relazionare all'assemblea.



PRESIDENTE

Al momento non vi sono richieste formali di iscrizione all'o.d.g.



CUCCO Vincenzo

Anche a nome dei Consiglieri Marino e Chiezzi, chiedo l'iscrizione all'o.d.g. ai sensi del Regolamento degli ordini del giorno presentati su questo argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Intervengo per spiegare che noi ne stiamo facendo una questione di opportunità di procedura: non chiediamo di discutere oggi il Piano Regolatore, lo discuteremo più avanti quando, tra l'altro, ci sarà formalmente comunicato.
E' una questione di procedura e questa va decisa; la Giunta non pu svicolare da una questione di procedura. La Giunta tiene ai rapporti di partecipazione e di democrazia? Il rispetto dell'istituzione avviene anche nel rispetto delle procedure sotto questo profilo, e su questo chiediamo che ci si esprima.



PRESIDENTE

Mi pare di aver capito, Assessore, che non si sarebbe orientati alla discussione, oggi.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Ho detto, signor Presidente, che oggi non sono in grado di fare questa discussione: credo di averlo detto in italiano... Ho anche detto che per la prossima seduta mi attrezzerò in tal senso.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Voglio fare due brevi considerazioni. Se si vuole iscrivere la questione all'o.d.g. e discuterla alla prossima seduta, tanto valeva seguire la prassi che avevo indicato, ovvero di parlarne alla Conferenza dei Capigruppo.
Seconda considerazione. Consigliere Rivalta, con tutto il rispetto debbo dire che, purtroppo, il Commissariamento interrompe la normale vita amministrativa ed ha delle sue implicazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fiumara.



FIUMARA Francesco

E' stato deciso di rinviare la questione nel merito a martedì prossimo affinché l'Assessore Carletto possa prepararsi per riferire al Consiglio su questo argomento.



PRESIDENTE

Ritengo si sia addivenuti ad un accordo, nel senso che si è accettato anche da parte della Giunta e ora ribadito dal Presidente della II Commissione, che la discussione nel merito venga fatta la prossima seduta.
Adesso si tratta soltanto dell'iscrizione.



CUCCO Vincenzo

Presidente, intendo illustrare l'ordine del giorno di cui sono presentatore.



PRESIDENTE

No, l'iscrizione non prevede l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Non è così.



PRESIDENTE

Scusi, Cucco, ma lei non aveva già illustrato il suo documento?



CUCCO Vincenzo

No, Presidente. Io ho chiesto se la Giunta era disponibile alla comunicazione; la Giunta ha risposto di no, per cui adesso si passa alla procedura ordinaria e quindi c'è l'illustrazione dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non è così, Consigliere Cucco. Sui motivi dell'iscrizione parla un Consigliere a favore e uno contrario e sui motivi dell'iscrizione hanno parlato a favore non un Consigliere, ma quasi un rappresentante per ogni Gruppo. Ritengo che i motivi che portano all'iscrizione dei documenti siano già stati illustrati dai proponenti di tutti gli ordini del giorno.



CUCCO Vincenzo

Non è così, Presidente. Sono addirittura intervenuto prima che parlasse l'Assessore Carletto proprio per sottolineare questa cosa.
Il Presidente, in seduta di Capigruppo, ha detto: "Vi risponderò e vi dirò se facciamo la comunicazione oppure no". Io ne faccio una questione di principio; Presidente, mi scusi, ma in queste cose bisogna essere corretti!



PRESIDENTE

Consigliere Cucco, avevo capito che voi aveste già illustrato le ragioni d'iscrizione all'o.d.g. dei documenti; se lei ritiene di non averlo fatto, mettiamoci tutta la mattina ed illustriamo uno a favore e uno contro! Però, dato che tutti avete già parlato sulle ragioni, spiegatemi qual è il motivo in base al quale bisogna rifare nuovamente sei interventi.
Se ognuno vuole dire le ragioni per le quali richiede che il suo documento venga iscritto facciamo inutilmente sei interventi. Questo non è dare valore alle assemblee.
Comunque, se il Consigliere Cucco ritiene di non aver illustrato prima il suo documento, io non lo contrasto. Consigliere, può intervenire per illustrare le ragioni per l'iscrizione all'o.d.g. del suo ordine del giorno, ma lo faccia in maniera estremamente succinta perché tutto il Consiglio le ha già capite!



CUCCO Vincenzo

Presidente, mi dispiace, ma su questa questione credo di essere nel giusto quando di nuovo continuo a sostenere che la discussione verteva su un altro argomento. Quando sono intervenuto prima che l'Assessore Carletto parlasse era proprio per sottolineare che proceduralmente eravamo in un'altra situazione; altri Consiglieri sono entrati nel merito, ma io no. E riepilogo affinché rimanga agli atti la mia interpretazione di questa vicenda.
Presidente della Giunta e Assessore Carletto, non è la prima volta che interveniamo su questa vicenda. Quasi tutti gli ordini del giorno sono stati presentati intorno al 15 di questo mese; in realtà gli interventi sono ben precedenti.
C'è una questione procedurale che qui si fa finta di non ricordare, ma che in realtà è la sostanza della materia. Il Commissario del Comune è stato nominato dal Prefetto, dopo aver sospeso il Consiglio, in base alla legge n. 142/90 per la provvisoria amministrazione, in attesa del decreto del Presidente della Repubblica, che è l'unico atto formale che può dare poteri al Commissario del Comune. Non siamo in una situazione guridico legale precedente alla legge n. 142/90, dove automaticamente, in base alle leggi vigenti, il Commissario del Comune avrebbe avuto tutti i poteri sostitutivi sulla base della legislazione precedente. La legge n. 142/90 dice chiaramente che il Commissario ha quei poteri che, con decreto del Presidente della Repubblica, il Ministro dell'Interno gli affida.
Questo, per chi sa leggere la legge n. 142/90, significa che il Presidente della Repubblica, sulla base dell'istruttoria del Ministro dell'Interno, decide quello che il Commissario fa o non fa, ed è su questa materia che, con una lettera ed un'interpellanza urgente entrambe del 6 gennaio, avevo chiesto l'intervento della Giunta.
Perché le date sono importanti? Le date sono importanti perché, senza che questa cosa fosse conosciuta da nessuno, il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto di assegnazione dei poteri al Commissario il 30 dicembre 1992, pubblicando quest'atto il 12 gennaio sulla Gazzetta Ufficiale; questa mattina, da parte della Presidenza della Repubblica, è arrivata al Prefetto di Torino la raccomandata ufficiale sui poteri di questo Commissario e il Prefetto l'ha comunicata ai Consiglieri comunali e al Commissario.
Su questi giochetti dei tempi si svolge tutta la partita di questa vicenda, perché è proprio vero che il Commissario, sulla base di quel decreto, non poteva procedere all'adozione del Piano Regolatore. Tutta la melina fatta dai Partiti di Governo, andreottiani in prima fila, era proprio per far pressione nei confronti del Ministro e del Presidente perché affidassero pieni poteri a questo Commissario, e la melina politica è cominciata prima di Natale! Addirittura, il Commissario del Comune ha firmato sei varianti al Piano Regolatore, che sono anticipazioni del nuovo il 24 dicembre, di fatto approvando buona parte del nuovo Piano Regolatore! Questa è la sostanza politica, questo è l'inghippo procedurale al quale voi vi siete sottratti rimandando la discussione fino ad oggi. Ma siccome di questi inghippi procedurali non ne voglio più vedere, chiedo oggi l'iscrizione immediata e voglio vedere esplicitamente la Giunta votare a favore di questa iscrizione; la prossima settimana discuteremo nel merito della procedura e dei contenuti della manovra del Commissario del Comune.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. degli ordini del giorno nn.
512, 515 e 525 (che attraggono le interrogazioni ed interpellanze presentate in merito).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Gli ordini del giorno sono iscritti all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Opere pubbliche

Esame ordini del giorno n. 521 e n. 527 sull'istituzione di una Commissione d'inchiesta sui contratti di appalto sulle più rilevanti opere pubbliche


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 9) dell'o.d.g. che prevede l'esame dell'ordine del giorno n. 521 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti, Miglio Giuliano, Cucco e Marino, sull'istituzione di una Commissione d'inchiesta sui contratti di appalto sulle più rilevanti opere pubbliche.
Ricordo che su questo argomento erano già state espresse valutazioni da parte dei Gruppi nel corso della seduta precedente. La Conferenza dei Capigruppo aveva convenuto di dedicare complessivamente non più di un'ora a questo argomento per cui cerchiamo di stare all'interno di questa indicazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rabellino; ne ha facoltà.



RABELLINO Renzo

Desidero innanzitutto rilevare che anche il Gruppo Lega Nord ha sottoscritto questo documento, cosa che all'o.d.g. non è segnalata.
Nel merito noi ci eravamo già espressi a chiusura della scorsa seduta.
Noi siamo favorevolissimi all'istituzione di questa Commissione. Peraltro come dichiarazione di voto, chiedo fin d'ora la votazione per appello nominale, visto che l'argomento è estremamente delicato. Mi è pervenuta la voce che alcuni Gruppi di maggioranza non sono disposti ad accettare il discorso della Commissione d'indagine. Chiedo pertanto che si voti - ripeto per appello nominale e poi che questa votazione venga trasmessa per conoscenza alla Magistratura, in modo che qualora un domani venissero fuori delle questioni su questi tre grossi appalti sia ben chiaro quali sono gli uomini e le forze politiche che hanno voluto tutelare certe questioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, in premessa dichiaro la piena disponibilità del Gruppo socialista ad aderire alla proposta di istituire una Commissione di inchiesta, se si ritiene. Non è certo il Gruppo socialista che ha delle riserve o si fa velo del fatto che è necessario accogliere delle richieste.
Esprimo quindi piena disponibilità, se questo è l'orientamento.
Vorrei però fare una considerazione. Quando si parla di una Commissione di inchiesta relativa a tutte le grandi opere che si sono realizzate in Piemonte ho l'impressione che si vada più in là di quelle che sono le competenze della Regione. In altri termini, non vorrei che la Regione per un qualche verso si sentisse nella situazione di farsi carico di cose di cui non ha nemmeno la competenza oppure la competenza è di carattere generale perché quando si parla di opere di cui non siamo stati protagonisti, non voglio citarle, ma le abbiamo sotto gli occhi tutti quanti, e di cui però riteniamo in qualche modo come Atlante di farcene carico, credo sia opportuno valutare meglio la questione.
Quando è stato tempo abbiamo istituito delle Commissione d'inchiesta l'ultima delle quali è quella sulla sanità (prima era di indagine, poi è stata trasformata in Commissione d'inchiesta), ma anche qui non è il problema dei termini che mi fa velo, però si riferisce a materie di cui abbiamo la responsabilità piena, perché la Regione ha la competenza del coordinamento di tutta la sanità.
Io ho inteso mettere in evidenza questo aspetto: richiamare l'attenzione del Consiglio regionale sui compiti, dopodiché si tratta - non c'è, come ho detto in premessa, alcun problema da parte del Gruppo socialista di aderire - di andare fino in fondo, siamo perché si faccia luce fino in fondo!



(Commenti del Consigliere Calligaro)



ROSSA Angelo

Lo siamo stati laddove in qualche misura - caro Calligaro potevamo avere anche delle responsabilità, lo siamo sempre stati perché occorre far chiarezza e luce fino in fondo! Lo siamo ancor di più dove, almeno per il momento, mi sembra che queste responsabilità non le abbia il PSI, quindi non ci sono problemi da questo punto di vista, anzi andiamo pure avanti! Andiamo avanti però senza invadere dei campi che non sono, almeno a me sembra, di nostra competenza.
Se poi, Presidente, mi si dimostrerà che pure quei campi sono di nostra competenza andiamo pure avanti, perché noi non abbiamo alcun problema!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, questa proposta è stata da noi valutata approfonditamente per portare anche il nostro contributo a chiarire una situazione che ovviamente allarma la pubblica opinione. Le nostre prime conclusioni sono che di fronte a questioni di questo genere non riteniamo possano esistere delle proposte di maggioranza o di minoranza, ma dobbiamo se veramente vogliamo dare un contributo al chiarimento, concorrere eventualmente a trovare una soluzione comune.
Noi sottolineiamo l'importanza del provvedimento adottato dalla Giunta regionale con la nomina del Commissario e dei sub-Commissari che sono funzionari regionali e che, ad esempio con un ordine del giorno del Consiglio, potrebbero essere vincolati a riferire al Consiglio in un termine brevissimo, ad esempio 60 giorni, in modo tale che per quanto riguarda la questione dello IACP da cui trae origine questa richiesta di istituzione di Commissione di inchiesta ci possa essere una decisione a ragion veduta, una volta che sono definiti i contorni di questa operazione.
E' chiaro che le questioni relative alle competenze cui faceva riferimento il collega Rossa sono questioni che non possiamo trascurare.
Nel momento in cui si dovessero istituire Commissioni d'inchiesta dobbiamo indagare nell'ambito di quelle che sono le materie di competenza della Regione Piemonte. Penso che così si sia fatto quando sono state istituite recentemente e anche nel passato, Commissioni d'inchiesta sulle più disparate materie.
Oltretutto, per quanto riguarda la questione specifica, a favore della nostra proposta di chiedere una immediata relazione al Commissario e ai sub Commissari che sono stati inviati allo IACP sono anche le notizie che apprendiamo sulla stampa ogni giorno e che danno conto di un'indagine della Magistratura. Pertanto, anche con riferimento al dibattito che si svolge nelle aule parlamentari potrebbe risultare inopportuno, al limite costituire una Commissione d'inchiesta nell'immediato, proprio perché i percorsi potrebbero intersecarsi con quelli, ben più pregnanti, incisivi ed autorevoli, della Magistratura.
Però penso anche che si possa cogliere l'occasione per svolgere una riflessione sul metodo da seguire ogni volta che occorra chiarire in questa sede, cioè da parte del Consiglio regionale, questioni che attengono a settori rilevanti dell'attività della Regione Piemonte.
Penso vi sia anche una questione di funzionalità. Di Commissioni d'inchiesta e di indagine ne abbiamo già costituite, poi tutto sommato siamo sempre noi Consiglieri che dobbiamo partecipare alle varie Commissioni, per cui ritengo che, nel momento in cui si va a costituire una Commissione, bisogna avere la disponibilità e la possibilità pratica di operare e d'intervenire efficacemente in tempi brevissimi. In materie di questo genere ovviamente rinvii o proroghe non sono proponibili.
Ritengo che se veramente vogliamo arrivare a chiarire e ad avere elementi maggiori, possiamo eventualmente approfondire le questioni che riguardano il discorso della Banca Dati sulle opere pubbliche e sugli appalti, oppure chiediamo che gli altri Gruppi si esprimano sulla proposta di chiedere, in tempi brevi, una relazione esauriente su quelle che sono le risultanze a mano dei commissari per quanto riguarda la vicenda dello IACP (io ho indicato 60 giorni perché ritengo possano essere tempi accettabili).
Non vogliamo sottrarci dal portare il nostro contributo al chiarimento della materia che riguarda gli appalti, quindi ricordo a me stesso e ai colleghi che abbiamo da tempo in II Commissione la L.R. n. 18/84 sulle opere pubbliche, per cui possono esserci anche occasioni di confronto nel merito. Ritengo vi possano essere altri momenti in cui tutta la problematica si possa affrontare, e soprattutto dobbiamo studiare il modo con cui possiamo rapportarci ad opere pubbliche di competenza statale, così come sono quelle indicate nell'ordine del giorno.
Nel momento in cui si dovesse accedere alla necessità di votare per la costituzione di una Commissione d'inchiesta, come facciamo a votare una Commissione che si incentra su grandi opere pubbliche che attengono alla competenza dello Stato? Sono dubbi, richieste di chiarimento ed interrogativi che pongo a me stesso e ai colleghi.
Concludo richiamando la libertà e la serenità di giudizio che deve caratterizzare l'operato di ciascuno di noi, e che peraltro è garantita anche dalla Carta Costituzionale. Respingiamo le dichiarazioni e le insinuazioni, e quasi le minacce, del collega della Lega Nord. Ritengo siano completamente fuori luogo e penso anche che avrebbero dovuto essere rilevate dalla Presidenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Ai colleghi che mi hanno preceduto ricordo che, se è vero che non abbiamo competenze dirette sui tre appalti citati nell'ordine del giorno, è altrettanto vero che questi appalti, di fatto, intersecano problematiche di stretta attualità regionale. Si può dire che queste problematiche non abbiano un raffronto diretto con i piani regolatori? Si può dire che l'autostrada Torino-Bardonecchia non abbia dirette influenze in campo ambientale? Questo significa che, di fatto, acquisire documentazioni e conoscenze è comunque una cosa positiva.
La mia perplessità - voterò comunque a favore di questo ordine del giorno è un'altra: che si moltiplichi il numero delle Commissioni d'indagine o di inchiesta e si rischi di farle decadere nella loro importanza specifica.
Al Capogruppo del PSI, collega Rossa, voglio richiamare con energia il fatto che, nella Commissione di inchiesta e di indagine sulle UU.SS.SS.LL.
i rappresentanti del PSI, per esempio, sono sistematicamente tutti assenti.
Di fatto, quindi, c'è la volontà di frenare, di congelare o comunque di dequalificare la Commissione d'indagine con le assenze. Allora non serve soltanto approvare le Commissioni, bisogna poi partecipare ai lavori invece vedo che alla Commissione d'inchiesta sulle UU.SS.SS.LL. siamo subito scesi a sette-otto Consiglieri quasi sempre presenti e rimaniamo scendendo man mano, a quella quota. L'altra metà dei Consiglieri non c'è.
Do atto alla Presidenza che il Gruppo della DC è regolarmente presente.
Un motivo ci sarà, visto che ogni volta che ascoltiamo un commissario straordinario ci viene a dire peste e corna della parte politica che è sempre assente, per certi ingrovigliamenti politici nella amministrazione delle UU.SS.SS.LL. E' un fatto.
Si facciano quindi pure queste Commissioni d'inchiesta, ma stando anche attenti a non abusarne, come numero, in futuro. Piuttosto, una volta costituita la Commissione, che sia la Commissione stessa ad autolimitarsi il compito, perché non possiamo acquisire notizie su tutto lo scibile umano, ma su determinati e particolari aspetti più legati alla realtà regionale, sui quali è opportuno che la Regione e, quindi, il Consiglio regionale si faccia un'opinione. Da qui il voto favorevole del MSI, ma chiedendo l'impegno dei colleghi una volta nominati all'interno delle Commissioni, di intervenire ai lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Segnalo che in Parlamento esiste già, da almeno sei mesi, una Commissione, non so se si chiama d'indagine o d'inchiesta, che sta osservando con attenzione la legislazione sugli appalti e le possibilità di riforma di tali procedure. Esiste anche una proposta del Ministro, ma non so esattamente a che punto sia la questione. Questo per segnalare che il Consigliere Chiezzi e gli altri che hanno firmato questo documento, stanno proponendo qualcosa di grandissima attualità ed urgenza.
Segnalo, come ben sanno il nostro Presidente della Giunta e la nostra Presidente del Consiglio, che le Regioni hanno istituito già da qualche tempo un gruppo di lavoro che sta elaborando una documentazione, che ritengo utilissima, sulle questioni degli appalti.
Segnalo anche che, sulla questione specifica della Banca dati, non solo c'è un impegno che risale al luglio dell'anno scorso, ma c'è addirittura una legge regionale che indica la necessità di costituire la Banca dati degli appalti, cosa che fino ad oggi non è stata fatta. Quindi, credo che una Commissione del genere sia di grandissima attualità ed urgenza.
Io non vorrei interferire con chi ha steso materialmente il documento ma invece della frase "iniziando dalle seguenti" si sarebbe potuto dire "segnalando le seguenti", che è come dire che non si tira una riga sopra sui tre casi (lo Stadio delle Alpi, l'autostrada Torino-Bardonecchia e il nuovo Palazzo di Giustizia), ma neppure far nascere una Commissione che, a prescindere dai casi specifici, deve affrontare la questione di fondo, cioè la riforma delle procedure degli appalti che in gran parte derivano da leggi nazionali, ma in parte significativa anche da leggi regionali.
L'obiettivo, comunque, al di là di segnalare casi, è che la Regione abbia prima di tutto il compito di modificare o adeguare le proprie leggi in modo tale che i fatti che sono avvenuti in questi anni non possano più avvenire, o perlomeno non possano trovare varchi (leggi nazionali o, per quanto di nostra competenza, leggi regionali) per far diventare pratica quotidiana la tangente e la ruberia. Sollecito quindi un'approvazione.
Devo aggiungere che la Commissione d'inchiesta sulla sanità, a mio parere, sta facendo un grandissimo bene alla sanità piemontese, perché nel momento in cui, seppure non nei particolari, i cittadini sono venuti a conoscenza del fatto che la Commissione regionale sta facendo delle audizioni, sono emersi alcuni elementi nuovi rispetto al modo in cui si rapportano tutti coloro che hanno a che fare con una questione così fondamentale.
Credo che l'istituzione di questa Commissione farebbe del bene a tutti compresi coloro che fino a ieri potevano avere qualche fastidio dall'istituzione di Commissioni di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Molto brevemente voglio sottoporre ai colleghi un'ipotesi di lavoro perché mi pare che questa proposta, che peraltro il mio Gruppo ha sottoscritto, incontri nella discussione delle difficoltà e delle argomentazioni critiche che in qualche modo vanno tenute in conto.
La prima è che la questione delle opere pubbliche, come giustamente ha rilevato Marino, è una questione che è all'ordine del giorno a livello nazionale. La Giunta si era impegnata qualche mese fa a presentare anche un progetto di revisione della legge regionale sull'argomento; giace da lunghissimo tempo, ormai è una storia quasi infinita, la questione della banca dati sugli appalti, che non è mai stata concretamente realizzata dalla nostra Regione, nonostante sia prevista addirittura da una legge del 1984, appunto la legge regionale sulle opere pubbliche.
Quindi c'è, intanto, questo capitolo, che non è soltanto il capitolo per esemplificare, degli scandali, ma è anche il capitolo delle normative e degli strumenti operativi che la nostra Regione potrebbe mettere in campo su questo problema, e che è certamente un capitolo molto rilevante.
Un'altra questione è quella delle possibili competenze di una Commissione di inchiesta di questa natura. Da questo punto di vista l'esemplificazione contenuta alla fine dell'ordine del giorno può suscitare qualche perplessità, trattandosi di opere pubbliche che fanno capo ad enti diversi dalla Regione, opere pubbliche sulle quali non mi risulta che la Regione abbia avuto in qualche modo poteri di intervento. Si tratterebbe di indagare, per dirla in altre parole "in casa d'altri" senza averne, forse è da appurare meglio gli strumenti giuridici. Può anche essere che noi possiamo indagare in casa d'altri, a condizione che sia nostra potestà.
In rapporto a queste due questioni, cioè il fatto che il campo di lavoro di una simile Commissione potrebbe essere più ampio che non il semplice campo della rilevazione di singole questioni - il tema generale della riforma - e la questione della fondatezza giuridica dell'intervento o del campo di attività di una Commissione di inchiesta anche dal punto di vista dei poteri invito i colleghi a valutare l'opportunità di seguire in questo caso una procedura analoga a quella che è stata seguita nel caso della Commissione di inchiesta sulla sanità, cioè quella di affidare alla Commissione competente, che credo possa essere la II Commissione, una funzione istruttoria del problema, in modo da attribuire a questa Commissione il compito di elaborare una proposta al Consiglio. Vedo qualche difficoltà a risolvere questi nodi nel dibattito d'aula, adesso, nel senso di formulare emendamenti di un certo tipo al testo dell'ordine del giorno.
Credo che invece noi potremmo dare, come Consiglio, mandato alla II Commissione di istruire il problema, preparare una delibera istitutiva della Commissione d'inchiesta e portare poi questa delibera alla discussione e all'approvazione del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Svolgo innanzitutto una considerazione di carattere politico. Tempo fa l'Assessore Nerviani su una proposta che nel passato avevo fatto riprendendo una proposta fatta dalla Lista Pannella per l'indagine sui redditi dei Consiglieri regionali e degli alti funzionari regionali, mi aveva accusato di essere un giacobino. A dicembre il vostro Segretario Martinazzoli chiede esattamente la stessa cosa, allora, probabilmente, il giacobinismo è una malattia infettiva, nel senso che anche nel vostro partito questa è stata una richiesta urgente. E perché queste iniziative non di moralizzazione, perché la moralizzazione è una cosa che mi fa accapponare la pelle, ma di verifica dell'attività svolta, in questo particolare momento sono necessarie, tant'è vero che lo stesso Martinazzoli l'ha chiesta per gli esponenti politici della nostra Repubblica? Perché di fronte a quello che accade, l'inerzia è molto peggio dell'iniziativa: secondo me è questo il messaggio politico che il documento conteneva, ed è peraltro ciò che il Consigliere Chiezzi aveva anche sottolineato.
La Giunta regionale, il Consiglio in quanto tale, è meglio che faccia qualcosa per verificare, nell'ambito delle sue competenze, cosa bisogna cambiare, piuttosto che non fare nulla, piuttosto che nascondersi dietro competenze che non esistono, centinaia di cavilli formali, perché darebbe un'immagine del Consiglio, ma soprattutto del governo regionale, di attendista, di inattivo, di incapace di cogliere il momento. Non è l'onda della stampa, ma è quello che la Magistratura e l'attività dei politici in questo periodo hanno indicato.
Per quanto mi riguarda la proposta del Consigliere Monticelli è condivisibile, perché il contenuto politico è la sostanza di questo documento, per cui se questo ordine del giorno fosse vincolante perch entro un tempo congruo l'Ufficio di Presidenza stesso proponga una delibera al Consiglio per una Commissione di inchiesta e di indagine sulle opere pubbliche - e poi si andrà a verificare quali siano ritengo che si potrebbe accogliere, ma è un mio parere personale, non ho sentito gli altri firmatari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Colleghe e colleghi, ho ascoltato con grande attenzione tutti gli interventi. Condivido la priorità individuata ora dal collega Cucco di uscire da quest'aula con delle decisioni concrete, con delle strutture di indagine della situazione degli appalti nella Regione Piemonte capaci di effettuare chiarezza e controllo su questo tema.
Avete di fronte a voi, colleghi, un ordine del giorno che costituisce una proposta concreta e ritengo abbastanza chiara e leggibile anche per i cittadini.
La proposta è quella che si istituisca una Commissione di inchiesta sulle più rilevanti opere pubbliche.
L'ordine del giorno individua anche alcune opere pubbliche da cui iniziare i lavori. Se ci sono colleghi che pensano si debba iniziare da altre, non ho difficoltà, facciano la proposta, presentino un emendamento e si comincia da altre opere.
Il collega Cavallera ha proposto che immediatamente si ampli anche agli appalti dello IACP l'esame che deve effettuare questa Commissione.
Benissimo: il collega Cavallera presenti un emendamento che questa Commissione di inchiesta deve relazionare entro 90 giorni sulla gestione dei contratti dello IACP.
Il Consigliere Marino propone, invece di "iniziando", "segnalando": lo proponga, va bene.
Questo è un documento che può motivatamente essere soggetto a correzioni, modifiche, aggiunte. Quello che tengo a dire è che i dubbi sollevati da alcuni sulla fondatezza giuridica, ad esempio, di una Commissione di inchiesta sullo Stadio delle Alpi, l'autostrada Torino Bardonecchia e il nuovo Palazzo di Giustizia, personalmente non li ho perché la L.R. n. 18/84, all'art. 3 e all'art. 31 indica chiaramente di cosa deve occuparsi la Regione. La Regione deve occuparsi di tutte le opere attuate dalla Regione stessa, dagli enti locali territoriali, dagli enti pubblici operanti nel territorio regionale, dalle società pubbliche e a partecipazione pubblica preposte alla realizzazione di opere e lavori pubblici di interesse pubblico.
I tre casi che ho citato sono eseguiti da società pubbliche o a partecipazione pubblica o da enti pubblici e quindi sono sottoposti alla L.R. n. 18/84, perché lo Stadio delle Alpi è realizzato da un concessionario, l'Acqua Marcia, il concessionario è ente pubblico perché il Comune di Torino, attraverso l'istituto della concessione, ha ceduto parte dei propri poteri alla concessionaria per l'esecuzione dello Stadio delle Alpi.
Lo stesso dicasi per il Palazzo di Giustizia dove un concessionario, la Edilpro, agisce per conto del Ministero. Così è per l'autostrada Torino Bardonecchia: committente è la SITAF, una società a partecipazione pubblica, soggetta al controllo regionale. Per cui non penso che ci sia da dirimere alcunché. Si può dire: non mettiamo tra le priorità lo Stadio delle Alpi, mettiamo invece il passante ferroviario.
Però non si può parlare, a mio avviso, di dubbi sulla fondatezza giuridica né sulla indeterminatezza dei compiti di questa Commissione.
Rimane il fatto che la Commissione, se viene istituita, penso che come prima cosa debba decidere il modo di lavorare, i tempi, e debba approfondire le prime indicazioni di lavoro del Consiglio regionale.
Quindi, sarei favorevole a votare questo ordine del giorno, o così com'è o con le modifiche proposte dai colleghi, invece di "iniziando" "segnalando"; aggiungendo, se il collega Cavallera ritiene, che la Commissione di inchiesta, oltre a esaminare l'iter di alcune opere relazioni entro 90 giorni sulla gestione dei contratti degli IACP e quant'altro crede, in modo che l'Ufficio di Presidenza in presenza di una volontà espressa dal Consiglio poi faccia quello che c'è scritto su questo ordine del giorno ed istituisca la Commissione di inchiesta. Non vedo altri modi per fare qualcosa di concreto.
L'ordine del giorno è chiaro, modifiche se ne possono apportare; fate le proposte di emendamento, le votiamo e si istituisca questa Commissione di inchiesta.
Mi rivolgo all'ultimo collega intervenuto, il Consigliere Cucco, anche perché condividevo in pieno lo spirito dell'intervento che è lo spirito di questo ordine del giorno: occorre fare qualcosa. Non c'è nulla di perfetto ma questo può essere fatto, penso che sia bene votare questo ordine del giorno e dire che vogliamo la Commissione di inchiesta. E' giuridicamente fondato perché la L.R. n. 18/84 all'art. 3 elenca tutti gli appalti fatti da enti pubblici o società a partecipazione pubblica che sono sotto il controllo della Regione (lo Stadio e l'autostrada Torino-Bardonecchia).
Tornando a quello che diceva Cucco: vogliamo fare qualcosa o no? Sta in piedi? Ci sono delle ragioni o no? Ritengo di sì, l'ordine del giorno è la proposta di alcuni colleghi, può essere sempre migliorato, se ci sono emendamenti si votino, dopodiché si vede la volontà che il Consiglio regionale è in grado di esprimere. Chiedo che l'ordine del giorno venga comunque messo in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Anch'io ritengo necessario manifestare oggi con forza la volontà del Consiglio regionale di istituire la Commissione di inchiesta. Innanzitutto per una ragione che mi pare di avere capito da tutti gli interventi compresi quelli dei colleghi di maggioranza, cioè che la motivazione dell'ordine del giorno è condivisa tutta quanta.
Per quanto riguarda i dubbi che sono stati sollevati qua e là, in particolare dal collega Monticelli, sulla possibilità istituzionale per la Commissione di invadere il campo, per così dire, di opere pubbliche a livello nazionale, ritengo che innanzitutto il collega Chiezzi abbia già risposto esaurientemente. Le osservazioni del Consigliere Monticelli sono di un certo peso, ma ritengo che Chiezzi abbia risposto esaurientemente con i testi di legge alla mano.
Per non stare però a fare qui una discussione sottile sulle competenze visto che c'è la volontà unanime, sia nella motivazione sia nella prima parte del dispositivo, di istituire la Commissione di inchiesta, non demandiamo alla II Commissione questa problematica, ma votiamo l'ordine del giorno che istituisce la Commissione di inchiesta che esamini l'iter e la gestione dei contratti di appalto delle più rilevanti opere pubbliche demandando alla Commissione istituita di esaminare e valutare i limiti delle competenze regionali in materia. A questo punto, perché dobbiamo far sciogliere questo dubbio alla II Commissione? Facciamolo fare alla Commissione già istituita, dopodiché si potrebbe procedere. Non so se è stata colta da tutti la mia ipotesi, l'ha colta comunque il collega Monticelli ed è già rilevante.



PRESIDENTE

Riepilogo i pareri emersi nel dibattito.
E' stata fatta la richiesta di sottoporre la questione prioritariamente alla II Commissione, affinché sotto il profilo tecnico-legislativo attinente alle competenze, valuti il merito delle proposte.
Altri hanno chiesto di aggiungere a questo elenco qualcos'altro, è stato richiamato lo IACP. Altri hanno detto che forse non hanno senso le elencazioni, altri ancora richiedono la convocazione con la Commissione di inchiesta.
Spetta a me una valutazione, che ha già anticipato il Consigliere Cavallera in risposta all'intervento del Consigliere Rabellino: i Consiglieri regionali sono liberi di esprimere le loro opinioni e liberi di esprimere i loro voti. Il fatto di votare o meno un documento non comporta reato.



(Proteste dei Consiglieri della Lega Nord)



PRESIDENTE

Potete anche chiedere l'appello nominale che può essere fatto senza problemi. Alla Procura della Repubblica si inviano eventualmente dei documenti qualora in essi si ravvisino delle ipotesi di reato. Questo è sempre stato l'atteggiamento non soltanto della Presidenza, ma di chi ha compiti di natura pubblica.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La nomina di una Commissione di inchiesta è compito esclusivamente consiliare. Tuttavia debbo dire che il testo presentato da Chiezzi non trova l'approvazione del Presidente della Giunta, perché dovrei sapere in base a quale legge viene istituita una Commissione di inchiesta. Pertanto mi rifiuto di votare un ordine del giorno generico che ci porta ad intervenire su enti dei quali non abbiamo competenza.
Mi rivolgo anche alla Presidente del Consiglio, che sarà deputata ad assumere le conseguenti iniziative: si tratta di un ordine del giorno che non ha substrato giuridico e non so se sia ricevibile.
Non ho difficoltà invece ad accettare la proposta del Consigliere Monticelli di andare in II Commissione per vedere che tipo di Commissione di inchiesta istituire, e non ho neppure difficoltà a votare un ordine del giorno che preveda un'inchiesta sull'Istituto Autonomo Case Popolari, che sarebbe la cosa più corretta, più logica, più conseguente. Una Commissione di inchiesta generica che ci porti ad esaminare degli appalti sui quali non abbiamo nessuna competenza, non mi trova assolutamente consenziente.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 13,30, riprende alle ore 14,02)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sono stati presentati due documenti di cui uno emendato.
La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Chiedo che venga votato solamente il rinvio in Commissione, perché in quella sede dovrà essere esaminato il nostro documento.



PRESIDENTE

I documenti da porre in votazione sono pertanto due. Il primo documento, n. 521, già stato iscritto all'o.d.g. emendato con l'assenso di tutti i sottoscrittori, recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte ai molteplici arresti e rinvii a giudizio per corruzione e concussione, conseguenti alle indagini della Magistratura su contratti d'appalti e fornitura stipulati da Comuni, Province, Regioni e Società a Partecipazione Pubblica, che hanno colpito Sindaci, Assessori, Presidenti di Regione, di Società, Consiglieri di Amministrazioni e Amministratori di partito di fronte alle numerose richieste di autorizzazione a procedere nei confronti di Parlamentari per i medesimi reati di corruzione e concussione ritenuto fondamentale che le Amministrazioni locali siano liberate dalla presenza di persone che finalizzano l'attività politico amministrativa alla raccolta di denaro per il proprio partito e/o per se stessi rilevato che all'azione repressiva svolta dalla Magistratura deve affiancarsi una precisa assunzione di responsabilità politica, da parte di Comuni, Province e Regioni, che determini un'analoga azione preventiva di pulizia morale nella gestione della spesa pubblica, premessa indispensabile per la ricostruzione di un'etica della politica ritenuto che per fare ciò occorrono concrete decisioni del Consiglio regionale che determinino un ambiente amministrativo ostile alle prassi corruttive e concussive ritenuto che la Banca Dati Appalti, prevista dalla L.R. n. 18/84, di cui sinora è stata omessa l'attuazione costituisca uno strumento di conoscenza e controllo capace di portare trasparenza nei contratti d'appalto e nella loro gestione, rendendo più difficile il pagamento di tangenti sui lavori appaltati vista la situazione di emergenza morale che sta investendo il Piemonte con arresti e processi che riguardano malversazioni in molteplici settori di spesa, dalla Sanità alle Opere Pubbliche, allo IACP riconosciuta la necessità di un collettivo salto di qualità nel dare vita a strumenti e comportamenti capaci di dimostrare con i fatti che ci sono le forze per riportare a moralità l'attività politica ed amministrativa ritenuto urgente a tal fine iniziare ad esaminare la correttezza della gestione dei Contratti d'Appalto per l'esecuzione delle più importanti opere pubbliche richiede al Presidente del Consiglio regionale e all'Ufficio di Presidenza di istituire una Commissione d'inchiesta che esamini le procedure e la gestione dei Contratti di Appalto delle più rilevanti Opere Pubbliche demandando alla II Commissione il compito di individuare le opere".
Il secondo ordine del giorno, n. 527, a firma dei Consiglieri Rossa Cavallera e Ferrara recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte visti gli ordini del giorno presentati in materia di opere pubbliche ed edilizia popolare ravvisata l'opportunità di istituire la Commissione di indagine su queste materie dà mandato alla II Commissione consiliare di elaborare la proposta da sottoporre al Consiglio regionale entro la prima decade di febbraio 1993".
La parola al Consigliere Rabellino per dichiarazione di voto.



RABELLINO Renzo

Chiedo l'appello nominale sul primo documento.



PRESIDENTE

A questa proposta si associano i Consiglieri Vaglio e Zacchera.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale, come richiesto dai Consiglieri Vaglio, Rabellino e Zacchera, dell'ordine del giorno n.
521.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 19 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri.
L'ordine del giorno è approvato.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 527.



CUCCO Vincenzo

No, perché c'è conflitto fra i due ordini del giorno.



PRESIDENTE

No, Consigliere Cucco, questo non l'abbiamo proprio mai fatto, anche quando i conflitti erano evidenti, come sulla guerra del Golfo. Ricordo perfettamente: mi è rimasto molto impresso.
Colleghi, siamo alle solite: non possiamo accettare una procedura quando ci fa comodo e rifiutarla quando non ci piace. Abbiamo posto in votazione dei documenti, quali ordini del giorno, e non abbiamo posto il principio della conflittualità fra documenti. Siamo arrivati addirittura sulla guerra nel Golfo, ad aver approvato due documenti, l'uno favorevole e l'altro contrario, ed andammo su tutti i giornali d'Italia.
La parola al Consigliere Majorino per dichiarazione di voto.



MAJORINO Gaetano

Vorrei solo dire che il contenuto dell'ordine del giorno in votazione in questo momento, è precluso dalla votazione di quello appena votato. La mia dichiarazione di voto è in questi termini; l'altro documento, che chiede l'istituzione della Commissione d'inchiesta, preclude ogni altra possibilità.



PRESIDENTE

Ma il secondo documento aggiunge un passaggio, non esclude la Commissione d'inchiesta.
Collega Majorino, ho citato un precedente chiarissimo; o nel Regolamento scriviamo chiarissimamente questa possibilità, oppure io non posso che porre in votazione il documento.
La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Mi dissocio dalla posizione del mio Gruppo, e non parteciperò alla votazione dell'ordine del giorno, in quanto ritengo sia poco serio che domani si legga sui giornali che il Consiglio regionale del Piemonte decide una certa chiave di lettura ed un indirizzo su di una questione - non sulla guerra del Golfo per la quale non mi sembrava che Bush stesse agli ordini del Consiglio regionale del Piemonte locale e regionale, e che due minuti dopo vota un documento, che presumibilmente sarà approvato, che dice l'esatto contrario.
Mi pare poco serio nei riguardi del Consiglio regionale: non partecipo alla votazione.



PRESIDENTE

Prima di tutto il Presidente ritiene che i due documenti non siano in contrasto: uno stesso argomento prevede due procedure. In secondo luogo non possiamo usare il Regolamento in un modo o in un altro a seconda che ci piaccia o non ci piaccia.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale, come richiesto dai Consiglieri Vaglio, Zacchera e Rabellino, dell'ordine del giorno n.
527.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 19 Consiglieri si sono astenuti 20 Consiglieri.
L'ordine del giorno è respinto.
I lavori della sessione pomeridiana avranno inizio alle ore 15,30 con la relazione sull'Alta Velocità.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,20)



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