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Dettaglio seduta n.202 del 20/01/93 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 7) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Coppo, Croso, Dameri Dardanello, Foco e Panella.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Questa mattina, secondo quanto convenuto dai Capigruppo ed annunciato nella seduta di ieri, si svolgerà la comunicazione sullo IACP, con annessi i documenti presentati dai vari Gruppi, che già ieri sono stati distribuiti.
Ad alcuni la relazione dell'Assessore Carletto - documento molto corposo - è stata distribuita ieri in tardissima serata, per gli altri questa mattina alle ore 8 era già disponibile nella casella della posta in Consiglio.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Richiesta iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno relativo al PRGC della Città di Torino


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco. Ne ha facoltà.



CUCCO Vincenzo

Ho presentato questa mattina, insieme ai colleghi Marino e Chiezzi, un ordine del giorno sulla situazione che è in relazione al PRGC della Città di Torino e ne chiedo l'iscrizione ai sensi del Regolamento nella seduta odierna. Chiederei che venga messo in votazione subito.



PRESIDENTE

Poiché il documento non è ancora stato distribuito e in aula non sono presenti 40 Consiglieri, propongo che la richiesta di iscrizione venga rimandata a più tardi.



CUCCO Vincenzo

Questo significa dover interrompere poi la discussione.



PRESIDENTE

In questo momento non ci sono le condizioni oggettive per iscrivere tale documento. Se proprio volete, pongo in votazione l'iscrizione, ma con la certezza che comunque non verrà iscritto.
Facciamo distribuire l'ordine del giorno e valuteremo in seguito.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Dibattito in merito alla questione IACP - Presentazione relativi ordini del giorno


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto che relaziona sulla questione IACP.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Grazie Presidente. La relazione, che ho distribuito ai colleghi questa mattina alle 8, inizia con queste parole: "Ricostruire le cause di una situazione finanziaria altamente critica dello IACP di Torino non è cosa n facile, né agevole". Intanto, mi scuso con i colleghi per gli aspetti formali, mi ero impegnato a distribuire in Consiglio ieri sera, entro le ore 19, la relazione con gli allegati e vi confesso che il lavoro che abbiamo dovuto fare è stato mal valutato da me e dai miei dirigenti visto che abbiamo finito ieri sera alle 23,30. Questo perché abbiamo voluto fare una relazione molto ampia e dettagliata, soprattutto, una relazione che fosse supportata da elementi oggettivi e concreti che abbiamo voluto presentare al Consiglio a supporto del lavoro che in Regione si è fatto in questi anni nei confronti dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Torino.
Quindi mi debbo scusare, Presidente e colleghi, per la condizione di presentazione che sicuramente non è delle più apprezzabili, soprattutto da parte di un Assessore all'urbanistica che, se avesse avuto più tempo avrebbe dovuto, oltre che potuto, presentarla meglio; però ci è parso giusto privilegiare la sostanza piuttosto che la forma e quindi alle 23,30 di ieri sera abbiamo messo nelle buste, anche brutte, tutta questa documentazione che è sostanzialmente costituita da una relazione, da molti allegati richiamati nella relazione stessa e da un ulteriore elemento che mi sembra assolutamente di grande interesse per il Consiglio regionale ed è la risposta da me resa all'interrogazione del collega Ferrara l'11/12/1992 che ha come argomento un problema che è stato oggetto di un'altra interrogazione nel frattempo intervenuta e che mi è sembrato giusto allegare a questa documentazione, proprio perché contiene gli elementi di tutti gli IACP del Piemonte che si riferiscono ad appalti superiori ai 100 milioni ed a contratti di consulenza superiori ai 20 milioni che, ripeto tutti gli Istituti del Piemonte hanno contratto negli ultimi cinque anni.
Praticamente abbiamo predisposto questo plico in un giorno, perch lunedì i miei dirigenti hanno dovuto lavorare, ovviamente, sulla deliberazione che ha nominato il subcommissario allo IACP di Torino e lunedì pomeriggio la Giunta regionale ha deciso di sciogliere il Consiglio di amministrazione dello IACP di Torino e ha nominato un commissario e tre subcommissari. Non è facile ricostruire le cause di questa situazione dello IACP di Torino. Abbiamo tentato di farlo in questo documento richiamando tutta una serie di condizioni di oggettiva difficoltà di questo Istituto che risalgono al passato (probabilmente già agli anni '70/'80) e non è un caso che il primo allegato a questa relazione si riferisca ad un articolo de "La Stampa" a firma Gianni Bisio del 12 novembre 1985 il quale titolava: "Torino ha un quinto del deficit nazionale delle case popolari: come trovare 228 miliardi".
Quindi la storia è antica, i problemi sono antichi. Credo di aver già citato una volta in quest'aula, ed è giusto che lo ricordi in un dibattito così significativo, che sono da sottolineare una serie di condizioni di difficoltà che derivano da scelte non sempre oculate, per esempio quando il Consiglio di amministrazione scelse, a metà degli anni '80, di estinguere tutta una serie di mutui contratti negli anni precedenti dall'Istituto a tassi bassissimi, circa il 3%, e per avere delle disponibilità finanziarie immediate ha riacceso nuovi mutui al 12% creando delle condizioni naturalmente in quel momento, di liquidità, ma determinando delle condizioni di difficoltà progressiva finanziaria dell'Istituto che oggi ovviamente stiamo vivendo.
Le cause sono remote e non attengono solo allo IACP di Torino; infatti se, come stiamo vivendo in questi mesi, il Parlamento e il Governo stanno per legiferare in questo settore, avremo una situazione degli IACP soprattutto delle grandi città (oltre a Torino, Milano, Roma, Napoli), in cui le difficoltà sono evidenti per situazioni di indebitamenti forti, di canoni inadeguati, di morosità che spesso supera il livello di guardia, di bilanci e quindi di condizioni finanziarie assolutamente difficili dovute anche alle condizioni sociali delle realtà nelle quali questi Istituti operano. Infatti, non possiamo non sottolineare che cosa diversa è esaminare la situazione dell'Istituto di Torino se paragonato a Istituti come quelli di Novara, di Cuneo, di Asti, di Alessandria, di Vercelli e di Biella, dove naturalmente le condizioni sociali sono ben diverse, dove naturalmente il patrimonio da gestire è in numero assai ridotto rispetto a quello di Torino.
Basti pensare che Torino gestisce circa 35.000 alloggi dei quali 12.000 di proprietà della Città e 23/24.000 di proprietà dell'Istituto, quindi gestire 35/36.000 alloggi è cosa ben diversa che gestire i 3/4/5.000 alloggi che rappresentano il numero medio degli altri Istituti del Piemonte. Le condizioni sociali dell'inquilinato di Torino, di Milano, di Roma, di Napoli sono diverse rispetto a quelle di città e di province molto più piccole. Queste problematiche sono presenti a livello nazionale e il progetto di legge di riforma, che è stato ripresentato all'inizio di questa legislatura e che fa seguito a quello che poteva e doveva essere approvato a fine della passata legislatura e che non lo fu, è il segno dell'impegno del Parlamento e del Governo e noi ci auguriamo che in questa materia venga rapidamente messo ordine intanto dal livello nazionale.
Le Regioni sono fortemente impegnate nel confronto con il Governo e con il Parlamento su queste questioni.
Con i miei colleghi Assessori ci siamo confrontati con l'ANIACAP, con le forze politiche, con la Commissione parlamentare del Senato e della Camera. Mi consenta, Presidente, sarò un po' lungo, ma credo che parlare dello IACP di Torino senza parlare del quadro nazionale e generale sia impossibile. Credo che la scelta sia: degli IACP ne facciamo un ente economico oppure no? Questa è la scelta. Ente economico vuol dire che i conti devono quadrare (e quando un inquilino è moroso viene cacciato dall'Istituto salvo che ci sia qualcuno che paga il canone), quindi viene gestito in modo assolutamente aziendalistico e questo vuol dire, ed è quello che noi abbiamo detto ai Ministri, che ci deve essere un fondo sociale nazionale che garantisca la copertura di tutte le situazioni socialmente più deboli perché non facendo così corriamo il rischio di creare un danno sociale drammatico, soprattutto nelle grandi città, oppure continuare a mantenere lo IACP così com'è: un ente che si barcamena nei suoi limiti cercando di salvare i bilanci, ma che deve comunque svolgere una funzione e un servizio sociale soprattutto nei confronti delle fasce deboli dei cittadini.
La maggioranza delle forze politiche e dei parlamentari è per farne un ente economico e io mi auguro che questo possa avvenire alle condizioni che ci sia un fondo che consenta all'Istituto di far quadrare i conti e di non creare sul territorio delle situazioni sociali drammatiche.
Quindi, ci sono queste difficoltà generali, ma debbo dire, colleghi che probabilmente Torino ha anche delle difficoltà particolari, peculiari dell'Istituto di Torino se è vero, come è vero, che in otto anni l'abbiamo commissariato tre volte e nessun Istituto in Italia è stato commissariato tre volte. Questo mi fa dire che a Torino ci sono dei problemi nei problemi; cerchiamo allora di valutarli ed esaminarli. La Giunta regionale ha cercato di farlo dal 1989 quando, dopo due commissariamenti, ha cominciato a capire che le cose tornavano a non funzionare.
Abbiamo messo sotto monitoraggio questo Istituto, lo ha fatto il collega Genovese nel 1989 con tutta una serie di attività di impulso, di sollecitazioni, di controllo, di vigilanza, di indirizzo, di verifica, di pressioni, a parole, con telefonate, con lettere ed anche con minacce certe volte, perché poi questa situazione di monitoraggio è andata via via crescendo nei mesi. Tutta questa azione di controllo nei confronti dell'Istituto è testimoniata da 35-36 allegati a questa relazione che sostanzialmente costituiscono la documentazione di questa azione di controllo e di verifica, non lasciata alle parole, ma concretizzata in fatti attraverso lettere scritte e ricevute.
Questa azione di monitoraggio - noterete, colleghi - va crescendo e negli ultimi sei mesi, nell'ultimo anno, assume toni anche duri nei confronti del Consiglio di amministrazione, nei confronti dei dirigenti qualche volta anche di scontro. Questa azione è stata determinata dal fatto che abbiamo capito che dal 1989 le cose cominciavano di nuovo a non funzionare. Questa azione è stata fatta attraverso un'azione diretta del responsabile politico-istituzionale del collega Genovese prima e del sottoscritto poi.
Voglio pertanto ringraziare i miei due collaboratori più stretti l'arch. Corradini, responsabile del Settore edilizia residenziale sovvenzionata, e l'avv. Pennarola, direttore dello IACP di Novara e consulente di questa Regione dalla fine degli anni '80; entrambi, con un impegno molto forte e prezioso, hanno collaborato, dal 1989 ad oggi, con Genovese e con me per cercare di fare un'azione molto forte e molto incisiva. In una certa fase poi, come noterete dai documenti, il gruppo di lavoro è stato integrato con il dottor Lesca, responsabile del Settore bilanci, proprio perché la questione del bilancio dell'Istituto e la questione finanziaria richiedeva un esperto specifico.
Questo lavoro è stato fatto in stretto raccordo con il Collegio sindacale - questo deve essere sottolineato e dirò poi perché - e con Sua Eccellenza il Prefetto, il quale negli ultimi mesi, soprattutto nell'ultimo anno, ha voluto essere giustamente informato sulla situazione dell'Istituto.
L'impegno degli Assessori mi sembra evidente e, per quanto mi riguarda debbo dire che credo capiti raramente che un Assessore in un anno e mezzo due, vada tre, quattro volte in Consiglio di amministrazione di uno IACP in questo periodo di tempo io vi sono andato tre, forse quattro volte a sostenere le tesi contenute nella documentazione e a chiedere al Consiglio di amministrazione una politica coerente con gli indirizzi e gli obiettivi che la Regione si era data. Quindi credo, colleghi, che qui ci sia la risposta al primo quesito che ci dobbiamo porre: la Regione ha fatto il suo dovere? La Regione è latitante su questo fronte o ha fatto il suo dovere? Credo di poter dire, in coscienza - e credo da questo punto di vista di poter interpretare anche il pensiero dei due dirigenti che ho prima richiamato e ringraziato che noi abbiamo fatto il nostro dovere, perch qualche risultato è stato anche ottenuto.
Abbiamo ottenuto finalmente che i conti consuntivi fossero aggiornati e non è un fatto di secondaria importanza, perché abbiamo conosciuto l'indebitamento reale dell'Istituto e non quello presunto, non quello del quale si parla qualche volta o si è parlato qualche volta sui giornali l'indebitamento reale dell'Istituto è stato conosciuto il 22 luglio 1992 quando finalmente è stato approvato il conto consuntivo del 1991. Ricordo all'aula e ai colleghi - solo per memoria - che in un anno e mezzo abbiamo dovuto far approvare all'Istituto dieci anni di conti consuntivi, perch alla fine del 1990 eravamo fermi al 1982.
Dopo un anno e mezzo di battaglie, abbiamo finalmente ottenuto che il Consiglio di amministrazione nell'autunno del 1992 approvasse una pianta organica e un regolamento organico del personale del quale l'Istituto non è dotato e che noi da un anno e mezzo volevamo fosse fatto in un certo modo e non come lo voleva fare l'Istituto. L'Istituto ha approvato la pianta organica e il regolamento, mentre il Commissario del Governo ha ritenuto di bocciarli; questo è un argomento oggetto di qualche interrogazione. Sono convinto che riusciremo a spiegare al Commissario del Governo le ragioni per le quali noi consideriamo il regolamento e questa pianta organica un risultato importante per l'Istituto di Torino.
Abbiamo inoltre ottenuto che a fine 1992 il Consiglio di amministrazione approvasse all'unanimità il bilancio preventivo 1993 secondo le indicazioni della Regione Piemonte. E' probabilmente la prima volta che l'Istituto approva un bilancio preventivo in linea con le indicazioni regionali, ma questo non basta. I bilanci di previsione - il collega Gallarini ce lo può insegnare, ma credo che tutti siamo abituati a parlare di bilanci non si basano su dati accertati, ma su dati presunti sono speranze. Sono i conti consuntivi quelli che contano. Debbo comunque sottolineare che il Consiglio di amministrazione, all'unanimità, a fine 1992, ha approvato un bilancio preventivo 1993 assolutamente in linea con le indicazioni regionali.
Quindi, a mio giudizio, di più non si poteva fare, e non si poteva fare anche per due ordini di ragioni, che debbono essere sottolineate.
Lo IACP è un ente autonomo, e la sua autonomia è sancita dal DPR n.
616, il quale affida alle Regioni i compiti che prima erano propri del Ministero dei Lavori Pubblici, cioè l'alta vigilanza sugli atti di alta amministrazione dell'Istituto. La vigilanza regionale è avvenuta ed avviene sulle questioni finanziarie, sui bilanci; la vigilanza regionale è avvenuta e avviene sulle questioni della gestione del personale; la vigilanza della Regione avviene sulle questioni programmatiche, cioè a dire la Regione verifica che l'attività di governo dell'Istituto sia tesa a raggiungere gli obiettivi che la Regione gli ha dato.
Non compete invece alla Regione la vigilanza sui singoli atti degli IACP; non lo dico tanto per i colleghi, perché penso che di questo siano informati, come peraltro sanno che gli IACP d'Italia hanno i Collegi sindacali, ai quali è affidato il ruolo di controllore sugli atti di governo degli Istituti. Ed è per questo - lo dicevo prima e l'ho richiamato che il nostro lavoro di alta vigilanza è stato fatto in stretto collegamento con il Collegio sindacale.
Il Presidente del Collegio sindacale (purtroppo defunto), rag. Mele così come il nuovo Presidente nominato recentemente, aveva costanti rapporti con i nostri dirigenti e anche con l'Assessore proprio su questa questione; però, la responsabilità di controllo sui singoli atti dell'Istituto è del Collegio sindacale.
Abbiamo cercato di svolgere questa azione di controllo e di vigilanza ripeto, sapendo che lo IACP è un ente autonomo. Allora vi confesso che spesso, nelle visite che ho fatto al Consiglio di amministrazione, nei confronti che ho avuto con il Consiglio di amministrazione, l'atteggiamento che mi sono trovato di fronte è stato molto preciso e netto: lo IACP è un ente autonomo, che cosa vuole l'Assessore? Vuole l'Assessore venire qui a comandare? L'Assessore comandi in Regione, perché noi qui siamo un ente autonomo.
Questo è un atteggiamento non di questa o di quella persona, non di un Presidente o di un altro, non di un dirigente o di un altro: era ed è il clima che trovavo e trovo all'interno dell'Istituto, sia nella struttura burocratica sia nelle forze sindacali sia nel Consiglio di amministrazione ogni qual volta tento di esercitare il mio ruolo di controllo e di vigilanza. E' chiaro che quando ho affrontato il discorso sulla pianta organica e sul regolamento organico mi sono scontrato con le forze sindacali; questo per dire che si tratta di controllo sull'alta vigilanza e non sui singoli atti. Non si poteva fare di più.
E allora mi sono annotato una cosa, che leggo come l'ho annotata questa notte pensando a cosa avrei dovuto dire. Ho scritto: "O per meglio dire, si poteva approvare il disegno di legge che la Giunta regionale ha proposto al Consiglio"; ripeto: "O per meglio dire, si poteva approvare il disegno di legge che la Giunta ha proposto al Consiglio".
E spiego perché. Non mi sono innamorato, non ci siamo innamorati vero, Presidente? - di quel disegno di legge, e ne spiego la ragione. Se la polemica politica è la polemica giornalistica che ormai trasversalmente passa questa Città e questa Regione è quella del "dagli all'untore", non ho problemi. Ho già risposto ai giornali che non avrei rilasciato dichiarazioni perché ritenevo corretto, sul piano istituzionale, venire a riferire in quest'aula, e che pertanto i giornalisti avrebbero avuto notizie da me in quest'aula con una relazione che facevo al Consiglio regionale e non ai giornali.
Questa maniera di usare i giornali per salvarsi la coscienza o per cercare di colpire qualcuno indirettamente o per far immaginare che dietro ad un sistema ci siano chissà quali connivenze, è un sistema che, a mio modo di vedere, da cittadino prima ancora che da Consigliere regionale deve finire. E quei giornali che usano le loro pagine, ad esempio certi giornali scandalistici, per far sapere cosa fa il re o cosa fa la principessa, credo debbano riflettere sui danni che si causano nelle istituzioni e tra la gente con questo tipo di comportamento.
Ecco il motivo per il quale io dico che forse era utile approvare quel disegno di legge che la Giunta approvò il 14 febbraio 1991. Vi consiglio di vedere le scadenze: il monitoraggio è iniziato nel 1989 dall'Assessore Genovese; nel 1990 divento Assessore io e, per cercare di capire, impiego un po' di tempo (non sono così veloce e soprattutto non mi sono mai occupato di questi problemi, ma mi rendo conto della situazione); alla fine del 1990 con i miei dirigenti preparo il disegno di legge; il 14 febbraio 1991 riferisco alla Giunta; la Giunta mi offre fiducia e approva il disegno di legge.
Quel disegno di legge, colleghi Consiglieri, prevede delle cose che oggi vedo scritte sugli ordini del giorno, sulle mozioni e su tutte le cose che vengono proposte in questo Consiglio e che forse, se riportate da qualche organo di informazione, hanno effetto sull'opinione pubblica, la quale dice: "Hai visto? Il Consigliere 'Tale' propone una mozione che prevede lo scioglimento del Consorzio".
Ma lo scioglimento del Consorzio la Giunta l'ha previsto il 14 febbraio 1991! Chiedo di vedere, dai verbali della II Commissione, quale azione di governo abbiano fatto quei Consiglieri che oggi presentano ordini del giorno e mozioni per chiedere lo scioglimento del Consorzio; quale azione di governo abbiano fatto dalla maggioranza e dall'opposizione per consentire alla Giunta di sciogliere il Consorzio. Sono queste le cose che contano, e io so individuare nelle forze di opposizione chi ha collaborato seriamente e chi, invece, non ha collaborato.
Queste cose vanno dette, perché è ora di finirla di fare di tutta l'erba un fascio e di mandare in pasto all'opinione pubblica degli elementi di informazione che creano solo confusione! In questo disegno di legge era previsto un nuovo ente regionale, ma nell'esame in Commissione le forze politiche hanno deciso di non avviarlo in attesa della riforma nazionale; la Giunta regionale ha accondisceso a questa ipotesi e ha condiviso questa posizione delle forze politiche, le quali hanno ritenuto di procedere allo scioglimento del Consorzio e a non costituire il nuovo ente per come la Giunta regionale l'aveva proposto.
Soprattutto questo disegno di legge, i colleghi lo sanno, disciplinava i controlli. Noi abbiamo bisogno di accentuare il livello di possibilità di controllo nei confronti degli Istituti, cosa che si può realizzare esclusivamente attraverso una legge regionale che disciplini e regolamenti in modo diverso i controlli. In questo disegno di legge è prevista - almeno questa è l'intenzione, e credo che le forze politiche condividano una maggior efficienza del Consiglio di amministrazione, che verrà snellito in termini di numero e qualificato anche in termini di rappresentanza; quindi a mio modo di vedere, così per come è proposto, potrà sicuramente rispondere meglio ad un'esigenza di efficienza e di efficacia della sua azione di governo.
Questo disegno di legge conferisce molta responsabilità al Direttore generale e quindi va nella linea di sottrarre potere al Consiglio di amministrazione, il quale continuerà a delineare la politica dell'ente, ma affidando alla burocrazia, e in particolare al Direttore generale, un potere di gestione che indubbiamente oggi i Direttori degli Istituti non hanno.
Quindi io chiedo alle forze politiche - ed è la prima cosa che mi permetto di fare - di accedere all'idea che immediatamente si approvi il disegno di legge nel testo che l'aula riterrà di licenziare, sapendo che gli obiettivi di questo disegno di legge sono soprattutto quelli che ho richiamato e che comunque, in una vicenda sulla quale stiamo ragionando e ci stiamo confrontando, il disegno di legge si colloca in modo molto preciso e puntuale perché dà risposte ai problemi che abbiamo di fronte.
Credo di non dover entrare nelle specifiche questioni che attengono all'indagine della Magistratura, anche perché sono coperte dal segreto istruttorio; d'altro canto, n' l'Assessore, n' i dirigenti della Regione fino a questo momento, sono stati chiamati dal Magistrato.
Dai mezzi di informazione abbiamo rilevato alcuni riferimenti a certi appalti; per esempio, senza scoprire nulla, posso dire che uno di questi appalti sul quale la Magistratura sta indagando - colgo l'occasione per ringraziare ancora i miei dirigenti per il lavoro svolto - passò in Commissione verifica programmi per un progetto di modifica dei lavori, con una perizia suppletiva abbastanza significativa (me lo dicono i tecnici che fanno parte di questa Commissione, io non ne faccio parte, è presieduta dal mio Direttore). C'era una perizia di variante intorno al 30% di quell'appalto, che regolarmente la nostra Commissione verifica programmi bocciò e che quindi fu restituita all'Istituto con parere contrario.
Preferisco, però, non entrare di più nel merito, anche perché - ripeto non è assolutamente corretto.
Tutte le cose che ho detto e soprattutto la documentazione che ho distribuito ai colleghi mi portano a dover sottolineare che il commissariamento dell'Istituto di Torino non è dovuto alla vicenda del Presidente dell'Istituto, ma è la conclusione di un'opera di monitoraggio svolta dal 1989 ad oggi e che alla fine del 1992 ci aveva convinti che occorreva intervenire con un provvedimento straordinario; questo è stato anche scritto e detto a Sua Eccellenza il Prefetto dal Presidente e dal sottoscritto. Certo, la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il Presidente ha accelerato la decisione e soprattutto ha invertito i tempi che noi avevamo immaginato: prima venire in aula e poi fare il commissariamento.
La vicenda del Presidente ci ha costretti a ribaltare i tempi, prima il commissariamento e poi venire in aula, perché abbiamo dovuto assumere un provvedimento straordinario ed urgente. Quindi, l'idea del commissario si era consolidata ormai da tempo e qualcuno potrebbe chiedersi perché non l'abbiamo commissariato prima. Questo è uno dei quesiti che può essere giustamente e legittimamente posto dalle forze politiche, dai colleghi e dall'opinione pubblica: "Perché non avete commissariato prima"? Perch speravamo che alcuni risultati ottenuti, che ho richiamato, dimostrassero un'inversione di tendenza nel comportamento dell'Istituto.
Abbiamo sperato che l'Istituto si fosse incamminato sulla strada giusta e poi non vi nascondo che, sul piano politico istituzionale, ho anche avuto un po' di preoccupazione nel senso che ormai, soprattutto da queste parti si sta determinando una sorta di democrazia monocratica. Non compete certo a me nella veste di Assessore regionale, compete sicuramente di più alle forze politiche, ma consentitemi di fare una breve osservazione (non posso dimenticare di aver fatto il Capogruppo del mio partito in quest'aula).
Dico che si sta determinando una sorta di democrazia monocratica, perch noi abbiamo nella nostra realtà una situazione di commissariamenti che è diffusa: le APT sono commissariate, molte UU.SS.SS.LL. sono commissariate il Comune di Torino è commissariato, commissariamo anche l'Istituto Autonomo Case Popolari di Torino ed avremo solo enti strumentali commissariati! Mi son detto quindi: "Cerchiamo tutti insieme di vedere se riusciamo ad evitare questo commissariamento".



RIVALTA Luigi

Anche il Governo nazionale è praticamente commissariato.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Abbiamo già tanti guai noi che è meglio lasciare i problemi nazionali ai parlamentari.
Con il Presidente abbiamo quindi cercato di fare ogni sforzo per evitare un commissariamento, per evitare di dare un ulteriore segnale in questa città che aveva appena avuto il commissariamento della sua istituzione più importante. E' stata ed è una prudenza che ho voluto riferire ai colleghi proprio per spiegare le preoccupazioni che abbiamo avuto.
Vorrei concludere con due annotazioni positive ed una brevissima polemica personale che rivolgo al collega Ferrara.
La prima nota positiva è che gli altri Istituti del Piemonte funzionano molto bene. Io ho avuto l'opportunità in questo ultimo anno di visitarli tutti, sono andato in ogni Istituto passandovi un giorno per rendere omaggio ai Consigli di amministrazione e ai Collegi sindacali, mi hanno fatto vedere le loro realizzazioni in corso e abbiamo discusso dei loro problemi. Posso riferire al Consiglio regionale che tutti gli Istituti del Piemonte funzionano e funzionano bene.
Credo che questo sia un dato importante, tra l'altro introdotto in qualche interrogazione, quindi non ho difficoltà a dire che da questo punto di vista le cose funzionano, non solo, ma da un certo tempo sono stati accelerati i programmi di intervento, quindi programmi realizzativi in modo molto significativo, anche attraverso un'azione della Regione di alcune revoche che sono state fatte proprio per dare un segnale agli Istituti di efficienza ed efficacia richiesta dalla Regione. Abbiamo fatto le scelte localizzative, grazie anche al Consiglio regionale, dell'ultimo biennio solo dove era certa la cantierabilità di questi interventi, perch purtroppo - ho avuto modo di dirlo in più occasioni in Commissione - non è più accettabile da parte della Regione che siano ipotizzati finanziamenti questo vale anche per l'edilizia agevolata, in realtà territoriali dove non ci sono le condizioni per cantierare il finanziamento. La Regione pretende da un anno e mezzo a questa parte la cantierabilità entro il termine previsto degli interventi finanziati, quindi, ripeto, gli altri Istituti funzionano bene.
Il commissariamento è stato fatto ed è la seconda nota positiva. Mi sembra sia stato fatto con una scelta ineccepibile, una scelta istituzionale che abbiamo voluto fare con il Presidente, chiamando a concorrere a questa scelta il Commissario della Città di Torino e il Presidente della Provincia. Abbiamo formalizzato questa scelta istituzionale attraverso un pool di persone per avere tutte le professionalità che sono necessarie, quindi esperienze di bilanci esperienze giuridiche, esperienze tecniche. Abbiamo scelto il commissario nel responsabile del Settore edilizia residenziale e sovvenzionata della Regione, l'arch. Corradini che, come era Flavio Russo allora, è il Direttore del settore. Gli abbiamo affiancato tre persone con le professionalità che l'arch. Corradini ha richiesto e che peraltro sapevamo essere indispensabili.
Abbiamo commissariato fino al 31 dicembre 1993, quindi sostanzialmente per un anno, con la possibilità di un rinnovo. Sono convinto che entro poche settimane, sicuramente entro qualche mese, noi avremo dei risultati importanti da questo commissariamento sia sul fronte della gestione finanziaria dell'ente e della gestione del personale, sia sul fronte della gestione della qualità dei servizi che questo Istituto deve rendere sul territorio, e quindi per quanto attiene alle manutenzioni e a quant'altro.
Può sembrare che io abbia trascurato l'aspetto del rapporto con l'inquilinato, ma questa è una conseguenza della gestione dell'Istituto soprattutto la conseguenza di una gestione finanziaria corretta dell'Istituto. Questo è scontato e quindi non ne ho parlato solo perch appare chiaro a tutti che la qualità del servizio che eroga l'Istituto è al primo punto delle nostre preoccupazioni.
Sono quindi convinto che questo commissariamento, per la qualità delle persone, che tra l'altro ringrazio per aver accettato, sicuramente offrirà una risposta quasi immediata, proprio perché queste persone, in particolare l'arch. Corradini e l'avv. Pennarola, conoscono a menadito l'ente e quindi sono in grado immediatamente, un secondo dopo essere entrati in possesso dell'ufficio, di operare e di intervenire, quindi non hanno bisogno di quel tempo di conoscenza che sarebbe stato necessario se avessimo scelto delle persone che non hanno contezza di cosa è uno IACP e in particolare di che cosa è lo IACP di Torino.
Concludo con una polemica personale. Mi scuso con il collega Ferrara del quale sono amico e collega da tantissimi anni, ma sono convinto che deve essere sopravvenuto qualche malinteso, altrimenti questa questione non si spiegherebbe. E' apparso sulle pagine torinesi di un quotidiano il seguente articolo: "Perché la Regione non ha controllato? Quella interrogazione dimenticata". Alla domanda: "Perché la Regione non ha controllato?" credo di aver ampiamente risposto con i documenti, con il mio intervento e con la relazione, almeno mi auguro. Sono a disposizione per replicare successivamente se fosse necessario. Peraltro non credo che un giornalista possa conoscere quale sia il ruolo che la Regione deve esercitare nel controllo di un Istituto, perché se si dovesse chiedere questo ai giornalisti, dovrebbero essere tuttologi. Per la verità c'è qualche giornalista tuttologo o che si ritiene tale, ma non credo sia il caso dell'articolista in questione.
C'è una parte dell'interrogazione che non mi è piaciuta e l'ho già detto all'interessato e penso che non se la debba prendere per questa mia polemica, però questa è preoccupante perché può insospettire. Quando ci sono dei sospetti è bene chiarirli subito.
Il collega Ferrara presentò un'interrogazione a marzo; tutti i colleghi hanno a mano quella interrogazione, perché l'abbiamo inserita fra i documenti. Era un'interrogazione molto complessa e abbiamo dovuto lavorare parecchi mesi per fare delle schede e per chiedere a tutti gli Istituti i dati relativi agli appalti e agli incarichi. Abbiamo inserito tutto nel calcolatore, abbiamo fatto un lavoro piuttosto complesso ed ero pronto a rispondere, spero in modo esaustivo, sulla questione l'11 dicembre 1992.
Mandai al Consigliere Ferrara e, per conoscenza al Presidente Brizio e alla Presidente Spagnuolo, una lettera breve con allegati tutti i dati emersi dall'indagine.
Il Consigliere Ferrara, si dice nell'articolo, non ha ricevuto tutto il materiale. Ovviamente mi sono rivolto subito alla mia segreteria, la quale mi mandò una lettera nella quale mi comunicò che in data era stata consegnata in Consiglio regionale una busta contenente tutto il materiale indirizzato al Consigliere Ferrara. Può anche succedere che una busta non arrivi, ma quello che mi sembra strano - ed è l'interrogativo che pongo - è il fatto che il giornalista aveva passi precisi della mia lettera, che accompagnava tutta la documentazione, ma non aveva la documentazione. Se la busta non è arrivata, non è arrivata neanche la lettera di accompagnamento. Se fosse arrivata la lettera e, per disguido, la mia segreteria non avesse messo tutti gli allegati avrei ricevuto una telefonata. Non ho ricevuto telefonate, non ho ricevuto contestazioni e quindi, ho ritenuto che il plico fosse arrivato al destinatario. Poi dai giornali apprendo che tale documentazione sarebbe arrivata, però lo debbo immaginare perché, al giornalista, non ho mandato alcuna lettera, quindi non credo che il giornalista abbia potuto citare i passi della mia risposta avendogliela mandata io. Quindi, debbo ritenere che è arrivata la lettera e non gli allegati.
E' un articolo che mi ha molto amareggiato, perché io e il Consigliere Ferrara ci conosciamo da tanti anni; ho tanti difetti, sono un caratteriale, a volte un po' arrogante e me ne scuso, ma è l'arroganza di chi cerca di lavorare e crede nelle cose che fa. Non credo sia una colpa credere nelle cose per le quali si lavora e si combatte. Tu sai Consigliere Ferrara, quante battaglie abbiamo fatto insieme in opposizione in maggioranza dal 1980 e ormai è quasi ora, almeno per me, che lasci quest'aula.
Non mi sarei aspettato un articolo del genere, ma non riferito a ci che il giornalista ha scritto, ma agli elementi che il giornalista ha raccolto su una vicenda che mi pare non abbia nulla da nascondere. Siccome l'articolo conclude dicendo: "Che cosa c'è dietro?", credo di dover dire a te - ma lo dico a tutti i colleghi - che dietro alla vicenda di questa interrogazione non c'è proprio nulla. C'è un disguido che, quanto meno per le cose che ho detto, mi sembra difficilmente comprensibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Parto innanzitutto dalla domanda centrale dell'Assessore Carletto dopo l'introduzione della sua comunicazione, cioè: la Regione ha fatto il suo dovere oppure è stata latitante? Forse sarebbe formalmente più corretto dire: la Giunta ha fatto il suo dovere oppure è stata latitante? A parte questo, la risposta dell'Assessore è stata in senso favorevole, perch abbiamo ottenuto qualche risultato, abbiamo esperito controlli e monitoraggi.
Il risultato è consistito nell'aver finalmente conosciuto l'indebitamento dell'ente e nell'aver ottenuto, controllando e monitorizzando, che, a fine 1992, venisse compilato il preventivo del 1993.
Evidentemente, non si è ottenuto di conoscere la consistenza del patrimonio dell'ente, e questo mi pare sia stato detto a chiare note nella relazione scritta. Questo, mi si consenta, è veramente paradossale, ma non per colpa della Giunta, ma per colpa manifesta della gestione IACP, anche dell'ultima gestione che si è installata alla guida IACP nel 1986, la quale non è stata in grado di dirci quale sia il patrimonio immobiliare dell'ente, che ha il suo riscontro nei pubblici registri immobiliari.
Capisco che se è facile recarsi, nell'arco di un'ora, ai pubblici esercizi immobiliari per individuare il patrimonio di una persona fisica, è ben più complesso individuare il patrimonio ai pubblici esercizi, dove sicuramente sono trascritti i titoli d'ingresso sia dei terreni sia degli alloggi dell'ente. Però è paradossale, ed è indice di uno degli aspetti di malagestione, il fatto di non essere oggi in grado di individuare il patrimonio immobiliare dell'ente.
L'Assessore Carletto ci ha poi detto che la Regione ha solo compiti di alta vigilanza, e anche questo è sostanzialmente esatto, però non sono in grado di valutare in questo momento se il monitoraggio e i controlli siano stati realmente effettuati in maniera incisiva, perché - lo ha riconosciuto lo stesso Assessore - c'è una massa e una congerie di documenti. Quindi per ora siamo solo ad un'affermazione che deve essere valutata, e come ipotesi può essere esatto che i controlli possibili ed immaginabili siano stati fatti.
Ma c'è un altro passo che si legge nella relazione: nel 1989 ci siamo accorti che molte cose non funzionavano, quindi, mi chiedo per quale motivo non si è cominciato a pensare seriamente ad un commissariamento dell'ente o ad una surroga della Presidenza. Invece si è arrivati al 1991, quando già si era riscontrato che le cose non funzionavano, a nominare in Consiglio regionale, previo passaggio in Commissione Nomine, i quattro rappresentanti della Regione. Il Presidente era stato nominato nel 1986 ed è rimasto inamovibile fino all'altro ieri. Quindi, sono ben quattro i componenti del Consiglio di amministrazione da noi nominati; non mi consta siano state impartite quelle direttive che, per prassi costante e anche per legge, la Giunta regionale, il governo regionale, eventualmente sentendo anche il Consiglio, deve impartire a chi li rappresenta nell'ente.
Le direttive che penso non ci siano state, avrebbero dovuto essere ben più incisive di un mero compito di vigilanza: chi fa parte di un Consiglio di amministrazione deve essere - si presume che sia al corrente dell'amministrazione stessa.
"Al commissariamento" - ci dice l'Assessore - "abbiamo pensato da tempo", ma avrebbe già dovuto pensarci nel 1989, quando si disse che le cose non andavano per il verso giusto.
Va bene, c'era questa "pensata" in itinere, però non ci si pu nascondere dietro un dito: ad un certo punto si è verificato - chiamiamolo così - un evento straordinario. Non voglio, in un'aula politica prefigurarmi procedimenti giudiziari o fare valutazioni sul procedimento giudiziario in corso nei confronti del Presidente; sta di fatto che il 9 dicembre il Presidente dello IACP è stato fermato per 24 ore per falsa testimonianza.
La libertà di stampa - oserei dire - è stata insegnata ai nostri padri dalla democrazia; la nostra generazione, che ha fatto una scelta di libertà dopo la fine della guerra, ha imparato ad apprezzare anche la libertà di stampa: "La Stampa" ha dato la notizia di questo arresto su quattro colonne, compiendo il proprio diritto-dovere di rendere pubblico l'evento che ha colpito la persona del Presidente dello IACP. E non mi si dica che in base all'art. 27 della Costituzione, "una persona è innocente fino a sentenza irrevocabile".
"La Stampa", oltre ad aver dato notizia di un evento che ha colpito un uomo pubblico qual era il Presidente pro tempore dell'ente, ha anche enunciato cose note e arcinote: che l'ente era chiacchierato, che la Presidenza ed il Presidente erano chiacchierati, perché non gestivano correttamente l'ente ed infine è stato tirato in ballo l'arch. Savoino il cui nome è già stato fatto, per cui posso citarlo anch'io.
Comunque, esatti o non esatti nel dettaglio fatti e circostanze, sta di fatto che, secondo il criterio dell'apparenza - e l'apparenza, Assessore Carletto, ha la sua importanza, soprattutto quando si sa che non sono cose inventate di sana pianta - l'opinione pubblica, totalitariamente, aveva recepito che un Presidente IACP era chiacchierato ed inquisito. A questo punto ritengo fosse doveroso accelerare la procedura di commissariamento: era il 9 dicembre.
Noi, modestamente e sommessamente, dai nostri banchi proponemmo un ordine del giorno (come usiamo compilarli, era molto breve e molto secco) che non venne nemmeno portato in Consiglio, con il quale sostenevamo, senza che nessuno potesse dirci "dagli all'untore": "Data l'immagine che l'opinione pubblica ricava dall'arresto e dal procedimento penale per falsa testimonianza in fatti non privati, ma connessi con le funzioni pubbliche è bene provvedere al commissariamento". Tutto questo non è stato fatto anche se, già in quei giorni, circolava voce di quello che avrebbe potuto essere il Commissario in pectore.
Devo fare questa contestazione alla Giunta, senza gridare "al lupo"! So bene che non si sarebbe sanata comunque la dissestata situazione dell'ente auspico che il commissario, con i suoi collaboratori arrivi nel giro di qualche mese a mettere un po' di ordine e a provvedere ad una gestione seria. So bene che siamo al 20 gennaio e che quindi non si sarebbe potuto mettere le cose a posto con un colpo di bacchetta magica, poiché siamo di fronte ad immani problemi, ma nei confronti dell'opinione pubblica - che penso conti - oggi i mass media avrebbero potuto scrivere: "E' perseguito da mandato di cattura per peculato l'ex Presidente dello IACP"; e si sarebbe anche potuto aggiungere: "Non appena il governo regionale ha avuto esteriorizzata la vicenda che lo riguardava, ha provveduto al commissariamento". Si sarebbe fatta più bella figura come Ente Regione e come Giunta regionale.
E' questa la seconda contestazione che ritengo di dover pesantemente muovere - se mi si consente - al governo regionale, rimasto inerte.
C'è di più. Immediatamente dopo la notizia dell'emissione del mandato di cattura, siamo venuti a conoscenza che il Presidente dell'ente era investito anche da altra carica, non di scarso rilievo: era, ed è tuttora Commissario liquidatore dell'USSL 1/23 che, com'è noto, venne estinta nel 1989 e proprio nel 1989 un decreto del Presidente della Giunta nominò a Commissario dell'USSL 1/23 il soggetto già Presidente dello IACP, con immani compiti e funzioni che, a quanto pare, non era riuscito a svolgere non solo lui: lui e il suo Consiglio di amministrazione. Lo stesso Assessore Carletto ci ha detto che non si conoscono nemmeno entità e consistenza patrimoniale dello IACP e che Consiglio di amministrazione e Presidente hanno dovuto essere pungolati ai fini di preparare i bilanci preventivi e consuntivi.
Ebbene, con questa carica, lucrosa per sua natura - ma questo è altro discorso - che deteneva dal 1986, nel 1989 riceve questo "piccolo" incarico di commissario liquidatore. Non chiedetemi prove perché non siamo in un Tribunale: risulta che non si sia quasi mai recato presso l'ente a svolgere le sue funzioni, ma che le abbia delegate ai suoi subcommissari. Questa è una mia valutazione; mi si può dire che racconto delle storie.
Anzi, ricordo adesso che del fatto di essersi recato molto raramente a svolgere le sue funzioni di commissario liquidatore ho un riscontro obiettivo: era Presidente dello IACP e, con tutte le gatte da pelare che aveva o che avrebbe dovuto avere, non so come potesse svolgere, con il modesto compenso di 5 milioni al mese - risulta dagli atti della Giunta le funzioni di commissario liquidatore.
In data 9 dicembre lo IACP avrebbe dovuto essere commissariato e sostituito il commissario liquidatore.
Mi è stato detto stamani, non a seduta aperta, dal Presidente Brizio: "Siete stati scorretti a gridare 'al lupo!' perché non abbiamo sostituito quel Presidente anche nelle sue funzioni di commissario liquidatore". Come sarebbe a dire: tuttora è in funzione e, probabilmente a fine mese, tenterà di mandare un suo incaricato a riscuotere i 5 milioni, Assessore Gallarini.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non è affatto in funzione. E' stato firmato il decreto di nomina. Non potevo firmarlo ieri a Roma. La scelta, come risulta dagli scritti, è avvenuta il 19, dopo otto rifiuti, ed io ho firmato il decreto questa mattina, perché non potevo firmarlo ieri a Roma.



MAJORINO Gaetano

Va bene, apprendo questo.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La scelta è avvenuta il 19, come risulta dalla lettera di Maccari, dopo aver avuto otto rifiuti ad assumere l'incarico.



MAJORINO Gaetano

Prendo nota di quello che mi dice, però doveva già essere sostituito il 9 dicembre, quando è stato imputato di falsa testimonianza. Comunque poteva anche essere sostituito due o tre giorni fa.



(Commenti in aula)



MAJORINO Gaetano

Il fatto è che questo doveva già avvenire il 9 dicembre e comunque nel secco ordine del giorno (secco di contenuto) non facevo un processo alla Giunta dicendo che non ha provveduto a sostituirlo tempestivamente, per adesso il Presidente Brizio dice che ha avuto otto rifiuti; nel documento si diceva puramente e semplicemente in quattro righe (anzi il collega Zacchera mi ha quasi sgridato perché l'ho steso in maniera non pesante) che, rilevata la situazione e considerato che quel signore è perseguito da mandato di cattura, si impegna la Giunta a revocargli l'incarico! Adesso il Presidente Brizio mi dice che poche ore fa ha revocato l'incarico - l'ordine del giorno l'ho presentato ieri mattina - per cui prendiamo atto della comunicazione. Quindi, non gridavo al lupo o all'untore. Non voglio neppure ripetere per sintesi quanto ho detto, ma la contestazione non riguarda solo il problema di grosso momento dello IACP che è stato oggetto della comunicazione. E' stato fatto il panorama della situazione dissestata degli IACP, di quello che ha fatto la Giunta ed io non sono in grado di valutare nel dettaglio l'esattezza dei dati forniti dall'Assessore Carletto. Va comunque contestato alla Giunta di essersi gingillata dal 1989, da quando le cose non funzionavano, a commissariare e di avere omesso questo atto, politicamente dovuto, di commissariamento; di non aver provveduto sin dal 9 dicembre, quando la situazione era precipitata e stava bruciando, ad un immediato commissariamento a tutela dell'immagine dell'ente. Quindi, sotto questo profilo esprimo un totale insoddisfacimento della comunicazione nel suo complesso e questa contestazione politica, ben si intende alla Giunta, di non aver tempestivamente provveduto al commissariamento. Inoltre, sarebbe stato interessante, nel corso della comunicazione, sapere che fine hanno fatto i nostri Consiglieri di amministrazione dello IACP (uno purtroppo so che è deceduto) e che cosa hanno fatto soprattutto dal 1991 ai giorni nostri durante la loro gestione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Majorino. L'intervento è durato 17 minuti. Mi rendo perfettamente conto che si tratta di materia complessa e che la comunicazione data è molto corposa, per cui penso che potremmo convenire di stare all'interno dei 15 minuti per intervento, dato che gli iscritti a parlare rappresentano tutti i Gruppi.
La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Grazie Presidente, grazie Assessore, per la relazione. Credo di aver assistito questa mattina ad una grande lezione di pratica politica dettataci dall'Assessore Carletto. Chi di voi ha visto l'ultimo film di Woody Allen ricorda che l'attore, nelle tante cose che fa in questo meraviglioso film, inventa anche dei personaggi psicologici ed in particolare quello della passiva aggressività. Se dovessimo inventare un carattere psicologico per l'Assessore Carletto, certamente sarebbe quello dell'aggressivo calcolatore, che è già un bel personaggio. Che cosa ha fatto l'Assessore questa mattina? Ha fatto come fanno di mestiere molti cantanti d'opera, i quali se non riescono a cantare di fronte ad una platea un po' rumoreggiante che dà un po' fastidio e ad un'opera che magari va un po' così, e se gli attori non entrano con i tempi giusti, danno un bel "do" di petto forte, fermano tutti gli astanti, così tutto il pubblico applaude perché si accontenta del "do" di petto e poi l'opera finisce.
Il suo, Assessore, è stato un "do" di petto, che dimostra la sua grossa capacità canora, forse, canora-politica, ma che in realtà ha nascosto coperto nel senso politico del termine, tutta l'altra parte, la parte consistente del discorso che sta dietro lo IACP, come sta dietro ad ogni altro scandalo che ha segnato la storia di questa Regione e del nostro Paese.
Assessore, lei non ha mai detto che il Presidente dello IACP è stato Vicesegretario della DC per anni, non ha mai detto che tutti quelli che sono entrati nel Consiglio di amministrazione di questo ente sono stati messi lì per nomina politica di quasi tutti i partiti presenti in quest'aula. Allora lei mi può dire: "C'è una relazione diretta fra questo e la presenza degli scandali o fra il mio ruolo di Assessore e quello che è successo"? C'è ed è diretta, Assessore, perché lei non si può chiamare fuori da questo sistema che ha messo in quei posti persone che facevano gli interessi dei vostri partiti e non di altri.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Non ha nominato la Giunta..



CUCCO Vincenzo

No, io non c'entro niente. Non ho mai partecipato alle nomine e lei Assessore, lo sa, per cui mi chiami fuori da questa recita. Il Vicesegretario del suo partito ha fatto quello che ha fatto allo IACP ed è stato nominato nel 1986, non nel 1989. L'Assessore Genovese, che Dio gliene renda merito, fra le tante cose buone che ha fatto, una fu proprio quella di iniziare il repulisti allo IACP. Come mai solo nel 1990 vi siete accorti che le cose non andavano già dal 1986, anzi da molto prima? Lei lo ha detto, è almeno dal 1982 che non andava. L'ha detto il collega Majorino.
Perché la nomina a commissario arriva oggi, dopo il mandato di cattura o l'avviso di garanzia che ha ricevuto? Questa è la realtà, questa è la sua responsabilità. Se lei ci ha messo un anno per studiare le carte e a metà del 1991 sapeva qual era la situazione, era a quella data che doveva procedere con il commissariamento. E' questa, Assessore, la sua responsabilità; non il giorno dopo la notizia dell'incriminazione dell'avv.
Fimiani. Questa è la sua responsabilità, perché in questo modo lei non pu giustificare questa scelta, né con motivazioni politiche, né con motivazioni amministrative.
Nell'ultima discussione che abbiamo fatto in quest'aula lei ha detto testuali parole - "Mi sono dimenticato di portarle" (le carte) e poi ha continuato dicendo che non era certo, non era sicuro, era ancora da discutere un eventuale commissariamento dello IACP, che bisognava ancora vedere. Ma con tutto quello che lei sapeva, con tutto quello che la Giunta sapeva! L'ha scritto qui, nella relazione: ha fatto riapprovare i rendiconti di dieci anni uno dietro l'altro; se non è questo un motivo per commissariare un ente che non è riuscito neanche a produrre dei rendiconti scusatemi, dove sono i motivi per commissariare l'ente! E' un ente che non conosce il suo patrimonio e tuttavia lo amministra.
Da questa responsabilità, Assessore, non può chiamarsi fuori. E' una responsabilità politica grave a carico dei politici, ma anche - e qui apro una piccolissima parentesi - dei tecnici e di coloro che hanno gestito non per nomina politica lo IACP in questi anni. Bisogna aprire anche questo capitolo, Assessore. Lei sa meglio di me che non è stato soltanto l'avv.
Fimiani ad arrivare al posto in cui è arrivato per spinte politiche; va bene, la sua è stata una nomina politica.
Bisognerà dire in una qualche sede se l'avv. Fimiani è responsabile. A me non interessa se lui è responsabile oppure no, se la vedrà con la Magistratura, e, personalmente, spero per lui che riesca a dimostrare che non lo è. O se il dottor Russo è responsabile. Era pieno di funzionari questo IACP! E dove stavano questi funzionari? Gli appalti li verificano ben loro! Le varie Commissioni che sono state fatte in questi anni da chi sono state formate? Ad una interpellanza di ieri, alla quale lei non ha risposto - e a questa, la 1512, veramente non ha ancora risposto Assessore, non c'è veramente possibilità di confusione con il collega Ferrara si richiama in questa relazione quando dice: "Ho chiesto le carte e lo IACP non me le ha ancora date". Vorrei vedere! Certo che non gliele ha date e chissà quando gliele darà! Adesso, probabilmente, con il commissario riusciremo ad averle. Io richiamavo uno dei tanti fatti che hanno a che fare con lo IACP. L'ex Presidente dello IACP fu nominato dopo un'ondata di scandali (1985/1986 soprattutto 1986), ma tutta la dirigenza dell'allora IACP fu incriminata.
Se lo ricorda, Assessore? Sicuramente per averlo letto sui giornali (anche la gola profonda che si chiamava Todaro che scriveva lettere minatorie) dopo la nomina che l'arch. Savoino ebbe per la verifica degli appalti del pregresso addirittura nel 1986. C'è tutta una storia incredibile dietro a questo IACP da cui un grande scrittore potrebbe trarre un bel romanzo e venderne moltissime copie.
Nel 1986, su richiesta dell'allora Prefetto, ma soprattutto su richiesta della Regione - ci sono tanto di atti - lo IACP procede all'ennesimo tentativo di riorganizzazione interna e di chiarificazione su quello che accadeva e dà l'incarico alla Società Protecne, per una parte, e al dottor Barbieri, per un'altra parte, per la verifica di alcune cose e in particolare il controllo delle opere pregresse dal punto di vista giuridico, amministrativo, tecnico e contabile (tutte e quattro le cose, è scritto in delibera), la verifica del capitolato tipo unificato in uso presso l'Istituto e la costituzione di una Commissione tecnica permanente sia delle offerte prezzo dei progetti che dei progetti stessi ai sensi di una deliberazione del Consiglio regionale che risale al 1985.
Se questi organi avessero funzionato, molte delle cose che purtroppo sono oggi all'attenzione delle cronache giudiziarie non ci sarebbero. Eh sì, Assessore, perché i ladri ci possono essere dappertutto, ma il ladro organizzato, costituzionale, il furto eretto a regola, come spesso in questi enti è stata regola, non è ammissibile se funzionassero gli organismi che si creano appunto per verificare queste cose. In questa interpellanza le chiedevo: "Che fine ha fatto, che lavoro hanno fatto Savoino e Barbieri? Che cosa è stata questa Commissione? Chi ha fatto parte di questa Commissione tecnica che doveva verificare i progetti e gli appalti che arrivavano? E' stata mai costituita?". C'è una deliberazione del Consiglio regionale che la individuava nel 1985, poi nel 1986 arriva l'avv. Fimiani, ecc. Ora, Assessore, la responsabilità di cui lei è chiamato a rispondere è solo politica.
Devo dire che ho apprezzato molto l'Assessore, perché durante le polemiche ho visto che non ha mai dichiarato niente ed è stata una cosa della quale, secondo me, bisognerebbe prendere esempio, perch effettivamente molte polemiche sono strumentali. Però, avrebbe dovuto tenerle presenti proprio perché esiste una responsabilità politica ed esiste un ruolo dell'ente regionale, e proprio perché lei sa meglio di me che la riforma dell'ente non arriverà in porto il prossimo mese, che era necessario o sarebbe stato più prudente o sarebbe stato meglio non nominare i suoi più stretti collaboratori a commissari di questo ente. Sarebbe stato più utile chiamare persone fuori dalla struttura, perché i suoi più stretti collaboratori, nel momento in cui assumono la nomina presso questo ente non possono più essere considerati come i suoi stretti collaboratori, ma fanno gli amministratori.
Non voglio fare illazioni sui suoi più stretti collaboratori che vanno a fare gli amministratori di un ente, perché quando si fa lo stretto collaboratore di un Assessore bisognerebbe continuare a fare lo stretto collaboratore di un Assessore, continuo a dirlo. Secondo me, questa nomina dal punto di vista politico è stata ovviamente imprudente. Non c'è niente che ostava a questa nomina, lei avrebbe dovuto scegliere un commissario esterno tra coloro che questa materia conoscono non in termini giuridici perché non è possibile, non esiste, non è vero che oggi non ci siano quattro tecnici a Torino e in Piemonte in grado di affrontare le questioni con l'ausilio dei suoi tecnici e con la struttura assessorile, ad esempio e con la possibilità di studiare la materia per il tempo necessario. Questo è l'addebito che le faccio: secondo me, questa nomina non doveva essere fatta in questo modo.
Un'ultima battuta. Quanto ho detto sulla responsabilità politica nei confronti dell'Assessore Carletto ovviamente vale per ciascuno degli altri protagonisti di questa vicenda, compreso il collega Ferrara. E' chiaro che l'Assessore Carletto, quale capo del dicastero che ha a che fare con lo IACP, ha le maggiori responsabilità (mi fermo sempre a quelle politiche perché quelle penali non mi interessano, non esistono, non ci sono, non è questa la sede), però, collega Ferrara, lei non può dimenticare che Russo è stato nominato, è stato messo lì in previsione della riforma dell'ente come uomo del suo partito, proprio per garantire il passaggio al nuovo ente. Questo era l'intento politico. Questi sono i nomi che voi avete messo in questi enti. Allora, oltre al "do" di petto, lei avrebbe dovuto anche dire in sede politica: "Abbiamo sbagliato a mettere lì il Vicesegretario del mio partito". Però questo lei non lo ha detto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, e soprattutto signor Assessore, non ritengo utile recitare la mia parte di un rituale confronto tra maggioranza ed opposizione. Un confronto nel quale l'Assessore e la maggioranza illuminano cosa può sostenere la correttezza e puntualità nella propria azione, cercando di illuminare meno le parti deboli del proprio operato, che sempre ci sono, e dall'altra parte l'opposizione che incalza che fa il viceversa, che getta fasci di luce là proprio dove l'Assessore ha omesso chiarezza e tempestività.
Non ritengo a questo punto, con l'emergenza morale che ci investe tutti quanti, di fare questo lavoro in parte strumentale, in parte inutile. Non accetto questo. Le dirò, Assessore, che mi ero preparato lungamente ricercando le decine di interpellanze, gli interventi che ho svolto in Consiglio; l'elenco ce l'ha anche lei, molte volte è stato sollecitato, una volta non mi ha risposto, l'interpellanza n. 1052 in cui chiedevo i conti se la ricordi. Le mie dichiarazioni: "Attenzione, la Magistratura indaga" non le riprendo, butto via tutto questo intervento. E faccio un discorso più sintetico e senza rete, perché vedo un'emergenza morale che sta travolgendo le istituzioni e la politica.
La prima questione è questa, colleghi: cosa posso fare, visto che sono all'opposizione pro tempore, per contrastare questa degenerazione morale che ormai - vedo - si è infiltrata ovunque? Mi preme dirvi questo: noi tutti, me compreso, talvolta fingiamo di non sentirci a vicenda, ma poi quando usciamo da quest'aula, meditiamo sulle critiche che abbiamo ricevuto e sulle nostre azioni.
Quanto voglio sollevare in questa sede forse potrà dare fastidio, ma lo faccio ugualmente: tante volte dall'opposizione si lanciano degli avvertimenti, si richiedono informazioni, si avanzano dei sospetti. La parola sospetto può essere qualificata nei modi più vari. Il sospetto pu essere abietto (sospetto della buona fede di una persona di cui non si pu sospettare). Il sospetto può essere morale.
Io sostengo, e a questo mi atterrò, che in questa situazione, con un Paese che vede tutti i giorni incarcerati sindaci, amministratori presidenti di società, amministratori di partito, con questa emergenza che arriva anche in Piemonte, sollevare da parte dell'opposizione dei sospetti sia morale. Altrettanto morale è, per chi riceve e ode questi sospetti e ha responsabilità di governo, verificarli e non respingerli pregiudizialmente con: "E' la solita opposizione che fa il polverone".
Mi sono sempre riproposto - perché sono un garantista - di non strumentalizzare, di non fare scandalismi, ma in questo momento ritengo mio dovere sospettare. Certo che sospetto, sospetto di tutto. Mi piacerebbe che la reazione delle forze che governano pro tempore fosse questa: "Verificherò il tuo sospetto e se ti sei sbagliato te lo dirò"; in quel caso, dirò che mi sono sbagliato.
Il tema che discutiamo oggi, Assessore Carletto, non è tanto l'impegno che ha avuto la Regione all'interno della situazione esistente, che tu hai illustrato e che c'è stato. Il problema è che il Presidente dello IACP è fuggito perché, pare, raggiunto da un provvedimento della Magistratura. Di questo dobbiamo discutere: questo è successo! E' dunque necessario riflettere sul perché di questa situazione. Il Presidente dello IACP, nominato dalla Provincia, perché lo si commissaria solo oggi? Perché questo Presidente è stato confermato nel 1990 dopo aver dato prova di cattiva gestione? Che abbia dato prova di cattiva gestione lo leggiamo nella relazione dell'Assessore.
Uno dei nodi è questo: siamo in un sistema politico ed istituzionale in cui succede che chi, una volta eletto, dà cattiva prova di sè, dopo tre anni viene rieletto in barba a tutti - faccio un'illazione, non si offenda Assessore Carletto - magari in barba anche all'Assessore Carletto. Succede anche questo.
A mio avviso, la prima cosa da dire e da fare è questa: la nomina dell'avv. Fimiani è l'esempio di come funzioni, ancora oggi (speriamo smetta), il modo d'essere e di gestire le istituzioni da parte dei partiti.
Siamo all'interno di una contraddizione da eliminare tra partiti e Stato. I partiti devono smettere di fare operazioni che permettono il verificarsi di queste cose, e le istituzioni devono svolgere la loro azione autonoma in piena responsabilità.
Colleghi, siamo Consiglieri regionali e dobbiamo agire con autonomia rispetto ai nostri partiti, a cui possiamo far riferimento e che ci hanno fatto eleggere. Ritengo che quando un Consigliere regionale viene eletto il partito debba considerarlo un po' perso. Il Consigliere regionale non è uno strumento del partito: è una persona che risponde all'elettorato, che ha dei rapporti con il proprio partito, di informazione, di scambi dialettici, ma che ha una responsabilità propria ed autonoma.
Se le istituzioni avessero avuto questo atteggiamento, forse l'Assessore Carletto avrebbe avuto la forza di non accettare, lui e i suoi colleghi alla Provincia, la riconferma dell'avv. Fimiani; avrebbe detto no e tutto questo non sarebbe accaduto.
E i no si potrebbero dire in tutte le situazioni in cui, al di là di vicende giudiziarie, la nostra responsabilità politica ci fa sospettare che non sia bene e non sia una scelta ottimale quella di dare incarichi a questa o quella persona. In una parola, colleghi, ritengo che oggi potremmo agire davanti a tutti dicendo che vogliamo liberare le istituzioni e le società a partecipazione pubblica dalle persone che hanno inteso o intendono l'attività politico-amministrativa come attività finalizzata alla ricerca di denaro per il proprio partito o per se stessi, o entrambe le cose.
Dobbiamo dircelo, questo, perché ci troviamo nella situazione di dover affrontare ogni problema - anche questo, Assessore Carletto relativo alla vicenda di un Presidente nominato da "noi", dalle istituzioni, e riconfermato; ora è fuggito, forse perché ha intascato delle tangenti.
Dobbiamo affrontare questa situazione dicendo chiaramente che lavoriamo per fare di tutto per creare un clima, un ambiente amministrativo ostile a questi fenomeni.
La prima cosa è che recidiamo i nostri legami con i partiti fin tanto che vogliono occupare le istituzioni. Noi rispondiamo all'elettorato e siamo pagati dall'elettorato. I soldi che ci danno li dobbiamo rendere agli elettori, non ai partiti; la nostra attività deve essere questa. Se affermiamo questo nostro ruolo, penso che aiuteremo anche i partiti, senza i quali mi vengono i capelli più grigi di quello che ho a pensare da chi sarà gestita la politica. Ma se i partiti non la smettono di usare le istituzioni impropriamente, la gente li manderà tutti a spasso. Questa è anche una difesa della politica che penso dobbiamo fare tutti. Penso che tra di noi la stragrande maggioranza di persone sia assolutamente in buona fede ed intenda la politica come un impegno civile; se però non facciamo così, i rischi saranno gravi. Assessore: la Giunta regionale ha delle responsabilità gravi, non mi interessano gli attacchi strumentali credetemi però mi interessa cambiare le cose. C'è una responsabilità della Giunta regionale, gravissima, che è l'omissione della banca dati appalti.
Su questo come opposizione premo ancora l'acceleratore, abbiate pazienza! Ho un'esperienza in proposito: possiamo anche sforzarci di predisporre norme per la correttezza degli appalti prima di farli; possiamo rifare le leggi, il Parlamento lo farà, ma, a mio avviso, a ben poco serve solo questo. L'istituzione invece può fare moltissimo, creando un ambiente ostile alle tangenti, costruendo - l'ho già detto alcune volte una banca dati così come si fa per la barbabietola, il sedano-rapa e il cavolo cappuccio, di cui conosciamo tutti i giorni su un quotidiano il prezzo di vendita sulla piazza di Battipaglia e di Lecce. Realizziamo questo nel campo degli appalti facendo sapere alla società - questa, poi, si muova come crede - che esiste un controllo e che i prezzi unitari vengono verificati. In questo modo si costruisce un ambiente ostile alla corruzione. Non è più possibile che il malgoverno, la malversazione, le tangenti vengano pagate con la certezza dell'impunità che esiste oggi! La mancata realizzazione della banca dati appalti è un'omissione politica di atti d'ufficio gravissima! In quest'aula è stata denunciata dal 1987 in avanti, ma siamo ancora lontani dalla soluzione. Colleghi, che questa sia un'omissione politica ne sono certo; mi sto chiedendo se non sia anche un'omissione con dei risvolti penali. Può essere di no, meglio se non lo è, ma all'Amministrazione e ai colleghi dico che vorrei verificarlo perché se così fosse, il pungolo per le forze di governo sarebbe ben maggiore. Se si incappasse in leggi che prevedono atti che non vengono compiuti e se gli amministratori sapessero di essere addirittura colpevoli di risvolti penali, si muoverebbero a quel punto? Quindi chiedo che questa verifica (se non sia un'omissione anche con dei risvolti penali) venga fatta e che questo mio intervento venga inviato alla Magistratura.
In subordine chiedo ai colleghi se sono d'accordo ad andare in delegazione dal Commissario del Governo ad illustrare questa questione. Se non c'è reato penale, allora continueremo ad insistere e a fare di tutto affinché questa omissione venga risolta; se c'è reato penale, si correrà di più, perché sappiamo che con una punta dietro la schiena si va più alla svelta.
Faccio inoltre tre proposte, colleghi. La prima è un ordine del giorno di tipo morale e, in quanto tale, può essere apprezzato o meno. Ritengo che in questo momento la cosa da fare sia dare il segnale che dall'interno delle istituzioni si svolgono azioni analoghe a quelle che sta svolgendo la Magistratura, che sono di tipo repressivo e non risolveranno da sole il problema. Dobbiamo dare la prova che al nostro interno abbiamo la volontà di attuare delle azioni preventive per risanare l'ambiente.
La Magistratura, in Italia, provvede ad arresti quasi tutti i giorni in Piemonte ha già iniziato e continuano le indagini; bene, faccia il proprio lavoro e lo faccia bene. Noi cosa facciamo? In questa situazione visto che pare che su tutti gli appalti si rubi, preoccupati di questo formiamo una Commissione d'inchiesta - proprio d'inchiesta, nel senso che vogliamo sapere - su alcuni grandi appalti che si sono svolti in Piemonte.
Possiamo correre dietro allo IACP, alle UU.SS.SS.LL., dove c'è la Magistratura, perché è arrivata prima di noi. Vogliamo fare qualcosa per controllare e denunciare illeciti od anomalie, ad esempio? Nell'interpellanza ho scritto le prime tre opere che mi sono venute in mente in quanto di grossa portata; se non vanno bene queste, ne possiamo scrivere altre. Ho scritto: Stadio delle Alpi, Palazzo di Giustizia e autostrada Torino-Bardonecchia. Sono tre opere in cui girano delle masse di denaro enormi; le ho scelte a caso e non strumentalmente, quindi - ripeto possiamo cambiarle.
Allora, dato che la banca dati appalti non viene fatta e dato che è necessario fare la banca dati appalti, chiedo che noi, in questa occasione in cui gli arresti si avvicinano al Piemonte, diciamo: "Bene, facciamo questa Commissione d'inchiesta, che potrà valersi di tecnici, ecc., e mettiamo in luce cosa è successo in questa erogazione di denaro pubblico poi rendiamo pubblici i risultati". E spero di poter dire: "Tutto è andato bene", oppure: "Abbiamo visto delle anomalie, le rendiamo pubbliche".
Questa è la prima questione.
La seconda proposta è l'ordine del giorno sullo scioglimento del CRIAP.
In questo caso la sua risposta è stata un po' questa, Assessore Carletto: "nondum matura erat". Il lavoro di riforma dello IACP che lei ha svolto è stato un lavoro insufficiente e voteremo contro perché ci sembra solo la ritinteggiatura in superficie di un problema da affrontare in modo molto più profondo.
Tuttavia è successo che le forze di maggioranza in qualche modo hanno fermato questo progetto; c'è stato un lungo colloquio con il PDS, poi nell'ultima riunione in I Commissione si è fermato tutto.
Caro Assessore, al di là delle vicende che non conosco (non so se ci sono problemi anche in maggioranza su quella legge), la invito - e non strumentalmente - dopo l'arresto del Vicepresidente, a sciogliere immediatamente il CRIAP, non legandolo all'iter dell'altra legge, che pu essere lungo settimane o qualche mese.
Il terzo ordine del giorno riguarda la richiesta di commissariamento che è stata esaudita; tuttavia c'è un altro punto che chiederò vada in votazione: di costituirci parte civile all'eventuale processo. Oppure volete aspettare che venga rinviato a giudizio? I cittadini non ci chiedono questo! Se c'è un'inchiesta della Magistratura e degli arresti, come istituzione diciamo subito che, ove ci sia il processo, ci costituiremo parte civile. Così facendo diamo un segnale che c'è del pulito qui dentro che non siamo tutti ladri, che ci sono tantissimi di noi che spendono la propria vita perché credono in questo lavoro e che la gente può avere fiducia nelle istituzioni e nella politica.
Facciamo qualcosa, perché si corre il rischio di delegittimare il sistema democratico se stiamo fermi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi, ho letto ed ascoltato con molta attenzione la relazione dell'Assessore Carletto, e devo dire che la documentazione allegata alla relazione stessa è molto ampia e dà delle risposte puntuali rispetto ai problemi che abbiamo di fronte.
Per quanto mi riguarda, la relazione deve essere apprezzata perch mette in evidenza un fatto che da parte mia non è mai stato messo in discussione - poi spiegherò alcune cose - in ordine all'attenzione che la Regione Piemonte ha avuto rispetto a questo Istituto. L'attenzione è stata crescente, nel senso che è partita piano - mi riferisco al fatto che è anteriore all'inizio di questa Giunta e, forse, prima ancora della precedente tornata legislativa, quando in realtà la questione non era minimamente controllata - e poi, a causa di un primo scandalo, c'è stato qualche controllo in più; in seguito si è creata una situazione per cui i controlli andavano aumentando.
Approvo, dunque, ed apprezzo la relazione, come apprezzo la scelta della Giunta in ordine al commissariamento. Apprezzo questa decisione della Giunta, perché mi pare una scelta istituzionale corretta e coerente con quella che in precedenza avevamo già preso e che aveva dato dei risultati positivi. L'unico neo (vede, Assessore Carletto, non è che certe cose uno le dice, a volte emergono da sole) è che rispetto alla nomina del commissario anziché elencare le capacità, le competenze, le professionalità e la serietà dimostrata in questi anni, sul giornale è venuto fuori soltanto l'appartenenza o l'ex appartenenza ad un partito.



MARCHINI Sergio

Prenditela con i giornalisti.



FERRARA Franco

Non me la prendo con nessuno, nemmeno con i giornalisti.



MARCHINI Sergio

Io non l'ho mai saputo, sono qui da 17 anni, ma non l'ho mai saputo!



FERRARA Franco

Io neppure.
Non me la prendo con nessuno, perché è una cultura che esiste. Una volta avevo detto, ed ero stato fortemente censurato, che in realtà in qualsiasi altro luogo di lavoro, che non siano le istituzioni pubbliche quando si parla di qualcuno si dice che tifa per il Torino o per la Juventus, che gioca al pallone e via dicendo, quando invece si parla delle istituzioni pubbliche la cosa più interessante è stabilire qual è il partito di appartenenza, che credo sia un fatto di assoluta irrilevanza però per tutto il resto ritengo si sia fatta una scelta assolutamente giusta.
L'Assessore Carletto nella sua relazione ci ha parlato della situazione di difficoltà dello IACP torinese.
All'inizio della passata legislatura il Gruppo repubblicano present una proposta di legge che poi rimase ferma in attesa che venisse definita la legge quadro. Con la storia che aspettiamo sempre le leggi quadro nazionali tenendo ferme le nostre, stiamo sempre fermi, perché le leggi quadro non arrivano mai. Si era già sentita la necessità di modificare in qualche modo questo IACP che ha 35.000 alloggi, cioè una quantità di immobili assolutamente ingestibile e ingovernabile com'è gestita adesso. Si trattava quindi, già allora, di trovare dei modi di frazionamento, di divisione, altri modi di gestione, ma non si è fatto nulla in attesa della legge quadro. Non conosco bene la situazione legislativa nazionale, per credo che la Regione debba muoversi comunque, rendere in qualche maniera più controllabile l'Istituto Autonomo Case Popolari ed attivare concretamente i controlli su questo ente.
L'Assessore ci ha detto che i controlli sui fatti specifici vengono effettuati dal Collegio sindacale, mentre la Regione si occupa soltanto di alta vigilanza, il che è vero, però bisogna comprendere che cosa si intende per alta vigilanza. Credo che l'alta vigilanza non possa essere così alta da non esserci; l'alta vigilanza, secondo me, deve concretizzarsi nella possibilità di svolgere dei controlli. Il Collegio sindacale ha una funzione di controllo essenzialmente formale, successiva, a posteriori.
Qualcuno dice che qualche volta è anche sostanziale, ma lo è soltanto rispetto agli aspetti formali, non certamente per quanto riguarda la gestione, l'amministrazione dell'azienda, dell'ente o quant'altro. Il potere di indirizzo e di impulso è evidentemente un controllo, un'azione preventiva rispetto alla gestione che deve dare indicazioni ben precise e che non viene sostituita dalla funzione del Collegio sindacale: sono due cose diverse che devono avere sbocchi e significati diversi.
L'Assessore Carletto ha detto che quando un Assessore regionale si presenta in questi enti, in queste società, avverte un senso di malessere rispetto alla Regione. Ricordo che nella passata legislatura, proprio in quest'aula ci fu una lunga polemica sull'Ente Promark a proposito del fatto che quando si volevano avere dei dati si avvertiva un certo disagio da parte degli amministratori della Promark rispetto alla consegna di questi dati, perché sostenevano che si trattava di una società autonoma, che noi non le potevamo chiedere nulla, che facevano quello che volevano, che c'erano gli azionisti e quindi ci invitavano a svolgere solo il nostro ruolo di azionisti. Credo che, rispetto a queste cose, da adesso in avanti si debba fare molta attenzione, almeno quando pensiamo di delegare ad enti esterni alla Regione altre competenze ed altre funzioni. Dobbiamo fare attenzione perché dobbiamo sapere che poi il controllo diventa più difficile, creiamo delle separazioni tra noi e questi strumenti non vengono più ad essere strumenti obiettivi della Regione.
Proprio per poter fare questa azione di controllo io avevo presentato un'interrogazione nel marzo 1992, in seguito alle dimissioni di un rappresentante designato dal PRI nel Consiglio di amministrazione dello IACP, rappresentante repubblicano - ci tengo a dirlo - che poi il PRI non ha più confermato, il quale aveva detto che era così complessa quella macchina che non era in grado di svolgere un ruolo puntuale e preciso di indirizzo di amministrazione. Sulla base di questo fatto noi presentammo quella interrogazione molto puntuale ed articolata sulla quale l'Assessore Carletto ha innestato una piccola polemica con me.
Non credo, come gli ho già detto, che si tratti di polemica; sono assolutamente convinto che lui abbia dato disposizioni, perché la lettera fosse accompagnata dagli allegati. Devo però dire con altrettanta tranquillità - e l'ho poi verificato parlandone con i funzionari del Gruppo che il Gruppo repubblicano non li ha ricevuti, ma poco male. Avendo consegnato questa lettera pochi giorni prima di Natale ed essendo capitate tante cose nel frattempo, se non ci fosse stato questo incidente di percorso - chiamiamolo così - oggi avrei chiesto a Carletto di darmi quei documenti e la questione non avrebbe avuto un seguito.
E' chiaro che alcuni giornalisti mi hanno interpellato in ordine a questo episodio ed io mi sono limitato a dire che il PRI aveva presentato un'interrogazione e quando un giornalista chiede "Mi fa avere il testo dell'interrogazione?", ho ritenuto opportuno - credo che quasi tutti facciano avere le interrogazioni ai giornali - mandare sia l'interrogazione sia la risposta; risposta che era ancora momentaneamente priva della documentazione allegata. Nonostante questo, credo veramente che non sia questione di polemica consistente e sostanziale, perché in realtà non c'è nulla di particolare. Ritengo che ci sia stato un disguido postale e nient'altro.
Non mi pare che questo sia un problema significativo; significativi sono gli allegati che effettivamente l'Assessore Carletto ci ha dato ieri in quanto da essi si possono trarre alcune considerazioni.
La prima considerazione si riferisce al problema posto dal collega Chiezzi, ma che abbiamo già posto diverse volte in quest'aula: la banca dati è una necessità fondamentale, essenziale, affinché la Regione, la Giunta e i Consiglieri singolarmente, siano in grado di svolgere un loro ruolo di controllo, che credo, anche se qualcuno in quest'aula forse avrà opinioni diverse, debba essere svolto dalla Regione, dai singoli Consiglieri. Anch'io, come il Consigliere Chiezzi, sono stato qualche volta accusato di appartenere alla cultura del sospetto. Io non mi preoccupo più di tanto, credo però che lo scenario nel quale ci muoviamo e le vicende alle quali assistiamo, ci suggeriscano di avere magari ogni tanto anche qualche sospetto.
A cosa servono questi allegati? Dall'esame degli allegati devo dire che sorgono obiettivamente alcune perplessità, perplessità che se vengono guardate con attenzione avrebbero certamente destato qualche domanda, qualche interrogazione. Non si capisce, per esempio, perché in tutti gli appalti al di sopra di 100 milioni, di cui avevo chiesto notizia, le ditte invitate per tipologie omogenee di contratti e di appalti, variano in modo casuale da una ad oltre cento, per cui lascia qualche perplessità vedere che le risposte delle ditte partecipanti agli appalti variano anchéesse da una a circa trenta.
Su certi appalti, apparentemente molto interessanti, le partecipazioni sono molte volte di una sola ditta. Questo può far venire qualche dubbio.
Ho dato uno sguardo, per curiosità, alla situazione che si riferisce all'impresa oggetto di indagine e devo dire che gli appalti riguardano nuove costruzioni, quindi di non difficile esecuzione. So che ci sono delle opere di recupero e restauro che implicano, forse, professionalità e capacità strane, diverse, più difficili da trovare, ma per nuove costruzioni di case popolari - quindi una cosa sulla cui capacità tutte le imprese sono adeguate - rispetto ad una sessantina di ditte invitate, hanno risposto all'appalto una, due o tre imprese soltanto.
A me pare che questo sia un elemento che una banca dati metterebbe in evidenza e, al di là della cultura del sospetto, qualche sospetto potrebbe anche determinarlo.
La documentazione portata dall'Assessore Carletto è certamente molto importante; dovrà essere ancora guardata ed esaminata, ma credo sia utile continuare in questa nostra indagine. Ho letto che il commissario si è dichiarato disponibile a collaborare con la Magistratura rispetto alla vicenda e credo che la Regione, a maggior ragione, dovrebbe essere assolutamente disponibile in modo che la documentazione già elaborata, se fosse elemento ritenuto utile, potrebbe essere fornita alla Magistratura.
Per motivi che mi sembrano evidenti credo di non dover entrare, se non molto marginalmente, nella polemica giudiziaria. Mi auguro sinceramente che gli amministratori Russo e Fimiani possano dimostrare la loro innocenza.
Non dico, come ha scritto qualche giornale, che non conosco Russo; lo conosco molto bene e provo nei suoi confronti, sul piano umano, una pena vera, però devo rigettare l'accusa del Consigliere Cucco che dice che siamo i responsabili, perché abbiamo fatto le nomine. In realtà è la legge che ci impone di fare le nomine, quindi è la legge sulle nomine che occorre modificare; trovo che una legge che individua nello stesso soggetto chi fa la proposta, chi esamina la proposta e chi poi fa la nomina, sia una legge sbagliata. Ci vuole - non per la nomina, che compete al Consiglio regionale una diversificazione dei soggetti, altrimenti abbiamo solo fatto finta di creare una legge capace di rompere la perversa situazione partiti istituzioni. Dobbiamo modificare questa legge e mettere qualche cosa in mezzo che non sia coerente rispetto all'intero sistema, altrimenti non faremo mai nulla di buono.
Ritenevo che le iniziative della Magistratura delle diverse città italiane, non mi riferisco alla città torinese, fossero un fatto traumatico, che hanno dato uno scrollone forte al sistema politico, ma ero convinto, e lo sono tuttora, che si trattasse, in definitiva, di un processo benefico per le istituzioni. Benefico - se me lo permettete - per tutti quanti noi, per il mondo politico che, forse, oggi è investito da questo uragano, ma che, alla fine, potrà consentire, a chi non sarà investito, di viaggiare con dignità propria, sapendo di non essere considerato un ladro o uno in attesa di essere ladro, ma uno che svolge un'attività in modo corretto.
E' benefico anche per il sistema economico. Noi non abbiamo considerato queste vicende, ma la "Tangentopoli" mi pare che abbia messo in evidenza una situazione che altera e modifica, che rende anomalo il sistema economico riferito alla Pubblica Amministrazione.
Si è sostituita alla cultura del mercato e della concorrenza la cultura della tangente e delle intese oligopolistiche collusive; cultura che rappresenta ancora un oggettivo freno allo sforzo innovativo, un freno alle efficienze.
Queste sono le cose che ritenevo fino a ieri, fino ad una settimana fa e queste sono le cose che continuo a ritenere oggi e continuerò a ritenerle anche domani. E così come ieri il Partito repubblicano, e io personalmente ha sempre espresso fiducia nella Magistratura, quella stessa fiducia la confermo oggi e la confermerò ancora domani.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTICELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Solo un mese fa abbiamo fatto una discussione riguardante l'abusivismo per cui era stata presentata una legge approvata a maggioranza dal Consiglio e successivamente dal Governo, diventata quindi operante.
Intervenendo avevo sentito il bisogno di dilatare i riferimenti della discussione e dell'esame di quel provvedimento.
In quella sede qualche collega aveva considerato che il mio intervento fosse andato fuori tema rispetto alla stretta titolazione dell'o.d.g.
Ritenevo che fosse necessario il commissariamento dell'Istituto Autonomo Case Popolari, non solo perché avevamo alle spalle il fermo dell'avv.
Fimiani operato dalla Magistratura, ma perché molte delle questioni, che anche l'Assessore Carletto ci ha aiutato a rilevare in questi mesi e in questi anni, sull'operatività dell'Istituto Autonomo Case Popolori sotto il profilo dell'efficienza realizzativa, sotto i programmi finanziati dalla Regione, sotto il profilo amministrativo, economico e finanziario richiedevano nuovamente un intervento drastico della Regione. Anzi, sotto molti profili, ho rilevato questa esigenza più nella situazione dello IACP che non nelle questioni riguardanti la Magistratura, la quale opera e fa il suo corso.
Richiamo questo non per rivendicare una breve anticipazione dell'atto di necessità compiuto ora, ma per riportarmi al merito di quel mio intervento, quello della sostanza di questo Istituto, delicata come altri ma non come tutti gli enti con cui la Regione opera. Ci sono enti come lo IACP, come le UU.SS.SS.LL. ed altri di questo genere, che hanno un fine che volgarmente può essere definito, denigrandolo, assistenziale, ma che è un fine sociale importante per la nostra comunità. Non voglio fare graduatorie di importanza per definire quale debba essere il nostro atteggiamento, ma quando strumenti di intervento sono rivolti a risolvere problemi sociali gravi - in questo caso quello della casa e dell'abitazione, per l'USSL l'altro, delicato e grave della salute - è necessario cogliere, appena possibile, gli elementi di eventuali gravi insufficienze. Questo per intervenire persino al di là di responsabilità penali.
Qualche collega aveva manifestato un qualche disappunto per il mio intervento, ma relativamente allo IACP avevo puntato molto sul fatto che questo Istituto si rivolge a decine di migliaia di famiglie che vivono nelle case di edilizia sovvenzionata: c'è, quindi, un colloquio di sostanza importante tra istituzione e questa parte della comunità. E' un Istituto a cui fanno riferimento aspettative di altre decine di migliaia di persone spesso giovani, che cercano attraverso questo Istituto e le sue possibilità normative di intervento, di trovare una prospettiva di soluzione al problema della casa; cosa non di poco conto per chi, giovane, deve costruirsi un assetto di vita.
Sotto questo profilo devo fare un appunto all'Assessore Carletto e alla Giunta per non aver colto, sulle base di questioni rilevate dalla stessa Giunta negli ultimi tempi, difficoltà riemerse nello IACP, quali inefficienze e persino reticenze nei rapporti non soltanto marginali, e di non aver rilevato l'opportunità di intervenire e di commissariare l'Istituto. Questo anche per preparare il cambiamento, quella miniriforma che la Regione sta discutendo su proposta dell'Assessore Carletto discussione che, ahimè, si sta protraendo troppo a lungo.
Si tratta di un Istituto che sotto il profilo culturale e politico poi possiamo discutere sull'ormai vecchia concezione e quindi sull'esigenza di un cambiamento ha avuto un ruolo importante e significativo nel corso di questo secolo.
Sgomenta che in un Istituto con tali finalità di carattere sociale si insedi, ormai con continuità, il tarlo della corruzione. La corruzione fa paura dappertutto, ma lo sgomento che genera la presenza di corruzione è ancor più rilevante in una situazione in cui chi amministra è quasi quotidianamente a contatto con persone che hanno a mala pena il reddito per sopravvivere. Corruzione che permane, prolifica e si ripete a livello delle Presidenze, in un clima di confusione amministrativa - continua, anche questa - e all'interno di una difesa di autonomia che oggi va indebolendosi, ma che in passato è stata davvero molto forte a livello istituzionale complessivo degli IACP, con difesa persino a livello governativo. Quindi, confusione amministrativa, incapacità programmatoria delle proprie azioni e conseguente inefficienza nell'attuare i programmi finanziati dalla Regione, questo mentre si organizza la corruzione ad un livello di efficienza - questa sì - che non si vuole o non si sa dare all'Istituto.
Ormai, si può rubare in tutte le situazioni, con i sistemi più efficienti di governo, di amministrazione, con il rispetto più forte delle regole; è anche certo, però, che in molti casi la confusione e l'incapacità gestionale finisce con l'essere una copertura per far passare manovre degeneri a livello delle Presidenze. E' mancata una maggiore sensibilità al fine di intervenire il più rapidamente possibile; direi anche prima della discussione di un mese fa. Questo perché finisce per determinarsi all'interno dell'Istituto - non conosco direttamente la situazione, ma posso immaginare - sfiducia e disorientamento nell'apparato, e questo non può che incrementare la distruzione di ogni capacità operativa ed anche di reazione interna, morale, da parte dell'Istituto. In parte di esso non solo non c'è reazione morale ma, addirittura, partecipazione e connivenza con effetti devastanti.
In questo senso, l'urgenza di intervenire mi appariva chiara per tutte queste ragioni: dal problema sociale agli effetti devastanti determinatisi all'interno dell'Istituto.
L'Assessore Carletto, oggi, ci ha letto una relazione compiuta del suo operato; dò atto alla Regione, all'Assessorato e all'Assessore Carletto di avere correttamente e giustamente mostrato un'attenzione crescente al problema IACP, tradottasi in tutte le informazioni avute attraverso interrogazioni, interpellanze, in Commissione e direttamente a voce. Anche l'Assessore ha avvertito che allo IACP c'era un nodo non sciolto permanente ed un contesto in cui fenomeni d'incapacità ed inefficienza e probabilmente anche di degenerazione corruttiva potevano insediarsi.
Nella relazione l'Assessore ha richiamato l'iniziativa legislativa della miniriforma che la Regione può pensare di introdurre nell'ambito di leggi quadro nazionali in carenza di una riforma nazionale. Sotto questo profilo, considero il comportamento dell'Assessorato e dell'Assessore assai positivo; considero la relazione dell'Assessore Carletto efficace e positiva non solo come comunicazione del suo far l'Assessore, ma anche per l'attenzione e il conseguente contenuto apportato, per la capacità di organizzare intorno a sè un gruppo di collaboratori esperti, che hanno tratto frutto dall'esperienza di lavoro (già in questo senso) degli anni passati. Questa attenzione è andata crescendo nel tempo, ma certo c'è un coagulo di idee e di interventi in questo ultimo periodo; però, il problema non è solo questo.
E' già rilevante questo tipo di attenzione e, come ho detto, la consideriamo positiva: siamo nel pieno di una bufera che investe il nostro Paese, che sta distruggendo le istituzioni e che, in qualche modo, ci sta portando ad una modifica delle caratteristiche istituzionali della nostra comunità. Mette in gioco convinzioni e principi della democrazia. Quando l'Assessore Carletto ha fatto l'elenco dei commissariamenti che ci sono in questa Regione - forse non li ha neanche elencati tutti - io ho fatto la battuta del Governo commissariato. Vorrei solo chiarirla con due parole: ho fatto la battuta del Governo commissariato non nel senso che formalmente sia commissariato, ma nella sostanza lo considero commissariato. E' un Governo che attualmente non ha una maggioranza politica nel Paese, è un Governo che non ha più un apporto di credito da parte dei partiti che lo esprimono, che sta in piedi sulla base di un suo autocommissariamento e di un commissariamento di alcune forze economiche del nostro Paese.
Ma la questione non è del Governo. Noi, forse, inavvertitamente, non ci rendiamo ben conto che tutte queste cose (da questo tipo di governo nazionale - non discuto cosa sta facendo, ma proprio il modo in cui questo Governo nazionale si è insediato - a venire ai tanti commissariamenti che sono in atto e che sono persino auspicati, persino l'intervento del Consigliere Chiezzi mi sembrava essere un'Osanna alla distruzione del sistema istituzionale, del sistema dei partiti e così via per molti aspetti) stanno cambiando il cuore, l'anima e lo scheletro del nostro Paese e che potremmo trovarci, andando di questo passo, in un altro Paese che auspico, sempre più si cerchi di evitare; un Paese dove la democrazia è soffocata, ma per difendere la democrazia il problema è in primo luogo quello della correttezza.
Siamo nella buriana che davvero distrugge tutte le istituzioni per mancanza di credibilità, la distrugge sotto il profilo della legalità e della correttezza dei comportamenti. Il problema pone responsabilità al ruolo politico delle persone che fanno politica, responsabilità ai partiti qualcuno si chiama movimento per tenersi al di fuori del sistema dei partiti, ma vive comunque nelle istituzioni. Di questa responsabilità l'Assessore Carletto non ha parlato, forse non spettava a lui, forse ne parlerà il Presidente della Giunta, ma credo che non possiamo non parlare di questa responsabilità e lo dico nel senso che il non parlarne rischia di essere una maniera di svicolare dai compiti di responsabilità che invece abbiamo sotto questo profilo: noi, tutti coloro che fanno politica e tutti i partiti dentro le istituzioni.
Dobbiamo trovare il modo di parlare di queste responsabilità e di come vogliamo comportarci, magari facendo un'autocritica giusta; sono sempre molto rispettoso con chi in termini equilibrati di ragionamento fa autocritica di un comportamento politico, perché questo è il modo di cercare di costruire una tendenza di valorizzazione dell'attività e dell'azione politica e di costruire condizioni per cui la democrazia si affermi e le istituzioni ritrovino una maniera d'essere trasparente e convincente verso l'opinione pubblica.
Allora la mia critica e la mia accusa sotto questo profilo all'Assessore Carletto è che se il suo intervento è l'intervento di questa maggioranza, di questa Giunta, di questa parte politica che è più toccata dalla vicenda IACP sotto il profilo del rapporto di partito con l'avv.
Fimiani, che era non un semplice iscritto, ma il Vicesegretario della DC di Torino, ecco, se non parliamo di queste cose credo che venga meno il significato della nostra discussione, non tanto per soppesarci le responsabilità, ma per costruire un modo d'essere nostro e cercare di portare dentro ai partiti un'azione di rigenerazione, perché nel nostro Paese c'è davvero bisogno di rinnovare e rigenerare i partiti e se si continua ad andare avanti con errori continui di cui politicamente ci si difende dicendo che le responsabilità sono solo politiche, per cui non se ne parla nemmeno e si rimanda tutto alla soluzione della Magistratura - il cui intervento, a questo punto, è inevitabile che sarà quella che sarà, noi davvero distruggiamo tutto.
Allora, sotto questo profilo, la discussione mi sembra molto carente e limitata. Se la politica è lo spazio pubblico dell'agire e dell'attività di una comunità, delle attività umane, allora dobbiamo sapere che una responsabilità, sotto questo profilo, l'abbiamo e l'hanno proprio i partiti che interpretano il far politica, organizzano la politica, la realizzano nelle istituzioni e non soltanto nei confronti verbali di discussioni e teorici. Questo è il nodo grande, dobbiamo chiederci perché succedono queste cose; certamente c'è un elemento di debolezza nella responsabilità politica dei partiti e nelle persone che fanno la politica, che si traduce poi nella responsabilità delle istituzioni e questo è ancora più grave.
Noi avevamo presentato a suo tempo proposte per le nomine: credo vadano discusse. Esse sono state presentate più volte nel corso di questi anni, e qualcosa è anche stato modificato, ma poco tempo fa siamo addirittura arrivati a deridere il fatto di darci delle norme per le nomine. C'è stato chi è intervenuto dicendo che darci delle norme per le nomine non serve a niente. Certo, nessuna norma risolverà mai i problemi di carattere morale e del comportamento individuale, ma i partiti hanno la responsabilità di fare tutto quello che è necessario al loro interno, nel loro rapporto con gli altri partiti, nel rapporto con le istituzioni, anche attraverso norme che si definiscono per limitare al massimo la possibilità che processi degenerativi, che in assoluto non sono eliminabili, si riducano al massimo.
Ma quando il processo degenerativo appare (uso la parola appare, perch anch'io voglio cogliere il fatto che fino a che uno non è sottoposto a giudizio ...) addirittura investire dei responsabili rilevanti dei partiti locali, questa è una questione che non può passare sottosegno.
Mi sembra che sotto questo profilo la discussione sia tutta da fare, e se non la si fa, se non si mette in atto un processo che inverta la situazione di vita dei partiti, la loro capacità di interpretare correttamente lo spazio pubblico dell'azione politica, credo che lo spazio di vita per i partiti che stanno fermi e per le istituzioni che sono interpretate da questi partiti, sia davvero scarso.
Mi rivolgo alla Presidente del Consiglio, in quanto è lei che regola le attività nel senso di un indirizzo e di una organizzazione generale, per dire che auspico che si arrivi rapidamente alla conclusione della discussione di quella legge, presentata dall'Assessore Carletto fin dal 1991, sul nuovo ordinamento degli enti operanti nel settore dell'edilizia residenziale. E' stata ferma del tempo in II Commissione perché doveva essere approvata, in sede nazionale, la riforma nazionale. E' dal 1978 che si aspetta la riforma degli IACP.
Le incertezze di iniziativa ci sono state e ci sono tuttora, tant'è che stiamo fermi per la riforma, però noi l'abbiamo discussa in II Commissione esaminandola a fondo; certo, è una mini-riforma, e nel quadro nazionale la Regione non può fare di più ed è per questo che eravamo in attesa della riforma nazionale. Quella mini-riforma va comunque portata avanti, perch introduce alcune cose che ritengo positive; certo è insufficiente rispetto alla dimensione del problema, ma in parte cambia la natura degli IACP, anzi direi che la cambia sostanzialmente, perché consente di rompere lo IACP di Torino, in quanto è dimensione stessa dell'istituto che lo rende più difficile da governare e più facile alle infiltrazioni degeneri.
La mini-riforma scioglie, elimina e liquida il Consorzio degli IACP e cosa importante, i Consorzi sono stati previsti dalla legge nazionale e interpretati dalle Regioni come strumento di raccordo fra Regione ed Istituto Autonomo Case Popolari. Doveva essere uno strumento di promozione di verifica discreta sull'attività degli IACP e di coordinamento delle attività di sperimentazione, ma, sotto questo profilo nessuna di queste cose ha assolutamente funzionato; è diventata anche quella una sede di cui non si capisce bene quali possono essere le funzioni se non di appoggio a certe lottizzazioni.
Definisce - su questo noi ci siamo battuti, tanto che la legge, che non prevedeva la sua eliminazione, adesso la prevede; lo dico al collega Chiezzi affinché lui appoggi queste proposte gli indirizzi di un'azione di alta vigilanza della Regione, difficile da esercitare se non è definita e siccome nessuno la sta definendo, mi pare giusta questa definizione. Voglio dire che va fatta in fretta. Io avevo chiesto che l'avv. Fimiani si dimettesse anche perché l'approvazione della legge consenta di cambiare il personale politico amministrativo di questo Istituto.
Temo che non si sia dimesso prima e non sia stato commissariato, perch si intendeva magari dare continuità con il nuovo Istituto che sarebbe nato con la presidenza dell'avv. Fimiani. Adesso credo che la legge potrebbe promuovere anche questo tipo di rinnovamento su basi strumentali di tipo diverso. La banca dati: il Consigliere Chiezzi aveva presentato la proposta nella passata legislatura come Partito comunista, noi continuiamo a sostenere questa proposta e sentirci rappresentati da questa proposta.
Il rapporto con i Consiglieri nominati: credo che bisogna instaurare la norma per cose di questo genere dalla periodica consultazione da parte della Commissione con l'Assessore, con i Consiglieri che la Regione nomina (mi pare siano due del Consiglio regionale), i quali devono fare relazioni annuali nelle quali indicano i problemi esistenti e gli indirizzi per risolverli. Creiamo le condizioni, sapendo però che c'è un problema soggettivo di chi fa politica, dei partiti, da affrontare per poter cambiare rotta e impedire che l'appartenenza ai partiti sia un'appartenenza del tutto formale e ci si organizzi magari attraverso altre associazioni (come dagli IACP appare addirittura attraverso la Massoneria), per organizzare i disegni ai corrotti. E' un problema dei partiti che, ripeto è da affrontare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritengo che la relazione dell'Assessore Carletto sia stata un contributo molto importante per fare luce su una vicenda che per certi aspetti, ad un cittadino comune, ad uno studente, ha degli elementi sorprendenti.
Forse non ha dato quel respiro che invocava ora il collega Rivalta.
Forse l'Assessore ha usato il "do" di petto in certi passaggi, quando egli stesso ha usato il termine "l'arroganza", ma non credo che fosse per animosità nei confronti dell'assemblea; forse è una piccola frustrazione per come va il Torino, e considero più probabile questo aspetto che non un voler superare limiti con il "do" di petto.
E' realmente sorprendente che dal senso della vischiosità degli organismi pubblici, da troppi anni non si abbia una visibilità chiara di che cos'è questo ente. Tra l'altro mi chiedo come produca lo stato patrimoniale, che valori metta dentro se non conosce qual è l'entità del proprio patrimonio, come i Sindaci approvino i bilanci. Come stavo dicendo: se uno studente di Economia e Commercio si trovasse dinnanzi a questo fenomeno non riuscirebbe a capacitarsi della situazione in cui viene a trovarsi. In fondo lo IACP di Torino è figlio di quella cultura che vediamo propagarsi nella razionalizzazione della sanità: ammucchiando grandi strutture per sfruttare le economie di scala si creano delle macrodimensioni ingovernabili, incomprensibili, dove l'operatività di coloro che non sono onesti è più facile. Sommiamo poi a questo aspetto il fatto che vari organismi pubblici a livello locale non hanno grande considerazione del ruolo di programmazione e di indirizzo della Regione.
L'Assessore evidenziava l'animosità, il rifiuto in qualche modo di acconsentire ad uno svolgimento pieno del ruolo della Regione e lo coglieva anche come stato d'animo, come clima. Tutto questo è frutto di un'opposizione reale, nella sostanza quello che viene oggi vantato nella programmata ridefinizione dei ruoli degli enti locali e Regioni nel nostro Paese.
Il futuro ruolo della Regione è altamente ridotto e, se non si spezza questo meccanismo, si rischia di vedere il ruolo dell'Ente Regione puramente come una facciata. Un aspetto che l'Assessore doveva chiarire in questa difficoltà di capire la direzione di marcia degli IACP, erano i contenuti e cioè capire come si sono comportati i rappresentanti che questa assemblea ha espresso all'interno del Consiglio di amministrazione dello IACP torinese. Una delle grosse pecche del Consiglio regionale nell'alimentare con le nostre nomine i vari enti per i quali per legge dobbiamo adempiere è quello di, una volta nominati i rappresentanti della Regione, mantenere il collegamento. L'Assessore nella sua replica dovrà dire se è stato possibile, con questi soggetti, instaurare un rapporto più alto, più forte, più utile, più costruttivo per capire la direzione di marcia di un organismo di cui, tra l'altro, solo a stento si è recuperata la capacità di produrre dei bilanci di previsione. Anche questo elemento sorprenderebbe notevolmente un qualsiasi mortale. C'è veramente il rischio di non arrestare il processo in corso di delegittimazione delle istituzioni, se non riusciamo in modo forte (sapendo che i nostri indirizzi sono un po' "spuntati") a dare attuazione a meccanismi concreti di indirizzo e verifica.
Si è parlato della banca dati degli appalti. Penso alle tabelline che l'Assessore ha distribuito; in certi appalti si è vista un'operazione sorprendente: appalto da 3 miliardi e mezzo (quindi non una cifra risibile), 64 imprese invitate, una che si presenta. Ciò significa che ci troviamo dinnanzi a qualcosa che non funziona, che presenta dei meccanismi nei quali la comunità non può ritrovare la trasparenza e linearità che legittimamente pretende. Evidentemente, noi dobbiamo fare qualcosa per rendere più difficile - sono d'accordo con il Consigliere Rivalta, anche se probabilmente nessun tipo di meccanismo può annullare il rischio la possibilità di far sviluppare il fenomeno delle tangenti.
Qualcuno ha parlato di Commissione d'inchiesta (mi pare il collega Chiezzi di Rifondazione Comunista); forse questo tema va approfondito anche perché è riduttiva un'operazione una tantum per capire questo fenomeno. Può servire, forse, per azzerare delle situazioni, ma dobbiamo trovare un sistema che, entrando a regime, permetta in modo sistematico di poter avere un grado di controllo di questi fenomeni abbastanza soddisfacente, e comunque tale da minimizzare il rischio del fenomeno delle tangenti.
Certamente ci sono degli atti concreti da farsi, senza aspettare Assessore, lo svolgimento legislativo per arrivare ad una legge. A me è parso, rispetto al ruolo che abbiamo potuto recuperare, che lo IACP regionale, il Consorzio, risulti un organismo ridondante di amministratori rispetto alle esigenze esistenti. Se vogliamo rilegittimare le istituzioni e in qualche modo salvaguardare il ruolo necessario dei partiti, dobbiamo tosare fortemente, sfoltire, il sottogoverno in generale e, là dove non è necessario, avere veramente il coraggio di fare un'operazione chirurgica molto decisa.
Quindi invito l'Assessore a non aspettare l'approvazione della legge ma a procedere coraggiosamente, anche per dare un segnale all'esterno. Lo invito a seguire un percorso che ci permetta, attraverso questa ennesima esperienza, di predisporre dei meccanismi forti, che superino quelle che possono essere funzioni di indirizzo che, come l'Assessore ha sperimentato sulla propria pelle, funzionavano relativamente, permettendo alla Regione di recuperare un ruolo adeguato in questa materia, e che sia in grado di dare delle certezze.
Concludo domandandomi ancora su che cosa, per quanto riguarda l'aspetto patrimoniale, si è retta la stesura dei bilanci dello IACP e le relative procedure approvative, se l'Assessore ha denunciato chiaramente che questo Istituto non è in grado di presentare una chiara definizione di quello che è il proprio patrimonio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, una prima valutazione a futura memoria: stiamo attenti a non far più coincidere i dibattiti di merito e di politica con fatti contingenti e, soprattutto, drammatici. E' evidente che la materia tecnico-politica non ha il giusto contrappeso rispetto alle attese che, fisiologicamente, non solo l'opinione pubblica, la stampa, ma noi stessi ci aspettiamo rispetto al problema che abbiamo davanti.
C'è una totale non riconducibilità ad equilibrio di queste due esigenze, con il risultato che gli argomenti di ordine tecnico-politico anziché essere misurati per la loro valenza tecnico-politica, vengono misurati per la loro capacità di rispondere come rimedio al fatto sul quale si tratta, non solo in termini di rimedio funzionale, ma anche di rimedio immagine.
Tutto quello che l'Assessore Carletto ci può dire non recupera comunque l'immagine delle istituzioni, che si vedono un rappresentante, sicuramente non di secondo piano, oggetto di un mandato di cattura. Quindi, Presidente e colleghi Consiglieri, evitiamo queste cose; se c'è un mandato di cattura tutto si deve ridurre ad un'azione informativa affinché si sappia perché un certo signore è oggetto di un mandato di cattura. Punto e basta! Tutto il resto verrà trattato con serenità quando il distacco rispetto all'emergenza lo consentirà.
A me pare che l'Assessore abbia svolto una sintesi del materiale che io, provincialotto, non ho potuto leggere, ma che mi convince; soprattutto mi convince la completezza e l'organicità dell'approccio al problema, cosa che gli è stata rimproverata in modo strumentale, se non in mala fede.
In primo luogo, Assessore, io direi che lei non è arrogante: lei è autorevole. Però, in questo Paese di gente abituata ad inchinarsi, a camminare più sulle ginocchia che sui piedi e a guardare la gente non negli occhi, ma al di sotto, gli autorevoli vengono considerati arroganti; così come le persone di carattere - ed io mi picco di essere tra queste immediatamente diventano persone di cattivo, di brutto carattere. Non ci sono persone che abbiano un buon carattere: ci sono persone che hanno un brutto carattere e poi c'è l'altra categoria, per cui io ritengo che lei cerchi ogni tanto di essere autorevole.
Nella sua relazione è emerso chiarissimamente il tentativo che lei ha voluto fare e sul quale i colleghi, soprattutto di opposizione, non hanno voluto ricondursi. Mi riferisco al fatto da lei puntualizzato, e cioè che questo tipo di struttura andava radicalmente azzerata e che questa o quella persona non avrebbe modificato l'andamento della struttura. Questo è il senso del suo intervento. Lei ha fatto riferimento non solo al Presidente ma ai Presidenti e al complesso del personale non soltanto amministrativo ma anche funzionariale di questi enti. Il disegno è chiarissimo: gli IACP comunque presieduti, da chiunque gestiti, sono un sistema che va azzerato.
E allora dobbiamo chiederci perché la sua legge, Assessore, non è andata in porto; Presidente, dobbiamo chiedercelo, perché ho scoperto che tutte le volte che si solleva la questione che si deve aspettare il disegno nazionale è perché non si vuole fare la riforma e di esempi ne abbiamo tanti. Chi solleva la questione che non si deve fare una certa legge perché si aspetta la riforma, poi presenta una legge di tipo reazionario se non conservatore, della situazione. Un esempio possono essere le APT: si doveva passare a cinque APT, poi si è detto che si aspettava il disegno di legge, adesso si parla di lasciare le APT esattamente nel numero precedente o qualcosa del genere.
Dunque non è così, non c'è il rispetto dello Stato: c'è il fatto che qualcuno non vuole che si cambi. Quindi, se andassimo a leggere i verbali della Commissione probabilmente vedremmo che chi ha sollevato questa eccezione tutto sommato è qualcuno che ha interesse che il sistema continui.
La centralità del Consiglio, Presidente, in cosa consiste? Nella capacità di essere centrali rispetto alle questioni centrali! Allora il fatto che questa legge sia stata sostanzialmente accantonata significa che il Consiglio intende defilarsi da questa vicenda: la verità è questa! Perché scioglimento vorrebbe dire mandare a casa della gente e questo a qualche Consigliere potrebbe creare dei problemi da parte dei rispettivi Gruppi d'origine. Questa è la verità, a mio modo di vedere.
Devo anche dire che io non ricordavo più niente - forse, comincio ad invecchiare - ma, siccome tutti hanno vantato titoli, mi sono permesso di fare ricorso alla mia memoria e mi sono ricordato che anch'io nel mio piccolo qualcosa faccio: il 9 luglio 1992 sullo studio di certo professore Enrico Giarda ho presentato un ordine del giorno con diciannove punti (tra i quali l'anagrafe contrattuale) di indirizzo alla gestione degli appalti.
Questo ordine del giorno non è mai stato preso in considerazione. Questo vuol dire che a questo Consiglio invitare la Giunta ad adottare delle metodologie negli appalti più rigorose, più tecniche e più scientifiche non interessa! Altrimenti l'ordine del giorno sarebbe stato trattato! Se dobbiamo fare un "mea culpa" facciamolo pure, ma la Giunta non pu essere accusata di non aver avviato un'iniziativa politica, perché non c'è stata da parte del Consiglio la volontà di portarla in porto: quindi, se vogliamo fare una distinzione fra Giunta e Consiglio, la responsabilità è del Consiglio. Poi si tratterà di capire dai lavori della Commissione a quale parte del Consiglio - non so se maggioranza o minoranza o magari trasversalmente - deve attribuirsi questa responsabilità.
La Giunta ha fatto quello che doveva fare dicendo: "Questo Istituto, a prescindere dalla persona A e dalla persona B, in piedi non può stare quindi lo si deve azzerare". E' evidente pertanto - rispondo ad un'altra delle obiezioni - che se è la struttura, il servizio strutturale a non funzionare, non si commissaria il Presidente, perché altrimenti si dice che la struttura funziona e il Presidente è un incapace, per cui si commissaria o si cambia il Presidente. Ma se si dice che è la struttura a non funzionare, implicitamente si riconoscono al Presidente delle capacità normali, non straordinarie altrimenti si sarebbe evidenziato per questa straordinarietà e nel qual caso si sarebbe detto: "Nonostante le straordinarie capacità del Presidente non è possibile procedere ed è necessario azzerare". Probabilmente se avessimo fatto questo dopo il commissariamento del dottor Russo avremmo potuto scrivere: "Nonostante le capacità eccezionali del dottor Russo non è possibile far niente". Nel caso di Fimiani non è stato scritto, ma questo non significa che se si registra l'incapacità di una struttura si deve dire che si commissaria il Presidente, perché è una contraddizione in termini. Caro collega Cucco, la logica qualche volta ci può aiutare anche a fare politica.



CUCCO Vincenzo

Guarda che l'Assessore Carletto ha detto che tutti gli altri IACP funzionano.



MARCHINI Sergio

Infatti, stiamo parlando dello IACP di Torino rispetto al quale l'Assessore ha proposto l'azzeramento, abbi pazienza!



CUCCO Vincenzo

E' proprio la logica che manca nel tuo discorso.



MARCHINI Sergio

L'azzeramento strutturale! Se parla della struttura evidentemente non prende in esame la persona. Infatti, se avesse preso in esame la persona e avesse ritenuto che la persona era la causa di questo l'avrebbe commissariata e non avrebbe proposto la legge per lo scioglimento! E' una contraddizione sul piano logico.



CUCCO Vincenzo

Allora, perché non ha commissariato la struttura?



MARCHINI Sergio

Caro Consigliere Cucco, visto che me le hai tirate, devo dire che tu sei stato bravo nell'usare una metafora abbastanza suggestiva quando hai detto che il nostro Assessore - anche perché ha le "physique du role" (i tenori non sono più tutti grassi, ce n'è anche qualcuno atletico) - ha ritenuto di fare un "do" di petto, una stoccatina contro i giornalisti che ci ha trovati tutti un po' solidali per mascherare sostanzialmente le rughe della recita. Il Consigliere Cucco ha fatto molto di peggio: ha fatto sempre usando una metafora musicale, quello che può fare un tenore impegnato in qualche "Lied" o comunque in qualche noiosissima musica barocca da camera e che si rende conto che l'uditorio di zitelle si sta addormentando, per cui non stona come ha fatto il nostro Assessore facendo un "do" di petto, ma fa la cosa più semplice del mondo, attacca la romanza "Nessun dorma!" e prende applausi generali! Tu hai fatto la stessa cosa, perché quando non sapevi come imputare all'Assessore o alla Giunta delle cose precise hai detto: "Voi siete responsabili, perché i vostri partiti hanno nominato quella persona".



CUCCO Vincenzo

Dimmi se ho torto o ragione!



MARCHINI Sergio

Permettimi, hai detto: "Voi siete responsabili, perché i vostri partiti hanno nominato quella persona". Questo è esattamente quello che la gente canta per la strada così come cantano tutti "Vincerò!".



CUCCO Vincenzo

Perché è la verità! E' la verità!



MARCHINI Sergio

Tutti dicono che noi siamo responsabili, perché abbiamo nominato quelle persone.



CUCCO Vincenzo

E' la verità!



MARCHINI Sergio

Questo non ha niente a che fare con la Giunta! Questo ha a che fare con la cultura politica, il Consiglio, i partiti, le istituzioni, ma non ha niente a che fare con la Giunta! Quindi, consentitemi, è come se in un concerto per musica da camera molto serio, molto severo, qualcuno si fosse messo a cantare (benissimo devo peraltro dire): "Nessun dorma!".
Devo dire che mi ha affascinato il ragionamento del Consigliere Chiezzi il quale ha richiamato una questione fondamentale, con la quale si torna sostanzialmente al problema centrale: le istituzioni devono saper governare queste vicende, anche se tutti possono sbagliare, comprese le istituzioni ma se sbagliano si può immaginare che si è sbagliato per mancanza o per responsabilità propria, ma non che le istituzioni hanno sbagliato per colpe e interessi altrui. Quindi non è un problema di richiamare i partiti errore che invece continua a fare il Consigliere Rivalta: la forza dei partiti deriva dalla debolezza delle istituzioni e la debolezza delle istituzioni deriva dalla forza dei partiti, ma siccome in questo momento i partiti sono perdenti, noi abbiamo due anni e mezzo davanti per rilanciare la forza delle istituzioni, se del caso contro i partiti, e non chiedere ai partiti un bagno sacrificale.
Noi dobbiamo organizzare degli strumenti con cui le istituzioni possano dire ai partiti: "Per piacere, fuori dalle istituzioni!". Sulle nomine basterebbe forse un ordine del giorno con cui si invitano le segreterie dei partiti a non trasmettere più ai Gruppi consiliari indicazioni di candidature. Potrebbe essere una soluzione che il Consiglio regionale dica ai partiti: "State fuori!", e non aspettarci che loro stiano fuori, perch se lasciamo la porta aperta e se lasciamo il banchetto con i rinfreschi e gli aperitivi la gente continua ad entrare.
Dobbiamo chiudere la porta e dire che se per caso quel banchetto ce lo siamo consumato noi, vorrà dire che pagheremo anche la responsabilità del fatto di esserci abbuffati e fatto indigestione, ma guarda caso adesso noi paghiamo il prezzo di indigestioni altrui, il che non fa molto piacere perché avere di un lauto pasto solo l'inconveniente della "dolce Euchessina" non è tanto bello. Se dobbiamo prendere la "dolce Euchessina" la prendiamo dopo aver fatto un lauto pranzo, invece qui noi prendiamo solo la "dolce Euchessina" e gli altri fanno i lauti pranzi, mi sembra una questione non più praticabile.
Devo però dire che quando il collega Chiezzi ipotizza il reato di omissione politica, mi sembra un po' curioso: bisogna andare alla Procura della Repubblica e denunciare che la Giunta non ha fatto la banca dati appalti, quindi è politicamente responsabile e c'è una specie di concorso.
Ma, Chiezzi, tu non sei Consigliere comunale - devo dire che ci metti un po' a capire - non sei Consigliere comunale, sei Consigliere regionale presenta una delibera, una legge, proponi questa banca dati...



CHIEZZI Giuseppe

C'è già la legge!



MARCHINI Sergio

Dov'è? E' tua?



CHIEZZI Giuseppe

No, la legge esiste, è una legge della Regione!



MARCHINI Sergio

No, no, tu devi presentarla, devi venire in Commissione, deve esserci un oggetto sul quale discutere, non dire che la Giunta deve fare!



CHIEZZI Giuseppe

Ma è già in vigore la legge!



MARCHINI Sergio

Chiedi che venga fatta la delibera attuativa!



CHIEZZI Giuseppe

Non è una delibera, deve attuare una banca dati! L'ordine del giorno del Consiglio è già stato approvato.



MARCHINI Sergio

Comunque, permettimi, attivati in forme politiche. Se poi ho capito male chiedo scusa, anche perché riconoscerai che ti ho dato atto dell'approccio corretto al problema, che finisce sostanzialmente per essere quello del rilancio della centralità dell'istituzione e dell'esclusione dei partiti così come sono, o meglio comunque essi siano.
Mi ha disturbato un po', nell'intervento del collega Ferrara nei confronti dell'Assessore, l'individuazione di un neo e poi ne ha tirati fuori due.
Caro Consigliere Ferrara, lei è un po' troppo abile in queste cose.
Cosa voleva fare? Sottolineare il fatto che un certo funzionario ha una tessera di partito? Voleva sottolineare questo? Perché in un dibattito di questa natura, anche delicato, deve andare agli atti del Consiglio che il commissario ha la tessera di partito? E' utile ed opportuno? Quando sappiamo benissimo che ai nostri segretari di partito vengono richieste le informative sul perché sono state nominate certe persone. Sembra adombrare che ci sia su questo un tipo di accordo politico, che non ritengo esista.
Devo poi dire ai colleghi Ferrara e Vetrino che nei loro confronti ho la più totale solidarietà. Questo non lo dico alla DC, perché la DC è un vero partito, e quindi le sue disavventure le vive come partito, perch sono tanti, hanno le strutture, hanno le maggioranze, le minoranze, ma i piccoli partiti siamo noi. Il partito regionale siete voi due e, quindi gli incidenti della vostra parte politica mi toccano sul piano personale molto di più di quanto non tocchino i colleghi della DC.
Volevo dire, in conclusione, una cosa che continua ad essere ripetuta che mi sembra demenziale e che l'Assessore aveva puntualizzato in modo molto preciso: i controlli sono fatti dai Sindaci. La Regione e le altre istituzioni non controllano, ma fanno le leggi; devono fare cioè le leggi che si immaginano possano impedire fatti delinquenziali oppure fanno delle leggi che sono fatti politici e perciò non producono un risultato. Una di queste è la sanzione politica rappresentata dal fatto che, non ottenendo il risultato, è evidente che ne deriva la sanzione politica dell'ispezione della minoranza o dell'opinione pubblica, a seconda delle sedi. Ma immaginare di andare, attraverso i nostri rappresentanti nell'istituzione al controllo di cosa avviene negli enti, al fine di capire - non ripeto un termine perché porta male come ha fatto uno a prendere la tangente, non è possibile e non è nostro compito.
Se qualcuno, in un ente, tiene un comportamento da Codice Penale esiste tutto un sistema organizzato per fare in modo che la società si tuteli da questo tipo di problema. Non possiamo farlo noi, non è il controllo la nostra funzione. La nostra funzione è la predisposizione di normative, in termini anche di metodo, che riducano, fino a tendenza zero le occasioni e le possibilità di fatti contro la morale e il buon costume ma il controllo tendente ad impedire queste cose è una pura utopia, è una pura utopia! Quindi, ritengo di dover ringraziare l'Assessore, perché in una sintesi molto breve ha posto le questioni nel loro modo di essere. Una cosa sono i comportamenti delle persone, che sfuggono all'esame del Consiglio, una cosa è l'inadeguatezza delle nostre leggi e l'Assessore ha fatto ammenda della totale inadeguatezza al punto di chiedere l'azzeramento di questo ente.
Siamo intervenuti tutti in termini critici o di sostegno, convinti di dare un contributo al superamento della situazione, però a me sembra che il dibattito si sia trasferito - e mi pare giusto che sia stato così, anche se, forse, era il caso di evitare di farlo in questa occasione dal contingente al fondamentale, cioè al modo di essere dell'istituzione rispetto alla società civile. Il problema del nostro rapporto con il partito si pone a tutti, però, Presidente, quando si sente ancora, da una stessa area politica, la speranza che siano i partiti ad uscire dalle istituzioni, mentre dall'altra piacevolmente sentiamo che sono le istituzioni a dover riaffermare la loro centralità senza aspettare che qualcuno gliela riconosca, mi pare che questa sia la questione centrale che abbiamo di fronte e che lei ha la responsabilità di guidare.
Il Consiglio regionale deve dare alla Regione degli strumenti non di controllo, non di ispezione, non di verifica sul curriculum, sul certificato penale, ma deve dare ai Gruppi consiliari e ai Consiglieri la totale autorevolezza e responsabilità rispetto alle decisioni dell'istituzione. Dobbiamo smettere di essere dei passacarte dei partiti e passare dei mesi in Commissione Nomine a controllare se uno, per caso, non è nipote di Caio; e magari se Tizio è nipote di Caio non significa niente magari è una degnissima ed efficientissima persona.
La verità è che nessuno dei designati dai Gruppi è espressione dell'istituzione, sono tutti espressione dei partiti. E questo lei, signora Presidente e colleghi del Consiglio, dovete fare in modo che cessi.
Deve essere recuperata la centralità dell'istituzione. Le rivoluzioni avvengono sempre per grandi esigenze e per grandi occasioni e non vengono mai preparate a tavolino. La rivoluzione alla quale stiamo assistendo, che nasce da Tangentopoli, deve riportare al centro le istituzioni e, guarda caso, nel momento in cui azzera e riduce di molto la forza dei partiti crea l'occasione non facilmente ripetibile, signora Presidente, per il rilancio delle istituzioni e questo spazio non sarà eterno.
Il sistema dei partiti, che poi è la società civile che si organizza per aggredire le istituzioni, c'è da sempre e non solo da oggi: i clientes davanti ai senatori romani c'erano già duemila anni fa e non hanno aspettato Tangentopoli, erano seduti davanti alla porta e li aspettavano quando uscivano. Quindi l'aggressione della società nei confronti delle istituzioni e del potere pubblico c'è sempre stata. Nel momento in cui i partiti, per le vicende alle quali assistiamo, hanno una minore capacità di pressione sulle istituzioni, queste ultime hanno il dovere di cogliere questo momento irripetibile e riproporre la loro centralità rispetto ai ruoli dei partiti, che devono tornare a fare quello che hanno sempre fatto cioè la formazione di idee e la predisposizione di una classe dirigente da sottoporre al giudizio e al voto dei cittadini.



PRESIDENTE

Rileggerò con molta attenzione l'intervento del Consigliere Marchini perché per quattro volte ha detto che è responsabilità del Presidente del Consiglio condurre in porto le riforme più importanti. Ritenevo che questa fosse competenza prioritaria e specifica del Presidente della Giunta. Lo rileggerò e se verificherò che ci debbano essere degli interventi di coordinamento del lavoro dei Presidenti di Commissione, ne parleremo ai Capigruppo, perché credo che questo richieda una revisione regolamentare.



MARCHINI Sergio

Non ritiro quanto ho detto e il significato è anche questo, ma devo dire che, dovendomi rivolgere ad una generalità di consociati, cioè il Consiglio regionale, quando prendo atto che su un dibattito di questo genere non c'è la generalità dei consociati, ma la minoranza di questi ritengo di dovermi rivolgere al loro rappresentante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Il mio discorso sarà molto diverso da quello del collega che mi ha preceduto perché, pur evitando volutamente qualsiasi strumentalizzazione politica, ritengo che quando si dicono certe cose si debba evitare tutti anche il collega Marchini, di essere demagogici. Crederò di più al collega quando vedrò il Partito liberale indicare un po' meno persone nelle varie nomine ad elezioni fatte in quest'aula. Ricordo al collega Marchini che il sottoscritto dalla Commissione Nomine se n'è andato; ognuno fa le proprie scelte.
Non condivido, e rimarrò soltanto ai documenti, il discorso che la Regione non debba realizzare i controlli negli IACP anche perché la Regione li ha fatti e anche bene. Anzi, li ha fatti fin troppo bene, tanto da arrivare a farmi dire che il Consigliere Zacchera Marco e il Gruppo del MSI non erano a conoscenza di determinati fatti scoperti questa mattina quando è arrivato il plico, che penso pochi colleghi abbiano letto. Se i colleghi hanno letto quello che c'è scritto si accorgeranno che l'Assessorato ha fatto non solo i controlli, ma ha sottolineato tutta una serie di irregolarità; però si è fermato lì.
Quando con il collega Majorino presentò l'ordine del giorno del 9 dicembre, reiterato il 22 dicembre, l'Assessore, del quale anch'io ho ben recepito ed apprezzato il taglio della relazione, ebbe a dire, (forse erano parole che rilette oggi suonano fuori tempo): "Rinvierei il dibattito per quanto attiene allo IACP e non darei per scontato il fatto che l'Istituto di Torino debba essere commissariato, come qualche collega - e cioè Majorino - mi pare facesse intendere con il suo intervento. L'Istituto di Torino è sotto il controllo rigoroso della Regione" - vedi, collega Marchini, che c'era il controllo...! - "e dal mese di giugno ci sono atti concreti che illustrerò in Commissione. Non mi pare che il Presidente sia inquisito, ma, da notizie apparse sui giornali, che sia stato sentito come teste, e che il giorno dopo sia tornato libero cittadino. La situazione è difficile e complessa: sarebbe sciocco nascondersi dietro alle difficoltà dell'Istituto, devo però dire che nei giorni scorsi l'Istituto ha approvato un bilancio preventivo per il 1993 estremamente rigoroso e coerente con le indicazioni della Regione. C'è quindi..." e si va a parlare d'altro.
Nel cominciare a guardare i documenti parto da una presunzione. La L.R.
n. 30 del 27/7/1986, all'art. 17 recita: "Nell'espletamento del loro mandato - in questo caso si parla dei Consiglieri di amministrazione nominati della Regione all'interno dello IACP - l'autonomia di coloro che sono stati nominati o designati dalla Regione incontra il solo limite degli indirizzi contenuti negli atti di programmazione regionali. Quando siano richiesti, essi sono tenuti ad inviare al Presidente del Consiglio, una relazione sull'attività svolta, che viene da questi trasmessa alla Commissione consiliare competente per materia e alla Commissione Nomine. In caso di gravi inosservanze...". Denuncio innanzitutto il fatto che mai, da quando sono Consigliere regionale, è stato portato alcunché alla mia attenzione, e penso anche di molti colleghi, se non di tutti. Ma è dal 1986 come diceva giustamente il Consigliere Cucco e il Capogruppo Majorino che questa persona è ai vertici di questo ente ed io non sapevo, né potevo sapere, per esempio, che partendo dal 20/11/1990, leggo testualmente: "In attuazione dei compiti assegnati dai sottoscritti... - firmato arch.
Corradini e dott. Pennarola, i bracci destro e sinistro dell'Assessore, che con molto acume e molta serietà hanno cominciato a contestare una quantità di cose che non funzionavano all'interno dello IACP richiedono della documentazione" (come me, che quando vado per un Tribunale a fare un'ispezione, una verifica chiedo innanzitutto dei documenti: chiedo di sapere quanti sono gli immobili, dove siano, quanti siano i dipendenti ecc.).
Il 27 novembre iniziano le contestazioni: le cose che ci vengono fornite sono gravi. Ad esempio, si dice: "A parere del Settore personale si è invitato codesto ente ad assumere con sollecitudine i provvedimenti necessari al ripristino delle condizioni di legittimità amministrativa e contabile, attuali e pregresse, in quanto - si parlava di determinati benefit al personale ciò costituisce una palese violazione delle norme contrattuali". Mentre in riferimento ai gettoni di presenza al personale si riporta: "Questa amministrazione regionale si unisce al Collegio sindacale nel chiedere di riconoscere gli intendimenti degli organi di amministrazione in merito al reintegro o non delle somme corrisposte e non dovute, come gettoni di presenza al personale". Invece, per quanto riguarda la liquidazione di indennità di missione al personale: "Anche in questo caso risulta necessario conoscere le determinazioni di codesto ente in merito alle riserve sollevate dal Collegio sindacale, in merito al pagamento di rimborsi viaggi in Torino". Ecco anche come nascono i deficit.
Il 14 dicembre: "In relazione alla richiesta di autorizzazione ad affidare mediante trattativa privata i lavori di ripristino di alloggi - si richiamano varie norme - i requisiti che la nota regionale segnala, quali condizioni inderogabili, che la procedura seguita deve soddisfare la pubblicità e l'oggettività dei criteri di selezione dell'impresa cui affidare i lavori". Questo perché la Regione si era immediatamente accorta che i sistemi con cui venivano affidati i lavori in codesto IACP erano tutto tranne che trasparenti. Quindi, la Regione ha esercitato la funzione di controllo, o perlomeno ha tentato.
Il 15 febbraio 1991 si arriva a pretendere la stesura - ci è stata fornita, anche se è quasi illegibile visto che è scritta a mano di un atto in cui il buon amministratore Fimiani, "Premesso quanto sopra si assume l'impegno da parte del Presidente dello IACP di Torino di procedere, entro lunedì 18 febbraio a pubblicare l'avviso di gara si doveva provvedere alla costruzione di 40 alloggi - presso l'Albo dell'Istituto e altre forme di pubblicazione". Questo perché la Regione si era accorta che le gare d'appalto non funzionavano.
Il 23 gennaio 1991, scrivono sempre i signori Corradini e Pennarola: "Conti consuntivi IACP. Il 23 gennaio 1991, nonostante le assicurazioni fornite dalle signorie loro - si mandava anche, per conoscenza, al Collegio sindacale, al Prefetto, ecc. - a tutt'oggi non sono ancora stati approvati i conti consuntivi del 1986 e del 1987". Eravamo nel 1991! 10 aprile 1991: "Dall'esame dei bilanci di previsione in oggetto sono emerse anomalie ed incongruenze che rappresentano palesi contraddizioni rispetto a norme e principi giuriscontabilistici attinenti alla contabilità pubblica". Vi è poi tutto un elenco - non vi tedierò, ma è sicuramente da leggere - in cui i residui sono impostati a bilancio in modo che mi permetto di definire balzano: "Detto procedimento non è stato operato per la quasi totalità dei residui...", cioè li pone negativamente verso codesto ente, tanto più se il bilancio in esame dovrà costituire un elemento per poi avere i soldi dall'Istituto Bancario S. Paolo di Torino.
"Se i residui attivi sono stati - leggete questa perla - apprezzati nei termini sopraddetti, devono essere computati in somma alla competenza del bilancio di cassa": non solo non è stato tenuto presente, ma addirittura "si è rilevato che il bilancio di cassa registra in molti casi previsioni inferiori alla stessa competenza - un'assurdità dal punto di vista amministrativo - si deve rilevare che non vi è né nella documentazione di accompagnamento del bilancio di previsione né del documento contabile alcuna programmazione volta ad una diminuzione dei debiti". Ci sono impegni di spesa eccedenti l'entrata. In altre parole: sapevamo che dovevamo pagare 5 miliardi di acqua, ma avevamo chiesto un rimborso agli inquilini inferiore, con la sicurezza di rimetterci; e avanti di questo passo.
Quando l'Assessore nella sua relazione mette alcune note (allegato 12 12 bis e 13) e in una sola riga sintetizza queste cose, dice solo una parziale verità, perché la Regione, giustamente - e dopo vi spiegher perché adesso sto difendendo l'Assessorato, ma dopo l'attaccherò ha fatto tutta una serie di contestazioni precise. Non accetto, quindi, che il Consigliere Marchini dica: "Ma noi non siamo i Revisori dei conti, se troviamo un illecito penale dobbiamo denunciarlo, ma se non è penale, no".
Un momento: non siamo il Pubblico Ministero, non siamo in un tribunale, la Regione ha fatto quello che ha fatto, ma politicamente, signori Assessori e colleghi della Giunta, perché queste cose non siete venuti a dirle al Consiglio regionale? Perché queste cose non le sapevamo? La sistemazione più o meno parziale dello IACP avrebbe avuto un altro iter. Perché i nostri Consiglieri di amministrazione non sono stati richiamati all'ordine e a darci delle relazioni annuali su quanto andavano a deliberare? Più avanti vi sono cose di estrema gravità. Ve le leggo, perché bisogna conoscerle: "Nel 1989 viene costituita la Commissione regionale con il compito di verificare, in collaborazione.., la congruità...". Il 10 aprile 1991, a firma della Commissione regionale di verifica: "a distanza di oltre sette mesi dall'insediamento per la Commissione non è stato possibile definire gli aspetti finanziari inerenti la gestione dell'Istituto relativamente agli anni 1982 e successivi - siamo al 10 aprile 1991, quindi nove anni dopo nonostante linee di indirizzo, suggerimenti e sollecitazioni espresse da questa Commissione, sia alla signoria vostra - cioè al Presidente - sia ai dirigenti dell'ente. A seguito delle ultime riunioni avvenute presso gli uffici dell'Assessore Genovese - 14 novembre 1989 furono assicurati gli adempimenti entro il 31 dicembre 1989...". Più avanti c'è una nota che dice: "Li portiamo al 9 marzo 1990". Siamo al 10 aprile 1991 e questi chiarimenti non sono ancora arrivati, tant'è vero che si termina questo verbale dicendo: "Questo stato di cose non è più tollerabile ed obbliga i sottoscritti a rimettere all'Assessore ogni decisione in merito, per l'adozione di provvedimenti coercitivi e cautelativi".
Assessore, mi scusi: quali sono stati i provvedimenti coercitivi e cautelativi? 14 marzo 1991: "Situazione finanziaria IACP. Programmi di alienazione.
Sollecito di un intervento". Si spiega che lo studio e l'analisi della situazione finanziaria porta a dire che l'ente è al dissesto, ma tutte le nostre richieste di procedere a più o meno parziali alienazioni non hanno avuto riscontro. Non è fuor di luogo rammentare che anteriormente alla data del 26 luglio 1990 l'ultimo conto consuntivo approvato dal Consiglio di amministrazione risaliva all'esercizio finanziario 1981.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Guarda che i colleghi hanno tutti quella roba lì.



ZACCHERA Marco

Ma non so in quanti l'hanno letta.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Ma adesso la leggeranno. Io l'ho mandata a tutti i colleghi.



ZACCHERA Marco

Ma i nostri Consiglieri di amministrazione, tenuti comunque alla libertà derivante dalla loro nomina, ma anche verso i quali doveva esserci un rapporto, perché non hanno detto nulla di questa situazione o viceversa che cosa hanno detto in proposito? E l'Assessorato che posizione ha preso? Oggi, davanti all'avvenuta situazione, "commissariamo"? Ma perché non si è commissariato prima? Soprattutto, senza andare dalla Magistratura, perch non si sono richiamati all'ordine, come dice la legge, i rappresentanti di questo Consiglio regionale a portare delle relazioni a questo Consiglio regionale? Perché non è stata applicata la legge? E' una legge del Consiglio regionale e questa legge è stata completamente disattesa! Tra l'altro comincio a chiedermi se ci siano o meno gli elementi penali quando, per esempio, si legge una lettera dell'1 luglio 1991 in cui si scrive al Presidente del Collegio sindacale, al Presidente dello IACP - è brevissima, e la leggo -: "Per quanto riguarda le spese di economia il Presidente dello IACP di Torino, a cui la presente è inviata per conoscenza, voglia tener presente che il frazionamento di forniture di opere per centinaia di milioni" - e forse di miliardi - "non è consentito perché rappresenta, salvo nei casi nei quali lo stesso è richiesto per la natura della fornitura, un artificioso espediente per sfuggire alle norme statutarie che fanno divieto di ricorrere a trattativa privata per forniture e lavori di importo superiore a 50 milioni".
Quindi, era chiaramente indicato lungo l'itinere di questa pratica che effettivamente tante cose non funzionavano e allora non basta, per coprirsi le spalle, dire queste cose sempre e comunque allo IACP, il quale evidentemente in buona parte se n'è "fregato" altamente di quello che la Regione è andata a dirgli, perché altrimenti non si sarebbe comportato così ed avrebbe risposto in un'altra maniera. Si doveva venire in quest'aula ed affrontare il discorso, cosa che invece non è stata fatta. Questa, secondo me, è un'evidente responsabilità, anche da parte della Giunta, a cui non va appunto soltanto l'obbigo di sottolineare allo IACP queste cose, ma di venirle a dire anche al Consiglio regionale.
Ma se ne siamo tenuti all'oscuro, ovviamente non possiamo intervenire e qui il discorso si amplierebbe, ma volutamente non lo rivolgo alle responsabilità politico-partitiche. Penso però che questi siano i frutti di un determinato sistema. Frutti coltivati pervicacemente, perché sono dieci anni che questo frutto sta marcendo sull'albero e oggi ci è caduto sulla testa, ma ancora un mese fa ci si era venuti a negare, in questo stesso Consiglio regionale, l'opportunità di scrollare l'albero per far cadere le mele marce!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signora Presidente, io non posso che non congratularmi, a differenza di Zacchera, con la relazione che ha fatto l'Assessore stamane e non per dovere di parte o per obbligo di appartenenza allo stesso partito. Credo infatti che sottosotto tutti quanti abbiano riconosciuto a questa relazione una grande probità, quella di una documentazione oggettiva, quella di una prova finestra senza alcuna dissimulazione su che cosa è questo Istituto Autonomo Case Popolari di Torino, su che cosa è stato nel passato, su ci che è tuttora.
L'Assessore ci ha fatto una relazione ampia e dettagliata e ci ha presentato le cause vicine e lontane, i processi degenerativi che da anni hanno inciso in maniera drammatica sull'ente torinese. Ed è partito da lontano, è partito dal 1985: un'anamnesi direi quasi scientifica, non perché ha riportato dei testi di stampa al di sopra di ogni sospetto, ma perché ha voluto puntualizzare come questo deficit, perché si parla anche di deficit e non solamente di incapacità di gestione, raggiungeva già in quell'anno un saldo di 228 miliardi. Deficit che poi si è assommato a confusioni gestionali, ad incapacità di individuare una minima strategia che si sono protratte per anni, protratte per decenni.
Deficit che ha fatto sì che questo IACP di Torino per questioni diverse che vanno dalla morosità, all'occupazione abusiva, alla natura stessa dell'inquilinato, ai problemi generali del Paese, come l'inflazione e i tassi d'interesse, alle condizioni sociali che la città ha attraversato in questi anni, è diventato certamente un paradigma di cattiva amministrazione, per non dire altro. L'Assessore si è soffermato sulla riforma oggi in itinere presso il Parlamento nazionale e ha portato alla nostra attenzione una filosofia che può essere duplice, una filosofia strettamente aziendalistica, quale oggi è di moda, l'equilibrio fra i costi e ricavi, oppure una filosofia che non prescindendo da questa ha comunque un'apertura sociale che non può essere assolutamente disattesa, specie in questi tempi dove i bisogni sociali sono ancora più acuti.
Lo IACP di Torino, come ha detto l'Assessore, ha una specificità negativa testimoniata da tre Commissari che si sono succeduti in pochi anni, una specificità negativa, caro collega Zacchera, che è stata dimostrata da un monitoraggio direi maniacale, ossessivo, progressivo direi anche perentorio ed intimidatorio, perché se noi leggiamo tutte quelle lettere e tutti quei richiami che si ripetono con una scadenza temporale di qualche settimana, per non dire di pochi giorni, ci rendiamo conto che esse mettono di fronte ad un continuo atto di accusa i responsabili della gestione di quell'ente. Quando poi questa task force di vigilanza formata dal dottor Corradini, dall'avv. Penarola e poi da Lesca reitera i suoi interventi...



(Interruzione del Consigliere Majorino)



PICCHIONI Rolando

... reitera questi interventi e ne fa quasi una pedagogia spicciola pedantesca, prescrittiva, noi non possiamo dire - come l'Assessore ha detto che i compiti della Regione sull'Istituto Autonomo Case Popolari sono solo compiti ad alta vigilanza, malgrado i suoi limiti costituzionali propri di un monitoraggio fiscale inquisitorio. I risultati ci sono stati per cui, Consigliere Zacchera, non è che tutto sia stato una flatus vocis un grido nel deserto. I risultati ci sono stati, perché, per esempio, i conti consuntivi che erano in mora dal 1981 sono stati aggiornati e si è arrivati finalmente alla definizione dell'indebitamento complessivo dello IACP il 22/7/1992.
Nell'autunno del 1992 è stata approvata la pianta organica e il regolamento organico, come ha ricordato questa mattina l'Assessore, e alla fine del 1992 è stato approvato finalmente un bilancio preventivo coerente e in linea con le indicazioni regionali. Poi l'Assessore ha detto che con lo IACP, un ente autonomo, c'è una vischiosità di rapporti, c'è una rivendicazione di autonomia che viene avanzata ad ogni pie' sospinto.
Non voglio soffermarmi sul disegno di legge della Giunta, non voglio soffermarmi sulle responsabilità politiche. Però, collega Zacchera, le responsabilità politiche sono di tutti i Consiglieri. Anche tu non richiamasti in Commissione la discussione di questo disegno di legge; anche il fatto che questa mattina - lo dico con molta chiarezza - non c'è il Presidente della II Commissione, che è un interlocutore autorevole del Consiglio, ed un interlocutore della Giunta e dell'Assessorato, non facilita la conoscenza delle responsabilità politiche sul disegno di legge non approvato.
Sono certamente delle osservazioni che non possiamo esimerci dal fare anche se tutti noi ci riteniamo certamente colpevoli di alcune omissioni, o di alcune indulgenze che si sono certamente verificate nel corso di questi anni.
Ho letto questa notte la relazione dell'Assessore e alcuni documenti.
Nelle considerazioni conclusive - che leggo perché sono suscettibili di interpretazioni diverse - l'Assessore dice: "Fatti emblematici e significativi di una incapacità ad amministrare da parte del Consiglio di amministrazione dello IACP sono già stati esaurientemente illustrati in precedenza. Fatti peraltro significativi di disordine gestionale, di conflittualità perenne con l'inquilinato al quale i servizi essenziali non sempre erano garantiti o se prestati ciò avveniva a costi eccessivi rispetto ai risultati, fatti significativi di un'incapacità di gestire il personale dipendente ed organizzare un'opportuna ristrutturazione dei servizi dell'Istituto, fatti emblematici e di grande riflesso negativo per la Pubblica Amministrazione che si ripercuotevano anche sulla Regione e consistente nei ritardi sia della ristrutturazione degli alloggi, sia della produzione di nuove abitazioni facevano così venire meno il fine statutario dell'ente".
Mi pare siano delle conclusioni estremamente negative sulla gestione di questo ente. Però dobbiamo riconoscere la grande franchezza con cui l'Assessore ha tratto le sue conclusioni da questa disamina. Si pone una domanda politica, Assessore: come mai solo oggi e non prima? E' una domanda che è serpeggiata in questo Consiglio. Giustamente lei ha risposto: "Alcuni risultati verificatisi hanno dimostrato un'inversione di tendenza", alcuni risultati verificatisi dopo un lunghissimo processo di maturazione che solamente nel 1992, in questi ultimi mesi, si sono verificati. Per cui questo poteva accreditare non dico la speranza, ma l'illusione che la normalizzazione di tutta questa situazione anomala ed arbitraria potesse avvenire nel prosieguo di questa gestione.



MAJORINO Gaetano

Era una pia illusione.



PICCHIONI Rolando

Era una pia illusione. Sempre fatta con il senno del poi. Il discorso poi che i segnali dei tempi, non solamente a livello regionale o a livello di questa città, portano alla cosiddetta monocrazia, portano alla cosiddetta cassa integrazione della democrazia rappresentativa, che si registra a livello delle APT, come a livello delle UU.SS.SS.LL., ecc.
E' certamente una tesi suggestiva, ma questo certamente non elude il problema. Dal mio punto di vista ho apprezzato molto i ragionamenti solidi e convincenti dell'amico Rivalta. Ma il discorso che noi dobbiamo fare è diverso. Qualcuno ha detto: "Si sono consumati i tempi regolamentari.
Abbiamo atteso - diciamolo così, in metafora calcistica - i tempi supplementari per nominare il commissario". Ma i tempi dell'opposizione sono diversi dai tempi della maggioranza, dai tempi di chi governa e così anche le modalità, collega Chiezzi, perché se la politica dell'opposizione è giustamente - vorrei dire ontologicamente - la politica dei sospetti degli indizi, delle probabilità, è altrettanto chiaro che la politica della maggioranza è la politica della gestione, è la politica delle certezze, è la politica dei fatti. Noi non possiamo andare a rincorrere tutti quanti i fatti, i flatus voci (che poi si verificheranno secondo un probabilismo che è sempre più accentuato), non possiamo assolutamente andare alla ricerca di tutti questi sospetti, perché se noi ad ogni sospetto dovessimo dare un riscontro, effettivamente finirebbe una cultura di governo, una capacità di governo. Mi pare che questo sia un ragionamento che non fa una grinza perché qualunque democrazia rappresentativa verrebbe decapitata. Il ruolo delle opposizioni è ontologicamente quello di creare il sospetto di attraversare in maniera problematica i problemi, di porre in mora la classe dirigente che governa, di eludere comunque qualunque esame effettivo per cercare invece l'appiglio formale o pretestuoso o speculativo.
L'amico Cucco questa mattina ha creato una bellissima metafora musicale. Ma l'Assessore non doveva fare il "do" di petto. Non doveva cantare l'ultima aria, così non ha fatto nessuna stecca, lui come Assessore doveva rispondere tecnicamente di un fatto tecnico. Allora semmai siamo noi, come hanno fatto i colleghi Rivalta, Chiezzi e tanti altri, che dobbiamo parlare del brodo di cultura in cui questo fenomeno si è espresso al di là di un'endemica incapacità di gestione, di un'endemica incapacità di strategia. Ciò significa che si pone ancora oggi il problema del rapporto tra forze politiche ed istituzioni, che non si risolve Consigliere Chiezzi, inventando delle Commissioni di inchiesta - facciamole pure - anche se non ci sono neppure i termini tecnici, i termini politici i termini giuridici per poterle fare. Ma più di tutte queste cose, vale forse il problema che la modifica strutturale - anche se l'uomo è l'ultima misura delle cose - è quella di una legge elettorale che, per fortuna, in questi giorni si profila come un fatto certo: una legge maggioritaria uninominale. Con questo non voglio eludere un problema; con questo sento per la mia parte, per la parte del partito che rappresento, tutta la problematicità dei fatti, e anche il rammarico per quanto è accaduto.
Non credo ci sia nessuno che si possa svincolare dal richiamo della foresta, che è il richiamo della nostra origine, della nostra formazione politica, del nostro processo politico, della selezione della classe dirigente. E, al di là delle norme sulle nomine che possiamo fare emendare, correggere - ho letto quelle del Partito comunista, per cui ne parleremo quando si dovrà parlare degli enti strumentali vale comunque che cosa noi riusciamo ad essere, nel senso delle compatibilità con l'attuale sistema politico. E compatibili con la necessità che l'istituzione che rappresentiamo e che vogliamo servire possa essere effettivamente la più vicina agli interessi della gente, la più vicina agli interessi del cittadino.
Ho colto dei segnali molto preoccupanti da parte del Consigliere Chiezzi questa mattina, e mi pare che l'abbia già sottolineato anche il Consigliere Rivalta. In questo momento ci sono o si vogliono dei sabba purificatori, si vogliono dei grandi fuochi, credendo che il fuoco come elemento catartico riesca effettivamente a sanare i mali della nostra società. Però ricordiamoci anche che i grandi fuochi si accompagnano sempre ai deliri della mente.
E allora diciamo che crediamo ancora, malgrado tutto, nella vitalità dei partiti, crediamo ancora nella capacità di collocarsi con la loro parzialità - ripeto, con la loro parzialità - il più vicino possibile agli interessi della gente. Certo, bisogna trovare il raccordo giusto, il punto di equilibrio esatto, il punto di moralità più alta; però c'è stato un grande cardinale che una volta ha detto una frase stravolgente: "La vera immoralità è l'assenza di ogni compromesso" (Ratzinger).
Questo è il senso nostro della vita: non andiamo a ricercare la città del sole; è il senso nostro dell'appartenenza, dove le leggi potranno essere anche le più perfette possibili, dove però noi cadremo settanta volte sette se non abbiamo, in noi stessi, il senso della moralità di appartenenza, se non abbiamo in noi stessi il senso del rispetto delle leggi.
Il problema è certamente un problema di meccanismi, è un problema di riforme, è un problema di modifiche a quello che è stato un costume della nostra vita politica. Però noi diciamo - e lo diciamo anche in questa sede con un manifesto che è semplice, ma che il nostro segretario Martinazzoli ha voluto indirizzare a quanti hanno una passione civile, cioè che dobbiamo ancora essere degni di questa ambizione di servire la gente, perch vogliamo ricominciare secondo la nostra misura più alta, perseguendo - dice lui il superamento di una drammatica crisi morale, di una corrosiva decadenza attraverso il drastico superamento del professionismo politico attraverso il ritiro dell'intrusione partitica nei luoghi propri della società e delle istituzioni, attraverso la formazione di una nuova generazione di persone che siano motivate dal vincolo degli ideali comuni secondo i criteri della competenza, della credibilità civile e soprattutto, della temporaneità degli incarichi e delle rappresentanze.
Ecco, se, per esempio, potessimo domani proporre o indicare una piccola riforma, questa sarebbe quella temporaneità degli incarichi che non può più vivere in maniera surrettizia con proroghe, ma deve conoscere un limite preciso nel mandato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Non ho potuto seguire gran parte di questa discussione perché, insieme ad altri Consiglieri, mi sono intrattenuto con l'Assessore Garino per affrontare un'altra emergenza, sulla quale, come al solito, si interviene quando è diventata urgente. Data anche l'ora, non entrerò nel merito di particolari questioni, perché molte cose ho già orecchiato e sentito dire da altri e, soprattutto, letto nei dieci ordini del giorno, per il momento tutti di opposizione, che fino ad ora sono stati presentati in questa discussione.
Svolgo quindi solo qualche osservazione di carattere generale e qualche osservazione apparentemente marginale. L'osservazione di carattere generale riprende una battuta fatta dall'Assessore Carletto, e cioè che è una situazione nella quale - bisogna dire non solo nella nostra Regione, anche in altre stiamo costruendo la democrazia dei commissari.
La democrazia dei commissari nasce dal fatto che dopo anni, forse decenni, di mal gestione della cosa pubblica, quando le cose ormai sono alla luce degli occhi dei cittadini, l'unico strumento che resta per continuare in qualche modo a gestire la situazione è instaurare la democrazia dei commissari. Quindi, ci troviamo con il Comune di Torino commissariato, adesso lo IACP, nove - mi pare - UU.SS.SS.LL., le Aziende di Promozione Turistica, e poi cose vecchie come l'ESAP, e non so nei prossimi giorni cos'altro si potrà ancora commissariare.
La gestione dei commissari è la rinuncia al ruolo della politica, delle maggioranze e forse anche delle opposizioni, perché nella maggior parte dei casi ci si affida, quasi sempre in situazioni ormai decotte o distrutte alla buona volontà e all'eventale buona competenza di commissari che sono cosa diversa da organi di gestione ed eventualmente di controllo che nascono dalle procedure democratiche normali.
Fatta questa osservazione - sulla quale a mio parere una riflessione più generale andrebbe fatta, perché la politica dei commissari non porta comunque lontano e fatta qualche riflessione più a fondo su questa questione, devo dire che la relazione dell'Assessore Carletto, quella sentita a voce e quella letta, è una relazione che io ritengo sostanzialmente credibile. E' evidente che non si può, giocando sugli equivoci, appioppare all'Assessore Carletto le responsabilità magari di due o tre diversi mandati legislativi, di due o tre diverse Giunte, di altri Assessori, di leggi nazionali che non vanno, di scelte personali contrarie a quelle che le leggi del nostro Stato prevedono, ecc.
Nelle osservazioni fatte dall'Assessore, però, c'è una cosa che non è credibile e che è pericolosa per il semplice fatto che sia stata fatta. Mi riferisco al fatto di accettare l'idea che il commissariamento dello IACP fosse in qualche modo indipendente dagli ultimi avvenimenti che riguardano l'avv. Fimiani. Questa è una battuta non credibile e soprattutto pericolosa, perché ripropone la questione di fondo di questa Giunta regionale, che oggi vive in acque tranquille rispetto a molte altre Giunte regionali le quali si trovano in ben altri moti ondosi.
L'Assessore, in una relazione, ci dice che già da quando (ottobre 1989) da parte dell'Amministrazione regionale venne costituito questo gruppo di lavoro sullo IACP, la situazione apparve grave, perché si rilevò l'assenza di conti consuntivi dal 1982 in poi, quindi l'assenza di bilanci significativi per otto anni. Addirittura, si rilevò l'assenza di un inventario degli immobili e del registro dei beni ammortizzabili, ecc.
tant'è che lo stesso Presidente dello IACP due-tre anni fa dichiarava ai giornali: "Non so neppure quanti alloggi amministro". Non si sa quanto sia costata l'assenza di dati certi, di registrazioni contabili, nonché di dismissioni del patrimonio immobiliare, e potrei proseguire con tutte le altre cose dette da altri Consiglieri, lette sui giornali, ecc.
Ebbene, io credo che quando si presenta una situazione di questo genere, che ovviamente non può essere attribuita alla diretta responsabilità dell'Assessore Carletto, non si può aspettare che un giudice o la Procura della Repubblica determini le scelte da fare. Questo, secondo me, è il nodo di carattere generale davanti al quale si trova questa Giunta, ed è la ragione principale per cui personalmente ritengo sbagliata attendista e pericolosa la politica di questa Giunta. E la questione non riguarda solo lo IACP.
Questa mattina l'Assessore Carletto ha fatto alcune osservazioni sul modo con il quale, a volte, i giornalisti trattano le questioni e devo dire che alcuni aspetti di quelle battute li condivido. Come altri Consiglieri faccio parte della Commissione d'inchiesta sulla sanità proposta dal collega Calligaro e da molti altri Consiglieri, se non sbaglio, nel giugno 1992. Questa Commissione ha cominciato a fare le prime cose serie, quelle che contano, credo dieci giorni fa, e le prime e uniche cose serie che ha fatto fino ad oggi sono state semplicemente le audizioni dei commissari straordinari di alcune delle nove UU.SS.SS.LL. commissariate, probabilmente quelli delle situazioni più disastrate. Ebbene, per quanto io sia un Consigliere di opposizione che, come tutti coloro che fanno opposizione, va anche a cercare elementi scandalistici, devo dire che le audizioni di questi commissari straordinari sono tragiche.
Dopo aver sentito i primi tre di questi commissari, ritengo che i giornalisti, che usano le notizie che circolano in modo scandalistico per scrivere articoli, in realtà siano dei dilettanti. Infatti, la situazione che emerge dall'audizione di questi tre commissari delle UU.SS.SS.LL. è ben al di là delle peggiori dichiarazioni e strumentalizzazioni scandalistiche che qualunque giornale abbia mai fatto negli ultimi mesi rispetto alla questione delle UU.SS.SS.LL., è ben al di là dei peggiori articoli di giornali. La situazione reale è molto più tragica di quella descritta dai giornali.
Non so cosa emergerà rispetto a questa questione dello IACP o ad altre questioni di questo tipo; quello che so è che una Giunta regionale che rincorre i giudici è una Giunta che ha rinunciato a svolgere il proprio ruolo. E devo dire che i giochetti di parole che sento fare anche in quest'aula, per esempio in interventi di qualche Consigliere liberale e di qualche Consigliere repubblicano che, come è noto, sono le colonne portanti di questa Giunta e di questa maggioranza, ebbene questi giochi di parola non possono nascondere che questa Giunta per il momento, in una complessiva situazione di emergenza, sta facendo, sulle cose che scoppiano principalmente la politica di rincorrere i giudici. Io credo che invece si dovrebbe cambiare strada.
In questi dieci ordini del giorno ci sono tantissime proposte, e ne potrebbero arrivare due o tre di maggioranza perché è probabile che ognuno voglia dire la sua; fra le tante, quelle che mi sento di condividere sono le proposte che tendono a prevenire ulteriori degenerazioni. In particolare ritengo corretta la riproposizione di chiedere alla Giunta, per l'ennesima volta, che cosa ha fatto della decisione che abbiamo preso circa la costituzione di una banca dati rispetto a tutte le problematiche degli appalti. Insieme a questa, ritengo corretta la proposta di costituire una Commissione (la si chiami d'inchiesta, la si chiami d'indagine, la si chiami come si vuole) che, una volta per tutte, affronti preventivamente la situazione di tutto quello che riguarda il controllo dell'uso delle risorse pubbliche che enti diversi, a diverso titolo, fanno e rispetto alle quali la Regione ha direttamente o indirettamente una responsabilità o di gestione o, in casi come questo, di controllo o alto controllo, come ha detto l'Assessore Carletto.
Credo che questa, al di là dell'emergenza, sia la cosa su cui si misura se questa Giunta e questa maggioranza vogliono continuare a rincorrere i giudici o vogliono cambiare registro, nei pochi mesi o anni che ci sono fino al momento in cui la composizione politica delle forze che governano questa Regione resterà quella che è oggi (non so se saranno anni o saranno mesi).
Detto questo, e tagliando una serie di questioni più specifiche che avrei esposto se non fosse così tardi, faccio una battuta rispetto a cose apparentemente più marginali. In Commissione ho seguito il modo faticoso con il quale si è svolta la discussione sulla proposta di riforma degli IACP che l'Assessore Carletto ha presentato il 14 febbraio 1991 (praticamente ormai due anni fa); non so se - come diceva qualcuno - questa proposta si è arenata o ha proceduto con una lentezza politicamente grave perché ci fossero volontà politiche di arenarla o ci fossero altri problemi. Conosco interventi, peraltro pubblici, mandati alla Commissione dal Presidente del Consorzio: varie richieste di soprassedere o comunque ritardare la riforma prendendo a pretesto il fatto che c'è una proposta di legge nazionale di riforma degli IACP, presentata dall'on. Cerutti, che giace non so da quando e non so per quanto alla Camera.
Non so se tutto ciò si sia arenato per volontà politiche così chiare che tendevano a non far svolgere alla Regione un ruolo preventivo, si fa per dire, rispetto alla degenerazione di una questione come questa. Quello che so è che, sicuramente, il lavoro di Commissione, importante in una fase di riforma legislativa come quella nella quale di fatto siamo oggi, in particolare il lavoro della II Commissione, non funziona. Forse, non funziona perché la II Commissione dovrebbe essere divisa in due o tre pezzi: se dovessimo fare l'elenco delle questioni importanti che giacciono da tempo, da mesi o da anni, alle porte della II Commissione, l'elenco sarebbe lungo. Mi viene in mente il disegno di legge n. 103 presentato dall'Assessore Nerviani sull'altro aspetto della riforma della legge n.
56/77, che forse non ha due anni come quello dell'Assessore Carletto, ma grosso modo qualcosa del genere.
La II Commissione non funziona! Ha troppe cose in carico, ma soprattutto ha una gestione che, a mio parere, non può andare avanti.
Ritengo che la Presidenza e il Presidente della Commissione la conducano l'ho detto ieri - superficialmente, perché anche la questione della qualità dell'aria che oggi ha avuto qualche esito favorevole, soprattutto costruttivo, nella discussione informale fatta con l'Assessore Garino, come quella che stiamo esaminando oggi e come altre, dimostra che, a mio parere almeno la II Commissione non funziona, viene un po' svogliatamente gestita dal suo Presidente, che deve affrontare questioni che sono alcune importanti in quanto urgenti ed altre ponderose in quanto strategicamente importanti. Nè quelle urgenti né quelle ponderose e strategicamente importanti vengono affrontate con la dovuta attenzione, con i dovuti spazi e con i dovuti tempi, da parte della Commissione e, in particolare, da chi la Commissione la gestisce.
Senza voler parlare d'altro, chiedo a questa maggioranza di accogliere alcune delle proposte presenti negli ordini del giorno, in particolare quelle che ho citato rispetto alla costituzione di una Commissione che affronti in generale le procedure sugli appalti, per le quali peraltro i Consigli regionali, attraverso i loro Presidenti, svolgono da parecchi mesi un lavoro estremamente interessante. Tant'è che negli ultimi quattro o cinque mesi ci sono pervenuti almeno due documenti elaborati dai Consigli regionali, diciamo così, come proposte che affrontano con la dovuta attenzione le problematiche connesse agli appalti.
Peccato che questi documenti arrivino ai Gruppi consiliari e lì si fermino, perché in questo momento nel nostro Consiglio regionale non esiste alcuna sede per discutere di questa cruciale questione. Invito pertanto il Presidente del Consiglio a favorire la costruzione di sedi di discussione affinché questa carta che ci viene ogni tanto fornita, utilissima peraltro diventi anche proposta e mi sembra che l'attuale situazione degli IACP sia un buon pretesto per trasformare questa carta in un lavoro che diventi anche di tipo legislativo.



PRESIDENTE

Anche in questo caso, per quello che mi riguarda, verrà prestata attenzione all'ultima parte del suo intervento.
Ha ora la parola il Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Signor Presidente, il compagno Rivalta ha già esposto in modo adeguato ed efficace l'opinione del nostro Gruppo in merito alla relazione dell'Assessore Carletto, quindi mi limito a fare alcune considerazioni di carattere politico rispetto alla relazione che ho sentito, a partire proprio dalla domanda centrale che, verso la fine della relazione l'Assessore ha posto e cioè se la Regione ha fatto o meno il suo dovere, se è stata latitante oppure se ha fatto il suo dovere.
Stando alla relazione scritta e a quanto abbiamo avuto modo di sentire in aula da parte dell'Assessore Carletto, non si può affermare altro che formalmente, la Regione (la Giunta e l'Assessore) è stata corretta rispetto agli atti che sono stati esposti in riferimento sia ai motivi di autonomia dell'ente sia al fatto che alla Regione spetta soprattutto un controllo generale di alta vigilanza. Condivido in proposito un'affermazione fatta dal collega Ferrara e cioè che alta vigilanza non deve poi significare che questa vigilanza non c'è, ma su questo aspetto ritornerò in seguito.
Mi preme sottolineare una questione che io giudico grave e che è stata assolutamente sottaciuta, quella della responsabilità politica. Questa parte mancava completamente nella relazione dell'Assessore Carletto. La Giunta regionale e l'Assessore hanno anche una responsabilità politica, che consiste nel prendere le decisioni politiche adeguate ad affrontare un determinato problema nei tempi giusti, perché anche i tempi hanno una loro giustezza e validità politica. Latitante è quindi sulle responsabilità politiche la Giunta e per essa l'Assessore.
Peraltro, credo che ciò non stia neanche alle responsabilità personali di un Assessore, però proprio questa vicenda pone un nodo di carattere strutturale che noi non possiamo più non affrontare e rinviare ancora nel tempo. Il nodo strutturale è quello che riguarda la cultura politica all'interno dei diversi partiti nella concezione del rapporto partiti istituzioni e società; cultura politica che ha poi delle conseguenze precise rispetto alle norme, alle leggi che regolano la questione delle nomine e dei rapporti tra sistema dei partiti ed istituzioni.
Nel caso specifico dell'ex Presidente dell'Istituto Autonono Case Popolari, avv. Fimiani, c'erano nel momento in cui è stato nominato e soprattutto nel momento in cui è stato rinominato nel 1990, tutti gli elementi per non procedere a quella nomina. In primo luogo, perché si trattava di una scelta - qui l'Assessore nella sua cronistoria è stato molto preciso - per risanare l'Istituto Autononomo Case Popolari dopo gli scandali precedenti, che avevano visto il commissariamento e poi appunto nel 1986 la nomina dell'avv. Fimiani. L'Assessore Carletto ha detto che nel 1989 si è avviato il monitoraggio rispetto agli atti che lo IACP di Torino ha fatto. Mentre nel 1989 avveniva questo, nel 1990 Fimiani è stato riconfermato alla guida dell'Istituto Autonomo Case Popolari, e qui evidentemente, qualcosa rispetto al monitoraggio non ha funzionato probabilmente non è stato così efficace nell'appurare i fatti. Non intendo riferirmi solo ai fatti della Magistratura sui quali, ovviamente, indaga la Magistratura, credo tuttavia che faccia parte della responsabilità politica della Regione affrontare queste distorsioni.
Nel 1990 è stato riconfermato l'avv. Fimiani, nonostante che, nella Commissione Nomine della Regione, il collega Monticelli, allora Capogruppo del PDS, avesse sollevato una questione politica, che ritengo di primaria importanza, perché fa parte di una cultura politica, cioè l'incompatibilità ribadita, tra l'altro, anche in un ordine del giorno del Consiglio regionale.
Ma non voglio rifarmi tanto all'incompatibilità formale o giuridica che non c'era, ma sicuramente all'incompatibilità politica e morale che il Vicesegretario della DC, cioè di un partito al governo della Città, della Regione e dell'Amministrazione provinciale, fosse contemporaneamente Presidente dello IACP. Credo che questo sia un fatto politico non da poco un fatto che va rivisto e che fa parte di quella cultura politica che dicevo prima.
Il commissariamento, forse in conseguenza di queste scelte, è arrivato con grave ritardo sia rispetto alle condizioni dell'ente (che qui sono state evidenziate nella stessa relazione, e cioè gli scandali e le condizioni economiche, il tipo di gestione portata avanti), sia rispetto all'incompatibilità del Presidente, che non avrebbe dovuto portare alla sua nomina e alla riconferma nel 1990.
Per venire a fatti più recenti, il 9 dicembre 1992 l'avv. Fimiani è stato arrestato per falsa testimonianza. Mi aspettavo che il giorno dopo la Giunta regionale decidesse il commissariamento. Non essendo arrivato, il nostro Gruppo mandò una lettera, firmata dall'allora Capogruppo Monticelli al Presidente Brizio per sollecitare il commissariamento, perché ci pareva che di fronte a fatti di questo tipo, in questa fase, in questa situazione soprattutto, fosse indispensabile procedere in questa direzione.
Per questo dicevo che c'è latitanza nelle responsabilità politiche perché queste sono decisioni politiche che vanno assunte quando questi fatti avvengono, cioè in tempi adeguati ad avvenimenti per poter risolvere i problemi. Quindi, per i fatti e per le cose che l'Assessore Carletto ha detto, mi pare sia stata piuttosto lenta la maturazione della decisione del commissariamento. E' andata avanti quattro anni, quindi non c'è stata una scelta temporale adeguata, ma si è aspettato il mandato di cattura. Ora l'Assessore Carletto dice che il commissariamento non è neanche dovuto agli ultimi fatti penali, all'inquisizione della Magistratura nei confronti dell'avv. Fimiani, ma che è frutto di quel monitoraggio partito con il 1989. Ma come si può rendere credibile una lettura di questo tipo in quest'aula e, soprattutto, all'opinione pubblica piemontese? Proprio per i fatti avvenuti in questi anni non si è proceduto prima, ma si è proceduto unicamente dopo il mandato di cattura nei confronti dell'avv. Fimiani.
Motivare questo come un fatto che risale a maturazione precedente è incredibile, e questo è l'altro errore politico che riguarda la Giunta, ma riguarda anche l'istituzione in quanto tale. Per questo sottolineo la responsabilità politica e l'incapacità di decidere politicamente da parte della Giunta e della maggioranza. E' stato fatto solo perché c'erano le condizioni e la lettura che diamo noi qui è la stessa che dà l'opinione pubblica piemontese.
In questa situazione, a differenza di quanto ho sentito sostenere qui e mi dispiace che l'abbia sostenuto proprio il collega Chiezzi continuo a credere e ad essere fermamente convinto che i partiti siano uno strumento indispensabile per la democrazia in questo Paese. Per questo dicevo che mi dispiace che il collega Chiezzi si accodi un po' troppo a chi vuole la distruzione dei partiti, la distruzione della democrazia insieme alla distruzione del sistema dei partiti.
Proprio perché i partiti sono uno strumento indispensabile di democrazia, di partecipazione alla formazione delle decisioni, di sintesi necessaria della politica per ridare ruolo alla politica come sintesi degli interessi di carattere particolare e generale, credo sia indispensabile rinnovare i partiti con segnali concreti. Anche per questo credo sia grave la responsabilità della Giunta regionale di non avere dato questo segnale di rinnovamento. Si è aspettato perché - diceva l'Assessore Carletto - ci sono troppi commissari. Appunto per questo motivo non bisognava aspettare per dare una risposta ai motivi reali che hanno portato al fatto che ci siano i commissari in tutte le istituzioni che qui venivano ricordate.
Ora tutto questo riporta alla necessità di discutere e di decidere sulle norme, a partire da quella cultura politica che dicevo prima, sulle regole rispetto alle nomine. Abbiamo avanzato una proposta e vorremmo riuscire a discuterla in quest'aula. Abbiamo avanzato delle proposte ed è legittimo che anche da altri partiti e da altre forze - e noi speriamo che anche gli altri avanzino delle proposte - siano pervenute indicazioni importanti. Ad esempio, nel programma che alcuni partiti avevano avanzato nel tentativo di formare la Giunta al Comune di Torino, ci sono proposte anche esterne alle forze politiche presenti in queste istituzioni. Credo sia importante riuscire a discuterne in quest'aula per assumere delle decisioni.
Inoltre c'è un altro aspetto inquietante e sul quale la risposta del Presidente Brizio al collega Majorino non è assolutamente convincente. Mi riferisco al fatto che l'avv. Fimiani era anche Commissario liquidatore dell'USSL. cioè un ruolo da commissario l'aveva ed era nell'USSL 1/23 di Torino.
Non è convincente la risposta del Presidente Brizio, anzi dico - e di questo me ne rallegro e rammarico contemporaneamente che gli ordini del giorno che anche il nostro Gruppo ha presentato ieri hanno avuto successo tant'è che oggi c'è la revoca della nomina. E' per questo che dico che me ne rallegro e allo stesso tempo me ne rammarico, perché questo avviene solo in seguito ad una pressione, il che vuol dire che c'è una pericolosa concezione politica che porta alla distruzione del sistema dei partiti e anche alla concezione della democrazia che dicevo prima.
E' inquietante il fatto che l'avv. Fimiani abbia avuto il mandato contemporaneo al Presidente dello IACP e che non si sia intervenuti prima per la sua rimozione, tant'è che anche oggi sui giornali vi è il rapporto sempre più inquietante con Protecne, che riguarda una diffusione, purtroppo sempre più pericolosa da questo punto di vista, della massoneria rispetto...



(Interruzioni in aula)



MARENGO Luciano

Non è stato scelto perché avrebbe avuto tre incarichi contemporaneamente. Credo che tutte queste questioni non possano essere taciute da parte della Giunta, com'è avvenuto invece nella relazione dell'Assessore Carletto.
Quindi, riguardo alla riforma dello IACP - come già diceva il collega Rivalta nel suo intervento ed io intendo solamente sottolinearlo - siamo favorevoli ad un sollecito iter, affinché si approdi a questa riforma.
Personalmente, considero una cosa grave che non ci sia stata - spero che ciò avvenga nel caso in cui l'Assessore intendesse replicare l'ammissione della responsabilità politica e dell'errore compiuto dai partiti e dalle istituzioni, proprio per quella cultura politica cui mi rifacevo prima. Di conseguenza, è inevitabile che la lettura dell'opinione pubblica piemontese sia che sono stati privilegiati e difesi fino all'ultimo, fino al momento del mandato di cattura, uomini di fiducia dei partiti, scelti su questa base e non su quella della loro onestà, moralità e competenza.
Il riconoscerlo sarebbe un segnale concreto di rinnovamento dei partiti e delle istituzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Tanto qui ci sarebbe da dire che.., l'ho già detto parecchie volte, ma purtroppo ciascuno la pensa a modo proprio ed è più che giusto che sia così.
Si dice sempre: "Non dobbiamo giudicare, non dobbiamo investigare", ma si insiste sulla "responsabilità politica", che poi è un concetto vago: per me esiste semplicemente una responsabilità, quindi morale, civile giuridica. Politica? Che vuol dire? Vuol dire che ciascuno la pensa come gli pare, magari in base ad ideologie anche sbagliate e poi, di conseguenza, fa le leggi che fa o non fa rispettare. Questo è il punto.
Così, che succede? Le assurdità amministrative si trascinano e crescono proprio perché la Giunta ed anche - attenzione - il Consiglio non intendono attivare Polizia e Magistratura. Le Commissioni d'inchiesta o d'indagine sono inutili, e i commissariamenti sono già una dichiarazione di sconfitta da parte della democrazia, perché presupporrebbero migliori dirigenti burocratici rispetto agli eletti dal popolo. E questo, in democrazia, è un assurdo, no? Quindi, è giusto dire che non va bene commissariare di qua e commissariare di là. Però, per evitare questo male, bisogna che tutti naturalmente la Giunta ha maggiore responsabilità, la Giunta in solido, non solo l'Assessore, perché l'Assessore da solo non può far niente, secondo me non deve far niente, deve esserci solidarietà con la Giunta - tutti, tutto il Consiglio prevenga, attivi tempestivamente Polizia e Magistratura.
Quando vediamo maggioranze consiliari che votano a favore di certe sanatorie ed opposizioni che si limitano al massimo ad astenersi, mi domando come possiamo pretendere di fare rispettare le leggi. Perci cerchiamo di attivare la Magistratura.
Sulla questione dello IACP: forse è stato un errore istituirlo, ma quando c'è gente seria, pare che qualcuno di questi Istituti funzioni.
Quando si parla di azzerare, bisogna vedere cosa si intende: lì c'è gente che ha contribuito per tutta una vita, ha pagato per tutta una vita, magari obbligatoriamente: era come una tassa. Azzerare, che cosa vuol dire? Che quello rimane fregato e i soldi in tasca non gli tornano più, come capitava in Piazza Castello nel secolo scorso: c'era un telescopio in Piazza Castello e si mettevano 5 soldi per vedere Saturno. Saturno non lo si vedeva e i soldi non tornavano.
Ho l'impressione che per questi Istituti vada a finire un po' così. A volte diciamo: "Oh, guarda un po' quelli laggiù, che roba...! Praticano l'omertà". Non è un poco omertà il non denunciare certi fatti? Noi non siamo poliziotti, non siamo giudici: facciamo in modo che quelli si diano da fare. Non penso però che ci sia sempre una complicità intenzionale penso che ci sia, proprio, quella timidezza del "quieta non movere", come dicevano i latini. Invece questo è l'errore più grosso, perché poi le cose diventano estremamente inquiete, proprio perché non sono state mosse a tempo.
Intendiamoci, qui dietro c'è tutta un'altra faccenda; quella delle leggi indulgenti e transigenti - non c'è la "in" davanti. Che cosa succede? Con quelle leggi che abbiamo, molta gente, che non è poi tanto sciocca (certo, non sarà delle più serie) dice : "Va bene, farò un po' di arresti domiciliari, forse - il Consigliere Marchini mi può correggere - mi verranno computati come anni di galera; poi andrò a rieducare non so più chi.., gli handicappati" (perché adesso abbiamo anche dei criminali omicidi che rieducano altri. Sono leggi fatte da quella che si può chiamare demagogia, secondo me). "Al massimo dieci anni... - ormai gli omicidi li condannano a dieci anni - poi con tutti i permessi, licenze-premio, ecc.
io esco di qui, sono ancora giovane, fra dieci anni mi godo i miliardi e buonanotte". Ecco come si fa ad incrementare la criminalità...



PRESIDENTE

Bisogna partire da giovani...



BODRERO Antonio

Siamo tutti cittadini di un medesimo Stato, sia pure in cattivo stato e allora abbiamo il dovere di denunciare queste cose: quando sappiamo qualcosa, se l'Assessore, la Giunta si trovano un po' intimiditi lo dicano al Consiglio. Penso che il Consiglio non farà come ha fatto con certe sanatorie, e voterà certamente l'incarico immediato alla Polizia e alla Magistratura.
Quindi, la responsabilità siamo disposti a prendercela in solido: è questo quello che volevo dire. Altrimenti non ci siamo. Non commissariamo.
Sapete qual è il supremo dei commissari? Il dittatore. Quando il Governo non è più capace di governare lascia prosperare al massimo la criminalità.
Purtroppo questa vicenda storica la vediamo nell'America del sud: per un po' di tempo c'è democrazia, poi funziona male, poi viene il colpo di stato militare, qualche anno di dittatura, poi ritorna la democrazia; e il ciclo purtroppo, è sempre quello.
Noi non vogliamo arrivare a questi cicli. E' meglio che ce ne stiamo ben fuori, e lo possiamo fare solo con leggi severissime. Non siamo noi che dobbiamo stare ai consigli del Prefetto, che ci dice: "Fate la sanatoria".
Nel Veneto, in questi giorni, c'è una tempesta autonomista da parte della maggioranza: immaginatevi! Il Veneto che diventa ultra autonomista contro il Commissario del Governo, proprio perché le nostre Regioni sono già commissariate: in pratica, siamo già commissariati. Se facciamo un errorino, che poi magari è una cosa vera e giusta, tach! il Commissario del Governo mette il veto.
E noi dobbiamo dimostrare che non abbiamo bisogno di commissari, ma siamo in grado di governare seriamente, con leggi severissime, che purtroppo non possiamo fare finché non avremo una vera autonomia federale.
Però Polizia e Magistratura devono lavorare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Grazie, Presidente, colleghe e colleghi.
Sarò molto breve. Innanzitutto credo sia doveroso ringraziare l'Assessore Carletto che ci ha consentito, con il materiale che ci ha messo a disposizione ieri sera, di aprire almeno uno spiraglio di chiarezza e di trasparenza sulla questione dell'Istituto Autonomo Case Popolari. Anche se purtroppo, scorrendo la documentazione chiarezza e trasparenza ci hanno fatto in molti casi accapponare la pelle.
La vicenda di cui ci occupiamo probabilmente non è che uno dei primi episodi di quelle "mani pulite" che arriveranno anche, se Dio vuole, a Torino e in Piemonte.
Hanno ragione i colleghi intervenuti prima: si tratta di questione morale, di questione che ci pone domande e riflessioni su cosa sia diventata oggi la politica.
La vicenda di cui discutiamo è il risultato scientifico dell'occupazione scientifica da parte della partitocrazia - non del sistema dei partiti, ma di questo sistema dei partiti di ogni organismo e di ogni ente.
Un metodo politico che ci auguravamo fosse superato, e ci auguriamo oggi sia almeno sul viale del tramonto, ma che purtroppo ha prodotto e probabilmente produrrà ancora questi risultati.
Un metodo politico che ha portato a capo dello IACP un personaggio scelto probabilmente non soltanto attraverso logiche di gruppo, ma anche tenendo conto di equilibri all'interno della DC, un partito che è e rimane comunque un grande partito popolare, al cui interno noi siamo convinti esistano tante persone morali, oneste e corrette, che avrebbero certamente meglio svolto o saputo ricoprire quel ruolo. So che queste parole possono essere e saranno da qualcuno tacciate di qualunquismo. E francamente vorremmo non fosse così, ma così invece è. Purtroppo abbiamo ragione. E avevamo probabilmente ragione anche lo scorso dicembre quando, come Verdi presentammo in Consiglio provinciale un'interrogazione sugli strani rapporti di consulenze esterne che vedevano coinvolte società e personaggi su cui successivamente sono state aperte indagini giudiziarie e che rispondevano direttamente al Presidente dell'Istituto al di fuori di qualsivoglia controllo.
Già allora emergevano con chiarezza pesanti sospetti sulla correttezza e sulla trasparenza di direzione lavori, di appalti, di esecuzioni di lavori. Oggi apprendiamo, tra le altre cose, che nonostante i commissariamenti che hanno preceduto l'attuale, un ente come quello in oggetto, che ha lo scopo principale di amministrare un patrimonio abitativo, destinato alle fasce sociali più deboli, non conosce la consistenza del proprio patrimonio immobiliare. Questo ci sembra un fatto paradossale, che da solo giustifica un giudizio poco lusinghiero sull'azione di vigilanza che pure la Regione doveva, in qualche maniera esercitare.
Abbiamo letto che le varie Commissioni di vigilanza che si sono susseguite hanno prodotto dei risultati; allora, ci sorge un'altra curiosità, che non è stata completamente soddisfatta dalla relazione dell'Assessore e dal materiale che c'è stato consegnato: non abbiamo capito a cosa sono concretamente servite queste Commissioni di vigilanza, che pure si sono susseguite dal 1986 in poi. Certo, la Regione in questi anni non è rimasta immobile, abbiamo appreso che qualcosa ha fatto sul piano dell'esposizione debitoria dell'ente, su quello del personale dell'Istituto.
Certo, è intervenuta per le attività di impulso e di indirizzo allo svolgimento delle attività dello IACP sulle attività manutentive, ma si è trattato di interventi che riteniamo tardivi e in parte incompleti. Come tardivo davanti ai fatti che andavano via via emergendo in questa situazione, ci pare sia stato il commissariamento dell'ente. Non si pu lasciare per tanti anni alla deriva un ente come lo IACP di Torino, che opera in una situazione socio-economica come quella della nostra area metropolitana. Certo che gli altri IACP che operano in situazioni territoriali minori non hanno, per fortuna, o hanno in misura decisamente minore, questi problemi! Ma Torino è ben diversa e ben diverse devono essere le responsabilità rispetto a Torino.
Qui è in crisi, da sempre, il rapporto tra la dimensione della domanda abitativa e le possibilità tecniche, giuridiche, organizzative di chi, come lo IACP, a questa domanda avrebbe dovuto far fronte. E' per questi motivi che l'Istituto Autonomo Case Popolari di Torino è in crisi ben da prima del 1986: purtroppo lo è, credo, dagli anni '70. Lo è dal momento stesso in cui la pressione della domanda dell'edilizia residenziale pubblica e dell'edilizia economica e popolare è stata l'incontrollata risposta alle profonde trasformazioni urbanistiche territoriali, ma anche sociali ed economiche della nostra città.
Oggi viviamo in una fase di assestamento della struttura sociale e di quella territoriale, ma la domanda del bene casa è ancora alta e per la gran parte è ancora, ritengo colpevolmente, senza riscontro. Per questo il problema che oggi affrontiamo diventa ancora più grave nel momento in cui non si è voluto dare risposta a questi problemi. Di fronte a questi fatti pensiamo e ribadiamo che oggi non ci troviamo solo a discutere di una questione di efficienza e di gestione, ma siamo davanti ad una vera e propria questione morale e per affontarla non sembra, ai Verdi, sufficiente nemmeno quella miniriforma, che probabilmente è pur necessaria, prospettata dall'Assessore e dalla Giunta e che giace, anche qui non certo per nostra responsabilità, nella II Commissione.
Occorrono invece risposte più alte e più chiare. La proposta del collega Chiezzi sulla banca dati appalti sarebbe già una prima importante risposta a questo bisogno di moralità e di trasparenza della cosa pubblica.
Eppure anche questa, da mesi, giace irrealizzata. Se ne sarebbero probabilmente addirittura perse le tracce se cocciutamente, caparbiamente ostinatamente il Capogruppo di Rifondazione Comunista non la richiamasse ad ogni occasione in quest'aula. Come Gruppo dei Verdi abbiamo dato subito appoggio a quella richiesta e credo che oggi, di fronte a queste cose che vanno emergendo nella nostra Regione, non possiamo che continuare ad associarci alle reiterate pressioni del collega, affinché questo Consiglio regionale possa e voglia realizzarle.



PRESIDENTE

Non vi sono altri iscritti a parlare.



(Richiesta di chiarimenti da parte del Consigliere Fiumara)



PRESIDENTE

Dato che ci sarà la discussione anche sugli ordini del giorno eventualmente se il Consigliere Fiumara vorrà intervenire potrà farlo in quel momento.
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Mi sembra che il dibattito, anche se non tocca a me fare valutazioni o dare giudizi, intorno a questa vicenda dell'Istituto Autonomo Case Popolari sia stato molto ampio, molto profondo sui due fronti che giustamente venivano qui richiamati. L'uno il fronte più squisitamente politico che attiene non tanto e non solo alla vicenda dello IACP, ma che attiene alla vicenda dei partiti nel nostro Paese in questo momento storico; che attiene ai rapporti fra i partiti e le istituzioni; che attiene alla legittimità di certi movimenti di farsi considerare non dei partiti, ma che magari qualche volta, in realtà, sono come i partiti; che attiene a tutta un'ampia questione, molto dibattuta nel nostro Paese in questo momento, che io nella mia relazione non ho volutamente trattato perché ho scelto di trattare quello che mi sembrava dovere della Giunta e mio di fare, vale a dire la parte tecnica istituzionale, che attiene alle vicende oggetto del dibattito di oggi. Quindi non ho dato giudizi n valutazioni: i Consiglieri Chiezzi, Rivalta ed altri colleghi hanno posto questo problema sulla nomina dell'avv. Fimiani a Presidente dello IACP e dell'amministratore Russo a Vicepresidente del CRIAP.
In merito alle valutazioni sulle questioni legate al modo d'essere dei partiti, anche se io ho sempre sostenuto che non è facile coinvolgere le istituzioni sull'errore della singola persona e non è giusto coinvolgere sempre i partiti in riferimento a comportamenti malavitosi di qualcuno consentitemi di dare un giudizio non a nome del mio Gruppo, ma a titolo personale, neanche a nome della Giunta. Mi avete un po' tirato per i capelli, ma ho cercato di rimanere rigorosamente nel mio ruolo: sono dell'opinione che oggi, in questa società, ci sia un tentativo forte evidente, trasparente e trasversale per buttare discredito sulle forze politiche, perché si ritiene che le forze politiche, soprattutto le forze politiche popolari, abbiano in questo Paese fatto il loro tempo e non servano più.
Le abbiamo usate in un momento storico, oggi non servono. Da questo punto di vista, personalmente, sono totalmente d'accordo con chi ha lanciato voci di preoccupazione, mi sembra il collega Marengo; starei attento soprattutto a chi rappresenta o dovrebbe rappresentare forze popolari della società ad imbarcare questo trasversalismo, perché è un trasversalismo oligarchico, è un trasversalismo conservatore, è un trasversalismo che vuole sostituire in questo Paese il popolo che comunque è stato legittimato in questi 45 anni a governare questo Paese, vuole sostituire il popolo con pochi eletti scelti secondo alcune regole che probabilmente a qualcuno fanno comodo.
Se devo dire come la penso sul piano personale, la penso così. Credo che facciano bene quelli che sono preoccupati di questa situazione. Ma io non sono intervenuto su queste cose perché, ripeto, non tocca a me: tocca ai Capigruppo, a chi è intervenuto, ai Consiglieri, ai colleghi. Ho raccontato tutte le vicende che attengono allo IACP di Torino sul piano tecnico-istituzionale e quindi mi sono limitato a questo. Se poi abbiamo fatto bene o male, se è giusto o sbagliato avere nominato come amministratori Fimiani e Russo, sarà la storia a dircelo, non oggi, ma fra qualche tempo, perché anch'io sono tra quelli, come sempre facciamo e credo che non lo facciamo solo per maniera o per dovere, che si augurano che il Presidente Fimiani e il Vicepresidente Russo possano dimostrare la loro totale estraneità - talvolta accade anche questo, per fortuna! - e quindi possano tornare ad essere persone normali e soprattutto apprezzate dalla società. Se così non sarà le loro responsabilità emergeranno e avranno le giuste condanne. Non sono intervenuto su queste cose perché, ripeto, non competeva a me; ho trattato l'altra parte.
La seconda questione che mi è stata contestata - così mi sembra di capire - oltre alla prima, richiede perché non abbiamo commissariato prima.
Dò due risposte a questa questione, anche se mi sembra di averle già date durante il mio intervento iniziale. Io sono tra quelli, ed è un ragionamento che è conseguente a quello che ho fatto prima, che è preoccupato di una situazione che nel nostro Paese si va delineando e secondo la quale l'EFIM commissariata funzionerebbe meglio di come funzionava prima.
Tuttavia, se vado a vedere i provvedimenti che il Commissario dell'EFIM ha assunto (prendo questa situazione in esame come potrei prenderne tante altre), essendo egli peraltro un ottimo giurista nel settore urbanistico che ha collaborato con l'arch. Astengo per fare la legge urbanistica regionale, rilevo che il prodotto del lavoro di questo commissario non sembrerebbe particolarmente efficace. Dico questo per ricordare che la tecnica del commissariamento è una tecnica che va attuata con grande prudenza, con grande senso dello Stato e della cosa pubblica e soprattutto quando e nel momento in cui questa è l'unica soluzione possibile in una realtà.
Allora, noi abbiamo registrato nella seconda metà del 1992 un'inversione di tendenza nei comportamenti dell'Istituto che va sottolineata e che ho sottolineato nella relazione e nel mio intervento, ma che forse non è stata colta appieno. Nella seconda metà del 1992 c'è stata nei comportamenti dell'Istituto un'inversione di tendenza palese, forte da sottolineare e che ci ha fatto sperare che fosse un segnale di totale cambiamento di linea.
Questo non può essere dimenticato. Se poi a questo aggiungiamo un secondo elemento - mi spiace che non ci sia il Consigliere Marengo, ma ci sono i rappresentanti del Gruppo PCI-PDS che possono ascoltarmi debbo anche dire che, nell'approvazione del bilancio preventivo 1993 fatta dal Consiglio di amministrazione a dicembre 1992, approvato all'unanimità dal Consiglio di amministrazione, ci sono a verbale poche, ma alcune ci sono dichiarazioni di Consiglieri di amministrazione dello IACP di Torino.
E non è sfuggita a me, e non l'ho detto prima per amor di Patria, ma adesso debbo dirlo, non è sfuggita ai miei collaboratori e non sfuggirà ai colleghi Consiglieri regionali, il fatto che il rappresentante in Consiglio di amministrazione dello IACP, signor Centeleghe, dichiara, approvando il bilancio dello IACP (perché è stato approvato all'unanimità): "Ma cosa vuole la Regione che vuole commissariarci? Noi andiamo benissimo. Questo Istituto funziona e quindi non c'è alcuna ragione che la Regione metta becco, commissariando, in questo Istituto".
Questo non lo faccio per fare polemica politica. Ci sono ben altre cose! Voglio dire che le valutazioni in ordine a fatti così complessi possono essere le più disparate, talmente disparate che dalla stessa forza politica ci arrivano e mi arrivano indicazioni e segnali diversi. Il PDS mi chiede commissariamenti, dico per dire, ma la stessa cosa capita in casa mia e capita in casa di tutti. Questo, ripeto, è per dire che prima di lanciare condanne bisogna valutare il quadro nel quale ci si muove e soprattutto la complessità dei problemi. Così come consentitemi, colleghi di non condividere qualche passaggio colto in interventi di colleghi in ordine al fatto che questo o quel dirigente possa avere simpatia per questo o quel partito.
Questo l'ho già colto sui giornali; poi, paradossalmente, c'era un giornale che prevedeva che il commissario sarebbe stato il signor X (di un certo partito), mentre un altro giornale, tra i due più letti a Torino invece diceva che le sue previsioni - il suo toto commissario - era invece rivolto ad un altro (di un altro partito). Ha ragione chi ha detto che questa situazione debba finire, perché non è possibile. Il dottor Flavio Russo ha svolto bene il suo incarico di Commissario allo IACP, è persona stimata, qualificata ed è opinione diffusa quella che sto riferendo al Consiglio regionale; non so di che partito sia, né mi interessa, so che sarebbe stato un ottimo Commissario all'Istituto.



MAJORINO Gaetano

Anche un ottimo Presidente, dopo avere fatto il Commissario. Si era parlato anche di lui.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Penso che un ottimo Commissario potrebbe essere anche un ottimo Presidente, così come ritengo che l'arch. Corradini sia e sarà un ottimo Commissario all'Istituto. Egli porta con sè un bagaglio di esperienza e professionalità che va sottolineato e che ho personalmente verificato in questi anni. Non so di che partito sia, perché non mi interessa e perch non va a fare il commissario in quanto amico, esponente, rappresentante iscritto, non iscritto, simpatizzante di questo o di quel partito, ma va a fare il commissario all'Istituto, perché la Regione ritiene che in questo momento sia un commissario in grado, insieme ai subcommissari, di risolvere i problemi dell'ente.
Vedi, collega Cucco, tu insisti nei tuoi ordini del giorno a voler mettere una persona esterna. Ho detto già prima, e lo ripeto, che sono contrario, perché lì occorre una persona o più persone che un minuto dopo essere entrate in carica, conoscendo i problemi dell'Istituto, siano in grado di intervenire; non possiamo perdere neanche un mese.
Seconda questione: debbo sottolineare ai colleghi che non è facile trovare oggi un professionista esterno che viene per 5 o 6 milioni al mese a fare per due anni, magari a tempo pieno, 12 ore per sei giorni alla settimana, il commissario all'Istituto. Io vi chiedo di trovare chi è perché o è un giovane laureato che non ha ancora un'attività avviata, e mi pare che non abbia competenze e non sia prudente mettere un giovane che non ha esperienza, oppure è un professionista alla fine della sua carriera che sta chiudendo lo studio e che magari viene a fare il commissario allo IACP per completare la sua carriera professionale. Ma non di questo abbiamo bisogno: abbiamo bisogno di una persona che 12 ore al giorno per sei giorni stia lì e faccia l'amministratore incisivo conoscendo i problemi. Quindi abbiamo evitato di scegliere un esterno, abbiamo evitato di fare delle ricerche che sarebbero state lunghissime, abbiamo scelto - ripeto - la strada istituzionale che a noi è parsa e pare la strada migliore.
Dò alcune brevissime altre risposte, Presidente, sulle questioni poste e poi ho concluso.
Sulla questione della banca dati si sta lavorando con il Presidente e con tutta la Giunta; la Giunta è impegnata a concludere il lavoro sulla banca dati appalti, quindi non è una questione che attiene direttamente al mio Assessorato, perché attiene ad altro collega, o meglio attiene a tutta la Giunta, perché naturalmente una banca dati appalti interessa tutta la Giunta e tutto il Consiglio. Si sta lavorando, e nei termini che eventualmente puntualizzeremo, pensiamo di arrivare con una proposta.
Per quanto riguarda la Commissione di inchiesta che qualcuno chiede, io sarei contrario, non per altro, ma perché, secondo me, le Commissioni di inchiesta aggiungono inchieste ad altre inchieste. Il Prefetto voleva fare una Commissione d'inchiesta; la Magistratura sta indagando, il Consiglio regionale nomina il commissario e i subcommissari che sicuramente riferiranno all'Assessore e l'Assessore riferirà alla Giunta e al Consiglio; nominiamo un'altra Commissione di indagine e via dicendo. Questo è il modo per non affrontare i problemi. A me sembra che il modo migliore sia che il commissario - e questo può essere messo in un ordine del giorno e i subcommissari riferiscano entro un mese o due mesi - vedremo - alla Giunta e la Giunta riferisca al Consiglio per quanto attiene alle questioni gravi aperte, e quindi il Consiglio possa essere informato. Non mi sembra che le Commissioni di indagine, soprattutto quando si sovrappongono ad indagini della Magistratura ed ai commissariamenti che noi facciamo, al ruolo del Collegio sindacale, possano essere utili a far chiarezza.
L'altra questione invece mi sembra centrale: lo scioglimento del CRIAP.
Io considero lo scioglimento del CRIAP e l'approvazione della legge in Consiglio regionale due strumenti decisivi se vogliamo dare una risposta ad una parte dei problemi. Vede, Consigliere Rivalta, ha ragione: con quella legge facciamo quello che possiamo, perché le competenze regionali, come giustamente ricordava - ha fatto l'Assessore prima di me, quindi conosce bene questa materia - sono quelle che sono; però in quella legge mi sembra che ci siano, in ordine alle questioni che ho sollevato nella mia relazione introduttiva, delle risposte rispetto al ruolo della burocrazia, rispetto al ruolo del Consiglio di amministrazione, rispetto ai controlli e rispetto a tutta una serie di questioni che, forse, valgono più di tutte le Commissioni di indagine, di tutte le cose che tutti insieme possiamo fare.
Allora considero lo scioglimento del CRIAP e la legge in itinere due cose decisive; dopodiché decida il Consiglio regionale se ritiene che comunque lo scioglimento del CRIAP debba essere anticipato rispetto all'approvazione della legge o se invece lo facciamo insieme. Io penso che, volendo, la settimana prossima, se il Consiglio regionale lo ritiene opportuno, si possa venire in aula con questa legge.



RIVALTA Luigi

Veniamo in aula con questa legge.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Nella legge è previsto lo scioglimento del CRIAP; quindi, presentandola in aula, abbiamo ottenuto il nostro risultato.
La parte civile - il Presidente mi autorizza a riferire al Consiglio sarà valutata come peraltro facciamo su tutte le questioni che attengono a fatti di questo tipo, e quindi la Giunta si esprimerà nelle prossime ore nelle prossime settimane, appena avremo tutti gli elementi. Anche su questo non ci sottraiamo al nostro dovere e appena avremo gli elementi per decidere, naturalmente, informeremo il Consiglio.
Io concludo ancora ringraziando tutti i colleghi e riconfermando la mia disponibilità; l'ultimissima risposta che voglio dare è sul "Perché non siamo stati informati prima?". Poiché questo aspetto attiene un po' anche al mio carattere, credo sia giusto che io l'abbia lasciato per ultimo e consentitemi questi due minuti. Per formazione professionale, per il mestiere che ho fatto nella mia vita, ho l'abitudine, purtroppo - dico purtroppo, perché in casi come questi mi porta qualche guaio di risolvere i problemi senza disturbare gli altri. Quando ho dei problemi in famiglia cerco di non coinvolgere la mia famiglia o la coinvolgo il meno possibile pertanto, penso che i colleghi apprezzino il fatto che li disturbi sui problemi del mio Assessorato il meno possibile, perché ritengo che se ognuno di noi fa la propria parte, si impegna, deve chiedere il sostegno ai colleghi quando ci sono fatti rilevanti o quando ci sono fatti che hanno dal punto di vista politico, una rilevanza tale da richiedere una posizione collegiale.
Su questa vicenda, probabilmente, avrei dovuto coinvolgere di più la Giunta, anche se il Presidente, devo dire, è un anno che è informatissimo e l'ho disturbato.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E ha sempre firmato le lettere che era necessario firmassimo entrambi.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Certo, certo. Ho pensato di poter affrontare questo problema e di poterlo risolvere senza bisogno di disturbare troppo la Giunta e il Consiglio, che ha già mille problemi e che abitualmente è in ritardo sui suoi lavori. Basta considerare i tempi di preparazione della mia legge e il carico di lavoro che ha la II Commissione. Effettivamente è inutile aggiungere altri problemi. Quindi ho pensato di risolvere questa questione senza informare i colleghi, anche se devo dire che alcuni mesi fa - adesso non ricordo esattamente, forse sarà stato ottobre in riferimento a molte interrogazioni arrivate, ho scritto una lettera al Presidente del Consiglio, al Presidente della Giunta, al Presidente della II Commissione dicendo: "A me sembra utile che, anziché rispondere a tutte queste interrogazioni, la Giunta venga a metà legislatura in II Commissione a riferire".
Così sono andato, come tutti i colleghi peraltro, ad inizio legislatura, a dire qual era il programma della Giunta nel settore urbanistica ed edilizia residenziale pubblica. Riferendo avrei ovviamente parlato della situazione IACP, in relazione alla quale avrei fornito tutti gli elementi che non ho potuto fornire oggi, perché il dibattito è incentrato sullo IACP, ma che io intendo fornire su tutta la partita dell'edilizia residenziale pubblica. Questo per dire che - "excusatio non petita" era intenzione di riferire alla II Commissione sulla questione dell'edilizia residenziale pubblica e dello IACP; era calendarizzata grosso modo, nella mia richiesta per fine anno, inizi 1993. Quindi la questione rimane aperta e, probabilmente, con meno urgenza rispetto a prima, anche se è una cosa che mi auguro la Commissione possa e voglia fare, perché è sicuramente nell'interesse della Giunta e soprattutto mio personale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Con le precisazioni dell'Assessore Carletto si può ritenere conclusa la discussione.
Passiamo agli ordini del giorno e, poiché sono numerosi, li riepilogo un attimo: ordine del giorno n. 511 a firma dei Consiglieri Marengo, Bresso e Rivalta, che è ormai superato, così come sono superati alcuni punti di altri ordini del giorno ordine del giorno n. 513 a firma del Consigliere Cucco, al quale ha già apportato un emendamento, che viene distribuito ai colleghi ordine del giorno n. 517 a firma del Consiglieri Majorino e Zacchera al quale si sono aggiunte le firme dei Consiglieri Vaglio e Cucco, che mi sembra possa essere mantenuto ordine del giorno n. 518 a firma dei Consiglieri Majorino e Zacchera che mi sembra ormai superato.



MAJORINO Gaetano

Sì, lo ritiro; vorrei solo conoscere il nome e il cognome del liquidatore, se c'è il provvedimento di sostituzione; dopodiché ritengo raggiunto lo scopo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' stato nominato liquidatore, con decreto del Presidente, il dottor Vittorio Spezialetti, Commissario per la gestione.



MAJORINO Gaetano

In data odierna?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

E' stato firmato in data odierna.
La designazione è avvenuta ieri, quando io ero a Roma, con una lettera ne abbiamo parlato in Giunta lunedì e non abbiamo trovato le persone. Tra l'altro c'è una lettera - non voglio fare ai presenti i nomi per tante ragioni - dell'Assessore Maccari al Presidente che fa un elenco di otto funzionari che non hanno ritenuto di poter accettare l'assunzione dopodiché abbiamo trovato la disponibilità del dottor Spezialetti, persona capace e professionalmente valida, che ha svolto attività di lavoro nell'ambito delle UU.SS.SS.LL. e nell'ambito regionale.
Il dottor Spezialetti, nato in provincia di Teramo nel 1940, ha il seguente curriculum: laurea in Economia e Commercio conseguita presso l'Università degli Studi di Torino Collaboratore direttivo presso il Comune di Torino, in esito a pubblico concorso per titoli ed esami Capo ripartizione ragioneria presso l'ente ospedaliero S. Luigi Gonzaga di Orbassano, in esito a pubblico concorso per titoli ed esami Capo ripartizione ragioneria presso l'ente ospedaliero S. Anna di Torino, in esito a pubblico concorso Direttore amministrativo e Capo servizio economico-finanziario presso l'USSL 1/23 di Torino componente del gruppo interregionale presso il Ministero della Sanità per lo studio dei criteri di riparto del fondo sanitario nazionale, in quiescenza dall'1 gennaio 1989.



PRESIDENTE

Passiamo ai documenti successivi: ordine del giorno n. 519 a firma dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti per procedere immediatamente allo scioglimento del CRIAP ordine del giorno n. 520 a firma dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti che cade nella parte che recita: "impegna il Presidente della Giunta a procedere al commissariamento..."; resta l'altro punto: "costituire la Regione parte civile" ordine del giorno n. 521 a firma dei Consiglieri Chiezzi Maggiorotti, Rabellino, Bodrero, Miglio, Giuliano, Cucco, Marengo e Marino che chiede una Commissione d'inchiesta su: Stadio, Autostrada Torino Bardonecchia, nuovo Palazzo di Giustizia. Tale documento è stato integrato dallo stesso Consigliere Chiezzi con un riferimento preciso allo IACP ordine del giorno n. 522 a firma dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente l'attività dell'incarico di liquidatore nelle attività pendenti della disciolta USSL 1/23. Fa riferimento non all'ente, ma alla persona. Questo ordine del giorno viene mantenuto?



CHIEZZI Giuseppe

Dato che per una parte è decaduto, chiederei che per l'altra parte quella nella quale si chiede lo stralcio del suddetto ufficio, l'ordine del giorno rimanesse in vita e venisse discusso nella prossima seduta.



PRESIDENTE

Bene, allora per adesso accantoniamo questo documento.
Poi abbiamo tutte le interrogazioni che si devono ritenere assorbite dalla comunicazione. Le riepilogo: sono le interrogazioni nn. 1451, 1478 1498 e 1512.



CUCCO Vincenzo

No, l'interrogazione n. 1512 non è da escludere.



PRESIDENTE

Ho capito.
Infine c'è l'ultima interrogazione urgentissima dei Consiglieri Majorino e Zacchera, e anche questa mi sembra discussa.
Direi che le interrogazioni sono tutte discusse, tranne quel riferimento.
Il Consigliere Chiezzi ha qualcosa da dire?



CHIEZZI Giuseppe

L'interpellanza n. 1052 non è decaduta.



PRESIDENTE

Non l'ho nominata.
Riepilogo, così poi non ci sono equivoci: si ritengono assorbite nella comunicazione la n. 1451, la n. 1478 e la n. 1498; rimane la n. 1512 perché è un altro profilo della questione; è esaurita anche l'ultima urgentissima dei Consiglieri Majorino e Zacchera del 14 gennaio (ho letto il testo, è stato inserito nella risposta nella comunicazione).
Mi domando se non ci siano le condizioni per valutare un momento se addivenire non dico ad un documento unico, ma comunque ad una convergenza anche di posizioni, visto che c'è la disponibilità dell'Assessore Carletto.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ce n'è uno che è stato stralciato nella parte che riguarda gli IACP e parla solo più del Commissario dell'USSL 1/23.



PRESIDENTE

Però questo è ritirato, per cui si farà la prossima volta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

In proposito vorrei dire che, dando l'incarico al dottor Spezialetti, è stata data l'indicazione di chiudere l'ufficio entro sei-otto mesi; quindi abbiamo già pensato a dare indicazioni esplicite in questo senso al momento dell'incarico del nuovo commissario.



CHIEZZI Giuseppe

Per il momento è ritirato.



PRESIDENTE

Molto bene.
Allora, noi abbiamo questi documenti nei quali ritornano degli argomenti che peraltro sono stati trattati anche dall'Assessore Carletto, e sono: l'approvazione della legge, la questione della banca dati e il punto della costituzione di parte civile.
Sono stati tutti illustrati negli interventi che i Consiglieri hanno fatto; noi possiamo procedere o in maniera separata con le dichiarazioni di voto, oppure - come mi sembra forse meglio - i proponenti si riuniscano e vedano se c'è un minimo di convergenza.
Possiamo procedere così e in questo caso valutiamo se ci sono altre cose da fare? Chiede di intervenire il Consigliere Fiumara. Ne ha facoltà.



FIUMARA Francesco

Grazie, Presidente, per avermi concesso la possibilità di replicare agli interventi fatti in aula in mia assenza da numerosi colleghi. Io sono uno tra i Consiglieri regionali più assidui di questo Consiglio, ma capita a tutti di doversi assentare qualche volta; comunque ho raccolto quello che ho potuto dei vari interventi.
Ancora una volta mi sembra doveroso e corretto informare tutti i colleghi circa l'attività della II Commissione consiliare, anche perché - e lo sottolineo con vivo disappunto e dispiacere, signor Presidente - questa viene tirata in ballo in un modo che non saprei come definire se non maldestro. A questo proposito posso tranquillamente affermare che la II Commissione lavora regolarmente tutti i giovedì, e dal quadro riassuntivo redatto a cura dell'Ufficio di Presidenza emerge chiaramente la mole di lavoro che essa svolge.
E' diventata quasi una regola fissa che alle urgenze seguono altre urgenze. La II Commissione cerca di fare il possibile per smaltire tutti i provvedimenti che continuamente le vengono assegnati. Rammento che molto spesso riguardano argomenti complessi, che comportano lunghe ed animate discussioni. Sovente si è fatto di necessità virtù. Se poi il Consiglio regionale nella sua totale sovranità vorrà decidere di regolare diversamente i lavori della II Commissione, come delle altre, lo faccia tranquillamente, lo decida e tutti ne prenderemo atto.
Per conoscenza e rispetto dei colleghi voglio riepilogare i dati afferenti all'attività della II Commissione e i provvedimenti relativi alla parte edilizia.
La II Commissione ha tenuto ben 82 riunioni per 137 ore di sedute; ha esaminato 47 progetti di legge, 27 proposte di deliberazione, 10 petizioni 9 pareri espressi, 3 ordini del giorno.
La II Commissione ha licenziato i seguenti provvedimenti (cito solo quelli che riguardano l'edilizia): progetto di legge n. 201: "Proposta di legge del Consiglio regionale al Parlamento nazionale 'Tutela del diritto alla casa per gli anziani e i grandi invalidi'" proposta di deliberazione n. 531: "Programma di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata per il biennio 1990/1991" proposte di deliberazione nn. 520, 521 e 522: "Assestamento dei programmi di localizzazione degli interventi di nuove costruzioni in edilizia agevolata" progetto di legge n. 95: "Nuovo ordinamento degli enti operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata" (questo progetto di legge ha tenuto impegnata la II Commissione per circa sei mesi) proposta di deliberazione n. 508: "Regolamento per il funzionamento della Commissione Tecnico-Urbanistica (CTU)".



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, diamo per lette le benemerenze della II Commissione lo chiedo sommessamente.



FIUMARA Francesco

Collega Majorino, non voglio abusare della pazienza dei colleghi, ma lei capisce che la pazienza ha sempre un limite.



MAJORINO Gaetano

Ma non è IACP!



FIUMARA Francesco

Arrivo anche lì.
Programma di edilizia residenziale pubblica per il biennio 1990/1991 proposta di deliberazione n. 392: "Programmi di edilizia ed urbanistici integrati; localizzazione dei fondi relativi ai programmi pilota" proposta di deliberazione n. 402: "Approvazione del piano regionale di finanziamento delle opere di edilizia scolastica" proposta di deliberazione n. 397: "Interventi per l'edilizia scolastica universitaria".
Potrei continuare ancora per un pezzo.
Ritornando invece, signora Presidente, più nel merito del disegno di legge n. 95 voglio informare i colleghi che non lo sanno come stanno le cose. Le cose stanno in questa maniera: nella seduta del 15 ottobre 1992 la II Commissione licenziava il disegno di legge n. 95: "Nuovo ordinamento degli enti operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata - Abrogazione L.R. 16/12/1987, n. 65".
Il 29 ottobre il sottoscritto inviava alla Presidente del Consiglio la seguente lettera: "La II Commissione ha ricevuto in data odierna l'allegato fax con cui le Organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL chiedono di essere sentite sul disegno di legge n. 95, in particolare per quanto attiene al previsto scioglimento del Consorzio fra gli Istituti Autonomi per le Case Popolari della Regione Piemonte.
Poiché il disegno di legge è già stato licenziato dalla II Commissione e trasmesso all'aula la prego di valutare l'opportunità di richiedere il parere consultivo alla I Commissione segnalando contestualmente la richiesta di incontro".
In data 10 dicembre il collega Zanoletti, Presidente della I Commissione, inviava all'Ufficio di Presidenza e al sottoscritto la seguente lettera: "La I Commissione ha ritenuto indispensabile che il disegno di legge n.
95 licenziato dalla II Commissione venga ripreso in esame in particolare per dare luogo alla necessaria riapertura della trattativa con le Organizzazioni sindacali.
Al riguardo comunico altresì che la Commissione ha ravvisato l'opportunità che il riesame del provvedimento venga effettuato dalla II Commissione in sede referente congiunta con la I".
La II Commissione attende che l'Ufficio di Presidenza determini l'iter ulteriore.
Da tutto ciò si evince, colleghi e signora Presidente, molto facilmente come stanno veramente le cose e al tempo stesso si evince pure il lavoro che la II Commissione continua a fare.
Colgo l'occasione per ringraziare, oltre ai due Vicepresidenti, tutti i colleghi che costantemente partecipano a questa Commissione, non solo con la presenza, ma anche con un contributo notevole di idee e di proposte.
Signor Presidente, se il Consiglio ritiene di operare diversamente - è un invito formale che faccio - lo dica, perché io non accetto più questo tipo di insinuazioni e di critiche.



PRESIDENTE

Per quello che mi riguarda non avevo dubbi, conoscendo il lavoro che fanno le Commissioni in generale, di valutare in maniera estremamente positiva anche il lavoro fatto dalla II Commissione che è oberatissima di lavoro.
Assessore Carletto, le chiedo di prestare un'attenzione di tipo operativo a questo punto, perché mi sembra che la discussione sia stata amplissima. La relazione dell'Assessore è stata minuziosa, ognuno ha portato le sue posizioni convergenti o divergenti com'è nel dibattito politico e nella normalità delle differenti valutazioni che su ogni problema ci sono e in particolare su problemi così delicati. Ritengo quindi che ad un punto si sia arrivati ed ora sarebbe opportuno mandare in dirittura d'arrivo il disegno di legge inerente la revisione degli IACP. E' evidente che - lo voglio ribadire ancora una volta - non è certo competenza del Presidente del Consiglio entrare nel merito delle valutazioni legislative che attengono ai disegni di legge, però credo che a questo punto sia necessario un incontro con i Presidenti della I e della II Commissione e l'Assessore Carletto dato che il Consiglio in questo momento decide di dare una corsia non preferenziale, ma ultra-preferenziale in quanto so bene che la II Commissione è travolta di lavoro.
Devo dire che l'Ufficio di Presidenza, attraverso il Consigliere Porcellana, delegato a seguire le Commissioni consiliari, più o meno una volta ogni sei mesi (i Presidenti di Commissione me ne daranno atto) incontra i Presidenti delle Commissioni ordinarie e non le Commissioni speciali che hanno altro livello. Ci siamo visti in questi mesi ed era sempre emerso che la II Commissione, per natura, è travolta di lavoro, ma anche le altre Commissioni, che da sei sono state ridotte a quattro, sono travolte di lavoro.
Cogliamo l'occasione per fare in modo che le Commissioni lavorino anche il venerdì, perché se concentriamo il loro lavoro solo nei giorni di mercoledì e giovedì, possiamo fare tutti i miracoli del mondo, ma il tempo è tempo. Quindi, o decidiamo di lavorare tre volte alla settimana, oppure questi problemi permangono.
Assessore Carletto, al di là delle questioni di ordine organizzativo se il Consiglio in questo momento decide che, per la fine di febbraio, il provvedimento debba venire in aula, o per la fine di gennaio, come mi pare di avere colto dalle sue parole, ci si incontra con i Presidenti delle due Commissioni e l'Assessore e si decide che gli altri provvedimenti urgenti ed urgentissimi all'esame della I e II Commissione abbiano un momento di stop per far passare questo. Se facciamo così, al termine di questa seduta i Consiglieri Fiumara, Zanoletti, l'Assessore Carletto, i Presidenti della Giunta e del Consiglio si fermano e decidono, perché non è che le Commissioni non hanno l'urgenza delle questioni, ne hanno moltissime.
Abbiamo costantemente il riepilogo dei lavori delle Commissioni e vediamo che la II Commissione ha un plico di provvedimenti enorme, e non possiamo fare i miracoli.
Inoltre prendendo spunto dalle cose dette dal Consigliere Marchini sarà mio carico, ogni due mesi, valutare a che punto sono le Commissioni e a seconda degli adempimenti temporali che il Regolamento prevede, fare dei solleciti, anche al di là delle normali riunioni dei Presidenti di Commissioni che già facciamo e che attengono più agli aspetti di funzionamento che non a quelli di merito, perché attengono all'autonomia del Consiglio e dei componenti delle Commissioni.
Invito l'Assessore Carletto e i sottoscrittori dei documenti di volersi riunire un momento per vedere se si può addivenire a qualche convergenza sui documenti. Dopodiché se ad essa non si addivenisse, si passa alla fase della votazione.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 536: "L.R. n. 9/80 'Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale'. Aggiornamento annuale del Programma pluriennale ed approvazione del relativo Programma di attuazione"


PRESIDENTE

Nel frattempo procediamo con il punto 27) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 536.
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Intervengo telegraficamente, perché è una deliberazione che presenta una serie di ricadute. Riguarda gli interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale e, specificatamente, l'aggiornamento annuale del Programma pluriennale e l'approvazione del relativo Programma di attuazione.
E' una deliberazione che, nell'anno 1992/1993, attiva nel programma annuale iniziative in corso d'opera, continuazione di stralci e di lotti di insediamenti industriali localizzati con priorità sulle cosiddette aree a declino industriale e sono tutte domande vagliate ed esaminate dalle singole Amministrazioni provinciali su cui insistono con riferimento alla L.R. n. 9 del 1980. Quindi, hanno il parere istruttorio espresso dalle singole Province.
Il grosso di questi interventi è legato al Programma pluriennale e l'Assessorato e la Commissione stessa ritengono che la legge regionale sulle aree industriali, pur avendo svolto un ruolo positivo di stimolo e di impulso per aiutare forme di localizzazioni, necessiti di un aggiornamento alle esigenze di interpretare le aree industriali, non solo come fatto di rilocalizzazione, ma legate a nuovi problemi di sviluppo in una società e su un versante che pone nuovi problemi.
L'Assessorato, tra l'altro, è in fase di presentazione di un aggiornamento di questa legge e in questo senso la deliberazione è un'attuazione degli aspetti precedenti sul piano delle aree industriali.



PRESIDENTE

Non essendovi interventi, possiamo procedere alla votazione della deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 5 astensioni.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Richiesta iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno relativo al PRGC della Città di Torino (seguito)


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Marino. Ne ha facoltà.



MARINO Massimo

Vorrei sapere, al di là dei voti, dalla Giunta e dall'Assessore competente, se hanno intenzione di discutere il nostro ordine del giorno sul Piano Regolatore Generale Comunale di Torino, visto che ne sono stati presentati altri da diversi Gruppi. Era solo per non riproporre la questione ulteriormente.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15,45, riprende alle ore 16,40)


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame ordini del giorno n. 523 e n. 524 in merito alla questione IACP


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Informo il Consiglio di una brevissima riunione con l'Assessore Carletto, il Presidente della II Commissione, Consigliere Fiumara e il Presidente della I Commissione, Consigliere Zanoletti: stante l'assegnazione del provvedimento, per l'ennesima volta, alla I e alla II Commissione, si sarebbe convenuto che le stesse troveranno il modo di riunirsi in seduta congiunta nel corso della prossima settimana per cercare di concludere l'esame del disegno di legge, di cui si è parlato nel corso di questa seduta, entro la fine di gennaio.
Abbiamo interrotto la seduta a fronte dei documenti che già avevo riepilogato, e che non richiamo.
Al momento attuale mi risulta siano stati prodotti due documenti di carattere unitario, che sostituirebbero i documenti iniziali.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sulla questione avanzo tutte le mie riserve.
Personalmente ritengo non si possa, tutte le settimane, discutere sulle stesse cose. Credo che un Consiglio serio debba avere il coraggio di decidere se possa farlo o, in caso contrario, attendere che le situazioni siano maturate.
Non ci sono oggi, e non ci saranno la prossima settimana, gli elementi per decidere se sarà o meno necessaria la Commissione d'inchiesta.
Io esprimo la mia valutazione, poi voterò quanto deciderà la maggioranza: il mio rilievo è che tutte le settimane discutiamo le stesse cose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Devo semplicemente dire che è stato fatto lo sforzo di stilare un ordine del giorno unitario contenente questioni politiche sulle quali c'è consenso.
Esiste poi un'unica questione controversa che però è già presente al Consiglio. Non l'ha inventata la riunione dei Capigruppo, perché è richiamata negli ordini del giorno che vengono ritirati: siccome gli ordini del giorno sono ritirati e superati rispetto al documento, bisogna evidentemente garantire i colleghi che vedono superato il proprio ordine del giorno della data in cui questa vicenda verrà discussa. Per quanto mi riguarda ho semplicemente cercato di mettere insieme le questioni sulle quali possiamo trovare una posizione comune e prendere atto che ce n'è una sulla quale non c'è un'opinione comune. La questione sulla quale non c'è posizione comune dovrà essere trattata la prossima seduta. E' un ordine del giorno ordinatorio non politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non è cambiato nulla, perché è solo una precisazione. L'ordine del giorno citato non è ritirato, semplicemente è accantonato per la discussione. E' solo accantonato, non lo si vota.



PRESIDENTE

E' il senso del documento che avete presentato adesso, è evidente.
Avevamo alcuni documenti, compreso quello del Consigliere Chiezzi ed altri sulla Commissione d'inchiesta; c'è stata una sospensione che ha prodotto i due documenti che vi ho annunciato. Questi assorbono i documenti precedenti.



CUCCO Vincenzo

Non è che li assorbano, rappresentano il minimo comune denominatore.



PRESIDENTE

Sono la sintesi dei documenti precedenti.



MARCHINI Sergio

Gli altri restano presenti per quella parte che...



PRESIDENTE

Uno solo, perché gli altri sono tutti contenuti. L'ultima parte è di rinvio al documento più ampio della Commissione d'inchiesta. Diciamo che sono assorbiti i primi quattro e che resta accantonato l'ultimo che ha una norma di rinvio nel secondo documento presentato.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

E' una dichiarazione di voto, perché la Lega non ha partecipato a questo dibattito e voglio sottolineare che noi non sottoscriviamo né un documento tanto meno l'altro. Mi pare che oggi abbiamo passato una bellissima giornata a discutere di un fatto estremamente importante, ma che in realtà non abbiamo concluso assolutamente nulla. Il documento che ci è appena stato letto non fa altro che invitare la Giunta a fare il proprio dovere. E' questo l'assurdo! Stiamo votando un invito alla Giunta di fare il proprio dovere. Obiettivamente mi pare, viste le responsabilità politiche che stanno dietro al caso IACP, che oggi le forze di opposizione avrebbero come minimo dovuto chiedere le dimissioni dell'Assessore.
Quando si fa un discorso di un certo tipo questa dovrebbe essere la logica conclusione di fronte ad un'evidenza: parliamoci chiaro, la questione IACP era a conoscenza dell'Assessorato, per cui l'Assessore non può venire a raccontarci che è successo casualmente. Per cui c'è una responsabilità politica, la responsabilità politica la si paga con le dimissioni dell'Assessore. Questo, le forze di opposizione avrebbero dovuto concordare! E' inutile che la Lega vada a presentare una richiesta di dimissioni se poi la votiamo in tre o quattro, questa è poi la realtà.
Questa è la realtà di un Consiglio che continua a discutere di cose senza arrivare ad una conclusione logica. Sulla volontà politica di non discutere tutte le volte le stesse cose, non capisco per quale motivo oggi non si possa discutere della Commissione d'inchiesta, che è stata proposta e che vede anche la firma della Lega Nord, in questo caso. Per quale motivo non si può votare? Ci vuole così tanto? Oppure bisogna riflettere. Non capisco questa difficoltà ad andare fino in fondo, per cui di fronte ad una cosa del genere sono estremamente perplesso sul fatto di rinviare alla settimana prossima la discussione sulla Commisisone d'inchiesta.
Si poteva fare oggi o lo si può fare anche adesso, se c'è una volontà da parte delle forze politiche di questo Consiglio. Quel primo ordine del giorno è una cosa assurda, perché impegnare la Giunta a fare il proprio dovere è assurdo. Dovrebbe essere la Giunta a venire qui a dire le cose che sono dette nell'ordine del giorno, cosa che peraltro non è stata fatta questa mattina da parte dell'Assessore. Ragione in più per doverne chiedere le dimissioni. Il secondo ordine del giorno è aria fritta, perché anche lì non portiamo a casa assolutamente nulla, per cui non parteciperemo al voto su questi due ordini del giorno.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi per dichiarazioni di voto? Non ci sono altri interventi.
Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 523, presentato dai Consiglieri Ferrara, Cucco, Marchini, Zacchera, Cavallera, Marino, Goglio Marengo, Giuliano, Fiumara e Chiezzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte sentita la relazione della Giunta e sulla base dei contributi offerti dal dibattito relativo alle vicende ed alla situazione dello IACP di Torino preso atto del commissariamento dell'ente, individua la necessità di un percorso legislativo che consenta un sollecito esame in aula del disegno di legge n. 95, che preveda tra l'altro lo scioglimento del Consorzio fra IACP impegna la Giunta a depositare presso il Consiglio regionale entro il prossimo 28 febbraio 1993 una prima relazione sullo stato di attuazione della banca dati prevista dalla L.R. n. 18/84 ed oggetto di successivi ordini del giorno del Consiglio regionale del Piemonte si impegna ad assumere nella prossima seduta ogni determinazione in ordine alla richiesta di costituzione di una Commissione d'inchiesta già contenuta nelle proposte di ordine del giorno presentate al Consiglio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 36 voti favorevoli (2 Consiglieri non partecipano alla votazione).
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 524, presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte rilevata la potenziale consistenza dei danni morali e materiali arrecati allo IACP dai responsabili delle vicende che sono state oggetto di trattazione dell'odierno dibattito impegna la Giunta ad impartire al nominato Commissario dello IACP le direttive: 1) di costituirsi parte civile contro i responsabili, ove il Pubblico Ministero disponga il rinvio a giudizio 2) di richiedere al Giudice i provvedimenti cautelari patrimoniali del caso, a garanzia del risarcimento dei danni che risultino provocati dai responsabili dello IACP".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 36 voti favorevoli (2 Consiglieri non partecipano alla votazione).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17)



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