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Dettaglio seduta n.2 del 26/06/90 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute" comunico che sono stati distribuiti i processi verbali delle adunanze consiliari del 15, 19,20 e 21 marzo e 11 giugno 1990 e che verranno posti in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Corleone, Fiumara, Leo, Majorino, Peano.


Argomento: Commemorazioni

b) Commemorazione dell'ex Presidente del Consiglio regionale Germano Benzi


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, nella notte tra il 16 e il 17 maggio 1990 è mancato all'affetto dei suoi cari, ai compagni di Partito e al Consiglio regionale Germano Benzi, dirigente industriale e del Partito socialdemocratico che per tanti anni ha operato in Regione, raccogliendo testimonianze di stima, di rispetto e di simpatia da parte dei colleghi Consiglieri e dei funzionari che hanno più da vicino coadiuvato il suo lavoro istituzionale.
Nato ad Alessandria il 18 agosto 1913, Germano Benzi è stato Assessore comunale di Torino e Consigliere regionale dal 1970 al 1987.
Nella prima legislatura ha ricoperto la carica di Assessore regionale all'urbanistica, nella seconda è stato Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza e nella terza Presidente del Consiglio regionale.
Nell'aprile 1987, dopo essersi dimesso da Consigliere, ha fatto parte del Consiglio di amministrazione della Società Autoporto di Susa. Al momento della sua scomparsa ricopriva l'incarico di Presidente dell'Associazione ex Consiglieri regionali.
Noi lo ricordiamo oggi come uomo della tolleranza, intelligente, umano e di grande equilibrio; e lo ricordiamo soprattutto per come ha saputo svolgere il suo mandato di Presidente del Consiglio regionale dal 1980 al 1985: con capacità di direzione istituzionale super partes e con spirito improntato ad un alto senso di collegialità nelle decisioni e con grande umanità.
Per questi motivi esprimo a nome mio e del Consiglio regionale le più sentite condoglianze ai familiari e al Partito socialdemocratico, nella consapevolezza che l'operato del Presidente Benzi è stato per il Piemonte e per l'istituzione regionale positivo ed esemplare. E' ora compito nostro proseguire nel suo tracciato, arricchendone metodologie e contenuti, così come vuole l'evoluzione della società e della storia.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Gallarini. Ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Ringrazio il Presidente per la commemorazione del compagno Germano Benzi. Come Gruppo socialdemocratico ci associamo e ci riconosciamo in quanto è stato espresso.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa brevemente per i doverosi saluti alla vedova e alla famiglia di Germano Benzi.



(Il Presidente e i Consiglieri si recano dai familiari di Germano Benzi per porgere le condoglianze)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)

Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

d) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

e) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento:

f) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

L'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 27 marzo; 3, 10, 17, 24 e 30 aprile; 15, 22 e 29 maggio e 5 giugno 1990 - in attuazione dell'art. 9 della L.R. n. 6/88 - in materia di consulenze ed incarichi, è depositato e a disposizione presso il Servizio Aula.


Argomento:

g) Funzioni di Presidente vicario del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Comunico che ai sensi dell'art. 6, comma secondo, del Regolamento interno del Consiglio regionale, per il semestre in corso, le funzioni di Presidente vicario del Consiglio regionale saranno svolte dal Vicepresidente Rolando Picchioni.


Argomento: Varie

Comunicazione del Presidente sull'uso del piemontese negli interventi consiliari


PRESIDENTE

Comunico infine che la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari nella seduta del 18 giugno u.s., dopo aver esaminato la documentazione prodotta dalla Provincia di Torino e dalla Regione Sardegna che da tempo hanno affrontato il problema di cui all'oggetto, in particolare i Regolamenti parlamentari, i disposti della legge n. 89/1913 e successive sentenze della Cassazione sulla redazione degli atti pubblici, ha raggiunto la seguente intesa all'unanimità: durante le sedute consiliari sono consentiti interventi in lingua non italiana esclusivamente con la seguente prassi: a) i Consiglieri non possono svolgere interventi in lingua non italiana quando la discussione verte su provvedimenti amministrativi o legislativi quali atti statutari, deliberazioni, leggi e regolamenti b) negli altri casi è consentito in via eccezionale il ricorso alla lingua non italiana solo se quanti intendono parlare depositano preventivamente presso la Presidenza dell'assemblea, in tempo utile per la riproduzione in più copie, sia l'intervento scritto in altra lingua sia la relativa traduzione in lingua italiana, firmata ed "asseverata" per conformità all'originale, con la precisazione che l'intervento deve essere letto e non è tollerata alcuna variazione dal testo.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà. Le ricordo che sulle comunicazioni del Presidente la durata massima degli interventi è fissata in due minuti.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, anche se è stata raggiunta un'intesa unanime di fronte alla quale manifesto ovviamente il mio rispetto, desidero comunque esprimere il mio personale dissenso in ordine a questa delibazione il mio atteggiamento non è legato a quanto avvenne nella seduta di apertura della V Legislatura allorquando, in veste di Presidente del Consiglio uscente tolsi la parola alla collega Sartoris, nei confronti della quale ho già espresso il mio rammarico, perché è stata la prima ed ultima volta che mi è capitato di togliere la parola ad una collega, ma è per profonda convinzione: nelle istituzioni previste dalla Carta Costituzionale si deve parlare in italiano. L'italiano è stato assunto come lingua ufficiale di questo Paese. Ciò non impedisce alla gente di poter parlare fuori dal momento istituzionale il proprio dialetto. lo mi ritengo un cultore del dialetto, però ritengo che nelle assemblee, nelle forme ufficiali si debba parlare in italiano. Se ciascuno dovesse parlare il proprio dialetto, nelle assemblee istituzionali regnerebbe la confusione. Inoltre assumere un atteggiamento, seppure parziale, di apertura nei confronti di questi aspetti, può anche avere un carattere di tipo razzistico.
Per quanto riguarda i dialetti parlati in Piemonte, la provincia di Torino, ad esempio, ha una sua uniformità, ma la Regione è fatta di una serie di entità molto variegate. Sarebbe quindi buona regola rispettare rigorosamente questo fatto; ciò non impedisce comunque a nessuno di usare talvolta termini dialettali che riescono a rendere meglio un concetto di quanto possa farlo l'uso dell'italiano.
Il mio dissenso ha quindi il duplice scopo di sottolineare il rispetto che deve essere portato alle istituzioni e al contempo di chiudere ogni sospetto di introduzione di forme discriminanti nei confronti dei colleghi provenienti da altre regioni che sono impegnati in Piemonte.
Ribadisco questa posizione di dissenso, perché non condivido l'interpretazione politica che è stata data da altre parti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Ripeto quanto ho detto in occasione della scorsa seduta: hanno tutti il diritto di esprimersi come credono, ma qui siamo davanti a un caso che in termini fiscali avremmo chiamato di elusione; aver trovato un ammennicolo nel fatto che il Regolamento non regolamenta -scusate il bisticcio di parole -la possibilità di esprimersi in un'altra lingua.
Nel mentre difendo il diritto del Consigliere di Piemont di esprimersi nel dialetto che crede, desidero formalmente esprimere il mio scetticismo perché se la collega parla in questa lingua io non la capisco, benché la mia famiglia sia da 500 anni (prima di allora non venivano tenuti i registri dello stato civile) piemontese dell'alto novarese. Occorre quindi giungere ad una regolamentazione più stretta, perché quando la collega presenterà un'interrogazione o un'interpellanza e vorrà rispondere alla Giunta in dialetto piemontese, non potrà evidentemente scrivere il proprio intervento in tempo per distribuirlo 24 ore prima della riunione del Consiglio.
Alla collega Sartoris dico che è stato riconosciuto, come era giusto e doveroso, un diritto sul quale poi ognuno farà la pubblicità che ritiene opportuna. Però mi appello alla sua buona educazione, invitandola cortesemente a non esprimersi in dialetto piemontese per una questione di praticità. In secondo luogo vorrei pregarla di non chiamare la lingua italiana dialetto toscano, perché non è dialetto toscano, ma lingua italiana.
Chiedo inoltre al Presidente se è vero che nel primo numero della rivista "Notizie" della Regione Piemonte l'intervento della collega è scritto in piemontese; se così fosse sarebbe un'iniziativa estremamente grave.
Infine, permettetemi di dire che non siamo del tutto contenti che la collega sieda a fianco dei banchi del MSI se a ciò è espresso un collegamento politico, perché volenti o nolenti sono quarant'anni che il mio Partito cerca di togliersi dal ghetto. Non vorrei che questo fosse un piccolo ma significativo segno per rimanere nel ghetto.



PRESIDENTE

Alla preoccupazione del Consigliere Zacchera rispondo che deve essere data preventiva comunicazione scritta dell'intervento in lingua diversa dall'italiano.
Per quanto riguarda la rivista "Notizie" della Regione Piemonte io non so se sia stata assunta un'iniziativa di questo tipo; qualora ciò fosse avvenuto rifletteremo in merito e ci atterremo alle indicazioni assunte nella conferenza dei Presidenti dei Gruppi.
La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Anna

In verità mi ha stupito molto l'intervento del Consigliere Rossa, visto che proprio lui presentò, insieme ai colleghi del suo Gruppo Tapparo e Olivieri, la proposta di legge per la tutela e la valorizzazione del patrimonio linguistico del Piemonte. Ritengo davvero ridicolo che si approvino certe leggi e che ci si batta per farle applicare quando non vengono rispettate proprio nella prima sede in cui è possibile applicarle.
La volta scorsa, forse perché ho parlato in italiano o in dialetto toscano, alcuni non hanno capito cosa intendevo dire; ho sentito qualcuno dire che avrebbe parlato calabrese: io non sono assolutamente contraria. Il fatto è che non è stato fatto alcun privilegio per me o per la lingua piemontese; più semplicemente, nella Conferenza dei Capigruppo è stato stabilito che se taluni Consiglieri desiderano parlare nella propria lingua, che può anche non essere il piemontese, possono farlo dopo aver dato la traduzione scritta. Su questo sono d'accordo; se poi qualcuno non mi capisce, io ricordo che le lingue si imparano, quindi con un minimo sforzo si può imparare anche la lingua piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nello Statuto della Regione Piemonte, all'art. 2, è scritto: "la Regione opera per realizzare l'effettiva partecipazione di tutti i cittadini all'attività politica": tutti i cittadini e non solo i Consiglieri regionali. All'art. 7 è scritto: "La Regione difende l'originale patrimonio linguistico di cultura e di costume delle comunità locali e ne favorisce la valorizzazione".
Da un punto di vista strettamente personale, posso non avere dei pregiudizi che in quest'aula si parlino tante lingue. Quello che per dobbiamo garantire è che tutti i cittadini presenti in quest'aula capiscano di cosa si parla. Questo è un punto fondamentale. Se si decide di parlare francese, piemontese od occitano può anche andar bene a patto che tali interventi tradotti vengano prima distribuiti non solo a tutti i Consiglieri regionali ma anche al pubblico presente. La Regione è un'istituzione eletta dalla gente, le nostre sedute sono aperte al pubblico, non si possono quindi fare discriminazioni tra i Consiglieri regionali che hanno la traduzione e i cittadini che assistono ai nostri lavori e non conoscono la lingua che in quel momento viene parlata. Per questo motivo chiedo una correzione della decisione assunta, altrimenti non si attua l'eguaglianza di tutti i cittadini, presenti in quest'aula, di fronte all'attività politica garantita dall'art. 2 dello Statuto.



PRESIDENTE

Ci riserveremo di valutare dal punto di vista tecnico la proposta del Consigliere Chiezzi.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente in ordine alla costituzione della Giunta delle Elezioni, della Commissione per il Regolamento, della Commissione Consultiva per le Nomine e della Commissione di vigilanza sulla Biblioteca (art. 14 del Regolamento del Consiglio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g.



GIUNTA DELLE ELEZIONI

Comunico al Consiglio che ai sensi dell'art. 14 lettera a) del Regolamento consiliare ho nominato per l'intera legislatura, sentiti i Presidenti dei Gruppi consiliari e tenendo conto della consistenza numerica dei Gruppi stessi, i 12 Consiglieri che costituiscono la Giunta delle Elezioni nelle persone dei Consiglieri: Squillario (DC) Buzio (PCI) Panella (PSI) Vaglio (Lega Nord Piemont) Corleone (Verdi) Majorino (MSI-DN) Marchini (PLI) Ferrara (PRI) Goglio (PSDI) Maggiorotti (DP) Sartoris (Grup Consiliar Piemont) Marino (Gruppo Misto Verdi-Sole che ride) Nei prossimi giorni provvederò a convocare, ai sensi del primo comma dell'art. 15 del Regolamento, la Giunta delle Elezioni per la sua costituzione con l'elezione di un Presidente, di due Vice Presidenti e di un Segretario.
Commissione Regolamento Comunico al Consiglio che ai sensi dell'art. 14 lettera b) del Regolamento consiliare e dell'art. 23 dello Statuto ho nominato per l'intera legislatura, su designazione dei Gruppi consiliari tenendo conto della consistenza numerica dei Gruppi stessi e in modo da garantire la presenza di tutte le forze politiche del Consiglio, i 15 Consiglieri che costituiscono la Commissione per il Regolamento nelle persone dei Consiglieri: Porcellana (DC) Zanoletti (DC) Chiezzi (PCI) Rossa (PSI) Vaglio (Lega Nord Piemont) Staglianò (Verdi) Majorino (MSI-DN) Marchini (PLI) Vetrino (PRI) Goglio (PSDI) Bonino (Gruppo Laico Civico Antiproibizionista) Maggiorotti (DP) Gissara (Pensionati) Sartoris (Grup Consiliar Piemont) Marino (Gruppo Misto Verdi-Sole che ride) E' delegato a presiedere tale Commissione il Vice Presidente del Consiglio Carlo Federico Grosso, che dovrà riunire quanto prima questa Commissione per il Regolamento per verificare degli aggiustamenti al Regolamento stesso, così come si è convenuto nella Conferenza dei Presidenti.
Commissione Consultiva Nomine Comunico al Consiglio che ai sensi dell'art. 14 lettera c) del Regolamento consiliare e dell'art. 24 dello Statuto ho nominato per l'intera legislatura, sentiti i Presidenti dei Gruppi consiliari tenendo conto della consistenza numerica dei Gruppi stessi 1 15 Consiglieri rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Consiglio che costituiscono la Commissione Consultiva per le Nomine nelle persone dei Consiglieri: Cavallera (DC) Picchioni (DC) Monticelli (PCI) Garino (PSI) Rabellino (Lega Nord Piemont) Segre (Verdi) Zacchera (MSI-DN) Marchini (PLI) Vetrino (PRI) Goglio (PSDI) Bonino (Gruppo Laico Civico Antiproibizionista) Maggiorotti (DP) Gissara (Pensionati) Sartoris (Grup Consiliar Piemont) Marino (Gruppo Misto Verdi-Sole che ride) Ho delegato a presiedere tale Commissione il Vice Presidente del Consiglio Rolando Picchioni.
Il Consigliere Emma Bonino ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio con la quale informa che non parteciperà alle sedute della Commissione Consultiva per le Nomine.
Per quanto riguarda la Commissione di Vigilanza sulla Biblioteca, non sono ancora pervenuti i tre nominativi relativi, che verranno pertanto comunicati nel corso della prossima seduta.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto (Elezione del Presidente e della Giunta)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g.
L'art. 32 dello Statuto recita: "Il Presidente e la Giunta sono eletti dal Consiglio nel suo seno con votazione per appello nominale.
L'elezione avviene a seguito di presentazione di un documento sottoscritto da almeno un terzo dei Consiglieri assegnati alla Regione, con il quale si propongono al Consiglio le linee politiche ed amministrative il Presidente e l'intera lista degli Assessori.
Sulle linee politiche ed amministrative proposte si svolge un dibattito, al termine del quale il Consiglio procede con votazioni successive all'elezione del Presidente e quindi della Giunta." Nel corso della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi di questa mattina mi è stata data comunicazione che non è stato consegnato alla Presidenza del Consiglio alcun documento programmatico, ai sensi di quanto previsto dal secondo comma dell'art. 32 né l'indicazione del Presidente e la lista degli Assessori. Non è pertanto possibile procedere agli adempimenti di cui al predetto art. 32.
I Capigruppo hanno comunque convenuto di concedere la parola per un breve intervento, in merito a questo punto all'o.d.g., eventualmente ad un rappresentante per Gruppo e rigorosamente per non più di cinque minuti.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in cinque minuti credo sia possibile dire qualcosa che per noi è impegnativo e che mi auguro sia chiaro per i colleghi. La discussione non deve essere considerata un rito o semplicemente una tradizione da mantenere.
Sono passati quasi due mesi dalle elezioni e siamo sostanzialmente allo stesso punto, per quel che riguarda la formazione di una Giunta per la Regione Piemonte, nella quale eravamo all'indomani del voto. Ci si dice -ma gradiremmo sentirlo affermare formalmente in quest'aula e non soltanto in dichiarazioni giornalistiche -che esiste già una maggioranza: la stessa che ha retto il Governo regionale nei cinque anni trascorsi. Ma almeno uno dei cinque Partiti che dovrebbero comporre questa maggioranza non pare sia esattamente dello stesso avviso e soprattutto questa maggioranza, se esiste, non ha ancora saputo indicare nèi termini essenziali del suo programma né, almeno ufficialmente,la persona che dovrebbe presiedere la Giunta. Non sono carenze di poco conto. Proprio queste carenze giustificano un giudizio politico critico e duro, se mi si consente il termine, che voglio esprimere a nome del Gruppo comunista. Non siamo di fronte ad una maggioranza dai contorni politici peraltro ancora incerti, ma ad un accordo di potere estraneo a questa assemblea, che si ha la pretesa di imporre dall'esterno a forze e uomini almeno in parte recalcitranti a questa imposizione.
Un accordo di potere e non un'intesa politica. Un accordo di potere e non una base programmatica comune. Un accordo di potere e non una corretta selezione degli uomini giusti al posto giusto.
Se nonostante tutto, e chissà con quale ritardo ancora, una maggioranza più o meno di pentapartito si farà e presenterà il programma ed eleggerà una Giunta, noi già ora -e non certo per doti di preveggenza che non possediamo -sappiamo di cosa si tratterà. Sarà una maggioranza prigioniera di forze esterne a questo Consiglio, sarà un programma finto, puramente cartaceo, privo di effettivo valore politico, sarà una Giunta debole fragile,litigiosa, che ci regalerà probabilmente altri cinque anni di non governo, di piccolo cabotaggio, di ordinaria amministrazione.
Tutto il contrario di quello di cui ha bisogno la nostra Regione, tutto il contrario di una maggioranza che si formi su un'analisi seria dei problemi e delle forze in campo in Piemonte, di un programma impegnativo che miri a far compiere alla nostra Regione quel salto di qualità che ci è imposto dalla sfida europea, di una Giunta fondata su obiettivi comuni competenze comprovate e reali capacità di governo.
E tutto questo perché? Perché questo accordo di potere siglato a Roma nei mesi scorsi e sponsorizzato -tanto per non fare nomi! dalla Fiat deve prevalere sulle necessità del Piemonte e sulle stesse volontà e ragioni politiche di almeno una parte delle forze che dovrebbero assecondarlo? Non ci si parli di stato di necessità conseguente al risultato elettorale! No, colleghi. Questo accordo di potere è stato sottoscritto ben prima delle elezioni e in quest'aula, per non parlare della situazione esistente al Comune o alla Provincia di Torino, non esiste una sola maggioranza possibile. Esiste anche un'altra alternativa al pentapartito formata dall'insieme delle forze di sinistra, ambientaliste e progressiste che ha il numero di Consiglieri necessario per governare e che ha soprattutto ragioni politiche e potenziali convergenze programmatiche ben più fondate e serie per governare: le ragioni di una svolta, di una innovazione radicale rispetto al quieto vivere democristiano; le possibili convergenze programmatiche tra forze riformatrici che ben più utilmente possono accordarsi per corrispondere alla domanda di riforme che il Piemonte avanza per l'oggi e per il futuro.
Perché le forze di sinistra e progressiste del pentapartito non vogliono cogliere questa opportunità? Perché il PSI, in particolare, vuoI consegnare la Regione Piemonte ad altri cinque anni di piccolo cabotaggio democristiano, oltre che regalare il sindaco di Torino al Partito liberale? Noi in tutta sincerità non sappiamo rispondere a queste domande. Ci auguriamo che le risposte -se ve ne sono di convincenti ci vengano date in quest'aula. Per parte nostra noi continuiamo a ritenere, fino a prova contraria, che una maggioranza alternativa al pentapartito esista in questo Consiglio regionale e la riproponiamo all'attenzione di tutti i Gruppi interessati e dell'opinione pubblica piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, neofita di questo Consiglio regionale non mi illudevo che le cose andassero diversamente, perché -ahimè troppi anni di esperienza in Comune e Provincia mi hanno insegnato a vedere questo (non dico di peggio perché per ora è passato soltanto un mese e mezzo dall'elezione). Ritengo sia perfettamente inutile dire le cose che penso perché do per scontato che i 4/5 di questo Consiglio regionale partecipino al gioco delle parti in forza del quale il Movimento Sociale deve criticare la costituenda maggioranza, deve lamentarsi per il fatto che non si procede celermente a costituire la Giunta, e quindi si procede a una serie di enunciazioni scontate. Allora 10 non le faccio neanche, così risparmiamo tutti del tempo.
Ai colleghi della costituenda maggioranza pongo soltanto una domanda alla quale non dovranno rispondere in pubblico, ma ciascuno dalla propria coscienza.
La scorsa seduta vi siete sostanzialmente lamentati perché la gente del Piemonte, o perlomeno un terzo di questa gente, ha scelto altre strade altri voti, altre forme per spiegare la propria protesta, per votare in un modo di protesta. Vi siete lamentati dicendo: "Dovremmo andare a capire perché le cose non funzionano". Ebbene la vostra coscienza e la vostra intelligenza hanno già avuto una risposta. Quella gente, e la prossima volta sarà molta di più, ha fatto quella scelta per le cose che ciascuno di voi vede sotto gli occhi.
Allora, senza entrare troppo nel merito, pongo un'ulteriore domanda soprattutto al Gruppo della DC. Dato che non era previsto nel loro programma elettorale che il loro Gruppo consiliare in Regione fosse diviso in tre sottopartiti, ciascuno dei quali diviso in ulteriori sfaccettature chiedo perché si debba arrivare -non voglio appesantire i toni -ai poco simpatici resoconti giornalistici all'interno dei quali si apprende che il Gruppo A ha un candidato, il Gruppo B ne ha un altro, il Gruppo C ne ha un terzo, però forse due si coalizzano e via dicendo. Scusate, colleghi, la credibilità non tanto dei. Partiti (perché ognuno ha i guai propri e nessuno deve insegnare qualcosa ad altri) ma dell'istituto regionale vorrebbe che perlomeno queste cose fossero attutite, perché non è bello per nessuno, anche per coloro che non parteciperanno alla futura maggioranza vedere queste cose.
Premesso che nessuno regala niente, il collega che mi ha preceduto si chiedeva perché si regala il Sindaco ai liberali: sicuramente perché i liberali daranno qualcosa in cambio, come per esempio nella Giunta consiliare di Casale Monferrato o di qualsiasi altro posto.



MARCHINI Sergio

Non lo sai che il candidato liberale è quello che ha preso il più alto numero di voti?



ZACCHERA Marco

Il candidato del Partito liberale è una persona degnissima, oltretutto ha la mia personale simpatia. Reputo però che non sia quello che ha preso più voti, li ha presi all'interno del proprio Partito che rappresentava soltanto una piccola percentuale; nel rapporto voti-preferenze ci sarebbero molti discorsi da fare.



MARCHINI Sergio

Zanone ha ricevuto 16.000 voti, nessun altro candidato del pentapartito li ha presi.



ZACCHERA Marco

Ho tutta la stima per il candidato liberale. Sto difendendovi, dicendo che nessuno regala niente a voi. A un certo punto le parole sono parole perdute! Concludo con una proposta.



(Interruzione del Consigliere Sartoris)



ZACCHERA Marco

No, non devo parlare piemontese, continuo a parlare italiano e sono sicuro che avrò un ottimo rapporto con il collega liberale perché siamo due persone intelligenti. Scusi, collega liberale, se mi sono permesso di mettermi alla sua "altezza".
Termino avanzando una proposta concreta: ritengo che la prossima volta (o al limite quella dopo) ci verrà finalmente fornito il programma e l'elenco della Giunta, a quel punto però sarà difficile avviare il dibattito in Consiglio regionale, perché quel programma teoricamente lo vedremo all'inizio della seduta o quando verrà formalmente presentato.
Prego pertanto i rappresentanti dei Partiti che formeranno la futura maggioranza di consegnare il programma anticipatamente rispetto alla riunione del Consiglio regionale, anche soltanto una bozza, nel caso vogliano riservarsi di cambiare alcuni aspetti. In questo modo non si perderebbe ulteriore tempo e si arriverebbe in Consiglio regionale a discutere sul programma fornendo (questa sarebbe la cosa più intelligente che potrebbe essere fatta da parte di tutti, anche dei Partiti che non faranno parte di quella maggioranza) dei contributi in positivo per il futuro della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

L'attuale situazione del Consiglio ci costringerà nei prossimi giorni a leggere con attenzione i giornali per sapere quale sarà la Giunta che governerà il Piemonte e sulla base di quale programma. Non sono tanto perplesso per quanto sta avvenendo perché credo sia consuetudine arrivare alla formazione di una Giunta in questo modo, quanto piuttosto per le dichiarazioni che aveva reso il Presidente uscente Rossa la scorsa seduta allorquando segnalò con grande attenzione le novità emerse dal voto del 6-7 maggio e in qualche modo auspicava che il Consiglio regionale ne tenesse conto.
La mia impressione è che segnali nuovi ce ne siano pochi; non mi sembra che ad oggi ci sia un grande scontro tra le forze che potenzialmente possono costituire una maggioranza sul programma che si vuole svolgere perlomeno al momento non ci sono noti i termini dei dissidi interni che rallentano la formazione di una maggioranza. Desidero però sottolineare i pochi segnali nuovi emersi perché è l'unica cosa che si può fare oggi: ritengo un segnale nuovo e positivo la possibilità di espressione in piemontese con i limiti che giustamente sono stati dati a questa possibilità; inoltre segnalo, seppure si tratti di una cosa apparentemente del tutto simbolica, la diversa collocazione dei Gruppi e delle forze politiche all'interno di questo Consiglio rispetto alla scorsa legislatura.
Su proposta fatta da noi si è giunti ad una diversa collocazione delle forze politiche, in particolare di quelle nuove; forze che in generale, pur con tutte le loro differenze,non stanno dentro alle logiche tradizionali degli schieramenti che fino ad oggi ci sono stati in questo Consiglio, mi riferisco ai Verdi-Sole che ride, ai Verdi arcobaleno, ai Verdi antiproibizionisti, alla Lega Nord. I Gruppi DP e Piemont, per ragioni in parte politiche e in parte tecniche, non fanno parte del centro di quest'aula. Ad oggi questo è uno dei pochi segnali nuovi del Consiglio regionale, che vede un numero e una qualità di forze presenti molto diverse da quelle del passato. Mi auguro che tali forze, pur mantenendo le loro differenze, collaborino in modo tale da rendere davvero diversa questa legislatura regionale da quella precedente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bonino.



BONINO Emma

Signor Presidente, cari colleghi, è del tutto evidente che stiamo ognuno per la sua parte, svolgendo un rito francamente un po' inutile anche perché non si salvano neppure le forme, il che è indecente. Nessuno di noi è particolarmente ingenuo (un po' di mestiere lo abbiamo tutti) per non sapere che non sono in atto scontri fondamentali sul programma o sull'impostazione, bensì altri tipi di scontro che tutti noi conosciamo e che riguardano il Sindaco di Torino e la Presidenza della Provincia, cui segue una sistemazione di vari posti. Evidentemente è un parto difficile travagliato, con molte pretese. lo capisco che non sia molto simpatico rendere pubblico questo e non già degli scontri ideali, se ce ne fossero.
Se facessimo un dibattito di politica estera sulla violazione dei diritti inalienabili di non so chi da qualche parte nel mondo, credo che invece si interverrebbe tutti e con molta facilità perché dei diritti umani fa sempre piacere ed è bello parlare, inoltre non costa nulla. Quello che è meno esprimibile pubblicamente è il livello delle trattative in corso che noi sappiamo dalla stampa essere abbastanza affidabili e ne prendiamo atto. Ma per decenza, cari colleghi, vogliamo almeno salvare le forme? Probabilmente l'imbarazzo è tanto ed è grave che nessun rappresentante della costituenda maggioranza ha alzato un dito per parlare inventandosi quello che gli pare ma che si salvino almeno le forme, perché altrimenti questo non è più un rito e non si ha voglia di seguirlo. Tant'è vero che vi vedo molto appassionati, colleghi, sull'uso del dialetto piemontese, ma proprio perch non c'è altro di cui discutere in questa sede. Mi fa anche un po' specie consentitemi, questa rincorsa che sa un po' di opportunismo elettoralista all'inseguimento della parlata piemontese di un certo tipo; io appartengo ad un Partito che ha sempre lottato per il diritto delle minoranze, per desidero dire alla collega Sartoris che esistono delle convenzioni altrimenti si istituisce una traduzione simultanea in nove dialetti e se tu mi consenti, è vero che si imparano le lingue, ma posso anche scegliere non potendone imparare 96, ivi compreso il sardo, di imparare l'inglese. Al Parlamento europeo vige la convenzione che pur essendo rappresentati 12 Paesi si parlano 9 lingue, che sono in traduzione simultanea, per il pubblico, per i deputati e per i documenti. Questa vicenda non mi appassiona, anzi mi sembra un alibi quando non si ha molto altro di cui discutere e altrettanto per decenza bisogna fare mezzogiorno perch altrimenti non si capisce per che cosa ci siamo riuniti se non perché ce lo impone lo Statuto. Mentre in altre sedi, in sedi di partito o di corridoio si discutono fondamentali posti badate che io non sottovaluto affatto questo dibattito, vorrei soltanto che le candidature nel contesto generale fossero pubbliche -ci sono delle emergenze che vanno al di là di noi, per quanto mi riguarda personalmente cito l'emergenza droga. Immagino che dei giornali leggiate anche altri articoli, ivi compresi quelli che si riferiscono all'emergenza sanitaria o a quella ecologica; credo quindi sia doveroso fare in fretta.
Vi comunico altresì che solo per decenza e per non voler assistere ad un rito di cui non salvate neanche la forma, io non parteciperò alle prossime sedute del Consiglio se non riceverò prima un programma. Invito gli altri Consiglieri a non partecipare e a non garantire l'assuefazione alla tenuta di un rito di cui non si salvano neanche le forme.
Colgo ancora l'occasione per dire, mi riferisco alla lettera da me inviata all'Ufficio di Presidenza relativamente alla Commissione Nomine che non parteciperò ai lavori di questa Commissione; mi riservo però di presentare delle proposte di modifica sui criteri e sulle procedure delle nomine che spero verranno esaminate con attenzione.
Ai colleghi e alla stampa faccio pubblicamente la seguente proposta: il Consiglio dovrà riunirsi per adempiere al punto 4) all'o.d.g. soltanto dopo la presentazione di un documento programmatico, altrimenti questo rito vuoto lo salverà e vi adempierà la maggioranza che neppure si è espressa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garino.



GARINO Marcello

Signor Presidente, a me accade di saper resistere a tutto tranne che alle tentazioni, come diceva Oscar Wilde, e la tentazione è quella di rispondere alla collega Bonino, sempre simpatica e soprattutto incisiva. Mi riferisco anche ad interventi precedenti. Si è parlato di accordo di potere e devo semplicemente osservare che per intanto il potere è ancora da scoprire perché non mi pare esista un accordo. Si è parlato di spartizione ma osservo che spartizione non c'è stata. Con molta serenità devo dire che per quanto riguarda il Gruppo socialista, è stata avviata una valutazione dell'attività quinquennale scorsa ed è stato avviato un incontro con i Gruppi che avevano partecipato a quella maggioranza per valutare se esistono le condizioni politico-programmatiche per una nuova Giunta. E' stato fatto un serio lavoro -e mi permetto di insistere sull'aggettivo "serio" -da parte nostra. Un approfondimento programmatico, settore per settore, soprattutto prendendo in considerazione il ruolo della Regione quello per cui tutti siamo intervenuti nel corso della prima seduta.
Esistono certamente delle difficoltà che nascono dal fatto che nel nostro Paese, con l'attuale sistema elettorale, dobbiamo mettere d'accordo più forze. Non si tratta solo di un problema piemontese: vorrei che qualcuno mi dicesse quante Presidenze di Consigli regionali, Giunte ed esecutivi sono già stati eletti in Italia. E' pertanto un problema generale.
Per quanto ci riguarda abbiamo avviato questi approfondimenti, li continueremo, vogliamo arrivare ad un programma che sia dettagliato e non una massa cartacea da dare in pasto al Consiglio regionale e tanto meno alla comunità piemontese. Nelle nostre intenzioni questo programma deve essere aperto al contributo delle forze che siedono in Consiglio regionale.
Concordo con la collega Bonino che occorre fare presto, anche se siamo in condizioni purtroppo uguali ad altre Regioni; concordo che ogni sforzo deve essere fatto perché la prossima riunione del Consiglio possa vedere l'elezione del Presidente della Giunta e l'approvazione del programma di massima e mi auguro che altre forze politiche la pensino come noi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a differenza della collega Bonino non considero assolutamente questa riunione un rito, bensì un'occasione da non sprecare affinché ogni forza politica possa definire la sua posizione in ordine alla situazione nella quale ci troviamo e rispetto alla quale ogni forza politica ha l'esigenza di esporre le proprie idee in ordine alla possibilità di costituire o meno una maggioranza. In questo senso noi abbiamo apprezzato l'iniziativa del Presidente di convocare nei termini questa riunione. Concordiamo invece con la collega Bonino quando dice che forse sarebbe necessario che un'ulteriore riunione non avvenisse se non in presenza della possibilità di adempimenti dell'art. 32, così come concordo con chi richiedeva che il documento delle linee programmatiche venga inviato ai Consiglieri regionali in un tempo congruo affinché il dibattito che necessariamente si dovrà sviluppare sulla formazione di una Giunta sia un dibattito consapevole rispetto a documenti che non vengono presentati un minuto prima del suo svolgimento.
La posizione dei repubblicani in merito alla formazione della Giunta è molto chiara. L'altra volta ho detto che esisteva la volontà da parte nostra di perseguire prioritariamente la possibilità di costituzione di una maggioranza di pentapartito in uniformità alle maggioranze a livello nazionale e, per la verità, esistendo in questo Consiglio numericamente le possibilità per definire una maggioranza. Siamo però anche consapevoli che la frantumazione del voto del 6-7 maggio ha posto le forze politiche di fronte ad importanti problemi. Nel nostro Paese non basta un Partito per fare una maggioranza, ne occorrono due, tre, quattro, cinque e in alcuni casi anche sei, perché le maggioranze alternative che verrebbero proposte alle quali diamo molta attenzione perché ogni maggioranza è legittima se poi riesce a legittimarsi attraverso il voto del Consiglio, per realizzarsi avrebbero bisogno dell'aggregazione di un numero grandissimo di formazioni politiche. La nostra richiesta quindi di avere chiarezza sul quadro politico, richiesta che stride un po' con l'immagine di un Partito repubblicano che è sempre partito dalla considerazione dei contenuti che stanno alla base della maggioranza, partiva proprio dalla considerazione che in una situazione frantumata quanto quella attuale fosse innanzitutto chiaro definire il quadro politico nel quale un'eventuale maggioranza potesse collocarsi e legittimarsi. Non solo, ma la nostra richiesta di avere in queste ipotetiche maggioranze un ruolo di governo significativo tendeva proprio a rompere per quanto possibile quell'ipotetico eventuale accordo di potere che ancora prima delle elezioni avrebbe identificato quelle che potevano essere le maggioranze di questa Regione e gli uomini o le donne che avrebbero dovuto guidarle.
Dunque, la nostra posizione è la seguente: chiarezza nel quadro politico prima di arrivare alla definizione delle linee programmatiche sulle quali peraltro abbiamo molta attenzione ritenendo fondamentale in questa legislatura avere delle idee molto chiare per quanto riguarda il rinnovato ruolo della Regione, perché è vero che noi disponiamo oggi di una nuova legge di riforma delle autonomie locali che riguarda essenzialmente la Provincia, i Comuni e la costituenda area metropolitana, ma non dimentichiamo che attraverso questa legge noi abbiamo la possibilità di riscoprire e di rivalutare il nostro ruolo che è voluto dalla Legge n. 382 e dai decreti attuativi. In questo senso noi saremo estremamente rigorosi sulle linee politico-programmatiche che andremo a identificare, così come vorremmo essere molto chiari sulla situazione finanziaria dalla quale partirà questa Regione. Non dimentichiamo che buona parte del tempo impiegato nella prima parte della legislatura è quella di andare ad identificare il debito sommerso della maggioranza che ci ha preceduti.
Ricordo il collega Viglione in vibrate proteste rispetto a nostre indicazioni di deficit di bilancio che si protraevano negli anni. Noi vogliamo conoscere quali sono le risorse con le quali la Regione dovrà fare i conti e i programmi per la gente negli anni a venire.
Riepilogando: quadro politico chiaro; impegno istituzionale della Regione nei confronti delle Province e dei Comuni; chiarezza sulla situazione finanziaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

La DC ha costantemente operato dal 7 maggio in poi per realizzare in tempi solleciti le condizioni politiche che rendessero possibile l'intesa del pentapartito. Ma per questa legislatura, per le importanti scadenze che attendono il Piemonte, per le cruciali scelte che si dovranno compiere, non ci si può accontentare di un'intesa "debole",legata a coalizioni non sufficientemente convinte o sganciata da quadri complessivi che non possono eludere l'assetto politico del Comune e della Provincia di Torino, ma di un'intesa organica capace di aggregare solidarietà storico-politiche, di valorizzare aree culturali comuni, di essere punto di riferimento legittimo delle collaborazioni che hanno tessuto la trama delle relazioni di governo nelle quattro legislature che ci hanno preceduto.
Ed è proprio su questo terreno, sul terreno delle cose da fare, del modo in cui devono essere fatte l'ha ricordato molto bene la collega Vetrino poco fa -che stiamo verificando le convergenze possibili in uno spirito di seria e franca chiarezza, affinché gli equivoci di oggi non possono essere l'alibi di domani per una politica incerta, delegittimata da un gioco continuo di incertezze, di rinvii o di rimandi.
Solo soddisfacendo questa necessità credo si possa dare avvio ad una legislatura di alto profilo. Una Giunta che sia in grado di poter dare risposte alla comunità piemontese e di tradurre conseguentemente aspirazioni e speranze in un disegno autenticamente riformista, intrinseco alla società di oggi. Del resto, per essere efficace nel cuore del sistema politico occorre essere presenti nel cuore del mutamento civile. I problemi della struttura di giunta, dei ruoli che competeranno alle singole forze degli equilibri che li dovranno sottendere, sono problemi certamente delicati e importanti, ma non possono essere processi che impediscono alle istituzioni di funzionare nei tempi e nei modi che l'opinione pubblica aspetta. D'altra parte l'articolata composizione di questo Consiglio rappresenta un implicito avvertimento ad essere presenti al confronto dell'aula non solo con l'intelligenza delle proposte, ma anche con la tempestività delle decisioni.
Ad ogni inizio di legislatura spesso si indugia nelle proprie affabulazioni politiche o nelle parole d'ordine suggestive di una storia tutta ancora da scrivere o che si crede già scritta come questa volta a Roma con sponsorizzazioni spurie, patrinati impropri, regalie simoniache.
No, per quanto concerne il mio Gruppo i presunti accordi romani, collega Monticelli, non hanno alcun valore; vale solamente il responso elettorale la forza rappresentativa che ne è derivata,la caratura numerica che ci legittima a richiedere una presenza qualitativa e quantitativa adeguata.
Però dobbiamo stare attenti, amici, a recitare fino in fondo la propria parte e a portare anche in questo Consiglio alle estreme conseguenze la logica della propria appartenenza. Perché il pericolo è di rendere più difficili le prove che si devono sostenere e più lontani i traguardi che si vogliono raggiungere, perché al pieno di mestiere subentrerebbe ancora una volta il vuoto di credibilità, con crisi da ripartire o sconfitte da condividere. Ed è per questo che il mio partito si impegna con le sue idee con i suoi uomini, affinché questa legislatura possa essere non solo ricca di progettualità, ma anche di realizzazioni, affinché non ci sia domani la necessità di dover cominciare ancora una volta tutto daccapo. Come è stato detto tanto tempo fa: dalla caverna si esce uno solo alla volta. E anche per i problemi politici occorre attendere senza indugi e senza fretta il momento della loro maturazione, con la dovuta comprensione per chi trova la riunione di stamane o stucchevolmente convenzionale o irriguardosamente rituale. Musil, ne "L'uomo senza qualità" afferma che non bisogna sollecitare il futuro a svegliarsi prima del tempo, perché altrimenti si otterrebbe solo un presente assonnato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Signor Presidente, il primo desiderio che ho avuto oggi era quello di rinunciare ad intervenire perché ritengo si tratti davvero di un rito cui tutti i Gruppi sono chiamati a pronunciarsi su niente. L'intervento della collega Bonino però mi ha spinto a chiedere la parola per esprimere a nome del Gruppo che rappresento la condivisione di quanto da lei affermato, nel senso che riteniamo anche noi che fino a quando non sarà presentato un programma concreto sul quale effettivamente discutere sarebbe più corretto non riunire più il Consiglio.
Ritengo che la seduta di questa mattina sia rituale sotto due Punti di vista: mentre le forze dell'opposizione si sentono in dovere di intervenire per esprimere il loro disaccordo a proseguire su questa linea, le forze della presunta maggioranza invece assumono prese di posizione ancora troppo vaghe sulle quali non è possibile improntare una discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Signor Presidente, aggiungo anch'io, a nome del Partito socialdemocratico, una considerazione relativamente agli interventi che sono stati svolti nel corso della seduta odierna del Consiglio regionale.
Riteniamo -abbiamo già avuto modo di esprimerlo la volta scorsa che il voto abbia inviato dei segnali nuovi alla classe politica e alle istituzioni.
Nonostante questo, se è vero che sono passati cinquanta giorni da quel voto, è altrettanto vero che quei segnali vanno colti soprattuto nella loro sostanza.
La collega Vetrino ha parlato di situazioni di bilancio, situazioni che sicuramente vanno approfondite se si vuole impostare, come si sta facendo in modo molto serio, almeno per quanto riguarda noi, nell'alveo del pentapartito che ha governato la legislatura precedente nella quale eravamo impegnati a livello di esecutivo (e riteniamo che il voto abbia sostanzialmente confermato la fiducia alla maggioranza che ha retto l'esecutivo regionale nei cinque anni scorsi), un approfondimento doveroso per sapere esattamente quali sono i blocchi di partenza dai quali impostare una legislatura che deve durare cinque anni. La nuova legge sulle autonomie locali consente di individuare spazi nuovi per quanto riguarda il reperimento di risorse e, di conseguenza, obiettivi molto dettagliati ed impegnativi sui ventagli delle competenze per quanto riguarda la Regione.
Ritengo che questo, pur a cinquanta giorni dal voto elettorale del 6 maggio, necessiti di tempi di approfondimento.
La seduta di oggi non è quindi un rito vuoto, bensì una tappa costruttiva e concordo con coloro che non solo hanno auspicato, ma si sono anche impegnati a far sì che la prossima riunione di Consiglio, che il Regolamento prevede debba avvenire entro 15 giorni da oggi, veda la nuova maggioranza presente con un programma che non sia raffazzonato per essere pronto 15 giorni prima, ma che alla luce degli approfondimenti in corso svolti in modo serio e responsabile, possa effettivamente costituire la base seria, approfondita e dettagliata su cui sarà possibile confrontarsi.
Solo al termine del confronto su quella sostanza, su quegli argomenti, su quel programma, se esisteranno ragioni per esprimere valutazioni di superficialità o valutazioni relative alla sordità con cui alcune forze politiche hanno recepito i segnali di allarme lanciati dall'elettorato il 6 maggio, solo in quel caso ci saranno le condizioni per esprimere delle critiche motivate.
Ricordava il collega Garino che non è andato in porto ancora alcun esecutivo regionale nel nostro Paese, ma siamo stati i primi ad esprimere la Presidenza del Consiglio; riteniamo che gli approfondimenti in corso siano in grado di rispondere in modo serio nei tempi dovuti, quindi per la prossima riunione del Consiglio regionale, a quelle sollecitazioni di cui sicuramente ci sentiamo responsabili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ritengo che le considerazioni critiche che sono venute da più parti siano comprensibili, anche se non condivisibili, e per larga parte da respingere. Comprensibili perché un argomento all'o.d.g. o si sviluppa o non ci deve essere ed io prego la Presidenza, a conclusione di questa tornata di insediamento dell'esecutivo di dedicare una riunione dell'Ufficio di Presidenza a riflettere se sia opportuno mantenere la prassi che considera procedibile un argomento che a nostro modo di vedere è improcedibile per la mancanza del documento.
La mancanza del documento, dal punto di vista letterale imporrebbe che l'argomento venisse accantonato, ma questo non per amore delle carte, ma proprio per evitare (come diceva giustamente la collega Bonino) che questo diventi un rito. Un rito dei silenzi e delle parole, ma sempre rito è. Del rito di stamattina vi sono alcune cose che vanno respinte fermamente, come ha detto il collega Monticelli, e proprio le cose dette da Monticelli. Come può cominciare una legislatura un Partito che soffre il proprio presente perché non è più così certo del proprio passato e non è più così certo del proprio futuro? Il piccolo cabotaggio della Democrazia Cristiana ed il regalare al Partito liberale da parte del Partito socialista sono cose brutte, peggio di un rito: è cominciare male il piccolo cabotaggio della Democrazia Cristiana e delle forze di democrazia occidentale, che adesso vengono riscoperte, ha consentito a questo Paese di fare in 40 anni un salto storico siderale. Ieri sera alla televisione un politologo americano si scandalizzava del fatto che l'opinione pubblica italiana non si ferma un momento a riflettere su quello che è avvenuto nel Paese, il salto storico che ha fatto la società, la qualità della vita dei suoi cittadini, le libertà concrete dovrebbero essere soltanto merito degli sponsor (come vengono chiamati adesso) e non di questa classe politica che all'interno certo, ha una forza legata alla tradizione della Democrazia Cristiana che sicuramente è stata la protagonista di questo processo. Così come è curioso, quasi freudiano, sentire un comunista dire che il Partito socialista regala le cariche. Monticelli, ho l'impressione che tu voglia tornare nelle Giunte di sinistra prendendo atto che è cambiata una cosa alla quale non rinunci nella tua mentalità leninista, quella dell'egemonia.
Quindi, nelle egemonie comuniste di sinistra il Partito comunista regalava nelle egemonie delle nuove sinistre regalano i socialisti. Qui non si regala niente, il popolo è sovrano.
Il Partito liberale è orgoglioso di avere posto una questione ancora prima che venisse fuori dalle urne, quella del recupero di un rapporto diretto tra il primo cittadino di una città e l'elettorato, perché è curioso che un Sindaco -che la mia forza politica stima e che ha retto bene la poltrona di Sindaco di Torino -venga regolarmente fischiato in qualunque occasione. VuoI dire che è saltato qualcosa, non nel rapporto politico, ma nel rapporto fisiologico fra il Sindaco e la sua base e questo va ricostituito. Quando i liberali hanno pensato di ricandidare Zanone hanno ritenuto di dover dare un contributo, un segnale, nel senso che prima ancora delle ragioni politiche vanno recuperate le ragioni esistenziali.
L'altro giorno Bocca ragionava sul ritorno dei Savoia e diceva "non sono un ammiratore dei Savoia, forse questo però ci porterà a ripensare la nostra tradizione e ricercare le nostre radici, che è quello che ci manca".
Noi abbiamo fatto questa proposta che ha trovato risposta da parte dell'elettorato, perché gli elettori dello stesso Partito hanno premiato una candidatura, ma soprattutto hanno premiato un ragionamento, cioè che il Sindaco deve essere soprattutto espressione dei cittadini e non degli apparati. I voti su Zanone sono arrivati di gran lunga superiori a quelli che sono arrivati al Partito. I due processi non sono stati paralleli, sono stati ad incrocio il tempo non funzionale diventa un tempo dispersivo e qualche volta offensivo. E' vero che anche la Genesi comincia con la parola "fiat", ma nessuno si è mai sognato di pensare che Giovanni Agnelli abbia sponsorizzato anche la costruzione del Creato. Vorrei soltanto far riflettere i colleghi su questo fatto: guarda caso la difficoltà e la chiusura (dai giornali) nascerebbe da una sostanziale concorrenza fra due partiti laici. Questo sponsor, se per caso fosse uno sponsor, avrebbe almeno saputo organizzare la propria politica di immagine e di vendita e non avrebbe messo in concorrenza una Tipo con una YI0. Avrebbe organizzato la propria campagna pubblicitaria e la propria campagna di vendita. Invece guarda caso, protagonisti di questa vicenda, come hanno voluto gli elettori, sono due forze politiche che si possono (a grandi linee) immaginare nei due modelli dello sponsor: uno che è quello che piace alle persone che piacciono, l'altro un po' più grassottello, un po' più arrotondato e casereccio.
Presidente, è opportuno che alla fine di questa giornata si rifletta perché non è corretto costringere un collega puntuale e corretto come il collega Monticelli ad andare a recuperare argomentazioni trite, che non sono del suo livello, per riempire i cinque minuti. Ci deve essere data la possibilità anche in termini formali di tornare a fare il nostro dovere nel modo migliore possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Anna

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi riallaccio a quanto detto dal collega Gallarini. Mi pare che non abbiate minimamente preso atto del cambiamento che è avvenuto e dell'arrivo di parecchie forze nuove: forse gli elettori hanno voluto votare in un altro modo il collega Gallarini parlava di accordi di potere presi addirittura prima delle votazioni, ma non avete preso atto che gli elettori non hanno votato per il pentapartito ma per diversi Partiti, punendone alcuni e premiandone altri. Secondo me prima di fare questa scelta, come minimo dovevate interpellarci. Ormai è solo più questione di sapere su quale sedia collocare le persone. I numeri li avete raggiunti e non ne avete bisogno. Nel giro di 15 giorni non c'è stata forza politica, né di destra né di sinistra, che abbia sentito il bisogno (se non altro per cortesia) di conoscere le nostre idee. Non so se la stessa cosa è valsa per altri Gruppi, per il mio è stato così.
Nonostante la gente abbia votato in un certo modo voi non ne avete preso minimamente atto. La mia è delusione ed amarezza. Continuate a fare le vostre scelte e ve ne prenderete tutte le responsabilità.
Non siamo degli appestati, non siamo particolarmente cattivi o maleducati da non poterci parlare, anche in italiano se non in piemontese.
A questo punto il problema è di fondo: si è voluto fare una maggioranza di un certo tipo. Volete metterci a tutti i costi all'opposizione; ne prendiamo atto, però non permettetevi di dire che noi ci siamo voluti andare. Ci avete messo voi! Quindi, non è vero che con gli autonomisti non si discute: con gli autonomisti, forse, non volete discutere o non avete interesse a discutere.



PRESIDENTE

Poiché non ho altre richieste di parola, nel concludere questo brevissimo dialogo in ordine al punto 4) all'o.d.g. devo dire che anche io concordo con l'esigenza di non fare riti e quindi di procedere il più rapidamen te possibile a questi adempimenti fondamentali. Non possiamo passare all'esame del punto 5) e seguenti all'o.d.g. perché si tratta di ratifiche e queste possono avvenire soltanto a seguito della elezione della Giunta.
Dichiaro pertanto conclusa la seduta. Il Consiglio sarà convocato a norma dell'ultimo comma dell'art. 35 dello Statuto.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 11.15)



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