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Dettaglio seduta n.197 del 21/12/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazio-ne verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti i processi verbali delle adunanze consiliari del 29 ottobre e 5 novembre 1991. Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 8) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Cattaneo, Coppo, Croso Foco e Sartoris


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Iscrizione di tutti i punti dell'o.d.g. in preavviso


PRESIDENTE

Propongo l'iscrizione all'o.d.g. dei seguenti provvedimenti in preavviso licenziati dalle Commissioni competenti: progetto di legge n. 333: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993" progetto di legge n. 332: "Provvedimenti straordinari per superare l'emergenza abitativa in Piemonte" progetto di legge n. 201: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale: Tutela del diritto alla casa per gli anziani ed i grandi invalidi" progetto di legge n. 301: "Modifica delle piante organiche del personale delle Aziende di Promozione Turistica" proposta di deliberazione n. 560: "Regolamento n. 2052/88. Programma Operativo Plurifondo Regionale e Sociale. Obiettivo 2. Biennio 1992 / 1993.
Revoca DGR n. 107-19789" progetti di legge nn. 90, 93 e 114: "Tutela e controllo degli animali da affezione".
E' escluso dall'iscrizione all'o.d.g. la proposta di modifica dell'art.
72 del Regolamento consiliare.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Sono convinto che oggi la maggioranza sia compatta e sufficiente per iscrivere all'o.d.g. il bilancio preventivo 1993, che peraltro è un atto dovuto, molto importante per la Regione. Ciò nonostante, per un motivo, se mi si consente, di bandiera e di principio, perché anche le questioni di principio hanno la loro importanza e la loro sostanza, devo dichiarare che siamo contrari all'iscrizione all'o.d.g. ai soli e principali fini di sottolineare come non sia né bene, né opportuno (avevo scritto non sia corretto, ma voglio affievolire l'espressione) pretendere che l'assemblea esprima, su un atto fondamentale quale il bilancio preventivo, un voto all'insegna della fretta e nell'oggettiva impossibilità per i Consiglieri di esaminarlo anche solo per sommi capi.
Infatti, signora Presidente e colleghi Consiglieri, come si pu esprimere un giudizio d'insieme sul disegno di legge? Come si possono proporre eventuali emendamenti? Come si può esprimere con cognizione di causa il voto quando la proposta di bilancio presentata al Consiglio porta la data del 15 dicembre 1992? E' stata resa nota ed è approdata in I Commissione il giorno 17 dicembre; è stata esaminata dai componenti la I Commissione a tappe bruciate giovedì e venerdì scorso e soltanto un'ora fa è stata licenziata dalla Commissione. Né mi si potrebbe obiettare che il mio è un formalismo; né mi si potrebbe obiettare che, sia pure all'insegna della fretta, i Consiglieri componenti la I Commissione hanno avuto modo in queste due sedute, rapidissime perché il tempo stringeva, di assimilarla e che quindi i Gruppi possano esprimersi con cognizione di causa. Presidente se mi si obiettasse questo formalismo e possibilità per tutti i Consiglieri di esprimersi con cognizione di causa, secondo me questa obiezione costituirebbe una regola inaccettabile perché verrebbe a teorizzare un quasi esproprio dell'assemblea, perché si verrebbe a sostenere che sia sufficiente l'esame legislativo di un documento importante come il bilancio da parte dei soli Commissari della competente Commissione, al cui pensiero i componenti dei rispettivi Gruppi, approvando o non approvando, si devono e si possono allineare.
Mi si potrebbe poi obiettare che se la mia proposta dovesse fra poco prevalere alla non iscrizione conseguirebbe il grave effetto di non potersi approvare il bilancio entro la fine dell'anno. Questo discorso non sarebbe valido, oggi è il 21 dicembre, abbiamo ancora il 28, 29 e 30 dicembre e potrebbe benissimo essere calendarizzata una data in questi giorni per approvare il bilancio.
In questa maniera si potrebbe quindi affrontare il bilancio da parte di tutti i componenti di questa assemblea, che hanno sicuramente il diritto politico, direi il diritto-dovere, ma sicuramente il diritto di essersi letta, almeno nelle linee essenziali, la filosofia del bilancio. In questo momento penso che a malapena - parlo in proprio, ma penso di esprimere un giudizio oggettivo - i componenti della I Commissione hanno potuto farsi, a grandi linee, un'idea su quello che è il contenuto del bilancio.
Ecco la ragione per cui, per una questione di principio, di bandiera e per le motivazioni che ho addotto, che non sono né futili, né meramente formalistiche, il nostro voto sarà contrario all'iscrizione, ma ribadisco che il nostro pensiero cozzerà contro una compatta maggioranza che, a vele spiegate, saprà iscriverlo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'iscrizione di tutti i punti in preavviso, fatta eccezione la proposta di deliberazione n. 560.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. I punti in preavviso sono iscritti con 37 voti favorevoli, 2 contrari e 1 astensione. Pongo ora in votazione l'iscrizione all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 560, su cui c'era una posizione differenziata.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione non è iscritta poiché la votazione non raggiunge i 31 voti necessari.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Voglio solo fare presente che si tratta della direttiva n. 2052/88 e dovrà essere iscritta almeno domani all'o.d.g.



(Interruzioni dai banchi del PCI-PDS)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Allora chiedo di fare una riunione dei Capigruppo per iscrivere all'o.d.g. tale deliberazione.



PRESIDENTE

In questo momento non è iscritta. Non sapevamo che ci fossero dei problemi, ma dal momento che si sono rappresentati, li possiamo esaminare.



(Interruzioni dai banchi del PCI-PDS)



PRESIDENTE

La questione non è all'o.d.g. Il Presidente ha detto che farà le riflessioni e gli opportuni provvedimenti dal punto di vista dell'esecutivo per vedere di superare l'ostacolo che si è qui configurato. Ognuno poi farà le sue valutazioni.


Argomento:

NOMINE


PRESIDENTE

In merito al punto 43) all'o.d.g. proclamo i candidati eletti nella seduta consiliare del 16 dicembre 1992.


Argomento: Nomine

Commissione Tecnica Urbanistica (art. 12, L.R. n. 70/91). Nomina di 8 esperti. Proclamo eletti i signori Vezzari Renato (esperto in materia urbanistica e in pianificazione territoriale), Battistella Gianfranco (esperto in materia urbanistica), Marchi Sergio (esperto in materia urbanistica), De Michelis Guglielmo (esperto in materia urbanistica) Amirante Paolo (esperto in materia di trasporti e viabilità), Malacrino Claudio (esperto in materia urbanistica e pianificazione territoriale) Quagliolo Paolo (esperto in materia geologica) e Rossi Teresa (esperta in materia agricola ed ambientale). Gli ultimi tre designati ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della L.R. n. 10/85.


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'immediata esecutività, ai sensi dell'art. 49 della legge n. 62/53, della deliberazione suddetta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli.


Argomento: Nomine

Ente di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali del Lago Maggiore (art. 2, L.R. n. 4/92). Consiglio Direttivo. Nomina di 2 membri con esperienza in materia archeologica e forestale (Integrazione). Proclamo eletti i signori Cheula Silvio (esperto forestale) e Falcini Luciano (esperto forestale). Quest'ultimo designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8, L.R. n. 10/85.


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'immediata esecutività, ai sensi dell'art. 49 della legge n. 62/53, della deliberazione suddetta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli.


Argomento: Nomine

Consiglio di Amministrazione del MIAC, nomina di 3 rappresentanti. Proclamo eletti i signori Vecchio Salvatore, Tamagnone Gianfranco e Cappa Emma. Quest'ultima designata ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della L.R. n. 10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.

Argomento: Nomine

MIAC - Nomina di 1 Sindaco effettivo. Proclamo eletto il signor Girardo Giovanni.

Argomento: Nomine

Finpiemonte S.p.A. (art. 8, L.R. n. 8/86). Collegio sindacale. Nomina di 3 sindaci effettivi e 1 sindaco supplente. Proclamo eletti i signori Calvi Maurizio, Stassi Francesco, Passoni Luigi (Sindaci effettivi) (Quest'ultimo designato ai sensi dell'ultimo camma dell'art. 8 della L.R. n. 10/85) e il signor Nardullo Carmine (Sindaco supplente).


PRESIDENTE

Pongo in votazione l'immediata esecutività, ai sensi dell'art. 49 della legge n. 62/53, della deliberazione suddetta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 36 voti favorevoli.
Consiglio Nazionale per l'Ambiente. Proclamo eletto il signor Garino Marcello.


Argomento: Nomine

Consiglio di Amministrazione dello IACP. Proclamo eletto il signor Sereno Celestino.

Argomento: Nomine

Consiglio di amministrazione del Consorzio Insediamenti Produttivi di Rivoli. Proclamo eletto il signor Buffo Michelangelo.

Argomento: Nomine

Collegio dei Revisori dell'Ente diritto allo studio universitario. Proclamo eletti i signori Bignami Camillo (membro effettivo) ed Aschieri Franco (membro supplente).

Argomento: Nomine

Consiglio di amministrazione della Scuola Professionale ed Industriale Francesco Borgogna di Vercelli. Proclamo eletto il signor Marino Gianni.

Argomento: Nomine

Consiglio di Aiuto sociale del Tribunale di Vercelli. Proclamo eletto il signor Cattaneo Sandro.

Argomento: Nomine

Commissione Tecnica perla Cooperazione allo Sviluppo. Proclamo eletto il signor Tridente Alberto.

Argomento: Nomine

Collegio dei Revisori della Fondazione M.A. Prolo - Museo Nazionale del Cinema. Proclamo eletto il signor Puddu Maurizio (membro effettivo). Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (Provincia di Alessandria). Proclamo eletti i signori Torielli Claudinoro e Trussi Franco.

Argomento: Nomine

Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (Provincia di Asti). Proclamo eletti i signori Zollo Italo e Vigna Giampiero.

Argomento: Nomine

Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (Provincia di Cuneo). Proclamo eletti i signori Burzio Ugo e Berta Giovanna.

Argomento: Nomine

Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (Provincia di Novara). Proclamo eletti i signori Franzosi Nello e Maffè Antonio.

Argomento: Nomine

Commissione provinciale per la determinazione del valore agricolo medio dei terreni edificabili (Provincia di Vercelli). Proclamo eletti i signori Viazzo Giorgio e Brunetti Vittorio.

Argomento: Nomine

Commissione preposta alla graduatoria per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Provincia di Alessandria). Proclamo eletti i signori Pescarmona Angelo (rappresentante effettivo) e Bellone Adriano (rappresentante supplente).

Argomento: Nomine

Commissione preposta alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Provincia di Asti). Proclamo eletti i signori Caprioglio Alessandro (rappresentante effettivo) e Voglino Angelo (rappresentante supplente).

Argomento: Nomine

Commissione preposta alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Provincia di Biella). Proclamo eletti i signori Bellone Adriano (rappresentante effettivo) e Cavazzin Pierluigi (rappresentante supplente).

Argomento: Nomine

Commissione preposta alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Provincia di Cuneo). Proclamo eletti i signori Voglino Angelo (rappresentante effettivo) e Pescarmona Angelo (rappresentante supplente).

Argomento: Nomine

Commissione preposta alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Provincia di Novara. I Commissione). Proclamo eletti i signori Cavazzin Pierluigi (rappresentante effettivo) e Caprioglio Alessandro (rappresentante supplente).

Argomento: Nomine

Commissione preposta alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Provincia di Novara. II Commissione). Proclamo eletti i signori Monticone Michelangelo (rappresentante effettivo) e Bersano Anna (rappresentante supplente).

Argomento: Nomine

Commissione preposta alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Provincia di Torino. I Commissione). Proclamo eletti i signori Ferrero Franco (rappresentante effettivo) e Stramesi Ernesto (rappresentante supplente).

Argomento: Nomine

Commissione preposta alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Provincia di Torino. II Commissione). Proclamo eletti i signori Stramesi Ernesto (rappresentante effettivo) e Ferrero Franco (rappresentante supplente).

Argomento: Nomine

Commissione preposta alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Provincia di Vercelli). Proclamo eletti i signori Bersano Anna (rappresentante effettivo) e Monticone Michelangelo (rappresentante supplente).


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

In merito alla proclamazione degli eletti, desidero essere informato se tra i candidati da lei proclamati vi siano stati candidati che hanno avuto meno della metà più dei voti. Come ricorda, questa è questione sulla quale abbiamo discusso parecchio le scorse volte in relazione all'elezione di cittadini auto candidati.
Dato che mi è sembrato di capire che ci siano stati degli eletti con un bassissimo numero di voti, volevo avere da lei l'informazione se, per caso lei ha nominato qualche candidato che ha ottenuto meno della metà più di uno voti. Grazie.



PRESIDENTE

Delle minoranze, può darsi che sia senz'altro. In questo momento, non glielo so dire; comunque, delle minoranze sicuramente.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, ne prendo atto.



PRESIDENTE

Questi sono eletti. Poi magari parlerò con il Consigliere Chiezzi perché in proposito avevamo avuto un incontro con il Prefetto, il quale ci aveva dato delle indicazioni su come procedere.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 333: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 333.
Relatore di maggioranza è il Consigliere Rossa, che ha facoltà di intervenire.



ROSSA Angelo, relatore

Al termine di un approfondito esame compiuto dalla I Commissione, di comune accordo abbiamo ritenuto opportuno che fossi io, anziché il collega Zanoletti, a presentare al Consiglio la relazione di questo progetto di legge. Cosa che faccio ben volentieri.
Signor Presidente, signori Consiglieri, il progetto di legge n. 333 titolato: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993", è stato presentato dalla Giunta regionale in data 15 dicembre 1992 ed è stato esaminato dalla I Commissione consiliare in alcune sedute, a partire dal 17 dicembre scorso (l'ultima l'abbiamo fatta oggi).
Il documento è il risultato di valutazioni e determinazioni assunte dalla Giunta nell'attuale difficile situazione della finanza delle Regioni caratterizzata, in particolare nella fase attuale, da notevole incertezza.
Tale incertezza è collegata: all'approvazione della legge finanziaria 1993, alla quale Parlamento e Governo stanno lavorando con l'intenzione di realizzare una nuova Finanziaria rispetto a quella degli scorsi anni alla definizione e approvazione dei decreti delegati in materia di sanità e di finanza decentrata; - alla configurazione del ruolo istituzionale delle Regioni. Noi ci auguriamo che dal dibattito e dalle discussioni della Commissione Bicamerale emerga un modello di Regione davvero nuovo, che consenta di poter, finalmente, dire che si sono realizzati quegli enti regionali dotati di piena autonomia e facoltà di governo all'apertura delle frontiere europee; quindi è una grossa questione sulla quale tutti auspichiamo che la nuova Europa si fondi sull'Europa delle Regioni, con la partecipazione delle Comunità locali regionali all'andamento dei tassi di interesse, che rendono estremamente oneroso il ricorso ai mutui. Abbiamo fiducia che sia fatta chiarezza su questi aspetti onde poter compiere le scelte conseguenti.
In proposito appare opportuno ricordare che, per il secondo anno consecutivo, le Regioni hanno espresso parere contrario in ordine al disegno di legge finanziario 1993, pur in presenza di un processo di riordino di alcuni comparti della finanza pubblica di interesse regionale quale quello della sanità: la manovra di bilancio 1993 non stabilisce infatti condizioni per un quadro pluriennale certo di responsabilità nella gestione delle risorse.
Soprattutto in momenti di difficoltà, come quello attuale, logico sarebbe poter predisporre un piano di intervento a medio termine collegabile, nell'esperienza regionale, al bilancio pluriennale.
Allo stato delle cose, però, non è presentabile un bilancio pluriennale che non sia soltanto un puro e semplice documento contabile, predisposto vale a dire, unicamente in attuazione della legge di contabilità regionale che lo prevede. Per il momento, quindi, ci si deve accontentare di risolvere il contingente e di rinviare a quando sarà possibile le strategie di più ampio respiro.
In coerenza con quanto sopra indicato, la Giunta ha seguito un percorso metodologico - temporale, che ha condotto alla precisazione di un bilancio strettamente collegato al funzionamento, da integrare con un provvedimento di rifinanziamento degli interventi regionali predisposto successivamente partendo dalla base "zero" e quindi prescindendo dalla spesa storica.
Tale provvedimento dovrebbe essere, secondo i proponimenti della Giunta, approvato entro la fine febbraio per diventare operante a pieno titolo dal mese di aprile.
Il bilancio di puro funzionamento, o bilancio collegato con la spesa rigida, non comporta particolari valutazioni discrezionali e dovrebbe consentire di provvedere senza soluzione di continuità all'assolvimento delle obbligazioni già assunte dalla Regione in base alla legge od a contratto senza recare pregiudizio alle scelte economiche da operare più correttamente e compiutamente dopo che saranno state superate le incertezze prima indicate e, comunque, entro la fine del prossimo febbraio.
Nel bilancio di funzionamento, sono state inserite le entrate accertabili (le entrate del passato e quindi le previsioni di uscita) sulla base dei provvedimenti disponibili, tenuto conto del loro grado di affidabilità.
E' stata prevista la completa regionalizzazione della tassa di circolazione con conseguente pari riduzione del fondo comune, che viene incrementato del tasso d'inflazione stimato per il 1993 del 4,5% e sul quale è peraltro confluita la quota regionale del fondo per la copertura dei disavanzi di esercizio delle aziende di trasporto; l'insieme di queste operazioni porterà alla Regione un incremento di risorse pari a circa 30 miliardi, che corrisponde quasi interamente alla riduzione apportata al fondo comune per l'anno 1992 dal disegno di legge n. 333/92 convertito dalla legge n. 359/92.
Non sono previsti incrementi dal gettito delle addizionali regionali sul consumo del gas metano e della benzina, non essendo stato approvato il disegno di legge regionale che l'avrebbe consentito o, come nel caso dell'addizionale alla tassa di trascrizione al Pubblico Registro Automobilistico, avendovi già provveduto nel corso dell'anno 1992.
Nonostante l'assenza dell'incremento delle addizionali, non è stata prevista l'autorizzazione a stipulare il mutuo a pareggio.
Ciò, sia perché nella proposta di bilancio non sono inserite spese di investimento "una tantum" di importo tale da non essere finanziabile con risorse libere regionali, sia perché l'attuale situazione del mercato dei mutui, con gli alti tassi praticati, consiglia estrema prudenza e cautela.
Significativa, a questo riguardo, è l'iniziativa della Regione Liguria che, per ricercare condizioni di tasso più vantaggiose, ha progettato l'emissione di un prestito obbligazionario regionale.
Nel bilancio di funzionamento sono inserite le spese predeterminate e quelle derivanti da leggi o da obbligazioni precedentemente assunte, queste ultime nei limiti della misura strettamente necessaria.
I capitoli coperti con fondi regionali e relativi a spese discrezionali sono stati riportati "per memoria" o nei limiti della spesa non comprimibile.
Al fine di evitare ritardi nella gestione delle disponibilità derivanti da economie su assegnazioni statali vincolate, l'avanzo presunto è stato iscritto interamente in un apposito fondo di riserva, dal quale operare con atto amministrativo, prelevamenti per l'integrazione o l'istituzione dei relativi capitoli per gli importi derivanti dai risultati finali della gestione 1992.
Per quanto attiene, infine, al provvedimento di rifinanziamento, esso dovrebbe assumere la forma e la sostanza di una legge di variazione al bilancio di previsione 1993.
Il provvedimento prenderà in esame tutti gli interventi discrezionali di competenza regionale già previsti ed autorizzati dalla legislazione della nostra Regione. La legge di variazione fisserà solamente quanto verrà autorizzato come spesa regionale per l'anno 1993 e, in coerenza con quanto sino ad oggi affermato, l'autorizzazione di spesa verrà quantificata in base a precisi criteri di scelta e di opportunità, ma non in base a quanto speso negli anni precedenti: in questo si sostanzia, in ultima analisi, il bilancio a base zero.
Considerata la natura tecnica del bilancio di previsione 1993, la I Commissione non ha indetto consultazioni. Dopo aver acquisito il parere delle Commissioni consiliari II, III e IV, la Commissione medesima ha concluso, in data odierna, la valutazione e l'esame del provvedimento e dei relativi allegati, approvandoli a maggioranza.
Se ne raccomanda, pertanto, l'approvazione anche parte di questa assemblea.



PRESIDENTE

Informo i Consiglieri che intendono iscriversi che la Giunta ha chiesto di poter intervenire dopo la relazione di minoranza del Consigliere Majorino, prima degli interventi.
La parola al Consigliere Majorino per la relazione di minoranza.



MAJORINO Gaetano, relatore

Prima di tutto la pregherei, signora Presidente, in sede di coordinamento formale dell'odierna seduta, di fare inserire un sottotitolo alla relazione di maggioranza. Chiedo che quest'ultima venga chiamata non relazione di maggioranza o, per meglio dire, che abbia come sottotitolo "lettura pura e semplice della relazione della Giunta che accompagnava il disegno di legge n. 333". Tale infatti è stata la situazione: il Consigliere Rossa ha puramente e semplicemente letto la relazione di accompagnamento. Ciò non cambia niente, non stravolge niente, però la realtà è questa.



ROSSA Angelo

Abbiamo verificato le cose e abbiamo visto che vanno bene.



MAJORINO Gaetano

La maggioranza ha visto che non c'era nulla da aggiungere al pensiero della Giunta: benissimo, contenta lei, contenti tutti.
Prima di arrivare nel vivo e nel cuore della relazione, ricordo solo che il collega Marchini a mezza voce mi ha detto che poco fa aveva lamentato che avessimo potuto approfondire la relazione di maggioranza e che poi avrei presentato la relazione di minoranza. Se mi si consente tanto per rimanere sul piano delle battute e dello scherzo, all'inizio di questo esame del bilancio gli devo rispondere che ho preparato la relazione di minoranza questa mattina all'alba, prefigurandomi che il Consigliere Rossa, come relazione di maggioranza, avrebbe puramente e semplicemente letto la relazione della Giunta.
Ciò premesso, Presidente, e venendo al vivo della nostra relazione di minoranza, devo rilevare prima di tutto che questo bilancio di previsione 1993 presenta una.., vistosa novità, ma solo sotto il profilo meramente formale. Infatti, il 17 dicembre scorso, nel presentare il bilancio preventivo, l'Assessore Gallarini ci aveva detto testualmente: "Non è un bilancio tecnico né politico né provvisorio".



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

Che non è politico lo aggiungi tu.



MAJORINO Gaetano

No, l'ho scritto; allora mi sono sbagliato. Ci ha detto: "Non è un bilancio tecnico, né provvisorio, ma è un bilancio di funzionamento", in tal senso si è espresso l'Assessore Gallarini.
Ma allora, colleghi Consiglieri, siamo all'interno del gioco delle parole, in quanto - una volta enunciata la scontata affermazione che il bilancio che ci viene presentato non ha il connotato di scelte politiche (l'Assessore Gallarini mi dice che non è così, ma io l'avevo intesa in questo senso) - diventa un'esercitazione puramente letteraria (diretta allo scopo di additarlo all'opinione pubblica come un "quid noni") il chiamarlo "di funzionamento", in contrapposto ad un bilancio tecnico, oppure provvisorio.
Più e meglio si sarebbe dovuto ricorrere all'esercizio provvisorio; in quanto anche noi Gruppo MSI-DN ci rendiamo conto di quanto sta scritto nella parte introduttiva della relazione di presentazione cioè che lo scenario nel quale si inserisce il bilancio 1993 della Regione Piemonte è condizionato "all'approvazione della Legge finanziaria 1993, alla definizione e all'approvazione di decreti delegati in materia di sanità e di finanza decentrata, all'apertura delle frontiere europee" ed altro.
Questa motivazione, posta a base del bilancio di funzionamento, a nostro avviso, poteva benissimo essere la motivazione-presupposto (politicamente accettabile) per ricorrere all'esercizio provvisorio: e, nel ricorrervi, bisognava anche avere il coraggio politico di affermare, senza mezzi termini, che la suddetta incertezza regnante e produttiva dell'esercizio provvisorio era attribuibile (anche questa volta) a fatto e colpa di un Governo centrale che - oramai ampiamente delegittimato - vive alla giornata, come il dantesco "nocchiere in gran tempesta". Assessore Gallarini, dopo che la Giunta ha scritto, e che lei ha sottoscritto, che questo bilancio di funzionamento è dovuto ad una serie di incertezze, si sarebbe anche potuto dire da cosa derivano queste incertezze; incertezze di dominio pubblico, che non stiamo inventando, né su cui stiamo facendo ragionamenti arzigogolati per dimostrarle.
In questo bilancio Idi funzionamento", che è poi "a termine", in quanto la stessa Giunta ne prefigura una sua "seconda puntata" per fine febbraio 1993, si dice infatti: "deve essere integrato con un provvedimento di rifinanziamento degli interventi regionali predisposto partendo dalla base zero" quella base zero che è peraltro apprezzabile. Ci sarà comunque una seconda puntata del bilancio, se è vero che si ripartirà da fine febbraio a base zero: questa quindi è una prima puntata, un primo stock del bilancio.
Pertanto, visto che si dice che si ripartirà a "base zero", si poteva almeno preannunciare, per la seconda fase, qualche intendimento politico: segnatamente (e fra l'altro) sul fronte dei tagli e degli sprechi, quali erano stati additati sia nel nostro "libro bianco" e, con pari dignità, sia nel Documento 2 giugno 1992 del partito di maggioranza relativa che è componente principale dell'attuale Giunta pentapartitica. Non sto a ripetere tutto quanto era stato detto perché è noto; fra l'altro, quei tagli - vedi la combinazione - coincidevano con il nostro "libro bianco" in diverse materie e in diversi punti del bilancio regionale.
Signora Presidente, colleghi Consiglieri, queste considerazioni potrebbero essere esaustive ai fini di inquadrare il bilancio 1993. Ma c'è di più. Come ho già detto in sede di vana opposizione all'iscrizione all'o.d.g. ribadisco che oggettivamente è impossibile collocarsi da parte di ogni Consigliere (che peraltro ha il diritto - dovere di partecipare quanto meno di sicuro il diritto) con serietà e cognizione di causa, nel merito di questo bilancio, perché i tempi sono stati eccessivamente stretti: 15 dicembre: presentazione del bilancio; 17 e 18 dicembre: esame in I Commissione e poi veramente - non c'è altra espressione - "a volo d'uccello" nelle altre tre Commissioni consiliari. Mi diceva il collega Zacchera, e penso che non possa essere smentito, che in III Commissione sono stati dedicati davvero pochi secondi al provvedimento per esprimere il richiesto parere. Non so come abbiano potuto i Commissari della II Commissione, ma anche quelli della III e della IV, ad esprimere un parere perché parere significa (per carità non dico leggersi i tre volumi) leggere quanto meno la relazione di accompagnamento, quella che ha letto poco fa il Consigliere Rossa, per poter esprimere un parere anche sommario, anche di larga massima, quindi anche questa è stata una mera finzione.
In conclusione, il nostro voto sarà conseguente a tutto quanto detto e circa il modo di procedere all'insegna della fretta e delle tappe bruciate ci si consenta di dire con Pirandello che "non è una cosa seria". Per il resto, mi sono espresso compiutamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

Signor Presidente del Consiglio regionale, signori Consiglieri, nel presentare il documento di bilancio per l'anno prossimo riteniamo di dovere alcune considerazioni di base, portanti.
Il bilancio 1993, che la maggioranza e la Giunta propongono al Consiglio regionale, non è un bilancio definitivo, e qui ripeto quel che Majorino ha citato e che abbiamo detto in Commissione: non è un bilancio tecnico e non è un bilancio provvisorio, è un'apertura di bilancio riteniamo, anomala, un presupposto formale e consequenziale al bilancio a base zero, politicamente acquisito in sede di assestamento 1992, che presuppone una seconda fase di manovra da approvare al più tardi entro il 28 febbraio 1993 perché - mi riallaccio alla relazione di Majorino riteniamo che se avessimo presentato un bilancio provvisorio saremmo andati sostanzialmente a caricare su quei capitoli discrezionali i dodicesimi per gennaio, febbraio e i vari mesi di durata di quel bilancio provvisorio quindi la base zero sarebbe stata inquinata da quei carichi di dodicesimi su capitoli che invece base zero presuppone o di azzerare o di rimpinguare a seconda delle scelte politiche che verranno fatte.
Questa prima fase deve consentire alla macchina regionale il regolare funzionamento dall'1 gennaio 1993, lasciando impregiudicate alcune grosse scelte politiche di fondo o, meglio, le risorse per andare a supportare in modo adeguato quelle scelte. Scelte sulle quali la maggioranza e la Giunta stanno lavorando da qualche tempo attraverso incontri e confronti pressoch settimanali che già hanno sbozzato alcuni filoni di sviluppo che dovranno nel prossimo periodo essere affidati compiutamente e presentati, discussi e approvati nella seconda fase della manovra, che rappresenterà quindi la chiusura del bilancio 1993 per quanto concerne l'aspetto meramente contabile e amministrativo, ma che rappresenterà dal punto di vista politico il percorso di sviluppo della nostra Regione, percorso istituzionale da un lato e socio-economico dall'altro, che ispirerà e caratterizzerà la seconda ultima parte della presente legislatura.
Il percorso scelto non è quindi riduttivo o dilatorio, ma volutamente ed opportunamente funzionale e riflessivo, da un lato, per dare corpo e credibilità alla base zero conquistata a fatica dall'esecutivo, ma che si ritiene ineludibile nella attuale fase di emergenza della nostra Regione e del nostro Paese; dall'altro, al fine di consentire scelte non raffazzonate, non superficiali, non demagogiche e men che meno strumentali o di profilo clientelare minuscolo, bensì forti e mature, il massimo che le realtà di oggi possono consentire: responsabili, radicalmente innovative (quella della base zero è una scelta politica- radicalmente innovativa) avanzate, capaci di rompere con gli appiattimenti consuetudinari cui purtroppo molte volte ci abituiamo.
E' obiettivo ambizioso, sicuramente non facile, sicuramente non scontato, sicuramente impegnativo su molti fronti. Sarebbe stato indubbiamente più comodo, più tranquillo e forse nell'immediato anche più pagante e più appagante, vegetare nel conformismo del consolidato rannicchiarsi nella banalità della routine. Abbiamo preferito invece, nel momento in cui altre Regioni si dibattono da mesi in crisi più o meno latenti, investite da bufere che ne paralizzano sia l'attività, ma soprattutto offuscano l'immagine dell'ente e dell'istituzione.
L'offuscamento e il quasi, a volte, fallimento delle istituzioni vengono generalizzati e il discredito dilagante sbiadisce quando a volte addirittura non porta a squalificare del tutto una istituzione come la Regione che solo rafforzata, resa autonoma, valorizzata nei suoi contenuti di autorevolezza e di governo, può dare qualche risposta forte tra le pochissime risposte forti che oggi possono essere date alla nostra società.
Abbiamo preferito - dicevamo - puntare in alto, prefiggerci obiettivi non velleitari, ma ambiziosi. E nel momento in cui Torino, il capoluogo, è retta da un Commissario alla fine di involuzioni e di spiragli contorti attraverso i quali le forze politiche hanno ampliato e messo in piazza i loro malesseri, le loro inadeguatezze, la loro arretratezza e sfasatura nei confronti della società civile, ci sembra responsabilmente che la Regione debba avere ambizione di porsi come punto di riferimento istituzionale e politico forte, orientato al futuro, soggetto maturo della fiducia dei quasi cinque milioni di piemontesi, torinesi e non.
Queste sono le ragioni, non certo velleitarie, ma sicuramente ambiziose, che ci hanno portato a scegliere questa strada, che non è l'ennesima soluzione di ripiego, ma è una scelta voluta, è una scelta in positivo.
Certo il giudizio compiuto potrà esserci solo a febbraio, quando il Consiglio sarà chiamato a chiudere la fase che oggi apriamo, ma noi siamo fiduciosi e lavoreremo ancora come stiamo lavorando per conquistare quella chiusura alta, quella stabilità matura con la quale vogliamo traghettare dal vecchio al nuovo col nostro Piemonte.
Ed ora alcune considerazioni nello specifico del documento proposto.
L'attuale fase è caratterizzata da notevole incertezza collegata: alla definizione della legge finanziaria 1993 alla predisposizione ed approvazione dei decreti delegati in materia di sanità e di finanza decentrata; se pensiamo che la sanità con i trasporti rappresenta ancora oggi il 76% della spesa regionale, è ovvio che le scelte rappresentano la nicchia compresa fra il 76% e il 100 alla configurazione del ruolo istituzionale delle Regioni all'apertura delle frontiere europee.
E' opportuno ricordare che, per il secondo anno consecutivo, le Regioni hanno espresso parere contrario sul disegno di legge finanziario 1993, per non parlare del parere espresso sul decreto delegato n. 421. Addirittura le Regioni hanno chiesto le dimissioni del Ministro.
Le Regioni hanno espresso parere contrario, pur in presenza di un processo di riordino di alcuni comparti della finanza pubblica di interesse regionale quale quello della sanità, poiché la manovra di bilancio 1993 non stabilisce le condizioni per un quadro pluriennale certo di responsabilità nella gestione delle risorse.
La logica richiederebbe, soprattutto in momenti di difficoltà, di poter predisporre un piano di intervento a medio termine, collegabile nell'esperienza regionale, al bilancio pluriennale.
Allo stato delle cose, non è però presentabile un bilancio pluriennale che non sia solo mero documento contabile, predisposto in quanto previsto dalla legge di contabilità regionale: dobbiamo, pertanto, accontentarci per ora, di risolvere il contingente e di rinviare come espresso in premessa, le strategie di più ampio respiro.
In coerenza con quanto sopra indicato, il percorso metodologico temporale, sarà il seguente: 1) approvazione in Consiglio regionale entro il 22 dicembre del bilancio preliminare di funzionamento e di sopravvivenza dell'Ente 2) predisposizione, discussione ed approvazione, da parte del Consiglio regionale, del provvedimento di rifinanziamento che integra il bilancio di puro funzionamento con le scelte degli interventi entro il 28/2/1993.
Il bilancio di puro funzionamento o, se si preferisce, collegato con la spesa rigida, che non comporta particolari valutazioni discrezionali consente di provvedere, senza soluzione di continuità, all'assolvimento delle obbligazioni già assunte dalla Regione in base alla legge, od a contratto, senza recare pregiudizio alle scelte economiche successive.
Per quanto riguarda le entrate, nel bilancio di funzionamento sono inserite le entrate accertabili sulla base dei provvedimenti disponibili tenuto conto del loro grado di affidabilità. Viene prevista la completa regionalizzazione della tassa di circolazione con conseguente pari riduzione del fondo comune, che viene incrementato del tasso di inflazione stimato, per il 1993 nel 4,5% e sul quale, peraltro, confluirà la quota regionale del fondo per la copertura dei disavanzi di esercizio delle aziende di trasporto: l'insieme di queste operazioni porterà alla Regione un incremento di risorse pari a circa 30 miliardi che corrisponde, quasi interamente, alla riduzione apportata al fondo comune per l'anno 1992, dal disegno di legge n. 333/92 convertito dalla legge n. 359/92.
Non sono previsti ad oggi incrementi del gettito delle addizionali regionali sul consumo del gas metano e della benzina, non essendo stato approvato il disegno di legge regionale che l'avrebbe consentito.
Le scelte saranno contenute nella seconda fase della manovra annunciata.
Nonostante l'assenza dell'incremento delle addizionali non è stata prevista l'autorizzazione a stipulare il mutuo a pareggio. Ciò, sia perch nella proposta di bilancio non sono inserite spese di investimento "una tantum" di importo tale da non essere finanziabile con le risorse libere regionali, sia perché l'attuale situazione del mercato dei mutui, con gli alti tassi praticati, consiglia estrema prudenza e cautela. Noi, per più di un mese, abbiamo trattato con gli istituti bancari, ma alla fine abbiamo ritenuto di contrarre mutui per una cifra di gran lunga inferiore a quella contratta per l'anno precedente, in quanto i tassi sono abbastanza proibitivi e la disponibilità delle banche è molto limitata.
E' significativa a questo riguardo, l"inizia-tiva della Regione Liguria che, per ricercare condizioni di tasso più vantaggiose, ha progettato l'emissione di un prestito obbligazionario regionale.
Sono inserite nel bilancio di funzionamento le spese predeterminate e quelle derivanti da leggi o da obbligazioni precedentemente assunte, queste ultime nei limiti della misura strettamente necessaria.
I capitoli coperti con fondi regionali e, relativi a spese discrezionali, vengono riportati "per memoria" o nei limiti della spesa obbligata.
Vi sono inoltre le reimpostazioni delle assegnazioni statali vincolate.
Il provvedimento di rifinanziamento assumerà la forma e la sostanza di una legge di variazione al bilancio di previsione.
Il provvedimento prenderà in esame tutti gli interventi discrezionali di competenza regionale già previsti ed autorizzati dalla legislazione della nostra Regione; la legge di variazione fisserà solamente quanto verrà autorizzato come spesa regionale per l'anno 1993 ed in coerenza con quanto sino ad oggi affermato, l'autorizzazione di spesa verrà quantificata in base a precisi criteri di scelta e di opportunità ma non in base a quanto speso negli anni precedenti: in questo si sostanzia, in ultima analisi, il bilancio a base zero.
Per quanto riguarda la metodologia, il provvedimento legislativo sarà il risultato di una seria ed approfondita analisi di problematiche interne alla Regione che dovrebbe consentire, comunque, una migliore utilizzazione delle risorse intese in senso ampio, e dall'individuazione delle azioni di intervento che sarebbe opportuno mettere in atto per un incisivo intervento economico e sociale.
Le problematiche interne richiederanno una riflessione da parte di ciascun Assessorato sulle materie di rispettiva competenza.
Intendiamo, per quanto possibile, suddividere il bilancio regionale in tanti sottobilanci per materie omogenee, cioè scomporlo in tanti soggetti elementari, al fine di comprendere e verificare se viene posto in essere tutto quanto è necessario per il miglior utilizzo dei fattori economici a disposizione della Regione, tenendo anche conto del destinatario della attività regionale.
A titolo esemplificativo e sicuramente non esaustivo indichiamo, qui di seguito, alcuni problemi che dovranno essere affrontati e risolti: stabilire se ed in che misura vengono applicate le addizionali copertura spesa della sanità; dobbiamo ancora sapere se, come sembra per il 1993 verrà assegnata alla Regione Piemonte la cifra di 6.009 miliardi pari all'assegnazione iniziale 92. Se sarà così, ovviamente occorrerà dimensionare la politica sanitaria alla cifra di assegnazione statale, già sapendo che, nel caso si sfondasse rispetto a quell'assegnazione, l'entità dello sfondamento dovrà essere interamente coperta con risorse regionali previste nel decreto delegato n. 421 copertura del disavanzo dei trasporti; noi abbiamo ad oggi come pregresso, fino al 31/12/1992,375 miliardi. Non è detto che debba essere la Regione a pagare, devono essere gli enti locali. Nel braccio di ferro Regioni-Stato c'è la richiesta delle Regioni perché lo Stato ripiani questi disavanzi, ma penso che sia difficile immaginare politicamente che le Regioni possano disimpegnarsi rispetto a quei disavanzi nel caso in cui lo Stato non ripianasse quelle cifre l'indebitamento regionale, i fondi CEE. Abbiamo fondi CEE rispetto ai quali non possiamo non stanziare il nostro 20% senza del quale non attiveremmo quei contributi pari all'80%. La devoluzione di economie di assegnazioni statali vincolate: stiamo facendo una ripulitura in bilancio i cui primi risultati già si sono visti nel campo dell'agricoltura. Si è recuperato qualcosa come 10 miliardi. Siamo fiduciosi che alcune decine di miliardi potranno essere raschiate dalle economie delle varie competenze e ridestinate ovviamente a filoni di intervento che si tratta di determinare.
Le iniziative culturali, le APT, i vivai regionali, le UU.SS.SS.LL.
sostanzialmente la scomposizione del bilancio in tanti microbilanci deve consentire di scandagliare meglio all'interno della spesa per andare a calibrare le entrate e le spese avendo la dimensione del problema e del microbilancio all'interno del quale si sta agendo. Nell'oceano dei 13 mila miliardi molte volte non si riesce assolutamente a capire e a sapere dove e in quale direzione si deve andare a scandagliare e alcuni fenomeni non appaiono e non vengono evidenziati.
I parchi regionali, stesso discorso. Questo per dare un elenco di settori in cui si può scomporre il macrobilancio regionale.
Gli enti dipendenti dalla Regione e la partecipazione regionale: come Giunta abbiamo inteso passare - e già qualche intervento con la compressione del 10% è contenuto in bilancio - dal ripiano a piè di lista da parte della Regione alla responsabilizzazione dell'ente che deve ricercare sul mercato le finanze per attivare le proprie iniziative, quanto meno quelle ordinarie. Anche questo ci sembra un salto concettuale che sicuramente rappresenta un grosso contenuto politico pure in questa prima fase di bilancio, quindi mi riallaccio a quello che diceva Majorino, non abbiamo mai detto e non pensiamo che questo sia un bilancio apolitico: ci sono delle scelte politiche già contenute in questa prima fase e in questa prima manovra. Per quanto riguarda gli uffici periferici, compreso l'ufficio di Roma, siamo impegnati per andare a vedere ad esempio a Cuneo Alessandria e Vercelli quanto è il bilancio del Genio civile di quei capoluoghi, perché solo così si può andare a dimensionare e calibrare gli interventi all'interno di quelle piccole realtà. Già dai primi esami, a questa scala, vengono in evidenza alcune cose che sfuggivano alla scala più ampia e alla scala del bilancio unico regionale.
L'Istituto zooprofilattico, i Comitati regionali di controllo: un settore che sicuramente metterà in evidenza gradi di rendimento sicuramente molto bassi nei confronti dei quali è il caso di intervenire.
Il personale regionale, degli ex comprensori: l'Assessore Bergoglio con provvedimento recentissimo in Giunta ha già provveduto - e questo è un tassello che va nella direzione giusta - a ricollocare circa 37/38 figure all'interno dei Comprensori nei vari servizi di Genio civile e di Agricoltura funzionanti nelle unità periferiche. La mobilità del personale per valorizzare la professionalità.
Le nuove province di Biella e di Verbania: penso che all'interno delle scelte che faremo, da un punto di vista politico dovremo dare un significato alla nascita di queste due Province, che avverrà con il 1995.
Il patrimonio: siamo andati in Commissione ad illustrare la politica che stiamo facendo, poi può essere condivisa o meno. La volta scorsa con Rivalta abbiamo avuto un confronto aspro su questa questione, ma l'abbiamo illustrata. All'interno del patrimonio intendiamo andare a scomporre il patrimonio stesso, di stretto uso regionale, di uso di altri enti, in disuso, da valorizzare, per intervenire in modo più incisivo all'interno dei vari capitoli.
L'informatica e l'informatizzazione, il CSI e il cablaggio: esiste la necessità di razionalizzare il più a fondo possibile. Siamo insoddisfatti di come sono le cose all'interno dell'informatica.
Gli organi regionali, il parco auto, i telefoni, il fax, gli affitti e le locazioni, l'energia elettrica e le pulizie: vogliamo isolare ognuna di queste voci per andare a intervenire all'interno di questi capitoli. Per un maggiore coinvolgimento della struttura la Giunta intende organizzare una riunione plenaria dei responsabili di settore: già con l'Assessore Bergoglio e con altri Assessori si è vista questa necessità, di rendere sostanzialmente vasi comunicanti le varie stanze sia centrali che periferiche della nostra Regione. Questa prima fase in ogni caso non rappresenta una fase meramente numerica, asetticamente tecnica, ma un primo momento che, come esposto in premessa, se ancora non contiene i filoni forti dello sviluppo di legislatura, già ha contenuti politici da non sottovalutare, contenuti che caratterizzano il rigore imposto alla struttura e che costituiscono premessa di serietà e di credibilità nei confronti della comunità piemontese alla quale già abbiamo chiesto, e ancora di più chiederemo sul fronte dei sacrifici e dei prelievi, rispetto ai quali comunque già da ora ci impegniamo a proporre finalizzazioni chiare, trasparenti, definite nei tempi e nei modi comprensibili quantificate, verificabili. Alcuni punti di qualificazione della spesa e di caratterizzazione politica della manovra riteniamo siano da considerare.
Il rientro del disavanzo: è già previsto interamente all'interno di questa prima fase il rientro di altri 35 miliardi, così come dal piano pluriennale e assestamento 1991. Il disavanzo residuo sarà così di altri 43 miliardi: se noi pensiamo che all'inizio di legislatura avevamo un disavanzo accertato di 151 miliardi, l'essere rientrati 30 secondi dopo che il Consiglio regionale, se così sarà, come ci auguriamo, avrà approvato questa prima fase di bilancio 1993, lo sforzo ci sembra grosso, a fronte di altre notizie e di altre cifre, attendibili o meno non lo sappiamo, ma che escono sui giornali in questi giorni a proposito di altri enti.
L'istituzione del circolo dei dipendenti regionali, stanziamento iniziale 50 milioni. Anche questo è un dato nuovo. Si è costituito il circolo regionale, ha raccolto 1800 adesioni, mi sembra, e il fatto di disporre per la prima volta di una cifra che consenta l'impianto della fase iniziale di questo circolo, da un punto di vista politico ci sembra qualificante.
Convenzioni ANAS del luglio 1984: una piccola parentesi va spesa. Noi abbiamo ereditato una convenzione di ben 63 miliardi che viene dall'amministrazione 1980/1985. Per quanto riguarda quella convenzione l'amministrazione di allora stanziò 10 miliardi inizialmente, dopodiché non si stanziò più una lira. Riprendemmo il discorso nel 1990 (già ne abbiamo parlato in questo Consiglio) con altri 6 miliardi, ma nel 1991 non erogammo la cifra; l'Assessore Panella ha portato la delibera in questi giorni siamo in condizioni di erogarla nei prossimi giorni. Ma abbiamo ancora qualcosa come 40 miliardi, frutto e peso di quella convenzione del 1984.
Queste cose bisogna dirle, perché in tempi in cui le cose andavano in altro modo, l'ANAS, avendo probabilmente ingigantiti gli stessi problemi di tutti gli altri enti, non aveva il quadro della situazione. Allora continuava a fare lavori in Regione Piemonte, nonostante la Regione sotto certi aspetti fosse inadempiente. Senonché qualche mese fa l'ANAS a Biella ha fermato dei lavori; si vociferava "La Regione è inadempiente, non paga, quindi l ANAS ferma i lavori". Penso che sia giusto che il Consiglio sappia esattamente come stanno le cose e quindi anche qui abbiamo inserito in questa prima fase del 1993 altri 6 miliardi, che non sono esaustivi, perché ce ne saranno ancora 32 o 33 per effetto di quel carico, che bisognerà programmare nei prossimi esercizi. Ma, ripeto, è un'eredità del 1984.
Fideiussioni. E' stata attivata quella per il Consorzio regionale Latte Verbano: l'onere per la Regione è di circa 350 milioni annui per dodici anni. Qui c'è la vicenda, esplosa ultimamente, della cooperativa Latte Verbano. Fondo addestramento professionale per lavoratori.
Anche qui non sono certezze.



ZACCHERA Marco

Quindi noi andiamo a spendere 4 miliardi.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

Questo è il valore complessivo. Bisognerebbe vedere da dove siamo partiti, qual è l'anno di decorrenza, non te lo so dire in questo momento ma lo possiamo verificare.
L'INPS e l'INAIL reclamano gli oneri previdenziali assicurativi non versati negli anni decorsi. E' una questione che viene avanti ormai da anni, non ancora risolta, ma ci sembra che, nel momento in cui si fa il punto generale della situazione, valga la pena quanto meno accennare alla questione nei termini pure dubitativi, così come stanno.
II ricorso regionale, che è stato accolto dalla Corte Costituzionale non ha comunque escluso una partecipazione regionale che però è ancora da quantificare esattamente. In via stimata dovrebbe aggirarsi sui 30 miliardi. Non è ancora una certezza assoluta, ma io penso che sia giusto e opportuno dal punto di vista politico tenere conto di tutto questo spettro di parametri.
Prestiti in ECU.
Anche qui parliamo di un prestito solo per il fatto che il 1993 sarà l'ultima rata, e siccome non è una rata da sottovalutare, sono quasi 30 miliardi, cioè voglio dire con l'1 gennaio 1994 noi avremo 30 miliardi di libertà in più. Questo contribuirà a disirrigidire e a rendere più elastica la disponibilità regionale. Nell'anno 1985 è stato stipulato tramite San Paolo un prestito di 70.850 miliardi; la restituzione del capitale deve essere fatta in ECU, particolarmente gravosa in situazioni valutarie quali l'attuale. Al 30 giugno 1993 dovremo versare il 40% del capitale mutuato, e sono 28 miliardi e mezzo.
Ultimo anno: è un dato che abbiamo ritenuto di mettere in evidenza per la significatività della cifra.
E poi c'è un'ulteriore incognita: Camera di Commercio. E' ancora da definire la convenzione con le Camere di Commercio per la tenuta dell'Albo delle imprese artigiane. L'onere per la Regione è stimato in circa 8 miliardi, anche se probabilmente dovremo rifondere in due anni, ma la cifra non è da sottovalutare.
Veniamo alle spese telefoniche. Abbiamo inserito in questa prima fase: meno 14%. Questo meno 14% è il frutto di un taglio delle linee telefoniche extraurbane sia in Torino che nei centri periferici del 50%. Ci sembra un provvedimento non superficiale. Certo, abbiamo dovuto calibrare la percentuale di linee da tagliare con il fatto di non mandare in tilt l'Ente per quanto riguarda la funzionalità. E' prevista dall'1/1/1993 la riduzione di circa il 50%, la Giunta ha già adottato la delibera di taglio del 50%.1114% in meno che abbiamo inserito è dato prudenziale che rappresenta una inversione di tendenza, ma che dovrebbe essere più consistente a consuntivo 1993 pur tenendo conto delle nuove linee che dovranno essere installate negli uffici in cui andremo presumibilmente a fine gennaio inizio di febbraio di Corso XI Febbraio.
Spese per auto di servizio.
Anche qui il taglio è grosso, è significativo. Noi abbiamo inserito in bilancio di previsione: meno 22%, ma è prevista la riduzione dall'1/1/ 1993 del parco auto (la delibera la porteremo o domani o il giorno 28, quindi entro il 1992 ancora) da 313 a 147. Ci sembra un provvedimento da non sottovalutare ed è un provvedimento politico, con risparmio che dovrebbe, a consuntivo 1993, andare ben oltre l'indicazione del 22%. Quindi, quel 14 sui telefoni e 22% sulle auto sono dati prudenziali che sicuramente dovremo essere in grado di superare abbondantemente a consuntivo nel corso del 1993. Giornali e riviste.
Anche qui un taglio consistente. Noi per ora abbiamo previsto la riduzione del 10% in bilancio, ma riteniamo di poter conseguire un risultato che vada al di là di questa misura. Spese di funzionamento.
Meno 3%. Anche questo non è un dato da sottovalutare. Noi nel 1992 abbiamo annunciato prima e conseguito poi un taglio del 5% sulle spese di funzionamento. Allora questo 3% va ad aggiungersi (e quindi 5 + 3 = 8) e se all'interno di questa compressione del 3, che ci poniamo come obiettivo e che è ovviamente tutta da realizzare, consideriamo che la spesa del personale per ragioni intrinseche aumenta del 3,4%, risulta maggiore lo sforzo che ci si propone di fare negli altri settori.
Inoltre ritenevamo fosse doveroso dire che alle Comunità montane saranno erogati già in questa prima fase i contributi pari all'assestato 1992. Non abbiamo ritenuto di dover andare a fare un taglio in questa direzione. Maggiore contributo al Teatro Stabile in conseguenza del fatto che ai sensi del DM 29/11/1990 la Regione Piemonte è socio fondatore. Ci ha comportato anche un riequilibrio in relazione all'analogo contributo erogato dalla Città di Torino, per cui noi siamo passati da 1,9 miliardo a 2,5 miliardi.
La voce consulenza passa dai 9 miliardi del 1992 a 4 miliardi. Semplicemente abbiamo ritenuto di inserirlo per non paralizzare l'attività sotto questo aspetto e per consentire quindi il ricorso. Guardavo Nerviani prima e mi viene in mente il piano di sviluppo.
E' ovvio che se vogliamo andare avanti dobbiamo anche alimentare le consulenze. In considerazione anche dell'arretrato ancora da recuperare.
Noi, nonostante l'anno scorso e nonostante quest'anno abbiamo fatto grossi recuperi sul pregresso dal 1979 ad oggi, oggi abbiamo ancora 1 miliardo e 300 milioni di arretrato sulle consulenze, arretrato degli ultimi 13/14 anni con parcelle a professionisti per incarichi conferiti ecc.
Le spese relative alla Formazione professionale, all'interno di questa prima fase, vengono compresse da 71 a 60 in attesa di mettere mano al settore in adeguamento alle scelte che entreranno in campo nella seconda fase. Questo ovviamente è oggetto di discussione nei prossimi mesi. Venti miliardi di questi sono indispensabili ad alimentare il corrispondente finanziamento CEE, fanno parte di quel 20% di cui parlavo prima a proposito anche di altri settori, tenendo conto in modo responsabile che l'anno scolastico non coincide con l'anno solare ed economico e che quindi variazioni potranno essere fatte solo se ovviamente l'Assessore, la Giunta la maggioranza lo riterranno in occasione di una revisione più profonda all'interno di quel bilancio a base zero di cui abbiamo parlato all'inizio.
Non sono previsti mutui - anche questo è uno dei punti fondamentali al fine di allentare progressivamente la rigidità oggi esistente nello strumento contabile di manovra. Rigidità non più sopportabile ai livelli di paralisi raggiunti negli ultimi anni. Tale inversione di tendenza, iniziata con l'assestamento 1992 e supportata altresì dal monte mutui 1992, da contrarsi entro il 31 dicembre, noi contrarremo 70 miliardi complessivamente a fronte dei 134 contratti nel 1991, consentirà quanto meno nel primo semestre 1993 una quantità maggiore di risorse libere in spesa corrente pari a circa 10 miliardi e consentirà altresì di contrarre una quota aggiuntiva di mutui più avanti se le condizioni del mercato lo consentiranno. In ogni caso ci impegniamo sin da ora a considerare l'operazione mutui 1993 come uno dei tanti tasselli di un'unica manovra e quindi attingeremo al credito con grande prudenza.
Il taglio del 10% sugli enti strumentali vuole essere il passaggio radicalmente nuovo dall'erogazione a pie' di lista da parte della Regione ad una gestione che responsabilizzi in misura nuova e crescente gli enti stessi, impegnati a conquistare mercato e risorse con iniziative proprie alle quali calibrare le proprie risorse e le proprie disponibilità, le proprie strutture a cominciare dai Consigli di amministrazione conquistandosi man mano una responsabilizzante autonomia economica ordinaria.
Infine, il fondo di accantonamento pari a circa 100 miliardi consentirà, nelle more dell'approvazione della seconda fase di chiusura del bilancio 1993, gli eventuali prelievi finalizzati a fronteggiare emergenze che dovessero insorgere. E' un fondo di riserva di cui abbiamo discusso a lungo in Commissione, c'è chi ritiene che sia eccessivo, ma d'altra parte o lo si inseriva in questo capitolo o lo si doveva ridistribuire all'interno dei capitoli che però avrebbero portato come conseguenza non più base zero ma base pregiudicata da un certo peso iniziale.
Continueremo infine a lavorare per ricondurre a sintesi il bilancio uno ed uno solo della nostra Regione, al fine di governare con flessibilità le complesse articolazioni di spesa dell'Ente, la cui gestione a compartimenti stagni porta spesso una qualunque stanza in un qualunque palazzo di una qualunque sede regionale a non sapere, e molte volte addirittura a non potere e a non voler sapere, ciò che avviene nella stanza attigua, al di là della tramezza. Ci sembra che ormai non sia più sostenibile una situazione di questo tipo; sforzi grossi abbiamo già iniziato da molto tempo a farne e c'è collaborazione (ovviamente ci vuole del tempo) a marciare in questa direzione.
Siamo convinti che necessiti una maggiore trasparenza dei palazzi e delle competenze tecnico-professionali, come pure necessarie sono l'intercambiabilità, la mobilità e la turnazione del personale, soprattutto ai più alti livelli di responsabilità e di retribuzione. Il recente decreto delegato adottato dal Consiglio dei Ministri sul pubblico impiego rappresenta l'ormai ineludibile momento di svolta rispetto al quale anche il Piemonte dovrà adeguarsi. L'equazione maggior poteri e responsabilità alla dirigenza con rendimenti del pubblico assimilabili sempre più ai rendimenti privati rappresenta la condizione indispensabile per migliorare il rendimento complessivo dell'ente, per aprire il palazzo alla società civile e per riavvicinarlo alla stessa, ai palazzi ed ai poteri, in modo tale che tutti insieme si prenda coscienza che le nomenclature da demolire non vanno individuate a senso unico, anche se così è più facile e più comodo. Oggi va anche di moda sparare in un'unica direzione, ma il superamento delle nomenclature deve impegnare tutti e a tutto campo invadendo se è il caso anche le piste di atletica. Per finire, riteniamo doveroso informare il Consiglio regionale circa le perduranti gravissime difficoltà di cassa. Riteniamo sia doveroso dare al Consiglio le seguenti informazioni. Situazione debitoria della Regione al 18/12/1992 (quindi aggiornata a tre giorni fa): mandati emessi dall'1 ottobre al 18 dicembre ancora da pagare 233 miliardi; richieste di pagamento già liquidate: oltre 106 miliardi, totale 340 miliardi; scadenza per impegni diretti della Regione (quote di ammortamento mutui, rate, ecc.): 75 miliardi; fondi di tesoreria: 40 miliardi. Ed è di oggi purtroppo - nonostante l'interessamento del Presidente Brizio che ogni giorno, al di là di quanto va a Roma per la Conferenza Stato - Regioni, telefona due-tre volte - la notizia che probabilmente nei prossimi giorni non ci daranno più una lira quindi a fronte di 415 miliardi abbiamo una disponibilità di 40 miliardi.
Le erogazioni da Roma, al netto del fondo sanitario, nel corso del 1992 sono state ad oggi di 1.260 miliardi, mentre nell'analogo periodo 1991 furono di 1.585 miliardi: 325 miliardi in meno; ad oggi, pagate le tredicesime e gli stipendi, nonché le indennità ai Consiglieri e agli Assessori, restano disponibili circa 40 miliardi, a fronte di quelle esigenze che enunciavamo prima. Come Giunta stiamo esaminando serissimamente l'eventualità di andare a ricorrere a delle anticipazioni che, per quanto riguarda 15 miliardi, già giacciono - anche se finora non vi abbiamo ricorso - in una deliberazione già adottata dalla Giunta; per altri 100 miliardi la deliberazione è diventata esecutiva. Stiamo pensando di accedere per altri 100 miliardi, quindi per un totale di 215 miliardi che, unitamente ai 40 miliardi, ci consentiranno di coprire l'80% della necessità di cassa in questa direzione, perché riteniamo che in un momento come questo anche questa sia una decisione politica che costerà alla Regione, a seconda del periodo di esposizione, dai 3 ai 5 miliardi. Tutto ciò a fronte di ditte che minacciano di chiudere o che chiudono veramente che non hanno la possibilità di pagare stipendi e che probabilmente chiudendo creano disoccupazione, ecc.; questo fenomeno è variegato e molto diffuso a Torino come in tutte le altre località della Regione: fornitori che hanno fornito già all'inizio del 1991 e che non hanno ancora ricevuto il corrispettivo, se non una parte a volte abbastanza irrisoria.
Riteniamo che si tratti di un provvedimento politico da valutare con estrema serietà e responsabilità e che, pur caricando alla Regione un onere da non sottovalutare (dai 3 ai 5 miliardi), rappresenti un piccolo tassello che va nella direzione di sostegno rispetto a queste esigenze. Mi limiterei a questa parte.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ritengo opportuno prendere la parola per integrare in qualche modo la relazione, peraltro pregevole, del collega Gallarini. Quest'anno partiamo da un bilancio di tipo speciale, che rinvia determinate scelte, quindi mi pare necessario far sentire la voce di chi ha la rappresentanza della Giunta e anche il compito di trarre le sintesi che sono dovute sull'attività complessiva dell'esecutivo. Farò di conseguenza alcune osservazioni nel modo più schematico possibile, toccando alcuni punti che giudico veramente essenziali.
Prima osservazione. Siamo nel pieno di una crisi economica che continua: è una crisi mondiale, europea, italiana e piemontese. Le previsioni di ripresa vengono rinviate di mese in mese; ora si parla di un 1993 molto difficile e di un rinvio nel 1994 delle possibilità di svolta.
Abbiamo una crisi italiana, ma non solo italiana. Al di là del marco forte vi è una debolezza della stessa economia tedesca che peserà nei prossimi anni in modo notevole sul quadro europeo; ciò nonostante, si levano delle voci in controtendenza anche particolarmente autorevoli.
In questi giorni è uscito in edizione in Italia un testo di Lester Turow, "Testa a testa", che merita un'attenta lettura. Io l'avevo letto qualche mese fa in edizione francese, non con il titolo originale ma con un titolo più forte (i francesi tendono sempre a galvanizzare le cose) tratto da un capitolo del libro stesso: "La grande Europa vincerà", non privo di significato. Si tratta di un libro che ipotizza il successo dell'Europa nel XXI secolo con una serie di ragionamenti molto validi, che comprendono l'Italia e che indicano un ottimismo di fondo che deve essere valutato con attenzione.
Seconda osservazione: assieme alla crisi economica, c'è in Italia una grave crisi istituzionale. E' prima di tutto una crisi di rappresentanza fra istituzioni, forze politiche e popolazione, ma è anche una crisi istituzionale nel rapporto fra le istituzioni. E' ormai maiuscolo lo scontro fra il centralismo e il decentramento; è una partita decisiva che si sta giocando fra le Regioni, tra il Governo centrale ed il Parlamento sul grande tema delle competenze e delle risorse.
Nessuno dice che cinque referendum sono presentati dalle Regioni, non c'è un italiano che lo sappia; tutti parlano dell'on. Segni e del suo movimento, ma nessuno sa che ci sono cinque referendum di grande rilievo ed importanza che sono stati discussi nella sede della Conferenza Stato Regioni con il Presidente Amato, il quale ha assicurato provvedimenti di legge che porteranno in tempo utile all'abolizione dei dicasteri dell'agricoltura, della sanità e del turismo e alla sostituzione dei medesimi dicasteri con incarichi senza portafoglio aventi compiti di mero coordinamento nazionale.
Sul tema dell'industria c'è stata qualche riserva da parte del Presidente del Consiglio, ma noi abbiamo evidenziato non soltanto che il commercio e l'artigianato, in base all'art. 117 della Costituzione, sono di competenza delle Regioni, ma abbiamo detto di più, sostenendo che oggi sta andando avanti un discorso di politica industriale anche regionale nel quadro europeo, e questo tema è portato avanti anche dalla stessa Confindustria, che sta abbandonando delle posizioni che, in un primo tempo erano decisamente contrarie a competenze regionali in tema di politica industriale.
Non dobbiamo essere, Calligaro, sempre contrari agli allineamenti sulle nostre posizioni.



CALLIGARO Germano

La stessa Vicepresidente ha criticato i 1.800 miliardi destinati all'industria italiana senza uno straccio di politica industriale!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Calligaro, stiamo facendo un discorso politico per evidenziare le carenze e per indicare che questo scontro è in atto. E' uno scontro in atto anche sul tema delle politiche industriali, laddove c'è un cambiamento di posizione da parte del Governo, che deve essere tenuto presente; c'è un atteggiamento diverso da parte della Confindustria; ci sono della valutazioni diverse a livello europeo; bisogna trarre i risultati di questo discorso difficile, avendo presente che già nel contesto italiano c'è un'assurdità normativa.
Infatti, le Regioni a Statuto speciale hanno delle competenze &politica industriale che non hanno le Regioni a Statuto ordinario; per cui si verifica l'incongruità di un Friuli-Venezia Giulia e una Valle d'Aosta con delle competenze nel settore industriale che non ha il Piemonte, regione classicamente industriale. Questo è un punto centrale.
Terza osservazione. I punti caldi del confronto Stato-Regioni sono quindi molti. C'è il punto caldo della Sanità, rispetto alla quale avete sentito qual è stata la nostra posizione anche nell'ultimo Consiglio dei Ministri, legata anche ad una forte incongruenza: da un lato si parla di abolizione del Ministero, dall'altro il testo di riforma enfatizza non solo funzioni di coordinamento, ma funzioni di guida proprie di un sistema centralistico e non di un sistema regionale. A parte il problema finanziario.
E' aperto il problema dei trasporti, su cui vi ha intrattenuto l'Assessore Gallarini; c'è quello dei controlli, che vede le Regioni più controllate dei Comuni dopo la legge n. 142; c'è il tema molto forte delle risorse, sia di quelle di competenza che di cassa, sul quale ancora Gallarini vi ha intrattenuto e che effettivamente è un tema drammatico perché le risorse che ci vengono distribuite sono assolutamente insufficienti a far fronte ai nostri impegni.
Ma c'è soprattutto, fra i punti caldi, il funzionamento della Conferenza Stato-Regioni; istituita per legge, questa Conferenza non è al momento un elemento di confronto, un elemento di codecisione, troppo spesso è di semplice presa d'atto delle posizioni delle Regioni, che esprimono un parere senza che ci sia modo di concorrere ad una decisione da parte della Conferenza stessa che risulta inoperante.
Quarto punto. In questo contesto, noi abbiamo avviato un bilancio a base zero, con l'avvio al contenimento delle spese molto forte e con una revisione complessiva del quadro di bilancio. Del bilancio a base zero abbiamo parlato molte volte in questi anni passati, molto a lungo, ma questa è la prima volta che scendiamo sul terreno concreto. E scendiamo davvero sul terreno concreto. La fase del bilancio è a due tempi, ed è proprio quella che ci consente nel modo più esplicito di partire, di avere di fronte una fase per passare dallo zero del bilancio, dal mero funzionamento alle scelte che saranno possibili.
Dobbiamo avere presente la scarsità dei margini di manovra. Nella relazione svolta dall'Assessore Gallarini risulta chiaro che il margine di manovra di spese complessive, comprendendo spese fondamentali come quella dell'assistenza, di poco supera i 100 miliardi. A questi si può aggiungere soltanto la quota dei mutui, che è disponibile, e che è possibile (100 150 miliardi) il ricorso alle addizionali (altri 160 miliardi). Il massimo di manovra va da 100 a poco più di 400 miliardi, tenendo conto peraltro che accogliere i mutui come opportunità significa irrigidire ulteriormente il bilancio; usare il fondo senza usare il fondo di rotazione che noi abbiamo proposto significa utilizzare un sistema impositivo per una stagione e non per tempi lunghi come è logico e necessario.
Questi sono gli scenari di scelta che abbiamo davanti, molto importanti e che credo non possano essere affrontati senza una presa di responsabilità, senza l'adozione del fondo investimenti e senza l'adozione di un sistema rotativo.
In questo quadro, quinta osservazione, credo che dobbiamo reagire alla situazione. Non dobbiamo cadere nella rassegnazione né nel disfattismo dobbiamo evitare una cultura meramente di crisi. Il Piemonte, come istituzione - tengo a dirlo con forza - gode di una buona immagine e presenta un'attività intensa; gode di un momento di buona stabilità.
Guardate cosa sta succedendo in questa grande Padania, in questo nord Italia. Abbiamo avuto una crisi gravissima nel Veneto, abbiamo avuto una crisi di dieci mesi in Lombardia, abbiamo avuto due crisi con cambio di Presidenza in Valle d'Aosta e in Liguria. Il Piemonte è l'unica regione che nella Conferenza Stato-Regioni si è presentata in questo inizio con continuità nel nord Italia e con puntualità ed azione.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non mi brucia niente, Chiezzi: faccio un esame di serietà, non mi brucia niente perché io sono disponibile ad andarmene in qualunque momento! Mi bruciano invece gli interessi del Piemonte, che dovrebbe starti molto a cuore.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Io li difendo con una politica, che sto enunciando.
C'è il vuoto di Torino, che è molto grave e al quale abbiamo il dovere di corrispondere con una presenza nostra, con un'attività nostra; il vuoto di Torino è un problema politico e amministrativo e, a seguito del quale sulla Regione Piemonte cadono oggi, in questa fase, lo ribadisco particolari responsabilità.
Sesta osservazione. Il documento IRES sulla situazione economica, le analisi di aggiornamento del piano di sviluppo che in questi giorni stanno uscendo confermano l'attualità della linea politica programmatica prospettata all'inizio di legislatura, anche in un contesto molto diverso prima dello scoppio della guerra del Golfo. Particolarmente, per quanto concerne l'obiettivo di recuperare il ruolo del Piemonte nel contesto nazionale e di rafforzarlo all'interno della nuova realtà europea in formazione.
Noi dobbiamo guardare all'ovest con particolare attenzione, senza dimenticare la Padania, ma avendo presente che il Piemonte, culturalmente e storicamente, ha valenze specifiche che sono diverse dal Lombardo - Veneto.
Settima osservazione. Il "caso Piemonte". Noi abbiamo posto con forza il caso Piemonte; l'abbiamo posto come esigenza di tutelare e rilanciare la nostra Regione, ma anche come risorsa della nazione, non tanto in s stessa, non tanto come tutela delle nostre esigenze, che pure sono molte e legittime, ma come tutela degli interessi della nazione. L'obiettivo di un accordo di programma di largo respiro con il Governo, obiettivo che - direi portiamo avanti con molta determinazione e che è accompagnato anche dalla ricerca di accordi settoriali. Questo obiettivo di un accordo di programma si regge su due condizioni che sono fondamentali: che ci siano risorse sulle leggi nazionali e che ci sia la possibilità da parte della Regione di concorrere con proprie risorse ai progetti relativi.
Le leggi nazionali devono avere maggiore attenzione per il Piemonte e devono avere possibilità di capienza che al momento appaiono difficili. II discorso è comunque aperto e lo portiamo avanti secondo le nostre strategie. Strategie che, ottava osservazione, sintetizzo ancora: l'apertura ad ovest nello spazio unico europeo il potenziamento delle infrastrutture materiali e immateriali l'innovazione come grande risorsa della nostra Regione il terziario finanziario come ipotesi di diversificazione la reindustrializzazione come necessità vitale di una Regione fortemente produttiva e che non può abbandonare la sua forte presenza nell'industria la qualità dei servizi.
Scelte e priorità che in qualche modo ci par giusto anticipare in questo contesto. Sono rinviate certo al dibattito di questi mesi, ma sono già delineate nella nostra programmazione e nella nostra azione e mi pare giusto indicarle come nona osservazione.
Uno sforzo sulle infrastrutture. Talune infrastrutture viarie sono essenziali: dal raddoppio della Torino-Savona al progetto della Cuneo-Asti che deve essere portato avanti per legare un capoluogo di Provincia come Cuneo che è fuori dal sistema autostradale, anche in una prospettiva della circonvallazione di Cuneo e del progetto di nuovo legame con la Francia che è stato ripreso in questi mesi, evidenziato dalla nostra politica di grande attenzione all'ovest e che riguarda il progetto di Mercantour, mentre va avanti il potenziamento del Colle di Tenda e della Valle Roya.
Qualcuno mi ha presentato un'interrogazione - adesso verrò all'Alta Velocità - chiedendomi anche se ero stato a Parigi come Presidente della Regione o come Presidente del Comitato Alta Velocità. Sono stato a Parigi come Presidente della Regione, insieme al Sindaco di Cuneo, per portare avanti a livello di Ministero francese, della Regione PACA e della Regione Rhóne-Alpes, la necessaria attenzione al progetto del Mercantour, che è nella nostra programmazione da decine di anni e che forse oggi pu diventare un progetto realistico, e per portare avanti il progetto dell'Alta Velocità alla vigilia dell'incontro che ci fu fra il Ministro francese Bianco e il Ministro italiano Tesini, che consideravamo e consideriamo non solo importante, ma determinante: la grande occasione del Piemonte, un'occasione storica, sulla quale, d'altra parte, questo Consiglio si è espresso anche con il voto di qualificate forze di opposizione. Insieme al problema della Cuneo-Asti, a nord c'è il problema del completamento, per noi prioritario, della linea che va dai porti liguri oltre Gravellona Toce.
Per quello che attiene le ferrovie, continuiamo nel nostro sforzo per l'Alta Velocità sulla linea Torino-Milano e sulla linea Torino - Lione.
Sono momenti decisivi; nei prossimi giorni (mercoledì) il Consiglio dei Ministri si ritroverà per decidere in proposito i finanziamenti e l'assetto dell'ente ferroviario. Sia la Regione Lombardia che la Regione Veneto concordano sulla necessità della linea est - ovest, al di là della difficoltà, e sulla necessità della connessione con la rete francese.
Abbiamo superato molte difficoltà, ci sono oggi problemi finanziari ed ambientali, di cui auspichiamo il rapido superamento, perché riteniamo questa strada decisiva.
Nel contempo, secondo gli impegni che sono stati portati avanti in questo Consiglio, l'Assessore Panella ha condotto con le Ferrovie e con il Ministero dei Trasporti la stesura di un testo di protocollo d'intesa generale analogo a quello che sta conducendo la Lombardia, secondo i suggerimenti del Consiglio, che inseriscono il problema dell'Alta Velocità nel contesto dei trasporti ferroviari piemontesi. E' stato definito un testo di accordo che è all'esame della Commissione competente del Consiglio regionale e che dimostra che stiamo andando avanti con grande impegno.
Noi consideriamo l'Alta Velocità la grande possibilità strategica per la Regione Piemonte e per l'Italia della connessione con la Francia anche e soprattutto per il trasporto delle merci, che è quindi alternativo ad un ulteriore uso delle risorse su gomma e su strada.
La seconda priorità è lo sforzo che stiamo conducendo per il potenziamento dell'Università e del Politecnico.
La terza è l'innovazione: il Centro di supercalcolo, i parchi tecnologici con il progetto Tecnorete, l'Agenzia per l'innovazione. Sta andando avanti il progetto Tecnorete, che deve essere certamente legato ad una scelta territoriale non dispersa oltre il giusto e su questo terreno la Finpiemonte e la collega Bianca Vetrino sono fortemente impegnati in un lavoro di fondo.
La quarta priorità è la reindustrializzazione. Noi dobbiamo compiere uno sforzo speciale. Trattando l'accordo di programma abbiamo indicato come condizione essenziale degli interventi il rifinanziamento di alcune leggi statali: la n. 316, con particolare ancoraggio alle zone di deindustrializzazione; la n. 346 e l'utilizzo della n. 64 almeno perle infrastrutture. Al di fuori del sud su aree a rischio, abbiamo posto sul tappeto anche il problema dell'utilizzo della task-force con specifiche agevolazioni legate ai progetti territoriali. Progetti territoriali che stiamo delineando negli accordi e negli incontri con le industrie e con i sindacati e che riguardano l'area attrezzata di Chivasso; un progetto di aviation - park su Caselle, che sarebbe di grande interesse; infine, gli interventi nelle aree deboli soggette al Regolamento CEE n. 2052 (Ivrea e Verbania) e nelle altre aree deboli, qual è ad esempio quella dell'Alessandrino, che non beneficiano del suddetto Regolamento CEE.
Uno sforzo sulla reindustrializzazione è possibile e se le condizioni che possono essere offerte sono competitive, c'è ancora richiesta e possibilità di insediamenti stranieri in Italia. E' stato sufficiente un aggiustamento del cambio e la proposizione di condizioni più moderate per quello che riguarda i prezzi delle aree attraverso la possibilità di scelte, come avviene a Chivasso, non speculative per rimettere in discussione una scelta di movimento verso la Francia, che aveva in verità delle ragioni più propagandistiche che reali.
Un'altra priorità è la finanza. Noi vogliamo rafforzare il ruolo di Torino nell'ambito della finanza. Con la Borsa telematica cesserà la sudditanza di Torino verso Milano; può essere giocato un ruolo autonomo. La Borsa di Torino ha celebrato i suoi 142 anni di mercato finanziario: ci sono delle possibilità di movimento, soprattutto se si riesce a coinvolgere anche il sistema bancario torinese, che pure abbiamo già interessato attraverso un'iniziativa di grande successo come quella della mostra della Banca e dell'Assicurazione, che è stata la realizzazione di un programma che la Giunta regionale aveva portato avanti.
Abbiamo poi sul terreno i piani settoriali. Li leggo soltanto perch non voglio fare un intervento che mi porti fuori termine: l'energia, le risorse idriche, l'emergenza dello smaltimento rifiuti, l'agricoltura, gli interventi sui parchi, sul turismo e sull'edilizia. Abbiamo poi il grande sforzo di sostegno ai servizi sociali, dalla sanità all'assistenza, ai trasporti e al diritto allo studio.
Per concludere, abbiamo di fronte a noi due mesi di lavoro per concretare scelte che abbiamo già delineato, che devono essere coerenti per concludere e portare avanti con il Governo l'accordo di programma.
Abbiamo la volontà e la determinazione di operare con forza, ma occorrono risorse sia statali che regionali. Il momento è difficile.
Per quello che riguarda le risorse statali abbiamo aperto un confronto serrato; per quanto riguarda il nostro concorso, esso si può concretare soltanto con l'assunzione di responsabilità difficili, ma probabilmente necessarie.
Abbiamo l'ambizione di raccogliere le forze economiche e sociali intorno all'obiettivo di ripresa della nostra Regione. Avevamo proposto il CREL e ci sono state delle diffidenze. Ci sono dei ripensamenti? Quanto è avvenuto negli incontri che si stanno svolgendo per il caso di Chivasso, e che vedono insieme industriali e sindacati, fa riflettere su questa esigenza. Abbiamo intravisto nell'ultimo documento della Confindustria anche nazionale e non solo locale, un cambiamento di linea, una scelta favorevole alle forme di CREL regionale. Si tratterà di vedere come realizzarlo, ma ci pare che sia una strada essenziale.
Abbiamo quindi idee, impegno, volontà e determinazione. Desideriamo svolgere un ruolo di tono alto, di governo reale, di amministrazione e di politica. Questo nostro lavoro, molto considerato altrove, non è sufficientemente valutato in quest'aula, o non è appariscente in modo sufficiente? Se dipende più dallo spazio limitato che i mass media danno alla Regione che non dalla dose di smalto che possiamo dare, siamo disposti ad alzare il tono; d'altro canto, pensiamo che conti molto la sostanza come già dicevano i banchieri inglesi quando approvavano e finanziavano i progetti di Cavour. Penso che sia anche utile ricordare la regola benedettina "studeat plus prodesse quam praesse", studiamo per la sostanza dei problemi più che per sopravanzare gli altri. Se saremo forti sui problemi supereremo il momento difficile, se saremo forti nella sostanza saremo competitivi e per dirla con Turow, che ho citato all'inizio del mio intervento, saremo vincenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Incontro con i rappresentanti del Coro RAI


PRESIDENTE

I rappresentanti del Coro della RAI, da più di mezz'ora, sono in Sala Viglione e attendono un breve incontro. Tale incontro è già stato preannunciato al Presidente della Giunta. I Capigruppo che intendono parteciparvi possono farlo. Se il Consiglio acconsente, compatibilmente con questa esigenza, potremmo continuare gli interventi sul bilancio in quanto in aula vi sarà la Giunta ed anche l'Assessore al bilancio.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Metodologicamente non sono d'accordo. Suggerisco che per dare solennità all'incontro con il Coro RAI - perché di questo si tratta, e non di ascoltare cose che abbiamo già sentito - sia necessaria una breve sospensione.



PRESIDENTE

Sono d'accordo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,30, riprende alle ore 18,05)


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 333: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1993" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo con l'esame del progetto di legge n. 333.
La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Occorre fare alcune considerazioni sul progetto di legge, con il quale dal bilancio tecnico dello scorso anno si passa a quello di funzionamento di quest'anno. A me pare che la differenza, seppure esista, sia più nominalistica che sostanziale. Vorrei ricordare i vari precedenti di questo fatto.
Non è difficile ripercorrere, a livello d'intervento, le motivazioni che ci rendevano contrari al bilancio 1992. Ancora una volta oggi si rinvia a febbraio 1993, illudendosi che il quadro politico legislativo nazionale offra più certezze, soprattutto sul versante delle disposizioni finanziarie, quando abbiamo sentito lo stesso Presidente Brizio ritenere che la Conferenza Stato-Regioni dovesse evidenziare, da parte nostra un'accentuazione del centralismo.
Francamente non crediamo che le Regioni, a quella data, avranno una fisionomia istituzionale diversa, anche perché le modifiche della Costituzione sono compito assai arduo che non può essere certamente risolto in pochi mesi. D'altra parte, non credo che l'apertura delle frontiere europee inciderà più di tanto sul bilancio 1993.
Qualche valutazione politica preliminare si poteva tentare e certamente si è tentata alla fine. Se avessimo avuto, a nostre mani, l'intervento dell'Assessore Gallarini e del Presidente Brizio, probabilmente avremmo potuto fare una valutazione più generale, anche per cercare di collegare il bilancio, che è pur sempre l'atto più significativo di una Giunta e di una maggioranza, alle questioni di carattere più generale.
In ogni caso credo opportuno ribadire, anche solo in via preventiva, le nostre posizioni, per esempio alcune cose rimaste in sospeso. Per quanto riguarda le addizionali è tutto rinviato, però sappiamo che era stato presentato tempo fa un disegno di legge, che è stato ritirato definitivamente. All'interno della maggioranza abbiamo sentito anche espressioni diverse intorno a questo problema.
La pesantezza della crisi economica sia in termini di pressione fiscale, sia in termini di smantellamento dello Stato sociale è senza precedenti. Pertanto una posizione politica da parte della Regione Piemonte su questo tema sarebbe oltremodo importante.
Noi ribadiamo il nostro no preventivo, anche perché sappiamo che il problema della pressione fiscale è un discorso a cascata. Riguarda le Regioni, ma anche i Comuni e sappiamo benissimo che per far quadrare i bilanci bisognerebbe moltiplicare per due la pressione fiscale attualmente già esistente. Quindi contro ogni possibile ripensamento primaverile da subito diciamo che il ricorrere ad imposte aggiuntive (che non sono poi sostitutive) è un fatto estremamente negativo. Visto quanto è avvenuto nel 1992, anche sul versante programmatico, quale assicurazione si può avere sul fatto che sicuramente si farà un dibattito di carattere generale quando la sorte del Piano di sviluppo è quella di essere relegato in qualche antro polveroso? Il Presidente Brizio e l'Assessore Gallarini hanno citato per titoli alcuni obiettivi su cui si stanno muovendo. Però se il Piano di sviluppo è l'elemento guida dei bilanci annuali, credo che proprio per le considerazioni fatte e per la gravità della situazione, non possa certo essere tenuto come riferimento un Piano di sviluppo che parlava di una situazione sul piano economico enormemente diversa da quella attuale. Quindi, ci pare che le nostre osservazioni siano da ribadire prima che si faccia un dibattito di carattere generale. L'avevamo detto prima del bilancio 1992, lo diciamo per il bilancio 1993, ancorché sia un bilancio transitorio. D'altra parte, andando avanti con i bilanci tecnici o di funzionamento, la consultazione popolare non avviene attraverso le istituzioni locali. Si ha la sensazione che passi sostanzialmente un discorso di amministrazione attiva, di gestione, che dà l'idea di una Regione che a parole è programmatica e che si pone obiettivi generali tuttavia sul piano pratico ci pare che la posizione sostanziale sia antitetica a quel ruolo che noi vorremmo che fosse di legislazione e di programmazione e, viceversa, ci sembra invece di assistere ad un ruolo di amministrazione attiva.
D'altra parte, l'art. 26 del progetto di legge cita ancora tranquillamente la L.R. n. 18/ 84 e successive modificazioni. Su quella legge vi è stato un aspro dibattito e noi avremmo voluto che fosse finalmente modificata per evitare ulteriori deroghe, che riteniamo illegittime, a questa legge; legge che si è derogata fin dal suo nascere.
Sui fondi regionali impostati volevo chiedere a che punto era il discorso del deficit; l'Assessore Gallarini ha citato che c'è stata questa riduzione del deficit generale. Data l'entità della riduzione di quest'anno, si potrebbe forse riuscire a rientrare da questo deficit prima ancora del quinquennio, perché se viene fatto un discorso di proiezione, è chiaro che i 40/45 miliardi potrebbero anche essere un segnale positivo.
Direi che vale la pena, anche in relazione a questa veridicità del bilancio, su cui il Commissario del Governo in passato aveva sollevato forti obiezioni, che potrebbe essere maggiormente sottolineato questo fatto e finché c'è trasparenza e chiarezza noi siamo anche d'accordo. Però mi pare che la relazione a questo progetto di legge sia stata inizialmente lacunosa e poco comprensibile, solo in parte recuperata dagli interventi di carattere più generale fatti dall'Assessore e dal Presidente Brizio oggi che avremmo voluto però a nostre mani prima, per intervenire anche puntualmente su alcune novità che non esistevano a livello di relazione.
Sono state dette alcune cose che nella relazione non c'erano. E allora che razza di dibattito potremmo fare in questo senso? E poi avremmo voluto qualche cosa di più. Può darsi che nell'intervento ci siano state alcune risposte. Francamente è difficile riuscire a rispondere immediatamente su relazioni fatte seduta stante, per esempio per alcuni problemi sollevati da noi in passato, come per il progetto Arianna, che è là Banca Dati giuridici che doveva permettere l'analisi dello stato di operatività della legislazione vigente, per verificare nei fatti la produttività della legislazione stessa e l'esigenza di uno sfoltimento di leggi inapplicate o addirittura disattese, alcune delle quali inutili e anche contraddittorie.
Qualche cosa mi pare che sia stato fatto nel campo delle attività produttive, del mondo del lavoro, relativo alla III Commissione. Tuttavia credo che occorra approfondire questa sperimentazione, e portarla a termine per tutti i settori per le altre leggi regionali, ma soprattutto occorre qualche forma di interconnessione tra la Banca Dati e il bilancio regionale, anche per permettere di intervenire più puntualmente. Sul controllo di gestione, che abbiamo detto essere l'elemento guida nell'attività regionale, dovrebbe essere fatta una relazione preliminare ad una discussione sul bilancio generale, e quindi solo attraverso i dati forniti dal controllo di gestione sarà possibile avviare una politica reale di risanamento.
Salto alcuni passi, tuttavia alcuni elementi citati dalla stessa relazione non possono non essere ripresi, come per esempio quelli riguardanti la politica patrimoniale. L'elenco degli immobili, peraltro è privo di dati tecnici, avremmo voluto capire qualcosa di più sugli ultimi disegni di legge ritirati e avremmo voluto vedere un piano globale di intervento circa l'utilizzo e la dismissione del patrimonio, non solo in relazione al reperimento delle risorse necessarie, ma anche per vedere la razionalizzazione degli uffici regionali, di cui vanno verificate la funzionalità, la possibilità di accorpamento al fine di rendere più agevole il lavoro sia degli uffici stessi e quindi della Regione nella sua accezione generale, ma anche l'accesso da parte delle istituzioni locali e di tutti i cittadini. Bisogna capire se si intende passare da alcuni episodi (proposte di alienazione di acquisto) ad un quadro d'insieme che ci faccia capire la direzione di marcia in cui ci si intende muovere. Sono tutti temi estremamente stimolanti che però rimangono sullo sfondo e direi che le relazioni successive a quella di maggioranza li hanno reintrodotti come momento di discussione. Tra l'altro mi sembra importante anche verificare all'interno del bilancio regionale quali sono i criteri che adotterà la Giunta regionale in relazione alla possibilità d'intervento sul fondo di riserva; è stato detto che la Giunta prima di deliberare informerà la Commissione. Tuttavia è bene che ciò sia un elemento di continuità per permettere che il Consiglio sia a conoscenza di come intende muoversi la Giunta, anche in ordine a fondi congelati che hanno una certa rilevanza.
Come ha detto prima il Consigliere Majorino, avendo avuto a disposizione il documento di bilancio solo giovedì scorso, mi chiedo quale possibilità reale istruttoria vi sia stata per i membri delle varie Commissioni. Nessuna; è una finzione. Gli strumenti a disposizione dei Consiglieri sono del tutto insufficienti. Di solito se ne deve far carico il Presidente di Commissione, ma anche l'Ufficio di Presidenza. A questo proposito, occorre ripensare il ruolo delle Commissioni ed è forte l'esigenza che a livello tecnico vi sia un raccordo tra i funzionari del Consiglio e quelli della Giunta.
Pur essendo sempre pregevole la manifesta disponibilità dell'Assessore non è però sufficiente in quanto vi deve essere per il Consigliere una reale capacità e possibilità di istruttoria per conoscere per filo e per segno il bilancio nel suo processo.
Si è citato l'intervento dell'Assessore Gallarini sull'utilizzo del personale: questo è un grosso tema che meriterebbe un dibattito. Ognuno di questi temi meriterebbe un dibattito: l'utilizzo della macchina regionale l'utilizzo del personale della macchina regionale. Faccio l'esempio macroscopico dei Co.Re.Co., degli ex Comprensori che sono gli elementi più vistosi che saltano agli occhi, ma non è detto che anche a livello dei vari Assessorati si possa fare un discorso di verifica per vedere i carichi di lavoro, che magari sono superiori in certi casi ed inferiori in altri. Ci sono forse delle sperequazioni evidenti. Per esempio - credo abbia detto bene l'Assessore, anche se contraddetto un po' dalle iniziative dell'Assessore Bergoglio - nell'utilizzo di questo personale decentrato sarebbe stato interessante avere a disposizione, come momento di programmazione socio-economica, l'esperienza che si è avuta in passato per l'avvio delle nuove Province di Biella e di Verbania. Mi risulta invece che siano stati assunti - non so se unilateralmente o d'accordo con tutta la Giunta - alcuni provvedimenti attraverso i quali questo personale è stato dislocato qua e là, ma senza che vi sia stata una verifica seria sulle esigenze, o quanto meno un discorso sull'utilizzo di detto personale. Non si può sapere sempre a posteriori come lo stesso viene utilizzato soprattutto vi sarebbe stata l'esigenza, sia a livello di Biella sia di Verbania, di dotare di un supporto tecnico (che tra l'altro era già in loco) le Commissioni che si sono occupate di queste problematiche. Invece con questi atti unilaterali incomprensibili, non discussi da nessuna parte si è verificata anche la perdita di esperienze che in passato, quanto meno hanno permesso ai Comprensori di avere un minimo di programmazione.
In conclusione, è bastato poco alla Giunta per contraddire le solenni affermazioni fatte in sede di bilancio 1992! Quindi nell'anno che si chiude, come negli anni precedenti, il bilancio, l'atto politico programmatico per eccellenza, in cui si dovrebbe cogliere la direzione di marcia della Giunta regionale, si è tradotto in un mero documento contabile, funzionale a continui aggiustamenti e a soddisfare esigenze contingenti che emergono dai vari Assessorati. La Giunta, più che il luogo della programmazione, mi sembra più il luogo della mediazione.
Più che ad un bilancio ci pare un atto propositivo e previsionale ad un processo amministrativo. Il bilancio è un processo che si attua attraverso documenti contabili, note di variazione, leggi di variazione. Di questo bilancio non si percepisce però l'ordito generale e quindi le scelte a monte formulate. Pertanto più che una scelta politica ci sembra una scelta di comodo per portare avanti un atteggiamento amministrativo che forse non è neanche possibile modificare. E credo che qui stia il nocciolo della questione. Comunque, se a febbraio ci sarà la possibilità di fare una prima verifica, entreremo nel merito di quella che non è spesa storica rigida per cui sarà uno dei terreni su cui misureremo se la programmazione è ormai un reperto dell'archeologia politica, oppure - come noi riteniamo - l'unico modo serio per allocare le risorse sui vari settori d'intervento. Quindi da una parte occorre coniugare l'esigenza della dialettica democratica con gli enti locali, che vanno consultati e che dovranno esprimere sul bilancio le esigenze di produttività dell'ente; dall'altra parte, nella scarsità di risorse generali e con la crisi economica che attanaglia il Piemonte diventa sempre più doveroso il ricercare queste esigenze di maggior produttività. Però devo dire che dalla modestia della relazione di maggioranza alla relazione politica, in cui si sono sentiti elementi di condivisione circa l'attacco al centralismo ed altri fatti che pure sottolineiamo e condividiamo, emerga una sproporzione grandissima tra le cose dette, ciò che si vota e ciò che viene così sancito in linea di principio. Noi siamo abituati a vedere le cose nel concreto, quindi questo bilancio è ben poca cosa e nulla ci fa vedere che si inverta la tendenza rispetto al passato. Non ci bastano più le affermazioni generali di principio.
Noi vorremmo che prima dell'assestamento, che prima del bilancio vero di febbraio/marzo 1993, ci fosse una discussione generale partendo anche dalle relazioni di oggi che possono essere integrate sull'aggiornamento del Piano di sviluppo. Non si può pensare che la reindustrializzazione, uno dei sei obiettivi indicati dal Presidente Brizio sui quali si muove la Regione Piemonte, possa essere liquidata a livello di titolo. Se il problema socio economico del Piemonte è un'emergenza dalle dimensioni che sappiamo, questa non può non essere preliminare ad un grande dibattito sul bilancio del 1993.
Quindi, credo che si debba recuperare questo dibattito affinché il bilancio non diventi un momento ripetuto e ripetitivo di una verifica che anziché dare la sensazione dell'insieme delle politiche che si vogliono fare, risulti invece un mero atto contabile come pure, purtroppo, la stessa relazione programmatica ha segnalato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, mentre ascoltavo il Presidente Brizio notavo che, forse per il fatto che sono le 18,20, a parte l'attento Assessore Gallarini, c'erano più o meno tre Consiglieri in aula che stavano a sentire cosa dicesse. Mi sembra un dato significativo ed importante della scarsa attenzione che stiamo dando in quest'aula a un momento che io ritengo invece estremamente importante ad onta dell'orario e del fatto che questo bilancio viene presentato in fine d'anno con molta disattenzione.
Penso che la relazione che ha fatto l'Assessore Gallarini, e che parzialmente ha anche spostato il mio modo di leggere questo bilancio, sia stata estremamente chiara ed estremamente precisa, ma anche con molti limiti che andrò anche a sottolineare. Ho invece notato delle aperte contraddizioni con quello che all'inizio ha detto il Presidente all'inizio.
Quindi, prendiamo un attimo il problema dal fondo. Gallarini ci viene a dire in poche parole: "Noi ci stiamo muovendo, vi abbiamo presentato - come promesso - a bilancio zero la parte delle quote dei fondi a discrezione però la situazione è veramente tragica". Effettivamente, se qualcuno di voi ha ascoltato le cifre della nostra situazione di cassa, penso che difficilmente sia possibile in un ente pubblico, come è la Regione trovarsi in simili situazioni disastrate. Penso che il non rendersi conto nella genericità dei Consiglieri, che cosa abbiano significato quelle cifre, non deponga per la serietà di tutti noi - e mi metto in prima fila nel non affrontare un'emergenza di bilancio che è molto più grave di quanto venne affermato in un primo tempo.
Per questo ho apprezzato quello che ha detto Gallarini, perché egli ha innanzitutto indicato delle linee di tendenza, in secondo luogo ci ha dato delle cifre, in terzo luogo ci ha dato dei proponimenti. Quando il Presidente della Giunta ci viene a parlare di crisi economica e di crisi istituzionale, gli rispondo: "Bene, Presidente, però a questo punto ci vogliamo decidere?", perché noi facciamo parte di un sistema politico nazionale in cui quattro giorni fa il Senato della Repubblica ha convertito in legge definitivamente uno stanziamento di 23.000 miliardi per il Sud ed alcune Regioni specifiche del nord. Mi chiedo quale logica ci sia all'interno di una struttura pubblica che delibera una strozzatura di tale importanza nella vita economica nazionale, quando pensiamo che il bilancio dello Stato di quest'anno sfonderà i 150.000 miliardi e 23.000 miliardi vengono destinati sic et simpliciter in questa direzione. E' una scelta politica che, se noi non accettiamo in quanto piemontesi - ma non soltanto per una questione geografica, soprattutto secondo me per logica economica in questo momento - deve però portare, Presidente e colleghi di maggioranza e- di Giunta, a determinate scelte. Non è possibile che continuiate a rimanere silenziosi davanti a questo fatto. Non è possibile che accettiate una politica a livello nazionale che è soltanto una copia conforme di altre deliberazioni, ma (per essere ancora più chiari) che viene portata avanti con estrema approssimazione. Venendo oggi qui ho sentito delle dichiarazioni alla radio del Ministro del Bilancio, senatore Reviglio eletto nel collegio del Verbano Cusio Ossola, quindi nel mio Collegio.
Sentendole (ed avrei voluto registrarle, ma non avevo il registratore) avrei voluto farvele ascoltare in quest'aula e chiedervi: "Voi siete d'accordo con queste voci?". Perché se non siete d'accordo con queste idee non avete secondo me il diritto (in senso politico) di lamentarvi che le cose non funzionano come voi stessi dite che non funzionano a livello nazionale, salvo poi supinamente accettare determinate linee di politica economica nazionale che mi lasciano davvero interdetto.
Tralasciando questo aspetto e venendo più strettamente al bilancio perché questo è un momento importante e perché ho apprezzato la relazione di Gallarini? Perché viene applicato nel bilancio 1993 questo concetto del bilancio zero, che noi stessi, con tutta la modestia che dobbiamo avere abbiamo sempre portato avanti e sostenuto.
Ma come ci stiamo arrivando? Se opposizione in modo serio significa anche fare della polemica costruttiva e delle proposte, io vengo a fare delle proposte, Assessore Gallarini, non limitandomi a prendere atto di quello che mi si dice. Perché? Noi avremmo preferito - e lo diceva prima il Capogruppo - fare un esercizio provvisorio per arrivare con tutta la struttura di bilancio pronta. Facendo così, voi dite: "Facciamo le cifre minime necessarie e poi, a febbraio, arriveremo a riempire le caselle dove sono indicate soltanto le cifre per memoria". Ma non mi basta.
Propongo che la Giunta presenti ai Consiglieri: a) un elenco dei capitoli di spesa indicati per memoria, ma divisi per argomento, per lo meno per centro di spesa b) la colonna con le proposte della Giunta. Proposte politiche sulle quali ci si possa confrontare, altrimenti diventerebbe un giochetto per l'opposizione presentare duecento emendamenti! Ma poiché nessuno ha voglia di giocare, vorremmo sapere quali siano le scelte politiche della Giunta o della maggioranza, e quando ciò avverrà in termini di tempo.
Non ci serve, non è importante arrivare in aula il 28 febbraio a parlare di questo; occorre che il 15 gennaio, per indicare una data operativa, si abbiano in mano queste proposte. Si vada dunque a discutere nelle singole Commissioni se vogliamo il turismo o l'industria, i parchi o la cultura; si vada a discutere, se vi è per queste priorità, per questi tempi, per un bilancio che poi il 28 febbraio venga in aula nel senso che ci ha detto l'Assessore. Però, se propedeuticamente non abbiamo queste indicazioni, oggi faremo dell'aria fritta.
Le dichiarazioni lette l'Assessore ci trovano estremamente attenti.
Come posso non applaudire alla riduzione del parco auto di servizio da 313 a 147 unità? Però osiamo dire anche: "Finalmente!", perché abbiamo dovuto anche stamparle, queste cifre, per avere delle risposte! Finalmente una riduzione delle linee telefoniche; finalmente una riduzione dei giornali e riviste; finalmente un'ulteriore riduzione delle spese di funzionamento finalmente una riduzione delle consulenze! Però mi pongo anche il problema di come mai ci fossero state queste cifre, secondo me estremamente alte nell'ottica di quello che è il quadro generale di bilancio.
Finalmente si riduce anche, per certe cose, la formazione professionale o gli enti strumentali. Ma qui c'è un altro punto importante. Come facciamo ad andare a discutere del bilancio il 28 febbraio, come facciamo ad andare a discutere di quelle cose in Commissione, se prima non ci siamo chiariti qual è la funzione di questa Regione con gli enti strumentali, argomento da due mesi all'o.d.g., colleghi, sul quale si continua a rinviare per forza di cose? Se non decidiamo che cosa fare degli enti strumentali, non possiamo affrontare il discorso del bilancio, perché se voi andate a vedere gli articoli dal 13 in poi della legge di bilancio - perché in definitiva oggi si va a votare la legge di bilancio - potete notare che abbiamo già i contributi a bilancio per gli enti strumentali. Ci sono infatti 4 miliardi e mezzo per l'IRES; 2 miliardi e 300 milioni per l'ESAP, ecc. Allora, è un'incongruenza enorme.
Il Consiglio regionale non decide sugli enti strumentali, viene presentato un bilancio a base zero, però tutte queste voci, poiché sono "obbligatorie", ci sono.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

Ridotte del 10%.



ZACCHERA Marco

Ridotte del 10%, ma ci sono comunque. Quindi non è più un bilancio a base zero, perché se è vero che non possiamo smantellarli - peraltro l'ESAP l'avrei già smantellato da tempo e il Commissario forse la pensa come me, e anche sull'IRES un lungo discorso va fatto - dobbiamo comunque affrontare questo problema. E se non lo facciamo prima di impostare la politica di bilancio, alla fine avremo una sfasatura dei tempi che mi sembra abbastanza evidente. Questa è una proposta.
Poi dobbiamo anche stabilire una strategia. Come ci comportiamo ritorno al discorso di prima - con il potere finanziario centrale? Non è possibile che ci ritroviamo con 400 miliardi di sfasamento per difficoltà di cassa perché da Roma non arrivano i soldi! Questa è non correttezza contrattuale che va denunciata! Ma va denunciata con un poco più di fermezza e con un po' più di credibilità, perché se non ci facciamo dare 400 miliardi e tacciamo, andando a fare le anticipazioni che ci costano mal contato, il 14% su base annua (14% dopo che è stato ridotto il costo del denaro, ma probabilmente fino all'altro ieri o fino a fine settimana scorsa era anche superiore), penso che non ne usciamo credibili come Regione Piemonte.
Dobbiamo veramente studiare tutti insieme - qui non serve la maggioranza o l'opposizione - una linea pesante, dura, oserei dire unitaria da parte di tutto il Consiglio regionale; dobbiamo farlo, non possiamo rimanere silenziosi davanti a queste cose. Io posso criticare come vengono spesi certi soldi, ma non posso non sottolineare che questi "sbagli" questi sprechi, qualche volta, sono piccola cosa davanti alle inadempienze oserei dire enormi - che vengono portate avanti a livello centrale.
Altro discorso di politica di bilancio, altro quadro che vorrei che l'Assessore riuscisse a medio termine a farci avere: un rapporto che si lega a quello che diceva il Presidente. Quando si parla di infrastrutture e di realtà, chi di noi dice che non deve essere raddoppiata la Torino Savona? Chi di noi dice che non sarebbe logico avere un'autostrada che colleghi Cuneo con Asti? Ma nella situazione odierna, del dicembre 1992 in questo Paese o fino all'altro ieri, qual è stata la realtà di queste cose? La realtà è che la Voltri - Sempione - cito le nostre parti, Gallarini lo sa - è ferma, in buona sostanza, da cinque anni perché una galleria non viene portata avanti; ma è ferma anche - è emerso l'altro giorno - perché c'è un viadotto che non è appaltato, per cui quando sarà ben finita la famosa galleria di Stresa mancherà un viadotto per far funzionare un'autostrada di 100 chilometri.
Che cosa sottostà a questa incredibile realtà? La realtà, colleghi, è che una variante in corso d'opera di quell'autostrada è costata - così è stato indicato - 109 miliardi. Allora comincio a preoccuparmi, pensando che ci possano essere delle forze che fanno apposta a ritardare, perché più si ritarda, più si cambia, più in definitiva questa gente ha determinati tornaconti nella gestione delle opere.
L'Alta Velocità mi spaventa, da questo punto di vista, per l'enorme numero di miliardi che verrà speso; l'Alta Velocità, colleghi, significa 100 miliardi al chilometro. Voi capite che, in un regime dove, volenti o nolenti, voi contenti o non contenti, esiste una corruzione evidente significa muovere una massa di denaro in cui le risorse dello Stato, inteso come entità nazionale, sono penalizzate in modo notevole per realizzare alcune opere pubbliche.
E allora passiamo al livello delle priorità. Voi pensate che l'Alta Velocità, come diceva il Presidente, sia veramente la priorità numero uno di questa Regione? Io dissento; poi posso avere torto, ma dissento sul fatto che questa sia una priorità, la prima priorità di questa Regione.
Dissento sul fatto che il recupero economico di tutte le zone del Piemonte venga salvato dall'Alta Velocità.
Ritengo che una politica più concreta, più "piccola"come obiettivi sarebbe quella di rendere gli investimenti a tassi pari all'inflazione, in modo che rimettendoci del proprio gli imprenditori, che non devono essere portati avanti con degli aiuti a fondo perso, ma posti in condizione di rischiare a dei tassi di inflazione di questo tipo, con dei finanziamenti e degli investimenti a questi tassi, vengano aiutati con una massa di miliardi notevole. Ma aiuta di più l'Alta Velocità o l'Artigiancassa, che è ferma ormai da anni e anni e non è mai finanziata? Che cosa porta di più a far funzionare il sistema economico? L'Artigiancassa verrebbe finanziata con 200 metri di ferrovia; sembra una cosa da ridere, ma siamo ai livelli di 100 metri di Alta Velocità! E allora, nell'ambito di una serie di dimensioni, si devono stabilire delle priorità, e la Regione deve dare delle indicazioni, perché la coperta è troppo corta. A parte il risparmio obiettivo che bisogna fare sulle spese di funzionamento e di gestione e le spese correnti, la coperta è troppo corta: ovunque non ci arriviamo.
Allora io dico: stabiliamo bene prima o cerchiamo di chiedere a noi stessi quali sono le vere priorità, prima di sostenere cose come l'Alta Velocità, che non sono, a mio avviso, così indispensabili ed importanti soprattutto per il Piemonte. Sarebbe molto più logico potenziare determinate altre strutture, sempre nello stesso settore ferroviario, che sicuramente in Piemonte ha dei grossi handicap, ecc.
Ero partito da questa lunga digressione per evidenziare il rapporto mezzi impiegati e risultati. Secondo me, delle risposte devono venire a livello di Giunta con uno studio delle priorità, ma anche dicendo: "Riteniamo di investire questo, scegliendo quello specifico capitolo di bilancio che adesso è a posto per memoria, poiché questi devono essere i risultati".
Dio ce ne scampi se poi determinati capitoli di bilancio diventano fonte di corruzione o di altre cose come nel passato, se non in Piemonte sicuramente spesso è avvenuto.
Penso che sia sciocco da parte di un partito di opposizione opporsi preconcettamente a delle discussioni sul bilancio: noi indichiamo un metodo che secondo noi era più giusto e continuerà ad esserlo, però penso che dobbiamo anche essere aperti ad una discussione molto franca su questi temi. E' troppo importante il discorso: alla gente fuori di qui non importa nulla dell'etichetta che ciascuno di noi ha sulla schiena, interessa che l'Ente Regione sia più efficiente e che i soldi che vengono spesi soprattutto in campo sanitario, che, non dimentichiamo, rappresentano la metà del bilancio regionale, vengano distribuiti con un miglior rapporto fra investimenti e risultati.
Questi sono secondo me i punti chiave, dando anche dei contributi che io ritengo giusti. Vengo velocemente agli ultimi punti nello scorrere dei secondi.
Prestito obbligazionario regionale: non è stupida l'idea, tutt'altro però attenzione, le obbligazioni vengono emesse dalle società quando sono credibili. Se noi non siamo credibili il prestito obbligazionario regionale è soggetto al fallimento. Dobbiamo poi stabilire anche che cosa diamo in garanzia quando facciamo un prestito obbligazionario. Questo tema sarebbe estremamente serio affrontarlo a latere del bilancio perché probabilmente in futuro diventerà meno oneroso ricorrere a questi tipi di obbligazioni che non invece ricorrere al credito ordinario. Se saremo costretti specialmente per anticipazioni, a chiedere il credito ordinario, dal punto di vista finanziario il discorso del prestito obbligazionario è tutt'altro da scartare.
Ultimo aspetto: i consuntivi. Noi stiamo facendo un bilancio preventivo del 1993, però secondo me l'impostazione di bilancio dovrà tener conto anche dei risultati dei consuntivi perché troppe volte davanti ai capitoli impostati a bilancio abbiamo dei rendimenti in termini di soldi effettivamente spesi all'interno dei capitoli che sono distanti anni-luce dalle cifre. Ricordo ad esempio che nel primo capitolo che avevamo esaminato era stato speso un centesimo della cifra che era stata posta a bilancio. Voi capite quindi che non ha senso presentare un bilancio preventivo che porti a dei totali di un considerevole numero di miliardi se poi alla fine i tempi di effettiva spesa si dilungano in più esercizi facendo perdere poi anche in credibilità non solo la Regione, ma anche il bilancio.
Ultima questione davvero (sono andato molto a braccio e chiedo scusa): chiedo che si chiarisca meglio il discorso della fidejussione alla Latte Verbano di 350 milioni perché su questa partita c'è qualcosa che non quadra. Ho presentato diverse interrogazioni, altre ne presenterò: qui c'è qualcosa che non ha quadrato, sono state fatte delle operazioni estremamente avventate, prova ne sia che la Regione si trova adesso a pagare questa fidejussione. Chiedo anche se non sia il caso di cominciare a trovare dei responsabili, perché tutti siamo bravi, amici e più o meno simpatici, però qui bisogna cominciare ad identificare i responsabili che politicamente perlomeno, devono pagare nel momento in cui risultano questi clamorosi buchi, che adesso ci portano al pagamento di 4 miliardi di fidejussione. Questo è un dato di fatto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



ROSSA Angelo

Chiedo la parola per mozione d'ordine.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Vorrei sapere come si intende far procedere i lavori. Se la seduta prosegue, allora si sia ben lungi dal pensare di concludere in tempi più stretti del necessario. Dovremmo almeno conoscere se riusciremo a portare a termine i lavori questa sera; in tal caso occorre bloccare la presenza dei colleghi che hanno impegni irrinunciabili, oppure stabilire se proseguire domani mattina. Lo chiedo per non restare qui inutilmente.



PRESIDENTE

Iscritti a parlare in discussione generale sono ancora i Consiglieri Ferraris, Chiezzi, Ferrara e Bodrero. Vi sono poi altri Consiglieri che interverranno per dichiarazione di voto. Penso quindi che non sia possibile chiudere questa sera.



ROSSA Angelo

Allora rinviamo a domani la votazione.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, non è possibile che ogni volta giunte le sette di sera si cominci a dire 'perché non si va a casa?" dopo aver iniziato i lavori alle 16! Se si viene qui perché non si sa cosa fare a casa diciamolo! Se si fa Consiglio il lunedì pomeriggio sul bilancio si sa che non si prendono altri impegni!



ROSSA Angelo

Io sono qui e ci starò anche fino a mezzanotte oppure domani mattina alle quattro! Io sono qui! Lo dico perché so che ci sono degli impegni di un certo tipo e non vorrei che, come sempre accade, tutti pronti, allineati e coperti, alla fine si dica: '"rinviamo la votazione"! Non sarebbe la prima volta che accade e allora a questo punto non posso trattenere la gente per la giacca per poi fra due ore rinviare a domani. Mettiamoci d'accordo: chiedo solo questo.



PRESIDENTE

Io non ho moltissimi iscritti a parlare. Al momento ho quattro iscritti a parlare in discussione generale e due per dichiarazione di voto. Di conseguenza, se non si aggiungono altri Consiglieri penso che sia anche possibile chiudere.
La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

Il bilancio di previsione per il 1993 è segnato da una novità che ritengo significativa. Non ci troviamo infatti di fronte alla richiesta della Giunta di approvare l'esercizio provvisorio, che è in genere il segnale dell'impossibilità politica od amministrativa di predisporre lo strumento programmatico contabile.
Non ci troviamo neppure di fronte, come negli ultimi tre anni, ad un bilancio tecnico, cioè ad uno strumento completo in grado di coprire con le necessarie preventive autorizzazioni le attività dell'intero esercizio, ma condizionato dalla ripetitività delle impostazioni degli anni precedenti senza l'introduzione di alcuna novità di scelta ed adottato per garantire l'ordinario e tradizionale funzionamento della Regione.
Ci troviamo di fronte invece ad un bilancio a base zero, la cui presentazione era stata sia proposta dalla Giunta che richiesta dal Consiglio come momento preliminare e metodologicamente necessario per meglio comprendere la struttura dell'attività regionale.
E' quindi un bilancio transitorio, che peraltro contiene tutti gli elementi previsti per rientrare dal debito pregresso e che ci consentirà di avviare una seconda fase di scelte qualificanti, avendo provocato finalmente la necessaria e preliminare chiarezza ed avendo definito con precisione le quantità in gioco.
Prendiamo atto che la Giunta non si è sottratta a questo atto di rigore e di trasparenza; rendiamo altresì merito all'Assessore sia di aver presentato, come richiesto a suo tempo sempre dal Consiglio, alcuni schemi di bilancio in grado di renderne immediata la leggibilità e facilitata la possibilità di giudizio politico ed amministrativo, sia di aver comunicato un'utile aggregazione delle voci di attività più significative della spesa regionale al fine di disporre di bilancini autonomi che permetteranno affiancati dai risultati fisici di quelle attività, di poter finalmente esercitare, nella cadenza degli esercizi, un controllo più puntuale della spesa stessa.
L'aver presentato un bilancio a base zero non significa ancora aver conseguito appieno l'altro obiettivo che il Consiglio e la Giunta si erano proposti, cioè quello di porre un definitivo freno alla spesa corrente evitando tutto ciò che può diventare inefficienza o cattivo utilizzo delle risorse.
Nel corso del 1992 si sono compiuti in questa direzione apprezzabili sforzi e la Giunta ha annunciato ulteriori significative iniziative per il 1993: i tagli alle spese per i telefoni, le auto, i giornali.
Pare qui utile sottolineare che occorrerà continuare ad aggredire la formazione strutturale della spesa pregressa per liberare nuove risorse attraverso una ricostruzione più agile dell'impianto di funzionamento della Regione. Ricordo, ancora una volta, come sia indifferibile l'alleggerimento della Regione mediante le deleghe di funzioni amministrative degli enti locali, attuando con ciò la riqualificazione della presenza della Regione in Piemonte, aumentandone la credibilità e la visibilità presso l'opinione pubblica.
Sono queste esigenze che poniamo per il futuro, ma saremmo ingiusti se non riconoscessimo che il lavoro di contenimento della spesa attuato nel 1992 è stato notevole e i piemontesi possono constatarne la positività.
Le risorse che da tale lavoro sono emerse ammontano a 100 miliardi circa e ci auguriamo che possano ulteriormente aumentare per il rigoroso proseguimento del programma di contenimento e di controllo avviato.
E' però vero altresì che questi 100 miliardi sono largamente insufficienti a coprire nel 1993 i circa 250 miliardi di attività discrezionali analoghe del 1992. Nonostante i forti risparmi la libertà di spesa si è ridotta del 60%; è sperabile anche che si sia finalmente capito da parte di molti membri del Consiglio, che non è che ci si possa attendere di più dai trasferimenti dello Stato.
Continua ad incombere peraltro, com'è stato anche ripetuto precedentemente, lo spettro delle grandi gestioni regionali (sanità e trasporti) e che purtroppo diventano pienamente regionali, secondo filosofie da respingere con grande forza, solo al momento della copertura dell'eventuale disavanzo.
Nel 1992 la sanità, ed anche questo è da richiamare con grande evidenza, si chiuderà nella nostra Regione con un risultato contabile positivo, non per i maggiori trasferimenti nazionali, ma grazie alla conduzione oculata e di maggiore efficienza rispetto alle medie nazionali.
Il 1993 rimane avvolto nelle nebbie di una riforma discutibile ed ancora discussa. Rimane però evidente alla DC che l'eventuale ulteriore finanziamento di tale settore dovrà essere a carico non dei 100 miliardi ma, come previsto dalla legge, delle imposizioni aggiuntive. La forte preoccupazione che sta emergendo dai disavanzi cumulati, ormai dal 1988 nel settore dei trasporti, anch'essi gestiti con il massimo rigore dalla Regione, avendo ottenuto risultati nettamente migliori della media nazionale (375 miliardi, com'è stato ricordato rispetto ad una media potenziale, considerati 10 mila i miliardi di disavanzo nazionale, che è di 800 miliardi, quindi circa la metà di quello che si sarebbe dato da attendere) si dovrà ribaltare, se non interverranno significativi interventi nazionali, sui margini attualmente disponibili, sui 100 miliardi riducendone l'entità. Sia il probabilissimo mutuo, sia un meno probabile intervento diretto ridurranno i margini di ulteriore attività ed è qui che ritorna appieno la responsabilità politica.
Il bilancio a base zero ha compiuto il suo onesto lavoro, ha definito gli spazi di manovra con impietosa imprecisione, ha spezzato le fumose impostazioni demagogiche di chi riteneva che con i risparmi si sarebbero potuti finanziare programmi di sviluppo.
C'è da augurarsi che almeno tutto ciò non torni ad ingombrare il tavolo della discussione. Con il carico dei trasporti e senza la sanità si pu ragionevolmente prevedere in 70 miliardi la disponibilità di risorse libere.
Se pure si riuscirà, con un lavoro di scelte politiche sul quale nelle prossime settimane ci si dovrà impegnare, a ridurre da 250 a 70 miliardi le spese che si pensa di finanziare, rimarrà chiara la netta riduzione almeno del 70% delle potenzialità di iniziativa regionale. E qui si pone alle forze politiche il secondo nodo, che è anche dilemma politico suggestivo: tenere, per qualche anno, la Regione ad un livello di impegno modesto anche se fortemente rigoroso, auspicando di ricavare risibili e non qualificanti margini di interventi da qualche ulteriore risparmio. Oppure pur rafforzando le scelte di gestione rigorosa che finalmente i piemontesi possono apprezzare e riconoscere, chiedere agli stessi quei sacrifici peraltro minimi, anche se aggiuntivi, per avere le risorse capaci di produrre interventi di rilancio del Piemonte.
La relazione del Presidente della Giunta ha già messo in evidenza come la Giunta si sia fortemente attivata per reperire le risorse dal livello nazionale ed europeo. E' una visione corale ed ampia che cerca di mobilitare ogni energia possibile per rimettere in moto il sistema Piemonte.
Le infrastrutture materiali e immateriali, la reindustrializzazione e la differenziazione produttiva con la riqualificazione del terziario, il riequilibrio territoriale, il recupero ambientale e i servizi sociali sono scelte strategiche che bisogna chiederci se non sia utile sostenere con un supplemento di risorse nostre, capaci di imprimere un'ulteriore spinta all'accelerazione necessaria.
Ritorna quindi il problema delle addizionali sul quale già molto si è discusso, ma per decidere sul quale ci sono ora finalmente tutti gli elementi, così come ritorna la decisione sulle modalità di finanziamento dovendo scegliere tra un'unica vampata d'investimenti ottenibile con i mutui, ma non riproducibili per il secondo anno, ed un costante e crescente flusso di interventi ottenibili con la scelta dei fondi di rotazione e con l'annullamento dell'indebitamento.
Le cose e le intenzioni oggi riferite dalla Giunta, la disponibilità del documento quadro dell'aggiornamento del piano di sviluppo, le proposte presentate dal Presidente e dall'Assessore Gallarini sono un ricco materiale di riflessione che può consentire alla Regione di varare in breve tempo un progetto di rilancio del Piemonte ricco di possibilità.
Sono auspicabili nuovi contributi ed è quanto mai utile che il dibattito faccia emergere e maturare posizioni ulteriori e migliorative. Ci sono tutte le condizioni per compiere finalmente quel salto di qualità auspicato e per il quale si è lavorato con intensità in questi anni.
L'operosa stabilità di governo che ha caratterizzato in positivo la nostra Regione in questi anni è un bene da difendere; il disastro al Comune di Torino, dopo un anno di paralisi, che probabilmente durerà per molto tempo ancora, richiede un ulteriore sforzo alla Regione: quello di coprire il grave vuoto di rappresentanza politica ed amministrativa che si è creato nel capoluogo.
La solidarietà manifestata nel rinnovo dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio ed i positivi intenti manifestati in quella occasione costituiscono una forte premessa a che il rafforzato quadro politico possa dare slancio al lavoro di questa seconda parte di legislatura. Il voto positivo della DC a questo bilancio è anche la riconferma di un impegno verso il Piemonte, verso le forze politiche di maggioranza e verso l'intero Consiglio regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente, colleghe e colleghi. Per presentare un bilancio di questo genere penso che non ci sarebbe proprio bisogno di un governo, né di così tante competenze assessorili. Penso che se la Regione fosse amministrata secondo le regole di un Comune basterebbe un Commissario.
Tendere a valorizzare la scelta di questo bilancio denominato a base zero come la scelta innovativa capace di dare una sterzata alla gestione del bilancio e alla politica regionale, la trovo sinceramente risibile. La base zero, colleghi, è un mezzo per giungere ad una politica, ma non è un fine.
Voi qui presentate alla fine dell'anno, con una crisi che galoppa, e Brizio l'ha ripetuto nella sua relazione, la conclusione di un lavoro vostro presentandovi al Consiglio con un bilancio che non sceglie né le priorità di spesa, né le risorse di cui la Regione intende disporre. E' un bilancio sulle cose che contano, fatto di pagine bianche. Bianche sono le pagine lasciate vuote da quei cento miliardi che accantonate, bianche sono le pagine delle risorse che la Regione potrebbe mettere in bilancio. Scambiate i fini con i mezzi e vi lodate perché siete riusciti ad evitare il bilancio provvisorio e l'esercizio provvisorio. E' troppo poco a mio avviso rispetto al merito e all'importanza della crisi. Di fronte ad una situazione di questo genere, giungere ad un appuntamento che conoscete da sempre, quello del bilancio, dicendo: "Siamo stati bravi, perché per la prima volta non abbiamo lavorato sulle scelte precedenti e non abbiamo compiuto alcuna scelta che compiremo entro marzo del prossimo anno", penso che sia un fatto gravissimo. La traiettoria della crisi oltre un certo punto difficilmente può essere corretta. Il tempo, in economia e in tante altre materie, è decisivo, è qualità di una politica, è forza di un governo. Se le decisioni non vengono prese in tempi utili, non sarà più possibile prenderle, non ci sarà più tempo per risalire la china. Il declino e la crisi di Torino non sono ad un livello incipiente. Moto incipiente è quel moto che sta per avvenire. Una grande massa in moto incipiente la si può ancora tenere ferma anche solo con la forza di un dito. Ma se la massa sta già cadendo, travolge tutto. Ogni giorno, ogni mese che passa sono occasioni che se ne vanno e non potranno più essere utilizzate. E' per questo che do un giudizio così netto e, con rammarico così duro. La Regione Piemonte non si merita questo e non esce dalla crisi con un governo di questa qualità. Questo è un bilancio di qualità zero perché rimanda tutto quello che può scegliere domani. Ma chi ve l'ha detto che si può aspettare domani? Chi vi ha detto che non era vostro dovere oggi, in questo bilancio, compiere quelle scelte? Da chi avete avuto questa dilazione di tempo che pagherà tutta la collettività? Questa è una carenza di governo. Non esistete oggi come governo e questa vostra latitanza rafforza da un lato la crisi e dall'altro tutti coloro che vogliono rimandare la risoluzione dei problemi. Brizio, non mi pare proprio che questa sia la reazione che tu chiedevi e volevi. Si avrà anche una gran fiducia nel Piemonte, lo spero. Certo, vedendo come state governando, mi chiedo chi può avere una fiducia di questo genere. Tutti gli atti amministrativi di vostra competenza, importanti, non li avete presi: il Piano regionale di sviluppo non esiste, il Piano dei trasporti ed il Piano territoriale non esistono. Carletto mi ascolta, bontà sua lo ringrazio. La riforma della legge urbanistica non c'è, riforma promessa dall'Assessore Carletto; lo cito non per polemica, solo per attenzione, visto che mi sta ascoltando. Questo per dire che sui capisaldi di una politica siete assenti. Nel momento in cui presentate il bilancio vi presentate dicendo di stare tranquilli, perché nulla avete scelto. Malissimo, dovevate scegliere se avere nuove entrate e come utilizzarle. Così la crisi non la gestite voi, si gestisce da sola. Voi non spendete 100 miliardi: non mi pare che dobbiamo fare una festa per il fatto che sono stati accantonati! Dobbiamo metterci a piangere che la Regione Piemonte oggi, dicembre 1992, non ha colto l'occasione di decidere come spendere 100 miliardi, perché se va bene coglieremmo l'occasione di spenderli a febbraio o a marzo. Non è una buona notizia, questa. E' una notizia che comunque da parte di una forza di opposizione va denunciata ai cittadini dicendo "Bel governo che abbiamo.
Con la crisi che c'è 100 miliardi stanno ancora fermi qualche mese, perch non si sono ancora messi d'accordo su come tassarvi e su come spendere i soldi vecchi e nuovi di cui si dispone". Per fare un esempio, e concludo il problema del Coro della RAI è uno dei tanti problemi della Regione Piemonte. Il problema del Coro della RAI può essere affrontato in questa sede? Propongo di sì. Alcune voci critiche sollevano il fatto di come stanziare dei soldi per il Coro della RAI quando, giustamente, per altri settori non si fa nulla. Vedete che responsabilità vi prendete? Di essere in difficoltà di fronte a questa critica. Allora come se ne esce? Sulla vicenda del Coro della RAI gli impegni come Consiglio regionale ce li siamo già presi, gli impegni generici li abbiamo assunti. Il Consiglio ha detto alla Giunta di chiedere alla RAI di recedere da questa decisione "ci impegniamo a verificare la possibilità di fare una fondazione". Di fronte a questi impegni generici le risposte che sono state date quali sono state? L'esonero dal servizio del Coro RAI. Di fronte a questa situazione gli scenari sono due: primo scenario, accettiamo questa decisione, e allora diciamo ai coristi della RAI "andate a casa". Secondo scenario, non la accettiamo. Se non la accettiamo dobbiamo cambiare il quadro di riferimento della discussione, perché se il quadro di riferimento non cambia, non abbiamo novità da portare a Roma. Allora l'unica alternativa, se non accettiamo la decisione, è porre sul tavolo di trattativa con la Commissione di vigilanza e della RAI un fatto nuovo rilevante, e il fatto nuovo e rilevante ritengo che sia un impegno specifico di stanziare una cifra a bilancio che segni una novità concreta nel tavolo di discussione di cui non si può non prendere atto. Il Presidente Brizio può chiedere con un telegramma al Presidente Radi e a Pasquarelli di prendere atto che c'è un fatto nuovo. Prima c'erano impegni generici, oggi la Regione si muove con le proprie gambe con una piccola somma, chiedendo alle altre istituzioni pubbliche e private di agire in tal senso. In questo senso penso che ci possa essere una forza per chiedere un incontro e per sospendere ogni decisione definitiva.
Mi rivolgo al collega Rossa tanto preoccupato della programmazione, lui che arriva da Alessandria. Gli chiedo qual è il quadro in cui si pu inserire questa stonatura di scegliere per il coro della RAI, mentre tutti gli altri li teniamo a bagnomaria fino a marzo.
Secondo me il quadro può essere quello di decidere sin d'ora - ho presentato il 23 novembre una modestissima interpellanza in questo senso che magari chiedo ai colleghi di leggere - di aprire con la crisi dell'ente lirico, la crisi del Coro RAI, la crisi della RAI a Torino (spero che Ferrara ne parli), la crisi del Teatro Stabile, le crisi in cui le istituzioni e le associazioni culturali di tutto il Piemonte versano, di cogliere l'occasione del Coro e di uno stanziamento ad hoc per aprire con il Governo centrale una vertenza sulla cultura in Piemonte. Una vertenza che parta dal presupposto che il Piemonte chiede che non vengano effettuati tagli in questo settore. E' un settore a livello nazionale in cui si spendono pochissime risorse rispetto all'ammontare delle risorse complessive. E' un settore su cui il Piemonte vuole fare leva per uscire da una crisi gravissima. Questo mi sembra sia un cappello logico di cui di certo si sente il bisogno e che potrebbe su questo tema unire le forze nostre per salvare il Coro della RAI e per impostare a livello della politica culturale un'azione decisa del Piemonte verso il Governo centrale a favore di scelte che valorizzino questo nostro patrimonio anzich depauperarlo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signora Presidente, colleghi Consiglieri, voglio intervenire in questo dibattito che mi pare sia particolarmente importante.
Abbiamo sentito due relazioni, quella dell'Assessore Gallarini e quella del Presidente Brizio: entrambe contengono diversi elementi di interesse.
Sono d'accordo con il Consigliere Zacchera che queste relazioni sono poste nel grande disinteresse di questo Consiglio regionale, ma molte volte capita questo. Stiamo affrontando dei discorsi molto seri che riguardano il futuro della nostra Regione e mi pare che i problemi che abbiamo posto non siano così riduttivi come qualcuno, da parte della minoranza, intende dimostrare.
Credo che siamo in presenza di una scelta molto seria e importante per la Regione Piemonte. Una scelta politica molto forte. Non è vero che qui non si sono fatte delle scelte. Ho la sensazione che sia la prima volta che in questo Consiglio ci si ponga il problema di fare delle scelte rispetto a uno scenario che va sempre più deteriorandosi. E' la prima volta che ci poniamo seriamente questo problema.
Ma quali sono le novità? Per esempio il fatto che si tengano fermi gli impegni assunti all'inizio della costituzione della Giunta del 1990 circa la pulizia del bilancio e l'eliminazione di una serie di capitoli, mi pare sia già di per sé un fatto piuttosto importante.
Inoltre, questo tipo di bilancio è un mezzo per individuare gli obiettivi da raggiungere non fra duemila anni, ma a termini molto brevi.
A me pare che questa sia una scelta di grande importanza. Con questo documento viene superato un limite che fino ad oggi ha sempre caratterizzato la locazione delle risorse, cioè il fare di ogni iscrizione in bilancio un precedente per le decisioni successive considerando ogni bilancio come la registrazione di una serie di precedenti, accumulatisi nel tempo, tipica di un approccio non a base zero, ma di un approccio che viene chiamato dagli studiosi del bilancio "incrementale" che è contrapposto rispetto a quello a base zero.
Con questa impostazione credo che la Regione sia uscita dal circolo vizioso di quel tipo di bilancio, che comunque continuava a considerare il passato come qualcosa di fondamentale per il presente. Noi abbiamo vissuto con questa cultura: un bilancio del 1991 che era uguale a quello del 1990 del 1989, del 1985, del 1980, del 1975; un bilancio che era sempre lo stesso, da quando si è impostato abbiamo sempre seguito lo stesso criterio di aumentare, dimenticandoci di fare delle scelte. Questo è un momento in cui si compiono alcune scelte. Credo che si siano poste le condizioni per uscire da quel circolo vizioso ed entrare in un circolo virtuoso, non fra duemila anni.
Il Presidente ci ha detto che queste scelte verranno fatte entro gennaio e io mi auguro che vengano fatte il più in fretta possibile. E' un impegno importante che si è assunta la Giunta e tutta la maggioranza.
Negare tutto questo mi pare che sia negare una evidenza.
Ci sono altri elementi che, a mio giudizio, hanno un significato politico importante: mentre si presenta un bilancio a base zero si fa un'affermazione di principio di grande importanza. Non è a base zero per il rientro dal deficit o per il rientro dal disavanzo, ma lo è per una scelta politica fondamentale. Si dice: "fermiamo tutto perché dobbiamo individuare le scelte forti, una scelta non la fermiamo. Dobbiamo rientrare da quel deficit che da tanti anni, cari amici, caratterizza il bilancio della Regione Piemonte". Entro febbraio si dovrebbe chiudere una fase, mi auguro.
Però la relazione dell'Assessore non può non determinare un atteggiamento ottimista. Non voglio fare l'elogio dell'Assessore, l'ho già fatto altre volte e già altre volte l'ho apprezzato, ma credo di doverlo fare ancora una volta. Sarò forse smemorato, ma mai in quest'aula si è esaminato il bilancio della Regione come quest'oggi ha fatto l'Assessore Gallarini.
Credo che dobbiamo dargliene atto, e mai come ha fatto quest'oggi l'Assessore Gallarini si sono individuati metodi e procedure per andare a toccare le pieghe del bilancio, quelle che nascondono gli sprechi - anche se so che questa parola non piace a Marchini - perché quando ci sono delle cose che possono essere ridotte a percentuale sono sprechi e si possono correggere anche le scelte non più condivisibili o comunque superate.
L'Assessore Gallarini ha fatto alcuni esempi. Io li avevo già fatti in quest'aula ed ero stato accusato di scelte ragionieristiche. Bene Assessore Gallarini, mi pare che la scorsa settimana lei sia stato accusato di essere un geometra. Io l'accuso di essere ragioniere, ma è un elogio questo: continui in quest'ottica ragionieristica perché credo che i bilanci si puliscano anche in questo modo. Ci ha fornito un dato molto concreto sulla drammaticità della situazione non solo di cassa della Regione, anche se quella di cassa è molto grave: il bilancio della Regione, le finanze regionali rappresentano una cosa drammatica e quei pochi che hanno sentito i dati di Gallarini credo che non possano non tenerne conto nelle scelte che dovremo fare nei prossimi giorni, forse nelle prossime mezz'ore, caro Brizio. E sarebbe veramente come rimangiarsi tutta una politica se qualcuno in quest'aula cercasse di dimenticare il bilancio a base zero e comunque di opzionare scelte che nessuno ha ancora individuato come scelte strategiche che si devono fare.
C'è stata un'altra scelta che noi apprezziamo nell'intervento del Presidente. Ha fatto alcune importanti affermazioni di carattere programmatico che condivido quasi tutte. Ha detto che gli interessi del Piemonte non sono omogenei rispetto a tutta la Padania: è vero, il Piemonte ha una sua specificità, e la gente deve sapere che non esiste un nord omogeneo, bensì vi è un nord disomogeneo, e il Piemonte ha una sua specificità che non è uguale a quella degli altri.
Non credo che la scelta dell'Alta Velocità sia la panacea di tutti i mali. Il Consigliere Zacchera dice che non crede che con questo si risolverà tutto; certamente non si risolve tutto, però è fuor di dubbio che il Piemonte deve collegarsi con i sistemi forti dell'Europa. Con i sistemi forti dell'Europa ci si collega con i trasporti, con la capacità di collegarsi veramente attraverso servizi aeroportuali, attraverso autostrade ed anche attraverso ferrovie ad Alta Velocità. Solo in questo modo si creano le condizioni, lo scenario perché tutto il tessuto della nostra Regione possa riconquistare quelle caratteristiche, quell'appetibilità che è propria di altre regioni e che la rendono oggi meno appetibile.
Il Presidente Brizio ha parlato di questione piemontese come questione nazionale. Anche questo mi fa piacere: che finalmente si chiarisca che esiste una questione piemontese; che la questione piemontese non è un fatto riduttivo, un voler correre dietro ad altre Regioni o fare il "boia a chi molla" anche qui a Torino. No, la questione piemontese è una questione vera di interesse nazionale. Il fatto che oggi il Presidente Brizio, che qualche volta forse aveva dubitato su questa necessità di considerare la questione Piemonte una forte questione nazionale, l'abbia richiamata è un elemento positivo che pure noi apprezziamo.
Il problema della reindustrializzazione del Piemonte. C'è una crisi industriale forte; occorre dare, per quanto riguarda le nostre competenze un sostegno - ha ragione il Consigliere Zacchera - alla piccola e media impresa, all'artigianato, che è competenza nostra diretta. E ha ragione anche quando dice che l'Artigiancassa non riesce a finanziare quasi nulla.



(Commenti in aula)



FERRARA Franco

Rientra in quelle scelte che dovremmo fare entro febbraio, mi auguro.
Mi auguro che, rispetto alle scelte che dovremmo fare entro febbraio, per le materie che sono di nostra competenza, questa Regione e questa maggioranza sappiano fare le scelte giuste e che vadano a rimuovere le situazioni di difficoltà che sta vivendo oggi la nostra Regione.
La nostra Regione guarda ad occidente verso l'Europa: sono molto d'accordo anche su questo. Superando le barriere, entrando in un Mercato Comune Europeo di alto respiro, credo che l'omogeneità e le sinergie più forti che il Piemonte pub trarre, le trae certamente da un collegamento serio con la vicina Francia, non tanto con la Padania o altre Regioni dell'Italia settentrionale. Occorre affrontare questo problema in modo serio, perché credo che veramente questa sia una scelta importante per la nostra Regione.
Ho qualche perplessità sulle vocazioni al terziario del Piemonte. Credo che ognuno abbia le sue specificità; credo che metterci a fare la concorrenza con Milano e la Lombardia sui servizi finanziari sia un pochino velleitario. Credo che il Piemonte abbia sue specificità anche nell'ambito del terziario; un terziario che dia supporto forte e avanzato al sistema industriale, che comunque continuerà ad essere (e necessariamente deve continuare ad essere) il sistema portante della nostra economia.
Ebbene, tutte queste cose sono emerse oggi da questo confronto e dalle relazioni che ci sono state. A me pare che sia stato un dibattito importante, forse più di tanti altri che abbiamo vissuto in quest'aula.
Forse lo ricorderete che quando il sottoscritto votava pro-bilancio non aveva mai un grande entusiasmo; non che oggi abbia un particolare entusiasmo, però certamente, se le cose che si sono dette troveranno, entro febbraio, concretezza nelle scelte di bilancio, credo veramente che la Regione Piemonte, per quanto è di sua competenza, ed è poca, abbia compiuto quegli atti politici capaci di metterla in una condizione migliore rispetto a quella in cui siamo oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grosso.



GROSSO Carlo Federico

Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento politico del Presidente Brizio ed ho capito perché il Presidente ha voluto parlare, con la sua autorità, in quest'aula del bilancio. Indubbiamente occorreva cercare, in qualche modo, di riempire i vuoti del bilancio presentato dalla Giunta con un discorso politico generale. Vuoti, certo, perché quando si presenta un bilancio che si definisce né tecnico né provvisorio ma di funzionamento per una ragione pratica, perché si vuole cambiare, come del resto è opportuno i contenuti dei singoli capitoli e quindi bisogna sganciarsi dal bilancio precedente, non si poteva tecnicamente fare un bilancio provvisorio.
Si è quindi trovato un espediente per affrontare, nel modo in cui la Giunta ha ritenuto di affrontarlo, il problema bilancio a questa data.
Però, al di là dei piccoli segnali di novità che l'Assessore Gallarini si è sforzato di indicare, è chiaro che il bilancio è vuoto, e lo vedremo fra poco.
II Presidente ha cercato di darci alcune indicazioni programmatiche generali. Però ho l'impressione, Presidente, che queste indicazioni di tipo generale, non accompagnate da un'indicazione precisa dei modi e dei metodi con i quali voi ritenete di poter realizzare questi obiettivi, significhi null'altro che aggiungere vuoto al vuoto.
Certo, le vostre indicazioni di massima sono estremamente elevate. Voi volete potenziare le strutture, lanciarvi nel mondo dell'innovazione rinnovare il terziario, rilanciare l'industria piemontese (è importantissimo). Volete elevare o quanto meno mantenere la qualità dei servizi, affrontare e risolvere il problema dell'Alta Velocità e i problemi dell'Università. Ci sono i problemi dell'energia e avete indicato i temi dello smaltimento rifiuti.
Un enorme panorama di interventi: con quali mezzi? Come? Lei all'inizio del suo intervento, molto realisticamente ha definito drammatici i termini della situazione economica e istituzionale del nostro Paese, e su questo - ahimè - devo concordare con lei: abbiamo una situazione economica disastrosa, abbiamo una situazione istituzionale che ormai frana da tutte le parti.
Questo è vero, ed è anche vero - anche su questo punto concordo con lei che bisogna cercare di reagire. Però mi domando con quali mezzi e come perché a questo punto mi sarei aspettato - ma non da oggi, da ieri e dall'altro ieri, da un anno fa - che si elevasse fortissima la sua voce autorevole di Presidente della Giunta regionale del Piemonte per rivendicare, di fronte allo Stato, mezzi, risorse, realizzazione di questi obiettivi. Ma questa voce noi l'abbiamo sentita poco e timida fino a questo punto e non è certo il discorso, non è certo l'elencazione dei temi che lei ci ha fatto questa sera che può fare cambiare in qualche modo l'opinione che noi abbiamo dell'attività della sua Giunta.
Lei ci ha anche detto: "Tenete presente la scarsità dei margini di manovra che abbiamo a livello di bilancio ordinario attuale: andiamo dai 100 ai 400 miliardi". Certo, è un'entità di manovra estremamente ridotta. E come possiamo allora conciliare, se non ci indica i metodi concreti coi quali lei ritiene di intervenire, questo misero margine di manovra con gli obiettivi altissimi che lei ritiene di potere perseguire e raggiungere? Se non ci indica concretamente i modi, se non fa la voce grossa nei confronti dello Stato, ho l'impressione che quello che lei ci ha detto questa sera rimarrà uno, due, tre, quattro, cinque sogni nel cassetto, mentre la nostra Regione continuerà a declinare inesorabilmente. E' per questo che - dicevo il suo intervento di questa sera ci ha dato l'impressione di aggiungere vuoto a vuoto e l'elencazione di una serie di obiettivi grossissimi senza alcuna indicazione concreta dei modi con cui realizzarli. Ed allora siamo estremamente preoccupati.
Avevo letto con molto interesse il documento che l'Assessore Gallarini ci ha illustrato in Commissione. L'Assessore Gallarini ha scritto ad un certo punto, molto onestamente: "La logica richiederebbe, soprattutto in momenti di difficoltà, di potere predisporre un piano di intervento a medio termine collegabile nell'esperienza regionale al bilancio pluriennale".
Gallarini stava parlando del bilancio preventivo per l'anno 1993! E ha dovuto riconoscere che a fronte del quadro assolutamente incerto dovuto alle indicazioni che sono date nella prima pagina (approvazione della legge finanziaria, definizione ed approvazione dei decreti delegati in materia di sanità e di finanza decentrata, configurazione del ruolo istituzionale delle Regioni, apertura delle frontiere europee, andamento dei tassi) variabili terrificanti, non era assolutamente possibile fare nemmeno in termini di bozza un piano di intervento a medio termine. Questo ha scritto onestamente l'Assessore Gallarini e allora domando come può il Presidente della Giunta, della stessa Giunta cui appartiene l'Assessore Gallarini presentarci in quei termini quel programma e come noi possiamo credere al realismo di questo programma! Certo, entro il 28 febbraio 1993 la Giunta si è impegnata a riempire questo bilancio. Noi attenderemo con estremo interesse questa data e cercheremo per nostra parte di fare alcune considerazioni sui contenuti di questo bilancio per cercare, nei limiti dei poteri evidentemente limitati di un'opposizione, di contribuire a indirizzarlo o condizionarlo per quanto possibile secondo i nostri obiettivi politici.
Rimane comunque l'enorme scarto fra l'indicazione contenutistica che l'Assessore Gallarini ci ha dato in questo suo documento e le indicazioni di grandi linee che ha voluto darci il Presidente. Ci consenta, Presidente di non credere a quello che lei ci ha detto. Ci consenta, Presidente, di dirle che siamo convinti che lei non riuscirà a realizzare questo perch non ci ha indicato nessun modo concreto per realizzarlo. Spero che nella replica lei sia in grado di fornirci i modi concreti in cui intende operare per riuscire, in qualche modo in questo contesto drammatico, che lei stesso ha definito così, a realizzarlo.
Fra le molte, c'è un'altra sua affermazione che mi ha colpito. Lei ha detto che è già stato un grossissimo risultato riuscire ad azzerare le voci di bilancio. Lei ha detto: "base zero conquistata a fatica". E' stato un grosso risultato, ci credo. Guardi però, Assessore, non è stato un giudizio molto positivo quello che lei con questa frase ha dato della sua Giunta perché ha detto: "Sarebbe stato molto più facile adagiarsi su ripetizioni di conformismi ai quali ci eravamo abituati". Certo, la ripetizione delle vecchie ed abusate clientele di questa Giunta! Apprezzo il suo coraggio prendo atto comunque che la critica viene dagli stessi banchi della Giunta ed è una critica molto pesante all'operato concreto negli anni precedenti degli Assessori che sono responsabili dei singoli settori della sua Giunta.
Lei ha indicato alcune linee politiche che già emergerebbero dal bilancio: riguardano la spesa corrente e i tagli. Certo, i tagli nei settori che lei ha indicato sono assolutamente necessari. Credo che noi non possiamo non apprezzare questa strada e il fatto che lei abbia imboccato questa via. Non sono in grado al momento di valutare se questi tagli sono veramente rilevanti o no, vedrò di approfondire questo problema di qui al febbraio 1993 quando discuteremo, mi auguro, i contenuti reali di un qualche bilancio. Vorrei dire però, cominciando a dirlo oggi e cercando poi di verificarlo, nell'augurio di poterlo verificare positivamente alla fine di febbraio, quando discuteremo il vero bilancio, che una volta imboccata questa strada si vada con estrema decisione a tagliare finalmente tutti i contributi a pioggia che da anni questa Giunta dà a destra e a sinistra per impiegare tutte le risorse su programmi finalizzati e soltanto su programmi finalizzati! Questa è la prima richiesta decisissima che noi come opposizione PDS formuliamo. Come indicazione poi - evidentemente per ora non possiamo che essere estremamente generici perché sono le idee di fondo del nostro programma - noi chiediamo che la parte consistente delle spese discrezionali sia investita rigorosamente per il sostegno per l'occupazione e lo sviluppo del Piemonte, per il riequilibrio delle aree regionali e la difesa dello stato sociale. La difesa dello stato sociale è un punto nodale al quale non può assolutamente sfuggire la Giunta di questa Regione! E' stata indicata anche dal Presidente, mi spiace soltanto che l'indicazione del mantenimento del livello dei servizi sia stato l'ultimo punto indicato dal Presidente. Si ricordi, Presidente, che il livello dei servizi è il punto che sta più a cuore ai cittadini. Lo sviluppo economico e la reindustrializzazione evidentemente sono delle premesse, il livello dei servizi però non può essere abbandonato. Credo che tutti quanti, ma in primo luogo la Giunta che per sua scelta ha responsabilità di governo dobbiamo operare fino in fondo perché lo stato dei servizi non abbia a dequalificarsi ulteriormente. Basti pensare a quel settore terrificante che è la sanità per rendersi conto che - ahimè - lo stato dei servizi sta scadendo precipitosamente nella nostra Regione e forse in tutta Italia.
Vorrei sapere allora con specifico riguardo a questo settore (sanità e per certi versi assistenza) quali iniziative concrete la Giunta vuole assumere per evitare che il degrado sia terrificante e che i nostri cittadini abbiano a subire costi assolutamente insopportabili. Credo che difficilmente i piemontesi sarebbero disposti a tollerare ulteriori degradi, al di là dei problemi di bilancio che inevitabilmente vi sono.
Di fronte ad un bilancio a livello zero e di fronte alla scarsa credibilità che, a nostro avviso, ha il discorso politico che ha voluto fare questa sera il Presidente della Giunta, il nostro Gruppo ovviamente voterà contro questo bilancio, attendendo con una certa ansia le decisioni immagino saranno indubbiamente sofferte - che la Giunta crederà di assumere in fase di bilancio definitivo. Per quanto ci riguarda noi cercheremo modestamente come opposizione di fare la nostra parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Questo bilancio offre una sconfortante prospettiva: mancanza di una dura fermezza verso lo Stato e verso operazioni statalistiche tipo Melfi costosi acquisti di palazzi ad uso burocratico - quando in Torino ci sono palazzi pubblici lasciati in disuso - opere faraoniche e megalomani per lo più dannose all'ambiente. Invece le priorità in gran parte sono state eluse e deluse, soprattutto la priorità spirituale, linguistico - culturale della lingua nazionale piemontese.
Il bilancio ha un'impostazione materialistica che non può che aggravare la situazione negativa piemontese.



PRESIDENTE

Ringrazio tutti i Consiglieri. Domani la seduta inizierà con alcune interrogazioni; vi sarà quindi la replica della Giunta, le dichiarazioni di voto e le votazioni relative al bilancio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,35)



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