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Dettaglio seduta n.191 del 30/11/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Partecipazione e informazione: argomenti non sopra specificati

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale sull'incontro tra i Capigruppo consiliari ed il Coro RAI


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Informo i Consiglieri che sono stati ricevuti dai Capigruppo alcuni rappresentanti del Coro della RAI, che ha depositato una serie di firme.
Non c'è stato nulla di formale da parte del Consiglio regionale.
Informo anche che è in corso la riunione per l'insediamento del Comitato radiotelevisivo.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 281: "Quarta sottoscrizione di aumento di capitale della S.p.A. Aeroporto di Cuneo-Levaldigi"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 118) all'o.d.g. che prevede l'esame dei progetto di legge n. 281.
La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI, relatore Signor Presidente e colleghi Consiglieri, è noto come la Regione Piemonte sia azionista della S.p.A. Aeroporto di Cuneo-Levaldigi, in esecuzione della L.R. 25/80 che, in base alle dichiarazioni del Piano regionale dei trasporti, autorizzò tale partecipazione.
Per far fronte alle esigenze di funzionamento e di sviluppo della società, con L.R. 51/81 fu autorizzatala sottoscrizione di un primo aumento del capitale sociale, in proporzione alla quota azionaria a suo tempo sottoscritta, ed in termini analoghi, con le LL.RR. 59/80 e 47/91, fummo autorizzati alla sottoscrizione di un secondo e terzo aumento dello stesso capitale sociale. Attualmente, la partecipazione della Regione Piemonte alla S.p.A. Aeroporto di Cuneo-Levaldigi - il cui capitale a seguito dell'abbattimento per perdita, deliberato dall'assemblea ordinaria del 14/11/1991, ammonta a L. 5.409.600.000, suddiviso in 772.800 azioni del valore nominale di 7.000 lire ciascuna - è pari al 13,043%, per un valore nominale pari a L. 705.600.000.
Nel merito la ricapitalizzazione è motivata, dalle esigenze finanziarie della società, che sostiene costi elevati rispetto alle entrate, ancora limitate, e che è impegnata all'ammortamento di rilevanti spese di investimento.
Allo scopo di poter procedere alla sottoscrizione del su indicato aumento di capitale, la Giunta regionale ha predisposto all'approvazione del Consiglio il disegno di legge n. 281, di cui si tratta, il quale reca la clausola dell'urgenza, onde consentire l'impiego della spesa entro il corrente anno finanziario.
La I Commissione ha preso in esame il disegno di legge nella seduta del 19 novembre u.s, e dopo attenta valutazione lo ha approvato a maggioranza.
In considerazione di quanto sopraesposto se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Signor Presidente e colleghi Consiglieri, in Commissione ho manifestato dissenso - che ribadisco in questo momento in aula - nei confronti di questo aumento di capitale, per due autonome ragioni. La prima è che dobbiamo decidere all'insegna della fretta; infatti, la deliberazione del Consiglio di amministrazione che ha ricapitalizzato, e che quindi ha disposto che si possano sottoscrivere nuove azioni, risale al 14/11/1991.
Il disegno di legge è del maggio 1992; non si comprende perché si debba decidere - questa è la considerazione, a mio avviso, più di fondo - senza che vengano prospettati nel contesto della relazione i motivi per cui si deve procedere all'aumento di capitale.
Infatti, ci si limita ad affermare che tale aumento di capitale, e quindi la necessità di sottoscrivere nuove azioni, discende da "esigenze finanziarie della società, che incontra elevati costi di gestione, a fronte di entrate limitate, ed oneri rilevanti per l'ammortamento degli investimenti". Questo potrebbe essere il titolo a capo dei motivi del provvedimento.
Sono convinto che il Presidente del Consiglio di amministrazione avrà fatto agli azionisti una non concisa, ma motivata e lunga relazione, nel contesto della quale avrà spiegato le esigenze finanziarie della società la quale incontra elevati costi di gestione.
In altri termini, ritengo che i Consiglieri regionali - parlo in proprio, ma penso di interpretare il pensiero di altri colleghi - devono poter decidere con cognizione di causa. E' vero che questo aumento è piccola cosa, sia pure in senso relativo poiché in questo periodo di ristrettezze note e arcinote, in particolare all'Assessore al bilancio 705.000.000 sono pur sempre di una certa consistenza, ma questo è il quarto aumento di capitale, la quarta sottoscrizione da parte della Regione, che si aggiunge ad altre tre sottoscrizioni, per un totale di oltre 4 miliardi.
Forse esistono ragioni serie, vere e reali, perché si debba procedere a questo aumento, ai fini di continuare a mantenere la quota della Regione però non ci viene spiegato nulla e dire che ci sono difficoltà finanziarie e lo credo bene, se si ricapitalizza - non è sufficiente; per potersi esprimere bisognerebbe conoscere nel dettaglio i motivi, così se ci fosse qualcosa che non convince, potrebbero esserci serie ragioni per non sottoscrivere.
C'è un altro aspetto. Era il 14/11/1991: è impossibile che dopo un anno non ci siano gli elementi di cui ho parlato, cioè la relazione del Consiglio di amministrazione, allegata al disegno di legge. Questi sono i motivi per cui il nostro Gruppo esprimerà dissenso.
Un'ultima considerazione: non so se esiste veramente un termine di scadenza al 30 novembre, perché nella relazione non è indicato. Se la sottoscrizione di nuove azioni è stata proposta nell'assemblea del 14/11/1991, non è da escludere che dopo un anno i termini siano ancora aperti. Chiedo pertanto un rinvio di questa decisione, una sospensiva anche solo di un mese, onde, da parte dell'azionista Regione, si possa allegare alla relazione al disegno di legge quella del Consiglio di amministrazione nel contesto della quale si spieghi come e perché si richiede questo aumento di capitale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Grazie, Presidente. Sia per l'importo sia perché di tratta di una potenziale significativa infrastruttura di trasporto in Piemonte, occorre fare qualche considerazione, premettendo che le stesse portano alla conferma dell'opinione espressa in I Commissione, cioè di un parere contrario all'approvazione di questa deliberazione di aumento di capitale per 700 e rotti milioni a favore dell'aeroporto di Cuneo-Levaldigi.
Non è che la struttura aeroportuale non ci trovi consenzienti, qualora si tratti effettivamente di uno sforzo organico perché il Piemonte, regione di una certa estensione, si doti di un secondo aeroporto integrato con quello principale di Caselle e potenzialmente in grado di soccorrerne le esigenze sia per ragioni climatiche, altimetriche o per densità occasionale del traffico aereo sia per trasporto di merci deperibili, voli charter, o di quanto possa essere opportuno.
Proprio ieri ho sentito in un dibattito il giornalista Del Noce, che è un personaggio nazionale, dire: "Non capisco perché la Puglia deve avere quattro aeroporti e il Piemonte, che è molto più grande, deve averne uno solo". Ci sono ragionamenti di vario genere e natura che portano tutti a dire che comunque quella struttura aeroportuale, per quanto sia stata costituita, abbia fatto degli sforzi per mantenersi in piedi, ecc., merita attenzione e di essere considerata come il secondo aeroporto del Piemonte.
Ma c'è un problema significativo; un mese fa ho mandato al Presidente Brizio e all'Assessore ai trasporti un'interpellanza nella quale riproponevo una questione fondamentale: quell'aeroporto ha 750 milioni all'anno di spese per l'assistenza al volo, che gestisce in proprio e che dovrebbe essere assunta dall'azienda nazionale di assistenza al volo.
Non siamo in sede di discussione di quell'interpellanza, quindi non mi dilungo, ma questo porta a 1.200 milioni l'anno la perdita e crea una condizione comunque insostenibile, anche perché i soggetti privati, che sono poi gli utenti, espressione del mondo economico provinciale, si sono via via ritirati, alleggerendo significativamente la loro partecipazione.
Allora, il primo problema da risolvere in sede di intervento autorevole e coordinato dell'Amministrazione regionale con il Ministero dei Trasporti Civilavia, è quello di risolvere il problema dell'alleggerimento di questo onere di 700 milioni all'anno per l'assistenza al volo, perché non è più giustificabile. Nella mia interpellanza ho illustrato quanti altri aeroporti di minore livello e di minore servizio oggi abbiano l'assistenza al volo assicurata dalla omonima società nazionale.
C'è un secondo punto che riguarda l'integrazione con l'aeroporto di Torino e chiedo una risposta. Come si atteggia la Società SAGAT rispetto a questo progetto? A quanto mi risulta, si atteggia in modo assolutamente negativo rispetto allo sviluppo di quell'aeroporto e questo naturalmente infierisce sull'andamento del bilancio e delle prospettive, creando una situazione che non sarà risolvibile attraverso un continuo trasferimento anche molto significativo, di denaro della Regione e della Provincia perché gli altri Enti pubblici intervengono in maniera del tutto sussidiaria rispetto all'impegno principale.
Avevamo già detto a suo tempo che non si giustificano interventi di questa dimensione e perdite così massicce rispetto al volume di lavoro che svolge oggi l'aeroporto. Ribadiamo che siamo per il potenziamento e l'assunzione di questo scalo nell'ambito del sistema aeroportuale piemontese.
Riteniamo che sia necessaria una politica finanziaria e aziendale che faccia il punto sulla situazione, e preveda la diretta partecipazione della Regione, ma qui siamo nel campo del discorso sugli Enti strumentali e in qualche maniera mi aggancio a ciò che era già stato detto dallo stesso Presidente: eliminiamo le partecipazioni dirette in questa moltitudine di soggetti dell'economia, dell'organizzazione infrastrutturale, la raduniamo in un unico ente di partecipazione e si vedrà a quel livello.
Nell'immediato, niente di tutto questo è stato messo in campo, per cui abbiamo soltanto la proposta di sottoscrizione dell'aumento di capitale.
Ciò ci sembra inadeguato rispetto alla stessa possibilità, potenzialità e complessità della situazione, per cui, senza dilungarmi ulteriormente nell'intervento, annuncio il voto contrario del Gruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ferrara. Ne ha facoltà.



PRESIDENTE

FERRARA



PRESIDENTE

Signor Presidente e colleghi, sul problema dell'aeroporto di Cuneo Levaldigi, come peraltro sull'analogo problema di cui discuteremo tra poco l'aeroporto di Cerrione-Biella, il Gruppo Repubblicano già nella passata legislatura aveva espresso alcune perplessità in ordine all'opportunità e utilità che l'Ente Regione partecipasse ad iniziative finanziarie per dotare di strutture aeroportuali zone del Piemonte che non avevano e non hanno una valenza strategica importante rispetto agli interessi complessivi della collettività regionale. Siamo in presenza del quarto aumento; poi ci sarà il quinto, il sesto, ecc., e a me pare che questi siano degli aumenti che, di fatto, vanno a rappresentare non tanto aumenti di capitale, cioè dotazione di capitale necessario alla crescita, allo sviluppo, quanto piuttosto dei contributi in conto esercizio in qualche misura camuffati come contributi in conto capitale.
A me pare ci siano due problemi da valutare in ordine a questo caso e a quella successivo, il cui discorso è analogo. I due problemi sono: è giusto che una Regione abbia due o tre aeroporti (perché sarebbe il terzo) con l'intervento dell'ente pubblico, in un momento in cui c'è una politica nazionale dell'Alitalia che va a definire i bacini di traffico privilegiando fortemente un aeroporto milanese come aeroporto dell'Italia settentrionale e Roma come aeroporto dell'Italia centrale e forse dell'Italia tout court? Non so se è giusto attuare questa politica di dispersione di risorse rispetto a questo progetto e problema piuttosto che andare ad individuare una strategia più complessiva, capace di fare dell'aeroporto dell'area piemontese complessiva, che è l'aeroporto di Caselle, una struttura adeguata, capace di svolgere il ruolo che un aeroporto deve svolgere al servizio dell'intera regione, concentrando gli sforzi pubblici essenzialmente sull'unico aeroporto. Ci sono delle soglie di economicità ed efficienza che devono essere tenute in considerazione rispetto alle scelte che vengono fatte.
Un secondo aspetto che affronteremo quando parleremo complessivamente delle partecipazioni è il ruolo stesso delle partecipazioni regionali; mi chiedo se esse svolgano un ruolo quando vanno a partecipare a società in misura così marginale, così poco decisiva, soltanto di supporto e di aiuto finanziario di scelte altrui che non sempre vengono intese e comprese.
Rispetto a questa e all'altra legge che affronteremo fra poco, chiedo alla Giunta di fare una seria riflessione e valutare con grande attenzione sapendo che a volte si può anche essere impopolari, se esiste una strategia complessiva rispetto a tutte queste realtà aeroportuali oppure se è stata una scelta fatta in anni passati, quando si potevano spendere soldi con una certa facilità e che oggi continuiamo a tirarci dietro, perché si tratta di scelte fatte dieci anni fa, sulle quali è difficile tornare indietro.
Io credo che in tutto il nuovo di cui si parla, e che poi nuovo non è forse, ci sono dei comportamenti che dovrebbero essere nuovi: forse è un'anticipazione di quello che diremo più avanti nel dibattito sulle partecipazioni, però mi pare che continuare tutte le volte a riproporre una cosa già presentata due anni prima, sia un modo che deve essere in qualche misura quantomeno riesaminato; poi, magari, da un esame serio possiamo anche stabilire che è giusto questo, però ritengo opportuna un'attenta e seria riflessione, che permetta di concentrare le risorse là dove sono necessarie e non disperdendole ovunque queste vengono richieste per creare momenti di consenso. Se volete, potete avere voti di scambio - in modo pulito questa volta, perché chiari e palesi - però, in definitiva, questi non danno quel sostegno e quel supporto necessari all'economia della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

CHIEZZI



PRESIDENTE

Colleghe e colleghi, il Gruppo Rifondazione Comunista voterà contro questo disegno di legge che propone un nuovo aumento di capitali della società per azioni aeroporto di Cuneo-Levaldigi. Il motivo della nostra contrarietà sta nel grave difetto di motivazione contenuto in questo disegno di legge, che null'altro dice se non che la S.p.A, ha bisogno di soldi. Nulla si dice su come sono stati dissipati i soldi che non ci sono più e che hanno bisogno di essere reintegrati; nulla si dice di come saranno impiegate queste nuove risorse.
Presentare questo disegno di legge è peraltro inopportuno in questa fase, in quanto non abbiamo ancora discusso la politica della Regione Piemonte nei confronti delle partecipazioni azionarie; per altro verso, è errato proporre un impegno finanziario della Regione Piemonte in questo settore dei trasporti, in assenza dell'ag-giornamento del Piano regionale dei trasporti. Quando ho affermato che mancano le motivazioni sull'impiego di queste nuove risorse, mi riferivo al fatto che, in assenza di un progetto generale sui trasporti e aerotrasporti, sembra ben poco motivato spendere altri 700 milioni per ricapitalizzare la società.
Siete nella palude della gestione ordinaria e dissipatrice, all'interno della quale non si riesce a vedere chiaro. Quindi, questa contrarietà all'aumento di capitale non verte sul ruolo che potrebbe avere una struttura aeroportuale nel Piemonte sud, ma, al contrario del collega Ferrara - che, vedo, pensa sempre al gigantismo di Torino come alla macchinetta capace di far uscire l'economia piemontese dalla crisi - penso che, viceversa, un'articolazione della realtà piemontese, anche per quanto riguarda le strutture aeroportuali, potrebbe essere un'altra strada (per me "la"strada), su cui indirizzare un'economia che oggi, in Piemonte, è molto più diffusa del tempo in cui esisteva solo Torino.
In particolare, ritengo che il Piemonte sud sia una delle zone potenzialmente ricche dal punto di vista delle possibilità di sviluppo economico, se si effettuano degli investimenti ovviamente coordinati fra loro. Avrei nulla in contrario ad un sostegno promozionale dell'ente pubblico nel Piemonte sud anche attraverso il rafforzamento di strutture aeroportuali, ma ove vedessi chiaro un progetto, di cui questo sia un tassello. Il progetto non c'è; non è un tassello; l'unica cosa che si vede è che si pompa denaro pubblico dalle casse pubbliche verso una società per azioni che ha bisogno di soldi, senza spiegare la finalità di questo aumento di capitale. Questi sono i motivi per cui voteremo contro questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale E' vero che il dibattito sulle partecipazioni è ancora in corso, ma è anche vero che avevamo ampiamente discusso del tema degli aeroporti, e dell'aeroporto Cuneo-Levaldigi in particolare, in una seduta di Consiglio in cui si era affrontato tutto questo tema.
L'Assessore Panella aveva fatto un'ampia relazione e, in quella sede avevamo anche detto - qui stiamo svolgendo un adempimento successivo a decisioni del Consiglio - che, di fronte all'esigenza di ricapitalizzazione degli aeroporti di Cuneo-Levaldigi e di Cerrione-Biella, avremmo provveduto ancora; nel contempo avremmo avviato tutte le iniziative necessarie per evitare che la situazione si ripetesse, perché non abbiamo alcuna intenzione di intervenire indefinitamente - voglio rassicurare anche il Consigliere Ferrara in particolare - su questi aeroporti, senza che si risolva il problema di fondo.
Il problema di fondo, però (come dice il Consigliere Riba), è che noi abbiamo bisogno di avere questo riconoscimento, cosa alquanto difficile.
Il Consigliere ci ha dato un elenco di altri aeroporti; adesso noi solleveremo ulteriormente il problema, come abbiamo già fatto, perché al momento, sull'aeroporto di Cuneo-Levaldigi, non paiono esserci le condizioni per ottenere questi servizi da parte dello Stato, che certo cambierebbero sostanzialmente il bilancio.
Comunque, verificheremo ancora questo aspetto e la Giunta è intenzionata a muoversi e a fare quanto possibile non soltanto per verificare, ma per intervenire al massimo, al fine di scaricare questo onere.
Inoltre, c'è un altro onere; (avevamo anche ben spiegato (e mi stupisce l'intervento del Consigliere Majorino) proprio in aula, dicendo che erano due i problemi di gestione. Uno è quello citato di spese di manutenzione e di servizio, che devono essere pagate e non ricadono su Civilavia nazionale; l'altro è il rimborso del mutuo allo Stato, problema che ha il suo onere e la sua pesantezza.
Quest'ultimo è di più difficile soluzione, ma anch'esso va affrontato con una qualche decisione, soprattutto per l'eventuale inserimento di questo aeroporto in un livello superiore, come ritengo sia giusto. Infatti sia l'aeroporto di Cuneo-Levaldigi che quello di Cerrione-Biella svolgono una funzione importante; a suo tempo, quando si è intervenuti, si è ritenuto necessario che ci fosse questa pluralità di aeroporti in grado di svilupparsi in Piemonte, e questa, secondo me è la linea che continuiamo a portare avanti: un intervento che era già stato definito e che deve essere fatto oggi.
Se non lo facciamo adesso, se non interveniamo nell'aumento di capitale, la società va in difficoltà; non credo che possiamo assumerci la responsabilità di mandare la società in difficoltà, dopo esserci assunti quella di un proseguimento della sua attività e di sostegno da parte della Regione Piemonte. Ciò vale sia per questo che per l'altro aeroporto.
Desidero aggiungere che il rapporto SAGAT è certamente da chiarire anche rispetto alle emergenze, aspetto che avevano affrontato proprio recentemente, anche per esperienze vissute (vero, Garino?). Il problema è quello di verificare se Cuneo può diventare l'aeroporto di riserva al quale ricorrere di fronte a casi di emergenza, anziché ripiegare sull'aeroporto di Genova, come molto spesso accade. E' un problema di attrezzature e di sviluppo di questo aeroporto.
Noi non siamo intenzionati ad intervenire indefinitamente senza delle prospettive, ma non possiamo neanche deflettere da impegni che - torno a dire - sono stati assunti e deliberati in quest'aula in un ampio dibattito avvenuto su questo tema preciso e precipuo alcuni mesi fa, nel quale abbiamo proprio affrontato questo problema. Solo oggi è possibile svolgere questo adempimento, anche perché c'era un problema di approvazione del bilancio, di ottenimento delle risorse finanziarie e di adempimenti relativi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1- Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 25 voti contrari 14 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 25 voti contrari 14 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 voti favorevoli 25 voti contrari 14 L'art. 3 è approvato.
Prima di passare alla votazione dell'intero testo della legge, chiede di intervenire il Consigliere Majorino per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.
MAJORINO Signora Presidente, oltre alle cose già dette ribadisco il voto contrario anche in considerazione del fatto che con questo aumento di capitale, con questa sottoscrizione, alla Regione finiranno con l'essere stati divorati 6.951 milioni. Mi pare che, in difetto di una motivazione chiara sul perché di questo aumento di capitale e sul perché delle nuove sottoscrizioni, sia il fondato timore che, come ha accennato anche il collega Ferrara, si vadano in realtà a ripianare dei debiti di una gestione di cui non conosciamo l'andazzo.
In particolare - e questo elemento, a mio avviso, avrebbe dovuto essere contenuto nella relazione di maggioranza o, per meglio dire, nella relazione che accompagnava il disegno di legge - nulla ci ha detto il rappresentante della Regione. La Regione ha soltanto il 13% del capitale ma si tratta comunque di un 13% che ha imposto la spesa di quasi 7 miliardi (6.951 milioni): il nostro rappresentante nel( aeroporto nulla ci ha detto o almeno, nulla risulta sia stato detto e sia stato comunque riferito in Consiglio. Ho il fondato timore che si sia sulla stessa strada della Promark: periodicamente, col marchingegno della sottoscrizione di nuove azioni, si ripianano dei debiti.
Questo sospetto si fonda anche sulla considerazione che, in base alla legge regionale n. 60 del 1989, la Regione ha prestato una fideiussione a favore dell'aeroporto; personalmente non ho avuto modo di verificarne l'importo, ma sicuramente sarà stato cospicuo. Dunque non solo per questo ma anche per le ragioni anzidette, ribadisco il voto contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per, appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 304: "Quarta sottoscrizione di nuove azioni della SACE-S.p.A. Aeroporto di Cerrione-Biella"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del punto 19) all'o.d.g. che prevede l'esame del progetto di legge n. 304.
Relatore è il Consigliere Zanoletti, che ha facoltà di intervenire.
ZANOLETTI, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "E' noto come la Regione Piemonte sia azionista della Società per Azioni Aeroporto di Cerrione-Biella (SACE-S.p.A.) in esecuzione della L.R.
22/80 che, in coerenza con le indicazioni del Piano regionale dei Trasporti, autorizzò tale partecipazione.
In relazione alle esigenze di funzionamento e di sviluppo della società e a seguito di deliberazioni assunte da successive Assemblee straordinarie della stessa, con L.R. 57/84 fu autorizzata la sottoscrizione di un primo aumento di capitale sociale di quella S.p.A., in proporzione alla quota azionaria a suo tempo sottoscritta ed, in termini analoghi, con L.R.14/ 87 e con L.R. 46/91 furono autorizzate le sottoscrizioni di un secondo e di un terzo aumento dello stesso capitale sociale.
Attualmente la partecipazione della Regione Piemonte alla SACE S.p.A.
il cui capitale sociale nominale, integralmente sottoscritto, ammonta a L.
3.284.554.000, suddiviso in numero 1.876.888 azioni, del valore nominale di L. 1.750 ciascuna- è pari al 16,34%.
Il valore nominale della partecipazione azionaria regionale ammonta a L. 536.760. 000, peraltro, atteso che sia la sottoscrizione iniziale che quelle conseguenti agli aumenti deliberati sono state effettuate acquisendo azioni con un sovrapprezzo di L. 3.250 ciascuna, e cioè al costo unitario di L. 5.000, l'onere complessivo fino ad ora sostenuto dalla Regione ammonta a L. 1.533. 600.000 4 128.000.000, ex L.R. 22 180 - L. 63.700.000 ex L.R. 57/84 - L. 575. 100.000, ex L.R. 14 / 87 - L. 766.800. 000, ex L.R.
46 / 91).
L'Assemblea straordinaria degli azionisti della SACE-S.p.A, del 30 giugno 1992 ha approvato l'aumento del capitale sociale della società da L.
3.284.544.000 a L. 4.926.831.000, mediante l'emissione di numero 938.444 nuove azioni, da nominali L. L 750 cadauna, offerte agli azionisti in opzione in ragione di una azione nuova per ogni gruppo di due azioni possedute, al prezzo di L. 5.000, di cui L. 3.250 a titolo di sovrapprezzo.
Sulla base di tale aumento ed in relazione alle 306.720 azioni intestate alla Regione, l'esercizio integrale del diritto di opzione comporta l'acquisto di 153.360 nuove azioni, per un valore nominale di L.
268.380.000, al costo di L. 766.800.000, di cui 498.420.000 a titolo di sovrapprezzo: Nel merito, la ricapitalizzazione è motivata da una serie di investimenti, previsti dal Consiglio di amministrazione per il potenziamento delle strutture aeroportuali.
Per quanto concerne i problemi che si possono porre in ordine, al pagamento del sovrapprezzo azioni, si fa riferimento agli accertamenti in ordine al valore effettivo della struttura aeroportuale, quale risulta dalla documentazione fornita dalla società.
Allo scopo di poter procedere alla sottoscrizione del su indicato aumento di capitale, la Giunta regionale ha proposto all'approvazione del Consiglio il disegno di legge n. 304, di cui si tratta, il quale reca la clausola dell'urgenza onde consentire l'impegno della spesa entro il corrente anno finanziario.
La I Commissione ha preso in esame il disegno di legge nella seduta del 19 novembre scorso e, dopo un'attenta valutazione, lo ha approvato a maggioranza. In considerazione di quanta sopra esposto, se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa Assemblea".



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Zanoletti è aperta la discussione.
Chiede la parola la Consigliera Bortolin; ne ha facoltà.
BORTOLIN Certamente ripeterò alcune considerazioni che altri colleghi hanno già fatto, ma proprio perché il ragionamento che stiamo facendo deve essere sereno, ritengo giusto sottolineare e ripetere alcune questioni che sono già state poste per la deliberazione approvata un attimo fa e perla quale noi abbiamo votato contro.
La domanda che ci poniamo è se l'aeroporto di Cuneo-Levaldigi e quello di Cerrione-Biella sono il risultato di un ragionamento che tenta di diffondere l'uso del trasporto aereo, oppure se localizzare in queste due province un aeroporto non è stato altro che frutto di spinte soprattutto localistiche.
La risposta che noi abbiamo dato e che ripetiamo con puntualità è che questa seconda questione che ha mosso anche la Regione Piemonte ad investire, quindi ad aderire alla scelta di investire capitali in queste due zone, è una scelta che non possiamo condividere e che non riteniamo opportuna. Non riteniamo opportuno che la Regione si assuma questo onere ancor più in questi anni, a fronte di una forte necessità di selezionare la spesa pubblica rispetto al passato. Sono però due progetti di legge che si pongono con valenze diverse: per Cuneo è il ripiano di un disavanzo di bilancio, per quanto mi pare di aver capito; per Biella invece si tratta di un ulteriore investimento, attraverso la ricapitalizzazione, per completare l'aeroporto.
Il problema che poniamo nel Biellese, e che io voglio porre qui a nome del mio Gruppo, riguarda l'utilizzo che viene fatto di questo aeroporto.
Per Cuneo c'è un problema serio, perché lo sbilancio è ormai annuale ed è forte; per Biella, se non si interviene nel modo dovuto, andando avanti di questo passo si ripeterà l'esperienza di Cuneo-Levaldigi.
Il Presidente della Giunta ha sottolineato la funzione importante di questi due aeroporti. Io posso dire che, per quanto riguarda il Biellese lo si voleva e lo si vuole far diventare punto importante del trasporto e del collegamento di quest'area, ma per ora se ne sta facendo un uso molto limitato. La domanda che ci poniamo è sempre quella se vale la pena, in questa situazione di difficoltà e di ristrettezza economica, continuare con questo ritmo ad investire per un servizio che veniva motivato con due ragioni.
La prima era la possibilità di alternativa all'aeroporto di Caselle (ripetiamo il discorso di Cuneo-Levaldigi) per le migliori condizioni climatiche (nel Biellese la nebbia non è certamente quella che è presente all'aeroporto di Caselle) e quindi poteva davvero diventare ponte per l'uso di questo aeroporto. Così, però, il discorso, anche a livello politico, mi pare non vada avanti e questo tipo di utilizzo diventa sempre più remoto.
La seconda questione era la presenza delle nostre industrie. Il Biellese è una zona, fortemente industrializzata - non devo spiegarlo a voi quindi un aeroporto avrebbe consentito un rapporto più intenso con l'estero, oltre che con l'Italia, per gli spostamenti frequenti che gli industriali biellesi e i clienti devono avere.
La presenza dell'aeroporto avrebbe consentito di realizzare contatti più facili con il resto dell'Europa. Dobbiamo però dire che oggi anche gli industriali tutto sommato pare abbiano abbandonato questa scelta, perch ormai da anni, nonostante le discussioni che sono state fatte, le iniziative più importanti e significative per l'industria e per l'economia biellese emigrano in altre zone.
Ad esempio, "Ideabiella", uno degli appuntamenti più importanti per l'economia biellese, si tiene a Stresa: quindi l'aeroporto non servirebbe.
L'altro appuntamento altrettanto importante, che richiama presenze dall'Italia e dall'estero, è "Pittifilati", che si tiene a Firenze, e non c'è modo di far cambiare idea agli imprenditori del Biellese per localizzare in quella zona queste iniziative. Le motivazioni sono ovviamente serie, ma rendono ancor più precario e, a nostro dire, non utile continuare ad investire per un aeroporto che si stenta a capire che uso avrà in futuro e a che cosa servirà.
La differenza per l'aeroporto di Biella è che la ricapitalizzazione è motivata dalla necessità di potenziamento delle strutture aeroportuali però devo anche dire che vi è resistenza da parte dei soci privati, che sono peraltro coloro che usano (aeroporto, a ricapitalizzare, tant'è che pongono la questione che prima deve agire il pubblico e poi interverranno anche loro. Vi sono quindi delle difficoltà da parte dei privati, che sono poni fruitori dell'aeroporto, ad investire ancora capitali in questo progetto.
Devo inoltre dire che diversi possono essere gli interessi delle banche che figurano quali soci di questo aeroporto, la Cassa di Risparmio in modo particolare, perché altri sono gli interessi a cui devono guardare e che devono tutelare.
Mi pare di poter dire che per la Regione il discorso è radicalmente diverso. Io non posso - lo dico al Presidente della Giunta, ma anche agli altri componenti della Giunta - dimenticare che non più tardi di giovedì scorso l'Assessore Panella è venuto in II Commissione a dare un'informazione sul trasporto pubblico su gomma estremamente preoccupante per l'entità del disavanzo che questo servizio presenta e per le responsabilità che la Regione avrà con il bilancio 1993. Anche per l'economia del Biellese, per chi vive, lavora ed opera in quella zona, come per il resto della Regione, il trasporto pubblico più diffuso, più utilizzato, più necessario e prioritario è altro e non quello aereo. Non metto sicuramente in alternativa le due cose, son ben consapevole della differenza, ma le risorse vanno utilizzate bene e credo che non si possa andare avanti di ricapitalizzazione in ricapitalizzazione spendendo decine di miliardi in questa direzione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, ha facoltà di replicare il Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Si tratta effettivamente di investimenti ed, in secondo luogo, sono iniziative che hanno avuto certamente una spinta localistica, per rientrano entrambe nelle scelte dei piani dei trasporti a suo tempo predisposti nel Piano di sviluppo regionale. Sono iniziative che si collocano in questo quadro: è chiaro che si può modificare una linea, per non è che siano state intraprese come mera adesione e d'altra parte non mi riferisco neanche al periodo in cui gestivamo noi, ma sono partite prima sono state inserite nei piani dei trasporti, hanno avuto , attenzione proprio come necessità di avere più poli in campo aereo.
Si può rivedere una linea quando si vede che non dà i risultati che si ritenevano possibili e su questa linea un punto interrogativo certamente esiste, ma d'altra parte abbandonarla nella fase in cui ancora sta decollando parrebbe prematuro. Questo lo abbiamo detto nell'ampio dibattito che si è tenuto in Consiglio sugli aeroporti a suo tempo. In quella sede ci eravamo anche impegnati a questo aumento di capitale: si tratta quindi di un adempimento coerente con questi impegni. Il discorso di una revisione in futuro di questa linea. è stato posto e potrà essere valutato.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1- Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 24 voti contrari 12 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, à norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 24 voti contrari 12 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 voti favorevoli 24 voti contrari 12 L'art. 3 è approvato.
La parola al Consigliere Majorino per dichiarazione di voto.
MAJORINO La mia sarà una breve dichiarazione per manifestare, anche in questa occasione, il voto contrario del Gruppo, non tanto per una ragione di carattere generale che riguarda la partecipazione azionaria della Regione o la politica della Regione nella materia aeroportuale, pur essendo questi discorsi molto importanti e rilevanti. Ma, rimanendo proprio al concreto e al dettaglio di questo disegno di legge, il voto contrario discende dalla mancanza assoluta di motivazione dell'aumento di capitale. Qui si dice puramente e semplicemente che si tratta di investimenti che necessariamente devono effettuarsi. Non sappiamo che tipo di investimenti siano per poterli valutare.
Come ho detto prima, a proposito dell'aeroporto di Cuneo-Levaldigi, pu anche darsi, e non è da escludere in linea assoluta, che, essendo la Regione già azionista ormai imbarcata in questa compagine sociale, sia pure con il 16%, siano estremamente utili in astratto gli investimenti che vengono proposti. Investimenti che, sicuramente, sono contenuti nel dettaglio nella relazione che non è stata allegata al disegno di legge e dei quali nulla ci viene detto, tramite la Giunta, dal nostro azionista che presumo abbia valutato per essi, in sede di assemblea straordinaria l'opportunità dell'aumento di capitale e della sottoscrizione di nuove azioni. Qui ci troviamo di fronte al nulla di tutto questo che ho riferito ad una motivazione inesistente di questo quarto aumento. Quindi, in questa situazione non posso che esprimere il voto contrario e ribadirlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Colleghe e colleghi, esprimo voto contrario a questo aumento di capitale per la ragione che, anche per quanto riguarda questo aeroporto nulla è stato detto per inserire un eventuale potenziamento del ruolo aeroportuale della regione biellese nell'ambito di un sistema di aeroporti in Piemonte.
La situazione a Biella è ancora aggravata dal fatto che ricordava la compagna Bortolin che, in presenza di rilevanti impegni pubblici, i privati tacciono o, peggio, fuggono dai luoghi dove il pubblico investe: importanti iniziative vengono spostate in altre parti del territorio piemontese o italiano.
In questo modo la Giunta regionale lavora, per inerzia, non fa politica, fa semplicemente girare il volano della dissipazione delle risorse pubbliche nel modo peggiore, senza finalità esplicite, senza scelte coerenti, senza priorità in base alle quali decidere i sì e i no dalle decisioni regionali. E poi non veniteci a dire che i soldi mancano per le cose buone da fare quando ne gettate così tanti in operazioni per le quali non spiegate neppure bene le finalità e gli obiettivi.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 327: "Sottoscrizione della quota in numerario del secondo aumento di capitale della Texilia S.p.A." - Esame ordine del giorno n. 490 e relativa mozione presentata dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il progetto di legge n. 327, di cui al punto 20) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Zanoletti, che ha pertanto la parola.
ZANOLETTI, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, così recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, l'assemblea straordinaria della Texilia S.p.A., Società in cui la Regione ha una partecipazione maggioritaria a norma dell'art. 4 della legge regionale 47/84, ha approvato, il 13 novembre scorso, l'aumento di capitale sociale da L.
2.500.000.000 a L. 10.000.000.000.
L'assemblea ha riservato alla Regione la sottoscrizione; delle seguenti azioni: numero 4.908.000 azioni, da sottoscrivere mediante conferimento in natura numero 460.000 azioni da sottoscrivere in numerarlo: Con la prima delle sottoscrizioni suddette viene portata a termine l'operazione di trasferimento alla società della proprietà dell'intero immobile, in cui la società ha sede, operazione già effettuata per una quota di L.1.500.000.000 e complessivamente autorizzata con la legge regionale 12 marzo 1991 n..9.
Per l'autorizzazione all'ulteriore conferimento - da effettuarsi in numerarlo, al fine di assicurare la necessaria liquidità alla società per un importo di spesa pari a L. 460.000.000 - la Giunta regionale ha proposto all'approvazione del Consiglio il disegno di legge n. 327, di cui si tratta.
In relazione ai ristretti tempi di scadenza del diritto di opzione e al fine di consentire l'impegno della spesa entro il corrente anno finanziario, il disegno di legge reca la clausola dell'urgenza.
La 1 Commissione ha preso in esame il disegno di legge nella seduta del 19 novembre scorso e, dopo un'attenta valutazione, lo ha approvato a maggioranza.
In considerazione di quanto sopra esposto, se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea".



PRESIDENTE

Sul disegno di legge n. 327 ha chiesto di intervenire il Consigliere Monticelli. Comunico che è stato presentato un ordine del giorno in merito (n.490) a firma dei Consiglieri Monticelli, Bortolin, Bresso e Rivalta.
MONTICELLI Intervengo sul disegno di legge e, se la Presidente mi consente illustrerei anche l'ordine del giorno, che peraltro è molto breve e sintetico.
Per quel che riguarda il disegno di legge n. 327, il nostro Gruppo, a differenza di quello che ha fatto per i disegni di legge precedenti relativi ad aumenti di capitale, si asterrà, per la ragione che questo aumento di capitale è la conseguenza, è un secondo atto, una seconda puntata di una precedente decisione del Consiglio regionale ed è comunque legato ad una norma di legge, la legge istitutiva di Texilia, che prevede che la Regione detenga una certa quota del capitale azionario. Questa sottoscrizione di capitale, che solo in parte è fatta in moneta e in buona parte è già stata avviata sotto forma di conferimento patrimoniale, è una sottoscrizione legata all'esigenza di mantenere questa presenza azionaria questa quota di detenzione di capitale da parte della Regione.
L'astensione quindi è per noi, forza di opposizione, un atto dovuto in ragione di un altro fatto precedente, che giustifica l'ordine del giorno da noi sottoscritto.
Noi abbiamo alcune perplessità sull'attività di Texilia, che nascono solo parzialmente da un consuntivo del lavora fatto, delle iniziative intraprese e dell'attività specifica della società, ma sono legate in particolare ad un problema che vorrei evidenziare ai colleghi. Credo di trovare un'audience favorevole in questo caso. E' una cosa che ho scoperto recentemente, quindi confesso una certa distrazione avuta in passato su questo punto.
La cosa che ho scoperto recentemente è che Texilia, fra tutte le partecipate della Regione Piemonte, detiene un record, quello del numero dei componenti il Consiglio di amministrazione. Texilia ha infatti un Consiglio di amministrazione, se ricordo bene, di 26 membri, 16 dei quali di nomina regionale: 16 sono già parecchi, 26 - se mi consentite - è una cifra che non ha alcun senso. Ritengo che un ente governato da un Consiglio di amministrazione di 26 persone (ammesso che ci vadano poi tutte) sia un ente che difficilmente può funzionare al meglio. Uso questa formula per dire qual è la ragione della nostra astensione: c'è una realtà che induce in noi un certo scetticismo su come può essere diretto un ente con un tale Consiglio di amministrazione, non per la qualità delle persone, ben inteso ma per il loro numero. Chiaramente è un organo che, a sua volta, deve essere governato, quindi ben difficilmente può governare alcunché.
Per questo, insieme ad altri colleghi del mio Gruppo, abbiamo presentato un ordine del giorno, che chiediamo sia messo in votazione contestualmente alla legge, in cui invitiamo la Giunta a promuovere subito una modifica dello Statuto sociale di Texilia, finalizzata ad una riduzione drastica del numero dei Consiglieri di amministrazione. Credo che la cosa sia fattibile e non ci possano essere obiezioni.
Credo che la Giunta regionale debba farsi forte di questo ordine del giorno del Consiglio e arrivare al risultato di una drastica riduzione dei Consiglieri di amministrazione.
Ne approfitto ancora, e termino, per dire che in ragione di questo, e anche qui chiedo ai colleghi un minimo di attenzione, essendo già avviatala procedura di rinomina dei 16 membri di Texilia eletti dal Consiglio regionale (perché è già stato pubblicato l'avviso sul Bollettino della Regione e la procedura è già stata inoltrata alla Commissione Nomine) credo ché dobbiamo assumere, come orientamento da parte del Consiglio, la sospensione di questo rinnovo fino a che non si arrivi ad una riduzione del Consiglio di amministrazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Le dichiarazioni del Consigliere Monticelli potevano anche consentire un voto favorevole al disegno di legge. Mi auguro che dopo l'accettazione dell'ordine del giorno con qualche modifica ci sia questo ripensamento e ci sia un voto favorevole, perché credo che la funzione di Texilia, così come la sua attività, sia valutata positivamente da tutti.
Il problema dell'aumento di capitale è ovvio ed, in parte, questi aumenti sono avvenuti con conferimento, quindi si è cercato di alleggerire la partecipazione finanziaria dell'ente e questo credo debba essere tenuto presente. Il Consiglio di amministrazione è così numeroso perché c'è un meccanismo per cui, ogni volta che c'è la partecipazione di un ente, questo ha diritto ad un membro; naturalmente per mantenere il rapporto con la maggioranza - come è corretto in una società per azioni - scattano due membri, quelli dell'azionista di maggioranza, e andiamo ad un Consiglio di amministrazione in costante crescendo.
E' simile al problema che abbiamo posto, per altre ragioni, al CSI dove, non essendoci questo meccanismo, pur essendo maggioranza in realtà siamo minoranza. Ci sono delle anomalie che vanno corrette.
Siamo concordi a correggere questa anomalia che richiede la convocazione di un'assemblea straordinaria, una proposta di modifica statutaria, quindi a noi va bene l'ordine del giorno, purché si tolga quell'"urgentemente".
Se per "urgentemente" riteniamo tempi compatibili con il funzionamento di una S.p.A., la questione va bene; diversamente ci sono dei meccanismi per cui l'azionista di maggioranza dovrebbe chiedere la convocazione dell'assemblea straordinaria con una proposta che abbia già un certo consenso, perché non sembri l'espulsione inopinata, magari durante la vita dei soci minoritari, perché questa è poi la realtà.
Non possiamo ridurre il Consiglio senza ridurre anche la quota dei soci di minoranza, altrimenti diventiamo minoranza nel Consiglio, il che sarebbe veramente assurdo, avendo il 65% del capitale sociale. Quindi questa proposta va soppesata. Noi l'iniziativa la prendiamo senz'altro, per ritengo che "urgentemente" sia un aggettivo che calca la mano su un problema di superamento di difficoltà che possono presentarsi in una verifica con tutti gli Enti locali, ai quali si dovrebbero dare delle rappresentanze tra loro raggruppate.
L'ordine del giorno è accettabile, noi chiediamo soltanto se è possibile depennare questo "urgentemente" o quanto meno interpretarlo, sia ben chiaro, con i tempi compatibili di funzionamento di una società per azioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI L'"urgentemente" è stato inserito per tener conto del fatto che è in corso la procedura di rinomina del Consiglio di amministrazione, perlomeno per la parte della Regione, per cui eravamo preoccupati di intervenire prima che ciò avvenisse, altrimenti rinominiamo tutti i 26 membri e poi passano tre anni prima che si riparli di una riduzione del Consiglio di amministrazione. Quindi l'urgenza c'è.
Si può portare in prorogatio il Consiglio di amministrazione per un certo periodo. Si può rinominare nel frattempo il collegio sindacale, che come i colleghi sanno, non può essere portato in prorogatio oltre un certo limite, però va trovata in qualche modo una soluzione che, senza penalizzare la gestione dell'ente, risolva in questo periodo il problema altrimenti rischiamo che per tre anni ce lo teniamo con tutti i 26 membri.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Il problema nasce dalla rappresentanza degli altri soci. Siccome ci sono adesioni diverse di soci minoritari, si era partiti dal concetto di attribuire a tutti i soci una rappresentanza.
L'attribuzione di una rappresentanza a questi soci comporta però un rapporto di uno a due nei confronti della Regione per il mantenimento della maggioranza, che non possiamo rischiare di perdere.



(Interruzioni del Consigliere Monticelli)



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Non l'ho fatto io lo Statuto. L'abbiamo ereditato; magari l'avrò votato quando si è votato in Consiglio, non ricordo esattamente, ho solo individuato quale è il problema. E' talmente macroscopico il problema della necessità di ridurre questo Consiglio di amministrazione, che noi accettiamo questo ordine del giorno.
Naturalmente, ciò comporta una trattativa, un rapporto per non fare un'azione di forza che non è nello spirito con cui questa società è stata costituita e non è neanche nello spirito del rapporto con gli enti.
Prenderemo l'iniziativa per affrontare questo problema, urgentemente come è stato indicato, però i tempi sono quelli che ho già detto, quelli che pu richiedere un intervento in una S.p.A. in cui si vogliono mantenere certi tipi di rapporti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre per dichiarazione di voto.
SEGRE Intervengo per annunciare l'astensione del Gruppo Verde sul disegno di legge; a differenza dei due disegni di legge votati in precedenza, che riguardavano due aeroporti, per i quali il discorso è effettivamente più lungo e complicato in quanto riguarda tutto il sistema dei trasporti - in particolare quello del trasporto aereo nella Regione Piemonte - la ragione sociale di Texilia è di tale rilevanza che non può passare, inosservata.
Domani molto probabilmente si farà il dibattito sugli enti strumentali parallelamente, le partecipazioni azionarie della Regione non potranno non essere riviste nel loro complesso. In ogni caso, non ci sentiamo di dare voto favorevole e ci asterremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Noi daremo voto favorevole. Colgo inoltre l'occasione della dichiarazione di voto per interloquire, sia pure marginalmente, rispetto all'ordine del giorno presentato.
Mi pare che dopo la cultura della partecipazione "urbi et orbi" si sia passati alla cultura dell'efficienza dei manager duri e puri. Mi sembrano due filosofie da ricondurre a misura.
La partecipazione regionale non ha mai funzione fine a se stessa - lo rilevava anche la collega Vetrino; la filosofia della partecipazione della Regione è di stimolare, rispetto ad alcuni settori; il massimo di sforzo e il massimo di partecipazione. Quando non c'è pluralità di interessi, si va all'ente strumentale nel senso stretto della parola, cioè alla funzione gestionale della Regione. A quel punto; tanto vale riconoscere che la Regione, per interposta persona, gestisce un servizio: tanto vale, di conseguenza, gestirlo direttamente.
Ai manifesti all'efficienza non metto la mia firma, però suggerirei alla Giunta regionale di avviare un'opera di puntuale attenzione alle verifiche di statuti e ad interpretare i tempi nuovi: le società per azioni non le ha inventate là politica, ma il Codice Civile! Se si ritiene che una società debba essere gestita da una pluralità di soggetti portatori di uno stessa interesse - prendere il dividendo - è difficile immaginare come si possa ridurre il tutto ad una gestione di tre persone, quando gli interessi sono di ordine politico, e cioè di carattere generale, e molte volte di natura diversa. Dico questo perch curiosamente, stando all'opposizione si possono cavalcare più tigri, anche le più diverse.
Personalmente non so se la riduzione debba essere forte o no sicuramente è in relazione all'esigenza di rendere più efficienti i diversi enti, ma dovrà comunque essere quella che sembrerà congrua rispetto alle questioni in campo.
La Giunta non verrà giudicata rispetto alla quantità della riduzione ma rispetto alla giustificazione che darà in ordine alla riduzione che sarà effettuata. Se ci avvitiamo nella logica di dimenticare le nostre specificità, cercando disperatamente un ruolo, facendo le stesse cose che fa lo Stato-lo Stato risparmia, deve risparmiare anche la Regione, lo Stato riduce i boiardi, così deve fare la Regione - diamo per scontato che la Regione sia sprecona e che i nostri enti siano governati da boiardi: cosa che non mi risulta essere. Cerchiamo di coltivare, anche all'interno di elementi di cultura politica più moderna di quelli che in altri tempi ci hanno insegnati - e non siamo riusciti ad imparare del tutto - di avere la capacità di misurare e di giocare le nostre partire rispetto alle nostre specificità.
La Giunta ha accolto l'ordine del giorno e non sarò io, certamente, a non votare il testo che la Giunta riterrà accettabile; mi pare, però, che la riduzione debba essere quella coerente agli obiettivi che la società ci pone: che sia forte o che sia debole è un elemento che mi lascia abbastanza indifferente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

CHIEZZI



PRESIDENTE

Presidente, colleghe e colleghi, intervengo solo per annunciare il voto di astensione del Gruppo di Rifondazione Comunista. La motivazione è quella di carattere generale, compresa anche nelle precedenti dichiarazioni, in ordine all'inopportunità di assumere una decisione di questa rilevanza senza aver completato la discussione che dovrebbe portare a precise linee di comportamento sulle partecipazioni regionali.
Questo modo di procedere della Giunta e della maggioranza mi sembra sminuisca il lavoro del Consiglio regionale e faccia svolgere i dibattiti in situazioni in cui le decisioni amministrative sono già state assunte in precedenza. E' una contraddizione. Per questo motivo annuncio l'astensione del Gruppo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1- Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 25 voti contrari 1 astensioni 8 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 25 voti contrari 1 astensioni 8 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 voti favorevoli 25 voti contrari 1 astensioni 8 L'art. 3 è approvato.
La parola al Consigliere Rossa per dichiarazione di voto.
ROSSA Non rilevo la contraddizione sollevata dal collega Chiezzi, quando sostiene che avremmo dovuto discutere contemporaneamente l'aumento di capitale da una parte e la questione degli enti strumentali dall'altra poiché l'aumento di capitale fa parte della strategia politica di intervento riconducibile alla Regione.
Gli organismi che presiedono alla Texilia - così come ad altri enti strumentali - dovranno essere definiti nel dibattito che svolgeremo, sulla base dell'introduzione del Presidente Brizio, da domani in avanti.
Relativamente alla questione - che mi pare riassorbita - del termine "urgentemente" contenuto nell'ordine del giorno, sollevata dal Consigliere Monticelli...
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale La mia opinione è che si possa lasciare il termine "urgentemente" eventualmente, per utilizzare quanto emerso dal dibattito, si pu sostituire la parola "forte", con "congrua", eventualità che mi pare accettata dal Consigliere Monticelli.
Ripeto: lasceremmo il termine "urgentemente" e cambieremmo "forte" con "congruo", votando l'ordine del giorno.
ROSSA Anche perché nel dibattito sugli Enti strumentali ci daremo dei tempi anche per portare a termine la ristrutturazione che riguarda, insieme a Texilia, tutte le varie partecipazioni, che mi auguro, naturalmente, non durino tre anni, anzi sarei perché durassero soltanto tre mesi. Quindi anche noi dobbiamo - indipendentemente dal fatto che ci siano o meno i boiardi, lì non esistono i boiardi di Stato che sono stati così ampiamente illustrati anche dalla stampa nazionale ed internazionale, ecc. - vedere se non sia il caso, visto che è cambiato il mondo, di cambiare anche un certo modo di dirigere e di realizzare i rapporti tra Regione e partecipazioni per far sì che la Regione e le sue politiche vadano a segno come noi vogliamo che vadano e non succeda invece che si corra sempre, come stiamo correndo, il rischio di parlare tra di noi, rappresentando così un centro importante all'interno di un vuoto pneumatico.
Se poi constateremo che il numero di 20 o di 25 membri è molto esagerato, sarà opportuno ridurlo a 10, a 15 o a 5. Questa sarà la risposta che dovrà contemperare il rapporto tra Regione ed Ente, il quale dovrà poi operare con efficienza, da una parte, e risparmio dei costi, dall'altra: elemento, questo, importante, visto che stiamo cercando di fare uno sforzo per andare in questa direzione. E' possibile che anche noi, nei tempi delle vacche grasse, abbiamo largheggiato, come si è largheggiato in questo Paese, perché le risorse c'erano (tutti quelli che chiedevano, hanno potuto avere qualcosa); oggi, però, siamo in una situazione in cui le cose sono cambiate e quindi è giusto fare i conti con la nuova realtà.
Quindi, piena adesione, non c'è contraddizione; ritengo anzi che questa scelta sia il segno positivo di una volontà politica che c'è e che esprimiamo nei confronti di Texilia, della sua politica e delle cose che essa fa, ma nello stesso tempo nulla ci impedisce che il problema della dirigenza, insieme a tutte le varie partecipate, venga affrontato e risolto in tempi molto stretti.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri La, legge è approvata.
Passiamo ora ad esaminare l'ordine del giorno collegato al progetto di legge, con il quale si "invita la Giunta regionale a promuovere urgentemente una modificazione dello Statuto della società, finalizzata ad una forte riduzione del numero dei componenti il Consiglio di amministrazione".
La Giunta ha proposto un emendamento, accolto dai proponenti, in cui si sostituisce l'aggettivo "forte" con l'aggettivo "congrua".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Sull'ordine del giorno, così come modificato dalla Giunta regionale ed accettato dal PDS, non partecipo alla votazione, per il seguente motivo: l'ordine del giorno presentato inizial-mente dal PDS era chiaro ed esplicito negli obiettivi che si proponeva: voleva realizzare una forte riduzione del numero dei componenti il Consiglio di amministrazione. Il pateracchio proposto dalla Giunta e accettato dal PDS non consente più di decifrare una precisa volontà politica una volta approvato l'ordine del giorno, tant'è che il Capogruppo Monticelli si è subito preoccupato dimettere le mani avanti e di dare la propria interpretazione dell'ordine del giorno che è ancora da votare.
La Giunta potrebbe fare altrettanto proponendo la propria interpretazione. Il termine "congruo", se non ricordo male, il Palazzi lo definisce come "adatto allo scopo". Poiché lo scopo può essere diverso "congruo" può significare una variazione di numeri da 1 a 1.000: è sempre congruo, perché è congruo rispetto allo scopo che si propone. Contro questi ordini del giorno, secondo me, bisognerebbe insorgere; per adesso non partecipo (per carità), ma mi pare che pasticci di questo genere non siano più utili a nessuno.



FOCO ANDREA



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno così come modificato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in occasione della discussione del disegno di legge n. 327 di sottoscrizione dell'aumento di capitale della Società Texilia invita la Giunta regionale a promuovere urgentemente una modificazione dello Statuto della società, finalizzata ad una congrua riduzione del numero dei componenti il Consiglio di amministrazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g. ai sensi dell'art. 51, quarto comma, del Regolamento consiliare


PRESIDENTE

Procediamo all'iscrizione all'o.d.g. dei punti già prenotati: progetto di legge n. 269: "Sottoscrizione del primo aumento di capitale della Società consortile 'Centro Agro-Alimentare di Torino - CAAT-S.p.A." proposta di deliberazione n, 542: "Riparto per l'anno 1992 del fondo per: la gestione dei Servizi socio-assistenziali, di cui alla L.R. 20 182 e successive modifiche e integrazioni". Sull'iscrizione del primo punto ha chiesto di intervenire il Consigliere Cucco; ne ha facoltà.
CUCCO Chiedo di inserire in questo momento anche la discussione complessiva dell'ordine del giorno presentato da me e dal collega Chiezzi in merito.



PRESIDENTE

Con il consenso della Giunta (che mi sembrava già favorevole), la discussione sul progetto di legge comprenderà anche la discussione sui documenti presentati.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. del progetto di legge n.
269.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 542.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento internazionale extra-comunitario - Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Montagna

Esame progetto di legge n. 319: "Interventi regionali in ambito attività CO.TR.A.O."


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare il progetto di legge n. 319, di cui al punto 17) all'o.d.g. Relatore è il Consigliere Rossa, che ha facoltà di intervenire.
ROSSA, relatore Signori Consiglieri, in data 10 dicembre (quasi un anno fa) il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge n.100 relativo a "Interventi regionali in ambito di attività CO.TRA.O.".
La legge si proponeva di dare formale riconoscimento, sul piano legislativo, alla partecipazione, in atto fin dal 1982 (circa 10 anni fa) della Regione Piemonte alla Comunità di lavorò delle Alpi occidentali CO.TR.A.O, insieme alle altre regioni italiane Valle d'Aosta e Liguria alle regioni francesi PACA (Provence-Cote d'Azur) e Rhóne Alpes ed agli svizzeri Cantoni di Genéve e Vaud.
Tale deliberazione legislativa regionale non ha però ottenuto il visto del Governo, che l'ha rinviata ad un nuovo esame del Consiglio, rilevando che la norma finanziaria "apportando variazioni al bilancio 1991 oltre il termine del 30 novembre, viola il disposto dell'art. 15 della legge n. 335 del '76 e dell'art. 42 della legge regionale n. 45 del 1981".
La Giunta regionale, preso atto del rilievo del Governo, ha quindi proposto le opportune modificazioni al testo delle disposizioni finanziarie contenute nel ddl rinviato, aumentando lo stanziamento da L. 100.000.0000 quale era previsto per l'ultima parte dell'anno 1991, a L. 200.000.000 per l'intero anno 1992 e variando dal 12800 del bilancio 1991 al 15950 del bilancio 1992 il capitolo sul quale operare la riduzione dello stanziamento occorrente.
Onde evitare nuovi rilievi, è però necessario che la proposta della Giunta venga accolta sollecitamente ed approvata dal Consiglio entro oggi (30 novembre 1992), in modo da consentire l'impe-gno delle spese entro il corrente anno finanziario. La I Commissione ha perciò preso in esame il disegno di legge n. 319 nella seduta del 19 novembre scorso e, dopo un'attenta valutazione, lo ha approvato a maggioranza.
In considerazione di quanto sopra esposto, raccomando l'approvazione anche da parte dell'assemblea.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1- Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 25 astensioni 7 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
presenti e votanti 32 voti favorevoli 25 astensioni 7 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 25 astensioni 7 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dal Presidente della Giunta 'regionale, che prevede il seguente nuovo articolo: "Art. 4 1. La presente legge regionale è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45, comma sesto, dello Statuto, ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Data l'urgenza, si commenta da solo.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'art. 4 per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 32 voti favorevoli 25 astensioni 7 L'art. 4 è approvato.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.
CHIEZZI Parlo per esplicitare il motivo per il quale mi sono astenuto su tutti gli articoli e per il quale mi asterrò anche su questa legge. L'astensione è determinata dal modo di gestire l'attività nell'ambito CO.TR.A.O., che purtroppo corrisponde ad un europeismo di maniera che non produce alcun risultato.
Pensate, colleghi: questa è una legge che votiamo solo perché è stata rinviata dal Commissario di Governo per imperfezioni nella definizione delle somme stanziate nella legge stessa. Già la legge precedente - penso alcuni mesi fa - giungeva con grandissimo ritardo ed era una legge di puro finanziamento di un debito ; che la Regione Piemonte aveva nei confronti degli altri partner e che si trascinava da anni, al punto che i nostri partner ci hanno messo in mora, chiedendo alla Regione Piemonte se intendeva dare vita a questa collaborazione in ambito CO.TR.A.O, oppure se intendeva continuare a fare il "pesce in barile", così come stanno facendo o stavano facendo alcuni mesi fa (in base alle notizie avute nel dibattito) altre Regioni non particolarmente entusiaste di questa partecipazione, ad esempio la Regione Provence.
L'attività CO.TR.A.O, cos'ha prodotto sino adesso? Direi molto poco: una mostra intitolata "L'uomo e le Alpi" (tutte le mostre vanno bene, ma mi sembra che l'Europa patisca di altri problemi) e un catalogo gentilmente fornito a tutti i Consiglieri regionali che, rispetto alle guide del Touring, non offre nulla di meglio. Allora, in questo caso, l'astensione non è contrarietà ad un impegno della Regione Piemonte in organizzazioni di questo genere, ma è sfiducia nell'attività sin qui svolta da parte della Giunta regionale e quindi è un segnale alla Giunta affinché questa organizzazione venga trattata con adeguato interesse non solo finanziario ma anche propositivo verso i nostri partner affinché facciano altrettanto è un segnale per richiedere che la Regione Piemonte inserisca questa attività specifica in ambito CO.TR.A.0, nell'attività più generale nei confronti dell'Europa.
Questo provvedimento, invece, vive di vita propria, con una piccola routine di centinaia di milioni che vengono versati in questo organismo a distanza di anni dalle richieste, con piccoli cabotaggi per quanto riguarda i programmi. L'Europa richiede ben di più, soprattutto in questo periodo in cui la crisi degli istituti comunitari sta venendo alla luce. Questi sono i motivi alla base dell'astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Mi associo nell'astensione al collega Chiezzi non per sfiducia nei confronti della cooperazione transfrontaliera, ma per scarso entusiasmo nei confronti di questo consorzio. Noi riteniamo che si debbano dare maggiori competenze, soprattutto maggiore importanza alle cooperazioni e quindi non ridurre a pochissime cose, direi di poca o nessuna valenza, la nostra partecipazione come Regione alpina a queste organizzazioni, che avrebbero la potenzialità per produrre sicuramente un maggiore impatto, se non altro per produrre una maggiore conoscenza tra i sistemi delle nostre Regione confinanti.
Questo è l'unico motivo che, a differenza dei voti negativi che abbiamo espresso sulle precedenti leggi che andavano a gravare sul nostro bilancio ci porta ad esprimere l'astensione su questo progetto di legge. Si tratta non di un'astensione contraria ad un investimento, ma di un'astensione determinata dal fatto che riteniamo l'investimento forse addirittura troppo limitato e i compiti del consorzio sicuramente troppo riduttivi.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 533: "Formazione professionale in agricoltura. Programma annuale A.F. 1992/1993. Spesa di L. 1.319.300.000"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 533, di cui al punto 29 bis) all'o.d.g., rispetto alla quale l'Assessore Cerchio aveva rappresentato una certa urgenza.
La parola all'Assessore Cerchio per l'illustrazione.
CERCHIO, Assessore regionale Credo necessaria una breve illustrazione anche per l'impegno dimostrato dall'Assessorato in questi ultimi tempi in ordine ad una specifica attenzione fra le varie - realtà legate alla formazione professionale e nello specifico settore della formazione in agricoltura.
Il 23 giugno di quest'anno il Presidente della Giunta regionale emanava le disposizioni per la gestione dell'attività formativa ciel settore agricolo per l'anno 1992/1993, invitando gli enti gestori a raccogliere la domanda formativa emergente dalla campagna e a presentare conseguentemente le relative proposte di corsi. Come ci eravamo impegnati già fanno scorso detta circolare è stata emanata con ampio anticipo rispetto alle tradizionali scadenze che assommavano le emergenze di fine anno. Con essa è stato riaffermato il ruolo che il servizio di formazione professionale assume a supporto delle persone e delle imprese nelle aree rurali con la specificità del caso e l'attenzione ad un settore che deve tenere conto soprattutto della peculiarità del mondo agricolo e delle persone che vi operano, che non sono soltanto, come nel tradizionale ruolo della formazione professionale, giovani allievi, ma anche operatori e agricoltori di una certa età, che quindi di sera affrontano aggiornamenti e corsi relativi.
In questa circolare venivano indicati gli obiettivi generali legati alla valorizzazione del ruolo economico dell'agricoltura e del ruolo professionale dell'agricoltore. Venivano indicati aspetti legati alla tutela della salute dei produttori così come dei consumatori, la salvaguardia e la cura dell'ambiente, ma insieme a questi obiettivi generali venivano indicati anche obiettivi specifici: la politica agraria comunitaria, nazionale e regionale; le produzioni ecocompatibili; la riduzione dei costi di produzione; gli interventi per il mantenimento della presenza umana sul territorio; le tecniche di produzione, di trasformazione e di commercializzazione a minore impatto ambientale; tutti obiettivi specifici di questo settore.
In base alle proposte formative dai vari enti, che hanno tenuto conto delle indicazioni della citata circolare del Presidente, è stato predisposto il programma formativo che si attesta sulla cifra di 1.300 milioni circa. Il complesso delle iniziative è articolato in diverse tipologie: tipo P (patentini), si tratta di corsi per il rilascio o il rinnovo dei patentini per l'acquisto e l'impiego dei presidi sanitari tipo AR. corsi di aggiornamento ricorrente tipo AS, corsi di aggiornamento specifico, a sua volta diviso fra le tipologie: a) di formazione imprenditoriale b) per il trasferimento di innovazioni tecnologiche c) di aggiornamento su tematiche di settore. Stante la caratteristica e l'urgenza di dotare gli operatori agricoli e non agricoli interessati del patentino per l'acquisto e l'impiego dei presidi sanitari ed essendo sempre valide le indicazioni date con la .circolare n. 37 dal Ministero della Sanità, oltre la metà dei corsi (per la precisione 167 su 319) sono destinati per questa finalità, che fra l'altro si integra perfettamente con le finalità di tutela dell'ambiente, dell'operatore e del consumatore perseguite dall'Amministrazione regionale.
Una parte sostanziale del programma è dedicata direttamente o indirettamente all'aggiornamento e alla sensibilizzazione sulle tematiche legate all'agricoltura e alle tecniche agricole e zootecniche per produzioni di qualità genuine e sane, per un totale di oltre 60 corsi su 152 non legati al rilascio dei patentini.
Oltre 60 corsi sono riservati alla formazione imprenditoriale, al marketing, all'agroinformatica, alla conduzione aziendale e all'agriturismo, discipline più direttamente rivolte alla formazione dell'imprenditore per svolgere le specifiche mansioni di colui che organizza i fattori della produzione, agli stessi imprenditori agricoli che intendono modificare le tecniche di gestione ed orientarsi verso opportunità produttive più compatibili sia con il mercato che con l'integrità dell'ambiente.
Per ottenere le finalità di una formazione snella e concentrata quale deve essere l'attività di aggiornamento, i corsi sono stati contenuti in un periodo di durata minima, con una media massima per i corsi più impegnativi di meno di 35 ore.
Le proposte avanzate dagli enti sono state elaborate dagli uffici regionali dell'Assessorato dando priorità a quelle presentate dagli enti di emanazione delle organizzazioni professionali agricole. Sostanzialmente 1'80% delle risorse è destinato agli enti che sono emanazione delle organizzazioni professionali agricole e il restante 20% agli altri enti.
Nell'assegnazione delle attività agli enti emanazione delle organizzazioni professionali agricole si è tenuto conto in prima istanza della loro rappresentatività nel mondo agricolo, non tralasciando però la valutazione delle capacità organizzative di ogni singolo ente evidenziate dalla gestione dell'attività di formazione negli ultimi anni.
La proposta avanzata come Assessorato, quindi come Giunta regionale credo che sia uno sforzo non indifferente di sempre maggiore attenzione ad una serie di stimoli e di sollecitazioni ulteriormente proposte lo scorso anno. L'ultima osservazione è relativa all'assegnazione alle varie Province: quelle di Alessandria e di Novara aumentano i corsi per un migliore equilibrio territoriale dell'offerta formativa, così come - ma è implicito, lo abbiamo già illustrato in sede di confronto in Commissione consiliare - vengono proposte dalla Giunta regionale alcune modifiche alla convenzione, che si caratterizzano peraltro semplicemente come aggiustamenti tecnici che non alterano la sostanza dell'atto stesso.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.
ZACCHERA Mi spiace che si arrivi a questa discussione ad ora tarda e forse un po' distratti, perché ritengo che su questo tema, prendendolo con molta tranquillità, si debbano dire delle cose in modo ben più approfondito rispetto a quelle che ha detto - non me ne voglia - l'Assessore poco fa.
Porrò allora alcune domande all'Assessore che spero vorrà cortesemente rispondermi.
Innanzitutto, la delibera in esame è relativa ai corsi di formazione professionale in agricoltura per l'anno 1992/1993, ma è direttamente inserita in un filone annuale di programmi che di anno in anno vengono ripetuti con i diversi aggiornamenti.
La deliberazione peraltro, come i colleghi sanno, è l'integrazione anche dal punto di vista formale, di una deliberazione presa da questo Consiglio regionale il 18 febbraio di quest'anno. Vengono proposti alcuni cambiamenti nella parte normativa descrittiva e vengono poi dopo elencati tutti i vari corsi che si intendono svolgere.
Chiedo in anticipo scusa all'Assessore per qualsivoglia imprecisione in cui potrei incorrere, però l'elemento cardine di questo programma di formazione professionale è la convenzione per la gestione dell'attività formativa in agricoltura tra la Regione e le associazioni agricole.
Orbene, questa convenzione mi risulta essere stata fatta con la deliberazione di Giunta regionale del 27 luglio 1992. Colleghi, prestate un attimo dì attenzione: è estremamente strano che in data 27 luglio 1992 si vada a normare non i corsi che stanno per iniziare adesso, ma i corsi che avevamo fatto l'anno scorso. Questa è una prima cosa che non capisco: come mai si fa una convenzione per la gestione dei corsi 1991/1992 stendendo una convenzione approvata dalla Giunta il 27 luglio 1992? Convenzione che mi risulta non essere ancora firmata ad oggi da alcune, se non da tutte, le associazioni agricole.
Questo mi pone ulteriori problemi. Ricorderete che l'anno scorso, in occasione della discussione del 18 febbraio, sostenni che fosse particolarmente strano che i corsi dell'anno 1991/1992 fossero già iniziati e addirittura terminati prima che il Consiglio regionale li approvasse e che ci fosse una situazione, dal punto di vista amministrativo, abbastanza ingarbugliata.
Ho richiesto, e devo dire che ho ottenuto con la massima sollecitudine dei dati maggiori su queste situazioni. Più arrivano i dati, più le cose sono estremamente preoccupanti in quanto emergono differenze sostanziali.
Alcune organizzazioni agricole hanno atteso la deliberazione di Consiglio regionale per partire, altre, evidentemente convinte dell'approvazione del Consiglio regionale - che però, fino a prova contraria, è Ente sovrano e delibera quando deve deliberare e non si può dare per scontato che deliberi prima che lo faccia - avevano iniziato, e addirittura in alcuni casi concluso, gli stessi corsi prima della deliberazione del Consiglio regionale. Colleghi, questa è una domanda fondamentale: quali sono i controlli che possono essere effettuati sui corsi quando non sono ancora approvati dal Consiglio? Ho richiesto un elenco- dei controlli che sono stati effettuati, ma non è ancora possibile dare una risposta complessiva e certa, perché sono alla ricerca di ulteriori dati, però da diverse fonti mi risulta che di controlli sui corsi dell'anno scorso, precedentemente alla delibera del Consiglio regionale, non ne siano stati fatti. L'Assessorato mi ha fatto avere una relazione su quello che è stato fatto in termini di controllo, ma si tratta di una presenza di funzionari agli esami di fine corso, quasi tutti effettuati dopo il 18 febbraio dell'anno scorso con dei colloqui di fine corso con gli allievi: soltanto in due o tre casi mi risultano delle ispezioni, fatte però sui corsi iniziati in questo autunno, che fanno ancora parte del programma dell'anno scorso, ma non mi risulta che facciano diretto riferimento ai corsi fatti l'anno scorso.
Colleghi, spiegatemi questo. Se, per ipotesi, e sottolineo 'per ipotesi", perché non voglio essere impallinato, i controlli non fossero stati fatti, perché i funzionari avessero detto, come giustamente dicevano: "Se il corso non è ancora stato approvato, come posso andare a controllare una cosa che non è stata ancora autorizzata?"; io vi pongo un quesito su come siano stati gestiti questi corsi di formazione professionale, perch qui i problemi diventano più numerosi. Chi gestisce i corsi di formazione professionale? Delle associazioni agricole. Ma come sono riconciliabili queste associazioni agricole alle solite più importanti confederazioni agricole, cioè ai tre blocchi principali? Addirittura voi sapete che determinate sigle sono ricollegabili sempre alle stesse e specialmente in questo caso la Coldiretti, determinati dal Club 3P e, soprattutto, all'INIPA, che sono direttamente collegabili alla stessa Coldiretti. Allora, sarebbe estremamente grave avere conferma di un dato: che, per esempio, i corsi dell'INIPA di Cuneo, su 60 previsti, 56 fossero stati iniziati prima della data del 18 febbraio 1992. Come mai delle altre associazioni agricole invece hanno atteso il Consiglio regionale per partire? Il passo successivo è chiedere se questi signori hanno avuto delle assicurazioni che gli altri invece non avevano.
Pongo una domanda specifica: ad oggi 30 novembre 1992 l'INIPA - che di fatto è l'associazione agricola di gran lunga più rilevante dal punto di vista economico - ha firmato, la convenzione per l'attività di gestione dell'anno scorso? Se ad oggi non è ancora stata firmata la convenzione sull'anno scorso, mi sembrerebbe un po' strano partire con le attività formative di quest'anno, non perché non si debbano fare le attività formative, non perché il periodo non sia quello giusto (perché i corsi si fanno d'inverno e non si fanno d'estate), ma perché c'è una situazione formale che mi lascia sempre più interdetto: stiamo parlando di centinaia di milioni, anzi di 1 miliardo e 300 milioni! Ritorno alla domanda dell'anno scorso: è giusto che la Regione Piemonte faccia questi corsi a forfait orario? E chi va a controllare quali siano i docenti che danno queste lezioni? L'anno scorso mi fu detto che c'erano addirittura dei professori universitari. Vorrei sapere quanti sono - se ci sono stati - i professori universitari che hanno partecipato dalla parte di insegnante alla direzione dei corsi e quanti corsi invece siano stati fatti dagli stessi dipendenti di queste associazioni professionali che poi, per altre fonti, prendono comunque altri contributi da parte della Regione Piemonte.
Queste sono delle legittime domande che possono essere poste. Dopodich non possiamo non sottolineare che, se consideriamo i corsi esistenti scopriamo che dal punto di vista territoriale la sperequazione a favore della Provincia di Cuneo è abbastanza evidente, e all'interno delle confederazioni la sperequazione a vantaggio di gruppi di associazioni che fanno capo alla Coldiretti è ancora più accentuata. Prendendo in esame i CATA che ci sono, gli iscritti che ci sono, i produttori che si sono iscritti, è stato possibile determinare quanti siano i corsi professionali.
Ho posto alcune domande. Le ho poste nella maniera più tranquilla possibile, però voglio anche delle risposte chiare, altrimenti il sottoscritto non parteciperà favorevolmente alla votazione di questi corsi professionali, perché ci sono dubbi su come sono stati fatti e condotti questi corsi formativi, da chi sono stati controllati, quando e quante volte sono stati effettuati i controlli, che richiedono risposte precise.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.
FOCO Riteniamo che il nostro Gruppo, nel corso di questi anni, si sia contraddistinto per l'attenzione con la quale segue e cerca di richiamare l'attenzione del Consiglio regionale, sui corsi di formazione professionale in agricoltura, proprio perché ritiene questo settore estremamente importante e fondamentale per quanto riguarda la sfida a livello europeo, e quindi perché crede nel ruolo e nella funzione che può giocare la formazione professionale per reggere questa sfida europea.
Così l'anno scorso, se ben ricordano i Consiglieri, denunciammo l'illegittimità della disposizione da un lato di una convenzione, elemento estremamente importante che regolamentava questo comparto. E lo metteva a livello correttamente con gli altri comparti della formazione professionale. Era un passo avanti che dava maggiore sicurezza e tranquillità per la correttezza delle operazioni e dei corsi che avvenivano in questo settore; non stiamo quindi a ripetere gli stessi argomenti che l'anno scorso sollevammo al riguardo, perché riteniamo che restino agli atti del Consiglio e i nostri servizi, i nostri funzionari della Regione l'Assessore in primo luogo - debbano verificare e controllare che gli elementi sollevati allora siano prima di tutto non ripetuti quest'anno, e quindi non mettano in difficoltà i Consiglieri regionali per quanto riguarda l'approvazione di questi corsi.
Su questo argomento ritengo di dover brevemente ritornare. Vorrei sottolineare la grande differenza che esiste tra la circolare del giugno di quest'anno, che a mio parere analizza in modo corretto la situazione del comparto agricolo e le possibilità formative che possono e devono esistere in questo comparto, e poi la risultante. Qual è la risultante? Che quello che viene richiamato nella stessa circolare come elemento di eccezionalità cioè i patentini, anche questi utili, importanti, necessari, diventano il comparto maggiore rispetto a tutto il discorso che viene fatto precedentemente e che a mio parere è la forza portante dell'intervento che dovremmo fare nella formazione professionale, l settori che vengono richiamati come momento di aggancio al momento europeo hanno sì e no il 20 del comparto complessivo dei corsi della formazione professionale. Tutto il resto - lo diceva lo stesso Assessore - riguarda i patentini.
Su queste cose dobbiamo cercare di fare chiarezza e di capirci un pochino. Come è possibile questa dicotomia, che troviamo anche in altri comparti della formazione professionale: diciamo alcune cose, le affermiamo, diventano elemento importante e discriminante per assegnare i corsi e poi, nella realtà, la risultante è l'esatto opposto. Sono venute poche proposte in questa direzione; quando parliamo di imprenditorialità del discorso ambientale, della lotta per un'agricoltura senza eccessivi interventi chimici, mi chiedo come sia possibile nella realtà trascurarle oppure devo dire che dalle associazioni o dal mondo agricolo non è venuta una richiesta in questa direzione? E allora, ancora una volta, mi chiedo: qual è il ruolo e la funzione della Regione, del comparto formazione, professionale, del comparto agricoltura? E' un'attesa pura e semplice delle proposte che ci vengono o non dobbiamo anche noi svolgere un'azione, se crediamo veramente nelle cose che diciamo? Tra l'altro sono belle parole sulle quali possiamo concordare e poi accettiamo quello che il convento passa. Per questo mi soffermo molto su questo punto, perché non mi pare una cosa secondaria.
L'altro discorso è quello che riguarda il rapporto orario, cioè la consistenza oraria di questi corsi. Abbiamo già discusso vari anni su queste cose e mi pare che abbiamo fatto sufficientemente chiarezza; per spiegatemi come mai nei corsi di aggiornamento specifico, nei corsi che vogliono affrontare il problema del marketing, dell'informatizzazione della conoscenza, abbiamo al massimo frequenze di 58 ore, di 60 ore, solo in un caso arriviamo a 75 ore, comprensive degli stages che vengono previsti in altri Paesi europei.
Qui o non capisco io o c'è qualcosa che non quadra tra il dire e il fare, perché o non consideriamo il viaggio, oppure vorrei cercare di capire come è possibile restare all'interno di quelle ore. In alcuni casi queste ore comprendono anche il colloquio finale. Allora, se vogliamo fare formazione professionale la dobbiamo fare in modo serio, collegando i propositi con il momento pratico, altrimenti risorge il dubbio che avevamo già sollevato in questa sede, che questa formazione professionale serva ad altri scopi e non effettivamente ad aggiornare, riaggiornare, formare una nuova classe imprenditoriale anche nel comparto dell'agricoltura.
Per quanto riguarda i tempi, sicuramente dobbiamo dar merito all'Assessore di essere arrivato con due mesi di anticipo rispetto all'anno precedente. Permane comunque il fatto che l'anno formativo inizia nell'ottobre, e poi prosegue per 15 mesi. In questo senso, l'anno scorso si è poi "aggiustato" il famoso articolo della convenzione, approvata - tra l'altro - a febbraio. Non vorrei che quest'anno, trovato l'escamotage nell'art. 2 - vado a memoria - non rispettassimo l'art. 5 della convenzione, che afferma che "per lo svolgimento dell'attività formativa l'ente è tenuto al ritiro e alla compilazione del registro di presenza allievi, fornito dal Servizio ispettivo dell'Assessorato alla formazione professionale dopo l'approvazione del programma formativo annuale - atto che stiamo compiendo in questo momento - da parte del Consiglio regionale".
Non vorremmo che quest'anno si ripresentasse lo stesso problema; i tempi erano sufficienti, infatti la circolare risale alla fine di giugno pertanto, avevano tempo 20 giorni per avanzare delle proposte. Non solo, si è sempre generosi per quanto riguarda l'aggiustamento dei corsi e le localizzazioni, ma ciò che bisogna fare è uno sforzo per spostare i tempi altrimenti il ritardo permane. Questo è quanto occorre se vogliamo davvero far svolgere al Consiglio regionale il proprio ruolo. Diversamente cambiate questa convenzione e fatele dire che deve essere 1a Giunta che decide, che fa; il Consiglio regionale non discuterà più su tali questioni.
E' vero - diceva l'Assessore - che alcuni aspetti di ritocco della convenzione sono formali e non sostanziali, ma vi è una sostanziale modifica, che avevamo già sollevato, all'art. 8. L'erogazione del finanziamento viene modificata: infatti, all'inizio dei corsi si passa dal 40 al 50%, mentre viene mantenuta ferma la tranche del 30% alla formazione del 70% dei corsi. Questo quando il 70% del corso è stato svolto.
La convenzione prevedeva che al 70% del corso corrispondeva i1 70 dell'erogazione. Sappiamo tutti che occorre aver svolto il 70% del corso perché il corso venga riconosciuto in quanto tale. Se la convenzione fosse rimasta com'era nell'ipotesi iniziale, vi sarebbero state più garanzie per quanto riguarda i controlli.
Tra il materiale che l'Assessore ci ha fornito, e che noi abbiamo richiesto, in sede di Commissione, vi sono alcuni corsi ai quali sicuramente, Assessore e funzionari avranno prestato la loro attenzione c'è infatti una serie di corsi che, rispetto agli iscritti iniziali, hanno avuto una caduta di più del 50% degli iscritti e dei frequentanti. Non vorrei che quest'anno, nel medesimo posto e nel medesimo luogo, avvenisse la stessa cosa (in modo particolare, nella zona di Fossano) probabilmente ci sono difficoltà a raggiungere i corsi: in questa zona, infatti, in modo particolare riuscire a superare il 50% dei partecipanti o degli iscritti pare essere un grosso problema per una delle varie organizzazioni che hanno avuto il contributo.
Poiché i dati sono stati forniti dall'Assessore e dall'Assessorato vorrei che a queste realtà venisse prestata particolare attenzione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Gli interventi dei Consiglieri Chiezzi e Peano richiederanno pressoch 20 minuti, con la replica dell'Assessore arriveremo circa alle 18,50; per scadenza di termini sarebbe necessario, oggi, votare il disegno di legge di aumento di capitale del CAAT e, mi ricorda l'Assessore Bergoglio, una deliberazione della stessa.
L'Assessore mi dice che per quel che riguarda, il CAAT ci sarebbe disponibilità, da parte del relatore, a presentare la relazione, e da parte dell'Assessore ad eventuali integrazioni. Potremmo quindi procedere alla votazione del disegno di legge, rinviando a domani, per ragioni di tempo la discussione sui documenti connessi.
Dedicando al CAAT una mezz'ora, potremmo poi votare la deliberazione dell'Assessore Bergoglio, per cui penso che alle ore 19,30 potremmo aver concluso i lavori del Consiglio.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 533: "Formazione professionale in agricoltura. Programma annuale A.F. 1992/1993. Spesa di L.1.319.300.000" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 533.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. Rammento bene la discussione che tenemmo lo scorso anno sulla deliberazione; rammento i dubbi, le osservazioni: mi pare che non partecipammo al voto, uscendo dall'aula per protesta, ritenendo che in realtà si decidessero programmi in parte già terminati e che quindi si trattasse di una deliberazione in sanatoria più che di una deliberazione programmatica.
Oggi, sono stati nuovamente sollevati dubbi sull'efficacia della gestione di questi corsi di formazione professionale in agricoltura critica all'efficacia in due direzioni. La prima è quella in base alla quale si può facilmente osservare come l'attività formativa rivolta all'acquisizione di patentini rimanga ancora troppo rilevante rispetto al complesso dei corsi. L'agricoltura piemontese muore di patentini, se non fa altro.
Rilevo per memoria dell'Assessore, che l'Erapra Piemonte - non so cosa sia - quarta beneficiaria in ordine di elargizioni, è un'organizzazione che praticamente si occupa solo di patentini, più quattro corsi per apicoltori (di cui due specializzati) e un corso di formazione imprenditoriale. Non esprimo altro che stupore: assegnare il quarto posto in ordine di elargizione di finanziamenti ad un'organizzazione che fa solo patentini lascia qualche dubbio. Una seconda critica all'efficienza viene portata in questo Consiglio in modi un po' più espliciti da parte del collega Zacchera, un po' più velati da parte del collega Foco, ma che possono essere ricondotti un po' al dubbio, Assessore, che questi fondi che vengono dati alle organizzazioni professionali (io esplicito malamente dei concetti che non sono stati proprio detti come ora li propongo, ma che semplifico in modo un po' rozzo per cercare di capire cosa si vorrebbe dire anche se non lo si è detto), le critiche corrisponderebbero al dubbio che questo denaro venga dato alle organizzazioni professionali agricole partendo dal presupposto di garantire comunque un flusso finanziario a queste organizzazioni. Io ho sentito questo, Assessore, poi posso aver avuto orecchie maliziose, ma dopo due anni di discussione e non occupandomi in modo specifico di questo settore, ma essendo chiamato a votare una deliberazione, forse più di altri posso esplicitare questa questione questo "non detto" che però aleggia sopra questa deliberazione.
Questi soldi finiscono tutti in corsi? Questi corsi sono effettivamente effettuati? La Regione ha effettuato dei controlli? Vede, Assessore, che possano sorgere dei dubbi sulla congruità delle spese riferite ai corsi può emergere da una piccola osservazione; se volete non è un trave, è una pagliuzza, ma alle volte anche le pagliuzze servono a distinguere le cose.
Il fatto ad esempio che sui patentini si vada giù alla grossolana, alle organizzazioni per ogni corso di patentino si danno due milioni. In edilizia si pagano certe opere "vuoto per pieno", quando si dipingono le pareti, si dipinge "vuoto per pieno"; perché poi, alla fine, girar l'angolo costa il doppio che andar dritto, e così per le finestre o i serramenti, si paga tutto "vuoto per pieno". Per il rilascio del patentino si danno due milioni a chi fa corsi di venti ore conventi allievi e a chi fa corsi di venti ore con trentacinque allievi.
Ma quello che fa corsi per trentacinque allievi non lavora un po' di più, non spende un po' più denaro? Ma qui i patentini valgono due milioni ecco dove la mia attenzione si appunta, e di qui i dubbi. Questi soldi sono ben spesi? C'è il controllo? Ad esempio, spiegatemi perché i corsi per i patentini devono avere tutti lo stesso costo. Leggendo la deliberazione direi che dovrebbe avere un riconoscimento maggiore chi ha trentacinque allievi rispetto a chi ne ha venti, perché deve avere un locale più grande deve avere più banchi, deve fare più firme di presenza, tenere una contabilità maggiore e rilasciare soprattutto trentacinque patentini invece che venti. Forse una certa grossolanità c'è.
Assessore, auspicherei che lei, quando porta questa deliberazione sedesse al fianco dell'Assessore all'agricoltura che invece si sposta e va vicino ad un avvocato! Alle critiche che vengono svolte sull'efficacia di questa spesa non so se debba essere lei a rispondere o se le ragioni di merito sulla forza che può avere questo investimento, al fine di tirare fuori l'agricoltura dalla crisi, siano argomenti sui quali è competente l'Assessore Cerchio, ma è l'Assessore all'agricoltura quello che pu confortare questo Consiglio. E può anche confortarlo per tutti gli altri dubbi, che sono spinosi e si espongono di malavoglia, ma che io ho cercato di esporre proprio perché non ho nessun retropensiero e nessuna informazione sottobanco, però ho visto che si spende un miliardo e più, che l'anno scorso lo si è speso malamente (in parte in sanatoria), ed osservo qualche incongruenza fra le cifre esposte. Forse lei, Assessore Cerchio lasciato solo in questa circostanza, si assume una grossa responsabilità nel rispondere a tutto.
Gradirei quindi che in sede di replica fosse l'Assessore Lombardi, che incassa nel proprio settore assessorile un miliardo e 200 milioni, perché è lui che lo incassa politicamente, perché fa svolgere al settore agricolo questa attività, ne beneficiano i settori interessati al suo Assessorato e non dice parola, ma visto che ne beneficia spenda in quest'aula parole di conforto per chi ha così tanti dubbi, e anch'io li ho, sull'efficacia di merito, di metodo e di congruità della spesa di un così rilevante impegno della Regione Piemonte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.
PEANO Grazie, Presidente. Non so se l'Assessore Lombardi sia un incassatore come il Consigliere Chiezzi ha detto, se è uno che incassa tanto, se i retropensieri del collega Chiezzi siano così forti ed evidenti e pieni di tante preoccupazioni o se invece, in realtà, siano un "pour parler". Non voglio entrare nel merito dei controlli che il collega Zacchera ed altri colleghi hanno voluto precisare in quest'aula e non credo nemmeno che siamo in una fase di consuntivo di questi corsi, siamo in fase preventiva, li stiamo organizzando, li stiamo approvando e quindi credo che tutto si debba ancora giocare. Non siamo in una fase dove tutto è già fatto, quindi il dibattito di oggi consente ancora a tutti di poter dire la propria come avviene di solito, né tantomeno penso che si tratti di vuoti per pieni sono corsi che avverranno pieni con del personale, con dei corsisti, tutto avverrà e quando si parla di vuoti per pieni solitamente qualche vuoto c'è sempre; qui sono vuoti tutti ancora da riempire, ma il tutto avverrà.
Quando parliamo di agricoltura o di formazione abbiamo sempre le stesse difficoltà, che si respirano tanto in Commissione quanto in aula consiliare. Sembra quasi che ci sia un accanimento nei confronti dell'agricoltura, che già oggi attraversa tutta la sua marginalità e difficoltà; cioè, tutti vogliamo i corsi di formazione, tutti vogliamo che avvengano, però se avvengono in agricoltura quasi vogliamo che non si facciano, si ha paura a farli, eppure non dimentichiamo che l'offerta formativa è prevista negli impegni di questa Regione ed è una crescita culturale necessaria. Quelli che vanno ai corsi non imparano soltanto a garantirsi una propria economia, a diventare imprenditori, ma imparano anche a convivere nel modo migliore con il territorio, con le risorse della terra, dell'acqua, di quanto la natura offre loro.
Oggi, in particolare, grazie a questi corsi, la popolazione agricola ha accresciuto le sue capacità di rispettare l'ambiente, che per loro è vitale ed a tutti noi interessa. Da qualche anno si parla di ecologia e di rispetto dell'ambiente con una correttezza necessaria, ormai i corsi vanno in questa direzione, è molto importante che tutto questo avvenga, perch credo che sia un lavoro positivo. La chiarezza che il collega Foco richiamava è necessaria, ma credo che i corsi vanno nella direzione richiesta, non credo che l'Assessore vada in contraddizione con quella che è la richiesta dei corsi stessi.
A riguardo poi della Provincia di Cuneo - che pare sia quella che recepisce quasi tutte le risorse - penso che le risorse vadano la dove c'è una richiesta, un'organizzazione sindacale in grado di poter assicurare i corsi stessi e là dove esistono le aziende, quindi la nostra Provincia più di altre ha questa capacità dì assorbire fondi per delle strutture che da noi esistono.
Credo però che in questa deliberazione ci sia un equilibrio territoriale che forse in altri anni era meno presente. Assessore, forse lo scorso anno avevamo avuto qualche difficoltà nell'approvare i consuntivi pareva, cioè, che i consuntivi indicassero grosse modifiche avvenute durante i corsi stessi. Quindi penso necessario assicurare, già in questa fase preventiva, che i corsi, i quali hanno tutti una loro specificità avvengono là dove sono dichiarati.
Da parte nostro il voto è favorevole e ringraziamo per il lavoro preparatorio svolto. Sappiamo - perché ho voluto personalmente consultare le organizzazioni - che i corsi sono in ancora in procinto di iniziare, non sono ancora stati avviati, e questo è un dato importante per questo dibattito. Siamo quindi ancora in quella fase preventiva necessaria che consentirà, da domani in poi, se approvata questa deliberazione oggi, di poterli iniziare. Comunque, grazie Assessore per quanto ha fatto; da parte nostra ribadiamo il voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore regionale Sono molto lieto che, seppure in zona tarda, come è successo anche l'anno scorso (in zona Cesarini), discutiamo di questi problemi. Come Assessore alla formazione professionale sono anche lieto (avendo visto uno scalare di attenzione su questi aspetti ed una particolare attivazione nei confronti della struttura dell'Assessorato) di dire che molti dei quesiti qui posti sono del tutto dimostrabili in senso inverso, alcuni con dati precisi, altri con una battuta. Forse bisognerà abituarsi a non recitare tanto gli umori sui dubbi o sui sospetti di eventuali corsi fantasma giacché purtroppo (o per fortuna) questi corsi sono, certamente con grande difficoltà, fatti tutti in zone periferiche, in mezzo alle montagne, in mezzo ai boschi, in mezzo alle "buse" delle campagne, al fine di dare un maggiore supporto tecnico, un aggiornamento agli agricoltori (di qui i corsi brevi). Questi corsi non servono ad insegnare il mestiere del coltivatore e dell'agricoltore, ma sono corsi di aggiornamento per creare maggiore competitività, maggior adattabilità ad una situazione (anche agricola) che si trasforma con gli stessi ritmi intensi con i quali si trasformano tutte le produzioni e le attività produttive nella nostra Regione.
Qualcuno di noi (non tanti) avrà certamente letto un articolo apparso qualche giorno fa su "Il Giornale" di Montanelli; in Piemonte questo quotidiano si legge poco e quindi potrei anche far finta di non averlo letto. Invece, partendo dalla considerazione che l'opposizione giustamente, deve fare dei commenti, dico che la maggioranza o il governo della Regione devono fare delle controindicazioni, senza aspettare passivamente questo. Per cui, pur non avendo sottomano questo articolo, lo rendo esplicito.
In questo articolo di cinque o sei colonne è stato detto che la Regione Piemonte, in termini di agricoltura, fa bilanci gonfiati; a proposito dei corsi di formazione professionale in agricoltura, si dice: "E che dire dei corsi fantasma in agricoltura in Piemonte?". La domanda del giornalista evidentemente, fa riferimenti specifici ad alcune comunicazioni che in Commissione l'Assessore alla formazione professionale ha svolto una settimana fa in risposta ad alcuni ulteriori quesiti posti dai colleghi Zacchera e Foca, ai quali nei giorni scorsi sono state inviate delle note specifiche.
Non esiste, colleghi; al di là della recitazione ad effetto (oggi si fa non solo politica, si fa attività amministrativa, si fa dialettica, ma con la scenografia), non basta dire "Dove sono i corsi fantasma?" o 'E che cosa dire dei corsi fantasma?". Desidero spiegare qui che non si tratta di corsi fantasma; si tratta di corsi di difficile realizzazione, perché non sono certo svolti in aule attrezzate con computer o con specchi luminosi, bensì in territori decentrati e comunque difficilmente raggiungibili anche dai Consiglieri regionali. A questi ultimi daremo l'indicazione di tutti i corsi che verranno fatti, in modo tale che potranno andare a Peveragno, a Domodossola o a Villadossola o a Centallo o a Caraglio ad esaminare, dalle nove di sera a mezzanotte, quanto lì viene svolto; se bisogna fare anche questo, lo faremo.
Inoltre, non si tratta di corsi - come dice "Il Giornale", secondo riferimenti (credo) suggeriti da qualche informatore - pagati per metà dalla Comunità Europea e per metà dalla Regione; sono corsi di formazione professionale attivati dalla Regione Piemonte, con tutta la specificità di un'attività che viene svolta in modo decentrato sul territorio.
Tali corsi vengono svolti in alcune stagioni temporali (in genere durante la stagione invernale, nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio e qualche altro mese dell'anno), nei periodi in cui i contadini e i coltivatori non lavorano i campi ,e hanno la possibilità di svolgere questi corsi di aggiornamento. Bisogna tener presente che questi non sono allievi qualificati, come avviene nella tradizionale formazione professionale, dove abbiamo ragazzi più o meno giovani che cercano di imparare un mestiere, ma si tratta di persone che intendono aggiornarsi sulle moderne tecniche nel campo dell'agricoltura.
Il Consigliere Foco giustamente diceva che la circolare - ne va dato atto - pone alcune problematiche di attenzione e di aggiornamento.
parole, però, difficilmente si traducono con una ricaduta concreta sul territorio e, come anche alti colleghi hanno rilevato (Chiezzi e forse anche Zacchera), la stragrande maggioranza dei corsi è sbilanciata sui patentini. Quindi c'è molta meno attenzione su quelle belle parole di programmazione, di attenzione, ecc., a cui la circolare dà degli input.
Voglio inoltre riferire che se alcune aziende vitivinicole del Piemonte hanno raggiunto, sul piano del marketing, una serie di risultati non indifferenti e sono diventate leader della produzione di vini in una competizione extranazionale, questa è anche la conseguenza di alcune azioni di aggiornamento che su questo aspetto del marketing - ma potrei citare altri casi - sono state attivate attraverso questi corsi minimali, ma fondamentali, di aggiornamento sull'attività di formazione professionale in agricoltura (ma lo stesso discorso potremmo farlo sull'agriturismo, e così via).
Ripeto, si tratta dell'aggiornamento di una professione che già si conosce e che deve essere rafforzata. L'osservazione che qui veniva fatta ha creato un mix - e lo diceva molto bene il collega Peano - fra ciò che è l'indicazione del Piano corsi di corsi che devono ancora iniziare ed il risultato che si otterrà (lo vedremo fra un anno), con un tentativo di recuperare ipotesi di domande, di dubbi, di contraddizione del pregresso, e quindi del precedente Piano corsi.
A questo proposito, il collega Zacchera mi ha ancora oggi presentato una memoria scritta con la richiesta di informazioni sui numeri dei corsi partiti, non partiti, ispezionati, non ispezionati, alla quale cercherò di dare una risposta articolata, dando tutti gli elementi che possono essere a conoscenza dell'Assessore.
Tutto ciò senza rispondere in merito al discorso della convenzione, sul fatto se sia stata firmata o meno, perché è un, problema che riguarda l'ufficio dei contratti; questo non è compito mio, bensì dell'Ufficio della Presidenza. Credo che alle ore 19 di sera gli uffici non siano in grado di fornire dei chiarimenti, ma mi farò carico di porre questo problema. Così come mi farò carico, se questa è una richiesta che incide sul giudizio positivo o meno, del voto alla delibera, delle osservazioni che con molto pregiudizio vengono poste sul valore o la valenza degli insegnanti: se siano o meno così, come abbiamo dichiarato già lo scorso anno, anche alcuni docenti universitari. Sono tutti docenti titolati ad insegnare, sapendo di poterli trovare sul mercato, possibilmente non facendo venire un professore universitario da Venezia o un docente di istituto tecnico professionale da Firenze per insegnare in corsi tenuti a Centallo o a Caraglio.
Il miglior controllo comunque è quello che voi registrerete, magari non con una visione epidermica dei dubbi o dei limiti, della partecipazione a questi corsi.
Voglio rispondere al quesito della "bella circolare e della poca ricaduta". Ho detto prima che ci sono 319 corsi, dei quali 160 sono per i patentini, perché c'è un obbligo: una circolare del Ministero della Sanità li prevede e li rende quindi obbligatori. Farei difetto e sarei in torto se non attivassimo dei corsi su queste domande, perché la circolare n. 37 del Ministero della Sanità prevede ed obbliga questo e se la legge non lo ha cambiato sarei in torto io se non attivassi i corsi di formazione sui patentini! Credo valga la pena richiamare la tipologia dei corsi attivati. Ci sono 44 corsi di formazione imprenditoriale, di marketing e di conduzione aziendale che hanno un significato di traduzione dall'indicazione programmatica alla ricaduta. Ci sono 26 corsi relativi all'ambiente, alla qualità del prodotto e all'agricoltura biologica, che sono un'altra risposta dalla programmazione alla ricaduta. Ci sono 8 corsi di agroinformatica che sono una traduzione dalla circolare di indicazione alla ricaduta. Ci sono 33 corsi su temi specifici relativi alla frutticoltura alla qualità del latte, alla viticoltura; ci sono altri 10 corsi di agriturismo! Se questa non è l'indicazione di una programmazione specifica nuova ed aggiornata sulla formazione professionale, credo allora che noi parliamo molte volte con impressioni del passato credendo che il futuro debba essere sempre migliore (su questo siamo d'accordo).
Nei mesi scorsi abbiamo attivato un gruppo di lavorò fra la Regione Piemonte, Assessorato alla formazione professionale e gli enti di formazione per sviluppare materiale didattico specifico al riguardo. Credo che questa sia un'ulteriore risposta ai dubbi che qualcuno pone - lo ha detto il Consigliere Chiezzi - con critiche che alludono alla ventilata ipotesi che questi soldi vengano dati e finalizzati non a corsi che non si fanno, ma a coperture, di fondi per le organizzazioni agricole, come se fosse un flusso finanziario regalato. Io dico, perché ho partecipato vivamente anche alla gestione del controllo di queste attività, che questi fondi (1 miliardo e 300 milioni, non 13 o 130 miliardi!) finiscono in corsi. Nessun dubbio l'Assessore alla formazione professionale ha al riguardo, e se i corsi dei patentini costano due milioni è perché tale è l'onere dell'insegnamento a 20,25 o 28 persone: questo è lo stipendio indicato come rimborso al docente per il corso.
Un'ultima dettagliata risposta la devo al Consigliere Zacchera.
La materia dei controlli sulle attività di formazione professionale è regolata dalla legge n. 845/78. Bisogna che i Consiglieri sappiano di che cosa si parla! Questa circolare, lo dico per apprendimento (lo stesso Consigliere Zacchera ha detto di farlo salvo delle cose sbagliate che diceva), non è un'integrazione della delibera approvata il 18/2/1992, è un altro Piano corsi! La legge n. 845/78, all'art. 5, comma b), punto 7), prevede che gli Enti convenzionati debbano "accettare il controllo della Regione, che pu effettuarsi anche mediante ispezioni, sul corretto utilizzo dei finanziamenti erogati". Come si vede, l'ispezione non è obbligatoria, non è che dobbiamo andare a ispezionare tutti i 100, 200, 300 o 400 corsi...



PRESIDENTE

Mi permetto di intervenire, Assessore Cerchio. Poiché c'è una scadenza al 30 novembre...
CERCHIO, Assessore regionale Sì, ha ragione, cerco di concludere.



PRESIDENTE

Le do un suggerimento: dato che l'argomento è importante e mi sembra che lei abbia una scaletta scritta, potrebbe eventualmente pensare di consegnarla agli atti.
CERCHIO, Assessore regionale Certo, ma poiché l'Assessore Cerchio, non nominativamente, è stato citato su "Il Giornale" di Montanelli, io non aspetto, replico! L'Assessore Cerchio, Assessore alla formazione professionale, è stato indicato come il soggetto responsabile di corsi fantasma, per cui io invito, in seduta pubblica, a registrare che come si vede l'ispezione - vado a ritmo - non è obbligatoria ai fini della erogazione dei finanziamenti: è una delle modalità, affiancata ad altre, con cui si esercita la vigilanza! La legge regionale n. 8/80 in materia di formazione professionale in attuazione della legge n. 845 riprende l'argomento all'art. 8 che alla lettera d) stabilisce la competenza della Regione in ordine al "controllo e alla vigilanza sulla realizzazione dei piani e dei programmi". Le modalità attivate da tale disposizione di legge - darò il testo scritto, perch possa anche andare alla Magistratura come stanno andando tanti viaggi epistolari, avanti e indietro, di alcuni nostri amici! - sono determinate dalla convenzione tra Regione ed Enti di formazione.
Tali modalità sono analoghe per l'insieme delle attività finalizzate e sono costituite da: firma giornaliera su registri presenze da parte di allievi e docenti comunicazione, da parte dell'Ente gestore, del calendario e delle località di svolgimento delle singole lezioni presenza di funzionari regionali nelle Commissioni d'esame, quando previste visite ai corsi, can colloqui con docenti e allievi, da parte di funzionari del Servizio Programmazione, finalizzate alla verifica della didattica ispezioni, a campione, da parte del Servizio Ispettivo (che è altro da quello della Programmazione proprio perché non ci sia congiunzione, bensì controlli incrociati) infine, controllo dei rendiconti dettagliati delle spese e delle relative pezze giustificative da parte dell'ufficio apposito.
Le attività di controllo elencate sono attivate dal momento in cui viene rilasciato, da parte del Servizio Ispettivo, il registro delle firme di presenza. Il rilascio avviene o sulla base delle delibere esecutive di istituzione dei corsi o su autorizzazione del Servizio Programmazione qualora ragioni di tipo didattico o legate all'utenza rendano opportuno l'inizio delle attività durante l'iter di perfezionamento dell'iter deliberativo. E' una prassi costantemente adottata, in tutti i settori nell'intento di non penalizzare l'utenza e gli operatori.
L'attività di vigilanza viene esercitata comunque e con le stesse modalità. Relativamente al programma dei corsi in agricoltura per l'anno formativo 1991/1992, ad oggi, 30 novembre 1992, si registra la seguente situazione: 1) sono stati svolti o sono in via di svolgimento 230 corsi sui 253 previsti 2) i corsi autorizzati - è una domanda specifica che i colleghi hanno posto nel periodo fra il 30/ 12/1991 (data di approvazione della proposta di piano da parte della Giunta regionale) e il 18/2/ 1992 (data di approvazione della deliberazione da parte del Consiglio regionale) sono 113. Di questi, 26 si sono conclusi prima del 18 febbraio e 87 successivamente a tale data.
Di tutti i corsi, indipendentemente dalla data di inizio, esiste il calendario dettagliato e il registro con le firme giornaliere dei docenti e degli allievi. Inoltre, nel caso di inizio attività anteriore al 18 febbraio 1992, il rilascio dei registri è stato subordinato alla sottoscrizione di una lettera con la quale si sgrava la Regione da ogni responsabilità in ordine al finanziamento dei corsi qualora questi non fossero approvati dal Consiglio regionale o dall'Organo di controllo. E perché soprattutto un Ente li ha attivati numerosi? Perché è l'Ente di maggioranza. Non c'era problema, evidentemente, nei confronti di alcuni enti che avevano pochi corsi da attivare. Tale facoltà è stata concessa a tutti coloro che hanno manifestato l'urgenza dell'inizio dell'attività accettando le condizioni poste.
3) Le visite dirette da parte di funzionari regionali, con riferimento all'insieme dei corsi agricoli, sono state 176, pari al 76,5% dei corsi fin qui attivati, così articolate: 104 commissioni d'esame, nei corsi per il rilascio del patentino per l'uso di fitofarmaci, da parte di funzionari dell'Assessorato all'Agricoltura 59 visite, con colloquio con allievi e docenti e riscontro dei registri di presenza, da parte di funzionari del Servizio Programmazione Attività Formative 13 visite ispettive a campione da parte di funzionari del Servizio Ispettivo dell'Assessorato alla formazione professionale.
In particolare, i 26 corsi svoltisi tra l'adozione della proposta di delibera da parte della Giunta e la sua approvazione in Consiglio hanno registrato: 20 Commissioni d'esame per il rilascio del patentino 5 visite dei funzionari del Servizio Programmazione.
4) Le segnalazioni di irregolarità, conseguenti al totale dei controlli effettuati, ammontano a 3, e precisamente: in un corso, il docente si è presentato per la lezione alle 22,05 anzich alle 21. E' stato disposto il recupero dell'ora in un corso, il direttore ha denunciato lo smarrimento della borsa contenente i registri di presenza, esibendo copia della denuncia all'autorità di Pubblica Sicurezza; gli allievi hanno confermato al funzionario regionale il regolare svolgimento delle lezioni previste in un corso, il numero di allievi effettivamente frequentanti è risultato sensibilmente inferiore al limite minimo stabilito dalla convenzione; è stata avviata la procedura per il non riconoscimento del corso ai fini del contributo regionale.
Con riferimento ai 230 corsi fin qui attivati, la previsione di iscritti all'atto della presentazione delle proposte da parte degli Enti ammontava a 4.080 unità. Dai verbali di esame per i patentini e dai verbali di chiusura dei corsi negli altri casi, risultano aver frequentato 6.871 persone. L'incremento, rilevante, è dovuto alla massiccia adesione ai corsi per il patentino, segno di una domanda non ancora evasa con i programmi 1990 e 1991. La convenzione per il 1991/1992 ammetteva esclusivamente variazioni di sedi nell'ambito provinciale. Erano escluse variazioni di tipologia o di indirizzo tecnico del corso o spostamenti extraprovinciali.
I cambiamenti di sede tra località della stessa provincia hanno interessato 48 corsi dei 230 finora attivati.
Dare una risposta ancora più dettagliata ai quesiti posti in ordine al numero delle persone che hanno partecipato e farò anche un discorso attento sulla variazione di svolgimento dell'attività secondo quanto ha indicato la convenzione.



PRESIDENTE

Mi rendo conto dell'importanza dell'argomento. Hanno chiesto di intervenire per dichiarazione di voto su questo punto i Consiglieri Foco Zacchera, Bodrero, Chiezzi e Picchioni. Faccio presente che c'è la scadenza del 30 novembre per quanto riguarda il CAAT; forse potremmo rimandare la discussione su questo argomento e dare la precedenza al CAAT.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Se entro il 30 novembre non passala legge sul CAAT, perdiamo i soldi.
Abbiamo concordato di votare la legge e di fare il dibattito. Votiamo la legge e domattina riprendiamo immediatamente questo argomento e poi il CAAT. Tenuto conto che dovremmo anche votare la proposta al Consiglio del Fondo socio-assistenziale; se il Consiglio non provvede la Giunta si raduna e lo fa con i poteri del Consiglio.



PRESIDENTE

Questo l'abbiamo già detto prima, senonché non si era detto che questo provvedimento potesse durare a lungo. Ho proposto di soprassedere, visto il programma che avevamo già concordato precedentemente, non togliendo niente a nessuno perché i colleghi hanno la possibilità domani di fare le dichiarazioni di voto con la calma che l'argomento può richiedere. Tutto non si può fare. Possiamo anche stare qui fino a tarda sera, però ci vogliono i numeri per stare in aula. Mi sembra che anche la proposta del Presidente della Giunta sia di soprassedere. C'è una scadenza che già prima abbiamo richiamato ed è quella dei fondi destinati al CAAT. Non si strozza assolutamente il dibattito, anzi semmai gli si dà più spazio. Il programma che ci eravamo dati prevedeva tempi più ristretti, ma l'importanza dell'argomento ha triplicato il tempo che ci eravamo prefissi.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 269: "Sottoscrizione del primo aumento di capitale della Società Consortile 'CentroAgro-Alimentare di Torino - CAAT SpA'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 269, precedentemente iscritto all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Dardanello, che ha facoltà di intervenire.
DARDANELLO, relatore Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, signori Consiglieri, con il disegno di legge n.
269, oggi presentato all'approvazione del Consiglio, la Giunta propone la sottoscrizione di nuove azioni della Società consortile per Azioni CAAT alfine di conservare alla Regione l'attuale quota di partecipazione alla Società stessa a seguito dell'aumento di quel capitale sociale, deliberato in data 21 dicembre 1991 dal Consiglio di amministrazione, in forza di delega conferitagli da una disposizione statutaria approvata dall'assemblea straordinaria degli azionisti nel luglio 1991.
L'aumento - dell'importo complessivo di circa 10 miliardi - è finalizzato a coprire parte delle spese di investimento, che la società deve sostenere per la realizzazione del centro, il cui costo complessivo è valutato in 220 miliardi di lire.
Il provvedimento legislativo in esame si inserisce in un più articolato insieme di interventi già sottoposto alle valutazioni del Consiglio.
In dipendenza di quanto sopra, appare necessario illustrare al Consiglio la situazione attuale della società, lo stato delle iniziative curate dalla stessa e le prospettive concernenti la realizzazione del mercato Agro-Alimentare di Torino. Vengono in esame, in primo luogo, le vicende relative alla società. Questa consta, attualmente, di 12 soci (Comune di Torino - CCIAA di Torino - Provincia di Torino - Comune di Grugliasco - Comune di Rivoli - Istituto bancario San Paolo di Torino - CRT SITO-S.p.A. -APGO - ASCOM - Confesercenti) ed ha presentato un bilancio consuntivo al dicembre 1990 che chiude con un utile di oltre 120 milioni di lire.
La società ha provveduto ad affidare la progettazione esecutiva del complesso Agro-Alimentare e sta curando i molteplici incombenti connessi all'acquisizione del contributo statale, già assegnato con Decreto del Ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato, per un importo complessivo di 80 miliardi di lire.
Poiché i contributi ,statali, ivi compresi quelli che devono ancora essere erogati, copriranno complessivamente solo il 50% della spesa ritenuta ammissibile dal competente Ministro pari a L. 178,1 miliardi - si rende necessario reperire ulteriori fondi di finanziamento, con modalità che dovranno essere meglio definite.
Certamente, peraltro, parte delle risorse necessarie verrà acquisita dalla società attraverso successivi aumenti del capitale sociale, già autorizzati dall'assemblea straordinaria in precedenza ricordata, di cui l'aumento che si propone di sottoscrivere pro-quota costituisce una prima tranche.
Con gli annunciati, ulteriori provvedimenti della Regione si tenderà ad adeguare l'insieme degli strumenti urbanistici e dei provvedimenti amministrativi alle esigenze che la prevista realizzazione del centro ha evidenziato.
Da ultimo, si precisa che il disegno di legge reca la clausola dell'urgenza in relazione ai termini di scadenza dell'aumento e al fine di consentire l'impegno della spesa entro il corrente anno finanziario.
La I e la III Commissione consiliare hanno preso in esame il disegno di legge di cui si tratta e, dopo un'attenta e approfondita valutazione ed un'ampia e articolata discussione, lo hanno approvato a maggioranza nella seduta congiunta di oggi.
In considerazione di quanto sopra esposto, se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore regionale Avrei voluto approfittare di questo spazio riservato al Consiglio relativamente a questo disegno di legge di aumento di capitale della Società CAAT, per rendere un'informazione più generale attorno a questo tema che, per la verità, ha suscitato da parte dei Consiglieri regionali molta attenzione negli ultimi tempi, tenendo conto che mi riproponevo di rispondere ad alcune interrogazioni, ben 4 del Consigliere Cucco, una del Consigliere Ferrara, un'interpellanza dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, un'ulteriore interrogazione del Consigliere Cucco, limitata per una sua parte, ed infine di esprimere la posizione della Giunta relativamente ad un ordine del giorno presentato dai Consiglieri Cucco Chiezzi e Segre.
Cercherò di riassumere ed ho scritto queste note sperando di dare esauriente risposta a tutte le sollecitazioni che sono venute da interrogazioni e interpellanze. Va da sé che probabilmente non sar sufficientemente esauriente; d'altra parte domani mattina è previsto un ritorno su questo argomento e mi farà piacere, in sede di replica integrare questa sintesi che è anche più sintesi di quello che avevo previsto inizialmente. Non voglio ripetere il tipo di investimento che abbiamo di fronte, il progetto è conosciuto da tutti, è un progetto importante che si estenderà su un territorio di 415.000 mq, che risolve un problema annoso perla città di Torino, quello della localizzazione dei suoi mercati ortofrutticolo e dei fiori.
La società che organizza questo intervento è la società del CAAT società a partecipazione regionale con capitale sociale di 9 miliardi. In questo momento, stiamo portando il capitale da 9 miliardi a 19; la quota della Regione è proporzionale a quella attuale, del 10,75%: il capitale che questa sera deliberiamo, quindi, è di 1 miliardo e 75 milioni.
Per questo intervento la società del CAAT ha presentato al Ministero un progetto che prevede un esborso di 196.000 miliardi; è stata ammessa alle agevolazioni finanziarie - cosa che i Consiglieri già sanno - ai sensi di una legge. A questo intervento di programmazione commerciale che riguarda tutta l'Italia, oltre a noi partecipano altri nove mercati; nei termini del 5 settembre otto mercati hanno presentato le relative domande e soltanto la città di Milano - per ovvi motivi - non ha presentato questo progetto.
La somma ammessa al finanziamento è di 178 miliardi, con una copertura statale pari a circa il 50%, derivante da un contributo in conto capitale ammontante attualmente a 52 miliardi ed a un contributo in conto interesse pari a 26 miliardi.
Al progetto esecutivo - così come ho sintetizzato, si è arrivati dopo la predisposizione di un progetto di massima dell'ammontare di 267 miliardi; progetto redatto dalla società consortile "Progetto mercati". Il progetto in questione è stato valutato dalla competente Commissione ministeriale sulla base dei parametri del Decreto del 2/2/1990, che ne ha ridotto l'ammontare di' spesa ammissibile ai citati 178 miliardi. Ai fini della graduatoria generale, le variabili prese in considerazione dall'art.
3 del suddetto decreto sono stati: la qualità del prodotto movimentato dico questo per rispondere a richieste fatte dai Consiglieri - i rapporti con la produzione locale, la funzione redistributiva, il livello di attività di import-export, la dimensione degli operatori, le merceologie presenti, la valutazione globale dell'iniziativa, tenuto conto dei contenuti degli studi di fattibilità. Il punteggio quindi prescinde totalmente dall'ammontare dell'investimento e dalle voci che lo determinano. Al fine di individuare la ditta cui affidare l'incarico di elaborazione del progetto esecutivo, la Società CAAT ha inviato una richiesta di preventivo a tutte le ditte che erano state interessate alla prima fase dell'indagine finalizzata allo studio di fattibilità e al progetto di massima.
Delle 17 ditte interpellate, due hanno espressamente declinato l'invito e cinque, di cui due congiuntamente, hanno presentato un'offerta. Le offerte sono state valutate e comparate dalla società; sono stati richiesti chiarimenti, integrazioni e riduzioni del corrispettivo richiesto, in particolare alle due ditte che risultavano aver proposto offerte complete sia per la parte relativa alla progettazione vera e propria, sia per quella di assistenza alla società negli adempimenti richiesti dalla normativa.
Il Consiglio di amministrazione della società ha ritenuto all'unanimità più vantaggiosa l'offerta della "Progetto mercati", società per la quale è stata sottoscritta una convenzione il 28/ 10/1991. Là Società CAAT, e non l'amministrazione, ha regolarmente contratto una convenzione con la "Progetto mercati"; pertanto solo nell'ambito delle autonome scelte della società, la decisione avrebbe potuto essere rivista. Occorre tenere presente che la procedura e i tempi per la costruzione del Centro Agro Alimentare, compresa la parte riguardante l'espletamento della gara, sono stati rigidamente fissati da provvedimenti normativi vincolanti la Società CAAT, pena l'inammissibilità della domanda, con conseguente esclusione da finanziamenti agevolati.
La deliberazione CIPE del 31/1/1992 prescrive infatti, al punto 6), che i bandi di gare dovranno essere conformi a quanto previsto in apposito decreto del Ministro dell'Industria e dell'Artigianato.
Il decreto ministeriale del 15/4/1992 ha approvato il bando di gara al quale le società consortili che intendono realizzare i Centri agroalimentari devono attenersi.
Il bando in questione è perfettamente corrispondente allo schema-tipo approvato dal Ministero. Si 'tenga ancora conto che tutta la procedura relativa ai bandi e l'esame della richiesta di invito saranno sottoposti all'esame di un'apposita Commissione nominata con Decreto ministeriale composta dai dirigenti dei Ministeri dell'Industria e del Commercio, del Bilancio e della Programmazione economica, del Tesoro, dei Lavori Pubblici e presieduta da un magistrato del Consiglio di Stato; è questa una novità rispetto ad altre procedure.
La Commissione in questione è altresì competente per tutte le fasi successive, esame delle offerte e verifica delle regolarità amministrative funzionali delle opere.
In ordine alla richiesta da parte del Collegio costruttori di revoca del bando di appalto per la costruzione del Centro Agro-Alimentare, si fa presente che tutta la procedura e i tempi per la realizzazione del CAAT compresa la parte riguardante l'espletamento della gara, sono stati fissati da provvedimenti normativi ministeriali vincolanti per la società, a pena dell'inammissibilità della domanda e perdita dei contributi e dei finanziamenti agevolati.
In ogni caso, sia da parte della Società CAAT sia da parte del Presidente della Giunta regionale, sono state rivolte al Ministero competente proposte di revisione della normativa in materia.
Essendo il Centro Agro-Alimentare di Torino, da localizzarsi all'interno del Centro intermodale merci, sul quale sono stati promossi dalla Società SITO, investimenti di potenziamento del Centro intermodale stesso, si è avviata - ormai da due anni - un processo di consultazione tra gli enti interessati (oltre alla Regione e alla Provincia di Torino, il Comune di Grugliasco, Orbassano, Rivalta, Rivoli e Torino, Società del CAAT e Società SITO) teso all'individuazione dei contenuti di un accordo di programma avente ad oggetto là realizzazione del mercato agroalimentare di Torino, l'ampliamento del Centro intermodale di Orbassano e là sistemazione delle connesse infrastrutture.
Tale accordo è stato promosso dal Presidente della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 27 della legge n. 142, nel settembre di quest'anno.
Procederemo ad indire la Conferenza prevista dalla legge suddetta, per formalizzare gli aspetti contrattuali fin qui definiti, che sinteticamente prevedono il potenziamento viario, il trasferimento della Servizi industriali, la gestione del territorio in misura alle diverse competenze amministrative, le risorse necessarie e i soggetti che le devono attivare.
Fin qui, per quanto ci riguarda è tutto normale: abbiamo sopportato le scadenze.
A questo punto, però, sul nostro percorso ci sono due handicap. Il primo. Il Ministero, che pure ha costretto le Regioni a presentare il progetto con la data capestro del 5 settembre, a tutt'oggi non ha permesso di conoscere l'orientamento del Ministero attorno a questi progetti. Si consideri che ai sensi della legge n. 46 in ogni caso, entro l'8 marzo i Comuni devono già aver rilasciato le concessioni edilizie rispetto a tale investimento.
Stiamo effettivamente ,attraversando - dal lato tempistico - un momento di grande difficoltà; posso riferire che una prima riunione della Commissione interministeriale, convocata dal sottosegretario Iossa incaricato dal Ministro esplicitamente ad acta per questo provvedimento non ha assunto decisioni, perché la riunione è durata 15 minuti, con una posizione di perplessità del sottosegretario rispetto alla composizione dell'originaria Commissione che ha esaminato, fin dall'inizio, questi progetti. Secondo il sottosegretario Iossa, la Commissione non era sufficientemente rappresentativa di tutte le competenze che sarebbe stato necessario valutare all'interno della Commissione.
La Commissione, come ho avuto modo di far rilevare al Consiglio qualche tempo fa, è per contro composta da eccellenti professori, tecnici esperti di questa materia, e ad avviso anche mio, tutte le competenze necessarie nonché quelle riferite all'informatica - una di quelle competenze che il sottosegretario considerava carente - sarebbero viceversa a nostro avviso comprese.
Secondo gravissimo handicap. Come ho sempre avuto modo di dire, a mio avviso, il problema più grave esistente su questo complesso di interventi che si vengono a determinare per effetto di questo investimento, è la presenza della Servizi Industriali in quel territorio.
Si aggiunge quindi il problema che la Servizi Industriali ha fatto ricorso al TAR ed ha chiesto l'annullamento di tutti gli atti autorizzativi rilasciati sia dalla Regione sia dai Comuni, in riferimento a questo investimento (praticamente, partendo dalle deliberazioni del 1988 o addirittura anche prima).
Aggiungiamo che la Giunta ritiene questo investimento molto importante per lo sviluppo del Piemonte e perla risoluzione di problemi in questo settore commerciale, ma anche più in generale per l'esigenza di riqualificare un'area urbana come quella dove sorgono adesso i mercati.
E'importante, ma devo comunicare tutta la nostra preoccupazione rispetto a questi due momenti, che sembrano segnare qualche possibilità di frapporre ulteriori indugi all'investimento.
Credo che domani mattina, dopo le osservazioni dei Consiglieri, sarà mio dovere replicare e sarà interessante se a questo tavolo saranno presenti, oltre al Presidente, anche l'Assessore Carletto e l'Assessore Garino. Sono molto lieta di rappresentare questa sintesi, però il problema è complesso e quindi necessiterà probabilmente anche della presenza e della replica dei miei colleghi. Grazie.



PRESIDENTE

Secondo quanto convenuto, possiamo procedere alla votazione del disegno di legge, dopodiché tutta la discussione, come ha ricordato l'Assessore Vetrino, verrà demandata alla giornata di domani, sia per quanto riguardai documenti presentati sia per coloro che vorranno intervenire come dibattito di carattere generale che non facciamo in questo momento, a prescindere anche dai documenti presentati.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1- Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 7 astensioni 6 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 7 astensioni 6 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 22 voti contrari 7 astensioni 6 L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 542: "Riparto fondo gestione Servizi Socio-assistenziali di cui alla L.R. n. 20/82 e successive modifiche e integrazioni -Anno 1992"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 542 precedentemente iscritta all'o.d.g.
La parola alla Consigliera Bortolin per dichiarazione di voto.
BORTOLIN Sarebbe stato interessante sentire anche in aula la relazione dell'Assessore. Discutere, in queste condizioni, di un argomento come quello del riparto ai Comuni dei finanziamenti per i servizi socio assistenziali, è davvero al limite dell'assurdo. Ciò che è rimasto del nostro Gruppo si asterrà su questo provvedimento, impegnando e chiedendo alla Giunta e al Consiglio regionale di trovare un momento adeguato con i tempi necessari per, affrontare questo argomento di estrema importanza. In Commissione abbiamo anche avanzato delle richieste all'Assessore circa il programma per il 1993. Lo riprendo solo in questi termini in aula, ma per riproporlo seriamente come impegno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio.
BERGOGLIO, Assessore regionale Per quanto mi riguarda non vi è alcun problema, anche se non sempre è facile trovare tempi e modi; mi pare comunque che in Commissiono sia stata fatta una valutazione abbastanza completa.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 10 astensioni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori prossima seduta consiliare


PRESIDENTE

Domani, Assessori Cerchio e Vetrino in particolare, concludiamo prima le discussioni riguardanti (agricoltura e il CAAT. Successivamente passiamo al dibattito sugli enti strumentali, dando la precedenza agli argomenti aperti.
Riepilogando: discutiamo prima il CAAT, prevedendo di cominciare verso le ore 10,30-11; subito dopo ci avvieremo alla conclusione del dibattito sui corsi di formazione professionale e, in ordine di tempo, gli enti strumentali. Inoltre, ci sono quattro deliberazioni dell'Assessore Carletto, per le quali è richiesta la discussione entro domani.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,25)



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