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Dettaglio seduta n.187 del 10/11/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interpellanza n. 1172 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la richiesta di informazioni sulla dotazione di attrezzature elettroniche della Regione Piemonte. Turn-over delle macchine e sconti praticati dall'Olivetti


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n.1172 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.
CHIEZZI Osservo con disappunto che la seduta si apre con circa una dozzina di Consiglieri presenti. Ritengo questo nostro modo di lavorare non decoroso del ruolo del Consiglio regionale; auspicherei, anche da parte della Presidenza, comportamenti differenti in ordine all'apertura della seduta.
In merito all'interpellanza, vorrei fare chiarezza sui rapporti che la Giunta regionale intrattiene con l'Olivetti per quanto riguarda gli acquisti, anche alla luce della convenzione che la Regione Piemonte ha con l'Olivetti stessa in ordine all'approvvigionamento di materiale elettronico.
Chiedo all'Assessore di essere estremamente chiaro e preciso, perché il tema relativo a questi acquisti è economicamente rilevante nell'ambito delle spese della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Non so se sarò estremamente chiaro e preciso; cercherò di esserlo con tutti i dati che i funzionari hanno messo insieme relativamente a questa interpellanza.
Con l'interpellanza in oggetto è stato chiesto di sapere: 1) quante attrezzature elettroniche sono oggi in dotazione alla Regione Piemonte 2) perché lo sconto praticato dall'Olivetti alla Regione è dello stesso ordine di grandezza di quello applicato dall'Olivetti ai suoi punti di vendita (per quanto ci risulta il 24% per impianti di bassa potenza e crescenti in parallelo alla potenza dell'apparecchiatura), nonostante gli acquisti operati dall'Ente regionale siano, oltre che programmati in anticipo e quindi certi, presumibilmente di entità ben maggiore rispetto a quanto acquistato da un normale punto di vendita 3) quali programmi di riorganizzazione del trattamento elettronico delle informazioni abbia la Regione per i prossimi anni e se tali programmi siano compatibili o meno (se no, in che misura) con le attrezzature informatiche attualmente utilizzate presso gli uffici regionali.
La scelta - operata nell'ambito della convenzione di cui sopra - di effettuare il ricambio delle attrezzature elettroniche nell'arco di cinque anni non è infatti giustificata dall'usura delle attrezzature (salvo che per alcune specifiche parti come, ad esempio, le tastiere); richiederebbe quindi una giustificazione di tipo tecnologico che non sappiamo se - e in che misura - è presente.
In merito a ciascuno dei sopra riportati quesiti, si fa presente rispettivamente quanto segue: 1) Le attrezzature elettroniche oggi in dotazione sono n. 3.030, di cui n. 1.230 tra personal computer, minicomputer e sistemi di scrittura e n.
1.800 tra macchine da scrivere e da calcolo.
2) Da informazioni assunte è emerso che gli sconti praticati dall'Olivetti ai suoi punti di vendita vanno da un minimo del 21% ad un massimo del 42% a seconda dei prodotti: dal 37% al 42% per i personal computer dal 21% al 41% per i microcomputer dal 21% al 41% per i prodotti di ufficio. Entro tali limiti, gli sconti variano in funzione dei fatturati. I livelli più alti di sconto vengono riconosciuti per fatturati che superano i 600 milioni al trimestre.
Gli sconti che invece vengono praticati alla Regione, pur in assenza di un vincolo giuridico ad acquistare ed indipendentemente dall'importo e dalla frequenza degli acquisti, sono: del 40% per i personal computer del 25% per i minicomputer del 40% per i prodotti per ufficio.
Ora, se si considera che la convenzione riconosce alla Regione la possibilità di usufruire del contributo di risorse tecniche e sistemistiche dell'Olivetti a supporto dello sviluppo di propri progetti informatici, e che sia per i prodotti hardware sia per il software viene fornita per i primi dodici mesi dall'acquisto una particolare forma di garanzia comprendente una totale assistenza tecnica, si può ritenere che le condizioni convenute per l'acquisto di prodotti Olivetti sono non solo più vantaggiose di quelle praticate dalla stessa Società ai suoi punti di vendita, ma anche le migliori oggi riscontrabili sul mercato, tenuto anche conto che l'importo annuo degli acquisti che si presume di effettuare in base alla convenzione può essere presuntivamente determinato in circa 300 milioni annui. 3) Per quanto concerne i programmi di riorganizzazione del trattamento elettronico delle informazioni, il competente ufficio informatico ha segnalato che sono allo studio o in via di realizzazione i seguenti programmi: il potenziamento del sistema documentale FileNET attraverso il caricamento dei dati relativi alle schede del personale in caso di finanziamento da parte dello Stato, si prevede l'installazione di circa 100 punti di informazione in ottemperanza alle disposizioni dettate dalla legge n. 241/90.
A tale fine è in fase di allestimento un primo punto prototipale che consentirà il collegamento ON-line fra le sedi della Giunta regionale (sistema FileNET) e del Consiglio regionale.
Il punto garantirà l'espletamento dei seguenti servizi: a) ricerche generalizzate finalizzate alla qualificazione conoscitiva degli atti o decreti oggetto dell'indagine b) acquisizione in tempo reale delle immagini eventualmente prima ricercate c) gestione delle stampe locali la realizzazione della rete trasmissione dati in grado di interconnettere i maggiori edifici regionali la sostituzione delle schede di trasmissione dati del progetto deliberazioni (da eseguirsi dopo la rete trasmissione dati) la conversione in ambiente Cobol/UNIX del sistema informativo dell'agricoltura e contemporanea sostituzione delle attrezzature hardware.
I programmi illustrati sono stati progettati sulla base dell'architettura informatica esistente per cui, ove tecnicamente possibile e conveniente, gli stessi sono compatibili con le attrezzature in uso.
Infine, in merito al ricambio delle attrezzature elettroniche, si fa presente che tale operazione costituisce una facoltà e non un obbligo giuridico per l'Amministrazione regionale e che l'arco temporale entro cui ne è prevista l'effettuazione è stato fissato tenendo conto che i prodotti informatici sono soggetti aduna rapida obsolescenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Colleghe e colleghi, non sono del tutto soddisfatto della risposta dell'Assessore; spiegherò brevemente i motivi.
Il primo è il seguente: scorrendo fattività della Giunta regionale in ordine agli acquisti di attrezzature informatiche, continuo a vedere che questi acquisti non seguono una logica di coerenza con la convenzione che la Regione Piemonte ha stipulato con l'Olivetti. Vedo cioè che,gli acquisti di attrezzature informatiche avvengono nei modi più vari: si acquistano attrezzature di ogni genere e pare che ogni Assessore abbia la sua filiera di riferimento.
Allora, se la Regione Piemonte ha individuato l'Olivetti e ha stipulato un'apposita convenzione per riferirsi, a questa industria, non vedo perch non debba fare, con maggiore chiarezza, leva sugli aspetti convenzionali con l'Olivetti e continui, invece, in una serie molto grande di acquisti che vengono fatti caso per caso e servendosi dei prodotti più vari.
Per questo motivo mi rimane la preoccupazione che molto del materiale acquistato anche recentemente da parte della Giunta regionale non sia tutto compatibile e che si dia luogo ad apparecchiature differenziate e quindi di difficile coordinamento, con conseguenti oneri per sostituzioni manutenzioni e rinnovi superiori a quelli che la convenzione consentirebbe.
Mi pare che questa convenzione sia più di facciata che di sostanza e che non sviluppi appieno tutto quello che si proponeva. Allora, se le preoccupazioni che inducono a comportamenti di questo genere sono riferibili al mercato e a privilegi che la Regione Piemonte potrebbe riconoscere a una ditta piuttosto che a un'altra, si riprende in mano la convenzione. Perché una convenzione chiara come questa, che individua l'Olivetti come partner principale, è stata deliberata e approvata: attuatela. Se non è così, mi sembrerebbe più giusto metterla in discussione e dire che la Regione Piemonte ritorna sui propri passi e che il fatto che l'azienda Olivetti - tra l'altro in forte crisi, purtroppo - sia sul territorio piemontese non costituisce un elemento tale da indurre la Regione Piemonte ad individuare questo partner per stipulare una convenzione ed attuarla.
Formulo alla Giunta la seguente richiesta: anziché rispondere all'interpellanza, fate una comunicazione al Consiglio su come intendete attuare o meno una convenzione di questo tipo. Altrimenti l'ente pubblico stipula delle convenzioni, ma poi si spaventa di cosa ha fatto e continua come prima. Non continuate come prima: o sciogliete questa convenzione e spiegate i motivi, le vostre preoccupazioni, oppure attuatela. A metà del guado, però, si sa che non si combina un bel niente. Gli Assessori continuano il loro tran tran e anche il mercato non si assesta intorno ad una decisione della Giunta regionale, che fino a prova contraria era una decisione legittima e, dal punto di vista della sostanza e della scelta amministrativa, condivisibile.
Questi sono i motivi delle mie gravi perplessità; chiederei al Presidente Brizio, in una mezz'oretta di uno dei prossimi Consigli, quando lo ritiene, di rendere una comunicazione a tutti i Consiglieri, non solo al sottoscritto, sulla politica della Regione Piemonte nei confronti di questa convenzione con l'Olivetti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Intendo aggiungere una considerazione di natura politica, al di là dei dati tecnici che sono stati esposti dai funzionari nella risposta all'interpellanza. La considerazione è questa: noi non possiamo, come Regione Piemonte - ed è questo che come Giunta abbiamo tenuto presente in questi due anni e mezzo - sottovalutare il fatto che l'Olivetti è una delle poche industrie di una certa dimensione ubicate in Piemonte; questo è un dato politico.
La convenzione - come il Consigliere Chiezzi ricorderà - è stata fatta in un momento particolare della vita economica dell'Olivetti; forse andando avanti ne vivremo altri, purtroppo, ma in quel momento particolare l'Olivetti era in una situazione delicatissima o quanto meno era all'inizio di una crisi annunciata. Attraverso quella convenzione noi abbiamo inteso esprimerci politicamente come Ente Regione e dare una mano all'Olivetti sicuramente l'abbiamo data sia attraverso la stesura di quella convenzione che attraverso la pubblicizzazione della stessa. Così è avvenuto due anni fa, quando abbiamo introdotto il sistema di meccanizzazione con dischi ottici di tutte le deliberazioni di Giunta regionale, per un totale di circa 3 miliardi; anche in allora, infatti, abbiamo costruito una collaborazione con l'Olivetti per una questione politica di fondo: non possiamo - come dicevo - prescindere e non considerare il fatto che l'Olivetti è ubicata in Piemonte, anche se il Centro di Calcolo di San Bernardino sta per spostarsi, purtroppo, in Valle d'Aosta. Questo succede perché quella Regione è in grado di offrire condizioni di un certo tipo (7.200.000 lire di emanazione pro capite da Roma), mentre la Regione Piemonte (250.000 lire pro capite) non lo è.
Quella convenzione quindi aveva ed ha questo scopo politico prioritario e fondamentale; noi non abbiamo inteso appiattirci sulle clausole di quella convenzione, ma l'Amministrazione, ad ogni gara, interpella anche altre ditte e questo costringe l'Olivetti a fare condizioni (perché finora il grosso della fornitura è vinta dall'Olivetti) ancora più, vantaggiose, che sono quelle illustrate nei risultati di questa convenzione. Questo per quanto riguarda la prima questione.
Per quanto concerne quanto faceva emergere il Consigliere Chiezzi circa una certa frammentazione di ordinazione fra i vari Assessorati, direi che questo purtroppo esiste, ed esiste non solo in questo settore specifico, ma anche in molti altri. Potrei citare un caso visto da noi la settimana scorsa in cui, in uria certa città, abbiamo dei metri quadri di uffici a disposizione e nel frattempo è stato affittato un appartamento per aprire altri uffici; vedremo di porvi mano nel giro di una settimana. Per quel che mi risulta, la Giunta sta facendo uno sforzo immane per riuscire ad individuare dei punti di sintesi e di coordinamento che consentano, in ogni momento, di premere un pulsante ed avere la situazione reale su tutta la regione in un certo settore: è difficilissimo, è uno sforzo immane. Ci stiamo muovendo in questa direzione; alcuni risultati già ci sono, ma il lavoro da fare è ancora moltissimo; onestamente ed obiettivamente la Giunta deve ammettere che le cose stanno così. Comunque, è uno sforzo sul quale siamo impegnati; vediamo di ricondurre in modo sempre maggiore ad unitarietà di comportamento e di azione queste varie sfaccettature che sicuramente non solo non aiutano ad avere un quadro della situazione, ma qualche volta consentono quello che evidenziava il Consigliere Chiezzi e quindi una sfilacciatura attraverso questa frammentarietà.


Argomento: Contratti ed appalti

Interpellanza n. 1259 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente la richiesta di chiarimenti sui meccanismi di fornitura arredi


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n.1259 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.
CHIEZZI Nell'esame che il Gruppo Rifondazione sta attuando delle deliberazioni della Giunta regionale relative a spese per acquisto, abbiamo osservato come lo si può fare dalla semplice lettura dei testi delle delibérazioni che per quanto riguarda il settore dell'acquisto di arredi vari ci sono dei comportamenti sui quali la nostra attenzione si è fermata con preoccupazione. Le cifre non sono irrilevanti: nel 19911a Regione Piemonte ha speso 657 milioni per comprare sedie, tavoli, scrivanie e armadi (non è una piccola cifra); 522 milioni li ha spesi nel 1990.
Se si leggono le delibere saltano fuori dei dati preoccupanti: in tanti casi si è invitata solo una ditta a fornire l'arredo; in altri casi esperita la trattativa privata (si tratta sempre, infatti, di trattative private), sono stati affidati a una ditta delle forniture per le quali questa non aveva fatto la migliore offerta. Questi casi sono abbastanza numerosi.
Assessore e Presidente Brizio, voi continuate ad omettere l'attuazione della L.R. n.18/ 84 per quanto riguarda la Banca dati appalti.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Stiamo lavorando; verrò quanto prima.
CHIEZZI Per ora omettete.
In assenza di quel livello di controllo, i Consiglieri, di opposizione possono solo fare un tipo di lavoro che è quello espresso nella mia interpellanza, nella quale ho fatto degli esempi concreti, ma ho evitato di nominare le ditte oggetto di questo interessamento. L'ho fatto perché mi sembra anche giusto, in questa fase almeno, parlare di problemi relativi a procedure che la Regione esegue, fornendo esempi concreti, ma senza mettere immediatamente in visione in quest'aula i nominativi delle ditte che potrebbero anche avere un nocumento. Però i nominativi ci sono e sono sempre gli stessi! Allora, la ditta A ha nome e cognome e così pure la ditta B e la ditta C, che sono le ditte per le quali abbiamo trovato che la Regione Piemonte ha messo in atto procedure strane. Queste stranezze devono essere chiarite in modo certo, esplicito e convincente, perché se così non è rimangono le ombre e la disinformazione e dove ci sono ombre e disinformazione non si vede chiaro e c'è imbarazzo oppure altre iniziative in altri luoghi della Pubblica Amministrazione.
Ho fatto questa breve introduzione solo per far capire all'Assessore che sulla base della lettura delle delibere abbiamo delle preoccupazioni non vogliamo fare alcun tipo di scandalismo. Abbiamo proposto dei casi specifici indicando le delibere, quindi l'Assessore andandosele a leggere ha capito esattamente di cosa parliamo; spero che l'Assessore sia chiarissimo sulle domande poste.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Con l'interpellanza in oggetto è stato chiesto di sapere: 1) a cosa è dovutala fortissima crescita avuta negli anni 1990 e 1991 nell'acquisto arredi attraverso lo strumento della trattativa privata 2) a cosa è dovuto il fortissimo aumento; avuto nel 1991, di forniture affidate senza far concorrere fra di loro più ditte 3) per quali ragioni, sempre a partire dal 1991, in più occasioni espletatala gara a trattativa privata si è ritenuto di affidare le forniture a ditte diverse da quelle che avevano presentato l'offerta più vantaggiosa, arrivando alla strana decisione di suddividere le forniture fra tutte le ditte concorrenti, ma non per i prodotti per le quali queste avevano fatto l'offerta più vantaggiosa 4) se non ritengono che attraverso la pratica sopraccitata si siano avvantaggiate alcune ditte a scapito di altre, come risulterebbe, ad esempio, per la ditta A che in un caso ha avuto metà della fornitura pur non avendo fatto nemmeno un solo miglior prezzo.
Ritengo doveroso a questo punto fare una premessa. Io non so se il Consigliere Chiezzi riterrà di fare delle azioni presso altri uffici dell'Amministrazione pubblica, se lo riterrà ovviamente sarà libero di farlo, però a fondo di tutta questa vicenda, così come di tutte quelle relative agli acquisti, esiste una legge regionale che fino ad un anno fa consentiva di interpellare una sola ditta per acquisti fino a 15 milioni di lire; di fare la trattativa privata da 15 a 50 milioni; di indire la licitazione privata oltre i 50 milioni. In seguito il Consiglio, su proposta della Giunta, ha modificato questa norma nel senso che oggi la legge vigente consente di interpellare una sola ditta fino a 50 milioni più ditte attraverso trattativa privata da 50 a 200 milioni e la licitazione privata oltre i 200 milioni. Ho ritenuto corretto ricordare i limiti entro i quali valgono determinate procedure, poi è ovvio che se i percorsi all'interno delle procedure sono di un certo tipo si prende atto di questo e se si ritiene che siano stati di altro tipo ovviamente si potrà fare quello che si riterrà opportuno fare.
Torno al merito dell'interpellanza per rispondere specificamente ai quesiti posti.
La crescita avuta negli anni 1990 e 1991 nell'acquisto di arredi è dovuta al fatto che fino al 31/8/1990 ha curato le istruttorie degli acquisti dei beni mobili un solo impiegato che operava nell'ambito del Servizio Patrimonio, mentre a partire dall'1/9/1990 è entrato in funzione un apposito Servizio (Servizio Beni mobili), composto dal Responsabile e da altri tre funzionari, che ha svolto un maggior volume di lavoro, fra l'altro espletando pratiche arretrate che si erano nel frattempo accumulate.
Il più frequente ricorso alla trattativa privata per gli acquisti è dovuto al fatto che esso consente di soddisfare le esigenze di volta in volta rappresentate dalle strutture regionali in modo più celere e tempestivo. Si tenga conto che i tempi tecnici per l'esperimento di una gara pubblica sono di circa dieci-dodici mesi.
Per alcune trattative svolte nel 1991 è stata interpellata una sola ditta perché si è trattato di: forniture di modesto importo (vedi, per esempio, la deliberazione n.
168-10736 del 25/11/ 1991 per un importo di L. 1.872.584, oneri fiscali compresi; la deliberazione n. 115-9573 del 14/10/1991 per un importo di L.
1.942.890, oneri fiscali compresi) forniture di completamento di arredi già esistenti (vedi, per esempio, la deliberazione n. 312-8478 del 2/8/1991 per un importo di L.
4.529.521, oneri fiscali compresi; la deliberazione n. 114-9572 del 14/10/1991 per un importo di L. 3.124.322, oneri fiscali compresi) arredi con caratteristiche particolari che poteva offrire soltanto una determinata ditta (vedi, per esempio, la deliberazione n. 94-6691 del 3/ 6/1991 per un importo di L. 8.575.069, oneri fiscali compresi).
L'aumento di tale tipo di trattativa è dovuto anche al maggior numero di forniture effettuate nel 1991 rispetto agli anni precedenti. Qui si ricade nella premessa relativa al potenziamento del servizio.
Non sempre le ditte che presentano - questa è una considerazione tecnica che io ripeto così come mi è stata scritta - il prezzo più basso offrono prodotti qualitativamente accettabili. In tali casi le forniture vengono affidate alle ditte che presentono l'offerta più vantaggiosa intendendo per tale non quella che presenta il prezzo più basso, ma quella che risulta economicamente la più vantaggiosa sulla base di elementi diversi, quali il prezzo, la qualità, il carattere estetico e funzionale il rendimento, ecc.
Si tenga conto che il criterio del prezzo più basso viene prescelto dalla legislazione in materia di appalti pubblici di forniture di valore uguale o superiore a 200.000 unità di conto europee soltanto nei casi in cui i beni da acquistare debbano essere conformi ad appositi capitolati o disciplinari tecnici (vedi art. 15 della legge 30/3/1981, n.113, ora abrogata, ed art. 16, primo comma, lettera a) del decreto legislativo 24/7/1992, n. 358).
Con il criterio dell'offerta più vantaggiosa come sopra chiarito si ritiene di non avere avvantaggiato alcuna ditta a scapito di altre, ma di avere affidatola fornitura alla ditta che ha presentato la migliore offerta e di avere scelto il migliore prodotto per l'Amministrazione regionale.
Per quanto riguarda la fornitura di cui alla deliberazione n.131-8073 del 29/7/1991, alla ditta A è stata affidata la fornitura di tre categorie di arredi (una scrivania, una cassettiera e trentacinque tavoli dattilo) perché, come già detto, il criterio di aggiudicazione è stato non quello del prezzo più basso, ma quello dell'offerta più vantaggiosa come sopra specificato.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, vuole replicare? CHIEZZI Voglio replicare eccome! La risposta dell'Assessore non mi ha soddisfatto. Sul fatto generale che esistano le leggi regionali che consentono di decidere forniture attraverso la chiamata singola di una ditta o la trattativa privata sotto una certa somma non ho nulla da eccepire. Ricordo però soprattutto al Presidente Brizio il fatto che in un periodo in cui la Pubblica Amministrazione ha dimostrato in numerosissimi casi di gestire la materia degli acquisti e degli appalti in modo corruttivo e concussivo, ho giudicato e continuo a giudicare una decisione sbagliatissima quella presa da questo Consiglio a maggioranza di consentire maglie più allargate per estendere trattative private e le richieste di forniture ad una sola ditta. E' stata una scelta legislativa sbagliata che va nella direzione opposta a quella in cui si chiede che le pubbliche amministrazioni operino con le massime garanzie. Fatta questa scelta legislativa se ne traggano le conseguenze. Siete nella legge se fate le trattative private fino a 200 milioni. Fossi il responsabile di questo settore, dato che è una facoltà, non la eserciterei quasi mai. Queste sono le scelte politiche che ci dividono.
Invece il senso dell'interpellanza, Assessore e Presidente, penso lo abbiate capito: nasce dalla preoccupazione, visto che Rifondazione Comunista non governa, di fare di tutto, in modo costruttivo, per portare alla luce fatti e procedure che preoccupano, specialmente in un campo che sappiamo difficilissimo. Quindi, la sollecitazione di questa interpellanza ancora fatta nel modo in cui l'ho scritta senza indicare esplicitamente le ditte, è quello di dare un , contributo, sia pure dall'opposizione affinché i soldi che la Giunta spende vengano spesi nel modo più efficiente e più pulito.
Questo è il tentativo che si fa dall'opposizione. Abbiamo svolto un lavoro non breve: gli uffici ci hanno fornito il materiale che abbiamo guardato attentamente e alla fine è saltato fuori che qualcosa non tornava.
I conti non tornavano leggendo le delibere. Assessore Gallarini, i conti non mi tornano neppure sentita la risposta.
Per ogni acquisto pare che in Italia ci siano delle leggi non scritte che prevedono provvigioni o tangenti per uno e per l'altro. Allora, in questa materia dire e consentire che la Pubblica Amministrazione scelga una sedia o un tavolo sulla base anche del valore estetico, io dico che è un modo di procedere a rischio. Personalmente non mi metterei mai su una strada di questo genere. Nell'appalto concorso la qualità, il valore economico e - perché no? - il valore emozionale che può dare una scelta estetica rispetto ad un'altra, vengono tutte messe in una casseruola e cotte insieme per fare un buon prodotto. L'appalto concorso è un discorso ma una trattativa privata con tre ditte gestita in questo modo è tutt'altro discorso.
Sono preoccupatissimo che la ditta A sia stata assegnataria di quella fornitura perché "non era il prezzo più basso però andava meglio": che carte avete in mano? Quale documentazione? Chi ha firmato queste perizie? Ci vuole una perizia per affermare queste cose, non basta dire: "ma sì funziona meglio". E' un terreno scivolosissimo, Assessore Gallarini! Personalmente dalla risposta che ho avuto sono preoccupato, non perch so qualcosa, non so nulla, ma quando si assegna a trattativa privata in concorrenza fra tre ditte alla ditta che non ha fatto il prezzo migliore e poi magari questo è un lavoro che non ho la forza di fare - si vede che le ditte escluse, la B e la C, da quell'appalto magari sono state assegnatarie il giorno dopo e magari concorrenti con la stessa ditta A di altre forniture similari (questo non posso dirlo con sicurezza perché non l'ho accertato, ma potrei spendere parecchia della mia parola su questo fatto) i conti non tornano! Io sono estremamente preoccupato per come è stato gestito questo settore. Tenete gli occhi aperti, tornate in Consiglio e in Commissione, ma le cose che sono state scritte qui vengono purtroppo confermate dall'Assessore Gallarini e dovrebbero, a mio avviso, generare nei comportamenti della Giunta regionale in tema di trattative private cominciando da questo settore, dei comportamenti diversi.
Presidente Brizio, avete gli uffici e i computer che noi non abbiamo andate a verificare le ditte assegnatarie di arredi quante sono e non sono molte; andate a verificare, appalto per appalto, a chi è andata la fornitura. Intersecate questi dati e tornate in Consiglio in modo tale da mettere noi, ma soprattutto voi perché siete voi che governate adesso, in assoluta tranquillità. Il mondo non è perfetto, penso che ve ne siate accorti tutti: spendete del denaro pubblico, ci sono tensioni sul mercato ci sono episodi di corruzione. Animo, occhi aperti! Bisogna seguire procedure trasparenti e prendere soprattutto scelte che siano dimostrabili come le migliori. Non lo si dimostra, Assessore Gallarini, solo dicendo quello che lei ha detto o dicendo che ci sono tanti fattori, anche l'estetica, nella scelta di una poltrona! Stiamo attenti perché per riportare ordine e correttezza negli appalti bisogna che tutti quanti teniamo gli occhi spalancati, non solo aperti!


Argomento: Contratti ed appalti

Interrogazione n. 1352 del Consigliere Zacchera inerente l'appalto per la pulizia dei locali di proprietà regionali


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1352 presentata dal Consigliere Zacchera.
Risponde l'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Con l'interrogazione in oggetto è stato chiesto al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore al patrimonio di sapere: 1) a quanto ammonti la spesa per la pulizia dei locali di proprietà regionale 2) a quali ditte sia stato assegnato l'appalto del servizio specificatamente per quali uffici, a che prezzo e con quali capitolati (si richiede in merito la fornitura di un fac-simile) 3) quale sia il giudizio dell'Assessorato sul servizio prestato, la qualità degli interventi, ecc.
4) se risulti che le ditte abbiano dipendenti in regola con stipendi e tutte le varie ritenute previdenziali.
In ordine al quesito di cui al punto 1) si fa presente che per l'anno 1992 la spesa relativa alla pulizia ordinaria dei locali sede di uffici e servizi regionali ammonta a L. 2.131.283.232 oltre IVA.
Per quanto riguarda il punto 2) dell'interrogazione si precisa che le prestazioni sono svolte dalle imprese indicate nell'elenco allegato, che riporta per ciascuna di esse gli immobili oggetto del servizio e il prezzo contrattuale. Tutti gli appalti in corso, ad eccezione di quello concernente la pulizia degli uffici siti nella provincia di Torino, sono stati aggiudicati a seguito di esperimento di gare a licitazione privata per l'anno 1991 e si sono tacitamente rinnovati per l'anno 1992 agli stessi prezzi e condizioni per effetto della disposizione contrattuale che ne prevede il rinnovo tacito di anno in anno e per non più di tre volte qualora non venga data disdetta da una delle parti mediante lettera raccomandata AR almeno quattro mesi prima della scadenza contrattuale.
Per il servizio di pulizia dei locali sede di uffici e servizi regionali nella provincia di Torino, essendo intervenuta disdetta da parte della ditta G.S. Service si è provveduto per l'anno 1992 all'esperimento di una nuova gara d'appalto a licitazione privata, ed al conseguente affidamento del predetto servizio alla Ditta IPAT di Torino, al corrispettivo annuo di L. 151.296.000 oltre IVA.
Il servizio di pulizia ordinaria dei locali siti in Roma, Via Vicenza n. 7, è stato affidato alla Ditta MA.GI.CO di Roma per il periodo dal 25/5/1992 al 31/12/1992 al corrispettivo mensile di L. 980.100 oltre IVA, a seguito di risoluzione per inadempimento del contratto stipulato con la ditta Fulgida: Per quanto concerne la qualità del servizio prestato si fa presente che il medesimo è stato effettuato dalle ditte appaltatrici come da prescrizioni previste nel capitolato, di cui si allega copia. In alcuni casi le ditte Becan - C.S.A. - Esposito - La Fulgida, sono incorse in inadempienze contrattuali, non di gravità tale tuttavia da compromettere nel complesso la regolarità del servizio. Tali inadempienze sono state contestate alle imprese con la susseguente applicazione delle penali previste dall'art. 11 del capitolato d'oneri.
Infine, in ordine al quarto punto dell'interrogazione si precisa che all'atto della stipulazione del contratto o, in caso di rinnovo tacito all'inizio del nuovo periodo contrattuale l'Amministrazione regionale provvede a darne comunicazione tempestiva ai competenti Enti previdenziali assistenziali ed antinfortunistici. Inoltre si fa presente che l'impresa è tenuta a produrre mensilmente alla Regione Piemonte la fotocopia comprovante l'avvenuto pagamento dei contributi assicurativi e previdenziali (Mod. DM 10 INPS) oltre alla fotocopia del libro paga così come previsto dall'art. 8 del sopraccitato capitolato.
Il pagamento delle fatture relative al servizio di cui trattasi è subordinato alla presentazione dei dianzi citati documenti. L'allegato elenco delle ditte è a disposizione dei Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Ringrazio l'Assessore Gallarini per questa risposta che mi sembra abbastanza esauriente. Devo dire che ho avuto degli immediati benefici dall'aver presentato questa interrogazione, anche se giustamente l'Assessore ha detto che la competenza è del Consiglio e non della Giunta perché i miei uffici sono diventati di una pulizia incredibile, devo addirittura coprirmi gli occhi per come brillano i pavimenti. E' stato un notevole interesse privato che indirettamente è venuto fuori dall'interrogazione.
Venendo allo specifico, vorrei ribadire che la risposta dell'Assessore Gallarini si riferisce ai locali della Giunta regionale e non a quelli di competenza del Consiglio. Se sommiamo i 2.484.000.000 di spesa per la pulizia dei locali di competenza della Giunta ai 400 milioni e rotti di competenza del Consiglio regionale, superiamo quei 3 miliardi che ci pongono un problema di fondo.
Secondo me, la pulizia dei locali viene svolta in maniera quasi eccessiva, nel senso che non ritengo indispensabile che per ogni ufficio ci siano così tanti passaggi, durante la settimana, del personale delle pulizie. Nella prossima occasione conviene interrompere i contratti ed eventualmente cercare di ridurre drasticamente questo prezzo con una riduzione degli orari di lavoro. L'importante, però, è di ottenere dalle ditte che il numero dei dipendenti che deve curare un determinato numero di metri quadrati o un determinato numero di uffici sia rispettato, perché non vorrei - come forse è avvenuto in passato - che si seguisse la scorciatoia di affidare ad una o poche persone la pulizia di tanti uffici, per cui poi necessariamente c'è il passaggio quasi tutte le sere, ma poi in realtà questo è velocissimo e si limita allo svuotamento dei cestini. Abbiamo in mano un contratto che ci dovrebbe dare dei risultati che non sempre vengono dati.
Per quanto riguarda il discorso dei dipendenti in regola ricordo che l'anno scorso davanti al Consiglio regionale ci fu una manifestazione piuttosto vivace di dipendenti di imprese di pulizie che avevano appalti in corso con la Regione Piemonte, che lamentavano di essere in arretrato con gli stipendi. Di qui la mia domanda nell'interrogazione se risultasse alla Giunta che le ditte avessero i dipendenti in regola con stipendi e con tutte le varie ritenute previdenziali.
Questo è un altro motivo perché in occasione della prossima scadenza non si proceda tacitamente ai rinnovi, ma si valutino attentamente le varie questioni.
L'ultima osservazione che faccio è che molto spesso gli uffici regionali vengono divisi in lotti abbastanza ridotti. Mi chiedo se questa sia la soluzione migliore: non sarebbe forse meglio avere dei lotti, più grandi e poter contrattare il prezzo su scala più bassa con una o comunque un più ridotto numero di imprese, portando avanti delle procedure di appalto più generalizzate al fine di avere un risparmio sensibile? E' una domanda che pongo all'Assessore ed anche, ripeto, un intervento ad evitare che ci siano dei vuoti: qualche volta succede che troppo pochi dipendenti abbiano troppi metri quadrati da pulire.
Faccio presente che si tratta di pulizie di carattere ordinario bisognerebbe far sì, nel prossimo capitolato, che quelle che vengono definite pulizie di carattere straordinario - vedi i vetri - vengano magari inserite nell'ordinario. Non vorrei che l'escamotage per uscire dai prezzi delle gare sia di utilizzare la voce "straordinarie" per pulizie che una volta divenute di routine - una volta o due al mese - diventano di fatto ordinarie anche se non sono comprese - temo - nei capitolati d'appalto.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 882 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente il trasferimento del Centro socio-formativo di Asti dall'ex Istituto di Via Alfieri


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 882 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti. Risponde l'Assessore Bergoglio.
BERGOGLIO, Assessore regionale L'interrogazione si riferiva ad alcuni quesiti circa il trasferimento di un Centro socio-formativo per handicappati da una scuola media ad altro locale. Si tratta di iniziativa gestita nell'ambito comunale di Asti e che non coinvolge direttamente l'attività regionale, se non per compiti di vigilanza.
Il trasferimento del Centro socio-formativo comunale di Asti, dall'ex educatorio "Vittorio Alfieri" alla Scuola Media "Gatti", rientra in un progetto più ampio e conseguente alla richiesta dell'USSL di poter disporre dei locali che nell'anno scolastico 1990/1991 erano destinati a sezioni distaccate della scuola media "Brofferio" presso l'Istituto "Nostra Signora della Purificazione".
Per accogliere le suddette sezioni nei locali dell'ex educatorio "Vittorio Alfieri", sede della scuola media "Brofferio", l'Amministrazione ha deciso lo spostamento del Centro socio-formativo comunale presso locali resi disponibili dalla Scuola Media "Gatti", anche in considerazione delle future possibilità di espansione dell'edificio.
Si precisa che il Centro socio-formativo comunale è stato opportunamente sistemato e attualmente funziona regolarmente.
In merito alla deliberazione della Giunta regionale n. 34 del 2/3/1982 che prevede il vincolo di destinazione dei beni dell'ex educatorio "Vittorio Alfieri" o delle relative rendite ai servizi di assistenza sociale, l'Amministrazione comunale di Asti ha precisato che presso lo stesso edificio sono sistemati, oltre alla Scuola Media "Brofferio", anche il servizio di refezione scolastica, e che in ottemperanza al disposto della citata deliberazione regionale le relative rendite sono destinate a servizi di assistenza sociale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie; Presidente.
Si tratta di una delle tante risposte che giungono con un anno di ritardo; e dico ciò con la consapevolezza che ormai, purtroppo, è abitudine che non fa scandalo. Ad un anno di distanza, quindi, l'Assessore afferma che tutto va bene: trangugiata la pillola il malato è guarito.
Non so se le cose stiano nei termini posti dall'Assessore; il fatto che non mi è stato chiarito è se la decisione, presa dal Comune di Asti, di trasferire dalla Scuola Media "Brofferio" alla Scuola Media "Gatti" il Centro socio-formativo comunale per handicappati è stata presa - com'era scritto nell'interrogazione - in seguito ad una decisione della Regione che ha annullato il vincolo sullo stabile. Questa una delle domande.
La risposta dell'Assessore, "la Regione non c'entra niente, l'ha deciso il Comune", si interseca con il quesito posto, nell'interrogazione, che forse non è, o potrebbe non essere, così. L'Assessore dia una risposta su questo. Rimane il rammarico e la critica sul fatto che si arrivi sempre a decisioni in base alle quali i problemi e le esigenze dei settori deboli della popolazione devono far posto ad altri. Per combinazione, gli handicappati dovranno fare più fatica per utilizzare il loro Centro socio formativo perché altre esigenze lo impongono. E' su questo che penso che il collega Maggiorotti abbia voluto mettere la propria attenzione: 'o si decide che vi è una priorità al servizio reso a persone handicappate e in base a questa si decidono le altre priorità, oppure si continua, in un modo che una volta era la regola, adesso meno, a considerare questi servizi come quelli rivolti alle fasce deboli e, come tali, facilmente eludibili.
Se questo brutto comportamento deriva dalla decisione della Regione di togliere il vincolo, la Regione diventa, anch'essa, responsabile di questo spostamento.
Su come stiano le cose, Assessore, mi informerò; può darsi che lei abbia ragione e che tutti siano più contenti di prima, ma può anche darsi di no. In tal caso, mi riservo, insieme al collega Maggiorotti, a verificare sul campo, ad un anno e mezzo dalla presentazione dell'interrogazione, se il servizio è efficiente, se gli handicappati lo raggiungono, c via dicendo, e quindi di ritornare sull'argomento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio.
BERGOGLIO, Assessore regionale Presidente, mi permetta di fare una brevissima eccezione alla regola in quanto credo sia opportuno fare una precisazione. Non credo che il Consigliere Chiezzi possa replicare alle mie risposte come se non gliele avessi date.
Ho verificato la situazione e, al di là del disagio immediato dovuto al trasferimento da una sede all'altra, con tutti gli inconvenienti che questo può comportare rispetto sia ad abitudini consolidate sia a lavori non completati o a piccole azioni di adeguamento che devono essere verificate con il funzionamento delle strutture, dopo la fase di assestamento che ovviamente, aveva creato qualche disagio agli operatori e soprattutto ai soggetti portatori di handicap, la situazione si è normalizzata, come personalmente ho già dichiarato nella risposta all'interrogazione, e non si sono più verificati, a nostra conoscenza, degli inconvenienti.
E' chiaro che vi è chi è più comodo - perché il Centro è vicino alla propria abitazione - e chi è più scomodo.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1068 del Consigliere Marino ed interrogazione n. 1076 del Consigliere Chiezzi inerenti i concorsi ESAP e l'utilizzazione della figura dei "Divulgatori agricoli"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame delle interrogazioni n. 1068 e n. 1076 rispettivamente presentate dai Consiglieri Marino e Chiezzi.
Risponde l'Assessore Bergoglio.
BERGOGLIO, Assessore regionale Rispondo per quanto riguarda 1a competenza legata al personale. Su altre questioni, evidentemente, non penso che la risposta possa essere considerata esaustiva.
I profili professionali, che è uno dei punti che il Consigliere Marino sottolineava, di addetto all'organizzazione della difesa fitosanitaria o all'attività di agrometeorologia sono necessariamente "tecnici", e cioè peculiari all'attività ,svolta dall'Ente nel campo della lotta guidata.
Tali profili sono stati preventivamente specificati con la deliberazione del Commissario straordinario dell'ESAP n. 1/92, in data 9/1/1992. Questo per quanto riguarda il primo punto dell'interrogazione.
Per quanto riguarda il secondo punto, si precisa che il ricorso a concorsi interni è possibile quando la legge lo prevede esplicitamente. Nel caso in specie non sono più vigenti le normative di cui alla L.R. n. 40/84 che comunque riguardano la Regione (ma sulle quali l'ESAP si è sempre poggiato) per scadenza del termine (art. 46, secondo comma, legge citata).
Nello specifico poi non sono possibili i concorsi interni perch Regione ed ESAP sono enti distinti ed hanno ruoli organici separati. La mobilità potrebbe avvenire solo attraverso comando o trasferimento. La riserva agli interni (all'ESAP) di posti per i vincitori è possibile ex lege per il concorso di VIII livello, perché i posti sono più di uno (due).
Per quanto riguarda il terzo quesito, in quanto all'utilizzazione dei divulgatori agricoli, si può assicurare l'interrogante che i divulgatori assunti nei ruoli della Regione Piemonte sono stati inseriti nei servizi di sviluppo agricolo andando a potenziare la parte pubblica del sistema dei servizi stessi, sistema misto pubblico-privato, ove al pubblico compete l'indirizzo, l'orientamento, il coordinamento, il funzionamento e il controllo delle attività del privato, nonché la fornitura di supporti tecnici e scientifici. Tale personale, sebbene dotato di buona preparazione, ha bisogno di acquisire l'esperienza necessaria sia riguardo all'ente nel quale opera sia delle problematiche del mondo agricolo, anche se già dotato di buona preparazione.
Gli stessi, comunque, svolgono mansioni di tecnico-agricolo operante nella Pubblica Amministrazione e non mansioni esclusivamente di tipo amministrativo, anche se, per acquisire una conoscenza più ampia possibile sono stati inseriti in tutti i momenti lavorativi che possono accrescere tali conoscenze.
Le occasioni lavorative consentono un contatto con la realtà agricola con attività di consulenza, assistenza e consigli per l'azienda agricola.
A conclusione, comunque; si ritiene di dover far presente che l'utilizzazione dei divulgatori agricoli è condizionata dai seguenti elementi: struttura organizzativa dei Servizi di sviluppo agricolo basato sull'autogestione delle categorie agricole derivanti da decisioni assunte fin dal 1975 e via via confermate, ampliate e razionalizzate struttura organizzativa della Regione sul territorio derivante da leggi regionali evoluzione della Politica Agricola Comunitaria, nazionale e regionale, che impone contenuti e finalità dei Servizi di sviluppo agricolo coerenti con le mutate condizioni.
Siccome il contenuto dell'interrogazione del Consigliere Chiezzi è analogo, ritengo che nella risposta data sull'interrogazione specifica del Consigliere Marino ci siano anche gli altri contenuti.
Per quanto riguarda l'organizzazione funzionale dei divulgatori agricoli, aggiungo ancora che la parte strutturale ed organizzativa è svolta direttamente dall'Assessorato all'agricoltura che, sulla base delle richieste e dei propri, programmi di attività, orienta ed organizza il personale affidato con questa qualifica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Sui primi due punti a cui è stato risposto non sono in grado più di tanto di mettere in discussione quello che dice l'Assessore Bergoglio.
Però, al di là del fatto che l'ESAP, dal punto di vista del personale, è un ente autonomo, vorrei capire se i profili professionali, in questo caso legati a questi concorsi, non debbano essere approvati dalla Giunta regionale, in particolare con riferimento alla legge n. 36/90.
Quindi chiederei se l'Assessore mi può dare qualche spiegazione in proposito: al di là del fatto che il Commissario abbia steso i profili professionali riferiti ai due concorsi, quello che chiedo è se questi profili professionali non deb-bano comunque essere approvati dalla Giunta regionale, oppure se è una cosa che in piena autonomia l'ESAP e il Commissario possono fare. Questa è la prima questione.
L'altra questione. Si prendeva spunto dall'interrogazione, che è la seconda che ho presentato nel giro di pochi mesi, sulla questione dei divulgatori agricoli, in questo caso prendendo a pretesto il concorso ESAP per riproporre la questione perché, malgrado le cose che ha detto l'Assessore Bergoglio, credo sia tuttora aperta, e cioè un utilizzo migliore del personale che è presente all'interno dell'Assessorato all'agricoltura. Questo personale, oltre ad avere una qualifica di studio ha partecipato ai corsi di qualificazione, ma per quanto mi risulta, anche se sono passati sei o forse più mesi dalla seconda interrogazione, è chiuso dentro l'Assessorato all'agricoltura e tappai buchi della mancanza di organico dell'Assessorato, facendo un lavoro - a mio parere - che solo in parte è adeguato al livello di professionalità di quelle persone, che sono parecchie decine. La cosa ha avuto ed ha anche un riscontro di ordine sindacale che l'Assessore Bergoglio forse conosce, e cioè che questo personale nella Regione Piemonte è abbastanza sorprendentemente inserito in una qualifica inferiore a quella che in altre Regioni gli stessi divulgatori agricoli hanno. Mi riferisco alla Lombardia e, se non ricordo male, alla Puglia, dove sono di livello più alto, tant'è che esiste un contenzioso con la stessa organizzazione sindacale del settore che ripropone questa questione e mi risulta che nell'Assessorato di Lombardi abbiano preparato già da molti mesi una modifica della legge che regolamenta questa materia, legge che poi giace ormai da un anno in qualche cassetto e non va avanti.
Quindi, al di là della questione strettamente di ordine funzionale e sindacale, ho riproposto e ripropongo con questa interrogazione il problema dell'utilizzo di risorse, di competenze tecniche e scientifiche, di personale che la Regione ha e che, a mio parere, utilizza malamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Concordo con i rilievi del collega Marino; anche secondo me nello spirito con cui ho fatto questa interrogazione si risaliva al fatto che in presenza di competenze in Regione Piemonte si facessero concorsi di questo genere.
L'opinione che i divulgatori agricoli non siano utilizzati al meglio è un'opinione anche mia. Ho incontrato alcuni di essi; ci sono casi in cui questo lavoro è stato persino abbandonato da parte di qualcuno, in quanto considerato a livello scientifico troppo mortificante. Quindi è probabile che a questi divulgatori agricoli si dica: "Dovete imparare tante cose sugli atti burocratici", senza far leva sulle loro professionalità: alcuni si stancano, altri si lamentano.
Ma questo è un problema che non è tanto dell'Assessore Bergoglio, in questo ha ragione; l'interrogazione è "sentita l'Assessore Bergoglio sui livelli, sui concorsi, sulle leggi", ma la sostanza dell'interrogazione era rivolta all'Assessore Lombardi. E l'Assessore Lombardi, probabilmente cari suoi colleghi di Giunta - ha un record: è cioè l'Assessore che rispetto ai miliardi che spende dice meno parole in questo Consiglio; se si fa la divisione tra i miliardi che eroga e le parole che dice in questo Consiglio, fra tutti gli Assessori, arriva primo.
MACCARI, Assessore regionale Batte me? CHIEZZI Batte anche te, probabilmente, perché tu, in Consiglio, parli poche volte, ma poi in quelle volte leggi delle lunghe relazioni che portano la quota, nella divisione, a diventare più piccola. Invece l'Assessore Lombardi non si sente mai. Il problema, forse, è interpellare un po' di più l'Assessore Lombardi, che trascinato tranquillamente da un fiume di denaro che distribuisce per tutto il Piemonte, non si occupa poi - forse lo occupiamo anche poco noi, colleghi dell'opposizione? - di venire in Consiglio a spendere anche qualche parola.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Bergoglio. Ne ha facoltà.



PRESIDENTE

BERGOGLIO, Assessore regionale



PRESIDENTE

Vorrei pregare la Presidente di rendersi interprete di questo, cioè che se nelle repliche alle interrogazioni i Consiglieri pongono altri quesiti l'Assessore non può replicare. Chiederei ai colleghi che intendono porre dei quesiti, di porli tutti nelle interrogazioni, in modo da poter rispondere in modo completo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Svolgo una replica brevissima rispetto alle cose dette dal collega Chiezzi. Ritengo che nel rapporto miliardi-parole, il record spetti sicuramente all'Assessore Maccari, e quindi approfitto dell'occasione per invitarlo a rispondere a qualche interrogazione.


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

A norma di Regolamento, comunico che verrà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti alle seguenti interrogazioni ed interpellanze: n. 507 del Consigliere Maggiorotti inerente le case d'albergo per anziani non autosufficienti n. 941 del Consigliere Maggiorotti inerente l'iniziativa "Utopia Americana"- Inaccessibilità dei locali pubblici n. 959 del Consigliere Maggiorotti inerente il Centro clinico Crocetta - USSL TO VIII - Organizzazione corso "La riabilitazione delle funzioni autonome" n. 1113 del Consigliere Cucco inerente lo studio della Lega Ambiente riguardante gli impianti di smaltimento dei rifiuti inefficienti n. 1167 del Consigliere Cucco inerente l'ennesimo caso di suicido nelle carceri piemontesi n. 1168 del Consigliere Cucco inerente l'ennesimo caso di suicido nelle carceri piemontesi n. 1175 del Consigliere Cucco inerente le risultanze dell'ispezione presso l'USSL n. 24 - Ordine di servizio - Annuncio esposto alla Procura della Repubblica n.1176 del Consigliere Cucco inerente la relazione sul funzionamento del Servizio Ispettivo Sanitario e Finanziario ex L.R. 17/7/1986, n. 28 n. 1195 dei Consiglieri Marengo e Calligaro inerente le iniziative di solidarietà ai cittadini extracomunitari di Ivrea n. 1218 del Consigliere Cucco inerente il consuntivo dell'iniziativa "Utopia Americana" n. 1246 del Consigliere Cucco inerente la decisione del Consiglio di Stato contro la richiesta di sospensiva della Regione avverso la sentenza TAR Piemonte in merito a concorsi regionali di II qualifica dirigenziale n. 1423 del Consigliere Marchini inerente la procedura relativa all'elettrodotto Alta Valle di Susa.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1278 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti ed interrogazione n. 1365 del Consigliere Zacchera relative all'USSL n. 55 di Verbania (richiamate in aula ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare)


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'interpellanza e l'interrogazione relative all'USSL n. 55 di Verbania, di cui ai punti 4) e 5) all'o.d.g.
Si tratta dell'interpellanza n. 1278 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti inerente il finanziamento straordinario a favore dell'USSL n.
55 di Verbania per interventi straordinari in campo sanitario e dell'interrogazione n. 1365 presentata dal Consigliere Zacchera sulla spesa per la costruzione dell'Ospedale civile di Verbania.
La parola all'Assessore Maccari, il quale deve tenere la media nelle risposte, secondo le indicazioni del Consigliere Marino.
MACCARI, Assessore regionale Però, bisogna tener conto del fatto che io sono anche il più disgraziato: nessuno degli altri Assessori ha i respiratori per l'ossigeno che si inceppano, con la naturale conseguenza che ad essere coinvolto è l'Assessore alla sanità. Queste sono le quotidiane avventure di chi si occupa di,sanità.
Nella seduta di due settimane fa (se non ricordo male), in occasione della risposta all'interrogazione o all'interpellanza dei Consiglieri Chiezzi e Zacchera (assente quel giorno), il Consigliere Chiezzi mi aveva richiesto alcune precisazioni, che vorrei riassumere, per verificare se ne avevo preso buona nota: 1) le imprese che avevano lavorato dal 1967 in poi 2) il direttore o i direttori dei lavori che si erano susseguiti 3) i progettisti che si erano susseguiti dal 1967 4) quanto era ancora necessario sul piano economico-finanziario 5) quanto è stato liquidato ai progettisti dal 1967.
Da notizie assunte dall'USSL. si specifica che: 1) l'unica impresa che ha lavorato alla costruzione dell'Ospedale di Verbania è la Società SAEM, Via Larga n. 8, Milano.
2) Progettisti e Direttori lavori: l'incarico all'arch. Massimo Autore per il Progetto del Nuovo Ospedale è stato dato con deliberazione n. 116 del 22/5/1964 l'incarico per la progettazione esecutiva del Nuovo Ospedale è stato dato agli arch.tti Massimo Autore e Vincenzo Donini con deliberazione n. 99 del 27/4/1967 il disciplinare d'incarico è stato approvato con deliberazione n. 21 del 6/9/1967 l'incarico della progettazione esecutiva e direzione lavori del Nuovo Ospedale è stato dato all'Associazione arch.tti Massimo Autore, Vincenzo Donini e ing. Scampini con deliberazione n. 178 del 26/9/1972 nell'anno 1975 l'ing. Scampini è deceduto (e gli altri hanno continuato nell'incarico).
3) Per il completamento dell'Ospedale sono necessari i seguenti finanziamenti: a) progetti in corso di finanziamento attraverso l'art. 20 della legge n. 67/88.
Parlo di finanziamento per usare un eufemismo, perché come è noto i fondi per tali progetti (approvati dal Consiglio regionale nel gennaio 1990, se non vado errato) non si sono ancora visti.
Tali progetti hanno un importo presunto di L. 8.200.000.000, per: magazzini economato magazzini ed uffici farmacia mensa poliambulatorio laboratorio analisi accettazione e centro prenotazioni unico.
b) Opere da finanziare per un importo presunto di L. 1.800.000.000 per: stazione di disinfezione e sterilizzazione completamento obitorio sistemazione esterna (recinzioni, asfaltature, pavimentazioni, ecc.
).
4) Somme liquidate ai professionisti dal 1967: l'USSL sino ad ora ha comunicato l'elenco delle parcelle pagate dal 1985 ad oggi e di seguito precisate.
Per quanto riguarda il periodo antecedente, ci è stato detto che ci sarà trasmesso quanto prima l'elenco dei pagamenti effettuati dal 1967 al 1985.
Elenco professionisti e spese tecniche dal XIII stralcio (1985) Arch.tti Massimo Autore e Vincenzo Donini (nominati nel 1964).
Stralcio: XIII/A Perizia originale: L. 135.000.000 Perizia variante: L. 196.1.59.446 Differenza (da liquidare): L. 61.159.446.
Stralcio: XXIII/B Perizia originale: L. 100.000.000 Perizia variante: L. 147.286.233 Differenza (da liquidare): L. 47.286.233.
Stralcio: XIII/C Perizia originale: L. 220.000.000 Perizia variante: L. 329.664.654 Differenza (da liquidare): L. 109164.654.
Stralcio: XIV Perizia originale: L. 199.000.000 Perizia variante: L. 242.313.676 Differenza (da liquidare): L. 43.313.676.
Stralcio: XV Perizia originale: L. 283.450.000 Perizia variante: L. 367.659.469 Differenza (da liquidare): L. 84.209.469.
Stralcio: XVI Perizia originale: L. 397.000.000 Perizia variante: L. 404.794.664 Differenza (da liquidare): L. 7.794.664.
Stralcio: XVII Sul progetto degli arch.tti Autore e Donini l'importo non è ancora stato liquidato e non mi è stato specificato l'esatto ammontare.
Come avevo avuto occasione di ricordare, la cifra totale spesa dal 1967 ad oggi per l'Ospedale Nuovo di Verbania è di L. 34.121.000.000; i posti letto previsti dal Piano socio-sanitario sono 464, ma queste cose bisognerà rivederle con il prossimo Piano. All'inizio dell'anno i posti letto erano 274 e a fine anno saranno 300: considerando il costo/ posto letto di un Ospedale di oggi, si può fare un parametro dell'investimento effettuato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Il mio adesso sarà un commento che tiene conto di quello che l'Assessore ha già detto l'altra settimana; era mio dovere andare a leggere il verbale di quella seduta.
Assessore, la ringrazio veramente perché penso che raccogliere questi dati sia stato un lavoro difficile; tuttavia, quando sento che l'Ospedale di Verbania, tuttora in costruzione, è costato L. 34.121.000.000, non posso far altro che farle notare che il progetto originario dell'arch. Massimo Autore prevedeva una spesa di L. 2.839.000.000.
MACCARI, Assessore regionale Sì, ma nel 1964.
ZACCHERA Mi scusi la battuta, che non vuol essere nostalgica, però quando hanno fatto l'Ospedale del Littorio ad Intra (che è piuttosto grande) hanno iniziato i lavori nel 1933 e lo hanno inaugurato il 28 ottobre del 1935: ci hanno messo due anni.
Attualmente, per l'Ospedale di Verbania, siamo al trentesimo anno di costruzione: siamo partiti da L. 2.839.000.000 e siamo arrivati a L.
34.121.000.000.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Era anche l'unico Ospedale.
ZACCHERA No, non era l'unico; c'era anche l'Ospedale Castelli, che è quello in ristrutturazione. Ma i problemi non sono questi, sono altri.
MACCARI, Assessore regionale E' il problema del conto capitale per gli investimenti negli ospedali che per il 1992 è sparito completamente, cancellato dallo Stato sia per le strumentazioni sia per l'edilizia, e che nel 1993 per il Piemonte sarà di 50 miliardi.
Nel 1:989 la possibilità del sistema sanitario piemontese per strumentazione ed edilizia era di 232 miliardi: 110 derivanti da fondi dello Stato e 122 provenienti dall'incasso da parte delle UU.SS.SS.LL.
delle quote dei ticket. 150 miliardi del 1993, rapportati ai 232 miliardi del 1989, in termini contabili rappresentano il 20%, in termini di valore dopo svalutazione e aumento dei costi rappresentano in realtà il 10-12% di quello che si disponeva nel 1989.
C'è da pensare che nella sanità si è sempre investito pochissimo: siamo sempre stati sull'1% del fatturato, se così vogliamo chiamarlo. Per questo motivo si sono sempre iniziate delle opere che duravano, purtroppo, un mare di tempo, mentre la tendenza sarebbe quella - e io, nella misura del possibile, ho cercato di attuarla - di finanziare solo più opere "chiavi in mano"; questo, però; vuol dire possibilità di finanziamenti.
ZACCHERA Ringrazio l'Assessore, anche perché è costruttivo se, anziché alzare vicendevolmente la voce, ci scambiamo reciprocamente dei contributi. Per alcune domande o alcune constatazioni vanno fatte.
Quest'anno stiamo arrivando al trentesimo anno di costruzione dell'Ospedale: nel frattempo sono cambiate alcune cose fondamentali. Lei sa perché l'avrà sicuramente visitato - che per quanto riguarda l'accesso dell'Ospedale siamo arrivati al terzo costruito in modo diverso (prima nel lato sud, poi nel lato est e adesso nel lato nord-ovest); pare addirittura, che si arriverà al quarto spostamento di tale ingresso. Sono questi i problemi che vengono fuori.
Per non disturbare l'Assessore, qualche mese fa avevo chiesto all'Amministratore straordinario dell'USSL n. 55 di avere una relazione su tutto questo; mi è stato inviato un libretto del Lyon's Club su cui c'era un articolo del dott. Bertone che parlava dei lavori di costruzione dell'Ospedale. Ringrazio, quindi, l'Assessore per avermi dato ora una risposta un pochettino più completa.
Una constatazione e una sola domanda. La constatazione è che con questo sistema del procedimento a lotti," chi fa i grandi affari in definitiva sono i progettisti: queste persone hanno da trent'anni praticamente una pensione a vita - uno, purtroppo per lui, è già morto - e ogni anno si portano a casa alcune centinaia di milioni; questi sono i fatti. E non sappiamo ancora, a due mesi dalla presentazione dell'interrogazione, quanto hanno percepito nei venticinque anni precedenti gli ultimi importi che ci sono stati letti. Penso sia possibile farsi un'idea di questa sinecura che quasi sembra essere diventato il continuare all'infinito dei lavori: all'inizio gli incarichi erano stati affidati a queste persone e questi andranno avanti fino alla fine dei secoli, finché non sarà finito l'Ospedale, a percepire le loro parcelle professionali; è un problema che si pone.
Invece la domanda che intendo porle - e ho concluso, perché meno si parla di queste cose e meglio è - è relativa a un tratto della risposta che ha dato la settimana scorsa al collega Chiezzi circa la presenza, ad un certo punto, dell'arch. Antonio Savoino, che è stato colui che ha certificato il collaudo e le risultanze finali dei lavori eseguiti.
Le risulta, Assessore, che questa presenza dell'arch. Antonio Savoino sia stata in qualche maniera imposta o consigliata da qualcuno all'USSL? Ha motivi di ritenere che ci sia stata una ragione particolare per cui l'USSL n. 55 ha deciso di affidare questo collaudo all'arch. Savoino? Avevo informazione - ma non so se sia vero - che allo stesso arch.
Savoino ad un certo punto, tramite la sua ben nota Società Protecne, siano stati affidati degli studi per valutare la possibilità di costruire un'altra ala all'Ospedale di Verbania, girandola sul versante ovest-sud perpendicolarmente al lago. In questo caso condivido pienamente quello che lei prima diceva, cioè: "Prima finiamo quello che c'è da finire collaudiamolo, sistemiamolo e poi, soltanto in un secondo tempo, partiamo con qualcos'altro; altrimenti non si finisce più". Mi interessava avere una risposta sull'arch. Savoino, se è possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, siamo in grado sulla base della risposta dell'Assessore, di concludere questa interpellanza con alcune osservazioni.
L'interpellanza era molto preoccupata per una deliberazione della Giunta regionale che in sanatoria autorizzava la spesa di L. 3.200.000.000 per lavori eseguiti nell'Ospedale di Verbania, non approvati in progetto per spese tecniche e revisioni prezzi. Il nocciolo del problema, colleghi sta nella documentazione fornita dal Comitato di gestione dell'USSL n. 55 dove in due punti e in due frasi sta tutto l'insieme della questione.
La questione è la seguente: il Comitato di gestione dell'USSL n. 55 afferma di non essere stato minimamente informato - usa questo termine che erano stati eseguiti lavori eccedenti gli importi contrattuali e senza alcun progetto. Questa vicenda va avanti da vent'anni e in vent'anni una sola ditta ha eseguito i lavori. La prima domanda che faccio all'Assessore è se non ha mai avuto la curiosità di sapere se questa successione di affidamenti lavori sia avvenuta attraverso delle gare oppure no. Non ha mai avuto questa curiosità? Insomma, una sola ditta lavora per tantissimi anni e alla fine dei venti o venticinque anni il Comitato di gestione dell'USSL dice di avere scoperto che sono stati eseguiti lavori non commissionati dallo stesso quindi cosa succede? Succede che per sanare una situazione di questo genere il Comitato di gestione dell'USSL l'1/12/1989 decide di affidare alla Società Protecne, nella persona dell'arch. Antonio Savoino, il collaudo e la certificazione di tutto quanto è stato eseguito. Capite quindi la delicatezza del compito che è stato affidato alla Società Protecne, società che - mi viene in mente ora - è stata destinataria di un incarico analogo da parte del Presidente dello IACP di Torino, dottor Fimiani, che poco dopo il suo insediamento affidò a questa società l'incarico di rivedere tutti i lavori eseguiti negli anni dallo IACP per fare il punto della situazione.
La Società Protecne, per essa l'architetto Savoino, è stata individuata dal Comitato di gestione come la società capace di fare ordine nella spesa eseguita all'Ospedale di Verbania. Cosa ha fattola Società Protecne e l'arch. Savoino? Lo vediamo nella deliberazione del Comitato di gestione del 29/5/1991, ed è qui il secondo punto del problema. Nella deliberazione si legge: "Come indicato nei certificati di collaudo ed espressamente evidenziato nelle relazioni riservate, il collaudatore ha ritenuto indispensabili e necessarie le maggiori opere eseguite extra-contratto in quanto permettono una migliore funzionalità del complesso". Questi sono i due punti alla nostra attenzione: per anni si è speso senza progetto, senza verifica e senza che alcuno sapesse alcunché! Così è scritto nella deliberazione del Comitato digestione: "L'amministrazione aveva già unanimemente manifestato la volontà che l'approvazione delle opere eseguite extra-contratto, senza che quest'ultima ne fosse minimamente informata ecc.".
L'ha scritto! Ebbene, tutto viene sanato perché un collaudatore scrive espressamente di aver ritenuto tali opere indispensabili e necessarie.
Capite il peso e la responsabilità che ricade sulla perizia che la Protecne e l'arch. Savoino hanno fatto. Il nodo viene sciolto e quindi il pagamento di 3 miliardi e 200 milioni è stato reso possibile da una certificazione del collaudatore.
Assessore Maccari, il collaudatore in questione oggi sta subendo delle restrizioni alla propria libertà personale perché inquisito dalla Magistratura per atti compiuti nell'esercizio della propria professione.
Non ritiene l'Assessore di porre un'attenzione di riguardo nei confronti di quanto il collaudatore ha effettuato su incarico del Comitato di gestione e da lei accettato ed approvato? Lei non ha qualche preoccupazione? Io qualche preoccupazione l'avrei: ad esempio, se fossi al suo posto Assessore, chiederei immediatamente alla Commissione d'indagine test costituita tra Consiglieri regionali, prima che se ne occupi qualcun'altro di esaminare questi atti per consentire a tutti noi Consiglieri regionali e soprattutto a lei, Assessore, una tranquillità su una vicenda sulla quale ci sono delle preoccupazioni di merito perché opere sono state eseguite e io non ho ancora capito chi ha detto di eseguire queste opere, ci sarà pure un responsabile! C'è un responsabile? No, non c'è! C'è solo un sanatore c'è solo l'opera di sanatoria! Tutto è andato avanti nella irresponsabilità più assoluta; c'è un Comitato di gestione che dice che non era minimamente informato che erano state eseguite opere per 1 miliardo e mezzo (l'altro miliardo e mezzo è costituito dalle revisioni prezzi e dalle spese tecniche), poi c'è uno, un santo, che dice che è tutto a posto, che erano tutte opere indispensabili e la Regione "cala" 3 miliardi e 200 milioni! Assessore, se io fossi in lei chiederei subito l'indagine specifica alla Commissione che avete formato: non è forse il miglior modo cominciare a verificare questa vicenda? Non vorrei che atti così impressionanti dal punto di vista della discrezionalità amministrativa e del malgoverno passassero in quest'aula come l'acqua fresca, salvo poi uscire di qui e leggere sui giornali che le cose non vanno. Io chiedo che l'Assessore magari in replica, perché la Giunta può sempre parlare, risponda a queste domande, accerti o faccia accertare dalla Commissione di indagine questa vicenda che è una vicenda sulla quale la preoccupazione amministrativa deve essere grandissima. Non si spendono e non si deliberano, Presidente Brizio cifre di questo genere, in questa situazione, sulla base di un certificato di collaudo che di punto in bianco fa giustizia di opere eseguite senza progetto e senza autorizzazione! Aggiungo però un'altra cosa, Presidente Brizio e Assessore Maccari: c'è un modo di governare questa vicenda che non mi piace e che è il seguente.
L'Assessore Maccari, quasi vantandosi, la scorsa volta ha detto che l'impresa chiedeva interessi di mora per ritardati pagamenti per 900 milioni ed anche i progettisti chiedevano interessi di mora, che fino ad un certo punto sono stati pagati, ma che poi la Giunta ha deciso di non pagare più. L'Assessore ha detto di aver fatto il muso duro con l'impresa e l'impresa - è scritto nel verbale del Comitato di gestione - ha chinato la testa e ha accettato un 20% di sconto e via dicendo.
Questo modo di amministrare mi preoccupa perché gli interessi di mora vanno pagati. Un'Amministrazione efficiente non paga gli interessi? Gli interessi sono resi, sono di legge. Allora, vedete, dà un lato si fanno lavori non progettati e non approvati, l'impresa va avanti, spende dei soldi, esegue opere, utili o inutili nessuno lo sa e nessuno glielo ha ordinato, dopodiché quando succede che qualcuno si accorge di questo, forse perché l'impresa va a chiedergli i soldi, allora si nomina un collaudatore che sana le cose, però si prendono gli interessi di mora e si dice: "Questi non teli pago più". Ma è un modo serio di amministrare come Pubblica Amministrazione? Trovo di no. Sembrano quegli arbitri che siccome non danno il rigore ad una squadra, il momento dopo negano un altro rigore alla squadra avversaria. Non è il modo di comportarsi! Si eseguano delle opere progettate e approvate e si paghino gli interessi di mora. Quindi questo fatto, che viene venduto da voi come elemento di pregio dell'azione di governo, mi preoccupa ulteriormente perché non si dà nulla per nulla e non si toglie nulla per nulla. L'impresa ha rinunciato a questi interessi di mora? Io non lo so! Sarà fallita? Novecento milioni non sono una bazzecola! Non mi convince.
E' un esempio questo (a parte quello generale, venticinque-trent'anni per fare un'opera e via dicendo) su cui poi l'Assessore ha detto: "Facciamo la divisione tra il costo e i letti". Per favore, Assessore, la può fare questa divisione? Può dire se, dopo la divisione, quel letto è costato in media, fatti tutti i conti del valore del denaro dal 1964 a oggi, quello che costa oggi un letto? E se non è così vuole informare il Consiglio e proporre delle indagini ulteriori su questo fatto? Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.
MACCARI, Assessore regionale Sul quarto spostamento dell'ingresso non mi risulta...



(Interruzione del Consigliere Zacchera)



PRESIDENTE

MACCARI, Assessore regionale



PRESIDENTE

Per chi frequenta Verbania probabilmente è comodo saperlo.
Se Savoino è stato indicato o consigliato neppure mi risulta, come non mi risulta come vengono scelti in linea di massima i tecnici nelle varie UU.SS.SS.LL. Se l'affidamento, collega Chiezzi, è avvenuto con regolari gare lo posso di nuovo richiedere alle UU.SS.SS.LL. Sulle competenze della Commissione mi pare che l'applicazione delle leggi e le modalità di agire delle UU.SS.SS.LL. in tutti questi anni possano essere un oggetto su cui la Commissione può soffermarsi. Non dico di più perché è compito della Commissione e non voglio dare delle indicazioni di lavoro alla Commissione in quanto non mi parrebbe neppure corretto.



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Assessore, lei esclude che da parte dell'Assessorato, diciamo della Regione, siano venute pressioni per affidare a Savoino o al suo studio i lavori di collaudo? Questo lei lo esclude? MACCARI, Assessore regionale



PRESIDENTE

Certo



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Grazie.
Sull'ordine dei lavori



PRESIDENTE

Siccome ho sentito esigenze un po' contrastanti, chiedo ai Capigruppo di venire al banco della Presidenza per concordare l'ordine da seguire nei lavori odierni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,55, riprende alle ore 12,05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Abbiamo concluso il punto 3) all'o.d.g. relativo alle interrogazioni ed interpellanze. Abbiamo inoltre esaminato parte delle interrogazioni richiamate in aula, alcune delle quali erano inserite nell'elenco delle interrogazioni ordinarie; procediamo pertanto con l'esame dei punti all'o.d.g.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bortolin, Calligaro, Coppo, Croso Dameri, Lombardi e Nerviani.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge non vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

e) Approvazione legge per decorrenza dei termini


PRESIDENTE

E' stata approvata per decorrenza dei termini la legge regionale del 6/10/1992: "Promozione del Centro Studi e Ricerche Storiche sull'architettura militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles e linee di indirizzo al recupero funzionale del Forte".


Argomento:

Rinvio argomenti prossima seduta e sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Informo il Consiglio che vengono rinviati i seguenti punti all'o.d.g.
tra loro collegati: punto 7): "Proseguimento dibattito sugli enti strumentali e documenti connessi" punto 8): "Esame progetto di legge n. 109: 'Istituzione dell'Ente regionale di Sviluppo Agro-Alimentare del Piemonte"' (richiesta di iscrizione ai sensi dell'art. 34, comma quarto, del Regolamento interno) punto 9): "Esame mozione n. 391 presentata dai Consiglieri Rabellino Cucco, Bodrero, Zacchera,. Vaglio e Chiezzi sull'ESAP".
Oggi pomeriggio alla ripresa dei lavori esamineremo il punto 10) all'o.d.g.: "Esame progetto di legge n. 324: 'L.R. 211311984 n. 18 in materia di opere e lavori pubblici - Proroga dell'entrata in vigore di alcune norme '". Potremmo pertanto passare all'esame contestuale dei punti 11) e 12) all'o.d.g., entrambi relativi alla tutela della professionalità degli imprenditori artigiani e alla repressione dell'abusivismo nell'artigianato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.
CHIEZZI Faccio una precisazione che attiene all'ordine dei lavori semplicemente in questo senso: visto il clima in cui lavoriamo anche fuori di qui, io impiego solo trenta secondi per informare i colleghi che non sono iscritto alla Massoneria. Mi sembra un'informazione che sento di dover rendere ai colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA C'era un punto all'o.d.g. che riguarda il richiamo in aula di una nostra interrogazione, quella dell'ing. Fassio, USSL TO IV, ma non ho capito se viene ulteriormente rinviata o se invece si può fare.



PRESIDENTE

Pensavamo di avere chiuso l'esame delle interrogazioni ed interpellanze. Questa volta ci eravamo impegnati sull'interrogazione relativa all'USSL n. 55 di Verbania come da sua richiesta ed è stata esaminata. Se lei chiede l'esame di quest'altra interrogazione, la prossima volta la discuteremo.
ZACCHERA Avevamo già mandato una lettera la settimana scorsa su questa interrogazione che avremmo dovuto fare.



PRESIDENTE

Sì, però nell'ordine dei lavori avremmo chiuso questi punti, per cui se lei fa questa richiesta credo di poter dire che la prossima settimana ottempereremo.
ZACCHERA E' un impegno, grazie.



PRESIDENTE

Avevo inteso che l'impegno oggi fosse sufficiente per Verbania.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 476 presentato dal Gruppo MSI-DN sull'opportunità che la Regione Piemonte si costituisca parte civile nel procedimento penale contro amministratori straordinari e funzionari di UU.SS.SS.LL. accusati di peculato


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.
MAJORINO Signor Presidente, chiedo l'iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno che è stato presentato questa mattina in apertura di seduta. Con questo ordine del giorno si chiede, essendosi rilevato che sono stati rinviati a giudizio alcuni amministratori straordinari di UU.SS.SS.LL.
dopo l'inchiesta del Pubblico Ministero Corsi e che il processo davanti al Giudice delle indagini preliminari è fissato per giovedì, che la Giunta si impegni a costituirsi parte civile in questo procedimento. Ci sono due amministratori straordinari e alti funzionari amministrativi o medici di UU.SS.SS.LL. Mi pare superfluo dover illustrare e mettere in evidenza il diritto-dovere della Giunta della Regione Piemonte, quindi in concreto del Presidente della Giunta, di costituirsi parte civile in questo procedimento penale in quanto la Regione è sicuramente stata danneggiata materialmente e moralmente sotto il profilo della sua immagine. Si tratta, come noto, di reati contro la Pubblica Amministrazione che vanno dal peculato alla corruzione all'interesse privato in atti d'ufficio. A mio avviso, era ed è elementarmente doveroso questo atto di costituzione di parte civile; la Regione è stata danneggiata e deve quindi chiedere il risarcimento dei danni. Spero che non si verifichi, come per il caso ACNA, nel quale noi "utendo iuribus" della Regione, io ed il Consigliere Zacchera, abbiamo dovuto costituirci parte civile per poi essere seguiti subito dopo a ruota dalla Regione. Eventualmente se la Regione sarà inerte ci costituiremo parte civile giovedì, vedremo se riusciremo ad inserirci in sostituzione della Regione. Spero che tutto questo non si verifichi e che, anche se ci sono solo due giorni, la Regione, in persona del Presidente della Giunta sia presente al processo di giovedì, per chiedere ristoro dei danni morali e materiali subìti dalla Regione. E' chiaro che se sono stati commessi reati ed è stato sottratto denaro all'USSL. l'USSL significa Regione e significa denaro che la Regione ha erogato. Pertanto chiedo l'iscrizione all'o.d.g. di questo ordine del giorno, salvo che la Giunta, per così dire scavalcandomi, dichiari che nelle prossime ore delibererà la costituzione di parte civile.



PRESIDENTE

Intanto chiarisco al Consiglio che questo documento è arrivato da pochissimo, non l'avevamo ancora distribuito perché era un normale ordine del giorno. Consigliere Majorino, consenta un attimo che venga distribuito ai Capigruppo e che possano valutare.
Il Consigliere Majorino ha chiesto, a norma di Regolamento l'iscrizione all'o.d.g. di questo documento, quindi è stata espressa una posizione a favore, e, a norma di Regolamento, può essere espressa, qualora lo si ritenga, una posizione contraria all'iscrizione di questo documento.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Stiamo esaminando la questione. Gli elementi che abbiamo nelle mani sono relativi. In tempo utile decideremo. E' probabile che ci iscriviamo se ne ravvisiamo l'opportunità, ed è probabile che sia fatto. Però colloco questa scelta nella collegialità della Giunta; nella quale ci siamo già misurati su questo e su altri problemi che riguardano la costituzione di parte lesa. Se volete votare l'ordine del giorno non ho naturalmente niente in contrario, ci mancherebbe, però questo dipende dall'iniziativa del Consiglio. E' nostro compito esaminare il problema e fare delle valutazioni, che sono molto delicate, perché bisogna anche vedere in confronto a semplici rinvii a giudizio quali sono le conseguenze che comportano sui dipendenti. Non è una cosa banale. Fate un discorso molto ampio, perché parlate di amministratori straordinari, funzionari addetti alle UU.SS.SS.LL., che sono dipendenti nostri e delle UU.SS.SS.LL. E' molto complessa la questione, per le conseguenze giuridiche che comporta.
MAJORINO Ma nel dubbio ci si costituisce parte civile.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Ma io non ho detto che noi non ci costituiamo parte civile. Ho detto che stiamo esaminando il problema per assumere gli atti che riteniamo di dover assumere. Non ho detto che non ci costituiamo; ho detto che vogliamo vedere le conseguenze degli atti che prendiamo, per responsabilità. In tempo perfettamente utile, perché noi possiamo assumere la delibera mercoledì, immediatamente esecutiva, ed essere lì presenti il giorno dopo.
Se poi il Consiglio ci vuole illuminare con sue indicazioni non sono certo io che ho mai rifiutato di avere illuminazioni da parte del Consiglio. Volevo avvisare che noi ci stiamo ponendo il problema, e non è che siamo inerti.



PRESIDENTE

Abbiamo registrato una richiesta di intervento a favore dell'iscrizione e alcune osservazioni della Giunta che sono legate ai tempi, ma di, merito.
Il Presidente della Giunta non voleva considerare questo come un suo intervento contrario. Se non ci sono interventi contrari, io pongo in votazione la richiesta.
Pregherei i Consiglieri che intendono partecipare alla votazione di voler entrare in aula, richiesta che faccio tutte le volte che si procede ad una votazione.
Pongo in votazione la richiesta di iscrizione all'o.d.g. del documento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera inerente l'argomento che è stato illustrato.
Il Consigliere Majorino intende ancora intervenire? MAJORINO Solo per dire questo sulla procedura. Siccome in sostanza non c'è stato un intervento contro, anzi il Presidente della Giunta si è dichiarato ampiamente disponibile, non vorrei ora scivolare sulla formalità dei 40 voti che mancano.



PRESIDENTE

Consigliere Majorino, non c'è una strada alternativa, nel senso che se lei mantiene la richiesta di iscrizione all'o.d.g., essa richiede 40 voti.
MAJORINO Sì, però le chiedevo, come è avvenuto qualche altra volta, di votare in un secondo tempo. Visto che nella sostanza c'è l'accordo della Giunta sulla richiesta fatta, non vorrei scivolare su questa buccia di banana.



PRESIDENTE

Possiamo procedere alla votazione nel pomeriggio? Mi sembra che la Giunta si muova in questa direzione.
MAJORINO Allora votiamo adesso ed eventualmente io reitererò la domanda di iscrizione.



PRESIDENTE

Sto chiedendo se vogliamo votare oggi pomeriggio. Non ho difficoltà a concedere la votazione oggi pomeriggio, considerato che c'è la votazione di un documento importante, per cui ritengo che un certo numero di Consiglieri sarà presente. Le sto venendo incontro. Proviamo a votare nel pomeriggio non ho altra alternativa.
MAJORINO Capisco che si deve superare lo sbarramento di una formalità, ma di fronte alla Giunta che mi dice che è d'accordo...
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Non abbiamo elementi certi per prendere decisioni.
MAJORINO Rispetto agli amministratori straordinari ci sono elementi certi...



PRESIDENTE

Non fate il dibattito adesso...
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Io ho bisogno di documenti; un rinvio a giudizio non è questione che posso leggere sul giornale.
MAJORINO Lo sapevate da parecchi giorni, o perlomeno lo si doveva sapere.
Presidente, richiedo di votare per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale, come richiesto dai Consiglieri Majorino, Rabellino e Vaglio, per l'iscrizione all'o.d.g. in via formale del documento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Vorrei ancora capire una cosa: noi non abbiamo in via ufficiale, al momento, alcun documento.
Quindi, si tratta di una votazione meramente generica che lascio alla vostra responsabilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossa, a norma di Regolamento, come richiesta di intervento contrario, ne ha facoltà.
ROSSA La ringrazio, Presidente.
Mi scuso, ma ero preso da altri impegni, e non ho colto immediatamente il significato dell'ordine del giorno, che vuole predeterminare scelte che spettano autonomamente e liberamente alla Magistratura e a nessun altro.



(Interruzione del Consigliere Zacchera)



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

Io dichiaro di essere contrario all'iscrizione di questo ordine del giorno. Lo presenterete nelle sedi opportune dove verrà valutato dai Capigruppo; non credo si debba forzare una situazione solo per uso strumentale, con finalità non rispettose dei poteri autonomi della Magistratura che deve essere lasciata liberamente in grado di farlo. Invito l'assemblea ad esprimere voto contrario.



(Commenti del Consigliere Zacchera)



PRESIDENTE

Consigliere Zacchera, la prego, per cortesia. Si tratta di opinioni che vanno rispettate come tali e non costituiscono fatto personale se sono contrarie alle nostre.
Consigliere Majorino, mantiene la richiesta d'iscrizione all'o.d.g.? MAJORINO La mantengo, e il dilemma è solo questo: la Giunta vuole costituirsi parte civile per i danni subìti dalla Regione? BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Stiamo esaminando i documenti...



PRESIDENTE

Mi pare che il Presidente della Giunta regionale abbia dato una risposta di merito.
ROSSA Il giudizio spetta alla Magistratura! ZACCHERA Ma non ha capito niente, Rossa, come sempre! BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Vogliamo esaminare i documenti.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 16 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 24 Consiglieri L'ordine del giorno non è iscritto.
MAJORINO Allora il Consigliere Zacchera ed io ci costituiamo parte civile in surroga della Regione inerte.


Argomento: Artigianato

Esame progetti di legge nn. 125, 10 e 132: "Norme per la tutela della professionalità degli imprenditori, artigiani e la repressione dell'abusivismo nell'artigianato" e n. 48: "Proposta di legge di iniziativa popolare 'Norme per la repressione del lavoro abusivo, per la garanzia degli utenti e per la tutela della professionalità degli imprenditori artigiani"' - Presentazione ordine del giorno di non passaggio all'esame dell'articolato del progetto di legge n. 48


PRESIDENTE

Passiamo all'esame congiunto dei punti 11) e 12) all'o.d.g., relativi ai progetti di legge nn. 125, 10, 132 e 48.
La parola al relatore, Consigliere Marchini MARCHINI, relatore Signor Presidente e signori Consiglieri, mi avvalgo della facoltà prevista di illustrare la relazione, posto che, in termini di memoria storica, mi è sembrato necessario, grazie anche all'ausilio dei funzionari della Commissione preposta, raccogliere puntualmente, più che le questioni di ordine politico, le questioni di ordine temporale, tecnico e giuridico che hanno caratterizzato questo iter legislativo abbastanza travagliato e difficile.
La questione si pone nell'anno 1990, quando la Confartigianato propone una proposta di legge di iniziativa popolare, rispetto alla quale immediatamente ci si attiva in ordine alla legittimità o meno della Regione ad operare in tal senso. Nella relazione i colleghi potranno individuare i punti formali rispetto ai quali il nostro consulente, il prof. Maiorca, si era pronunciato. Successivamente è slittata la legislatura, ma non per questo è decaduta la proposta della Confartigianato; vengono proposti in successione di tempo tre disegni di legge a firma del Gruppo MSI-DN, della Democrazia Cristiana e del Partito repubblicano.
Anche in relazione alla delicatezza in termini di competenza rispetto alla Regione si è costituito un gruppo di lavoro, il quale ha ritenuto alla fine di predisporre il testo che ha sottoposto oggi, dopo l'approvazione della Commissione, al vostro esame, un testo per certi versi un po' regolamentare e un po' grigio, ma che deve queste sue caratteristiche proprio all'esigenza di non uscire da quelle che sembrano essere le più strette competenze regionali e per individuare la possibilità del governo di questa delicata materia senza ricorrere a nuovi strumenti e soggetti come in alcune ipotesi di legge era stato ipotizzato.
La sostanza del disegno di legge è immediatamente leggibile dall'unica pagina che caratterizza l'articolato. E' comunque certo che da parte di tutti i presentatori e di tutte le forze presenti in Consiglio è emersa l'esigenza di operare affinché, attraverso una tutela del rispetto delle norme di ordine tecnico-giuridico che attengono alla materia dell'artigianato, venga tutelato il mondo dell'artigianato, sottoposto in caso diverso a fenomeni di concorrenza sleale, lo Stato, che evidentemente diventa destinatario di una grossa attività di evasione fiscale ed infine i consumatori, che si vedono offrire servizi e beni di qualità non controllata. Dal punto di vista procedurale ricordo che è presente in aula e sottoposto quindi formalmente all'esame della stessa, il disegno di legge di iniziativa popolare, che deve essere riproposto nella stesura originale all'esame dell'aula.
Ho predisposto, sentiti anche alcuni colleghi, un ordine del giorno di non passaggio agli articoli in quanto si ritiene che la materia oggetto dello stesso disegno di legge sia stata recepita ed analizzata dal disegno di legge che viene sottoposto all'esame previa approvazione della Commissione.
Nella relazione potranno leggere i colleghi che ho dato atto delle riserve che sono state fatte da alcune parti politiche, in particolare dai colleghi del PDS, i quali hanno rilevato che questa norma in una qualche misura è poco armonica in ordine ad una non sufficiente attenzione da parte sia del livello regionale che del livello statale rispetto ai problemi della categoria, soprattutto in termini di sostegno finanziario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.
BOSIO Voglio assolvere al compito, che non so quanto mi costerà, di comunicare al collega Chiezzi che nemmeno io faccio parte di una qualsiasi loggia massonica e aspetto che mi arrivi la cartella delle tasse per questa carenza, per questo abusivismo nel fare politica, ovviamente. Siamo artigiani della politica! Ma, signor Presidente, vorrei chiarire a nome mio e del Gruppo PCI-PDS le ragioni della valutazione negativa del disegno di legge che viene qui presentato, che fanno riferimento non solo ai limiti generali presenti nella legge, ma anche al merito specifico della stessa. Temo che questa sia una delle tante leggi a "falso scopo", nel senso che si propone un qualcosa, ma per soddisfare altro, per cercare di lenire, ammansire addolcire, cercare di mirare concretamente agli obiettivi che sono enunciati nel titolo. Mi sembra proprio una legge fittizia.
Mancanze di ordine generale: questa legge intende sanare il cosiddetto abusivismo artigiano senza avere definito concretamente strumentazioni leggi, impegni che ridefiniscano, riqualifichino, potenzino l'intervento nel campo generale dell'artigianato, cioè diano senso reale alla parola artigianato, che diventa la discriminante, e che non si intenda solamente come in molti casi pare intendersi, perché così non è, artigianato semplicemente come produzione di alcuni beni particolari, di lavorazioni particolari che si rifanno a tradizioni locali e così via. Non siamo più in questo campo, questo è un aspetto ormai limitatissimo del mondo ben più complesso ed importante, nell'economia della nostra Regione e del nostro Paese, dell'artigianato.
C'è un limite deciso e preciso nell'impostazione di questo disegno di legge e un limite più generale nel governo di tutta la materia, a partire dal Governo nazionale per arrivare a quello regionale. Sono i limiti che abbiamo già denunciato nelle lunghe sequenze degli incontri della Commissione. Sono i limiti della mancata attuazione della legge quadro dell'artigianato, che continua ad essere una mancata attuazione. Leggo negli intendimenti del Governo attuale la volontà di istituire un certo fondo per il futuro, per il 1993/1994, per concorrere al sostegno e al rilancio dell'impresa artigiana. Ricordo che la legge quadro dell'artigianato, che risale a più di dieci anni fa, definiva non solo le linee di sostegno finanziarie, ma anche il quadro normativo entro il quale farlo avvenire e un quadro di riferimento in termini di strumentazione democratica: gli Albi, le Commissioni, il rinnovo delle Commissioni.
Questa legge agisce, ad esempio, in funzione dell'abusivismo artigiano e contro l'abusivismo nell'artigianato, non avendo i presupposti di fondo per poter agire, che dovrebbero essere costituiti non solo da una strumentazione minimamente democratica, ad esempio Commissioni provinciali democraticamente rinnovate ed elette (cosa che non succede da decenni), ma avendo anche lo strumento "Albo artigiano" in regola.
Tutti sappiamo che non è così. La stessa legge regionale sull'artigianato del 1987, che faceva riferimento alla legge quadro nazionale, all'art. 5 dice: "la cancellazione dall'Albo delle imprese artigiane per la sopravvenuta mancanza di uno o più requisiti richiesti dalla legge open cessazione dell'attività". Non c'è solo, come si era sostenuto in Commissione, la cessazione dell'attività artigianale, che dovrebbe far decadere il nome dall'Albo; c'è anche la sopravvenuta mancanza di uno o più requisiti richiesti che comporterebbe la cancellazione dall'Albo. Siccome gli Albi sono, da più di un decennio, non aggiornati, n organizzati, qual è l'abusivismo? Verso quale abusivismo si intende agire con la legge? Che cosa si intende per abusivismo? Temo che per abusivismo si sia semplicemente inteso andare incontro ad un malessere, che nasce da molte altre ragioni, del mondo artigiano mettendo in conto che la lotta all'abusivismo è la lotta contro una specie di doppio lavoro che c'è in alcune situazioni, per cui a volte qualcuno si improvvisa idraulico o imbianchino.
Se questa era la ragione, impegnare - ormai siamo impegnati su tutto una legge regionale su questo, mi pare una cosa di scarso conto.
Se invece si voleva proporre una legge di tutela e rilancio dell'artigianato e, conseguentemente, all'interno di questa legge anche la lotta all'abusivismo, bisognava fare un'altra cosa.
I punti di riferimento di questa proposta di legge così come sono stati proposti sono quelli di due altre leggi regionali, dell'Umbria e di un'altra Regione. Sono andato a leggerle e ho scoperto che quelle sono leggi regionali corpose, che hanno come obiettivo primo e titolo il sostegno, l'ammodernamento e il rilancio dell'intera struttura produttiva economica dell'artigianato.
Alcuni capitoli marginali prevedono l'intervento e le sanzioni per l'abusivismo, ma lo sforzo reale è quello discendente dalla legge quadro lì almeno il tentativo lo hanno fatto - di dare peso politico, sociale e oltre tutto di rafforzare il peso qualitativamente elevato dell'artigianato nell'economia delle varie Regioni.
Questo però non c'è nel nostro progetto di legge; vorrei perfino dire che, con un intento contraddittorio, siamo riusciti nelle discussioni a fare inserire nel titolo della legge la questione della difesa della professionalità artigiana, ma è un'inserzione gratuita per tentare di cambiare il segno, ma era e rimane un tentativo gratuito. Questo è un progetto di legge che non darà alcun contributo reale né alla tutela né al rafforzamento della struttura economica e produttiva, e al peso sociale dell'artigianato: non difenderà nulla. Al tempo stesso, il merito di questa legge così come è stata proposta, a mio avviso, è che propone delle questioni molto complesse e difficili da collocare, dirimere e spiegare.
Questa legge fa alcuni riferimenti che considero, dal mio punto di vista, pericolosi e preoccupanti. La valutazione più generale, ma anche quella che considero più grave è questa: possiamo noi, ed è utile costruire una rete crescente di attribuzioni a strumenti secondo me non corretti, come ad esempio le Commissioni provinciali, di compiti di indagine, di conoscenza, di riferimento rispetto alle questioni fiscali e così via, del lavoro che si svolge sia esso reale oppure falso nel campo dell'artigianato? Badate che una questione del genere pone dei problemi rilevantissimi.
Mi ero posto il problema di presentare degli emendamenti, ho poi ritenuto di non presentarne alcuno, proprio perché ritengo che vi siano questioni complicate e complesse, nonostante che appaia una leggina semplice. Uno degli emendamenti avrebbe riguardato il fatto che il progetto di legge intende chiedere la collaborazione degli enti e degli istituti statali preposti al controllo fiscale allo scopo di definire non solo le aree, ma anche le situazioni di abusivismo artigiano.
Mi chiedo se così facendo, cioè istituendo un meccanismo al rovescio non mettiamo in moto un meccanismo che può portare ad un suo allargamento (l'avevo già detto in Commissione e lo ripropongo qui in termini puramente discorsivi, ripeto, non di emendamento). Ovverosia, non è abusivismo anche l'evasione fiscale di un'azienda artigiana tutta in regola, salvo che per il fisco? E quali sono i poteri previsti in questa legge per definirlo? Non mi si può dire che questa seconda parte non è più compito né della legge né della Commissione che è incaricata da questa legge, dal momento che sia la legge che la Commissione incaricata dalla legge fanno esplicito riferimento ad un suo diretto rapporto reciproco con strumentazioni ed istituzioni che agiscono per conto dello Stato alla ricerca della regolarità e legittimità fiscale dei cittadini, delle società, delle aziende produttive e degli artigiani.
Nella legge si parla solo di una piccola parte e non si vuole dire altro. Ma non solo, lo si dice in un modo che - badate bene - io potrei accogliere interamente, chiedendone nel contempo l'estensione generalizzata a tutte le categorie. Lo si dice, ad esempio, con il riferimento che il disegno di legge fa a proposito delle segnalazioni: "a segnalazioni pervenute circa l'esercizio abusivo di attività artigiana senza aver ottemperato a tutti gli obblighi di legge": Cosa vuol dire "segnalazioni pervenute"? Con questo disegno di legge, noi stiamo sancendo delle questioni preoccupanti! Voi tutti ricorderete - credo - quando qualcuno a sinistra, un decennio fa, disse: "Sulla questione del pagamento delle tasse bisogna che la gente si svegli e se sa che il suo vicino evade, lo denunci". Venne fuori un polverone terrificante, perché era una proposta inaccettabile, in quanto introduceva nella struttura dello Stato di diritto alcune questioni incerte e il cui fine è poi facilmente manipolabile (nemmeno io ero d'accordo su quella proposta). Però la vedo ripresentarsi qui con l'espressione "a segnalazioni pervenute". Chi le fa? Come sono raccolte? Qual è il fondamento di queste segnalazioni? In tutto questo - esprimo un giudizio politico - io vedo il lento succedersi di atti e di fatti in una progressiva microcorporativizzazione di tutta la struttura sociale del nostro Paese, che oltre tutto pensa sempre di più a darsi proprie piccole polizie o strumenti di tipo poliziesco. E' una questione che raggela il sangue! La crisi del nostro Paese è di un certo tipo, ma non fino a questo punto! Io so che si ride, si sorride, perché si dice: "Ma no, è solo per scovare degli abusivi". Voi lo sapete: in altre realtà si è partiti con il fatto che uno dei più grandi banchieri era ebreo per poi arrivare dove si è arrivati! Con ciò voglio dire che il piccolo, molte volte, a lungo andare mette in moto il grande, e la nostra genericità, tanto per lasciar correre la pagheranno gli altri più tardi.
In questo senso io leggo nel disegno di legge un'assoluta assenza politica e anche di disegno, di volontà di rilanciare e di operare dentro un settore che è sicuramente decisivo dell'economia. Un'assenza e un ripiegamento per accontentare delle velleità minoritarie, anche se sono maturate competizioni e così via.
Non è questo il problema vero. Non che non si debba combattere l'abusivismo, per la carità, ma fatto così non serve a niente, perché è al di fuori dell'esigenza forte che abbiamo, specie in Piemonte, di rilanciare l'artigianato come struttura reale e produttiva della Regione, di vedere come raccordarlo con le novità che paiono emergere, di rilanciarlo come struttura che si regge democraticamente e dunque con un ordine democratico al suo interno.
Noi invece stiamo facendo sì un piccolo disegno di legge con il suo significato, ma che però avrà valore, gestione ed applicazione immediata con strumentazioni che non esistono e che o non sono corrette o non sono in ordine. E allora ci si limiterà soltanto a quelle "segnalazioni"! Io ho già detto che ci sono contraddizioni perfino con la legge regionale. Ripeto, la legge regionale prevede il decadimento dall'Albo non solo e non tanto perché un'azienda chiude, ma perché non rispetta più uno dei tanti punti vincolo per essere definita azienda artigiana e così via. E chi lo determina, allora? La legge si occupa di quello? Ma se si occupa di quello, perché non parla dell'esigenza - prima dell'applicazione di legge di ridefinire, pulire e rinnovare l'Albo, in modo che sia il riferimento preciso? E' il primo elemento, oltre alla questione più difficile, al di là delle nostre volontà, cioè quella di rinnovare e rieleggere le Commissioni provinciali.
Infine voglio ancora fare un richiamo: se si intende, come si intende nel disegno di legge, affrontare sul serio o comunque avviare un ragionamento, che dovrà essere fatto in modo più ampio e anche in termini di nuovi disegni di legge, per quanto riguarda il potenziamento l'ammodernamento, il rilancio, la riqualificazione del sistema economico e produttivo artigiano e del lavoro autonomo nella nostra Regione, bisogna farlo e farlo rapidamente. Diversamente, io sosterrò fino in fondo che è abusivismo artigiano quell'azienda artigiana che ha tutti i punti in regola per essere definita azienda artigiana, ma che rispetto allo Stato e alla Regione evade il fisco, poiché siamo di fronte ad uno dei punti più elevati, obiettivamente e percentualmente in questa fase, di evasione fiscale. Non lo dico né con spregio né con sprezzo, perché so benissimo il marasma di tasse, tassine e tassette che pesano sul lavoro autonomo, sul lavoro artigiano e così via, ma so altrettanto bene che uno Stato non pu fondare il proprio diritto e la propria richiesta di dovere ai cittadini sulla base di scambi sotterranei. Allora la questione della correttezza fiscale dell'impresa artigiana, del lavoro autonomo, del lavoro professionale e del lavoro commerciale non può che essere la conquista di una coscienza civile e di senso dello Stato che ancora non c'è; questa è una questione che dobbiamo perseguire costantemente nel tempo. L'esigenza di una correttezza e di una legalità fiscale in particolare in questi settori non può che essere oggi, rispetto all'ordine dei problemi che il Paese ha di fronte e ai costi che gravano su altre categorie di cittadini una questione discriminante anche ai fini della definizione di azienda corretta o di azienda non corretta, di abusivismo o di non abusivismo, sia per quanto riguarda questo disegno di legge nel campo dell'artigianato, sia per quanto riguarda altri settori.
Sulla base di queste valutazioni, il voto mio e del mio Gruppo è contrario. Questa legge non servirà a niente; ha un falso scopo minimo e non otterrà i risultati che dice di voler ottenere, quindi non aiuterà il disegno necessario di rilancio e di ammodernamento produttivo professionale e di bagaglio del settore né nella nostra Regione né nel nostro Paese.
Vi risparmio tutti i dati obiettivi sull'evasione fiscale di alcuni di questi settori, poiché si conoscono. Se in situazioni drammatiche si dovesse decidere qual è il problema più grave, se è l'imbianchino che non ha la patente di artigiano o se è il meccanico che non è iscritto all'Albo degli artigiani, il problema più grave sarebbe forse un altro.



FOCO ANDREA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Ritengo che questo provvedimento abbia delle implicazioni di principio rilevanti, e ha fatto bene il collega Bosio ad affrontarlo in una dimensione generale.
E' chiaro che la tutela dell'impresa artigiana, per un rafforzamento della stessa rispetto ad insidie di vario tipo tra le quali quella della concorrenza sleale, è un punto importante, così come quello dell'evasione fiscale, che è connessa con la concorrenza sleale. E' altrettanto chiaro e indiscutibile che la tutela del consumatore, soprattutto per quanto riguarda il tema della sicurezza, è un elemento importante; penso all'impiantistica elettrica, alle riparazioni automobilistiche, cioè a tutti gli aspetti che possono avere delle implicazioni sulla salute e sulla sicurezza dei cittadini.
Ma queste considerazioni entrano in collisione con un'altra filosofia che aleggia nella nostra società ed è molto forte: le picconate contro lo Stato sociale sono in qualche modo teorizzate sulla base di una logica neocontrattualistica. Ognuno, in qualche modo, si rapporta con la società con la sua forza; al massimo si farà un'assicurazione secondo la sua valutazione e secondo la sua considerazione del pericolo e del rischio.
Per esempio, sotto questo aspetto nelle settimane scorse in Italia si è adulato il Presidente della Repubblica argentina Menem, il quale ha finalmente applicato una sana e pesante politica liberistica, che tra l'altro implica la distruzione degli Albi professionali. In questo caso anche un laureato in giurisprudenza può accedere, caro Majorino, al foro e tutelare in qualche modo un cliente.
C'è qualcosa che va chiarito sotto l'aspetto ideologico. E' curioso che sia proprio il Consigliere Marchini, un liberale, relatore di questa proposta di legge che in sé ha questa contraddizione; legge che, tra l'altro, considero importante e valida per certi aspetti, ma della quale non possiamo non dire che ha una contraddizione. Se non rovesciamo la logica della tutela degli Albi, oggi molto corporativa, in strumenti che favoriscano lo stare in piedi di una vera imprenditorialità artigiana, c'è il rischio che chi è dentro è tutelato (magari è arrivato dentro in forme viziose) e chi è fuori viene colpito. A volte sono da colpire quelle persone che rappresentano un reale problema; mi riferisco ai doppiolavoristi del pubblico impiego, che magari lavorano in alcuni uffici strategici in cui si affrontano alcuni tipi di problemi e nel pomeriggio qui abbiamo un commercialista come Ferrara che sa benissimo come vanno queste cose - supportano altre attività. Evidentemente questo è un elemento che squilibra i meccanismi di mercato.
Dobbiamo dircelo: se vogliamo difendere l'attività delle imprese artigiane, ci sono alcuni strumenti e alcune politiche attive; se vogliamo difendere un qualcosa di statico (un Albo), un qualcosa che tra l'altro nel caso degli artigiani non si rinnova da parecchio tempo (gli organismi di rappresentanza collettiva non vengono rinnovati), è un'altra cosa. Allora dobbiamo andare a vedere; per esempio: la formazione professionale. Qui sono tutti severissimi con la formazione professionale, e infatti per la formazione artigiana quest'anno nell'esercizio in corso ci sono lire zero mentre negli anni passati non era così. Nelle politiche dell'Artigiancassa ecc., per esempio, si tende a privilegiare la vera impresa che vuole un investimento per innovazione, per sostenersi rispetto alle esportazioni per cercare percorsi innovativi, o si tratta piuttosto di meccanismi più a pioggia per cui chi è dentro al recinto dell'Albo in qualche modo ne è comunque sempre beneficiario? Perché è li che allora si seleziona la vera impresa che va difesa da attacchi esterni, quelli grossi, non quelli del disoccupato che va a tinteggiare la casa di qualcuno di noi e quindi sarà il più facile da colpire rispetto ad altri che, in modo più sofisticato fanno il secondo lavoro.
In Germania, in Baviera, dieci-quindici anni fa, in situazioni particolari, avevano istituito il telefono grigio per la delazione sia sul piano fiscale che sul secondo lavoro; non vorremmo trovarci dinnanzi a situazioni che forse nella cultura italiana sono meno spiccate rispetto a quella tedesca e quindi magari anche meno pericolose, che finirebbero nella goliardia. Quindi, se da un lato è vero che il consumatore deve essere tutelato e la tutela deve essere data da qualcuno che ha il suo patentino pertanto garantisce il buon assolvimento del compito che contrattualmente gli è stato assegnato, dall'altro lato c'è questo rischio. Capisco che è un problema non facilmente risolvibile, ma occorre anche capire la linea di tendenza. Vorrò poi ,sentire l'Assessore, interprete della politica del governo regionale in questa materia per capire: ad esempio, per quanto riguarda la formazione professionale mi pare ci sia una prima contraddizione. Se noi vogliamo valorizzare il capitale umano che c'è nell'imprenditorialità artigiana, certamente sfuggirà da questo autoformarsi quello che è un falso imprenditore, quello che magari è dentro all'Albo, ma che non ci interessa tutelare. Dobbiamo cioè capire se ci sono dei segnali e delle direzioni di marcia; allora questo provvedimento seppure con contraddizione, si può collocare in questo contesto.
Diversamente, si tratterebbe soltanto di una difesa delle corporazioni; in tal caso, noi dobbiamo stare attenti, proprio perché questa difesa viene spesso fatta da coloro che in altre dimensioni sono peri meccanismi di mercato spinto, perché il prezzo si formi tra regole libere di mercato senza tante storie, non posso usare un altro termine. Di conseguenza, ci avvicineremo alla politica del Ministro Carvalho in Argentina, che è della scuola di Friedmann, degli economisti di Chicago, proprio per dire "liberalizziamo tutto, nessuna corporazione regge, nemmeno quella storica degli avvocati, e nemmeno quella dei notai". Del resto solo in Italia sono così corazzati, in altre realtà è molto più libera l'attività. Dobbiamo capire questi aspetti, perché altrimenti non possiamo andare alla manifestazione degli artigiani e dirla in un modo, andare ad una manifestazione dei neoliberisti e dirla in un altro modo, e in un'altra manifestazione ancora rovesciare i termini. Dobbiamo almeno sapere qual è la direzione di marcia. Per questo dicevo - benevolmente - a Marchini che è curiosa che un liberale (che dovrebbe essere il depositario della posizione più spinta sul piano neocontrattualistico, che è la posizione del neoliberismo imperante che colpisce lo Stato sociale, non lo Stato assistenziale che invece andrebbe veramente colpito) asserisca: "La società si regoli, ciascuno contratti la sua condizione"; spingendo questo concetto all'estremo. Dobbiamo anche tener conto che in Piemonte stanno diventando 14.000 gli iscritti alle liste di mobilità; stanno di nuovo crescendo gli iscritti al collocamento, certamente ci troveremo dinnanzi a nuovi fenomeni, che negli anni'80 erano quelli del proliferare dei cocomerai davanti alle fabbriche. I cocomerai non erano certo iscritti all'Albo degli artigiani o al commercio, però si chiudeva un occhio: pareva che fosse la polmonatura di una situazione sociale in forte tensione per la mancanza di lavoro e quindi in qualche modo questi soggetti potevano andare a pescare quel tanto per sfamarsi. Non vorremmo che in questa operazione siano poi questi poveracci i primi ad essere messi alla gogna.
Se il mondo dell'impresa minore deve essere sostenuto attraverso un processo che premi la vera imprenditorialità ha un senso collocare questo modulo; se invece resta in una dimensione diversa, dove chi è dentro la corporazione ha dei titoli, comunque ci sia arrivato, io avrei qualche perplessità. E' per questo che aspetto con attenzione quanto il governo regionale, per esso l'Assessore, dirà in questo senso.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo repubblicano aveva presentato una proposta di legge, che poi è stata unificata con altre determinando il testo che stiamo esaminando oggi, tutto sommato abbastanza omogenea e simile a questo testo. Nel momento in cui il Gruppo PRI present questa proposta di legge ed esaminò le altre si rendeva perfettamente conto che non presentava un documento risolutivo dei problemi dell'artigianato.
Nessuno aveva questa ambizione; sapevamo benissimo che molto più che un fatto di gestione del settore era un fatto politico. E' una dichiarazione politica quella che noi facciamo: sappiamo benissimo che in pratica non risolveremo né tutti i problemi dell'artigianato né sarà una risposta risolutiva dei problemi dell'abusivismo nell'artigianato. Però i discorsi fatti oggi mi lasciano un po' perplesso: le considerazioni del collega Bosio le avevo già sentite in Commissione dove avevamo già avuto modo di confrontarci, però devo dire che anche le affermazioni del collega Tapparo mi lasciano alquanto perplesso. Seguo sempre con molta attenzione le cose che dice Tapparo, anche se oggi mi ha messo un po' in difficoltà perché ha citato situazioni, dall'Argentina alla Germania, che io non conosco, quindi mi limito alle cose modeste del nostro Paese, però devo dire che le sue dissertazioni in ordine al liberismo sono poco convincenti. Credo che liberismo non sia caos, ma sia anche ordine e sia soggiacere alle leggi che ci sono. A me pare che sia liberismo mettere tutti quanti nelle stesse condizioni e non consentire a qualcuno di non pagare le imposte perch sconosciuto allo Stato, al fisco, all'erario! Questo sì che è un elemento distorsivo del mercato, non è un limite al mercato, al liberismo che poi non lo considero vangelo in assoluto perché sono convinto che in economia ci siano anche dei limiti al liberismo puro; comunque certamente questa visione che dice che il liberismo è un qualcosa che deve essere fatto al di fuori di qualunque norma e al di fuori di qualunque denuncia, quindi anche al di fuori di qualunque classificazione, a mio giudizio è un elemento contrario al liberismo, va proprio ad infrangere quelle regole di mercato che invece devono essere garantite. Non c'è uno sbarramento per nessuno, a parte gli Albi professionali, dove c'è un esame complesso e difficile per poter partecipare, ma devo dire che poi si affidano delle funzioni particolarmente delicate ed è giusto verificare la professionalità, non occorrono particolari requisiti per essere iscritti agli Albi degli artigiani. L'unico requisito è che uno voglia dichiarare di voler fare quello e credo che questa sia una norma assolutamente ineccepibile, avverso la quale non ci si può opporre. Credo che sia una norma di garanzia per tutti, che deve essere tutelata. Deve essere in qualche modo tutelata come affermazione politica con questa legge. Penso che occorrerebbero altre leggi molto più vincolanti. Avevo presentato nella passata legislatura una proposta di legge per gli installatori non soltanto artigiani, ma anche piccole imprese, che fissava certi requisiti per poter accedere a questa categoria, che dava garanzie rispetto alla capacità e alla professionalità di coloro che operavano. Quella proposta di legge è poi scaduta, perché è stata presentata o ripresentata una norma a livello nazionale che assorbiva questa e di fatto faceva decadere quella mia proposta, però nei confronti della categoria degli artigiani, cioè di una categoria che riceve poco dallo Stato, che è molto meno tutelata del sistema della grande impresa e dell'impresa in genere, credo che soltanto la legge Battaglia abbia previsto l'accesso ai finanziamenti previsti per le piccole imprese anche per le imprese artigiane. Fino a prima di questa legge le imprese artigiane erano completamente escluse dai provvedimenti finanziari agevolativi degli investimenti consistenti.
L'Artigiancassa: gli artigiani hanno difficoltà oggi a riuscire ad avere qualche soldo da questa fonte. Non ci sono più risorse nel bilancio regionale! Credo che lo si debba dire. E' un problema serio e, se tutti quanti crediamo a quello che diciamo, nel prossimo bilancio dovremo farci carico di questo problema.
I problemi dell'artigianato non si risolvono con questa legge, si risolvono con risorse, che quindi devono essere rilevate nel momento in cui si fa il bilancio.
Questo settore ha bisogno in questo momento di un minimo di solidarietà, in primo luogo credo debbano essere difese le persone perbene all'interno delle categorie. Sulla criminalizzazione che si è fatta e che in qualche misura ancora si va facendo in quest'aula sul fatto che li si annidano le grosse evasioni, devo dire che sono convinto che le grosse evasioni si annidino anche nel mondo dell'impresa del lavoro autonomo, ma anche in tutti quei settori e in quei mondi dove è possibile evadere. Non ci sono le categorie perbene e le categorie non perbene, ci sono coloro che hanno la possibilità di evadere o meno. In questo momento esiste una polemica pesante, un'obiettiva criminalizzazione verso questo settore, sia in materia fiscale con l'applicazione della minimum tax, che io giudico un provvedimento sbagliato ed iniquo, sia sul piano sanitario e previdenziale: queste piccole imprese sono obiettivamente discriminate rispetto ad altri settori. Credo pertanto che un'affermazione, se non consistente, se non significative sul piano della tutela, ma che certamente rappresenta un'affermazione di principio che vuole essere a favore di questa categoria la Regione la debba fare.
Questo provvedimento, che non proviene dal governo regionale, ma che è di iniziativa dei Gruppi, quindi non coinvolge la Giunta, tra l'altro non comporta una lira di spesa, può essere proposto serenamente dai Gruppi e la Giunta lo può accogliere senza essere considerata responsabile di questo provvedimento. Ritengo che, pur con tutti i limiti, sia una dichiarazione che in qualche modo ci voleva, ma che, a mio giudizio, non ha dato tutto quello che doveva e poteva dare agli artigiani e vuole essere forse - lo spero - un cambiamento di indirizzo rispetto alla definizione di risorse da spendere a favore di questa categoria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dardanello.
DARDANELLO Visto che l'ora si sta facendo tarda e vista la premura dell'Assessore Vetrino di dare alcune sue valutazioni sulla proposta di legge, limiter l'intervento considerando anche le dichiarazioni fatte da alcuni colleghi in aula.
Credo sia opportuno ripetere la valutazione che già il collega Ferrara ha fatto nel suo intervento: questa proposta di legge non aveva né la presunzione né la volontà di dare una risposta definitiva ai problemi dell'artigianato in Piemonte. Sarebbe veramente ridicolo e puerile leggerlo in questo senso. Sarà però opportuno conoscere questo comparto. In quest'aula in più di un'occasione, direi da sempre, quando si è parlato di un certo tipo di lavoro autonomo, a parole si sono sempre trovate grandi disponibilità ed attenzione da parte di tutti, però poi sistematicamente nel momento in cui qualche Gruppo o qualche iniziativa del governo cercano di dare piccole o modeste risposte a questo mondo, sempre si trova il modo di ironizzare sul problema, di dire che questo non è il modo esatto di dare una soluzione. C'è sempre una soluzione diversa o una soluzione che non sta mai nelle proposte degli uni o degli altri.
Credo sia opportuno puntualizzare cosa rappresenta il mondo artigiano in Piemonte. In Piemonte il lavoro artigiano è composto da circa 130.000 aziende, sono circa 350/400.000 gli addetti all'interno di questo settore quindi una forza estremamente prevalente all'interno della nostra economia.
Una forza che ha dato la capacità al Piemonte di risollevarsi, di crescere di dare occupazione, di dare lavoro, professionalità, impegno economico e credo anche sociale alla nostra gente.
Le aziende artigiane hanno fatto e stanno facendo un grande sforzo, un notevole contributo a questo momento di grande crisi e difficoltà anche nel settore dell'occupazione. Oggi si diceva che è difficile qualificare e quantificare gli, artigiani, perché si dice che gli Albi artigiani ormai sono vecchi di dieci anni, non c'è la possibilità di documentare chi è artigiano e chi non lo è. Vi sono però gli elenchi delle Camere di Commercio, attraverso i quali, qualora vi fossero dei dubbi, è possibile rapidamente quantificare e qualificare l'artigiano.
Si è parlato di liberismo, ma il liberismo deve essere inserito all'interno di una legislazione, di un processo legislativo. Non si pu essere artigiani, come diceva prima il collega Ferrara, senza adempiere arruoli istituzionali: bisogna iscriversi in Albo, così come il commerciante deve essere iscritto al REC e il libero professionista deve dare un esame, oppure garantire requisiti previsti dalla legislazione nazionale o locale per qualunque altro tipo di lavoro. Si parla di "Mare Magnum"per chi vuole svicolare da questi paletti, ma in un Paese democratico, in cui ognuno deve svolgere il suo ruolo, mi pare che non sia nemmeno corretto dare questo tipo di impostazione.
E' vero che l'artigianato piemontese ha necessità di altre attenzioni di altre risorse, di altri impegni. E' un coro che viene elevato da ogni parte. E' giusto avviare un ragionamento di rilancio e di riqualificazione del settore. E' inutile, come dicevo prima, che a parole diciamo che questo settore ha bisogno, è importante, è fondamentale nella crescita della società e dell'economia, se dopo non è foraggiato da leggi di spesa che possano aiutare questo processo.
E' vero che questo comparto come altri, in particolare del lavoro autonomo, sotto il profilo degli aiuti e dei sostegni non ha avuto attenzioni.
Si parla dell'Artigiancassa che ha fatto la fine che tutti ben sappiamo. Si parla di corsi di formazione per il settore artigiano e per altri settori che non avranno risorse per i prossimi anni; quindi le cause e le difficoltà in cui vive il settore artigiano sono da ricercarsi in una insufficiente formazione imprenditoriale, in una insufficiente conoscenza delle opportunità di mercato (diamogli l'opportunità di conoscere!), in una scarsa cultura gestionale, in una mancanza di politiche di sostegno nazionali e regionali, in eccessivi adempimenti formali e in uno sfrenato abusivismo.
Senza voler fare un discorso corporativo, credo che questa legge sia un segnale importante che la Regione Piemonte dà a questo comparto, al quale si chiede molto da sempre. Mi auguro che oggi stiamo approvando una legge non di spesa, come si diceva prima, che non costa nulla alla Regione Piemonte, ma credo sia un segnale significativo. Nel momento in cui questo comparto sta vivendo un momento difficile, la criminalizzazione che ha dovuto sostenere in queste settimane ha veramente dello scandaloso, perch si è cercato in qualche modo solamente di focalizzare, all'interno del mondo del lavoro autonomo, quelle che sono le grandi colpe che probabilmente non solamente questo comparto ha. Quindi credo sia un segnale positivo quello di oggi della Regione Piemonte. Non è come diceva Bosio nella sua introduzione, che questa legge ha un falso scopo. Non quello di tutelare, ma quello, probabilmente, di mettere un panno caldo su un momento di difficoltà che questo comparto sta vivendo. Avviamo pure un ragionamento di rilancio e di riqualificazione, mi fa piacere sentirlo dà tutte le parti, ma vorrei vederlo concretizzato. Avviamo pure un processo di riqualificazione del settore. Vedremo nei prossimi mesi la sensibilità anche della Giunta di andare in questa direzione, di portare con degli strumenti operativi, con dei finanziamenti adeguati, quella che può essere ulteriore attenzione. Credo che oggi l'approvazione di questa legge possa veramente dare un segnale importante, non soltanto di quella attenzione che a parole solitamente nasce all'interno di questo contesto, ma un segnale concreto per cercare di tutelare una categoria che ha bisogno di avere qualche tutela. Una tutela non soltanto alla categoria, ma anche al consumatore, che ha bisogno di trovarsi di fronte gli operai artigiani che siano professionalmente capaci, che siano professionalmente corretti e che vogliono in prima persona anche loro, in prospettiva, essere dei contribuenti corretti ed onesti. Che vi sia dell'abusivismo in questo mondo è naturale, che la Regione Piemonte oggi dia un segnale diverso credo sia un fatto positivo, non soltanto per l'economia che l'artigianato rappresenta nella nostra Regione, ma ha anche un grande significato sul piano sociale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.
BODRERO Su tante cose dette da Bosio fino a Dardanello si può anche essere d'accordo; circa le leggi, si sa già, bisognerebbe essere avvocati per poterle interpretare in un modo accettabile. Quello che mi interessa è il contatto che ho avuto da moltissimi anni sempre con gli artigiani categoria che mi interessava molto, perché l'artigianato è la propedeutica l'introduzione all'arte. Se non c'è artigianato non c'è nemmeno arte infatti la, decadenza artistica, anche se qualcuno la nega, nelle arti figurative è legata proprio alla decadenza dell'artigianato. Però questa decadenza dell'artigianato, secondo voce comune dei molti artigiani con i quali ho parlato, era conseguenza di certe leggi considerate assurde.
Praticamente dicevano: "Noi dobbiamo lavorare per mantenere l'apprendista" secondo la legge sull'apprendistato, nonostante che l'apprendista diventerà un concorrente del maestro artigiano. Certi lavori l'apprendista pare che non li possa fare perché considerati pericolosi; ma tutta la vita è pericolosa. Se pretendiamo la vita non pericolosa, è meglio non nascere.
Questi criteri hanno ucciso l'artigianato.
Siamo in molti campi al punto che dovremmo invitare dei maestri artigiani del Terzo Mondo, sopravvissuti forse perché non hanno dovuto subire leggi di questo genere, classiche della demagogia, di volere dare tutto e subito e il massimo a tutti. Non si può: il giovane deve imparare deve capire che un maestro artigiano che gli insegna l'arte gli fa un dono enorme, un dono prezioso e quindi non può avere le stesse esigenze di quello che avvita i bulloni in una fabbrica. E' una cosa molto diversa.
Questa sarebbe la causa principale dell'enorme decadenza dell'artigianato in Italia. Questa legge ovvia a questi difetti? Mah! E poi si parla di evasione fiscale. L'evasione fiscale penso che ci sia un po' in tutti i campi; succede addirittura una cosa paradossale: una volta in Piemonte quello che faceva un ricorso contro il fisco era guardato male. Le tasse sono necessarie, bisogna pagarle, bisogna pagare tutto l'apparato statale.
Certo lo Stato una volta non aveva milioni di dipendenti. Dopo la guerra mi pare che ne avesse un milione e poi se andiamo indietro ne aveva molti di meno. Oggi invece, purtroppo, il ragionamento che prevale nel nord è l'inverso. Si dice: "Noi abbiamo sempre pagato le tasse, però siccome adesso una, buona parte delle tasse pare che vada a finire male, per evitare ciò io cerco di pagare un po' di meno". Ecco l'evasione fiscale.
Poi l'evasione fiscale ha dei caratteri tipicamente regionali; ci sono regioni in cui l'evasione fiscale è una cosa normale, fa parte del costume.
Allora lì bisogna cominciare a intendersi; non ci devono essere regioni dove il pasticcere che si mangia il bignè si riceve la multa di 333.000 lire perché c'è il finanziere che è là che guarda "Ecco non ha fatto la ricevuta": c'era sul giornale. "La Stampa" ne ha fatto quattro-cinque righe e 'L'Indipendente", che è un po' più indipendente, ne ha fatto un grosso articolo in prima pagina. Questo perché c'è un Albo discutibile, già bollato a fuoco da un grande filosofo, meridionale, un certo Calogero, su "Panorama" di molti anni fa: diceva che l'Albo dei giornalisti non deve esistere. Il vero giornalista è quello che dice la verità, non è un impiegato che, magari attraverso la trafila dei partiti, fa l'esame da giornalista e diventa giornalista. Non è un avvocato, non è un ingegnere quindi non deve neanche esistere questo Albo. Questo è un artigianato sbagliato. Il giornalista è quello che ha il coraggio di dire la verità.
Un'altra cosa che ha ucciso l'artigianato, quando ad un certo momento hanno visto che non conveniva più addirittura avviare i figli alla propria arte o artigianato, "ah be', va a studiè, tuti ij aso j promeuvo" e difatti da noi si promuove troppo. Allora cosa succede? La scolarizzazione selvaggia, quella dei troppi promossi, crea la terziarizzazione. Ecco perché si cerca di creare rivalità tra privati, autonomi e pubblici: divide et impera; facciamo litigare così dimenticano i grossi problemi, che sono ben altri. Il Giappone è efficientissimo, ma là bocciano... Peccato dispiace che ci siano suicidi tra i bocciati, però non possiamo promuovere tutti.



PRESIDENTE

Bodrero, non avventuriamoci, che poi qui...
BODRERO Ma i problemi sostanziali sono questi.



PRESIDENTE

Adesso dobbiamo giustificare anche se si uccidono in Giappone, diventa più dura per il Presidente.
BODRERO La cosa che fa più paura è quando gente che dovrebbe tutelare il Presidente della Repubblica cerca di prenderlo a schiaffi e il medesimo colpa gravissima, non protesta e non fa procedere nulla e tutti i partiti...



PRESIDENTE

Io rifletterei un po' di più su ciò che lei viene a dire in aula, per perché non ci possono essere parole in libertà, Bodrero, mi scusi.
BODRERO Tutti quelli che esaltano la Resistenza avrebbero dovuto, giustamente proprio per la Resistenza, protestare a questi episodi. E' già la seconda volta.
CHIEZZI Chi è che prende a schiaffi il Presidente?



PRESIDENTE

Ma nessuno, io non riesco a capire...
BODRERO Ma non l'avete visto neanche per televisione? Non l'avete visto? Ne ha parlato il giornale...
C'era un articolo su "L'Indipendente".



PRESIDENTE

Bodrero, stia sul tema, perché a forza di usare parole in libertà poi lei crea qualche problema.
BODRERO Ho letto un articolo di Massimo Fini su "L'Indipendente" e anzi diceva appunto: "Voi non potete pretendere di essere lì evitando ogni rischio e tanto meno avete diritto di cercare di percuotere il Presidente". Quindi noi siamo già in una situazione da golpe, altro che obiettori di coscienza.



(Proteste di vari Consiglieri)



PRESIDENTE

Bodrero, termini il suo intervento, prendiamo atto della protesta di Chiezzi e di altri Consiglieri presenti.
BODRERO E' vero o non è vero cosa sto dicendo? Io voglio sapere solo questo. Se è vero o non è vero.



PRESIDENTE

Si ritiene non sia vero.
BODRERO Ah, si ritiene, ma allora non avete letto i giornali. Certo su "La Stampa" non ne avranno parlato. Se leggete solo "La Stampa" probabilmente non c'era.



PRESIDENTE

Bodrero, concluda il suo intervento e se possibile stia sul tema degli artigiani, perché se parliamo di tutto finiamo di essere fraintesi.
BODRERO Fino adesso sono stato nel tema, si capisce che ci sono riferimenti che non si possono evitare. Tra l'altro, c'è stata una bellissima lezione anche in questo campo; da un ex sindacalista di ultrasinistra che ha cambiato un po' opinione, un certo Pizzinato, su questioni di questo genere, per quanto riguarda i tabacchini.
Sono artigiani o non lo sono? Non vogliono diventare artigiani per essere privatizzati.
Quel che ho detto io nessuno lo può contestare; infatti, nessuno l'ha contestato.
CHIEZZI Lo contestiamo: hai detto delle sciocchezze! BODRERO Non ho detto nessuna sciocchezza. Sull' "L'Indipendente" diceva...
CHIEZZI Inquini il Consiglio con le cose che dici. Sei un inquinatore!



PRESIDENTE

Per favore, mi permetterò poi di riassumere le indignazioni di alcuni ma al termine dell'intervento.
BODRERO Sull'"L'Indipendente" diceva che è capitato questo e deplorava...
CHIEZZI Sei azionista dell' "L'Indipendente"? BODRERO Cosa c'entra "azionista".., non sono neanche abbonato!



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, non complichi ulteriormente situazioni già non semplici...
BODRERO Comunque, c'è gente che l'ha visto in televisione; io non ho neanche la televisione... Mi è stato detto: "L'abbiamo visto noi con i nostri occhi!".
Allora, io non so... Certo, l'informazione è quella che è.., con l'Albo dei giornalisti è quella, eh?!



PRESIDENTE

Possiamo ritenere concluso l'intervento? BODRERO Mah, io penso quasi.
A proposito di liberismo, c'è anche un certo liberismo - qualcuno ne ha parlato, quindi penso di essere in tema, con licenza di superiori - ci sono degli zingari - che entrano abusivamente, non tutti - che si fanno 38 case senza licenza - evasori? - in un terreno prestato dal Comune. Questa sarebbe la vera evasione! Da parte di quelli che sono più forti delle leggi, che non vengono controllati. Così la Regione, quando prende provvedimenti, quel che conta non è che faccia una buona legge, ma che faccia una buona applicazione e controllo delle conseguenze di questa legge. Grazie.



PRESIDENTE

Desidero precisare che, avendo visto la televisione, non ho registrato che alcuno volesse malmenare il Presidente della Repubblica con intenzione (e questo relativamente all'episodio a cui lei, Consigliere Bodrero, per "sentito dire", da quello che poi ha chiarito nel corso del suo intervento faceva riferimento).
BODRERO Era già capitato quando era Ministro dell'Interno, qualche anno fa.



PRESIDENTE

Mah, io allora forse non facevo ancora questa attività.
La parola all'Assessore Bianca Vetrino per la replica.



PRESIDENTE

VETRINO, Assessore regionale



PRESIDENTE

Anche se, come qualche Consigliere regionale ha fatto osservare, si tratta di un'iniziativa legislativa di tipo squisitamente consiliare, i temi trattati durante il dibattito attengono più in generale al settore dell'artigianato e quindi, seppur brevemente, mi corre l'obbligo di portare alcune considerazioni.
Intanto, desidero ringraziare il Consigliere Marchini per il suo excursus non solo temporale, ma sostanziale, rispetto al provvedimento tenendo conto che ci fu anche, nel corso di questo percorso, una posizione della Giunta che atteneva al fatto di considerare questo provvedimento squisitamente consiliare e di collocarsi rispetto a due problemi.
Rispetto alla sostanza del problema, evidentemente, non possiamo che condividere ogni azione tendente a supportare azioni nella logica della repressione dell'abuso.
Dal punto di vista formale ed istituzionale, facemmo alcune osservazioni; intanto, si andava ad interferire su una materia statale e su questo avevamo il supporto del prof. Maiorca - e, secondariamente, si tendeva ad istituzionalizzare altri momenti di consultazione con la costituzione di apposite Commissioni.
Cosa che è stata eliminata dal disegno di legge, che invece rimanda alle Commissioni provinciali questo compito.
Faccio rilevare al Consigliere Bosio che le Commissioni provinciali non soltanto esistono, ma sono state regolarmente rinnovate, così com'è stata costituita la Commissione regionale: dal lato formale - giuridico istituzionale siamo perfettamente in regola. Ci manca ancora l'elezione diretta - già tradotta in disegno di legge per le elezioni del prossimo anno - e l'Osservatorio, uno dei punti forza della legge.
Ricordo anche la legge regionale che discende dalla legge n. 443: è materia sulla quale vuoti legislativi non ne esistono. Esistono semmai vuoti finanziari, cui si riferiva il Consigliere Ferrara, sui quali interverrò ancora.
Sugli Albi. Non è che non ci siano: gli Albi ci sono, ma non sono aggiornati perché esiste un contenzioso tra Regione Piemonte e Camere di Commercio. Contenzioso che abbiamo in parte sanato andando a regime ed avendo aggiornato una deliberazione che l'Assessore in allora, Marchini fece e che noi abbiamo aggiornato sulla base delle disponibilità attuali di bilancio: non possiamo assolutamente pagare un pregresso di qualche decina di miliardi, ma da quest'anno possiamo cominciare a pagare la tenuta degli Albi da parte delle Camere di Commercio. Ciò con tutto il contenzioso esistente non soltanto da parte della Regione Piemonte, ma di tutte le Regioni italiane, che intendono revocare la "benedetta" convenzione fra Camere di Commercio e Regioni, che non ritengono utile, perché si tratta di costi sempre più onerosi - parliamo ormai di 4 miliardi all'anno, che dovremmo rifondere alla Camera di Commercio per la tenuta degli Albi - per un servizio che la Camera di Commercio, comunque, dovrebbe fare indipendentemente dalla legge, che ha invece previsto un rimborso da parte delle Regioni.
Su quanto occorre fare nel campo dell'artigianato sono contenta delle sollecitazioni, dell'attenzione e della maggiore sensibilità rispetto a questo importante sistema, rispetto al quale c'è disattenzione non soltanto da parte della Regione Piemonte, ma anche dello Stato.
Nella prima riunione della Consulta nazionale dell'artigianato, che si è tenuta a Roma quindici giorni fa, presente il Ministro - che ho finalmente conosciuto - è stato detto che non ci saranno fondi né per l'Artigiancassa né per il Fondo nazionale dell'artigianato. Il problema vero è questo. Non è che non ci sia un progetto regionale rispetto ai temi dell'artigianato; il problema è che non esiste un disegno finanziario! Giustamente si invoca di recuperare eventuali finanze a livello regionale attraverso quella revisione del bilancio che dovrà vedere, a mio avviso un'attenzione specifica del Consiglio e della Giunta regionale, attorno ai temi dell'artigianato.
Bisogna anche distinguere - Consigliere Bodrero - tra artigianato di produzione e artistico: il mondo dell'artigianato è molto complesso.
Abbiamo cercato di individuare canali di finanziamento per vie indirette. Per esempio, la legge n. 56 sull'innovazione tecnologica vede oggi il ricorso da parte di artigiani, in molti progetti. Abbiamo cercato momenti suppletivi, interlocutori e surrogatori. Non è possibile fare diversamente fino a quando non ci sarà volontà specifica, sia da parte della Giunta regionale sia da parte del Consiglio regionale, di riservare a questo settore l'attenzione che merita. Con le Confederazioni degli artigiani la Regione ha da sempre un ottimo rapporto e un canale di informazione reciproca, anche se i giornali scrivono che non esiste un disegno politico da parte della Regione. Il disegno politico è quello individuato nel Piano regionale di sviluppo, mai variato. Le cose indicate non sono mai state attuate; il disegno politico vero è quello di tipo finanziario, ovvero di scelta.
In questo senso, recuperando e riandando al testo, credo che osservazione di tipo personale, perché, tra l'altro, la Giunta rispetta totalmente l'iniziativa parlamentare che si è venuta perfezionando, nel suo esprimersi attraverso i vari provvedimenti - questa legge non risolva in assoluto il problema. Sarebbe stato più opportuno che i contenuti del disegno di legge venissero affrontati in un disegno assai più ampio, che promuovesse e organizzasse quello che in termini moderni ed europei si chiama "sistema di qualità", dando quindi un carattere più propositivo e più costruttivo a questa azione di tutela, che invece in questo caso è ancora vista come un momento di esclusiva repressione. Ripeto, qualcuno ha parlato di un segnale e io considero questo disegno di legge una specie di campanello d'allarme; oggi siamo costretti ad intervenire per dimostrare probabilmente la nostra attenzione a questo settore e proprio l'iniziativa parlamentare, consiliare, rivela nei confronti della Giunta questo campanello d'allarme. Anche il Presidente della Giunta sa quanta sofferenza ci sia in questo settore e quindi sicuramente questo momento del bilancio sarà il momento della verità.
Ritengo poi molto corretta la soluzione indicata dal relatore, per quanto riguarda la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dalla Confartigianato; effettivamente, i temi e le istanze politiche che sottendono a questa proposta di legge sono recuperati, quindi sicuramente questa categoria comprenderà perché subito dopo provvederemo a non passare al voto questo disegno di legge. In questo senso ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti e mi sembra di poter prendere una specie di appuntamento rispetto a questo tema, che non è tanto quello di inventarsi delle cose per l'artigianato, ma semplicemente di fare le cose che già potremmo fare. Se voi pensate che noi annualmente diamo un supporto, rispetto al problema dell'accredito, di un miliardo mentre la richiesta, quella richiesta che non incentiviamo e che ci preoccupiamo di non incentivare, è regolarmente di dieci miliardi, evidentemente c'è qualcosa che non va in questo settore, quindi questo è un momento rispetto al quale di queste cifre occorrerà tener conto, occorrerà tener conto di questa discrasia incredibile, che rivela appunto un'impossibilità finanziaria che si è verificata finora, ma anche un'attenzione non adeguata perché questa è anche una categoria che tutto sommato non ha strillato molto in questi anni; ha strillato, ma sicuramente non abbastanza.
Oggi anche la Confederazione è raccolta in un momento di sintesi, e questo a me è parso un momento di grande maturità da parte delle categorie che normalmente sono abbastanza divise in un ambito di settore; questa è la categoria che ha avuto la capacità di racchiudersi in una sintesi, in una Confederazione regionale. Quando la Regione parla con questa categoria parla ad una voce sola, ma è sempre la sintesi di quei tre, quattro o cinque momenti associativi che si riconducono poi al settore dell'artigianato. In questo senso a me sembra ci siano tutte le premesse Presidente della Giunta, ma mi rivolgo anche al Consiglio - per poter imbastire attorno a questo problema una più ampia attenzione e disponibilità ed una maggiore generosità finanziaria da parte della Regione.



PRESIDENTE

Il dibattito di carattere generale sulla legge è così concluso.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 476 presentato dal Gruppo MSI-DN sull'opportunità che la Regione Piemonte si costituisca parte civile nel procedimento penale contro amministratori straordinari e funzionari di UU.SS.SS.LL. accusati di peculato (seguito)


PRESIDENTE

Ha orala parola il Presidente della Giunta, Brizio, per una comunicazione relativa alla precedente richiesta di iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 476 presentata dal Gruppo MSI e non approvata dal Consiglio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Desidero fare una brevissima comunicazione conseguente alla questione sollevata dal Consigliere Majorino. Siccome la Giunta è convocata per le 14,45 di oggi, voglio anticipare quale sarà il nostro atteggiamento: "La Giunta non ha ricevuto dal Giudice la notificazione del decreto di citazione, non avendo il Giudice stesso ritenuto di farlo. L'Ufficio legale, su richiesta del Presidente, ha contattato il Pubblico Ministero dottor Corsi, per avere copia degli atti di causa che sono stati richiesti come dovuto, formalmente. Dal colloquio è emer-so che l'udienza del 12 verrà rinviata a dicembre per gli adempimenti propri dell'udienza preliminare e potrebbero essere stralciate delle posizioni e che quindi fra il 12 e l'udienza di rinvio potrà essere meglio valutato l'intero giudizio penale e le posizioni dei singoli per gli eventuali conseguenti provvedimenti di costituzione regionale".
Proporrò alla Giunta di orientarsi in questo senso: vedere gli atti e tra il 12 e il momento della vera udienza preliminare decidere ed esprimersi... Non è una dilazione, è una decisione conseguente ad un colloquio avuto dall'Ufficio legale con il Giudice.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI La ringrazio, Presidente, dell'informazione al Consiglio. La ritengo una decisione dilatoria per il motivo che il rinvio a giudizio fa scattare in termini d'ufficio, senza leggere gli atti, la costituzione di parte civile. Perché al limite, con il suo ragionamento, si dovrebbe attendere il terzo livello di condanna! C'è il rinvio a giudizio e c'è l'udienza d'ufficio la Giunta si costituisce parte civile, non capisco perché non farlo e voler entrare nel merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grosso.
GROSSO Ritengo che quando ci sono dei procedimenti penali che possono riguardare interessi patrimoniali dell'Ente Regione o comunque di qualunque ente pubblico, ovviamente l'ente, anche se non ha un dovere giuridico, ha un obbligo di fatto di essere presente con la parte civile. Il Presidente ci dice che ci sarà un rinvio, però sarebbe opportuno che per quell'udienza fissata ci fosse comunque un legale della Regione con la delega del Presidente, in modo che qualunque cosa accada sia in grado di presentare un atto di costituzione di parte civile, in modo che nessuno possa eccepire che, a causa del rinvio, non sono scaduti i termini.
Se la Regione ha avuto dalla Procura della Repubblica assicurazioni evidentemente ne prendiamo atto. Io, però, che ho fatto tantissimi processi come avvocato di parte civile, so che esiste sempre il rischio che a fronte di cavilli di tipo giuridico le parti civili saltino e infatti sono sempre molto affannato quando ho un incarico di parte civile e sono sempre a qualunque udienza presente, pronto a buttare sul tavolo del cancelliere il mio atto di costituzione. Quando si deposita l'atto di costituzione, se c'è il rinvio, si va all'udienza successiva. Pertanto vorrei raccomandare comunque alla Giunta di verificare fino in fondo che non ci sia il minimo rischio perché una costituzione così importante, sia dal punto di vista materiale sia dal punto di vista dell'immagine, non salti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Mi associo alle considerazioni del Consigliere Grosso. Come già avevo sollecitato nel precedente intervento, per scrupolo di difesa, come ha detto anche il collega Grosso, è bene essere presenti giovedì in apertura d'udienza e costituirsi formalmente parte civile, salvo poi esaminare più a fondo la situazione nei giorni successivi. C'è anche una questione di immagine: in Piemonte c'è la malsanità, una fetta di questa malsanità è finita sul banco degli imputati ed è bene che fin dal primo momento in cui loro sono finiti sul banco degli imputati, la Regione, per una questione di immagine, sia presente, oltreché per le considerazioni tecnico-giuridiche e di opportunità formulate dal collega Grosso.



PRESIDENTE

Comunico che i lavori del pomeriggio riprenderanno con il voto sulla normativa in materia di artigianato.
Successivamente svolgeremo i lavori collegati alla legge n. 18 e concluderemo con l'esame della deliberazione inerente la Commissione sulla sanità.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,55)



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