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Dettaglio seduta n.180 del 14/10/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Croso.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 303: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1992" (seguito)


PRESIDENTE

Conclusasi stamattina la discussione di carattere generale con l'intervento del Presidente della Giunta, passiamo all'articolato.
Esiste una serie di emendamenti cui se ne sono aggiunti altri presentati in questo momento.
Informo il Consiglio che allegata alla discussione è prevista la votazione di una serie di ordini del giorno connessi, riguardanti la manovra finanziaria governativa. Credo quindi sia questa la sede nella quale potranno essere votati; quantomeno, così si era convenuto.
La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

L'ordine del giorno a firma mia e del collega Marengo è collegato ad un punto contenuto nella nota di variazione e non nell'assestamento. Chiediamo sia messo in discussione quando in Consiglio verrà discussa la nota di variazione.



PRESIDENTE

Dovremo passare all'esame e alla votazione votazione degli emendamenti e dell'articolato All'art. 1 è stata presentata un'ampia serie di emendamenti dal Gruppo MSI-DN, dal Gruppo del PDS, dalla stessa Giunta. Ho noti zia indiretta che questi emendamenti vengono ritirati; la Giunta ha presentato un gruppo di emendamenti agli artt.1 e 3 che, qualora i primi vengano ritirati, metterei in distribuzione.
La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Intervengo per un chiarimento. Gli emendamenti in realtà vengono sospesi; vista la sospensione della discussione sulla nota di variazione che passa in Commissione, rimandiamo in quella sede anche i nostri emendamenti tranne due che riguardano in specifico l'assestamento: uno sulle addizionali che coincide coi quello annunciato del Presidente Brizio in repli ca, stamattina, l'altro relativo agli investimenti per la legge n.
18.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il Capogruppo Monticelli ci ha comunicato, bontà sua, che la Giunta ritira, per rimanda re in Commissione, la propria nota di variazione.
Chiedo all'Assessore di informare sul punto cui è giunta la situazione. La ringrazio.



PRESIDENTE

Pregherei l'Assessore Gallarini di enunciare le modalità di lavoro che la Giunta intende adottare.
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

La proposta, ripetitiva rispetto a quanto già detto dal Presidente Brizio, è la seguente: siamo in presenza di un disegno di legge della Giunta adottato dalla stessa il 3 agosto e di una nota di variazione aggiuntiva. I due provvedimenti sono passati in I Commissione e licenziati.
Proponiamo che oggi vengano approvati come assestamento. Poi ci sono gli emendamenti aggiuntivi che la Giunta ha presentato negli ultimi giorni: la nostra proposta è che vadano a sommarsi agli emendamenti presentati dalle altre forze politiche e vengano rinviati in Commissione, in modo tale che si possa poi venire con una prima legge di variazione rispetto al bilancio assestato, in tempi brevissimi: in Commissione potrebbero andare giovedì prossimo.
Per quanto riguarda, invece, i due emendamenti presentati dalla Giunta gli oggetti sono: 1) lo stralcio delle addizionali, quindi entrata e uscita da questo assestamento 2) il rinvio al 1993, quindi l'accoglimento sostanziale dell'emendamento del PDS relativamente ai mutui che, per quanto riguarda la legge n. 18, sono di circa 61 miliardi.
Il quarto emendamento è una semplice variazione di cassa, di natura squisitamente tecnica.
Questa è la nostra proposta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Presidente, c'è stato un equivoco. Dall'intervento di questa mattina del Presidente Brizio, avevo capito che la Giunta oggi chiedeva unicamente la votazione dell'assestamento in senso stretto - legge e documenti approvati a luglio - e non della prima nota di variazione che c'è stata consegnata.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

Per assestamento abbiamo sempre inteso l'assestamento licenziato dalla I Commissione, quindi senza gli ultimi emendamenti della Giunta, ma con la nota di variazione.



MONTICELLI Antonio

C'è stato un equivoco: i nostri emendamenti erano riferiti alla nota di variazione, quella approvata dalla Commissione l'altro giorno.



CHIEZZI Giuseppe

Un equivoco fuori aula, Presidente!



PRESIDENTE

Ho a mie mani degli emendamenti presentati dal PDS: nulla di fuori aula. Il PDS mi sta dicendo quali intende ritirare e quali, eventualmente no. Sotto il cappello "eventualmente" ci sta tutto il discorso.



MONTICELLI Antonio

Ero d'accordo sul rinviare in Commissione tutti i nostri emendamenti tranne i due citati prima, avendo inteso che in Commissione fosse rinviata anche la nota di variazione cui sono riferiti quegli emendamenti. Se la nota di variazione l'approviamo oggi, a cosa mi riferisco? A me è stato spiegato che c'era urgenza di approvare la nota di assestamento oggi, che io avevo inteso riferita al documento di luglio - quello che prende atto del consuntivo - e non la nota di variazione successiva.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Probabilmente c'è stato un equivoco. Ribadisco ché quando ho parlato di modifiche mi riferivo ai provvedimenti approvati in Commissione (senza emendamenti: in quella sede non ne sono stati presentati): assestamento e nota di variazione. In seguito, sono arrivati i contributi del PDS, del MSI ed anche della Giunta. Pacchetto che, secondo noi, andava sulla legge successiva. E' evidente che eventuali emendamenti riguardanti la nota di variazione verranno esaminati successivamente. Oggi, però, il provvedimento che deve passare è quello complessivo, tanto più che, diversamente, non avremmo fatto il discorso di non andare in spesa su quelle voci che sono interessate.
L'impegno rimane, però il provvedimento oggi va passato nella sua interezza: assestamento più nota di variazione, cioè come licenziato dalla Commissione, con i due emendamenti, quelli distribuiti adesso, presentati dalla Giunta.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

Darei un ulteriore chiarimento.
Come Giunta assumiamo ufficialmente l'impegno a non deliberare sui capitoli oggetto di emendamento prima che gli emendamenti stessi arrivino in aula e siano in qualche modo notificati dal Consiglio.



MONTICELLI Antonio

Allora perché l'urgenza?



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

Perché l'assestamento, come ha detto prima il Presidente Brizio, è composto dal primo disegno di legge e dalla nota di variazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Anch'io avevo inteso che la dichiarazione ufficiale del Presidente Brizio fosse nel senso che oggi sarebbe passato unicamente l'assestamento (e nessuna delle tre note di variazione, nemmeno la prima), che si sarebbe ritornati in Commissione e che ci sarebbe poi stato un "mini-assestamento" nel corso del quale si sarebbero esaminati gli emendamenti. In questo senso era la nostra adesione (parlo per gli emendamenti da noi presentati).
Non riesco a capire (parlo per me, ma penso che il discorso valga anche per il Capogruppo Monticelli): dopo che il disegno di legge verrà approvato con la prima nota di variazione (e quindi diverrà legge a tutti gli effetti), quale fortuna potranno avere gli emendamenti? Non so come possa ancora dirsi, da parte vostra, che ci sarà disponibilità ad esaminare il numero X di emendamenti del PDS e il numero Y degli emendamenti del MSI-DN e degli altri Gruppi, a giochi fatti e legge decollata!



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Dev'esserci stato stato un equivoco. Ribadisco che gli emendamenti subiranno tutti la stessa sorte, sia quelli della Giunta sia gli altri, e verranno esaminati successivamente. D'altronde, non saremmo tecnicamente in grado di esaminare i 175 emendamenti del PDS senza avere a disposizione il tempo necessario. Detto questo, la via è dell'approvazione di questo documento. Dei propri emendamenti la Giunta farà oggetto di un disegno di legge di variazione rispetto al quale si esamineranno gli emendamenti del PDS e del MSI-DN. C'è quindi un impegno preciso. Nel frattempo, i capitoli interessati non verranno toccati, mantenendo tutta la chiarezza e la linearità annunciata questa mattina.



PRESIDENTE

Ringrazio il Presidente della Giunta, che ha ulteriormente sottolineato l'intendimento dell'esecutivo.
Ha chiesto ora la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Ringrazio la Presidente. Da parte mia l'intento è non di dare un suggerimento, ma di rimarcare che quanto illustrato dal Presidente della Giunta è semplicemente un percorso: si andrebbe ad una nota di variazione presentata dalla Giunta contenente, quanto meno, gli emendamenti proposti dalla stessa e - perché no - quella parte dei restanti ritenuti immediatamente accoglibili, aprendo il confronto sui rimanenti in Commissione, dove formalmente verrebbero ripresentati come emendamenti alla legge presentata.
Da un punto di vista formale si tratta di un percorso corretto politicamente, ne riparleremo in sede di dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Anche se è già stato fatto sia dal Presidente Brizio sia dall'Assessore, chiedo che formalmente si ribadisca l'impegno della Giunta a non assumere alcun impegno di spesa su tutti i capitoli oggetto di emendamento fino a quando non verrà approvata la successiva legge di variazione.
Per motivare tale richiesta, faccio presente che ho appena riscontrato un punto molto interessante. Avevamo quantificato la cifra di taglio di spesa sugli investimenti relativi alla legge n. 18 in 69 miliardi circa sulla base del bilancio di gestione del 6 ottobre scorso. A quel momento risultavano disponibili, su quei capitoli, 69 miliardi.
La proposta di emendamento della Giunta, che recepisce il nostro come impostazione, riporta un totale di 61 miliardi. Il che vuol dire che in due settimane, su quei capitoli, la Giunta è riuscita ad impegnare circa 7-8 miliardi di lire. Non vorremmo in alcun caso trovarci di fronte al fatto che le disponibilità su quei capitoli nei prossimi 15 giorni si riducessero ulteriormente.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Probabilmente, le disponibilità si sono ridotte con deliberazioni che non sono state valutate. Da oggi prendiamo l'impegno di non interveni-re su quei capitoli fino ad approvazione, da parte del Consiglio, della nota di variazione. Sul termine del 30 novembre, infatti, potremo chiedere una deroga, ma limitatamente a quel provvedimento. Riconfermo l'impegno richiestomi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Se avessi potuto prendere la parola appena alzata la mano, prima che il Presidente Brizio replicasse, avrei chiesto allo stesso, per cortesia, di rispondere con un fermo "no" alla richiesta del Capogruppo Monticelli. Il motivo: di crisi parliamo tutti, di centralità delle istituzioni anche.
Lei, Presidente, oggi porta all'approvazione una sua manovra di bilancio e lo fa con fermezza e con convinzione. Le chiedevo di rispondere "no", perché la manovra di bilancio o è istituzionalmente valida e, in tal caso, deve essere resa operativa subito - perché le istituzioni non stanno qui ad aspettare i giochetti di qualcuno, le istituzioni deliberano e,quando c'è la deliberazione si agisce -, oppure se non è valida, togliete gli articoli che non vanno e non approvateli. La prego, Presidente, di essere coerente, di salvare quel poco che possiamo di dignità delle istituzioni e di rispondere "no" a quella richiesta. Se ci sono cose che non vanno, toglietele, ma se approvate questi capitoli, dovete applicarli.
Se non lo fate, a mio parere, svilite il ruolo di questa istituzione e portate i poteri decisionali fuori dall'aula: e questo è sbagliato. Mi rammarico della risposta del Presidente e spero voglia tornare su tale decisione.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste di intervento, chiedo alla Giunta e ai presentatori del primo blocco di emendamenti, se intendono mantenerli o se gli stessi siano da ritenersi sospesi, in attesa di altro esame in Commissione sul provvedimento di cui si è parlato poc'anzi. Quali sono i due emendamenti che il PDS intende mantenere?



MONTICELLI Antonio

Sono quelli ai capitoli nn. 99 e 100 in entrata, e tutti gli emendamenti che hanno un'annotazione fra parentesi in cui si cita espressamente la legge n. 18.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Seguendo il percorso chiarito, e non quello che avevo inteso, la Giunta, dopo l'approvazione dell'assestamento con la prima nota di variazione, presenterà un'ulteriore nota di variazione, nella quale si dirà che ci sarà la disponibilità di esaminare quanto scritto negli emendamenti?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Gli emendamenti verranno esaminati uno per uno in Commissione.



MAJORINO Gaetano

Ma i nostri emendamenti hanno per oggetto determinati capitoli della nota di variazione che diventerà legge. Perché possano avere ingresso e essere valutati...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sono emendamenti alla futura nota di variazione.



MAJORINO Gaetano

Ma la Giunta, nella nota di variazione che proporrà, non elencherà tutti gli emendamenti, perché evidentemente pensa che vadano bene quelli già approvati. E allora come faremo ad introdurli?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

C'è l'impegno ad esaminare attentamente in Commissione la fattibilità degli emendamenti; se sono fondati - supponiamo lo siano tutti - si emenderà la nota di variazione presentata dalla Giunta con i vostri emendamenti e la si modificherà in Commissione.



MAJORINO Gaetano

...che quindi abroga la legge entrata in vigore.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non è detto che la abroghi, semmai la modifica.



PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame dell'articolato.
ART. 1 1)- Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: "Gli stati di previsione dell'entrata e della spesa del ddl di assestamento al bilancio della Regione sono variati secondo le indicazioni contenute nella tabella c) allegata al presente emendamento".
L'Assessore Gallarini ha già illustrato l'emendamento.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Come annunciato nell'intervento di carattere generale in mattinata e, a maggior ragione, dopo la confusione verificatasi in aula, il Gruppo Rifondazione comunista non partecipa alla votazione su alcun emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre per dichiarazione di voto.



SEGRE Anna

Anch'io svolgo la stessa dichiarazione di voto del collega Chiezzi peraltro già annunciata durante l'intervento generale di stamane. Mi sembra che sul problema dell'assestamento di bilancio la confusione regni sovrana quindi non parteciperemo alla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli per dichiarazione di voto.



MONTICELLI Antonio

Il nostra Gruppo vota evidentemente a favore di questo emendamento che coincide esattamente con quello a cui mi riferivo prima, che volevamo mantenere ma che abbiamo ritirato data la perfetta coincidenza.
Come i colleghi avranno colto, con questo emendamento si toglie dalla previsione d'entrata quella legata all'introduzione delle addizionali su benzina e metano; si toglie quindi dalla previsione di uscita l'utilizzo dell'entrata di 20 miliardi e 400 milioni che la Giunta aveva inserito nell'assestamento.
Avendo sempre sostenuto che tali addizionali non dovevano essere introdotte (motivo per cui avevamo presentato il nostro l'emendamento) diamo voto favorevole all'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini per dichiarazione di voto.



MARCHINI Sergio

Dichiariamo il voto a favore all'emendamento non per il contenuto, ma perché finalmente viene formalizzata la non applicazione delle addizionali.
Ringraziamo la Giunta per la correttezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero per dichiarazione di voto.



BODRERO Antonio

Confermo quanto detto dal nostro Capogruppo: non parteciperemo al voto di tutto questo, emendamenti compresi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli (6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione) 2) Emendamento presentato, dall'Assessore Gallarini: "Nello stato di previsione dell'entrata e della spesa vengono apportate le seguenti variazioni di competenza e di cassa: capitolo di entrata 2700 - 61.849.685.012 capitoli di uscita 20160 - 72.000.000


Argomento:

20210 20270 20380 20400 - 905.400.000 20450 - 896.000.000 20470 - 200.000.000 20480 - 520.000.000 20930 - 1.040.000.000 20940 23390 - 830.000.000 23640 - 3.200.000.000 23710 - 580.313.833 23780 - 29.315.000.000 23870 - 400.000.000 23960 - 560.000.000 23980 - 1.200.000.000 24080 - 5.925.336.150


PRESIDENTE

capitoli di spesa



PRESIDENTE

24360 - 5.463.650.000



PRESIDENTE

24590 - 1.200.000.000



PRESIDENTE

24700 - 811.904.307


Argomento:

24780 - 240.000.000 25010 - 3.193.600.000 25380 25570 - 1.375.196.680 25600 - 961.100.000 25710 - 100.000.000 25990 - 2.607.884.042 26130 252.300:000 26140 26600 26650 26750 "


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli per dichiarazione di voto.



MONTICELLI Antonio

Anche in questo caso si tratta di un emendamento coincidente nella sostanza, anche se non nei numeri, con un complesso coordinato di emendamenti da noi presentato con il quale proponevamo l'azzeramento di tutte le disponibilità residue dei capitoli che afferiscono all'applicazione della L. 18/84 sulle opere pubbliche.
Oltre il voto favorevole del nostro Gruppo a questo emendamento ribadisco che la motivazione alla base dei nostri - e mi auguro anche di questo della Giunta - non è soltanto di ordine economico, e quindi soltanto legata al fatto che il blocco degli impegni di spesa su questi capitoli rende in qualche modo meno pesante, nell'immediato, l'indebitamento della Regione attraverso il meccanismo di contrazione di mutui e dei relativi interessi a partire dal '93 - dato anche l'attuale livello degli interessi.
Motivazione che sarebbe comunque positiva e valida, ma legata unicamente ad un fatto di legittimità. Non essendo più in vigore alcuna deroga su quella parte della legge n. 18 che impone la programmazione delle opere pubbliche non è .
più legittimo impegnare fondi che attengono all'utilizzo di questa legge, in mancanza, appunto, di programmazione che, tuttora, non c'è.
Quindi il problema che si pone attraverso questo emendamento è che la Giunta presenti i documenti di programmazione al Consiglio per poter poi, a partire dall'anno prossimo, utilizzare questi fondi in un quadro programmato, finora carente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino per dichiarazione di voto.



MAJORINO Gaetano

Anch'io esprimerò voto favorevole a questo emendamento; desidero per precisare che sarei stato tentato, sia per questo che per l'altro emendamento, di non partecipare al voto, per una ragione di carattere generale, cioè per la modestia della manovra (modestia per usare un eufemismo, e questo è stato illustrato sia nell'intervento di carattere generale che nei precedenti interventi e verrà puntualizzato nella dichiarazione di voto finale) e poi anche per quel percorso - che ho chiamato ad ostacoli, sicuramente complicato e problematico - di esame degli emendamenti presentati.
Tuttavia, ritengo che nonostante la modestia e il carattere prevalentemente tecnico della manovra, tutto sommato il miglioramento del dettato legislativo dell'assestamento, anche se non condiviso, nel suo insieme sia meritevole di attenzione e di approvazione.
In particolare, su questo emendamento faccio mie le considerazione del collega Monticelli relative alla legittimità, che non ci sarebbe stata qualora fosse stato approvato l'assestamenento su questa normativa nel testo originario.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 35 voti favorevoli (5 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione) 3) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: "Nello stato di previsione della spesa vengono apportate le seguenti variazioni di cassa: 12280 - 10.242.760.000 15970 - 10.242.760.000" Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 11 astensioni (6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, 2 comma, dello Statuto, dell'art. 1 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, 2 comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votami 42 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 4) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: Nell'art. 3 è abrogata la frase: "istituzione del Fondo Investimenti Piemonte (FIP): Lire 20.400.000.000".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli (6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione) Si proceda alla votazione per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, 2 comma, dello Statuto, dell'art. 3 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, 2 comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 5) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: "L'art. 5 è soppresso".
La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

L'emendamento è collegato al ritiro di quelli rinviati in Commissione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 8 astensioni.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, 2 comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo.
La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Essendo già state fatte, fra ieri e oggi, molte considerazioni sul bilancio della Regione e sull'assestamento, cercherò di essere breve.
Come già manifestato dalla votazione sugli articoli - non sugli emendamenti - il nostro Gruppo vota contro questo assestamento, che è tutto figlio di uri bilancio che è tutto figlio di una Giunta alla quale noi ci opponiamo e che continuiamo a giudicare, nonostante la dichiarazione orgogliosa e ricca di brillanti e dotte citazioni del Presidente Brizio questa mattina, una Giunta in evidenti difficoltà politiche, credo non più celabili - se vogliamo, almeno fra noi, dirci la verità sulle cose - e soprattutto in evidenti difficoltà di fronte ai problemi della regione, e parlo in primo luogo della regione con la erre minuscola, del Piemonte.
Noi continuiamo a riscontrare uno scarto fra l'aggravarsi drammatico della condizione economica e sociale nella regione, che ancora oggi non siamo in grado di misurare, e ciò che fa l'amministrazione regionale.
Quanto avvenuto finora è già grave: chiusura dello stabilimento Lancia di Chivasso, migliaia di posti persi: condizione già- da adesso molto difficile. Quanto avvenuto finora è poca cosa rispetto a quanto sta maturando dal punto di vista dell'occupazione e dal punto di vista del peggioramento della condizione di reddito di milioni di persone. Pensiamo cosa comporterà il combinato disposto della svalutazione reale, che rischia di collocarsi di qui a qualche mese, quando la nostra povera lira sarà rientrata nel serpente monetario, a livello reale fra il 25 e il 30%, e del fatto che è stata posta la parola "fine" alla scala mobile, in particolare sulle pensioni, e il blocco alla contrattazione integrativa. Pensiamo all'insieme di questo quadro, allo scarto fra la realtà che va determinandosi, gravissima, drammatica, e l'approccio del governo regionale, dell'istituzione in genere. Lo scarto è generale, ma qui in particolare è evidentissimo.
Abbiamo discusso per un giorno e mezzo di bilancio, di tagli possibili di tagli immaginari, di tagli auspicabili, di reimpostazione dei fondi, di finalizzazione della spesa regionale; abbiamo litigato e continueremo a litigare di qui a 15 giorni su miserie - ripeto: "miserie". Parliamo di qualche miliardo, se va bene di alcune centinaia di miliardi, quando la dimensione dei problemi è tutt'altra, ed è in primo luogo un problema del livello politico con il quale ci approcciamo a questi problemi, prima ancora di vedere quali sono le risorse disponibili (quelle nostre e quelle che si potrebbero attivare con una reale influenza dell'istituzione regionale sulla spesa complessiva dello Stato nel nostro territorio).
Abbiamo detto che "non si possono spendere 61 miliardi e rotti per le opere pubbliche senza programmazione" - una miseria! - mentre è quasi totalmente al di fuori della nostra portata decisionale, oltre che della nostra portata di disponibilità di risorse, una decisione non da 61 miliardi e rotti, ma da migliaia di miliardi qual è l'Alta velocità! O ancora, le decisioni assunte dal Governo, attraverso la Finanziaria, di bloccare gli investimenti per le metropolitane e altre grandi strutture.
C'è uno scarto spaventoso tra la pochezza delle nostre risorse e quelle che occorrono, tra la pochezza dell'approccio nostro e la dimensione dei problemi.
Termino annunciando già fin d'ora che come Gruppo proporremo, alla prossima riunione dei Capigruppo, di incominciare i lavori autunnali del Consiglio regionale partendo dai problemi reali, che come istituzione abbiamo evitato - non certo noi come Gruppo. Siamo partiti dall'ordinaria amministrazione per due o tre sedute; oggi siamo in qualche modo ancora all'ordinaria amministrazione; stiamo infatti trattando di poche unità di miliardi in più o in meno: quand'è che incominciamo a discutere il problema vero che ha la nostra Regione? Quand'è che incominciamo a discutere cosa ci sta capitando sotto gli occhi, cosa ci potrà capitare nei prossimi mesi cosa possiamo fare noi, se possiamo fare qualcosa? Quand'è che incominciamo a discutere questo? Quand'è che incominciamo a discutere il nuovo Piano di sviluppo della Regione Piemonte? Come fate, colleghi, a fare il bilancio a base zero, senza Piano? Se non si conoscono le priorità, come fate il bilancio a base zero? Come riempirete i pezzi azzerati nel senso di non tener più conto della spesa storica? Cosa ci mettiamo poi lì se non si parte dal Piano di sviluppo della Regione, se non si parte da cosa succede al Piemonte? Quando incominciamo questa discussione? Su questa questione si misura una Giunta compatta e forte, con buona capacità progettuale; diversamente siamo di fronte a un governo che non governa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono assai lieto di quanto avvenuto in aula oggi pomeriggio, situazione che mi ha molto rasserenato.
Ieri ho fatto una dichiarazione, in sede di dibattito generale, che mi rendo conto essere stata assai legnosa; mi è sorto il dubbio che alcune mie sensazioni fossero la conseguenza di qualche problema epatico e di qualche sindrome da andropausa.., che si aggravano quando si è costretti a leggere l'"Avanti!" come bollettino della Regione Piemonte... Ho avuto l'impressione di non essere arrivato in tempo a leggere, per esempio, la conferenza stampa della Giunta. Ma poi mi sono detto "sono distratto, non è l'"Avanti!" che decide la politica finanziaria, è ancora la Giunta".
Quindi, alcune cose sulle quali ritornerò, immaginavo fossero la conseguenza di disinformazione o disordine mentale oltre a quei disturbi dei quali vado soggetto; oggi tutto è emerso chiaramente. Abbiamo assistito a un fatto, Presidente, senza precedenti! Pur assicurando che noi liberali daremo voto tecnico favorevole, non posso sottacere che oggi si è verificato un fatto senza precedenti. Non so nemmeno come chiamare una legge che legge non è, ma che diciamo esserlo anche se non è in grado di esplicarsi. Non voglio commettere alcun reato, ma è quanto meno un falso ideologico dire che oggi si è approvato un assestamento che non si è approvato! Questo non sarebbe un dramma se non fosse la dimostrazione ulteriore dell'incapacità della Giunta di affrontare gli appuntamenti della politica.
E' inutile parlare di sacrifici e di obiettivi: politica vuol dire molto semplicemente, sapere dove siamo e dove vogliamo andare. Quando non si va al confronto è perché non si sa dove si è e non si sa dove si vuole andare. Questo, oggi, è emerso in modo chiaro, solare, nei confronti dell'opposizione! Ed è avvenuto anche su altri fatti, molto più importanti dal punto di vista finanziario-politico all'interno sia della maggioranza sia della Giunta. Noi riteniamo che i ritardi nell'approvazione del riassestamento del sistema delle UU.SS.SS.LL. significhino la rinuncia a un ruolo propositivo e protagonista della Regione su una partita assai importante. Si parla tanto di autonomia delle Regioni, ma per una volta che la Regione nella sua autonomia, grazie all'Assessore Maccari che ha meritato anche a livello nazionale giudizi più generosi di quanto qui esprimiamo, fa quello che deve fare, improvvisamente scopriamo che dobbiamo aspettare una legge-delega, che di questo non parla, per attuare l'assestamento.
Presidente Brizio, noi su questo abbiamo posto una questione politica ma si è ritenuto bene seguire un'altra strada. Continuiamo a dare contributi tecnici, Presidente. Anche coloro che danno un voto politico danno un voto che politico non è, visto che quella che votiamo oggi è cosa inesistente.
Presidente Brizio, non abbiamo applicato le addizionali perché c'erano le elezioni; poi, superate le elezioni, non le abbiamo applicate perch arrivava Natale; passato Natale, anziché chiudere la partita dell'assestamento nel modo migliore e nei tempi più stretti per dedicare le forze della Giunta, le forze della società civile e del Consiglio alla politica, passiamo altri due mesi sulla contrattazione delle singole voci.
Sui piccoli giochi di piccola politica, lei, Presidente, propone: "Non facciamo il piccolo gioco". Ma questo è piccolo gioco, Presidente! E' stata detta una cosa interessante dal collega Capogruppo del PDS: dobbiamo chiederci cosa può e cosa deve essere la politica regionale.
Politica non è amministrare, dovremmo ricordarcelo. Se noi non ci chiamiamo amministratori e se ognuno di noi qui percepisce quattro volte quello che percepisce un amministratore di altissimo livello, come il Sindaco di Torino, ci sarà pure una ragione! Noi non siamo qui a fare solo la scelta dell'ultimo momento di tipo amministrativo del corretto uso delle risorse a valle di un processo di selezione di decisioni che altri hanno fatto e che quindi consente che sia sufficiente dedicare a questo alcune ore di un venerdì sera o di un tardo pomeriggio, come fanno i Consiglieri comunali.
E' diverso. Noi facciamo politica. E le risorse devono essere indirizzate su un obiettivo: politica significa questo, significa immaginare, costruire e governare il futuro e avere l'orgoglio di avere questo ruolo. Un piccolo esempio di come non riusciamo a dimostrare questo. A tutti noi, torinesi non torinesi, papuasiani, tanganesi, per anni hanno detto che il Piemonte sarebbe cambiato perché facevano un buco in Torino: la metropolitana.
Niente si dice, niente si scrive sul fatto che si sta realizzando con il TGV - questa sì veramente - la trasformazione totale del sistema-Torino dal punto di vista del modo di essere della città e della sua collocazione nel sistema europeo. Tutta questa "roba" la trattiamo come fosse normale amministrazione, routine.
Sul confronto in Commissione giustamente il collega Rivalta, anche se unicamente sui problemi ambientali, ha rilevato non, esserci stato lo spessore del confronto politico e della partecipazione, dell'entusiasmo che una questione del genere deve avere. Ci siamo abituati a non fare politica.
Esempio: il TGV non è politica, non è cambiare i destini di Torino, è semplicemente verificare se il verde pubblico viene tutelato e se il rumore è o non è. Il TGV, se arriva solo come attività ingegneristica, non servirà a niente. Politica è immaginare la migliore costruzione di una nuova realtà per Torino e per il Piemonte. Ma non c'è questione sulla quale la Regione riesca a collocarsi; l'attuale legislatura è caratterizzata da una forte soggezione rispetto a decisioni - come usa dire - di "grande respiro" per la città.
Immaginate un po' voi, abbassare una ferrovia, fare un buco sotto Torino e fare finalmente un Piano regolatore, dopo 40 anni! Non abbiamo ancora trovato tutti insieme - la responsabilità è soprattutto nostra come maggioranza e certamente anche dei liberali - la capacità di sottoporre al Consiglio il disegno forte di questa legislatura.
Questa è autocritica, non critica, ma per una questione di onestà nei confronti di me stesso e nei confronti del collega sento di potere e di dover dire che questa maggioranza non ha ancora avuto la capacità di sottoporre al Consiglio regionale il senso d'essere di questa legislatura.
Noi siamo di fronte, Presidente Brizio, a vicende epocali. Noi non siamo in una struttura congiunturale, non mi preoccupa, paradossalmente, neanche il problema dell'inflazione, non mi preoccupa la svalutazione, non mi preoccupa niente del contingente, legato a fatti che in una qualche misura coinvolgono il Piemonte, le altre Regioni e per certi versi anche l'Europa: sono questioni che verranno risolte insieme ad altre. Le questioni piemontesi si risolveranno solo nella capacità con la quale sapremo esaminarle ed affrontarle. I problemi dell'occupazione in genere, i problemi dell'inflazione, il problema della lira, verranno risolti da altri decisori, ma i problemi di Torino verranno decisi solo da noi e "solo" da noi vuol dire fare una cosa, a mio modo di vedere, giusta.
Ma cosa vuol dire bilancio a base zero, Presidente? Di questo dovremmo cominciare a parlare da domani in poi, non su una nota di variazione di bilancio per valutare o meno se è accettabile un emendamento del PDS. Su questo dobbiamo ragionare. Cosa vuol dire, Assessore, consuntivo a base zero? Significa rimettere in discussione tutta la politica regionale. E noi facciamo questo mentre, contestualmente, dobbiamo continuare ad andare in Commissione a ragionare sull'accoglibilità o meno di questo o quell'emendamento? Assessore Gallarini, mettere in discussione il nostro bilancio è rimettere in discussione la società, poiché significa rimettere in discussione quegli obiettivi che, attraverso le diverse poste di bilancio, conseguenza di una legge, avevamo immaginato di dover percorrere perseguire e realizzare.
Non è un documento contabile quello che presenteremo partendo dal documento zero, sarà un ripartire da zero nella politica regionale. Ma se rimettiamo in discussione noi stessi, Assessore, dobbiamo anche avere il coraggio di rimettere in discussione la società civile.
Spero che il Capogruppo del PDS vorrà seguire questo passaggio. Il fatto-Torino come fatto epocale è questione che deve rimettere in discussione il modello-Torino. Per una volta tanto posso permettermi di copiare una terminologia, che non mi piace, del PDS: il modello di sviluppo va rimesso in discussione; va rimesso in discussione il rapporto con le categorie che ci insultano sui giornali; va rimesso in discussione il rapporto con le corporazioni, con i luoghi comuni. Si dice che perseguiamo il voto di scambio; quando il collega Ferrara riceve una lettera con cui i rappresentanti delle bande musicali minacciano di non votarlo più, di cosa si tratta? Di voto di scambio, voto di ricatto, voto consapevole? Dimostrazione di una civiltà e di una democrazia avanzata di cui noi siamo le mele marce? Il resto è un cesto che si difende all'esterno. L'opera epocale di cui la ringraziamo, Presidente - di partire da zero: e abbiamo la sensazione che molte cose, a Torino, stiano avvicinandosi allo zero richiede maggiore capacità di proposta e di immaginazione da parte della maggioranza e della Giunta e delle componenti culturali e politiche che lo sostengono, radicalmente diversa da quella che abbiamo conosciuto fino ad ora. E quando qualche tentativo lo si fa, come ha fatto l'Assessore Maccari, si diano spiegazioni più serie e non si dibatta delle controversie tra questo e quell'Assessore.
Presidente, ieri ha fatto notizia un libricino che passava sul mio tavolo. Il titolo è "De brevitate vitae": anche una legislatura può esse-re breve o lunga a seconda di come la sappiamo consumare. L'attuale si è rivelata fino ad ora una legislatura inutile, una legislatura amministrativa; non siamo riusciti ad incidere più di tanto, e questo lo dico senza nemmeno accennare ai processi epocali ai quali siamo di fronte.
Inoltre, Presidente - ma non lo dico a lei smettiamola con i sacrifici: in altre epoche questo nostro Piemonte, di cui lei è degno governatore, e segue dinastie illustri, ha già chiesto sacrifici veri ai suoi cittadini per realizzare grandi sogni. E non si trattava di cambiare le vacanze da Laigueglia alle Seychelles, tanto per intenderci, ma di andare a morire da qualche parte senza conoscerne il motivo. Si moriva in Crimea per dare un senso allo Stato del Piemonte nei confronti del contesto europeo. Vorrei sapere cosa poteva capire la gente di una tale operazione.
Noi dobbiamo chiedere sacrifici assai minori, ma, temo, per qualcosa molto più difficile da individuare. Il nostro distinguo nel voto non sta nei numeri, ma nel senso.
Signor Presidente, ho grande fiducia in questa Giunta, e sono convinto che questa maggioranza, in un'opposizione che sta dimostrando la sua capacità di integrarsi non come forza di maggioranza ma come forza di governo, nel senso che concorre ad indirizzare la vita della società, abbia davanti a sé spazio, energie e uomini per affrontare questi problemi.
Ma il Consiglio - diciamocelo - non può consentire questo rapporto improprio tra Giunta e Consiglio, che porta la politica alla riduzione del quotidiano, che porta all'amministrazione, alla gestione del presente.
Le Regioni non sono state istituite per gestire il presente: il presente, quando ce l'ab-biamo, è già fuggito, non lo possiamo modificare.
I tempi di intervento di un livello come il nostro sono di durata media lunga. Quanto sappiamo fare di serio o no, in questa Regione, lo misureranno le legislature successive, lo vedremo tra dieci anni. Così come coloro che hanno fatto le cose nel presente di dieci anni fa vengono misurati adesso, nella loro capacità di lungimiranza politica.
Dobbiamo avere, Presidente, la voglia di rifare politica: la politica non è amministrazione, non è la contrattazione di due o tre mesi su questo o quell'emendamento. Si deve chiudere una vicenda; si può anche sbagliare o far meno bene di quanto si potrebbe fare, ma si deve fare e chiudere una partita, quella dell'assestamento, per avviarsi al confronto politico probabilmente epocale, dato dal prossimo bilancio. Questo, mettendo finalmente le forze politiche e la società civile nella libertà di misurarsi sulle grandi questioni.
Senza voler fare della demagogia o falsa letteratura, non è un caso che uno stesso termine sia stato usato in questi giorni da uno che si candida ad essere il più grande uomo della terra, Perot, e da due giornalisti di "Repubblica": Hanno chiesto, l'uno di essere aiutato dagli americani a realizzare il sogno americano; gli altri, i giornalisti di "Repubblica" hanno chiesto alla classe politica di saper disegnare, di-nuovo, un sogno.
I sogni non si costruiscono con delle indigestioni (che possono servire a provocare i sogni); i sogni sono quelli che noi, nella mente, abbiamo saputo immaginare durante la giornata per riviverli nel sonno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Nell'enunciare il voto fermamente contrario di Rifondazione Comunista a questo disegno di legge, per le motivazioni già espresse dal compagno Chiezzi, voglio specificare le ragioni della nostra ferma opposizione.
Sarebbe stato allettante seguire la tentazione di costruire una contromanovra per annunciare un segnale di supposta praticabilità di un modo diverso di amministrare. Ma la situazione generale del Paese e le lotte; anche dure, condotte da lavoratori e lavoratrici in queste settimane, contro il Governo "odiato, lotte nelle quali ci identifichiamo pienamente, ci inducano a rifuggire da questa tentazione. Un Governo immorale, che fa pagare "lacrime e sangue" - come si usa dire in questi tempi - ai lavoratori che si trovano e si troveranno sempre più a pagare per gli speculatori, a finanziare la copertura dei debiti che lo Stato contrae con quanti gli prestano soldi derivanti (anche da piccoli risparmi ma in piccola misura) soprattutto da investimenti in titoli, da quel valore aggiunto lucrato da grandi imprese e società finanziarie, nonché tutta la genia di elusori ed evasori fiscali.
Questione che stamattina è stata magistralmente affrontata dal compagno Bosio: non ripeto le sue argomentazioni.
Vorrei dire qualcosa di più sui finti risparmi che i tagli sul diritto alla salute, imposti per decreto dai Ministri Amato e De Lorenzo intenderebbero perseguire.
In effetti tale decreto taglierebbe il diritto alle prestazioni di base a più di un terzo delle famiglie italiane, ed in Piemonte a circa un milione e mezzo di cittadini, e limiterebbe fortemente prestazioni già erogate a fasce particolarmente disagiate di popolazione (vedi, per esempio, la proposta di "bonus").
La principale preoccupazione che i Ministri Amato e De Lorenzo dovrebbero avere è quella di limitare la progressione incontrollata delle spese e ridurre le voci pagate a piè di lista. Se anche si applicassero le norme del decreto, che coinvolgono - ripeto - venti milioni di persone e che, teoricamente dovrebbero produrre un risparmio di 5600 miliardi, in assenza di una politica di controllo delle spese, riservando spese correnti e di investimenti al perseguimento di certi obiettivi di salute, nel giro di un anno si calcola che lo Stato avrebbe un ulteriore deficit di circa 12000 miliardi, sufficienti ad annullare i cosiddetti risparmi ottenuti sulla pelle dei cittadini con la manovra finanziaria ed a creare un ulteriore deficit di 7000 miliardi. Queste sono cifre ricavate dal Centro Studi dell'Ordine dei medici.
La progressione attuale delle varie voci di spesa è tale da superare non solo la reale svalutazione, ma qualunque altro criterio sopportabile delle nostra situazione economica.
Mi rifiuto di continuare a parlare, perché questo è un cesso!!



PRESIDENTE

Consigliere Maggiorotti, un gentiluomo come lei!!



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Vorrei solo che questo non fosse solo un rituale e basta.
Si operano, dunque, i tagli, ma non si fa nulla per serie forme di controllo sulla lievitazione delle spese. Come sempre, si taglia la domanda e non si razionalizza l'offerta. I nostri politici sono ora presi dal sacro furore di rastrellare, comunque, fondi freschi, e non si sono posti l'obiettivo, prioritario, del controllo strutturale sulla lievitazione delle spese. Anzi, le soluzioni trovate, quali tagliare l'assistenza di base, conservare soltanto l'assistenza specialistica in degenza determinerà un perverso effetto di lievitazione della spesa corrente, e in prospettiva anche di quelle in.conto capitale.
Siamo convinti che l'unica manovra possibile è solo quella che pu garantire, in prospettiva, un'assistenza per tutti i cittadini contestualmente alla definizione di standard assistenziali validati secondo criteri di priorità, di efficacia e perseguiti con efficienza.
A questa confusa ed iniqua manovra sul versante sanitario - per la parte di cui io tratto - già da mesi la Regione sì è adeguata: tagli alla domanda, non, solo, ma anche ed in maniera indiscriminata e irrazionale all'offerta di servizi pubblici. A tutt'oggi, tuttavia, non si è in grado di dire quale risparmio si è determinato.
Sfidiamo l'Assessore a venircelo a raccontare in aula, al più presto.
In quest'occasione di dibattito non c'è stato indicato alcun provvedimento di razionalizzazione della spesa. In questo senso, l'attuale manovra regionale è tutta di facciata. Quanto alla volontà, all'indicazione del Presidente Brizio di centralizzare e conseguentemente dire "dev'essere Roma a dirci quali debbano essere i tagli", è il caso di dire che non sembra questa una determinazione coraggiosa. "I tagli - dice il Presidente Brizio li decidono altri e noi li applicheremo, salvo aggravamenti".
Aggravamenti in realtà determinatisi qui da noi.
Non c'è assolutamente volontà di opporsi e di proporre e praticare l'obiettivo della difesa della salute; ciò è dimostrato dall'atteggiamento assolutamente passivo tenuto da questa Giunta a fronte dell'esclusione avvenuta in queste settimane, di 3500 lavoratori immigrati dal diritto all'assistenza decisa dal Governo. Si terrà lo stesso atteggiamento passivo a fronte di altre analoghe e possibili esclusioni? Perciò noi non ci facciamo irretire dalla sirena-Gallarini e confermiamo il nostro voto fermo contro questa manovra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente e colleghi Consiglieri, nel confermare il nostro netto dissenso per le ragioni diffuse nel contesto della relazione di minoranza ed espresse dal Consigliere Zacchera, devo prima di tutto rilevare un grave aspetto di debolezza della Giunta, allorquando, nello stesso momento in cui chiede l'approvazione della legge, si impegna - e questo è un fatto politicamente e, ancor prima che politicamente, istituzionalmente abnorme a non mandare ad esecuzione una parte della legge, che peraltro a tutto campo sostiene, impegnandosi sin d'ora a modificarla in alcune parti di non scarso rilievo, con quel marchingegno escogitato allo scopo di non valutare gli emendamenti delle opposizioni. Anche questo è un segno di estrema debolezza: è un assurdo, nel momento in cui entra in vigore una legge prevederne e preannunciarne la modifica, soprattutto per una legge di assestamento di bilancio e non certo di poco conto.
Fatta questa considerazione di carattere preliminare, cosa che considero particolarmente grave politicamente è che nel corso del dibattito non sia stato fatto alcun accenno di valutazione o di critica, anche solo affievolita, alla manovra economica del Governo, la quale in qualche rilevante maniera ha inciso sul modo di condurre l'attuale manovra regionale. Fatto assai grave, in un momento in cui scendono nelle piazze i sindacati, la gente; come non mai in questi ultimi decenni, spontaneamente si leva una protesta. E questa poteva essere l'occasione, attuandosi una manovra a livello regionale, per spendere una parola su quella che è la manovra dell'esecutivo nazionale. L'assestamento ha poi confermato - come volevasi dimostrare - il carattere meramente tecnico della manovra prevalentemente tecnico, non supportato da scelte politiche; d'altro canto è la filiazione di un bilancio di previsione tecnico e non poteva essere diversamente.
La manovra e le cose dette nel corso di questo dibattito hanno ulteriormente confermato che esiste un sostanziale disaccordo di fondo scoperta non di oggi: è il riscontro obiettivo di una situazione che si trascina da parecchio tempo fra i partners della maggioranza. Ricordiamo tutti che ieri il Consigliere Ferrara ha detto che avrebbe votato questo assestamento anche se non lo convinceva, che lo faceva unicamente nell'attesa di vedere se ci sarebbe stata più progettualità in occasione del bilancio del 1993.
Il Consigliere Marchini l'abbiamo sentito pochi minuti fa ascoltandolo, mi sono illuso: infatti, se fosse stato coerente con le premesse fatte, avrebbe dovuto dire che votava contro questo disegno di legge, il quale, sia nella forma sia nella sostanza, ha scavalcato le opposizioni (evidentemente, alla base delle sue valutazioni di voto ci sono altre ragioni).
Questa mattina, giustamente, il collega Chiezzi parlava di discorsi da decodificare; non si riesce a capire, infatti, perché dopo la premessa condivisa da molti, si arriva ad una conclusione diametralmente opposta.
Sempre a proposito del disaccordo all'interno della maggioranza disaccordo noto e arcinoto, ci sono stati gli interventi dei Consiglieri Fiumara e Rossa, i quali, dal canto loro, hanno sottolineato che allo stato della situazione attuale non ha da mandarsi ad esecuzione la tassa aggiuntiva sulla benzina e sul gas metano. Il linguaggio di entrambi, per secondo la corretta interpretazione che penso di aver fatto, era un po' come quello della Sibilla...; si diceva: "No agli aumenti! Però... , se sarà necessario..., li attueremo." Mi pare che in questo si svuoti di contenuto la premessa; di uria certa manovra, di un certo provvedimento di cui è chiara la gravità e il peso sui piemontesi, non si può dire: "No, ma se sarà necessario..." Da parte del collega Ferraris c'è stato invece maggior possibilismo, se non una quasi adesione all'ineluttabilità dell'istituzione della tassa sulla benzina e sul gas metano. Entrando nel dettaglio di quest'ipotesi, ha detto che, in definitiva, secondo i conti fatti, non sarà poi un grande peso; la media per i piemontesi sarà di 6/7 mila lire al mese per famiglia.
Sembra un po' il famoso discorso del pollo tagliato in certe parti, da cui si traggono certe statistiche: certo, questa cifra può essere un sopportabilissimo sacrificio per la maggioranza dei piemontesi, ma siccome non saranno tutti a poterlo sopportare, il discorso non cambia.
Quello che mi ha male impressionato nelle dichiarazioni del collega Ferraris è stato che, in definitiva, questa tassa sarebbe quasi una consolazione per i piemontesi, visto che inciderà in misura di gran lunga inferiore a quella istituita dal Governo Amato, dove si parla di 500 mila lire pro-capite. Dire che istituiremo una tassa perché tanto sarà molto più leggera di quella del Governo Amato, mi pare un discorso che non regge.
In conclusione, come ho già detto, richiamo queste discrepanze, questo dissidio all'interno della maggioranza su un problema che andava chiarito oggi: istituzione o non istituzione della tassa.sulla benzina e sul gas metano. Data la modestia della manovra, tanto valeva prendere in maggiore considerazione l'aspetto sprechi - per carità, non solo i nostri, ma anche i nostri - quanto meno quelli additati dai Consiglieri regionali della DC nel corso del loro ormai famoso incontro di Valdieri.
Penso di essere rimasto esclusivamente nei limiti della trattazione dell'assestamento, così come andava fatto. Quindi, non posso che confermare, perle ragioni dette, il voto di manifesto e fermo dissenso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Intervengo per annunciare il voto contrario del mio movimento alla manovra di assestamento di bilancio con una piccola annotazione a compendio di quanto già detto negli interventi dei miei precedenti colleghi.
Abbiamo presentato, attinente all'argomento, e quindi chiedo che venga discusso immediatamente dopo la votazione della legge, un ordine del giorno relativo alle Comunità montane. E' questione recentissima la diminuzione del finanziamento di circa 300 milioni alle Comunità montane, in base al riparto relativo alla popolazione. Essendo diminuita la popolazione delle Comunità montane piemontesi, lo Stato ha diminuito di circa 300 milioni il proprio intervento. E' chiaro che tale diminuzione mette in gravissima difficoltà le nostre Comunità, che avevano fatto affidamento su quel denaro nei loro bilanci preventivi.
Inoltre, sono molto allarmato - ed è uno dei motivi principali per cui sono molto contrario a questa manovra di assestamento - dal non trovare voce che finanzi la legge sulle Comunità montane da poco approvata dal Consiglio.
In quella legge, se i colleghi ricordano, era previsto un finanziamento per i progetti integrati, finanziamento che avrebbe dovuto essere inserito all'interno dell'assestamento, ma del quale non vi è traccia.
Sollecito quindi la discussione sull'ordine del giorno da noi presentato unitamente ai colleghi Zacchera, Riba e Buzio, e sollecito altresì la Giunta adoperare questo finanziamento in una prossima nota di variazione, come previsto dalla legge che abbiamo votato prima dell'estate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signora Presidente, la situazione attuale del Paese ha esigito da parte di questa Giunta una prova d'orchestra efficace, puntuale e precisa, alla quale non potevano e non possono sottrarsi né lo spartito né i solisti. Lo spartito non poteva che riflettersi sull'emergenza durissima che attraversiamo, drammaticamente evidenziata dalla trasformazione in atto nella Regione, dall'indebolimento specifico dei settori tradizionali, dalla disoccupazione, dai lavoratori in mobilità e da quelli a rischio. Lo spartito non poteva che essere uria rigorosa politica della spesa, una riconsiderazione della sua funzione strutturale, della sua utilità, della sua capacità produttiva.
Lo sforzo della Giunta è stato pertanto coraggioso e rigoroso; è stato un lavoro sistematico, perché si è realizzato il più grande sforzo di contenimento della spesa nella nostra Regione dalla sua nascita. Si è registrato un cambiamento di mentalità, più che una virtuosistica operazione contabile. Si è registrata una manovra che è un'assicurazione a futura memoria, anche se, nella memoria futura del '93 ed oltre, potrà trovare il suo efficace completamento.
Non voglio ricordare cifre, detti e fatti, tranne uno: la spesa sanitaria, la cui politica di severo contenimento ha dato ottimi risultati se è vero che riusciremo, unicamente alla sola Lombardia, a coprire l'intero ammontare per quanto riguarda l'anno 1991. Eppure si è detto anche recentemente, e attraverso i giornali, che non esiste un governo della sanità in Piemonte, e lo si è detto anche attraverso una campagna disfattistica, priva di reali fondamenti, anche se riconosciamo che esistono gravi problemi di efficienza, di moralità e di funzionamento.
L'Assessore Gallarini, che ringraziamo perla pregevole relazione, e gli amici intervenu-ti (ancora una volta Paolo Ferraris) ieri hanno ricordato che i debiti ereditati dal passato, 151 miliardi nel 1990, sono oggi solo 80 miliardi. Perché non parlarne? Perché sottacerli e non capire che attraverso il contenimento della spesa, si è riusciti a dare una prima sterzata significativa alla navigazione della Regione Piemonte? I dati forniti dall'Assessore ci portano fuori da situazione pregresse insuperabili e alimentano oggi una possibilità di ripresa. A lato di questo bilancio, e anche prima, si sono svolti, specialmente durante l'estate dibattiti, convegni; sono stati offerti contributi di analisi e valutazioni da parte delle diverse forze politiche. Il contributo, dato senza ricorrere a pretendere alcuna ridicola primogenitura, credo abbia trovato un ancoraggio preciso nelle cifre di questo bilancio.
La DC ha offerto come base di discussione il suo studio sul "Creare il sistema Piemonte"; ha offerto alle forze politiche e sociali alcune linee guida; ha individuato soprattutto una logica procedurale, ha recuperato una capacità creativa che, se realizzata, potrà dare di questa nostra Regione un prodotto da vendere, un prodotto che sta sul mercato. Creare il sistema Piemonte ha significato alcune indicazioni strategiche per la Regione alcune consequenzialità di comportamento insopprimibili, pena cadere nelle sabbie mobili di chi vuole salvarsi tirandosi fuori per i capelli.
Ridurre la politica di indebitamento non è sufficiente, se non è funzionale alle elasticità del bilancio, al recupero di risorse, alla rottura con la stagnazione politico-amministrativa, con quei comportamenti ripetitivi a forza zero che qui sono stati forse troppo abbondanti.
La Giunta, ha detto ieri il Consigliere Ferraris, deve reindividuare le priorità, ridiscutere l'impianto logico-politico-culturale della Regione dal 1975 al 1985, e non è tanto una priorità quella di pulire gli angolini di una storia comunque mediocre, quanto quella di recuperare il respiro forte di un'alta e coraggiosa Amministrazione. Non ci soddisfa una politica del rigore, amici socialisti, se rimane fine a se stessa, se non contiene le virtualità di una politica di sviluppo, di una tensione politica ed ideale che deve portare il Piemonte fuori dalla cultura del simbolo per essere oggettivamente, efficacemente, efficientemente una delle opzioni sicure e certe del nostro Paese. Il discorso si concentra certamente sull'addizionale, per il quale l'impatto sociale sarà di 94.000 lire annue contro i 2.500.000 propri della manovra del Governo.
La situazione del Piemonte - che malthusianamente ha portato ad un invecchiamento non solo della sua popolazione, delle sue energie, delle vitalità, ma anche delle sue idee, dei suoi propositi e delle sue speranze ci obbliga, pur nell'emergenza durissima di oggi, ad essere quanto mai tempestivi e coraggiosi, pena una progressiva ed irrecuperabile decadenza un'emarginazione di cui non sarà colpevole né il demone della storia né una geografia matrigna, ma forse l'indulgenza benpensantistica di chi pensa che si può fare domani ciò che oggi non conviene.
E' questa la filosofia avvolgente, mediterranea, vischiosa rassicurante, che ci porta fuori dal coraggio delle idee e delle responsabilità e quindi dalla storia. Non è sufficiente l'impeto romantico del Terzo Stato, 'quando è necessario che proprio per quel Terzo Stato si debbano offrire oggi delle prospettive diverse da un piatto assistenziale.
Certo, ci sono due filosofie nelle discussioni politiche anche di questo Consiglio. Il Gruppo della Democrazia Cristiana ha - spiegato con forza la propria, e l'ha spiegata ieri con cifre - ma comparata con fatti in maniera esemplare - l'amico Paolo Ferraris.
La chiave di lettura degli avvenimenti di oggi è quella della rivalsa di un blocco sociale, una rivalsa di classe (come mi pare abbia detto stamane il Consigliere Bosio e forse ieri il Consigliere Marengo). Non so se i termini apocalittici espressi soggiacciano a certi richiami della foresta; non so se si è recuperato anche il linguaggio, la tecnica, la filosofia di un politichese o di un sindacalese che credevamo completamente dimenticati. Certamente oggi non è il deragliamento dello Stato sociale che si vuole; è semmai la sua razionalizzazione, è la razionalizzazione di una politica impazzita sotto questo nome.
Giorni fa il presidente delle AC LI a Torino diceva che, a difesa di un improbabile confine dello Stato sociale; "si sono difese opposizioni più incredibili, dalla scala mobile dei bancari a quella degli elettrici, alle pensioni-baby, alle diverse pensioni "italian made". Questo dimenticando che le posizioni generiche servono solamente a salvaguardare le rendite più ricche e protette, ad esempio quelle della sanità. Chi ha evaso il fisco mi pare che anche stamane qualcuno l'abbia detto - potrà ricevere quelle prestazioni per le quali non ha pagato, chi ha dichiarato con grande trasparenza, ne verrà escluso." "Le posizioni generiche, ad esempio, servono solamente a salvaguardare le rendite degli industriali italiani (imprenditori protetti per eccellenza, che non pensano mai di perdere la propria ricchezza) oppure quelle della burocratizzazione progressiva e' universale dello Stato sociale, che presenta una casta ed un'organizzazione impossibile, non solamente nei Paesi del nord Europa ma nel Giappone e negli Stati Uniti d'America, ecc." I fatti oggi più che mai dimostrano che l'autoriforma non esiste. Non c'è riforma, purtroppo, senza crisi; non c'è trasformazione senza costrizione. Ebbene, se queste sono le considerazioni che dobbiamo fare, e le facciamo con quanto succede oggi nel nostro Paese, noi dobbiamo anche dire che la Giunta ha cercato, proprio nella necessità di venire incontro alle esigenze che si esprimono nella società civile, di fare alcuni ragionamenti che sono stati certamente coraggiosi. Sono stati ragionamenti che non si fermano né all'oggi né al domani mattina, che si proiettano certamente a quelli che saranno gli impegni futuri della Giunta, i bilanci futuri del 1993.
Caro Monticelli, la Giunta non è in evidenti difficoltà politiche. Non è in evidente difficoltà politiche sia quando presenta i propri progetti sia quando accoglie gli emendamenti che le vengono offerti dalla maggioranza o dalla minoranza. Il Consigliere Monticelli ieri ha sottoline ato - polemicamente una continuità quasi perversa tra la previsione del nostro bilancio, tra l'assestamento e tra la nota di variazione, una continuità che mal si concilia con la discontinuità, con lo scarto irresponsabile, che esiste nel Paese e che esiste rispetto ai problemi drammatici del Paese. Monticelli ha anche parlato di un modo radicalmente nuovo nell'affrontare i problemi del Paese. Però la sua analisi si è fermata lì, come un ponte a mezz'asta che non' riesce a raggiungere la riva.
Al di là del sogno, al di là degli slogans, al di là delle posizioni di principio, noi vorremmo avere dalla minoranza, dalle opposizioni, delle indicazioni precise, delle indicazioni concrete su come cambiare, su che cosa dire di nuovo. Oggi si è detto che la Giunta non sembra all'altezza del livello politico del momento: cosa vuol dire "altezza del livello politico del momento"? Vuol dire una specie di incapacità o di insensibilità nel leggere gli avvenimenti? Vuol dire forse l'incapacità di una proposta nell'affrontarli? Vuol dire una mancanza, di coraggio in scelte programmatiche, oppure vuol dire nient'altro che la presentazione la proposizione di una formula politica che dovrebbe essere acconcia ai tempi, che dovrebbe essere adeguata alle scelte? Io non credo che una formula politica oggi possa trovare risorse diverse rispetto alle dimensioni dei problemi. Io non credo che oggi una formula politica possa dare ad un piano di sviluppo, che comunque deve sempre essere aggiornato, quella valenza e quella capacità di navigazione o di indicazione che altrimenti non si avrebbe.
Credo che ci sia un groviglio inestricabile di contraddizioni, quando non si vuole scrutare l'orizzonte o quando lo si vuole scrutare a tutti i livelli chiudendo nello stesso tempo le persiane. Se vogliamo trovare una minima coerenza nella nostra azione tra quanto riusciamo a fare nella nostra piccola dimensione, nel nostro piccolo quotidiano, nel nostro piccolo cabotaggio, e quanto il Paese, la società piemontese, la nostra Regione si attende, allora noi dobbiamo avere anche il coraggio, non solamente di fare un grande ente assistenziale di questa nostra Regione, di questa nostra comunità, di questa nostra città, ma anche di offrire le possibilità concrete dello sviluppo per questa nostra comunità e questa nostra società.
Sono stato molto perplesso, per non dire sorpreso, dalle dichiarazioni del Capogruppo del Partito Liberale Marchini, dichiarazioni che sono state signora Presidente - politicamente impegnative, non tanto per il tono che è stato portato ad un'aggressività al valor bianco, quanto perché diventa difficile, pure tra persone così intelligenti del nostro Consiglio regionale, non capire o cercare di non comprendere come la mediazione politica debba essere sempre e comunque l'habitat naturale dei nostri atteggiamenti e della nostra azione.
E se questa mattina noi abbiamo accolto - proprio per la loro valenza non per un fatto di ruffianeria consociativistica, non per un fatto di furbesco adeguamento a quelli che potranno essere nuovi scenari- gli emendamenti del Movimento Sociale Italiano come quelli del PDS, era perch questi emendamenti avevano una ragione logica, avevano una loro ragione d'essere.
Le note di variazioni di bilancio saranno approvate con tutta la specifica valenza politica che questa approvazione comporta; gli emendamenti a questa nota di variazione verranno discussi entro 15 giorni.
Si è cercato anche di rinviare l'approvazione di questa nota di variazione fra una settimana o quindici giorni, ma gli esperti ci hanno detto che non era possibile. Ma questo è nel gioco fisiologico delle coalizioni e del rapporto fra maggioranza e minoranza.
Noi non crediamo che ciò possa giustificare dei giudizi così radicali così pesantemente negativi nei confronti del comportamento della Giunta. La Giunta non può sottrarsi al confronto; la Giunta ha certamente alcune certezze e il Presidente questa mattina le ha esposte mirabilmente; la Giunta è sicuramente conscia di quello che ha fatto e io gliene dò atto perché il bilancio finalmente si presenta anche nei termini formalmente e correttamente leggibili e pertanto intelleggibili. Però la Giunta non pu assolutamente astenersi dal confrontare le proprie posizioni con le minoranze, con le opposizioni, di cogliere laddove la giustezza delle argomentazioni esiste, laddove questo bene è stato portato alla nostra attenzione.
Credo che l'approvazione di questo bilancio, di questa nota di variazione di questo assestamento possa essere, anche per i riconoscimenti che sono venuti tra le righe da parte di vari esponenti della minoranza, un riconoscimento all'Assessore, alla Giunta, al Presidente perché si proceda su questa strada e perché si abbia coraggio di procedere ancora per un tratto di strada che sia significativo per lo sviluppo che questa Regione attende da tutti noi.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 53 votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto N0 21 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 523 relativa a: "Revoca DGR n. 388-7689 del 9/6/92 - Nomina esperti effettivi e supplenti CO.RE.CO. Asti"


PRESIDENTE

Prima di passare alle nomine, è opportuno esaminare la deliberazione n.
523 di cui al punto 19) all'o.d.g.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 35 voti favorevoli e 4 astensioni (3 Consiglieri non partecipano al voto) Pongo ora in votazione l'immediata esecutività.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 35 voti favorevoli e 4 astensioni (3 Consiglieri non partecipano al voto)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Avremmo da votare un gruppo di ordini del giorno connessi al bilancio.
Inoltre, vi è la richiesta da parte di alcuni Capiguppo, di porre in votazione l'ordine del giorno inerente il Coro della RAI, già iscritto all'o, d, g, dell'odierno Consiglio, che, se siete d'accordo, porrei in votazione.
La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Sull'importante argomento RAI credo vi sia non solo la mia, ma anche altre interrogazioni. Mi sembrerebbe più opportuno raggruppare l'intera discussione, affrontando complessivamente tutti i problemi emersi non solo sul Coro, ma sulla RAI in generale.
Mi rendo conto dell'urgenza, ma anche che ci sono diversi documenti da approvare, ai quali la Giunta deve dare risposta.



PRESIDENTE

Iscritto all'o, d, g, di oggi peroravi è un solo documento inerente il Coro della RAI. Se ci sono altri documenti connessi, e la questione diventa un attimo più lunga, possiamo soprassedere e procedere agli ordini del giorno connessi al bilancio. Una volta raccolta l'intera documentazione che in questo momento non ho- possiamo procedere all'esame delle questioni legate al Coro RAI.


Argomento: Assestamento di bilancio

Ordini del giorno collegati al progetto di legge n. 303: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1992"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame degli ordini del giorno in merito al progetto di legge n. 303.
Ordine del giorno n. 433, presentato dai Consiglieri Rabellino, Vaglio Bodrero, Chiezzi, Majorino e Zacchera.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Solo per ricordare il significato del nostro ordine del giorno - visto che ce n'è una serie - presentato sulla questione ISI: chiediamo una presa di posizione da parte del Consiglio regionale sulla materia, in particolare per quanto riguarda la questione degli estimi catastali, risultati errati in diversi Comuni e dei quali lo stesso Ministero delle Finanze ha preso atto. Di qui la dimostrazione dell'intempestività dell'azione del Consiglio regionale, la quale avrebbe dovuto essere effettuata prima del 30 settembre. Alcuni Comuni, peraltro, hanno già agito in modo autonomo - non hanno pagato; sarebbe comunque stata opportuna una presa di posizione del Consiglio regionale che invitasse a non pagare, in attesa che il Ministero delle finanze intervenisse, modificando gli estimi catastali per una valutazione più corretta.
Non solo. Nell'ordine del giorno si chiede anche che la Giunta intervenga nei confronti del Ministero delle finanze affinché, entro il 15 dicembre, modifichi questi estimi catastali. Diversamente, saremo punto a capo e i problemi per questi Comuni non cambieranno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Monticelli per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Intervengo per annunciare la non partecipazione al voto del nostro Gruppo, in quanto questo ordine del giorno, che pure contiene tanti punti condivisibili, ha un punto che noi non possiamo in alcun modo condividere laddove invita i cittadini piemontesi a valutare attentamente l'opportunità di attivare forme di resistenza fiscale.
Per questa ragione il nostro Gruppo non partecipa al voto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno testè discusso il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, preso atto dei disagi patiti dai cittadini che nel mese di agosto si sono rivolti agli Uffici catastali per ottenere informazioni necessarie al pagamento dell'ISI ritenuto che l'ISI è un'imposta incostituzionale, iniqua e discriminante, particolarmente odiosa perché mette sullo stesso piano i grandi proprietari immobiliari e decine di migliaia di lavoratori che, a prezzo di notevoli sacrifici, sono riusciti ad acquistare l'alloggio in cui vivono; rilevati i vistosi errori di valutazione commessi dal Governo nello stabilire gli importi dei nuovi estimi catastali, errori evidenziati da oltre 50 Sindaci piemontesi, riunitisi a Vallo Torinese sabato 12 settembre u.s., e riconosciuti dallo stesso tecnico responsabile dell'Ufficio Revisione estimi catastali del Ministero delle Finanze, presente a tale incontro visto l'impegno per la correzione in tempi brevissimi degli estimi in questione assunto dal Presidente della Giunta regionale attraverso una lettera espressamente inviata ai Sindaci invita i cittadini piemontesi a posticipare il pagamento dell'ISI al 15 dicembre p, v., ed a valutare, attentamente l'opportunità di attivare forme di resistenza fiscale censura l'operato del Governo che sta portando al collasso le finanze dello Stato con manovre scoordinate, giustificate con la voragine del debito pubblico (che però viene continuamente alimentata con gli alti tassi di interesse, sprechi e ruberie), senza obiettivi di investimento e potenziamento dei servizi impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo affinché venga rivista la manovra fiscale penalizzante per la nostra regione e per gli strati più deboli della società".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 5 voti favorevoli, 21 contrari e 2 astensioni. (Non partecipano alla votazione 7 Consiglieri) Passiamo ora all'ordine del giorno n. 435, presentato dai Consiglieri Calligaro, Tapparo, Peano, Goglio, Marino, Cucco, Giuliano, Rivalta Ferrara, Fiumara.
Pongo in votazione il documento, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, rilevato che le misure assunte recentemente dal Governo in materia di tassazione della casa (ISI e ICI) presentano aspetti di ingiustizia sociale; considerato che per l'acquisizione della proprietà delle case di abitazione c'è stato per taluni un orientamento ideologico e un supporto materiale da parte dello Stato che ha toccato larghi settori di categorie popolari tenuto conto che l'impegno finanziario (oltre ai mutui, l'apporto di capitale e gli indebitamenti vari) di tali categorie popolari per l'acquisizione della prima casa pesa notevolmente sui redditi più bassi ritenuto che, in particolare, pensionati, giovani coppie e disoccupati titolari di abitazione da loro direttamente utilizzate, con l'ISI e la futura ICI vengono colpiti pesantemente, accentuando gli squilibri sociali impegna la Giunta regionale ad un intervento verso il Governo e il Parlamento affinché venga rivista la recente tassazione sulla casa, escludendo le case di abitazione classificate sino ad A4 del catasto edilizio urbano e sino ad A3 se unica proprietà".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 5 astensioni (Non partecipa alla votazione 1 Consigliere) Passiamo ora all'ordine del giorno n. 436 presentato dai Consiglieri Monticelli, Dameri, Marengo ed altri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Intervengo solo per promemoria. Il documento, presentato il 24 settembre scorso, e già illustrato dal Consigliere Marengo in particolare nell'intervento di ieri, invita il Consiglio a pronunciarsi in termini critici rispetto alla manovra economica governativa per i caratteri di inadeguatezza ed iniquità che presenta in particolare per quanto riguarda la finanza locale e la caratteristica imposizione sulla casa.
Inoltre, in sede di esame della legge finanziaria, richiede l'impegno forte della Regione Piemonte - insieme alle altre Regioni - per una discussione in Consiglio con rappresentanti governativi sui temi della crisi economica e dello sviluppo piemontese e, in specifico, l'impegno a ritirare formalmente il disegno di legge che prevede tasse aggiuntive su metano e benzina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini per dichiarazione di voto.



MARCHINI Sergio

Svolgo una breve dichiarazione di voto che forse più puntualmente avrebbe dovuto collocarsi a proposito dell'ordine del giorno n. 435, i cui firmatari sono espressione dei Partiti che compongono la maggioranza nazionale. Mi sembra curioso, in uno Stato delle autonomie, immaginare una contrattazione in materia fiscale a livello regionale e che quindi sostanzialmente, le Regioni diventino portatrici di interessi di determinati segmenti - anche quando questi siano giustificati e legittimi.
Mi pare, come minimo, uno sviamento dal ruolo dell'istituzione regionale una cosa sono le questioni di ordine politico, altra i concorsi nell'attività legislativa, com'è accaduto in questo caso. Non penso sia questa la strada per far crescere l'autorevolezza delle istituzioni e ricostituire il senso dello Stato, vista l'affannosa rincorsa - e torniamo ad un intervento che sembra dettato unicamente da problemi epatici... - a tentare di mettere insieme forze di maggioranza e di minoranza al fine di porre in discussione una manovra del Governo di grandissima delicatezza sostenuta da pochi deputati e pochi senatori. Mi pare ci sia abbastanza materia per indurci a riflettere sul senso d'essere in una maggioranza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 436 il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, esprime la propria contrarietà alla manovra economica del Governo Amato per i seguenti motivi: a) le misure adottate non sono adeguate alla gravità della crisi finanziaria e produttiva. I provvedimenti sono, contemporaneamente, di carattere recessivo ed inflattivo e quindi, anziché risanare, rendono più grave la situazione del Paese b) sono misure inique socialmente. Colpiscono in modo particolare i lavoratori ed i pensionati, viene cancellato di fatto lo Stato sociale con la decisione di annullare i diritti previdenziali e la sostanziale privatizzazione della sanità c) i tagli indiscriminati alla finanza locale e l'imposizione di tasse (es. ICI) che dovranno essere applicate dagli Enti locali e trasferite allo Stato centrale, assegnano alle Regioni e agli Enti locali il ruolo di gabellieri per conto dello Stato. E' l'esatto opposto di una riforma regionalista dello Stato; è il contrario di una vera autonomia impositiva da parte delle Regioni.
Di fronte a questa manovra economica, il Consiglio regionale del Piemonte sottolinea la grave crisi produttiva ed occupazionale che colpisce l'apparato industriale torinese e piemontese ed i veri e propri guasti sociali che provocherà nelle famiglie la cancellazione dell'assistenza sanitaria impegna la Giunta regionale del Piemonte: 1) a farsi promotrice di un'iniziativa delle Regioni di confronto con il Governo per affermare la propria contrarietà a questa manovra economica e per proporre misure alternative di risanamento economico basate sulla giustizia fiscale e sull'equità sociale 2) a ritirare il disegno di legge che prevede le tasse aggiuntive su metano e benzina 3) ad aprire la discussione nel Consiglio regionale e con le forze economiche e sociali sugli indirizzi economici per una prospettiva di sviluppo della regione in questa difficile fase 4) a definire immediatamente interventi straordinari per difendere l'occupazione e favorire la ripresa produttiva. Questa priorità può essere finanziata con l'eliminazione di tutti gli sprechi e delle spese improduttive già a partire dall'assestamento di bilancio 1992 5) a predisporre misure di effettiva razionalizza-zione e qualificazione della spesa sanitaria, da confrontare con il Governo, alfine di impedire il processo di privatizzazione del servizio sanitario e garantire ai cittadini piemontesi la fruizione del diritto all'assistenza sanitaria." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 20 contrari e 6 astensioni. (Non partecipa alla votazione 1 Consigliere) Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 439 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera.
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.



MAJORINO Gaetano

L'ordine del giorno prende atto dei disagi patiti durante il mese di agosto da quei cittadini che si sono rivolti agli uffici catastali per ottenere informazioni sull'ISI.
L'ordine del giorno rileva che TISI è sospetta d'incostituzionalità oltreché essere iniqua - e questo penso possa trovare tutti d'accordo. Si rilevano i vistosi errori di valutazione commessi dal Ministro delle finanze, il che non meraviglia. Si rileva inoltre che la Giunta regionale mediante lettera espressamente inviata ai Sindaci aveva invitato ad un'attesa della correzione degli estimi valutati erroneamente e, nella parte dispositiva, si invitano "i cittadini piemontesi ad attendere il 15 dicembre prima di pagare l'ISI".
Difatti, vista la richiesta della Giunta al Ministero di una correzione è conseguente chiedere che il pagamento avvenga quando tale correzione sia stata effettuata.
Inoltre "si censura l'operato del Governo che sta portando al collasso le finanze dello Stato con manovre scoordinate" e infine "s'impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo affinché venga rivista la manovra fiscale penalizzante per la nostra Regione".
Presidente, chiedo la votazione dell'ordine del giorno per parti separate, ovvero una prima votazione del testo integrale e una seconda votazione saltando - non perché mi penta di averlo scritto - la censura al Governo. In altri termini, la parte dispositiva, nella seconda votazione fatta per parti separate, dice solo "impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo affinché venga rivista la manovra fiscale penalizzante per la nostra Regione in ogni sua parte con particolare riguardo alla materia sanitaria".
Mi pare cosa fattibile, anche perché nel corso di un intervento in sede di discussione del disegno di legge sull'assestamento, il Presidente Brizio ci ha ricordato la nostra autonomia di valutazione rispetto all'operato del Governo e che non si è mai stati, come Regione Piemonte, soggetti passivi.



PRESIDENTE

Ritengo accettabile la richiesta del Consigliere Majorino di votazione del documento per parti separate. La prima votazione è relativa all'intero testo, la seconda si riferisce all'aspetto di impegno, cioè l'ultimo capoverso.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non vorrei che emergesse una contraddizione. Noi abbiamo chiesto al Governo, di fronte ai casi specifici, di valutare situazioni giudicate anomale. Mi pare che questo sia già avvenuto, in via amministrativa, nei casi che ci sono stati segnalati; non vedo il motivo di votare un ulteriore ordine del giorno, il quale, nella parte finale, formula giudizi e valutazioni che, almeno per quello che riguarda la Giunta, non ci competono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Chiedo la votazione per parti separate in questo senso: una prima votazione sull'intero testo ed una seconda cassando la parte "censura l'operato del Governo nazionale".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Questa è la dimostrazione, Presidente Brizio, che il governo della Regione è un governo che subisce. Il votare un impegno della Giunta nei confronti di un qualcosa che là Giunta stessa dice essere già stata fatta mi pare un'operazione rafforzativa dell'azione di protesta della Giunta nei confronti del Governo centrale. L'astenersi, cioè il non votare questa parte, significa che la Giunta subisce ed è assente sui problemi che la gente sente da vicino.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la prima parte dell'ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, preso atto dei disagi patiti dai cittadini che nel mese di agosto si sono rivolti agli Uffici catastali per ottenere informazioni necessarie al pagamento dell'ISI ritenuto che l'ISI è imposta sospetta di incostituzionalità, oltrech iniqua segnatamente quando colpisce la prima casa rilevati i vistosi errori di valutazione commessi dal Governo nello stabilire gli importi dei nuovi estimi catastali, errori evidenziati da oltre 50 Sindaci piemontesi riunitisi a Vallo Torinese sabato 12 settembre u.s, e riconosciuti dallo stesso tecnico responsabile dell'Ufficio Revisione Estimi Catastali del Ministero delle Finanze, presente a tale incontro visto l'impegno per la correzione in tempi brevissimi degli estimi in questione assunto dal Presidente della Giunta regionale attraverso una lettera espressamente inviata ai Sindaci; invita i cittadini piemontesi ad attendere il 15 dicembre p, v, prima di pagare l'ISI onde poter quantomeno conoscere con esattezza gli estimi catastali;" Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 19 voti contrari e 10 astensioni (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
Pongo in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno il cui testo recita: "impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo affinch venga rivista la manovra fiscale penalizzante per la nostra Regione in ogni sua parte e con particolare riguardo alla materia sanitaria." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli e 29 astensioni (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 454 presentato dai Consiglieri Gallarini, Picchioni, Rossa, Marengo e Marchini il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, preso atto che il meccanismo previsto dal decreto legge n. 333 dell'11 luglio 1992, convertito nella legge n. 359 dell'8 agosto 1992, che vara l'imposta straordinaria sugli immobili (ISI), determina conseguenze paradossali nell'applicazione di tale imposta perle cooperative a proprietà indivisa, che vengano equiparate alle società immobiliari, visto che l'aggravio per i soci comporta un onere fino a cinque volte superiore all'analogo costo per un normale proprietario di prima casa visto inoltre che la non deducibilità dell'imposta comporta per le società cooperative un ulteriore aggravio economico, oltre all'abnormità della tassa sulla tassa considerato che è necessario correggere tali distorsioni legislative preoccupati che tale impostazione ricada anche nell'applicazione dell'imposta comunale sugli immobili a carico delle cooperative invita la Giunta regionale ad intraprendere ogni iniziativa ritenuta utile verso il Governo centrale per rimediare a tali iniqui risultati".
Chi. è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 31 voti favorevoli e 7 astensioni.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 456 presentato dai Consiglieri Bodrero, Zacchera, Vaglio, Buzio e altri.
La parola al Consigliere Buzio per l'illustrazione.



BUZIO Alberto

Intervengo brevissimamente solo per integrare quanto già esposto dal Consigliere Vaglio in sede di dichiarazione di voto sull'assestamento al bilancio. L'ordine del giorno fa riferimento alla differenza di fondi erogati alle Comunità montane tra quanto rendicontato, in sostanza, dalla Comunità e quanto dato dalla Regione.
Ciò ci induce a sollevare il tema più generale dei finanziamenti alle Comunità; in passato siamo intervenuti con quote ben più cospicue, basti pensare ai due miliardi stanziati nel bilancio 1991- purtroppo arrivati con molto ritardo nelle casse delle Comunità montane, e non si capisce perché.
Inoltre, il discorso sulle Comunità montane va anche affrontato in relazione al recente disegno di legge sulla revisione delle delimitazioni delle stesse Comunità, che ad un certo articolo (non ricordo più quale) prevedeva anche il finanziamento di determinati progetti. Al di là della valutazione di questi progetti integrati (su cui, per la verità, avevamo sollevato alcune perplessità), era anche stato preso l'impegno di erogare in sede di assestamento, dei finanziamenti alle Comunità, che tenessero conto della differenza con i fondi erogati dal Governo.
Quindi, anche se questo documento non si traduce in emendamento al bilancio, nella nota di variazione che dovrà affrontata nei prossimi 15-20 giorni, la problematica dovrà essere ripresa, magari all'interno di un progetto obiettivo riguardante l'ambiente e il territorio delle Comunità montane.
Non mi dilungo; il problema delle Comunità, dei finanziamenti dei Piani di sviluppo e dei Piani di bacino nonché dell'intera pianificazione delle Comunità è argomento molto più vasto.
Sappiamo che gran parte dell'intero discorso della pianificazione delle Comunità rimane lettera morta, poiché lo Stato a livello nazionale privilegia le spese correnti rispetto a quelle d'investimento. Questo, a mio parere, è un grosso errore.
Chiediamo che la Regione si faccia carico dei problemi delle Comunità montane, che interessano la gran parte del territorio e, conseguentemente della popolazione piemontese.
Il mio intervento voleva quindi essere un promemoria relativamente alla nota di variazione che dovremo affrontare fra 15-20 giorni, quando riprenderemo l'argomento in sede di emendamento. Saremo allora più definiti, specifici e puntuali anche nella determinazione dell'importo della quantificazione, della somma da erogare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a seguito della nota dell'Assessorato agricoltura e foreste n. 18191 relativa alla corresponsione fondi per i programmi di intervento alle Comunità montane per il 1991 contesta la richiesta di ridurre percentualmente le singole voci dei programmi stralcio 1991 in conformità alle modifiche intervenute nelle disponibilità complessive spettanti ad ogni Comunità in quanto le relative spese e corrispondenti accertamenti di entrata sono state rendicontate nel conto consuntivo 1991 già approvato e trasmesso alla Corte dei Conti,.
sottolinea l'inderogabile necessità di provvedere all'integrazione della differenza fra gli importi spettanti alle singole Comunità montane nelle fasi del riporto precedentemente comunicato e quello deliberato in data 28 settembre 1992 ritiene sia della massima urgenza trasferire alle Comunità montane i fondi per i programmi di intervento 1991 e 1992, pena l'impossibilità da parte di queste a provvedere al pagamento degli stipendi al personale a far data dal prossimo mese di novembre 1992, nonché delle rate dei mutui obbligatoriamente dovute entro il 31 dicembre 1992 oltre ai vari altri impegni istituzionalmente assunti lamenta il ritardo nella corresponsione del riparto 1991 che ha determinato per le Comunità montane il pagamento di interessi bancari sulle anticipazioni di cassa non previsti in bilancio e con ulteriore aggravio della già dimostrata situazione finanziaria invita la Giunta a provvedere in merito con la massima tempestività".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 36 voti favorevoli.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 457 dei Consiglieri Giuliano, Segre, Miglio ed altri.
La parola al Consigliere Giuliano per l'illustrazione.



GIULIANO Valter

Abbiamo presentato questo ordine del giorno in virtù delle recenti acquisizioni (con apposito decreto) nella legislazione italiana dei Regolamenti CEE in materia di agricoltura biologica.
Da parecchio tempo, secondo noi - ahimè - da troppo tempo, giacciono in Commissione diversi progetti di legge sull'agricoltura biologica nella nostra Regione.
Poiché già esiste una serie di aziende agricole orientate in tale direzione che necessitano di una rete di assistenza tecnica e di incentivi per la riconversione dall'agricoltura chimicizzata a quella naturale, con questo documento desideriamo sottoporre all'attenzione dei colleghi la necessità di cominciare a pensare in questa direzione. Magari - come in questo caso - solo per memoria, ma comunque ipotizzando, per il prossimo bilancio del '93, un capitolo apposito per il finanziamento di questa proposta di legge che speriamo sia approvata al più presto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, considerato che il Consiglio della Comunità Economica Europea ha recentemente approvata alcuni regolamenti in materia di agricoltura biologica alla cui applicazione è preposta anche la Regione considerato inoltre che nel bilancio 1992 non sono previste poste specifiche per lo sviluppo della, produzione e della commercializzazione dei prodotti dell'agricoltura biologica rilevato che sono ormai alcune centinaia le aziende agricole piemontesi che operano nelle condizioni previste dai regolamenti comunitari impegna la Giunta regionale a considerare finanziabili ai sensi delle vigenti leggi i progetti di sviluppo e di assistenza alle aziende biologiche del Piemonte impegna altresì la stessa Giunta a predisporre nel bilancio 1993, in corso di formazione, specifiche previsioni di spesa a sostegno dell'agricoltura biologica invita la III Commissione consiliare a procedere sollecitamente all'esame delle varie proposte di legge in materia di agricoltura biologica al fine di dotare anche la nostra Regione di normativa in materia": Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 36 voti favorevoli.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Cultura: argomenti non sopra specificati

Esame documenti inerenti lo smantellamento del Coro RAI di Torino


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame degli ordini del giorno inerenti lo smantellamento del Coro della RAI di Torino e delle varie interrogazioni collegate.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La ringrazio, Presidente. Non impiegherò molto tempo per illustrare l'ordine del giorno, se non per chiederne la discussione e votazione oggi stesso.
Come tutti i problemi, anche quello del Coro-Orchestra RAI può essere inserito all'interno di un discorso più generale, in questo caso quello della sede RAI di Torino. Tuttavia, ritengo che il difficile problema in discussione richieda un'immediata tempestività di pronunciamento.
Il Coro è stato dato per sciolto dalla Direzione RAI e la Regione, oggi stesso, deve dimostrare la propria volontà di contrastare tale decisione.
Le altre discussioni sul tema-RAI potremo farle tranquillamente la prossima settimana; pregherei però i colleghi di pronunciarsi oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli, in quanto presentatore di interrogazione.



MONTICELLI Antonio

Concordo totalmente con la proposta fatta ora dal collega Chiezzi. E' verissimo: quello dell'insediamento della RAI a Torino è tuttora un problema aperto, da tenere assolutamente sotto vigilanza da parte della Regione e del Consiglio.
C'è però un'emergenza specifica che riguarda in primissima istanza il Coro, che è stato dichiarato sciolto. E' quindi assolutamente necessario che la Regione, che si era assunta una responsabilità politica molto impegnativa, dica "no" alla chiusura e chieda che si ridiscuta la questione.
Inoltre, sappiamo tutti che, anche se in termini meno drammatici, ma non per questo in una situazione di assoluta sicurezza, è ancora aperto il problema dell'Orchestra.
Interrogo la Giunta su come intende muoversi; "muoversi", per significa assumere immediatamente una posizione ufficiale contraria alla chiusura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara, in quanto presentatore di interrogazione.



FERRARA Franco

Signora Presidente, intervengo come presentatore di un'interrogazione non soltanto sui problemi del Coro, ma di tutta la RAI, perché credo che il problema sia grave e, in prospettiva, sempre più grave.
Nella mia interrogazione sono partito dalle dichiarazioni rilasciate a "la Repubblica" dal Presidente della RAI, che sono di una gravità inaudita.
Non avevamo mai avuto pronunciamenti di questo genere da parte della RAI mi chiedo se la Giunta abbia già ritenuto di assumere qualche iniziativa in merito, oppure no.
Nelle dichiarazioni rese alla stampa, la Direzione RAI ha detto in modo esplicito che la sede RAI di Torino esiste in virtù della sua storia, ma che in realtà è un polo inutile, più potente di quanto non meriti, e così via. Quindi c'è il problema della RAI, c'è il problema del Coro e dell'Orchestra sinfonica: due momenti di grande importanza. Con l'Orchestra sinfonica, di fatto, c'è stato un distacco della RAI o comunque un minore interesse con sponsorizzazioni; rispetto al Coro, invece, si è già deciso di chiudere.
C'è il problema di via Cernaia, signor Presidente. Le affermazioni e le rassicurazioni fatte qui dal Presidente, dal Direttore generale e da altri soggetti RAI sono palesemente false: i dati lo confermano, dal momento che dal 1 gennaio 1990 al 30 settembre 1992 la Direzione amministrativa, che aveva sede a Torino, ha ridotto i suoi dipendenti da 480 a 300 e sono in corso di attuazione altri 135 scorpori. Si tratta di assegnazioni di settori della Direzione amministrativa della RAI di Torino aggregati e immessi nell'ambito di altri Enti e direzioni romane.
Questa, di fatto, è la prova concreta della politica che Pasquarelli e Pedullà hanno negato qui, ma che evidentemente è nei fatti. Chiedevo e chiedo di sapere quali iniziative s'intendono assumere nei confronti di persone di assoluta inaffidabilità e inattendibilità, che sono venute qui a dirci cose palesemente in contrasto con le scelte che stanno assumendo.
Mi pare che il problema del Coro della RAI sia urgentissimo, visto che si tratta di decisioni ormai assunte, ma sono altrettanto urgenti complessivamente, i problemi della RAI, che stanno andando in direzione completamente diversa rispetto alle garanzie ricevute.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giuliano; ne ha facoltà.



GIULIANO Valter

In data 22 luglio il Gruppo Verdi ha presentato un'interrogazione alla Giunta e agli Assessori competenti perché, proprio in quella giornata, il Consiglio di amministrazione della RAI era convocato per discutere e deliberare in ordine allo scioglimento dell'Orchestra e del Coro della RAI di Torino e all'accorpamento nel complesso polifonico della RAI di Milano.
Chiedevamo cosa intendesse fare la Regione per, assumere una posizione di ferma, difesa del ruolo dell'Orchestra e del Coro della RAI di Torino, onde evitare lo smantellamento annunciato e che sta per colpire anche i settori della produzione e - vi ricordo - della programmazione regionale.
Ciò non è accaduto: gli eventi hanno viaggiato più velocemente di una risposte della Giunta sul problema.
Oggi il Coro della RAI è defunto; tutto questo mentre, proprio in questi giorni, la RAI sta presentando un bilancio con cifre stratosferiche fa specie che non abbia trovato la forza, l'iniziativa per poter salvare un'istituzione culturale come quella del Coro della RAI di Torino.
Noi siamo estremamente preoccupati per la politica dell'ente televisivo di Stato che, in un momento in cui tutti, dai Partiti agli esponenti della cultura più generale del Paese, fanno riferimento al federalismo, pensa invece di avviare e realizzare una politica di centralizzazione quale ci pare essere quella che ha portato alle decisioni di questi giorni. Oggi ad essere smantellato è il Coro della RAI, il nostro timore è domani che potrebbe toccare, ad esempio, al Centro Ricerche, probabilmente l'unica cosa che ancora permarrà rispetto all'ente televisivo di Stato.
Chiediamo che, in questo momento, la priorità sia data al fatto contingente e specifico del Coro, ma che il Consiglio regionale prenda posizione e possa esprimersi anche rispetto a tutti gli altri eventi che interessano la RAI in questo periodo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo. Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi, ritengo che il Presidente del governo regionale piemontese debba usare tutta la sua determinazione e tutta la sua capacità per affrontare il problema RAI. Mercoledì scorso abbiamo assistito all'assemblea dei lavoratori del Coro e dell'Orchestra e per l'ennesima volta abbiamo potuto vedere con grande chiarezza che la politica della RAI assume dei caratteri veramente discutibili.
Bilanci dalle cifre colossali vanno per spettacoli "spazzatura", come oggi vengono definiti dai quotidiani; nell'ambito di quel tipo di politica l'approccio sul problema dei cori e delle orchestre mi sembra estremamente riduttivo e da piccoli padroni delle ferriere.
Per il Coro e per l'Orchestra si è tentata una politica di decentramento che alla lunga ha portato a dei risultati; il problema si è consumato quasi senza forti reazioni. Quando, anni fa, avevamo già levato il grido d'allarme, forse c'erano condizioni più forti per intervenire.
Credo, Presidente Brizio, che oggi tocchi a lei, per l'onere oltreché per l'onore che ha di dirigere questo governo, dimostrare tutta la determinazione del governo regionale piemontese a non accettare, a non dare per definitiva questa scelta.
Relativamente a via Cernaia, il processo di accentramento della RAI non ha minimamente, da anni, modificato la propria direzione di marcia malgrado gli incontri con il Presidente dell'IRI e malgrado tutti i rituali avvenuti. Via Cernaia un giorno non avrà più la forza, la reazione, la logica, gli elementi, da un lato, per poter essere difesa e, dall'altro per trovare energie per esprimere le ragioni della sua difesa. Tutti ormai sappiamo che con le tecnologie esistenti (la telematica, ecc.) non è più necessario alcun accentramento direzionale se non per alcuni settori, anche se, ormai, gran parte dei dirigenti vive a Roma e trova comoda la concentrazione dei propri uffici in sedi romane.
Credo occorra evitare la consumazione giorno per giorno, per non trovarci, tra due o tre anni, senza elementi logici per poter difendere via Cernaia.
Comunque, signor Presidente, la invito caldamente - e sono convinto che lo farà - a tentare un'ultima difesa: non dare per scontata questa operazione Coro, che evidentemente colloca la RAI fuori da quel solco di servizio pubblico sul quale accampa molti diritti e per il quale rivendica anche il pagamento dei canoni dai cittadini.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bodrero. Ne ha facoltà.



BODRERO Antonio

Non faccio questione di quantità di personale RAI, che probabilmente è eccessivo; non mi intendo di cori, almeno di quelli (di altri, molto più interessanti, sì).
I criteri amministrativi faraonici, antieconomici sono propri non solo della RAI, ma degli enti di Stato. Un proverbio da scrivere a lettere d'oro nel cuore, nella memoriae ovunque è: "ròba dlè Stat, ròba da mat". L'Ente di Stato disinformante, centralista e diseducante fa queste cose perché la RAI pseudo-piemontese ha vietato, bandito da tempo la cultura nazionale piemontese sia musicale che teatrale.
Mentre i musicologi esaltano giustamente il glorioso canto popolare piemontese, da parte di tutta la classe dirigente partitica si fa di tutto per distruggere la nostra cultura. E' chiaro che se noi, e quindi la nostra radiotelevisione nazional-regionale, avessimo sempre difeso la nostra cultura - come hanno fatto i sudtirolesi - oggi non vedremmo assolutamente la RAI emigrare.
Una RAI così aliena e alienante dalla nostra cultura non poteva che fare questa fine; una fine, in fondo, anche meritata. La colpa è di tutta la classe dirigente piemontese, da un secolo e mezzo alienata per colpa dei Savoia che hanno imposto la lingua toscana a un popolo francofono come il nostro. Voi sapete che il piemontese è l'antico francese e si pronuncia com'è scritto in francese: quindi è l'unico antico francese esistente. E allora dobbiamo difendere il Coro, ma non per sentire quelle cose che possiamo sentire benissimo con le cassette, quindi non ha senso una radiotelevisione nazional-regionale se non è veramente nazional-regionale.
Lo stesso si può dire del Teatro Regio: io me ne faccio un baffo del Teatro Regio perché se voglio sentire la musica che mi piace compro il disco o la cassetta. Al Teatro Regio c'è spesso l'esibizionismo della peggiore borghesia, perché la vera borghesia seria è quella che lavora, magari 14 ore al giorno, che rispetta i contratti di lavoro: questa è la vera borghesia, quella che invece va a esibire la propria eleganza e ricchezza e poi fa finta di capire la musica non è la borghesia che piace a me.
Scusatemi, ma i gusti sono molto personali ed io ho questi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Chiedo innanzitutto scusa ai coristi della RAI se il nostro Gruppo non ha potuto partecipare all'incontro. Non vi ha potuto unicamente perché non ha ricevuto l'invito o quanto meno lo ha ricevuto fuori tempo massimo, ma proprio per dimostrare che noi siamo sempre stati estremamente sensibili al problema della massima istituzione musicale torinese, ribadiamo qui con forza, anche perché è su una linea di coerenza ineccepibile che abbiamo sempre tenuto, la nostra ferma opposizione allo smantellamento progressivo che viene a penalizzare, ancor più di quanto è stato fatto finora, la RAI di Torino, dove come tutti sanno, la RAI stessa ha avuto origine.
E' difficile in questo momento avere un punto di riferimento con i dirigenti IRI: per lo sconquasso dell'IRI e per le privatizzazioni in atto per la lotta tra i dirigenti, per quanto succede all'interno stesso della RAI dove non si sa se Pedullà è ancora Presidente, se Pasquarelli rimane e così via. Lo stesso Nobili credo non si senta nelle condizioni di sicurezza con cui solamente alcuni mesi fa aveva assicurato alcune opzioni per la RAI di Torino. Io ricordo che in quell'occasione - mi dispiace autocitarmi offersi una possibilità di uscita alquanto razionale, cioè la RAI non pu essere una somma di istituzioni ripetitive da Milano a Napoli, da Roma a Genova. La RAI deve differenziare la propria attività se si vuole decentrare da Roma alla periferia del Paese, cercando di premiare quelle istituzioni che hanno una solida tradizione culturale, che hanno un radicamento nella società e nella comunità in cui vivono, che hanno ancora uno sviluppo culturale da coltivare e da assicurare. In quella occasione feci questa proposta: poiché era indubitabile che l'Orchestra RAI di Torino fosse l'orchestra di gran lunga più significativa almeno nel panorama musicale italiano della RAI, questa orchestra, col Coro certamente, avrebbe dovuto avere un particolare riguardo nei confronti di altre orchestre italiane. Io ricordo che il Presidente dell'IRI non rispose, Pasquarelli fu evasivo; probabilmente ci sono anche lì condizionamenti locali e localistici, forse più incisivi di quanto riescano a fare i nostri deputati torinesi.
Da allora qualcosa si è mosso, ma si è mosso unicamente, visto che Ferrara ha voluto allargare il discorso a tutto il problema RAI, per quanto riguarda uno spezzone del DSE e per quanto concerne l'irradiamento del notiziario regionale a tutte le parti del Piemonte. Come voi sapete il TGR praticamente era legato al nocciolo di Torino e dintorni. Altro non si fece. Oggi su 7l Corriere della Sera" si legge, da parte di Mario Raimondo direttore della sede RAI di Milano, che probabilmente rimarrà una sola orchestra nazionale. Non è più allora, solamente, il problema del Coro che ci può preoccupare. Non vorremmo che nel "Milanesato" o perlomeno nella prima capitale morale d'Italia...



CUCCO Vincenzo

Una volta!



PICCHIONI Rolando

Non lo so..., diciamo allora nella capitale economica d'Italia. Non vorremmo che a Milano si concentrasse quell'alternativa a Roma che non solamente in termini di notiziari televisivi, privati e pubblici, ma anche in termini di strutture, dalla fiction all'orchestra, portasse a una penalizzazione ulteriore di Torino. Credo quindi che la Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta, per quanto hanno fatto nel passato sia in termini formali che in termini personali, possano e debbano attuare un'azione assolutamente tempestiva e ferma, cercando ancora una volta di coinvolgere i nostri Deputati torinesi, assai riottosi, a trovare una collegialità di intenti, di' interventi, di azione.
Devo dire, signor Presidente, che il problema RAI si inserisce in una situazione assai delicata anche per quanto concerne la situazio-ne IRI in Piemonte. A me consta che una delle direzioni, forse l'unica rimasta, della STET, con 150 alti dirigenti stia per emigrare a Roma e pare che qualcosa del genere si stia svolgendo, ad esempio, per quanto concerne la SEAT e altre società del settore. Questa "società intelligente" che poi è fatta di informatica cibernetica, di ricerca e di tantissimi addendi cosiddetti post industriali non possiamo perderla se non garantendo l'ulteriore povertà della società torinese. Deve assolutamente essere garantita proprio per la congiuntura negativa che abbiamo più volte sottolineato con accenti estremamente preoccupati. Io non so però quale sarà l'interlocutore.
Abbiamo avuto una visita del Ministro Pagani al quale il collega Chiezzi ha conferito poteri taumaturgici, anzi auspici taumaturgici, ma pur avendo un Ministro delle Poste piemontese che è necessario sensibilizzare, dobbiamo ricordare che il potere in RAI è suddiviso in miriadi di spezzoni, per cui c'è un groviglio inestricabile di competenze, dalla Commissione di vigilanza all'IRI, al Ministero delle Poste, però - vivaddio! - il problema non è solamente quello di assicurare le frequenze ai privati che hanno più o meno diritto, ma anche di garantire uno standard minimo di correttezza di rapporti con il territorio in cui opera. Crediamo allora che le forze politiche che sono qui presenti e che hanno un riferimento particolare con il Ministro delle Poste possano muoversi affinché qualche cosa - non vergognamoci di domandare qualche cosa per il Piemonte - si possa anche fare,' non sulla base di un clientelismo spicciolo, ma sulla base di una situazione estremamente oggettiva, semplice, lineare, che è quella della tradizione, della presenza, del significato della RAI a Torino.
Vorrei fare ancora un appunto. Ha detto giustamente il collega Tapparo che c'è il problema della TV spazzatura e della TV degli appalti: a me pare che un corista o un membro dell'orchestra di musica leggera di Milano costi 2-2,5 milioni al mese, mentre con l'appalto il medesimo viene a costare 5 milioni. Anche questo è un problema da chiarire perché possiamo giocare fin che vogliamo su "Scommettiamo che?" però dobbiamo dire che, proprio per avere una diversificazione che deve essere una sua specificità anche da Berlusconi e dintorni, il servizio nazionale ha alcuni obblighi morali culturali ben precisi. Dobbiamo scarnificare queste somme per vedere effettivamente - lo facciamo in casa nostra, possiamo pretenderlo anche in casa altrui - quali sono le possibilità reali per cui questo Coro possa sopravvivere o soccombere.
Ultima annotazione. Non so se l'apparato direttivo di tutta la RAI torinese è sempre stata univoco nel difendere l'Orchestra e il Coro; non lo so. Dicendo "non lo so" probabilmente ho qualche dubbio residuo, ci sono anche state guerre di bottega o guerre tra artisti (Ceccato che è un grande artista non c'è più, è andato via; Sablich è il nuovo direttore artistico della RAI), però dietro o sotto o a fianco di questi avvicendamenti ci sono delle manovre, delle tensioni, ci sono certamente dei fatti che indeboliscono il fronte della resistenza in un momento in cui ci vuole non solamente la compattezza del mondo politico, ma anche quella degli organismi culturali e amministrativi e delle maestranze RAI. Se offriamo il fianco ad una dirigenza romana che trova il mezzo di incunearsi negli interstizi delle nostre divisioni, probabilmente non offriamo il mezzo migliore affinché questa nostra Orchestra e questo nostro Coro possano difendersi in maniera incisiva e concreta.
Questo è il quadro che ho potuto individuare. Quadro che deve certamente avere un punto di approdo preciso e significativo nelle forze politiche e soprattutto nelle forze di governo, che qui sono rappresentate indirettamente dall'Assessore Gallarini, proprio perché questa occasione non sia ancora una volta penalizzante per la città e per la sua cultura.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Una sollecitazione del Consiglio, direi una presa di posizione del Consiglio, che dia forza al Presidente della Giunta ed alla Presidente del Consiglio in una difesa come ha detto Tapparo, l'ultima - del Coro ci pu trovare pienamente d'accordo. Siamo disponibilissimi a muoverci, unitamente con la Presidente Spagnuolo, pur avendo ben presente una realtà, in cui come ha detto il Consigliere Picchioni, è difficile trovare l'interlocutore, e dove c'è una volontà di scindere il problema dell'Orchestra dal problema del Coro.
La volontà da parte della direzione RAI è ben chiara; per l'orchestra una soluzione tampone per qualche anno è stata trovata, per il Coro c'è la tendenza surrettizia, che bisogna ben percepire, di andare allo scioglimento cercando di riciclare il personale - senza licenziamenti naturalmente - presso il Coro del Regio.
Abbiamo cercato in tutti i modi di fermare - e continueremo a farlo tale operazione, ma avendo ben presente la grossa difficoltà di trovare un interlocutore-RAI, in un momento di indubbio sbandamento: Ritengo si possa comunque tentare un passaggio attraverso il Ministro: lo faremo ben volentieri, e tale discorso potrebbe servire per l'intera operazione.
Un invito, quindi, in questo senso non mi ' sta bene. Non mi sento di accettare un invito a costituire una Fondazione: bisogna essere realistici potrebbe essere cosa possibile, ma non con la situazione finanziaria della Regione Piemonte. Costituire la Fondazione di un Coro e sostenerla finaniiariamente - oltretutto il sostegno non è chiaro, perché mancano altri partecipanti - non mi pare strada perseguibile. Preferisco l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, molto esplicito e vincolante. Un discorso generale ci vede consenzienti; un discorso puntuale che indichi una soluzione richiede un impegno che, con tutta sincerità, non so che risultati possa dare.
Più in generale, non è che non siano stati onorati gli impegni assunti: la questione del TG scientifico è partita, la questione del potenziamento di TG3 è in corso e sta andando avanti. Alcuni risultati sono stati raggiunti rispetto al punto di partenza.
Sicuramente sconvolgente la dichiarazione di Pedullà che abbiamo letto su "La Repubblica"; ho cercato Pedullà immediatamente: credo che in un altro momento sarebbe stato facile trovarlo, ma per ora non sono ancora riuscito a parlargli. Possiamo anche scrivergli, certamente, non ho difficoltà a farlo; però, quando manca l'interlocuzione immediata e diretta a livello istituzionale diventa tutto più difficile.
In ogni caso, assumeremo una posizione precisa come Giunta e con la Presidente del Consiglio, per ricercare un interlocutore su questo tema estremamente difficile.
Relativamente al depauperamento, sul piano amministrativo di via Cernaia, bisogna vedere se si tratta di organizzazione del personale o di trasferimento di uffici - che a me non risulta, diversamente datemi gli elementi a vostra disposizione, poiché ci siamo mossi anche relativamente alla STET. Ho parlato personalmente con il dott. Agnes, il quale mi ha dato assicurazioni - che vedremo quanto reali. Ho parlato, per quello che riguarda la SEAT, con il nuovo direttore Torresani, che ha sostituito Rea il quale a sua volta aveva sostituito Nasi: è il terzo direttore della SEAT che incontro in questi due anni, da quando sono Presidente della Regione.
Torresani mi ha dato assicurazioni certe che vuole rafforzare la presenza della SEAT in Torino: è stato nominato da 15 giorni, vedremo quale sarà la possibilità. Torresani ha avuto una lunga presenza a Torino nel passato" anche come giornalista de "La Gazzetta del Popolo". Credo ci sia la possibilità di continuare il dialogo aperto. Non siamo inerti, ma la situazione presenta difficoltà oggettive. Da parte nostra, cerchiamo di affrontare ogni problema; occorre però tener presente la tendenza ad un peggioramento generale della situazione: la situazione della RAI da un anno fa ad adesso è cambiata; la situazione dell'IRI, con il discorso delle privatizzazioni è cambiata, la situazione della STET è modificata. Abbiamo una situazione sempre più difficile con la quale misurarsi e alla quale certamente noi dedichiamo molto impegno, con buona pace di chi pensa che facciamo soltanto dell'amministrazione, a tutti i livelli possibili.
Affrontiamo una fase difficile, e ne abbiamo piena consapevolezza.
Se il Consiglio ritiene di votare un ordine del giorno che non solo ci impegni ma che ci dia forza, in cui sia il Consiglio medesimo a dire "impegniamo la Giunta ed il Presidente della Giunta ad operare perché come Consiglio siamo contrari a che si chiuda..." saremo ben contenti di accettarlo, in forza di un impegno che, vi assicuro, svolgiamo giornalmente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Sono stati presentati due documenti: l'ordine del giorno n. 451 a firma dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, che già conoscete; l'ordine del giorno n. 458 a firma dei Consiglieri Cavallera, Picchioni, Zanoletti e Penasso, che recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, preso atto della situazione della RAI di Torino, in merito all'orchestra ed al coro RAI, chiede alla Giunta di intervenire tempestivamente e decisamente contro ogni ipotesi di smantellamento delle grandi istituzioni musicali torinesi, adoperandosi presso la RAI affinché essa possa adempiere agli impegni assunti dalle massime dirigenze dell'IRI e della RAI recentemente venute a Torino".
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Credo sia chiaro a tutti il significato di una votazione unanime del Consiglio su questo tema. Naturalmente; parlo in vista dell'obiettivo in discussione e null'altro. Riterrei una sconfitta mantenere ognuno il proprio ordine del giorno.
Il Presidente Brizio ha sollevato il problema relativo all'affrontare la proposta di dar vita ad una Fondazione. Tra l'altro, l'ordine del giorno contenente questa proposta concreta, è stato votato l'11 marzo di quest'anno. L'ordine del giorno presentato dal Consigliere Picchioni ed altri è insufficiente per questo motivo: non c'è polemica nelle mie parole ma ho riletto i verbali dell'incontro con Pasquarelli e Nobili, perch prima di', recarmi alla riunione con le organizzazioni sindacali volevo rivedermi la discussione. Gli impegni che Pasquarelli ha assunto erano_ quasi nulli. Come ricorderete, Pasquarelli ha detto che alla nascita della RAI il palinsesto era riempito dalla musica delle orchestre; ha ribadito che oggi non è più così. Ha poi aggiunto che il complesso sinfonico non faceva tutto quello che avrebbe potuto fare. Gettava un po' la palla sulla Regione dicendo "svegliatevi un po' voi, perché noi 70 miliardi all'anno per i Cori non possiamo sostenerli". Ora, il vostro ordine del giorno richiama un impegno che in realtà è stato debolissimo. Quello che posso dire è che se il Presidente ed i colleghi ritengono troppo forte l'individuazione della Fondazione, manterrei questa indicazione come una delle forme possibili di impegno, di verifica, cioè impegna A) a verificare la possibilità di dare vita alla Fondazione B) a rivolgersi alla direzione RAI nazionale opponendosi alla sua decisione e facendo in modo che rientri a livello nazionale. Quindi proporrei un emendamento al mio ordine del giorno nel quale si dica "impegna la Giunta a coordinarsi con le altre istituzioni interessate allo scopo di verificare la possibilità di costituire una Fondazione" che rimanga come messaggio ed ipotesi di lavoro. Proporrei, quindi, di agire richiedendo una precisa e coerente scelta della direzione RAI contro la chiusura del Coro.
Penso in questo modo di interpretare sia i problemi di lavoro del Presidente Brizio sia l'ordine del giorno della Democrazia Cristiana, che mi sembra incentri il problema di una lotta in sede nazionale contro lo smantellamento. Consegnerei quindi alla Presidente queste due brevi correzioni al mio ordine del giorno.
Questo se c'è unità di intenti, cosa a cui tutti dobbiamo tendere diversamente permangono i due ordini del giorno, ma in tal caso il nostro ruolo sarà del tutto insufficiente. Consegno questi emendamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Avevo seguito in passato il problema dell'Orchestra e del Coro, con il precedente Direttore di Torino, Pozzi, il quale mi aveva detto che la RAI non poteva più sopportare le spese di mantenimento dell'Orchestra e del Coro, che ammontavano a 14 miliardi all'anno. Pertanto, avrebbe desiderato che il 50% della spesa passasse a carico degli Enti locali torinesi, il che equivaleva a 7 miliardi annui. Da allora nessuno ha più insistito su questo problema.
Ritengo possibile l'istituzione di una Fondazione e la conseguente collaborazione fra Regione, Provincia e Città di Torino.
Il problema non è tanto quello di costituire una Fondazione, quanto piuttosto, quello delle conseguenze economico-finanziarie. Non è sufficiente affermare di voler mantenere il Coro e conseguentemente di creare una Fondazione che costerà qualche milione all'anno. Il problema è successivo, nel senso che la RAI ci richiederà anche di partecipare alle relative spese. Ma non è problema che tocca solo me; è problema che riguarda la Giunta e particolarmente l'Assessore Gallarini. Personalmente sarei ben lieto di partecipare a questa iniziativa, ma sono sicuro che la risposta della RAI sarà 'prendetevi buona parte delle spese"; il problema riguarda soprattutto l'aspetto finanziario.
Aggiungo che la settimana scorsa, in occasione della riunione di tutti gli operatori dello spettacolo alla presenza del Ministro Boniver, ad Alessandria, il nuovo Direttore RAI, Ayassot, ha fatto presente la necessità di abbandonare il Coro. Sul problema ci sono voci discordi qualcuno ha fatto presente che a Torino esiste già il Coro del Teatro Regio. Concludendo, non sono contrario all'istituzione di una Fondazione anzi sono disponibilissimo ad operare in tal senso, ma attendiamoci la richiesta di un consistente contributo finanziario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Siamo di fronte a due documenti largamente riduttivi rispetto ad un problema assai più generale. Il pericolo è, per far le cose in fretta, che si arrivi a risultati parziali, non esaustivi. Stiamo parlando unicamente del Coro, situazione maggiormente contingente, ma che non è l'unica da affrontare. Il Presidente Brizio chiede forza, ma per andare a parlare con chi? Non si capisce più chi sia l'interlocutore; sarebbe bene capirlo: le persone intervenute finora, tutte autorevoli, erano altrettanto inaffidabili ed inattendibili. Già nel loro viaggio di ritorno a Roma non pensavano più agli impegni assunti.
All'interlocutore bisogna porre il problema della politica-RAI in modo forte e complessivo; a parte il Coro, problema immediato, c'è una miriade di tasselli altrettanto importanti. .E' mia opinione che sarebbe bene anziché fare un ordine del giorno raffazzonato e non rispondente all'importanza dell'argomento, impegnarci ad approvarne nel corso della prossima seduta uno maggiormente articolato, che affronti compiutamente i vari aspetti della questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

La ringrazio, Presidente. Sono molto felice di questo intervento del Consigliere Ferrara; se si propone un rinvio, pensandoci sopra, perché si fa presto a parlar di Cori.., se ci sarà questo impegno, che cadrà questo veto vergognoso verso la cultura piemontese... (i non molto vecchi tutt'altro che vecchi, si ricordano che fino a qualche anno fa, sia sul piano musicale che teatrale; c'erano trasmissioni piemontesi, invece sono solo più siciliane, campane e di chissà dove) allora io potrei anche votare a favore dell'ordine del giorno più deciso. E' chiaro che non abbiamo neanche bisogno dell'elemosina di Roma, ché son poi i nostri soldi: il popolo piemontese finanzierebbe una cultura propria, ben volentieri.
Allora, dico: se c'è questo ripensamento potrebbe darsi che votassi a favore, altrimenti non partecipo alla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

La dichiarazione di voto è strumentale, nel senso che il voto sarà favorevole comunque verranno posti i documenti, senza troppe velleità e distinguo, apprezzando l'attenzione posta dai colleghi presentatori dell'ordine del giorno al problema.
La dichiarazione di voto mi consente però di far rilevare al Presidente stando in linea con il mio precedente non apprezzato intervento l'esigenza che una collettività matura come la nostra non si limiti a fare questione di difesa delle conseguenze di una politica, ma che, per esempio diventi soggetto interlocutore dello Stato, ma non per sapere se l'ICI si debba applicare o no ad una certa categoria delle case, ma per capire se siamo disponibili ad una politica della RAI, che trova la sua giustificazione nel canone, e che assicura due beni che il mercato in genere non ha interesse a tutelare: la cultura e l'informazione. Questa è la questione, signora Presidente, sulla quale mi sembrerebbe non fuori luogo, per esempio, organizzare un convegno, fare una vera politica sulla questione.
Il servizio pubblico deve garantire quanto il mercato non garantisce; e sicuramente il mercato non garantisce beni, per loro natura poco produttivi in termini di ritorno, di risorse, di immagine e di alto costo all'origine.
La politica della RAI non va in questo senso; personalmente, ho molta simpatia per alcuni presentatori, ma immaginare che un presentatore che va per la maggiore in questi giorni costa alla RAI un quinto dell'orchestra torinese è scandaloso. Ed inoltre, l'informazione nazionale viene attuata con strumenti come "Samarcanda" o "Milano, Italia": mi sembrano uno spazio che non è la ragione per cui paghiamo il canone.
Cinque milioni di piemontesi sono disposti a pagare 100 mila lire all'anno: ma per cosa, per quello che il mercato non è disposto ad offrire.
E lo paghiamo come servizio pubblico. Non accettiamo che si dica che siccome l'orchestra non produce spot - tanto per dirla tutta - e sponsorizzazione deve essere messa in coda perché non c'è ritorno economico, e che l'informazione seria venga abbandonata a favore di quella che fa audience, tipo "Samarcanda". Queste sono le questioni sulle quali si giocano due beni dei quali le istituzioni sono sicuramente responsabili: l'obiettività e la correttezza dell'informazione e non la sua strumentalizzazione, magari non solo in termini politici, ma di audience.
Non si può ridicolizzare la classe politica utilizzandola come orsi ammaestrati, come in certe trasmissioni televisive. I nostri poveri ministri vengono usati come orsi ammaestrati: è cosa indegna! Lasciamolo fare a Ferrara, è il suo mestiere! Ma chi è pagato dallo Stato non usi i ministri come orsi ammaestrati, così come - ripeto - non è possibile accettare che l'orchestra venga abbandonata perché non ha ritorno di immagine e di risorse. Lo Stato scelga: o ci lascia liberi di accedere al mercato - che quindi non ci fornirà più questi beni - o non ci chieda il canone.
Un'ultima cosa, al collega Bodrero. Proprio io e lui, che siamo provinciali e abbiamo un po' la tendenza ad immaginare che la cultura la si possa anche acquisire in periferia con strumenti ai quali ci rivolgiamo io e lui, cioè le cassette e le videocassette, dico che la cultura è anche fatto di partecipazione, del vivere insie-me i momenti formativi della cultura. Bisogna andare a teatro. Personalmente, ho grande difficoltà a recarmici, ma bisogna farlo: la cultura è prodotto della collettività. Fin quando ho soltanto ascoltato la musica rock, l'ho considerata pura demenzialità. Questo fin quando l'ho soltanto ascoltata. Mi sono trovato una volta, in uno stadio e mi sono sentito coinvolto in una produzione di un bene che qualitativamente poteva essere opinabile, ma per il fatto che era il prodotto del concorso di decine di migliaia di persona assunse Un significato che non può sicuramente essere trascurato e lasciarci estranei.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Relativamente all'ordine del giorno, se rimaniamo sulla questione specifica, quello del Consigliere Chiezzi, modificato, per me è accettabile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 451 modificato secondo il testo che vi leggo: "Il Consiglio regionale del Piemonte, visto l'atteggiamento di disimpegno e di ridimensionamento messo in atto malgrado le rassicurazioni formali, dalla Direzione RAI dal capoluogo della Regione; atteggiamento evidente nel caso delle attività sinfonico-corali (nonostante il livello produttivo del Complesso sia assai rilevante) sottolineato che per il Piemonte e per Torino vi sono già oggi serie difficoltà nel reperire occasioni volte ad arricchire la propria vita intellettuale, a rendere più articolata, vitale e pluralistica la propria identità culturale considerato che l'impoverimento che deriverebbe dalla 'chiusura' del Complesso appare ancora più grave se si tiene conto che: questo gode di un generale apprezzamento della critica - quindi si depaupererebbero esperienze e capacità di prestigio ottiene un rilevante, quanto crescente, successo di pubblico in regione sono sostanzialmente assenti analo-, ghe opportunità oggi il numero di Orchestre stabili nelle altre città italiane - per non dire del panorama europeo - è, in proporzione, molto maggiore rilevando come, da un lato, sia recentemente cresciuto il contributo delle sponsorizzazioni private - collegato tuttavia ad un discutibile accordo di coproduzione che non può certo assicurare il futuro della struttura e del suo reclutamento - mentre, d'altro canto, non si può ragionevolmente supporre che,la 'soluzione' del problema si possa ipotizzare in un 'anomalo accorpamento con il Teatro Regio. Ciò sia per evidenti ragioni artistiche che per il depauperamento delle articolazioni delle culture musicali che ne deriverebbero considerate le proprie espressioni di volontà assunte in passato alfine di garantire il permanere del Complesso Sinfonico- Corale. Torinese il Consiglio regionale del Piemonte impegna fortemente la Giunta regionale a coordinarsi con le altre Istituzioni interessate allo scopo di verificare la possibilità di costituire una 'Fondazione amici del Complesso Sinfonico di Torino (coinvolgendo Comune, Provincia, Regione, Banche e privati), che contribuisca, sulla base di un preciso impegno pluriennale della RAI, al sostegno dei programmi del Complesso Sinfonico-Corale medesimo a richiedere con fermezza una precisa e coerente scelta della RAI per il mantenimento del Complesso Sinfonico-Corale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 34 voti favorevoli (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione).
L'ordine del giorno n. 458 è pertanto ritirato dai proponenti.


Argomento:

NOMINE


PRESIDENTE

Il punto 23 all'o.d.g. reca: "Nomine" Si distribuiscano le schede per le seguenti nomine


Argomento: Nomine

- CO.RE.CO. - Sezione decentrata di Saluzzo" (art. 42 legge 8 giugno 1990 n.142 e L.R. n. 30/ 91). Nomina di 4 esperti effettivi e di 2 esperti supplenti


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti esperti effettivi i signori Stefano Aragno, Livio Quaranta, Arcangelo De Vicariis e Adolfo Dossetto, ed esperti supplenti i signori Francesco Stormo e Paolo Lampertico.


Argomento: Nomine

- CO.RE.CO. - Sezione decentrata di Vercelli" (art. 42 legge 8 giugno 1990 n.142 e L.R. n. 30/ 91). Nomina di 4 esperti effettivi e di 2 esperti supplenti


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti esperti effettivi la signora Sandro Cavezzale e i signori Renato Cerutti, Carlo Crivelli, Giacomo Manachino, ed esperti supplenti i signori Piermarco Accanto e Francesco Ferraris.


Argomento: Nomine

- Comitato regionale di controllo sugli atti delle Province (art. 42 legge 8 giugno 1990 n.142 e L. R. n. 30/91). Nomina di 1 esperto effettivo e di 2 esperti supplenti (Integrazione)


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto esperto effettivo il signor Luigi Massa, esperti supplenti i signori Giacomo Cellerino e Ettore Bert.


Argomento: Nomine

- CO.RE.CO. - Sezione decentrata di Pinerolo (art. 42 legge 8 giugno 1990 n.142 e L.R. n. 30/ 91). Nomina di 1 esperto supplente (Integrazione)


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Massimo Predale.


Argomento: Nomine

- CO.RE.CO. - Sezione decentrata di Ivrea (art. 42 legge 8 giugno 1990 n. 142 e L.R. n. 30/91). Nomina di 4 esperti effettivi e di 2 esperti supplenti


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti esperti effettivi i signori Giorgio Oberto Tarena, Alessandro Pollono, Antonino Buccheri, ed esperti supplenti le signore Lidia Fabbro e Maria Rosa Cena.
Non avendo nessuno degli altri candidati a esperto effettivo riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma 4, della L.R. n. 30/91, con successiva deliberazione si procederà alla nomina mancante per l'integrazione dell'organo.


Argomento: Nomine

- CO.RE.CO. - Sezione decentrata di Verbania (art. 42 legge 8 giugno 1990 n.142 e L.R. n. 30/ 91). Nomina di 4 esperti effettivi e di 2 esperti supplenti


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti esperti effettivi i signori Renato Suerra, Renato Possetti, Gino Boldini, Enzo Ferrero, ed esperti supplenti i signori Pietro Chiovenda e Valentino Ghisoli.


Argomento: Nomine

- CO.RE.CO. - Sezione decentrata di Asti (art. 42 legge 8 giugno 1990 n. 142 e L.R. n. 30/91). Nomina di 4 esperti effettivi e, di 2 esperti supplenti


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti esperti effettivi i signori Luigi Gambino, Marisa Caracciolo, Oddino Bo, Rodolfo Prosio, ed esperti supplenti signori Giangiacomo Dapino e Giorgio Todeschini


Argomento: Nomine

- Ente di gestione dei Parchi e delle Riserve naturali del Lago Maggiore (art. 2, L.R. n. 4/92). Consiglio direttivo. Nomina di 3 membri con esperienza in materia forestale, zoologica ed archeologica.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Alfredo Pulvirenti (esperto zoologo). Rinvio a successiva seduta l'elezione dei due componenti restanti, non avendo nessuno dei candidati riportato la maggioranza richiesta


Argomento: Nomine

- Ente diritto allo studio universitario (art. 19, L.R. n. 16/92) Consiglio di amministrazione. Nomina di 4 rappresentanti (Integrazione)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Fulcheri. Ne ha facoltà.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

Desideravo soltanto sottolineare l'urgenza delle nomine relative all'Ente diritto allo studio universitario poiché è indispensabile che entri in funzione al più presto.



PRESIDENTE

Devo dire all'aula che l'Assessore mi aveva anticipato tale richiesta resasi ultimamente pressante da parte del mondo universitario.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Colleghe e colleghi, l'Assessore Fulcheri ha tutte le ragioni per sollecitare questa nomina. Quello che stupisce è che la nomina non sia già stata proclamata in quanto la votazione per il diritto allo studio universitario 'è stata effettuata in termini regolari, la votazione ha avuto il suo esito e sulla base dell'esito della votazione applicando le regole sin qui applicate regolamentari e dell'esito della votazione, la Presidente può benissimo nominare gli eletti.
Il problema che è nato è che tra gli eletti vi è una autocandidatura.
Questo ha squinternato i rapporti e gli equilibri tra i Partiti proponenti di maggioranza e di minoranza. Io non concordo quindi nel modo più assoluto con la invalidazione dell'esito delle votazioni relative al diritto allo studio effettuate la scorsa volta. A mio parere, la votazione è stata valida e l'autocandidata è stata eletta, nominata o meno che sia. Adesso si sceglie un'altra strada che non condivido. Certo che sarebbe ben grave che a seguito di questa votazione, sulla cui legittimità ho moltissimi dubbi l'autocandidata risultasse non eletta. In tal caso io mi riservo ogni iniziativa possibile a tutelare i diritti di una cittadina votata liberamente in quest'aula a voto segreto, al di là degli equilibrismi e spartingaie tra i Partiti.



PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi mi aveva già anticipato questa sua posizione.
Devo comunicare all'aula che la volta precedente ho dichiarato eletti i due nominativi che avevano ottenuto la maggioranza dei voti; non ho dichiarati eletti gli altri perché non avevano ottenuto il quorum necessario. Ho sempre fatto così - anche in precedenza - uniformandomi peraltro a quanto deve avvenire nelle fasi successive di approvazione, da parte degli organi di controllo, di queste candidature. Non c'è alcun discorso che abbia riguardato la decisione della Presidenza del Consiglio né di spartingaia n valutazioni nel merito dei candidati che hanno ottenuto voti, sia che essi fossero presentati da Gruppi consiliari sia che essi si fossero autocandidati. La natura del voto non ha assolutamente orientato la decisione in merito alla dichiarazione di validità della votazione.
Tengo a precisare tale posizione, in quanto è compito del Presidente del Consiglio mantenere sempre in massima evidenza questioni che attengano alla legittimità della votazione, e non al merito dichi è stato eletto o meno.
Per scrupolo, ho sottoposto la questione alla Commissione Nomine; oggi stesso abbiamo convocato l'Ufficio di Presidenza del Consiglio per riesaminare la questione.
La scheda relativa al diritto allo studio che verrà sottoposta fra poco alla votazione da parte del Consiglio prevede la nomina di quattro rappresentanti del Consiglio di amministrazione dell'Ente come integrazione dei voti già espressi la volta precedente, con voto limitato a due. Questa scelta intende garantire al massimo diritti delle minoranze, così come prevede il nastro Regolamento.
E' stata attuata la scelta più garantista possibile delle minoranze ritengo inoltre che il comportamento tenuto in occasione dell'avvenuta votazione non sia stato per alcun aspetto innovativo di analoghi comportamenti sviluppatisi nel passato. Che la votazione abbia riguardato fra le altre, un'autocandidatura, non è questione che sotto il profilo della legittimità debba essere tenuta in conto dalla Presidenza del Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco. Ne ha facoltà.



CUCCO Vincenzo

La Presidente può cortesemente chiarirmi come mai i candidati non sono stati proclamati eletti? Non mi pare che per essere eletti in quell'Ente occorrano maggioranze qualificate.



PRESIDENTE

Semplicemente, rispetto alle maggioranze presenti in aula non avevano ottenuto la metà più uno dei voti.



CUCCO Vincenzo

Metà più uno dei voti? E da quando vige la regola che per essere eletti occorra la maggioranza di metà più uno dei voti? Tutte le nomine sono fatte senza questo tipo di maggioranza; se vigesse tale regola le minoranze non sarebbero quasi mai rappresentate negli Enti che voi nominate. Anzi: mai.



PRESIDENTE

Ci siamo uniformati esattamente ai criteri che abbiamo sempre visto essere approvati successivamente dalla Commissione di controllo. E' quanto abbiamo sempre fatto.
Se viene posto in discussione questo modo di procedere, bisognerà provvedere - come già emerso nella discussione in sede di Commissione Nomine e di Ufficio di Presidenza - a nuova norma regolamentare. In concordanza con le normative a mia disposizione ho proposto, sentendo la Commissione Nomine e l'Ufficio di Presidenza, di portare alla votazione dell'aula la norma più favorevole alle minoranze, e che consenta, quindi alle minoranze di avere almeno due rappresentanti.



CUCCO Vincenzo

Presidente, mi consenta di sottolineare la sua interpretazione autentica della legge sulle nomine: da oggi in poi qualunque nomina fatta qua dentro dovrà avere almeno la maggioranza della metà dei voti più uno.



PRESIDENTE

...a meno che non ci sia una qualche normativa legislativa che preveda diverse maggioranze qualificate.



CUCCO Vincenzo

Provvederemo ad aiutare l'Ufficio di Presidenza a controllare che questa norma sia sempre applicata.



PRESIDENTE

La ringrazio.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Presidente, se mi tocca porre questioni non belle è perché abbiamo assistito ad una cosa di una gravità inaudita. Suggerirei al Presidente di lasciare temporaneamente la Presidenza al collega Montabone affinch richiami formalmente il collega Chiezzi, il quale ha accusato la nostra Presidente, che è pubblico ufficiale, di un comportamento che solo per non aggiungere aggettivi ad altri aggettivi, non definisco. A mio modo di vedere, comunque, questa dichiarazione deve essere sanzionata in aula quanto meno con un richiamo da parte della Presidenza che evidentemente la Presidente non può formulare.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei ha qualcosa da aggiungere? Così, quando lascio l'assemblea, il paniere è completo. Altri hanno qualcosa da dire?



(Voce in aula)



PRESIDENTE

Nella spiegazione che ho dato all'aula ho anche tentato di porre in campo, accanto alla mia interpretazione, tutte le possibili interpretazioni giuridiche da parte della Commissione nomine, dell'Ufficio di Presidenza e di quegli uffici che mi hanno coadiuvato nella questione.
Non ho alcuna difficoltà a cedere la Presidenza dell'assemblea al Consigliere Montabone. Prego Montabone.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



CHIEZZI Giuseppe

Richiamato su cosa, scusi, Presidente.



PRESIDENTE

Non lo so, non presiedevo.



CHIEZZI Giuseppe

Io riconfermo tutto quello che ho detto; riconfermo tutto quello che ho detto: a mio avviso la votazione aveva esito valido. Questa è la mia opinione, che esprimo qui e riconfermo. L'autocandidata, a mio giudizio, è già stata eletta.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, semi permette, lei ha un'opinione, ma chi deve decidere, con ultima parola rispetto a queste questioni è il Presidente del Consiglio, che ha deciso. L'altra volta...



CHIEZZI Giuseppe

Il Presidente del Consiglio ha deciso, ma il richiamo.., cos'è questo richiamo, richiesto da Marchini? Finché mi richiama Marchini, guardi..
proprio... E' tanta aria.



PRESIDENTE

La prego, su... Credo che questo tempo politico richieda un po' di serenità...



CHIEZZI Giuseppe

Ma se c'è un richiamo a verbale, chiedo su cosa è fondato.



PRESIDENTE

A verbale non c'è alcun richiamo.



CHIEZZI Giuseppe

Ah, va beh. Chiuso.



PRESIDENTE

Vi prego di avere, ogni tanto, anche la politica del sorriso.
Altrimenti, in quest'assemblea finiamo per perdere il senso della realtà.
Mi permetto di dire questo perché mi sento di doverlo dire.
Adesso il Consigliere Rivalta interviene, mi tratta di nuovo malissimo...



RIVALTA Luigi

Chiedo venga messo a verbale.



PRESIDENTE

Ma non c'è nessun verbale...



RIVALTA Luigi



PRESIDENTE

Stava scherzando, mi pare di aver sentito, nel tono di Montabone, un tono scherzoso.



RIVALTA Luigi



PRESIDENTE

Ritengo non ci sia alcuna delicatissima questione; c'è, semplicemente un'interpretazione rispetto a delle modalità di votazione che abbiamo chiarito in tutte le sedi, che questo Consiglio regionale ci mette a disposizione con il suo Statuto ed il suo Regolamento. Per cambiare questa votazione dovremmo cambiare un articolo di Regolamento. Questo è quanto.
Procediamo con le nomine dei rappresentanti all'Ente Diritto allo Studio Universitario. E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Dichiaro non valida la votazione, non avendo alcuno dei candidati riportati voti sufficienti.
Ente Diritto allo Studio Universitario (art. 24, L.R. n.16/92).
Collegio dei revisori. Nomina di 3 membri effettivi e 2 membri supplenti.
La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia, Assessore regionale

Scusi, Presidente, prima della votazione, devo fare una dichiarazione di astensione dal voto per i Revisori dei Conti dell'Opera universitaria.



PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti revisori effettivi i signori Leo Amato e Giancarlo Cordaro e revisore supplente il signor Maurizio Puddu, non avendo alcuno degli altri candidati riportato voti sufficienti.


Argomento: Nomine

Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo (art. 8, lettera b dello Statuto) Designazione di 2 soci E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Editoria elettronica e duplicazione.


PRESIDENTE

Proclamo eletti i signori Emilio Lombardi e Vincenzo Costa.


Argomento: Nomine

- Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta (L.R. n. 29/79). Consiglio di amministrazione. Sostituzione del signor Pusterla Bruno.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Maria Grazia Calzoni. - Parco nazionale del Gran Paradiso (art. 9, legge n.
394/91). Collegio dei revisori. Nomina di 1 rappresentante.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle h. 19.10)



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