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Dettaglio seduta n.18 del 31/10/90 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Cerchio Croso, Farassino, Garino, Montabone, Picchioni e Segre.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 31: "Provvedimenti in materia di tasse sulle concessioni regionali" (rinvio)


PRESIDENTE

Comunico che si è appena conclusa la riunione dei Capigruppo nella quale si è esaminato l'iter ulteriore inerente il progetto di legge n. 31.
I Capigruppo hanno convenuto che possa essere applicato l'art. 81 del Regolamento, in quanto si verifica la fattispecie del primo comma, il cui testo recita: "Il Consiglio può rinviare alla Commissione l'esame dell'intero testo o di singoli articoli quando gli emendamenti proposti rendano necessaria ed opportuna un'ulteriore istruttoria".
L'ulteriore istruttoria si è ravvisata opportuna, pertanto anche in relazione al secondo comma dell'alt. 81 si è stabilito di procedere all'esame in aula di questo testo di legge nella seduta del 13 novembre p.v. Dovendo dare un termine alla Commissione si è individuato il periodo da oggi al 12 novembre p.v. A norma di Regolamento, pongo in votazione l'applicazione dell'art. 81 sul presente o.d.g.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 34 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 27: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 27, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Comunico che mi è pervenuta la seguente lettera: "Mi pregio informarla, che nella seduta del 26 ottobre scorso la I Commissione ha concluso l'esame e quindi approvato a maggioranza dei Consiglieri presenti il progetto di legge n. 27:'Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990'.
La votazione, a cui hanno partecipato tutti i Consiglieri presenti, ha avuto l'esito seguente: favorevoli: DC, PSI, PLI, PRI, PSDI contrari: PCI, Lega Nord, MSI-DN astenuti: nessuno.
Relatore è stato nominato il Consigliere Ferraris".
Alla lettera sono stati uniti il testo del progetto di legge n. 27 nonché le comunicazioni dei pareri consultivi espressi in proposito dalle Commissioni consiliari II, III e IV.
Ha pertanto la parola il relatore. Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in data 5 ottobre la Giunta regionale ha presentato il disegno di legge n. 27 relativo all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1990.
Tale proposta è stata assegnata all'esame in sede referente alla I Commissione in data 9 ottobre e convenientemente Illustrata dall'Assessore al bilancio è stata discussa in più sedute.
Nel corso del dibattito in Commissione è emerso con evidenza lo stato di difficoltà in cui versa la finanza regionale, stretta da minori risorse trasferite e da conseguenti crescenti rigidità.
La legge del bilancio di previsione per l'anno 1990 e le successive leggi di variazione allo stesso bilancio evidenziano infatti le caratteristiche prevalentemente tecniche di quei provvedimenti.
Le motivazioni che avevano portato ad una scelta di questo tipo erano da ricercarsi principalmente nell'estremo ritardo con cui venne approvata la legge di assestamento al bilancio di previsione 1989 e nella necessità di pervenire, seppure in modo graduale, al riequilibrio delle partite sulle quali si era operato per il pareggio.
Il disegno di legge che la Giunta ha sottoposto all'esame di questo Consiglio risente di questa impostazione prevalentemente tecnicistica che ha subordinato attente scelte politiche alle preponderanti motivazioni di carattere tecnico-contabile.
E' da ricordare infatti che il bilancio di previsione per l'anno 1990 presentava un taglio pressoché generalizzato di circa il 40% rispetto agli stanziamenti dell'anno precedente, operato sulla maggior parte dei capitoli di spesa finanziati con 1 fondi regionali. Riduzioni che furono solo in parte compensate con i successivi provvedimenti di variazione al bilancio di previsione 1990 che si chiudeva tuttavia in pareggio attraverso una minore iscrizione in uscita di parte delle assegnazioni statali delle quali si prevedeva la decorrenza della spesa a partire dall'esercizio successivo per un importo di L. 150 miliardi.
Con il provvedimento in esame è stato possibile contenere queste minori iscrizioni in L. 135 miliardi, operando quindi una prima riduzione pari al 10%.
In Commissione l'Assessore ha peraltro manifestato la volontà di proseguire con decisione la politica di rientro nell'equilibrio finanziario, ipotizzando anche per l'imminente esercizio 1991 una congrua riduzione di tali minori iscrizioni.
Si è quindi provveduto ad effettuare le debite variazioni in relazione alle risultanze del conto consuntivo che evidenziano un avanzo di amministrazione per l'anno 1989 pari a circa 783 miliardi, mentre il totale delle reimpostazioni effettuate sui fondi statali a destinazione vincolata ammonta complessivamente a circa 896 miliardi.
Dal conto consuntivo 1989 risultano ancora maggiori accertamenti per un importo complessivo di circa 39,5 miliardi che debbono quindi essere iscritti nelle uscite del bilancio 1990.
Tenendo conto delle necessità minime avanzate dal singoli Assessorati e delle esigenze relative all'organizzazione istituzionale e al decentramento, a fronte delle disponibilità dei fondi regionali valutati in circa 70.5 miliardi, il totale delle necessità finanziarie ammonta a circa 222 miliardi 800 milioni.
Le ipotesi di copertura sono state individuate recuperando 32 miliardi 200 milioni sui mutui autorizzati, ma non contratti nel 1989; da una maggiore assegnazione sul fondo regionale di sviluppo per circa 14 miliardi 700 milioni: da un recupero sull'accantonamento effettuato nel 1990 per il pagamento di debiti per gli apprendisti artigiani per 7 miliardi; da una maggiore assegnazione sul fondo comune di circa 16,5 miliardi; da un recupero di 12 miliardi sugli stanziamenti relativi all'ammortamento dei mutui per l'anno 1989: da uno slittamento all'anno 1991 delle disponibilità residue sul fondi globali per circa 5,5 miliardi.
Le necessità residue per 135 miliardi vengono coperte, come già prima riferito, da uno slittamento all'anno 1991 delle reimpostazioni di fondi statali.
Le operazioni illustrate evidenziano una manovra che tende prevalentemente ad assicurare il normale funzionamento dell'amministrazione, senza prefigurare manovre di intervento regionale che saranno oggetto di più puntuali provvedimenti nel bilancio per l'anno 1991.
La I Commissione ha valutato con attenzione il provvedimento proposto dalla Giunta; ha preso atto del pareri espressi dalle Commissioni consiliari in sede consultiva: lo ha integrato con l'accoglimento di una nota di variazione di non rilevante importanza rispetto al testo originale e, considerato il carattere transitorio propedeutico alla formazione del bilancio per il futuro esercizio 1991, soprattutto laddove pone le premesse di un costante progressivo riequilibrio delle partite, ha espresso a maggioranza il proprio parere favorevole raccomandandone l'approvazione al Consiglio.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Ferraris è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, per il 1990 è andata così: all'inizio dell'anno la passata amministrazione si è presentata con un bilancio che ha qualificato come tecnico e, usando quasi le stesse parole pronunciate ora dal collega Ferraris, di carattere transitorio e propedeutico. Su quel bilancio non si era svolto un ampio dibattito politico proprio perché era transitorio e propedeutico al bilancio di assestamento, che la nuova Giunta avrebbe presentato e con il quale si sarebbero effettuate le scelte politiche. Ci troviamo a fine anno con la nuova Giunta che, a torto o a ragione, si presenta con un bilancio di assestamento che dichiara essere transitorio e propedeutico al bilancio 1991. Speriamo di ritrovarci a discutere di politica con il bilancio 1991! Così è andata e per questo motivo non potremo in alcun modo dare voto favorevole a questo bilancio e alla gestione 1990 del bilancio.
Ciò detto, voglio fare tre osservazioni di merito, la prima di carattere generale. I dati che ha illustrato il collega Ferraris sono quelli che emergono dalla gestione e dai quali si rileva che la gestione del bilancio della Regione è molto affaticata. Sappiamo che in forma ufficiale, ma questo nulla toglie alla gravità del fatto, noi continuiamo a impostare bilanci che reggono solo in quanto, a proposito di alcune spese dovute all'assegnazione di fondi statali, si fa finta che non debbano essere iscritte a bilancio e si reimpostano l'anno successivo. Questo è un fatto sul quale non è mal inutile soffermarsi perché indica che in effetti la situazione del bilancio della Regione, con i suoi buchi, è quanto mal delicata. Io non so se in questa Regione ci sia un buco di 100 o di 200 miliardi: certo è che un punto della situazione, con tutta la calma che possiamo avere di qua all'approvazione del bilancio '91, noi lo chiediamo! Bisogna fare estrema chiarezza da questo punto di vista.
Vengo alle altre due osservazioni che sono di carattere specifico. Mi limito a due settori nei quali ho visto una diminuzione degli stanziamenti che mi pare abbiano rilievo politico. Il primo settore è quello relativo ai piani territoriali. La cifra prevista per la redazione dei piani territoriali è stata ridotta, se non addirittura azzerata. Quella dei piani territoriali è una vicenda amara perché la Regione Piemonte ha investito diverse centinaia di milioni (non so se sia arrivata a mezzo miliardo) per redigere dei piani che avrebbe dovuto approvare entro il 31 gennaio 1986.
Dopo un iter molto lungo, farraginoso, faticoso, dopo rinvii e riprese di procedure, alla fine almeno due di questi piani avevano tutti i pareri positivi previsti dalle procedure, ad altri forse mancava qualche assenso politico, ma comunque nessuno di questi piani ha visto la luce! Sono stati soldi che non hanno avuto alcun risultato, soldi sprecati dal punto di vista amministrativo.
I piani sono ancora da approvare; la legge sulle autonomie prevede, a mio parere, che la Regione Piemonte continui ad avere un impegno in questo senso; il taglio secco e brutale di questi fondi comporta, da parte mia, un rilievo critico di disapprovazione.
La seconda ed ultima osservazione riguarda l'edilizia, in particolare la diminuzione dello stanziamento relativo all'Istituto Cartografico obiettivo che evidentemente è difficile da raggiungere. Dopo le penose vicende dell'Istituto Cartografico regionale, l'Assessore Genovese aveva impostato una procedura che prevedeva l'appalto a ditte private per realizzare la cartografia regionale senza la quale tutte le attività di programmazione diventano più difficili: una causa delle difficoltà che l'allora Assessore alla programmazione territoriale evidenziava, a proposito della lentezza nella realizzazione dei piani, era rappresentata dal fatto che la Regione Piemonte non conosce il proprio territorio dal punto di vista cartografico.
L'Assessore Genovese nel 1988 aveva predisposto una deliberazione per finanziare e appaltare questi lavori con estrema urgenza. Ricordo bene questo episodio perché era una di quelle deliberazioni che furono discusse poco; l'opposizione diede fiducia ad un Assessore che sembrava animato dalla migliore volontà di procedere alla svelta. Ricordo che in sede di Commissione fu subito licenziata e in aula il dibattito durò pochi minuti: uscivamo dalla vicenda del cartografico, l'obiettivo era ritenuto giusto da tutti; l'Assessore si muoveva per bandire gli appalti, non ci sembrava proprio quello il caso in cui l'opposizione dovesse spaccare il capello in quattro. Un po' pentito lo sono per aver assunto quell'atteggiamento; si poteva benissimo discuterne di più, qualche dubbio era emerso anche da settori della maggioranza. La realizzazione della Cartografia, per vicende che magari un'altra volta l'Assessore potrà illustrarci, ha avuto una serie di inciampi, sono stati banditi degli appalti in modo sbagliato e si è dovuto rifarli: il fatto che adesso si tolga del tutto questa cifra mi fa pensare che sul Cartografico sarebbe bene tornare prima in Commissione e successivamente in Consiglio.
Questi sono due rilievi su scelte dell'assestamento al bilancio '90 che non trovano il mio accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goglio.



GOGLIO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, abbiamo dedicato una settimana intera per analizzare il documento di assestamento di bilancio del 1990 nelle varie Commissioni, nelle quali peraltro sono intervenuti l'Assessore e i funzionari! del Servizio, che hanno esaurientemente chiarito ogni questione e pertanto poco resta da dire.
Ritengo pur tuttavia di fare alcune considerazioni polche l'assestamento al bilancio, che è nel panorama dei provvedimenti contabili regionali un adempimento obbligatorio, non è una semplice variazione di bilancio che può anche non essere predisposta. E' un adempimento necessario che andrebbe assolto entro il 30 giugno di ciascun anno sulla base del consuntivo dell'esercizio precedente. Non è però Immaginabile che un documento così ponderato, seppur condizionato in larga misura dalle risultanze della gestione dell'esercizio precedente, non contenga anche qualche indicazione che valga la pena sottolineare. Ritengo opportuno richiamarne una in particolare. L'assestamento recupera una parte consistente del tagli operati in sede di predisposizione del bilancio di previsione, senza pregiudicare il rispetto degli impegni assunti in occasione dell'assestamento 1989, in termini di progressiva riduzione del disavanzo derivante dagli slittamenti e dalle reimpostazioni delle economie dei fondi statali.
I 150 miliardi del 1989 scendono a 135 con un recupero del 10%, pure in presenza di un'inflazione che ancora si fa sentire.
Il recupero almeno parziale del tagli operati sulle spese di funzionamento o su quelle comunque che contengono elementi di rigidità, è stato reso possibile dalla maggiore assegnazione sul fondo regionale di sviluppo (poco più di 14 miliardi) e dalla decisione di contrarre mutui per 32 miliardi a copertura del disavanzo derivante dalla mancata contrazione di mutui previsti nel 1989.
Da queste constatazioni potrebbe derivare una considerazione non completamente negativa delle prospettive per il prossimo anno, ancorché in presenza di trasferimenti finanziari statali progressivamente decurtati e sostituiti dall'uso improprio dell'autonomia impositiva regionale, che nella costruzione attuale non consente in ogni caso di realizzare la ben più importante autonomia finanziaria regionale. Non nuove risorse, ma parziale recupero dei tagli sul Fondo comune.
Ho usato il condizionale "potrebbe" perché non è ancora risolto il nodo della sanità '90. E' un assestamento che in buona sostanza, pur nelle note difficoltà della finanza regionale, consente di rispettare gli impegni presi e non pregiudica gli impegni che occorrerà assumere nel prossimo anno. Tra l'altro, dovrà affrontare le problematiche connesse all'attuazione della legge n. 142 sulle autonomie locali.
Sarebbe effettivamente triste se le aspettative di ampio respiro collegate alla riforma delle autonomie locali venissero soffocate per mancanza di risorse finanziarie.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Inizio facendo subito un poco di autocritica perché su questo argomento occorrerebbe essere molto più preparati di quanto lo sia invece il sottoscritto, nel senso che non ho ancora imparato come funziona la macchina del bilancio regionale, e ho ottenuto proprio recentemente, grazie all'estrema disponibilità dei funzionari!, alcuni mezzi tecnici per imparare; quindi in occasione del prossimo bilancio preventivo avrò modo di "battagliare" con armi alla pari, ammesso che ci sia da battagliare.
Chiedo pertanto qualche chiarimento perché non sono riuscito a comprendere alcuni aspetti.
Ho notato che il livello della reimpostazione del bilancio è di circa 1.000 miliardi su 7.000 (è una cifra consistente); una parte di questi è relativa al 1989 per fondi non utilizzati e passati all'esercizio 1990, il che è un fatto logico, perché mi rendo conto anch'io che nell'incertezza temporale di predeterminazione di taluni introiti, se questi arrivano verso fine anno, automaticamente vengono reimpostati nell'anno successivo, perch non possono certo essere iscritti nell'anno di competenza (immagino, per esempio, 1 fondi del FIO). La restante parte però (circa 300 miliardi) sono somme iscritte nel 1987 e non utilizzate, quindi passate in economia.
In buona sostanza, questo è un termometro di cattivo funzionamento della Regione perché significa che nel 1987 erano state preventivate delle operazioni finanziarie che poi non sono state realizzate. Rischiarne quindi di fare un trucco contabile, cioè di impostare nelle due parti del bilancio del dati sfasati sia nelle entrate che nelle uscite e che solo in un secondo tempo vengono cambiati. In altre parole, se per un certo desiderio di immagine la Regione preannuncia che verranno fatti determinati investimenti e spese per soddisfare talune necessità della collettività dal versante contabile prevede di introitare determinate somme, per esempio, attraverso la contrazione di mutui. Si verifica però che, passato 1'"effetto immagine" da una parte non si possono o non si riescono a contrarre mutui e dall'altra non si effettuano le spese. Il risultato è che di fatto non vengono realizzati 1 servizi che erano stati previsti. Da un punto di vista contabile non cambia nulla perché tolgo da due partite lo stesso importo e il risultato a saldo del bilancio non cambia, però nella sostanza non esistono quei servizi, quegli investimenti o quelle iniziative, che la Regione aveva preannunciato alla cittadinanza, e quelle risorse sono state spostate.
Ecco il nodo del mio dubbio: ci sono delle ennesime reimpostazioni sul futuro, ma a furia di reimpostare sul futuro, quando mal avremo un pareggio effettivo di bilancio? Temo che questa manovra vada sempre più a peggiorare, in presenza tra l'altro del fatto che a livello statale ci sono sempre più incertezze sul tempi e sulle entità, per esempio, la situazione nelle coperture del disavanzo della sanità. E' una manovra di reimpostazione che tecnicamente forse farei anch'io così, però non mi sembra che sia una cosa molto corretta.
L'esame perlomeno in sede di II e III Commissione è stato sostanzialmente nullo; c'è stata una breve relazione svolta da parte di un funzionario, ma di qui a dire che le Commissioni non hanno trovato nulla da obiettare non è molto corretto, in quanto effettivamente le Commissioni non hanno potuto dire nulla, perché era necessario studiare un mese intero tutta la documentazione, in caso contrario non era possibile che emergesse qualcosa di probante.
Infine, mi pare di capire una manovra che in termini prepositivi lascia libero l'Assessore al bilancio. La nostra Regione ha dei vincoli per quanto riguarda i capitoli di bilancio estremamente stretti, in base ai quali è tremendamente difficile muoversi, per cui quando arrivano del fondi statali, per esempio, non è più possibile spostarli perché erano stati previncolati in modo dettagliato. Ritengo che sia opportuno cambiare qualcosa nel meccanismo, altrimenti temo che sarà difficile gestire il bilancio che invece deve essere affrontato avendo del margini di manovra perché al di là delle differenziazioni politiche c'è poi la necessità effettiva di operare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sul tema dell'assestamento occorre fare una riflessione, anche se chiaramente il tempo non è stato sufficiente per fare una riflessione critica più ampia per come la Regione si muove sul plano finanziario in generale. Ieri nel dibattito intorno alle tasse abbiamo ripercorso in modo critico questi aspetti generali. Quando si parla di assestamento al bilancio non si può non fare riferimento più in generale allo stato della finanza regionale, cioè al fatto che la maggior parte della finanza regionale (87%) è a destinazione vincolata. E' quindi un bilancio estremamente rigido e fortemente condizionato da una manovra centralistica a livello statale, che noi, d'altra parte, contestiamo.
Sostanzialmente si è verificato in Italia negli ultimi anni il fatto che sul piano finanziario le Regioni non hanno avuto la possibilità di decidere autonomamente delle proprie risorse, ma hanno assistito ad una specie di condominio in cui Stato e Regioni gestivano le risorse. La Regione non ha avuto il potere di entrare nel merito delle risorse trasferite dallo Stato, se non per quanto riguardava i destinatari delle risorse e non Invece per le indicazioni per materie; quindi scelte autonome relative ai vari settori di competenza così come previsto dalla Costituzione.
Questo è stato ed è un grosso limite al quale bisogna fare riferimento che ci porta a fare anche un rilievo critico. Verifichiamo che per quanto riguarda le risorse libere molto limitati sono il campo e la possibilità di manovra da parte della Regione. Quindi la battaglia è tutta aperta: è una battaglia che non si limita solo al rapporto Stato-Regioni, ma riguarda più in generale la riforma istituzionale, la riforma della finanza regionale e su questo aspetto dovremo tornare a discutere.
Per quanto riguarda l'assestamento devo dire che i tempi sono stati estremamente ridotti, non soltanto perla consultazione nelle Commissioni ma anche per poter fare un'analisi approfondita. Non è per giustificare l'atteggiamento della nuova Giunta, ma mi risulta che sia il bilancio di previsione '90, sia le variazioni, non abbiano avuto nemmeno le consultazioni nelle Commissioni, quindi anche le ultime consultazioni sono state fatte in modo un po' farraginoso e non c'è stata la possibilità da parte delle Commissioni di merito di indicare per le varie voci quali potevano essere le variazioni rilevanti. D'altra parte anche dalla relazione emerge che variazioni rilevanti non ci sono state: il bilancio di previsione Iniziale è stato sottostimato per tutte le voci di spesa corrente e quindi nell'assestamento non si è fatto che riprodurre in modo più vicino alla realtà l'effettiva spesa per quanto riguarda la gestione.
Questo è quanto abbiamo capito, anche se per la verità alcune osservazioni fatte dal collega Chiezzi sono vere, forse anche coerenti - in modo negativo io credo - con le previsioni del Piano di sviluppo per quanto riguarda la pianificazione territoriale urbanistica. Sotto questo aspetto non ci sono state correzioni di voci, anzi, c'è stata qualche diminuzione coerente ad un'indicazione che a mio parere è errata anche per quanto riguarda il Piano di sviluppo in cui sembra quasi che la Regione tenda ad abdicare a quelle che sono le politiche di programmazione territoriale che invece dovrebbero essere uno dei punti centrali della propria attività programmatoria.
Più in generale devo dire che poteva essere questa l'occasione, ma non c'è stato neanche il tempo materiale per farlo, per andare più a fondo nell'ambito della spesa. Nel dibattito di ieri è stato detto che il 75% dei 7.000 miliardi di spesa corrente, ovvero circa 5.000 miliardi, è riferito al settore sanitario; quella di oggi quindi poteva essere l'occasione per entrare nel merito dei centri di gestione, delle gestioni per settori separati e quindi per un esame complessivo che andasse più a fondo in questa spesa, tanto più che nel dibattito di ieri alcuni colleghi del mio Gruppo sostenevano che all'interno della voce sanità margini di recupero potevano essere! ampiamente, ancorché ci fosse la volontà politica di andare ad usare la lesina più che a intervenire soltanto sulle entrate oppure facendo slittare le reimpostazioni o altre voci di bilancio ad anni successivi.
La manovra di far scendere le reimpostazioni da 150 a 135 miliardi non è poi così significativa e rilevante da poter essere apprezzata nel senso di una inversione di tendenza rispetto al passato. Può essere positivo il fatto di porsi l'obiettivo del rientro, che peraltro già in passato era fuori da ogni logica di corretta amministrazione, ma questa reimpostazione che è stata avallata dal Governo centrale, non dovrebbe essere fisiologica.
E' un fatto patologico che è stato riconosciuto a livello centrale, ma non rientra negli schemi della legislazione per quanto riguarda la finanza e la contabilità regionale. Se pure è positiva questa volontà di rientro, forse sarebbe stato necessario fare intendere più esattamente e marcare maggiormente la volontà di rientro in tempi più rapidi rispetto all'intervento reale; mi pare che passando da 150 a 135 miliardi neanche nell'arco dell'intera legislatura riusciremo a rientrare nel binari della corretta gestione. Quindi poteva essere questa l'occasione di un esame più approfondito, anche se ci rendiamo conto che questo assestamento di bilancio interviene alla fine dell'anno e praticamente non coinvolgerà tutta la manovra previsionale: è forse un adattamento ad una situazione esistente e quindi una presa d'atto di cose già avvenute: più che l'assestamento ad un bilancio di previsione sembra quasi un conto consuntivo, anche se non è così. Indubbiamente, essendo questo assestamento al bilancio realizzato a fine ottobre, larga parte delle previsioni sono state fatte sulla base di un rendiconto consuntivo che prima o poi dovremo votare.
Le ragioni per cui noi ci siamo espressi in modo contrario al bilancio permangono tutte Inalterate, quindi sia pure con le variazioni successive ed anche In sede di questo assestamento. Noi auspichiamo comunque in futuro, a proposito del bilancio di previsione '91, di poter entrare (è una raccomandazione che faccio) più attentamente nel merito. Prima il collega Zacchera diceva che non c'è stata la possibilità, e forse anche 1 neofiti hanno più difficoltà ad entrare nel merito, però c'è anche una necessità di tempi materiali di fare questi approfondimenti. Io credo quindi che il bilancio 1991 dovrebbe consentire un maggior coinvolgimento del Consiglio su uno degli atti politicamente più rilevanti. Non possono un bilancio di previsione o un assestamento al bilancio, sia pure giunto ormai fuori tempo massimo, in fine di anno finanziario, non avere quell'attenzione che Invece deve esserci per documenti di tale portata sul piano della politica economica regionale.
Mi auguro che il dibattito che non c'è stato a livello di Commissione su questa materia si possa riprodurre in termini migliori anche in relazione al pronunciamento che è avvenuto in sede di I Commissione da parte del Presidente della Giunta regionale in ordine alle prospettive di rendere sempre più concreti i plani annuali e rendendo la programmazione sempre più aderente alla possibilità pratica di intervento, per cui i piani triennali dovranno essere veramente agganciati al bilanci annuali con il massimo di concretezza possibile e non restare Invece ancorati a previsioni programmatiche che sono pur sempre previsioni di larga massima e tutte da verificare.
Gli elementi presenti in questo assestamento non ci permettono di essere indulgenti, perché persiste un notevole disavanzo e soprattutto perché non viene marcato, anche in sede di relazione, quello che è uno dei punti nodali: l'indifferenza assoluta da parte del Governo centrale per quanto riguarda la finanza regionale. Inoltre per quanto riguarda alcune importanti voci di spesa, il Fondo sanitario e il Fondo comune, il dibattito è ancora tutto aperto, il contenzioso sostanzialmente è ancora lungi dal trovare un minimo di definizione sul piano della coerenza dei rapporti fra Stato e Regioni che deve essere una necessità per far sì che la spesa pubblica, complessivamente intesa, possa essere la più produttiva e la più efficace possibile.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, svolgerò poche considerazioni per esprimere il voto favorevole del Gruppo socialista all'assestamento al bilancio e non solo per una ragione di carattere politico. Infatti, in tutte le istanze, in tutte le assemblee, il bilancio è sempre un documento politico nei confronti del quale si qualificano le posizioni: la maggioranza si qualifica rispetto all'opposizione e viceversa, ma quand'anche vi fossero degli obiettivi coincidenti, tuttavia vi sono le questioni ricordate dal collega Buzio.
Esprimo quindi il nostro voto favorevole non solo per una ragione di carattere politico, di schieramento e di appartenenza alla maggioranza, ma anche per lo sforzo teso al rientro, seppure parziale, del debito con lo Stato che ci porta da 150a 135mlliardi.Nonsaramolto.ma è comunque un inizio.
Dicevo ieri che è venuto il momento di mettere ordine nei conti, forse non lo dobbiamo fare solo noi, ma probabilmente anche tutte le famiglie piemontesi a fronte della situazione che si sta delineando. Sta per finire il periodo delle vacche grasse e quindi potrebbero cominciare momenti più difficili. Noi abbiamo la possibilità, essendo le disponibilità ancora buone, di mettere ordine in questi conti riducendo il più possibile 1 debiti, che sono molti per noi e a livello nazionale. Sono anch'io d'accordo sul fatto che il prossimo bilancio dovrà essere di grande rigore: si dovrà puntare su delle scelte prioritarie per far fronte alle situazioni di difficoltà, perché i mezzi e le risorse sono quelle che sono. Bisogna cercare di non compromettere 1 settori fondamentali dello sviluppo e del sostegno sociale, sollecitando lo sviluppo dell'economia piemontese favorendo i settori più deboli della società e facendo un grosso sforzo per cercare di contenere il più possibile le spese superflue.
E' una grossa battaglia quella che dobbiamo fare: da una parte abbiamo bisogno di andare ad un confronto con il Governo, perché si arrivi finalmente ad una legge di riforma del sistema fiscale che consenta alle Regioni di poter svolgere un ruolo più autonomo rispetto a quello che hanno svolto finora. Segnalo l'iniziativa del Ministro Formica diretta a sviluppare una politica finanziaria di accertamento a tutto campo, toccando anche i santuari dell'economia finanziaria, settore molto delicato. Ricordo che a Cagliari il Ministro Formica, allorché gli fu chiesto se aveva coraggio, lui rispose che se si trattava di avere coraggio per una tavola rotonda non aveva alcuna difficoltà, ma siccome si trattava di avere coraggio con una maggioranza che si sarebbe ritrovata in Parlamento, è chiaro che bisognava fare i conti con un sistema diverso. Credo che un Paese che vuole ammodernarsi, ed una Regione che vuole ammodernarsi dovrà dispiegare tutte le sue energie per fare ordine nei conti chiamando tutte le forze vive e avanzate della società, piemontese in questo caso, ad un rinnovato impegno, rivolgendosi non solo agli Enti locali, alle Province al Comuni, ma anche alle forze sociali, cioè creando una nuova tensione, un nuovo impegno. Non intendo toccare le questioni che sono in buona misura comprese nel documento programmatico della maggioranza e che sono state introdotte nel Piano di sviluppo, ma certo è che per poter rivolgere appelli alle forze vive ed avanzate sul piano economico-finanziario e alle forze pubbliche ed elettive occorre che in primo luogo la Regione abbia le proprie carte a posto. E' una prova che dobbiamo dare! Non voglio assolutamente toccare altre questioni per le quali abbiamo già discusso ieri in abbondanza e forse non ancora in misura sufficientemente adeguata alla portata dello sforzo che deve essere fatto.
Proprio sulla base del fatto che assestamento e bilancio consuntivo ci forniscono i dati reali della mappa delle spese e delle entrate, si pone il problema di un bilancio di previsione che sia capace di offrire questo respiro. Dicevo prima che è un piccolo passo avanti, però va fatto, anche se si tratta di ridurre lievemente certi debiti. Se riusciamo a fare un passo avanti senza compromettere il nostro ruolo e la nostra funzione avremo più forza per trarre tensione Ideale di confronto con il Governo da una parte e con le forze In generale del Piemonte dall'altra, perch sappiamo di lavorare per qualcosa che rappresenta il futuro democratico della nostra gente, che vogliamo sia un futuro di serenità.
In questo senso, va visto anche il problema della forte richiesta di facoltà impositiva, che è facile a dirsi, ne parlano tutti, ma quando si tratta di prendere delle decisioni diventa una patata bollente. La cultura di governo lo richiede, la nostra credibilità passa anche dalla capacità di recepire nuovi cespiti di entrata e di saper indicare nuove spese finalizzate alle ragioni per le quali veniamo eletti dal popolo.
Parlo di queste cose con grande serenità perché ritengo che aiutino a far crescere questa Regione e diamo alla gente una motivazione vera della funzione dell'ente, che è quella riconosciuta a tutte le istituzioni che non agiscono sempre alla luce del sole, talvolta anche nell'ombra, però nel loro insieme sono quelle che hanno rappresentato e rappresentano l'attesa della nazione. Noi vogliamo rappresentare l'attesa della comunità piemontese. Dobbiamo crescere tutti insieme in questa direzione.
Le motivazioni, seppure in modo sintetico, del sostegno del Gruppo socialista all'assestamento non sono soltanto per una ragione di schieramento e di maggioranza, ma anche di apprezzamento per lo sforzo che si sta compiendo a premessa di un impegno che verrà portato avanti per perseguire una politica di sviluppo che sia dalla parte dei più deboli.
Deboli che potranno trovarsi in difficoltà in un futuro certamente non meraviglioso, ma nel quale comunque, grazie a questo sforzo, la nostra comunità potrà continuare a crescere per rispondere al grandi appuntamenti che le stanno di fronte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Vorrei fare poche considerazioni e vi prego di scusarmi fin da ora perché saranno fatte da un profano.
Come già hanno avuto modo di rilevare altri colleghi Intervenuti In sede di Commissione, il tempo per la discussione dell'assestamento al bilancio è stato molto limitato. Inoltre, non essendo io un tecnico della materia, ho avuto notevoli problemi di comprensione; in ogni caso la nostra attenzione è stata colpita da tre punti di questo assestamento al bilancio.
In primo luogo le variazioni in aumento, rispetto all'anno passato, che sono essenzialmente dovute all'aumento delle spese su capitoli che interessano spese Imposte, e segnatamente: 8,5 miliardi per il personale: 9 miliardi e rotti per l'agricoltura; 3,2 miliardi per il pronto intervento (che purtroppo si sono resi necessari) , oltre ovviamente ai soliti sforamenti per il settore socio-sanitario.
Da quanto però abbiamo potuto sottolineare, rileviamo che comunque ci sarebbe stato modo di effettuare risparmi maggiori. Non abbiamo avuto modo di chiarire, con l'Assessore Gallarini e con i tecnici, quali voci sono state interessate da programmi di risparmio e da tentativi di sfoltimento di determinate strutture che, a nostro avviso, non sono sicuramente improntate ad una gestione in economia.
Infine, oltre al maggior risparmio alle variazioni imposte che sembra emergere, c'è una sempre più limitata autonomia di spesa da parte della Regione. In questo caso andiamo a ricadere sullo stesso discorso che ha improntato il nostro atteggiamento di ieri sulla legge in merito all'aumento delle tasse regionali.
In linea di massima rileviamo che un assestamento di bilancio è un documento contabile che mette più o meno a posto una situazione a cui si è ricorsi un po' velocemente durante la stesura del bilancio di previsione per cui entrare nel merito a questo punto diventa estremamente complicato.
Ci riserviamo, in fase di discussione del bilancio di previsione diversificare più politicamente le scelte che verranno effettuate e per quanto possibile cercheremo di incidere su determinate spese piuttosto che su altre, puntando ancora di più il dito sulle voci che sono suscettibili di risparmio.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, ha facoltà di replicare l'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore al bilancio

In occasione dell'assestamento al bilancio '90, senza tornare ovviamente su alcuni argomenti dei quali abbiamo già parlato ieri e che sono interconnessi con altri argomenti di fondo che si dovrebbero affrontare e dei quali occorre parlare in occasione di assestamento al bilancio, penso che comunque una qualche considerazione di fondo vada fatta.
Innanzitutto una precisazione all'appunto mosso dal collega Chiezzi per quanto riguarda l'Istituto Cartografico: la motivazione è semplicemente tecnica, cioè quella cifra è stata fatta slittare al bilancio '91 dopodiché si potrà entrare nel merito del Cartografico e il Consiglio avrà modo di decidere cosa fare, ma la ragione per la quale si è ritenuto di attingere da quella cifra è perché altrimenti sarebbe andata in economia e quindi abbiamo ritenuto che fosse più conveniente dal punto di vista economico farla slittare all'anno prossimo.
Rispondo ora ad alcune considerazioni fatte dai Consiglieri Buzio e Zacchera. Il Consigliere Buzio ha incentrato il discorso sulla rigidità del bilancio regionale. Certo, la percentuale di risorse disponibili per quanto riguarda la Regione Piemonte, ma il dato è comune alle Regioni in generale è di meno del 2% nell'ambito della cifra manovrata, cioè a dire su 8.000 miliardi è possibile agire su 170/180 miliardi. Se andiamo però in profondità vediamo che all'interno di questo assestamento la cifra libera discrezionale, è di circa 40 miliardi; cioè addirittura lo 0,5% della massa di denaro che la Regione Piemonte muove nel corso di un anno. Occorre considerare poi le rigidità indotte che si sono andate costruendo nel corso degli anni: mi riferisco a tutti 1 contributi che la Regione eroga in conto interesse ad un tasso del 5-5,5% nei confronti del 10,50% della Cassa Depositi e Prestiti. E' ovvio che tutto ciò va ad Irrigidire ulteriormente i bilanci successivi, riducendo sempre più il margine di manovra e quindi ingessando in misura sempre maggiore quella che è la capacità di muoversi della Regione.
Il collega Zacchera ha chiesto quando si avrà un pareggio effettivo di bilancio, peraltro aggiungendo che probabilmente anche lui si sarebbe mosso così. La gabbia all'interno della quale ci si può muovere è molto stretta ed angusta, nel senso che è vero che le reimpostazioni relativamente ai 150 miliardi di cui si parlava sono un modo artificioso per pareggiare il bilancio, ma è altrettanto vero che non si può rientrare nel corso di uno o di pochi esercizi, perché la manovra che abbiamo fatto, ossia la compressione da 150 a 135 miliardi, e 10 ha rilevato anche Rossa rappresenta sostanzialmente una manifestazione di volontà, una evidenziazione di sforzo per invertire una tendenza. E' ovvio che rientrare da quella cifra ad un pareggio effettivo che porti ad un non utilizzo di reimpostazioni all'anno successivo richiede un grosso sforzo, ma pur con tutti gli sforzi possibili questa manovra deve essere diluita in più esercizi.
Date queste risposte che ritengo possano essere state puntuali nei confronti degli appunti specifici mossi, per quanto riguarda il resto ci si deve limitare ad un atteggiamento di fondo che molti hanno già rilevato: questo assestamento al bilancio è quasi un consuntivo perché avviene a 9/12 (al momento in cui è stato impostato) dell'esercizio in corso. Sarà spendibile dall'1 dicembre 1990 se il Commissario di Governo dovesse approvarlo come speriamo e quindi i margini di manovra sono limitati nello spazio economico, ma anche nel tempo, nel senso che entro il 31 dicembre 1990 questa manovra deve essere portata a compimento.
Da parte di molti è stata invocata l'opportunità, che sarà offerta dal bilancio '91, di entrare nel merito delle scelte e delle questioni che sicuramente andranno collocate in un ambito più vasto: trattandosi del bilancio di inizio legislatura necessariamente sarà anche pluriennale e definirà gli obiettivi di legislatura a medio termine all'interno dei quali poi ci saranno gli stralci ravvicinati relativi al bilancio '91. Penso quindi che lo sforzo di cui parlava il Consigliere Rossa nel suo intervento, la Giunta lo perseguirà.
Riteniamo, pur con tutte le difficoltà che sicuramente incontreremo, di essere facilitati nel compimento di questo sforzo da una considerazione di fondo: è emerso dal dibattito di ieri, ma sostanzialmente dall'avvio di legislatura, che quella in corso sarà una legislatura politica più che di spesa. Le leggi nn. 142 e 158 delimitano questa impostazione e sostanzialmente indirizzano verso una legislatura che avrà sicuramente una valenza maggiormente politica, vuoi per la questione enti locali, vuoi per la questione di costruzione e di rivendicazione all'interno del concetto di autonomia impositiva e quindi penso proprio che la Giunta, la maggioranza il Consiglio nel suo complesso, ma soprattutto l'ente nel concetto istituzionale, dovranno fare un salto culturale e istituzionale notevole.
Negli anni scorsi abbiamo invocato una richiesta di superamento della condizione di gestione di minuteria da parte delle Regioni (che era venuta maturando con il fallimento dei grandi obiettivi con 1 quali nei primi anni ci si era accinti a governare le Regioni), minuteria che ha portato ad un appiattimento della spesa quotidiana: molto probabilmente tutto questo è alle spalle, quindi tutti insieme dovremo lavorare - le condizioni legislative di novità e di riformismo ci sono - per compiere questo salto di qualità. Salto di qualità che porterà la Regione a muoversi maggiormente su obiettivi di natura politica di fondo più che di natura di spesa quotidiana e minuta.
Se tutti insieme costruiremo questo salto di mentalità avremo la possibilità di raggiungere il rientro in tempi sicuramente più brevi.
Certo, diceva qualcuno, rientrare del 10% unitamente al 6% di inflazione significa rientrare del 16%: se il trend fosse questo, significa programmare sei anni di durata del rientro. Noi immaginiamo che sia possibile rientrare prima, vuoi perché la coscienza di cui parlavamo prima si affermerà in modo accelerato e non in modo lineare, vuoi perch immaginiamo - lo abbiamo anche ribadito ieri - che il concetto di autonomia impositiva, che è in embrione, possa essere sviluppato maggiormente nel prossimo periodo.
Alcune comici all'interno delle quali ci muoveremo nella stesura del bilancio '91 vanno nella direzione di un notevole approfondimento per quanto riguarda la stesura di quel bilancio. Innanzitutto è il penultimo bilancio che la Regione stenderà prima della fatidica data dell'1/1/1993 del concreto ingresso in Europa. Penso che occorra iniziare ad attrezzarsi in vicinanza di quella data, quindi i bilanci '91 e '92 dovranno tenere conto dell'avvicinarsi di quell'impatto. Noi riteniamo che questo potrà avvenire, secondo un auspicio nostro, attraverso un taglio di consultazioni che sia più maturo ed aperto al mondo esterno di quanto non sia avvenuto in passato. Anziché essere consultazioni meramente formali che molte volte si limitano ad esaminare la copertina dello strumento proposto, perché entrare nel merito di migliaia e migliaia di cifre diventa pressoché impossibile le consultazioni devono fare, secondo noi, un salto di qualità, devono assumere una natura prettamente politica ed una caratura maggiormente di fondo per quanto riguarda le grandi scelte. Certo, occorre consultare i Comuni, le Province e gli altri enti locali disseminati sul territorio, ma direi che bisogna incominciare ad aprirsi al mondo esterno, anche con riferimenti più nuovi, più coraggiosi e più ambiziosi di quelli di fronte ai quali ci siamo trovati in questo ultimo periodo.
A questo scopo abbiamo, ad esempio, l'intenzione di istituire una consulta economica che veda la compartecipazione dell'ente pubblico e di soggetti privati perché insieme, attraverso un interscambio di esperienze e di idee dal punto di vista economico, ci si possa meglio attrezzare rispetto a quell'impatto, ma soprattutto per reggere, gestire ed essere all'altezza dei tempi economici che stiamo vivendo.
Per quanto riguarda la questione della sanità già un accenno l'abbiamo fatto ieri. Quando si dice che le Giunte regionali dovranno controllare i bilanci, questo significherà necessariamente entrare nel merito e quindi anche all'interno di quella spesa che fino ad ora è stata rigida al cento per cento, nel senso che si è trattato quasi sempre di un mero trasferimento dallo Stato alle UU.SS.SS.LL. attraverso l'intermediario Regione che ha fatto semplicemente da passa carte e passa lire.
Sono tutti argomenti e nuove condizioni che sicuramente sono stimolanti ed offrono le premesse perché al dibattito sul bilancio di previsione 1991 che riteniamo possa avvenire nei tempi che ci siamo dati (non abbiamo rinunciato, al di là delle difficoltà contingenti e del percorsi che richiedono più tempo rispetto a quelli ipotizzati per quanto riguarda i provvedimenti in atto, ad approvarlo entro la fine dell'anno per non andare in esercizio provvisorio), venga dato un taglio di approfondimento e di confronto tale che la Regione possa compiere per quanto possibile un salto culturale di maturità economica nei confronti dei tempi che stiamo vivendo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Signor Presidente, ritengo doveroso rispondere al Consigliere Chiezzi rispetto ai due quesiti che ha posto molto puntualmente in quanto il collega Gallarini ha giustamente risposto che si tratta di cifre andate in economia e che quindi questi impegni slittano a gennaio 1991.
Spiego perché queste cifre sono andate in economia. Non parlo dell'Istituto Cartografico, perché è una cosa della quale non mi occupo: parlo Invece dell'operazione cartografia del territorio regionale, alla quale annettiamo grandissima importanza e quindi sono assolutamente d'accordo con la valutazione del Consigliere Chiezzi quando dice che non è pensabile che una Regione come la nostra non sia aggiornata nella cartografia e quindi non abbia una conoscenza del territorio coerente con gli obiettivi che vogliamo darei dal punto di vista della pianificazione urbanistica e territoriale.
I 4 miliardi del relativo capitolo di bilancio non hanno potuto essere impegnati perché è in atto un contenzioso fra due imprese che hanno partecipato all'appalto. E' stata emessa la sentenza del TAR, alla quale è seguito il ricorso al Consiglio di Stato. La sentenza del Consiglio di Stato è prevista per fine dicembre e quindi non siamo in grado di assegnare 1 lavori entro la fine dell'anno. Con la sentenza a fine dicembre saremo in grado a gennaio sul bilancio 1991 di affidare i lavori a quella ditta che sulla base della sentenza avrà vinto l'appalto. Purtroppo sovente i ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato bloccano molte situazioni, tra le quali questa. Non si fa quindi assolutamente marcia indietro rispetto all'impegno dell'ex Assessore Genovese, anzi, l'impegno della Regione è sempre più vivo ed attuale per realizzare questa cartografia nel più breve tempo possibile e a gennaio verranno affidati 1 lavori che purtroppo hanno subito un intoppo.
La questione della pianificazione territoriale è altrettanto importante e presenta aspetti più strategici.
Anche la Giunta ritiene che la pianificazione territoriale nella nostra Regione debba essere ripresa con forza perché è legata non solo a scelte regionali e quindi ad esigenze della Regione, ma anche alla legge n. 142 e quindi alla ipotesi funzionale che si fa di affidare la pianificazione a livello provinciale. Pertanto riteniamo fondamentale che la Regione offra degli scenari di pianificazione territoriale alle Province per metterle nella condizione di poter fare la loro parte.
E' chiaro però che ora non siamo in grado di Impegnare delle risorse m modo credibile, ma da gennaio la Giunta regionale presenterà al Consiglio delle proposte In ordine a un lavoro di pianificazione territoriale che vedrà nel 1991 un impegno forte della Regione che, ripeto, concorderemo in aula e sul quale entreremo nel merito dal punto di vista tecnico e finanziario.
Pertanto, lo storno dei 595 milioni non è una scelta di non procedere nella pianificazione territoriale, quanto una scelta di tempi. Nel prossimo bilancio di previsione mi auguro che possano essere iscritte delle risorse adeguate all'impegno che vogliamo dare a questo settore insieme al collega Nerviani, soggetto titolare di questa competenza, che cortesemente mi ha consentito di esprimere questa volontà, mentre rendevo la risposta sul primo argomento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Viabilità

Esame proposta di deliberazione n. 54: "Terzo stralcio attuativo del Piano decennale della viabilità di grande comunicazione (legge n. 531/82). Indicazioni della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 54.
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Ministro dei Lavori Pubblici ha trasmesso la proposta dell'ANAS per la viabilità statale del "Terzo stralcio attuativo del Piano decennale della viabilità, di grande comunicazione (legge n. 531/82)" e ha chiesto alle Regioni di esprimersi su detta proposta. Questa è la prima volta che viene chiesto il parere alle Regioni. La proposta dell'ANAS al Ministero si articola su una base di 402 miliardi, pari al 6,7% della somma complessiva di 6.000 miliardi attribuita dal Plano della viabilità statale, corrispondente alla quota di ripartizione fissata per il Piemonte dalla proposta di Piano decennale, di cui alla legge n. 531/82. Riguarda sette interventi individuati in base al criteri fissati dal Ministero, che sono i seguenti: realizzazione di varianti esterne tangenziali agli abitati: pedemontane: completamento di itinerari di particolare importanza razionalizzazione della rete esistente.
Sono attribuibili al primo ed al secondo criterio i primi cinque interventi della proposta e precisamente: la statale 338, variante Biella-Mongrando, completamento la statale 142, variante Rolino-Gattinara, lotto II: la statale 229, variante di Borgomanero, completamento: la statale 565, completamento con variante di Ivrea, traforo Monte Navale, allacciamento strade statali 26 e 228, lotto I e II la statale 460, circonvallazione di Rivarolo, lotto I.
Sono attribuibili invece al terzo criterio gli ultimi due interventi e precisamente: la statale 20, variante Robilante-Roccavione, completamento e modifica raccordi con viabilità esistente le statali 231 e 456, variante Alba-Isola d'Asti.
per complessivi 518,2 miliardi.
Gli interventi suindicati sono tutti compresi nella prima fascia di interventi della proposta di Piano decennale della viabilità di grande comunicazione individuata dal Consiglio regionale con deliberazione n. 632 1095 del 26/1/1984, che riguardano proposte di finanziamento di lotti di completamento di lavori previsti nell'area di inseribilità del programma triennale 1985/1987 di attuazione del Piano decennale della grande viabilità, di cui tre (la variante di Biella-Mongrando, la variante di Borgomanero, la variante Robilante-Roccavione) sono in convenzione Regione ANAS ex art. 5 della legge n. 531/82 al sensi della citata deliberazione del Consiglio regionale e dei quali il primo e l'ultimo già in corso di esecuzione, mentre il secondo risulta di prossimo appalto.
Al riguardo, sono in grado di darvi la situazione dell'attuazione delle due convenzioni Regione-ANAS di cui sopra, compresi gli importi di competenza della Regione.
La proposta della Giunta regionale riguarda tredici interventi contrariamente a quelli dell'ANAS. Si tratta di interventi aggiuntivi individuati anch'essi però secondo i criteri indicati dal Ministero, e cioè la realizzazione di varianti esterne tangenziali agli abitati; le pedemontane; il completamento di itinerari di particolare importanza come l'asse Cuneo-Asti-Casale: gli accessi ai valichi e al porti liguri razionalizzazione della rete esistente. La Giunta regionale ha ritenuto di poter condividere la proposta dell'ANAS sui seguenti interventi: strada statale 338, variante Biella-Mongrando: strada statale 229, variante di Borgomanero strada statale 565, completamento con variante di Ivrea, traforo Monte Navale, allacciamento delle statali 26 e 228 strada statale 460, circonvallazione di Rivarolo, lotto I strada statale 20, variante Robilante-Roccavione, completamento e modifica con viabilità esistente.
Delle suddette opere ha però ritenuto opportuno ridurre l'importo previsto dall'ANAS in 90 miliardi della variante di Biella-Mongrando (completamento) a 50 miliardi che risultano sufficienti per la realizzazione del II lotto della variante in questione, dovendosi approfondire la progettazione relativa al III lotto per motivi ambientali poiché si interessano marginalmente aree tutelate dalla proposta di Parco regionale della Bessa. Inoltre ha ritenuto opportuno proporre solo la realizzazione del I lotto del completamento della strada statale 565, con variante di Ivrea, Traforo Monte Navale, allacciamento strade statali 26 e 228, riducendo di conseguenza l'importo proposto dall'ANAS da 86 miliardi a 40 miliardi, da attribuire alle opere relative al tunnel stradale sotto il Monte Navale, che costituisce l'opera principale dell'intervento. Invece ha incrementato la proposta ANAS di 25 miliardi per il completamento della variante di Borgomanero, portandola a 40 miliardi a seguito dell'incremento dei costi nel frattempo intervenuti.
Ha ritenuto di non dover condividere la proposta dell'ANAS di 220 miliardi attribuiti alla variante Alba-Isola d'Asti delle statali 231 e 456 essendo a conoscenza dell'intesa in corso fra ANAS e SATAP per la stipula di apposita convenzione di costruzione ex art. 5 nell'ambito della concessione autostradale in essere per la realizzazione del collegamento Asti-Cuneo e che pertanto il suddetto importo debba essere inteso quale partecipazione ANAS ex art. 5 della legge n. 531/82, e quindi ricondotto nel capitolo dedicato alla viabilità autostradale come in seconda pagina dell'allegato A.
Infine ha ritenuto di non dover condividere la proposta ANAS relativa al II lotto della variante Rolino-Gattinara ritenendo prioritario sull'asse pedemontano, del quale l'intervento fa parte, la realizzazione del tronco di collegamento al casello autostradale di Romagnano Sesia-Ghemme sull'autostrada Genova Voltri-Sempione, come più avanti detto.
Pertanto la Giunta regionale nell'ambito della suddetta somma di 220 miliardi ha ritenuto di proporre altri interventi che risultano prioritari sulla scorta anche di indicazioni formulate dalle Amministrazioni provinciali e che sono 1 seguenti: strada statale 142, variante Gattinara con allacciamento A26 a Ghemme, per 45 miliardi.
Si tratta del collegamento fra la statale 594 Destra Sesia ed il casello autostradale di Romagnano Sesia, sull'autostrada A26 dei trafori con ponte sul fiume Sesia, in variante agli abitati di Gattinara e Romagnano Sesia. Detta opera costituisce il superamento di uno del punti più delicati dell'asse pedemontano, oltre che iniziare il discorso della razionalizzazione del collegamenti del Biellese e della Val Sesia con l'autostrada Voltri-Sempione.
Secondo intervento: statale 229, variante di Omegna, completamento, 70 miliardi. Si tratta di lavori di estensione di opere in corso necessari per collegare le opere in costruzione, relative al I lotto della variante, alla viabilità esistente del completamento per il collegamento del Lago d'Orta al sistema autostradale della Voltri-Sempione a Gravellona Toce. Con questo intervento verrebbe completata la circonvallazione ed effettuato quindi il collegamento con l'autostrada Voltri-Sempione.
Terzo Intervento: strada statale 23, variante di Airasca. 12 miliardi.
Trattasi di intervento puntuale tendente al miglioramento in regime di sicurezza di uno dei maggiori punti neri del collegamento pedemontano a sud di Torino nel tratto Torino-Pinerolo.
Quarto intervento: strada statale n. 30, variante di Strevi (lotto I) 40 miliardi. Trattasi di intervento di particolare rilevanza per avviare il collegamento della Valle Bormida al sistema autostradale della Voltri Sempione.
Quinto intervento: strada statale 10, tangenziale nord di Alessandria (completamento) 50 miliardi. Si tratta del completamento della tangenziale di Alessandria per il ramo di collegamento al casello di Alessandria dell'autostrada Torino-Piacenza richiesto anche dalla Provincia e dal Comune di Alessandria.
Sesto intervento: strada statale 231, variante di Isola d'Asti, 100 miliardi. Trattasi di importante intervento richiesto dalla Provincia di Asti, inserito nel collegamento Asti-Cuneo per il raccordo dell'area di Nizza Monferrato, Candii e Acqui e della Valle Belbo al collegamento Asti Cuneo.
Settimo intervento: strada statale 28, variante di Mondovì (lotto II) 37 miliardi. Si tratta del proseguimento dei lavori per il razionale collegamento del Monregalese al sistema autostradale Torino-Savona sull'asse pedemontano.
Infine, strade statali 32 e 229, completamento variante di Novara: 30 miliardi. Trattasi di completare i lavori della tangenziale di Novara nel ramo nord che risulta più carico di traffico in relazione al sistema autostradale della Torino-Milano ed al centro intermodale del Boschetto per tutta l'area interessata dalla statale 229 del Lago d'Orta.
Tutti gli interventi suelencati sono compresi nella prima fascia di interventi della proposta di Piano decennale della viabilità di grande comunicazione individuati a suo tempo dal Consiglio regionale con deliberazione n. 632 1095 del 26/1/1984.
L'ammontare complessivo della proposta della Giunta regionale è pari a 546 miliardi a fronte della proposta ANAS pari a 518 miliardi, avendo ritenuto la Giunta di utilizzare parte della riserva del 10% sulla somma base della ripartizione fissata dalla proposta del III stralcio attuativo per la Regione Piemonte pari a 402 miliardi. In buona sostanza, siamo rimasti nella cifra Indicata dall'ANAS utilizzando anche la riserva del 10%, quindi abbiamo effettuato delle scelte nell'ambito delle risorse destinate alla Regione Piemonte.
Riassumendo e raggruppando per criteri si hanno i seguenti interventi: statale 338, variante Biella-Mongrando, completamento statale 142 Gattinara con l'allacciamento alla A26 a Ghemme variante di Borgomanero, completamento con variante di Ivrea: statale 460, circonvallazione di Rivarolo statale 23, variante di Airasca statale 28, variante di Mondovì.
Tutto fa parte degli interventi sull'asse pedemontano, importo: 243 miliardi.
Gli interventi relativi alle varianti esterne tangenziali degli abitati sono invece i seguenti: statale 10 e 494: tangenziale nord di Alessandria statale 32-229: completamento variante di Novara.
Importo complessivo: 80 miliardi.
Infine, per il completamento di itinerari di particolare importanza abbiamo i seguenti interventi: asse Cuneo-Asti-Casale accessi al valichi e al porti liguri.
Per quanto riguarda la razionalizzazione della rete esistente abbiamo: statale 229, variante di Omegna: statale 30, variante di Strevi statale 231, variante di Isola d'Asti statale 20, variante Robilante-Roccavione.
Importo complessivo: 223 miliardi.
Abbiamo operato anche una divisione per province al fine di equilibrare gli interventi nelle diverse province, non facendo quindi una divisione aritmetica della cifra complessiva, ma tenendo conto del peso e di un certo equilibrio fra le province stesse.
La suddivisione della spesa risulta essere la seguente: Torino, 67 miliardi: Alessandria, 90 miliardi: Asti, 100 miliardi; Cuneo. 50 miliardi Novara.140 miliardi: Vercelli, 95 miliardi. In questo elenco sono esclusi gli interventi per provincia determinati sugli assi autostradali, di cui parlerò fra poco, ma perché non si perda il filo già li anticipo. Per gli assi autostradali gli importi indicati sono 1 seguenti: Torino, 760 miliardi: Cuneo, 1.300 miliardi; Asti, 225 miliardi. Su quest'ultima parte la Giunta regionale ha ritenuto opportuno, anche in assenza di richieste di proposte ministeriali o dell'ANAS, di proporre comunque una serie di Interventi ritenuti prioritari sul sistema autostradale, indispensabile per ravvio del completamento e razionalizzazione del sistema autostradale piemontese previsti nella programmazione di settore e indicati dal Consiglio regionale anch'essi nell'ultimo Piano di sviluppo.
Essi sono i seguenti: collegamento Torino-Bardonecchia: completamento Susa-Torino finanziamento fuori quota, ripartizione art. 6 legge n. 531/82, per 500 miliardi realizzazione seconda carreggiata del tronco Carmagnola-Priero per 430 miliardi completamenti e raccordi alla viabilità statale del sistema tangenziale di Torino per 260 miliardi: primo e secondo tronco del collegamento Asti-Cuneo per complessivi 1.075 miliardi.
Tutti gli interventi proposti sono compresi nel I stralcio attuativo 1985/1987 del Plano decennale della viabilità di grande comunicazione. La somma complessiva degli interventi aumenta a 2.295 miliardi di cui 200 fuori quota con la suddivisione per provincia di cui ho detto prima.
Questo è tutto e sono a disposizione per le richieste a cui sarò in grado di rispondere, quanto meno dal punto di vista politico delle scelte e soprattutto credo che sia di interesse del Consiglio fare una rivisitazione veloce in sede di replica sulle due convenzioni tra Regione e ANAS.



PRESIDENTE

Sulla relazione dell'Assessore Panella è aperta la discussione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Sartoris. Ne ha facoltà.



SARTORIS Anna

In questo momento più che Consigliere regionale sono portatrice di un ordine del giorno che è stato votato all'unanimità lunedì mattina dal Consiglio provinciale di Vercelli di cui faccio parte. Penso che la Giunta abbia già avuto sollecitazioni in questo senso perché l'ordine del giorno dovrebbe essere pervenuto all'Assessore competente.
Chiedo che vengano ripresi in esame dalla II Commissione tre progetti.
Il primo progetto si riferisce alla tangenziale nord di Vercelli, per la quale l'Amministrazione provinciale ha già provveduto a predisporre il piano di fattibilità ottenendo il riconoscimento di urgenza ed assicurazioni da parte del Ministero dei Lavori Pubblici per una sua pronta attuazione, anche in ragione della rilevanza interregionale visto che si tratta dell'unica strada, al di fuori dell'autostrada, che collega Torino con Milano e che si pone nel contesto di Piani regolatori generali già predisposti dal Comune di Vercelli, il quale ha stilato un ordine del giorno in merito alla tangenziale come pure il Comune di Borgovercelli che ugualmente ha problemi di questo tipo.
Chiediamo poi un chiarimento a proposito del progetto Cossato - Rollino Gattinara - Ghemme, in merito al quale non ho capito l'entità dello stanziamento e a che punto è l'attuazione precisa.
Il terzo progetto Cossato - Valle Mosso servirà a collegare un'area di fortissima concentrazione industriale tessile con la grande viabilità pedemontana, per la quale l'Amministrazione provinciale ha già provveduto con mezzi finanziari propri a realizzare importanti infrastrutture (l'Amministrazione provinciale di Vercelli ha già stanziato 5-6 miliardi per una galleria).
Sollecito la Giunta, l'Assessore competente e la II Commissione a rivedere questo inserimento. Anziché essere inseriti nella seconda fascia dei progetti dovrebbero essere inseriti nella prima fascia, in modo particolare la tangenziale nord di Vercelli che è un problema che ha preoccupato molto la provincia di Vercelli, che ha visto l'opera della Regione come uno scippo di quella che era considerata un'opera di primario interesse ed utilità, specialmente per il Basso Vercellese.
Mi auguro che la Giunta, l'Assessore e la II Commissione rivedano 1 tre progetti, o per lo meno che venga sentito il Presidente della Provincia di Vercelli, il quale sicuramente sarà più preciso in merito ai problemi pressanti della Provincia e agli stanziamenti che la Provincia stessa ha fatto nell'ambito della sua programmazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Mi sembra molto inadeguato il percorso attraverso il quale veniamo ad occuparci di questa fondamentale materia. Non c'è stato tempo di discuterne in Commissione come si doveva, non c'è stato il tempo di raccogliere i materiali e le posizioni dei territori interessati e mi sembra che l'operazione sia stata fatta in modo raffazzonato da parte della Giunta. Mi riferisco soprattutto alla seconda parte.
Per la prima parte la premessa è la seguente. Noi dovremmo conoscere a che punto è l'attuazione del I piano stralcio e di quello del 1988 approvato da questo Consiglio regionale. C'è una situazione di sovrapposizione, di slittamento dei tempi, per cui sotto questo profilo preferirei che l'Assessore Panella desse una risposta Immediatamente. Se non l'abbiamo subito non ha senso che noi continuiamo a fornire degli elementi aggiuntivi ad una situazione che tra l'altro non è funzionale perché vi sono lotti del I piano che non sono stati ancora attuati e lotti del II piano dei quali non sappiamo assolutamente niente. L'istituzione non sa nulla, anche se ovviamente a livello individuale si cerca di sapere qualcosa.



PRESIDENTE

L'Assessore è disponibile a fornire una risposta? Ne ha facoltà.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

In Commissione è stato fornito l'elenco generale decennale delle opere ancora da realizzare, dal quale sono state estratte le opere di cui all'elenco A.



RIBA Lido

Non è questo. Vorrei sapere a che punto è la realizzazione delle opere da noi proposte nel piano del 1988-1989.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Non lo so.



RIBA Lido

Lo so che non lo sa! La situazione è complessa. Occorre un minimo di serietà su questo punto. Occorre un minimo di decifrabilità dal punto di vista giornalistico, perché domani si scriverà di nuovo "450 miliardi di opere pubbliche approvate dalla Regione" e avanti di questo passo: siamo già a 3.500 miliardi soltanto per la Provincia di Cuneo, per quanto riguarda Invece tutto il Piemonte saremo oltre 10.000; tutti progetti di cui non si è fatto nulla. Quindi serietà vuole che o si rinvia questo argomento a quando avremo tutti gli elementi per fare una discussione approfondita, altrimenti non si può prescindere da un minimo di notizie circa il punto al quale è giunta la realizzazione del precedente piano stralcio da parte della Regione Piemonte che risale al 1988. Non possiamo continuare ad aggiungere, senza preoccuparci della situazione reale, dello stato di attuazione. Ad esempio, per quanto riguarda le autostrade è stato inserito il tratto Carmagnola-Priero, quando è noto (perché c'è stato un convegno in questi giorni a Cuneo) che l'ANAS e la Società autostrade non sono in grado di realizzare il tratto Priero-Altare per il quale invece c'era già il finanziamento e l'impegno della Società autostrade per un autofinanziamento di 230 miliardi. Io chiedo di ragionare un momento su questi dati; se vogliamo procedere in una direzione che aggiunge soltanto della confusione farò uno sforzo per cercare di intervenire, ma francamente lo sconsiglio. Ritengo più utile, però, partire da un minimo di rendiconto sullo stato di attuazione dei precedenti stralci.
Che cosa vuoi dire per esempio "il lotto della variante Mondovì" quando il I lotto non so assolutamente a che punto sia, ne se è stato cominciato? Non è sufficiente la notizia giornalistica. è necessario un rendiconto.
Esistono un Plano decennale, che è stato formato nel 1984 (deliberazione del 26/1/1984), e dei piani stralcio. E' indispensabile conoscere la situazione, dopodiché decideremo su questa proposta inserendola in un ragionamento che tenga conto dello stato dell'esistente anche per quanto riguarda le realizzazioni.
Non credo che sia tempo sprecato, ma utile allo scopo di portare un contributo nella materia. Chiedo una risposta immediata dell'Assessore.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Io non sono in grado di rispondere, ma ritengo che neanche gli uffici siano in grado di conoscere la situazione complessiva dell'ANAS, tanto meno del lavori cui intende far fronte. La situazione è piuttosto confusa e questo è noto. MI riservo di far fare uno studio sullo stato dell'arte e di portarlo in II Commissione. Sono in grado semplicemente di portare a conoscenza del Consiglio quali sono le opere - questo è l'oggetto della domanda da parte del Ministero - non finanziate; ma questo è un discorso diverso dalla verifica dello stato del lavori che francamente - ripeto non conosco.
Ho fatto invece una ricerca approfondita sullo stato dei lavori riguardanti le convezioni, anche perché in questo caso si tratta di quattrini della Regione. Noi contribuiamo infatti con il 38%; questa ricerca è stata la prima cosa che ho fatto, in quanto mi sembrava doveroso disporre di un quadro preciso. E' stata un'operazione molto complessa perché scambiare informazioni con l'ANAS è molto difficoltoso, ma alla fine siamo arrivati ad avere una situazione aggiornata e precisa delle convezioni e quindi di come vengono spesi i quattrini della Regione.
Mi riservo in II Commissione di portare un approfondito studio della situazione dei lavori già avviati, sui quali peraltro noi non possiamo intervenire. L'obiettivo della domanda del Consigliere Riba è sapere che cosa si è avviato e sulla base di questo dato scegliere i finanziamenti.



RIBA Lido

C'è di più, se permette. Assessore. Io non conosco il quadro complessivo del Piemonte, ma ad esempio la variante Robilante-Roccavione è ferma perché mancano i soldi relativi alla prima tranche di stanziamento, e pare che debba essere integrato. Quindi noi non possiamo deliberare la seconda tranche, perché attualmente è ferma la realizzazione del I lotto e sono stati addirittura discommissionati travature e parti di rifornimento: saranno già al secondo o terzo subappalto, anche questi sono problemi che comunque intervengono.
Se poi consideriamo l'altra variante accennata di Isola d'Asti, sulla base degli argomenti portati, pare che si farà un lavoro di convenzione con una Società autostradale. Ma non è così, perché la Società autostradale ha sottoposto un piano finanziario che è stato bocciato; la Regione ha espresso dei pareri contrari, o comunque molto critici, dal punto di vista dei tracciati e di altri aspetti. Dobbiamo recuperare la discussione che deve fondarsi su un ragionamento, su una completezza delle conoscenze. Non sto dicendo che la maggioranza non debba assumere le sue decisioni, ma penso al progetti che hanno un significato troppo grande per poter essere oggetto di una decisione sulla base di una istruttoria.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Ognuno conosce bene le strade della propria zona, lo sarei già perdente se mi avviassi sulle strade di Cuneo o di Asti. Tutti questi casi hanno però qualcosa in comune; in base a quello che ha affermato il Consigliere Riba posso dire che vi è una situazione simile in quel di Omegna dove noi parliamo di completamento del tratto che va da Omegna a Gravellona, ma mi risulta che manchino i quattrini per completare il I lotto. Sono situazioni complicatissime e c'è il rischio che nell'elenco Avi sia una serie di opere che non si riusciranno a realizzare nel triennio, per cui bisogna andare a individuare quella che in II Commissione è stata definita una "panchina" cioè una serie di altre priorità che, qualora non si realizzassero quelle prospettate dal Consigliere Riba potrebbero subentrare. Però questa non è cattiva volontà, è la complessità della situazione, per cui non si riesce a conoscere bene lo stato delle cose quando ci sono di mezzo l'ANAS e le Società autostradali.



RIBA Lido

Considero giusto questo ragionamento.
Concludo quindi il mio intervento: pregiudizialmente chiedo di completare l'istruttoria di queste proposte, perché sotto il profilo delle conoscenze la ritengo Inadeguata: sotto il profilo delle scelte da compiere persino inopportuna, perché a questo punto non si aggiungerebbe che un ulteriore piano stralcio quando ancora non si conosce lo stato di realizzazione dei due precedenti piani stralcio sui quali questa operazione si deve innestare. Quando arriveremo alla eventuale esecuzione di qualche progetto di questo plano, gli aumenti del costi precedenti saranno stati talmente significativi da rendere assolutamente Irrealizzabili queste decisioni e quindi sarebbe, in ultima analisi, da parte della Regione un modo per sottrarsi ad un maggiore vincolo di gestione di questa partita dato che esiste l'Assessorato, sia pure con limiti di competenza, per quanto riguarda gli Intrecci con l'ANAS.
Per quanto riguarda infine la variante di Isola d'Asti l'Assessore ha accennato a 200 miliardi, che sono stati riportati a 100 perché sarebbe in corso un'operazione di concessione o di ipotesi autostradale, che invece non c'è: di questo sono sicuro e credo che in una fase istruttoria, e non certamente In sede di dibattito, potremo accertare se esiste o meno. Ma lo sono sicuro che non ci sia perché non esiste ne l'ipotesi ne tanto meno il piano finanziario.
Sulla base di elementi di questa natura chiedo che venga svolta un'istruttoria, che ritengo necessaria, per valutare approfonditamente le decisioni da prendere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Non entrerò nel merito dell'avanzamento dei lavori come ha fatto il collega Riba.
Valutando questo stralcio abbiamo subito evidenziato una serie di questioni che ci preoccupano notevolmente.
La prima si riallaccia ai primi provvedimenti che la Giunta precedente aveva preso con i poteri del Consiglio; mi riferisco a quel provvedimenti assunti dall'Assessore Cemetti relativi al Novarese che stranamente erano tutti in provincia. Siamo di nuovo daccapo. Questo è il primo intervento corposo di questa Giunta nel campo dei trasporti: l'Assessore proviene dalla provincia di Novara e casualmente la provincia di Novara si accaparra la maggior parte dei fondi per la viabilità, quando sappiamo che esistono delle province particolarmente disastrate, abbandonate da anni, dove la viabilità non è più stata curata. Un esempio è la provincia di Cuneo, dove la città capoluogo è servita malissimo per quanto riguarda i collegamenti stradali.
Vi sono però altre zone particolarmente disservite, come la Langa o il Monferrato, che hanno un sistema viario praticamente inesistente o che è comunque quello del primo dopoguerra, con l'unica differenza che le strade sono state asfaltate.
E' vero che si tratta solo di uno stralcio, ma se andiamo a vedere l'altro elenco del Piano decennale scopriamo che per i prossimi anni non ci aspetta nulla di diverso, perché la provincia di Novara farà sempre la parte del leone in questa spartizione di fondi, arrivando alla cifra di 835 miliardi, a fronte dei 357 miliardi, cioè meno della metà, previsti per la provincia di Alessandria. Pertanto noi contestiamo le scelte fatte da questa Giunta.
Anche sulle scelte relative alla provincia di Torino abbiamo delle obiezioni da fare: che senso ha oggi partire con la variante di Airasca quando tutti sappiamo che sono già in stato di avanzamento i lavori per l'autostrada o superstrada che collegherà Torino a Pinerolo? Che senso ha parlare di varianti della statale 229 quando a fianco stanno proseguendo i lavori per l'autostrada che dovrebbe giungere a Verbania? Noi riteniamo quindi che ci sia uno spreco di denaro e che questi interventi non siano stati finalizzati alle reali necessità del territorio. Gradiremmo una risposta da parte dell'Assessore.
La seconda questione che intendiamo sollevare è che abbiamo sentito che i fondi comunque mancano perché devono arrivare da Roma, però la Giunta dovrebbe prendere coscienza di questa realtà e noi siamo di nuovo qui a ripetere, ma non ci stancheremo mal di dirlo, che in Piemonte abbiamo una situazione viaria disastrata a fronte di interventi continui nelle Regioni del sud che continuano ad avere finanziamenti per superstrade, perché non possiamo che definirle tali, a tre o quattro corsie e a interventi viari sprecati e del tutto inutili.
Pertanto il nostro Gruppo non può che esprimersi in modo contrario a questi interventi e non può che invitare la Giunta, oltre a dare le risposte alle domande che abbiamo formulato, a rivedere questo piano perch riteniamo che non corrisponda assolutamente alle reali esigenze della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bosio.



BOSIO Marco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei richiamarmi al fatto che il problema posto dal collega Riba riguarda la effettiva possibilità e capacità del governo regionale, e del Consiglio regionale piemontese nel suo complesso, di affrontare con cognizione di causa e con autorevolezza (vorrei persino dire con un potere reale di indicazione nei confronti del Governo e dell'ANAS) l'ordine delle scelte e delle priorità che la comunità e le istituzioni regionali piemontesi ritengono debbano essere indicate per la viabilità.
Il Consigliere Riba potrebbe montarsi la testa a trovarsi con quattro ragioni in un colpo solo, perché richiede, attraverso conoscenze e atti non solo dell'Assessore, del quale capisco la difficoltà, di avere lo stato dell'arte ad oggi delle realizzazioni. Badate, lo stato dell'arte e degli investimenti di centinaia e di migliaia di miliardi e non di noccioline! Si chiede di sapere non per una ragione di tipo moralistico, che non sarebbe neanche male di questi tempi, ma per una ragione di potere e di autorevolezza delle decisioni di questo Consiglio e di questo governo regionale: il potere di determinare delle priorità al Governo e all'ANAS sulla grande o meno grande viabilità; priorità che potranno assumere, o delle quali potranno tenere conto soltanto come un parere minimo. In ogni caso, però, che vengano indicate le priorità ritenute giuste dalle popolazioni, dal Consiglio e dal governo regionale! Ci auguriamo che si riesca ad ottenere sul serio, in sede di II Commissione, lo stato dell'arte della situazione al fine di riverificare la natura e le caratteristiche delle priorità che qui stiamo per indicare.
Quello che vorrei richiamare è il tipo di autorità vera su questo campo pur riconoscendo al Governo, al Ministero e all'ANAS il diritto-dovere di riequilibrare il tutto in un quadro nazionale e dunque di potere anche modificare alcune delle priorità indicate dalle varie Regioni; ma vi è l'altrettanto diritto-dovere della Regione Piemonte di indicare con forza l'autorevolezza delle scelte.
Io sono abbastanza incompetente dal punto di vista del come reperire le risorse. Ho ricevuto la documentazione, come del resto tutti i Consiglieri nella quale sono indicate le leggi cui ci si richiama per 1 finanziamenti ebbene, a mio parere si tratta di un grande gioco confuso e ad incastro perché è davvero difficile riuscire a individuare da quale parte le risorse vengono prese. Ci sono spostamenti incredibili che nascono da situazioni di residuo passivo risalenti agli anni '83. '86 e '87.che si ritrovano oggi messe in fila, ma non in ordine, per riuscire a ridefinire l'elenco di opere con i relativi miliardi a fianco. E' confusa dunque tutta la situazione, ma dalla confusione non possiamo sperare di avere un vantaggio indicando solo alcuni interventi, tanto saranno altri, l'ANAS, il Ministero, il Governo a determinarli per la nostra Regione. Se così sarà di fatto capiterà esattamente quanto diceva il collega Riba: noi indichiamo, approviamo, primatizziamo alcune scelte, dopo però ne vengono fissate altre conseguenti e si investono altri miliardi. C'è il "piccolo" particolare che le scelte indicate qualche anno fa non sono state realizzate. I soldi destinati a quei progetti lì non sono andati, i finanziamenti non ci sono, probabilmente sono stati indirizzati verso altri interventi, magari in Piemonte, magari no. Il punto vero è che in tutto questo il governo regionale e le comunità del Piemonte ne hanno assolto al loro minimo compito rispetto gli interessi primari, ne sono stati in grado di esercitare un ruolo di autorevolezza.
Detto questo, mi riferisco ora ad una questione più specifica, e da bravo Consigliere, più localizzata nella mia realtà. Non trovo nell'ultimo elenco emesso dalla II Commissione il collegamento autostradale Novara Malpensa. Ne sono contento, non perché io non creda alla necessità di questo collegamento, ma perché il progetto che è stato presentato è errato proprio dal punto di vista tecnico, urbanistico, del traffico: si presenta con una obiettiva incertezza sulla natura del progetto stesso. Autostrada non autostrada, superstrada o strada normale? Viene chiamata autostrada e così catalogata nell'elencazione primitiva, ma nella prospettazione del progetto si presenta in modo diverso: si collega con la cosiddetta tangenziale di Novara, e non con l'autostrada Milano-Torino A4, e dunque si presume - già circolano delle voci - che ci sia un'intesa, non a Torino ma a Roma, tra ANAS e Autostrade per la quale l'ANAS cederà all'autostrada un pezzo della tangenziale per poter chiamare poi autostrada il collegamento tra Novara e la Malpensa.
Questo per dire come non controlliamo nulla e il non controllare nulla non significa che si fanno le opere, si fanno solo interessi. Se così fosse, al di fuori delle decisioni di questo Consiglio, lì si sarebbe fatto semplicemente l'interesse fattuale dell'autostrada Torino-Milano l'interesse vero è speculativo.
In ultimo luogo mi chiedo perché sono stati sollecitati, o costretti Sindaci e Amministrazioni comunali ad esprimere un parere, attraverso una deliberazione favorevole, in due o tre giorni, con la massima urgenza dicendo che se non si fosse deciso subito si sarebbe perso tutto. Di tutto ciò nell'elenco cosiddetto A non risulta nulla e me ne rallegro, però so per certo che tutti 1 Sindaci di quel Comuni che sotto questa pressione hanno deliberato l'approvazione, tuttavia hanno una serie lunga e giusta di osservazioni e di correzioni da apportare a un progetto obiettivamente sbagliato. Un progetto sbagliato vuoi dire non solo costi in più, ma vuole anche dire, se dovessimo affrontarlo dal punto di vista delle statistiche cominciare a mettere in conto un numero maggiore di incidenti e le morti per incidenti stradali aumenteranno per errori di progettazione, per errori gravi di progettazione di quel tratto cosiddetto autostradale. La Regione deve o non deve dire qualcosa su questo? I Comuni devono o non devono dire qualcosa su questo? Io credo che se non vengono risolte queste questioni difficilmente, per quanto mi riguarda, posso approvare questa proposta della Giunta. Difficilmente però il governo e il Consiglio regionali potranno avere autorevolezza reale nei confronti dell'ANAS, delle Autostrade, del Ministero e del Governo. E questa scarsa autorevolezza alla fine, la pagheremo tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono stati posti, negli interventi svolti finora, aspetti di procedura e di merito. Vorrei che si chiarisse che si sta facendo questo dibattito per poter arrivare alla votazione di una deliberazione che è stata discussa in II Commissione e approvata a maggioranza dalla stessa. L'opposizione ha consentito che la deliberazione venisse in aula.
La risposta alla domanda posta dal collega Riba non ha bisogno di arrivare al termine del dibattito, ma arriva già adesso, almeno per la parte che mi riguarda, perché noi riteniamo che è attraverso il voto che ciascuno può esprimere le proprie valutazioni.
Per quanto riguarda il merito, ci sono osservazioni fatte sia da Bosio che da Riba che meriterebbero un più ampio approfondimento. Tuttavia quando in Commissione abbiamo discusso del problema, l'Assessore Panella aveva fatto presente che la Commissione parlamentare dei Lavori Pubblici attende entro il giorno 31, cioè entro oggi, una risposta. Conoscendo bene i meccanismi di formazione e di decisione di certi provvedimenti in questo Paese, ritengo che intanto bisogna essere a posto, con le carte in regola.
Ecco perché sostengo che occorre votare una deliberazione questa sera perché non bisogna offrire ad alcuno nessun alibi, di nessun genere, anche se poi il discorso non potrà più essere recuperabile, qualora ci fossero aspetti che dovessero in qualche misura essere recuperati all'approfondimento. Ritengo che comunque bisogna essere puntuali.
Nella relazione dell'Assessore Panella c'è un'osservazione che mi ha colpito. L'Assessore ha detto: "è la prima volta che riusciamo". Cari colleghi, questo la dice lunga sul ruolo della Regione in questi vent'anni.
Se è la prima volta che riusciamo a interloquire...



(Commenti dai banchi comunisti)



ROSSA Angelo

Io non mi chiamo fuori e non intendo chiamarmi fuori! Io ci sono dentro, ci sono sempre stato, e questo mi pone perlomeno degli interrogativi; se vogliamo affrontare i problemi di ammodernamento dei metodi di governo ci sono delle importanti autoriforme da fare nella cultura di ciascuno di noi.
Comunque, voglio esprimere un vivissimo apprezzamento e un ringraziamento al collega e compagno Panella, che ha presentato una proposta con estrema semplicità, che non penalizza nessuno, anche se pu osservi qualche peso in più da una parte rispetto ad un'altra. Il quadro complessivo, per quanto mi riguarda, lo sottoscrivo. Ritengo, per esempio che per la parte del Piemonte sud la proposta può essere accolta e con i tempi che corrono è meglio non perdere tempo in discussioni che pure sono molto importanti. Non sono insensibile alle cose che sono state dette dai colleghi Riba e Bosio, però dobbiamo fare di necessità virtù, stare con i piedi per terra, essere concreti, altrimenti rischiamo di predicare nelle chiese e di non parlare laddove invece bisogna parlare.
Mi riferisco nel concreto alle cose che mi interessano. Primo, la circonvallazione di Alessandria. Signori, per completare la tangenziale di Alessandria ci vuole ben altro, però questa tangenziale è ferma da vent'anni e io ho avuto in più occasioni modo di dire che era l'incompiuta". Mi fa piacere che a questo punto si cominci a mettere in moto il meccanismo! Altro che gli approfondimenti! Poi li faremo. Io sono convinto che arriveremo in tempo anche per gli approfondimenti, per mettiamo in moto il meccanismo! La variante di Strevi. Ricordo che almeno otto anni fa, un giorno arrivò Nicolazzi, collega dell'Assessore Gallarini, con tutta la "sancta sanctorum" e disse: "qui risono i soldi". Il giorno dopo sembrava che si dovessero iniziare i lavori, ma quei lavori non cominciarono mai! Chiedo il conforto dei colleghi che furono presenti allora di convenire. Io comunque c'ero, sembrava che tutto dovesse essere pronto, e da allora sono passati otto anni. Oggi si riprende questo discorso. Benissimo, prendiamolo per buono, spero però che non passino nuovamente otto anni.
Signori, è così! Mi direte che bisogna lavorare con maggiore puntualità e con maggior rigore, è quello che vogliamo fare, ma nello stesso tempo sappiamo anche quali sono tutti i meccanismi, tutte le difficoltà, tutti gli alibi, tutte le corti dei miracoli che circondano le cose in questo Paese. Bisogna essere molto chiari e molto concreti. E' stato fatto questo discorso in Commissione, abbiamo espresso delle posizioni divergenti da quelle di altri colleghi, abbiamo infine licenziato il testo. Si è detto che il secondo elenco, l'elenco B, appare come il libro dei sogni, ma ad un certo punto bisogna cercare di farlo diventare concreto. E' il momento nel quale. Presidente della II Commissione, si devono approfondire le cose però questa sera, senza iattanza, noi dovremmo essere in grado di dare questa risposta per non consentire a nessuno di sfuggire di fronte alle domande, di fronte alle richieste. Poi approfondiremo, poi ci dedicheremo poi lavoreremo, poi andremo a Roma, poi cercheremo incontri, poi faremo tutta la nostra parte!



RIBA Lido

E' da tre anni che si va a Roma a chiedere incontri, dove hanno detto che queste cose non passeranno mal, è soltanto un'operazione per accontentare qualche politico!



ROSSA Angelo

Collega Riba, questa è una tua supposizione. Io mi trovo di fronte a delle proposte che prendo per buone e che domani potrei anche addebitare al governo regionale se non dovessero andare avanti. Capisco che ci possono essere aspetti che sfuggono al controllo, però dobbiamo lavorare in modo che non ci sia qualcuno che ne trae profitto. Occorre definire un quadro di riferimento all'interno del quale la prima risposta da dare è quella di questa sera. Ringrazio quindi per le proposte fatte e rivolgo un invito a tutti. Cari amici, conosco bene l'aspirazione alle grandi cose, per vediamo anche le piccole cose nel concreto, perché gli anni sono fatti di tanti giorni.



STAGLIANO' IGOR



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, intervengo richiamandomi innanzitutto al lavori della II Commissione, all'interno della quale abbiamo avuto modo di esaminare approfonditamente il provvedimento che poi è stato licenziato In una formulazione diversa dalla proposta di deliberazione originaria della Giunta regionale. Questo, al di là dell'aspetto formale che tutti ben sappiamo riferirsi solamente allo stralcio dell'elenco B, dimostra la volontà, da parte della maggioranza e dell'Assessore, di sviluppare nel futuro il confronto con tutte le forze presenti in Consiglio, in particolare nella Commissione stessa, per fare chiarezza circa le problematiche poste dal plani della viabilità.
Ci troviamo in una situazione caratterizzata da ritardi, da confusione da difficoltà di rapporti fra gli enti locali, le Regioni in particolare, e l'ANAS e il Ministero dei Lavori Pubblici. Però non possiamo, anche se vi sono dei precedenti a volte negativi, compiere un processo alle intenzioni.
Conosciamo le capacità decisionistiche del Ministro Prandini con riferimento alle questioni del porto di Genova di qualche anno fa, ma al di là delle caratteristiche personali di questo o quel Ministro ci troviamo di fronte ad una situazione che mette in risalto una volontà del Governo, nel caso particolare del Ministero, di confrontarsi con le Regioni. Questo confronto avviene anche in un particolare momento delle relazioni tra Stato e Regioni nell'ambito di un quadro che si vuole in qualche modo concorrere a modificare proprio per accentuare sempre di più il ruolo delle Regioni.
E' chiaro che queste possono essere vuote parole, ma anche l'inizio di un cambiamento. Condivido con 1 colleghi che mi hanno preceduto la necessità di essere il più possibile trasparenti in questa materia; alcune richieste, che possono sembrare di ordine pratico o tecnico, avanzate in Commissione, sono invece fondamentali. Alcuni Commissari, e l'Assessore ha dimostrato subito la sua disponibilità, hanno detto che occorre, quando si va ad esaminare questo o quell'intervento, avere con precisione l'elenco di tutto ciò che è già avvenuto e che sta avvenendo sul territorio, anche dal punto di vista cartografico, per renderci conto delle priorità, delle interconnessioni tra i vari livelli di viabilità autostradale, di grande comunicazione e provinciale. In questo senso, bene ha fatto l'Assessore attuale (probabilmente anche quello precedente perché ci troviamo di fronte ad un provvedimento già avviato) a tenere conto delle segnalazioni delle Province. Non dimentichiamo il ruolo delle Province che è stato accentuato dalla legge n. 142 e nei confronti delle quali dobbiamo svolgere un'opera di coordinamento, di governo e di raccordo per presentare un'unica voce del Piemonte nei confronti dell'ANAS e quindi evitare che si possa, da parte di Roma, giocare - per usare un termine caro ad altri colleghi - sulla confusione non consentendo possibilità di inserimento per manovre devianti.
Ci troviamo di fronte ad una deliberazione che poggia su priorità che non sono discutibili, che condivido pienamente, peraltro già in linea con orientamenti precedenti, cioè le varianti degli abitati, la priorità per la viabilità pedemontana, i collegamenti trasversali, nel senso che si è fatto riferimento all'asse Casale - Asti - Alba - Cuneo e a tutta una serie di altri interventi volti alla razionalizzazione della rete della viabilità e volti all'eliminazione dei cosiddetti punti neri, di situazioni particolarmente precarie per quanto riguarda la viabilità del Piemonte che certamente in qualche zona presenta notevoli carenze. Carenze a volte imputabili alle lungaggini da parte dell'ANAS negli interventi programmati.
Ci sono delle difficoltà burocratiche negli appalti dovute anche alla legge antimafia; sta di fatto però che in alcune città della provincia dalla quale provengo certi interventi, anche minimi, vanno troppo alle lunghe suscitando la negativa reazione popolare. Probabilmente siamo anche condizionati da tutti i precedenti plani faraonici decennali o ventennali che vanno senz'altro rimeditati. Potremmo aprire una discussione sul metodo della programmazione da attuare in questo o in quel modo, probabilmente l'ottica va forse ristretta alle priorità pur in una visione complessiva.
La verifica all'interno dei Piani di sviluppo della Regione consentirà attraverso allegati o interventi specifici, di valutare lo stato dell'arte per il quale l'Assessore si è impegnato a riferire in Commissione, della qual cosa lo ringraziamo, unitamente all'esame, che poi sfocerà in un provvedimento del Consiglio, della cosiddetta sezione B della proposta della Giunta, che sarà senz'altro modificabile, ma il cui temporaneo accantonamento è stato inteso dalla Commissione nel senso di una effettiva possibilità di esame da parte di ciascun Consigliere. Quindi è giusto rimeditare tutto ciò che è stato programmato in precedenza, anche per compiere un aggiornamento dal punto di vista temporale e delle eventuali diverse necessità che nel frattempo si possono essere manifestate.
La Giunta ha operato in modo corretto nel momento in cui ha cercato di distribuire.pur nell'ambito delle priorità e con un certo metodo, gli interventi sul territorio. E' chiaro che quando ci troviamo di fronte a decisioni di questo genere probabilmente "la coperta è sempre più stretta rispetto alle cose da coprire", però, per quanto se ne possa sapere, sulla base degli interventi e delle relazioni tecniche che abbiamo sinteticamente ascoltato in Commissione, ci troviamo di fronte ad una deliberazione della Giunta regionale che certamente differenzia la Giunta dagli orientamenti della minoranza, che peraltro si è atteggiata in modo costruttivo nell'iter di questo provvedimento. Comunque, considerando il ruolo della maggioranza e quindi il suo dovere e diritto di assumersi le proprie responsabilità si può complessivamente condividere la proposta. Soprattutto ritengo utile l'aver correlato le priorità, per quanto riguarda la viabilità statale, con alcune indicazioni relative alla viabilità autostradale proprio per le interconnessioni tra i due livelli di viabilità e gli unici criteri di programmazione che presiedono a queste scelte.
E' un voto favorevole quello che successivamente andremo a dare, con l'attesa che da parte dell'Assessorato competente si dia corso a tutti i collegamenti con la Commissione e anche da parte della Giunta nel suo complesso per un ruolo deciso e incisivo nei confronti della sede ministeriale centrale e con riserva di esprimere, anche con maggiori e più ampi interventi da parte del nostro Gruppo, un giudizio più dettagliato quando avremo la possibilità di discutere quello che viene definito il cosiddetto elenco B, cioè il riepilogo della situazione generale, ovvero le opere comprese nei vari elenchi (inseribilità, priorità e così via).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Premetto che non ripeterò le considerazioni già fatte dal colleghi Riba e Bosio circa la metodologia generale, cioè la necessità di avere più elementi conoscitivi sullo stato delle cose, per dare un giudizio più compiuto e anche per capire meglio la filosofia ed 1 criteri generali per cui sono state scelte alcune priorità rispetto ad altre. Su questo quindi non mi dilungo, nel senso che condivido le cose dette, anche se ritengo che vada recuperata una filosofia generale più comprensibile per quanto riguarda la proposta regionale che io non credo, come ha detto qualcuno prima, che non ci sia mai stata in passato: direi Invece che c'è stato un momento del governo regionale in cui la pianificazione è stata un elemento costante, soprattutto nelle Giunte di sinistra, quando la programmazione allorché furono istituiti i Comprensori, si calò anche a livello di base.
Ricordo che a livello periferico su questioni relative alle grandi infrastrutture pubbliche si poté entrare nel merito ed avviare un ampio dibattito ricondotto poi a sintesi a livello più generale, a livello piemontese. Sotto questo punto di vista quindi non siamo all'anno Zero anzi semmai va recuperato con forza un disegno programmatorio generale su cui vorremmo tutti confrontarci più a fondo.
Le critiche che noi facciamo non hanno certamente una vis solo polemica, ma riguardano la possibilità di confrontarci in modo serio e reale su documenti che vorremmo avessero un valore pregnante e significativo per poter incidere realmente sugli indirizzi del Governo centrale, che non siano quindi solo indicazioni di larga massima, bensì delle proposte cogenti, nel limite delle possibilità di comprensione perché a livello di Governo centrale si dovranno compiere altre sintesi prioritarie.
Da questo punto di vista va ricondotto alla programmazione più generale l'importante capitolo della viabilità. In Commissione questo è stato detto e del resto il nostro intervento è stato significativo anche per evitare di portare al dibattito del Consiglio regionale due elenchi (A e B) soprattutto tenendo conto che le possibilità reali di finanziamento nel triennio sono al di sotto di quelle contenute nell'elenco A che prevede circa 500 miliardi (le possibilità reali sono state stimate infatti intorno ai 400 miliardi), per cui bisognerebbe fare addirittura una riduzione ulteriore. La nostra indicazione è stata molto chiara: se si vuole essere seri parliamo almeno di priorità. Abbiamo comunque votato contro in Commissione sia per i criteri generali sia perché le priorità non sono state discusse. Abbiamo introdotto un elemento di razionalizzazione, questo non vuoi dire però essere d'accordo sulle scelte fatte.
Detto questo, entrando nel merito delle questioni, pur nella limitatezza dell'orizzonte generale con cui va vista la problematica a livello regionale, faccio alcune considerazioni a livello periferico per alcune proposte che conosco direttamente e anche in riferimento alla relazione fatta dall'Assessore Panella. Non c'è dubbio che, anche se alcuni individuavano nella provincia di Novara un particolare interesse, gli interventi previsti in quest'area abbiano una loro logica. Per quanto riguarda alcuni interventi nell'Alto Novarese si sta portando a compimento sia la Veltri - Sempione sia la superstrada Gravellona - Confine svizzero che sono stati i due elementi portanti della viabilità in quest'area. Altro elemento nella strategia generale viaria della zona è il miglioramento e potenziamento delle strade nn. 229 e 34 che sono i due assi principali intersecanti di tutto l'impianto viario dell'Alto Novarese in particolare ma anche di tutta la provincia di Novara più in generale. Gli interventi sulla strada n. 229, soprattutto tra i due poli di Omegna e Verbania (i due centri più significativi dell'Alto Novarese che si possono considerare ormai un continuo urbano con grandissimi problemi di viabilità, perch l'intensità del traffico è notevolissima), a mio parere sono coerenti ad indicazioni che sono emerse chiaramente nel dibattito che si è sviluppato nei Comprensori. Avrei visto bene recuperato nell'elenco A anche un intervento che è previsto nella tabella B, per quanto riguarda il tratto Gravellona - Confine svizzero sulla statale n. 34, che potrebbe essere ripreso eventualmente nel momento in cui si riducesse a 400 miliardi la manovra complessiva; sarebbe anche opportuno da questo punto di vista individuare le priorità in un elenco che tutto sommato è ancora superiore alle disponibilità reali di intervento.
Le ragioni di carattere generale che sono state espresse ritengo di poterle condividere, al di là del fatto che nel merito si possa convenire su alcuni di questi interventi. Il discorso va visto in prospettiva per capire meglio la filosofia, gli indirizzi generali su cui ci stiamo muovendo e per disporre del massimo di elementi conoscitivi utili a dare delle indicazioni reali che siano davvero efficaci e che costituiscano un momento di confronto con il livello nazionale, cosa che fino ad ora per la verità non abbiamo verificato. Abbiamo verificato semmai, purtroppo, che a livello di Ministero le indicazioni regionali sono state largamente disattese, anzi, molte volte si sono realizzate opere su indicazioni urgenti che venivano sostenute a livello nazionale e quindi senza la possibilità reale di fare anche sul plano progettuale, come ha detto qualche collega prima, interventi più razionali e significativi dal punto di vista scientifico. L'intervento va quindi ricondotto al massimo di programmazione e di serietà, senza avere alcuna fregola particolare.
D senso dei nostri interventi va nella direzione di recuperare un discorso di programmazione a livello più generale e conoscitivo che sia di supporto a queste scelte, tenuto conto che non abbiamo voluto in alcun modo assumere un atteggiamento ostruzionistico e defatigante, ma anzi abbiamo voluto sottolineare alcuni aspetti della situazione pur esprimendoci in senso contrario a livello di Commissione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Porcellana.



PORCELLANA Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo dopo aver ascoltato con attenzione la relazione dell'Assessore, prima in Commissione ed oggi in aula. Prendo atto del grande lavoro che è stato fatto dalla Giunta il giorno 9 di questo mese e della molta attenzione che è stata riservata alle Province piemontesi, ma non posso dimenticare un grande tema che è stato discusso in passato incontrando gli amministratori delle Province del sud Piemonte, in particolare il Sindaco di Asti. Presidente della stessa Provincia di Asti, ovvero il problema della circonvallazione Asti ovest.
Voglio ricordare questo tema proprio perché oggi arrivando ad Asti e volendo raggiungere le città importanti di Ovada, Canelli, Nizza Monferrato, Alba e Acqui tenne, si impiegano circa 40-50 minuti per attraversare la piccola cittadina, sia durante i giorni feriali che durante 1 giorni festivi; allora mentre sono qui a ringraziare per il lodevole impegno dell'Assessore e della Giunta nella ripartizione equa relativa al terzo stralcio attuativo del Piano decennale della viabilità di grande comunicazione, non posso non evidenziare il problema della tangenziale ovest di Asti. Si deve grande rispetto a tutte le province. In quanto non ci sono province di serie A e altre di serie B, pertanto, mentre si riserva attenzione alle circonvallazioni del centri abitati di tutte le province.
Asti non deve essere lasciata nella serie B. Da qui nasce la mia raccomandazione alla Giunta ed al nuovo Assessore che ha lavorato molto in questi pochi mesi.
Riprendo il ragionamento avviato dalla Commissione guidata dal collega Fiumara. Oggi non affrontiamo il contenuto di questo elenco, però non posso non segnalare che un altro tema è stato lasciato nel dimenticatoio, ovvero la strada Asti-Moncalvo, della quale si prevede il finanziamento del secondo stralcio, mentre non è neanche ancora partito il primo stralcio.
Ricordo che è problematico raggiungere Casale e quindi svincolare per Milano. Rivolgo pertanto una ulteriore raccomandazione alla Giunta ed all'Assessore allorquando si andrà ad esaminare l'elenco B.
Tema altrettanto importante per il quale darò il mio consenso favorevole oggi è il "Piano decennale della viabilità di grande comunicazione"(elenco A}.Ho visto i finanziamenti per il collegamento Asti Cuneo primo tronco e secondo tronco A21.Mi auguro che il finanziamento consideri non una scelta prioritaria per l'uno o l'altro tronco, ma una scelta di ugual rispetto sia per il tratto Cuneo-Bra che per il tratto Asti Bra. Diversamente anche qui commetteremmo un grave errore, perché due province come Asti e Cuneo hanno diritto di essere inserite, alla vigilia di mutamenti importanti, nel traffico internazionale e nazionale. Siamo alla vigilia del 1993 e i traffici imperanti del sud Piemonte devono avere particolare attenzione da parte di questo Governo regionale. Città importanti come Ovada, Acqui, Alba, Canelli e Nizza, non possono essere relegate da migliaia di curve, a causa delle quali per raggiungere Milano o Torino si hanno delle difficoltà enormi, certe volte invalicabili. La variante di Isola d'Asti tramite il tunnel è un progetto importante pertanto la proposta d'intervento per 100 miliardi è significativa ed intelligente, perché questo è il paese degli incidenti: non passa settimana che non ci siano incidenti mortali agli incroci verso Isola d'Asti e verso Alba. E' una scelta molto importante e ringrazio la Giunta e l'Assessore competente per averla inserita. Chiudo dicendo che il tema importante della viabilità tocca tutte le province piemontesi, lo abbiamo sentito dagli interventi dei diversi colleghi, e quindi ci vuole un grande rispetto per le decisioni prese, ma voglio raccomandare al Presidente della Giunta e all'Assessore competente un grande rispetto per le province del sud Piemonte nelle decisioni che si prenderanno prossimamente, proprio perch non devono esistere province di serie A e province di serie B. Si parla sovente di un'Europa a velocità A e di un'Europa a velocità B, mi auguro quindi che in sede di governo regionale non si voglia fare del Piemonte una serie di province di categoria A e una serie di categoria B.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la prima considerazione riguarda il rapporto che la Regione Piemonte dovrebbe intrattenere con l'ANAS. Il rapporto sin qui intervenuto è insufficiente in quanto l'ANAS mi sembra che si comporti come un corpo separato, fuori da ogni effettivo controllo delle istituzioni. Un vero centro d'affari nel quale gli interessi per eseguire le opere, qualunque esse siano, quindi al di là della scelta politica, risultano prevalenti. Quindi l'ANAS è soggetta a delle scelte che non sono sottoposte ad un confronto democratico, a scelte politiche, ma a spinte che non riesco neppure a decifrare bene. Di questa situazione l'Assessore ha dato un certo conto. Sia pure ricoprendo da poco tempo questa responsabilità l'Assessore ha già illustrato una sofferenza in questo campo e ha detto al Consiglio, così mi è sembrato di capire, che intende muoversi su una strada di maggiore presenza della Regione Piemonte.
Se questa è la volontà dell'Assessore concordo, non soltanto nei confronti dell'ANAS, ma anche di altri enti statali, cito per esempio l'ENEL. che non ritengo possano muoversi sul territorio prescindendo da un rapporto con una Regione forte e capace di governare anche certe procedure di questi enti.
Invito quindi l'Assessore a procedere affinché la Regione sappia tutto quello che fa l'ANAS, come gestisce i fondi, non soltanto quelli che vengono spesi insieme al fondi della Regione, quindi sulla base di convenzioni. Penso che lo stato di avanzamento dei lavori l'ANAS lo debba dare alla Regione Piemonte come routine, quindi non è ammissibile che un Assessore debba inseguire i funzionari dell'ANAS e non riesca ad essere Informato sullo stato di avanzamento delle opere. Dovrebbe essere un canale di informazione continuo, se non c'è bisogna costruirlo. Nel merito delle scelte contenute parlerò solo di una scelta che è stata ripresa dal Consigliere Rabellino, anche se la tratterò in modo diverso nella sostanza.
La scelta è quella che riguarda il finanziamento della circonvallazione di Airasca. Il Consigliere Rabellino ha detto: "c'è già l'autostrada Torino Pinerolo, questa variante è quindi un doppione, uno spreco". In parte ha ragione, perché sarebbe incomprensibile se entrambe le ipotesi venissero realizzate. Quello che sostengo io, a differenza del collega Rabellino, è che non bisogna fare l'autostrada Torino-Pinerolo, perché? Non voglio farla lunga: questa è la pianura più fertile dell'area torinese, ci sono due strade che servono Torino e Pinerolo. Da anni si dice di voler finanziare il miglioramento di queste due strade, da anni l'ANAS dispone di finanziamenti per migliorare la viabilità sulla strada Orbassano - Cumiana Pinerolo e sulla strada Torino - Airasca - Pinerolo. L'ANAS, da anni dispone di questi soldi, ma non si sa che cosa ne abbia fatto; nessuno ha mal capito perché non li ha spesi o se li abbia spesi da qualche altra parte, non se ne sa nulla. Intanto, all'insaputa dell'ANAS e forse anche della Regione, di certo del Consiglio regionale, l'ATTVA per proprio conto ogni tanto scarica delle betoniere lungo una direttrice che, se prolungata ancora di qualche decina di chilometri, arriverà a Pinerolo. L'ATTVA tempo fa presentò, e la Giunta lo portò in aula, il progetto per il tronco stradale di collegamento dal Drosso alla strada Candiolo-Orbassano, una vera autostrada, la sezione era di 26 metri, un rettilineo largo 26 metri che incideva ortogonalmente una stradina di 6 metri di sezione che unisce Orbassano con Candido. Questa autostrada passava e invadeva l'area a parco del Parco di Stupinigi e la Giunta passata, l'Assessore Vetrino, riguardosa di questo fatto, indietreggiò l'area del Parco di Stupinigi della quantità necessaria per lasciar passare l'autostrada. In quella occasione chiesi agli Assessori di allora (Vetrino e Mignone) che senso avesse questo nuovo tratto, questa autostrada che si immetteva su una stradina di 6 metri. Mi dissero di non preoccuparmi, perché la strada finiva lì, si girava a sinistra e ci si immetteva sulla strada di Airasca per Pinerolo.
Sospettavo, e l'avevo detto, che in realtà si trattasse del primo tronco di qualcosa che sarebbe proseguito e puntualmente adesso (In proposito c'è una interrogazione che ho presentato da tempo alla quale aspetto risposta) si vede che l'ATTVA, senza rendere conto a nessuno, pare nemmeno alla Provincia, propone quella che chiama la circonvallazione di Volvera, che in realtà è sempre la vecchia autostrada Torino-Pinerolo, con la foglia di fico. Ma togliamola questa foglia di fico e discutiamo della autostrada Torino-Pinerolo! Quello che non capisco a un certo punto è che le cose si facciano senza che ci sia una responsabilità politica da parte delle forze di governo. Personalmente ritengo una scelta sbagliata quella di spendere del soldi e consumare del terreno agricolo per costruire una terza strada da Torino a Pinerolo. La ritengo una scelta sbagliata, mi piacerebbe per confrontare questa mia opinione con quella di altri partiti. Sono di parere contrario a chi dice che quella tra Torino e Pinerolo è un'autostrada che bisognerà fare. Sento dire che è un rapporto normale tra maggioranza e opposizione, allora viva la democrazia! Ma qui siamo addirittura fuori del confronto democratico: non posso affrontare questo tema andando negli uffici dell'ATTVA a discutere con gli ingegneri che progettano la sezione stradale! Assessore, la variante di Airasca mi va bene se fa parte di un programma e di un progetto politico che unisce Torino e Pinerolo attraverso due grandi strade, efficienti e protette quanto basta; accetto quindi questa variante come altre varianti sulla statale 23 (ad esempio certi sovrappassi) utili a rendere fluido lo scorrimento lungo due direttrici che sono più che sufficienti a reggere, con una organizzazione dei flussi di traffico, il carico che grava su quest'area, unendo al potenziamenti delle due strade quello della ferrovia Torino-Pinerolo.
Questa mattina ho visto al TG3 che la collega Sartoris (evidentemente ha dei canali di informazione molto più efficienti del miei, questo pu essere preoccupante e cercheremo di essere! la prossima volta) alla stazione di Porta Nuova protestava, perché preoccupata del fatto che l'ammodernamento della ferrovia Torino-Pinerolo comporti un'interruzione del servizio. Anche qui la richiesta è di realizzare i lavori di ammodernamento, che tutti vogliamo, senza interrompere l'esercizio della linea. Dunque, ammodernamento della ferrovia (che va fatto) e delle due strade: questa è la politica che chiediamo di discutere. Non fatevi passare sotto gli occhi scelte che sono proprie di questo Consiglio. Chiediamo di discutere queste scelte! Assessore, ho poi presentato insieme al collega del Gruppo Verde (non so se altri hanno firmato) un emendamento che siamo pronti a ritirare se i chiarimenti saranno soddisfacenti. L'emendamento riguarda l'eliminazione dei finanziamenti sul sistema auto-tangenziale torinese. Se questi finanziamenti, che sono contenuti nell'elenco, corrispondono alla volontà di realizzare la tangenziale Est noi manteniamo l'emendamento, lo illustreremo e lo discuteremo. Se invece l'Assessore assicura che si tratta di altri interventi sul sistema tangenziale torinese, noi ritiriamo l'emendamento. Vorremmo capire se, pur essendo riferito soltanto a una quota, si tratta di un primo assenso alla tangenziale Est alla quale siamo contrari, pertanto vorremmo discuterlo. Non vorremmo fosse l'inizio di una storia simile a quella dell'autostrada Torino-Pinerolo per la quale l'ATTVA scrive nella relazione; "ormai mancano pochi chilometri a raggiungere Pinerolo". Discutiamo apertamente, scontriamoci, dividiamoci, ma siamo noi che governiamo il territorio, non è l'ATTVA.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei affrontare questo discorso su due piani differenti: uno più generale, si riferisce alla politica dei trasporti e delle infrastrutture e all'incidenza che queste hanno sul territorio; l'altro, più particolare, si riferisce ad alcuni esempi tratti dagli interventi, previsti, come priorità, nell'elenco che viene presentato.
L'impressione generale è che ci sia un'eccessiva volontà di chiudere la vicenda, forse per cogliere un primato, in quanto sarebbe la prima volta che si riesce a dare un parere, come Consiglio regionale, in merito a un Piano decennale dei trasporti di questo tipo. Non vorrei che questa tensione si traducesse in una reale svalutazione dei tipi di intervento previsti e dell'incidenza che questi avrebbero sul territorio. Da questo punto di vista sicuramente dei segnali non confortanti li abbiamo avuti nelle settimane precedenti: nel modo con cui è stato affrontato il tema in II Commissione: nel tentativo di inserirlo all'o.d.g. seduta stante: nel fatto che la discussione si è svolta all'insegna di un'urgenza eccessiva che non ha dato il tempo di valutare dovutamente tutti gli aspetti del plano proposto e nel fatto che alcuni articoli, apparsi su settimanali dell'Alessandrino, davano, prima del tempo, già approvato il piano dalla II Commissione, quando, invece, non era ancora stato dibattuto, proprio per il rifiuto avanzato dalle opposizioni.
A prescindere, comunque, da tutto quanto è successo, quello che ci viene riproposto rientra in una logica complessiva che conduce all'ulteriore cementifìcazione del territorio; una politica che vede nelle infrastrutture uno degli innumerevoli elementi cardine su cui basare l'espansionismo urbano, cementifìcazione delle coste e di innumerevoli altri luoghi ed interi territori.
Questo Piano, proposto dall'ANAS con la compartecipazione del Ministero dei Trasporti, amministrazioni che, in una logica autolesionista, non intervengono con un criterio che ricomprende al suo interno anche la preventiva valutazione dell'impatto ambientale che queste opere hanno sul territorio, ripropone, pari pari, una strategia che tende a sottrarre riducendone sempre più la disponibilità, suolo all'agricoltura che, come noto, è un bene prezioso e non ricostituibile in tempi brevi qualora compromesso. In taluni casi addirittura gli interventi insistono su suoli classificati come di prima e seconda categoria, proprio perché aree pianeggianti che hanno un'elevata redditività di tipo agricolo. Inoltre alcuni interventi avrebbero un impatto ambientale notevole incidendo su zone di particolare pregio dal punto di vista paesistico, come quelle del Cuneese e dell'Astigiano, di tipo collinare con una particolare struttura geomorfologica.
Mi sembra che non siano stati analizzati con il dovuto peso gli effetti collaterali, cioè non solo quelli dovuti alla localizzazione sul territorio di queste infrastrutture, ma anche quelli dovuti agli sbancamenti, recupero degli inerti e di tutti i materiali che stanno alla base della costruzione di tali infrastrutture.
Vorrei richiamare alcuni esempi. Non si è ancora conclusa la vicenda della realizzazione dell'autostrada Voltri - Sempione e sappiamo quali guasti ha comportato questo intervento nella zona del Lago Maggiore. Non mi riferisco solo alla frana di Someraro, episodio non ancora concluso e, di fatto, non ancora chiarito anche perché l'intervento per la verifica della qualità tecnica del progetto è stato affidato alla stessa impresa che proprio per un errore di tipo tecnico, ha ingenerato tali cedimenti idrogeologici, ma anche agli effetti collaterali agli sbancamenti, alla distruzione di parte del patrimonio boschivo, alla copertura di zone di particolare pregio, ad esempio le zone umide, con il riporto derivante dall'apertura di gallerie.
E' la logica complessiva che non ci convince. Non ci convince la "priorità" dichiarata e la necessità di realizzare questi interventi tanto più che, in alcuni casi ci si trova di fronte ad una sovrapposizione di più assi di collegamento che raddoppiano e triplicano le possibilità di percorrenza. Non si capisce la logica che punta a realizzare ex-novo delle infrastrutture e non, viceversa, a recuperare gli assi esistenti potenziandone, semmai, la struttura, per evitare di accavallare il nuovo a quanto già esiste. Il collega di Novara diceva di essere contento perché si è rinunciato ad inserire la bretella del raccordo autostradale fra Novara e la Malpensa, però anche in quel caso sarebbe meglio ragionare sul motivi che hanno condotto a fare tale scelta, visto e considerato che questo tipo di infrastruttura insiste all'interno del Parco del Ticino. Qual è la correlazione fra la volontà di salvaguardare un territorio che è stato riconosciuto di pregio naturalistico-ambientale notevole e viceversa la volontà di incidere ulteriormente su quel territorio creando nuove infrastrutture? Non vorrei dilungarmi ulteriormente su questo discorso che voleva essere una premessa. Mi preme ora considerare alcuni casi specifici.
Il primo riguarda il completamento della variante di Ivrea con il previsto traforo nel Monte Navale. A quanto mi risulta tale traforo interessa una collina morenica di riconosciuto alto pregio naturalistico che presenta altresì, un elevato rischio dal punto di vista della stabilità idrogeologica. Secondo me varrebbe la pena verificare l'attendibilità di queste notizie e quindi se un intervento di questo tipo non potrebbe avere degli effetti collaterali, sicuramente negativi, per impatto sull'ambiente.
La variante di Airasca in sé potrebbe essere accettata, per bisognerebbe collegarla ad altre Ipotesi di intervento, che si leggono nel documento. La realizzazione futura di quanto viene previsto porterebbe ad avere quattro assi stradali che da Torino raggiungono Pinerolo e che si affiancano l'uno all'altro, di cui solo due tendono a recuperare assi già esistenti, gli altri sono costruzioni ex-novo di Infrastrutture di tipo autostradale. Sarebbe opportuno fare un'altra scelta: non ha senso collegare due punti con più assi stradali quando sarebbe più ragionevole recuperare infrastrutture già esistenti e quindi non sprecare ulteriore territorio.
Un'altra questione riguarda la tangenziale nord di Alessandria, in merito alla quale vorrei sapere se tale intervento consiste in un raddoppio di quanto già potrebbe essere sfruttato e quindi se non si può optare per una soluzione alternativa risolvendo il problema dell'allacciamento fra le parti est ed ovest di Alessandria utilizzando quanto già esiste, cioè l'asse autostradale.
Un'altra questione riguarda la variante di Isola d'Asti. L'impressione è che questo intervento rientri in un progetto più complessivo di allacciamento della parte sud del Piemonte con la zona meridionale e costiera della Francia, progetto correlato al traforo del Ciriegia e del Mercantour. Nello specifico ci sono invece soluzioni alternative che non comportano la costruzione di nuove bretelle ed allacciamenti vari; si potrebbe viceversa puntare, anche in questo caso, al recupero di assi esistenti la qual cosa non inciderebbe negativamente sul territorio.
Per quel che riguarda il collegamento fra Torino e Bardonecchia vorrei soffermarmi sul costo: mi pare essere questo uno fra i più alti raggiunti nella storia della costruzione di infrastrutture di questo tipo (pare addirittura due-tre volte superiore ai costi che attualmente sopporta la Svizzera per costruire analoghe infrastrutture).
Nel complesso non ci soddisfa questo Piano proprio per il tipo di impostazione che viene data e per la logica che lo sostiene e non voteremo sicuramente a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Se mi lasciassi trascinare a seguire i meccanismi mentali che emergono dalla deliberazione che è stata presentata (poi emendata a seguito del dibattito avvenuto in Commissione) e i meccanismi mentali che in qualche misura sottendono 1 ragionamenti e le richieste che alcuni colleghi hanno fatto in quest'aula, dovrei anch'io sollecitare qualche intervento specifico in un'area di mia conoscenza o su dei percorsi che io più frequentemente percorro. E se proprio il pudore mi trattiene, potrei forse sollecitare per qualche amico: penso ad esempio a Germano Calligaro, che dice sempre che ci dovrebbe essere un altro casello dopo Ivrea a Montaldo Dora per la sua uscita. Richiamo questo fatto non per dare una valutazione a questo modo di ragionare sulla viabilità, ciascuno è padrone di fare quello che ritiene più opportuno, ma per sottolineare che davvero siamo arrivati a questa delibera in modo del tutto inadeguato, come ha detto nel suo intervento il collega Riba. E quindi l'inadeguatezza di presentazione e di istruttoria del problema induce ciascuno di noi a vedere davvero nel proprio orto, considerando il percorso che fa più frequentemente.
Voglio qui richiamare il fatto che in questa Regione si è in attesa ormai da tempo di un aggiornamento del Piano della viabilità dei trasporti.
Non esiste il secondo Piano di viabilità dei trasporti; il primo Piano di viabilità dei trasporti è stato discusso ed approvato in questo Consiglio nella II legislatura. Eravamo sul finire degli anni '70, oggi siamo all'avvio del decennio '90 ed un aggiornamento del Plano di sviluppo non c'è stato. E' quindi abbastanza naturale che ciascuno navighi alla cieca che con il bastone e gli occhi bendati cerchi di colpire una marmitta per far cadere dei denari, per costruire la strada che più gli interessa; ma il fatto che non esista un Piano regionale della viabilità e dei trasporti aggiornato rispetto a cosa è avvenuto in questi dieci anni, rispetto alle nuove domande di qualità sul trasporti che ne derivano, non è certamente una fatalità. E' una responsabilità di chi in questi ultimi cinque anni non si è preoccupato di dar vita a un nuovo Piano regionale dei trasporti e della viabilità! Se si vuole fare riferimento a qualche impostazione quadro, che dovrebbe fornire al colleghi elementi di giudizio generale (e queste deliberazioni lo fanno, ma è un puro riferimento perché poi nel merito non sono fondate sugli elementi costitutivi nemmeno di quel Piano di sviluppo) si continua a fare riferimento al primo Plano regionale di sviluppo che, io dico, è superato, è sorpassato, non può più essere assolutamente per nessuno, neanche in termini di richiamo formale, un riferimento che giustifichi l'impostazione di una delibera di un piano stralcio triennale.
Mancando un Piano regionale di sviluppo, è del tutto assente ogni visione integrata dei mezzi di trasporto. Poiché stiamo ragionando di viabilità ciascuno di noi, anche soltanto facendo un richiamo alla propria esperienza di mobilità sul territorio regionale, sente l'esigenza di parlare della mobilità nelle sue varie forme possibili e quindi di integrazione delle stesse (viabilità, strada e treno). Succede quindi che si manifesti per la difesa del collegamento ferroviario Torino-Pinerolo, mentre in questa Regione non si ha proprio sentore di questo problema e si consente (non mi rifaccio a quanto già detto da Chiezzi, lo richiamo soltanto) che vada avanti un'ipotesi come quella dell'autostrada Torino-Pinerolo, oppure si toglie la bretella da Novara alla Malpensa (era nell'elenco B) e magari si consente che questa operazione vada avanti (portata avanti da qualcuno che sta al di fuori delle istituzioni). Non si considera il problema del collegamento automobilistico dal punto di vista dell'integrazione, o l'alternativa con il collegamento ferroviario per l'aeroporto della Malpensa, che credo sia la cosa più naturale, più funzionale, perché come già ho detto in Commissione chi va alla Malpensa a prendere l'aeroplano ci va in genere per viaggi che durano alcuni giorni, se non una settimana, e non ci vuole andare con la propria automobile, per cui avrebbe bisogno di un collegamento ferroviario: sulla Torino-Milano, attraverso il nodo di Novara, è possibile attraverso le Ferrovie Nord collegarsi alla Malpensa.
Ma qui non si parla di integrazione. L'integrazione potrebbe essere anche più ampia di quella che è rappresentata dall'auto e dalle ferrovie.
Sfido qualsiasi collega, in base alla presentazione fatta dall'Assessore, ad aver capito dove si vuole andare. L'Assessore, che malcapitato è giunto oggi qui, non trova un terreno su cui poggiare i piedi per svolgere la sua attività di Assessore ai trasporti ed alla viabilità non c'è più alcun richiamo, alcuna possibilità di richiamo agli obiettivi delle politiche di settore, quelle dei trasporti e della viabilità, perch i criteri fissati non indicano degli obiettivi, incanalano, ma poi coprono tutte le possibili scelte che si potrebbero immaginare. Non c'è più la finalità di una politica del trasporti e della viabilità, che non sta solo nell'organizzazione tecnica della mobilità, ma sta anche nelle finalità sociali ed economiche che si vogliono raggiungere. Questo manca del tutto! E' stata una grande legislatura quella dal '75 all'80; negli anni '80 siamo stati travolti da giudizi che hanno in qualche misura impedito di riconoscere la realtà e la verità, ma quella legislatura è stata una legislatura alta che non ha avuto seguito. Sono passati dieci anni e non c'è un segno che possa stare vicino quella impostazione, che era di tipo istituzionale, di governo. Cito i comprensori, e li richiamo qui, perché la mancanza di comprensori o di altri organismi sostitutivi ci rende difficile arrivare ad una discussione preparata in sede di Consiglio regionale. Si arriva invece in Consiglio regionale in modo del tutto inadeguato, non c'è stata alcuna consultazione su problemi di questa natura.
E' stata una legislatura alta perché ha impostato, poi si pu discutere nel merito, i Plani di sviluppo generali e ha coerentemente inserito dentro quel quadro generale Piani di sviluppo di settore. Lo richiamo non per una questione di orgoglio, che pure ho anche per quella legislatura, ma perché credo che di lì, aggiornando metodologie e strumenti, ci sia qualcosa da cui è necessario ripartire, se si vuoi fare dei nostri dibattiti una politica seria, rivolta a degli obiettivi per il futuro, rivolta al conseguimento di finalità.
Vengo ad un altro ordine di problemi; il primo piano stralcio, quello del 1984, è stato avviato e le opere, viene detto persino dalla relazione data per scritta, sono a diverse fasi attuative. Ma quanto occorre per ultimarle, in termini di pezzi funzionali di completamento e poi in termini finanziari? Ci sono state delle revisioni prezzi e inserimenti dovuti all'inflazione; allora quanto tempo occorre per finire il primo Piano stralcio triennale, che è stato approvato nel 1984, che - viene detto qui è in fase attuativa, ma non è attuato? Il secondo piano stralcio non è stato per niente finanziato, è rimasta una proposta che si è aggiunta a quella del 1984.
Oggi si aggiunge un terzo piano stralcio che finanzia la restante parte, quando c'era ancora l'allegato B. Se ricordo bene, in Commissione ci è stato detto che la somma di tutti gli interventi indicati era di circa 3.500 o 4.000 miliardi. Si aggiungono tutti questi altri interventi senza preoccuparsi se quelli del primo plano stralcio hanno bisogno di finanziamento, di quanto hanno bisogno per essere completati, senza tenere in assoluto conto che il plano stralcio del 1988 non è stato minimamente finanziato? Questo mi sembra davvero un giocare a Monopoli e non fare una politica di governo del processo di miglioramento, di razionalizzazione della viabilità e, io dico, del trasporti in generale nella nostra Regione.
Nell'allegato B c'erano cinque riparti, uno solo dei quali era innovativo, gli altri quattro si rifacevano a programmi e a piani stralcio non appaltati in questi dodici anni, dal 1978/79, da quando cioè abbiamo cominciato a seguire una certa linea di programmazione e di plano. Ecco perché arriviamo a questo dibattito in maniera del tutto inadeguata: le responsabilità dell'Assessore saranno limitate, perché è Assessore da poco tempo, ma le responsabilità di questa maggioranza non sono così limitate nel tempo, hanno almeno cinque anni alle spalle e non c'è una documentazione sufficiente, cari colleghi. La viabilità. 1 trasporti, le infrastrutture in generale, come ho detto in Commissione, sono quelle che più richiedono e si prestano ad una esplicitazione grafica; basta prendere una carta e segnare con simboli e colori diversi le situazioni che sono buone, quelle che sono cattive, fare le graduazioni, indicare gli stati d'avanzamento delle varie opere e degli interventi di sistemazione delle varie arterie.
Non c'è una contabilità di quello che è avvenuto, non c'è una classificazione di priorità aggiornata. Non ci sono state consultazioni e questa è una questione a cui non ci richiamiamo più, ma che credo sia gravissima. E' necessario ricostruire una capacità di governo, migliorare quella che abbiamo tentato nel passato che certo non è stata del tutto soddisfacente, ma occorre farlo in una discussione aperta, insieme agli altri enti, non in rapporti pressoché personali di alcuni Assessori con alcuni Comuni, sulla promessa di finanziamenti, perché dicano sì a qualche opera. Così è avvenuto a None per la tangenziale di Volvera, valendosi della frustrazione e delle delusioni di amministratori che aspettano dal primi anni '70 gli interventi dell'ANAS sulle strade statali e che alla fine dicono: "Ma sì, fateci anche l'autostrada! Siamo sempre stati contrari, ci siamo sempre schierati, con i contadini contro l'invasione di altro asfalto su questi terreni agricoli, ma adesso fateci l'autostrada''.
E* vero Penasse? Solleticati da che cosa? Da un Presidente dell'ATTVA e da un Presidente della Provincia di Torino che dicono che i finanziamenti si possono trovare sulla base della legge sulle Colombiadi, che è il prolungamento della legge per i Mondiali '90! Due giorni dopo, i giornali riportavano che le istituzioni liguri protestavano per questa espansione della distribuzione dei finanziamenti, o ipotetica distribuzione, perché i finanziamenti per le Colombiadi non sono nemmeno necessari per le operazioni che propriamente vanno fatte in Liguria in ricordo di Colombo.
Allora, non si può andare avanti a fare questa politica, con questo tipo di gestione, perché distrugge la Regione ed anche gli Assessori, anche se sul piano elettorale può dare una risposta immediata.
Mi avvio alla conclusione, sottolineando ancora alcune priorità.
L'elenco B non lo voglio discutere. Mi manca una visione generale per poter dire quali siano gli interventi prioritari e se non ce ne siano alcuni nell'elenco B che Invece dovrebbero sostituire quelli compresi nell'elenco A. Non lo metto quindi in discussione. Dico soltanto che per quanto riguarda la prima parte dell'elenco A bisognerebbe sottolineare con forza la risoluzione del collegamento Casale-Cuneo; l'ANAS deve continuare, come ha fatto tra Asti e Alba, la sistemazione stradale fino a Cuneo, perché in quella zona vi è un tessuto di piccoli centri abitati (dieci, dodici quindicimila abitanti 1 più grandi, se si esclude Alba) che ha bisogno di un sistema statale di grande efficienza e di grande flessibilità, quindi non di una autostrada.
Vengo ora alla questione autostrade. In quell'elenco ci sono soltanto due interventi che vanno sostenuti dalla Regione: quello della Valle di Susa (che va risolto e bisogna assicurarsi che ci siano tutti i finanziamenti per risolverlo in fretta) e quello della Torino-Savona, ma anche qui non sappiamo se per il tratto montano i finanziamenti saranno sufficienti. Quindi non ha nessuna giustificazione chiedere l'intervento per l'altro tratto se non si ha la certezza di risolvere questo problema.
Sulla questione delle Ingenti spese che comportano queste grandi Infrastrutture, si decide molto del processo di moralizzazione della vita pubblica: non bisogna che le decisioni su questo terreno vadano al di fuori delle istituzioni. Nessuno si deve sentire garantito dal fatto che le decisioni le prendono le autostrade, l'ATTVA, la Torino-Milano e magari anche i politici che stanno alle loro spalle. Se si vuole davvero avviare un processo che garantisca una ripresa moralizzatrice della vita politica italiana, che tolga di mezzo 1 veli di disgregazione che abbiamo attorno a noi, bisogna che su questioni come queste, che sono ingenti dal punto di vista finanziario e nella sostanza sono da ritenere importanti, le istituzioni sappiano giocare con grande dignità, con grande razionalità e con grande equità di visione il proprio ruolo e impongano le proprie scelte.
Noi siamo i rappresentanti eletti dal popolo, nessun altro pu arrogarsi questo ruolo, e quindi questo va difeso, non possiamo lasciare che altri al di fuori delle istituzioni decidano!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, desidero preliminarmente esprimere il mio disagio per il fatto che un intervento discutibile, ma utile per l'istituzione e per la stessa Giunta, in quanto è alla memoria di fatti avvenuti che sono il presupposto di ogni decisione anche attuale, sia stato costretto. Ragioniamo sul Regolamento o sul nostro modo d'essere in quest'aula.
Signor Presidente, non polemizzo con lei, magari polemizzo con il Gruppo comunista che poteva ritenere sufficiente un intervento del collega Rivalta durato quaranta minuti. Bisogna che cerchiamo di valutare l'un l'altro il peso che abbiamo o quello che possiamo conferire nelle diverse situazioni. Lo faccio come atto di solidarietà al collega Rivalta, anche perché mi sembra. Assessore, che questo dibattito si sia incentrato su queste cose.
Ho l'impressione che la maggioranza debba essere grata all'opposizione che non si è lasciata andare ad una disamina puntuale, analitica, delle questioni per cercare di far emergere insufficienze o priorità poste magari in termini strumentali. Sostanzialmente si è dato atto, anche da parte del liberali, che l'Assessorato ha fatto un lavoro egregio, completo ed organico; però poi sono emerse le questioni sulle quali i liberali convengono. La Regione In questo settore ha vissuto e vive un'esperienza frustrante: ha un apparente ruolo decisionale, o propositivo, che è significativo nella prima fase, ma poi esce completamente da tutto il processo che diventa di competenza dello Stato, o per meglio dire dei Sottosegretari, dei Ministri, dei Presidenti di Commissioni che mandano 1 telegrammi. Questi sono comportamenti da ''repubblica delle banane" che noi riteniamo di dover superare.
Assessore, ho la convinzione che oggi questo Consiglio le abbia conferito un mandato: gestire il suo ruolo con grande autorevolezza cercando di recuperare giorno per giorno, non soltanto con gli appuntamenti istituzionali come questo, il ruolo decisionale. Il senso della discussione è soprattutto la conoscenza che è un presupposto - della Regione sulle questioni del territorio, in particolare della viabilità. Siccome questa non è stata una critica nel suoi confronti, ma un'espressione di auspicio venuta da tutte le forze politiche, penso che la Giunta faccia bene ad utilizzare questa raccomandazione e a farla propria.
Il collega Rivalta ha posto una questione di grande delicatezza che al Consiglieri di nuova nomina forse è sfuggita: la vicenda dei Comprensori.
Per una strana nemesi il sottoscritto aveva firmato, alla fine della legislatura 1980-1985, la legge di scioglimento del Comprensori. Lo stesso Consigliere Marchini, in considerazione delle condizioni di salute del collega Turbiglio, ha poi dovuto elaborare l'atto di successione degli stessi che è stata la nostra leggina sugli enti locali, le aree programma e le assemblee dei Sindaci. Questo indica che si è sbagliato non nel realizzare i Comprensori, ma nell'istituzionalizzare i Comprensori, cioè farne degli organi istituzionali e non delle sedi di confronto. Questo forse era il loro limite. Però è Indubbio che anche con la legge n. 142 la capacità di una presenza autonoma e di lettura autonoma propria, autentica della Regione oserei dire - deve essere conservata al di là di qualunque legge n. 142 che lo Stato ritenga si debba applicare. Se noi continuiamo invece ad immaginare di dover operare in relazione alle aspettative degli altri livelli istituzionali, la nostra autorevolezza non è originaria, ma è derivata, il nostro mandato non è originario, ma è derivato e quindi la nostra responsabilità, la nostra capacità di valutazione è compromessa proprio dal fatto che non è originaria, ma derivata.
In quest'aula non si è più parlato della Regione, di come questo programma affronta il complesso della viabilità della nostra Regione: si è dato atto che le province erano state trattate in un modo e si è lamentato che una certa provincia è stata trattata in un altro modo. Questa è la prova che stiamo perdendo, perché non abbiamo più gli strumenti e una capacità di lettura nostra, attraverso strumenti nostri (cannocchiali occhiali, binocoli) propri delle realtà territoriali. Andando avanti nella realizzazione della legge n. 142 sempre di più questa maglia ci allontanerà dal territorio e, come dice qualcuno, dalla gente. Ma il rapporto con la gente è questo: avere la capacità di andare all'origine delle questioni cercando di evitare che le questioni ci vengano filtrate e quindi il rapporto con la gente lo si può avere sicuramente frequentando la Crocetta ma lo si può e lo si deve anche cercare attraverso la realizzazione di momenti istituzionali politici di questa natura.
Il riferimento del collega Rivalta all'esperienza dei Comprensori, che erano - come io li consideravo - un modo d'essere della Regione sul territorio, è un problema tuttora aperto. La Regione non può non esistere sul territorio, però questo non vuoi dire che deve avere uffici ambasciate, legazioni. Deve invece avere una capacità di lettura sul territorio propria per potersi confrontare con conoscenza dei fatti con i propri interlocutori normali che sono gli enti locali. Questa vicenda evidenzia in modo chiarissimo che noi siamo la noce presa fra lo Stato, che disegna e non realizza se non quello che i potenti vogliono, e la pressione degli enti locali rispetto alla quale la Regione finisce per scoprire di essere una noce vuota, senza neanche più il baccello all'interno.
Assessore, curiosamente si sono affrontate delle questioni Istituzionali che sono particolarmente Interessanti, ma ricordi che le è stato dato un mandato di grande rilevanza politica. Al di là di quanto è stato scritto In questi tomi cartacei, si tratta di recuperare capacità di conoscenza di questi processi di verifica, giorno per giorno, di analisi dello stato di avanzamento delle cose, dei loro ripensamenti e di come si perviene alle decisioni, ma recuperando anche una capacità tecnico-politica di presenza sui fenomeni che vuoi dire, forse, anche una nostra capacità di presenza fisica sul territorio. Altrimenti succedono vicende scandalose usando il termine in senso buono - come l'autostrada Torino-Pinerolo abbiamo partecipato a convegni (il Lyons e il Rotary Club su questo tema si sprecano), ci siamo sbracciati tutti in promesse ed assicurazioni, poi veniamo a sapere da un nostro elettore che nel corso di una riunione di una certa società si è deciso di fare questo pezzo di autostrada. E' paradossale, è incredibile! Il mio giudizio è più che positivo sul lavoro che l'Assessore e 1 suoi uffici hanno svolto: ci garantisca che aiuterà nel corso della legislatura la Regione, ma soprattutto i Consiglieri, ad uscire da questa esperienza alienante, che ci fa trovare di fronte ad uno scenario fatto di pile di cemento armato che improvvisamente finiscono. Non sappiamo perché non si vada oltre - non voglio polemizzare con un onorevole notissimo - e si dica: "Come si fa ad andare a quel paese?". Non si prende la Serenissima, si prende l'autostrada che ha il nome di un deputato. Alla fine di quell'autostrada ci si trova in mezzo ai prati e non si sa come tornare a casa (succede nella nostra regione e non nel Bangladesh!).
Assessore - lo ripeto ancora una volta - va bene il documento, ma mi sembra opportuno un incontro in Commissione, non un ritorno in Commissione quindi deliberiamo pure, in modo tale che avendo raccolto più dimestichezza al dialogo con i colleghi lei possa portare una relazione sul pregresso sullo stato dell'arte di queste questioni, ma soprattutto utilizzi al meglio il mandato che con grande liberalità il Consiglio nella sua generalità le ha dato. Faccia crescere il ruolo della nostra Regione all'interno di questi due interessi contrapposti che sono da una parte lo Stato e dall'altra il localismo, all'interno del quale viene schiacciata la noce. Oltre a schiacciare la noce si producono anche quei fenomeni di degenerazione - non riproponiamo la questione morale, ma sicuramente la questione istituzionale - per cui più che le istituzioni valgono i telegrammi di Sottosegretari, di Presidenti di Commissione, di onorevoli soprattutto poi quando questi onorevoli hanno i richiami forti alle autorità metafisiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, avremmo due modi di comportarci: affrontare con molta profondità questo discorso oppure procedere molto velocemente data l'ora e la stanchezza che, almeno fisicamente, mi sento addosso. Il problema è vastissimo e stimolante.
Meriterebbe delle estensioni, ad esempio, l'interessante tema svolto dal collega Miglio. Procedo quindi velocemente per titoli, perché "con 1 fichi secchi non si fanno le nozze".
Punto primo: non abbiamo assolutamente un'idea chiara dello stato di avanzamento delle opere.
Secondo: i mezzi sono comunque inadeguati alle necessità che tutti vorremmo soddisfare.
Terzo: i criteri sono opinabili, perché ciascuno di noi ha le proprie necessità.
Quarto: alla lunga sappiamo benissimo che contano più le spinte e le controspinte ministeriali che non le desiderata delle Province e delle Regioni.
Quinto: l'ANAS alla fine fa quello che vuole.
Sesto: la possibilità operativa della Regione in materia secondo me è nulla.
Settimo: sentire le Province da parte della Regione è un atto che, come il comportamento che ha l'ANAS nei nostri confronti, si caratterizza in una cortesia dovuta e formale, ma che non cambia assolutamente nulla.
Ottavo: le priorità sono comunque opinabili, quindi se cominciamo a presentare degli emendamenti, (come ho visto), che saranno anche giusti, a questo punto è come se giocassimo a Monopoli.
Ultimo punto: anziché esprimere dei pareri di merito, noi Consiglieri dovremmo avere l'obbligo morale, e da parte nostra c'è l'Intenzione di farlo, di chiedere all'ANAS dei rendiconti sul costo delle opere, degli appalti, della manutenzione, delle assunzioni, dei subappalti e così via perché in realtà con un contenimento dei costi potremmo realizzare non tanto più opere, ma in modo migliore determinate opere.
Per quanto riguarda poi le Colombiadi dico che siccome Colombo è andato fino in America è molto probabile che riusciremo a realizzare qualcosa anche a Reggio Calabria in onore di Colombo.
Mi scuso se vi lascio, ma siccome devo vedere sul campo com'è il sistema viario della Regione, per arrivare a Verbania, se non c'è traffico ci impiego 2 ore e 45 minuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, cercherò di recuperare 1 minuti in più usati dal collega Rivalta, anche perché nel merito della questione mi pare che il collega Rivalta ed altri siano stati esaurienti.
Comincio sottolineando quanto abbiano avuto ragione i colleghi di maggioranza e di opposizione, che hanno rilevato quanto poco la Regione conti nelle decisioni relative al sistema dei trasporti e nel caso specifico della viabilità. Proprio oggi abbiamo visto sul giornalaccio cittadino un trafiletto in cui, con la totale assenza ovviamente della Regione, si capisce parzialmente di cosa si tratta, ma si chiarisce che è stata risolta la questione, peraltro reale e importante, della circonvallazione di Alpignano: il Presidente della Provincia, l'on. Botta e la solita ATTVA hanno chiarito che è stato risolto dopo 18 anni tutto quanto, che è stato definito il tracciato, che si fa quindi la circonvallazione. Circonvallazione che forse non è nemmeno compresa nel nostro allegato B e che comunque non è nell'elenco delle priorità che noi stiamo discutendo. Questo è un esempio, come quello della Torino-Pinerolo del nulla che conta la Regione. Questi sono i fatti gravi, le cose che effettivamente faranno sì che alle prossime elezioni regionali i colleghi della Lega Nord o di qualche altro Gruppo autonomista (chissà poi chi prenderà davvero i voti autonomisti) aumenteranno ulteriormente i loro voti, a fronte del potere nullo delle Regioni e delle Incapacità delle Regioni a rivendicare potere nelle cose che contano sul territorio. Noi abbiamo la competenza primaria sulla pianificazione territoriale; ebbene se la questione della viabilità e dei trasporti non è legata, non è determinante nella pianificazione territoriale, lo non so davvero che cosa è la pianificazione territoriale. Quindi noi abbiamo una competenza inesistente, monca, reale su una teorica competenza invece primaria. Queste sono le cose di cui noi dobbiamo discutere in Consiglio regionale ribellandoci ad una realtà che non è accettabile. Possiamo cominciare oggi ed è per questo che, sfruttando il fatto che la maggioranza non ha quasi mal il numero legale in Commissione, abbiamo imposto lo stralcio di tutto l'allegato B, non perché non ci sia qualcosa di importante nell'allegato B ma perché riteniamo che si debba affrontare la questione della pianificazione dei trasporti dentro quella della viabilità, ordinaria ed autostradale, una volta per tutte nei termini di un piano serio: noi lo pretenderemo e ci rifiuteremo, facendo se sarà necessario un orrendo ostruzionismo, di discutere di nuovo su un documento che non parta dal quadro territoriale realizzativo in termini di finanziamento di tutto l'esistente, in modo che si capisca finalmente qual è la situazione attuale e, a partire da questa, si possa conoscere il progetto complessivo riguardante i trasporti e la mobilità nella nostra Regione. Occorrerà quindi affrontare il problema del poteri reali in questa materia, perch altrimenti possiamo anche avere uno splendido disegno, dopodiché è sufficiente che un palo di deputati ed alcune società autostradali si mettano d'accordo per bypassare tutto. Ma attenzione, perché può darsi che nessuno qui dentro c'entri in queste vicende, come può darsi il contrario: sappiamo anche cosa sta avvenendo in giro per l'Italia, in particolare nell'Italia dell'est a proposito del meccanismi di decisione relativi alle autostrade e cosa c'è dietro in termini di finanziamento dei partiti. Su queste cose però non si può andare avanti all'infinito! Sono queste le vicende che quando vengono alla luce distruggono integralmente il sistema politico. Allora si tratta da una parte di avere un programma serio e la forza politica per sostenerlo e dall'altra di avere il coraggio di denunciare il sistema di potere non parallelo, ma sotterraneo che fa sì che il nostro potere, non solo in termini di rapporti fra Regione e Stato, ma anche di inesistenza dell'istituzione, prenda le decisioni, magari avallate dagli stessi partiti che siedono sul banchi della maggioranza. Può darsi che sia più comodo per altri scopi, ma non è certo il modo migliore di far funzionare le istituzioni e quindi averne una resa in termini politici e non solo in termini di clientele, finanziari o di altro genere su cui non voglio attardarmi. Volevo soltanto ribadire che noi ci rifiuteremo di tornare a discutere nel modo che si è cercato di stabilire oggi e ci rifiuteremo con tutti 1 mezzi che abbiamo a nostra disposizione pretendendo che davvero sulle questioni rilevanti, che hanno una forte pregnanza programmatica, si discuta in un certo modo e non in quello in cui ci avete abituati negli ultimi anni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Ritengo di essere stato bombardato, soprattutto nella prima parte della discussione. Cercherò di rispondere, e mi scuso se dimenticherò qualcosa ad alcune domande specifiche, quelle perlomeno alle quali sono in grado di rispondere o, quanto meno, per le quali ho raccolto alcune indicazioni.
Per quanto riguarda ciò che è stato chiesto dal Consigliere Sartoris devo dire che si trattava del II lotto di 45 miliardi per la Rollino Gattinara - Ghemme. In effetti, è pervenuto da Vercelli un fax che richiedeva che la tangenziale nord di Vercelli venisse inserita.
L'intendimento è di valutare la questione in II Commissione laddove si andranno ad individuare nell'elenco B le priorità di panchina, perché per la verità anch'io ritengo che non tutto quello che è stato messo nell'elenco A (non tanto per scelta dell'ANAS, ma per problematiche tecniche o burocratiche che sono insorte) potrà essere realizzato, per cui potremo ancora andare a intervenire in II Commissione nelle scelte dell'allegato B per le quali in effetti, come diceva il Consigliere Bresso si è assunto l'impegno di stralciarlo dalla votazione odierna, per cui oggi si voterà soltanto l'allegato A. Tale questione verrà quindi recepita nella discussione della II Commissione allorquando si andranno ad individuare ulteriori priorità.
Per quanto riguarda Invece la Cessato Valle Mosso, si tratta di una delle due convenzioni ANAS - Regione (I lotto, 15 miliardi).Dispongo anche dello stato di attuazione che, come ho ricordato prima, abbiamo chiesto all'ANAS per avere un'idea dello stato dell'arte riguardo, quanto meno, le convenzioni regionali. Per questa strada il progetto n. 196 del IO/ 6/1988 dell'ANAS recava una cifra di 17 miliardi e 550 milioni; l'importo convenzionato era di 15 miliardi. Qui però c'è un passaggio molto importante: noi pagheremo il 38% di 15 miliardi e non della maggior spesa di 17 miliardi e mezzo con l'ANAS. Questo vale anche per le opere ancora da iniziare, per cui la percentuale del 38% in convenzione è destinata nei prossimi anni per le opere ancora da eseguire a ridursi come percentuale al 30, al 25 e al 20%, così orientativamente andrà intorno al 10-15% intorno agli anni '93 e '94. In queste convenzioni era stato scritto che l'intervento della Regione era ovviamente limitato agli importi allora definiti e non avrebbe tenuto conto degli aumenti intervenuti.
Per quanto riguarda invece il II lotto ovviamente non ci sono in previsione ne in convenzione altri tipi di finanziamento.
Per quanto riguarda il discorso generale della variante Isola d'Asti devo evidenziare un problema. Si è cercato di trovare una sorta di equilibrio. Se si stava alla proposta dell'ANAS di spendere 220 miliardi su quel tratto credo che oggi ci sarebbe stata la sollevazione generale di tutti i Consiglieri delle altre province, quindi l'operazione è stata quella di dimezzare l'importo non per punire, ma per lasciare spazio ad altre province, anche in considerazione del fatto che se si indicano soltanto tre o quattro opere con impegni rilevanti magari non si riesce a partire, non si ha quindi la riserva, e allora sì che noi non incidiamo minimamente nella scelta! Il Consigliere Rabellino, a proposito della provincia di Novara, ha rilevato che questa gode di un Importo superiore alle altre province. Io non so se la critica o il merito debba essere rivolto a chi mi ha preceduto in questo Assessorato, non fatemi fare nomi, però siccome in provincia di Novara c'erano molte circonvallazioni da finire, in buona sostanza abbiamo ritenuto logico ed opportuno portarle a termine. Sono stati indicati il completamento di Borgomanero, di Omegna, dell'ultimo breve tratto della tangenziale di Novara. E' una logica conseguente a scelte precedenti giuste o sbagliate che fossero.
Il discorso di Airasca. Mi collego ad alcuni suggerimenti e dichiarazioni che mi trovano concorde sul ruolo della Regione. Ci mancherebbe che non lo fossi! Io sono personalmente e profondamente concorde con alcune dichiarazioni che hanno fatto i colleghi Rivalta Bresso e Marchini su questo ruolo. Per quanto riguarda Airasca, abbiamo portato avanti la nostra scelta perché anche la variante Airasca fa parte della convenzione Regione - ANAS. E' banale che ci preoccupiamo di portare avanti le convenzioni, giuste o sbagliate che siano, fatte dieci anni fa.
Mi rendo conto che questo va in contraddizione ad un certo ragionamento però questa è una nostra scelta, mentre l'autostrada Torino - Pinerolo non credo che sia una nostra scelta. La scelta della Regione è la variante di Airasca perché era stata fatta già a suo tempo e ripresa. Io posso solo dire questo, non posso oggi entrare nel merito dell'altra questione.
Vedremo poi la questione della sovrapposizione dei due, tre o quattro tratti, ma la scelta è stata conseguente ad una convenzione regionale.
In definitiva, per giustificare il tipo di scelta dell'elenco A abbiamo preso ciò che era rimasto nel secondo stralcio '85/'88 non ancora finanziato. Non è che sono state fatte scelte particolari, io l'ho chiamata inizialmente una scelta tecnica, fatta in conseguenza e in rispetto del Piano decennale precedente. Quindi, oggi non mi voglio assumere ne meriti ne demeriti che non mi spettano perché ho semplicemente interpretato il passato e quindi le scelte del Consiglio regionale.
I rapporti con l'ANAS. Occorre tenere presente che tutto questo lavoro è stato fatto in un mese, la richiesta infatti ci è pervenuta alla fine del mese di settembre. Noi rivendicheremo questo ruolo e andremo a verificare situazioni che sono veramente incredibili. Anche noi non riusciamo a capire che cosa si fa in alcuni tratti, ad esempio sapere quando i lavori sono fermi, perché sono fermi e quanti soldi mancano.
Per l'autostrada Voltri - Sempione sono stato l'altro ieri a Someraro e ho constatato che è già un problema riuscire ad individuare le responsabilità. Ma quand'anche si fossero individuate le responsabilità e quindi chi blocca la situazione (giustamente infatti il Servizio geologico della Regione chiede determinate garanzie) il prossimo intoppo sarà che i quattrini non bastano più e si riproporrebbe quanto è stato detto poc'anzi: "Prima di preoccuparci del completamento di nuove opere dobbiamo completare quelle precedenti". La Regione però non è l'ANAS, dobbiamo dare delle indicazioni, non dobbiamo fare il quadro dei finanziamenti complessivi e generali che spettano all'ANAS.
In merito al parere di piano devo sottolineare che il plano stralcio triennale del Piano decennale non era mal stato chiesto alle Regioni prima d'ora. E' la prima volta che il Ministro - bontà sua - si è rivolto al Consiglio regionale per chiedere un parere, quindi non è merito mio, è un fatto nuovo per il quale speriamo in un giudizio positivo.
Il discorso più generale dei trasporti si innesta con alcune considerazioni alle risposte che mi sono state chieste, anche se non strettamente nel tema, riguardo alle ferrovie di scarso traffico. Abbiamo già convocato alcune riunioni con gli enti locali interessati e con il Compartimento di Torino per seguire il problema. Siamo fortemente preoccupati per gli aspetti che si possono ingenerare soprattutto su un certo tipo di utenza (lavoratori pendolari e studenti); abbiamo in animo di definire la situazione con l'Ente Ferrovie, d'intesa con gli enti locali entro il 10 novembre p.v. Questo è l'impegno che ha preso l'Ente Ferrovie perché nella prima settimana di novembre dovrebbero essere valutate le proposte provenienti dalle imprese. Noi abbiamo chiesto di non prendere alcuna decisione che non sia concordata. Terremo presenti le esigenze tecniche, però bisogna considerare anche quelle sociali. Quindi daremo una risposta, come Regione, entro il10 novembre p.v. Al riguardo abbiamo chiesto ed ottenuto alcune garanzie.
Prima garanzia: nei mesi scorsi correva voce che queste linee sarebbero state chiuse per non essere più riaperte, ma è stato assunto l'impegno preciso da parte dell'Ente Ferrovie di riaprire queste tratte.
Era ovvio perché chi spende soldi per ammodernare una struttura evidentemente lo fa in funzione di una riapertura.
Seconda garanzia: abbiamo chiesto che entro il 1991 tutte le linee vengano riaperte e riammodernate.
Terza garanzia: fare un confronto soprattutto su alcune linee, ad esempio la Biella Novara che è di grande importanza ed è stata mia premura inserirla fra le priorità (oggi si parla solo di priorità) per il disagio che crea ai passeggeri, ma soprattutto perché l'intervento è minimale rispetto ad altre tratte. Qui si innesterà un importante discorso del quale 1 colleghi sono a conoscenza, dalla gestione di queste linee di scarso traffico, con o senza le ferrovie, e ci aspetta effettivamente un anno di notevole lavoro sia per la Giunta che per il Consiglio per quanto riguarda la strategia del sistema integrato del trasporti nella nostra regione.
Dichiaro, a nome mio e della Giunta, che la scommessa di migliorare perfezionare e comunque gestire il sistema integrato dei trasporti, sarà fatta da tutto il Consiglio, non soltanto dalla Giunta o dall'Assessore perché la partita è di tale rilevanza che non si può ridurre ad un confronto tra maggioranza ed opposizioni. E' una scommessa che riguarda la gente e tutti insieme dovremo affrontarla. Ovviamente noi daremo non dico dei segnali, ma dei precisi contributi e precise dimostrazioni di volontà a collaborare con le opposizioni a questo discorso.
Rispondo in conclusione alla questione della tangenziale est di Torino. E' stata inserita per la solita ragione (su questo prendiamo impegno) di cercare un equilibrio. Abbiamo visto infatti che Torino era scarsamente presente in tutto il discorso, pertanto, a livello quanto meno di intenzione e di segnalazione all'ANAS, abbiamo inserito questa proposta che interessa Torino.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del dispositivo della deliberazione in oggetto al quale sono stati presentati alcuni emendamenti.
1) Emendamento presentato dal Consigliere Rabellino: all'allegato A si sostituiscono le parole: "S.S. 229 variante di Borgomanero - Completamento 40.000, S.S. 229 variante di Omegna Completamento 70.000" e le parole "S.S. 23 variante Airasca 12.000' con le parole: "S.S. 457 Tangenziale Nord di Asti. Il Lotto e completamento fino a Moncalvo 60.500.S.S. 28 variante Colle di Nava-Armo-Cantarana -I stralcio Lotto V 15.000. S.S. 29 Variante Monta d'Alba Lotto I 23.000.S.S. 30 tangenziale di Alessandria V Lotto 27.000".
La parola al Consigliere Rabellino per l'illustrazione.



RABELLINO Renzo

Il principio dell'emendamento è di riequilibrare la disparità che c'è sempre stata tra Piemonte nord e Piemonte sud. Con questa proposta si intendono affrontare problemi annosi di punti viari, soprattutto nelle province di Cuneo e di Asti, nonché la prosecuzione della tangenziale di Alessandria.
Il nostro Gruppo non vede di buon grado l'eccessivo carico di investimenti Immediati sulla provincia di Novara.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

La Giunta non accoglie l'emendamento e non ritiene neanche eccessivo questo carico.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Rabellino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 2 voti favorevoli, 22 voti contrari e 10 astensioni.
2) Emendamento presentato dal Consiglieri Riba. Bresso e Rivalta: alla voce "S.S. 231-456 - Alba Isola d'Asti" si iscrive la voce di spesa originariamente proposta dall'ANAS di L. 220.000 milioni.
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come ha già premesso l'Assessore, su questo punto l'ANAS aveva previsto 220 miliardi di stanziamento. L'ANAS aveva proposto questa indicazione diversamente da quanto previsto nella seconda parte dell'allegato A dove si scrive "secondo tronco A21 Asti est - AG Bra-Marene, ma questo non esiste da nessuna parte è eventualmente un'ipotesi formulata dalla Giunta che l'ha scritta. Non c'è concessione, non c'è progetto, non c'è finanziamento, quindi agli atti non può esistere. E' chiaro che l'ANAS aveva in minima parte recepito, pertanto ha cercato di sviluppare questo tronco di circonvallazione che ora riguarda Asti, poi Alba, ma su tutto il resto del tratto Cuneo-Asti-Alba non c'è nulla di fatto che la Regione riduca lo stanziamento proposto dall'ANAS penalizza eccessivamente un territorio che alla fine rimane nella sua condizione originaria di isolamento, perché rimane priva dell'arteria Cuneo Alba-Asti-Alessandria. La condizione minima è quella di mantenere lo stanziamento che era proposto dall'ANAS e quindi l'emendamento è assolutamente lineare. Si tratta di un investimento ANAS su una strada che è di competenza ANAS: con 220 miliardi credo non si possa fare molto, ma sulla base di un costo di 15/20 miliardi al chilometro si possono realizzare quei 20/25 chilometri che collegherebbero per una buona parte Asti ad Alba: questo sarebbe un intervento piccolo, ma sicuramente significativo su quella linea. Noi chiediamo il ripristino dello stanziamento iniziale perché si tratta dell'unica voce sicura. Se ce ne fossero altre meno aleatorie si potrebbero esaminare, ad esempio la Cuneo Massimini, ma sul tratto Alba-Asti-Fossano non c'è alcuna proposta se non quella del finanziamento ANAS, sia pure attraverso la concessione per quanto riguarda la realizzazione.
La nostra non è una proposta di parte; si tratta di una proposta assolutamente in linea con le esigenze che abbiamo sempre ribadito, cioè togliere la provincia di Cuneo da un tragico isolamento e collegare Asti con il resto del Piemonte sud. Riteniamo quindi che questo emendamento possa essere approvato da tutti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Capisco le ragioni, credo che due siano i casi: primo, sforare e quindi aggiungere 100 miliardi, che sommati a 540 diventano 640.Credo però che una cosa del genere non sarebbe seria, perché dopo non potremmo più dire all'ANAS che siamo stati nella cifra. Quindi rinunciamo alla possibilità di scelta.
Il secondo caso è che se approvassimo questo emendamento, subito dopo perverrebbero cinque o sei emendamenti, perché ciò equivale a togliere cinque o sei opere delle altre province e ci divertiremmo quindi a fare una serie di votazioni fra province. Pregherei di capire che non è una mancanza di volontà, ma è una guerra fra poveri. In questo senso, più che di votare contro, pregherei di ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

Consento al Consigliere Riba di riflettere un momento.



(Commenti del Consigliere Riba)



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Per superare l'empasse assumo l'impegno di valutare questo problema con grande attenzione nella cosiddetta panchina, in sede di II Commissione.



PRESIDENTE

Mi sembra che ci sia buona volontà.
Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 2.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 13 voti favorevoli, 19 voti contrari e 2 astensioni, tenendo conto della raccomandazione dell'Assessore Panella.
3) Emendamento presentato dal Consiglieri Chiezzi. Calligaro. Rivalta.
Marmo. Miglio e Riba: all'elenco A, Piano decennale viabilità grande comunicazione stralcio attuativo (1991-93). Autostrade in concessione - priorità di attuazione sono soppresse le parole: "SA7T- Sistema Tangenziale di Tarino - completamenti e raccordi viabilità statale 260.00 Mia.".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
4) Emendamento presentato dal Consiglieri Riba, Buzio, Bosio e Rivalta: si propone lo stralcio dalla tabella A delle ultime tre voci concernenti: a) SATT: Sistema Tangenziale di Torino - collegamenti e raccordi viabilità statale - L. 250 miliardi: b) SATAP: Collegamento Cuneo-Massimini - L. 630 miliardi Il tronco Asti-Est A6 Bra-Marene - L. 475 miliardi.
La parola al Consigliere Riba per l'illustrazione.



RIBA Lido

L'isolamento della provincia di Cuneo si risolve con un progetto del quale la Giunta regionale è a conoscenza. Credo che non esistano molte alternative: il primo tronco di questa operazione deve essere costituito dall'asse che riguarda il collegamento tra Nizza (il territorio a nord di Nizza) e Cuneo e con l'autostrada A6. Credo che sia comprensibile anche per chi non ha fisicamente davanti la carta geografica. Il primo tratto dell'operazione deve essere il traforo internazionale e il collegamento di Cuneo con la Francia da un lato e con l'autostrada A6 Torino-Savona dall'altro. Con questa operazione del collegamento Asti-Cuneo, primo tronco A6 Massimini-Cuneo, si mette la situazione in una strada senza alcuna uscita. Intanto perché già la Regione aveva espresso un parere dubitativo rispetto alla realizzabilità di quel progetto che, per quanto qualche pressione possa farlo rivedere, resta comunque un atto assolutamente oggettivo.
In secondo luogo non è assolutamente voluto da nessuno in termini di scelta strategica un collegamento di Cuneo con Massimini, ma è voluto da tutti un collegamento da Cuneo con l'autostrada Torino-Savona da un lato e l'autostrada Torino-Piacenza dall'altro. Questo progetto non ha la credibilità sotto il profilo finanziario. E' stato mandato avanti da un gruppo di soggetti e da una società autostradale allo scopo di avere la concessione, ma non era la concessionaria naturale di questa opera. Allora in questo momento sostenere con l'impegno della Regione questo tipo di opera, che è priva della sua razionalità, significa mettere su una traiettoria di una strada senza uscita il problema del collegamento di Cuneo con gli assi autostradali. La nostra proposta è di mettere a disposizione la stessa cifra per una linea di collegamento di Cuneo con l'autostrada A6 ripensata in termini credibili nell'ambito di un progetto che preveda il collegamento Francia Cuneo - autostrada A6, cioè Possano dopodiché ci sarà da vedere la parte successiva. Non possiamo in questa sede proporre questa sostituzione, proponiamo l'eliminazione della proposta ed è del tutto evidente che questa vada comunque eliminata, perché non è stata discussa. Qui si tratta di discutere addirittura di un progetto autostradale che ha bisogno di essere visionato, ci sono montagne di atti e sono certo che l'Assessore non li abbia potuti vedere: ci sono montagne di precedenti: i progetti devono essere studiati adeguatamente dalla Commissione e poi il Consiglio opterà se vuole esprimersi anche per il progetto, altrimenti mantiene la sua proposta per il collegamento tra Cuneo e la A6.
La proposta di accantonamento e riproposizione in Commissione ha una subordinata: l'esame della mia proposta, che sta all'interno del progetto di grande comunicazione e viabilità che attraverserebbe l'Italia settentrionale in senso orizzontale da Trieste fino ad Alessandria, Asti, e poi via Cuneo si collegherebbe con la Francia, la Provenza, il nord della Spagna, il Portogallo. Mi si dice che anche la Cuneo-Massimini è un segmento di questa viabilità. Colleghi, certo, sarebbe come dire che la strada di Cuneo-Asti è un segmento della viabilità che collega Torino alla Sicilia, ma non è questo: è al di fuori del progetto che si sta realizzando sotto il profilo tecnico e che si sta Impostando per quanto riguarda il grande asse di comunicazione est-ovest, sul quale c'è il consenso del Piano decennale della Regione.
La seconda parte dell'emendamento riguarda il tronco A21 Asti est fino alla A6 Bra-Marene. Si tratta di una estemporaneità perché non esiste un'ipotesi di autostrada di questo genere, non esiste un tracciato, non esiste uno studio, non esiste un progetto: caso mal esiste, ma questo è il piano dell'ANAS che riguardava...



RIVALTA Luigi

Ma come è arrivato?



RIBA Lido

Non lo so. La Giunta lo propone perché gli è stato detto da qualcuno ed è un discorso personale.



RIVALTA Luigi

Vorrei capire allora chi è lo sponsor!



RIBA Lido

Anch'io vorrei portarlo in una sede dove si dica chi sono gli sponsor.
Per quanto riguarda la Cuneo-Massimini, anche se in termini assolutamente non condivisi, esiste comunque una proposta; per quanto riguarda invece il collegamento da Asti ad Alba a Marene non esistono proposte di autostrada esiste soltanto l'ipotesi dell'intervento superstradale per il quale c'era l'intervento dell'ANAS di 220 miliardi, già proposto, che avete avuto la compiacenza di eliminare in una certa misura. Allora io dico: ma come eliminate lo stanziamento che è previsto ad hoc dall'ANAS su una strada che può essere fatta soltanto dall'ANAS, poi riproponete un'ipotesi di autostrada che non è stata mai discussa da nessuna parte, se non nella mente di qualche area del gruppo andreottiano collegato strettamente con i soggetti che hanno interesse a questo genere di attuazione e che in qualche maniera sono visibili dietro le sigle che si prospettano? Questo problema richiede di essere discusso in Commissione, perché francamente non è comprensibile! Stiamo parlando di una cosa che, in questi termini, non esiste!



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l'Assessore Lombardi. Ne ha facoltà.



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Rispondo come componente della Giunta e come Consigliere regionale della provincia di Cuneo che ha dati di conoscenza divergenti da quelli del collega Riba. Non metto in discussione l'esigenza di approfondire la questione riguardante il collegamento autostradale della provincia di Cuneo con la pianura padana, il collegamento di Cuneo con la Francia; metto in discussione Invece la possibilità di affrontare velocemente i problemi che attualmente toccano la popolazione e i soggetti economici e sociali della provincia di Cuneo per quello che riguarda 1 collegamenti di Cuneo, della sua realtà sociale ed economica, con il resto del territorio italiano. Si deve quindi prendere atto di quelle che sono le proposte che si possono concretizzare in tempi ragionevoli e che hanno dietro alle spalle dei piani finanziari che consentano di realizzarle.



RIBA Lido

Approvati come e quando?



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

C'è un piano presentato che il collega Riba conosce, perché è stato discusso anche presso l'Amministrazione provinciale di Cuneo di cui lui era autorevole rappresentante. La Provincia di Cuneo si è pronunciata in questa direzione ed allora qui a sbagliare sarebbero stati in tanti, perch l'Amministrazione provinciale di Cuneo ha sposato questa impostazione perché è l'unica che abbia dietro un plano finanziario che consenta il collegamento della provincia di Cuneo con la pianura padana. Il tratto autostradale - penso che il collega Riba e gli altri colleghi lo possano comprendere - è importante agli effetti di un collegamento della provincia di Cuneo, anche attraverso il traforo, con la Francia. Qualcuno sostiene l'importanza della superstrada, ma tutti sanno che una superstrada non è sufficiente a far sì che si realizzi un traforo che abbia un collegamento con il sistema autostradale italiano, per cui il collegamento autostradale è indispensabile per proseguire la politica di collegamento del Piemonte sud con la Francia meridionale. Quindi, tutto quanto proposto, salvo il tratto che deve essere discusso, ma che faceva comunque parte di un aggiornamento del Plano decennale della viabilità, non è stato inventato da nessuno, ma è stato scritto in questo Consiglio regionale e tutti i Consiglieri hanno avuto la possibilità di discuterne al momento opportuno.
In un primo momento era previsto il collegamento autostradale Cuneo-Asti poi per le questioni che anche il Consigliere Riba conosce questo disegno non è andato in porto, perché le comunità locali hanno preferito il collegamento superstradale. Siccome il traforo richiede un collegamento autostradale con il sistema autostradale italiano, perché questo sia realizzabile e perché si creino le condizioni reali di un intervento, anche di capitale privato che In questo caso risolverebbe i problemi che la gente e i soggetti economici della provincia di Cuneo hanno, è indispensabile offrire questa prospettiva. Quindi, non ci sono contraddizioni: c'è la volontà di collegare Cuneo con Asti attraverso una superstrada e c'è la volontà di collegare Cuneo con la Francia e con il sistema autostradale italiano attraverso un tratto autostradale.
Poiché si parla di migliaia di miliardi si è cercato di portare avanti un progetto che sia realizzabile tenendo conto dell'attuale situazione finanziaria, delle disponibilità finanziarle esistenti nel nostro Paese senza sogni che altrimenti non sarebbero realizzabili e manterrebbero la provincia di Cuneo nell'isolamento da cui tutti la vogliamo togliere.
Quindi, salvo il tratto autostradale Marene-Asti, che non è previsto ma su cui la Giunta si impegna a discutere, per tutto il resto il quadro è molto chiaro...



(Proteste dai banchi comunisti)



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Avete ragione, discuteremo di questo collegamento autostradale...



(Proteste dai banchi comunisti)



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Il disegno è molto chiaro, mi sembra di averlo espresso. Sul collegamento Marene-Asti c'è da discutere, perché se le risorse che sono segnalate come necessarie per quel tratto autostradale potranno essere ricondotte al collegamento superstradale sarà tutto di guadagnato per la provincia di Cuneo e per i collegamenti del Piemonte sud. A me sembra che non ci siano...



RIBA Lido

C'è una grande confusione!



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Non c'è alcuna confusione, il disegno è chiaro: si tratta di discutere e di mettere sul tavolo della trattativa il collegamento autostradale Marene-Asti, ma questo è uno strumento in mano alla provincia di Cuneo per affrontare eventualmente il problema delle risorse necessarie per la definitiva realizzazione del tratto superstradale Asti-Cuneo. Pertanto ritengo che il disegno sia molto chiaro, che non ci siano contraddizioni che anzi si creino le condizioni per realizzare, finalmente, attraverso un piano finanziarlo, un collegamento che dia la possibilità alla provincia di Cuneo di uscire dal suo isolamento.



RIBA Lido

Signor Presidente, apprendiamo adesso che qualcuno ha Inventato l'idea di un'autostrada che non esisteva (Asti-Marene) e la propone direttamente in questa sede (e il discorso dell'Assessore Lombardi non è dubitabile) senza che se ne sia discusso da qualche parte. Dite che questo vi serve come leva per realizzare la superstrada, nel frattempo però sono stati tolti alla superstrada 120 miliardi. Non si può discutere in questo modo di una materia così importante in un organismo come il Consiglio regionale! Almeno abbiate la compiacenza di portare in Commissione...



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Vorrei rispondere a una domanda, se non altro perché è doveroso. Della documentazione relativa al Piano decennale dell'autostrada ho consegnato tutto, voi avete quello che ho lo. Una critica in questa direzione quindi non potete farmela.



(Proteste del Consigliere Riba)



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

Tutto quello che è in mio possesso è stato consegnato in Commissione.
Vi siete quasi lamentati perché era un pacco troppo grande. Ebbene, dal completamento di finanziamento programma triennale 1985-1987 e I stralcio piano decennale legge finanziaria 1987 risulta: SATAP, collegamento A26 A21 Asti - Cuneo: 630 miliardi; secondo tronco A21 Asti est - A6 Marene: 475 miliardi. Cosa abbiamo fatto? Abbiamo pescato dal Plano decennale proprio per le ragioni esposte prima e l'Assessore Lombardi mi è buon testimone, perché si voleva dare l'idea all'ANAS che il sistema viario di Cuneo-Asti riveste particolare importanza, proprio perché ci rendiamo conto che da 200-220 miliardi ne abbiamo tirati via 100. Questa è la verità, non c'è nulla di scandaloso. L'inserimento di questo punto ha semplicemente lo scopo di dare una particolare attenzione alle province di Cuneo e di Asti.
Consigliere Riba, rigetto completamente che ci siano delle motivazioni nascoste, perché questa proposta è nata da me dopo aver tolto dalla superstrada 120 miliardi. E' quindi stato inserito il tratto autostradale che abbiamo trovato nel Piano decennale nella parte riguardante Cuneo.
Questa è la genesi esatta, sulla quale si può discutere; pertanto rigetto che ci siano motivazioni particolari di cui non siamo a conoscenza diretta perché è nata come considerazione verso la provincia di Cuneo.



PRESIDENTE

La Giunta propone un controemendamento?



LOMBARDI Emilio, Assessore all'agricoltura

Non sono d'accordo di eliminare questa previsione, perché sarebbe una limitazione futura dei collegamenti.



RIBA Lido

Ma come è possibile mantenere la previsione di un'autostrada quando non esiste alcuna proposta e si fa riferimento ad un plano di grande viabilità di dieci anni fa?



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non possiamo accettare l'emendamento presentato dal Consigliere Riba (che tra l'altro non è neanche ben definito) che toglie il tratto di un'ipotetica autostrada, in quanto il collegamento Asti-Cuneo è comunque centrale. L'abbiamo indicato nel nostro programma.
Ritengo che il collegamento possa e debba essere anche autostradale perché non possiamo ipotizzare...



(Interruzioni dai banchi comunisti)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Marene è il collegamento dell'autostrada Torino-Savona con Asti...



(Interruzioni dai banchi comunisti)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

L'autostrada Torino-Savona è in via di raddoppiamento...



(Proteste dai banchi comunisti)



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Abbiamo discusso tutta la sera, interrompere ora la discussione su un emendamento, in modo non positivo, non mi pare corretto. Dateci un minuto di tempo.



PRESIDENTE

Propongo di interrompere la seduta per alcuni minuti affinchè la Giunta possa consultarsi, perché si tratta di una questione importante.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 20.40, riprende alle ore 20,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore alla viabilità

La Giunta è disponibile a sopprimere il secondo tronco Asti est - A6 Bra-Marene.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, essendo lei il proponente vuole modificare l'emendamento in linea con quanto ha proposto la Giunta?



RIBA Lido

Ritiro l'emendamento precedente e Io ripresento sotto forma di due emendamenti separati che recitano: 1) all'elenco A viene soppresso il comma: "SATAP - collegamento del tratto Asti-Cuneo, primo tronco A6 (Massimini-Cuneo)" 2) all'elenco A viene soppresso il comma: "Secondo tronco Asti est - A6 Bra-Marene".



PRESIDENTE

Pongo pertanto In votazione il primo emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 21 contrari e 3 astensioni.
Pongo in votazione il secondo emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità del 35 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione tale deliberazione nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli. 13 contrari e 1 astensione.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di deliberazione n. 46: "Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alla L.R. 23/8/1982, n. 20. Assegnazione di un ulteriore acconto in termini di cassa alle l7U.SS.SS.LL. per l'anno 1990. Spesa di L. 8.940.145.876 - Cap. 10350 del bilancio per l'esercizio finanziario 1990"


PRESIDENTE

Il punto 7) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 46.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Fondi sanitari

Esame proposta di deliberazione n. 47: "Funzioni amministrative in materia socio-assistenziale delegate e subdelegate dalla Regione alle Unità Socio Sanitarie Locali, ai sensi degli artt. 25 e 27 della L.R. 23181 1982, n. 20 e successive modificazioni ed integrazioni - Finanziamento dell'attività per l'anno 1990 - Spesa di L. 850.000.000" (Cap. 1850/90)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 47.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Fondi sanitari

Esame proposta di deliberazione n. 48: "Fondo di parte corrente a destinazione vincolata per l'anno 1986. Modifica criteri di assegnazione alle l7I7.SS.SS.LL. e assegnazione della somma di L. 2.234.000.000"


PRESIDENTE

Passiamo infine all'esame della proposta di deliberazione n. 48, di cui al punto 9) all'o.d.g.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso..
Il Consiglio è convocato per il giorno 6 novembre alle ore 11,30 perch prima è programmata una visita al carcere delle Vallette da parte di una delegazione del Consiglio regionale.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,55)



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