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Dettaglio seduta n.177 del 06/10/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito appunto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Croso, Peano, Sartoris.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 507: "Soppressione del servizio Decentrato di Formazione Professionale, di Alba-Barolo e di contestuale istituzione dei nuovi servizi Decentrato di Formazione Professionale di Alba e Decentrato di Formazione Professionale di Barolo"


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g., esaminiamo la proposta di deliberazione n. 507. Ricordo che la volta scorsa sull'argomento si era svolto un breve dibattito ed era stato richiesto qualche elemento di chiarimento. La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia, Assessore regionale

La volta scorsa il collega Fiumara ha fatto riferimento ad un problema inerente alla riorganizzazione dei centri di formazione professionale. Se cosi è, questo è un problema di competenza del collega Cerchio.
In questo preciso momento apprendo che c'è una richiesta, datata 15 settembre, in cui si fa riferimento a valutazioni globali di struttura, a modalità organizzative, ecc., che francamente mi risultano quanto meno oscure nella loro dicitura. Se si fa riferimento a problemi organizzativi del personale, posso rispondere che siamo in fase di trattativa con le Organizzazioni Sindacali per i nuovi organici e per la ristrutturazione funzionale delle competenze dei vari servizi. Siamo quindi in una fase interlocutoria per quanto riguarda il personale. Se sono problemi che invece riguardano l'Assessorato alla formazione professionale, è qui presente il collega Cerchio che potrà dire quanto di sua competenza.
Onestamente, io non posso essere chiamata a rispondere su un documento che mi viene presentato in questo preciso momento; evidentemente - non sono in grado di farlo. Il problema del centro di formazione professionale Alba Barolo e lo sdoppiamento dei servizi è già stato da me illustrato, non posso far altro che ribadire le cose dette la scorsa settimana; è semmai una strana anomalia che a suo tempo, quando si istituirono i due centri di formazione professionale, anziché istituire due responsabilità di direttore del centro come per tutti gli altri centri regionali si sia in questo caso specifico fatto un unico servizio laddove i due centri hanno, oltre tutto competenze e strutture organizzative funzionali completamente diverse.
Questa, semmai, è la correzione di un'anomalia per me inspiegabile.
Per tutto il resto, non vorrei che mi si illustrasse il senso dell'interpellanza e a chi è a rivolta perché, per quanto mi compete, non sono in grado di rispondere; per quanto invece compete il collega Cerchio essendo presente, sarà in grado di dare le sue valutazioni.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Presidente Brizio; ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Se ho ben capito, rispetto a quell'interpellanza si chiedevano dei chiarimenti in quanto è connessa, solo formalmente, al fatto che vada avanti un provvedimento settoriale senza che si tenga conto di altre proposte che riguardano altri settori, come ad esempio il settore legale.



BERGOGLIO Emilia, Assessore regionale

Stiamo trattando la definizione degli organici con.le Organizzazioni Sindacali proprio in questa settimana; appena avremo raggiunto un accordo verrà data indicazione.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

La risposta è, come appunto dice l'Assessore, che stiamo trattando il discorso globalmente con le Organizzazioni Sindacali e, appena si delineerà una soluzione, sarà portata a conoscenza e verrà discussa nella sede competente; i suggerimenti delle varie parti saranno tenuti nella dovuta considerazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fiumara.



FIUMARA Francesco

Ringrazio il Presidente per questa risposta che in parte mi soddisfa.
Io non contestavo l'avevo scritto nella mia interpellanza,' che del resto Assessore, avevo già letto martedì scorso in quest'aula e quindi lei ne era a conoscenza - il merito di questa deliberazione; da essa traevo lo spunto per chiedere come mai la Giunta non affrontava nella sua completezza tutti gli altri settori che abbisognano di una definizione.
Avevo pure concluso dicendo che la politica della margherita non mi andava bene; primo perché non capivo questa urgenza in presenza di altre situazioni analoghe a questa. Se si affronta un problema come quello dello sdoppiamento dei servizi di Alba e Barolo, ritenevo corretto e coerente affrontare anche gli altri e presentarsi in Consiglio con un quadro ben definito e completo. Signor Presidente, a questo punto non mi rimane altro che sollecitare e invitarla a definire tutte le altre questioni che sono di sua conoscenza e di conoscenza della Giunta per arrivare in Consiglio non con provvedimenti isolati, ma con un provvedimento unico che risolva tutte quelle situazioni che vanno sistemate una volta per tutte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia, Assessore regionale

Desidero precisare al collega Fiumara che, al momento, all'Assessorato al personale non risulta esistano situazioni analoghe; esistono situazioni di responsabilità di progetto, di responsabilità di servizio, di richieste di aumento di settori o di modifica di servizio, ma non esistono situazioni simili a quelle della deliberazione che è stata presentata, dove sostanzialmente due distinte strutture sono affidate ad un'unica responsabilità di servizio, cosa che fin dall'inizio era stata un'anomalia rispetto alle situazioni diverse.
Esistono esigenze di riorganizzazione, di revisione di alcune strutture nell'ambito della Regione e di questo stiamo trattando e discutendo nel quadro di riordino sia degli organici dell'ente sia della modifica della legge 42, ma per quanto mi riguarda posso assicurare che non sono di per s assimilabili. La situazione che è stata presentata a stralcio al Consiglio regionale è l'unica ed è una situazione anomala fin dall'inizio. Tutto il resto è in discussione e, quando sarà definito sia a livello di trattativa con le OO.SS, sia a livello di proposta fatta alla Giunta, verrà ovviamente discusso nella sede propria del Consiglio regionale.
Desidero assicurare il collega Fiumara che si tratta di problemi completamente diversi; ho compreso che il collega Fiumara ha colto l'occasione per sollevare anche quest'altra questione, ma volevo rassicurarlo sulla differenza tra i vari problemi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Nel merito e a monte della deliberazione, che è in termini attuativi giustamente presentata e portata dal collega Assessore al personale proprio per rispondere ad un passaggio dell'interrogazione presentata il 15 settembre, mi pare giusto e corretto, come rappresentante della Giunta e anche per conto della collega Bergoglio, spiegare quanto ho avuto modo di dire in occasione della seduta di Commissione del 9 settembre, quando la Presidenza della Commissione ci aveva già posto una lettera dello stesso tono espresso dal collega.
In allora, nel merito della formazione professionale, quindi per ci che riguarda la competenza dell'Assessorato, avevamo rilevato le motivazioni relative allo scorporo del centro di formazione professionale di Alba da quello di Barolo. Come i colleghi sanno, si tratta di due centri di formazione che hanno due vocazioni del tutto diverse: il Centro di formazione professionale di Alba segue specificatamente il settore industria, metalmeccanico e tessile; il Centro di formazione professionale di Barolo segue il settore turistico-alberghiero. Quindi, mi pare implicito dare corpo ad una realtà che di fatto si è consolidata.
In secondo luogo, il Centro di formazione di Barolo, come diceva la collega Bergoglio, ha ormai consolidato nel corso degli ultimi anni la propria attività e di fatto anche la propria struttura organizzativa, per cui questo scorporo lo rende in realtà effettivo e ratifica una situazione già di fatto operante.
Infine, le organizzazioni produttive e le organizzazioni professionali che collaborano con le due strutture, sono molto diverse per la natura differente delle loro attività, per cui è ovvio che questo aspetto è stato consolidato; fermo restando - non è di mia competenza - che le osservazioni fatte dal collega riprendono, in termini di occasione, questo problema, ma come diceva la collega Bergoglio in questi giorni le OO.SS, dibattono questo problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Ho solo il verbale di Giunta e non m ricordo che sia passato in IV Commissione; i: ogni caso, quando passa, generalmente spiego perché non sono d'accordo su tutto o parte c , quello che si delibera.
Una cosa ovvia, ma che purtroppo non sempre così ovvia, che vorrei domandare è questa: questo cambiamento comporta un miglioramento del servizio? La seconda domanda è forse anche più importante: questo cambiamento comporta u: aumento di spesa o una diminuzione di spesa? Credo che queste siano le due cose più importanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

E' ovvio che, per le motivazioni sintetica- mente dette, ciò comporta un miglioramento c servizio perché è chiaro che l'organizzazione funzionale di un centro di formazione professionale alberghiero, che fa cultura enogastronomica insegna a fare i cuochi, è più funzionale con la su struttura, con la sua dotazione, con il suo personale specializzato che non unito a una struttura eh si occupa di metalmeccanico e tessile. Quindi la prima risposta non può che essere in senso positivo.
Alla seconda domanda rispondo che questo cambiamento non comporta alcun onere quindi allo stesso costo si dà una maggior funzionalità e resa dei due centri.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 24 voti favorevoli, 6 contrari e 4 astensioni.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Ordini del giorno relativi alla bufera giudiziaria in atto sulle USSL piemontesi (Richiesta di iscrizione all'o.d.g.)


PRESIDENTE

E' stata richiesta l'iscrizione all'o.d.g. di cinque documenti che attengono tutti alla materia sanità: ordine del giorno n. 447 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera ordine del giorno n. 448 presentato dai,Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti ordine del giorno n. 445 presentato dai Consiglieri della Lega Nord ordine del giorno n. 442 presentato dai Consiglieri Chiezzi Maggiorotti e Calligaro ordine del giorno n. 432 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera.
Ai sensi dell'art. 51 del Regolamento, può parlare un Consigliere a favore e uno contro, dopodiché procederemo con votazioni separate.
Cominciamo dall'ordine del giorno n. 447 presentato questa mattina dai Consiglieri Majorino e Zacchera.
La parola al Consigliere Zacchera per la illustrazione.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, spesso in quest'aula presentiamo, durante la discussione, degli ordini del giorno. A volte capita che taluni di questi abbiano una rilevanza tale da riscuotere almeno per la speranza dei proponenti, grande attenzione in aula.
Il collega Majorino ed io riteniamo che questo ordine del giorno presentato dal Gruppo del Movimento Sociale Italiano sia particolarmente importante. Al termine di questo ordine del giorno noi invitiamo infatti il Presidente della Giunta a revocare la delega e tutti gli atti conseguenti all'Assessore alla sanità poiché riteniamo di estrema gravità quello che sta succedendo nel settore della sanità piemontese.
Ricorderete, proprio a rapidissimo volo d'uccello, che di questo argomento stiamo parlando sempre più spesso, esattamente come le ricadute di un malato che oserei dire terminale. Qual è la novità di questa settimana? Che nei giorni scorsi sono scattate le manette anche per l'architetto Savoino. Architetto Savoino che, voi sapete, direttamente o tramite la Società PROTECNE, ha rapporti continuativi con una quindicina almeno di UU.SS.SS.LL. piemontesi. Ci sembra di capire che le indagini avviate ormai da qualche mese dall'autorità giudiziaria stiano man mano salendo di gradino e temiamo che con i prossimi gradini arriveranno anche all'Assessorato alla sanità di questa Regione. Perché questo? Perché c'è una progressione di questioni - che noi riprendiamo nel nostro ordine del giorno - che meritano la vostra attenzione. Abbiamo superato le venti persone arrestate tra fornitori, progettisti, amministratori straordinari e commissari delle UU.SS.SS.LL.
Ricordiamo ancora una volta che la responsabilità politica della nomina degli amministratori straordinari, prima inquisiti e poi arrestati, è stata di questa Giunta e quindi anche dell'Assessorato alla sanità, ma soprattutto ci chiediamo come sia possibile da parte del Presidente della Giunta, a cui direttamente mi rivolgo, non considerare le evidenti connessioni che uno studio di architettura e, nello specifico, un professionista deve avere avuto anche con l'Assessore alla sanità, se è vero come è vero che da molti anni questo architetto - ripeto arrestato - e questo studio di progettazione hanno avuto rapporti con tutte o comunque con numerose UU.SS.SS.LL. del Piemonte.
Chiediamo innanzitutto dei chiarimenti, ma ci chiediamo anche con quale serenità può continuare a fare l'Assessore alla sanità della Regione Piemonte l'Assessore Maccari, che appunto deve avere avuto per forza continui rapporti con l'arch. Savoino.
Siamo rimasti amareggiati nell'apprendere anche altre notizie che sottopongo ai colleghi, nel caso in cui a loro fosse sfuggito. Più di un mese fa presentai un'interrogazione, chiedendo dei chiarimenti per iscritto e in via riservata, all'Assessore Maccari (che non ha dato alcuna risposta), circa la nomina della Commissione regionale per la trasparenza delle forniture delle UU.SS.SS.LL., dopo l'ondata di indagini e inquisizioni. Una delle tre persone che l'Assessore Maccari ha messo ai vertici di questa Commissione ridotta è il dott. Giorgio Grando plurinquisito dalla Magistratura di Verbania per gravi reati, come concorso in più azioni di abuso d'ufficio e d'interesse privato in atti di ufficio.
Ci chiediamo con quale serenità e con quale criterio si possano prendere in questo momento, queste decisioni se non con estrema leggerezza.
Chiedevo inoltre com'era possibile che la stessa persona plurinquisita e se è vero che non è stata condannata è anche vero che è abbastanza strano che sia inquisita per così diversi reati anche in posti diversi riesca ad essere contestualmente ai vertici dell'USSL n. 4 di Torino, ai vertici dell'USSL di Borgomanero con dei rapporti di consulenza e di plusorario - e vorremmo anche sapere come fa a fare il plusorario - con in mano una lettera, teoricamente in bianco, di nomina dell'Assessore (che non ha che da smentire questo fatto, ma lo faccia, perché in un mese e mezzo ancora non l'ha fatto) per poter operare. Tutto questo ci sta portando alla richiesta pressante, motivata e convinta che non sia più possibile, tenere i vertici dell'Amministrazione della sanità della nostra Regione in questa situazione.
'Una volta tanto la Giunta deve avere coraggio; noi pensiamo sia una scelta sofferta, ma per poter permettere alle indagini di proseguire con la massima tranquillità, ma anche con la massima severità chiediamo, con il nostro ordine del giorno, le dimissioni, la sfiducia all'Assessore alla sanità e, di conseguenza, invitiamo il Presidente della Giunta ad assumere tutte le azioni conseguenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, prendo la parola per esprimere il voto contrario del Gruppo socialista, e mi auguro anche della maggioranza e della assemblea, all'iscrizione degli ordini del giorno relativi alla richiesta di dimissioni dell'Assessore alla sanità.
Mi sembra davvero un po' strana la richiesta, direi demagogica, rivolta soltanto a fare un po' di propaganda per l'esterno, in un momento in cui abbiamo di fronte una sanità che richiede un grosso sforzo e impegno da parte della assemblea regionale e del governo regionale, un impegno al quale lavora, con grande dedizione, il collega Assessore Maccari.
Quindi, mi pare davvero strano, per non dire fuori da ogni logica di buon senso, arrivare qui e utilizzare dei problemi reali e gravi, che non possono non turbare le nostre coscienze, per rivolgere le questioni in termini propagandistici, per sollevare l'attenzione all'esterno, per dire che nel nostro Paese tutto sta andando male e che, quindi, anche qui le cose non possono che seguire la stessa piega.
Dobbiamo discutere i problemi della sanità, dobbiamo affrontare le questioni relative a come fare quadrare il bilancio della spesa sanitaria della Regione Piemonte. Non penso che da questioni così serie, che riguardano i cittadini piemontesi, l'assistenza, la salute (bene supremo di ciascuno di noi), ad un certo punto si debba cambiare tutto e buttare tutto in forma di propaganda, chiedendo le dimissioni dell'Assessore alla sanità il quale è reo di avere rispettato la legge e i canoni stabiliti sia dalla legge nazionale che da quella regionale. Mi sembra che questo sia fuori luogo.
Quindi, senza drammatizzare, vedendo il problema nei termini in cui si presenta, ritengo che oggi, più che mai, c'è bisogno che ciascuno resti al proprio posto. In un momento difficile come questo, in un momento in cui le cose si evolvono purtroppo in senso non positivo, anche sotto gli occhi di ciascuno di noi ogni giorno, bisogna che ci sia una presenza ferma e forte che sappia rappresentare un punto di riferimento e di fiducia.
Siamo in un momento di estrema difficoltà, non possiamo certo essere noi a lasciarci prendere dalla tentazione di unirci al coro di buttare tutto per aria Sarebbe veramente grave per il nostro sistema sanitario, a livello nazionale e regionale, ma sarebbe soprattutto più grave a livello del sistema democratico.
Abbiamo ancora qualche possibilità, cerchiamo di utilizzarla nel migliore dei modi per lanciare un messaggio alla gente, per dire che la democrazia, che ha fatto delle grandi cose, anche se è invecchiata ha ancora in sé il vigore e la forza, se saprà rinnovarsi, se saprà far luce dov'è necessario, se saprà unirsi alla Magistratura, se saprà esprimere solidarietà alla Magistratura per l'opera che svolge, per colpire i corrotti e i corruttori. E' una Magistratura, caro Bodrero, che noi non paghiamo perché si lasci ammazzare. Mi sembra gravissimo quello che tu hai detto l'altro giorno. Eh sì, e sì, mi sembra proprio così...



(Interruzione del Consigliere Bodrero che pare dire di non essere stato capito)



ROSSA Angelo

Ciascuno deve svolgere il proprio compito e il proprio dovere, ma dobbiamo fare in modo che tutti siano al riparo dai rischi che purtroppo la Magistratura e le Forze dell'Ordine hanno corso e stanno correndo di fronte alle organizzazioni criminali, per difendere l'ordine democratico e repubblicano del Paese.
Solidarietà, impegno a governare bene, impegno a rimuovere la gente che non è a posto, a proseguire, a mandare avanti le nostre politiche, a dare il segno di una presenza che dia fiducia alla gente. Questo è il compito della Regione; guai se dovessimo venire meno a questo compito. Se dovessimo trovarci di fronte a problemi di carattere politico generale di equilibrio avremmo modo di parlarne, ma non su questioni specifiche, non legando crisi a questioni specifiche.
Bisogna riconoscere al collega Maccari di aver compiuto ogni sforzo per far andare bene le cose; se poi, ad un certo momento, le cose sfuggono per varie ragioni, perché magari c'è bisogno di un riesame del modo di governare della Regione, questo è un compito che ci spetta fare per fondare una nuova Regione, che sia veramente parte importante di quello Stato moderno che vogliamo costruire, partendo dalla consapevolezza di questa grande crisi.
Invito, quindi, a respingere la richiesta di iscrizione di questi ordini del giorno e ad esprimere rinnovata solidarietà ad un grosso sforzo che deve essere compiuto dal governo regionale e da questa assemblea.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 447 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 17 voti favorevoli e 29 contrari.
Passiamo ora alla seconda richiesta di iscrizione all'o.d.g. Si tratta dell'ordine del giorno n. 448 a firma dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti. La parola il Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Questa questione la voglio affrontare sul piano della efficienza ed efficacia dell'intervento dell'Assessorato, e non tanto su quello della legittimità o meno di scelte la cui consistenza ed il cui peso sono comunque al vaglio della Magistratura, sono oggetto di attenzione da parte della stampa peraltro tutti i giorni. Non sto a ripetere ciò che altri hanno già affermato; quello che voglio dire è che una richiesta, quale quella da noi presentata, di lasciare l'incarico, rivolta all'Assessore alla sanità, non è una richiesta, che come chi mi ha preceduto ha voluto affermare e sottolineare, di tipo "demagogico", ma risponde principalmente all'obiettivo di garantire la difesa della salute dei cittadini.
Siamo convinti che il modo in cui la direzione politica dell'Assessorato si è mossa in questi anni è di grande danno per la salute di tutti i cittadini. Garantire la salute dei cittadini vuol dire innanzitutto garantire risposta ai loro bisogni, risposta con servizi efficaci ed efficienti, garantendo la produttività dei servizi ed interventi qualificati e facilmente accessibili a tutte le persone soprattutto a quelle penalizzate in questa nostra società. Mi riferisco alle persone anziane, ai disabili, alle donne e ai bambini, insomma quelle persone che anche con la nuova finanziaria si vuole penalizzare introducendo limiti alla fruizione dei servizi che saranno ovviamente, e temo in maniera entusiastica, sposati da questa Amministrazione regionale.
Che non ci sia questa capacità, noi l'abbiamo osservato penosamente penosamente per noi, ma anche per chi era presente in quella sede, in IV Commissione, la settimana scorsa, quando in occasione di una relazione chiesta dalle minoranze sull'attuazione dei servizi psichiatrici nella nostra Regione, quello che ci si è parato davanti non è stato altro che il balbettio di personaggi che negli anni passati sembravano ben sicuri del loro futuro successo e che invece in questa sede loro stessi non hanno potuto far altro che ammettere di non aver avuto spazio per attuare gli obiettivi che si ponevano.
Il risultato è che, per esempio, su questi servizi, quelli psichiatrici, ci si trovi in una realtà che è ben peggiore di quella denunciata tre anni fa, prima dell'approvazione della legge regionale. Ci si trova di fronte all'assoluta assenza di residenze sanitarie per disabili mentali, posto che proprio di questo tipo di residenze non sono stati presentati né varati neppure i Piani di fattibilità; inoltre i servizi territoriali, sono stati progressivamente depauperati di risorse e di motivazioni professionali e degli operatori sono stati distrutte. Questo per parlare di un servizio, si potrebbe andare oltre ma non lo faccio voglio solo sottolineare come in particolare sulla vicenda delle elezioni degli Amministratori straordinari si sia giocata la credibilità di questa Amministrazione che dovrà rispondere del fatto che sono ben oltre venti le persone, tra Amministratori e Commissari delle UU.SS.SS.LL., nominate sotto diretta responsabilità di questa Giunta, su proposta dell'Assessore, che in qualche maniera sono finite nelle maglie degli inquisitori della giustizia.
Credo sia una valutazione più complessiva, per cui non bastano certo questi cinque minuti, quella che si ha da fare sull'efficacia ed efficienza di questa Amministrazione rispetto all'obiettivo di difendere la salute dei cittadini. Penso sia indispensabile arrivare a questo esame, a questa valutazione dei servizi, ma penso si possa, senza temere di essere accusati di demagogia, richiedere un cambiamento forte nella direzione della sanità piemontese e questo è il senso e l'obiettivo che ci poniamo, l'esclusivo interesse dei cittadini, con il nostro ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiestola parola il Consigliere Picchioni. Ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, non per un fatto formale, perché siamo già ritornati parecchie volte su questo problema anche nell'ambito della Conferenza dei Capigruppo, siamo del parere che l'o.d.g. del Consiglio, debba essere mantenuto. Noi non accettiamo, come principio, che fatti di cronaca interpretazioni date a questi fatti di cronaca, ispiratori di questi fatti di cronaca, debbano essere surrettiziamente gli indicatori dei nostri lavori in aula.
Siccome la prassi costante di alcune, specialmente delle ultime riunioni consiliari porta a far sì che ordini del giorno su questa o su quella vicenda non tanto cerchino di sovvertire l'ordine dei lavori, quanto di mortificarlo per portare all'evidenza di questo Consiglio fatti che hanno una prevalenza di interesse, di polemica, di spessore scandalistico rispetto ad altri argomenti, noi crediamo che la Conferenza dei Capigruppo sia la sede istituzionalmente idonea (lei stessa è un corretto e sensibile ascoltatore delle esigenze di questo Consiglio) a determinare le priorità i percorsi preferenziali perché questi ordini del giorno possano essere discussi.
Il mio non è ostruzionismo, non vuole assolutamente significare il timore di affrontare argomenti che possono essere per loro natura scabrosi è nient'altro che l'esigenza di dare a questo Consiglio, a tutti i nostri Consigli, un percorso naturale, sereno, un dibattito che sia al di sopra delle speculazioni emotive del momento, di modo che il Consiglio regionale possa percorrere il suo cammino secondo il ruolino di marcia prefigurato e prestabilito.
Dobbiamo anche dire, ad onor del vero, che le interrogazioni e le interpellanze che giacciono presso il tavolo della Giunta a volte non sono svolte secondo quel criterio cronologico che la Presidente del Consiglio ha sollecitato al Presidente della Giunta e pertanto anche agli Assessori destinatari di tali interrogazioni e interpellanze, affinché queste vengano svolte nella maniera più corretta possibile dal punto di vista temporale.
Tra l'altro questo potrebbe decantare alcuni argomenti che giacciono da molto tempo sul tavolo degli Assessori e potrebbero in qualche modo decomprimere quell'eccesso di polemica o perlomeno quell'eccesso di tendenziosità che esiste incerte prese di posizione.
E' una preghiera che rivolgo al Presidente della Giunta affinché queste interrogazioni e interpellanze possano avere il loro svolgimento nel tempo fisiologicamente possibile con i lavori di questo Consiglio e con le esigenze non solo della Giunta, ma anche di tutti i Consiglieri.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione la richiesta di iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 448 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti: Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 16 voti favorevoli e 25 contrari.
Passiamo ora all'esame della richiesta di iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 445 presentato dal Gruppo Lega Nord.
La parola al Consigliere Vaglio per l'illustrazione.



VAGLIO Roberto

Poiché non esiste alcuna volontà ostruzionistica sulla presentazione di questo documento sarò brevissimo nella trattazione. Noi abbiamo inteso presentare questo documento perché abbiamo provato un profondo turbamento davanti ai fatti che stanno accadendo anche in Piemonte: io ritengo che il collega Rossa abbia espresso quella che sarà un'opinione personale, ma che secondo me è un modo di pensare e di ragionare che sicuramente non pu trovare molti consensi in quest'aula.
Il fatto che è accaduto è estremamente grave ed allarmante, la gente è molto preoccupata e questo credo sia noto a tutti. Chiedere che venga fatto un minimo di chiarezza su questa vicenda non significa assolutamente voler stravolgere l'ordine dei lavori di quest'aula, ma l'intenzione di rendere onore al mandato che gli elettori ci hanno dato.
La Regione è compromessa in questa vicenda, esistono delle responsabilità e delle colpe che possiamo in qualche modo evidenziare ebbene, noi siamo tenuti a metterle in tavola.
Se manca l'intenzione da parte della maggioranza di affrontare in questa sede la discussione, io mi auguro che non voglia mancare la volontà di far chiarezza in questo campo in cui la Magistratura sta mettendo pesantemente le mani. C'è una richiesta per l'avvio di una Commissione d'inchiesta consiliare in questo settore, mi auguro che almeno questa richiesta nella prossima conferenza dei Capigruppo verrà esaudita. In caso contrario, riterrei l'atteggiamento del Consigliere Rossa estremamente grave e addirittura lesivo dell'onorabilità di questo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Vale la dichiarazione che ho reso in occasione della precedente richiesta di iscrizione all'o.d.g.
Tale dichiarazione vale anche per le successive richieste.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione la richiesta di iscrizione all'o.d.g. test illustrata dal Consigliere Vaglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 15 voti favorevoli e 26 contrari.
Passiamo ora all'esame della richiesta di iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 442 presentata dai Consiglieri Chiezzi, Calligaro e Maggiorotti, che ha la parola per illustrarla.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

La questione probabilmente non. è nota: non è stato convertito in legge il decreto n. 325 del 1 luglio 1992 con il quale, all'art. 11, si equiparavano i cittadini extra-comunitari residenti regolarmente in Italia ed iscritti alle liste di collocamento, se disoccupati, ai cittadini italiani nella possibilità di fruizione delle provvidenze previste ed anche quindi della possibilità di iscriversi nel Servizio Sanitario Nazionale.
La mancata conversione in legge ha determinato da parte dell'Assessorato alla sanità l'invio in data 28 settembre 1992 di una circolare alle UU.SS.SS.LL. con la quale in pratica si ordina alle stesse di cancellare dalle liste dègli iscritti questi cittadini, regolarmente presenti in Italia in quanto lavoratori ancorché disoccupati e ancorché per brevi periodi di tempo, che avevano finora goduto del diritto all'assistenza sanitaria. Mi è noto che a tutt'oggi le UU.SS.SS.LL. hanno recepito questo invito dell'Assessorato e stanno procedendo all'invio delle lettere a queste persone, con le quali si comunica loro la decadenza dal diritto a fruire dei servizi sanitari.
Con questo ordine del giorno noi intendiamo richiamare il principio più generale del diritto alla salute garantito a tutti i cittadini, anche stranieri, del nostro Paese, riconosciuto dalla Costituzione e richiamiamo la legge regionale n. 64/89 con la quale già allora si prevedeva un finanziamento regionale per garantire la fruizione del diritto all'assistenza da parte dei cittadini immigrati. Chiediamo che la copertura delle prestazioni non più garantite dallo Stato a questi cittadini avvenga con fondi regionali e siano quindi trasferiti alle UU.SS.SS.LL. i fondi necessari.
Mi auguro che su questa questione ci possa essere una maggioranza più ampia di quella rappresentata dai sottoscrittori di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Il Consigliere Picchioni ha in precedenza dichiarato che le argomentazioni contrarie espresse sulla prima richiesta di iscrizione valevano anche per quelle successive.
Pongo pertanto in votazione la richiesta di iscrizione all'o.d.g. del documento illustrato dal Consigliere Maggiorotti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 13 voti favorevoli, 24 contrari e 1 astensione.
Passiamo infine all'esame dell'ultima richiesta di iscrizione all'o.d.g. presentata dai Consiglieri Majorino e Zacchera, che per la verità è già stata illustrata in passato dagli stessi proponenti. Se comunque il Consigliere Majorino intende nuovamente intervenire può farlo desidero però ricordare che l'aula è informata. Si tratta dell'or-dine del giorno n. 432, che impegna la Giunta a consultare la Commissione consultiva per le nomine prevista dall'art. 24 dello Statuto. Ricordo almeno due discussioni in proposito in quest'aula. La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Presidente, prima di illustrare le ragioni che, a mio avviso, impongono la discussione del merito di questo ordine del giorno, devo brevissimamente contestare le affermazioni del Capogruppo della DC, Consigliere Picchioni laddove ha affermato che, quanto meno da oggi in avanti, in quest'aula possono essere discussi solo gli ordini del giorno per i quali si sia espressa favorevolmente la Conferenza dei Capigruppo. Devo ricordare che in tutte le assemblee elettive, a cominciare dalla Camera e dal Senato, la facoltà di iscrivere nuovi argomenti all'o.d.g. è universalmente consentita ed è consentita anche dal nostro Regolamento. L'ordine del giorno è una proposta diretta a un pronunciamento su questioni di particolare interesse politico, e le questioni di particolare interesse politico erano, sia nel nostro ordine del giorno che negli altri respinti in ordine alla loro discussione, di tutta evidenza. In particolare, il nostro ordine del giorno faceva leva per richiedere il ritiro delle deleghe all'Assessore Maccari sull'ultima goccia di una certa escalation giudiziaria che ha fatto traboccare il vaso. Infatti, abbiamo avuto prima inquisiti i piccoli fornitori, poi i fornitori più importanti, quindi i direttori amministrativi, gli amministratori straordinari e infine l'amministratore delegato della Protecne, che in sostanza era un consulente di fiducia, un architetto di fiducia dell'Assessore.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Questo è falso!



ZACCHERA Marco

Lo ha mai conosciuto?



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

L'ho conosciuto come altri.



MAJORINO Gaetano

Diciamo di fiducia dell'Assessorato.



ZACCHERA Marco

Non era di fiducia?



MAJORINO Gaetano

Allora è una pura coincidenza che fosse consulente o progettista.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Non c'è mai stato un architetto di regime in questo periodo; in qualche periodo precedente sì.



ZACCHERA Marco

Il vostro regime è di ladri! Prima la sanità funzionava meglio di oggi; sicuramente rubavano meno caro Assessore!



MAJORINO Gaetano

Per sostenere la necessità e l'urgenza che venga iscritto questo ordine del giorno, che ha un contenuto politico-istituzionale, devo rilevare che la legge 6/4/91, n. 911 ha stabilito, com'è nota, che il Presidente della Giunta regionale, con proprio decreto, su conforme deliberazione della Giunta, nomina gli amministratori straordinari.
Inoltre - è altrettanto noto - nell'ordine del giorno si rileva che nelle prossime settimane si dovrà procedere alla sostituzione di alcuni amministratori straordinari e, se non vado errato, a fine ottobre o a fine novembre dovranno essere rinnovati tutti gli amministratori straordinari.
Presidente, si era discusso sui criteri che avrebbero dovuto presiedere alla nomina di questi amministratori straordinari, ma mi pare che il dibattito si sia concluso con un nulla di fatto.
Con questo ordine del giorno si richiede che, in occasione della prossima nomina degli amministratori straordinari, ci si attenga a una precisa norma (vigente) dello Statuto della Regione Piemonte, la quale prevede che ogni qual volta devono essere fatte nomine di competenza della Giunta regionale - e quelle degli amministratori straordinari sono di competenza della Giunta regionale, anche se nascono non da una legge regionale, ma da una legge statale - deve essere consultata la Commissione nomine..
Questa norma non è stata abrogata; quando, qualche anno fa, c'è stata la revisione dello Statuto, la norma è rimasta in piedi, e non è certo abrogata né espressamente e neppure implicitamente dalla legge De Lorenzo la quale si è limitata a dire che la procedura conclusiva delle nomine risiede nella competenza del Presidente della Giunta, su conforme deliberazione della Giunta regionale.
Avevamo già sollecitato questo adempimento statutario in occasione delle nomine del marzo-aprile 1991. Non chiediamo nulla di stravolgente chiediamo solo, in occasione delle prossime nomine degli amministratori straordinari, il rispetto dello Statuto; chiediamo che quando, su proposta dell'Assessore alla sanità, la Giunta dovrà deliberare sulle nomine scegliendo in quella rasa di nomi fornita dal Comitato dei garanti, si senta la Commissione consultiva. Non è una nostra invenzione, è lo Statuto che lo prevede.
Riteniamo che questo adempimento statutario vada osservato, in particolare in questo momento in cui vi sono state delle polemiche o, per meglio dire, delle accuse di inserimento della partitocrazia nella scelta della nomina degli amministratori straordinari: cose che, dalle interpretazioni delle interviste a suo tempo rilasciate dall'Assessore Maccari, pare ci fossero state. Comunque, ci siano state o meno queste interferenze, auspichiamo non ci siano più per il futuro.
La norma statutaria va osservata. Se si discute questo ordine del giorno fra un mese o due sarà perfettamente inutile, avrà solo un valore teorico e simbolico; è necessario che prima delle prossime nomine si discuta, e questa di oggi è l'occasione per farlo. Non credo sia una discussione che porti via tanto tempo, perché in un certo senso il problema è più istituzionale che politico, anche se lo sfondo è politico; la discussione serve a permettere che il Consiglio, attraverso la propria Commissione nomine, possa dire la sua e possa, con la lente d'ingrandimento della Commissione nomine, esaminare i curricula degli amministratori di cui si proporrà la nomina.



PRESIDENTE

Vi sono interventi contrari a questa iscrizione? Il Consigliere Picchioni richiama le argomentazioni già espresse negli interventi precedenti.
Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 432 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 14 voti favorevoli e 24 contrari.


Argomento: Enti strumentali - Enti di sviluppo e organismi fondiari

Sull'ordine dei lavori e precisamente:


PRESIDENTE

Richiesta discussione ordine del giorno n. 391 sull'ESAP Richiesta di informazione sull'ordine del giorno n. 432



PRESIDENTE

Il Consigliere Rabellino chiede di intervenire; ne ha facoltà.



RABELLINO Renzo

Signora Presidente, da oltre 7 mesi è iscritto all'o.d.g. un ordine del giorno sull'ESAP firmato dalla Lega Nord, dal Gruppo Antiproibizionista e dal Gruppo Rifondazione Comunista. Nonostante i solleciti fatti alle varie riunioni dei Capigruppo, questo documento è sempre al fondo dell'ordine dei lavori del Consiglio. A questo punto vorremmo chela Giunta ci dicesse fra quanto tempo intende discutere questo documento.
Riteniamo si tratti di una discussione abbastanza urgente, poiché sono tre anni che l'ESAP è commissariato. Stiamo parlando di tagli agli sprechi pubblici, mi pare che una decisione in merito, o sì o no, dovrebbe essere presa. Penso che sette mesi siano più che sufficienti ad una Giunta e ad una maggioranza per meditare una posizione su una questione di tale importanza.
Questi atteggiamenti vanno anche a ledere i rapporti tra Giunta e Consiglio visto che ne parliamo sovente; per cui tenere per sette mesi iscritto all'o.d.g. un documento senza volerne discutere (perché mi pare che manchi la volontà di discuterne), ritengo sia abbastanza scorretto.



PRESIDENTE

Non so se il Presidente consente, ma essendoci questa sollecitazione ritengo che domani si possa prendere una decisione all'interno della Conferenza dei Capigruppo, che è fissata per le ore 12,00, con la presenza della Giunta per definire una data precisa.
Il Presidente Brizio conviene su questo?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Convengo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Nello stesso modo in cui conviene il Presidente della Giunta spero che convenga la Presidente del Consiglio: nel nostro ordine del giorno di cui è stata respinta l'iscrizione c'era anche il rinnovo della richiesta per un celere avvio della Commissione d'inchiesta sulla sanità votata da questo Consiglio, chiediamo quando inizierà i lavori la Commissione d'inchiesta.



PRESIDENTE

Nel promemoria della Conferenza dei Capigruppo di domani è già stato inserito questo punto per il quale ci sono a questo momento le designazioni. Era già previsto che nella Conferenza dei Capigruppo si affrontasse questo argomento.


Argomento: Trasporti su ferro

Dibattito sull'Alta Velocità e documenti connessi


PRESIDENTE

Il punto 15) all'o.d.g. reca: "Dibattito sull'Alta Velocità e documenti connessi".
La parola all'Assessore Panella che illustra la relazione introduttiva.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Nell'ultimo Consiglio che ha trattato l'argomento si era rimasti d'accordo di portare l'Alta Velocità e le valutazioni relative in II Commissione. Cosa che è avvenuta nei giorni scorsi. La II Commissione ha discusso il problema in due parti: una prima parte per gli aspetti di tipo politico-trasportistico; la seconda parte, quella che riguardava le valutazioni di impatto ambientale e i relativi pareri, verrà invece discussa domani pomeriggio dalla II Commissione. Quindi oggi il taglio della discussione, per quanto è a mia conoscenza, dato che è stato successivamente richiesto che venisse riportato in aula l'argomento, è il taglio di tipo politico-trasportistico che introduco leggendo la posizione della Giunta che è stata espressa in una lettera inviata al Ministro dei Trasporti Tesini, all'avv. Necci e per conoscenza al Ministro dell'Ambiente Ripa di Meana e che è stata oggetto di discussione per l'appunto in II Commissione. La lettera dice: "L'interesse per lo sviluppo del sistema ferroviario ad Alta Velocità italiano, finalizzato a realizzare un servizio di trasporto di alta capacità e qualità, è legato anche al conseguente miglioramento dell'efficacia delle reti ferroviarie nazionali e regionali.
In tale contesto si condividono i contenuti generali del progetto Alta Velocità, di cui a tempi brevi la Regione Piemonte sarà chiamata a formulare i pareri di competenza sulle prime due linee: la Genova-Milano e la Torino-Milano. Si coglie questa occasione per ribadire la necessità di avviare al più presto la fase decisionale con riferimento all'"anello mancante" Torino-Lione affinché il sistema Alta Velocità italiano possa connettersi al sistema europeo e rispondere così ad una delle primarie finalità del sistema stesso.
I nuovi collegamenti Alta Velocità, all'esame di questa Regione, e si spera in un futuro prossimo anche il collegamento Torino-Lione, non devono rappresentare solo delle relazioni veloci fra i poli principali, ma anche inserirsi opportunamente nel sistema nazionale ed europeo, attraverso il Frejus, ottenendo indubbi benefici sui traffici passeggeri e merci anche nei collegamenti con la Liguria e la Pianura Padana, l'integrazione dei collegamenti come i Centri intermodali egli scali merci ed infine migliorando e potenziando il traffico "regionale".
Affinché la realizzazione delle linee Alta Velocità possa realmente assumere un ruolo strategico nel sistema trasportistico nazionale e regionale è indispensabile che vengano formalmente assicurate tutte le garanzie necessarie all'attuazione, nei tempi previsti, di tutte le opere ferroviarie di cui al Piano di ristrutturazione finalizzato al risanamento e allo sviluppo, approvato nel 1989, e in particolare per quanto riguarda il territorio piemontese: Nodo ferroviario di Torino: attivazione dei finanziamenti per l'abbassamento della Stazione di Porta Susa; progettazione esecutiva e finanziamento della tratta Porta Susa-Stazione Dora.
Tratta Stura-Chivasso: definizione del tracciato, progettazione esecutiva e finanziamento del quadruplicamento.
Valico del Sempione: progetto e finanziamento dell'adeguamento a sagoma intermodale del traforo esistente e decisione formale per la realizzazione del nuovo traforo. (Voi sapete che nei giorni scorsi la Svizzera ha approvato, tramite referendum, il traforo del Loeschberg, che è direttamente interessato al Sempione, dato che finisce a Briga).
Sistema ferroviario regionale: interventi per migliorare la funzionalità delle linee con particolare riferimento a quelle convergenti sul nodo di Torino, attraverso l'elettrificazione e il raddoppio della linea Chivasso-Ivrea, il raddoppio della linea Bivio Sangone-Pinerolo e l'inserimento diretto sul passante della linea Chieri-Trofarello.
Collegamento Novara-aeroporto della Malpensa: progettazione e finanziamento sul collegamento ferroviario attraverso l'integrazione fra la rete Ferrovie dello Stato alle Ferrovie Nord nella stazione di Novara.
Interconnessione della linea Alta Velocità" Torino-Milano con il CIM di Novara Boschetto; tale interconnessione deve essere garantita anche in senso inverso.
Raddoppio della linea ferroviaria NoviLigure-Alessandria.
La Regione Piemonte, in considerazione dell'importanza degli interventi sopra esposti, subordinerà qualunque espressione di parere od approvazione di progetto di opere ferroviarie ad Alta Velocità sul territorio regionale alla stipula di opportuni strumenti di accordo fra la Regione Piemonte l'Ente Ferrovie dello Stato e i Ministeri competenti che garantiscono il finanziamento e la realizzazione degli interventi ferroviari sopra elencati.
1 pareri, ovviamente, resteranno anche condizionati all'attuazione di tutte le procedure previste dalle normative vigenti con particolare attenzione alla giusta valutazione e compensazione economico-ambientale delle strutture e infrastrutture pubbliche e private interessate dall'Alta Velocità." Questa è la lettera firmata dal Presidente Brizio e dal sottoscritto in qualità di Assessore ai trasporti. Credo che si commenti da sola, cioè si è voluto collegare a qualunque parere circa l'Alta Velocità da parte della Regione Piemonte un accordo di programma con le Ferrovie dello Stato ed il Governo che garantiscano che la linea Alta Velocità sia correlata al sistema ferroviario piemontese e alle sue esigenze.
Credo che questo sia lo spunto per là discussione, così come è avvenuta in II Commissione da parte del Consiglio regionale.



FOCO ANDREA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

La lettera di cui ci ha informato l'Assessore Panella, peraltro sostanzialmente nota perché ne hanno parlato i giornali dopo il Consiglio di martedì scorso, non so se entra nel merito della discussione che dovremmo fare oggi, sulla quale ho qualche difficoltà nel capire quale sia l'argomento.
Nella riunione della Commissione straordinaria di venerdì mattina durata circa tre ore, a seguito dell'illustrazione dell'Assessore Garino di questioni che riguardano le procedure di VIA, sono emerse moltissime problematiche prevalentemente di tipo ambientale, ma non solo, che non erano a conoscenza di molti Consiglieri regionali.
Sempre in Commissione è stato anche suggerito che il dibattito in quest'aula fosse di carattere generale, dando per scontato che sui singoli progetti, che per il Piemonte sono due (la Milano-Genova e la tratta Torino Milano), si approfondissero le questioni specifiche all'interno di un lavoro di Commissione.
Il dibattito in quest'aula ha un senso se riprende la discussione già fatta in Consiglio parecchie settimane fa, durante la quale erano emerse una serie di valutazioni politiche, di risposte, ma soprattutto di domande che, specificatamente per la Milano-Genova, chiedevano alla Giunta una valutazione non sull'impatto ambientale, che è altra questione, ma una valutazione sull'utilità delle singole linee, sui costi, sul tipo di' passeggeri e di merci in termini di qualità e di quantità, sui tempi di realizzazione e sulle procedure decisionali.
Non riassumo cose che abbiamo letto sui giornali, e di cui abbiamo discusso per parecchie ore nel Consiglio regionale precedente, perch sinceramente sarebbe quasi una provocazione e non lo faccio. Ritengo per che la discussione di oggi abbia un senso se si dà una risposta a queste questioni.
Il contenuto della lettera Panella-Brizio, Assessore ai trasporti e Presidente della Giunta, per certi aspetti ha qualche elemento positivo nel senso che dice "che la Regione non è puramente un passacarte attraverso il quale, una serie di gruppi privati hanno interesse economico a ricevere soldi dalla collettività per costruire una linea, in particolare la Milano Genova", non menzionata fino a un anno fa nelle discussioni e nelle valutazioni riguardanti l'Alta Velocità italiana e il suo contributo all'Europa. Questa lettera dice che la Regione non è un passacarte, mentre voi ci fate discutere e approvare la Milano-Genova. Fateci anche discutere delle altre questioni che riguardano le ferrovie e i trasporti in Piemonte.
Quindi, a condizione che il Ministro o il Governo ci esprimano le loro intenzioni e ci informino circa le eventuali disponibilità economiche anche per altre questioni che ci interessano, noi procediamo per quanto ci compete sulle tratte ad Alta Velocità, in particolare sulla Milano-Genova.
Questo punto è la questione di fondo sulla quale, a mio parere, la Giunta regionale manifesta una gravissima debolezza, nel senso che o ritiene di avere gli elementi sufficienti per dire che sia la tratta Torino Milano sia la linea Milano-Genova hanno- costi, tempi, percorsi, utilità passeggeri ed utili, cioè sono entrambe linee che hanno una giustificazione oggettiva per favorirei processi di mobilità e di trasporto interregionale e internazionale, e quindi può chiedere di allungare i tempi per esprimere delle valutazioni sulle singole questioni che riguardano l'avvio, oppure fa una valutazione diversa, la stessa che stanno facendo in moltissimi.
Ripeto la battuta che ho fatto la volta scorsa prima di uscire dall'aula: mi sembra che i soggetti convinti fino in fondo di sostenere una delle motivazioni decenti per la Milano-Genova, siano sempre di meno. La Giunta regionale non può dire: "Vi do il via di fatto, vi lascio passare per quello che mi compete, su una cosa come la Milano-Genova, anche se ritengo sia una concessione da dare ad alcune società private" per gestire una parte delle poche risorse dello Stato che ancora si potranno spremere prima di arrivare ad una situazione più tragica. O dice che è disponibile o dice che non è d'accordo.
Data la situazione economica del Paese, dato che non c'è un solo parametro, in particolare per la Milano-Genova, che abbia un minimo di attendibilità e di decenza, la Giunta regionale; ed eventualmente il Consiglio, dica semplicemente no. Successivamente si apre il dibattito in aula e in Commissione sulla questione della tratta Milano-Torino.
Credo si debba uscire da questa ambiguità; non c'è alcun motivo per il quale dobbiamo continuare a prenderci in giro. Ritengo positivo che, entro la fine di settembre, la Regione non abbia espresso un parere favorevole però il problema non è se lo fa il 30 settembre o il 15 ottobre. Il problema è che la Giunta regionale deve affrontare il nodo politico della situazione del Paese, della Regione, delle condizioni economiche generali dei trasporti, e rispetto a questo fare delle scelte rispetto alle linee dell'Alta Velocità e, più in generale, delle scelte rispetto alla questione dei trasporti ferroviari e non. Altrimenti, come abbiamo fatto un anno e mezzo fa, facciamo il terzo stralcio del piano decennale dei trasporti dove c'è dentro di tutto, non si dice no a nulla, sapendo che vincerà la linea che ha più sponsor. Difatti, come ci dicono alcune cronache non particolarmente gradevoli degli ultimi giorni riferite all'Anas, la logica della programmazione dei trasporti è che vince chi ha più sponsor; non vince il progetto che ha più utilità sociale o più rilevanza rispetto alla mobilità.
Sono perplesso sul fatto che si continua a mantenere questa ambiguità di fondo, attraverso la quale passa un discorso di irresponsabilità degli amministratori. E' evidente che molti, anche nella maggioranza, hanno delle perplessità sulla Milano-Genova, ma ritengo che la Giunta regionale non possa dire: "Su questa questione non crediamo molto, però la facciamo passare mentre discutete anche del resto". Se non si ritiene la cosa accettabile, bisogna avere il coraggio di dirlo e aprire una discussione seria sull'altra tratta.
Chiedo che la Giunta dia delle risposte, in base al suo livello di conoscenza delle valutazioni politiche, alle molte domande poste nel dibattito precedente. Inoltre chiarisca la sua posizione rispetto al percorso che ritiene di mantenere nelle prossime settimane sulle due diverse problematiche, cioè la Milano-Genova e la Milano-Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Come abbiamo già detto in altri dibattiti, la posizione del mio Partito parte dal fatto che se in Italia si vuole migliorare e qualificare le possibilità di trasporto (peraltro molto critiche e squilibrate) a favore del trasporto su gomma, mi pare non ci possano essere dubbi per nessuno che si tratti di intervenire in maniera assai incisiva con operazioni di ristrutturazione dell'intero sistema delle Ferrovie.
Riteniamo anche che sia questo il settore in cui l'evoluzione del sistema del trasporto italiano può conseguire rilevanti aumenti di efficienza ed anche riduzione dei costi economici del trasporto, oltre ad importanti e significativi miglioramenti dal punto di vista dell'impatto ambientale che i trasporti generano, nonché risparmi energetici. Inoltre pensiamo che se l'intervento nel settore del trasporto ferroviario è essenziale per la qualificazione del nostro sistema di mobilità passeggeri e merci, lo stesso non possa astrarre da interventi di mobilità ferroviaria cosiddetta d'Alta Velocità.
Detto questo, che io ho voluto ribadire in sintesi per chiarire la nostra posizione sul problema dei trasporti, riteniamo necessario vedere come ci muoveremo per questo processo di qualificazione. E sottolineiamo due punti di riferimento per una corretta politica ferroviaria italiana: uno è che gli interventi, se devono introdurre relazioni ad Alta Velocità nel nostro Paese, devono contemporaneamente (vorrei dire prioritariamente per sottolineare l'importanza politica) avvenire nell'intero sistema ferroviario. Perché la linea d'Alta Velocità non può non supportarsi attraverso anche l'interconnessio-ne con il sistema ordinario.
Il secondo riferimento che dobbiamo avere, ed è quello su cui io intervengo in modo specifico oggi, è quello delle priorità, che vale sul sistema ordinario, ma vale a maggior ragione sul sistema dell'Alta Velocità, in quanto sistema molto oneroso, in quanto sistema che interessa il territorio con problematiche pesanti ed impatti ambientali pesanti. In questo senso cerco di essere il più breve possibile per lasciare spazio ad altri, e per non ripetere una lunga discussione che abbiamo già fatto in termini generali.
Nel nostro Paese c'è un traffico passeggeri elevato, e importante, per le relazioni che consente di realizzare, sulla direttrice Nord-Sud per quello che riguarda l'Italia, Milano-RomaNapoli, e per quanto riguarda il rapporto internazionale, il centro Europa e i valichi alpini a nord di Milano, esistenti o da realizzare. Altro traffico relativamente elevato è quello sulla linea Milano-Venezia. Ancor meno traffico si ha sulla linea Milano-Genova, anzi le relazioni passeggeri sulla linea Milano-Genova, che non sono neppure documentate né analiticamente né in sintesi, sono assai limitate: poche migliaia di persone al giorno. L'economicità di una linea d'Alta Velocità, data dai tecnici che studiano il problema, è data per 40.000 passeggeri al giorno. Ora, si può dire che i 40.000 passeggeri al giorno devono anche essere conquistati da una linea di Alta Velocità, nel senso che non è detto che debbano essere già presenti. Se si fa una politica di programmazione di miglioramento del sistema ferroviario complessivo è certo che linee che supportano un traffico passeggero di qualche decina di migliaia di passeggeri al giorno possono essere prese in attenzione per programmare una relazione di Alta Velocità che richiede comunque molti anni per entrare in esercizio.
Il caso della linea Milano-Genova non rientra però in questo livello di esercizio attuale e neanche le più rosee ed ottimistiche previsioni che pur si fanno, se ne fanno di molteplici, ci fanno pensare che si possa arrivare entro la fine di questo secolo, in tempi più che decennali, a soglie di rapporto di traffico significative.
Credo che già oggi lo studio per capire la sua economicità e le sue ragionevoli prefigurazioni per il futuro indichi che la linea Milano-Genova non è una linea di priorità per l'Alta Velocità. E' certamente una linea che va migliorata, come in quasi tutte le linee italiane sono urgenti interventi di qualificazione, ma certo non è ragionevolmente pensabile che in tempi non lunghi si possa realizzare una comunicazione passeggeri così intensa come quella che richiederebbe un'Alta Velocità.
Nel momento economico che viviamo credo che le attenzioni alle priorità debbano essere tenute in grande conto. Spendere male i soldi, sia pubblici che privati, anche se di origine finanziaria e di movimento finanziario diverso, riguarda sempre i problemi dell'economia di un Paese e io credo che sotto questo profilo la linea Milano-Genova non si presenti prioritaria. Su queste questioni la Regione non si è espressa. Mentre siamo tutti chiamati a fare economie e mentre si devono, credo a tutti i livelli ridurre gli interventi nelle opere pubbliche, limitandosi a quelle che hanno carattere di urgenza e priorità, ritengo che la Regione debba esprimersi sulla questione della Milano-Genova.
Riteniamo che la priorità, oltre alla direttrice Nord-Sud, debba essere quella di cui si parla da molto tempo, cioè la Torino-Milano-Venezia, e su questa questione chiediamo di porre l'attenzione ad una serie di problemi aperti, proprio perché siamo interessati a che l'attraversamento est-ovest od ovest-est venga impostato, progettato, discusso e messo in cantiere.
Mi permetto però di aggiungere a questo punto che sull'attraversamento est-ovest, se vogliamo guardare con grande serietà la questione, la priorità di questa priorità è il collegamento con la Francia: è il collegamento tra Chambery e Torino, prima ancora che tra Torino e Milano.
Risottolineo una questione che abbiamo già sollevato perché la Giunta ne tenga conto: sotto questo profilo è necessario che l'intervento venga fatto per il valico alpino, per il passaggio nella Valle di Susa, per la fermata a Torino, vengano discusse e chiarite queste questioni e anche se difficile, relativamente più facile sarà comunque trovare le soluzioni e mettere in cantiere la linea verso Milano e poi verso Venezia. Sotto questo profilo quindi noi risottolineiamo la priorità del collegamento con la Francia.
Detto questo, se la Milano-Genova deve essere presa in considerazione deve esserlo al di là del problema del trasporto passeggeri e infatti nella relazione si accenna al trasporto merci. Su questa questione bisogna fare chiarezza, perché vale per tutti i collegamenti ad Alta Velocità, ma in particolare per il collegamento Milano-Genova. Se il collegamento Milano Genova, che deve essere migliorato, è un collegamento che si sostanzia soprattutto per il trasporto merci attuale e soprattutto per quello che si potrà avere in futuro, è chiaro che questo trasporto merci, per crescere per arrivare a quote significative, deve interessare il sistema europeo. E' necessario quindi fare chiarezza su che cosa deve avvenire nel collegamento con il Nord Europa (problema che non mi pare sia stato risolto, nel senso che non è messo in cantiere) e su che cosa si fa a proposito del porto di Genova e dei porti liguri, a meno che non si voglia fare un canale di traffico che sia orientato ad attraversare l'Italia per raggiungere altri lidi.
Il problema del trasporto merci non è di poco conto, perché il sistema italiano di Alta Velocità si sta configurando in generale, ma soprattutto per la linea Milano-Genova, come un problema prevalentemente di trasporto merci e poiché le merci non viaggiano a 300 chilometri all'ora e neppure a 200, è forse possibile che ad un esame più approfondito emerga che la Milano-Genova, fondandosi sul trasporto merci, possa essere risolta con un sistema di mobilità certamente assai più veloce di quello attuale, ma che non supererà i 150 km/h.
Un sistema di mobilità fondato soprattutto sulle merci per noi deve essere collegato a uno sviluppo del porto di Genova, ma questo problema non viene assunto come prioritario (la stessa ristrutturazione urbana di Genova ha messo in campo altre problematiche: richiederà un altro porto che è lontano dall'essere deciso e realizzato). Questa linea, anche se fosse realizzata per i treni a 300 km/h, qualificandosi soprattutto per la velocità più bassa, cioè per i treni merci che viaggiano a 150 km/h probabilmente - io dico probabilmente, vorrei sentire dei ragionamenti fondati - credo che un'alternativa potrebbe essere sensatamente trovata in un miglioramento della ferrovia attuale. Se così è, allora questa è un'altra ragione perché il Piemonte, partecipando ad una politica di programmazione delle risorse che tenga conto dei vari problemi - quelli del futuro, ma anche quelli del presente -, debba dire che la linea Milano Genova non è la più urgente e la prioritaria.
Un'altra ragione è che il sistema intermodale che dovrebbe sopportare questa linea mista, che porta ad alta velocità le merci, dovrebbe essere più sviluppato ed è da sviluppare, ma il sistema di centri intermodali che si è sviluppato in Italia, compreso il nostro stesso centro che si sta realizzando ad Orbassano, non, appaiono affatto strutture adatte per sostenere la politica dell'Alta Velocità delle merci. Voglio anzi ribadire in questa sede che il centro intermodale piemontese, ma mi dicono anche altri centri italiani, appare sempre più come un'operazione basata maggiormente sul carattere immobiliare della trasformazione, mancando persino i collegamenti ferroviari adeguati, mancando la cultura dell'imprenditore per un funzionamento di centro intermodale connesso ad un sistema efficiente di trasporti ferroviari. Se così stanno le cose, come io ho voluto sollevare e qui brevemente richiamare dopo averne già discusso in Commissione, credo sia ragionevole che questa Regione esprima il suo parere contrario al fatto che la Milano-Genova sia inserita nel quadro delle priorità insieme al collegamento con la Francia e con la linea Milano Venezia.
Credo sia responsabile esprimere questo tipo di giudizio. Si potrà vedere in futuro - e lo vedremo -, ma le priorità oltre al collegamento nord-sud sono, nel collegamento est-ovest, la costruzione della tratta che dal confine con la Francia arriva a Torino e quella che prosegue verso Milano e verso Venezia.
In questo senso noi chiediamo che il Consiglio si esprima, che la Giunta consideri le problematiche serie che stanno attorno ai problemi del nostro Paese, le insufficienze tecniche di valutazione della domanda e della esigenza di priorità sulla Milano-Genova, per dire chiaramente al nostro Governo che altre sono le scelte che noi ci aspettiamo da lui.
E nei rapporti internazionali altre sono le direttrici che noi consideriamo da privilegiare. Per il Piemonte entrare in Europa ha sempre voluto dire collegamento con Lione, con il bacino del Rodano, con Ginevra e con Grenoble oltre che con Parigi. E' il caso quindi di essere coerenti: non offendiamo nessuno se noi esprimiamo quello che la realtà ci mette in evidenza. Ed allora è a questo atteggiamento di responsabilità, che non offende nessuno, ma che segna l'assunzione di un impegno programmatorio della nostra Regione, che io chiedo alla Giunta e alla maggioranza di tenere fede con un pronunciamento conseguente.



PRESIDENTE

Ha la parola il Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Colleghe e colleghi, come Gruppo Verdi siamo soddisfatti che, sia pure con tempi che riteniamo da bassissima velocità, si sia alla fine giunti in quest'aula alla discussione sull'Alta Velocità. Non nascondiamo però le nostre forti perplessità su come si sia giunti a questa discussione.
Voi sapete che nella scorsa seduta di Consiglio il Gruppo Verdi è stato costretto dalla sordità di questa Giunta ad assumere atteggiamenti che avrebbe preferito non dover percorrere; solo dopo il nostro abbandono dell'aula la Giunta si è degnata, con una nota pomeridiana, a far conoscere le proprie deliberazioni in merito all'espressione del proprio parere sullo studio di valutazione di impatto ambientale per la linea di Alta Velocità Milano-Genova. Un parere che, come ricorderete - e lo avevamo richiamato con la nostra mozione - la Giunta stessa si era impegnata a discutere con il Consiglio e che, a tre giorni dalla data ultima per la sua espressione al Ministero competente, a nessuno dei Consiglieri era nota.
Non abbiamo la presunzione di essere stati noi a sbloccare la situazione costringendo la Giunta ad esprimersi, ma se non avessimo assunto quella determinazione ci sarebbe stata la nota del pomeriggio? Se così fosse, non riusciamo a capire per quale motivo la Giunta non abbia presola palla al balzo che gli passavamo con la nostra mozione, per dare conto al Consiglio delle proprie decisioni.
Non voglio entrare nel merito di quel documento, anche se alcuni dei contenuti sono sacrosanti e quindi noi stessi li condividiamo, quanto nel metodo. Che la Giunta regionale del Piemonte abbia utilizzato il ricatto per giustificare la sua non espressione di parere nei termini stabiliti dalla legge non ci sembra un buon segnale, soprattutto in un momento in cui le istituzioni avrebbero bisogno di ben altra immagine e - consentitemi serietà.
Ma al di là di questo, in noi continua a rimanere il dubbio sulla validità di una posizione di questo genere, perché la posizione assunta dalla Giunta non ha fatto altro che far slittare ulteriormente i tempi della sua espressione di parere e, a nostro giudizio, ha segnato l'assenza di una volontà di governo, almeno in questa materia, da parte della Regione Piemonte. Quand'anche non fosse così, abbiamo comunque forti dubbi sul valore che può avere la lettera che il Presidente Brizio e (Assessore Panella hanno inviato al Ministro competente nel momento in cui le dichiarazioni pubbliche, più volte ribadite dai massimi esponenti e responsabili delle Ferrovie dello Stato, affermano che la scelta dell'Alta Velocità andrà comunque a scapito di qualsiasi altro investimento soprattutto a livello locale e regionale.
I 2.000 miliardi in meno a disposizione delle Ferrovie dello Stato significano, secondo le dichiarazioni dello stesso Ente, un taglio netto a 7.000 km, di cosiddetti rami secchi, forse quegli stessi rami secchi che nei mesi passati è stato dimostrato non fossero poi così secchi; vogliono dire anche un ulteriore taglio occupazionale di 30.000 ferrovieri, che si aggiungono al già stimato esubero di 53.000 lavoratori provocato dalla trasformazione dell'Ente Ferrovie in Società per Azioni. Tutto questo ci preoccupa molto anche sotto il profilo occupazionale.
Il Presidente della Giunta, molto meno ci è parso alcuni colleghi del governo piemontese che hanno di fatto (almeno da quanto riportano i giornali locali) preso le distanze dal progetto Alta Velocità, si è più volte appellato all'Europa e all'ingresso in Europa per giustificare la sua strenua difesa della scelta dell'Alta Velocità. La nostra domanda è: per entrare in Europa è veramente necessaria l'Alta Velocità e quale tipo di Alta Velocità? E ancora: qual è l'Europa per entrare nella quale è necessaria l'Alta Velocità? Ogni forza politica presente in quest'aula ha probabilmente un'idea di Europa diversa. Che, ovviamente, prospetta scenari diversi: da chi la vede come territorio da continuare a rapinare delle sue risorse, a cominciare dall'aria per venire al suolo considerato un substrato per spostamenti frenetici di gente e merci, a chi la immagina invece come gestita secondo le linee del "piccolo è bello", con il ricorso alle moderne tecnologie microelettroniche, capaci di recuperare tempi di vita che privilegiano la qualità sulla quantità.
Probabilmente tra fast e slow prevarrà una terza via, ma certamente come abbiamo già detto in passato - non saranno i 300 km orari consentiti dai progetti dell'Alta Velocità italiana, come quello su cui siamo chiamati ulteriormente ancora oggi a discutere, a portarci in Europa. Soprattutto non sarà la linea Milano-Genova, una linea che a nostro giudizio, al di là delle valutazioni sull'impatto ambientale che pure avremo modo di precisare in Commissione, non ha alcun supporto sotto il profilo economico e non ha alcuna giustificazione nemmeno sotto il profilo della richiesta dell'utenza; comunque, sui dettagli più strettamente tecnici interverrà dopo il collega Miglio.
Per quanto mi riguarda, vorrei aggiungere - e concludo - che la risposta della Giunta al Ministro dei Trasporti potrebbe stare bene ed essere condivisa anche da noi se interpretata come disponibilità a prendere in considerazione l'Alta Velocità solo dopo aver razionalizzato, potenziato e modernizzato le linee di traffico ferroviario di interesse regionale e quindi il Piano Regionale delle Ferrovie. Ma leggere sui quotidiani, com'è accaduto stamane una volta di più, che le decisioni nazionali vanno in direzione totalmente opposta, non ci rassicura affatto. Anzi. E vogliamo sperare che la nostra Regione non voglia rassegnarsi comunque a ruoli subalterni rispetto allo Stato, in questo caso all'Ente Ferrovie dello Stato, e sappia riaffermare in modo autorevole nelle sedi opportune il proprio ruolo, anche sostenendo la posizione che il Presidente Brizio e l'Assessore Panella hanno espresso nella lettera del 29 settembre. Purch la sua interpretazione sia quella che abbiamo dato noi prima; e cioè di un privilegio del traffico e delle linee del progetto ferroviario regionale rispetto all'Alta Velocità, destinata quindi a passare in secondo piano.
Su questo vorremmo veramente sentire ed essere rassicurati ancora una volta dai responsabili di Giunta.



PRESIDENTE

Ha ora la parola il Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Interveniamo in questa sede collegandoci anche a quanto abbiamo sostenuto in Commissione in ordine a queste problematiche molto complesse.
Cominciamo subito ad osservare la singolarità del dibattito, avvenuto parte in Commissione e parte in aula; certamente, a mio avviso, ne risentirà la concretezza di questo dibattito e magari potremo anche registrare qualche sfasatura.
Anche noi attribuiamo molta importanza alla lettera, a firma del Presidente e dell'Assessore ai trasporti, che la Giunta regionale ha deciso di inviare al Ministro dei Trasporti, al Ministro dell'Ambiente e all'Amministratore straordinario delle Ferrovie dello Stato. Per certi versi questa lettera cambia un po' i termini del problema, nel senso che ci eravamo attrezzati per esaminare le osservazioni relative all'impatto ambientale che venivano dalle comunità locali, in particolare da quelle del tratto Milano-Genova, e adesso invece improvvisamente si apre di nuovo tutto il discorso e la problematica della politica trasportistica e ferroviaria in modo particolare nell'ambito della nostra Regione.
Certamente non possiamo non essere d'accordo nell'attribuire importanza allo sviluppo del sistema dei trasporti per ferrovia e in questo senso sosteniamo anche noi che è necessario recuperare i ritardi che vi sono stati in questo settore. Anche noi condividiamo le scelte che sono indicate sia dalla Giunta regionale sia a livello di programmazione nazionale per quanto riguarda l'integrazione trai vari mezzi di trasporto e l'accentuazione della intermodalità dei viaggiatori e delle merci.
E' chiaro che, nel momento in cui si vanno a definire delle priorità politico-programmatiche, dobbiamo agire con il massimo della trasparenza e della chiarezza.
Anche io ritengo che sia finita l'epoca della redazione dei libri dei sogni: bisogna, in sostanza, andare a progettare interventi che poi siano effettivamente realizzabili.
Ecco quindi l'importanza per una Regione come il Piemonte, che è di cerniera tra l'Italia e le altre nazioni europee, in particolare con la Francia, di avere la capacità della individuazione delle priorità e della difesa degli interessi regionali all'interno delle grandi scelte nazionali.
Dobbiamo quindi recuperare, a mio avviso, l'opera della Regione Piemonte in direzione della realizzazione del collegamento ad Alta Velocità con la Francia, quindi sulla tratta Lione-Torino, e naturalmente le elaborazioni prioritarie delle Ferrovie dello Stato che identificavano nel tratto Torino-Venezia e nel tratto Milano-Napoli gli interventi prioritari peraltro riconfermati in questi giorni, ahimè, con lo scorrimento in epoche successive degli interventi nelle aree metropolitane. Questo è un grave fatto, che penalizza soprattutto la nostra Regione e l'area metropolitana torinese. Probabilmente sarà necessario riaprire un dibattito anche in questa direzione.
Però, limitandoci momentaneamente ai trasporti ferroviari, dobbiamo anche renderci conto che non si potranno realizzare tutti i collegamenti internazionali che sono previsti in ogni Regione. Ritengo che il Fréjus, il Sempione, il Brennero e così via non potranno essere realizzati nell'ambito di un periodo che è quello che può interessare noi e le nostre elaborazioni programmatiche.
Quindi, bisognerà veramente riaprire il discorso e in questo senso interpreto anche la lettera che la Giunta regionale ha inviato al Governo non tanto perché credo che sia il Presidente sia l'Assessore ai trasporti non ritengano fattibile tutto questo insieme di interventi elencati nella lettera realizzabili in tempi lunghi. L'importante è avere ribadito in sede governativa l'attenzione prioritaria da riservare alla nostra Regione sia per quanto riguarda lo sviluppo del sistema ferroviario tradizionale sia per quanto riguarda la priorità a livello dei collegamenti internazionali in direzione della Francia, attraverso del Fréjus.
E' chiaro che bisogna fare chiarezza anche al nostro interno a proposito della nuova direttrice Milano-Genova, che per certi versi è uscita un po' come il coniglio dal cilindro del prestigiatore se si considerano le elaborazioni che da anni vengono avanti in sede di Regione Piemonte. Questa direttrice, con i suoi collegamenti e le sue interconnessioni, si inserisce e interagisce con il collegamento con la Svizzera che ha una posizione di rilievo nella lettera inviata al Governo che ci ha testè riletto l'Assessore Panella.
Quindi, vi è tutta una serie di ragioni che rende certamente incauta l'espressione di un parere.
Ovviamente non mi riferisco alle questioni che sono relative all'impatto ambientale e che non abbiamo ancora potuto esaminare nel dettaglio in Commissione e che esamineremo nella seduta che è prevista per la giornata di domani. Mi riferisco soprattutto alle questioni di carattere generale, alla necessità di fare chiarezza. Certamente anche per noi sono importanti le politiche che vengono proposte anche da parte dell'Assessorato che si riferiscono all'ipotesi di societarizzazione del settore dei trasporti a livello regionale. Questa società, questa holding come l'ha definita l'Assessore anche in sede di Commissione - dovrebbe portare al coordinamento e all'integrazione fra il trasporto su rotaia e quello su gomma. Non è che noi andiamo in questa direzione per trovare un comodo alibi alla espressione di un parere in ordine al problema dell'Alta Velocità e alla realizzazione, ad esempio, della linea Milano-Genova parere che è più urgente perché la sua scadenza viene prima della Torino Milano.
Comunque se è consentita una qualche sottolineatura per la Milano Genova, che è una linea alla quale personalmente sono doppiamente interessato non solo come Consigliere regionale, ma anche come rappresentante che proviene da quelle zone, richiamo l'attenzione dei colleghi nel non considerare questa linea come un qualcosa di marginale dal punto di vista dell'impatto sul territorio regionale.
A volte si ritiene meno importante un qualcosa che è ai margini della Regione, perché si attraversa il territorio solo per pochi chilometri. E' una questione fondamentale perché, nel momento in cui dovesse essere avviata tutta una serie di opere senza adeguati criteri, la capacità di definire delle priorità, alla fine impediremmo la realizzazione di quelle opere che noi riteniamo più importanti nell'area metropolitana e nel sistema ferroviario cosiddetto regionale.
Sia comunque ben chiaro che non possiamo accettare, da un punto di vista di principio,, il ridimensionamento del sistema dei trasporti ferroviari o comunque una riduzione strisciante di una parte del sistema dei trasporti ferroviari regionali, come ad esempio la storica presenza delle Ferrovie dello Stato nella provincia di Alessandria, il noto Centro di smistamento merci di Alessandria o di Novi-San Bovo, mentre ci vediamo sfrecciare sotto il naso i treni ad Alta Velocità.
Sono le scelte di fondo delle Ferrovie dello Stato, una società che è in via di costituzione con la quale, nel momento in cui siamo interessati e per il collegamento con l'estero e per il collegamento tra la Liguria e l'area metropolitana milanese, dobbiamo aprire veramente un confronto.
In linea di principio non sono contrario pregiudizialmente a queste proposte, però ritengo che tutte le considerazioni, che sono venute fino adesso da parte dei colleghi, e le stesse perplessità che sottendono anche alla lettera che la Giunta ha inviato al Governo, vadano approfondite in una, con l'approfondimento di tutte le questioni relative all'impatto ambientale. Probabilmente potrebbe anche essere giusto l'aver discusso oggi delle questioni di carattere generale e domani delle questioni relative all'impatto ambientale. Magari arriveremo alla fine con un giudizio coordinato e completo.
Quindi, per quanto mi riguarda, esprimo tutta una serie di perplessità che per certi versi sono riscontrabili all'interno della lettera che la Giunta ha inviato al Governo, ma con qualche perplessità aggiuntiva. Adesso non faccio una ulteriore serie di considerazioni che potrebbero essere ritenute campanilistiche; mi riservo però di intervenire anche in sede di Commissione in modo tale da portare un contributo completo, non solo critico, ma anche propositivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Poche parole per esprimere, una volta tanto, adesione alla lettera dell'Assessore, che ritengo redatta in termini corretti, e che ripropone con una specie di passaggio di palla al Ministero dei Trasporti e alle Ferrovie dello Stato, una situazione che è esattamente quella che mi ero permesso di illustrare la volta scorsa. Allora ero stato criticato, in quanto ero stato uno dei primi a dire che non mi convinceva il discorso dell'Alta Velocità se non inserito in un più vasto discorso legato ai trasporti ferroviari nella nostra Regione; vedo che a questo punto c'è attenzione da parte dell'Assessorato.
Ma il problema si pone anche in altri termini: se il Ministro dei Trasporti e le Ferrovie dello Stato faranno "orecchie da mercante"alle osservazioni dell'Assessore, che cosa succederà? Specialmente nel momento in cui, secondo la proposta ministeriale di tagli di spesa: in vista del piano finanziario dell'anno prossimo per lo Stato, per le Ferrovie è previsto un taglio di circa 1600 miliardi, è poco probabile che le Ferrovie saranno disponibili a questo tipo di discorso, o perlomeno per una parte considerevole delle ipotesi, tutte valide e utili avanzate dall'Assessore.
Il problema è: che cosa succede se queste cose non verranno fatte e viene portato comunque avanti il discorso dell'Alta Velocità? Ribadisco velocemente i miei punti.
1) L'Alta Velocità è una cosa utile, ma non è indispensabile. Bisogna pensare alla struttura generale dei trasporti e del servizio ferroviario complessivo prima dell'Alta Velocità. Non è possibile portare avanti il discorso dell'Alta Velocità senza una aperta disponibilità verso i problemi ambientali; mi fa piacere che - com'era logico - quasi tutte le Amministrazioni locali, interpellate a proposito del progetto dell'Alta Velocità, abbiano avanzato osservazioni credibili, ma anche preoccupate.
2) Ribadisco che, secondo me, all'economia piemontese interessano soprattutto gli spostamenti all'interno della Regione; ai piemontesi non interessa andare più velocemente da Torino a Milano, ed interessa pochissimo che passino i treni a 300 Km/h che da Lione vanno a Milano.
Interessa di più che funzioni il sistema dei trasporti all'interno della Regione e al riguardo ci sono molte cose da fare. Alcune proposte dell'Assessore sono obiettivamente persino eccessive rispetto alle obiettive possibilità finanziarie dello Stato e delle Ferrovie. Soltanto il problema del tunnel di base del Sempione, per parlare di un argomento che m'interessa, ha un costo di centinaia di miliardi, che non so come sarà possibile reperire nel prossimo decennio, nonostante i buoni sforzi e propositi degli svizzeri. Per contro, anche soltanto il quadruplicamento della linea Torino Stura-Chivasso e la sistemazione dell'attraversamento di Torino sarà già una cosa notevole.
Concludo dicendo che se è positivo il giudizio sulla lettera della Giunta, esprimo la speranza che questa lettera abbia un seguito anche negli atteggiamenti che la Regione vorrà tenere al riguardo, che non sia soltanto così un deposito di atti dopo i quali ci sia invece uno scivolamento acritico nei riguardi dell'Alta Velocità, sulla quale invece mantengo tutte le mie perplessità e non perché sia una cosa sbagliata, ma perché in un momento di scelte prioritarie, l'Alta Velocità non è, a mio avviso, una scelta prioritaria da perseguire.
Circa il problema delle tre linee che possono intersecare il Piemonte cioè quella ovest-est oppure quella del Sempione, quella verso Genova che in parte, passa anche dal Piemonte, non sta a me esprimere un giudizio di priorità né un giudizio di economicità, perché a questo devono pensare i tecnici che sono più competenti di me. Reputo comunque che il problema sia globale e che il Piemonte debba integrarsi con le decisioni delle altre Regioni, perché nessuno va per conto suo, ma una linea di Alta Velocità deve essere integrata. Se però, da parte delle altre Regioni, ci fosse uno scivolamento verso l'Alta Velocità, prego l'Assessore e la Giunta di insistere nell'ottenere prima determinate realizzazioni, e successivamente di dare parere favorevole al progetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Relativamente a questo argomento non è facile prendere un atteggiamento unico in un Gruppo numeroso come è il nostro, al di fuori di quest'aula. Ne è scaturito un dibattito piuttosto ampio, attraverso il quale abbiamo evidenziato l'assoluta indisponibilità verso il progetto di Alta Velocità Milano-Genova. Altrettante perplessità sono sorte sulla tratta ad Alta Velocità Lione-Torino e Torino-Milano.
Di qui un ragionamento che, d'altra parte, ci risulta essere stato fatto non solo in Italia, ma anche in altri Paesi, come la Germania, dove l'Alta Velocità è stata proposta.
Il ragionamento è questo: in realtà geografiche complesse come quelle della Valle di Susa e dell'area alessandrina, non è proponibile un'infrastrutturazione così pesante, una modifica del territorio così radicale senza alcuna ricaduta per il territorio stesso e con benefici, in termini di risparmio di tempo, molto relativi.
L'Alta Velocità non ce l'ha "ordinata il medico". Molto spesso idee e innovazioni tecnologiche avanzate si sono dimostrate ampiamente al di sotto delle aspettative. Riteniamo che questa sia una di quelle occasioni. Si parla dell'Alta Velocità come sistema sostitutivo delle tratte aeree in quanto il treno consuma energeticamente meno, ha rendimenti più elevati dell'aereo, ma, come già ricordava il collega Rivalta, l'ipotesi è suffragata da una reale necessità di transito passeggeri e merci? I tempi risparmiati ed i costi di infrastrutturazione e costruzione delle ferrovie delle massicciate, dei muri che dovranno separare la tratta dall'ambiente circostante, tutta questa sommatoria di costi quando renderà economicamente valido, pagante, il risparmio energetico che consegue dall'utilizzo del mezzo terrestre rispetto al mezzo aereo? Alla luce di tutti questi ragionamenti contrari alla costruzione di tratti ferroviari ad Alta Velocità, ci troviamo in estrema difficoltà ad esprimere un parere definitivo. In effetti, il bisogno di essere collegati in modo rapido, economico, con le rimanenti parti della Pianura Padana e con le rimanenti parti dell'Europa si fa indispensabile.
E' la strada giusta quella che stiamo per scegliere? Là costruzione di questa enorme opera è la strada più economica, più pagante, che in futuro darà i risultati migliori? Da quanto ho avuto modo di sentire nei dibattiti che si sono susseguiti in questi ultimi due mesi nei vari Comuni della provincia di Alessandria direi proprio di no. Non è nella sensibilità della gente, la gente non sente quest'opera come un'opera che possa risolvere i problemi ed avere la ricaduta che si ritiene necessaria. Ho sentito parlare di raddoppi, di intensificazione dell'attuale traffico, non ho sentito mai sul nostro territorio piemontese pareri favorevoli ad una soluzione che veda una partenza da Milano ed un arrivo a Genova con nessuna fermata intermedia e con velocità che non riuscirebbero ad essere neanche il doppio di quelle attuali.
Ebbene, assodato che non esiste la nostra disponibilità ad accettare la tratta Genova-Milano, un discorso analogo, se non ancora più grave sussiste per la tratta Lione-Torino. Ritengo che quanto si è potuto fare in Francia con il TGV non è altrettanto fattibile nel nostro Paese. Ricordo che la Maurienne, valle di confine con la Valle di Susa, attraverso la quale dovrebbe passare l'Alta Velocità, non è attraversata da un'autostrada, così come la Valle di Susa, non è attraversata da due strade statali, non ha le ricadute in termini ambientali che la Valle di Susa dovrebbe avere.
Nell'ambito del dibattito in aula che aveva preceduto quello odierno avevamo già richiesto di esaminare tutte le possibilità affinché la tratta Lione-Torino potesse passare altrove, in altra valle che non fosse la Valle di Susa. Non mi risulta che a tutt'oggi qualcuno abbia inteso fare qualsiasi studio meno che mai serio su questo argomento. Lo voglio riproporre questa sera: non credo, da valsusino, che la Valle di Susa sia in grado di sopportare il passaggio del TGV e ritengo pura fantascienza la costruzione di gallerie lunghe oltre 50 chilometri.
Per quanto riguardala ferrovia veloce Torino-Milano, ebbene, il discorso di ricaduta sull'ambiente credo trovi tutti molto perplessi. Ho sentito in dibattiti pubblici colleghi di tutte le formazioni politiche esprimere serie perplessità. Io faccio mie queste serie perplessità; le certezze, anche in questo caso, non sono ancora consolidate. Dirò di più: le certezze potrebbero realizzarsi qualora fosse certo l'impegno finanziario.
In un momento di così grave prostrazione della nostra economia e delle finanze dello Stato non ritengo sia un scelta serena quella che ci porta verso l'Alta Velocità; ritengo piuttosto che l'Alta Velocità o per lo meno gli studi per l'Alta Velocità si debbano ancora e solo limitare a studi di fattibilità, d'impatto ambientale e non andare oltre. Gli studi per la realizzazione dovrebbero ancora essere sicuramente procrastinati al momento in cui saranno certi i finanziamenti, le fonti di finanziamento e l'entità dei finanziamenti stessi.
Queste sono le serie perplessità che abbiamo voluto evidenziare all'interno della Lega Nord in Piemonte e sono le stesse perplessità che ci giungono dai nostri colleghi della Liguria, della Lombardia e del Veneto.
Pregherei, pertanto, l'Assessore di tenere in considerazione tutto questo nel momento in cui dovesse dare una risposta in tal senso.
In conclusione, la lettera interlocutoria inviata dal Presidente Brizio e dall'Assessore Panella non credo possa essere una risposta accettabile.
E' sicuramente una non-risposta e come tutte le non-risposte potrebbe dare luogo al gravissimo rischio che da Roma qualcuno prenda come al solito decisioni al di sopra delle nostre teste, non ritenendo vincolante e determinante il parere della nostra Regione. Inviterei, quindi, il Presidente e l'Assessore competente a riesaminare la posizione della Giunta e ad esprimere tutte le perplessità che sono emerse in questo dibattito inviando una seconda missiva al Ministro per chiarire il pensiero del Piemonte su questo grave impegno che ci viene richiesto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il bello della politica è la diretta perché vivendola emergono delle note interessanti, caratteristiche da sottolineare, che sarebbe bene l'opinione pubblica potesse seguire in diretta e non attraverso gli ammortizzatori sensori dei mass-media (dir poi a cosa mi riferisco).
Dico subito che io ho interpretato il documento che ci è stato sottoposto come un'esigenza tattica comprensibile che ha la Giunta di giocare e non bruciarsi un momento magico, cioè la possibilità di contrattare al massimo con lo Stato centrale, a fronte del parere sul piano ambientale, la contrattazione sul piano della programmazione del sistema dei trasporti piemontese. E questo dal punto di vista, oserei dire cartaceo, mi va bene, è comprensibile; meno condivisibile è dal punto di vista della gestione politica di questa vicenda, perché immaginare che si debba mettere sullo stesso piano, sul piano dell'impegno politico, la razionalizzazione del sistema, l'ottimizzazione del raccordo del nostro sistema con quello dei TGV, mi pare davvero un'esercitazione cartacea che noi condividiamo soltanto nella misura in cui è diretta ad ottenere il massimo di razionalità nei pronunciamenti che verranno da parte dello Stato.
L'esigenza però di un massimo di approfondimento e di razionalizzazione non ci esime dal sapere che la questione è esattamente diversa, perch qualcuno sostiene, cominciando da Andreatta, che le risorse per tutto questo non ci saranno. Bisogna però andare cauti, perché qui si confondono le finanze con l'economia che sono due cose un po' diverse: vorrei sapere da quando l'economia italiana è disastrata e vorrei capire che cosa significa che la finanza italiana è disastrata. Quando lo dice qualche Consigliere regionale, quindi parlamentare del Piemonte, dovrebbe riflettere su questo perché le cose non stanno esattamente così. Le cose non stanno esattamente così perché il nostro sistema economico, conché non facciamo ancora qualche follia, è tutt'altro che disastrato. E' il nostro pregresso finanziario che è disastrato; il nostro problema finanziario deriva da un debito acceso per pagare le diseconomie di alcune scelte politiche, perché il conto ragionieristico del nostro Paese dal punto di vista finanziario è in pareggio. E' così: il debito pubblico non è una cosa che si costruisce, è una cosa pregressa che esiste, per cui prima di disegnare l'Italia come un Paese che si avvia ad entrare nel Terzo Mondo in termini di capacità produttiva e di stare nel sistema industriale avanzato io qualche riserva comincerei a farla, e qui verrei alle questioni politiche vere, curiose, che sono emerse in quest'aula.
Non mi stupisco che il collega Zacchera, che evidentemente è erede della politica autarchica del carcadè e della miscela Leone, consideri ottimale un Piemontino in cui si viaggi un po' più veloce, magari anche un po' più piano così si può ammirare meglio il panorama delle spiagge che lui ha la fortuna di vivere come io ho la fortuna di vivere le belle montagne: questa è una visione che ha fatto il suo tempo, ma tutto sommato sta all'interno di una storia "italianissima".
Diverso è, se mi consentite, ma qui dovrebbero saperlo gli elettori che stanno per dare la maggioranza assoluta a Torino alla Lega, cosa pensa la Lega di ciò che dovrà essere il Piemonte: un Piemonte che non deve essere collegato né con la Liguria né con la Lombardia né con la Francia, anche qui un Piemontino che non è neanche la Padania, non è neanche la Repubblica del Nord, è proprio una cosetta in famiglia, una cosetta tra di noi! Allora io vorrei sapere se il ceto medio produttivo avanzato, intelligente, che ha votato la Lega, immagina proprio di fondare le sue fortune e il suo futuro su una classe dirigente che immagina sia da considerarsi un salto nel buio una via senza ritorno, il viaggio sulla luna, avere dei treni più veloci per Genova, Milano e Lione.
La politica la si deve vivere su queste cose perché quando i nostri amici della Lega Nord vanno alla terza rete della RAI, continuano semplicemente a dire che loro sono per il nord! Sono diventati come la bussola e il fatto che si dica che a nord si va dalla parte giusta sono sicuri di non sbagliare! "Dove andiamo? Andiamo a nord!". E siccome la freccia della politica dice nord, di lì non si sbaglia, gli va anche bene tutto sommato, perché se si comincia a dire "andiamo ad est" ci si chiede da che parte è l'est rispetto al nord. Diventa già difficile perché bisogna sapere usare la bussola, invece così è semplice: basta guardare la bussola che segna nord e allora si va a nord, e gli elettori votano! I varesini, i brianzoli e i torinesi che votano Lega sono quelli dei quartieri alti quelli che dimenticano che gli accusati hanno consentito loro in questi dieci anni di pagare poco e di avere molto, mentre guarda caso non votano Lega quelli che hanno avuto poco e pagato molto (l'abbiamo sentito ieri sera nel dibattito televisivo). A difendere l'unità e la solidarietà nazionale sono rimasti i sindacalisti e i dipendenti a reddito fisso, non certamente quello alto, mentre la gente bene che - ripeto - ha avuto molto e pagato poco scopre improvvisamente che questo è uno Stato in cui non si può vivere. E' una divagazione un po' fuori luogo, ma veniamo al dunque.
A me pare che debba essere guardata con grande attenzione dalla Giunta la questione che ha posto il collega Rivalta, ma non come una questione tra le questioni, bensì "la questione", perché Andreatta ha detto che i soldi per realizzare tutto questo faraonico programma non ci sono né ci saranno.
E' evidente quindi che dobbiamo affermare, al di là del tattico che posso condividere, quindi non me ne voglia l'Assessore perché do per scontato che aderisco al suo documento, che la questione, non la questione delle questioni, bensì l'unica questione aperta è il traforo del Fréjus, non c'è altra questione sul tappeto! C'è il traforo del Fréjus, anzi del Moncenisio. Mi spiace perché siamo di nuovo in casa mia, ma il Frejus con il traforo della Val Cenischia non c'entra proprio niente, questa volta si "buca" la Val Cenischia, quindi non avete neanche il problema di chiedervi se dovete dire Val Susa, Valle di Susa o Val di Susa, qui si dice Val Cenischia tout-court e non se ne parla più. Tra l'altro così veniva già chiamata nel Seicento, quindi non ci sono problemi.
Questa questione è "la questione", diceva bene Rivalta. Per certi versi poteva avere ragione Vaglio che non è riproponibile in tutto lo schema francese e tedesco del trasporto su ferrovia, ma sicuramente in termini minimali per le tratte significative lo stesso modello va riproposto in Italia. Non è immaginabile un Paese che vada con gli asini, sarà un Paese che dovrà mediare il sistema internazionale per quanto sul proprio territorio, rispetto alla sua organizzazione socio-economica, è possibile e necessario.
Mi rendo conto che l'Assessore Panella, che prende i voti in aree paramilanesi, possa avere qualche problema perché la questione vera che si porrà alla resa dei conti, quando si andrà a vedere che cosa c'è in cassa è se fare prima il Sempione oppure il Moncenisio. La questione è questa quindi il collega Panella un giorno o l'altro dovrà scegliere se continuare a fare il Consigliere regionale oppure il traforo, le due cose insieme difficilmente si potranno fare, perché quando si dirà chiarissimamente che il Sempione va abbandonato per una generazione, sarà una questione che questo Consiglio regionale dovrà affrontare.
Riassumo soprattutto per me: perché questa è la questione delle questioni? Perché il traforo del Moncenisio, in altri termini l'utilizzo delle tecnologie europee almeno in un pezzo del Piemonte e almeno a Torino è vitale perché sostanzialmente risponde a due esigenze di natura strategica (su una di queste abbiamo ancora ragionato non più di una settimana fa).
La modernizzazione di Torino, l'uscita da un modello di sviluppo che non chiamo sbagliato, ma per certi versi maturo, rappresenta l'inserimento forte di Torino all'interno di un'area che potremmo chiamare genericamente della Tecnocity europea, che è per larga parte non in Italia ma in Francia e in Svizzera. Diceva dunque bene il Consigliere Rivalta: il nostro destino è legato alla capacità di raccordarsi in modo forte con il sistema Ginevra Lione-Grenoble-Torino e Marsiglia; questo è il destino che sostanzialmente ci troviamo a governare. E in questa questione è fondamentale il fatto che i trasporti e le percorrenze per le persone su tratta ferroviaria siano leggibili sul piano della programmazione internazionale; se mi permettete leggibili anche sul piano delle carte geografiche e delle fotografie perché questo conta per vendere l'immagine di un'area tecnologica come vuole essere la nostra, che si è equilibrata con il resto con il quale vogliamo confrontarci.
Il traforo è fondamentale per la costruzione di questo nuovo Piemonte che quando è stato costituito non era in Piemonte: era più in Francia che non in Italia, tanto per dircela tutta. I nostri antenati (casa Savoia) avevano la capitale a Torino in Piazza Castello, ma si trattava più di uno Stato francese che italiano (poi ha scelto l'Italia, io ritengo per nostra fortuna, ma qualcuno pensa di no).
L'altra opzione che realizza il Traforo del Moncenisio e che non realizza il Traforo del Sempione è la centralità di Torino rispetto al sistema est-ovest; questa, caro Assessore Panella, è una questione cruciale, sulla quale ti giocherai il seggio. Il Sempione è la morte di Torino. La nuova realtà sulla quale avrà peso questa Tecnocity, che per semplicità prima abbiamo individuato in Lione-Torino-GrenobleMarsiglia e per quanto può interessare, Milano, è vincente se vince il polo Torino Lione, e il polo Torino-Lione vince sul traforo del Fréjus. Se invece vince il polo Torino-Ginevra, vince tutto un altro polo e noi veniamo tagliati fuori dalle percorrenze nel senso orizzontale dei paralleli; questa è la seconda questione che, guarda caso, in termini strategici si colloca all'interno delle ipotesi e che io ritengo debba essere considerata "la questione" non "una tra le questioni" La questione "Traforo del Moncenisio", ma in tempi stretti.
Non è un mistero che molti comincino a interrogarsi sui destini che avranno alcuni grandi contenitori torinesi, per non parlare di quelli del Canavese. Chi deciderà divenire a riempire questi contenitori? Difficilmente saranno i risparmiatori di Valenza; saranno probabilmente le nuove multinazionali della generazione che ormai noi stiamo per abbandonare. E le condizioni di appetibilità della nostra Regione in senso ampio rispetto a queste nuove strategie internazionali devono essere definite, non possono essere lasciate all'interno di tante questioni, fra cui anche quella del Traforo del Moncenisio.
No, c'è la questione "Traforo del Moncenisio"; bisogna dare certezze al sistema finanziario internazionale, che è quello da cui dipende l'innovazione del nostro Piemonte. Il nostro Piemonte, a mio modo di vedere, potrà superare la difficoltà epocale che sta vivendo (n strutturale né congiunturale, ma epocale, cioè la fine di un'epoca e l'apertura di un'altra) se su Torino convergeranno interessi finanziari che hanno lo scopo di localizzarsi su un'area che ha una cultura, un background e una serie di condizioni, dal punto di vista della produttività sul piano industriale, tali da rendere gli investimenti interessanti, ma a larghissima scala. Tanto per intenderci, non immaginiamo che Torino venga salvata dalla Banca Sella, pur con tutto il rispetto dovuto a questa simpaticissima Banca che fa capo a qualcuno di cultura liberale (mi riferisco a chi l'ha fondata). Le questioni sono di tipo planetario, quindi la decisione e l'avvio del Traforo del Fréjus, del Moncenisio più esattamente, devono essere una questione acclamata ben al di là delle promesse, delle decisioni, degli impegni, dei progetti (perché se ne faranno più di uno).
Ecco, questa a me pare debba essere "la questione" in termini strategici: il Traforo del Moncenisio e il suo raccordo su Torino, che non è cosa da poco. In termini tattici comprendo l'esigenza dell'Assessore non solo la comprendo, ma l'apprezzo ed è da condividersi - che, quanto meno sul piano cartaceo, questa questione venga vista coerentemente con lo sviluppo del TGV nel suo complesso, cioè fino a Genova, e che venga ottimizzata la programmazione rispetto alla sua collocazione all'interno del sistema, che evidentemente deve essere modernizzato per non essere del tutto inadeguato a sostenere anche in termini di fruizione il sistema nuovo che vogliamo costruire. Quindi: totale comprensione e apprezzamento rispetto all'iniziativa della Giunta, ma - se mi consentite - una richiesta pressante a che la questione per eccellenza venga ripetuta giornalmente.
C'è qualcuno che è passato alla storia dicendo "delenda cartago"; non so se questa Giunta passerà alla storia, non saremo noi in grado di saperlo e di leggerlo, ma il fatto che "va bucata la Val Cenischia" è una questione sulla quale questa Giunta non va proprio alla storia, ma almeno alla riconoscenza dei cittadini consapevoli. Quei cittadini che danno molto e hanno poco, non preoccupandosi troppo delle latitanze di quelli che, avendo avuto molto e avendo pagato poco, pensano che pagando con denari bucati (perché alcuni voti, senza offesa per nessuno, sono denari bucati) si possa continuare la festa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, la risposta che la Giunta regionale ha dato al problema dell'Alta Velocità, attraverso la lettera che ci ha cortesemente letto, non tiene nel debito conto la realtà di questo problema. Nella lettera si dice che il parere sull'Alta Velocità si darà a condizione che venga rafforzato l'intero sistema regionale dei trasporti e si fa l'elenco degli investimenti richiesti.
Quello che non si dice in questa lettera, che non si è ancora detto qui e che mi pare sia la prima cosa da dire, per non scrivere solo delle ipocrisie, è che i costi dell'elenco delle opere descritto nella lettera per il potenziamento del sistema ferroviario regionale sono, se si sommano tutti insieme, già tali da essere messi in forte discussione rispetto alla concreta possibilità di essere erogati.
Allora la lettera nella quale scrivete: "Esprimeremo parere a patto che vengano predisposti strumenti che garantiscano il finanziamento e la realizzazione degli interventi ferroviari sottoelencati", dato che sapete che non ci sono le risorse, lo sa Andreatta, lo sa Marchini, lo sa il Ministro Tesini (che ha anche scritto che le ferrovie regionali deve prenderle in carico il governo regionale); scrivere che darete il parere a queste condizioni è una cosa priva di significato perché o presuppone che non esprimiate alcun parere sull'Alta Velocità, e quindi decide lo Stato oppure è solo uno specchietto per tirarvi dietro qualche consenso in aula.
Vedete, colleghi, il problema dell'Alta Velocità, posto in termini mitici e ideologici, può avere una rincorsa senza fine: perché non l'altissima velocità? Ma per carità! Il problema non è se è più bello in astratto andare da Torino a Parigi in dieci giorni piuttosto che in dieci ore o in tre. Questo è un problema che non si può accettare di discutere in questi termini. Il problema è quello delle risorse esistenti e in base alle risorse esistenti delle scelte prioritarie, ad esempio per quanto riguarda il peso relativo fra il trasporto ferroviario di persone e merci e il trasporto su gomma di persone e merci e di cosa può fare l'Italia oggi su questo tema.
Rimango dell'opinione che oggi l'Italia su questo tema può fare molto facendo correre forte i treni e rafforzando tutte le linee esistenti ed i servizi intermodali e le stazioni. Perché fare correre veloce i treni pu essere relativamente facile, ma bisogna poi scaricare velocemente le merci e trasferirle in altri luoghi, bisogna avere un sistema efficiente per tutte le funzioni legate al trasporto. Penso che l'Italia abbia le risorse per avviare un programma di investimenti che porti l'Italia in Europa trasferendo più persone e più merci con un sistema ferroviario che viaggi complessivamente a più alta velocità dell'attuale.
Ritengo l'Alta Velocità, così come la si propone, una 'patacca"politica. Così come è una patacca la metropolitana a Torino. E' una presa in giro, è un'illusione che viene propagata a mezzo stampa ai cittadini, i quali continuano a essere tenuti per anni privi di un sistema di trasporti efficienti. Oggi le Ferrovie consentono di trasferirsi da Torino ad Acqui Terme in tre ore e mezza. Vogliamo andarci in qualche ora di meno? Oggi il sistema dei trasporti urbani costringe i cittadini torinesi a viaggiare da cani su pullman e tram che interferiscono inciampandosi a vicenda con il traffico privato. Tanto arriverà il metrò! Ma il metrò non arriva perché non ci sono i soldi e l'Alta Velocità non arriva perché non ci sono i soldi. Ce ne fossero tanti a Torino si potrebbero chiedere 28 linee di metropolitana, una sotto la casa di ciascun cittadino.
Vediamo il problema dell'Alta Velocità e dei nuovi valichi transalpini in termini di investimenti già decisi. La Svizzera - io sono stato a Martigny insieme ad altri colleghi - farà due tunnel (il Gottardo e il Loeschberg), i soldi per farli li ha e ha già presentato un piano finanziario e il ritorno degli investimenti in trent'anni di esercizio. Noi in che situazione siamo? La Regione Piemonte ha ufficialmente deciso con propri atti, che penso siano i più cogenti, che la priorità nei nuovi collegamenti ferroviari transalpini è il nuovo traforo ferroviario del Sempione. Sono contento che Marchini abbia ripreso questa osservazione che avevo fatto la scorsa volta ma era rimasta nel dimenticatoio. Mi risulta che il Presidente Brizio, come Presidente della Regione, per continuità amministrativa continui ad essere il Presidente di una Regione che ha indicato la priorità del nuovo tunnel del Sempione. Il Presidente Brizio è in seguito diventato anche co presidente di un'associazione privata, che invece sostiene che l'interesse prioritario dovrebbe essere quello di un nuovo traforo ferroviario per l'Alta Velocità sotto il Fréjus-Moncenisio. Questi due tunnel insieme non si fanno, non ci sono le risorse. Aggiungo il tunnel di Martigny (Valle d'Aosta, Chivasso) di cui non si è parlato, ma in Regione Piemonte spesso se ne è parlato e ci sono comitati promotori che sostengono la bontà di questo collegamento.
Senza contare lo Spluga, ricordiamoci che per il rafforzamento dell'asse nord-sud si è formato un comitato per lo Spluga. Allora, statene certi che il nord-sud, almeno per quanto riguarda la Svizzera, produrrà degli interventi concreti.
Per quanto riguarda il Piemonte bisogna scegliere, bisogna scegliere anche per non proporre troppi miti: l'attuale traforo del Sempione, dove si deve ancora sagomare la galleria per consentire il passaggio dei container dei TIR. il mitico nuovo traforo del Sempione, la mitica nuova galleria di 50 km sotto il Moncenisio, la mitica Milano-Genova che passa sul nostro territorio e sulla quale, permettete, proviamo a parlarne come se fossimo dei liguri, per favore, per non essere provinciali! La Milano-Genova non serve, ma non serve a chi? In che contesto noi situiamo una nostra posizione politica angustamente piemontese? Entriamo nel merito del ruolo di questo nuovo asse come se fossimo nel Consiglio regionale della Regione Liguria. Sento gli echi liguri dei discorsi su Genova, il suo porto, la concorrenza con Marsiglia, l'asse nord-sud e la necessità che Genova abbia un collegamento passeggeri e merci veloce con il Nord, Europa, che diventerà così vicino nel momento in cui i trafori del Gottardo e del Loeschberg saranno realizzati. Non è che la Milano-Genova abbia molte meno ragioni, almeno così mi pare di poter dire, di altre linee di Alta Velocità nell'ambito di un interesse nazionale.
Sull'Alta Velocità o sull'altissima velocità c'è anche un problema di scelte politiche generali. Perché Alta velocità, sempre più veloci? Stiamo un po' calmi! Facciamo i conti perché queste idee, che suscitano anche immaginazioni e fantasie suggestive, sarebbe bene collocarle all'interno dell'ambiente in cui l'uomo vive ed alla compatibilità con esso. Alla lunga, questa corsa al "di più", "sempre di più", più veloce, più di tutto non sta confliggendo con la natura? Il rapporto tra la presenza ed attività dell'umanità e la natura deve essere diverso dal passato. Comincio a pensare che andare da Torino a Parigi in mezz'ora dal punto di vista teorico, tecnico, tecnologico, magari diventa anche possibile, ma mi chiedo: questa è la prospettiva di sviluppo compatibile con la natura che offriamo alle generazioni future? E' possibile progettare uno sviluppo che ha dentro di sé sempre il "di più di prima" e che sia sostenibile per l'ambiente? Penso che in Italia; ad esempio, far viaggiare i treni a 70/80 chilometri all'ora di media invece che a 40/50 chilometri, sia ottenere un'Alta Velocità ferroviaria che porterebbe tutta l'Italia ad avere ferrovie più efficienti e capaci di acquisire nuove quote di passeggeri e merci.
Viceversa, correndo dietro a questi miti, raccontiamo delle frottole.
Dobbiamo vivere in questo pianeta. Su questo pianeta gli investimenti possibili sono finiti. Nel futuro prossimo, per non pochi anni, il sistema economico del mondo sviluppato vivrà una crisi che non penso possa permettere tanti ottimismi in ordine alla capacità dell'economia e della finanza di investire grandi capitali.
Per questi motivi intanto esprimo il mio disaccordo con questa lettera che mi sembra valga poco.
Sollevo poi un altro problema: se la Giunta regionale continuasse con questa ambiguità, si troverebbe prima o poi in una contraddizione da risolvere. Fra qualche giorno la Giunta regionale terrà un convegno in cui si tratterà dell'Alta Velocità, Torino-Lione. Chissà cosa andrete a raccontare. Perché non tenete il convegno a Domodossola? Finché in Consiglio c'era un Consigliere di quelle parti, che era il collega Biazzi Domodossola e Sempione erano la priorità assoluta e gli ordini del giorno si sprecavano. Soffro anche di questa angustia nelle nostre discussioni; se la Torino-Lione va bene, lo si vada a dire a Domodossola e si dica che il Sempione si ferma, ma se non si dice questo si raccontano storie qua e a Domodossola, perché le risorse per fare tutto questo non ci sono.
Continuo a chiedere, viceversa,, che su quanto avete richiesto al Ministro Tesini, per cortesia, mettiate delle cifre; non potete chiedere ad un Ministro di investire a casaccio. Le richieste abbiano accanto la cifra dei costi, fate il totale delle cifre e con queste venite a discutere. Su molte di queste cose otterrete il sostegno di Rifondazione Comunista perché solo rafforzando il sistema ferroviario regionale e nazionale per fare viaggiare veloci persone e merci, ritengo che domani si possa anche pensare ad investimenti per correre di più di prima.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, comincerei col dire che tra il groviglio di contraddizioni è stata usata la parola "epocali". Forse non è fuori luogo definire epocali i fenomeni che caratterizzano questo particolare momento storico del nostro Paese e sicuramente tra questi si presenta anche l'Alta Velocità, un nuovo problema che si proietta nel futuro.
Ho parlato di groviglio di contraddizioni, perché siamo in un Paese considerato uno dei più sviluppati del mondo dal punto di vista industriale e abbiamo avuto anche momenti di concorrenza con altri Paesi in questa testata di lista e, nello stesso tempo, è un Paese che rischia di affondare con la lira, con l'economia, con grandi problemi di occupazione. E' un Paese che guarda al futuro e mentre ha, da una parte, grattacieli dall'altra registra nuove povertà ai margini delle grandi città erette sul modello di altre megalopoli sviluppatesi in questo modo.
Bisognerà tenere presenti le tendenze buone di questo groviglio di contraddizioni, che caratterizzano il momento storico in cui ci troviamo: le intelligenze artificiali da una parte, e il lavoro ancora precapitalistico, preindustriale esistente in parecchie zone, dall'altra.
E' necessario evidenziare le cose che, in fondo, forse segnano e scandiscono il modo di andare avanti.
D'altro canto, le società sono fortemente dialettiche e, quindi, ci sono le punte che vanno avanti, altri momenti che seguono, altri che battono il passo. Senz'altro il problema dell'Alta Velocità è in relazione al modo nuovo d'immaginare un rapporto di relazioni e di comunicazioni che faccia passare, più velocemente possibile, le cose di mano in mano, perch una produzione distribuita velocemente produce ricchezza e benessere. In questo quadro, i Paesi più avanzati dal punto di vista industriale si sono lanciati nella direzione del TGV e dell'Alta Velocità.
Il problema, a mio avviso, è sicuramente di grande rilevanza, in quanto si tende a realizzare, con il braccio ferroviario di Alta Velocità Lione Torino-Milano-Venezia, un collegamento davvero organico con tutta l'Europa.
Credo che senz'altro, da questo punto di vista, non si possa che essere pienamente favorevoli nel cominciare a traguardare lo sviluppo dei rapporti di comunicazione ferroviari da come sono adesso, in avanti, verso forme più veloci, che colleghino un'economia che vuole restare in Europa, che vuol rappresentare.
D'altro canto, il collegamento corrisponde a un bacino come quello del nord d'Italia, nel quale lavorano, producono, vivono 18-20 milioni di persone; si tratta dell'area del Po, che richiede davvero un grosso sforzo.
Quindi, la proposta di realizzare questo rapporto di Alta Velocità ci trova pienamente favorevoli, com'è stato pienamente illustrato nella lettera che stiamo discutendo.
Abbiamo già discusso del problema in II Commissione e abbiamo visto che è di grande rilevanza ed interesse, in grado di suscitare anche forte impegno e passione al punto che la Commissione, dopo tre ore circa, non è stata in grado di tirare delle conclusioni e, quindi, ha deciso di riconvocarsi anche domani. Devo dire che ci sono anche state delle controversie sull'opportunità di discutere oggi; piuttosto che approfondire di più la questione domani. Abbia- , mo deciso di scegliere il dibattito oggi, perché crediamo che senz'altro questo possa aiutare a chiarirci ulteriormente le idee, per arrivare domani in II Commissione e riuscire a tirare delle conclusioni, che possono essere riassunte, sulla base dei vari interventi che si sono susseguiti, in una posizione regionale che stabilisce delle priorità. Qualcuno ha parlato delle priorità e credo che si debba inserire tra le priorità regionali proprio il tronco ferroviario Tarino-Milano-Venezia, quindi attribuendo a questa proposta prioritaria di Alta Velocità una importanza rilevante. Da qui, tutto ciò che ne consegue.
Gli elementi che sono stati introdotti nel dibattito, portati da qualcuno che ha fatto delle ipotesi circa i trafori del Moncenisio, da una 'parte, piuttosto che del Sempione, dall'altra, sono meritevoli di attenzione e io non so se saremo in grado di prestare questa attenzione nel modo dovuto, qui ed in questo momento della discussione, o se invece dovremo rinviare alla riunione della Commissione competente che si terrà domani.
In fondo, quello che a noi deve interessare è di fare in modo che il Piemonte, in qualche misura, ritorni ad essere al centro di questi rapporti internazionali che sono fatti di tanti momenti e di tante sfaccettature.
Quello che a noi interessa è questo, perché altrimenti il rischio che corriamo è che possiamo dichiararci favorevoli all'Alta Velocità per quanto riguarda Torino-Milano, senza aver ben presente o essere consapevoli che lo sviluppo di questo braccio ferroviario ad Alta Velocità deve poter trovare dei collegamenti che rilancino il ruolo del Piemonte.
La domanda, dunque, è questa: cosa serve di più al Piemonte, il Sempione o il Moncenisio? Qual è la posizione che meglio risponde alle esigenze di sviluppo e rilancio della Regione Piemonte, in relazione anche al nostro rapporto con la portualità ligure e alla nostra influenza che è giusto esercitare nei confronti della Lombardia e soprattutto di Milano, la cui attenzione è sempre in bilico tra l'est e i porti liguri, quindi l'ovest di questa zona? Io credo, per esempio, che qui dovremmo sviluppare la discussione, più ancora che stabilire se questa questione rientra o no nei parametri del progresso di Alta Velocità; chi si pone o si permette di fare osservazioni rischia di essere considerato un demodé perché non segue l'ondata di modernismo che bisogna sempre seguire. Non sempre chi corre dietro alle cose sempre più veloci è dalla parte del progresso! Come concludiamo il dibattito? E' opportuno che lo concludiamo con dei documenti adesso, oppure riteniamo che si possa andare domani in Commissione ed approfondire tutti questi aspetti? Finora ho parlato di priorità, il che vuol dire che per me la questione Milano-Genova resta secondaria e fortemente collegata alla questione dell'ammodernamento di tutto il parco ferroviario, e io sono pienamente d'accordo con la lettera e la richiesta che ha fatto nell'introduzione l'Assessore Panella; sono d'accordo che c'è un problema che è di fronte ai nostri occhi e che è quello di velocizzare e modernizzare di più il parco ferroviario, sia piemontese che nei rapporti con là Liguria e la Lombardia.
C'è da domandarsi se uno stanziamento, una massa notevole di miliardi come quella che si dovrà stanziare sulla Milano-Genova in prevalente indirizzo viaggiatori; risponda all'esigenza che sta nel quadro del rilancio del Piemonte. Queste sono le questioni sulle quali, senza indulgere a tentazioni di tipo lobbistico - non è questo il problema bisogna riuscire a capire meglio qual è la linea strategica, e io ritengo che sia quella della linea Torino-Milano-Venezia, e quale invece non è strategica, e allora si tratta di intavolare una discussione con il Governo. Io credo che torni a vantaggio di un ruolo che la Regione deve svolgere, che è quello di fare bene la propria parte e allora dare un parere significa in un certo senso cercare di esprimere anche un potere far capire che le responsabilità nostre sul territorio piemontese sono tali da non poter essere ignorate, bypassate da alcuna decisione.
E allora, il richiamo signor Presidente, è questo: modernizzare tutto l'apparato, perché voi capite, e adesso spendo una parola anche come alessandrino, che sarà anche interessante la linea Genova-Milano, su cui non ho alcuna opposizione di principio da fare, ma bisogna anche pensare a quali sono le conseguenze, le ricadute, i problemi che siamo in grado di risolvere, perché se ad un certo momento facciamo, da una parte, la linea Genova-Milano e, dall'altra, liquidiamo - come è stato detto dai colleghi alessandrini - Alessandria smistamento, distruggiamo un insediamento di grande rilevanza storica, come ha avuto ed ha dal punto di vista strategico il centro di smistamento di Alessandria. Già abbiamo liquidato Novi-San Bovo, già la Rivalta non ha, per una serie di ragioni, prospettive di sviluppo; voi capite che ad un certo momento c'è da domandarsi se ne vale o no la pena. Altrimenti succede che, anziché fare gli interessi della Regione Piemonte, delle cui ansie noi ci sentiamo profondamente partecipi finiamo con l'offrire soltanto un corridoio di passaggio con tutte le conseguenze che ci sono perché è chiaro che in qualche misura problemi ne vengono aperti. Questo è il problema! Bisogna cercare di capirci quando si parla del raddoppio della linea Novi-Alessandria, di spostare tutto l'asse ferroviario di Serravalle dall'altra parte dello Scrivia, per fargli fare un giro maggiore per poterlo collegare poi con Genova-Torino: questi sono i problemi che interessano noi piemontesi. Anche se siamo vicini ai confini della Lombardia e della Liguria abbiamo il dovere morale e politico di rappresentare ciò che sentiamo come piemontesi. E allora, questi problemi dobbiamo approfondirli domani, indipendentemente dal problema dei costi.
Certo valuteremo i costi, ma dobbiamo capire in che misura verranno risolti, altrimenti rischiamo che dal groviglio delle contraddizioni usciranno delle linee che poi sono quelle che genericamente sembrano portarci verso il futuro del nostro cammino, ma che nella sostanza non cambiano, anzi rischiano di impoverire sempre più il ruolo e l'aspirazione che abbiamo di svolgere una nostra parte importante, non solo in Italia, ma anche in Europa.
Concludo dicendo che se non votiamo oggi dei documenti dovremo definire domani un documento che colga gli aspetti che ci accomunano, che sono quelli della priorità Torino-Milano; l'altra parte è secondaria e deve essere subordinata a tutta la questione della modernizzazione del parco ferroviario, perché non possiamo soltanto prestare un corridoio verso lidi che saranno sì molto importanti, ma che a mio avviso debbono avere un tornaconto anche per noi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Non parto ad alta velocità, per evitare di rendere difficile la comprensione del discorso che vorrei affrontare. Esprimo l'insoddisfazione del Gruppo Verdi rispetto alla relazione che è stata presentata in questa sede dall'Assessore Panella, per le seguenti ragioni.
La prima è che abbiamo l'impressione - confermata nelle precedenti occasioni di confronto sia in aula che in Commissione - che l'Assessore con le sue illustrazioni, non entri nel merito del problema dell'Alta Velocità. Con ciò intendo dire che l'Assessore si limita a fare considerazioni generali, ma in verità non entra mai nel cuore del problema ossia non ci porta dei dati, delle elaborazioni su basi scientifiche che ci dimostrino davvero che l'Alta Velocità è un beneficio per la collettività perché si traduce in un investimento che riesce a modificare sostanzialmente la mobilità, non solo all'interno del territorio piemontese, ma anche a livello nazionale ed europeo, migliorando l'efficienza dei trasporti e ovviando a quelli che sono i problemi riconosciuti quali per esempio la quota rilevante di traffico che ancora circola sulle strade rispetto a quello che invece usufruisce della ferrovia.
E' una questione che noi riteniamo importante: l'Assessorato ai trasporti deve avere una posizione autonoma e quindi non assimilare, forse troppo semplicisticamente, quanto viene sostenuto dall'Ente Ferrovie dello Stato e dai diretti interessati, cioè i promotori del sistema ad Alta Velocità. Non deve pertanto riprendere le valutazioni riportate all'interno dello Studio di Impatto Ambientale, tutte tese a dimostrare l'utilità di tale sistema, anche modificando i dati inerenti alla frequenza e al numero di utenti realmente interessati. Portare dei dati che sono elaborati autonomamente vorrebbe dire collocarsi in una posizione critica di lettura di quanto sostenuto nei documenti che citavo prima. Rispetto all'intervento svolto in quest'aula dall'Assessore Panella non possiamo dirci soddisfatti perché non ha aggiunto molto di nuovo.
La seconda ragione per la quale noi siamo insoddisfatti è la correlazione che viene introdotta, con la lettera inviata dall'Assessore Panella e dal Presidente Brizio, che sposta il problema su un piano che definirei di "mercanteggiamento", cioè di disponibilità ad approvare il sistema ferroviario ad Alta Velocità per le due linee a patto che l'Ente Ferrovie dello Stato e il Governo si impegnino ad attivarsi per un miglioramento del sistema ferroviario nel suo insieme. Il punto di vista particolare, come è quello dell'Assessore ai trasporti, certamente interessato alla mobilità nel Piemonte, non può essere da noi accettato e giustificato perché il problema, in verità, è un altro: il merito è quello di esprimersi sulla congruità e quindi sullo studio d'impatto ambientale rispetto a quanto viene prescritto dalle procedure e dalle norme che regolano o definiscono i contenuti e l'analisi di tale documentazione. Non si tratta, quindi, tanto di individuare una possibile merce di scambio che rende più disponibile la Regione ad approvare il progetto di Alta Velocità in cambio di un intervento programmato sul sistema delle ferrovie esistenti, quanto di valutare, in modo autonomo, se i documenti, presentati dal soggetto incaricato dalle Ferrovie SpA di redigere la valutazione d'impatto ambientale, corrispondono alla normativa vigente in questo campo.
La terza questione che noi riteniamo si debba analizzare con il dovuto peso, come prima accennavo, è quella del rapporto tra i costi e i benefici.
L'intervento per realizzare il sistema di Alta Velocità sappiamo che richiede un impegno, sia in termini di anni sia in termini di risorse economiche da mettere a disposizione, di notevole entità. Dall'altra parte noi abbiamo dei dubbi, spiegati e dimostrati in tutti i modi, anche ricorrendo ad analisi di dettaglio, rispetto alle ricadute che questo intervento avrebbe sulla collettività tutta e non solo su uria parte di questa: ricadute che non sono quelle che si cerca di far credere anche modificando i dati a disposizione.
La quarta ragione è che non è sostenibile il discorso che a livello europeo è stata fatta una scelta che punta sull'Alta Velocità e quindi anche noi siamo obbligati ad avviare queste procedure, al fine di costruire delle linee apposite, come appunto la Torino-Venezia e la Milano-Napoli, a cui verrebbe integrata la linea Genova-Milano. In verità, anche questa posizione può essere sconfessata perché le indicazioni della CEE hanno definito tre tipologie diverse di servizio: 1) linee nuove attrezzate per velocità superiori ai 250 km/h 2) linee risistemate per consentire velocità di 200 km/h 3) linee di interconnessione per velocità di 160 km/h.
Questo vuol dire che non è obbligatorio per noi, ma è stata solo una scelta specifica fatta dal nostro Governo di puntare tutto e da subito sulla realizzazione degli assi di attraversamento specifici ad Alta Velocità per raggiungere i 300 km/h.
D'altra parte è dimostrato il fatto che ci porta a sostenere che si è scelta una strada di assorbimento, senza autocritica, del modello di trasporto francese, sperimentato con il TGV che collega Lione a Parigi, e non si è riflettuto a sufficienza sulle altre opzioni possibili. Si pensi agli indirizzi che hanno adottato altri Paesi europei, come la Germania che invece ha fatto una scelta di velocizzazione del suo sistema di trasporto ferroviario e non di Alta Velocità, rimandando, a un tempo successivo, l'analisi di questa opportunità, ma nel frattempo verificando meglio le tecnologie a disposizione, anche ipotizzando interventi finalizzati a costruire un sistema di levitazione magnetica, quindi tutt'altra cosa, che renderebbe l'intervento meno incisivo rispetto alle ricadute sull'ambiente e più adattabile al sistema esistente.
Tutto questo non è stato fatto e si è voluta imboccare fin da subito un'unica strada che era quella di assorbire in Italia la strategia della Francia, che per prima ha introdotto il sistema dell'Alta Velocità - si badi bene - con la tratta Lione-Parigi, che collega due centri di elevata importanza, realizzata in un contesto territoriale ben diverso dal nostro che ha permesso di parificare più facilmente di quanto potrà essere per noi il rapporto costi-benefici e di non aumentare a dismisura il costo del biglietto rispetto all'unità chilometrica.
Si tratta peraltro di valutazioni suggerite da quanto scritto dallo stesso Ente Ferrovie dello Stato, i cui depliant illustrativi dell'Alta Velocità dimostrano che i costi di realizzazione per l'Italia sono elevatissimi: si parla di circa 1.300.000 lire per il biglietto di andata e ritorno tra Milano e Napoli. Si tratta ovviamente di un costo non accettabile per i "comuni" cittadini, ma neanche proponibile sul mercato stante l'elevata disparità fra il costo delle linee normali e quello dell'Alta Velocità. Questo vorrebbe dire che per rendere proponibile un biglietto ferroviario, in modo tale da rendere usufruibile l'Alta Velocità si dovrebbe ridurre quel costo almeno di un quarto o di un quinto e l'entità da integrare andrebbe a cadere sul bilancio complessivo del nostro Stato. Quindi, per quanto riguarda la realizzazione dell'opera, oltre ai costi difficili da ammortizzare, che portano a questa lievitazione del prezzo unitario rispetto al chilometro, ci sarebbero da aggiungere tutti i costi di gestione, manutenzione ed esercizio non indicati in alcun modo all'interno di tutti i documenti presentati fino a questo momento. Sul piano economico e sul piano delle ricadute sociali (il bacino di popolazione realmente interessata), anche solo rispetto alla questione dei costi, le stime che noi abbiamo fatto e le analisi che abbiamo portato avanti dimostrano ché gli utenti realmente coinvolgibili sono una minima quota, e non - come si vuol far credere - una parte rilevante, che sgraverebbe le linee esistenti da quell'ipotizzato eccessivo surplus di passeggeri.
Vi sono ovviamente altre questioni più specifiche che riguardano le tratte da noi prese in considerazione: la Genova-Milano e la Torino-Milano.
Una di queste, giusto per dare un'idea della difficoltà del problema e della superficialità con la quale viene affrontato, attiene al piano sociale e al piano economico. Non considerando quanto è inerente all'impatto ambientale, limitandosi al solo punto di vista soprarichia mato, le valutazioni sono negative. Pensiamo alla linea Genova-Milano: in questo caso, lo Studio di Impatto Ambientale tende a dimostrare che le linee attuali sono sature e che l'Alta Velocità, attraendo persone e merci rende conveniente l'esercizio della muova linea. E qui c'è una prima osservazione da fare. Il sistema francese lo dimostra: non è possibile far viaggiare delle merci sulle linee ferroviarie ad Alta Velocità nelle ore notturne, come sostengono le Ferrovie dello Stato, perché questa fascia oraria viene solitamente utilizzata per la manutenzione, che è estremamente sofisticata e necessita di controlli giornalieri. Quindi, l'ipotesi di poter riversare sulle linee ad Alta Velocità delle merci, sottraendo una parte di quota consistente dalle linee tradizionali, si scontra con la necessità di garantire quel margine minimo di sicurezza, quindi di prevenzione a tutela della vita dei cittadini (perché porsi tratta di questo), che si relaziona con la necessità di garantire una manutenzione costante della linea.
L'altro problema che non viene risolto può essere così semplificato in una battuta: il problema non è tanto quello di spostare le merci velocemente, ma di spostare la maggior quantità di merci possibile dalle strade e dalle autostrade alle linee ferroviarie. Anche su questo piano gli studi fatti non sono esaustivi perché non viene mai indicato in modo preciso a quali merci si fa riferimento, e sappiamo che questo è importante soprattutto in Italia dove il sistema del transito e della circolazione delle merci è ancora basato non tanto sulle grandi ditte di import-export ma su piccole ditte con pochi camion a disposizione. Il problema non è tanto quello di costruire una offerta, ma di capire quali sono le necessità di chi lavora all'interno di questo settore per calibrare gli interventi e quindi andare a definire le strutture necessarie per poter operare in tale direzione.
Ritornando alla questione dei passeggeri - e mi avvio al termine sperando di aver dato dei suggerimenti sufficienti per poter fare un discorso, che purtroppo non è mai decollato dovutamente in questa sede nello Studio di Impatto Ambientale sulla linea Genova-Milano, i passeggeri che si spostano al giorno variano, a seconda delle pagine, da 4.000 a 6.000 e i treni passeggeri, sempre secondo lo studio, avrebbero un coefficiente di riempimento di 400 posti occupati o di 300, sempre a seconda della pagina, la qual cosa equivarrebbe a 214 treni al giorno di diverso tipo. Ma dagli orari FF.SS, i treni sono solo 194 al giorno; questo piccolo dato credo metta in evidenza la superficialità con la quale uno Studio di Impatto Ambientale, che dice di aver recuperato i dati ufficiali delle Ferrovie dello Stato, ma mai precisa con quali metodologie (e questo vale anche perle analisi inerenti all'impatto ambientale), ci fa capire quanto sia stata superficiale l'attenzione prestata dai progettisti e quanto lo Studio di Impatto Ambientale sia finalizzato a dimostrare che tutto l'intervento, cioè il sistema ferroviario ad Alta Velocità, ha delle ricadute positive, eliminando tutti i dubbi possibili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Spero di essere più breve di altri. Un proverbio piemontese dice: "Chi ha più giudizio, lo metta": le stesse bellissime cose che ho sentito si possono dire in minor tempo.
Sappiamo già che i soldi non ci sono né nella Regione né nello Stato. E penso che questo tagli la testa al toro. Se voi aveste la compiacenza di leggere quel bellissimo libro che già vi ho consigliato in altre occasioni ovvero "L'Inferno" di Giorgio Bocca, vero socialista, e un altro bellissimo libro intitolato "La guerra dei politici contro il nord e contro l'Italia" sapreste che siamo arrivati ad un punto tale per cui è una fortuna che non ci siano i soldi. Pensate agli scempi e a tutte le cose orrende che si sono fatte tipo Gioia Tauro, che - Bocca lo spiega molto bene - ha creato la malavita in una regione che era sana moralmente ed economicamente. Allora io mi domando se a un certo momento non sia molto meglio che i soldi non ci siano. Purtroppo, però, i soldi per fare queste cose si trovano sempre: questo è il guaio.
I soldi non si trovano per le cose necessarie, perla sanità, per i pensionati al minimo; non ci sono perché questi non rendono. In un film del dopoguerra Sordi diceva: "Non rendono le vecchie"; lui, infatti, si era messo a speculare sulle vecchie, ma poi si era accorto che non rendevano.
Nessuno ha pensato a una cosa abbastanza ovvia in Italia, purtroppo non solo in Italia. Pensate a tutti i piromani e ai criminali che abbiamo creato con le leggi permissive, licenziose (non ripeto la filastrocca perché sarebbe lunga). Se a un treno così gli mettono un intoppo per uno scherzo di bambini, perché 'i bambini non vanno in galera (e infatti c'è chi manda i bambini a compiere certe imprese), si provoca un disastro con centinaia di morti semplicemente perché qualcuno, forse qualche Ministro che ha paura dell'aereo, ha bisogno dell'Alta Velocità.
Addirittura, il Presidente Amato (di nome, ma non di fatto) ha detto che la mafia ha dei forti aiuti - notate la prudenza e la tendenza eufemistica a nascondere la verità - da uno Stato nordafricano - tutti sanno già qual è, e lui ha detto così perché indovinino gli altri, senza compromettere se stesso - e da un Paese (notate l'eleganza della sfumatura) mediorientale. La mafia è armatissima: se vuole fare il golpe può farlo e vincerlo in poco tempo. Questi, intendiamoci, sono dati di fatto reali infatti qualcuno ha già avanzato questo dubbio, questa possibilità in campo parlamentare.
Le Ferrovie. Sì, le Ferrovie, ma non dovrebbero essere le Ferrovie delle lenzuola d'oro, cuccette d'oro, cuscini d'oro. Schemmari forse era l'uomo che sistemava, ma poi l'hanno "spedito". Queste Ferrovie assumono troppo personale, poi si accorgono che sono troppi e allora pre-pensionano i cosiddetti troppi per assumere altri troppi; siamo a questo punto. Ecco perché privatizzare, ma se si continua così PUNTINI.
Si fa presto a dire: "Eh, gli elettori dei quartieri alti". Ma scherziamo? I nostri elettori sono interclassisti: quando si è mal amministrati è mal amministrato il poveretto come il ricco, sperando che si sia arricchito onestamente. Quindi non c'entra il fatto dei ricchi che votano Lega; se la votassero solo i ricchi, la Lega avrebbe pochi voti.
Anzi, se i liberali hanno perso dei voti - e mi dispiace dirlo perché, per lo meno fino adesso, non sono neanche nelle cronache nere - è proprio perché hanno fatto certe alleanze e certe scelte economico-finanziarie sbagliate.
La tecnologia. Qualcuno l'ha già accennato: la tecnologia può dare un vantaggio, ma fai un passo avanti da una parte e ne fai due indietro.
Pensiamo che è tecnologia quella che ci regala centinaia di centrali atomiche est-europee che possono esplodere da un momento all'altro. Quindi l'impatto sull'ambiente è spaventoso. Pensate che gli aerei che vanno alle Hawaj hanno già fatto morire decine di specie viventi di uccelli trasportando virus nuovi. La tecnologia ormai l'abbiamo provata sulle nostre teste con le guerre mondiali e le guerre non sono affatto finite.
Abbiamo visto qualche caso.
Si parlava prima degli extracomunitari. Perché la gente vota così? Intanto è nella logica democratica l'alternativa. So che l'Italia purtroppo, è una democrazia tipo Messico o India, dove il potere è sempre nelle stesse mani. Ma la logica democratica non è quella perché l'elettore è stato disinformato, è stato reso immaturo con una televisione che tutti sanno che cos'è e allora è chiaro che questo poveretto vota sempre gli stessi. Prima c'era lo spauracchio, che più o meno era anche effettivo dell'est-europeo, adesso si creano altri spauracchi, tutti straparlano di fascismi, ma il primo fascismo è proprio quello di non rendersi conto che la democrazia è fondata sull'alternativa. Quindi abbiate pazienza: dopo 50 anni se si è solo capaci di amministrare così, è già tanto che molti non vadano in galera, io spero di no, perché qualche galantuomo c'è sempre in giro. Quando siamo al punto che i magistrati dicono: "Ha fatto male Martelli", ma è l'unica volta che ne indovina una, ha sbagliato con la legge Martelli, ma con il decreto l'ha indovinata, la Magistratura dice: "Se gli sequestrate i beni, questi non confessano più". Ma si fanno confessare con il pentotal come fanno i "barbari" Stati Uniti o a pane e acqua come faceva Ghino di Tacco. Così si fanno confessare, senza torturarli, io sono contrarissimo alla tortura, sia ben chiaro. Il pentotal è una piccola ubriacatura che libera l'individuo da tutta quell'enorme oppressione che gli danno le colpe accumulate attraverso gli anni, è molto meno dannosa delle droghe leggere, quindi se qualcuno consiglia le droghe leggere, abbia anche un po' di misericordia per il pentotal. E invece no con l'eccessivo garantismo certa gente è già quasi sicura di uscire. Questo bisogna ricordare, quindi io dico: l'impatto ambientale è quello che è abbiamo già da difenderci dalle centrali est-europee, pericolo immanente, e noi andiamo a creare altre cose? Ma quei pochissimi soldi, speriamo che non siano debiti, usiamoli in cose più umane! Perché qui sono tutti ultraprogressisti, ultrasociali, ultrasinistri garantisti, poi però si sprecano i soldi nelle cose che costano troppo e fanno più male che bene.
Sinistra è un termine che ormai ha un senso un po' vago. Quindi, io dico: abbiamo pazienza, cerchiamo di ragionare sulle cose, non c'è bisogno di tanti dati, qui ormai le cose sono evidenti, sono sotto gli occhi di tutti, quindi dico: leggete qualche libro, non dovete leggere solo La Stampa. L'altro giorno si parlava dei 95.000 miliardi che il Governo ha già sprecato quest'anno, però su La Stampa c'era solo un piccolo trafiletto mentre sull'Indipendente di domenica c'era già un riassunto e addirittura su Il Mondo c'erano pagine e pagine. Queste sono le sane letture alle quali dovete dedicarvi perché se non leggete queste cose vivete proprio in un mondo astratto. Mi rincresce perché qui ho l'impressione che siano tutti galantuomini, però bisogna cercare di tenere i piedi per terra, ragionare e lasciare perdere questi falsi progressismi che portano danni enormi. Vedete che un aereo cade su un palazzo, massacra un sacco di gente, chi ha avuto ha avuto e buonanotte. Io chiedo scusa, ho preso forse troppo tempo contro il mio costume. Poi c'è la faccenda degli appalti, ricordatevi che la legge vecchia diceva: o il lavoro è finito nel termine contrattato, altrimenti si paga la penale; adesso no, si rinvia, ci vogliono nuovi miliardi, e si spenna qualche galantuomo che lavora 12 o 14 ore al giorno, ecco nuovi miliardi per l'Alta Velocità.
Vi ringrazio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

L'ampio e articolato intervento che ha fatto per il nostro Gruppo il Consigliere Rivalta mi esime dal fare ulteriori considerazioni di tipo generale sull'Alta Velocità e sulle questioni di priorità.
Soffermo solo la mia attenzione sul discorso della Milano-Genova cercando di aggiungere, se mi è ancora possibile, visto l'ampio dibattito che abbiamo fatto questa sera, alcune osservazioni.
Il primo problema che dobbiamo porci, nel momento in cui andiamo ad individuare un nuovo e più veloce mezzo di comunicazione, è quello se risolve i problemi di quella data realtà. Ritengo di poter dire con tranquillità che il treno ad Alta Velocità Milano-Genova non risolve per nulla i problemi che ci sono di collegamento tra Genova e Milano, non risolve i problemi di velocizzare e rendere migliori su quella tratta il trasporto passeggeri e il trasporto merci. A me pare che questo sia il nodo centrale sul quale dobbiamo ragionare. Noi vogliamo un rafforzamento del trasporto su rotaia e perciò dobbiamo analizzare e verificare se effettivamente il tratto Milano-Genova attualmente viene utilizzato al massimo delle potenzialità e contemporaneamente verificare se in alcune ore del giorno non sia possibile migliorare ulteriormente il tipo di trasporto.
Allora, più che di un treno ad Alta Velocità noi abbiamo bisogno di avere dei raddoppi di linea, in modo particolare per quanto riguarda i nodi di Serravalle, Novi e Voghera perché in alcuni momenti della giornata particolarmente nelle ore del mattino e della sera che riguardano soprattutto il trasporto passeggeri dei pendolari, la linea non può essere ulteriormente velocizzata.
Quindi, un altro elemento che dobbiamo avere chiaro è che è ancora possibile migliorare quella tratta, ma non è possibile raggiungere delle percorrenze in un tempo inferiore se non si fanno investimenti radicali.
Investimenti che sono necessari e importanti e che vanno fatti scegliendo delle priorità. Mi pare che in modo particolare la Provincia di Alessandria, a suo tempo, avesse fatto delle proposte alla Regione, che sicuramente andranno rivisitate, rese più attuali, aggiornate, e che avevano come obiettivo proprio quello di garantire un miglior collegamento di questa parte sud del Piemonte con Milano e con Genova automaticamente e contemporaneamente al collegamento tra queste due realtà.
In qualche altro intervento è stato anche affrontato il discorso del porto di Genova. Non dobbiamo dimenticare che un porto ha rilevanza ed importanza se il suo entroterra ha quella serie di infrastrutture necessarie per poter avere uno smistamento, una rottura di merce è una possibilità di scambio della merce tra la rotaia e il trasporto su gomma.
Ritengo, quindi, che debba essere ripreso il discorso del terzo valico di collegamento Piemonte-Liguria. Al riguardo sono stati fatti studi ed è una reale possibilità per riuscire a trasferi-, re il traffico su rotaia sia a livello di merci che passeggeri, perché se la nostra posizione, che non è quella del nostro Gruppo, è quella di voler bloccare la situazione così com'è in questo momento, il risultato sarà che don avremo solo la terza corsia dell'autostrada che stanno già costruendo con un dissesto notevole del territorio, ma fra non molto dovranno pensare ad un'ulteriore corsia.
Il problema del collegamento su rotaia tra Milano e Genova, attraverso il territorio del Piemonte, non può essere dilazionato. Riteniamo che non lo si risolva con l'Alta Velocità, anzi l'Alta Velocità, al di là del dissesto a livello territoriale, non risolve nessuno di questi problemi.
Quindi, sono giuste le proteste che abbiamo visto levarsi nella nostra realtà, da parte degli amministratori e dei cittadini. Sono proteste poste in modo estremamente corretto, perché non sono per bloccare e fotografare la realtà così com'è, ma si pongono effettivamente il problema di spostare un maggiore traffico dalla gomma alla rotaia.
Un ultimo elemento: anch'io mi sento di sostenere l'insufficienza della lettera che il Presidente della Regione e l'Assessore ai trasporti hanno inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri. E' una lettera che non contiene nessuno degli elementi di priorità, non riesce a porre un discorso preciso, ma semplicemente dice 'A noi in fin dei conti va bene tutto quindi va bene anche 1 Alta Velocità Milano-Genova, purché facciate queste cose". Allora diventa un discorso impercorribile, impossibile, e quindi è un modo per cercare di trasferire ad altri delle decisioni che, invece spettano a noi.
La Regione, se vuole avere un ruolo di interlocutore reale e credibile con il Governo, deve avere il coraggio di dire dei sì e dei no e sulla Milano-Genova era ed è abbastanza facile, perché basta riferirsi a un discorso più complessivo e andare a vedere com'era nato il discorso del collegamento ad Alta Velocità a livello europeo, dove il problema Milano Genova era posto solo per rendere più veloce questa tratta e per renderla più capace di reggere un eventuale e necessario maggiore traffico sia a livello passeggeri che a livello merci.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il mio sarà un brevissimo intervento, perché lascio all'Assessore Panella le conclusioni del dibattito di oggi. Devo però fare alcune precisazioni anche perché, in taluni interventi, sono stato chiamato direttamente in causa come Presidente, che spinge in modo determinato per talune soluzioni.
Volevo rassicurare il Consigliere Bodrero che leggiamo i giornali nazionali, e forse se seguissimo quanto viene pubblicato anche sulla stampa internazionale in tema di Alta Velocità, comprenderemmo l'importanza di questa strategia di collegamento europea.
La connessione della rete italiana con la rete europea è importante e fondamentale per l'Italia ed è fondamentale soprattutto per il Piemonte. Ha ragione il collega Marchini: se vogliamo un Piemonte sempre più piccolo sempre più rinunciatario, la strada è quella di non cogliere le grandi opportunità e di non perseguirle.
Oggi, per noi, l'Alta Velocità è una grande opportunità. Aggiungo che il problema della Milano-Genova non è stato posto da noi. Quando ci siamo posti il problema e abbiamo partecipato alla costituzione di un Comitato (che non è un'associazione privata), l'abbiamo posto su una linea ben chiara: la direttrice est-ovest, la lineaVenezia-Milano-Torino-Lione. E' stata una grande iniziativa politica che ricolloca il Piemonte al centro delle grandi scelte del Paese. Il problema della Milano-Genova è venuto successivamente nelle scelte nazionali, ed è un problema sul quale evidentemente non c'è da parte nostra una valutazione di priorità. Vedo quindi delinearsi, con tranquillità, una convergenza sugli ordini del giorno.
E' chiaro che ci siamo trovati di fronte alla scelta della Milano Genova, che ci tocca parzialmente sotto il profilo territoriale. Questa scelta che cosa ha posto? Nessuna particolare condizione, se non quella ambientale che ribadiamo oggi e quella di prevedere una connessione con Torino adeguata e funzionale.
Non si può dimenticare che il collegamento del porto di Genova col Piemonte è stato storicamente una delle prospettive dello sviluppo piemontese, che abbiamo delineato a suo tempo.
Vedo prospettarsi un accordo sostanziale su quella che noi consideriamo assolutamente prioritaria: la linea est-ovest e il collegamento in questo senso con l'Alta Velocità francese, dalla quale potremmo scendere a sud e andare a nord attraverso il nodo di Lione dal nodo di Torino. Questa scelta rende centrale la posizione di Torino e del Piemonte dopo una fase che ci ha visto storicamente in una posizione geografica periferica e marginale.
Abbiamo una grande opportunità e la dobbiamo cogliere, con tutte le garanzie per quanto riguarda i problemi ambientali e che la Commissione VIA sta evidenziando.
Per quello che riguarda le scelte politiche credo che questa priorità è una scelta politica integrata con l'esigenza di un accordo generale sulla rete piemontese che abbiamo posto fin dall'inizio. Nella lettera a Necci e Tesini abbiamo voluto riproporre con forza, perché siamo in un momento di contrattazione, la richiesta che avevamo già portato avanti a suo tempo con l'Assessore Panella, tesa a inserire l'Alta Velocità in un quadro di pianificazione di interventi che riguardino tutta la rete piemontese. Non abbiamo la pretesa - che sarebbe assurda - di avere un Piano finanziario immediato su tutte le nostre richieste, ma abbiamo l'esigenza che l'Alta Velocità sia inserita in un quadro complessivo, e su questo terreno ci batteremo con grande impegno.
Per quanto riguarda l'aspetto finanziario, la legge finanziaria che è stata proposta dal Governo è molto chiara, e l'ha già detto il Consigliere Cavallera nel suo intervento. Mentre vengono accantonati gli interventi metropolitani si conferma l'Alta Velocità. L'ho già detto altre volte; sta bene la ricerca della perfezione, ma bisogna stare molto attenti che alla ricerca delle soluzioni perfette, al rinvio di ogni decisione, al ristudio non corrisponda la vacuità di decisioni e infine la mancanza di infrastrutture che fanno poi cadere la forza del Piemonte. Il Governo ribadisce che la scelta sull'Alta Velocità sarà finanziata e corrisponde a scelte di politica europea che sono state confermate in questi giorni; ci sarà un nuovo incontro italo-francese fra il Ministro dei Trasporti francese, Bianco, ed il Ministro Tesini a novembre, c'è stato l'incontro di Amato con Kohl su questo specifico tema e sul quale si è convenuto che l'Alta Velocità deve procedere. Abbiamo un terreno dal quale non possiamo prescindere.
Tutta l'altra politica di collegamenti andrà avanti secondo le linee che sono state programmate da tempo; è stata ripresa - per esempio - in questi giorni una serie di contatti, anche con la Regione francese PACA (Province, Alpes, Cote d'Azur), per quanto riguarda il Mercantour, il collegamento stradale del basso Piemonte, in un discorso di collegamenti che è estremamente importante. Pensare di risolvere i problemi chiudendo la fattibilità delle grandi infrastrutture vuol dire portare il Piemonte veramente indietro. Dovremo quindi fare delle scelte molto attente, secondo le linee che mi pare siano emerse questa sera e sulle quali c'è una sostanziale convergenza che penso possa portare alla votazione, in questa sede o domani, secondo quanto sarà possibile, di un documento unitario che tenga conto delle prospettive del Piemonte nel settore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Sarò brevissimo, anche perché mi sembra che oggi ci siamo spiegati e capiti. Quanto meno questo è molto positivo, tant'è che rispetto agli ordini del giorno che sono stati presentati, ad integrazione o chiarimento della lettera spedita dal Presidente Brizio dal sottoscritto, per quanto riguarda la Giunta sono tutti approvabili, cito quello dei Consiglieri Monticelli e Rivalta o quelli dei Consiglieri Miglio, Rossa ed altri.
Voglio dire che il senso della lettera era proprio questo.
Vorrei riassumere i termini, dicendo, che è assolutamente prioritaria e strategica la linea Torino-Milano-Lione, e questo è un primo punto. Che non si giudichi comunque strategica la Milano-Genova è appurato, e quindi c'è la subordinata rispetto alle nostre richieste di adeguamento della rete regionale, cioè i quattrini della Milano-Genova possiamo chiedere che siano destinati altrove, dato che tale linea, al momento, non è strategica.
Altrove non significa solo in Piemonte, ma - per esempio -.sulla linea Milano-Lione, perché è assurdo, nel momento in cui si fa questa linea, non provvedere contestualmente - come abbiamo scritto - all'adeguamento della rete. Su questo punto siamo tutti d'accordo.
Volevo ancora rispondere al Consigliere Marchini, per capire se ci sono dei malintesi, dicendo che nei giorni scorsi la Svizzera ha approvato il referendum riguardante il Loeschberg e il Gottardo. Lasciamo stare il Gottardo; il Loeschberg vuol dire collegarsi tramite il Sempione con il centronord Europa, oltre alla Francia, alla. Spagna e all'Inghilterra. Il Sempione è importante per il Piemonte perché è il valico che collega il nord Europa, è più vicino, ma oltre ad essere più vicino c'è un collegamento, dal punto di vista delle merci, Sempione-Novara porti liguri molto importante anche per i centri intermodali. Con questo non considero prioritario il Sempione rispetto alla linea Torino-Lione, tant'è che nella lettera abbiamo chiesto un adeguamento in prima battuta ai quattro metri di sagoma, anche perché il Loeschberg dovrebbe essere completato nel 2015 quindi basta intervenire immediatamente sull'adeguamento del Sempione affinché le merci non prendano un'altra strada - per capirci - e il costo di tale adeguamento, per vostra conoscenza, dato che la Regione Piemonte ha fatto uno studio sia sull'adeguamento che sul tunnel di base, è dagli 80 ai 100 miliardi.
Questo, dunque, significa già precostituire una scelta futura, quindi non è in contraddizione e chiediamo semplicemente che venga fatta in futuro anche questa scelta. Se ci siamo capiti, credo che possiamo essere d'accordo anche con il Consigliere Marchini su questo fatto, e non che qualcuno pensi che il Sempione sia alternativo al Tunnel del Moncenisio cosa che non è...



MARCHINI Sergio

Spiega ai colleghi, che magari non hanno ben chiara la carta, che il Sempione porta anche a Grenoble; il Sempione non porta solo in Germania, ma porta anche a Grenoble e se si arriva a Grenoble dal Sempione prima di quanto si arrivi da Torino, Torino è tagliata fuori!



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Non è in discussione questo tipo di alternativa e lo scriviamo chiaro e tondo, ma in seconda battuta il Sempione costituisce anche per il Piemonte il collegamento con il centronord Europa. In modo chiaro - penso che nessuno ci possa dire che non ci esprimiamo in modo chiaro - diciamo che al momento è prioritaria e strategica la linea Torino-Lione.
Devo anche aggiungere che il Sempione non rappresenta una linea d'Alta.
Velocità - Consigliere Marchini -, quindi se il confronto è fra alte velocità, il Sempione non è un'alternativa; se il confronto è fra valichi prima uno e poi l'altro, dico che sono tutti e due indispensabili per il Piemonte.



PRESIDENTE

Ho ricevuto in questo momento un nuovo ordine del giorno firmato dai Consiglieri Riba, Picchioni, Bresso, Rivalta, Monticelli, Rossa e Marchini che unifica il primo ordine del giorno sottoscritto dai Consiglieri Rivalta, Riba ed altri, con quello presentato dai Consiglieri Rossa e Picchioni. Tali ordini del giorno si intendono pertanto superati.
Sono invece mantenuti, e pertanto da porre in votazione, i due ordini del giorno presentati dai Consiglieri Miglio, Giuliano, Segre, Chiezzi e Marino.
Pongo dapprima in votazione l'ordine del giorno n. 444, sottoscritto dai Consiglieri Miglio, Giuliano, Segre e Chiezzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto del contenuto della lettera inviata dal Presidente della Giunta regionale e dall'Assessore ai trasporti, al Ministero dei Trasporti e alle F. S. S.P.A.
considerato che sussistono numerose perplessità, incongruenze ed omissioni dello studio di Impatto Ambientale presentato per assolvere all'iter determinato dalle procedure di compatibilîtà ambientale sottolineato che la normativa in materia di VIA, come definita dal DPCM 377/88, a cui si deve fare oggi riferimento, consente di respingere l'esame di un progetto chiaramente insufficiente rispetto ai parametri previsti dal sopracitato decreto; impegna la Giunta regionale a richiedere che le integrazioni, inerenti alla Valutazione di Impatto Ambientale per il collegamento ferroviario ad Alta Velocità Milano-Genova, ritenute indispensabili siano oggetto di nuova analisi secondo le procedure della VIA, permettendo una nuova espressione anche da parte delle comunità locali territorialmente interessate".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto con 12 voti favorevoli e 17 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 443, presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano, Segre, Chiezzi e Marino, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, vista la lettera indirizzata al Ministro dei Trasporti, al Presidente delle Ferrovie e al Ministro dell'Ambiente in data 28/9/92 con cui il Presidente della Giunta e l'Assessore regionale ai trasporti sostengono la necessità di avviare prioritariamente le opere ferroviarie di cui al Piano di ristrutturazione della rete ferroviaria regionale, approvato nel 1989 sentito il dibattito svoltosi in aula nella seduta pomeridiana del 6/10/92 impegna la Giunta regionale a: sostenere presso il Governo, il Ministero dei Trasporti e l'Ente Ferrovie dello Stato l'assoluta priorità della realizzazione di una efficace rete di trasporto ferroviario regionale secondo le linee del Piano di ristrutturazione approvato nel 1989 ed in particolare attraverso: riordino e potenziamento del nodo ferroviario di Torino definizionedel tracciato, progettazione esecutiva e finanziamento del quadruplicamento della tratta Stura-Chivasso interventi per migliorare la funzionalità delle linee regionali come l'elettrificazione e il raddoppio della Chivasso-Ivrea, raddoppio della linea Bivio Sangone-Pinerolo, inserimento diretto sul passante della linea Chieri-Trofarello collegamento ferroviario Novara-Malpensa raddoppio della linea Novi Ligure Alessandria; - progettazione e finanziamento dell'integrazione tra la rete FS e la FNM nella stazione di Novara soprassedere, di conseguenza, al progetto di collocamento ferroviario ad Alta Velocità nella tratta Milano-Genova, non ritenendolo né perentorio né strategico, dirottandogli stanziamenti finanziari alla realizzazione delle opere sopra richiamate".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto con 6 voti favorevoli e 23 astensioni.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 441, sottoscritto dai Consiglieri Riba, Picchioni, Bresso, Rivalta, Monticelli, Rossa e Marchini il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, sentitala comunicazione dell'Assessore regionale ai trasporti, Panella considerato positivamente il quadro delle esigenze di intervento sulla rete ferroviaria nazionale ed interregionale che la Giunta regionale ha indicato come urgenti, impegna la Giunta regionale ad esprimere al Governo che, per quanto concerne le linee ad Alta Velocità, la Regione Piemonte ritiene prioritario il collegamento ovest-est, da Chambery a Torino e Milano; mentre ritiene debba essere riesaminata la decisione relativa alla linea Milano-Genova".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli e 6 contrari.
La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Io volevo riferire un ulteriore motivo per cui sono contrario, ma non ho avuto la possibilità di farlo. Desidero infatti rivolgere un pensiero di devoto omaggio a quei poveri agricoltori e a quei Comuni che si oppongono all'Alta Velocità. Secondo me, sono davvero gli eroi del momento, ma posso anche sbagliarmi, sia chiaro.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 19,20)



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