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Dettaglio seduta n.176 del 06/10/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Comunico ai pochi Consiglieri presenti che, essendo le 10,20 e avendo detto, nel corso dell'ultima seduta dei Capigruppo, che questa mattina non ci sarebbero state le interrogazioni e pertanto che bisognava essere puntuali, attendo ancora alcuni minuti; alle 10,25, essendo passata un'ora dalla convocazione del Consiglio, se i Consiglieri non saranno in aula vuol dire che questo Consiglio non interessa loro e quindi lo aggiorneremo al pomeriggio perché bisogna prendere atto della realtà; è inutile forzare questa realtà, dato che è una situazione che va avanti da mesi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo. Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Apprezzo, Presidente, la sua posizione e la prego, se alle 10,25 non ci sarà il numero legale, di aggiornare la seduta.



PRESIDENTE

Non c'è dubbio; ho chiesto più volte ai Capigruppo di essere puntuali.
Ho fatto decine di raccomandazioni in questa direzione. So che è in atto una riunione della I Commissione, ma io stigmatizzo il fatto che si convochino le Commissioni il mattino del Consiglio!



TAPPARO Giancarlo

E' perché le decisioni vengono prese in altre sedi e questa è ormai una sede di pura ratifica!



PRESIDENTE

Aggiorno la seduta alle ore 11,30, così i lavori della I Commissione potranno concludersi. Chiedo ai Presidenti di Commissione che sono presenti, e lo dirò anche a quelli non presenti, di non convocare più le riunioni il giorno del Consiglio.



(La seduta, sospesa alle ore 10,30, riprende alle ore 11,30)


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari dell'8,15 e 16 ottobre 1991 si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Croso, Peano, Sartoris.
Sull'ordine dei lavori e precisamente: richiesta di iscrizione all'o.d.g. degli ordini del giorno riguardanti gli amministratori delle USSL



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Presidente, ho chiesto la parola in quanto richiedo l'iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno depositato questa mattina alle ore 10,00 presso l'Ufficio di Presidenza. Quindi, le motivo sommariamente il contenuto del documento e le ragioni per cui viene richiesta l'iscrizione.



PRESIDENTE

Ho ricevuto in questo momento l'ordine del giorno di cui lei parla. E' un documento che vorrei venisse consegnato immediatamente all'esecutivo e al Presidente della Giunta.
A norma di Regolamento, poiché il Consigliere Majorino chiede l'iscrizione di un documento all'o.d.g., sono previsti un intervento a favore e uno contrario.



MAJORINO Gaetano

A meno che lei consenta che venga distribuito ai Capigruppo ed al Presidente, si potrebbe discutere prima la legge proposta dal Consigliere Marchini e subito dopo il mio documento.



PRESIDENTE

D'accordo. Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Chiedo venga adottata anche nei miei confronti la procedura seguita per il collega Majorino poiché anch'io sono presentatore di un ordine del giorno di cui chiedo l'iscrizione.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame progetto di legge n. 296: "Promozione del Centro studi e ricerche storiche sull'architettura militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles e linee di indirizzo al recupero funzionale del Forte". Ordine del giorno n. 446


PRESIDENTE

Come concordato, passiamo all'esame del progetto di legge n. 296. E' relatore il Consigliere Marchini che ha facoltà di parola.



MARCHINI Sergio, relatore

Signor Presidente, se mi consente darei un'illustrazione della relazione anziché leggere la stessa, anche perché la relazione è per certi versi datata, nel senso che è molto approfondita in ordine agli aspetti storici di questa nostra proposta di legge. Dico nostra perché a suo tempo ha avuto la firma del collega Viglione e in questo senso la considero non di nostra esclusiva. Forse la stessa relazione dà meno il senso dello scopo e dell'obiettivo abbastanza modesto, ma a nostro modo di vedere fortemente significativo, di questa legge.
Do alcuni cenni d'ordine giuridico per i colleghi che non conoscono la situazione che caratterizza il Forte di Exilles.
Il Forte di Exilles è del demanio statale che lo ha caricato alla Regione come un onere, un corrispettivo in senso negativo, in conseguenza dell'utilizzazione che ci è stata concessa della manica nuova di Palazzo Reale. Quindi, in una qualche misura la Regione Piemonte avrebbe l'onere di occuparsi di questo Forte; questo per spiegare perché i visitatori della Valle di Susa vedono l'emblema "Regione Piemonte" rispetto a un forte che è del demanio statale. Gli interventi di ristrutturazione che sono stati fatti, in parte sono d'iniziativa regionale, ma per parte maggioritaria sono stati realizzati dallo Stato tramite la Sovraintendenza.
La legge che a suo tempo, insieme a Viglione, proponemmo e che oggi ripropongo all'attenzione del Consiglio, non si pone il problema del restauro del forte che ci rendiamo conto è un'attività che coprirà probabilmente una generazione e che non può quindi come tale essere caricato, neanche in termini ufficiali, alla Giunta. Se la Giunta troverà delle risorse per proseguire quest'opera meritoria, bene, ma se non sarà possibile ciò non significa che la nostra legge non abbia un qualche significato preciso.
Riteniamo invece, anche alla luce di quello che già si è fatto, che di pari passo all'avvio della ristrutturazione occorra impostare una fruizione intelligente del manufatto stesso, perché il manufatto - pregevole dal punto di vista plastico, cioè per la sua visione volumetrica e ambientale è sostanzialmente povero all'interno e paradossalmente la giustificazione finale in termini di fruizione sarà non in conseguenza della ristrutturazione del volume, bensì delle cose che avremo la capacità e l'intelligenza di metterci all'interno.
Data la tradizione e la ricchezza di esperienze e di grandi presenze militari sul nostro territorio, non solo della periferia, ma anche delle grandi città piemontesi, questa particolarità della storia del nostro territorio, cioè l'architettura militare, merita un'attenzione particolare affidata agli uomini della scienza e della cultura. Questa legge, quindi, è in primo luogo l'avvio di un istituto che si occupi dell'architettura militare piemontese in rapporto con quella europea, perché anche su questo il Piemonte ha saputo caratterizzarsi nei secoli come un pezzo d'Europa: una piccola Prussia e non una Provincia mediterranea. Lo dico con qualche orgoglio visto che la storia probabilmente quanto prima, soprattutto se vinceranno i Leghisti, ci riproporrà questo nostro destino.
Il primo obiettivo è pertanto quello di avviare la costituzione di questo Centro studi che prende il nome in quanto è insediato nel Forte di Exilles per fare riferimento a quello che è il monumento più visibile, non certamente il più pregevole, che esiste in Piemonte.
Questo centro dovrebbe caratterizzare la sua opera con un'attività di raccolta di materiale e di analisi, di convegni, che ovviamente non avranno per oggetto soltanto il Forte di Exilles, ma sicuramente tutta la nostra Regione. Ringrazio quindi il collega Ferraris che mi ha portato un volume sulla cittadella di Casale e quindi auguriamoci che questo centro incominci ad occuparsi di una realtà diversa da quella valliva rispetto alla quale ci occupiamo. Abbiamo poi immaginato di chiamare a concorrere a questo Centro studi oltre che l'Università, il Politecnico e le istituzioni, anche altri enti, in particolare l'ANA l'Associazione Truppe da fortezza, il Club Alpino Italiano, il Museo Pietro Micca e il Museo Duca d'Aosta, perché ci auguriamo che attraverso molto volontariato, se non altro intellettuale, sia possibile insediare progressivamente nel tempo ad Exilles delle presenze museali che dovrebbero essere il biglietto da visita del confine piemontese "delfinese" (l'aggettivo è difficile da inventare), del Delfinato, rispetto alle specificità della storia torinese e piemontese in genere. Si giustifica quindi una presenza dell'ANA e dell'Associazione Truppe da fortezza perch essendo stato questo forte da sempre un presidio di truppe alpine da fortezza, è bene ci sia una loro continuità museografica e storica. Il Museo Pietro Micca, che già attualmente, d'estate, fa presenza d'onore in questo forte, probabilmente potrebbe trovare nello stesso una propria sede distaccata, se così la vogliamo vedere, per farsi carico di qualcosa di diverso che non sia lo stretto spazio che anche culturalmente è lasciato allo stesso Museo nell'ambito torinese. Altra ipotesi del genere è quella lasciata alla raccolta intestata, non dico se opportunamente o meno, al Duca d'Aosta (quello morto in Africa), che raccoglie qui a Torino - forse nessuno lo sa - l'unica raccolta al mondo di manichini e di divise autentiche delle truppe alpine di tutti i tempi di tutti i Paesi del mondo.
Spero con queste poche parole di aver fatto capire il senso di questa legge che è quello di far diventare il Forte di Exilles non un mucchio di pietre più o meno rabberciate e restaurate, ma un punto di recupero dei grandi momenti della storia culturale del nostro Paese e in particolare della nostra Regione.
Ho fatto una relazione più ampia di quanto l'onere non lo richiedesse perché siamo in seconda lettura dal punto di vista sostanziale, anche se formalmente si tratta di una legge nuova. Dal punto di vista sostanziale si tratta di una seconda lettura perché lo Stato ha qualche obiezione a ritenere che la Regione possa avviare un'istituto di ricerche, quindi abbiamo modificato il nostro testo di legge riducendo il termine "istituto" al termine "centro". Tra l'altro,, siccome sono convinto che questa nostro istituto verrà conosciuto più all'estero ché in Italia, probabilmente all'estero è più comprensibile sentir dire "centre pour les études" che non "institut pour les études" che sembra sia qualcosa che ricorda Pasteur e compagni.
Per rassicurare anche il collega Ferrara, faccio presente che proporr un emendamento all'art. 9, che lasciava immaginare un impegno finanziario anche rispetto al recupero dell'immobile, nel quale si dice che la finalizzazione finanziaria di questa legge è riservata agli eventuali interventi per l'utilizzazione, il che vuol dire, in parole molto semplici che se riusciremo a costituire questo centro in tempo utile, la Giunta l'anno prossimo si troverà nella opportunità di valutare se un progetto di utilizzazione, di fruizione del forte, non di restauro, meriterà l'inserimento di una cifra a bilancio. Se questo progetto non ci sarà o non sarà ritenuto dalla Giunta utile e praticabile, è evidente che non ci sarà alcuna cifra messa a bilancio per l'intervento sul Forte di Exilles, ma soltanto i fondi necessari per l'attività ordinaria del centro culturale.
Vi ringrazio.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Marchini è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, questa proposta di legge "a certe condizioni" è largamente condivisibile per la sua sostanza che è quella di individuare il Forte di Exilles come uno dei poli culturali, di ricerca, di studio e turistici della Valle di Susa. E' un forte che oggi è in pessime condizioni, non solo di manutenzione, ma anche statiche. E' un forte che se ben manutenuto e valorizzato potrebbe costituire uno dei momenti di rivitalizzazione dell'economia della Valle di Susa, effettuata con mezzi e scelte compatibili con l'ambiente. Non mi dilungo sul dibattito che abbiamo svolto recentemente sulla Valle di Susa sulla sua crescita, sugli investimenti che sono stati effettuati in questa valle a danno della valle stessa. Questa proposta di legge, che intende far vivere di vita nuova il Forte di Exilles, propone un'idea giusta per una delle architetture militari più belle e importanti d'Europa e, almeno per il punto di vista che io esprimo, per una nuova rinascita economica della valle, per quel che può valere un intervento riferito al Forte di Exilles.
Quindi la legge in questo va approvata ed è meritoria, ho detto a certe condizioni, purtroppo proprio quelle condizioni che nella parte finale della relazione del collega Marchini non ho udito.
La mia opinione è la seguente. Questo Forte non deve rimanere un ammasso di pietre sempre più ruinanti, ma deve diventare un luogo nel quale convergono attività di vario tipo. Per fare questo bisogna rendersi conto che il Forte ha bisogno innanzitutto di rimanere in piedi. Se il Forte non rimane in piedi, collega Marchini, temo che tra poco tempo non ci sarà proprio nulla di utilizzabile. Teniamo anche presente che più si ritardano le opere di consolidamento e manutenzione, più queste diventano impossibili da sostenere dal punto di vista finanziario.
Ritengo che l'ultimo articolo di questa legge, che in pratica non consente di passare dalle parole ai fatti, sia un articolo che snatura la forza che questa legge potrebbe avere. A tale scopo ho presentato un ordine del giorno che, una volta approvata la legge, chiede alla Giunta regionale di impegnare una cifra nel prossimo bilancio. La cifra che ho scritto nell'ordine del giorno è di 1 miliardo. E' una cifra che, da un lato corrisponde alle necessità urgenti di consolidamento del Forte e dall'altro, ricorda quanto è stato speso da questa Giunta regionale per pubblicità sulle strade e sulle televisioni del Piemonte ai tram.
Propongo 1 miliardo per il Forte di Exilles, perché solo con i soldi si fanno le cose. Con le leggi, se non sono accompagnate da precise scelte di bilancio, si fanno solo parole. Chiedo cortesemente alla Presidente di mettere in votazione, al termine della votazione della legge, questo ordine del giorno.
Nel merito della legge ho presentato un emendamento. L'art. 4 di questa legge prevede che il Consiglio di amministrazione del Forte sia composto da 19 persone. Mi chiedo: è ancora il caso? Riteniamo che queste strutture pletoriche corrispondano a democrazia reale e sostanziale? Vedete, ci sono tante strade e possono esserci molte proposte. Ne avanzo due: una proposta l'ho trasformata in emendamento (che poi ovviamente non illustrerò più) e una proposta la illustro a voce.
La proposta dell'emendamento è che ciascun ente, qui indicato come ente che nomina dei rappresentanti, ne nomini uno solo e non 2 o 4 come previsto da questo disegno di legge. In una fase come questa ritengo più utile per tutti che la Regione nomini un rappresentante piuttosto che 4, lottizzando come sta facendo in malo modo.
La seconda proposta, che gradirei ancor di più fosse accolta, è quella che il Consiglio regionale non nomini proprio nessun rappresentante nella gestione del Forte. E' una gestione di tipo amministrativo e tecnico. Così pure per l'Università e il Politecnico. Li nominino semplicemente il Comune di Exilles e le Comunità montane come momento pubblico elettivo della valle e li nominino tutti gli altri enti (l'Amministrazione Museo Pietro Micca l'Associazione Nazionale Alpini). In questo modo, nel primo caso passeremmo da 19 a 12 componenti e nel secondo caso, meglio, da 19 a 9 componenti.
Non ho formalizzato la seconda proposta e anche la prima ha un carattere di stimolo per tutti noi. Penso che l'obiettivo di far scendere al di sotto di 10 il numero dei componenti di questo Consiglio di amministrazione possa significare una maggiore agilità e responsabilità dello stesso nei compiti che gli sono assegnati.
Queste sono state le mie considerazioni di carattere generale. Per la pronuncia sul voto attendo di sentire quali riscontri e giudizi i colleghi daranno a queste mie proposte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bodrero; ne ha facoltà.



BODRERO Antonio

Intervengo solo perché faccio parte della Commissione cultura nell'ambito della quale si era parlato del Forte di Exilles. Mi pareva di aver capito che non ci sarebbero stati oneri per la Regione; capisco che l'opera, per le ragioni esposte dai colleghi Marchini e Chiezzi, sia validissima, ma visto lo stato delle finanze regionali - e non soltanto regionali - penso che la prima cosa che la Regione dovrebbe fare è esercitare pressione sullo Stato affinché questi gliene conceda la proprietà.
Come dicono- parecchi museologi (non soltanto Federico Zeri), purtroppo (e questo lo dicono anche i liberali liberisti) "roba dla Stat, roba da mat"; allora sarebbe molto meglio vendere al miglior prezzo possibile, non dico al primo privato pescecane avventuriero economico, ma alle Associazioni culturali degli amatori, dei volontari. Mi diceva un collega che è già avvenuto per l'Arsenale; lasciato ai privati (il SERMIG),l'hanno rimesso a nuovo, altrimenti sarebbe andato in rovina. Allora perché non fare lo stesso anche qui, con condizioni precise? Se sono enti culturali enti morali dovranno accettare queste condizioni e praticarle con riserva di perdere certi diritti. Dal momento che lo Stato lo gestisce in modo tale che sta diventando un ammasso di pietre e la Regione non ha quattrini, non vedo perché si debba continuare a perseverare diabolicamente lasciandolo in mani pubbliche; visto che le mani pubbliche o sono bucate o sono squattrinate, lo facciano i volontari. I volontari, state tranquilli, fanno miracoli; Torino ne è un esempio non solo col Cottolengo.
Non vedo perché si debba continuare a imperversare con il pubblicismo economico quando la privatizzazione ha un'evidenza assoluta, e questo è più o meno quello che dico sempre nelle Commissioni quando si trattano questi argomenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ritengo la proposta di legge estremamente significativa. Il Forte di Exilles, e le altre strutture del genere, sono per il Piemonte una potenzialità e una risorsa. Molto spesso noi cerchiamo di ingegnarci a investimenti a sostegno del turismo o di altre iniziative che favoriscano il sistema economico piemontese. Con il Forte di Exilles si ha una potenzialità notevole che la proposta di legge cerca, ovviamente nei limiti delle nostre possibilità, di valorizzare.
Ritengo quindi che alle iniziative rivolte al Forte debbano anche convergere le attenzioni di quei settori della operatività della Regione che, direttamente o indirettamente, possono esserne interessate.
Condivido però la posizione di Chiezzi per quanto riguarda la ridondanza del Consiglio di amministrazione. Capisco l'esigenza di equilibri di rappresentatività. Non credo che il collega Marchini abbia utilizzato il Manuale Cencelli in questo caso. Tuttavia mi pare che una struttura così pletorica possa essere di non aiuto al Forte.
Voglio anche sottolineare che occorre pensare a un utilizzo delle potenzialità del lavoro volontario che, ad esempio, un'associazione come l'ANA e probabilmente anche altre associazioni sono in grado di esprimere in questi casi. Esprimo già ora il voto favorevole del Gruppo socialista per questa proposta di legge, quindi il mio intervento vale anche per dichiarazione di voto alla fine del dibattito.
Mi riservo in sede di esame degli articoli di entrare nel merito soprattutto all'articolo concernente il Consiglio di amministrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Grazie Presidente. Il nostro Gruppo esprime su questa proposta di legge una perplessità di ordine generale che cercherò poi di chiarire e una di ordine molto più specifico - ho sentito che è condivisa da altri colleghi relativa all'art. 4, l'articolo che definisce la composizione del Consiglio di amministrazione.
Parto da quest'ultimo aspetto che è quello più semplice. A me pare - e sono d'accordo con Tapparo, con Chiezzi e con altri colleghi.- che non sia molto funzionale questa ipotesi di un Consiglio di amministrazione così grande. Personalmente suggerirei una soluzione che artico-, li la direzione di questo centro in un comitato di amministrazione e in un comitato scientifico. Mi sembra che qui, in questa ipotesi di Consiglio di amministrazione, siano contemperate queste due esigenze: di amministrazione e di indirizzo culturale-scientifico. Forse è bene, come si fa in altre occasioni, distinguere queste due funzioni in due organismi diversi, e quindi si potrebbe ipotizzare un comitato scientifico che comprenda le rappresentanze dell'Università, del Politecnico; delle Sovraintendenze e via di questo passo, e un Consiglio di amministrazione che, a questo punto però, io vedrei di composizione moderna, semi consente il collega Marchini intendendo per composizione moderna una composizione che non è né di 19 n di 9 membri, ma di 3 persone, cioè una composizione ridotta letteralmente all'osso. Decidiamo che questa è una cosa che emana dalla Regione, sono tre persone nominate dalla Giunta regionale, se vogliamo seguire un indirizzo moderno o contemporaneo o come preferisce Marchini su questo punto.
La questione di ordine più generale invece attiene al problema sollevato dal collega Chiezzi. Qui si tratta di capire: la Regione è in grado di ritenere già oggi di avere le risorse e la volontà politica di investire fondi consistenti nell'operazione di restauro e recupero funziona le di questa struttura oppure no? Dico che da questo punto di vista questa è una legge fuori tempo, nel senso che adesso ormai è sulla bocca di tutti il fatto che bisogna impostare il bilancio 1993 a base zero. Anche questa legge parte a base zero, perché qui non c'è una lira. Nella norma finanziaria di adesso non c'è una lira! Però qui si tratta di capire se si fa una legge di un tipo o una legge di un altro tipo. Perché se si fa una legge in cui scompare la dizione che la Regione interviene per il restauro è una legge di un tipo e quindi comporterà per la Regione costi relativamente contenuti, perché si tratta di far vivere una struttura operativa.
E' tutt'altra cosa se si lascia la dizione "restauro" presente nel testo originario, perché questa è una cosa che va ancora oltre.
Noi siamo in grado di decidere oggi questa cosa ragionevolmente? Siamo in grado oggi di approvare l'ordine del giorno, peraltro encomiabile proposto dal collega Chiezzi? Cosa rappresenterebbe ai fini del restauro un miliardo nel 1993? Un'inezia, non ci facciamo nemmeno il progetto con quei soldi lì. Per questo io sollevo un dubbio sul momento in cui siamo chiamati a discutere una legge che per quanto possa apparire piccola tale non è.
Perché se lasciamo nella legge l'indicazione che la Regione interviene per il restauro, cioè si accolla complessivamente il problema, questa non è più una piccola legge, non è una leggina anche se sul 1992 non c'è una lira, e forse oggi noi non siamo in grado di decidere questo nodo perché non abbiamo nemmeno incominciato il discorso su cosa dovrà essere la Regione e non solo il bilancio della Regione a partire dal 1993.
Questa è l'obiezione più generale per cui io la tradurrei quasi in una richiesta di ripensamento al presentatore che è anche relatore, il collega Marchini, se non è il caso di sospendere un momento l'esame della legge.
Nel caso non si accettasse questa ipotesi di ripensamento, a parte la questione di merito posta sull'art. 4, il nostro Gruppo ha difficoltà ad associarsi a un voto positivo proprio per il momento in cui questa proposta di legge viene in discussione in Consiglio.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, ha facoltà di replicare il relatore Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il relatore ritiene di dovere ringraziare i colleghi per l'attenzione posta al problema ed esprimere l'apprezzamento che va al di là delle espressioni. Mi pare che il Consiglio abbia colto il senso anche nuovo che questa legge cerca di avviare.
Risponderei ad alcune questioni che tra l'altro si sono tradotte in emendamenti. Sull'ultima questione posta dal collega Monticelli vorrei dire che in ogni caso un impegno tout court della Regione al restauro del Forte non è opportuno perché il restauro del Forte è da considerarsi onere e impegno primario della Sovraintendenza dello Stato, non della Regione.
Quindi, anche per evitare una caduta dell'attenzione e degli investimenti dello Stato e della Sovraintendenza, mi pare opportuno - sempre che non si sia nelle condizioni di farsi carico dell'intera operazione - continuare a considerare il nostro intervento, in termini di restauro, come sostitutivo ed integrativo, non come prioritario.
Quindi, la dizione dell'articolo finanziario, che non esclude interventi di tipo restauratorio laddove c'è scritto "finalizzati alla utilizzazione", è relativa anche a qualche intervento pesante.
Sarà bene che i colleghi colgano che la sostanza degli interventi di tipo manutentorio sul Forte di Exilles si riduce ai tetti. Quindi, mi pare che la legge sia procedibile, nel senso che tutti gli anni la Regione utilizza già dei soldi per la fruizio-ne del Forte, per corsi di sicurezza ed altro.
Il Forte di Exilles è soltanto un ammasso successorio di pietre, che sicuramente non lascia nei visitatori una grandissima immagine e un grandissimo ricordo, e soprattutto non li arricchisce di nulla. Qualche decina di milioni tutti gli anni vengono già spesi; si tratta solo di capire se questi soldi li spendiamo per mettere degli altri mancorrenti o per cominciare ad attrezzare una o più sale in termini storici e culturali.
Inoltre, Consigliere Bodrero, lo spirito della legge è esattamente quello che lei suggerisce. Perché ci sono molti soggetti? Alcuni di questi soggetti verranno chiamati prima della presentazione del bilancio, se verrà costituito l'ente o anche se non sarà ancora costituito, ma se sarà passata la legge, e si chiederà loro di farsi carico della gestione diretta di alcuni spazi del monumento. Il Museo Duca d'Aosta, se si trasferisce ad Exilles, non verrà gestito e mantenuto da questo ente, ma a mio modo di vedere continuerà ad essere gestito direttamente dall'associazione Museo Duca d'Aosta. Se l'ANA intende utilizzare una sala restaurata ad hoc per allestire un museo d'avanguardia delle truppe alpine, non significa che questo museo diventa dell'ente o della Regione; rimane un piccolo museo gestito dall'Ana in termini di volontariato.
Forse questa spiegazione mi consente di far comprendere meglio, ai colleghi che hanno fatto delle comprensibilissime obiezioni sul numero dei Consiglieri previsti nell'ente, la mia difficoltà ad accettare sia una riduzione dei nomi, sia una disaggregazione dei ruoli. Qui non c'è un ente che gestisce il Forte; questo ente non gestisce il Forte, è un centro studi formalmente insediato ad Exilles, ma che probabilmente terrà i propri convegni nel Consiglio regionale.
Il Centro delle Ricerche, quando presenterà uno studio sulla città di Casale o Alessandria, evidentemente non lo presenterà ad Exilles perché non esistono gli spazi fisici. Quindi, il convegno si terrà qui a Torino.
Il Consiglio d'Amministrazione, forse chiamato così impropriamente, è insieme la presenza dei soggetti culturali, che dovranno fare le ricerche e di quei soggetti che dovranno essere i protagonisti nel Forte di Exilles.
Quindi, la comunità montana evidentemente non ha il ruolo della ricerca storica sull'architettura militare piemontese, ma ha un ruolo all'interno della localizzazione nel Forte di Exilles di presenze significative e storiche, magari attuali, dell'artigianato della valle di Susa.
Il Club Alpino difficilmente ha un ruolo nella ricerca culturale; ha un ruolo per esempio nell'allestire una sala di presentazione del Museo della montagna, che potrebbe avere una sua sede distaccata, in particolare per le mostre estive destinate ai turisti, al Forte di Exilles.
Il Museo Duca d'Aosta non ha interessi in materia architettonica militare, quindi evidentemente si 'rimetterà alla gestione di quel pezzo del Forte di Exilles che, in qualche misura, metteremo à disposizione. Ne consegue che ridurre il numero dei rappresentanti plurimi, i quali, se avete riflettuto, sono tutti espressioni istituzionali, significa svuotare l'ente dei suoi protagonisti, nel senso che i protagonisti del centro per le ricerche storiche finirebbero per essere una minoranza rispetto ai soggetti fruitori degli spazi.
In questo Consiglio d'Amministrazione ci sono due categorie di soggetti: il centro di ricerche culturali vere e proprie, che sono soprattutto le istituzioni (l'Università, la Regione, la Sovraintendenza) e i soggetti fruitori di spazi. Se riduciamo, come sarebbe giusto, i rappresentanti delle istituzioni, finiamo per avere un ente fortemente squilibrato a favore dei fruitori, che quindi non si occuperebbe più di ricerche di tipo culturale storico, ma si occuperebbe prevalentemente della fruizione.
Quindi, ritengo che, almeno in sede di primo impianto, questa potrebbe essere una formulazione che non può essere messa in discussione in tempi brevi, perché significherebbe dover convocare una riunione di tutti i soggetti per andare a ristabilire il loro ruolo.
Faccio presente al collega Monticelli che questa legge è ferma da anni perché avevamo omesso di indicare i due designati dalla Sovraintendenza ai Beni Ambientali del Piemonte, e questa è una richiesta formale che ci è pervenuta. Quindi, la pluralità della Sovraintendenza comporta per gemmazione la pluralità di altri enti.
Il relatore esprime parere non favorevole all'emendamento proposto dal Capogruppo del PDS, anche se ne apprezza e ne condivide le motivazioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Non posso non cogliere le preoccupazioni del Consigliere Monticelli in ordine al pericolo che la legge non sortisca gli effetti sperati, per la mancanza di risorse nel tempo presente, e probabilmente anche nel tempo immediatamente futuro.
Ritengo tuttavia che la legge non miri esclusivamente al recupero strutturale del bene culturale che noi abbiamo, e che è una delle più alte testimonianze di fortificazione militare, ma al contrario che guardi alla costruzione di un volano di attenzione e di impegno che dovrebbe muovere così come è nella raccomandazione del collega Bodrero, iniziative anche private perché un segnale importante della nostra storia assuma l'aspetto dignitoso che deve avere, e diventi anche per la Valle di Susa un momento di attrazione, e di vita culturale, significativo.
L'ha ricordato anche il Consigliere Chiezzi, col quale concordo per le considerazioni fatte in premessa: in ordine alla composizione del Consiglio di Amministrazione penso che qualche approfondimento verrà ancora nel momento in cui l'articolo specifico verrà affrontato. Però, mi sembra che le osservazioni del collega Chiezzi, riguardo 'alle funzioni che potrebbe avere il Forte di Exilles in Valle di Susa, vadano considerate, ad integrazione della forte iniziativa del collega Marchini, come un elemento non trascurabile, o meglio di rilevante importanza.
Perché non ci sia distorsione rispetto al presente, devo dire che al Forte di Exilles, per quanto è stato ed è nelle nostre possibilità - come ha ricordato il Consigliere Marchini - le attenzioni della Regione si sono già rivolte e si stanno attualmente rivolgendo, con l'organizzazione insieme al Comune di Exilles e gruppi di volontari, ad esempio, di visite guidate, e con la definizione di percorsi guidati. Vi è dunque già ora un desiderio ed un impegno per la fruibilità di questo nostro "bene".
Certamente, così come esso si propone al visitatore, al turista viaggiatore che proviene dalla Francia, è cosa non raccomandabile e quindi credo che vadano sollecitati anche degli interventi stutturali e su questi ci si deve impegnare. Credo che proprio questa associazione possa riportare l'attenzione, magari recuperando fondi dello Stato, così come dovrebbe avvenire, e l'interesse dei privati che potrebbero alla fine essere chiamati alla gestione diretta del Forte e delle attività che si potranno svolgere.
Non so come si modificheranno le cose; certo è che, se diventasse appetibile dal punto di vista economico, potrebbe esserci una sovrapposizione dell'iniziativa privata a questa organizzazione culturale che promuove l'attenzione e la possibile fruizione del Forte di Exilles.
Quindi, la Giunta esprime un parere favorevole e soprattutto punta nell'immediato ad attivarsi nel modo più deciso perché la fruizione delle parti visitabili sia obiettivo da perseguire nel breve periodo.
Non posso immaginare che gli Alpini che lì avranno la loro sede, il loro Museo, il Museo delle Truppe Alpine, possano rimanere indifferenti di fronte ad un edificio che non è consono nelle condizioni attuali alla dignità che il luogo dovrebbe avere. E sono convinto che dagli Alpini arriveranno ulteriori sollecitazioni ed un impegno diretto, così come è sempre stato per gli Alpini, per apportare i contributi possibili anche di lavoro e di attenzione che sono raccomandati per il Forte di Exilles.
Spero, inoltre, che il Museo Duca d'Aosta effettivamente si trasferisca lì sarebbe già un segno di vita nuova.
Concludendo, ritornando con molta attenzione al Forte di Exilles, tutta l'attenzione possibile, economicamente, ma anche culturalmente, dico che questa legge deve essere approvata pur con la convinzione dei limiti di disponibilità che esistono, con le difficoltà che incontreremo tutti insieme nella convivenza con gli altri organismi dello Stato, le Sovraintendenze, quelli che hanno responsabilità terminali per alcuni aspetti della vicenda, ma penso che tutti insieme potremo dare una storia diversa ad Exilles e segnare con questo elemento di rilevante importanza storica e culturale un punto a favore anche della Valle di Susa all'interno del discorso più ampio che stiamo facendo.
E Consigliere Marchini è da tempo, e per l'amore che ha per la Valle e per l'interesse specifico per questo bene culturale, impegnato in questo discorso. Credo che lo seguirà personalmente anche dopo. E' una scommessa che anche lui, come Consigliere, fa con il Consiglio, con gli enti interessati e con se stesso. Non credo che rischi che la Regione corre siano consistenti; anche l'emendamento che verrà proposto riduce questi rischi di obbligo disimpegno e quindi, malgrado la fragilità che pu esserci in relazione a questa iniziativa per i limiti economici che abbiamo, ritengo che la legge abbia un valore di promozione realisticamente inteso e che pertanto vada sostenuta evada anche dato alla stessa un vivo apprezzamento. L'apprez-zamento va, poi rinnovato in maniera specifica, per la puntualità e l'impegno riservato a questo bene culturale, almeno da parte mia al Consigliere Marchini.



PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'articolato.
1) Emendamento presentato dal Consigliere Rivalta alla denominazione della legge: Nel titolo, sopprimere la frase "con sede nel Forte di Exilles e linee di indirizzo al recupero del Forte".
La parola al Consigliere Rivalta per l'illustrazione.



RIVALTA Luigi

Sono d'accordo con l'intenzione, che si dimostra con questa legge, di istituire un apposito organismo che studi il sistema difensivo storico piemontese, la sua architettura militare ed anche la storia degli eventi pur essendo un pacifista e non facendo mai riferimento al mio servizio militare, che ricordo sempre con grande fastidio, come un anno e mezzo perso (e sono sempre più convinto che sarebbe meglio che i giovani non perdessero questo tempo, soprattutto oggi, in un momento importante per la formazione culturale, universitaria e professionale). In questo senso sono per l'esercito professionale, mercenario: preferisco che la società sia fuori da queste cose. Ma ho grande rispetto e grande interesse per la storia. Da dilettante qualche volta, prima di addormentarmi, apro un libro di storia del Piemonte e sono concorde che questa ricerca storica, che peraltro è in corso da molto tempo da parte di persone che a questo si sono dedicate, abbia una sua sistemazione e un riconoscimento da parte della Regione. Aggiungo che questa ricerca storica delle fortificazioni piemontesi dovrebbe far parte di un istituto sulla storia del Piemonte riconosciuto e sostenuto dalla Regione. Mi sembrerebbe giusto che per per la storia della nostra Regione, che è ben conosciuta dal Cinquecento in avanti e che invece ha periodi molto poco conosciuti per quello che riguarda i secoli precedenti, la Regione si impegnasse a mettere in campo sotto varie forme (possono essere il sostegno all'Università, borse di studio e così via) un lavoro sistematico sulla storia del Piemonte.
Ritengo però, sulla base di questa mia impostazione coerente con il principio qui espresso, che sia giusto nella legge fermarsi alla costituzione di questo istituto e non definire invece la sede e la politica assai più ampia di intervento sul recupero delle fortezze in Piemonte.
Perché bisogna assumere il Forte di Exilles come sede di questo istituto? E perché limitare fortemente già fin dall'impostazione di questo istituto un suo interesse per la valle di Susa? Io ho molto amore per la valle di Susa. Qualcuno alla fine dell'intervento che ho svolto la settimana scorsa mi ha detto che sono rimasto l'ultimo romantico della politica in questo Consiglio, ma se questa definizione voleva essere spregiativa la respingo, se voleva invece cogliere la passione che ci metto a difendere parti del territorio mi fa molto piacere. Non sono per carattere, per cultura, un romantico, ma mi fa molto piacere lo stesso.
Penso ad esempio che un istituto di questo tipo potrebbe avere una sede centrale degna in quello che è il nucleo della fortificazione torinese che è stata una grandissima opera di fortificazione militare, poi distrutta dalla successiva espansione di Torino, soprattutto nell'Ottocento. Questa grande opera di fortificazione è incentrata sul lavoro dell'architetto Vittozzi, che ha tra l'altro realizzato la chiesa del Monte dei Cappuccini e la chiesa di San Lorenzo in via Palazzo di Città. Ritengo quindi che questa sede potrebbe essere quella della Cittadella e di ciò che rimane delle mura di Pietro Micca.
Se noi chiedessimo ai cultori della storia piemontese ed anche a chi in qualche modo considera parte significativa pure la storia militare e le fortificazioni, io credo che indicherebbero come sede di questo istituto quello della Cittadella che ancora esiste in Piemonte. Il Forte di Exilles come altri forti, potrebbe essere un'articolazione di questa sede per altro tipo di attività. Io collocherei la sede a Torino non per una visione campanilistica o centralizzatrice, ma perché è in sostanza sulla fortificazione di Torino che si caratterizza il momento militare piemontese più significativo. E' la struttura fortificata che ha consentito a Casa Savoia di assumere un ruolo a livello internazionale con la difesa dai Francesi, per cui mi pare davvero una forzatura, su una problematica così ampia e complessa, questa puntualizzazione su Exilles, con tutto il rispetto che ho per questo forte.
Io sono stato d'accordo con Viglione perché la Regione assumesse un ruolo nella conservazione del forte di Exilles; ci era stato in qualche modo offerto, nel senso che non siamo andati noi a cercarlo.



GALLARINI Pierluigi, Assessore regionale

L'abbiamo in carico provvisorio.



RIVALTA Luigi

Si sono spesi allora dei soldi e ci furono dei primi interventi. Sono perché la Regione con i tempie con le finanze che lo consentiranno non abbandoni questo tipo di politica, ma vorrei anche che questo tipo di politica assumesse un carattere sistematico, pianificato, per cogliere la presenza fortificata militare piemontese nel suo insieme e a questo fine promuovesse dei programmi, magari proprio a partire da questo istituto. La focalizzazione sul Forte di Exilles dipende dal grande amore che ha per la Val di Susa il Consigliere Marchini (lo dico in senso positivo perché vi sono alcuni aspetti non solo culturali, ma anche caratteriali che ci avvicinano), però questa mi sembra una forzatura. Penso ad esempio - nella relazione è citato in una riga - che uguale significato, ma con segni politici militari diversi, ha il Forte di Fenestrelle in Val Chisone.
Occorrerà fare dei piani, si tratterà di capire che cosa vogliamo tutelare, quale politica vogliamo fare in questo senso e anche fissarci dei limiti, perché per decidere una politica di questo tipo bisogna almeno avere il quadro complessivo delle fortificazioni presenti in Piemonte e su questa base formulare un programma, un piano.
Dobbiamo anche definirne l'uso, che io condivido si possa promuovere anche di tipo spurio rispetto alla fortificazione se vogliamo tenerla in piedi. Forse per qualche collega dirò una bestemmia, ma questi forti potrebbero essere usati non solo in una prospettiva di recupero a fini culturali, ma anche in forme miste, come diceva l'Assessore Nerviani, a fini ricettivi. L'avevamo anche già pensato per il Forte di Exilles, forse è una bestemmia, ma come si terrà in piedi questo forte oppure quello di Fenestrelle? Il Forte di Fenestrelle lo si lascia romanticamente diventare un rudere, altri forti già lo sono, ma taluni possono assumere forme anche di utilizzo ricettivo.
Tutto questo per dire che io sono d'accordo con l'istituzione di questo organismo per le ricerche storiche sull'architettura militare e invito i colleghi e la Giunta a inserire questo argomento all'interno di un più ampio discorso della storia piemontese.
Chiedo però che in questa legge non venga definita che l'attenzione della Regione sia concentrata solo sul Forte di Exilles. Deve essere certo sul Forte di Exilles, sulla base di una valutazione programmata e pianificata anche sull'insieme di altri riferimenti di architetture fortificate. Sulla sede discutiamone in un altro momento, oppure lasciamo la discussione allo stesso istituto che nasce (il quale può metterla in Statuto). Mi sembrerebbe molto strano che vi fosse la sede unicamente a Exilles e non invece a Torino nella Cittadella di Pietro Micca.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini che interviene in qualità di Consigliere.



GALLARINI Pierluigi

Anch'io ritengo stimolante la discussione che stiamo facendo intorno a questo disegno di legge e volentieri svolgo qualche considerazione relativamente ad un mosaico più generale rispetto al quale il Forte di Exilles è il tassello di cui stiamo discutendo questa mattina.
Penso che la Regione debba affrontare in modo radicale il problema del Forte di Exilles e di altri beni. In questo momento mi viene in mente La Mandria; ho avuto modo di vederla nell'ultimo anno ed effettivamente penso che né il Forte di Exilles né il fabbricato di La Mandria né altri beni patrimoniali della Regione possano continuare ad essere gestiti come lo sono stati fino ad oggi, ovvero non si può più gestirne il declino, il crollo. Penso che questo non sia più accettabile e che occorra affrontare questo discorso; come Consiglio, avremo modo di farlo in modo radicale nel prossimo periodo.
Come Giunta ci siamo fatti fare un progetto per quanto riguarda l'intervento massimo per la ristrutturazione completa del Forte, che prevede una spesa di 13 miliardi. E' una cifra grossa ed è ancor più grossa nel momento particolare che stiamo vivendo, ma se dobbiamo fare delle scelte - con o senza le addizionali, sarà il Consiglio a deciderlo sicuramente dobbiamo fare scelte radicali.
Quando si parla di bilancio a base zero, che ormai è una conquista penso significhi questo: abbandonare alcuni settori, alcuni filoni classici, consolidati e indirizzare invece delle scelte forti su alcuni filoni che si ritiene possano costituire delle linee di sviluppo alternativo nei prossimi anni.
Personalmente ritengo che il Forte di Exilles sia uno di quei pilastri portanti su cui ci si possa indirizzare, non solo e non tanto perché è il primo bene patrimoniale che i francesi, scendendo in Italia, vedono (e il tetto parzialmente crollato probabilmente può creare facili generalizzazioni e, sotto certi aspetti, quel Forte dà l'idea di quali siano le condizioni attuali del nostro Paese), non solo per questo, ma perché ritengo che interventi cospicui finalizzati a investimenti sul Forte di Exilles, su La Mandria, su quanto di patrimonio notevolissimo abbiamo come Regione Piemonte possano costituire un filone di sviluppo alternativo.
Si tratta di investimenti che, se fatti con intelligenza e se riempiti di contenuti, di programmi e di concretezza, sono in grado di dare dei grossi ritorni; ritorni che, in qualche misura, possono sopperire anche a quei settori che in questo periodo si stanno impoverendo e che nei prossimi anni probabilmente si depaupereranno in misura maggiore.
Il contributo che volevo portare è semplicemente quello di un'attenzione, anche da parte nostra come Partito Socialdemocratico, nei confronti di questa questione. Oggi stiamo discutendo del Forte di Exilles ma dovremo trovare l'occasione per affrontare il discorso in termini più generali; ciò come svolta nei confronti di una politica di valorizzazione del patrimonio che non può e non deve essere la politica della gestione del fallimento, del crollo, della rassegnazione di fronte al fatto che occorrono tanti quattrini.
Se andiamo più a fondo sulla questione, direi proprio che dobbiamo cogliere queste occasioni per andare a investire in questo settore, quindi anche sul Forte di Exilles. Molto probabilmente, se il Consiglio lo riterrà, nel prossimo periodo saremo nelle condizioni di reperire, non dico certo con facilità, i 7-800 milioni che servono a ripristinare il tetto: questo dovrebbe essere - se il Forte di Exilles rimarrà in carico alla Regione - il primo intervento, quanto meno tampone, per dare dignità di presentazione esterna all'edificio.
Se n'è parlato con il collega Nerviani e anche con il Consigliere Marchini; l'intervento del Consigliere Rivalta va in questa direzione, come pure quanto detto prima dal Consigliere Tapparo; penso proprio che stiamo cogliendo questa occasione per individuare un filone nuovo su cui probabilmente, dal punto di vista politico, ci potremo qualificare come Regione nei prossimi anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini, che interviene per rispondere all'emendamento.



MARCHINI Sergio

Il Consigliere Rivalta, che si fa conoscere ed apprezzare per la sua intelligenza, svolge argomenti che in termini razionali sono ineccepibili.
Un istituto storico dovrebbe avere un nome riferito ad un architetto e non ad un luogo, e la sede dovrebbe essere sostanzialmente un fatto indifferente. Devo però dire che questa forzatura - perché indubbiamente è una forzatura - è motivata con argomentazioni che come valsusino mi amareggiano.
Quando abbiamo presentato questa legge, l'abbiamo fatto in termini difensivi più che propositivi. Con questo voglio dire che preoccupazione mia e di Viglione era quella di evitare che anche il Forte di Exilles fosse oggetto di quell'opera di banalizzazione che ha caratterizzato la vita della mia valle in questo dopoguerra (non sono in grado di giudicare il primo). Ho l'impressione che qualche scommessa per invertire l'approccio culturale ai problemi della nostra valle da parte dei valsusini debba essere fatta. Tu, Rivalta, vivi queste questioni da molti anni e il Presidente lo stesso: non ci arrivano da quell'area delle domande molto qualificate, molto sofisticate; l'insediamento anche sociologico-culturale che c'è in Valle di Susa è un insediamento disastrato dal degrado dell'ambiente. Il disastro dell'ambiente in Valle di Susa non ha solo determinato i grattacieli, ha anche determinato lo sradicamento della valle rispetto ai suoi abitanti o viceversa, se preferite (preferisco dire la valle rispetto al suo insediamento di intelligenza). E' una valle integralmente da ristrutturare in termini di valle, di comunità e, se mi consentite - soprattutto i colleghi che seguono questi temi - in termini di autenticità e valore, non di spoliazione e modernizzazione forzata.
In questa legge a suo tempo abbiamo detto: "Insediamoci comunque un qualcosa che per l'autorevolezza culturale della quale è dotato o sulla quale scommettiamo ci garantisca che almeno lì non si facciano le cose che allora si volevano fare". Ha ragione il Consigliere Rivalta e hanno ragione anche gli altri colleghi. Non mi scandalizzo se all'interno di un presidio culturale significativo verranno fatte delle proposte di fruizione anche banale, anche ordinaria, non mi disturba, ma conche sia all'interno, con un presidio culturale forte, presente fisicamente lì. Abbiamo troppa esperienza, collega Rivalta, per sapere come i soldi investiti in valle di Susa, in termini di scommessa alta, si siano poi trasformati invece in consuntivi di bassa cucina. Il termine non è casuale.
Quindi mi trovo nella contraddizione tra dover contrastare un ragionamento di Rivalta che è ineccepibile e le conclusioni che, a mio modo di vedere, non sono ancora mature. Pregherei quindi il collega Rivalta di immaginare questa legge come oggettivamente è, cioè una legge messaggio per larga parte. Collega Rivalta, per larga parte questa è una legge messaggio.
La parte più significativa che non riguarda il Forte di Exilles è tutta da sviluppare. Evidentemente troverà la sua localizzazione in un istituto storico del Piemonte con un settore destinato all'architettura o un ente pensato meglio, più specifico, più finalizzato a questo. E' per questa parte una legge manifesto, una legge messaggio; la sua elaborazione finale sarà probabilmente una legge diversa.
Quindi, vorrei pregare Rivalta di voler considerare la mia non adesione al suo emendamento in termini di non opportunità immediata, anche perch una modifica della legge nel senso suggerito da Rivalta richiederebbe una sostanziale riformulazione della legge. Immediatamente dopo (voglio dire domani o quando Rivalta e altri colleghi lo ritenessero) si potrà porre mano a uno studio tramite un gruppo di lavoro che immagini come reimpiantare la cultura delle preesistenze monumentali e non solo monumentali della nostra Regione in un istituto storico a ciò destinato magari articolato in più istituti, di cui uno dedicato all'architettura militare, riferita evidentemente a un architetto. Questo mi troverà totalmente consenziente e quindi disponibile a modificare la legge.
In questo momento mi sembra una ipotesi razionalmente ineccepibile, ma politicamente e soprattutto legislativamente difficilmente praticabile perché soltanto una modifica di carattere nominalistico, togliendo la sede ad Exilles, non è sufficiente rispetto al reimpianto che dovrebbe avere la legge in ordine alla composizione dello stesso istituto che se fosse un istituto regionale nel senso proprio del termine, come dovrà diventare evidentemente non dovrà avere più una presenza delle Comunità montane della Valle di Susa, ma dovrà avere per esempio un rappresentante dell'UNCEM dovrà essere reimpiantato diversamente. Quindi prego il collega Rivalta di voler considerare questa mia obiezione proprio sul piano della opportunità politica e legislativa a breve margine.
Queste questioni rivediamole insieme in tempi stretti, sono disponibile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento sul titolo della legge presentato dal Consigliere Rivalta. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 22 contrari e 6 astensioni.
ART. 1 Il Consigliere Rivalta presenta il seguente emendamento 2) sopprimere dalla frase ".., con sede nel Forte di Exilles..." fino alla fine dell'articolo.
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 22 contrari e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, 2 comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'art. 2 è approvato ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'art. 3 è approvato ART. 4 3) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: i numeri "4" e "2" sono sostituiti con il numero "1 ".
La parola al relatore, Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Come ho già detto durante la replica anche qui riconoscendo dal punto di vista della razionalità la fondatezza degli emendamenti, a mio modo di vedere questa materia va rivista a regime depurando questa legge dalla finalità rigorosamente relativa al Forte di Exilles e alla nascita di questo nuovo ente. A quel punto sarà giusto andare allo smagrimento del Consiglio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento.
E' respinto con 14 voti favorevoli, 23 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44 secondo comma dello Statuto, dell'art. 4.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 4) Emendamento presentato dagli Assessori Nerviani e Gallarini: sostituire la frase: "le spese per il restauro e il recupero funzionale" con le parole: "le spese per gli interventi finalizzati all'utilizzazione".
Pongo in votazione tale l'emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato con 27 voti favorevoli, 1 voto contrario e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44 secondo comma dello Statuto, dell'art. 9 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 27 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 12 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

L'andamento del dibattito e le scelte contenute negli emendamenti presentati da maggioranza e minoranza, non mi consentono di dare un voto positivo a questa legge. Si tratta di una legge manifesto, come ha detto il collega Marchini; come opposizione potrei dire di pura propaganda, non lo dico, ma lo penso.
Il ragionamento che volevo proporre è il seguente: non ho votato alcuni emendamenti presentati dal collega Rivalta, perché la situazione della Valle di Susa ha bisogno non di chiacchiere, ma di proposte concrete.
Ritengo che la proposta d'introdurre della vera vita all'interno del Forte di Exilles sia seria e, come tale, sia nell'interesse del Piemonte.
Nella Valle di Susa c'è bisogno di nuove attività. Pensando a questa vicenda mi viene in mente un paragone. Pensiamo ad un impianto idroelettrico. Esso è costituito dal grande bacino del lago a monte (se ben costruito, è un ambiente grazioso), dal tubo (la condotta forzata che consente all'energia potenziale di trasformarsi in energia cinetica), dalla centrale (con i rumori delle turbine con l'acqua che defluisce dalla turbina) e l'energia che esce e si dirama sul territorio. E' un altro bello spettacolo. Nel tubo non c'è tanto da vedere, l'acqua è quasi ferma. La Valle di Susa sta diventando come una tubazione forzata dentro un impianto idroelettrico: La Valle di Susa diventerà una sorta di "valle forzata" in cui prima e dopo si sviluppano economie, ma all'interno non nasce niente. I miliardi spesi in valle hanno provocato un degrado ambientale e non hanno promosso uno sviluppo economico e culturale.
Tutte le parole spese, a mio avviso, per inserire nel Forte di Exilles delle attività che abbiano un riscontro sociale serio, per le quali siano individuati i promotori, gli attori, i volontari, vanno sostenute.
Sostengo anche un'altra cosa. La Regione, accanto all'individuazione di nuove attività, può investire dei soldi per tenere in piedi questo Forte che va per terra: il miliardo che cito nell'ordine del giorno. Sapete quanto costa la galleria di fronte al Forte di Exilles? Costa 1 miliardo ogni 10 metri. Allora 10 metri di viadotto è la cifra che propongo che la Regione Piemonte per prima inserisca oggi nel proprio bilancio chiedendo a pubblici e privati altri contributi. La ritengo una scelta di sviluppo della valle, alternativa ad altre scelte (le grandi infrastrutture) che personalmente contrasto e che ritengo nocive per l'economia della valle e indirettamente nocive per l'economia del Piemonte.
Per questo motivo, non vedendo alcunché all'interno della legge, anzi vedendo che l'ultimo emendamento presentato dalla maggioranza sottrae anche là speranza che questa legge sia seguita da finanziamenti che facciano fronte ad alcune emergenze statiche, che a mio parere rientrano nelle competenze della consegna provvisoria che la Regione ha, esprimo il voto di astensione che segnala - spero - da un lato la volontà di contribuire fattivamente alla rivivificazione del Forte e dall'altro tende a segnalare alla pubblica opinione che è una legge, che purtroppo produrrà ben poco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Ho atteso che si concludesse il processo di emendazione in aula prima di esprimere il voto del mio Gruppo. Quando ho avuto per le mani il testo di legge non vi nascondo che ho avuto un momento di grande entusiasmo perché ritengo che la Valle di Susa oggi abbia bisogno di trovare nuove polarità soprattutto diverse da quelle tradizionali dello sci e del turismo invernale.
Anche questa estate il Forte di Exilles ha costituito per molti un motivo di forte richiamo; erano moltissime le persone che andavano al Forte di Exilles per visitarlo, ma non potevano perché gli orari di apertura erano limitati ed anche perché il Forte oggi non ha ancora dato luogo ad alcun tipo di indotto.
Una legge regionale che andasse nel senso di un reale progetto di sviluppo di questa opera d'incredibile bellezza avrebbe trovato sicuramente, se seria e ben fatta, l'appoggio incondizionato del mio Gruppo. Rilevo però che, come diceva poc'anzi il collega Chiezzi, la legge è una dichiarazione di buoni propositi e non va al di là delle intenzioni manifestate.
Mi preoccupa il peso, la mole di un Consiglio d'Amministrazione che già di per sé dimostra nessuna possibilità di agire. Mi preoccupa ancora di più il non finanziamento dell'operazione. Credo che di leggi come questa oggi il Paese assolutamente non senta il bisogno. E' un periodo di vacche magre se ne discuteva anche questa mattina in I Commissione, per cui i soldi sono pochi e devono essere finalizzati fino all'ultimo. Se si vuole finalizzare un rilancio turistico della Valle, questo poteva essere un veicolo. Credo che non ci sia stata abbastanza fiducia in questo progetto, quindi non si è trovato il coraggio di cercare una strada di effettivo rilancio e polarizzazione del turismo sul territorio di Exilles.
E' quindi con grande rammarico che annuncio l'astensione del mio Gruppo sull'intero testo di legge.



FOCO ANDREA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

I colleghi che hanno seguito i nostri interventi, quello del Consigliere Monticelli ed il mio, avranno chiara la ragione per cui il nostro voto sarà di astensione. Voto che coglie l'implicito merito che sta nella costruzione di un organismo, un istituto che studi la storia piemontese, in questo caso, purtroppo, un aspetto della storia piemontese.
Resta però confermato, anche dalle cose dette dai colleghi, in particolare dalla risposta che il Consigliere Marchini ha voluto dedicare al mio intervento, che la legge che il Consiglio sta per votare è una legge confusa nella sua impostazione, sovrappone problemi a problemi e in qualche misura li maschera. Per cui, il nostro voto, cogliendo il merito positivo ed anche l'intenzione positiva del collega Marchini, è di astensione.
Assumo come impegno quello che il collega Marchini ha dichiarato qui cioè che da domani - e la sua dichiarazione è un'altra indicazione di debolezza di questa legge - si lavori per modificare questa legge e darle quel carattere che deve avere, cioè di istituto per gli studi storici rinviando ad un impegno di programmazione e di pianificazione gli interventi che devono essere fatti.
Fra gli interventi che devono essere fatti - adesso il Consigliere Marchini non c'è, ma lo dico agli Assessori - uno dei primi è quello di far abbattere quel ristorante-albergo che c'è ai piedi del Forte di Exilles. Va mantenuto in piedi il Forte di Exilles, ma va cancellata quella deturpazione grave che è stata fatta ai suoi piedi. L'operazione di recupero è un'operazione di recupero edilizio, ma anche ambientale e paesaggistico. Forse, nell'abbattere quel ristorante-albergo può nascere una prospettiva di partecipazione privata all'uso di una parte dello stesso Forte di Exilles.
Attendo con spirito collaborativo quella fase successiva che in qualche modo deve modificare questa legge, eliminarne tutte le carenze di impostazione e anche di formulazione, e dare un respiro diverso a questa ipotesi di istituto regionale di ricerche storiche piemontesi; nell'attesa che questa fase si avvii e si determini più compiutamente e culturalmente in modo più corretto, come lo stesso Consigliere Marchini diceva, noi non votiamo contro questa legge, ma ci asteniamo, altrimenti ci sarebbero i motivi per votare contro, compreso quello del Consiglio di Amministrazione per i quali, dopo aver discusso molto sulle nomine e le composizioni dei Consigli di Amministrazione, qui ne costruiamo uno fatto di quasi 20 persone. Mi sembra davvero non tener conto nemmeno delle cose che diciamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Annuncio anch'io, Presidente, colleghe e colleghi, il nostro votò di astensione su questa legge, ma non perché non ne condividiamo l'obiettivo che invece è sacrosanto, di consentire a questa straordinaria testimonianza, quale è il Forte di Exilles, di trovare un motivo per cominciare a rivivere e per trovare nel futuro nuovi ruoli e funzioni. Ci è ben presente a questo proposito l'attenzione che viene rivolta a strutture di questo tipo Oltralpe, a partire dal circuito Vauban, dedicato al famoso progettista militare, per venire al recupero funzionale per altri usi pacifici che è stato dato ai Forti situati nell'area savoiarda che fa riferimento al Parco Nazionale della Vanoise.
Tuttavia, perché la struttura di Exilles - che ricordo è un patrimonio ambientale e culturale di tutta la Valle - possa trovare nuove destinazioni culturali, credo sia necessario ben altro che la legge che oggi è sottoposta all'approvazione di questo Consiglio. Una legge che riteniamo in pratica vuota, pura dichiarazione di principio, e quindi, se mi consentite un tantino demagogica. Si faccia pure il Centro studi e ricerche storiche sull'architettura militare, ma lo si promuova, a nostro giudizio soprattutto a cominciare dal tessuto sociale e culturale della Valle, se questa è la domanda che viene dalla Valle. Un Centro studi di questo genere può nascere senza l'intervento della Regione e, anzi, dovrebbe essere stimolato proprio in quegli ambienti sociali e culturali della Valle e non che invece richiedono una cosa di questo genere. In secondo luogo, semmai un progetto di questo tipo potrebbe e dovrebbe trovare orecchie attente nell'istituto regionale.
Su un altro piano, e riprendo un ragionamento fatto dai colleghi prima credo che questa legge, la legge che state per approvare, metta in evidenza una volta di più le contraddizioni sulle scelte del futuro della Valle di Susa; ne abbiamo già discusso la volta scorsa, certamente non ci vogliamo ritornare, ma una volta di più queste contraddizioni emergono nel momento in cui le scelte sul futuro della valle non esistono, nel momento in cui è palese la mancanza di una qualsiasi programmazione che dica con chiarezza se scegliere tra opzioni di tipo turistico come quelle del riuso del Forte di Exilles, potenzialmente molto ricche, o di altro tipo, quali quelle che invece stanno andando avanti. Quelle, per intenderci, che stanno per massacrare la valle. Quelle che, come ha ricordato il collega Chiezzi stavano per sfregiare proprio il forte che oggi la Giunta e il collega Marchini chiedono invece, giustamente, di salvare e recuperare.
Di fronte a queste contraddizioni di fondo che per noi rivestono un ruolo molto importante, pur condividendo un'operazione culturale come quella che è sottoposta alla nostra attenzione, non possiamo dare il nostro voto favorevole, a prescindere dalle osservazioni che già gli altri colleghi hanno fatto e che noi condividiamo fino in fondo a proposito di queste elefantiache strutture di amministrazione che non riusciamo bene a capire in base a quali criteri vengano ancora oggi, alla luce delle ultime vicende, proposte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola per dichiarazione di voto al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Esprimo il voto favorevole del Gruppo MSI in merito alla normativa proposta. Anche noi abbiamo avuto alcune riserve che però riteniamo siano state superate nel momento in cui si è accertata l'utilità di questa iniziativa. Più che delle incertezze noi abbiamo dei dubbi sul futuro di questa possibile ristrutturazione del forte dal punto di vista strutturale ed edilizio nonché della localizzazione del Centro studi, almeno formalmente, in questo forte della Val di Susa.
Il problema è un altro secondo noi: non vorremmo che dopo l'approvazione, che do per scontata, di questo provvedimento, ci sia sostanzialmente soltanto un effetto-notizia del tipo "La Regione ha assunto questa iniziativa". Sì, la Regione ha assunto questa iniziativa, ma nell'ultimo articolo della normativa dice che non ha una lira per fare degli interventi, quindi ardi là dell'effetto-notizia noi siamo abbastanza dubbiosi sulla possibilità concreta di realizzare qualcosa in questa struttura. Buona prova di questo è proprio la lunga esposizione del collega Marchini che ha ricordato che le prime proposte di normativa regionali risalgono a 10-12 anni fa, ma in pratica non hanno portato a nulla.
A nostro avviso l'idea è positiva e va appoggiata, ci scontriamo per davanti all'obiettiva povertà delle finanze regionali per le quali chiediamo un'indicazione di priorità. Se si dice che il Forte di Exilles è prioritario, bene, discuteremo su questo, ma non si potrà dire che il forte è prioritario e poi non mettere a bilancio delle cifre o per contro che si ritiene non sia prioritario ed è quindi giusto fare la normativa, perch allora è anche giusto dire che questa normativa può attendere tempi migliori e restare quindi per così dire dormiente, agli atti, senza avere una pratica realizzazione.
Da questo punto di vista siamo favorevoli all'iniziativa, nello stesso tempo però vorremmo che non si peccasse di leggerezza nello spacciare per venduto quello che in fondo al sacco, al di là delle buone intenzioni assolutamente non è.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola per dichiarazione di voto si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 17 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno, n. 446, connesso alla legge testé votata, presentato ed illustrato dal Consigliere Chiezzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, preso atto dell'approvazione della proposta di legge regionale n. 296 'Promozione del Centro studi e ricerche storiche sull'architettura militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles e linee di indirizzo al recupero funzionale del Forte;" impegna la Giunta regionale a prevedere nel bilancio 1993 la cifra di 1 miliardo per interventi urgenti di consolidamento e manutenzione del Forte di Exilles".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 8 voti favorevoli, 20 contrari e 10 astensioni.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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