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Dettaglio seduta n.174 del 29/09/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Chiede di parlare il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sul fatto di cominciare i lavori decide per competenza il Presidente.
Fossi al suo posto non inizierei, perché mi sembra che la disattenzione con la quale i Consiglieri regionali seguono i lavori dell'aula sia sempre più intollerabile, anche visti i risultati delle ultime elezioni.
Da comunista continuo a pensare che l'istituzione debba essere difesa e valorizzata in ogni modo. Non mi pare che sia così. Cerco di reagire anche contro questa abitudine, contro questo modo di lavorare in quest'aula, che mi sembra sempre più un'aula inutile.
Iniziamo pure, se il Presidente decide in tal senso. Personalmente, se fossi il Presidente, non inizierei, ma, per una volta, manderei tutti a casa, invitando con lettera i Consiglieri regionali ad essere puntuali e presenti in aula. Dopodiché, mi attengo alle decisioni del Presidente.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 544 del Consigliere Chiezzi inerente al blocco degli sfratti per gli inquilini con oltre 65 anni di età


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 544.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

L'interpellanza n. 544 è datata 13/511991. I cittadini non lo sanno perché nessuno li informa sullo stato delle cose. Se sapessero che ci vuole più di un anno, perché la Giunta regionale risponda ad una semplice interpellanza, ne trarrebbero ulteriori considerazioni, specialmente il giorno in cui gli stessi dovranno esprimere valutazioni attraverso una competizione elettorale.
Ritengo tutto questo indecente, in quanto ad interpellanze di questo genere non si risponde dopo un anno.
Se i lavori del Consiglio iniziassero puntualmente, ciò permetterebbe alla Giunta e ai Consiglieri di avere risposte nei termini dei cinque minuti, a tempo debito.
Sentiamo cosa dirà l'Assessore, che non è unico destinatario delle mie critiche. Spero che l'Assessore riesca, con la sua risposta, a fare il punto preciso per quanto riguarda le domande contenute nell'interpellanza circa il livello degli sfratti per persone con più di 65 anni. Soprattutto dica se, dopo un anno e qualche mese, ha analizzato la proposta contenuta nell'interpellanza di istituire un "ufficio sfratti" per le persone con più di 65 anni, se intende attuarla e, in tal caso, con quali provvedimenti precisi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

L'interpellanza n. 544 del Consigliere Chiezzi, datata da oltre un anno, e rispetto alla quale debbo dire che l'Assessore competente è pronto alla risposta da tempo, tratta comunque il tema già oggetto di dibattito in Consiglio regionale e di approvazione di specifico ordine del giorno nella medesima sede.
L'argomento attiene alle iniziative che l'Assessorato ha avviato in favore, degli anziani ultrasessantacinquenni sottoposti a provvedimento di sfratto. E' quindi un tema che abbiamo affrontato in Commissione e in aula ed è stato oggetto di ordine del giorno da parte del Consiglio. E' un tema sul quale, in più occasioni, ci siamo soffermati, non solo interrogante e interrogato, ma tutto il Consiglio.
Occorre rappresentare che la vigente legislazione regionale in materia di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica già prevede, all'art. 6, che in fase di localizzazione di interventi speciali possano essere previste modalità diverse di assegnazione degli alloggi in favore di particolari categorie di cittadini (gli anziani, le giovani coppie e altre categorie).
Di fatto ciò è già avvenuto in alcune parti del territorio regionale dall'anno 1987, in presenza di richieste specifiche da parte di Amministrazioni comunali. Quindi, quando i Comuni ci hanno fatto delle richieste, con situazioni motivate e specifiche, abbiamo già autorizzato questa possibilità.
Occorre inoltre ricordare che l'art. 11 della L.R. n. 64/84 prevede altresì l'attribuzione di un punteggio particolare per categorie di cittadini che abbiano superato i sessant'anni di età; inoltre stabilisce che gli appartenenti a detta categoria, oltre ad essere inseriti nella graduatoria generale permanente, siano collocati d'ufficio in graduatorie speciali relative ad ogni singola categoria, e ciò con il medesimo punteggio ottenuto nella categoria generale.
Le graduatorie speciali così formate sono valide ai fini dell'assegnazione di alloggi destinati invia prioritaria a specifiche categorie di cittadini, per determinazione della Regione e per espressa previsione della legge di finanziamento.
Con successiva L. R. n. 32/91 si è inteso far fronte ad una crescente domanda di abitazioni da parte di nuclei familiari, nei confronti dei quali pendono provvedimenti esecutivi di sfratto, mediante l'elevazione della percentuale di alloggi da destinare, per riserva, alle suddette famiglie. A tal fine è stato consentito ai Comuni di chiedere, in favore dei nuclei di cui sopra, la riserva di alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata anche in misura eccedente il 25%, fino al 100%. Si tratta di un provvedimento eccezionale di durata temporanea e transitoria. Infatti costituendo esso una deroga alla norma contenuta nell'art. 15 della L.R. n.
64/84, ha validità fino al 31/7/1993. Il collega Chiezzi sicuramente ricorderà questa modifica che fu approvata dal Consiglio regionale. Della portata eccezionale della norma possono ovviamente usufruire anche gli anziani sottoposti a provvedimenti esecutivi di sfratto.
Anche in materia di edilizia agevolata sono previste facilitazioni a cittadini anziani: infatti, i bandi di assegnazione dei buoni casa prevedono un punteggio in misura proporzionale all'età del concorrente, nel senso che maggiore è l'età, maggiore è anche il punteggio, cumulabile con quello previsto per colui il quale è sottoposto a sfratto esecutivo.
Riguardo all'invito, contenuto nell'ordine del giorno citato, di chiedere al Prefetto di Torino la sospensione degli sfratti, rilevo che un'iniziativa della Regione in tal senso non potrà produrre gli effetti desiderati, sia per l'unilateralità della richiesta (non dimentichiamo che l'anziano può essere anche il locatore che esercita il suo buon diritto a rientrare nel possesso della propria casa per abitarvi, scaduto il contratto di locazione), sia per l'impossibilità giuridica a darvi attuazione. Infatti, a norma dell'art. 474 del Codice di Procedura Civile costituisce dovere primario ed istituzionale dei Prefetti garantire l'assistenza della forza pubblica all'ufficiale giudiziario. Si tratta nella specie, di un dovere primario: diversamente, lo Stato verrebbe meno ad una sua funzione istituzionale e fondamentale.
Il Prefetto, da me sollecitato in riferimento all'ordine del giorno che il Consiglio regionale gli inviò in ordine a tale questione, mi ha riconfermato la sua totale ed assoluta indisponibilità ad intervenire su situazioni di questo o di altro tipo che non siano all'interno del sistema legislativo nazionale.
E' del gennaio scorso, infine, la presentazione al Consiglio regionale della proposta di legge n. 234: "Norme sul diritto alla casa per persone anziane" ad iniziativa dell'interrogante stesso e con la solidarietà di quasi tutte le forze politiche del Consiglio. Su questa proposta di legge che è attualmente in II Commissione, la Giunta ha dato il suo assenso, nel senso che la Giunta è d'accordo di concorrere a che questo progetto di legge venga portato in aula, sia votato e venga fatta questa proposta al Parlamento (è un progetto di legge di proposta al Parlamento). Quindi, come Regione Piemonte e come governo regionale, siamo d'accordo nel chiedere al Parlamento di legiferare per dare una soluzione al problema degli sfrattati ultrasessantacinquenni. La strada corretta ci pare quella della proposta di legge al Parlamento, attualmente in II Commissione. Il Presidente Fiumara e i Commissari sanno che, da parte della Giunta, c'è il totale assenso e la totale intesa a che sia varata, rapidamente, venga in aula e sia inviata al Parlamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, la risposta dell'Assessore non mi soddisfa per quanto riguarda il fatto, citato nell'interpellanza, relativo alla proposta di istituire un ufficio specifico che fornisca alcuni servizi in ordine al problema degli sfratti alle persone con più di 65 anni di età.
L'Assessore, nella risposta che ha fornito, ha illustrato alcuni fatti intercorsi tra la presentazione dell'interpellanza (13/5/1991) e la risposta. Va da sé, che una risposta resa così in ritardo possa illustrare alcune cose che nel frattempo sono state fatte.
Rimango però stupito di questa omissione di risposta per quanto riguarda l'ufficio sfratti per ultrasessantacinquenni.
Il motivo è il seguente. Il problema degli anziani in Italia, per l'invecchiamento demografico del Paese, è un problema crescente. Non devo spendere tante parole per ricordare come, tra i tanti problemi che gli anziani devono affrontare, esiste anche quello delle pensioni trascurato dai partiti, dai Governi e anche da settori vasti dell'informazione pubblica. Se pensiamo che i partiti che nominano il problema delle pensioni riescono, senza strutture e senza propaganda, a drenare una parte del voto elettorale, vuol dire che tanti pensionati si sentono abbandonati ai loro problemi. In questa situazione, riterrei assolutamente doveroso che ciascuno per la propria parte, la Regione per la propria, dedicasse al tema delle persone che hanno più di 65 anni particolare attenzione. Sarei favorevole che sul tema della casa, che è il più drammatico per un anziano che se ne vede privare, la Regione Piemonte istituisse un ufficio nel quale i cittadini piemontesi che hanno più di 65 anni di età possano trovare un momento di informazione, di conforto e di risoluzione del problema.
Assessore, penso che anche lei, come succede a me, venga contattato da persone anziane, fisicamente spaventate e angosciate, perché si trovano di fronte a procedimenti amministrativi di carattere giudiziario che sono sempre disagevoli per tutti, ma diventano terribili per persone anziane spesso in non buon stato di salute. Non sanno che fare, da un avvocato non ci sono mai andate. Si trovano assolutamente sole, spesso prive di parenti.
Ho conosciuto alcune di queste situazioni. Sono anche andato in qualche soffitta del centro storico in cui si trovano ottantaquattrenni, ex operai FIAT, sfrattati da mansarde, con lo sfratto esecutivo, senza avvocati e parenti, che si fanno cinque piani di scale a piedi. L'ultima volta ne ho ricevuto uno in Consiglio insieme alla collega Bortolin.
E' possibile che la Regione Piemonte, con il proprio bilancio di tanti mila miliardi e il proprio personale di oltre tremila unità, non trovi la sensibilità e non decida l'opportunità politica di istituire su questo tema degli sfratti per ultrasessantacinquenni un ufficio e un numero di telefono al quale la gente che si trova in queste condizioni può rivolgersi? Ritengo che la Regione Piemonte, che ha queste competenze e che pu decentrare questi uffici sul territorio, potrebbe fare un'ottima cosa e dare un segnale concreto che sul fronte degli anziani non si procede come si è fatto sinora a tutti i livelli, cominciando dal problema degli sfratti alle pensioni e a tutti gli altri problemi degli anziani.
Sono un po' stupito e molto rammaricato del fatto che (ultima proposta contenuta nell'interpellanza, dopo un anno e qualche mese, non abbia avuto nemmeno l'attenzione di una risposta. La ripropongo all'Assessore, perch penso che ritornare sulle proprie decisioni sia sempre possibile; invito tutta la Giunta ed il suo Presidente a riflettere su questo tema. Penso che la Regione Piemonte - ma anche i Comuni e le Province, Assessore Carletto dovrebbero istituire un servizio che si chiami "Più di 65 anni", un ufficio con scritto questo termine, perché è una categoria di persone che ha particolari problemi e deve essere trattata con particolare cura e cautela.
In ultimo, il Presidente della II Commissione, il collega Fiumara, mi ha annunciato che la legge sulla quale tutti concordiamo e aspettiamo solo che un ufficio legislativo dia un parere, tornerà in Commissione la prima settimana di ottobre; mi auguro che in questo modo la Regione Piemonte approvando la legge che vieta lo sfratto alle persone ultrasessantacinquenni, con le cautele che abbiamo introdotto, possa inviare tale proposta al Parlamento.


Argomento: Parchi e riserve

Interpellanza n. 826 del Consigliere Marino, interpellanza n. 907 del Consigliere Chiezzi ed interpellanza n. 1283 dei Consiglieri Bresso Rivalta, Marino e Miglio inerenti il Parco di Avigliana


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame congiunto delle interpellanze n. 826, n. 907 e n. 1283.
Ha facoltà di parola il Consigliere Marino per l'illustrazione.



MARINO Massimo

Le risposte, mi pare di capire, saranno di due Assessori, o sbaglio?



CARLETTO Mario, Assessore regionale

La risposta è unica. L'Assessore Nerviani mi ha fatto a suo tempo una nota, che è ricompresa nella mia risposta.



MARINO Massimo

Sarò molto breve, perché, seppure non in quest'aula, della questione del Parco di Avigliana si è discusso molto ed in molte sedi e una parte dei presenti ha abbastanza conoscenza della questione. La mia è una breve riflessione di carattere generale: sul Parco di Avigliana, come in alcune altre situazioni simili, si ripropone con una certa urgenza la definizione della politica della Regione rispetto ai parchi, a quelli esistenti (e il Parco di Avigliana è sicuramente uno dei più vecchi esistenti in Piemonte) e a quelli che si stanno o si potrebbero costituire. La storia del Parco di Avigliana è estremamente lunga, e non ho intenzione di riassumerla. E' noto che la questione di fondo si può dividere in due parti: da una parte esistono alcune oggettive difficoltà nel mantenere integra quella motivazione originaria che ha portato alla tutela di quell'area e di ci che all'interno di quell'area esiste nella forma di parco Naturale, con alcune aree interne di riserva ed altre di area attrezzata. Oggettivamente ci sono delle difficoltà che possono derivare da molte cose, non ultimo anche qualche problema di timidezza e mancanza di iniziativa nella gestione. Ma sicuramente c'è un'altra questione, che è quella di fondo quella rilevante ed è che, in una situazione dove oggettivamente la politica delle aree protette sta scricchiolando, si rifanno avanti quegli interessi vecchi e noti, che tendono sostanzialmente a limare, a modificare, a trasformare un'area protetta, a liberare alcuni vincoli che l'area protetta ha creato e a riaprire il varco ad iniziative di tipo speculativo.
Alla luce del Piano regolatore vecchio già di quindici anni, fatto dal Comune di Avigliana, alla luce delle modifiche più recenti fatte sempre dal Comune di Avigliana, alla luce del Piano naturalistico che la Regione già da alcuni anni ha fatto, e alla luce degli avvenimenti recenti, soprattutto dell'iniziativa di alcuni proprietari di aree sicuramente organizzati da chi al di sopra delle loro teste ha altri obiettivi, sarebbe utile ed interessante sapere oggi con chiarezza e fino in fondo dagli Assessori competenti se intendono mantenere una coerenza nella politica di protezione di quest'area oppure se la politica della Regione, almeno per quanto riguarda il Parco naturale dei Laghi di Avigliana, si sia modificata rispetto al momento in cui, ben più di dieci anni fa, il parco è stato istituito. Queste sono le questioni; eventualmente, dopo le risposte degli Assessori, interverrò nuovamente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore regionale

Rendo la mia parte di risposta, poi eventualmente l'Assessore Nerviani valuterà, anche alla luce delle cose che il collega Marino ha detto illustrando l'interpellanza, se è il caso di integrarla.
In riferimento alle tre interpellanze in oggetto, tutte riferite alla salvaguardia dell'area T4 (area attrezzata) dei Mareschi nel Parco di Avigliana, presentate dai Consiglieri regionali Marino, Chiezzi, Bresso Rivalta e Miglio e tendenti a conoscere le iniziative regionali in merito anche in relazione alle previsioni del Piano regolatore comunale, si ritiene utile evidenziare quanto segue: il Piano regolatore di Avigliana, adattato dall'Amministrazione comunale nel dicembre 1989, è stato esaminato dal Comitato Urbanistico Regionale nell'aprile del presente anno e rinviato per controdeduzioni ai sensi del quindicesimo comma dell'art. 15 della L.R. n. 56/77 (cfr.
ripubblicazione parziale) diverse sono risultate le problematiche per le quali è stato richiesto un approfondimento progettuale: il dimensionamento residenziale produttivo, infrastrutturale, i caratteri della struttura urbana, gli ambiti di pregio ambientale, viabilità, ecc.
Tra i vari temi posti in discussione in questa sede, ci sembra ovvio fissare (attenzione sulla questione connessa alla salvaguardia dei valori ambientali e naturalistici di quella particolare parte del territorio comunale che si affaccia o più propriamente avvolge i Laghi di Avigliana.
Al riguardo, si deve evidenziare che di tali ambiti urbani compresi nel Parco naturale dei Laghi di Avigliana le esigenze di tutela e quelle di possibile utilizzo erano rispettivamente affidate al Piano naturalistico approvato ai sensi della L.R. n. 57/79 ed allo strumento urbanistico generale.
Alfine di favorire l'espressione di un parere sufficientemente articolato, che tenesse conto non solo di istanze urbanistiche ma anche delle iniziative assunte o proposte da altri Assessorati, si è ritenuto indispensabile richiedere un'apposita valutazione dell'Assessorato regionale ai Beni culturali ed ambientali - Settore parchi - la cui relazione ha costituito parte integrante della "proposta di voto"; come tale, dovrà essere tenuta in debita considerazione dall'Amministrazione comunale nella fase di controdeduzione alle osservazioni formulate.
Gli approfondimenti richiesti nel succitato parere si possono così riassumere: a) necessità di una generale correzione ed integrazione di riferimenti legislativi e di atti amministrativi regionali b) approfondimento della normativa per la trasformazione e l'utilizzo dell'area Fpr3 già occupata dallo stabilimento Montedison c) chiarimento sull'ambito e sulla portata dei redigendi Piani paesistici e coerenza fra le indicazioni fornite a tale proposito dagli articoli delle norme tecniche di attuazione d) conformità fra le indicazioni del Piano del parco e previsioni del PRGC in ordine al sistema di infrastrutture, alla fruizione turistica ed agli interventi autorizzati.
Per quanto concerne gli aspetti più prettamente urbanistici, relativi in particolare all'area Fpr3 (ex T4: dinamitificio Nobel), occorre rilevare come la normativa di attuazione del PRG riprenda, di fatto, quanto sancito all'art. 2 della legge istitutiva del parco in merito all'acquisizione o all'espropriazione dell'area per la formazione della prevista "area attrezzata".
A conferma di quanto sopra evidenziato, sembra opportuno rimandare a quanto affermato dall'Assessore Nerviani negli elementi di competenza del suo Assessorato, forniti al Presidente della Giunta regionale nel marzo 1992 (ed allegati alla presente), a parziale risposta alle interpellanze n.
826 e n. 907, rispettivamente dei Consiglieri regionali Massimo Marino e Giuseppe Chiezzi.
Fatto salvo quanto sopra riportato, gli specifici contenuti progettuali sono stati giudicati necessitanti di un incisivo perfezionamento; in particolare, la proposta del Comitato Urbanistico Regionale ha posto in evidenza la necessità di: analizzare attentamente le volumetrie "esistenti", tenendo conto della peculiarità dei manufatti e del differenziato stato di conservazione definire parametri più consoni alle specifiche destinazioni d'uso consentite, riconducibili al terziario di interesse pubblico (superfici utili, rapporti di copertura, altezze e numero dei piani) in luogo dell'attuale "indice volumetrico"; - quantificare la percentuale di 'edificazione a destinazione ricettiva, ricollegandola alle attività proprie dell'area, in un quadro di significative ipotesi di coordinamento funzionale con l'adiacente area Fpr3 (cfr. punto 13.1 degli indirizzi normativi del Piano naturalistico) rendere coincidente il perimetro dell'ambito con la delimitazione definitiva "area attrezzata" nella L.R. n. 46 istitutiva del Parco.
Si rileva, infine, che alle esigenze di tutela ambientale presenti nell'intero ambito dei bacini lacuali è stato coerentemente richiesto dai due Assessorati competenti che si offrano adeguate risposte attraverso la redazione di un Piano paesistico esteso all'intero ambito o, in subordine articolato in subaree costituenti "comparti" di un più ampio contesto, solo in parte normato dal Piano naturalistico.
In quest'ultimo caso, coerentemente con le indicazioni del "piano dell'area", è stata richiesta la definizione di un quadro generale normativo di riferimento con l'indicazione dei principali indirizzi informatori della pianificazione esecutiva, dei caratteri tipologici dei fabbricati e delle norme prestazionali riguardanti materiali ed elementi di arredo urbano.
L'approvazione regionale di Piani paesistici, indipendentemente dal soggetto proponente, costituisce comunque garanzia per un corretto controllo degli interventi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Il collega Carletto mi ha abbondantemente coperto sotto il profilo dell'informazione tecnica. Almeno sotto questo aspetto creda che le risposte siano venute puntuali. Ritengo che l'intervento della collega Bresso e quello del collega Marino richiedano un atteggiamento politico da parte dell'Assessorato ai Beni culturali ed ambientali sulla materia e che su questo, si manifesti esplicitamente in aula l'Assessore competente. Se questa ulteriore chiarificazione è necessaria, sono pronto a darla. In primo luogo, anche per poter intervenire opportunamente, come peraltro ho già fatto, chiedo al collega Marino di esplicitare il senso delle parole "timidezza della gestione".



MARINO Massimo

Mi riferivo all'E28.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Ti riferivi quindi al Parco di Avigliana. Altro invece è il discorso sullo "scricchiolare della politica dei parchi" e sulla conseguente "aggressione alla politica dei parchi di soggetti poco interessati ai parchi, anzi, nemici ostili". Per quanto riguarda la timidezza, appunto sarei lieto di conoscerla, non per polemizzare, ma per eventualmente correggere incertezze da parte di coloro che la gestione hanno in consegna e cioè il Consiglio di amministrazione del parco.
Per quanto riguarda lo scricchiolare di questa politica, devo dire, con assoluta tranquillità, che la politica dei parchi è una politica confermata sulla quale ci si è fortemente impegnati. Se le risorse economiche impediscono di fare alcune cose che fortemente desideriamo e che abbiamo dichiarato, ciò è dovuto al fatto che si va sempre più in profondità a verificare le incertezze dell'impianto complessivo, che hanno radici antiche e che hanno portato evidenti scompensi nella conduzione generale (vedi, per esempio, i contratti del personale). La conduzione complessiva è legata a norme rigide che ci siamo trovati e che cerchiamo, con un po' di coraggio, di modificare, ricevendo, come è inevitabile in questi casi, la risposta più dura ed intransigente che invoca massimi sistemi, invece di procedere alla correzione di dati obiettivi che si possono, con la buona volontà, opportunamente modificare.
Nello specifico - al collega Marino che ringrazio per la sua costante e puntuale attenzione a questi argomenti - ribadisco quello che ha già detto il collega Carletto, cioè la volontà regionale di mantenere la protezione dell'area T4, che è esplicita e che, peraltro, è sancita dalla stessa legge istitutiva del parco. D'altro lato, è stata ancora più ribadita con il Piano naturalistico approvato dal Consiglio regionale.
Nell'ambito normativo e giuridico che contraddistingue l'area del Parco naturale dei Laghi di Avigliana, non può che riconfermarsi la volontà di garantire la tutela dell'area T4 che, va ricordato, è tuttora comunque preordinata all'espropriazione o all'acquisto da parte della Regione.
Quest'ultimo aspetto, e così la previsione di garantire la proprietà pubblica dei terreni, costituisce da solo una garanzia nel senso auspicato dal Consigliere Marino.
Risulta invece di più difficile interpretazione quanto affermato nella sua interpellanza, in relazione all'autodichiarazione di valenza paesistica data dal Comune di Avigliana al proprio strumento urbanistico: infatti tale forma giuridica è inesistente in quanto, in base alla norma della legge n. 431/85, la competenza in materia è regionale e certamente non pu essere avocata a sé da un Comune. Pare, pertanto, che se il Comune di Avigliana ha inteso superare la norma con un proprio atto amministrativo questo tipo di soluzione sia palesemente illegittimo e non approvabile in sede regionale. Per quanto attiene infine all'intervento regionale a tutela dell'area dei Laghi di Avigliana, deve essere ricordato che è proprio grazie alla presenza del parco se alcuni problemi di gestione territoriale sbagliata sono venuti alla luce e se si è finalmente avviato un processo per invertire la tendenza al degrado. Va infatti sottolineato come i non razionali prelievi di acqua dal Lago Piccolo con scopi irrigui e l'inquinamento del Lago Grande fossero precedenti all'istituzione del parco e che l'attività dell'ente di gestione, fin dalla sua nascita nel 1980, ha consentito di addivenire a soluzioni di tutela idrobiologica e di gestione delle acque tali da costituire punto di partenza per una politica di salvaguardia complessiva dell'area. Deve essere ancora ricordato come azioni di tutela e di maggior attenzione all'ambiente poste in essere dal parco abbiano già contribuito al miglioramento dell'area, sia in termini di diminuzione dell'inquinamento (il cui merito principale deve essere attribuito al collettore fognario posto in opera dal Comune), sia in termini di controllo della situazione ambientale (ad esempio per il controllo della presenza di cinghiali o per il contenimento delle zanzare attraverso interventi di lotta biologica).
Ricordo ancora al Consigliere Marino che vi è un impegno da parte dell'Assessore Panella per intervenire in favore della pulizia del canale Naviglia, che ha creato alcuni problemi a causa dell'intasamento che lo ha caratterizzato negli ultimi anni. Voglio anche dire di essere con il collega Marino e credo lui sia con me nelle azioni di opposizione al tentativo di disgregazione della politica di tutela di quest'area specifica, tentativi che si sono ripetutamente manifestati negli ultimi mesi da parte di Consiglieri provinciali ed altri rappresentanti delle istituzioni locali. Tentativi che ho respinto aspramente (credo che il collega Rivalta ne possa essere buon testimone), partecipando ad assemblee pubbliche che ho aperto, nel momento in cui ho avuto la possibilità di intervenire, con la dichiarazione esplicita che nulla si toccherà di quanto è stato definito per il Parco di Avigliana. Notizie giornalistiche hanno riportato mie dichiarazioni di disponibilità allo svincolo di alcune aree: in una riunione informale ho semplicemente detto che alcune zone, in precedenza destinate a coltivo, se effettivamente dovessero essere coltivate pur rimanendo del parco, potrebbero avere lo svincolo agricolo cioè essere destinate alla produzione agricola. Credo che questo sia un fatto positivo e non negativo, che consente al parco di vivere ancora di più e meglio.
Questa interpellanza è purtroppo antica, non soltanto vecchia. Il percorso fatto da allora ad oggi è un percorso in positivo, che credo vada perfettamente in sintonia con le preoccupazioni del Consigliere Marino e con il suo impegno a difesa delle aree più delicate, cioè delle aree protette della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Rispetto alla risposta data dall'Assessore Carletto dichiaro la mia perplessità e la mia non tranquillità perché, pur fondata su atti formali espressi dalla Regione nei confronti del Comune di Avigliana, la risposta dell'Assessore non ha colto la sostanza del problema posto nelle nostre interpellanze. Mi consentirà l'Assessore Carletto di richiamargliela con due riferimenti.
Il primo è che Avigliana è uno dei centri dell'area torinese e insieme della Valle di Susa sottoposti da tempo ad una concentrazione di insediamenti di vario genere. Se sono vere, anche solo in parte, le aspettative, forse anche ingigantite, della relazione possibile tra il Piemonte, in particolare Torino, e la zona d'Oltralpe francese (Lione Grenoble e così via), questa tendenza crescerà. E' chiaro che Avigliana si presenta come il centro, ai margini dell'area metropolitana conurbata torinese, di accesso alla Valle di Susa per la direttrice verso la Francia e di accesso all'area torinese per chi viene dalla direzione opposta. Spero che oggi si potrà parlare della Valle di Susa attraverso l'altra interpellanza che abbiamo presentato e rimando quindi nella sostanza questo discorso, qui ne faccio solo un accenno. L'area di Avigliana, dentro il quadro della Valle di Susa, è un'area che dovrebbe essere sottoposta ad un'attenzione particolare e specifica non di un Assessore, ma della Giunta regionale. L'Assessore Nerviani ha già chiamato in causa l'Assessore Panella per un problema specifico, ma l'Assessore Panella ha altri problemi che lo chiamano in causa sulla questione di Avigliana (trasporti, viabilità e così via). Dovrebbe quindi esserci un'attenzione specifica e un progetto particolare dentro il quadro di un progetto che riguarda tutta la Valle di Susa, ma parleremo dopo di questa questione.
Il secondo riferimento è che Avigliana presenta particolari caratteristiche ambientali naturali, incentrate sulla presenza dei laghi e della zona umida. Il paesaggio è determinato dalla morfologia di questa zona che, attorno ai laghi, vede presente i contrafforti montuosi delle Alpi da una parte e la collina morenica dall'altra. Vi sono inoltre presenze storiche di grande rilievo, in particolare nel centro storico di Avigliana, che è uno dei pochi centri storici del Piemonte di un livello qualitativo elevato. Molti sono interessanti, ma certo quello di Avigliana presenta un livello qualitativo elevato in una collocazione di guisa e di panoramiche molto interessanti. Questa cittadina è sottoposta a pressioni enormi, che non corrispondono certo alle sue potenzialità e competenze di governo, ma che derivano da una parte da una collocazione geografica non solo regionale, ma internazionale e dall'altra dalle ragioni qualitative di tutela di aspetti importanti di questa cittadina. E' su questo quadro che anche attraverso questa interpellanza (inerente ad un aspetto particolare ma molto indicativo), noi chiediamo un intervento della Regione per far sì che le trasformazioni che questo sviluppo determina non portino un ulteriore degrado rispetto a quello già avviatosi in quest'area, ma introducano elementi forti di tutela dell'ambiente, degli aspetti naturalistici e storici.
Credo che Avigliana, anziché fondare le proprie prospettive future su una quantità di insediamenti che già la stanno soffocando (basta passare per Avigliana per rendersene conto: sta diventando una delle aree periferiche delle peggiori periferie e, in questo caso, della periferia metropolitana torinese), dovrebbe puntare, visto che lo sviluppo lo ha, al governo di questo sviluppo, partendo dal presupposto di salvaguardare le sue caratteristiche ambientali, culturali, storiche e naturalistiche.
In futuro questi elementi qualitativi conteranno. La periferia di una periferia metropolitana non sarà significativa; saranno significativi gli elementi di qualità che lo sviluppo è in grado di conservare, potenziare e qualificare. Allora, la questione del parco, che è solo un aspetto, va affrontata con molta forza da questa Giunta e dentro il quadro del governo complessivo di Avigliana. Interessa anche l'Assessore al turismo: il turismo deve vivere di questi elementi qualitativi, non soltanto di contributi agli operatori turistici, che spesso si dimenticano delle ragioni qualitative. Poi ci si chiede perché il turismo non viene a Torino non viene in Piemonte. Se non tuteliamo e qualifichiamo gli aspetti qualitativi di cui siamo depositari su questo territorio, il turismo va certamente altrove! La risposta dell'Assessore Carletto non mi tranquillizza, anzi per certi versi mi preoccupa. Sì, c'è un intervento interlocutorio di questa Giunta e di questo Assessorato verso il Comune di Avigliana, ma si tratta di un intervento che non affronta le questioni di merito e non si muove nella direzione di tutelare le prospettive di sviluppo di Avigliana sulla base di una qualificazione di quell'ambiente: Il Parco di Avigliana è una piccola cosa, dal punto di vista della sua dimensione; si fonda su due laghetti. Sono i laghetti di cui disponiamo nell'area torinese: non ne abbiamo altri, non siamo in Lombardia dove ci sono i grandi laghi, abbiamo solo quelli, e sono situati in un quadro morfologico alpino e collinare importantissimo.
Il parco è stata un'operazione lungimirante, voluta anche dagli amministratori di Avigliana di allora per conservare la caratteristica della zona, e io spero che questa tutela si espanda alla collina morenica di Rivoli, e così via. Il parco va tutelato per quello che ancora ci è rimasto, quella attorno ai laghi è una piccolissima area tutelata a parco: lì dentro bisogna fare soltanto politiche rivolte alla qualificazione del parco stesso e non bisogna consentire interventi privati.
Il privato che ha comperato gli edifici del dinamitificio sapeva che quell'area era tutelata. Non si tratta del vecchio proprietario degli anni '60-'70 che ha ottenuto l'inserimento di una norma di tutela (a parte il fatto che quel proprietario, al di fuori del parco, ha largamente fatto fruttare i terreni di quello stabilimento, poiché tutta l'area industriale di Avigliana è stata costruita sui suoi terreni). Il proprietario attuale l'ha comprata qualche anno fa e sapeva benissimo che era un'area tutelata.
E' stato un incauto acquisto? Gli errori si pagano! O è stata piuttosto un'incauta, inopportuna, scorretta operazione, che ha previsto di comprare a prezzo sicuramente più basso (perché c'era la tutela) e poi di esercitare pressioni sulle Amministrazioni comunale e regionale affinché venissero cambiate le norme? La norma introdotta nella legge del parco non consente operazioni private. E adesso si cerca di modificarla! Allora io chiedo all'Assessore Carletto di prestare particolare attenzione, perché questa è una storia vecchia più di noi, soprattutto in questo periodo molto rinvigorito dai processi urbanistici scorretti che vediamo emergere in varie parti del nostro Paese. La ragione della tutela è una ragione forte e giusta; io credo siano necessarie risposte forti da parte di tutti gli Assessori e anche dall'Assessore all'urbanistica, rispettando le norme legislative esistenti.
All'assemblea di Avigliana ho sentito l'intervento dell'Assessore Nerviani; mi rifaccio agli impegni da lui assunti di difesa e di tutela del parco, impegni anche a verificare che cosa non funziona in quel parco, e come Regione dovremmo farlo. Mi rifaccio a quell'impegno di tutela assunto dall'Assessore Nerviani: lo considero molto positivo, e mi affido a questo impegno perché diventi l'impegno di tutta la Giunta.
In quella sede ho sentito parlare della possibilità per quei privati del trasferimento di cubatura altrove. Secondo me, questa sarebbe già una larga concessione, in qualche misura anche spuria. Se tuttavia si deve entrare in possesso di quelle aree e di quelle strutture attraverso procedure di compensazione, allora sia un trasferimento di possibile cubatura al di fuori del Piano dei parchi, e il Comune di Avigliana si adopri per trovare le "aree di atterraggio" (uso una parola che a me non piace). Ritengo che l'urbanistica non si faccia attraverso i voli della cubatura, ma se quella è la posizione che la Giunta vuole assumere, lo si faccia, tutelando il parco e non lasciando riutilizzare, a fini privati, le cubature esistenti; eventualmente si potrebbe arrivare a compensazioni fatte sul piano di un rapporto molto chiaro e corretto di questo tipo.
Anche se non mi piace, prevalga la ragione della tutela del parco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Anche ad Avigliana e nel suo parco stanno emergendo i soliti problemi legati al tentativo di tornare indietro, non assegnando più priorità agli interessi ambientali rispetto ad altri interessi economici.
Sappiamo che ad Avigliana esistono tensioni di carattere speculativo che, messe a tacere in una prima fase, pian pianino sono tornate a farsi vive sino ad elevare la loro voce come non avevano fatto da molti anni.
Queste tensioni speculative, evidentemente, hanno un fascino che non è certo discreto, ma prepotente: il fascino prepotente della speculazione che può farsi strada, può cercare di imporre i propri interessi.
Chiedere all'Assessore di scegliere la tutela prioritaria degli interessi ambientali (che sono interessi di tutti) rispetto alla rimessa in moto di vecchi interventi speculativi; è una richiesta doverosa alla quale spero dia risposta affermativa. L'Assessore ha garantito che, dal suo punto di vista, gli elementi di tutela devono prevalere sugli altri.
Ci sono tensioni speculative per l'utilizzo di volumetrie. Si dice: "Si facciano atterrare queste volumetrie da qualche altra parte". Cerchiamo di stare attenti alla prassi dell'urbanistica contrattata, dell'urbanistica presa sotto la forza cogente di una tensione speculativa. Perché, eliminato un guasto là dove il terreno è più prezioso, non è affatto detto che questi interventi non vadano a turbare altri equilibri ambientali in altre zone del territorio.
Il territorio va salvaguardato in modo unitario. Ma quando le cubature si alzano da terra e volano altrove, un problema esiste già e non pu essere risolto singolarmente. Può essere risolto, se inserito in un progetto urbanistico di pianificazione.
Per quanto riguarda il cenno fatto dall'Assessore sulle valenze paesistiche dei Piani regolatori generali, ammesso che queste valenze siano poste in modo corretto dal Piano regolatore del Comune, penso che una risposta positiva, che certifichi la valenza paesistica, la Regione potrebbe darla in tempi molto brevi, ove la Regione Piemonte facesse quello che deve fare e che viceversa la Regione Piemonte, sin dal 1986, non fa.
La risposta dell'Assessore, così netta e puntuale, "Non tocca al Comune di Avigliana fare i piani paesistici, sia ben chiaro", è astrattamente giusta, ma politicamente inaccettabile e da respingere. Perché bisogna dire, caro Assessore Nerviani e caro Assessore Vetrino che ti ha preceduto e cara Giunta di queste formazioni politiche, che voi siete inadempienti dal 1986. Il Comune di Avigliana ha cercato, nel bene e nel male, di sostituire una competenza che la Regione non ha esercitato.
Cercate, cara Regione Piemonte, caro governo, di assumervi le vostre responsabilità: siete in, ritardo di sei anni. Avigliana, nel bene e nel male, una valenza paesistica al proprio Piano regolatore l'ha assegnata; la Regione non ha fatto altrettanto.
Invito nuovamente, più che a produrre documenti, ad approvare i Piani paesistici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

L'Assessore Nerviani mi ha, di fatto, invitato ad una replica. Dico quindi molto brevemente cosa intendo con precisione quando parlo di "scricchiolare" riferendomi alla politica regionale sulle aree protette.
La questione del Parco di Avigliana, uno dei più vecchi esistenti, e la questione della E28 hanno una cosa in comune, secondo me, estremamente chiara. Sul Parco di Avigliana, da anni, ma soprattutto nell'ultimo anno e mezzo, si sussegue una serie di assemblee, di momenti di incontro, o meglio, di scontro, rispetto ai quali i direttori di orchestra sono noti soprattutto è nota la musica che vogliono suonare ed è noto - perché credo non lo si possa mettere in dubbio - che da quello che mi dicono il 90% dei cittadini di Avigliana, se questi dovessero esprimersi in un referendum sul parco, sarebbero favorevoli all'esistenza e a non toccare nulla di quel parco.
Però, da più di un anno a questa parte, malgrado interrogazioni presentate (la mia, per esempio, è del 29/10/1991),1.600 firme presentate alla Commissione regionale che chiedono con chiarezza di esprimersi sulla tutela della T4, ecc., si susseguono una serie di momenti, apparentemente di confronto interlocutorio, che non fanno altro che lasciare spazio e rafforzare le speranze di coloro che dietro questa direzione della musica hanno degli obiettivi che tutti hanno ben presenti.
Io ho letto recenti dichiarazioni dell'Assessore Nerviani, il quale dice che la Regione, come ha fatto - mi pare - per il Giardino Rea di Giaveno, sarebbe intenzionata a riproporre l'esproprio, l'acquisto di una parte, almeno, dell'area. La ritengo una cosa positiva; mi permetto di esprimere qualche dubbio sul fatto che; nella situazione attuale, questo avvenga; se avvenisse, sarebbe però una buona cosa.
Ci sono delle questioni sulle quali lasciar marcire i problemi è un modo per alimentare le possibilità di coloro che hanno degli obiettivi che a tutti noi sono comprensibili, e all'Assessore Nerviani per primo. Quindi su alcune cose, il far passare i mesi e gli anni non è politicamente irrilevante.
La stessa questione - mi permetto di fare l'inciso perché, nei fatti l'Assessore mi ha invitato a farlo - riguarda la E28. Io ho partecipato con progressiva perplessità ad un sopralluogo fatto in Piazza Sofia. Ricordo che, quando il Consigliere Bresso ed altri presentarono la proposta di allargamento della riserva, dissi all'Assessore che quella questione sarebbe diventata politicamente molto grossa; rilevai, da una parte con piacere, dall'altra con molta perplessità, il fatto che ci fosse questo generale accordo nelle consultazioni di tutti gli interlocutori tranne di quello che contava.
Abbiamo assistito ad una penosissima sceneggiata, perché tale è stato il sopralluogo in Piazza Sofia, al termine del quale gli stessi funzionari regionali avevano dei dubbi sul fatto che le cartine fornite dal Comune (leggi dell'Assessore Galasso) corrispondessero davvero al progetto di anticipazione E28, del quale si sta discutendo in Comune.
Credo che su tali questioni non ci possa essere ambiguità: o la Regione va avanti nello svolgere un ruolo di tutela di un'area verde come quella oppure dica che ha cambiato politica ed è disponibile a ridiscutere con l'Assessore Galasso - ammesso che continui ad essere Assessore - per cambiare posizione e modificare la situazione.
Chiedo formalmente che l'Assessore Carletto ci dica con chiarezza, in qualche sede, quali sono i soldi eventualmente disponibili per le E28 perché ho sentito parlare di 200 miliardi, poi di 300 e adesso sono diventati 600 -, quali sono le scadenze rispetto alle quali quei soldi potrebbero essere 'persi" e che cosa c'entrano quei soldi con le E28.
Il pensionato ottantaquattrenne della FIAT di cui parlava il Consigliere Chiezzi, e le persone di quel genere che oggi hanno il problema della casa a Torino, nulla hanno a che fare con le E28, perché sappiamo bene che tipo di case verranno costruite in quella sede. Quindi, o la Giunta regionale e gli Assessori cambiano politica, cedono alle pressioni e hanno il coraggio di sostenere il loro progetto, oppure continuino a svolgere il loro ruolo e dicano che sulla sponda destra dell'area di Piazza Sofia non si costruisce nulla.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, ma non stavamo parlando di Avigliana?



MARINO Massimo

Sì, stavamo parlando di Avigliana, ma poiché le questioni sono esattamente le stesse, e oggettivamente credo che l'Assessore mi abbia sollecitato ad affrontare anche tale questione, credo che sul Parco di Avigliana, che è un Parco esistente, e sulla questione delle E28, che è un'area verde che si rimette in discussione, si debba scegliere, da parte della Regione, quale sia la politica da attuare. Basta sceglierla!


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi) - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 929 dei Consiglieri Bresso, Rivalta e Segre (richiamata in aula ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare) ed interpellanza n. 940 del Consigliere Chiezzi inerenti ai problemi ambientali e di deindustrializzazione della Valle di Susa.


PRESIDENTE

Passiamo all'esame congiunto dell'interpellanza n. 929 (richiamata in aula ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare), di cui al punto 3) all'o.d.g., e dell'interpellanza n. 940.
La parola al Consigliere Rivalta che illustra l'interpellanza n. 929.



RIVALTA Luigi

Tre mesi fa, quando discutemmo in quest'aula il problema dell'Alta Velocità, fummo invitati a considerare assorbita da quella discussione la risposta della Giunta a questa interpellanza.
Io mi rifiutai e chiesi che ci fosse la risposta, che avviene per una serie di coincidenze solo questa mattina, perché la discussione sull'Alta Velocità non aveva neppure toccato la stragrande parte dei punti che, nella nostra interpellanza, ponevamo all'attenzione della Giunta regionale.
Chiesi che venisse discussa, perché la Valle di Susa si presenta nel quadro regionale - lo dicevo prima parlando di Avigliana - come il territorio più sollecitato da interventi infrastrutturali, e, d'altro canto, anche da processi di degrado naturale (quelli dell'assetto idrogeologico), da problemi di abbandono di attività sull'ambiente, come la cattiva, o in larga parte inesistente in questo territorio, gestione forestale e degrado, per il modo con cui a tutt'oggi sono intervenute le azioni dell'uomo di tipo insediativo. Penso alle azioni turistiche, alle cittadine montane della Valle di Susa, che hanno visto decuplicare la loro potenzialità insediativa attraverso processi malgovernati, che hanno snaturato quei piccoli centri e l'ambiente, attraverso infrastrutture che hanno dissestato ulteriormente il territorio.
E' un'area quindi particolarmente difficile per la nostra Regione fragile dal punto di vista ambientale e sottoposta a grandi sollecitazioni di trasformazioni. Queste cresceranno in futuro, nella misura in cui andrà avanti una politica che credo sia giusta, e ritengo debbano andare avanti anche le interrelazioni culturali, sociali ed economiche fra il Piemonte Torino e là zona francese d'Oltralpe.
Quest'area deve essere all'attenzione della Regione Piemonte come una delle aree importanti di questo tipo di sviluppo e di relazioni internazionali. Invece, finora, non lo è stata; la realizzazione dell'autostrada in corso, in una fase ormai terminale di realizzazione, è avvenuta con insufficiente governo e attenzione all'ambiente.
Richiamo, come motivo del giudizio critico che ho espresso, il fatto che, in lunghi tratti della Valle di Susa, è difficile riconoscere la presenza del fiume Dora. E' scomparso sotto l'infrastruttura autostradale canalizzato e credo anche accorciato, devastato sulle sue sponde.
Tutto questo è avvenuto paradossalmente dopo un tentativo, del tutto fallito, di introdurre la valutazione di impatto ambientale come momento importante di scelta. C'è qualcosa che non ha funzionato nell'impostazione nelle metodologie assunte, o non ha funzionato il momento successivo della decisione, l'assenza di alternative, le pressioni che in valle sono state fatte per spingere questa autostrada sul fiume, quando probabilmente bisognava fare un'altra scelta. Tutto questo è avvenuto in una valle che dal punto di vista idrogeologico, credo sia fra le due o tre più fragili di tutto l'arco alpino piemontese.
Nelle mie reminiscenze di attività urbanistica di molti anni fa, avendo fatto un Piano regolatore di Bussoleno (poi rimasto a lungo nel cassetto perché non rispondeva alle aspettative di questo sviluppo caotico molto sollecitato dalle comunità della valle), ricordo che alcuni di quei torrenti laterali periodicamente, che ancora oggi non hanno perso la loro aggressività, creavano molti danni. In quella zona vi sono il torrente Prebec, il torrente Gerardo, e uno che ha un nome molto sintomatico: il torrente Merderello, perché continuamente scarica a valle deiezione e materiale.
Ho la sensazione che questo intervento dell'autostrada, che doveva essere accompagnato da una sistemazione idrogeologica, non abbia risolto i problemi, ma ne abbia creati di nuovi. C'è da auspicare che le piogge non siano così intense da provocare danni che sarebbero davvero disastrosi.
In vent'anni, dal 1961 al 1981, le stime dicono che c'e stato un aumento del 52% del suolo occupato a fini edilizi in una valle dove purtroppo, c'è stato l'abbandono di attività industriali e dove la popolazione stabile non è aumentata. Tutto ciò è avvenuto attraverso un governo del tutto insufficiente. Anche dove i Comuni hanno fatto i Piani regolatori- al di là della valutazione di quei Piani regolatori, che non sempre qualitativamente si presentano adeguati - vale il fatto che non è possibile governare processi del tipo di quelli che avvengono in Valle di Susa soltanto con Piani regolatori comunali. E' necessario, invece, che ci sia un progetto e un piano di valle. Introducemmo nella legge urbanistica n. 56 lo strumento del Piano Territoriale Operativo proprio per intervenire in punti come la Valle di Susa. I riferimenti erano la Valle d'Ossola, la Valle di Susa e l'area metropolitana. Non è possibile andare avanti senza strumenti di questo tipo: è necessaria una pianificazione complessiva che regoli e renda compatibile, soprattutto fra di loro e con quell'ambiente gli ulteriori interventi infrastrutturali ed insediativi che dovranno venire, e che in qualche modo li contenga. Per esempio, sarebbe interessante incominciare a capire che cosa determina la somma dei Piani regolatori dal punto di vista delle previsioni insediatine. Siamo in un Paese dove si cambia la casa quasi come si cambia il vestito, almeno in alcuni strati sociali, e si cambiano anche i vestiti, a proposito di sprechi e di austerità, come ci si rasa la barba al mattino. Allora mi sembra estremamente necessario uno strumento di controllo di che cosa sta avvenendo, di che cosa potrà avvenire e, soprattutto, a priori, di controllo di che cosa l'insieme delle previsioni dei Piani regolatori consentono in quella valle.
Si sono determinati fra i Comuni - ci sono molti segni - effetti imitativi, concorrenziali, speculativi nel fare le previsioni di piano poiché il Comune vicino aveva previsto certi insediamenti, certe infrastrutture, il Comune si sentiva in dovere di essere alla pari o addirittura in una posizione concorrenziale. Ne viene fuori che quella valle è ingovernata, non ci sono strumenti e non ci sono autorità sufficienti e adeguate per svolgere un'azione di governo. Le Comunità montane, se non rafforzate nei loro tentativi (sono stati tutti tentativi positivi, ma forse neppure questo può essere dato per certo e per scontato) e se non aiutate a svolgere una funzione di governo attraverso un'azione strumentale di intervento a livello superiore, che solo la Regione pu produrre, non sono in grado di affrontare questa dimensione dei problemi.
In quella valle è prevista una serie di operazioni, che elenco rapidissimamente. Il completamento dell'autostrada: per quello che è ancora possibile bisognerebbe evitare che avvenisse con ulteriore azione di degrado; comunque, prima di lasciare quei cantieri, la società che ha realizzato l'autostrada dovrebbe recuperare quello che è possibile e che la Regione ritiene necessario dal punto di vista ambientale, senza lasciare il degrado al livello in cui si trova. So che la SITAF si fa bella, in tutte le riunioni e i convegni, di avere fatto una grande operazione di tipo ambientale; io chiedo a tutti di andare a vedere in Valle di Susa che cosa ne è venuto fuori. Se quello è l'intervento, portato ad esempio da questi signori, di attenzione all'ambiente, davvero siamo al disastro e alla rovina per le operazioni future! E' prevista o è richiesta la realizzazione di un secondo elettrodotto mediano della valle. Anche qui non discuto se debba o non debba essere fatto, ma nella misura in cui deve essere fatto devono essere portate particolari attenzioni, di per sé ma anche nelle relazioni con tutte le altre infrastrutture che devono essere fatte.
Sono previsti progetti di utilizzazione idroelettrica della Dora da Pont-Ventoux a Susa, la costruzione di due bacini e di una nuova centrale.
Ma anche questo non sarà indolore su quel territorio. Anche se la costruzione di bacini idroelettrici, dal punto di vista di principio, è una prospettiva giusta da perseguire, in quell'ambiente come ci stanno, come si correlano con tutte le altre infrastrutture? E' possibile che si debba rinunciare a qualcosa dell'insieme di questa infrastruttura, ma a che cosa? Questo richiede una visione complessiva: ci sono progetti di captazione e utilizzazione idroelettrica dei corsi d'acqua delle alte valli di Bardonecchia e Ripa; il collegamento ferroviario dell'Alta Velocità, di cui abbiamo parlato tre mesi fa. Durante quel dibattito ho richiamato l'inadempienza di questa Regione rispetto ai problemi di propria competenza, che sono quelli dell'impatto su quel territorio fisico e su quella comunità.
Ci sono investimenti ed interventi di ristrutturazione industriale connessi al Regolamento CEE n.2052 del 1988: anche qui, cosa sta avvenendo? Ci sono aree industriali dismesse: vengono riutilizzate? Ci sono aree industriali nuove? Come si utilizzano le risorse esistenti senza creare ulteriori problemi? La realizzazione del collettore di valle è opera importante, evidentemente, per la tutela delle acque, ma non sarà una realizzazione che non porrà problemi; in quella valle stretta, già fortemente condizionata da presenze infrastrutturali rilevanti (come la ferrovia, l'autostrada, le strade e gli abitati), la costruzione di questo collettore sarà un problema, non dei più grandi, ma da guardare con attenzione.
C'è una proposta di captazione delle acque dell'alta valle per utilizzi a grande distanza verso l'area torinese e c'è un'ulteriore ipotesi di incremento di tutta l'area sciistica e turistica con le relative infrastrutture. Questa previsione è ingigantita ed esaltata, come si fa in tutti questi casi; penso, ad esempio, a quante se ne sono dette sulle Colombiadi di Genova, in parallelo con i Mondiali di calcio, e poi, in seguito ad una pioggia intensa, un'alluvione (forse una maniera di onorare Colombo era quella di guardarsi sotto i piedi), ho sentito questa mattina che la Magistratura ha aperto un'inchiesta per stabilire le responsabilità strutturali. Io spero che non ci siano, perché se davvero ci dovessero essere delle responsabilità strutturali si avrebbe l'evidenza dello spreco del denaro per le Colombiadi. Persino un pezzo della Torino-Pinerolo mi pare sia stata costruita con questi finanziamenti, in presenza di una situazione idrogeologica di Genova e dei suoi dintorni non sotto controllo.
Sarebbe davvero grave e i risultati di Mantova potrebbero ingigantirsi fortemente di fronte ad ulteriori segni di questo tipo.
L'interpellanza è una sollecitazione, ma non posso non evitare di dire che questa Giunta regionale si mostra inadeguata, inadempiente.



PRESIDENTE

Mi permetta, la prego solo di arrivare alla chiusura!



RIVALTA Luigi

Sì, le dirò, Vicepresidente del Consiglio, che io sto aspettando di discutere questa interpellanza dal 13 gennaio: lei dovrebbe concedermi almeno lo spazio per poterla illustrare, visto che ho aspettato tanto. Se ci fosse stata una risposta tempestiva, probabilmente si sarebbe aperto un processo, in Consiglio ed in Commissione, di lavoro su temi di questo tipo e io sono - credo giustamente - indispettito dal fatto che su questioni così importanti non solo non si lavori, ma non si parli in questo Consiglio regionale. Ritengo siano questi i temi ché il Consiglio regionale deve affrontare; siamo quasi alla fine del 1992 e un'interpellanza presentata nei primi giorni di gennaio trova solo oggi la possibilità di una discussione. Lei, essendo della Valle di Susa, conoscerà non solo questi problemi, ma tanti altri, e allora le chiedo di impegnarsi affinché vengano affrontati con un'azione di governo di questa Regione. Questa interpellanza l'abbiamo costruita con la gente e le associazioni della Valle di Susa queste conoscenze vengono da una vita reale, come immagino sia la sua Vicepresidente Montabone, nella Valle di Susa, ma mi lascia molto stupito che, proprio conoscendo, non si abbia l'ansia di poter intervenire.



PRESIDENTE

Consigliere, io ho anche dei doveri come Presidente momentaneo del Consiglio e uno di questi è quello di richiamarla ai tempi. Se poi lei intende proseguire, non la posso certo mandare fuori!



RIVALTA Luigi

Cerchi di essere meno burocrate ed affronti meglio i problemi di merito! Come dicevo, c'è bisogno di un'iniziativa di grande respiro e dinamicità da parte di questa Regione e della Giunta regionale che abbiamo di fronte, un'iniziativa che coinvolga tutti gli Assessori; non c'è solo un Assessore che debba sentirsi responsabile del problema della Valle di Susa ma l'insieme degli Assessori è responsabile di una mancanza di azione di governo e deve sentirsi impegnato ad intervenire, compreso il Presidente.Noi avevamo fatto precise domande riferendoci alle cose che la Giunta regionale, se non questa, quella passata, si era impegnata a fare.
La Giunta regionale del Piemonte aveva presentato al Consiglio, il 20/3/1990, allo scadere della passata legislatura (è stata solo un'uscita elettorale?), una proposta di deliberazione per la formazione del Piano Territoriale Operativo. La cosa, che io sollecito ancora oggi, è molto positiva nei confronti della Valle di Susa ed è una delle ragioni per cui si è introdotto ed inventato lo strumento del Piano territoriale della Valle di Susa. Poi, il 17/7/1991, c'è stato un rapporto Regione-SITAF per verificare i fenomeni in atta, i progetti, il ripristino ambientale del territorio interessato alla costruzione dell'autostrada. Nel passato ci sono stati addirittura studi dell'IPLA, quando ancora non era regionale, su tutto il territorio della Valle di Susa, ma anche studi condotti dalle Comunità montane, e così via.
Che cosa è stato di tutto questo? E, in particolare, cosa è avvenuto di quel Piano Territoriale Operativo per il cui studio ed elaborazione si è votato in questo Consiglio? Che cosa è avvenuto del rapporto con la SITAF? C'era il problema del ripristino ambientale posto all'interno: è questo il ripristina ambientale che viene fatto e che va avanti? Chiediamo di conoscere i motivi peri quali la proposta di deliberazione prima richiamata non ha avuto seguito, come intende procedere la Giunta regionale per dare una rapida conclusione, utilizzando gli studi che ci sono, ad una prima elaborazione del Piano Territoriale Operativo della Valle di Susa e realizzare, attraverso lo strumento ed un'aggregazione di istituzioni, una forza politica capace di affrontare il futuro di questa valle. Chiediamo lo stato di applicazione del protocollo d'intesa e i risultati conseguiti tra Regione e SITAF; chiediamo, in generale, la volontà della Giunta a voler procedere in questo senso e, se ha già fatto proposte, perché non ce le comunica. Perché non le sottopone, con un apposito punto, all'esame delle Commissioni regionali competenti e di questo Consiglio regionale? Non potrete essere assolti per la vostra funzione di governo, se i problemi come quello della Valle di Susa non verranno affrontati con i giusti strumenti e con il giusto impegno politico, che dia alla Regione la funzione di non essere un burocrate, ma davvero una Regione capace di governare processi di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, anche il Gruppo di Rifondazione Comunista è intervenuto con un'interpellanza ed altre iniziative per porre il problema del governo della Valle di Susa. L'intervento del collega Rivalta ha toccato molti punti sui quali sono in consonanza e questo mi consente di ridurre i tempi del mio intervento. Vorrei aggiungere alcune cose che ritengo importanti e, per certi versi, prioritarie. In questo mi rivolgo non solo al governo regionale, ma a tutti i colleghi a cominciare dai colleghi del PDS, promotori di questa prima interpellanza. Quello che ha detto il collega Rivalta è tutto vero: la Regione è in grave ritardo su certi problemi ed assente per ciò che riguarda i progetti di pianificazione. Ci sono decisioni importanti che, o vengono assunte al di fuori delle sedi proprie o vanno alla deriva per inerzia. Spesso ci troviamo delle opere eseguite senza averle mai discusse. Ma il fatto prioritario che volevo segnalare a tutti è il seguente: caro Rivalta, forse non è nemmeno vero quello che hai detto: ".., non c'è un governo in Valle di Susa". Comincio a pensare che un governo in Valle di Susa ci sia e che per molte questioni, sia rappresentato dalla società per azioni SITAF che disponendo di una massa di miliardi in cui le centinaia sono le unità di misura, ha fatto opere di pianificazione, programmazione ed esecuzione di opere pubbliche lungo tutto la valle. La SITAF non ha solo costruito l'autostrada con tutti quei miliardi. La SITAF ha colloquiato direttamente con Sindaci, con Presidenti e Vicepresidenti di Comunità montane, con Assessori di tutta la valle, e ha eseguito opere che con l'autostrada nulla hanno a che vedere (le cosiddette compensazioni peri Comuni).
Pongo al centro della riflessione, per quanto riguarda la Valle di Susa, il problema che l'unico governo che "esiste" - e per esiste intendo dire il governo che fa delle cose, cerca di risolvere i problemi - non sono le istituzioni democratiche, Regioni, Comuni e Comunità montane, ma è una società per azioni. Allora, la democrazia in Valle di Susa è la democrazia che il Codice Civile consente con gli articoli che regolano le società per azioni. E' quello il grado di democrazia di cui ha bisogno la Valle di Susa? Ci accontentiamo della democrazia consentita dalla gestione di una società per azioni dove i partiti hanno nominato i loro rappresentanti? Tutti i partiti, anche il PDS! Su questa considerazione siamo o non siamo d'accordo! E' vero, in tutto o in parte, che c'è un grosso potere non istituzionale che governa la Valle di Susa? Siete d'accordo che la SITAF continui ad avere ruolo anche politico di programmazione e utilizzo delle risorse? O no? Se sì, continuate come state facendo. Se no, ritengo che la questione della SITAF e della partecipazione all'interno di questa società debba essere discussa, perché questo super potere soffoca tutto il resto.
Anche il ruolo della SITAF, come società per azioni lottizzata dai partiti deve essere a mio avviso ridiscusso per riconsegnare alle istituzioni Regione, Comuni e Comunità montane, i poteri loro propri. Mi rendo conto sentendo l'aria che tira e vedendo la disattenzione con cui le altre forze politiche partecipano a questo dibattito, che portare a termine una "rivoluzione" di questo genere, riportare la SITAF alle sue strette competenze e far governare Comuni e Regioni, richiederà del tempo, volontà ed atti che rompano questo sistema di governo che è anche un sistema di potere.
Come Rifondazione Comunista la proposta che facciamo per recidere questo modo di governare è quella di tentare di dare, più che in passato la parola ai cittadini della Valle di Susa: non sotto forma di astratta provocazione, ma sotto forma di iniziativa concreta di carattere consiliare. Ritengo, a questo punto, che un tentativo vada fatto partendo dal basso. Nello Statuto della Regione Piemonte è scritto, all'art. 64, che la Regione Piemonte può delimitare aree territoriali entro le quali indire una consultazione nella quale richiedere il parere della popolazione. A tale scopo, nel maggio 1992, ho presentato insieme al collega Maggiorotti una proposta di deliberazione che, spero, possa essere discussa in questo Consiglio. E' una proposta nella quale ci si limita a richiedere la consultazione popolare per quanto riguarda un'opera. E' volutamente limitata ad una sola opera, l'Alta Velocità, perché è una deliberazione esemplare di come si potrebbero riavviare nuove forme di governo in Valle di Susa. Ma su altri problemi si potrebbe ragionare allo stesso modo.
Penso che il bandolo dell'iniziativa politica debba partire da iniziative di questo genere.
Penso che una situazione così degradata e un potere di decisione e di governo delle istituzioni così espropriato da parte della SITAF non possano essere risanati richiedendo, per l'ennesima volta, a chi non l'ha fatto, di redigere ed approvare strumenti di pianificazione complessi e di difficile attuazione per merito e procedure. In questo senso, il ricorso a strumenti tipo il Progetto Territoriale Operativo (PTO), il cui iter è faticosissimo se in astratto corrisponde a bisogni di pianificazione, di fatto nell'attuale situazione di governo penso significhi produrre nulla di concreto sul territorio. Le forze di opposizione che vogliono cambiare questo sistema di potere in Valle di Susa potrebbero cominciare a ragionare sui problemi con la gente. La proposta di Rifondazione Comunista della consultazione è una proposta: può essere non l'unica e non la più giusta.
Noi la sosteniamo, chiedendo che la Regione faccia il proprio dovere nei confronti di questo territorio: lo delimiti, all'interno di questi limiti ponga dei quesiti, faccia una consultazione ad alta valenza politica. Sulla base dei pareri della popolazione la Regione avvii una rinascita delle istituzioni democratiche e dei loro poteri nella Valle di Susa.
Spero che su queste scelte di Rifondazione Comunista altri partiti e gruppi esprimano la loro opinione e diano un'indicazione positiva. La sinistra democratica e ambientalista, per riavvicinare la gente della Valle di Susa alle sue istituzioni, per dare più potere alla gente di esprimere il proprio parere su atti che incidono profondamente sulla valle, spero non tralasci questa proposta di consultazione diretta dei valligiani valsusini.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Leggerò una nota formale di risposta alle interpellanze presentate da numerosi Consiglieri e che sono state illustrate dai Consiglieri Rivalta e Chiezzi. Soltanto per necessità di puntualizzazione e di rispetto dell'obiettività, a parziale giustificazione del consistente ritardo con cui si risponde a questa interpellanza, debbo dire che la stessa aveva già avuto una risposta, un po' diversa da quella che darò oggi, per iscritto, e chela discussione della stessa è stata ripetutamente rinviata qualche volta per mia assenza, altre volte per indisponibilità di alcuni colleghi interroganti.
Debbo anche dire subito che non si è rimasti indifferenti alle problematiche segnalate, come dirò poi formalmente; aggiungo che personalmente mi sento quanto meno molto giustificato nei confronti di me stesso, per il tentativo ripetuto di far entrare questa problematica nelle emergenze che sono sempre più numerose del Consiglio regionale, avendo trovato nel cammino qualche difficoltà dovuta all'eccezionalità della vicenda politica che stiamo vivendo e che comporta urgenze tutti i giorni al punto da non riuscire a capire con esattezza qual è l'emergenza delle emergenze e quindi scegliere opportunamente in modo da trovare la più ampia o almeno una sufficiente soddisfazione da parte dei colleghi Consiglieri.
Dette queste cose per dovere e per verità, sfondando una formalità consolidata, debbo esprimere il mio ringraziamento ai Consiglieri Chiezzi e Rivalta, perché credo che i temi proposti siano temi veri e che anche l'illustrazione fatta sia convincente della verità e della consistenza dei problemi. Credo che il loro intervento serva a tutto il Consiglio, perch assume una coscienza piena della rilevanza dei problemi in una zona particolarmente delicata che in futuro sarà inevitabilmente, ritengo ulteriormente assalita, aggredita (per usare verbi di altri), o comunque interessata (per usare verbi governativi), da numerosi interventi che non potranno essere elusi, che potremo contrastare magari anche sul piano del principio, ma che hanno più forza delle nostre convinzioni, delle nostre illusioni o delle speranze, che portano a ritenere che queste opere non siano così assolutamente necessarie. Poi, invece, la necessità si impone e si impone anche alle nostre speranze e alle nostre illusioni, perché la vita la conduciamo soltanto in parte ed anche il progresso lo guidiamo al meglio che possiamo, ma certamente non secondo le nostre più ideali intenzioni.
Devo dire al collega Chiezzi che non ho capito la sua proposta: dal taglio che essa assume, non mi vede personalmente (sono uno dei 13 e uno dei 60) favorevole, perché non capisco bene dove dovrebbe indirizzarsi; non vorrei che si traducesse in un polverone che non corrisponde a niente di concreto se non ad una provocazione politica. Detto questo, però, sé la proposta di Chiezzi si definisse in termini positivi, personalmente non avrei alcun problema ad esaminarla e a proporla ai colleghi come una proposta buona.
Mi pare che il filtro delle Amministrazioni comunali, delle istituzioni pubbliche in genere, sia ancora un filtro fondamentale e che la consultazione sia uno strumento eccezionale da riferire ad argomenti obiettivi e puntuali. Diversamente, un altro percorso ci porterebbe in un groviglio di situazioni politiche e di tensioni che sono tutte esattamente il contrario della democrazia e sono contraddittorie rispetto agli obiettivi che, credo almeno in via di principio, insieme perseguiamo.
L'impegno della Regione nell'affrontare il complesso delle problematiche presenti in Valle di Susa si è avviato nel 1987 con la richiesta alla Società SITAF (concessionaria dell'autostrada Torino-Frejus) di predisporre uno studio d'impatto ambientale del progetto autostradale su cui avviare sperimentalmente (in assenza dei provvedimenti di legge nazionale sulla VIA entrati in vigore nel 1989) attività valutative e proposte migliorative.
Per lo svolgimento di tale attività veniva costituito, con deliberazione del Consiglio regionale, un gruppo di lavoro composto da funzionari della Giunta, del Consiglio e da esperti degli enti strumentali e coordinato dall'Assessorato alla pianificazione territoriale, che predisponeva osservazioni e proposte di modifica riferita al tracciato e al suo inserimento territoriale ed ambientale.
L'attività, che veniva condotta sulla parte preliminare dello studio d'impatto, metteva in luce soprattutto elementi critici del tracciato proposto (specialmente in relazione alla contiguità del tracciato autostradale con l'alveo del fiume) e sottolineava la necessità di definire un progetto territoriale di governo dell'asta valliva (area, come noto, già soggetta a rilevanti pressioni antropiche e problematiche ambientali aggravate dalla costruzione dell'autostrada). Su richiesta delle comunità locali veniva inoltre costituita, nel giugno 1988 (era allora Assessore la stimata collega Bianca Vetrino), presso il Consiglio regionale, la "Conferenza per le problematiche della viabilità in Valle di Susa" di cui facevano parte Consiglieri regionali, la Comunità montana e le Associazioni ambientalistiche della valle.
La definitiva approvazione e il relativo finanziamento, da parte dell'ANAS e con le procedure straordinarie dei Mondiali di calcio 1990, del progetto autostradale non dava compiuta soluzione ai nodi e ai conflitti evidenziati dalla Regione e dalla comunità locale in merito all'inserimento ambientale del manufatto.
La volontà della Regione di affrontare comunque tali problemi, anche in fase di realizzazione dell'autostrada, trovava disponibilità nella società concessionaria e veniva costituita una Commissione mista (composta da tecnici regionali e da tecnici SITAF) con il compito di individuare una serie di azioni tese, da un lato, a ridurre l'impatto della fase di costruzione e, dall'altro, a definire impegni della società per successivi interventi di mitigazione.
Sono d'accordo non su quanto ha detto il Consigliere Chiezzi per intero, ma su un concetto che mi pare abbia posto alla base di qualche riflessione, e cioè che spesse volte gli enti di grandi dimensioni diventano elementi fortemente condizionanti delle linee e delle scelte soprattutto delle piccole comunità. Questo non è bene che sia e contro questo indirizzo bisogna, con un'assunzione più forte delle responsabilità assumere atteggiamenti decisi. Se il pericolo avvertito dal Consigliere Chiezzi in Valle di Susa esiste e se corrisponde alle preoccupazioni certamente dobbiamo attuare delle iniziative, perché questo venga ridotto ai limiti delle compatibilità sostenibili.
Gli interventi di mitigazione sono diventati oggetto del Protocollo d'intesa siglato tra Regione e SITAF nel luglio 1990 e riferito al tratto terminale dell'autostrada, tratto Susa-Torino. Si tratta sia di interventi di integrazione progettuale miglioranti la qualità del manufatto e dell'ambiente, sia di indicazioni ed accordi per la fase di costruzione.
Un primo livello, "direttamente progettuale", è relativo alla definizione, progettazione e predisposizione di opere tecnologiche, che ottimizzano la qualità ambientale del manufatto: barriere antirumore contenitori per gli sversamenti in caso di incidente, sistemi di monitoraggio, sistemazione visiva dei rilevati e dei muri di contenimento ecc.
Un secondo campo è relativo al Piano di reperimento degli inerti e comporta l'attuazione di specifiche modalità di comportamento per l'approvvigionamento ed il conferimento a discarica del materiale per la costruzione.
Il terzo livello comporta la predisposizione di progetti di sistemazione ambientale in valle anche non direttamente connessi all'autostrada, ma miglioranti complessivamente la qualità ambientale dell'area: sono relativi alla sistemazione delle aste torrentizie a rischio (affluenti della Dora e interferenti con il manufatto autostradale) e alla progettazione di piani di recupero ambientale per aree degradate e manomesse.
Nella fase attuale la Regione sta esaminando gli elaborati e le proposte consegnate dalla società, verificandole anche con le ulteriori decisioni regionali d'intervento nell'area, quali quella prevista nel piano di sistemazione ambientale presentato per il sub-bacino della Dora Riparia all'Autorità di Bacino del Po, di cui alla legge n. 183/89.
E' necessario sottolineare che l'attività di verifica dell'attuazione di tali contenuti sconta attualmente limiti innegabili: da un lato, le limitatezze del campo d'intervento, riferito al solo tratto Susa-Rivoli che riduce forzatamente l'incidenza delle azioni possibili e l'organicità degli interventi; dall'altro, la non regolamentazione dell'attività, che rischia di rendere il confronto tra la Regione e la società non costante e continuativo.
Appare inoltre opportuno integrare il Protocolla d'intesa con le iniziative proposte dalle comunità locali e presentate alla Regione prevedendo più continuative sedi di confronto con i soggetti operanti in ambito locale e integrando il gruppo di lavoro, attualmente operante, con i rappresentanti delle Comunità montane e di altri soggetti pubblici operanti in valle.
Tali esigenze sono state presentate al Presidente della Giunta regionale, che ha incontrato in più riprese i rappresentanti della Comunità montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia e della Comunità montana Alta Valle di Susa. L'attività in corso è indirizzata verso: l'estensione dell'ambito di intervento, oggetto del Protocollo d'intesa, all'intero collegamento autostradale Bardonecchia-Torino l'aggiornamento e razionalizzazione dei contenuti al fine di adeguarli alle iniziative e ai progetti già definiti nell'ambito del Piano di bacino della Dora Riparia, in particolare per quanto attiene agli interventi idrogeologici, idraulici ed ambientali la definizione di modalità di esercizio dell'autostrada atte alla valorizzazione dei circuiti turistici e culturali esistenti in valle la predisposizione di un progetto generale di assetto ambientale paesistico da raccordare, sulla base delle indicazioni urbanistiche e progettuali degli enti locali, con gli interventi di sistemazione delle aree occupate dalla società.
Per quanto attiene alla predisposizione di uno strumento generale d'intervento (reso ancora più urgente dalle ipotesi di interventi infrastrutturali a grande impatto ambientale ed economico, quali la linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione, i progetti relativi allo sfruttamento idroelettrico e l'elettrodotto Moncenisio-Piossasco), occorre sottolineare che la Giunta regionale ritiene necessario definirlo anche sulla base delle varie iniziative settoriali già avviate dalla Regione nei campi turistico, di finanziamento al settore industriale e di riassetto idrogeologico.
La Comunità montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia, nel gennaio 1990, presentava un proprio elaborato di studio, riferito alle problematiche d'inserimento dell'autostrada nel contesto vallivo chiedendola predisposizione, da parte della Regione, di un Progetto Territoriale Operativo.
La Regione, riconoscendo la necessità di dover affrontare i problemi connessi alla realizzazione degli interventi infrastrutturali, non in modo frammentario ma in una logica di pianificazione e programmazione dello sviluppo dell'area, non ha ritenuto che lo strumento proposto fosse il più adatto ad affrontare la globalità dei problemi territoriali, urbanistici e di rischio ambientale dell'area. Prioritaria appare in questa fase infatti, l'assunzione, da parte del governo regionale, degli obiettivi di sviluppo e delle strategie di intervento su cui portare a coordinamento e raccordo le iniziative settoriali già avviate e i nuovi progetti. In questo senso, la futura approvazione del disegno di legge regionale sulla pianificazione territoriale consentirà - spero - di operare in un quadro di maggiore chiarezza e con strumenti di intervento adeguati.
Tuttavia il ruolo strategico della valle nel contesto regionale, nonch la necessità di valorizzare adeguatamente le risorse disponibili (quali ad esempio i Fondi strutturali della Comunità Europea e i finanziamenti dell'Autorità di bacino), rendono indispensabile un impegno immediato e particolare.
L'Assessorato alla pianificazione territoriale avvierà, sulla base delle indicazioni e con il raccordo degli altri Assessorati direttamente interessati, la predisposizione di un primo strumento di indirizzo, da intendersi in una prima fase quale Schema Direttore (da tradursi successivamente, anche a seguito del chiarirsi del quadro legislativo territoriale in un Piano d'Area per la Valle di Susa), per il quale si possono prefigurare, in linea di massima, i seguenti contenuti: definizione degli obiettivi di intervento valutazione e raccordo dei progetti già avviati; - individuazione dei progetti di intervento intersettoriali mirati indirizzo delle politiche settoriali regionali.
In tale attività si terrà adeguatamente conto degli studi già presentati dalla Comunità montana Bassa Valle di Susa e Val Cenischia integrandoli con i nuovi elementi di conoscenza emersi dalle analisi condotte dalla Regione per il collegamento ad Alta Velocità Torino-Lione e per la valorizzazione del settore turistico.
Contemporaneamente, si propone la costituzione di una sede di confronto immediata con gli enti locali, sulle problematiche oggi aperte, attraverso l'attivazione di un tavolo di lavoro, coordinato dal Presidente della Giunta regionale, e composto da: Presidenti delle Comunità montane Alta Valle di Susa e Bassa Valle di Susa e Val Cenischia Assessori regionali alla pianificazione territoriale, commercio e artigianato, ambiente, agricoltura, turismo, viabilità e tutela idrogeologica, industria Provincia di Torino rappresentanti delle Associazioni ambientaliste attive a livello locale.
In tale organismo verranno analizzate le indicazioni di intervento e le ipotesi di sviluppo emergenti nel corso dell'attività di formazione dello Schema Direttore della Valle di Susa; sull'attività verrà ovviamente relazionato al Consiglio regionale.
E' a tutti noto che il processo di pianificazione, purtroppo, è lento dietro a questo, d'ora in poi, anche in virtù delle sollecitazioni avute ci sarà comunque la massima buona volontà dell'Assessore pro tempore competente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Colleghe e colleghi, la risposta dell'Assessore non ci ha convinti; non siamo molto soddisfatti di questa risposta, né ci aveva convinto e né ci convince ora la delega di governo del territorio della Valle di Susa che di fatto, è stata affidata nelle mani della SITAF. Questa società, come ha ricordato prima il collega Chiezzi, è diventata l'unico punto di riferimento, una specie di "governissimo" delle politiche territoriali della valle. Una delega che, tutto sommato, la risposta della Giunta non ha potuto smentire, anche se abbiamo apprezzato le parole dell'Assessore quando si impegnavano a fare chiarezza su questo punto.
Noi, come Verdi, abbiamo appoggiato e firmato con convinzione e sosteniamo l'intervento dei colleghi del Gruppo del PDS sulla Valle di Susa, perché pensiamo che la situazione ambientale di questa valle richieda e l'abbiamo già detto in altra occasione, intervenendo in specifico sulla questione dell'Alta Velocità un'attenzione del tutto particolare.
In questi ultimi decenni la valle è stata oggetto di una serie di aggressioni senza pari, aggressioni che hanno avuto peraltro negli ultimi anni un'accelerazione del tutto particolare. Questa aggressione è stata portata avanti da soggetti diversi, da più parti e tutti hanno operato sul territorio della Valle di Susa senza alcun coordinamento. Ognuno ha portato il suo contributo di devastazione al territorio, senza alcuna cura dei guasti e delle ferite che già erano state inferte alle valle con precedenti interventi.
Solo grazie all'intervento delle forze ambientaliste che operano in valle è stato possibile, in taluni casi, attenuare in altri ostacolare la devastazione di un territorio che è stato oggetto di incessante rapina. La Valle di Susa ha visto all'opera, in questi ultimi anni, quelli che Antonio Cederna non avrebbe esitato e non esiterebbe a definire "i barbari del territorio".
Nel momento in cui l'allarme ecologico trova ogni giorno di più dei supporti scientifici inconfutabili, ritengo che in questi anni in Valle di Susa si sia operato con una visione medioevale. Il territorio è stato considerato alla stregua di un substrato inerte, privo di vita, su cui operare in modo selvaggio, senza alcun rispetto, con l'unico scopo della ricerca del profitto e probabilmente - ahimè, dobbiamo aggiungere delle tangenti.
Come si ricordava in questi giorni, il guaio di questo Paese è sì nelle tangenti, ma anche e soprattutto nel fatto che molte opere - e spesso molte opere pubbliche - siano nate in questi ultimi anni non per necessità reali del Paese, del territorio, della comunità, ma soprattutto perché in quel modo si potevano far correre le tangenti. E questo è un problema che il nostro Paese si deve porre, perché è di una gravità assoluta.
Tornando alla Valle di Susa, infatti, non dobbiamo dimenticare che al degrado del territorio e dell'ambiente si è accompagnato un degrado sociale, un intreccio tra politica e affari che in Italia spesso è diventato un intreccio tra politica e malaffare, che richiede ed esige in questo momento particolare del nostro Paese una grande chiarezza.
Come Verdi ci auguriamo che l'inchiesta, che supponiamo partita nella scorsa estate dopo le gravi denunce che si sono avute: in Consiglio provinciale da parte del Consigliere socialdemocratico, non finisca in nulla. Non vorremmo che la sabbia, dopo aver ucciso alcuni tratti della Dora Riparia, trovi ulteriori e impropri usi, come spesso accade nel nostro Paese.
Rimane in noi, come in molti cittadini della Valle di Susa, la curiosità, ad esempio, di conoscere la provenienza e la destinazione di quella valigetta colma di denaro contante ritrovata per caso sulle sponde della Dora nei pressi di un cantiere autostradale. In tempi come questi ci sembra una curiosità ragionevole.
Questo a livello generale; se poi scendiamo sul lato particolare dell'aspetto ambientale, il problema della Valle di Susa ha degli accenti di ancora maggiore perplessità e gravità, non tanto per le opere in s come ho detto - che si sono avute, quanto per il fatto che queste opere sono andate a calarsi su un territorio i cui limiti non sono stati tenuti in alcun conto. In questo modo si è assommata nel territorio della valle una serie di grossi problemi che, in gran parte, ha già richiamato il collega Rivalta.
Vorrei aggiungere che questi problemi non sono soltanto di gestione del territorio, ma riguardano, ad esempio, anche l'inquinamento atmosferico. La conformazione particolare della valle, infatti, non consente una diffusione laterale degli agenti inquinanti; forma, per contro, delle correnti di ricircolazioni dell'aria, in cui l'oscillazione delle masse da un versante all'altro della valle stessa, da quello in ombra a quello al sole, lascia in circolazione sempre la stessa carica pericolosa di inquinanti, che anzi tende ad accentuarsi.
A questo si aggiunge l'alta pressione cui è sottoposta la valle, causa di ulteriore limite nella diffusione dell'inquinamento verso l'alto specialmente nel periodo invernale. Tutto questo è un problema particolarmente grande oggi, quando sappiamo che, con la presenza dell'autostrada, si è accentuato sia il traffico turistico che quello commerciale.
L'aggravamento, dell'inquinamento atmosferico trova altre cause nel progettato ampliamento delle Acciaierie Ferrero, quello stesso ampliamento che motiva la richiesta all'ENEL di un ulteriore elettrodotto ad alta tensione per la Valle di Susa. Chiedendo una nuova presenza di elettricità nella valle, le Acciaierie hanno rivelato che avrebbero moltiplicato per cinque la loro potenza, passando dalle attuali 5 a 25 colate al giorno.
Questo con tutte le conseguenze ambientali su un tratto di valle che il laboratorio di Grugliasco, già nel 1990, aveva monitorato, trovando il deserto lichenologico in quasi tutta la media e bassa valle. Sapete come i licheni siano una delle spie più importanti ed attendibili dell'inquinamento. Questo dato lascia quindi particolarmente sgomenti.
Il modello di sviluppo siderurgico fa sorgere un'altra domanda, non soltanto dal punto di vista delle sue ripercussioni sullo stato di salute dell'area, quanto sulla sua ipotetica convivenza con lo sviluppo turistico che sembra essere una delle direttrici che, con la recente assegnazione dei Mondiali di sci alpino alla stazione di Sestriere, dovrebbero far parte delle strategie di sviluppo della valle.
Il problema delle acque è stato richiamato già in gran parte dal collega Rivalta; i problemi sono quelli della captazione idroelettrica dell'ENEL. che si sommano a quelli dell'Azienda Elettrica Municipale, e che fanno presagire un futuro in cui la Dora scomparirà fino a Susa e poi proseguirà in alveo artificiale, anziché in quel bosco ripariale che caratterizzava la valle.
Questo processo è già cominciato: le sponde della Dora sono già state in parte cementificate; tutto questo grazie all'intervento della SITAF che ha operato per l'autostrada. Mentre in Valle d'Aosta l'esperienza insegna e, dopo aver cementificato le sponde di tutti i torrenti, si sta avviando un progetto miliardario per la rinaturalizzazione delle sponde, nella Valle di Susa invece si continua e si è continuato ad operare in questa direzione.
Bisogna anche qui annotare che, purtroppo, la distruzione delle sponde della Dora comincia dall'autunno 1990, quasi una beffa se si pensa che, in quel periodo, ci fu la firma della convenzione tra la Regione e la SITAF che diceva cose bellissime sulla tutela delle sponde del fiume valsusino.
Ci sono altri progetti che destano grosse preoccupazioni, ad esempio la sottrazione delle acque residue per usi idropotabili dell'acquedotto di valle, con captazioni previste fino ad Exilles per reperire acqua per la cintura torinese. La gestione di questo bene è stata fatta in maniera molto allegra, e ormai si è strangolati dalla presenza di pozzi altamente inquinanti, per cui bisogna reperire altrove risorse che non si sono tutelate nella zona.
Basta percorrere la valle per ritornare alle questioni che dicevamo prima di compromissione territoriale, in cui il disordine urbanistico regna sovrano; ogni paese, di fatto, tende a congiungersi con quello vicino prospettando una cortina continua lungo le grandi vie di comunicazione.
Questo è un ulteriore esempio di come manchi una programmazione delle opere in valle.
L'altro problema per l'alta valle è quello già richiamato nell'interrogazione rivolta all'Assessore al turismo; il problema dell'alta valle riguarda lo sci. Infatti, davanti a 43 milioni di metri quadri di piste di sci e una cubatura turistica di 5 milioni 800 mila metri cubi, si chiedono ulteriori espansioni, collegamenti; una quarantina d'impianti attendono di partire proprio in occasione dei Mondiali di Sestriere. Su questo avremo modo di ritornare quando l'Assessore risponderà alla nostra interrogazione.
Concludendo, riteniamo che la valle sia da anni un cantiere disordinato e ci chiediamo come possa sopportare tutto questo. Questa domanda avremmo voluto già, con l'interpellanza, rivolgerla a quest'aula; già il Consigliere Rivalta ha richiamato la scarsa sensibilità su questo tema e ci ripromettiamo di richiamarla ancora in futuro. Vorremmo una risposta più decisa di quella che ci è stata data oggi, relativa all'impatto sull'ambiente naturale, sul territorio, e soprattutto questa risposta la vorremmo, perché va ad incidere pesantemente sullo stato di vivibilità e di salute di chi popola la vallea Richiamiamo il Piano Territoriale Operativo affossato dopo un cambio di Giunta in Comunità montana; ci chiediamo quale fine abbiano fatto i Piani paesaggistici che la Bassa Valle di Susa ci risulta avesse predisposti, e pressoché conclusi, già nel 1987.
Aspettiamo e ci chiediamo cosa si attenda per avviare un progetto di valutazione ambientale che valuti tutti assieme - come già altre volte abbiamo richiesto - quegli interventi fatti sulla valle in maniera complessiva, che ne consideri quindi le inevitabili sinergie peggiorative.
L'Assessore ha, su questi punti, dato delle risposte che ci sembrano un po' timide e non ci ha detto con quali strumenti si intenda operare. Su questo vorremmo che ci fosse un confronto e, possibilmente, che si aprisse una discussione, un dibattito generale con una Conferenza regionale sulla Valle di Susa. Anche questo lo abbiamo già richiamato e ci sembra che oggi sia indifferibile: Soprattutto vogliamo che ci si confronti con i limiti di questo territorio, che è stato fin qui unicamente considerato a spezzoni; e che ha invece una sua vitalità intera. Infatti è un territorio fatto di aria, di acqua, di suolo agrario, di boschi e, tutto sommato, anche di persone, e questo mi sembra che lo si sia spesso dimenticato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Abbiamo già illustrato l'interpellanza, e quindi volevo fare solo alcune considerazioni sulla risposta dell'Assessore. L'Assessore ci ha detto che nella valle sono successe e stanno succedendo molte cose, cene ha fatto un lungo elenco, ci sono problemi di crisi e potenzialità di sviluppo e quindi non è tempo per occuparsi troppo delle questioni territoriali. Il Piano Territoriale Operativo non è uno strumento adeguato; adesso bisogna occuparsi dello sviluppo e, in futuro, quando avremo approvato la legge sulla pianificazione territoriale, questa interverrà evidentemente sui buoi definitivamente usciti dalla stalla.
Questa è la cosa che ho capito e ho capito anche che la concezione sulla base della quale abbiamo firmato il documento alla Conferenza di Rio di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, non è entrata ancora nella prassi di governo di questa Regione. Non appena si profilano sintomi di crisi o possibilità di sviluppo, si abbandona e si mettono da parte gli strumenti di controllo del territorio e dell'ambiente, che dovrebbero proprio provvedere a rendere quello sviluppo sostenibile dall'ambiente.
Mi rendo anche conto che la discussione avrebbe dovuto poter coinvolgere altri colleghi, i quali, per ragioni diverse, potrebbero essere interessati. Essa è invece limitata alla discussione di un'interpellanza: Devo però dire che appare assolutamente straordinario che questa Giunta, di fatto, abbandoni tutto un lavoro di studio e di elaborazione di proposta già disponibile, e che quindi potrebbe essere rapidamente , utilizzato per fare pianificazione territoriale, rinviando ad un ipotetico strumento futuro di pianificazione territoriale ciò che già oggi conosce e sarebbe in grado di decidere.
Mi sembra che si torni all'idea della pianificazione territoriale come ad uno strumento che non deve servire a nulla e che quindi non è uno strumento conoscitivo per poi prendere delle decisioni sul territorio, ma uno strumento che viene messo da parte e consegnato alla storia probabilmente perché gli storici futuri analizzino il perché dei fallimenti territoriali della Regione stessa.
I documenti relativi al PTO e tutto il lavoro svolto dalla Commissione che era stata nominata nella scorsa legislatura, consentirebbero oggi di prendere delle decisioni sullo sviluppo del territorio in Valle di Susa ed anche dell'economia. Invece si rinvia ad un lontano futuro. Segnalo anche che non sono state date risposte puntuali ad alcune questioni poste e che sono emerse nel frattempo e che stanno dentro la logica di questa interpellanza, come per esempio che cosa succeda alla strada statale n.
589, 1 cui progetto ha continuato a dilatarsi e per il quale occorrerebbe una valutazione di impatto ambientale, che invece è sostanzialmente negata dalla Giunta. Come si raccorda tutta questa attività con il Piano di bacino? Il quale, di fatto, supplendo al protocollo e ai fondi che dovevano essere messi a disposizione per il risanamento della valle, con i finanziamenti sul Mundial, sta spostando gli interventi su altri tipi di finanziamento.
Rilevo anche che tutta l'azione di monitoraggio e di risanamento ambientale promessa dalla Regione a seguito della sostanziale fine dei lavori autostradali è totalmente latitante, e che lo stato della valle è sempre peggiore. Rilevo anche come di questo tavolo di discussione e di confronto si parli continuamente, ma non si realizzi mai questo organismo di cui una volta di più l'Assessore ci ha parlato: promesso alla Valle di Susa ormai da numerosi anni, continua ad essere deciso, ma mai attivato.
Anche da questo punto di vista siamo totalmente insoddisfatti.
Ci pare, in sostanza, che mentre vanno avanti le attività economico produttive che certamente sono del tutto legittime, ma che dovrebbero avvenire in modo compatibile con il territorio, le attività di controllo e di risanamento ambientale come al solito vengano invece posposte ad un giorno che probabilmente non verrà mai, perché nel frattempo la Valle di Susa, probabilmente, in termini di qualità territoriale, sarà distrutta definitivamente.
Richiamo una cosa e concludo. Il collega Rivalta rilevava anche che la natura, alla fine, quando viene sistematicamente violata si vendica. Il caso della Liguria non è solo un caso accidentale; le responsabilità per quanto riguarda la Liguria andrebbero ascritte all'intera classe politica che negli ultimi quarant'anni ha coperto, cementato tutti i fiumi e torrenti liguri, i quali necessariamente prima o poi, quando vengono delle piogge torrenziali, rompono gli argini artificiali e invadono le città. La stessa cosa, come ben sappiamo, avverrà prima o poi in Valle di Susa, a causa della completa violazione del sistema idrologico della valle.
Anche da questo punto di vista le scelte fatte per l'autostrada, e che probabilmente si ripeteranno per l'Alta Velocità, sono scelte non di sviluppo sostenibile, ma di sviluppo insostenibile, che alla fine saranno pagate dagli abitanti della valle e in termini economici da tutta la collettività. Allora si dichiareranno le crisi, si dichiareranno le situazioni di emergenza, dimenticando, come al solito, che queste non sono emergenze ambientali, ma emergenze umane derivanti da cattiva amministrazione e da continua convinzione che venga sempre prima l'economia dell'ambiente e che le due cose non siano conciliabili. Sono conciliabili e lo sono se la pianificazione non è un'illusione, ma è un atto di governo non un insieme di elaborati, scritti e cartografici, ma una serie di atti di governo.
Sono in questo Consiglio ormai da sette anni e non ho visto un solo atto di pianificazione territoriale; ho visto ogni tanto delle parole, che non si sono neanche tradotte in documenti: solo parole, mai degli atti di governo. Il caso della Valle di Susa è un triste esempio di questa incapacità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, su un punto che ritenevo importante del mio intervento, quello che riguarda la proposta di applicare l'art. 64 dello Statuto per avviare una consultazione popolare nella Valle di Susa, ho opinioni diverse dall'Assessore. Caro Assessore Nerviani, proprio sul punto che ci divide nel merito (quello di avviare una consultazione con i cittadini della Valle di Susa) lei ha espresso perplessità, timori, paure: dove finiremo? Ripropongo il ragionamento. Nella vita dei valsusini c'è più SITAF che Regione. Questo fatto, unito all'elemento conseguente che nella vita dei cittadini ci sono poche istituzioni visibili ed operanti nel proprio territorio, induce nella mia forza politica una grandissima preoccupazione.
Ci rendiamo conto o no che questo distacco tra i cittadini e le istituzioni non è limitato alla Valle di Susa, ma è un problema di carattere generale? Riavvicinare l'istituzione ai cittadini è o no una nostra preoccupazione? In Valle di Susa questa preoccupazione 'è acuita dal fatto che il vuoto di potere delle istituzioni è stato occupato da una società per azioni.
Ci rendiamo conto che molte cose vanno cambiate, che le istituzioni devono riassumere il loro ruolo? O per farlo bisogna che i partiti la smettano di nutrirsi, non solo nell'anima, ma anche nel corpo, delle istituzioni; che i partiti la smettano di nutrirsi delle società per azioni; che le istituzioni debbono semmai essere nutrite dai partiti di idee, di proposte e di programmi. Le società per azioni dovrebbero semplicemente svolgere i compiti per i quali sono nate, rispettando codici civili e codici penali.
In Valle di Susa voltar pagina, per l'istituzione, significa avvicinarci alla gente. Ma che paura fa, Assessore Nerviani, questa deliberazione che ti ho fatto appoggiare sul tavolo? L'Alta Velocità Assessore Nerviani e Presidente Brizio - non è di urgente definizione in Valle di Susa. Il Ministro ha detto che per ora si penserà alla Torino Milano e solo successivamente al collegamento transalpino. Cosa vi impedisce di assumere la responsabilità di riavvicinare la Regione ai cittadini in Valle di Susa, chiedendo su quel tema cosa ne pensano? Intervieni, Marchini! Non è ancora intervenuto un valsusino, ed è un'ora e mezza che discutiamo della Valle di Susa. Sarebbe salutare che alcuni valsusini, il Vicepresidente del Consiglio regionale, un Capogruppo discutessero insieme e non ci si limitasse ad interrompere passeggiando attraverso l'aula di questo Consiglio.
Ritengo che una consultazione con la gente in Valle di Susa sia un fatto decisivo per rimettere in moto un rapporto diretto tra istituzione e comunità. Questo rapporto non c'è, è stato assunto impropriamente dalla SITAF. Il collega Giuliano ricordava che in Valle di Susa lungo i greti dei fiumi o i guard-rail delle autostrade si trovano delle valige piene di soldi. Speriamo solo che non fossero valige piene di soldi per fare qualche opera pubblica che poi non è stata fatta, che non ci sia stata un'omissione di esecuzione di opera pubblica in queste valige! Tutti questi fatti, a mio avviso, dovrebbero indurci ad utilizzare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per tornare a parlare direttamente alla gente, per farla discutere. La deliberazione di consultazione in Valle di Susa sull'Alta Velocità permette a tutti quanti, forze politiche ed istituzioni, di avviare in valle, alla luce del sole, una discussione libera, al termine della quale raccogliere un parere. Vuol dire far ricrescere nella valle un rapporto delle istituzioni verso la gente, biunivoco, di democrazia. Non per fare l'elogio della democrazia assembleare diretta, ma perché nel nostro Statuto l'art. 64 prevede che in certe situazioni è opportuno consultare.
L'Assessore tenga-presente che la SITAF, dopotutto quello che ha fatto ha cambiatolo scopo sociale, si è candidata alla realizzazione della linea di Alta Velocità. Non vi basta tutto questo per affermare un ruolo più forte della Regione, cominciando a parlare direttamente ai cittadini?


Argomento:

Interpellanza n. 929 dei Consiglieri Bresso, Rivalta e Segre (richiamata in aula ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare) ed interpellanza n. 940 del Consigliere Chiezzi inerenti ai problemi ambientali e di deindustrializzazione della Valle di Susa.

Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Nell'ambito dello spessore degli interventi svolti questa mattina in ordine alle interrogazioni, chiedo tre secondi. Poiché ho l'abitudine di mettere le interrogazioni a calendario in ordine cronologico, e non avendone nessuna giacente (cosa per me non facile, perché, come vedete stamane ho all'o.d.g. dieci interrogazioni con altrettante risposte)...



PRESIDENTE

Scusi, Assessore, ma di cosa parliamo?



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Nella Conferenza dei Capigruppo si è concordato di rispondere in ordine progressivo alle interrogazioni presentate dai Consiglieri, per cui ogni settimana sono pronto a rispondere a cinque, dieci interrogazioni tuttavia, poiché nel frattempo altri colleghi rispondono magari alla cinquecentesima interrogazione, ed essendo le mie comprese tra il 1000 e il 1500, non riesco mai a rispondere, pur avendo le risposte pronte. Quindi finché si seguirà questo criterio, non mi predisporrò più a rispondere alle interrogazioni, perché in realtà non riesco mai a rispondere.



PRESIDENTE

Nella riunione dei Capigruppo si deciderà la procedura da seguire.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori (seguito)

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Coppo, Cucco, Dameri Dardanello e Sartoris.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 436 inerente la manovra economica del Governo


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli, che ha presentato l'ordine del giorno n. 436 sulla manovra economica del Governo Amato.



MONTICELLI Antonio

Alla riunione dei Capigruppo ho preannunciato ed ho poi formalmente fatto la richiesta al Presidente del Consiglio con una lettera, la richiesta di iscrizione in aula, in apertura della seduta di oggi del Consiglio regionale, di un ordine del giorno del mio Gruppo, attinente alle questioni, della manovra economica del Governo, della crisi produttivo occupazionale del Piemonte e di come la Regione Piemonte affronta questi temi in questo momento.
Con questa iniziativa il mio Gruppo vuole sollecitare - lo dico esplicitamente - una discussione in questo Consiglio, il cui ritardo viene a costituire un problema sempre più serio e grave di credibilità dell'intera Regione. Ricordo, con particolare senso di imbarazzo e difficoltà, la risposta che il Presidente della Giunta, Brizio, ha dato a questa richiesta nel corso della riunione dei Capigruppo. Il Presidente allora ha detto: "Non è ancora giunto il momento di discutere di queste cose; queste cose si discuteranno quando arriverà in Consiglio la manovra di assestamento del bilancio: bisogna fare l'ordinaria amministrazione". E siamo qui, infatti, a tre ore dall'inizio dei lavori, in piena sconvolgente, normale, ordinaria amministrazione. Nel frattempo, stanno succedendo attorno a noi le cose che tutti conosciamo; fra le altre, le elezioni che si sono svolte domenica e lunedì u.s. con i risultati noti a tutti e che è inutile illustrare qui.
Credo che dobbiamo dirci con franchezza che, se una coalizione di Governo, se un regime politico ha deciso di suicidarsi, questa cosa, al limite, non interessa nessuno. La cosa che non è ammissibile è che questo suicidio, peraltro mi sembra di capire del tutto volontario, rischia di trascinare in un suicidio delle istituzioni. Questa è la cosa che si sta facendo! Una Regione, un Consiglio regionale, che a fine settembre non ha ancora potuto discutere su cosa sta capitando nel nostro Paese, non ha ancora potuto discutere su come la Regione intende affrontare questi problemi, non ha ancora potuto discutere su come la Regione intende trasformare se stessa per adeguarsi a questi problemi, è un Consiglio regionale, è un'istituzione che si sta suicidando. Non intendo, in alcun modo, condividere questa responsabilità.
Per questo, ribadisco la richiesta di iscrizione all'o.d.g. del nostro ordine del giorno e della sua immediata discussione; in via subordinata ribadisco la richiesta di una comunicazione della Giunta regionale del Piemonte che incominci adire, se le ha, le sue idee su questa situazione.
Se non ha idee, se non le vuole dire, questa Giunta se ne deve andare immediatamente, perché non è più possibile continuare in questo modo.



PRESIDENTE

Sulla proposta specifica di iscrizione all'o.d.g. di un ordine del giorno, ai sensi dell'art. 51 del Regolamento, può parlare un Consigliere a favore, cosa che ha già fatto il Consigliere che ha illustrato questo ordine del giorno, ed un Consigliere contrario a tale iscrizione.
La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

Sulle questioni testé sollevate dal Consigliere Monticelli questa maggioranza non si è mai sottratta al confronto. Anche stamane non mi pare si sia parlato del "sesso degli angeli", ma di problemi importanti relativi ad una zona come la Valle di Susa.
La richiesta di approfondire con un ulteriore dibattito la manovra economica del Governo, ci fa dire che la manovra economica è sicuramente un atto necessario sul quale, in questi momenti, ai livelli istituzionali responsabili per le decisioni, sono in corso gli approfondimenti necessari per cercare anche di trovare soluzioni ritenute più praticabili e compatibili sia con il risanamento finanziario del Paese che con l'equità sociale. Questo, ovviamente, non significa che il Consiglio regionale non possa e non debba affrontare le questioni poste dal collega Monticelli.
Crediamo che questo debba avvenire nei tempi e nei modi giusti, senza forzare procedure di lavoro che il Consiglio regionale si è dato nella propria autonomia.
Abbiamo all'esame di questo Consiglio un ordine del giorno e crediamo che questo debba essere affrontato, perché se non affrontiamo quello che liberamente ci siamo dati come procedura di lavoro, in questo modo saremmo veramente inadempienti come Consiglio regionale. Credo quindi di poter invitare, con tutta serenità, i presentatori dell'ordine del giorno a ritirarlo, perché (iscrizione possa avvenire secondo un calendario di lavoro e secondo procedure normali di funzionamento del Consiglio che ci si è dati.
Faccio altresì rilevare, rispetto ad alcuni impegni proposti al primo punto dell'ordine del giorno, che il Presidente oggi sarà a Roma per la Conferenza dei Presidenti e che domani ci sarà l'incontro Stato-Regioni proprio per affrontare i temi della modifica della manovra economica del Governo accanto all'impostazione della nuova finanziaria. Il tema quindi diventa obsoleto, perché in quella sede il Presidente esprimerà le opinioni che ritiene in merito.
Per quel che riguarda le altre richieste relative al secondo punto: "...ritirare il disegno di legge che prevede l'imposizione di tasse aggiuntive su metano e benzina e definire immediatamente gli interventi straordinari per difendere l'occupazione", credo che - poiché è stato chiesto il rinvio della I Commissione per consentire alla Giunta di approfondire il tema - la Giunta comunicherà in Commissione le decisioni che avrà assunto in questa direzione. Avremo quindi, nell'arco di un paio di giorni, le risposte su questa materia, così come credo che la Giunta abbia predisposto un documento che penso possa essere inviato presto all'esame della Commissione per quel che riguarda, nel merito, il tema degli investimenti, degli interventi che possono essere fatti a vantaggio dell'occupazione della nostra Regione.
Per quel che riguarda il confronto con le forze sociali-economiche della Regione, in I Commissione lo abbiamo fatto in occasione dell'esame dell'assestamento; possiamo dare il giudizio che riteniamo, però mi pare che su una cosa possiamo concordare; chi è intervenuto in quella sede ha detto che è molto interessato a discutere, in termini concreti, con la Regione, ma che non è interessato ad affrontare temi che siano soltanto momenti di ulteriore chiacchiera. Credo che quegli incontri, quegli approfondimenti, siano stati, proprio per i contributi dati, molto positivi.
Per quel che riguarda, infine, la materia della sanità, mi pare che questo Consiglio regionale abbia discusso moltissimo; la maggioranza ha anche accettato la proposta di costituire una Commissione di approfondimento ulteriore su questi temi, e mi pare si stia lavorando a fondo. Non vedo cos'altro si debba continuamente ripetere in questo Consiglio regionale. Mi sembra invece più utile, accertato che queste materie hanno a breve termine ulteriori momenti di approfondimento affrontare l'o.d.g., perché con ordine mi pare si riesca a fare meglio e con più risultato il compito al quale siamo stati chiamati. Per queste ragioni, non siamo d'accordo all'iscrizione di questo punto all'o.d.g.
odierno e chiediamo che, tornando alla riunione dei Capigruppo, possa essere riesaminato in un calendario di lavoro prestabilito; in quella sede si potrà decidere, se si riterrà, nonostante i chiarimenti che verranno ulteriormente dati in questi giorni, di mantenere viva questa richiesta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
436.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 20 voti favorevoli e 21 contrari.


Argomento: Trasporti su ferro

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 437 relativo all'Alta Velocità


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giuliano. Ne ha facoltà.



GIULIANO Valter

Signor Presidente, a nome del Gruppo Verdi chiedo, ai sensi dell'art.
51 del Regolamento, l'iscrizione all'o.d.g. della seduta odierna dell'ordine del giorno n.. 437 presentato in data 23 settembre u.s. e preannunciata in sede di Conferenza dei Capigruppo sulla questione dell'Alta Velocità.
Questa è l'ultima seduta utile del Consiglio regionale per poter avviare il dibattito, che pure era stato promesso, sulla valutazione d'impatto ambientale inerente alla tratta di linea ad Alta Velocità Genova Milano, sulla quale venerdì prossimo 2 ottobre la Giunta regionale dovrà presentare le proprie osservazioni. Anche in considerazione del fatto che a livello locale molte amministrazioni, molte associazioni di categoria e gruppi di cittadini si sono espressi negativamente rispetto a questo progetto, insieme ai colleghi Massimo Marino, Mercedes Bresso e Luigi Rivalta, propongo l'iscrizione di questo ordine, del giorno che chiede alla Giunta regionale una serie di impegni. In ordine prioritario, chiede che si discuta prima di dare un parere su questo documento; parallelamente chiediamo anche l'immediata discussione di questo documento.



PRESIDENTE

Ci troviamo nella stessa fattispecie precedente, cioè la richiesta di iscrizione all'o.d.g. di un documento.
A norma di Regolamento, possono parlare un Consigliere a favore, che in questo momento è il Consigliere proponente, ed un solo Consigliere contro dopodiché si procederà alla votazione.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Chiedo la parola per dare un'informazione.



PRESIDENTE

Non è possibile, altrimenti apriremo il dibattito. Quale Consigliere intende parlare contro la richiesta di iscrizione?



MARINO Massimo

Signor Presidente, mi scusi, se è previsto dal Regolamento, ritengo che il Consigliere Giuliano non sarebbe intervenuto soltanto per trenta secondi, ma avrebbe espresso in modo più articolato le sue argomentazioni.



PRESIDENTE

D'accordo, Consigliere Marino. Il Regolamento è chiaro e non è la prima volta che viene applicato: se il Consigliere Giuliano non ha espresso compiutamente le sue argomentazioni in favore dell'iscrizione dell'ordine del giorno, può farlo ora, ovviamente nei termini di cinque minuti fissati dal Regolamento.
La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Avevo inteso il mio intervento come una presentazione del documento, e non sono infatti entrato nel merito dello stesso e dei motivi che ci hanno ispirato rispetto a questo argomento. Se così è, ribadisco le motivazioni già espresse in quest'aula in altre occasioni. In particolare, abbiamo sempre ritenuto che una decisione così importante per il futuro della Regione e di impatto così deciso sull'ambiente naturale del Piemonte non possa passare sotto silenzio e debba invece essere discussa non soltanto dalla Giunta regionale, ma anche dal Consiglio regionale di fronte al quale deve essere portato questo atto.
Mi sembra che in precedenti discussioni riguardanti l'Alta Velocità si fosse già addivenuti ad un consenso da parte della Giunta. Il Presidente Brizio ci aveva assicurato circa la discussione di questo problema prima di prendere una qualsiasi decisione rispetto al parere sulla valutazione d'impatto ambientale. Così ci sembra non possa essere, visti i tempi.
Poiché non vorremmo che all'indomani del 2 ottobre si rispondesse alle nostre sollecitazioni dicendo che: "I tempi stretti imponevano una risposta, per cui non c'erano i tempi pratici per una discussione in aula e quindi per l'espressione di un parere di tutte le forze politiche su questo argomento", nella scorsa seduta della Conferenza dei Capigruppo abbiamo preannunciato - come ho detto prima - la presentazione di un ordine del giorno, che abbiamo poi redatto, sulla linea ad Alta Velocità Genova Milano. Devo però sottolineare come i tempi non siano molto più allargati anche per quanto riguarda la tratta Torino-Milano, perché, se non erro entro il 12 ottobre occorrerà dare un giudizio anche su questa linea.
Abbiamo esaminatolo studio di valutazione d'impatto ambientale e abbiamo presentato una serie di precise e documentate osservazioni al piano. Avremmo voluto discutere queste ultime in aula, portando quindi il nostro contributo non pregiudizialmente contrario all'Alta velocità, ma che richiede un minimo di attenzione e di serietà nell'approccio a questo tema.
Riteniamo che il documento presentato dall'Ente Ferrovie dello Stato e redatto dal Consorzio COCIV presenti numerose lacune, non sia affatto rassicurante sotto il profilo dell'impatto ambientale, anzi sia molto approssimativo e pasticciato rispetto ad alcuni punti specifici.
Ritenevamo inoltre che fosse dato ascolto in quest'aula alla - oseremmo definire - sollevazione popolare che si è avuta nelle zone interessate dal percorso dell'Alta Velocità dove si è discusso, seppure in tempi molto ristretti, del problema, tempi comunque sufficienti per avere alcune informazioni. Vi è un ampio spettro che si è schierato contro questa ipotesi e contro questo documento; non soltanto i Verdi, che sono una parte del mondo ambientalista, bensì fasce molto più allargate di popolazione prima fra tutte le associazioni di categoria degli agricoltori. Tra l'altro, ci risulta che anche numerose amministrazioni locali abbiano assunto delle posizioni contrarie alla linea di Alta Velocità con proprie deliberazioni; non soltanto Amministrazioni comunali, ma anche provinciali.
Ci sembra quindi che lo schieramento di persone e di istituzioni che giustamente pretendono di discutere il problema prima di andare avanti in questo progetto, sia piuttosto ampio e meriti attenzione da parte di quest'aula. Spero che su questo problema la Giunta regionale non imbocchi un atteggiamento, in parte già manifestatosi in passato, di arroganza pretendendo di essere l'unico soggetto atto a decidere (sulla testa dei cittadini), ma che voglia mantenere fede all'impegno che si era assunto.
Se questo non viene fatto oggi, ritengo non ci siano più spazi per farlo e la nostra denuncia politica diventa di conseguenza molto aspra. Non potremo fare a meno di assumere iniziative anche più pesanti nella comunità regionale per cercare di ottenere quello che riteniamo doveroso in una società democratica, vale a dire conoscere per decidere e decidere sentendo le varie voci in campo. Così mi sembra non sia. Ma spero che la volontà politica non sia questa.
In Conferenza dei Capigruppo, il Presidente della Giunta ci ha rassicurati - ma francamente non abbiamo capito molto bene - dicendo che comunque ci sarebbero stati i tempi per discutere di questa decisione; se così è, e quindi di conseguenza esiste un'intesa con l'Ente Ferrovie per prorogare i termini in scadenza per la presentazione delle indicazioni della Giunta regionale, vorrei che tutti noi lo sapessimo e ne fossimo consci: potremmo essere più tranquillizzati su questo aspetto.
Con questo documento invitavamo in particolare la Giunta regionale ad elencare, nella propria deliberazione di espressione di parere rispetto al documento in oggetto, le osservazioni presentate da tutti i soggetti che ne avevano diritto, sintetizzandone il contenuto ed evidenziando anche le controdeduzioni che la Giunta stessa riteneva di portare su questi atti che, come abbiamo detto, ci risultano per la gran parte negative rispetto al parere che la Regione dovrà esprimere.
Chiedevamo dunque alla Regione di evidenziare, in ordine ad ognuna di queste osservazioni presentate, la propria decisione, in modo che fosse garantito il reale rispetto della volontà espressa dalle popolazioni locali per il progetto.



PRESIDENTE

Interviene contro, in base all'art. 51 del Regolamento consiliare, il Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, parlo a nome della maggioranza per esprimere la posizione relativa alla richiesta fatta dal Consigliere Giuliano. La posizione è non favorevole a discutere in questa sede oggi, perché venerdì mattina è convocata la Commissione.



MARINO Massimo

Ma venerdì è il 2 ottobre, cioè il giorno di scadenza!



ROSSA Angelo

Scusate, non facciamo precipitare le cose! Voi le anticipate rispetto a questioni che dovranno ancora essere viste. Ne discuteremo venerdì mattina ritenendo che il parere della Regione abbia la sua importanza anche a Roma! Anzi, colgo l'occasione per dire che deve avere la sua importanza nei confronti del Ministro e nei confronti del Governo! Qui si dà tutto per facile, invece non è così, non deve essere così.



ZACCHERA Marco

Bisogna vedere cosa dice il Governo, però.



ROSSA Angelo

Noi facciamo la nostra parte. Se vogliamo dare un contributo anche nelle riforme istituzionali, dobbiamo fare la nostra parte. La nostra parte deve essere quella che non possiamo essere né by-passati né sorpassati! Venerdì si discuterà; Consigliere Giuliano, approfondiremo la questione, sentiremo quali sono le valutazioni e poi assumeremo un atteggiamento. Non intendiamo sfuggire alla discussione; se è necessario si può discutere anche qui, ma abbiamo già concordato questa linea di condotta.
Esprimo questa valutazione: non bisogna essere presi dalla tentazione di strumentalizzare la questione, accusando la maggioranza di non voler discutere. Figuriamoci se non vogliamo discutere, noi che siamo dentro questa realtà coni problemi controversi che presenta sia la Milano-Genova che la Torino-Venezia! Figuriamoci se non vogliamo discutere! Approfondiremo l'argomento venerdì, dopodiché valuteremo le questioni e le concluderemo; se necessario, allargheremo anche la discussione. Nessuno è contrario, nel momento in cui sarà necessario avere una maggiore espressione di voto, ad arrivare anche al Consiglio regionale, per abbiate pazienza - non anticipiamo le questioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 437.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 17 voti favorevoli e 18 contrari.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 439 relativo al pagamento dell'ISI


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno relativo al pagamento dell'ISI da parte del Consigliere Majorino che ne chiede l'iscrizione. Ha pertanto facoltà di intervenire.



MAJORINO Gaetano

Presidente, chiedo anch'io l'iscrizione, la trattazione e il voto di un ordine del giorno da noi presentato ieri. E' un ordine del giorno che, sia pure in un settore particolare, tratta anch'esso della manovra finanziaria strettamente connesso con un ordine del giorno della Lega Nord e con un ordine del giorno che ha come primo firmatario il Consigliere Tapparo altri Consiglieri della maggioranza e alcuni Consiglieri di opposizione.
Con questo ordine del giorno si chiede un impegno - e quindi si chiede che si pronunci il Consiglio = della Giunta relativamente ad un particolare aspetto della manovra finanziaria, si chiede cioè che la Giunta operi affinché il Governo e il Parlamento provvedano ad incisivi ritocchi della tassazione relativamente all'ISI e alla casa.
Non trattando oggi l'argomento si rischia, così come per l'argomento relativo all'ordine del giorno illustrato dal collega Monticelli, che la discussione venga fatta "a babbo morto", quando cioè la materia avrà già imboccato una particolare strada e un particolare itinerario nell'ambito del Parlamento e del Governo.
Il fatto che ci siano diversi ordini del giorno connessi, tutti con la medesima conclusione di sostanziale censura alla manovra governativa relativamente alla casa, al di là delle diverse motivazioni pur sempre connesse (si chiede infatti una revisione con particolare riguardo alla tassazione della prima casa) e che martedì scorso, dopo l'ordine del giorno presentato dalla Lega Nord, sia stato presentato in fretta e furia anche un ordine del giorno dalla maggioranza, significa che in quel momento si era valutata l'opportunità e l'urgenza di pronunciarsi su questo argomento.
Da parte nostra insistiamo affinché su questo punto la Giunta quanto meno si esprima e faccia giungere al Parlamento il messaggio della Regione Piemonte, che non può essere altro che l'interpretazione della volontà, nel nostro caso, dei cittadini piemontesi. Sulla manifesta iniquità e sulla scelleratezza della manovra finanziaria che colpisce la casa in generale e la prima casa in particolare, penso proprio che non ci possano essere dubbi; quanto meno su questo punto, una pronunzia odierna si rende doverosa.



PRESIDENTE

Anche qui rientriamo nella stessa fattispecie.
La parola ad un Consigliere contrario; prego, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Brevemente, signor Presidente, in questa sede non si può che ripetere quanto abbiamo già sostenuto nella Conferenza dei Capigruppo poiché, a maggior ragione, il giudizio è confermato dall'intervento del Consigliere Majorino.
Si tratta di una materia attinente alla manovra finanziaria e fiscale che tratteremo in quest'aula fra una o due settimane ed è all'o.d.g. della Commissione; non vi sono quindi ragioni per questa straordinaria urgenza augurando ovviamente "lunga vita al babbo" (mi riferisco ad un risultato accettabile per tutti i cittadini e per l'economia generale del Paese).



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
439.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 17 voti favorevoli e 22 contrari.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 433 relativo alla manovra fiscale del Governo


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, richiedo l'iscrizione dell'ordine del giorno sempre sulla materia della manovra fiscale relativa alla casa, che ho firmato insieme ad altri colleghi e proposto dalla Lega Nord. Non ho visto l'ordine del giorno del Movimento Sociale Italiano, mentre avevo letto l'ordine del giorno sullo stesso tema dei Gruppi di maggioranza e di opposizione. L'ordine del giorno che ho firmato è un documento di netta opposizione alla situazione esistente e alle scelte di Governo. Ritengo necessario discuterlo oggi, anche per un motivo, che il collega Majorino non ha richiamato. Il motivo è il seguente: ritengo opportuno che il Governo Amato riceva questo ordine del giorno prima della Finanziaria 1993.
Per un altro motivo chiedo la discussione di questo ordine del giorno: ho intenzione di incalzare la Giunta. Per farlo ritengo sia opportuno riuscire ad incalzarla su cose già fatte e decisioni già prese, più che su decisioni che devono ancora essere prese. Mi risulta che alcuni provvedimenti - come quello della tassazione regionale - siano in fase di stallo per motivi non del tutto estranei al problema dell'ingresso del PDS nel "governissimo" di Torino e (chissà?) anche in Regione.
A questo punto, richiedo fermamente una chiara e netta opposizione ed incalzo la Giunta attraverso un ordine del giorno nel quale si discute di decisioni già prese, su cui questa Giunta può assumere decisioni chiare perché in questo modo chiarezza tra maggioranza e opposizione è fatta.
Mi sembra che il problema dell'ingresso del PDS al governo di Torino con le stesse forze politiche che sono sedute ai banchi del governo in Regione abbia (forse) qualche attinenza con i ritardi con i quali le attuali forze politiche che governano la Regione trattano il tema della materia fiscale.



PRESIDENTE

Lei ha chiesto l'iscrizione. La parola al Consigliere Rossa che interviene contro.



ROSSA Angelo

Non siamo favorevoli a discutere; mi pare che ciò si ponga sulla stessa linea già illustrata sull'altro ordine del giorno relativo a questa materia. La manovra del Governo è ancora in corso e mi sembra di avvertire un'attenzione particolare e un grande senso di responsabilità da parte del Presidente Amato. Ancora ieri ci sono stati alcuni rinvii su questioni molto importanti, quindi io non precipiterei le cose. Non vorrei che ci fosse questa tentazione strumentalizzante. Richiamo tutti a svolgere la nostra parte, così come faremo quando si discuterà l'assestamento di bilancio. Non credo che la discussione di oggi possa tornare utile alla discussione generale su questo tema.
Ecco perché siamo contrari. Se poi ci saranno altre questioni di carattere politico generale e di quadro politico, queste matureranno nella rispettiva autonomia e ciascuno avrà le proprie opinioni. Certo noi riteniamo necessario dare un segnale forte al Paese, perché le situazioni hanno bisogno di un grosso momento di richiamo: speriamo di essere in grado di farlo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n.
433.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 17 voti favorevoli e 20 contrari.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 440 di solidarietà alla Magistratura


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Rabellino. Ne ha facoltà.



RABELLINO Renzo

Stamane - cambiamo argomento - è stato depositato un ordine del giorno firmato da più Gruppi, di solidarietà alla Magistratura per le indagini sulle tangenti. Questo ordine del giorno è, a mio parere, importantissimo non penso ci siano grosse difficoltà alla sua discussione: bisogna semplicemente fare una votazione.
Se c'è la volontà, penso che potrebbe essere liquidato in pochissimi minuti, vista anche la larga maggioranza di firmatari che ha sottoscritto questo documento. Considerata la sempre maggiore difficoltà che si sta creando tra istituzioni e società civile, riteniamo importante che le istituzioni diano dei segnali; il ritirarsi e non discutere, non affrontare questi temi, secondo me, non fa altro che approfondire questo solco che si sta insinuando tra i due settori della società.
Ripeto, se c'è questa volontà - mi riferisco soprattutto alla maggioranza - penso che una votazione, anche fatta nel pomeriggio porterebbe via ben poco tempo. Bisogna solo capire se c'è la volontà o meno.



PRESIDENTE

Consigliere Rabellino, poiché io stessa ho visto questo ordine del giorno in questo istante, credo che lei consentirà che almeno lo si possa vedere, prima di procedere.



RABELLINO Renzo

Mi pare sia stato consegnato ad ogni Gruppo; chiedo comunque che venga messo in votazione.



PRESIDENTE

Ripeto: io l'ho visto solo in questo momento; mi pare che alcuni Capigruppo non ce l'abbiano.



ROSSA Angelo

Io non l'ho visto.



PRESIDENTE

Consigliere Rabellino, consenta di poterlo vedere; possiamo riprendere questo discorso nel pomeriggio.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La Presidenza l'ha visto in questo momento; non devo essere io a decidere, perché è una questione di merito; però, vista l'importanza, se lei ne consente la lettura a chi non l'ha fatto prima, eventualmente la sua richiesta può essere spostata al pomeriggio.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

L'ordine del giorno è molto chiaro; diciamo che la maggior parte dei Gruppi ne era già in possesso. Adesso vedo che ci sono due Capigruppo che ne stanno prendendo visione; anche il Gruppo socialista ne aveva preso visione.



PRESIDENTE

Anche il Gruppo DC dice di non averlo.



RABELLINO Renzo

Io l'ho già fatto vedere anche al Consigliere Cavallera, che è Vicecapogruppo, per cui penso non ci siano problemi.



PRESIDENTE

Consigliere Rabellino, possiamo spostare la discussione al pomeriggio su questo punto?



RABELLINO Renzo

No, chiedo che venga messo in votazione in questo momento.



PRESIDENTE

Lei ha parlato a favore, il Consigliere Rossa desidera intervenire contro; prego.



ROSSA Angelo

Parlo contro l'ordine del giorno, ma soprattutto contro la pretesa del collega Rabellino di discutere seduta stante. Non contro la Magistratura alla quale va la mia stima, il rispetto del lavoro che sta facendo e la nostra solidarietà: assolutamente. Anzi, vorrei che conoscessero lo spirito con cui noi seguiamo l'impegno, il grande sforzo che la Magistratura sta compiendo in questo Paese su tutti i versanti, da quello in cui si perseguono coloro che si sono collocati fuori dalla legge per illeciti alla lotta in prima linea contro la mafia. Quindi a loro va tutta la nostra solidarietà, credo che non ci siano dubbi.
Però, abbiate pazienza, mi pare che quella del collega sia una pretesa assurda. Si tratta di un documento che non abbiamo ancora visto, motivo per,cui il Presidente ha suggerito di spostarne la discussione ad oggi pomeriggio, anche per valutare quale iter seguire. Si potrebbe anche cambiare un po'.il contenuto, perché l'ho letto velocemente e credo gli si debba dare una forma più rispettosa e non persecutoria di tutto un sistema che è quello che è, che ha prodotto le cose che ha prodotto, ma che non pu assolutamente essere distrutto in questo modo, "spicconato" in modo non accettabile.
Dopodiché, se il Consigliere Rabellino ritira la richiesta, bene altrimenti noi votiamo contro questa pretesa, perché è assolutamente inaccettabile. E' inaccettabile, caro Rabellino! Io ti invito a non "caricarti" troppo, perché i problemi sono sempre tutti ben presenti e il senso di responsabilità c'è in ciascuno di noi.



PRESIDENTE

Invito coloro, che intendono adottare questa procedura a comunicarlo con un certo anticipo al Presidente pro tempore, perché se ne possa dare eventualmente comunicazione ai Capigruppo.
Se mi consente, Consigliere Rabellino, mentre gli altri documenti erano tutti conosciuti dall'assemblea, di questo ordine del giorno, che io non voglio giudicare perché non spetta a me, ma che è di argomento importante non si conosceva neanche la sua volontà di metterlo all'o.d.g.; per cui mi sembrava opportuno, perché l'assemblea si potesse esprimere, che lei consentisse la votazione nel pomeriggio.
Non è così, poniamo pertanto in votazione l'iscrizione all'o.d.g. di tale documento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. L'iscrizione è respinta con 8 voti favorevoli e 19 contrari (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri).


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Protesta dei Consiglieri Giuliano e Marino circa l'atteggiamento della maggioranza che ha respinto tutte le richieste dei Gruppi di opposizione


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Giuliano. Ne ha facoltà.



GIULIANO Valter

Visto l'andamento del dibattito, noi siamo rimasti in aula soltanto per garantire quello che chiedevano anche per noi, cioè il diritto democratico di discutere su una questione fondamentale e importante, di sostanza, per quanto riguarda la politica regionale.
Ci sembra molto grave che, oltre a non aver accettato l'iscrizione all'o.d.g. del nostro documento, la maggioranza abbia tenuto lo stesso atteggiamento rispetto a tutte le questioni poste in questo momento. Di conseguenza, poiché ci sembra veramente che questo Consiglio sia svuotato delle sue volontà e capacità di discutere sui problemi reali della Regione e sia invece forse più interessato ai problemi del "palazzo", come Gruppo Verdi annunciamo di abbandonare l'aula.



(Il Gruppo Verdi abbandona l'aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Brevissimamente, mi associo. Più volte sono intervenuto, sia a riunioni di Capigruppo che in Commissioni nelle ultime settimane, denunciando il fatto che in questo Consiglio regionale, di tutte le questioni serie che interessano i cittadini piemontesi o non piemontesi, di fatto è preclusa la possibilità di discutere nei tempi e nei modi che, a mio parere, è doveroso permettere ai Consiglieri regionali. Oggi l'aula o è vuota di qualunque significato o è sede di iniziative rivolte più a coloro che il giorno dopo eventualmente ne scrivono sui giornali che non ad affrontare le questioni.
Ritengo che così non si possa più andare avanti; l'atteggiamento di prima sull'Alta Velocità è significativo. L'Alta Velocità non è questione che abbiamo inventato in aula; è stata posta ripetutamente da mesi in riunioni di Capigruppo e di Commissione.
Ad oggi, l'unica informazione che abbiamo - l'abbiamo trovata nella posta di stamane - è ché venerdì 2 ottobre, alle ore 10, l'Assessore Garino ci parlerà di compatibilità ambientale dell'Alta Velocità, sapendo che tutti i Comuni che sono stati interpellati sostanzialmente si sono dichiarati contro, che tutte le associazioni ambientaliste, agricole, ecc.
sono contro. Di questo argomento abbiamo discusso in quest'aula per ore abbiamo posto decine di domande e a nessuna è stata data risposta.
Ebbene, ad oggi, per quello che ci risulta, a parte Ligresti, mi pare ci sia solo questa Giunta regionale ché fino ad ora non abbia detto "no" all'autostrada Milano-Genova.
Se volete continuare così, continuate pure il vostro dibattito oggi fra di voi, in Consiglio regionale: io non parteciperò.



(Il Consigliere Marino abbandona l'aula)



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,50)



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