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Dettaglio seduta n.173 del 22/09/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Esame testo unificato dei progetti di legge nn. 220 e 167: "Informazione promozione, divulgazione di azioni positive per la realizzazione di pari opportunità tra uomo e donna" e votazione ordine del giorno n. 434 (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Esaminiamo il testo unificato dei progetti di legge nn. 220 e 167, di cui al punto 5) all'o.d.g. Ricordo al Consiglio che la relazione della Consigliera Bortolin è già stata svolta nella seduta del 29 luglio.
La parola alla relatrice Consigliera Bortolin.
BORTOLIN, relatore Mi auguro che in queste settimane, in parte di vacanza, ma anche di lavoro, i colleghi Consiglieri abbiano potuto vedere non solo la relazione ma anche il testo unificato del disegno di legge n. 220 e della proposta di legge n. 167, che riguarda l'informazione, la promozione, la divulgazione di azioni positive per la realizzazione di pari opportunità tra uomo e donna.
Voglio sottolineare, non riprendendo quindi la relazione, il lavoro positivo fatto e anche il buon livello di collaborazione ottenuto tra la Commissione consiliare competente, il gruppo di lavoro nominato da quella Commissione e la Giunta, e per la Giunta l'Assessore Cerchio collaborazione che ha consentito di giungere ad un buon risultato e che quindi ci consente oggi di discutere. E mi auguro di approvare, un testo unificato licenziato all'unanimità dalla III Commissione.
E' un testo di legge che consentirà l'avvio dell'attuazione della legge n. 125 del '91, la legge nazionale sulle azioni positive per le pari opportunità nel lavoro, ma anche l'avvio dell'attuazione di una legge altrettanto importante, approvata dal nostro Parlamento, che è la n. 215 del '92 e che tratta in speco degli incentivi alle donne per l'avvio di iniziative imprenditoriali nel campo dei lavoro.
Mi permetto di sottolineare, come richiamava in una battuta la Presidente stamani, il risultato positivo raggiunto dalla Commissione, e mi auguro dal Consiglio, per l'approvazione di questo testo di legge, che è solo un punto di partenza dal quale dovremo davvero avviare la possibilità nella nostra Regione delle pari opportunità. L'approvazione della legge è un punto importante, ma è soltanto un punto di partenza. Dipenderà dalla capacità delle donne, dai loro movimenti, dalle organizzazioni sindacali l'attuazione di questa legge, ma anche dalla volontà politica di questo Consiglio regionale, di operare nella direzione di un pieno riconoscimento del valore delle donne nel lavoro e nell'imprenditoria nella nostra Regione.
Discutiamo, e mi auguro approveremo oggi, questa proposta. In una situazione politica in forte movimento abbiamo di fronte preoccupazioni grandi presenti tra di noi, ma anche tra la gente e tra le donne in particolare.
Affrontiamo una situazione economica drammatica nel nostro Paese e provvedimenti che colpiscono tutti i cittadini, ma in modo particolare quelle categorie che con fatica hanno ottenuto in questi anni dei punti positivi e tra queste sicuramente le donne, sia per quanto riguarda l'occupazione, la loro collocazione nell'ambito del lavoro, sia per la formazione e la qualificazione professionale nel mondo produttivo.
E' un tentativo, anche sotto questo punto di vista, di attacco ai diritti conquistati con grande impegno non solo dal movimento dei lavoratori, ma anche dal movimento femminile, dalle donne in particolare e dalle forze politiche sensibili a questi problemi, e un tentativo di attacco al diritto del riconoscimento di valori che vanno al di là del lavoro. Penso in questo momento al valore sociale della maternità, e a ci che e successo al Parlamento europeo, ovvero al tentativo di equiparare la maternità ad una malattia. Si tratta di un ritorno indietro di decine di anni, per quanto riguarda l'Italia. Penso anche, con fiducia, alla reazione pronta e decisa da parte delle parlamentari europee che ha consentito di bloccare la proposta.
Termino queste brevi 'annotazioni per sottolineare ancora una volta il valore di questa proposta di legge che, ripeto, è una delle prime nell'ambito delle Regioni del nostro Paese. Il testo di legge che abbiamo in discussione è stato, approvato all'unanimità.
Sono però stati presentati degli emendamenti, di cui sono tra i firmatari, da parte del mio Gruppo. Voglio sottolineare che vanno tutti nella direzione di un miglioramento, per rendere più chiara e leggibile la legge stessa. In quest'ottica chiederei ai colleghi Consiglieri degli altri Gruppi di esaminare gli emendamenti proposti, che sono appunto rafforzativi: penso all'art. 11, articolo aggiuntivo e ad altri articoli rafforzativi, che rientrano tutti nello spirito della legge n.125 del '91 sulle pari opportunità, ma anche della legge n. 215 del '92, approvata dal Parlamento, sugli aiuti per l'imprenditorialità femminile.
Mi auguro che al termine della discussione questa proposta venga approvata, dando un segnale positivo ad una parte importante della popolazione del nostro Piemonte: le donne, le donne che lavorano, le donne impegnate per lo sviluppo economico della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

CHIEZZI



PRESIDENTE

Grazie Presidente, colleghe e colleghi. In questo momento in cui la crisi occupazionale colpisce, tra gli altri soggetti, in modo particolare le donne, mi sembra utile sottolineare l'importanza dell'impegno di una maggiore parità uomo e donna nel lavoro.
Accanto alle molte cose dette dalla collega relatrice, che condivido ne aggiungo una che per adesso, almeno, mi discosta dal giudizio che la relatrice ha dato su questa legge. Se la legge rimane così com'è, non esprimerò un giudizio positivo sulla stessa.
E' una legge piena di buone intenzioni, piena di buone parole, che contiene anche l'individuazione di strutture atte a raggiungere lo scopo la funzionalità delle quali - ha ragione la collega Bortolin - occorrerà verificare e per la funzionalità delle quali occorrerà, cari signori del governo regionale, adoperarsi.
Ma ciò detto, proprio per la drammaticità del momento che esige, più che parole e buone intenzioni, dei fatti concreti, ritengo che questa legge possa veramente essere propagandata come una legge che farà fare qualche concreto passo in avanti nella parità sul lavoro tra uomo e donna, a patto che venga approvato l'emendamento presentato dalla Consigliera Bortolin e da altri del Gruppo PDS.
Tale emendamento propone che nell'attuazione delle proprie politiche la Regione Piemonte dia provvidenze e incentivi a coloro (Enti ed imprese) che presenteranno dei programmi concreti per favorire la parità del lavoro uomo donna. Questo è un fatto concreto che, aggiunto ad una legge di intenti e di buone parole, può fare in modo che questa non sia solo una legge di principi astratti, ma diventi concretamente un piccolo passo positivo in direzione del raggiungimento dello scopo di cui all'oggetto.
Esprimerò quindi, a seguito dell'esito della votazione su questo emendamento della collega Bortolin, il voto di Rifondazione comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.
BODRERO Io purtroppo non conosco il testo delle legge; comunque, da quello che c'è scritto ed essendo stato fatto dalla Signora Bortolin, penso sia un ottimo progetto.
C'è però un ma. Esiste purtroppo una tradizione in merito, rimasta nell'epoca democratica (cioè da quando alla donna è stato concesso giustamente il diritto di voto), una specie di escamotage maschilista, dove si concedono alla donna cose magari non giuste per non concederne altre invece molto più importanti e molto più giuste, dove la presenza della donna sarebbe più che necessaria.
Mi riferisco specificamente a due cose. Da una parte l'esonero assurdo dal servizio civile, che dovrebbe comunque essere di durata pari a quello svolto dagli uomini. Non si pretende il servizio militare, tanto più che adesso non si pretende neanche dagli uomini (eccetto quello volontario, sia ben chiaro). Come si sa, la legittima difesa è sacra; adesso abbiamo bisogno di soldati, ma forse abbiamo più obiettori che soldati e quindi non possiamo mandarli dove l'ONU giustamente vorrebbe (senza parlare poi del come sono addestrati).
Ma a parte questo, e tornando al discorso iniziale, questa concessione sembra proprio un contentino, una caramella da succhiare in modo da accontentare le donne e farle stare tranquille. Un'altra caramella è quella della pensione a 60 anni, altra cosa assolutamente assurda. L'uomo deve andarci a 65 anni, la donna a 60: questa è un'ingiustizia più che palese perché si sa benissimo che la donna, in media, vive parecchi anni di più dell'uomo; quindi è notoriamente più robusta; altrimenti vivrebbe di meno (mi pare chela logica, come la matematica, non sia un'opinione).
E allora, perché queste false concessioni? Perché non si vuol concedere una cosa molto più importante: che la donna entri in tutti i campi amministrativi. Abbiamo infatti le prove statistiche che nel campo amministrativo la donna dà miglior prova che non l'uomo: è più seria, più rispettosa del bene pubblico, del denaro pubblico, e questo è molto importante. Basta pensare - mi dispiace doverlo dire perché naturalmente non fa onore ad una parte dell'umanità - che per una donna in galera, in media ci sono dieci uomini (ci aggiriamo su questa percentuale).
Ecco il grave difetto di tutte le leggi cosiddette per la parità, ecc.: non danno la parità alle donne dove sarebbe obbligatoria e doverosa, e poi danno loro il contentino, la caramella per farle contente. Perciò, per obiezioni di coscienza, mi asterrò nel voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Signor Presidente, credo che questa iniziativa sia estremamente importante, ma essa va collocata con realismo nell'attuale situazione economica e nel contesto di una proiezione europea; costruzione europea che, se non subirà intoppi, appare molto "particolare".
Non credo che le iniziative legislative in materia di lavoro, per esempio nel caso delle pari opportunità oppure nel lavoro minorile o in altri campi, da sole possano affrontare adeguatamente i problemi. I meccanismi di mercato, la legge del profitto fanno sì che le aziende trovandosi ostacoli aggiuntivi, risolvano il problema riducendo, in questo caso, l'assunzione di personale femminile, vale a dire di personale femminile potenzialmente in età idonea alla procreazione. Il provvedimento a cui accennava la collega Bortolin, pur basato su eventuali provvidenze ed incentivi per le pari opportunità, deve essere fortemente collegato ad iniziative che tendano ad incentivare l'occupazione femminile in modo molto preciso e mirato.
Nelle liste di mobilità- che si stanno allungando paurosamente in molte Regioni, ma in particolare in Piemonte - appaiono sempre di più donne lavoratrici, o meglio, ex lavoratrici, perché oggi essere poste in mobilità significa entrare nell'anticamera della disoccupazione, e dunque una volta uscite dal circuito della mobilità evidentemente tali donne vengono marginalizzate.
Va anche sottolineato che nel contesto comunitario in cui ci troviamo dove l'insufficienza non solo di contenuto democratico della costruzione europea, ma anche di contenuto sociale è marcata, tutta la nostra costruzione sociale a favore della donna viene in qualche modo menomata da una visione comunitaria attestata sulle posizioni di retroguardia della Gran Bretagna e di alcuni Paesi dell'Europa del nord, dove considerano le attenzioni per il problema della maternità come un elemento trascurabile.
In questo senso vanno le posizioni assunte dalla Comunità economica europea in diversi campi (si pensi alla questione infortuni). Dobbiamo quindi, per rispetto della nostra comunità, spiegarle i limiti dell'iniziativa legislativa, altrimenti si fa solo propaganda. Va detto che questa iniziativa legislativa è una componente di un processo; non può essere decisiva se, appunto, non c'è una parallela legislazione a favore di un intervento sull'occupazione femminile. Ma ci deve essere anche il coraggio di dire che l'accordo di Maastricht è zoppo, perché è insufficiente la parte sociale e senza quella parte rischiamo, con l'avanzamento dell'integrazione europea, di dover arretrare la nostra condizione in tale materia, vanificando il nostro impianto legislativo.
Dobbiamo quindi esaltare questi due capisaldi, proprio per non creare delle aspettative che possono ingenerare delle attese nella popolazione femminile che poi non saranno in grado di essere espresse.
Il mercato, in questa fase, è paurosamente selvaggio, e se le imprese si trovano davanti a degli ostacoli, per ricercare la massimizzazione del profitto, riducono la propensione alla non assunzione delle donne. Gli incentivi devono dunque essere mirati e rilevanti sull'inserimento della donna nel lavoro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore regionale Sono lieto che oggi si giunga all'approvazione di questo testo unificato del disegno di legge n. 220 presentato dalla Giunta e del progetto di legge n.167 presentato dal Gruppo PDS. Con queste iniziative legislative si sono volute recepire le disposizioni emanate a livello comunitario sulle pari opportunità e soprattutto quelle relative alla legge n. 125.
Diceva la relatrice, collega Bortolin, che la nostra Regione è una delle prime in Italia a dotarsi di una legge che ha inteso individuare e cogliere le finalità di una normativa nazionale che intende indicare per azioni positive -1o dico al collega Bodrero per non mettere sacro e profano insieme - quelle misure atte a rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono per la realizzazione di una effettiva parità fra uomo e donna nel mondo del lavoro.
Non abbiamo pretesa né titolarità di porci il problema di sapere quale percorso di servizio militare debbano fare o non fare le donne, né di quale rapporto in ordine all'età, seppur ciascuno di noi può avere pensieri legittimi e giudizi al riguardo, né intendiamo come Amministrazione regionale, come Giunta e come Consiglio, essendo questo un testo unificato sostituirci a Caffarel o ad altre fabbriche di dolciumi per offrire qualche caramella da succhiare al mondo femminile. Presumo, anzi ne sono perfettamente convinto.
Questo è quanto siamo chiamati a dire e ad esprimere come Amministrazione regionale in attuazione della legge n.125 e come legge che si riferisce alla legge-quadro n. 125. D'altra parte, il quadro di riferimento comunitario ribadisce la necessità di contribuire e di promuovere una partecipazione piena e completa delle donne al mercato del lavoro e una valorizzazione del loro contributo mediante l'adozione di azioni positive.
Pertanto è parso più che mai necessario un intervento legislativo della Regione sulla base delle proprie competenze - colgo anche l'osservazione che faceva il collega Chiezzi - e si è quindi posto come obiettivo principale e fondamentale, sul quale potevamo e possiamo spendere tutta la nostra scarsa, ma piena, titolarità, quello di creare condizioni tecniche e operative per favorire queste azioni positive.
Su questo siamo chiamati a rispondere. Si vogliono creare le condizioni per una vasta azione di informazione, per un'intensa azione di promozione di quelle misure atte ad eliminare quella disparità che, realisticamente di fatto, ancora sussiste fra uomo e donna nella formazione scolastica nella formazione professionale, nell'accesso al lavoro, nella progressione di carriera. Tanti risultati - o pochi - sono stati raggiunti in questi anni con una serie di attenzioni da parte delle assemblee legislative e degli indirizzi che la Comunità europea ha indicato. Questi passaggi oggi sono l'attuazione, in termini di normativa regionale, intanto del riferimento della legge n. 125; diremo poi anche dell'altro riferimento a cui la collega ci richiamava, la legge n. 215 sull'imprenditoria.
E' noto come si sia notevolmente modificata, in questi ultimi anni, la composizione della forza lavoro complessiva in Piemonte. E' noto come il Piemonte, in un rapporto comparato con altre realtà regionali, abbia registrato un incremento più significativo che in altre realtà della componente femminile. Ma è noto come molto di questo incremento, che fa sì che la femminilizzazione del lavoro in Piemonte sia di 4 o 5 punti superiore alla media nazionale, registri ancora una serie di lavori, come usiamo dire oggi, atipici, non sempre determinati o fissi. Questa normativa non può che essere un'occasione ulteriore in mezzo alla partecipata attenzione che questa assemblea sta dando a questi problemi con confronti articolati a destra e a manca, e soprattutto nel retro, ad un problema che ci vede particolarmente impegnati.
Molto brevemente e proprio in sintonia con gli aspetti operativi e le cose operative che si sono dette finora, noi siamo per creare delle condizioni di contributi che pongano elementi di ulteriore crescita e di favorire caratteristiche perché l'occupazione femminile possa essere ulteriormente aggiuntiva e stabile all'interno di un mercato del lavoro sempre più complesso e complicato. E lo diventerà sempre più in questi mesi e in queste settimane dove, di fronte ad una situazione di debolezza congiunturale e strutturale, alcuni tasselli del mercato del lavoro rischiano di essere più deboli e quindi di essere più esposti ai processi di espulsione dal ciclo produttivo che sono oggi all'ordine del giorno.
Termino dicendo che analizzare e cogliere le diverse possibilità che il mercato del lavoro offre, sapere della mancanza di normative, nonostante gli inviti ad un'attenzione dell'assemblea, per offrire quegli elementi che, anche mediante incentivi, favoriscono e incrementano ulteriormente l'occupazione femminile (e quindi non solo lavoro dipendente), ma anche imprenditoria a cui la relatrice faceva riferimento, diventano la premessa indispensabile per operare su questi versanti.
Da questo punto di vista, si tratta allora di definire il quadro di riferimento. Questa legge vi si colloca pienamente e per questo motivo ci si è preoccupati di individuare le condizioni tecniche e operative nell'ambito dell'Assessora-to al lavoro per esplicare un'attività di acquisizione, di acquisizione, di razionalizzazione e quindi di informatizzazione di tutto ciò che riteniamo giusto e corretto occorra per favorire la presenza femminile nel mondo del lavoro.
In questo quadro è chiaro che tutte le iniziative non recitate, ma con difficoltà partecipate in questi ultimi tempi, promosse d'intesa dall'Assessorato al lavoro, dai soggetti istituzionali che si sono interessati dei problemi femminili, e per attori istituzionali.... E' il post-ferie che crea qualche turbativa.., sono le donne che creano turbative agli uomini, e viceversa (ma in questo caso non c'è il viceversa!).
Le iniziative che pur con grande difficoltà, in termini di cooperazione, abbiamo tentato di realizzare d'intesa con i soggetti istituzionali che su questo versante si sono impegnati - la Consulta femminile, il Consigliere di parità, la Commissione delle pari opportunità o in collaborazione con iniziative private - ricordo l'inizio, qualche giorno fa, di un corso realizzato in termini di avvio per tramite del Fondo sociale europeo sull'imprenditoria-donna, rivolta a laureati e diplomati tutti questi sforzi sul versante della formazione, dell'orientamento, ed oggi dello strumento legislativo, rappresentano tasselli di un quadro in direzione dei suggerimenti pervenuti dai colleghi.
In questo senso, agli emendamenti aggiuntivi, integrativi o sostitutivi presentati, do risposta collettiva e globale, accogliendoli in blocco; si tratta di rafforzativi, di emendamenti che traducono in termini normativi un percorso da tempo intrapreso dall'Assessorato. Esprimo inoltre piena disponibilità, per quanto di competenza regionale, sulle osservazioni ricevute.
In questa stessa assemblea abbiamo risposto, un paio di mesi fa, ad alcune interrogazioni sull'argomento; ricordo in particolare un'interrogazione della collega Segre e di altri: già allora indicammo il percorso che intendevamo percorrere, in sintonia con la normativa oggi presentata e rafforzata ulteriormente dagli emendamenti.
Mi permetto di dire - visto che ho la parola - che anche la Giunta ha presentato due emendamenti di carattere tecnico-operativo-funzionale legati soprattutto alla struttura del personale.
Gli emendamenti presentati sono accolti, così come ritengo possano essere accolti quelli presentati dalla Giunta.
Vi ringrazio; ringrazio soprattutto la relatrice, la Commissione e l'Assessorato, per il lavoro intenso, che ha prodotto in Regione Piemonte uno dei primi testi di attuazione della legge n.125.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dai Consiglieri Dameri, Bortolin e Marengo: 1) al termine dell'art. 1, aggiungere le parole: "avvalendosi della Commissione regionale per la realizzazione per le pari opportunità fra uomo e donna, di cui alla legge regionale del Piemonte 12.11.1986 n. 46".
La parola al Consigliere Dameri che lo illustra.
DAMERI Intervengo per una breve precisazione. Esprimo soddisfazione per l'accoglimento degli emendamenti da parte dell'Assessore; vorrei per chiedere, non solamente alla Giunta ma anche al Consiglio, e quindi al Presidente del Consiglio, una certa attenzione: spesso facciamo cose buone ma non riusciamo, successivamente, a verificarne l'operatività. La Commissione regionale pari opportunità, istituita con legge regionale proprio per questo dettato legislativo, deve presentare ogni anno il bilancio della propria attività. Questi bilanci, sempre presentati dalla Commissione, a quanto mi risulta non sono mai stati esaminati e discussi dal Consiglio, eppure riportano punti importanti dal punto di vista delle iniziative sia su piano generale sia concretamente. Penso ad una serie di corsi di retravailler, che grazie al lavoro della Commissione pari opportunità si sono potuti attivare.
Credo sia necessario che, quantomeno, se non in Consiglio - in questo senso mi rivolgo alla Presidente del Consiglio - in una competente Commissione venga avviato un dibattito sul bilancio del lavoro svolto, per verificare concretamente quali ulteriori iniziative si possono attivare.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo pertanto in votazione l'art. 1, nel testo così emendato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 voti favorevoli 40 astensioni 1 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dai Consiglieri Dameri, Bortolin e Marengo: 2) al punto f), dopo le parole: "..., del tempo di lavoro", aggiungere le parole: "e dei tempi dell'organizzazione sociale".
La parola alla Consigliera Dameri.
DAMERI L'emendamento tende a inserire nella questione del regime degli orari un ragionamento anche sui tempi dell'organizzazione sociale. Inserimento che credo opportuno stante le caratteristiche specifiche della manodopera femminile, oltreché valido in generale perla qualità del lavoro nonch della vita.
Mi permetto di sollecitare la Giunta a dare risposta al quesito avanzato dalla Commissione, ovvero se intenda o meno presentare un proprio disegno di legge (su un altro progetto di legge, in Commissione, quello relativo alla riorganizzazione dei tempi sociali delle città).
Si tratterebbe di un assenso, da parte della Giunta, rispetto ad un progetto di legge già presentato dal Gruppo del PDS. Potrebbe essere un ulteriore e concreto intervento sulla condizione delle donne.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e 1 astensione.
Emendamento presentato dai Consiglieri Dameri, Bortolin e Marengo: 3) dopo il punto f), aggiungere il punto: "g) attuare, anche in riferimento al sesto comma dell'art. 2 della legge n.125/91, nei confronti del proprio personale azioni positive nel settore della formazione, della progressione di carriera, dell'organizzazione del lavoro attraverso la predisposizione di programmi annuali di intervento".
La parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore regionale Esprimo la piena disponibilità per quanto di mia formale competenza, ma posso impegnarmi utilizzando una risposta che la collega Bergoglio d'intesa con me, aveva dato qualche mese fa su un'interrogazione che riguardava questo problema, a passare questa raccomandazione per quanto di competenza della collega.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo in votazione l'art. 2, nel testo modificato, per alzata di mano a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 41 astensioni 1 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 41 astensioni 1 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dall'Assessore Cerchio: 4) al primo comma sostituire alla parola "tecnica" le parole "di supporto".
La parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore regionale Voglio solo spiegare che si tratta di sostituire il termine "struttura tecnica" con "struttura di supporto" perché risulta più chiaro e, tra l'altro, per essere in sintonia con l'art. 5.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 1 astensione.
Emendamento presentato dai Consiglieri Dameri, Bortolin e Marengo: 5) sono soppressi i commi 4 e 5; indi, al punto 44, già punto 6, aggiungere le parole: "entro il mese di febbraio".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo in votazione l'art. 4, nel testo così modificato, per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 41 astensioni 1 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 Emendamento presentato dai Consiglieri Dameri, Bortolin e Marengo: 6) al primo comma, dopo la parola: "supporto", modificare con le parole: "delle Consigliere regionali e provinciali di parità." Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo in votazione l'art. 5, nel testo così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 41 astensioni 1 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Emendamento presentato dai Consiglieri Dameri, Bortolin e Marengo: 7) al punto 1, dopo le parole: "in un quadro di politica", aggiungere le parole: "di promozione e di".
Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo ora in votazione l'art. 6, nel testo così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 41 astensioni 1 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 Emendamento presentato dai Consiglieri Dameri, Bortolin e Marengo: 8) all'art. 7 - Informazione e consulenza sulle pari opportunità.
1). Presso la Commissione regionale pari opportunità viene istituito un apposito ufficio di informazione e consulenza denominato "sportello donna" che opera in collaborazione con la struttura di cui all'art. 4 ed è istituito secondo le procedure previste dalle leggi regionali in materia di organizzazione e personale.
2). Lo sportello donna acquisisce le informazioni relative alle leggi nn.
125/1991 e 215/1992, nonché alla normativa regionale, nazionale ed europea in materia di parità, raccolte ed organizzate secondo quanto previsto dall'art. 4 e provvede alla loro divulgazione in particolare attraverso i soggetti citati all'art. 5.
3). Promuove, attraverso le strutture regionali, la raccolta dei progetti di azioni positive elaborati e messi in opera negli Enti locali e negli Enti pubblici piemontesi.
La parola alla Consigliera Dameri.



PRESIDENTE

DAMERI



PRESIDENTE

Questo emendamento precisa in realtà le funzioni dello "Sportello donna"e credo sia importante perché accoglie (osservazione critica delle Organizzazioni sindacali che chiedeva di non creare dei doppioni di strutture da parte della Regione. Mi pare che costruendo una struttura interna ed assegnando allo "Sportello donna" una iniziativa di carattere prevalentemente divulgativo verso l'esterno rispondiamo positivamente a questa osservazione che considero importante, dato che le Organizzazioni sindacali dovrebbero cooperare con la Regione nell'attuazione della legge.



PRESIDENTE

L'Assessore Cerchio presenta un sub-emendamento all'emendamento 8): al primo comma, sostituire la parola "ufficio" con la parola "sportello" La parola all'Assessore Cerchio che lo illustra.
CERCHIO, Assessore regionale Si accoglie l'emendamento sostitutivo dei colleghi e si accoglie, ma lo si farà successivamente, l'emendamento all'emendamento, o anche all'emendamento iniziale che riportava il termine "ufficio". Quindi, c'è un emendamento dei colleghi Consiglieri ed un emendamento della Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il sub-emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo ora in votazione l'emendamento b. 8).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 1 astensione.
Pongo ora in votazione l'art. 7, nel testo così emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 41 astensioni 1 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 41 astensioni 1 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 41 astensioni 1 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 42 voti favorevoli 41 astensioni 1 L'art. 10 è approvato.
I Consiglieri Dameri, Bortolin e Marengo presentano il seguente nuovo articolo: ART. 11 Priorità.
1. Nell'attuazione delle proprie politiche economiche e nella concessione di provvidenze ed incentivi economici e finanziari, la Regione dà priorità agli Enti ed alle imprese che attuino al proprio interno azioni positive a favore delle donne.
2. Al fine di avvalersi di tale priorità, gli Enti e le imprese sia private che cooperative o con altra natura giuridica debbono presentare alla Regione progetti o documentazione di azioni positive.
La parola alla Consigliera Dameri che lo illustra.
DAMERI Vorrei richiamare l'attenzione del Consiglio su questo articolo, che mi pare innovativo - anche se l'impostazione ha già ispirato una serie di interventi della Regione - in quanto non si propone semplicemente di introdurre un intervento di concessioni, di provvidenze e di incentivi nuovi, tra (altro con fondi che la Regione probabilmente non avrebbe a disposizione in misura sufficiente per ottenere risultati significativi, ma si propone di introdurre (e questo è molto utilizzato anche in legislazioni di altri Paesi) (idea che il fatto di attivare esperienze concrete di azioni positive, quindi di promozione sia per l'inserimento sia per la progressione di carriera da parte delle donne, rappresenti un elemento di priorità nelle concessioni che normalmente vengono già fatte.
Abbiamo già una serie di leggi che intervengono con finanziamenti, con sostegno e supporto all'attività produttiva, sia quella che incentiva il lavoro dipendente sia quella delle professionalità autonome, ma con questo articolo introduciamo il fatto che presentare un programma concreto di azioni positive diventa titolo di priorità nella concessione dei contributi da parte della Regione. Mi sembra un modo molto concreto. Naturalmente bisognerà poi utilizzarlo e farlo conoscere per realizzare elementi concreti per quanto riguarda la possibilità di lavoro e la progressione di carriera delle donne.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore regionale Naturalmente accogliamo questo emendamento, che in realtà, rafforza una serie di iniziative che la Regione si è data in questi ultimi anni soprattutto sul versante delle politiche che il settore ha attivato, sia con la legge n. 44 sulla cooperativa di produzione lavoro, che ha introdotto questa fattispecie di attenzione nei confronti dell'occupazione femminile, sia con la stessa legge n. 53, per alcuni versi.
Non introduco un'ulteriore considerazione, che farà parte di prossimi interventi, in ordine alle economie di bilancio che andremo a fare. Ci sono alcuni suggerimenti che il dibattito aperto deve ancora approfondire, su alcuni interventi di riduzioni di spese che magari potrebbero contraddire osservazioni fatte, ma siccome non attengono alla volontà della Giunta, non intervengo.
DAMERI In questo caso non si incentiva la spesa, ma la si indirizza.
CERCHIO, Assessore regionale Infatti: attendiamo che arrivino richieste di utilizzo di risparmi.



PRESIDENTE

Noi ci batteremo per le pari opportunità da un altro punto di vista.
Pongo in votazione il nuovo art. 11.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 41 voti favorevoli e 1 astensione.
La parola al Consigliere Cucco per dichiarazione di voto.
CUCCO Vorrei soltanto sottolineare - per quanto è a mia memoria - che è la prima volta che vedo un progetto di legge di questo tipo demandare completamente la decisione della spesa alla Giunta regionale.
Non ritengo di dover mettere in discussione decisioni assunte all'unanimità dalla Commissione che evidentemente ha ritenuto che la Giunta sia in grado di stabilire la spesa da sostenere per questo progetto di legge.
Voglio però sottolineare che si tratta, a mio avviso, di uno dei rarissimi casi in cui il Consiglio demanda completamente alla Giunta la concretizzazione di una legge. Stabilire che il finanziamento sarà zero, un miliardo o 50 mila lire, significa poi concretizzare! Volevo che questa dichiarazione passasse agli atti perché mi sembra una questione di particolare rilevanza anche per i rapporti Consiglio-Giunta.
Dopodiché, mi rimetto alle decisioni assunte in sede di Commissione perché se questa era statala valutazione unanime, vuol dire che la Giunta ha dato il massimo delle assicurazioni possibili perché questa legge non venga poi vanificata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero per dichiarazione di voto.
BODRERO Ho sentito che diamo un compito alla Giunta, da quello che ho capito io non capisco molto - che è assolutamente non pertinente. Non mi sembra logico che se per tutto il resto deve decidere la maggioranza consiliare per una eccezione particolare, che ha stupito anche il collega Cucco, che pure deve essere ferrato in Diritto e legislazione, si demandi alla Giunta.
Perciò mi sento obbligato di votare contro, contro il fatto di questo demandare alla Giunta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.
BORTOLIN Intervengo non per dichiarazione di voto, ma solo per specificare che credo la Commissione-gruppo di lavoro, ma anche il Consiglio, non intenda assolutamente demandare alla Giunta l'entità del finanziamento di questa legge. Si parla, caso mai, della definizione dell'importo in occasione dell'assestamento di bilancio già per l'anno '92 e poi per la predisposizione dei bilanci successivi. La discussione avviene in sede di Consiglio e, in questo ambito, non abbiamo voluto definire una cifra perch starà alla volontà politica e alla sensibilità dei Gruppi e dei Consiglieri definire una cifra compatibile con le risorse della Regione, ma anche con la concreta attuazione della legge.
Da questo punto di vista riteniamo la battaglia tutta aperta e mi pare che le volontà qua espresse vadano in una direzione positiva.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore regionale La Giunta non intende assumersi alcuna titolarità in tema di individuazione di cifre, ancorché nella predisposizione dei testi originali fossero indicate.
Posso però assicurare, per quanto è di nostra titolarità e di nostra competenza, che una serie di osservazioni e di impegni di lavoro, che sul piano dell'orientamento e su altre iniziative già erano assorbite nell'attività consuetudinaria dell'Assessorato, non potranno che essere indirizzate alle osservazioni fatte dalla stessa collega, immaginabilmente e auspicabilmente pensando, tra (altro, a ulteriori integrazioni quando la legge diventerà operativa e acquisendo, come dice il secondo comma, per gli anni successivi, in sede di predisposizione dei relativi bilanci, tutte le indicazioni finanziarie compatibili e disponibili secondo le capacità e le possibilità che avremo d'intesa concordate.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre.
SEGRE Il Gruppo Verde voterà positivamente tutti gli emendamenti e gli articoli. Vediamo con piacere che l'iter legislativo di questa legge è giunto a conclusione, pur dopo tanto tempo e, contemporaneamente, notiamo con soddisfazione il fatto che il Piemonte, malgrado questo lasso di tempo sia una delle prime Regioni che vede realizzata l'applicazione regionale della legge n. 125.
Ritengo, tra l'altro, che con gli emendamenti presentati e votati oggi la legge sia stata ulteriormente qualificata, soprattutto per quanto riguarda l'emendamento all'art. 2, dove si fa riferimento ai tempi dell'organizzazione sociale e quindi non solo ai tempi di lavoro delle donne, sappiamo tutti cosa significa. Ritengo anche molto importante l'emendamento che, di fatto, ha creato l'art. 11.
Questa considerazione sulla priorità nella concessione di incentivi economici per le donne entro le istituzioni e le imprese che ne fanno domanda, certamente è un punto qualificante della legge.
Per quanto riguarda la disposizione finanziaria, devo dire che è un elemento di preoccupazione: lo era nel testo unificato, prima degli emendamenti, dove la cifra indicata era 100 milioni, certamente una cifra ridicola per finanziare una proposta di legge di questa portata; ora la cifra non viene indicata e spetterà a noi, nella disposizione sull'assestamento di bilancio, trovare una cifra che renda plausibile l'attuazione reale di questa legge che rischia, come forse tante altre, di rimanere una bella legge non attuata.
Il Gruppo Verdi è favorevole alla legge ed esprime una totale soddisfazione anche per il fatto che l'iter legislativo sia giunto a conclusione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Silvana Dameri.
DAMERI Anch'io credo sia giusto il tono sentito nell'intervento del Consigliere Tapparo: dobbiamo essere molto realisti e sapere che la situazione che abbiamo di fronte, in modo particolare per quanto riguarda (occupazione delle donne, è estremamente difficile. Compiremmo un errore se proponessimo una lettura di questa legge come risolutiva dei problemi dell'occupazione femminile. Predisponendo una legge che ha recepito quella nazionale, introducendo un elemento di soggettività dell'istituto regionale nella sua attuazione (che non è previsto nella legge nazionale, nel senso che la legge nazionale demanda fondamentalmente alle organizzazioni sindacali e ad altri soggetti l'attuazione della legge), abbiamo voluto fare qualcosa in più, cioè intervenire con una legislazione nostra; abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere, perché i dati del mercato del lavoro in Piemonte, sempre opportunamente analizzati e proposti all'attenzione anche dei Consiglieri da parte dell'Osservatorio regionale sul lavoro, ci dicono come la domanda di lavoro da parte delle donne in Piemonte sia un dato assolutamente strutturale con cui è necessario fare i conti. E' strutturale per due ragioni. La prima si ripropone drammaticamente in questi giorni a fronte anche della situazione economica: non è certamente pensabile affrontare i problemi della crisi basandosi sulla differenza esistente tra una famiglia a monoreddito ed una famiglia con due redditi; e mi auguro che il Governo non intervenga a punire indirettamente, attraverso i provvedimenti che sta assumendo, il lavoro delle donne. Il dato strutturale della domanda di presenza delle donne nel mercato del lavoro è certamente segno dell'aumento dell'elemento soggettivo nel mondo femminile in cui l'aspetto dell'autonomia di reddito, e quindi prima di tutto dell'autonomia finanziaria, è uno degli elementi di cambiamento di mentalità di questi anni passati. Cambiamento che credo sia uno degli elementi di più significativo progresso civile di questo nostro Paese.
La seconda considerazione è che noi non dobbiamo leggere questi numeri come semplici aggiunte a quelli delle liste di disoccupazione, perch questo tipo di domanda di lavoro pone in causa (insieme dell'organizzazione sociale, i tempi di vita e la stessa suddivisione del tempo tra tempo dedicato alle relazioni individuali, alla partecipazione alla vita sociale e tempo produttivo. Dobbiamo sapere che in questa domanda, in questi numeri, è implicita una richiesta di nuova organizzazione dal punto di vista sociale, ed anche culturale. Temi non da proporre solamente nei momenti in cui le cose vanno bene, in cui "la barca va", come si diceva qualche tempo fa. Anche in tempi difficili, quali quelli attuali, credo che se vogliamo uscire dalla crisi di un modello di sviluppo di cui oggi misuriamo tutta la profondità e gravità, non possiamo riprogettare un'idea di sviluppo, un'idea di lavoro, un'idea di organizzazione sociale che non contenga - e, anzi, di cui non facciano parte - anche queste istanze delle donne, queste necessità di mutamento più generale. Diceva l'Asses-sore Cerchio che il mercato oggi è selvaggio. Non so se tutti coloro che sono in quest'aula hanno presente cosa significhi: questo vuol dire, in casi che si riproporranno con maggiore crudezza nei prossimi tempi, la disperazione di persone, in molti casi di donne, che non sono in grado di trovare un lavoro. Magari, quelle che hanno compiuto i 29 anni, magari quelle che si trovano fuori dal ciclo produttivo senza essere ancora in età pensionabile in base a decisioni governative. Non stiamo parlando di filosofia, stiamo parlando di situazioni assai drammatiche; le decisioni che (istituzione pubblica deve assumere si misurano con situazioni di gente e di persone in carne ed ossa; decisioni che hanno poi riscontri molto concreti sulla loro vita quotidiana.
L'Assessore parlava di lavori atipici; molti di questi lavori atipici vogliono dire precarietà, molti di questi lavori atipici vogliono dire difficoltà a raggiungere i 15 anni di anzianità; elevando questi limiti saranno maggiori le condizioni di emarginazione sociale per molte persone e per molte donne in particolare. Se andiamo a verificare i dati sulle pensioni di anzianità minime, vedremo che 1'80% sono rappresentate da donne, che proprio perché svolgono lavori atipici, hanno registrato un'intermittenza nel loro rapporto con il lavoro, nel corso della vita e non hanno quindi avuto la possibilità di cumulare quello che la legge oggi chiede come necessario. La legge che oggi il governo intende assumere rischia di apparire ancor più drammaticamente punitiva.
Ho voluto introdurre questi elementi non solo perché compete ad un Gruppo di opposizione rispetto alle scelte nazionali del governo, ma perch sappiamo bene quello di cui stiamo parlando: stiamo intervenendo su situazioni di grande drammaticità, su cui è necessario quindi che i nostri interventi siano seri, calibrati ed anche consapevoli dei propri limiti.
Per questo invito ad applicare bene la legge, a cercare di far sì che tutti gli aspetti positivi che possono venire da questa legge alle donne, alla loro possibilità di occupazione siano attentamente verificati e perseguiti.
Invito anche ad una sorta di sobrietà nella sua divulgazione; penso sia molto importante, in un momento difficile come questo, dire parole di verità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Da parte del Gruppo liberale ci sarà voto favorevole, perché si ha piena consapevolezza delle difficoltà a garantire, anche in relazione alla sua specificità, una pari legittimità fra i sessi. Cosa non facile da realizzare, per ragioni anche naturali ed esistenziali. Se mi è consentita una metafora, registro un'esigenza di diversificazione nella formazione professionale della cultura regionale: ho (impressione che siamo tutti bravissimi camerieri mentre c'è assoluta carenza di cuochi. Intendendo per camerieri che siamo bravissimi a dividere la torta e a portarla sul tavolo magari ridotta a poco più che qualche briciola, ma abbiamo assoluta carenza, di qualcuno che ci sappia aiutare a fare le torte un po' più spesse o un po' più larghe. Questo forse è uno dei limiti della nostra cultura politica.
Detto questo - che in relazione all'importanza dell'argomento voleva essere sicuramente tutt'altro che faceto, ma un modo diverso per riconfermare il limite alla capacità di incidere nei processi di formazione della ricchezza lavoro - il mio intervento è stato sollecitato da un elemento che è stato considerato in termini critici e di preoccupazione: la norma finanziaria. A me pare che dovrebbe essere una novità da diffondere: una legge che garantisca un plafond finanziario probabilmente produce un abbassamento della capacità progettuale perché a monte ha uno stanziamento al cui interno, quale che, sia la qualità del progetto, è garantito il corrispettivo. Invece, una legge come questa, poco più che di indirizzi rivolge alla Giunta un messaggio sotto forma legislativa, ma poi lascia alla capacità dell'Assessore e del mondo interessato alla problematica la responsabilità di proporre progettualmente una domanda tale che giustifichi la selezione della spesa da parte della Giunta. Le questioni che stiamo affrontando in questi giorni ci dimostrano proprio che dobbiamo cercare di superare la storicizzazione e il consolidamento della spesa.
Probabilmente dovremmo immaginare , per quanto possibile di fare leggi come questa: leggi-messaggio e indirizzo di impegno politico che per lasciano tutto da fare sul piano delle risorse e sul piano della concretezza, e quindi permettono in una qualche misura di ripensare Presidente- mi riferisco in particolare al Presidente del Consiglio - alla programmazione. Programmazione in senso totalizzante è fatto sul quale non ritorniamo: ci siamo innamorati della programmazione per progetti, per obiettivi. Ho l'impressione che la cultura regionale, quindi in primo luogo la nostra e sicuramente la mia, debba recuperare la capacità di misurarsi coi tempi attuali, con strumenti quali quelli che oggi a mio modo non in termini negativi, ma positivi, abbiamo adottato: immaginare che la norma finanziaria e quindi le risorse non siano conseguenza della legge, bensì la risposta che la Regione in termini di assunzione di responsabilità politica assume rispetto ai problemi, anche in relazione alla capacità, come diceva la collega Bortolin, di pressione e di proposta da parte dei Gruppi e soprattutto della società civile, nei segmenti interessati.
Non si tratta quindi di un'annotazione di carattere negativo, che tende a ridurre il significato di questa legge, ma che, al contrario, tende a stimolare le capacità di proposta e di progetto da parte dei Gruppi e della società civile, e quindi di responsabilità e di governo da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, il Gruppo di Rifondazione comunista voterà a favore di questa legge. Spero che la legge non sarà presentata, da chi la gestirà e dagli organi di stampa, usando argomenti retorici e generici in favore di una presupposta risoluzione del problema della disparità di lavoro tra uomo e donna. Non c'è bisogno di retorica, c'è bisogno di fatti.
Questa legge, così come è stata modificata con l'accoglimento degli emendamenti della collega Bortolin, potrà consentire di fare qualche passo in questa direzione. La discriminazione sul lavoro tra uomo e donna è nota a tutti (carriera, orari, stipendi, dignità del lavoro, possibilità del lavoro stesso). Bisogna, Assessore, che approvata questa legge si lavori sodo scegliendo priorità precise in ordine alle scelte di bilancio della Regione Piemonte.
Si ricordi l'Assessore che molte sono le leggi approvate e piene di buone intenzioni poi lasciate nei cassetti o rimaste inoperanti vuoi per mancanza di finanziamenti, vuoi per degenerazione della stessa struttura che le leggi presupponevano.
Tenete presente che con questa legge si organizzano nuove strutture e nuovi uffici; state attenti però che l'attivazione di nuove strutture burocratiche non diventi l'unica azione positiva della legge. Gli apparati burocratici non nascono per vivere una vita propria, nascono perché devono essere rivolti ad un'azione esterna, in questo caso ad un'azione positiva a favore del lavoro femminile.
Fate in modo, in una parola, che questa legge non sia un'altra delle leggi-delusione che la Regione Piemonte ha prodotto sulla spinta di problemi urgenti, partendo dalla volontà di risolverli, ma poi trovando governi disattenti o incapaci.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Vetrino.
VETRINO Il Gruppo repubblicano ha una convinzione assoluta rispetto a questa legge, per la quale desidero ringraziare in primo luogo la collega Bortolin, non solo perché ne è stata relatrice, ma anche perché ha lavorato intensamente affinché questo disegno di legge si presentasse oggi in aula con una struttura che credo possa essere accettata da tutto il Consiglio.
Forse non abbiamo l'assoluta consapevolezza, visto che viviamo in un momento molto confuso non solo a livello politico, ma anche più in generale, che abbiamo di fronte una legge che sicuramente segna un passaggio di autentica cultura, rispetto ai problemi delle donne. Passiamo infatti da una serie di leggi di tutela, emanate anche da questo Consiglio regionale, ad una legge che invece segna il protagonismo della donna nel processo produttivo, non soltanto alla catena di montaggio, ma in azioni di imprenditorialità, di dirigenza, di ruoli nuovi. Si passa cioè da un ruolo assistenziale ad uno più generale.
Credo che questo sia il dato di fondo reale che connota questa legge la cui cultura non discende soltanto dalla legge n.125 dello Stato, che finalmente, forse su impulso europeo, è riuscito a dare alle donne una legge moderna, ma anche da una legge della quale non abbiamo ancora parlato, che promuove l'imprenditoriali-tà femminile e che è diventata legge dello Stato alla fine della scorsa legislatura per il grande impulso che le donne parlamentari hanno inteso darle. Quindi al di là delle settorialità tra mondo femminile e mondo maschile, che anch'io rifiuto in toto, c'è sicuramente ancora bisogno dell'impegno delle donne rispetto al conseguimento di obiettivi che pur essendo generali, molto spesso tardano a dare i loro frutti.
Vorrei ancora fare una considerazione sui "tempi" delle donne, sui quali sono molto solidale con la collega del PDS che è intervenuta prima.
Vorrei chiedere, attingendo all'esperienza che sto facendo quale Assessore al commercio, di utilizzare anche leggi settoriali della Regione per far sentire la presenza femminile. La proposta di legge del PDS riguarda i tempi delle donne in generale, in tutte le articolazioni della società (scuola, negozi, lavoro, attività culturale e associativa), però la Regione ha momenti settoriali nei quali, forse, si può cominciare a definire tempi diversi in maggiore coerenza con gli impegni delle donne, per esempio i tempi di apertura e chiusura dei negozi. In proposito c'è una deliberazione della Giunta che è all'attenzione del Consiglio regionale. Spero che le donne, soprattutto quelle che hanno promosso la proposta di legge sui tempi delle donne, siano presenti per fare in modo che questo provvedimento risponda alle esigenze di tutti gli utenti, ma segnatamente delle donne che sono poi quelle che i negozif più degli uomini, ancora li frequentano anche se lavoriamo tutti per una diffusa parità, nella quale l'interscambiabilità dei ruoli sia un fatto reale.



PRESIDENTE

Ringrazio la Consigliera Vetrino e tutti coloro che sono intervenuti nel dibattito, arricchendolo.
La parola al Consigliere Peano per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

PEANO



PRESIDENTE

A nome del nostro Gruppo intendo ringraziare la Giunta e l'Assessore Cerchio per il lavoro importante svolto nel predisporre il disegno di legge. Quello delle pari opportunità è un tema di oggi, è un tema interessante, è un tema che coinvolge uomini e donne del nostro tempo e che quindi ci porta ad esprimere i nostri pensieri e, i nostri sentimenti.
Credo che mai nome oggi ci sia bisogno di discutere queste tematiche e questi problemi.
Il quadro definito dalla Giunta regionale è importante; la collega Bortolin lo ha espresso in modo molto interessante, ma certo il lavoro che ha accomunato i Gruppi di maggioranza e minoranza in questo nuovo rapporto ha esplicitato, anche in questa fase, la volontà vera di lavorare insieme.
Uomini e donne, in questo Consiglio, hanno trovato oggi una formula positiva per dire di "sì" ad un qualcosa che diventa estremamente importante per tutti.
Il quadro legislativo che oggi ci viene proposto è importante e tenta di definire un insieme organico di interventi di raccordo e di coordinamento di tante iniziative sui temi identificati dalla legge n. 125.
Per questo motivo, all'interno della norma, ci si è preoccupati di individuare condizioni tecnico-operative, nell'ambito dello stesso Assessorato al lavoro, al fine di esplicare attività di acquisizione, di razionalizzazione e quindi informatizzazione di tutto quanto possa concorre a favorire la presenza femminile nel mondo del lavoro.
La presenza femminile è sempre più importante ed interessante, ma soprattutto arriva sempre di più ai massimi livelli manageriali; oggi la donna è una presenza attiva. Un'attività che avviene anche in raccordo con gli Enti, con gli organismi e i soggetti che a vari livelli operano per la promozione di azioni positive. E mai come oggi azioni positive vengono proposte attraverso questa normativa.
A questo proposito, entrando nel merito del testo unificato, vedo che sono stati previsti i vari soggetti che possono promuovere azioni positive.
D'altro canto, è necessario innovare le stazioni d'informazione e divulgazione di queste iniziative, per mettere le donne in condizione di conoscere ciò che esiste e ciò che si intende fare per recepire l'esigenza di lavoro femminile.
Nel testo, all'art. 7, è stato pertanto prevista l'istituzione di un apposito ufficio d'informazione e consulenza denominato "Sportello donna" presso la Commissione regionale pari opportunità. E ancora, sempre nello stesso articolo, è stato previsto un momento di verifica dello stato di attuazione della legge, per cui la Giunta regionale dovrà inviare annualmente al Consiglio una relazione sull'effettiva operatività della legge e sull'attività svolta. Coinvolgere Giunta e Consiglio in questo senso è stato veramente un momento importante di collaborazione fra maggioranza e minoranza.
Ripeto, da parte del nostro Gruppo, un grazie all'Assessore, un grazie al relatore, oggi donna in questo nostro Consiglio, che ha portato alla nostra attenzione questa legge importante; esprimo dunque il voto positivo di tutto il Gruppo di maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Anche noi esprimiamo parere favorevole. Se mi è concesso un commento dico che questa legge - che appunto affrontiamo positivamente - avrà il suo vaglio nella sua effettiva attuazione. Se verrà attuata - come è nostro intendimento ed è intendimento di tutti - in termini completi e coerenti sarà sicuramente una buona legge; così non sarà se resterà una delle tante leggi bloccate nei cassetti o poco funzionali.
Da questo punto di vista non possiamo che esprimere un certo scetticismo quando si parla di relazioni al Consiglio; un'infinità di leggi dicono che ogni anno deve essere effettuata una relazione al Consiglio, ma molto spesso questa non viene effettuata, così come esistono già altre leggi, che prevedono sportelli informativi, che però non sempre sono funzionanti.
Quindi il Consiglio regionale svolge bene il suo ruolo nell'approvare oggi questa legge, ma spetterà poi a tutti gli organismi, non soltanto alla Giunta, applicarla concretamente nella realtà.
Ci sia concesso comunque, pur nell'esprimere voto favorevole, avanzare qualche perplessità o qualche timido timore sul fatto che non tutto quello che oggi, con buona pace dell'intero Consiglio, viene approvato, in realtà avrà un seguito nella vita sociale, nella vita civile e soprattutto nella sua applicazione.
Anche perché, prima di tutto, è questione di carattere psicologico e di cultura, cui si può dar fiato soltanto con leggi, ma con l'evolversi dei costumi e dei rapporti umani ed anche - io penso - del progressivo sviluppo della nostra società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Il Gruppo socialista esprime voto favorevole al disegno di legge oggi discusso, con la raccomandazione di non creare aspettative che poi non trovino conferma nella realtà, ma di considerare la necessità di supportare questa iniziativa con un'attenzione particolare nelle politiche del lavoro a sostegno dell'occupazione femminile.
Senza questo spirito, senza questo valore, senza questa dimensione fattoriale - che devono in qualche modo impregnare le politiche del lavoro dell'occupazione e della formazione - c'è il rischio di trovarci dinnanzi ad una scatola vuota, che poi diventerà solamente un esercizio accademico deludendo le attese e le speranze di molte donne attorno a questa produzione legislativa.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste dichiarazioni di voto, procediamo alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 49 voti favorevoli 48 astensioni 1 L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco. Ne ha facoltà.
CUCCO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'ordine del giorno che ho presentato, sottoscritto anche da altri Consiglieri e in particolare dalla Presidente del Consiglio, dalle colleghe Dameri e Bortolin, dal collega Chiezzi e dalla collega Segre, richiama una questione che ha sollevato numerose polemiche nel passato, ma che, secondo me, deve essere affrontata con quel tanto di pacatezza, richiamata nell'ordine del giorno.
Quando nel 1984 l'on. Bettino Craxi presiedeva il Consiglio dei Ministri fu pubblicato un documento che fu una vera e propria rivoluzione nell'ambito della linguistica italiana, che si chiamava: "Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana", redatto da una studiosa molto importante italiana, che è già morta, Alba Sabatini, femminista storica del Movimento italiano. Documento che fu sbeffeggiato su tutta la stampa nazionale e dai politici, ma che in realtà è uno degli strumenti di cambiamento effettivo della cultura più importanti che il nostro Stato, uno dei pochi nel mondo, si è dato.
Vorrei ricordare una cosa soltanto per tutte e per non dilungarmi. Le convocazioni di questo Consiglio regionale sono firmate dalla dottoressa Carla Spagnuolo che invece di firmare "La Presidente" firma "Il Presidente" perché l'uso della nostra lingua, che considera gli articoli determinativi su questi termini sempre e solo maschili, non ha consentito una modificazione, addirittura di buon senso, per queste piccole cose. Senza parlare del Consigliere invece della Consigliera e avanti di questo passo.
Cosa voglio con questo ordine del giorno? Rivoluzionare la lingua che noi usiamo? No di certo, ma con il buon senso che è dovuto da queste innovazioni culturali - ripeto: innovazioni culturali - e con la pacatezza che sicuramente la Regione riuscirà ad avere, pachidermica addirittura su queste modificazioni generazionali, chiedo che questo documento diventi proprio dell'istituzione, che venga distribuito agli uffici e che laddove sia possibile fare piccole variazioni, vengano fatte.
Quindi, non più "il Presidente Carla Spagnuolo", ma "la Presidente Carla Spagnuolo", così pure "la Consigliera" e tutte quelle altre cose che la Regione stessa riterrà più opportuno.
Vi inviterei, a leggere la moderazione con la quale l'ordine del giorno è stato redatto, perché è proprio l'inizio di un lavoro che non si chiuderà né in questa legislatura, né in questa generazione, ma che deve pure iniziare da qualche parte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore regionale Quelle rare volte che come Giunta regionale abbiamo attivato dei convegni su problemi di pari opportunità ed era prevista la partecipazione delle Consigliere dell'assemblea, la Giunta indicava la partecipazione delle Consigliere. Quindi a titolo di Assessorato, su cui insiste questo problema come riferimento, intanto di delega, non posso che essere conseguente.
Sono d'accordo a titolo personale, ma certamente anche a titolo di Assessore.
E' un problema, evidentemente, di tutti i colleghi di Giunta, che faranno come credono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Pongo una questione al collega Cucco. Se si ha bisogno di "una guida" la persona che fa la guida non possiamo chiamarlo "il guido"; quindi se è vero che ci sono parole pro-maschietti, alla stessa maniera ve ne sono anche pro-femminucce. Quindi, ad un certo punto, è questione di pari opportunità risolvere anche tali questioni.
Se poi abbiamo altri problemi da discutere in Consiglio regionale andiamo avanti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 434 a firma dei Consiglieri Cucco, Bortolin, Dameri, Segre, Chiezzi e Spagnuolo, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, ribadendo la necessità di contribuire alla réalizzazione di effettive condizioni di parità fra uomo e donna in tutti i campi considerato che il linguaggio parlato e scritto è, spesso, lo specchio dei pregiudizi sedimentatisi nella storia, su una cosiddetta inferiorità femminile rilevato che da parte delle istituzioni pubbliche debba assumersi la massima attenzione ad ogni aspetto della questione, anche a livello linguistico, con particolare riferimento al linguaggio formalizzato dei documenti e degli atti istituzionali FA PROPRIE le 'Raccomandazioni per un uso non sessista della Lingua italiana' prodotte dalla Commissione Nazionale per la Realizzazione della Parità tra uomo e Donna, e pubblicate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri attenendosi per quanto possibile - alle indicazioni contenute nella pubblicazione INVIA il presente ordine del giorno unitamente ad una copia delle Raccomandazioni sopra citate, a tutti ille responsabili dei servizi regionali, avviando ogni iniziativa utile per il più ampio utilizzo delle stesse, insieme alla loro diffusione, anche in collaborazione con la Commissione regionale per la pari opportunità": Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli e 3 astensioni.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Iscrizione all'o.d.g. del documento relativo alla manovra fiscale ed al pagamento dell'ISI (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco. Ne ha facoltà.
CUCCO Se non ricordo male, si era stabilito che alla ripresa dei lavori, dopo l'esame del progetto di legge sulle pari opportunità, ci sarebbe stata la comunicazione dell'Assessore Maccari. Se la Giunta riconferma la sua disponibilità, siamo disponibili ad ascoltare e poi ad intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Colgo l'occasione di questo attimo di pausa per chiedere che venga messa in votazione l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno sugli estimi catastali.
Questa mattina c'era stato l'accordo di discuterne alla Conferenza dei Capigruppo, che si sarebbe dovuta tenere alle 14.
Visto che la riunione non si è tenuta, avanzo ora la richiesta di iscrizione del documento, già emendato e sottoscritto da diversi Consiglieri.



PRESIDENTE

D'accordo. Se ci sarà tempo, provvederemo anche alla iscrizione dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Rabellino ed altri.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazione dell'Assessore Maccari in merito alle nomine degli Amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL.


PRESIDENTE

Passiamo ora alla comunicazione dell'Assessore Maccari in merito alle nomine degli Amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL.
La parola all'Assessore Maccari.
MACCARI, Assessore regionale Il decreto legge n. 368 del 26 agosto 1992 prevede che i termini indicati nel precedente decreto legge n. 35, trasformato nella legge n.
111, siano prorogati fino al 31/12/93. Prevede, inoltre, che gli amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL. decadano - tutti - dalla carica, a decorrere dal 1 novembre 1992.
Il decreto dice, testualmente, "il Presidente della Giunta regionale su conforme deliberazione della rispettiva Giunta provvede, a decorrere dalla stessa data con proprio decreto, alla nomina degli amministratori straordinari, confermando gli amministratori uscenti, previa verifica positiva dei risultati di gestione da condurre tenendo anche conto degli atti di cui all'art. 4, comma 8, della legge 30/12/91, n. 412 - delibere sottoposte al controllo regionale, delibere di bilancio, che impegnano per più anni il bilancio delle singole UU.SS.SS.LL. - ovvero scegliendo i nuovi amministratori tra gli aspiranti iscritti nell'elenco - quello che noi abbiamo chiamato Albo - con le modalità previste dallo stesso articolo del vecchio decreto", ovvero le indicazioni delle terne da parte dei Comitati dei garanti.
Di fronte a tale indicazione del decreto, così come già con il precedente- che, se ricordate, prevedeva scadenze entro il 31 agosto, poi posticipate al 31 ottobre -, la Giunta si era preoccupata di raccogliere tutte le relazioni redatte dai singoli Comitati dei garanti sulle attività delle UU.SS.SS.LL. nell'anno di nomina dell'amministratore, e le aveva trasmesse al Consiglio. E' quindi già da 60/70 giorni che sono in Consiglio, a disposizione della Commissione e dei Consiglieri tutte le relazioni delle singole UU.SS.SS.LL. e dei singoli Comitati dei garanti.
Relazione che è uno degli strumenti da esaminare per le valutazioni di comportamento e della validità dell'attività svolta dagli amministratori.
In questo potremo, essere supportati dall'esame della Commissione o da indicazioni che potranno emergere in termini sia positivi sia negativi. In ogni caso, le valutazioni espresse nella relazione dei Comitati dei garanti hanno stretta necessità di essere suffragate da riscontri operativi a livello regionale.
In alcune UU.SS.SS.LL., infatti, si possono essere determinate frizioni, rotture o incomprensioni che possono aver portato ad indicazioni non completamente corrispondenti alla realtà o interpretazioni di attività da valutare su piano più generale e con criteri uniformi su piano regionale. E' questa una prima indicazione.
Una seconda indicazione ha non poche difficoltà d'esame: l'amministratore, giudicato su un arco di 12 mesi, ha, tutto sommato poteri molto limitati in termini di cambiamento di indirizzo o di organizzazione: è infatti a tutti noto che qualsiasi cambiamento interno alla macchina pubblica, e particolarmente nel settore sanitario, necessita di tempi medi-lunghi per poterne registrare eventuali effetti. D'altronde gli stessi effetti finanziari hanno difficoltà ad avere risvolti immediati.
La valutazione avrà sicuramente un certo margine di discrezionalità anche se il termine può apparire poco simpatico; nella valutazione dei dirigenti diventa difficile avere una serie di parametri fissi, inchiodati a cui attenersi. Si tratterà quindi di un margine di discrezionalità che potrà essere determinato da conflittualità - e dalla loro valutazione eventualmente sorte all'interno delle singole UU.SS.SS.LL. Tutte le valutazioni hanno margini di interpretazione e di giudizio che non possono essere parametrati in termini fissi.
Un terzo criterio, fissato dalla legge, prevede che chi ha compiuto 70 anni non può essere rinnovato nella carica.
Il IV criterio introdotto consiste nel considerare anche l'esenzione dalla possibilità di incarico dichi compie 70 anni nell'arco di tempo per cui viene nominato.
Un ulteriore parametro consiste nella valutazione della situazione della singola USSL. verificando se sia gestita da un Commissario e se vi sia necessità futura in termine di organizzazione, di guida e quindi di consistente capacità direzionale. Questo tenendo conto che la nostra possibilità di scelta rimane sempre contenuta nell'Albo costituito lo scorso anno. Albo che, come i Consiglieri ricorderanno, prevede parametri di indennità e di tempo di nomina di certo non allettanti. Ritengo che nessun dirigente - reale - di un qualsiasi settore dell'attività civile potesse abbandonare una carriera per avere una nomina provvisoria, che al massimo poteva durare i 12 mesi previsti dal decreto di allora, con un compenso lordo al massimo di 7 milioni. Occorre tener conto che tale compenso non è confrontabile con un equivalente stipendio, poiché al lordo di tutte le trattenute fiscali, dei versamenti alla Cassa dirigenti, della tassa salute. Era quindi un compenso che poteva corrispondere, grosso modo ad un'indennità dirigenziale netta di 4 milioni, moltiplicabile per 12 e non per 13 mesi; era impensabile che ci fosse chi abbandonava un'attività per un'incertezza del genere. Tant'è vero che l'Albo ha registrato parecchie iscrizioni provenienti da persone dall'attività professionale nei vari campi, in modo particolare per chi proveniva dal settore pubblico ed aveva la possibilità dell'aspettativa (cosa non prevista e non attuabile per un dirigente privato) o per chi veniva dal mondo del pensionamento dunque persone che avevano maggiore possibilità di chiedere l'iscrizione.
In questa scelta siamo ancora limitati; mi auguro che le cose possano migliorare con l'avvio della riforma e con un Albo realizzato in termini diversi a livello nazionale; eventualmente con nuovi tipi di valutazione ed anche di compensi finanziari, perché oggi per tutti i coordinatori amministrativi ed anche per buona parte della dirigenza pubblica ad alto livello non è particolarmente competitivo e conveniente trasformarsi in amministratori straordinari.
Questi sono i criteri che useremo nella riconferma, tenendo presente in modo particolare la valutazione dell'anno, arco di tempo limitato, e la possibilità operativa condizionata dall'incertezza finanziaria che ha dominato la seconda parte del 1991 e sta tuttora dominando il 1992.
Valuteremo anche il comportamento all'interno della macchina USSL o della macchina ospedaliera per quanto riguarda la realizzazione delle norme previste dal D.P.R. n. 412, o perlomeno la disponibilità a collaborare nella ristrutturazione, ad esempio, delle UU.SS.SS.LL. (75% dei posti-letto come previsto dalla legge).
Forse ci si poteva aspettare parametri rigidi, fissi, che a mio avviso non sono formulabili nella valutazione di una dirigenza. Credo che questa valutazione stia alla responsabilità della Giunta, così come quella dell'indicazione. La nomina degli amministratori è anche legata ad un disegno di legge che la Giunta approverà lunedì prossimo, nel quale si prevede l'accorpamento delle Unità Socio-Sanitarie Locali che, come è noto vengono indicate (è una bozza, una prima proposta) in 27 in luogo di 63. Si pone quindi il problema, che potrà essere argomento di discussione nell'ambito della Commissione consiliare, di arrivare in tempi rapidi alla realizzazione di questa ipotesi. I tempi di bilancio infatti esigerebbero una rapida approvazione della norma di accorpamento prevista anche dalla legge-delega, seppure non quantificata (ma credo che le dimensioni del progetto piemontese corrispondano alla , situazione che emergerà a livello nazionale). Ritengo che in Commissione si possa prevedere un iter veloce possibilmente anche in Consiglio, in modo che la legge possa essere operativa già dal 1 gennaio 1993. Se la legge non sarà operativa per quella data, in termini di bilancio saremo costretti a "saltare" al 1 gennaio 1994; ma perdere un anno di accorpamento significa perdere un anno di risparmio (che potremmo anche cercare di quantificare); non solo, questa perdita si ribalterebbe sugli anni successivi, pur recuperando l'anno perso.
Stiamo esaminando una seconda indicazione, cioè l'eventuale possibilità di nominare, con un disegno di legge approvato dall'assemblea (qualora (assemblea lo condivida), i 27 amministratori - in attesa dell'accorpamento con competenze commissariali nelle UU.SS.SS.LL. unificate. Così facendo si favorirebbe il processo di costruzione della nuova realtà sanitaria piemontese, cosa che naturalmente comporterebbe in termini immediati il risparmio di non pochi miliardi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Se i Consiglieri si dilettassero anche di procedure e di come si lavora in quest'aula, soprattutto dal punto di vista degli sgambetti e delle trappole che si possono fare agli Assessori, sarebbe molto divertente verificare cosa poi si riesce a fare.
Le dichiarazioni rese oggi dall'Assessore all'aula sono la prova di quanto quest'aula serva praticamente a nulla; il Consigliere Chiezzi aveva ragione quando poc'anzi ci ha ricordato che effettivamente delle vere questioni si legge sui giornali. Gli ex-comunisti una volta definivano la stampa "la busiarda"; probabilmente bisognerebbe cominciare a chiamarla "la verità", perché sui giornali effettivamente si leggono cose vere.
Assessore, non si può non censurare l'azione di un Governo che emana un decreto legge il cui tempo di ratifica da parte delle Camere è 3 giorni prima dell'entrata in vigore della scadenza degli amministratori straordinari. E con i tempi di lavoro parlamentare che abbiamo oggi non si sa nemmeno se questo decreto legge verrà ratificato! Non si può non censurare fazione di questo Governo, e lo dico non dal punto di vista della sua presa di posizione politica, ma della sua presa di posizione istituzionale, per la responsabilità che ricade su di lei Assessore, e sulla Giunta nella scelta degli amministratori. Non si può non censurare l'operato di un Governo che decide di fatto di non toccare gli Albi, perché è al procedimento di costituzione degli Albi che si devono i regali che abbiamo oggi. Certo, poi i Comitati dei garanti possono proporre altre terne, altre porcherie del genere, ma bisognerebbe anche verificare come si è proceduto alla nomina di queste terne.
Non si può non denunciare un Governo che spaccia queste persone quali manager, quando in realtà sono dei Commissari veri e propri che vanno ad operare in una situazione che di manageriale non ha nulla. Un amministratore delegato o straordinario che dir si voglia di una qualsiasi azienda non incontra le trappole delle UU.SS.SS.LL. odierne. Le Direzioni tutti i Primari, i baronati presenti nella sanità italiana e piemontese rappresentano trappole che gli amministratori delle aziende private non hanno, perché hanno possibilità di agire effettivamente su tutti i nodi esistenti nella sanità, e non soltanto quelli della lottizzazione partitocratica, ma anche quelli della lottizzazione professionale. Esiste anche questa, infatti, grazie agli interessi molto particolari delle forze politiche interne di correnti - diciamo così - professionali e di carriera! Assessore, lei deve denunciare queste cose, diversamente sarà responsabile delle conseguenze; ma, soprattutto, non può dichiarare ai giornali una cosa equi far finta che non esista. E' vero o non è vero che le Segreterie dei partiti hanno dato indicazioni per le terne? Se è vero lo deve riferire anche qua. Ho già dichiarato ai giornali che questo mi sembra il "segreto di Pulcinella", perché effettivamente lo sanno tutti che i partiti intervengono a qualsiasi livello, figuriamoci se si dimenticano dei vertici delle UU.SS.SS.LL.
Il problema, Assessore, è che lei dovrebbe assumere la responsabilità di dichiarare all'opinione pubblica che questo governo si assume la responsabilità della nomina politica degli amministratori e dire "sì, le Segreterie scelgono questi amministratori poiché si tratta di coloro che gestiranno la sanità": Questo però non lo potete dire perché avete scelto persone che non sono neanche in grado di fare gli impiegati di Stato, con tutto rispetto agli impiegati di Stato.
L'assunzione di responsabilità politica che dovrebbe venire da un sistema dove la responsabilità è regola, e non eccezione come il nostro nel quale viviamo, le dovrebbe far tenere la testa alta e dire "è vero, me lo ha detto il Segretario del Partito socialista o quello della Democrazia Cristiana o quello del Partito liberale". Chi si assume responsabilità di governo si assume anche la responsabilità di nominare chi il governo lo fa effettivamente. Se vogliamo considerare in modo molto minimale le UU.SS.SS.LL. come enti strumentali, allora assumetene la responsabilità.
Questa è la mia proposta.
Assessore, non sottoponga più la scelta del giudizio del Consiglio; le faccia pure il governo regionale, ma ne paghi lo scotto. Cercherò di usare la fantasia politica e legislativa che spero di avere per fare in modo, al prossimo meccanismo che salta (perché non si tratta di uno o due persone finite davanti al magistrato: è il meccanismo che è saltato) che lei debba dare le dimissioni, perché lei come responsabile politico, se ne assume la responsabilità: non si possono fare determinate scelte e poi dare la colpa ai segretari. Quello che si deve discutere, o meglio quello che speravo di sentire da lei, è un'assunzione piena di responsabilità; cosa che lei Assessore, non ha fatto. Ha fatto questo giochetto sul decreto legge che come tutti i nostri decreti, è fatto da "voltar lo stomaco", che ci consentirà di arrivare al 1 novembre con un altro decreto legge, perché il governo si ricorderà che il Piemonte diminuisce le UU.SS.SS.LL. e avanti di questo fatto.
Le rinnovo il mio invito, Assessore: si assuma in pieno la responsabilità e dica anche al Consiglio quanto ha detto a "La Stampa". I partiti di governo devono governare a tutti i livelli: assumano decisioni chiare e scelgano i nomi, non si camuffino dietro la Commissione consultiva sulle nomine. Cosa ne sa la Commissione consultiva sulle nomine di un emerito sconosciuto che arriva dalla provincia di "non so dove", che ha una valanga di titoli, che può essere la persona più degna di questo mondo a gestire una USSL. e che molto probabilmente avrà lettere anonime, fatte da chissà chi, contro questo e contro quell'altro? Assessore, si assuma le responsabilità e lo dica, possibilmente in quest'aula e non soltanto alla Pravda.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO Vedo che ci si ostina a tenere separati tre momenti di un unico problema: i criteri prevalsi un anno fa, di mera lottizzazione, lo scandalo della "mala sanità" e l'esigenza di criteri nuovi per evitare i clamorosi inconvenienti che si sono verificati. Ci si ostina a separare i tre momenti di un unico problema, e l'Assessore, come se nulla fosse accaduto, ci spiega come si faranno le prossime nomine. Sono prevalsi i criteri strettissimi di lottizzazione nelle prime nomine? Non vi sono dubbi. Lo ha dichiarato l'Assessore Maccari alla stampa; le nomine gli sono state, di fatto, imposte dai partiti e lui, naturalmente, ha suggerito al Presidente Brizio quei nominativi, il quale ha fatto le nomine come da legge. Lo scandalo della "mala sanità" mette o non mette in evidenza che, per taluni amministratori straordinari, qualora vengano provate le accuse a loro carico, sono più che manager della sanità, degli specialisti in ruberie? C'è o non c'è (esigenza di criteri nuovi che evitino la lottizzazione e che consentano di stabilire - mi pare un criterio minimo questo - se uno è idoneo o no ad occupare un posto di direzione importante e delicato come quello dell'amministratore straordinario di una USSL? Lo scandalo si è esteso, non abbraccia solo UU.SS.SS.LL. torinesi (nn. 4, 6, 7, 8 e 9), ma anche la provincia (Nichelino, Orbassano, Pinerolo) e UU. SS.SS.LL. al di fuori della provincia torinese (Asti ed Alessandria). Noi pensiamo si debba istituire rapidamente una Commissione speciale di indagine e che questa debba avviare i lavori, arrivare a prime conclusioni ed attuare primi provvedimenti concreti.
Abbiamo visto, proprio oggi, un documento riguardante appalti e forniture degli ultimi cinque anni; ma l'Assessore non teorizzava, ed ha teorizzato per anni, che la materia non era di competenza dell'Assessorato ma esclusivamente delle UU.SS.SS.LL., e che non vi erano strumenti di controllo e possibilità di intervento della Regione? Poche settimane fa si è costituita un'apposita Commissione; non si poteva fare prima? Ci vengono forniti, oggi, dati sull'attività contrattuale delle UU.SS.SS.LL. elaborati in pochi giorni? No, certamente. Erano dati disponibili. Ma dov'erano? Perché solo oggi vengono portati in Consiglio? L'inchiesta della magistratura ha fatto miracoli? Non credo. Più semplicemente i dati esistevano, ma non venivano presentati al Consiglio. Le competenze c'erano ma non venivano espletate. Gli strumenti non mancavano, ma non venivano utilizzati. Perché è accaduto tutto questo? Noi verificheremo attentamente i dati che ci sono stati forniti, ma consentiteci una prima osservazione: vogliamo tutti i dati riguardanti le varie operazioni contrattuali, appalti e forniture, con le UU.SS.SS.LL. anche quelli inferiori all'importo di 300 milioni di lire. Noi pensiamo debbano essere resi noti, poiché riguardano proprio gli appalti e le forniture decisi a trattativa privata.
Siamo ad un anno dalla nomina degli amministratori straordinari: vogliamo, lucidamente, fare un primo bilancio di come sono andate le cose di quanti amministratori sono incappati nella rete della giustizia, di quanti hanno raggiunto i limiti di età e non possono più essere riproposti di quanti non vogliono essere riconfermati? E' un bilancio assolutamente negativo: non potete venire qui a raccontarci come ricompilare l'elenco degli amministratori. Vi sono responsabilità politiche precise del Presidente della Giunta e di tutta la Giunta.
Mi pare che l'operazione "manager della sanità" sia fallita, perché non è venuta meno la perversa logica della spartizione. Logica perversa che prescinde dalle effettive capacità delle persone, ma fa riferimento esclusivamente alla tessera di partito che esse hanno in tasca. Se prevale tale logica, se le segreterie dei Partiti dettano ai Gruppi i nomi di coloro che devono essere nominati, se l'Assessore se li registra e li porta al Presidente della Giunta regionale, mi pare non ci si possa aspettare risultati diversi da quelli che abbiamo avuto: un bilancio disastroso, per molti versi. Bisogna che la Giunta assuma tutte le sue responsabilità.
Da parte nostra, facciamo una proposta per uscire dalla perversa e spietata logica della lottizzazione, che prescinde dalle capacità dei singoli individui, dalla loro professionalità, dalla loro effettiva idoneità a ricoprire posti così importanti e così delicati. Innanzitutto bisogna consultare la Commissione regionale, prevista dall'ari. 24 dello Statuto, cosa che avevamo proposto, ma che la Giunta non ha voluto fare. Mi pare però che altra sia la proposta più importante. Ferme restandole verifiche dei requisiti dei candidati (anzi, mi si dice che sono già iscritti all'Albo e non c'è più nulla da controllare), di lì bisogna pescare. Fermo restando la prerogativa del Presidente della Giunta di nominare gli amministratori straordinari, perché il giudizio sull'operato degli amministratori straordinari uscenti che si ricandidano e l'idoneità di nuovi candidati, non viene verificata da una Commissione esterna ai giochi di potere, di lottizzazione dei partiti e dei Gruppi consiliari? Se mi permette, Presidente Brizio, i requisiti sono ridicoli: la laurea l'apicalità nel caso di funzione pubblica, il ruolo dirigente nel caso di funzione privata, per cui molti segretari comunali, presidi di scuola e così via, sono amministratori straordinari. Certamente l'Albo ha un fitto elenco di nominativi, vediamo quali sono idonei. Chi deve fare tale verifica? Noi pensiamo debba essere una Commissione esterna che può essere costituita sulla base di una rosa di nomi sorteggiati. A fornire questa rosa di nomi può essere l'Università, la Facoltà di Medicina, in particolare i Dipartimenti di Igiene e sanità pubblica, di Medicina di comunità, la Facoltà di Economia e commercio per l'Economia sanitaria e la Facoltà di Giurisprudenza per l'indirizzo di Diritto amministrativo. Una commissione esterna ed estranea ai giochi di lottizzazione. Se li sorteggiamo forse riusciamo ad avere una Commissione che badi alle effettive capacità dei candidati. Arrivare a questo sarebbe già di grandissima importanza. La verità è che voi volete continuare con il vecchio metodo, ma il vecchio metodo avete visto a cosa porta: non pochi amministratori straordinari incappati nella rete della giustizia, anche perché vi siete ostinati a presentare candidature impresentabili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Credo che la comunicazione fatta dall'Assessore in qualche modo risponda anche ad un'interrogazione che avevo presentato quando la stampa cittadina evidenziava tutta una serie di situazioni, peraltro ricorrenti anche nella nostra città e nella nostra Regione. Ho preso atto della comunicazione fattaci dall'Assessore; il passato, certamente, è una pietra che resta. Sul problema degli amministratori avevamo già avuto modo di esprimere alcune valutazioni e la nostra non totale adesione a certi criteri di scelta, ma crediamo che oggi vi sia una, grande opportunità.
Certamente le scelte fatte un anno, o un anno e mezzo fa, erano le scelte lette sul giornale, per dichiarazione dell'Assessore: non si scopre l'acqua calda, erano scelte fatte dalle segreterie dei partiti.
MARCHINI Tu parla per te. Dì che sono scelte fatte dalla Segreteria del tuo Partito! Ognuno non parli per gli altri, parli per sé, confessi pubblicamente! FERRARA Visto che il collega Marchiai si riserva sempre il diritto di censurare, di parlare per ultimo e dire chi è il bravo ed il cattivo, resta il fatto che il signor Assessore alla sanità, almeno per quello che appare dai giornali, ha dichiarato questo, caro Marchiai! E io dico quello che è venuto fuori sui giornali. Dico anche che sui giornali del giugno'91, a fianco dei manager che sono stati nominati ci sono delle sigle dei partiti e guarda caso non c'è alcuna sigla del Partito repubblicano.



(Interruzioni del Consigliere Marchini)



PRESIDENTE

FERRARA



PRESIDENTE

Detto che il passato è stato quello che è stato, che il giudizio su quelle scelte l'abbiamo già dato, e che le vicende di questi ultimi mesi in parte ci danno ragione, credo occorra guardare avanti. Abbiamo di fronte un'opportunità, seria: il disegno di legge di accorpamento delle UU.SS.SS.LL., che l'Assessore ci ha annunciato, sarà approvato dalla Giunta nei prossimi giorni e dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio. Questa è una grande opportunità per voltare pagina e per far sì che la Giunta si assuma le sue responsabilità senza sentire il Segretario del Partito repubblicano - non voglio citare altri partiti altrimenti Marchini si arrabbia - il quale, peraltro, non ha dato indicazioni rispetto alle 80/90 nomine fatte un anno fa, e faccia la scelta sulla base della professionalità.
Un giornale nel '91 aveva fatto un'indagine assai indicativa: un'agenzia specializzata aveva esaminato i curricula dei vari candidati e a fronte delle centinaia di profili individuati almeno 25 manager, in base alla loro esperienza, potevano ben operare e tra questi 11 erano eccellenti; sembra che nessuno di questi sia stato scelto. Sarebbe bene che se la Giunta, superando ogni indugio, lasciando perdere ogni suggerimento facesse la propria scelta sulla base di seria professionalità, anche avvalendosi di competenza e valutazioni esterne. Ricordo che quando avevamo legiferato sul decimo livello della dirigenza, avevo proposto che le valutazioni sui requisiti, sulle capacità, fossero fatte da qualche istituto esterno, per evitare qualsiasi problema.
Il collega Carletto se ne ricorderà perché allora era Assessore al personale. Trovare qualche sistema che non vada in alcun modo a permeare il sistema politico rispetto a queste scelte sarebbe cosa opportuna.
Signor Assessore, io ritengo che lei si sia assunto, sembra, ogni sua responsabilità. Proprio ieri, emergeva, sulla base di uno studio fatto in ordine al livello di spesa, che la Regione Piemonte è la migliore. Questo è un dato di fatto, Consigliere Calligaro.



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Ed è uno studio dell'ISI, non della Regione Piemonte!



PRESIDENTE

FERRARA



PRESIDENTE

Consigliere Calligaro, non puoi considerare l'Assessore oggettivamente responsabile di tutto e poi non riconoscergli il merito di qualcosa che va bene. Non so se sia proprio merito suo, però oggettivamente, lo stato della sanità in Piemonte è migliore di altri.
Ebbene, chiedo all'Assessore di avvalersi della sua capacità di gestione della sanità per fare scelte che prescindano completamente da tutto e di portarci prima del primo gennaio 1993 nominativi di manager veri, di persone che abbiano dimostrato in passato di saper gestire. La maggior parte delle persone inserite nell'Albo lo ha dimostrato, forse una piccola fetta sì: avalliamoci quindi di questa piccola fetta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI E' già stato detto che quella dell'Assessore Maccari non è propriamente una relazione, ma una scolastica elencazione di ciò che ciascun Consigliere ha modo di leggere, autonomamente, sulla Gazzetta ufficiale del 28 luglio 1992, su quelli che sono gli obblighi cui deve attenersi la Regione nel momento in cui dovrà rinnovare o individuare nuove figure di amministratori straordinari. Non era questo che ci si aspettava vista la situazione, ben nota a tutti, della sanità pubblica intendo dire, che sta andando incontro ad un progressivo smantellamento per diventare sanità privata. L'intenzione lodevole di riqualificare la dirigenza - e ci è stato detto che l'individuazione dell'amministratore straordinario delle UU.SS.SS.LL. era funzionale a questa riqualificazione - è diventata parte del disegno più complesso di distruzione del nostro Servizio Sanitario Nazionale.
In realtà, non interessano tanto le competenze professionali quanto la fedeltà alle indicazioni basate su criteri definiti dall'Assessorato regionale alla sanità, punto d'arrivo dei disegni perversi di privatizzazione predisposti a livello nazionale.
Non si è pensato e non si sta pensando a che cosa deve essere e deve diventare la figura dell'amministratore straordinario, funzionale allo sviluppo della sanità pubblica, perché in realtà questo non interessa.
Sono consapevole dell'imbarazzo, ammesso che l'Assessore Maccari lo provi, in cui si deve trovare appunto l'Assessore nel momento in cui si trova a dover scegliere amministratori (figure professionali che professionali in realtà non sono) che si troveranno ad amministrare non si sa bene che cosa e non si sa bene quale sanità pubblica. Sanità che ripeto, pubblica non è più, dal momento in cui Amato ha distrutto l'assistenza sanitaria di base, eliminandone il diritto di fruizione ad almeno metà della popolazione italiana. Quindi, che razza di amministratori se non dei fedeli esecutori! E che debbano essere così sembra chiaro e l'abbiamo percepito quando ci siamo incontrati in sede di discussione della delibera su come si dovevano predisporre i bilanci di previsione! Abbiamo assistito al confronto in quest'aula tra Comitati dei garanti, Presidenti dei Comitati dei garanti, amministratori di Comuni e amministratori straordinari. Questo contrasto era evidente ed era chiaro che gli uni, cioè gli amministratori, volevano portare; e ci sono riusciti, i Presidenti dei Comitati dei garanti ad affermare la totale inutilità della loro funzione anche rispetto ai pur limitati compiti assegnati loro dalla legge n. 111.
Non si dica quindi che debbono essere dei professionisti, perché sono degli esecutori di direttive predisposte da altri. D'altra parte, che non possa che essere così deriva dal fatto che di manager della sanità, come pomposamente spesso si dice di voler individuare, in realtà non ce ne sono per il semplice motivo che non esiste una scuola di amministrazione sanitaria, non esiste una scuola pubblica che prepari questa figura professionale. Gli unici che hanno una competenza, seppure parziale, in questo campo, sono i dirigenti sanitari che sono usciti dalle scuole di specializzazione di igiene e sanità pubblica e di medicina di comunità che si stanno diffondendo in Italia, ma competenze nel campo dell'economia sanitaria non sono certo rintracciabili, almeno credo, nella maggioranza delle persone che sono elencate all'interno degli Albi predisposti dalle Regioni.
Invece è su questi versanti che bisognerebbe definire un filtro a maglie molto strette e di questo non si è parlato. Non si è parlato cioè del fatto che comunque va attuata una valutazione del loro operato, come prevede la legge, che dispone "previa verifica positiva"; mi domando, tra l'altro, cosa significa "positiva", rispetto a quali indici. La legge parla di "risultati di gestione": in realtà si tratta di criteri fissati dalla legge n. 412 del 1991. La verifica viene dunque attivata sul fatto che gli amministratori si siano comportati come "esecutori" di direttive, definite a livello centrale, e non invece - come io dicevo e come molti ritengono secondo criteri che peraltro in alcune Regioni italiane sono stati definiti; non necessariamente sono condivisibili, ma se non altro si è fatto lo sforzo per definirli. In alcune Regioni è stato affermato che gli indicatori di efficienza, efficacia e produttività, potrebbero essere i seguenti: il confronto tra rendiconti finanziarie bilanci di previsione in relazione a contenuti di deliberazioni regionali verbali dei Revisori dei conti trasmessi all'Assessorato alla sanità relazioni dei Comitati dei garanti rapporti sull'andamento di gestione verifica e documentazione del complesso di iniziative adottate in materia dei diritti dei cittadini, quali: snellimento delle procedure e semplificazione dell'accesso ai servizi, riduzione delle liste di attesa eccetera.
Quanto meno questo in alcune Regioni è stato definito con atti e documenti ufficiali. Ed anche la proposta di individuare una Commissione che valuti la permanenza dei requisiti degli amministratori di nuova nomina mi pare assolutamente condivisibile.
E' di questo che noi avremmo voluto parlasse l'Assessore Maccari. In realtà l'Assessore di questo non ha parlato, tanto meno ha fatto un bilancio di quel che è successo su questo versante nella Regione Piemonte lo scorso anno. Che ci sia la necessità di fare un serio bilancio e che ci siano e ci possano essere dei dubbi sull'opportunità del seguire i criteri gli andazzi seguiti nel passato, me lo conferma una lettera che credo tutti i Consiglieri - o per lo meno i Capigruppo - abbiano ricevuto.
Il Coordinatore regionale degli amministratori straordinari, dott.
Simonetta, testualmente, in data 2 settembre, afferma che "il processo di nomina degli amministratori straordinari, seppure attuato da organi istituzionali quali sono le Giunte regionali e i loro Presidenti, non è stato e non poteva essere immune da condizionamenti dei partiti che hanno esercitato la loro mediazione con innegabili pregi e inevitabili difetti".
Poi prosegue: "D'altra parte diventa difficile immaginare che il successo dell'azione degli amministratori straordinari potesse essere affidato esclusivamente alla loro competenza e professionalità, alla loro probità, moralità e rigorosità di comportamento, prescindendo dal consenso politico partitico a livello locale e a livello regionale". Così dice il dott. Simonetta nella sua lettera.
Se queste sono le premesse, confermo e ribadisco di essere molto preoccupato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

ZACCHERA



PRESIDENTE

Molte cose si dovrebbero dire, anche se, quando arrivano le sei di sera e il Consiglio scende verso (oblio, spesse volte va via la voglia di dirle.
Una volta di più - lo dico sempre in questo Consiglio regionale dimentichiamo le nostre etichette) di partito e andiamo alla sostanza.
Chi; in quest'aula di Consiglio regionale ha cominciato, l'anno scorso per primo, a dire che quegli amministratori o perlomeno buona parte di quegli amministratori straordinari non erano scelti secondo dei crismi obiettivi di competenza e professionalità, se non noi del Movimento Sociale Italiano? Chi ha cominciato a dire si trattava di una vera e propria sceneggiata di regime (che su tale questione va avanti ormai da quando è iniziata questa telenovela degli amministratori straordinari e che anche oggi sta continuando)? Chi ha cominciato subito a dire che già nelle premesse c'erano tutti i crismi perché si finisse dove puntualmente si è finiti? Presidente Brizio, ricorda che, verso la fine del mese di aprile dell'anno scorso, proprio noi venimmo a dirle che già la nomina dei 5 saggi che dovevano scegliere le persone da mettere nelle famose liste era lottizzata (tant'è vero che, dei cinque saggi, due se ne sono andati subito perché non volevano avere nulla a che fare con certe nomine politico partitiche e che ne rimasero soltanto tre, due - se non vado errato - di orientamento socialista e uno di orientamento democristiano)?! Si pensava che venissero fuori delle cose diverse dalle liste che sono venute fuori? E si poteva pensare che la Giunta scegliesse in maniera diversa dai criteri che lo stesso Assessore alla sanità ha detto pubblicamente, una volta tanto con chiarezza, cioè i classici classici metodi della spartizione clientelare e spartitoria tra i partiti nelle nomine delle UU.SS.SS.LL.? Ma vi chiedete come mai adesso salti fuori il fatto che gli amministratori straordinari non avevano i titoli concreti (li hanno nominalmente, ma non nella buona sostanza)? Chiedetevi come mai nessuno partecipa alle nomine, o perlomeno o pochissimi pongono la loro candidatura per i vertici pubblici! Soltanto perché non prendono lo stipendio o hanno uno stipendio obiettivamente troppo basso rispetto alle loro competenze? Ma voi pensate che oggi una persona onesta si metterebbe nel mare magnum della sanità con i titoli che leggiamo tutti i giorni sui giornali e il bollettino degli arresti di ogni mattina? Quale persona di normale criterio si assumerebbe mai la responsabilità di una gestione delle UU.SS.SS.LL., quando sa benissimo che a partire dalle forniture per proseguire con gli appalti - sono notizie di tutti i giorni - sarebbe pesantemente condizionato? Questa è la sceneggiata di regime! E non avere il coraggio di dire che sin dall'inizio, da quando sono state istituite le UU.SS.SS.LL., si voleva privilegiare il criterio della spartizione partitocratica! E si continua a farlo: si continua a farlo, Presidente della Giunta e Assessore alla sanità, anche in queste settimane, perché man mano che sono decaduti gli amministratori inquisiti o arrestati, come sono state cambiate queste persone? O con dei funzionari o facendo girare delle pedine su una scacchiera. E quegli spostamenti non sono stati fatti (anche questi) con pressioni politiche? Durante il mese di agosto e di settembre ho presentato diverse interrogazioni, e al sessantesimo giorno ne pretenderemo la risposta; già oggi abbiamo presentato una prima lista, proseguiremo nei prossimi giorni chiedendo perlomeno di avere risposta in aula.
Per esempio, noi ci chiediamo se sono vere le voci che circolano - lo dico ai colleghi che forse non lo sanno - secondo le quali delle persone poste ai vertici delle UU.SS.SS.LL. (la USSL 4 di Torino, tanto per non fare nomi), hanno preteso carte praticamente in bianco per poter continuare a fare quanto facevano prima e amministrare la USSL. Ovviamente prendendo due stipendi. Nell'interrogazione, infatti chiedevo - Assessore, poi mi risponderà a tempo e luogo debito, ma magari anche questa sera - come fanno ad essere in due posti diversi nello stesso periodo (con la doppia paga e nello stesso orario o prendendo anche addirittura il plus-orario).
Ma torniamo al discorso principale. Come sono state scelte queste persone? E come mai - e qui non é colpa della Regione Piemonte - il "Sole 24 ore" (altro giorno ha pubblicato il decreto della Gazzetta Ufficiale fatto in questa maniera? Come mai il Governo, il Ministro De Lorenzo, che parla tanto di riforma sanitaria, non ha il coraggio di far riaprire quelle liste? Se ci sono persone giuste, valide, capaci di amministrare le UU.SS.SS.LL. è ora di richiamarle. Ma se andiamo avanti sulla base di liste compromesse dall'inizio, come pensate che si possano trovare dei funzionari o comunque dei dirigenti capaci di dirigere le UU.SS.SS.LL.? Ecco perché è una sceneggiata di regime! Non prendiamoci in giro! Do atto all'Assessore alla sanità di alcune cose: 1) che è difficilissimo fare l'Assessore alla sanità 2) che ha un mare di guai 3) che obiettivamente ha le mani legate (ma questo lo dico anche alla Giunta).
Ma qual è stato, qual è il motivo di queste cose? E' il fatto che la vostra struttura politico-partitica, le vostre scelte politico-partitiche le vostre spartizioni politico-partitiche, adesso come prima, vi legano mani e piedi, per cui non potete assolutamente cambiare, perché, nello stesso tempo, siete anche vittime dei giochi "perversi" a cui di fatto sottostate.
E' il momento di cambiare. Nel momento in cui la sanità piemontese è pesantemente inquisita un po' a tutti i livelli (non soltanto a Torino) scatta il meccanismo: riduciamo le UU.SS.SS.LL. a 27. Io non sono contrario alla riduzione delle UU.SS.SS.LL.; se si possono risparmiare dei soldi facciamolo subito, ma facciamolo bene.
Questa maxi riforma delle UU.SS.SS.LL., questo sconvolgimento totale delle UU.SS.SS.LL. viene contrabbandata quasi come un'operazione di chirurgia plastica, per cui in definitiva vengono tolti un po' di numerini ma in definitiva non cambia assolutamente nulla del metodo (al limite, per non sollevare problemi campanilistici, la chiameremo USSL 18-19-20, in modo da non scontentare quelli della USSL 19, perché se resta solo la 18 quelli della 19 potrebbero arrabbiarsi).
Era vero quanto diceva Ferrara l'anno scorso - ricordo che l'indagine era apparsa anche su Repubblica -: "di quei curricula ce n'erano dieci validi, non ne è stato preso nessuno". E' verissimo. Dalle mie parti c'era un validissimo amministratore delle UU.SS.SS.LL., che ha svolto il suo ruolo - mi risulta - molto bene; successivamente si è dimesso: "Sono andato lì perché il Partitomi aveva mandato, ho lavorato, ho fatto quello che potevo, ora è passato un anno, basta, io me ne esco", e prima del 30 giugno ha presentato le dimissioni: è un esempio.
Mi avvio alla conclusione dicendo che noi, come Consiglio regionale non possiamo supinamente accettare che si scriva un'altra delle pagine già scritte sulla nostra testa di Consiglieri regionali. Certo, io posso soltanto denunciare questi fatti, posso subissare, continuare a far perder tempo all'Assessore; siamo arrivati - mi sembra - alla settantacinquesima interrogazione sull'andamento della sanità del Piemonte. Ma io continuerò a segnalarle ospedali che aprono e poi chiudono; cantieri che sono esauriti amministratori che non fanno il loro dovere, concorsi più o meno truccati.
Cosa deve fare un Consigliere di minoranza, colleghi, più che sottolineare queste cose? Quando, poi, arrivano le risposte, sovente i buoni sono scappati dalla stalla.
Concludendo, propongo un atto di coraggio a questo Consiglio regionale: il coraggio di riaprire quelle liste anche se la legge non lo prevede o non lo dice espressamente. Assessore, le faccio questa proposta: se lei individua delle persone che validamente possono ben gestire delle UU.SS.SS.LL., lo venga a dire: "Ho trovato il dott. X che acconsentirebbe ma la legge non glielo consente". Cominciamo a stabilire chi potrebbe andarci; al prossimo inquisito avremo già risolto il problema di una USSL.
Non è poi così difficile inserire dei manager in alcuni punti strategici.
Pero, come Consiglio regionale dobbiamo opporci alla logica spartitoria partitocratica e clientelare secondo la quale non si cambia più niente perché, all'interno delle UU.SS.SS.LL., quella era la lista.
Rimango abbastanza deluso della relazione dell'Assessore, perch obiettivamente non ci ha detto nulla di nuov; come se in questi due mesi dall'ultima volta che verso sera ne avevamo parlato, non fosse successo niente. Io penso che invece molte cose siano cambiate e stiano cambiando.
Mi aspettavo una comunicazione di tutt'altro rilievo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, una nota brevissima per lamentare e affidare quindi alla sua memoria il fatto che ancora una volta si utilizza lo strumento di "messa a conoscenza del Consiglio" - la comunicazione - per avviare non dei dibattiti, ma dei processi.
Questa è una questione, signor Presidente, che, dopo l'esperienza fatta, richiede da parte sua, dal punto di vista del governo e anche da parte della Giunta, la massima attenzione e prudenza nell'esprimere queste disponibilità. Detto questo, devo dire che Erasmo da Rotterdam passeggiando per la nostra Torino, non avrebbe mai immaginato che la sua opera avrebbe avuto in questa città un così profondo radicamento. Voglio dire che l'ipocrisia, che è così presente nell'elogio alla pazzia, qui dentro ha cittadinanza totale. In primo luogo, nelle forze politiche che hanno voluto che la sanità fosse partitocrazia e politica nel senso totale e assoluto del termine. La riforma sanitaria, infatti, ha significato dire: "la sanità è un fatto politico e va gestito dai politici". E che adesso ci vengono a dire che, nell'arco di quindici giorni, si doveva immaginare un meccanismo in cui tutto potesse prescindere dalla politica. Chi dice questo è un ipocrita.
ZACCHERA Anche chi non ha protestato prima! MARCHINI Noi siamo l'unico Partito del cosiddetto arco storico che non ha votato la legge n. 833 perché non ne ha condiviso l'impostazione. Però chi per dieci anni ha ritenuto che la sanità fosse questione da governare in primo luogo in termini politici, cioè di lettura delle esigenze dei cittadini, e non fosse una questione tecnica e amministrativa, non ha titoli politici per scandalizzarsi del fatto che questo tipo di processo in questa materia sia dura a morire. Non ha diritto di scandalizzarsi in termini politici! Dopodiché c'è un'altra nota che qui non posso non richiamare: il cinismo e l'irresponsabilità di qualcuno - non dico l'ingenerosità perch attiene all'umano - di utilizzare una frase che l'Assessore ha espresso non in sede politica per riportarla qui in termini politici. Quella frase stava a significare una risposta rispetto a un percorso che qualcuno voleva immaginare o dimostrare o acclarare e provare, non aveva niente a che fare con la responsabilità politica. Non è quindi opportuno che quella frase che l'Assessore ha pronunciato in una certa sede e che probabilmente non ha potuto, prima di tutto per rispetto verso se stesso, utilizzare anche in altra sede, venga utilizzata in termini politici.



(Interruzione: "Qui si fa politica".)



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Per piacere! In via Torquato Tasso non si fa politica.



PRESIDENTE

CHIEZZI



PRESIDENTE

Qui, sì però.



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Come ultima questione, caro Ferrara, nessun segretario regionale liberale ha mai preso contatto con l'Assessore. Se il tuo l'ha preso e non c'è riuscito - sembrerebbe che tu sostieni questo - ciò non ti titola in questa sede a comportamenti verginali, caro Ferrara.
Proprio questa mattina nella Commissione Nomine, dove tu non vieni evidentemente per pudore, noi non abbiamo potuto andare avanti con una nomina perché abbiamo come candidato un segretario provinciale del tuo Partito. Per la prima volta nella storia di questa legislatura. Tu ti sei dimesso dalla Commissione Nomine perché un tuo candidato non è stato nominato non so bene dove. Quindi, Ferrara, andiamo cauti con questi comportamenti. L'opposizione fa il suo ruolo. Qui si tratta, per certi versi, di assumere comportamenti politici, anche se poi li si paluda in questioni moralistiche.
Devo dire che solidarizzo in termini politici con quanto l'Assessore ha fatto, poiché le cose fatte vanno lette nel momento storico e politico del prima, del dopo e del durante.
Questo sicuramente non esime dall'essere d'accordo con quanti hanno suggerito di introdurre dei criteri di valutazione, delle griglie, dei test; per carità, utilizziamo tutto, però, alla fine, deve permanere della capacità di lettura circa la capacità del candidato, non solo ad essere un manager, ma ad essere interprete della materia, che mi chiedo perch attenga ancora alla politica. Se la sanità non è più fatto anche politico rispetto al quale l'amministratore deve avere sensibilità ed esperienza politica nelle sue scelte, ovvero saper conciliare e graduare bisogni e risposte - la politica è questo: conciliare e graduare le risposte -, mi chiedo in che misura ha ancora senso parlare della sanità come questione che attenga al pubblico. Me lo chiedo veramente. Se è problema di efficienza, di capacità di spesa, è questione che riguarda esclusivamente il privato, il quale non avrà più alcuna esigenza di dover traguardare anche rispetto ad esigenze di mediazione e gerarchizzazione, delle risposte rispetto alla società e rispetto al territorio.
Per questi motivi alcuni comportamenti mi sembrano un po' stonati e smodati, soprattutto quando sono - lo dico proprio apertis verbis impropri rispetto al dialogo politico. In questa sede ognuno cerca di portare a casa il prezzo e il risultato del lavoro che fa. Mi sembra un po' strano che ci sia qualcuno che giochi come a Montecarlo, dove - io non so giocare ma me lo hanno spiegato - o punti sul rosso o punti sul nero. Qui c'è qualcuno invece che gioca alla roulette puntando sempre su tutti e due i colori. La cosa strana è che riesce anche a vincere. Questo, al gioco della roulette non è consentito; in politica, invece, si consente di vincere a qualcuno che gioca sempre sui due colori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



PRESIDENTE

BODRERO



PRESIDENTE

Cerco di fare qualche moderato ragionamento.
La statalizzazione, il centralismo, la partitizzazione c'entrano molto in queste cose. Vediamo che in tutti gli Stati organizzati in questo modo le cose vanno peggio che in quelli dove c'è una maggiore privatezza.
Ma a parte questo, stiamo ai fatti. Finora implicati e inquisiti sono alcuni dirigenti di organizzazioni sanitarie ed ospedaliere. Non so fino a che punto siano colpevoli e non sono ancora stati condannati. Io dico questo: la professionalità e la competenza sono necessarie, ma non sono sufficienti, perché potrebbe esserci benissimo un competentissimo professionalissimo che poi a un certo momento si lascia prendere dalla tentazione e fa le cose che capitano in giro. Certo uno più competente è sempre meglio di uno meno competente.
Ma la questione è ancora un'altra: noi dobbiamo attivare degli organi non possiamo noi farei poliziotti o i giudici; l'ho già detto altre volte abbiamo la Polizia e la Magistratura. Allora queste benedette Polizia e Magistratura non devono aspettare il 6 aprile per dire: "Forse questa volta ci siamo".
Il compito vero del Consiglio, al di sopra e al di fuori di tutti i Partiti, è proprio questo: stimolarli e non aspettare che passino gli anni "as giontà 'd fer a la ciòca", cioè la cosa si aggrava. Questi benedetti poliziotti e magistrati dovrebbero controllare continuamente. Ho proposto in Commissione, visto che si parlava di volontariato e c'era l'Assessore addetto anche a questo: "Dato che c'è tanta gente che ama i gialli, adesso è un po' una moda fare le spie egli agenti segreti, facciamo un volontariato di tutti quelli che fanno il contrario dell'ambiente mafioso dove non si sa, non si vede, non si sente e non si parla". Questa gente lo farebbe gratis, i pensionati hanno tempo, è un'attività che anima. Non dico solo questo.
Il compito specifico è invece della Polizia e della Magistratura. Se questa gente che ha preso il vizietto viene beccata subito, il danno è minore. Come facciamo a sapere se le persone sono oneste se non le abbiamo prima messe alla prova? La questione è di beccarle per tempo, non aspettare anni e anni, quando hanno già troppi soldi in Svizzera.
La causa principale della corruzione è stata la Cassa del Mezzogiorno che ha reso potentissima la mafia. Basta leggere "L'inferno", bellissimo del vero socialista Giorgio Bocca. Ma a parte questo, le leggi permissive troppo blande, lassiste, licenziose possono far dire a questa brava gente: "Ma, io forse la galera non la faccio nemmeno"...



(Interruzione: "Non mi ricordo quasi più di quando era stato socialista")



PRESIDENTE

BODRERO



PRESIDENTE

Socialista nell'animo, non parlo mai di tessera, per carità!



PRESIDENTE

Lasciamo stare! Lasciamo stare! BODRERO Lui intendeva il socialismo come giustizia, non come statalismo, che è stato poi la dannazione del socialismo. L'abbiamo visto in Unione Sovietica e in molti altri Paesi.
Le leggi dello Stato (non siamo stati noi a farle, purtroppo, perch abbiamo uno Stato centralista e non federale) devono essere molto severe anzi direi che chi non è rispettoso del denaro pubblico deve essere punito molto severamente: altro che condoni e amnistie! E poi la Polizia e la Magistratura sono pagate apposta: devono darsi da fare e non aver paura di niente, anche se ogni tanto ne ammazzano uno: è logico, li paghiamo già apposta perché si facciano ammazzare... Parliamoci chiaro, non li paghiamo mica così, tanto perché diventino belli e grassi, eh? Questo è poco, ma sicuro. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.
GIULIANO Presidente e colleghi, sarò molto rapido e sintetico, anche perché mi sembra che la delusione successiva alla comunicazione dell'Asses-sore Maccari sia già stata ampiamente evidenziata da alcuni dei colleghi che mi hanno preceduto. Inoltre, non mi sembra questa la sede per considerazioni su tangenti "e dintorni", oggetto d'interesse dell'autorità giudiziaria.
Credo che la relazione dell'Assessore sia stata troppo didascalica e sintetica; come Verdi riteniamo che i problemi della sanità pubblica - non solo piemontese - siano "un tantino" più complicati e non semplicisticamente riconducibili alle indicazioni di legge che l'Assessore è venuto a raccontarci.
Condividiamo pienamente l'analisi del collega Cucco, con il quale a suo tempo, nel maggio scorso, presentammo un ordine del giorno sulla questione degli amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL., in cui chiedevamo e sollecitavamo che non si addivenisse ad una semplice riconferma degli amministratori, ma si procedesse ad un rinnovo delle procedure di loro nomina, in modo da evitare qualsiasi mediazione politica.
Ci è sembrato davvero di scoprire l'acqua calda quando abbiamo saputo attraverso i giornali delle varie ingerenze partitocratiche: è un settore che, come ha dimostrato l'Assessore "fa ballare" alcune centinaia di miliardi all'anno: non ci illudevamo certo potesse esserne esente.
In quell'ordine del giorno impegnavamo altresì la Giunta regionale a proporre ed indicare al Consiglio in modo preventivo i criteri in base ai quali si sarebbe inteso procedere alla nomina degli amministratori straordinari e, soprattutto, chiedevamo che alla Commissione consiliare competente fosse possibile una consultazione, un colloquio con gli stessi amministratori e con i Comitati dei garanti di tutte le UU.SS.SS.LL., in modo che si potesse valutare l'operato degli amministratori nominati nel maggio 1991.
Crediamo che le esigenze di allora mantengano intatte, oggi, la loro ragion d'essere; stiamo infatti esaminando, con una certa attenzione quanto successo quest'anno nella gestione di alcune UU.SS.SS.LL. campione: i dati che emergono evidenziano metodi forse migliori che in un passato disastroso, ma certamente non esenti da critiche e soprattutto tutt'altro che chiari e trasparenti.
Abbiamo peraltro apprezzato che l'Assessore ci abbia fatto trovare nella casella della corrispondenza il dossier riguardante fattività contrattuale delle UU.SS.SS.LL., anche se avremmo volentieri scorso i dati relativi alle forniture e gli appalti di importo inferiore ai 300 milioni.
Capitolo assai consistente che sappiamo essere affidato a licitazioni private, con tutto ciò che ne può conseguire.
Altra considerazione svolta dall'Assessore, che desta in noi Verdi una certa perplessità, è la preannunciata riduzione dei servizi sociosanitari.
Non riteniamo sia questa la sede per approfondire l'argomento; d'altronde non crediamo certo che il dibattito sulla sanità piemontese si possa concludere oggi. Ci preoccupa il preannunciato taglio del numero delle UU.SS.SS.LL.: riteniamo che i tagli delle spese sanitarie debbano e possano essere ricercate altrove.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PRESIDENTE

PICCHIONI



PRESIDENTE

Oggi pomeriggio l'Assessore ha dato l'annuncio dei criteri di rinnovo di nomina dei prossimi amministratori, sui quali, naturalmente, si è aperta una larga e lunga discussione, nella quale molti hanno trovato gli espedienti per un attacco a tutto fondo, a tutto campo, rispetto alla gestione dell'Assessorato.
Non voglio ritornare su tali argomenti; credo che la Giunta, che si è assunta la responsabilità di allora, debba anche oggi assumersi la piena responsabilità di questi criteri di rinnovo.
Voglio semplicemente dire che forse varrebbe, e per questo Consiglio, e al di fuori di esso, un atto di autodisciplina o, forse, di autocontrollo.
Forse, non devono uscire notizie che possono dare esca a polemiche spericolate e di tutt'altra natura; notizie che i giornali propagano alimentano e surriscaldano alla diversa attenzione degli uomini politici e dell'opinione pubblica. E forse ci deve essere anche, da parte del Presidente, una posizione di autocontenimento rispetto alle comunicazioni al Consiglio. Personalmente, sono d'accordissimo con quanto detto poc'anzi dal Consigliere Marchini: se ogni comunicazione diventa l'occasione per un processo sommario alla Giunta, anch'essa deve rivedere il suo modo di comportamento nei confronti del Consiglio.
Se la comunicazione diventa l'occasione per edizioni mai rivedute e corrette di vecchi pronunciamenti politici nei confronti dei quali non sono valse né le smentite né le chiarificazioni né le riflessioni che si sono succedute in Consiglio, tanto vale che ognuno si assuma le proprie responsabilità e agisca di conseguenza.
Se in un consesso democratico vale il confronto, vale il dialogo questi non devono essere sterilmente fini a se stessi.
Per quanto concerne il problema degli accorpamenti, devo dire con molta franchezza all'Assessore che siamo in presenza di una nuova normativa nazionale; siamo in presenza della legge-delega di riforma, e di profondi mutamenti e di diverso approccio dei cittadini nei confronti della sanità.
Lasciando perdere altre valutazioni, credo valga come misura di prudenza l'auspicio che l'Assessore possa attendere il tempo necessario, quale quello dovuto all'emanazione di una normativa nazionale, affinché non si rifaccia dopodomani quello che si vuole fare domani.
Detto questo, devo fare alcuni rilievi, anche su suggerimento di quanto detto dall'amico Cucco. Ci poniamo, come in ogni altra situazione nazionale, un interrogativo: se effettivamente il sociale deve diventare un luogo negato al politico. Quando ho interrotto il collega Calligaro dicendo che una Commissione esterna non è composta da figli di nessuno, e che comunque è rarissimo, per non dire impossibile, trovare qualunque persona che sia in qualche modo indipendente, mi sono posto nella condizione oggettiva di verificare quali sono gli strumenti adatti, propri per superare un aspetto della cosiddetta "mala sanità".
Ma se al di là di questa obiettiva difficoltà, noi dovessimo ravvisare comunque un processo a priori o un processo demolitorio che ritorna con le stesse cadenze, con gli stessi stili, con le stesse motivazioni, io credo che il Gruppo della Democrazia Cristiana dovrà rivedere la sua partecipazione alla Commissione di indagine sullo stato della sanità piemontese.
Affermo con molta franchezza in quest'aula come Capogruppo della Democrazia Cristiana-indipendentemente dal modo e dalla specificità del luogo in cui l'Assessore Maccari ha dovuto fare determinate dichiarazioni che io, come tramite naturale del mio partito, sia in sede provinciale che in sede regionale, non ho mai ricevuto alcuna segnalazione di candidati della Democrazia Cristiana. E se l'automatismo dei candidati della Democrazia Cristiana ad amministratori straordinari dell'USSL fosse quello che qui si vuole inverare, non attenderei un minuto secondo nel pregare questi miei amici, questi miei compagni dal dimettersi subito.
Ritorno ad un fatto di principio. Il sociale diventa un luogo negato al politico. Attenzione, amici: qui si arriva direttamente alla democrazia plebiscitaria, irrazionalista, carismatica. Se tra cittadino e Stato non esiste il partito - che non è il partito delle élites come dicono Shumpeter, Pareto e Mosca, ma il partito che la nostra tradizione sociale (Mortati) vuole che sia, cioè la società che si fa Stato - se il partito non è assolutamente ciò, allora noi dobbiamo prendere atto di tutte le estreme conseguenze. Il collega Marchini giustamente sulla partitocrazia ha detto: "Qui c'è l'elogio non della pazzia, ma dell'ipocrisia". E i conti li potremo fare alla fine della giornata, dando ad ogni partito gli addendi che si merita.
Pertanto, noi rivendichiamo ancorala funzione, il ruolo dei partiti perché l'alternativa d'oggi non può essere la Banca d'Italia! La deregulation ha portato oggi ad una tecnocrazia capitalista che, sul problema della svalutazione della lira abbiamo visto come si è comportata: assumendo una posizione marcatamente monetaristica. Ma la Banca d'Italia non si sa come e in che modo soggetta a manovre speculative, è un Santa Santorum! Proprio coloro che in noma dell'astensione della politica dalle istituzioni, come un certo Vicepresidente della Confindustria fino affanno scorso predicava, oggi sono pesantemente implicati nelle vicende Tangentopoli! E allora il problema è che cosa noi siamo, caro Cucco, è che cosa noi siamo! Anche tu non sei figlio di nessuno, tutti siamo espressione di una volontà politica che può essere più o meno istituzionalizzata, tutti siamo il portavoce di una parte di società o comunque di una parte di cittadini che vogliono che nel pluralismo dello Stato si esprima anche la loro posizione, il loro senso di appartenenza, anche le loro scelte! E queste scelte di per se stesse non sono né brigantesche né innaturali nei confronti del sistema.
Ho voluto dire queste cose, stimolato dalle riflessioni di qualcuno che io rispetto, ma come espressione di partito, come espressione di forze politiche, come espressione di forze culturali, almeno per quanto concerne me e la mia parte politica, abbiamo tutto il dovere di respingere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, svolgerò delle brevi considerazioni ai fini di completare l'intervento del collega Zacchera.
Devo innanzitutto rilevare che la lottizzazione politico-partitica era già insita nel provvedimento ispirato dal Ministro De Lorenzo, laddove prevedeva che una Commissione nominata dalla Presidenza della Giunta avrebbe dovuto scegliere e formare l'Albo degli amministratori straordinari. Ma la situazione era aggravata in quella parte del provvedimento, dalla norma secondo la quale prima e davanti ogni cosa la scelta avrebbe dovuto cadere sulla rosa dei candidati indicati dal Comitato dei garanti, ed è noto che il Comitato dei garanti è un'emanazione di Consigli comunali e quindi organo eminentemente politico.
Quello che mi aspettavo dicesse oggi l'Assessore Maccari era che i criteri obiettivi promessi sarebbero stati attuati in occasione delle prossime nomine; criteri che avrebbero dovuto in particolare considerare la facoltà della Giunta di scegliere anche al di fuori delle persone indicate dai componenti il Comitato dei garanti, cosa che non è stata fatta in occasione della prima scelta dell'aprile 1991.
A parte questa considerazione, ritengo, non certo per trovare la chiave di volta per risolvere la questione della lottizzazione, ma unicamente per cercare quanto meno un correttivo, che meriti attenzione la proposta del Consigliere Calligaro di cercare, nei limiti del possibile, pur tenendo presente l'osservazione che non esistono figli di nessuno, di scegliere un organismo in quanto possibile super partes. Ma al di là di questa proposta a mio avviso condivisibile, ricordo ancora una volta il problema sollevato in quest'aula anche da parte nostra circa la necessità che il Presidente della Giunta, prima di provvedere alle nomine, interpelli, come ritengo sia suo dovere, la Commissione consultiva sulle nomine. D'accordo, la Commissione consultiva sulle nomine è espressione del Consiglio regionale quindi organo per sua natura politico, però quando il potere di designazione degli amministratori straordinari compete alla Giunta, organo politico, anche se l'Assessore ci assicura che in questa seconda tornata di nomine cercherà di seguire criteri più obiettivi possibili per scegliere persone dotate di managerialità, ritengo che l'intervento della Commissione Nomine, per verificare criteri proposti dalla Giunta, sia doveroso. Questo non soltanto perché ce lo inventiamo noi o perché facciamo una proposta stravagante che non abbia un addentellato, in questo caso, con una norma statutaria. Ricordo, come già ebbi a fare nel marzo-aprile 1991 in occasione della prima tornata di nomine, che l'art. 24 dello Statuto prevede espressamente che ogni nomina di competenza del Presidente della Giunta - quindi non nell'ambito delle nomine disciplinate dalla legge regionale - debba essere preceduta da parere consultivo della Commissione Nomine. In questo caso, il parere consultivo potrà far emergere, da parte della Commissione stessa, quelli che sono i criteri di obiettività, di super partes, di managerialità, che l'Assessore e la Giunta ci promettono voler rispettare nella prossima occasione. E non mi si venga a dire che la procedura prevista dai decreti legge De Lorenzo escludono l'obbligo chi passare attraverso la Commissione Nomine, perché questo - come ho ricordato è un obbligo statutario previsto espressamente dall'art. 24.
Chiedo quindi un impegno della Giunta, e lo chiedo attraverso un ordine del giorno già formulato una decina di giorni fa e ritualmente depositato all'Ufficio di Presidenza, ma che ripropongo e faccio, per così dire rivivere in questa sede, in quanto consentito dal Regolamento. La Presidente Spagnuolo mi ha detto che non potrà "de plano" essere introdotto il voto su questo ordine del giorno, ma devo ricordare - questa volta a me stesso - che il regolamento prevede che, in occasione di comunicazioni della Giunta, possono essere presentati ordini del giorno. Questo ordine del giorno non ha una lunga motivazione, ma richiama la norma statutaria che impone, al Presidente della Giunta, di sentire la Commissione Nomine.
Il collega Cucco diceva che questo servirà a ben poco; io non penso che questa sia la chiave di volta per risolvere il problema di evitare una lottizzazione partitica o politica, però penso che una collaborazione attraverso il parere consultivo della Commissione Nomine con la Giunta per la verifica, con lente di ingrandimento, dei requisiti manageriali degli amministratori straordinari, non sia una cosa inutile.
Chiedo venga messo in votazione questo ordine del giorno che chiede puramente e semplicemente, in applicazione di una norma statutaria, che prima della firma delle nomine il tutto passi in Commissione Nomine.
Problema diverso è quello di vedere se la nomina dei nuovi amministratori straordinari debba segnare il passo e attendere la riduzione delle UU.SS.SS.LL. Ritengo giusta l'affermazione di questo principio e credo quindi che possa ben essere votato l'ordine del giorno; la proposta è la conseguenza del dibattito che si è aperto in dipendenza delle comunicazioni della Giunta e dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Non avevo intenzione di intervenire prima di aver sentito l'intervento del collega Picchioni e voglio dire - con un linguaggio forse troppo secco che la comunicazione che ha fatto l'Assessore Maccari non si meritava l'intervento di Picchioni, mentre l'intervento di Picchioni si merita forse, qualche considerazione.
La prima considerazione riguarda il fatto, e non è un punto di secondaria importanza, che nel momento in cui la Giunta fa una comunicazione non si limita a rispondere ad una interpellanza, fa qualche cosa di più e si espone ai giudizi. E che valga la pena di farle, certe comunicazioni, è dimostrato anche da un cosa che è emersa dall'intervento del collega Picchioni, il quale ha fatto una affermazione politicamente ed estremamente impegnativa, che è quella che il Gruppo della Democrazia Cristiana ritiene che non si debba andare, adesso, all'accorpamento delle UU.SS.SS.LL., in presenza di una comunicazione dell'Assessore che sosteneva l'esatto contrario. Questo è stato un punto di confronto politico non secondario, su un punto estremamente delicato che è emerso nel corso di un dibattito su una comunicazione. Nel merito, devo dire che condivido pienamente il punto di vista presentato qui dal collega Picchioni. Non ha alcun senso fare questa operazione adesso, per di più con il metodo che è stato seguito nella sua elaborazione.
Pochissime battute per soffermarmi su un solo punto che ha a che fare con il tema specifico delle nomine degli amministratori. Concordo con parte dello spirito che ho sentito nell'intervento di Picchioni. C'è una critica alla politica e ai partiti davvero preoccupante; credo che noi non possiamo misurarci con questa critica se non partiamo da un punto che io giudico fondamentale. Quello che noi dobbiamo fare è cercare di fare l'impossibile per porre fine alla confusione tra partiti ed istituzioni non più sopportabile per il Paese. Che è altra cosa, Picchioni! Il ruolo dei partiti, configurato dalla Costituzione italiana, che per una certa fase della storia nazionale, dopo la Liberazione, si è costruito nella costituzione materiale del Paese e ha avuto un ruolo determinante e che va difeso, come tramite fra cittadini e Stato, ma è altra cosa dalla confusione tra partiti e istituzioni che si è rivelata "cancro" della vita nazionale.
La legge De Lorenzo è, dal punto di vista dell'impostazione, un "mostro", perché prevede un meccanismo di lottizzazione partitica, il fatto cioè che le terne nascano su indicazioni, su voto del Comitato dei garanti delle UU.SS.SS.LL.. E' evidente che da quei Comitati, da quel corpo elettorale, potranno venire fuori solo nomi "sponsorizzati" da partiti visto che quel corpo elettorale è eletto dai Consigli comunali, e non dallo spirito santo! Poi si dice che le Giunte regionali fanno loro la scelta e questo, in teoria, avrebbe dovuto essere un meccanismo anti lottizzazione ovvero l'assun-zione piena di responsabilità da parte dell'esecutivo regionale. Però sulla base di che cosa? Sulla base di un campionario di possibilità lottizzato. Siamo arrivati poi a cose non molto sensate, se mi concede il Presidente Brizio, perché quando questa questione fu discussa un anno fa ormai, la Giunta rivendicò in modo testardo la propria totale autonomia di responsabilità. Fu negato qualsiasi discorso in Consiglio anche di criteri generici, di coinvolgimenti ai sensi dello Statuto, come ricordava il collega Picchioni. Non si può quindi dire che abbiamo fatto il processo all'Assessore Maccari, oggi, non si può dirlo, colleghi! Non so non mi interessa, non chiederò mai all'Assessore Maccari che cosa ha detto in via Torquato Tasso, collega Marchini. Io so cosa quanto c'è scritto in un'intervista su un giornale. E quello è un dato politico: ha fatto scrivere che ha proposto dei nomi alla Giunta (è il suo compito: la Giunta delibera su relazione dell'Assessore competente) e che il Presidente Brizio ha in seguito nominato.
Allora prendiamo atto che c'è stato un guaio in questa vicenda. Come lo affrontiamo? Le vie sono solo due, colleghi. Una è quella che ha proposto il Consigliere Cucco, che ha una sua coerenza: se la Giunta si assume davvero totalmente la responsabilità, al primo amministratore che sbaglia, paga anche l'Assessore e la Giunta. Nei sistemi politici dove vige questo meccanismo, ad esempio negli Stati Uniti, dove il sindaco di una città, appena eletto, nomina (forse è addirittura contestuale all'elezione) il capo della polizia ed altri amministratori; se qualcuno sbaglia, vanno via tutti insieme. Non ci sono inamovibili, non ci sono irresponsabili dal punto di vista politico, non c'è il gioco che la colpa non è mia, ma è di qualcun altro.
Se seguite questa strada, sappiate che alla prima che succede dovete pagare.
La seconda strada è un'altra. Pur nell'ambito di una legge che non prevede meccanismi di questo tipo, ma la Giunta ha l'autonomia per farlo noi abbiamo suggerito di avvalersi di una struttura tecnica di valutazione di merito, nominata con meccanismi che garantiscono il più possibile la casualità della scelta: terne designate da ordini e istituzioni esterni alla Regione, sulle quali, per estrazione a sorte, si forma una Commissione tecnica che supporta la Giunta in una valutazione di merito. E' un meccanismo concorsuale informale.
Altre strade che diano un minimo di garanzia non ce ne sono. Da questo punto di vista, non ha senso rivendicare il ruolo della politica, collega Picchioni, perché se il ruolo della politica è quello che è venuto fuori da questa vicenda, è un ruolo non positivo, non difendibile. Se è quello di fare una lottizzazione mascherata allora è meglio la lottizzazione palese che, diciamocelo chiaro, facciamo spesso nelle nostre nomine in Consiglio regionale! E' una lottizzazione palese: i Gruppi consiliari propongono, il Consiglio vota. Se non altro, ha il merito di essere palese, ma pretendere di fare una lottizzazione mascherata dal fatto che la Giunta si è assunta la responsabilità e poi al primo guaio dice: "Non siamo stati noi ad eleggere quelli lì, ce li hanno suggeriti i Partiti", no, questo proprio non funziona! Una qualche soluzione più chiara la dobbiamo trovare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, anch'io penso, come mi è sembrato di cogliere nei vari interventi, che occorra esplorare nuovi terreni per riuscire a rinnovarci. Siamo tutti rappresentanti di forze politiche, quindi cerchiamo di dare un contributo affinché le istituzioni possano riguadagnare la stima e la fiducia nel rispetto di quella democrazia che ha i suoi referenti nelle forme associative. Si tratterà poi di vedere come si muoveranno i partiti.
A dir la verità non prevedevo che il dibattito potesse giungere ad avere toni piuttosto aspri; mi viene in mente la calunnia e il venticello visto che qualcuno ha parlato di ipocrisia, che finisce poi a cannonate.
Pensavo che l'argomento fosse più soffice, quindi non ritenevo fosse necessario intervenire perché le cose dette dall'Assessore Maccari si possono condividere per il modo con cui le ha dette e per la disponibilità dimostrata. Forse una riflessione sul metodo da seguire nei vari momenti assembleari andrà fatta. Il collega Monticelli dice: "Il dibattito è stato utile, ci ha fatto cogliere alcuni elementi, tra questi uno "stop"della DC intorno alla proposta presentata dall'Assessore Maccari" e poi ha aggiunto: "che anche noi condividiamo".
Se non vado errato, questa è stata la prima occasione in cui si è parlato pubblicamente o in modo ufficiale di questa proposta. Non mi sembra ci sia stata una riunione di Commissione; quindi probabilmente, non c'è stata nemmeno una sede nella quale sia stato possibile alle forze politiche esprimere il proprio punto di vista. Colgo quindi la sottolineatura del collega Picchioni come un contributo venuto in aula non potendo realizzarsi in una sede di Commissione consiliare; veniamo a trovarci di fronte ad una richiesta di discussione sui problemi della sanità. Lo colgo in questi termini, cercando quindi di togliere eventuali punte di asprezza. Non so bene quale sarà la risposta dell'Assesso-re Maccari ma potranno essere delle proposte rigide. Penso che dovremmo fare in modo che queste proposte siano accompagnate da quel buon senso che ci consenta, da un lato, di considerare gli, accorpamenti per delle UU.SS.SS.LL. l'esigenza di risparmiare, e dall'altro per realizzare questi risultati con il sostegno più largo possibile della partecipazione democratica.
Sulla questione della zonizzazione mi pare si possa ritenere questo dibattito come un avvio.
Semmai c'è da domandarsi - me lo sono già domandato nella sede dei Capigruppo - se sia giusto che a un certo punto uno si alza per chiedere di poter discutere di una certa cosa e noi siamo pronti a dire che va bene.
C'è da domandarsi se questo è un metodo che va bene; ho già espresso questa osservazione nella sede dei Capigruppo. Vorrà dire che anch'io, che appartengo alla maggioranza, di volta in volta farò come Cucco e come altri colleghi, e chiederò ad esempio di sapere che cosa ne pensa la Giunta regionale sull'Alta velocità nel percorso Genova-Milano, e il giorno dopo l'Assessore Panella sarà tenuto a fare la relazione. Questo metodo presenta delle similitudini con il metodo assembleare nei confronti del quale vogliamo definitivamente prendere le distanze. Vorrei che si cercasse di vedere i vari aspetti con serenità.
Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento del collega Monticelli che ha usato un tono molto sereno, a differenza del collega Calligaro che è sempre metallico, spigoloso! Non riesco a capire questi atteggiamenti che sono al di fuori del rapporto concreto con la realtà, anche intorno ai problemi della nomina degli amministratori, nei confronti dei quali dovremo vedere come fare, capire cosa succede. Molte volte in quest'aula pensiamo di stabilire linee che dirigono non dico il mondo, ma la Regione, dopodich non ci accorgiamo che invece nella Regione c'è gente "sveglia", c'è gente vivace, gente che ha le antenne che sentono anche il bisbiglio più leggero e soffice! E' così la Regione e io sono contento che sia così.
Ci sono modi e modi di esprimersi. Quando ho letto quanto ha dichiarato l'Assessore Maccari, gli ho telefonato dicendogli che avevo letto la sua intervista e gli confermavo che le cose stavano proprio così. Qui dentro ci occupiamo delle linee, dei grandi problemi, ma nell'articolazione viva e vera di questa Regione e quindi di questi partiti che operano nella Regione, scoppiano delle polemiche tremende attorno a queste cose magari attaccando o ribaltando responsabilità gli uni sugli altri per avere ceduto, svenduto, dato troppo o dato meno. Bisogna avere la serenità di capire che le forze politiche, fortunatamente, io non vedo altre soluzioni...
MARCHINI Usa il singolare come ha fatto Picchioni! ROSSA Uso il singolare e parlo del mio Partito, ma potrei parlare anche di altri Partiti! Stiamo attenti! Siccome il mio Partito è come un vaso comunicante con altri, potrei parlare anche di altri Partiti.
MARCHINI Questo non credo.
ROSSA Sì, sono in grado.
Si tratta di operare per recuperare la scarsa credibilità che hanno i Partiti a causa delle tentazioni e dell'esercizio di un potere che non spettava loro. Io sono tra coloro che sostengono questa tesi perché ho qualche elemento - io, personalmente! - per dimostrare che si deve andar più in là di quelle che sono le scelte che fanno i Partiti, anche qui dentro! Occorre indicare proposte che vadano più in là, bisogna dare un segnale alla società! Queste sono le cose che dovrebbero essere in grado di fare i Partiti, ma che invece stentano a fare! Io sono disponibile a vedere tutte le forme che consentano il più possibile di sganciare i Partiti dalla tentazione di potere. Ritengo che sia un contributo. Quindi quando il collega Majorino chiede di mettere in votazione un ordine del giorno io gli rispondo che sono contrario, anche se capisco che è necessario verificare quale ruolo può giocare la Commissione Nomine, che è giusto non sia soltanto un passacarte come in alcuni casi avviene, ma è anche e soprattutto una sede in cui si discute e si tiene conto delle varie questioni presenti nel Piemonte e nelle forze politiche. Questa è la via per far funzionare le cose.
A proposito della Commissione d'indagine che è stata istituita, dico che avevo qualche perplessità, perché in fondo ritengo che non dobbiamo cospargerci di cenere più del necessario. Se dobbiamo metterci un po' di cenere in testa facciamolo pure, ma non buttiamoci addosso dei "caldai" perché non è proprio il caso! Traiamo da questo dibattito elementi positivi perché si faccia qualche passo in avanti tenendo conto della realtà nella quale ciascuno vive e alla quale abbiamo il dovere di dare il nostro contributo di indirizzo, ma tenendo conto che è proprio grazie all'impegno delle forze associative, che sono rappresentate dai Partiti, che certe cose si possono fare. I Partiti se opportunamente rinnovati e consapevoli, hanno il compito importante di rinvigorire la vita democratica.



PRESIDENTE

E' così concluso il dibattito sulle, comunicazioni della Giunta.
FERRARA Chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

Il Regolamento, in proposito, all'art. 60 recita: "E' fatto personale l'essere censurato nella propria condotta o il sentirsi attribuire fatti non veri od opinioni contrarie a quelle espresse".
Rientra in queste due fattispecie? FERRARA Sì:



PRESIDENTE

Ha pertanto facoltà di parlare.
FERRARA Naturalmente sentirsi attribuire fatti non veri si riferisce anche al Partito che rappresento.



PRESIDENTE

No, si tratta di "opinioni contrarie a quelle espresse".
FERRARA Presidente, sarò comunque molto breve dal momento che l'intervento che ho svolto lo consideravo in parte una risposta a una interrogazione. Mi sono limitato sostanzialmente a guardare in avanti, cercando di dare suggerimenti rispetto alle nuove nomine e alla nuova opportunità che si determina; il discorso si è allargato di molto. Il collega Picchioni ha fatto un intervento stimolante, in parte condivisibile (in parte non credo lo sia) ma forse le motivazioni di questa non condivisibilità si riferiscono alle risposte puntuali che ha voluto dare a fatti specifici.
Io credo che i Partiti sono quello che sono, non bisogna demonizzarli ma nemmeno assolverli troppo facilmente.
Non voglio divagare avvalendomi della sua cortesia, signor Presidente ma il fatto è che il collega Marchini, che si sente attribuito il ruolo del maestro che alla fine dice chi sono i buoni, l 'cattivi e gli ipocriti censurandoli, almeno un paio di cose non vere le ha dette! Una è ricorrente, quando dice che il Partito liberale è l'unico Partito storico che non ha votato la riforma sanitaria. Io non so se considera il Partito repubblicano un partito storico oppure no, però forse è bene che si informi perché il PRI non ha votato quella riforma sanitaria! MARCHINI Si è astenuto! Tipico atteggiamento! FERRARA Quando uno si astiene vuol dire che non vota una riforma, c'è quindi una differenza.
MARCHINI Quando si è in maggioranza e ci si astiene...



PRESIDENTE

Va bene, questa informativa è pervenuta al Consiglio.
FERRARA No, non è questa, in realtà sono altre due le cose inesatte che ha detto Marchini. Una è riferita, credo, anche a me, cioè che ci siamo avvalsi di dichiarazioni rese a un giudice. Ha già risposto Monticelli: nessuno sa cosa ha detto ai giudici né interessa; ci siamo avvalsi di scritti sui giornali, fatti politicamente significativi, avvenuti al di fuori delle aule, e mi pareva opportuno, lecito, legittimo e non cannibalesco, citarli.
La seconda cosa si riferisce alle nomine di questa mattina, cioè il fatto che il PRI ha indicato un suo segretario.
Credo che il collega Marchini sappia benissimo - e quindi si trattava di una polemica tanto per il piacere della polemica e per dire qualche cosa, per ergersi a moralista in assoluto - che si tratta di quelle nomine per le quali viene indicato provvisoriamente un nominativo in mancanza di un nome preciso. E' una prassi che tutti conoscono benissimo e che io, lui e tutti quanti seguiamo, ritirando il primo nome e sostituendolo al momento opportuno. Tanto più che il nominativo proposto era incompatibile, per legge e quindi proprio non poteva essere nominato. Non era quindi nemmeno un escamotage, perché essendo incompatibile per legge era solo un fatto puramente di facciata, un'opzione rispetto ad una scelta che doveva ancora essere fatta.



PRESIDENTE

Cerchiamo di concludere. Ha chiesto la parola il Consigliere Marchini ne ha facoltà.
MARCHINI Faccio solo notare che la circostanza adesso dichiarata dal collega Ferrara, e cioè che un certo nominativo è strumentale e provvisorio l'accetto.
Devo però dire che l'interpretazione diversa non è mia, ma della Commissione Nomine, che stamani si è stupita di questo nominativo, tant'è che ha rilevato che quanto prima maturerà anche una sua incompatibilità.
Quindi nessuno stamani ha interpretato questo nominativo come nominativo di comodo; prendo comunque atto di questo.



PRESIDENTE

Per giustizia va detto che avevamo le schede pronte, ma essendoci resi conto di questo, si è soprasseduto sul fare le nomine.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc. - Formazione professionale

Esame progetto di legge n. 230: "Ordinamento della professione di Direttore di albergo"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto 8) all'o.d.g.: "Esame progetto di legge n.
230".
La parola al relatore, Consigliere Zacchera.
ZACCHERA, relatore Pochi istanti per cambiare argomento e parlare dell'ordinamento della professione di Direttore d'albergo.
Il disegno di legge n. 230 è stato approvato all'unanimità dalla III Commissione.
Come relatore, in positivo recepisco soltanto che, rispetto alle primitive proposte della Giunta, sono state accolte alcune osservazioni delle categorie interessate, dei Consiglieri dei diversi Gruppi. Alla fine appunto, si è arrivati ad un disegno di legge unanime.
In buona sostanza, gli alberghi a quattro, a cinque stelle e a tre stelle (se superiori ad una certa grandezza) dovranno avere un direttore riconosciuto dalla Regione. Questo dovrebbe dare garanzia ai clienti di una maggiore professionalità nel campo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma; dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 voti favorevoli 31 astensioni 4 L'art. 10 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 voti favorevoli 27 astensioni 4 L'intero testo della legge è approvato.
Comunico che la prima Commissione, convocata per giovedì 24 c.m., è rinviata al primo ottobre. Comunico inoltre che la Conferenza dei Capigruppo è convocata, in via ordinaria, domani alle ore 12.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,20)



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