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Dettaglio seduta n.171 del 29/07/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interpellanza n. 929 dei Consiglieri Bresso, Rivalta e Segre, relativa ai problemi ambientali e di deindustrializzazione della Valle di Susa (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Con il consenso delle parti interessate, (esame dell'interpellanza n.
929 dei Consiglieri Bresso, Rivalta e Segre, viene posticipato a settembre.
Ieri, (Assessore Nerviani ed io abbiamo interpellato il Consigliere Rivalta il quale ci ha detto di non avere alcuna difficoltà.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bresso; ne ha facoltà.
BRESSO A me non risulta affatto! La scorsa seduta avevamo detto che all'inizio di questa avremmo esaminato l'interpellanza relativa alla Valle di Susa.
Faccio notare tra l'altro che sono io la prima firmataria e che quindi dovevate interpellare me e non il collega Rivalta!



PRESIDENTE

Noi pensavamo che ci fosse stata un'intesa tra i vari firmatari e che quindi il Consigliere Rivalta avesse parlato con lei. Infatti i Assessore Nerviani giungerà in aula in ritardo proprio per questo motivo. Prima di decidere su questo punto aspettiamo l'Assessore Nerviani e il Consigliere Rivalta. Se sarà possibile discuteremo l'interpellanza ancora nella seduta odierna.
BRESSO Il collega Rivalta fa quello che vuole. Io resto dell'opinione che questa vicenda sia a dir poco ridicola. Si possono chiudere le stalle quando sono scappati alcuni buoi, ma quando sono scappati tutti, tanto vale lasciarle aperte perché magari qualcuno può rientrare! Certo che se avete detto al Consigliere Rivalta che era necessario esaminare la proposta di legge sull'Acna e che quindi conveniva rinviare questa discussione sono sicura che non avrebbe detto di no. Tra l'altro adesso non abbiamo il numero legale e quindi non possiamo cominciare...



PRESIDENTE

Il numero legale, in questo momento c'è; ho aperto la seduta proprio perché ho verificato che ci fosse, altrimenti non avrei dato inizio ai lavori! Potremo comunque fare un chiarimento allorquando giungeranno in aula il Consigliere Rivalta e l'Assessore Nerviani che, ripeto, arriverà in ritardo proprio a seguito dell'intesa raggiunta con il Consigliere Rivalta.
BRESSO Dico che è ben strano, perché prima ne avevamo parlato col Presidente Brizio e con l'Assessore Vetrino, i quali invece erano informati che l'Assessore Nerviani doveva arrivare alle 10.



PRESIDENTE

Lei sa bene però che il Presidente Brizio ieri era a Roma ed è nella serata di ieri che è stata raggiunta questa intesa. Comunque non ci saranno difficoltà qualora dovessimo ritornare su questa decisione.
VETRINO, Vicepresidente della Giunta Per quanto riguarda la Giunta, ieri avevo dato la disponibilità a rispondere, dopo aver sentito l'Assessore Nerviani il quale, anzi, .mi aveva assicurato che questa mattina sarebbe arrivato alle 10. Poi c'è stato questo contatto all'ultimo momento, che probabilmente ha cambiato i piani senza che gli interessati fossero informati.



PRESIDENTE

Non mi sembra drammatico, a maggior ragione stante questa informazione data dall'Assessore Vetrino.



(Commenti della Consigliera Bresso)



PRESIDENTE

Collega Bresso, se vuole esaminarla subito, facciamola pure. Devo semplicemente dire che ieri il Consigliere Rivalta ha dato questa disponibilità in conseguenza della quale c'è l'assenza momentanea dell'Assessore Nerviani. In ogni caso siamo qui tutto il giorno ed abbiamo quindi la possibilità di cambiare ancora le decisioni!


Argomento:

Interpellanza n. 929 dei Consiglieri Bresso, Rivalta e Segre, relativa ai problemi ambientali e di deindustrializzazione della Valle di Susa (rinvio)

Argomento:

Iscrizione nuovi argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo l'iscrizione all'o.d.g. di tre punti molto importanti: Progetti di legge n. 266 e 284 "Proposta di legge al Parlamento per la chiusura dell'ACNA e la rinascita della Valle Bormida" Proposta di deliberazione relativa a: "L.R. 38 l 78 e sue modificazioni Dichiarazione di evento calamitoso grave sul territorio dell'Alessandrino per le piogge del 19/6/92 -Delimitazione zone colpite ai sensi dell'art.
9" Proposta di deliberazione relativa a: "Istituzione Commissione d'indagine ai sensi dell'art. 19 dello Statuto".
I sopracitati argomenti sono stati prenotati ieri in sede di Conferenza dei Capigruppo e pertanto ne propongo l'iscrizione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono iscritti all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Con il consenso dell'aula e sentito il Presidente della Giunta cominciamo i lavori dall'argomento più impegnativo, cioè l'esame della proposta di legge al Parlamento per la chiusura dell'ACNA e la rinascita della Valle Bormida. Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Intervengo sull'ordine dei lavori. Concordo con questa proposta, ma chiederei che il Presidente. Brizio rendesse una brevissima comunicazione al Consiglio regionale sull'incontro avuto a Roma in merito al problema della FIAT Lancia e soprattutto in merito al destino dei 160 impiegati alle pulizie.
Sono notizie che leggo sul giornale; riterrei corretto che il Consiglio ne venisse informato.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO Presidente della Giunta regionale, credo che possiamo farla dopo vediamo se arriva anche l'Assessore Cerchio. Io ho partecipato sia alla riunione con l'Assessore Cerchio sia a quella dell'ACNA; se ci sono gli Assessori, mentre loro relazionano io puntualizzo.
CHIEZZI Purché la facciamo oggi.



PRESIDENTE

D'accordo


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetti di legge n. 266 e 284 "Proposta di legge al Parlamento per la chiusura dell'ACNA e la rinascita della Valle Bormida"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dei progetti di legge nn. 266, 284. La parola al relatore, Consigliere Segre.
SEGRE, relatore "Nel novembre del 1987 il Governo ha riconosciuto la gravissima situazione della Valle Bormida dichiarandola, ai sensi dell'art. 7 della legge 349/86, area ad alto rischio di crisi ambientale. Da allora, i vari interventi che si sono succeduti sono sempre stati mirati a cercare di limitare i danni, senza eliminare la causa principale: lo stabilimento dell'ACNA di Cengio. La storia di questi ultimi cinque anni è un susseguirsi di promesse non mantenute, di accordi non rispettati, di lungaggini burocratiche, di corsi e di ricorsi con l'intervento della Magistratura.
Studi e ricerche epidemiologiche hanno dimostrato che le conseguenze delle emissioni provenienti dall'ACNA sono l'alta mortalità per tumori delle vie urinarie e dell'apparato gastroenterico (il Registro dei Tumori del Piemonte dimostra un eccesso rispetto ai tassi medi regionali del 30%).
L'origine di questi tumori - dicono queste ricerche - è da imputarsi alle sostanze cancerogene impiegate o prodotte dall'ACNA quali la Beta Naftilamina, O-Tolnidina, 4 Cloro-Orto-Tolnidina, Idrozina, e da quelle emesse dai 152 camini dell'ACNA come il Tetracloroetano, il Benzene, il Clorobenzene, il Nitro-Benzene, il Naftalene, l'Etilbenzene e il Percloroetilene e le diossine la cui presenza è stata accertata dall'Istituto Superiore di Sanità. Nonostante questo ci si è mossi cercando di tamponare sempre la situazione, senza mai rimuoverne le cause.
L'ACNA è caratterizzata, come tutti i grandi insediamenti chimici, da un impatto ambientale essenzialmente riconducibile ad emissioni di tipo gassoso, liquido e solido. Riferendosi alle acque che penetrano nei milioni di metri cubi di sostanze tossico-nocive che ormai costituiscono buona parte del sito dove sorge l'ACNA, unitamente alle perdite di acque altamente inquinate nei lagoons e dalla rete fognaria interna, esse producono una quantità enorme dipercolati che sboccano direttamente nel fiume. La soluzione trovata a tale problema dal Ministro dell'Am-biente nel 1989 è stata quella di ordinare successivi muri di contenimento. Da allora tanti successivi muri sono stati costruiti; la popolazione della Val Bormida periodicamente scopre una fuga di percolato, nuovi muri vengono innalzati senza che mai venga effettuato un definitivo collaudo dell'intero sistema di tenuta, e soprattutto senza che mai venga presa in considerazione una politica finalizzata a ridurre la produzione di rifiuti non a nasconderli.
Ora l'ACNA di Cengio si trova anche in una grave crisi economica e le ultime cifre parlano di perdite superiori a 90 miliardi che verranno imputate all'Enichem. Si parla di massicci trasferimenti di impianti in India, tra cui il ben noto reparto Ftalocianine al centro delle indagini delle Commissioni incaricate di ricercare le origini della contaminazione da diossine del sito ACNA. L'ACNA non è più, quindi, un'impresa da tutelare per la sua redditività. Da tutelare sono i lavoratori sia nel caso di chiusura dello stabilimento che noi auspichiamo con la presentazione di questa legge, sia nel caso di trasferimento degli impianti. Occorrono provvedimenti legislativi straordinari per la tutela salariale e occupazionale dei lavoratori dell'ACNA come di tutte le altre aziende che dovranno essere chiuse per motivi di negativo impatto ambientale.
E non è nemmeno possibile, per i presentatori della presente legge continuare a tollerare gli stessi tentennamenti che ci sono stati per l'ACNA, anche per il Re-Sol, l'impianto per il recupero solfati, la cui costruzione a Cengio è attualmente bloccata grazie a una ordinanza di sospensiva del Consiglio di Stato del 20 novembre 1991. Quindi contestualmente alla chiusura dello stabilimento ACNAC.O, di Cengio, si chiede il blocco definitivo dei lavori di costruzione del Re-Sol, impianto che, per la potenzialità distruttiva prevista, sarebbe un vero e proprio inceneritore, un nuovo impianto produttivo incompatibile con la già precaria situazione ambientale della Valle Bormida.
La legge prevede quindi che, dopo la chiu-sura dello stabilimento ACNA di Cengio, il blocco dei lavori del Re-Sol, assunte le misure a tutela dei lavoratori e di recupero dei danni ambientali, sia avviato al più presto un Piano per la rinascita della Valle Bormida.
Tale piano dovrà avere come punto di partenza, per formulare un nuovo concetto di "sviluppo" di tipo autocentrato, l'analisi dei bisogni materiali e immateriali della popolazione interessata. Il piano sarà basato sulla valorizzazione delle risorse locali, dovrà essere ecologicamente compatibile e dovrà tener conto della Valle Bormida come elemento unitario quindi indivisibile, e centrale di tutto il progetto.
Tra i bisogni della popolazione sarà fondamentale la qualità ambientale, intesa come modo di abitare il territorio, alla ricerca di nuovi equilibri tra le diverse attività economiche, la vita dei centri urbani, la tutela del paesaggio. La presente proposta di legge è formulata ai sensi dell'art. 17 dello Statuto della Regione Piemonte e si articola in 7 articoli.
L'articolo 1 enunciagli obiettivi della legge: l'interruzione di ogni attività produttiva nello stabilimento dell'ACNA di Cengio.
L'articolo 2 detta gli indirizzi per la valutazione del danno ambientale.
L'articolo 3 indica gli strumenti per la bonifica ambientale.
L'articolo 4 individua le misure a sostegno dei lavoratori impiegati nell'ACNA.
L'articolo 5 prevede le caratteristiche di un piano per la rinascita e lo sviluppo della Val Bormida.
L'articolo 6 prevede le norme finanziarie della legge.
L'articolo 7 contiene la dichiarazione d'urgenza.
Il testo è stato approvato all'unanimità dalla Commissione e se ne auspica analoga approvazione in sede d'aula."



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Credo che il primo punto di ordine generale da sottolineare, e che in qualche modo tutti abbiamo constatato, sia l'esito provvisorio della ricomposizione di questa proposta di legge: una grande maturazione civile e politica delle popolazioni della Valle Bormida.
La prima proposta di legge sulla Valle Bormida di questa legislatura è stata presentata dal PDS e dai partiti storici. Si è poi aggiunta la proposta del Gruppo Verde, che abbiamo unificato.
Credo che un ulteriore elemento acquisito in questo periodo sia stato quello di poter integrare le due proposte di legge con gli elementi definitisi nell'arco dei due/tre anni intercorsi dalla presentazione della precedente proposta di legge. Vorrei sottolineare in modo particolare il riferimento ai problemi occupazionali, spesso considerati in contrasto con gli interessi ambientali versoi quali la Regione Piemonte prestava maggiore attenzione.
La nostra Regione ha sempre posto come primo punto la questione della chiusura dell'ACNA. Non certo in contrasto con gli interessi dei lavoratori dello stabilimento di Cengio, ma perché il vero problema era quello di eliminare la fonte di inquinamento. Questo per rimuovere le cause che hanno determinato il degrado della Valle Bormida, il suo declino occupazionale e la perdita - vorrei che rimanesse agli atti di questo dibattito - di centinaia di migliaia di posti di lavoro prima all'ACNA e poi in tutta la Valle Bormida.
Oggi si tratta di recuperare queste migliaia di posti di lavoro persi nei vari settori a seguito di quel tipo di impianto e, voglio sottolinearlo, della gestione di quel particolare tipo di impianto, oggetto di ripetute condanne in sede giurisdizionale e oggetto peraltro di sollecite, solerti e, a quanto pare, non superabili protezioni a livello politico.
E' stato uno di quei grandi casi - mi pare di non usare parole esagerate, ma congrue - in cui le convergenze politiche hanno agito contro gli interessi della popolazione, consentendo che si consumasse in modo continuato un reato di tipo ambientale e di tipo penale; per questo i dirigenti ACNA sono stati più volte condannati da diversi tribunali e anche da quello amministrativo, su istanza della Regione Piemonte, per il tentativo di costruzione di un impianto Re-Sol abusivo.
La proposta di legge sottoposta oggi al Consiglio regionale, dopo le importanti integrazioni intervenute con l'acquisizione di tutti gli elementi che concorrono a formare la situazione reale (l'occupazione l'ambiente, il rapporto con le comunità locali, la promozione della funzione degli enti locali, il riconoscimento dei fatti politici, culturali e civili che si sono prodotti nella Valle Bormida), si presenta particolarmente completa. Credo che questa completezza sia un elemento forte - lo dico anche per i partiti della maggioranza - per la sua sostenibilità in ogni sede, in quanto non rispecchia le posizioni di una parte, ma quelle di tutto il Consiglio.
La stessa Presidente ha avuto modo di sentire, nel dibattito di sabato scorso presso il Comune di Cortemilia, il riconoscimento da parte di molti dei Deputati presenti che questa proposta di legge sarà il punto di partenza per l'iniziativa parlamentare. Abbiamo così acquisito elementi fondamentali: la convergenza delle popolazioni della Valle Bormida su questo nostro testo e, in particolar modo, sulla procedura che affida democraticamente lo studio del piano di risanamento e del piano di sviluppo alle Regioni Piemonte e Liguria.
So che è in corso una dura battaglia da parte dei lavoratori di Cengio ma il fatto che i lavoratori di Cengio difendano giustamente il posto di lavoro non è affatto strano dopo tutto quello che è successo loro (sia a livello individuale, che al territorio in cui vivono). Siccome in Piemonte ci sono 317 punti di discariche piccole o grandi, (ACNA non può diventare una grande discarica che rimane lì, con gente alla quale non si provvede: è necessario un piano della mobilità.
Questa è una legge per la chiusura dell'ACNA che stabilisce i criteri per l'insieme dell'intervento rispetto a quel territorio; dall'altra parte però, abbiamo posto nella legge le condizioni perché siano risolti i problemi dell'occupazione.
Come PDS del Piemonte dichiariamo che è assolutamente pretestuoso chiamarci in causa come soggetti che non hanno pienamente presente il problema dei lavoratori. Non è ancora stato fatto in modo formale, ma in qualche maniera può aleggiare. Non è così, perché a fronte del punto primo "chiusura dell'ACNA", c'è il punto secondo, "riutilizzo dell'occupazione" in sostanza la garanzia per coloro che ancora non sono stati travolti dal licenziamento strisciante che negli ultimi anni ha già ridotto di metà l'occupazione, più tutto l'indotto e le aziende a contratto per le quali nessuno pensa.
Altra cosa: il pieno risanamento della valle. Questa legge, al di là delle tante battaglie e dei tanti conflitti, segnala questo tipo di procedura al Parlamento e richiede che venga adottata immediatamente.
Un'ultima considerazione, Presidente. Le prime dichiarazioni del TG2 di qualche giorno fa erano di questo tenore: "Si chiuderà l'ACNA di Cengio" in questo senso si è espresso il Ministro per l'Ambiente. Ripa di Meana al TG2 nazionale, quasi un elemento sorprendente per i piemontesi che sentono poi parlare di questa questione nel margine di due righe. In seguito apprendiamo che il Ministro si è espresso così, ma che ci sono molti problemi; da ultimo apprendiamo anche che i molti problemi sono sempre di più e quindi anche la speranza che in qualche maniera un blitz, sia pure molto consapevole, maturo e opportuno, potesse risolvere il problema, non si è verificata.
Peccheremmo di semplicismo se pensassimo che tutta l'operazione si possa risolvere con un provvedimento d'urgenza ministeriale, anche se ciò è del tutto possibile e da noi fermamente auspicato.
Per concludere, penso di dover dare atto a tutti i presentatori e a coloro che hanno lavorato alla composizione dei disegni di legge di avere prodotto un lavoro che stamane è stato, mi pare quasi all'unanimità considerato proponibile da parte della Commissione.
Con (accompagnamento della propria convinzione di aver acquisito un punto fermo per una battaglia che ha bisogno di quotidianità anche da parte del Consiglio regionale, a fianco delle popolazioni della Val Bormida, e con l'intento convergente di tutte le forze politiche di questo Consiglio l'operazione che oggi variamo si può in qualche maniera considerare un passo avanti e un punto utile per un sollecito progresso e passaggio ad una fase di realizzazione della nostra lunga battaglia per la chiusura dell'ACNA, il risanamento della Valle Bormida e il recupero occupazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI Signor Presidente, colleghi, desidero esprimere viva soddisfazione per questa legge che abbiamo preparato e che ci apprestiamo ad approvare e per la quale il Gruppo DC ha dato un contributo importante e convinto. Viene ribadito così il ruolo che la Regione Piemonte, seppure con qualche travaglio e qualche fatica, ha assunto nella vicenda dell'ACNA un ruolo decisivo, che ha portato all'unico risultato concreto e positivo di tutta la vicenda, cioè la sentenza del TAR Liguria sul ricorso presentato dalla Regione Piemonte e che ha bocciato la risoluzione della Regione Liguria per il Re-Sol.
Questa legge è una buona legge, e condivido il giudizio dato dal collega Riba sul fatto che sia anche una legge completa. Si parla evidentemente, di chiusura; ci si preoccupa del risanamento e ci si preoccupa giustamente dei problemi dell'occupazione. Il momento politico generale su questo problema è favorevole; siamo stati tutti impressionati favorevolmente dalle dichiarazioni del nuovo Ministro dell'ambiente sul problema ACNA. Dobbiamo darci da fare per cogliere questo momento favorevole; occasioni così non ce ne sono molte e possono passare. Il Presidente del Consiglio a Cortemilia ha espresso questo concetto che deve essere sottolineato. Credo però che debba essere fugato od evitato un facile ottimismo, che non ha nessuna giustificazione e che può essere pericoloso, perché può fare attenuare il nostro impegno, la nostra volontà di preoccuparci e di lottare.
Penso infatti che le nuove dichiarazioni, la battaglia che stanno conducendo i nostri "avversari" sul problema e le preoccupazioni che hanno i lavoratori di Cengio stiano un po' smontando la decisa presa di posizione del Ministro e pongano sul tappeto, all'attenzione di tutto il Governo, gli altri elementi difficili di questo complesso problema.
Noi non dobbiamo assolutamente attenuare il nostro impegno e dobbiamo a mio parere, preoccuparci - è un concetto che ho ripetuto tante volte in quest'aula e in tutte le sedi in cui ho potuto parlare dell'ACNA - del problema dell'occupazione. E non solo perché è una cosa giusta e doverosa sottolineo, giusta e doverosa - ma anche perché diventa questo un presupposto fondamentale, a mio parere, per la soluzione del problema.
Io non credo che l'ACNA chiuderà se non ci sarà una concreta ipotesi di soluzione del problema dell'occupazione. Coloro che lottano per il posto di lavoro non cesseranno di lottare! Dunque (invito che rivolgo al Presidente Brizio e all'Assessore Garino, che si stanno occupando con impegno di tutta questa questione, che sono stati a Roma e credo presto vi torneranno, è di riprendere in modo fattivo un contatto con la Regione Liguria e un contatto con le controparti per sedersi finalmente ad un tavolo e cercare insieme la soluzione del problema dell'occupazione.
Solo quando avremo individuato e proposto delle alternative, delle possibilità per la soluzione di questo problema, potremo veramente chiudere l'ACNA. Con questa raccomandazione, ripeto, voterò con grande soddisfazione la legge della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.
SEGRE Le chiedo scusa, signor Presidente, ma io avevo inteso - e mi sembra che sia così - che dovevamo approvare la proposta di legge sulla chiusura dell'ACNA in tempi rapidi, quindi immaginavo che addirittura non ci fosse dibattito, visto che l'approvazione nel gruppo di lavoro prima e in Commissione dopo è avvenuta all'unanimità.



PRESIDENTE

Consigliere Segre, non intendo interromperla assolutamente, ma anche io pensavo che non ci sarebbe stato dibattito su questa legge, considerato il fatto - quindi è un invito ai successivi eventuali interventi - che se il Presidente darà una comunicazione, eventualmente su quella ci potrà essere motivo di intervento. Lei, comunque prosegua.
SEGRE Visto che così non è stato, perché si sono svolti già due interventi, e per la prima volta in questo Consiglio ho, avuto l'onore di essere relatrice di una proposta di legge come questa, a cui devo dire che personalmente, e con l'intero Gruppo dei Verdi, abbiamo dedicato ultimamente molto tempo, voglio dire solo due parole. I Consiglieri che mi hanno preceduta hanno detto che questa legge è effettivamente più completa di quella che fu presentata nella scorsa legislatura; avrà certamente i suoi limiti e qualcuno ce li farà rilevare. Speriamo che il Parlamento la calendarizzi e non le faccia fare la fine della legge della precedente legislatura. Questa legge contiene degli elementi in più rispetto a quella precedente, derivati dal fatto che i problemi, da due anni a questa parte sono cambiati, ma non nel senso auspicato, cioè che la situazione dell'ACNA sia migliorata in seguito agli interventi; anzi, la situazione dell'intera Valle Bormida è peggiorata.
Proprio per questo motivo abbiamo voluto inserire alcuni articoli in questa proposta di legge che non c'erano in precedenza. In particolare abbiamo voluto inserire anche il problema del Re-Sol, in quanto sappiamo che per il momento la costruzione del Re-Sol è bloccata a seguito degli interventi in via giudiziaria fatti dalla Regione Piemonte. Ci siamo premurati anche di inserire un articolo che dica che "a partire dall'entrata in vigore della presente legge, cessi ogni azione perla realizzazione dell'impianto Re-Sol", a tutela maggiore che il Re-Sol non venga costruito.
Inoltre, abbiamo fatto carico al Sindaco di Cengio della demolizione di quanto già eventualmente costruito e della bonifica del sito destinato a tale impianto. Questo ci sembra un aspetto importante.
Altro aspetto importante è che sono state completate le misure a tutela dei lavoratori, misure che, se applicate, non dovrebbero far nascere il problema dell'occupazione in Valle Bormida, in quanto, in vari modi strutturati nella legge, tutti i lavoratori attualmente dipendenti dell'ACNA troverebbero una sistemazione.
Il filo conduttore di tutta la legge è una spinta velocizzante rispetto alla precedente. Tant'è vero che nell'ultimo articolo si dice che vogliamo che la legge sia dichiarata dal Parlamento come legge di urgenza e quindi di entrata in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Questi sono gli elementi fondamentali, principali e nuovi di questa legge.
L'ultimo aspetto che vorrei sottolineare è che la chiusura dell'ACNA è un problema che da sempre vede intervenire in prima linea i Verdi a qualsiasi livello istituzionale si pongano, quindi a livello di Consiglieri regionali del Piemonte in questa legislatura, come nella precedente, ma anche a livello di Consiglieri regionali della Liguria e a livello Parlamentare. Infatti, l'inter-vento del Parlamentare eletto in Piemonte è stato di grande importanza riguardo alle ultime dichiarazioni del Ministro Ripa di Meana.
Quindi, è con soddisfazione che i Verdi rilanciano il problema della chiusura dell'ACNA e lo seguiranno, passo a passo, in Piemonte, come in Liguria, come a Roma, perché questa legge sia approvata senza i tentennamenti della precedente legislatura, perché abbiamo il privilegio di avere questa coerenza che ci siamo costruiti e certamente la faremo valere.
.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Marino.
MARINO Farei questa proposta: se possibile, sospendere gli interventi in specifico sulla proposta di legge - che tutti conoscono perché è stata accolta all'unanimità in Commissione - votare la legge e, se il Presidente della Giunta svolge la comunicazione relativa all'incontro di Roma riaprire la discussione che va al di là della proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Quella del collega Marino era un'osservazione sulla quale concordavo ma prima che iniziasse la discussione. La discussione è iniziata permettete che anche Rifondazione Comunista lasci le proprie parole a verbale.
Questa proposta di legge sulla chiusura dell'ACNA, la tutela dei lavoratori e la rinascita della Valle Bormida, è di maggiore compiutezza rispetto alle varie corolle del problema ACNA. In particolare, tratta appieno la corolla un po' dimenticata, per un certo tempo, da parte della Regione Piemonte, relativa alla tutela delle persone impiegate all'ACNA. E' un fatto di grande valore che, a mio avviso, consente alla Regione Piemonte di assumere un ruolo maggiore rispetto al passato nei confronti del complesso dei problemi. E' una legge che, ad esempio, potrebbe essere approvata dalla Regione Liguria. Se ricordate, colleghi, la legge precedente, che trattava solo della tutela dell'ambiente, era sicuramente una legge che non poteva trovare una sponda nella Regione Liguria.
Questa legge, invece, è più complessa, più coerente, tratta tutti i problemi e questo può dare forza alla Regione Piemonte per discutere finalmente della questione in termini unitari ed interregionali, cosa che fino adesso non è avvenuta perché il campo di azione è stato un po' diviso tra Regione Piemonte e Regione Liguria secondo gli interessi specifici delle popolazioni che appartengono alle due Regioni. Quindi, è un grande passo avanti; non è finito tutto, inizia, però è un atteggiamento ed una legislazione più capace, a mio avviso, di portare a conclusione nell'interesse sia dei lavoratori dell'ACNA di Cengio sia delle popolazioni della Valle Bormida, questo annoso problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Credo che la ripresentazione di questa proposta di legge, peraltro fatta unificando i due testi in modo più compiuto, più adeguato alla realtà di oggi, da una parte, e le dichiarazioni fatte dal Ministro all'Ambiente prima nell'incontro con il Gruppo parlamentare dei Verdi e poi sostanzialmente ripresentate due giorni dopo alla Commissione Ambiente, ci pongono sicuramente in una situazione di novità. La novità è che oggi è realistico pensare che si possa davvero procedere alla rinascita della Valle Bormida.
Credo che il dato di fondo che abbia dato una svolta a questa situazione è sicuramente la - sentenza del TAR della Liguria e, dietro di questa, l'impostazione; a mio parere, corretta che la Regione Piemonte ha dato al ricorso sostenendo, fra l'altro, che quell'impianto non fosse un impianto produttivo, ma un inceneritori che, al limite, può prescindere dall'attività dell'ACNA.
Penso che oggi l'obiettivo che ci si deve porre è di trasformare le dichiarazioni di un Ministro in una scelta politica del Governo che sono due cose profondamente diverse.
Ad oggi abbiamo soltanto la dichiarazione personale di un Ministro il quale, fra l'altro, nel suo intervento alla Commissione ambiente, ha riportato le dichiarazioni del Presidente dell'ENI che sono particolarmente gravi e che dicono: "i tempi della procedura di VIA, i costi emergenti connessi ai ritardi del completamento del Re-Sol e soprattutto le incertezze circa la futura esercibilità dello stesso in un quadro di grande indeterminatezza e frammentarietà nelle volontà, nel ruolo e negli strumenti della pubblica amministrazione, impediscono obiettivamente il proseguimento dell'attività produttiva dell'ACNA e ne minano gravemente la credibile presenza sul mercato". Queste sono le dichiarazioni del Presidente dell'Enichem.
Credo che oggi l'obiettivo che si ponga per noi è da una parte quello di far diventare queste decisioni una scelta del Governo, dall'altra di affrontare la seconda parte di questo problema che è quello della rinascita della Valle Bormida. Ho sempre sostenuto che la presenza dell'ACNA fosse un fattore di depressione dello sviluppo di quella valle. La possibilità che l'ACNA chiuda è un modo per riaprire le opportunità di sviluppo e di occupazione in quella valle.
Non i Verdi, ma la politica dell'Enichem oggi e prima di chi era proprietario di quella azienda, ha ridotto l'occupazione da circa 4.000 persone alle 700 di oggi. C'è un grande vuoto legislativo che è quello che riguarda le possibilità di intervento per i lavoratori che sono coinvolti da iniziative di ristrutturazione, di chiusura o di rilocalizzazione per questioni ambientali. Questo è il vuoto legislativo che oggi manca; è un problema politico che non riguarda probabilmente solo l'ACNA, ma che in particolare diventerà evidente per l'ACNA.
Credo che l'impegno di domani degli ambientalisti e dei verdi, ma credo di questa Regione e in generale delle forze politiche, debba essere quello di garantire l'occupazione degli attuali lavoratori dell'ACNA, ma soprattutto di permettere il rilancio dell'occupazione in tutta la Valle Bormida.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Seguendo i problemi con altri colleghi abbiamo riscontrato questa mattina che per quanto riguarda la chiusura dello stabilimento ci sono forti limiti e, immagino, anche legittime preoccupazioni dei lavoratori di Cengio, attorno alla proposta legata alle prospettive occupazionali e alla gestione dell'occupazione: Le necessità della chiusura sono state illustrate, come pure i limiti tecnologici per permettere a quel tipo di produzione di andare avanti e il pasticcio del Re-Sol che era stato ipotizzato in una localizzazione diversa, perda me pare sia (intanto devo dire che prevale nella proposta la vecchia visione degli ammortizzatori sociali: li mettiamo in mobilità, speriamo che sia un ponte verso il prepensionamento, ne resteranno pochi) una visione non accettabile per una regione in cui è ancora prevalente il centro motore dell'industria. Non è la regione del terziario o la regione rurale, è una regione in cui l'apparato industriale gioca ancora un ruolo decisivo e non vedrei il confine geografico spostato di 100 metri come un elemento saliente di questo tipo di approccio.
Bisogna vedere i problemi dell'occupazione; intanto, come dicevo, non è solo un problema di ammortizzatori sociali, bisognerebbe immaginare quali sono le nuove iniziative per dare occupazione, non è facile pensare a nuove attività. Se ci fossero, un imprenditore le avrebbe già occupate facilmente; bisogna pensare a cose avanzate con forti investimenti, con grandi coordinamenti. Così come abbiamo fatto uno sforzo per Chivasso credo che, in modo interregionale; uno sforzo attorno a quell'area, a quel polo bisognerebbe farlo.
Il nodo però è che si parla di mobilità come se si costruisse una legislazione speciale. Esiste la legge n. 223 dell'anno scorso che regola il processo di mobilità, che non necessita di un fondo regionale per questo tipo di gestione, a meno che non si voglia una legislazione speciale ad hoc per la mobilità che regoli i tempi di erogazione: se i lavoratori sono al di sotto dei 40 anni, dura un anno solo, se sono fra i 40 e i 50, dura due anni, se sono oltre i 50 anni, dura tre anni.
Mi sembra, francamente, che mandando al Parlamento una proposta di questo genere, si corre il rischio che venga dato un giudizio negativo tale da coinvolgere anche valori forti di questa proposta. Ritengo che sia superficiale oppure non altamente innovativo il rapporto con i problemi occupazionali di questi lavoratori. Badate, non è una questione di ammortizzatori, bensì il fatto che i figli dei lavoratori di Cengio abbiano una prospettiva occupazionale, che si produca ricchezza in quella zona e che non ci siano semplicemente questi che diventano "nonnini" garantiti in qualche modo. C'è un problema nodale che, altrimenti, rischia di essere smontato rapidamente da un'azione di forza, magari legittima, costruita dalle preoccupazioni dei lavoratori di Cengio e che trova questa strumentazione estremamente debole.
Mi sono permesso di segnalare questo perché credo che l'assemblea sia la sede ultima, non tutti sono in Commissione, quindi se il principio è valido condivido la posizione del Ministro Ripa di Meana e condivido ovviamente lo spirito della legge, ma la ritengo estremamente attaccabile e debole sia in sede parlamentare sia nella legittima difesa che i lavoratori fanno di un posto di lavoro, di una prospettiva occupazionale, non solo per loro, ma per i loro figli in quella zona.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, i liberali hanno concorso alla riproposizione di questa proposta di legge e la sostengono con convinzione ma non possono coerentemente con il loro comportamento non riaffermare qui questo risultato politico, almeno par quanto attiene a questo livello: è dimostrazione della responsabilità - mi sia consentito il termine - dei partiti "tradizionali" che sono quelli che per pervenire a questo tipo di soluzione hanno pagato prezzi e subito travagli. Questo vale sicuramente per partiti di larga rappresentanza come la Democrazie Cristiana, vale per il PDS allora PCI in relazione al suo radicamento nel mondo sindacale sicuramente vale per noi in ragione della nostra impostazione culturale sui piani ambientali, laddove riteniamo che dove qualcosa è prodotto dall'uomo probabilmente la tecnica, l'intelligenza e la scienza sono in condizione di rimediare.
Dico questo perché sono molto amareggiato nel constatare che nella Valle Bormida sono ancora presenti e diffusi, anzi ho l'impressione che si stiano moltiplicando, i venditori di vento, "gli sciamani". Ne abbiamo avuto una prova, collega Rossa, nell'ultimo incontro con gli amministratori della Valle Bormida in cui un signore, non lo qualifico diversamente, ha immaginato di dire che né io né il collega Rossa abbiamo mai preso posizione su questo problema a favore di questa soluzione. In questo senso devo anche dire che desidero riaffermare e rivendicare al travaglio delle forze politiche tradizionali questo risultato, senza niente togliere al contributo di altre forze, che per avere un'attenzione esclusiva o privilegiata a questi problemi evidentemente su questi problemi hanno avuto minore difficoltà di atteggiamento.
Mi auguro che le popolazioni locali non si identifichino in questi loro non degni rappresentanti. A me risulta che per essere iscritto a "Italia nostra" basta fare un bollettino, non è che bisogna presentare titoli; così vale per potersi fregiare del "Panda", non mi pare che bisogna aver acquisito meriti, non è un'accademia il WWF, non è né l'Accademia dei Lincei né l'Accademia d'Italia, è un'associazione. Quindi (esperienza che abbiamo avuto in quella Commissione, in cui si è ritenuto di sostenere che alcuni studiosi, suppostati da alcune di queste associazioni, erano super partes, e quindi gli esperti della Regione, sarebbero stati un po' parte lata ad indicare come su questa materia, a fronte di una responsabile e sofferta presa di posizione con conseguente, assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche, ci sia un retroterra infarcito di questi sciamani e venditori di vento, anche quando esercitano nobilissime missioni.
Non è una novità vedere che ancora una volta alcune divise erano in prima fila nelle manifestazioni per la chiusura dell'ACNA e dall'altra parte dello schermo televisivo in prima fila nelle manifestazioni per il mantenimento dell'ACNA. Questo vuol dire che la verità non conosce discriminanti naturali, ma sicuramente conosce discriminanti politici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Come dichiarazione di voto la Lega Nord naturalmente appoggia questa proposta di legge al Parlamento. Penso che con questo atto si possa arrivare ad una conclusione definitiva della questione ACNA. Penso che dopo aver assistito alla nascita di una serie di difficoltà per la chiusura definitiva dello stabilimento, la Regione più che mai debba essere attenta e seguire in questo momento la vicenda ACNA. Penso che un'altra occasione di questo genere difficilmente si presenterà alla nostra Regione ed alla Valle Bormida. Una volta tanto, se la Regione si dimostrasse forte, penso che il risultato che si potrebbe portare a casa sarebbe grande, anche se posso capire che ci sono dei problemi per i lavoratori di Cengio, problemi che però non possono avere alcuna priorità nei confronti del grosso problema dell'ACNA e di una valle che è veramente in difficoltà e che lo è stata per anni. Dopo la chiusura dell'ACNA si potrà parlare di risanamento della Valle Bormida in modo serio, con dei progetti chiari.
Come obiettivo prioritario dobbiamo avere quello della chiusura dello stabilimento e non della riconversione: Come avevamo espresso ieri, abbiamo una grossa perplessità sull'esito delle proposte al Parlamento da parte della Regione, se c'è però una volontà politica da parte delle forze di governo di questa Regione, volontà politica che deve essere trasmessa per ai parlamentari di maggioranza delle forze di governo, penso che si possa veramente arrivare ad un risultato concreto.
Siamo comunque favorevoli, ci auguriamo che nel momento in cui si arriva alla conclusione di questa vicenda si possa rinsaldare la fiducia tra cittadini della Valle Bormida e istituzioni, che mi pare sia stata perduta con il tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Non mi dilungo sull'argomento, perché penso che ci sia l'unanimità.
Sottolineo ai colleghi che la proposta di legge diventa credibile a due condizioni. La prima è la volontà politica ed almeno qui dentro penso che ce l'abbiano tutti, la seconda è che sia credibile l'art. 6 "finanziamento". A questo proposito il comma 2 dell'art. 6, che prevede che la Cassa Depositi e Prestiti sia autorizzata a concedere agli enti locali della Valle Bormida 100 miliardi, fa a pugni, con licenza parlando, con quelle che sono le normative che stanno venendo fuori a livello parlamentare e soprattutto a livello governativo. Per cui ho presentato un emendamento per aggiungere la parola "comunque" prima di "autorizzata" perché in questi tempi il Ministro al bilancio fa sapere che la Cassa Depositi e Prestiti non darà più una lira fino alla fine dell'anno a tutti gli enti locali, per cui a questo punto rischieremmo di preparare una proposta di legge che non può avere attuazione pratica. L'invito è, per rendere più credibile l'art. 6, di indicare una nostra volontà affinché la Cassa Depositi e Prestiti, comunque, anche in caso di norme vincolistiche circa l'attribuzione di fondi agli enti locali, intervenga in questo caso specifico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Prima di procedere alla votazione mi consenta, Presidente, di esprimere l'adesione ragionata e convinta, del Gruppo socialista a questa proposta di legge da inviare al Parlamento. Non ricordo se è la seconda o la terza volta che diamo questa adesione: la prima volta è avvenuto nell'ultima fase della legislatura, quindi è stata un'adesione di bandiera, per un impegno comune dell'assemblea della IV legislatura. Oggi, invece, si può dare un'adesione ragionata, non soltanto alla luce delle cose che sono state dette in questi giorni dal Ministro Ripa di Meana, ma alla luce di qualcosa che mi fa dire ad alta voce che non c'è tecnologia in grado di garantire che non ci siano conseguenze inquinanti. Tiro questa conclusione, lo dico con amarezza, perché davanti alla questione ACNA l'allora amministratore delegato ing. Necci aveva giocato o scommesso la credibilità di tutta la chimica italiana, ed altri avevano in fondo ritenuto che l'ACNA potesse rappresentare il modello per un cambiamento radicale del rapporto tra industria e ambiente.
Questo Paese, che pure è il quinto, il sesto o l'ottavo Paese più industrializzato del mondo, deve dire apertamente che davanti alla questione ACNA e alle sue conseguenze, pregresse e successive, non ha la tecnologia in grado di garantire il processo di bonifica da una parte e il contenimento delle conseguenze inquinanti dall'altra. La tecnologia attualmente a disposizione nel mondo non è in grado ancora di sottomettere gli elementi della produzione al controllo.
Questo mi sembra l'elemento su cui fare una riflessione, perché voglio evitare che vengano con superficialità introdotte delle considerazioni di carattere politico, che pure ci sono state, di convenienza e diciamo di quotidianità elettorale! In ogni caso il quadro politico è cambiato completamente ed è giusto che a questo punto non ci siano indugi o incertezze.
Non solo per ragioni storiche, ma anche per l'incapacità dell'industria e della tecnologia di mettere sotto controllo certi processi, è giusto che a questo punto si proceda nei confronti dell'ACNA. E da questo punto di vista è necessario che si porti a termine tutta l'azione perché la chiusura avvenga nei tempi più rapidi passibili.
Bisogna anche tenere conto di quanto ha detto il collega Tapparo perch noi socialisti abbiamo passato la nostra vita a difendere gli operai e i lavoratori davanti allo spettro del licenziamento e della mobilità che vuol dire anticamera del licenziamento. Abbiamo passato la nostra vita! E a noi dispiace, lo dico anche se sono male interpretato, di aver subito degli affronti, come ha ricordato il collega Marchiai...



PRESIDENTE

Non andiamo al passato! ROSSA No, io cerco di guardare avanti! Parlo degli affronti subiti ancora recentemente e quindi di un atteggiamento pregiudiziale nei confronti di chi cerca di ragionare su questa questione, perché bisogna ragionare! Bisogna arrivare alla conclusione che per varie ragioni tecnologiche da una parte, politiche dall'altra, l'ACNA è giusto che a questo punto venga chiusa! La Regione Piemonte deve disporsi ad una volontà di collaborazione con la Regione Liguria per dare delle risposte alla gente che lavora lì e che non ha prospettive, altrimenti equivale da parte nostra ad usare due pesi e due misure: da una parte siamo preoccupati, con la coscienza in mano davanti ai problemi della Lancia di Chivasso che presentano delle conseguenze tutt'altro che irrilevanti e dall'altra invece solo perch questa gente abita a Cengio, a cento metri dai confini della Regione Piemonte, la cosa non ci riguarda più, altro che solidarietà! Prima di concludere, voglio ancora dire che mi rammarico del fatto che questa assemblea regionale, presa dall'impegno di realizzare degli obiettivi che erano più di carattere superficiale che di contenuto profondo, non ha avuto il coraggio di approvare il piano di risanamento perché si è cominciato a dire che il piano di risanamento comprendeva guarda caso, anche il campo da golf in una città come Acqui Terme nella quale dovremmo fare addirittura il casinò! Non solo il campo da golf dovremmo fare, ma anche altre cose, caro amico Zanoletti! ZANOLETTI E' il Re-Sol che non dobbiamo fare! ROSSA Mi dispiace dire queste cose, ma se noi, avessimo avuto il piano di risanamento approvato, oggi avremmo avuto più forza e credibilità nel chiedere la chiusura dello stabilimento e tanto potremo insistere quanto più avremo le carte in regola.
Cerchiamo quindi di rimediare ai limiti che abbiamo avuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per dichiarazione di voto.
CAVALLERA Signor Presidente, a mio parere la Regione Piemonte con questa proposta di legge riconferma la propria posizione di guida della battaglia delle popolazioni piemontesi per la chiusura dell'ACNA, la bonifica e lo sviluppo della Valle Bormida.
Diciamo subito che questa proposta di legge ha dei contenuti molto delicati che sono stati richiamati in questo pur breve dibattito da qualche collega, ma soprattutto è improntata ad alcuni principi che hanno già visto dei pronunciamenti da parte di questo Consiglio, come ad esempio la non approvazione del piano di risanamento della Valle Bormida perché si intende dire e riconfermare ancora una volta il no al ricatto occupazionale e alla monetizzazione del rischio.
Bisogna essere d'accordo con quanti osservano che prima di stabilire quale tipo di intervento occorre fare in Valle Bormida, è necessario prendere le decisioni definitive sul destino dell'ACNA. Abbiamo particolarmente apprezzato le dichiarazioni del neo Ministro dell'Ambiente on. Ripa di Meana, e quindi ci auguriamo che alle sue parole seguano i fatti in sede governativa.
Anche se riteniamo che questa proposta di legge in sostanza costituisca l'estrema ratio, noi ci auguriamo che a seguito degli incontri che sono in programma in questi giorni e le iniziative che saranno portate avanti dai parlamentari piemontesi e anche soprattutto dalla Giunta regionale che ha già al proprio attivo la conclusione favorevole della vicenda del Re-Sol (perlomeno per adesso i lavori di costruzione sono sospesi), si intervenga con provvedimenti amministrativi, sebbene a nostro avviso già la legislazione vigente correttamente applicata dovrebbe portare automaticamente alla chiusura di questo stabilimento. Uno stabilimento che continua a saccheggiare le risorse idriche del fiume Bormida, basta recarsi a Cengio per rendersi conto, ma è inutile dirlo ai colleghi perché abbiamo effettuato insieme un sopralluogo; uno stabilimento che è sceso dal punto di vista occupazionale dalle migliaia di posti di lavoro di qualche anno fa alle 600-700 unità attualmente occupate.
Sono problemi, quelli dell'occupazione, nei confronti dei quali questo Consiglio regionale riconferma la propria sensibilità e dal punto di vista della solidarietà anche noi abbiamo previsto in questo articolato una serie di interventi. Certamente non sarà la soluzione migliore, toccherà poi ai parlamentari nazionali redigere un testo che sia compatibile con la legislazione vigente e le risorse effettivamente disponibili. Nel momento in cui verrà pronunciato il verdetto definitivo per lo stabilimento ACNA avremo dei problemi dal punto di vista della programmazione degli interventi e delle priorità che devono essere ricercate all'interno magari delle scarse risorse che sono o saranno disponibili.
La vicenda ACNA è emblematica per tutto il nostro Paese; ha richiamato richiama e dovrà richiamare sempre più la nostra attenzione, quindi dovrà avere, anche in termini concreti, quella solidarietà prima di tutto politica, poi amministrativa e infine finanziaria da parte della comunità nazionale.
La situazione dell'inquinamento dell'ACNA deve cessare e malgrado in questi ultimi tempi abbiamo registrato qualche miglioramento dal punto di vista delle analisi immediate, il dato di sedimentazione dell'inquinamento sia sul sito che lungo tutto il corso del Bormida è tale da creare grave preoccupazione; valga per tutti il continuo divieto di utilizzo delle acque del fiume Bormida per uso irriguo, il che procura dei danni incalcolabili a tutta la valle, e pensiamo un po' a cosa sarebbe successo se si fosse passati dall'inquinamento delle falde idriche all'inquinamento dell'atmosfera attraverso la costruzione dell'impianto Re-Sol.
E allora cosa si propone? Si propone finalmente di arrivare ad un dialogo sereno tra il Piemonte e la Liguria. Soprattutto coloro che sono originari del basso Alessandrino e del basso Piemonte sanno quanto sia importante un rapporto corretto tra il Piemonte e la Liguria. Tuttavia, nel momento in cui noi dichiariamo di volerci far carico delle esigenze dei lavoratori dell'ACNA e quindi ipotizziamo anche che una serie di risorse non indifferenti possano e debbano essere indirizzate soprattutto in quella direzione, è chiaro che anche i reggitori della Regione Liguria e quindi la Giunta regionale e tutti coloro che hanno titolo, da un punto di vista istituzionale, ad operare in questa vicenda, devono farsi carico delle nostre esigenze di risanamento dell'ambiente. Quindi, la proposta di legge com'è già stato fatto osservare prima - lancia una "scialuppa di salvataggio" in direzione della ripresa di questo dialogo.
Per adesso - lo sappiamo - esiste il conflitto, esiste la lotta dei lavoratori dell'ACNA, che in qualche modo comprendiamo. Non comprendiamo però, le posizioni di chiusura che provengono soprattutto da parte della Regione Liguria. Quindi alle istanze nazionali, al Governo, al Ministro dell'ambiente non resta altro che fare da arbitro, da mediatore definitivo di questa situazione.
Riteniamo che una proposta di legge come questa, per i suoi contenuti per la sua completezza, per la tempestività con la quale viene presentata possa costituire veramente un'occasione per, avviare definitivamente a soluzione il problema dell'ACNA e il risanamento della Valle Bormida.



PRESIDENTE

E' così conclusa la discussione generale, passiamo all'esame dell'articolato: ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto Regionale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto Regionale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto Regionale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Sull'art. 4 ci sono delle considerazioni di ordine tecnico, quindi ne posticipiamo l'esame.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto Regionale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Emendamento presentato dal Consigliere Zacchera: aggiungere al 2 comma la parola "comunque" dopo "la Cassa Depositi e Prestiti, è".
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 37 voti favorevoli. Pongo ora in votazione l'art. 6, così emendato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto Regionale.
presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 4 - Emendamento presentato dalla Consigliera Segre: "Sono soppressi i commi 1 e 4." La parola alla Consigliera Segre per l'illustrazione.



PRESIDENTE

SEGRE



PRESIDENTE

Per rispondere ai problemi sollevati dal Consigliere Tapparo, avremmo previsto di sopprimere l'intero primo comma.
Il comma 2 diventa comma 1, e si aggiunge una frase nella relazione, a pag. 3). Dopo la frase "da tutelare sono i lavoratori, sia nel caso di chiusura dello stabilimento (che noi auspichiamo con la presentazione di questa legge) sia nel caso di trasferimento dell'impianto", si aggiunge: "occorrono provvedimenti legislativi straordinari per la tutela salariale e occupazionale dei lavoratori dell'ACNA come di tutte le altre aziende che dovranno essere chiuse per motivi di negativo impatto ambientale".
Si, fa riferimento a una legislazione nazionale in itinere che purtroppo non c'è ancora, quella nota come "cassa integrazione verde"; non si può far riferimento nel testo per cui lo si fa nella relazione in modo che sia chiaro.



PRESIDENTE

Riassumendo, l'emendamento che viene presentato è un emendamento soppressivo che dice semplicemente: "E' soppresso il comma 1"; dopodich c'è un'aggiunta esplicativa nel testo della relazione.
La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO In merito alla considerazione che facevo circa la necessità di rianimare economicamente quella realtà, è in preparazione un articolo integrativo che valorizza le attività di imprenditorialità individuali e collettive che possono derivare dai lavoratori messi in mobilità per la vicenda ACNA.
Lo spirito è sostanzialmente che Piemonte e Liguria concorrono a un'iniziativa che valorizzi imprenditorialità individuali e collettive utilizzandole facilitazioni che per questa iniziativa già la legge statale n. 223 mette a disposizione dei lavoratori in mobilità, in aggiunta a tutte le agevolazioni della legislazione regionale piemontese e penso ligure per quanto riguarda l'imprenditorialità collettiva (vedesi la nostra legge sulle cooperative).



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore regionale Confermo quanto la collega Segre ha detto in ordine all'emendamento soppressivo del primo comma dell'art. 4.
L'art. 4 inizia da "ai fini del conseguimento delle prestazioni pensionistiche", prosegue con "le aziende che entro un anno dalla data di approvazione della presenta legge assumono" e termina con "per un massimo di dieci anni dalla data di assunzione".
Si propone, così come abbiamo visto con alcuni colleghi, l'inserimento di un art. 4 bis, secondo la filosofia testè indicata dal collega, che recita in questo modo: "Iniziative per promuovere attività di lavoro autonomo da parte dei lavoratori usciti dall'ACNA. Al fine di favorire l'avviamento al lavoro anche in forma autonoma dei lavoratori in mobilità dall'ACNA, le Regioni Piemonte e Liguria attivano, in accordo con le Associazioni di categoria,programmi che prevedano la diffusione di informazioni mirate nonché la realizzazione di servizi di consulenza e di assistenza tecnica di progettazione organizzativa, di supporto alle attività di cui al presente articolo".
L'ultimo comma del precedente art. 4 viene corretta e si legge così: "all'onere derivante dall'applicazione della predetta legge" (pari a lire 10 miliardi) e non del predetto articolo. In sostanza si emenda il termine "articolo" con "legge". In questo modo si risponde alla filosofia indicata dai colleghi e concordata brevi manu in questi minuti.



PRESIDENTE

Per riepilogare. Siamo giunti all'art. 4 che in questo momento ha tre emendamenti: uno presentato dal Consigliere Segre, gli altri, 4 bis e 4 ter, presentati dall'Assessore Cerchio.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Senza grandi riflessioni, perché stiamo cercando di dare un'ultima sistemata a questa legge in aula e, sempre che abbia capito bene e memorizzato tutto quanto ha detto la collega Segre, esprimerei una certa perplessità. Togliendo il primo comma e sulla base dell'aggiunta in relazione, mi sembra che il problema della tutela del lavoro per i dipendenti dell'ACNA sia equiparato, in termini assoluti, a quello della tutela dei posti di lavoro di altre situazioni inquinanti. Se è così, la cosa non mi convince.
L'inquinamento che ha provocato l'ACNA in Val Bormida non è un inquinamento medio, usuale in centinaia e centinaia di situazioni in Italia; l'inquinamento della Valle Bormida, centennale, è una eccezione italiana per gravità ed estensione del problema.
Questa particolarità la vorrei vedere tradotta, in termini sensati come diceva il collega Tapparo, nella nostra legge. Viceversa, vedo con un poca convinzione dire: "Saranno trattati come tutti gli altri lavoratori di aziende inquinanti".
No! Di ACNA non ce ne sono molte in Italia e quindi questa tutela è necessaria, anche - Consigliere Tapparo - senza giungere alla legislazione speciale, così denominata. Ritengo che dobbiamo esprimere una tutela che non inserisca in modo indifferenziato la tutela dei lavoratori dell'ACNA insieme a quella di tutti i lavoratori di fabbriche inquinanti che devono chiudere. Vorrei ché questo fosse precisato in relazione e anche nella legge, perché togliere questo comma di punto in bianco forse significa eliminare la speciale attenzione che la Regione Piemonte e - spero - la Regione Liguria vogliono dedicare a questo tema. Altrimenti mi sembra che la tutela del lavoro - e su questo mi trovo completamente d'accordo con il tono dell'intervento del collega Rossa - si appanni, con il rischio di tornare a una legge di pura tutela ambientale, lasciando i lavoratori a cavarsela da soli nel contesto delle crisi industriali nazionali, magari indotte dall'inquinamento.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'emendamento all'art. 4 presentato dalla collega Segre.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto Regionale, dell'art. 4, così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 33 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
Pongo in votazione il nuovo art. 4 bis, di cui ha dato lettura l'Assessore Cerchio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli.
Pongo in votazione il nuovo art. 4 ter, presentato dall'Assessore Cerchio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli.
Si proceda ora alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri Il testo di legge è approvato e verrà inviato alla Camera dei Deputati.


Argomento: Calamità naturali

Esame proposta di deliberazione n. 488 "L.R. 38/78 e sue modificazioni Dichiarazione di evento calamitoso grave sul territorio dell'Alessandrino per le piogge del 19.6.92- Delimitazione zone colpite ai sensi dell'art. 9"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 488.
Non essendovi interventi in merito, pongo in votazione la proposta di deliberazione il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 28 voti favorevoli e 5 astensioni.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività di tale deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 33 voti favorevoli.


Argomento: Calamità naturali

Esame proposta di deliberazione n. 446: "L.R. 38/78. Evento calamitoso febbraio-marzo 1990. Riconoscimento di calamità grave per il Comune di Porte"


PRESIDENTE

Il punto 18) dell'o.d.g. riguarda l'esame della proposta di deliberazione n. 446.
La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Il Gruppo Verde non partecipa alla votazione di tale deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Anche il Gruppo di Rifondazione Comunista non partecipa alla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Anche il mio Gruppo, non partecipa alla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Anche il mio Gruppo non partecipa alla votazione.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione la proposta di deliberazione il cui testo a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 29 voti favorevoli. Non partecipano alla votazione 4 Consiglieri.


Argomento: Pari opportunità

Esame testo unificato dei progetti di, legge n. 220 e 167: "Informazione promozione, divulgazione di azioni positive per la realizzazione di pari opportunità tra uomo e donna" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 9) dell'o.d.g.: Esame del testo unificato dei progetti di legge nn. 220 e 167.
E' relatore il Consigliere Bortolin, che ha facoltà di parola.
BORTOLIN Signora Presidente, stante il fatto che sono stati presentati numerosi emendamenti, proporrei di fare la relazione e rinviare il dibattito alla prima seduta del Consiglio di settembre.



PRESIDENTE

Chiedo solo, Consigliere Bortolin, anche per rispetto nei confronti dei colleghi, se avete sentito l'Assessore Bergoglio.
BORTOLIN L'impegno era di non chiudere oggi con il voto.



PRESIDENTE

D'accordo.
Ha pertanto la parola per svolgere la relazione.
BORTOLIN, relatore "Il disegno di legge che esaminiamo e che titola: Informazione promozione, divulgazione di azioni positive per la realizzazione di pari opportunità tra uomo e donna, rappresenta la conclusione del lavoro svolto in Commissione sulla proposta di legge n. 167 e del disegno di legge n. 220 presentato dalla Giunta regionale.
Con questa legge la Regione Piemonte rende attuali i principi di parità già sanciti nella specifica legge approvata dal Parlamento nel 1978 e dalla legge n. 125 del 10/4/91: Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro", che apre in materia una fase innovativa, che ci auguriamo consenta di superare gli ostacoli di: ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini.
Anche in Piemonte, che pure presenta un tasso di femminilizzazione della manodopera tra i più elevati a livello nazionale (nel 1990 era del 38%), grande resta il divario tra domanda ed offerta di lavoro femminile.
L'evoluzione della dinamica del mercato del lavoro evidenzia, accanto alla crescente ed ormai strutturale domanda di lavoro delle donne, la persistente difficoltà ad una piena e qualificata possibilità di inserimenti lavorarvi. L'innovazione dell'apparato produttivo industriale l'espansione dell'attività terziaria e dei servizi, il bisogno di ammodernamento della pubblica amministrazione non sono di per sé, senza un'attenzione mirata, in grado di dare risposte soddisfacenti al problema.
Alla fine degli anni '80, in Piemonte la disoccupazione femminile è dell'11,7%, mentre il tasso di disoccupazione maschile è stabilizzato intorno al 3,6%.
Tra le donne che risultano alla ricerca di un'occupazione nella nostra regione, una maggior presenza si riscontra per quella fascia che viene definita 'adulta' ed è compresa tra i 25 ed i 49 anni.
Ricerche e documenti di organizzazioni sindacali ed associazioni femminili rilevano inoltre il, persistere di discriminazioni che ostacolano le progressioni di carriera delle lavoratrici. Tra le cause, non ultima, vi è quella del fenomeno nascosto delle molestie sessuali nei luoghi di lavoro. Problema che questa legge non può affrontare, ma che, partendo dalla direttiva CEE, dovrà essere visto con la necessaria attenzione anche nel nostro Paese.
In questo quadro, appare necessario, per contribuire alla concreta attuazione della parità tra uomo e donna, un intervento normativo regionale che si adatti alle caratteristiche del mercato del lavoro piemontese, per passare ad una affermazione di diritti, di principi statici, di sperimentazioni isolate, ad una normativa che si proponga un'azione dinamica, flessibile, adeguata ad ottenere effetti concreti e verificabili che incidano attivamente nella realtà piemontese.
In particolare, si tratta di agire su più fronti: il primo, consiste nell'indispensabile azione informativa sulla legge e sull'insieme della normativa nazionale e comunitaria in materia il secondo, comprende una concreta politica di azioni positive incentivata, in ambito regionale, anche attraverso le definizione di titolo di priorità nell'accesso ai contributi ed alle agevolazioni previsti dalle leggi regionali della presentazione di progetti di azioni positive da parte delle imprese private e della cooperazione degli stessi enti pubblici. In questo modo non si accresce la spesa complessiva della Regione, ma la si indirizza verso la concreta applicazione della legge n. 125191 il terzo ambito di intervento è rappresentato dalla formazione professionale e dall'orientamento scolastico.
La legge regionale prevede inoltre: la realizzazione di una struttura tecnica, nell'ambito del Settore Lavoro ed Occupazione la definizione dei rapporti con le Consigliere di parità l'articolazione territoriale, avvalendosi degli Osservatori sul mercato del lavoro l'istituzione di un sistema informativo sulle pari opportunità coinvolgendo la Commissione regionale Pari Opportunità, considerata come tramite e soggetto essenziale nella definizione degli interventi e nel ruolo di informazione e coinvolgimento delle donne, anche attraverso l'attivazione di uno 'sportello donna'.
Le difficoltà per la piena affermazione della parità tra uomo e donna, non sono poche, ne siamo consapevoli.
Con questa legge s'intende dare un contributo concreto per il superamento almeno in parte, di queste difficoltà.
Il contributo che sicuramente verrà dalla discussione ci auguriamo confermi la volontà di andare all'approvazione della legge regionale ed alla sua piena attuazione.
Viviamo una fase politica ed economica estremamente difficile, che ci coinvolge direttamente.
L'approvazione di questa legge vuole essere un piccolo segnale positivo che diamo alla comunità tutta ed alle donne in particolare."


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame legge regionale rinviata dal Commissario del Governo relativa a "Interventi regionali in ambito attività COTRAO" (ritiro)


PRESIDENTE

Riguardo al punto 10) dell'o.d.g. "Interventi regionali in ambito attività COTRAO", ha la parola il Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Questa legge è iscritta da parecchio tempo all'o.d.g. Siccome si tratta formalmente di una ripresentazione con osservazioni, necessita dei 31 voti.
Siccome mesi passano ed il Consiglio non riesce a trovare un momento in cui ci siano i 31 voti necessari chiedo il ritiro di questa legge, che modificheremo e presenteremo come nuova legge nel mese di settembre.
Dispiace più a me che a tutti voi, ma se andiamo avanti così arriviamo alla fine dell'anno senza averla approvata.



PRESIDENTE

Prendiamo atto delle dichiarazioni del Presidente Brizio.
La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Concordo con quanto affermato dal Presidente della Giunta.


Argomento:

Rinvio argomenti


PRESIDENTE

Vengono rinviati i seguenti argomenti: Esame progetto di legge n.154 "Disciplina del Servizio di trasporto infermi da parte di Istituti, Organizzazioni ed Associazioni private"di cui al punto 11) dell'o.d.g.
Esame progetto di legge n. 257 "Norme per l'utilizzo e fruizione della Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta", di cui al punto 12) dell'o.d.g.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 279: "Istituzione nel bilancio regionale di un fondo per l'avvio ed il sostegno di iniziative previste da regolamenti o direttive comunitarie"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 279, di cui al punto 13) dell'o.d.g. Relatore il Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI, relatore "Illustre Presidente, signori Consiglieri, l'esperienza degli anni trascorsi, da un lato e dall'altro, il sempre maggiore imporsi nella quotidianità del valore Europa, con le proprie implicazioni a livello istituzionale e normativo, hanno indotto la Giunta regionale a presentare il disegno di legge n. 279, che ci accingiamo ad esaminare.
Fondamentalmente il disegno di legge mira a rendere possibile, in concreto e con efficacia, l'adesione della Regione alle iniziative comunitarie avviate sia a sostegno di interessi locali, sia per favorire politiche di riconversione, di razionalizzazione o di sviluppo che influiscono, anche indirettamente, sul contesto economico e sociale piemontese.
Già vi sono stati esempi concreti e fattivi di partecipazione della Regione Piemonte alle iniziative CEE, in alcuni casi anche con funzioni di leadership:'Ouverture; 'Interreg', il Reg, n.2025. In questi casi per la partecipazione regionale è stato necessario impegnarsi con quote di finanziamento direttamente a carico del bilancio regionale. Quando è stato possibile si sono utilizzati capitoli aventi disponibilità e pertinenza rispetto alle iniziative programmate; talora, è il caso di Ouverture, si è dovuto ricorrere allo strumento legislativo ad hoc, strada che necessariamente risulta appesantita dalla incertezza sulla tempestiva reperibilità delle risorse sul bilancio e dalle inevitabili lungaggini tecniche dell'iter formativo della legge.
La Giunta ha pertanto ritenuto opportuno istituire nel bilancio regionale un apposito fondo, con una congrua dotazione finanziaria, con il quale provvedere volta a volta, sulla base di specifici progetti approvati a norma di legge, alla copertura degli oneri che sono addebitabili alla Regione per la sua partecipazione ad interventi previsti dai Regolamenti o dalle Direttive della CEE.
Si è valutato in proposito un fabbisogno annuo variabile, a seconda delle prospettive di intervento, e valutabile intorno al miliardo di lire complessivamente. Per la copertura di tale fabbisogno nel 1992 si provvederà in sede di definizione dell'assestamento al bilancio di previsione 1992.
Per attivare il prelievo dal fondo anzidetto è stata prevista una deroga alla L.R. di contabilità n. 55 181, in modo da consentire che si possa provvedere al prelievo con deliberazione della Giunta, anziché con legge, onde poter predisporre di uno strumento amministrativo più agile e pronto alle diverse esigenze ed urgenze.
Un emendamento in tal senso (commi 2 e 3 dell'art. 2 del testo presentato dalla Giunta), proposto dall'Assessore al bilancio, è stato approvato dalla I Commissione consiliare che nella seduta del 16 luglio scorso, ha esaminato e licenziato il provvedimento, dopo avervi anche apportato alcune modificazioni formali, al fine di adeguarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
In considerazione di quanto sopra esposto e tenendo inoltre conto del fatto che il disegno di legge, di cui si tratta, è parte di un pacchetto di innovazioni legislative che riguarda: la presenza della Regione in iniziative promozionali all'esterno (disegno di legge già licenziato dalla Giunta e presentato al Consiglio) la ridefinizione della struttura burocratica regionale delegata ad occuparsi dell'intera politica dell'ente a rilievo internazionale (disegno di legge in apprestamento, con creazione di un Dipartimento iniziative estero) se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea."



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.
CHIEZZI Grazie, Presidente. L'intervento che rivolgo richiede alla Giunta regionale un chiarimento sulla portata di questa legge, per gli adempimenti che la Regione Piemonte deve attuare in relazione ai finanziamenti resi disponibili dalla Comunità Economica Europea. In questi giorni è emersa la notizia che in Italia gran parte di questi finanziamenti non viene utilizzata dalle Regioni. La notizia era rivolta a tutto il territorio italiano e non chiariva i comportamenti specifici e puntuali delle varie Regioni. Chiederei, proprio in occasione dell'esame di questo disegno di legge, di sapere in che situazione è la Regione Piemonte da questo punto di vista.
Facciamo una legge per istituire nel bilancio regionale un fondo per l'avvio e il sostegno di iniziative prese in base a direttive comunitarie.
Ritengo importante che ci sia un'illustrazione da parte della Giunta regionale dello stato di fatto per quanto riguarda l'effettivo utilizzo di somme destinate dalla CEE alla Regione Piemonte. E' vero che anche la Regione Piemonte non utilizza una parte di questi fondi?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Ho letto l'articolato della legge, e devo dire che non si capisce bene se su questo capitolo vanno i fondi propri della Regione per lo sviluppo di queste iniziative oppure vanno i fondi comunitari.
Immagino che per i fondi comunitari bisogna istituire un capitolo di bilancio apposito per ciascuno di essi, e se sono fondi propri della Regione, il Presidente ci dica l'entità di questi fondi. Istituire uri capitolo va bene, ma quale cifra verrà prevista non lo sappiamo diversamente ci spieghi il significato in quanto se n'è parlato nella Commissione di cui non faccio parte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore regionale Mi spiace non essere stata presente al dibattito, perché questa legge mi interessa moltissimo. Devo dire che, nell'ambito della Giunta, abbiamo cercato di portarla avanti, e questo è uno degli aspetti che dobbiamo coprire come carenza legislativa e organizzativa. Dovrebbero esserci due altri provvedimenti: il primo attiene ad una razionalizzazione della struttura regionale che si occupa di questi aspetti, perché è istituire questo bellissimo fondo se poi continuano ad esistere disseminazioni di interventi regionali; occorre inoltre una delega assessorile specifica rispetto a questo argomento, almeno come coordinamento degli interventi poi ogni Assessorato nel suo ambito gestirà operativamente e concretamente gli aspetti che derivano da questi progetti comunitari.
Non v'è dubbio che comunque è necessario un coordinamento affidato al Presidente o per delega ad un altro Assessore. La cifra è indicativa evidentemente, e dipenderà molto dalle previsioni nell'ambito della Comunità; voi sapete che sta per rinnovarsi tutto il fondo comunitario, il fondo sociale e quello di sviluppo, di conseguenza sulle disponibilità della Comunità potremo poi orientare i nostri finanziamenti e i nostri interventi. Per ora abbiamo avuto questa esigenza, perché nel corso dell'anno scorso più volte si sono verificate delle esigenze di progetti che nascono un po' come funghi nell'ambito della Comunità, e che obbligano la Regione a correre immediatamente ai ripari, quindi a ricercare nel proprio bilancio delle disponibilità.
Ho fatto l'esperienza con Ouverture e voi sapete che per quel progetto la Giunta ha inteso portare un disegno di legge proprio per segnare questa esigenza di coinvolgimento del Consiglio, e non come aspetti occasionali di gestione di finanziamenti, che a volte sono anche importanti. Non c'è ancora una procedura, non ci sono ancora delle linee ben definite, quindi l'indicazione del finanziamento vero e proprio la potremo correggere nel corso dell'anno, sulla base delle disponibilità comunitarie.
Questo disegno, al di là del capitolo finanziario, ha il significato politico di assunzione da parte della Regione dell'importanza, nell'ambito del bilancio regionale, di questi finanziamenti;: vi è quindi l'esigenza di introdurre delle norme più precise. Il Regolamento CEE n. 2052 l'abbiamo gestito in casa in quanto non conoscevamo bene le procedure comunitarie, i rapporti con la Comunità. Anche: la Comunità ritengo che si appresti ad essere più regolamentata nei suoi rapporti con le Regioni, perché finora è successo che molti di questi finanziamenti venivano attribuiti alle Regioni che avevano la facilità di essere presenti a Bruxelles e, quindi stabilire dei raccordi privilegiati proprio con la struttura comunitaria.
E' stato un metodo sperimentale che ha consentito alla comunità stessa e alle Regioni di capire le procedure nuove; quindi questo disegno di legge ha essenzialmente questo valore politico, cioè ricondurre anche a più trasparenza questa gestione.
Certamente l'esigenza dei finanziamenti sarà grande, perché c'è volontà, diffusa della Comunità di intervenire, anzi di addoppiare il Fondo di Sviluppo Europeo con il 1 gennaio '93, per segnare la stagione nuova dell'Europa. In questo modo ci attrezziamo a viverla più intensamente e dal lato regionale, più speculativamente, perché tutte le volte che possiamo accedere ad un progetto di carattere comunitario abbiamo la possibilità di ricevere finanziamenti: non solo di risolvere i problemi, ma anche di introdurre nuovi meccanismi di finanziamento visto che con il bilancia deficitario che abbiamo gli interventi regionali sono scarsi. I finanziamenti europei in questi ultimi anni hanno sopperito quello che negli anni '82/'89 aveva rappresentato il Fondo Investimenti Occupazione per le Regioni. Cessato il Fondo Investimenti Occupazione, dall'89 ad oggi abbiamo avuto, per fortuna; la possibilità di usufruire di specifici finanziamenti europei (Fondo Sociale Europeo e Fondo di Sviluppo).
Non aggiungo altro, sottolineo che mi dispiace di non essere stata presente al momento della discussione, purtroppo, e chiedo scusa ai Consiglieri.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco per dichiarazione di voto.
CUCCO Concordo pienamente con quanto ha detto l'Assessore sulla necessità di ulteriori interventi per dar corpo alle iniziative regionali in materia europea. Quindi voterò a favore di questo provvedimento, il cui significato politico non mi sfugge.
Voglio, però, che rimanga agli atti la mia perplessità sul fatto di istituire un capitolo di bilancio senza individuare immediatamente e contestualmente l'investimento che su di esso va. Un conto è stabilire contestualmente la scelta politica di istituire il capitolo di bilancio e destinare risorse a queste iniziative, un altro è ridiscutere in sede di assestamento di bilancio, con gli stiracchiamenti feroci che ci saranno in quella sede, i soldi che finiranno su questo capitolo. E' solo una perplessità, la mia, di gestione del bilancio. Comunque, ripeto, voterò a favore in quanto condivido le motivazioni e il contenuto del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.
CHIEZZI Mi rivolgo all'Assessore, dato che la legge concerne proprio la veloce e tempestiva attuazione degli interventi comunitari, per chiedere in relazione alle notizie avute dalla stampa sulle inadempienze delle Regioni italiane nel dare attuazione tempestiva ai finanziamenti CEE, quale sia la situazione della Regione Piemonte. Mi sembra che anche dalle parole dell'Assessore questa legge voglia un po' corrispondere ad una maggiore tempestività che evidentemente non c'è. La Regione Piemonte, in che situazione è? Quanti fondi, assegnati dalla CEE, non ha poi utilizzato nel corso dell'esercizio? Mi risulta che un Commissario della CEE a ciò addetto sia venuto in Italia per tirare le orecchie alle nostre Regioni. Il Piemonte, in quale situazione è? Quale livello di inadempienza ha?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore regionale Le osservazioni del Commissario riguardano essenzialmente quelle Regioni che avevano fatto i cosiddetti Piani integrati mediterranei. Noi forse per fortuna, non eravamo tra le Regioni destinatarie di questi Piani integrati mediterranei. Credo che abbiamo rinunciato come Italia ad alcune centinaia di miliardi, che sono poi passati alla Francia che invece era molto più pronta, avendo tra l'altro questa nazione uno studio specializzato per i progetti europei, cosa alla quale potremmo poi anche pensare noi nei prossimi tempi. Le critiche riguardano essenzialmente questi aspetti.
Detto questo, però, non è che il Piemonte si sia trovato nella condizione di non utilizzare dei finanziamenti che erano stati ad esso attribuiti, forse la carenza,del Piemonte è che non sempre ha presentato quei progetti ai quali avrebbe potuto accedere. Se il Consigliere Chiezzi mi chiede un esempio non lo posso fare, però ho l'impressione che non sempre abbiamo colto tutte le opportunità, però a cominciare dal Regolamento CEE n. 2052 e da tutti i progetti che riguardano in particolare la montagna e l'agricoltura, credo che quelle opportunità le abbiamo colte veramente tutte. Tra l'altro con il Regolamento CEE n. 2052, come voi sapete, siamo la Regione che ha ottenuto percentualmente nel passato il finanziamento più grande.
Dobbiamo essere pronti, ma credo che in Commissione ci siano già delle linee generali, a non perdere le opportunità dei prossimi anni, che oltre tutto saranno più difficili. Il Regolamento CEE n. 2052 non tutti lo conoscevano negli anni passati, quindi da parte delle altre Regioni, che pure erano nella condizione di richiedere il finanziamento, non erano state spedite le domande.
Oggi, i finanziamenti maggiorati che si sono determinati sul Regolamento CEE n. 2052, sono conosciuti ormai da tutti, anche perch questa forma di finanziamento comunitario è diventata per le Regioni, se non la più importante, certamente una fonte di finanziamento per i grandi investimenti. Bisognerà quindi che la Regione Piemonte si presenti all'appuntamento con il Comitato di sorveglianza con progetti credibili spendibili, di fattibilità; di conseguenza sarà il Consiglio a verificare perché è il Consiglio che approva le linee sulle quali la Regione orienta gli investimenti per il '93 e il '94, che è il tempo del prossimo finanziamento del Regolamento CEE n. 2052.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1- Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'intero testo è approvato.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 271: "Integrazione alla LR 4/9/1979, n. 59 Provvedimento per l'esercizio dello sgombero neve" (Rinvio in Commissione) progetto di legge n. 44 di iniziativa EE.LL.: "Modifiche alla L.R. 4/9/1979, n. 59 e successive modifiche ed integrazioni relative a provvedimenti per l'esercizio sgombero neve" (Ordine del giorno di non passaggio ai voti).


PRESIDENTE

Passiamo al punto 14) all'o.d.g.: Esame progetto di legge n. 271 e progetto di legge n. 44 di iniziativa EE.LL.
E' stato presentato un ordine del giorno dai Consiglieri Cavallera, Penasso e Rossa di non passaggio al voto sul documento presentato dai Comuni.
Pongo in votazione tale ordine del giorno il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la proposta di legge n. 44: Modifiche della L.R. 4/9/79, n. 59 e successive modifiche ed integrazioni relative a provvedimenti per l'esercizio sgombero neve, presentata dal Comune di Valmala ed altri in data 4/6/85 udita la relazione della competente Commissione consiliare preso atto delle risultanze del dibattito consiliare, delibera il non passaggio al voto della proposta di legge n. 44: Modifiche della L.R.
4/9/79, n. 59 e successive modifiche ed integrazioni relative a provvedimenti per l'esercizio sgombero neve".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 19 voti favorevoli e 14 astenuti.
Passiamo alla proposta di legge n. 271.
Relatore è il Consigliere Rossa.
ROSSA, Relatore "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la L.R. n. 59/79 riconoscendo la pubblica utilità del servizio di sgombero neve, detta norme per favorire l'organizzazione e l'attuazione del servizio con particolare attenzione per le aree montane.
Sono, tra l'altro, previsti contributi alle Comunità montane per l'acquisto dimezzi d'opera per lo sgombero della neve.
Il contributo regionale è finalizzato ad agevolare la contrazione di mutui con la Cassa Depositi e Prestiti o con Istituti di Credito Ordinari o a stipulare contratti di locazione i nanziaria con apposite società convenzionate con la Regione.
Si è riscontrato, nel corso degli anni di applicazione e attuazione della legge, difficoltà da parte degli enti locali per quanto concerne la contrazione dei mutui sia con la Cassa DD.PP.
per il problema del tetto annualmente imposto dalla Cassa, sia con gli Istituti di Credito Ordinari per i maggiori oneri richiesti.
La Giunta regionale ha pertanto ritenuto necessario proporre una integrazione alla legge n. 59/79 e successive modificazioni prevedendo anche la possibilità da parte della Regione di concedere contributi in conto capitale agli enti beneficiari già individuati dalle precedenti leggi per l'acquisto di mezzi d'opera polivalenti per lo sgombero della neve limitando detto contributo all'80% del costo del mezzo.
Lo stanziamento previsto per il 1992 è fissato in 2 miliardi. Per gli anni successivi lo stanziamento verrà definito con la legge di bilancio.
La Commissione ha esaminato il testo nel corso delle sedute del 4/6/92 e del 2/ 7/92 e l'ha approvato a maggioranza, come a maggioranza si è espressa la I Commissione per le parti di competenza.
Il progetto di legge predisposto dalla Giunta regionale è stato esaminato congiuntamente ad un altro progetto assegnato in esame: la proposta di legge n. 44, vertente su analogo argomento, presentata in data 4/6/85 dal Comune di Valmala ed altri.
Come noto le proposte di legge di iniziativa degli enti locali ai sensi della LR. n. 4 del 16/1/73 non decadono con la fine della legislatura ma nel caso l'iter non si sia concluso, vengono automaticamente sospese e poi riassegnate alla Commissione competente.
Ciò è avvenuto per la proposta n. 44 nei confronti della quale la Commissione II a maggioranza ha espresso parere contrario ritenendo il testo presentato dalla Giunta esaustivo della problematica.
Per memoria storica ricordo che anche nella scorsa legislatura gli Assessori interpellati in merito (Assessore Cerutti prima e Assessore Mignone poi) avevano esposto rilievi giuridici e manifestato parere contrario."



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Abbiamo molte perplessità, perché il titolo della legge è falso, nel senso che il contenuto non corrisponde affatto. Questa proposta è arrivata attraverso una procedura che è fuori da tutti i ragionamenti che si sono svolti in relazione ai problemi ed agli interessi dei territori montani. E' vero che riguarda un capitolo apparentemente scollegato, nel senso che si tratta di lavori pubblici, però vorrei chiedere espressamente al Presidente Brizio se esiste oppure no presso la Presidenza della Giunta il coordinamento delle politiche per le Comunità montane e per la montagna.
Voglio riportare il parere della Giunta regionale, dell'Unione dei Comuni e delle Comunità montane, i quali mi hanno ancora confermato di recente, dopo che lo avevamo detto - come si suol dire - in tutti i modi nella riunione della Commissione competente, che non si può definire politica per la montagna o attenzione alle esigenze reali della montagna l'acquisizione - per un ammontare di 2 miliardi - di mezzi che per la verità non sono sgombraneve, bensì trattori con funzioni polivalenti, ai quali si potranno attaccare gli accessori sgombraneve come gli erpici, gli aratri o qualsiasi altra cosa. E' di questo che si tratta: se si trattasse invece di vomeri sgombraneve con questa cifra se ne comprerebbero per tutto il Mercato Comune, per tutte le Alpi occidentali, questo è stato ripetutamente detto.
A fronte poi del fatto che da due anni si continua ad informare le Comunità montane dello stanziamento di 2 miliardi da parte della Regione ma niente è stato ancora erogato, riteniamo che sia un non-senso, un contrasto con una coordinata politica degli interventi in montagna che deve graduare gli interventi secondo il fabbisogno, stanziare 2 miliardi per l'acquisto di mezzi polivalenti.
Le Comunità montane richiedono che si esamini comparativamente il bisogno di quei territori, tenendo conto delle proposte e dei piani. La comparazione è un fatto importante: certo, potrebbero esserci richieste per 2 miliardi di mezzi polivalenti, ma come tutti sanno questi vanno ai Comuni grandi dei fondovalle che li utilizzano come possono. Non voglio far ridere, ma è del tutto evidente per ognuno di voi che nessun Comune dell'Alta Valle Susa, visto che è la più citata, si possa permettere di avere un grande trattore sgombraneve polivalente guidato dal messo comunale e il Sindaco che lo dirige: questo è l'organico. Quindi andiamo a realizzare un patrimonio troppo significativo per un'acquisizione che non corrisponde alla gerarchia delle esigenze delle Comunità montane.
Questo lo abbiamo detto in diversi modi. Ripeto che è fuorviante anche l'intestazione perché non si tratta di mezzi sgombraneve, bisognerebbe cambiarla in "acquisto di mezzi meccanici polivalenti per utilizzazioni nell'ambito delle comunità montane", sotto questo titolo se ne potrebbe ridiscutere. Bisogna vedere se ciò corrisponde alle effettive opportunità ma credo che almeno questa riflessione vada ancora condotta.
Io so bene che questi provvedimenti vengono segnalati dagli uffici, i quali predispongono i disegni di legge, quelli sono e alla fine si tratterebbe di dare corso all'operazione, ma chiedo una riflessione. Credo che sia stato condiviso in Commissione, ma poi il discorso è finito lì.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Il discorso del coordinamento viene certamente svolto, adesso qui si tratta di approvare un disegno di legge che è lo strumento su cui dovremo operare dal punto di vista gestionale. Voglio dire comunque che il coordinamento non è facile: abbiamo approvato prima la legge relativa alle iniziative CEE che è anch'essa un tentativo di coordinamento di tutti gli interventi e che cerchiamo di portare avanti nel modo migliore. Assicuro che per quanto riguarda la Presidenza della Giunta si fa uno sforzo per portare avanti il coordinamento. Sul disegno di legge non sono io che debbo relazionare in proposito, bensì il relatore Consigliere Rossa.
RIBA Presidente, anche soltanto rispetto all'esattezza del termine. Voi capite che se si assegnano 2 miliardi per mezzi sgombraneve, chi conosce i prezzi, i valori tecnici di queste cose, indubbiamente una conseguenza la può trarre. In quest'aula possono passare cose anche più gravi, per chiamateli almeno mezzi meccanici polivalenti e che si parli quindi di "finanziamento alle Comunità montane per l'acquisto di mezzi meccanici polivalenti". Desidero però mettere in evidenza che questo provvedimento diventerebbe particolarmente atipico di fronte al quadro di esigenze che le comunità montane hanno formulato con i loro piani di sviluppo. E dopo che abbiamo approvato una legge sulla montagna che tutti sapete ha creato delusione, amarezza, sconcerto e disaffezione da parte delle Comunità montane, continuiamo ancora così! Io non discuto che ci sia la Comunità montana che è "impallinata" di comprarsi un altro mezzo o anche solo un trattore, ma, Presidente, lei sa benissimo come comparativamente funzionano meglio per lo sgombero neve gli appalti che non l'acquisto in proprio dei mezzi! Quando nevica, in un giorno bisogna togliere tutto, un mezzo in più o in meno non risolve il problema, tant'è che la Provincia fa gli appalti insieme alle Comunità montane...
MARCHINI Recuperiamo i benedetti Comuni, Presidente?



PRESIDENTE

Cerchiamo di non fare la discussione sulle Comunità montane.
MARCHINI Vogliono solo auto blu, mezzi di simbolo, strumenti ad pompam! Diciamole queste cose! RIBA Non capisco se Marchini condivida o meno la questione.
MARCHINI Bisogna dirle queste cose!



PRESIDENTE

Vi prego di mantenere la calma. Consigliere Riba, quanto ha detto è stato chiarissimo; ha terminato il suo intervento? RIBA Certo, mi consenta però di rispondere al Consigliere Marchini.



PRESIDENTE

Le consiglio di non aprire questa discussione in questo momento.
RIBA Va bene, ma nello stesso tempo non possiamo approvare sotto la voce "mezzi sgombraneve" ciò che non è sgombraneve, bensì mezzi polivalenti!



PRESIDENTE

Consigliere Riba, lo ha già detto e il Presidente Brizio ha ascoltato.
Consenta un attimo di riflessione alla Giunta.
La parola all'Assessore Panella.
PANELLA, Assessore regionale Innanzitutto stiamo parlando di una modifica per il passaggio dal conto interessi al conto capitale. Questo è l'oggetto della discussione ed è su questo che dobbiamo esprimerci. Se poi il Consigliere Riba intende ampliare il discorso, ampliamolo pure, però dopo dovremo votare questa variazione contenuta nel progetto di legge, che è quindi cosa diversa dal discorso fatto dal collega Riba, ci tengo a specificarlo.
Si tratta in effetti - come ha detto il collega - di mezzi polivalenti ma questo è logico perché sarebbero spropositati tali interventi se servissero soltanto per lo sgombero neve. Infatti le Comunità montane utilizzano questi mezzi non solo per sgomberare la neve dalle strade comunali e di quelle di pertinenza delle Comunità montane stesse, ma anche per una serie di altri servizi: si tratta proprio di mezzi polivalenti che vengono usati per tutti i lavori inerenti alla montagna.
L'obiezione del Consigliere Riba, secondo la quale dovremmo cambiare la dicitura del provvedimento e parlare quindi di mezzi polivalenti è un discorso di lana caprina, perché essenzialmente questi mezzi vengono utilizzati per lo sgombero neve, ma vengono anche utilizzati per tutta una serie di altri servizi. Potremmo semmai aggiungere, ma senza discuterlo nella legge odierna, alle parole "sgombero neve" anche "lavori inerenti alla montagna". Il problema è in questi termini.
Diverso è il discorso dei 2 miliardi perché si tratta di una cifra per interventi in favore della montagna che è stata regolarmente stanziata in bilancio. Comunque ho recepito perfettamente il ragionamento fatto dal Consigliere, se vogliamo possiamo anche fare un'ulteriore verifica, perch il dubbio che pone Riba è il seguente: i Comuni e le Comunità montane presentano le richieste dove ci sono i soldi. Allora dice: ci sono 2 miliardi per (esercizio delle sgombero neve, magari alle Comunità montane servirebbero altre cose - correggimi se sbaglio - ma siccome è su quella voce che ci sono i soldi, pur necessitando maggiormente di altre cose chiedono i soldi laddove ci sono e possono trovarli. Se questo è il pensiero di Riba, prima di stanziare questa cifra noi siamo disponibilissimi a riaffrontare il discorso nella II Commissione competente riguardo soltanto eventualmente alla destinazione dei 2 miliardi, ma non riguardo alla legge che stiamo approvando oggi come variazione. Faremo un'ulteriore verifica per sapere se è vero quello che dice il Consigliere Riba. A tutt'oggi ci risulta che tutte le Comunità montane chiedono tutte mezzi di sgombero neve polivalenti per le loro necessità; francamente non saprei dire se lo fanno proprio perché li trovano i soldi o se avrebbero altre necessità: possiamo fare una verifica con le Comunità montane e qualora emergesse che questa necessità non è prioritaria, evidentemente si può variare la destinazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Qui si pongono sicuramente due questioni. In primo luogo, è paradossale che si immagini di sostenere un ente del tutto estraneo rispetto a un servizio. Il problema ce l'hanno i Comuni, i quali bruciano tre quarti dei loro bilanci per la pulizia e lo sgombero neve; se le Comunità montane desiderano avere risorse per ripianare i problemi comunali e per sostenere Comuni che per la loro dimensione finanziaria non sono in grado di dare un servizio adeguato, ha un senso, ma sono i Comuni che pagano lo sgombero neve, centinaia e centinaia di milioni negli appalti.
Che io sappia, fin quando non cambieranno le leggi, le strade sono statali, provinciali, comunali; in montagna, in particolare, le strade di lunga percorrenza sono tutte provinciali. La Provincia fa le lunghe percorrenze e i Comuni fanno le strade interne: resta difficile capire un'attività propria, autonoma delle Comunità montane; a mio modo di vedere è oggettivamente inesistente.
Assessore, se questo è un modo surrettizio per dotarsi di mezzi polivalenti, desidero affidare alla sua memoria e alla sua sensibilità che questo valga ad eccezione delle pale meccaniche. Io sono solito dire (ci sta quasi un "ipse", con un po' di autoironia) che a danneggiare le nostre montagne hanno concorso in modo particolare: 1) i Presidenti delle Pro Loco, normalmente Cavalieri residenti a Torino che non hanno carte intestate e timbri con cui scrivere "il Presidente" o "firmato il Presidente"e che quindi sono venuti nei nostri paesi à insegnarci la cultura montana, riempiendo le nostre vallate di osceni cartelli in legno scolpiti con indicazioni strane per cui i paesi diventano villaggi quasi fossimo nello Zambia 2) le pale delle Comunità montane, e siccome devono fare X ore in proporzione agli abitanti di ogni Comune, ogni singolo Comune si sente nella necessità di fare una pista per accedere a una baita, pista che naturalmente viene usata solo per portare via i mobili dal proprietario e le lose da parte dei turisti per fare il barbecue.
Signor Assessore, i mezzi polivalenti devono essere funzionali ai servizi della Comunità montana, il che non vuol dire fare le piste; piste che, guarda caso, contrariamente a quanto faceva Colombo, che sapeva da dove partiva e anche dove voleva arrivare, si sa da dove partono, ma non si sa mai dove vogliono arrivare, perché non arrivano mai in nessun posto! Si fermano dove finiscono le ore di cui è dotato quel Comune in corrispondenza dei propri abitanti! Notate che l'uso della pala meccanica - mi stupisco che i Verdi non siano attenti a queste cose - ha fatto scadere di molto la qualità dell'ambiente, non in genere ma nello specifico. Una strada di montagna non si tratta con la pala meccanica, perché altrimenti si estirpano cotiche ed alberi per trasportare sempre a valle il terreno che si prende a monte al fine di mantenere il sedime stradale. Il sedime stradale lo si mantiene con le cunette, con le opere d'arte, con le opere di difesa, col lavoro puntuale sul territorio. Tutto ciò fa parte di una cultura, di un habitat che è del tutto incompatibile con questo tipo di intervento.
Se sono mezzi polivalenti, verifichiamo bene che non siano mezzi che tendano a espandere oltre ogni limite questa mania delle piste. Voi sapete quello che noi abbiamo sostenuto quando abbiamo fatto la legge in proposito: se una strada in montagna ha una ragione d'essere, la si fa, si toglie quella sbarra, si toglie l'eufemismo dove si dice che è una pista e non è una strada e si lascia utilizzare quest'opera pubblica, che si è fatta coni soldi dei contribuenti, a tutti coloro che ritengono di farne uso; sarà poi oggettivamente la realtà delle cose a fare da filtro, non una sbarra messa davanti.
Invece, in questo modo noi facciamo centinaia di piste che servono a una persona per una volta, una tantum, dopodiché non vengono più usate, e sicuramente molta di questa politica delle piste che sono sostituibili benissimo dai fili a sbalzo e da altri tipi di intervento non traumatizzanti per il territorio è la conseguenza dell'apparente basso costo di alcuni strumenti di cui si ha la disponibilità. Ma - ripeto - è un basso costo apparente, perché monetizzato per ora si scopre che è di gran lunga superiore a quello di ogni anno.
Si pone sempre -lo devo dire, anche se mi costa in termini di rapporti e in termini elettorali - una tendenza prevaricatrice delle Comunità montane nei confronti dei Comuni a svolgere un ruolo nell'interesse generale per coprire i ruoli tipici dei Comuni. Facciamo un esempio che vale per tutti: vorrei sapere perché la Comunità montana Bassa Valle di Susa, immaginando di fare una cortesia politica alla Giunta, ha pensato bene di dare un proprio parere sull'elettrodotto della Valle di Susa (la Comunità montana non ha competenza), senonché poi una certa forza politica pare anche ben supportata da qualche Assessore regionale, ha pensato bene di far saltare questo disegno per cui la Comunità montana Bassa Valle di Susa, che pensava di portare il trofeo del sì all'elettrodotto, si è trovata a non avere il trofeo, ma soltanto il cranio con un "no" bello rotondo. Mi chiedo - perché la Comunità montana debba intervenire in una questione rispetto alla quale la legge e i rapporti hanno per titolare il Comune. Su questo dobbiamo essere molto attenti.
Il protagonista dell'area montana è il Comune; la Comunità montana è un sistema di supporto, non è una sovrastruttura, come si diceva una volta, è una infrastruttura, è qualcosa che deve costituire le condizioni perché i Comuni lavorino bene, non che li copra come in questo caso sottraendo risorse alla destinazione montana per funzioni per larga parte di prestigio.
Non voglio aprire la polemica, ma ricordiamo le resistenze che abbiamo dovuto affrontare in Commissione per far passare il principio che le Comunità montane dovessero dotarsi di un esperto in materia forestale perché sono delle risorse fisse, finalizzate a una funzione fissa; la volontà era che queste risorse fossero per funzioni di maggiore immagine.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Bortolin; ne ha facoltà.
BORTOLIN Come diceva l'Assessore, la proposta che stiamo esaminando non è certamente di vitale importanza, ma è una proposta di variazione per consentire alle Comunità montane di accedere a dei mutui per acquistare mezzi che possono servire anche per sgomberare la neve.
Il problema posto dal collega Riba non è solo nominalistico, perch dire che si acquistano mezzi sgombraneve e poi, nel corpo della relazione e nell'articolato, parlare specificamente di mezzi d'opera polivalenti richiede chiarezza nel titolo per non consentire fraintendimenti.
Ho chiesto di intervenire perché vorrei riproporre all'Assessore una questione che abbiamo già discusso anche in Commissione. Personalmente non metto in discussione l'importanza e il ruolo che le Comunità montane debbono avere per coordinare anche l'eventuale acquisto e l'utilizzo di mezzi di questo tipo; tuttavia, vista anche l'esperienza, propendo certamente per appalti o convenzioni con ditte private, meno costose e in grado di garantire forse meglio e in modo più tempestivo lo sgombero della neve.
La cosa ben strana, che va avanti da tempo e a cui abbiamo assistito ancora in queste settimane, Assessore, è l'opera di incentivazione che viene fatta da parte dell'Assessorato e di chi, a livello di Assessorato, è preposto a tenere i collegamenti con le Comunità montane perché acquistino questi mezzi, indicando la ditta fornitrice e la relativa opera di informazione circa le discussioni che avvengono all'interno della Commissione, indicando i Consiglieri che frappongono ostacoli all'approvazione delle proposte per la scelta verso l'acquisto e non convenzione degli appalti per lo sgombero neve.
Spero di essermi spiegata; ad ogni modo, all'Assessore è già stato fatto cenno di questo intervento improprio da parte dell'Assessorato competente, che crea problemi di non corretto rapporto tra istituzioni e che fa sorgere grossi dubbi. Noi andiamo a finanziare la spesa di 2 miliardi, e non è poco, per interventi necessari, ma che vanno ben al di là delle stesse Comunità montane. Ripropongo questo interrogativo in questa sede per dire che in questo modo non si va incontro alle necessità della montagna, non si risolvono i problemi, non si fa certamente opera indispensabile sia per quanto riguarda l'intervento della Regione che per quanto riguarda il comportamento delle Comunità montane.
A questo punto, il voto negativo non è nel merito della proposta di legge, ma è per tutto quello che sta intorno e per quello che da anni, nei rapporti tra Assessorato e Comunità montane, non soddisfa e non pu soddisfare.
Questi sono aspetti che, a nostro parere, non dovrebbero esistere.
Presidente, per essere più esplicita dico che dopo due giorni di discussione in Commissione su questo argomento, dove il mio Gruppo e la sottoscritta avevano sollevato questioni, i Presidenti d'elle Comunità montane ci rimproveravano perché erano stati informati che noi saremmo stati, contrari a che le Comunità montane si dotassero di mezzi sgombraneve, polivalenti o meno non ha importanza. Ripeto, è veramente un atteggiamento che non può essere accettato..
Tra l'altro, sono favorevole a che le Comunità montane possano intervenire o con rapporti di appalto o convenzioni oppure direttamente però se davvero ne hanno necessità, non perché qualcuno vuole che acquistino questi mezzi! Mi sembra un atteggiamento strano, inaccettabile e non tollerabile.
Mi spiace che l'Assessore non abbia tenuto conto, in sede di Commissione, di queste osservazioni, ma le ripropongo sia a livello personale che come Gruppo; anche per questa motivazione il mio voto è contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Credo sia chiaro a tutti coloro che si sono occupati di problemi amministrativi, regionali o comunali, che la questione dei mezzi sgombero neve e la politica di finanziamento della Regione abbia aperto molte questioni e che abbia assunto, nel passato, una di quelle forme di finanziamenti a pioggia, dispersi sul territorio, molto spesso sollecitate persino per ragioni di prestigio. E' una questione sulla quale siamo tornati spesso, trattando spese di questo genere.
Con riferimento a questa problematica, illustrata ampiamente dai colleghi Riba e Bortolin, credo che si debba cercare di introdurre una politica più coordinata della spesa e delle funzioni degli strumenti di cui si sostiene l'acquisto attraverso le nostre leggi. Sotto il profilo del coordinamento, io credo che le Comunità montane, peraltro riconosciute come enti territoriali dalla legge n. 142, debbano essere riconosciute dalla Regione come primi interlocutori della politica di coordinamento. Altra questione è poi vedere se la spesa è in capo ai Comuni o alla Comunità montana.
La politica di coordinamento della spesa, in questo caso riferita agli strumenti di gestione della condizione territoriale di agibilità di quelle aree, secondo me deve avere le Comunità montane come punto importante di riferimento. Non capisco quindi le obiezioni del Consigliere Marchini, che peraltro mostrano una grande incoerenza con le questioni che sostiene.
Infatti, qui tende a valorizzare il ruolo puro e semplice dei Comuni come singoli, e in altri casi, ad esempio, per l'area metropolitana, sostiene che il coordinamento della politica di area metropolitana deve essere portato su un'area così vasta da costituire una vera e propria netta regione, negando alla Regione il ruolo di coordinatrice, della politica di sistema di area vasta.
Seconda questione. La legge propone il passaggio dai finanziamenti in conto interessi ai finanziamenti in conto capitale; credo che questo sia sbagliato. Non riesco a capire, in una situazione di crisi economica e di limitatezza di disponibilità finanziarie, come possiamo sostenere la domanda che proviene dai Comuni - credo in gran parte motivata - di aiuti per l'acquisto di beni strumentali passando in conto capitale. Se questa domanda deve trovare una risposta, credo sia più facile dare una risposta in conto interessi. A meno che, anche qui, questa disposizione di passaggio dal conto interesse al conto capitale, sia una disposizione che surrettiziamente, sostiene la produzione di questi , beni strumentali. Se è una politica di aiuto industriale, lo si dica chiaramente, ma non si faccia passare come una ragione di interesse finanziario della Regione il passaggio dal conto interesse al conto capitale.
Ultima questione, quella sollevata dal collega Riba che, secondo me non ha avuto risposta. Il Consigliere Riba ha posto un problema importante per la nostra Regione e per il nostro Paese, cioè che i provvedimenti legislativi ed amministrativi dicano chiaramente quali fini si propongono.
Senza criticare alcuno, perché anch'io in passato ho partecipato a formazioni legislative non chiare, mi sembra importante che oggi si superi questa situazione; è un problema di chiarezza, che attiene a varie questioni, la responsabilità di tutte le componenti della comunità nazionale, regionale, e che attiene anche a problemi di natura etica morale. Occorre che i provvedimenti amministrativi e le leggi dicano chiaramente quali sono le finalità.
Dall'esperienza è risultato chiaro - il collega Riba l'ha richiamato che con i mezzi sgombero neve si sostiene surrettiziamente il finanziamento ai Comuni per l'acquisto di strumenti che, in misura consistente, in qualche caso persino in misura prevalente, vengono utilizzati ad .altro fine. Se questo sostegno ai Comuni deve essere dato, deve essere detto chiaramente, non basta la polivalenza. La polivalenza è una formulazione generica che permette davvero di creare possibili equivoci.
Va, allora, riconosciuto che i Comuni hanno beni strumentali per lo sgombero neve e per altri tipi di attività, e va detto con estrema chiarezza. Questa mi pare fosse la richiesta del Consigliere Riba e sono sorpreso dal fatto che il Presidente Brizio - forse non ha capito la domanda - abbia snobbato questo problema e che lo stesso Assessore l'abbia considerato non consistente. A me pare consistente; diciamo per quali fini i Comuni possono avere finanziamenti per uso di beni strumentali per l'agibilità del territorio e che questi mezzi strumentali possono, in una politica di uso sovrapposto, polivalente, essere limitati nella domanda.
Anche questo mi sembra un problema di chiarezza che va introdotto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Puntualizzo la nostra posizione in quanto in Commissione la questione ha avuto anche il nostro apporto.
Facendo mie e non volendo ripetere le buone ragioni illustrate dai Consiglieri Riba e Marchini, credo che in un momento di difficoltà economica come l'attuale, in cui stiamo dicendo 'a tutti che possiamo a malapena far fronte all'indispensabilità, sia bene anticipare le priorità.
Non credo che i mezzi polifunzionali per le Comunità montane siano una questione prioritaria. Saranno, con buona possibilità, dei monumenti all'inefficienza che andranno ad arrugginire in fondo ad un piazzale, e su questo giudizio credo non ci siano grosse discussioni.
Quindi, se i due miliardi sono effettivamente a disposizione, credo che questa cifra, invece di essere finalizzata all'acquisto in conto capitale di mezzi polifunzionali, debba comunque essere distribuita tra le Comunità montane che prioritariamente, per necessità impellenti, ne facciano richiesta.
Modificando, così come s'intende modificare, la legge n. 59, si metteranno in grado le Comunità di richiedere sicuramente dei fondi, ma per l'acquisto di macchine che, certamente, non avranno alcun utilizzo pratico.
Come è già stato detto in Commissione, riteniamo sia effettivamente il caso di rivedere questo provvedimento non indispensabile, in questo momento difficile.
E' veramente opportuno votare questo disegno di legge? Penso che sarebbe indice di grande buon senso ritirarlo. Qualora ciò non avvenisse preannuncio il voto contrario del mio Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, visto che c'è stato un dibattito puntiglioso in Commissione, che si è riprodotto anche in aula con posizioni, seppure al riparo di un certo fair-play, abbastanza rigide, naturalmente si pone la domanda se non sia il caso di valutare ulteriormente tutti gli aspetti.
Noto, da una parte, la contraddizione tra la volontà di andare incontro alle esigenze della montagna e, dall'altra, uomini di montagna - uomini che hanno una riconosciuta credibilità per quanto hanno portato a nome della montanità - che sostengono tesi che possono entrare in conflitto con le volontà che sono state espresse.
A questo punto chiedo, come relatore del disegno di legge, se non sia il caso di fare un'ulteriore riflessione. Pongo questa domanda in segno di risposta agli interrogativi che sono venuti dal dibattito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.
PANELLA, Assessore regionale A mio parere non si possono richiamare in aula discussioni che non sono avvenute in II Commissione, perché in II Commissione il Gruppo PDS ha detto "noi diciamo di no, ma non sappiamo perché, in quanto non c'è il collega Riba". Questa è la verità! BORTOLIN Questo non è vero! PANELLA, Assessore regionale Questa è la verità! Non si sapeva quali erano le motivazioni! Insomma le critiche vanno bene, però bisogna anche assumersi le responsabilità! Io ero presente, le orecchie le ho buone, e c'erano anche altri colleghi! Oggi sono venute fuori delle motivazioni, peraltro il Consigliere Riba personalmente mi aveva fatto delle osservazioni, ma non certamente in II Commissione.
Voglio ricordare che oggi non si sta discutendo della legge n. 271, ma di un'integrazione richiesta da molte Comunità montane, cioè quella di inserire il conto capitale oltre al conto interessi. Mi è parso invece che oggi in aula emerga una discussione sull'opportunità della legge n. 271.
Non si sta discutendo del conto interessi e del conto capitale, ma si sta mettendo in discussione la legge e questo alla luce anche delle ristrettezze economiche - come ha detto Rivalta - della Regione.
E' vero che ci sono le ristrettezze economiche ed è altrettanto vero che non c'è alcun interesse particolare a procedere in questo senso, non c'è nulla da nascondere. Io sono disponibilissimo a riportare il discorso in II Commissione ed affrontarlo in termini completi e di legge, non dobbiamo ritornare in Commissione per discutere di conto interesse e di conto capitale, ma per discutere sull'opportunità di questo tipo di destinazione.
Quindi, aderisco alla proposta avanzata dal Consigliere Rossa, cioè di riportare il disegno di legge in Commissione in questi termini, chiedendo contestualmente che vengano sentite dalla II Commissione le Comunità montane, appunto per approfondire l'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Intervengo per porre a lei, Presidente, la questione che da noi non esistono (può essere un male) Commissioni che possono legiferare e che nessuna discussione in Commissione elimina la discussione in aula. Questo è un principio generale. Vorrei che l'Assessore Panella avesse conoscenza di questo principio e non sollevasse, quindi, delle questioni che non hanno dignità di dibattito.
Siccome si rivolgeva a me, io rivendico il mio diritto di dire in Commissione che non so come votare, non essendomi occupato di questa legge e, in quel momento, essendo assente il collega Riba. Ma questo non lede la dignità della Commissione né dei Consiglieri né dell'Assessore né di questo Consiglio! Per cui sono questioni sollevate dall'Assessore Panella che non hanno senso, e se lui continua a sollevare questioni di questo tipo "strumentali", persino "meschine", lo ripagheremo con la stessa moneta nel lavoro di Commissione! PANELLA, Assessore regionale Non è un privilegio dell'opposizione la violenza verbale e l'uso di questi aggettivi!



PRESIDENTE

Non andrei a questi livelli di nervosismo! RIVALTA E' l'Assessore Panella che è innervosito. Quando uno fa l'Assessore non dovrebbe innervosirsi mai.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Intervengo per far presente, in particolare al Presidente della Giunta 'e all'Assessore, che alcune cose dette nell'intervento della collega Bortolin richiederebbero un approfondimento specifico da parte della Giunta, perché comportano perplessità su comportamenti di funzionari regionali. Dato che l'intervento è stato verbalizzato, invito la Giunta a leggerlo attentamente. Non pretendo la risposta qui, ma faccio presente formalmente che sono state dette cose dalla collega Bortolin che richiedono necessariamente un approfondimento della Giunta su possibili comportamenti di funzionari regionali.
Lascio questo per memoria al Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il rinvio in Commissione del progetto di legge n.
271.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il rinvio è accolto all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 489 relativa a "Istituzione Commissione d'indagine ai sensi art. 19 dello Statuto"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 489. Non essendovi richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 32 voti favorevoli, 1 astensione.


Argomento: Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 417 "Nomina del Comitato Scientifico dell'IRES - Approvazione ai sensi dell'art. 27, comma 1, lett, e), della L.R. n. 43/91"


PRESIDENTE

Esaminiamo la deliberazione n. 417, di cui al punto 15) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi, è una nomina importante quella del Comitato scientifico dell'IRES. Quanta fatica, Presidente, ho fatto per ottenere che la Commissione consiliare sentisse il Presidente e il direttore dell'IRES in merito alla proposta di nomina.
Alla fine siamo riusciti a sentire il Presidente e il direttore, ai quali è stato chiesto di illustrare le motivazioni in base alle quali sostenevano, presso la Regione Piemonte che deve deliberare, la bontà di queste scelte.
Ho fatto fatica a giungere a questo risultato, perché non si coglieva a mio avviso, l'importanza dell'atto che la Regione deve compiere. Dobbiamo deliberare la nomina di sei componenti del Comitato scientifico; nomina fatta da un ente strumentale della Regione Piemonte. Se la deliberazione è quella che stiamo per assumere, mi sembrerebbe opportuno che la Regione Piemonte, nei confronti di questi nominati, si comportasse esattamente come si comporta nei confronti di qualsiasi altra nomina, visto che dobbiamo votarla, quindi entrando nel merito dei curriculum e delle proposte. Se è così, allora, l'esame della composizione del Comitato scientifico deve essere puntuale e approfondita, viceversa non facciamo altro che prendere atto di una nomina fatta da altri e quindi non di delibera di approvazione ma si tratterebbe di presa d'atto.
Per quanto mi riguarda, ,è stato sufficiente che il Presidente e il direttore illustrassero sinteticamente le loro motivazioni, ma non sento in alcun modo la necessità che la Regione Piemonte continui ad approvare delibere di questo genere. A mio avviso, la nomina del Comitato scientifico dell'IRES potrebbe benissimo essere una nomina che si fa il Consiglio di amministrazione dell'IRES; non riesco a capire perché non possa essere una determinazione autonoma dell'IRES, e perché si debba prevede-re il suggello da parte del Consiglio regionale quando poi è un suggello messo per pura fiducia, senza entrare nel merito.
Per questo motivo chiedo al Presidente della Giunta di portare in Consiglio regionale una modifica della legge che consenta all'IRES di nominare il proprio Comitato scientifico, senza chiedere il permesso alla Regione Piemonte; permesso che poi viene accordato senza un esame di merito delle proposte. Il Consiglio di amministrazione dell'IRES, avendo una propria politica, si scelga il proprio Comitato scientifico e proceda senza ulteriori inciampi.
Chiedo di conoscere il parere del Presidente Brizio su questa proposta.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale La proposta potrebbe essere accolta, però la legge sull'IRES l'abbiamo rifatta da poco. Abbiamo discusso a lungo e attentamente alla fine della precedente legislatura in Consiglio sull'organizzazione e sulle modifiche dell'IRES. Mi pare che questo tema non fosse emerso; si era considerato che il cappello, che noi mettiamo sulle scelte che l'IRES fa, possa avere ancora un significato. Mi riservo di riflettere su questo.
Abbiamo chiesto all'IRES che venisse in Commissione per illustrarla però potremo anche dire che l'avete scelto platealmente male; qui mi pare che si sia scelto veramente il meglio che viene offerto a livello universitario nei settori di competenza scientifica.
Da un lato c'è l'esigenza di non caricarci di ulteriori nomine, e questa lo è, anche se è una ratifica di una proposta; dall'altro c'è l'esigenza, che sta emergendo anche dal dibattito, di rendere più stretta la connessione della Regione con i propri enti strumentali e anche con le proprie partecipazioni, cosa che abbiamo accennato nelle comunicazioni in Consiglio e che emergerà chiara dalle proposte di ristrutturazione del sistema delle partecipazioni.
Su quanto ha detto il collega Chiezzi faremo una riflessione nel discorso complessivo degli enti strumentali e delle partecipazioni regionali. Se dovremo andare a modificare una serie di provvedimenti e di leggi, compresa quella dell'IRES, certamente lo faremo. Al momento considero quanto ha detto il Consigliere Chiezzi non privo di fondamento elemento di discussione, ma non mi sento di prendere (impegno di andare a questa specifica modifica, che preferirei collocare nell'arco complessivo degli interventi sugli enti strumentali e sulle partecipazioni regionali.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola pongo in votazione la proposta di deliberazione n.417, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza incorso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. La deliberazione è approvata con 27 voti favorevoli, 1 Consigliere non partecipa alla votazione.


Argomento: Enti strumentali

Esame proposta di deliberazione n. 441: "Programma di attività dell'IRES per l'anno 1992. Approvazione, ai sensi dell'art. 27, comma 1, della LR n. 43191, della proposta della Giunta regionale". Ordine del giorno n. 431 presentato dal Consigliere Chiezzi


PRESIDENTE

Passiamo al punto 16) all'o.d.g. che è connesso al precedente: esame proposta di deliberazione n. 441.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Il programma di attività dell'IRES presenta anche quest'anno un elenco molto esteso di interventi per studi e ricerche in diversi campi connessi alla programmazione regionale ed alla ricerca economica e sociale. E' un istituto che si rivela come ente prezioso nella conoscenza della nostra realtà economica e sociale, forse è un ente dal quale la Regione Piemonte non trae tutta la linfa che potrebbe. Presidente, quante volte in provvedimenti o leggi regionali, nelle - vostre illustrazioni di delibere o nella relazione accompagnatrice delle leggi, avete iniziato con una frase di questo genere: "Sulla base dello studio condotto dall'IRES nel programma di attività seguente la Giunta regionale ha predisposto la seguente deliberazione"? 'E' rarissimo, non so se sia mai avvenuto; avviene in altri documenti di carattere politico di trovare questi riferimenti e sarebbe bene che questo avvenisse anche nell'attività amministrativa. Invece l'IRES è utilizzata non per conoscere gli scenari all'interno dei quali si svolge fattività regionale, ma spesse volte è usata a un livello più pragmatico e anche di più basso profilo da parte di Assessorati o enti, che richiedono ricerche specifiche contingenti legate ad un certo problema limitato. Penso che quindi questo sforzo la Regione debba continuare a farlo.
C'è un grande divario tra quanto l'IRES produce e quanto la Regione utilizza per migliorare la propria qualità di governo. Forse in questo vi è anche una mancanza di programmazione da parte della Giunta regionale sull'utilizzazione dell'IRES. E' un discorso che negli scorsi anni è emerso, non è possibile tirare la giacca dell'IRES in tante direzioni contemporaneamente. Bisogna che l'IRES sia in grado di programmare in termini pluriennali la propria attività e di rimanere vincolata e certa per finanziamenti e mezzi nello sviluppare la stessa.
Fatte queste considerazioni generali e invitando quindi la Giunta ad utilizzare meglio questo patrimonio di conoscenza e di attività, dico qualcosa in particolare su una delle ricerche che il Consiglio regionale attraverso la Giunta, ha commissionato all'IRES. Si tratta della ricerca sull'industria degli armamenti in Italia. Quanto tempo è passato Presidente, si ricorda, da quando abbiamo fatto questa richiesta, e come è cambiato il mondo e l'Europa! E' impressionante. Avevamo fatto questa richiesta in Consiglio regionale quando di guerre non se ne parlava ed era una richiesta nata dalla volontà di avere pronte misure perla riconversione dell'industria degli armamenti.
Questa era la tensione che muoveva il Consiglio regionale allora; in periodi in cui le guerre non si vedevano e non erano a noi vicine, la tensione del Consiglio regionale era di conoscere il livello dell'industria degli armamenti per attrezzarsi ad una sua riconversione. Come è cambiato il mondo, Presidente. Adesso l'ottica nella quale possiamo vedere questo esame, questa ricerca sull'industria degli armamenti in Piemonte, è tutt'altra: abbiamo le guerre alle porte di casa, abbiamo un commercio di armi che si svolge sul nostro territorio. Di qui una nuova importanza.di questa ricerca, che va assolutamente condotta a termine e sviluppata. Il direttore dell'IRES in questa riunione di Commissione ha detto che la ricerca si svolge e che ha già raggiunto alcuni risultati. Ho presentato un ordine del giorno annunciandolo in Commissione, con il quale chiedo che questi primi risultati vengano pubblicati. Occorre sapere cosa è stato fatto sino adesso. Il direttore dell'IRES, con il quale ho anche parlato nella giornata di ieri, ha dichiarato in Commissione di essere ben disponibile a pubblicare quanto è stato finora fatto. Tenga presente Presidente, che l'IRES è stata anche interessata da una visita del SISDE su questa materia; il Servizio di sicurezza militare si è interessato a quanto l'IRES sta studiando, mi piacerebbe conoscere i motivi egli esiti di questa vicenda.
Un ultimo appunto, brevissimo, Presidente, riguarda invece una segnalazione che ho avuto su una delle attività svolte dall'IRES e di cui ho già parlato anche con il direttore, quella che riguarda "Problemi della dispersione scolastica e dell'inserimento lavorativo dei giovani in Piemonte". Ho ricevuto la segnalazione che nell'ambito di questa ricerca è stato affidato aduna cooperativa il compito di analizzare una fascia di problemi relativi alla causa della dispersione scolastica. La segnalazione che mi ha raggiunto è quella di una limitatezza del questionario proposto e di una certa superficialità dello stesso. Invito quindi il Presidente Brizio a richiedere al direttore dell'IRES il parere sulle osservazioni proposte e a verificare anche l'onere della spesa che l'IRES affronta per retribuire il lavoro di questa cooperativa che sulla base del questionario proposto appare in effetti molto limitato.
Fatte queste premesse e chiesto alla Presidenza di mettere in votazione l'ordine del giorno sull'industria di armamenti in Piemonte, annuncio il voto favorevole del Gruppo Rifondazione Comunista.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale L'IRES è molto utilizzato e il discorso del Consigliere Chiezzi, come sempre, può essere letto in due modi. Chiezzi propone di utilizzare l'IRES più per le piccole cose che non per le grandi, ma io non sono d'accordo.
E'vero che non ci sono riferimenti specifici sulle deliberazioni, ma ci sono sui documenti di programmazione, sui documenti politici di impegno.
Quando abbiamo discusso sui temi dell'occupazione, i dati dell'IRES erano ampiamente presenti nella mia relazione introduttiva al dibattito, quindi io sono dell'avviso che si debba tenere conto di quanto ci dice l'IRES come ente di ricerca economico-sociale per le grandi scelte più che per gli specifici provvedimenti. Mi pare che questa sia una valorizzazione dell'istituto più che una sottovalutazione, se Chiezzi mi consente.
Per quanto riguarda il problema più specifico della questione dell'industria degli armamenti, devo dire che il SISDE non ha preso alcun documento, ha chiesto esclusivamente delle informazioni, avendo avuto notizia attraverso gli organi di stampa che era in atto questa ricerca. Non ha elevato proteste né indicato limiti, ha semplicemente assunto delle informazioni su quanto stava facendo l'IRES. Non dobbiamo quindi nutrire particolari preoccupazioni. Per quanto riguarda la pubblicazione di questi dati ritengo che la richiesta sia accoglibile, non so però se convenga procedere immediatamente: a mio parere è meglio attendere perché siamo in una fase ancora in movimento ed è quindi opportuno attendere che il lavorovenga dapprima concluso. Comunque non abbiamo difficoltà a stampare questi dati, come non abbiamo difficoltà a stampare quelli relativi ad altre ricerche. Poiché l'IRES a fine anno elabora il suo documento conclusivo, occorre valutare (opportunità di fare una pubblicazione specifica a parte.
Fermo restando che l'ordine del giorno invita la Giunta a richiedere all'IRES la pubblicazione dei primi risultati, e noi lo chiederemo, ci riserviamo soltanto di valutare le modalità di questa pubblicazione di concerto con l'Istituto per le Ricerche Economico Sociali.
Per quanto riguarda la dispersione scolastica, devo dire che la cooperativa è stata scelta dall'IRES. Andremo anche qui a verificare se si è trattato di una scelta sbagliata e in tal caso chiederemo che venga attentamente rivista e modificata.



PRESIDENTE

La parola per dichiarazione di voto al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Io non voterò la proposta di deliberazione n. 441 in quanto ritengo che sul capitolo IRES debba essere fatto un serio e approfondito lavoro di taglio dal punto di vista finanziario, perché a mio parere questo è proprio uno di quei campi in cui la nostra Regione può risparmiare una notevolissima quantità di fondi.



PRESIDENTE

Pongo, in votazione l'ordine del giorno n. 431 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte a seguito dell'approvazione del programma di attività per l'anno 1992 dell'IRES del Piemonte; - rilevato che il programma relativo all'industria degli armamenti è stato sviluppato positivamente consentendo di raggiungere primi risultati invita la Giunta regionale a richiedere all'IRES la pubblicazione entro il 1992 dei primi risultati della ricerca sull'industria degli armamenti in Piemonte." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione la proposta di deliberazione n. 441 il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. La deliberazione è approvata con 28 voti favorevoli e 2 contrari. (La votazione è valida ai sensi del 3 comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo, n.6, non vengono computati per fissare il numero legale).


Argomento:

Rinvio argomenti


PRESIDENTE

L'esame della proposta di deliberazione n. 440: "Piano corsi per operatori sanitari. Anno scolastico 1992 /93" di cui al punto 17) all'o.d.g. viene rinviato al mese di settembre.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Esame proposta di deliberazione n. 435: "Associazione Regione Piemonte alla Associazione Internazionale Permanente dei Congressi della Strada (AIPCR) Gruppo Nazionale Italiano. Quota per l'anno 1992 L. 500.000 (cap.10940/92)". (Rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto 19) all'o.d.g.: Esame proposta di deliberazione n.
435, ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Signor Presidente, chiedo di attendere perlomeno la prossima seduta per esaminare questa questione che mi sembra molto discutibile, fumosa e non urgente.
Chiedo preliminarmente se c'è l'accordo sulla mia proposta, altrimenti svolgo l'intervento. Chiedo il rinvio a settembre perché vorrei assumere informazioni sull'attività di questa associazione; in caso contrario discutiamo la deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Siccome non è presente l'Assessore Panella chiedo al Presidente del Consiglio di passare al successivo punto all'o.d.g.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 462: "Terzo prelievo dal fondo di riserva di cassa, di cui al cap, n. 15970 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1992, della somma di L. 7.955.004.964 per consentire pagamenti relativi alla gestione dei residui. Approvazione della proposta formulata dalla Giunta regionale con deliberazione n.182-16289 del 22/6/1992"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 462 di cui al punto 20) all'o.d.g.
E' stato presentato il seguente emendamento dall'Assessore Gallarini: Nell'elenco allegato alla proposta di deliberazione n. 462 vengono aggiunte le seguenti ulteriori variazioni: "cap, n. 14140 + 242.760.000 cap, n. 15970 - 242.760.000" Non essendovi richieste di parola pongo dapprima in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 23 voti favorevoli e 6 astensioni.
Pongo quindi in votazione la proposta di deliberazione n. 462 così emendata il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 23 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,50 riprende alle ore 14,20)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazione del Presidente Brizio sulle risultanze dell'incontro a Roma con il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Fabbri, riguardo le problematiche ambientali e lavorative in Val Bormida


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Farò un piccolo quadro cronologico delle due riunioni di ieri e poi darò la parola agli Assessori Cerchio e Garino.
Ieri abbiamo avuto due incontri importanti. Alle ore 12, a Palazzo Chigi, siamo stati ricevuti dal Sottosegretario Fabbri per un incontro da noi richiesto, concernente il ben noto problema del decreto proposto per i 160 lavoratori di Chivasso, problema che avevamo discusso in Consiglio e per il quale ci eravamo fortemente attivati.
Si doveva discutere anche la nostra proposta di decreto, ma sotto questo aspetto ci sono delle grandi difficoltà che l'Assessore Cerchio vi illustrerà; tuttavia abbiamo convenuto di fare ancora un incontro venerdì a Torino come via di uscita e tentativo di intervento. Questa, se vogliamo, è la parte più negativa dell'incontro.
Erano presenti i Sindacati nazionali e la FIAT, quindi la nostra richiesta è stata accolta dalla Presidenza del Consiglio in senso positivo salvo il problema della difficoltà specifica. Nell'occasione il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Fabbri, mi ha comunicato presenti gli Assessori Cerchio e Garino che la nostra ripetuta richiesta di porre all'attenzione del Governo il problema della reindustrializzazione con specifico riferimento al Piemonte, era stata valutata anche in sede di Consiglio dei Ministri.
Oltre che con la Presidenza del Consiglio, abbiamo parlato anche con i vari Ministri, i quali ci hanno informato che il Governo assumerà l'iniziativa di costituire, con decreto della Presidenza del Consiglio un'organizzazione, una sorta di task-force che si occuperà del problema della reindustrializzazione a livello nazionale, con l'impegno di esaminare prioritariamente il problema di Torino e del Piemonte, venendo in loco al più presto.
Ci è stato anche detto che probabilmente il Presidente di questo organismo interministeriale sarà l'on. Mancia.
FERRARA Mancia? BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Sì.
Considero molto importante questa risposta perché mi pare sia positiva rispetto al problema che abbiamo posto. Naturalmente, il tutto è rinviato a settembre; poi (Assessore Cerchio vi informerà della difficile situazione dei 160 lavoratori.
L'Assessore Garino ed io abbiamo poi avuto un secondo incontro con il Ministro Ripa di Meana. L'incontro era stato da noi richiesto in seguito ad un comunicato stampa nel quale il Ministro all'Ambiente aveva detto che in questi giorni avrebbe tenuto un incontro con le istituzioni, facendo riferimento alla Liguria come sede degli impianti. Noi avevamo inviato immediatamente un telegramma per richiedere che si sentisse anche il Piemonte, e quindi siamo stati invitati alla riunione di ieri.
Erano presenti la Liguria, e il Piemonte con, in forma, articolata, le due Giunte regionali, i Presidenti, gli Assessori all'ambiente, i rappresentanti delle Province interessate e i rappresentanti dei due Comuni emblematici, Cortemilia e Cengio. Questa è stata la prima di, tre riunioni stamane se ne tiene un'altra con i Sindacati e oggi pomeriggio il Ministro Ripa di Meana avrà un incontro con l'Enichem.
Domani, alle ore 15, sono convocato a Palazzo Chigi per un incontro interministeriale che avevamo chiesto a suo tempo e in un primo momento ottenuto, ma senza esiti perché era stato fatto precedere da un incontro, a livello di Governo Andreotti, che non aveva fornito risultati. Domani dunque, ci sarà l'incontro interministeriale, la cui convocazione non parte dal Ministro Ripa di Meana, ma dall'on. Fabbri.
Tra l'altro, perché abbiate il quadro degli impegni del Presidente della Regione, domani alle ore 11 è convocata la Conferenza dei Presidenti delle Regioni; alle ore 15 c'è questo incontro; subito dopo, alle ore 17 sempre a Palazzo Chigi, c'è la Conferenza Stato Regioni sui gravi problemi della finanza locale e della sanità. Sarà dunque una giornata impegnativa.
L'Assessore Garino farà il punto preciso su questa riunione, perché ha preso nota di tutti gli interventi; comunque, le due Regioni hanno espresso le posizioni tradizionali. Debbo dire che noi, come Regione Piemonte abbiamo espostole nostre ragioni credo in modo estremamente convincente tanto che da parte dei rappresentanti della Provincia e dal Sindaco Veglia abbiamo ricevuto un giudizio sulla nostra presa di posizione. La Liguria naturalmente, ha espresso la sua tradizionale posizione di tipo diverso.
Il Ministro ha sentito le parti, ha fatto una fotografia dell'esistente e non ha tratto alcuna conclusione, riservandosi di parlare oggi con i Sindacati e con l'Enichem e di fare poi le sue proposte, proposte che evidentemente non possono non tenere conto del quadro di collegialità che il Governo deve portare avanti.
Cedo ora la parola all'Assessore Cerchio.
CERCHIO, Assessore regionale Le comunicazioni fatte dal Presidente Brizio sull'incontro realizzatosi ieri alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in realtà sono esaustive.
L'incontro di ieri, in termini di presenza, è stato un piacevole incontro ad alto livello, peraltro non immaginabile dalla Regione che negli ultimi giorni, con petulanza, aveva sollecitato la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministri competenti a richiedere un confronto romano in ordine alla proposta avanzata in data 17 luglio, successivamente riproposta il giorno 20, relativamente alla vicenda delle 160 lavoratrici delle imprese di servizio mensa e di pulizia, non ricomprese nell'accordo sottoscritto fra la FIAT e le OO.SS, il 2 luglio scorso.
Avevamo, con grande fantasia, prospettato un'ipotesi al Governo scrivendo una proposta tecnica di decreto legge, unica strada possibile essendo il 31 luglio data di fine rapporto di lavoro. Su questa base l'incontro ha avuto una prima parte di grande spessore, presenti le Confederazioni nazionali e (Organizzazione di categoria a livello nazionale, la FIAT attraverso il responsabile delle relazioni sindacali della FIAT Auto, sig. Gasca, la rappresentanza del Governo con il Sottosegretario alla Presidenza ori. Fabbri, il Sottosegretario all'industria, seri. Farace, fon. Tommaso Mancia; quest'ultimo ci è stato presentato come futuro Presidente, attraverso atto di decreto, del coordinamento di un organismo permanente per le crisi occupazionali a livello nazionale.
Questo incontro ha permesso, per la prima volta dopo l'accordo del 2 luglio siglato dalle OO.SS, e, dall'azienda, un confronto articolato e serrato sull'accordo stesso e sulle sue ricadute a quattro voci, cioè Governo, Sindacati nazionali, Regione e FIAT.
Il Presidente Brizio ha affermato che le risposte, soddisfacenti, del Governo hanno indicato questo atto, che certamente coinvolgerà in prima persona tutte le ricadute occupazionali di un certo spessore, a partire dalla vicenda FIAT-LANCIA. Così come è stato indicato che a metà settembre (comunicazione ufficiale delle OO.SS. nazionali) si terrà in Piemonte una prima verifica in corso d'opera dell'accordo sottoscritto il 2 luglio.
Il Sottosegretario alla Presidenza, su specifica richiesta della Regione in ordine ai tasselli produttivi che vanno via dal Piemonte, ha garantito una presenza diretta sul territorio piemontese del Governo ed una specifica attenzione alle richieste che, da parte nostra, vanno a riconoscere la necessità di specifici interventi di politica industriale e di politica attiva sul lavoro, con particolare riferimento ad una regione fortemente industrializzata come il Piemonte, oggi particolarmente penalizzata per la nota situazione di crisi.
La vicenda delle 160 lavoratrici è un aspetto che qualcuno ha considerato apparentemente marginale, ma che a nostro modo di vedere riveste invece un certo rilievo. Evidenzia il rischio di una palese e grave discriminazione verso uno specifico gruppo di lavoratori. Il Governo è stato molto problematico, nel senso che non ha negato l'attenzione al problema, ma ha registrato la sostanziale difficoltà ad immaginare interventi conseguenti, con decreti legge, entro la scadenza del 31 luglio ed anche l'incertezza del mancato riferimento certo di quanto questo potrà realizzarsi a livello nazionale. Noi ipotizzavamo che il problema potesse essere risolto con alcuni decreti legge di emendamento alle leggi nn. 155 e 223. Infatti, poiché si costituirà nei prossimi mesi la localizzazione di un insediamento industriale, il cui capofila è l'Unio-ne Industriale di Torino, ma non essendo ancora questo un soggetto giuridicamente costituito noi ritenevamo - per estendere la cassa integrazione oggi negata in questo comparto e nell'ipotesi di un assorbimento almeno entro il 1993 (questo è l'accordo siglato il 2 luglio) di 1250 persone - possibile che quota-parte di questi 160 potrebbe essere riassorbita per servizi mense e imprese di pulizia.
Ipotizzavamo anche che potesse scattare, con una modifica alla legge n.
223, la mobilità per coloro che non fossero ancora stati inseriti.
La risposta non immediatamente positiva è quanto è emerso ieri nell'incontro. A questo punto la riunione è continuata con la presenza delle OO.SS. e della FIAT, ma sarebbe stato opportuno e giusto che fosse presente il vero interlocutore, l'Unione Industriale. L'Assessore al lavoro ha tentato un'ultima ipotesi, quella di caricarsi la responsabilità di convocare a Torino nei prossimi giorni (quindi in questa settimana) la FIAT, l'Unione Industriale, le OO.SS, e le tre aziende di servizi interessate (due di pulizia e una di mense) per richiedere, anche se la risposta da parte delle tre aziende è immaginabile, la sospensione dei licenziamenti attraverso una dichiarazione, che certo non potrà essere formale e sottoscritta, ma di intenti del costituendo consorzio che andrà nei prossimi mesi a localizzarsi.
Il problema per questi lavoratori è drammatico perché non sono stati oggetto di trattativa avendo le ditte appaltatrici avuto la disdetta dalla FIAT nel momento in cui si è chiusa l'attività produttiva in Chivasso. Per affrontare la situazione mi permetto di proporre, sebbene questa proposta sia difficilmente cavalcabile, l'utilizzo di ferie, magari di aspettativa non retribuita, per occupare la presenza di questi lavoratori nella titolarità dell'azienda, nell'auspicio che le aziende stesse sospendano i licenziamenti e che il più in fretta possibile si crei il costituendo consorzio che diventerà titolare dei percorsi successivi.
Questo è quanto. Con estrema fantasia e con grande coraggio, pur non essendo noi titolari di iniziative di questo genere, non avendo certamente fatto trattative fra il Sindacato e la FIAT in ordine alla vicenda e non essendo soggetti interlocutori in questo senso, ci siamo fatti carico anche di questo impegno e quindi convocherò questi soggetti ancora prima della fine della settimana per tentare un'ulteriore ipotesi di sollecitazione al riguardo.
Questo è quanto mi pareva giusto riferire ad integrazione delle cose dette dal Presidente, che peraltro sono la fotocopia autentica dell'incontro serrato che abbiamo svolto ieri alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Desidero integrare soltanto la parte della comunicazione del Presidente, dicendo che, allorché abbiamo chiesto al Ministro Ripa di Meana di ricevere la Regione Piemonte, avevamo chiesto altresì che fossero presenti insieme a noi i rappresentanti delle tre Province, come già detto e i rappresentanti del Comitato dei Sindaci. Quindi, l'ing. Veglio non era tanto in rappresentanza del proprio Comune, quanto in rappresentanza del Comitato dei Sindaci. Era presente anche - sebbene non abbia assunto la parola - la signora Barbino, Sindaco di Terzo.
Il Ministro ha iniziato con una precisazione, e cioè che riteneva assolutamente necessario puntualizzare l'attenzione di tutti sulla sentenza del 18 giugno di quest'anno, relativa al Re-Sol. Sentenza con la quale il TAR. come ben conosciuto dal Consiglio, dava ragione nel merito, questa volta, alla Regione Piemonte e non si è dilungato su questo fatto, dando per scontato che i fatti fossero conosciuti da tutti i partecipanti ritornando successivamente però su questo problema che ritiene essenziale.
Il Ministro, inoltre, ha affrontato un secondo problema e ci ha avvertiti che un'analisi attenta dei documenti Enichem, che forse non erano mai stati visti puntualmente in antecedenza, rivelava alcuni fatti del tutto particolari. Il primo: che l'Enichem, negli ultimi quattro anni, ha subito perdite pari a 240 miliardi, così suddivisi: 16 miliardi nel 1988 62 miliardi nel 1989; 77 miliardi nel 1990 e 83 miliardi nel 1991. Tant'è che l'ultima assemblea degli azionisti Enichem aveva proceduto ad una riduzione del capitale per coprire le perdite. Di qui, una prima situazione di disagio che occorreva chiarire.
Il secondo: anche se non si è soffermato sufficientemente su questo punto, il Ministro ci ha informati che da una lettura attenta della relazione del Presidente dell'Enichem, Porta, si era scoperto che esiste ancora in questo momento, l'apertura di un contenzioso tra Enichem e Montedison per il passaggio stesso dell'impianto dell'ACNA, il che sta a significare che non tutto era assolutamente chiaro all'Enichem stessa.
Il Presidente dell'Enichem, a proposito della decisione del TAR ligure sul Re-Sol, aveva segnalato a più riprese, sia nella sua relazione all'assemblea degli azionisti sia con alcune lettere, quindi documenti diretti al Ministero dell'Ambiente, che la situazione critica che si era venuta a determinare dopo la sentenza del TAR ligure sul Re-Sol aveva messo in condizione l'Enichem anche di presupporre la chiusura dell'impianto.
A questo proposito, leggo testualmente le poche righe della relazione del Ministro Ripa di Meana alla Camera dei Deputati (Commissione Ambiente) laddove dice, estrapolando certamente dalla relazione del Presidente dell'Enichem al Ministero dell'Ambiente: "Il Presidente Porta descriveva che i tempi della procedura di VIA, i costi emergenti connessi ai ritardi del completamento del Re-Sol e soprattutto le incertezze circa la futura esercibilità dello stesso, in un quadro di grande indeterminatezza e frammentarietà nelle volontà, nel ruolo e negli strumenti della Pubblica Amministrazione, impediscono obiettivamente il proseguimento dell'attività produttiva di ACNA e ne minano gravemente la credibile presenza sul mercato".
Ripa di Meana, quindi, ci ha informato ancora una volta di questa dichiarazione del Presidente Porta, dichiarazione successiva - se ho capito bene - alla sentenza sul TAR e che preoccupava molto.
Di qui l'analisi del Ministro per verificare e fotografare la realtà di oggi: difficile situazione economica Enichem e perdite per quattro anni problema del Re-Sol vinto dal Piemonte e quindi costruzione ferma (di fronte a questa fermata, il problema che emerge è come devono essere smaltiti i rifiuti che d'ora in poi verranno prodotti); l'esistenza dei lacunaggi che sono non lontani dalla capienza totale. Il Ministro ci ha informati di aver ritenuto doveroso, sulla base di questi due dati fondamentali, conoscere con certezza da parte dell'Enichem come verranno trattati ed eliminati i rifiuti da essa prodotti e come questa attività sarà assicurata.
"Il problema della bonifica va affrontato in termini seri, pur sapendo" dice il Ministro - "che abbiamo dinnanzi a noi almeno quindici o vent'anni per risolvere il problema della bonifica ed il recupero del sito ACNA, ma soprattutto interrogare l'Enichem per sapere chi sarà, a loro giudizio, il responsabile del sito ACNA, qualsiasi sia la soluzione a cui si perverrà".
Di fronte alle rimostranze dei nostri colleghi liguri, che accusavano il Ministro di aver assunto delle posizioni senza consultare prima gli enti locali, o comunque la Regione ligure, Ripa di Meana ha testualmente detto: "Non ho mai annunciato la chiusura dell'ACNA, anzi escludevo qualsiasi ordinanza di chiusura anche temporanea da parte del Ministero dell'Ambiente. Mi sono limitato a raccogliere fatti obiettivi. Ho voluto provocare una riflessione. Non possiamo nascondere sotto il tappeto le cicche e poi lamentarci di sentire odore di bruciato un po' più in là.
Considero la situazione grave per gli addetti e perle popolazioni vicine all'impianto e ne sono preoccupato. La mia linea non punta a soluzioni drastiche predeterminate, ma farò in modo che il problema venga affrontato possibilmente in modo definitivo".
Il Ministro ci ha anche informati del problema che gli era a conoscenza allorché già era Commissario CEE a Bruxelles e conosceva molto bene il fatto che questo fosse un caso simbolo "in entrambe le direzioni" - ha tenuto a precisare - e ha tenuto altresì a precisare che "occorreva spogliarlo dei valori simbolici che da molte parti gli erano stati attribuiti". Ma soprattutto, il Ministro ha insistito sul fatto che occorre decodificare messaggi contraddittori che l'Enichem ha più volte trasmesso anche al Ministro, da una parte quella che vi ho appena letto, dall'altra parte - e qualcuno dei Consiglieri potrà averlo letto su "Sole 24 Ore" negli scorsi giorni - una dichiarazione Enichem che contraddice apertamente il passo della lettera che ho appena letto.
Secondo il Ministro Ripa di Meana, l'Enichem dopo aver scritto queste cose ha confermato di voler proseguire. Nella stessa relazione Enichem vi sono cose contraddittorie che devono essere chiarite.
Ci vogliono quindi risposte dirette dall'Enichem, convincenti e cifrate, intendendo per cifrate i numeri accanto alle proposte che vengono fatte. Mancano, da parte dell'Enichem, propositi chiari e forti soprattutto in una situazione di pre-privatizzazione come l'attuale.
Occorre fare in modo che non vi siano giochi degli specchi per rimettere magari alla sentenza del TAR la soluzione di problemi di pre crisi che già c'erano nel precedente periodo. I nostri colleghi della Liguria - spero di essere il più obiettivo possibile - non hanno puntato a far rilevare il problema occupazionale come un problema grave, anzi lo hanno lasciato in disparte.
La Liguria ha soprattutto insistito sul fatto che l'ACNA era una scommessa per la compatibilità ambientale dell'intera industria chimica italiana e, facendo riferimento all'atto di impegno del 1988, che imponeva delle spese notevoli (circa 200 miliardi e sul fatto che 162 miliardi erano già stati spesi), ci si chiedeva perché oggi si affrontasse un problema in termini diversi da quelli con i quali era stato affrontato precedentemente.
Tranne qualche piccola punta di esagerazione e di sbavatura, se mi è permesso, credo che il confronto sia stato molto civile. In un caso, un rappresentante ligure è venuto a dirci che l'ACNA assolutamente non inquina più in questo momento, anzi che è una "pulita vasca da bagno".
Abbiamo anche detto che i rifiuti che produce l'ACNA in questo momento non sono certo dei sali balsamici con i quali fare il bagno.
La posizione del Piemonte. Non credo di ricordare tutto, ma nella introduzione del Presidente Brizio e nell'intervento di conferma del sottoscritto, abbiamo richiamato la proposta di legge di chiusura dell'ACNA del precedente Consiglio - regionale, preavvertendo in modo molto corretto che questa sarebbe stata nei prossimi giorni (non potevamo sapere che sarebbe stato votato questa mattina) ripresentata in Consiglio per l'approvazione e che questa, con ogni probabilità, sarebbe stata riapprovata.
Per quanto riguarda la vasca da bagno - al di là delle parole e delle battute - abbiamo detto la verità, che è sostanzialmente questa: nei due anni appena trascorsi, l'inquinamento dovuto all'ACNA è di molto diminuito e ne abbiamo i dati: il monitoraggio funziona e lo sappiamo, ma sappiamo altresì che la concentrazione di micro-inquinanti è ancora alta e che i carichi inquinanti in quel fiume sono ancora alti, come i Consiglieri sanno, perché, ho distribuito a loro appena un mese fa i dati scientifici relativi a questo.
Abbiamo richiamato, come questa mattina qualche Consigliere già diceva il fatto che l'Istituto Superiore di Sanità avesse dichiarato che le acque del fiume Bormida non sono utilizzabili per l'irrigazione a pioggia e che potrebbero essere utilizzate per scorrimento soltanto dopo prove sperimentali. Il che sta a significare, ovviamente, che quell'acqua non è ancora quella che noi vorremmo.
Abbiamo quindi richiamato le posizioni della Regione Piemonte, in particolare sul Re-Sol, sotto due aspetti. Nel merito il problema che noi consideriamo e che il TAR ha considerato con noi, per fortuna, è che quello è un vero e proprio impianto di incenerimento che deve essere soggetto a VIA. Abbiamo ricordato insieme con il Ministro che la localizzazione era prevista dalla risoluzione della Camera dei Deputati del 30 gennaio 1990 fuori dalla Valle Bormida. Abbiamo anche ricordato l'impegno della Regione Liguria di allora di trovare e di localizzare il Re-Sol fuori dalla Valle Bormida, impegno peraltro non onorato dalla Regione Liguria.
Siamo venuti quindi all'oggi e abbiamo ritenuto utile l'iniziativa del Ministro, volta a far emergere le contraddizioni Enichem. Abbiamo detto con calore che finalmente si riusciva ad ottenere, visto che il Ministro ci diceva già della riunione collegiale di giovedì con il Governo, che finalmente riuscivamo ad ottenere ciò che questo Consiglio e questa Giunta chiedono da più di un anno.
Ognuno di voi ricorderà le promesse del Ministro Ruffolo nel mese di luglio dello scorso anno di risolvere i problemi in una settimana o quindici giorni e di avere una decisione collegiale che non venne mai neanche come incontro collegiale. E siamo stati particolarmente lieti del fatto che a questa riunione collegiale dei Ministri siano stati invitati i due Presidenti delle Regioni interessate, ovviamente, per quanto ci riguarda, il Presidente Brizio.
Abbiamo espresso la preoccupazione della Regione Piemonte sia per le prospettive di inquinamento futuro: Re-Sol fermo, lagunaggi esistenti ulteriore produzione che non si saprà dove possa essere portata, sia la necessità di provvedere a favorire occupazione alternativa per la tutela dei lavoratori dicendo in modo molto chiaro che ci facciamo carico dei problemi dei lavoratori liguri, così come della parte minoritaria, ma comunque importante dei lavoratori piemontesi che in quella fabbrica trovano la loro fonte di vita.
E' un problema comune, abbiamo detto ai liguri, e credo di aver sostanzialmente sostenuto le posizioni del Consigliere Chiezzi di questa mattina. Non è un problema piemontese quello della tutela dei lavoratori: è un problema che le due Regioni devono affrontare insieme.
I rappresentanti di Cuneo, l'Assessore Carpani e i funzionari della Provincia di Asti e di Alessandria che rappresentavano le rispettive popolazioni, così come l'ing. Veglia che ha parlato per il Comitato dei Sindaci, hanno sottolineato l'impegno di una azione unitaria con la Regione Piemonte, dichiarandosi totalmente d'accordo con quanto affermato dal Presidente Brizio e dal sottoscritto.
Le prospettive future. Fin qui non ho espresso giudizi particolari spero di aver fatto obiettivamente l'analisi di ciò che è avvenuto.
L'impressione è che finalmente ci si muova e quindi un po' di ottimismo credo sia possibile averlo anche se sappiamo che la situazione sta negli esatti termini in cui era stata dibattuta in quest'aula un anno fa, e cioè che non è tanto un problema del Ministro dell'Ambiente quello di chiusura o meno di uno stabilimento, è un problema di carattere economico, per cui si dovrà sentire giovedì, se si avrà la possibilità, il Ministro dell'Industria e Partecipazioni Statali, questa volta insieme ovviamente al Ministro del Lavoro. Credo ci sarà anche il Ministro del Lavoro, perché nel documento che era stato portato dal Ministro Ripa di Meana in Commissione Ambiente si citavano questi due Dicasteri come quelli fondamentali per una decisione in materia.
Devo dire che se anche le parole del Ministro non sono esattamente quelle riportate da alcuni giornali (lo stesso Ministro ha fatto cenno ad alcune interpretazioni non sempre corrette delle sue posizioni), ci sono i documenti ufficiali. Ho qui la dichiarazione ufficiale rilasciata dal Ministro Ripa di Meana, dalla quale si ricava - anche se non così lapalissianamente come alcuni informatori stampa soprattutto hanno voluto far trasparire - una sensazione di gravissima preoccupazione e di un indirizzo che indubbiamente va nel senso da noi voluto. Diceva infatti testualmente: "Sembra dunque avviarsi verso una conclusione la vicenda dell'ACNA. Non si tratta di un successo né per l'industria che vi ha molto inutilmente investito né per l'ambiente che deve essere tutt'ora bonificato.
Non sono pronto a dare giudizi sulla condizione complessiva di questa vicenda che mi sembra però caratterizzata da ambiguità ed espedienti a partire dalla denominazione degli impianti da realizzare. Il cappio del mercato sembra essersi stretto intorno al collo dell'ACNA e se ne intravedevano da tempo i segnali premonitori. Sono molto addolorato per i 600 operai di Cengio per i quali bisognerà attivare ammortizzatori sociali.
Il Governo nelle sue diverse responsabilità ministeriali dell'Industria e del Lavoro, il gruppo imprenditoriale, le Regioni, gli enti locali e i sindacati dei lavoratori, dovranno subito studiare il problema della riconversione in un clima di concretezza con lucidità e freddezza di analisi. Dovrà essere chiarito senza alcun indugio chi deve pagare i costi della bonifica, come verrà smaltito correttamente il contenuto dei lagunaggi, quali sono i tempi per un forte presidio ecologico della zona.
Sono attività che dovranno impegnare le maestranze che verrebbero private del proprio lavoro".



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Penso di avere qualcosa da dire. Pub darsi che mi sbagli. Sulla prima comunicazione, quella relativa alla vicenda della chiusura dello stabilimento Lancia di Chivasso, mi pare che il problema di questi 160 lavoratori sia in alto mare e che richieda qualcosa di più di quanto è stato detto. L'Assessore, neppure velatamente, ha fatto capire che per quanto riguarda i decreti governativi in grado di risolvere la questione entro il 31 luglio non se ne parla neppure. L'avevamo già capito e l'aveva già capito l'Assessore. Adesso l'Assessore, che è volenteroso, ci dice che convocherà entro venerdì le parti e chiederà, in particolare alle tre aziende, la sospensione dei licenziamenti. Su questo, per quello che vale c'è il pieno appoggio da parte del mio Gruppo.
La seconda cosa che ci dice l'Assessore è che chiederà la formalizzazione del consorzio ed è qui, Assessore Cerchio, che le chiedo di fare qualcosa di più. Innanzitutto è veramente strano consentire che l'Unione Industriale continui a non porgere la mano ed aprirla per far vedere che cosa tiene. Questo non è più consentito. Allora, Assessore quella proposta che avevo fatto e che era una proposta sostenuta anche da un Ministro della Repubblica, che non mi pare sia delegato a giocare con gli aquiloni, che la Regione Piemonte si faccia promotrice della formazione di questo consorzio, mi sembra che sia una carta da giocare. Perché a quel tavolo di trattativa la Giunta regionale non si propone come promotrice diretta di un consorzio in grado di assumere e poi utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali sino a che non si forma questo nuovo pool di industrie? Penso, Assessore Cerchio, che questo sia un modo per far sì che l'Unione Industriale tiri fuori le carte, se le ha, :altrimenti temo che lei, volenterosamente, farà la richiesta di sospensione dei licenziamenti.
Spero che questi possano andare a buon fine. Poi perorerà la richiesta di dire qualcosa di più sul consorzio e tutto finisce li. Se invece la Regione Piemonte dice "promuovo direttamente questo consorzio e sono disponibile a farne parte", mi sembra sia una proposta che potreste riprendere in considerazione, anche tenuto conto del fatto che non è una proposta di parte. Il Ministro Pagani stesso ha evidenziato la possibilità di seguire questa strada.
Questo è quanto chiedo di più alla Regione Piemonte, altrimenti temo che questa vicenda non venga risolta. Non so se nei confronti delle Organizzazioni Sindacali sia possibile chiedere qualcosa nell'ambito della loro attività specifica. E' difficile, perché l'accordo è stato chiuso forse bisognava pensarci per tempo, però chiedo all'Assessore una più diretta assunzione di responsabilità per quando riguarda questi 160 lavoratori, che a questo punto sono abbandonati a se stessi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.
MARENGO Sulla questione delle 160 lavoratrici di imprese di appalto mense e pulizia noi rischiamo, rispetto ad una scelta giusta che l'insieme del Consiglio ha compiuto nelle scorse settimane (compreso l'ultimo ordine del giorno approvato), di accettare una pesante discriminazione trai lavoratori. Discriminazione, che procurerà dei guai anche successivamente tra coloro che hanno dei diritti ed una tutela che in qualche modo garantisce un salario ed una prospettiva occupazionale e coloro che invece con venerdì cesseranno di avere ogni diritto di carattere salariale ed occupazionale. Per questo credo che il Governo si sia reso colpevole.
Capisco che i tempi sono stretti, ma si sono fatti decreti in tempi ancora più stretti e non mi pare che sia valida la giustificazione del Governo che dice "chissà quanti altri casi ci saranno". Si devono affrontare tutti i casi che ci sono. Mi pare che se c'è una cosa sulla quale la legislazione in mate- ria di lavoro e diritti del lavoro deve intervenire, sia quella della garanzia e dell'uguaglianza dei diritti per tutti rispetto ai problemi del reddito e della prospettiva occupazionale. Quindi se ci sono altri casi di questo tipo il Governo potrebbe estendere il decreto. Non è che si chiedesse un decreto solo per la Lancia di Chivasso, si chiedeva un decreto di carattere generale. Per cui credo che sia opportuno, anche se mi rendo conto della inutilità, quasi, delle cose che dico in questo momento insistere affinché questa questione venga affrontata, perché casi di questo tipo ce ne sono parecchi in Italia. Bisogna fare la legge generale sulle mense, con le disdette delle convenzioni che ci sono, perché i lavoratori interessati in Italia a questo problema sono 35.000, a partire dal 5 ottobre. Mi pare perciò che sia giusto rivendicare questo intervento nei confronti del Governo. Credo che a questo punto diventi urgente convocare le imprese della Fiat, dell'Unio-ne Industriale e delle Organizzazioni Sindacali per ottenere la sospensione dei licenziamenti.
Inoltre proprio perché vale la pena insistere nei confronti del Governo rispetto al decreto, occorre a tutti i costi impedire che ci sia una rottura della titolarità del rapporto di lavoro. Le forme possono essere studiate successivamente, ma il problema è impedire che ci sia la rottura di questa titolarità del rapporto di lavoro per queste 160 lavoratrici. Mi pare che in questo senso la questione sulla quale insistere non è quella del consorzio, che diventa una cosa ancora più illusoria - avevo già detto l'altra volta che il Ministro della Repubblica non gioca con gli aquiloni ma non sa con cosa gioca perché il Ministro sa bene che è una cosa non possibile; probabilmente qualcuno gli ha suggerito di adire alle antiche vie della GEPI, ma qui non siamo nello stesso caso della GEPI. Bisognerebbe che i Ministri della Repubblica sapessero di cosa parlano, quando vengono a parlare in un Consiglio regionale. Evidentemente non lo sapeva, bisogna invece intervenire per risolvere la questione; l'unico modo per risolvere la questione è che l'Unione Industriale - questo può farlo - dichiari che non c'è un'interruzione dell'attività lavorativa, ma un processo di ristrutturazione in atto, che ci sarà una ridislocazione di :lavoratori e di produzione, in parti diverse, a Chivasso e altrove. Deve essere chiaro che siamo di fronte ad un processo di ristrutturazione e non di interruzione dell'attività lavorativa, perché questo è runico modo per consentire alle imprese di servizio di seguire la stessa sorte degli altri lavoratori dipendenti direttamente dalla FIAT. Questo è il punto politico sul quale insistere con l'Unione Industriale, non su altre cose illusorie quanto velleitarie come quella del consorzio.
Il Presidente Brizio, ripreso anche dall'Assessore Cerchio, ha detto che la sede romana è stata importante per l'avvio di un discorso rispetto all'accordo di programma, ma io credo sia importante che per il mese di settembre vengano predisposti, attraverso discussioni e comunicazioni anche qui in Consiglio, tutti gli strumenti che ci permettano di affrontare i problemi della reindustrializzazione. Mi riferisco in particolare, per fare un esempio, alla questione che abbiamo affrontato nella II Commissione la settimana scorsa relativamente alla seconda tranche del Regolamento n.
2052. E' importante che i progetti vengano portati in Consiglio per la discussione e l'Assessore si è già detto disponibile. Ritengo sia un atto complementare, ma molto importante di integrazione rispetto ai confronti con la FIAT, con l'Unione Industriale e con il Governo rispetto all'accordo di programma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.
DAMERI I due casi che sono stati proposti dal Presidente e dagli Assessori sono abbastanza emblematici. Ho sentito, per esempio, il Ministro auspicare che la vicenda della Valle Bormida perdesse parte del carattere di simbolo ma questo non può dipendere dalla volontà di qualcuno che può imporre che questo accada, dipende dagli atti concreti che si compiono e mi pare che si vada in una direzione un po' contraddittoria.
Dicevo che questi due casi mi paiono emblematici, e probabilmente per questo non isolati, di situazioni che nella nostra realtà piemontese potremo trovarci di fronte con grande frequenza in futuro. Adesso non discutiamo della vicenda della Lancia di Chivasso, il Consiglio ne ha già discusso e preso posizione, ma questa è una situazione in cui lavoratori particolarmente deboli, da tutti i punti di vista, sono i più esposti e messi a rischio rispetto al proprio futuro. Sappiamo che ci sono in Piemonte numerose situazioni di questo genere. Ricordava prima Marengo la situazione delle mense, ma non solo questa: esistono fasce di lavoratori particolarmente deboli che di fronte a una crisi come quella che stiamo vivendo, e che purtroppo si intensificherà nei prossimi tempi probabilmente saranno quelle che riceveranno i colpi più duri e credo quindi che le istituzioni pubbliche nel momento in cui definiscono delle politiche, l'idea di uno sviluppo nuovo, debbano partire anche da qui.
Il secondo caso si inquadra nel conflitto tra occupazione e ambiente.
Quello della Valle Bormida è un caso emblematico, ma sappiamo che questo conflitto è aperto in tante altre realtà. Di fronte a questa situazione considero che le cose che ci ha detto oggi il Presidente della Giunta sono desolanti per quella che è la capacità di governo del Governo, se conveniamo che Ministri della Repubblica, presenti in quest'aula per partecipare alla discussione sulla Lancia di Chivasso, hanno proposto - e qui non è possibile la fantasia, stiamo parlando di cose di una tale serietà per cui non si può inventare! - un'invenzione illusoria, e sappiamo quanto è negativo creare illusioni che non possono dare degli sbocchi positivi! Oppure, non riesco a condividere l'ottimismo dell'Assessore Garino sulla questione della Valle Bormida. Non dobbiamo discutere tra di noi: l'atto che abbiamo compiuto questa mattina, la riapprovazione della legge dice ancora una volta qual è l'intenzione del Consiglio regionale e del Piemonte stesso, e su questo voglio fare dopo un accenno anche al Presidente del Consiglio.
E' certamente auspicabile che si arrivi a risolvere finalmente la situazione dell'ACNA, che quindi bisogna avere le risposte dall'Enichem e via dicendo. Io francamente penso che la cosa che ha mosso in qualche modo il Governo, ma in questo caso il Ministro, sia stata proprio il successo ottenuto con l'iniziativa proposta dal Consiglio.
Il Consigliere Rossa ha detto che avremmo dovuto approvare il piano di risanamento, ma devo ricordare al collega che quel piano comprendeva il Re sol: e quindi è chiaro che la sentenza del TAR è il successo di una posizione politica maturata molto faticosamente in questo Consiglio. Da questo punto di vista, sullo svolgimento complessivo futuro della vicenda ACNA, suggerisco alla Giunta di continuare a tenere conto dei consigli del Consiglio che si sono rivelati buoni e produttivi, tant'è vero che ci hanno fatto conseguire quel successo.
Credo che il Ministro si sia mosso, seppure in una direzione che per noi è positiva, con qualche elemento che adesso mi preoccupa, perché se in realtà non erano chiare le posizioni di Enichem (contraddizioni che anche l'Assesso-re ha rilevato), se in realtà quel concerto necessario tra i diversi Ministeri non c'è ancora stato, che senso hanno le dichiarazioni del Ministro? Noi possiamo essere soddisfatti perché vanno nella direzione giusta, ma dobbiamo sapere che se non c'è una capacità di governo di questa materia, che richiede la responsabilità di una serie di Dicasteri, il risultato che noi otterremo è che saranno accresciute da una parte le aspettative della popolazione della Valle Bormida, dall'altra le paure ovviamente di chi rischia di perdere il posto di lavoro. La conclusione di questa vicenda dimostra, purtroppo, una capacita di governo assai lontana.
Sulla questione della Lancia ha già detto Marengo; ma anche su questa questione credo sia assolutamente necessario non solo da parte della Giunta, ma anche del Consiglio, per il ruolo che il Consiglio stesso ha avuto in tutta la vicenda ACNA nel passato verso le popolazioni, e anche per mantenere una battaglia con elementi di valore, non avere alcun atteggiamento ottimista, ma assumere un atteggiamento preoccupato e attivo.
Chiedo in particolare sulla questione ACNA Valle Bormida che, dopo i contatti preannunciati dal Presidente nei prossimi giorni a livello governativo,, il Consiglio regionale possa tornare a riconsiderare la questione e seguirla con molta attenzione. Perché altrimenti, anziché far perdere di simbologia a situazioni come quella della Val Bormida, rischiamo davvero di arrivare a momenti di acutizzazione talmente grandi dal punto di vista sociale che poi diventa difficile, da parte delle forze e delle istituzioni democratiche, avere e mantenere una credibilità. Non si pu tirare troppo un certo filo senza avere delle gravi conseguenze.
Sottolineo ancora una volta con molta preoccupazione che davvero questo è un Governo "indeciso" a tutto! Non possono esponenti del Governo inventare delle soluzioni per cose serie come quelle che abbiamo discusso qui per i lavoratori delle mense! Non si può dire e non dire, bisogna avere il coraggio di andare a fondo delle questioni e assumersi delle responsabilità! E questo attiene al livello del Governo nazionale! Per quanto riguarda noi credo che sulle cose qui proposte relativamente ai lavoratori delle mense occorra andare avanti e soprattutto arrivare a far sì che il Consiglio e la Giunta possano discutere a settembre della questione piemontese, che ormai - vedo - giustamente interessa ed è all'attenzione di tutte le forze politiche di questo Consiglio. Abbiamo bisogno che questo Consiglio, e non solo sedi esterne, diventi un momento di discussione di tutta la situazione economica e sociale del Piemonte.
Sulla questione dell'ACNA penso che sarebbe un guaio se pensassimo che adesso abbiamo un Ministro che, tutto sommato, ha capito alcune cose e pare condividerle, che la legge è stata fatta e che quindi abbiamo la coscienza a posto. Abbiamo bisogno di un pessimismo attivo, capace di produrre iniziativa politica da parte del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Era abbastanza comprensibile che l'Assessore Cerchio e il Presidente Brizio si sarebbero trovati in una situazione difficile col Governo nel proporre questa decretazione d'urgenza per il problema dei 160 lavoratori.
Infatti, era pensabile che il Governo avrebbe risposto che evidentemente non si poteva variegare il mercato del lavoro con soluzioni caso per caso.
La sottolineatura, prima di entrare nel merito, è che oggi il mercato del lavoro è trattato in modo completamente diverso da caso a caso, quindi soggetti che lavorano a contatto di gomito nello stesso posto di lavoro, in una situazione di crisi come quella della Lancia di Chivasso e dei servizi annessi, vengono distinti in cittadini di serie A e in cittadini di serie B, C o D a seconda di dove vogliamo collocarli nel rapporto con gli ammortizzatori sociali, nelle politiche del lavoro e così via.
Questo rimarca ancora una volta i limiti di una produzione legislativa fatta nell'estate scorsa, che si basava sull'ipotesi di una grande ripresa del sistema economico italiano; la ripresa non c'è stata, quindi la legge 223 della modifica della cassa integrazione e dell'introduzione della mobilità rappresenta uno strumento con forti limitazioni.
Voglio entrare nello specifico del problema dei 160 lavoratori. E' possibile trovare una soluzione ponte in grado di agganciare ancora questi lavoratori al mercato del lavoro? Li avete visti, erano dietro di noi: sono soggetti di età relativamente avanzata, non di alta qualificazione; quando si rompe il rapporto di lavoro con le aziende di appartenenza, questi soggetti non vanno nemmeno nelle liste di mobilità, ma vanno nel listone di collocamento, senza possibilità, nella situazione economica piemontese, di occupazione.
L'importanza di trovare una soluzione ponte esiste, ma per avere una soluzione ponte dovrebbe cominciare a evidenziarsi il disegno che l'Unione Industriale intende realizzare in, quel polo. Le ipotesi sono molteplici: ferie, permessi non retribuiti, meccanismi vari; tutto ciò tenendo conto che le imprese di pulizie e di mense non sono piccolissime, alcune hanno rilevanti dimensioni. Non ci troviamo dinanzi all'artigiano di Chivasso che non può, dopo il 30 luglio, proseguire; ci troviamo dinanzi a soggetti che in un quadro non dico di certezza ma che individui già alcune ipotesi di tempi e di strutture, possono lavorare per una soluzione ponte. Il problema è che ad oggi abbiamo una totale oscurità nella prospettiva di rinascita del polo di Chivasso, non ci sono segni: si lascerà passare agosto, si vedrà a settembre.
Credo che la stessa FIAT, che in qualche misura si era fatta carico di valutare le possibili aziende e iniziative nell'indotto per rafforzare il nuovo polo di Chivasso, dovrebbe, in questa fase, in questi giorni, dare elementi di certezza che, insieme a quelli dell'Unione Industriale permettano di determinare quale sarà il disegno futuro.
Nella sostanza, colleghi, abbiamo dato un giudizio positivo sull'accordo della Lancia di Chivasso; francamente, positivo con tanti se: se il mercato per la FIAT non subisce flessioni e se quindi gli impegni assunti tra sei mesi o un anno, per causa di forza maggiore, non verranno disattesi; se questa rinascita di un polo nuovo ha delle volontà che da subito presentano segni di progettualità.
Invece, la presenza di questa oscurità lascia questi 160 lavoratori Assessore Cerchio, in una condizione di assoluto vuoto: sono soggetti che vanno nel listone del collocamento e non di mobilità, dei quali uno su 50 avrà speranza di collocazione. Sono ancora oggi occupati in azienda, e noi dobbiamo salvaguardare questo rapporto di lavoro, unico elemento di forza di questi soggetti deboli, buttati sul mercato del lavoro.
Lo sforzo da farsi in 48 ore, nell'incontro che l'Assessore vorrà eventualmente tentare di fare, è quello di vedere se questa soluzione ponte è possibile. Per essere possibile e per essere credibile, ci deve già essere qualche elemento di progetto dell'Unione Industriale, non ci pu essere una vaga indicazione di volontà. E la stessa FIAT, che è là parte strumentale di quell'idea dell'Unione Industriale, deve uscire allo scoperto immediatamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, intervengo per fare una piccola osservazione. Il Consigliere Chiezzi ha aperto il fiume, quindi intendo fare una piccola precisazione rispetto alle due importanti, seppure brevi, comunicazioni fatte.
Per quanto si riferisce al problema dell'ACNA, credo che nelle comunicazioni del Presidente e dell'Assessore non ci sia nulla di nuovo, se non il fatto che il Governo non decide. In realtà è qualche anno che, da parte mia e alle scelte che il Governo, nella sua saggezza e autorevolezza saprà fare.
Ancora una volta ci troviamo in presenza di un Ministro che fa una scelta, io credo ragionata e possibile, mentre altri Ministri ancora non l'hanno fatta. La mia opinione è che la pressione, questa, volta congiunta del Piemonte e della Liguria debba essere rivolta al Governo per dire che il problema deve essere risolto una volta per tutte.
Non possiamo continuare ad andare avanti con cortei, movimenti di piazza, occupazioni, ecc, perché l'autorità che deve decidere non decide non dimenticando che l'autorità che deve decidere e non decide sta gravando di costi la finanza pubblica, trattandosi di impresa pubblica. I numeri prima citati dall'Assessore sono dell'ordine di circa 200 miliardi nell'arco di 4 anni; a queste perdite credo si debbano aggiungere gli oneri degli investimenti necessari qualora si dovesse decidere di chiudere.
Penso che, in un momento di grande rigore della finanza pubblica, in un momento in cui tutte le spese non necessarie (e qualche volta anche quelle necessarie) vengono ridotte, compresse,, eliminate, forse sarebbe bene che il Governo finalmente prendesse una decisione per il destino di quest'azienda.
Il secondo aspetto di cui intendo parlare è quello delle 160 lavoratrici di Chivasso. Devo dirvi con molta serenità - visto che questa volta alle spalle non c'è nessun pubblico - che era giusto che il Governo decidesse questo. Credo che se il Governo avesse deciso una cosa diversa e avesse detto: "Facciamo un decreto legge per queste 160 persone", avrebbe fatto una tale mostruosità che solo andarla a chiedere credo sia stato un errore. Ci mancherebbe altro che il Governo approvasse decreti legge in situazioni particolari per questa o per quell'altra azienda! Non è pensabile una cosa di questo genere! Credo che il Governo e, per quanto riguarda il Piemonte, la Regione Piemonte, dovrebbero farsi carico di studiare un quadro organico più complessivo. 1160 dipendenti, che di, fatto saranno disoccupati o messi in libertà al 31 luglio, non sono nient'altro che una piccola parte, diventati momento di attenzione perché collegati ad un sistema molto più grande.
In realtà, nel mondo della piccola impresa ci sono espulsioni dal sistema produttivo di uno, due, tre, cinque persone, continuamente, che hanno ancora meno tutela rispetto a queste. .E allora credo che occorra una maggiore fantasia di quella che l'Assessore Cerchio ci ha detto di aver sviluppato nel proporre permessi anticipati; credo che occorra una maggiore fantasia di questa Regione per inventare un disegno di legge un'iniziativa, uno strumento che non sia però il Consorzio, bensì uno strumento che consenta alla Regione stessa di essere in qualche modo interlocutore rispetto al Governo e al sistema della cassa integrazione dell'INPS, di tutto questo universo immenso di piccole imprese che sono totalmente prive di qualunque tutela. Credo sia questo lo sforzo che dovremmo fare oggi.
In questo brevissimo dibattito sono già stati dati alcuni contributi credo che debba essere fatto ancora qualcosa, cioè attivare ancora una volta la fantasia di cui si parlava per far sì che si realizzi la possibilità di tutelare complessivamente quell'universo immenso di dipendenti di piccole imprese che.sono veramente - diceva poc'anzi il Consigliere Tapparti- di serie A, B e C. Certamente i dipendenti delle piccole imprese del sistema dell'artigianato, dei piccoli servizi, penso siano quelli di serie Z, perché vengono espulsi e nessuno sa neppure che lo sono stati.
Se la Regione fa uno sforzo, proponendo anche leggi al Parlamento (perché credo siano competenze che vanno al di là e al di sopra di quelle regionali), per creare ammortizzatori sociali, magari - nuovi, magari più deboli, ma omogenei rispetto a tutti i vari lavoratori; credo sarebbe un fatto positivo e costruttivo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rossa; ne ha facoltà.
ROSSA Non ho la pretesa di interpretare le dichiarazioni che ha rilasciato il Ministro Ripa di Meana e ribadite in questa sede con molta puntualità dal Presidente e dall'Assessore Garino, il quale gentilmente mi ha consegnato il testo.
Sia nel punto in cui dice: "Sembra dunque avviarsi verso una conclusione la vicenda dell'ACNA" che nel punto: "Sono molto addolorato per i 700 operai di Cengio, per i quali bisognerà attivare ammortizzatori sociali", non si devono fare molti sforzi per capire che ormai la vicenda dell'ACNA è alla conclusione. Se ci fossero ancora delle incertezze, il parlare del dolore nei confronti dei 700 operai sarebbe stata una dichiarazione piuttosto avventata.
Il terzo punto è quello che il cappio del mercato si stringe attorno al collo. Pertanto, ci sono tre dati che portano nella dirittura d'arrivo della chiusura dell'ACNA.
Con la decisione assunta questa mattina abbiamo rafforzato ulteriormente la formazione di una decisione che è ormai in atto e - che sta per concludersi. Da questo punto di vista, la posizione politica di questo Governo è più chiara di quanto non fosse quella del Governo precedente, dove c'era il Ministro Ruffolo che aveva una posizione politica ben precisa, il quale però si rimetteva a decisioni che non venivano assunte, anche se dal Presidente Andreotti veniva lasciato intendere che la questione poteva andare a conclusione, al punto che il Sottosegretario dichiarava apertamente che il problema si sarebbe risolto in pochi giorni.
Invece è trascorso un anno, però qualcosa è cambiato.
Il quadro politico di allora ha trovato una posizione, che ritengo dignitosa, di chi sostiene che bisogna vedere se siamo in grado di vincere certe scommesse fatte con molta serietà e non con la superficialità con cui, a suo tempo, l'amministratore delegato della Enimont fece, senza per dare molto peso alle parole che andava dicendo se poi di lì a poco passava ad un'altra attività e ad un altro impegno, lasciando il problema pressoch irrisolto ed è andato delineandosi un rafforzamento di coscienza, di cultura, di un nuovo rapporto tra ambiente e lavoro.
Dire che il Governo continua a non decidere mi sembra dare una interpretazione molto tirata. Se devo dare una lettura delle cose che sono racchiuse, non posso non dire, al di là delle posizioni che sono state ribadite dai dirigenti dell'Enichem, che non ci sono più molti spazi. E' una conclusione che ritengo positiva. Finalmente si esce fuori dalle nebbie di una situazione di incertezza nella quale ci siamo trovati per anni e dove ciascuno ha tirato la corda dalla propria parte, senza però realizzare qualche risultato concreto.
Quando questa mattina ho detto - e mi rivolgo alla collega Dameri - che abbiamo commesso l'errore (non è la prima volta che lo dico, l'avevo già detto in altre sedi rivolgendomi al collega Zanoletti) di non approvare il Piano, l'ho detto perché la vicenda di fronte alla quale ci troviamo è una vicenda che ha bisogno di argomenti da contrapporre ad altre argomentazioni. E' una questione di potere di contrattazione, come in tutte le questioni dialettiche cui ci troviamo di fronte, compresa quella della Lancia di Chivasso, per la quale credo sia giusto che la Regione Piemonte si faccia promotrice di iniziative che sia in grado di rilanciare continuamente.
Quando ho detto che non ci presentavamo al tavolo della discussione, al di là delle posizioni che c'erano o delle incertezze che potevano esserci o anche delle posizioni di contrapposizione presenti all'interno del Governo senza gli strumenti che ci dessero una certa forza, intendevo dire che non avere approvato il Piano significava presentarsi in una posizione più debole di fronte alla contrattazione, di fronte al Governo, a chi va a vedere le carte degli.altri per verificare se ci sono dei bluff o se invece le cose sono fatte sul serio.
E' vero, si dice che approvare il Piano significava approvare anche il Re-Sol, ma non veniva indicata là sua collocazione. Il Re-Sol veniva inteso come strumento collegato ad un tentativo di bonifica per assicurare l'ACNA dai rischi produttivi e le popolazioni dai rischi di ulteriore inquinamento. Tant'è vero che il Parlamento, il 31 gennaio, autorizzò la costruzione dell'impianto Re-Sol fuori dalla Valle Bormida.
Questo aspetto chiarisce un percorso lungo il quale - sono convinto avremmo dovuto andare, a maggior ragione oggi che si apre questa nuova prospettiva, con un documento che ci vedesse al tavolo del Governo consapevoli di aver fatto fino in fondo il nostro dovere; un documento quindi, che ci attribuisse maggiore peso nel chiedere di mantenere alcuni impegni che il Governo, superficialmente o no (a questo punto non mi interessa molto come abbia assunto questa posizione), ha assunto, quindi lo potevamo richiamare alle proprie responsabilità.
Per carità,, nulla è perduto, si tratterà di ricominciare dall'inizio ma capite che se noi fossimo stati più forti, questo discorso probabilmente, sarebbe stato un richiamo più forte alle responsabilità che ciascuno deve assumersi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Sono d'accordo con quanto ha detto la collega Dameri. Questa questione ha perso- il suo significato simbolico e forse ha perso anche il suo pregiudizio. Proprio perché ha perso il suo significato simbolico, diventa una realtà molto più dura, più cruda. Nel momento in cui ci sono dei campi contrapposti e ci si misura su valutazioni, su tesi, comunque su opzioni diverse, il discorso diventa più schematico e meno razionale.
Nel momento in cui il discorso entra nella questione, non solamente dell'ambiente, dell'ecologia, ma anche dei 700 lavoratori che domani potrebbero essere senza lavoro, esso diventa certamente più problematico. E allora la vigilanza è massima; ma basta la vigilanza, basta la buona volontà, basta anche tutto quanto hanno detto l'Assessore Garino e il Presidente Brizio? Io non sono d'accordo sulla tesi che il Consiglio ha mosso (e questa Giunta è andata a rimorchio del Consiglio). Credo che sulla questione ACNA, dopo le prime difficoltà registratesi nel "prendere le misure" di un problema importante, il Consiglio ha fatto la sua parte e l'ha fatta la Giunta, se è vero, come è vero, che ha perseguito tramite il TAR delle posizioni che hanno determinato ripensamenti anche a carattere governativo.
Ripa di Meana - persona che conosco bene, persona di grandissima civiltà e rispetto - non vorrei che fosse, almeno in questa occasione andato al di là della misura del suo passo. Ma forse il problema è già semplificato, non esiste l'incombenza o l'immanenza di un Ministero delle Partecipazioni Statali che come Minosse giudica e governa. Probabilmente il discorso a livello governativo è semplificato, proprio perché questo equivoco è stato tolto. Noi abbiamo cercato di allargare il campo della corresponsabilità a diversi Ministri, non pensando che allargare il campo significava far sì che nessuno di essi si decidesse decidere. Però, sul problema del Ministero dell'Ambiente, non giochiamo con facili ottimismi perché contro il pronunciamento politico di assoluta lealtà e di probità da parte del Ministro dell'Ambiente, ci potranno essere oggi dei contraltari precisi da parte di soggetti economicamente altrettanto forti, che possono portare ancora ad una posizione di stallo.
Comunque, non posso che rendere merito al Presidente Brizio ed all'Assessore per quanto hanno fatto, per quanto stanno facendo e perch raccogliendo la volontà unanime del Consiglio regionale e sono stati nell'occasione, un interlocutore solamente forte, ma sempre presente nelle vicende non semplici dell'ACNA.
Per quanto concerne Chivasso, non vorrei che si scaricasse sulla Giunta e sull'Assessore Cerchio quello che non sono riusciti a fare i Sindacati.
Bisogna dircelo con molta chiarezza: hanno chiuso la soluzione che era politicamente la più importante quella dei 3500/4000 lavoratori, ed hanno lasciato alla Regione (ipotesi di fantomatici consorzi, ipotesi che non so come possano essere ancora riprese in questa seduta, in quanto non capisco quale significato possano essere le affermazioni del Ministro Pagani. I Sindacati hanno chiuso un pacchetto! E ora scarichiamo sull'Assessore, sulla Giunta ciò che nel pacchetto non c'è.
Credo che invece dobbiamo farcene carico tutti ed indicare le vie possibili di qualche soluzione.
Non credo che i 160 lavoratori debbano attendere la soluzione del loro problema dopo che si saprà quanti sono i piccoli o grandi gruppi in situazioni analoghe. Io credo che i 160 lavo-ratori siano un problema richiedano una soluzione che deve essere rapportata continuamente alla nostra attenzione.
Ebbene, non credo nel consorzio, però credo quanto ha detto il collega Marengo un momento fa: non bisogna risolvere il rapporto di lavoro, si mettano in aspettativa per evitare che questo rapporto venga ad essere risolto. Alcune soluzioni potrebbero essere individuate.
Signor Presidente e Assessore, abbiamo chiesto un monitoraggio serio perché non possiamo attendere, dopo dichiarazioni fatte qui dai rappresentanti della FIAT, o in sedi diverse, da parte dell'Unione Industriale, che si continui con le logiche vecchie, con i vizi antichi.
Quanto si discute oggi, infatti circa l'azienda di Chivasso è condizionato dalla frammentarietà. Non siamo a livello di conoscenza di nulla se non attraverso le solite notizie di radio fante: per cui se la Fiat all'interno dell'area chivassese allocherà nuove aziende, alcuni dicono 16, alcuni dicono 8, se tutto questo ha una; sua rispondenza reale, una sua verità allora anche il problema di lavoro dei 160 lavoratori può avere una soluzione positiva. Se questi infatti non saranno licenziati, e si metteranno in aspettativa e se le aziende a rioccupareranno gli stabilimenti Lancia, probabilmente, per quanto concerne gli addetti alle imprese di pulizia qualche spiraglio ci potrà essere.
Faccio delle domande molto semplici o semplicistiche, ma le domande sono semplici proprio perché non ci è assolutamente stata data, in questi tempi, alcuna risposta chiara rispetto a questo problema. So che la FIAT ha domandato la possibilità di attuare in pieno - ne ho parlato ieri con l'Assessore Carletto, ne abbiamo parlato con il Sindaco di Chivasso - la cubatura del suo stabilimento (130 mila mq.), però tutto questo diventa compatibile, perseguibile nel momento in cui si ha il quadro completo di notizie: queste aziende da dove vengono, sono nuove oppure trapiantate quale numero di addetti possono comportare? Quale occupazione indotta possono permettere? Ci troviamo sempre a farci delle domande tra di noi in questo dialogo tra sordi.
Questo Consiglio ha avuto un viatico che va al di là delle sue forze quella che è la sua realtà istituzionale, però sa di avere con sé non solamente i 160 presenti quel giorno, ma sa di avere senz'altro l'intera unanimità di questo Consiglio per cercare di risolvere un problema sociale ed umano gravissimo.
Signor Presidente, lei ha parlato di taskforce, noi vogliamo che le parole siano pietre, vogliamo che gli accordi di programma possano trovare delle prime scadenze attuative, vogliamo che tutti i soggetti interessati a questa Regione - parlo ancora una volta anche delle banche e della Camera di Commercio - possano sentirsi una volta tanto coinvolti nella questione piemontese. Vogliamo sapere che cosa il Governo vuole fare di questa task force, non perché questa task-force rivolgendosi a tante parti d'Italia possa eludere la specificità del problema piemontese, ma vogliamo sapere appunto qual è la razionalità e l'efficacia di questo nuovo strumento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Tre brevissime considerazioni conclusive di risposta. Sul problema di Chivasso e dei 160 lavoratori, ci sono tre aspetti fondamentali. Per il problema dei 160 lavoratori faremo di tutto, in questi giorni, per trovare una soluzione o quanto meno per trovare una via d'uscita nel senso che è stato indicato. Però le difficoltà oggettive esistono e noi stiamo facendo un grosso sforzo perché l'accordo che è stato siglato fra le parti peraltro senza coinvolgere né noi né il Governo, possa avere attuazione senza polemica, l'ho anche detto ai sindacati creando qualche reazione all'incontro avuto ieri - lo può dire l'Assessore Cerchio - ma in fondo chi ha abbandonato questi .160 lavoratori? Non siamo noi che li abbiamo abbandonati. C'è un discorso di ripresa di questo rapporto: i sindacati nazionali si sono detti disponibili a dare una mano alla ricerca di questa soluzione, però dobbiamo essere molto seri. E' una situazione difficilissima nella quale faremo tutto quanto è possibile per superare le difficoltà e per fare tutta la nostra parte.
Non è una cosa che dipende da noi, non abbiamo possibilità di decretazione, non abbiamo altra possibilità che l'intervento politico, e questo intervento politico è stato molto forte, perché avere fatto una riunione come quella di ieri alla Presidenza del Consiglio su questo problema e portare intorno al tavolo il Sottosegretario alla Presidenza come è già stato detto, il Sottosegretario all'industria, il Sindacato e l'azienda, non è stata cosa facile ed è stato certamente dovuto alla grande disponibilità del Senatore Fabbri, ma anche al nostro peso e alla nostra insistenza. Ogni momento, ogni giorno, siamo in continuo contatto telefonico con la Presidenza del Consiglio, con i Ministri piemontesi cerchiamo insomma di scatenare questa azione.
Badate bene che il discorso di ieri della volontà di creare questa organizzazione, questa task-force a livello di Consiglio dei Ministri che si muova all'esame di questa situazione di crisi per intervenire è un risultato, un primo risultato importante che per il Piemonte è significativo. Bisognerà vedere come verrà gestito, però se si farà il decreto in questi giorni, se verrà costituita questa organizzazione, se il Piemonte sarà il primo dei casi che verrà affrontato su quel terreno -lo abbiamo già detto ieri perché era incidentale il discorso - c'è il problema di mettere in moto le leggi nn. 317 e 146, il problema di applicare la direttiva CEE in modo adeguato per sostenere la reindustrializzazione del Piemonte. Siamo quindi andati al centro del problema, stiamo lavorando con grande impegno, mi auguro che qualche cosa di positivo si muova perché la nostra volontà e la nostra determinazione ci sono tutte.
La seconda questione è relativa all'ACNA. C'è certamente un cambiamento di linea, quanto meno di sensibilità, sul problema specifico da parte del Ministro dell'Ambiente che speriamo venga a dare ragione alle nostre tesi.
L'abbiamo percepita ieri, e l'Assessore Garino ha fatto una precisa cronistoria delle dichiarazioni del Ministro. C'è indubbiamente un discorso ancora aperto - come diceva il Consigliere Picchioni - perché evidentemente il problema è del Governo: noi abbiamo sempre creduto che la soluzione era politica, ma abbiamo sempre giocato tutte le carte, d'accordo col Consiglio, con grande determinazione.
La battaglia giudiziaria che, in qualche modo, sembrava disperata perché, diciamo la verità, c'ero solo io che credevo che ci fosse un successo giudiziario, ho visto dei climi molto pesanti quando attendevamo la prima sentenza, anche quella della sospensiva; c'era assoluta sfiducia in questa battaglia giudiziaria. Invece, la battaglia giudiziaria ha giocato forte perché nella relazione del Ministro Ripa di Meana ha avuto uno spazio enorme, significativo ed importante ed è anche quella che ha fatto commettere all'azienda Enichem qualche errore e qualche contraddizione. L'ha fatta commettere un anno fa quando ci siamo trovati con Delmese, l'ha fatta commettere in questi giorni con quella lettera citata dal Ministro nella quale diceva: "io chiudo" e che il Ministro prende al volo: "se perdi 240 miliardi in 5 anni crescenti, e se in sostanza non puoi funzionare senza questo impianto, il discorso va posto sul tappeto in termini reali di possibile chiusura dello stabilimento." Credo che questo vada ricordato oggettivamente, non per rivendicare dei meriti, ma solo per dire che la Giunta ha operato con grande determinazione e grande impegno sulle linee prefissate e stabilite dal dibattito consiliare.
Ricordo che la questione dell'ACNA è nata già nella precedente legislatura; prima che il Consiglio prendesse una linea unanime e complessiva si è molto discusso. Questa linea della Regione Piemonte è stata poi portata avanti con forza. Questo vale anche per il piano di risanamento, collega Rossa. Io ieri l'ho citato nel colloquio con il Ministro - è l'unico punto che è sfuggito all'Assessore Garino nella sua relazione - e ho detto con precisione che noi non abbiamo mai formalmente approvato il piano della Valle Bormida, perché non era chiara la posizione dell'Acna e non era chiaro il problema del Re-Sol che doveva essere, in base al piano, localizzato al di fuori della Valle Bormida, ma che vedevamo in realtà ridelinearsi all'interno della Valle Bormida. Io questo l'ho detto con chiarezza, e per tagliare la testa al toro, bisogna anche dire che il Ministro Ripa di Meana ci ha detto che il piano non è fermo soltanto per questa coerente posizione del Piemonte, ma anche perché non ci sono i soldi. Ieri ho detto esplicitamente che bisogna salvare i posti di lavoro e utilizzare i soldi del piano di risanamento per fare effettivamente il risanamento. Ma se non ci sono i soldi neanche per fare il risanamento...



(Interruzioni del Consigliere Rossa)



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Caro Rossa, se non c'è la copertura finanziaria i piani approvati non si risolvono. Non dobbiamo avere remore sul passato, non dobbiamo avere rimpianti, perché non c'è ragione. Siamo stati coerenti nell'atteggiamento era ininfluente revocare quella benedetta delibera. Noi questo l'abbiamo sostenuto più volte, si è fatta molto spesso una battaglia politica, su questo, del tutto infondata, perché si voleva mettere in discussione l'atteggiamento della Giunta che invece viene riconosciuto all'esterno coerente e puntuale, caro Riba. Ricordiamoci la battaglia sulla formale revoca del piano che noi ci siamo rifiutati di fare come delibera di Giunta, perché ininfluente ed inutile. Vincente, a questo punto dobbiamo dirlo, è la nostra linea: una linea coerente, giusta, corretta, puntuale ma di autonoma interpretazione dell'atteggiamento consiliare. Vincente non definitivamente, sono d'accordo con te, Dameri, ma piuttosto che un pessimismo illuminato e determinato io preferisco avere ancora un ottimismo altrettanto determinato. Penso che in questo momento la questione della Valle Bormida sia su un terreno che può essere vincente per noi. Domani l'incontro sarà difficile, sarà complesso; non ci sarà solo più il Ministro dell'Ambiente, si sono un po' capovolte le cose. Gli atteggiamenti di disponibilità dei vari Ministeri si sono modificati. Non abbiamo più il Ministro delle Partecipazioni Statali, ma avremo un Ministro dell'Industria, avremo dei sindacati, avremo un'azienda la cui posizione è contraddittoria, perché gioca questo momento difficile per lei su due tavoli. Da un lato dice "non posso andare avanti, fatemi andare avanti" dall'altro dice "chiudo", ma quando dice "chiudo"lo dice più come minaccia che come elemento di convinzione. O se lo dice con convinzione lo deve rettificare immediatamente, ecco la posizione ambigua a cui ha fatto riferimento l'Assessore Garino. Da questa posizione ambigua dobbiamo uscire; la soluzione, torno a dire, è politica, però oggi abbiamo qualche elemento in più di ieri per portare avanti con successo questa battaglia.
Mi auguro che i risultati ci siano. Certo andiamo agli incontri con molto impegno, con molta determinazione e con questa punta di ottimismo che speriamo, almeno in questo caso, non sia smentita.


Argomento: Contratti ed appalti - Sanita': argomenti non sopra specificati

Richiesta di informazioni in merito a: Dichiarazioni giornalistiche dell'Assessore alla sanità; Banca dati appalti


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Vorrei fare un richiamo, come viatico di buone vacanze al Presidente.
Ho chiesto più volte, sia in Consiglio che in sede di Conferenza dei Presidenti, di essere informato sugli atti che la Giunta sta predisponendo per quanto riguarda i tagli alle UU.SS.SS.LL ed i tagli in generale alla sanità.
Nuovamente oggi sulla stampa ci sono anticipazioni su questa posizione.
Presidente, lei deve decidere. O questo documento è un documento interno della Giunta, allora se è tale faccia un'inchiesta trai funzionari regionali che fanno uscire le notizie dalla Giunta regionale, ma siccome non è così, siccome queste notizie arrivano dall'ufficio dell'Assessore alla sanità, la prego, Presidente, di dirci se noi contiamo meno dei giornalisti. Se i Consiglieri regionali contano meno dei giornalisti allora ce lo dica, così faccio il concorso per diventare giornalista, per riuscire a sapere quello che l'Assessore sta decidendo per ridisegnare le UU.SS.SS.LL. del Piemonte.
Pertanto, non per piacere ma come richiesta formale, le chiedo di farci avere entro questa settimana una copia del documento che l'Assessore alla sanità ha predisposto e fatto circolare urbi et orbi tra quest'aula, sulla sanità. Ripeto, non per piacere, ma come richiesta formale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dameri.
DAMERI Mi associo alla richiesta fatta dal Consigliere Cucco.
Il nostro Gruppo ha preso posizione oggi con un comunicato stampa visto che funziona questo sistema di comunicazione tra gli organismi istituzionali del Consiglio - di grande preoccupazione sul fatto che ci sia questa messe di informazione esterna rispetto alla riorganizzazione di questioni importanti come quella dell'assetto delle UU.SS.SS.LL. in una situazione nella quale le linee, le idee, gli obiettivi di questa operazione non sono state discusse nella Commissione consiliare.
Si ripete un atteggiamento, nel rapporto tra il, governo regionale e le popolazioni, le comunità locali, gli enti locali, che anziché andare nella direzione di favorire operazioni di assestamento e razionalizzazione del settore sanitario, renderà molto difficili queste operazioni. Visto che non parliamo sulla base di ipotesi puramente futuribili, ma anche di esperienze che abbiamo alle spalle, chiedo al Presidente della Giunta, in quanto garante complessivo dell'esecutivo, che si faccia carico di questa questione.
Non possiamo logorare ancora di più il rapporto tra la Regione e la realtà del tessuto democratico del Piemonte. Quindi bisogna che rapidamente, da funzionari più o meno solerti, o da iniziative di singoli Assessori, su un tema come quello della sanità si possa decidere che tipo di rapporto stabilire con il Piemonte ed in particolare con i Comuni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Aggiungo la mia voce, non per lamentarmi del fatto che la Giunta decida cose che non sono state discusse in quest'aula, ma per lamentare il fatto che la Giunta su cose discusse e decise in quest'aula è inadempiente. Parlo della Banca dati appalti, dell'Osservatorio regionale sugli appalti, che dovrebbe già essere stato presentato dalla Giunta regionale visto che il Consiglio l'ha deciso.
Invito la Giunta, come compito per le vacanze, ad avere la correttezza di presentarsi alla prima riunione del Consiglio regionale di settembre con le proposte operative sulla Banca dati appalti e sull'Osservatorio regionale sugli appalti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Devo riprendere il vecchio argomento, perché ho dimenticato di dare una risposta al Consigliere Picchioni, quella sul flusso di notizie. Devo dire che stiamo operando anche su questo terreno, ma non è facile il rapporto con il complesso industriale piemontese, stiamo comunque lavorando con forza.
Il Consigliere Picchioni aveva lamentato che ci fosse scarso flusso di notizie sulle iniziative del polo di Chivasso: gli rispondo che siamo molto impegnati anche di fronte a queste difficoltà.
Per quello che riguarda invece le domande esplicite dei Consiglieri Cucco e Dameri, noi avevamo addirittura pensato, su richiesta emersa nell'ultima riunione dei Capigruppo, di far fare una prima comunicazione al Consiglio da parte dell'Assessore Maccari, ma ciò è stato impossibile perché oggi l'Assessore è convocato a Roma per la riunione degli Assessori regionali alla sanità e domani - l'ho già detto - io sono convocato alla Conferenza Stato-Regioni che è susseguente all'incontro degli Assessori alla sanità.
Mi rendo conto che il problema è complesso, non abbiamo alcuna intenzione di logorare i rapporti né con gli Enti locali né col Consiglio e dichiaro che prima delle determinazioni che saranno assunte dalla Regione l'ho già detto alla Conferenza dei Capigruppo - sarà fornita informazione alla Commissione e ai Capigruppo. Verificherò se il documento cui fa riferimento il Consigliere Cucco è disponibile e lo faremo avere.
CUCCO E' già disponibile! Ce l'hanno già i giornalisti! BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Ma a quale documento si riferisce, a quello delle UU.SS.SS.LL.? CUCCO Certo! BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Questo documento è una mera ipotesi di riparto delle UU.SS.SS.LL.
CUCCO Non importa! MONTICELLI E' anche quello di cui si parla del deficit sanitario 1992! CALLIGARO E che vi accolla 200 miliardi per il solo 1991! BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Non ci accolla nulla! CALLIGARO Come no? BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Al momento non ci accolla nulla! Avevo già anticipato che la chiusura era di 6.700 miliardi per il 1991, avevo detto che 400 miliardi sono coperti con il decreto, rimangono all'incirca 200 miliardi su 4.000 complessivi di riparto richiesti allo Stato dalle Regioni, quindi 200 sui 4.000 richiesti rappresentano una quota anche notevolmente inferiore al nostro peso di quota sanitaria, rispetto a quello che chiedono gli altri.
E' una grossa questione che giochiamo nel confronto col Governo! Poi c'è anche il problema della copertura del 1992 che stiamo esaminando. Mi rendo conto che ci sono delle difficoltà che sono in re ipsa nel grande problema della sanità. Ne parlerò ancora con l'Assessore; lunedì c'è la riunione di Giunta...
CALLIGARO Ma è lunedì che deliberate come Giunta sulla zonizzazione delle UU.SS.SS.LL. o no? BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Noi non deliberiamo, facciamo delle proposte che vanno all'esame del Consiglio! Mettiamo i puntini sulle "i"! Facciamo delle proposte, come sempre, perché questo è il compito del governo! Ci potranno essere delle fughe di notizie, che io ritengo non giuste, fatte nei confronti della stampa e prenderò in proposito le iniziative necessarie, ma mettiamo le cose a posto: i disegni di legge li predispone la Giunta e li propone al Consiglio nelle sue sedi competenti!


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo quindi alle nomine di cui al punto 24) dell'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.
ZACCHERA Mi rifaccio alla dichiarazione che resi nella penultima seduta del Consiglio relativa alla reiterazione di candidati che non sono stati eletti in precedenti votazioni. La questione è ancora in sospeso: era stata bocciata la nostra questione sospensiva, ma non era stata data risposta dal punto di vista regolamentare sul fatto se fosse o no corretto reiterare (abbiamo ancora oggi dei casi) delle votazioni su candidati che non avevano raggiunto la maggioranza. Avevo chiesto se perdurando reiteratamente delle bocciature non si dovevano sospendere quelle nomine e procedere alla ripresentazione di altre terne.
Gradirei avere una risposta formale da questo punto di vista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, desidero soltanto far mettere a verbale che il Gruppo repubblicano non parteciperà a queste votazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.
GIULIANO Desidero anch'io ribadire, come nelle precedenti occasioni, la non partecipazione al voto del Gruppo Verdi.
ZACCHERA Chiedo la parola per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Lei aveva fatto una domanda e il Presidente della Commissione Nomine sta cercando la norma regolamentare per darle la risposta.
Se lo ritiene, faccia pure la dichiarazione di voto.
ZACCHERA Esprimo la mia umiliazione, in qualità di iscritto all'Albo dei dottori commercialisti, nel vedere che all'interno della terna proposta, pur tra colleghi che se sono iscritti sono stimabili, per motivi di semplice lottizzazione la Presidenza dell'Ordine viene bocciata, mentre un collega che reputo non sia considerato tra i più validi all'interno dell'Ordine viene proposto come candidato - e probabilmente verrà votato - all'interno del Co.Re.Co.
Questa è l'ennesima dimostrazione provata che in nessun modo si è tenuto conto della competenza e dell'esperienza professionale!



PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede perle seguenti nomine.


Argomento: Nomine

"Consigli scolastici provinciali (art. 3, DPR n. 416/74). Provincia di Novara". Nomina di 1 rappresentante.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il sig. Giustina Carlo.


Argomento: Nomine

"Consigli scolastici provinciali (art. 3, DPR n. 416/74). Provincia di Torino". Nomina di 1 rappresentante.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il sig. Cassia Angelo.


Argomento: Nomine

"Ente digestione del Parco naturale della Valle del Ticino" (art. 2, L.R. n. 4/92). Consiglio direttivo. Nomina di 3 membri con esperienza forestale zoologica ed idrobiologica.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Serra Giuseppe, Gambaro Gianfranco, Cremonesi Raffaella (esperti in materia forestale, zoologica ed idrobiologica). Quest'ultima designata ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della L.R. n.10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.


Argomento: Nomine

"Ente di gestione del Parco naturale di Stupinigi" (art. 4, L.R. n. 1/92). Consiglio Direttivo. Nomina di 4 rappresentanti.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Debernardi Paolo, Albertino Giorgio, Milanese Luigi, Comoli Mandracci Vera.
Quest'ultima designata ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della L.R.
n.10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.


Argomento: Nomine

"Comitato regionale per il ServizioRadiotelevisivo"(art. 2, L.R. n. 59/91). Nomina di 9 componenti.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Caramagna Marco, Grosso Giuseppe, Billotti Gian Franco, Violet Alberto Pacifico Otello, Destefanis Silvio, Casanova Filippo, designati ai sensi dell'art. 72 del Regolamento.
Il Consiglio regionale procederà, con successiva deliberazione, alle nomine mancanti per l'integrazione dell'organo.


Argomento: Nomine

"Fondazione M. A. Prolo. Museo Nazionale del Cinema" (art. 8 dello Statuto). Consiglio di Amministrazione. Nomina di 1 rappresentante. Integrazione.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Mignone Andrea.


Argomento: Nomine

"Riserva naturale Orientata delle Baragge" (art. 4, L.R. n. 3/92). Consiglio direttivo. Nomina di 3 membri con esperienza agronomica botanica, zoologica.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede.
Editoria elettronica e duplicazione: Proclamo eletti i signori Mondello Roberto, Cattaneo Giovanni, Mezzalama Roberto, esperti in materia botanica, agronomica e zoologica. L'ultimo designato ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 8 della L.R. n.10/85 e dell'art. 72 del Regolamento.
Comunico che i Consiglieri Ferrara e Zacchera hanno dato le dimissioni dalla Commissione Nomine.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17)



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