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Dettaglio seduta n.169 del 21/07/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Trasporti su ferro

Dibattito a seguito delle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sull'Alta velocità: votazione ordini del giorno relativi (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prima di riprendere i nostri lavori, inviterei i Consiglieri che esprimeranno proprie dichiarazioni di voto (l'attenzione dovrebbe essere soprattutto dei Capigruppo di opposizione) a fare un'unica dichiarazione sull'insieme dei documenti ancora da esaminare. In questo modo eviteremo di passare tutto il giorno sull'argomento, che, pur importantissimo, secondo me, è possibile sintetizzare.
I documenti da esaminare sono quello presentato dalla maggioranza quello del Consigliere Cucco, quello del Gruppo PDS e quello dei Consiglieri Marino e Giuliano.
Poiché non è presente in questo momento il Consigliere Rossa che intendeva intervenire sul documento presentato dalla maggioranza, ha facoltà di intervenire il Consigliere Cucco in merito al documento n. 421 da lui presentato.
CUCCO Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare che ritengo di dover mettere in votazione soltanto una parte dell'ordine del giorno, visto che la Giunta ha già votato contro le ultime due questioni da me poste, in particolare sulla seconda. Questo per tentare, con una mossa di captatio benevolentiae, di ottenere un minimo di interesse sulle mie due prime richieste; non sono prese di posizione, ma richieste di ulteriori informative specifiche su due aspetti del problema.
Uno è quello dell'ubicazione della stazione torinese, per la quale chiedo alla Giunta regionale di presentare un intervento specifico in Consiglio, prescindendo dal problema della presentazione dei pareri sulla valutazione di impatto ambientale, che comunque dovranno essere presentati l'altra è la riformulazione con altre parole di una mia vecchia proposta presentata anche da altri Gruppi, cioè l'istituzione di una Conferenza sulle opere esistenti in Valle di Susa, sia quelle progettate sia quelle realizzate sia quelle in via di realizzazione. Una Conferenza che prenda in esame tutte le opere in oggetto, perché l'impatto sull'ambiente non deriva da ognuna di esse prese singolarmente, ma anche dalla sommatoria delle conseguenze.
Chiedo quindi che l'ordine del giorno sia messo in votazione soltanto fino alle parola "fra gli Enti interessati," gli ultimi due capoversi quello che incomincia con "assuma" e quello che incomincia con "riferisca" li depenno.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'ordine del giorno n. 421 presentato dal Consigliere Cucco, così come depennato dal proponente stesso, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte in seguito alla relazione della Giunta ed al dibattito consiliare svoltosi sull'Alta Velocità; considerato che lo sviluppo di trasporti veloci su ferro è obiettivo prioritario per l'economia del Paese e della nostra regione, e che l'inserimento del Piemonte nel sistema europeo dell'Alta Velocità debba avvenire col minimo possibile di effetti negativi sull'ambiente e col massimo possibile di effetti positivi sul sistema dei trasporti regionali, sull'economia e le relazioni sociali della Regione Piemonte impegna la Giunta regionale affinché: entro sessanta giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno e comunque prima dell'approvazione definitiva del progetto relativo da parte degli organismi competenti, presenti al Consiglio una relazione specifica sul problema della stazione torinese della linea di Alta Velocità, con una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori del quadruplicamento in asse delle linee del nodo ferroviario torinese e le valutazioni in merito alla compatibilità fra i lavori in corso e i progetti in atto entro sessanta giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno e comunque prima che gli organi competenti assumano decisioni in merito, convochi una 'Conferenza sull'impatto delle opere pubbliche esistenti, in costruzione e in progettazione della Valle di Susa'.
Conferenza che prenda in considerazione in modo unitario il complesso di problemi che ciascuna delle opere, e tutte insieme, producono in Valle e che produca ipotesi di soluzione dei problemi e tavolo di confronto continuo fra gli Enti interessati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti favorevoli e 22 astensioni.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 416 presentato dai Consiglieri Rossa, Picchioni, Ferrara, Marchini e Gallarini.
La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo anche a nome dei colleghi che hanno sottoscritto il documento della maggioranza per esprimere parere favorevole sulla relazione del Presidente della Giunta, il collega Brizio, in merito alle nuove linee ferroviarie di Alta Velocità relazione arricchita dal dibattito nel quale ogni Gruppo ha portato il proprio contributo.
Ritengo senz'altro che tale dibattito faccia parte di un momento molto importante, di fronte al quale è necessario che la Regione assuma in modo sempre più incisivo un ruolo che non sia, come qualcuno ha detto, marginale o che comunque possa dirsi "trascinato". Vedo, per esempio, positivamente il fatto che il Presidente della Giunta sia anche copresidente o sia stato cofondatore del Comitato che presiede l'iniziativa dell'Alta Velocità. Sono rimasto sorpreso dalla richiesta di scindere le responsabilità, adducendo il fatto che la doppia carica verrebbe ad appannare il ruolo autonomo e trasparente della Regione rispetto all'iniziativa. D'altro canto, il Presidente ha già precisato che, finche si resta allo stato di progettazione, la sua è una doverosa presenza; solo al momento esecutivo mi pare corretto che si separino le responsabilità. Sono sorpreso perché, in fondo, era auspicabile che il ruolo della Regione, fosse inserito più profondamente in questa realtà.
Per la verità, non sono soddisfatto dell'attività, ancorché impegnativa che a nome della Regione stiamo realizzando in questa fase di studi e di progettazione; a mio avviso c'è bisogno di un tempo maggiore per approfondire tutti i risvolti del progetto in discussione. C'era e c'è bisogno di tempo maggiore per consentire agli Enti locali e alle popolazioni interessate dal passaggio delle linee ferroviarie di Alta Velocità, di poter fare non solo le osservazioni richieste a termine di legge, ma anche di acquisire sul piano culturale la svolta alla quale si sta andando nel settore dei trasporti.
Mi auguro che il Presidente Brizio, nella veste di Presidente del Comitato, faccia presente la necessità della Regione, e quindi delle popolazioni, degli Enti locali e delle Province interessate, che il progetto ha bisogno di tempo e non di scadenze fisse, quali quelle previste dalla legge n. 349, che non consentono di poter realizzare un dialogo più fecondo. Sono queste le ragioni per le quali le regioni, nel dire il loro assenso al progetto che in qualche modo porta l'Italia in un reticolo di carattere europeo, chiedono di avere un ruolo alla pari con i Ministeri. Se vogliamo che la Regione svolga il ruolo di autogoverno del territorio del quale ha potestà legislativa, è necessario che alcune scadenze stabilite per legge vengano prorogate, per consentire ai cittadini, agli Enti, alle associazioni ed ai settori interessati di presentare le loro osservazioni e anche di acquisire la dimensione culturale necessaria per capire l'importanza di questa nuova rete.
Sono sicuramente presenti a tutti quanti noi le immagini cinematografiche di Far West americano, attraversato dalla ferrovia; la gente la vedeva come un qualcosa che avrebbe ostacolato la tranquillità, il lavoro, ecc. Recentemente ho partecipato ad un dibattito in cui si è parlato di questo problema in cui si ricordava un intervento del prof.
Luigi Einaudi, il quale raccomandava che queste decisioni non fossero prese soltanto a livello di governo, ma venissero portate al dibattito della gente; discorso fatto 89/90 anni fa. Ora, anche se in una situazione diversa, questi discorsi si ripropongono. E' allora necessario che la Regione faccia presente la necessità di ottenere una proroga che, in qualche misura, sembra essere stata fissata - da quel che ho capito - al 20 settembre (proposta che ritengo insufficiente). Bisogna andare oltre bisogna che con il Governo si apra un dialogo alla pari. Rispetto al progetto commissionato dalle ferrovie dello Stato, il collega Chiezzi diceva che "c'è tanto di cappello da levarsi". Quindi un progetto che non offre grandi possibilità di discussione.
Queste cose, allora, ci riportano ad un metodo di carattere democratico che deve essere rispettato; non si può commissionare o fare un progetto di quella mole se non vi è il tempo necessario; non si può presentare un progetto di quella mole agli Enti locali, dando loro soltanto 30 giorni di tempo per eventuali osservazioni. Vi sono infatti, signori, anche questioni di carattere non solo metodologico, ma di contenuto. Una valutazione di impatto ambientale può avere un suo significato quando si tratta di costruire un impianto per la discarica di sostanze tossiche o nocive, di rifiuti solidi urbani, ospedalieri o di altro genere: si tratta di capire dov'è collocata la discarica rispetto al territorio.
Però, signori, quando si tratta di progettare una ferrovia che va da Torino a Venezia oppure da Genova a Milano sono necessari tempi di velocità, curve calcolate al centesimo, altezze delle massicciate di protezione contro i decibel eccessivi e quant'altro mi possa venire in mente; non si può stabilire se esiste o non esiste l'impatto ambientale.
C'e poco da fare, o si è per questa soluzione oppure no, non si hanno alternative; non ci sono molte possibilità per dire che lì, forse, c'è una infiltrazione d'acqua tale per cui bisognerebbe spostare il corso della ferrovia. Progetti per i quali si investono 10/20 mila miliardi richiedono anche azioni di carattere operativo.
Questa è la ragione. Nel momento in cui diciamo che siamo favorevoli ad un certo progetto perché riconosciamo che questo ci porta dentro un reticolo di carattere europeo, nel momento in cui diciamo che bisogna inserire questo discorso all'interno di un sistema dei trasporti che comprende i trasporti aerei, il rinnovamento di tutto il parco ferroviario il recupero di tutti i rapporti con la giurisdizione legislativa della quale abbiamo competenza come Regione, nel momento in cui diciamo che occorre prestare attenzione al problema della navigabilità dei fiumi e dei porti, è chiaro che occorre costruire un discorso rispondente a tali esigenze. O si realizza un nuovo rapporto che recupera la collaborazione feconda fra Regione, Enti locali e la gente che se ne occupa, oppure il rischio è di rappresentare i problemi che, in qualche modo, ci passano sulla testa o a fianco senza poter incidere su tali scelte, è necessario chiedere al Ministro dell'ambiente, al Ministro dei trasporti e alla Presidenza del Consiglio i tempi necessari per poter approfondire il discorso e costruire una proposta in grado di realizzare gli obiettivi che sono nel futuro di questo Paese, e, nello stesso tempo, che sia a salvaguardia delle popolazioni e degli Enti locali con i quali vogliamo consolidare questo rapporto. Queste sono le ragioni che fanno da corollario all'ordine del giorno che, insieme agli altri colleghi, abbiamo presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Credo che quanto detto dal Consigliere Rossa nel suo intervento dovrebbe far riflettere sull'ordine del giorno presentato, e che contiene due diverse questioni.
Come dicevo nell'intervento di questa mattina, da una parte si dà una valutazione positiva - nelle prime tre righe e nelle ultime tre delle 17 righe complessive dell'ordine del giorno - dei progetti di Alta Velocità.
Nella parte centrale, in particolare in quel primo paragrafo che è stato emendatato e modificato, si chiede alla Giunta un impegno sulle procedure di discussione e di partecipazione degli Enti locali rispetto a questa scelta.
Paradossalmente, condivido così tanto le cose che ha detto il collega Rossa che non mi sento di votare a favore di un ordine del giorno del genere; non voterò né a favore né contro perché ci sono parti che riguardano valutazioni sull'Alta Velocità che, a mio parere, questo Consiglio regionale oggi non è in grado di fare perché non le conosce neanche minimamente.
Siccome non ho una posizione preconcetta a favore o contro l'Alta Velocità, non posso votare a favore o contro l'ordine del giorno (non parteciperò al voto).
Faccio un piccolo esempio: vorrei capire se quando questo Consiglio regionale parla di Alta Velocità parla di linee che si dà per scontato siano quelle a 250/300 chilometri all'ora o linee a 220 chilometri all'ora.
Sono cose - lo ripeto per la seconda volta, oggi - profondamente e totalmente diverse. Sono favorevole alla velocizzazione di alcune linee orizzontali e verticali del nostro Paese, ma se si prevede sull'asse Milano Genova (128 chilometri) una linea ad Alta Velocità a 250-300 chilometri orari, con un costo - si dice - di 7.000 miliardi, che, secondo me diventeranno 10/15.000, non sono più d'accordo. Se invece si trattasse di un discorso di velocizzazione della linea attuale, forse sarei favorevole.
In generale, non si conosce il costo effettivo dell'operazione; il Direttore o Presidente dell'Italfer, il 19 giugno, dichiarava a "Il Sole 24 ore" che, se davvero i costi dell'Alta Velocità fossero il doppio di quelli inizialmente ipotizzati, non solo non se ne attuerebbe la metà, ma addirittura non si attiverebbe il progetto.
Per quanto riguarda i costi, la tecnologia, le procedure, ecc., siamo quindi totalmente nel limbo.
Da questo punto di vista non posso votare né a favore né contro l'ordine del giorno: non parteciperò al voto.
Mi riservo invece di illustrare meglio, con (ordine del giorno presentato insieme al collega Giuliano, alcune proposte rispetto alle procedure che coinvolgono comunque gli Enti locali, al di là della nostra volontà: coinvolgimento in procedure che nascono dalla legge istitutiva del Ministero dell'ambiente.
Inviterei la Giunta e il Consiglio, almeno sul piano del rispetto di procedure democratiche, a fare uno sforzo per assicurare un minimo di garanzia di partecipazione e democrazia a scelte che, nel merito, credo verranno comunque ridiscusse nel nostro Paese in vari ambiti istituzionali.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bresso.
BRESSO Chiedo istruzioni, signor Presidente: devo svolgere solo una dichiarazione di voto o illustro anche il nostro ordine del giorno, come concordato?



PRESIDENTE

Le suggerisco un unico intervento, così le argomentazioni avranno una loro logica complessiva.
BRESSO In questo intervento, quindi, illustrerò il nostro ordine del giorno e svolgerò alcune considerazioni su quelli successivi.
Comincio dall'ordine del giorno in discussione, su cui preannuncio un'astensione del nostro Gruppo, perché in realtà ci pare non dica un granché. Anzi, dice molto poco e impegna la Giunta a fare molto poco; nulla di ciò che è qui indicato è nefasto rispetto alla questione in discussione: si tratta di cose che, pur del tutto insufficienti, è comunque non disutile che vengano fatte.
Vorrei però rilevare - e questa è la ragione per cui non solo ci asteniamo, ma abbiamo presentato un ordine del giorno sostanzialmente diverso - che, a seguito di un dibattito della portata di ben due sedute di Consiglio regionale, e che ha affrontato una tematica molto più vasta di quella rispecchiata in questo ordine del giorno, appare ben strano, da come stanno andando le cose, che la maggioranza intenda sostanzialmente chiudere l'argomento approvando un ordine del giorno in cui si impegna la Giunta a riferire alla competente Commissione consiliare.
Non viene, ad esempio, affrontata la questione della compatibilità ambientale, prima dell'espressione del parere formale (o almeno, non è indicato da nessuna parte); non si parla, in maniera precisa dell'informazione agli Enti locali (che pure è indicata), e così via.
Queste sono alcune delle ragioni per cui ci asteniamo, perché riteniamo che un'informativa agli Enti locali vada certamente fornita, ed invece la questione è posta senza garanzie di tempi e di modalità.
Il collega Rivalta mi fa rilevare che, in sostanza, si ripete un ordine del giorno già approvato oltre un anno e mezzo fa e che impegnava la Giunta a fare queste stesse cose; impegno regolarmente disatteso. Tale documento quindi, non solo è debole nel suo contenuto, ma è anche perché sospettiamo che quanto ci si impegna a fare non verrà poi realizzato, come è già avvenuto.
Infine, come ultimo punto, l'ordine del giorno impegna la Giunta "a concorrere alla realizzazione di un progetto integrato e complessivo", che non si capisce cosa voglia essere, se non quel "socialismo e ferrovie" di cui ha parlato il collega Rossa; cosa che va bene, e che a me personalmente non dispiacerebbe, perché è già un netto miglioramento rispetto al "socialismo e strade".
Entro così nelle ragioni di critica che si sostanziano nel nostro ordine del giorno. Intanto, la questione generale dell'Alta Velocità, e di come è stata trattata nella comunicazione della Giunta, peraltro intitolata "collegamento ferroviario ad Alta Velocità Torino-Lione". E' ben vero che questo è stato l'argomento principale, ma è altrettanto vero che si è allargato - e non solo da parte delle opposizioni - all'intero problema dell'Alta Velocità.
Faccio rilevare - credo anche altri colleghi lo abbiano sentito - che alcuni giorni fa è stato annunciato un accordo tra le ferrovie italiane e quelle svizzere proprio relativamente alla questione di cui parlava l'Assessore Panella: la questione del Sempione. In generale, si parlava di un accordo - anche qui di Alta Velocità - che, dalla dichiarazione - per qui nessuno ce ne ha parlato ufficialmente, quindi siamo solo a conoscenza delle notizie televisive e radiofoniche - configurava un sistema ad Alta Velocità Italia-Svizzera, basato sul Pendolino, che avrebbe dovuto rappresentare uno degli assi verso il nord.
Questa notizia solleciterebbe già delle riflessioni, perché non è ben chiaro, a questo punto, come si connetterebbero, in particolare sul territorio piemontese interessato da entrambe le questioni, due sistemi di Alta Velocità che sembrano essere diversi. Infatti, in un caso si ragiona sul sistema francese; nell'altro, si ragiona su un sistema peraltro italiano.
Non v'è dubbio che una discussione sull'Alta Velocità dovrebbe essere così come chiedevamo nel nostro ordine del giorno ed anche nell'interpellanza che ha dato origine alla prima parte di questa vicenda affrontata in una sede opportuna; la sede consiliare è opportuna quando ci sia stata un'istruttoria tecnica preliminare. Noi ritenevamo molto più opportuno affrontare questa discussione in sede di Commissione, per avere il tempo di discutere, di scambiarci opinioni e di raccogliere informazioni in maniera più ampia di come lo si possa fare in aula consiliare.
Varrebbe la pena discutere complessivamente del sistema dei trasporti piemontesi, che sicuramente saranno pesantemente influenzati dalle scelte relative all'Alta Velocità; ad esempio, a proposito di questa tratta e delle altre di cui si parla, la Milano-Genova sarebbe o no connessa con la Svizzera? Probabilmente sì, ma non è chiaro.
Ci pare che il comportamento della Giunta abbia portato a situazioni che rapidamente precipitano, senza che ci sia mai stato un momento di approfondimento in sede di Consiglio regionale (ed anche nella sede opportuna, che a nostro avviso è quella della Commissione) e senza che siano chiare le linee su cui si muove la Regione con proprie scelte.
L'unica scelta che emerge è quella della partecipazione al Comitato, cioè l'andare dietro a ciò che avviene. Quello che noi chiediamo nell'ordine del giorno è innanzitutto che si avvii un approfondimento a tempi molto rapidi che vengano precisate meglio tutte queste questioni (non sto a ripeterle ma sono le diverse ipotesi sui problemi di tracciato e delle funzioni che l'Alta Velocità dovrebbe avere); in particolare, la questione ambientale ma non solo.
Sia il documento della Giunta sia il dibattito avvenuto in aula non hanno affrontato questi aspetti del problema; peraltro ci è sembrata strana la posizione del Consigliere Rossa, per il quale apparentemente la valutazione di impatto ambientale è tanto meno importante quanto più importante è l'opera, fino ad ipotizzare che, se l'opera è davvero molto importante, la valutazione di impatto ambientale non conta nulla. Il Consigliere Rossa evidentemente non sa cosa sia una valutazione di impatto ambientale e non sa che in Italia la valutazione di impatto ambientale, in realtà, si è sviluppata essenzialmente per la valutazione di infrastrutture di tipo lineare, cioè autostrade e ferrovie; inoltre, è del tutto abnorme come metodologia applicata alle discariche. La metodologia di valutazione di impatto ambientale applicata alle discariche è, in sé, una sciocchezza metodologicamente e scientificamente parlando; ma, semmai, potremo approfondire l'argomento in un altro momento.
Tornando alla valutazione di impatto ambientale, il problema è che in Italia è parziale. Una vera valutazione di impatto ambientale deve comprendere tutte le questioni - che noi richiamiamo - e deve anche rispondere alle domande di impatto economico e sociale dell'area interessata, cosa a cui il Consigliere Rossa faceva riferimento. Infatti nel nostro ordine del giorno facciamo riferimento all'approfondimento delle questioni ambientali, in particolare per quanto riguarda il più urgente caso della Valle di Susa (e non solo), ma anche di tutte le altre aree interessate dall'Alta Velocità; inoltre, facciamo riferimento alla valutazione degli effetti che potranno determinarsi sul sistema socio economico piemontese in generale e in particolare della Valle di Susa.
Ha ragione il Consigliere Marchini: tali questioni presagiscono che queste questioni coinvolgono pesantissimi impatti territoriali e non si limitano agli impatti sul territorio e sull'ambiente, ma interessano contemporaneamente i sistemi economici e sociali delle aree attraversate.
A questo proposito la Regione, nelle sue competenze di pianificazione economica e territoriale, ai sensi di legge non ha che un compito indiretto nella valutazione di compatibilità ambientale, mentre ha compiti propri sulle altre questioni. Potrebbe quindi intervenire se considerasse la questione della pianificazione dell'Alta Velocità come una squisita pianificazione economico-territoriale, qual è; non è - ha ragione il Consigliere Rossa - solo un problema di impatto sull'ambiente, poich questo, in una vera valutazione di impatto ambientale, è strettamente connesso, e come tale va considerato, agli impatti economici territoriali e sociali.
Sono queste le cose che la Giunta non ha fatto, malgrado l'impegno preso sulla Valle di Susa. Agli inizi della questione dell'Alta Velocità in Valle di Susa, si era chiesto e si era anche ottenuto (perché era stato votato da questo Consiglio) uno studio sul famoso PTO della Valle di Susa che valutasse globalmente gli effetti di tutte le attività, in particolare di tutte le infrastrutture, previste nella Valle di Susa; tale documento è peraltro oggetto di una discussione che dovrebbe avvenire subito dopo questa (è iscritto in un altro punto all'o.d.g.), e anch'esso è stato oggetto soltanto di un primissimo abbozzo di studio, che non' è mai diventato quello che doveva diventare, cioè uno strumento di discussione in Commissione e in aula.
Quindi, il famoso PTO della Valle di Susa, che doveva rispondere a tutte quelle questioni, non solo a quelle poste dal Consigliere Marchini dal Consigliere Rossa o da noi, è lì, fermo; e, intanto, vanno avanti i progetti puntuali. Ciò significa che, alla fine, sarà impossibile ricondurre a unità di pianificazione territoriale le diverse scelte, perch non si possono fare a posteriori valutazioni che avrebbero dovuto essere fatte preventivamente. L'unica cosa che si potrà fare è piangere su come sarà stata ridotta la Valle di Susa e il resto del territorio piemontese interessato; vi porterò delle foto che illustrano cos'è successo nella Val Roja dov'è stato fatto uno scalo ferroviario di grande importanza del tipo di quello di cui parlava il Consigliere Marchini.
Gli altri punti riguardano la necessità di procedere urgentemente alle consultazioni degli Enti locali sulla questione dell'Alta Velocità, dando loro il tempo necessario per esprimere il parere e ottenendo quindi di allungare i tempi anche a livello nazionale.
Su questo, esiste anche un ordine del giorno dei colleghi Marino e Giuliano; approfitto dell'intervento per dire che siamo d'accordo; lo voteremo, anche se il termine "Conferenza dei servizi" a noi non piace molto, perché l'esperienza delle Conferenze dei servizi non è stata molto positiva e, in genere, sarebbe meglio trovare strumenti diversi. Le Conferenze dei servizi sono in genere degli strumenti più per coinvolgere in maniera superficiale e approssimativa gli Enti locali che non per coinvolgerli in maniera seria in un dialogo programmatico; comunque, è sempre meglio di niente, e quindi voteremo a favore.
Per la stessa ragione abbiamo già votato a favore dei due punti messi in votazione dell'ordine del giorno del collega Cucco, sempre con il dubbio che la Conferenza - purtroppo diventata runico strumento di coordinamento istituzionale gli Enti - non sia in realtà lo strumento giusto. Il dialogo fra gli enti di livelli diversi dovrebbe avvenire attraverso la programmazione e quindi attraverso la discussione, nel caso dei trasporti del Piano dei trasporti e delle singole realizzazioni previste nei documenti di Piano.
In Italia, invece, tutto funziona sempre alla rovescia, per cui si arriva a decidere sulla base di un'assenza complessiva di programmazione delle necessità infrastrutturali, pensando di poter poi, in maniera sussidiaria, risolvere la questione della programmazione attraverso questa sorta di concertazione rappresentata dalle Conferenze dei servizi; certo sono meglio di niente, ma non sono la soluzione adeguata a questioni di tale rilevanza.
Concludo invitando la maggioranza a rendersi conto che l'ordine del giorno che ci ha proposto è davvero poca cosa rispetto al dibattito e alle dimensioni dei problemi: equivale in buona sostanza a fare quello che troppo spesso si fa, cioè negare al Consiglio il diritto ad avere un effettivo ruolo di indirizzo della Giunta. Secondo me la maggioranza fa molto male a comportarsi in questo modo perché con ordini del giorno di questo tipo si dà una delega in bianco alla Giunta; non credo che questo sia compito del Consiglio e neanche della maggioranza. Non ritengo sia corretto. Ricordo alla maggioranza che in tutti gli altri ordini del giorno c'erano cose importanti, integrative e probabilmente, in molti casi, non in contrasto con alcune, almeno, delle posizioni prese qui dalla maggioranza e dalla Giunta. Valeva quindi la pena, forse, di fare più attenzione alle proposte pervenute dalle opposizioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, sempre nell'intento di esprimere in estrema sintesi la nostra posizione, questo intervento è da considerarsi come dichiarazione di voto in generale sugli ordini del giorno presentati, oltre a quello, già approvato, a firma Montabone e Marchini.
In primo luogo faccio alcune considerazioni sull'intervento della collega Bresso per evitare che alcune affermazioni, non contestate, vengano considerate accettate. Non è vero che esiste potere di indirizzo del Consiglio! Non esiste, non è mai esistito ed esisterà sempre meno! Cosa significa (elezione diretta del Sindaco? RIVALTA Dio ce ne guardi! MARCHINI Possiamo essere d'accordo o no, caro Rivalta, ma o leggiamo la storia e la realtà oppure continuiamo a non sapere di cosa parliamo. Non si pu essere favorevoli al principio maggioritario contro la proporzionale metodo squisitamente liberale, essere favorevoli all'elezione diretta del Sindaco e poi immaginare che i Consigli abbiano poteri di indirizzo: non è vero! L'elezione diretta del Sindaco e la maggioritaria, il premio di maggioranza, significa che il governo ha una sua propria e autonoma legittimazione democratica che gli arriva dall'essere stato eletto per governare. L'atto politico che investe il governo è il documento con cui la Giunta viene insediata, ma questo non è presentato dal Consiglio, bensì dalla maggioranza! Sulla questione del potere di indirizzo del Consiglio dobbiamo ragionare molto, anche perché poi, collega, sfuma molto il dovere-diritto che abbiamo invece di non essere soddisfatti su quello che la Giunta fa. Io mi lagno più di quanto che la Giunta non fa che di quanto non riesco a farle fare. Non è mio compito far fare alla Giunta.
MONTICELLI La Giunta dovrebbe trarne le conseguenze! MARCHINI Siamo in piena campagna di riforme, ma non dobbiamo immaginare-guarda caso in Regione, dove esiste un minimo di schema che tende a configurare nella Giunta il soggetto propositore e nel Consiglio il soggetto di controllo - che continui la rendita culturale, che la Giunta qualche volta utilizza, di rimettersi al Consiglio e quindi di affermare "siccome l'ha detto il Consiglio, va bene". Non significa assolutamente niente! Se il Consiglio anticipa la Giunta rispetto alle questioni di governo vuol dire che la Giunta non è all'altezza della situazione. L'ho già detto in parecchie situazioni: una Commissione proposta dalla collega Bresso, io l'ho riconosciuta valida...
BRESSO Quando ci sarà la riforma sarà così, per adesso si chiama Consiglio e non controllo! MARCHINI Ma è così, per favore! Sulla questione ho idee che vedo ogni giorno di più confortate non da valutazioni personali, culturali, politiche, ma dalla storia delle cose. Quanto più passerà il tempo tanto più i governi saranno slegati dall'investitura del Consiglio; al Consiglio risponderanno, ma saranno i padroni della politica! Tanto vale quindi che ci abituiamo a questo ruolo diverso, e che la Giunta sappia che non è più consentito immaginare che sia il Consiglio a pensare per lei. La Giunta deve essere in condizione di pensare: quando non è in grado di pensare deve pagarne il prezzo! Il documento che ho sottoscritto per certi versi non è sufficientemente puntuale su due questioni. La prima è che non si sottolinea sufficientemente che il centro del problema del TGV per il Piemonte è il traforo del Moncenisio. La nota generica dell'Italia in generale, dell'Alta Italia meno in generale, è il problema della modernizzazione del sistema su ferro, che poi in termini emblematici si chiama TGV o si chiamerà Pendolino. Questo è un problema generico che ha tutta l'Italia e non solo l'Alta Italia! Il problema vero della nostra Regione - mi spiace contraddire in qualche misura l'Assessore - è che il recupero della centralità di Torino e del Piemonte passa attraverso il traforo di base del Moncenisio. Questo punto deve essere considerato prima di tutti gli altri se sarà affrontato dopo - l'abbiamo detto in discussione generale - la nostra Regione tornerà a essere marginale rispetto alla Regione centrale che sarà quella di Milano; sicuramente, se il tunnel del Sempione verrà fatto prima del Moncenisio, la centralità starà su Milano e non su Torino! Così è la questione! Il dibattito sul TGV peraltro non poteva essere diverso perché ci viene da documenti dello Stato, che mettono sullo stesso piano tutte queste questioni, senza farne emergere la gradualità, come invece è un ruolo nostro. Le Regioni dovranno assumere i documenti nazionali e migliorarli ma soprattutto interpretarli rispetto al proprio disegno politico: quindi il progetto TGV, almeno per il povero avvocato Marchini, è il problema TGV per il Piemonte. E' un'interpretazione cavouriana del problema immaginare che siamo un po' in ritardo, anche noi, come Cavour, nella seconda parte del suo secolo. Il secolo dopo, Cavour lo ha preparato con il canale Cavour, che voi conoscete meglio di me: lo ha preparato con le grandi opere pubbliche. Noi, attraverso queste cose, prepariamo il Duemila! Queste sono cose cavouriane, non sono questioni di ordinaria amministrazione! Ho l'impressione però che la Giunta - mi consenta - tenda a considerare questo un Piano dei trasporti, un Piano ferroviario. No, qui c'è un problema centrale: il tunnel di base del Moncenisio! Tutto il resto "suivra", come dicevano i Francesi quando pensavano ancora all'imperatore.
Altra questione sulla quale si ritorna a sproposito è il PTO della Valle di Susa. Vorrei che soprattutto gli Assessori di nuova nomina - non la collega Vetrino che semmai ricorda bene - sapessero che questo PTO rappresenta una delle scellerataggini da campagna elettorale. La collega Vetrino, persona capace, non ci crede: quindi, ha fatto queste cose non credendoci e ha proposto un PTO per la Valle di Susa, come la Regione doveva fare. Bene, il PTO non è cosa astratta, ma precisa: è uno strumento urbanistico che deve rendere possibile la realizzazione di un progetto, non viceversa, non deve essere la modifica dello strumento urbanistico che produce il progetto. Per semplificare, si era immaginato, nella modifica della legge urbanistica della passata legislatura, di introdurre uno strumento che consentisse a eventuali novità di essere realizzate nell'immediato senza varianti al Piano regolatore. Che cosa sta allora al centro del PTO? L'idea, non lo strumento. Pertanto i miei colleghi della Valle di Susa non possono chiedere alla Regione un PTO: devono fare delle proposte, trovare le risorse e gli imprenditori , che intendono realizzare tali proposte, e sulla base di questo chiedere alla Regione di predisporre un PTO che consenta la realizzazione di quel progetto. In altri termini, se la Peugeot volesse localizzarsi a Bussoleno sicuramente ci vorrebbe un Piano Territoriale Operativo, perché nel Comune di Bussoleno mancano aree industriali e servizi, quindi la Peugeot non è possibile. Immaginare di essere impegnati a fare un PTO solo perché tutti, scellerati, in campagna elettorale lo abbiamo accettato, è assolutamente sbagliato. E' anche sbagliato immaginare che il PTO sia funzionale alle problematiche di coerenza dei diversi nuovi livelli di trasporti che si stanno realizzando.
Mi sembra invece positivo il tentativo del Consigliere Cucco di immaginare uno strumento diverso per tenere sotto governo e sotto controllo, quanto meno sotto esame, tutti li interventi pesanti sulla Valle di Susa. La Conferenza proposta dal collega Cucco è stata criticata dalla collega Bresso, ma io ritengo che un'eventuale Conferenza di questo tipo sulla quale chiedo alla Giunta di fare qualche riflessione, debba rappresentare un metodo e non un complesso di soggetti, quindi non una Conferenza da intendersi come quella sui servizi, in cui Enti locali e diversi soggetti si incontrano su delle cose, ma uno strumento con cui la Regione può tenere sotto osservazione la pluralità degli interventi pesanti che stanno avvenendo sulla Valle di Susa. Questa mi sembra una strada abbastanza intelligente e soprattutto che non si introduce in formule che poi ognuno interpreta come vuole.
Noi, avendo commesso l'errore in campagna elettorale (mi riferisco al 1990), di accettare un PTO per la Valle di Susa, ci siamo fatti carico di essere propositori per la Valle di Susa. Ma la Regione non ha il dovere di avere delle idee per alcune aree e, conseguentemente, proporre la variante ai Piani regolatori: si deve aspettare che la classe dirigente della Valle di Susa, evidentemente anche quella politica, abbia la capacità di avere idee, trovare soggetti interessati alle idee, possibilmente individuare le risorse che devono sottostare alla realizzazione delle idee avanzate, e su questo chiedere alla Regione di avviare il Piano territoriale operativo.
Quindi, il Piano territoriale operativo non è priori, ma è a posteriori dell'evidenza e dell'emergenza sul territorio di una richiesta precisa. Non è a priori, è a posteriori.
Una metodologia leggera, nuova, non formalizzata, di un'attenzione organica dal punto di vista geologico, socio-economico e paesaggistico dell'insieme dei grandi interventi che in Valle di Susa si stanno attuando e verranno attuati (basta pensare al problema delle nuove centrali idroelettriche) è probabilmente una risposta non troppo vincolante, aperta rispetto alla quale ritengo che la Giunta qualche riflessione debba farla a prescindere dall'esito che ha avuto l'ordine del giorno del collega Cucco.
Ribadisco peraltro (esigenza da parte nostra che la Giunta regionale il Presidente in particolare, che è Presidente anche della società ad hoc non trascuri alcuna occasione, alcuno strumento per far sì che il Piemonte sia collegato al sistema est-ovest dell'Europa attraverso il primo grande tunnel, il tunnel di base delle Alpi.
Questa è una novità di politica industriale. Gli elementi di novità che devono cambiare la nostra Regione non sono elementi marginali. Non cambieremo la nostra Regione, una Regione monoculturale legata a un certo modello produttivo, dando un contributo di qualche milione a qualcuno che mette un battilastra da qualche parte. Per cambiare la struttura che lascia perplessi molti di noi, critici altri, disponibili qualcuno come il sottoscritto, ci vogliono evidentemente interventi che cambino radicalmente il modo di essere di un'area.
Torniamo a Cavour per semplicità. Cavour, con le grandi opere pubbliche, aveva governato non il proprio tempo, ma il tempo futuro. Il tunnel del Moncenisio, un secolo e mezzo dopo, è di nuovo non governare l'immediato, cioè il tempo di percorrenza del pendolare fra Torino e Milano e fra Torino e Venezia, ma è di nuovo ricollocare il nord-ovest dell'Italia, , quindi la nostra Regione, condannata dagli uomini. Se la nostra Regione, guarda caso, è diventata famosa perché qui sono passati Napoleone, Annibale e altri personaggi di questo calibro, dobbiamo immaginare che questi ci siano passati perché costretti, non perch piacesse loro tanto passarci. Voglio dire che se Annibale avesse avuto il tunnel del Sempione, non sarebbe sicuramente passato attraverso il piccolo Moncenisio. Su questo non ci piove. La gente viene in Piemonte non perch piace loro la nostra regione, ma nella misura in cui si trova al centro delle questioni europee.
Ripeto: ho l'impressione che la questione, che peraltro vede già la Regione impegnata in senso positivo, in questo Consiglio sia emersa soltanto in termini negativi. Anziché discutere in positivo rispetto a questa ipotesi, che abbiamo insieme costruito, si rimprovera addirittura al nostro Presidente di avere avviato un tentativo nuovo di realizzare un soggetto nuovo: una società pubblico-privata, che deve evidentemente trovare le risorse per attuare il tunnel. Questo tunnel non lo pagheremo con il bollo sulla patente! (tanto per intenderci): il tunnel di base sotto il Moncenisio si farà nella misura in cui degli interessi economici a scala evidentemente non nazionale, ma sovrannazionale si muoveranno su quest'opera, come si sono mossi per il tunnel della Manica. Siamo di fronte a opere di questa dimensione. Quindi, dobbiamo immaginare che le forze internazionali di natura economica concorreranno a quest'opera conchè il Piemonte si ponga al centro di una problematica che è di livello europeo.
Ripeto: mi sembra che l'approccio o la timidezza nell'affrontare il problema riveli qualche tendenza alla rendita di posizione da parte di molti di noi, che prima superiamo e meglio è per tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, utilizzo questo breve intervento per esprimermi sugli ultimi ordini del giorno rimasti e per concludere la riflessione che, a nome del Gruppo, ho svolto sul tema dell'Alta Velocità. Anche a seguito del dibattito, ritengo di confermare il parere nettamente negativo al modo e sostanza con cui il tema dell'Alta Velocità è stato proposto e sostenuto in quest'aula dalla Giunta e dalla maggioranza.
L'Alta Velocità non ha una sola ipotesi di realizzazione. Si pu discutere di Alta Velocità in termini diversi da quelli che ha proposto la Giunta (che sono, a mio parere, anche immaginari), proponendo un'alternativa alle soluzioni proposte. Un'alternativa che faccia leva non tanto su una mitica Alta Velocità, che richiede giganteschi investimenti per elevare la velocità di punta dei mezzi e delle linee, ma viceversa che impieghi minori risorse disponibili per elevare e aumentare la velocità fare Alta Velocità possibile su tutte le linee esistenti, velocizzandole investendo in tecnologie, rafforzando gli armamenti.
La Giunta ha scelto la prima ipotesi, che è un'ipotesi legata a un modo di crescere della nostra società, che sotto la spinta dei gruppi più forti economici tende a superare i momenti di crisi ed a individuare le linee di progresso individuando pochi interventi concentrati in aree di punta, che sottraggono al resto del sistema efficienza e qualità, per consentire a parti ridottissime del sistema di raggiungere alte velocità ed alte efficienze.
Diceva bene il collega Marino: l'Alta Velocità è tutta relativa. L'Alta Velocità, che supera i 250, chilometri all'ora per giungere a punte di 350 è qualitativamente diversa dall'Alta Velocità di treni che viaggiano a 220 chilometri all'ora. Ci sono grandezze fisiche e costi relativi, come la forza centrifuga, che crescono col quadrato della velocità. E il quadrato di quattro è sedici, non è otto. Allora, ha ragione Marino a dire che, per incrementi anche limitati della velocità, ci sono incrementi di grandezze fisiche, le forze d'urto che sollecitano i binari, la forza centrifuga che richiedono investimenti in tecnologia di grande impegno finanziario.
Non facciamo dell'ideologia. Andare veloci sul treno, ed usarlo di più e più spesso, perle persone e le merci, è un obiettivo che Rifondazione comunista sostiene, non sostiene questa vostra Alta Velocità che vendete come l'unica Alta Velocità,possibile.
Rivendico la pertinenza del ragionamento che ho svolto, sostenendo in questa sede l'unicità della spesa pubblica. La spesa pubblica non è n bina, né trina. La spesa pubblica è una. Rivendico il diritto di parlare di spesa pubblica in termini unitari. Quando si effettuano investimenti dell'ordine di decine di migliaia di miliardi, sostengo il diritto e la pertinenza di confrontare investimenti in un settore con gli investimenti in un altro settore. Nel caso specifico, e non mi dilungo troppo, sostengo che investimenti di questo livello dovrebbero, nel settore ferroviario portare benefici all'intero sistema.
La strada che avete scelto porterà a pochi benefici in un'area ristretta del sistema. A questo punto la spesa pubblica potrebbe essere rivolta ad altri settori, a mio giudizio, più necessari di questo. Quindi collegare l'Alta Velocità alla spesa sanitaria e a tutte le altre spese in servizio sociale la ritengo assolutamente pertinente e per nulla demagogica.
L'ordine del giorno proposto dalla maggioranza è un ordine del giorno in parte generico, approva ovviamente la relazione della Giunta e prende alcuni impegni in ordine alla informazione delle comunità locali.
Colleghi, ho esaminato, sia pure superficialmente, l'unico progetto disponibile oggi a nostre mani, quello della linea Milano-Genova. Tale progetto è nei piani superiori di questo Palazzo. Andate ad esaminarlo. E' un progetto di eccezionale valore, è un progetto completo. I 128 chilometri della linea Milano-Genova sono analizzati traversina per traversina. Ci sono carte tematiche conclusive leggibilissime che descrivono ogni aspetto del territorio lungo i 128 chilometri. Ci sono le carte idrogeologiche, le carte dell'uso dei suoli, la carta dei beni ambientali, sono segnati tutti i pozzi d'acqua che si trovano lungo la linea ferroviaria, c'è la descrizione accurata dell'ambiente urbano, ci sono le stratigrafie dei terreni, ci sono descritti tutti i cantieri da aprire e per ogni cantiere è descritto lo stato di avanzamento delle opere e il susseguirsi di esse.
E' un progetto il cui peso documentario è eccezionale.
Colleghi, di fronte a questo fatto vi propongo due osservazioni.
La prima è la seguente. Per esprimere un parere di pari livello a questo progetto, degno, in sintonia con l'approfondimento progettuale che lo Stato ha depositato sul nostro tavolo di lavoro, occorrerebbe un esame approfondito e appropriato di lunga lena. Non sono le settimane sufficienti per rispondere allo stesso livello, sono i mesi e sono i molti mesi, non gli uno, due o tre mesi. Occorre un lavoro almeno di sei mesi, a mio avviso.
Di fronte a questo fatto, chiederei una risposta congrua della Regione che indichi chiaramente allo Stato che ci vuole del tempo. Ma stiamo attenti: il peso della documentazione progettuale è grandissimo. Di fronte ad una documentazione di questo genere bisogna essere aperti ad ogni conclusione, non dobbiamo farci schiacciare dal peso degli elaborati prodotti ed ogni conclusione vuol dire che si può mettere anche in discussione l'intero progetto. Allora, a questo bisogna essere disponibili.
L'esame d'impatto ambientale è serio, se il suo esito è bifronte: positivo o negativo. E nel caso sia negativo, il progetto deve essere cambiato.
Siamo disponibili a questo? Se sì, la procedura di un esame congruo nel tempo e nello spazio può essere una strada. Viceversa, colleghi, se non si è disponibili a fare della valutazione di impatto ambientale quella che dovrebbe essere una valutazione preliminare sulla fattibilità di un'opera allora c'è un altro pericolo e sollevo un'altra critica. L'altro pericolo è che, con una documentazione progettuale così massiccia ed esaustiva dei problemi, si voglia mettere le comunità di fronte al fatto compiuto.
Si è descritto e progettato tutto con tale dovizia di particolari e ricchezza di analisi che chiunque, di fronte a questi elaborati progettuali, non deve far altro che inginocchiarsi e dire di sì. Non escludo che questa sia una delle strade imboccate. A questo punto colleghi, mi chiedo: per dare un giudizio di fattibilità di un'opera ed un giudizio di impatto ambientale, è proprio necessario giungere a descrivere ed analizzare la vita dei cantieri, una volta che saranno aperti? Non ci troviamo di fronte ad un progetto troppo grande e preciso rispetto alle finalità cui si dice dover corrispondere? Un progetto che deve corrispondere ad un parere di impatto ambientale non poteva fermarsi molto prima? Quanto è costato questo progetto? E questa è l'altra faccia della medaglia. C'è da chiedersi se di fronte a questo è ancora possibile valutare obiettivamente il senso di un progetto dal punto di vista ambientale e dire che è un progetto sbagliato. Se non è così, c'è un errore a monte, c'è un Ministero, uno Stato che nella legge scrive: "Facciamo i progetti e si sentano le Regioni", ma poi mette le Regioni di fronte anche ad un progetto così completo che implicitamente richiede a tutti di assumersi la responsabilità di non respingerlo.
In definitiva, colleghi, il Gruppo di Rifondazione Comunista si colloca, nel votare gli ordini del giorno, nel seguente modo. Giungo ad una sintesi, con tutti i difetti che hanno le sintesi. Nell'interpretazione (sottolineo il termine interpretazione, perché non possiamo fare altro che sentirci e cercare di capire cosa si dice) che do del dibattito, il Gruppo di Rifondazione vota contro le proposte di tutte le forze e ai Gruppi, e sono tutti quelli di maggioranza, che sulla vettura dell'Alta Velocità hanno già preso posto, sono comodamente seduti, chiedono semmai di stare seduti più comodi e cercano di accelerarne la costruzione. Voteremo anche contro le proposte di coloro che ci è parso siano saliti sulla vettura e dall'interno della vettura chiedono che siano un po' più curati i dettagli i particolari, una certa parte della progettazione, e contro le proposte di coloro che sono saliti su una vettura di cui non si contesta futilità.
Questa ci sembra la posizione del Gruppo PCI-PDS, per questo motivo voteremo contro il suo ordine del giorno. Abbiamo votato a favore di ordini del giorno pure non in perfetta sintonia con la nostra posizione, quelli proposti dal Consigliere Cucco, dal Gruppo dei Verdi e dalla Lega Nord perché ci è parso siano dei Gruppi che intanto stanno a terra e non sono saliti sulla vettura, osservano questa vettura, chiedono ragioni e informazioni prima di decidere l'utilità della vettura stessa. La nostra posizione è ancora diversa; noi siamo a terra e vorremmo costruire un'altra vettura.
Questi sono i motivi per i quali ci siamo confrontati sui vari ordini del giorno in modo diverso e i motivi per i quali, sull'ordine del giorno proposto dalla maggioranza e del PDS, voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Signor. Presidente, mi pare che questo dibattito, come diceva poco fa il collega Cavallera, sia un dibattito a bassissima velocità, perché ci stiamo ripetendo, dopo 15 giorni, sugli stessi argomenti, senza che alcuna novità, tranne alcune osservazioni pervenute stamattina, grazie anche all'Assessore Garino, intervenute per corroborare la nostra ulteriore sete di conoscenza. Credo che, contrariamente a quanto diceva poco fa il collega Chiezzi, ci siano un po' troppi manovratori che tengono ad essere tali. Io invece, credo sia dovere della Giunta indicare un manovratore unico, una direzione unica, una decisione unica. Il perché lo dirò dopo.
Intanto, mi preme, proprio sul fatto personale, rispondere al collega Chiezzi per quanto ha detto questa mattina; le parole non sono evidentemente pietre, sono leggere come piume per cui si ritorna sugli stessi abusati argomenti, proprio perché forse non si è avuta l'occasione di essere i primogeniti nell'avanzarli. Stamane, dopo aver dato - 15 giorni fa - una risposta al Consigliere Monticelli, il Consigliere Chiezzi ha ritenuto opportuno riprendere l'argomento, per il quale non mi sento assolutamente colpito né da reticenze né da silenzio e non mi metto assolutamente in nessun angolino della stanza sperando che qualcuno non se ne accorga.
Il problema Stef è stato sollevato dai Consiglieri Marchini e Montabone per valutazioni loro, assolutamente libere, che non coinvolgono il Gruppo e tanto meno la Giunta. Il problema Stef, però, mi pare sia stato l'argomento per cui il Consigliere Chiezzi ha sollevato alcuni pretesti, per ripetere questioni di ordine di opportunità, di ordine politico, ecc., ecc. Ebbene siccome la storia la si conosce ed è stata presentata con dovizia di argomenti '15 giorni fa, tutti sanno che la Regione Piemonte ha incaricato la Stef di fare uno studio di prefattibilità, che a questo studio ha collaborato la Sitaf con l'esborso di un miliardo e 300 milioni, che la Sitaf non è assolutamente concessionaria dell'Alta Velocità per quanto riguarda il tratto Torino-Modane o Torino-frontiera, e che la Sitaf potrà essere, come io credo, al di fuori di ogni gioco, sia governativo che di ordine regionale. Il progetto di fattibilità, che la Sitaf ha contribuito ad elaborare dal lato finanziario, potrà essere venduto, messo in un cassetto, dimenticato.
Per quanto concerne il rapporto Stef-Sitaf, la partecipazione della Sitaf nella Stef è del 14%, la Regione ha una partecipazione del 21 l'Ativa ha una partecipazione del 14%, i privati una partecipazione del 51%. Questa è la situazione assolutamente obiettiva. Inoltre, se domani ci fosse incompatibilità fra il mio esercizio di Consigliere di questa Regione e Vicepresidente della Sitaf, saprei benissimo cosa scegliere. Certamente non mi venderei per un piatto di lenticchie e nemmeno per due! Mi pare inoltre che questa mattina il Presidente Brizio abbia dato una spiegazione esauriente sulla sua posizione. La sua posizione non può essere certamente svilita, oppure ridimensionata ad un lobbismo di maniera; in quest'aula, invece, si è voluto far credere che il Presidente della Giunta regionale Brizio potesse essere subordinato nell'esercizio della sua presidenza. Brizio ha chiarito che questo è un comitato promozionale, ha chiarito che questo è un Comitato di sostegno, ha chiarito che questo è un Comitato in cui si, esprime la volontà politica della Regione. Queste sono affermazioni assolutamente inoppugnabili; se noi avessimo mancato questa occasione, se la Regione non fosse stata presente in questo Comitato, se il Presidente avesse avuto una posizione defilata, per non dire subalterna non avremmo forse qui sollevato argomenti di segno totalmente diverso, per cui la Regione sarebbe stata o sarebbe apparsa come un soggetto debole, un soggetto puramente accessorio, un soggetto acefalo, un soggetto decapitato delle sue funzioni, un soggetto comunque assente dal grande gioco del mercato, dove solamente le grandi lobbies finanziarie private o le grandi industrie potrebbero tenere "le redini del gioco"? Oggi, invece, si vuole solamente evidenziare questa sua presunta incompatibilità morale, questa sua presunta inopportunità, quasi in una visione ipocondriaca istituzionale, per cui si cerca di accreditare un malanno che non ha alcun oggettivo riferimento, oggettivo riscontro nella patologia della persona.
Queste sono visioni passatiste, visioni intelligentemente passatiste - caro collega Chiezzi -, però non possiamo fermarci con la lente dell'entomologo a vedere quali potrebbero essere gli sviluppi di domani.
Ma chi fa politica, allora, in questa Regione! Se dobbiamo abdicare (ma tutte le volte che siamo stati chiamati in causa, abbiamo reclamato con diritto alla Regione di essere un soggetto forte, per esempio per la politica industriale), come possiamo dimenticare cose che abbiamo detto solamente ieri! Come possiamo dimenticare cose per le quali si è chiamato in prima persona, il Presidente ad essere lui il Presidente della Giunta ma se non vogliamo nemmeno governare quelli che sono i possibili ritmi di sviluppo, le possibili dinamiche sociali del nostro territorio, crediamo noi di essere un soggetto forte? O non possiamo essere anche noi in una cassa integrazione di persone che guardano solamente il passato, di persone che vogliono solamente giocare sulle proprie opportunità particolari. Credo che, invece, la presenza della Regione sia una presenza necessariamente strategica. Certamente in questo mondo e in questo Paese si può svilire tutto quanto e i fatti di ieri, i fatti di oggi, i fatti per cui di fronte ad una struttura inossidabile quale quella della mafia, oggi ci si presenta un Paese decimato nelle sue divisioni, un Paese che non riesce a presentare una sua faccia univoca, che non riesce a decidere, specchio di un Paese che non riesce a governare.
La verità è che non possiamo pretendere di essere una regione che va avanti con gli eterni balbettii degli ordini del giorno e, quando anche questi ordini del giorno riguardassero o concernessero possibili convergenze, dove si trovano subito i distinguo necessari per misurare le distanze, non le convergenze possibili. Per questo, anche in questo dibattito, si vede la forza riformista del PDS. L'ho già detto prima caro Chiezzi, tu sei un passatista intelligente, ma guai se dovessimo seguirti nelle tue elucubrazioni, nelle tue suggestioni che pure sono sempre corroborate da un cervello fine; guai, perché finiremmo certamente - come hai detto tu - a non prendere nessuna vettura e a vedere che tutte le vetture ci passano e ci sfrecciano davanti andando chissà dove, ma certamente non portando noi da nessuna parte.
Il problema è di che cosa fare, perché siamo in un paese "senza", non solamente un paese "contro", ma un paese - come diceva Alberto Arbasino anni fa in un suo libro famoso - senza nulla, senza capacità di decisioni senza volontà di fare qualche cosa, ma solamente con la capacità di stringerci attorno ad una morsa che ci impedisce di fare qualunque cosa pur di rivendicare una cosiddetta primogenitura di 'minoranza o di opposizione.
Tutti i Consiglieri, dopo che lei ha parlato, dopo che lei ha precisato e ha voluto spiegare qual era la sua funzione, qual era il limite temporale della sua presenza, hanno ripetutole cose dette alcune ore fa, come se nulla fosse. Ma allora a cosa serve parlare in questo Consiglio? Cosa serve comunicare? A niente. Allora, ognuno deve adottare delle posizioni o assumere dei comportamenti che, certamente, porteranno a delle riflessioni diverse da quelle fatte finora.
Aveva ragione l'amico Rivalta quando questa mattina, culturalmente diceva: "non siamo più ai tempi di Marinetti, e non è nemmeno il tempo del ballo Excelsior", perché tutto l'impatto ambientale, tutti i problemi concernenti questi grandi eventi - sono d'accordo con il collega Marchini quando dice che il problema apicale è quello del Moncenisio e non altro porteranno certamente ad una disamina complessiva, ma lì si vede la volontà di noi tutti di confrontarci sulle cose e non di partire con teoremi fissi o con propagande che nascondono, comunque, la razionalità di un pensiero perché non si può più "sparare al chiaro di luna. Non crediamo di toglierci da questa emergenza o da questo sottosviluppato Piemonte "tirandoci super i capelli", come faceva il Barone di Munchausen, dai pantani e dalle sabbie mobili. No, nessuno si può tirare fuori da solo, però dobbiamo cogliere quelle opportunità che, certamente, vincono i veti, gli ostruzionismi, le polemiche pretestuose, le allusioni venefiche, le manovrette da corridoio e le manovrette da partito.
Questa mattina l'Assessore Panella - ma nessuno lo ha ascoltato - ha voluto ricordare,che c'è stato un incontro il 3 giungo 1992 con l'amministratore straordinario Necci. Certo, noi abbiamo fatto un ordine del giorno che può essere estremamente semplice e riassuntivo, ma il nostro ordine del giorno si rifaceva dalle comunicazioni precise ad una presa di posizione politica della Giunta, dal Presidente, dall'Assessore Panella per cui è un riferimento, non è un "salto nel vuoto", è un riferimento calcolato e logico quello che loro hanno detto. L'Assessore Panella diceva questa mattina - ma nessuno lo ha ascoltato - che il problema dell'Alta Velocità è un'occasione irrinunciabile per la riqualificazione dell'intero sistema ferroviario nazionale, ed in particolare quello regionale. Questo significa il nodo ferroviario di Torino, l'abbassamento della stazione di Porta Susa, la progettazione e il finanziamento da Porta Susa a Porta Dora e cioè il quadruplicamento da Porta Stura a Chivasso, il che comporta un sistema ferroviario regionale con l'elettrificazione, il raddoppio delle linee Chivasso-Ivrea, da Bivio Sangone a Pinerolo, la linea di Chieri Trofarello. Questo significa anche il valico del Sempione, la progettazione della Malpensa e questo significa, insomma, una razionalizzazione di tutti gli interventi. Non si può far stare il grande nel piccolo, amici, non si può far cadere la grande velocità nel piccolo piano dei trasporti piemontesi, ci deve essere invece il coordinamento tra il grande e il piccolo. Quando tutto questo significa assumere, da parte della Regione, un ruolo di coordinamento degli Enti locali interessati, questo è stato recepito nell'ordine del giorno - amico Rossa - della maggioranza, molto semplice, molto modesto, ma nell'ultimo comma si fa precisamente riferimento a quanto di questo piano organico è stato compreso nell'azione del 'governo della società piemontese. Tant'è vero che nella lettera inviata dall'ing. Necci, in data 14 luglio 1992 alla Regione Piemonte (lettera che accompagnava i documenti relativi al protocollo d'intesa fra Ferrovie dello Stato e Regione Piemonte e lo schema di accordo di programma che deve interessare tutti i collegamenti piemontesi), si fa riferimento all'esigenza di addivenire al più presto ad una strategia comune per la definizione di un nuovo assetto dei trasporti nella Regione Piemonte e per l'individuazione dei modi, dei tempi e degli effetti dell'introduzione della rete ad Alta Velocità nella nostra zona.
Con questo voglio significare semplicemente, caro Chiezzi, che non si può rendere tutto uguale, tutto omologato (al basso), non si può ricercare la parificazione delle priorità, perché questa non esiste nel mondo, nella società naturale: c'è sempre e comunque una gerarchia, c'è sempre un prius e un postea. Pertanto, le scelte che dobbiamo fare devono essere compatibili con lo sviluppo, pur non dimenticando il quadro d'insieme in cui queste scelte si devono inserire.
Allora io credo che, certo, il piano dei trasporti deve essere fatto però su queste linee, su questi fatti e sulle precisazioni che sono state richieste. Ad esempio, alcune cose dette dal Consigliere Cucco e da altri possono essere assolutamente recepite, come anche (ordine del giorno del PDS, che io mi sento di appoggiare, tranne che per la parte finale in cui si dice: "impegna inoltre la Giunta a stabilire, attraverso la Commissione consiliare competente, un rapporto programmato di informazione documentazione e discussione sui problemi dell'Alta Velocità e più in generale del sistema dei trasporti regionali, nell'obiettivo di giungere alla stesura di un nuovo piano regionale dei trasporti in tempi utili all'esame dei progetti dellAlta Velocità".
Con questo voglio dire ciò che ho detto un momento fa: se questo significa che tutto deve essere subordinato perché si faccia un piano e dentro al piano e a queste coordinate ci sia anche (Alta Velocità, questo mi trova completamente dissenziente; se però nel quadro dell'Alta Velocità ci sono tutti RIVALTA La Giunta dice da mesi che il Piano è pronto! PICCHIONI Benissimo, se è pronto è una cosa diversa. Se questo invece significa che tutte le scelte dell'Alta Velocità, indipendentemente dalle priorità tra l'altro sono anche d'accordo su quanto è stato detto dal Consigliere Marino per quanto concerne la Milano-Genova, cioè se sia davvero Alta Velocità o velocizzazione della linea, bisogna chiarire anche questo aspetto -, possono essere effettivamente riportate ad una compatibilità complessiva del sistema dei trasporti piemontesi, allora io credo che questo ordine del giorno possa anche essere accettato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.
GIULIANO L'intervento testé concluso sollecita in me una serie di considerazioni che vanno in direzione diametralmente opposta rispetto a quelle portate dal collega Picchioni, anche perché - come sapete - la nostra concezione dello sviluppo non ci permette di confondere lo sviluppo con la crescita. Noi pensiamo che sviluppo e progresso siano cose diverse, che non sempre vanno d'accordo con la crescita. In questo senso riteniamo che certe posizioni che oggi appaiono al pensiero corrente come posizioni di avanguardia, che guardano verso il futuro, a nostro modo di vedere in realtà sono idee ormai superate, passate, che dimenticano quello che invece è ampiamente assodato cioè che le attività dell'uomo devono fare i conti sempre e comunque con le capacità di carico del pianeta; ridotto a livelli sempre più bassi, ci significa anche dover fare il conto con le capacità di carico di una valle come, ad esempio (e torno a ripetermi), la Valle di Susa.
Tralascio queste considerazioni - credo che avremo occasione di riprendere in altri momenti queste argomentazioni - e mi limito a dichiarare la nostra non partecipazione al voto per quanto riguarda il documento della maggioranza. Intanto per quella che riteniamo essere comunque ancora una genericità di fondo e, in secondo luogo, per coerenza con le nostre posizioni; non possiamo certo dare il nostro voto favorevole ad un ordine del giorno che approva una relazione del Presidente della Giunta regionale, verso la quale - come sapete - abbiamo tenuto un atteggiamento critico e forse, da parte mia (così mi stanno dicendo i miei colleghi), anche un tantino duro. Non c'è niente di personale in tutto questo; cerchiamo di sostenere con forza le nostre opinioni e, ripeto, non si tratta di una questione personale nei confronti del Presidente.
Detto questo, annunciamo invece il nostro voto favorevole all'ordine del giorno presentato dal PDS, perché in parte riprende quelle necessità di chiarezza e di informazione che anche noi abbiamo sostenuto e perch riteniamo dia la possibilità e lo spazio per ulteriori interventi riguardo a questo tema particolarmente importante che, torniamo a dire, ci sembra del tutto inadeguato che sia imposto alla nostra Regione di risolvere nell'arco di poche settimane.
L'abbiamo sentito anche dai discorsi di oggi: il tema dell'Alta Velocità richiederebbe un dibattito molto più serio, più approfondito, più accurato, non fosse altro, ad esempio, che per meglio capire quali saranno le opzioni verso le quali la nostra Regione si muoverà. Mi riferisco alle possibilità di avere unicamente il trasporto passeggeri o il trasporto misto, passeggeri e commercio. Nel caso in cui il progetto dell'Alta Velocità debba andare avanti, ovviamente noi saremmo favorevoli a questa seconda ipotesi.
Per quanto riguarda in specifico questo argomento, non abbiamo espresso parere favorevole sull'ordine del giorno presentato dal collega Marchini perché ci sembra che certi studi di valutazione dell'impatto ambientale e di quelle che possono essere le ripercussioni sul territorio, in particolare nella Valle di Susa e del tratto Lione-Torino, non possano e non debbano essere lasciate nelle mani di società private, qualunque esse siano, ma meritino invece un impegno ben più approfondito e più vasto che richiami, in primo luogo, l'impegno delle forze universitarie e di ricerca della nostra Regione. Riteniamo sia stato un errore affidare queste ricerche a società private; avremmo voluto vedere impegnata la ricerca pubblica che, se non altro, potrebbe garantire un'obiettività ben maggiore di chi invece si trova, da una parte, ad esprimere giudizi di valutazione di impatto ambientale e, dall'altra, è direttamente cointeressata alla progettazione delle strutture che sul territorio si vanno a realizzare.
Registriamo, una volta di più, e questo purtroppo non è caso isolato e non attiene solo alla nostra Regione, il fatto di come la valutazione di impatto ambientale abbia una lettura ed un'interpretazione, nel nostro Paese, che è quella di dare sempre e comunque indicazioni a favore della realizzazione di un'opera. Credo che se gli studi riguardo alla valutazione di impatto ambientale per il tracciato dell'Alta Velocità nella Valle di Susa fossero seri e obiettivi, sicuramente non potrebbero non concludersi con il diniego alla realizzazione di un'opera che va a sovraccaricare ulteriormente una valle che, come abbiamo già in altre occasioni espresso ormai è al limite dell'asfissia e non ha più alcuna capacità di carico rispetto a queste realizzazioni pubbliche. Purtroppo, invece, si continua a progettarne e a proporne altre.
Non so se nella seduta di oggi avremo modo di dibattere ancora sulla questione della Valle di Susa più in generale, in riferimento all'interpellanza che la collega Segre ha presentato, insieme ai colleghi del PDS; mi auguro sia così, perché ritengo sia un argomento che ha bisogno di essere discusso e approfondito almeno tanto quanto è stato fatto per l'Alta Velocità.



PRESIDENTE

Pongo in votazione (ordine del giorno n. 416 così emendato, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, udita la relazione del Presidente della Giunta regionale in merito alle nuove linee ferroviarie ad Alta Velocità la approva tenuto conto dei contributi provenienti dal dibattito IMPEGNA la Giunta regionale a riferire alla competente Commissione consiliare prima dell'espressione del formale parere sulla compatibilità ambientale dei progetti ai sensi dell'art. 6 della legge n. 349/86



IMPEGNA ALTRESI'

la Giunta regionale ad una informazione puntuale e sistematica degli Enti locali interessati, anche alla luce dello sviluppo e del potenziamento del trasporto ferroviario piemontese individuando eventuali integrazioni possibili in altre direzioni necessarie a completare l'inserimento nella rete europea



IMPEGNA ALTRESI' LA GIUNTA

a concorrere alla realizzazione di un progetto integrato e complessivo del trasporto e delle vie di comunicazione del Piemonte con le altre Regioni in rapporto con l'Italia e l'Europa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli, 5 contrari e 13 astensioni (4 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione).
Prima di porre in votazione l'ordine del giorno n. 425 presentato dai Consiglieri Monticelli, Foco, Bosio, Rivalta, Bresso e Riba, chiede di intervenire il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.
PICCHIONI La DC propone di votare l'ordine del giorno per parti separate precisamente la prima da "impegna" fino a "le altre linee ferrovie regionali, in particolare quelle minori", la seconda da "la Giunta" fino a "di giungere alla stesura di un nuovo Piano regionale dei trasporti", e la terza parte finale del documento.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 425. Viene richiesta, e i proponenti l'accolgono, una votazione in tre parti distinte.
Pongo in votazione la prima parte dell'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, preso atto delle comunicazioni del Presidente della Giunta in ordine al progetto di linea al 'Alta Velocità' (che nella specifica situazione territoriale italiana più opportunamente dovrebbe essere chiamata linea di 'elevata efficienza') IMPEGNA la Giunta regionale affinché, prima dell'approvazione dei progetti da parte degli organi competenti, sottoponga all'esame del Consiglio chiara documentazione su: 1)come vengono condottigli studi di progettazione dell'Alta Velocità e come sono articolati quali Enti e istituzioni pubbliche, gruppi misti e privati vi partecipano effettivamente, con quali ruoli decisionali, compiti e responsabilità (con particolare attenzione a quelli piemontesi) chi svolge la funzione di direzione complessiva e di coordinamento quale ruolo svolge la Giunta regionale e il suo Presidente 2) quali siano le ipotesi prese in esame e progetti redatti, ed in particolare: tracciato (in Valle di Susa, area torinese e nel resto del Piemonte); funzionalità (velocità, tempi, fermate, interrelazione con il restante sistema di trasporto); funzioni (passeggeri, merci); programmi finanziari, costi e tempi di realizzazione e tipo di gestione 3) quali impatti si determinano su ogni componente territoriale e ambientale - aria, acqua e sottosuolo, vegetazione, paesaggio, nonché sul sistema insediativo-abitativo, storico, culturale e produttivo (con particolare attenzione alla Valle di Susa e all'area torinese, ma non trascurando il resto del territorio, tenuto conto che già si segnalano preoccupazioni: ad esempio, per la linea Milano-Genova) quali influenze potrà determinare sul sistema socio-economico piemontese, torinese e della Valle di Susa come si pensa di operare sul sistema socioeconomico, culturale e territoriale affinché la prospettata realizzazione di un sistema di 'Alta Velocità' possa determinare apporti, più che operare assorbimenti e deflussi, sia sulle aree direttamente interessate (punti di fermata e di interscambio) sia sulle aree e comprensori circostanti della regione su quali finanziamenti si pensa di fare affidamento e quali eventuali nuove forme organizzative e gestionali si pensa di mettere in atto per migliorare e rendere funzionali le altre linee ferroviarie regionali e in particolare quelle minori".
Chi è favorevole alla prima parte dell'ordine del giorno è pregato di alzare la mano. E' respinta con 16 voti favorevoli, 1 contrarlo e 29 astensioni.
Pongo in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte



IMPEGNA INOLTRE

la Giunta a stabilire, attraverso la Commissione consiliare competente un rapporto programmato di informazione, documentazione e discussione sui problemi dell'Alta Velocità, e più in generale del Sistema dei trasporti regionali, nell'obiettivo di giungere alla stesura di un nuovo Piano regionale dei trasporti".
Chi è favorevole alla seconda parte dell'ordine del giorno è pregato di alzare la mano. E' approvata con 41 voti favorevoli, 1 contrario e 3 astensioni.
Pongo in votazione al terza parte dell'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte



IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

a procedere in tempi utili all'esame dei progetti dell'Alta Velocità, a procedere alle consultazioni degli Enti locali sui progetti di Alta Velocità, dando ad essi un congruente tempo (almeno novanta giorni) e a coinvolgerli nella formulazione del Piano regionale dei trasporti".
Chi è favorevole alla terza parte dell'ordine del giorno è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 16 voti favorevoli e 30 astensioni.
Passiamo infine all'esame dell'ordine del giorno n. 426 presentato dai Consiglieri Marino e Giuliano, per il quale è prevista la votazione per parti separate.
La parola al Consigliere Marino che lo illustra.
MARINO Questo ordine del giorno non entra nel, merito di una valutazione sull'Alta Velocità, ma parla soltanto di democrazia; non entra nel merito delle questioni dell'Alta Velocità, ma entra nel merito delle questioni di democrazia. Si tratta di un documento estremamente semplice: riguarda gli unici progetti di Alta Velocità che i Consiglieri regionali dei Piemonte hanno avuto o avrebbero, in teoria, la possibilità di conoscere, essendo stati consegnati il primo, quello della Milano-Genova, il 2 luglio e il secondo, quello della Torino-Milano, il 16 luglio.
Secondo la legge istitutiva del Ministero dell'ambiente, la Regione Piemonte deve farsi sentire - così si dice, più o meno, nella legge - dal Ministro entro 90 giorni; quindi, nel caso della Milano-Genova, entro il 2 ottobre e nel caso della Torino-Milano entro il 16 ottobre. Questi sono gli unici due progetti che, per quanto mi risulta come Consigliere regionale sono stati presentati e che coinvolgono la realtà piemontese.
Sempre secondo la legge che citavo, entro 30 giorni, quindi entro il 2 agosto per la linea Milano-Genova e il 16 agosto per la Torino-Milano, i soggetti che intendono presentare osservazioni sono in grado di farlo.
L'ordine del giorno presentato è articolato in tre punti. Il primo, che è quello da stralciare in sede di votazione, lo spiegherò dopo; il secondo punto impegna la Giunta regionale a soddisfare la richiesta democratica di confronto con la Regione posta da vari soggetti: abbiamo citato i più interessati, cioè le Amministrazioni locali, le Associazioni agricole e quelle ambientaliste. Tutti questi soggetti hanno ripetutamente chiesto alla Regione Piemonte di essere consultati rispetto ai progetti esistenti.
Il terzo punto impegna la Giunta regionale a richiedere con urgenza ai Ministri competenti l'estensione dei termini previsti (da 30 a 90 giorni) per la presentazione di osservazioni da parte dei vari soggetti interessati.
L'ultimo punto, quello che proponiamo di stralciare nella votazione per parti separate (è il punto n.1 di questo ordine del giorno), chiede alla Regione di svolgere un ruolo più attivo rispetto al Governo e al Ministro.
Chiede in particolare che su progetti di tale rilevanza ci sia una sede comune di discussione che coinvolga i proponenti: il Consorzio che propone i progetti, il Ministro, la Regione e gli Enti locali ed altri eventuali soggetti interessati. La richie-sta di una Conferenza dei servizi non &solo nostra: è stata presentata infatti da numerosi Comuni, non solo in Piemonte, ma anche in altre Regioni italiane interessate dall'Alta Velocità.
Il punto 1) dell'ordine del giorno dice testualmente: "a richiedere con urgenza al Ministro competente l'organizzazione di "Conferenze dei Servizi" con il coinvolgimento di Enti locali (Comuni, Province, Regioni) "per verificare nel merito il contenuto dei singoli progetti e il loro impatto ambientale".
Formalizzo, in conclusione, la richiesta di votare l'ordine del giorno per parti separate, dapprima stralciando il punto 1) e successivamente votando soltanto questo punto. I punti 2) e 3) ritengo siano decisamente accettabili; il punto 1) chiede invece alla Regione un'iniziativa nuova e diversa, non prevista da alcuna legge, al fine di creare un momento di incontro nazionale con il Ministro, che io ho chiamato Conferenza dei servizi, in modo che tutti i soggetti coinvolti possano esprimere le loro opinioni sui progetti presentati.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Rossa; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

ROSSA



PRESIDENTE

Concordo sulla richiesta del Consigliere Marino di votare per parti separate l'ordine del giorno dallo stesso sottoscritto insieme al Consigliere Giuliano. Questo documento infatti contiene delle parti che rientrano nello spirito delle cose che abbiamo detto anche noi. In modo particolare il punto 2), che dice "a soddisfare le richieste democratiche e di confronto con la Regione posta da vari soggetti (Amministratori locali Associazioni agricole e ambientaliste)"ed anche il punto 3) che impegna la Giunta "a richiedere con urgenza ai Ministri competenti l'estensione dei termini previsti (da 30 a 90 giorni) perla presentazione di osservazioni da parte dei vari soggetti interessati sui progetti presentati dai consorzi incaricati per l'Alta Velocità".
I punti 2) e 3) potrebbero essere accolti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore regionale Intendo ribadire un'informazione che ho già dato ai Capigruppo questa mattina. Per quanto riguarda la linea Torino-Venezia è stato lo stesso Ministero, su richiesta del Consorzio, a prorogare i termini già fino al 30. Successivamente, allorché è stato presentato il progetto di massima per la valutazione d'impatto ambientale della linea Milano-Genova (e il termine di scadenza perla presentazione delle osservazioni era fissato al 2 agosto), in data 16 luglio ho inviato al Ministero la richiesta perch fossero prorogati i termini, come richiesto dall'ordine del giorno del Consigliere Marino. Il giorno dopo il Ministero ha inviato un fax con il quale ci comunicava che i termini del 2 agosto venivano spostati al 20 settembre. La proroga è già stata accordata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Non credo che tutti i cittadini seguano il Consiglio regionale. I cittadini hanno avuto comunicazione - non sto scherzando, è una cosa seria del progetto Alta Velocità per la linea Milano-Genova leggendo il comunicato del Consorzio, pubblicato peraltro su due soli giornali, per quello che mi risulta: "La Stampa" e "Il Corriere della Sera". Se ci sarà un'estensione dei termini da 30 a 90 giorni lo verificheremo nel momento in cui sarà pubblicato sui giornali e verrà quindi comunicato ai cittadini. Io non sono affatto convinto che le cose siano così semplici come ha detto l'Assessore Garino.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Abbiamo ricevuto una comunicazione scritta, se vuole le diamo una fotocopia! MARINO L'ordine del giorno è stato presentato 15 giorni fa, quando quest'estensione dei termini non era stata accordata.
Tanto più, allora, se il Ministro ha accolto questa richiesta, ha senso votare questa parte del documento, lasciando la richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Dobbiamo votare dei documenti che siano logici. Siccome abbiamo ricevuto dal Ministero comunicazione scritta delle proroghe (al 20 settembre per un progetto e al 30 per (altro), di cui è stata data notizia dal Presidente della Giunta e dall'Assessore, non possiamo dire che non c'è. Potremmo modificare quest'ultimo punto del documento, nel senso di chiedere che venga data adeguata pubblicità alle proroghe comunicate alla Giunta regionale. Modificato in questo senso, noi ci impegniamo a chiedere che venga data pubblicità, come dovuto.
MARINO Mi affido al Presidente della Giunta per il terzo punto.



PRESIDENTE

Pertanto il punto 3) dell'ordine del giorno Marino viene modificato in relazione alle proroghe già concesse dal Ministero come proposto dal Presidente Brizio la cui dichiarazione viene verbalizzata come proposta formale di modifica del punto 3) di tale documento, accolta dai proponenti.
Procediamo pertanto alla votazione per parti separate dell'ordine del giorno n. 426. Pongo in votazione la prima parte dell'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte; vista la complessità delle problematiche connesse alla scelta dei sistemi di trasporto ad Alta Velocità; viste le preoccupazioni e la limitata informazione disponibile da parte delle popolazioni e amministrazioni locali coinvolte dai tracciati previsti



IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

a soddisfare la richiesta democratica di confronto con la Regione posta da vari soggetti (amministratori locali, Associazioni agricole e ambientaliste, ecc.) a richiedere con urgenza ai Ministri competenti l'estensione dei termini previsti (da 30 a 90 giorni) per la presentazione di osservazioni da parte dei vari soggetti interessati sui progetti presentati dai Consorzi incaricati per l'Alta Velocità".
Chi è favorevole alla prima parte dell'ordine del giorno è pregato di alzare la mano. E' approvata con 40 voti favorevoli. Pongo in votazione la seconda parte dell'ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte



IMPEGNA ALTRESI' LA GIUNTA

a richiedere con urgenza al Ministro competente l'organizzazione di 'Conferenze dei Servizi' con il coinvolgimento degli Enti locali (Comuni Province, Regioni) per verificare nel merito il contenuto dei singoli progetti e il loro impatto ambientale".
Chi è favorevole alla seconda parte dell'ordine del giorno è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 9 voti favorevoli e 31 astensioni.


Argomento:

Rinvio argomenti prossima seduta


PRESIDENTE

Vengono rinviati alla prossima seduta i seguenti argomenti: Esame legge regionale rinviata dal Commissario del Governo relativa a: "Interventi regionali in ambito attività COTRAO", iscritta al punto 7) dell'o.d.g.
Esame progetto di legge n.154: "Disciplina di servizio di trasporto infermi da parte di Istituti, Organizzazioni ed Associazioni private" iscritto al punto 8) dell'o.d.g.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Esame progetto di legge al Parlamento n. 282: "Revisione degli articoli 70 72, 95, 97, 116, 117, 119, 121, 122, 123, 124, 125, 126, 127, 128, 129, 130 della Costituzione" (rinvio)


PRESIDENTE

Iniziamo l'esame della proposta di legge costituzionale n. 282, di cui al punto 9) dell'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco. Ne ha facoltà.
CUCCO Chiedo il rinvio della discussione di questo progetto di legge, perch è di una tale importanza che incominciarlo alle sei del pomeriggio mi sembra veramente ridurlo, comprimerlo.
Al massimo possiamo ascoltare la relazione del Consigliere Zanoletti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO In merito a questo progetto di legge abbiamo presentato questa mattina un ordine del giorno che penso sia necessario distribuire insieme agli emendamenti.



PRESIDENTE

Dovremo portare l'ordine del giorno alla Conferenza dei Capigruppo perché presenta qualche problema.
E' un ordine del giorno innovativo della Costituzione.
RABELLINO Mi pare che anche il progetto di legge sia innovativo della Costituzione. La materia è la stessa, ritengo che sia abbinabile al disegno di legge che andiamo a discutere.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vaglio mi informa che alcuni emendamenti devono ancora arrivare.
Ha chiestola parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.
MAJORINO Anch'io volevo parlare sull'ordine dei lavori e riprendere quanto ha detto il Consigliere Cucco. E' un disegno di legge costituzionale di grossa rilevanza politica. Penso che ci saranno interventi di tutti i Gruppi inoltre ci sono emendamenti, anche del nostro Gruppo, ma non è questo il problema. Il fatto è che sarà un dibattito - ritengo - lungo almeno quanto quello sull'Alta Velocità. Quindi, è prevedibile che questa sera non si chiuderà; presumibilmente non si chiuderà nemmeno la discussione di carattere generale. Chiedo alla Presidente di valutare l'opportunità di chiudere in serata tutti i punti all'ordine del giorno che possono essere definiti "minori". Siccome era già stato prefigurato un Consiglio di una giornata intera e, mi pare di ricordare, anche di una mezza giornata potremo dedicare la mezza giornata della prossima settimana a questo disegno di legge. Penso sia il meno che si possa fare; spezzettarlo in due come fatalmente si spezzetterebbe cominciandolo adesso, mi pare non opportuno.



PRESIDENTE

Credo non ci siano difficoltà a chiedere, se il Consiglio lo ritiene al Consigliere Zanoletti di presentare la relazione, che è all'interesse di tutti. A questo momento ho ricevuto gli emendamenti presentati dai Consiglieri del Gruppo Verde, un gruppo di emendamenti presentati dai Consiglieri Rossa, Tapparo, Monticelli e Grosso. Gli altri emendamenti che arriveranno, verranno distribuiti.
La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Il nostro emendamento è aperto alla sottoscrizione.



PRESIDENTE

Certo, tutti gli emendamenti presentati sono aperti al consenso degli altri Gruppi.
La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI, relatore Illustre Presidente, signori Consiglieri, la proposta di legge costituzionale al Parlamento n. 282 riproduce integralmente, alla lettera il testo del progetto di legge di revisione costituzionale elaborato e a lungo discusso in seno alla Conferenza dei Presidenti dell'Assemblea e dei Consigli delle Regioni e delle Province Autonome. Il progetto definisce ex novo il ruolo e le competenze delle Regioni, rovesciando l'impostazione costituzionale in modo da favorire il rilancio dell'esperienza regionalista.
La Conferenza ha deciso che i singoli Consigli regionali lo approvino pur con le opportune eventuali integrazioni, trasformandolo ciascuno in propria proposta di legge regionale al Parlamento e lo presentino alle Camere entro il corrente mese di luglio.
Anche il Consiglio regionale del Piemonte è quindi chiamato ad approvarlo, dopo le valutazioni fatte in sede di Commissione e il licenziamento avvenuto nella seduta del 9 luglio scorso.
L'esame della proposta di legge, ad opera della I Commissione, è stato puntuale e sollecito. Avrebbe dovuto avere luogo unitamente ad altri due provvedimenti entrambi concernenti la materia della revisione costituzionale, presentati dai Gruppi consiliari del PCI/PDS e del PSI.
Tuttavia, dopo aver richiesto al Presidente del Consiglio regionale una verifica circa l'eventuale esistenza di un testo più aggiornato di quello attuale della progetto di legge n. 282, che tenesse conto di recenti proposte formulate per un nuovo regionalismo nonché del programma del nuovo Governo, e dopo aver avuto una risposta negativa, la Commissione ha convenuto circa (opportunità che la proposta di legge, in quanto progetto elaborato e predisposto dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, venisse approvato in aula entro il mese di luglio, possibilmente accompagnata da un ordine del giorno consiliare sulla riforma del sistema bicamerale attuale e la proposta di trasformazione del Senato in Camera (o Senato) delle Regioni.
E a tal fine è stata dai presentatori anche dichiarata la disponibilità a ritirare gli altri due provvedimenti.
Per una più precisa ed efficace illustrazione di merito del progetto si rimanda alla relazione scritta dagli esperti che lo hanno elaborato in seno alla Conferenza dei Presidenti: la relazione è unita a queste note.
In considerazione di quanto sopra esposto se ne raccomanda l'approvazione da parte di questa assemblea.


Argomento: Rivendite giornali e riviste

Esame testo unificato dei progetti di legge nn. 168-203-273: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 18/4/85, n. 40 - Disciplina delle rivendite di giornali e riviste"


PRESIDENTE

In merito al punto 11) all'o.d.g. ha facoltà di intervenire il Consigliere Cavallera, relatore.
CAVALLERA, relatore Il provvedimento oggi sottoposto all'esame dell'aula è un testo coordinato tra due proposte di legge ed un disegno di legge presi in esame dalla III Commissione consiliare permanente.
I tre provvedimenti della Giunta, del PDS e della DC perseguivano l'unanime intendimento di modificare la legge n. 40/85 in materia di disciplina delle rivendite di giornali e riviste, introducendo necessari elementi di aggiornamento e di organicità nel settore.
Si è quindi proceduto alla definizione degli ambiti della programmazione regionale in riferimento alla ripartizione di competenza fra Regioni e Comuni nel pieno rispetto delle autonomie locali destinatarie della competenza alla redazione dei Piani di localizzazione ed alla previsione di appositi meccanismi di salvaguardia, nel caso di inerzia dei Comuni nell'attività di pianificazione.
La necessaria diversificazione sul territorio ed il riconoscimento delle realtà economiche sociali abitative caratterizzanti il variegato panorama della Regione hanno condotto alla definizione di criteri programmatici di riferimento non troppo rigidi e cogenti per i Comuni ci ad evitare una pianificazione di natura strettamente vincolistica.
Per contro, in merito al problema della mancata predisposizione dei Piani comunali, si è ritenuto opportuno intervenire con apposita norma transitoria improntata a criteri di assoluta chiarezza con la quale si fissa in 12 mesi il termine per l'adozione dei Piani, si dettano parametri fissi per il rilascio delle autorizzazioni nel periodo corrispondente e si fa divieto al Comune inadempiente di rilasciare, dopo la scadenza del termine, qualsivoglia autorizzazione fino alla definitiva approvazione del Piano.
Alcune significative modificazioni sono state apportate al testo a seguito delle consultazioni svolte con le parti sociali interessate tra queste: il riconoscimento di carattere di programmabilità alle autorizzazioni aventi carattere stagionale e l'esigenza, nelle zone rurali caratterizzate da particolare frazionamento degli insediamenti abitativi e nelle zone montane, di affiancare al parametro derivante dal rapporto rivendite/famiglie quello della distanza dai punti di vendita preesistenti anche ubicati in comuni limitrofi.
In estrema sintesi, dunque, il testo coordinato in esame interviene sul dispositivo regionale ad oggi vigente per quanto attiene: i Piani comunali di localizzazione ed i loro contenuti (onere, previsto per il Comune, di programmare il rilascio di autorizzazioni alla rivendita di quotidiani e periodici negli esercizi della grande distribuzione, nelle librerie e nelle rivendite di tabacchi (esenzione dall'autorizzazione per la vendita in alberghi, pensioni e complessi turistico-ricettivi quando essa costituisca servizio ai clienti i soggetti cui può essere volto l'istituto dell'autorizzazione amministrativa ed i requisiti del richiedente- i criteri di priorità nell'accoglimento delle domande di autorizzazione la norma riferita alle sanzioni che, in buona sostanza, riconduce alla normativa nazionale di riferimento.
L'elaborazione ultima del testo che, peraltro, contiene anche alcune modificazioni di carattere sintattico e formale, conduce quindi ad una vera e propria revisione organica della legge regionale n. 40/85, revisione che trae origine dall'esigenza di adeguare il dispositivo regionale ai nuovi riferimenti normativi nazionali che, a seguito dell'approvazione della legge n. 67/87, sono sensibilmente mutati, e dalla necessità di porre mano alle molteplici problematiche evidenziatesi in anni di gestione della materia.
Si richiede pertanto una sollecita approvazione dell'articolato che, a seguito di un approfondito dibattito, è stato licenziato a maggioranza dalla Commissione competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.
FOCO E' un intervento di dichiarazione di voto, in quanto non riteniamo di dover intervenire più volte sull'argomento. E' una dichiarazione di voto favorevole perché esprimiamo anche noi piena soddisfazione sul lavoro svolto in Commissione attraverso (unificazione dei testi, sia quello presentato dal nostro Gruppo sia quello presentato dalla Democrazia Cristiana e sia il disegno di legge della Giunta.
Ci pare però doveroso sottolineare alcuni punti, sapendo che arriviamo all'integrazione, alla modifica della legge n. 40/85 - mi permetta Assessore di dirlo - con un notevole ritardo, in quanto la legge n. 67/87 aveva apportato modifiche notevoli al precedente testo richiedendo pertanto una revisione del testo precedente. Infatti, stava in questo la nostra proposta di modifica. Non vogliamo rivendicare alcuna primogenitura, ma ci si permetta di dire che la presentazione del nostro testo ha dato l'avvio a questa legge, e i testi che si sono succeduti - sicuramente quello della Giunta, a mio parere - hanno colto positivamente un'occasione di rivisitazione complessiva dell'intero dettato della legge n. 40.
I nodi che avevamo davanti erano quelli di un adeguamento alla normativa dell'87, ma soprattutto di porre fine a quello che io mi permetto di dire avviene e mi auguro di poter dire avveniva e non dovrebbe più avvenire, nel comparto della pianificazione delle rivendite di giornali e di riviste, cioè la disseminazione e l'elargizione di queste licenze da parte dei Comuni in modo selvaggio. Non era infatti stata rispettata la normativa di Piano che già la L.R. n. 40 prevedeva, e qui ci sono delle carenze da parte della Giunta, in quanto non è stato adottato alcun provvedimento, trascorsi i famosi 18 mesi (se ben ricordo) dalla votazione della legge, per intervenire obbligando i Comuni a fare un piano delle rivendite di giornali e riviste.
Mi pare che il metodo adottato questa volta sia diverso: il Comune che non si doterà entro 12 mesi di un proprio piano di localizzazione non potrà più concedere licenze di rivendite. Mi sembra una scelta corretta e seria che non significa che la Regione in questo caso vuole un ruolo di coercizione eccessiva nei confronti degli altri, in modo particolare che voglia impedire un'ulteriore diffusione - se così si può dire - della cultura.
Sappiamo che le rivendite di giornali e di riviste sovente rappresentano dei punti estremamente importanti, diffusi sul territorio dove non vengono solo venduti giornali e riviste, ma anche libri ed altre pubblicazioni. Mi pare che il fatto di voler regolamentare questo settore aiuti ad avviare una vera e reale specializzazione, e non invece una despecializzazione di queste realtà sul territorio.
Colgo l'occasione, Assessore, e non vorrei dilungarmi oltre, per richiamare la sua attenzione su altri problemi che abbiamo sul tappeto.
Quello delle rivendite di giornali e riviste è un settore, seppure importante, sicuramente limitato del comparto commerciale. Abbiamo bisogno di riprendere anche un discorso di pianificazione per quanto riguarda la politica commerciale e il commercio sul territorio regionale.
Stiamo assistendo - e i segnali vengono da varie realtà - ad una eccessiva proliferazione di iniziative e l'intervento regionale non svolge il ruolo che invece dovrebbe avere di programmazione, di regolamentazione e di aiuto alla stessa programmazione comunale, perché la Regione ha una visione più complessiva del territorio di quella che possono avere i Comuni e, in modo particolare, i piccoli Comuni.
Se, ad esempio, la grande distribuzione trova nel Comune capoluogo di provincia o nel grande Comune di 50-100 mila abitanti un interlocutore in grado di svolgere un ruolo di pianificazione del territorio, al di là del confine di questo Comune vanno ad ubicarsi centri di grande distribuzione aggirando quindi l'ostacolo che veniva posto loro dal Comune che si era dotato di un Piano regolatore. Quindi, Assessore, la vorrei richiamare ad una ripresa del discorso anche su questo terreno per cercare insieme di vedere se non sia possibile riuscire a governare alcuni processi di distribuzione commerciale, e quindi il discorso del terziario, sul nostro territorio regionale.



PRESIDENTE

Il dibattito generale è concluso.
La parola all'Assessore Vetrino per la, replica.
VETRINO, Assessore regionale Desidero svolgere alcune brevissime considerazioni, e innanzitutto ringraziare il relatore Cavallera e il Consigliere Foco per i loro interventi. Pur trattandosi di un disegno di legge non originale, nel senso che stiamo parlando dell'aggiornamento della nostra legge regionale n.
40/85, e anche se per la verità siamo molto in ritardo nell'aggiornamento delle norme rispetto alla legge dello Stato (n. 67/87) devo dire che anch'io concordo con il collega Foco quando attribuisce a questo disegno di legge un valore politico più grande.
Attraverso gli emendamenti si è infatti realizzata una sintesi legislativa molto importante, che è partita dalla funzione di stimolo che giustamente deve avere il Consiglio nei confronti dei problemi e delle competenze della Giunta, e che si è realizzata appunto attraverso un disegno di legge della Giunta, che - confessiamo - è stata la risposta a delle iniziative parlamentari che si sono concretizzate attraverso due disegni di legge; ciò mi sembra importante. Abbiamo anche avuto la possibilità di raccogliere la viva voce delle organizzazioni di categoria quindi si tratta di una sintesi generale che segna un momento dei rapporti Giunta-Consiglio-Comunità che va affermato, quando questo riesce a realizzarsi come in questo momento.
Il secondo aspetto che vorrei rilevare è che, attraverso questo disegno di legge, riconosciamo all'autorità e all'autonomia comunale la sua importanza; infatti, richiamiamo il senso di responsabilità delle Amministrazioni comunali alla regolamentazione e alla programmazione di questi interventi sul territorio.
Attraverso la norma transitoria diamo un indirizzo che può essere utile al Consiglio, perché - e questo è il terzo aspetto che volevo rilevare non c'è vuoto legislativo, non c'è un vuoto regolamentare; sono delle norme, ripeto, semplici, assolutamente non originali, che però certamente porteranno ordine in un settore che; come è già stato detto dal Consigliere Foco, qualche volta qualche momento selvaggio l'ha pur registrato. Ci auguriamo che questa norma possa aiutare i Comuni a meglio governare questa materia sul loro territorio.
Il Consigliere Foco, partendo da queste norme, ha voluto rilevare anche l'esigenza che attorno ai temi del commercio, e in particolare della grande distribuzione, ci sia attenzione più mirata della Giunta. Devo dire che questa attenzione c'è, evidentemente nell'ambito delle nostre competenze nella considerazione che siamo di fronte ad una materia non trasferita ma delegata, come sapete; siamo in presenza di leggi dello Stato che dobbiamo rispettare e di decreti ministeriali verso i quali non sempre abbiamo quella facoltà di indirizzo che vorremmo avere.
Come i Consiglieri ricordano, come Regione abbiamo cercato di recuperare un ruolo nella programmazione commerciale, attraverso la modifica delle norme urbanistiche, perché abbiamo ritenuto che quella fosse una nostra funzione prioritaria di pianificazione del territorio. Quindi attraverso questo momento pianificatorio ricondotto all'urbanistica abbiamo anche la possibilità di recuperare una competenza nella programmazione commerciale che attualmente è limitata soltanto a determinate strutture, a determinati insediamenti, e la facoltà è demandata totalmente alle Amministrazioni comunali.
Questa mattina avrei dovuto rispondere proprio in relazione all'insediamento di Grugliasco; avrei voluto toccare in profondità questi temi, e spero di avere presto la possibilità di rispondere all'interrogazione dei Consiglieri di Lega Nord e anche a un'interrogazione del Consigliere Marino (che addirittura risale al novembre dell'anno scorso) per fare il punto in termini dialettici, nella speranza di avere un altro momento più ufficiale del Consiglio per fare un punto più ufficiale dell'intera Regione intorno a questa materia.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1- Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art. 44 secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Prima di passare alla votazione dell'art. 2, intende intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Nell'art. 2, che penso sia l'articolo più importante della legge, si fissano le norme relative a questo nuovo adempimento che decidiamo debbano avere i Comuni in ordine alla pianificazione delle edicole. E' un nuovo Piano, Presidente, che i Comuni dovranno fare; chissà se lo faranno, ma ammesso che questo accada, come lei può vedere, nel terzo comma vi è un nuovo adempimento per i Comuni. Nel terzo comma infatti è scritto: "I Comuni inviano copia del Piano approvato alla Giunta regionale".
Ma è proprio necessario che i Comuni inviino il Piano alla Giunta regionale? Per quale motivo, visto che la Giunta regionale mi sembra non debba approvare un bel niente? Allora, è proprio utile? Si tratta di un adempimento oneroso: tempi, costi, appesantimento delle procedure burocratiche; non sarebbe sufficiente, ove la Giuntavolesse essere informata dell'adozione dei Piani, che i Comuni inviassero copia della deliberazione di approvazione? Questo vorrebbe dire costi e tempo in meno per l'apparato burocratico.
E poi, sempre che voi vogliate mantenere questo obbligò, indicate almeno entro quanto devono inviarlo, perché mettere una prescrizione senza dire entro 1 mese, entro 2 mesi, entro 15 giorni è una norma non precisa.
Quindi chiedo: primo, se è proprio necessari farlo; secondo, ove fosse proprio necessario, se non potete limitare l'invio alla copia della deliberazione, e in ogni caso indicare un termine al Comune per l'invio alla Giunta regionale. Questo è un tentativo di collaborazione per evitare un eccesso di burocrazia che mi sembra preveda questo articolo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore regionale La norma era già presente nella legge del 1985, quindi non siamo intervenuti. Il Consigliere Chiezzi fa un'osservazione abbastanza corretta in quanto non vengono indicati i tempi né si danno delle norme per l'invio di questi Piani.
Devo dire però che questi Piani, a parte gli aspetti commerciali devono osservare anche compatibilità urbanistiche, il che può essere un ulteriore elemento di informazione della Giunta, di raccolta dati della Giunta intorno a questo problema; ciò può anche essere interessante.
CHIEZZI Entrate nel merito? VETRINO, Assessore regionale Non entriamo nel merito. Faccio però presente che questo documento serve alla Giunta, a parte i fini statistici, nel momento in cui dobbiamo fare delle verifiche di tipo commerciale (quando non c'è, lo chiediamo normalmente ai Comuni). Credo che il legislatore dell'85 avesse individuato in questa norma un'esigenza non soltanto statistica, ma anche di operatività della Giunta, proprio agli effetti della verifica di quegli interventi che avrebbero potuto avvenire. E' vero che non approviamo il Piano commerciale, però poi, per esempio sugli insediamenti della grande distribuzione, svolgiamo un'azione autorizzativa e dobbiamo innanzitutto verificare se questo insediamento è previsto nel Piano commerciale; è evidente che se non è previsto il Comune non lo invia, ma il fatto di avere la disponibilità di questo documento probabilmente è utile. Ecco, lascerei così questa norma.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione dell'art. 2 per alzata di mano, a norma dell'art. 44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dal Consigliere Rabellino: 1) viene soppresso (al punto 2 della lettera "c" , alla parola 'periodici,") il secondo comma.
La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Sicuramente per il nostro Gruppo è di notevole preoccupazione il fatto che, anche se previsto da una legge nazionale, la Regione recepisca la possibilità di concedere alla grande distribuzione la vendita dei giornali e dei periodici. Secondo noi la professione del giornalaio dovrebbe essere tutelata in modo più serio.
Nel momento in cui apriamo alla grande distribuzione la possibilità di vendere i periodici, rischiamo di finire come negli altri Paesi europei dove le edicole vere e proprie sono pian piano scomparse. Penso che la Regione debba riflettere attentamente sulla questione.
Noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo, anche se potrebbero esserci degli "sbalzi", nel senso che librerie, ed eventualmente rivendite di tabacchi, potrebbero essere ammissibili; quello che chiedo, ma vorrei sapere se l'Assessore è disponibile, è almeno di vincolare i capoluoghi di provincia, cioè i grossi centri.
Posso capire la possibilità di concedere, in un piccolo centro, la vendita anche a soggetti non giornalai; immaginiamo però per i grossi centri, per la città di Torino o la prima cintura, che effetto potrebbe avere questa apertura. Volevo sapere cosa intende fare l'Assessorato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore regionale Qui si riprende un po' il discorso avviato prima dal Consigliere Foco che richiederebbe un dibattito più ampio in un ambito più generale, non soltanto riferito al discorso delle edicole, dei tabacchi, ecc. Io non posso non regolamentare questo aspetto, non soltanto perché è previsto dalla legge, ma perché vi sono esigenze addirittura in qualche caso anche di sanatoria, rispetto, ai nuovi punti che si sono collocati negli esercizi commerciali della grande distribuzione. E' come non voler vedere un fenomeno in atto e che quindi va regolamentato.
Di conseguenza, non siamo favorevoli all'accoglimento di questo emendamento; il problema non è questo, il problema è quello più generale dei centri commerciali. Non vedo perché in questi grandi centri non si debbano consentire librerie, rivendite di tabacchi, mentre se ne consentono altre. Ripeto, il problema, in generale, non è quello della libreria, ma del ruolo, della funzione della grande distribuzione.
Non potrò dunque accogliere l'emendamento, pur attribuendogli la funzione di stimolo che peraltro il Consigliere ha voluto illustrare nella sua premessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Chiedo l'appello nominale sull'emendamento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera per dichiarazione di voto.
CAVALLERA Siamo contrari all'emendamento proposto dalla Lega Nord, innanzitutto perché non siamo nel caso prefigurato dal collega Rabellino. Non è che diamo possibilità automatica di vendere giornali e riviste negli esercizi della grande distribuzione, ma consentiamo, così come prevede la legge nazionale, che i Comuni, ai quali è delegata tutta questa materia, nei Piani dell'organizzazione delle edicole prevedano anche la possibilità di vendita di giornali e riviste, naturalmente quando i parametri definiti sono stati o meno soddisfatti dagli esercizi esistenti. Si tende in qualche modo a incrementare la vendita prefigurando la possibilità di vendere giornali e riviste negli esercizi della grande distribuzione, in incremento a quella che è la rete distributiva esistente.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale di tale emendamento sull'art. 4.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 4 Consiglieri hanno risposto NO 24 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'emendamento è respinto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rabellino.
RABELLINO Dal momento che non viene recepito l'emendamento, votiamo no sull'intero articolato.



PRESIDENTE

Pongo ora in votazione l'art. 4 per alzata di mano, a norma dell'art.
44, secondo comma, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
ART. 11- Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
ART. 13 Emendamento presentato dall'Assessore Vetrino: L'art. 13 (che sostituisce l'art. 14 L.R. n. 40/85) è così modificato: al primo capoverso, lettera b), si elimina l'ultima frase, dalla parola "ubicati" a quella "limitrofi".
Prima dell'ultimo comma viene aggiunto un nuovo comma che recita: "Ai fini del computo della distanza stradale su indicata, debbono essere considerati i punti di rivendita ubicati sia nel territorio comunale sia in quello di Comuni limitrofa".
La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore regionale Si tratta di un emendamento presentato dalla Giunta che tende a colmare una dimenticanza dell'Assessorato e della struttura che ha predisposto il testo definitivo.
Per quanto riguarda il computo della distanza stradale, si era detto che debbono essere considerati i punti di rivendita ubicati sia nel territorio comunale sia in quelli di Comuni limitrofi e che questa norma doveva valere per le zone rurali e anche per le aree urbane.
Purtroppo nella stesura definitiva abbiamo considerato tale aspetto soltanto per le zone rurali; l'emendamento tende a rendere eguali, nel computo di queste distanze, sia le zone rurali sia le aree urbane.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Vetrino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 5 astensioni.
Pongo pertanto in votazione per appello nominale l'art. 13 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
ART. 14 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
La parola al Consigliere Rabellino per dichiarazione di voto sull'intero testo.
RABELLINO La Lega Nord voterà contro questo testo. Riteniamo che, con l'approvazione di queste modifiche al disegno di legge, si mette in pericolo la professione del giornalaio e tutta la categoria.
Non è pensabile - rispondendo a quanto detto prima dal Consigliere Cavallera - che i Comuni vengano autorizzati ad elaborare dei Piani che concedono la vendita dei quotidiani e dei periodici in modo così massiccio alla grande distribuzione, alle librerie, alle tabaccherie. Possiamo immaginare, anche solo nella città di Torino, la polverizzazione dei punti vendita che ne può venire fuori.
Indubbiamente andiamo a mettere in crisi una categoria che non sta vivendo momenti d'oro, una professione che non è delle più comode, visti gli orari ai quali è sottoposta; andiamo ad aggiornarci nel peggiore dei modi agli standard europei. Nei Paesi civili europei il giornalaio, visto come è visto in Italia, non esiste più proprio grazie a questa liberalizzazione, avvenuta in alcuni Paesi già alcune decine di anni fa: il risultato l'abbiamo visto e lo stiamo vivendo già adesso.
La Lega Nord, quindi, non può sicuramente accettare un discorso di questo tipo. Per questo motivo voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.
CAVALLERA Questo è un provvedimento che, a mio avviso, va proprio in direzione della tutela della professione e della categoria del giornalaio, nel senso che vengono introdotti dei criteri, per quanto attiene ai rapporti tra edicola e famiglie e per quanto attiene alle distanze, che danno garanzia nel tempo a questi soggetti, che sono importanti e che con questi provvedimenti di legge si intende in qualche modo tutelare.
Il nostro Gruppo, che era fatto promotore dell'iniziativa, ha trovato lungo la strada il provvedimento del PDS e si è poi incontrato con il provvedimento della Giunta. Dobbiamo richiamare questa primogenitura, anche se suddivisa con dei soggetti importanti in questo Consiglio. Le preoccupazioni di cui in zona Cesarini si faceva carico il Consigliere Rabellino hanno indotto il nostro Gruppo a presentare il provvedimento. Per cui, la verità è totalmente diversa.
Si può poi discutere se una qualche parte, un comma, una locuzione possa essere formulata in modo diverso, ma è innegabile che con questo provvedimento, nell'attesa che vengano emanate delle direttive comunitarie vincolanti per tutto il settore commerciale, abbiamo senz'altro la coscienza a posto e diamo una mano a questo settore del commercio che è importante e che quindi non va consegnato a una situazione selvaggia.
Questa legge non apre in modo selvaggio a tutti gli esercizi, consegna alla responsabilità dei Comuni la possibilità di fare dei Piani, ma con dei parametri ben precisi. Dopodiché, se vogliamo, possiamo fare il processo alle, intenzioni di cosa può fare questo o quel Comune, ma io che provengo dal mondo delle autonomie locali so che i Consiglieri comunali, quando approvano i Piani, e le Giunte, quando li redigono, sono sempre molto attenti alle esigenze locali, soprattutto degli operatori economici dei vari Comuni.
Quindi mi sento tranquillo, anche se i provvedimenti in linea di principio possono essere migliorati e, per quanto ci riguarda, saremo molto attenti alla gestione di questa materia non escludendo in futuro la presentazione di provvedimenti a fronte di qualche stortura o di qualcosa che al momento ci è sfuggita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.
FOCO Avevo già fatto la dichiarazione di voto nell'unico mio intervento, ma anch'io ritengo doveroso ribadire il fondamento che sta alla base di queste modifiche d'integrazione alla precedente legislazione. Abbiamo cercato, se così è possibile dire, di tener conto di tutte le osservazioni che sono venute in modo unitario da tutte le categorie. Se il Consigliere Rabellino avesse la pazienza di vedere la corrispondenza che c'è stata tra Assessorato e organizzazioni di categoria dal giorno successivo all'uscita della legge n. 67/87, vedrebbe che lo sforzo che è stato fatto è un tentativo di regolamentare una situazione in corso che avevo definito precedentemente selvaggia. E quindi bisogna anche stare attenti a dire certe cose! Mi pare che questa legge, anche se di modifica, rispetti il ruolo delle autonomie locali, nel senso che abbiamo discusso se era il caso che la parte delle norme transitorie diventasse linea-guida per la stesura dei Piani di localizzazione delle edicole e delle rivendite di giornali.
Abbiamo scelto che ci fosse un rapporto democratico e diretto tra le organizzazioni di categoria, la società, le Organizzazioni sindacali, e lo stesso Ente locale, in modo che le stesse linee di parametrazione che qui vengono date fossero decise insieme. Il rapporto/abitante e il rapporto/distanza tra una rivendita e l'altra è stato anche motivo di trattativa nella realtà locale, perché ognuno di noi vive e conosce una sua realtà e quello che vale per Tortona o per Valenza, se venisse applicato pedissequamente ad Ovada ad Acqui o ad Alessandria, non sarebbe funzionale.
Queste modifiche vanno in una logica di pianificazione e regolamentazione, permettendo un rapporto dialettico tra chi ha compiti di governo più complessivi del territorio, quali gli Enti locali, e le organizzazioni di categoria. Per questi motivi avevamo presentato una proposta di modifiche e ci riconosciamo in questo testo unificato.
Pertanto, il nostro voto favorevole è complessivo su tutta la legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Il Gruppo liberale esprimerà voto favorevole, ma ritiene di dover dare una motivazione che è costretta, in una qualche misura, dal dibattito che l'intervento della Lega Nord ha avviato, quanto meno la Lega Nord ha il coraggio di rappresentarsi come una forza caratterizzata da un approccio culturalmente e politicamente, fortemente comprensibile e trasparente.
Non condivido le interpretazioni che, invece, si sono date da parte di altri colleghi, che hanno sostenuto che questa legge tutela le rivendite.
Il processo che invece ci auguriamo si sviluppi con questa legge è quello non della separatezza del cittadino rispetto ai luoghi di accesso alla lettura, ma dell'avvicinarsi dei luoghi di accesso alla lettura ai cittadini.
Siamo il Paese europeo in cui si legge meno, ma siamo anche probabilmente, il Paese in cui nelle rivendite dei giornali ciò che si vende di meno sono proprio i giornali. Perché una cosa sono le edicole un'altra sono i negozi di giornali che vendono "anche" i giornali, qualche volta la carta bollata. Ma non bisogna essere troppo esigenti, perché se si va dal tabaccaio e si chiede la carta giudiziaria, vi dicono: "ma a noi cola roba lì n'anteresse nen ... ". In compenso, però, vi rifilano dopobarba, callifughi, pozioni contro tutti i mali, ecc.
La legge nazionale e il processo che ha avviato, e che noi dovremmo augurarci si sviluppi per quanto è possibile intorno a questa materia, è che gli Enti locali diano a questa legge un'interpretazione liberale ed avanzata. Quella di rendere cioè il più possibile al lettore, (acquisto di quotidiani, l'acquisto di riviste, l'acquisto di libri popolari che si vendono nelle rivendite di giornali e non, viceversa, considerare questa legge lo strumento di tutela delle categorie. Ho sentito una frase che non mi è piaciuta tanto; si è detto che: "i sindacati rappresenterebbero non soltanto le categorie, ma la società".
No, non è così. I sindacati rappresentano i loro iscritti.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 467: "Integrazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale - Elezione di un Consigliere Segretario (art. 14 dello Statuto e art. 4 del Regolamento consiliare)"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 20) all'o.d.g.: "Esame deliberazione n. 467".
Il Consigliere Margherita Gissara ha rassegnata in data 23/6/1992 le dimissioni dall'incarico di Consigliere Segretario.
La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente e colleghi, credo che la proposta naturale, nel rappresentare un equilibrio di carattere politico all'interno dell'Ufficio di Presidenza, sia quella del collega - che io propongo - Goglio. Ci sembra che con il suo ingresso egli porti nell'Ufficio di Presidenza una presenza significativa ed importante che, credo, debba essere accolta da tutto il Consiglio come presenza di valore politico. Questa è la proposta che, come Gruppo, intendiamo presentare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Penso che una candidatura per l'Ufficio di Presidenza estremamente qualificata sia quella dell'avo. Majorino. Come forze di minoranza ufficializziamo questa candidatura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Ringrazio il collega Rabellino della sua proposta, ovviamente non caldeggio la mia candidatura in quanto Consigliere regionale o, per meglio dire, come persona fisica, però mi pare rilevante. Accetto quindi la candidatura unicamente perché mi sentirei di rappresentare, e rappresenterei fatalmente, le minoranze che, in sede di Ufficio di Presidente, sono sempre state trascurate.
Quindi, a questi fini, e solo a questi fini, accetto la candidatura, al di là dell'apprezzamento fatto dal Consigliere Rabellino sulla mia persona che ringrazio.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, si proceda alla distribuzione delle schede.
Comunico l'esito della votazione: presenti 32 votanti 32 ha riportato voti: Giuseppe Goglio 22 Gaetano Majorino 3 schede bianche 7 Proclamo eletto Segretario il Consigliere Giuseppe Goglio in sostituzione del Consigliere Margherita Gissara.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,25)



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