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Dettaglio seduta n.161 del 23/06/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" comunico che alle interrogazioni ed interpellanze n. 300, n. 549 e n. 815 verrà data risposta scritta da parte degli Assessori competenti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 532 del Consigliere Cavallera inerente la classificazione delle industrie insalubri


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 532 presentata dal Consigliere Cavallera.
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Fornirò una risposta molto sintetica. A seguito dei numerosi ricorsi del 12/3/1991 proposti da agricoltori ed allevatori di Alessandria (concernenti classificazione quali industrie insalubri), questa Amministrazione ha emesso formali decreti presidenziali, previo concerto con gli Assessori all'agricoltura e alla sanità, con i quali i ricorsi medesimi sono stati accolti e sono stati conseguentemente annullati i provvedimenti comunali di classificazione.
Tali decreti sono stati a suo tempo notificati alle parti, per cui allo stato attuale, le classificazioni di cui all'interpellanza citata sono venute meno.
E' evidente infatti che, proprio in relazione alle gravi conseguenze che tale classificazione comporta specialmente nei confronti di imprese agricole, l'Amministrazione regionale non ha ritenuto sufficienti gli accertamenti istruttori compiuti dal Comune di Alessandria per gruppi di aziende anziché mediante un'analisi dettagliata di ogni singola situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Intervengo innanzitutto per ringraziare il Presidente perla risposta data in questa sede che, pur essendo sintetica, è molto precisa, ma soprattutto per esprimere soddisfazione circa il provvedimento di annullamento delle decisioni del Comune di Alessandria in ordine alla classificazione come insalubri di tutte le aziende agricole di quella città (diciamo tutte, perché risulta che una parte, non compresa nel primo elenco, sia poi stata oggetto di successivi provvedimenti).
La decisione del Comune di Alessandria ha destato sconcerto nella pubblica opinione, perché di fatto si vanno ad assimilare le aziende agricole ad aziende come la Montefluos o la Michelin, le quali sono industrie ad alto rischio ambientale che insistono sul territorio cittadino. Era quindi proprio necessario intervenire con il provvedimento che il Presidente della Giunta in persona ha adottato; la speranza è che si vada a nuovi provvedimenti, molto più meditati.
In sostanza, non si ha nulla da dire, ad esempio, contro gli allevamenti industriali in certi settori, ma non si possono penalizzare completamente le aziende agricole nel loro complesso.
Esprimo dunque soddisfazione completa per la risposta e per il provvedimento della Giunta regionale.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Interrogazione n. 943 dei Consiglieri Rabellino, Bodrero e Vaglio inerente l'Unione di Navigazione Interna Italiana


PRESIDENTE

Poiché è arrivato l'Assessore Panella, passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 943 presentata dai Consiglieri Rabellino, Bodrero e Vaglio.
Risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Per l'esercizio delle funzioni amministrative in ordine alla navigazione interna sul fiume Po ed idrovie collegate, la Regione Piemonte con propria legge 3/9/1981, n. 40, ha aderito all'Intesa interregionale all'uopo già costituitasi tra l'Emilia Romagna, la Lombardia ed il Veneto approvando, nel contempo, la convenzione stipulata con le Regioni stesse.
Entrava così a far parte della rete idroviaria formante oggetto della suddetta convenzione il tratto di fiume Po compreso tra Casale Monferrato e Pavia, e più precisamente, per quanto riguarda il territorio piemontese tra Casale Monferrato e la foce del fiume Ticino.
Allo svolgimento delle funzioni amministrative sopraccitate è preposto il Comitato Interregionale per la Navigazione Interna composto dagli Assessori ai trasporti delle Regioni costituenti l'Intesa.
Con legge 29/11/1990, n. 380, lo Stato ha dichiarato di preminente interesse nazionale la realizzazione del sistema idroviario padano-veneto e conseguentemente ha avocato a sé la costruzione e la gestione del sistema idroviario stesso. Con deliberazione n. 6/91 del 4/3/1991, il Comitato Interregionale per la Navigazione Interna ha proposto al Ministero dei Trasporti, ai fini dell'individuazione del tracciato della rete costituente il sistema idroviario in argomento (art. 2, comma secondo, legge n.
380/90), i seguenti tronchi idroviari: fiume Po da Casale Monferrato a foce Ticino, km 65 fiume Po da foce Ticino a mare, km 389 fiume Ticino da Pavia alla confluenza con il Po, km 7 fiume Mincio da Mantova alla confluenza con il Po, km 21 canale Po-Brondolo, km 19 idrovia Fissero Tartaro - Canalbianco - Po di Levante, km 135 idrovia Litoranea Veneta: Portegrandi a foce Isonzo, km 140 canale Milano-Cremona, km 66,5 idrovia Ferrara-Ravenna, km 87 canale Padova-Venezia, km 28.
Per quanto riguarda il Piemonte, con detta deliberazione non poteva che essere proposto il tratto di fiume Po di cui alla citata convenzione approvata con la L.R. n. 40/81, pur rimarcando, al punto 2) del deliberato la possibile estensione all'area torinese della rete idroviaria previa predisposizione di uno studio di fattibilità tecnico-economica.
Nelle more dell'entrata a regime della legge n. 380/90, l'art. 6 della stessa prevede, in via transitoria, per la realizzazione del sistema idroviario, una spesa di L. 110 miliardi, dei quali 30 miliardi per l'anno 1990 e 40 miliardi per ciascuno degli anni 1991 e 1992. Lo stesso art. 6 prescrive che i finanziamenti autorizzati in via transitoria siano finalizzati ad opere di sistemazione e ricalibratura dell'alveo del fiume Po al fine di assicurarne la navigazione, per opere di costruzione o completamento di lotti funzionali del canale Fissero-Tartaro-Casalbianco Po di Levante, dell'idrovia Padova-Venezia e dell'idrovia Ferrarese e per lavori di straordinaria manutenzione dell'idrovia litoranea veneta, nonch per opere di costruzione o completamento di lotti funzionali di porti interni.
Occorre a questo punto fare presente che, per quanto riguarda la Regione Piemonte, nel tratto competente di fiume Po, non sussiste, al momento, alcuna possibilità di una pur modesta navigazione commerciale e che comunque gli studi sino ad ora effettuati subordinano tale possibilità alla costruzione di un canale artificiale bacinizzato di costo elevatissimo.
Con deliberazione n. 12/91, in data 5/11/ 1991, il Comitato Interregionale perla Navigazione Interna ha approvato il piano degli interventi e le modalità di riparto dei succitati finanziamenti transitori individuando le relative opere secondo un ordine strettamente prioritario e secondo le finalizzazioni previste dal legislatore tese a privilegiare situazioni di completamento e di adeguamento della rete già funzionante.
Per tali ragioni, nulla è stato previsto a favore della nostra Regione nella prima tranche di 70 miliardi già finanziata e di cui si fa cenno nell'interrogazione, mentre nella seconda tranche di L. 40 miliardi, che sarà disponibile solo nel 1993, è contemplata la spesa di 1 miliardo di lire per opere di manutenzione straordinaria all'alveo.
E' evidente, anche per le motivazioni sopra esposte, che la politica della Regione Piemonte nei riguardi del sistema idroviario debba essere verificata tenendo conto che, anche per quanto sopradetto, l'inserimento nella rete del tratto di fiume Po piemontese non può che intendersi proiettata verso scenari più estesi e di lungo periodo, sia per il costo che tale operazione comporta rispetto alle esigue risorse disponibili, sia per la necessità di un attento riesame teso ad accertare l'impatto ambientale che provocherebbe la costruzione di un canale bacinizzato nella fascia del fiume Po ora dichiarata protetta.
In due parole si poteva anche dire che restiamo agganciati al discorso ma se prima non viene realizzata la parte verso la foce, è perfettamente inutile andare a pensare ad interventi a monte, cioè quelli riguardanti la Regione Piemonte. Partecipiamo comunque all'intesa per non rimanere sganciati, nell'eventualità che in futuro la rete idroviaria padano-veneta possa diventare una rete effettivamente utilizzata per le merci.
Il prossimo Assessore ai trasporti prenderà la cosa con grande entusiasmo come l'ho presa io, pensando addirittura al collegamento del Ticino. La situazione, comunque, è molto più complessa di quello che sembra: gli scenari e i tempi sono di decenni, qualora venga completata a valle la rete idroviaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Ringrazio l'Assessore per la relazione abbastanza particolareggiata.
Per ora non posso dirmi né soddisfatto né insoddisfatto, perché non conosco abbastanza a fondo la questione.
Una cosa però mi lascia profondamente insoddisfatto non tanto verso la Regione, occorre puntualizzarlo, in quanto c'è la tendenza di sfogarsi con il più debole invece di far fronte al più forte, al più prepotente, che in questo caso, come al solito, è lo Stato, in quanto avoca troppe cose a sé.
Immaginiamo uno Stato che ha 1 milione e cinquecento mila miliardi di debito pubblico che avoca a sé, quindi finanzia. Noi finanziamo la FIAT perché metta su una fabbrica d'auto in Algeria, per lo sviluppo del terzo mondo, eppure siamo carichi di debiti tanto da essere lì lì per morire economicamente.
Se la navigabilità è possibile, e da secoli c'è sempre stata, almeno in una parte del Po, lasciamola in mano ai privati. Lo Stato deve controllare che i privati non abusino, non facciano cose ingiuste, perché l'illegalità sovente è prodotta dalle leggi ingiuste. Quindi, quello che conta è che i privati non facciano cose ingiuste, perché la legalità a volte si presta perfino a mettere fuori di galera i pluriassassini. Ecco una cosa sulla quale non si insisterà mai abbastanza; i vecchi piemontesi dicevano: "Roba die Stat, roba da mat".
Si torna al principio del federalismo; finché non c'è un vero potere federale delle Regioni, come negli Stati più civili d'Europa e del mondo non siamo a posto. Qui colgo l'occasione per complimentarmi, se sono vere le notizie dei giornali, con la signora Dameri, Segretaria del PDS per il Piemonte, che ha addirittura proposto- ed è una cosa per la quale ci vuole coraggio ed intelligenza - il federalismo per il suo partito, cioè tanti partiti quante sono le Regioni.
Se la logica non è un'opinione, come non lo è in effetti, se il federalismo va bene per i partiti, deve andare bene anche per lo Stato.


Argomento:

Interpellanza n. 267 dei Consiglieri Chiezzi, Calligaro e Monticelli interpellanza n. 973 dei Consiglieri Monticelli e Rivalta e interpellanza n. 994 del Consigliere Chiezzi inerenti l'interramento della ferrovia Torino-Ceres in corrispondenza dell'abitato del Comune di Caselle


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente le interpellanze n. 267, n. 973 e n. 994.
Risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Nel merito debbo dire che le competenze in materia di ferrovia in concessione sono del Ministero dei Trasporti, non essendo ancora stata attuata la delega alle Regioni prevista dal DPR n. 616/77.
La soluzione proposta per l'attraversamento dell'abitato di Caselle (vale a dire la costruzione di una galleria superficiale con conseguente abbassamento del piano del ferro) potrà essere esaminata ricercando i necessari finanziamenti, attualmente non disponibili, anche per quanto riguarda gli oneri della progettazione e dei necessari sondaggi geognostici ed idrogeologici. Infatti, i fondi finora stanziati per la Torino-Ceres cioè 30 miliardi del FIO 1985,72 miliardi per i Mondiali di calcio 1990 e 196 miliardi della legge finanziaria 1987, sono già stati impegnati per opere di ammodernamento (che non prevedono l'interramento a Caselle) ed acquisto di materiale rotabile.
La valutazione e l'approvazione di tutti i progetti che interessano le ferrovie in concessione è demandata unicamente al Ministero dei Trasporti così come stabilito dal DM 109T del 2/10/1987. Infine si evidenzia che questo Assessorato ha informato la Presidenza della Giunta regionale sulle problematiche relative alla ferrovia Torino-Ceres ed all'attraversamento di Caselle con nota prot, n. 496 in data 16/1/1992.
E' chiaro, infine, che le scelte progettuali non potranno essere operate senza il coinvolgimento degli abitanti di Caselle. Da questo punto di vista, prendiamo un chiaro impegno per quando ciò si realizzerà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Non vorrei rinfocolare una polemica politica che è stata un po' di moda qualche settimana fa, ma la risposta dell'Assessore Panella è davvero "desolante", mi pare fosse questo il termine incriminato. Faccio riferimento alle interpellanze che ho presentato, soprattutto l'ultima presentata il 3 febbraio di quest'anno insieme al collega Rivalta. In quella interpellanza facevamo riferimento a fatti molto precisi e alle responsabilità della Giunta, e mi spiace che non sia presente il Presidente Brizio perché mi sarei atteso una sua risposta su questa interpellanza.
Nella nostra interpellanza richiamavamo il fatto che, nel novembre 1990 (ormai è quasi storia), la Giunta regionale, attraverso il suo Presidente collega Brizio, si impegnò solennemente, di fronte al Consiglio comunale di Caselle, quindi non in una sede qualsiasi, ma di fronte alle autorità comunali di Caselle - vedo che il Presidente Brizio è rientrato - a far sì che l'interramento della ferrovia Torino-Ceres, nel tratto di Caselle fosse, per quanto stava nei poteri politici ed istituzionali della Regione progettato, finanziato e realizzato. E' passato tanto tempo, ma non è successo assolutamente nulla. In particolare, non è successo quello che è il punto di inizio della procedura, cioè non c'è stata alcuna progettazione dell'opera nemmeno di massima, nel senso che la Regione non si è attivata in alcun modo per elaborare un progetto di massima. La SATTI per ora non ha alcun progetto in cantiere, tanto meno su questa opera. Conosciamo tutti quali sono i meccanismi attraverso i quali si finanziano le opere pubbliche nel nostro Paese, cioè le leggi speciali; attraverso queste leggi speciali sono arrivati dei soldi per la ferrovia, ma destinati a progetti già pronti nel cassetto che,, guarda caso, non riguardavano l'interramento, ma altre opere, certamente importanti e necessarie: la razionalizzazione della linea, il materiale rotabile e via di questo passo, ma - ripeto - non l'interramento. A questo punto, si è introdotta un'altra questione e mi meraviglio, per questo ribadisco il giudizio desolante sulla risposta dell'Assessore Panella, che non ci sia stato cenno...



(Interruzioni da parte dell'Assessore Panella)



MONTICELLI Antonio

Ho solo ricordato che l'interramento della ferrovia Torino-Ceres nel tratto di Caselle lo ha promesso il Presidente della Giunta, non io; io non posso promettere nulla perché non ho alcun potere, caro Assessore Panella mentre il Presidente Brizio ha fatto questa promessa di fronte ad una delegazione del Comune di Caselle ricevuta in Regione.
Comunque, sottolineavo il fatto che nella sua risposta, Assessore Panella, non c'è alcun cenno ad una cosa che ha riempito anche le pagine dei giornali nei giorni scorsi, cioè la discussione sul prolungamento della Torino-Ceres fino al centro della città di Torino. Credo se ne ricordino tutti i colleghi, in quanto sull'argomento ci sono state polemiche e quasi una crisi della Giunta comunale. Queste due cose sono connesse, colleghi perché se va avanti, come pare vada avanti, se non su Porta Nuova almeno in una stazione intermedia, il prolungamento della Torino-Ceres verso il centro di Torino, se cioè quella linea, perlomeno nella tratta Caselle Torino centro, assumerà nei prossimi anni il carattere di una vera e propria metropolitana, di una linea con caratteristiche di metropolitana, è chiaro che si porrà un problema di misure di salvaguardia e di difesa dell'ambiente circostante la linea, e via di questo passo, di un certo tipo e di una certa rilevanza.
Per questo, nella nostra interpellanza chiedevamo in particolare alla Giunta, dopo aver chiesto cosa avesse fatto dopo le promesse, cosa pensava di questa prospettiva e se questa prospettiva non sollecitava anche un ragionamento ed una progettazione per l'interramento della ferrovia nel tratto di Caselle; chiedevamo se si intendeva fare davvero una metropolitana dall'Aeroporto di Caselle fino al centro di Torino, perch altrimenti quella non sarebbe mai stata una metropolitana vera o sarebbe stata una metropolitana vera con gli abitanti di Caselle che avrebbero avuto qualche problemino essendo attraversati a raso, quasi in superficie con una galleria a raso aperta, da una linea con quelle caratteristiche con quella frequenza, con quella velocità e via di questo passo.
Di tutto questo non c'era traccia nella risposta dell'Assessore, non c'era traccia del seguito dato alle promesse del Presidente della Giunta per questo motivo dichiaro la mia totale insoddisfazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Voglio solo chiarire che ho promesso agli amministratori di Caselle l'interessamento della Regione su quel problema, non una soluzione che comunque non dipende da noi.
Di questo problema ne ho parlato con l'ingegner Pappacoda e in varie sedi anche con l'Assessore Panella; tuttavia, la risposta dell'Assessore è molto puntuale: al momento non ci sono le risorse per un'operazione di questo genere e, quindi, non è perseguibile. In più c'è una posizione successiva assunta - va ricordato - dalla Comunità montana delle Valli di Lanzo, da tutti i Comuni a monte, i quali hanno detto di fare prima la parte che è finanziata e di non distogliere dei fondi dai finanziamenti finora avuti per un progetto di interramento, quindi che prima si faccia il complessivo potenziamento.
Solo risorse aggiuntive possono risolvere questo problema. Al momento le risorse aggiuntive, come ben sapete, non ci sono, quindi la situazione è di questo tipo.
Circa la priorità tra la penetrazione su Torino e l'abbassamento a Caselle, questa è una questione tecnica. Peraltro, devo dire che la metropolitana s'ha da fare, non può non andare a Caselle; essendo cittadino ed amministratore di Ciriè, dico che non può non andare a Ciriè, perché è il centro di quella zona. Quindi, l'interesse a sostenere questa penetrazione qualificata c'è e ci sarà, però è chiaro che la penetrazione in Torino non è meno importante, perché al momento la grande protesta che viene dai viaggiatori non è quella di avere l'abbassamento a Caselle, ma è quella di fermarsi alla Stazione Dora, avendo perso la fermata in Corso Stati Uniti. C'è quindi anche questo aspetto, per cui la penetrazione maggiore in Torino, Porta Palazzo o Porta Nuova, ha la sua importanza e non è inferiore a quella di un abbassamento del piano a Caselle, cosa che rimane sempre un problema, ma che al momento non può essere visto come immediatamente realizzabile poiché mancano le risorse e le possibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, dal punto di vista politico considero le affermazioni e la posizione tenuta oggi dall'Assessore ed anche dal Presidente Brizio inaccettabili e vergognose. E' una vergogna, Presidente bisogna che ci prendiamo forse meglio le misure, perché andare in mezzo alla gente di Caselle e promettere non il semplice interessamento, ma la risoluzione del problema come scelta prioritaria, così come lei fece in quelle occasioni, e poi, a distanza di un anno e mezzo, negare che questo sia avvenuto ed affermare che non ci sono i soldi, è un comportamento politico che genera anche delle difficoltà di rapporti, perché i Consiglieri di opposizione, quando si confrontano con la Giunta, con chi ha il potere di decidere alla presenza degli interessati, delle Comunità interessate, una sorta di fiducia di fondo ce l'ha, perché siete il Presidente e gli Assessori di tutta la Regione. E mettere in dubbio, in sede di assemblea, quanto affermate, personalmente a me dispiace e tento di evitarlo perché, se nella vostra veste di soggetti di governo fate delle affermazioni, in linea di principio non mi permetto di fare processi alle intenzioni o di dare per scontato un retropensiero non espresso, se non una malafede. Cosa che pure, Presidente, potrebbe dare dei risultati alle forze di opposizione, perché in quelle assemblee in cui la gente protesta è abbastanza facile, di fronte alle carenze di governo, sottolineare alcuni punti ed imprecisioni. Cavalcare cioè la tigre in quelle situazioni è una cosa abbastanza facile. Cerco sempre di evitarlo quando si fanno affermazioni che paiono risolutive.
Ai cittadini di Caselle quelle affermazioni parevano positive e non di semplice interessamento, tant'è che anche in assemblee successive la cosa era stata ripresa, il Consiglio comunale si era espresso in termini fiduciosi. Allora, prendiamoci bene le misure; questo è un fatto che non lascerà delle conseguenze; strascichi ce ne saranno. La prossima volta che la Giunta si presenterà alla gente che ha dei problemi e farà delle promesse, mi comporterò in modo diverso da come ho fatto, perché non ci crederò più. Perché vede, Presidente Brizio, dire che non ci sono soldi, si poteva dirlo anche allora. Se allora non è stato detto è perché si era scelto, almeno davanti alla gente, prioritariamente di rispondere nell'ambito del potenziamento di quella ferrovia, ai problemi posti dai casellesi. Si era posto questo problema e lo si era posto già in una carenza di finanziamenti, ma si era scelto che i finanziamenti venissero dedicati a questo intervento. Adesso, si fa un altro ragionamento, si dice che i finanziamenti non ci sono e, comunque, che i finanziamenti esistenti vengono dedicati ad altre opere. C'è ancora un'aggravante, Presidente Brizio...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Si dice, per la verità, che sono stati dati per altre opere, che non possono essere dirottate per questo motivo.



CHIEZZI Giuseppe

Ma in quella sede, a Caselle, era stata detta un'altra cosa; era stato detto che le risorse potevano essere trovate e ciò voleva dire che c'era una volontà politica. Adesso, il fatto che si dica che la scelta di privilegiare le spese per interrare la ferrovia fino a Porta Palazzo o fino a Porta Nuova sia una scelta tecnica, non è vero, Presidente. Lei è anche portatore di interessi territorialmente periferici, ma che io considero non periferici politicamente, anzi, li considero politicamente centrali. Quello di migliorare la qualità della vita e il sistema dei trasporti è uno degli elementi potenti nelle aree intorno a Torino e quindi l'affermazione che si tratta di una scelta tecnica relativa al fatto di costruire la ferrovia Torino-Ceres cominciando ad interrare la parte dalla Stazione Dora a Porta Nuova o Porta Palazzo è una scelta politica che considero contraddittoria con il mio modo di vedere e con gli interessi della zona alla quale lei, ad esempio, ogni tanto si ricorda di appartenere e di cui, almeno a parole pensa di portarne avanti gli interessi.
La scelta è sempre una scelta prioritaria sui finanziamenti che esistono e, se i finanziamenti verranno spesi per interrare la ferrovia Torino-Ceres da Stazione Dora a Porta Nuova, non ci saranno più i soldi per interrarla a Caselle, e tanti saluti ai casellesi! E la periferia urbana una nuova volta, si troverà penalizzata da scelte che privilegiano Torino e le attività immobiliari che si svolgono a Torino e che appesantiranno il ruolo di Torino rispetto al resto della regione in una logica che è quella dominante oggi, che domina Torino. I gruppi immobiliari sono quelli che la fanno da padroni e i loro interessi immobiliari a Torino sono quelli che hanno fatto compiere le scelte al Piano regolatore e sono quelli che muovono tutte quelle progettazioni di opere, compreso il mitico metrò, che faranno sì che tutti gli altri modi di trasporto e tutte le zone non interessate da questi ristretti investimenti, saranno abbandonate a se stesse nello stato in cui oggi sono.
Mi premurerò di richiedere le risposte stenografiche dei due responsabili di governo e di inviarle ai colleghi amministratori di Caselle, in modo che anche loro possano verificare se queste risposte sono in sintonia con quanto affermato un paio d'anni fa o meno. Con gli amministratori di Caselle spero di riuscire ad avere dei rapporti, per richiamare alle loro responsabilità, aggiornando, visto che ci sono stati dei cambiamenti, le posizioni della Giunta regionale in ordine a questo problema, perché a Caselle la situazione non è di tutta tranquillità. C'è stata anche una trasmissione, Samarcanda: Caselle è diventato un caso nazionale.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sono stato domenica a Caselle.



CHIEZZI Giuseppe

Dipende se è andato al ristorante o se è andato in mezzo alla gente dell'oltre ferrovia che richiede il sottopasso. Ci ritroveremo, spero, in quel Consiglio comunale di Caselle nel quale tanta fiducia era stata riposta, per verificare e fare il punto di questa situazione, che genera in me molto rammarico e sconcerto.


Argomento:

Interrogazione n. 962 del Consigliere Marino inerente la soppressione di quattro passaggi a livello sulle linee ferroviarie Alessandria - Piacenza e Milano - Genova


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 962 presentata dal Consigliere Marino.
Risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Le competenze della Regione Piemonte in materia di opere ferroviarie riguardano l'opportunità della realizzazione e la verifica della conformità urbanistica delle medesime e la realizzazione dell'intesa con le Ferrovie dello Stato conformemente a quanto stabilito dall'art. 81 del DPR n.
616/77. Ogni volta riparto dicendo queste cose perché qualcuno probabilmente, è convinto che io sia il Capo Compartimento di Torino. Al riguardo, mi piace ricordare un intervento del Consigliere Marchini sulle competenze specifiche. Spesso siete insoddisfatti, ma noi dobbiamo raccogliere semplicemente notizie che poi trasmettiamo.
In merito all'interrogazione in oggetto, pur rilevando che questa Amministrazione non ha competenze in merito alle procedure di appalto di cui alla citata interrogazione, si precisa quanto segue: la Giunta comunale di Tortona, con deliberazione n. 1036 dell'11/7/1991 (allegata alla risposta scritta), ha deciso di non dare corso all'assegnazione dei lavori di soppressione di quattro passaggi a livello sulle linee ferroviarie Alessandria - Piacenza e Navi - Tortona e di costruzione delle opere sostitutive; le motivazioni della non aggiudicazione dell'appalto vengono esposte nelle premesse della citata deliberazione; - la Giunta comunale di Tortona, con deliberazione n. 1860 in data 9/12/1991 (allegata alla risposta scritta), ha deciso di "...stabilire che l'appalto relativo ai lavori di cui in oggetto verrà aggiudicato a mezzo di licitazione privata" in data 19/2/1992 nel quotidiano "La Stampa" è stato pubblicato un avviso di gara di licitazione privata, relativo alle citate opere l'importo delle opere risulta comunque essere sempre stato calcolato in L. 3.000.000.000.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Non sono insoddisfatto, sono perplesso, non della risposta all'interrogazione, ma della filosofia che inizialmente l'Assessore ha espresso, seppure in due parole. Non ritengo che l'Assessore regionale ai trasporti, perché tale mi sembra essere l'Assessore Panella, possa rispondere in questi termini ad un'interrogazione di questo tipo. Se questo è il modo di rispondere alle interrogazioni, proporrei di abolire questa perdita di tempo. Credo che non solo un Assessore, ma un privato cittadino venendo a conoscenza di episodi non particolarmente chiari e trasparenti dovrebbe preoccuparsi di renderli più trasparenti, tanto più se questo cittadino è Assessore regionale ai trasporti.
L'interrogazione, siccome chiunque abbia eventualmente ascoltato non può aver capito di cosa si parlasse, poneva due questioni: nel 1989 il Comune di Tortona e le Ferrovie dello Stato stipulavano una convenzione con la quale si abolivano questi quattro passaggi a livello e contemporaneamente si stabiliva di eseguire delle opere sostitutive che permettessero ai cittadini di poter comunque attraversare le zone in cui precedentemente c'erano i passaggi a livello. In seguito a questo veniva bandita una gara d'appalto per fare i lavori; una ditta rispondeva e presentava un progetto per il quale l'insieme di questi lavori veniva a costare meno di quei 3 miliardi che sembra fossero disponibili per attivare questa iniziativa. Non conosco i particolari, ma sta di fatto che l'11 luglio la Giunta comunale di Tortona, che molto spesso si distingue per una grande fantasia nelle proprie iniziative, decide di abolire questo appalto.
Passano alcuni mesi ed il 2 dicembre la Giunta di Tortona delibera di affidare l'incarico della progettazione, direzione e assistenza ad un ingegnere di cui evito di citare il nome, poiché non lo conosco personalmente; si riserva di appaltare delle opere, con una spesa che ovviamente non deve essere superiore ai 3 miliardi, ma sembra che il problema sia che non deve essere di molto inferiore ai 3 miliardi, e successivamente a questo viene dato l'incarico a questo ingegnere con una clausola che io non conosco nei particolari, che in qualche modo impegna questo intervento sui passaggi a livello ad essere collegato con un progetto che riguarda la tangenziale di Tortona. Non so quali siano esattamente le competenze rispetto ad una questione di questo tipo, ma a mio parere l'Assessore dovrebbe dare una valutazione.
Ci sono due problemi. Il primo, a cui l'Assessore non ha risposto riguarda la preoccupazione (l'interrogazione è di cinque mesi fa, non so cosa sia avvenuto negli ultimi due mesi) dei cittadini di avere la garanzia che i lavori di eliminazione dei passaggi a livello fossero contestuali alle opere sostitutive, in modo che venisse il più possibile ridotto il loro disagio. L'Assessore, a mio parere, avrebbe potuto dare una risposta ma non l'ha data.
La seconda questione è la seguente. Soprattutto in periodi come questi credo che l'Assessore regionale dovrebbe preoccuparsi di capire perché è così poco apprezzata una proposta di lavori che ha il difetto di non prevedere la spesa di 3 miliardi. Perché, da quello che ho capito della questione, è questo il problema.
Ritengo che a questa interrogazione non sia stata data risposta oppure che l'Assessore regionale, in tempi come questi, rinunci totalmente a svolgere un qualsiasi ruolo, se non altro anche esprimendo delle valutazioni personali sulle questioni. Non dico che sia costretto ad intervenire, anche se a mio parere anche quello si dovrebbe fare, ma dovrebbe esprimere delle proprie valutazioni su due questioni che sono state poste: almeno questo dovrebbe farlo! L'Assessore ha citato le due delibere di Giunta comunale dicendo che le allega, ma personalmente non faccio un'interrogazione per avere una copia delle deliberazioni della Giunta di Tortona, me le procuro per conto mio non ho bisogno che l'Assessore me le fornisca per copia. E comunque non cita i contenuti delle due delibere di Giunta per le quali un progetto, che aveva il difetto di far costare troppo poco dei lavori, è stato ritirato: ma l'Assessore deve dire qualcosa, deve dare delle valutazioni su queste cose!


Argomento:

Interrogazione n. 993 del Consigliere Chiezzi e n. 966 del Consigliere Tapparo inerenti la riapertura al traffico della linea ferroviaria Torino Saluzzo via Airasca


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente l'interrogazione n. 993 presentata dal Consigliere Chiezzi e l'interrogazione n. 966 presentata dal Consigliere Tapparo, alle quali risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

La riapertura al traffico ferroviario della linea Airasca-Saluzzo (chiusa nel 1986) è stata più volte richiesta dalla Regione Piemonte all'Ente FS, senza ottenere risultati tangibili.
Con DGR n. 164-2192 del 3/12/1990, la Giunta regionale ha approvato il Protocollo d'intesa tra l'Ente Ferrovie dello Stato, la Regione Piemonte e il Comune di Torino in merito ad un nuovo assetto dei trasporti ferroviari in Piemonte.
Nel suddetto protocollo viene fatto esplicito riferimento all'attuazione di un sistema integrato a gestione mista del servizio ferroviario regionale, alla luce di quanto previsto dalla legge n. 210/85 (istituzione dell'Ente FS), dalla legge n. 67/88 e dalla legge n. 385/90.
Negli ultimi mesi si sono tenuti alcuni incontri tra i funzionari dell'Ente FS e della Regione per iniziare ad esaminare i problemi relativi all'eventuale costituzione di società miste per la gestione di linee ferroviarie di interesse regionale.
Per ora non si possono ancora fare previsioni sui tempi e sugli esiti dell'iniziativa suesposta; è però evidente che, qualora si addivenisse alla costituzione delle citate società miste, la riapertura della linea ferroviaria Airasca-Saluzzo, inserita in un contesto di trasporto integrato ferro-gomma, potrà essere presa in considerazione, con prospettive senz'altro più favorevoli delle attuali.
Riteniamo di avere fatto tutto il possibile al riguardo con l'Ente FS e che l'argomento sia sempre di attualità per l'Assessorato ed è giudicato come una riapertura da effettuare. Si sta cercando soltanto il modo per poter concordare con l'Ente FS la riapertura di questa linea che riteniamo importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Sono insoddisfatto anche di questa risposta, dalla quale non si capisce come andrà a finire la vicenda perché questo è un altro modo abbastanza frequente di dare risposta ai problemi: non si dice né sì né no, sembra in alcune frasi di udire il sì e poi nella frase successiva si capisce che sarà no.
Il problema che ho sollevato con questa interrogazione non è di poco conto e, a mio avviso, non è facile risolverlo con la posizione espressa dall'Assessore. L'Assessore ci ha detto che la linea è utile, però c'è un programma dell'Ente FS che non è chiaro su questo tema, non ha fatto delle scelte, in linea generale ci sono in cantiere ipotesi di costituzione di società miste. Miste con chi? Con quali finalità? Con quali costi? Con quali utili? Non è detto. E si rimanda a questa magia della società mista la possibilità di prendere in considerazione - ha detto l'Assessore - in termini più fattivi di oggi questo problema.
Assessore, per riattivare la linea Torino-Saluzzo via Airasca occorre una strategia generale da proporre come Piano dei trasporti regionale, che mi sembra lei tenga nel cassetto e di cui il Consiglio non ha ancora potuto occuparsi (con anni di ritardo rispetto alle scadenze previste dalla legge), in grado di diventare un programma forte e capace di interloquire con le Ferrovie.
Se non c'è questa volontà, questo programma definito, questa capacità politica di proporre alternative, penso che la situazione, così com'è e visto come funzionano le Ferrovie e vista la ripartizione del traffico su ferro e del traffico su gomma, conduca aduno smantellamento non dichiarato di questo patrimonio ferroviario regionale. Le ferrovie si ammalorano anche.
Allora, non è con un tono basso e giocando di rimessa che la Regione Piemonte può rendere di nuovo utili e anche economicamente compatibili queste linee. Che non sono linee minori, ma linee costruite per consentire alla Regione Piemonte di trovare nel trasporto su ferro una delle nervature fondamentali del proprio sistema di trasporti. Noi, viceversa, le stiamo abbandonando.
Un ultimo appunto è il seguente. Su questo tema dispiace anche parlarne attraverso i cinque minuti concessi ad un'interrogazione. La Giunta regionale - non vedo il suo Presidente - non ritiene che su questo tema del trasporto su ferro, tema di interesse regionale, valga la pena affrontarlo in una parte di, una mezza giornata, attraverso una comunicazione della Giunta regionale per dire cosa si intende fare? Mi risulta peraltro, Presidente del Consiglio, che su questo tema ci sia anche un'interrogazione del collega Tapparo; se verrà trattata in una giornata successiva tanto meglio, così potremo tornare due volte sul tema.
Sollecito l'Assessore a dire al Consiglio regionale cosa farà dell'impegno a presentare il Piano dei trasporti; se l'Assessore fosse così cortese da rendere una comunicazione al Consiglio su questo tema, forse cominceremmo ad usare la chiave giusta per affrontare questi problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, signor Assessore, questa è l'unica linea, tra quelle a minor traffico, di cui è stata programmata la chiusura nella seconda metà del decennio passato, che abbia poi visto la realizzazione di questo provvedimento e la sua non riattivazione.
Io credo, non per togliere valenza alla risposta e al potere dell'Assessore, che occorrerebbe ampliare la visione per considerare le ragioni per le quali vale la pena riattivare, difendere e sviluppare questa linea.
Il Piemonte è articolato per distretti economici; non potremmo definirli solo industriali perché il Saluzzese è un distretto economico a vocazione agricola. Questo distretto è sostanzialmente mal servito dal sistema ferroviario, e tutta la movimentazione (credo al 99%) della produzione interna di frutticoltura di questo distretto viene mossa attraverso il trasporto su gomma.
Credo che la Regione debba avere una strategia di valorizzazione di quelle che possono essere le potenzialità dei distretti economici.
Pensiamo, ad esempio, a Biella, che è il più importante centro laniero e probabilmente uno tra i più importanti centri industriali d'Italia; Biella aveva uno dei rami delle ferrovie a minor traffico tra quelli tagliabili nella programmazione della seconda metà degli anni'80. Quindi, se parliamo di servizi reali alle imprese, di competitività, di infrastrutture dovremmo considerare quello dei trasporti molto importante.
Vorrei sottolineare e portare in evidenza all'Assessore che tra il Centro Intermodale di Orbassano e lo snodo di Airasca, che collega quindi sul bacino del Saluzzese, esiste una distanza ,di 6 chilometri che, se raccordata in modo ferroviario, potrebbe far diventare questa linea un asse ferroviario pedemontano importante e strategico.
Un'altra considerazione da fare è che non si può smantellare ed annullare, magari anche vendendolo, il patrimonio delle ferrovie (stazioni ecc.), perché anche l'evoluzione tecnologica nel campo ferroviario può, nei prossimi decenni, presentare delle risposte nuove e innovative; una sede di trasporto dedicata, com'è la sede ferroviaria, è un patrimonio da difendere e da tutelare comunque.
Quindi la ragione per cui chiedo che l'Assessore - ed anche il Presidente della Giunta - si faccia interprete per quanto riguarda la valorizzazione più generale di quel bacino del Saluzzese è quella di far sì che non si dia per scontata in modo irrinunciabile ed irreversibile la tratta tra Airasca e Saluzzo.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 1002 del Consigliere Chiezzi inerente la linea ferroviaria Torino - Pinerolo - Torre Pellice; nuova fermata nel Comune di Candiolo


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1002 presentata dal Consigliere Chiezzi. Risponde l'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Per quanto riguarda i treni che collegano Torino con Pinerolo (undici convogli da Torino Porta Nuova a Pinerolo e viceversa, più due da Torino Lingotto a Pinerolo e quattro in senso inverso), dall'orario delle Ferrovie dello Stato attualmente in vigore risulta che tutti i succitati collegamenti prevedono la fermata a Candiolo.
Esistono inoltre due coppie di treni che collegano Pinerolo con Torino Porta Susa: tre di questi effettuano la fermata a Candiolo; soltanto uno precisamente il diretto che parte da Pinerolo alle 7,12 (Torino Lingotto 7,37 e Torino Porta Susa 7,55) non effettua la fermata a Candiolo (oltre che nelle citate stazioni, ferma soltanto ad Airasca per motivi di incrocio).
Occorre comunque rilevare che, prima del suddetto collegamento, è in partenza da Pinerolo un convoglio alle 6,45 (ferma a Candiolo alle 7,09, a Torino Lingotto alle 7,23 e a Torino Porta Nuova alle 7,30) e successivamente un locale alle 7,42 che ferma a Candiolo alle 8,05 (Torino Lingotto alle 8,19, Torino Porta Nuova alle 8,26).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dalla risposta dell'Assessore si deduce che c'è un solo viaggio che da Torino a Pinerolo non ferma a Candiolo.
Io avevo presentato questa interrogazione perché la Lega per l'ambiente aveva sollevato questo problema; può darsi che si riferisse a questo solo viaggio, e in tal caso mi sembra di capire dalla risposta dell'Assessore che la cosa non sia modificabile. In ogni caso, chiederei cortesemente se l'Assessore mi può dare la risposta scritta, in modo da sentire la Lega per l'ambiente ed approfondire il problema. Forse la Lega per l'ambiente aveva informazioni sbagliate (e può anche essere): spero che non sia l'Assessore ad avere le informazioni sbagliate.
Vediamo se, facendo i famosi controlli incrociati, riusciamo a capire come mai la Lega per l'ambiente chiede questa fermata a Candiolo; pareva che non la chiedesse relativamente ad un solo viaggio, ma a tutti i viaggi Torino-Pinerolo.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 1096 del Consigliere Peano inerente al riutilizzo delle linee secondarie riclassificate FS e nuovi orari della rete compartimentale FS in vigore al 31/5/1992 ed interrogazione n. 1118 del Consigliere Chiezzi inerente la modifica orari FS in provincia di Cuneo


PRESIDENTE

L'Assessore Panella risponde ancora congiuntamente all'interrogazione n.1096 presentata dal Consigliere Peano e all'interrogazione n. 1118 presentata dal Consiglieri Chiezzi.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Come è noto, le Ferrovie dello Stato, a partire dal 18/3/1991, hanno iniziato la realizzazione di importanti opere di riammodernamento su sedici linee ferroviarie del Compartimento di Torino, dodici delle quali interessano la rete regionale piemontese. I lavori in progetto riguardavano l'eliminazione (attraverso chiusura e automatizzazione) dei passaggi a livello, il rifacimento di alcune infrastrutture, l'impianto di nuovi sistemi di controllo del traffico, ecc.
Durante l'esecuzione dei lavori il servizio ferroviario è stato sospeso e sostituito con corse automobilistiche.
In questi giorni i treni stanno ricominciando a circolare, poiché le opere sono state portate a termine su dieci linee, nei tempi previsti in fase di progetto; le linee ancora chiuse saranno riaperte con il seguente calendario: Novara-Biella il 19 giugno; - Asti-Casale il 14 luglio Nizza-Cavallermaggiore il 15 settembre (l'intera linea precedentemente verranno aperte alcune tratte) Asti-Chivasso il 15 settembre.
Ovviamente, visto il nuovo assetto delle linee, il servizio offerto sarà migliore di quello precedente, ed anche gli orari subiranno alcune modifiche.
Per le ragioni suesposte, quest'anno la conferenza orario non si è svolta con le modalità degli scorsi anni, sebbene questo Assessorato sia costantemente in contatto con i competenti uffici del Compartimento ferroviario di Torino per intervenire, ove necessario, nell'esame e nella definizione dei nuovi orari FS.
A partire dall'anno in corso, alla luce della nuova potenzialità delle ferrovie interessate, questo Assessorato riprenderà l'attività relativa alle conferenze orario con le modalità degli anni passati.
Si può comunque rilevare che, nell'ambito della razionalizzazione degli orari dei trasporti pubblici regionali, è stato definito un Protocollo d'accordo, relativamente alla linea ferroviaria Varallo-Novara, che coinvolge, oltre alla Regione ed alle FS, le Province di Novara e di Vercelli e i concessionari delle autolinee che effettuano servizio in tratte parallele alla ferrovia; con il suddetto protocollo viene concordato un orario integrato treno-autobus e viene inoltre definita la modalità per l'emissione e l'utilizzo di documenti di viaggio valevoli per entrambi i sistemi di trasporto.
Infine, per quanto riguarda la richiesta specifica dell'interrogazione n. 1096 del Consigliere Peano in merito alla linea Torino-Savona, in data 15/4/1992 si è svolta presso questo Assessorato una riunione con la partecipazione dei rappresentanti della Regione Piemonte, dell'Ente FS, dei Comuni e degli utenti interessati al treno n. 2494 della linea Torino Savona.
In quella sede, l'Ente FS, oltre a chiarire la motivazione dell'anticipo di circa mezz'ora del citato treno, ha anche annunciato l'istituzione di una nuova relazione fra Cengio e Fossano con il seguente orario: Cengio: partenza ore 7,00 Ceva: arrivo ore 7,16, partenza 7,18; - Fossano: arrivo ore 7,49.
Quanto esposto dai rappresentanti delle ferrovie ha pienamente soddisfatto i presenti alla riunione, poiché si è constatato che il nuovo assetto dei treni sulla Torino-Savona offre un servizio migliore di quello attualmente esistente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Ringrazio l'Assessore per la risposta, che in alcune parti è interessante e conclusiva, mentre in altre è invece ancora un po' vaga e non riesce a dare indicazioni precise in merito ad un'interrogazione che voleva essere abbastanza attenta ai problemi della provincia di Cuneo, che riguardano la soppressione di alcuni treni, ma soprattutto le modifiche avvenute l'1 giugno con l'entrata in vigore dei nuovi orari.
Quello che si lamentava era soprattutto il mancato incontro con gli utenti e le Organizzazioni sindacali da parte dell'Assessorato e delle Ferrovie dello Stato; in tale incontro si sarebbero potuti chiarire gli aspetti, le modalità e le modifiche che intercorrevano dall'1 giugno e che avrebbero provocato alcuni disagi ai tantissimi utenti pendolari che dal Cuneese, Fossanese e Monregalese pervengono a Torino tutti i giorni.
L'entrata in vigore del treno Cengio-Fossano ha risolto in parte i problemi, perché ha consentito all'area del Monregalese di pervenire a Fossano e di collegarsi con i treni da Cuneo e Fossano, mai cambiamenti intervenuti all'improvviso dall'1 giugno, senza la conoscenza specifica da parte di chi quotidianamente usufruisce del treno come mezzo di lavoro hanno creato parecchie difficoltà.
Chiediamo se sia ancora possibile un incontro con l'Assessore e con le Ferrovie dello Stato per chiarire alcune difficoltà, che ancora emergono su alcune linee. Per esempio, mentre su alcuni percorsi sono state aperte fermate in stazioni dove prima non c'erano, sono state soppresse altre fermate lungo gli stessi percorsi, costringendo i pendolaci di quelle stazioni a doversi spostare al mattino presto verso altre stazioni per poter prendere il treno Ripeto, se è ancora possibile, chiediamo un incontro in Assessorato con le Ferrovie dello Stato per chiarire alcuni aspetti particolari, oggetto di richieste dirette alle FS attraverso raccolte di firme. Se questo sarà possibile, ringrazio l'Assessore e chiedo la sua disponibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La risposta dell'Assessore non mi ha convinto, perché l'annuale conferenza regionale sugli orari ferroviari corrisponde ad una obiettiva necessità di mettere in relazione le ipotesi di esercizio delle Ferrovie dello Stato con le necessità degli utenti, presente la Regione Piemonte.
Personalmente, non penso che ci siano motivi sufficienti per non convocare questa conferenza; a mio avviso, non c'è scusante per questa mancata convocazione. Anche se le FS hanno programmi di riassetto, lavori in corso, perché non tenere ugualmente la conferenza sugli orari? Perch non chiedere alle FS di illustrare in questa sede tutti i lavori in corso e discutere con gli utenti prima del termine i nuovi orari e anche le prospettive di lavoro? Assessore, ritengo sbagliata la sua scelta di governo di avocare a s questo tema, riducendo la questione solo ad un rapporto tra l'Assessorato e le FS. Viceversa sarebbe più utile mantenere la conferenza annuale, sia pure nelle condizioni in cui si può svolgere. Se le FS hanno lavori in corso, porteranno questo come uno degli elementi di discussione al tavolo della conferenza regionale. Non è d'accordo con me su questo, Assessore?


Argomento:

Risposta scritta ad interrogazioni ed interpellanze (seguito)


PRESIDENTE

Comunico inoltre che all'interpellanza n. 1173 presentata Consigliere Sartoris inerente il problema dell'assistenza ai profughi dell'ex Jugoslavia verrà data risposta scritta.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 566 dei Consiglieri Rivalta, Bresso, Monticelli e Marengo ed interpellanza n. 929 dei Consiglieri Bresso, Rivalta e Segre richiamate in aula ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare (rinvio)


PRESIDENTE

L'esame delle interpellanze n. 566 e n. 929, di cui al punto 3) all'o.d.g., viene rinviato alla prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Bortolin, Cantore Cucco, Dameri, Gallarini e Goglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto per decorrenza termini


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati per decorrenza termini sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Dimissioni da componente dell'Ufficio di Presidenza del Consigliere Margherita Gissara Ai fini della presa d'atto del Consiglio, comunico che in data 18 giugno 1992 è pervenuta una lettera datata 14 giugno in cui il Consigliere Margherita Gissara presenta le dimissioni da componente dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazioni della Giunta regionale in merito alla costruzione dell'impianto Re-Sol all'ACNA di Cengio


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio, per una comunicazione.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Anche se si tratta di un fatto noto, mi pare sia giusto e doveroso comunicare ufficialmente al Consiglio l'esito del ricorso nei confronti dell'ACNA e della Regione Liguria, esito che per noi è stato pienamente soddisfacente e che ha provocato l'annullamento della deliberazione della Regione Liguria che concedeva l'autorizzazione alla costruzione del Re-Sol.
Credo che possiamo considerare questo risultato conseguito dalla Regione Piemonte positivo nel suo complesso in una battaglia che, sotto il profilo giuridico, non consideriamo decisiva, ma che riteniamo comunque molto importante. Si è segnato un punto a vantaggio in questa questione, credo di notevole rilievo: per la prima volta, nel merito, vengono riconosciute valide le ragioni della Regione Piemonte per quello che attiene soprattutto alla necessità della valutazione di impatto ambientale per l'approvazione di questo progetto.
Devo dire che ci sono ragioni di soddisfazione soprattutto nella lettura delle trenta pagine della motivazione, perché si approvano tutte le posizioni processuali che la Regione Piemonte ha sostenuto e si fa anche chiarezza - a questo ci tengo molto - sull'atteggiamento che abbiamo assunto nei confronti del Ministero e della Regione Liguria per quello che riguardala gestione dell'approvazione del cosiddetto Piano della Valle Bormida o, comunque, dell'atteggiamento da noi assunto nei confronti del Ministero. Viene chiarito che non abbiamo mai approvato nulla e viene data piena credibilità alla dichiarazione effettuata e sottoscritta dal Presidente della Giunta regionale in proposito, in quanto non contestata da nessuno e - aggiungo - perché incontestabile. Questo lo considererei un elemento molto importante.
Ritengo inoltre molto importante il fatto che la nostra tesi, che non riconosceva validità a quella pseudo-Commissione di valutazione di impatto ambientale nominata dal Ministro, è stata anch'essa fortemente acclarata.
Considero, quindi, questo aspetto, l'aspetto processuale e l'aspetto della sentenza di grande valore e di grande significato, anche se centrato naturalmente sul tema della mancanza della valutazione di impatto ambientale.
Abbiamo un elemento importante per il prosieguo della questione certamente dobbiamo pensare che la Regione Liguria ricorrerà, che l'ACNA ricorrerà, che si andrà al Consiglio di Stato, però abbiamo degli elementi oggi, importanti per riprendere il dialogo anche con il Governo per quella soluzione politica che credo sia la soluzione definitiva migliore di questo problema. Possiamo, credo, giocare questa nostra posizione in modo utile e positivo.
Nei giorni scorsi avevo avuto modo di parlare con il Presidente della Regione Liguria, rinviando un incontro al dopo sentenza. Probabilmente, le aspettative erano da entrambe le parti diverse: noi siamo disponibilissimi all'incontro con la Regione Liguria, la quale però parte dal presupposto che il Re-Sol non può essere edificato nella Valle Bormida. L'azione legale proseguirà, proseguirà l'azione politica, ci misureremo su questo argomento, cercheremo di misurarci con il Governo non appena costituito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Questo passaggio assume per noi un alto significato, nel senso che acquisiamo, se non in via definitiva, in quanto ci sarà il Consiglio di Stato, certamente in via giurisdizionale la legittimità della posizione anche sul piano giuridico, non solo su quello politico, della battaglia contro la costruzione del Re-Sol.
Contemporaneamente, c'è l'impegno per la chiusura dell'ACNA e già oltre un anno fa c'erano gli impegni politici assunti dal Governo, che è ancora in carica, di pronunciarsi in via definitiva su questa materia. Rilevo che a fronte di un percorso agevole e comunque positivo sotto il profilo giuridico, che ci porta costantemente degli elementi a conferma della nostra battaglia - dico nostra nel senso di tutte le forze che con l'e popolazioni l'hanno portata avanti - dall'altra parte continua invece la reticenza, l'ostilità e l'opposizione sotto il profilo politico; mi riferisco ai livelli superiori al nostro, specificatamente al livello ministeriale. Infatti, ad oggi non ci sono atti che indichino la volontà a quel livello di arrivare alla chiusura dell'ACNA, che era l'altro impegno fondamentale insieme a quello della non localizzazione del Re-Sol.
Il dibattito avvenuto la settimana scorsa qui in Consiglio regionale ha avuto, purtroppo - non so il Presidente della Giunta, ma penso che il Presidente del Consiglio non sia entusiasta della conclusione a cui si è pervenuti - una conclusione di eccessiva arroganza nei confronti della popolazione e di preclusione rispetto ad una richiesta tanto esigua di collaborazione. Questa collaborazione - è bene ribadirlo - anche alla luce della sentenza del TAR. vede la gente inerme di fronte alla protervia (con i tempi e le lungaggini del caso) e la Magistratura muoversi in maniera peraltro ondivaga, anche se in questo caso l'onda volge a nostro favore.
Non possiamo dire che l'atteggiamento della Regione oggi, così com'è stato illustrato dal Presidente della Giunta, sia all'altezza della situazione. Mi riferisco agli elementi che si sono prodotti in queste settimane e che riguardano la continuazione delle attività di costruzione del Re-Sol, la sospensione di tutta l'attività politica ai livelli ai quali doveva essere mantenuta e realizzata, cioè il Governo per la chiusura dell'ACNA, e alla richiesta - lo richiamo come elemento a latere incidentale per il diniego del sostegno all'attività delle popolazioni intesa a produrre altri elementi che creino le condizioni di ordine tecnico giuridico per l'eliminazione di quell'impianto.
Ciò che finora si è affermato sono state solo le questioni tecnico giuridico e legali, perché per quelle politiche si ha a che fare con una posizione ministeriale alla quale, peraltro, la Regione si oppone in modo non così determinato come gli elementi giuridici in nostro possesso ci consentirebbero di fare, altrettanto determinato con esiti peraltro assolutamente in evidenti nonostante gli impegni formali assunti. Ma questi elementi di non credibilità, di non realizzazione, di impoverimento di tutto il clima politico ed amministrativo nazionale in cui naufraga il Governo Andreotti sono cose evidenti e non le riprendo qui. Spero solo che siate d'accordo, almeno in qualche misura, anche voi. Adesso si farà un altro Governo, con a capo Amato: spero sia più facile avere una posizione coerente sulla questione della Valle Bormida; se - come ho sentito ventilare - ci saranno anche i Verdi che gli daranno un appoggio, saremo più rassicurati! Ho sentito che i Verdi potrebbero dare un appoggio: mettete come condizione la chiusura dell'ACNA, che diventa un elemento dirimente; spero che Fulco Pratesi, essendo eletto in Piemonte, lo farà senz'altro.
Comunque, al di là di questo auspicio, vorrei ancora sapere Presidente, se, rispetto alla chiusura e rispetto al sostegno delle iniziative locali, ci sono altre novità, al di là della presa d'atto di questo fatto positivo che certamente verrà richiamato in causa negativamente con il ricorso al Consiglio di Stato da parte della stessa società ACNA; almeno, la situazione mi fa presumere che avverrà questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Il mio, più che un intervento, è una domanda brevissima, a parte una battuta al Consigliere Riba: se tu leggi con attenzione quello che ha dichiarato Rutelli in Parlamento, i Verdi al momento non sono disponibili è scritto su tutti i giornali - ed eventualmente si asterranno, nel caso di particolari e significative sorprese, alcune delle quali farebbero eventualmente piacere anche a te! Detto questo, che non c'entra, non voglio fare particolari interventi e riproporre qui una discussione sull'ACNA. Vorrei fare, però, al Presidente della Giunta regionale una piccolissima e brevissima domanda. Al di là dei fatti futuri a riguardo dell'ACNA, quindi del probabile ricorso al Consiglio di Stato, al di là del fatto che il Ministro sia quello precedente o un altro e al di là delle posizioni che questi assumerà, resta un piccolo problema: questa sentenza del TAR rimanda comunque in avanti più che di parecchi mesi, forse di qualche anno, là costruzione eventuale e sciagurata del Re-Sol dentro l'ACNA. La questione, che si poneva già ieri si pone oggi e si porrà nei prossimi mesi è quella di capire come farà l'ACNA a continuare a produrre nei prossimi mesi. I casi sono due: o quell'impianto in realtà non serviva per smaltire i rifiuti dell'attuale produzione dell'ACNA, e quindi serviva per attivare all'interno di uno stabilimento un altro business che era quello degli inceneritori di rifiuti tossico-nocivi, oppure quell'impianto era ed è indispensabile per l'ACNA.
Questa sentenza del TAR pone una questione di fondo: dove smaltisce l'ACNA e, soprattutto, dove smaltirà nei prossimi mesi ed anni i rifiuti delle attuali lavorazioni? Oppure, capovolgo la domanda: l'ACNA ridurrà ulteriormente, e di quanto, la propria produzione in seguito ai ritardi che la costruzione del Re-Sol ha provocato, almeno fino a questo momento, in questa forma? Sono questioni non da poco, perché sottendono al confronto politico che c'è al di là delle questioni legali sulle quali la Regione si comporta dignitosamente. Magari lo farò anche attraverso un'interrogazione, ma chiederei al Presidente della Giunta regionale di porsi e di porre il problema, alla luce di questa sentenza, di cose farà l'ACNA nei prossimi mesi rispetto alle proprie produzioni e rifiuti. Troverà qualche strada particolarmente originale per continua re le proprie produzioni?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Volevo ricordare che, da quel che ho potuto approfondire, la legge Merli non è funzionale perché è troppo condizionata e quindi questi inconvenienti derivano in gran parte anche da lì. Ma poi c'è un altro fatto, perché ho letto, per esempio, che la Thatcher, in Gran Bretagna, è riuscita a far ridiventare, con una legge semplicissima che sarebbe molto bene cercassimo di conoscere meglio, nel giro di poco tempo, i fiumi tutti pescosi e puliti (sempre relativamente, è chiaro): non so perché da noi non si faccia qualcosa di simile.
Ma la cosa più grave è questa: ho letto che questa azienda (l'ACNA) è da tempo passiva, mentre lo Stato italiano ha bisogno come noi dell'aria che respiriamo di privatizzare, per quell'enorme carico che non mi stancherò mai di ripetere, del quale si parla troppo poco, di un milione e 500 mila miliardi di debito pubblico. Se il padrone dell'azienda fosse stato un privato, l'avrebbe già svenduta e il problema sarebbe già risolto da gran tempo; purtroppo, essendo statale l'azienda, perché mi pare sia dell'Enichem, ecco che il male si trascina e non solo invelenisce l'ambiente, ma anche le persone. Questo rientra nella grande follia dello Stato italiano, quindi avevano ragione i nostri antenati quando dicevano: "Roba dlé Stat, roba da mat" e quindi torniamo all'esigenza primaria ed assoluta dello Stato federale. Come qualcuno sta già comprendendo, sui giornali ogni giorno c'è qualche politico sulla via di Damasco, illuminato e ben venga tutto questo. Io sono felicissimo che questo avvenga pacificamente e non in termini più drammatici, come purtroppo rischiamo di dover subire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanoletti.



ZANOLETTI Tomaso

Voglio esprimere anch'io la soddisfazione per questa sentenza, che è poi la soddisfazione di tutti i Consiglieri regionali, degli amministratori locali e degli abitanti che si sono battuti , da tempo per arrivare a questo risultato; un risultato che, seppure parziale, è molto importante e significativo. Tanto più perché era inatteso, avendo purtroppo il TAR Liguria, qualche mese fa, deliberato in senso negativo sul ricorso per sospensiva che la nostra Regione aveva proposto. Un risultato che quanto meno ci farà guadagnare molto tempo, e noi sappiamo che in queste condizioni il trascorrere del tempo non è certamente favorevole all'ACNA che dovrà sicuramente ridurre l'attività. E qui mi pare molto opportuna la domanda che si è posto e ci ha posto il Consigliere Marino. Dobbiamo in qualche modo chiarire fino in fondo in che misura l'ACNA possa continuare l'attività senza l'impianto, visto che l'impianto era posto come una condizione indispensabile, a detta dell'azienda, per poter continuare e sapere di preciso dove vanno in questo periodo tutte le scorie della lavorazione, stante che i laghi di contenimento sono pressoché completi.
Questo risultato è un riconoscimento, un premio dell'azione che ha portato avanti decisamente la Regione ed io, che ho letto anche le motivazioni della sentenza, concordo con quanto detto dal Presidente. Dalle motivazioni di questa sentenza emerge con chiarezza quanto sia stato determinante il comportamento della Regione Piemonte. Si tratta ora di continuare; dovremo attrezzarci per cercare di fare confermare nella sede del Consiglio di Stato questa sentenza, posto che sicuramente la Regione Liguria e l'azienda appelleranno. Credo però che dobbiamo fare soprattutto un'altra cosa: noi dobbiamo riprendere la via politica per la soluzione del problema. Ora che abbiamo a nostro favore questo preciso riferimento giurisdizionale dobbiamo sfruttarlo per arrivare ad una soluzione politica della questione. Dunque dobbiamo riprendere da una posizione di forza il confronto sia con la Regione Liguria, sia soprattutto con il Governo. Per arrivare dove? Per arrivare a quello che dobbiamo considerare il risultato finale e soddisfacente, cioè non solo la definitiva cassazione del Re-Sol ma anche la riconversione totale dell'ACNA, per giungere alla cessazione dell'inquinamento, ad un piano di risanamento della valle e poi ad un piano di sviluppo della valle. Da nessuna nostra proposizione emerge con chiarezza una linea di intervento per lo sviluppo della valle. Credo che invece questo sia il risultato finale a cui assolutamente dobbiamo giungere.
Colgo anch'io questa occasione per ribadire una questione che è stata discussa nell'ultimo Consiglio e che riguarda il problema delle indagini per auspicare ancora una volta che già nella Commissione di giovedì si possa trovare, a livello tecnico, un confronto chiaro, positivo, tra le diverse ipotesi, in modo che la Regione possa intervenire anche con un finanziamento. Finanziamento non eccessivo, ma sicuramente alto, ma sicuramente significativo, per favorire quelle indagini che sono, o dovrebbero essere, aggiuntive e che, soprattutto, rappresentano un modo per ridare fiducia alle popolazioni della valle su un problema che le angustia.
Poiché si tratta della loro salute, poiché si parla di dios-sina, dobbiamo chiarire una volta per tutte come stanno le cose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, esprimo anch'io soddisfazione per questa sentenza.
Non dimentichiamoci di cosa è avvenuto invece nella Regione Liguria. Se nella Regione Piemonte le massime autorità hanno espresso soddisfazione e sulla base di questa sentenza si avviano a nuove iniziative, soprattutto di carattere politico, per risolvere il problema, la Regione Liguria ha fatto tutt'altro. Non grande soddisfazione, ma vivissima preoccupazione contro questa sentenza che ha annullato la delibera.
Penso che di questo dobbiamo tenerne conto, colleghi, perché la Regione Piemonte è tutta schierata con gli abitanti della zona ove è situata l'ACNA, mala Regione Liguria a stragrande maggioranza è schierata per tenere aperto lo stabilimento. Le questioni di allocazione delle persone sul territorio forse non sono ininfluenti alla formazione delle idee. Già una volta ho detto "trasferiamo le persone del Consiglio regionale piemontese in Liguria e viceversa, e facciamoli deliberare", cosa succederebbe? Quanti di noi cambierebbero idea? Dico questo solo perché la battaglia è vinta, ma non è detto che l'intera vicenda finisca come noi crediamo. Dall'altra parte, in Regione Liguria, soprattutto dalla parte degli interessi che tengono aperti l'ACNA, ci sarà una reazione, e non è detto che le cose finiscano come noi diciamo.
Quindi auspico anch'io la soluzione politica e chiedo, in particolare al Presidente, in aggiunta alle cose giuste chieste dal collega Marino, se non è possibile verificare cosa sta succedendo dentro al sito dell'ACNA per quanto riguarda la costruzione del Re-Sol. E' proprio ferma questa costruzione? La Regione Piemonte può attivare tutti gli elementi conoscitivi in ordine a questo problema? Il Presidente ritiene di formulare richieste di controllo esplicite e precise al Ministero su quanto sta accadendo? Sappiamo che il Ministero non ha dato buona prova di sé su questa vicenda. La sentenza del TAR. che denuncia la mancanza di esame di impatto ambientale, lo dimostra.
Però io porrei dei quesiti precisi al Ministero, affinché risponda perché su questo c'è preoccupazione. I lavori del Re-Sol sono sospesi tutti quanti o no? Ci rispondano qualcosa su questo, perché sarebbe ben curioso ben drammatico, se a fronte di sentenze che fermano la deliberazione quegli interessi potenti continuassero ad andare avanti, sperando in un pronunciamento diverso da parte del Consiglio di Stato. Penso che anche l'acquisizione di elementi precisi da parte del Ministero, che si assuma la responsabilità di dire cosa sta succedendo, possa aiutare tutti noi in questa nostra battaglia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Nell'esprimere, a nome del Gruppo dei Verdi, la soddisfazione per la sentenza del TAR. vorrei chiedere al Presidente Brizio se non ritiene opportuno, anche solo per ragioni di conoscenza, far avere le trenta pagine di motivazione della sentenza almeno ai Consiglieri che ne sono interessati. Penso che per gran parte delle domande che ci siamo posti in questo dibattito vi saranno delle risposte già domani, in quanto proprio domani si terrà l'assemblea di bilancio dell'Enichem, che credo risponderà in qualche modo agli ultimi avvenimenti.
Sugli ultimi giornali si legge che l'ACNA è pronta a spostare parte degli impianti in India ed in particolare proprio il reparto più inquinante, quello delle ftalocianine di rame. Anche rispetto a questo bisogna stare attenti a cosa deciderà l'assemblea dell'Enichem di domani all'eventuale trasferimento del reparto ftalocianine e a che cosa lascia l'Enichem, quindi 1'ACNA, sul terreno. Il milione di metri cubi di rifiuti chiaramente rimane lì.
Volevo aggiungere, facendo seguito a quello che ha detto il collega Chiezzi che noi avevamo depositato da mesi un'interrogazione che chiedeva proprio quello che lui ha chiesto a voce adesso, cioè lo stato di attuazione dei lavori del Re-Sol, che a noi non risultano essere completamente formi. Per questo avevamo fatto l'interrogazione. Ovviamente anche noi saremo d'accordo a riprendere la strada politica, sia con la Regione Liguria sia con il nuovo Governo, appena ci sarà il Ministero dell'Ambiente e quello delle Partecipazioni Statali, come richiesto da tutti gli ordini del giorno approvati quest'anno.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Ho già detto prima nel mio intervento e lo ribadisco ora che ritengo che la via giudiziaria non risolverà il problema e quindi dobbiamo ritornare a muoverci sul terreno amministrativo e politico, cosa che abbiamo sempre fatto. Siamo entrati in una fase di rinnovo del Parlamento che ha frenato i contatti. La questione giudiziaria aperta poteva indebolire la nostra posizione e invece l'ha rafforzata, al di là delle stesse aspettative generali che non erano molto in questo senso. Debbo dire che ci muoveremo su questo terreno molto puntualmente.
Per quello che riguarda le altre domande, ad esempio "Come farà l'ACNA ad andare avanti senza questo impianto?", l'ACNA ha sempre dichiarato che senza questo impianto avrebbe chiuso. L'ha dichiarato ufficialmente di fronte a Cristofori in una riunione in cui erano presenti il Ministro Bodrato, il Sottosegretario Bastianini, oltre al Presidente della Giunta regionale ed altri. Ha dichiarato che senza una rapida decisione favorevole sul Re-Sol si arriverà alla chiusura. Vedremo quali saranno le mosse.
Credo ci siano delle obiettive difficoltà per l'ACNA a continuare a produrre in queste condizioni, anche se l'impianto Re-Sol era un impianto come riconosce la sentenza - non soltanto di carattere industriale, ma anche di riciclo dei rifiuti e quindi con delle caratteristiche diverse.
Noi seguiremo con grande attenzione questo aspetto e anche il problema della ripresa dei lavori che non c'è.
Dopo la seconda sentenza del Consiglio di Stato erano circolate voci che si lavorava comunque. Siamo intervenuti attraverso il Prefetto e la Magistratura e abbiamo avuto assicurazioni che tutti i lavori erano fermi.
Noi abbiamo queste assicurazioni, non abbiamo assicurazioni di altro tipo sono assicurazioni puntuali che continueremo a verificare con grande attenzione, ma al momento possiamo assicurare che, a quanto ci consta, i lavori sono fermi e da nessuna parte, neanche dall'interno dell'azienda dai sindacati, da nessun comitato, ci è stato segnalato che la cosa fosse invece di tipo diverso.
Chiaramente la questione si risolverà sul terreno del confronto politico, che noi porteremo avanti con molta determinazione; però questo successo è molto importante.
Sono certamente disponibile a fare avere a chi la richiede la copia del dispositivo della sentenza, che come ho già detto è illuminante sotto molti aspetti perché riprende puntualmente l'atteggiamento della Regione Piemonte nella vicenda processuale e nella vicenda della valutazione di impatto ambientale.


Argomento: Comuni - Referendum abrogativo e consultivo

Esame proposta di deliberazione n. 436: "Indizione, ai sensi del Titolo III della L.R. n. 4/73 e successive modificazioni ed integrazioni, di referendum consultivo per l'accorpamento al Comune di Borgaro Torinese previa unificazione, dei territori della frazione Mappano, attualmente divisa fra i Comuni di Borgaro Torinese, Caselle Torinese, Leinì e Settimo Torinese"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 436. Se non vi sono interventi di carattere generale, ha facoltà di intervenire il Consigliere Rivalta per dichiarazione di voto.



RIVALTA Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non voterò questo provvedimento come già ho fatto qualche tempo fa su una deliberazione che riguardava questo stesso argomento.
Ribadisco la ragione. Credo che la Regione Piemonte, nei confronti di questo problema e in generale nel confronto dell'assetto territoriale delle Circoscrizioni, si sia comportata con un atteggiamento non responsabile e non impegnato. Nel senso che in particolare in quest'area torinese, che richiederà organizzazioni diverse dalle attuali, e mi richiamo qui alla legge n.142 che prevede la costituzione dell'Area metropolitana e il riordino delle Circoscrizioni comunali, non sono state esaminate relativamente al problema Mappano, le soluzioni che una visione più organica della sistemazione dell'Area-Metropolitana avrebbe potuto suggerire.
Si tenta di risolvere questo problema di Mappano con il semplice accorpamento ad uno dei Comuni limitrofi. Credo che le possibilità di soluzione fossero assai più ampie e, se avessimo svolto impegni nei confronti dell'Area Metropolitana, qualche indicazione in più l'avremmo anche avuta; quelle soluzioni potevano avvenire attraverso costituzione di nuovi Comuni probabilmente toccando persino la dimensione del Comune di Torino. Penso, per esempio, alla Falchera (Mappano è vicinissimo alla Falchera), che vive come entità staccata di Torino, come uno dei ghetti staccati di Torino e che avrebbe potuto suggerire ben altre soluzioni anche per la zona di Mappano.
Richiamo poi ancora il fatto che la modifica delle Circoscrizioni comunali, in realtà a forte dinamica come continua ad essere l'Area Metropolitana torinese, debbono essere viste non soltanto sullo stato di fatto, ma per quello che potrà succedere nel prossimo futuro. E qui chiamo in causa l'assenza di una politica di programmazione e di pianificazione per l'Area Metropolitana. Non mi dilungo. Credo, almeno per i titoli che ho richiamato nel mio intervento, di essere stato sufficientemente chiaro.
Considero questo atteggiamento della Regione un atteggiamento non impegnato a risolvere i problemi delle Circoscrizioni comunali nell'area torinese - e se ne porranno diversi - non impegnato ad affrontare la questione di Mappano in una visione organica che colga gli aspetti dei problemi esistenti, ma che guardi anche al futuro in una politica di pianificazione programmatica socio-economica e territoriale, oltre che istituzionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale della seduta in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. La deliberazione è approvata con 31 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività della deliberazione, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva con 31 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Trasporti su ferro

Comunicazioni della Giunta regionale sull'Alta Velocità


PRESIDENTE

Passiamo alle comunicazioni della Giunta regionale sull'Alta Velocità di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, è stato chiesto alla Giunta regionale - e particolarmente al suo Presidente (in quanto anche Copresidente del Comitato Alta Velocità perla linea Lione-Torino-Trieste) - di presentare in Consiglio una comunicazione sul tema dell'ammodernamento della rete ferroviaria del Piemonte attraverso il sistema di trasporto comunemente oggi chiamato dell'Alta Velocità.
Non vi sono particolari motivi per evitare questo passaggio informativo, anzi, allo stato delle iniziative, ritengo molto opportuna la richiesta di illustrazione e dibattito sull'argomento.
Per razionalità di schema mnemonico, dividerò la mia comunicazione in tre parti: una prima, concernente il quadro generale delle problematiche di veicolazione e di scambio, che impongono oggi innovazioni robuste nei vari modi del trasporto; fra queste, la sempre più impellente necessità di usare il mezzo ferroviario a velocità commerciali elevate una seconda, dedicata alla cronistoria delle iniziative assunte a livello regionale, per avviare le fasi realizzative dell'Alta Velocità in Piemonte una terza, riservata all'analisi delle prospettive "politiche" degli interventi, e cioè alla valutazione delle compatibilità possibili od auspicabili, quindi anche delle reciproche collaborazioni tra le forze in campo del contesto economico-sociale; in altri termini, alla valutazione dell'opportunità di un rapporto di reciproco sostegno fra mano pubblica e settore privato per la realizzazione di sistemi infrastrutturali moderni efficienti, economicamente validi e, per quanto necessiti, a vocazione europea.
Inoltre, aggiungerò una quarta parte che riguarda risposte a quesiti più precisi emersi nelle interrogazioni e nelle interpellanze che sono state presentate e la cui discussione mi pare venga connessa a questa comunicazione. E' pacificamente accettato, sia a livello comunitario che nazionale, come l'attuale distribuzione dei traffici fra i diversi modi di trasporto non solo non offra diagrammi accettabili sotto il profilo tecnico e sociale, ma significhi spietatamente l'avvicinarsi - a breve e medio tempo - di limiti di rottura, tali da coinvolgere pesanti crisi di comunicazione fra aree sempre più vaste delle economie occidentali.
Il fenomeno è particolarmente avvertito a livello comunitario, dove sono da tempo allo studio vari rimedi. Ma esso è oltremodo presente in Italia - nelle zone più industrializzate il fenomeno rappresenta valori di diseconomia molto elevati - dove, ad esempio, il trasporto viaggiatori (anno di riferimento 1988) è monopolizzato dalla gomma (85%), mentre la rotaia non tocca che il 12,5% del mercato potenziale, ed il resto va al trasporto aereo (1,6%) ed al cabotaggio costiero ed interno (0,6%).
Se poi si scende alle merci, l'obiettivo per l'orizzonte 2000 che le Ferrovie italiane si pongono è quello di gestire il 20% del traffico relativo, nonché il 16% del traffico merci interno.
Passando dal generale ai problemi del Piemonte, recenti analisi condotte in ordine al sistema del trasporto che interessa la Regione (Stresa '91), indicano l'ipotesi di completo intasamento della direttrice del Fréjus agli inizi del prossimo secolo(e cioè fra circa dieci anni)perle merci, tanto su strada che su rotaia: ovviamente in assenza di interventi infrastrutturali sostanziali.
Mi limito a questi brevi accenni per trarne indicazioni estremamente preoccupanti. In un siffatto contesto l'ente pubblico - soprattutto perle proprie responsabilità di programmatore - ha il dovere di porsi i problemi di uno sviluppo futuro che sia al contempo possibile ed accettabile. In particolare, constatato che la ripartizione dei traffici tra i modi di trasporto non è quella ottimale, si dovranno esaminare le forme più appropriate di intervento per modificarla in senso produttivo.
Sia a causa delle regole che la CEE ha imposto o che intende proporre agli Stati membri (specie in materia di addebito dei costi per Fuso dell'infrastruttura); sia per le esigenze di tutela ambientale ché si vanno consolidando nel background sociale delle comunità; sia infine per ragioni di natura eminentemente tecnica (saturazione degli itinerari, congestione da trasporto, obsolescenza dei sistemi tradizionali di governo della mobilità, ecc.), uno dei modi di trasporto che viene rivalutato è la ferrovia. A condizione che fornisca un servizio in linea con le attese dell'utenza, e cioè con garanzie di sicurezza e di regolarità. La soluzione Alta Velocità è una risposta che le nazioni europee stanno proponendo e che la Comunità individua come una delle priorità da ricercare in campo infrastrutturale.
Di questa visione europea del problema infrastrutture si è avuta di recente a Lisbona (inizio mese) una documentata illustrazione da parte di alcuni Commissari CEE - nel corso di un dibattito organizzato dalla ERT (European Round Table) degli industriali europei e dalla Presidenza portoghese del Consiglio Comunitario - dove l'accenno è stato posto su due strategie da seguire: la creazione di sistemi a reti integrate e la ricerca di nuovi strumenti di analisi finanziaria dei costi e di finanziamento degli investimenti.
In quella sede è stato evidenziato chiaramente il ruolo che la rete di treni ad Alta Velocità in Europa dovrà poter svolgere, in un futuro molto prossimo, a servizio dell'intera economia continentale.
Il Piemonte si trova ad occupare un posto particolare nel quadro della delineata nuova rete europea. Intanto rappresenta il nodo estremo occidentale della rete italiana per l'Alta Velocità (quale decisa dal Piano nazionale dei trasporti e dall'Accordo di programma stipulato fra il Ministero competente e le Ferrovie dello Stato); inoltre lo schema generale direttore dell'Alta Velocità approvato dalla Commissione CEE prevede un diretto collegamento fra Lione e Torino (l'Alta Velocità francese arriva oggi a Chambéry-Montmélian); infine il Governo francese, pur dando priorità politica al collegamento veloce verso est - via Strasburgo - ha recentemente finanziato lo studio di fattibilità esecutiva del tratto Lione Torino. A quest'ultimo proposito va anche precisato che la SNCF è favorevole ad individuare il collegamento anzidetto come linea veloce sia per il trasporto viaggiatori (come lo è in generale per tutti i TGV francesi) che per il trasporto merci (e questa è una novità molto importante ed è anche una condizione della realizzazione del progetto).
Da un siffatto contesto programmatico deriva la decisione della Regione di farsi promotrice dell'Alta Velocità nell'Italia settentrionale, con particolare riferimento alle interconnessioni fra la rete italiana, da un lato, e con il nodo lionese, dall'altro. La sua azione in proposito si è svolta e si svolge su due fronti: in uno, collaborando nel Comitato Alta Velocità per la direttrice Lione-Torino-Trieste con le Regioni Lombardia Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, con il Comune di Torino, con l'Associazione per Tecnocity, con le Federazioni degli Industriali delle Regioni interessate, con l'Unioncamere, assumendo un ruolo che considero molto importante, un ruolo di guida e di iniziativa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

Poiché mi informano che probabilmente si sta svolgendo un incontro per la Lancia di Chivasso a cui stanno partecipando alcuni Capigruppo, propongo di interrompere la seduta per qualche minuto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,15, riprende alle ore 12,20)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo con le comunicazioni del Presidente della Giunta sull'Alta Velocità.
La parola al Presidente Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sull'iniziativa piemontese si sono allineate tutte le Regioni della Padania. Sull'altro fronte, si sta intessendo una fitta rete di rapporti con l'Ente FS, sia per il transito nell'area metropolitana torinese del sistema ferroviario, sia per il coordinamento delle politiche di trasporto e tariffarie a livello regionale, sia per lo studio dei problemi che la realizzazione dell'Alta Velocità pone all'Ente regionale nell'ambito più strettamente istituzionale. Entrambi i fronti offrono prospettive confortanti.
E' importante, a questo punto, dare un quadro tecnico-istituzionale del problema, soprattutto per quanto riguarda il tratto di Alta Velocità da realizzare fra Torino e Chambéry. Ai Consiglieri viene distribuita la relazione tecnica che l'Assessorato ai trasporti ha redatto nelle scorse settimane e che, presentata in Giunta all'inizio di giugno, è servita da base al rapporto illustrato nel Convegno di fine maggio, svoltosi a Susa.
Vorrei però aggiungere alcune considerazioni di principio e di valenza più generale. E cioè: non è certo competenza istituzionale delle Regioni occuparsi di linee ferroviarie (se non per i trasporti di interesse locale). L'intervento dell'Ente regionale si deve pertanto e necessariamente limitare a valutare gli effetti che l'infrastruttura determina in un contesto generale per l'economia piemontese. Per questa ragione, pur traendo dagli studi in corso anche di analisi d'impatto ambientale, la via prevista dalla normativa in essere è compito delle FS e deve essere comunque rivista e riesaminata con gli Assessorati regionali nell'ambito delle proprie competenze le Regioni sono chiamate a svolgere funzioni assai importanti. Sia per quanto riguarda l'attuazione delle attribuzioni regionali in materia urbanistica e di vincolo territoriale (architettonico, ambientalistico, di difesa idrogeologica ecc.), sia per il coordinamento e l'avvio a sbocchi sostanzialmente positivi delle istanze localistiche dei Comuni e delle collettività minori che emergeranno durante la realizzazione e la gestione delle linee ad Alta Velocità, le Regioni vengono chiamate a svolgere una funzione "politica" di cui, per vero, si sono già responsabilmente fatte carico anche in passato del che è prova l'accordo di principio siglato il 3 giugno scorso a Roma con l'Amministratore straordinario delle FS. In quell'occasione venne lasciato all'avv. Necci un promemoria regionale con una serie di indicazioni di massima relative ai problemi più cruciali sul tappeto nel rapporto FS e Regione Piemonte. Nella sostanza è chiaro che noi non intendiamo che l'intervento sull'Alta Velocità sia un intervento assorbente degli altri interventi che sono importanti nell'ambito della rete piemontese.
Non pare inutile riflettere ulteriormente su questo specifico ruolo delle Regioni, da concepirsi in sostanza in una logica non dissimile da quella della legge n. 393/75. Peraltro le conferenze di servizio di cui ora si parla possono, a nostro giudizio, rivelarsi insufficienti nel dirimere delle controversie fra enti locali e FS che è lecito attendersi. C'è tuttavia il riferimento all'art. 81 del DPR n. 616 che consente l'intervento della Regione. Secondo le FS le Regioni dovranno essere - è stato ribadito anche nell'incontro del 3 giugno - l'interlocutore unico fondamentale per la programmazione a livello ferroviario, conché nella sostanza si sarà dato carico alla Regione di tutti i compiti di coinvolgimento dei livelli inferiori delle Province e dei Comuni.
Pur non disconoscendo il ruolo eccezionale che l'infrastruttura per l'Alta Velocità può svolgere per lo sviluppo dell'economia locale, esso va inteso soltanto come uno dei tasselli che intervengono nella mobilità in generale e nell'intermodalità in particolare. Sicché queste realizzazioni vanno inserite in un contesto di piano sia di trasporti sia di zona.
Conseguenza ne è che lo studio delle soluzioni deve vedersi correlato con quelli di altri problemi direttamente interconnessi con il primo.
Scendendo alla cronistoria delle azioni promozionali intraprese negli ultimi anni dalla Giunta regionale, voglio qui delineare l'attività del Comitato Alta Velocità. Il Comitato promotore dell'Alta Velocità sulla direttrice est-ovest (Trieste - Tarvisio - Torino - Lione) è stato costituito nel 1990 su iniziativa della Regione Piemonte, del Comune di Torino, dell'Associazione per Tecnocity e della Federpiemonte. Nel corso degli ultimi due anni hanno inoltre aderito al Comitato la Regione Lombardia, la Regione Veneto, la Federlombarda, la Federveneto e l'Uniontrasporti. Fin dall'origine il Comitato si è voluto connotare quale organismo misto pubblico-privato, a sottolineare l'interesse collettivo della nuova infrastruttura.
L'attività del Comitato è volta al miglioramento dell'efficienza del collegamento ferroviario attraverso la pianura padana tra il confine orientale e quello occidentale dell'Italia, tenendo presente i collegamenti con le principali direttrici ferroviarie europee.
Tale obiettivo viene perseguito attraverso due filoni di attività: uno nel breve periodo, volto alla velocizzazione della linea esistente l'altro, nel medio periodo, volto alla realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Velocità sulla direttrice est-ovest. A tal fine il Comitato svolge attività di ricerca, di promozione e di sensibilizzazione presso le competenti autorità italiane e straniere.
L'ampia rappresentatività pubblico-privata raggiunta dal Comitato ha confermato la validità delle sue finalità e ne ha rafforzato l'azione rendendolo una sorta di catalizzatore di energie di diversa provenienza per l'effettiva realizzazione della nuova linea ad Alta Velocità sulla direttrice est-ovest.
E' importante sottolineare il carattere sovranazionale della direttrice est-ovest. Essa, infatti, oltre a migliorare le relazioni tra i grandi centri industriali del nord Italia, unisce la rete italiana ad Alta Velocità a quella europea: verso sud-est, in direzione Marsiglia-Barcellona verso nord-ovest, in direzione Parigi-Eurotunnel verso est e sud-est, in direzione dei Balcani.
C'è quindi quella connessione estremamente importante che si va a delineare in quell'area, che parte dalla Spagna e tocca tutta la Padania che viene definita, dai tecnici di programmazione territoriale, il nord e il sud ed un'area che dovrebbe avere, a livello europeo, forti possibilità di sviluppo.
A sostegno della realizzazione di tale direttrice, il Comitato Alta Velocità ha articolato la sua azione in vari campi che spaziano dall'attività di promozione, all'attività di studio, alla ricerca di forme di collaborazione con l'Ente FS, il Ministero dei Trasporti, gli analoghi enti dei Paesi europei interessati, nonché con la Comunità Economica Europea.
Relativamente al primo campo di attività, il Comitato svolge opera divulgativa nei confronti del grande pubblico e presso gli operatori pubblici e privati in qualche modo interessati all'Alta Velocità. Un esempio importante è costituito dal Convegno che il Comitato ha organizzato lo scorso novembre a Milano su "Alta Velocità in Italia e le prospettive di integrazione con la rete europea", nel corso del quale abbiamo stipulato un importante accordo di collaborazione con l'Ente FS e con il Ministero dei Trasporti. In tale occasione l'avv. Necci e il Ministro Bernini hanno annunciato ufficialmente il progetto italiano per l'Alta Velocità illustrandone le principali caratteristiche.
Nel corso degli ultimi due anni il Comitato ha inoltre portato a termine una serie di studi con i quali si è inteso inizialmente evidenziare il ritardo del nostro Paese in materia di ricerche tecnico-fiananziarie sui collegamenti con la Francia, da un lato, e ad est di Venezia, dall'altro ed in base ai quali è stato impostato il successivo programma di attività.
Si è pertanto avviata un'indagine, effettuata in stretta collaborazione con le Ferrovie italiane e francesi, volta a studiare tutte le possibili vie e modi per velocizzare la linea esistente. I risultati di tale studio sono stati trasmessi agli uffici competenti delle Ferrovie italiane e francesi per la realizzazione concreta delle proposte emerse dallo studio che consentono sensibili risparmi di tempo ottimizzando l'utilizzo della rete esistente.
Si è quindi passati ad esaminare, dopo che le autorità italiane avevano deciso di realizzare la linea ad Alta Velocità fra Torino e Venezia seguendo - direi- una linea di pressione portata avanti con forza dal Comitato, la fattibilità del collegamento ad Alta Velocità fra Torino e Lione. Dall'analisi dei flussi di traffico è emersa l'urgenza della realizzazione della nuova linea, sia a causa dell'imminente saturazione - a cui ho già fatto cenno - della capacità dell'infrastruttura esistente sia per il previsto aumento della domanda di trasporto passeggeri e merci.
Un risultato importante di tale studio è stata la stretta collaborazione tra il Comitato e i rappresentanti delle Ferrovie italiane e francesi, i quali hanno partecipato ufficialmente ed attivamente ai lavori del gruppo di lavoro creato per la realizzazione dell'indagine.
In relazione all'incertezza sulla realizzazione degli anelli mancanti ad est e ad ovest della direttrice, il Comitato ha svolto una continua opera di sensibilizzazione presso gli enti ferroviari e i Ministeri dei Trasporti italiani e francesi, nonché presso gli organismi comunitari. In particolare, abbiamo incontrato il Ministro Bernini ed il Commissario CEE ai Trasporti, a Bruxelles e a Lisbona, per avere chiare indicazioni riguardo alla realizzazione della linea Torino-Lione. E' anche grazie a questa serie di azioni condotte dal nostro Comitato che nell'ottobre scorso i Ministri dei Trasporti francese e italiano hanno raggiunto un accordo per il proseguimento dello studio sulla Torino-Lione.
Nel novembre 1991 il Comitato ha ufficializzato il rapporto di collaborazione esistente con l'Ente FS e con il Ministero dei Trasporti italiano mediante la stipula di un Protocollo d'intesa che prevede scambi di informazioni, redazione di studi in comune sull'Alta Velocità, nonché la creazione di un gruppo di lavoro misto che segue la progettazione e la realizzazione della direttrice est-ovest e che conferisce al Comitato una posizione di interlocutore privilegiato dell'Ente FS per quanto riguarda la linea ad Alta Velocità Torino-Venezia e gli anelli mancanti ad est, verso il confine orientale e ad ovest, in direzione di Lione.
Nell'ambito degli ottimi rapporti da sempre intrattenuti con la Regione Rhone-Alpes, con la quale peraltro collaboriamo nel CO.TR.A.O., nel corso del 1991 il Comitato ha stipulato un Protocollo d'intesa con il "Comitè Promoteur pour la liaison à Grande Vitesse Lyon-Turin-Milan", che prevede come il precedente, scambi di informazioni, redazione di studi e la definizione di azioni comuni presso le competenti autorità per accelerare le decisioni in merito alla realizzazione di una linea ad Alta Velocità tra Lione e Torino e il relativo tunnel ferroviario di base.
Attualmente il Comitato sta concentrando la sua attività principalmente sulla definizione di azioni a favore dei collegamenti ad est e ad ovest della direttrice, benché continui a seguire l'andamento della progettazione della linea Torino-Venezia.
In relazione ad collegamento alpino tra Lione e Torino, che rappresenta il collegamento chiave affinché la rete italiana ad Alta Velocità possa concretamente integrarsi con la rete europea, il Comitato sta valutando congiuntamente ad un gruppo di istituti di credito italiani e francesi l'opportunità e la possibilità di costituire un GEIE (Gruppo Europeo di Interesse Economico, forma giuridica di diritto europeo finalizzata alla cooperazione comunitaria) per la realizzazione di uno studio sugli aspetti finanziari e gestionali della nuova linea ad Alta Velocità Torino-Lione.
Il Comitato sta inoltre per iniziare uno "Studio sull'analisi dei flussi di traffico tra Venezia e il confine orientale" per l'altro valico di connessione verso est e per stimare la domanda di trasporto passeggeri e merci attuale e futura in vista dell'eventuale realizzazione di un collegamento ad Alta Velocità nell'Italia nord-orientale.
L'importanza di tale studio risiede nella nuova configurazione politica dei Paesi dell'est e nelle attese di crescita dei traffici tra l'Europa orientale e quella occidentale che necessitano della realizzazione di efficienti infrastrutture di trasporto.
Inoltre, in considerazione del rilievo della nuova infrastruttura per il sistema economico e produttivo delle regioni settentrionali, il Comitato sta prestando una cura particolare alla previsione degli effetti che essa avrà sul trasporto merci.
Passando ora all'ultima parte della mia relazione, quella relativa all'analisi delle prospettive politiche degli interventi regionali, e cioè alla valutazione delle compatibilità ed utilità delle possibili collaborazioni tra forze diverse del contesto economico-sociale, sento il dovere di esporre alcune idee, condivise dalla Giunta regionale, in ordine all'argomento stesso.
In un recente passato ho avuto modo di spiegare al Consigliere Chiezzi il mio punto di vista in proposito. Lui parte dalla convinzione che non si vedono ragioni - né di incompatibilità giuridica né di inopportunità politica - per evitare l'intensa collaborazione in atto tra le forze imprenditoriali private e le forze istituzionali pubbliche a favore della realizzazione dell'Alta Velocità in Italia. Vi è certo e prima di tutto una questione di chiarezza e di distinzione di ruoli, questione che è stata doverosamente posta e che è tenacemente perseguita. Ma se ciò è garantito (ed allora mi si dovrà dire dove e come, in quanto Copresidente del Comitato Alta Velocità io avrei esorbitato dai compiti regionali), non vedo nessun argomento per la tesi della rinuncia al doppio incarico (di Presidente della Giunta regionale e Copresidente del Comitato).
Riprendendo uno spunto da un discorso da tempo aperto con il Consigliere Chiezzi, così rispondendo anche ad alcune sue indicazioni vorrei ulteriormente chiarire che: non ritengo che il compartecipare insieme ai privati ad iniziative di pubblica utilità debba necessariamente postulare una subordinazione del pubblico interesse a quello privato da tempo è discorso acquisito nell'ambito delle forze politiche che lungi dal demonizzarsi il rapporto (quando è corretto) con l'imprenditoria privata (anche finanziaria), sia auspicabile una collaborazione concreta e fattiva e, per quanto possibile, una divisione degli oneri da sostenere e dei benefici da ricavare fra le parti collaboranti.
Nella stessa relazione presentata dalla ERT a Lisbona, questo rapporto viene definito prioritario ed essenziale; e la CEE, tramite i propri rappresentanti, lo ritiene un modello da seguire per la politica dell'infrastrutturazione a livello europeo.
Il vero nodo, quindi, sarebbe nella scelta politica dell'Alta Velocità scelta politica che non può non essere considerata positivamente; e mi pare di non essere il solo a postularla, anzi, mi sento fra una larga maggioranza. Altri, probabilmente, non condividono questa valutazione. Ma se questo è il problema, la scelta va precisata in modo coraggioso. Il problema è ancora posto in questi giorni, perché proprio in questo momento abbiamo sentito taluni - mi riferisco, per esempio, all'intervento di Preti che sono contro la scelta dell'Alta Velocità in Italia. Abbiamo invece sentito Necci dire, il 3 giugno, che o l'Alta Velocità si farà cominciandola rapidamente, e quindi portando i progetti esecutivi per la Torino-Venezia in attuazione all'inizio del prossimo anno, oppure a causa della crescita dei costi mancheranno le risorse finanziarie e non si farà più.
La Regione - nelle sue articolate competenze e funzioni in materia di pianificazione territoriale - sarà chiamata a dire la sua sui progetti dell'Alta Velocità, da Torino al Ticino e dal confine francese al nostro capoluogo. Qui è allegato il progetto di massima che ci è stato illustrato per la Venezia-Torino e che prevede il tratto Torino-Milano in parallelo rispetto all'autostrada; quindi è in una posizione meno problematica rispetto ad altri tratti, tanto che le FS, nella riunione dell'altro giorno, hanno precisato che il tratto Torino-Milano affidato al General Contractor Fiat potrebbe essere il primo nella realizzazione del tratto Torino-Venezia. E voi comprenderete che è anche un tratto strategico perché serve anche a connettere Torino ed il Piemonte attraverso Milano con la linea Milano sud. E' un esame doveroso che sarà autonomo ed indipendente da quanto il Comitato dell'Alta Velocità, di cui pure sono Copresidente riterrà di proporre in merito. Le proposte, peraltro, che il Comitato presenterà, operando la Regione anche all'interno di esso, concorreranno certamente a strutturarsi in maniera tale da non contraddire gli interessi della collettività che la Regione rappresenta.
Una valutazione ulteriore va fatta, e riguarda l'opportunità, a questo punto, di concretizzazione del suo programma: che il Comitato debba qualificarsi ancor più come garante oggettivo e super partes della promozione dell'Alta Velocità, occupandosi prevalentemente di promuovere le condizioni per lo sviluppo, sia in termini di studio sia di realizzazione dell'Alta Velocità nell'Italia settentrionale; mentre il controllo dell'iter attuativo è competenza esclusiva dell'ente pubblico.
Passo ora a tracciare nella relazione alcuni dati di completamento che sono anche di risposta a diverse osservazioni formulate nelle interpellanze, dando così, già in questa fase, alcune indicazioni.
A seguito, poi, di quanto sin qui espresso e con riferimento all'interpellanza dell'11/6/1992 dei Consiglieri Bresso, Monticelli e Rivalta, si rendono necessarie alcune precisazioni di merito. E' in fase di elaborazione e completamento da parte dell'Assessorato competente il Piano regionale dei trasporti, le cui procedure di attivazione delle consultazioni e di approvazione da parte del Consiglio regionale inizieranno nel settembre prossimo.
E' bene dunque ricordare che dalla stesura del primo. Piano regionale dei trasporti, in materia di trasporti, è stata elaborata una serie di documenti ufficiali, i più importanti dei quali possono essere concretizzati nei: 1) Documenti preparatori al secondo Piano Regionale dei trasporti 2) Documento di obiettivi ed indirizzi per la formazione del secondo Piano regionale dei trasporti e della viabilità, approvato dalla Giunta regionale nell'ottobre del 1987.
In virtù di questi documenti, il cui contenuto è di fatto qualificabile come la struttura portante del futuro secondo Piano regionale dei trasporti, si è poi provveduto ad inserire nelle "Linee programmatiche di medio termine della Giunta regionale e orientamenti per l'aggiornamento del Piano regionale di sviluppo", nel settembre 1991, un apposito capitolo (6.1.4) relativo alle problematiche dei trasporti, aggiornate alla data di pubblicazione, comprendente una serie di osservazioni e di proposte la cui conclusione troverà la sua naturale collocazione nel secondo Piano regionale dei trasporti (che sarà strutturato per capitoli ed uno dei quali specificatamente finalizzato all'Alta Velocità). Inoltre, sul piano attuativo la Giunta regionale, essendo attenta all'attuazione di processi di ammodernamento tecnologico, quali potrebbero essere le linee ferroviarie ad Alta Velocità, che comunque non possono assolutamente prescindere da valutazioni sulle condizioni territoriali ed ambientali delle aree di attraversamento, al fine di evitare squilibri e disagi per le comunità locali, ha ritenuto opportuno dare avvio ad uno specifico studio di fattibilità tecnico-economico ed ambientale del collegamento ad Alta Velocità Torino-Lione. Con deliberazione n. 151-9127, infatti, la Giunta regionale, in data 23/9/1991, ha approvato l'affidamento di incarico alla Società STEF per la predisposizione dello "Studio per l'inserimento nel territorio della Valle Susa del collegamento ad Alta Velocità Torino Lione".
Tale studio è stato avviato con il contributo della S.p.A. SITAF concessionaria della realizzazione e gestione del tunnel e dell'autostrada del Frejus, che ha maturato una notevole esperienza di conoscenza del territorio della Valle Susa.
L'iniziativa di realizzare lo studio di fattibilità direttamente sotto il controllo della Regione consentirà di poter disporre, in relazione alle preoccupazioni ambientali, in un contesto territorialmente fragile come quello della Valle Susa, di una serie di valutazioni tecniche e di impatti su un ventaglio di soluzioni differenziate.
La conclusione di questo studio è prevista per il prossimo mese di luglio.
Infine, con riferimento all'intervento del Direttore del Settore Trasporti al Convegno svoltosi a Susa il 30 maggio scorso, si specifica che in tale sede si è presentata una relazione che, tenuto conto delle motivazioni ed obiettivi che hanno indotto la Giunta regionale ad affrontare lo studio di cui trattasi, ha fatto il punto sullo stato di avanzamento del medesimo, soprattutto come momento di informazione alle comunità locali particolarmente allarmate da notizie giornalistiche imprecise.
In ogni caso, in tale sede è stato chiaramente indicato che: lo studio è in itinere lo studio produrrà un'analisi tecnico - economico- ambientale comparando le varie alternative possibili la scelta delle soluzioni da approfondire verrà decisa in sede istituzionale dal Consiglio regionale, dopo le verifiche con gli enti locali interessati, appena verrà concluso lo studio.
Per completezza di informazione ritorno a dire che il 18 giugno, cioè giovedì scorso, le Ferrovie dello Stato e la Società Italfer hanno presentato all'Amministrazione regionale i progetti delle linee ad Alta Velocità Torino-Milano-Venezia e Genova-Milano, progetti di massima, di cui lo schema è allegato alla relazione che è stata data. Nell'incontro è stato illustrato il progetto nei suoi vari aspetti, che verranno tecnicamente approfonditi nei prossimi mesi in un costante confronto con la Regione Piemonte e gli enti locali interessati, tenuto conto che si dovrà poi arrivare entro novembre all'approvazione sulla base della valutazione di impatto ambientale per procedere agli appalti all'inizio dell'anno. La Regione dovrà comunque attrezzarsi tecnicamente e strutturalmente affinch possa provare quanto di sua competenza, secondo quanto previsto dal Ministero dei Trasporti, entro il prossimo mese di novembre, dopo aver acquisito i necessari consensi. Per poter tuttavia formalmente esprimersi la Giunta regionale ritiene utile avviare un confronto serio coni Gruppi consiliari. Pertanto la richiesta formulata al termine dell'interpellanza del Consigliere Monticelli ed altri, nella quale si chiede di individuare una forma di informazione ed analisi sui problemi aperti nel rispetto dei ruoli ricoperti da ciascun organo, pare possa essere senz'altro accolta e ci pare che la sede non possa che essere quella della competente Commissione consiliare.
In conclusione, sintetizzando, mi pare che la Regione Piemonte abbia giocato sulla vicenda dell'Alta Velocità un ruolo estremamente importante di promozione e di azione, e che l'azione della Regione Piemonte sia stata puntuale e continui ad esserlo. E' chiaro che l'azione del Comitato di Alta Velocità, sostanzialmente promotore, oggi si riduce di ambito, perch ottenuto il dato importante della programmazione e della decisione della linea est-ovest, rimane il problema della pressione politica necessaria e combinata sulla connessione verso la Francia e verso l'est, punti che costituiscono la connessione europea della linea interna di Alta Velocità.
La posizione del Piemonte è una posizione strategica. Il Piemonte, regione periferica a livello nazionale, può essere regione centrale a livello europeo e per noi può essere una carta molto importante quella dell'Alta Velocità.
Al convegno di venerdì, sabato e domenica, "Torino incontra", il prof.
Menson diceva; "La vocazione del Piemonte è una vocazione ferroviaria di rafforzamento delle strutture ferroviarie, di connessione soprattutto ferroviaria verso l'Europa". Credo che questa vocazione debba essere colta e credo che lavorando attentamente dobbiamo operare perché il progetto di Alta Velocità si concretizzi come una connessione importante con l'Europa ed una possibilità per il Piemonte da non sottovalutare, ma da considerare strategica per lo sviluppo della nostra Regione.
Ritengo che questa linea, soprattutto il tratto Torino-Lione, sia la grande apertura che ci connette verso la Francia. Voi noterete che nei documenti che vi sono stati portati, a fianco della linea Torino-Venezia si parla della Milano-Genova. La linea Milano-Genova è stato inserita come linea di collegamento dell'Alto Velocità ed attraversa il Piemonte.
Naturalmente abbiamo chiesto il pieno coinvolgimento della Regione anche sulla linea Genova-Milano, che tocca Novi Ligure, che avrebbe una valenza di connessione tra il nodo di Novi Ligure e lo vecchia linea di collegamento Voltri-Sempione e Torino. Quindi questa connessione deve esse re vista non come una connessione di isolamento della nostra città, ma come un'integrazione del rafforzamento complessivo del sistema ferroviario anche piemontese.
Su questo tema il confronto proseguirà e andrà avanti in modo positivo e credo che questa struttura dell'Alta Velocità debba essere colta nella sua grande importanza, nella su; grande valenza, per lo sviluppo del Piemonte o per il peso internazionale che il Piemonte può giocare nel suo sviluppo e nello sviluppo futuro delle comunicazioni europee.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta ha concluso la sua relazione, molto ampia.
Informalmente mi è stato richiesto da alcuni Capigruppo di avere la possibilità di poter leggere il testo della relazione del Presidente e di rinviare alla prossima seduta il dibattito. Se il Consiglio acconsente potremmo procedere in questa direzione.
Non ci sono opposizioni al momento, per cui spostiamo il dibattito al primo punto dell'o.d.g. della prossima seduta.
Questa mattina, senza alcun preavviso per il Consiglio regionale, si è presentata una delegazione di lavoratori della Lancia di Chivasso. C'è già stato un incontro con l'Assessore Cerchio, ma ora la delegazione ne chiederebbe un altro con i Capigruppo. Informo i Capigruppo interessati a parteciparvi che la riunione si tiene nella Sala Viglione.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 22) all'o.d.g.: "Nomine": Ricordo che per le votazioni riguardanti i Co.Re.Co. è necessaria una maggioranza qualificata.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera. Ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo MSI-DN non partecipa alla votazione per la nomina dei rappresentanti all'interno del Co.Re.Co.
per i motivi ormai noti e che continua a ribadire. Vedo però che si continua ad istituzionalizzare: i Consiglieri di maggioranza hanno un foglio in mano con già scritti i vari nomi da votare. Non c'è nulla di male, ma secondo me...



PRESIDENTE

Se si vuol fare un promemoria, è possibile farlo.



ZACCHERA Marco

Se però i promemoria vengono distribuiti, fotocopiati dalla Regione sottolineando in rosso i nomi che devono essere votati, direi che si fa torto all'intelligenza dei Consiglieri regionali di maggioranza.



PRESIDENTE

Per memoria storica al Consigliere Zacchera, mi hanno riferito che ci fu un tempo nel quale un grande Presidente li dettava dal microfono. Non vado oltre. Io sono un modesto Presidente e consento che venga distribuito soltanto un foglio.



ZACCHERA Marco

Presidente, sta dimostrando di essere un grande Presidente.



PRESIDENTE

Non arriviamo là assolutamente, non merito, né voglio innescare queste graduatorie. Per carità, lungi da me! Lei poi ha scritto una lettera che ho mandato anche alla Commissione Nomine, quindi lei e il Gruppo di cui fa parte avete una posizione molto precisa.
Così pure non partecipano alla votazione i Consiglieri Bodrero Chiezzi, Giuliano, Maggiorotti, Majorino, Marino, Miglio, Segre e Vaglio.
Si proceda pertanto alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine.


Argomento: Nomine

- Co.Re.Co. (art. 42, legge 8/6/1990, n.142 e L.R. n. 30/91). Nomina di un esperto effettivo (art. 42, comma primo, lettera a), numero 3, legge n. 142/90). Integrazione.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, camma quarto, della L.R.
n. 30/91, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Nomine

- Co.Re.Co. (art. 42, legge 8/6/1990, n.142 e L.R. n. 30/91). Sezione decentrata di Alba. Nomina di quattro esperti effettivi e due esperti sup plenti.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R.
n. 30/91, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Nomine

- Co.Re.Co. (art. 42, legge 8/6/1990, n.142 e L.R. n. 30/91). Sezione decentrata di Casale Monferrato. Nomina di quattro esperti effettivi e due esperti supplenti.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R.
n. 30/91, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Nomine

- Co.Re.Co. (art. 42, legge 8/6/1990, n.142 e L.R. n. 30/91). Comitato regionale di controllo sugli atti delle Province.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Poiché nessuno dei candidati ha riportato la maggioranza richiesta dall'art. 3, comma quarto, della L.R.
n. 30/91, dichiaro non valida la votazione.


Argomento: Nomine

- Commissione regionale per l'impiego (legge 10/4/1991, n. 125). Designazione di un Consigliere di parità effettivo e di un Consigliere di parità supplente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo elette le signore Alberta Pasquero (Consigliere effettivo) e Concetta Lepore (Consigliere supplente).


Argomento: Nomine

- Commissioni circoscrizionali per l'impiego (legge 10/4/1991, n. 125). Commissione di Alessandria. Designazione di un Consigliere di parità effettivo e di un Consigliere di parità supplente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo elette le signore Anna Dondi (Consigliere effettivo) e Renata Zecchino (Consigliere supplente).


Argomento: Nomine

- Commissioni circoscrizionali per l'impiego (legge 10/4/1991, n. 125). Commissione di Asti. Designazione di un Consigliere di parità effettivo e di un Consigliere di parità supplente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo elette le signore Pierina Monni (Consigliere effettivo) e Palmina Ercole (Consigliere supplente).


Argomento: Nomine

- Commissioni circoscrizionali per l'impiego (legge 10/4/1991, n. 125). Commissione di Cuneo. Designazione di un Consigliere di parità effettivo e di un Consigliere di parità supplente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo elette le signore Franca Turco (Consigliere effettivo) e M. Cristina Rebuffo (Consigliere supplente).


Argomento: Nomine

- Commissioni circoscrizionali per l'impiego (legge 10/4/1991, n. 125). Commissione di Novara. Designazione di un Consigliere di parità effettivo e di un Consigliere di parità supplente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo elette le signore Marina Siniscalco (Consigliere effettivo) e Chiara Albertinale (Consigliere supplente).


Argomento: Nomine

- Commissioni circoscrizionali per l'impiego (legge 10/411991, n. 125). Commissione di Torino. Designazione di un Consigliere di parità effettivo e di un Consigliere di parità supplente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo elette le signore Isabella Ferro (Consigliere effettivo) e Agnese Grosso Ferregutti (Consigliere supplente).


Argomento: Nomine

- Commissioni circoscrizionali per l'impiego (legge 10/4/1991, n. 125). Commissione di Vercelli. Designazione di un Consigliere di parità effettivo e di un Consigliere di parità supplente.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo elette le signore Michela Mandosso (Consigliere effettivo) e Maria Curcio (Consigliere supplente).


Argomento: Nomine

- Commissione tecnica di vigilanza farmaceutica - Provincia di Cuneo (art. 13, DPR 21/12/ 1989, n. 94). Sostituzione della signora Teresa Clementi dimissionaria.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletta la signora Maria Teresa Bravo.


Argomento: Nomine

- Sezione regionale dell'Albo nazionale delle imprese di smaltimento dei rifiuti (decreto interministeriale 21/6/1991, n. 324). Designazione di un esperto di normativa ambientale e di un esperto di tecniche di trattamento dei rifiuti proposti dal Presidente della Giunta.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti la signora Agata Milone (esperto di normativa ambientale) ed il signor Aldo Panzia Oglietti (esperto di tecniche di trattamento dei rifiuti).



ZACCHERA Marco

Presidente, durante la votazione c'è stata un'irregolarità.
L'ultimo Consigliere, chiamato per la seconda tranche di votazioni, ha infilato una scheda nella prima urna, e questo non si deve fare.



PRESIDENTE

La prima votazione non era chiusa. Quindi, il Consigliere Coppo ha votato per la prima votazione, perché il seggio è stato tenuto aperto.



ZACCHERA Marco

Mi permetta di verbalizzare che non sono d'accordo con questo sistema di due votazioni contestuali, per cui mentre si stava chiamando per la seconda votazione...



PRESIDENTE

Prendiamo atto di quanto ha detto il Consigliere Zacchera. Tutti hanno votato quindi dichiariamo chiusa la votazione.
La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Vorrei associarmi alla protesta del collega Zacchera per il sistema di votazione.



PRESIDENTE

Il Consiglio ne prende atto.
I lavori riprenderanno oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,20)



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