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Dettaglio seduta n.142 del 14/04/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Bergoglio, Brizio Cerchio, Leo, Lombardi, Picchioni, Rossa e Sartoris.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale) - Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Esame proposta di deliberazione n. 382: "L.R. n. 49191 'Norme per il sostegno delle attività formative nel settore bandistico, corale e strumentale delle Associazioni, Scuole ed Istituti Musicali nella Regione Piemonte'. Art. 5. Predisposizione dell'Albo ed incarico degli insegnanti"


PRESIDENTE

Su richiesta dell'Assessore Fulcheri e con il consenso del Consiglio anticiperemmo il punto 14) all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 382, perché poi l'Assessore ha un impegno, sempre di carattere istituzionale, di inaugurazione di una mostra fuori Torino, per cui dovrà lasciare il Consiglio.
Mi risulta che anche il Consigliere Foco, presentatore di qualche emendamento, sia consenziente, quindi, poiché l'Assessore non illustra la deliberazione, passerei agli interventi di carattere generale.
La parola al Consigliere Foco per l'illustrazione degli emendamenti.



FOCO Andrea

A nostro parere sarebbe stato interessante ascoltare l'introduzione dell'Assessore al provvedimento posto alla nostra attenzione, perché i nostri emendamenti tendono a mantenere in questa deliberazione di applicazione lo spirito della legge. Infatti con questa nuova legge abbiamo creduto che si potesse fare il possibile per non avere una visione statica e tradizionale dell'educazione e dell'orientamento musicale, permettendole di acquisire tutta una serie di sensibilità ed orientamenti culturali emersi in modo particolare, nel corso di questi anni, dalla realtà piemontese.
Riconfermiamo il giudizio positivo espresso allora sulla legge, ma contemporaneamente vogliamo ricordare che esso era determinato dal fatto che ritenevamo di aver normato e legiferato in modo tale da poter raccogliere tutti gli elementi vivi, di partecipazione e presenza musicale della realtà piemontese, che si esprimono non solo attraverso le bande musicali o i corsi di educazione musicale tradizionale, ma anche attraverso corsi di educazione musicale più viva e vicina ai giovani anche per quanto riguarda strumenti nuovi, alcuni dei quali non hanno ancora trovato, a livello di Conservatorio, una loro corretta collocazione.
Non ritroviamo nessuno di questi elementi nell'allegato A alla deliberazione ovvero nei "requisiti per l'iscrizione all'Albo regionale degli insegnanti ai corsi di orientamento musicale e procedure per la relativa iscrizione". I nostri emendamenti cercano quindi, a nostro parere di riportare nella legge quello che era lo spirito della normativa che ci eravamo dati.
Avrei piacere, prima di entrare nel merito dei singoli emendamenti, che una prima risposta dell'Assessore ci permettesse di comprendere meglio lo spirito della deliberazione e dell'allegato portato all'attenzione della IV Commissione prima e del Consiglio poi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

La legge n. 49 del 3/9/1991, concernente le norme per il sostegno delle attività formative nel settore bandistico, corale e strumentale delle Associazioni, Scuole ed Istituti musicali nella Regione Piemonte, prevede all'art. 5 che la scelta degli insegnanti avvenga a cura dei Comuni o Associazioni musicali promotrici tra quelli iscritti in apposito Albo regionale.
I criteri d'iscrizione all'Albo e i requisiti professionali richiesti per ciascun corso devono essere precisati con provvedimento del Consiglio regionale da adottarsi entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge stessa.
In data 23/1/1992 è stato richiesto parere da parte della Regione alla Commissione per le attività di orientamento musicale sui criteri da adottare per la predisposizione dell'Albo e la determinazione delle graduatorie. Proprio tale Commissione - eletta da noi - apportando le variazioni che emergono del verbale di riunione, ha definito i requisiti per l'iscrizione all'Albo regionale degli insegnanti. Tali requisiti sono indicati nell'allegato che fa parte integrante della deliberazione.
Qual è il motivo del "contendere" con il Consigliere Foco, esponente di una certa qual dialettica interna al Consiglio? E' che siamo vincolati non soltanto dal parere della Commissione, ma, dal punto di vista dell'interpretazione della legge, dal fatto che i titoli di studio richiesti a coloro che devono insegnare sono conferiti dal Conservatorio.
La discussione è nata sul jazz, attualmente non inserito tra le materie di studio al Conservatorio. Da parte del Consigliere Foco c'era la richiesta di fare in modo che siano ammessi all'Albo anche coloro che praticano questa disciplina, prescrivendo qualcosa di analogo, come descritto nell'emendamento che lo stesso Consigliere presenterà.
In sede di Commissione tale possibilità non è stata accettata, ma indipendentemente da questa impostazione vi è una certa difficoltà ad ammettere corsi non contemplati, per il momento, neanche dalla nostra legislazione: si tratterebbe di un'estensione della legge che ci siamo dati alcuni mesi fa, in modo da comprendere anche il jazz.
Questa è la divergenza fondamentale fra l'impostazione data alla deliberazione e quella che il Consigliere Foco vorrebbe introdurre, come emendamento.
Se il Consigliere, dopo questa mia introduzione, volesse illustrare i propri emendamenti, saremo nelle condizioni di capire meglio le diversità di impostazione; ciò non toglie - come già rilevato dal Consigliere validità alla legge o all'Albo.
Dei sette emendamenti presentati, ne accettiamo due di carattere tecnico e respingiamo gli altri cinque.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Solo per riferire la mia posizione in sede di Commissione cultura.
Intanto, ci sono due musiche: a quella cosmopolita - termine abbastanza usato per classificare la cosa in sé, la materia - c'è già lo Stato che ci pensa, profondendo miliardi nei modi più vari. Ma se c'è una Regione faccia la musica regionale! Abbiamo una grandissima musica popolare piemontese, che ci è invidiata dai musicologi di tutto il mondo: non abbiamo un giovane che sappia una canzonetta classica antica ("El Baron Litron", "La Lionota", "El Capitani 'd Salusse"), quelle che poi hanno illustrato le glorie della storia piemontese. In Piemonte non c'è quasi nessuno che le sappia! Sappiamo magari le canzonette dei primitivi - senza disprezzo per i primitivi - che vivono agli antipodi, ma non sappiamo quasi nulla della nostra tradizione musicale.
Penso quindi che prima di tutto la Regione Piemonte debba occuparsi della musica regionale, popolare, nazionale piemontese. E poi, ho detto anche in sede di Commissione, prima ancora della musica, anche di questo tipo- con tutto il rispetto per la musica - c'è la lingua, la letteratura e la cultura piemontese. Quindi, è inutile che facciamo le leggi Nerviani e Calsolaro se poi non le finanziamo mai! Diventa uno scherno alla lingua e cultura piemontese e al Piemonte stesso. Grazie.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame del dispositivo della deliberazione.
Sono stati presentati i seguenti emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Bosio e Calligaro: all'allegato A, art. 1, lettera a), primo comma, terza riga, dopo la parola "titoli", sopprimere le parole "di studio" e sostituire con le parole "adeguati all'insegnamento richiesto dal tipo di corso e genere musicale".
La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

La parte più consistente degli emendamenti che abbiamo presentato è conseguente al ragionamento che abbiamo fatto precedentemente. L'Assessore ha evidenziato una ferma convinzione nel respingerli. Una parte degli emendamenti invece riguarda aspetti più specifici, e sarà bene che su questi ci si soffermi ancora un momento. L'Assessorato si trincera un po' troppo dietro al discorso portato avanti dai Conservatori di musica. Questi istituti inizieranno solo dal prossimo anno e in modo sperimentale i corsi di jazz e quindi solo alla fine di quegli studi questo titolo di studio verrà riconosciuto.
Mentre evidenziamo il ritardo notevole con il quale questo studio viene formalizzato dai Conservatori, riteniamo sia possibile non tanto aggirare o cercare di utilizzare scorciatoie che permettano confusione per l'iscrizione all'Albo, ma sappiamo che di fianco al titolo di studio rilasciato dai Conservatori nel mondo musicale si riconoscono "il curriculum" e/o "la chiara fama", che è un titolo che si acquista sul campo in modo altrettanto oneroso e difficile. Quindi i nostri emendamenti non vogliono creare confusioni o poca chiarezza, quasi che questo comparto dell'insegnamento non possa essere regolamentato; anzi, riteniamo che la regolamentazione debba esserci ed essere severa.
Ci spiace, francamente, di questo atteggiamento dell'Assessore.
Ritenevamo di averlo superato nella discussione che avevamo fatto a suo tempo sulla legge: con ogni probabilità non siamo stati sufficientemente chiari, ma lo siamo ora e le nostre posizioni sono in contrapposizione a quelle dell'Assessore.
Un'ultima osservazione sul primo comma dell'art. 1 della legge in questione: "La Regione Piemonte.., concede contributi per l'attività corsuale di orientamento musicale allo scopo di diffondere il gusto della musica, di sviluppare tra i frequentanti personale attitudine all'esecuzione dei vari generi musicali e di promuovere attività disciplinate e di gruppo". Se l'Assessore ricorda, proprio l'inserimento "dei vari generi musicali" voleva coprire questo aspetto e lo sottolineammo proprio allora, quando concordammo il nostro emendamento e fummo tutti d'accordo nel mettere "dei vari generi musicali", senza discriminazione nei confronti di alcuno.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri:



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

La Giunta non accoglie l'inserimento degli insegnanti nei corsi jazz.
Bisogna chiarirlo fin dall'inizio, perché è valido per i cinque "no" che dirò: sono corsi professionali, in base al Titolo II della legge e non possono rientrare nel presente regolamento, che detta norme per i corsi di orientamento e non per corsi professionali. Questo è in fondo quello che l'Assessorato ha detto a chiare lettere. Ecco perché diciamo di no.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 19 contrari e 1 astensione.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Bosio e Calligaro: all'allegato A, art, l, lettera a), primo comma, quarta riga, dopo le parole "appresso indicati", sopprimere le parole "risiedono nella regione Piemonte ove chiedono di essere nominati".
La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

La proposta iniziale da parte dell'Assessorato limitava la possibilità di entrare negli Albi provinciali ai soli residenti nelle province. Ora, se si lascia il testo così com'è, possono insegnare in questi corsi solo i residenti nella regione Piemonte. A noi pare una cosa abbastanza strana.
Non mi pare che esista in altri tipi di insegnamento - facciamo riferimento al mondo scolastico, che può essere il nostro più vicino riferimento - il fatto di dover risiedere in una determinata regione per poter insegnare in quella regione. Quindi il nostro emendamento intende aprire le graduatorie regionali e la formazione della graduatoria regionale ai cittadini italiani, per cui se qualcun altro che abita in qualche altra regione del nostro Paese ritiene di essere iscritto all'Albo regionale del Piemonte gli deve essere permesso. Chiediamo quindi la soppressione delle parole "risiedono nella Regione Piemonte ove chiedono di essere nominati". Si tratta di un emendamento per il quale aggiungere ulteriori parole mi sembra proprio inutile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento per i motivi già esposti.
Vedo quel signore che sta facendo dei gesti e mi pare sia un vostro esperto. Ognuno ha le proprie idee: lui si tiene le sue, noi ci teniamo le nostre.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 2).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 11 voti favorevoli, 18 voti contrari e 3 astensioni.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Bosio e Calligaro: all'allegato A, art, l, lettera a), quarto comma, il punto 2) viene soppresso e sostituito nel seguente modo: "2) diploma di strumento a tastiera o a corda o a fiato".
La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 3 astensioni.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Bosio e Calligaro: all'allegato A, art. 1, lettera a), quarto comma, aggiungere il seguente nuovo punto: "4) per gli strumenti a percussione, certificato di superamento esame finale del corso speciale permanente di strumenti a percussione".
La parola all'Assessore Fulcheri.



FULCHERI Giuseppe, Assessore regionale

E' accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 3 astensioni.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Bosio e Calligaro: all'allegato A, art. 1, lettera A), dopo il quinto comma, aggiungere il seguente nuovo comma: "Per l'insegnamento dei corsi di orientamento musicale di tipo strumentale di genere jazzistico, non essendoci ancora un Ente Accademico che rilasci diplomi o altri titoli, si richiede il possesso dei seguenti titoli: 1) curriculum di formazione jazzistica (compresi diplomi, titoli attestati, rilasciati da scuole e/o istituti nazionali ed internazionali di riconosciuta fama) 2) eventuale esperienza didattica comprovata, attività concertistica pubblicazioni musicali e/o didattiche e/o discografiche nel settore jazzistico".
Pongo in votazione l'emendamento non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 20 contrari.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Bosio e Calligaro: all'allegato A, art. 1, lettera a), dopo l'ottavo comma, aggiungere i seguenti nuovi commi 8 bis e 8 ter: "Per l'insegnamento dei corsi di orientamento musicale di tipo teorico di genere jazzistico, non essendoci ancora un Ente Accademico che rilasci diplomi o altri titoli, si richiede il possesso dei seguenti titoli: 1) curriculum di formazione jazzistica (compresi diplomi, titoli attestati, rilasciati da scuole e o istituti nazionali ed internazionali di riconosciuta fama) 2) eventuale esperienza didattica comprovata, attività concertistica pubblicazioni musicali e/o didattiche e lo discografiche nel settore jazzistico. Fermo restando che l'insegnamento della teoria musicale è un indispensabile complemento per lo studio di qualunque strumento e genere musicale, le indicazioni riguardo ai corsi di teoria devono intendersi sempre e solo come integrazione ai corsi corali, strumentali e bandistici".
Pongo in votazione l'emendamento non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 20 contrari.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Foco, Bosio e Calligaro: all'allegato A, art. 1, lettera a); dopo l'ultimo comma, aggiungere il seguente nuovo comma: "Per l'insegnamento dei corsi di orientamento musicale di tipo strumentale e teorico di genere jazzistico, non essendoci ancora un Ente Accade-mico che rilasci diplomi o altri titoli, gli aspiranti ad incarichi dovranno fornire, oltre alla dichiarazione richiesta, la seguente documentazione: 1) curriculum di formazione jazzistica (compresi diplomi, titoli, attestati rilasciati da scuole e/o istituti nazionali ed internazionali di riconosciuta fama) 2) eventuale esperienza didattica comprovata, attività concertistica pubblicazioni musicali e/o didattiche e/o discografiche nel settore jazzistico. Per gli incarichi nei corsi di orientamento musicale di tipo strumentale e teorico di genere jazzistico gli aspiranti saranno iscritti all'Albo in un elenco specifico e non potranno insegnare in corsi di altro tipo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 20 contrari.
Pongo in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 20 voti favorevoli e 13 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare in quanto i Consiglieri in congedo (n. 9) non vengono computati per fissare il numero legale.
Rinvio argomenti prossima seduta



PRESIDENTE

Propongo di rinviare l'esame del testo unificato dei progetti di legge nn. 23 e 105, di cui al punto 7) all'o.d.g., alla prossima seduta, in quanto l'argomento è di competenza del Presidente della Giunta, assente per motivi di salute. La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Sono d'accordo, tenendo conto del fatto che si tratta di una situazione di forza maggiore del Presidente. Però vorrei far rilevare una cosa: sulla legge di recepimento della direttiva Seveso era stata presentata una serie di emendamenti. Su questi, il Presidente si era impegnato a lavorare di concerto con la Commissione e in particolare con la sottoscritta in quanto relatore.
Successivamente le vicende elettorali e i problemi di salute lo hanno impedito. Ho infatti cercato di mettermi in contatto con il Presidente per fare un minimo di istruttoria degli emendamenti, sentendo anche il presentatore degli emendamenti stessi, ma non è stato possibile, in quanto passato il periodo delle elezioni il Presidente ha avuto dei problemi di salute.
Non credo che di qui alla prossima seduta, fissata per il 22 p.v., sia possibile istruire la pratica per il fatto che, attualmente, il Presidente non è in grado di lavorarci sopra, e perché ci sono le vacanze di Pasqua.
Mi sembrerebbe opportuno, per l'importanza e la serietà della questione, decidere fin d'ora di rinviarla alla seduta successiva, perch ci troveremmo nella situazione odierna con l'impossibilità di aver fatto l'istruttoria degli emendamenti. Chiederei di discuterla nella riunione del 28 p.v., con la garanzia che venga effettivamente inserita all'inizio dell'o.d.g. e quindi venga esaminata. Mi sembrerebbe più corretto agire così che non dire che rinviamo alla prossima volta, quando sappiamo che per ragioni di salute del Presidente della Giunta regionale, non è tecnicamente possibile fare quel lavoro che avevamo già rinviato la volta scorsa; se questo lavoro lo dobbiamo fare in aula, allora tanto valeva farlo la volta scorsa quando c'eravamo tutti.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente della Giunta regionale è d'accordo, pertanto tale richiesta è accolta.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Esame proposta di deliberazione n. 390: "Regolamento per la disciplina della navigazione sulle acque del Lago d'Onta. Abrogazione Regolamento approvato con DCR n. 183-7754 del 21/5/1991 ed approvazione nuovo testo"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 390.
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Si tratta del regolamento che abbiamo approvato l'anno scorso, che aveva la durata di un anno; quest'anno lo riproponiamo con piccolissime modifiche.
Queste riguardano essenzialmente la possibilità che viene data ai residenti e non di attraversare la fascia dei 100 metri (per tutti gli altri posti è inibita la navigazione), quindi la possibilità di uscire dalle proprie darsene con il motore al minimo. Questo perché, dal punto di vista ambientale ed ecologico, non costituisce alcun problema. D'altronde ci è stato fatto rilevare che sarebbe una sorta di punizione del tutto gratuita costringere i naviganti a remare per 100 metri e poi, dopo i 100 metri, di fronte alla darsena, accendere il motore.
Per il resto, il regolamento è sostanzialmente lo stesso.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Molto brevemente, per ricapitolare quello che il nostro Gruppo in sede di Commissione aveva sottolineato.
Di tutte le modifiche effettuate, gli articoli principalmente interessati sono l'art. 3 e l'art. 8. Nell'art. 3 si era fatto presente cheti era stata una liberalizzazione un po' generica dei soggetti che potevano ottenere l'autorizzazione, ma per la verità non era stata data una risposta sufficientemente esauriente. Si è anche discusso sulla delimitazione dei corridoi, relativamente agli spazi di utilizzo consentiti alla navigazione a motore, ma non mi pare che la dizione sia significativa ed esauriente.
All'art. 8 vi sono state delle modifiche. Credo sia stato fatto un passo indietro rispetto alla formulazione dell'anno scorso: intanto è stato tolto il limite stagionale al punto 1); è stato tolto il potere di intervento di Comuni e Province che, a mio parere, era significativo per quanto riguarda il bacino del Lago d'Onta, nel senso che insieme alla Regione si coinvolgevano Comuni e Province (che, tra l'altro, in questo caso dovrebbero essere due interessate allo stesso bacino) nel proporre delimitazioni delle fasce orarie.
Questo secondo comma del primo punto all'art. 8 è stato solo parzialmente recuperato nell'art. 22.
L'ultimo comma è stato tolto decisamente, e vorrei sapere se ci sono dei motivi di carattere tecnico per quanto riguarda l'abolizione dell'ultimo comma del punto 3), vorrei sapere cioè se vi sono controindicazioni rispetto al fatto che le aree dello sci nautico devono essere poste non longitudinalmente, ma latitudinalmente rispetto all'asse del lago.
Complessivamente, mi pare di poter dire che questi articoli creano maggiori spazi discrezionali che a me, francamente, non paiono un miglioramento rispetto alla primitiva stesura su cui c'era stato anche il nostro assenso. Mi pare sia un venire incontro ad esigenze che rischiano se interpretate in senso troppo estensivo, di produrre fenomeni di liberalizzazione dell'utilizzo del lago sia da parte dello sci nautico, sia da parte di chi usa le barche a motore, vanificando quindi il tentativo di disciplinare in modo più rigoroso l'utilizzo di questi bacini.
Da questo punto di vista, personalmente sarei per astenermi su queste proposte di modifica, fermo restando che sull'impianto complessivo non ci sono stati dei ritocchi; però su questi punti (art. 3 e art. 8), che già l'anno scorso erano stati l'argomento maggiore di dibattito, mi pare ci sia stato un intervento correttivo alquanto generico che permette di lasciare dei margini interpretativi troppo estesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, questa modifica del regolamento che disciplina la navigazione sulle acque del Lago d'Onta non corrisponde, a mio avviso, alle necessità di adeguamento di un modo di essere delle attività umane nei confronti dell'ambiente. E' un regolamento che non scioglie il nodo di fondo relativo al modo in cui, alla fine del secolo, l'uomo si accinge ad utilizzare un bene naturale come quello di un lago, in modo specifico del Lago d'Orta. Il nodo da sciogliere è il seguente: i bacini d'acqua di questa grandezza, conformazione e giacitura, sono bacini che l'uomo considera utilizzabili per la navigazione a motore a scopo di divertimento? Ritengo di no. Molto semplicemente, ritengo che su laghi di questa grandezza la navigazione a motore sia un tipo di fruizione del lago che penalizza ormai troppo l'ambiente fluviale.
Ritengo ci sia bisogno di fare crescere una cultura e successivamente realizzare una politica capace, attraverso investimenti di vario tipo, di preordinare l'utilizzo di questi grandi beni ambientali, di queste gemme in modo compatibile con l'ambiente. Lo specchio d'acqua è un bene naturale che può essere usato in molti modi: il modo a motore, lo sci nautico, i grandi rumori, i grandi spostamenti d'acqua, su specchi di questa natura vanno eliminati. Occorrono quindi un turismo ed investimenti che facciano crescere la possibilità di utilizzo di questo habitat naturale. Quindi, le forze motrici di imbarcazioni da utilizzare, sullo specchio d'acqua, devono essere ricondotte alle forze naturali, la forza muscolare dell'uomo, la forza del vento in modo da non provocare quei rumori ed inquinamenti che qualsiasi motore provoca.
Questo è il tema che abbiamo di fronte, a cui una forza di opposizione come Rifondazione Comunista vuole riferirsi ogni qualvolta si prendono provvedimenti di questo tipo, contrapponendosi a scelte che non sono nemmeno miglioriste: sono le scelte dello "statu quo" di piccolissime correzioni che perpetuano una situazione che, viceversa, ritengo debba essere cambiata.
Come forza di opposizione il "no" è netto e deciso e mi auguro che sia un'opposizione che induca già da ora almeno qualche dubbio e volontà anche nelle forze politiche di maggioranza per continuare a lavorare affinché si giunga a questo obiettivo, cioè che questi beni naturali eccezionali, di cui il Piemonte dispone, vengano in prospettiva utilizzati valorizzandoli in quanto beni irripetibili ed unici, in modo tale che la Regione sia capace di intervenire anche a livello dello sviluppo economico promuovendo quelle attività economiche che possono sorreggere un uso alternativo del lago.
Non penso che questo significhi impoverimento dell'economia, anzi forse i fruitori del lago, che utilizzano strumenti più leggeri mossi dalla muscolatura umana o dal vento, sono numericamente superiori ai turisti che possono permettersi di investire capitali ingenti per delle imbarcazioni a motore. Chiedo all'Assessore di sviluppare questo lavoro e questo tema.
Mi rendo conto che i problemi economici stanno alla base dello sviluppo della società, però bisogna pur cominciare a muoversi in una direzione diversa. Questo regolamento, viceversa, fissa lo "statu quo" e lo proroga per un altro periodo. Applicando il regolamento, il Lago d'Orta continuerà a patire, a deperire, la flora e la fauna a morire e l'uomo continuerà a consumare un bene che potrebbe invece essere utilizzato per uno sviluppo compatibile con l'ambiente a cui, a parole, tanti sono d'accordo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Ritengo che le osservazioni del Consigliere Buzio siano essenzialmente di carattere tecnico; diversa invece è l'osservazione del Consigliere Chiezzi, di carattere prettamente politico. Leggo quali sono le dimensioni dei laghi piemontesi, cosa abbastanza importante come punto di riferimento: il Lago di Mergozzo ha un'area di 1,8 kmq il Lago di Viverone ha un'area di 5,6 kmq, tre volte circa il Lago di Mergozzo il Lago d'Orta ha un'area di 18,2 kmq, tre volte circa il Lago di Viverone il Lago Maggiore ha un'area di 212 kmq. Credo che il Consigliere Chiezzi, del quale rispetto le opinioni, possa dare atto di uno sforzo della Giunta di andare nel senso da lui auspicato. Ricorderà, infatti, che la volta scorsa abbiamo vietato la navigazione sul Lago di Mergozzo essendo questo il lago più piccolo e sul quale difficilmente si poteva sostenere che ci fosse un interesse di navigazione a motore, dato il numero delle barche a motore che ci sono sul lago e date le dimensioni. Questo è l'indirizzo della Giunta, partendo da una certa realtà. Sul Lago di Mergozzo chiesi due anni per intervenire rispetto allo sci nautico per i residenti; qualcuno lo criticò, ma, partendo da una situazione di navigabilità, bisogna almeno dare la possibilità di attrezzarsi per una situazione di divieto. Credo che tutta la manovra sui laghi vada vista partendo dalla realtà e quindi perseguendo certi obiettivi con gradualità.
Questo non per non voler fare una rivoluzione, ma per tener conto di tutte le esigenze, anche quelle di carattere economico.
Il Lago d'Onta, come avete rilevato dai dati di prima, ha un'area di circa tre volte il Lago di Viverone e sei volte il Lago di Mergozzo. E' un lago che ha attualmente 500/600 natanti. Credo che il problema principale fosse quello di ordinare la navigazione e mettere determinati vincoli. Non è uno "statu quo" perché non c'era un regolamento. Questo regolamento è abbastanza restrittivo se si parte dall'esistente, ma partendo dalla considerazione che "non si naviga sul Lago d'Onta" non è restrittivo, bensì un passo avanti. Diverso è il discorso che già anticipo del Lago di Viverone sul quale, a parte il fatto di essere un terzo del Lago d'Onta abbiamo la presenza del doppio di imbarcazioni. Il discorso sarà quindi molto più complesso.
Mi riservo di replicare al collega Buzio sulle questioni di rilevanza tecnica, mentre sulla visione dei laghi penso di aver spiegato che l'orientamento della Giunta è di andare gradualmente a trovare quella giusta collocazione e fruizione. In questo senso, penso ci sia non solo la volontà, ma ci si possa dare atto che ci stiamo muovendo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame degli emendamenti presentati.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Giuliano e Segre: al comma quinto, art. 2, sopprimere la parole "infine".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

L'emendamento è accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 27 Consiglieri presenti.
2) Emendamento presentato dall'Assessore Panella: all'art. 3, il comma secondo è così modificato: "In deroga a quanto previsto dall'art. 2, comma quarto, alle unità a motore è consentito l'attraversamento di detta fascia lacuale, perpendicolarmente alla costa ad una velocità non superiore a 4 nodi (7Km /h), utilizzando esclusivamente appositi corridoi di navigazione autorizzati dalla Regione Piemonte Settore Trasporti e Pianificazione Infrastrutture".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 18 voti favorevoli e 11 astensioni.
3) Emendamento presentato dal Consigliere Marino: all'art. 3, il comma terzo è così modificato: "Potranno ottenere l'autorizzazione, di cui al comma precedente, soggetti pubblici e privati residenti nei Comuni sul lago che provvederanno ad inoltrare apposita domanda alla Regione Piemonte, Settore Trasporti e Pianificazione Infrastrutture, 'entro 40 giorni dall'entrata in vigore del presente regolamento. L'autorizzazione ha scadenza annuale".
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Giuliano e Segre: il comma terzo dell'ari. 3 è interamente soppresso e così riformulato: "Potranno ottenere l'autorizzazione, di cui al comma precedente, le Scuole di Sci nautico, Enti, Associazioni, Circoli, Cantieri e Sodalizi nautici tutti legalmente riconosciuti nonché presenti sul lago che provvederanno ad inoltrare apposita domanda alla Regione Piemonte, Settore Trasporti e Pianificazione Infrastrutture entro 30 giorni dall'entrata in vigore del presente regolamento".
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Giuliano e Segre: il comma terzo dell'art. 3 è interamente soppresso e così riformulato: "Potranno ottenere l'autorizzazione, di cui al comma precedente, le scuole di Sci nautico, Enti, Associazioni, Circoli, Cantieri e Sodalizi nautici tutti legalmente riconosciuti nonché presenti sul lago che provvederanno ad inoltrare apposita domanda alla Regione Piemonte, Settore Trasporti e Pianificazione Infrastrutture, entro 60 giorni dall'entrata in vigore del presente regolamento; nonché i soggetti privati residenti nei Comuni territorialmente interessati che presenteranno apposita domanda alla Regione Piemonte, Settore Trasporti e Pianificazione Infrastrutture".
La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Faccio anche qualche breve considerazione generale, essendomi astenuto da dichiarazioni iniziali. Mi sono astenuto, anche perché condivido quanto detto da altri Consiglieri, in particolare dal collega Chiezzi; inoltre una discussione di carattere generale sulla navigazione dei laghi l'abbiamo già fatta, seppure in parte, nel dibattito sul Lago di Mergozzo della volta precedente. La questione di fondo dell'art. 3 è la solita: si pongono dei divieti e poi si scrivono le deroghe; l'osservazione che già avevo presentato in Commissione, insieme ad altri colleghi, è che, nel caso specifico del terzo comma dell'art. 3, la deroga, così come è scritta diversamente da quella del vecchio regolamento, è di tipo estensivo ed anche un po' in contraddizione con le osservazioni che faceva inizialmente l'Assessore.
E' evidente che, come Verdi, siamo costretti a fare un lavoro di modifiche e proposte di emendamenti che potrebbero dare l'impressione di voler rendere la vita difficile a qualcuno. Siamo costretti ad agire in questo modo, perché l'Assessore in questo momento non è d'accordo a fare l'unica cosa che andrebbe fatta, cioè cambiare regolamento e chiudere con la storia della navigazione a motore. Ripeto: siamo costretti a presentare emendamenti che, applicati in specifiche situazioni, potrebbero anche dare l'impressione di voler rendere difficili le cose.
In questo caso non ho dubbi: la proposta di emendamento tende ad individuare un criterio per contenere il numero dei derogatori. Ho quindi posto l'ipotesi di ancorare la possibilità di richiedere l'autorizzazione alla Regione al fatto di essere residenti nei Comuni sul lago, facendo la richiesta di deroga, rispetto alle cose dette nell'art. 2, entro un certo termine dall'entrata in vigore del regolamento. Questo per cercare di creare qualche "paletto" rispetto all'idea che chiunque abbia voglia di chiedere la deroga, possa fare una semplice formale richiesta di autorizzazione alla Regione e che questa gli venga concessa. Così mi sembra, lasciando inalterata la nuova formulazione del terzo comma. La proposta - ripeto - è di ancorare la possibilità di richiesta di deroga ad una scadenza di 40 giorni dall'applicazione del regolamento, ed ancorarla al possesso della residenza nei Comuni situati sul lago.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

L'emendamento segue più o meno il discorso già fatto dal Consigliere Marino. Se si fa un raffronto fra il testo precedente e quello proposto attualmente in discussione, si nota che la variazione tende ad aprire maggiori possibilità. Se prima si faceva presente che l'autorizzazione in deroga al vincolo del non attraversamento con natanti a motore della fascia dei 100 metri dalla costa era riferita unicamente alle Scuole, alle Associazioni, ai Circoli ed ai Cantieri nautici che presentassero apposita domanda entro un numero limitato di giorni (30 giorni dall'approvazione del regolamento), la versione attuale fa un riferimento generico a soggetti pubblici e privati e non definisce termini temporali entro i quali la domanda deve essere presentata.
Secondo noi questa impostazione rischia di essere travisata, nel senso che non vengono definiti criteri più precisi in base ai quali l'Assessorato competente decide se rilasciare o meno l'autorizzazione in deroga. La nostra proposta tende a chiarificare e mi rendo conto - con i limiti rispetto all'orientamento generale da noi tenuto-che va nella direzione di vietare la circolazione dei natanti a motore su bacini lacustri di queste dimensioni. Va comunque nella direzione di cercare una soluzione graduale indirizzata verso questo obiettivo finale, contemperando due esigenze e due presenze di soggetti che usufruiscono del lago.
Da una parte, si fa nuovamente riferimento alle Scuole, ai Cantieri ed ai Sodalizi, così come già previsto dal precedente regolamento, e dall'altra, si considerano anche i soggetti privati. Abbiamo però ritenuto opportuno fare riferimento ai residenti, intendendo in questo modo coloro i quali hanno un ricovero, quindi si ha la possibilità di controllare la deroga rilasciata.
La nostra preoccupazione è che una non definizione di un criterio preventivo, in base al quale rilasciare o negare le autorizzazioni, possa rischiare di dare una lettura per cui qualsiasi soggetto privato che, pur non essendo residente nei Comuni territorialmente interessati e pur non avendo una darsena o pur non riferendosi ai Cantieri e Sodalizi nautici usufruendo occasionalmente del lago, possa con la propria imbarcazione a motore, presentando semplice domanda all'Assessorato regionale competente ottenere l'autorizzazione in deroga, quindi attraversare la fascia di rispetto. Se così fosse, non si farebbero dei passi in avanti, in quanto anche una limitazione particolare potrebbe favorire l'avvio di quel processo culturale - perché noi riteniamo che sia innanzitutto tale - verso l'abbandono del mezzo a motore e, viceversa, l'uso di altri natanti che hanno un impatto minore sul lago e che sicuramente favoriscono un'usufruibilità di diverso tipo.
Questo era il senso; ci auguriamo che si possa trovare un accordo, una sintesi da parte dell'Assessorato che, ottemperando alle giuste esigenze degli uni e degli altri, abbandoni questa impostazione che per noi è regressiva e confermi ulteriormente questa proiezione verso la possibile riduzione della presenza dei natanti a motore sul Lago d'Orta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Ho già anticipato nell'introduzione che questa era la variazione principale. Innanzitutto non vorrei che, di fronte ad una manovra restrittiva (che ho ricordato prima) del Lago di Mergozzo e del Lago d'Orta, iniziata un anno fa, si vada a dire che c'è stata un'inversione di tendenza. Non sarebbe giusto dirlo, perché è un particolare. Voglio ricordare che si tratta pur sempre di consentire, in corridoi delimitati al minimo della velocità, l'entrata e l'uscita e che viene sempre salvaguardata la fascia dei 100 metri dalla riva; è una piccola cosa che costituisce semplicemente un disagio gratuito all'utente.
Nel corso di una consultazione tra ambienti pubblici, associazioni ecc., ci è stato chiesto come abbiamo fatto per addivenire a questo regolamento: ci è sembrato che fosse - ripeto - una punizione gratuita quella di non consentire questo tipo di facilitazione.
Per quanto riguarda l'osservazione del Consigliere Miglio, al punto 2) si dice chiaramente che vanno individuati dei corridoi; non si può quindi addivenire alla decisione che uno, arrivando da Milano o da Torino, metta la barca dove vuole e che la Regione, poiché non ha specificato bene, gli dia l'autorizzazione. Evidentemente deve essere indicato e delimitato il corridoio, per cui nessuno può arrivare sul Lago d'Orta con una barca a motore, metterla nel lago e partire con il motore, perché ciò è vietato.
La situazione sta in questi termini, e credo che l'unica risposta possibile - si può evincere da quello che ho detto - sia, in questo caso il non accoglimento dell'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 3).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 15 contrarie 1 astensione.
L'emendamento n. 4) è stato ritirato dai proponenti.
Pongo in votazione l'emendamento n. 5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 16 voti favorevoli, 17 contrari e 1 astensione.
6) Emendamento presentato dall'Assessore Panella: all'art. 3, comma quarto, sostituire "ai 5 nodi (9 km/h)" con "ai 4 nodi (7 km/h)".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Come richiesto in Commissione, si tratta di una riduzione della velocità da 5 a 4 nodi per uniformare il regolamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
7) Emendamento presentato dal Consigliere Marino: all'art. 3, comma quarto, aggiungere al fondo "...rispettando i limiti di velocità indicati al comma secondo del presente articolo e al comma secondo dell'art. 4".
La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

A me sembra di capire che la deroga per i residenti dell'Isola di San Giulio non preveda per loro alcun limite di velocità, perché così leggo la vostra proposta. Quindi, un residente sull'Isola di San Giulio può comprare un razzo con motore, attaccarlo al suo gommone e andare alla velocità che vuole; così io leggo le cose. Per questo ho proposto che per i residenti dell'Isola di San Giulio ci siano i limiti di velocità generali che ci sono per gli altri.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Se lo interpreti così, siamo d'accordo: i residenti dell'Isola devono sottoporsi ai limiti di velocità. Dall'emendamento, invece, mi sembrava che si dovessero fare 4 nodi per tutto il tratto; almeno così l'abbiamo inteso noi.
La Giunta, comunque, non accoglie l'emendamento, ma è ovvio che i residenti devono rispettare i limiti di velocità.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7).
Chi :è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli e 22 contrari.
8) Emendamento presentato dall'Assessore Panella: all'art. 4, comma secondo, sostituire "5 nodi (9 km/h)" con "4 nodi (7 km/h)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
9) Emendamento presentato dall'Assessore Panella: all'ari. 6, comma primo, dopo la parola "navigazione", sopprimere le parole "nonché i corridoi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
10) Emendamento presentato dai Consiglieri Giuliano e Segre: al comma primo dell'art. 6, prima del punto aggiungere le seguenti parole: "da porsi a cura dei Comuni territorialmente interessati entro 60 giorni dalla pubblicazione del presente regolamento sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 19 contrari.
11) Emendamento presentato dall'Assessore Panella: all'art. 6, comma secondo, alinea 2, dopo la parola "nautico", sopprimere le parole "e dei corridoi di navigazione".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

E' consequenziale a quello prima approvato all'unanimità.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n.11).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli e 13 contrari.
12) Emendamento presentato dal Consigliere Marino: il comma primo dell'art. 8 è così modificato: "Lo sci nautico è consentito dalle ore 9 alle ore 19". L'emendamento è molto chiaro e si rifà ad una discussione già fatta in precedenza; la Giunta non lo accoglie.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 16 contrari.
13) Emendamento presentato dal Consigliere Marino: all'art. 8, comma terzo, sostituire 'per l'esercizio" con "durante l'esercizio".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

L'emendamento è accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n.13).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 32 voti favorevoli e 1 astensione.
14) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Giuliano: all'art. 8 aggiungere il seguente comma: "L'esercizio dello sci nautico è consentito solo in zone riservate a tale sport, da delimitarsi cartograficamente, entro 90 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale del presente regolamento, a cura della Regione Piemonte, Settore Trasporti e Pianificazione Infrastrutture".
15) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Giuliano: all'art. 8 aggiungere il seguente comma: "La Regione Piemonte si riserva di imporre orari più ridotti e l o limitazioni all'esercizio dello sport dello sci nautico, anche su richiesta dei Comuni e della Provincia interessati".
La parola al Consigliere Miglio per l'illustrazione congiunta dei due emendamenti.



MIGLIO Mario

Gli emendamenti, sostanzialmente, riprendono quanto era già stato approvato nel caso del Lago di Mergozzo, cioè la possibilità da parte della Regione di riservarsi il diritto di imporre degli orari o comunque altri tipi di restrizione all'esercizio dello sci nautico. Questo può essere dovuto a situazioni particolari o anche alla decisione di rilasciare l'autorizzazione per svolgere manifestazioni che possono non conciliarsi con l'attività sportiva dello sci nautico.
Il primo emendamento prevede quindi l'introduzione, secondo me giusta e legittima, di riservare un ulteriore potere di intervento alla Regione Piemonte, nel momento in cui viene ravvisata la necessità di introdurre anche per periodi limitati, delle rettifiche a quanto stabilito dall'ari. 8 in senso ulteriormente restrittivo.
L'altro comma, invece, riprende un'altra questione, che è relativa alla definizione delle zone destinate in modo specifico all'esercizio di tale attività sportiva. L'ari. 8, così come è concepito e come noi lo interpretiamo, consentirebbe, allo stato attuale, di esercitare lo sport dello sci nautico su tutto il lago, fatta eccezione perla famosa fascia dei 100 metri e le zone a canneto o di particolare interesse naturalistico.
Riteniamo invece opportuno definire meglio le zone specificatamente riservate a tale sport, proprio per evitare l'uso di tutto lo specchio d'acqua. Quindi, anche in questo caso, con questo emendamento si darebbe la possibilità alla Regione, analogamente a quanto deciso per il Lago di Mergozzo, di individuare, cartograficamente e poi con un'eventuale opportuna segnalazione tramite delle boe, le zone specificatamente riservate a tale sport, evitando di occupare tutto il bacino del lago.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Gli emendamenti non sono accolti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n.14).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 18 contrari e 1 astensione.
Pongo in votazione l'emendamento n.15 ).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 18 contrari e 1 astensione.
16) Emendamento presentato dai Consiglieri Giuliano e Segre: al comma primo dell'art. 10 la parola "destinate" è soppressa e sostituita con le parole "specificatamente riservate".
L'emendamento è ritirato dai proponenti.
17) Emendamento presentato dai Consiglieri Giuliano e Segre: al comma terzo dell'art. 11, dopo le parole "non si applicano" aggiungere le parole "in caso di soccorso, nell'esercizio dei compiti propri delle Forze dell'Ordine, nonché".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
18) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Giuliano: al comma terzo dell'ari. 11, dopo le parole "attività professionali" aggiungere le parole "e di ricerca scientifica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
19) Emendamento presentato dai Consiglieri Giuliano e Segre: al comma primo dell'ara. 12, dopo la parola "autorizzazione", aggiungere le parole ", dettante le modalità di svolgimento".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 18 .voti contrari e 1 astensione.
20) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Giuliano: al comma primo dell'art. 15, le parole "per ridurre l'inquinamento" sono soppresse.
La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Si tratta di un emendamento tecnico, analogo a quello accolto per il Lago di Mergozzo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 20).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
21) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre, Giuliano: al camma secondo dell'art. 15, le parole "altri detriti" sono soppresse e sostituite con le parole "altre sostanze inquinanti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
22) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Giuliano: al comma primo dell'art. 16, le parole "lo svuotamento di acque di sentina, il getto di qualsiasi genere di oggetti, di liquidi, di detriti o d'altro" sono soppresse e così sostituite "svuotare e riversare le acque di sentina nonché lasciare rifiuti solidi e liquidi di qualsiasi genere".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
23) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Giuliano: al comma terzo dell'art. 16, dopo la parola "competenti", aggiungere le parole "ivi comprese le Amministrazioni comunali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
24) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Giuliano: al comma terzo dell'art. 18, le parole "a vela, a motore, a remi, ecc." sono soppresse.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
25) Emendamento presentato dai Consiglieri Giuliano e Segre: al comma primo dell'art. 20, dopo la parola "preposti", aggiungere le parole "ivi compresi quelli dei Comuni territorialmente interessati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 18 contrari e 1 astensione.
26) Emendamento presentato dai Consiglieri Giuliano e Segre: al comma primo dell'art. 22, dopo le parole "di navigazione", aggiungere le parole "e di esercizio dello sport dello sci nautico".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

L'emendamento non è accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 26).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 18 contrari.
Pongo ora in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 20 voti favorevoli, 2 contrari e 12 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare in quanto i Consiglieri in congedo (n. 9) non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento:

Rinvio argomenti prossima seduta (seguito)


PRESIDENTE

In merito alla proposta di deliberazione n. 391, di cui al punto 9) all'o.d.g., proporrei il rinvio della discussione alla prossima seduta.
La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Concordo sul rinvio a seconda di come si decide di procedere; avendone già discusso sia con l'Assessore Panella sia con il Presidente della Commissione, Consigliere Fiumara, sarebbe opportuno riparlarne magari in sedi informali, in modo da poter definire la questione nella prossima seduta; diversamente, per l'anno in corso rimarrebbe tutto invariato.



PRESIDENTE

Infatti, mi era stata riferita una sorta di intesa per verificare eventuali convergenze sui vari emendamenti presentati.
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Effettivamente l'argomento non è stato approfondito in Commissione alla quale è opportuno rinviare il tutto. Vi sono però le questioni di tempo rilevate dal Consigliere Marino...



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Come Gruppo siamo disponibili, in sede diversa dall'aula, a confrontarci sull'argomento. Vorremmo solo capire la procedura da seguire.



PRESIDENTE

La deliberazione rimarrebbe iscritta all'o, d.g., con l'intesa di discuterla nella prossima seduta, magari al pomeriggio, in modo che, al mattino, si possa vagliare la possibilità di ridurre il numero degli emendamenti.
In merito al punto 10) all'o.d.g., che prevede l'esame del progetto di legge n. 255, e al punto 11) all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 401, chiede la parola il Consigliere Cucco. Ne ha facoltà.



CUCCO Vincenzo

Avevo chiesto se era possibile discutere insieme questi due provvedimenti. In questo modo, potremo dedicare un buon pezzo di un Consiglio regionale alla discussione della materia sanitaria che, in un provvedimento, ci dà il quadro della situazione.



PRESIDENTE

Il provvedimento iscritto al punto 11) dell'o.d.g. non è ancora pronto.
Quindi proporrei di rinviare alla prossima seduta. E' altresì rinviato il punto 10) all'o.d.g.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 288: "L.R., n. 30/90 'Utilizzo di carta riciclata e recupero della carta da macero nella Regione Piemonte. Regolamento di attuazione della legge"'


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 288, di cui al punto 12) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Credo sia una proposta abbastanza conosciuta; si tratta della L.R. n.
30 del 1990 riguardante l'utilizzo di carta riciclata e il recupero di carta da macero nella Regione Piemonte.
Le fasi operative previste all'art. 2, cioè le fasi di studio e di sperimentazione, come riportato nell'art. 6, devono essere contenute in specifico e apposito regolamento di attuazione, che è stato predisposto, e di cui si chiede l'approvazione per partire con l'iniziativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Pensavo che la questione fosse più semplice. Mi sembrava che un ente pubblico come la Regione, in una città dove dovrebbero esserci i cosiddetti cassonetti per la carta, potesse seguire strade più semplici per attivare questo processo. Poiché sull'argomento insieme ad altri Consiglieri avevo presentato, circa un anno e mezzo fa, un'interrogazione, non posso dire di essere contrario alla proposta dell'Assessore, anche se ho l'impressione che sia un elefante che si muova con grandissima lentezza.
Nel frattempo, la Regione potrebbe dare indicazione ai propri uffici di fare quello che fanno i cittadini di Torino, cioè prendere la carta e andarla a portare in un cassonetto, che se può stare davanti agli asili o addirittura dentro, non si capisce perché non possa stare nel palazzo del Consiglio regionale.
Questa soluzione non prevede degli studi; può darsi che gli studi siano assolutamente utili e necessari per capire cosa fare e come muoversi.
Ritengo, però, che mentre si incarica l'IPLA di compiere degli studi e si spendono dei soldi in tal senso, si potrebbe collocare un cassonetto dell'AMIAT all'interno del palazzo regionale, in modo che, anche in questa sede, la carta che si butta nel cestino venga raccolta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghi e colleghe, concordo con le osservazioni del collega Marino.
Il problema della raccolta della carta è un problema di volontà politica che esige pochissimo sforzo organizzativo: se la Regione Piemonte decide di raccogliere la carta, metta i cassonetti dove sono ubicati gli uffici e dia indicazione che, giorno per giorno, la carta gettata nei cestini venga gettata nei cassonetti. Non c'è bisogno di fare tanti studi per raccogliere la carta che produciamo.
Il secondo corno del problema è chi raccoglie la carta e se dalla raccolta della carta esce un utile economico o meno; questo è uno dei motivi ché, negli ultimi anni, hanno rallentato la raccolta della carta. Se ricordate, la raccolta della carta era iniziata prima di quella del vetro.
Poi le cose si sono modificate: la raccolta del vetro è continuata con ritmi crescenti, mentre la raccolta della carta è diminuita. Infatti mentre in un primo momento raccogliere la carta era economicamente vantaggioso, forse non nel senso di produrre un utile, ma di andare in pareggio (i primi tempi si conseguivano anche degli utili), adesso questo problema di mercato inceppa un po' la raccolta.
Lo studio da compiere non mi pare tanto quello scritto nel regolamento di verificare i volumi di carta che vengono prodotti da ciascun ufficio quanto semmai di decidere di raccoglierla e di creare un volume adeguato di offerta di carta. L'adeguatezza di un volume di offerta genera la possibilità che la carta venga raccolta economicamente. Intanto è necessario assegnare, in prima approssimazione all'azienda pubblica, il compito di raccogliere la carta. Altrimenti temo che avviamo gli studi per verificare quanti chili di carta vengono prodotti da ogni addetto, numero che si sa già, perché in una società come la nostra si sa quanti chili di carta vengono sprecati nel nostro lavoro quotidiano, per cui andando avanti negli anni la carta viene studiata e non raccolta.
Ho letto il regolamento e lo trovo molto generico e poverissimo di indicazioni. Perché ci limitiamo a cominciare, anche con un'organizzazione un po' pletorica, a raccogliere la carta solo in un Assessorato? Raccogliamola in tutti gli Assessorati, facciamo un bando che chiami a raccolta gli operatori del settore, ai quali possiamo dire che, sin dal prossimo mese, in Regione Piemonte cominceranno ad essere raccolti i quintali di carta che si sprecano.
Sia più operativo, Assessore; il regolamento è troppo generico dovrebbe essere più fattivo, collegandosi con operazioni concrete di raccolta che si possono intraprendere da domani mettendo i cassonetti.
Nel regolamento la parte propositiva è limitata a tre righe in cui si dice: "cominceremo sin d'ora in un Assessorato"; prima ci sono tre pagine che dicono che bisogna individuare le modalità organizzative, la distinzione della carta per l'individuazione degli operatori. Sono tutte cose che vanno benissimo, scriviamole pure, ma poi non si può terminare dicendo "cominceremo a posizionare in un Assessorato, quindi si prevede in una prima fase...". L'Assessore preveda che la Regione Piemonte raccolga in tutti i suoi uffici la carta. Almeno questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Non è mia intenzione entrare nel merito, perché già ci eravamo espressi in Commissione e non abbiamo ascoltato osservazioni tali da farci cambiare opinione. E' solamente per collegare questa deliberazione alle discussioni che abbiamo fatto o faremo sul ruolo del Consiglio. Mi domando solo se non è possibile conferire delega alla Giunta regionale perché stabilisca direttamente questo regolamento per fare la sperimentazione e poi informare il Consiglio, non mi sembra sia il caso di accapigliarci sull'Assessorato da cui cominciare o andare a vedere nel dettaglio normative che hanno un'importanza solo se vengono attuate non nella lettera del regolamento, ma nello spirito e nel risultato finale. Quindi, ritengo veramente superfluo addentrarci nella discussione dei vari commi di questo regolamento e chiedo se non si possa trasformare questa deliberazione in una delega alla Giunta regionale, perché mi sembra che la materia non valga la pena di una contesa in questo consesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Non vorrei che si confondesse questo regolamento semplicemente con la raccolta differenziata della carta. E' altra cosa. La raccolta differenziata della carta si può fare benissimo senza alcun regolamento senza spendere particolari fondi, senza studi dell'IPLA. Concordo con chi diceva che occorre cominciare da più uffici e non solo da un Assessorato: questo è il minimo che si dovrà fare.
Il problema dello studio è un altro: non è la raccolta differenziata ma è quello di vedere gli attuali usi della carta in Regione, la quantità di carta consumata, i possibili usi di carta ottenuta da macero a seconda delle tipologie che non conosciamo, le modifiche da apportare negli uffici pubblici per avere più carta riciclata da usare, gli attuali utilizzi di carta per usi grafici ottenuti da macero e quindi anche i consigli per le riviste della Regione Piemonte, la qualità della carta per usi grafici ottenuta da macero, le attuali normative e la predisposizione di criteri tecnici organizzativi per l'utilizzo di carta ottenuta da macero negli uffici regionali. Quindi, è altra cosa dalla raccolta differenziata.
Detto questo, sono totalmente d'accordo che si debba cominciare a fare la raccolta differenziata (che non è lo studio) in più Assessorati, e possibilmente in tutta la Regione.
Tengo anche a sottolineare che, insieme a questa deliberazione, è stato distribuito "Lo stato della raccolta differenziata in Piemonte: prospettive e sviluppo della programmazione regionale", che dà il quadro della situazione esistente in tutta la Regione Piemonte per la raccolta differenziata e non solo per quella della carta. Da questa pubblicazione si ricava che la nostra Regione non è l'ultima nel campo della raccolta differenziata, tanto più che l'anno scorso abbiamo triplicato i fondi a disposizione per i Consorzi che hanno presentato dei progetti territoriali di raccolta differenziata e abbiamo invece ridotto di 2/3 quelli per le discariche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Questa notte pensando al nostro Assessore all'ambiente ho letto purtroppo, la proposta di regolamento, e devo dire che resto dell'idea di prima. In primo luogo, la Regione Piemonte per raccogliere la propria carta deve fare una cosa sola: quella di mettere gli appositi cassonetti davanti agli uffici; in secondo luogo, non so quanto sia utile studiare la composizione dei tipi di carta che si usa in Regione, credo siano dati che in generale, si possono conoscere e sui quali probabilmente esistono numerosi studi su altre Regioni o su uffici come quelli regionali. Il problema di fondo da cui non si può scappare è uno e sappiamo tutti qual è: vi è un'apparente situazione nella quale gli uffici della Regione Piemonte o più in generale gli italiani sono fra i maggiori utilizzatori e maggiori importatori di carta riciclata: Questa è la questione. In altre parole: in Italia si usa molta carta riciclata che importiamo dall'estero, e la importiamo dall'estero per un unico semplice motivo: che all'estero le Regioni e i Governi finanziano le società che recuperano e riciclano la carta e quindi hanno la possibilità di venderla al nostro Paese a prezzi così stracciati che è più conveniente della nostra. Quindi, apparentemente o il Governo o la Regione Piemonte sono molto bravi nel risparmiare soldi e nel fare un affare importando la carta dall'estero. Guardate che non sono delle sciocchezze come forse diceva prima il collega Cavallera: sono molti e molti miliardi all'anno.
Qual è il problema? Il problema di fondo è un altro: che noi non risparmiamo affatto. Il problema è che scegliamo di finanziare le società che costruiscono discariche e paghiamo a queste società quella parte di rifiuto in più che proviene dal fatto che non si recupera la carta, quindi finanziamo le società private che gestiscono le discariche invece di finanziare quei consorzi o quelle ditte e quelle società che recuperano e riciclano la carta; in questo modo, aumentiamo i buchi nel territorio del Piemonte e diminuiamo gli alberi del territorio del Piemonte.
La sostanza è questa e non è altro. Quindi, a mio parere, la Regione Piemonte dovrebbe mettere i cassonetti, studiare di meno la composizione della propria carta e fare delle iniziative che riducano lo smaltimento in discarica e aumentino, anche attraverso i finanziamenti, le forme di recupero e riciclo della carta.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 12 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 9) non vengono computati per fissare il numero legale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento: Commercio

Esame proposta di deliberazione n. 371: "L.R. 5/6/1987, n. 32, art. 11. Linee direttrici promozionali e criteri per la valutazione dei progetti e delle iniziative di cui agli artt. 5 e 8 della L.R. n. 32/87. Indirizzi di politica fieristica"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 13) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 371.
La parola all'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Attraverso la deliberazione, che viene oggi proposta al Consiglio regionale, vengono fissate le linee direttrici della politica promozionale e vengono stabiliti dei criteri di valutazione dei progetti e delle iniziative, nonché gli indirizzi regionali di politica fieristica.
La deliberazione è piuttosto corposa e lunga, l'abbiamo esaminata in Commissione, però non bisogna dimenticare che essa risponde a due adempimenti regionali: il primo è quello che ci deriva dalla legge n. 32187 che disciplina gli interventi di promozione delle attività produttive nelle materie di competenza regionale, il secondo deriva dalla legge n. 47/87 che disciplina le attività fieristiche.
Attraverso questo documento programmatico si fondono praticamente gli indirizzi e criteri che informeranno (peraltro hanno già informato, ma informeranno di più) la futura politica promozionale e fieristica della Regione. Questa deliberazione è importante soprattutto se si tiene conto che la dotazione finanziaria di questo settore è limitata. Quest'anno infatti, abbiamo a disposizione circa 800 milioni, che sono estremamente pochi, come si può immaginare facilmente, tenendo conto che ci sarebbero ancora alcuni settori da promuovere in questa Regione e tenendo conto che ormai siamo in assenza della società di promozione, la Promark, che già l'anno scorso prendeva di per se stessa circa 600 milioni per la sua attività. Tenendo conto di questa cifra, queste linee diventano ancora più importanti proprio perché, avendo meno disponibilità, vi è l'esigenza di fissare dei criteri che consentano effettivamente di finanziare le iniziative più valide. Attraverso questo criterio individuiamo tipologie di intervento finanziario che la Regione potrà utilizzare a sostegno delle iniziative meritevoli, nonché quelle peculiarità che le stesse dovranno possedere per poter essere finanziate. Esistono, come ho già spiegato in Commissione, diversi modi di intervento: interventi che si configurano come spese cosiddette dirette e interventi che avvengono attraverso l'erogazione di contributi, cioè una sorta di incentivo per fare in modo che questo abbia la possibilità di determinare una spesa aggiunta da parte degli enti proponenti. Per ogni azione prevista dalla legge, ci sono i diversi massimali di intervento. Inoltre, ci sono iniziative realizzate tramite l'ICE, Istituto per il commercio con l'estero, che vengono inserite in un programma promozionale che, come ho avuto modo di comunicare alla Commissione, da quest'anno vengono esaminate nell'ambito di un Comitato regionale di coordinamento che raccoglie, al suo interno, le rappresentanze di categoria oltre ai rappresentanti dell'ICE, del Ministero del Commercio con l'estero e naturalmente i rappresentanti dei nostri Assessorati. Lo scopo di questo organismo è di rappresentare una sintesi delle iniziative promosse all'estero per fare in modo che, nel limite del possibile, si riesca a determinare un'immagine della Regione abbastanza univoca e unitaria, ma soprattutto coordinata.
Ciò per evitare quanto è accaduto in passato, oggetto di interrogazioni da parte dei Consiglieri nella passata legislatura, per cui si poteva osservare che in una stessa mostra esposizione all'estero ci fossero diversi momenti promozionali della Regione, uno fatto dall'ICE, uno fatto da un'azienda di categoria ed un altro poteva essere un ente istituzionale come la Regione, la Provincia, il Comune. Questi inconvenienti non dovrebbero più verificarsi. Siamo solo al primo anno di esperimento interregionale; 'è stato approvato il programma; abbiamo ricevuto i programmi da tutte le Province, li abbiamo esaminati: quindi, ripeto, tutto ciò non dovrebbe più succedere. Tuttavia, al di là del fatto che siamo in fase sperimentale, ritengo molto importante questo strumento di sintesi decisionale di verifica.
Mi auguro che i Comuni e le Province sappiano approfittarne e non vadano per conto proprio: molte volte succede che piccoli Comuni si inventino delle manifestazioni all'estero e le attuino in un discorso completamente slegato da un'esigenza di immagine che la nostra Regione ha.
Questa deliberazione, oltre a rispondere alla legge n. 32/87, risponde anche alla legge n. 47/87 - forse più conosciuta dai Consiglieri perch considerata recentemente in occasione di Expo 2000 - relativa alla disciplina dell'attività fieristica che ha previsto l'introduzione dei centri fiere. Per quanto riguarda questi indirizzi di politica fieristica il principio che si è cercato di salvaguardare - da parte degli indirizzi della Giunta, risultato del lavoro di un Comitato previsto dalla legge che ha lavorato attorno a questi principi - è quello secondo cui la qualità prodotta da un sistema fieristico dipende oggi, sempre più dall'organizzazione di poche iniziative, ma di altissimo livello.
Nella nostra Regione non abbiamo molte iniziative a livello internazionale: abbiamo otto iniziative di livello internazionale conosciute da tutti, che sono il Salone dell'auto, il Salone delle nuove tecnologie, Expocasa, Expovacanze, ecc.
Altre regioni, come la Lombardia e l'Emilia, hanno un numero superiore di iniziative. Peraltro, abbiamo moltissime altre iniziative, non di grandissimo livello, che sono le fiere nazionali, regionali, locali e tantissime manifestazioni che si identificano come fiere organizzate dai Comuni (in totale abbiamo oltre 1.000 momenti fieristici all'interno della nostra Regione, tenendo conto che vi sono 1.209 Comuni). Attraverso questa manifestazione, viene ricondotto alla Regione l'esame di questa qualità della fiera e quindi i criteri servono per individuare se la manifestazione è di ordine internazionale, nazionale, regionale o locale, ma servono anche per finanziare quegli interventi i cui finanziamenti vengono erogati sulla base di questi criteri. Questo è l'oggetto della deliberazione. Una deliberazione abbastanza importante, anche per il momento in cui viene a cadere, perché questo, dal lato dell'attività promozionale fieristica, è un momento di transizione, nel senso che siamo di fronte ad una situazione nella quale abbiamo eliminato la Promark e abbiamo costituito questo Comitato di coordinamento interregionale per quanto riguarda la promozione fieristica. Siamo inoltre nello sviluppo dei centri fieristici, in particolare quello di Expo 2000. Questi criteri si collocano, quindi, in un momento abbastanza delicato.
Il problema che avverto in merito a questi criteri, in qualità di rappresentante delegato della Giunta, è che sicuramente siano perfettibili.
Forse per effetto dell'eliminazione della Promark, si è sviluppata nella comunità piemontese una grandissima proliferazione di richieste di manifestazioni fieristiche nell'ambito della Regione, cioè, all'improvviso stanno arrivando da parte di società che sono nate o stanno nascendo, nel campo delle pubbliche relazioni dell'attività fieristica, tantissime richieste di manifestazioni. Mi auguro che questi criteri siano sufficienti ad indirizzare correttamente la Giunta rispetto alle esigenze di cui parlavo prima, cioè di qualificare il nostro intervento in questo settore.
Mi chiedo se questi criteri siano sufficienti e se non sia necessario creare un Comitato consultivo scientifico a lato della Giunta che supporti la Giunta stessa in queste esigenze di verifica e di confronto delle varie iniziative.
Probabilmente, non una struttura molto elefantiaca come un comitato ma un comitato ristretto con esperti reali che sappiano portare, oltre alla verifica di questi criteri, quello stimolo di verifica corretta che deriva, appunto, da una professionalità che in questo settore questi esperti devono apportare.
In questo periodo ho riscontrato una certa difficoltà nell'istruttoria delle pratiche che pervengono alla Regione in questo settore. E' infatti necessario che la Regione sviluppi un'attenzione, proprio per andare alla ricerca e alla verifica di quelle proposte importanti e significative non soltanto per il contenuto che propongono, ma anche per l'organizzazione che c'è dietro queste società, e che quindi siano garanzie per la Regione nel momento della concessione di un'autorizzazione, nonché della promozione di articoli e di prodotti di tecnologie che siano quelle che i criteri hanno inteso individuare. In questo senso è una specie di appuntamento che intendo dare al Consiglio.
Ritengo che il Consiglio dovrebbe lavorare attorno a questo tema quindi invito i Consiglieri a considerare con attenzione e positivamente questa deliberazione. C'è da parte mia l'impegno a ritornare su questo argomento, nella considerazione del momento molto importante che attorno a questo tema la comunità piemontese, la comunità economica, sociale e civile in senso lato potrebbe trovarsi a vivere; torneremo quindi a fare una verifica nei prossimi mesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Tre brevissime questioni sull'esposizione dell'Assessore Vetrino e sul documento. La prima è proprio solo una considerazione in merito all'ultima proposta avanzata dall'Assessore. Ritengo che l'unico osservatore reale effettivo sull'efficacia e sul significato dell'attività fieristica nella Regione sia il mercato, perché solo il mercato dice se un'iniziativa è andata nella direzione che si sono posti gli organizzatori con i loro obiettivi, oppure no.
Ho l'impressione che l'organismo citato dall'Assessore debba cercare di cogliere le risposte dal mercato ed evitare eventuali interessi partitici od economici che si possono frapporre fra la valutazione del mercato e il finanziamento della Regione. In realtà, la storia della Promark è stata quella di mantenere in vita un ente che non serviva, per motivi che nulla avevano a che fare né con il mercato né con l'attività fieristica internazionale o nazionale.
Senza rivangare le polemiche, se criterio deve esserci, deve essere quello del mercato. Ciò non significa mercato selvaggio, dove ognuno fa quello che vuole, ma occorre verificare la rispondenza dell'attività svolta sulla base dei finanziamenti complessivamente messi in campo dall'organismo che svolge l'attività sulle rispondenze del mercato, nel senso di verificare se la gente è andata, se è stata una cosa che ha interessato gli operatori oppure no, senza farsi coinvolgere più di tanto da altri interessi rispetto all'attività fieristica in generale. Questo è un problema grosso perché, per quanto riguarda la Promark, la Regione ha sempre o quasi sempre fallito, tranne alla fine, quando ha dovuto chiuderla per forza.
Le altre due questioni che pongo sono delle domande. Non ho sott'occhi il testo della legge, quindi non so se, effettivamente, il punto i) dell'ultima pagina, che parla del sistema informativo, dica qualcosa in più rispetto alla dizione qui riportata. Si dice che il servizio in via un questionario a tutti gli operatori una volta all'anno. Cosa succede di questo questionario? Si fanno degli studi, si analizzano, si producono delle cose? L'ultima domanda è in merito ai criteri per il rilascio della qualifica di "nazionale" alle manifestazioni fieristiche: Riporto un caso specifico quello del Salone del libro. Non so a che punto siano le trattative fra Regione, enti locali ed enti privati per la costituzione della Fondazione sul Salone del libro, ma mi sembra troppo riduttivo - non soltanto per il Salone del libro, ma in generale- stabilire che (sto parlando del punto a/6 degli indirizzi di politica fieristica) non deve essere consentita la vendita con consegna immediata dei prodotti esposti, fatta eccezione per quelli agricolo-alimentari o dell'artigianato.
Forse occorre una formulazione più generica con la quale la Regione mantenga il diritto di valutare se concedere o meno la vendita immediata sulla base della possibilità di vendita dei prodotti. Sarebbe comunque un salvaguardare la facoltà della Regione di stabilire se è necessario o meno vendere i prodotti, senza pregiudicare interventi nei confronti del Salone del libro, così come di altre situazioni fieristiche. Non so qual è l'effettiva situazione giuridica del Salone del libro; esso potrebbe anche non rientrare in questa legge, ma ne dubito. Chiedo quindi lumi all'Assessore:



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, colleghi, la deliberazione che sta proponendo l'Assessore è uno strumento molto importante per la politica fieristica espositiva e promozionale della nostra regione. L'ottimismo dell'Assessore è stato temperato nella parte finale del proprio intervento da alcune preoccupazioni che ritengo fondate; evidentemente, c'è il rischio confermato dalla proliferazione delle domande di autorizzazione - di insufficiente chiarezza per i soggetti piemontesi che vogliono utilizzare questi strumenti perla finalità di una reale politica promozionale.
La promozione è qualcosa che deve arricchire la comunità, l'apparato produttivo, la struttura dei servizi, il sistema agricolo. Se la politica promozionale ed espositiva non raggiunge questa finalità, può anche avere un successo di mercato (in termini di mercato, ad esempio, le fiere autunnali o primaverili per la Promark erano le più convenienti), ma in termini di arricchimento del patrimonio produttivo del Piemonte erano controproducenti perché i venditori di beni di largo consumo facevano vendite ininfluenti per il sistema produttivo piemontese e - deprimente per il reddito del settore commerciale della nostra regione. Non credo che il mercato sia sempre un giusto allocatore di risorse; una fiera può spostare la ricchezza dall'artigiano "A" all'artigiano "B", entrambi residenti nella stessa zona. Si impiegano risorse, ma queste forse servono solo per le preferenze elettorali dell'amministratore che va a tagliare il nastro ad una manifestazione; in termini di ricchezza perla comunità, non sposta assolutamente nulla.
Ci vuole, allora, un elemento (ad esempio, il Comitato scientifico) che dia priorità ed autorizzazioni, perché il problema non è tanto quello delle risorse - c'è la capacità di essere autonomi in queste iniziative - quanto quello del valore, dell'avviamento. Bisognerebbe cercare di dare questo significato alle fiere da "strapaese", con grande rispetto per le manifestazioni che valorizzano la storia ed il folclore. Le Fiere d'autunno e di primavera erano un classico: un fatto strategicamente sbagliato da parte della Promark, malgrado fossero gli elementi che arricchivano la Promark stessa. I criteri esposti dall'Assessore mi paiono ben articolati però manca lo spirito politico che sostiene questa strumentazione. Lo spirito è quello di minimizzare autorizzazioni e spese per situazioni che non servono all'arricchimento quantitativo e qualitativo del sistema economico, vale a dire che concorrano all'aumento del prodotto interno lordo in modo strutturale.
Se vogliamo usare il mercato, allora usiamo il prodotto interno lordo come misuratore! Individuiamo quelle iniziative che, autorizzate, riescono a far aumentare il nostro prodotto interno lordo. Alcune, possono avere un grande successo di mercato, ma addirittura possono anche deprimere il prodotto interno lordo (cita, vo il caso della Fiera d'autunno e della Fiera di primavera); altre, magari all'inizio più complesse, che devono essere sostenute, potrebbero favorire correnti di esportazione all'estero o interregionali (anche queste ultime svolgono una funzione importante).
Assessore, condivido l'impianto da lei esposto, che mi sembra ben congegnato, però occorre una vigilanza di orientamento politico altrimenti, tra le maglie, ci troveremo di nuovo tante Fiere di primavera e d'autunno che non servono assolutamente a difendere l'occupazione e i livelli di reddito nella nostra regione.
Non so se il Comitato scientifico qui evidenziato possa servire per l'indirizzo; può essere rigoroso sul piano dell'applicazione delle norme che qui vengono indicate. Forse (indirizzo dovrebbe essere una funzione tutta della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Anch'io ritengo di non dover entrare in modo specifico nel merito dell'allegato "Linee direttrici promozionali ed indirizzi di politica fieristica", perché mi pare che nell'insieme, al di là di alcune domande ed osservazioni che potremmo fare su alcune parti dell'allegato stesso possono valere come punto di riferimento le osservazioni fatte dall'Assessore Vetrino nell'introdurre i lavori. E' un momento sperimentale: proviamo a vedere cosa succede nell'arco di un anno e verifichiamo insieme, a quel punto, se hanno funzionato o meno.
Ritengo che queste linee direttrici promozionali e di politica fieristica fossero necessarie, ma forse arrivano con un po' di ritardo. Le due leggi che l'Assessore richiamava, e che sono il punto di riferimento sono di cinque anni fa. Le attività promozionali e di sostegno fieristico in questi ultimi tre anni hanno interessato le 800/ 900 fiere che si svolgono nella nostra regione e da una verifica anche rapida degli interventi si può notare come la necessità di alcune norme chiare sia indispensabile per cercare di evitare gli interventi a pioggia, poche lire ma per tutti, che ritengo servano a ben poco.
Il fatto che la Regione Piemonte intervenga con un contributo di mezzo milione o di un milione non è il modo per fare promozione o sviluppare fattività fieristica. Quindi, ben venga una normativa, ma su di essa introduciamo un momento di verifica a distanza di sei mesi, un anno.
Ho provato a leggere con attenzione le linee direttrici, ma non ho mai trovato un riferimento alla Commissione consiliare o al Consiglio come momento di verifica; tutto (come ristabilire i nuovi parametri per quanto riguarda i contributi) viene demandato alla Giunta. Penso occorra trovare il modo; se non è possibile con un emendamento, assumiamo ora questo impegno politico e tra sei mesi - un anno diamoci appuntamento in sede di Commissione e successivamente in Consiglio per fare una verifica di questi criteri.
Non so se questa nostra proposta potrà essere accolta; altrimenti, mi pare che queste "linee" siano viziate da una gestione di parte, fatta solo ed esclusivamente dall'esecutivo.
Mi pare di estrema rilevanza il discorso complessivo; lo stesso Assessore afferma che occorre fare qualcosa di più. Senza riproporre il contenuto dei tre o quattro dibattiti che si sono svolti in Consiglio su Promark, ente strumentale della Regione, mi preme richiamare nuovamente l'attenzione su una forte necessità di presenza e di promozione pubblica quindi di indirizzi, da parte della Regione. Si chiude l'esperienza di Promark e non andiamo a rivedere tutte le motivazioni, ma è chiaro che era l'ente strumentale di un solo Assessorato e non invece dei tre, quattro o cinque Assessorati che avrebbero dovuto far convergere lì le risorse per fare vera promozione.
Quindi, non mi limiterei alla proposta e alla valutazione di un Comitato tecnico-scientifico; questo è un organismo sicuramente indispensabile e di sostegno alla parte politica, però può lavorare non sostituendosi alla parte politica, anzi lavora meglio quando può dare contributi ad un preciso indirizzo politico che, secondo me, non emerge ancora dalla politica regionale o dalle proposte che vengono fatte in questa sede dall'Assessore. Le linee direttrici hanno un peso e un significato, fanno da "prima scrematura" ad una serie di iniziative, per non risolvono l'aspetto delle scelte di fondo.
Non vorremmo ripetere il discorso fatto a suo tempo sul diritto allo studio, ma anche qui non possiamo vivere continuamente nella situazione in cui da una parte si annuncia di voler intervenire, mentre dall'altra verifichiamo che le risorse, messe a disposizione, sono le stesse insufficienti che l'Assessorato metteva a disposizione per Promark e quindi ci troviamo di fronte aduna diminuzione complessiva delle, risorse assegnate alla promozionalità ed al comparto fieristico.
Le risorse messe a disposizione sono notevolmente ridotte; potrei provare a fare una stima veloce, ma mi pare che siano intorno al 40 rispetto alla situazione, già carente, precedente. Dobbiamo riuscire anche per essere credibili di fronte agli operatori economici, a far muovere, conseguentemente agli aspetti di indirizzo politico complessivo le risorse. Altrimenti la razionalizzazione diventa solo occasione di tagli. Se riuscissimo a coniugare indirizzi politici chiari e risorse forse saremmo più credibili e magari riusciremmo ad essere più presenti come Piemonte, in momenti internazionali e ad ottenere questi appuntamenti nella nostra realtà piemontese, in modo coordinato con altri appuntamenti e, quindi con un risparmio di risorse ed una presenza più incisiva nel momento in cui ci muoviamo nei confronti dell'estero.
Chiediamo pertanto all'Assessore di rispettare l'impegnò già assunto in Commissione di una discussione complessiva per quanto riguarda tutto il comparto commerciale. Sulla promozionalità e sull'indirizzo fieristico chiediamo una verifica e la possibilità di includere questo impegno non solo a livellò di enunciazione, ma eventualmente aggiungendo nella deliberazione un comma che fissi un termine (sei mesi, un anno) entro il quale questo possa essere fatto dall'organismo politico collegiale, che non può essere sostituito da organismi tecnici o scientifici o dagli esecutivi.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Volevo dire intanto che siamo contrari; preciso che parlo a titolo personale, anche se nell'ottica della Lega.
Siamo naturalmente per l'economia di mercato e per le non interferenze regionali, tanto più che poi spesso (purtroppo) diventano non veramente regionali ma partitiche e quindi anche un po' autoritarie; si fanno magari preferenze non sempre meritate e il merito, purtroppo, non è considerato.
Indirizzo privatistico, economia di mercato, non interferenza: tutto questo va bene, però l'economia è solo economia, e il resto non conta niente; in questo caso, cadiamo nel materialismo economicistico.
La Regione deve risparmiare; è vero, siamo sempre senza quattrini per le cose urgenti, importanti, ecc., ma poiché le fiere costituiscono un momento culturale fortissimo - e non penso soltanto al Salone del libro ritengo che se la Regione fa qualche spesa, dovrebbe sempre farla nel quadro veramente regionale ed autonomo della cultura (lingua e cultura locale).
Abbiamo visto al Salone del libro questa bellissima produzione editoriale e culturale piemontese, che è sconosciuta; la Regione dovrebbe farsi scrupolo di farla conoscere; questo potrebbe accadere senza spese perché basta sapersi organizzare. Certe volte non è questione di dare dei quattrini, di comprare una cosa o (altra; si tratta di dire, ad esempio "questo lo ricettiamo al posto d'onore, lo mettiamo al centro".
Dal momento che questa lingua - che, torno a dire, è tipicamente francese antico e questo nessuno lo può negare - è stata e continua ad essere sempre più schiavisticamente e colonialisticamente repressa, noi invece diciamo che si deve fare esattamente il contrario.
Il contrario è nostro dovere, quindi mettiamo la nostra cultura al centro di tutte le iniziative fieristiche, non solo al centro del Salone del libro, perché il libro non si vende solo nelle librerie o nelle edicole o nei Saloni del libro, si vende proprio nelle fiere, dove c'è il contatto del popolo con la cultura, finalmente con la sua cultura, non quella straniera che ci è stata imposta con la violenza, con gli intrighi, con i compromessi e con gli equivoci dei cosiddetti Stati.
Lo Stato è un idolo che va infranto e deve diventare qualcosa fondato sulla società. Meno Stato e più società: questo è il vero concetto della giustizia, perché più si fa Stato e statalismo (l'abbiamo visto dove imperava un certo marxismo) più l'umanità va alla deriva e regredisce nei secoli.
Quindi, la cultura al centro, e questo senza sprecare quattrini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il collega Bodrero, a mio modo di vedere, sfrutta in modo un po' gigionesco alcuni argomenti.
Io gli ricordo soltanto che forse qualche altra Regione può lamentarsi che la storia le ha imposto un modello; i piemontesi se lo sono scelto, lo hanno, costruito e semmai lo hanno trasferito altrove. Inoltre, vorrei ricordare al Consigliere Bodrero che lo stesso piemontese non è una lingua autoctona nel senso proprio del termine, bensì una sintesi di parlate, che è veramente il senso della nostra storia.
Noi siamo, per natura, un'area di sintesi, non un'area di peculiarità che è una cosa ben diversa; siamo un'area di apertura, e il piemontese, che non è autoctono ma è una sommatoria, una sintesi di parlate, è proprio l'espressione del nostro modo d'essere, un'espressione non congelata come una certa parlata, bensì come un certo tipo di cultura aperta.
Collega Bodrero, tutto è consentito, però qui non c'è l'immunità parlamentare, quindi non basta dire che le fiere diventano un'occasione per operazioni partitiche, ecc.: spieghi, porti dei casi, citi! Questa licenza di parlare a vanvera, signor Presidente, un giorno o l'altro andrà recuperata; dopo il tirocinio, gli si chiederà di parlare un po' meno a vanvera.
Ma venendo alle cose non a vanvera, cioè alle cose serie poste dall'Assessore, io apprezzo il provvedimento che ci è stato sottoposto ed esprimerò voto favorevole, però sono stato stimolato da due considerazioni dell'Assessore.
In primo luogo, dall'umiltà con cui ha dichiarato la disponibilità a riferire in Consiglio, rendendosi conto che questo documento è monco rispetto ad un ragionamento generale (di questo si trattava). Il problema a prescindere dall'accoglimento o meno dell'emendamento, non era tanto quello di venire a rispondere (a me pare che la sola espressione di disponibilità possa essere sufficiente in ordine alla gestione del documento), ma la presa d'atto, la sensibilità dell'Assessore dimostra che questo documento sta all'interno di un ripensamento della politica promozionale nel suo complesso.
A mio modo di vedere, il ripensamento va fatto in modo radicale innovando il linguaggio; non è detto che la politica fieristica debba necessariamente essere politica promozionale: bisogna solo che ce lo chiariamo. E se l'Assessore Cantore mi consente, la questione è la stessa che si pone per il turismo.
Il turismo è un'attività che tende a spostare il consumatore di un bene, il tempo, lo spazio, i servizi sul territorio da una distanza che con il progredire del sistema diventa sempre più lunga. Questo è il turismo sotto una certa distanza, non è turismo: è tempo libero. Questo non significa che non sia un fenomeno economico interessante e culturalmente da considerare.
Allo stesso modo, il sistema delle fiere, anche quando abbiano perso la loro ragion d'essere meramente di promozione di prodotti, conserva ancora un suo valore, una sua giustificazione: l'importante è che innoviamo il nostro linguaggio. Dando in una certa misura ragione al Consigliere Bodrero, scendiamo un po' di tono, non carichiamo di valori eccessivi fenomeni che hanno di per se stessi una loro giustificazione; le fiere probabilmente, si giustificano al di là della promozione, così come il finanziamento della trattoria di paese si giustifica al di là del turismo.
Stando a quanto suggerito dall'Assessore, la promozione accuserebbe la mancanza di un supporto conoscitivo adeguato: penso si tratti di un problema reale. La promozione non è, a mio modo di vedere, qualcosa che attiene al momento pubblico; la promozione è ormai diventata un elemento del prodotto: qualunque bene si produca, sia esso materiale o immateriale viene caricato nei suoi costi - e quindi nel suo prezzo - della promozione.
La pubblicità è promozione.
Non si capisce il motivo per cui la Regione debba pagare una componente del costo finale di un bene: è davvero questa la funzione della Regione? Personalmente ho qualche dubbio. La Regione dovrebbe uscire dal vicolo cieco per cui, con poche risorse, si impegnerebbe a ridurre - minimalmente il costo finale di un prodotto in relazione alla componente "promozione".
Sul piano della promozione - e questo vale anche per il turismo - la Regione deve svolgere un servizio nei confronti dei soggetti che fanno promozione per se stessi, garantendo, in termini obiettivi, che la promozione venga attuata in aree oggettivamente interessanti, con una verifica a valle, nell'interesse della collettività, della produttività dell'intervento stesso.
L'operatore privato interessato alla realizzazione di una certa manifestazione, avendo avuto la possibilità di verificarne un minimo di risultato promozionale, cura la preparazione della manifestazione stessa trascurando eventualmente sedi in cui si potrebbe ottenere il massimo risultato dalla promozione. Vendere calze di nylon in Jugoslavia non è difficile ed è quindi probabile che un'azione promozionale in tal senso sia produttiva; questo non significa aver verificato chela Jugoslavia sia il luogo più idoneo per un'azione promozionale volta al massimo delle vendite di calze di nylon:potreb-bero esserci Paesi, rispetto allo stesso bene dalle esigenze e domanda maggiori.
Nel caso in cui la Giunta si doti di un gruppo di lavoro in questo senso, lo stesso oltre ad essere al servizio della Regione per selezionare provvedimenti i più mirati possibile per quanto le compete, dovrebbe essere di utilità alla società civile, per far sì che quest'ultima indirizzi la propria attività di promozione verso settori ed aree dalla massima produttività possibile. La concorrenza non è l'arte di ottenere il minimo prezzo e il minimo costo, ma quella di far pagare il massimo prezzo che l'utente è disponibile a spendere. La logica delle tariffe differenziate nei cinema di qualche tempo fa era la stessa: ottenere dal fruitore del servizio il massimo di corrispettivo. Non si tendeva a mantenere un prezzo minimo di per sé, ma il minimo accettabile per il venditore e il massimo pagabile per il compratore.
In sostanza, a me pare che il produttore di qualunque tipo di bene, da quello artigianale a quello industriale, è del tutto indifferente ad un eventuale contributo di 3/4 milioni dalla Regione per la promozione.
Il nostro sistema produttivo sarebbe molto più interessato ad un'analisi commerciale-scientifica accurata fatta d'intesa con le Camere di Commercio, che suggerisca ai soggetti privati interessati un'attività promozionale finalizzata al massimo della produttività, investendo magari mercati che l'operatore non sarebbe stato in grado di esplorare. E' evidente che un soggetto particolarmente presente in Sud America cercherà di farvi attività promozionale sin quando la stessa sarà produttiva; nel frattempo, però, si rischia di lasciare scoperti mercati divenuti ancor più produttivi.
Il tipo di struttura da immaginare, oltre ad essere di supporto alla Giunta per determinate decisioni da assumere, dovrebbe essere di servizio alla comunità: indagini a campione, ad esempio, dal punto di vista economico produrrebbero in termini indiretti ed indotti più di certe operazioni tese sostanzialmente ad abbassare i costi. Colui che sa "stare" sul mercato è anche in grado di pagare il costo di produzione derivante dalla promozione.
Siamo ad un passaggio delicato; confido che l'Assessore quanto prima si adopererà - per quanto possibile - per supportare la Regione rispetto ad alcuni non positivi fenomeni avvertibili nella cosiddetta società civile.
Per "dirla tutta", il fatto che la Camera di Commercio abbia scelto per Expo 2000 il direttore del centro estero e non un rappresentante delle categorie produttive è segnale che probabilmente non intende svolgere il ruolo istituzionale richiestole dalla legge, ma ridurre le capacità promozionali di Expo 2000 per garantirsi un proprio spazio.
Quando la FIAT sottoscrive in proprio, e non tramite Torino Esposizioni, è per l'intenzione di giocare su freno ed acceleratore: noi speravamo di giocare tutto e solo sull'acceleratore. Sono segnali abbastanza preoccupanti. Sono venute a mancare - e l'Assessore sa a cosa mi riferisco - le ragioni di emergenza che ci avevano portati ad accelerare i tempi di Expo 2000; nel frattempo, però, anche se l'Italia rallenta, il mondo va avanti: non vorrei che nel dotare la nostra Regione di una struttura promozionale di, livello internazionale si ripresentassero i nodi mai sciolti di volontà politiche mai attuate. Certi nodi, infatti rischierebbero di vanificare la scommessa fatta nei confronti della società civile, promuovendo da una parte una nuova società a partecipazione privata di maggioranza, e bruciando in termini sacrificali la strega sul rogo, cioè Promark, dall'altra. Il sacrificio di Promark per larga parte era giustificato, ma per larga parte è stato un atto politico con cui si voleva dimostrare all'esterno il tipo di volontà politica che la Regione intendeva perseguire. Devo dire che la società civile non ha bruciato le sue streghe.
Torino Esposizioni forse non va bruciata, ma sicuramente un bel funerale glielo dobbiamo preparare; quanto prima lo facciamo, tanto meglio è per la città di Torino. Questo per dire, Assessore, che la materia è di fortissimo interesse ed è apprezzabile che lei , si sia lasciata andare ad aprire un po' le finestre, al di là di questo che è soprattutto un documento regolamentare, anticipando al Consiglio che ci confronteremo su questioni di ordine strategico di carattere generale che hanno tutto il nostro interesse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghi e colleghe, la deliberazione "Linee direttrici promozionali e criteri per la valutazione dei progetti e delle iniziative di cui agli artt. 5 e 8 della L.R. n. 32/87. Indirizzi di politica fieristica" mi pare del tutto insufficiente ad affrontare il tema di impronta politica fieristica da parte della Regione Piemonte. Spiego il perché. La deliberazione, in realtà, non contiene degli indirizzi di politica fieristica; è semplicemente una deliberazione nella quale vengono elencati i possibili interventi di questa politica. La deliberazione non è d'indirizzo, è un catalogo di tutto ciò che un ente decisore di governo come la Regione Piemonte, potrebbe fare nell'ambito di una politica fieristica. E' un catalogo in cui si enunciano i tipi e la qualità degli interventi, la qualifica delle manifestazioni internazionali, nazionali regionali e locali, ma nulla di più. Non si intravede alcuna politica fieristica.
Che questo documento sia insufficiente mi è parso di capirlo anche dal grido di aiuto che l'Assessore ha lanciato al termine del suo intervento l'Assessore ha chiesto aiuto, perché forse teme di fare la fine che ha fatto Promark. Smantellato tutto, si ritrova il mercato così come lo gestiva Promark, si ritrova di fronte alle tensioni che un mercato presenta, e non c'è nulla di più autoritario di un mercato in cui le leggi sono le leggi ferree dell'economia e del più forte, e il più forte ha l'autorità per sconfiggere il più debole.
E' una situazione in cui non vi è pace, l'Assessore non si trova in una situazione di pace, il mercato è in movimento, è confronto, è concorrenza e lotta fra imprese per il predominio del mercato stesso. Quindi, l'Assessore chiede aiuto, perché avrà già ricevuto un panorama di richieste tale che non sa districare secondo una linea di governo.



CUCCO Vincenzo

Forse basta non partecipare alla lotta.



CHIEZZI Giuseppe

Consigliere Cucco, si può non partecipare alla lotta se si decide l'inutilità di un'azione di governo. Si lasci fare al mercato: in questo caso non c'è bisogno di promozione, non c'è bisogno di un governo regionale, l'economia lavori; è una linea di comportamento che personalmente non sostengo. Chiedo che esistano governi che governino nell'interesse collettivo, che abbiano idee e compiano scelte.
L'Assessore per uscire dalle ambasce fa una proposta: "potrei appoggiarmi ad un Comitato scientifico". Faccia pure, Assessore, governi ma in questo momento il contributo che posso dare è un contributo di opposizione. Penso che la situazione italiana sia quella che abbisogni, in questo momento più che in altri, di una distinzione dei ruoli. Se l'Assessore, per governare il tema così delicato della scelta nell'ambito di una politica fieristica per promuovere commercialmente un settore un'iniziativa o un'altra, ritiene di aver bisogno di un sostegno, lo scelga e lo decida autonomamente. Quello che chiedo è che in questa nostra democrazia chi governa sia messo in grado di farlo; i Consigli ove risiede il potere di decisione siano messi in grado di conoscere e determinare le politiche e di poter verificare gli esiti di queste politiche.
Consigliere Cucco, sarà anche il mercato con la crescita e la morte di aziende che verifica il bene e il male, però quello che chiedo, per il nostro lavoro in Consiglio regionale, è di poter disporre, alla fine di ogni anno, delle informazioni su quello che la Giunta ha fatto. Faccia decida, dia i contributi, faccia promozione, però in questo Consiglio si verifichi quello che è stato fatto. Dalla verifica e dallo scontro delle diverse posizioni che emergono ne deriverà per la Giunta un assenso, un dissenso, un cambiamento di linea. Non vedo altra strada che non quella come oppositore, di dire: "questo è il luogo in cui si decide ed è in questo luogo che chi governa deve mettere in grado tutti di sapere come sono andate le cose".
Insisto sul fatto che si governi; sono preoccupato dell'assenza di governo, perché se lasciamo le libere forze di mercato a dispiegare le varie capacità economiche, nei vari conflitti non sempre gli esiti sono positivi. Parlo di un esito specifico che riguarda la politica fieristica che continuo a ritenere negativa.
Torino ha una grande manifestazione internazionale che la caratterizza in tutto il mondo: il Salone dell'automobile. Torino ha avuto sempre poco nel sistema fieristico, ma il Salone dell'automobile ha sempre fatto di Torino, anche negli anni '50 e '60, una specialità. Si andava a Torino per il Salone dell'automobile, come a Ginevra e a Parigi. Sapete che il Salone dell'automobile sta perdendo ogni anno partecipazioni da parte di case concorrenti con la FIAT. Quest'anno mi pare non ci siano la Ford e la Renault.
Ritengo, quindi, che aver lasciato alla FIAT la decisione di collocare il centro fieristico in funzione dei propri interessi aziendali sia stato un grave errore. La FIAT ha lavorato bene, aveva un immobile che a bilancio aziendale non valeva nulla, perché in una politica industriale il Lingotto era ammortizzato tutte le volte che era necessario ed era improduttivo.
Ritengo che la FIAT, in carenza di governi forti della città e della Regione, sia riuscita ad indicare la sede del Lingotto come sede definitiva del centro fieristico internazionale di Torino, in un luogo sbagliato congestionato, su una struttura, a mio avviso, vecchia, incapace di concorrere, anche dal punto di vista architettonico, con altri centri perché è una struttura a pilastri.
Poi è stato inserito, come al solito, il grande nome, perché questo aiuta a fare l'operazione e ci ritroviamo con un Salone dell'auto penalizzato. Rischiamo tutti gli anni di perdere questa manifestazione.
Riprendo questo tema non per il gusto di riproporre vecchie polemiche ma per dire che sul mercato possono accadere cose che, fatte sull'interesse di chi domina il mercato in un settore, in un certo momento si ribaltano come negative sull'insieme della collettività.
Ritengo che la città di Torino e la Regione Piemonte potevano progettare un centro fieristico nuovo in un'area idonea, concorrenziale con le altre aree e non perdere al Salone dell'automobile i concorrenti, il mercato. Allora, chiedo un intervento dell'Assessorato e della Regione chiedo che facciano le politiche promozionali. Certo per promuovere ci vogliono delle idee: senza idee non si promuove. La prima promozione che dovrebbe fare un governo regionale è: fare i piani territoriali che non fa fare il piano di sviluppo che non fa, dare gambe all'Agenzia per l'innovazione scegliendo in quali settori spendere, cosa che non fa. Ed è cosa che non farà anche in sede di politica fieristica perché, approvato questo regolamento, temo che l'Assessore, anche con un Comitato scientifico, ma senza una Giunta che sia un collettivo che produce idee proposte e scelte politiche, si dividerà: non ci sarà più la Promark con i rappresentanti dei partiti che sgomitano per decidere cosa promuovere e cosa no, ma ci sarà un mercato, ci sarà la Camera di Commercio, ci saranno altri enti privi di un quadro di governo.
Chiedo invece che nella politica fieristica l'Assessore sia in grado di scegliere i temi fondamentali. L'ambiente è un tema di politica fieristica o no? E se lo individuate come tema, proponete una scala di interventi da annunciare come possibile promozione, perché la Regione Piemonte pu chiedere alle forze economiche di impegnarsi in vari settori.
Quindi, concludo dicendo che la richiesta che ho fatto è quella di aggiungere al fondo di questo regolamento il fatto che ritengo più importante in questo momento: riportare su ogni tema in questo Consiglio il potere di decidere prima e di verificare quello che la Giunta ha fatto successivamente. Quindi, chiedo l'approvazione dell'emendamento che ho presentato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Credo che data fora non ci si debba dilungare troppo. Proprio riprendendo quello che diceva il collega precedentemente, penso sia difficile votare contro questa proposta di deliberazione, anzi noi voteremo a favore. E' però una proposta di deliberazione del tutto impropria, perch recita nel suo titolo: "Linee direttrici promozionali e criteri per la valutazione dei progetti": Assessore, questa non è una deliberazione che indica una politica della Regione in questo settore: è semplicemente un indice all'interno del quale vengono dati dei criteri, direi degli appunti per stabilire se una domanda ha o non ha i requisiti per poter essere accolta. E nel caso che sia accolta, quanto le si possa dare di contributo.
In realtà abbiamo visto in Commissione che la proporzione tra le richieste e quello che poi si può fisicamente ottenere è nei rapporti non dico 100:1 ma sicuramente 20, 30:1. Di fatto, alla fine, è uno stillicidio di contributi spesso anche inferiori al milione o comunque di pochi milioni perché non ci sono i mezzi finanziari per seguirli.
Premesso che non si può votare contro a questa normativa perché è equa ben studiata e ben calibrata, lamento la mancanza di un "cappello" a quella che è questa deliberazione, e cioè - come hanno già detto alcuni all'indicazione di alcune linee programmatiche che vengono prima del come si spende: si dica quali siano le priorità della Regione all'interno di questo settore. Altrimenti oggi andiamo ad approvare una cosa monca indispensabile dal punto di vista operativo, ma che non ci dice nulla su quello che la Regione intende effettivamente fare in questo senso. Questo secondo me, è il grosso limite di questa deliberazione, che è accettabile ma deve essere integrata.
Nell'annunciare il voto favorevole su questa deliberazione, voglio terminare con una nota di colore. Ho avuto modo, Assessore, di leggere un giornale di Bari e glielo farò avere in fotocopia. Sa cosa c'è scritto su questo giornale? Un nostro ex dirigente della Promark, che è sbarcato a Bari, sta scrivendo peste e corna dei piemontesi, dicendo che se lui non ha potuto operare all'interno della Promark è perché era lottizzata. Se non sbaglio, era il direttore, che però, per fortuna, ha trovato l'ori. "Pinco Pallino" (non ricordo più chi sia) che è così attento ai problemi di Bari per cui la stessa persona sta inventando una Promark pugliese che all'interno di quella che è la struttura fieristica della Fiera del Levante vuole fare una struttura simile. In quella relazione, quella persona dice talmente peste e corna della Regione Piemonte che è proprio il caso di dire che non si guarda mai nel piatto dove si è mangiato fino al giorno precedente.
Per cui concludo esprimendo il voto favorevole su questa deliberazione ma con la preghiera all'Assessore di portarci un'altra cosa in Consiglio, e cioè non il regolamento di attuazione della distribuzione dei pochi panie dei pochi pesci dei contributi, quanto invece delle linee chiare nell'ottica di quello che è già stato detto e di una politica fieristica che obiettivamente, ad oggi, non esiste.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dardanello.



DARDANELLO Ferruccio

Mentre annuncio il voto favorevole del nostro Gruppo a questa deliberazione, voglio fare anch'io alcune considerazioni in merito a questo progetto di linee direttrici promozionali di politica fieristica.
Vi è una politica fieristica che deve anche mettere in vetrina quello che è un patrimonio non solo di cultura, ma di lavoro di una classe imprenditoriale, quella della piccola impresa, che credo abbia bisogno di trovare delle risorse per essere anche lei attrice e partecipe della crescita di questo nostro Piemonte. E vi è una classe imprenditoriale che non ha risorse sufficienti a volte per poter esprimersi, una classe imprenditoriale legata alla piccola impresa che deve trovare in questo grande contesto che nascerà fra qualche mese - l'Europa - la possibilità di potersi esprimere con infrastrutture che certamente da sole queste imprese non sarebbero in grado di potersi procurare.
Apprezziamo molto il fatto che sia datala possibilità ad un Comitato tecnico di valutare quelle che potranno essere queste necessità.
Credo che non solo le grandi categorie, ma anche quelle che esprimono lavoro e che certamente in questi anni e in questi mesi si sono contraddistinte anche sotto questo profilo, debbano partecipare a questo Comitato e possano dare degli indirizzi, chiedere delle anticipazioni e proporre qualcosa di concreto. Mi rendo conto che tutto questo potrà cadere se le risorse saranno quelle che saranno: certamente con poche centinaia di milioni non si può pretendere di poter programmare e dare risalto all'economia piemontese. Non è il casa della FIAT che da sola ha mezzi e risorse per potersi esprimere, ma è il caso di quella grande economia piemontese che oggi non ha i mezzi per poter essere presente sul mercato europeo che andrà ad approntarsi nelle prossime stagioni. Quindi, scelte oculate, risorse che, auguriamoci, possano essere non sufficienti, ma almeno necessarie per iniziare un certo tipo di politica. Ormai la strega nel rogo della Promark, è stata immolata e i funerali sono quasi ultimati.
Auguriamoci di poter guardare con un altro ottimismo, quello che questa politica della Regione Piemonte vorrà fare nel campo della promozione campo che, personalmente, ritengo estremamente necessario per valorizzare l'economia piemontese.



PRESIDENTE

Ci sono osservazioni da parte dell'Assessore Vetrino. Ha facoltà di intervenire.



VETRINO Bianca, Assessore regionale

Ringrazio i numerosi Consiglieri che hanno ritenuto di portare la loro attenzione su questo argomento. Devo dire che nemmeno quando si organizzano i dibattiti si riesce a sollecitare tanti contributi così vivaci.
Evidentemente, l'argomento che ho definito delicato ed anche interessante è un argomento che si riflette sull'economia del Piemonte e, più in generale sull'immagine del Piemonte che contribuisce a determinare anche le condizioni della sua economia. Mi fa piacere osservare che lo stimolo che ho inteso dare nella mia presentazione della deliberazione è stato accolto e che, attorno ad esso, vi è l'esigenza di un maggior approfondimento.
Concordo" con il collega Tapparo quando dice che è difficile intravedere in questi burocratici criteri tali indirizzi, forse a loro volta eccessivamente burocratici. Mi auguro che, nell'applicazione dei parametri alla base della deliberazione, si riesca ad intravedere quegli obiettivi politici che ho posto nella mia introduzione riconducibili alla qualità degli interventi, alla priorità, alla verifica, al confronto e alla coerenza con i settori da incrementare o con le aree da valorizzare, come diceva il Consigliere Marchini.
Devo dire che questa critica è opportuna se indirizzata ai criteri individuati nel settore cosiddetto promozionale dove, probabilmente, è abbastanza difficile capire quali possono essere le decisioni della Giunta nel momento in cui ho individuato nella qualità degli interventi il criterio oggettivo importante. Ci troviamo di fronte ad una legge che consente di finanziare anche l'intervento da L. 500.000 a 1.000.000, cosa che è stata in parte rilevata come una critica. Bisognerà verificare la legge n. 32/87, perché sia più selettiva nelle possibilità che prevede.
Escluderei invece che questa critica possa essere fatta sui criteri individuati per la politica fieristica, perché siamo in assenza di una legge nazionale sulle fiere. Dico questo non.tanto per scusare eventuali carenze dei nostri atti legislativi o deliberativi, ma perché, in assenza di questa legge nazionale, abbiamo cercato di individuare criteri rigorosi che consentano alla Giunta di definire quelle che possono essere le fiere internazionali, nazionali, locali e regionali. Ciò affinché la discrezionalità della Giunta possa essere guidata dai criteri oggettivi sui quali il Consiglio si è pronunciato ed è sostanzialmente d'accordo.
Ho parlato di un Comitato tecnico-scientifico, ma vorrei chiarire cosa intendo. Concordo con il Consigliere Chiezzi quando parla della politica di indirizzo e di controllo: la politica di indirizzo è quella che abbiamo individuato attraverso leggi di settore, per cui come accade in questo momento, il Consiglio svolge la sua funzione nello stabilire i criteri per rendere possibile quegli indirizzi. Il Comitato scientifico del quale ho parlato è uno strumento di supporto alla Giunta per indirizzare a sua volta questi criteri ed indirizzi che, francamente, in questa deliberazione mancano. Sono la prima ad ammettere questa carenza, però ho anche cercato di giustifiCARLA, tenendo conto del momento nel quale ci collochiamo e dell'esigenza di portare più attenzione a questo settore, ciò anche in presenza di un altro fatto. Ci troveremo, nei prossimi giorni, a dover discutere del programma dell'Expo 2000, perché ai sensi della legge - e in questo senso rispondo in parte al collega Chiezzi relativamente al suo emendamento - ogni anno dobbiamo portare in Consiglio ciò che la Giunta fa attorno ai centri fieristici. Ogni anno, ogni centro fieristico deve portare all'attenzione del Consiglio quelli che sono i criteri e gli obiettivi che propone attraverso le manifestazioni fieristiche, un po' quello che, avrebbe dovuto fare la Promark e che credo in dieci anni di attività abbia fatto una volta sola (ricordo un Consiglio che si è svolto a questo proposito).
Il Comitato tecnico-scientifico che intendo non ha nulla a che vedere con questo tipo di attività che attiene alla titolarità, all'autonomia e all'autorità del Consiglio. E' sulla base di questi criteri che un Comitato può verificare come tali criteri possano essere rispettati dalla Giunta.
Per fare un esempio concreto, quest'anno ho ricevuto dieci richieste di mostre per l'antiquariato. Supponiamo che queste mostre abbiano tutte le caratteristiche che rispondono ai criteri che oggi abbiamo approvato bisognerà pur trovare qualche altra occasione di scrematura, di individuazione, anche se può darsi che vadano bene tutte e dieci. Se dovessi sentire gli antiquari e le società artistiche, ci sono troppe mostre, si disperde la qualità, ecc.; in qualche modo, occorre recuperare un momento di verifica (ho fatto l'esempio dell'antiquariato, ma ci possono essere tanti altri settori). Certo, prima esiste l'esigenza di individuare i settori prioritari, ma in parte questi ci sono già; tra l'altro, anche nella deliberazione abbiamo individuato alcuni settori di priorità nella promozione e nell'ambito fieristico: Finora avevamo delegato tutti questi aspetti alla Promark, la quale agiva in un contesto a volte molto isolato non confrontandosi nemmeno con quello che faceva l'ICE, con la Camera di Commercio, con Torino Esposizioni; quindi, in questo Comitato scientifico ci sarebbe un momento di raccordo e di sintesi. Quello stesso momento di sintesi che avviene adesso - lo ripeto- per le manifestazioni che si svolgono all'estero, deve rivolgersi anche nell'ambito dell'attività più generale piemontese nei confronti dell'attività italiana ed internazionale.
In questo senso, penso a questo strumento di supporto all'attività della Giunta, perché non sono soddisfatta delle istruttorie come attualmente vengono predisposte dai Servizi regionali, pur con tutta la stima e la considerazione che si possono avere per le strutture regionali.
Ritengo però che, avendo giustamente la Giunta avocato alla propria autorità, attraverso l'Assessorato e attraverso gli indirizzi che devono essere dati ai nostri rappresentanti nell'ambito dell'Expo 2000, tutto questo settore, sia giusto dotarsi di uno strumento ad hoc più tecnico professionale, specifico e competente attorno a questi problemi.
Sono state fatte alcune osservazioni da parte del Consigliere Cucco sul ritardo. Il ritardo è evidente, caro collega, nessuno nasconde che siamo di fronte aleggi che sono operanti dal 1987; questo ritardo ha però alcuni motivi. Intanto, abbiamo dovuto costituire la Commissione, che naturalmente non si è costituita nei sei mesi, così com'era indicato (questo è normale per la nostra attività). Non dimentichiamo che soltanto dal 1990 abbiamo ristrutturato la Regione attraverso i Settori e i ,Servizi, per cui questa attività non era riconducibile a nessun Servizio particolare nell'ambito dell'Assessorato.
La scusa dell'assenza della legge quadro nazionale è sempre una buona scusa; c'è stato il cambio di legislatura, c'è stata la legge di Expo 2000.
Dico tutto questo per far capire il ritardo, certo non per giustificarlo.
Il ritardo è clamoroso, ma in questo momento stiamo cercando di recuperarlo.
Sull'osservatorio, richiamato dal collega Cucco, dico che naturalmente sono i dati che provengono dai Comuni quelli che ci servono per capire l'ambito nel quale gli stessi si muovono, che sono poi espressione di quella richiesta di mercato al quale si accennava. Li sintetizziamo: sono dati di base conoscitivi che ci indirizzano nel momento in cui, nella distribuzione di quegli 800 milioni, cerchiamo di verificare quanto gli stessi dati di mercato ci possono aiutare nell'individuazione delle manifestazioni che rispondono maggiormente ai settori da incentivare ed alle aree da valorizzare.
Non so dire nulla sulla fondazione del Salone del libro, anche perch non è presente l'Assessore Nerviani; risponderà direttamente lui a questo problema. Comunque credo che, se non è già stata perfezionata, questa fondazione sia comunque in una fase abbastanza avanzata; io stessa avevo partecipato, già un anno fa, alla predisposizione dello Statuto.
Per quanto riguarda la vendita dei prodotti dell'artigianato e dell'agro-alimentare, esistono dei limiti sanciti non soltanto dalle nostre leggi, ma anche da quelle nazionali. Di conseguenza, i nostri orientamenti e le nostre decisioni sono strettamente condizionati dai limiti legislativi ai quali non ci possiamo sottrarre. E' un obbligo che deriva dalla legge n.
47/87 per i centri fieristici; tuttavia, l'emendamento del Consigliere Chiezzi è importante. - Lo accetto volentieri, perché non mi preoccupa il fatto del rapporto costante con il Consiglio. Vorrei solo ricordare ai Consiglieri regionali che non c'è legge che non preveda questo atto di informazione al Consiglio e che, se qualcuno volesse fare un controllo questo è regolarmente disatteso. Ciò non per cattiva volontà, ma per impossibilità della Giunta e, a volte, anche per impossibilità del Consiglio a programmare i suoi atti di verifica e controllo.
Poiché credo nell'esigenza di controllo del Consiglio, non posso non accettare l'emendamento in questo spirito, sperando che il Consiglio possa essere soddisfatto in questa sua richiesta il prossimo 31 marzo.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: aggiungere al fondo: "Entro il 31 marzo di ogni anno la Giunta informa il Consiglio regionale sull'applicazione del presente regolamento nell'anno precedente".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 22 voti favorevoli, 3 contrari e 7 astensioni.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,35)



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