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Dettaglio seduta n.141 del 14/04/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che i processi verbali delle adunanze consiliari del 16 23, 30 e 31 luglio 1991 sono stati distribuiti ai Consiglieri e verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 1024 del Consigliere Marengo ed interpellanza n. 1030 del Consigliere Chiezzi inerenti il grave atto di intimidazione antisindacale avvenuto alla SIGOM di Venaria con il licenziamento di un delegato di fabbrica


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo le interpellanze n.1024 e n.1030, cui risponde l'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

La SIGOM S.r.l. è un'azienda che opera nel settore della produzione di componenti in gomma per autoveicoli. Al 31/1/1992 occupava 40 operai, di cui 8 con contratto di formazione lavoro, e 8 impiegati, di cui 1 con contratto di formazione lavoro.
Secondo quanto l'azienda ha dichiarato, il calo degli ordinativi dovuto alla crisi del settore (il fatturato 1991 è pari al 75% di quello del 1990) rende necessaria una riduzione del personale e in tale contesto si colloca il licenziamento di un dipendente.
Secondo il sindacato, il licenziamento sarebbe conseguenza di comportamento antisindacale; infatti, in seguito ad una serie di decisioni aziendali, come ad esempio la procedura adottata nella richiesta e nell'attuazione della cassa integrazione ordinaria, la FILCEA-CGIL ha presentato ricorso, ex art. 28 della legge n. 300/70, al Pretore del lavoro di Torino, ritenendo che anche il licenziamento del lavoratore delegato sindacale configuri un comportamento destinato a danneggiare il normale svolgimento dell'attività sindacale nell'azienda.
Pur non entrando nel merito della vicenda, su cui si dovrà pronunciare il competente organo giudiziario, colgo l'occasione per ribadire che le corrette relazioni sindacali sono uno degli strumenti di democrazia di cui il nostro sistema si è dotato, per cui esprimo la nostra solidarietà a chi difende questo diritto, nonché la nostra netta opposizione a chi tenta di negarlo.
In questa fattispecie non è possibile, essendosi attivato un ricorso ex lege n. 300 al Pretore del lavoro, svolgere un'attività diretta da parte della Regione; tuttavia, colgo questa occasione di risposta alle interpellanze per esprimere il giudizio della Regione, la quale auspica che il Pretore del lavoro voglia conseguentemente determinare interventi a favore del lavoratore, in modo da predisporne un reintegro in azienda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La mia interpellanza, che seguiva quella presentata dal Consigliere Marengo, parte da una grande preoccupazione. La crisi investe ogni giorno il sistema produttivo piemontese e questa viene sinora affrontata, dal punto di vista dei gruppi finanziari e industriali dominanti, secondo le logiche esclusive del mercato (domanda e offerta); in questo modo, la crisi la stanno pagando i lavoratori.
Lo sa benissimo l'Assessore Cerchio, che assiste non solo a quei provvedimenti che dilatano nel tempo l'impatto violento che può avere sul corpo sociale il fatto di allontanare definitivamente dal lavoro operai e impiegati, ma anche ai licenziamenti in tronco di decine e decine di persone.
Il fatto che in un'azienda, nel momento in cui si riduce l'occupazione si licenzi un delegato sindacale genera un estremo allarme, perch costituisce il significato esplicito che si vogliono togliere ed allontanare dai posti di lavoro proprio quei lavoratori che, accanto alla normale produzione, hanno deciso di svolgere un'azione di tutela in nome dell'interesse collettivo di classe dei lavoratori, quei lavoratori organizzati nel sindacato che, in caso di crisi, sono i primi a battersi e con più forza degli altri - per la difesa del posto di lavoro.
Non dimentichiamo che il sindacato, in questi ultimi anni, ha anche dimostrato la volontà di unire l'azione difensiva del posto di lavoro ad un'azione propositiva di sollecitazione nell'ambito delle politiche aziendali. Sotto questo aspetto, potrebbe fin sembrare miope,: anche dal punto di vista della dirigenza di un'azienda, allontanare dal lavoro i soggetti che difendono gli interessi primari dei lavoratori e che sono capaci di stimolare, proporre ed aprire conflitti con l'azienda in termini di progettualità per l'azienda stessa.
Ma rimane il fatto più grave: di fronte a questa crisi, si licenzia, si richiedono le casse integrazioni, si ristruttura e si spedisce a casa chi dà fastidio.
Per questo motivo - ecco il senso della mia interpellanza, come penso anche quello del compagno Marengo - abbiamo richiesto anche informazioni sullo stato dell'arte. La notizia viene confermata dalle parole, sia pure per certi versi un tantino diplomatiche, dell'Assessore Cerchio; al di là della diplomazia, sembra di capire che sia vero quanto noi abbiamo denunciato: si tratta di un allontanamento dal posto di lavoro di un delegato sindacale in quanto delegato sindacale, in quanto sarà stato in testa alle lotte contro il processo di ristrutturazione che questa azienda vuole portare a termine.
La SIGOM è un'azienda di componentistica all'interno del settore dell'auto, che sappiamo in crisi, e quindi non è da escludere che con questo gesto l'azienda abbia voluto dare un segno preciso della direzione di marcia che vuole assumere.
E' bene che non si permetta alcuna attività antisindacale, Assessore perché altrimenti non so dove andremo a finire; con la crisi che c'è, se si smantellano, si puniscono o si intimidiscono i lavoratori in azienda lavoratori già messi sotto pressione da un calo produttivo - non so dove ci si possa fermare e quali conflitti sociali possano nascere.
Per questo, mi è sembrato di cogliere dalle parole dell'Assessore la conferma che si tratta di un provvedimento che deve essere ritirato. Esiste un'azione amministrativa presso il Pretore del lavoro; a fronte di questa pressione, chiedo che la Regione faccia un po' di più di quanto ha detto l'Assessore oggi.
Tante volte abbiamo speso parole, ordini del giorno su questioni importanti, anche non immediatamente inerenti ad una competenza della Regione; mi chiedo se per questo lavoratore l'Assessore non debba farsi promotore di un ordine del giorno. Questo è un caso emblematico e la Regione Piemonte non può consentire, anch'essa, dal punto di vista dell'autorità politica che ha come istituzione di fronte alla crisi, di tenere un atteggiamento di inerzia nei confronti di questo problema.
L'Assessore ha ammesso che il problema è in questi termini e ha auspicato il rientro del lavoratore. Andiamo fino in fondo, Assessore: stiliamo un breve ordine del giorno in cui chiediamo esplicitamente, come Consiglio regionale, che non vengano fatti in alcun modo degli attacchi alle libertà sindacali; questo vuol dire che non si può, anche sotto la spinta di una crisi produttiva, cominciare a licenziare i delegati sindacali.
Votiamo questo ordine del giorno che servirà intanto a tutti i lavoratori per conoscere l'atteggiamento di difesa delle libertà sindacali che la Regione intende assumere in questo settore, e poi anche agli altri organi della giustizia; è un giudizio che si affianca ad altri e pu promuovere la rimessa al proprio posto di lavoro di questo delegato sindacale. Probabilmente questo è solo un primo esperimento di attacco che il padronato compie all'interno della fabbrica nei confronti dei diritti dei lavoratori e della loro possibilità di difendere e conservare il posto di lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Luciano

Mi pare che la conferma dei fatti data dall'Assessore Cerchio, fatti che stanno alla base della mia interpellanza e di quella del Consigliere Chiezzi, sottolinei la gravità di un provvedimento al quale peraltro la SIGOM non è nuova, non tanto rispetto a licenziamenti di delegati, quanto per il fatto che lì non era mai stato possibile avere delegati. Questa azienda, infatti, ha sempre impedito che i lavoratori potessero liberamente organizzarsi in sindacato, tant'è che anche dopo le interpellanze e i diversi attestati di solidarietà che da più parti e da più forze sono arrivati alla direzione aziendale e al Consiglio di fabbrica, la stessa ha perpetrato un ulteriore grave atto intimidatorio, raccogliendo, sotto ricatto e minaccia, le firme di tutti i lavoratori in un documento che spiegava la possibilità di fare a meno del sindacato e che sostanzialmente, giustificava il licenziamento del delegato sindacale.
L'azienda ha quindi operato altri atti gravemente lesivi della libertà e dei diritti dei lavoratori al proprio interno.
Proprio perché siamo di fronte ad un settore in crisi, credo vada sottolineata ulteriormente la gravità di questo fatto. E' evidente che la ristrutturazione di un'azienda operante in un settore in crisi come quello dell'indotto auto necessiti di processi, di codeterminazione e di un rapporto consensuale tra la direzione aziendale e le Organizzazioni sindacali. Di fatto, qui si nega questo; credo che la vicenda sia molto grave, nel senso che l'azienda, probabilmente, intende avere completa mano libera rispetto al processo di ristrutturazione e al ridimensionamento della forza lavoro all'interno dell'azienda. Per questo motivo - e chiudo credo sarebbe importante se da parte di questo Consiglio arrivasse un attestato di solidarietà reale nei , confronti dei lavoratori e una presa di posizione che, sostanzialmente, accolga le parole con le quali l'Assessore Cerchio ha espresso la solidarietà e l'auspicio che questo lavoratore venga reintegrato e che si possano realizzare nell'azienda delle corrette relazioni sindacali.


Argomento: Immigrazione

Interpellanza n. 637 del Consigliere Maggiorotti ed interpellanza n. 674 dei Consiglieri Dameri, Monticelli, Bortolin e Bresso inerente la situazione delle collaboratrici familiari extracomunitarie nei mesi estivi


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente le interpellanze n. 637 e n. 674.
La parola al Consigliere Maggiorotti per l'illustrazione.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Si tratta di un'interpellanza presentata nel mese di luglio 1991, con la quale si riprendeva la denuncia già fatta in precedenza della situazione in cui si trovano le donne immigrate extracomunitarie che svolgono un'attività di collaboratrice familiare.
Si verifica il fatto che spesso nei mesi estivi, in coincidenza con le ferie dei datori di lavoro, queste persone, che ovviamente in quanto colf abitano presso il domicilio degli stessi, quando questi vanno in ferie si trovino senza casa. Infatti, non tutti mettono l'alloggio a disposizione delle proprie colf nei mesi in cui questo rimarrebbe vuoto e comunque non tutte le collaboratrici sono disponibili a trascorrere i mesi estivi facendo la custode dell'alloggio del padrone. E' una situazione già denunciata nell'anno 1990, nuovamente denunciata nel 1991: avviene che queste donne sono costrette a cercarsi, con molte difficoltà e molti rischi, altro tipo di soluzione abitativa, a fronte del fatto che le accoglienze per donne immigrate sono in numero assolutamente esigue ed in numero proporzionale inferiori a quelle destinate ad accogliere immigrati extracomunitari. Sono stati denunciati, più volte, casi di violenza su donne che si sono trovate a dover accettare soluzioni di accoglienza che poi si rivelavano essere di sfruttamento delle stesse.
A fronte di questa situazione, nel 1990 e poi nel 1991 si era richiesto al Comune di Torino, da parte di diverse forze politiche, di provvedere anche mettendo a disposizione locali inutilizzati: potevano essere scuole locali quali Villa Ottolenghi in collina e simili. A queste sollecitazioni l'Amministrazione locale, per quanto ci risulta, non ha mai dato una risposta positiva e le situazioni di emergenza si sono ripresentate.
Bisogna aggiungere che quella delle donne immigrate è una situazione particolare nel mondo più complesso degli immigrati extracomunitari, nel senso che molte di queste hanno con sé figli, che durante la settimana sono messi in istituti e con le madri possono stare soltanto il giorno della settimana in cui la madre non è occupata in attività di colf. Il fatto di stare con il figlio, e questo avviene certamente anche nei mesi estivi comporta ed amplifica le difficoltà a trovare una soluzione abitativa. E' già avvenuto che una donna marocchina avesse assunto la consuetudine di passare la domenica, benché fosse mussulmana, in chiesa con il figlio perché era l'unico posto che d'inverno la potesse accogliere non avendo altra soluzione. E' una situazione che presumibilmente si ripete e che va denunciata. Va denunciata la sostanziale inadempienza, in questo caso del Comune di Torino, ad assolvere agli obblighi di assistenza che le leggi vigenti impongono. In questo senso avevamo presentato, otto mesi fa, questa interpellanza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Relativamente al fenomeno delle collaboratrici familiari extracomunitarie licenziate e private, dell'alloggio - in concomitanza delle ferie estive, perché questa è la fattispecie in particolare, al di là di un disagio generale del problema - faccio presente che la situazione segnalata, certo difficile, è pervenuta di riflesso anche alla Regione mediante la sollecitazione e l'attenzione che alcune associazioni hanno posto al problema quest'estate. Pur essendo drammatico il problema per alcuni di questi soggetti, devo dire che, per fortuna per chi non è in queste condizioni, nella città di Torino ed ancor più nella Regione Piemonte il disagio non è di dimensioni elevate, anche se i casi specifici hanno certamente carattere d'emergenza. Proprio quest'estate, l'Assessorato ha coinvolto, segnalando il problema, l'Amministrazione comunale di Torino che è poi il punto centrale su cui in termini di quantità il problema si verifica. Il Comune, che certamente è in un difficile percorso in salita ha attivatola prima disamina del problema e ha peraltro riferito come i licenziamenti estivi sono obiettivamente rari, anche se deprecabili, anche perché le collaboratrici familiari extracomunitarie regolari sono ricercatissime; richiamo il discorso della regolarità, perché la situazione si verifica anche in termini più drammatici per chi, di fatto, svolge questo ruolo non essendo regolarizzato e non avendo quindi riferimenti certi anche da parte del diritto per attivare, al di là della solidarietà interventi conseguenti. Sono certamente ricercatissime, soprattutto se disponibili a tempo pieno ed alla convivenza. La grandissima parte delle collaboratrici domestiche, se la famiglia va in ferie e non la porta con sé, trova tradizionalmente, come regola generale, ospitalità o nella stessa casa ove lavora o presso amici, per lo più concittadini; nei casi di emergenza, quando questi vengono segnalati, si ricorre solitamente a strutture del privato sociale. Un certo numero, approfittando del periodo di vacanze (proprio quest'estate di fronte a questa segnalazione abbiamo fatto, per quanto era possibile, una mappa della situazione) rientra nel paese di origine o si sposta.
Finora, dato il numero di richieste obiettivamente limitato, anche se in situazione di difficoltà per chi è in queste condizioni, il Comune di Torino non ha provveduto ad aprire una struttura apposita nella città. Per nell'incontro che abbiamo avuto quest'estate con l'Amministrazione comunale si sono poste delle basi ed io mi auguro che alcune condizioni per l'estate che si sta avvicinando possano trovare una soluzione. Inoltre è opportuno sottolineare che i posti presso i centri di accoglienza non si riducono salvo alcune strutture del privato sociale che si alternano, vista appunto la minore richiesta estiva in questa situazione. Per dormire con i figli oltre ad alcuni posti pubblici, sono peraltro disponibili strutture del privato sociale che riceve contributi pubblici dai fondi per l'emergenza agli extracomunitari in attuazione della legge n. 39. Essendo decollati l'anno scorso questi primi interventi, che sono peraltro oggetto di altre interrogazioni rispetto alle quali entreremo più nello specifico, non vi è solo l'augurio di una risposta diretta da parte della Regione, ma di una collaborazione ed un'insistenza nei confronti dell'Amministrazione comunale di Torino, affinché quest'estate emergenze del genere possano essere alleviate e trovare una prima soluzione strutturale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Prendo atto del fatto che, sulla base dei dati, peraltro generici forniti e indicati dall'Assessore, il fenomeno non sarebbe cosi diffuso.
Sulla base delle informazioni che avevamo, il fenomeno ha interessato più di 400 donne nella scorsa estate.
Mi rendo conto che questi non sono dati registrati da ricerche attendibili; sono dati che derivano dal sentito dire, dal passaggio di informazioni che arrivano dai gruppi di immigrati. E' chiaro che nel numero 400 sono ricomprese anche persone che hanno problemi a rinnovare il permesso di soggiorno. A questo punto, si pone la questione del lavoro e il problema della risposta sociale che si può dare.
A me non risulta che il Comune di Torino, al di là del finanziamento accordato all'Associazione filippine, abbia provveduto o stia provvedendo mediante l'attivazione di posti di accoglienza. Sarebbe stato più utile che l'Assessore avesse riferito nel dettaglio i provvedimenti che il Comune stava osta o intenderà assumere in questo campo. Non mi pare che su questa questione sia stata data una risposta, se non quella di una generica solidarietà. Quindi, mi dichiaro insoddisfatto di quanto è stato detto dall'Assessore e, per suo tramite, dai Responsabili del Servizio immigrazioni.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 891 dei Consiglieri Majorino e Zacchera inerente l'Associazione Produttori Latte "Asprolat"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 891 presentata dai Consiglieri Majorino e Zacchera.
Risponde l'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore regionale

Le Associazioni dei Produttori agricoli sono state riconosciute dalla Regione Piemonte ai sensi della L.R. 22/4/1980, n. 27, che attua il Regolamento CEE n.1360178, recepito a livello nazionale dalla legge 20/10/1978, n. 674.
La Regione Piemonte, pertanto, come tutte le altre Regioni, applica le disposizioni previste a livello comunitario e nazionale che, in materia hanno dettato le regole generali.
Questa era la premessa per comprendere le motivazioni per le quali esistono le associazioni, a) La base associativa.
Al momento del riconoscimento dell'Asprolat, avvenuto con decreto del Presidente della Giunta n. 8036 del 17/9/1985, l'Associazione rappresentava: 1.911 soci, cioè aziende associate; - quantità di latte q 741.363.
Nella campagna CEE 01/04/1990-31/03/ 1991, l'Associazione rappresentava: 9.796 soci; .
quantità di latte q 6.379.905.
Tengo a precisare che la produzione di latte piemontese complessiva è sugli 8 milioni di quintali.
b) Contributi concessi.
Dall'anno di costituzione ad oggi, all'Associazione sono stati liquidati i seguenti contributi previsti e rimborsati dalla Comunità Economica Europea e dal Governo nazionale: 1. Contributi di costituzione e per spese reali di funzionamento amministrativo: Anno 1986: L. 195.000.000 Anno 1987: L. 280.334.000 Anno 1988: L. 295.147.000 Anno 1990: L. 82.500.000 Anno 1991: L. 82.500.000 Totale: L. 935.481.000 I contributi di costituzione e per spese reali di funzionamento amministrativo sono finalizzati a sostenere la fase di avviamento dell'Associazione per cinque anni. L'aliquota di contributo, per le associazioni zootecniche, è decrescente dall'80% al 40% della spesa ammessa. L'Associazione non ha diritto ad ulteriori contributi per il funzionamento.
2. Contributi per programmi di attività: Anno 1986: L. 30.000.000 Anno 1987: L. 96.884.000 Anno 1988: L. 98.477.000 Anno 1989: L. 313.991.000 Anno 1990: L. 237.750.000 Anno 1991: L. 175.500.000 Anno 1992: L. 30.420.000 (primo contributo). Totale: L. 983.022.000.
I contributi per l'attuazione di programmi possono essere concessi per attività di studio, assistenza tecnica di settore, divulgazione propaganda, controllo di qualità, riconversione e riqualificazione delle produzioni. L'aliquota di contributo è pari al 50% della spesa ammessa c) Attività.
I contributi di cui al punto b), e cioè i contributi di funzionamento sono stati concessi per le seguenti attività: assistenza tecnica di settore e divulgazione, mirata alla conoscenza controllo e miglioramento della qualità del latte assistenza contrattuale, mirata alla partecipazione alle trattative sull'accordo interprofessionale regionale sul prezzo del latte (oggi integrativo dell'accordo nazionale) valorizzazione delle produzioni per la tipicizzazione e l'omogeneizzazione dei prodotti interventi di mercato (l'Associazione, tra l'al-tro, dal 1987 è stata riconosciuta da parte dell'AIMA quale "assuntore"per le operazioni di ammasso pubblico dei formaggi Bra, Toma e Fontal ) gestione delle quote latte di cui al Regolamento CEE n. 857 del 31/3/1984 e successive modificazioni ed integrazioni.
d) Controlli.
I controlli effettuati dall'Assessorato agricoltura e foreste sono quelli previsti dalla L.R. n. 27/80. Il funzionario incaricato di predisporre le deliberazioni e i controlli sull'attività è l'attuale responsabile del Servizio di sviluppo agricolo dottor Federico Spigolon del Settore Attività strumentali in agricoltura (responsabile dottor Vito Viviano).
Le procedure (documentazione, adempimenti, controlli) per la concessione dei contributi sono previste dalle istruzioni tecniche per l'applicazione della L.R. n.27/80 (approvate, con DGR n. 57 del 17/2/1987 e successive modifica-zioni e integrazioni) e da circolari applicative. Sia per le istruzioni che per le circolari applicative è stato consultato preventivamente il Comitato delle Associazioni dei Produttori Agricoli previsto dall'art. 7 della citata legge n. 27/80 e composto da rappresentanti delle Organizzazioni professionali agricole regionali, delle Organizzazioni cooperativistiche regionali, nonché da rappresentanti di tutte le Associazioni dei produttori riconosciuti.
A preventivo, il Servizio "Servizi di sviluppo agricolo" dell'Assessorato svolge l'istruttoria che si articola nelle seguenti fasi: valutazione dei programmi proposti controllo di congruità delle spese preventivate; definizione della spesa ammessa quantificazione del contributo concedibile.
Le domande di contributo e i programmi di attività delle singole Associazioni sono sottoposti successivamente al parere del suddetto Comitato.
Un ulteriore momento di controllo sull'iniziativa ammessa al contributo è attuato dunque da questo organismo rappresentativo di tutta la realtà associativa piemontese. Ottenuto il parere positivo del Comitato, i contributi sono approvati con deliberazione della Giunta regionale e viene liquidato un anticipo fino al 75% del contributo concesso.
Nel corso dell'anno, l'attività dell'Associazione è seguita dagli uffici dell'Assessorato agricoltura e foreste in occasione dell'attuazione del programma "Latte-qualità"e della gestione "quote latte" con controlli diretti e indiretti.
Per quanto concerne il programma "Latte-qualità", sono coinvolte circa 7.000 aziende dell'Associazione che svolge i seguenti compiti: - assistenza al prelievo dei campioni raccolta ed analisi dei risultati forniti dai laboratori rapporti con i caseifici (n. 46) verifica sul rispetto dei termini dell'accordo nazionale e dell'integrativo regionale, comunicando alla Regione eventuali inadempienze da parte delle ditte che hanno aderito agli accordi supporto tecnico ai produttori per migliorare la qualità e per interpretare i risultati delle analisi; - prelievo dei campioni nelle aziende con problemi di mastite verifica dello stato degli impianti di mungitura. Il progetto è coordinato dall'Assessorato agricoltura e foreste della Regione e i risultati delle analisi effettuate da parte dei laboratori autorizzati vengono inviati all'ufficio competente.
Relativamente alla gestione delle "quote latte", l'Associazione si occupa di: redigere l'anagrafe delle produzioni lattiero-casearie comunicare ai soci le indicazioni produttive di riferimento trasmettere a tutti i primi acquirenti di latte l'elenco dei propri associati, precisando quelli che sono privi di quota trasmettere i dati dell'UNALAT controllare ed avvisare gli agricoltori in caso di situazioni anomale.
I funzionari dell'Assessorato hanno inoltre la possibilità di partecipare alle assemblee dei soci.
Al termine dell'attività, le Associazioni sono tenute a presentare: dettagliata relazione dell'attività svolta bilancio consuntivo approvato dall'assemblea dei soci e relazione del Collegio sindacale; documentazione giustificativa delle spese sostenute prevista dalla normativa vigente. Sulla base dell'attività svolta e della documentazione prodotta, gli uffici predispongono la deliberazione della Giunta regionale per l'erogazione del saldo. Preventivamente, viene acquisito sulla deliberazione il parere del Comitato delle Associazioni dei produttori, come previsto dalle istruzioni per l'applicazione della L.R. n.
27/80.
e) La struttura organizzativa.
La struttura organizzativa attuale dell'Associazione, per la quale sono concessi contributi, è la seguente: un ufficio a Torino un ufficio a Fossano quattro dipendenti a tempo indeterminato; - due dipendenti con contratto annuale.
A livello periferico, l'Associazione si avvale della collaborazione di personale e strutture esterne, previa convenzione a titolo oneroso. Tale personale, utilizzato in genere a tempo parziale (complessivamente ammonta a circa sette unità a tempo pieno), si occupa principalmente di raccogliere ed elaborare i dati a livello provinciale.
Per quanto riguarda l'assistenza tecnica, l'Associazione si avvale anche dei servizi offerti dalle cooperative ai propri soci e dei tecnici CATAC. Per tale collaborazione la Regione non eroga alcun contributo.
L'Assessorato agricoltura e foreste ha agli atti del servizio competente un'analitica documentazione delle mansioni svolte annualmente dal personale, sia dipendente che collaboratore, sottoscritta dal Presidente dell'Associazione e dal Presidente del Collegio sindacale nonché le ricevute delle collaborazioni esterne.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Ringrazio l'Assessore della risposta e lo prego di alcuni chiarimenti.
Mi auguro che a questa risposta ne seguiranno altre ad altre interrogazioni presentate sull'agricoltura; sono pendenti una decina, speriamo man mano di esaurirle.
Non ho capito un punto, che era quello fondamentale della mia interrogazione: ci è stato detto nella prima parte della relazione dell'Assessore che, giustamente, la Regione sulla base della legge liquida all'Asprolat determinati fondi per il suo funzionamento. L'ultima frase che ha detto l'Assessore è stata grosso modo questa: "Nulla viene versato all'Associazione per quanto riguarda il pagamento dei collaboratori o dei tecnici CATAC che devono dare una mano per fare funzionare questo sistema di assistenza ai produttori di latte".
Assessore, voglio porre una domanda estremamente semplice. Se l'Asprolat utilizza gratuitamente i tecnici è un, conto, se l'Asprolat paga i tecnici, la spesa di questi tecnici va a finire nel suo bilancio. Mi sembra abbastanza ovvio: allora è confermato che la Regione paga una parte dei costi dell'Asprolat. Se i tecnici utilizzati sono quelli delle associazioni di categoria (per parlarci chiaro, gran parte sono della Coldiretti e poi gli stessi tecnici CATAC), noi in pratica andiamo a pagare una parte di questo costo che sostiene l'Asprolat. Ciò mi sembra per cognizioni di logica, poi l'Assessore mi dirà se sbaglio. Se quei tecnici sono dipendenti della Coldiretti o se sono dei tecnici CATAC, ricevono già dei contributi da parte della Regione Si sta dunque verificando la stessa cosa che denunciavo un mese fa a proposito dei corsi professionali: paghiamo le stesse persone due volte. Mi si scusi, misi spiegherà dove è sbagliato questo procedimento. Altrimenti temo che in parte la Regione paghi due volte gli stessi tecnici.
In definitiva, mi sembrerebbe che l'Asprolat paghi l'Associazione di categoria e i tecnici CATAC per il loro intervento, la Regione contribuisce in parte (mi sembra di avere capito fino al 50%) alle spese di funzionamento dell'Asprolat, questi tecnici sono già pagati dalla Regione le associazioni di categoria ricevono già dalla Regione per questi tecnici determinati contributi: quante volte paghiamo le stesse persone? Se è vero che abbiamo sei dipendenti - prendevo velocissimamente nota dell'Asprolat, in totale abbiamo cento persone che, anche a titolo di part time, collaborano all'Asprolat. Mi sembrerebbe che siamo di fronte ad una duplicazione di costi. Per cui, se l'Assessore mi vuole chiarire cortesemente questo punto, lo ringrazio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore regionale

Rispondo alla richiesta di precisazioni del Consigliere Zacchera.
Nell'interrogazione si dice che, per quanto riguarda l'assistenza tecnica, l'associazione si avvale anche dei servizi offerti dalle cooperative ai propri soci e dei tecnici CATAC. Ma se l'associazione non usufruisce di questi tecnici, che danno assistenza tecnica ai soci delle cooperative o alle aziende singole associate all'associazione, sarebbero necessarie maggiori spese, perché l'associazione dovrebbe avere in dotazione più tecnici. Nella risposta, sostanzialmente, si evidenzia che tutta l'assistenza tecnica data dall'associazione ai propri soci non è pagata attraverso l'intervento sull'associazione, ma l'associazione usufruisce di una parte dell'assistenza tecnica pagata in parte anche dalla Regione già a disposizione delle aziende agricole associate, sia in forma singola sia in forma cooperativa, attraverso i tecnici che le stesse già hanno; altrimenti l'associazione dovrebbe avere più dei sette dipendenti che ha, dovrebbe averne magari dieci o dodici...



ZACCHERA Marco

Quindi non spende una lira per questi utilizzi?



LOMBARDI Emilio, Assessore regionale

Per questo tipo di assistenza no; c'è un collegamento coordinato tra l'assistenza all'azienda agricola o alla cooperativa e l'assistenza che si integra con quella dell'Associazione. Quindi, per questi tecnici la Regione spende, ma spende alla voce "Assistenza CATAC".



ZACCHERA Marco

Quindi, lei mi dice che l'Asprolat non spende una lira per questi tecnici.



LOMBARDI Emilio, Assessore regionale

Per questi tecnici che fanno parte dei CATAC e delle Cooperative no: per tale collaborazione la Regione non eroga alcun contributo.



ZACCHERA Marco

Vorrei capire: l'Asprolat paga queste aziende o non le paga?



LOMBARDI Emilio, Assessore regionale

No, quelli dei CATAC e quelli delle Cooperative no.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interpellanza n. 893 dei Consiglieri Majorino e Zacchera inerente gli opuscoli sui vini del Piemonte


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 893 presentata dai Consiglieri Majorino e Zacchera. Risponde l'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore regionale

La Giunta regionale del Piemonte, nel dare continuità agli interventi svolti sin dal 1978 a sostegno dell'immagine della produzione vitivinicola e agricola piemontese, ha realizzato a partire dal 1985 i sotto elencati opuscoli. I materiali sono stati distribuiti ad Enti, Associazioni di produttori, Consorzi di tutela, Enoteche e Botteghe del Vino Amministrazioni comunali, mentre una parte minima è stata distribuita direttamente dall'Assessorato agli utenti che ne fecero richiesta un'ulteriore distribuzione è stata effettuata in occasione di fiere mostre, convegni e conferenze stampa realizzate direttamente o attraverso Promark, Torino Esposizioni, ecc.
E' opportuno sottolineare che tutte le realizzazioni sono state affidate nel rispetto delle procedure previste dalla legge n. 8/84.
Anno 1985 Settima edizione "Almanacco dei Vini", 110.000 copie, pagine 64.
DGR n. 73-1018 del 29/10/1985, realizzazione della settima edizione dell'Almanacco dei Vini del Piemonte, autorizzazione alla licitazione privata, L. 70.000.000.
DGR n. 6-2040 del 17/12/1985, affidamento dell'incarico per la stampa e fornitura della settima edizione dell'Almanacco dei Vini del Piemonte.
Approvazione dei risultati ed aggiudicazione alla Ditta l'Artistica di Savigliano, spesa L. 54.670.000. Sono state invitate ventitre ditte, hanno presentato offerta nei termini prescritti dieci ditte.
DGR n. 65-1977 del 10/12/1985, realizzazione settima edizione dell'Almanacco dei Vini del Piemonte, acquisto di n. 60 fotografie L.
4.130.000.
Ristampa Almanacco dei Vini, pagine 28, n. 5.000 copie in lingua tedesca e n. 5.000 copie in lingua inglese.
DGR n. 66-1908 del 10/12/1985, realizzazione opuscoli, affidamento a trattativa privata all'Artistica di Savigliano, impegno di spesa L.
4.463.316. Sono state invitate ventitre ditte, hanno presentato offerta nei termini prescritti undici ditte, si è aggiudicata la fornitura l'Artistica di Savigliano.
Anno 1986 Stampa "Almanacco dei Vini", edizione 1986, n. 10.000 copie pagine 64.
DGR n. 65-7394 del 26/8/1986, realizzazione opuscoli, affidamento a trattativa privata all'Artistica di Savigliano, impegno di spesa L.
7.724.970. Sono state invitate ventiquattro ditte, hanno presentato offerta nei termini prescritti dodici ditte, si è aggiudicata la fornitura l'Artistica di Savigliano.
Ristampa "Almanacco dei Vini", pagine 28, n. 5.000 copie in lingua inglese e n. 5.000 copie in lingua tedesca.
DGR n. 66-7395 del 26/8/1986, realizzazione opuscoli affidamento a trattativa privata all'Artistica di Savigliano, impegno di spesa L.
4.493.100. Sono state invitate ventiquattro ditte, hanno presentato offerta nei termini prescritti dodici ditte, si è aggiudicata la fornitura l'Artistica di Savigliano.
Anno 1987 Ristampa "Almanacco dei Vini", pagine 28, n. 5.000 copie in lingua francese.
DGR n. 59-13964 del 17/6/1987, affidamento a trattativa privata all'Artistica di Savigliano, impegno di spesa L. 2.650.725. Sono state invitate ventuno, ditte, hanno presentato offerta sette ditte.
Si segnala inoltre che, nel corso degli anni, sono state avviate alcune collaborazioni con testate specializzate con le quali, ai sensi della legge n. 8/84, data l'esclusività dell'offerta, si è proceduto all'affidamento attraverso la stipulazione del contratto per mezzo di corrispondenza, ai sensi dell'art. 33, lettera d), della legge 23/1/1984, n. 8. - DGR n. 83 43095 dell'11/4/1985, monografia sul vino "Barolo", editoriale Lariana, L.
24.532.200, inserto all'interno della rivista italiana "Civiltà del Bere" inglese "urine &Spirits" e tedesco "Bacchus", con una tiratura complessiva di 300.000 copie oltre alla fornitura di n. 1.000 copie per ogni lingua della monografia stessa. Anno 1988 Realizzazione di un supplemento a "Piemonte Agricoltura" dal titolo "Piemonte: Appunti sul vino e dintorni".
DGR n. 76-19216 dell'1/3/1988: per questo opuscolo sono state espletate le procedure previste dalla L.R. n. 8/84; sono state interpellate ventiquattro aziende tipografiche; hanno risposto quindici aziende ed è risultata vincitrice, aggiudicandosi la trattativa privata, la ditta Artistica di Savigliano. Copie n. 25.000, impegno di spesa L. 26.479.500.
Realizzazione di un supplemento "Piemonte Agricoltura" sull'Anagrafe vitivinicola, copie n. 5.000.
DGR n. 102-19667 del 22/3/1988: per questo opuscolo sono state espletate le procedure della L.R. n. 8/84, sono state invitate ventidue ditte e cinque ditte hanno risposto alla ricerca di mercato. Si è aggiudicata la gara la ditta Italgrafica S.r.l.; impegno di spesa L.
7.926.930. Realizzazione di un supplemento a "Piemonte Agricoltura" Ristampa in lingua inglese di "Piemonte: Appunti sul vino e dintorni".
DGR n. 134-22753 del 2/8/1988 - Impegno di spesa L. 14.762.100.
Realizzazione di un supplemento a "Piemonte Agricoltura" - Ristampa in lingua tedesca di "Piemonte: Appunti sul vino e dintorni".
DGR n. 133-22752 del 2/8/1988 - Impegno di spesa L. 14.762.100.
Entrambe le sopra citate deliberazioni prevedevano l'affidamento a trattativa privata alla ditta l'Artistica di Savigliano del lavoro di ristampa (in quanto venivano utilizzati gli impianti di lavorazione per la produzione del quaderno in lingua italiana). E' stata promossa un'indagine di mercato per l'affidamento dell'incarico della traduzione dei testi dall'italiano al tedesco e all'inglese. Sono state interpellate cinque ditte di traduzioni che hanno risposto all'invito. Dall'esame dei preventivi, la ditta Centro Linguistico Internazionale è risultata la migliore offerente per un importo di L.1.000.000 + IVA per ciascuna traduzione. Copie n.10.000 per edizione.
DGR n. 87-25558 del 20/12/1988, intervento su Barolo &C., speciale "Rapporto Piemonte", spesa L. 17.850.000, monografia bilingue (italiano ed inglese) di complessive undici pagine, relativa all'enologia piemontese nell'anno 1988, distribuita agli Uffici ICE in Italia ed all'estero, n. 500 copie acquisite. Anno 1989 - DGR n. 94-30567 del 25/7/1989. Realizzazione di un supplemento di "Piemonte Agricoltura". Seconda ristampa in lingua inglese di "Piemonte: Appunti sul vino e dintorni". Copie n.10.000. Importo di spesa L. 13.900.000.
DGR n. 96-30779 dell'1/8/1989. Realizzazione di un supplemento a "Piemonte Agricoltura". Seconda ristampa in lingua italiana di "Piemonte: Appunti sul vino e dintorni". Importo di spesa L. 13.900.000.
Entrambe le sopra citate deliberazioni sono state assunte per il totale esaurimento delle copie sia in lingua italiana che inglese. Il lavoro è stato affidato a trattativa privata alla ditta l'Artistica di Savigliano, a suo tempo vincitrice della ricerca di mercato tra più ditte e detentrice degli impianti di lavorazione. Copie n. 10.000. Anno 1990 - DGR n. 97-1770 del 19/11/1990. Realizzazione di un supplemento di "Piemonte Agricoltura".
Stampa del depliant sui vini DOC e DOCG. Importo di spesa L. 6.760.000. La DGR è stata assunta per fornire gli operatori del settore di un agile strumento di consultazione sui disciplinari dei DOC e dei DOCG. Alla trattativa privata perla realizzazione a stampa sono state invitate tre ditte che hanno proposto i propri preventivi. La ditta Canale G. e C. è risultata la migliore offerente. Copie n. 25.000.
Anno 1991 DGR n.104-9925 del 28/10/1991, acquisizione di n. 2.400 copie del periodico "Barolo &C.", L. 10.000.000. Numero speciale dedicato agli spumanti piemontesi, inserto di n. 8 pagine. Delle 2.400 copie, 200 copie sono state distribuite direttamente dall'Assessorato ad associazioni ed enti vari, mentre le restanti 2.200 copie sono state inviate a qualificati ristoranti italiani. Sono state acquisite, inoltre, alcune pubblicazioni specializzate: DGR n.134-24913 del 22/11/1988, acquisto di n. 400 copie della monografia "Il vino è Piemonte", editore Barisone di Torino, L. 24.000.000.
La pubblicazione acquistata in collaborazione con l'Assessorato al turismo è stata distribuita in varie occasioni di rappresentanza nel corso degli anni DGR n. 104-1957 del 26/11/1990, acquisto di n. 500 copie del "Dizionario dei Vini del Piemonte e della Valle di Aosta", di Renato Ratti Saggitario Editore, Asti. Impegno di spesa L. 8.316.000.
DGR n. 236-10804 del 25/11/1991, acquisto di n. 500 Videocassette "Alba, la sua terra, Langhe e Roero", realizzate dalla Studio Levi di Alba spesa L. 10.000.000.



ZACCHERA Marco

In concreto, è sempre presente la ditta Artistica di Savigliano!



LOMBARDI Emilio, Assessore regionale

Caro collega, questa battuta poteva essere evitata perché le ho anche detto che sono state invitate ventiquattro ditte, hanno partecipato quindici ditte e ha vinto la ditta Artistica di Savigliano. L'ultima gara l'ha vinta un'altra ditta. Non conosco la ditta Artistica di Savigliano, ma la prego di evitare queste battute, perché se ha qualche cosa da ridire lo dica sulle procedure di aggiudicazione della gara stessa: l'altro aspetto non mi interessa. Ho solo dato dei risultati di gare legittimamente fatte da questa Regione e sulle quali, se qualcuno ha qualcosa da dire, ci sono le procedure a disposizione per gli approfondimenti che si ritengono utili.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Zacchera. Ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Non condivido pienamente il fatto che siano state osservate tutte le norme di legge, ma le dico soltanto che se invece di fare una cosa nuova faccio una ristampa di quella vecchia, è chiaro che chi mi ha stampato la precedente ristampa, in una gara sarà sempre la ditta che potrà offrire di meno o dare le migliori garanzie. Va da sé soltanto se è opportuno procedere con determinate ristampe o se è opportuno procedere ad una gara tra diverse ditte, perché ciascuna possa portare una sua idea di come fare l'Almanacco dei vini; altrimenti, a questa stregua, tanti potranno essere invitati, ma alla fine è chiaro che la ditta che possiede già le basi grafiche dell'anno precedente vincerà il bando successivo. Penso che potrà essere, per il futuro, una cosa buona per l'Assessorato proporre cose strutturalmente e graficamente diverse ed eventualmente proporre anche cose migliori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Lombardi.



LOMBARDI Emilio, Assessore regionale

Se questo ragionamento fosse valido, allora anche un'altra azienda potrebbe fare dei prezzi inferiori perché sa che entra nel giro e la volta dopo, eventualmente, procede e vince la gara. Dobbiamo fare delle gare per delle ristampe di materiale che non sappiamo ancora quanto ne occorra. Man mano che verrà usato, faremo la ristampa tramite una gara regolare assegnando l'incarico all'azienda vincitrice. Credo che nessun Assessore possa fare in maniera diversa da quella che si sta facendo. Certo, se cambieremo, perché quel tipo di prodotto non va più o perché gli utenti non lo considerano più valido, allora si inizierà con indicazioni, contenuti e vesti tipografiche nuovi, ma, finché ciò avviene, mi sembra sbagliato modificarlo in quanto accettato dai consumatori e da coloro ai quali è indirizzato.



ZACCHERA Marco

Anche perché i consumatori non hanno la possibilità di avere un altro tipo di prodotto e poter dire: mi piace più quell'altro.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 722 dei Consiglieri Buzio e Bosio, interrogazione n. 745 dei Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò, interpellanza n. 765 del Consigliere Zacchera ed interrogazione n. 806 dei Consiglieri Bresso Rivalta e Bosio inerenti la richiesta della Società Geosystem per impianto eliminazione rifiuti speciali a Pogno (NO)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame congiunto delle interrogazioni nn. 722, 745, e 806 e dell'interpellanza n. 765.
Risponde l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Con DGR n. 64271 del 28/10/1991, la Giunta regionale ha espresso il proprio parere (ai sensi dell'art. 6 della legge n. 349/86) relativo al progetto di un impianto di interramento controllato di rifiuti speciali e tossico-nocivi di origine industriale (discarica di II categoria tipo C) da ubicarsi nel Comune di Pogno, proposto dalla ditta Geosystem S.r.l.
Tale parere, immediatamente trasmesso al Ministero dell'Ambiente, a cui spetta la pronuncia di compatibilità ambientale del progetto, ha evidenziato una serie di valutazioni che si possono così riassumere: la dimensione totale dell'impianto è fuori da qualsiasi previsione programmatica regionale. Benché la volumetria proposta ai fini della sola approvazione ex art. 3 bis della legge n. 441/87 di una vasca risulta compatibile con le previsioni programmatiche, il progetto dovrebbe per essere opportunamente dimensionato, in funzione di dati analitici riferiti alle caratteristiche ambientali del sito benché le precauzioni progettuali sembrino garantire la salvaguardia del sottosuolo dagli inquinamenti, si deve rilevare che nel sito il suolo è permeabile, sede di una falda freatica, ritenuta, dai Comuni limitrofi e dall'USSL competente, importante ai fini dell'uso idropotabile per le popolazioni locali l'area, ancorché attualmente di scarso pregio per la degradazione cui è pervenuta per l'attività umana, è soggetta a tutela paesaggistica oltre che a vincolo idrogeologico, e le disposizioni delle vigenti leggi impediscono la realizzazione di una discarica di tipo 2C in area vincolata la distanza dai centri abitati più vicini è inferiore a quanto previsto per legge per le discariche 2C.
Pertanto, la Giunta regionale, sulla base degli atti acquisiti, ha espresso conclusivamente un parere "negativo" sulla compatibilità ambientale del progetto presentato dalla Geosystem S.r.l.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Per chiedere all'Assessore se, a seguito del parere negativo, ha avuto notizia che in sede ministeriale ci, siano stati diversi pronunciamenti oppure se questo è privo di fondamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale .

Non ho assolutamente notizia di pronunci amenti; ho notizia, invece, di una richiesta di sospensione dei termini da parte della Geosystem per un approfondimento del progetto. E' l'unica cosa di cui, in questo momento l'Assessorato è a conoscenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Ero già al corrente della risposta dell'Assessore, perché mi aveva gentilmente fornito la deliberazione di Giunta con la quale si dava parere negativo al progetto presentato dalla Geosystem. Vorrei capire, però, se la variazione chiesta tramite la sospensiva della Geosystem è riferita ad una riformulazione del progetto complessivo o solo di quella parte. Sappiamo che sono stati presentati in contemporanea due progetti diversi; uno relativo ad una cella di 80 mila metri cubi ed un altro complessivo che ha una volumetria ben diversa. Chiedo quindi se il progetto ripresentato è una riformulazione dell'intervento complessivo, oppure se è riferito unicamente al primo lotto previsto dalla Geosystem.
In secondo ordine, rispetto all'atteggiamento dei Ministeri, mi pare fossero due i pareri da esprimere, non solo quello del Ministero dell'Ambiente, ma anche quello del Ministero dei Beni culturali ed ambientali, perché è una zona soggetta a vincolo per la protezione delle bellezze naturali. Il parere del Ministero dei Beni culturali non è stato dato, oppure questo Ministero si è espresso e siamo in attesa del parere del Ministero dell'Ambiente? Viceversa, è tutto bloccato in attesa della rivalutazione del progetto che la Geosystem ha intenzione di formulare ai fini di una ripresentazione?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Brevemente, anche perché chi mi ha preceduto ha già fatto alcune osservazioni. Probabilmente, la nostra interpellanza andrebbe aggiornata con altre richieste; magari l'Assessore, a cui chiediamo di darci risposta scritta, potrebbe aggiornare la situazione con le notizie che ha a disposizione. Chiedo se esiste una domanda successiva o se si parla sempre di due domande presentate a suo tempo, relative, prima, ad un certo tipo di dimensionamento e, in alternativa, ad un altro più ridotto. Nella nostra valutazione negativa, comunque sia, al di là del dimensionamento della discarica, gradiremmo sapere come stanno esattamente le cose: se inizialmente sono state fatte due domande oppure se è stata ripetuta successivamente una domanda per una dimensione più ridotta e per una discarica di altro tipo.
Chiedo scusa all'Assessore se faccio un'interrogazione nell'interrogazione, ma poiché i tempi di risposta purtroppo sono lunghi e succedono fatti nuovi, chiedo alla sua cortesia di aggiornarmi in generale sulla situazione, comprese le domande cui faceva riferimento prima il Consigliere Miglio, per avere il quadro della situazione, anche relativamente ai pareri di competenza dei Ministeri. A noi serve di più avere una risposta scritta, avere degli elementi certi in mano, su cui si possa ragionare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Anch'io credo che sarebbe utile per tutti avere una risposta scritta con i dati che sono a disposizione dell'Assessorato. Per quanto riguarda la deliberazione della Giunta regionale, mi pare si sia detto l'essenziale sul contenuto e sul parere negativo. Per quanto riguarda le domande che mi sono state rivolte dal Consigliere Miglio, non ho notizia che il Ministero dei Beni ambientali abbia pronunciato qualcosa in materia. Ho notizia, invece che la Geosystem abbia chiesto una sospensione dei termini per un approfondimento del progetto, ma non mi pare si citi il grande oppure il piccolo progetto.
Per quanto riguarda gli altri aspetti, entro due giorni farò avere a tutti gli interroganti copia di ciò di cui è in possesso l'Assessorato.


Argomento: Cave e torbiere

Interrogazione n. 669 dei Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò, inerente le opere di escavazione e lavorazione materiale inerte lungo le sponde del fiume Stura di Lanzo


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 669 presentata dai Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò.
Risponde l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

Il Servizio regionale Cave è venuto a conoscenza che in, località Borgata Francia, a ridosso dei Comuni di San Maurizio Canavese, Caselle e Robassomero, era in atto una discarica abusiva in una cava sottofalda abbandonata. Il giorno 14/6/1991 è stato effettuato un sopralluogo da funzionari del Servizio Cave presso i Comuni interessati per individuare l'ubicazione del sito, fissando un sopralluogo congiunto per il giorno 17/6/1991.
In tale giorno si è accertato che erano in corso lavori per il riempimento di un laghetto sito nei Comuni di San Maurizio Canavese e Robassomero con materiali provenienti da scavi e demolizioni edilizie senza l'autorizzazione ai sensi del DPR n. 915/82 e successive modificazioni.
A giustificazione, l'esecutore dell'intervento ha esibito la nota n.
7808 in data 14/11/1990 del Comune di San Maurizio Canavese, con la quale si concedeva il nulla osta ad eseguire il riempimento del laghetto in conformità alla sentenza del Pretore di Ciriè in data 9/6/1982, registro generale n. 3/01/77. La suddetta sentenza imponeva al proprietario del fondo il ripristino dello stato dei luoghi, mediante riempimento degli scavi con materiali di risulta.
Si è inoltre accertato che era in atto di rifacimento una recinzione che impediva l'accesso alla sponda orografica sinistra del torrente Stura e che erano stati effettuati sbancamenti e riporti di terreno nell'ambito delle zone interessate in area sottoposta alla legge n. 431/85, art. 1 lettera c), e alla L.R. n. 45/89.
Non si sono accertate infrazioni alla L.R. n. 69/78 in quanto i suddetti lavori non comportano alienazione di materiale dal sito.
I funzionari del Servizio Cave hanno redatto apposito verbale di accertamento che, nello stesso giorno del sopralluogo, è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Torino, segnalando le infrazioni alla legge n. 431/85.
Il medesimo verbale è stato inviato in data 29/7/1991, con nota n.
3302, alla Provincia di Torino, Assessorato ecologia, Servizio Vigilanza per i provvedimenti di competenza.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 755 del Consigliere Marino, interrogazione n. 802 dei Consiglieri Miglio, Segre e Staglianò ed interpellanza n. 829 del Consigliere Marino inerenti la costruzione della discarica Oteria-Gaffodio nel Comune di Vicoforte Mondovì


PRESIDENTE

Esaminiamo ora due interrogazioni similari, la n. 755 e la n. 802, e l'interpellanza n. 829, riguardanti la costruzione della discarica Oteria Gaffodio presso Vicoforte.
La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

La discarica cosiddetta "provvisoria" di Vicoforte od Oteria, che probabilmente a distanza dei mesi trascorsi non solo non è più provvisoria ma sarà in fase di esaurimento e di ulteriore espansione, è un segnale fra quelli più significativi del modo in cui la questione rifiuti sta purtroppo evolvendo nell'ultimo anno in Piemonte.
Non voglio né a questo punto sarei in grado di ricostruire tutta- la serie di passaggi attraverso i quali, fra ricorsi al TAR da parte di associazioni ambientaliste, ordinanze prima del Sindaco e poi dello stesso Presidente della Giunta regionale, Brizio, si scavalcano le sentenze del TAR; la mia impressione è che la questione rifiuti non sia più dominata da nessuno. Mi sembra che in qualche modo si sia ritornati alla situazione originaria esistente in questa Regione, per cui in mancanza di un vero piano regionale di smaltimento, ma soprattutto di contenimento e riduzione dei rifiuti, vige la legge del più forte, nel senso che una serie di società private trovano dei siti, trovano dei Sindaci disponibili, in qualche caso trovano una documentazione più o meno valida per rendere idonei questi siti che, a seconda del livello di opposizione chele popolazioni locali esprimono, diventano o meno delle discariche.
Ho l'impressione che la programmazione regionale tenda a diminuire, se non a scomparire. Chiedo all'Assessore se è possibile, tenendo presente che molti mesi sono passati da quando questa interpellanza urgentissima è stata presentata, oltre ad esprimere la sua valutazione sulle questioni più stringenti dell'interpellanza, fare un minimo di valutazione su come procedere per il futuro su questa questione locale e regionale.
Per il futuro - ripeto - credo si debba ricominciare a discutere seriamente di una programmazione regionale, di un piano regionale per lo smaltimento e il contenimento dei rifiuti (parlo di urbani, ma non solo).



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore regionale

L'1 maggio 1991, a seguito dell'esaurimento delle discariche private di Salmour e Benevagienna, ben 153 Comuni della Provincia di Cuneo non erano in grado di provvedere allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Da qui la situazione di emergenza venuta a crearsi; e le decine di telefonate al giorno ricevute dalla mia segreteria particolare stanno a confermare la gravità della situazione. Certo, si tratta di un'emergenza che poteva essere evitata, ma se si è giunti a tanto non è certo per inadempienze della Regione.
Da anni il piano regionale per l'organizzazione dei servizi per lo smaltimento dei rifiuti prevede la costituzione di consorzi di Comuni e la realizzazione di discariche pubbliche consortili, una per bacino. Già tre mesi prima dell'annunciato esaurimento della discarica di Salmour, avevo organizzato un incontro a Mondovì con gli amministratori locali, appunto per segnalare la gravità della situazione e sollecitare l'adozione di opportune iniziative. Basti pensare che, a quell'epoca, il Consorzio Monregalese non aveva ancora provveduto, quasi ad un anno dalle elezioni, a rinnovare i membri del proprio direttivo.
La situazione di emergenza venutasi a creare in provincia di Cuneo è quindi da imputarsi ad anni di inerzia da parte delle Amministrazioni comunali, che ora finalmente si sono trovate costrette a dover assumere fino in fondo le proprie responsabilità in materia di smaltimento dei rifiuti urbani, previste dalla legge (DPR n. 915/82).
Vista l'impossibilità di smaltire i rifiuti del Monregalese presso altre discariche in ambito provinciale o regionale (chiaramente nessuno vuole smaltire a casa propria anche i rifiuti degli altri) e in attesa della realizzazione della prevista discarica consortile (il 30 ottobre si terrà la Conferenza per l'istruttoria tecnica del progetto della discarica da ubicarsi nel Comune di Lesegno), non esistono soluzioni praticabili diverse dal ricorso all'art. 12 del DPR n. 915/82, che prevede la possibilità di un'ordinanza comunale (oppure regionale nel caso di ambiti territoriali sovracomunali).
Ordinanze contingibili ed urgenti di questo tipo sono state adottate dal Sindaco di Fossano (successivamente estesa ai Comuni del costituendo Consorzio con decreto del Presidente della Giunta regionale), dal Sindaco di Mondovì e da quello di Vicoforte. Trattandosi di un'ordinanza sindacale la Regione non ha competenze dirette; nel caso di Vicoforte, soltanto a lavori finiti ho avuto modo di partecipare ad un incontro, il 6 settembre a Briaglia, presenti il Sindaco di Vicoforte, il Sindaco di Mondovì, la Presidente della Comunità montana e le Associazioni ambientaliste.
In tale riunione si è preso atto che la discarica non presentava problemi di permeabilità, ma ricadeva in un'area soggetta a vincolo idrogeologico. Pertanto, si è richiesta al Sindaco l'attuazione di tutte quelle misure atte a garantire la stabilità del sito, pur prendendo atto che la ditta Aimeri ha già rilasciato una garanzia finanziaria per eventuali incidenti.
Furono le stesse Associazioni ambientaliste a chiedere che i rilievi tecnici e i successivi provvedimenti avvenissero sotto il controllo del Servizio geologico regionale. Io assicurai la disponibilità del Servizio geologico e così avverane: i funzionari ditale Servizio hanno provveduto ad effettuare un sopralluogo; dalla relazione predisposta a seguito di tale sopralluogo si evince che il sito in oggetto può essere sede di una discarica per RSU, fatta salva la realizzazione di alcuni accorgimenti.
Il TAR. a seguito di un ricorso presentato da parte di Associazioni ambientaliste locali, ha concesso la sospensiva dell'ordinanza sindacale. A seguito di questa pronuncia, il Presidente del Consorzio Monregalese ha richiesto un intervento della Regione, facendo presente il fatto che "non possono sussistere al momento immediato soluzioni alternative possibili" in attesa dell'approvazione e della realizzazione del progetto della discarica di Lesegno. Ribadendo la necessità di un tempestivo intervento regionale, si suggeriva nel contempo la possibilità di poter continuare ad utilizzare la discarica di Vicoforte.
Infatti, la decisione del TAR non deriva da considerazioni di ordine idrogeologico o di scelta del sito, ma unicamente dal fatto che, a norma di legge (art. 12 del DPR n. 915/82), il Sindaco può emettere un'ordinanza contingibile ed urgente per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ma valida soltanto per quanto riguarda l'ambito territoriale del proprio Comune. La competenza per quanto riguarda ambiti territoriali sovracomunali spetta invece al Presidente della Giunta regionale, che può con propria ordinanza autorizzare più Comuni a conferire provvisoriamente i propri rifiuti urbani in una discarica non autorizzata dalla Giunta regionale a seguito del consueto iter.
E' per questo che ho invitato il Presidente della Giunta a voler predisporre una propria ordinanza in tal senso, autorizzando cioè i Comuni facenti parte del Consorzio Monregalese a conferire presso la discarica di Vicoforte fino al 15/9/1992, termine entro il quale dovrebbe poter essere utilizzabile la discarica di Lesegno, se il relativo progetto verrà attuato come è stato approvato.
Un nuovo ricorso, questa volta contro l'ordinanza regionale, fu accolto dal TAR Piemonte che concesse la sospensiva del provvedimento.
Successivamente, il Prefetto di Cuneo, su richiesta dei Sindaci del Monregalese e del loro Consorzio, ha emesso una propria ordinanza per riaprire l'impianto di Vicoforte fino alla data del 23/1/1992 e, se non vado errato, un'altra successiva.
A sua volta, il Consiglio di Stato ha annullato la decisione del TAR Piemonte, dando quindi ragione alla Regione, e l'impianto di Vicoforte ha ripreso la propria attività in attesa che abbia inizio l'attività dell'impianto consortile di Lesegno. Finalmente questo grosso problema che interessava 153 Comuni della provincia di Cuneo direi che è risolto, nel senso che: il Consorzio Monregalese sfrutterà soltanto fino a settembre la discarica di Vicoforte, che poi sarà chiusa; partirà l'impianto consortile di Lesegno che è stato approvato; il Consorzio di Alba, che si era già attivato, a giorni avrà il suo impianto; il bacino del Saluzzese e Fossanese ha il proprio impianto in quel di Fossano; il bacino cuneese ha il proprio impianto funzionante da anni. Posso quindi dire che, per almeno tre-quattro anni, non dovrebbe più esserci alcun problema per l'intera provincia di Cuneo, fatto salvo ciò che il Consigliere Marino dice, e cioè che occorre ripensare il piano che stiamo cominciando a studiare per vedere impianti più complessi ed anche, se possibile, la riduzione di rifiuti e non le semplici e solite discariche. Assicuro comunque il Consigliere Marino che, pur avendo vissuto mesi difficili, in questo momento il problema per l'intera provincia di Cuneo - ripeto, non soltanto peri 153 Comuni - è risolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio, che pregherei di contenere il proprio intervento nei cinque minuti, in modo da chiudere definitivamente questo punto all'o.d.g.



MIGLIO Mario

Anche meno, poiché avevamo già esposto lungamente nell'interrogazione la nostra posizione: tre pagine, in cui il discorso era stato articolato riprendendo anche una serie di osservazioni sulla base delle quali c'era poi stata la sentenza del TAR che accoglieva il ricorso presentato dalle Associazioni ambientaliste.
Alla luce anche di quanto detto dall'Assessore, l'impressione che possiamo ricavare da questa vicenda è che si sia voluto comunque, in tutti i modi, salvare una situazione, a dir poco anomala, che si era venuta a creare. Le osservazioni presentate e accolte in primo grado dal TAR avevano invalidato l'ordinanza del Sindaco, proprio alla luce di una serie di fattori e di considerazioni che vennero portate a giustificazione dell'ordinanza allora assunta e che non corrispondevano al vero, ivi comprese le difformità rispetto a quanto previsto dagli strumenti urbanistici (il discorso del vincolo idrogeologico ed altre sottoconsiderazioni sulla quantità di rifiuti da apportare rispetto alla produzione dei Comuni interessati, ecc.). Quindi c'è stato il ricorso al TAR; il TAR ha accolto questo ricorso facendo decadere l'ordinanza del Sindaco; c'è stata un'ordinanza da parte del Presidente della Giunta regionale; un ultériore ricorso al TAR; un ulteriore accoglimento di questo ricorso e infine l'ennesimo salvataggio da parte del Pretore, se non ricordo male.
C'è poco da dire a questo punto; probabilmente si voleva comunque, in ogni modo, creare le condizioni per legittimare un intervento che non aveva, dal punto di vista scientifico e delle procedure adottate, alcuna legittimità. D'altra parte, come ha già ricordato il collega Marino, questa situazione emergenziale sembra essere stata volutamente creata dai Comuni interessati, che non si sono posti seriamente il problema di realizzare una discarica consortile e che poi, creando una situazione emergenziale, hanno favorito questa soluzione per la realizzazione di una discarica ad hoc nel Comune di Vicoforte.
Alla luce di questi fatti, la risposta data non ci soddisfa, perch riteniamo che possa essere ricompresa in quella logica di assenza di programmazione, ma anche di contraddizione con gli strumenti di programmazione che già esistevano e davano indicazioni programmatiche e vincoli. Riteniamo che, in questo caso, non siano stati rispettati, e questa è un'ulteriore aggravante: non solo non si pianifica seriamente per rispondere al problema dello smaltimento dei rifiuti, ma si rende anche illegittimo quel minimo di strumentazione e di programmazione esistenti; mi riferisco in particolar modo al Piano regolatore generale del Comune di Vicoforte, che inquadrava quest'area come una zona soggetta a rischio idrogeologico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Sarò breve. Come ha già detto il collega Miglio, forse l'emergenza è stata risolta - in attesa della prossima - e abbiamo una discarica che mi auguro venga chiusa il 15 settembre. Tale discarica è stata identificata costruita ed utilizzata del tutto al di fuori delle regole, delle norme e delle leggi che questa Regione ha, in particolare evitando il passaggio criticabile ma comunque è l'unico che abbiamo - della Conferenza regionale.
La politica dell'emergenza e la politica delle ordinanze, al di là delle responsabilità e del piano strettamente legale e formale, è principalmente una via che impedisce di verificare tecnicamente e scientificamente l'idoneità dei siti che si scelgono per le discariche: questo, alla fine e al di là delle discussioni fra di noi, è il problema di fondo.
Quindi, ripeto, può darsi che l'emergenza contingente sia stata risolta, ma la questione grave di fondo è che si passa al di fuori del percorso che la Regione si è data per identificare sul piano tecnico l'idoneità dei siti.
Aggiungo un'altra considerazione. In merito a questa scelta sono state fatte alcune critiche, in particolare all'interno del Comune di Mondovì per esempio da parte dell'Assessore Verde di quel Comune. Ebbene, mentre faceva queste critiche, mi risulta che il Comune di Mondovì, seppure con problemi interni, abbia fatto delle scelte, anche con un minimo di fantasia, per affrontare a fondo la questione, nonché per attivare processi reali di riduzione e di recupero dei rifiuti.
Mi auguro che i 153 Comuni entrati in emergenza abbiano anche capito e scelto di usare, pure loro, un po' di fantasia per affrontare almeno un pezzetto della questione all'origine e non quando i rifiuti cominciano ad accumularsi davanti alla porta di casa.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanze ed interrogazioni richiamate in aula dal Gruppo di Democrazia Proletaria, ai sensi dell'art. 89, comma nono, del Regolamento consiliare Risposta alle interrogazioni nn. 116, 165, 166, 215, 509 e 751 riguardanti la sanità


PRESIDENTE

Passiamo ora, ad esaminare il punto 3) all'o.d.g. Si tratta prevalentemente di interrogazioni ed interpellanze riguardanti la sanità.
Io avevo cortesemente chiamato l'Assessore proprio per questo Consigliere Maggiorotti cosa intende fare?



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Io sono pronto.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Chiedo le risposte alle interrogazioni. D'altra parte, se per ragioni di tempo non è possibile darle oggi, si possono programmare per le prossime sedute. Vorrei però che ci fossero le risposte.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Ci sono.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Possibilmente a voce e non scritte, perché alcune questioni mi sembrano rilevanti.



PRESIDENTE

Se l'Assessore Maccari è pronto per le risposte, per evitare poi delle difficoltà, pregherei la Giunta delle Elezioni di riunirsi nel frattempo per esaminare la questione della surroga del Consigliere Squillario; quindi invito i1 Consigliere Majorino a convocare nella sala A la Giunta delle Elezioni.
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Sull'interrogazione N. 116, "Articolo apparso su 'La Stampa; pagina di Novara, sull'USSL di Borgomanero - Personale del servizio sanitario", si è già risposto il 19/1/1991.
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 165 del 16/10/1990, "Procedura per consegna diretta di presidi per incontinenti, per colostomizzati e diabetici - Assistenza farmaceutica l'organizzazione, servizi, ecc.)", è da ricordare che la Giunta regionale, con deliberazione n. 7732011 del 10/10/1989, nel dettare norme per la disciplina della fornitura di presidi ausili e prodotti non riconducibili al nomenclatore tariffario delle protesi agli aventi diritto, ed in particolare, agli affetti da incontinenza, enterourostomizzati e diabete, ha stabilito che, per poter usufruire di dette prestazioni, l'utente può scegliere liberamente la struttura pubblica, UU.SS.SS.LL., o privata convenzionata, farmacie e negozi autorizzati, a condizione che in entrambi i casi sia garantita l'identica qualità della fornitura ed un costo non superiore a quello riportato nel tariffario regionale, approvato con la deliberazione sopra richiamata.
Pertanto, a seguito di ripetute segnalazioni, sia da parte di titolari di farmacie che di titolari di negozi sanitari sull'erogazione dei prodotti ed ausili in questione, effettuata dall'USSL Torino I in modo difforme ed esclusivo rispetto a quanto previsto, con impostazione della fornitura diretta da parte della stessa, questo Assessorato, considerando il fatto non più occasionale, ha ritenuto di dover diffidare l'USSL dal continuare,ad adottare un tale comportamento.
Al riguardo, va sottolineato che l'impostazione di tale procedura ha ostacolato l'utente nella libera scelta del canale distributivo più agevole. Pertanto, si ribadisce che l'USSL Torino I non ha correttamente applicato quanto stabilito dal provvedimento della Giunta regionale.
A completamento si fa presente che il Ministero della Sanità ha espresso il proprio parere in questo senso e cioè che le UU.SS.SS.LL. sono sì legittimate a tale fornitura, in presenza di concreti e documentati contenimenti di spesa per la fornitura degli ausili erogati attraverso il nomenclatore tariffario, però non debbono effettuare la distribuzione in forma monopolistica, dovendo l'utente comunque esercitare il diritto della libera scelta, così come prevede la norma nazionale.
Si rappresenta che la quasi totalità delle UU.SS.SS.LL. della Regione Piemonte si è attivata per l'erogazione nel rispetto delle disposizioni vigenti. Relativamente all'ammontare complessivo dell'onere di spesa a carico del FSN per la fornitura del materiale in questione, esso è stato calcolato per l'anno 1990 in L. 65.500.000.000 circa, somma superiore nella misura del 25% circa rispetto a quella dell'anno precedente; ciò è dovuto alla dinamica dei costi produttivi verificatisi nell'anno, nonché per l'estensione delle categorie degli aventi diritto e la concessione di altre forniture non previste in precedenza da analoghi provvedimenti regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Si tratta di un'interrogazione di parecchio tempo fa e non riesco a capire perché finora non si sia risposto. Il quadro normativo riferito a tale questione a tutt'oggi si è modificato a seguito dell'approvazione del nomenclatore tariffario delle protesi, degli ausili, ivi compresi i presidi per l'incontinenza. Nel nomenclatore tariffario è prevista la facoltà per le UU.SS.SS.LL. di attivarsi rispetto alla fornitura ed alla consegna di questi presidi. A me non risulta che ad un utente sia stato impedito di fornirsi presso una farmacia privata. A me risulta che l'USSL I abbia da tempo attivato questo servizio, già dal 1988. E' un servizio che, tra l'altro, prevede la consegna a domicilio di questi ausili, sulla base di un'adesione positiva da parte degli utenti a questa proposta. Questo servizio, inoltre, ha consentito dei risparmi notevoli, se teniamo conto che nella predisposizione di uno studio sull'efficienza dello stesso servizio si sono considerati anche i costi di consegna a domicilio e non solo d'acquisto.
A noi sembrava che questa esperienza non dovesse essere oggetto di osservazioni, che hanno assunto la caratteristica di critica e di disincentivazione rispetto a chi aveva attivato questo servizio, ma piuttosto doveva essere indicato come possibile esempio organizzativo efficace ed efficiente alle altre UU.SS.SS.LL. della Regione. E' chiaro che è difficile cambiare abitudini agli utenti, soprattutto laddove si ha l'impressione che nel rapporto diretto con i fornitori, ivi compresi quindi le farmacie o i negozi di articoli ortopedici, si possa avere il meglio; in realtà non è così. Quello che si ha, spesso, è la facoltà e la possibilità di contrattare con il gestore della farmacia là fornitura con altro. Si ha ovviamente un minor controllo da parte dell'USSL sui criteri di fornitura e quindi ben più difficilmente si può esercitare un'azione di risparmio. In questo senso, direi che è un'azione di moralizzazione quella esercitata da chi ha predisposto questo servizio; a maggior ragione, quindi, andava incentivata. Mi risulta che anche quest'anno siano stati impegnati i fondi necessari perché il servizio stesso potesse essere gestito.
Credo quindi che vada assunta, come mi pare sia stato affermato dall'Assessore, la decisione di diffondere ed incentivare il servizio tra le UU.SS.SS.LL. della Regione, dando disposizioni chiare alle stesse ed informando gli utenti della possibilità che hanno di optare per una soluzione o per l'altra, incentivando affinché l'opzione per la fornitura diretta venga assunta. L'interrogazione era stata presentata in questo senso; non si capiva perché l'unico atto esplicito della Regione dovesse essere quello di una rimostranza fatta da parte dell'Ufficio farmaceutico della Regione al Caposervizio, piuttosto che l'incentivazione all'attivazione di servizi analoghi da parte delle altre UU.SS.SS.LL. della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

L'interrogazione N.166, "Fallimento legge regionale sulla psichiatria" è l'unica alla quale non posso rispondere oggi, perché la risposta si è persa nei meandri dei miei uffici. Risponderò nella prossima seduta consiliare.
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 215, "Fiorente mercato degli ausili tecnici, cui sarebbe necessaria una precisa regolamentazione Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)", da indagini effettuate risulta che la disabile signora Malossi Teresina, ricoverata presso l'Ospedale Cottolengo di Torino, a seguito di richiesta di riparazione del presidio ortopedico presso l'Officina ortopedica Maria Adelaide di Torino, ha ottenuto la riparazione del presidio in modo adeguato ai fini di un corretto utilizzo.
Risulta che lo stesso presidio sia stato riparato per rottura ben quattro volte su indicazione di un volontario del medesimo Ospedale Cottolengo recatosi presso la stessa ditta, la quale per dette riparazioni non ha preteso alcun compenso; dopo l'ultima riparazione, la ditta, pur non rifiutandosi, ha fatto osservare che, nel caso di ulteriori interventi avrebbe preteso il pagamento relativo, così come previsto dalla normativa.
Si precisa altresì che l'invalida di cui trattasi di anni 60 circa "sin dall'età di cinque anni" - come la stessa ha riferito - "si è sempre rivolta, per la fornitura di detto presidio, alla stessa Officina Maria Adelaide con piena soddisfazione". Si ricorda 'comunque che la normativa vigente prevede che ogni presidio costruito dalle aziende abilitate alle forniture debba essere sempre collaudato dallo specialista ortopedico o fisiatra dell'USSL territorialmente competente e, quindi, dichiarato rispondente alla prescrizione autorizzata. Così è avvenuto per il caso in questione. E' opportuno precisare, infine, che il presidio, in caso di rottura accidentale e di accertata non convenienza economica alla riparazione, può essere sostituito con altro presidio prima del termine fissato per una nuova fornitura, in base a quanto stabilito dal DM 2/3/1984 e successivi aggiornamenti.
Alla luce dei fatti illustrati, non sono da proporre provvedimenti nei confronti della ditta in questione, quale la cancellazione dall'elenco regionale citato, in quanto la stessa si è attenuta e si attiene alle disposizioni contenute nel richiamato DM 2/3/1984, come si è potuto constatare in sede di sopralluogo da parte dell'apposita Commissione tecnica regionale. Per quanto riguarda l'elaborazione di provvedimenti, da parte degli uffici competenti dell'Assessorato alla sanità, relativamente alla fornitura di ausili tecnici in extratariffario, la definizione degli stessi non ha avuto seguito in quanto con l'entrata in vigore della legge finanziaria n. 407/1990 e con il successivo decreto previsto ed emanato in data 30/7/1991, che detta in materia nuove procedure, è stata vietata l'erogazione di prestazioni protesiche diverse da quelle contemplate nel nomenclatore tariffario.
A conclusione di quanto richiesto con l'interrogazione in questione, si precisa che la razionalizzazione della spesa protesica, ortesica e degli ausili tecnici trova la sua giustificazione per quanto contenuto nel nomenclatore tariffario delle protesi, di cui al DM 30/7/1991.
Il predetto decreto, infatti, all'allegato A, prevede per ogni presidio sia il relativo costo che i tempi minimi che dovranno trascorrere per una successiva fornitura; per quanto riguarda gli ausili tecnici, risultano già stabiliti sia i quantitativi di fabbisogno mensile concedibili, sia l'importo massimo di spesa a carico ,del Fondo Sanitario Nazionale.
Relativamente alla spesa sostenuta perla fornitura si precisa quanto già detto nella risposta precedente, e cioè che la stessa per l'anno 1990 è stata di L. 65.500.000.000 circa.
Infine, in questa fase non è possibile determinare i dati di spesa richiesti per tipo di patologie e per ditte convenzionate, non essendo le UU.SS.SS.LL. dotate di un programma di informatizzazione.
A tale proposito, si informa che è in fase avanzata di studio, da parte del CSI Piemonte, in collaborazione con gli uffici regionali della sanità la realizzazione di detto programma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Su tale questione, rispetto alla quale ho dovuto esercitare numerosi solleciti per avere una risposta, in base alle informazioni che ho, non mi risulta esserci una grossa soddisfazione da parte dell'utente nei confronti di questa ditta; Quest'ultima, tra l'altro, nel passato aveva assunto connotati estremamente ambigui nei confronti del Servizio sanitario, in quanto esercitava la propria attività all'interno di locali messi a disposizione dall'allora istituto Regina Maria Adelaide: Per questo motivo dagli utenti veniva spesso identificato come un servizio del Maria Adelaide, quando invece si trattava di una struttura privata convenzionata con il Servizio sanitario per le forniture.
Solo con molta difficoltà si è riusciti a far sì che questa ditta assumesse una sede, sempre vicina al Maria Adelaide, ma più chiaramente autonoma rispetto al Servizio sanitario.
Mi risulta che i collaudi non siano così puntuali. In realtà, il fatto che la protesi di arto inferiore si sia rotta per ben quattro volte dimostra che c'è stata un'insufficiente analisi della situazione da parte del medico prescrittone oppure che c'è stata imperizia da parte del tecnico ortopedico, che l'ha costruita ed adattata alle condizioni specifiche evolventisi di questa persona.
In ogni caso, era interesse del Servizio sanitario, dopo il verificarsi delle rotture dell'apparecchio, verificare il motivo per cui la cosa stava procedendo in quei termini per dare una risposta efficace ed efficiente ed evitare successivamente ulteriori spese; nulla è avvenuto.
E' avvenuto, invece, che la protesi è stata successivamente acquistata a spese dello stesso utente (questo l'Assessore non l'ha detto), che ha avuto la possibilità di usufruire di offerte di persone che esercitano il volontariato all'interno dell'Ospedale Cottolengo.
Mi pare ci sia qualcosa che non funzioni all'interno di questa procedura; è evidente che il Servizio non aveva dato una risposta efficiente. Non mi sembra sufficiente dire che tutto è stato fatto al meglio, quando la persona ha avuto la protesi in offerta da altri (questa volta funzionante), mentre gli spettava di diritto come utente del servizio. Quindi, qualcuno deve assumersi la responsabilità dell'accaduto: o il servizio competente o l'USSL competente per territorio o chi ha fatto il collaudo o chicchessia. Comunque una responsabilità ci deve essere e non si può dire che tutto è andato nel migliore dei modi, facendo quasi capire che la colpa è dell'utente, il quale chissà come ha usato la protesi! In realtà, questa persona è stata costretta a muoversi per mesi su una carrozzina, proprio perché la protesi non poteva essere utilizzata.
In questo senso, non posso essere soddisfatto della risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Con riferimento all'interpellanza n. 509 del Consigliere Maggiorotti inerente ai corsi di formazione su esenzione spesa sanitaria, rivolti ad operatori delle UU.SS.SS.LL., tenuti da funzionari della Regione e da dirigenti delle UU.SS.SS.LL. operanti in Piemonte, si precisa che la Regione non ha patrocinato il corso di formazione di esenzione dalla spesa sanitaria" organizzato dal Centro Studi Europa 2000.
L'Assessorato alla sanità ha fornito, in relazione ai propri compiti di istituto, agli operatori delle UU.SS.SS.LL. le indicazioni occorrenti per una corretta applicazione della legge n. 407/90,~ se tuttavia istituzioni private ritengono di organizzare corsi di approfondimento di un tema particolarmente interessante per gli operatori e 'per l'utenza, non rientra fra i poteri della Regione impedirne l'attuazione.
La partecipazione di funzionari regionali è avvenuta nel pieno rispetto di quanto previsto dalla L.R. n. 10/89, disciplinante le situazioni di incompatibilità con lo stato di dipendente regionale.
Si ritiene infine opportuno far presente che il suddetto corso non ha avuto edizioni successive alla prima (in origine erano previsti quattro corsi), in considerazione presumibilmente del non rilevante interesse dello stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Si trattava di un corso organizzato da una società in cui tra i promotori c'erano (non so se esistono ancora, in quanto è passato un anno e mezzo) alcuni funzionari dipendenti di una USSL di Torino e funzionari dell'Assessorato alla sanità. E' tutto vero: probabilmente è stato tutto fatto nei limiti previsti dalle leggi.
Quello che mi domando, tuttavia, è se a qualcuno di questi funzionari sia venuto in mente che quello poteva essere un possibile servizio fornito alla collettività, per cui queste competenze non le abbia messe a disposizione della stessa attraverso i canali, ed esistono, per la formazione e l'aggiornamento del personale amministrativo e sanitario delle UU.SS.SS.LL. all'interno dell'orario di lavoro.
Che cosa in più allora si sarebbe presentato come necessità se questo invece fosse avvenuto? L'Assessore ha poi ammesso che, in effetti, i corsi non sono stati ripetuti perché non ce n'era più bisogno. Io dico che questo è successo perché in realtà gli operatori, dovendo dare delle risposte immediate nell'applicazione della legge, si sono informati o comunque si sono organizzati fra di loro per capire come una norma statale, quella sulle esenzioni, doveva essere applicata. Tuttavia, mi sembrava degno di nota evidenziare questo fatto per segnalare quello che poteva essere o è un andazzo per cui dal pubblico traggono origine profitti che vengono riversati nel privato. Tendo a sottolineare che l'iscrizione a questo corso era di L. 200.000. In questo caso, i funzionari delle UU.SS.SS.LL.
partecipanti avrebbero dovuto farselo riconoscere come aggiornamento obbligatorio e quindi c'era uno strano giro di competenze professionali e di quattrini all'interno del Servizio sanitario che mi sembrava e, se si dovessero ripetere situazioni analoghe, mi sembra assolutamente ingiustificabile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Rispondo ora all'interrogazione n. 751, avente come oggetto "Esame risonanza magnetica - ritardi e carenze".
Sin dall'1/10/1990 e con decorrenza, a parziale sanatoria dall'1/1/1990, la Giunta regionale ha provveduto (DGR n. 82-777, all.1) a fornire disposizioni precise per l'attivazione delle convenzioni necessarie a rispondere con tempestività ed efficacia ai cittadini che necessitano della tecnica diagnostica in oggetto, supplendo temporaneamente con il convenzionamento con i privati sia alle eventuali sospensioni di attività delle strutture pubbliche per revisione e manutenzione, sia ai tempi d'attesa sempre maggiori per il notevolissimo aumento delle richieste.
Quanto sopra, ovviamente, "nelle more dell'attivazione delle strutture pubbliche", prevista a medio termine in risposta alle proposte e richieste formulate dal territorio e compatibilmente con i necessari tempi tecnici e le necessarie considerazioni economiche e finanziarie.
Per quanto concerne "l'assoluta importanza" dell'esame in questione, si fa pertanto rinvio a quanto dettagliatamente analizzato nelle premesse del provvedimento citato.
Poiché inoltre questo Assessorato ben conosceva la particolare onerosità del costo "di mercato" dell'esame, dopo aver subordinato l'effettuazione dell'esame stesso al parere di una Commissione ospedaliera veniva altresì stabilita la tariffa massima relativa per ogni esame (L.
500.000), l'abbattimento del 20% per due segmenti e comunque un tetto massimo di L. 1.000.000 per più segmenti.
Non si è ritenuto di inserire la prestazione tra quelle assumibili a rimborso in forma indiretta, sia per tutelare il cittadino dal "libero mercato", sia per evitare allo stesso l'esborso di cifre notevoli - non determinabili a priori dalla Regione - e le conseguenti attese per un rimborso parziale.
Si ritengono inoltre significative ed utili per la risposta le considerazioni indirizzate al Commissario del Governo in ordine al provvedimento citato, e che ne consentirono l'esecutività in data 22/12/1990.
Dette considerazioni - che questo Assessorato possiede solo in bozza contengono l'individuazione del problema, la situazione a livello regionale, la cronistoria e le ipotesi di soluzione. Più delicata appare invece ogni considerazione sul dovere dell'Amministrazione regionale di farsi parte diligente nell'attivazione delle singole convenzioni, in quanto la Giunta regionale si è limitata a "consentire" alle UU.SS.SS.LL. la stipula delle stesse sulla base di tariffe prefissate, e non può né deve considerare o far considerare tale possibilità se non temporaneamente surrogatoria e vicariante della prestazione fruita nelle strutture pubbliche.
Si sottolinea infine che non dovrebbero sussistere situazioni di non conoscenza della possibilità convenzionale da parte delle UU.SS.SS.LL.
piemontesi; infatti, ad integrazione della pubblicazione dell'atto sul Bollettino Ufficiale n.1 del 2/1/1991, questo Assessorato ha provveduto alla notifica con nota raccomandata n. 1103 del 25/2/1991.
In merito all'ultimo punto dell'interrogazione, si stanno vagliando condizioni e possibilità economiche per l'acquisizione di eventuali altri impianti già per il 1992.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Sarei lieto di conoscere qual è il piano di acquisizione delle apparecchiature per la risonanza magnetica nucleare.
Nel caso specifico si trattava di difficoltà intervenute nei mesi estivi in occasione di un guasto verificatosi nell'apparecchiatura di un istituto di radiologia delle Molinette.
Il problema si era posto con grave disagio per gli utenti costretti, a fronte di lunghe attese presso l'unica struttura convenzionata, a prendere in considerazione la possibilità di recarsi a Milano oppure di pagarsela in proprio. Dopodiché la struttura delle Molinette si è rimessa in funzione con lunghissime liste di attesa. Il problema è che a tutt'oggi questa struttura è nuovamente guasta, tant'è che, a fronte di una situazione di mancata risposta da parte del Servizio pubblico e di possibile responsabilità penale, alcune UU.SS.SS.LL., ad esempio, hanno assunto rapporti convenzionali con strutture private.
Non c'è a tutt'oggi chiarezza rispetto alla possibilità di riuscire a dare una risposta da parte dell'ente pubblico a questo bisogno che, ripeto nell'estate dell'anno scorso si era verificato per un degente con lesione neurologica al CTO ed era l'oggetto dell'interrogazione (e che comunque si continua a porre per il CTO). Desidero sottolineare il fatto che presso lo stesso presidio c'è una divisione di neurochirurgia, c'è l'accesso all'Unità spinale, accesso di persone con lesioni midollari che hanno necessità nel 6070% dei casi di indagine con risonanza magnetica. E' poi necessario poter disporre di un'apparecchiatura di risonanza magnetica nella USSL I, perché ci sono gli Ospedali Oncologico ed Oftalmico. Questa apparecchiatura è necessaria per diagnosi precoci di sclerosi multipla che danno lesioni al nervo ottico. Ciò giustifica, ad esempio, la convenzione attivata dall'USSL TO I con la Clinica Pinna Pintor, ma ripeto: "Perché non mettere in tempi brevi in cantiere l'attivazione presso una struttura pubblica di un'apparecchiatura che sia in grado di dare risposte efficienti ed efficaci in tempo realmente utile?" Non mi posso ritenere, quindi, soddisfatto di questa risposta che mi pare tutta burocratica e non dà certezze agli amministratori e agli stessi utenti del servizio.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merita al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bel trami, Bergoglio, Brizio, Leo e Sartoris.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

d) Apposizione visto per decorrenza dei termini


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati per decorrenza dei termini sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 405: "Dimissioni del signor Luigi Squillario dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione (ai sensi dell'art. 16, legge 17/2/1968, n.108)"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 4 bis) all'o.d.g. recante le dimissioni del signor Luigi Squillario dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione.
Il Consigliere Luigi Squillario è eletto nella lista della Democrazia Cristiana nella Circoscrizione di Vercelli; con lettera datata 8/ 4/1992 ha comunicato con la seguente lettera che si dimette dalla carica di Consigliere regionale: "Signor Presidente, essendo stato nominato Presidente della Cassa di Risparmio di Biella, carica incompatibile con il mandato regionale rassegno le dimissioni da Consigliere.
La breve esperienza sui banchi dell'assemblea regionale, pur tra aspetti positivi ed altri meno, mi ha permesso di apprezzare il reale valore e le grandi potenzialità politiche ed amministrative che la nostra Regione possiede e ancor più dovrà acquistare in futuro con l'ormai necessaria ed auspicata riforma istituzionale in rappresentanza della gente piemontese.
Rivolgo un cordiale saluto a lei, di cui ho apprezzato il competente ed appassionato impegno nel presiedere questo non facile consesso e a tutti i componenti dello stesso, in particolare il Presidente Gian Paolo Brizio e i componenti della Giunta.
Con il sincero augurio per il rinnovamento e le migliori fortune della nostra Regione".
Pongo in votazione la presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Luigi Squillario.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Occorre pertanto procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968 n.108, alla surrogazione del Consigliere stesso. Ai sensi del citato articolo, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segua immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva: anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dagli Uffici Centrali Regionali.
Dal verbale dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Vercelli risulta che all'ultimo eletto nella lista della Democrazia Cristiana segue immediatamente il signor Sandro Cattaneo, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante.
A seguito del verbale della Giunta delle Elezioni, pongo ai voti la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Luigi Squillario subentra, nella Circoscrizione di Vercelli, ai sensi dell'art. 16 della citata legge n.108/68, il signor Sandro Cattaneo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Propongo quindi che la suddetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Luigi Squillario con il signor Sandro Cattaneo sia dichiarata immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953 n. 62. Faccio presente che tale proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta del Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 37 Consiglieri presenti.
Invito il neo Consigliere Sandro Cattaneo, il quale con dichiarazione in data odierna ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula.



(Il neo Consigliere Sandro Cattaneo prende posto in aula)



PRESIDENTE

Per quanto attiene alla convalida, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti, secondo le norme del Regolamento interno.
A tal fine, l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.
Conclusione dibattito sul ruolo del Consiglio regionale e sul nuovo regionalismo - Rinvio e richiesta iscrizione all'o.d.g. del documento sullo scioglimento del Coniglio regionale presentato dalla Lega Nord



PRESIDENTE

In merito al punto 5) all'o.d.g.: "Conclusione dibattito sul ruolo del Consiglio regionale e sul nuovo regionalismo", credo si debba addivenire prestissimo ad una conclusione del punto. Indirò una prossima Conferenza dei Presidenti proprio per concludere il dibattito estremamente interessante e sul quale ritengo che non soltanto il Consiglio regionale del Piemonte, ma i Consigli regionali italiani stiano ulteriormente prendendo delle posizioni.
Mi auguro che il Piemonte non voglia essere arretrato rispetto a posizioni molto avanzate sul fronte del regionalismo che altri Consigli regionali stanno elaborando.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Intervengo su questo punto per fare una dichiarazione precisa: a nome del mio Gruppo ritengo che la seduta di oggi sia l'ultima in cui possa essere ammesso e concesso il rinvio della discussione di questo problema.
Nella Conferenza dei Capigruppo proporrò che fin dalla prossima seduta questo punto venga ripreso. Questo, se mi consente, Presidente, mi costringe ad un brevissimo richiamo alle recenti elezioni politiche. Mi sembra doveroso; non comprenderei una riunione del Consiglio regionale che non affronti, anche se brevemente, questo tema.
Credo non sia del tutto slegato da un certo risultato delle elezioni il fatto, ad esempio, che il Consiglio regionale ha tenuto fermo per mesi un punto in discussione come il regionalismo e il ruolo del Consiglio regionale. MI segno di una difficoltà politica molto grave che ha impedito alle forze presenti in Consiglio di giungere, non dico ad una posizione unanime, ma largamente condivisa e maggioritaria sulla questione della riforma istituzionale, dell'assetto istituzionale del nostro Paese, nel senso di un radicale potenziamento del ruolo delle Regioni.
Il fatto che per mesi non siamo riusciti a concludere questo punto ha a che fare con il risultato elettorale. Un risultato elettorale che, in parte, è figlio di una difficoltà del sistema politico attuale di riformare se stesso e di arrivare a decisioni importanti, serie, concrete ed effettive dal punto di vista della riforma del sistema istituzionale italiano.
Devo dire, Presidente, che mi auguro si riprenda immediatamente la discussione su questo punto e si arrivi ad un confronto serio e vero sulla proposta di riforma costituzionale avanzata dai Presidenti dei Consigli regionali. Ricordo che esiste già da mesi una proposta avanzata dal Gruppo PCI-PDS sullo stesso argomento, proposta che andrebbe discussa congiuntamente ad eventuali altre proposte al fine di arrivare rapidamente al dunque.
Detto questo, Presidente, non posso tacere su un altro punto. Non viviamo in una situazione per cui quello che si sente dire e si legge sui giornali, quello che gira per i corridoi della politica non giunge alle orecchie dei Consiglieri presenti. Il mio Gruppo aveva già sollevato prima delle elezioni un problema: l'esistenza di uno stato di virtuale crisi della maggioranza della Regione Piemonte. A noi questa situazione sembrava evidente per una serie di segnali che non riprendo.
Dal 6 aprile in poi leggiamo quotidianamente sui giornali che si attende l'esito del confronto politico che deve ancora aprirsi a livello nazionale, che in Regione si attende l'esito del confronto politico relativo al Comune di Torino, per cui Torino aspetta Roma ed il Piemonte aspetta sia Torino sia Roma. Morale della favola: continuiamo ad aspettare.
Abbiamo aspettato prima delle elezioni il risultato del voto ed ora, dopo il voto, rischiamo di continuare ad aspettare che si metta in moto chissà quale meccanismo a livello nazionale o in altre realtà istituzionali. So che i colleghi del Gruppo della Lega Nord hanno presentato un ardine del giorno in cui chiedono a noi, Consiglieri del Piemonte, di dimetterci per consentire la rielezione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Consigliere Monticelli, questo è un altro argomento; in questo modo apriamo un dibattito!



MONTICELLI Antonio

Presidente, ho detto solo che so, non che voglio intervenire su questo punto. Credo che il problema non possa essere posto in questi termini tutti noi dobbiamo tener conto di quello che il voto del 5 e 6 aprile vorrebbe dire, se proiettato sui seggi del nostro Consiglio. Lo dico a nome di un Gruppo che, in quel caso, vedrebbe ridotta la propria rappresentanza in modo molto considerevole, così come accadrebbe ad altri Gruppi consiliari. E' un dato politico dal quale non si può prescindere nel fare politica e nel fare attività di Consiglieri. Ma il problema che pongo adesso è un altro, Presidente: esigo di capire se la maggioranza esiste ancora e se è operativa.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere, non la voglio interrompere, ma questo non attiene assolutamente al punto sul quale le ho dato la parola!



MONTICELLI Antonio

Presidente, ha a che fare con questo punto. Esigo di capire se la maggioranza esiste ancora e preavviso i colleghi che, se la maggioranza non troverà il modo per auto-confermarsi formalmente e impegnativamente in questo Consiglio, porremo la questione con gli strumenti che lo Statuto e il Regolamento ci consentono di utilizzare.



PRESIDENTE

Non volevo essere scortese con il Consigliere Monticelli, ma intendevo precisare al Consiglio che ho dato la parola al Consigliere su un punto specifico, quello della conclusione del dibattito sul ruolo del Consiglio regionale e sul nuovo regionalismo. Una parte dell'intervento del Consigliere Monticelli atteneva certamente a questo punto e devo dire di condividere le sue valutazioni, nel senso che - come avevo già anticipato è un argomento molto importante, sul quale bisognerà fare il punto per cercare, non soltanto di concludere il dibattito, ma di entrare nel merito delle molte questioni aperte anche a livello costituzionale, anche della proposta che i vari Consigli regionali stanno avanzando, che potrà essere discussa. Il resto sono argomentazioni che il Consigliere porta, ma se ampliamo quella parte delle argomentazioni, introduciamo un nuovo livello di dibattito politico che non è all'o.d.g.
Se il Consigliere Chiezzi chiede la parola sul punto che rinviamo alla prossima seduta, la conclusione del dibattito sul ruolo del Consiglio, gli do la parola; diversamente, si autoregoli, perché non sono all'o.d.g.
dibattiti politici.
La parola, dunque, al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Sono sicuro che lei userà lo stesso metro per tutti i Consiglieri, quindi mi attengo anch'io all'ordine del giorno relativo al regionalismo, per dire che non esprimo la volontà di sottovalutare il tema del regionalismo. Già nel passato mi sono differenziato da posizioni come quelle espresse ancora oggi dal collega Monticelli, tese a porre il problema delle riforme istituzionali e - aggiungo - elettorati, come il punto centrale attorno al quale le forze politiche aggregano le maggioranze e vanno o non vanno al governo.
Il regionalismo è importante, ma la riforma regionalistica diventa importante se è accompagnata ad un programma politico che metta al centro altre questioni. Non è il problema di ridisegnare le figurine istituzionali o le regole elettorali, quello che - a mio avviso - può mettere in grado la società italiana di risolvere i problemi dell'occupazione, del lavoro dello sviluppo e dei servizi, non è questo. Esprimo disaccordo nel metterlo al centro. Sul regionalismo bisogna lavorare, ma insieme ad altre questioni.
Dico questo, perché la lentezza che c'è stata anche in questo Consiglio è preoccupante ed è ancora più preoccupante sentir dire che nella società e soprattutto tra le forze politiche, in conseguenza dei risultati elettorali l'ha ripetuto il Consigliere Monticelli - si pongono problemi di riequilibrio tra i poteri che oggi sono assegnati alle varie forze politiche; questo è un discorso che non accetto.
Non chiedo alcun riequilibrio in questo Consiglio regionale, perché il riequilibrio, cari colleghi, lo fanno gli elettori, non le segreterie dei partiti di maggioranza o di opposizione, che si spartiscono le poltrone in modo diverso da come ha detto l'elettorato nel 1990 in funzione delle elezioni politiche 1992. Le elezioni 1992, in teoria, non dovrebbero influire per nulla.
Quindi, dico alle forze di governo: lavorate. O lavorate - e secondo me non l'avete fatto bene in questi anni, perché la crisi avanza, siete a rimorchio e la Regione è debolissima - oppure si va a votare. Noi non stiamo qui ad aspettare dei mesi il riequilibrio romano centrale; noi diciamo: o si lavora o si vota.
Mi distanzio dunque dalla posizione che chiede un riequilibrio, perch qui non c'è alcun riequilibrio da fare.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la richiamo a quello che ho detto prima altrimenti apriamo un dibattito che non intendo aprire.



CHIEZZI Giuseppe

Mi permetta di terminare brevemente il mio pensiero.
La mia posizione è la seguente: se si riequilibra, si vada al voto; se la maggioranza decide di sciogliere il Consiglio, la mia firma c'è già.



PRESIDENTE

Avete introdotto un dibattito politico; a questo punto non posso negare la parola ad altri che la chiedono.
Prego, Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Colgo l'occasione per chiedere - come avevo preannunciato l'inserimento all'o.d.g. del nostro ordine del giorno. Si tratta di un documento sufficientemente chiaro che, appellandosi all'art. 126 della Costituzione, chiede lo scioglimento di questo Consiglio e le dimissioni dei singoli Consiglieri.
Questo perché l'elettorato il 5 e 6 aprile ha dato una svolta alla scena politica piemontese. Questo Consiglio regionale non rappresenta più la società piemontese - mi pare ovvio - in tutte le sue componenti; non ci sono zone che hanno espresso pareri discordi, mi pare chiaro ed evidente che l'elettorato piemontese abbia dato un'indicazione precisa.
Ritengo che di questa indicazione il Consiglio debba prendere atto; non si può ignorare che ci sia stato un cambiamento e che si va verso un processo storico che porta ad un federalismo di un certo tipo.
Per questo motivo - e sarò brevissimo perché l'elettorato ha parlato esprimendosi il 5 e 6 aprile - noi intendiamo andare verso una revisione dei vari Consigli; la Lega Nord, infatti, sta presentando questo stesso ordine del giorno in tutti i Consigli comunali e provinciali. Noi intendiamo andare verso una revisione delle Amministrazioni locali che negli ultimi due anni hanno dimostrato di essere fra le responsabili di questa scelta politica, causata anche dall'elettore. Sicuramente non c'è stato un buon governo.
Ricordo, per esempio, quando la Regione Piemonte ha iniziato ad attivare le procedure della tassazione regionale e come me, signori, se 1'è ricordato l'elettorato; la Regione Piemonte ha sbagliato in, quelle occasioni facendo certe scelte. Noi diciamo che, a questo punto, questa classe politica è messa in discussione, così come questa gestione del Consiglio regionale, del Consiglio comunale di Torino e dei vari Consigli provinciali. Per questa ragione ne chiediamo lo scioglimento.



PRESIDENTE

A questo punto il Consigliere Rabellino ha introdotto una richiesta formale, che può essere esaminata alla luce dell'art. 51, quinto comma, in base al quale se questa proposta, che non era né stata preannunciata n iscritta,' viene comunque presentata in tempo utile, dopo l'illustrazione del proponente, può parlare un solo Consigliere contrario e la votazione avviene per alzata di mano.
Se qualcuno intende parlare in senso contrario, poi dovrò mettere ai voti l'iscrizione all'o.d.g. di questo documento.
Chiede di intervenire il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, intervengo brevemente anche in termini di correttezza verso i proponenti dell'ordine del giorno, che, per memoria hanno diritto a che il dibattito sia formalizzato. Una considerazione sola: il voto dal quale siamo usciti è prima di tutto un voto istituzionale e poi un voto politico; è più un voto sul metodo e sui comportamenti che non sulla politica d'intesa come gestione degli interessi in campo. Quindi sapendo che questa questione è affrontata a livello nazionale paradossalmente, se noi convenissimo con l'ordine del giorno propostoci questo Consiglio regionale si dovrebbe in una qualche misura ripiegare rispetto all'elettorato che si è espresso, secondo me non su questioni politiche, ma istituzionali.
L'anno prossimo si farà la riforma istituzionale e probabilmente si andrà ad un voto anticipato rispetto a quello che si può ipotizzare di qui a cinque anni; a quel punto, sicuramente gli attuali rapporti di forza a livello nazionale cambieranno, anche perché cambierà il modello elettorale.
A quel punto cosa faremo? Fra due anni ridaremo le dimissioni? L'autonomia regionale significa anche questo: premere istituzionalmente e dare il nostro contributo al dibattito istituzionale a livello nazionale continuando a fare giorno per giorno il nostro lavoro di amministratori, di politici. Per carità, mi sembra un'operazione in linea con il comportamento della Lega, ma che sta all'interno delle questioni istituzionali e non politiche. Questo Consiglio si è costituito non su questioni istituzionali ma su questioni politiche e si dovrà ricomporre e ripensare su questioni politiche; diversa è la questione posta dal PDS. Addirittura andrebbe ripensata l'esistenza di questo Consiglio regionale qualora non vi fossero condizioni politiche; ma per quanto riguarda le condizioni istituzionali queste matureranno e verranno definite a livello nazionale, e su questo faremo la nostra parte.



PRESIDENTE

Procedendo a norma di Regolamento, pongo in votazione l'iscrizione dell'ordine del giorno presentato dal Gruppo Lega Nord.
Chi è favorevole. è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è respinta con 14 voti favorevoli e 25 contrari.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare il punto 6) all'o.d.g.



(Commenti del Consigliere Zacchera)



PRESIDENTE

Prego: come ha detto?



ZACCHERA Marco

Chiuso questo inciso, resta sempre aperta la questione precedente che non era stata conclusa.



PRESIDENTE

Sì, ma non è iscritta all'o.d.g. Se due Consiglieri intendono intervenire prendendo spunto da un punto all'o.d.g., non vedo perch dobbiamo fare un dibattito. Lei, a quale punto si riferiva?



ZACCHERA Marco

Mi riferivo al punto precedente, cioè al punto 5) all'o.d.g.: "Conclusione del dibattito sul ruolo del Consiglio regionale e sul nuovo regionalismo"; se c'è un rinvio, dovrà pur essere votato dal Consiglio.



PRESIDENTE

No, questo non lo votiamo mai. Non è mai stato votato alcun rinvio dal Consiglio.



ZACCHERA Marco

Si può esprimere un giudizio su quello?



PRESIDENTE

Se lei vuole parlare sul fatto che non possiamo ancora discutere questo punto, può intervenire, ma non è assolutamente necessario votare. Si attenga però solo a questo fatto, perché non mi sembra il caso di introdurre in questo Consiglio la logica del "tanto per parlare".



ZACCHERA Marco

Presidente, mi permetta meno di un minuto di tempo per dire che questo rinvio non deve essere frainteso. Finché ci viene detto che è un rinvio tecnico alla prossima volta, possiamo anche accettarlo; resta però il problema che in quest'aula si deve - non tanto più o meno strumentalmente come per l'ordine del giorno, alla cui iscrizione noi eravamo favorevoli anche se già si sapeva che non avrebbe avuto la maggioranza - serenamente dibattere il nostro ruolo. E non è corretto che, proprio successivamente al voto della scorsa settimana, la Regione Piemonte si "appisoli" in una situazione ibrida, rispetto alla quale noi chiediamo semplicemente di avere delle risposte e dei chiarimenti dalla Giunta.
Ci siamo lasciati tre settimane fa con dei punti importanti in sospeso a cominciare dall'assestamento di bilancio per proseguire su questo piano chiedo semplicemente che la prossima volta ci sia, da parte della Giunta una relazione chiara sui punti che è necessario affrontare di qui alla pausa estiva. Se non ci si dà un minimo di regola nei lavori, nella priorità, nei punti sui quali intervenire, non sì può procedere; secondo me, anche raccogliendo un'obiettiva - diciamo così - scelta dimostrata dall'elettorato nelle sue varie componenti, non diamo delle risposte credibili a questa istituzione.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 362: "Proposta di modifica dell'art. 4 del Regolamento interno del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Superato questo punto e ringraziando il Consigliere Zacchera del suo intervento, passiamo al punto 6) all'o.d.g. che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 362.
Mi pare che già l'altra volta avevamo relazionato su tale modifica. Il comma nono dell'art. 4 del Regolamento interno del Consiglio regionale è modificato come segue: "9. Successivamente, a scrutinio segreto, si procede all'elezione dei Consiglieri Segretari. Ciascun Consigliere vota per non più di due nomi".
La proposta è stata esaminata dalla Commissione Regolamento; se non ci sono interventi, la pongo quindi in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione non è approvata, ai sensi dell'art. 23, comma quarto dello Statuto regionale.
Interrompiamo i lavori del Consiglio per riprenderli oggi pomeriggio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,50)



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