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Dettaglio seduta n.140 del 17/03/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Coppo, Dardanello, Goglio, Marengo Miglio, Rabellino e Rossa.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Attivita" delegate alle USSL (vigilanza, formazione)

Esame progetto di legge n. 205: "Norme relative al trasferimento delle funzioni socio-assistenziali già esercitate dalle Province"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 14) all'o.d.g. inerente il progetto di legge n. 205.
Ha la parola il relatore, Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio, relatore

La legge 142/90 di riordino delle autonomie locali ha previsto che le funzioni socio-assistenziali già esercitate dalle Province fossero trasferite ai Comuni, ma non ha previsto il contemporaneo trasferimento delle risorse finanziarie, dei beni e del personale necessari per la gestione delle funzioni stesse, i Comuni, in questa situazione, non sono stati in grado di esercitare le attività ad esse trasferite e, pertanto, al fine di garantire la continuità e la qualità dei servizi indispensabili per le fasce più deboli della popolazione piemontese, le Province sono state autorizzate con deliberazione del Consiglio regionale prima e successivamente con la legge regionale n. 44/ 91, a proseguire la gestione delle attività socio-assistenziali già esercitate alla data di entrata in vigore della L. 142.
La stessa Corte dei Conti con deliberazione n.1/91 ha legittimato le Province a proseguire tali attività, ponendo però ad esse il termine ultimo del 31.12.91 e sollecitando, nel contempo, il Governo e le Regioni, secondo le rispettive competenze, a normare la materia, in modo che i Comuni potessero assumere la gestione delle funzioni a far data dal 1 gennaio 1992.
Tuttavia il Governo, nonostante le ripetute sollecitazioni delle Regioni, non ha ancora provveduto a fornire le necessarie indicazioni.
In questa situazione, di fronte all'ormai imminente scadenza del 31 dicembre 1991, si è ritenuto indispensabile predisporre il presente disegno di legge, anche in assenza di indicazioni governative, al fine di consentire ai Comuni l'esercizio delle attività nei tempi previsti dalla Corte dei Conti.
Gli articoli del disegno di legge, che si sottopone all'approvazione favoriscono pertanto puntuali indicazioni in ordine al trasferimento delle risorse, dei beni e del personale già impiegati dalle Province per l'esercizio delle attività socio-assistenziali.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Peano è aperta la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Maggiorotti; ne ha facoltà.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Intervengo non solo per esprimere un parere su questa proposta, ma anche per illustrare gli emendamenti che ho presentato. Sulla questione della spesa e del trasferimento delle risorse, abbiamo presentato un emendamento finalizzato ad eliminare il terzo comma dell'art. 2. In linea generale, riteniamo che non sia accettabile che la Regione autorizzi le Province, e in particolare quella di Torino, a diminuire di somme ingenti le future disponibilità delle UU.SS.SS.LL., somme che invece vanno trasferite ai Comuni contestualmente a tutto il personale, ai finanziamenti e alle strutture.
La trattenuta per la parte sanitaria, a nostro parere, è un espediente escogitato per permettere, soprattutto alla Provincia di Torino, di trattenere in alcuni casi fino al 50% dell'intero ammontare destinato alla gestione dei servizi socio-assistenziali. Si tratta di parecchi miliardi senza i quali i Comuni e le UU.SS.SS.LL. non possono più garantire la continuità di servizi attivati a tutto il 31.12.90, e in alcune situazioni neppure a garantire il minimo di assistenza necessaria.
Va rilevato che la Provincia di Torino, che gestiva impropriamente servizi a rilevanza sanitaria, non aveva mai, prima del '91, avanzato alcuna richiesta di rivalsa; quindi, a nostro parere, è l'insieme della spesa storica, storicamente investita dalla Provincia di Torino nel settore dell'handicap, del SAMI (Servizio Materno Infantile) che deve essere garantito ai Comuni. La somma che la Regione concede a partire dall'anno'91 attingendo al fondo sanitario nazionale, deve dunque essere considerata aggiuntiva e non sostitutiva della quota che si dovrebbe trattenere, perch in realtà sarebbe insufficiente a garantire in quantità e qualità i servizi assistenziali per questa fascia di utenza.
Sono già pesanti le conseguenze che, in questi ultimi 20 mesi di incertezze, si sono riversate sull'utenza e sulle famiglie, poiché sia i Comuni che le UU.SS.SS.LL., di fronte a bilanci depauperati, hanno già da tempo ridotto i servizi, come ha denunciato in una sua lettera la Lega delle Autonomie, la quale denunciando la situazione esistente ha chiesto (non sappiamo se ottenuto) un incontro urgente contestualmente agli Assessori alla sanità e all'assistenza per tale questione.
L'emendamento è unico, è all'art. 2 al comma 3 e successivamente al comma 4; quindi, questi emendamenti vanno nella direzione che ho tracciato prima.
Il primo emendamento è finalizzato ad assegnare una quota aggiuntiva.
Il secondo emendamento ha lo scopo di recuperare le risorse investite dalle UU.SS.SS.LL. e dai Comuni per finanziare gli incarichi professionali stipulati per il personale presente presso i servizi socio-assistenziali nel periodo compreso fra il 1 gennaio '90 e la fine del mese di maggio '90 quindi non più presente alla data dell'entrata in vigore della legge n.
142.
Il terzo emendamento è finalizzato a recuperare somme relative agli utenti di servizi assistenziali gestiti dalla Provincia a far data dall'8/6/90 e non al 31/12/91, come dispone questo disegno di legge.
E' noto, infatti, che in questo periodo, anche in relazione allo stato di incertezza sul futuro dei servizi, molte attività sono state ridotte, e quindi è diminuito il numero degli utenti.
Concludo dicendo che, in ogni caso, il nostro voto è condizionato dalla risposta della Giunta su questa richiesta. Chiedo inoltre di procedere alla votazione dell'emendamento in parti separate.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo disegno di legge ha una lunga storia: è stato più volte rinviato, è stato discusso a lungo in Commissione ed è stato anche molto sofferto non soltanto da noi amministratori regionali, ma anche da quelli provinciali e dagli operatori dei servizi. Arriviamo con molto ritardo, anche se a livello di Governo è stato concesso, alle Province e quindi alle Regioni, tempo fino al 31 12/1992 per normare le competenze che la legge 142 trasferisce dalle Province ai Comuni.
A nostro parere non è un grande lavoro quello che presentiamo. E' un risaltato certamente non ottimale, anche perché in questi settori dei servizi sociali la Regione ha compiti di indirizzo e di coordinamento.
Arriviamo con difficoltà e ritardo a stabilire le modalità di passaggio delle competenze dalle Province ai Comuni, ma non affrontiamo come queste competenze saranno gestite nel futuro. Sarebbe interessante sentire l'opinione, oltre che del relatore, anche dell'Assessore circa le prospettive per l'assistenza di domani. Anche perché, alla luce della legge 142, alcune competenze in ordine alla programmazione e alla definizione di progetti rimangono alle Province; è perciò per noi estremamente importante indicare sin da subito alle Province come intendiamo muoverci e come riteniamo che debbano muoversi le Province stesse.
Nel corso della discussione di questi mesi, abbiamo più volte denunciato non soltanto rischi, ma effettive chiusure di servizi e quindi mancanza di aiuto a soggetti portatori di handicap, ma non solo, che erano assistiti dalle Province (in modo particolare della Provincia di Torino).
Servizi che non sono poi stati riattivati e che, purtroppo, oggi dobbiamo constatare, sono finiti nel calderone delle inadempienze, delle non risposte che nel campo sociale noi non diamo alla gente.
Da questo punto di vista, il ritardo ha creato difficoltà, la confusione è regnata in questi mesi; devo però dire che a livello di normativa nazionale o di indicazione nulla è stato fatto per aiutare la Regione a superare questa difficoltà. La nostra Regione - se mi è consentito - si è adeguata a ciò che purtroppo in molte Regioni è avvenuto e sta avvenendo. Noi abbiamo avuto parecchie proteste da parte di amministratori straordinari e di operatori, ma anche da parte delle Province, in modo particolare dalla Provincia di Torino. Ormai - lo dico con una certa insoddisfazione - andremo ad approvare questa legge. La Provincia di Torino ha per conto proprio - certamente anche con (aiuto della Regione, ma soprattutto per volontà propria - definito una convenzione, stabilito le modalità e avviato il trasferimento, quindi arriviamo ancora una volta in ritardo. Questo è un dato che purtroppo registriamo molte volte. Devo ripetermi, mi dispiace; ma lo voglio fare perché questo nel campo dei servizi sociali si ripete troppo spesso.
Faccio anche dichiarazione di voto, Presidente.
Il nostro sarà un voto contrario per le ragioni che ho espresso. Sulle proposte di emendamento presentate dai colleghi Maggiorotti e Chiezzi, ci asterremo sul primo emendamento, mentre sul secondo e sul terzo daremo voto favorevole.
Un'ultima considerazione, soprattutto sul terzo emendamento. A noi pare molto corretto che, dalla data di entrata in vigore della legge 142 e quindi dalla data di entrata in vigore della legge che pone fine alle competenze delle Province in materia, si definisca quanto personale, quali servizi, quali strutture e quali finanziamenti devono essere passati ai Comuni. Il 31 dicembre 1991 non ci pare abbia alcun riferimento, se non quello di aver concesso ulteriori sei mesi alle Province, nel senso di avere chiuso i servizi e diminuito, magari in intensità, le attività nei confronti dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Il mio intervento sarà più breve di quello che volevo fare, perché sono stato preso un po' alla sprovvista da queste tourbíllon di modifiche dei numeri dei punti all'o.d.g.
La questione dei passaggi delle competenze socio-assistenziali dalle Province ai Comuni è una delle tante questioni che la legge 142 ha fatto nascere e che meritano una riflessione seppure brevissima. In questo caso come in altri che nascono a partire dai contenuti della legge 142, si segnala veramente quello che è il malsano rapporto fra il Governo, o in questo caso il Parlamento (in questo caso il Parlamento perché la legge 142 l'ha fatta il Parlamento) e le Autonomie locali. Il caso di questa legge è tipico: si prevede una modifica di competenze fra diversi enti e non si stabiliscono né le risorse necessarie, né le forme attraverso le quali questo trasferimento di competenze deve avvenire, con il risultato che nella confusione - non uso parole peggiori - chi ci rimette, in questa improvvisata riforma delle Autonomie locali che è la legge 142, sono i settori deboli della popolazione.
Questo processo di riforma delle Autonomie locali attraverso la confusione, non riguarda soltanto questa questione, ma riguarda le nuove competenze degli enti locali sulla questione dei parchi, su cui c'è altrettanta confusione; riguarda anche la questione dell'area metropolitana o della città metropolitana, come dir si voglia, sulla quale non mi dilungo perché abbiamo avuto decine e decine di ore di discussione nella Commissione speciale per gli adempimenti della L. 142.
Pertanto, credo che questa piccola legge sia un segnale dell'urgenza con la quale questo processo di diverso rapporto fra il centro e la periferia si debba sviluppare a partire dalla periferia. Sono convinto che se su questo tipo di questioni le Regioni, le Province e i Comuni fossero stati i primi protagonisti di questa trasformazione, di questo passaggio di competenze, probabilmente di quel faticosissimo percorso che va avanti da un anno (perché di questo disegno di legge credo ne esistano almeno cinque o sei versioni, ho perso il conto), coloro che stanno pagando le conseguenze, forse ne avrebbero pagata qualcuna in meno.
Detto questo, non mi sento di votare a favore di questo tentativo di legge, che cerca di mettere ordine in una situazione di tale confusione. Mi sembra rilevante la valutazione dell'Assessore sui tre emendamenti presentati dai Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi, che condivido tutti anche il primo, non solo il secondo e il terzo, quindi mi riservo di esprimere un parere sull'insieme della legge a partire anche dalle osservazioni dell'Assessore.
Una breve annotazione: non so se è un mio sbaglio di lettura, ma leggevo qualche data che non so se è ancora attuale. In altre parole quello che chiedo all'Assessore è se i contenuti della legge, le tappe e le date indicate, sono tutte attuali. Se, cioè, votando questa legge oggi, nel mese di marzo, essa non possa contenere - come mi sembrava di leggere delle scadenze precedenti la data di votazione della legge stessa. In questo momento non trovo le date, ma le segnalerò eventualmente di persona all'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio per la replica.



BERGOGLIO Emilia, Assessore regionale

Il dibattito su questa legge e su questi problemi approda, non per la prima volta, in Consiglio regionale e non per la prima volta se n'è diffusamente parlato in Commissione.
Ricordo, solo per memoria cronologica, che è stata presentata in aula dopo essere stata in Commissione verso l'inizio di dicembre; si parlava di farla approvare entro la fine dell'anno e poi una serie di difficoltà del Consiglio, in termini di tempi, avevano consigliato di spostarla tra le prime leggi del 1992. Nel frattempo è intervenuta un'ennesima circolare del Ministero degli Interni che ha prorogato ulteriormente i termini di scadenza, che tassativamente erano stati in un primo momento indicati nel 31 dicembre del 1991 e poi sono stati, al 30 dicembre del 1991 ulteriormente prorogati a data successiva.
Giova ricordare che, in uno dei vari decreti attuativi della finanziaria, l'articolo relativo al trasferimento dei fondi (non ne cito il numero perché in questo momento mi sfugge, mi pare sia l'art. 15) esplicitamente regolamenta per la prima volta in modo chiaro la normativa finanziaria, come era stato da più tempo invocato dall'Assessorato competente presso il competente Ministero. Diventa quindi singolare l'accusa di ritardo su una materia nella quale c'è stata, da parte dell'Assessorato, una costante attenzione e una tempestività di intervento e le difficoltà ad arrivare ad un'approvazione definitiva sono state causate dovute dalle incertezze in materia finanziaria che dipendono non dalla Regione o dalle Province, ma dalla normativa nazionale.
La normativa nazionale di riferimento è quella contenuta nella Gazzetta Ufficiale del 20 gennaio 1992 e si riferisce esplicitamente alle somme che sono state impegnate e successivamente utilizzate nel bilancio del 1990.
Quindi, lo spostamento di tale data di riferimento, così come richiesto nell'emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti, troverebbe un primo ostacolo nella legislazione nazionale, che invece fissa tassativamente i termini di riferimento per l'impegno finanziario da trasferire al bilancio del 1990. Quindi, anche se l'intenzione dell'Assessorato fosse quella di accedere all'emendamento, ci sarebbe l'ostacolo di una tassativa e diversa normativa nazionale.
Altra cosa, invece, è il riferimento al numero degli utenti presenti al dicembre 1991, perché distribuiremmo i fondi non sulla base degli utenti potenziali a date passate che magari non sono più in carica per motivi non legati al servizio, ma sulla base di quegli utenti che risultavano fruire di questi servizi alla data del 31 dicembre 1991. Questo, per spiegare un'apparente incoerenza delle date che invece, illustrate come compaiono nella legge, sono del tutto praticabili.
Il problema che è stato sollevato più volte in tutte le sedi e che è stato anche da parte nostra, come Assessore e come funzionari ripetutamente illustrato, circa le competenze della sanità rispetto ad alcuni servizi, mi pare meriti ancora un momento di attenzione, anche perché è oggetto di un'esplicita richiesta di modifica in aula. Diciamo con chiarezza che al momento del trasferimento delle funzioni in materia psichiatrica, quasi tutte le Province delle varie realtà italiane hanno ritenuto di trasferire l'intera materia collegata in qualche modo alla difficoltà o al deficit di tipo mentale, sia esso psichiatrico o di altre forme.
Non ho la pretesa di essere specifica nell'individuazione della patologia, perché non è il mio mestiere, ma mi riferisco a dati noti soprattutto ai Consiglieri che seguono queste materie.
Se anomalia ci fu e se incoerenza ci fu, possiamo risalire ad anni addietro, quando, ai tempi dell'avvio della riforma sanitaria, non si trasferirono queste spese e competenze al servizio sanitario nazionale così come forse sarebbe stato opportuno; così come sarebbe stato opportuno che in questa materia (mi riferisco a quella dei disabili psichici e non all'altra parte dei deficit sensoriali o di altre parti previste dalle competenze precedenti delle Province) si applicassero a queste stesse competenze, le stesse procedure e le stesse norme che si applicano con il decreto-Classi a tutti i servizi analoghi gestiti o direttamente dai Comuni o dalle UU.SS.SS.LL. nell'ambito della gestione integrata dei servizi socio assistenziali e sanitari. Quindi, se esiste un'anomalia, è quella di non aver applicato prima il decreto, e non lo stupore per averlo applicato nel momento in cui sì fa il riordino della spesa ed il passaggio di competenze tra socio-assistenziale e sanitario, tra Province e Comuni e altri enti gestori.
C'è poi un altro aspetto che ho già cercato di sottolineare in sede di Commissione e che ritengo opportuno ed utile richiamare in aula; è il fatto che inserire in una legge (in questo caso una legge regionale) il contenuto di una deliberazione consiliare, presa a suo tempo, che ripartisce la spesa socio-assistenziale con determinati parametri di riferimento, dà certezza di spesa e di finanziamento ad una partita che, essendo a scavalco tra il servizio sociale e quello sanitario, non è del tutto definita.
Proprio ieri, per la verità, essendo a Milano per altra questione, mi sono accertata e documentata e ho potuto verificare che la vicina Regione Lombardia, spesso citata e richiamata anche in quest'aula per vari problemi, da tempo immemorabile, direi da sempre, fa gravare l'intera spesa per i disabili psichici sul servizio sanitario nazionale; in sostanza, paga tutto - e lo ripeto in quest'aula - il Fondo sanitario nazionale. Di conseguenza, non vedo perché ci si debba stupire se nella Regione Piemonte ci si avvii, almeno in parte, ad utilizzare quello che è dato per scontato e pacifico in altre Regioni d'Italia, in particolare in quella che ci è più vicina, cioè l'utilizzazione di almeno una parte delle risorse del Fondo sanitario nazionale sulla parte socio-assistenziale; ciò, però, mantenendo la specificità del servizio socio-assistenziale che ha, per conto nostro una valenza estremamente significativa.
Questo servirà anche per chiarire una volta per tutte quei dubbi che ogni tanto aleggiano circa la competenza della spesa sanitaria in queste materie e potrà essere un valido elemento deterrente anche rispetto agli altri servizi che attualmente utilizzano il decreto Craxi sulla spesa nel settore socio-assistenziale, evitando il rischio che ogni volta questa spesa sembri un po' come un "rubare la marmellata" da parte dei servizi socio-assistenziali nell'ambito della spesa sanitaria.
E' stata richiamata una richiesta di intervento da parte della Lega delle autonomie. Queste sono state da me regolarmente convocate e regolarmente ricevute, insieme con il funzionario dell'Assessorato alla sanità competente per materia, oltreché i funzionari dell'Assessorato ai servizi sociali. A questi rappresentanti sia dei Comuni che di altri organismi (amministratori straordinari delle UU.SS.SS.LL. e altri che hanno ritenuto, nella loro autonomia, di partecipare a questo incontro) sono state illustrate le motivazioni e le ragioni di alcune scelte della legge regionale; motivazioni e ragioni che sono state nella sostanza condivise una volta illustrati la ratio e il motivo di questi problemi.
In particolare, per esempio, un problema, oggi non enunciato ma a suo tempo sollevato, è quello del trasferimento del personale. Il trasferimento del personale da un Ente all'altro, ovviamente, non è soggetto soltanto alle norme di una legislazione regionale che si riferisca al servizio socio assistenziale, ma è soggetto anche a normative legate ai contratti di lavoro, agli Enti da cui si dipende, alle modalità dei trasferimenti da un Ente all'altro. E' evidente che in questa fase l'unica strada percorribile in tempi rapidi e per avere risultati praticabili è quella di prevedere la messa a disposizione da parte delle Province del personale competente in materia al servizio che sarà gestito o dai Comuni o dalle UU.SS.SS.LL. per conto dei Comuni; va da sé che in una seconda fase ci sarà l'operazione di ampliamento delle piante organiche negli Enti nei quali questo personale viene assegnato, con la conseguente cancellazione dalle piante organiche delle Province dei relativi posti. Tutto questo è collegato ad una contrattazione e ad una normativa che dovrà comunque essere ancora oggetto di valutazione con le OO.SS, sia a livello regionale sia a livello del settore.
Non c'è dubbio che rispetto al personale esistono dei problemi, perch alcuni Comuni non hanno i parametri di riferimento previsti, non hanno i livelli di personale previsti e ci sono anche difficoltà collegate al fatto che dovremo provvedere ad una modalità forzata laddove la modalità forzata non è prevista nei rispettivi contratti di lavoro; ci sono quindi problemi di questa natura, che devono essere esaminati anche ai livelli nazionali.
Infine, per quanto riguarda la questione del personale che viene trasferito, desidero chiarire in aula quello che ho già avuto occasione di chiarire in altre sedi, in modo che il pensiero della Regione sia ben chiaro e non venga in mente a nessuno che si sia disponibili a fare non si sa bene quali ingiustificati sconti alle Province. Le Province trasferiscono il personale in servizio e presente nelle figure professionali previste per i servizi operativi, e altro personale necessario per la funzionalità dei servizi; per il personale che per qualche motivo non dovesse essere trasferito, è chiaro che le Province trasferiranno la quota relativa al personale che non è più presente in servizio, ma che risultava compreso nell'importo di spesa previsto alla data di riferimento per il calcolo delle quote di relativa competenza. Per intenderci, o ci viene trasferito il personale in servizio ad una certa data fissa, prevista dalla legge, oppure ci viene trasferito l'equivalente in spesa di quel personale.
. Questo è lo spirito che anima il provvedimento, questo è il contenuto della legge; diversamente, è vero che ci sarebbe un'ingiustificata sottrazione di risorse dal socio-assistenziale gestito dalla Provincia al trasferimento ad altri Enti, ovviamente dedotte le quote relative al fondo sanitario che sono state calcolate nell'anno 1991 sulla base dei criteri adottati dalla deliberazione del Consiglio regionale a suo tempo ricordata.
Quindi: la quota messa a bilancio alla data prevista, dedotta della quota messa a bilancio nel fondo sanitario, e nessuna indebita sottrazione perch quello che non sarà messo dalla Provincia sarà integrato dalla quota del fondo sanitario regionale; di conseguenza, l'importo relativamente trasferito sarà identico, sarà cioè quello previsto nell'impegno di spesa alla data del 31 dicembre 1990, maggiorato - come dice la legge nazionale del tasso programmato di inflazione e dei trasferimenti concordati dallo Stato alle Province.
Per evitare ingiustificate preoccupazioni, desidero ancora precisare che non è certo l'Assessorato regionale all'assistenza ad operare di sua iniziativa per ridurre la qualità e la quantità delle prestazioni. Ciascuno sarà chiamato - e la legge lo consente - a svolgere il proprio ruolo e la propria parte di competenza sulla base di quelle norme legislative che consentono di operare, e non sulla base di quelli che potrebbero essere desideri, magari anche delle stesse Province, che probabilmente avrebbero gradito continuare a gestire questi servizi, o da parte dei Comuni che questi servizi non vogliono prendersi in carico perché si tratta di un impegno di spesa e di un impegno di lavoro non indifferente; in questa fase le UU.SS.SS.LL. sembrano essere lo strumento più idoneo.
E' chiaro che non siamo qui a dire che questa sarà l'ultima legge che verrà approvata in materia di riordino dei servizi socio-assistenziali o in materia di modifica di queste strutture; noi per primi preferiremmo che in sede nazionale ci fosse un'impostazione di una legge normativa generale sui servizi socio-assistenziali, in modo da poter avere, anche ai livelli locali, dei parametri di riferimento più certi e meno indefiniti.
In conclusione, pongo alla vostra attenzione il fatto che mentre la prima normativa faceva riferimento soltanto alle competenze delle Province in materia di disabili previste dalle leggi vigenti, il testo definitivo approvato poi in sede di Parlamento, ha previsto non più la specificazione dei singoli servizi, ma in generale i servizi ancora gestiti dalle Province. Ciò consente, per esempio, l'introduzione di tutta la parte relativa ai disabili psichici, che nel nostro caso, dal primo testo presentato in sede governativa, sarebbero stati non compresi, anche se per la verità nel nostro testo di legge li avevamo già inseriti.
Mi pare che da tutte queste osservazioni e da questo discretamente lungo intervento - ma ritenevo corretto nei confronti del Consiglio fare questa analisi mi auguro abbastanza precisa - emerga la non coerenza degli emendamenti presentati al testo e alle normative nazionali a cui fa riferimento il testo.
Desidero anche precisare che la Commissione ha riesaminato e riadottato il provvedimento in data 29 gennaio, avendo già presenti le modifiche legislative in corso e quindi tenendo conto di tali considerazioni, già approfondite in quella sede.
Raccomando dunque l'approvazione del testo; per quanto riguarda gli emendamenti, questi non sono accettabili per i motivi di incompatibilità e di disomogeneità che ho cercato di illustrare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parole, passiamo all'esame del relativo articolato. ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi: al comma 3, sopprimere tutto il punto a), primo paragrafo, dalle parole: "delle quote relative" fino alle parole "DPCM8/ 8/85".
Gli emendamenti sono già stati illustrati.
La parola al Consigliere Maggiorotti per dichiarazione di voto.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

L'Assessore li ha già respinti in blocco. Per quanto riguarda il primo emendamento, è pur vero che si tratta di mettere ordine ad una questione relativa alle competenze e quindi anche al finanziamento di servizi.
Diciamo però che è proprio questa separatezza, anche finanziaria, tra sanità ed assistenza a creare problemi gravi nell'attribuzione, appunto, di competenze e nel finanziamento di servizi che, in quanto a cavallo tra sanità ed assistenza, sono finalizzati alla promozione della salute più che alla cura.
In questo senso, la divisione tra sanità e assistenza definisce una divisione tra chi si occupa di aspetti curativi e chi si occupa di tutto il resto, con un'evidente contraddizione con lo spirito della stessa legge quadro sull'handicap, recentemente approvata, la quale in realtà affronta la questione degli interventi sanitari ed assistenziali in maniera globale (almeno così io ho letto questa legge), proprio perché deve essere unitario l'intervento connesso alla prevenzione, cura e riabilitazione degli stati di handicap.
Inoltre, c'è la questione, non chiarita, della certezza sui trasferimenti dei fondi della sanità dal Fondo sanitario regionale all'assistenza. Questa certezza, in assenza dell'Assessore Maccari, in questa sede non ci può essere data, e io invece mi auguravo che lo fosse.
Quali atti certi verranno predisposti e sottoposti al(analisi della Commissione e del Consiglio che ci consentono di asserire che questi fondi in realtà, saranno trasferiti ai Comuni e alle UU.SS.SS.LL? Allo stato attuale questa certezza non c'è, mentre ci sono sicuramente i lamenti più volti espressi da tutta la Giunta, dall'Assessore alla sanità in particolare, sull'insufficienza del Fondo sanitario regionale. Pertanto mi preoccupa molto, in prospettiva, l'affermazione secondo la quale sarà comunque compito della Sanità coprire con fondi propri i finanziamenti non più trasferibili dalle Province ai Comuni.
In questo senso, invito il Consiglio a votare favorevolmente questo emendamento, se non altro perché è l'unico che offre certezza rispetto al futuro finanziamento dei servizi socio-assistenziali a valenza sanitaria.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 18 contrari e 7 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti: al comma 3 aggiungere un terzo paragrafo (punto c): "Dette risorse sono aumentate altresì di una quota compensatoria pari alle spese per la stipula di incarichi trimestrali al personale presente presso i servizi socio-assistenziali dal 1 /1 /90 e non più presenti in servizio alla data di entrata in vigore della legge 8/6/90 n. 142".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 18 contrari e 3 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti: al comma 4 sostituire la data "31 dicembre 1991" con "7 giugno 1990".
Pongo, in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 18 contrari e 3 astensioni.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 2.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame proposta di deliberazione n. 368: "Accordo fra l'Italia e la Svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri ed alla compensazione finanziaria a favore dei Comuni italiani di confine. Legge 26/ 7/75, n. 386"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 366, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Buzio; ne ha facoltà.



BUZIO Alberto

In linea di massima, siamo d'accordo con l'impostazione che privilegia il rapporto con le comunità montane come momenti di programmazione di questi interventi, la cui titolarità spetterebbe sostanzialmente ai Comuni in base all'accordo italo-svizzero, ma che giustamente hanno come riferimento un organismo sovracomunale, anche se bisogna raccomandare alle comunità di tener conto di quei Comuni di una certa rilevanza che esprimono pareri. Pareri che teoricamente dovrebbero essere vincolanti, ma che il Ministero suggerisce non lo siano, perché altrimenti non si potrebbe godere di questi fondi che ai Comuni interessano moltissimo.
Non vorrei esagerare facendo questa considerazione, ma credo che saranno solo le Comunità montane ad usufruire di questi fondi, perché al punto b) della deliberazione si dice: "direttamente ai Comuni nei casi in cui il Comune destinatario non faccia parte di Comunità montana". Credo infatti che i Comuni di confine facciano quasi tutti parte di Comunità montana; comunque, nel caso in cui non ve ne fossero, è giusto prevedere anche questa seconda ipotesi. La raccomandazione che faccio è semmai che Comuni e Comunità montane non vengano visti in modo conflittuale, ma che ci sia giustamente il riconoscimento in un organismo sovracomunale, il quale tenga conto però di questa titolarità che - ripeto - non deve essere conflittuale, bensì vista nell'ambito di una sinergia a produrre meglio e più efficacemente gli interventi in ordine a questi fondi che vengono introitati dal versante italiano.



PRESIDENTE

I Consiglieri Bresso, Buzio e Rivalta, chiedono la votazione per appello nominale.
Si proceda pertanto alla votazione.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 33 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri La proposta di deliberazione è approvata.
Il testo di tale deliberazione verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Enti strumentali

Esame progetto di legge n. 252: "Articolo 28, LR 43/91 - Compensi a favore degli Amministratori, dei Revisori e dei componenti il Comitato Scientifico dell'IRES - Rettifica di errore materiale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 252, di cui al punto 16) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Zanoletti, relatore.



ZANOLETTI Tomaso, relatore

"Illustre Presidente, Signori Consiglieri, a causa di refusi incorsi nella compilazione del testo degli articoli 28 e 29 della LR 43/91 recante la nuova disciplina dell'I.R.E.S. - si è verificato un errore materiale, consistente nell'inserimento nel comma dell'articolo 28, che disciplina esclusivamente i compensi a favore degli Amministratori, dei Revisori e dei Componenti il Comitato Scientifico dell'I.R.E.S., delle parole "i rimborsi spese", peraltro esplicitamente previsti nel successivo articolo 29.
L'errore potrebbe indurre - in contrasto con ogni principio in materia a considerare ricompresi nei compensi anche i rimborsi delle spese che gli Amministratori, i Revisori ed i Componenti del Comitato Tecnico Scientifico possono eventualmente sostenere per l'esercizio del loro mandato.
Conseguentemente,, il disegno di legge n. 252 presentato dalla Giunta regionale propone la rettifica dell'errore materiale su indicato in termini di soppressione, nel contesto dell'articolo 28, delle parole "i rimborsi spese".
La I Commissione consiliare ha preso in esame il ddl n. 252, di cui sì tratta, nella seduta del 5 marzo scorso e lo ha approvato a maggioranza apportando al testo la modificazione formale occorrente ad adeguarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
Per quanto sopra esposto se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questo Consiglio".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, si proceda alla votazione dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito, della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Protezione civile

Esame testo unificato delle proposte di legge nn. 23 e 105: "Attuazione del DPR n. 175188 relativo al recepimento delle direttive CEE n. 821501 inerente i rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali. Disciplina delle funzioni di competenza regionale" - (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto 17) all'o.d.g. che prevede l'esame del testo unificato delle proposte di legge nn. 23 e 105.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Il problema è questo: sono stati presentati alcuni emendamenti dal Capogruppo Marchini che esigerebbero un esame che, obiettivamente, non mi sento di fare in pochi minuti; ragione per cui chiedo che questo punto sia iscritto al primo punto all'o.d.g. della seduta del 9 aprile. Vi assicuro che, per allora, avrò esaminato con attenzione gli emendamenti e avremo preso, come Giunta, una posizione precisa. Non c'è nessuna volontà dilatoria o di rinvio; voglio assicurare alla relatrice collega Bresso che questa è la vera posizione della Giunta. Gli emendamenti presentati stamani, come molto spesso capita, da un Gruppo di maggioranza esigono che mi consulti anche con i miei tecnici. Ho bisogno di un po' di tempo, quindi non chiedo alcun rinvio in Commissione, ma uno spostamento alla prossima seduta come spesso è avvenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Capisco benissimo il problema del Presidente in questo momento, in quanto non ha avuto modo di leggerli, anche se bisogna dire che sono più di 10 giorni che sono stati presentati. Mi pare ci sia qualche problema relativo a questa serie di emendamenti, nel senso che si tratta di emendamenti, per certi versi, stupefacenti, perché il Consigliere Marchini fa parte di ben due delle tre Commissioni che in modo unificato hanno lavorato su questa legge. Quindi, in sostanza, è una legge approvata all'unanimità da due riunioni congiunte di Commissione numerose, ma era già in dirittura finale con due riunioni congiunte a cui partecipavano, in teoria, i 314 del Consiglio, anzi forse più dei 314, perché in tre Commissioni è presente la quasi totalità dei Consiglieri.
E' quindi - ripeto - stupefacente che arrivino non emendamenti di tipo marginale, ma degli emendamenti che stravolgerebbero totalmente l'impostazione della legge, che - ricordo - non è solo un testo unificato ma è unificato tra due testi sostanzialmente identici, in cui le differenze riguardavano alcuni aspetti di organizzazione delle strutture e non riguardavano l'impostazione complessiva della legge, mentre questi la modificano sostanzialmente.
Sono un po' preoccupata rispetto alle ipotesi di discussione in aula anche perché, a questo punto, ritornare in Commissione sarebbe estremamente dilatorio; infatti si tratterebbe di riunire tre Commissioni e ci significherebbe mesi. Però la discussione in aula è ben strana ed avrà degli aspetti di notevole complessità. Sarebbe valsa la pena, oggi, fare almeno la discussione generale, in modo da chiarire ai colleghi i termini di una questione notevolmente complessa; altrimenti rischiamo di andare in aula magari anche la volta prossima, ma con altrettanta oscurità per tutti i colleghi. Si tratta di una materia tipica della Commissione, sulla quale ogni sforzo era stato fatto per giungere in aula con un lavoro chiarito e definito, proprio perché chi conosce un po' la materia sa quanto sia complessa da conoscere e da gestire. Ritenevo che almeno il chiarimento delle ragioni e gli interventi generali si potessero fare; poi, se vogliamo rinviarla, si potrebbe almeno pensare alla riunione di un comitato ristretto che istruisca la cosa. Mi sembra un po' strano, a questo punto avere questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ringrazio il Presidente per l'attenzione e anche la collega Bresso della misura con cui ha contenuto le sue considerazioni. Mi si darà peraltro atto che è una legge, forse la prima, rispetto alla quale il nostro Gruppo presenta un gruppo di emendamenti articolato.
La collega Bresso mi darà inoltre atto che il lavoro di questo Consiglio ci mette molte volte in situazione di imbarazzo. Non più di un'ora fa era riunita la III Commissione; è vero che sono state mandate delle lettere, ma così come quando si chiede ai commissari di andare a garantire il numero legale, sarebbe anche bene ricordare ai commissari che c'è la Commissione riunita, perché a me disturba molto non essere stato presente all'approvazione della deliberazione sulle procedure fieristiche.
Quindi, chiedo scusa, è un difetto da parte mia.
Devo assicurare la collega Bresso che, su questi emendamenti, mi rimetterò alla Giunta. Chiedo, in primo luogo, alla Giunta di fare una riflessione su tale questione, ma sicuramente non porterà via nella giornata adeguata più di tanto tempo. Lascio alla vostra valutazione se cominciare la discussione e riproporre il problema in aula, o fare una riunione ristretta. Questi emendamenti sono soprattutto un problema di Giunta. Collega Bresso, non è che debba decidere la Giunta, ma è un problema che attiene alla capacità della Giunta di gestire un meccanismo così complesso come quello che stiamo facendo avviare. Fin, quando avremo un sistema di funzionari dai quali, telefonando loro, ci si sente dire regolarmente che loro non hanno tempo, se hanno tempo non trovano i documenti, se non trovano i documenti ne hanno troppi, se ne hanno troppi non sanno dove h hanno messi! Questo succede! Posso fare il nome di un funzionario da cui vi sentite rispondere in questo modo.
Un meccanismo di questo genere a me sembra complesso dal punto di vista della sua gestione pratica. Devo anche dire, collega Bresso, che ho seguito poco la questione in esame anche perché nella riunione preliminare che c'è stata a me era sembrato che l'impostazione fosse del tutto diversa, e cioè che si affidasse ad una persona fisica con una struttura molto leggera tutta questa materia, individuando nella convenzione con l'esterno lo strumento dell'ag-giornamento e degli strumenti di verifica e di controllo.
Questo mi sembrava lo spirito del nostro lavoro. Mi ritrovo, alla fine, la riproposizione di meccanismi rispetto ai quali chiedo alla Giunta di fare una riflessione sulla loro praticabilità concreta e operativa, perché nel momento in cui noi tagliamo il personale ai Co.Re.Co, immaginiamo di istituire meccanismi di questo genere. Chiedo scusa, polemicamente, mi rendo conto è colpa mia, sono solo: siamo un Consigliere e un Assessore; mi viene da ricordare una battuta che feci una volta quando, spiegando ad un collega socialista, gli dissi che la differenza tra me e lui era che io ero il solo Consigliere liberale, lui invece era l'unico socialista solo Consigliere.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Chiederei di rinviare tutta la discussione al 9 aprile, anche perch dopo le dichiarazioni del Consigliere Marchini è possibile che alcuni emendamenti possano essere da qui ad allora ritirati o modificati; se c'è una possibilità di esame più attento con un momento di tempo davanti, credo che sia utile per un'approvazione della legge ragionata e convinta.
Tra l'altro, ho un impegno alle h.17,45 che mi porta via dall'aula per 45 minuti, rientrerò alle 18,30: è un impegno inderogabile al quale non posso mancare. Avviare la discussione generale mi parrebbe non utile, per cui facciamola il 9 aprile: arriveremo a quella data approfondendo bene gli aspetti che sono stati avanzati; non c'è nessuna volontà di ritornare in Commissione, altrimenti dilazioniamo troppo i tempi. Se, nell'esame degli emendamenti che farò con grande attenzione nel frattempo, vedessi che emergono necessità di consultazione, la Giunta potrà consultare la relatrice del documento oltre che il proponente degli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

Sono convinta che la gestione della direttiva Seveso e della Legge 175 sia effettivamente una questione di grandissima rilevanza e delicatezza.
Volevo fare delle osservazioni proprio di tipo esplicativo su quanto il Consigliere Marchini ha detto adesso, per invitarlo a ripercorrere alcuni passaggi. Mi rendo conto che i Gruppi piccoli hanno delle difficoltà, in particolare su materie di questo tipo, però vorrei rilevare come l'iter della discussione di questo progetto e questo disegno di legge sia stato un iter estremamente lineare, nel senso che le questioni in discussione su cui i due progetti di legge divergevano erano essenzialmente legate ad alcuni aspetti di organizzazione dei servizi. Ciò tenendo presente che le competenze complesse di cui parla il Consigliere Marchini sono competenze che discendono in maniera diretta dalla direttiva Seveso e dalla Legge 175.
Che cosa aggiungevano i due testi del progetto di legge e del disegno di legge? Poiché si tratta di una legge che ha compiti essenzialmente di informazione verso l'esterno (popola-zioni interessate e lavoratori), il progetto e il disegno di legge aggiungono alcune strutture intermedie che consentono una diffusione di conoscenze sul territorio da parte di tutti coloro che dovranno gestire i piani di emergenza e i piani di sicurezza. La cosa, che non è obbligatoria per la legge vecchia, ma che è peraltro consigliata nelle proposte di modifica della legge nazionale, riguarda la questione delle conferenze provinciali e dell'osservatorio che risponde proprio a quell'esigenza di cui parlava il Consigliere Marchini, cioè fornire alla Regione degli strumenti, nel senso di persone per gestire meglio la legge.
La questione organizzativa interna, che però non è trattata negli emendamenti di Marchini, riguardava se doveva trattarsi di un'unità flessibile o di un servizio. Si è optato alla fine su un'unità flessibile ed è stato garantito formalmente che sarà fissa non appena si potranno fare le necessarie modifiche di organico. Resta chiaro che - per forza di cose la Regione dovrà contare per le istruttorie, così come sta faticosamente facendo il Ministero dell'Ambiente, su esperienze esterne, perché oggi in Regione non sono disponibili competenze per fare istruttorie di questo tipo. La cosa che di nuovo mi fa pensare che sarebbe stato opportuno che il Consigliere Marchini fosse venuto a discuterne è che le obiezioni che il collega ha fatto non sono espresse nei suoi emendamenti; nei suoi emendamenti sono espresse altre obiezioni che io so anche chi ha fatto in sede di consultazione...



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, ritiro tutti gli emendamenti, voto contro la legge e ne faccio una questione di carattere personale.



PRESIDENTE

Proceda, Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

In che senso una questione di carattere personale?



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, tornerò in aula quando verrà garantito un maggiore rispetto tra di noi.



BRESSO Mercedes

Non credo di avere offeso proprio nessuno.



MARCHINI Sergio

I miei emendamenti sono ritirati, quindi sui miei emendamenti non parli più.



BRESSO Mercedes

Non ne parlo più; ovviamente, non ho più nulla da dire sull'argomento.



(Il Consigliere Marchini esce dall'aula)



RIVALTA Luigi

Si è voluto fare un caso su una legge molto importante. Il fatto è che la Regione Piemonte, la Regione più industriale d'Italia, dopo due anni è ancora senza le direttive Seveso.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta mantiene la richiesta di rinvio ad aprile.
Il Consiglio concorda.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 341 proposto dalla IV Commissione sul diritto allo studio per i soggetti portatori di handicap


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno presentato da quasi tutti i Gruppi di cui al punto 18) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Leo. Ne ha facoltà.



LEO Giampiero

Signor Presidente, non illustro il documento perché è chiarissimo autonomamente firmato e viene dalla IV Commissione; anche il Consigliere Marchini ha aggiunto la propria firma.
Voglio solo segnalare che in Commissione avevamo approvato delle piccolissime modifiche tecniche. Le leggo e credo che questo sia sufficiente. Al secondo punto, dove si dice: "Consapevole che tale progetto, unitamente ad altre importanti attività di completamento ed integrazione scolastica, ecc.", inseriamo: "quali laboratori e scuola integrata". Il punto: "Chiede che vengano tenuti, ecc. ", viene modificato con: "sollevate da più parti e tese a garantire la continuità a progetti per l'integrazione scolastica"; così è più chiaro. Alla fine, l'ultimo punto: "Si impegnano a sviluppare, ecc." diventa: "un dibattito sulla situazione Piemontese in relazione alle varie attività gestite nella scuola dagli enti locali e all'affermazione del diritto allo studio universitario".
Ho solo annunciato piccoli emendamenti tecnici.



RIVALTA Luigi

E' un'offesa per te essere portatore degli interessi dei portatori di handicap!



LEO Giampiero

Ho visto, insieme ai Consiglieri della IV Commissione, queste piccole rettifiche; consegno il testo corretto alla Presidenza del Consiglio affinché venga posto in votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bodrero. Ne ha facoltà.



BODRERO Antonio

In linea di massima, sarei favorevole, però ho la solita riserva della lingua e cultura nazionale piemontese; quindi mi asterrò.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno n. 341, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte, particolarmente attento al progetto che nella città di Torino consente di offrire ai minori portatori di handicap anche gravi, la opportunità di esercitare pienamente e con successo il diritto allo studio mediante importanti attività di sostegno consapevole che tale progetto, unitamente ad altre importanti attività di completamento ed integrazione scolastica, quali laboratori e scuola integrata che hanno richiesto consistenti risorse economiche ed umane rende la città di Torino tra le più avanzate in Italia a conoscenza della proposta di modifica di tale progetto avanzata dalla Giunta comunale nel rispetto della legislazione vigente chiede che vengano tenuti in particolare considerazione le preoccupazioni sollevate da più parti e tese a garantire la continuità a progetti per l'integrazione scolastica, contro l'emarginazione sociale e la istituzionalizzazione di minori già pesantemente svantaggiati si impegna a sviluppare nel proprio interno e dopo aver espletato un'indagine conoscitiva sullo stato delle iniziative di sostegno, un dibattito sulla situazione piemontese in relazione alle varie attività gestite nella scuola dagli enti locali e all'affermazione del diritto allo studio per i soggetti portatori di handicap.
Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla attuazione della legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate in relazione alle iniziative che la legge stessa demanda alla Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Dovremmo ora esaminare i punti che questa mattina, con una votazione ho inserito all'o.d.g., ritenendo che il Gruppo PDS avesse dato il proprio assenso.
La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

La verifica che abbiamo fatto nell'ambito del nostro Gruppo ci porta ad avere la conferma sul fatto che il nostro Capogruppo, che adesso è assente non era d'accordo sull'iscrizione. Sulla base di quella assunzione, di cui non faccio colpa a nessuno, chiediamo quindi di ripetere la votazione. Mi pare un elemento di pura correttezza per chiudere la questione di questa mattina.



MARCHINI Sergio

Si voti se iscriverla o non iscriverla, Presidente!



PRESIDENTE

Risaliamo, non all'o.d.g. della seduta dei Capigruppo di questa mattina, ma al fatto che, se abbiamo messo in pre-iscrizione tali argomenti, è perché anche il Consigliere Monticelli, che era presente alla seduta dei Capigruppo, o il rappresentante del Gruppo PDS, aveva convenuto che potessero essere messi in pre-iscrizione.
Questa mattina ho detto, ad abundantiam, perché era già stato convenuto nella riunione dei Capigruppo, altrimenti non ci sarebbe stata la pre iscrizione (come procedura - Consigliere Riba - l'ho potuto iscrivere perché stabilito nella Conferenza dei Capigruppo), che avremmo proceduto anche alla votazione attraverso i 31 voti per l'iscrizione all'o.d.g. Non è stato detto niente, quindi abbiamo pensato ad un assenso generale, tant'è che prima di passare alla votazione mi sono consultata con i funzionari che erano presenti e abbiamo proceduto alla votazione.
In questa votazione, dato che avevamo 35 voti, i due Consiglieri che hanno votato contro sono stati registrati, ma il Consigliere Porcellana mi riconferma di aver contato 31 voti. Questo è il motivo per cui ho detto che c'erano 31 voti favorevoli.
E' indubbio che questa mattina, visto che è stata contestata la votazione, ho detto che si sarebbe potuto ripeterla. Non ho addebitato in maniera automatica i voti del PDS, tant'è che alcuni componenti del PDS avevano votato a favore. Questo è quanto ho inteso questa mattina e ciò che nella seduta dei Capigruppo ordinaria era stato detto. Diversamente, non sarebbero stati iscritti; è una cosa assolutamente lineare e in buona fede.
Tutti coloro che erano presenti, non solo questa mattina, ma anche la volta precedente, sanno che per poter iscrivere all'o.d.g. gli argomenti, i Capigruppo devono essere d'accordo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bresso. Ne ha facoltà.



BRESSO Mercedes

Intanto, quando gli oggetti sono in pre-iscrizione non si sa ancora nulla senonché forse verranno licenziati; quindi, nel frattempo, possono essere successe diverse cose.
Ricordo solo che quello che avevo chiesto era di votare punto per punto l'iscrizione, perché noi avevamo delle obiezioni su alcuni punti; lei Presidente, non mi ha lasciato dire neanche su quali, sostenendo che il mio Capogruppo era d'accordo su tutti. Così non era, perché all'inizio della seduta noi avevamo discusso con, il Capogruppo su quali punti accettavamo l'iscrizione e su quali la maggioranza doveva avere i 31 voti.
Adesso possiamo anche valutare se sia legittimo o meno ripetere la votazione, ma non voglio entrare nel merito di questo. Io ho semplicemente avuto dei dubbi sulla votazione, perché era stata data la stessa votazione della volta prima, mentre invece alcuni confermano che erano fuori aula.
Può capitare che per una volta lei si sia sbagliata; la pregherei Presidente, d'ora in poi di non interpretare i Capigruppo, essendo comunque presenti dei Consiglieri del Gruppo e anche sapendo che, in ogni caso l'assenso dei Capigruppo, anche quando c'è, è ordinario e non può certo essere vincolante per l'opinione dei Consiglieri. Qualunque Consigliere ha il diritto di chiedere che l'iscrizione avvenga punto per punto, in modo che tutti possano esprimersi. Io ero d'accordo sull'iscrizione della maggior parte dei punti; volevo spiegare perché, in questo caso tutto il Gruppo ma anche fossi stata io sola, ero contraria a quella iscrizione.
Dopodiché, data l'affermazione volontariamente e liberamente espressa dal Presidente, sarebbe opportuno rifare le iscrizioni nella modalità che avevo richiesto; tuttavia non ne facciamo una questione ultimativa, anche perch si può sempre rinviare la discussione.



PRESIDENTE

E' quanto le avevo già risposto questa mattina, cioè che avevamo fatto una votazione cumulativa perché nessuno per tempo aveva detto nulla di diverso; di questo mi darete atto (credo anche il Consigliere Monticelli che non c'è). Le avevo anche detto che le questioni sulle quali non c'era convergenza comunque non sarebbero passate; so che su alcune questioni ci sono dei pacchetti di emendamenti, per cui non ci sarà convergenza e non le faremo.



MARCHINI Sergio

Perché non le faremo?



PRESIDENTE

Cosi ho sentito, Consigliere Marchini; quando arriveremo a quel punto valuteremo. Stiamo però tutti un po' più tranquilli!



BRESSO Mercedes

In realtà, è proprio il contrario.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, svolgo un brevissimo intervento, perché non intendo parlare su tutti questi argomenti sui quali, pur dissentendo personalmente su tre in sede dì Conferenza dei Capigruppo avevo dato il mio benestare sia alla pre-iscrizione e che all'iscrizione in aula. Ritengo che la battaglia politica che darò sulle tre proposte relative ai Regolamenti per la navigazione, sui quali sono in completo disaccordo, non mi possa per portare a impedire la discussione in aula sin d'ora; voterò quindi a favore di tutti questi inserimenti.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 254: "Integrazione dell'art. 49 della L.R. 7/6/1989, n. 34, in materia di patrocinio legale per i dipendenti regionali"


PRESIDENTE

Passiamo dunque all'esame del progetto di legge n. 254.
Non essendovi richieste di parola passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art, 1 è approvato.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 208: "Inquadramento nel ruolo regionale del personale dipendente della Promark"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 208.
La parola al relatore, Consigliere Zanoletti.



ZANOLETTI Tomaso, relatore

"La Promark, S.p.A, a partecipazione regionale (56,3%), ha operato nelle attività della promozione e gestione di iniziative commerciali per sostenere ed incrementare le attività economiche del Piemonte, favorendo lo sviluppo ed il coordinamento di tali iniziative relativamente ai settori produttivi industriale, agricolo ed artigianale e a quelli commerciali, a livello sia nazionale sia internazionale.
In particolare, la Società ha per oggetto lo sviluppo di attività propagandistiche del mercato dell'abbigliamento, della moda e della cosmesi nell'ambito dell'industria, dell'artigianato e del commercio anche mediante l'allestimento di mostre e saloni.
Per varie difficoltà sopravvenute, la predetta Società è stata sciolta anticipatamente, mediante procedura di liquidazione ordinaria, con deliberazione assunta dall'assemblea straordinaria in data 17 giugno 1991.
Peraltro, all'interno della Società il personale dipendente ha maturato professionalità che la Regione non intende disperdere, poiché riguardano un settore di attività di competenza regionale (settore programmazione promozionalità attività terziario produttive).
Si giustifica quindi l'intendimento di acqui-sire dette professionalità alla Regione stessa mediante ingresso nel ruolo regionale dei dipendenti previa procedura concorsuale riservata.
A tale scopo è stato dalla Giunta regionale predisposto il disegno dì legge n. 208.
Esso, all'art. 1, prevede che il personale della Promark S.p.A. è immesso, a domanda, nel ruolo regionale, previo espletamento di concorso riservato e che, comunque, l'ammissione a tale concorso è subordinata al possesso di tutti i requisiti previsti per l'accesso all'impiego nella Regione Piemonte, con la sola eccezione del requisito dell'età.
All'art. 2 è previsto l'incremento di 6 posti della dotazione organica complessiva della Regione, di cui 3 posti di VI qualifica funzionale e 3 posti di IV qualifica funzionale, per consentire detto ingresso.
All'art. 3 è previsto che il personale in possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado partecipa, a domanda, al concorso riservato per la VI qualifica funzionale, che quello in possesso della licenza della scuola dell'obbligo partecipa al concorso riservato per la IV qualifica funzionale e che l'inquadramento nel ruolo regionale ha effetto ai fini giuridici ed economici, dalla data del provvedimento di nomina.
All'art. 4 è previsto che il trattamento economico spettante in dipendenza dell'inquadramento in ruolo è quello stabilito, per le rispettive qualifiche, dalla legge regionale 23 aprile 1990, n. 36.
Sempre all'art. 4 è previsto che trovino applicazione, ai fini del trattamento di quiescenza e previdenza, le disposizioni vigenti in materia di ricongiunzione dei servizi.
La I Commissione consiliare ha preso in esame il disegno di legge, di cui si tratta, nella seduta del 9 gennaio scorso, sospendendone poi d'intesa con la Giunta, la prosecuzione, al fine di consentire un'ulteriore riflessione in proposito. Su richiesta della Giunta, la Commissione ha quindi ripreso in esame il provvedimento nella seduta del 12 marzo e lo ha quindi approvato a maggioranza, dopo aver apportato al testo alcune modificazioni di natura sia sostanziale che formale.
Le modificazioni sostanziali riguardano innanzitutto, per evidenti ragioni di equità nei confronti dei dipendenti regionali, la soppressione del comma 2 dell'art. 4, in cui era prevista la conservazione, a titolo di assegno personale, dell'eventuale differenza fra il trattamento economico spettante a seguito dell'inquadramento nel ruolo regionale e quello in godimento alle dipendenze della Promark e poi, su indicazione della Giunta la riduzione da 16 a 6 dei posti riservati al personale della Promark interessato all'inquadramento in Regione.
Dal novembre 1991, epoca di presentazione del disegno di legge, ad oggi 9 dipendenti della Promark hanno infatti trovato una diversa sistemazione lavorativa.
In conseguenza della riduzione del numero dei posti, anche la spesa è stata ridotta in proporzione.
Le modificazioni formali sono volte unicamente ad operare qualche adeguamento del testo alle prescrizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
Per quanto sopra esposto, se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa Assemblea".



PRESIDENTE

Passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Emendamento presentato dalla Giunta: al comma 1, dopo le parole "in corso di liquidazione" sono inserite le parole "...e che alla data del 17 marzo 1992 non abbia alcun rapporto d'impiego alle dipendenze di privati o Enti pubblici".
L'emendamento è chiarissimo; non essendovi interventi lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 2 astensioni (1 Consigliere non partecipa alla votazione).
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 1 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 33 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 33 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 33 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 33 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 33 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art..5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 33 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 33 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Iniziativa legislativa popolare e degli enti locali - Referendum abrogativo e consultivo

Esame progetto di legge n. 242: "Modifica dell'art. 11 della LR 20/12/1990 n. 55 - Modificazione della LR 16/1/1973, n. 4, in materia di iniziativa legislativa popolare e degli Enti Locali e di referendum"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare il progetto di legge n. 242.
La parola al relatore, Consigliere Porcellana.



PORCELLANA Francesco, relatore

"Illustre Presidente, Signori Consiglieri, dapprima la prassi giurisdizionale consolidata e applicata in via analogica con la normativa statale e poi fin dalla legge regionale 17/12/1979 n. 74, concernente il recepimento dell'accordo nazionale di lavoro per i dipendenti della Regione per il triennio 1976-1978, l Amministrazione regionale - nell'ambito della tutela dei propri diritti ed interessi - ha assicurato, ai sensi dell'art.
22 della legge regionale citata, l'assistenza in sede processuale ai dipendenti che si fossero trovati implicati in procedimenti di responsabilità civile o penale, in conseguenza di fatti ed atti connessi all'espletamento del servizio ed all'adempimento dei compiti d'ufficio.
Ciò, peraltro, senza ulteriori precisazioni in ordine alle modalità in cui l'assistenza potesse venire assicurata.
La norma anzidetta, nel dettare i presupposti ed i limiti in base ai quali la Regione poteva assicurare tale assistenza, non poneva limiti espliciti per valore di spesa o per numero di legali: demandava pertanto pur in riferimento a prassi diverse presso i vari Enti pubblici, la determinazione dell'entità della spesa a carico ad una valutazione di congruità tra numero di legali e difficoltà difensive nel procedimento giurisdizionale.
In proposito non va dimenticato che, mutuandosi la normativa preesistente da quella statale, il principio generalmente e in prima istanza dedotto in quella sede era l'utilizzazione delle avvocature interne e, solo in mancanza di esse, il ricorso a legali esterni, previamente determinati che, ordinariamente, sono in numero di uno.
In molti casi poi presso la Pubblica Amministrazione non era riconosciuto il rimborso delle spese legali non preventivamente autorizzate.
In presenza di un tale contesto normativo, è intervenuta la legge regionale 7/6/1989, n. 34 (di recepimento dell'accordo nazionale di lavoro 1985-1987), la quale, all'art. 49, ha disciplinato nuovamente, seguendo i principi già fissati dal citato articolo 22 della L.R. 74 / 79, il patrocinio legale per i dipendenti regionali coinvolti in procedimenti giurisdizionali civili o penali. La norma è anche del tutto analoga e omologa a quella dettata per gli amministratori regionali nella L.R.
18/04/1989, n. 21.
Nel disciplinare la materia, la nuova normativa ha introdotto, tra l'altro, esplicitamente un limite numerico nella scelta dei difensori del dipendente eventualmente citato in giudizio, stabilendo, per ogni tipo di procedimento giurisdizionale, quello di un solo legale.
Con il disegno di legge n. 254 la Giunta regionale ha inteso fissare una disciplina transitoria, volta a regolamentare la specifica fattispecie descritta nella norma stessa, vale a dire il caso in cui, nel periodo di vigenza della pregressa normativa (e quindi in assenza di limiti numerici prefissati), il dipendente si sia avvalso dell'opera di più di un legale. A ciò si è giunti per considerazioni di equità a favore di alcuni dipendenti regionali che risulterebbero - a medio termine - svantaggiati.
Per conseguenza, il dipendente, nei cui confronti è stato aperto un procedimento giurisdizionale (con tempi a volte molto lunghi) e che all'atto dell'apertura del procedimento ha fatto affidamento, affidamento per la scelta della difesa, sulla normativa in quel momento in vigore ritenendo di poter avere il rimborso integrale delle spese a tale titolo sopportate, può ora vedere soddisfatta la sua attesa di rimborso, anche nel caso in cui il procedimento giurisdizionale si sia concluso, con la conseguente richiesta di rimborso delle spese legali sostenute, dopo l'entrata in vigore della citata legge regionale n. 34 del 1989.
Per evitare tuttavia che tali ragioni di equità comportassero oneri insostenibili per l'Assessore regionale, in un corretto contemperamento con altre esigenze di analoga natura, riferite sia agli amministratori regionali sia a fattispecie presentatesi successivamente, la Giunta ha individuato un limite di spesa per ciascun procedimento giurisdizionale che viene fissato in complessive lire 20.000.000 per ogni dipendente interessato e che appare sicuramente congruo.
La I Commissione ha preso in esame il provvedimento di cui si trattai lo ha approvato nella seduta del 12/3 scorso.
Per quanto sopra esposto e, in particolare, in considerazione di un'esigenza di equità nei confronti di alcuni dipendenti regionali che diversamente, risulterebbero, come si è detto, svantaggiati, se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa assemblea, tenendo comunque conto che il provvedimento ha una portata di carattere soltanto transitorio".



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame dell'articolato: ART. 1- Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 32 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 1 è approvato.



FOCO ANDREA


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Esame proposta di deliberazione n. 389: "Regolamento per la disciplina della navigazione sulle acque del Lago di Mergozzo"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 389.
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Il lago di Mergozzo è attualmente privo di regolamento, nonostante vi sia navigazione a motore. Abbiamo svolto le consultazioni con gli Enti pubblici e gli operatori, come usiamo fare, per verificare le nostre proposte di regolamento e siamo addivenuti alla proposta odierna di regolamentare la navigazione su questo lago , introducendo il principio del divieto della navigazione a motore, salvo alcune eccezioni riguardanti la scuola di sci nautico e i residenti del Comune di Mergozzo, come da richiesta del Comune stesso, che sono circa una decina.
Questo regolamento è stato predisposto sulla falsariga di quello per il lago d'Orta, in quanto il divieto di navigazione a motore riguarda l'uso turistico o qualsivoglia altro tipo, ad eccezione dei residenti e della scuola di sci nautico.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La discussione generale è aperta.
La parola al Consigliere Buzio, che invito anche ad illustrare gli emendamenti presentati dal Gruppo PCI-PDS.



BUZIO Alberto

Le dimensioni del lago di Mergozzo sono microscopiche, è un bacino molto ridotto rispetto a quelli che verranno esaminati successivamente: ha un'area di 1,8 chilometri quadrati ed un bacino idrico di 10,4 chilometri quadrati. Il lago di Mergozzo originariamente era collegato direttamente al lago Maggiore, ora è collegato allo stesso da un canale su cui recentemente è stato realizzato un intervento di tre miliardi per migliorare il collegamento.
Date le dimensioni e le caratteristiche di, questo lago, la Regione Piemonte avrebbe potuto vietare la navigazione a motore senza deroghe n eccezioni alcune. D'altra parte, una richiesta in tal senso è emersa non solo dalla comunità mergozzese, ma anche dai pescatori e dai campeggiatori coloro insomma che fruiscono del lago. La Regione poteva quindi creare un precedente significativo, vietando totalmente la navigazione a motore l'Assessore invece ha parlato di deroghe per lo sci nautico e i residenti per cui si dovrà discutere in sede ,di emendamenti. Ne sono stati presentati molti sia dal nostro Gruppo che da altri. Già in sede di Commissione abbiamo annunciato il nostro orientamento verso la soppressione della navigazione a motore; al limite, si potrebbe sancire una norma transitoria- non una deroga scritta in un articolo di legge - che preveda la possibilità di esercitare lo sci nautico solo per il 1992.
Sui numerosi emendamenti presentati anche da altri Gruppi ci riserviamo di intervenire in seguito.
Ribadisco comunque che su un lago di queste dimensioni era possibile fare un intervento più radicale in tranquillità di coscienza. A nostro avviso, la navigazione a motore su questo lago deve comunque essere vietata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Ritengo positiva questa ripresa di discussione in aula sulla questione dei laghi, seppure questa discussione passi attraverso il problema dei regolamenti di navigazione, perché è una discussione importante che riguarda alcune delle risorse naturali più significative che abbiamo nella nostra Regione. D'iniziativa dell'Assessore Panella, di fornire di regolamenti o di modificare i regolamenti che si sono rivelati un po' obsoleti, credo sia un'iniziativa che va valutata positivamente.
Nella scarsissima discussione che c'è stata in Commissione su questi argomenti, sono emerse alcune cose che vorrei brevemente riproporre. La prima è che c'è il rischio di vedere il lago come una specie di buco riempito d'acqua, separato da tutto quello che lo circonda e quindi di fare delle scelte che riguardano la navigazione, ma che in realtà riguardano il modo di far sopravvivere o no una risorsa naturale come il lago; c'è il rischio che questa discussione avvenga, ignorando che il lago è una parte di risorsa naturale, che è un insieme non separabile da quello che ha attorno e quindi dalle rive, dal tipo dì sviluppo abitativo attorno alle rive, dai mezzi di comunicazione per arrivarci, dallo sviluppo collinare attorno ai laghi, dalla qualità dell'acqua e dell'aria.
Queste scelte di regolamentazione della navigazione sono importanti perché vanno a condizionare per anni, forse per decenni, in una direzione o nell'altra, l'insieme di questa risorsa. Da questo punto di vista mi sembra che in Commissione siano emerse, ma non si siano chiarite, due o tre questioni di fondo. La prima è che la Regione deve fare una scelta chiara alla fine dei conti, su quale tipo 'di turismo vuole proporre e quindi stimolare e sviluppare nei laghi piemontesi. A seconda delle scelte che si fanno, si sviluppano forme di turismo di tipo diverso che hanno effetti diversi sull'ambiente che sta attorno ai laghi. Una delle cose più discusse (anche se non è forse la più importante, ma è una di quelle importanti), è ovviamente la questione della navigazione a motore. Credo che la Regione debba scegliere, in particolare per i laghi piccoli, ma anche per i laghi di una dimensione più grande come Orta e Viverone, qual è il modello di turismo che vuole favorire o reprimere; se è quello dei laghi riempiti di centinaia di barche a motore o se è quello dei laghi come ambienti naturali nei quali c'è una forma diversa di fruizione di turismo, più interessata forse al lago come risorsa naturale che al lago come grande piscina su cui fare le corse con i motoscafi a motore (per non parlare delle sciaguratissime motorette il cui uso si è sviluppato negli ultimi anni).
Questa scelta, a mio parere, va fatta con chiarezza, magari non immediatamente perché tutto non si può fare immediatamente, però questa Regione ha la possibilità di scegliere il destino dei laghi.
La seconda questione che non è emersa con chiarezza in Commissione è il rapporto fra la Regione ed i Comuni. Personalmente non ho chiaro, sia per i regolamenti di laghi che già esistono, sia per quelli che si stanno facendo, come per Mergozzo, come tutto ciò si traduca in atti che superano la carta stampata; diventano atti di governo reale del territorio e non mi è chiaro quali siano i diversi ruoli della Regione, dell'Assessorato, del Servizio dell'Assessorato che ha competenza di questo argomento, dei Comuni che stanno sui laghi e di quelle strutture e di quelle forme di controllo regionali e degli enti locali che devono garantire che le leggi, o i regolamenti che in questo caso facciamo, in un modo o nell'altro, diventino pratica e non pezzi di carta. La questione non è banale, perché la decisione presa in Commissione, anche sulla base di qualche richiesta di maggiore documentazione fatta dal Consigliere Chiezzi ed altri, era di verificare quale fosse la situazione reale dei laghi, in particolare di questi tre di cui si parlerà nelle prossime ore. E' emerso un quadro non chiaro. L'impressione che qualcuno di noi ha avuto è che, in realtà, per alcuni laghi dei regolamenti ci siano; alcuni Comuni sono interessati a farli rispettare, altri Comuni non sono interessati e qualcuno addirittura li boicotta. Così le eventuali sanzioni, tutto ciò che va a regolamentare questa materia rischia di diventare aleatorio, senza chiari riscontri di fatto. Quindi inviterei in questo dibattito, se è possibile, a tenere presente anche questo argomento.
Detto questo, per quanto riguarda il lago di Mergozzo, dove un regolamento non c'è e verrebbe fatto con la discussione di oggi, credo sia il caso che la Regione compia subito una scelta. Intanto non è uno dei laghi completamente distrutti - uso un eufemismo, ma ci capiamo - è ancora vivibile, con un ambiente naturale sopravvissuto alle macerie di un certo tipo di turismo. La dimensione dei problemi che si pongono, in particolare per quanto riguarda la navigazione a motore, è sostanzialmente limitata alla scuola, alla società di sci nautico. Il lago è di dimensioni piccole Mergozzo è un terzo di Viverone, un decimo del lago d'Orta e più di un centesimo del lago Maggiore, quindi è un lago nel quale sinceramente l'utilizzo di mezzi a motore di qualunque tipo è meno motivato che in altri laghi.
Ciò detto, accenno ai pochissimi emendamenti presentati: quello fondamentale è di fare la scelta, subito, di vietare l'utilizzo della navigazione a motore e quindi nel caso di Mergozzo l'attività della società di sci nautico. Occorre chiudere questo discorso, almeno per Mergozzo, il più presto possibile. Gli emendamenti che ho presentato si sono limitati a tale questione, che è una delle più importanti per il lago di Mergozzo soprattutto per dare un segnale di qual è la direzione che io mi auguro la Regione voglia percorrere anche per il lago d'Orta e il lago di Viverone.
Gli emendamenti presentati coinvolgono sostanzialmente l'art. 3 dove, in una forma fra l'altro neppure chiara, dopo aver dichiarato nell'art. 2 che la navigazione a motore è vietata su tutto lo specchio d'acqua, si fa la deroga, in pratica riferita alla scuola di sci nautico. Quindi, le richieste fatte attraverso gli emendamenti principali che ho presentato si pongono 1'2obiettivo di fare la scelta, dando come scadenza il 1992, di chiudere definitivamente, almeno per quanto riguarda il lago di Mergozzo con la navigazione a motore.
Mi riservo successivamente di fare un ulteriore intervento sulla questione generale dei laghi nella discussione, che ritengo sarà più accesa, sul lago di Viverone, che è la realtà più compromessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, il lago di Mergozzo è una gemma ambientale posata ai piedi delle Alpi. Questo regolamento non ha scelto questo riferimento per organizzare le norme sulla vita che l'uomo può tenere attorno e sopra questa gemma ambientale. Non si è scelto l'ambiente lacustre come priorità esplicita di fronte alla quale le attività umane debbono scegliere modi per esercitarsi, tali da valorizzare e rispettare e, aggiungo, godere veramente delle bellezze di questa gemma.
Il regolamento che propone la Giunta segna un compromesso con il modo di essere delle attività umane nei confronti del tempo libero, così come oggi si esercitano, e con tutto il peso economico che anche le attività del tempo libero, così come sono, oggi esercitano.
Queste attività - fattività a motore di tipo violento, non di piccolo cabotaggio, ma di grosse potenze che muovono grosse masse d'acqua con rumori imponenti - contrastano in modo esplicito con l'ambiente lacustre e lo faranno morire. La società utilizza il lago come non fosse altro che un'estesa massa liquida, sulla quale poter scivolare in piedi su una tavola trascinata da una potente imbarcazione a motore. A mio avviso, è un modo di realizzarsi delle attività dell'uomo che, in questo luogo (bisogna dirlo chiaramente), non possono più esercitarsi, perché il luogo non lo consente perché è un'attività distruttrice di un valore superiore.
Questo regolamento potrebbe essere il momento - lo diceva prima anche il Consigliere Marino - per mettere in discussione e dare delle alternative diverse dalle attuali, relative al tipo di economia che noi intendiamo privilegiare e aiutare a svilupparsi, un tipo di economia legata ad altre attività del turismo è del tempo libero. Non è vero che l'economia legata al motore sia l'unica in grado di sostenere uno sviluppo turistico. E' senz'altro un'economia che ha dei potenti interessi consolidati. Qui si tratta, partendo proprio dalle piccole gemme come Mergozzo, di lavorare per far crescere economie alternative, quindi attività che generino e producano ricchezza, ma compatibili con l'ambiente.
Ad esempio: tutto il settore ludico e sportivo legato a forme di utilizzo delle masse liquide, attraverso forze motrici naturali, (il vento innanzitutto) è senz'altro una forma di gran lunga più compatibile con l'ambiente. Si possono privilegiare sul lago di Mergozzo e nei luoghi circostanti, dove ciò è ritenuto compatibile con l'ambiente naturale (l'avifauna in particolare), quelle attività economiche che, oggi, sono considerate marginali, ma che potrebbero sostituire con vantaggi economici le attuali attività, che evidentemente la Giunta considera come le uniche da privilegiare, che sono quelle legate all'utilizzo di imbarcazioni a motore, dello sci nautico e via dicendo.
Quello che manca - e termino - è quindi una chiara indicazione di prospettiva, attraverso il regolamento del lago di Mergozzo, per nuovi riferimenti economici e culturali per il tempo libero, di cui il lago di Mergozzo potrebbe essere una potente leva.
Normando il regolamento sulla base della pura situazione esistente e degli interessi esistenti legati ad attività incompatibili con l'ambiente naturale, facciamo una cattiva opera regolamentare, ci adagiamo sugli interessi costituiti esistenti, e non programmiamo, per quanto ci compete un'idea e una serie di proposte concrete di sviluppo del turismo compatibili con l'ambiente, così come chiede sempre più la stessa natura.
Queste sono le osservazioni critiche a questa proposta di deliberazione. Mi collocherò poi favorevolmente su tutti gli emendamenti che espliciteranno queste scelte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi valutiamo positivamente l'intervento dell'Assessorato, vale a dire quello di volere aggiornare o prevedere ex novo in alcuni casi i regolamenti per quello che è certamente uno degli utilizzi a maggiore impatto ambientale delle acque lacuali del Piemonte.
Giudizio generalmente positivo che subisce però un distinguo, nemmeno troppo sottile, tra i bacini di media e grande dimensione e quelli di dimensioni ridotte. Questi ultimi hanno solitamente mantenuto - vorrei dire in modo quasi eroico - caratteristiche dì qualità ambientali che li rendono recuperabili a interventi di tutela che vadano nella direzione di una promozione turistica qualificata. Ma, per garantire non soltanto a parole e non compromettere questi usi per un futuro prossimo, occorre immediatamente porre in atto degli interventi capaci di consentire un'inversione dì tendenza nell'uso dei nostri bacini lacuali e l'avvio soprattutto di azioni di riqualificazione ambientale e anche di uso turistico.
Il nostro pensiero quindi corre prioritariamente, visti i soggetti del dibattito di questa seduta, soprattutto ai laghi di Mergozzo e di Viverone.
Siamo in particolare molto preoccupati da questo secondo caso. Proprio sul lago di Viverone riteniamo del tutto insufficiente il confronto, che peraltro è stato quasi inesistente, in Commissione, dove il dibattito è stato troncato dal richiamo a delle urgenze che, francamente, non abbiamo compreso e non ci hanno affatto convinti. Per questo motivo, nel caso in cui si insistesse nel voler dibattere il regolamento del lago di Viverone nella seduta di oggi, noi ci riserviamo di presentare una richiesta di sospensiva.
Venendo invece nel merito di questo primo punto all'o.d.g., cioè al lago di Mergozzo, vorrei soffermarmi un attimo a sottolineare quali sono le valenze di grande pregio ambientale di questo bacino. Valenze sulle quali varrebbe la pena di soffermarsi abbastanza approfonditamente proprio oggi alla vigilia della presentazione del nuovo parco nazionale, quello della Val Grande, che è posto nelle vicinanze del lago di Mergozzo, che fa da cerniera tra il neoparco nazionale e la riserva di Fondo Toce. Non.solo ma è anche a ridosso di un'altra area di grande pregio di cui abbiamo sottolineato la particolarità chiedendo l'inserimento nella riserva di Fondo Toce, vale a dire quel Mont'Orfano che sul piano scientifico e geomorfologico ha una grande importanza assieme al nucleo abitato omonimo che mantiene delle tipologie di fabbricati ancora fedeli a quelle originarie. Anche in questo caso, cose abbastanza rare in questo nostro Piemonte.
Inoltre, ribadiamo per questo lago, per le sue caratteristiche di tipo ambientale, quella valenza turistica a cui ci richiamavamo prima e quindi la necessità di un'inversione di tendenza rispetto a un turismo fracassone e distruttore com'è quello in parte oggi praticato per puntare invece su un turismo qualificato, didattico, scientifico, che consenta la riscoperta e la valorizzazione di quei beni, di quei valori paesaggistici e della testimonianza dell'uomo e della natura.
Questo turismo in forme compatibili con la tutela del bene ambientale e del bene naturale significa per Mergozzo innanzitutto, date le caratteristiche specifiche e la dimensione di questo bacino, puntare su degli interventi e delle possibilità di fruizione che non vadano ad intaccare con i moti ondosi e con gli inquinamenti da idrocarburi la qualità specifica delle acque del lago, che se non vado errato sono tra le poche in Piemonte in cui è ancora possibile la balneazione.
In questa direzione, senza dubbio, la presenza della navigazione a motore incide non poco su queste caratteristiche e non soltanto su quelle paesaggistiche di fruizione, ma anche ad esempio sulla fauna ittica e sull'acqua stessa come elemento prezioso. Ovviamente, anche la presenza dell'attività di sci nautico ci vede molto perplessi perché riteniamo che vada comunque a svilire la possibilità di atteggiarsi: in modo diverso rispetto a una fruizione del lago stesso. Per questo noi abbiamo presentato una serie di emendamenti, i quali si pongono sostanzialmente l'obiettivo di fare in aula, e ce ne dispiace, la discussione che poteva essere fatta proficuamente già in Commissione. Ma soprattutto quello di eliminare qualsiasi attività turbativa dell'ecosistema del lago, permettendo quindi la riqualificazione dello stesso e l'avvio di una politica turistica locale di tipo diverso per la quale riteniamo che i posti di lavoro, che magari oggi in qualche maniera vengono sbilanciati per la chiusura dell'attività a motore e dello sci nautico sul lago, possano essere proficuamente recuperati anche in prospettive che sappiamo guardare con meno miopia all'oggi, ma più al futuro, a quello che può essere fatto impedendo questa navigazione e chiudendo con regolamento la possibilità dell'attività con il motore sul lago dì Mergozzo. Quindi, in particolare, ci preme sostenere l'emendamento cardine di quelli che abbiamo presentati, che è quello che prevede la rinuncia all'attività di sci nautico che pure è già presente in deroga e che indichiamo di limitare al 31 dicembre di quest'anno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Data l'ora, vedrò di non dilungarmi troppo, però permettetemi alcune note dette non tanto da Consigliere regionale quanto da persona che conosce questi laghi, vive su questi laghi ed ha anche avutola fortuna di nascere proprio su questi laghi. Penso che quello che sta facendo la Regione nel suo complesso sia una cosa valida; penso che fra pochi mesi o comunque a breve tempo noi dovremo arrivare ad una regolamentazione del lago Maggiore e ad una limitazione sul lago d'Orta, a una eliminazione dei motori sul lago di Mergozzo. E' un discorso di civiltà e credo che avremo tutto da guadagnare se riusciremo a far capire alla gente, ai turisti, a tutti che a questo si deve arrivare in modo ragionevole.
Quindi parleremo a tempo debito del lago Maggiore; parliamo già questa sera del lago d'Orta per dire che in linea di massima ci sembra che le scelte delle proposte al Consiglio siano giuste, anche se forse ci saranno dei piccoli particolari da limare. Positiva è anche la normativa sul lago di Mergozzo, salvo che per un punto. Prego di considerare questa osservazione non come un volersi confrontare o opporre, ma come un appello al ragionamento. Sul lago di Mergozzo penso che non ci siano più di dieci barche a motore e abbiamo la scuola di sci nautico. Non capisco la logica che ci sia nel dire no al privato che ha il motorino sulla propria barca e sì alla scuola di sci nautico.
Premetto che io arriverei anche a permettere l'uso dei motori sulle barche se, per esempio, fossero inferiori a un cavallo e mezzo (e che quindi non danno fastidio a nessuno); dico subito che non sono per la totale, immediata cancellazione della scuola di sci nautico, però ribadisco che se non arriviamo a delle strette regolamentazioni sull'uso dei natanti e sullo sci nautico andiamo veramente a danneggiare gravemente il lago di Mergozzo (perché è un bacino piccolo, ecc. ).
Se voi ci siete stati, avrete sentito il rumore intollerabile di quando ci sono non tanto le gare quanto gli allenamenti dello sci nautico, che vanno avanti per ore e ore e creano tutti i guasti che noi vogliamo evitare: creano le onde, creano l'inquinamento, oltretutto devono poi sempre girare in tondo, perché il lago è lungo due chilometri al massimo quindi si arriva comunque con le onde al canneto. Questo è assurdo! Non si può concedere lo sci nautico libero dalle 8 del mattino alle 20. Se non siamo per la chiusura integrale allo sci nautico, siamo per più forti regolamentazioni, altrimenti non ha senso agire in una direzione giusta per poi fermarsi a metà strada, concedendo quello che all'interno del lago di Mergozzo è l'unica, sostanziale ed effettiva forma di inquinamento acustico, prima ancora che delle acque, sulla quale bisogna intervenire.
L'unica cosa che propongo, all'interno di una normativa apprezzabile, è di indicare dei paletti ben stretti per ridurre il libero funzionamento della scuola di sci nautico. Attenzione che, se applichiamo alla lettera questo regolamento sul lago di Mergozzo (che è un chilometro e mezzo quadrato), avremo: le indicazioni delle boe dello sci nautico, che ha i percorsi di entrata e di uscita e dove viene fatto lo slalom, oltre al trampolino; l'e zone vietate, che sono delimitate; i corridoi per accedere alla zona dello sci nautico.
In più, il lago di Mergozzo è il posto ideale (e lì sì che dovremmo fare un lavoro di recupero) per le gare di canoa e canottaggio, per cui si devono mettere tutti i percorsi, con relative corsie, quindi immaginate quante centinaia di boe verranno messe su una superficie di 1,8 Km quadrati! Sono quindi per una riduzione delle boe limitandole allo stretto indispensabile e per una riduzione sostanziale, non per il divieto dell'attività di sci nautico. Mi sembra che questo qualifichi in positivo la normativa verso la quale tendiamo, cioè alla tranquillità, prima ancora che al recupero dell'inquinamento, del lago di Mergozzo.
Valuterà poi (Assessore se - e secondo me sarebbe opportuno - non conviene lasciare il libero utilizzo dei piccolissimi motorini per i residenti, perché non c'è niente di male per chi va a pescare avere specialmente ad una certa età, attaccato un motorino da un cavallo e mezzo che non dà alcun fastidio, non fa onde e nemmeno rumore. C'è una sperequazione fra il divieto assoluto verso questo e la permissività verso invece chi, dovendo fare sci nautico, fa un gran rumore e crea tutti i problemi che ben conoscete.
Per quanto riguarda il lago di Mergozzo, la situazione è questa. Per quanto riguarda, invece, il lago d'Orta, il regolamento va bene. Risolto il problema delle boe e dell'attracco dei cento metri di fascia vicino alla costa, siamo d'accordo con il regolamento, perché riteniamo sia giusto logico e nell'ottica di quella limitazione drastica che sul lago d'Orta è necessario fare.
Riguardo il lago Maggiore, mi auguro che prima dell'anno venturo si trovi il modo di parlarne, perché anche sul lago Maggiore, pur davanti ad un bacino con ben altre caratteristiche, occorre arrivare ad una regolamentazione. Va detto, comunque, che è la Regione a dare indirettamente il cattivo esempio, perché le più grosse fonti di inquinamento e rumore sono date da quegli inutili, costosi e pazzeschi aliscafi che devono arrivare da Locarno ad Arona in un'ora, creando disturbo a tutti. Occorre far capire che un lago va vissuto e non visto dietro un portello tipo Jumbo, che non lascia vedere assolutamente nulla (infatti, non si può vedere nemmeno il lago, perché si è chiusi all'interno da porte a pressione).



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani che interviene in veste di Consigliere.



NERVIANI Enrico

Nel 1989 un turista tedesco che nuotava nel lago d'Orta fu investito da un'imbarcazione a motore ed ucciso. Scrissi all'allora Assessore ai trasporti, il collega Mignone, perché provvedesse a regolamentare la navigazione, sul lago d'Onta, dei battelli a motore.
In quella circostanza, scrissi anche che l'intervento di regolamentazione sul lago d'Onta doveva essere il primo intervento da realizzare e che, successivamente, doveva essere eseguito anche nei laghi di maggiore importanza o comunque negli altri laghi piemontesi. La reazione a questa iniziativa fu diversa: di dissenso profondo da parte di alcuni operatori e di grande consenso da parte dell'opinione pubblica.
In questa sede debbo prendere atto che la raccomandazione fatta a Mignone, e poi ripetuta al collega Panella, è stata per intero acquisita come positiva e da caldeggiare. Devo anche esprimere apprezzamento, come Gruppo democratico cristiano, per il lavoro svolto dal collega Panella e dal suo Assessorato per arrivare a questa prima regolamentazione che per il lago d'Orca ha già qualcosa di definito, essendo al termine del primo anno di sperimentazione.
Per gli altri laghi - e questo vorrei sottolinearlo - si tratta di un avvio della sperimentazione, anche se per il lago Viverone esiste già una sorta di regolamentazione. Debbo immaginare che anche li si comincerà un'esperienza del tutto nuova, che andrà verificata dopo un anno dall'entrata in vigore delle norme che oggi dovremmo approvare.
Penso ci sia un largo consenso sugli indirizzi sostanziali che il collega Panella ha presentato questa sera; ci sono ovviamente delle eccezioni, delle valutazioni diverse, ma la cultura del rispetto di questi laghi è presente in tutti i Gruppi e di questo non posso che essere lieto ed esprimere la soddisfazione anche da parte del Gruppo che per primo ha segnalato l'esigenza di interventi radicali in fatto di navigazione sui laghi.
Potrei anche ritenere fondate e positive sia le osservazioni del collega Giuliano sia quelle di Zacchera, per quanto riguarda alcune presenze sulla cui opportunità esistono - anche da parte mia - dei dubbi ma sottolineo che si tratta di una fase sperimentale e che queste fasi sperimentali sono comunque sempre difficili da attivare perché un minimo di mediazione è sempre necessario. Quello che il collega Panella oggi propone mi sembra sia il minimo di mediazione assolutamente indispensabile.
Quindi, anche a nome del Gruppo della DC, ritengo si possa votare positivamente sulle proposte formulate, salvo che il collega non intenda accettare alcuni emendamenti proposti, sapendo che siamo in una fase di decisa e forte sperimentazione.
Voglio ancora dire, come ha detto qualche collega, che l'intervento più grosso che dovremmo fare è quello relativo al lago Maggiore; lì, le difficoltà che abbiamo incontrato sul lago d'Onta saranno moltiplicate per 100, ci vorrà un po' di coraggio per difendere l'interesse generale rispetto ad alcuni interessi particolari che si tutelano fortemente o che sono fortemente tutelati, ma che non sono quelli ai quali si deve rivolgere la nostra prioritaria attenzione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Voterò contro il progetto della Giunta che prevedibilmente, in base alla mentalità corrente e corriva, maggioritaria ed elettorale (chi più ne ha più ne metta), indulge alla solita mania della velocità, dell'agonismo dei motori, del baccano, addirittura dell'inquinamento. Ho sentito dei giovani - non dico che siano tutti così, per carità - ai quali piaceva la puzza dei carburanti, aberrazione da combattere con l'antica, gloriosa cultura nazionale piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Panella per la replica.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Come ho detto nel mio precedente intervento, prima di presentare questi Regolamenti ci siamo consultati a lungo con le popolazioni, gli Enti locali e le Associazioni, e i funzionari dell'Assessorato hanno girato per l Europa per andare a vedere cosa fanno gli altri. Anche oggi, in aula affrontiamo la discussione non in maniera inutile, ma disposti ad un'apertura.
Per arrivare al concreto, mi sembra che i termini della discussione emersi oggi, perché non vi siano malintesi, siano questi: siamo tutti d'accordo sul divieto della navigazione a motore; si tratta di analizzare la durata delle dèroghe stabilite.
A fronte di un emendamento presentato dal Gruppo Verde, che chiede una deroga improrogabile fino al 1992, annuncio la nostra disponibilità ad accettare questo suggerimento perché la data slitti al 1993. Questo non per fare delle mediazioni, ma perché bisogna tener conto dei problemi di tutti.
C'è gente che ha il motoscafo e alla quale, evidentemente, bisogna lasciare un minimo di tempo per spostarsi o per venderlo, così come non si può, dall'oggi al domani, chiudere la Scuola di Sci nautico; bisogna lasciarle il tempo materiale per trovarsi un'altra sistemazione, spostare le proprie infrastrutture, e via discorrendo. E' un discorso di buon senso e spero che vengo colto come tale e non si faccia della facile demagogia non tenendo conto di questa realtà.
Siamo quindi d'accordo nel vietare la navigazione a motore e nel concedere le deroghe ai residenti e alla scuola, fissando il termine improrogabile del 1993; se mi sono spiegato bene, comprenderete che si tratta unicamente di un discorso di buon senso e non di una mediazione. In periodo elettorale, per la verità, non avremmo neanche dovuto portare in discussione questo Regolamento; credo ci si debba dare dato atto di un certo coraggio ad affrontare questi temi che, per alcuni, sono popolari, ma per altri possono anche non esserlo. Quindi, su questo, credo potremmo essere tutti d'accordo.
Per quanto riguarda gli altri emendamenti, possiamo affrontarli tranquillamente in blocco perché, salvo uno (quello sull'orario dello sci nautico, se dalle otto alle venti o dalle nove alle diciannove), sono tutti tecnici. Mi è però sorto dubbio, ascoltando gli interventi svolti poc'anzi in merito alla questione dei motori. In effetti, c'era anche una richiesta dei pescatori del Lago d'Onta, che dicevano: "Non vogliamo la navigazione a motore, ma lasciateci usare il motorino elettivo per la pesca oppure quello ad energia solare".
Il dubbio che pongo, a caldo, alla vostra attenzione, è se se sia il caso di presentare un emendamento con il quale si vieti la navigazione di mezzi con motori a scoppio, a gasolio, a benzina, a miscela, escludendo però i motorini elettrici o ad .energia solare che, come tutti sapete, sono silenziosissimi e lentissimi. Se il Presidente me lo consente, visto che stiamo facendo un buon lavoro e potremmo anche arrivare ad una soluzione unanime, vi propongo questa osservazione, nata in maniera del tutto casuale, relativamente ai motori elettrici e ad energia solare, perché mi sembra degna di considerazione.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

E' un elemento fortemente innovativo; forse è meglio pensarci ancora un po'.



PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: il comma 1 dell'art, l è interamente soppresso e così riformulato: "1. Il presente regolamento disciplina la navigazione sulle acque del Lago di Mergozzo onde garantire la sicurezza della navigazione e della balneazione, la salvaguardia dell'ecosistema lacustre ed al fine di promuovere lo sviluppo socio-economico delle Comunità locali; favorendo il turismo in forme compatibili con la protezione dei beni culturali ed ambientali." L'emendamento è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 1 astensione.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 1 dell'art. 2, le parole "dall'art. 3 e" sono soppresse e sostituite con le parole "dall'art.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 15 voti favorevoli e 16 contrari.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 2 dell'art. 2 sopprimere la parola "mantenute".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 1 astensione.
4) Emendamento presentato dal Consigliere Marino: L'art. 3 (sci nautico) è abolito.
La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

L'ho già illustrato. La proposta, ovviamente, è quella di abolire, da subito, l'art. 3, che è quello che definisce le deroghe per lo sci nautico.



PRESIDENTE

5) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: L'art. 3 è interamente soppresso.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Bresso e Rivalta: L'art. 3 è soppresso.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

La Giunta non li accoglie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marino; ne ha facoltà.



MARINO Massimo

E' vero che c'è un problema di occupazione (l'ACNA ce lo insegna) e che, come per l'ACNA, per tenere occupate dieci persone si rinuncia probabilmente, all'occupazione di cento.
Capisco le difficoltà dell'Assessore, però, per quanto mi riguarda, la Scuola dello sci nautico, se si ragiona in termini di occupazione o cose del genere, si può chiudere subito, perché probabilmente l'operazione di correzione, anche da questo punto di vista, dell'immagine turistica su quel lago porterebbe ad una ricaduta, anche di ordine occupazionale - se questa è la preoccupazione - maggiore di quella che porta l'attuale scuola di sci nautico.
Questa è la mia opinione ed impressione. Quindi, per quanto mi riguarda, ripropongo la totale abolizione, da subito, dell'art. 3.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 4).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 16 contrari ed 1 astensione.
Pongo in votazione l'emendamento n.5).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 16 contrari ed 1 astensione.
Pongo in votazione l'emendamento n. 6).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 16 contrari ed 1 astensione.
7) Emendamento presentato dal Consigliere Marino.
L'art. 3, comma 1, è così modificato: "Per il solo anno 1992, in deroga a quanto previsto dall'art. 2, comma 1...".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

L'emendamento non è accolto.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria. Prego, Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Vorrei capire esattamente la posizione dell'Assessore. L'art. 3 della legge; così com'è scritto, dice che c'è una deroga all'art. 2 che vieta la navigazione a motore; poi, dalle parole dell'Assessore, si intende la deroga per un certo tempo, ma nella legge non c'è scritto.
Dato per scontato che per quanto mi riguarda lo sci nautico si potrebbe chiudere domani, la proposta di emendamento è stata: l'art. 3, comma 1, è così modificato "per il solo anno 1992, in deroga, ecc., ecc.".
Voglio capire, al di là del fatto che l'Assessore dica di no a questo emendamento, qual è la sua posizione perché, così come è scritto nella legge, non è chiaro.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

L'ho detto prima.



MARINO Massimo

In deroga per quanto? Per un anno, due anni o quanto? Io lo so, perch ci siamo parlati, però ciò implica che l'Assessore presenti un suo emendamento.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Nell'emendamento successivo esplicitiamo questo aspetto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 7).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli, 17 contrari e 1 astensione.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 1 dell'art. 3, prima delle parole "In deroga", inserire le seguenti parole: "Fino alla data del 31/12/1992, termine improrogabile".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Noi siamo d'accordo fino alla data del 31/12/1993, termine improrogabile.
A questo punto, non so se presentare un emendamento o se i Consiglieri modificano il loro. Se non lo fanno, dobbiamo presentare un nostro emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 8).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 12 voti favorevoli; 17 contrari e 1 astensione.
8 bis) Emendamento presentato dall'Assessore Panella: al camma 1 dell'art. 3, prima delle parole "In deroga", inserire le seguenti parole: "Fino alla data del 31/12/1993, termine improrogabile".
L'emendamento è già stato illustrato.
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

L'emendamento è pressoché uguale a quello del Consigliere Marino, il che vuol dire che dal 31/12/1993 sul Lago di Mergozzo non ci sarà più sci nautico e neppure motorizzazione per i residenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

L'emendamento va bene; ma allora io - scusate - non avevo capito eppure ho cercato di partecipare a tutti i lavori. Io avevo capito che la Giunta - almeno, fino a 5 minuti fa - era disponibile a continuare lo sci nautico.
Se così non è, se comunque l'intendimento della Giunta è di chiudere definitivamente entro un anno e mezzo, allora le cose dette prima, in parte, non erano esatte. Non avevo recepito che il desiderio della Giunta fosse quello di chiudere tutto, anche perché mi sembra perfino eccessivo comunque va bene.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

L'intendimento è di chiudere tutto, lasciando il tempo, ripeto, di spostarsi, ecc.



ZACCHERA Marco

Questo, però, non era stato detto in Commissione.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

No, infatti, però prima ho anche detto che siamo aperti alla discussione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 8 bis).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 23 voti favorevoli e 7 astensioni.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma i dell'art. 3, prima delle parole "In deroga", inserire le seguenti parole: "Per un periodo di 12 mesi a partire dalla data di pubblicazione del presente Regolamento sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
La Giunta non lo accoglie.
L'emendamento è comunque superato dal precedente.



SEGRE Anna

Lo ritiriamo.



PRESIDENTE

10) Emendamento presentato dal Consigliere Marino: all'art. 3, comma 1, sostituire "lo sci nautico è consentito dalle ore otto alle ore venti" con "lo sci nautico è consentito dalle ore nove alle ore diciannove".
In relazione a quanto da lei già detto, la proposta mi sembra chiara.
La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Brevissimo. Viste anche le scelte dell'Assessore, credo che questa modifica si possa accogliere. Non capisco perché chi non pratica lo sci nautico, debba sopportare, alle otto del mattino, i rumori di decine (perché questo è l'ordine, credo) di mezzi a motore sul lago; ciò alle otto del mattino, quando si presume che la maggior parte delle persone non sia ancora nemmeno per la strada.
Non capisco cosa possa impedire di decidere che quest'attività sportiva, invece che dalle otto alle venti, si pratichi dalle nove alle 19.
Ripeto, non capisco perché l'Assessore non possa accettare una proposta di questo genere. Sono ben 10 ore: almeno fateci fare colazione in santa pace!



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Non è accolto per due ragioni, fondamentalmente. L'una, perché lo sci nautico è legato alla luce; capisco il problema del disturbo, ma allora potremmo anche dire dalla h. 10 alle 18 o dalle h. 11 alle 17.
Inoltre ritengo che, poiché questo è l'ultimo periodo di autorizzazione per quanto riguarda il Lago di Mergozzo, limitare l'orario sia quasi uno stravolgimento e una penalizzazione ulteriore per chi pratica questo sport.
Comunque non credo sia una cosa molto rilevante.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento n. 10).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 16 contrari e 2 astensioni.
11) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 1 dell'art. 3, dopo le parole "ore venti", aggiungere le parole "nei giorni non festivi".
La Giunta non lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 16 contrari e 2 astensioni.
12) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 1 dell'art. 3, dopo le parole "di competenza" aggiungere le parole "esercitanti la loro attività sportiva sul lago da almeno due anni".



PANELLA Luciano, Assessore regionale

La Giunta lo accoglie.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 12.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 3 astensioni.
13) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: all'art. 3 aggiungere il seguente nuovo comma: "Per l'esercizio dello sci nautico è consentito alle unità di raggiungere la velocità massima di 25 nodi (46 km/h).".
La Giunta non lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 3 voti favorevoli, 17 contrari e 8 astensioni.
14) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: all'art. 3 aggiungere il seguente nuovo comma: "L'esercizio dello sci nautico è consentito solo nella zona delimitata in cartografia".
La Giunta non lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 5 voti favorevoli, 18 contrari e 4 astensioni.
15) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: all'art. 3 aggiungere il seguente nuovo comma: "L'esercizio dello sci nautico è consentito solo nella zona delimitata nella cartografia allegata al presente Regolamento, ovvero in quella specificatamente riservata a tale sport".
La Giunta lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. .
L'emendamento è approvato con 27 voti favorevoli e 3 astensioni.
16) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: all'art. 3 aggiungere il seguente nuovo comma: "La Regione Piemonte si riserva di delimitare orari più ridotti e/o comunque limitazioni stagionali anche su richiesta del Comune di Mergozzo o della Provincia".
La Giunta lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 28 voti favorevoli e 2 astensioni.
17) Emendamento presentato dall'Assessore Panella: all'art. 4, comma 2, alinea 2, dopo la parola "nautico" sopprimere le parole: "e dei corridoi di navigazione".
La parola all'Assessore Panella.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Abbiamo ritenuto di non delimitare i corridoi di navigazione, in quanto fra due anni verrà vietata completamente la navigazione a motore, per cui sistemare delle boe per questo periodo allo scopo di delimitare i corridoi non avrebbe utilità. E' un problema tecnico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.



BRESSO Mercedes

E' stato appena accolto un emendamento relativamente alla zona delimitata in cartografia e a quella specificamente riservata a tale sport che ritengo dovrà pur essere delimitata: o no?



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Qui si tratta dei corridoi per l'accesso e l'uscita perpendicolari alla riva. La zona dove si esercita lo sci nautico viene comunque delimitata.



BRESSO Mercedes

Tanto vale allora delimitare anche questi corridoi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 17 voti favorevoli e 10 astensioni.
18) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: alla lettera d) del comma 4 dell'articolo 5, le parole "di cui all'art 3, comma 2" sono soppresse. La Giunta non lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare 1a mano.
E' respinto con 2 voti, favorevoli, 17 contrari e 8 astensioni.
19) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 1 dell'articolo 6 le parole "ed in quelle destinate all'esercizio di pratiche sportive," sono soppresse e sostituite con le parole "ed in quelle riservate all'esercizio dello sport del canottaggio o e delle tavole a vela,".
La Giunta non lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 17 contrari e 1 astensione.
20) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 1 dell'articolo 6 dopo le parole "navigazione e", aggiungere le seguenti parole "nelle zone specificatamente riservate allo sport dello sci nautico ai sensi dell'art. 3".
La Giunta non lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 17 contrari e 1 astensione.
21) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 2, lettera d), dell'articolo 71e parole "di cui all'art.3 comma 2" sono soppresse.
La Giunta non lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 17 contrari e 1 astensione.
22) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 3 dell'articolo 7 dopo le parole "non si applicano" aggiungere le parole "in caso di soccorso, nell'esercizio dei compiti propri delle Forze dell'Ordine nonché".
La Giunta lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 1 voto contrario.
23) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 3 dell'articolo 7 dopo le parole "attività professionali" aggiungere le parole "e di ricerca scientifica".
La Giunta lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 27 voti favorevoli e 1 voto contrario.
24) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 2 dell'articolo 8 sopprimere le parole ": a vela, a remi ecc..,".
La Giunta lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 27 voti favorevoli e 1 voto contrario.
25) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 1 dell'articolo 9 dopo la parola "autorizzazione" aggiungere le parole ", dettante le modalità di svolgimento,".
La Giunta non lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 10 voti favorevoli, 17 voti contrari e 1 astensione. 2 6) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 1 dell'articolo 11, le parole "per ridurre l'inquinamento" sono soppresse.
La Giunta lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 27 voti favorevoli e 1 astenuto.
27) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 2 dell'articolo 11, le parole "altri detriti" sono soppresse e sostituite dalle parole "altre sostanze inquinanti (liquide, gassose o solide)".
La Giunta lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 27 voti favorevoli e 1 astenuto.
28) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 1 dell'articolo 12 le parole "lo svuotamento di acque di sentina, il getto di qualsiasi genere: di oggetti, di liquidi, di detriti o d'altro. ", sono soppresse e così sostituite: "svuotare e riversare le acque di sentina nonché lasciare rifiuti solidi o liquidi di qualsiasi genere".
La Giunta lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 27 voti favorevoli e 1 astenuto.
29) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 3 dell'art. 12 dopo la parola "competenti" aggiungere le parole "ivi comprese Amministrazioni comunali".
La Giunta lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 27 voti favorevoli e 1 astenuto.
30) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 1 dell'articolo 17, dopo le parole "preposti" aggiungere le parole ", ivi compresi quelli dei Comuni territorialmente interessati." La Giunta non lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 10 voti favorevoli, 17 contrari e 1 astensione.
30 bis) Emendamento presentato dall'Assessore Panella: al comma 3 dell'art. 19, dopo la parola "applicano" inserire le seguenti parole "fino alla data del 31/12/93, termine improrogabile".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 18 voti favorevoli e 10 contrari.
31) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 3 dell'art. 19, le parole "nel corso dell'anno 1992" sono soppresse e sostituite con le parole "fino alla data 31/12/1992, termine improrogabile".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 10 voti favorevoli e 18 contrari.
32) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al comma 4 dell'articolo 19 aggiungere, prima del punto, le parole "e nella fascia di 100 metri antistante le zone a canneto e le zone di rilevanza naturalistica di cui al comma 2 dell'articolo 2".
La Giunta lo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 27 voti favorevoli e 1 astensione.
33) Emendamento presentato dall'Assessore Panella: all'art. 19, i commi 5 e 6 vengono abrogati e sostituiti con un nuovo comma 5, che recita: "In deroga a quanto previsto dal comma 4, alle unità a motore dei residenti del Comune di Mergozzo opportunamente autorizzate dal Settore Regionale Trasporti e Pianificazione Infrastrutture a seguito di specifica segnalazione da parte del Comune medesimo, è consentito l'attraversamento di detta fascia lacuale, perpendicolarmente alla costa ad una velocità non superiore a 4 nodi (7 km/h)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 18 voti favorevoli e 10 astensioni.
33 bis) Emendamento presentato dall'Assessore Panella: aggiungere all'art. 19, il comma 6, che recita: "Le disposizioni di cui all'art. 3, comma 1, non si applicano per le unità di navigazione con motorizzazione elettrica ad energia solare".
Ha chiesto la parola il Consigliere Giuliano; ne ha facoltà.



GIULIANO Valter

Vorrei solo un chiarimento. Mi sembra che anche l'elettrico, di per s sia dannoso, perché il moto ondoso lo mette comunque in azione, e quindi rispetto ai problemi della fascia canneto può produrre dei problemi. Se non mettiamo dei vincoli di potenza, questa cosa mi sembra un po' azzardata.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Sono d'accordo, perché non si sa mai cosa la scienza ci riserva.



NERVIANI Enrico, Assessore regionale

Vuol dire riaprire tutto il discorso della presenza dei motori sui laghi. Non si può sapere, perché se ce ne fossero 500 di queste barche, il danno finirebbe per essere uguale. Mi riserverei un anno di tempo per decidere e riflettere su questo.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Lo ritiriamo.



PRESIDENTE

34) Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Rivalta e Bresso: all'art. 19 il camma 6 è soppresso.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Non è accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 11 voti favorevoli, 17 contrari e 1 astensione.
35) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: all'articolo 19 aggiungere il seguente nuovo comma: "La Regione Piemonte si riserva di delimitare orari più ridotti e l o comunque limitazioni stagionali anche su richiesta del Comune di Mergozzo o della Provincia".
La Giuntalo accoglie; lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 28 voti favorevoli e 1 astenuto.
36) Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Rivalta e Bresso: dopo l'art. 19 (ex 20) "Norma di rinvio" è aggiunto l'art. 21 "Norma transitoria": "In deroga a quanto previsto dall'art. 2, comma 1, del presente Regolamento lo sci nautico resta consentito per il solo anno 1992. Tale attività è consentita a 100 mt, dalla costa solo per le scuole di sci nautico, enti ed associazioni sportive legalmente riconosciute dalla Federazione nazionale di competenza" segue l'ex art. 3 dal comma 2 in avanti.



PANELLA Luciano, Assessore regionale

Non è accolto, in quanto la norma transitoria è quella che abbiamo già votato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 10 voti favorevoli, 18 contrari e 1 astensione.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto finali.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo si asterrà su questa deliberazione per due ragioni. La prima è di merito, ed è relativa al fatto che dal primo tentativo, compiuto sul lago di Viverone, di introdurre norme di regolamentazione sui laghi siano trascorsi tanti anni (credo ci stiamo avvicinando agli otto o nove anni) per arrivare ad un'estensione su altri laghi di questa prima esperienza. L'intervento sul lago di Viverone era stato prioritario, perché li c'era la situazione più anomala di utilizzo del lago.
Sui laghi la nostra posizione è che su quelli piccoli non si debba navigare a motore e che sia giusto introdurre delle norme chiare. La mediazione a cui eravamo giunti in Commissione - e ci eravamo lasciati in Commissione su questa posizione - era quella che il lago di Mergozzo doveva costituire il primo intervento di eliminazione della navigazione a motore e, come momento di mediazione, si era assunto l'obiettivo dell'eliminazione alla fine del 1992. Già questo fatto a noi pare una revisione di una posizione conseguita in Commissione (che sembrava la mediazione possibile e giusta), ci pare una tendenza a dilazionare la chiusura definitiva della navigazione a motore, nella fattispecie per il lago di Mergozzo per lo sci nautico.
C'è poi una ragione formale che richiamo soltanto, in quanto avremo modo di parlarne in aula su altri regolamenti che ora sono in discussione il fatto cioè che introduciamo delle norme che hanno qualche elemento di non chiarezza. Parlo di questo regolamento, ma vale per altre leggi e lo vedremo nelle prossime settimane quando arriveranno in aula: si parte da una norma che vieta la navigazione a motore e la norma successiva è una norma di deroga; poi, il resto della legge che governa la gestione della navigazione non a motore viene successivamente.
Credo che sia già sbagliato formulare delle leggi in questo modo e sia giusto dire che la navigazione a motore è vietata, si regolamenta la gestione, che deve essere una gestione permanente nella situazione della non navigabilità a motore, e poi, se si vuole accettare un periodo transitorio, allora sia una norma transitoria in cui si dice che la navigabilità continua. Una deroga è una cosa diversa da una norma transitoria, una deroga è l'introduzione di un principio di deroga nella legge subito dopo il primo articolo, che dice "è vietata la navigazione a motore". Si introduce subito una norma di deroga che non appare neppure transitoria, è nella legge, rimarrà, scadrà il 1992, e la legge sarà ancora formulata da una norma di deroga; è una cosa diversa una norma transitoria che viene dopo avere formulato una legge che organicamente rispetta il principio, (intenzione iniziale e fissa la gestione nella situazione di regime. Anche questa, è una maniera di fare leggi e regolamenti non chiari.
Credo che la Regione Piemonte dovrebbe recuperare un'intenzione che nel passato pur c'è stata, che era quella di fare delle leggi estremamente chiare. Deroga e norma transitoria sono cose diverse, non aiutano alla chiarezza. Non voglio aprire sospetti per il futuro, ma certo è possibilissimo, sulla base del principio di deroga, nel corso del 1993 rilanciare un'altra data.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Sarò brevissimo. Condivido pienamente alcune cose dette dal Consigliere Rivalta, nel senso che, al di là dell'eventuale disponibilità e buona volontà dell'Assessore la legge - tra l'altro questa questione l'abbiamo discussa troppo velocemente in Commissione - è costruita in modo sbagliato. Sostanzialmente è vero che è una deroga il termine di un anno però poi gli anni diventano due: e se fra due anni non ci sarà qualche scadenza particolare che renderà tutti noi così sensibili a queste cose, si ricambierà un numero con una discussione di cinque minuti e la questione della navigazione andrà avanti per altri due, tre, cinque anni.
Quindi per motivazioni di questo tipo mi asterrò in generale sulla legge. Ritenevo che per Mergozzo si potesse fare una scelta chiara, che avrebbe avuto un grande e immediato significato soprattutto per le altre realtà che discuteremo successivamente.
A questo proposito, accenno anche al fatto che la discussione di oggi è un po' disarticolata. E' stata presentata una serie di emendamenti: si tratta di parole che potevano essere tranquillamente aggiustate in Commissione. La discussione di oggi, un po' disarticolata, nasce dal fatto che in Commissione non l'abbiamo fatta e quindi abbiamo perso più tempo in alcune cose particolari che in una riflessione generale su questa legge.
Quindi, ribadendo il mio voto di astensione sulla legge, richiedo al Presidente che i regolamenti degli altri due laghi vengano messi ai primi posti all'o.d.g. della prossima riunione di Consiglio regionale; altrimenti ho l'impressione che saranno regolamenti che non riguarderanno quest'estate ma la prossima, quindi sollecito a mantenere le scadenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Volevo solo ricordare che l'ecologia è una scienza, quindi bisogna avere santa pazienza, maggioranza e minoranza: la tecnologia non deve solo essere subordinata, ma deve essere al servizio dell'ecologia, altrimenti andiamo incontro ad un avvenire oscurissimo. Tutti parlano dei danni enormi all'ecologia (che sono veri), lo si legge continuamente sui giornali e sulle riviste, però al momento buono - per debolezza che io torno a chiamare elettorale - si finisce per fare il contrario di quello che si dovrebbe fare, perché ad esempio salta fuori il problema dell'occupazione.
Ma anche qui, bisogna vedere, perché c'è l'occupazione negativa e quella positiva: ci sono dei lavori che sarebbe meglio non esistessero, perch sono dei suicidi per chi li pratica. Quindi bisogna tenere sempre presente questo fatto fondamentale: l'ecologia deve diventare sempre più la scienza regina e l'ottimismo per la tecnologia; nonostante il Presidente della Giunta parli di avanguardia tecnologica piemontese, è un ottimismo assolutamente da deprecare, anche se in buonissima fede - non ne dubito ma è proprio questa buonissima fede che è pericolosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, nonostante l'accettazione di alcuni emendamenti, il regolamento continua a bon compiere quella scelta fondamentale a favore dell'ambiente concretizzabile nel divieto, almeno nei termini proposti dai Verdi, entro il 31 dicembre di quest'anno, dell'utilizzo dello specchio d'acqua con motori d'alta potenza e per lo sci nautico. Quindi, per chiarezza e per distinguere in modo netto una linea di condotta della Giunta, che è tutt'altro che chiara in direzione della cessazione dell'utilizzo dello specchio d'acqua per sci nautico (perché quello di spostare tutto al 1993 mi pare più che altro un modo di prendere tempo), voto contro il regolamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Abbiamo apprezzato l'atteggiamento dell'Assessore che ha accettato alcuni nostri emendamenti, ma non ha accettato quello attorno a cui facevamo il ragionamento per una nostra eventuale votazione positiva o una nostra astensione. Questo regolamento è una regolamentazione della deroga e noi eravamo favorevoli, almeno per il piccolo lago di Mergozzo, alla fuoriuscita dell'utilizzo delle acque per fuso delle barche a motore e dello sci nautico dei tempi che avevamo suggerito. Dato che questo non è stato accolto, ci asterremo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 383, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 23 voti favorevoli, 3 contrari e 9 astensioni.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 7) non vengano computati per fissare il numero legale.
A seguito dell'intervento del Consigliere Marino prendo l'impegno di sottoporre all'esame dei Consiglio i due regolamenti per la navigazione sui laghi d'Orta e di Viverone all'inizio della prossima seduta, subito dopo la discussione della direttiva Seveso, per la quale è già stato assunto un preciso impegno.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,30)



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