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Dettaglio seduta n.136 del 10/03/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 612 del Consigliere Zacchera inerente l'approvazione del PRG della Comunità montana Bassa Valle Cervo-Valle Oropa


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 612 del Consigliere Zacchera, cui risponde l'Assessore Carletto.
CARLETTO, Assessore regionale La risposta è datata poiché questa interpellanza è all'o.d.g. da molte sedute.
La variante per l'intera Comunità montana adottata con DCM n. 63 del 25/7/1989 è stata inviata in Regione in data 19/10/1989. E' stata richiesta dalla Regione documentazione integrativa alla Comunità montana il 12/12/1989 a cui viene risposto in data 21/5/ 1990 e 1/8/1990.
Il Comune di Andorno Micca aveva approvato una variante in data 22/6/1989 disgiunta dalla precedente trasmessa in Regione in data 7/11/1989 e solo in data 26/7/1990 provvedeva ad integrare gli atti richiesti in data 17/1/1990.
La relazione istruttoria della varianta al PRG della Comunità montana viene redatta in forma definitiva in data 25/7/ 1990. Nel corso dell'esame delle pratiche assegnate originariamente a relatori diversi, le stesse vengono unificate con definitiva riassegnazione in data 8/1/1991; entrambe sono state esposte al CUR nella seduta del 14/3/1991 dall'architetto Malacrino dopo aver acquisito il parere del Servizio Geologico regionale comunicato con nota 27/2/1991 pervenuta in data 1/3/1991.
A seguito dei pareri del CUR. la Giunta regionale ne ha preso atto rispettivamente con deliberazioni nn. 57/5693 e 59/ 5695 in data 29/4/1991 trasmesse al Comune il 12/6/1991.
Alla data del 10/12/1991, quando i miei funzionari avevano predisposto la risposta, la Comunità montana non aveva ancora provveduto a trasmettere a questo Assessorato le dovuto controdeduzioni, onde permettere il definitivo esame delle varianti. Mi pare che stiano per arrivare, perché la Comunità montana dovrebbe aver accettato le nostre controdeduzioni; quindi considerato anche che i tempi di esame delle pratiche urbanistiche si sono notevolmente ridotti in questo ultimo anno e mezzo, ritengo che questa vicenda si potrà concludere abbastanza rapidamente. Ciò tenendo conto poi di un altro elemento, Consigliere Zacchera, cioè che la modifica della legge n. 56 ha per certi versi risolto alcune delle questioni che questa Comunità montana aveva posto in una lettera molto polemica al mio Assessorato, nella quale minacciava di dare le concessioni edilizie. Io mi permisi allora di dire che era meglio non darle, perché potevano essere atti irregolari, ma l'intervenuta modifica alla legge 56 ha anche risolto questa parte, quindi il clima si è rasserenato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Ringrazio l'Assessore per la cortesia della risposta. Il motivo dell'interpellanza era proprio il fatto chela Comunità montana, esasperata perché l'iter non riusciva a completarsi, aveva deciso di approvare essa stessa le normative edilizie senza più rivolgersi alla Regione. Era un caso di repubblica autonoma della Bassa Biellese.
Il problema pare comunque sia risolto: meglio così.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 869 dei Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi inerente i contributi per l'eliminazione delle barriere architettoniche


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 869 dei Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi.
La parola all'Assessore Carletto.
CARLETTO, Assessore regionale In riferimento all'interrogazione n. 869 avente per oggetto "ritardi nei contributi per l'eliminazione delle barriere architettoniche" presentata dai Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi relativa a: 1) quali siano le motivazioni di tale grave ritardo e in particolare se tali cause siano da addebitarsi a inefficienza di uffici regionali e/ o comunali 2) quali interventi di sollecitazione sostitutivi intenda assumere con urgenza - non esclusa la possibilità di commissariare ad acta i Comuni inadempienti - per evitare che episodi analoghi si ripetano, pregiudicando il raggiungimento degli obiettivi che si intendevano raggiungere si precisa quanto segue.
Con la deliberazione n. 49-524 del 17/9/ 1990, la Giunta regionale approvava la graduatoria definitiva dei richiedenti i contributi sulla legge 13/89 e sulla base della stessa erogava ai Comuni l'importo di lire 1.047.828.000.
Venivano altresì impartite ulteriori istruzioni ai Sindaci dei Comuni finanziati fra le quali: a) i Sindaci, entro 30 giorni dalla comunicazione della disponibilità di cui alla presente deliberazione, assegnano ai richiedenti, inseriti nella graduatoria utile di finanziamento, i contributi b) (omissis) c) (omissis) d) a seguito dell'erogazione del contributo il Sindaco trasmette alla Regione, presso il Settore Edilizia sovvenzionata ed Osservatorio dell'edilizia, la scheda "Allegato A" debitamente compilata e sottoscritta.
Tale scheda costituisce certificato di erogazione delle provvidenze.
Con queste due istruzioni, la Giunta regionale si poneva l'obiettivo di informare i singoli richiedenti dell'avvenuto finanziamento dell'opera oggetto di domanda di contributo e disporre di un riscontro sull'avvenuto finanziamento delle stesse da parte del Comune a seguito della loro effettiva realizzazione.
Queste istruzioni si inserivano in un quadro normativo dettagliato, che al quinto comma dell'art. 10 prevedeva l'erogazione dei contributi entro 15 giorni dalla presentazione delle fatture dei, lavori debitamente quietanzate.
Occorre precisare che il quadro normativo di riferimento vede come unico responsabile di tutta la procedura (ammissione a finanziamento delle domande, erogazione delle provvidenze) il Comune; alla Regione è unicamente delegata la richiesta delle provvidenze al Ministero dei Lavori Pubblici sulla base dei fabbisogni determinati dai Comuni ed il successivo riparto delle somme agli stessi.
Pertanto, gli eventuali ritardi conseguenti a procedure di competenza dei Comuni non possono essere imputati agli uffici dell'Assessorato, ma devono essere segnalati da parte dei richiedenti i contributi nelle sedi proprie.
All'Amministrazione regionale è pervenuta un'unica segnalazione di presunta inadempienza del Comune nei confronti del beneficiario, per la quale l'Assessorato ha provveduto a richiamare l'Amministrazione comunale all'adempimento delle proprie competenze.
Ricordo inoltre che l'esercizio di poteri sostitutivi, ai sensi dell'art. 48 della legge 142/90 e dell'art. 25 della legge regionale n.
30/91, è di competenza dell'organo regionale di controllo, che provvede d'ufficio o su richiesta della Giunta regionale, su comunicazione di colui che ha diritto all'erogazione del contributo.
Infine, corre l'obbligo di segnalare che la Giunta regionale ha erogato sulla base della graduatoria definitiva dei richiedenti approvata con DGR n. 49-524 del 17/9/1990 - con atto n. 64-6661 del 3/6/1991, l'importo di lire 978.228.000, derivante da fondi stanziati sul bilancio regionale 1991 ad integrazione dei fondi statali, e con atto n. 74-9532 del 14/ 10/1991 l'importo di lire 1.043.194.000, derivante dal fondo speciale per l'anno 1990.
Sostanzialmente, quindi, la quasi totalità delle risorse, alla data segnalata, era stata erogata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, l'Assessore ha concluso affermando che la quasi totalità dei finanziamenti è stata erogata. Pub darsi che la velocità di lettura della risposta non mi abbia consentito di comprendere appieno questa affermazione. Riprendo i dati forniti dall'Assessore.
La deliberazione del 17/9/90 impegnava 1 miliardo 470 milioni circa sulla base delle ultime considerazioni svolte dall'Assessore, mi sembra che solo 1 miliardo e 40 milioni siano stati erogati. Circa 400 milioni di finanziamento non sono ancora stati erogati. Se così è, denuncio un ritardo nell'erogazione dei finanziamenti. Nonostante la deliberazione del 1990, vi sono cittadini disabili che attendono erogazione di contributi per una somma di 400 milioni. Non è una cosa piccola, è un terzo del finanziamento che a distanza di due anni non è stato ancora erogato. I ritardi ci sono stati e colpiscono una categoria di persone per le quali dovrebbe essere messa in atto tutta l'efficienza possibile, in quanto sono persone che hanno sopportato delle spese economiche per bisogni primari per vivere all'interno del loro alloggio. Se è così, occorrerebbe che l'Assessore verificasse meglio quali Comuni sono in ritardo nell'erogazione dei contributi. All'Assessore è giunta una sola segnalazione ed io mi riservo sentito anche il collega Maggiorotti, se verremo a conoscenza di situazioni estese e particolari, di segnalarle all'Assessorato, sia per i provvedimenti di sollecito dei Comuni, sia per quei provvedimenti di commissariamento che la Regione può richiedere al Commissario di Governo e che penso, su fatti di questo genere, possano essere avviati senza indugio.
Chiedo quindi che l'Assessore verifichi per conto proprio come mai 400 milioni non sono stati erogati e, se del caso, svolga una comunicazione in Commissione di aggiornamento alla risposta data in Consiglio.


Argomento: Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Interrogazione n. 843 del Consigliere Marino inerente la proposta realizzazione campo da golf nel Comune di Capriata d'Orba


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 843. La parola all'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore regionale In relazione all'interrogazione del collega Marino la mia risposta sarà brevissima. L'argomento proposto dall'interrogazione, infatti, sembra riguardare in primo luogo le competenze dell'Assessorato all'urbanistica per quanto concerne la variante al PRG. Interessa il settore della Pianificazione territoriale solo per l'accenno al Piano territoriale del comprensorio di Alessandria. Al settore Beni ambientali non è pervenuta a tutt'oggi alcuna istanza per la realizzazione di un campo da golf in Comune di Capriata d'Orba. E' evidente che, solo in presenza di questo documentato e preciso progetto, il settore Beni ambientali formulerà un parere in merito alla salvaguardia dei valori ambientali della zona ed alla congruenza delle previsioni in esso contenute con i disposti di tutela disposti dalla legge n. 431/85.
In merito all'interrogazione in oggetto, si riferisce comunque che la pratica dello sport del golf, ampiamente praticato a tutti i livelli sociali e da moltissimi decenni non solo nei paesi anglosassoni, ha destato, solamente dagli ultimi anni '80, notevoli interessi anche in Italia e, in particolare, nelle regioni del centro-nord.
Alle sollecitazioni di un'utenza reale e potenziale, il mondo sportivo ed imprenditoriale ha risposto con iniziative di diversa natura, quali la pubblicazione di nuove riviste specializzate in lingua italiana (3 testate negli anni '89/'90), l'apertura di attività commerciali esclusivamente dedicate (2 a Torino nel 1989), la realizzazione di nuove aree attrezzate ed il potenziamento di campi già esistenti.
La localizzazione degli impianti, non potendo fare riferimento a bacini di utenza ristretti e quantitativamente definiti, ha privilegiato e privilegia tutt'ora la ricerca di siti che presentino appetibilità dai punti di vista morfologico ed ambientale, come appunto nel caso in questione, considerando che i fruitori, più che la vicinanza degli impianti, prediligono le particolari caratteristiche dei tracciati e l'amenità dei luoghi.
Dal punto di vista territoriale, si deve evidenziare che il Piano Territoriale Comprensoriale di Alessandria (del giugno 1985) non aveva ancora considerato il fenomeno, sia per lo scarso impatto territoriale ed ambientale che i campi da golf comportano, sia per il fatto che lo stesso non si era ancora evidenziato.
Non sembra poi sussistere, in via teorica, sostanziale incompatibilità tra strutture golfistiche e vincoli territoriali di diversa natura.
Per quanto riguarda invece la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, ogni valutazione può essere fatta solamente sulla base di specifiche indicazioni progettuali, ferme restando le specifiche competenze dell'Assessorato all'Urbanistica per quanto concerne eventuali varianti allo strumento urbanistico ed i relativi incrementi ammissibili di edilizia residenziale.
Terminato di leggere questa risposta, peraltro un po' generica ed anche un po' confusa - e di questo chiedo scusa - che il Consigliere Chiezzi potrebbe bollare come risposta puramente e freddamente amministrativo burocratica, devo fare una dichiarazione più "politica". Le preoccupazioni del Consigliere Marino e penso anche del Consigliere Rivalta, sono fondate.
L'estendersi della pratica dello sport del golf sollecita spesso modifiche al nostro assetto territoriale, spesse volte anche in punti particolarmente delicati dal punto di vista ambientale. Le proposte di intervento in questo particolare settore aumentano sempre più, tanto da dovere far pensare al sottoscritto, ed all'Assessorato che ho pro-tempore l'onore di guidare, di attivare un'iniziativa legislativa che normi meglio gli interventi nel settore. Al momento attuale, per quanto riguarda specificamente questo intervento, ripeto, i Beni ambientali, che sono i più interessati alla questione, non hanno effettivamente avuto richiesta né sollecitazione, e quindi la pratica non è stata esaminata.
Per quanto riguarda la posizione della Giunta, debbo ritenere tuttavia che non c'è una posizione pregiudizialmente contraria all'estinzione di questo sport e alla creazione di campi da golf; la richiesta sempre più numerosa comporta però anche un'attenzione maggiore, cosa che è stata assicurata ancora recentemente con un esame attento di tutte le pratiche presentate alla Giunta e all'Assessorato competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Credo sia chiaro che non di sport, ma di possibile o di sicura speculazione stiamo parlando, nel senso che è evidente che nessuno è contrario alla pratica dello sport di cui stiamo parlando, ma è un problema in particolare della zona dell'Alessandrino, rispetto alla quale nel giro di 50 giorni ho presentato due interrogazioni riguardanti due diversi progetti di campi da golf che distano circa 7-8 km l'uno dall'altro.
Questa pratica, che porta alla proliferazione di progetti sui campi da golf, è evidentemente soltanto un pretesto per attivare dei processi che in alcuni casi, possono essere di mera speculazione e di distruzione di zone del territorio preziose e ancora tutelate che, attraverso questo tipo d'iniziativa, vengono distrutte.
La situazione - come diceva anche l'Assessore nell'ultima parte del suo intervento - sta degenerando rapidamente, nel senso che ormai lo sport di proporre progetti di campi da golf per costruire ristoranti, alberghi, bar e pizzerie è fortemente praticato negli ultimi 2 anni in particolare, con un livello di degenerazione rispetto al quale credo sia assolutamente necessario qualche riflessione ed intervento.
Nel caso specifico della zona dell'Alessandrino di cui parliamo, la situazione è questa: esiste in località Monterotondo, fra Gavi e Novi Ligure, sempre nella stessa zona, un campo da golf già esistente ed utilizzato. Nella metà dell'anno scorso, è nato un progetto di costruzione di un campo da golf a 27 buche a Tassarolo, che si trova a 7-8 km da Capriata; è un progetto che prevede le solite cose, cioè una variante al PRG, nonché una modifica delle destinazioni d'uso.
Il problema è che il progetto prevede 27 buche, ma insieme a queste prevede anche una struttura residenziale mono e plurifamiliare per 70 nuclei familiari, quindi circa 220 residenti, più di 20 mila metri cubi di costruzioni, alberghi, pizzerie e bar, un tipo di sport che produce un'estrema selezione dei suoi utenti. Per quanto riguarda Tassarolo, non abbiamo ancora dati precisi, ma le voci dicono che l'iscrizione a questo club nato improvvisamente costerebbe 3-4 milioni di lire e ogni partita costerebbe circa duecento mila lire.
Nel caso di Tassarolo, la dimensione degli impianti collegati al previsto campo da golf sarebbe pari a circa 1/6 del territorio abitato del Comune di Tassarolo. A Capriate d'Orba, che è a 7-8 km di distanza, la situazione non è molto diversa. Anche qui nel campo da golf sembra che le buche siano di meno; invece di 27 ce ne sarebbero 18, ma annesse ci sarebbero strutture ricettive comprendenti piscina, ristoranti, esercizi commerciali, bar e un rilevante numero di abitazioni per una volumetria complessiva di circa 45 mila metri cubi ed un investimento di almeno 20 miliardi. Naturalmente, i Comuni coinvolti da questi progetti avrebbero una loro significativa entrata per i disagi che, in qualche modo, dovrebbero subire.
Termino, perché le cose sono chiare e nell'ultima parte del suo intervento l'Assessore stesso, in qualche modo, le ha colte. La questione dei campi da golf è il segnale di due cose: la prima è che alla fantasia degli speculatori non c'è mai un limite; la seconda è che, in questo caso come in altri, si segna la mancanza o il ritardo di una pianificazione territoriale da parte della Regione.
Al di là di tutte le valutazioni che possiamo dare su questi progetti e su questa prospettiva di sviluppo turistico, invece di altre più consone al rispetto dell'ambiente, resta il fatto che c'è una situazione per la quale se è vero che l'Assessore non è stato coinvolto fino a questo momento dalle questioni di Capriate d'Orba, è comunque vero che in quel Comune i lavori sono già iniziati da tempo, non so dire se nella legalità o nella illegalità. Resta il fatto di fondo che in un'area di 5-6-7 km di diametro esistono un campo da golf già in funzione e due progetti di campi da golf che marciano ognuno separato dall'altro. Si tratta di società diverse almeno questo si presume - che propongono progetti, diversi a Comuni diversi, i quali poi - ma non ho capito bene in che forma - si rapportano con il settore Pianificazione Territoriale della Regione. Nel frattempo però, si attuano dei processi di totale irrazionalità, perché se tutti questi progetti andassero avanti, ho l'impressione che quella zona di Alessandria diventerebbe la concentrazione più alta di campi da golf in Europa, e comunque in una prospettiva di scarsissimo rispetto per una forma di sviluppo del turismo più consona con il rispetto e la tutela degli ambienti naturali.


Argomento: Parchi e riserve

Interpellanza n. 803 dei Consiglieri Bresso, Rivalta, Riba e Miglio inerente il Parco Naturale delle Sorgenti del Belbo


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 803. La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Questa non è l'ultima interpellanza da noi presentata, ma neanche una di quelle più vecchie, di cui attendiamo ancora risposta. In questo senso l'Assessore Nerviani si colloca con una relativa sollecitudine nelle risposte, anche se l'abbiamo presentata 1'8 ottobre scorso. Ce ne sono molto più vecchie e siamo in attesa di avere risposte dalla Giunta.
Questa interpellanza riguarda la zona delle Sorgenti del Belbo. A parer mio, ma anche dai fatti e dalle attenzioni che da più parti vengono a questa zona, ed anche a parere di molte altre persone e di esperti, questa è una delle più belle zone del Piemonte per l'amenità di questo luogo sulla parte relativamente alta delle Langhe. Una valletta pensile sulla Valle Bormida: purtroppo affacciata a Cengio e all'ACNA, ma dal punto di vista del paesaggio e dal punto di vista delle caratteristiche morfologiche è una zona di grande interesse.
Rispetto a questa zona da un po' di tempo sono orientate delle attenzioni di intervento di trasformazione dei luoghi. Noi abbiamo preso lo spunto da una delle informazioni che abbiamo avuto relativamente a obiettivi di intervento specifico per realizzare una zona industriale. Ma come dicevo prima, non è l'unico interesse di uso della parte alta della Valle Belbo, la parte iniziale dove ci sono le sorgenti del fiume Belbo, ce ne sono altri di carattere turistico, attenzioni manifestate più volte in sedi informali oppure qualche volta anche con iniziative, prese da qualche Sindaco della zona, di insediamenti turistici residenziali, seconda casa di attrezzature.
Considero sbagliato partire da questa intenzione per intervenire sulla parte alta della Valle Belbo. Non per niente, abbiamo proposto che quest'area diventi parco naturale! Le sue caratteristiche naturali sono singolari, sono di elevato livello. Di qui, la nostra interpellanza, che ha avuto sollecitazioni addirittura da cittadini liguri. Questa zona, infatti non è lontana dalla Riviera ligure: sono cittadini di Savona quelli che ci hanno scritto che "questa zona è in pericolo per questo piano di insediamento industriale. Sarebbero previsti - non possiamo che dire 'sarebbero' perché non abbiamo la documentazione - interventi di movimento terra e di infrastrutturazione per rendere possibile l'insediamento di attività industriali". Chiediamo alla Giunta se tutto ciò risulta vero quindi se è al corrente della situazione.
La ragione della nostra interpellanza è quella di sollecitare l'istituzione del Parco del Belbo. Nei cinque mesi che sono passati dalla presentazione della nostra interpellanza, penso che sia stato superato il punto relativo all'istituzione del Parco del Belbo, perché nelle ultime sedute della Commissione si è parlato di questa questione e vi era un impegno generale per la sua istituzione. Chiederei comunque all'Assessore Nerviani di darci informazioni su quello che sta avvenendo nella zona delle Sorgenti del Belbo; se è vero che è stato pensato un insediamento industriale e se i lavori di preparazione previsti sono partiti oppure non sono ancora stati avviati e come si intende intervenire (anche nel caso i lavori fossero già partiti), per evitare la compromissione di quest'area.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore regionale In riferimento all'interpellanza in oggetto, si formulano le seguenti delucidazioni. Una verifica sul luogo o comunque un'ispezione per constatare eventuali avvii di iniziativa non è stata disposta. La zona interessata dalle sorgenti del fiume Belbo è comunque sottoposta a vincolo di tutela paesistico-ambientale, ai sensi dell'art. 1 della Legge 431/85 per quanto riguarda il corso del fiume e le relative sponde per una fascia di 150 metri.
In tali ambiti, per quanto è di competenza, non risultano essere state rilasciate autorizzazioni per modificazioni dei luoghi.
E' noto comunque che il corretto svolgimento dell'azione di tutela paesistico-ambientale e i relativi compiti di vigilanza come sono stati demandati ai Comuni, ai sensi dell'art. 16 della Legge Regionale 20/89.
Per quanto riguarda le previsioni contenute nel Piano regolatore generale del Comune di Montezemolo, l'Assessorato regionale all'Urbanistica, direttamente competente, potrà fornire delucidazioni in merito.
Il PEC adottato dal Comune, relativo alla realizzazione di insediamenti produttivi nella valletta delle sorgenti del Belbo, fino ad oggi, non risulta oggetto di istanza presso l'Assessorato competente per i beni ambientali.
Per quanto attiene invece alla parte riguardante il Parco l'interpellanza chiede di sapere se la Giunta sia a conoscenza dei lavori di movimento terra e di rettifica della prima parte del corso del fiume Belbo tali da compromettere in modo irreversibile le caratteristiche ambientali di un'area destinata dal piano regionale delle aree protette ad essere istituita a parco naturale; richiede inoltre di conoscere le intenzioni della Giunta e del sottoscritto Assessore.
Per quanto concerne la prima richiesta, risulta che il Comune di Montezemolo e il Comune di Camerana abbiano presentato modificazioni alla propria strumentazione urbanistica tendenti a costruire nella zona insediamenti di tipo produttivo in Comune di Montezemolo, e di tipo sportivo-insediativo nel Comune di Camerana. Tali previsioni urbanistiche riguardano soltanto parzialmente l'area attualmente compresa nel perimetro delimitato in sede di Piano regionale delle aree protette; infatti il PEC del Comune di Montezemolo e gli scavi già in parte eseguiti ricadono all'esterno del perimetro individuato e pertanto non sono soggetti alla normativa di salvaguardia della Legge Regionale 22 marzo 1990, n. 12.
Peraltro per quanto riguardai vincoli ai sensi della Legge 431, ho già risposto con la prima parte della risposta all'interpellanza.
Su tale area sono peraltro presenti e vigenti vincoli di diversa natura, quali il vincolo idrogeologico e il vincolo di natura ambientale.
Diverso è il caso del Comune di Camerana, in quanto la variante al Piano regolatore generale e comunale è stata presentata alla Regione ed è in corso di istruttoria al CUR. Le previsioni contenute in questa variante non sono peraltro attuabili in regime di salvaguardia ex legge 12/90 ed anche sotto il profilo urbanistico non sono corrette. Pertanto, in questo caso, ogni decisione in merito è rimandata all'istituzione del Parco.
In relazione ai tempi di predisposizione della legge istitutiva del Parco, è noto che la legge 22 marzo 1990, n. 12, imponeva delle priorità temporali rispetto ad alcune aree, priorità rispettate dall'azione della Giunta regionale.
L'area delle sorgenti del Belbo ricade fra quelle la cui legge istitutiva deve essere approvata dal Consiglio regionale entro la metà del 1993. Peraltro, essendo intenzione della Giunta procedere sollecitamente al completamento del programma stabilito dal piano regionale delle aree protette e tenendo conto delle motivazioni di urgenza che emergono anche dalla interpellanza in discussione, si ritiene corretto che l'area delle sorgenti del Belbo rientri fra quelle da attuare nei primi mesi del 1992.
In sede di predisposizione del disegno di legge da parte della Giunta si potranno valutare i confini del parco in modo tale da garantire le forme di salvaguardia più adeguate.
Al di là dell'aspetto burocratico-amministrativo della risposta inevitabile, perché il collega Rivalta sa che siamo travolti da piccoli e grandi problemi per cui non possiamo curare nel dettaglio anche le risposte alle numerose interrogazioni e interpellanze - i problemi ci sono e permangono anche perché vi è una normativa urbanistica "contraddittoria": molto larghegghiante, a mio avviso, per il Comune di Montezemolo, e molto restrittiva, a causa dell'applicazione delle norme di salvaguardia, nel Comune di Camerana.
Ritengo, con molta obiettività e serenità, che il discorso dei confini del parco, nel momento in cui andremo a realizzarlo ed istituirlo, dovrà essere ripreso, così da salvaguardare effettivamente ciò che deve essere salvaguardato e da liberare quanto si ritiene sia possibile liberare dai vincoli. Dico questo per onestà, perché sollecitazioni a modifiche liberatorie sono state fatte e mi sembrano formulate positivamente.
Certamente le richieste mettono in evidente contraddizione alcune azioni di rigore estremo ed altre eccessivamente largheggianti.
Una verifica onesta del problema deve essere fatta. Mi auguro che ci possa realizzarsi entro pochi mesi - due al massimo - e si possa arrivare in Commissione a discutere l'istituzione di questo parco e conseguentemente dei suoi confini, coinvolgendo il collega Assessore Carletto per quanto attiene alla materia urbanistica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Sono molto preoccupato per l'avvenire di questa zona che, a mio parere richiede un'azione di tutela.
La singolarità di questa valletta-pensile, pensile perché il fiume Bormida ha tagliato questa parte di alta valle evidentemente in ere geologiche lontane, è rappresentata dalle caratteristiche peculiari e dai paesaggi notevoli. Il fatto che ci siano queste attenzioni sui confini, a cavallo, ai margini di quest'area, lascia molto preoccupati. La singolarità di questa zona richiederebbbe un'azione di tutela, direi al di là dei confini con cui è stata individuata una zona parco.
Rispetto a questo, è necessario che la Giunta si attivi per avere tutte le informazioni necessarie; anzi, chiedo che le indicazioni relative alle proposte urbanistiche che incidono in questa zona, vengano fornite a tutti i Consiglieri, perché si sappia come ci si intende comportare per i Comuni di Montezemolo e Camerana. Queste informazioni potrebbero essere utili per tutti quelli che sono interessati; noi lo siamo e vorremmo quindi avere chiari gli obiettivi che vengono posti. Questa mia preoccupazione permane anche se l'Assessore Nerviani ci ha oggi ribadito l'intenzione di arrivare presto alla discussione delle leggi per l'istituzione del parco del Belbo.
Richiamo, per inciso, che abbiamo presentato una nostra proposta di legge che sarà presto discussa. C'è quindi la materia per poter lavorare con celerità e per arrivare all'istituzione del piano del parco.
Non sono stati fatti sopralluoghi. Quella è una zona di interesse notevole e i rischi che sta correndo avrebbero richiesto dei sopralluoghi e un'attenzione particolare da parte degli uffici regionali. Sollecito l'Assessore a mettere in atto questi sopralluoghi. Chiedo inoltre che i Consiglieri regionali che dovranno esprimersi in II Commissione e in Consiglio regionale su questo parco vadano a visitare questa zona. Sarei molto lieto se l'Assessore trovasse una mezza giornata di tempo per andare in questi luoghi e, se non ha problemi ad avvisarci, credo che qualche Consigliere potrebbe andare con l'Assessore a fare questo sopralluogo, in modo da ragionare non solo sulla carta nel chiuso di questo Palazzo, ma sulla realtà di quella zona.


Argomento:

Interpellanza n. 803 dei Consiglieri Bresso, Rivalta, Riba e Miglio inerente il Parco Naturale delle Sorgenti del Belbo

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bresso, Calligaro, Cerchio, Coppo Croso e Dameri.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco delle leggi vistate dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 222: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1992"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del progetto di legge n. 222 di cui al punto 4) all'o.d.g. Ha chiesto la parola il Consigliere Monticelli; ne ha facoltà.
MONTICELLI Vorrei intervenire per una questione per ora non pregiudiziale, ma forse preliminare. Vorrei avere un chiarimento Presidente se, con l'ausilio degli uffici, è in grado di darlo, e pregherei i colleghi, se lo ritengono di prestare un attimo di attenzione. C'è un problema che non riesco a spiegarmi, ed è il seguente: ho preso stamani il testo all'esame del Consiglio in questa seduta, che recita: "Disegno di legge n. 222, Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1992", in fondo alla copertina c'è scritto: "Testo approvato dalla I Commissione permanente a maggioranza nella seduta del 27/2/92".
Mi ha colpito una strana cosa e su questo vorrei avere, se possibile un chiarimento. La strana cosa è che questo testo, e lo si vede fin dall'inizio, dato lo spessore del documento, è molto più corposo, in termini di numero di pagine e di articoli, rispetto al testo che insieme ai colleghi della I Commissione ho esaminato a lungo e che, a mia memoria, era ancora i1 testo all'esame il giorno 27 febbraio, quando fu licenziato il disegno di legge dalla Commissione medesima.
Il testo che ho avuto modo di esaminare a lungo - e presumo, mi scuso con i colleghi se mi do questa specie di voto, di essere un Consigliere abbastanza presente ed attento ai lavori della I Commissione di cui faccio parte - insieme ai colleghi della I Commissione, constava di 12 articoli mentre il testo che ho visto questa mattina consta di ben 37 articoli. C'è quindi una differenza di 25 articoli che compaiono all'improvviso e che in I Commissione non abbiamo mai esaminato, perché non abbiamo mai potuto disporre del testo che, invece, ho raccolto personalmente questa mattina sui banchi del Consiglio.
Non riesco a capire come si possa dire - come è scritto in copertina che questo testo è stato approvato dalla I Commissione Permanente. La I Commissione Permanente ha approvato l'altro testo, quello con 12 articoli e non 37. Questo è il problema; mi rendo conto che è un po' strano e non so se è capitato altre volte.
Vorrei dunque avere un chiarimento su questo punto, Presidente, perch mi sembra strano che si qualifichi come "testo approvato" un testo che la I Commissione non ha mai avuto modo di esaminare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Non Avevo visto gli allegati ed il malloppo di cui ha parlato il Consigliere Monticelli, ma ho chiesto informazioni al funzionario, il dott.
Moratto, il quale dice che è prassi consolidata che, all'interno di quella relazione, ci sia la sintesi delle cifre più significative dei volumi forniti in Commissione e oggetto di discussione.
Quindi, mi sembra si possa interpretare che quando si intende "testo approvato" la relazione più i volumi che ne costituivano parte integrante cioè i volumi relativi al bilancio su cui la Commissione ha discusso per oltre due mesi. Come diceva il dott. Moratto, le cifre allegate sono l'estrapolazione da quei volumi di alcune cifre, le più significative, ed è sempre avvenuto così.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Vorrei far notare che non si tratta di allegati, ma di articoli di legge. Non è un testo a cui sono state allegate tabelle esplicative o altro materiale di questo tipo, ma un testo che contiene 25 articoli di un disegno di legge che dovremmo votare, uno per uno, e che non c'erano nel testo originario.
Sì dice che il testo con i 25 articoli in più è stato licenziato dalla I Commissione, ma la I Commissione non ha mai visto tale testo. La Commissione, a mia memoria, ma chiamo come testimoni il Presidente della I Commissione e gli altri colleghi, ha licenziato un testo che constava di 12 articoli e non questo che consta invece di 37 articoli. E' un problema che non riesco a chiarire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Non ho molto da aggiungere rispetto a quanto ho detto prima. Non è una competenza amministrativa, quella di tradurre in atti e in articolati i testi che escono dalla Commissione e vengono in Consiglio. Io sto a quello che mi dice il funzionario; non so se il Consigliere Ferraris, che è relatore, può aggiungere eventualmente qualcosa, ma l'unica aggiunta che posso fare è che, oltre alle argomentazioni illustrate prima, ve ne è una relativa al fatto che le note di variazione, che nel frattempo sono state portate avanti, sono pure inserite. Si tratta di un riassunto di estrapolazione dai volumi sul bilancio e di note di variazione che sono testi approvati. Più di così, come Giunta, non sono in grado di dire.
RIVALTA Quando sono stati mandati questi 25 articoli aggiuntivi dalla Giunta al Consiglio regionale? Saranno registrati da qualche parte!



PRESIDENTE

Non sono risposte di mia competenza. Quando (iter è in Commissione, va tutto in Commissione, quindi non posso esserle utile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.
ZACCHERA Il Consigliere Monticelli mi ha bruciato la parola, ma faccio presente che, se si possono ancora considerare delle specie, di allegati alcuni articoli in cui vengono richiamati i quadri, ce ne sono alcuni che invece non hanno alcun riferimento a questo.
Leggete, per esempio, l'art. 31, quando dice: "dove vengono utilizzati i capitoli di bilancio"; questo non c'è scritto, i totali di bilancio cioè, sono nei quadri, ma è una scelta discrezionale quella di applicare questi capitoli. Lo stesso vale per gli artt. 32, 33, 34, ecc. Sono cose diverse dall'esplicitazione esplicita - passatemi il termine - di alcuni dati che sono già nei quadri e che noi abbiamo tirato fuori. Quindi è una cosa diversa; alcune cose sono anche una discrezionalità, come appare appunto l'art. 33 e i seguenti.



PRESIDENTE

Non posso intervenire nel merito, perché non sono il Presidente della Commissione né l'Assessore competente. Posso semplicemente dire ciò che mi riferiscono, cioè che è sempre avvenuto così e che si tratta di aggiustamenti di ordine tecnico che portano alla formulazione di articoli.
Riferisco "relata refero", perché - ripeto - non ho direttamente parte in causa in tale questione.
Ha chiesto la parola l'Assessore Gallarini. Ne ha facoltà.
GALLARINI, Assessore regionale Chiedo, visto che non c'è il Presidente della Commissione, di sospendere la seduta in attesa che arrivi. Come Giunta, non so più cosa dire, poiché i lavori all'interno della Commissione li vivo nel modo in cui vi partecipo. Il funzionario della Giunta ha detto come stanno le cose dopodiché non so cos'altro aggiungere.



PRESIDENTE

Questa potrebbe essere una strada da seguire. Interrompo per alcuni minuti la seduta, per cercare il Presidente della I Commissione che è presente in quanto ha presieduto la Commissione stessa qualche minuto fa.
Quindi, acquisiti gli elementi necessari, riprenderemo la seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,20 riprende alle ore 11,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Presidente della I Commissione, Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI La I Commissione, nei giorni scorsi, aveva licenziato un testo di bilancio e due note di variazione, poi collazionati in un nuovo documento che questa mattina era a mani e all'attenzione dei Consiglieri.
Nella seduta testè tenuta, abbiamo approvato a maggioranza questo nuovo testo; pertanto, credo che si possa proseguire discutendo sullo stesso.
Sostanzialmente è identico a quello precedente; ha solo - ripeto - una disposizione diversa dell'articolato.



PRESIDENTE

La parola al relatore, Consigliere Ferraris.
FERRARIS, relatore Illustre Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge n. 222 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1992", è stato presentato dalla Giunta regionale in data 17/ 12/1991 ed è stato esaminato dalla I Commissione consiliare in ripetute sedute, a partire dal 23/1/1992.
Il documento sconta la difficile situazione della finanza delle Regioni e, per questo motivo, la Giunta ha preferito, in attesa di poter disporre di più precise indicazioni, prevedere una manovra di bilancio 1992 in due fasi: la prima fase consiste nella presentazione di un bilancio "tecnico" sul quale è stata richiesta, con legge regionale, l'autorizzazione all'esercizio provvisorio la seconda fase, in forma di nota di variazione, serve per dare copertura agli interventi di tipo discrezionale, per i quali non è possibile prescindere da un'ampia consultazione.
Al titolo 1) del documento sono iscritte le entrate derivanti da tributi propri della Regione e da quote di tributi erariali dovute alla Regione a titolo di ripartizione, di cui all'art. 8 della legge 281/70.
L'iscrizione in bilancio per il 1992 vede, per il fondo comune, un aumento rispetto al 1990 di circa 21 miliardi di lire. In proposito, va notato che attualmente il fondo per i11990 non è ancora stato definito in modo certo, non essendo ancora stati ripartiti 1.000 miliardi.
La proposta di bilancio per il 1992 vede solo parzialmente la copertura delle spese "libere", in quanto la maggior parte dei capitoli che rientrano in questa categoria sono stati azzerati per essere finanziati con un'apposita nota di variazione.
Sono stati finanziati i seguenti insiemi di capitoli: i capitoli dell'area di attività, necessari per il normale funzionamento dell'Ente i capitoli, il cui stanziamento era stato previsto dalla legge regionale n. 39 del 1990: l'importo finanziario si aggira sui 20 miliardi di lire i capitoli che finanziano spese considerate rigide (parchi, APT museo di scienze naturali, formazione professionale, assistenza scolastica assistenza sociale, ecc.).
Nel bilancio di previsione per il 1992 sono stati effettuati accantonamenti per il disavanzo delle UU.SS.SS.LL. relativi al 1990. A bilancio definito, l'emendamento parlamentare al decreto legge n.11/92 ha cancellato l'applicazione "ope legis" dell'addizionale al consumo di gas metano per uso industriale, artigianale ed agricolo.
L'emendamento era stato approvato in Commissione Finanze del Senato ed aveva l'obiettivo di eliminare la contraddizione con il decreto legge 413/91, che aveva espressamente escluso la possibilità di applicare addizionali ai consumi di gas metano su indicati. Nella situazione che si è venuta a creare, conviene considerare sospesa l'applicazione della L.R.
9/92 "Nuova determinazione della misura dell'addizionale all'imposta di trascrizione e all'imposta di consumo sul gas metano" e conseguentemente correggere le previsioni di entrata.
La terza nota di variazione aggiorna, da un lato, le previsioni sulla base delle modificazioni apportate al decreto legge 11/92 e, dall'altro tiene conto dei maggiori accertamenti risultanti dalla gestione 1991, con particolare riferimento all'addizionale alla tassa di trascrizione automobilistica.
Sempre con la terza nota di variazione, si è ritenuto opportuno aggiornare le previsioni degli interessi sulle giacenze di cassa attualmente sovradimensionate.
La quadratura complessiva è stata assicurata utilizzando i margini ancora esistenti in termini di indebitamento. Considerata la natura tecnica del bilancio 1992, non sono state indette consultazioni.
La I Commissione, dopo aver acquisito il parere delle Commissioni consiliari II, III, IV e Adempimenti della legge 142/90, ha concluso, lo scorso 27/2/1992, l'esame del provvedimento, dei relativi allegati e delle note di variazione, approvandoli a maggioranza. Se ne raccomanda, per conseguenza, l'approvazione anche da parte di quest'assemblea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per la relazione di minoranza.
ZACCHERA, relatore Signor Presidente del Consiglio, colleghi Consiglieri, riteniamo nostro dovere presentare anche in questa occasione una relazione di minoranza sul bilancio di previsione per l'anno finanziario 1992, pur comprendendo come in questi giorni occhi ed orecchie siano particolarmente distratti e presi dall'imminente consultazione elettorale.
Ma, per una questione non fosse che di continuità e di stile, riteniamo doveroso richiamare l'attenzione dei colleghi su questo atto che, pur se ormai ridotto ad una mera documentazione di intenzioni, tuttavia ha una sua importanza.
Non c'è dubbio che, a questo punto, il bilancio di previsione di quest'anno, stretto da una parte dal già concesso esercizio provvisorio e dall'altra dalle imminenti note di variazione che già si annunciano ad elezioni politiche trascorse, perde gran parte della sua importanza.
Nondimeno, per noi, rappresenta un'occasione per ribadire il nostro netto dissenso su come la Giunta regionale intende proseguire in una politica di bilancio che riteniamo non adeguata alle necessità.
In primo luogo, attenendoci alla scarna relazione assessorile assistiamo all'ormai consueto palleggio di responsabilità tra Regioni ed Amministrazione centrale.
Condividiamo molte delle doglianze dell'Assessore, perché non da oggi denunciamo le assurdità, quando non le vere e proprie ingiustizie dell'Amministrazione statale. Soprattutto condividiamo come sia aberrante portare avanti una politica finanziaria frammentata, condizionata dal dilagante deficit pubblico, palesemente contestata a livello europeo "falsa" - in definitiva - perché innumerevoli volte si è dimostrato essere fondata su eventi impossibili o altamente improbabili, come i contenimenti impensabili del tasso d'inflazione corrente.
Quando un Governo e un Parlamento hanno dato il loro assenso, negli ultimi tempi preelettorali, a tutta un'incredibile serie di leggi dispendiose e settoriali, non da noi ma dai massimi esponenti finanziari di questa Repubblica denunciate come vere e proprie assurdità demolitrici della manovra economica, che altro ci resterebbe da dire? Politicamente parlando, potremmo solo aggiungere che questa Italia non è messa in condizione di capire verso quale baratro si stia dirigendo anche se l'incremento esponenziale del deficit pubblico dovrebbe dimostrare anche ai ciechi come sia da tempo finito il tempo dei pannicelli caldi e dei decreti-tampone.
Invece no, si continua allo stesso modo o peggio, e già si sa che ad elezioni concluse è in arrivo l'ennesima stangata, stangata che verrà accompagnata da una nuova infornata di decreti illeggibili e contorti, che si avvicineranno a quota 11.000 a far tempo dalla "riforma" del 1973 (quest'ultima, ricordo, era quella che avrebbe dovuto far pulizia di una normativa troppo farraginosa).
In questa babele di decreti, proseguiranno le due velocità di un'Italia dove i finanzieri (quelli con le fiamme gialle) bloccano un bambino di 7 anni con i pop-corn; cosa che non fa il finanziere (quello d'assalto) amico dei potenti che - magari legalmente evade migliaia di miliardi, come certe manovre al massimo livello lasciano temere. Il discorso è subito ricondotto alla situazione regionale: l'Assessore "piange" sull'assoluta imprevedibilità di troppi cespiti che, anziché essere "certi"; sono profondamente incerti, tanto che alla fine lo stesso bilancio rischia di essere redatto su insicurezze di fondo.
Facile allora commentare che la stessa Amministrazione regionale è vittima del malgoverno centrale; facile, ma non ci basta. Non ci basta perché da tempo in quest'aula denunciamo come la Regione Piemonte ricalchi gli stessi difetti romani, sia pure su scala numericamente minore.
Cambiano le somme, ma non il metodo, e mai come quest'anno il MSI-DN ha puntualmente denunciato centinaia di casi di vero e proprio sperpero regionale, dove - volendo - si potevano trovare ampi margini di risparmio e con essi finanziare alcuni "filoni-forti" di intervento regionale.
Non è così, perché non si vuole che le cose cambino. Non si comprenderebbe, altrimenti, in che logica di "rigore" vi siano innumerevoli iniziative, non solo non indispensabili, ma veri e propri sprechi. Dal moltiplicarsi di giornali ed opuscoli (il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta avranno notato che ormai va di moda la "testata" per Assessorato, cioè ogni Assessorato a questo punto sta per avere la propria "testata"), alla contabilizzazione dei corsi professionali a costi superiori alle necessità, al "buco nero" dell'agricoltura piemontese - e mi fa piacere che sia arrivato l'Assessore, al quale da tempo chiediamo risposte che non giungono (e sono quattro mesi) su casi precisi di indubbia gravità - a campagne pubblicitarie - esemplare quella da noi denunciata sui trasporti - dove la Regione cerca di vendere una propria "immagine", ma dietro la quale la realtà è ben misera, ed è un continuo stillicidio di spese superflue.
Abbiamo presentato, a questo proposito, circa 70 emendamenti, 50 dei quali comporterebbero un risparmio di circa 24 miliardi solo sulle spese generali e di funzionamento della Regione, 24 miliardi che secondo noi potrebbero, senza cambiare le entrate, essere destinati a degli investimenti o comunque ad una campagna, appunto, di "filoni-forti" di intervento regionale. Quindi presenteremo emendamenti sui singoli capitoli di spesa, non illudendoci ovviamente che siano accolti.
Ma è ben significativo che sia una forza di opposizione a dimostrare alla maggioranza come sia possibile risparmiare dei soldi e non siano lo stesso Assessorato e la maggioranza a risparmiare là ove è obiettivamente possibile.
Non comprendiamo perché l'Assessore al bilancio non abbia il coraggio e la capacità di opporsi a questo "trend" di spesa, e non ci basta che vengano qui e là tagliate alcune spese in misura percentuale. Non ha senso tagliare, a nostro avviso, in misura percentuale su spese di bilancio perché là dove c'è uno spreco continuerà ad esserci il 90% dello stesso spreco, là dove c'era l'indispensabilità non ci saranno più neanche i fondi per l'indispensabile.
Restando strettamente collegati al bilancio preventivo: Assessore Gallarini, che senso c'è nel ripeterci nella sua relazione che tutto - o quasi - è incerto? Sta cercando soltanto degli alibi per sottolineare come "comunque" questo bilancio sarà integrato, emendato e sostituito nei prossimi mesi? Ma lo sappiamo benissimo, questo! D'altronde, nel momento in cui le stesse Regioni - quindi non noi, ma le Regioni - hanno espresso un parere negativo sulla finanziaria 1992 a livello nazionale ed anche sul documento di programmazione economico finanziaria per il '91-'93, non si fa che confermare quanto andiamo dicendo. Se voi stessi dite che a livello nazionale le stesse cifre su cui appare il bilancio non possono essere accettate, ci pare abbastanza ovvio che a questo punto il bilancio che ne discende non possa essere alla stessa maniera accettato.
Ci si spieghi però la logica: ci si oppone a Roma, ma poi non si fa nulla di clamoroso per esprimere il proprio dissenso politico verso il metodo che viene usato, quindi non si cambia metodo neppure a Torino.
La realtà è scritta dall'Assessore Gallarini stesso, quando accenna che di fatto - vige la politica del rinvio ad oltranza, dell'illudere la pubblica opinione.
E' improbabile, per esempio, il tetto programmato di inflazione? Certo ma il governo romano, politicamente identico a quello di Torino (non dimentichiamocelo) ha detto che sarà così! Sono sottostimati i fondi per la sanità e i trasporti? Certo, ma che cosa fa la Regione per contenere quei costi? Sulla sanità, da anni diciamo che occorre correlare i fondi versati alle UU.SS.SS.LL. con una loro iniziativa concreta di razionalizzazione premiando quindi chi risparmia e funziona rispetto a chi invece non dà il meglio per quanto riguarda il proprio funzionamento. Ma questo non si fa.
E' sottostimato il piano-trasporti? Mah, faremo qualche altra campagna pubblicitaria e tutto si sistemerà.
Ci si lamenta di una diminuzione dei fondi CEE? Giusto, ma come vengono impegnati, colleghi, i fondi della CEE? Perché i lavori pubblici in questa Regione costano (come in altre peraltro) molto di più degli interventi dei privati per realizzare le stesse cose? A questo, di solito, non si risponde; si annuncia quindi la presentazione del solito, abusato, consueto, reiterato "bilancio tecnico" quasi che questa parola serva ad amnistiare od assolvere la Giunta regionale. Siamo alla stessa politica romana del rinvio e del carciofo: si invocano e si ripetono i "bilanci tecnici", ma non c'è mai un"bilancio concreto"! Maggiore chiarezza, così come più chiarezza vorremmo sul chiarirci del significato delle giacenze della Regione presso la Tesoreria centrale dello Stato ed il deposito di somme presso la stessa Tesoreria. E maggiore chiarezza vorrà darci l'Assessore anche sul trend di indebitamento della Regione nei riguardi di quel piano di rientro che era stato ipotizzato lo scorso anno.
A questo punto, la memoria va alle nostre richieste dello scorso anno e relative promesse assessorili, alle richieste in sede di esercizio provvisorio che non sono state recepite.
Ricordiamo le nostre richieste di poter leggere il bilancio con tabelle più chiare (l'esempio di questa mattina mi sembra clamoroso) e con una diversa impostazione dei costi, la necessità di un inventario dei beni regionali e così via. Abbiamo avuto solo un elenco dei cespiti immobiliari ed una serie di proposte di dismissione del patrimonio. Non prendiamoci in giro; di un cespite occorre sapere quanto costa e quanto rende, poco interessa sapere che è utilizzato, ad esempio, dal Comune di Alessandria! Ci aspettavamo, francamente, qualcosa di più, nello stesso interesse dell'Amministrazione regionale, sia chiaro.
Quindi concludiamo questa introduzione, riservandoci di entrare più nel dettaglio sui capitoli di bilancio con gli emendamenti; con un commento però, il solito commento: anche questa è un'occasione fallita, perché si grida all'"emergenza" - o in questo caso si dice che tanto questo è un bilancio tecnico che poi andrà pesantemente cambiato di qui a due mesi dopo le elezioni - trasformando anche l'ordinario in emergenza, ed i problemi non si risolvono mai.
Anzi, ci pare - e anche su questo punto vorremmo avere risposte chiare ed inequivocabili - che questo bilancio '92 sia peggiore di quello precedente, e che il non evidenziare le somme sulle spese "libere" rinviandole ad apposite note di variazione per essere finanziate sottolinei la mesta realtà: la Regione spende sempre di più per funzionare.
Innanzitutto, si devono trovare i fondi per questo e poi anche quelli - e sono le briciole - destinati a "produrre" per la collettività, ma solo se ve ne saranno le possibilità.
Il bilancio, dopo 22 anni di esperienza regionale, ci sembra francamente squallido, tanto che non solo noi, ma riteniamo anche la gran parte dei cittadini, ci stiamo chiedendo a che cosa mai servano questi istituti regionali.



PRESIDENTE

La parola al secondo relatore di minoranza, Consigliere Buzio.
BUZIO, relatore Anche il nostro Gruppo ha predisposto una relazione di minoranza, che è un po' la sintesi di considerazioni già espresse, sia pure in modo parziale, nelle occasioni in cui abbiamo discusso di questioni relative alla manovra finanziaria e dell'ordine del giorno sul bilancio e sulla situazione di difficoltà in cui versano le Regioni davanti all'incertezza permanente del quadro finanziario in cui si muovono.
La Giunta regionale propone al Consiglio l'approvazione di un bilancio "tecnico", rinviando in sede di assestamento - almeno, così ci è stato detto ripetutamente - le scelte politiche significative, attraverso le quali sia leggibile la strategia globale di intervento. A tal fine si rinvia la manovra finanziaria già annunciata, che in sostanza significa l'applicazione delle addizionali; un rinvio dovuto esclusivamente - senza voler polemizzare - a ragioni di opportunità politica, data la prossima scadenza elettorale.
Questa finzione di bilancio non fa tuttavia venir meno la nostra ferma opposizione - già espressa in sede di autorizzazione all'esercizio provvisorio e ribadita nel corso del dibattito sull'ordine del giorno presentato dal Gruppo PCI-PDS e votato in quest'aula in merito al Bilancio 1992 - a qualsiasi applicazione delle addizionali oltre i limiti fissati dalle norme di legge. E ciò non solo per ribadire ancora una volta che la legge 158/90 non rappresenta una vera autonomia impositiva, nel senso cioè di una riforma fiscale che riservi alle Regioni un potere impositivo non aggiuntivo, conseguente ad una nuova articolazione delle funzioni legislative ed amministrative e delle relative risorse tra Stato nazionale e autonomie regionali.
Abbiamo anche ritenuto che bisogna lavorare seriamente sul versante della spesa prima ancora di agire - può darsi che sia necessario farlo entro certi limiti - sul versante delle entrate.
Le nuove addizionali che si prevede di applicare, anticipate già nel disegno di legge presentato dalla Giunta, ricadrebbero su categorie di contribuenti e su consumi già pesantemente tassati (metano, benzina, PRA).
Il bilancio regionale deve rappresentare, nel suo insieme, il punto concreto di riferimento attuativo degli indirizzi programmatici presenti nel Piano regionale di sviluppo. Il nostro Gruppo aveva chiesto che il piano di sviluppo fosse aggiornato con le relative necessità di spesa annuale e pluriennale prima che fosse approvato il bilancio 1992, ancorch fosse ritenuto tecnico.
Detto piano di sviluppo, così come sancito dall'art. 2 della L.R.
16/89, deve trovare la partecipazione del sistema delle Amministrazioni locali (provinciali, comunali, comunità montane) che, sempre in virtù della L.R. 16/89, art. 4, comma 3, è poi chiamato "tramite delega" a gestire le funzioni amministrative regionali nel rispetto dell'art. 118, ultimo comma della Costituzione.
Ebbene, il sistema delle amministrazioni locali, stante la mancata attuazione della L.R. 16/89 che prevedeva, entro un anno dalla sua entrata in vigore (23/3/90), il decentramento di funzioni dalla Regione alle amministrazioni locali stesse, sia attraverso risorse finanziarie che di personale, è rimasto completamente estraneo al processo di coinvolgimento sia sul piano della programmazione che su quello successivo della gestione ivi contemplato.
E' evidente come da ciò discenda, da parte di questa Giunta un'interpretazione del ruolo della Regione del tutto improprio rispetto a quello disegnato dalla Carta costituzionale; invece di essere momento alto di programmazione e legislazione, la Regione si caratterizza sempre di più nello svolgimento di un ruolo di amministrazione attiva del tutto improprio, improduttivo, fatto di rapporti diretti fra Assessori e Comuni generatore di sprechi e di modi clientelari di governo.
Anche il criterio adottato in sede di bilancio 1992 di riduzione delle spese di funzionamento in modo generalizzato del 10% non ci pare dettato da un'analisi attenta delle varie poste di bilancio.
E' abbastanza facile notare come alcuni capitoli siano obbligatoriamente rigidi, mentre altri potrebbero essere compressi maggiormente, anche in ossequio alle direttive dell'art. 14 della Legge 412 sulle misure di contenimento della spesa pubblica. Parzialmente, per singole poste, è possibile recuperare quei 20 miliardi cui ha accennato il Consigliere Zacchera.
Sulle stesse risorse libere, rinviato nel tempo il "bilancio reale", la Giunta dovrebbe impegnarsi a intervenire il meno possibile, se si vuole che il confronto politico sia vero e non una presa in giro e quindi il bilancio possa essere modificabile anche a seguito dell'accoglimento di emendamenti.
Perché allora non agire in questa fase sui fondi statali reimpostati vere e proprie economie forzose dovute alla incapacità di mettere in moto rapidamente le risorse e gli interventi conseguenti, che ammontano a quasi mille miliardi e sulle assegnazioni a destinazione vincolata dell'anno in corso? Si tratta quindi di valutare come gestire la fase di transizione tra un bilancio tecnico ed un bilancio vero, se si vuole che quest'ultimo sia un momento di coinvolgimento della minoranza e dia la possibilità reale di modifiche.
Non si dice nulla dell'importanza di accertare l'entità complessiva e per comparti funzionali della quota variabile destinabile al Piemonte del fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo (Legge -158) e definire il relativo programma regionale. Si assiste invero da parte del Governo, nell'ipotesi di DPCM in attuazione dell'art. 3.2, legge 158 predisposto dal Ministero del Bilancio e della Programmazione economica alla tendenza ad appesantire l'iter amministrativo rispetto a quanto già stabilito dalle singole leggi di spesa.
Queste manovre sottendono un processo di verticalizzazione del processo decisionale ed una riappropriazione surretizia delle competenze regionali con il risultato che le Regioni diventeranno agenzie o terminali di spesa sempre più vincolate, anche, rispetto a un fondo comune su cui dovrebbero essere libere di muoversi con il massimo potere discrezionale per poter attuare i propri programmi.
Le Regioni hanno l'esigenza che gli stanziamenti dal bilancio dello Stato che confluiscono nel Fondo ex art. 9 Legge 281/ 70 abbiano carattere di continuità e certezza pluriennale, così da permettere una sistematica attuazione dei programmi regionali. Sarebbe forse valsa la pena attendere questa verifica ed insistere perché nel rapporto Stato Regioni vi fosse maggiore chiarezza in questo senso.
Alcune considerazioni sia in aula che in . Commissione sono state sollevate dal nostro e da altri Gruppi in ordine all'esigenza di comprendere quale sia la strategia complessiva che intende adottare la Regione circa la politica patrimoniale.
Ai Gruppi è stato consegnato un elenco dei beni immobili articolato per Province e, indicante il soggetto che utilizza il bene. Il nostro Gruppo aveva chiesto ben altro: non solo altre informazioni circa gli eventuali redditi dei beni, i costi di manutenzione e altre notizie relative alla gestione degli immobili, ma anche gli intendimenti futuri della Giunta circa l'utilizzo e la dismissione del patrimonio, in relazione anche alla razionalizzazione degli uffici regionali.
Non emerge dalle prime episodiche proposte di alienazione e di acquisto un quadro di insieme che faccia capire la direzione di marcia che si vuole intraprendere, anche con riferimento al bilancio.
Nulla si dice, inoltre, anche attraverso prospetti esplicativi, pure insistentemente richiesti, dello stato di operatività della legislazione regionale vigente per verificare nei fatti la produttività della stessa e l'esigenza di uno sfoltimento di leggi inapplicate, alcune delle quali inutili e altre contraddittorie. Abbiamo chiesto preliminarmente una verifica generale dell'insieme della spesa regionale, attivando subito, su alcuni comparti essenziali, il controllo di gestione.
Ciò richiede un lavoro di lunga lena e un'attività permanente della I Commissione. E' chiaro, infatti, come il controllo di gestione sia una sorta di "fotografia" delle attività regionali, da intendersi non come fatto contabile, ma come strumento direzionale attraverso il quale gli organi decisionali possono valutare i1 grado di efficacia delle politiche di intervento intraprese.
Tale attività di controllo e di verifica può adempiere alle sue finalità solo se si realizzano le seguenti condizioni: volontà degli organi decisionali di realizzare un sistema di autocontrollo delle politiche regionali investimenti in tecnologia informatica e relativa formazione del personale diffusione di una "cultura del controllo di gestione" che permei tutte le strutture organizzative interessate, al fine di un'effettiva interazione.
Tutto ciò comporta un diverso modo di lavorare del Consiglio e degli uffici della Giunta, perché l'attività di controllo possa concretizzarsi nel rapporto di gestione, documento annuale che prende in esame i principali assetti gestionali: le politiche di bilancio, le politiche di intervento, i soggetti delle politiche regionali e le politiche dei fattori di produzione.
Ciò dovrebbe avvenire prima della approvazione del conto consuntivo e precedentemente alla predisposizione del bilancio pluriennale, a significare il carattere strategico che dovrebbe assumere il rapporto di gestione onde fornire informazioni per correggere e modificare le politiche regionali.
Il controllo di gestione diviene così elemento guida dell'attività regionale: solo attraverso i dati forniti dal controllo di gestione è possibile avviare una politica di n" equilibrio del bilancio che pu rendere disponibili risorse autonome.
Appare evidente come l'attività di controllo di gestione serve a valutare i costi delle politiche, gli standards sui costi, l'efficacia dei servizi prodotti e a migliorare complessivamente tutta l'attività decisionale.
Su questo tema siamo alle prime battute; occorre insistere perché il rapporto di gestione anche per la Regione Piemonte sia un obiettivo raggiungibile nei prossimi anni, per consentire una politica di bilancio e di uso delle risorse pubbliche più efficiente ed efficace.
Il nostro Gruppo ritiene questo bilancio basato su dati suscettibili di modificazioni, quali le entrate relative alla partita sanitaria e dei trasporti; per quale motivo allora la fretta di approvare un"bilancio tecnico" quando non sono certi dati fondamentali? Un'attenzione particolare è stata portata dal nostro Gruppo alla L.R.
18/84, legge regionale in materia di opere e lavori pubblici.
In particolare si è fatto presente che, scaduta l'ultima deroga al 31/12/1991, ogni deliberazione che si richiami alla suddetta legge è illegittima e pertanto il bilancio 1992 non è utilizzabile per finanziare opere pubbliche senza aver approvato precedentemente il Piano pluriennale delle opere e dei lavori pubblici.
Da tutto ciò ne discende che se si compie un'attenta ricognizione del bilancio, già fin d'ora è possibile intervenire sul versante della spesa con un lavoro di lima che consente di individuare e finanziare ulteriormente quelle priorità che il nostro Gruppo aveva evidenziato nel proprio ordine del giorno sul bilancio: sviluppo e occupazione ambiente e territorio assistenza e sanità.
Mi sono limitato a citare per titoli questi problemi, che saranno ripresi puntualmente dai Consiglieri del nostro Gruppo in sede di emendamento. I titoli stessi vi dicono la dimensione della gravità di queste problematiche: basta pensare ai problemi dell'occupazione in generale. Noi siamo intervenuti con emendamenti mirati su questi settori quindi questa relazione è propedeutica a questi emendamenti. Gli emendamenti verranno poi proposti dal nostro Gruppo e coerentemente a questi filoni di intervento. Non sto qui a dire su quali leggi siamo intervenuti, lo faremo successivamente. In Commissione ci era stato promesso che gli Assessori avrebbero fatto una relazione, ancorché il bilancio fosse tecnico: è rimasta lettera morta. Credo che si sia persa un'occasione, sia pur nei limiti di un bilancio "tecnico", che comunque ha sempre un significato politico, per essere coerenti con l'esigenza di contenimento della spesa pubblica e per individuare scelte prioritarie che si sarebbero potute fare, dovute all'emergenza socio-economica dell'intero Piemonte.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore regionale Signor Presidente, signori Consiglieri, penso proprio che dopo aver ascoltatola relazione del Consigliere Ferraris e le due relazioni di minoranza del Consigliere Zacchera e del Consigliere Buzio, alcune considerazioni le debba fare anche la Giunta; dopo di ché, ovviamente in seguito a come si svolgerà il dibattito, ci riserviamo sia per quanto riguarda la disponibilità nei confronti degli emendamenti che per quanto riguarda il recepimento di osservazioni e di indicazioni che sicuramente emergeranno dal dibattito stesso, di formulare delle considerazioni aggiuntive.
E' ormai spiacevole consuetudine dover predisporre il bilancio di previsione in una situazione di preoccupanti incertezze. Il Consigliere Zacchera diceva che la Giunta ci parla sempre di queste incertezze: fino a che le incertezze permangono, è difficile ignorarle, anzi sarebbe non corretto farlo. Le Regioni hanno espresso anche per il 1992 il loro dissenso alla manovra finanziaria proposta dal Governo; ciò perché, pur prescindendo da valutazioni sulla congruità dello strumento rispetto agli obiettivi prefissati di contenimento del deficit pubblico e di sostegno degli investimenti, presentava larghi spazi di incertezza ed indeterminatezza per le conseguenze sulla finanza regionale.
E' cronaca recente la decisione, ovviamente provvisoria, ancora una volta, assunta dal Governo in materia di spesa sanitaria. Il divario pari a 17.000 miliardi a livello nazionale fra la richiesta delle Regioni e l'offerta governativa, tra stima regionale e stima del Governo, non è ancora stato appianato. Perla nostra Regione c'è una disponibilità di 6.070 miliardi, anziché 6.900, il che significa un 15% in meno, cosa già rilevata anche nel Consiglio regionale scorso da un intervento del Consigliere Calligaro. E' facilmente intuibile che formulare il bilancio regionale con incognite che potrebbero impazzare non è11 massimo che si possa sperare, ma questa è la realtà. Il problema sanitario era ed è tutt'oggi accompagnato da quello dei disavanzi delle aziende di trasporto pubblico. Anche questo è un settore che non è esploso ancora come il settore sanità, ma sicuramente esploderà nel prossimo periodo: Anche in questo caso è previsto l'intervento dei fondi regionali. In altri casi, come in agricoltura, il contributo delle Regioni al contenimento del disavanzo pubblico viene chiesto costringendo le Regioni ad anticipare - e anche questo non è un problema da sottovalutare - con proprie risorse quelle della legge n. 752 che la legge finanziaria ha fatto slittare al '93. Quindi anche questo è un handicap che appesantisce notevolmente- la snellezza e la fluidità dei fondi regionali.
Lo scenario non era quindi dei più invitanti per formulare una proposta di bilancio di ampio respiro programmatorio. Diciamo "non era", in quanto sostanzialmente questo bilancio è stato predisposto negli ultimi mesi del '91; una situazione contingente, che tutti conosciamo, ha impedito che fosse approvato in allora ed il Consiglio adottò poi la soluzione dell'esercizio provvisorio. Ritengo utile per il Consiglio ricordare brevemente le caratteristiche sia politiche che tecniche della proposta di bilancio approvata dalla Giunta regionale nel dicembre '91.
Le caratteristiche politiche sono così sintetizzabili. Per quanto riguarda l'entrata', previsione dell'aumento dell'addizionale sulla tassa di trascrizione sul Pubblico registro automobilistico (PRA) dal 20, all'80 (e questa è ormai legge) estensione dell'addizionale anche al gas metano ad uso industriale (questa fu la legge approvata dal Consiglio, anche se poi in uno degli ultimi Consigli abbiamo cassato questo provvedimento in seguito a provvedimenti governativi che hanno impedito, per quanto concerne le Regioni, l'applicazione di questa sovrattassa) per la spesa: coperture della spesa rigida, iscrizione degli stanziamenti autorizzati dalla legge finanziaria regionale e di quelli previsti nel disegno di legge predisposto in occasione dell'assestamento '91 accantonamento degli oneri previsti per la copertura del disavanzo '90 della sanità; inserimento degli stanziamenti previsti dal piano di rientro del disavanzo regionale (perché non occorre dimenticare che pur essendo un bilancio di minima, così come abbiamo avuto più occasioni di definire, il bilancio che stiamo proponéndo al Consiglio è il pilastro fondamentale della manovra economica, che prevedeva un rientro di 35 miliardi all'anno).
Abbiamo preso l'impegno di inserire 18 miliardi in questa proposta di bilancio preventivo e gli ulteriori 17 miliardi in sede di assestamento, in modo tale da non derogare da quegli impegni di rientro sui quali ci siamo espressi come Consiglio nel luglio '91 in sede di assestamento. Previsione delle spese di funzionamento ad un livello pari a quello del '91, ridotto del 10%, e spese di investimento ridotte del 20%. Anche qui direi che come Regione Piemonte, allorquando proponemmo questi contenimenti, lo facemmo in anticipo rispetto alla finanziaria nazionale, che poi dovette sostanzialmente dare indicazioni di questo tipo per quanto riguarda le Regioni nel loro complesso. Le spese discrezionali sono state ribaltate dal '91 al '92, operando su di' esse il taglio come sopra indicato. Questa predisposizione quasi speculare del bilancio '92 rispetto all'assestamento '91 è uno dei motivi che ha suggerito di saltare alle consultazioni.
Infatti in Commissione abbiamo deciso di prevederle sulla proposta di assestamento.
Il contenimento della spesa di funzionamento ha addirittura anticipato le limitazioni introdotte ad alcune voci di spesa dall'art. 19 della legge n. 412 del '91. Sotto il profilo strettamente tecnico, il bilancio è stato predisposto secondo quanto previsto dalla modifica apportata alla legge di contabilità regionale e di attuazione del programma pluriennale di attività e di spesa allegato all'attuale piano di sviluppo. Infatti questo è il primo bilancio che viene predisposto a legge di contabilità modificata perché l'abbiamo modificata sostanzialmente nel secondo semestre del 1991.
In tal modo, è possibile ottenere sia le informazioni relative all'equilibrio finanziario tramite il bilancio annuale, che le indicazioni di tipo programmatori o dal bilancio pluriennale. Non è senza significato che, per non pregiudicare le possibilità di introdurre modifiche in assestamento, l'autorizzazione all'esercizio provvisorio sia stata quanto mai rigorosa. La Giunta ritiene di dover sottolineare il rigore con cui si sono inseriti i dodicesimi per quanto riguarda la gestione delle risorse discrezionali, in sede di autorizzazione all'esercizio provvisorio prevedendo la limitazione ad un dodicesimo, per un mese, per tutte le spese discrezionali, anche se coperte con assegnazioni statali. Questo non è un aspetto secondario.
Ad integrazione della proposta di bilancio sono state presentate tre note di variazione, che possono essere viste da destra e da sinistra; da sinistra, in modo eufemistico, sono state viste come una serie di provvedimenti che non sarebbero da adottare, che dimostrano incertezza nella gestione del bilancio.
Noi; invece, sempre in senso eufemistico, ci permettiamo di vederle da destra; riteniamo infatti che una serie di note di variazione, e di legge di variazione al bilancio preventivo approvato, costituiscano un forte elemento di snellezza e di elasticità dinamica della gestione del bilancio.
La prima nota di variazione, meramente tecnica, è predisposta per tener conto della ripartizione delle deleghe tra l'Assessore alla Cultura e quello all'Istruzione; la seconda, più importante ed inserita nell'esercizio provvisorio, per poter recuperare il finanziamento straordinario alle Comunità Montane (cioè i 2 miliardi che sono elargibili). Ciò per prevedere uno stanziamento minimo per fronteggiare le conseguenze dell'applicazione dell'art. 5, 7' comma della legge 407/90 in materia di protesi (cioè i 2 miliardi e mezzo che abbiamo devoluto ai tetraplegici in uno dei Consigli precedenti) e infine per dare, seppur parzialmente, copertura alle collaborazioni esterne (cioè i 3 miliardi che abbiamo inserito per le consulenze, sia per quanto riguarda la Giunta che il Consiglio).
La terza nota di variazione è solo sul lato dell'entrata ed ha come scopo principale quello di tener conto di quanto è avvenuto sul fronte dell'addizionale sul consumo industriale del gas metano. Si tratta di 42 miliardi; avendo avuto la certezza di non poter più contare di questa entrata, abbiamo ritenuto di doverli depennare e di bilanciarne la mancanza con segni + che compensassero il segno -.
Come si ricorderà, l'addizionale era stata prima esclusa dalla legge 413/91, poi estesa "ope leggs"dal decreto legge 11/92. Il decreto legge è stato infine emendato in Commissione Finanze del Senato, depennando, per contrasto con la legge n. 413, l'articolo che estendeva a tutte le Regioni l'addizionale sul consumo di gas metano. Nel frattempo, era entrata in vigore la legge regionale approvata a dicembre dal Consiglio, formulata su indicazione del Ministero degli Affari regionali, legge regionale però in contrasto con la legge n. 413. Si è preferito, pertanto, ipotizzare un rinvio dell'applicazione che ha costretto a rivedere le previsioni dell'entrata, cioè quanto sostanzialmente abbiamo detto prima in dettaglio.
Se il bilancio verrà approvato, verrà rispettata anche l'altra modifica apportata dalla legge di contabilità regionale, che prevede l'approvazione del bilancio di previsione comunque entro il mese di marzo.
Il bilancio di previsione è sicuramente non definitivo, poiché tra gli impegni assunti dalla maggioranza c'è anche quello di rivedere, prima della pausa estiva, il piano di sviluppo, tenendo conto dei risultati della revisione nel predisporre l'assestamento. Nonostante questo rinvio alcuni provvedimenti di completamento della manovra finanziaria sono già stati quanto meno avviati: per esempio, è in via di completamento il piano di razionalizzazione del patrimonio immobiliare - quello cui accennava prima il collega Brizio, seppure da un'altra angolatura - che dovrà consentire di collocare in maniera più efficiente gli uffici regionali e di ridurre le spese di manutenzione.
Ricordo solo ad informazione del Consiglio che, all'interno di quella struttura, sarà ricavato anche uno spazio per la cui locazione ci verrà corrisposto il canone dal Comune di Torino per l'insediamento della superprocura.
La Giunta è stata sollecitata a questo fine e abbiamo trovato nella realtà una soluzione di questo tipo. E' stata avviata, e questo è un altro punto importante, la verifica del bilancio di previsione. Come si ricorderà, in occasione della discussione sull'esercizio provvisorio erano state avanzate, da parte del Consigliere Ferrara e di altri Consiglieri riserve sulla correttezza della proposta di bilancio, o quanto meno sulla necessità di andare per il '92 ad una verifica di fondo che consentisse un esame più approfondito dell'intera questione.
Avevano proposto di far certificare il bilancio regionale. Ovviamente non è possibile certificare un bilancio di previsione; è però possibile verificare la correttezza delle ipotesi adottate nella formulazione della previsione ed è quanto stiamo facendo. Abbiamo sentito una società specializzata, la Aeati, la quale ha preso contatto con noi e con il problema ed entro fine marzo ci darà le risultanze. Quindi, entro fine marzo avremo anche ottemperato a questo impegno assunto in un Consiglio precedente e avremo dei dati su cui soffermeremo la nostra attenzione.
Pur tra notevoli difficoltà, ha preso l'avvio il controllo di gestione e il responsabile del settore ha assicurato per fine giugno una prima elaborazione. Quindi, anche in questo caso, è vero che siamo in una fase più che sperimentale, che precede l'inizio del controllo di gestione. Ne abbiamo però parlato in Commissione, abbiamo illustrato sostanzialmente un programma, addirittura c'è stato un confronto congiunto con l'analoga Commissione della Regione Lombardia, in modo da avere degli elementi in base alla loro esperienza.
Anche su uno o due capitoli entro giugno avremo già un primo risultato di controllo di gestione effettuato, e anche questo ci sembra un passo significativo nella direzione giusta. Sta proseguendo, d'intesa con gli uffici del Consiglio regionale, la predisposizione del quadro delle leggi regionali di spesa in vigore. E' il problema del quale parlava il Consigliere Buzio nella sua relazione, al fine di consentire la revisione ed introdurre i correttivi necessari per renderle più efficienti e, se fosse il caso, per adattarle alle due leggi fondamentali, la n. 241 e la n.
142.
Al tema della revisione delle procedure di spesa non è estraneo quello della ricerca delle cause che non consentono una rapida utilizzazione delle assegnazioni statali vincolate, dando luogo al formarsi di consistenti economie particolarmente ingiustificate in una fase di risorse scarse. Se per il passato questo fenomeno poteva essere, in qualche misura, assorbito dalle condizioni dell'ente, i tempi che abbiamo di fronte sicuramente portano ad affinare i meccanismi attraverso i quali spremere questo serbatoio, perché le risorse stanno sempre più scarseggiando.
Come anticipato in I Commissione, è intenzione della Giunta presentare una prima legge di variazione al bilancio '92, nella quale convogliare alcune richieste, che nel frattempo sono emerse da parte di Assessori e del Consiglio stesso, non inserite nelle note di variazione, e gli emendamenti che, secondo quanto emergerà dal dibattito, ci riserviamo di esaminare e nella misura in cui sarà possibile, di recepire.
La legge di variazione, fatti salvi i programmi del Consiglio, potrebbe essere discussa immediatamente alla ripresa dei lavori e arrivare ad essere operativa prima dell'assestamento. Riteniamo che un elemento di questo tipo sia leggibile sotto l'aspetto di quella dinamica di gestione di cui parlavamo.
Per quanto riguarda alcuni punti oggetto della variazione, penso non sia il caso di scendere in dettaglio, ma esistono questioni relative ad un disegno di legge Beltrami ed altre relativamente al museo di Fondo Toce sul quale abbiamo già un'intesa con la Presidenza del Consiglio, perché si vada sostanzialmente a concorrere fra Giunta e Consiglio in quella direzione. Abbiamo la necessità di aumentare di circa un miliardo e 800 milioni, in seguito all'aumento che c'è stato in passato e ad uno molto più lieve in corso, dell'indennità dei Consiglieri regionali nonché per un contributo al Fondo per l'ambiente FAI e un'integrazione al capitolo sulla Festa del Piemonte.
Per quanto riguarda il piano del patrimonio, in I Commissione vi sono quattro disegni di legge che la Giunta ha già adottato, ma non ancora licenziati dalla Commissione (lo saranno comunque a breve termine). Abbiamo infatti ritenuto che tali disegni di legge non fossero ancora maturi come provvedimenti, nel senso che esistevano alcuni elementi di indeterminatezza: nei prossimi giorni definiremo questi elementi fra Giunta e Ufficio di Presidenza, e quindi arriveremo ad un piano di utilizzo che consenta di avere delle certezze.
Un riassunto deve essere fatto, perché in questo anno e mezzo ci si è mossi in modo incisivo su questa materia, che notoriamente è una materia che ha una inerzia notevole. Quando in un programma si enuncia un piano di razionalizzazione patrimoniale non è poi così facile andare a individuare i tasselli oggetto di alienazione, quelli oggetto di acquisto e quant'altro serve alla razionalizzazione. In un anno e mezzo abbiamo affrontato il problema di Andora con l'ipotesi di alienazione al Comune di quella ex colonia per un miliardo e duecento milioni: quella situazione è definita; a Bardonecchia, attraverso una convenzione, abbiamo finalmente concordato con il Comune (che poi a sua volta ha concordato con dei privati, ma sostanzialmente la Regione è sempre in grado di governare quei processi) l'utilizzo e gli investimenti su quell'immobile che resta di proprietà della Regione; a Varallo Sesia, abbiamo dismesso Villa Becchi perché non sapevamo cosa farcene e l'abbiamo ridata al Comune; per quanto riguarda Alessandria, vi è il disegno di legge di alienazione di via Gentilini per tre miliardi e mezzo; a Verbania, Villa San Remigio per 13 miliardi inoltre esiste già un disegno di legge con l'ipotesi di acquisizione di Palazzo Masino e di una parte della colonia di Druogno.
Tutti questi sono tasselli importanti e, ad un anno e mezzo dall'inizio della legislatura, da quando si è iniziato ad affrontare con incisività questo problema, alcuni risultati sono ormai conseguiti ed altri a portata di mano e in dirittura di arrivo.
Dalla razionalizzazione del patrimonio deriverà, oltre ai vantaggi già evidenziati, anche la possibilità di utilizzare una maggiore entrata patrimoniale: non dimentichiamo che questo pacchetto di provvedimenti prevede un saldo attivo di dieci miliardi che noi intendiamo iniettare sul totale dei mutui in modo tale da comprimere, a parità di altre condizioni la contrazione di mutui per quanto ci riguarda come Regione; anche questa è quindi un'operazione che va nella direzione politicamente intrapresa e sostenuta dalla Giunta.
Per cui, in questo bilancio di minima, pur con quelle connotazioni sia di incertezza che di limitatezza di manovra alle quali abbiamo fatto riferimento, mi sento di riassumere alcuni punti che dimostrano come questo bilancio non sia sicuramente spettacolare, ma dal punto di vista della realpolitik è sicuramente un bilancio che non rinuncia, ma anzi persegue con determinazione quelli che sono i pilastri della manovra economico finanziaria enunciata nel luglio 1991 in sede di assestamento e non deroga quindi da quei binari: rispetto della manovra finanziaria in rientro prudenza di esercizio e conseguente rigore attraverso i dodicesimi anche su quei fondi di assegnazione statale; note e leggi di variazione che noi leggiamo in modo positivo e .non in modo negativo; la verifica chiesta dal Consiglio è in corso e a fine marzo saremo in grado di discutere i risultati; inizio del controllo di gestione su uno o due capitoli che già a giugno potranno essere verificati e quindi avremo dei primi risultati; la razionalizzazione patrimoniale porterà sia ad un saldo attivo per quanto riguarda il patrimonio in se stesso, ma soprattutto porterà a delle economie di gestione nella manutenzione dei fabbricati attraverso la razionalizzazione degli uffici regionali.
Quindi: è un bilancio di minima, spettacolarità zero, ma il massimo della realpolitik perseguibile in questo momento particolare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie Presidente. Colleghe e colleghi, come comunista cercherò di dare una lettura da sinistra di questo Bilancio Preventivo 1992 e cercherò di appoggiare il ragionamento attorno a tre deficit, non contabili, che mi pare di rilevare in questa manovra: un deficit di democrazia, un deficit di documentazione e un deficit di governo.
Sul primo deficit, quello di democrazia, abbiamo assistito durante i lavori della Commissione a due comportamenti che segnalo all'aula come comportamenti che comprimono il livello di democrazia, che la maggioranza dovrebbe garantire su una vicenda così importante. Vi è stato innanzitutto un deficit di democrazia generale, dovuto all'assenza di consultazioni voluta dalla maggioranza prendendo a pretesto il fatto che la proposta di bilancio era di tipo tecnico.
Il secondo comportamento deficitario di democrazia si è visto alla fine dei lavori di Commissione, quando, con una forzatura sul voto, la maggioranza ha impedito di consentire alle minoranze di lavorare ancora una settimana sui documenti allora forniti e di poter esprimere successivamente all'analisi degli ultimi documenti, il voto in una Commissione successiva. Sono fatti non marginali che forse denotano più insicurezza da parte della maggioranza di quanto non dia a vedere.
Il secondo deficit è quello relativo alla documentazione: vicenda ormai annosa. Come opposizione ho richiesto più volte che la Giunta producesse della documentazione in grado di rendere, sinteticamente, leggibili le scelte contenute nel bilancio, in qualunque bilancio, anche in quello presentato oggi in veste tecnica, in modo da poter suscitare un immediato confronto politico sulle scelte di fondo contenute nei documenti contabili.
Questa documentazione, sulla quale tutte le forze politiche continuano a concordare, non vede ancora la "luce". Qualche modifica nei documenti di bilancio è stata apportata, qualche cosa di più chiaro c'è. Ad esempio, le titolazioni degli articoli sono un po' più esplicite, ma manca ancora la possibilità di produrre, come routine del lavoro di bilancio, documenti che consentano una lettura sintetica delle scelte politiche ivi contenute.
Il terzo deficit è un deficit di governo. Sia l'Assessore che il collega Ferraris hanno detto che si tratta di un documento tecnico. Penso che nascondersi dietro la natura tecnica presupposta di questo bilancio sia un po' come nascondersi dietro una "foglia di fico" trasparente. Vi sono chiare scelte politiche contenute all'interno di questo bilancio 1992.
Avete scelto, come guida alle scelte di governo, la proporzione matematica i circuiti di una calcolatrice sono stati il "cervello" dell'operazione che avete proposto; i numeri governano equilibri percentuali e provocano squilibri sociali ed economici. Come governo avete scelto i numeri come chiave di lettura dei bisogni invece di interpretare i bisogni e trovare i numeri che potessero soddisfarli.
Fate questo perché ci sono le elezioni e la stangata ai cittadini la darete dopo. Fate questo in un momento in cui, proprio le difficoltà finanziarie e ancora più le difficoltà che la società vive, come l'occupazione legata alla crisi di vari settori industriali, avrebbe richiesto una crescita della qualità del documento contabile e della qualità di governo.
Invece, con questa scelta avete ridotto a zero le scelte di qualità almeno per ora, affidandovi ad una calcolatrice. Il fatto che rimandiate tutto a dopo le elezioni, non fa presagire nulla di buono per i cittadini perché, se aveste intenzione di operare a sostegno di bisogni primari l'avreste fatto prima delle elezioni, fidando che questa vostra scelta avrebbe portato a dei consensi elettorali. Il fatto che le scelte le post poniate vuol dire che avete qualche preoccupazione a parlare in termini politici delle vostre scelte ai cittadini. Parlo di deficit di governo perché questo è anche un bilancio curioso.
E' un bilancio che ha già in sé tre note di variazione ed una, la terza, inaspettata sul lato dell'entrata, conseguente ad un provvedimento temuto. Una nota che risolve un'emergenza finanziaria, derivante da un provvedimento dello Stato che ha sottratto una posta non irrilevante delle entrate. E' curioso ed appariscente la facilità con la quale l'Assessore al bilancio e la Giunta hanno rinunciato ad un'entrata non irrilevante compensandola immediatamente con il ritrovamento di un'altra entrata precedentemente non segnalata. Sorge così un dubbio. E' così facile lavorare all'interno del bilancio e far tornare i conti? Quante volte Assessore, un giochetto di questo genere potrebbe ancora essere fatto? Se lo Stato cancellasse altre entrate, con la stessa facilità si potrebbe continuare all'infinito a mettere le cose a posto? E' un bilancio, per altri versi, inattendibile come tutta la partita patrimoniale dove sono stati indicati 10 miliardi di entrata che non hanno alcun senso. In questo caso, si può dire che il confine tra la realtà e la fantasia è molto incerto e, di conseguenza, il confine tra il vero e falso non si trova con facilità e, il vero e il falso possono qualificare una stessa posta di bilancio. Per quanto riguarda l'esempio pratico, le entrate patrimoniali, è falso dire che ci saranno entrate per 10 miliardi, perch si nascondono le spese necessarie e conseguenti ad acquisizioni immobiliari che vengono ipotizzate. In questo caso, avete spezzato il bilancio nel momento più conveniente ai fini della quadratura dei conti. Lo avete spezzato al momento di acquisto di un immobile celando ai Consiglieri, al Consiglio e ai cittadini il fatto che l'acquisizione di un immobile da ristrutturare comporta delle spese. Vedete quindi che la politica patrimoniale è ridotta, anche in questo documento, a questo livello, a ben poca cosa. E' una politica di compravendita, come ha ricordato l'Assessore che tiene conto non di un programma generale, ma di singoli interessi particolari. E' un bilancio su cui bisogna scavare molto più di quanto oggi sia consentito, non dico a un buon padre di famiglia, ma a un normale padre di famiglia, perché l'attuale documentazione è una "girandola" di capitoli di entrate di spesa spesso indecifrabili e incomprensibili nella portata politica.
Sollevo una questione che andrebbe affrontata con maggiore attenzione: il caso dei residui attivi. I residui attivi sono imponenti ma, dalla lettura del bilancio, proprio perché è una girandola di numeri, non si capiscono alcune cose. Mi riferisco a quello relativo al fondo sociale per l'equo-canone: dal 1979 al 1983 il totale delle erogazioni dello Stato alla Regione è stato di 16 miliardi e 621 milioni, nel capitolo 850 dell'entrata. Nei relativi capitoli in uscita 10380 e 10385 risulta che questo fondo è stato trasferito ai Comuni. Nel bilancio di previsione del 1992 ci sono ancora 16 miliardi previsti in entrate da avere dallo Stato.
Perché questo succede? Se ci fossero documenti contabili e una lettura politica del bilancio, come verrebbe spiegato? Non sono stati richiesti al Ministero? Sono stati richiesti e non ottenuti? E' mancato l'invio di una documentazione richiesta dallo Stato? Queste sono le risposte che bisogna dare e questi sono una parte dei guai che la finanza regionale subisce. Su tutte queste vicende, residui attivi, economie, e così via, bisogna cambiare registro. Il controllo di gestione e l'assunzione del momento del bilancio e ancora di più del momento del rendiconto come un momento chiave per gestire le previsioni e i programmi regionali, in termini più capaci di incidere sulla realtà e più autorevoli, anche nei con- , fronti dello Stato, diventa imprescindibile. Nel merito del bilancio, insieme al collega Maggiorotti, abbiamo presentato emendamenti scegliendo l'area della sanità dei disabili, dell'educazione sanitaria e della formazione professionale e di alcuni servizi primari a livello scolastico, come le aree di attenzione.
A termine della discussione del bilancio, chiedo venga discusso e votato l'ordine del giorno che ho presentato e che si riferisce a quel cambio di qualità del lavoro, dell'insieme del Consiglio, sui temi del bilancio che ritengo indispensabile per poter affrontare, in termini politicamente comprensibili e motivati, le scelte importanti che, in occasione dei bilanci preventivi e dei consuntivi ci troviamo a discutere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Goglio.
GOGLIO Presidente e colleghi, dopo aver ascoltato la relazione dell'Assessore Gallarini, mi è venuta spontanea una domanda. Data la situazione contingente e le condizioni esterne, quale altro bilancio la Giunta avrebbe potuto proporre? Non sono ancora definiti i parametri della finanza regionale e per conoscere l'ammontare dei trasferimenti occorre aspettare la definizione della finanziaria.
Vengono modificati stanziamenti già definiti, come nel caso dell'agricoltura; non viene definita una partita di peso, come quella della sanità. La sanità ha la sua incidenza sul bilancio regionale, rischia di far naufragare qualsiasi politica di sviluppo regionale. Già in condizioni normali, scostamenti minimi, riferiti però a cifre di 12 zeri, possono far saltare completamente l'equilibrio di un bilancio. Figuriamoci cosa pu avvenire quando la situazione non è normale ed esiste un divario di 17 mila milioni tra le valutazioni regionali e quelle del Governo, in merito alla quantificazione del fondo sanitario per il 1992.
Ritengo pertanto corretto aver formulato la proposta di bilancio che ricalca l'assestamento dell'anno precedente con alcune correzioni in meno sulle spese di funzionamento e sulle spese di investimento coperte con fondi regionali liberi. Dico questo anche se temo non sarà possibile, se non a seguito di una rigorosa azione di contenimento, confermare il taglio sulle spese di funzionamento, taglio che riterrei più che soddisfacente se fissato a non meno del 5% rispetto alle previsioni finali del 1991.
A questo proposito, non bisogna dimenticare che almeno 10 voci delle spese di funzionamento, indennità di Consiglieri e personale regionale agiscono su autonomismi non modificabili. Considero in maniera positiva l'aver operato per razionalizzare il patrimonio regionale con conseguente economicità, sia nel senso di un più facile collegamento tra gli uffici regionali che nel senso di ridurre gli oneri di manutenzione da valorizzare, nonché l'indebitamento mediante l'utilizzazione dei proventi delle vendite di immobili.
L'obiettivo è in parte non dissimile da quello perseguito dal Governo con le privatizzazioni, ma spero più credibile. Politicamente rilevante è l'aver operato in questi mesi durante l'esercizio provvisorio con estrema cautela, al fine di non pregiudicare operazioni correttive da eseguire in assestamento. La proposta di bilancio ha anche onorato l'impegno assunto l'anno scorso in sede di assestamento di ridurre progressivamente, fino all'azzeramento, il disavanzo regionale. La quota a carico del 1992 quantificata allora in 35 miliardi, trova copertura per 18, con riserva di aggiungere e gli altri 17 in assestamento.
Condivido pienamente che un bilancio così formulato non necessitasse di consultazione e che la consultazione è più opportunamente prevista dall'assestamento 1992 che dovrà, fra le altre cose, tenere anche conto di quanto emergerà dalla revisione del piano di sviluppo. In queste ultime settimane sono state espresse da personalità della politica nazionale opinioni contrastanti, ma sostanzialmente di soddisfazione in merito al procedimento di formazione della manovra finanziaria statale.
La Commissione Giannini ha proposto di abolire la legge finanziaria; il Presidente Cossiga ha sostenuto che non è mai servita a nulla; il Ministro Carli ha affermato che, in un'economia aperta al resto del mondo, quello che conta non sono i controlli sulle contabilità pubbliche, bensì i prezzi.
E' stata rappresentata l'immagine di un Parlamento che ha stravolto la propria formula di governo.
Il Parlamento ha varato nel mese precedente la legislatura ben 60 leggi, molte delle quali, secondo il Presidente Cossiga, dovrebbero essere rinviate alle Camere per violazione dell'art. 81 della Costituzione. Da un'analisi comparata predisposta dal servizio studi della Camera parrebbe di poter concludere che anche se le leggi ed i regolamenti parlamentari italiani pongono il Governo, per quanto attiene all'esame dei provvedimenti contabili, su posizioni a volte parzialmente più deboli di quanto si verifica all'estero, non è completamente vera l'opinione secondo cui le assemblee parlamentari delle altre nazioni si limiterebbero a funzioni poco più che di ratifica. Il dibattito che si sta riaprendo sul provvedimento di formazione del bilancio non è sicuramente un fatto negativo, anzi è sintomo di un nuovo interesse per le cose della finanza pubblica che sono, per definizione, cose di tutti. D'altra parte, le difficoltà che si incontrano nel pervenire, mediante il voto, a decisioni collettive che possono dirsi conformi alle valutazioni dei componenti della collettività, trovano un semplice esempio in quello che i testi di finanza pubblica chiamano con il paradosso del voto di Concorcet.
Le valutazioni individuali non riescono a trovare espressione in una decisione collettiva stabile e determinata in modo univoco e viene invece a determinarsi quella che viene chiamata "maggioranza ciclica". Sarà molto interessante seguire e, per quanto possibile, partecipare al dibattito iniziato e che avrà come sbocco quello di considerare le scelte di bilancio operate dall'esecutivo come un fatto modificabile oppure come una proposta aperta da perfezionare con il dibattito parlamentare.
Tornando a cose nostre e più vicine, esprimo l'assenso del mio Gruppo alla proposta di bilancio per il 1991; rivolgo però un invito perché sia seguita con particolare attenzione la partita sanitaria, ponendo in essere tutte quelle misure di contenimento e di controllo che, senza vanificare il servizio sanitario, non espongano le già scarse finanze regionali a situazioni di non ritorno.
Ribadisco il giudizio positivo sulla politica del patrimonio e spero che per questa via sia possibile non deprimere gli investimenti senza irrigidire ulteriormente il bilancio regionale, in altre parole sostituire quote di mutui a pareggio del disavanzo con il provento delle alienazioni immobiliari.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Segre.
SEGRE Intervengo per esprimere fin da subito il giudizio negativo del Gruppo dei Verdi sul bilancio preventivo. E' un giudizio che cercherò di articolare in diversi punti, anche se lo farò avvertendo una sorta di imbarazzo perché, prima di arrivare alla valutazione negativa di oggi tutti i Consiglieri del Gruppo Verde avevano formulato nelle varie Commissioni alcune richieste all'Assessore Gallarini, e non solo a lui, ma anche a tutti gli altri Assessori e alla Giunta nel suo complesso richieste che non sono state soddisfatte.
Ritengo che la chiarezza e la leggibilità del documento finanziario della Regione siano elementi basilari per rappresentare in modo efficace tutto il lavoro svolta dalla Regione; i documenti di bilancio, quindi dovrebbero essere principalmente chiari e leggibili.
Non voglio qui ripetere considerazioni che su questo punto ho già fatto in sede di Commissione; mi aspettavo, non dico nelle settimane precedenti ma almeno oggi, di avere degli elementi in più per la discussione del bilancio preventivo, in particolare quelli richiesti in Commissione. Si trattava di richieste a mio parere semplici da soddisfare, in quanto si riferivano per esempio a somme diverse e/o aggiuntive a quelle proposte essendo - credo - le varie cifre impostate su calcolatori, ciò non sarebbe stato difficile.
Mi riferisco in particolare alla richiesta avanzata nelle diverse Commissioni di avere delle somme divise per settori, in quanto la comprensione dei due libri del bilancio e anche delle tabelle riassuntive forniteci è estremamente difficile. Esiste una somma ripartita per Assessorati, che però dice poco relativamente alle spese per settori, cosa che invece ritengo importante per fare dei paragoni verificare dove c'è maggiore o minore capacità di spesa, dove la spesa viene effettivamente fatta o dove non viene fatta.
Un'altra richiesta era quella che tutti gli Assessorati producessero documenti come quello comparso sul tavolo della III Commissione, prodotto dall'Assessore all'agricoltura e contenente qualche spiegazione in più sulle politiche prioritarie che l'Assessorato intende seguire. Non avendo trovato questi documenti sui tavoli delle diverse Commissioni in questa settimana e nemmeno oggi nel momento della discussione, ritengo che tali documenti saranno probabilmente presentati in occasione della discussione sull'assestamento del bilancio che avverrà fra due mesi.
Tutto questo a mio parere è negativo, in quanto ancora una volta si rimandano esigenze di chiarezza, nascondendo il tutto sotto la voce "tecnicità" di questo bilancio.
Un altro punto che, vorrei affrontare è l'estrema carenza di reali indicazioni programmatorie da parte della Giunta regionale nella relazione allegata al bilancio. Noi abbiamo giudicato estremamente povero quanto compreso in una misera elencazione di tipo ragionieristico di variazioni numeriche; ciò unitamente alle lamentele contro lo Stato che non emana in tempo tutti i suoi provvedimenti.
La relazione è quindi estremamente scarsa; non vorrei che fosse giustificata dal fatto che ci si barrica dietro al linguaggio di bilancio tecnico, bilancio di minima in quanto siamo comunque alla fine di marzo ed è doveroso per una Regione approvare il bilancio in questo periodo dell'anno.
Un'altra cosa che ci ha colpito molto sfavorevolmente leggendo il bilancio preventivo è la somma enorme di residui passivi. Tutti conosciamo il significato di questa voce: o la Regione investe poco, quindi ha una scarsa capacità di spesa su titoli che invece vengono finanziati, o comunque viene realizzato poco.
Per esempio, per quanto riguarda il titolo II (spese di investimento) ci sono 763 miliardi di residui passivi su un totale di 1.735 di miliardi pari quindi al 44%. Ci sono altri numerosi esempi di questo genere che riguardano lo sviluppo dell'economia montana, dove su 33 miliardi di previsione 1992 esistono ancora ben 22 miliardi di residui passivi; così anche per altri settori come acquedotti, fognature, ecc., dove su 470 miliardi stanziati ci sono 128 miliardi di residui passivi, e così via per l'artigianato, il turismo, e altri.
Questo mi sembra uno dei lati più negativi del bilancio presentato, ma è anche un lato ricorrente, nel senso che il dato sui residui passivi - per quanto ho visto in pochi anni - è comunque un sintomo del fatto che le Regioni, pur stanziando delle voci di spesa di notevole entità, non hanno la capacità di gestione. L'Assessore Gallarini ci ha detto che qualcosa è stato avviato per il controllo di gestione; molto bene, lo vedremo nel tempo.
Un'altra cosa di cui voglio parlare, e della quale avevamo già parlato nella precedente discussione sul bilancio, è la forma del bilancio. Il bilancio, come ho già detto, è scarsamente leggibile. Diventa quindi estremamente difficile fare una valutazione attraverso quello che dovrebbe essere lo strumento principale di una Regione insieme al suo piano di sviluppo; mettere insieme questi due documenti, che dovrebbero essere i documenti fondamentali e quindi far leggere meglio le politiche regionali anche attraverso lo strumento finanziario, è - ripeto - estremamente difficile.
Per quanto riguarda le tre note di variazione di bilancio apportate prima dell'approvazione del bilancio stesso, esprimiamo una valutazione negativa. E' anche vero quanto ha detto l'Assessore Gallarini, che questo è un indice di elasticità, però tanto valeva variare direttamente il bilancio: il tutto sarebbe stato molto più chiaro.
Vengo poi a uno dei temi che risollevo sempre quando si parla di bilancio. Mi ha colpito un po' che l'Assessore Gallarini nel suo intervento non l'abbia ripreso, in quanto due o tre settimane fa, quando abbiamo già fatto una discussione sul bilancio partendo da alcuni ordini del giorno c'era stata una mezza promessa in questo senso.
Mi riferisco al possibile avvio di una contabilità ambientale per la Regione Piemonte. Ricordo che a suo tempo, esattamente il 18 febbraio, era stato presentato dal nostro Gruppo un ordine del giorno; questo era poi stato da noi stessi ritirato in quanto avevamo detto che l'avremmo ripresentato - e così è - nel momento della discussione più generale sul bilancio. A questo proposito, quel giorno, l'Assessore Gallarini ci aveva detto che qualche cosa si stava studiando.
Vorrei sottolineare - e qui finisco - che non è un pallino dei Verdi quello di cercare di impostare una contabilità ambientale regionale e possibilmente, ma non compete a noi, una contabilità ambientale di tipo nazionale. Il fatto che questa non esista deriva da un malinteso, da una bugia che tutti noi ci raccontiamo, e il malinteso è alla base dell'opinione che le risorse naturali siano doni spontanei della natura e che pertanto non vi siano costi di investimento da ammortizzare.
Invece noi sappiamo bene che il valore di un patrimonio non è dato dal suo costo di investimento, ma dal valore attuale del suo potenziale di reddito, e così è anche per i beni della natura. Quindi non possiamo continuare a prelevare dalla natura senza sapere quanto preleviamo e soprattutto quale sia la reale disponibilità del patrimonio naturale di questa Regione.
Impostare una contabilità ambientale di questo tipo è alquanto complicato, ma io penso che incominciare a farlo sarebbe un punto estremamente qualificante per una Regione; saremmo forse la prima Regione in Italia, ma certamente non la prima al mondo, in quanto ci sono degli esempi a cui attingere.
Concludo dicendo che sui vari capitoli di spesa abbiamo anche noi presentato degli emendamenti; richiederei inoltre che, alla fine della discussione, fosse messo ai voti, dopo un'eventuale risposta dell'Assessore Gallarini, l'ordine del giorno sulla contabilità ambientale presentato a suo tempo.



PRESIDENTE

Con questo chiudiamo gli interventi del mattino; pregherei il Consigliere Bortolin di voler svolgere il primo intervento del pomeriggio.
Riprenderemo i lavori alle ore 14.30; vi pregherei di essere puntuali perché ci sono molti interventi e numerosi emendamenti, e quindi abbiamo bisogno di lavorare.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,20)



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