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Dettaglio seduta n.135 del 03/03/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Dameri, Majorino e Riba.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame proposte di deliberazione nn. 286 e 290: "Integrazione DCR 21711991 n. 22910124 di approvazione dei piani dei corsi per operatori sanitari relativi all'anno '91/'92 con aggiornamento e rideterminazione, degli assegni di studio" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

In merito ai punti 8) e 9) all'o.d.g., la cui discussione si è già svolta la volta scorsa, comunico che è necessario il rinvio in Commissione.
Pongo quindi in votazione tale richiesta. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta è accolta con 31 voti favorevoli e 1 astensione.


Argomento: Varie

Commemorazione dell'on. Adolfo Sarti


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, Signore e Signori, questa notte a Roma è scomparso l'on. Adolfo Sarti, Vicepresidente della Camera.
A nome del Consiglio regionale del Piemonte e mio personale, esprimo le più sentite e partecipi condoglianze alla famiglia dell'onorevole e al suo partito, la Democrazia Cristiana.
Con Adolfo Sarti scompare una figura di primo piano di politico piemontese che, anche se chiamato ad impegni e responsabilità di livello nazionale ed internazionale, è sempre stato attento e partecipe delle esigenze della sua terra, in particolare del Cuneese.
Proprio a Cuneo, infatti, inizia il suo impegno tra le file della Democrazia Cristiana. In questa città era giunto per lavoro da Torino, dove era nato nel 1928.
La sua prima elezione come deputato è del maggio 1958. Eletto nella circoscrizione Cuneo-Alessandria-Asti, viene poi rieletto nelle due successive tornate elettorali del 1963 e del 1968, ottenendo consensi sempre più ampi. In questo decennio ricopre, in diversi governi, incarichi in qualità di sottosegretario.
Nel 1972 viene eletto al Senato nel collegio di Alba e, sempre nel medesimo, nelle consultazioni del 1976 e del 1979. In questi anni ricopre come sottosegretario, alti incarichi in diversi governi. Nell'ottobre 1976 inoltre, viene eletto rappresentante per l'Italia nel Consiglio d'Europa.
Dopo le elezioni del 1979 ricopre, nel tempo, la carica di Ministro in tre dicasteri: quello per i Rapporti con il Parlamento, alla Pubblica Istruzione e di Grazia e Giustizia. Dopo tre legislature che lo hanno visto impegnato come Senatore, Adolfo Sarti ritorna alla Camera dopo le elezioni del 1983 e nella successiva consultazione elettorale.
In questa legislatura, oltre a diversi incarichi, ricopre con prestigio ed autorevolezza la carica di Vicepresidente della Camera.
Colleghi Consiglieri, rinnovo ancora, a nome della nostra assemblea, il cordoglio per la scomparsa di Adolfo Sarti ai suoi familiari e al suo partito. Un uomo - vorrei così, concludere - sempre fedele alla sua terra e alla sua storia che, nella sua intensa carriera politica, ha saputo tenere alta ed accrescere la tradizione dei parlamentari piemontesi. Desidero ancora - credo richiamando il ricordo di molti di voi - ricordarlo nell'ultimo incontro avuto proprio a Roma, quando notammo la sua profonda sensibilità nell'affrontare con noi i problemi che riguardavano le popolazioni della Valle Bormida.



(Un minuto di raccoglimento)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Presidente, Signori Consiglieri, innanzi tutto grazie per la sensibilità con cui ha voluto ricordare un uomo caro al nostro partito e credo caro al nostro Piemonte.
Adolfo Sarti, almeno per chi l'ha conosciuto, mancherà molto; ci mancherà soprattutto con la sua presenza garbata e cortese che alla politica dava un accento di compostezza e di stile, si rapporti umani quel tono di disincanto che l'ironia elevava sempre al sorriso ed alla battuta intelligente.
Ci mancherà la sua cultura, la sua curiosità intellettuale, gli accostamenti mirabolanti della storia, quella di oggi come quella di ieri riducendone a volte con grande acrobatismo i parallelismi alle lezioni perenni della vita o della natura dell'uomo. Ci mancheranno anche i suoi dubbi, le sue perplessità, quello scetticismo alla Montaigne, per cui le cose accadono perché devono accadere, per cui i fiumi non possono risalire le valli, per cui si può rispondere con il poeta "Se mi domandate perch rispondo: succede".
Io, che ho condiviso con lui le responsabilità dell'Ufficio culturale della Democrazia Cristiana dal 1976 al 1979, e che ebbi la ventura nel 1978 di organizzare un grande convegno a Saint-Vincent "1968-1978", quasi profeticamente la crisi delle ideologie, ed a Milano il primo grande convegno storico della Democrazia Cristiana sul contributo dei cattolici alla formazione della Carta Costituzionale, posso testimoniare, non ultimo quanto ampia fosse la sua disponibilità culturale ad individuare e a comprendere le ragioni degli altri in una visione pluralistica, che non era mai compiacente, che non era mai ruffiana, ma era una visione seria attenta, laica proprio nell'etimologia del laico, cioè popolare. Non aveva dunque una vocazione settaria, perché non aveva ricevuto un'educazione faziosa né dogmatica. Fu più un umanista del Rinascimento vagante da certezze a certezze, o meglio, da dubbi a dubbi, che un esponente del secolo dei lumi. Non discuteva con l' "a priori" in tasca, non camminava con l'arca della Santa Alleanza sulle spalle. In questo era illuminatamente Doroteo nel senso più nobile della parola.
Avrebbe ricordato, oggi, con Albert Camus, una frase che disse il grande scrittore francese: "in questo gran tempio disertato dagli dei tutti i miei idoli hanno piedi d'argilla". E a chi si sarebbe rivolto Adolfo Sarti se non agli amici più cari di un tempo, se non all'amico più caro di un tempo? E lo avrebbe detto con l'esperienza di un politico di lungo corso - come ha ricordato poc'anzi il nostro Presidente -, di un Ministro competente affermato ed apprezzato, di un amministratore della sua terra così ricca di impulsi civili, di grandi lezioni morali, ma anche forse di eccessiva oculatezza speculativa.
In questo ricordo brevissimo che, però è rimando di tanti altri ricordi, desidero ricordare il suo scrittore più caro, che amava citare a margine di tante piccole e grandi quotidianità, cioè Marcel Proust. Marcel Proust dice nella sua famosa "Ricerca": "Niente sussiste di un passato antico dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose. Soli più tenui, più vividi, più immateriali, più fiochi l'amore e il dolore lungo tempo ancora perdureranno come anima a ricordare, ad attendere, a sperare sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo".
Nell'immenso edificio del ricordo, delle nostre vite, delle nostre esperienze ritrovo alcune semplici memorie, alcune affinità personali alcuni sentimenti modesti, ma veri non tanto perché la mia strada è stata per un tratto in alcuni anni, comune alla sua, quanto perché quella strada è stata segnata da esperienze ricche di umanità, di cultura, d'intelligenza e di vita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Adolfo Sarti per me è stato un personaggio veramente caro ed amico.
Devo ringraziare Adolfo Sarti per quanto è stato per me e per la D.C cuneese per l'apporto di valori, in tanti anni di attività politica. Sarti si sentiva, soprattutto cuneese, era un uomo che amava le istituzioni amava il Parlamento italiano, si sentiva europeo e credeva fortemente nell'Europa, sentiva la sua cuneesità fino in fondo.
Se mi è consentito portare agli amici presenti in Consiglio la sua sofferenza, ricordo il momento in cui gli elenchi della P2 portavano anche il suo nome, nonostante forse avesse solo bussato a quella porta senza mai entrare in quella triste vicenda. Quindi, ritornò nelle file della D.C., e ricordo un suo intervento molto bello nella D.C, cuneese, quella sera quando chiese perdono alla sua gente e al suo Partito. Chiese di poter rientrare, ricominciando daccapo, ricominciando la sua vita politica dall'inizio e quindi ricominciando a combattere ancora, chiese venia a tutti e chiese di essere presentato come candidato alla Camera.
Ricominciò a combattere, ricominciò la sua battaglia in mezzo alla gente e la vinse ancora con quella sicurezza e quella capacità tutta sua quella grande capacità culturale di saper coinvolgere la gente e il Partito. Posso ricordarvi una cosa: che andando in giro con lui in Provincia in quegli anni ricordava una cosa bella. Presidente, lei ha detto che era nato nel 1928. Lui ricordava che nel 1944, quando aveva soltanto 16 anni, era già entrato in politica, aveva già la tessera di un Partito. Al di là di quale Partito fosse, era un uomo che già a 16 anni aveva sentito la responsabilità di impegnarsi a livello politico per dare e per capire.
Questo lo diceva con tutta la forza e tutto il valore che aveva ai giovani che incontrava: "Questa è una strada che intitolo a voi", diceva. La strada della politica.
Tutto questo per dire che è importante da giovani, quindi presto avviarsi al mondo della politica, perché è il mondo di tutti, è il mondo nel quale dobbiamo credere e al quale dobbiamo dare il nostro apporto sempre. Lascio a voi queste brevissime riflessioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri, che interviene in qualità di Consigliere.



FULCHERI Giuseppe

Desidero anch'io intervenire non tanto per commemorazione, ma più per testimonianza nel commosso ricordo dell'on. Sarti, del quale ero amico da tanti anni, precisamente dagli anni '50, non soltanto dal punto di vista politico anche se militava in un Partito diverso dal mio. Devo dire per che gli accostamenti liberali di Sarti erano abbastanza frequenti non solo per la sua conoscenza della storia e dei problemi e della sua profonda lealtà nei confronti non soltanto degli amici, ma anche delle prospettive della Provincia di Cuneo.
Mi legavano a lui soprattutto i problemi di carattere culturale, perch egli è sempre stato molto vicino alla Società per gli Studi Storici Archeologici e Artistici della Provincia di Cuneo, che il sottoscritto insieme all'unico attualmente vivente, il prof. Camilla di Cuneo, abbiamo ricostituito nel 1949.
Quindi, nel periodo della mia lunga presidenza della Società Storica ho, sempre avuto particolarmente vicino l'amico Sarti che tanto ha sempre dato alla e per la cultura della Provincia di Cuneo.
Quindi, ringraziando l'amico Picchioni per il modo con cui ha descritto l'attività e la figura non soltanto fisica, ma soprattutto morale e culturale dell'amico Sarti, desidero esprimere la mia profonda commozione udire agli amici della D.C, che non solo loro hanno perso un impareggiabile rappresentante della Provincia di Cuneo, che possedeva le principali caratteristiche della - nostra gente e soprattutto la loro serietà e la loro dignità.



PRESIDENTE

Ritengo che questo momento di ricordo, molto opportuno, sia concluso.
Ringrazio i Consiglieri che, in maniera spontanea, hanno voluto ulteriormente sottolineare questa grave scomparsa per il Piemonte di un uomo politico, che ho conosciuto, estremamente sensibile e simpatico.


Argomento: Veterinaria

Esame progetto di legge n. 211: "Istituzione dell'anagrafe canina"


PRESIDENTE

In merito al punto 10) all'o.d.g.: "Esame progetto di legge n. 211" ha facoltà di intervenire il relatore, Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, tra gli adempimenti previsti dalla Legge 14/ 8/1991, n. 281, "Legge quadro in materia di animali di affezione", è prevista da parte delle Regioni, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, l'istituzione, con legge regionale dell'anagrafe canina.
Occorre peraltro premettere che, nella Regione Piemonte, l'istituzione dell'anagrafe canina è avvenuta con DPGR fin dal 1985 e che l'attuazione del provvedimento ha dato buoni risultati: al 30 giugno di quest'anno erano censiti 462.320 cani dei quali 397.469 regolarmente tatuati.
Le procedure di iscrizione e tatuaggio dei cani, ormai ampiamente consolidate, sono semplici ed efficaci, tanto che il provvedimento regionale è stato preso a modello da altre Amministrazioni che successivamente hanno emanato misure analoghe.
Attualmente l'obbligo stabilito dalla Legge 281/91 di regolamentare l'attuazione dell'anagrafe canina con una legge rende inefficaci le norme già emanate con provvedimento amministrativo e, in particolare, rende quantomeno controversa l'applicazione delle sanzioni previste per gli inadempimenti, modificate dalla Legge nazionale.
Pertanto il sancire definitivamente, con legge regionale, l'istituzione dell'anagrafe canina, oltre a dare specifica e puntuale attuazione all'adempimento previsto dalla Legge nazionale, consentirà, con una rapida promulgazione, di evitare disorientamenti causati da un effettivo vuoto legislativo.
Si ribadisce, infine, che il provvedimento, di natura essenzialmente tecnico-applicativa, rappresenta semplicemente la necessaria formalizzazione di una procedura già applicata con successo, indispensabile per garantire la continuità degli interventi.
La Legge 281/91 configura separatamente l'emanazione di un altro provvedimento riguardante i criteri per il risanamento dei canili, che è attualmente allo studio e che potrà recepire anche le istanze da più parti presentate dei moderni orientamenti nell'ambito più generale della tutela del benessere , degli animali di affezione, non adeguatamente accolte dalla Legge nazionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: "La presente legge, in applicazione al punto 1 dell'articolo 3 della Legge 14/8/91, n. 281, al fine di promuovere la protezione degli animali di affezione, favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e la tutela della salute pubblica, istituisce l'anagrafe canina".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 29 voti favorevoli e 3 astenuti.
Si proceda alla votazione, per appello nominale, dell'art. 1 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 1 è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

ART. 2 - Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al punto 2, dopo la parola "gratuite" è aggiunta la seguente frase "fatti salvi i casi in cui il proprietario ricorre, per l'intervento di tatuaggio, alla prestazione dei veterinari liberi esercenti".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli e 2 astenuti.
Si proceda alla votazione, per appello nominale, dell'art. 2 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: 1) al punto 2, dopo la parola "segnaletica", aggiungere la frase "su modello predisposto dall'Assessorato regionale alla sanità".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli e 1 astenuto.
Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: 2) al punto 1, le parole "o comunque entro il secondo mese" sono soppresse e sostituite con le parole "o comunque entro sessanta giorni".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 32 voti favorevoli.
Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: 3) al puntò 4, le parole "alla anagrafe" sono soppresse e sostituite con le parole "al servizio veterinario che gestisce l'anagrafe".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Il Servizio dell'anagrafe canina regionale è tenuto dal Comune, non dal Servizio veterinario della USSL. Quindi, la comunicazione va fatta al Servizio anagrafe canina del Comune, per cui non è possibile accettare l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Si potrebbe sostituire "Servizio veterinario" con "Servizio comunale che gestisce l'anagrafe canina". E' una questione di interpretazione dovuta alla forma, nel senso che non si può comunicare a un'anagrafe qualche cosa si comunica al Servizio che gestisce l'anagrafe. Sostanzialmente si sostituisce la parola "comunale" alla parola "veterinario".



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento modificato dal Consigliere Miglio. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 30 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 3 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
ART. 4- Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: 1) il punto 2 è soppresso e così riformulato: "2. Gli organi di polizia municipale devono segnalare al servizio veterinario della USSL competente la presenza di cani vaganti o randagi".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

La dizione del disegno di legge non è corretta e pertanto va modificata. La dizione esatta è "la presenza di cani vaganti o randagi va segnalata agli organi di Polizia Municipale del Comune competente per territorio". L'emendamento presentato non può quindi essere accettato perché la competenza di cattura di cani randagi è del Comune non della USSL. Non ci sono quindi segnalazioni da fare da parte del Comune ai servizi della USSL competente. L'emendamento non viene accolto, ma ne viene presentato un altro dalla Giunta a chiarimento dello stesso.



MIGLIO Mario

Non avevo compreso il senso, perché dava ad intendere che gli organi di polizia dovevano segnalare ad altro soggetto la presenza di cani. Avevo infatti chiesto quale poteva essere l'altro soggetto se non i Servizi.
Ritiro quindi l'emendamento.



PRESIDENTE

2) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'articolo 6, primo comma, aggiungere "ed agli organi di polizia municipale".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Lo smarrimento di un cane non dovrebbe seguire la stessa procedura ovvero, oltre alla denuncia al veterinario, la denuncia alla polizia municipale visto che è la stessa ad occuparsi dei cani randagi? Il primo e il secondo comma non dovrebbero essere omogenei dal punto di vista della distribuzione delle funzioni?



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Se il Consigliere Chiezzi formalizza l'emendamento la Giunta lo accoglie per analogia con "lo smarrimento di un cane deve essere denunciato dal detentore entro 3 giorni agli organi di Polizia Municipale e al Servizio veterinario dell'USSL".



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, se mi consente, forse è bene che la denuncia venga fatta anche al servizio veterinario in quanto è quello che ha in carico l'anagrafe canina; un'utile informazione al servizio di anagrafe va data e va aggiunta la denuncia agli organi di polizia perché cerchino il cane.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

La dott.ssa Moda del Servizio veterinario mi sta dicendo che è meglio mantenere la dizione "denuncia di smarrimento al servizio veterinario della USSL competente", perché il territorio di competenza che comprende generalmente il canile (anche se il canile è di competenza comunale) ha una dimensione territoriale molto più ampia e dà una possibilità ai diversi Comuni, attraverso il servizio sovracomunale, di poter verificare se il cane perso è al canile.



CHIEZZI Giuseppe

Se gli organi di Polizia Municipale non sono informati, manca un servizio.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Va bene. Mantenere "gli organi" è più che sufficiente; i cittadini hanno già vita dura e non è il caso di far presentare loro 40 denunce per lo smarrimento di un volpino. Quindi va bene che vadano agli organi di Polizia Municipale, e non alle UU.SS.SS.LL.



PRESIDENTE

L'Assessore Maccari corregge l'emendamento del Consigliere Chiezzi in questi termini: sostituire "al servizio veterinario della USSL competente" con "agli organi di polizia municipale del Comune competente per territorio anzich alle USSL".
Chiede di intervenire il Consigliere Rabellino; ne ha facoltà.



RABELLINO Renzo

Volevo capire: competente come territorio di smarrimento del cane o come territorio di residenza?



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Come registrazione del cane.



RABELLINO Renzo

Per cui se il cane si perde in un altro Comune non c'entra niente.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Se succede in Lombardia è difficile persino per un automobilista sapere dove l'ha perso e in che Comune era; esiste una buona cartellonistica, ma lungo l'autostrada, ad esempio, non c'è; quindi potrebbero verificarsi dei conflitti di competenza che solo il TAR. il Consiglio di Stato e la Corte Costituzionale potrebbero dirimere. Ciò con qualche costo non indifferente per l'Amministrazione.



PRESIDENTE

La Giunta accetta l'emendamento del Consigliere Chiezzi, corretto dall'Assessore Maccari.
Pongo pertanto in votazione tale emendamento nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 26 voti favorevoli e 10 astensioni.
3) Emendamento al secondo comma, presentato dall'Assessore Maccari: il comma 2 dell'art. 6 è così sostituito: "La presenza di cani vaganti o randagi va segnalata agli organi di polizia municipale del Comune competente per territorio".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 28 voti favorevoli e 1 astensione.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Giuliano e Segre: al punto 5, dopo la parola "cane" aggiungere le parole "e di eventuali cure".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 29 voti favorevoli.
Si proceda quindi all'appello nominale per la votazione dell'art. 6 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge, chiede di intervenire il Consigliere Cucco per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



CUCCO Vincenzo

Annuncio il mio voto favorevole ad una delle leggi più inutili che la Regione si appresta a votare; mi spiace, ma purtroppo bisogna dire la verità.
La Regione Piemonte aveva l'anagrafe canina funzionante dalla scorsa legislatura; per colpa di una legge nazionale, che io giudico non soltanto inutile, ma persino dannosa per i diritti degli altri animali non umani (perché è fatta male, è concepita male, non ha un principio ispiratore, non presenta nessuna consequenzialità fra fini e metodi per realizzarli e per una serie infinita di motivi), uno dei pochissimi obblighi venuto alle Regioni è quello di istituire l'anagrafe canina. Ciò va benissimo per le Regioni dove l'anagrafe canina non esisteva, ma è assolutamente pleonastico per una Regione in cui l'anagrafe canina era già stata creata, essendo una delle poche cose che nell'ambito della politica veterinaria di routine era stato possibile fare.
Si voterà a favore, perché si deve votare. Ovviamente sui concetti base di questa legge non ci sono contrasti; esiste solo una grossa richiesta all'Assessore da parte mia, come firmatario di un progetto di legge di altro respiro sulla difesa dei diritti degli animali. Chiedo di procedere comunque negli impegni già assunti, mi pare in Commissione, per arrivare a un'altra legge regionale di difesa degli animali, che non sia così miope come la legge nazionale, e di lavorare di fantasia politica per, cercare di saltare una legge nazionale che metterà i bastoni fra le ruote ad ogni seria possibilità di difesa dei diritti degli animali nella Regione Piemonte, così come in tutto il resto delle Regioni.
La legge passata è una legge inutile, dannosa e inapplicabile; se solo si dovessero applicare le norme per il mantenimento dei cani randagi bisognerebbe spendere miliardi e miliardi, che io mi domando dove verranno mai reperiti. Ma questa è solo una delle tante cose che si possono dire.
Esprimo quindi voto favorevole perché lo considero un voto tecnico aspetto l'Assessore e la struttura assessorile in Commissione per capire quale confronto può esserci sul mio progetto di legge, ma anche sull'altro presentato da alcuni Consiglieri sul tema ben più serio e molto più complesso (ma non da saltare) della politica regionale nell'ambito della difesa dei diritti degli animali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Sarò altrettanto breve. Sono d'accordo in parte con quanto detto dal Consigliere Cucco; peraltro noi avevamo già proposto due disegni di legge dai quali si era avviato, mesi fa, un processo interno alla Commissione consiliare competente di confronto e di discussione per addivenire ad una legge-quadro regionale che regolamentasse tutta la materia.
Poi, durante la strada che si stava facendo, è stata promulgata la legge-quadro nazionale, che sicuramente ha pregi e difetti. Ciò non toglie che comunque noi eravamo chiamati a dover approvare questo disegno di legge istitutivo dell'anagrafe canina, che sostanzialmente riprende l'esperienza già fatta dalla Regione Piemonte tramite il decreto del Presidente della Giunta regionale.
La cosa che volevo sottolineare in questa occasione è che la competenza della Regione non si esaurisce qui, perché l'art. 3 della legge-quadro nazionale prevede che venga emanata entro sei mesi (ormai sono superati) da un'altra legge-quadro che attiene al discorso del risanamento dei canili dei criteri di orientamento per la loro realizzazione, nonché i criteri perla distribuzione dei finanziamenti.
Sul discorso dei finanziamenti mi trovo sostanzialmente d'accordo con il collega Cucco; quanto messo a disposizione dallo Stato (due miliardi) sarà insufficiente se si pensa alla ridistribuzione fatta su tutto il territorio nazionale per risolvere il problema attuale di sovraffollamento nei canili e per creare nuove strutture.
Ritengo che si dovrebbero quanto meno velocizzare i tempi per addivenire rapidamente ad una formulazione della legge regionale che recepisca gli stimoli portati avanti a livello nazionale, possibilmente cercando di migliorarli e di perfezionarli. Anche perché, da quello che ho capito, a livella comunale si stanno venendo a definire delle istanze che richiedono un chiarimento soprattutto in visione dell'organizzazione relativa al recepimento dei fondi previsti a livello nazionale per poter concretamente operare, seppure in forma ristretta; è comunque necessario dare un segnale che qualche cosa si sta facendo anche in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sul disegno di legge "Istituzione dell'anagrafe canina"mi astengo, in quanto non mi pare siano stati precisati e ripartiti con chiarezza i compiti, le funzioni e le procedure in capo ai due Enti locali competenti Comune e Comunità montana. La stessa carenza mi pare di vedere all'interno della ripartizione dei ruoli tra servizi veterinari delle UU.SS.SS.LL. e il servizio di Polizia Municipale del Comune.
Mi sembra ci sia una sovrapposizione e una indeterminatezza dei compiti specifici di tali servizi, nonché una sovrapposizione di competenze tra Regione, Comune e Comunità montana, elementi che mi pare non facciano chiarezza e non consentano ai cittadini di capire chiaramente quali sono gli Enti e i servizi a cui fare riferimento in questa materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin per dichiarazione di voto.



BORTOLIN Silvana

Il nostro Gruppo esprime voto favorevole. Mi permetto tuttavia di sottolineare che questa legge può anche essere in parte inutile, ma ci auguriamo che contribuisca a ridurre il fenomeno dell'abbandono degli animali e dei cani, in particolare in alcuni periodi dell'anno.
Anche noi siamo per rimarcare l'urgenza di definire una proposta di legge unitaria rispetto alle tre presentate (dalla Giunta, dal nostro Gruppo e dal Consigliere Cucco e altri, sulla quale c'è anche la nostra firma). Sarebbe appunto opportuno definire una proposta unitaria, affinch in modo serio e più completo la Regione vada a normare i diritti di tutti gli animali (non solo quelli dei cani) ed il rapporto che noi vogliamo che l'uomo, tenga nella nostra Regione con gli animali da affezione.
Devo anche dire, e spendo una parola brevissima, che dobbiamo augurarci che nella nostra Regione, in Piemonte, si instauri un rapporto corretto tra uomo e animali e si smetta finalmente di considerare un cane o un gatto come molte volte accade, un giocattolo da regalare ai propri familiari, per poi abbandonarlo allorquando ci si accorge che invece occorre dedicargli cura e' attenzione. Mi pare che anche questo piccolo passo vada in questa direzione e che velocemente si debba approvare una legge organica e più completa.
Concludo dicendo che l'urgenza deriva dal fatto che i Comuni si trovano di fronte ad una normativa nazionale che affida loro alcuni compiti e li impegna in una spesa non indifferente per adeguare i luoghi di custodia degli animali. La Regione deve urgentemente normare e offrire alle Amministrazioni comunali una legge che dia indicazioni precise.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.



PEANO Piergiorgio

Quello che diamo oggi è certamente un voto tecnico, anche perch rendiamo legge operativa una deliberazione della Giunta regionale del 1985 che con qualche emendamento approvato in aula oggi, se vogliamo, viene migliorata in qualche aspetto. In sostanza, abbiamo reso legge un qualcosa che nella nostra Regione era già operante.
Il lavoro fatto oggi non è quindi un lavoro inutile, né lo è stato in questi anni durante i quali la deliberazione ha già operato sul territorio ringraziamo l'Assessore per aver portato avanti con tutta responsabilità questo impegno.
Da quel che mi risulta, l'assemblaggio delle, tante proposte in una legge unitaria, suggerito alla Commissione e all'Assessorato da parte di alcuni Gruppi, è in corso; questo deve tener conto di una legge-quadro nazionale che purtroppo è carente, quindi non sarà facile riuscire a porvi mano, ma so che ormai il lavoro è quasi predisposto. Quando questa bozza arriverà in Commissione, potremo prenderne atto e iniziare al più presto la sua verifica.
Da parte nostra il voto è comunque ampiamente favorevole e ringrazio ancora i funzionari dell'Assessorato e l'Assessore competente per il lavoro svolto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Ha chiesto, la parola il Consigliere Rossa; ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Svolgo una brevissima considerazione, non solo per esprimere il voto favorevole del Gruppo su un disegno di legge, ma anche per svolgere alcune considerazioni.
Ritengo di poter dire che il lavoro svolto non è quasi o completamente inutile, come da qualche parte è stato detto. Non mi sembra che la cosa possa essere vista in questi termini; in fondo si tratta di realizzare una normativa in grado di farci conoscere come stanno realmente le cose.
Sicuramente è una normativa che comporterà qualche onere per le Amministrazioni comunali, ma anche da questo punto di vista occorrerà valutare se questa legge saprà rispondere alla nuova domanda che sta crescendo nella società. A me sembra che questa sia una prima risposta e mi auguro che vengano altre proposte da valutare positivamente. Dico positivamente, perché in definitiva sono d'accordo anch'io che ci deve essere un rapporto equo fra l'uomo e il cane, un rapporto che non sia soltanto diretto a "trastullare" qualcuno, ma anche all'utilizzazione nel migliore dei modi di questo animale.
Dobbiamo tenere conto del fatto che si va allargando sempre più l'idea delle mostre canine, la gente si avvicina a questi animali e non sono poche le iniziative in questa direzione. Una volta leggevamo le notizie sulle manifestazioni che si svolgevano a Wembley per le esposizioni dei cani e quelle iniziative ci sembrava molto lontane; oggi mi sembra invece di poter avvertire che anche il nostro Paese, che ha fatto molte cose, stia colmando quelle distanze. L'altra sera ho partecipato alla riunione di un'associazione cinofila e nel dibattito sono emersi questi problemi, così come è stata sollevatala questione degli allevatori; prendo l'occasione per chiedere all'Assessore Lombardi dove si colloca la figura di quella famiglia che si dedica all'allevamento dei cani, in quale categoria viene collocata? Da questo punto di vista sembra che finora la legge non abbia ancora risolto il problema; ci sono questioni di carattere economico, di produzione di reddito, c'è un mercato al quale bisogna rispondere. E' una questione che pongo in questa sede, alla quale chiedo una risposta da parte degli Assessorati competenti per sapere che tipo di ordine viene dato.
Non considero quindi l a legge completamente inutile, anzi è un primo passo per andare a riordinare un settore che sta crescendo, che si colloca in un giusto rapporto anche fra il settore della caccia e l'uso dell'animale da caccia che svolge diverse manifestazioni che sono di grande interesse: infatti oltre alle mostre canine ci sono anche le zone cinofile che stanno richiamando molto pubblico. Io ho assistito l'anno scorso a un campionato d'Europa in una zona cinofila che ha visto la partecipazione di migliaia e migliaia di persone.
In una società moderna credo che spetti un posto anche a questo settore che fino adesso è stato considerato alla stregua delle cose di risulta e invece piano piano deve poter trovare delle risposte anche sul piano normativo, perché è parte importante di un'articolazione sociale che ha il suo spazio e la sua funzione. E' per questo motivo che dico che non si tratta di una legge inutile, che anzi sia stato un bene proporla e quindi ne ribadisco l'appoggio del Gruppo socialista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

L'intervento del Consigliere Rossa mi induce ad intervenire perché non mi pare che il rapporto uomo-cane , sia riconducibile a un problema di settore e soprattutto non considero significativo il fatto che si facciano le mostre canine. Niente di più offensivo e contro natura delle mostre canine! Tanti anni fa, caro Rossa, accanto ai falò accesi c'erano degli uomini seminudi con le armi di pietra; la sto prendendo alla lontana, ma mi fermo subito. Intorno ai falò e dietro agli, uomini che li guardavano, c'erano degli animali, non sono quelli che pensa Rossa: erano sciacalli, abituati a vivere con queste tribù di nostri progenitori, perché si cibavano dei resti della caccia dell'uomo e non avendo la taglia, questi sciacalli, per cacciare le grosse prede che venivano cacciate dall'uomo, si sono abituati a seguire l'uomo nel momento in cui aggrediva la grossa preda e alla fine dell'esperienza si sono abituati ad anticipare l'uomo nel rincorrere la preda di taglia grossa.
Questo per spiegare al mio amico Rossa che c'è qualcosa di più che la selezione: c'è un antico rapporto di simbiosi tra uomo e cane, il quale cane discende dallo sciacallo. Rossa, attento, non commettere anche tu l'errore che fanno i figli di papà di Torino che pensano di comprare un cane e invece non comprano un cane, il cane è quello che discende dallo sciacallo. Esiste poi un altro animale che è quello purtroppo per il quale vale questa legge, che è quello che discende dal lupo, che non vive in simbiosi con l'uomo, vive con l'uomo in rapporto gerarchico, perché in questo caso non è lo sciacallo che insegue l'uomo, ma è l'uomo che nelle pianure del nord s'impossessa di una muta di lupi e la utilizza a fini di lavoro. Quindi, nasce un rapporto funzionale e di collaborazione, ma non di simbiosi, senza nessun rapporto affettivo.
Nel nostro mondo cosa sta succedendo? Non abbiamo più la capacità di vivere queste realtà con gli animali, e quindi riempiamo le nostre città di cani che vengono accusati di essere testoni e di non capire niente. Questi cani sono gli Husky, che non discendendo dallo sciacallo, non hanno mai avuto con l'uomo un rapporto di simbiosi, non lavorano per l'uomo, come invece lavora il discendente dello sciacallo, cioè il cane da caccia, e hanno con l'uomo un rapporto di natura virile, si aspettano di lavorare con l'uomo.
Quindi, se li si prende al guinzaglio tirano, perché da sempre si sono abituati a tirare per ordine del capobranco, e si prendono delle sonore legnate perché non leccano il padrone, non alzano la zampina e non portano il giornale.
La mia impressione è che questa cul-tura esibizionistica del cane stia uccidendo il cane; è scientificamente provato che le cose che il collega Rossa auspica, che noi imitiamo gli inglesi nelle selezioni, hanno distrutto le nostre razze più care - non nel senso che costano - quelle alle quali siamo più affezionati.
Il pastore tedesco, che è un animale artificiale - e sarà bene ricordarlo - che non ha ancora un secolo di vita, perché è costruito, non è un animale tradizionale. Questo cane, soprattutto in Italia, si sta distruggendo, Perché la ricerca di caratteristiche estetiche specifiche ne sta distruggendo la capacità di resistenza a talune malattie, e soprattutto il carattere.
Quindi, quando leggiamo sui giornali che degli animali sbranano i bambini - qualche volta bisognerebbe vedere cosa fanno i bambini ai cani ma queste cose sui giornali non si scrivono - dobbiamo sapere che questo è il risultato di questa interpretazione dell'animale come oggetto di selezione raffinata, selezione che si ottiene alterando le caratteristiche dell'animale.
Perché questa legge contiene un po' questi ragionamenti a mio modo di vedere? Perché il mio timore è che questa legge, sulla quale voterò a favore, da una parte porta sicuramente alla riduzione di alcuni elementi di selvaticità del rapporto tra uomo e animale. Non vorrei però che facesse sì che il rapporto uomo-animale si riduca a chi questa legge è in grado di gestire e, guarda caso, di pagare.
Sono convinto che molti bambini che si aspettano un cane vero, non quello di Natale o Capodanno, probabilmente hanno alle spalle famiglie che quando si vedono scritto che se si dimenticano di denunciare il trasferimento del cane devono pagare 300 mila lire, magari non comprano più il cane. Invece le famiglie che comprano l'Husky pensando di comprare un cane, e invece comprano un lupo che è tutta un'altra bestia, sicuramente continueranno a pagare questi soldi.
La mia preoccupazione è semplicemente che una legge, sicuramente finalizzata a moralizzare alcuni fenomeni, porti a ridurre la presenza del cane da pagliaio, che è il vero cane: Ho qualche difficoltà ad immaginare che, in certi ambienti, questa legge venga letta ed applicata, per cui prendiamola per quello che c'è di buono. Mi consentirete di aver speso due parole per dire che l'avvenire dell'uomo e del cane - come dice Lorenz da quando l'uomo ha conosciuto il cane - non è con i cani selezionati,, non è nelle mostre canine, né ai parchi di addestramento.
Questa è l'umiliazione del cane: il cane cresce nel suo rapporto di frequentazione dell'uomo, non deve imparare nulla dall'uomo; il cane costruisce con l'uomo, non impara dall'uomo. Quando un animale impara qualcosa dall'uomo, vuol dire che è stato violentato nella sua naturale tendenza a vivere il più possibile in un rapporto di simbiosi con l'uomo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione dell'intero testo.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 40 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetto di legge n. 194: "Modifiche alla LR 16/8/89 n. 48 - Norme in materia di cooperazione sociale"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 11) all'o.d.g. inerente il progetto di legge n. 194.
La parola al relatore, Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri la legge 48/89 "Norme in materia di cooperazione sociale" stabilisce di concedere dei contributi annuali alle cooperative sociali iscritte al registro regionale di cui all'art. 5 della legge, a parziale reintegro degli oneri previdenziali assistenziali di legge versati all'INPS per i soggetti svantaggiati.
Tale disposizione penalizza 1e cooperative che svolgono un'attività agricola, in quanto le stesse versano i contributi previdenziali ad un altro Ente (S.C.A.U.) e vengono a trovarsi nella situazione di non poter accedere a detto beneficio.
D'altro canto, per l'iscrizione al registro regionale (art. 5) e per la verifica annuale sulla sussistenza dei requisiti per l'iscrizione stessa (art. 11), si richiede genericamente una dichiarazione attestante la regolarità dei versamenti, da parte dei competenti Enti previdenziali.
Si può quindi desumere come lo spirito della legge fosse quello di non differenziare in alcun modo le cooperative; si propone, pertanto, di procedere alla modifica dell'art. 8 prevedendo che il contributo regionale per il parziale reintegro degli oneri previdenziali - assistenziali riguardi i versamenti effettuati presso tutti gli Enti previdenziali competenti.
Si è inoltre reso necessario apportare correzioni ad errori materiali contenuti nella legge 48 agli articoli 7 e 12 ove sono previsti riferimenti, ora corretti, ad altre leggi regionali.
Le Commissioni III e IV, in seduta congiunta hanno approvata a maggioranza, modificando l'ordine degli articoli, il testo oggi proposto all'esame dell'Aula raccomandandone una sollecita approvazione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1- Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 37 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Corsi e scuole musicali

Esame proposta di deliberazione n. 348: "Ampliamento delle piante organiche delle Unità operative non autonome per le tossicodipendenze (SERT) delle UU.SS.SS.LL. della Regione Piemonte, "ai sensi del Decreto Ministeriale n. 444/ 1990"


PRESIDENTE

Il punto 12) all'o.d.g. reca: "Esame proposta di deliberazione n. 348".
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

La deliberazione è stata fatta in seguito alla legge 135 sulle tossicodipendenze e in seguito al DPR dell'ottobre 1990 che prevede l'istituzione in ogni USSL di un servizio per le tossicodipendenze.
La Giunta regionale, nell'aprile 1991, aveva individuato i servizi per le tossicodipendenze già operanti in ogni USSL. come era già stato indicato dal Piano socio-sanitario regionale approvato nel marzo 1990.
Il 30/11/1990 il Ministero della Sanità, con un decreto ministeriale aveva provveduto a determinare l'organico e le caratteristiche organizzative e funzionali dei servizi in attuazione dell'art. 118 del decreto del Presidente della Repubblica che prima ho ricordato (ottobre 1990).
Il CIPE, il 30/5/1991, ha assegnato alla Regione Piemonte 26 miliardi e 461 milioni per il potenziamento dell'organico dei servizi per le tossicodipendenze e per i programmi di prevenzione.
Questa cifra in termini assoluti è la seconda dopo la Lombardia; la grandezza della cifra assegnata al Piemonte è dovuta all'alto numero di servizi che avevamo già operanti nelle UU.SS.SS.LL.
Si è proceduto a una verifica degli attuali organici delle unità operative, unità operative derivanti dagli ampliamenti che erano stati autorizzati dalla Regione Piemonte a partire dal 1981.
Sulla base delle indicazioni del decreto ministeriale, le UU.SS.SS.LL.
erano state invitate a formulare le proposte per l'adeguamento degli organici.
In base a tali proposte che sono pervenute e anche alle precisazioni del Ministero della Sanità circa la corretta interpretazione di cosa voleva dire la frase: "utenza media di tossicodipendenti contemporaneamente in trattamento" si sono stabiliti alcuni punti.
Prima di tutto si è stabilito di individuare, in via sperimentale, sei aree su cui prevedere l'apertura dei servizi per 24 ore al giorno, feriali e festivi: il primo punto individuato è a Torino con il concorso degli operatori delle dieci UU.SS.SS.LL. per l'apertura delle dodici ore notturne e delle diciotto ore festive il secondo punto individuato è nella USSL 28 di Settimo Torinese il terzo punto individuato è nella USSL di Biella il quarto nella USSL di Novara il quinto nella USSL di Cuneo il sesto nella USSL di Alessandria.
La seconda determinazione è quella di autorizzare l'ampliamento della pianta organica delle unità operative non autonome di ogni USSL mediante l'istituzione complessiva di 469 nuovi posti per un onere complessivo di 23 miliardi e 450 milioni.
Con questa proposta si autorizza anche l'ampliamento della pianta organica delle unità operative non autonome per le tossicodipendenze della TO II, della TO VII, di Ciriè, di Settimo, di Cuneo e di Alessandria per complessivi 13 posti senza oneri finanziari, in quanto è una spesa storica relativa alle convenzioni e alle consulenze che erano in atto e che con questa deliberazione vengono superate.
Con questo atto si decide anche di tenere a parte 3 miliardi e 11 milioni per esaminare le necessità che si possono venire a creare all'interno delle UU.SS.SS.LL. a seconda della operatività che avranno e dei carichi di lavoro, nonché per il problema dei primariati che deve ancora essere affrontato e per eventuali specifici progetti di prevenzione.
In modo particolare a Torino città, che è stato l'argomento più dibattuto, i servizi vengono aumentati di 114 posti, da 130 si passa a 244 persone nella città di Torino addette ai servizi per le tossicodipendenze di cui 17 per le Carceri Nuove e le Vallette.
Globalmente sul territorio piemontese alle 473 attuali se ne aggiungono 482 e si arriva a 955 persone che saranno addette ai servizi per le tossicodipendenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, in Commissione si è discusso a lungo sulla deliberazione di ampliamento delle piante organiche dei servizi per le tossicodipendenze.
La discussione ha messo in evidenza un punto controverso che riguarda i servizi nella città di Torino e nella prima cintura.
In generale è questa una occasione molto importante. E' consentito impiegare 26 miliardi e 450, milioni per l'ampliamento delle piante organiche. C'è la possibilità concreta di adeguare servizi a crescenti e complesse esigenze sia pure in ritardo notevole. E' possibile adeguare gli organici ai carichi di lavoro, vi sono problemi di quantità di posti in pianta organica e di una loro effettiva copertura; problemi di qualità che riguardano la professionalità e la motivazione degli operatori; problemi che riguardano la formazione, l'aggiornamento e la gratificazione degli operatori e persino problemi che, riguardano gli spazi fisici di cui devono essere dotati i servizi, il tutto, naturalmente, per un efficiente funzionamento dei servizi e delle prestazioni erogate.
Il punto controverso riguarda quei servizi, nella città di Torino classificati con generosità a media utenza, perché il decreto vorrebbe che fossero classificati a bassa utenza. Però, pur classificati a media utenza non si può non tenere conto che di fatto sono servizi ad alta, altissima utenza. La deliberazione di Giunta propone di ampliare le piante organiche nei servizi della città a 244 posti.
Il coordinamento dei servizi delle UU.SS.SS.LL. sub-comunali ritiene che per attuare pienamente il decreto ministeriale con i servizi aperti 12 ore al giorno, con i 3 turni festivi e con i servizi operanti 24 ore al giorno, l'organico minimo non possa essere inferiore a 298 posti, pena il rischio di una caduta del livello quantitativo, ma anche qualitativo dei servizi. Questo calcolo è stato fatto tenendo conto della gestione dei tre turni festivi, calcolando un assenteismo basso, il tempo necessario per l'attività formativa e per il coordinamento delle équipes. Tra l'altro tenendo conto degli incrementi dell'utenza, i nuovi utenti sono stati nella città di Torino, nel 1990 il 35% in più rispetto l'anno precedente e nel 1991 il 31% in più rispetto l'anno precedente. Si tratta quindi di servizi ad altissima utenza, sottoposti ad ulteriori incrementi di utenza molto elevati, con scarsi spazi fisici a disposizione e con difficoltà a reclutare gli operatori. Ebbene, questa situazione rappresenta un problema serissimo soprattutto nella città di Torino e nella cintura. Questo problema diventa allarmante se facciamo riferimento alla USSL n. 5: 25 posti in organico e solo 6 operatori di ruolo. All'interno della USSL n. 5 di quella circoscrizione, c'è il carcere delle Vallette con 300 tossicodipendenti, 100 sieropositivi e 20 persone affette da AIDS conclamato. L'organico complessivo della USSL n. 5 viene portato dalla delibera a 41 posti dei quali solo 6 sono coperti; in effetti rappresentano un notevole ampliamento dell'organico, ma se gli operatori di ruolo restano 6 o vanno a 10 sono del tutto inadeguati rispetto alle esigenze.
Ho netta l'impressione che l'organico per i servizi sub-comunali sia sottostimato e l'analogo problema riguarda quasi tutte le UU.SS.SS.LL.
della prima cintura.
Ho prestato molta attenzione alle motivazione adotte dall'Assessore: adeguare gli organici con gradualità, accantonare circa 3 miliardi di lire per l'assegnazione dei dîrigenti e primari ai servizi cittadini e per ulteriori adeguamenti di organico in relazione a particolari carichi di lavoro.
Ho l'impressione che prevalga la politica dei due tempi, almeno per i servizi torinesi. Capisco che i problemi sono reali, che gli spazi sono inadeguati e pensare di stipare in poco spazio molti operatori non è molto produttivo. Vi è inoltre la necessità di adeguare le attuali piante organiche: il caso della USSL n. 5 di Torino è clamoroso. E' inutile ampliare le piante organiche sulla carta se poi - gli operatori che prestano la loro opera sono pochi e di gran lunga inferiori al 'numero previsto dalla pianta organica stessa.
Gli argomenti contrapposti alle richieste minime avanzate dal coordinamento cittadino mi hanno molto interessato, infatti, mi pare che tali argomenti non abbiano scalfito l'assunto su cui queste sono basate.
C'è poi il problema dei dirigenti e dei primari. Abbiamo dieci UU.SS.SS.LL.
in città e sappiamo tutti che sta per essere modificata la legge del Servizio sanitario nazionale e che quindi diventeranno solo cinque. E' quindi molto saggio sospendere la nomina dei dirigenti e dei primari. C'è poi il problema di ulteriori adeguamenti di organico in relazione a particolari carichi di lavoro: i servizi con organico minimo di 9 operatori da aumentare almeno a 10, si diceva. Mi pare che l'articolo 6, comma 2 conceda una certa discrezionalità al programmatore nello stabilire l'organico minimo, tantoché recita: "la pianta organica può essere periodicamente aggiornata sulla base delle risultanze dei dati di attività del SER riferite a periodi biennali; qualora siano apportate alla pianta organica variazioni in diminuzione, il personale eccedente sarà utilizzato in altri servizi della USSL. ecc.": Pensiamo, quindi, che non si debbano accantonare i 3 miliardi di lire, ma che in larga parte debbano essere impiegati per apportare ulteriori correttivi alla delibera elevando gli organici nei servizi della città di Torino e nei servizi della prima cintura. Magari, ponendo condizioni precise che vengano predisposti particolari progetti per un adeguato impegno dei nuovi organici anche nel campo della prevenzione, attraverso unità mobili e con una forte proiezione nel territorio.
In linea di principio sono contrario a fornire alibi e pretesti: stabilito un nuovo organico in via definitiva o quasi, ciascuno ha le proprie responsabilità e i servizi devono funzionare. A questo proposito insieme ad altri colleghi, 'presento degli emendamenti per cercare di aumentare, per i servizi di Torino e prima cintura, l'organico di 40 operatori accantonando 1 miliardo e 400 milioni di lire per eventuali correttivi successivi.
Nel corso del dibattito ho avuto la netta impressione che ci sia un attacco, seppure indiretto e non chiaro, al coordinamento cittadino costituito nel gennaio del 1990 con delibera del Consiglio comunale. E' bene parlare con molta chiarezza. Il coordinamento funziona da un tempo sufficiente per fare un primo bilancio dell'esperienza. Può darsi che siano necessarie correzioni. A questo proposito la mia netta impressione è che sia necessario un coordinamento a livello cittadino, della prima cintura e probabilmente, a livello del- l'intera conurbazione torinese. Vorrei che le critiche mosse al coordinamento emergessero anche per essere informato. Si tratta di vedere le cose per quello che sono. A me pare sia opportuno mantenere il coordinamento, far tesoro della esperienza, seppure apportando eventuali correzioni.
Ritengo, quindi, che la Regione debba svolgere pienamente la propria parte, in modo tale da poter autorevolmente sollecitare e pretendere che anche gli altri livelli (le UU.SS.SS.LL. e i servizi) facciano la loro perché ci sia informazione e si superino i pregiudizi. Occorre sensibilizzare la popolazione (oggi scarsamente sensibile al problema) affinché consideri essenziali i servizi di cui stiamo parlando, quelli di prevenzione, cura e risocializzazione dei tossicodipendenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

La vicenda dell'approvazione di questa deliberazione di adeguamento degli organici dei servizi per le tossicodipendenze deve essere raccontata.
Purtroppo l'aula non mi sembra molto attenta e i Consiglieri non sono tanto presenti, ma se non altro rimarrà agli atti il racconto di questa storia e di come si è sviluppata anche in Commissione.
A mio avviso, quanto è successo su questa deliberazione esplicita molto bene, essendone il risultato, cos'è accaduto a Torino in questi ultimi 10 anni nell'ambito della politica sanitaria, evidenziando quali tipi di trasversalità hanno attraversato i responsabili della politica sanitaria.
E' strano, per esempio, che in questo momento un antiproibizionista come me, che ha sempre detto tutto il peggio possibile sulla legge dalla quale derivano tutti questi atti, si trovi dalla stessa parte di un Assessore, che peraltro è socialista e fa parte di una forza politica che è stata la più forte e convinta animatrice di questa legge. E' pure strano che esponenti del PDS - di questo me ne rammarico profondamente, e sarà una parte del mio intervento - in questo momento si trovino oggettivamente dalla stessa parte dall'Assessore comunale Bracco, il quale ha fatto di tutto perché i servizi per le tossicodipendenze nella città di Torino fossero affossati.
Mi spiegherò meglio, arrivando al contenuto. La vicenda si è così svolta: l'attività ordinaria dell'Assessorato prevedeva anche il sentire i Sindacati, le Organizzazioni, la Commissione regionale; improvvisamente, a pochi giorni dall'approvazione di questa deliberazione in Commissione, si è scatenata una serie di "public relations men and women" (perché uomini e donne hanno lavorato per questa vicenda), che ha visto contatti fra tutte le forze politiche, i Sindacati, ecc, per avvertire della bruttezza e della pericolosità di questa deliberazione.
Inutilmente, dal giorno in cui sono diventato Consigliere regionale, ho tentato - lo ricordavo anche in Commissione - di avere un contatto con il Coordinamento cittadino per le tossicodipendenze; è stata necessaria la deliberazione dell'Assessore Maccari perché il dott. Merlo chiedesse (lui a me!) di vedermi per raccontarmi come funzionava il Coordinamento e che cosa bisognava assolutamente cambiare in questa deliberazione.
La discussione è andata come è andata, e poi c'è stato il "pastrocchio" veramente indecoroso della posizione dei Sindacati, i quali prima hanno detto una cosa, poi un'altra e in seguito se ne sono rimangiati un pezzettino ("Siamo stati sentiti, abbiamo autorizzato, non abbiamo autorizzato"). In seguito c'è stata l'audizione del Coordinamento e dei suoi responsabili, che però hanno parlato da soli; non si è sentita, cioè la voce di un amministratore dell'USSL. tranne quello dell'USSL 1, dove ha sede il Coordinamento, il quale in sostanza ha spiegato che il personale da assegnare alle UU.SS.SS.LL. torinesi deve essere aumentato perché non si potrà reggere l'attuale standard di assistenza alle persone tossicodipendenti. Conseguentemente c'è stata la coda sul Coordinamento torinese: "Ma quanto siamo bravi, quante cose facciamo, siamo l'unica esperienza europea a questo livello, ecc., dovete darci più forza perch altrimenti non riusciamo a lavorare".
Ora, è vero o non è vero che a Torino un tossicodipendente ha aspettato anche sei mesi per ricevere il primo colloquio con i servizi torinesi per le tossicodipendenze? E' vero o non è vero che questa attività alle persone tossicodipendenti di fatto si costituiva come un colloquio ogni mese, mese e mezzo, da parte dei servizi per le tossicodipendenze? Il Coordinamento che cosa ci è venuto a dire? Che questi tempi si allungheranno ulteriormente; pur aumentando il personale, questi tempi si allungheranno a detrimento, a parere loro, dell'attività di coordinamento.
E' stato suggerito - io l'ho detto - di lasciar perdere l'attività di coordinamento, di rispettare la legge, perché la legge chiede questo, e di aprire i servizi per fare in modo che la gente vi arrivi.
Io sono contrario a questa interpretazione della legge; l'ho già detto più volte: il 444 è un decreto che farà saltare la legge 162. E non sono così stupidamente contento che questa legge salti con questa deflagrazione perché pur essendo antiproibizionista mi rendo conto che far saltare i servizi significa creare enormi difficoltà dal punto di vista della gestione di questo problema.
Qualcuno ha detto che l'attività di coordinamento è troppo importante e bisogna aumentare il personale che redige statistiche (perché questo è di fatto quello che il Coordinamento fa), quindi, il ricatto è: "O voi ci aumentate il personale o noi diminuiremo i servizi alle persone tossicodipendenti". Allora, è vero collega Calligaro: se analisi deve essere fatta sul ruolo del Coordinamento, deve essere fatta in modo puntuale.
Mi rifiuto di considerare il dibattito avvenuto in Commissione un esame puntuale dell'attività dei servizi per le tossicodipendenze sulla città di Torino; è stata una farsa perché, se così doveva essere, il Coordinamento per le tossicodipendenze di Torino avrebbe dovuto raccontare come mai, nel 1992, a dieci anni esatti dall'inizio dell'epidemia dell'AIDS, non abbia mai prodotto uno straccio di programma straordinario di interventi sull'AIDS. E se qualche volta ne ha parlato, si è sempre scontrato con il suo Assessore, il quale si è rifiutato di fare qualsiasi attività concreta nel settore. Questo è il Coordinamento di Torino, non altro; questo, nei fatti.
E vado avanti. Sono venuto a conoscenza di una spiritosa (voglio soltanto definirla in questo modo) corrispondenza - che renderò pubblica e spero che i giornali mi diano spazio su questa vicenda - su come la città di Torino sia stata informata a proposito della famosa mozione regionale sulle siringhe. C'è stata un'audizione, da parte del Prefetto di Torino sull'applicazione della legge 135, alla quale ho partecipato non come Consigliere regionale, ma come responsabile di un gruppo di assistenza alle persone affette da AIDS.
In quell'occasione noi, insieme ad altri, abbiamo denunciato il fatto che il Comune di Torino, nella persona dell'Assessore Bracco, e il Coordinamento dei servizi per i tossicodipendenti non avevano mai preso in esame l'ordine del giorno votato all'unanimità da questo Consiglio regionale, che fra l'altro prevedeva l'istituzione delle famose macchinette per la distribuzione delle siringhe monouso. Lo dissi allora e lo ripeto adesso: non è la panacea di tutti i mali, non è l'unica iniziativa di prevenzione per l'AIDS, ma è un primo passo.
Successivamente, il Prefetto ha scritto all'Assessore Bracco per dire: "Come mai non avete mai preso in esame questa mozione?" L'Assessore Bracco (purtroppo non l'ho qui, ma vela farò avere) ha risposto: "Nessuno mi ha mai informato di questa vicenda; ufficialmente, non so dell'esistenza della mozione regionale".
Invece, se c'è stata una cosa di cui si è parlato sui giornali è stata proprio questa; il Coordinamento cittadino, su esplicita richiesta dell'Assessore, si è espresso con un documento che è la quint'essenza della posizione ideologica assunta dal Coordinamento su questa vicenda.
Rispondere, dunque, in questo modo al Prefetto significa veramente avere una faccia tosta che nessun altro Assessore ha mai avuto nella storia degli Assessori alla sanità della città di Torino.
L'Assessore di Torino dice che non è a conoscenza di una cosa a proposito della quale il Coordinamento, su sua stessa indicazione (perch quel documento l'ha chiesto esplicitamente l'Assessore Bracco), aveva dato parere negativo. E aveva dato parere negativo con motivazioni del tutto moraliste e ideologiche, mentre dall'OMS in giù tutte le organizzazioni che si occupano di sanità dicono che lo scambio di siringhe deve essere bloccato, anche attraverso la diffusione gratuita di siringhe, nella popolazione tossicodipendente.
In Italia abbiamo il 70% di casi di AIDS riferibili alla popolazione tossicodipendente: questo è il problema. E questa è la risposta del Coordinamento per le persone tossicodipendenti.
Allora, la trasversalità dove sta? Sta nel fatto che non ci si rende conto di che cosa si gioca intorno a questa vicenda. Io sono stufo di sottoscrivere iniziative del Coordinamento cittadino, che peraltro dal punto di vista scientifico - l'ho detto in più sedi - sono degnissime, ma in realtà quando si va a discutere sull'organizzazione dei servizi il Coordinamento cittadino ha sempre e solo espresso posizioni di chiuso corporativismo e di difesa dei propri posti.
Contro la famosa deliberazione dell'aumento degli organici del Coordinamento noi per primi ci opponemmo di fronte al Co.Re.Co., e il Co.Re.Co, diede ragione a noi, oltre che all'Assessore e al Gruppo Abele fummo gli unici tre ad opporsi alla deliberazione comunale di istituzione dei primariati nel Coordinamento. Il motivo era quello di evitare che il Coordinamento diventasse, perché questa è l'intenzione, una super burocrazia, cosa che ha sempre affossato la Sanità a Torino e non l'ha mai aiutata; qualsiasi centralizzazione sanitaria a Torino ha sempre avuto questo risultato, dalla psichiatria in avanti: tutte, nessuna esclusa.
Allora, la trasversalità dove sta? Sta in questo dato, e mi stupisco dell'atteggiamento del PDS, che in Commissione mi sembrava avesse capito.
Oggettivamente, in questa vicenda noi diamo una mano ad un Assessore che dovrebbe dimettersi immediatamente, non solo per responsabilità politica ma per vergogna di ricoprire quel ruolo, così come lo ha ricoperto in questi anni a Torino; dando una mano a questa deliberazione, si dà una mano in quella direzione: è così.
Nonostante tutte le prevenzioni che ho nei confronti di questa legge e del decreto 444, voterò a favore di questa deliberazione. Il mio voto a favore è proprio di protesta contro questo modo di fare e questo atteggiamento, in particolar modo da parte del Coordinamento cittadino delle tossicodipendenze, che non tiene assolutamente conto della realtà effettiva dei fatti, ma che invece, dietro motivazioni retoricamente perfette - ma solo retoricamente - nasconde in realtà altri interessi che non sono quelli delle persone tossicodipendenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

L'intervento del Consigliere Cucco è sicuramente stimolante, anche se credo che se di organizzazione di servizio di coordinamento si deve parlare, sarebbe stato più opportuno parlarne in sede di Commissione, sede più opportuna soprattutto per la possibilità di articolarsi - se lo si valuta opportuno - in gruppi di lavoro, in sottocommissioni che possano utilizzare dati, che in realtà non ci sono stati forniti, per esprimere delle valutazioni. Infatti, le valutazioni espresse dal collega Cucco a mio parere sono carenti dal punto di vista delle conoscenze.
Questa discussione sul coordinamento è anche la discussione sull'attuazione del progetto obiettivo del Piano socio-sanitario finalizzato alla prevenzione, cura, riabilitazione dei tossicodipendenti questo dovrebbe essere l'argomento della discussione che ritengo sia argomento di straordinaria importanza perché siamo a due terzi del periodo di attuazione del Piano. E allora mettiamolo all'o.d.g. e lavoriamoci.
Io non credo che in sede di dibattito consiliare si possa e si riesca ad entrare nel merito delle questioni sollevate dal Consigliere Cucco; io cercherò di farlo verso la fine del mio intervento. In realtà non volevo entrare nel merito specifico, se non nella presentazione di un emendamento a questa proposta di deliberazione che, per l'appunto, propone l'assunzione dell'esperienza del Coordinamento cittadino di Torino all'interno di una legge regionale.
Intendevo parlare del fatto che noi ci troviamo a discutere di una deliberazione di adeguamento di piante organiche di servizi quali previsti da un decreto ministeriale del 30 novembre 1990. Sono ormai passati 15 mesi dall'approvazione di questo decreto, che certo è uno strumento dirompente dell'attuale organizzazione dei servizi; è un po' la cartina di tornasole delle reggibilità - e in non credo che reggerà - della legge 162.
A questa legge ci eravamo opposti fermamente con altre forze politiche perché non solo è contraria a principi di libertà, ma perché, anche dal punto di vista di chi è medico, è anti-terapeutica e contraddittoria rispetto agli obiettivi che si poneva (o che dichiarava di doversi porre) quelli di affrontare efficacemente la questione dei diritto alla salute e alla stessa vita, anche da un punto di vista qualitativo, di tutti, quindi anche delle persone con tossicodipendenze.
I servizi hanno fornito alcuni dati ed altri sono stati forniti dal Ministero in occasione dell'anniversario dell'approvazione di questa legge.
Tali dati ci hanno rivelato come l'incidenza di nuovi casi, l'incidenza delle overdosi, delle sieropositività a causa dell'AIDS siano in aumento questo ci conferma la convinzione che la legge non poteva centrare il suo obiettivo, non poteva cioè centrare l'obiettivo di prendersi cura della salute delle persone con tossicodipendenza, perché più centrata sul controllo sociale che sul diritto alla salute.
E' una legge che ha stabilizzato e reso legittimi rapporti privilegiati con un certo tipo di privato sociale opportunistico e non solidaristico che è anche quello che, per esempio, chiede i convenzionamenti facili senza garanzie di solidità, aprendo delle succursali nella nostra Regione, senza sedi e senza personale.
Questa legge ha prodotto - io credo e dichiaro - una serie di affari incontrollabili nel campo della cosiddetta formazione e aggiornamento del personale; sono sorte società che si propongono alle UU.SS.SS.LL. per attivare iniziative senza nessuna possibile verifica sulla loro efficacia.
Ci si domanda cosa si è fatto e cosa si sta facendo sul versante della prevenzione primaria della tossicodipendenza; e allora non si può non sottolineare la povertà degli interventi di prevenzione del disagio dell'emarginazione e la separatezza e la mancanza di comunicabilità tra gli Enti diversi, in primo luogo la scuola e gli Enti locali, che sono quelli che dovrebbero conoscere e programmare in maniera integrata le attività di prevenzione. Anzi, qui da noi c'è la tendenza a distruggere l'esistente specie se si è rivelato efficace ed efficiente nel campo della conoscenza dei problemi, della programmazione e verifica degli interventi.
Mi riferisco all'esperienza cittadina del coordinamento tra i servizi esperienza finalizzata a razionalizzare l'impiego delle risorse; a promuovere in maniera organica iniziative per la formazione; a verificare l'efficienza e l'efficacia degli interventi terapeutici e gli interventi in comunità (anche mediante l'ispezione alle comunità convenzionate); a gestire un sistema informativo e a gestire iniziative di ricerca - cito non ultima, la ricerca in corso sull'uso della cocaina nella popolazione giovanile - finalizzata a meglio orientare i contenuti e i modelli operativi dei servizi.
La questione dei dati ha invece ritardato lo svolgersi dei lavori della Commissione. Ci è parso di cogliere - ed è stato poi confermato nel corso dell'incontro con il Coordinamento di Torino - una profonda difformità alla base dei dati da cui trae motivo la deliberazione regionale così come è formulata.
Come ha già detto il Consigliere Calligaro, a fronte di una stima di 3.200 utenti indicati come utenti in carico nei SERT di Torino nel 1991, vi sono ,i 2.111 trattamenti stimati dalla Regione. La decisione, che è unilaterale, degli uffici dell'Assessorato di definire i servizi di Torino come servizi a media utenza, è in contraddizione con le stesse indicazioni del decreto ministeriale del 1990, che definisce di media utenza i servizi con 60-100 utenti in carico; mentre sono da considerarsi ad alta utenza quelli con più di 100 trattamenti medi; sono in questa situazione i servizi di Torino, che sono quindi ad alta utenza.
Questo modo di utilizzare i dati, questa interpretazione non motivata determina un'inspiegabile penalizzazione dei servizi. Il numero dei pasti che sono stati valutati come necessari per il SERT di Torino è complessivamente di 298 unità e questo - voglio ribadirlo- non è per consentire prevalentemente l'attività di coordinamento tra i servizi.
Rammento infatti che il coordinamento consta di tre unità di personale di cui uno distaccato dalla Provincia, non ha altro tipo di personale amministrativo perché è il servizio di assistenza sanitaria di base della USSL n. 1 a provvedere con suo personale messo a disposizione.
Queste 298 unità servono per dare risposta a ciò che prevede il decreto ministeriale n. 444 in attuazione della legge che per la prima volta dispone l'apertura dei servizi per 12 ore da garantire da parte di tutti i servizi nonché l'apertura di servizi per 24 ore. La delibera in esame prevede che a Torino sia uno il servizio di questo tipo a dover essere aperto per 24 ore. Questa è la novità che fa affermare ai responsabili dei servizi di Torino, che fanno tutti parte del "coordinamento" che in quanto tale appunto li "coordina", essere necessarie 298 unità di personale a fronte delle 244 che invece propone la delibera; ne mancano dunque 54 distribuiti tra le diverse UU.SS.SS.LL. e nelle diverse professionalità, e non ci sono i primari. In realtà il Consigliere Cucco ha citato una delibera che non è mai diventata esecutiva, ma non lo è diventata perch non era più compito del Comune di Torino che già l'aveva approvata a maggioranza...



PRESIDENTE

Consigliere Maggiorotti, le ricordo i tempi.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Sì, dicevo che l'aveva approvata a maggioranza, ma non era più compito del Comune, dopo l'entrata in vigore della legge n. 111, deliberare in materia e quindi non potevano più essere presentate le controdeduzioni che erano state richieste dal Commissario di Governo. Non era entrato nel merito né poteva il Commissario di Governo sui contenuti della stessa.
Mi trovo costretto a tagliare anche se faccio notare che in realtà in questo Consiglio io non parlo mai a lungo e non sforo molto i tempi, quindi se mi consente, signor Presidente, vado ancora avanti.
La questione del sottodimensionamento sottolinearla preoccupazione, che è propria non solo e non tanto del coordinamento quanto di tutte le UU.SS.SS.LL. di Torino, che diventa utopistico garantire l'apertura dei servizi per 12 ore e di un servizio per 24 ore; che probabilmente il carico di lavoro - e non la necessità di andare ad attività gestite dal coordinamento - renderà impraticabile la fruizione di attività di formazione e di aggiornamento che sono fondamentali per operatori di un servizio che hanno un "burn-out" di 2-3 anni, per i quali è fondamentale "riciclarsi" attraverso attività anche di formazione e di aggiornamento.
L'investimento in qualità dell'attività di formazione necessita di risorse da individuarsi in strutture di formazione che costano e pertanto queste attività non potrebbero essere affrontate se i fondi venissero gestiti in maniera difforme tra le UU.SS.SS.LL., fondi inevitabilmente insufficienti in questo caso.
Far saltare il coordinamento fa saltare tutta una esperienza importante di conoscenza e verifica di efficacia delle attività di tipo terapeutico fa saltare la possibilità di gestire in maniera unitaria i convenzionamenti con le comunità e le verifiche di efficacia delle comunità. I pagamenti delle fatture delle comunità vengono sottoposti a controlli rigorosi da una struttura che si è impiantata ed ha esperienze da anni in questo campo rigore che non può non derivare dalla necessità di non dare in pasto a strutture inaffidabili il destino di persone già così segnate.
In questo senso se non si recepisse l'emendamento che ho presentato c'è il rischio - e su questo l'Assessore deve rispondere - che salti questo efficace meccanismo di verifica.
Non entro nel merito di altre osservazioni. Ho affermato come sia stato denunciato da operatori e da funzionari responsabili di servizio il rischio di inefficienza e di inefficacia dei servizi e rispetto a questo non è stato detto nulla. Sono state espresse opinioni, ma non è stato detto che non sono attendibili queste affermazioni, che sono state fatte sulla base del calcolo della possibile disponibilità di personale nel ruotare a turno per esempio nel centro che dovrà essere aperto, ma non si sa dove tra l'altro, 24 ore su 24, tenendo conto che ai turni non è tenuto tutto il personale (le 244 persone), ma soltanto il personale che per contratto è tenuto a svolgere turni notturni.
Questo disegno organizzativo nella delibera non c'è e non so se debba esserci, ma sicuramente il fatto che non sia stato affrontato ci pone dei seri problemi.
Chiudo l'intervento non entrando nella questione della mancanza di interventi per la prevenzione dell'AIDS che non è solo una prerogativa - io affermo - negativa della città di Torino (non entro nella questione delle responsabilità supposte o vere dell'Assessore Bracco, che non mi è assolutamente simpatico, ma non so quali elementi abbia Cucco per fare queste affermazioni); io dico che è vero che in tutta la Regione non sono state attivate iniziative su larga scala finalizzate alla prevenzione dell'AIDS che non consiste solo nell'introduzione delle macchinette distributrici di siringhe monouso, sulle quali - è vero - dovrebbe essere espresso un parere favorevole alla pari di altri possibili interventi finalizzati alla prevenzione della diffusione della sieropositività.
Non entro su questa questione, perché deve essere oggetto di un altro intervento, anche rilevante, in termini di lavoro da farsi da parte della IV Commissione. Non è noto alla IV Commissione quanto si sta verificando in Regione sull'utilizzo delle risorse che la Regione stessa ha messo a disposizione per la prevenzione primaria. Non sono noti i modelli operativi, metodologici utilizzati all'interno delle scuole superiori per trasmettere l'informazione. Non è stata fatta verifica sull'efficacia di tali interventi, salvo in una USSL di Torino, la quale con fondi né della legge n. 635 né della legge sulle tossicodipendenze ha attivato un intervento controllato in 13 scuole superiori dei distretti scolastici 1 e 3.
Pertanto vorrei capire se interventi controllati analoghi sono stati fatti in altre zone della Regione, e che cosa ha da dire l'Assessore sulla valutazione di efficacia di questi interventi.
Voglio capire quante UU.SS.SS.LL. hanno utilizzato - e se l'Assessorato ha promosso questo utilizzo - il materiale predisposto dal Ministero della sanità. Materiale che è quanto meno utile sul piano informativo, ma a mio parere dannoso sul piano sulla formazione degli insegnanti. Ho visto l'audiovisivo allestito dal Ministero diretto agli insegnanti. Ugualmente mi sembra ridicolo il videotape predisposto, con costi di 60 milioni dall'Assessorato regionale alla sanità che tutte le UU.SS.SS.LL. hanno ricevuto, ma che nessuna utilizza.
Vorrei capire un po' più di queste cose prima di andare a scavare nei torti del coordinamento di Torino; penso ci sia ben altro da scavare.
Chiudo preannunciando il nostro voto contrario a questa proposta di deliberazione per le motivazioni che ho cercato di enunciare prima.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

Credo non ci sia molto da aggiungere alle cose dette. C'è da chiarire che siamo in sede di ampliamento di SERT e non di discussione di politica nei confronti dell'AIDS. C'è da ricordare, cosa che non avevo specificato all'inizio e che ha richiamato il collega Calligaro, che noi abbiamo dato 9 persone laddove il decreto indicava di darne 10. Questo è uno dei motivi per cui abbiamo accantonato delle lire, perché qual'ora non fosse approvata la nostra indicazione di 9 persone, ma ci obbligassero a 10 persone, saremo naturalmente costretti ad usare questo monte di 3 miliardi per una quantità di 1 miliardo e' 200 milioni.
In più c'è ancora il problema dei primari e il problema di SERT particolari da potenziare o di Ipotesi particolari di progetti, per cui una valvola di sicurezza mi pare opportuno mantenerla.
Il Coordinamento è diventato il centro di discussione di una deliberazione, che non trattava del coordinamento, quindi non si riesce a capire bene la motivazione. Il Coordinamento da questa deliberazione non è messo in discussione. Il Coordinamento è una cosa messa in piedi con deliberazione del Consiglio comunale di Torino, quando esistevano i comitati di gestione, quando il Consiglio comunale aveva competenza.
Adesso gli amministratori straordinari si devono ancora esprimere devono ancora esaminare le modalità o la validità di questo tipo di coordinamento. Lo faranno insieme alla Regione; credo che una forma di coordinamento sia necessaria. Bisogna vedere se è necessario mantenerlo strettamente nell'area torinese o ampliarlo ad un'area più vasta, ad un'area Metropolitana dal momento in cui tutti parliamo di Area Metropolitana. Parlando di altri settori, poi, magari ci dimentichiamo di applicare la visione territoriale a settori di specifica competenza.
Il coordinamento ha un valore abbastanza contenuto relativo alla formazione ed al pagamento, ai rapporti amministrativi e alla raccolta dati. Devo dire che sulla raccolta dati ci sono anche dei problemi di esattezza dei dati stessi. E' relativo ai rapporti con le comunità, ma assolutamente non ha competenza di indicazione di modelli o di indirizzo verso comunità, perché la scelta della comunità e del metodo, della terapia e del corso da usare per uscire dalla tossicodipendenza è lasciata all'autonomia dei singoli servizi.
Quindi, mi auguro che nessuno voglia imporre facilmente modelli della cultura mondiale ed europea - che provengono anche da matrici diverse che hanno amato modelli statici per anni -; bisogna rendersi conto che oggi non è possibile applicare questa metodologia al settore delle tossicodipendenze.



PRESIDENTE

1) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bortolin: aggiungere dopo il primo comma del dispositivo un successivo nuovo comma 2.: "di rinviare a successivo atto deliberativo di Giunta Regionale l'indicazione del modello funzionale dei SERT di riferimento indicati al comma precedente, e l'individuazione della USSL subcomunale di Torino sede di tale intervento".
La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Questo emendamento rinvia ad un atto deliberativo, nel senso che dispone che ci sia un atto deliberativo di Giunta per indicare il modello funzionale dei servizi che dovranno aprire 24 ore e, in particolare individuare a quale USSL sub-comunale di Torino sarà attribuito l'intervento. Dico questo perché non si può, a mio parere, lasciare nell'ambiguo la questione rilevante che concerne l'organizzazione di un intervento, rispetto al quale anche all'interno degli operatori c'è ancora una nebulosa incertezza, nel senso che non si capisce a cosa possa servire un servizio di tal fatta in ore notturne, posto che in tali ore funzionano o dovrebbero funzionare, i servizi di emergenza per le overdose. Forse andrebbero precisate le modalità e le finalità organizzative di un servizio, rispetto al quale sono sollevate perplessità: è forse un servizio che deve dare, in casi di emergenza, farmaci sostitutivi in situazioni di carenza, o indirizzare persone a servizi di emergenza? Dico questo per dire che è importante, a mio parere, che sia indicato l'impegno di assumere deliberazione per descrivere operatività e funzioni di questo tipo di servizio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento in quanto non ritiene opportuno indicare dei modelli. Abbiamo un territorio che è molto diverso e credo che ogni USSL. in base alle necessità del proprio territorio di competenza elaborerà un modello. Non si può indicare un modello per Cuneo, un modello per Torino o un modello per il Canavese, non lo si ritiene opportuno.
Indubbiamente ci sarà un apporto tecnico, un sostegno, un aiuto, una consulenza da parte della Commissione regionale delle tossicodipendenze. A Torino, in , modo particolare, non si ritiene che sia compito autoritario della Regione indicare la USSL sede del servizio aperto 24 ore, ma è compito degli amministratori decidere. Da una parte si vuole valorizzare una forma di coordinamento, dall'altra si richiedono forme imperiose: saranno i dieci amministratori, raccordati fra loro, a scegliere sede del servizio e modalità di lavoro.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 6 voti favorevoli, 19 contrari e 4 astensioni.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bortolin: aggiungere dopo il secondo comma (precedentemente aggiunto): "di recepire la deliberazione del Consiglio Comunale di Torino n.
8915554 del 8/1/1990, esecutiva il 10/2/1990 avente come titolo 'Coordinamento settori tossicodipendenze delle 10 USSL subcomunali.
Struttura ed obiettivi ' con specifico riferimento alle funzioni, attività e compiti ivi previsti per il Coordinamento stesso, e di assegnare pertanto alla USSL subcomunale Torino 1 l'insieme delle quote parte perla gestione delle convenzioni con le Comunità Terapeutiche e per la formazione degli operatori di competenza delle 10 USSL subcomunali torinesi".
La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

E' un emendamento con cui si dispone di recepire la deliberazione del Consiglio comunale di Torino dell'8/1/1990, esecutiva il 10/2/ 1990, e che ha come titolo quello riportato nell'emendamento.
Questo emendamento è l'affermazione del ruolo finora esercitato da questa struttura di servizio che opera dal 1981 per tutte le UU.SS.SS.LL.
di Torino, fermo restando che è chiaro che se questo emendamento venisse approvato sta alla Regione entrare nel merito della specifica struttura organizzazione e modelli operativi di questa esperienza di Torino.
Colgo l'occasione per affermare che, a mio parere, un'esperienza di questo tipo andrebbe "esportata" anche in altre realtà regionali perché le risposte che questa struttura ha dato in termini di organizzazione di servizi, formazione del personale e valutazione delle iniziative sarebbero sicuramente utili in altre realtà della nostra Regione, quindi almeno su questa esperienza sarebbe utile si potesse riflettere pubblicamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Per un chiarimento. Secondo me l'emen-damento, così come è formulato potrebbe dare adito a cattive interpretazioni.
Faccio subito la cattiva interpretazione. Intanto - giuridicamente parlando - trovo difficile che il Consiglio regionale recepisca una delibera del Consiglio comunale. Comunque, questo è un altro discorso e si può verificare se ciò è possibile e come è possibile.
Ma dall'ultima parte dell'intervento del collega Maggiorotti sembra di capire che in realtà questa struttura fa parte, o comunque viene inglobata nella struttura regionale in una qualche forma - non ho capito bene - e poi la Regione ne ristruttura l'organizzazione, le funzionalità, i servizi, il finanziamento ecc. Se così fosse io la sottoscrivo e la voto subito.
Questa è la interpretazione cattiva. Collega Maggiorotti, questa interpretazione consentirà all'Assessorato- secondo la tua posizione - di distruggere il poco di positivo che ha fatto il Coordinamento - secondo lamia interpretazione - di riorganizzare il servizio in modo tale che si salvi il positivo che ha fatto e si affossi invece il negativo che ha fatto. In questo momento, non mi sento di dare tanta fiducia all'Assessore Maccari, ma se è vera la tua interpretazione io voto subito l'emendamento e chiedo all'Assessore di votarlo immediatamente, perché questa cosa diventa di competenza regionale, per cui si risolvono i problemi, Bracco non c'è più, ci inventiamo un modello che vada bene per la Regione.
Però non è così, perché l'ultima parte di questo emendamento dice un'altra cosa: ".., di assegnare pertanto alla USSL subcomunale TO I l'insieme della quota parte per la gestione delle convenzioni con le comunità terapeutiche e per la formazione degli operatori di competenza alle dieci UU.SS.SS.LL. subcomunali torinesi". Se questo invece è l'obiettivo, cioè quello di trasferire all'USSL I, in quanto sede del Coordinamento, tutta la partita enorme di denaro che si dà alle comunità allora io dico assolutamente no.
Continuo a ripetere - al contrario di quello che dice l'Assessore Maccari - che questa doveva essere una discussione sul Coordinamento perché è questo il punto in questione, non è nient'altro.
Faccio soltanto un esempio di quello che potrebbe succedere e di come ha operato il Coordinamento. Il Gruppo Abele ha aperto una struttura in via Leoncavallo. Il Gruppo Abele non è un Gruppo tradizionalmente vicino alla mia formazione politica. Sapete benissimo che sulla psichiatria ho avuto posizioni che sono esattamente divergenti rispetto alle linee politiche e culturali del Gruppo Abele. Il Gruppo Abele, per il solo fatto di avere fatto lo sgarro di presentare l'esposto al CORECO contro la delibera comunale di ampliamento della pianta organica del Coordinamento cittadino si è beccato una proposta di convenzionamento per cinque posti! Per una struttura come quella di via Leoncavallo che perlomeno dovrebbe avere una capacità di 20-30 convenzioni! Il Gruppo Abele, almeno dal punto di vista della esperienza nel settore, non è secondo a nessuno. Ma quella è stata la risposta del Coordinamento per le tossicodipendenze di Torino. "Voi ci fate lo sgarbo di presentare un esposto al CORECO contro la nostra delibera e noi vi presentiamo un convenzionamento di cinque posti".
Quindi, ripeto, se l'interpretazione è quella data dal collega Maggiorotti nella seconda parte dell'intervento io voto a favore dell'emendamento; se l'interpretazione effettiva, letterale, è quella dell'emendamento, quindi del trasferimento delle competenze sui denari all'USSL I, io voto contro all'emendamento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Mi è stata chiesta qual è la mia interpretazione e non posso che rispondere che è quella riportata qui che non fa altro che recepire quella che è la storia e garantire la continuità all'attività di questo coordinamento.
Il coordinamento della USSL n. 1 ha sempre ricevuto dall'Assessorato tutti i finanziamenti perla gestione delle convenzioni con le comunità. Mi auguro, che possa succedere anche quest'anno, salvo far saltare il meccanismo che garantisce il pagamento delle comunità. Certo, tutte le U.N.E.S.C.O, potranno organizzarsi, ma guarda caso continuano a telefonare non ultimo il Gruppo Abele e domandano: "perché non ci pagate?" la risposta è "non abbiamo ancora ricevuto i quattrini", è di nuovo "perché non avete ricevuto i quattrini?" e la risposta è "perché non è stato ancora deciso, a livello di Assessorato, se questi quattrini debbano essere assegnati ad una USSL o a 10 UU.SS.SS.LL." Vorrei quindi chiarire che il senso è questo cioè cercare di garantire una continuità. Se poi ci sono delle vendette come il collega Cucco denuncia, allora non sono assolutamente in grado di dare una risposta se non fosse che le possibili risposte sono tante. Ad esempio "non ci sono i quattrini", "non è ancora stato stabilito il destinatario di essi" ecc.
Non voglio entrare nel merito di questa polemica, data la mia stima per il Gruppo Abele.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento, perché il coordinamento è subordinato alla decisione del Consiglio comunale che va sottoposta a verifiche, essendo cambiata la normativa degli amministratori straordinari.
Per la seconda parte del riparto del fondo la sede adatta è la delibera di riparto e non questa. Come è stata mantenuta negli anni scorsi sarà mantenuta anche quest'anno, quindi, tutte le citazioni strumentali che stanno avvenendo sono cose molto spiacevoli che vanno al di là del problema della tossicodipendenza, ma sono evidentemente strumentalizzazioni di opportunità politica.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione dell'emendamento 2) non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 8 voti favorevoli, 22 voti contrari e 2 astenuti.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bortolin: alla quarta riga del secondo comma sostituire "469" con "509" e correggere alla quinta riga "23.450:000.000" in "25.050.000.000" in relazione a specifiche variazioni nell' allegato A. Alla settima riga del quinto comma modificare "3.011.000.000" in "1.411.000.000". La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

L'approvazione o il diniego dell'emendamento coinvolge l'approvazione o il diniego dell'emendamento successivo, da cui dipende. Quindi o esaminiamo prima l'emendamento successivo o, votato questo, consideriamo negato anche il successivo o votiamo tutto in blocco.



PRESIDENTE

Ritengo coerente esaminare in blocco i due emendamenti.
Do quindi lettura anche del successivo emendamento 4) presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bortolin: "Le tabelle dell'allegato A alla proposta di deliberazione n. 348 nn.
1/2/3/4/5/6/7/8/9/10/11/12/13/15/17/19/20/21, sono corrette come riportato nell'allegato". (Il testo di tale allegato è conservato agli atti nel fascicolo relativo alla proposta di deliberazione).
La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore regionale

La Giunta non accoglie gli emendamenti, perché le modalità di messa in piedi delle indicazioni, tenuto conto della quota di 3 miliardi, da tenere per le funzioni illustrate, non permette di accettare il blocco degli emendamenti.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, poniamo in votazione l'emendamento 3) presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bortolin, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 8 voti favorevoli, 20 contrari e 3 astenuti.
Pongo ora in votazione l'emendamento 4) presentato dai Consiglieri Maggiorotti, Calligaro e Bortolin, anche questo non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 8 voti favorevoli, 20 contrari e 3 astenuti.
La parola al Consigliere Calligaro per dichiarazione di voto.



CALLIGARO Germano

L'ordine del giorno è stato curiosamente trasformato. Si è infatti discusso più del coordinamento dei servizi sub-comunali che dei contenuti della delibera stessa, inventando trasversalità che non esistono e tentando di mettere in risalto degli schieramenti fantasma. Vorrei restare fermissimo alla sentenza della delibera. Il quesito è molto semplice. Per i servizi sub-comunali di Torino, 244 operatori, quelli previsti dalla deliberazione della Giunta sono sufficienti o no per attuare pienamente il decreto ministeriale n. 444 del 1990? Ho cercato una risposta a questo quesito, ma tutti gli argomenti portati dall'Assessore non forniscono assolutamente alcuna risposta.
Gestendo il personale sui tre turni festivi, pur calcolando un assenteismo basso, svolgendo l'attività formativa e il coordinamento delle équipes si pensa davvero che sia sufficiente o avremo una caduta quantitativa e qualitativa dei servizi sub-comunali, tenendo conto anche del fatto che vi sono consistenti incrementi dell'utenza nei servizi cittadini (del 35% nel 1990 rispetto all'anno precedente; del 31% nel 1991 rispetto all'anno precedente)? Ripeto: non ho avuto risposta a questo quesito. La mia impressione è che i servizi sub-comunali, per ciò che concerne l'organico, siano sottostimati. Potremo correre ai ripari successivamente? Non mi pare perché l'accantonamento dei 3 miliardi è soprattutto dedicato ad un'eventuale bocciatura della deliberazione, per passare i servizi con un organico minimo di 9 operatori a 10, e per i primari nella città di Torino.
Io sostengo una cosa semplicissima: è delittuoso dire che, prima di nominare i dirigenti e i primari, è bene attendere la legge di modifica del servizio sanitario nazionale, perché con ogni probabilità avremo solo 5 UU.SS.SS.LL. e non 10? E' delittuoso suggerire di irrobustire ulteriormente i servizi cittadini e della prima cintura, utilizzando parte dei 3 miliardi (nella misura di 1 miliardo 400 milioni, non tutti), in modo tale che, a un certo punto, i servizi non siano sottostimati dal punto di vista del loro organico? A me pare saggia una posizione di questo genere e trovo assurdo che tutti gli emendamenti siano stati respinti, perché qualora l'organico dei servizi comunali per la città di Torino risultasse davvero sottostimato non avremmo risorse per correre ai ripari di questa situazione.
Tutti sappiamo che nell'area urbana della città di Torino si concentra in modo particolare il problema delle tossicodipendenze più che altrove.
Questo è il motivo per cui votiamo contro la proposta di deliberazione della Giunta.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Maggiorotti per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Ribadisco la mia posizione contraria a questa deliberazione per la mancata risposta da parte dell'Assessore e dei suoi uffici alle circostanziate preoccupazioni espresse dagli operatori dei servizi di Torino.
Io credo che nessuno abbia letto gli allegati al quarto emendamento da me presentato; dei 40 posti che avevo proposto venisse implementata questa deliberazione, 24 erano destinati a Torino e 16 fuori Torino, quindi non si può definire questa proposta Torino-centrica. La proposta di ampliamento intendeva razionalizzare, implementare alcune figure professionali (per esempio i coadiutori amministrativi), senza le quali molto del lavoro organizzativo ed esecutivo viene a saltare, soprattutto in quelle realtà tipo l'USSL 5, dove sono previsti 41 operatori e dov'è previsto un certo tipo di intervento con un solo coadiutore amministrativo, e così via ci si potrebbe dilungare.
Con questo voglio dire che non si è votato per schieramento e non si è votato in maniera razionale; si è votato sulla base di affermazioni non motivate, espresse dall'Assessore su suggerimento dei suoi uffici. Pertanto giudico poco piacevole la vicenda che abbiamo vissuto questa sera; mi auguro che fare programmazione sanitaria (e credo e spero che l'Assessorato e i suoi uffici siano anch'essi convinti di questo) non finisca per ridursi ad un gioco di schieramenti come è avvenuto in questa sede.



PRESIDENTE

Poiché non vi sono altre richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione n. 348, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 24 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astensioni.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame proposta di deliberazione n. 381: "Istituzione del Registro regionale delle organizzazioni di volontariato"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 381, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Su tale deliberazione sono stati presentati i seguenti emendamenti dall'Assessore Bergoglio: 1) il quarto alinea della lettera a) del punto 3.1 All. A della deliberazione viene così sostituito: "-degli accordi fra gli aderenti formalizzati almeno con scrittura privata, da cui si possono evidenziare i requisiti di cui al precedente punto 2." 2) il quinto alinea del punto 1- All. A - della deliberazione è così sostituito: "- Cultura e istruzione Beni e sistemi culturali e ambientali - Parchi".
La parola all'Assessore Bergoglio per l'illustrazione.



BERGOGLIO Emilia, Assessore regionale

Il provvedimento istituisce l'Albo regionale delle associazioni di volontariato e non ha particolari problemi; non è la legge applicativa, che sarà presentata in un momento successivo.
C'è un emendamento puramente di correzione che si riferisce alla non richiesta della registrazione formale tra i requisiti di iscrizione nell'Albo; inoltre c'è un ulteriore emendamento, richiesto dall'Assessore Nerviani, volto a suddividerei settori cultura e istruzione in due tronconi: cultura e istruzione da una parte, beni e sistemi culturali e ambientali dall'altra, perché si tratta di aree d'influenze diverse.



CUCCO Vincenzo

Chiedo di avere il testo di questi emendamenti.



PRESIDENTE

Sono in distribuzione.
La parola all'Assessore Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia, Assessore regionale

Illustro più nel dettaglio. Si tratta semplicemente di eliminare un adempimento formale, che era quello della registrazione richiesta in un primo momento, perché di fatto viene sostituito dalla richiesta di iscrizione all'Albo regionale. In pratica è un'ufficializzazione che avviene attraverso la richiesta di iscrizione all'Albo regionale, anzich costringere le associazioni di volontariato a fare prima la registrazione presso l'Ufficio del Registro delle imprese, adempimento che costa denaro perché soggetto a pagamento di una tassa e che non modifica l'impostazione successiva.
Il secondo emendamento, che ho firmato io in quanto si è assentato l'Assessore Nerviani, è richiesto dall'Assessorato alla cultura e mi pare di poterlo condividere, tant'è che l'ho firmato; propone di dividere il settore istruzione e cultura dal settore beni ambientali e musei, anche perché, formalmente, sono due servizi diversi. E' una suddivisione che non sposta la sostanza, ma è richiesta per funzionalità tecnica dagli Assessori competenti. Ripeto, è una richiesta dell'Assessore Nerviani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Vincenzo

Sugli emendamenti. Leggendo il testo mi era sembrato di capire che la registrazione della scrittura privata si riferisse solo al Registro pubblico delle scritture private, non a quello delle società, perché così è, nel senso che le scritture private, in quanto tali, si iscrivono ad un Registro che non comporta nessuna formalità particolare se non quella del pagamento di una quota. Peraltro, ciò non avverrà più perché la legge quadro non prevede più il pagamento di tasse statali per l'istituzione di associazioni di volontariato.
Mi pare che questa interpretazione non sia consentita, perch l'interpretazione corrente data dai giuristi è che non si dovrebbe pagare alcuna tassa neanche all'Ufficio del Registro; ad ogni modo, se volete scriverlo, fatelo pure. Quello sul quale non sono sicuramente d'accordo, è la suddivisione della cultura. Già la suddivisione dell'Assessorato ha provocato i danni che ha provocato nell'attività regionale in materia di cultura; dopodiché, pure in questo settore del volontariato, vogliamo cavillare per capire se un'associazione rientra nel settore cultura o istruzione oppure in quello beni e sistemi culturali, ambientali e parchi! Vorrei che mi si spiegasse come si farà a distinguere se un'associazione di volontariato opera nel settore cultura o nel settore sistemi culturali. E'veramente il pelo nell'uovo che serve soltanto per cercare di far quadrare le suddivisioni assessorili a suo tempo fatte, in questo caso, non "cum grano salis".
Su questo emendamento sono quindi sicuramente contrario; sull'altro ho dubbi di tipo giuridico, però se lo volete far passare, fate pure.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bodrero; ne ha facoltà.



BODRERO Antonio

Il volontariato è una cosa molto importante e ammirevole, perch prescinde da certi stimoli ultraeconomici e un po' egoistici, anche se poi sono quelli molto produttivi. Certo devono essere severamente controllati per evitare abusi.
Ciò che rimprovero duramente alla Giunta, non solo a quella attuale ma anche alle Giunte precedenti, è che purtroppo non si è fatto mai nulla per stimolare un volontariato culturale che riguardi l'insegnamento della lingua e della cultura piemontese. Parlo di cultura in senso stretto perché ormai tutto è cultura, anche il crimine viene considerato una forma di cultura. Dicono che anche far scoppiare i petardi che poi ammazzano la gente sia una forma di cultura: fare i petardi a mano sarebbe artigianato.
Tornando al tema della discussione, so benissimo che ci sono insegnanti di grande valore, disponibili a fare questo insegnamento gratuitamente quindi si tratterebbe di volontariato vero e proprio. Però, poiché il punto fondamentale da distruggere è la lingua tipicamente francese antica del Piemonte, ecco che allora per culturale si fa passare tutto, eccetto ci che lo è veramente, nonostante le tre leggi regionali a suo favore, fatte sulla carta ma senza finanziamenti; si aiuta magari a pubblicare il libro a fare la festa patronale, ma questa non è la vera difesa della lingua.
Non essendoci stato nessuno stimolo a questo volontariato, che sarebbe stato un dovere di tutta la Giunta e non solo dell'Assessore alla cultura sono purtroppo costretto ad esprimere voto contrario per questa questione di principio.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione il primo emendamento presentato dall'Assessore Bergoglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli, 1 contrario e 3 astensioni.
Pongo ora in votazione il secondo emendamento presentato dall'Assessore Bergoglio. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 4 contrari.
3) Emendamento presentato dall'Assessore Bergoglio: la lettera e) del punto 1 del dispositivo della deliberazione viene così sostituita: "e) per quanto attiene alle richieste di organizzazioni che operano nell'ambito della cultura e istruzione, il Servizio interventi per l'Università" viene aggiunta, dopo la lettera e), la seguente lettera f): "f) per quanto attiene alle richieste di organizzazione che operano nell'ambito' dei beni e sistemi culturali e ambientali - parchi, il servizio Beni culturali e musei" la lettera f) diventa lettera g).



CHIEZZI Giuseppe

Non ho capito dove rimane l'Università: non si capisce bene.



BERGOGLIO Emilia, Assessore regionale

No, no, si capisce benissimo: rimane chiaramente nella cultura e istruzione, dov'è attualmente.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare là mano.
E' accolto con 26 voti favorevoli e 4 contrari.
Pongo pertanto in votazione la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 25 voti favorevoli, 1 contrario e 3 astensioni.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 381: "Istituzione del Registro regionale delle organizzazioni di volontariato"

Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.30)



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