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Dettaglio seduta n.131 del 18/02/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Bergoglio, Carletto Coppo, Croso, Dameri, Garino, Leo, Peano, Rabellino, Sartoris.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto 22) all'o.d.g. che reca: "Nomine".
Si distribuiscano le schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

- "Commissione Consiliare per i gemellaggi (art. 6, LR n. 4/80)" Nomina di 8 Consiglieri regionali.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Peano Giorgio, Cavallera Ugo, Rossa Angelo, Marchini Sergio, Montabone Renato, Chiezzi Giuseppe, Segre Anna, Foco Andrea.


Argomento: Nomine

- "Riserva Naturale Speciale della Bessa. Consiglio Direttivo (art 2, LR. n. 35/91)" Nomina, di tre membri con esperienza in materia botanica geologica ed archeologica.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletti i signori Novaretti Giorgio (esperto botanico), Maffeo Brunello (esperto geologo) Oddone Claudio (esperto archeologo)


Argomento: Nomine

- "Consorzio Insediamenti Produttivi del Comprensorio di Ivrea" (art 15 dello Statuto). Consiglio Direttivo. Sostituzione del sig. Bertino Giovanni dimissionario.


PRESIDENTE

E' stato svolto lo scrutinio delle schede. Proclamo eletto il signor Rebecchi Franco.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 352: "Formazione professionale in agricoltura. Programma annuale e anno formativo 1992" (seguito) Presentazione questione pregiudiziale e ordine del giorno n. 329.


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 352 che è stata illustrata dall'Assessore Cerchio al termine della seduta di stamani. E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marino; ne ha facoltà.



MARINO Massimo

Il mio intervento sarà relativamente breve anche se queste deliberazioni in genere vengono discusse, non so se giustamente o per caso nei momenti di minor attenzione del Consiglio. Io credo invece che su questo provvedimento una piccola quantità di attenzione vada posta.
L'Assessore Cerchio attraverso questa deliberazione chiede al Consiglio sostanzialmente due cose: primo, di approvare uno stanziamento di 1.273 milioni per corsi di formazione professionale in agricoltura; secondo, di approvare una convenzione della Regione Piemonte con vari enti che organizzerebbero corsi di formazione professionale. L'iniziativa di per s la ritengo positiva ed interessante, come in generale sono positive ed interessanti tutte quelle iniziative che tendono a favorire un aggiornamento tecnico non solo dell'ambiente agricolo in tutte le sue parti rispetto ai grandi cambiamenti che ci sono in Italia e in Europa, ma rispetto alla grande questione dell'agricoltura.
Le forme attraverso le quali queste iniziative di aggiornamento di formazione professionale si svolgono sia a livello di direttive CEE sia a livello di leggi nazionali e sia ancora di iniziative regionali, sono numerose, forse troppe, e soprattutto poco coordinate e molto spessa in sovrapposizione fra oro.
Nel caso particolare di cui si parla, va sottolineato che oltre ai tradizionali corsi che negli allegati alla delibera vengono chiamati "di rilascio dei patentini", ci sono alcuni corsi che mi pare siano una novità quelli sulla lotta guidata o lotta integrata. Il problema, pero, è che in questa delibera c'è qualcosa che non funziona, e va sottolineato: la convenzione che ci viene proposta è estremamente articolata e si rivolge a molti enti di tipo diverso, che hanno sigle diverse, e le sigle non sono particolarmente conosciute: Inipa, Club 3P, etc. I corsi più numerosi sono quelli promossi dall'Inipa, che fa parte della Coldiretti. Quindi circa 170 dei 250 corsi che sono inseriti nell'allegato (280 secondo l'Assessore Cerchio) sono gestiti dall'Inipa, cioè dalla Coldiretti. Anche il Club 3P se non sbaglio, è area Coldiretti. La convenzione tipo che ci viene sottoposta è abbastanza articolata e dice molte cose interessanti; ne sottolineo alcune per poi arrivare al dunque del mio intervento.
L'art. 2 di questa bozza di convenzione tipo dice che la durata dei corsi è stabilita di 15 mesi, che ha inizio ad ottobre e termina il 31 dicembre dell'anno successivo. La bozza di convenzione dice " in via transitoria per il corrente anno" - si intende il '92- "l'inizio dell'attività avviene con l'approvazione dell'allegato programma annuale da parte del Consiglio regionale".



(Interruzione)



MARINO Massimo

Sì, forse è cambiata la data. L'Assessore correggerà le cose che dico.
All'art. 5 della bozza di convenzione che ho io si dice, per esempio, che l'ente è tenuto al ritiro ed alla compilazione del registro di presenza degli allievi, opportunamente fornito dal servizio ispettivo dell'Assessorato.
L'erogazione dei finanziamenti ai vari enti: sempre secondo la bozza che ho io, in via transitoria per il corrente anno la spesa approvata sarà erogata secondo le seguenti modalità: 80% a comunicazione dell'inizio di ogni corso ed il saldo alla fine, e nel caso in cui i corsi non arrivassero fino in fondo verrebbe in parte ridotta l'attribuzione di fondi. Si parla all'art. 10 dei controlli che la Regione Piemonte dovrebbe svolgere per verificare che le procedure di svolgimento ed i contenuti dei corsi siano coerenti con la logica per cui vengono finanziati; quale è il problema? Il problema è che questa bozza di convenzione è difficile da votare ritengo che così com'è si tratti sostanzialmente di un documento che contiene dei falsi. La maggioranza di questi corsi in realtà è già stata fatta e parecchi sono già finiti. In particolare - secondo i dati in mio possesso - i corsi Inipa, cioè Coldiretti, previsti dal programma sono circa 170, quelli già iniziati sono 90, e quelli terminati sono almeno una trentina. Non ho i dati di tutti gli altri, ma per esempio i corsi promossi dall'ente Club 3P sono una trentina, quelli già iniziati 25, di questi più della metà sono già finiti. Il problema è che ci viene chiesto di approvare una delibera che riguarda dei corsi che sono già avvenuti e su cui non c'è nessuna possibilità che alcun organo di controllo - in particolare il servizio ispettivo della Regione Piemonte - possa verificare quale sia stato il contenuto, quale la durata, dove si sono svolti e quante persone hanno partecipato.
Mi rendo conto che ci siano anche degli elementi di difficoltà oggettiva che hanno portato l'Assessorato a promuovere in ritardo un'iniziativa che così com'è sostanzialmente dovrebbe riguardare i corsi del prossimo anno, non quelli dell'anno '91. Se ci sono state delle difficoltà tecniche serie credo che l'Assessore le dovrebbe spiegare in aula, il che permetterebbe anche a quelli come me di chiarirsi le idee rispetto ai contenuti di questa delibera, che credo contenga delle parti non votabili perché non corrispondono a realtà. Se difficoltà oggettive ci sono state l'Assessore ce le deve spiegare, in caso contrario ritengo di non poter votare una proposta di delibera in cui ci sono delle cose che io non ritengo corrispondenti al vero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Signor Presidente, colleghi, devo esprimere la mia profonda delusione per quanto riguarda la relazione di presentazione fatta dall'Assessore Cerchio, non tanto per la stringatezza con cui si riassume la sostanza della delibera, per cui sarebbe bastato leggerla, ma perché in sede di Commissione avevamo posto precise domande ed avevamo chiesto che almeno in sede di Consiglio regionale ci venisse risposto. Non essendo questo avvenuto, le riproponiamo in questa sede.
Innanzitutto il forte ritardo con il quale questa deliberazione arriva in Consiglio. Come rilevava nel suo intervento il Consigliere Marino, e come da noi rilevato In sede di Commissione, ribadiamo che a quel che ci risulta molti corsi sono iniziati ed alcuni addirittura sono già terminati.
In questo senso, avevamo chiesto all'Assessore che fornisse il quadro della situazione: aspettiamo quindi i suoi dati al riguardo. E' certo che ci troviamo dì fronte ad una situazione abbastanza strana: il Consiglio regionale viene chiamato a discutere, a ragionare ad apportare - se il Consigliere Marchini ce lo consente - alcune modificazioni, osservazioni ecc, per poter conseguentemente approvare la deliberazione dei corsi quando questi sono già stati ultimati. Riteniamo questo aspetto non secondario.
Non vorrei ripetere in questa sede, visto che stimo più o meno gli stessi Consiglieri dell'anno scorso quando discutevano di questi corsi, le osservazioni che facemmo allora e alle quali rimandiamo. Il dubbio era e permane di una serie di corsi-fantasma, oppure impostati o previsti per una certa zona della regione e successivamente modificati e portati in tutt'altra sede: chiediamo pertanto che la Regione abbia la possibilità di poterne verificare e controllare non solo l'efficacia, ma la reale consistenza e realizzazione.
Ritengo questo un aspetto molto importante. In sede di Commissione come l'Assessore ricorderà, avevamo chiesto che perlomeno, per rispetto al Consiglio regionale, venisse modificata quella parte dell'art. 2 che avrebbe fatto sì che il Consiglio regionale desse l'avvio a corsi che sono non solo già avviati, ma terminati: si sarebbero sommati l'aspetto della beffa a quello della presa in giro. Effettivamente quella parte dell'articolo è stata emendata, ma ci permettiamo di dire che se si è corretto l'aspetto formale, la sostanza permane in tutta la sua gravità.
Per quanto riguarda l'articolazione dei corsi sia sotto l'aspetto quantitativo che qualitativo, di fronte ad alcune nostre osservazioni l'Assessore ha espresso giustificazioni che continuano a non convincerci.
L'Assessorato ha autorizzato tutti i corsi richiesti dagli Enti, purch fossero nella norma della circolare emessa. A mio parere, nel momento in cui l'Assessore si giustificava - e si giustifica - ammette che la Giunta regionale, l'Assessorato ed il Consiglio stesso non hanno nessun ruolo di programmazione o di indirizzo in questo settore. Nel primo caso apponevamo un timbro a cose fatte, in questo ci si giustifica affermando di aver accettato tutte le domande pervenute dalle varie Province. Mi pare che si stia cadendo nel ridicolo: da parte dell'amministrazione regionale non vi è alcuna proposta complessiva in grado di dirigere o governare questi processi. Unicamente, ci si limita a svolgere un puro e semplice ruolo di avallo di quanto viene richiesto.
Ritengo che l'amministrazione debba avere un'altra funzione, quella di fare scelte precise: sapere dire dei "no" o incoraggiare corsi nella direzione che riteniamo, in questa situazione particolare, la più opportuna e ve ne sono alcuni - per rendere la nostra realtà agricola maggiormente competitiva all'appuntamento europeo.
Non va dimenticato che questa formazione professionale è veramente atipica; si rivolge, infatti, ad un mondo imprenditoriale, per cui si tratta di corsi di informazione e di aggiornamento, e in questo modo si giustifica il monte-ore corsi di 15/20 ore.
Ma allora, se questi sono effettivamente corsi di tipo particolare, di servizio al mondo agricolo, perché non considerarli tali? Non possono non essere strettamente collegati all'intero comparto dei servizi al mondo agricolo. Sarebbe un discorso più corretto: perché continuare a chiamarli a tutti i costi "di formazione professionale"? Questo anche perché poi siamo costretti a fare una convenzione particolare, allegata alla deliberazione. Infatti per questi corsi non vale la convenzione che già esiste per tutto il comparto della formazione professionale.
Un solo esempio: quello del personale. Nella formazione professionale agricola solo 4/5 - forse - sono operatori fissi, tutti gli altri sono su convenzione, sono a part-time, è personale che lavora già in altri servizi e trova modo di fare - non in orario di lavoro - lavoro straordinario, un doppio lavoro. Ecco che con questa convenzione cerchiamo di adattare questa realtà anomala e regolarizzarla.
Questa convenzione cerca anche di regolarizzare la situazione anomala riguardante i locali. Per la formazione professionale consolidata ci sono e giustamente, delle nonne abbastanza rigorose per la sicurezza; per poter adire al finanziamento regionale bisogna rispettare questa normativa che fa parte della convenzione. Nel nostro caso, non vi voglio tediare leggendo l'art. 3 per quanto riguarda l'idoneità dei locali, la Regione si sente mallevata dal fatto che esiste una semplice dichiarazione di idoneità da parte di coloro che gestiscono questi corsi. Così anche per quanto riguarda i finanziamenti non si mantiene lo stesso meccanismo: qui si è più generosi negli anticipi.
Ecco, Assessore, queste sono domande che avevamo già posto in Commissione e sulle quali credevamo di poter avere oggi risposte più precise, ma già con la relazione: le stiamo ancora attendendo. Ci auguriamo che tali risposte siano esaurienti perché non vorremmo che, dietro al ritardo con il quale il Consiglio Regionale viene chiamato ad esprimersi dietro a questa convenzione adattata all'uso di questo particolare comparto e dietro al fatto che con la discussione di oggi diamo l'avvio a corsi che sono già avvenuti, sono già terminati (ci chiediamo, quindi, come faranno gli ispettori a porre il visto sui registri, a certificare il numero degli alunni e delle frequenze, perché sarà in base a quelli che il finanziamento sarà erogato), non vorremmo - lo dico senza voler provocare qualcuno - che questi miliardi dati alla formazione professionale non rappresentino un modo per finanziare organizzazioni che hanno tutt'altro fine e scopo al di là di quello dell'aggiornamento degli operatori di questo settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Colleghe e colleghi, l'agricoltura, insieme al settore dell'industria, è uno dei due settori che produce i beni necessari per vivere, ed è uno dei due settori per i quali non è difficile prevedere momenti di crisi. Per quanto riguarda l'agricoltura un cambiamento profondo sarà indotto dai mutamenti delle situazioni internazionali indotti dalla politica della CEE. Anche per l'agricoltura, una delle leve a disposizione della Regione Piemonte, per affrontare una crisi che si annuncia come minacciosa, è, a parere condiviso da molti, quello della formazione professionale.
Ho fatto questa premessa perché assegno grande importanza a quello che la Regione riesce a realizzare in questo settore all'interno del comparto agricoltura. Ho detto ciò perché chiederei che una delibera di formazione professionale facesse formazione e non altro. Mi pare, invece, che le cose non stiano esattamente in questo modo. Anche le ripetute osservazioni circa situazioni anomale che esistono all'interno del settore agricolo, per quanto riguarda i finanziamenti della formazione professionale, mi sembra non debbano più essere tollerate.
Giriamo pagina. Di formazione professionale c'è bisogno, 1 miliardo e 273 milioni spesi bene qualche cosa producono. Se invece questo denaro è speso per altro, per coprire ad esempio "situazioni anomale" o "particolari", allora è uno spreco. Su questo bisognerebbe avere più chiarezza di quanta ce n'è e di quanto si intravede dalle critiche che vengono fatte. Questo elemento forse pervade, in modo un po' più ampio di quanto non comprenda questa delibera, tutto il mondo dell'agricoltura per il quale forse non è vero che in assoluto lo Stato non abbia riversato ricchezza, ma forse è più vero che le somme, anche ingenti che lo Stato ha dedicato a questo settore, sono state spese in modo non capace di attrezzare questo comparto in modo solido rispetto alla situazione internazionale. Forse è vero che per l'agricoltura i governi, i finanziamenti, si sono comportati un po' come per il mezzogiorno, dove tante risorse sono state spese e pochi risultati sono stati ottenuti.
Lungi da me l'idea di chiudere un occhio sul fatto che con questa delibera, nella quale si parla di formazione, in realtà si fa qualche cosa altro. Se è così è gravissimo e va denunciato immediatamente. Il merito della delibera suscita qualche perplessità - in ordine alla qualità della formazione professionale - così come viene proposta. Per far svolgere all'agricoltura un ruolo capace di affermare la presenza del settore produttivo agricolo in Italia, ci vuole un intervento della Regione nell'ambito della formazione professionale, di qualità. Se si scorrono i finanziamenti e il tipo di corsi si vede che questo denaro viene proprio speso male. Ad esempio, per i famosi patentini, si finanziano 106 corsi per un totale di 212 milioni di lire per 2500 allievi. Questo, penso che sia un trend che procede ormai da anni. Mi chiedo persino se ci siano 2500 allievi che, in presenza di una diminuzione del settore dell'occupazione agricola continuano a dover prendere i patentini. Può darsi che sia così.
Rimane il fatto che, a fronte di un finanziamento di 2 milioni di lire per corso, per un totale di 2500 allievi, abbiamo solo 10 corsi che si occupano di formazione imprenditoriale, con una spesa di soli 102 milioni e per soli 197 alunni. Con questo denaro, dunque, finanziamo la qualificazione imprenditoriale di meno di 200 persone, mentre continuiamo a spendere a pioggia, non so in modo quanto realistico, 212 milioni per teorici 2.500 allievi che prendono i patentini.
Questo squilibrio c'è, e lo si vede anche su altre voci. E' vero che esiste qualche intervento di formazione professionale sulla lotta fitosanitaria, ma se (non ho avuto il tempo di farlo) facessimo dei calcoli sul numero dei corsi, le somme spese e il numero di allievi, i conti sarebbero presto fatti: i corsi sono in tutto 250 e quelli per i patentini sono 106.
La critica, allora, è anche di merito, Assessore Cerchio, e non so bene se dire Assessore Lombardi, o tutti e due, o più Lombardi che Cerchio. Ma caro governo, se è vero che nel settore dell'industria e anche dell'agricoltura la Regione Piemonte non è in grado, per tante ragioni, di imprimere una svolta autonoma risolutiva, è anche vero che l'unica leva da tutti ritenuta decisiva, quella della formazione professionale, oggi è usata male e a basso livello. Sembra più diretta a distribuire i soldi a pioggia a qualche organizzazione che non finalizzata a individuare nel settore agricolo i punti sui quali investire con i corsi di formazione professionale.
Penso che il mondo agricolo presenti una situazione in cui tutti sono un po' più liberi di una volta. Ultimamente abbiamo assistito a polemiche e iniziative autonome da parte dell'organizzazione imprenditoriale più tradizionalmente legata alla DC, quella della Coldiretti. Il fatto è che anche in agricoltura nodi duri stanno venendo al pettine; probabilmente siamo in una situazione nella quale vi è maggiore libertà e deleghe in bianco non vengono più date ad alcuno.
La questione della formazione professionale, così mal spesa, può essere ancora l'ultimo dei riferimenti di carattere clientelare, di distribuzione a tutti un po', con il quale un vecchio modo di governare ora fa i conti con il mondo agricolo. Penso però che non siano più tempi per continuare così, non è consentito neppure da parte degli agricoltori.
L'Assessore Lombardi, in occasione dell'esame del censimento delle aziende del 1991, ha dichiarato che le aziende agricole oggi sono poco più di 195.000, e ha precisato: "Nel 1961 erano 376.000, nel 1982 erano già scese a 242.000". L'Assessore Lombardi ha dichiarato ancora: "Quelle valide non saranno però più di 50.000". Ciò significa che tre aziende su quattro devono chiudere? O cos'altro devono fare per evitare un disastro non solo sociale, ma anche produttivo? .
L'agricoltura non solo rischia di produrre conseguenze sociali (la disoccupazione), ma rischia di non produrre più i beni necessari al sostentamento alimentare. Di fronte a questo voi scegliete di distribuire soldi, milioni e milioni, a tutte le organizzazioni che danno i patentini.
Non sarebbe meglio finalizzare gli investimenti scegliendo i settori su cui intervenire? La prima scelta mi sembra sia assolutamente da evitare.
Questo per il quadro di merito. Rimane Il quadro normativo, Assessore Cerchio. Il quadro normativo è allucinante. Se è vero che i corsi che ora decidiamo di finanziare sono già eseguiti, si apre un problema di legittimità e di responsabilità gravissimo. O non è vero quanto è stato qui detto (ma sono state fornite delle cifre e penso che le informazioni siano state assunte direttamente) e allora la polemica si chiude, ma se questo è vero ritengo che il Consiglio non possa procedere in questo modo; si tratta in realtà di una sanatoria.
Passo al secondo aspetto, che forse è più grave del primo. La bozza di convenzione; nell'erogazione dei finanziamenti, prevede per quest'anno un regime transitorio in base al quale l'erogazione dei finanziamenti (l'80%) viene data a comunicazione di inizio di ogni singolo corso. Se i corsi sono non solo iniziati, ma addirittura finiti, non ci può essere alcuna comunicazione di inizio corso, perché sarebbe una comunicazione falsa; in questo caso non può essere data nessuna comunicazione di inizio corso semmai può essere data una comunicazione di fine corso.
Prendiamo in considerazione anche i corsi che devono iniziare: questa convenzione, Assessore Cerchio, non prevede alcun tipo di controllo prevede l'erogazione dell'80% dei finanziamenti a comunicazione di inizio e il saldo quando tutto è finito. Nella procedura prevista perla fase transitoria manca quindi quanto è previsto nella procedura a regime infatti, nella procedura a regime sono previsti, da parte del servizio ispettivo, i controlli a campione, mentre qui non sono previsti. Anche questa convenzione dunque presenta una disparità di trattamento a favore di quanti hanno già iniziato e finito i corsi e a favore di tutti coloro che h faranno nel 1992, perché essendo soggetti alla norma transitoria non saranno soggetti ad alcun controllo.
Chiedo all'Assessore notizie sulla denuncia fatta sull'inizio di molti corsi. In particolare, chiedo valutazioni su quanto disposto dalla nonna prevista dall'art. 8 della convenzione. Tale nonna mi sembra non possa essere approvata, perché non si tratterebbe di erogazione di un contributo a un Ente che svolge le proprie funzioni sotto il controllo della Regione ma di una sorta di concessione all'Ente Interessato, una volta erogata la somma, di disporne come crede.
Ritengo quindi che esistano anche problemi di illegittimità. Il fatto più grave e assolutamente non condivisibile rimane quello relativo all'altro aspetto: se questi corsi sono iniziati, neppure questa convenzione può essere applicata senza fare dei falsi. I corsi iniziati e già finiti non possono essere finanziati; per esserlo devono fornire una dichiarazione di inizio. Come risolve l'Assessore questo problema?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente,colleghi Consiglieri, mi sento estremamente in imbarazzo nel prendere la parola su questo argomento, anche perché molte volte da questi banchi, e non soltanto dai nostri, sottolineiamo alcune cose che a nostro avviso non funzionano,ma immediatamente scatta da parte della maggioranza e della Giunta una difesa d'ufficio della trattanda del momento e quindi noi possiamo parlare al deserto, ma regolarmente non cambia una virgola.
Raramente, in questo anno e mezzo, quasi due di presenza in Consiglio regionale - almeno a mia conoscenza, perché poi ci possono passare anche gli elefanti sotto gli occhi e non accorgercene - mi è capitata una deliberazione come quella oggi posta in esame, il cui contenuto è - e mi limito soltanto a dire questo - sconcertante. Sia chiaro comunque - e lo preannuncio anche a nome del mio Capogruppo - che noi non ci fermeremo qui perché, per quanto poco possano servire, determinate azioni, anche a livello di Magistratura, a questo punto vanno fatte, vanno tentate, vanno reiterate, vanno insistite.
A mio avviso non è possibile, all'interno di un'Amministrazione regionale, continuare a spendere i soldi in questa maniera. E cercherò di darvene, per lo meno, alcune indicazioni, appellandomi semplicemente alle persone in buona fede che, prima che deliberare ed approvare, forse hanno degli scrupoli personali se non sono informate di determinati fatti.
A mio avviso, questa normativa, in concreto, è un modo succedaneo di finanziare delle associazioni che fanno capo ad associazioni agricole peraltro abbondantemente rifornite più volte con diverse normative da questo Consiglio regionale. Al di là e al di sopra e in aggiunta a quello che ha detto il Consigliere Chiezzi pochi minuti fa, andare ad approvare questa spesa di un miliardo e 200 milioni, secondo me, significa dare un ulteriore imprimatur - semmai ce ne fosse bisogno - a quello stillicidio di spese assurde che fa questa Regione, moltiplicando quel clientelismo di base - che si pensa produca voti e consenso - che specialmente in termini preelettorali è molto utile per tutti.
Se i colleghi hanno letto il testo della convenzione che ci è stata data, avranno sicuramente notato alcune cose. Vediamole in breve.
Innanzi tutto questa convenzione è scritta sul nulla; c'è un'infinità di frasi - adesso ve ne leggerò qualcuna - che possono essere interpretate come si vuole; a posteriori, di questa convenzione - che io non adotterei neanche per affittare per breve tempo una seconda casa, se ce l'avessi potrà essere data qualsiasi interpretazione.
Ad esempio, cosa significa - siamo a pag. 3 - che l'Ente "accetta le condizioni di seguito elencate, la gestire dei corsi di cui all'allegato piano annuale, parte integrante della presente convenzione, garantendo la identità propria dell'Ente ed il rispetto della proposta formativa conforme ai principi educativi e peda-gogici dell'Ente stesso"? Questa è una frase che non dice assolutamente nulla: mi si spieghi il significato.
Molto interessante è l'art. 3: "...l'Ente è responsabile dell'idoneità delle sedi nelle quali si svolgono le attività stesse, circa la conformità alle vigenti norme sulla sicurezza e prevenzione infortuni...".
Immaginate di svolgere questo corso direttamente nella sede dell'associazione agricola di competenza, come mi risulta sia stato fatto la gran parte delle volte. Io do per scontato che l'Ente, nella propria sede, abbia le garanzie di sicurezza, anche perché per mettere insieme 10 allievi non ci vuole un cinema-teatro da 2.000 posti, ma è sufficiente una normale saletta di convivio.
Inoltre, chi paga l'affitto di questa sede? Il corso, quindi la Regione. E se la Regione, per esempio, ha già dato dei contributi a questo Ente per il suo funzionamento, noi stiamo pagando per la seconda volta l'utilizzo di queste strutture! E cosa significa che questi Enti devono avere "la collaborazione con gli Enti pubblici preposti alla verifica della situazione del mercato locale del lavoro, in particolare per quanto attiene ai profili professionali emergenti, anche a seguito di riconversioni colturali."? Non ricordo più chi era il collega che parlava prima, ma 1'80% di queste spese sono per fare i patentini, quindi tutta questa parte della relazione è del tutto inutile.
"Personale degli Enti". L'Assessore, in questo caso Assessore all'agricoltura, ha giacente una nostra interrogazione - in merito alla quale ci risponderà penso in termini molto precisi - su uno strano fenomeno che si sta verificando: sostanzialmente un doppio stipendio che questa Regione sta pagando a dei funzionari.
Qui, signori, stiamo rifacendo un discorso analogo. Perché? "L'Ente" sono i famosi Enti di cui poi parliamo - "dovrà disporre di un organico formato dal personale attualmente inforna all'Ente a tempo indeterminato e da personale esterno, idoneo ad assicurare le seguenti funzioni: direzione e coordinamento; servizi amministrativi ed ausiliari". Quindi il funzionario dell'Ente, che in pratica si mette a dirigere il corso e poi a fare il professore, viene pagato con questo miliardo e 200 milioni; ma questo è già funzionario dell'Ente, quindi il suo stipendio lo percepisce già. E se quell'Ente viene pagato dalla Regione per il suo funzionamento noi Regione stiamo già pagando quell'Ente per mantenere anche quel funzionario, il quale, nel momento in cui non fa il proprio lavoro ma viene a fare il dirigente e il docente in questi corsi, riceve dei soldi (o li riceve lui o li riceve l'Ente). Allora noi paghiamo o due volte il professore o due volte l'Ente: mi si dimostri il contrario, ma a me pare così.
Naturalmente poi il docente deve essere "in possesso di adeguata professionalità e di idonea esperienza", frase che non dice assolutamente nulla. Ditemi voi che cosa significa "adeguata professionalità e idonea esperienza". Non si dice ad esempio quali sono i titoli che creano la professionalità e l'esperienza, e quindi anche questo si presta a qualsiasi tipo di interpretazione e discrezionalità, mi suggerisce i Capogruppo veramente in modo plateale.
"L'attivazione di apporti esterni è ammessa unicamente sotto forma di collaborazione professionale...". Ci mancherebbe solo che la Regione Piemonte assumesse dei dipendenti permetterli a fare i dirigenti all'interno di questi corsi.
Un'altra cosa che non capisco è all'art. 4. "Per gli Enti con struttura regionale"- praticamente tutti - "può essere prevista una spesa fino al 2,596 del budget approvato per i corsi per il finanziamento delle spese di coordinamento". Quindi noi paghiamo anche le spese di coordinamento.
Inoltre: "Finanziamento delle spese correnti". Per le spese correnti noi paghiamo 100.000 lire ora/ corso per i corsi di tipologia "AR" (che vuol dire aggiornamento ricorrente) e 240000 lire ora/corso per l'aggiornamento specifico. Ma chi ci dice che queste cifre stiano obiettivamente nell'ottica vera, Assessore Gallarini, di risparmiare il più possibile? Che veramente un corso di ora regionale, magari con 5 presenti ci costa 240.000 lire all'ora? Noi abbiamo stabilito che questo è il minimo? Cioè, noi non possiamo spendere 230.000 lire? Non c'è alcuna forma di risparmio che ci può far scendere a 200.000 (poniamo)? No, noi ne spendiamo 240.000.
Faccio anche presente che è abbastanza strano che tutti questi corsi poi ne vediamo una disamina anche a livello provinciale e di argomento costino tutti la stessa cifra: 240.000 lire a corso. E abbastanza assurdo perché se sto preparando 10 tecnici particolarmente qualificati in alcuni settori specifici, al limite, può anche costarmi di più. Escludo invece che ci siano dei corsi così cari.
Avete notato, colleghi, che bisogna sostenere anche le spese per "la semiresidenzialità e di spostamento collettivo degli allievi" (oltre a pagare i gettoni di presenza per le Commissione di esame)? Ma come è possibile? Se si analizza la localizzazione di questi corsi, troviamo delle cose assurde.
Una volta di più parlo solo della Provincia di Novara perché non vorrei essere indotto in tentazione, anche se ormai comincio a conoscere la toponomastica di tutta la Regione. Pensate, noi andiamo a fare dei corsi in cui dobbiamo teoricamente arrivare anche alla semiresidenzialità addirittura in Comuni che sono contigui uno con l'altro, sono confinanti uno con l'altro.
Lo noto in Provincia di Novara: Domodossola e Crevoladossola distano come centro urbano, due chilometri, ma in pratica confinano uno con l'altro. Ditemi con quale logica di risparmio sui costi - mi rivolgo sempre all'Assessore Gallarini - noi andiamo ad organizzare due corsi diversi per il rilascio di un patentino in due Comuni, confinanti uno con l'altro.
Invece, in Provincia di Cuneo (questa Provincia di Cuneo, batte sempre dove il dente duole) i corsi li facciamo in alcuni "Comuni e dintorni" (e deve essere un corso propedeutico che gira). L'indirizzo, la località del corso è proprio "dintorni", dintorni di un certo posto. Ma allora non è possibile con una qualsiasi logica di risparmio. Mi rivolgo all'Assessore Gallarini che fa il pianto greco dicendo che noi andiamo a spendere oggi 1200 milioni per corsi già iniziati o non iniziati, legittimi o illegittimi (questo poi si vedrà), ma a proposito di questi corsi nessuno è stato capace di razionalizzare le sedi in cui vengono tenuti. Se andiamo a vedere la mappa degli enti che organizzano i corsi, possiamo notare la spartizione del Piemonte a livello verticale e orizzontale, perché sembra che queste associazioni, che poi sono i secondi nomi di altre organizzazioni agricole che tutti ben conosciamo, in realtà si facciano anche la concorrenza una con l'altra, non esiste nello specifico una differenziazione territoriale per cui soltanto un'associazione fa una determinata cosa. Abbiamo invece lo si può notare dalle tabelle allegate - delle sovrapposizioni, per cui uno può scegliere di seguire il corso di organizzazione "bianca." o quella "ex rossa", tanto per essere chiari, ma soprattutto "bianca", devo dire visti gli enti in indirizzo.
Secondo voi questa è una delibera che deve essere assunta dalla Regione Piemonte? Scusate il nostro disgusto, perdonatemi la parola, ma non ne trovo un'altra, anche se la parola "schifo" è esagerata e non vorrei mancare di rispetto a nessuno, ma non' potete venirci a dire che poi mancano i fondi all'interno della Regione. Non potete dire che si cerca di risparmiare tutto quello che si può risparmiare! Non potete dire che questi soldi sono destinati davvero tutti al fine del miglioramento dell'agricoltura piemontese che fa acqua da tutte le parti No, secondo me di questi soldi la gran parte verrà spesa per strada se si dice che i costi organizzativi dei corsi non devono superare il 40% dell'importo del corso per cui fino al 39,99% si può spendere in organizzazione del corso stesso.
Si fa la pubblicità ad un corso, ma nel comune limitrofo un'associazione diversa o magari la stessa tiene un analogo corso.
Questa è la dimostrazione che qui ci sono dei soldi comunque da spendere che devono essere divisi in qualche maniera: c'è stata una lottizzazione frenetica all'interno di queste associazioni e alla fine per accontentare un po' tutti prima si è stabilito - secondo me - quante e quali fette spettavano e all'interno di queste sono stati organizzati i numeri dei corsi necessari. Non ci sono controlli perché l'art. 10 di questa convenzione dice che l'ente accetta i controlli che la Regione Piemonte riterrà opportuno effettuare; vediamo poi quali saranno, ma perlomeno si vada a controllare se questi corsi non siano già partiti. A questa domanda si dovrà pur dare una risposta!



PENASSO Alfredo

Questa è malafede.



ZACCHERA Marco

Ho posto una domanda alla quale chiedo venga data una risposta precisa.
Sono già partiti questi corsi? Se è sì si tratta di una cosa illegittima se è no diteci quando partono!



MARINO Massimo

Sono già finiti!



ZACCHERA Marco

Allora se sono già finiti siamo nella completa illegittimità e valgono le norme di partenza.
In conclusione, mi appello all'interno dei partiti di maggioranza, al Partito liberale e a quello repubblicano che chiedono più forza per cambiare, affinché dimostrino la loro forza, la loro linearità dicendo che cosa pensano di questi corsi, assumendosi se del caso la responsabilità del loro voto favorevole, però ci dimostrino che quanto ho tentato di dire io ed anche i colleghi che mi hanno preceduto, è sbagliato. Se non dimostrano questo significa che partecipano anche loro alla divisione del potere per quanto di loro spettanza e convenienza.



(Commenti dai banchi del Gruppo DC)



PRESIDENTE

Consiglieri, per favore.



PENASSO Alfredo

E' inaccettabile un frasario di questo genere. Fai una denuncia pubblica!



ZACCHERA Marco

Certo che la faccio una denuncia pubblica!



(Proteste del Consigliere Penasso)



PRESIDENTE

Consiglieri Penasso e Zacchera, vi prego di concludere il vostro dialogo! La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, mi pare che l'agricoltura sia per molte ragioni al centro del ciclone. Stiamo assistendo a processi di trasformazione sia nel settore informatico, sia in quello automobilistico dei quali subiamo in qualche modo il fascino anche negativo (ieri si è concluso un importante accordo per quanto riguarda l'aspetto informatico all'Olivetti) e credo che anche l'agricoltura stia vivendo una fase di analogo profondo cambiamento pur se meno visualizzato. Vive oggi questo cambiamento perché, alle porte di un processo di integrazione comunitaria, gli effetti sull'agricoltura piemontese si faranno sentire e, presto o tardi, l'accordo del GATT avrà delle ripercussioni nel settore agricolo. L'agricoltura quindi vive quei cambiamenti che anche il settore industriale subisce, ma immediatamente non figura nelle prime pagine dei giornali, insomma non ha l'attenzione che si merita. Il collega Marchini diceva che il settore primario e secondario sono quelli che producono ricchezza, ma questa è la vecchia visione fisiocratica: i fisiocratici venivano accusati di vedere la produzione della ricchezza solo nella produzione del grano o ad esempio di una forbice, di un coltello o di una puleggia. Anche il terziario pero è un settore fondamentale e importante di produzione di ricchezza: l'opportunità di presentare i beni, di commercializzarli, di renderli utilizzabili in certe aree, in certe dimensioni, è importante.
Il clima è incandescente, spero quindi di non dire cose spiacevoli che gettino benzina sul fuoco. A fronte di questa situazione la formazione professionale in generale e quella agricola in particolare tende ad essere meno veloce nell'adeguamento per una serie di ragioni, per rendere neutra l'affermazione si dice per la "vischiosità" del sistema formativo.
Vischiosità dovuta a vari fattori, innanzitutto è da sottolineare che noi abbiamo ereditato la competenza del sistema formativo negli anni 70, si trattava di una struttura preesistente sulla quale non abbiamo mai potuto apportare grossi mutamenti.
Tuttavia non si è mai capito il perché le politiche agricole e la formazione professionale debbano viaggiare su due binari diversi. Oggi questi elementi dovrebbero essere profondamente concatenati, perché se è vero che l'agricoltura è investita da un grande cambiamento - e la politica agricola che noi riusciamo a sviluppare rappresenta il tentativo di una risposta - la formazione professionale dovrebbe stare tutta all'interno della politica agricola e non essere, un corpo separato.
E' chiaro quindi che ci sono alcuni segni di ritardo nella formazione professionale. Oggi la politica agricola trova un suo elemento decisivo nel saper essere impresa, nel saper fare impresa da parte degli imprenditori agricoli, scusate il bisticcio di parole. Non è solo più un problema di tecnica, anche se la politica agricola la deve stimolare e orientare verso una direzione piuttosto che un'altra, ma è anche capacità di essere impresa dell'imprenditore agricolo nel rapportarsi con l'innovazione, con il sistema finanziario, con la valutazione dei costi interni, con la capacità di capire i vantaggi delle politiche agricole. Un po' come il problema della piccola impresa, che noi dobbiamo aiutare nel rapporto con la media e la grande impresa, in modo che sappia stare al passo, dialogare e non essere schiacciata e subalterna.
Questo deve essere un campanello d'allarme per far sì che la formazione professionale in agricoltura dia la capacità di essere impresa al settore agricolo, mentre la politica agricola dovrebbe in qualche modo sapersi orientare sulle produzioni e le tecniche. Tuttavia, Assessore Cerchio, ci sono anche degli elementi da valutare. Sono convinto che i corsi brevi, che sono sempre stati accusati di essere troppo veloci ed improduttivi, possono diventare un elemento qualificante.
Inoltre la formazione dovrebbe anche essere sperimentata con l'innovazione tecnologica, la formazione a distanza; ci sono delle tecnologie che per un'utenza molto diffusa sul territorio potrebbero ridurre le distanze. Sentivo che il collega del MSI accennava in precedenza a quei corsi che hanno bisogno di un supporto di pernottamento. Credo che rispetto alla formazione permanente, la formazione a distanza con le tecnologie, probabilmente dopo aver superato una prima fase di investimento in termini di gestione, venga a costare di meno. E un percorso che dobbiamo perlustrare e sono un po' preoccupato che su questo terreno sia ancora timido il momento della sperimentazione. Probabilmente l'investimento iniziale può essere alto, ma lo si recupera rapidamente in termini di gestione. Quindi al centro dell'attenzione è la formazione in agricoltura perché si ha l'impressione che sia quella più in ritardo; ritardo dovuto al fatto che la formazione in agricoltura comporta meno spese rispetto alla formazione dell'industria.
Spero che con il tempo si superi questa fase difficile. L'anno prossimo, con l'accumularsi di elementi nuovi, il ritardo della nostra agricoltura si sommerà ad altri: la normativa comunitaria, gli accordi del GATT, gli accordi di collaborazione etc. Ben presto i paesi dell'est ristrutturandosi, saranno paesi esportatori anche di agricoltura. Il Presidente Menem vede come un nemico la CEE, con tutti i meccanismi che ne limitano la possibilità di interagire sul piano agricolo. Presto o tardi dovremo capire che la fortezza Europa, anche in campo agricolo, dovrà probabilmente atteggiarsi in modo diverso. Noi rischiamo quindi di sommare ritardo a ritardo. Questo è un passaggio difficile, faticoso, ed il recupero di una maggiore correlazione tra politica agricola e politica formativa dovrebbe essere impostato con estrema chiarezza. L'uso di nuove tecnologie, di nuove modalità formative dovrebbero essere - siamo ormai nel 1992 - applicate. Privilegiare fortemente la formazione in imprenditorialità dovrebbe essere un elemento che se oggi conta solo per il 7/8%, nella prossima tornata lo si vedrà affermare in modo dirompente. Il voto favorevole che il mio gruppo dà alla proposta potrebbe trovare delle riconsiderazioni se un'inerzia dovesse imporsi su questo tipo di politica che invece ha tutte le possibilità per essere innovativa e aggressiva sui problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si pone nuovamente una questione istituzionale e cioè se abbia senso o meno che ci siano delle deliberazioni di serie A e delle deliberazioni di serie B. Le deliberazioni di serie A sono quelle che si ritiene debbano avere l'avallo del Consiglio le deliberazioni di serie B sono quelle che si ritiene non debbano avere l'avallo del Consiglio. Mi pare che questa questione vada esaminata; è in fase di ripensamento del nostro Statuto. Non ha nessun senso che la Giunta abbia via libera in una serie di deliberazioni rispetto alle quali quello che è stato qui contestato, cioè la possibilità di governo spicciolo. è enorme e poi il governo vuole la copertura del Parlamento rispetto a delle delibere che, guarda caso, in qualche legge si è ritenuto che debbano essere approvate dal Consiglio regionale.
La delibera viene proposta, ma poi non viene "approvata." dal Consiglio, viene "formata." dal Consiglio. O ritorniamo all'istituto dell'approvazione da parte del Consiglio, ma rimane un atto di Giunta diversamente come viene posta dai nostri meccanismi statutari questa è una delibera che risulta formata dal Consiglio; proposta dalla Giunta, ma formata dal Consiglio. Non approvata dal Consiglio, perché questa è una delibera consiliare, non una delibera della Giunta. Questa esce come una delibera del Consiglio che quindi se ne assume la completa responsabilità compresi gli elementi pregressi che nessuno di noi è in grado di leggere e di conoscere.
Mi pare, quindi, che dovremmo riflettere sul fatto che nessun atto esecutivo possa essere ricondotto alla responsabilità formativa del Consiglio, ma debba essere lasciato alla responsabilità tecnica e politica della Giunta, salvo il potere di Ispezione del Consiglio. Altrimenti devo dire, e mi rivolgo ai colleghi della Giunta, che certamente si è in forte imbarazzo quando qualche collega pone - e da collega serio considerato meritevole d'attenzione questioni delicate, puntuali e precise, rispetto alle quali nessun Consigliere ha le informazioni sufficienti, e alla fine diventa il formatore del provvedimento, non approvatore del provvedimento.
Questa questione è preliminare in relazione alla richiesta che faccio alla Giunta di voler rispondere in termini molto puntuali alle questioni poste dal collega Zacchera, non eludendole e riservando la partecipazione o meno al voto in ordine alla risposta che la Giunta darà, non di votare a favore o contro, ma di partecipare o meno. Mi si dice, infatti, che partecipo alla formazione di quest'atto: se non sono convinto di quanto vi si dice, non vi partecipo. E in questo senso che ho posto una questione istituzionale prima della questione di merito.
Vi è poi l'ultima questione, quella posta dal Consigliere Tapparo personalmente non vorrei passare alla storia come un pre-economista, mi viene infatti rimproverata una frase che, da piemontese, mi sembra vada ricordata, ovvero che una Regione come la nostra è un qualcosa di pressoch unico almeno nel bacino mediterraneo: la pianura padana è la più grande e fertile pianura del bacino mediterraneo. Essendo la nostra regione sede della più grande industria italiana mi sembrerebbe normale che i politici prestassero maggiore attenzione al settore primario e al settore secondario, posto che rendono il massimo della ricchezza nazionale. Il "terziario"; ovvero l'arte di moltiplicare la ricchezza e i beni, è sicuramente meritevole di tutto il rispetto; dobbiamo però ricordarci che abbiamo una parte del territorio più fertile d'Europa, e che abbiamo in Piemonte - a Torino - la capitale dell'imprenditoria italiana, se non europea.
Detto questo, ribadisco le questioni di carattere preliminare, che prego la Presidenza di voler considerare tra le questioni aperte; nello stesso tempo richiamo l'attenzione di tutti sull'opportunità o meno che ci siano deliberazioni del Consiglio regionale, del tipo di quella in discussione, rispetto alle quali, cari amici, siamo tutti responsabili.
Responsabili dei fatti previsti dalla deliberazione, che ne costituiscono la stessa premessa; si tratta di atti esecutivi che riguardano questioni a monte e non atti legislativi riguardanti questioni a valle. Noi non siamo coloro che propongono o ratificano, lasciando la responsabilità propositiva elaborativa al Comune; è il Comune che procede alla ratifica: nessuno chiederà mai ad un Consigliere comunale di rispondere della formazione della deliberazione. In questa sede siamo invece chiamati - in termini politici, naturalmente - a risponderne in quanto soggetti elaboratori, ma senza quegli elementi di conoscenza indispensabili alla formazione di una deliberazione. Il che rende - l'Assessore me lo consenta - oggettivamente imbarazzante la posizione di Consigliere che viene chiamato ad essere la spada che taglia il nodo gordiano, rispetto alla correttezza di una forza politica, in ordine a certi problemi, in relazione a specifiche situazioni contestate.
Richiamate queste questioni di carattere generale - e ringrazio i colleghi che hanno prestato attenzione a questa questione, sicuramente non secondaria - chiedo all'Assessore di non lasciar cadere le questioni poste dal collega Consigliere Zacchera, alle quali o si dà risposta esaustiva o si modifica la deliberazione o si chiede al Consigliere Zacchera di rispondere in sede propria di quanto qui affermato.
Se da parte della Giunta non ci sarà precisa presa di posizione nei confronti delle questioni poste dal Consigliere Zacchera; il sottoscritto non parteciperà alla votazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GROSSO



PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Cerchio per la replica, comunico all'assemblea che è stata depositata presso la Presidenza una questione pregiudiziale (ex art. 73 del Regolamento) dal Gruppo del MSI che recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, , rilevato che - nel corso della discussione - è emerso che numerosi corsi presi in considerazione dalla deliberazione sono già iniziati prima d'ora ed altri sono già ultimati;considerato che siffatta situazione rende inagibili le normative della deliberazione che concernono i finanziamenti, la loro erogazione ed i controlli: decide di non passare alla discussione ed al voto sulla deliberazione stessa".
La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, quanto abbiamo cercato di proporre come Giunta regionale in tema di formazione professionale in agricoltura è, mi si consenta una frase sintetica e forte (supportata da una serie di ragionamenti, di valutazioni e di risposte alle giuste preoccupazioni e quesiti dei colleghi) un evidente esempio - dice la Giunta regionale - di come deve essere sempre più rafforzata e migliorata la spesa che, produttivamente, deve essere resa concreta in tema di formazione professionale agricola.
Una spesa che oggi è di un miliardo e 250 milioni, una spesa che negli anni passati era di molti miliardi, una spesa che è andata, dai tempi dell'Assessore Ferrero a quelli dell'Assessore Tapparo e ai miei predecessori, sostanzialmente riducendosi. Questo in funzione non di una diminuzione della ricaduta degli interventi di formazione professionale in agricoltura, ma di una razionalizzazione ad una specificità che, piaccia o non piaccia, è caratteristica tipica dei nostri tempi. Non si tratta di formare e qualificare dei giovani in funzione dell'entrata nel mercato del lavoro, ma degli imprenditori che, come giustamente diceva il collega Foco possono avere 20 anni ed essere diplomati oppure essere cinquanta sessantenni con la terza elementare, ma che hanno necessità di sapere come usare i fitofarmaci: un uso della formazione professionale in un campo specifico.
Pur non essendo un esperto di coltivazioni agricole mi è chiaro che questi corsi non potranno tenersi al mattino o al pomeriggio di un giorno qualsiasi, in stagioni in cui si debba vendemmiare l'uva o seminare il grano, ma nelle stagioni invernali o tardo autunno. Corsi con queste specificità, che non sono alibi, ma obiettiva struttura e contenitore.
Essendo un veterano con 18 anni di presenza in Consiglio regionale, pur avendo "solo" 49 anni, ricordo che gli Assessori precedenti spendevano anche 3/4 miliardi per la formazione professionale in agricoltura. Come tutti noi, a seconda dei ruoli di maggioranza o di opposizione che ricopriamo, è indubbio che su questo piano dobbiamo sforzarci di migliorare le condizioni che rendano effettivamente la più produttiva possibile una specificità con proprie e precise caratteristiche.
Diamo disamina a una deliberazione che, perla prima volta nella storia della formazione professionale in agricoltura, prevede in allegato una bozza di convenzione fra Regione ed enti gestori. In risposta ai quesiti posti dai colleghi, illustrerò gli aspetti formali che portano a chiedere l'approvazione di questa deliberazione e le ragioni giuridiche affinché la stessa abbia titolo ad essere approvata. Quanti altri anni passati abbiamo approvato non delibere con corsi iniziati, ma abbiamo approvato la delibera del piano corsi a corsi terminati.
Questa non è la scusante per questa fattispecie della delibera, dico questo perché ci sono ovviamente delle ragioni dovute al fatto che abbiamo presentato, alla fine del 1991 , la delibera in Giunta e in Commissione. Ci sono stati certamente alcuni rinvii, approviamo, infatti, oggi questa delibera già rinviata la volta scorsa, è chiaro che le settimane trascorrono e trascorre la stagione invernale con la conseguenza che alcuni corsi sono già iniziati Per quanto riguarda le osservazioni sollevate dal Consigliere non informato - e mi rivolgo al collega Marino- sottolineo che la delibera è diversa da quella da lui letta che era la stesura iniziale.
Successivamente, la Commissione ha proposto giu-stamente degli emendamenti che hanno prodotto il superamento delle osservazioni avanzate dal collega.
A me pare che la delibera, e la nuova bozza di convenzione rappresentino un elemento innovativo per questa Regione. Finora, come voi sapete, si è sempre fatto riferimento alla convenzione quadro che indicava un solo articolo con il riferimento ai piani agricoli. Quindi, facendo noi una convenzione quadro, una bozza di una convenzione ad hoc, si specificano e si articolano dei passaggi, dei paletti, delle necessità di verifiche di controllo ispettivo e di trasparenza sempre più funzionali ad un uso proprio di questo strumento.
L'attività formativa in agricoltura - l'ho detto prima - presenta delle caratteristiche particolari, non solo perché gli utenti sono in prevalenza degli imprenditori, anziché giovani alla ricerca di un impiego, ma perché i corsi rispondono a standard formativi diversi per durata, per contenuti, a sostegno dell'attività imprenditoriale; perché il calendario dei corsi non può non ricalcare il tradizionale calendario scolastico dei tradizionali momenti scolastici. Per queste ragioni abbiamo ritenuto di optare per una convenzione specifica del settore che, in sostanza, per la prima volta migliorando quanto abbiamo cercato di fare negli anni passati, migliori per arrivare al top del risultato affinché si definiscano, in modo organico, le modalità di gestione delle attività formative. Ad esempio, il periodo di validità viene fissato a partire da ottobre fino al dicembre dell'anno successivo con l'eccezione del 1992 che, perla docenza, si prevede di utilizzare tecnici ed esperti, anche universitari, piuttosto che personale assunto a tempo indeterminato. E stato modificato il parametro di finanziamento con l'adozio-ne del parametro "ora-corso" anziché "ora allievo-corso", questo per dare più trasparenza e più accelerazione alle stesse procedure amministrative e per andare incontro ad una serie di quesiti posti Lo sforzo è oggi indicato in 1 miliardo e 200 milioni di lire circa sapendo che, in maniera più improvvisata degli anni passati, qualche miliardo era stato speso non con questa razionalità perché il consolidato situazione a cui qualcuno ha fatto riferimento- ci ha posto di fronte a queste nuove emergenze. I corsi sono 286 per una stima di circa 6000 partecipanti.
Devo dire - per rispondere ad alcune domande postemi dai colleghi - che i corsi di primo livello sono contenuti nel 25% del totale per privilegiare gli interventi di specializzazione nei settori dell'imprenditoria agricola nei settori dei problemi della qualità, della tutela ambientale, dell'agro informatica, del marketing, delle coltivazioni biologiche, della frutticoltura, dell'agriturismo e di quante altre cose tutti insieme potremmo mettere sostanzialmente in pista per migliorare i risultati. Devo dire che questa è la strada sulla quale abbiamo cercato di inventare qualche motivo diverso dal passato per dare delle risposte ai quesiti che voi avete giustamente posto. Abbiamo lavorato per fare una convenzione che ha comportato almeno un mese e mezzo, circa, di tempo e impegno che ci hanno portato a non essere tempestivamente - magari in autunno - pronti a presentare la delibera che abbiamo posto all'attenzione della Giunta prima del 1991.
Un quesito reiterato e ripetuto negli anni passati, che ci ha visti a volte approvare delibere a corsi già terminati, è rappresentato dal fatto che, a seguito dell'approvazione del programma formativo e della convenzione quadro da parte della Giunta regionale alla fine '91 e alla trasmissione al Consiglio Regionale della relativa proposta di deliberazione, alcuni enti di formazione hanno presentato una lettera ecco che spiego la giustificazione della legittimità di questa delibera in cui si solleva l'Amministrazione regionale da qualsiasi responsabilità in caso di mancata approvazione dei corsi da parte del Consiglio regionale stesso.
Non possiamo, agli enti che hanno chiesto che tali corsi venissero tenuti nei mesi di dicembre e di gennaio, rinviare questa delibera al mese di marzo, altrimenti quei "signori" non potranno più fare i corsi che sono funzionali alla formazione professionale in agricoltura. La lettera di tali enti infatti recita: "sollevando l'Amministrazione regionale da qualsiasi responsabilità" - leggo testualmente la frase, perché la miopia di questa Giunta è molte volte pubblicizzata, ma una minima attenzione burocratica e di responsabilità ci deve guidare nelle scelte per non essere degli stolti "in caso di mancata approvazione dei corsi da parte del Consiglio regionale assumendosi tutti gli oneri per i corsi iniziati ed eventualmente non approvati di poter iniziare, con questa richiesta di sollevazione, la attività, formativa".
Le motivazioni addotte da alcuni enti, che nel frattempo premevano perché la stagione incalzava, a sostegno di questa richiesta, sono state l'esigenza di effettuare la formazione nel periodo di minore attività agricola, inverno o tardo autunno, e la programmazione degli esperti utilizzabili come decenti nei corsi. Tali motivazioni sono state ritenute fondate dalla Regione, e quindi dall'Assessorato; e il programma operativo come ho detto, indica questi corsi e questa possibilità di utilizzo. Lo spostamento di una mole così consistente di attività nella seconda metà dell'anno, stante l'interruzione che normalmente si determina nei corsi con la ripresa dei lavori agricoli, rischiava evidentemente di pregiudicare la regolare effettuazione del programma entro il 31 dicembre del 1992. Gli enti - e questa è la seconda risposta, giustamente posta da un collega che si chiede quali controlli vi siano, quale giustificazione - a seguito della consegna da parte dell'Assessorato dei registri, perché l'Assessorato a quegli enti ha consegnato registri di presenza, hanno inviato tutta la documentazione prevista, la località dove si sono tenuti i corsi, l'elenco degli allievi, l'orario, il calendario di tutte le lezioni e la data del termine del corso. Ciò consente realisticamente e giuridicamente di effettuare i controlli dovuti dando garanzia dell'effettivo svolgimento dell'attività.
In ogni caso nessun corso è stato ad oggi formalmente esaurito, chiuso quindi possiamo dire, in risposta ad una domanda posta dai colleghi Foco e Marino e di quanti altri hanno chiesto informazioni, che alla data odierna risultano attivati 61 corsi di rilascio del patentino per l'uso di fitofarmaci e 52 corsi per altre tipologie.
Alla lievitazione del numero dei corsi iniziati hanno concorso cause oggettive dipendenti dalla programmazione dei lavori del Consiglio, come sapete sono 15 giorni che abbiamo questo punto all'ordine del giorno ed è da 15 giorni che viene rinviata, da una settimana a quella successiva, la stessa disamina in sede di Commissione consiliare. Come ho comunicato in sede di Commissione competente, è intenzione di questa Giunta e di questo Assessorato evitare il riprodursi di situazioni del genere, dovute al fatto che quest'anno per fare la convenzione abbiamo impiegato un mese, un mese e mezzo in più: c'è stato anche qualche rinvio e siamo arrivati oggi, a febbraio, ad approvare questa circostanza che comunque è certamente migliorativa di quanto nel pregresso abbiamo determinato.
Quindi, come ho annunciato, entro il mese di aprile di quest'anno l'Assessorato regionale presenterà la circolare per la presentazione delle proposte dei corsi per l'anno 1993, con l'obiettivo di andare a regime e quindi di sottoporre il piano alla valutazione del Consiglio regionale entro i mesi autunnali. Avendo nel frattempo realizzato il discorso non solo della circolare del piano corsi, ma anche della convenzione permetterà di andare a regime con una serie di attenzioni e risposte di trasparenza a questo piano.
Il collega Chiezzi poneva alcuni quesiti formali, voglio richiamarli: il citato art. 8 recita che in via transitoria il saldo viene erogato come stabilito nel comma precedente. Vorrei quindi richiamare il comma precedente relativo al saldo, rideterminato sulla base dell'attività svolta e delle spese effettivamente documentabili alla presentazione del rendiconto finale, corredato di tutti i giustificativi di spesa, di cui al successivo art. 9 (articolo relativo ai rendiconti).
Inoltre l'art. 10 sui controlli afferma che l'ente accetta, ai sensi dell'art. 5, terzo comma della legge 845 sulla formazione professionale, i controlli presso le sedi operative che la Regione Piemonte riterrà opportuno effettuare. Poniamo quindi ogni e possibile attenzione su un richiamo formale.
Il collega Zacchera ha sollevato alcuni problemi di legittimità: io ho già dato risposta ai colleghi Marino, Chiezzi, Foco e quanti altri hanno richiesto notizie sulla formalità e sul fatto che venga sollevata l'Amministrazione regionale, qualora a corso iniziato non venisse approvata questa deliberazione, proprio per renderla funzionale e non solo come avveniva negli anni passati in cui, se andava bene, andava bene, altrimenti andava bene lo stesso.
Il collega Zacchera, inoltre, chiedeva spiegazioni sul cosiddetto costo orario. Il parametro delle 240 mila lire/ora corso è un parametro medio e le spese vanno ovviamente rendicontate: questo valore medio è comprensivo sia del materiale didattico che dell'analisi di laboratorio a fini didattici.
Con tale comportamento abbiamo cercato "con un certo coraggio ad avere coraggio" di rispondere in modo nuovo ad una serie di problemi consolidati che certamente negli anni passati hanno visto fondi diversi, capitali diversi e incertezze che l'improvvisazione di un trasferimento di competenza su questo piano pone, fornendo un ulteriore esempio di attenzione su questo piano. Non riteniamo che oggi la perfezione si sia realizzata rispetto a quanto avveniva ieri o l'altro ieri, in quanto ogni sforzo di miglioramento in un settore peculiare particolare su questo versante ci deve vedere sempre attenti a rispondere nella misura più funzionale.
Questo miliardo e duecento milioni intendiamo spenderlo al meglio: la convenzione è una strada che ci permette questo percorso e l'Assessore alla formazione professionale, in uno spezzone, uno spaccato specifico qual è quello del settore agricolo; si occupa di formazione professionale, non fa servizio sostitutivo di altri interventi. Certo, in questo campo non pu non esserci un naturale coordinamento con settori che sono l'espressione del mondo agricolo, ma l'Assessore all'agricoltura fa l'Assessore all'agricoltura, l'Assessore alla formazione professionale ha la titolarità e la competenza dei corsi di formazione professionale in agricoltura.
Termino qui il mio intervento, qualora non avessi risposto a tutte le domande poste, sono ancora a disposizione.
Ho cercato di raggruppare tutte le osservazioni, sforzo non indifferente su questo versante che ha una sua specificità e della quale spero eroi auguro, di anno in anno, di migliorare ulteriormente la resa e l'offerta di formazione professionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore. A questo punto, come ha già anticipato il Vicepresidente Grosso, dobbiamo passare ad una questione pregiudiziale presentata dai Consiglieri Majorino e Zacchera ai sensi dell'art. 63 del Regolamento. La questione è già stata letta dal Vicepresidente Grosso; se uno dei proponenti intende illustrarla, ne ha facoltà.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Nell'illustrare la questione pregiudiziale, devo innanzitutto ricordare che tutte le scelte politiche, quindi tutti i contenuti di merito, siano essi di una legge o di una deliberazione, devono passare attraverso la strettoia della legittimità.
Ritengo che mai come in questa occasione la questione pregiudiziale posta si arrocchi sulla non legittimità della deliberazione, al di là del merito che è stato ampiamente e incisivamente censurato in chiave negativa dal collega Zacchera e da altri colleghi. Siamo nella situazione in cui alcuni corsi - e l'Assessore Cerchio lo ha dovuto riconoscere ob torto collo - sono già iniziati ed altri ultimati; anche se l'Assessore, con un eufemismo, ci ha detto che non sono ancora formalmente ultimati, in questo eufemismo è dato di cogliere che forse manca solo il sigillo o il timbro con la parola "fine", ma che nella sostanza i corsi si sono già tenuti.
Quindi, ci troviamo a dover decidere e deliberare di fronte a un fatto compiuto: alcuni corsi (non sappiamo quanti, ma sicuramente sono numerosi) sono già iniziati o già ultimati. Poiché le leggi, ma anche le deliberazioni, devono decidere e prendere in considerazione normative situazioni ancora da svolgersi, è chiaro che - qui sta la principale illegittimità della deliberazione - le norme che prevedono l'erogazione dei finanziamenti ed i controlli diventano inagibili.
L'art. 8, quello centrale e di maggiore rilievo dell'intera normativa concernente la parte finanziaria, dice testualmente che l'erogazione dei finanziamenti avviene nella misura del 40% a comunicazione di inizio attività e del 30% in seguito all'accertamento dell'avvenuta effettuazione di almeno il 70% delle ore previste. Per i corsi ultimati o per i corsi già iniziati non si vede come questa normativa possa operare; ciò al di là - lo ribadisco ancora una volta - di tutte le altre considerazioni di merito perché mi riferisco solo alla legittimità di questa deliberazione.
Finanziamenti, erogazioni e controlli sono dunque svuotati di contenuto, e non si capisce come possano essere attuati in conformità di questa normativa.
E inagibile anche la norma transitoria di cui all'ultima parte dell'art. 8, perché modellata sulla prima parte dello stesso articolo. La considerazione dell'Assessore Cerchio non vale certo a salvare la legittimità di questa deliberazione; l'Assessore, nell'enunciarla, ha peraltro fatto capire di essere lui stesso non molto convinto, infatti richiamando i precedenti, ha detto: "Mah, anni addietro si è sempre fatto così; si arrivava a corsi addirittura non solo iniziati, ma ultimati".
Il fatto che si sia sempre agito in questo modo non giustifica il persistere in questa consuetudine o in questa prassi, prassi che politicamente e sotto il profilo della legittimità è perversa.
Tutto questo non è solo una considerazione formale, ispirata a formalismo o a sottigliezze, ma - ripeto - non si vede come i finanziamenti questo è il centro della considerazione - possano essere erogati all'inizio o a metà del corso, quando si è già di fronte al fatto compiuto.
Sotto questo profilo...



(Commenti in aula)



MAJORINO Gaetano

Non succede nulla di tragico, per carità.



(Commenti in aula)



MAJORINO Gaetano

Allora questa e una nonna di Pulcinella: viene fatto così, all'insegna del pressappochismo, e tutto va bene, anche se vengono violate le normative.



(Commenti dei Consiglieri Picchioni e Cavallera)



MAJORINO Gaetano

Io condivido la "catilinaria", come l'avete chiamata appropriatamente ma ripropongo, in maniera chiara, e non voglio più ripetermi, la questione della non legittimità dell'intera deliberazione.
Mi si dirà: "Ma allora, se la tesi esposta viene accolta, che cosa succederà?". A questo dovrà porre rimedio la Giunta. Ci saranno delle giustificazioni, delle attenuanti, più o meno generiche, ma indubbiamente si è arrivati in ritardo nell'elaborazione della deliberazione in sede di Giunta, nel depositarla all'ufficio di Presidenza e sono stati stretti i tempi in sede di discussione in Commissione.
Io so che quando la Giunta (o un Assessore) intende stringere i tempi anche in Commissione, dove peraltro non sono stati eccessivamente dilatati lo fa; quindi, sotto questo profilo, per queste sintetiche ragioni, insisto e chiedo il voto su questa pregiudiziale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Picchioni; ne ha facoltà.



PICCHIONI Rolando

Mi pare che sulla pregiudiziale possa intervenire unicamente un Consigliere a favore e uno contro.



PRESIDENTE

L'art. 63, comma II, non prevede questo; comunque, ritengo che il dibattito su tale questione debba, e possa essere, contenuto, per cui l'invito va in questa direzione.
Prego, Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Noi siamo contrari alla questione pregiudiziale presentata dal MSI, una questione posta ancor prima delle dichiarazioni dell'Assessore Cerchio pertanto con tutto quel tasso di strumentalità che è proprio di alcune forze di minoranza e con quel tasso polemico che indubbiamente si riconosce loro.
Mi pare che l'Assessore Cerchio, e non solamente lui, anche in sede di Commissione abbia sottolineato il carattere innovativo di questa deliberazione. Questa non è una convenzione omnibus, è una convenzione specifica nel settore dell'agricoltura e che pertanto, proprio per lo specifico in essa contenuto, può significare certamente un mutamento di rotta rispetto al passato. Prevalgono però, rispetto a queste considerazioni di merito, delle considerazioni di ordine formale.
La deliberazione è stata presentata il 30 dicembre, pertanto sarebbe illegittima: viene discussa oggi, 18 febbraio, ma l'Assessore, un momento fa, ha spiegato le ragioni per cui questa deliberazione è stata portata all'approvazione del Consiglio in ritardo; salvo alcune tergiversazioni registrate dà parte di diversi Gruppi in sede, di Commissione. L'Assessore ha dunque esplicitato le ragioni, dovute principalmente all'approvazione di una convenzione che si allega al testo.
Dobbiamo però chiederci le ragioni del ritardo; devi domandartelo anche tu, Majorino, perché le tue asserzioni sono piene e cariche di sospetto, e il sospetto tante volte è ancora più velenoso di quanto possa esserlo l'esplicitazione di un'accusa. Il ritardo significa un dolo? Significa una malversazione? Significa voler, ad ogni costo, privilegiare qualcuno piuttosto di qualcun altro? Tu hai posto una serie di quesiti che hanno sollevato anche il riserbo dell'amico Marchini; a me pare che il discorso dell'art. 8 porti, per quanto concerne i controlli, a posizioni molto chiare, forse inedite se comparate al passato.
Non vogliamo ricordare il passato: sappiamo che il passato ci pesa con i suoi miliardi, caro Zacchera. Prima si davano tre miliardi che oggi, con la svalutazione, potrebbero essere computati a cinque: con questo vogliamo solamente sottolineare che per lo meno un po' di bonifica è stata fatta dato che tu sei un censore esperto di bilanci.
Però, se le tue eccezioni hanno una certa validità, ci devi anche dire se gli utenti sono stati o sono in prevalenza imprenditori oppure no: se i corsi formativi rispondono a quanto ha detto l'Assessore, oppure rispondono ad una specializzazione generica: se il periodo di validità non è quello previsto del primo ottobre, ecc., ecc., fatta eccezione - perché lo dice "ancora per il 1992"; se la docenza non prevede di utilizzare dei professori a livello universitario; se il parametro di finanziamento non è uguale al parametro ora/corso o se invece è uguale al parametro ora allievo/corso; se è prevista la realizzazione di 286 corsi oppure molti di meno oppure molti di più; se la stima dei partecipanti è inferiore ai 6.000 partecipanti oppure superiore; se i corsi di primo livello sono contenuti nel limite del 25% per quanto concerne la specializzazione dei settori.
Sono tutti quesiti ai quali tu, avendo lanciato dei pesantissimi sospetti, devi rispondere, perché solamente sulla base di fatti certi e inoppugnabili noi non possiamo accettare, come Gruppo politico e come Consiglio, che tu continui a sparare nel mucchio, cosa che certamente corrisponde alle tue funzioni di Vice Capogruppo di un partito di minoranza.
Noi vogliamo assolutamente ribadire quanto soggiunto un momento fa dall'Assessore Cerchio, che è anche quanto è stato detto in Commissione dai Consiglieri Foco e Tapparo. Con questa deliberazione si riesce finalmente a razionalizzare un settore al fine di un'attività imprenditoriale e pertanto si riesce, per lo meno, a mutare accento rispetto a quanto è stato fatto nel passato.
Tu, però, sollevi ancora dei dubbi sugli Enti. Ma allora noi ci dobbiamo porre un problema politico ben preciso: se questi Enti appartengono solo ad un'area o ad alcune aree e se a questi Enti non appartengono Enti, ad esempio della tua area politica o altri Enti di qualunque area. Tu puoi benissimo sollevare il quesito del come mai determinate discriminazioni sono state poste In questa deliberazione e come mai alcuni Enti sono stati recepiti e altri Enti sono stati invece discriminati, ma devi essere preciso e documentato! Ecco, queste sono cose molto precise, perché è inutile dire che la Federconsorzi o l'area bianca o l'area rossa o l'area verde sono state privilegiate ed altri Enti invece sono rimasti esclusi. Io non so se esistono Enti vicini all'area nera o alla fiamma tricolore, non lo so, per se per caso esistessero degli Enti di quest'area vorrei domandare all'Assessore come mai questi Enti sono stati del tutto discriminati.
Non credo che sugli aspetti sostanziali ci siano dei problemi ai quali l'Assessore non abbia saputo rispondere; sui problemi dei meccanismi finanziari con cui vengono pagati i professori l'Assessore probabilmente avrebbe potuto dilungarsi ulteriormente. Però esistono degli aspetti formali sui quali il dispositivo della deliberazione può mettere anche la parola sanatoria per quei corsi già iniziati e forse In via di ultimazione.
Per rispondere al Consigliere Majorino, dico che bisogna tener presente che, per quanto concerne l'erogazione di finanziamenti, mi pare che la Regione sia ampiamente tutelata. L'ha già detto l'Assessore: gli Enti sollevano la Regione da qualunque responsabilità, anche nella fase transitoria di cui si fa riferimento all'art. 8: "In via transitoria, per il corrente anno, la spesa approvata sarà erogata secondo le seguenti modalità: l'80% a comunicazione di inizio di ogni singolo comma; il saldo come stabilito nel comma precedente".
Non capisco il motivo della preoccupazione del Consigliere Majorino cioè di dover ad ogni costo erogare 1'80% a comunicazione di ogni singolo corso; poiché se la deliberazione non verrà approvata, la Regione è sollevata da ogni responsabilità.
Credo che l'incidente formale della presentazione del corso al 18 febbraio, cioè a corsi iniziati, sia certamente da evitare per il prossimo futuro e, secondo le affermazioni dell'Assessore Cerchio, nell'aprile 1992 verranno già predisposti i documenti o le deliberazioni necessarie per i corsi del 1993. Questi corsi possono essere un banco di prova anche per cambiare, per evitare, dal punto di vista formale, tutte quelle obiezioni e tutti quei rilievi che sono stati sollevati in quest'aula.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per fatto personale il Consigliere Zacchera ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Secondo il primo punto dell'art. 60 del nostro Regolamento "E' fatto personale l'essere censurato nella propria condotta o il sentirsi attribuire fatti non veri od opinioni contrarie a quelle espresse." Il collega che mi ha preceduto da un lato alcune cose le ha dette giustamente, ma dall'altro mi ha rivolto specificatamente delle domande censurando il mio atteggiamento. Vorrei intervenire per trenta secondi per spiegare al collega i miei dubbi; egli avrà così ancora il tempo di chiedere spiegazioni all'Assessore prima che il dibattito sia chiuso.
Questo mi sembrava giustificasse il fatto personale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Grazie, Presidente. E' chiaro che io non intervengo sul merito della deliberazione, che peraltro è stata esaminata da colleghi del mio e di altri Gruppi, anche con rilievi specifici di merito.
Intervengo per esprimere il voto del mio Gruppo sulla pregiudiziale di non passaggio all'esame e al voto avanzata dai colleghi del MSI. E dico subito che il nostro sarà un voto favorevole a questa pregiudiziale. Qui ci troviamo comunque, a prescindere da qualsiasi giudizio di merito sulla deliberazione, di fronte al seguente fatto: votiamo una convenzione che stabilisce procedure che non sono in alcun modo applicabili ad una parte consistente delle attività che dovrebbero regolamentare.
La deliberazione della Giunta è datata 30 dicembre 1991, siamo a fine anno, al penultimo giorno dell'anno, quindi non si venga a dire che la colpa è da attribuire al Consiglio o alla Commissione o a qualche personaggio misterioso che ha perso tempo in Consiglio. La deliberazione è dunque stata fatta fuori tempo massimo già all'inizio: infatti ci sono 115 corsi già iniziati su un totale di 286, quindi quasi la metà dei corsi.
Questo risulta dalla deliberazione e da quanto ha replicato l'Assessore.
Allora, a questi corsi già iniziati come facciamo ad applicare l'art. 5 della convenzione che prevede che l'ente è tenuto al ritiro e alla compilazione del registro di presenza allievi, opportunamente fornito dal Servizio ispettivo, dall'Assessorato, dopo l'approvazione del programma formativo annuale da parte del Consiglio regionale? Pertanto si desume che gli enti, che hanno iniziato i corsi, non hanno ancora ritirato il registro presenze, se lo ritirano è stato un ritiro fuori norma, perché questa non c'era. Quindi al momento si presume che questi enti non abbiano ritirato il registro.
Il punto 7 della convenzione recita: "Ogni allievo deve aver frequentato almeno il 70% delle ore collegiali e delle ore previste per il suo gruppo per essere considerato valido agli effetti del corso. Il corso non è considerato parimenti valido se non è stato svolto almeno il 70 delle ore previste". Dalla compilazione di questo registro la Regione considera validamente effettuato o meno quel corso e liquida o meno quanto previsto per il pagamento delle spese riferite a quel corso, ma se il registro non è stato consegnato - e mi auguro che non sia stato consegnato perché se fosse stato consegnato sarebbe stato fatto illegalmente - su quali materiali, su quali supporti cartacei sono state registrate le presenze di questi allievi? Su cosa si baserà la Regione per dire: "questo corso si è svolto regolarmente, lo possiamo pagare"? E' chiaro che questo meccanismo di convenzione non può essere applicabile ai 115 corsi già iniziati. Possiamo quindi, avanzare due ipotesi per risolvere il problema. La prima è prendere per buona la dichiarazione liberatoria che alcuni enti hanno consegnato alla Giunta regionale per cui si assumono tutte le responsabilità per aver avviato i corsi prima della deliberazione del Consiglio, il che vuol dire che gli enti che hanno tenuto questi 115 corsi se li devono pagare. Se li devono pagare gli enti, dopodiché il Consiglio e la Giunta valuteranno se utilizzare eventualmente queste risorse risparmiate per finanziare altre attività utili.
C'è inoltre un ordine del giorno presentato dal collega Chiezzi ed altri che in qualche modo suggerisce di stralciare dal piano tutti i corsi già iniziati per poter approvare una delibera legittima. La seconda ipotesi è dividere in due il problema e quindi impostare una delibera - la Giunta la presenti - specifica, esplicita di sanatoria, se ha il coraggio, se ha gli strumenti, se ritiene che questa sia in qualche modo legittimabile, ma non può essere in alcun modo votato un documento che non corrisponde al vero! Il voto di questo documento rischia di essere un falso in atto pubblico da parte dei colleghi che procederanno con l'approvazione.
Per questo motivo il nostro Gruppo appoggia la pregiudiziale posta dal Gruppo MSI e dichiara fin d'ora che nel caso questa pregiudiziale venisse respinta e si passasse al voto, il nostro Gruppo abbandonerà l'aula, perch non ritiene in alcun modo consentito partecipare, anche solo con la presenza fisica, alla votazione di un oggetto di questa natura.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

A me non pare che si debba fare del terrorismo su questa deliberazione anche se qualche problema esiste, perché leggendo il provvedimento così com'è stato presentato è evidente che non vi è alcun accenno né a corsi iniziati né a pagamenti effettuati.
A mio avviso !approvazione di questa deliberazione in questi termini può avvenire legittimamente da parte del Consiglio. Sarà poi la Giunta, che si riserva la firma delle convenzioni, a decidere qualora dei corsi siano iniziati se firmare o meno la convenzione. La decisione, a responsabilità del Consiglio, nell'approvare uno schema generico di deliberazione è pienamente legittima. Il problema del merito, cioè l'utilizza-zione di questa delibera da parte della Giunta per eventuali corsi già iniziati, è una responsabilità che la Giunta dovrà esaminare successivamente. In questo senso credo di poter dare il mio assenso all'approvazione, ma con queste specificazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

In primo luogo a me pare che alcuni atteggia- , menti donchisciotteschi vadano respinti: una cosa è la chiarezza che è un dovere e un diritto un'altra è la fuga dalla realtà, perché la Giunta avrebbe potuto benissimo proseguire, come sempre è avvenuto da vent'anni a questa parte, senza predisporre questa bozza di delibera e tale questione sarebbe passata come sono passate tutte le, altre. Dire improvvisamente che una prassi non viene rispettata e che quindi i corsi avviati non vengono in alcun modo riconosciuti mi sembra proprio un comportamento maramaldesco. Se queste cose le facessimo anche nei confronti di altre attività in cui, guarda caso, gli interessi non sono così precisi come in questo caso, troveremmo improvvisamente grandi solidarietà a superare situazioni spiacevoli che non si devono ripetere, ma che sono nella forza delle cose. Se questo fosse avvenuto nel settore "formazione professionale", genericamente inteso sicuramente la reazione non sarebbe stata questa.
Siccome siamo di fronte a una consuetudine che ha fatto nascere aspettative, a me pare che interpretare la convenzione e la delibera nel senso che si paga solo quanto è oggetto di convenzione e ha per oggetto rapporti che si avviano da adesso in avanti, significa far saltare un anno di formazione in agricoltura, di questo bisogna esserne tutti consapevoli! Qualche Gruppo in merito qualche riflessione la dovrebbe fare. Devo però dire che la Giunta - come ha osservato giustamente il collega della DC nella sua ingenuità ha predisposto un tipo di convenzione che valendo per il futuro e non per il passato, ma valendo anche per il presente in quanto è vincolo per l'attività della Giunta, nel senso che è adottato, come metodo quello della convenzione, diventa fatto obbligatorio per ogni esborso della Giunta avere a monte una convenzione. Convenzione che non pu non prevedere - a mio modo divedere - anche il passato, ma che non è una sanatoria, al contrario, significa portare a regolamentazione cose che in passato non sono mai state regolamentate. Qui non saniamo dei comportamenti; in una qualche misura razionalizziamo e rendiamo più trasparenti dei comportamenti. Rifiuto il termine "sanatoria" perché la sanatoria normalmente la si utilizza per coprire dei fatti straordinari eccezionali, in vista di una razionalizzazione futura. In questo caso invece si tratta di fatti ordinari che vengono diversamente normati ed in modo più trasparente formalizzati. Per cui, a mio modo di vedere, va fatto qualche sforzo a costo di rinviare questo voto, ma è responsabilità della Giunta ritenere che si debbano pagare anche i corsi avviati dagli enti qualora vengano dalla Giunta responsabilmente considerati meritori di contributi. La verifica delle presenze, la verifica delle spese e quant'altro concorre alla determinazione è atto che sta all'interno della responsabilità della Giunta. La Giunta dovrà verificare che esistono requisiti compatibili con la convenzione che essa stessa ci ha sottoposto.
Questo è un rischio politico che la Giunta ha assunto, cioè di poter pagare solo più sulla base della convenzione e di riuscire a dimostrare che esistono atti compatibili con la convenzione stessa.
Suggerisco però, e non mi scandalizza scriverlo, che se si è ritenuto che fisiologicamente il tempo dell'esercizio formativo è 1/10 - 31/12 e posto che il 31/12 non è ancora consumato, che anche l'anno formativo '92 parta dal 31/1/91, altrimenti evidentemente siamo con un tavolo zoppo.
L'esercizio formativo è di 15 mesi, lo si fa partire dall'1/10. Quello del '92 da quando parte, dal 31/10/92? No sicuramente, parte dal 31/10/91.
Lascio alla Giunta questa responsabilità. Evidentemente attiene ad un esigenza gestionale, non di intuizione, che l'art. 2 faccia giustizia di questa contraddizione, facendo seguire alle parole "ha inizio il 1 ottobre" un inciso "a partire dal 1 ottobre '91 e termina il 31/12 dell'anno successivo", ma chiarendo con atto politico di cui assumiamo la responsabilità che noi siamo all'interno dell'anno formativo 31/10/91 15/12/92 e che quindi la Giunta è autorizzata a governare al meglio i fatti avvenuti in questo arco di tempo. In questo senso riconoscendo alla Giunta la possibilità di provvedere con convenzione alla sanatoria (termine improprio) delle attività finora svolte.
Non me la sento, di fronte ad una questione così delicata, di fare atti di sponda nobile nel dire che chi non ha le convenzioni ci rimette di tasca sua, perché ho l'impressione che questo nasca anche dalla constatazione sicuramente non simpatica che ci sono sigle che per me sono arabo, ma che evidentemente qualcuno riesce a decifrare. Quindi suggerisco alla Giunta di riflettere sulla opportunità di inserire un inciso che faccia partire fanno formativo in corso dal 31/10. Ovviamente è un contributo inventato sul momento, sulla sufficienza del quale non mi sento di giurare, perch sicuramente le perplessità sollevate dal collega della DC sono presenti anche nel sottoscritto.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per qualche minuto per valutare il suggerimento del Consigliere Marchini.



(La seduta sospesa alle ore 17,30 riprende alle ore 18,00)



PRESIDENTE

L'Assessore Cerchio presenta il seguente emendamento: inserire al primo comma, dopo "il primo di ottobre", "a partire dal primo ottobre 1991," e termina il 31 dicembre dell'anno successivo.
Chiederei al presentatore della pregiudiziale se questo emendamento modifica l'atteggiamento del Gruppo o se la pregiudiziale debba essere posta in votazione.
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Ritengo che l'emendamento proposto dalla Giunta sia del tutto irrilevante ai fini delle considerazioni da me avanzate sulla non legittimità della deliberazione, che continuo a ritenere fondate.
L'Assessore aveva portato, come argomentazione a difesa della legittimità della deliberazione - e l'argomento è stato ripreso dal collega Consigliere Picchioni - le dichiarazioni scritte di alcuni enti, secondo le quali gli stessi avrebbero iniziato i corsi a loro rischio e pericolo nonché a loro spese nell'ipotesi in cui la deliberazione non venisse approvata dal Consiglio. Ma un'attenta lettura di queste dichiarazioni mi lascia molto perplesso: la situazione non è di enti che hanno iniziato i corsi correndo il rischio di non essere rimborsati se, quando, dove e nell'ipotesi in cui la deliberazione consiliare non passasse. Gli enti che hanno firmato la dichiarazione lo hanno fatto previa autorizzazione dell'Assessorato competente. Il fatto che ci sia stata un'autorizzazione sia pure condizionata dall'approvazione del Consiglio regionale, lascia molto perplessi, anche perché si tratta di un'autorizzazione concessa in periodo di vuoto legislativo o vuoto di deliberazione che dir si voglia.
Non solo per le considerazioni già svolte, ma anche per la dichiarazione portata a suffrago e in contrapposizione ai ragionamenti da me fatti, mantengo la pregiudiziale; e chiedo che si voti per appello nominale.



PRESIDENTE

Il Consigliere Majorino mantiene la pregiudiziale, che pongo in votazione per appello nominale su richiesta dello stesso Consigliere.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 17 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri La pregiudiziale è respinta.
La parola al Consigliere Monticelli per dichiarazione di voto.



MONTICELLI Antonio

Grazie, Presidente. Avevo già preannunciato, intervenendo per dichiarazione di voto sulla pregiudiziale, quale sarebbe stato l'atteggiamento del mio Gruppo nel caso in cui si fosse passati al voto sulla deliberazione. Voglio specialmente limitanei a far presente alla Giunta le responsabilità che si assume. Dev'essere chiaro: quella che si va ad approvare con questa deliberazione è una convenzione in nessun modo applicabile - sottolineo: non applicabile - ed utilizzabile per tutti i corsi già iniziati.
Faccio personalmente presente al Presidente Brizio, visto che dalla bozza di convenzione risulta che sarà lei a firmare questi documenti, che nel caso in cui Il Presidente della Giunta firmasse questo schema di convenzione relativo a corsi già iniziati in quello stesso momento compierebbe un falso. Faccio presente questo problema, personalmente e direttamente alla Giunta e al suo Presidente, tenuto conto di tutti gli elementi emersi dalla discussione. Anche per questa ragione, per non condividere in alcun modo una responsabilità che ritengo grave, perch c'erano forse le vie per risolvere il problema anche al momento attuale, il nostro Gruppo abbandona l'aula e non partecipa a questa votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Signor Presidente, sarò brevissimo in quanto le osservazioni in merito all'argomento le ho già esposte all'inizio di questa discussione.
Mi pare che l'interruzione non abbia prodotto nulla di particolare anche se era possibile trovare delle soluzioni per risolvere il caso del pregresso e andare verso una situazione di maggiore correttezza per il futuro. Ritengo che l'iniziativa di questa delibera, sia, in termini formali, sostanzialmente corretta e segna un passo avanti rispetto al passato. Invece l'aggirare quel poco di ruolo che ancora questo Consiglio ha, è un metodo che ritengo sostanzialmente non accoglibile.
Iniziative di questo genere, che qualcuno ha definito "anomale", non sono limitate soltanto a questo caso, infatti ci sono parecchie altre questioni sulle quali sono state presentate interrogazioni che naturalmente non trovano risposta e hanno tutte lo stesso "titolo" del caso di cui stiamo parlando oggi, cioè di un modo di affrontare in particolare le questioni gravi dell'agricoltura attraverso metodi e criteri che, secondo me, non sono sostenibili.
Cito due casi: il primo riguarda un'interrogazione, non solo presentata dal sottoscritto, sulla questione dei divulgatori agricoli. Questione molto affine come tematica a quella che stiamo discutendo oggi, perché riguarda il problema di un corretto rapporto con la crisi dell'agricoltura e con le possibilità di trovare soluzioni corrette attraverso formazioni professionali, riqualificazione ecc. Sui divulgatori agricoli si usano delle procedure e un utilizzo di fondi provenienti da direttive CEE che sono discutibili.
Il secondo aspetto è relativo ai 40 miliardi di finanziamenti concessi in base alla legge n. 208, per risolvere i cosiddetti problemi di eutrofizzazione del mare Adriatico. Non voglio infierire perché sono un Consigliere Verde, moderato, conservatore, non estremista ecc., però oggi in quest'aula si sarebbe potuto allargare di molto la discussione.
Non è quindi accettabile essere in qualche modo aggirati; l'Assessore Cerchio ci ha detto che i corsi iniziati sono 113 (a parte che ha sbagliato perché sono 115), ma non ci ha detto che - e mi rivolgo anche al collega Picchioni, anche se mi rendo conto che potrebbe scattare un meccanismo di solidarietà di maggioranza e lo capisco - almeno 45 di questi corsi sono già finiti. Si può pensare che, attraverso un qualche cavillo, un corso finito ridiventi un corso in funzione però - e mi ripeto - 45 di questi corsi sono terminati 10/ 15 giorni fa.
Pertanto ritengo doveroso trovare le soluzioni che qualcuno, anche dai banchi della maggioranza, ha proposto. Per questo motivo non partecipo alla votazione ed abbandono l'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giuliano.



GIULIANO Valter

Signor Presidente, colleghe e colleghi, siamo contrari a questa delibera anche nel merito in quanto ci sembra ripercorra strade piuttosto vecchie nel campo della formazione professionale in agricoltura. Non ci sembra questa una risposta efficace alla domanda che lo stesso Assessore Cerchio pone nell'introduzione alla deliberazione con cui presenta la difficoltà e la possibilità che l'agricoltura piemontese possa uscire dal mercato per una serie di problemi.
Quanto poi è emerso in aula sulla funzione che noi siamo chiamati a svolgere, non già di previsione o di programmazione, ma in questo caso di ratifica di iniziative già in parte avviate; ci induce a reiterare il nostro giudizio negativo. Inoltre non possiamo accogliere il giudizio e il suggerimento venuto in quest'aula di atteggiarci a struzzi.
Abbiamo preso atto di quanto ci ha comunicato l'Assessore e devo dire con un certo stupore - sono nuovo di quest'aula e quindi può darsi che con l'esperienza non mi stupirò più di tanto - che si cerca di porre riparo a ritardi che nel passato hanno guidato questi interventi che ci appaiono comunque ingiustificati perché siamo in presenza di una situazione - ci hanno detto che i corsisti sono impegnati nel lavoro in tutti i periodi dell'anno, tranne che nella stagione di riposo invernale - che perdura da sempre. Bisognava quindi pensarci un po' prima.
Non ci ha convinti neppure l'emendamento proposto dalla Giunta per superare una situazione d'empasse. Per questo motivo abbiamo votato a favore della pregiudiziale posta dai colleghi del Movimento sociale italiano e annunciamo, quindi, la nostra non partecipazione al voto e l'abbandono dell'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie signor Presidente, colleghe e colleghi. Al termine della discussione la situazione è rimasta quella di prima. Questa delibera non può essere votata in quest'aula e per questo motivo anch'io, oltre ad essere contrario, abbandono l'aula perché mi sembra che occorra mettere la maggioranza e la Giunta di fronte ad una responsabilità chiara e netta e se volete, anche indurla ad un ulteriore atto di meditazione e di verifica perché i rischi che, a, mio avviso, si corrono nell'approvare una delibera a corsi già iniziati e finiti, sono grossi. Di fronte ad una situazione che è difficile, l'atteggiamento che la maggioranza ha assunto, di continuare ad andare avanti, mi sembra anche autolesionista. Di fronte a situazioni difficili occorre individuare risoluzioni che siano trasparenti, legittime di assunzione di responsabilità, ma senza violare la realtà dei fatti senza negare quello che è successo.
L'atto di responsabilità di governo doveva accettare i fatti e trovare soluzioni amministrative; di questo non si vuole prendere atto. Il contributo che posso dare come forza di opposizione, è proprio quello di andarmene, di lasciarvi soli, nella speranza che rimasti soli non riusciate ad approvare questo atto così illegittimo e nocivo di una prassi di buon Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Signor Presidente, anche il nostro Gruppo abbandonerà l'aula. Mi auguro, però, che arrivi il Consigliere di maggioranza che manca per avere il numero legale, così almeno ciascuno si assumerà le proprie responsabilità. Comunque, chiedo che venga allegata agli atti di questo consesso la relazione di tre pagine fornita dall'Assessorato "Attività formative in agricoltura", dalla quale traspare che ad oggi, per un atto della Giunta, quindi non inventato dal Consigliere Zacchera, almeno 24 corsi sono terminati, ciò è scritto nero su bianco da parte dell'Assessorato.
L'Assessore non me ne voglia, perché non facciamo questioni personali ma due are fa ci ha detto che nessun corso è stato formalmente concluso mentre 24 corsi, dati alla mano, risultano conclusi. Allora, o l'Assessore ha errato; magari involontariamente, o è impreciso quello che c è scritto.
Di fatto si vuole forzare una posizione del Consiglio regionale. Al di là del voto di questa sera, signor Presidente del Consiglio e signor Presidente della Giunta, questo segnala che non tanto e non solo nel settore degli enti professionali, ma nel settore dell'agricoltura sottolineiamo una certa attenzione e teniamo acceso il lumino rosso.
Il collega dei Verdi prima diceva che abbiamo presentato ormai sette interrogazioni su motivi specifici e, noi riteniamo, documentati ed emblematici. Non è bello sentirsi dire nei corridoi: "Vai pure dal Magistrato"; non voglio andare dal Magistrato soprattutto prima delle elezioni, se no si direbbe che è una questione di carattere elettorale.
Vorrei, non dico imploro, perché non è certo il nostro stile quello di implorare, ma vorrei avere delle risposte esaurienti in campo agricolo.
Allora, il voto di questa sera comincerà, ammesso e non concesso che avvenga, se si riuscirà a prendere l'ultimo Consigliere di maggioranza, a non considerare più questo settore un castello fortificato, chiuso, sul quale nessuno può entrare a discutere, a guardare e a vedere.
Queste sono le motivazioni del nostro abbandono dell'aula, ma il mio personale augurio è quello che riusciate ad approvare tale deliberazione in modo che vi assumiate una grossa responsabilità: Chiedo formalmente che alleghiate questo atto della Giunta in cui traspare che, forse per involontaria imprecisione, certe cose dette dall'Assessore due ore fa non sono vere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Penasso.



PENASSO Alfredo

Signor Presidente, chiedo scusa, non avevo nessuna intenzione di prendere la parola in questo contesto. Mi scuso per le mie intemperanze che sono state oggetto precedentemente di questo Consiglio. Chiedo scusa al Presidente, non chiedo scusa al Consigliere che mi ha preceduto; perch ancora una volta, nel suo ultimo intervento, continua a fare insinuazioni e supposizioni che non approvo. Se queste sono le sue valutazioni, continuo a ripetere che ci sono strumenti adatti a mettere l'Assessore che gestisce il settore agricolo della Giunta di fronte alle proprie responsabilità. Non ci si può trincerare dietro l'immunità politica per fare...



ZACCHERA Marco

...Quale immunità? Chiedo solo delle risposte...



PENASSO Alfredo

... Io ti ho interrotto prima, chiedo anche scusa per l'interruzione macerie affermazioni sono, seppure dette in chiave politica, inaccettabili.
Possiamo essere in disaccordo sul modo di gestire la politica agricola in Regione, ma questo è in chiave politica; ognuno, quando ha la responsabilità, gestisce, progetta e programma secondo la logica di una maggioranza che governa ed è un controllo che non è mai stato messo in discussione da parte della minoranza.
Dicevo, quindi, signor Presidente, che siamo rimasti soli, ma la solitudine molte volte è una buona consigliera; ci è stato preannunciato che saremmo rimasti soli, ma credo che in questa solitudine, con molta responsabilità, porteremo avanti fino in fondo l'orientamento ed il progetto che intendiamo realizzare in questo settore, così come in tutti gli altri.
Mi stupisce veramente, anche se è sempre stato oggetto di grande discussione un minimale atto di questa Regione. Chi vi parla ha ormai una lunga esperienza di questo Consiglio; ci facciamo tutti paladini dello sviluppo, di conseguenza della salvaguardia di un interresse agricolo che è un interesse di un settore primario. Dopo di che, alla resa dei conti si introducono - mi permettano i colleghi di dirlo - forme strumentali demagogiche, su un progetto che viene realizzato alla luce del sole.
Il collega ha detto che il mondo dell'agricoltura è chiuso, mentre l'agricoltura è il mondo più aperto in tutti i settori della nostra società.
L'agricoltura è l'area in cui viviamo, in cui esercitiamo ognuno la propria attività, di conseguenza è quell'attività che si dice "alla luce dei sole", che si può confrontare quotidianamente. Tutta l'azione della Regione Piemonte è alla luce del sole perché tutti gli interventi e tutti i progetti agricoli sono ben visibili, alla luce di qualsiasi cittadino e collega del Consiglio regionale.
Come dicevo inizialmente, si può dissentire sul progetto che la Regione Piemonte porta avanti, sul progetto che questa maggioranza porta avanti, ma non si può sempre mettere in discussione l'onestà e la correttezza dell'impostazione e, di conseguenza, dell'attuazione dei programmi. In politica si può dissentire, non ci scandalizziamo certo di non trovare la solidarietà complessiva del Consiglio, ma da questo ad essere continuamente messi sul banco degli imputati come i bistrattori dell'agricoltura e incapaci di dare delle risposte, ritengo sia di là da venire.
Sono orgoglioso che ancora oggi la Regione Piemonte porti avanti questo discorso, seppure in termini ridotti rispetto al passato; nel momento in cui le nostre potenzialità economiche ce lo permettessero, bisognerebbe impegnarsi più a fondo sul settore della formazione in agricoltura che ha aree vastissime. Scorrendo i corsi vediamo soltanto qualche indicazione e non riusciamo certamente a realizzare e ad impegnarci sul vasto campo dell'agricoltura, tenendo conto che una, parte di questi corsi che è sfuggita ai più, e che è la stragrande maggioranza del nostro impegno finanziario, sono dei corsi obbligatori per legge, in cui i produttori agricoli devono dotarsi di un patentino per poter esercitare l'attività agricola nella formazione e, di conseguenza, nell'utilizzo di tutti i presidi sanitari. Questo è un obbligo di legge.
Noi rispondiamo soltanto ad un obbligo di legge, di conseguenza adesso che si vuole non realizzare, oppure mettere in discussione corsi già in fase di esecuzione e non ancora chiusi...



PRESIDENTE

...Mi scusi, Consigliere Penasso, vorrei dire al Consigliere Vaglio che la Presidente, da sempre, alterna le posizioni di maggioranza e di opposizione.



PENASSO Alfredo

Come dicevo, questi corsi sono realizzati in funzione di una specifica determinazione di legge che ha imposto ai produttori agricoli di dotarsi di uno speciale patentino che ha delle scadenze triennali, di conseguenza ogni tre anni devono dare l'esame e dimostrare di essere capaci ed aggiornati (questa è formazione professionale) e di essere in grado di esercitare a fondo, secondo i dettami legislativi, l'utilizzazione dei presidi sanitari.
Ciò secondo lo spirito che tutti rivendichiamo, quello cioè di un ruolo diverso dell'agricoltura per il risanamento ambientale, di cui prima ha anche parlato il collega Miglio.
Se provate a fare un'analisi, tutto è, seppure limitatamente rispetto alle esigenze di oggi, in funzione della realizzazione di una capacità imprenditoriale per adattarsi ed essere in grado di rispondere alla nuova trasformazione dell'agricoltura da voi tutti richiamata. Il dramma che dobbiamo affrontare, se vogliamo risolvere i problemi attuali dell'agricoltura; è una maggior utilizzazione delle capacità imprenditoriali per dare risposte adeguate alle esigenze odierne.
Ancora una volta ringrazio la Giunta per lo sforzo compiuto; ma le chiedo uno sforzo superiore. Mi auguro che negli anni futuri le nostre risorse ci permettano di spendere ed investire molto di più per ottenere dei risultati economici sul settore della formazione e, di conseguenza della imprenditorialità. Qui è stato richiamato - e chiudo - il fatto che non ci rivolgiamo a dei ragazzini, ma ci rivolgiamo (basta vedere i dati anagrafici degli allievi di questi corsi) ad imprenditori già impegnati, ai quali la formazione dà due condizioni fondamentali: una preparazione sul piano culturale e una preparazione sul piano della formazione imprenditoriale.
Sono orgoglioso di sedere su questi banchi, e se vi siedo, dico che le mie pochissime :capacità oratoriali ed imprenditoriali sono dovute a questi corsi, nati ben prima delle Regioni.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marchini ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto: ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo voterà la deliberazione, ma desidero chiarire cos'è questa deliberazione secondo il nostro punto di vista.
Questa deliberazione è composta sostanzialmente di due parti: una deliberazione programmatica, sulla quale nessuno si è pronunciato, e una convenzione quadro. La discussione si è ridotta ad una questione intermedia che la Giunta ha ritenuto di mettere a conoscenza del Consiglio, e resistenza di una prassi consolidata per cui alcuni corsi vengono gestiti in regimi di vigilanza - potremmo dire - e convenzionati quando il programma è approvato. Sottolineo che il programma, non la convenzione, da sempre si è approvato dopo che i rapporti erano andati avanti; questo, cari colleghi, avviene su tutto l'arco della formazione professionale.
Devo dire che l'atteggiamento del PDS in questa vicenda mi ha aiutato a capire cosa non sono le sigle presenti nella deliberazione; sicuramente queste non sono sigle che interessano il PDS. Anticipo che su tutte le deliberazioni che verranno presentate in questo Consiglio, relative a contributi, tempo libero, agriturismo, formazione professionale, chieder alla Presidenza di condurre un'indagine e di leggere in aula le aree di patronaggio politico degli Enti che ricevono soldi con deliberazioni e leggi regionali.
Stare dalla sponda nobile non è falle. Se un giorno o l'altro scriverete - mi auguro - la mia biografia, vi prego di cominciare dicendo che Sergio Marchini nasce montanaro, ma agricoltore; agricoltore non della sponda nobile, perché esiste sì l'imprenditoria agricola (quella delle multinazionali statunitensi che imbottigliano i nostri vermouth), ma esiste anche il mondo - quello che, guarda caso, proprio il PDS difende sempre della sponda povera della montagna, dalla quale molti di noi provengono.
Leggo che per svolgere alcune attività ci vuole un patentino e che per ottenere questo patentino bisogna seguire un corso che costa 2 milioni; non si può però impedire ad un agricoltore di dotarsi della professionalità necessaria per gestire i fitofarmaci al fine di tutelare le multinazionali che si occupano dei vini DOC. Questo modo di comportarsi è paradossale; mi pare veramente che qui si sia rotto Il limite della correttezza reciproca e si sia arrivati all'intimidazione del nostro Presidente, al quale si è detto: "Se firmi la convenzione, fai un falso".
Visto che ho vissuto in parte questa vicenda, devo chiarire ai colleghi che l'emendamento predisposto dalla Giunta ha valore non per il passato ma per il futuro se non chiariamo che la convenzione ha vigore almeno da oggi nel caso contrario, la Regione farebbe convenzioni per attività che verranno portate in essere dal 31 ottobre 1992 in poi. Questo emendamento dunque, tende soprattutto a rendere gestibile nel 1992 questa convenzione: se poi, come ha fatto per il passato, la Giunta ritiene di utilizzare le convenzioni in termini di sanatorie, queste attengono alla sua mera responsabilità e non coinvolgono il comportamento del Consiglio regionale.
Questo girare di veli funerei, di vestali del costume, i partiti fortemente radicati nel sistema del consenso e del sottogoverno, non se lo possono permettere; adesso andremo a chiarire bene a chi vanno i soldi dell'agriturismo, cosa sono le cooperative, a quali centrali politiche faranno capo, perché quanto è avvenuto oggi mi sembra ai limiti della tracotanza.
Ho fatto riferimento a un solo Gruppo politico perché tutti sappiamo benissimo che il MSI ha tante colpe, oltre ad alcuni meriti - ad esempio quello di avere una nipote di Mussolini che ci fa dimenticare il nonno - ma sicuramente non è radicato In questi fenomeni.
Tornando al discorso sulle mie origini di agricoltore, oltre che di montanaro, mi è venuta in mente una cosa curiosa che dovrebbe farci meditare. Nella zona dove ho fatto l'agricoltore per qualche anno, non si era usi innestare poiché quelle colture non conoscevano la tecnica dell'innesto. Bene, qualche anno fa ho trovato al mio paesello natìo dei ciliegi innestati a 1.500 metri. Questo cosa significa? Che sicuramente attraverso uno di questi corsi, i due o tre agricoltori rimasti in quel paese - agricoltori che bisogna difendere, tenere, perché presidiano il territorio, ci difendono dalle frane, dalle alluvioni; ci difendono da tutti, secondo la letteratura disneyana - hanno sperimentato l'innesto di ciliege su ciliegi selvatici; questa è sicuramente la conseguenza (non so che tipo di risultato potrà dare) di iniziative come queste. Secondo me questo agricoltore, questo contadino (non so bene come definirlo), questo operatore della terra (di questi tempi bisogna aggiornarsi) ha fatto sicuramente un salto di qualità nell'attenzione verso il suo mondo: questo merita un qualche riconoscimento. Allora - ripeto anche per il Consigliere Tapparo - l'imprenditore esiste, esiste tutto questo mondo rispetto al quale qualcosa bisogna continuare a fare.
Sicuramente non convengo sull'opportunità di molte delle cose previste da questi corsi e riconosco che gli stessi sono ripetitivi e non producono abbastanza, ma da questo ad abbandonare l'aula ci corre abbastanza.
Ringrazio la Giunta per aver fornito al Consiglio un'informazione che malgrado non abbia fatto chiarezza su questioni che tra l'altro non erano oggetto del nostro dibattito, ma erano di tipo esterno, ci ha consentito di capire due cose importanti.
Primo: che questo tipo di intervento è, se non in esaurimento, in via di riduzione in termini minimali: secondo: per la prima volta ci sono stati presentati, in termini molto chiari, da una parte il programma e dall'altra lo strumento.
A me pare quindi che la Giunta abbia ben meritato da parte del Consiglio un atteggiamento di rispetto (che non c'è stato) e dai banchi della maggioranza un voto favorevole che, ripeto, attiene ai due momenti della deliberazione più che al contenuto. Sul contenuto bisognerebbe avere la fortuna di vivere questo mondo, e sicuramente il Consigliere Penasso lo vive.
Vi ho raccontato la piccola esperienza di un ex agricoltore che fa l'alpinista e che a 1.500 metri trova i ciliegi innestati. Quello stesso agricoltore alpinista si accontentava da piccolo di mangiare le ciliege al naturale; ciò vuol dire che in questo mondo minuto della sponda non nobile dell'agricoltura qualcosa pure si fa per cercare di consentire a questi sacerdoti dell'agricoltura, non più imprenditori, di rimanere sul loro territorio.
Allora io mi chiedo: come fermeremmo questo piccolo mondo dei vinti al territorio se non con interventi minimali? La grande politica non farà rimanere gli agricoltori sulle nostre montagne. Paradossalmente saranno i microinterventi - voglio dirlo - saranno gli interventi a pioggia, perch se restaureremo la malga e faremo la pista probabilmente rimarrà il titolare dell'alpeggio; se daremo la possibilità a qualcuno di commercializzare il prodotto di qualche malga abbandonata, forse questo continuerà a rimanere sul territorio.
Non possiamo aspettare la grande politica. La grande politica, cari amici, la stanno già facendo i grandi imprenditori, perché i francesi della Moet-Chandon che hanno comprato le nostre cantine fanno la grande politica e non hanno certo bisogno dell'intervento regionale. Brutalmente, a questo punto, mi chiedo se non sia il caso di ritagliare un bel pezzo del Piemonte, quello produttivo e imprenditorialmente interessante, da interventi della politica regionale, perché li ci pensa già qualcuno. Le aree del Barolo non hanno bisogno né di interventi di natura professionale né di sostegno, perché chi ha la fortuna di avere i terreni di Barolo collocati nella giusta esposizione, non ha bisogno di niente.
C'è invece una grande area povera, di agricoltura povera, rispetto alla quale va conciliata brutalmente un'attività di assistenza, un'attività di formazione e un'attività di promozione. Mi pare che la Giunta abbia fatto qualche tentativo di collocarsi un po' più avanti rispetto a prima: non si è ancora giunti dove ci auguriamo, ma siamo sulla strada giusta.



(Il Gruppo PDS, il Consigliere Marino, il Gruppo Verdi, il Consigliere Chiezzi, il Gruppo MSI, i Consiglieri Bodrero, Vaglio e Maggiorotti abbandonano l'aula)



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di parola, porgo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Cerchio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 25 voti favorevoli.
Pongo ora in votazione per appello nominale, richiesto dai Consiglieri Vaglio, Majorino e Zacchera, la deliberazione così emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 25 hanno risposto SI 25 Consiglieri La deliberazione è approvata.
La votazione è valida ai sensi del terzo comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare, in quanto i Consiglieri in congedo (n. 11) non vengono computati per fissare il numero legale.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n. 329 proposto dai Consiglieri Chiezzi, Marino e Miglio, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte udita la replica dell'Assessore Cerchio nel dibattito sulla proposta di deliberazione n 352 nella quale ha reso noto al Consiglio che alcuni Enti esercenti, per conto della Regione, corsi di formazione professionale hanno dichiarato di assumersi gli oneri dei corsi eventualmente non finanziati dalla Regione impegna la Giunta regionale ad accogliere la disponibilità, di detti Enti a far fronte con risorse proprie ai corsi di formazione professionale già istituiti a destinare i fondi regionali così risparmiati per altri corsi di formazione professionale in materie strategiche per lo sviluppo dell'agricoltura nel rispetto dell'ambiente." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno n. 329 è respinto con 5 voti favorevoli e 25 contrari.


Argomento:

Esame proposta di deliberazione n. 352: "Formazione professionale in agricoltura. Programma annuale e anno formativo 1992" (seguito) Presentazione questione pregiudiziale e ordine del giorno n. 329.

Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,15)



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