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Dettaglio seduta n.130 del 18/02/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti i processi verbali delle adunanze consiliari del 2 luglio 1991: se non vi sono osservazioni, si intendono approvati. (I Consiglieri Bodrero e Giuliano si astengono).


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Bresso, Carletto, Coppo Croso, Dameri, Garino, Grosso, Leo, Peano, Rivalta, Sartoris.


Argomento:

b) Elenco viaggi effettuati dai Consiglieri regionali a Roma nell'anno '91


PRESIDENTE

L'elenco dei viaggi effettuati a Roma dai Consiglieri regionali sarà allegato al processo verbale della seduta odierna.


Argomento: Rapporti Regione - Parlamento

Conclusione dibattito sul ruolo del Consiglio regionale e sul nuovo regionalismo (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Conclusione dibattito sul ruolo del Consiglio regionale e sul nuovo regionalismo", l'intesa era di rinviarlo alla prossima seduta.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame ordini del giorno nn. 313 presentato dai Consiglieri Monticelli Buzio e Marengo e n. 326 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera sul bilancio 1992


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto 4) all'o.d.g.: "Esame ordine del giorno n.
313".
Informo il Consiglio che è pervenuto un altro ordine del giorno, il n.
326, a firma dei Consiglieri Majorino e Zacchera su analogo argomento, che è a disposizione dei Consiglieri. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Monticelli per illustrare l'ordine del giorno n. 313; ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Preliminarmente vorrei capire in quali condizioni ci accingiamo a svolgere questo dibattito essendo che la Giunta è presente solo con l'Assessore Gallarini, peraltro doverosamente presente. Non vedo, a parte il collega Fiumara (lei Presidente non la conto perché qui è Presidente e non la conto come membro della maggioranza), colleghi della maggioranza.



PRESIDENTE

Devo allora dedurre che questo argomento non ha molto successo.



MONTICELLI Antonio

Vorrà dire che ne terremo conto nel proseguo dei lavori perch potrebbero esserci degli argomenti che interessano la maggioranza che non hanno altrettanto successo da parte dei colleghi della minoranza.
Signor Presidente e colleghi, questo ordine del giorno era stato presentato dal nostro gruppo a fine dicembre in coincidenza con la discussione della legge per l'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della nostra Regione. Su richiesta della Giunta, in particolare del Presidente Brizio, si giunse a rinviare la discussione di questo ordine del giorno che avrebbe dovuto essere discusso in coincidenza con l'approvazione di quel disegno di legge a termine di regolamento. Da allora ad oggi sono trascorse alcune settimane, un mese e mezzo circa, ma i problemi che ponevamo in quell'ordine del giorno si presentano tuttora tutti e ulteriormente aggravati. Nell'illustrare questo ordine del giorno vorrei fare una premessa ricordando, peraltro, le cose che abbiamo già detto in quest'aula, in occasione della discussione sia sulla legge che introduceva e modificava il regime della tassazione delle addizionali regionali, sia in occasione della discussione della legge di autorizzazione dell'esercizio provvisorio.
Condividiamo, credo, con tutto il Consiglio, indipendentemente dalle posizioni politiche, lo stato di allarme grave per la situazione della finanza regionale. In parte questa situazione grave dipende da condizioni che superano la nostra possibilità di intervento, la nostra diretta competenza. Sono questioni che attengono allo stato della finanza pubblica in generale, del nostro Paese e attengono a decisioni e scelte che fanno capo al Governo e al Parlamento della Repubblica. Il bilancio della nostra Regione è, quindi, un bilancio largamente condizionato da questo quadro, da questi vincoli, e registra, quest'anno in particolare, per il peso di questi vincoli nazionali, una situazione di difficoltà senza precedenti.
Abbiamo però sostenuto, fin dall'inizio, che questa difficoltà, in gran parte esterna alle nostre possibilità di intervento, poteva e può ancor essere un'occasione per una nuova impostazione rigorose seria della politica finanziaria e della politica di bilancio della Regione.
Un'occasione, quindi, per quella che abbiamo chiamato "riforma del bilancio regionale".
Siamo particolarmente preoccupati, a un mese e mezzo di distanza dalla votazione dell'esercizio provvisorio, che questa possibilità di riforma del bilancio regionale - che nasce per una strana contraddizione, e per motivazioni molto precise che cercherò di riprendere - non sia colta, non venga colta, e non sarà colta dal Governo della nostra Regione e dalla maggioranza che lo sostiene.
Ci troviamo ad avere, oggi, un bilancio particolarmente rigido: questa rigidità è ulteriormente accentuata dal fatto di cui siamo stati resi edotti lo scorso Consiglio dal Presidente Brizio, relativo al venir meno di una previsione di entrata piuttosto consistente, quella che avrebbe dovuto derivare dall'applicazione di un aumento di 10 lire sul metano per uso non legato all'abitazione, ma industriale, agricolo, ecc.: all'incirca 50 miliardi. Ci è stato detto che si pensa di far fronte a questa mancata entrata rivedendo le previsioni di entrata, aumentando le previsioni di entrate su altre voci di addizionali, il che forse vuol dire che c'è stata nella prima impostazione di bilancio una dose molto consistente di prudenza da parte degli amministratori. E' sempre positivo che gli amministratori siano prudenti nel valutare le possibilità di entrate; forse c'è stato un eccesso di prudenza, oppure - temo questa seconda ipotesi - stiamo "raschiando il fondo del barile" e, quindi, siamo ad un livello di rigidità di bilancio maggiore rispetto a quanto non fosse già.
Un richiamo all'attualità, cari colleghi: cosa significa questa rigidità di bilancio? Vuol dire quello che paventava, dalle pagine de "La Stampa", l'Assessore Cerchio, cioè l'accordo dell'Olivetti che prevede interventi di formazione professionale per il personale in mobilità da un posto di lavoro all'altro, e l'Assessore si domanda con quali soldi.
Sappiamo che il bilancio regionale già oggi impegna grandi risorse per la formazione professionale (ne parleremo oggi parlando della deliberazione sulla formazione professionale in agricoltura), risorse forse non sempre ben utilizzate. Ci troviamo, pure in presenza di un grosso capitolo di bilancio sulla formazione professionale; in difficoltà ad intervenire di fronte ad un fatto nuovo, significativo ed importante come quello posto dall'accordo siglato per l'Olivetti, perché non abbiamo questi margini abbiamo un bilancio rigido e - io aggiungo- ingessato da una spesa storica non più verificata da lungo tempo, nella sua validità, nella sua efficacia ed anche nei suoi livelli di efficienza. Basta guardare cosa sono i residui passivi, dove si concentrano nella spesa regionale e come sono investite le scarse risorse della Regione su alcuni capitoli. Per questo motivo abbiamo posto, con il nostro ordine del giorno, le esigenze preliminari di una riforma del bilancio. Una riforma che, per noi, deve partire da un aggancio stretto fra bilancio e Piano di sviluppo regionale; un Piano di sviluppo che non deve più essere il libro dei sogni, ma un programma concreto, con obiettivi e progetti precisi ai quali sia collegata una chiara e precisa previsione di spesa annuale e pluriennale.
Ponevamo allora l'esigenza di discutere entro tre mesi in Consiglio ed un mese e mezzo è già passato - l'aggiornamento del Piano di sviluppo con queste caratteristiche, quindi con allegato un programma di spesa annuale e pluriennale per finanziare quelle priorità che (aggiornamento dovrebbe indicare. Non c'è ancora traccia di questo nella discussione che la Giunta sta proponendo in queste settimane al Consiglio.
La Giunta ha presentato alcuni mesi fa un documento preliminare di linee all'aggiornamento del Piano di sviluppo; non siamo ancora arrivati alla discussione in Consiglio su quel documento, né sentiamo da parte della Giunta una particolare urgenza ad affrontare questo tema, tant'è vero che non viene nemmeno posto come priorità alla discussione del Consiglio da parte della Giunta.
Nell'ordine del giorno, in secondo luogo, chiedevamo di andare a una verifica seria e rigorosa della spesa regionale, andando a vedere bene qual è lo stato del finanziamento delle leggi regionali, quali di queste leggi ha ancora senso finanziare e con quali disponibilità, andando a rimettere in discussione la spesa storica della Regione, ponendo fine ad un meccanismo di impostazione del bilancio per cui ogni anno si parte da quello, che si spendeva l'anno precedente, reimpostando le priorità del bilancio e incominciando ad affrontare seriamente, anche con alcune ricerche campione, il problema del controllo di gestione, individuando alcuni capitoli, alcuni settori della spesa regionale su cui avviare immediatamente il meccanismo, che dovrebbe teoricamente essere già pronto di controllo di gestione.
In terzo luogo, chiedevamo alla Giunta di presentare al Consiglio un bilancio definitivo, per quello che è possibile in questa fase. Sappiamo tutti che si prevede un assestamento del bilancio a giugno, è una consuetudine, una norma dell'Amministrazione pubblica; sappiamo tutti che l'assestamento di bilancio previsto a giugno di quest'anno potrebbe essere particolarmente corposo, perché potrebbe essere l'assestamento con il quale si rivede anche il meccanismo delle addizionali regionali; quindi rivedendo le entrate si potrebbe rivedere in modo serio l'aspetto delle uscite. Non possiamo accettare che si vada avanti con documenti di bilancio soggetti da una settimana all'altra, a note di variazione, a mutamenti in corso d'opera.
Abbiamo infatti approvato l'esercizio provvisorio su un documento di bilancio a fine dicembre e sono già state proposte due note di variazione al documento stesso. Una terza nota di variazione è in preparazione perch sono saltate le 10 lire sul metano per uso industriale; non sappiamo ancora qual è la parte di spesa sanitaria che farà carico alla nostra Regione quindi ci possiamo aspettare, anche in quel senso una quarta nota di variazione. Non sappiamo ancora, inoltre, qual è la quota variabile del fondo per le Regioni di cui parla la legge 158, la legge sull'autonomia impositiva, sulla quale si è aperto un contenzioso fra Regioni e Ministero del Bilancio; anche lì, in rapporto a quella che sarà la soluzione definitiva, o la soluzione prevista per alcuni mesi, possiamo aspettarci una quinta nota di variazione del bilancio.
E' un modo di lavorare sul bilancio della Regione, quindi su un bilancio pubblico, inaccettabile. Per questo motivo rifiutiamo e rifiuteremo qualsiasi corsa ad ostacoli contro il tempo per portare in approvazione il bilancio in Consiglio regionale, come qualcuno della maggioranza ha più volte sostenuto, e siamo a tempi strettissimi, entro la fine del mese.
Il bilancio può essere tranquillamente approvato alla fine del prossimo mese di marzo; siamo largamente in tempo. Abbiamo un mese di tempo per un esame serio nelle Commissioni e questo dovrebbe incominciare a svolgersi in questa settimana, per sezionare il bilancio per settori, per incominciare ad usare davvero un metodo rigoroso di esercizio del controllo del Consiglio sull'impostazione del bilancio, incominciare a vedere davvero com'è strutturata la spesa della nostra Regione.
Usiamolo questo tempo per avviare il controllo di gestione, per acquisire elementi di maggiore certezza su dati che dipendono da scelte nazionali e portiamo il bilancio in discussione in Consiglio a fine marzo in modo serio, in modo che non sia soggetto, la settimana seguente all'ennesima nota di variazione.
Infine, nel nostro ordine del giorno, ponevamo l'esigenza di incominciare ad affrontare anche in questo bilancio, prima ancora dell'assestamento previsto a giugno, quindi ora, il problema di indicare alcune scelte prioritarie della Regione. Abbiamo indicato un elenco, alcuni titoli; non li riprendo, lo faranno altri colleghi del mio Gruppo nei loro interventi. Noi denunciamo un fatto, colleghi; è vero, avete continuamente sostenuto - mi riferisco alla Giunta - che il bilancio di cui si parla è un bilancio "tecnico", avete introdotto in questo documento delle impostazioni da bilancio tecnico, dei tagli del 10% in media sulle spese di funzionamento, del 20% in media sulle cosiddette spese libere regionali. Ma anche nel fare tagli di questo tipo, c'è modo e modo.
Noi diciamo che sono stati applicati in modo davvero - e mi scuso con chi appartiene a questa nobile categoria - ragionieristico i meccanismi di taglio all'impostazione del bilancio. Riscontriamo tagli del 20% applicati su capitoli che avrebbero invece dovuto essere potenziati, ad esempio in rapporto alla crisi economica che sta vivendo la nostra Regione. Mi riferisco al capitolo per il finanziamento della legge 56 sull'innovazione al capitolo per il fondo sull'occupazione: Quei capitoli avrebbero dovuto essere incrementati anche con un bilancio tecnico per dare un primo segnale di volontà politica, di governo della nostra Regione rispetto alla crisi industriale più grave che il Piemonte abbia mai vissuto. Invece, ritroviamo tranquillamente il 20% di diminuzione, così come per tutti gli altri capitoli.
Questo era l'ultimo problema che ponevamo all'ordine del giorno.
Se c'è la volontà politica, siamo ancora in tempo; la discussione di oggi dovrebbe servire a verificare se c'è la volontà politica di affrontare il problema del bilancio con una nuova serietà che ci è imposta dalla situazione della nostra Regione e della finanza pubblica e anche - se mi permettete - dall'esigenza di ridare senso e dignità alla funzione che noi tutti svolgiamo in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per l'ordine del giorno n. 326.



ZACCHERA Marco

Il Gruppo del MSI - DN ha presentato, prima firma quella del Capogruppo avv. Majorino, questo ordine del giorno che, in qualche verso, vuole riprendere le frasi finali del collega che mi ha preceduto. In altre parole, quando tratteremo la discussione sul bilancio - mi è sembrato di cogliere già questi aspetti nel bilancio dell'anno scorso, ma penso che questi siano cosa abbastanza ripetitiva - potremo affrontarla da un punto di vista politico e da un punto di vista tecnico, ma potremo anche affrontarla da un punto di vista di politica di bilancio, e l'Assessore sa cosa intendo.
Vorrei, per quanto possibile, estraniare la discussione di carattere politico, che avremo tempo, modo e dovere di fare, per concentrarmi sulla discussione tecnica. E la volontà del nostro ordine del giorno è di arrivare a questa discussione tecnico-politica in sede di bilancio con dei documenti chiari.
Ho l'impressione che la gran parte del Consiglio regionale, non dico "non capisca" (per-ché sarebbe offendere ogni collega), ma sovente non comprenda bene i meccanismi di bilancio, anche perché la stessa presentazione grafica del bilancio è spesso abbastanza incomprensibile.
Riprendendo quanto noi avevamo già sostenuto l'anno scorso, sarebbe utile disporre di tabelle extra di bilancio in grado di permettere a tutti (a noi, ai giornalisti e soprattutto ai cittadini) di capire com'è polso della Regione Piemonte dal.punto di vista finanziario.
Noi abbiamo presentato questo ordine del giorno con sei punti concreti secondo noi utili per tutti. Qual è la volontà? E' appunto di poter dare da una parte, una lettura di bilancio più chiara e, dall'altra, di arrivare a capire - questo è determinante in una politica di bilancio che non sia politico-partitica, ma politica nel senso di organizzazione di una struttura finanziaria della Regione al fine di amministrarla meglio quale sia la velocità operativa della Regione. Abbiamo l'impressione che, al di là di tutti i guai che possiamo o non possiamo avere, la velocità, il "rendimento" della struttura burocratica regionale stia peggiorando, cioè stia rallentando. Dal momento in cui nasce un problema e viene affrontato a quando viene eventualmente fatta ed applicata la legge regionale, il tempo che poi ci vuole perché i contributi, o comunque le provvidenze stabilite da quella legge, cadano sul sistema è troppo lungo, prova ne sia il continuo crescere dei residui, cioè dei soldi che la Regione non ha speso nell'anno di competenza.
Di qui, secondo noi, nasce la necessità di predisporre propedeuticamente, cioè in vista della discussione sul bilancio, sei tabelle, per alcune delle quali debbo formalmente ringraziare la funzionaria della III Commissione che vi ha lavorato con buona volontà malgrado i molti problemi (le ho avute cinque minuti fa e chiaramente non ancora potuto verificarle).
Che cosa significa questo? Prima di tutto significa cominciare a stabilire, in un primo quadro, le disponibilità del 1992, raffrontandole agli anni pregressi (quindi il bilancio preventivo 1992 da una parte, e il 1990 e il 1991) non soltanto per capitoli, ma per settori.
Prendiamo ad esempio il primo settore in ordine alfabetico, quello dell'agricoltura. Per queste leggi che disponibilità avevamo nel 1990 e nel 1991, e quante ne abbiamo nel 1992? Si tratta di fare un trend storico delle entrate o delle uscite, a seconda di cosa si stia parlando in quel momento, negli ultimi due anni; questo è importante per far capire a tutti quanto (abbiamo fatto il caso dell'agricoltura) stia spendendo o abbia intenzione di spendere la Regione in quel determinato settore.
Il secondo elemento di cui abbiamo bisogno a febbraio/marzo 1992 è capire l'utilizzo dei fondi del 1991; posto che per l'agricoltura l'anno scorso avevamo a disposizione (ho già qualche dato) 357 miliardi, quanti ne sono stati effettivamente spesi e come sono stati spesi all'interno delle nove aree programma dell'agricoltura? Anche questo è importante, perché se non abbiamo un documento a consuntivo (ecco perché parlavo della velocità e dell'operabilità della Regione) non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio che vada al di là di un giudizio politico, per cui i Consiglieri di maggioranza dicono che va bene e quelli di opposizione che va male; occorrono, invece, dei dati operativi che, secondo me, sono utili per tutti.
La terza questione riguarda la situazione dei residui attivi e passivi cioè della quantità e dell'utilizzo di quei soldi non spesi nel 1990 e nel 1991, in vista del 1992. Se in un'area di programma non è stato speso (poniamo) il 50% dei fondi a disposizione, sappiamo in anticipo che la metà dei fondi messi a bilancio nel 1992 presumibilmente non verrà spesa; per finché non abbiamo un trend storico di quanto è stato possibile realizzare negli anni precedenti, non possiamo esprimere un giudizio.
Vi sono altre tre richieste di carattere tecnico. Ricordo una discussione sui beni immobili della Regione, mi pare in I Commissione (cui avevo partecipato una volta tanto anch'io), presente l'Assessore Gallarini.
Il discorso di andare ad alienare alcuni beni immobili, cioè delle proprietà, per recuperare dei fondi regionali può essere più o meno discutibile e sicuramente rappresenta una delle strade possibili; a questo punto, però, ogni Consigliere regionale dovrebbe disporre di un inventario fisico dei beni immobili e di ogni immobile sapere come lo stiamo utilizzando, quanto ci è costato, l'eventuale reddito, il costo di manutenzione, gli intendimenti futuri della Giunta di utilizzo, non dico del singolo appartamento ma per lo meno del cespite, se è di grossa entità.
Se non abbiamo questo inventario di beni immobili regionali, secondo me non siamo in grado di prendere decisioni documentate.
Sarebbe utile, inoltre, un inventario, dei mezzi tecnici ed elettronici disponibili. L'Assessore ricorderà il nostro famoso volumetto "Meno sprechi, meno tasse"; io vorrei cominciare a capire il patrimonio, per esempio, dal punto di vista elettronico della Regione, come sia utilizzato dove sia carente, dove siano dislocati i computers, se funzionino o meno in quali servizi siano utilizzati o no . Un inventario che non sia soltanto l'elenco col numero di matricola dei computers, ma diviso per aree (in questa zona siamo a posto, in quest'altra non siamo a posto, in quella zona dobbiamo investire). Secondo me, anche questo è un aspetto che va approfondito, sempre tecnicamente in vista del bilancio.
Infine, ,e qui c'è un po' di demagogia, un elenco delle disponibilità del parco automezzi. Noi vorremmo sapere, per quanto riguarda i mezzi, gli automezzi e comunque tutti i mezzi di trasporto della Regione, dove siano localizzati, chi e come li stia utilizzando, anche per avere un'idea di quanti siano effettivamente disponibili e quanti si possano tagliare perché secondo me in qualche occasione sono male utilizzati e costano molto.
Questi erano i sei punti del nostro ordine del giorno, che una volta tanto penso potrebbe essere votato da tutti. Ritengo che, se l'Assessore sarà in grado di fornirci questi dati prima della discussione generale sul bilancio, tutti noi potremo leggere quel bilancio in termini molto più concreti e molto più utili e, conseguentemente, esprimere un giudizio non soltanto di motivazione politica, ma anche di motivazione tecnico amministrativa e oso dire anche ragionieristicamente contabile.
Per questo i Consiglieri del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale propongono all'approvazione del Consiglio questo ordine del giorno e si augurano che i colleghi capiscano che fare opposizione, spesso e volentieri, non è soltanto criticare ma, come in questo caso, significa anche cercare di proporre qualcosa di utile, ripeto, per tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre,.



SEGRE Anna

Affrontare compiutamente il problema del bilancio dovrebbe implicare per tutti noi capire che il problema della chiarezza del bilancio, della verifica dell'efficacia delle spese - come richiamato in ambedue gli ordini del giorno illustrati - dovrebbe far parte del più ampio dibattito (che abbiamo già iniziato e che peraltro non è ancora terminato) sul ruolo non solo del Consiglio, ma delle Regioni.
Se vogliamo andare verso un sistema federativo, come è nelle intenzioni dei Verdi e , come anche una più ampia rappresentanza di vari partiti ha già espresso, credo che il problema del bilancio e della sua chiarezza sia un problema fondamentale da affrontare. Quindi penso che i punti or ora elencati dal Consigliere Zacchera siano tutti estremamente importanti perla trasparenza di un bilancio regionale. Già l'anno scorso, in occasione della seduta di approvazione del bilancio, avevo sollevato questo problema e, se non mi sbaglio, l'Assessore Gallarini aveva risposto che si sarebbero messi allo studio per trovare una soluzione.
Noi continuiamo a non vedere nel bilancio regionale della nostra Regione, in generale comunque nei bilanci degli Enti locali, non dico una redazione vera e propria, ma neppure un'impostazione di bilancio ambientale, pur rendendoci conto che è estremamente difficile e bisognerebbe andare per passi successivi.
Come avevo già detto l'anno scorso - e mi ripeto in quanto da questo punto di vista niente è cambiato - accanto a dei bilanci con le poste finanziarie, quindi esposte in numerario, dovrebbero essere affiancati dei bilanci ambientali che segnino se le risorse ambientali di quella Regione sono diminuite o aumentate in quel periodo di tempo; nei Paesi più progrediti - progrediti nel senso di controllo della gestione delle finanze pubbliche - tutto questo già avviene.
Tali procedure, a quanto mi risulta, non sono di così facile acquisizione, però io credo che se il Piemonte - così come ci ripetiamo nei nostri discorsi in generale - vuole assumere un ruolo importante in questo dibattito di revisione del ruolo delle Regioni, dovrebbe attrezzarsi anche per fare questo.
I bilanci ambientali non sono un sovrappiù, dovrebbero essere un qualche cosa che fa parte del bilancio; così come esiste lo stato patrimoniale e il Conto Profitti e Perdite, dovrebbe esistere anche un Profitti e Perdite dell'ambiente. Queste non sono cose inventate all'ultimo momento; ci sono fior di convegni a livello internazionale, fiordi persone e di Amministrazioni locali che già praticano queste cose. Ricordo di aver fatto analogo intervento l'anno scorso durante la discussione sul bilancio e mi sarebbe quindi piaciuto notare qualche piccolo cambiamento nella stesura del bilancio di quest'anno, ma non ho notato nulla in questo senso.
Avrei voluto già esprimermi sugli ordini del giorno; magari mi appresterò a farne uno che dica questa cosa o ,eventualmente la si può aggiungere a quelli già presentati: questa per noi è una delle cose fondamentali insieme alle altre che comunque sono già state elencate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dopo l'illustrazione dei due ordini del giorno da parte dei colleghi mi sarei atteso un intervento da parte di esponenti della maggioranza o della stessa Giunta.. Invece, di fronte alle proposte presentate da due Gruppi di minoranza, vi è stato il silenzio e non è escluso che permanga.
C'è quindi un atteggiamento di sufficienza e di distacco da parte della maggioranza su un tema importante che due forze di opposizione hanno voluto portare in quest'aula attraverso una proposta di ordine del giorno che impegna la Giunta a procedere nella predisposizione del bilancio secondo certi criteri.
Questa sufficienza e questo distacco derivano dalla natura dell'iniziativa politica? Dal fatto che l'opposizione pretende di dare indirizzi alla Giunta? Come mai questo fatto politico genera non discussione ma silenzio? Che lo generi da parte della Giunta forse non stupisce, perché un governo tanto più è debole - e questo Governo a mio parere lo è - tanto più rifiuta confronti in aula. Un atteggiamento di questo genere potrebbe per non essere obbligato da parte delle forze politiche di maggioranza, le quali rilevando, come penso tutti possano rilevare, un'insufficienza nel modo in cui si elaborano le linee di bilancio e nel modo in cui il bilancio viene gestito, potrebbero considerare utile aprire un dibattito e - dico in modo un po' duro - prendere provvedimenti concernenti le linee di gestione e di predisposizione del bilancio. Invece questo non avviene e, 'se questo non avviene, non lo si riesce a fare attraverso le due leve proposte dal PDS e dal MSI. Se questo non avviene, allora occorre svolgere anche qualche considerazione sul ruolo delle forze di opposizione in questo Consiglio. Se non è proficuo un ruolo di questo genere, teso a coinvolgere l'insieme del Consiglio regionale su alcuni punti cardine di una politica di bilancio allora forse il ruolo dell'opposizione deve seguire altre strade, di maggiore autonomia di iniziativa politica in quanto opposizione e di attacco alla Giunta sulle cose che fa e sulle cose che non fa, abbandonando quindi l'idea che dentro quest'aula sia possibile per forze di opposizione dare indirizzi ad una Giunta che è sostenuta da una maggioranza. Detto questo, ricordo che il problema del bilancio si pone anche dal punto di vista del consuntivo del bilancio stesso. Questo è un tema che è trascurato dal Consiglio. Ritengo invece che nel nostro lavoro dobbiamo fare in modo che il bilancio consuntivo sia il primo elemento che ci permette di discutere il bilancio preventivo. Questo è uno dei temi sui quali siamo carenti e sui quali l'aula intera potrebbe riflettere, non per addebitare responsabilità a maggioranze o minoranze, perché forse a proposito del bilancio consuntivo siamo tutti distratti. Ritengo che un cambiamento di questo genere sarebbe proficuo. Proporrei che, così come 'abbiamo richiesto sul bilancio preventivo che l'Assessore predisponga degli strumenti capaci di far leggere a tutti i Consiglieri regionali quali sono le scelte fondamentali di bilancio, che adesso sono nascoste in migliaia e migliaia di capitoli, con diciture e titolazioni incomprensibili il più delle volte venga fatto analogo lavoro nei confronti del bilancio consuntivo.
L'Assessorato potrebbe predisporre dei documenti omogenei chiarificatori delle scelte di bilancio preventivo, e chiarificatori di quello che poi è successo in realtà attraverso una lettura politicamente comprensibile dello stesso bilancio consuntivo.
Rilevo poi, di fronte a questo silenzio, che di bilancio in termini politicamente maturi non si parla da tempo in questa Regione. Subito dopo le elezioni del 1990 la maggioranza e la Giunta si sono presentate in una situazione di impreparazione tecnica, hanno detto: "Siamo appena arrivati è il primo bilancio, dobbiamo ancora prendere le misure al mondo". Si è andati avanti di bilancio tecnico in bilancio tecnico fino ad oggi e adesso lo si ripropone con un esercizio provvisorio. Quindi perché discutere di un esercizio provvisorio? In fin dei conti poi ci sarà il bilancio. Oggi il bilancio è solo un bilancio tecnico perché le elezioni sono vicine.
Guasterebbe il rapporto con l'elettorato fare un bilancio serio nel quale siano contenuti i sì e i 'no, le cose che si chiedono e le cose che si danno. Si rimanda il confronto a dopo le elezioni, quando questa maggioranza potrà stangare come crede l'elettorato.
Propongo ai colleghi, se lo ritengono, sempre che questo ordine del giorno venga posto in votazione, il seguente emendamento: "aggiungere dopo le parole: impegna la Giunta - a realizzare concrete procedure di controllo di gestione prima dell'approvazione del bilancio di assestamento,- a realizzare procedure e predisporre attrezzature per consentire alle Commissioni consiliari di conoscere in tempo reale lo stato di attuazione del Bilancio.." La Giunta regionale tende a impostare il problema del controllo di gestione in tempi storici; è un vizio quello di non fare tutto quanto si può in vista di grandi rivolgimenti che poi puntualmente non vengono realizzati.
Sul controllo di gestione avevo presentato qualche mese fa un ordine del giorno nel quale si evidenziava che- prime misure importanti possono essere prese, così stando le cose, nel giro di poche settimane. Chiedo che l'opposizione o tutto il Consiglio richieda alla Giunta di mettere in campo questa capacità di controllare il bilancio, con gli strumenti e i mezzi oggi a disposizione della Giunta, che viceversa non vengono attivati. Non misi risponda che sul controllo di gestione è iniziato un grande lavoro, lo so. Questo grande lavoro porterà nel giro di molto tempo a una uniformità di trattamento e a un controllo di gestione di altissimo livello, ma misure possono già essere prese oggi! Chiedo che vengano prese prima del bilancio di assestamento. Per quanto riguarda la seconda parte dell'emendamento, a mio parere l'informazione a tutti i Consiglieri, siano di minoranza o di maggioranza, sullo stato di attuazione del bilancio è una delle condizioni affinché quest'aula controlli l'operato della Giunta e indirizzi la stessa secondo criteri di gestione diversi da quelli finora seguiti. Dato che sulla gestione le ombre sono molte (non si sa quanto si spende, non si è fatta un'analisi dei residui passivi, non si sa se gli obiettivi vengono raggiunti), ritengo che questa dovrebbe essere una richiesta pressante. I Consiglieri regionali devono poter entrare in Commissione ed essere messi di fronte a strumenti e personale capaci di fornire una risposta immediata su un capitolo di bilancio e la sua attuazione: se è un capitolo di investimenti, se l'opera è stata progettata, i lavori iniziati, quanti stati di avanzamento sono stati pagati e così via. E' un impegno che il Consiglio tutto intero potrebbe richiedere alla Giunta. Chiedo perciò ai colleghi se ritengano possibile aggiungere questi due punti agli ordini del giorno che sono stati presentati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Mi limito ad aggiungere qualche valutazione all'intervento del mio Capogruppo per esplicitare le ragioni- evidenziate diversi mesi fa l'ordine del giorno è datato 19 dicembre 1991- sulla necessità che su questi temi ci fosse un approfondimento da parte del Consiglio. Tra l'altro la discussione su questo documento si collega, sia pur tardivamente, ad altri dibattiti avvenuti in questa sede sulle questioni del regionalismo e sul ruolo stesso del Consiglio regionale. Si parla di regionalismo perch il contenzioso Stato - Regioni sta arrivando a un punto di rottura: è sempre più evidente la gravità dello stato della finanza regionale, ma non solo per i rapporti difficili esistenti a livello di Conferenza Stato Regioni, bensì perché ancora allo stato attuale non si è determinata la spesa sanitaria.
Sulla questione dei trasporti c'è molta incertezza, perché la Regione probabilmente dovrà contribuire se non interverranno gli enti locali. La stessa valutazione della legge n. 158 da parte del Governo centrale tende ad assumere sempre più un atteggiamento verticistico, quindi un atteggiamento centralistico rispetto alle Regioni. Questo è un ulteriore elemento che ci fa pensare che ci sia la disposizione da parte dello stato centrale a considerare le Regioni come terminali di spesa, come agenzia di spesa. Quindi, la riforma istituzionale non può che essere l'elemento determinante della prossima legislatura e del prossimo impegno delle forze politiche. All'interno di questo quadro, che è certamente negativo, perch mette in evidenza le difficoltà di comunicazione tra il livello centrale ed il livello regionale, occorre un coinvolgimento più attento del Consiglio regionale, per poter conoscere - sia pur nei limiti che hanno le Regioni bilancio sempre più rigido e sempre più tecnico - quali sono gli spazi di discrezionalità e valutare fino in fondo quali sono le possibilità che abbiamo nel determinare degli orientamenti.
Una prima valutazione che è necessario fare non è solo sulla leggibilità contabile, ma è sulla leggibilità politica. Il riferimento che noi abbiamo fatto in questa mozione al piano di sviluppo regionale deve essere un nesso inscindibile tra bilancio e piano di sviluppo, nel senso che occorre capire quali sono gli orientamenti politici generali strategici su cui si muove questa Regione. Per questo noi abbiamo ritenuto preliminare un dibattito generale sulle politiche regionali, prima ancora di calarle in un documento annuale. Se il bilancio vuole essere un momento di un programma pluriennale bisogna innanzitutto capire quali sono le priorità che vengono determinate e questo evidentemente non è dato di sapere. Non sappiamo quando il piano di sviluppo verrà definito, abbiamo avuto una bozza di orientamento a cui non è più seguito nulla.
Permangono certamente alla luce di questo fatto ovvero alla considerazione del bilancio inteso sempre più come un fatto minore dell'attività regionale che va modificato continuamente in corso d'esercizio, tutte le ragioni di fondo che stanno a monte di questo ordine del giorno. Per cui, prima ancora di prevedere le entrate che evidentemente sono dilazionate nel tempo - sappiamo che il bilancio è tecnico nella misura in cui in sede di assestamento si deciderà cosa fare, sia sul piano delle entrate che della spesa - abbiamo già detto preliminarmente, proprio perché questo bilancio cadrà prima dell'appuntamento elettorale, che il momento della verità si avrà dopo, quando ci sarà l'assestamento.
Come Gruppo siamo contrari ad applicare ogni tipo di addizionale; siamo contrari cioè ad un'aggiunta al carico fiscale determinato a livello centrale con le possibilità impositive della Regione (cosa diversa dall'autonomia impositiva, come abbiamo sempre detto). Non si pu seriamente intervenire sul versante delle entrate se non si fa prima una seria analisi della spesa. Quello che hanno detto i colleghi precedentemente sul piano del controllo di gestione è un elemento fondamentale che noi, all'interno della Commissione, abbiamo anche evidenziato, anche se per la verità va studiato anche il modo attraverso il quale si realizza questo controllo, che non deve essere semplicemente un fatto statistico e nemmeno un fatto contabile.
D'altra parte, anche nell'incontro avvenuto con le Commissioni della Lombardia (incontro a cui non ho potuto partecipare) si diceva chiaramente che il controllo di gestione non è semplicemente la fotografia di un bilancio, ma è la comprensione del grado di efficacia delle politiche intraprese. Quindi richiede da una parte la volontà degli organi decisionali di realizzare una forma di sistema di autocontrollo (gli investimenti nella tecnologia informatica, si diceva) e la diffusione della cultura del controllo di gestione, che permea tutte le strutture organizzative interessate.
Non si tratta solo di attivare una struttura all'interno della Regione ma di coinvolgere anche la Commissione e di far sì che il bilancio non sia solo un momento episodico contingente, evidenziato quando bisogna approvare le note di variazione, ma deve essere un momento ricorrente, una costante del lavoro dei Consiglieri durante tutto l'arco dell'anno. Solo così si pu riuscire a controllare la spesa, fissare degli standards, determinarne l'efficacia e verificarla in relazione alle risorse impegnate. La riforma del bilancio deve essere corredata da prospetti esplicativi, da tutta una serie di elementi utili alla comprensione. Comunque ogni bilancio di previsione è credibile nel momento in cui si inserisce nel contesto più generale di un programma di sviluppo regionale pluriennale e sulla base di una verifica dell'andamento precedente attraverso il consuntivo e attraverso il controllo di gestione.
D'altra parte, nel dibattito attuale noi abbiamo chiesto una serie di informazioni relativamente al bilancio, che sono preliminari ad ogni serio approfondimento di questa questione. Non si tratta solo di analizzare la situazione dei mutui, del quadro prospettico dei residui passivi, dei fondi statali reimpostati, ma di capire il perché di questi ritardi, di queste lentezze nella spesa che determinano dei fatti negativi. Occorre verificare il raccordo che c'è tra leggi effettivamente utili, che quindi devono essere mantenute in vita, eleggi contraddittorie, che sono state approvate e non sono mai state finanziate e che si vuole cancellare (che transitano quindi in Consiglio regionale e non hanno nessuna operatività).
Nel dibattito abbiamo fatto riferimento alla legge n. 18; tale legge che presuppone un programma di sviluppo per essere attivata, dovrebbe essere ripresa. Altre questioni, riprese dall'ordine del giorno del MSI sono già state evidenziate anche dal nostro Gruppo; ad esempio, per quanto riguarda la situazione del patrimonio immobiliare, è necessario definire quali devono essere gli interventi della Regione, anche sul piano delle entrate. Questo ordine del giorno per larga parte riflette cose dette da noi in Commissione, e quindi pienamente condivisibili.
Mi limito semplicemente a fare queste riflessioni, in quanto stiamo assistendo, non tanto alla volontà di esprimere un bilancio, quanto invece alla volontà di dilazionare nel tempo certe scelte e di.aggiustarle con note continue di variazione. Di qui, anche l'esigenza che, abbiamo espresso in questo ordine del giorno di far sì che i tagli, o quanto meno le limature dei vari capitoli, sia per quanto riguarda il funzionamento, sia gli abbattimenti, non siano visti in modo generalizzato; se vi sono delle priorità queste devono essere individuate. In questo documento queste priorità vengono evidenziate in relazione ai grandi problemi del lavoro dell'ambiente, della salute e dell'assistenza.
Credo che, anche in un bilancio tecnico, si possano individuare alcuni filoni di intervento che, nei limiti di bilancio certamente rigido, segnino la volontà politica di andare in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, posso capire e solidarizzare col disagio provato dal collega Monticelli nell'iniziare il suo intervento in assenza della maggioranza e in una presenza men che formale della Giunta. Ritengo però, che il collega Monticelli avrebbe dovuto porsi la domanda che si è posto, invece, il collega Chiezzi e che, in una qualche misura, giustifica il mio intervento sulle iniziative politiche. Riteniamo che mai più che adesso ci voglia una grande distinzione dei ruoli svolti in Consiglio.
Ritengo che né l'opposizione né il Consiglio debbano avere una funzione di indirizzo su questa materia; il bilancio è funzione e responsabilità propria della Giunta, la quale risponde e paga politicamente il prezzo delle scelte e della capacità di farle capire al Consiglio e alla società civile. Se passasse il principio di una funzione di indirizzo del Consiglio saremmo veramente alla irresponsabilità politica, perché poi non si capirebbe più di chi è la valenza positiva e negativa delle decisioni assunte.
Non è un caso - cari colleghi - che questa questione l'abbia posta in modo franco e diretto un rappresentante del Partito di Rifondazione Comunista e non un rappresentante del Gruppo PDS. Quindi, colleghi del PDS ci rendiamo tutti conto che stiamo vivendo un periodo di transizione in questo Consiglio, nelle grandi città e a livello parlamentare. Chi vi parla non sarebbe alieno ad affrontare esperienze politiche nuove che vedono rapporti diversi tra partiti di tradizione liberale e partiti della sinistra che abbiano riletto un loro "ubi consistam". Ma perché ci avvenga, bisogna in primo luogo recuperare la responsabilità dei propri ruoli e, quindi, mi sembra comprensibile e giustificata la poca attenzione che viene data dalla maggioranza.
Non voglio con questo interferire con quanto riterrà di dire la Giunta anche se esprimerò un giudizio su quello che dirà, perché su queste questioni la maggioranza si è già espressa. Sappiamo tutti che abbiamo una questione aperta, non facile, ovvero la predisposizione del documento contabile di tipo politico che sarà sostanzialmente il consuntivo della Regione, dalla sua nascita fino ad oggi.
Dal punto di vista istituzionale dei meccanismi sarà in una qualche misura il bilancio del pentapartito per i sette anni per i quali deve rispondere, e sarà più specificatamente una assunzione di responsabilità di tale maggioranza e della Giunta. Rispetto ai due anni e mezzo futuri, sarà una proposta politica forte rispetto al tempo che abbiamo di fronte, prima di andare a rendere ragione agli elettori. Abbiamo quindi questo appuntamento politico e la responsabilità della proposta è della Giunta e della maggioranza rispetto alla quale, sicuramente, ci auguriamo ch l'opposizione sappia dare il proprio contributo, ma di tipo critico e non di indirizzo. Quando l'indirizzo verrà accolto dovremo prendere atto di una insufficienza di indirizzo da parte delle forze di maggioranza, le quali dovrebbero trarre le loro conclusioni.
Devo peraltro dire che risolta la questione, se mi si consente in termini di stile e di metodo, la Giunta, e sicuramente la maggioranza avranno apprezzato alcune considerazioni, alcuni suggerimenti di tipo metodologico e cartolare in ordine alle esigenze che tutti abbiamo di fare politica e non ragioneria sui documenti che ci vengono proposti. Questo mi pare, comunque, un contributo e una raccomandazione rispetto alla quale, mi auguro, la Giunta saprà fare memoria, e rispetto alla quale si pone anche l'esigenza di ripensare quando affronteremo il problema del ruolo del Consiglio, perché ciò consente ai colleghi di leggere attentamente i documenti. Ma non è la Giunta che ce li deve spiegare, perché dobbiamo essere in grado di capirli anche in termini strutturali.
A me sembra che dovrebbe essere il Consiglio, nel suo complesso, dal punto di vista funzionariale, a leggere i documenti ed interpretarli perché è evidente che se la Giunta avesse anche la responsabilità non solo di consegnarci i documenti, ma anche di leggerli, voglio capire quale sarà lo spazio critico soprattutto dei colleghi di opposizione. Mi stupirei infatti, se la Giunta presentasse un commento alla decisione finanziaria critico rispetto alle proprie 'decisioni. E' probabile che il Consiglio nel suo complesso, intendo dire come macchina di lettura dei provvedimenti della Giunta, sia in condizione di estrapolare quegli argomenti e quegli elementi che possono giustificare e consentire (atteggiarsi diverso rispetto si provvedimenti.
Signor Presidente, mi auguro che questa questione non renda ancora più difficili i rapporti in questo Consiglio; comunque si pone sempre di più l'esigenza di reinterpretare i ruoli. La Giunta ha le sue responsabilità su indirizzo del Consiglio, e sono tentato, a questo proposito - qualche collega più zelante lo farà - di proporre una modifica al regolamento che preveda che sulle leggi di bilancio non siano consentiti emendamenti perch tale legge rappresenta l'impianto e il pilastro su cui poggia la responsabilità della Giunta e della maggioranza; l'accoglimento di un emendamento significa mettere il bilancio in discussione. Mi rendo conto che, per l'opposizione, è una questione che crea qualche problema, ma ho l'impressione che se il bilancio non fosse emendabile solo su iniziativa della Giunta, probabilmente ci sarebbe una maggiore responsabilità nell'assumere provvedimenti di bilancio, perché altrimenti dovrebbe farsi carico di quelle questioni che esistono nel corpo della società civile rispetto alle quali, nel gioco delle parti, si, ragiona immaginando che...
Comunque tali questioni verranno sollecitate e poste in essere dall'opposizione. Si farà, quindi, finta di dare il contentino all'opposizione e ciò servirà a migliorare rapporti politici.
Ritengo, quindi, che la morte della democrazia sia nel miglioramento dei rapporti politici stessi. I rapporti sono fatti di stima e di amicizia reciproca, elementi ai quali cerco di non venir mai meno, ma il confronto politico in aula è un vero e proprio scontro. Non è più consentito, a me pare, né a livello nazionale né a livello locale il "giochetto"con cui l'opposizione viene considerata sostanzialmente il parente povero al quale si danno nella battaglia parlamentare, a livello nazionale, e nella battaglia consiliare alcune soddisfazioni per portare a casa un atteggiamento più morbido, sia sul tema di merito sia sul tema della procedura.
Questo è il meccanismo che ha portato il nostro Paese allo sfascia.
Pensiamo a quanto sta succedendo in questi giorni in Parlamento; non ho ancora capito se quest'anno il Parlamento l'hanno chiuso o se è aperto.
Presidente, memorizziamo questo perché forse anche noi, quando scadremo fra due anni e nove mesi avremo ancora un certo numero di mesi a disposizione. E' paradossale tutto questo! Spero, Presidente, di avere illustrato ai colleghi dell'opposizione le ragioni di un disagio personale che avverto nel non potermi confrontare sulle questioni di merito, perché ritengo che queste debbano essere affrontate dalla Giunta con la responsabilità politica decisiva, questa volta. Lo dico con fermezza al Presidente, perché alcune forze della maggioranza ritengono che attorno al documento contabile di programmazione della Giunta debba ritornare ad esserci solidarietà totale, come questo Gruppo ha sempre avuto nei confronti della Giunta. Non accetteremo più che dopo l'approvazione del documento contabile definitivo e del Piano di sviluppo, alcune forze politiche continuino la politica del doppio binario questo non lo consentiremo. Per fare seriamente la nostra parte, confidiamo che la Giunta faccia seriamente la propria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.



RIBA Lido

Dovrei cominciare dalle considerazioni del collega Marchini. Credo parlasse a nome del suo stesso Gruppo, quindi sono affermazioni meno pericolose, anzi chiedo esplicitamente all'Assessore Gallarini e al Presidente della Giunta di non rissare su queste considerazioni, circa l'assoluta inopportunità che il Consiglio svolga una funzione di indirizzo rispetto alla gestione della Regione ed alla formazione del relativo bilancio, perché credo che saremmo di fronte ad una grande innovazione nella tradizionale cultura della maggioranza sulla questione della concezione della democrazia all'interno delle istituzioni. Ne deriverebbe sempre seguendo il filo del ragionamento del collega Marchini - che la maggioranza controlla, la Giunta governa e l'opposizione, in qualche maniera, si affida alla ricerca di un nuovo ruolo.
Mi pare che il collega Marchini volesse impostare qualcosa di questo genere, ma il tutto sarebbe salvato da solidi rapporti umani e di fair play; guai a migliorare i rapporti politici perché sarebbero la tomba della democrazia. Siccome non sorprende niente, perché siamo in una fase di evoluzione dei rapporti politici, sarebbe oggetto di un'interessantissima tavola rotonda una concezione di questo genere.
Quello che invece mi preoccupa riguardo il bilancio è soprattutto l'esistenza di una situazione di non bilancio, sia per quanto riguarda le entrate che, non per colpa della Giunta o della maggioranza, si riducono a delle misere addizionali, sia per quanto riguarda l'impostazione delle spese dove, invece, per colpa o scelta della maggioranza, per sua responsabilità, la riduzione delle entrate fa vacillare ulteriormente l'impianto di spesa regionale che sembrava più assemblato per Assessorati che impostato su una visione di insieme; da questo punto di vista il problema è profondo.
Capisco che in un Ente così grande e faragginosamente caricato di problemi di ordine amministrativo si possa arrivare a dei bilanci per Assessorato faticosamente assemblati dall'Assessore al bilancio, il quale deve fare delle mediazioni per ripartire somme nell'ambito di questa scarsissima e quasi banale disponibilità di 180 miliardi circa su un bilancio di 9 mila e più miliardi.
"La fatica - stiamo discutendo del merito del lavoro per la costruzione di un bilancio, oltre che di alcuni aspetti dei contenuti - di comporre un bilancio e la protrazione fino ad aprile po-trebbe anche avere un senso se si trattasse di una ricerca per la costruzione di un bilancio organico e più finalizzato ad obiettivi di sviluppo. In caso contrario, ho l'impressione che questa protrazione sia soltanto la conseguenza di un ritardo amministrativo, e in questo modo credo che la Regione venga governata senza bilancio, il che significa una grande improvvisazione significa arrivare a quella situazione amministrativo - contabile e tecnico politica per la quale procediamo sempre per reimpostazione di cifre.
Mi riferisco all'Assessore al bilancio che certamente ha presente questo problema. Come facciamo, su 1300 capitoli, ad averne 500 reimpostati? Come facciamo ad avere una reimpostazione di spesa che riguarda il 30 della spesa della Regione, se si esclude quella vincolata sanitaria (quasi mille miliardi su tre-mila miliardi al netto della spesa sanitaria)? Questa reimpostazione significa semplicemente, in termini politici, che si va avanti senza considerare i termini di esercizio come una scadenza politica, che si considerano soltanto i passaggi amministrativi per riportare i fondi da un anno all'altro. Se poi si considera anche la gestione dei residui - e io sono d'accordo sul fatto che i residui non sono di per sé il dramma, ma il dramma sono le economie che rilevano la non capacità di spesa - abbiamo ancora una loro trasformazione troppo prolungata in una specie di fondo occulto di riserva. Mi pare che ciò sia non opinabile, nel senso che si desume da un rapidissimo, sommario e del tutto superficiale esame dei dati di bilancio.
Nell'ordine del giorno abbiamo chiesto di definire, entro tre mesi degli atti politici, delle procedure che politicamente diano elementi per un'impostazione significativa dal punto di vista politico del documento di bilancio che si esaminerà ad aprile o successivamente. Questo richiede almeno due o tre cose: la prima è l'aggiornamento del Piano di sviluppo; il collega Marchini è scappato, ma gli chiederò come faccia a credere che ci possa essere in ogni caso un'impostazione anche banale della spesa, che non sia minimale e stupidamente amministrativa, che destituisce di ruolo il Consiglio regionale e la stessa Giunta, se procede così.
Come si può pensare che ci sia uno stanziamento sui vari capitoli non desunto dai piani di sviluppo, dagli indirizzi di governo? Occorre verificare le spese, le leggi e le impostazioni non partendo dalla spesa storica; su questo concetto non mi soffermo perché il collega Monticelli Capogruppo del PDS, ha espresso molto bene la nostra posizione. Non possiamo più partire dalla spesa storica! Caro Presidente Brizio, dalla spesa storica partono soltanto i bilanci dei distretti scolastici che sono i più banali degli enti, ai quali è attribuito un minimo di autonomia di bilancio! Non si può partire dalla spesa storica per le spese di investimento questa, caso mai, vale per le spese correnti. La stessa crisi, cosa come si evolve, lo stesso insorgere di nuovi problemi e bisogni, la crisi nel settore produttivo, la crisi occupazionale, l'emergenza ambientale impongono alla Regione di ridefinire la propria politica di bilancio sulla base del materiale sul quale deve agire, partendo dalle considerazioni di esercizio e aggiornandolo sulla base di un Piano di indirizzi, cioè di un Piano di sviluppo.
La spesa storica, in quanto tale, è una banalità considerata come riferimento. Per questo motivo diventa assolutamente inadeguato - come sforzo complessivo di un grande ente, dove lavorano tecnici molto preparati, professionisti della materia del bilancio - applicare semplicemente le riduzioni nel seguente modo: 10% sulla spesa fissa e 20 sulla spesa non obbligatoria, sulla spesa di merito. Non ha senso! Bisogna rideterminare le varie voci in funzione di scelte precise di spostamento dell'indirizzo politico della Regione. Allora, questo può in qualche maniera contenere i danni della riduzione della disponibilità finanziaria che altrimenti, se sono semplicemente generalizzati, diventano drammatici.
C'è poi la capacità di spesa; esaminando i capitoli si vede Presidente Brizio - che a seconda degli Assessorati e dei capitoli si va da una capacità di spesa minima del 5% ad un massimo del 60% della spesa di merito in conto investimenti. Ciò significa che, quando si fanno gli stanziamenti, o non si sa per cosa si fanno o non si sanno i piani di riferimento, oppure c'è una cattiva impostazione amministrativa.
Da alcuni ragionamenti e contatti mi pare che coagiscano tutte e tre le teorie; mancano i piani, la volontà e la chiarezza dell'indirizzo e ci sono problemi di ordine politico - amministrativo.
Si arriva quindi ad una grande farragine di tipo gestionale e ad un bilancio che, perla metà, è fatto di residui e reimpostazioni rispetto alla spesa di merito e alla spesa vincolata.
Abbiamo poi situazioni che pesano gravemente sul bilancio perch riguardano la volontà di mantenere tutto. Le leggi sul decentramento le abbiamo già fatte e sono dell'89; il trasferimento delle competenze per i trasporti, i buoni casa, il turismo e l'agricoltura dovrebbero già essere tutti alle Regioni e noi dovremmo avere uno staff di 500 persone - come grosso modo ha la Regione francese la cui capitale è Mont Pellier (questo ragionamento l'ho sentito fare all'interno della Regione stessa da gente che ha fatto un confronto) - e allora avremmo una spesa epurata da una quantità di appesantimenti ed orpelli amministrativo - ragionieristici che rendono il bilancio poco chiaro.
Termino con alcune questioni evidenziate nell'ordine del giorno. La legge n.18 sulle opere pubbliche è scaduta; credo che non si proporrà una leggina di reimpostazone, di innovazione per il 1992, quindi credo che nessuna opera pubblica che ricade nell'indicazione di questa legge potrà essere individuata come spesa al di fuori di un piano che dovrà essere - a questo punto - predisposto e proposto.
Riguardo la legge n. 23 sulla montagna - vedo che l'Assessore Fulcheri ogni tanto presta attenzione e lo ringrazio e, richiamando la montagna, mi viene in mente la sua qualifica di Presidente dell'UNCEM - mi rivolgo a lei, Assessore Fulcheri, che è anche membro della Giunta, dal 1990 questo Consiglio ha votato all'unanimità la legge n. 23 a favore della montagna ma poi non l'ha finanziata né per il '90 né per il '91. E' vero che adesso la Giunta ha intenzione di abrogarla, ma è altrettanto vero che il problema del finanziamento rimane ed è quello di stabilire come la si finanzia.
Chiedo uno stanziamento non inferiore a 15 miliardi per una spesa di merito delle Comunità montane, che è poi meno di 300 milioni per ogni Comunità montana, se si vuole generalizzare, per l'attuazione dei piani di sviluppo delle Comunità montane, e non per una dispersione a pioggia.
Trattandosi anche di un recupero del '90 e del '91 la cifra si aggirerebbe sui 100 milioni all'anno medie per ogni Comunità montana, cioè quasi niente, per un totale di 15 miliardi a fronte di una legge che è non finanziata dà tre anni.
Rispetto alla questione dei fondi, che tecnicamente si chiamano fondi freschi, potete vedere come, per esempio, per la montagna non ci siano fondi freschi, c'è una farragine di reimpostazione ed altre cose, ma nessun fondo fresco. Cosa si aspetta, per esempio, a trasferire i forestali alle Comunità montane? E' un'operazione di tipo logico, ormai. E' immaginabile che noi manteniamo questo insieme amministrativo così pesante e così poco opportuno per la Regione? I capitoli del lavoro - è la legge n. 56 sull'innovazione tecnologica basta leggerli: si tratta anche qui di defalcazione del 20% trattandosi di spese di partite non fisse ed obbliga-torie. La stessa cosa vale per la cooperazione e per tutto ciò che - lo dico sinteticamente - riguarda il capitolo del lavoro sul quale pende una grossa scommessa.
Abbiamo poi la partita ambientale che, per il Piemonte, vuol dire: agenzia per i rifiuti (proposta di legge nostra, discussione aperta da tempo, esito tuttora nemmeno impostato), vuol dire il discorso del bilancio ambientale cui faceva riferimento la collega Segre, vuol dire riduzione dell'inquinamento agricolo, protezione dell'acqua, messa in sicurezza dei pozzi, riduzione dell'inquinamento atmosferico e vuol dire porsi il problema della Valle Bormida.
Su questo punto, Assessore, mi pare che un ragionamento debba essere svolto come per istruire una proposta di bilancio e non genericamente il trasferimento per la riduzione dell'inquinamento, ridurre uno, due o tre di quei siti inquinati con quei cinque o sei miliardi che possono essere a disposizione di chi rappresenta un intervento su un trecentesimo, stante alle cifre che riferiva l'Assessore Garino, della quantità numerica dell'inquinamento esistente in Piemonte.
Mi pare che anche sotto il profilo della Valle Bormida e della partita ambientale, grossa emergenza e questione politica per noi, si richieda il ragionamento di un progetto, sulla base del quale destinare le cifre di bilancio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bodrero.



BODRERO Antonio

Ho sentito parlare dei forestali; avevo letto tempo fa da una buona fonte - correggetemi se sbaglio le cifre - di 500 forestali n Piemonte e 30 mila in Calabria. Basta leggere il bellissimo libro "La guerra dei politici contro il nord e contro l'Italia"in cui si parla chiaramente, con cifre alla mano (lo fa anche Giorgio Bocca nel suo libro "La disunità d'Italia") dell'enorme sanguisuga, dell'enorme flusso di denaro che va in certe Regioni e naturalmente esce dalle nostre. Poi, mancano i soldi per la Regione Piemonte per fare cose urgenti ed essenziali, al punto che la Regione Piemonte finisce per prendere il vizio dello Stato italiano, il quale magari trova i soldi per le cose superflue.
Ho visto che a Torino stanno abbattendo delle pensiline robustissime nella Piazza di Porta Susa e li ritengo proprio degli sprechi. Quando ci sono cose che servono, andare a sostituirle per opinabilissimi motivi estetici, ritengo sia un po' ridicolo.
Già alla fine del secolo scorso, in Piazza Castello, nel Palazzo Madama avevano collocato un telescopio per prendere in giro questi flussi di denaro assurdi, che allora erano minimi in confronto agli attuali. Questi flussi sono contro l'economia di mercato, contro i criteri europeistici come quelli per i quali si doveva comprare materiale d'ufficio da altre regioni, quindi l'economia di mercato era violata come nel sistema sovietico. Per usare quel telescopio si faceva pagare in soldi "per vedere Saturno"(lo dico anche in piemontese: "per vedde Saturno, per vedde s'a torno", cioè se tornano); ma Saturno non lo vedevano e i soldi non tornavano più indietro. E' un po' il giro che fanno i nostri soldi a Roma ed ecco perché le nostre povere Regioni non hanno mai soldi sufficienti.
Questo non vuol dire che poi non vengano anche sprecati.
Ecco quindi l'utilità di un Consiglio regionale, quella di dare dei consigli; a parte che la maggioranza è molto opinabile perché c'è una maggioranza statalista, pubblicista e burocratista, quindi con il gergo burocratese di rinforzo (qualcuno ha parlato di bilanci incomprensibili) e poi c'è una piccola minoranza, dentro la maggioranza, che sarebbe privatista, almeno a parole, cioè del PLI e del PRI. Mentre lo è davvero la Lega Nord . Abbiamo letto i programmi un po' dappertutto, anzi forse l'unico movimento che presenta programmi nelle elezioni è proprio il nostro; gli altri, volendo prendere il voto del bianco e del nero, non presentano neanche i programmi.
Questo per dire che quello che si deve fare sono le spese essenziali ed urgenti e lasciare stare tutte le altre. L'abbellimento, l'immagine sono le parole più false ed impostore che si siano mai inventate. Si fanno troppe cose per l'immagine; l'immagine è il culto dell'apparenza, tipica dei popoli barbari. Quelli sì che fanno tutto per l'immagine! Noi, invece dobbiamo fare tutto per la sostanza; è inutile fare delle leggi regionali a favore della cultura - è perfino scritto nello Statuto regionale - e poi non fare niente per la cultura.
Questo capita anche per altre cose, magari meno importanti della cultura. La cultura di una regione, la lingua di una regione, ne è l'anima stessa, è qualcosa di essenziale. Se abbiamo perso le buone qualità dei nostri vecchi amministratori "alla Quintino Sella" è proprio perché ormai seguiamo l'andazzo centralista italo - romano.
Tutti i nostri problemi di bilancio, pur non essendo noi dei tecnici sono chiarissimi: i soldi vengono portati via, rapiti e quei pochi che restano seguono il cattivo esempio di Roma. Lo dicevano già quando stava cadendo l'impero romano: "tot curiales tot tyranni", i romani erano solo più capaci di fare gli esattori, nient'altro, e l'impero è caduto, per la stessa ragione per cui è caduto l'impero sovietico.
Quindi, il 90% del denaro che si paga con le imposte deve restare nella regione e quel 90% deve essere speso in modo molto diverso da come viene speso oggi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, il nodo enorme e aggrovigliato che deve essere sciolto è il disavanzo della spesa sanitaria, le risorse trasferite dallo Stato alle Regioni per la spesa sanitaria corrente. Per l'anno 1990 il disavanzo ha dato vita ad un contenzioso tra Stato e Regioni ancora aperto.
Per il 1991 vengono accollati alle Regioni 5200 miliardi di lire; per il 1992 l'assegnazione da parte dello Stato alle Regioni raggiunge gli 83 mila miliardi, meno di quanto assegnato nel 1991 a fronte di una spesa stimata in 97-98 mila miliardi di lire, cioè un disavanzo di 15-16 mila miliardi di lire.
La Regione Piemonte ha un'assegnazione di 6078 miliardi, quella provvisoria è di 6009 miliardi. Nel 1991 alla Regione erano stati assegnati 6750 miliardi, la spesa stimata per il 1992 è di 7000 miliardi. I Governi centrali proseguono a colpi di tagli indiscriminati alla spesa, con ripercussioni dirette ed immediate sui livelli quantitativi e qualitativi dei servizi e non solo di quelli sanitari.
Pur di non realizzare risparmi possibili, lasciando inalterato, persino migliorando, il livello qualitativo dei servizi, si attuano i tagli e si lascia sopravvivere e prosperare interessi di corporazioni, interessi della sanità privata, interessi delle società farmaceutiche, interventi clientelari dei partiti di governo.
La spesa inefficace, la spesa inutile, gli sprechi non mancano; basta porvi mano, ma evidentemente il Governo e la Giunta regionale non vogliono colpire ben determinati interessi. Allora, in questo modo, non si elimina la spesa inefficace, la spesa inutile, gli sprechi, anzi, questi diventano funzionali alle politiche dei partiti di governo.
Per quanto riguarda per esempio i farmaci, la revisione del prontuario consentirebbe rilevanti risparmi. Sappiamo che ve ne sono di utili, di inutili, persino di dannosi; i prezzi, poi, sono autorizzati dal Governo ogni aumento è autorizzato. Un controllo rigoroso sui prezzi indubbiamente mette sotto controllo la spesa farmaceutica. Abbiamo anche suggerito il controllo sanitario sulle prescrizioni, abbiamo fatto degli esempi di possibili risparmi dell'ordine del 20%; così per le analisi cliniche, un uso non sempre opportuno, un uso improprio della diagnostica strumentale fa impennare i prezzi di queste prestazioni sanitarie.
Abbiamo ripetutamente sottolineato il problema della prevenzione; la prevenzione è decisiva, anche si fini di realizzare cospicui risparmi.
Prevenzione ed educazione sanitaria, invece, dispongono di risorse irrisorie.
Inoltre la riabilitazione è di decisiva importanza, la mancata effettuazione della riabilitazione è la principale causa di cronicità e di non autosufficienza,, soprattutto delle persone anziane. Ma tutta la riabilitazione è in mano ai privati, così come gli investimenti l'efficacia della spesa. Non si può deliberare un investimento oggi e realizzarlo fra sei o sette anni; non possono trascorrere anni e anni tra la deliberazione di spesa e la realizzazione di un servizio e di un'opera stesso discorso peri piani e i programmi.
Spesso i programmi contengono tutto, ma la loro attuazione viene ritardata per favorire i privati, così abbiamo strutture, servizi apparecchiature sotto utilizzati, inutilizzati per mancanza di operatori di tecnici, di infermieri professionali. E' il meccanismo di spesa che è perverso; l'USSL che spende di più avrà l'anno successivo più risorse a disposizione.
E' il casa di chiedersi quante volte finanziamo la sanità: il servizio sanitario nazionale è carente e tali carenze determinano un'espansione dei servizi privati convenzionati con il servizio sanitario nazionale, e i cittadini partecipano alla spesa sanitaria tramite i ticket, oppure ricorrendo, a pagamento, a medici specialisti, a laboratori, a cliniche private.
Un punto fermo è che bisogna respingere il metodo inaccettabile della sottostima sistematica della spesa sanitaria. L'Italia non spende più di altri Paesi, rispetto al prodotto interno lordo è nella media degli altri Paesi europei, ma spende male, con scarsa efficacia, incorrendo in una spesa sanitaria fuori controllo, ingovérnabile se non si tagliano gli sprechi e le politiche clientelari.
Pertanto il Governo deve stimare e fiscalizzare seriamente, insieme alle Regioni, la spesa sanitaria per porre mano agli sprechi, in modo tale che la qualità e l'efficacia della spesa siano una qualità e un'efficacia elevata.
La Giunta regionale, invece, come si pronuncia di fronte al nodo della spesa sanitaria? Semplicemente dice di aspettare il 6 aprile, che si svolgano le elezioni politiche, poi si apporteranno tagli drastici: I tagli da apportare alla sanità non sono di poco conto, sono solo di mille miliardi di lire! Trovo curioso l'atteggiamento del Consigliere Marchini, secondo il quale l'opposizione dovrebbe solo criticare e non proporre; lasciamo volentieri al Consigliere Marchini il compito ostinato di fare la guardia al classico bidone vuoto. Noi, come Gruppo, sollecitiamo il bilancio e vogliamo un bilancio, critichiamo la situazione di assenza di bilancio vogliamo un bilancio adeguato alla situazione socio-economica e avanziamo proposte, definiamo priorità. C'è o non c'è la recessione industriale probabilmente la più allarmante che si sia conosciuta nel nostro Paese? Imprese grandi e piccole non reggono la concorrenza internazionale e assistiamo a un processo di deindustrializzazione pauroso; noi proponiamo di aumentare le risorse per la legge n. 56, che favorisce l'innovazione tecnologica. Sappiamo che la legge nazionale per la piccola e media industria ha dotazioni finanziarie insufficienti; vogliamo, invece, che la nostra legge, che si è dimostrata una buona legge, disponga di risorse cospicue.
Vogliamo che si aumenti il credito agevolato per l'artigianato, poich oggi solo il 5-6% del credito complessivo per le aziende artigiane è agevolato.
Vogliamo che il fondo straordinario per l'occupazione venga modificato per dotarlo di risorse adeguate; non dimentichiamo che ai classici disoccupati si aggiungono i lavoratori posti in mobilità, perché la mobilità oggi equivale a tutti gli effetti alla disoccupazione.
Vogliamo che il Regolamento 2052 della CEE, almeno per il secondo biennio (dopo che , abbiamo sprecato il primo), sia mirato alla difesa dell'occupazione e a incrementi occupazionali, dunque a un processo di reindustrializzazione.
Vogliamo la revisione del piano socioeconomico regionale. E' un problema di cultura e di indirizzo politico: non si può andare avanti con un piano socio-economico convinto che la situazione economica svolga perfette funzioni e le svolga persino al meglio.
Lo stesso discorso vale per altre proposte,: che ricordo per sommi capi. Ambiente e territorio: il piano di sviluppo della Valle Bormida, la sua stesura e l'avvio degli interventi; l'istituzione e l'avvio dell'agenzia rifiuti per l'acqua, il controllo e la messa in sicurezza dei pozzi.
Per l'assistenza e la sanità insisto brevemente su due punti. Le residenze sanitarie assinstenziali attendono ancora le risorse previste dalla legge finanziaria del 1988; vogliamo anticipare i fondi nazionali (chissà quando arriveranno) per - trasformare o acquisire edifici rapidamente utilizzabili, almeno per gli anziani cronici non autosufficienti, non assistibili a domicilio. Peri disabili, non penserete di cavarvela con i 2,5 miliardi stanziati la volta scorsa! Il taglio apportato é stato di ben 25 miliardi di lire; dal settembre dello scorso anno, migliaia di famiglie di disabili hanno già dovuto pagare oltre 10 miliardi di lire, nonostante i solenni impegni assunti dalla Giunta! Così per l'ospedalizzazione a domicilio, che l'Assessore Maccari ha avviato; peccato però che per questo avvio non abbia in dotazione neppure una lira, quindi - è un avvio nelle intenzioni ma non nei fatti.
Così pure per quanto riguarda l'aumento dell'assegno di studio per gli allievi infermieri. Tutti ricordiamo che non c'era una lira, invece - a quanto pare - l'Assessore ha trovato 8 miliardi; non sono proprio zero lire, ma secondo noi non bastano per aumentare l'assegno di studio agli allievi infermieri, perché pensiamo che le risorse spese in questa direzione siano quelle meglio spese. La sanità può cambiare solo se si aumenta la professionalità degli operatori, cioè se il trattamento nei confronti degli operatori è .in qualche modo gratificante.
Signor Presidente, vogliamo un bilancio 1992 concreto e credibile; non si può continuare ad andare avanti alla giornata con un susseguirsi di note di variazione e poi parlare di , programmazione socio-economica, di programmazione della spesa annuale e pluriennale. Vogliamo, in questo caso un concreto e credibile bilancio 1992, inserito all'interno di una programmazione socio-economica seria e di una programmazione della spesa che non può essere solo annuale, ma deve essere pluriennale:



PRESIDENTE

L'Assessore Gallarini intende intervenire; ne ha facoltà.



GALLARINI Pier Luigi, Assessore regionale

E' comunque improbo il compito di chi deve rispondere a un dibattito che, sotto certi aspetti, è stato anomalo. Di solito, in Consiglio regionale emerge un dibattito articolato, laddove per articolazione si intendono interventi di un certo segno e altri di segno opposto; dalla divaricazione dei segni nasce quell'articolazione in grado di offrire un quadro equilibrato della situazione. Dal dibattito di questa mattina,' invece, il baricentro risulta spostato in modo inesorabile sul negativo.
Questo intervento è sintetico, ed è giusto che sia così anche perch avremo occasione fra pochi giorni, quando presenteremo in aula il bilancio di previsione, di entrare maggiormente nel merito delle questioni. Non ho assolutamente la presunzione di poter dare un piccolo segno positivo, come espressione della Giunta.
E' emerso un quadro desolante, non dall'impostazione di un'opposizione consiliare, ma è emerso con chiarezza all'interno del dibattito qual è il ruolo estremamente minuscolo che l'Ente Regione, non la Regione Piemonte non questa maggioranza o questo esecutivo, è chiamato a svolgere in questo momento storico. Sono soprattutto emerse quali sono le restrizioni, le condizioni di drammaticità che la nostra società piemontese sta vivendo in questo periodo, a fronte del fatto che nei prossimi mesi e nei prossimi anni avremo sicuramente una situazione come probabilmente non abbiamo mai vissuto.
Se fosse intervenuto anche l'Assessore Cerchio, aggiungendo incertezze o certezze negative a quelle già esposte in modo articolato relativamente all'accordo Olivetti e al fatto che la Regione dovrebbe assumersi altri oneri, come il Consigliere Monticelli ha accennato nel suo intervento iniziale, laddove esiste l'incertezza delle risorse o la certezza che probabilmente le risorse andranno reperite all'interno del solito budget che è sempre in diminuzione, come quello della sanità di erogazione romana se ci fosse stato anche questo tassello, molto probabilmente il quadro sarebbe ancora più desolante.
Fatte queste brevissime considerazioni, farò qualche altra considerazione nel merito dei due ordini del giorno presentati dal PDS e dal MSI - DN. Ho condiviso molte osservazioni del Consigliere Marchini relativamente ad alcuni ruoli di fondo e ad alcune iniziative in corso, che si concretizzeranno nel bilancio che la Giunta porterà in aula con alcune iniziative forti, mentre non ho condiviso le considerazioni richiamate dal Consigliere Riba. Il parlare di forza in questa situazione non è solo velleitario, probabilmente è anche un eufemismo; tutti dovremmo essere molto più realisti nell'usare il vocabolario, stante il fatto che alcune considerazioni sono largamente condivisibili per il momento socio-economico particolare della nostra Regione. Per quanto riguarda il controllo di gestione, questa non è più una chimera: siamo già andati in Commissione a illustrare alcuni punti secondo i quali il settore sarebbe partito, cosa che sta succedendo. Mi diceva proprio ieri il dott. Lesca, con il quale ho avuto modo di parlare della questione, che si sono concordati, fra i settori del bilancio, della ragioneria e del controllo di gestione, alcuni punti di approccio sulla base dei quali effettuare il controllo di gestione in prima battuta. Penso proprio che ormai il meccanismo si stia avviando e che a breve avremo i primi risultati, che sostanzialmente rappresenteranno dei test che in seguito potranno essere estesi e approfonditi.
Per quanto riguarda la questione dell'approvazione del bilancio, noi ci siamo impegnati, e non poteva non essere così, visto che siamo in esercizio provvisorio, ad approvare il bilancio in tempi tali da ottenere il visto del Commissario di Governo entro il 30 aprile, limite massimo entro il quale può valere il bilancio provvisorio.
Ho vissuto anch'io, come membro di Giunta, il dibattito svoltosi l'altro giorno in Commissione relativamente al fatto che c'è chi spinge e c'è chi frena; questo è ovvio ed è naturale, quindi non dobbiamo meravigliarci che sia così. Semplicemente noi non siamo né per spingere n per frenare, siamo per arrivare in tempi utili ad approvare il bilancio prima che la Regione si trovi scoperta, ovviamente dopo il 30 aprile: come Giunta, questo è un impegno politicamente irrinunciabile.
La questione delle note di variazione. E' ovvio che, essendo in regime di bilancio provvisorio, occorra procedere a note di variazione; come avrete notato, ieri abbiamo approvato ma l'avevamo già preannunciato in Commissione - la terza nota di variazione di cui parlava il Consigliere Monticelli. D'altra parte, a noi sembra responsabile adottare queste note di variazione anziché fingere di ignorare le dinamiche che emergono su quel documento provvisorio che abbiamo definito non tanto un bilancio tecnico ma sicuramente un bilancio di minima.
Non possiamo ignorare che alcuni giorni fa la Commissione del Senato ha stralciato definitivamente la possibilità di applicare le 10 lire al metro cubo per quanto riguarda il metano di uso non domestico, e non possiamo assolutamente prescindere da questo fatto. Riteniamo quindi che questa nota di variazione, così come le altre, sia l'unico modo per conferire una certa elasticità, seppure minima (dello zero virgola qualche decimale percento rispetto agli 11.500 miliardi del bilancio), per adeguare la situazione economico-finanziaria ai sussulti - perché è il caso di parlare di sussulti estremamente negativi che arrivano come scosse sismiche alla nostra Regione e alla nostra Istituzione.
Per quanto riguarda altre questioni, soprattutto le indicazioni dei criteri e dei modi per facilitare la lettura del bilancio - suggeriti ed emersi in alcuni interventi, in particolare nell'ordine del giorno del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, ma anche nell'intervento della collega Segre e di altri - è vero, ci siamo già impegnati l'anno scorso, ma non siamo stati inattivi. Su questo versante alcune cose sono in cantiere e alcuni piccoli cambiamenti si possono notare nel bilancio di quest'anno. In I Commissione - forse la Consigliere Segre non ne fa parte abbiamo avuto modo di disporre di alcuni filtri per valutare in modo più variegato il bilancio, e stiamo proseguendo in questa direzione.
L'obiettivo è di arrivare al bilancio fisico, al bilancio ambientale di cui parlavano la Consigliere Segre ed altri. Esiste però un'inerzia notevole per andare in questa direzione, inerzia che contempla sia gli sforzi che la parte tecnica dell'Assessorato deve fare, sia un potenziamento delle strutture e del pool informatico di cui il settore deve disporre, come bilancio e come controllo di gestione, per impostare diversamente il bilancio. Un bilancio quindi che non prescinda dalle cifre e dalle norme più ragionieristiche e più strettamente amministrative, ma che consenta una lettura più concettuale e più sostanziale dei, vari settori, cosa auspicata da più parti che noi condividevamo allora e continuiamo a condividere.
Come dicevo, in Commissione è stato fatto qualche sforzo in questo senso da parte della Giunta; quando verremo in aula, avremo la possibilità di rendere partecipi tutti i Consiglieri di questi sforzi ancora piccoli ancora insufficienti, ma che comunque dimostrano che esiste la volontà di andare in questa nuova direzione. E' ovvio che per arrivare a regime su un dimensionamento di questo tipo non occorrono pochi mesi, ma occorreranno alcuni anni.
Faccio un esempio che va nella direzione auspicata non solo dal Consigliere Zacchera ma anche dal collega Chiezzi e da altri in Commissione. In questi giorni ci è stata chiesta dalla Commissione Consultiva sulla L.142 un'estrapolazione delle cifre che hanno un indotto di ricaduta sugli Enti locali. L'Assessorato e il settore diretto dal dott.
Lesca si sono messi in moto e abbiamo già fornito al Presidente del Consiglio e alla Commissione il pacchetto di capitoli che vanno a definire complessivamente questo settore. Esempi di questo tipo - condividiamo devono essere sicuramente incrementati.
Sulla questione di una Regione basata sul modello francese, il Presidente Brizio ha avuto modo, in uno dei Consigli passati, di specificare in modo molto sintetico quale sia la differenza sostanziale fra le due assemblee e quindi come non si possa pretendere, con la nostra struttura regionale, di andare in quella direzione oltre certi limiti. La natura dell'una è esclusivamente legislativa; la natura della nostra - e l'abbiamo criticato in occasione del dibattito sulle funzioni e sul ruolo della Regione e del Consiglio regionale - molte volte è appesantita in modo quasi ingessante da bardature burocratiche di minuta amministrazione quotidiana, di erogazione di contributi in conto capitale o in conto interesse. Occorrerebbe superare queste bardature ma, come in quel dibattito, purtroppo non possiamo fare molto in questa direzione.
Per quanto riguarda la sanità - è il caso citato soprattutto dal Consigliere Calligaro -1e cifre stanno proprio in quei termini. Proprio ieri in Giunta si è arrivati alla determinazione di impostare nelle prossime settimane una politica che tenga conto di queste condizioni. Il Presidente Brizio è stato recentemente a Roma alla Conferenza Stato e Regioni; le Regioni non hanno accettato questa impostazione. Ovviamen-te le cose andranno in quella direzione e le cifre saranno quelle, ma senza l'assenso delle Regioni e quindi anche senza l'assenso della nostra.
L'Assessorato e la Giunta nel suo complesso dovranno - e in modo tempestivo - impostare una politica che tenga conto del fatto che tutto va calibrato in funzione delle disponibilità. Quindi i 6.078 miliardi di cui parlava il Consigliere Calligaro dovranno rappresentare, per il 1992, la cornice all'interno della quale impostare una certa programmazione, e per programmazione intendo il ridimensionamento di presenze di un certo tipo e di certi servizi.
Viste le condizioni generali nelle quali siamo costretti a muoverci penso non si possa andare in altra direzione.



PRESIDENTE

La discussione generale è conclusa.
Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Monticelli; ne ha facoltà.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, esprimo il voto a nome del Gruppo PCI - PDS sui documenti presentati. Per quel riguarda il nostro ordine del giorno accettiamo l'integrazione proposta dal Consigliere Chiezzi, quindi chiediamo al Presidente che ponga ai voti l'ordine del giorno comprensivo di tale integrazione.
Voteremo a favore anche dei documenti proposti daI Gruppo Verde e dal Gruppo MSI. Se mi è consentito, signor Presidente, stando nei termini previsti per le dichiarazioni di voto, vorrei fare un breve commento ad alcuni aspetti davvero un po' anomali di questo dibattito, come li ha definiti poc'anzi l'Assessore Gallarini che devo, fra (altro, ringraziare per l'attenzione prestata sia al dibattito, sia ai lavori di Commissione.
Attenzione davvero utile in un rapporto tra Giunta e Consiglio, fra Assessore e Consiglieri per quel che riguarda le questioni specifiche del bilancio.
Noi abbiamo avuto un dibattito anomalo, colleghi; l'Assessore Gallarini lo rilevava, registrando il fatto che non ci sono state voci a favore, ma solo contro, perché c'è stata una scelta dei Gruppi di maggioranza - non vedo controindicazioni a questa ipotesi - di attuare una specie di ostruzionismo di maggioranza rispetto alla discussione di questa materia.
L'unico intervento di maggioranza che c'è stato finora (adesso il collega Ferrara si è iscritto per la dichiarazione di voto) è stato quello svolto dal Consigliere Marchini con un tono da portavoce della maggioranza, perch sembrava parlasse a titolo di tutti i Gruppi della maggioranza e non solo del suo. Non ha parlato però solo con un tono da portavoce della maggioranza, il che è già curioso, ma anche con contenuti che ci lasciano molto perplessi, perché la tesi che l'opposizione non può fare proposte, ma solo critiche, è davvero non comprensibile.
Noi abbiamo tutto il diritto anche di emendare il bilancio e proporremo degli emendamenti quando il bilancia giungerà al momento finale della discussione in Consiglia, ma noi non ci siamo limitati a questo, colleghi! Noi abbiamo presentato, fin dalla primissima presentazione del documento da parte della Giunta in I Commissione, un nostro documento di impostazione del bilancio, con un'indicazione di metodo. L'ordine del giorno che è in discussione oggi riprende quel documento; se si ritiene allora che i Gruppi di opposizione non abbiano più il diritto, io direi persino quasi il dovere, di avere una funzione anche propositiva su questioni di questa materia, io mi chiedo cosa ci stiamo a fare qui! Io mi porrò il problema come singolo Consigliere, ma anche come Capogruppo, se ha ancora senso partecipare a certe votazioni all'approvazione garantendo il numero legale su certe deliberazioni o su certi provvedimenti proposti dalla Giunta e dalla maggioranza.
A cosa si vuol ridurre il ruolo del Consiglio? Ritorniamo forse a un Consiglio che serve solo come cassa di risonanza di posizioni politiche? Si vuol ritornare a questa che era una vecchia impostazione dei massimalisti socialisti agli inizi del secolo, quando nelle istituzioni, nelle assemblee elettive ci si andava solo a titolo di propaganda? E' questo? Quando l'Assessore Gallarini ha risposto non solo a noi, ma anche ad altri Gruppi di opposizione, non ha eluso i problemi, quindi vorremmo capire meglio qual è la concezione del ruolo del Consiglio che c'è all'interno della maggioranza e da parte della Giunta. Noi abbiamo riscontrato una grande diversità di atteggiamento fra come si è posto l'Assessore Gallarini nel rispondere isolato, del tutto solo direi, alle questioni che abbiamo posto e l'impostazione...



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

L'Assessore Gallarini ha espresso la posizione della Giunta.



MONTICELLI Antonio

Bene, allora prendo atto che la Giunta si confronta; a quanto pare la maggioranza ha assunto un altro atteggiamento.
In conclusione, credo che non si possa-fare molta strada se si continua con un'impostazione di questo tipo. Avanzo un'ipotesi legata alla contingenza politica e mi auguro che sia questa a determinare certi atteggiamenti; io ho l'impressione che non sia solo il bilancio della Regione ad essere ingessato, ma anche la maggioranza è ingessata in questa fase preelettorale, per cui si ha quasi paura a discutere, perché il discutere dimostra che ci sono opinioni diverse.
Ho sentito ventilare ipotesi di chiusura prolungata del Consiglio in rapporto alla scadenza elettorale, al voto del 5 aprile. Non vorrei che dietro tale ipotesi ci fosse una preoccupazione da parte della maggioranza di questo tipo: meglio discutere poco, perché tutte le volte che discutiamo, man mano anche che ci avviciniamo alle elezioni, dimostriamo che abbiamo idee diverse. Per questo parlavo di ingessamento della maggioranza; è bene forse se ci togliamo questa preoccupazione, e se così facciamo funzionare il Consiglio regolarmente, io dico fino alla settimana prima delle elezioni, e se i Consiglieri, Gruppi consiliari in quest'aula svolgono fino in fondo il proprio ruolo, la propria funzione, senza troppe soverchie preoccupazioni.
Se fosse così colleghi, io vorrei anche capire che autorità abbia la Giunta che siede sui banchi di fronte a noi, se questo è lo stato reale della maggioranza che voi cercate di coprire con questi atteggiamenti di ostruzionismo nelle discussioni importanti che si svolgono in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola per dichiarazione di voto al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, colleghi, in primo luogo devo dire al Consigliere Monticelli che l'atteggiamento del PRI non è certamente di ostruzionismo ai dibattiti sui problemi, non é nostro costume. Non ho sentito l'intervento del collega Macchini, ma non credo che abbia detto che l'opposizione non debba fare proposte, perché sarebbe una follia. Io mi auguro che l'opposizione faccia molte proposte, che siano costruttive e capaci di migliorare le scelte della maggioranza. Sono contrario a tutti questi ordini del giorno, perché credo che il Consiglio non possa, come purtroppo ha fatto l'anno scorso; vincolare una scelta politica complessiva di bilancio della Giunta fissando delle priorità e delle norme.
Credo che la Giunta debba essere in grado di presentare la proposta complessiva di bilancio; per questo motivo non siamo favorevoli agli ordini del giorno presentati. Non siamo favorevoli, anche se alcune cose contenute sono in parte condivisibili, comunque credo che tutto quanto debba essere riferito nel momento in cui la Giunta presenterà il suo bilancio. Quando votammo l'adesione all'esercizio provvisorio demmo un voto tecnico dicendo che eravamo in attesa della proposta complessiva.
Noi manteniamo questa nostra posizione, non abbiamo nessun problema non siamo, come qualcuno ha detto qualche volta, agli arresti domiciliari.
Non ci sentivamo prima e non ci sentiamo adesso agli arresti domiciliari e quindi i giudizi che liberamente esprimevamo prima, liberamente continuiamo ad esprimerli ora. Il problema reale è che ci pare non utile, così come abbiamo fatto purtroppo l'anno scorso, ad un mese dalla presentazione del bilancio, cercare di mettere dei vincoli al bilancio stesso. Crediamo che del bilancio si debba parlare nel momento in cui la Giunta lo presenterà e in quell'occasione lo esamineremo con tutta la necessaria attenzione e libertà possibile. Per questo motivo il Gruppo repubblicano non vota questi ordini del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro gruppo si asterrà rispetto ai documenti presentati. Indubbiamente coglie gli elementi di merito significativi rispetto ai quali la Giunta dovrà certamente fare qualche riflessione, ma non li considera tali da giustificare un voto positivo. Colgo i minuti che mi sono consentiti per ringraziare il collega Calligaro che mi ha fatto il miglior complimento che si possa fare ad un politico, quello di fare la guardia ad un bidone.
Anni fa è stato fatto un bellissimo film da un certo Monicelli interpretato da due ragazzetti, Gassman e Sordi, e si spiegava in quel film che si può fare anche il proprio dovere facendo la guardia ad un bidone magari vuoto. Questa è la letteratura e il clima che dagli anni 14/'18 ha vissuto questo paese; in quei tempi si pensava di fare il proprio dovere anche facendo la guardia al bidone vuoto. In un clima ed in una guerra rispetto alla quale le tensioni e gli scontri nel paese sull'aderire o meno erano stati profondi, apprendiamo dai giornali invece che illustri uomini politici si auguravano che il nostro paese perdesse la guerra. Una certa lettera dice quello, comunque venga interpretata: che ci si augurava che il nostro paese perdesse la guerra.



(Interruzioni in aula)



MARCHINI Sergio

Per cui sono onorato di continuare a fare la guardia ad un bidone anche se è un bidone vuoto. Perché fin quando farò parte di questa maggioranza la difenderò e difenderò la Giunta.



CHIEZZI Giuseppe

La volevi vincere quella guerra?



MARCHINI Sergio

Quello che dici adesso è un giudizio politico. Quando due milioni di ragazzi erano sotto le armi, forse qualche limite nell'espressione dei giudizi ci voleva. Poi ognuno pensa e si comporta come crede; io faccio la guardia ai bidoni e sicuramente non faccio il sabotatore. Anch'io ho apprezzato l'atteggiamento della Giunta: siccome qui si è posta una questione che mi riguarda e riguardala maggioranza, è certo che la Giunta quando viene chiamata in Consiglio ad un confronto, non può non pronunciarsi.
Diverso è il giudizio che io continuo a dare sul metodo della politica.
Scoprite tutti la liberal democrazia dopo che l'avete considerata un giocattolo rotto ed ammuffito per vent'anni e volevate insegnare altri modelli di politica. La liberal democrazia prevede alcune regole molto semplici: che la proposta competa essenzialmente alla maggioranza l'assunzione di responsabilità ai governi e la funzione di critica e discussione e di verifica all'opposizione. Questa è la forma lineare. Non dico che l'opposizione non ha diritto, non mi sono mai permesso; ho espresso dei giudizi e non ho mai detto che l'opposizione abbia diritto o non abbia diritto.
Con il mandato elettorale noi siamo liberi di interpretare lo stesso mandato come meglio riteniamo. Ognuno è portatore di un proprio modello di democrazia, di una propria cultura politica e si comporta conseguentemente.
Una cosa è certa e l'ha detta bene l'Assessore: c'è qualcosa di anomalo. Se è l'opposizione che fa la proposta i casi sono due, o è insufficiente la proposta della Giunta e della maggioranza ed allora è questo che deve essere contestato, ma invece di farlo in modo soffice lo si fa in modo brutto, in modo fermo; a me non piace il gioco soffice. Oppure l'opposizione non sa fare opposizione e allora fa la maggioranza di riserva. Sicuramente è un periodo di transizione, Consigliere Monticelli lo sappiamo tutti. Nessuno di noi si immagina di ritornare a fare l'opposizione come la fa l'opposizione di sua Maestà britannica, e nessuno pensa che le maggioranze siano delle torri eburnee chiuse verso l'esterno e verso l'interno. Siamo in un periodo di forte trasformazione e di conseguenza le maggioranze devono progressivamente diventare più aperte e le opposizioni più contributive. Qualche volta però, consentitemi di dire ci sembra che ci sia troppa voglia di proporre e poca voglia di contrapporsi.
Questo mi sembra un gioco che alla fine mette in imbarazzo sicuramente la maggioranza e non produce, a mio modo di vedere, moltissimo per il Consiglio. Io non sono intervenuto a nome della maggioranza, perch sinceramente sul piano personale ho sofferto la posizione dei colleghi che su questo hanno lavorato e si sono trovati a dover prendere la parola in un'aula in cui erano presenti, per la maggioranza, due Consiglieri. Queste sono situazioni non piacevoli, qualunque sia la forza politica alla quale appartiene il collega che si trova ad affrontare questa esperienza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo

Abbiamo apprezzato anche noi l'atteggiamento misurato con il quale la Giunta ha risposto ad un dibattito che francamente ci sembra forzato e vorrei dire anche propagandistico ed elettoralistico. Siamo in Commissione da qualche settimana ad affrontare, secondo le procedure della Regione, il dibattito sul bilancio; confronto al quale ovviamente non ci siamo sottratti. Ci sarà questa settimana l'espressione dei pareri delle Commissioni e il Consiglio regionale potrà, non oltre 15 giorni, approvare il documento di bilancio. Quindi il dibattito di stamane ci sembra una forzatura, un'anticipazione rispetto a temi che si stanno sviluppando secondo quelle che sono le procedure. Il nostro è un atteggiamento di rifiuto politico di una discussione che ha i suoi tempi e i suoi canoni.
L'argomento del bilancio è già stato annunciato durante il dibattito inerente l'approvazione dell'esercizio provvisorio: è un bilancio tecnico come inizio di una fase di approfondimenti scadenzata secondo tempi che riguardano l'analisi della struttura della spesa della Regione e che sfocerà in provvedimenti relativi al controllo di gestione, che riguarda l'accelerazione delle procedure di approvazione del piano di sviluppo del Piemonte. Si tratta, quindi, di sviluppo del Piemonte. Si tratta, - quindi di una serie di atti che ci consentiranno, in sede di assestamento del bilancio, di produrre un documento che possa affrontare i nodi strutturali della nostra Regione. Questa è la procedura che ci siamo dati, che abbiamo discusso in Commissione e, ripeto, ci sembra veramente forzata la discussione di stamane.
Nel rinnovare l'apprezzamento del Gruppo DC all'azione della Giunta nel dibattito di stamane, confermiamo che, dato il rilievo del problema, ci asteniamo su questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segre. Ne ha facoltà.



SEGRE Anna

Intervengo per esprimere il comportamen-to del Gruppo Verdi sui vari ordini del giorno presentati. Avendo seguito il dibattito e soprattutto le risposte dell'Assessore Gallarini sul nostro ordine del giorno, cioè sulla possibilità di predisporre, per la Regione Piemonte, di un bilancio ambientale (proposta che i Verdi debbano continuare a sostenere, anche se si va avanti a piccoli passi), chiedo che non venga messo in votazione oggi, ma il giorno della discussione complessiva del bilancio. Questo perché in quel momento saremo in grado di recepire qualche cosa di più, e quindi chiedo che sia messo all'ordine del giorno nella seduta della discussione totale del bilancio.
Per quanto riguarda gli altri due ordini del giorno voteremo a favore di entrambi in quanto ne condividiamo sostanzialmente l'impostazione.
Innanzitutto vorrei dire al Consigliere Ferrara che non, considero l'elenco di impegni che si chiede alla Giunta regionale dei vincoli alla Giunta regionale stessa. Non sono veramente dei vincoli, ma dei consigli dei Consiglieri di opposizione per una maggiore leggibilità e chiarezza del bilancio regionale, della distribuzione delle spese e ancora della determinazione delle finanze in positivo a disposizione della Regione.
Invito, quindi, la maggioranza a non interpretare- questi ordini del giorno come dei vincoli, comunque se vogliamo una finanza regionale più cara, bisogna assecondare e prendere in considerazione tali vincoli che sono in verità dei consigli che vanno in questa direzione.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Zacchera. Ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Grazie Presidente e colleghi. Se qualcuno si lamenta che qui dentro non si fa abbastanza opposizione sul bilancio vedrà nelle prossime settimane.
Perché la discussione di questa mattina ha segnato l'apice dell'ipocrisia da parte dei Consiglieri di maggioranza, difficilmente superabile. Mi sono appuntato alcune "perle" e sono volutamente polemico.
Ho sentito dire da: parte del Consigliere Marchini che c'è troppa voglia di proporre e poca voglia di contrapporsi; di solito ci si dice che c'è troppa voglia di contrapporsi e poca voglia di proporre; se qualche volta si propone, allora si dice che c'è troppa poca voglia di contrapporsi. Ma per contrapporsi bisogna conoscere, e allora questa discussione, tutt'altro che inutile, è, per quanto attiene al nostro ordine del giorno, semplicemente per chiedere al Consiglio - è un piacere che sia arrivato il Presidente della Giunta - se non ritiene opportuno che per arrivare a discutere il bilancio si abbiano in mano delle carte in cui il bilancio possa essere letto, capito ed emendato in senso positivo, perch gli emendamenti che noi presenteremo e saranno sicuramente decine o forse centinaia, serviranno a trovare, se è possibile, dei mezzi per recuperare fondi da destinare meglio all'utilizzo della Regione su leggi di più pronta necessità.
Quando il Consigliere Capogruppo repubblicano ha votato contro i nostri ordini del giorno, evidentemente, non voleva che si facesse chiarezza perché non trovava motivi fondati per dire che non è ora di avere l'inventario dei beni della Regione, non è ora di avere l'elenco della disponibilità del parco automezzi, non è ora di avere una situazione di residui attivi e passivi, non è ora, proprio lui che è commercialista e sicuramente molto più bravo di me, di avere dei raffronti di bilanci tra il 1990/'91/'92.
Qui non stiamo condizionando politicamente la Giunta, stiamo semplicemente dicendo che dobbiamo arrivare alla discussione del bilancio e ci possiamo arrivare con la testa nel sacco; gli oppositori votano contro e la maggioranza vota a favore oppure ci possiamo arrivare con maggiore documentazione. Do atto che il funzionario della III Commissione lavorando evidentemente con ottima e buona volontà, mi ha consegnato stamane dei dati interessanti. Ma perché mai dovevano essere chiesti così "privatamente" da un Consigliere e non dalla stessa Commissione? Perché mai non deve essere il Consiglio regionale stesso a chiedere queste cose? Ma insomma, se abbiamo coscienza del nostro ruolo che deve essere certo di opposizione quindi di critica, , ma anche propositivo, dobbiamo avere gli elementi per leggere il bilancio. Quanti colleghi sono veramente in grado di capire il bilancio regionale e quindi, prima di votare una deliberazione di 11 mila miliardi, vogliono informarsi? Chiedo soltanto questo! Quando invece si svolge il Consiglio regionale si afferma che si tratta di un atteggiamento elettoralistico, ma che cosa ce ne importa, in questo momento delle elezioni? Noi vogliamo, semplicemente, capire il bilancio.
Sappiamo benissimo che domani nessuno dirà che abbiamo detto queste cose oppure ci daranno mezza riga a disposizione. Lo stesso Assessore ha apprezzato il nostro ordine del giorno, ma che cosa significa ciò? Che questi moduli ce li dà o che questi moduli non ce li dà?. Perch dell'apprezzamento, come del bilancio tecnico, ci stiamo prendendo in giro perché è almeno la quinta volta che si dice che stiamo avviando - come diceva il Consigliere Ferraris - il discorso del bilancio tecnico. Se per ogni volta, di fatto, vi è un rinvio..
Ma se non abbiamo gli elementi che correttezza c'è? Mi sembra allora che la maggioranza, che sul nostro documento esprimerà voto di astensione si comporti in modo ipocrita; non voglio offendere nessuno, ma così facendo si elude il problema, gli si gira intorno.
Mi si dice che la maggioranza non è in grado di dare tutti i documenti in un mese. Ma li abbiamo chiesti un anno fa e richiesti sei mesi fa e ancora in occasione dell'esercizio provvisorio! Il nostro ordine del giorno è semplicemente una richiesta di documentazione; votare contro o astenersi (e quindi farlo decadere) significa non volere che il ruolo del Consiglio regionale sia di poter disporre, da parte della Giunta, dei mezzi tecnici di quadro per poter capire. Dopo non venite a dire che gli emendamenti non siano centrati e lo siano soltanto in parte! Si tratta di un discorso di opposizione costruttiva che noi abbiamo tradotto in ordine del giorno e con il Capogruppo abbiamo firmato chiediamo al Consiglio regionale di votare oggi, perché non ha senso votarlo dopo. Non si può arrivare alla discussione sul bilancio senza avere queste cose. Tutto qui.
Estraniandosi da posizioni di maggioranza o di minoranza, quindi super partes, mi sembra che il chiedere alla Giunta questi dati sia logico.
Evidentemente, spesso la logica non abita in questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossa; ne ha facoltà.



ROSSA Angelo

Signor Presidente, non avevo programmato di prendere la parola durante il dibattito, ma solo per la parte conclusiva, in sede di dichiarazione di voto. Tuttavia, in qualche misura, ci siamo esposti , alla critica mossa dal collega Monticelli, secondo il quale c'è stato un ostruzionismo di maggioranza; questa è una critica che non accettiamo.
Intervenire non era nel programma perché, in fondo, la presentazione di questi ordini del giorno, che contengono aspetti all'attenzione della maggioranza e della Giunta, sembra essere una specie di esercizio preparatorio ad un dibattito vero, quello che faremo nel giro di alcune settimane per l'approvazione del bilancio. Con tutti i problemi da discutere, fermarci o soffermarci su un esercizio preparatorio per un dibattito che andremo a fare successivamente, mi sembra dedicare il nostro tempo ad una discussione che rischia di essere accademica, anche se i problemi e gli ordini del giorno su cui si è impostata la discussione contengono aspetti ben presenti.
Questa è la ragione per cui non siamo intervenuti, anche se avremmo potuto farlo benissimo per ribadire le posizioni del Gruppo socialista come qualcuno ha fatto e probabilmente altri faranno.
Certo, fare un bilancio non è cosa di poco conto, soprattutto in questi tempi; mi pare che le dichiarazioni dell'Assessore Gallarini abbiano messo in evidenza che ci sarà un grosso lavoro, specialmente per coloro che hanno la responsabilità di governo come abbiamo noia Per l'opposizione e le minoranze è molto più facile sparare sul quartier generale, criticare esprimere, portare (in questi tempi di campagna elettorale) in giro la Regione come un Ente con una maggioranza che non risponde al bisogno dei cittadini. E', invece, molto più difficile stilare un bilancio con senso di responsabilità che deve caratterizzare chi governa in un momento di grandi difficoltà, dove non bisogna e non si può pesare sulla gente che lavora e dove, nello stesso tempo, si deve far fronte ai molti problemi legati a un momento in cui bisogna rilanciare la programmazione per fare delle scelte prioritarie per evitare, quindi, che si governi alla giornata. Noi socialisti non vogliamo che si governi alla giornata, vogliamo dare delle certezze.
Sono queste le ragioni per le quali ci sentiamo impegnati e per le quali lavoreremo per essere, nel momento in cui andremo ad approvare il bilancio 1992, puntuali con la scadenza dell'esercizio provvisorio. Come maggioranza, lavoreremo in sintonia col governo; siamo qui a ribadire che le opposizioni, le minoranze sono naturalmente titolate ad esprimere contributi, anzi credo che una maggioranza, che non voglia essere - come noi non vogliamo essere - chiusa in se stessa, debba essere sensibile.
Il PSI intende rappresentare questa ansia, questa attenzione del mondo produttivo, del lavoro, della gente e intende manifestare questa attenzione intorno a tutto ciò che rappresenta un contributo costruttivo. Questo non impedisce alla maggioranza né al governo di governare, anzi sarà tanto più attenta ai contributi costruttivi quanto più dovrà saper governare, e governare significa anche saper dire no e saper dire, con grande coraggio sì quando le proposte si inquadrano nelle prospettive e sono fuori da ogni aspetto di strumentalizzazione immediata o demagogia in generale, perch tutti saremmo in grado di fare certe proposte, salvo poi non essere in grado di realizzarle.
Di qui il motivo per cui ci asteniamo, e l'astensione di per sé ha un significato. Non ci sembra giusto liquidare in modo disinvolto e sbrigativo una questione che, invece, è all'attenzione anche nostra; nello stesso tempo, però, abbiamo voluto sottolineare che questo tempo avremmo potuto dedicarlo al discorso sul bilancio di previsione del 1992, rispetto al quale ciascuno prenderà le proprie posizioni.
Riteniamo di poter dare, in termini di bilancio, una risposta positiva non saremo tutti d'accordo, ma non è questo quello che conta. L'importante è che la maggioranza e il governo regionale siano in grado di dare, secondo gli indirizzi richiamati qualche settimana fa, delle risposte adeguate alle domande provenienti dalla nostra società, risposte che devono essere date in modo realistico e tali da non suscitare grandi speranze, che sarebbero anche fuori luogo. Nello stesso tempo, non bisogna scoraggiare le motivazioni di impegno della società piemontese, dalle quali, come Regione dovremo trarre lo stimolo per impegnarci maggiormente. Alla volontà di andare avanti cercheremo di rispondere anche con gli strumenti di bilancio che discuteremo nelle prossime settimane.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, colleghe e colleghi, dal confronto che si è svolto oggi penso si possa trarre la seguente lezione: l'opposizione, anche quando avanza delle proposte che la qualificano come opposizione costruttiva, non deve mai dimenticarne smettere di essere se stessa, non deve mai rinunciare, insieme agli aspetti propositivi, a porre in chiaro le responsabilità politiche che stanno alla base delle proposte che vengono avanzate.
L'opposizione deve fare il proprio mestiere, e il primo mestiere di un'opposizione, soprattutto quando fa delle proposte che corrispondono a insufficienze di governo, a mio parere è quello di mettere in chiaro quali responsabilità politiche stanno alla base della necessità di formulare quelle proposte.
Queste responsabilità politiche vanno esplicitate. Le responsabilità politiche non erano ad esempio esplicitate nell'ordine del giorno presentato dal PDS, il quale tralasciava questo aspetto per rivolgersi unicamente ad aspetti propositivi: la Giunta faccia, si impegni, scelga le seguenti cose.
Arrivati a questo punto dell'esperienza di oggi, penso che tutti i firmatari di questo ordine del giorno e i Gruppi di opposizione si possano rendere conto che una battaglia di opposizione non va fatta a metà, che non esiste un'opposizione tecnica che pone problemi solo tecnici. L'opposizione o è politica o forse è poca cosa. Invece , siamo giunti in quest'aula a discutere sulla base di un ordine del giorno che non conteneva tutti questi aspetti di denuncia politica.
Domanda: se nell'ordine del giorno fossero stati presenti gli aspetti di denuncia politica delle responsabilità di questa Giunta e di questa maggioranza, l'ordine del giorno sarebbe giunto in aula per la discussione? Non lo so; non so se nelle Conferenze dei Capigruppo si sarebbe giunti così in fretta a discutere su un ordine del giorno di denuncia chiara e politica delle responsabilità.
D'altro lato, alla luce di cosa sta succedendo in aula, mi chiedo quanto sia utile riuscire a portare un ordine del giorno, con una maggioranza consenziente, nel quale non siano stati esplicitati questi elementi di opposizione. Dico questo perché dobbiamo riflettere tutti sull'utilità e sulla visibilità di un'opposizione di questo genere.
Noi abbiamo impegnato, oggi, maggioranza e Giunta su un fatto non di poco conto, su uno dei fatti che determinano la formazione o lo scioglimento di maggioranze, cioè su un bilancio. Forse è difficile e ingenuo pensare che su un tema di questo genere si possa tutti insieme, al di là di maggioranze e opposizioni, delineare linee di bilancio. Chi delinea le scelte fondamentali di bilancio probabilmente subito dopo si mette a governare, si cambia la maggioranza. Penso che le nuove maggioranze si possano costruire solo facendo battaglie chiare, esplicite e politiche di opposizione, che non rinuncino mai, in nessun momento, a porre tutti i problemi sul piatto e nona dimenticarne qualcuno per riuscire a fare chissà cosa. Infatti, a ben vedere, poi non si riesce a fare un bel niente, perch di fronte alle proposte che abbiamo avanzato, come opposizione, abbiamo visto che la maggioranza ha reagito con un bel po' di disinteresse, molta sufficienza e non vota nemmeno contro. Non vota nemmeno contro, perch "lasciamoli dire, ma sì, mica tutto è sbagliato, tanto governiamo noi".
A questo punto, mi sarebbe piaciuto avere in votazione ordini del giorno in cui le responsabilità politiche fossero chiaramente indicate e in cui la distinzione tra maggioranza e opposizione emergesse alla fine del dibattito in termini netti e non su ordini del giorno sui quali non c'è nemmeno l'opposizione della maggioranza; non c'è semplicemente perché manca la denuncia della responsabilità politica di questo stato di cose.
Quindi la lezione che traggo è proprio questa: anche quando si giunge a voler essere il più costruttivi possibile, l'opposizione non deve mai rinunciare ad essere se stessa e a indicare, sempre, a suo giudizio, per quali responsabilità politiche si è mossa e con quali finalità ha presentato gli ordini del giorno. Tutto ciò premesso e tratta questa lezione, voterò ovviamente gli ordini del giorno presentati dalle varie opposizioni.



PRESIDENTE

La discussione di carattere generale e le dichiarazioni di voto sono concluse. Procediamo pertanto alla votazione dei tre documenti. Il primo è quello presentato dai Consiglieri Monticelli, Buzio e Marengo, integrato dall'emendamento Chiezzi e accolto dai Consiglieri; il secondo è quello a firma dei Consiglieri Majorino e Zacchera e infine il documento presentato dal Gruppo dei Verdi.
Scusi, Consigliere Segre, poiché ero uscita quando lei è intervenuta può ripetere la sua richiesta?



SEGRE Anna

Ho chiesto di non mettere in votazione il nostro ordine del giorno oggi, ma di tenerlo per la discussione generale sul bilancio.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 313, integrato con l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte



IMPEGNA LA GIUNTA

a redigere il Bilancio 1992 rigorosamente nei tempi di legge previsti a seguito dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio, e cioè entro e non oltre l'aprile 1992. Entro 3 mesi la Regione deve, comunque: 1, definire l'aggiornamento del piano di sviluppo e le relative necessità di spesa annuale e pluriennale 2, verificare l'insieme della spesa regionale (validità delle leggi ed efficacia della spesa entità delle relative disponibilità, residui passivi, ecc.), non più partendo dalla spesa 'storica' per le singole voci, ma da chiari criteri di priorità ed efficacia, attivando subito su alcuni settori essenziali il controllo di gestione 3, accertare il livello effettivo di copertura nazionale di alcune uscite regionali previste (in particolare, il disavanzo della spesa sanitaria); - 4, accertare l'entità complessiva, e per comparti funzionali della quota variabile destinabile al Piemonte del fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo (legge n.158) e definire il relativo programma regionale.



IMPEGNA ALTRESI? LA GIUNTA

a promuovere in particolare, nel Bilancio 1992, le seguenti priorità finalizzate a chiari obiettivi di sviluppo ed equità sociale.
Sviluppo e occupazione Legge n. 56 per l'innovazione tecnologica Credito agevolato per l'artigianato Fondo straordinario per l'occupazione Legge 23 /'90 per la montagna Strutture per lo sviluppo del settore agroindustriale, incentivi alla compatibilità ambientale delle produzioni agricole Ambiente e territorio Piano di sviluppo della Valle Bormida (stesura, avvio interventi) Istituzione e avvio dell'Agenzia rifiuti Acqua: controllo e messa in sicurezza dei pozzi Assistenza e sanità RSA: anticipo fondi nazionali per trasformazioni o acquisizioni di edifici rapidamente utilizzabili Disabili: copertura tagli Finanziaria al tariffario sanitario Ospedalizzazione a domicilio: avvio fase sperimentale Aumento assegno di studio per allievi infermieri." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto con 1? voti favorevoli e 25 astensioni.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 326 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte con riferimento all'imminente presentazione del Bilancio preventivo 1992 e richiamandosi sia alle discussioni in aula in occasione della presentazione dell'esercizio provvisorio, nonché ai precedenti dibattiti svolti in relazione alla manovra di assestamento 1991 ed allo stesso bilancio preventivo per lo scorso esercizio ricordato che più volte l'Assessorato competente e la Giunta avevano espresso la loro disponibilità a fornire - congiuntamente alla proposta di bilancio preventivo - una serie di strumenti operativi ai Consiglieri quali una più chiara esposizione dei dati di bilancio, un elenco delle priorità normative e di finanziamento, un inventario dei beni immobili della Regione e loro gestione, impegna la Giunta regionale a presentare, congiuntamente ai quadri di bilancio, una serie di relazioni accompagnatorie, Assessorato per Assessorato, presentanti alla data più recente possibile: - un quadro sulla situazione delle leggi più significative attivate dall'Assessorato dettagliando: a) le disponibilità a bilancio '92 raffrontate agli anni pregressi b) lo stato di utilizzo dei fondi disponibili sui dati `91 c) la situazione dei residui attivi e passivi un inventario dei beni immobili regionali diviso per provincia indicando per ogni cespite significativo il proprio utilizzo, l'eventuale reddito, il costo di manutenzione negli ultimi anni, gli intendimenti futuri della Giunta per il relativo utilizzo e/o dismissione un inventario dei mezzi tecnici ed elettronici disponibili, servizio per servizio, le eventuali carenze più significative, gli interventi in progetto ai fini della razionalizzazione delle procedure informatiche nei diversi settori un elenco delle disponibilità del parco automezzi, localizzazione disponibilità e fruibilità da parte del personale e/o Amministratori regionali. Ciò al fine di affrontare seriamente, in sede di discussione sul bilancio, il problema della gestione ed operatività dell'Amministrazione regionale." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine, del giorno è respinto con 18 voti favorevoli e 22 astensioni.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 352: "Formazione professionale in agricoltura. Programma annuale anno formativo 1992"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 352, di cui ai punto 5) all'o.d.g. La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore regionale

Quest'anno, come abbiamo illustrato anche in sede di Commissione consiliare, si propone insieme al piano corsi l'approvazione di una convenzione quadro specifica per l'agricoltura. E' una "novità" e questa scelta ha l'obiettivo sostanziale di riconoscere meglio e sempre di più le peculiarità della formazione in agricoltura che, come è ovvio, risponde necessariamente a standard diversi rispetto a quelli adottati per i corsi tradizionali per il settore dell'industria o del terziario.
Con circolare dell'ottobre 1991 la Presidenza della Giunta regionale aveva emesso disposizioni per la gestione dell'attività di formazione professionale in agricoltura, tenendo conto delle seguenti peculiarità: indicazione di obiettivi generali valorizzazione del ruolo economico dell'agricoltura valorizzazione professionale dell'agricoltore tutela della salute sia degli operatori che dei consumatori salvaguardia degli aspetti ambientali.
Esistono in questa impostazione anche obiettivi specifici che sono legati alla politica agraria comunitaria, nazionale e regionale all'attenzione alle produzioni eco - compatibili; alla necessità di ridurre costi di produzione così come interventi di mantenimento della stessa presenza umana sul territorio; alle tecniche di produzione, trasformazione e commercializzazione a minore impatto ambientale. Il complesso delle iniziative viene articolato in alcune tipologie che passano dai corsi di aggiornamento ricorrente a corsi di aggiornamento specifica e a corsi per il rilascio dei patentini.
I corsi proposti sono 286 per una stima di circa 6.000 partecipanti; è uno sforzo particolare che soprattutto quest'anno viene posto dalla Regione sia in termini finanziari sia in termini di rispondenza attraverso il nuovo percorso della convenzione quadro specifica per l'agricol-tura come momento di maggiore attenzione, di trasparenza e di considerazione della peculiarità della formazione in agricoltura.
In sede di Commissione sono stati posti dei quesiti legati alla tempistica. E' chiaro che qui ci troviamo di fronte a una formazione professionale che non esprime qualifiche per i giovani perché si inseriscono al termine della acquisizione della qualifica nel mercato del lavoro, ma la specificità del settore dell'agricoltura comporta ovviamente la considerazione che vi è una pluralità di soggetti, dai giovani magari anche con alta scolarità e con diploma a persone che sono espressione del mondo rurale che sono quarantenni o cinquantenni. In presenza quindi di questa specificità non vi è colleganza al tradizionale orario o anno scolastico, ma necessità di provvedere alla realizzazione di questi corsi all'interno di periodi temporali specifici che sono tradizionalmente l'inverno, a cavallo tra la fine dell'anno e l'inizio di quello successivo per utilizzare spazi temporali che sono funzionali alla .non attività agricola.
Queste specificità portano ad un'attenzione particolare che quest'anno abbiamo cercato di riconoscere attraverso la realizzazione insieme al piano di una convenzione quadro specifica per l'agricoltura.
Queste sono in estrema sintesi le considerazioni che poniamo.
Ovviamente sono a disposizione per ogni ulteriore quesito ché venga espresso dal Consiglio regionale.



PRESIDENTE

I lavori della sessione pomeridiana avranno inizio alle ore 14,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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