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Dettaglio seduta n.129 del 11/02/92 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame progetti di legge nn. 59 e 157: "Diritto allo studio universitario" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Riprendiamo l'esame dei progetti di legge nn. 59 e 157.
ART. 11 -Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Bodrero e Rabellino: dopo il comma I, aggiungere il comma II: "2. Particolare attenzione è riservata alle pubblicazioni (individuate dalla LR n. 26/90) per la promozione della cultura delle lingue regionali e parlate locali".
La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.
CHIEZZI L'articolo, cari colleghi, prevede che l'Ente possa produrre e diffondere materiale librario ed ogni altro tipo di strumento e sussidio didattico destinato aduso universitario. NU pare che questa sia una competenza che non può essere attribuita a questo ente, è una competenza che deve fare esclusivamente riferimento all'università. Il "Materiale librario" così come viene chiamato nel testo di legge. Faccio ammenda: pu essere prodotto e distribuito dall'ente solo se riguarda una materia inerente il diritto allo studio o l'indirizzo professionale successivo allo studio; in questo caso, è una materia di competenza dell'Ente. Mi pare per fuorviante prevedere la possibilità per questo Ente di produrre materiale didattico, che si sovrappone inevitabilmente al materiale didattico predisposto dalle università.
E lo stesso tipo di critica che l'Assessore aveva illustrato e respinto nell'emendamento precedente, in quanto invadeva competenze che la legge nazionale assegna all'università. Trovo sbagliato prevedere che l'Ente del diritto allo studio possa produrre materiale didattico, perché diventa un ente di formazione e si crea una sovrapposizione indebita con le competenze proprie dell'università. Ho persino dei dubbi che il testo sia compatibile con la legge nazionale. Chiederei dei chiarimenti all'Assessore, se è possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.
TAPPARO Mi pare che gli strumenti che vengono utilizzati da uno studente universitario in data odierna, non siano più quelli cartacei; sono video tape, pacchetti software, strumenti che, forse la dizione può ingenerare un giusto dubbio con questo problema della didattica, sono di' competenza dell'università e non di questo ente. Le tradizionali librerie che troviamo oggi sono qualche cosa in più alla dispensa del libro, sono appunto - come dicevo - video cassette, package, che ormai qualsiasi studente universitario utilizza per lo studio. Questo mi pare equiparabile ad un testo o ad un libro che non entra nell'area della didattica; è qualche cosa di più attivo e forse un po' più personalizzato per l'esigenza dello studente. Nella discussione ho avuto questa impressione; forse potremmo anche pensare ad una formulazione più precisa, ma mi pareva proprio che quando ne parlammo, il senso fosse questo. Quindi forse questo discorso non riguarda il materiale librario esaustivo di tutto, ma certamente il materiale librario non è più l'elemento unico con il quale gli studenti si rapportano con questi tipi di servizi. Mi è parso di aver colto questo durante il dibattito.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale Penso che basterebbe togliere il termine "didattico".
Presento pertanto il seguente sub emendamento 1 bis: dopo la parola "sussidio" sopprimere la parola "didattico".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bodrero, ne ha facoltà.
BODRERO A parte le posizioni ed i preconcetti che si possono avere contro il nostro emendamento, in questa iniziativa noi buttiamo dei miliardi; allora mi chiedo perché dobbiamo cercare ad ogni costo di restringere sempre più le competenze: andiamo a sottilizzare, sembra quasi di usare dei cavilli avvocateschi! Abbiamo una legge Nerviani che insiste giustamente sul minimo e siamo molto al di sotto del consiglio perentorio che ci hanno datole istituzioni europee, sulla difesa delle lingue naturali; forse siamo i più arretrati in Europa in questo campo, perché siamo centralisti di nascita. Infatti già da piccoli molti di noi sono vissuti sotto la dittatura, quindi la mentalità dittatoriale è rimasta: allora ci scandalizza che ci siano altre lingue altre culture, specialmente da difendere e non da far morire ad ogni costo al più presto.
Basta guardare le famiglie: i genitori che parlano piemontese e non lo insegnano ai figli sono una cosa normale in Piemonte. Vi è quindi una fobia delle vere culture naturali. Perché dunque sottilizzare in questo campo e dire che questa non è competenza dell'istituto o dell'ente? Se non è competenza della Regione, gliela diamo noi la competenza! Abbiamo il dovere di dargliela, noi, che vogliamo tanto essere europeisti e non africanisti, mentre siamo più africanisti che europeisti perché - come ripeto - i terroristi li facciamo scappare. Mettiamolo questo benedetto comma o sottocomma! Non facciamo che rispettare una legge voluta dal Consiglio regionale, cioè la legge Nerviani che poi è già al minimo, molto al di sotto di ciò che è consigliato all'Europa stessa, alle istituzioni competenti.
Questo per dire che non si vuole fare ciò che si è detto di voler fare attraverso una legge regionale.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento 1 bis presentato dall'Assessore Fulcheri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E approvato con 29 voti favorevoli e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 1 presentato dai Consiglieri Bodrero e Rabellino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 29 contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 11 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 5 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
ART. 12-Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi: L'intero articolo è così modificato: "ART 12 - Servizi di assistenza socio-sanitaria 1. La Regione, nell'ambito della programmazione sociosanitaria, stipula convenzioni con gli Enti per il Diritto allo Studio Universitario per assicurare prestazioni socio-sanitarie agli studenti, all'interno delle sedi universitarie.
2. Le convenzioni debbono comunque prevedere: a) interventi di prevenzione primaria con particolare riferimento alle attività di bonifica ambientale, finalizzata alla eliminazione di fattesi di rischio per la salute, eventualmente presenti in ambito universitario b) prestazioni finalizzate a facilitare l'accesso degli studenti alla fruizione dei servizi socio-sanitari erogati agli stessi dalle U.N.E.S.C.O.
e dai Comuni di residenza, con prioritario riferimento agli studenti domiciliati fuori sede".
La parola al Consigliere Maggiorotti per l'illustrazione.
MAGGIOROTTI Questo articolo riguardante i servizi di assistenza sanitaria è ripreso pari pari dall'analogo articolo della legge dello Stato. E' un articolo, a mio parere, assolutamente pleonastico, posto che sembra chiaro che le Regioni, in quanto enti che ai sensi del DPR 616 e della legge n. 833 hanno competenza nel campo della programmazione dei servizi sanitari, programmino gli interventi a difesa della salute anche all'interno delle strutture sanitarie.
Era mia intenzione pertanto chiedere se non fosse il caso di evitare una formulazione di un articolo che non avrebbe alcun senso. Così come non l'aveva, a mio parere, già nella legge nazionale, a maggior ragione non l'ha in una legge regionale, dove sembrano chiare le funzioni specifiche degli enti delegati alla programmazione e gestione dei servizi socio sanitari.
Tra l'altro, non si capisce bene perché la Regione debba stipulare una convenzione con le Università, posto che questa legge tratta di enti di diritto allo studio universitario. Vorrei che mi venisse spiegato se nella dizione si intende enti per il diritto allo studio universitario o proprio le Università.
Inoltre, per quanto riguarda più specificamente l'emendamento, posto che comunque sembra debba esserci - così è stato detto - un intervento di tipo sanitario, posto che la nostra Regione gestisce gli interventi in maniera associata socio-assistenziale e sanitaria, mi sembrava chiaro che dovesse tenersi conto di questo fatto nello stipulare un'eventuale convenzione, che doveva avere aspetti quali sono quelli specifici gestiti dalle UU.SS.SS.LL.
Mi sono sforzato di capire a quali specifici bisogni di salute dovrebbe rispondere una tale convenzione; in realtà, mi pare non sia chiaro a nessuno e mi piacerebbe che l'Assessore spiegasse quali sono i problemi di salute specifici degli studenti universitari all'interno delle sedi universitarie. Cosa si intende per sedi? Si intendono le sedi di studio, le presidenze o le mense? Questo dovrebbe essere chiarito; è chiaro che i bisogni sono diversificati a seconda delle caratteristiche dei fruitori delle diverse tipologie di sedi.
Detto questo, continuo ad essere perplesso sulla possibile descrizione di un bisogno sanitario specifico degli studenti. Mi pare assurdo e costosissimo gestire i servizi infermieristici, se sono, tali; se sono di primo soccorso, devono essere garantiti almeno laddove gli studenti permangono anche la notte, con turni anche notturni. In realtà non ha senso, perché se esiste un servizio di emergenza sanitaria pubblica per tutti i cittadini, questo deve rispondere anche per gli studenti universitari, ma posto che ciò sia e venga affermato, dovrebbero essere servizi che permangono aperti giorno e notte con spese insostenibili.
E poi, chi inserire in queste strutture: medici, infermieri? Se fossero anche solo infermieri, garantire tre turni comporta la presenza di almeno 4 persone in organico per garantire ferie, assenze per malattie, ecc. Quindi continuo a non capire che tipo di risposte possano essere, per cui mi sembra che l'articolo andrebbe abrogato.
Se proprio lo vogliamo tenere, pensavo dovesse avere la dizione "socio sanitaria" e che dovesse essere messo in evidenza il fatto che nelle convenzioni si affrontano due questioni, che invece normalmente dagli enti gestori della sanità, cioè in particolare dalle UU.SS.SS.LL. sono poco curate: il diritto alla prevenzione primaria, cioè la necessità di garantire interventi di eliminazione di fattori di rischio ambientale (e per ambientale intendo tutto, sia le malattie infettive sia gli inquinanti di diversa origine) e le prestazioni finalizzate a facilitare l'accesso ai servizi garantiti per tutti, in particolare per quelle popolazioni di studenti che provengono da fuori sede.
In questo senso, si riuscirebbe a capire e a definire una finalità che in realtà, risponde a bisogni presenti nella popolazione studentesca.
Vorrei che si spiegasse con maggior dettaglio che cosa s'intende con l'art. 12, cosi com'è stato formulato nel testo di legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale La Giunta non accoglie l'emendamento perché nelle competenze della Regione la legge 390/91 all'art. 19 dice: "Le Regioni nell'ambito della programmazione regionale possono stipulare convenzione conte Università per assicurare prestazioni sanitarie agli studenti all'interno delle sedi universitarie": Per quanto riguarda la parte fuori delle sedi universitarie attraverso le stesse modalità l'estensione della stessa convenzione, così come proposto, andrebbe anche a configurare una duplicazione d'intervento della Regione per quanto concerne l'eliminazione dei fattori di rischio per la salute presenti in ambito universitario che compete all'USSL. Quindi, non vedo la necessità di questo.
E' chiaro che alle perplessità espresse non posso rispondere subito, ma certamente nell'ambito delle convenzioni per le sedi universitarie che la Regione può stipulare con l'Università e le USSL mi pare sia ampiamente assicurata la parte dei servizi sanitari anche agli studenti che vengono fuori sede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin.
BORTOLIN In effetti abbiamo discusso a lungo anche su questo articolo in Commissione e le osservazioni del collega Maggiorotti sono per molta parte condivisibili.
Se gli studenti lo richiedessero - e Tenie accettasse - all'interno dell'Università potrebbe essere istituito un presidio di cura e non soltanto di primo soccorso. A fronte di un articolo poco comprensibile della legge nazionale, abbiamo cercato di capire come questo potrebbe verificarsi, in quanto non è definito per quale tipo di prestazione le Regioni possono stipulare convenzioni, affinché all'interno dell'università sia garantita l'assistenza sanitaria.
Però qualche dubbio viene, Assessore, anche per quanto riguarda la formulazione che presentiamo nella proposta in discussione. Ci limitiamo semplicemente a togliere la facoltà e a dire che la Regione stipula, Quindi si sancisce pressoché un obbligo. Il dubbio è: per quale ragione dobbiamo sostituire una facoltà con un obbligo? Ripeto, questo dubbio è avvalorato anche dalle argomentazioni del Consigliere Maggiorotti. Forse più correttamente potremmo (e non è inutile) lasciare l'articolo e non trasformare la facoltà che dà la legge nazionale in obbligo, perché ci troveremmo di fronte alla necessità di indicare - non c'è l'Assessore alla sanità e quindi la discussione è anche monca - quali prestazioni vogliamo istituire all'interno delle Università e perle quali convenzionarci.
Se i colleghi Maggiorotti e Chiezzi mantengono l'emendamento così come è stato presentato, noi come Gruppo ci asterremo, in quanto la prima parte è abbastanza corretta. La formulazione fatta nell'emendamento (ribadendo la facoltà) è più comprensibile rispetto all'articolo da noi definito. Intanto perché si collega alla programmazione regionale e, nell'ambito della programmazione, possono essere individuati interventi da effettuare all'interno delle sedi universitarie. Inoltre, vale la pena ribadire l'aggiunta della parte sociale, in quanto ci troviamo di fronte a delle novità legislative a livello nazionale per quanto riguarda l'handicap e i disabili (ne discuteremo all'art. 14, che vale la pena di mantenere con una formulazione più ampia).
Per cui la nostra proposta per quanto riguarda l'art. 12 sarebbe di ribadire la facoltà e non l'obbligo, ma con la richiesta di ridurre l'emenda mento solo alla prima parte di riformulazione dell'articolo. In questo caso, ripeto, lo voteremmo, togliendo però tutta la parte nella quale il collega Maggiorotti tenta di specificare in quale direzione le convenzioni devono andare. Comunque, se le nostre richieste non verranno accolte, il nostro voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale Accoglierei le indicazioni relative a questa formulazione; pertanto presento il seguente emendamento 1 bis: dopo la parola "Regione" inserire le parole "può stipulare".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 1 bis presentato dall'Assessore Fulcheri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 6 astensioni.
Pongo quindi in votazione l'emendamento 1) presentato dai Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 15 contrari e 12 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 12 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
ART. 13 1) Emendamento presentato dal Consigliere Rabellino: dopo le parole: "1.
Possono essere concessi" aggiungere le parole: "esclusivamente ai residenti nella Regione Piemonte".
La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale La Giunta non accetta tale emendamento, richiamando l'art. 7 della legge quadro n. 390 per la quale non esistono differenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Su questo tema avevamo già svolto un intervento la scorsa seduta. E' vero che la legge quadro nazionale prevede che tutti possano avere accesso a questi fondi, però, secondo noi, c'è un problema tecnico. Riteniamo che sia necessario regolamentarlo, spiegando che occorre presentare una documentazione più credibile per poter accedere a questi fondi. Questa potrebbe essere una soluzione, fermo restando quanto .prevede la legge nazionale.
Ritengo che ci siano dei seri problemi per quel che riguarda il rientro di questi prestiti, perché se si lascia l'accesso libero a chiunque particolarmente a studenti stranieri, molto probabilmente potrebbe verificarsi il caso che, una volta avuto accesso al finanziamento, non si veda più lo studente. Penso che l'Assessorato possa proporre un qualcosa di alternativo, di più concreto per poter avere accesso ai finanziamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale Ricordo che l'art. 29 stabilisce che "la Regione impartisce le direttive per l'organizzazione e la gestione". Sarà quindi in quella sede che la Regione potrà impartire disposizioni.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola pongo in votazione l'emendamento testè discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 29 contrari e 2 astensioni.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 13.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
ART. 14 1) Emendamento presentato dall'Assessore Fulcheri: punto 1, dopo la parola "Ente" inserire: "a norma della legge quadro nazionale vigente in materia di assistenza, integrazione sociale e diritti delle persone handicappate" e proseguire con "prevede".
La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale La Giunta non accoglie l'emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti, in quanto la dizione "handicap" riportata nella legge è la stessa che ricorre al comma 2, punto e), dell'art. 7 della Legge n. 390.
Per quanto riguarda invece gli interventi a favore degli studenti portatori di handicap, abbiamo presentato l'emendamento di cui ha dato lettura la Presidente.
Con questa proposta, riteniamo di poter ovviare all'emendamento presentato dal Consigliere Maggiorotti.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento testè illustrato dall'Assessore Fulcheri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 28 voti favorevoli e 5 astensioni.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi: L'art. 14 è così modificato: "ART. 14 - Interventi a favore degli studenti disabili Al comma 2 aggiungere dopo 'concorso, finanziario ': 'in raccordo con le UU.SS.SS.LL.
:, i Comuni e le Università, per coordinare gli interventi di rispettiva competenza. Di particolare rilievo sono i seguenti interventi: eliminazione delle barriere architettoniche acquisto di strumenti tecnici ed informatici da assegnare a singoli studenti ed a gruppi omogenei per garantire loro la piena autonomia nello studio e nelle prove di esame predisposizione di un servizio di interpretariato per gli studenti audiolesi e di lettore per gli studenti ipo e non-vedenti (su richiesta degli interessati)".
3) Emendamento presentato dal Consigliere Majorino: dopo l'art. 14 aggiungere il seguente art. 14 bis: "Nei confronti degli Enti Regionali previsti dall'art. 4, il Difensore Civico della Regione Piemonte ha facoltà di intervenire - d'ufficio o su istanza di chi ne abbia interesse - al fine di tutelare i soggetti destinatari della presente legge indicati nell'art.
3.
In quanto applicabili, valgono le norme di cui alla legge regionale 9 dicembre 1981 n. 50 e successive modificazioni".
La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale La Giunta lo respinge per il secondo comma dell'art. 2 della LR 9 12/81 n. 50.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Non conosco quella legge. Se c'è una legge nazionale che si esprime in maniera non precisa, non vedo perché anche noi dovremmo seguirne le tracce i cattivi esempi. Laddove si parla di disabilita, si intendono - è noto che questa è una definizione dell'OMS - tutti quei limiti che le persone possono avere nell'espletamento di una funzione in relazione ad una menomazione: La dizione "portatore di handicap", posto che handicap è anche etimologicamente uno svantaggio sociale, non ha senso. L'handicap deriva dalla disabilità quando questa incrocia barriere di qualsiasi tipo.
Per quanto riguarda la parte successiva del mio emendamento, proponevo si aggiungesse al comma secondo la necessità di raccordare gli interventi con quelli specifici delle UU.SS.SS.LL. dei Comuni e delle Università.
Questo per evitare sovrapposizioni di competenze. Ho citato interventi che sembravano fondamentali, prioritari, quali l'ovvia eliminazione delle barriere architettoniche. Questa è competenza di chi è proprietario dell'edificio, ma rientra nel campo dell'eliminazione delle barriere anche tutto ciò che consente il loro superamento attraverso l'acquisizione di ausilii e strumenti tecnici, l'apposizione di indicazioni comprensibili a persone con disabilita sensoriali, la predisposizione di possibilità di traduzione per gli studenti audiolesi e non vedenti.
Mi sembrava che questa fosse una competenza da assumersi da parte di un ente che deve garantire il diritto allo studio, se non altro come stimolo rispetto ad enti che a questa competenza materialmente debbono rispondere.
Ho già percepito il senso dell'Assessore. Sottolineo come questi contenuti vadano sottintesi nella nuova dizione che è stata emendata con la proposta di emendamento prima approvata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin.
BORTOLIN Per dichiarazione di voto sull'emendamento e anche sull'articolo. Noi riteniamo molto soddisfacente l'accoglimento dell'emendamento presentata dall'Assessore. Recependo la legge quadro nazionale, che è una legge a nostro avviso molto importante e che affronta il problema dell'handicap e della disabilità in modo ampio (quindi normando anche la parte che riguarda il diritto allo studio universitario; infatti in alcuni articoli, in modo particolare l'art., 12 che è quello che affida alle Regioni specifiche competenze, si precisa quali devono essere gli interventi). Recependo questa normativa noi andiamo a definire in modo più corretto e più ampio l'intervento dell'ente regionale per il diritto allo studio nei confronti dei portatori di handicap. Per questa ragione voteremo l'articolo così emendato e ci asterremo sull'emendamento, seppure sottolineando il contributo positivo che il collega Maggiorotti ha cercato di dare.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione per alzata di mano l'emendamento 2), testè illustrato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 2 voti favorevoli, 15 contrarie 12 astensioni.
La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale Non accetto l'emendamento presentato dal Consigliere Majorino in quanto il 2 comma dell'art. 2 della LR 9/12/81 n. 50 prevede già che il Difensore Civico possa intervenire su tutti gli enti pubblici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Desidero ricordare che l'istituto del Difensore Civico è stato per la prima volta introdotto nella legislazione statale con la legge n. 142, nel senso che ha consentito e consente ai Comuni nei loro Statuti di istituire questa figura. So benissimo che già la legge istitutiva del Difensore Civico consentirebbe l'intervento di questo organo a fronte di inadempienze e ritardi o disfunzioni che vengano lamentati da parte dei destinatari di questa legge, cioè da parte degli studenti iscritti ai corsi universitari Però mi pare che nulla vieti di ricordare in una legge di settore ai destinatari della legge, quindi agli studenti, che esiste questo istituto al quale possono rivolgersi. Non vedo perché non richiamare in una legge di settore, quale è questa del diritto allo studio, il diritto ai destinatari della legge di rivolgersi al Difensore Civico a fronte di torti che possano subire e di inadempienze dell'ente regionale.
A mio avviso servirebbe anche ad affermare, una volta per tutte nei confronti dell'ente regionale che gestisce questa serie di servizi di cui alla legge, che il Difensore Civico può intervenire e questo anche a fronte della riluttanza di carattere generale che c'è nei confronti degli interventi del Difensore civico, come emerge dalle relazioni di questi ultimi anni del Dott. De Martino.
Con questo spirito e in questo senso insisto sull'emendamento, che mi pare accoglibile poiché nulla aggiunge alla legge regionale, ma richiama all'attenzione dei destinatari la possibilità di avvalersi di questo istituto e dei soggetti gestori il dovere odi rispettare gli interventi e le direttive sulle funzioni del Difensore Civico.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento 3), non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 12 voti favorevoli, 15 contrari e 3 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 14 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
ART. 15 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
ART. 16 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
ART. 17 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
ART. 18 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
I Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi presentano il seguente nuovo articolo: ART. 18 bis "Gli Enti promuovono ricerche ed indagini statistiche intese ad acquisire i necessari elementi conoscitivi previsti dalla presente legge e per la programmazione dei relativi interventi. Annualmente gli Enti promuovono un'apposita Conferenza dei servizi cui partecipano rappresentanze degli studenti e delle OO.SS. aventi delega in sede universitaria, per esaminare l'andamento dei rapporti con i fruitori dei sevizi, l'efficienza degli stessi servizi erogati ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati".
La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale Le ricerche, le indagini e le statistiche intese ad acquisire necessari elementi conoscitivi previsti dalla presente legge per la programmazione di relativi interventi sono previste all'art. 29 al punto b), in cui si legge che "la legge attribuisce tale adempimento alla Regione".
Al secondo comma, in cui si legge che "gli Enti , promuovono un'apposita Conferenza dei servizi cui partecipano rappresentanti degli studenti e delle organizzazioni sindacali aventi delega in sede universitaria, per esaminare l'andamento dei rapporti con i fruitori dei servizi, l'efficienza dei servizi erogati ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati", aggiungerei le parole: "A tale Conferenza partecipa l'Assessore regionale competente che riferisce alla Giunta e alla competente Commissione".



PRESIDENTE

Poniamo in votazione il primo comma dell'emendamento non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 18 contrari e 11 astensioni.
Pongo ora in votazione il secondo comma dell'emendamento riformulato dall'Assessore Fulcheri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 31 voti favorevoli e 3 astenuti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 18 bis nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 18 bis è approvato.
ART. 19 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
ART. 20 Emendamento presentato dai Consiglieri Maggiorotti e Chiezzi: al comma II dopo "voto consultivo" aggiungere: "obbligatorio sulla legittimità degli atti".
FULCHERI, Assessore regionale La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E approvato con 31 voti favorevoli e 3 astensioni.
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.
CHIEZZI La dichiarazione riguarda questo articolo e tutti quelli che concernono le regole relative al Consiglio d'Amministrazione. Voterò contro questi articoli, per i motivi che ho già illustrato nella dichiarazione generale e che riprenderò nella dichiarazione di voto finale. Si tratta di un ente che a, mio parere, sostituisce le istituzioni in compiti che sarebbero dovuti rimanere di competenza delle istituzioni.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 20 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
ART. 21 Emendamento presentato dall'Assessore Fulcheri: All'art. 21, I comma, il punto i) è così riformulato: "I bandi di concorso relativi a provvidenze e servizi, secondo le modalità di cui all'art. 4 della legge 2.12. 1991 n.
390".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli e 6 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 21 nel testo emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
ART. 22 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
ART. 23 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
ART. 24 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
ART. 25 Emendamento presentato dal Consigliere Ferrara: le parole "nei ruoli dei Revisori Ufficiali dei conti" vengono sostituite con "negli albi dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri e Periti commerciali".
La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale La Giunta accetta l'emendamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Foco. Ne ha facoltà.
FOCO Chiedo un attimo di sospensione sull'art. 25, perché, ad una lettura più attenta, non sono chiari alcuni meccanismi di elezione su cosa elegge il Consiglio e cosa eleggono gli altri. O abbiamo un testo dove è saltata qualche virgola o qualcos'altro, altrimenti non riesce molto chiara tutta l'operazione.



PRESIDENTE

Poiché la Giunta acconsente alla richiesta del Consigliere Foco sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 16,40 riprende alle ore 17,15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
A seguito della riunione della IV Commissione, il Consigliere Ferrara ritira il proprio emendamento. Do lettura dell'emendamento modificato durante la suddetta riunione: "ART. 25 - Collegio dei Revisori dei conti 1. Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da cinque membri di cui tre effettivi e due supplenti, eletti dal Consiglio regionale con separate votazioni e con voto limitato a due per gli effettivi ed uno per i supplenti.
2. I componenti il Collegio dei Revisori dei Conti devono essere iscritti nell'Albo dei dottori commercialisti o dei ragionieri o dei periti commerciali.
3. A Presidente viene eletto nell'ambito dei tre membri effettivi del Collegio.
Il IV comma è soppresso. I commi V e VI restano invariati." Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 20 voti favorevoli e 10 astenuti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 25 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
ART. 26 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
ART. 27 La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Nell'art. 27 proporrei la soppressione di una parola contenuta nel comma settimo, ove è scritto: "gli atti che comportano impegni di spesa portano la firma congiunta del direttore e del funzionario eventualmente proposto alla ragioneria che ne risponde in solido". Che gli impegni di spesa portino la firma congiunta del direttore e del funzionario mi va bene, che il funzionario ne risponda in solido mi sembra corretto, ma inserire la parola "eventualmente preposto" rende tutto impossibile da verificare. Se è solo "eventualmente preposto", come fa a risponderne in solido, e se non è preposto chi ne risponde in solido? Il direttore? Per questo motivo, ritengo che la parola "eventualmente" sia da sopprimere, a meno che non si decida che il funzionario non debba esistere.
Mi sembra che la cosa vada corretta in uno dei due modi.



PRESIDENTE

E stato presentato un emendamento dalla Giunta inseguito alla richiesta del Consigliere Chiezzi: all'art. 27, comma 7, dopo la parola "funzionario" togliere la parola "eventualmente".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 31 voti favorevoli e 2 astenuti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 27 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
ART. 28 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
ART. 29 La parola all'Assessore Fulcheri, che presenta il proprio emendamento.
FULCHERI, Assessore regionale L'emendamento è composto di due parti: il primo comma, alla lettera d), viene così riformulato: "Utilizza i criteri di cui all'art. 4 della legge 2/12/91 n. 390 ai fini della formazione delle graduatorie per la fruizione dei servizi che si vanno ad attivare".
La seconda parte dell'emendamento, primo comma, lettera e) è così riformulata: "fissa l'importo delle borse di studio", quindi non più degli assegni di studio, in quanto non esistono più.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la prima parte dell'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 33 voti favorevoli e 2 astenuti.
Pongo in votazione la seconda parte dell'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 33 voti favorevoli e 2 astenuti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 29 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
ART. 30 Emendamento presentato dall'Assessore Fulcheri: i primi due commi vengono così modificati: "1. Sono assoggettate all'approvazione della Giunta regionale, che vi provvede entro 40 giorni dal ricevimento, le seguenti deliberazioni dell'Ente: a, quelle riguardanti lo Statuto e i regolamenti inerenti al funzionamento dei servizi 2, quelle riguardanti le tariffe dei servizi.
Nei casi di comprovata e motivata urgenza, il Consiglio di Amministrazione può dichiarare le deliberazioni di cui sopra immediatamente esecutive".
La restante parte dell'articolo rimane invariata.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, questo articolo è importante perché assegna alla Regione compiti di controllo dell'attività svolta dall'ente. La modifica testè proposta dall'Assessore snatura, a mio parere, la filosofia di questo articolo, che era quella di assoggettare all'approvazione della Giunta regionale tutte le deliberazioni dell'ente. Questo primo comma non era molto ben scritto, perché a seguito di questa affermazione era previsto un elenco di deliberazioni che nella lettura dell'articolo apparivano come particolari specificazioni delle delibere da approvare. Il senso del primo comma era che tutte le deliberazioni passano all'approvazione della Giunta regionale.
Ritengo che sia molto utile mantenere il concetto che tutte le deliberazioni passino all'approvazione della Giunta regionale per mantenere alla Regione Piemonte un controllo reale sull'attività dell'ente.
Viceversa, l'Assessore recide questo controllo su tutte le deliberazioni e mantiene solo quelle che riguardano lo Statuto (che sono "una tantum"),i regolamenti interni (che sono "una tantum"), quelle che riguardano le sole tariffe dei servizi, sottraendo al controllo della Giunta la gran parte, dell'attività dell'ente.
Per questo motivo, sono contrarlo a questo emendamento e preferirei invece che si proponesse un emendamento che sostituisse i due punti con un unico punto e cancellasse la lettera a) e la lettera b) del primo comma.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Fulcheri.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 25 voti favorevoli, 2 contrari e 4 astenuti.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 30 così emendato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
ART. 31 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 31 è approvato.
ART. 32 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
ART. 33 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 33 è approvato.
ART. 34 - E' stato presentato un emendamento dai Consiglieri Bortolin Calligaro, Maggiorotti, Leo, Montabone, Peano, Cucco, Miglio, Tapparo e Foco: al comma I sostituire le parole: "pari ammontare" con le parole: "Lire 25 miliardi".
La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale Sull'art. 34 pregherei l'Assessore Gallarini di esprimersi perché il primo comma recita: sostituire le parole "pari ammontare" (che grosso modo sono sui 14,5 miliardi) con le parole "25 miliardi". Quindi lascio che su questo sia l'Assessore Gallarini ad esprimersi.



PRESIDENTE

GALLARINI, Assessore regionale



PRESIDENTE

Posso solo dire che una variazione di questo tipo comporta un'attenzione da parte nostra, attenzione che non può essere riservata solo ad oggi, ma che deve vedere l'impegno di un esame approfondito in Giunta (se riusciamo in sede di presentazione in Commissione e poi in aula altrimenti in sede di assestamento quando saremo nell'ambito di quella manovra di un certo respiro che abbiamo ipotizzato già in qualche Consiglio precedente). Per adesso, ovviamente, non è accoglibile, salvo questo impegno che ci ripromettiamo come Giunta di mantenere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin.
BORTOLIN Abbiamo presentato questo emendamento e credo davvero che questo sia un momento di discussione seria per quanto riguarda la proposta di legge che abbiamo di fronte. Riteniamo la risposta dell'Assessore oltrech insoddisfacente anche non corrispondente alla serietà, alla intensità della discussione che abbiamo svolto attorno a questa Proposta di Legge. La Giunta aveva il tempo necessario per esaminare la possibilità di un'eventuale modifica e integrazione della quota destinata.
Il testo che abbiamo discusso e che è in discussione è il risultato di un lavoro molto intenso avvenuto in Commissione. Abbiamo detto più volte che è la proposta di legge possibile in presenza della legge nazionale.
Siamo però altrettanto consapevoli, e credo lo siano tutti i Consiglieri che hanno sottoscritto questo emendamento, che questa Proposta di Legge, se approvata, potrà produrre effetti positivi e consentire quindi di andare incontro alle aspettative espresse dagli studenti. Ciò a condizione che si compiano delle scelte da parte del Consiglio, ma soprattutto da parte della Giunta, coerenti nell'ambito della destinazione delle risorse finanziarie.
Riteniamo che l'entità del finanziamento per l'effettivo esercizio del diritto allo studio sia quindi una priorità assoluta. Avevamo detto all'inizio della discussione di questa legge che volevamo porre al primo punto questa priorità per regolarci di conseguenza. Abbiamo accettato di svolgere la discussione e anche di votare a favore dell'articolato, ma per noi - lo ribadisco - rimane una priorità assoluta rispetto a tutte le altre questioni, pure importanti, che abbiamo finora affrontato, ad esempio quella dell'ente gestore.
La Regione è penalizzata fortemente dall'entità del trasferimento statale per quanto riguarda lo svolgimento del diritto allo studio: è un finanziamento, il nostro, dimezzato rispetto ad altre Regioni del nostro Paese, a parità di numero di iscritti! Questo va sottolineato, ma penalizzata non è la Regione Piemonte, sono i nostri giovani che si iscrivono all'Università e che hanno il diritto di frequentarla. E' un primo terreno di confronto e anche di scontro, se ci è consentito dirlo con lo Stato e con il Ministro competente. Da questo punto di vista vogliamo sottolineare che forse troppo poco è stato fatto in questa direzione; non mi riferisco solamente all'Assessore competente, ma alla Giunta complessivamente.
Le scelte politiche che compirà sono estremamente importanti soprattutto in relazione ai discorsi che qui più volte abbiamo fatto rispetto ad un Piemonte che è Regione di frontiera, ad un Piemonte che è fortemente coinvolto nel processo di integrazione europea, che però - io aggiungo - ha bisogno, perché davvero sia in grado di reggere la competizione, di elevare il numero e la qualità dei giovani che frequentano le nostre Università e che poi raggiungono il livello della laurea. Per sviluppare la ricerca e rispondere alla domanda qualificata di occupazione questa è condizione necessaria, noi riteniamo indispensabile. L'Università deve essere in grado di competere per la formazione ed il sapere con il livello delle Università europee, di un'Europa che sarà senza barriere. Il rischio che noi corriamo non è soltanto quello di non corrispondere ai progetti che pure approviamo per ospitare giovani di altri Paesi nella nostra Regione, ma anche che i nostri giovani più bravi si rivolgano ad Università al di fuori del Piemonte.
Durante la discussione di questa Legge, abbiamo detto che vogliamo agire su più fronti per garantire il diritto allo studio. Noi riteniamo che il fronte principale, prioritario, sia quello di costringere la Giunta ad assumere delle scelte politiche e quindi stanziare i mezzi necessari e indispensabili per garantire un livello qualitativo per le nostre Università, ma anche l'organizzazione e il finanziamento del decentramento e dell'autonomia, che con l'ordine del giorno che abbiamo presentato avremo modo di discutere e di affermare.
Per non rubare ulteriore tempo, voglio riferire al Consiglio ancora solo pochi dati che abbiamo discusso in Commissione e che l'Assessore ha rilevato per una parte nella relazione che ci ha consegnato. Ebbene, i Rettori dell'Università e del Politecnico, negli incontri che abbiamo svolto in Commissione, ci hanno detto che da nessun'altra parte le tasse universitarie sono simboliche come in Italia. Questo è certamente un argomento importante, anche oggetto di discussione non soltanto nella nostra Regione, ma più generalmente in Italia. Noi vogliamo però dire che in nessuna parte d'Europa la povertà di spazi a disposizione degli studenti è al livello del Piemonte: ad un metro quadrato di spazio dedicato agli studenti in Piemonte corrispondono 4/5 metri quadrati per studente a livello europeo. E' chiaro, quindi, che possiamo approfondire il discorso di tasse universitarie che non siano soltanto più simboliche, ma a condizione di poter dare davvero tutto quello che dobbiamo e possiamo dare ai nostri giovani.
Le spese in Italia per l'Università sono le più basse d'Europa! Noi crediamo che così non si possa andare avanti, che bisognerà procedere nei confronti di proiezioni corrette per il futuro, determinando giustamente il numero degli studenti che avremo negli anni prossimi, ma altrettanto bisogna procedere a destinare le risorse indispensabili per poter gestire le nostre Università.
Per questa ragione e ancor più per le affermazioni che sono state fatte dall'Assessore alle finanze della nostra Regione, Gallarini, dichiariamo che il nostro sarà un voto di astensione, che però ci porta ad essere molto preoccupati, perché a fronte di una legge che afferma dei diritti che noi discutiamo e che la maggioranza andrà ad approvare, si riducono fortemente le reali possibilità di una corretta applicazione. Ancora una volta andiamo a definire una disparità tra ciò che la legge promette, tra le aspettative che abbiamo sollecitato nei nostri giovani e ciò che effettivamente potremo dare. Questa è una contraddizione costante che verifichiamo non soltanto per quanto riguarda le leggi del nostro Parlamento, ma anche per quelle regionali. Questo è purtroppo l'ennesimo esempio - dico "purtroppo" perch questa è una legge molto attesa - a danno delle reali necessità ed aspettative che dovrebbero essere non soltanto dei nostri giovani, ma degli amministratori regionali, della classe imprenditoriale sicuramente, e di tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, mi pare un comportamento inaccettabile quello che si è verificato in quest'aula da parte dell'Assessore Fulcheri, dell'Assessore Gallarini e del silente Presidente Brizio. Ci troviamo di fronte ad un Consiglio regionale che pu svolgere un ruolo come tutti auspichiamo, alto, di decisione e dibattito politico, se in questo Consiglio regionale ci fosse una Giunta che si presenta come organo collegiale, portatore di proposte politiche. Così, tra l'altro, dovrebbe essere a norma di Statuto e di Regolamento.
Oggi, e non solo oggi, purtroppo, abbiamo assistito invece a una sorta di "scaricabarile" tra Assessori, che si presentano in quest'aula come fossero distaccati e autonomi rispetto ad una politica della Giunta regionale, politica che evidentemente non è stata predisposta.
La parte dell'Assessore Fulcheri è inaccettabile, perché, di fronte ad un ordine del giorno che renderebbe possibili congrui finanziamenti, si limita a "passare la palla" all'Assessore Gallarini, quasi che l'Assessore Fulcheri non facesse parte di una Giunta, di un collettivo. L'Assessore fa capire che lui - bontà sua - sarebbe anche disponibile ad elevare il finanziamento; purtroppo c'è un Assessore al bilancio con cui bisogna fare i conti. Conti che non sono stati fatti, conti che l'Assessore fa finta di fare ora.
L'Assessore Fulcheri termina il suo intervento e inizia quello dell'Assessore Gallarini, che dà per scontato che la propria sia una funzione preminentemente tecnica. Egli si rivolge al Consiglio dicendo: "Cari Consiglieri, sapete tutti che le condizioni del bilancio sono quelle che sono, dal punto di vista tecnico - parrebbe di capire - non posso che dire "no" alle vostre richieste, ma, chi lo sa. più in là ci sarà il vero bilancio, ci sarà l'assestamento..." Mentre i due Assessori si rimpallano la questione, il Presidente Brizio, che dovrebbe essere il portatore di una linea politica decisa dalla Giunta, tace. Rispetto ad una linea politica ci si può scontrare o essere d'accordo, ma questo scaricabarili è assolutamente inaccettabile. Tutto questo, Presidente Brizio, svilisce il ruolo del Consiglio: il Consiglio vive se ci si confronta sulla politica.
Semplicemente, non avete ritenuto serio e degno di seria considerazione questo ordine del giorno. L'avete sottovalutato e non vi siete nemmeno espressi con dei "sì" o dei "no", conseguenti ad una linea politica.
Ciascuno dei due Assessori ha tirato l'acqua al proprio mulino: l'Assessore Fulcheri, strizzando l'occhio e lasciando intendere "che si potrebbe anche", ha scaricato la parte più difficile all'Assessore Gallarini, che si è nascosto dietro ai problemi tecnici del bilancio. Il Presidente, che dovrebbe essere il garante delle scelte di governo da presentare alla discussione in aula, è stato finora zitto. Spero che la mia sollecitazione lo induca a pronunciarsi.
Per questi motivi, se non verrà accolto l'emendamento, voterò contro l'articolo in discussione e, ovviamente, a favore dell'emendamento stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Leo.
LEO Le mie considerazioni saranno molto brevi La legge che stiamo per approvare è innovativa e molto positiva: l'Assessore Fulcheri e i suoi funzionari hanno lavorato egregiamente, la Commissione si è molto impegnata. Ringraziamo la Giunta di una legge dignitosa, che si colloca in un momento particolare del Paese dal punto di vista economico e politico: si tratta di una legge che risponde a moltissime aspettative e che rappresenta un forte investimento positivo.
Se però lo stanziamento rimarrà quello ormai invariato da anni, le idee propositive, le novità, le attenzioni, il lavoro positivissimo svolto dalla Giunta sarà certamente vanificato. Ci rendiamo conto che un salto tout cour non è possibile, ma ci aspettiamo, da subito, perlomeno un segnale. La collega Bortolin faceva riferimento ai pochissimi spazi a disposizione degli studenti: con maggiore denaro si potrebbero attrezzare - subito degli spazi-studio per studenti.
Mi rendo conto che non è questione facile da risolvere da parte della Giunta; credo però nella necessità immediata di un segnale e che, in prospet-tiva, con l'assestamento di bilancio, si debba tener conto di un'indicazione non demagogica, ma seria. La proposta della Commissione non era fatua, ma ponderata, sulla base delle spese degli anni passati, su contributi fermi da anni; sulle necessità degli studenti e sullo stesso contenuto della legge.
Sapendo di parlare ad Assessori attenti e sensibili, concludo il mio intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Peano.
PEANO Tutti quanti, in Commissione, abbiamo firmato questa proposta, consci che non sarebbe stato facile da parte della Giunta accettare l'aumento di finanziamento da 15 a 25 miliardi, ma con la consapevolezza di poter essere di stimolo alla ricerca di un qualcosa di più. In questo senso, non credo vi sia palleggiamento di responsabilità da parte degli Assessori Fulcheri e Gallarini: comprendiamo tutti che gli investimenti in cultura, nei giovani e nelle Università vanno al di là di noi stessi, con prospettive che guardano al futuro.
Ci auguriamo che la nostra non sia soltanto una speranza, ma che con il prossimo bilancio ci sia vera volontà politica da parte della Giunta di ricercare fondi per poter aumentare questi contributi allo studio.
L'investimento deve essere sulle strutture. Occorre corrispondere maggiormente alle richieste dei giovani che intendono, studiare; 400 posti letto invariati da dieci anni: è davvero un piccolo scandalo per la nostra Regione, che continua ad essere, da questo punto di vista, l'ultima in Italia e l'ultima in Europa. Crediamo si debba fare qualcosa di più.
Assessori Gallarini e Fulcheri, Presidente Brizio, come Gruppo di maggioranza a sostegno della proposta in discussione ci adeguiamo a quanto espresso dalla Giunta, comprendendone le difficoltà. Vorremmo però che nel corso dell'anno ci fosse la volontà politica della ricerca di un possibile "qualcosa in più" che consentisse un investimento nel settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Signor Presidente e colleghi, il mondo giovanile è attento alla decisione che questa assemblea sta per assumere. Spesso evochiamo ed enfatizziamo il necessario sostegno al nostro sistema economico, all'inno vazione, ecc. Abbiamo di fronte, oggi, un elemento di forte selezione della realtà giovanile relativamente alla formazione di "fascia alta": probabilmente la nostra decisione concorrerà a modellare e caratterizzare il futuro economico della comunità.
L'articolazione del dispositivo legislativo relativo al diritto allo studio senza supporti economici rischia - come evidenziato da molti colleghi - di diventare un elemento distorto e schizofrenico. I contributi monetari sono fermi da tempo, l'andamento dei prezzi si muove.
Sostanzialmente, diamo l'impressione di investire meno su un terreno che in tutti i modi in cui ci esprimiamo, diciamo che va valorizzato. Questa è la prima contraddizione.
La seconda contraddizione è che così come congegnato, il diritto allo studio fa pesare di più i servizi agli studenti che non gli apporti diretti: sparisce l'assegno di studio, il prestito ad onore è un istituto ancora da configurare, il part-time fa i primi passi; diventano così determinanti, quelli che sono, se fossimo nel mondo industriale, i servizi reali agli studenti. Questi servizi reali - il collega Peano accennava ai posti letto - sono stati enfatizzati. Quando parliamo, ad esempio, del servizio di ristorazione e diciamo che non vuol dire solo la vecchia mensa parliamo di un servizio reale che cresce come capacità di sostenere un'esigenza del diritto allo studio, ma cresce anche come costi.
Questo è, insomma, un sistema a vari comunicanti; vorrà dire che se diamo più da una parte, a parità di risorse, qualche altro punto entrerà in sofferenza.
Per questa ragione, non provocatoriamente, abbiamo voluto porre all'attenzione della Giunta con questo emendamento una necessità che deve essere affrontata. Non so, Presidente Brizio, se ha bisogno di un attimo di sospensiva per coordinare meglio questo aspetto; potrebbe essere sostanzialmente utile poter dire che abbiamo fatto una valutazione, ma stadi fatto che il "battage" pubblicitario che si è fatto sul diritto allo studio rischia di essere visto in parte come una presa in giro, perché in termini reali la somma stanziata è inferiore a quella dell'anno scorso.
La macchina che vogliamo creare richiede più energie, perché così è stata congegnata volutamente e consapevolmente; c'è qualche cosa che pu creare una discrepanza. Ci può anche essere solo un impegno della Giunta a questo tipo di attenzione, ma ci deve essere qualche cosa, altrimenti rischiamo, come immagine del Consiglio, di far apparire contraddittorio ci che si produce, che si mette in cantiere e il combustibile che dà a queste cose la possibilità di muoversi. E per questa ragione che chiedo alla Giunta di prestare particolare attenzione a questo aspetto, che mi sembra strategico all'interno di questa importante iniziativa legislativa che il Consiglio regionale sta per approvare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Oggi avevo fatto dei proponimenti da primo dell'anno: cambiare vita andare a dormire presto, fumare meno. Ma, purtroppo, ho notato che in questo Consiglio si è insediata una lobby trasversale degli emendamenti che firma emendamenti regolarmente ignorando alcuni Gruppi e alcune persone. E' un po' di tempo che nessuno mi chiede, nella maggioranza, di inficiare emendamenti.
Anche se la stampa non ha ritenuto di dare spazio a questo fatto volevo far notare che ho presentato un'interrogazione attraverso la quale chiedo di sapere cosa pensa la Giunta in riferimento al giudizio pesantissimo espresso dal collega Tapparo e da un altro Consigliere della DC sull'operato della Giunta in materia sanitaria, perché mi sembra che il gioco delle tre carte non si possa portare oltre una certa misura. Una cosa è presentare una interrogazione, un'altra è esprimere giudizi. Mi auguro che la Giunta esca da questa situazione.
Oggi ci troviamo un po' nella stessa situazione: scopriamo che 'questa non è una legge della Giunta, ma è una legge di tutti, dei funzionari della Commissione, dei colleghi Leo, Fulcheri, di tutti. La Commissione ha lavorato a fondo, si è confrontata, ha consultato, ha fatto il giro del mondo; ha fatto tutto e, guarda caso, arriviamo in aula con elementi finanziari dove il Consiglio non dice: "Il Consiglio sovrano decide e propone una norma finanziaria che affronti le spese e ipotizzi anche i capitoli di ritorno, statuto-regolamento-costituzione": non si chiama la Giunta a rispondere, ma si presenta un emendamento dove si dice finanziamento portato da A, la cifra relativa, il Consiglio regionale lo sottrae da altre partite di spesa etc. ". Non si fa il giochetto di dire: "Il Consiglio è bravo ha fatto una bella legge, la Giunta cattiva non dà i soldi".
Evidentemente non posso che convenire sull'esigenza che su questo si investa il più possibile, ma non è una responsabilità della Giunta investire, e una responsabilità del Consiglio; per cui chiedo che questo emendamento venga considerato irricevibile, perché manca della previsione finanziaria. Quando i proponenti lo avranno integrato della disposizione finanziaria, sospenderemo la seduta, come prevede il regolamento, ci riuniremo in I Commissione e verificheremo la congruità della proposta finanziaria. Se non si ritiene di integrare, si convochi immediatamente la I Commissione, la quale prenderà atto che l'emendamento non è praticabile perché non è prevista la norma finanziaria e darà infine il suo parere sull'emendamento. Queste questioni vanno fatte con tanta volontà, ma anche con un po' più di serietà.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della. Giunta Regionale Bisogna scindere due momenti, il momento della volontà politica con la realtà delle cose, alla quale è strettamente legata, perch la volontà politica è un termine che parte quasi in contemporanea a quello dei bilanci di lotta che poi abbiamo dimenticato. Bisogna fare dei bilanci in cui le cifre quadrino. Abbiamo quindi approvato questa legge e messo tutto quello che era possibile. "rebus sic stantibus", considerato il bilancio e la realtà che abbiamo oggi, che è una realtà difficile.
Non sappiamo ancora quali trasferimenti riceveremo; abbiamo un incontro con il Governo per discutere il problema della sanità per giovedì: su 6.705 miliardi che il Piemonte ha ricevuto nel 1991, e con i quali fronteggeremo la situazione senza ulteriori deficit, ci vengono assegnati 6.100 miliardi.
Mancano 600 miliardi per coprire la spesa della sanità "rebus sic stantibus" con la situazione attuale del livello della spesa.
Me la prendo sia con il Governo della Repubblica che con il Parlamento della Repubblica, posso prendermela con tutti, perché raggiungo sovente degli accordi con il Governo che poi al Parlamento vengono modificati da tutti i Gruppi parlamentari, non soltanto dai Gruppi della maggioranza. Siamo quindi in una situazione oggettivamente difficile: non so se le 10 lire sul metano, che noi abbiamo approvato con il bilancio, e che sono state approvate per legge, saranno esigibili perché il Parlamento, non il Governo, le ha cassate. Questa è la realtà oggettiva: non sappiamo come faremo a coprire 150 miliardi che abbiamo previsto nelle entrate. Dobbiamo fare una manovra con la quale trovare delle risorse e ci siamo impegnati a farla in un certo periodo dell'anno cioè il periodo dell'assestamento.
Abbiamo garantito di portare dei progetti per marzo anch'essi collegati all'effettiva capacità d'incidere, di avere delle entrate. Le spese, come ha detto correttamente il Consigliere Marchini, si pagano con le entrate.
Qui c'è un discorso che fa parte di un capitolo di bilancio che dà una copertura oggettiva e che, secondo me, è quello da mantenere, stante l'attuale situazione.
Comprendiamo il significato dell'emendamento, andiamo a valutarlo con la massima attenzione; se troveremo risorse aggiuntive, abbiamo la volontà di farle convergere verso questi settori senz'altro essenziali.
Approvare oggi questo capitolo significa fare una legge che, senza riferimento al bilancio, è veramente insostenibile. Bisogna dire dove prendiamo i miliardi che mancano per il pari ammontare. Se c'è un'indicazione di andare avanti su questa strada, li togliamo da un altro capitolo di bilancio, ma non possiamo accettare un emendamento senza copertura. Se sapessimo da quale capitolo tirare fuori, non dico 110 miliardi che sono chiaramente provocatori, ma 2-3 miliardi che potremmo anche trovare per incrementare questa spesa, lo potremmo fare nelle manovre successive di bilancio. Possiamo dire che sentiamo pienamente l'importanza di questa spesa e abbiamo la volontà di trovare una soluzione.
Non ci sentiamo oggi di approvare un emendamento che ha sì una ragione di stimolo, come hanno detto alcuni sottoscrittori, ma che non può essere correttamente accettabile. Se invece si vuol integrare la somma, bisogna sospendere l'esame, cercare i fondi e fare un capitolo con un'entrata che vada a coprire la cifra eccedente, il pari ammontare che abbiamo indicato nel capitolo di spesa. Ho detto che questa affermazione va a toccare una legge già approvata, quindi ciò significa che non si fa una proposta di emendamento corretta.



PRESIDENTE

Ricevo in questo momento il seguente emendamento dei Consiglieri Foco Bortolin, Calligaro, Maggiorotti, Miglio e Chiezzi: al primo comma sostituire le parole: "pari ammontare" con le parole "Lire 25 miliardi. Per la relativa spesa in aumento di 10 miliardi si farà fronte attingendo all'apposito capitolo dei fondo di riserva".
Faccio presente che, qualora vengano accolti gli emendamenti, deve essere comunque acquisito il parere della I Commissione, come previsto dal Regolamento. Quindi non c'è una questione di ammissibilità, ma di acquisizione del parere della I Commissione per le questioni di congruità dell'entrata e della spesa.
La parola al Presidente della Giunta regionale Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Per quanto riguarda questo secondo emendamento, non so neanche se il capitolo di spesa abbia la capienza di 10 miliardi, anzi ritengo assolutamente che non ce l'abbia.



(Voci, dall'aula: Chiediamo la sospensione)



PRESIDENTE

BRIZIO, Presidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Ritengo che, poiché la Giunta si è orientata a non accogliere l'emendamento, non sia necessario sentire la I Commissione e si possa passare ai voti respingendo l'emendamento medesimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Per dichiarazione di voto. Noi votiamo a favore di questo emendamento.
Voglio però dire che quanto or ora ci ha detto il Presidente Brizio è cosa nota da quasi una settimana, cioè che come Regione stiamo lavorando su un bilancio che non ha più una fonte d'entrata inizialmente prevista, per cui mi chiedo anche che legittimità abbia la situazione di bilancio della nostra Regione.
Ricordo che, quando ci fu la discussione su quel punto; avanzai il dubbio che non sarebbe arrivata in porto la famosa questione dell'estensione delle 10 lire per usi industriali. Mi fu risposto che era tutto a posto, che il Governo aveva dato ampie garanzie. Abbiamo predisposto un bilancio sulla base di una promessa ma, fino a prova contraria, il Parlamento ha la funzione di approvare, eventualmente emendando, decreti del Governo; così è stato. E' passato in Parlamento per una .maggioranza che non so quale sia stata nello specifico, ma mi risulta ché la maggioranza parlamentare sia identica a quella che siede ai banchi della Giunta regionale. Questo mi risulta da notizie giornalistiche; quella maggioranza ha votato l'emendamento e ha cambiato le cose. Per cui il Presidente Brizio, oltre a lamentarsi del fatto che mancano i soldi dovrebbe anche dirci come pensa di risolvere il problema delle finanze della nostra Regione, visto che il nostro bilancio si basava su una previsione d'entrata al momento fortemente in discussione. E questo ce lo doveva dire subito dopo.
Ho saputo di questo fatto, perché sono un lettore abbastanza pignolo dei giornali, ma non era forse il caso che la Giunta chiedesse un'immediata riunione di qualche organo regionale per segnalare questa emergenza? In effetti questa è una vera e propria emergenza che ci sta capitando fra capo e collo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Solo per spiegare due cose: la legge del bilancio è stata regolarmente approvata. La legge con la quale abbiamo fissato la sovrattassa del metano è stata regolarmente approvata e pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte. E' legge della Regione Piemonte.
Il paradosso e la difficoltà da cosa nascono? Dal fatto che il decreto del Governo sulla cui base la nostra legge è stata approvata, non è stato approvato al Parlamento. Quindi, potrebbe nascere un rifiuto: è una questione kafkiana che stiamo esaminando, perché siamo anche dell'opinione di poter avviare l'incasso. L'occasione mi ha offerto di darvi questa notizia e di mettere in luce tutti i dubbi della situazione; al momento non sappiamo ancora se la nostra legge potrà essere applicata o se la mancata conversione del decreto o la cassazione avvenuta in aula di questo articolo ci obbligherà a non incassare.
Siamo in una situazione di dubbio. Ribadisco che al momento non sappiamo e l'ho messa come una questione di dubbio su una cifra rilevante.
Devo però ribadire che sia la legge di approvazione dell'esercizio provvisorio sia la legge delle dieci lire del metano sono state approvate.
Voglio far comprendere che quando dico che non ci sono oggi le condizioni per votare questo emendamento lo dico perché non ci sono le condizioni né finanziarie, né tecniche, né di aula per poterlo fare, perch oggi non abbiamo un bilancio che ci consenta di votare questo emendamento.
L'emendamento votato è un'indicazione di volontà del Consiglio perché la Giunta esamini a fondo, anche nell'approvazione del testo di bilancio che giovedì andrà in Commissione, se ci sono le condizioni per trovare uno storno di bilancio da una voce all'altra e offrire una copertura: siamo disponibili a farlo. Quello che dice il Consiglio è evidentemente un'indicazione che riprendiamo, però non possiamo, oggi, in queste condizioni votare una cifra che non ha la copertura.
Vorrei che fosse ben chiaro che non c'è da parte nostra una chiusura assolutamente: ci si rende conto dell'importanza della voce, ci si rende conto dell'importanza di vedere se si può aumentare la copertura; devo per dire subito che la cifra mi pare al di là delle possibilità. Se sarà possibile una correzione in aumento la si potrà verificare nella trasformazione del bilancio che è all'esame della Commissione in testo definitivo e che andrà in aula anche a breve termine, ma le condizioni di oggi non ci consentono l'approvazione di questo emendamento, né per questo importo, né per un importo minore se non troviamo la necessaria copertura finanziaria.



PRESIDENTE

Stante questa dichiarazione del Presidente della Giunta, propongo una brevissima sospensione in modo da valutare se non possano essere ritirati questi emendamenti ed eventualmente formulato un ordine del giorno.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18,25 riprende alle ore 18,35)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Leo. Ne ha facoltà.
LEO Ci rendiamo perfettamente conto della difficoltà della situazione.
Vogliamo ribadire che l'emendamento non era assolutamente provocatorio, ma era per un senso di responsabilità nei confronti di questa legge. Ci pare per la verità, che le dichiarazioni di responsabilità ma anche di attenzione del Presidente Brizio e dell'Assessore Gallarini, possano lasciar sperare due cose: una, che in sede di assestamento vi sia già un intervento per quest'anno per quelle emergenze (i servizi di sale-studio, i locali per il diritto allo studio, i servizi per gli studenti) a cui si potrebbe rispondere subito con cifre non pazzesche, ma che darebbero immediatamente risultati: l'altra, che per il 1993 (dato che l'ente si deve costruire e le principali novità andranno in quella direzione) vi sia un impegno "consistente" della Giunta.
Avendo sentito tutti i colleghi, mi pare ci sia un atteggiamento di responsabilità da parte dei firmatari della maggioranza di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Il primo emendamento viene ritirato.
La parola al Consigliere Foco relativamente al secondo emendamento presentato.
FOCO Non voglio prendere altro tempo all'assemblea, ritengo che si sia discusso a lungo e siano emerse con estrema chiarezza le posizioni dei differenti Gruppi.
Noi, insieme ad altri componenti della IV Commissione, sia nella presentazione del primo emendamento, sia con lo sforzo, anche se tecnicamente non è perfetto, del secondo emendamento, abbiamo cercato di seguire (nei limiti che ci sono consentiti dalla nostra conoscenza tecnica), il consiglio di Marchini, il quale ci suggeriva di vedere dove era possibile reperire i fondi.
Ritengo però di dover sottolineare ancora una volta questo atteggiamento ambiguo da parte della Giunta. Non è possibile che, nel caso del primo emendamento, questo resti per quasi un mese agli atti del Consiglio per poi assistere al corri corri generale per vedere come sia possibile dare una risposta o tamponare. Questo non è un modo corretto: è un modo per cercare di creare delle aspettative o dall'altro lato cercare di prendere in giro la gente.
Vi confesso una cosa: ritenevo che nelle discussioni fatte in seno alla maggioranza, si avesse perlomeno l'accortezza di arrivare alla prima impostazione che era emersa come costruzione della legge (che erano i 19 miliardi), e che quindi nel corso di queste settimane gli Assessori competenti avessero sottoposto questo aspetto in seno alla Giunta. Così non è stato, quindi dobbiamo prendere atto di questa situazione di marasma o comunque di difficoltà di far seguire alle parole degli impegni precisi E' già stato detto: noi su questa legge ci siamo impegnati cercando non solo di portarla alla fine, ma cercando di vedere se insieme era possibile arrivare (quindi sorvolando su certi aspetti di perfezionismo) a creare anche nella nostra Regione le condizioni per un reale diritto allo studio.
Prendiamo atto, almeno lo prenderemo a seguito di questa votazione, che così non intende lavorare questa maggioranza. E' una constatazione amara che fra l'altro fa anche cambiare l'atteggiamento del nostro Gruppo. L'art.
34 era il punto di riferimento per valutare quale avrebbe dovuto essere l'atteggiamento conclusivo per quanto riguardava la dichiarazione di voto finale. Quindi, mentre dichiariamo il voto ovviamente favorevole a questo emendamento, vogliamo verificare alla prova la maggioranza se ne è conseguente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI In sede di discussione nello scorso Consiglio, avevo affermato la mia consapevolezza che, già fin dall'inizio, questa legge partisse come carrozzone vuoto in cui sì, forse, ci saranno i guidatori comodamente seduti alla guida, ma gli studenti fruitori saranno destinati a spingere una carretta senza motore o comunque senza carburante. Mi pare che questa sia la situazione, che tuttavia è connotata da ambiguità.
Noi siamo consapevoli del fatto che ci vorranno mesi per eleggere il Consiglio d'amministrazione, un ente della cui costituzione peraltro non conosciamo i tempi certi. E' quindi ben chiaro che i soldi che sono negati oggi sono quattrini negati agli enti che attualmente gestiscono le attività finalizzate a rendere possibile il diritto allo studio.
Nello specifico mi riferisco al Comune di Torino perché non sarà certo l'Ente per il diritto allo studio il percettore di fondi dal momento che non è ancora stato costituito. A partire da quando poi li percepirà? Il Comune di Torino continuerà quindi a fare brutte figure, si potrà dire che "abbiamo fatto bene ad approvare la legge, ci voleva l'ente, guardate che schifezza sono i servizi prestati dal Comune", però non si dirà che siamo stati noi a non aver stanziato i soldi, perché il Comune potesse, quanto meno, far funzionare il poco esistente (cioè gli attuali servizi di ristorazione, abitativi e così via).
Per questo motivo, vorrei che si facesse chiarezza da parte della Regione che strombazza e fa solenni affermazioni a proposito di una legge che poi in realtà è sostanzialmente inattuabile nei prossimi mesi; si scarica in sostanza la responsabilità dello sfascio su un ente che non è stato messo in condizioni di operare in maniera efficiente.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione per alzata di mano il secondo emendamento, testè discusso.
Chi, è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 13 voti favorevoli, 22 contrari e 2 astensioni.
La parola al Consigliere Bodrero per dichiarazione di voto sull'articolo.
BODRERO La Regione non ha soldi, però si imbarca lo stesso in queste cose, per cui sono d'accordo anch'io con quanto è stato detto a proposito del carrozzone vuoto. Vi sono amministrazioni pubbliche, a cominciare dai piccoli Comuni per arrivare allo Stato, che vogliono fare troppe cose, sono cioè di tipo sovietico. L'Unione Sovietica è morta di burocrazia, qui sta accadendo la stessa cosa: vogliamo fare questo e quello, però alla fine tutte le amministrazioni sono deficitarie e le gestioni fallimentari.
Io sono contrario a un'assistenza che vada a beneficio di persone che con il Piemonte non c'entrano niente (almeno i residenti pagano le tasse e lavorano, quindi qualcosa producono). Si va a cercare il più bello o il più buono chissà dove, per premiarlo con i soldi nostri: è il solito sistema del Piemonte che mantiene tutti, ma che alla fine resta 'fregato ! Il Piemonte sta diventando zona depressa proprio a causa di questi principi completamente sbagliati! Tra l'altro poi non si vogliono fare le cose urgenti e doverose. Se le Università fossero private o per lo meno ci fosse la concorrenza privata, vi assicuro che ci penserebbe il privato a premiare il meritevole; in questo modo invece è il galoppino di partito che diventa meritevole. Vanno a finire così queste cose! Siamo addirittura riusciti ad asservire l'informazione, la stampa; al tempo del Fascismo c'era "stampa e propaganda", adesso non c'è neanche più stampa: c'è solo propaganda! L'informazione non esiste più perché i partiti, agendo con mentalità sovietica, vogliono "ficcarsi" in ogni cosa.
Pensiamo invece ai malati, ai vecchi, ai bambini abbandonati, ai nomadi che è più corretto chiamare pseudonomadi, dal momento che sono diventati sedentari, quelli che mandano i bambini a rubare e lo Stato non vuole applicare la legge che impone di educare i bambini se una famiglia non è in grado di farlo. Nel caso di Serena, la legge è stata applicata, mentre nel caso degli pseudonomadi no! E una situazione assurda! La Regione deve fare solo quelle poche cose che sono davvero istituzionali, non deve fare tutto, perché in questo modo le nostre Università faranno la fine di quelle sovietiche, dove si costruivano le bombe atomiche a mano! Ci sono tante Chernobyl che stanno per scoppiare! Questo è lo statalismo; i partiti stanno rovinando un'economia che è stata realizzata solo dai privati, come dice un bellissimo libro dal titolo "La: guerra dei partiti contro il Nord e contro l'Italia", proprio perch vogliono comandare e non ne sono capaci. Lasciate fare a chi è capace!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco per dichiarazione di voto.
FOCO Dichiaro il voto contrario del nostro Gruppo all'art. 34 per le motivazioni addotte precedentemente, in quanto lo stanziamento previsto è effettivamente esiguo ed è quindi una presa in giro. Cogliamo anche l'occasione per dichiarare che ci asterremmo nella votazione dei restanti articoli, come presa di posizione contro la presa in giro effettuata nei confronti della collaborazione che abbiamo dimostrato lavorando sui precedenti articoli.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale sull'art. 34 L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri L'art. 34 è approvato.
ART. 35 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri L'art. 35 è approvato.
ART. 36 Chiede la parola il Consigliere Chiezzi. Ne ha facoltà.
CHIEZZI Su questo articolo, con il quale vengono un po' semplicisticamente trasferiti i beni del Comune di Torino, sollevo alcune perplessità. Mi risulta che il sistema dei beni di cui dispone il Comune di Torino non sia accertato in modo preciso. Tale sistema viene trasferito così com'è, e non è detto che siano beni patrimoniali in buono stato di manutenzione.
L'ultima frase dello stesso comma prescrive che "l'ente cura la manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni immobili".
Mi chiedo il senso di tale trasferimento e della messa a carico dell'ente della manutenzione di tutti questi beni. Manutenere ordinariamente e straordinariamente dei beni immobili può rivelarsi una vicenda molto pesante dal punto di vista finanziario. Leggendo la legge non ho ben capito se c'è stata cura e attenzione a questo fatto. Questi sono i motivi della mia perplessità su questo articolo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale L'art. 21 della legge nazionale "Beni mobili e immobili", al comma 2) detta: "Gli oneri di manuten-zione ordinaria e straordinaria relative ai beni (...) sono posti a carico delle Regioni". Il Comune di Torino ha ricevuto tali beni dall'Opera universitaria; adesso gli stessi ritornano alle Regioni: non vedo la necessità di considerazioni particolari.
D'altra parte nella legge nazionale, all'art. 21, la specificazione è chiara: "beni immobili e mobili" con le relative procedure a carico delle Regioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Esprimo voto contrario, preoccupato dal fatto che non sia stato predisposto alcun accertamento rispetto agli oneri che deriveranno alla Regione Piemonte dall'applicazione di questo articolo di legge.
Preoccupazione per un onere che inciderà sul bilancio senza che ne si conosca preventivamente l'ammontare: mi sembra, questo, un cattivo sistema di gestione del patrimonio pubblico.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 36.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'art. 36 è approvato.
ART. 37 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'art. 37 è approvato.
ART. 38 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'art. 38 è approvato.
ART. 39 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'art. 39 è approvato.
ART. 40 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'art. 40 è approvato.
ART. 41 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'art. 41 è approvato.
La parola al Consigliere Foco per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.
FOCO Pare doverosa una dichiarazione di voto, anche in seguito alle vicende sull'art. 34 che - come da noi annunciato fin dall'inizio - ritenevamo l'articolo di verifica della volontà di questa Amministrazione.
Ritengo corretto non nascondere il fatto che - e lo dico con rammarico dopo aver tanto lavorato a questa legge - saremmo quasi tentati di votare contro.
Eh sì, caro Assessore, si potrebbe anche non partecipare a questo voler prendere in giro gli studenti. Riteniamo però di dover permanere nell'atteggiamento serio e corretto mantenuto durante l'intera discussione e di dichiarare un voto di astensione che trova le sue radici in quest'ennesima verifica di non volontà della Giunta di far seguire alle parole i fatti.
Con molta onestà, non crediamo agli impegni prospettati dal Presidente della Giunta e dagli Assessori competenti: li verificheremo e, sicuramente il nostro voto sarà favorevole ad uno stanziamento adeguato ad un effettivo riconoscimento del diritto allo studio degli studenti della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Esprimo voto contrario a questa legge per i seguenti motivi. Il primo è relativo al fatto che anche con questa legge si continua la linea di mortificazione del ruolo delle istituzioni in compiti che ritengo fondamentali. In questa occasione, si sottrae ai Comuni in qualsiasi forma anche In base alle possibilità aperte dalla legge n. 142, il compito di gestire il diritto allo studio. E' uno svuotamento delle istituzioni che si inserisce in un progetto di soffocamento delle stesse, che è ben più ampio di questa legge. I modi per evitarlo esistevano, l'attuazione della legge nazionale non prevedeva obbligatoriamente la soluzione proposta con questa legge: un Ente con un Consiglio d'amministrazione, eletto in parte dalla Regione Piemonte.
Sono contrario ad una linea di riforma delle istituzioni implicita, che sta all'interno di queste proposte, che preveda la sottrazione di compiti fondamentali al Comuni, consegnando le competenze ad Enti dotati di Consigli di amministrazione. E'una strada che vela la democrazia. Dodici persone gestiranno il diritto allo studio, delibereranno grazie agli emendamenti peggiorativi presentati dal Governo, senza rendere conto neppure alla Giunta regionale: questo mi sembra una diminuzione di democrazia. Gli argomenti presentati sull'inefficienza dei Comuni sono condivisibili, ma l'inefficienza dei Comuni può essere superata anche in altro modo, mettendo i Comuni in condizione di governare il diritto allo studio, ad esempio, non frammentando le loro competenze, ma governando in modo efficiente, attraverso un Assessorato specifico. Questa è una strada diversa che indico come preferibile a quella seguita, che sceglie Il rafforzamento delle istituzioni.
Il secondo motivo è quello che, dietro a questa legge, non dico che non c'è niente, ma c'è pochissimo, perché i finanziamenti sono del tutto insufficienti. E' una legge che riuscirà a produrre meno di quanto c'è adesso. Ci sono meno risorse, c'è una struttura amministrativa nascosta dal pubblico dibattito, un ente che probabilmente può anche diventare carrozza per chi lo governa, ma temo che rischi di diventare un carrozzone per molti, forse troppi studenti. Per questi motivi, esprimo voto contrario a questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Per la mia dichiarazione farei innanzitutto due considerazioni. La prima è relativa al fatto di come questa legge regionale nasca all'interno di un ambito ristretto che è quello che si è venuto a determinare per il livello molto dettagliato con il quale è stata proposta le legge quadro nazionale. Una breve riflessione che dovrebbe essere fatta e che faremo sicuramente da qui a qualche settimana è appunto quella del rapporto fra il livello istituzionale centrale e quello amministrativo di tipo regionale.
Il discorso del federalismo, che da noi viene portato avanti come Gruppo Verde da non poco tempo, ci porta a ravvisare ancora una volta come la scelta operata a livello nazionale contraddice questo nuovo rapporto che dovrebbe esserci fra i due livelli amministrativi, garantendo una maggiore libertà di scelta, un'autonomia di programmazione e di definizione di criteri maggiormente dettagliati da parte della Regione. Questo pero non è potuto accadere, proprio perché l'impostazione data dalla legge n. 390 è stata tale da svilire questo possibile ruolo di ulteriore autodetermi nazione da parte della Regione. E' addirittura arrivata ad autocostringersi a ripetere, quasi integralmente, alcune norme; ancora quest'oggi si è visto come, con qualche difficoltà, si è riusciti a far sì che venissero approvate, con qualche emendamento, alcune modifiche al testo licenziato dalla Commissione, per riuscire ad introdurre principi che portassero la Regione ad esprimere nuovi livelli di dettaglio e a non riferirsi unicamente ai principi generali dell'articolato della legge quadro nazionale.
La seconda considerazione - e mi rifaccio in parte al discorso fatto in apertura di discussione generale su questo disegno di legge - è relativa al fatto che esiste un incremento notevole degli iscritti alle varie facoltà universitarie, che ha portato il verificarsi di nuovi squilibri rispetto alla risposta data nella politica complessiva condotta a livello nazionale nel senso che c'è una sotto-dotazione degli spazi, degli strumenti messi a disposizione. Questo, a nostro modo di vedere, avrebbe dovuto tradursi in una risposta più convincente da parte della Regione non solo in termini di affermazione di principi generali e di dettaglio normativo su come concretamente poter realizzare il diritto allo studio, che viene giustamente affermato anche come principio costituzionale. Questo ulteriore passo, cioè quello di riuscire a correlare dei giusti principi all'identificazione di risorse economiche, per cui quanto viene scritto concretamente si può realizzare in termini di benefici dati agli studenti che sono appunto quelli che dovrebbero usufruire di quanto qui viene affermato, non c'è stato. E non ci convince il modo con il quale la stessa Giunta si è trincerata, cercando di trovare delle scusanti che hanno per messo in luce come non c'è stato un rapporto con la Giunta, a distanza di due settimane, che la portasse a tornare in Consiglio con una posizione molto più chiara sulla volontà politica di affrontare questo problema.
Queste due considerazioni ci portano, così come l'atteggiamento complessivamente tenuto nei confronti di questo disegno di legge, ad esprimere un dissenso in termini generali con un voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.
TAPPARO Il Gruppo socialista esprime voto favorevole al presente disegno di legge e sottolinea che l'impianto predisposto è adeguato. La preoccupazione è quella di non prestare sufficiente attenzione ad alcuni fenomeni quali il rischio di una polarizzazione centralistica, ad esempio, sul prestito d'onore. Abbiamo già sentito l'Assessore nei lavori di Commissione, il quale ha potuto esprimere le preoccupazioni sul fatto che è uno strumento tutto nuovo che quindi deve trovare una forte caratterizzazione da parte della Regione non tanto come portatrice di risorse, ma anche come caratterizzatrice dello strumento. Così come si è configurata la legge nazionale, restringe gli spazi agli interventi di sostegno diretto che ha presso i servizi (lo avevo già sottolineato in occasione della discussione di un emendamento); classico è quello dei posti letto e altre forme di servizio. Anche qui, evidentemente, è tutto da giocarsi nella capacità di gestione e quindi la legge è in qualche modo un contenitore e un canale procedurale. La capacità di gestione e la capacità di muoversi dell'ente saranno quindi un elemento estremamente importante.
Occorre ribadire che la Regione dovrà considerare la politica universitaria non solo dal versante didattico, ma anche dal versante del rapporto tra utenza e possibilità di frequenza, nonché dal punti di vista della capacità di dare indirizzi e orientamenti che siano recepiti e tenuto in conto da parte dell'ente.
Il nodo delle risorse è reale, perché se in prospettiva questo meccanismo si mette in moto, così come i caratteri potenziali di questa legge lo fanno intravedere, evidentemente le risorse da giocare in questo tipo di strumento sono necessariamente più ampie, pena lo sbilanciamento e lo squilibrio nel funzionamento di questo strumento. Dalle parole del Presidente Brizio mi è parso che si possa anche ritenere che il Governo abbia colto questo rischio di trovarci con uno strumento che ha forte potenzialità e che se non viene alimentato rischia di funzionare peggio di quello che poteva essere il limitato funzionamento in precedenza del diritto allo studio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Mi pare che la posizione assunta dal nostro Gruppo in merito all'art.
34 valga ancora una sottolineatura, perché ovviamente le esigenze per il funzionamento non dico ottimale, ma almeno pacifico di questa legge presuppongono che ci sia un'adeguata copertura finanziaria, e pertanto una corrispondenza alle esigenze della popolazione giovanile universitaria come è stato più volte dimostrato.
Credo che il Consigliere Leo, quando ha ritirato il proprio emendamento a nome anche degli altri con firmatari Peano e Montabone, abbia voluto sottolineare, prendendo spunto da quanto detto dall'Assessore Gallarini e dal Presidente della Giunta, un'esigenza ben chiara che deve avere una sua temporalizzazione precisa.
Come Capogruppo desidero ripetere che nell'ambito dell'assestamento di bilancio si trovano quelle somme che possono permettere all'attuale Ente in carica di soddisfare delle esigenze prioritarie e non indifferibili.
Non voglio assolutamente quantificare e sottrarre all'esecutivo la facoltà d'individuare la possibilità di spendere e di reperire questa posta, ma certamente questa è un'esigenza che il Gruppo fa propria.
Secondariamente, credo che ci debba essere un impegno per il 1993 ad adeguare questo stanziamento, ormai ossificato in 15 miliardi, ad una rispondenza più congrua rispetto alle esigenze degli utenti.
Credo che questa legge sia portante per la nostra popolazione studentesca; l'ho già detto parecchie volte, non farei dei sottili rilievi come ha fatto ancora una volta il collega Chiezzi sul Comune svuotato di competenze. Sappiamo benissimo che uno vale l'altro, cerchiamo soltanto di mettere a regime questo nuovo ente e vedere quali sono le sue possibilità effettive.
Non credo nemmeno che la polarizzazione centralistica possa, in un certo senso, snaturare la bontà dell'ente erogatore. Credo ché, invece proprio per evitare quella lottizzazione che potrebbe, ancora una volta entrare dalla finestra dopo averla fatta uscire dalla porta, questa polarizzazione centralistica possa servire anche ai bisogni di una trasparenza e di una correttezza della gestione stessa. Il Gruppo DC ribadisce quindi il proprio voto favorevole alla legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Il Gruppo liberale dà voto favorevole a questa proposta di legge convinto nella misura in cui realizza alcuni valori tipici della concezione liberale della politica, in particolare l'esigenza di garantire al massimo le condizioni di partenza dei giovani. Certamente, anche i liberali convengono sull'esigenza primaria d'investire sul bene più significativo che conosce non solo la nostra Regione, ma la nostra stessa vita, cioè il futuro, i giovani e le intelligenze. Oserei dire che questa è la politica industriale.
Questa Regione avrà un futuro simile al suo presente, simile al suo glorioso passato, nella misura in cui saprà darsi ricercatori professionisti, insegnanti, operatori del massimo livello che si pu immaginare. In questo senso, da parte del Gruppo liberale c'è stata forse una non comprensione dello spirito che aveva mosso alcuni emendamenti, c'è stata però la preoccupazione di evitare che questa scommessa, cioè quella di puntare sull'ente e non su un'istituzione, non nascesse frustrata dall'impressione che fosse semplicemente una fuga in avanti, dal punto di vista del metodo, e un arretramento dal punto di vista della sostanza.
Questo è, a mio modo di vedere, l'elemento più negativo della "querelle" che abbiamo vissuto oggi. Fuori viene letta come una fuga in avanti nella forma e un arretramento nella sostanza, mentre così non è.
Questo è un processo che richiede ad oggi una trasformazione radicale che segna questa legislatura, e il passaggio da una gestione istituzionale burocratica ad un ente che sarà molto più responsabile.
La fase successiva è che su questa scommessa si trovi immediatamente un'integrazione di fondi per il presente, per le esigenze che emergono nell'attuale gestione, ed evidentemente una scommessa, un investimento della Regione, sono solo della Giunta, adeguata agli obiettivi che ci proponiamo.
Il mio modo di vedere è di fare le cose giuste al momento giusto quindi sono criticabili questi atteggiamenti che, se pur originati da una preoccupazione, da un obiettivo condivisibili, rischiano di aprire un conflitto tra di noi. Il conflitto deve esserci fra maggioranza e opposizione, ma non ci può essere sul senso serio che vogliamo dare a questa iniziativa. Quindi, non sarebbe - a mio modo di vedere - un risultato positivo se questo ente nascesse con questa voglia sanguinolenta sulla guancia. Se così fosse, rischieremmo di non saper governare la fase delicatissima della scelta della gestione. Questo ente, come sempre avviene, dipenderà dalla capacità delle persone che riusciremo a mobilitare su questo. Ma se l'ente nasce chiacchierato, nasce, come ha detto qualcuno come un carrozzone, è probabile che a condurlo troveremo soltanto dei ferrovieri pensionati, mentre ci auguriamo di poter mettere a condurre questo treno degli ingegneri specializzati in trasporti d'intelligenza, i più qualificati che esistono nella nostra Regione.
In questo senso, ho apprezzato il concorso dato dall'opposizione e dal Consiglio a tutta l'iniziativa; ma spiace che per delle questioni veramente metodologiche abbiamo registrato in aula uno strappo che, mi auguro, venga composto all'interno della presa d'atto di un forte segno d'impegno della Giunta. Questo non per i nostri rapporti consiliari; ma per l'immagine esterna dell'Ente, perché bisogna dirlo ancora una volta, i partiti verranno accusati di lottizzare, però devo dire che non abbiamo visto grandi disponibilità della società civile ad impegnarsi in queste scommesse.
Abbiamo una legge sulle nomine che non ha dato, dal punto di vista della reperibilità e dalla disponibilità nella società civile, nessun risultato. Poi ci diranno che la gente non chiede di essere nominata perché sa che non li vogliamo nominare. A me sembra un po' un alibi, perch forse la società civile che tanto scrive e tanto parla, se scoprisse che Commissioni di altissima responsabilità, di grande qualificazione - mi riferisco a quella sui beni ambientali - hanno un gettone di quindicimila lire, ho l'impressione che molti illustri professionisti, noti scrittori e giornalisti preferirebbero fare altro. Cerchiamo di difendere, almeno sul piano della continuità, questa nostra creatura che, data la situazione, è nata al meglio.
Ho apprezzato molto l'intervento del rappresentante della Lega Nord, il quale ha detto che bisogna occuparsi dei neonati. Mi auguro che si riferisca anche a quell'indegno episodio che abbiamo tutti vissuto, non visto e che rimarrà come pezzo brutto del nostro Paese. Mi auguro ancora che questa raccomandazio-ne valga anche per quei due infelici: madre e figlia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Fulcheri.
FULCHERI, Assessore regionale Desideravo ringraziare, perché essere arrivati alla fine di questa legge è una cosa che mi fa piacere. Dopo quindici mesi di discussione, il fatto che una legge così importante arrivi alla sua conclusione mi riempie di grande soddisfazione.
Mi è parso che il collega Foco abbia detto: "Abbiamo collaborato, ma avessimo saputo che non approvavate l'art 34, forse non lo avremmo fatto".
Questo mi spiace, perché la collaborazione credo debba essere data per migliorare la legge, e non basata sul fatto che un articolo venga accettato o meno.
Come d'altra parte diventa difficile accettare lezioni di democrazia di rispetto delle istituzioni: queste cose si possono dire in via polemica ma quello che noi abbiamo dimostrato nel portare avanti questa legge non credo sia una dimostrazione di questa nostra incapacità a capire l'importanza delle le istituzioni e della democrazia.
A parte queste riflessioni, desidero ringraziare per l'apporto dato ad una legge che sicuramente è un punto di partenza e non di arrivo dal punto di vista dell'Assessorato e della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Ringrazio l'Assessore Fulcheri, la Commissione e il Consiglio per il lavoro svolto.


Argomento: Università

Esame ordini del giorno n. 308 presentato dai Consiglieri Cucco, Foco Bortolin, Tapparo, Leo, Peano, Ferraris, Montabone e Cavallera e n. 320 presentato dal Consigliere Chiezzi sulla situazione universitaria


PRESIDENTE

Il punto 8) all'o.d.g. reca: "Esame ordini del giorno n. 308 e n 320": Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 308, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte sentita la relazione dell'Assessore Fulcheri ed i contributi forniti dal dibattito sulla situazione Universitaria Piemontese in data 18.09.91 1a fa propria. Considerato l'impegno espresso dai Rettori di Università e Politecnico di Torino, nel corso dell'audizione in VI Commissione Consiliare in data 11/11/91 in ordine ai tempi di autonomia delle facoltà nelle sedi decentrate del Piemonte orientale e dell'autonomia del nuovo Ateneo tripolare preso atto che le strutture Universitarie piemontesi risultano essere sottodimensionate rispetto alla già carente condizione nazionale e che dal quadro delineato, sia dalla relazione dell'Assessore che dal dibattito scaturisce l'esigenza di una seria ed efficiente programmazione nazionale e locale che tenda ad allocare meglio le risorse disponibili ed incrementarle considerevolmente ribadita la, necessità di una proposta regionale che sappia rendere concreta e programmata la prospettiva di sviluppo di un equilibrato sistema universitario piemontese che i1 Consiglio regionale ha più volte delineato nel corso delle passate legislature, mediante l'approvazione di molteplici ordini dei giorno auspicanti la nascita della III Università; considerato che, dopo il processo di 'gemmazione' dagli Atenei Torinesi approvato definitivamente nel Piano quadriennale Universitario (1986-1990) e riconfermato dal Paio triennale (1991-1993), l'attenzione verso la terza Università Piemontese si è fortemente affievolita; mentre l'interesse si è concentrato sullo sviluppo dei locali corsi di laurea e di diploma valutato il rischio, già chiaramente presente, del prevalere di rivendicazioni locali a scapito dello sviluppo di un efficiente sistema Universitario regionale, in quanto la terza Università sarà fonte di riequilibrio territoriale e potrà divenire polo di attrazione qualificato solo se il bacino da essa interessato (Alessandria - Novara - Vercelli) sarà considerato nella sua totalità dotandolo di una adeguata rete di comunicazioni (ferrovie, mezzi ed informazioni) che permetta di collegare agevolmente le varie sedi; mentre in caso contrario lo, ogni singola struttura sarà emarginata nella sua realtà locale con il rischio di asfissia che ciò comporta ritenuto altresì, che la stessa qualificazione dovrà essere estesa anche alle sedi decentrate nel Piemonte sud-occidentale di più recente o di futura istituzione; valutato che la Regione, l'Università ed il Politecnico di Torino, gli enti locali le forze economiche e sociali hanno una funzione essenziale nella progettazione del sistema Universitario regionale in cui la Regione deve assumere un ruolo propulsivo poiché la questione universitaria e della, ricerca scientifica è fondamentale nel processo di sviluppo che l'Ente intende sostenere; impegna la Giunta regionale ad intraprendere le iniziative necessarie nei confronti di tutti gli altri soggetti istituzionali sociali ed economici per realizzare gli obiettivi indicati nelle premesse; impegna la Giunta a presentare all'assemblea regionale una proposta complessiva sullo sviluppo delle opportunità Universitarie sul territorio, tenendo conto dei rispetto dei tempi di realizzazione delle nuove articolazioni universitarie indicate dai rettori ribadisce che, in tale proposta, l'azione della Regione dovrà tendere a: 1) evitare la duplicazione di facoltà e corsi di laurea non motivati da standards obiettivi.
2) Sostenere e vigilare affinché i nuovi casi siano caratterizzati da alta qualificazione e valenza innovativa.
3) Adoperarsi nell'ambito delle proprie competenze, a realizzare una rete integrata di servizi territoriali per il diritto allo studio che assicuri la piena fruibilità, anche nell'ambito delle sedi decentrate delle opportunità formative universitarie impegna altresì la Giunta a seguire con particolare attenzione la fase di decollo, in maniera autonoma, dell'Università tripolare del Piemonte orientale ed il prossimo sviluppo dei corsi nel Piemonte sud-occidentale." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 1 astenuto.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 320, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista l'approvazione della legge che regola il Diritto allo Studio Universitario richiamatigli articoli n 5 e n 10 della suddetta legge che prevedono l'assegnazione di abitazioni da assegnare a studenti non residenti capaci e meritevoli ancorché privi di mezzi; richiamati, l'art.18 della Legge 2 dicembre 1991 n 390 e l'art. 4 della Legge 5 agosto 1978 n 457 che prevedono l'obbligo della Regione di provvedere con piani pluriennali all'edilizia residenziale universitaria; richiamato il comma 2 dell'ari 18 della Legge 2 dicembre 1991 n 390 nel quale è previsto che le Regioni possano destinare all'edilizia universitaria le risorse assegnate per t programmi pluriennali per l'edilizia residenziale pubblica richiamata la situazione di inaccettabile carenza di residenze per studenti in Piemonte dove per una popola zinne di 60.000 iscritti si dispone di soli 404 posti letto collocando la regione Piemonte agli ultimi posti in Italia; richiamato l'alto numero di studenti provenienti da altre regioni, oltre 4.000 di cui oltre 2.200 dalle regioni confinanti e richiamata la necessità di accentuare i rapporti con l'Europa, resi possibili dal Progetto ERASMUS il cui sviluppo è oggi impedito dall'assenza di adeguate strutture ricettive; richiamata la DGR n. 191-11086 del 26.11.1991 approvata dal Consiglio regionale il 22.1.1992 con la quale è stata avviata la procedura per l'utilizzazione di 305 miliardi in conto capitale per l'edilizia sovvenzionata e 7,3 miliardi in conto interessi per l'edilizia agevolata nell'ambito del programma pluriennale di edilizia residenziale pubblica ritenuto indispensabile fare sin d'ora qualcosa di concreto per migliorare il servizio di edilizia residenziale in Piemonte, viste le possibilità consentite dal finanziamento per l'edilizia residenziale pubblica sopra richiamato impegna la Giunta regionale a destinare per interventi di edilizia universitaria una parte dei 304 miliardi stanziati nell'ambito del programma per l'edilizia residenziale pubblica ed approvati con deliberazione nel Consiglio regionale del 22.1.1992 invita la Giunta regionale ad operare in modo da consentire la costruzione di circa 400 posti letto, raddoppiando in tal modo l'attuale offerta in tempi brevi a predisporre un piano generale, per l'edilizia universitaria che metta il Piemonte in grado di offrire le condizioni per un adeguato sviluppo della funzione universitaria e della ricerca scientifica" Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli e 23 astenuti.


Argomento: Formazione professionale

Esame proposta di deliberazione n. 352: "Formazione professionale in agricoltura. Programma annuale anno formativo 1992" (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto 21) all'o.d.g., ha la parola il Consigliere Foco.
FOCO Signor Presidente, avevamo chiesto che l'Assessore venisse in Consiglio per rispondere a delle precise domande che noi gli avevamo posto in Commissione; poteva essere una relazione scritta o delle annotazioni: noi siamo disposti a sentire questa relazione e conseguentemente a fare il nostro intervento. Se però l'Assessore ci dice le stesse cose che ci ha detto in Commissione e non risponde alle domande da noi poste (dove avvenivano i corsi, le percentuali, i corsi che erano iniziati, quelli che non erano ancora iniziati ecc.), da parte nostra non ci sono problemi.
Penso però che per scavalcare altre deliberazioni, che sono in rigoroso ordine, debba decidere il Consiglio; noi non abbiamo problemi, per riteniamo che quella in oggetto sia materia di rilevanza, di qualche miliardo.



PRESIDENTE

D'accordo, la questione verrà affrontata la prossima seduta. Lo stesso Assessore ha espresso in questo momento il desiderio di porla in discussione il più presto possibile nel corso dei lavori.


Argomento: Nomine

Esame proposta di deliberazione n. 373: "Integrazione alla deliberazione dei CR n. 4711602 del 28/11/1985 - Individuazione ai sensi dell'art. 9 lettera e), L.R. n. 10/85 per le nomine di particolare rilievo. Inserimento del Comitato per il servizio radiotelevisivo dei Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo infine all'esame della proposta di deliberazione n. 373 di cui al punto 18) all'o.d.g. Si tratta di una proposta che la Commissione Nomine ha licenziato all'unanimità.
Non essendovi richieste di parola pongo in votazione tale deliberazione il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 32 voti favorevoli, l contrario. (I Consiglieri in congedo, n. 6, non vengono computati per fissare il numero legale entro il limite di un quinto ai sensi del III comma dell'art. 52 del Regolamento consiliare).
Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno



PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,35)



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