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Dettaglio seduta n.12 del 09/10/90 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Approvazione/distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazioni verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni. i processi verbali delle adunanze consiliari del 25 settembre 1990 si intendono approvati.
Sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta i processi verbali delle adunanze consiliari del 2 ottobre 1990 e verranno posti in votazione nel corso della prossima seduta consiliare.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione n. 63 del Consigliere Tapparo inerente le imposte di fabbricazione per piccoli impianti di produzione e consumo in proprio di energia elettrica


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 63 presentata dal Consigliere Tapparo.
Risponde l'Assessore Vetrino.



VETRINO Bianca, Assessore all'energia

L'interrogazione in argomento trova origine dai recenti provvedimenti di natura fiscale a carico degli autoproduttori e sollecita iniziative e provvedimenti di competenza regionale finalizzati alla valorizzazione dell'attività economica montana tramite la massimizzazione dell'auto produzione idroelettrica e l'avvio relativo di idonei interventi legislativi in materia.
L'iniziativa privata nel campo dell'autoproduzione idroelettrica è sempre stata particolarmente vitale e ha sempre costituito in Piemonte un comparto di intervento di particolare interesse che viene confermato dalle iniziative decollate nell'ultimo quadriennio tramite le incentivazioni statali previste dalla legge n. 308/ 82.
Infatti, il dato certamente tra i più significativi che testimonia tra l'altro la vocazionalità idroelettrica della regione è rappresentato dal volume di iniziative presentate da soggetti pubblici o privati operanti in quindici regioni. Sul totale nazionale di 853 interventi proposti al febbraio 1990, il Piemonte è presente con 253 iniziative, il 33% sul totale nazionale, di cui 177 risultate tecnicamente idonee ed incentivabili con un ammontare di contributi già concessi pari a L. 48 miliardi. Tra l'altro proprio ieri la Giunta ha approvato una deliberazione con la quale si modificherà il regolamento di applicazione della legge regionale per snellire ulteriormente le procedure.
L'interesse per la produzione idroelettrica da parte degli autoproduttori è altresì confermato dalle rilevazioni condotte dall'UNAPACE (Unione Nazionale Autoproduttori Autoconsumatori Elettrici) che atte stano il Piemonte sull'1l% della quota nazionale di energia idroelettrica autoprodotta nel 1989, con un raffronto molto interessante e stimolante per noi sia per quanto riguarda le Aziende municipalizzate sia per quanto riguarda l'ENEL.
La crescita di questo settore evidenzia comunque una vitalità che appare significativa se si considerano le difficoltà oggettive che hanno contenuto lo sviluppo di tali iniziative e che devono essere ricercate nel complesso e lungo procedimento amministrativo che autorizza la concessione di derivazioni d'acqua a scopo elettroproduttivo e nelle doverose cautele da adottare nei confronti dell'ambiente e del più complesso sistema delle risorse che viene interessato da tali interventi.
Un impulso alla massimizzazione dell'autoproduzione idroelettrica su piccola scala non può prescindere da una serie di azioni che snelliscano il procedimento autorizzativo, che destinino le risorse tecniche finanziarie per la fase realizzativa. che promuovano le idonee iniziative di informazione e di consulenza tecnica per orientare le scelte dei soggetti nella progettazione degli interventi all'interno di un quadro programmatico di riferimento.
La fase autorizzativa relativa alla concessione amministrativa discende dal Testo Unico delle acque e degli impianti elettrici del 1933 e prevede un complesso iter procedimentale, di competenza regionale, che è anche finalizzato a tutelare le risorse idriche e i legittimi interessi delle comunità locali coinvolte nel processo istruttorio.
L'incentivazione finanziaria prevista dalla legge n. 308/82 perla realizzazione e ristrutturazione dei piccoli impianti idroelettrici rimane allo stato, una competenza esclusiva centrale, nonostante le Regioni, in sede interregionale, e il Piemonte, con ordine del giorno consiliare n. 547 del 29/9/1988, abbiano più volte richiesto la gestione delegata delle incentivazioni previste, così come avviene da anni in materia di interventi di risparmio nell'edilizia e nell'industria.
E' peraltro vero che fino ad oggi, secondo quanto previsto dall'art. 14 della legge n. 308/ 82, le proposte di incentivazione finalizzate alla realizzazione di piccole centrali idroelettriche venivano inviate al Ministero dell'Industria "tramite le Regioni" che potevano utilizzare tale spazio articolando una serie di iniziative di controllo, di indirizzo e di sostegno tecnico agli operatori interessati che trovavano quindi nella Regione un punto di riferimento e di informazione presente e costante.
A questo proposito merita ricordare come la Regione abbia alimentato e valorizzato tale vitalità, dotandosi di uno strumento tecnico specializzato di sostegno alle iniziative in tale settore attivando con un'apposita convenzione, stipulata con Finpiemonte e Idreg Piemonte (Finidreg-Iri), uno "sportello tecnico" rivolto ad operatori pubblici o privati, teso ad offrire una qualificata consulenza in ordine ad analisi progettuali di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione di interventi idroelettrici di piccola taglia proprio per realizzare un momento di raccordo e garanzia per gli operatori che attualmente agiscono subordinatamente alle disponibilità delle risorse finanziarie statali, in un contesto di incertezza.
Tale iniziativa che avrebbe dovuto essere accompagnata dall'individuazione di linee tecniche di intervento all'interno del bilancio energetico in corso di elaborazione presso l'Osservatorio energetico regionale, rischia però di essere vanificato da una rinata centralizzazione del governo dell'energia a livello ministeriale che emerge chiaramente dai provvedimenti di attuazione del Piano Energetico Nazionale in corso di approvazione e che, pur snellendo le procedure di concessione con lo strumento del silenzio-assenso, confermano la volontà di togliere alle Regioni l'unico spazio previsto nella già richiamata legge n. 308/82 all'interno del quale poteva essere disegnato un ruolo di presenza e di coordinamento.
Noi avremo sicuramente l'opportunità, attraverso numerose occasioni di incontro sia nei contatti ministeriali, sia nel raccordo interassessorile tra le varie Regioni italiane, sia in sede di comitato tecnico che si occupa specificatamente del settore energetico, sia in un raccordo con la Direzione generale dell'energia, di riaffermare una volontà di ruolo e di presenza che oggi anch'io metto un po' in discussione per quanto riguarda l'intento ministeriale.
In tale quadro, la cui rigidità viene alimentata dagli ultimi drammatici avvenimenti medio-orientali che confermano l'instabilità geo politica delle aree di approvvigionamento e che diventano giustificazione per l'assunzione di provvedimenti urgenti dettati da interessi strategici nazionali, non pare che vi possano essere spazi di contrattazione per recuperare la filosofia degli anni '80 che promulgava l'attuazione decentrata della politica energetica nazionale e che vedeva le Regioni come soggetti protagonisti e codecisori.
Pur convenendo sull'opportunità di avviare iniziative di autonomia regionale in tale settore, anche recuperando le proposte della passata legislatura, ci si domanda se non sia più prudente attendere gli sviluppi del dibattito parlamentare, alla luce delle recentissime dichiarazioni del Ministro Battaglia, promovendo tutte le più utili azioni per recuperare un ruolo di autonomia, operatività e dignità nelle sedi opportune.
Se il disegno di centralizzazione del governo dell'energia venisse riconfermato e con esso si dovesse assistere ad una manovra di contrazione delle risorse finanziarie assegnate alle Regioni, il Piemonte certamente dovrà recuperare spazi alternativi con grandi iniziative di autonomia anche tramite specifici provvedimenti legislativi.
La interrogazione del Consigliere Tapparo, al di là dell'interesse specifico in ordine all'autoproduzione elettrica tramite piccoli impianti credo segni l'esigenza di confronto in questo Consiglio attorno a questo tema. Credo che l'occasione sia proprio quella determinata dal provvedimento che ha assunto ieri la Giunta, e che andrà prossimamente all'attenzione della Commissione consiliare competente e quindi al Consiglio, di revisione del regolamento di attuazione della legge n. 308 e della legge regionale n. 19. Mi appello quindi anche al Presidente perch nell'attività del Consiglio venga riservato nei prossimi tempi un momento specifico a questo tema approfittando di un provvedimento, peraltro contingente, come appunto la modifica di un regolamento che, come ricorderà chi ha fatto parte di quella Commissione, fu molto complesso, che ha consentito di gestire al meglio la legge, ma che, alla luce dell'esperienza, ha suggerito delle modifiche che hanno soprattutto l'intento 01treché di riaprire i termini per assegnare la somma residua ancora a bilancio per quest'anno, di introdurre delle modifiche di snellimento. Informo il Consiglio che su seimila pratiche che sono pervenute sulla base degli ultimi due anni, abbiamo dovuto scartare circa mille pratiche per carenza di documentazione, quindi l'intervento modificativo proposto è di snellimento nel senso di riportare la documentazione al momento finale; quando un progetto è ritenuto valido, si può richiedere la documentazione e quindi in quella fase operare la selezione per non fare un lavoro assolutamente inutile su pratiche che non possono essere finanziate.
Questo va al di là del contenuto della interrogazione del Consigliere Tapparo, volevo però segnare l'attualità, l'importanza e l'urgenza che il Consiglio regionale venga chiamato a dibattere su un momento delicato quale quello che attraversa il settore energetico, che deve vedere la nostra Regione protagonista in questo settore con le opportune iniziative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per la dettagliata risposta della quale chiedo di avere copia scritta.
Le ragioni della mia interrogazione si basavano su un fatto alquanto contraddittorio. Mentre da un lato sviluppiamo politiche di incentivazione per l'autoproduzione di energia elettrica, dall'altro lato, con la leva fiscale, ci comportiamo in modo diametralmente opposto. Infatti l'adeguamento delle tariffe delle concessioni governative, facendo scattare anche un meccanismo di recupero di somme arretrate, ha colpito quei piccoli autoproduttori, ad esempio nel settore agricolo, che nel loro calcolo di investimento non potevano tener conto di questa politica. Tra l'altro ancora una volta, il Governo centrale utilizza la leva fiscale in modo non coerente sia per le politiche industriali che per le politiche energetiche.
Sarebbe stata una buona occasione - persa in questo caso - per utilizzare la leva fiscale come strumento di incentivazione delle politiche energetiche.
Va ancora ribadito che, mentre sentiamo parlare un po' dovunque del problema del ruolo delle Regioni e di esaltazione del regionalismo naturalmente sotto sotto sia con atti amministrativi, sia con atti legislativi, tranquillamente il Parlamento, l'alta burocrazia, i Ministeri continuano a centralizzare scelte politiche. E' un classico - lo ha sottolineato l'Assessore - che dopo una prima intuizione, all'inizio degli anni '80, di decentrare la politica energetica minore, ci troviamo invece con un forte recupero di centralismo da parte del Ministero dell'Industria fatto questo che ritengo allarmante.
Il Piemonte detiene 1'11 per cento dell'autoproduzione di energia elettrica dell'Italia, la nostra è una delle regioni più ricche di acqua (se naturalmente riprende a piovere e nevicare), è una Regione montana quindi questo rapporto non dovrebbe essere dell'Il per cento bensì probabilmente del 20 e più per cento. Quindi c'è ancora molto spazio e della strada da fare. E' certo che si tratta soprattutto degli aspetti procedurali, la complicazione della procedura relativa all'accesso ai finanziamenti tiene lontano i piccoli potenziali autoproduttori di energia elettrica. E' molto opportuno allora che arrivi alla competente Commissione un provvedimento di modifica del regolamento di attuazione.
Desidero ancora sottolineare, nell'evidenziare una mia proposta di legge che è tesa a utilizzare in modo plurimo le acque di acquedotto e di irrigazione che possono essere utilizzate per produrre energia elettrica in modo significativo appunto per arrivare a quel 20% che il Piemonte ha potenzialmente in questo campo, la necessità di non chiudere il discorso in quest'aula, ma di fare arrivare un messaggio al Ministero dell'Industria o a quello delle Finanze che sottolinei la contraddittorietà, da una lato la nostra carenza energetica, dall'altro la politica centralistica che mortifica le nostre specificità, le nostre vocazioni e le capacità locali e dall'altro lato ancora una politica fiscale che va in controtendenza rispetto a quello che dovrebbe essere un premio da dare a chi si impegna nell'autoproduzione.


Argomento: Informazione

Interpellanza n. l del Consiglieri Monticelli, Bortolin, Bosio, Bresso Buzio, Calligaro, Chiezzi, Coppo, Dameri, Foco, Grosso, Marengo, Riba e Rivalta inerente la stampa e la spedizione del n. l dei "Quaderni della Giunta Regionale"; interrogazione n. 42 dei Consiglieri Monticelli, Foco e Riba inerente il mensile "Fuori Città"; interrogazione n. 43 dei Consiglieri Monticelli e Riba inerente i contributi assegnati al periodico "Tuttovacanza"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interpellanza n. 1 e delle interrogazioni nn. 42 e 43.
Il Consigliere Monticelli ha facoltà di illustrare l'interpellanza.



MONTICELLI Antonio

Concordo con la proposta di esaminare questa interpellanza congiuntamente alle interrogazioni nn. 42 e 43 in quanto c'è una evidente connessione di materia.
Il nostro Gruppo aveva presentato questa interpellanza che reca il numero 1 (è la prima interpellanza della nuova legislatura) ormai in una data piuttosto lontana, cioè l'8 giugno di quest'anno, in quanto avevamo ricevuto pochi giorni prima il n. 1 dei "Quaderni della Giunta regionale".
Incuriositi da quella pubblicazione che spuntava dal nulla, senza che se ne avesse avuto in alcun modo sentore, e colpiti anche dal fatto che quella pubblicazione era uscita a cavallo delle elezioni (a noi giunse dopo le elezioni), cercammo di capire qual era la storia, la genesi di questo fatto. Riscontrammo così che la pubblicazione nasceva da una deliberazione assunta dalla Giunta regionale precedente, in data 10 aprile di quest'anno quindi in un momento di ordinaria amministrazione per quella Giunta, nel periodo intercorrente fra lo scioglimento del Consiglio e la data delle elezioni. Era una deliberazione che però aveva carattere definitivo, nel senso che affermava la volontà della Giunta di avviare una nuova collana di pubblicazioni, intitolata appunto "Quaderni della Giunta regionale". E la questione che abbiamo inteso sollevare con l'interpellanza e con le due interrogazioni, in qualche modo collegate, riguarda la decisione assunta in quel momento di ordinaria amministrazione, di far uscire una pubblicazione che aveva - non so usare altri termini - sapore elettorale.
Tant'è vero che, negli stessi giorni, era uscito il numero di "Notizie" della Regione Piemonte - che, come è noto a tutti i colleghi, è una pubblicazione a cura sia del Consiglio sia della Giunta regionale - che conteneva un'amplissima parte sul bilancio dell'attività compiuta dalla Giunta nel quinquennio della IV legislatura, bilancio che veniva ripreso quasi negli stessi termini nella pubblicazione "Quaderni della Giunta regionale": in sostanza, un doppione. Ci ha colpito il doppione, ci ha colpito il fatto che la pubblicazione è uscita senza aver perfezionato la pratica dell'abbonamento postale (pare sia stata inviata con affrancatura normale, quindi con dei costi aggiuntivi piuttosto alti), ci ha colpito la notizia che un numero consistente di copie di quella pubblicazione, visto che non c'era più tempo per recapitarle prima delle elezioni, pare siano andate al macero o giacciano ancora oggi negli uffici della Giunta regionale; ci ha colpito, in sostanza, una operazione elettorale affrettata, costosa e ingiustificata.
La seconda questione che ci ha colpito, quella che può interessare di più per il futuro, è che quella pubblicazione e è nata dopo che il Consiglio regionale, negli ultimissimi giorni della vecchia legislatura aveva votato all'unanimità un ordine del giorno che affermava, in sostanza.
la validità della legge sull'informazione che era stata votata dal Consiglio ed era in attesa di decisione della Corte Costituzionale (sappiamo che la Corte Costituzionale l'ha riconosciuta legittima e quindi la legge è entrata in vigore). Nelle more della pronuncia della Corte Costituzionale. il Consiglio regionale con quell'ordine del giorno impegnava la Giunta a seguire per quanto possibile le norme di quella legge (che adesso è peraltro in vigore).
Quindi la Giunta avrebbe dovuto, prima di assumere una decisione del genere, prima di far partire una nuova collana, sentire le Commissioni consiliari, così come la legge, e quindi l'ordine del giorno, indicavano.
Questo non è avvenuto.
Ci chiediamo, per il futuro, come intende comportarsi la Giunta. Adesso la legge sull'informazione esiste. La Corte Costituzionale l'ha riconosciuta valida e la legge è entrata in vigore. Questa legge prevede che entro quest'anno la Giunta, per le parti di sua competenza, e la Presidenza del Consiglio regionale per le pubblicazioni di competenza del Consiglio, presentino alla Commissione competente il piano editoriale della Regione.
Sarà rispettata questa scadenza? Sarà presentato il piano? Sarà possibile quindi ridiscutere in quella sede una scelta assunta in quel modo, secondo noi in modo non corretto, in modo intempestivo e suscitatore anche di dubbi? Sarà possibile rivedere il quadro delle pubblicazioni della Regione? L'altra questione che mi permetto di inserire in questa illustrazione riguarda un punto particolare della legge sull'informazione. Questa legge prevedeva per l'anno in corso uno stanziamento di 350 milioni. La legge prevede anche - e se non sbaglio i termini sono gia scaduti e mi pare di aver visto in un ordine del giorno che la Giunta ha preso alcune decisioni in materia - l'avvio di una procedura che consente di utilizzare i fondi stanziati per il 1990 e di non mandarli in economia per l'anno venturo.
Quindi. la Giunta come ha intenzione o come ha deliberato di utilizzare quei fondi? Mi riferisco, in particolare, all'applicazione dell'art. 4 della legge che ha per parte sua lo stanziamento più consistente per quest'anno, circa 300 milioni, quindi una cifra non indifferente.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Mi limito per ora a leggere il testo della risposta che abbiamo predisposto e che risponde a quelle che sono le richieste anche dell'interpellante.
Credo di poter rispondere congiuntamente - con il consenso dei Consiglieri interroganti, tutti del Gruppo comunista - sia all'interpellanza urgente relativa alla pubblicazione dei "Quaderni della Giunta regionale", a firma Monticelli ed altri, sia all'interrogazione dei Consiglieri Monticelli, Foco e Riba sul mensile "Fuoricittà" e i connessi rapporti tra la Regione e la società "La Fabbrica" di Milano, e a quella a firma Monticelli e Riba - relativa al periodico "Tuttovacanza".
Ciò che accomuna le tre sollecitazioni e le richieste di chiarimenti rivolte alla Giunta è la comune appartenenza dei problemi sopra citati alla materia della comunicazione. Non a caso, le interrogazioni e interpellanze dei colleghi comunisti contengono tutte e tre un riferimento esplicito ai problemi dell'informazione locale, ed in particolare al corretto ed organico impegno che la Regione è tenuta ad esercitare in questa importante e delicata materia.
In generale, ritengo sia il caso di ricordare che la recentissima entrata in vigore dell'apposita legge regionale per l'informazione locale dopo la sentenza della Corte Costituzionale favorevole alla Regione Piemonte nel contenzioso aperto con gli organi di controllo statale - può e deve costituire la sede propria in cui questo e altri problemi di settore debbono trovare una corretta collocazione.
La Giunta è impegnata - nel rispetto della nuova normativa - ad assumere tempestivamente tutte le iniziative di attuazione del provvedimento, tra cui la predisposizione del Piano annuale delle proprie pubblicazioni periodiche ed il programma di massima delle pubblicazioni monografiche. Tale impegno è operativamente confermato dalla previsione all'interno del Settore informazione e relazioni esterne della Giunta - di un apposito "progetto pubblicazioni", che sarà elaborato sollecitamente e che costituirà la base del già citato "Piano annuale" che l'esecutivo trasmetterà alla competente Commissione consiliare entro la fine del corrente anno.
Nel piano citato troverà organica collocazione la collana "Quaderni della Giunta regionale", varata dalla precedente Giunta nell'ultima fase del suo mandato, con precisi scopi di documentazione e divulgazione di problemi di competenza regionale che si ritengono meritevoli di ampia divulgazione.
Il n. 1 dei "Quaderni", già realizzato e diffuso, ha avuto per tema un rendiconto di attività della Giunta regionale nella quarta legislatura secondo uno schema di carattere documentale decisamente differente dall'impostazione giornalistica che ha caratterizzato invece la realizzazione del numero speciale di fine legislatura della rivista "Notizie" della Regione Piemonte.
Per quanto attiene alle informazioni pratiche richieste dagli interroganti, posso precisare che il costo della pubblicazione suddetta è stato di L. 54 milioni (onnicomprensivo) , che la tiratura della pubblicazione è stata di 45.000 copie, distribuite in parte direttamente e in parte tramite posta, ma senza spese aggiuntive per la Regione; che i destinatari del "Quaderno n. 1" sono stati gli enti locali piemontesi, gli organismi rappresentativi delle diverse categorie sociali e produttive del Piemonte, gli organi di informazione locale, ecc.: che un limitato quantitativo di copie, circa 3.000, è stato conservato in giacenza e che non risulta sia stato avviato al macero alcun particolare quantitativo di copie.
Con l'occasione, mi sembra doveroso informare gli interroganti e il Consiglio tutto, che è ora in fase di diffusione il "Quaderno n. 2" dedicato al tema dell'immigrazione extracomunitaria in Piemonte e che questa nuova pubblicazione (che forse alcuni Consiglieri hanno già visto) verrà distribuita - oltre che agli enti locali piemontesi - alle associazioni di immigrati ed a quelle che operano attivamente nel settore.
Credo che questo secondo volumetto della collana evidenzi con maggiore chiarezza le caratteristiche di documentazione monografica che i "Quaderni" della Giunta regionale intendono avere (sulla base di un'esigenza informativa che il settore competente ha da tempo individuato e proposto) e che costituirà la futura caratteristica di questa pubblicazione periodica che troverà comunque la sua organica collocazione nell'apposito "progetto pubblicazioni" che sottoporremo al Consiglio.
Ben diverso è il caso del mensile "Fuori città", che non costituisce affatto una pubblicazione della Regione, ma un'iniziativa editoriale privata ed autonoma della società "La Fabbrica" di Milano. Effettivamente il periodico si inquadra nell'ambito della convenzione da tempo operante tra la Regione e la suddetta società, finalizzata alla realizzazione di una costante azione promozionale del Piemonte, delle sue iniziative e dei suoi prodotti nell'area metropolitana milanese. Il periodico "Fuori città" non presenta perciò alcun costo specifico per la Regione, essendo iniziativa gestita totalmente dalla società milanese, che si avvale naturalmente di un contatto informativo costante con gli Assessorati interessati (turismo cultura, agricoltura, commercio ed artigianato) e con la Presidenza della Giunta per concordare le singole iniziative promozionali agli argomenti che di volta in volta si ritiene di dover maggiormente valorizzare nei confronti dell'importante bacino turistico economico costituito dall'area milanese.
Desidero aggiungere che il giudizio raccolto negli Assessorati interessati relativamente all'operatività e all'utilità dell'azione svolta con la convenzione, è in generale assai soddisfacente. Tuttavia posso sottolineare che la convenzione in atto è prossima alla scadenza, 31 dicembre 1990, e che, anche tenendo conto della sollecitazione degli interroganti, ho già disposto un serio ed approfondito esame della validità dell'iniziativa per gli anni a venire e per una valutazione attenta del rapporto costo benefici. (l'attuale onere è di 350 milioni annui).
Per quanto attiene il contributo regionale nei confronti del periodico "Piemonte tuttovacanze" esso si rapporta alla costante opera di divulgazione generale delle bellezze artistiche, naturali ed architettoniche della nostra Regione, che la rivista svolge da tempo dedicando nel contempo appositi specifici spazi giornalistici ad itinerari turistici ed enogastronomici, a problematiche ambientali, alla valorizzazione di parchi piemontesi, ad esperienze di agriturismo e ad altre tematiche che trovano immediato riscontro nelle esigenze di comunicazione che i diversi Assessorati regionali competenti presentano.
In un rapporto di consolidata collaborazione "Piemonte tuttovacanze" che costituisce l'unica pubblicazione piemontese con tali caratteristiche contenutistiche - riceve perciò specifici contributi pubblicitari a carattere saltuario e quantitativamente variabile da diversi Assessorati (agricoltura, ambiente, turismo, ecc.) finalizzati appunto alla redazione e diffusione di servizi giornalistici su temi concordati con gli Assessorati stessi. Anche in questo caso ritengo tuttavia corretto il richiamo degli interroganti ad una valutazione dell'utilità dell'iniziativa e della sua finalizzazione contenutistica nel quadro di un organico discorso di comunicazione dell'Ente Regione.
Aggiungo, per quello che riguarda il discorso deliberativo, che è stata assunta una deliberazione per quanto concerne l'abbonamento all'ANSA regionale dei periodici, ma questa è successiva all'interrogazione. Vedr in giornata di far avere il testo all'interrogante Monticelli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio il Presidente Brizio per l'impegno che ha dimostrato nella sua risposta per quel che riguarda il futuro. Prendo atto che c'è un impegno della Giunta a presentare entro l'anno il progetto per le pubblicazioni di sua competenza, secondo quanto disposto dalla nuova legge sull'informazione, e che la Giunta ha provveduto ad avviare la procedura prevista da quella legge per quel che riguarda i contributi a pubblicazioni e a giornali a diffusione regionale.
Ringrazio anche il Presidente Brizio per gli impegni di verifica che ha qui annunciato sulle due pubblicazioni che erano oggetto delle due interrogazioni, la pubblicazione "Fuori città" e la pubblicazione "Piemonte tuttovacanze". Faccio notare che si tratta di impegni di spesa attualmente non secondari; è un complesso di milioni che la Regione impegna in queste pubblicazioni, quindi credo valesse la pena sollevare il problema e valga la pena verificare le intenzioni per il futuro.
Devo però dichiararmi non soddisfatto per quel che riguarda il passato.
Ho già visto il "Quaderno n. 2"; effettivamente si tratta di un quaderno a carattere monografico che può avere un effettivo interesse documentario, di informazione. Non credo altrettanto si possa dire per quel che riguarda il "Quaderno n. 1"; non c'era una gran differenza nel taglio con cui erano affrontati gli argomenti nel "Quaderno n. 1" della Giunta ed il contemporaneo "Notizie" della Regione Piemonte. Erano praticamente gli stessi articoli. Ho fatto un attento studio, non erano proprio le stesse parole, però erano le stesse frasi. L'aver scelto di far uscire quella pubblicazione in quel momento, con quelle caratteristiche, mentre esisteva già una pubblicazione che stava uscendo con materiale del tutto analogo sinceramente continuo a ritenerla una scelta di tipo elettorale, non condivisibile. In quel momento, il Presidente Brizio non era Presidente della Giunta, ma era Assessore, quindi sono costretto a considerarlo corresponsabile di quella scelta. Il fatto che oggi, per dovere di ufficio l'abbia difesa, mi impedisce di essere completamente soddisfatto della sua risposta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 28 dei Consiglieri Tapparo e Garino inerente l'atteggiamento irriguardoso del pubblico italiano verso l'inno nazionale dell'Argentina durante le partite del Campionato Mondiale di Calcio


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 28 presentata dai Consiglieri Tapparo e Garino.
Risponde il Presidente della Giunta Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Nel rispondere ai colleghi presentatori dell'interrogazione, vorrei anzitutto precisare che sono completamente condivisibili le valutazioni di inciviltà in sé e di inopportunità nello specifico svolte dagli interroganti nei confronti dei "fischiatori" dell'inno nazionale argentino Paese che non solo ospita una prevalenza di emigranti piemontesi, ma al quale da tempo è rivolta una politica di cooperazione per lo sviluppo nella quale il Piemonte si colloca in posizione di avanguardia. Quanto alla proposta di pubblicare su quotidiani locali un messaggio di scuse e solidarietà ai corregionali ivi residenti e soprattutto agli argentini di ogni origine, sembra a noi che il tempo abbia fatto in parte decantare almeno nei suoi aspetti di maggior virulenza il problema delle ripicche e delle ritorsioni, tanto da consigliare - anche per comprensibili ragioni burocratiche - di soprassedere al momento ad interventi del tipo di quello illustrato. Tuttavia si ha motivo di ritenere che più che il messaggio valgano gesti concreti di solidarietà ed aiuto. Mi riferisco in particolare all'idea - che la Regione Piemonte potrebbe incaricarsi di sottoporre e caldeggiare presso le altre Regioni italiane - di finanziare la costruzione in Buenos Aires di uno stadio di atletica a disposizione delle scuole con preferenza a quelle italiane in Argentina ed in ogni caso per tutta la gioventù sportiva di quel Paese. Potrebbe essere chiamato "Stadio Italia".
Secondo stime della delegazione del CONI in Argentina, sarebbe sufficiente un finanziamento di 500 milioni (25 milioni per ogni Regione) per gli impianti di base (il terreno verrebbe donato dalla collettività di Buenos Aires) e 500/600 milioni per le attrezzature (messi a disposizione dal CONI).
In questa maniera si mostrerebbe il volto amico dell'Italia nelle sue articolazioni regionale e nazionale: si valorizzerebbe lo sport in senso autenticamente solidaristico e cosa di non poco conto, l'Italia contribuirebbe a incentivare in Argentina l'atletica che la penuria di impianti relega oggi in posizioni di marginalità.
Naturalmente l'Assessore allo sport, Cantore, concorda su questa proposta. la cui praticabilità cercheremo di verificare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Signor Presidente, mi rammarico del ritardo di questa risposta. In un momento di rapide decisioni. come siamo abituati nel Paese. arrivare dopo tanti mesi da quegli eventi, è preoccupante.
Voglio ricordare che la nostra comunità in Argentina è stata sottoposta, nelle settimane successive a quegli indegni avvenimenti, a una serie di censure: penso ai fischi agli alpini alla sfilata per ricordare la fondazione dell'Argentina; le tensioni normali che subiscono le nostre comunità in Argentina vengono aggravate da questi eventi. Voglio sottolineare che occorreva una rapida reazione da parte della Giunta. E' un segno di degrado culturale a cui ci hanno abituato alcune manifestazioni negli stadi durante i campionati del mondo. e in questo caso in modo particolare perché chi fischiava non ha nessuna memoria storica, non ha nessun livello di sensibilità culturale. Fa poi ridere che le stesse persone si sono spellate le mani ad applaudire un inno come quello che dice "Deutchland Deutchland uberales" (la Germania sopra tutto): vedremo magari la grande Germania che ci imporrà politiche monetarie, fiscali e sociali, e vedremo se questi signori degli stadi applaudiranno ancora così freneticamente.
Fa anche pensare il fatto che, mentre siamo stati in grado di realizzare in pochissimo tempo stadi molto moderni, avanzati, a Torino per le lezioni agli studenti delle Università si usano ancora i cinema. In sostanza ci siamo fatti un autogol in occasione dei fischi all'inno argentino, confondendo Maradona con un paese, con una comunità, con un popolo nel quale si è inserita una grande comunità piemontese che ha permesso alla nostra Regione e all'Italia. alla fine del secolo scorso e all'inizio di questo, di poter reggere in una situazione di grandi difficoltà economiche. Mi rammarico quindi che non ci sia stata una presa di posizione immediata. Ritengo meritevole l'iniziativa dello stadio di atletica leggera in Buenos Aires. Comunque invito a prestare grande attenzione a questi aspetti, dove abbiamo grandi comunità italiane e piemontesi.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Voglio precisare che una delegazione del Piemonte andrà in Argentina, a fine mese, in una comunità di Cordoba. Chi rappresenterà la Regione esprimerà anche a voce questo nostro rammarico in modo diretto e importante, anche se non così tempestivo come il Consigliere Tapparo desiderava.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Interrogazione n. 3 del Consigliere Marino inerente il divieto di utilizzo dell'acqua potabile a San Mauro


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n.3 presentata dal Consigliere Marino. Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

A seguito di accertamenti effettuati dall'USSL n. 29 nell'ambito del programma di controlli sulle acque potabili nella zona di cui all'oggetto (pozzi in zona Pescarito), approvvigionata da un acquedotto privato con due pozzi e distinte reti idropotabili, si è rilevato un probabile non idoneo funzionamento dei sistemi di depurazione asserventi due pozzi, precisamente si constatava la presenza nell'acqua erogata del pozzo ovest di solventi clorurati in quantità superiore ai MAC da ritenersi comunque validi a decorrere dal maggio 1991, e nell'acqua erogata dal pozzo est di atrazina in misura superiore al MAC, comunque nei limiti di 08/g/ 1 ammessi dalla legge di deroga.
Il Servizio ISP dell'USSL 29 ha comunque ritenuto doveroso far disporre all'Autorità Sanitaria Locale l'urgente chiusura dei pozzi in quanto facilmente fattibile l'allacciamento all'AAM di Torino che fornisce acqua di garantita qualità igienica.
Attualmente la zona Pescarito ovest è servita dall'Azienda Municipale di Torino; invece la zona Pescarito est. per la quale occorrono opere idrauliche più complesse. verrà allacciata in breve tempo e nelle more di tale allacciamento verrà utilizzata l'acqua del locale pozzo convenientemente depurata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa interrogazione risale al 13 giugno scorso. quindi discuterla adesso è tardi. Spiego il significato dell'interrogazione.
Con questa interrogazione si volevano segnalare tre questioni.
La prima: dal momento in cui era stato fatto il prelievo di acqua da quell'impianto (prelievo che, a quanto mi risulta, è fatto semestralmente) al momento in cui il Sindaco ha emesso l'ordinanza per sospendere l'erogazione dell'acqua sono passati circa due mesi.
La seconda questione è ancora attuale e riguarda la gestione da parte di un privato di quello che viene chiamato depurato re. Avendo fatto un sopralluogo posso dire che non è nient'altro che una colonna contenente carbone attivo. L'impressione degli abitanti della zona, e anche della USSL, in seguito alle analisi, era che il carbone attivo di quell'impianto non era stato sostituito da tempo e quindi l'acqua che usciva era esattamente come quella che vi entrava. Sarebbe interessante un supplemento di istruttoria, che io consiglio all'Assessore. Il sospetto viene confermato dal fatto che, inerpicandosi in mezzo alle ragnatele e alle erbacce alte per entrare all'interno dell'impianto di depurazione, si sono visti a pochi metri di distanza alcuni grandi sacchi di carbone attivo nuovo (fra l'altro abbandonati sulla strada), sacchi pulitissimi. quindi presenti sul posto da non più di qualche ora o di qualche giorno. Qualche perplessità sul funzionamento di questo impianto c'era.
Il terzo motivo di segnalazione attraverso l'interrogazione è quello più interessante. La valutazione che io feci nell'interrogazione venne poi confermata pochi giorni dopo sia dalla USSL di San Mauro che dal Sindaco di Settimo. Se l'acqua che passava attraverso quell'impianto di depurazione risultava inquinata, nei tern1ini e nei limiti in cui l'Assessore ci ha spiegato, era possibile che l'insieme della falda della zona avesse gli stessi problemi. E poiché, come è noto, sia nella zona Pescarito di San Mauro sia nella zona adiacente di Settimo un numero elevato di famiglie utilizza i pozzi privati per l'approvvigionamento dell'acqua, esposi il problema perché era possibile che anche quei pozzi privati fossero inquinati. Le analisi fatte successivamente, in base alle iniziative prese sull'argomento, confermarono che, sia nei pozzi privati della zona di San Mauro sia in alcuni pozzi privati della zona di Settimo. c'erano gli stessi problemi evidenziati nell'acqua all'uscita dal depuratore.
Concludo con una brevissima osservazione. Questo non è che uno fra i tanti casi che segnalano a che punto è la gravità dell'inquinamento delle falde dei pozzi soprattutto nella provincia di Torino. Inoltre ritengo particolarmente preoccupante lo scarso controllo sugli impianti di depurazione. in questo caso, affidato a un privato, con le conseguenze che possono esserci.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n, 9 del Consigliere Maggiorotti inerente le inadempienze verificatesi presso l'Ospedale Regina Margherita


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 9 presentata dal Consigliere Maggiorotti. Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a seguito dell'interrogazione in oggetto, inerente alcuni disagi segnalati dai familiari di una bambina ricoverata presso l'Ospedale Infantile Regina Margherita, ho chiesto chiarimenti al Presidente della USSL TO IX, che mi ha risposto quanto segue: a) allo stato attuale la situazione, per quanto attiene la possibilità da parte delle madri di piccoli pazienti ricoverati di poter usufruire di tutto quanto previsto dalla L.R. 18 del 27/2/ 1980. è parzialmente carente.
Ciò è dovuto alla particolare situazione delle opere murarie che non consentono alle madri di usufruire di letti, ma, in via sostitutiva, di sedie a sdraio.
A tali carenze strutturali dell'Ospedale Infantile, si è provveduto tramite l'art. 20 della legge 67/88, attraverso uno stanziamento globale di revisione dell'Ospedale di 16 miliardi e 240 milioni nell'ambito di tre trienni così suddivisi: primo triennio: 6 miliardi e 500 milioni secondo triennio: 5 miliardi terzo triennio: 4 miliardi e 640 milioni.
Con questi investimenti, naturalmente nella fascia relativa al primo triennio per il quale il progetto di fattibilità dovrebbe essere inviato a Roma nel giro di trenta giorni. sarà possibile far fronte ad adeguamenti strutturali del succitato Ospedale, in modo particolare per quanto riguarda l'umanizzazione dello stesso.
Il nuovo Piano socio-sanitario regionale prevede inoltre l'attivazione di un Dipartimento di emergenza e accettazione che consentirà un ulteriore miglioramento delle prestazioni sanitarie.
Per quanto attiene il punto b) sono a disposizione i dati invia timi dall'Ospedale Regina Margherita. da cui emerge che l'attività svolta dall'Ospedale stesso, in alternativa al ricovero, è ormai preponderante, sì da rendere l'attività di ricovero limitata ai casi indispensabili.
A conferma di quanto sopra è che la degenza media, esclusi i ricoveri in day-hospital. nel 1988 si è testata su 5-6 giorni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Quanto ci ha detto l'Assessore è insufficiente. Ritengo che vada approfondita la questione della gestione complessiva dell'Ospedale.
Noi denunciavamo una situazione di gravissimo disagio da parte di una famiglia in cui si evidenziava la sostanziale inapplicazione della legge regionale 18 del 1980, quella che appunto prevede: "Norme per l'assistenza familiare e la tutela psicoaffettiva dei minori nei presidi sanitari pubblici e privati".
Nella nostra interrogazione definivamo situazione di emergenza il fatto che ancora oggi, tra l'altro, ci siano tre/quattro lettini in 12 metri quadrati. Questo anche in mancata ottemperanza della legge ospedaliera ancora vigente, la legge del 1939. Nei reparti dove c'è maggiore affollamento (quelli dell'accettazione e dei lattanti) la situazione è particolarmente pesante ed è proprio in quei reparti sovraffollati che ci sono sedie, non soltanto sdraio, a cui sono costrette le madri nel passare la notte al letto del bambino.
Si dice che al Regina Margherita verranno destinati 16 miliardi per la ristrutturazione. A noi sembra che si tratti di fondi prevalentemente utilizzati per costruire strutture pesanti, quali il Dea, (certo, da anni era stato individuato come priorità presso il più importante ospedale infantile della regione). Tuttavia pare che gli stessi fondi non siano previsti per una sostanziale ridistribuzione degli spazi all'interno del presidio. Esiste una estrema difficoltà a far spostare di un metro quadrato primari e direttori di clinica (cito, ad esempio, il sostanziale inutilizzo di letti presso il Reparto di Fisiopatologia respiratoria) a fronte di necessità quali quelle che abbiamo evidenziato.
Una ricerca attuata nel 1987 presso l'USSL n. 1/23 tra genitori di bambini ricoverati nei reparti di pediatria, particolarmente al Regina Margherita, ha evidenziato che soltanto il 30% dei genitori intervistati conosceva l'esistenza di consultori pediatrici a livello territoriale, che gli stessi pediatri di base non ritenevano significativo concordare il loro intervento con il pediatra o l'operatore consultoriale. Sappiamo che a Torino non sono mai stati attivati i distretti socio-sanitari. Pertanto la mancanza di un filtro pesa in maniera estremamente negativa rispetto alla possibilità di far sì che i ricoveri, con interventi di primo soccorso da parte del pediatra di base, siano gestibili. Praticamente presso il Regina Margherita, come la stessa USSL n. 9 ammette, è inapplicata la legge n.
18/80, la quale prevede che il 30% dei letti sia riservato ai genitori oltre ad adeguati servizi igienici e spazi per gioco e studio per i bambini. La stessa legge prevede la collaborazione dei genitori in un ruolo attivo e consapevole nell'assistenza al bambino allo scopo di facilitare la buona esecuzione degli esami diagnostici.
Nella nostra interrogazione evidenziamo come in realtà questa presenza sia poco sopportata ed utilizzata scorrettamente posto che più volte i parenti collaborano nella pulizia dei pavimenti, per carenza di personale ausiliario. Chiediamo inoltre se non fosse ipotizzabile che alcuni esami di laboratorio venissero eseguiti a domicilio piuttosto che in regime di degenza determinando fra l'altro un risparmio nella spesa sanitaria, ma anche a questo interrogativo non è stata data risposta. Mi attendo pertanto anche in forma scritta una risposta alle nostre domande ed osservazioni cui non sono stati dati sufficienti chiarimenti.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL)

Interrogazione n. 23 dei Consiglieri Farassino, Rabellino e Vaglio inerente la mancata autorizzazione per espianto reni USSL n. 68 di Asti


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 23 presentata dai Consiglieri Farassino Rabellino e Vaglio.
Risponde l'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

A seguito degli inviti rivolti da questo Assessorato a tutte le UU.SS.SS.LL. sedi di ospedale dotato di servizio di rianimazione, in data 17 novembre 1981, il Presidente del Comitato di gestione dell'USSL n. 68 di Asti ha inoltrato al Ministero della Sanità la domanda per chiedere l'autorizzazione al prelievo di rene e di cornea presso il locale presidio ospedaliero.
Con nota del 20 ottobre 1981 il Ministero della Sanità ha richiesto un supplemento di documentazione essendo inadeguata quella trasmessa dall'USSL n. 68 con la nota sopra citata.
Nonostante i ripetuti solleciti del Ministero della Sanità e di questo Assessorato (per iscritto, telefonici, nel corso di riunioni, ecc.) soltanto in data 25 giugno 1985 il Presidente dell'USSL n. 68 ha inoltrato al Ministero stesso la documentazione necessaria per ottenere l'autorizzazione unicamente al prelievo di cornea, benché la legge di Piano socio-sanitario regionale del 1985 indicasse la necessità che tutti i presidi ospedalieri sede di divisione di oculistica svolgano le attività di prelievo e di trapianto di cornea e che tutti i presidi ospedalieri dotati di servizio di rianimazione svolgano le attività di prelievo di organi.
Dopo il sopralluogo degli esperti ministeriali presso il presidio ospedali ero di Asti, con decreto ministeriale del 12 agosto 1987,la divisione di oculistica è stata autorizzata a svolgere le attività di prelievo di cornea da cadavere a scopo di trapianto terapeutico.
I numerosi successivi solleciti di questo Assessorato, il sopralluogo presso l'Ospedale di Asti della Commissione tecnico-consultiva regionale per lo sviluppo dei trapianti, i periodici rapporti inviati a tutte le UU .SS.SS.LL. circa i risultati dei trapianti di organi e tessuti e la necessità di incrementare i prelievi presso tutti gli ospedali per far fronte alle esigenze terapeutiche dei pazienti piemontesi, non sono stati sufficienti a far sì che il Direttore sanitario e gli amministratori dell'USSL n. 68 inviassero al Ministero della Sanità la necessaria documentazione per ottenere l'autorizzazione al prelievo di rene né a far decollare una regolare attività di prelievo di cornea sui soggetti deceduti presso l'Ospedale di Asti.
Di tutta la corrispondenza intercorsa tra questo Assessorato e le UU.SS.SS.LL. per lo sviluppo delle attività di prelievo e trapianto di organi e tessuti è sempre stata trasmessa copia alle Associazioni interessate (AIDO, ANED, ecc.), che pertanto sono al corrente di tutte le iniziative promozionali dell'Amministrazione regionale.
Il problema delle autorizzazioni ministeriali al prelievo di organi e tessuti è stato comunque risolto dal Parlamento con l'approvazione della legge n. 198 del 13/7/1990 "Disposizioni sul prelievo di parti di cadavere a scopo di trapianto terapeutico" che prescrive: "Gli ospedali, gli istituti universitari e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, qualora dotati di reparti di rianimazione e di chirurgia generale, sono tenuti a svolgere attività di prelievo, previa comunicazione in tal senso trasmessa al Ministero della Sanità".
La necessità dell'autorizzazione ministeriale preventiva per le attività di prelievo di organi permane quindi soltanto per le case di cura private.
L'emanazione di questa nuova legge - la cui necessità era stata più volte evidenziata dall'Amministrazione regionale al Parlamento per superare inadempienze e lunghe procedure burocratiche - verrà segnalata a tutte le UU.SS.SS.LL. interessate, chiedendo un rinnovato impegno di amministratori e operatori sanitari per incrementare i prelievi di organi e di tessuti al fine di garantire ai pazienti piemontesi prestazioni sanitarie dovute e valide.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Dalla risposta dell'Assessore emerge una situazione che già conoscevamo che è quella dell'inefficienza degli amministratori delle UU.SS.SS.LL. e in questo caso mi pare di aver capito che chi non è in regola è l'USSL n. 68 ma l'esempio di questa USSL può essere riportato su quasi tutto il territorio piemontese. Pare che sia mancata addirittura la richiesta o la presentazione della documentazione necessaria e quindi noi non possiamo far altro che invitare ancora una volta l'Assessorato ad attivarsi presso queste UU.SS.SS.LL. affinché si mettano in regola perché da parte dei cittadini c'è questa esigenza. L'AIDO sta premendo affinché non si sprechino delle importanti occasioni. Ad esempio ad Asti molte persone hanno aderito all'AlDO ma quotidianamente vengono sprecati, se così si pu dire, degli organi.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 37 dei Consiglieri Farassino, Rabellino e Vaglio inerente il riordino del Servizio Sanitario Nazionale, USSL n. 42 di Perosa Argentina e USSL n. 43 di Torre Pellice


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n.37 presentata dai Consiglieri Farassino, Rabellino e Vaglio.
Trattandosi di interpellanza i presentatori hanno facoltà di illustrarla.
La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Con questa interpellanza abbiamo voluto mettere il dito nella piaga nel disegno di legge che il Ministro De Lorenzo sta approntando sul riordino del SSN; in particolare abbiamo toccato il caso delle due UU.SS.SS.LL.
valdesi, se così possiamo definirle, di Perosa Argentina e di Torre Pellice, le quali dovrebbero essere accorpate a quella di Pinerolo.
Questo non può che preoccuparci per una serie di motivazioni, intanto lo sviluppo di quella poca economia montana che esiste ancora in queste due vallate che sono già state penalizzate in altri settori e che verrebbero ulteriormente penalizzate.
Quello che però ci preoccupa ancora di più è che quelle due UU.SS.SS.LL., che non gestiscono direttamente alcun ospedale (ricordo che i due presidi ospedalieri sono gestiti dalla Tavola Valdese), dovrebbero secondo questo piano andare a sanare la situazione particolarmente disastrosa dell'USSL n. 44 di Pinerolo, uno dei principali esempi di cattiva gestione sanitaria in Piemonte.
Il terzo aspetto preoccupante è che un piano di questo tipo venga approntato dal Ministro De Lorenzo che probabilmente conosce Perosa Argentina per averla cercata sulla carta geografica.
Invitiamo l'Assessore attraverso questa interpellanza a rendersi partecipe di queste preoccupazioni non soltanto da parte della cittadinanza, ma in particolare della comunità valdese. L'Assessore è di quella zona, credo quindi abbia avuto un contatto diretto in ordine a questo problema.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il riordino del SSN è contenuto in un disegno di legge che sta seguendo il suo iter parlamentare: è stato approvato dalla Camera, è ora in esame al Senato dove pare verranno presentati degli emendamenti per cui ritornerà alla Camera.
I criteri per le delimitazioni delle nuove UU.SS.SS.LL. saranno previsti in quel provvedimento, quindi la soglia minima e la soglia massima degli abitanti e le deroghe possibili. ed è entro questo quadro che si svilupperà la programmazione regionale come si svilupperanno le programmazioni di tutte le altre Regioni italiane con zone montane. Non siamo gli unici ad avere questo problema. Le Comunità montane nel nostro Paese sono 325. Occorre però sottolineare che questo disegno di legge nazionale attribuisce una serie di compiti alle Regioni, i quali saranno formulati entro periodi di tempo stabiliti e fra questi c'è la delimitazione delle UU.SS.SS.LL., che sarà comunque posta all'esame di questa assemblea che sarà chiamata a pronunciarsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Ringrazio l'Assessore per i chiarimenti che ha fornito; forse però non ne avevamo granché bisogno, tant'è che avevamo presentato una proposta di ordine del giorno che nel corso dell'ultima Conferenza dei Capigruppo avevamo chiesto di accorpare a questa interpellanza, ma il Presidente Brizio ha ritenuto che la risposta dell'Assessore Maccari alla nostra interpellanza sarebbe stata sufficiente.
Riteniamo invece necessario ed urgente che l'ordine del giorno da noi presentato venga discusso. In quella sede potremmo discutere sul punto a cui ha fatto cenno l'Assessore in chiusura del suo intervento e mettere quindi in chiaro le opinioni del Consiglio in merito alla soppressione delle due UU.SS.SS.LL. di Torre Pellice e Perosa Argentina. Sono Unità SocioSanitarie che non gestiscono ospedali, quindi sono anomale non solo per la composizione etnica, in quanto a prevalente popolazione valdese, ma proprio perché non gerenti strutture ospedaliere.
Allora, visto e considerato che sono anomale, ma al contempo particolarmente funzionanti, noi reiteriamo l'invito a discutere al più presto la proposta di ordine del giorno che avevamo presentato quasi in concomitanza con l'interpellanza.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 88 del Consigliere Sartoris inerente gli infermieri importati dal Sud


PRESIDENTE

L'Assessore Maccari risponde ancora all'interrogazione n. 88 presentata dal Consigliere Sartoris.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Per quanto attiene la richiesta se risulti vero che l'Assessore alla sanità si sia recato a Bari per prendere contatto con l'Ordine degli infermieri professionali della Regione Puglia, confermo che ciò è avvenuto.
Come lei ben saprà, la carenza degli infermieri professionali è uno dei punti più dolenti dell'assistenza sanitaria, sia a livello nazionale che a livello regionale.
Tre anni fa circa. quando venni nominato Assessore alla sanità di questa Regione, risultavano iscritti nell'anno scolastico '86-'87 935 allievi. Mi sono subito attivato per dare delle risposte per quanto possibile rapide e concrete a tale necessità: prima dell'entrata in vigore del DM n. 109 che fissa gli standard del personale ospedaliero, i posti vacanti nella nostra Regione erano 3.346 che, aggiunti ai 6.770 previsti dal decreto, portano a una carenza di 10.000 infermieri, di cui si pu supporre che 6.000/ 7.000 siano professionali.
Già nell'anno '87/'88 a seguito, sia dell'aumento del numero delle scuole che dei posti nelle singole classi, si è passati a 1.430 iscritti nell'88/'89, 1.741 iscritti; nell'89/'90, 2.010 iscritti e quest'anno scolastico '90/'91, 2.500 iscritti. Abbiamo così raddoppiato il numero degli iscritti e raddoppiare vuoI dire trovare strutture, aule, insegnanti e, naturalmente, il finanziamento.
Questo aumento è stato il frutto anche di una campagna pubblicitaria volta a sensibilizzare gli insegnanti e i giovani. Si è aumentato anche il pre-salario, che nel 1987 era fermo alle seguenti cifre: 65.000 lire per il primo anno, 85.000 lire per il secondo anno e 110.000 lire per il terzo anno e lo si è portato rispettivamente a ISO, 220 e 330 mila lire nei tre anni. In aggiunta, attualmente, vengono erogate agli allievi 170 mila lire annue per l'acquisto di libri e la fornitura gratuita di mensa e divise.
Naturalmente questi provvedimenti adottati dalla Regione Piemonte non sono sufficienti a risolvere il problema nell'immediato, se a livello nazionale non si provvederà a valorizzare in modo diverso questa figura sul piano sociale, sul piano professionale e sul piano economico.
Questo in parte è stato affrontato e dovrebbe essere risolto dal nuovo contratto.
Il viaggio che ho fatto in Puglia rientra nelle possibilità di far fronte nell'immediato a queste carenze. Si tenga anche conto del turnover che è abbastanza elevato, e del nuovo contratto che favorirà il pensionamento perché le condizioni economiche saranno favorevoli al pensionamento dopo pochi anni di servizio nel settore pubblico. E' il dramma di tutto il settore pubblico che, quando riesce a formare un bravo funzionario, un bravo infermiere, questo se ne va in pensione, non solo. ma magari passa al privato portandogli tutta l'esperienza che ha acquisito nello Stato usandola probabilmente contro lo Stato. Queste situazioni non riusciamo a modificarle, probabilmente perché nessuno in realtà vuole modificarle.
La scelta di Bari è stata determinata dal fatto che in quella Regione come mi è stato confermato dal Collegio Infermieri Professionali, vi sono circa 3mila infermieri professionali disoccupati. Questo è già stato fatto dalla Regione Emilia Romagna, la quale offre agli infermieri delle condizioni di facilitazione di insediamento. Gli incentivi iniziali che abbiamo proposto, sull'esempio di altre Regioni, consistono nel facilitare la collocazione abitativa per un determinato periodo di tempo. Infatti il costo di una abitazione a Torino non potrebbe essere facilmente sopportato da un disoccupato proveniente da un'altra regione; questi lavoratori finirebbero di non muoversi, e sarebbe un peccato perché lo Stato attraverso le Regioni e le UU.SS.SS.LL. ha speso miliardi per preparare quei 3 mila disoccupati. Mi pare quindi che sia opportuno considerarli prima di ripiegare, come è stato ventilato nei mesi scorsi con una certa leggerezza, agli infermieri extraeuropei, con difficoltà di inserimento sia per la lingua sia per il riconoscimento del titolo di studio.
Naturalmente questa non è la soluzione del problema, ho però la speranza che un certo numero di infermieri accetti la proposta della Regione Piemonte e che i cittadini piemontesi che usufruiscono della struttura ospedaliera possano vivere meglio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Anna

Comprendiamo le preoccupazioni dell'Assessore e non è sicuramente nelle nostre intenzioni di non dare una soluzione al problema della mancanza di personale generico e qualificato nel sistema ospedaliero.
Tuttavia la nostra levata di scudi si riferisce ad una errata immagine data a questo problema, e cioè che i residenti non hanno interesse a lavorare in qualità di infermieri.
Ci fa piacere sentire che il numero degli iscritti aumenta di anno in anno, ci fa piacere sapere che i residenti in Piemonte non sono così refrattari, certo però che dovrebbero essere più tutelati nell'attività che svolgono. So che in altre regioni guadagnano di più nel periodo scolastico vivere a Torino costa di più che vivere in altre città. Quindi occorre anche parametrare gli stipendi.
Gli infermieri vengono spesso considerati come coloro che non vogliono lavorare, che non si impegnano, quando invece bisognerebbe rovesciare il discorso considerando che spesso l'infermiere sopporta disagi e deve supplire alle carenze. E' l'ultimo della scala e gli vengono addebitate delle colpe che probabilmente non avrebbe se potesse agire in strutture meno fatiscenti e se il suo lavoro fosse più sicuro. La volta scorsa abbiamo parlato dell'AIDS che sicuramente preoccupa le persone che devono lavorarvi faccia a faccia quotidianamente senza le garanzie del caso.
Ci siamo preoccupati di questo quando la notizia è uscita sul giornale.
Il Piemonte di problemi ne ha tanti e non ha bisogno di andare a risolvere quelli della Regione Puglia, che secondo noi se li può risolvere da sola.
Dal momento che si sono preoccupati di sfornare 3.000 infermieri di troppo dovevano anche preoccuparsi della spesa eccessiva e di una programmazione migliore, tenendo presente che già tre anni prima si conosce il numero degli infermieri che partecipano ai corsi.
L'altra preoccupazione ci viene da quanto ha detto l'Assessore in merito alle case. Capisco che queste persone possano essere allettate dalla casa, ma come si può pensare che a Torino e in Piemonte ci siano case da dare a man bassa? E' come dire che c'è il salame attaccato alle "ciuende" e poi accorgersi che in realtà non c'è.
Penso che alcuni problemi si dovrebbero risolvere in Regione. Ci sono infermieri residenti a Torino che hanno il problema della casa e come potrebbero reagire di fronte a persone che arrivano da chissà dove, che gli passano davanti nel posto di lavoro e che hanno la casa assegnata? Sarebbero gli orfani? La Costituzione dice che tutti i cittadini sono uguali, quindi hanno gli stessi diritti. Il cittadino residente in Piemonte ha gli stessi diritti e le stesse incombenze di quello che risiede nella Regione Puglia. Sono Consigliere regionale della Regione Piemonte, quindi la mia prima preoccupazione è quella di risolvere i problemi della Regione Piemonte. Sono d'accordo che non si vuole prendere in considerazione la boutade dei cittadini extracomunitari anche perché la gente sarebbe ostile a questa scelta, ma anche perché questo finirebbe per portare le strutture pubbliche in condizioni ancora peggiori di quelle attuali.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 1l del Consiglieri Bresso, Foco e Rivalta inerente l'Ecolibarna


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 11 presentata dai Consiglieri Bresso Foco e Rivalta.
La parola al Consigliere Foco per l'illustrazione.



FOCO Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi pare che l'interpellanza sia abbastanza chiara.
Sottolineo comunque due aspetti. Innanzitutto i tempi: l'interpellanza nasceva da un problema urgente al 26 giugno, ne stiamo discutendo però a metà ottobre. La seconda questione è la gravità di questo fatto, cioè l'inquinamento dei pozzi di tutta la zona intorno all'Ecolibarna, che sta diventando estremamente preoccupante. Non mi dilungo ulteriormente, perch le domande che sono state poste nell'interpellanza sono ancora tutte d'attualità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io mi rammarico del momento un po' tardivo nel quale rispondo. D'altra parte, come il Consigliere sa, la risposta a questa interpellanza era iscritta da tempo all'o.d.g., ma i tempi fissati dal Regolamento non mi hanno permesso di rispondere.
La redazione dei piani di bonifica dei siti contaminati, intrapresa dall'Assessorato sulla base di nuove competenze derivategli dal DM 16/5/1989, ha posto in evidenza un ulteriore aspetto connesso allo smaltimento dei rifiuti industriali, che sta dimostrando in taluni casi tutta la sua gravità sia per l'implicita complessità tecnico-amministrativa della materia, sia per l'inadeguatezza delle disponibilità finanziarie.
Nell'ambito di questo lavoro si inseriscono altresì i progetti di bonifica finanziati dal Ministero per la Protezione Civile, che hanno la finalità intrinseca di fronteggiare situazioni di emergenza laddove ci sia pericolo per la salute pubblica e per la sicurezza, e che quindi posso no anche non coincidere con la bonifica integrale del sito.
E' doveroso a questo punto sottolineare che il Ministro competente in passato ha chiaramente specificato il ruolo e le finalità della Protezione Civile per evitare momenti di confusione circa le competenze derivanti da interpretazioni periferiche a volte improprie. Appare quindi evidente che il completamento dell'intervento sul sito Ecolibarna dovrà essere collocato in un ambito esterno alle competenze del suddetto Ministero per la Protezione Civile, con fondi di finanziamento diversi. Pertanto la bonifica in questione è stata inserita nel piano regionale e potrà essere finanziata con i fondi del Ministero per l'Ambiente cui recentemente è stato inviato opportuno sollecito sull'intera questione dei piani di bonifica. Questo è uno infatti, come il Consigliere sa, dei 315 siti da bonificare in Piemonte.
La bonifica del sito Ecolibarna è stata ulteriOrmente aggravata dal rinvenimento da parte della società Castalia, cui era stata affidata la bonifica del sito in questione, di una vecchia discarica abusiva.
L'Assessorato, venuto a conoscenza del nuovo problema, ha chiesto espressamente alla società suddetta, che ha accettato. di svolgere un'opportuna indagine conoscitiva e quindi di sviluppare il relativo progetto di intervento sulla base del quale saranno presi dall'Assessorato gli adeguati provvedimenti. Concludo informando che è allo studio dei competenti uffici dell'Assessorato un progetto di legge che, avvalendosi del supporto tecnico fornito dai piani di bonifica, nonché delle competenze attribuitegli dallo Stato, fornisca alla Regione strumenti tecnici e finanziari autonomi, in modo da garantire la presenza dell'Amministrazione in situazioni la cui soluzione dipenderebbe da un onere finanziario meno gravoso (e purtroppo non è il caso dell'Ecolibarna) e da una maggiore snellezza tecnica e burocratica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Ho ascoltato con attenzione la risposta dell'Assessore: la bonifica è stata inserita nel piano regionale ed è allo studio un progetto di legge.
Con l'inquinamento dei pozzi aumentano le difficoltà di approvvigionamento idrico che vanno ad assommarsi ad una situazione già grave in quella zona. L'acquedotto della Val Borbera non risolve tutti i problemi. Abbiamo già discusso in altra occasione di questo problema tant'è che tutti i Consiglieri regionali della provincia di Alessandria hanno firmato un'interpellanza per sollecitare un atteggiamento fermo della Regione nei confronti della Regione Liguria che intende portare via un'altra possibilità di approvvigionamento idrico tramite uno sbarramento sul torrente Laccio.
La mia sintesi è questa: abbiamo bisogno di tempi certi, signor Assessore. Abbiamo avuto occasione di incontrarci settimanalmente su problematiche inerenti l'ambiente in generale e, in modo particolare, per quanto riguarda la provincia di Alessandria, il problema drammatico che è emerso è quello dei tempi. Inoltre abbiamo bisogno che ci sia chiarezza di compiti tra i Ministeri (Protezione Civile ed Ambiente) e che ci sia una pressione incessante da parte della Giunta regionale perché le situazioni stanno diventando sempre più drammatiche.
In conclusione, la risposta dell'Assessore mi soddisfa per il fatto che la bonifica del sito Ecolibarna è inserita nel Piano regionale e che è allo studio un progetto di legge, ma sono profondamente insoddisfatto perché la gravità della situazione necessita di tempi certi e presenta vieppiù urgenze a cui non riusciamo a stare dietro.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 12 dei Consiglieri Bresso. Foco e Rivalta ed interrogazione n. 33 dei Consiglieri Segre, Corleone e Staglianò inerente l'installazione alla Cascina Scuti di Valle Ferri nel Comune di Cavatore di un impianto di compostaggio per rifiuti organici


PRESIDENTE

L'Assessore Garino risponde congiuntamente alle interrogazioni nn. 12 e 33. Prima di dare la parola all'Assessore Garino per la risposta, faccio presente che le interpellanze inerenti la discarica nel Comune di Chivasso sono assorbite dalla discussione sulla mozione presentata su questo argomento che avverrà nel pomeriggio.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

In data 11/4/1990 la ditta COMECO s.r.l. di Borgomanero (NO) presenta alla Regione una domanda intesa ad ottenere l'approvazione del progetto per l'allestimento e l'esercizio di un impianto di trattamento rifiuti speciali per la produzione di "compost", da ubicarsi in località Cascina Scuti del Comune di Cavatore (AL).
Dalle risultanze della Conferenza regionale del 18 /6/ 1990 emergeva che tale progetto era approvabile e quindi in data 17/7/1990 con DGR n. 52 si concedeva l'autorizzazione richiesta.
Successivamente. 1'1/8/1990 il Commissario del Governo decideva di sospendere l'esecutività della sopraccitata deliberazione e invitava la Giunta regionale a voler fornire con proprio atto deliberativo le relative controdeduzioni ed i motivi per i quali si era discostata dai pareri negativi espressi dagli enti locali e dall'USSL n. 75 di Acqui Terme.
La decisione del Commissario del Governo faceva seguito agli esposti dei Sindaci di Cavatore e di Acqui Terme. in cui si lamentava, tra l'altro.
il poco tempo a disposizione dei Comuni interessati per la presentazione delle proprie deduzioni (tre giorni utili).
In un incontro in Consiglio regionale il giorno 25/9/1990 (presenti i Sindaci di Cavatore, Ponzone, Grognardo, Cartosio e Acqui Terme, il Presidente dell'USSL 75, il sen. Vische e il Consigliere regionale Foco) mi veniva consegnata una controperizia idrogeologica geotecnica. A seguito di tale incontro, l'impegno dell'Assessorato all'ambiente è quello di valutare attentamente il materiale fornito e di attendere la presentazione di una successiva relazione di impatto ambientale (peraltro promessa dal Sindaco di Cavatore) prima di procedere alla presentazione delle controdeduzioni richieste dal Commissario del Governo.
Ai Consiglieri interroganti che chiedono di valutare attentamente la qualità del "compost"che verrebbe prodotto per evitare di realizzare prodotti di fatto inutilizzabili in agricoltura, osservo che il progetto dell'impianto della COMECO prevede la produzione del cosiddetto "compost di qualità".
In seguito ad una ricerca condotta con l'IPLA, la Regione Piemonte ha elaborato dei criteri, riconosciuti a livello nazionale, per la produzione di "compost di qualità". In pratica è richiesta un'attenta indagine di tutti i rifiuti di entrata: sono state individuate 49 tipologie di industrie dai cui rifiuti, se vengono compostati con un certo tipo di miscelazione e di trattamento, si riesce ad ottenere un compost di qualità migliore di quella nazionale, stabilita dal DPR n. 915.
In merito alla serietà della ditta COMECO: dalla documentazione relativa risulta che tale ditta non ha procedimenti penali a proprio carico, fra i soci compare un rappresentante della Pulinet di Gozzano ditta che svolge una consolidata attività nel settore dello smaltimento rifiuti.
Secondo l'art. 7 del DPR n. 915, l'attività di controllo dell'impianto in oggetto spetta alla Provincia, che per tale compito può avvalersi dell'USSL competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.



FOCO Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho seguito questa vicenda sin dall'inizio ed ero presente all'incontro con i Sindaci interessati.
Credo che sullo specifico problema della localizzazione dell'impianto dobbiamo stare molto attenti a non cadere vittime della valutazione solo degli aspetti tecnici. Nel senso che, una volta chiarita la serietà della ditta, una volta che abbiamo la certezza che il compost sarà come deve essere - ma non mi dilungo su aspetti tecnici e di controllo sui quali non ritengo sia mio compito entrare - il nodo sta tutto nella localizzazione dell'impianto.
Invito l'Assessore a visitare questa amena valletta dove scorrono "chiare e dolci acque" e dove, purtroppo, si vuole mettere un impianto di compostaggio. E' una terrazza naturale sulla città termale di Acqui Terme a distanza di 3-4 chilometri in linea d'aria.
Condivido pienamente la posizione dei Sindaci della zona di contrastare sul piano formale e tecnico e con ogni mezzo la localizzazione. Però non dobbiamo nasconderci che ci troviamo in questa situazione perché siamo privi di un piano regionale per questo tipo di attività, che è industriale a tutti gli effetti. Non dobbiamo essere pregiudizialmente contro questo tipo di impianti - sarebbe sbagliato però essi vanno collocati in luoghi adatti. Nel caso in oggetto la strada di accesso è così stretta che a stento passa un'auto di media cilindrata, quindi possiamo immaginare cosa succederà quando transiteranno giornalmente camion di vario genere per trasportare i rifiuti da compostare.
Il nodo, a mio parere, sta nella mancanza di un piano di programmazione della Giunta per cui questo impianto potrebbe trovare sicura e tranquilla collocazione da un'altra parte.
Mi sia permesso di confermare qui, senza voler fare il processo alle intenzioni della ditta che fa la proposta di impianto in quella località quanto abbiamo già affermato nell'assemblea che si è tenuta ad Acqui Terme nella piazza della Bollente. Con ogni probabilità si è cercato di fare un 'operazione da parte della precedente Giunta - e io mi permetto di dire anche da parte del precedente Assessore - molto simile ad un colpo di mano: "Il Comune è piccolo. non è in grado di fare controdeduzioni, la cosa pu passare inosservata. quindi andiamo a collocare questo impianto in una zona dove non esisterà sicuramente la possibilità di fare tutti i controlli". Se l'impianto venisse costruito si pregiudicherebbe la vocazione che poi come Regione andiamo ad indicare per Acqui Terme e per quelle zone: vocazione turistica alberghiera termale. Non è collocando un impianto di compostaggio che si aiuta l'amenità del verde e dei fiori di quella vallata!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, svolgerò un breve intervento perché molte argomentazioni del collega Foco hanno anticipato quanto volevo dire io.
Ringrazio l'Assessore Garino per la sua disponibilità e lo invito a rispondere a qualche altra interpellanza che ho presentato e che era in calendario per oggi.
Rispetto all'impianto di compostaggio nel Comune di Cavatore anch'io ho avuto non so bene se la fortuna o la sfortuna di visitare insieme agli amici Verdi di Acqui l'area destinata a tale impianto.
Al di là degli aspetti tecnici che l'Assessore ci ha presentato e su cui non voglio interloquire, esiste il problema della localizzazione di questo impianto. Vorrei aggiungere qualcosa a quanto ha detto il collega Foco in tal senso. Non esiste però soltanto il problema di intervenire con un impianto di compostaggio (che l'Assessore ha poi definito compost di qualità) nella valle sopra Acqui. Abbiamo presentato la nostra interrogazione, e continueremo ad interrogare la Giunta fino a quando non sarà presa una decisione definitiva, perché la localizzazione di questo impianto, oltre a turbare l'equilibrio ambientale di quella valle, riguarda anche gli influssi sull'impianto termale di Acqui. Come ha già espresso la Giunta è l'unico impianto termale della Regione e quindi è da tutelare.
Credo di non avere avuto risposta a questo riguardo e a tale scopo richiedo un ulteriore approfondimento del punto della nostra interrogazione laddove si dice che "l'impianto una volta in esercizio dovrebbe emettere ben 13.500 tonnellate annue tra esalazioni e vapori che. soggette ai venti dominanti, interesserebbero la zona termale con evidenti conseguenze negative per l'attività turistico-termale". Sono state date informazioni sugli input dell'impianto di compostaggio, richiedo però informazioni sugli output di questo impianto che, combinati con i venti dominanti in quella valle, dovrebbero ricadere sull'area termale di Acqui. Rimango in attesa di ulteriori specificazioni sull'argomento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Il Consigliere Segre ha ragione per quanto riguarda gli output. Se la collega è d'accordo le invierò risposta scritta.



SEGRE Anna

D'accordo.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 31 dei Consiglieri Rabellino, Marino e Segre inerente la Società Ecolinea di Leinì


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 31 presentata dai Consiglieri Rabellino. Marino e Segre.
Risponde l'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

L'impianto della Società Ecolinea. Sito nel Comune di Leinì, risulta essere soggetto a due distinti procedimenti autorizzativi, il primo dei quali si riferisce allo stabilimento già esistente all'entrata in vigore del DPR n. 915/82. Tale impianto fu autorizzato all'epoca dalla Regione e i successivi rinnovi spettano alla Provincia. Come è noto, l'ultima autorizzazione provinciale del giugno 1990 ha una validità limitatamente al periodo di rilocalizzazione degli impianti e comunque non oltre cinque anni. Invece con la deliberazione della Giunta regionale n. 28 del 5/9/1989 la Regione autorizzava l'ampliamento dell'impianto della Società Ecolinea nel Comune di Leinì per il trattamento della decalite (rifiuti tintorie).
Tale autorizzazione è tuttora valida.
In seguito alle successive proteste da parte dei cittadini, la Società Ecolinea presentava un progetto per impianto decalite da trasferire in località Conna sempre nel Comune di Leinì. Poiché nella conferenza regionale non emergevano pareri contrari alla rilocalizzazione dell'impianto, anzi, tale rilocalizzazione era sollecitata da tutti, la Giunta regionale, con deliberazione n. 71 del 6/3/1990, esprimeva il proprio parere favorevole e richiedeva il parere del Ministero dell'Ambiente. Infatti. trattandosi di smaltimento di rifiuti potenzialmente tossico-nocivi,la rilocalizzazione dell'impianto è subordinata alla valutazione di impatto ambientale di competenza del Ministero dell'Ambiente. A tutt'oggi il Ministero, che avrebbe dovuto pronunciarsi entro il 5/4/1990, non ha ancora espresso il proprio parere.
Non risulta che la Regione, la Provincia o il Comune di Leinì, abbiano mai emesso negli anni 1989/1990 ordinanze di chiusura o provvedimenti limitativi nei confronti della Società Ecolinea che pertanto non ha mai svolto né svolge la propria attività in carenza di autorizzazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

A noi risulta che la Società Ecolinea con telegramma abbia avvisato il Comune di Leinì, in particolare il Sindaco, dell'intenzione di riavviare la lavorazione della decalite. Vorremmo sapere se questo corrisponde al vero.
L'Assessore dovrebbe verificare se effettivamente questo telegramma è arrivato e a che cosa si riferisce.
Il telegramma parla chiaramente di riavvio della lavorazione della decalite. L'Assessore invece risponde che non è vero; c'è qualcosa che non quadra. Invito ad andare a fondo su questo problema.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Una cosa è il telegramma di una Società che richiede, altra cosa è l'autorizzazione che non viene data. Che ci sia un telegramma può anche darsi, francamente non l'ho verificato. La richiesta di una ditta non serve a niente se non è seguita da un'autorizzazione.



RABELLINO Renzo

L'importante è che la ditta non sia partita con la produzione. E' questo che vorremmo verificare.


Argomento: Cave e torbiere

Interpellanza n. 92 dei Consiglieri Staglianò, Miglio e Segre inerente l'attività estrattiva della S.p.A. IMPRE.GE.CO nel Comune di Verolengo località Cascinetta di Borgo Revel


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n.92 presentata dai Consiglieri Staglianò, Miglio e Segre.
La parola al Consigliere Segre per l'illustrazione.



SEGRE Anna

Il punto di questa interpellanza riguarda l'autorizzazione all'attività estrattiva data ad un'impresa nel Comune di Verolengo - località Cascinetta di Borgo Revel, per lavori che danneggerebbero fortemente le sponde del fiume Dora Baltea. Ci risulta che questo non è l'unico punto interessato della regione, nemmeno di questo fiume; ci sono altri punti interessati da attività estrattive di grande importanza, quindi la nostra interpellanza raggruppa tutto un insieme di problemi. Vorrei aggiungere che recentemente c'è stata una sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce l'inderogabilità dalle norme previste dall'art. 1 della legge n. 431/85 (legge Galasso) addirittura prevedendo l'immodificabilità dei siti sottoposti a vincolo pur in assenza del piano paesistico - urbanistico territoriale regionale.
Quindi si tratta di qualcosa di molto vincolante e sono curiosa di conoscere la risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Sul piano generale concordo sulla delicatezza dell'argomento e sull'impegno che la Regione deve porre ad un problema che effettivamente in passato ha provocato danni qualche volta anche irreparabili.
Per quanto riguarda l'interrogazione in oggetto, la cava trova giustificazione nelle previsioni di fornitura di materiale per la realizzazione del raccordo autostradale Chivasso - autostrada Torino-Milano e per la circonvallazione di Verolengo. Le suddette opere stradali sono state finanziate ed appaltate in virtù della legge n. 205/89.
Nonostante il parere favorevole della Commissione regionale, il Comune di Verolengo, con deliberazione n. 26 del 16/3/1990, ha respinto l'istanza della ditta istante, vale a dire l'impresa IMPRE.GE.CO. Con sentenza del 29/ 6/1990, il TAR del Piemonte - il Sezione - ha annullato la precedente deliberazione comunale rilevando la sussistenza dei gravi danni richiesti dall'art. 21 della legge n. 1034/71. Con la successiva deliberazione n. 88 del 13/ 7/1990, il Consiglio comunale di Verolengo ha autorizzato la coltivazione della cava con 15 voti favorevoli, 4 contrari ed un assente.
La deliberazione è stata dichiarata immediatamente esecutiva. Pertanto l'inizio dei lavori nel mese di settembre risulta legittimo.
Per quanto concerne infine l'affermazione della sussistenza del vincolo paesaggistico (ex legge n. 431/85), in quanto l'area risulterebbe nella fascia di 150 metri dalla sponda della Dora Baltea, è da sottolineare che già in fase istruttoria si era accertata l'assenza di tale vincolo.
Comunque per maggior sicurezza ho fatto eseguire un successivo sopralluogo in data 21/9/1990 e un funzionario del Servizio, alla presenza dell'Assessore comunale competente e del direttore dei lavori, ha verificato che la cava dista dalla Dora Baltea metri 186.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

La questione specifica sulla quale desidero intervenire riguarda proprio l'ultimo punto trattato dall'Assessore. Vorrei sottolineare all'Assessore Garino alcuni concetti che si dovrebbero tenere presenti nell'applicazione del punto c) dell'art. 1 della legge Galasso che recita che sono sottoposti a vincolo i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua e le relative sponde, o piedi degli argini, per una fascia di 150 metri ciascuna. Mi sono anche dotata di una tavola in scala 1:25.000 (che posso mostrare all'Assessore qualora lo ritenesse opportuno) per seguire il corso del fiume al fine di vedere realmente come stanno le cose. I fiumi normalmente corrono in un letto i cui confini sono delimitati dalle sponde se queste sono naturali, o argini, se questi sono costruiti dall'uomo.
Il letto di un fiume però non ha sempre la stessa consistenza d'acqua ed è da tenere in grande considerazione quello che sto dicendo, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo, in quanto dobbiamo distinguere tra letto minore e letto maggiore, di letto di massima piena o di letto di magra. In questo periodo si è più portati a considerare i letti di magra del fiume in quanto i corsi d'acqua sono quasi tutti in magra e quindi hanno una grande povertà d'acqua. Se però noi consideriamo il letto di massima piena, o comunque il letto di piena di un fiume, che cioè comprenda i margini in cui può arrivare un fiume non solo quando è in piena, ma anche quando non è in magra come in questo periodo, giunge a margini che sono molto lontani da quelli attuali e su cui probabilmente anche il tecnico da lei inviato avrà misurato le distanze per ottemperare all'articolo della legge Galasso.
Credo che un punto fondamentale, in questo caso come in molti altri che si presenteranno, sia quello di prendere sempre in considerazione delle giuste definizioni e quindi considerare quello che è non il letto di magra del fiume Dora Baltea in questione. ma il letto di piena, che è certamente molto più ampio come è rileva bile anche cartograficamente (perché non riguarda solo le piene decennali che avvengono in certi periodi), quindi con uno spostamento delle sponde - come è rilevabile - in quanto da una parte il fiume Dora Baltea ha una sponda naturale e dall'altra ha un argine costruito. La prego di rivedere la sua risposta in base a quanto ho test detto.



PRESIDENTE

La discussione delle interrogazioni e delle interpellanze è così terminata.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio, Cantore, Coppo, Croso Cucco, Dardanello, Farassino, Goglio, Grosso e Marchini.



PRESIDENTE

b) Presentazione progetti di legge



PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale della seduta in corso.


Argomento: Varie

Commemorazione delle vittime novaresi del tragico incidente automobilistico sull'autostrada Alessandria-Genova


PRESIDENTE

Recentemente nella Regione Piemonte, in particolare nel Comune di Novara, si è verificata una gravissima sciagura che ha provocato la morte di un gruppo di persone anziane che erano reduci da una gita, da un momento di svago e di turismo. Con il Presidente della Giunta e con altri Consiglieri e Assessori regionali ci siamo recati sabato scorso al funerale di queste vittime a Novara e abbiamo portato il cordoglio dell'intero Consiglio regionale al Sindaco di Novara che nella sua orazione, anche in Chiesa, ha ricordato che questa sciagura è una delle più gravi che abbia mai coinvolto la popolazione novarese. Ritengo che anche il Consiglio regionale in questa seduta debba dedicare a queste vittime un momento di raccoglimento e debba rinnovare il proprio pensiero non soltanto al Sindaco di Novara, ma anche ai familiari di queste vittime.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazione della Giunta regionale inerente l'ACNA di Cengio


PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore Garino per rendere una comunicazione al Consiglio.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Sarò brevissimo anche se il problema è veramente importante e mi riferisco al Re-Sol, problema ACNA Come i Consiglieri sanno, il Ministro dell'Ambiente Ruffolo ha relazionato alla Commissione Ambiente della Camera e ha svolto l'intervento che avrebbe dovuto svolgere entro giugno di quest'anno. Nel caso non fosse conosciuto, desidererei leggere la parte che riguarda il "Nuovo progetto e localizzazione dell'impianto Re-Sol".
"La mozione del 30/1/1990 - sono le parole del Ministro Ruffolo - ha impegnato il Governo ad individuare una localizzazione alternativa dell'impianto Re-Sol, al di fuori della Valle Bormida. Tale indirizzo era stato assunto anche sulla base della relazione predisposta dalla Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente, che aveva individuato come elemento critico del progetto le concentrazioni delle emissioni sia dei macro-inquinanti che dei micro-inquinanti. A tale proposito la Commissione VIA aveva indicato i valori limiti delle emissioni che avrebbero garantito la compatibilità ambientale dell'impianto Re-Sol.
Sulla base delle indicazioni della Commissione VIA, l'ACNA ha rielaborato il progetto dell'impianto Re-Sol. Le nuove specifiche progettuali comportano una riduzione tra il 75% e il 90% delle emissioni rispetto al progetto originario e, in molti casi, i valori delle concentrazioni previste sono inferiori a quelle fissate dalla Commissione VIA.
Il gruppo misto di esperti del Ministero dell'Ambiente e della Regione Liguria ha valutato che il nuovo progetto minimizza gli impatti ambientali nell'area di Cengio e che a questo punto non è più conveniente dal punto di vista ambientale la rilocalizzazione dell'impianto Re-Sol, perché gli svantaggi (attrezzare un nuovo sito, impegno di risorse naturali ed energia. trasferimento dei reflui da Cengio con un flusso di 23 autobotti al giorno, incremento di emissioni prevalgono di gran lunga sui vantaggi (mancata realizZazione dell'impianto nell'area di Cengio), anche in considerazione che l'ACNA ha già realizzato interventi sugli impianti di produzione che hanno ridotto le emissioni di oltre il 90% rispetto ai dati del 1988.
Il Ministero dell'Ambiente e la Regione Liguria hanno comunque esaminato la possibile rilocalizzazione dell'impianto Re-Sol nei 21 Comuni della provincia di Savona dotati di aree industriali. Tra questi sono stati selezionati sette possibili insediamenti e per ognuno di questi è stato valutato l'impatto ulteriore delle emissioni prodotte dall'impianto Re-Sol.
che risultano in ogni caso non rilevanti e non comportano rischi aggiuntivi per l'ambiente e la salute.
Qualora dovesse essere mantenuta la pregiudiziale politica sulla localizzazione, la Regione Liguria dovrà fornire le indicazioni definitive sul sito; dovrà, peraltro, essere considerato che la rilocalizzazione dell'impianto Re-Sol comporta un investimento di circa 50 miliardi, cui devono essere aggiunti 2 miliardi/ anno per oneri di gestione". Fin qui il testo delle parole pronunciate dal Ministro Ruffolo.
Sensibili al problema, come lo siamo stati durante la scorsa seduta del Consiglio regionale, abbiamo immediatamente informato il Ministro Ruffolo della posizione della Regione. Devo dire che nello stesso momento è giunta una richiesta da parte dei Consiglieri Monticelli, Bresso, Riba e Rivalta che mi pare abbiano dimostrato la stessa nostra sensibilità. Il Presidente Brizio ed il sottoscritto hanno inviato immediatamente il seguente telegramma a Roma: "Presa visione della relazione del Ministro dell'Ambiente su 'Nuovo progetto e localizzazione dell'impianto Re-Sol, si conferma posizione già espressa dalla Regione Piemonte affinché sia rispettata la mozione parlamentare del 30/1 /1990 che ha impegnato il Governo ad individuare una localizZazione alternativa dell'impianto Re-Sol al di fuori della Valle Bormida. Richiedesi pertanto che Regione Liguria sollecitamente individui uno dei sette possibili insediamenti alternativi già considerati e valutati dal Ministero dell'Ambiente e dalla Regione Liguria. Per quanto di sua competenza la Regione Piemonte farà pervenire quanto prima proprio parere su piano di risanamento predisposto ai sensi dell'art. 7 della legge n. 349/86". Inoltre il Presidente della Giunta regionale si è incontrato con l'on. Botta, Presidente della Commissione Ambiente della Camera ed ha chiesto insieme al sottoscritto un appuntamento al Ministro Ruffolo per giovedì pomeriggio.



PRESIDENTE

Sulla comunicazione dell'Assessore chiede la parola il Consigliere Riba. Ne ha facoltà.



RIBA Lido

Sulla base degli interventi della scorsa seduta non mi pare che ci siano stati cedimenti da parte del Consiglio regionale relativamente all'applicazione della deliberazione già assunta dal Parlamento, rispetto alla quale credo di vedere - ma mi pare del tutto lapalissiano - da parte del Ministro Ruffolo un tentativo di logorare questa operazione. Fino al punto, addirittura, rispetto ad una iniziativa che si riferiva al risanamento di una valle partendo dal Comune di Cengio (la rilocalizzazione di un impianto aggiuntivo) che renderebbe completo l'esaurimento dal punto di vista ecologico. ambientale, abitativo di tutta la valle.
Gli stessi colleghi Porcellana e Zanoletti mi pare fossero stati chiari, come ritengo fosse anche la posizione della Giunta.
A questo punto il problema si sposta sui meccanismi di iniziativa politica e diventa un problema essenzialmente politico. Non sono da prendere in considerazione - credo che ne siamo tutti consapevoli - i dati forniti dal Ministro Ruffolo, perché non hanno nessuna verifica con la realtà, perché non sono sperimentati né sperimentabili, perché l'eventuale sperimentazione avverrebbe dopo il rilancio dell'ACNA, la cui chiusura rimane l'elemento di fondo (come ieri il Consiglio provinciale di Cuneo ha richiesto in un ordine del giorno, che credo sia già stato trasmesso alla Regione).
Apprezzo l'iniziativa tempestiva da parte della Giunta. Vorrei l'assicurazione che la Giunta non intende scendere ad atti di discussione nel merito di questi argomenti ora riproposti dal Ministro Ruffolo, perch siamo vincolati ad un'esigenza più alta, che riguarda le caratteristiche di vita di una parte significativa del Piemonte.
Se non fosse così non continuerebbero a susseguirsi le iniziative da parte del Movimento della Valle Bormida, che credo guardi con fiducia alle istituzioni ed alla nostra in particolare. Voi avrete seguito le manifestazioni a Carcare, quella che si è svolta ieri a Cuneo e quella che continuerà oggi a livello nazionale. Il meccanismo attraverso il quale in questo momento si affronta il problema non è più quello di scendere ad ulteriori disquisizioni attorno ad elementi aggiuntivamente portati, anche perché francamente potremmo citarne molti: il Piano di recupero, il Piano di risanamento del sito (parte da 30 miliardi, arriva a 60 e passa 400, ma ce ne vorrebbero 1.000). Su questo punto abbiamo una quantità insigne di elementi fuorvianti dal punto di vista tecnico. Lo stesso telegramma del Ministro De Lorenzo ci è sembrato, ed è, un capolavoro di accostamento di elementi per consentire, in condizioni di disperata insicurezza, l'uso dell'acqua con un danno differito nel tempo. Quindi ci ritroviamo costantemente di fronte ad un 'impostazione che cerca in ultima sostanza di far trascorrere il tempo, che in questo caso trascorrerebbe a favore di una conclusione della battaglia che sta conducendo il Piemonte (non da solo su questo punto), con importanti appoggi a livello parlamentare. Applicazione tassativa della direttiva impostata dal Parlamento, localizzazione del Re Sol fuori dalla Valle Bormida: da questo non si recede. Un 'impostazione di questo genere è quanto dobbiamo riconfermare da parte del Piemonte. Sarebbe anche il caso di rendere questa affermazione esplicita da parte della Giunta. Non che io ne dubiti, ma con gli atti che si susseguono è bene avere questo elemento acquisito oggi, al termine di queste prime tre giornate di nuova iniziativa che si era aperta nella Valle Bormida.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Signor Presidente, vorrei chiedere all'Assessore, in merito alla discussione che dovrebbe esserci oggi pomeriggio sull'inceneritore alla Commissione Ambiente alla Camera, se effettivamente è stata sospesa. Anche perché, tra l'altro, il testo del telegramma era stato concordato parzialmente nella riunione di venerdì sera con i Sindaci a Cortemilia quindi mi fa piacere che anche la Giunta l'abbia recepito. Nel testo del telegramma che era stato concordato si chiedeva anche la sospensione della discussione alla Commissione Ambiente sul tema dell'inceneritore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io in seguito alle discussione dell'altra settimana, quando poi mi è pervenuta la comunicazione del Ministro Ruffolo mi sono alquanto allarmata. Sono contenta, come già hanno rilevato i Consiglieri Riba e Rabellino, della posizione di fermezza assunta dalla nostra Regione. Vorrei chiedere ancora una riconferma della partecipazione della Regione Piemonte alla calendarizzazione della discussione della legge regionale in Parlamento. Si era detto di formare una delegazione dell'Ufficio di Presidenza e dei Capigruppo e non vorrei che l'incontro dell'Assessore Garino con l'on.
Ruffolo sostituisse l'incontro della delegazione. Quindi chiederei che l'incontro con l'Ufficio di Presidenza della Camera si facesse in ogni caso. Altra cosa che solleciterei, come già avevamo chiesto l'altra volta è che fosse fatto pervenire al più presto ai Gruppi il nuovo piano di risanamento della Valle Bormida e che ne fosse calendarizzata la discussione in aula.



PRESIDENTE

Assicuro il Consigliere Segre che abbiamo preso i contatti per la delegazione richiesta dal Consigliere Staglianò e portata come elemento di discussione all'ultima Conferenza dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei sottolineare la positività dell'atteggiamento unanime che emerge anche oggi in Consiglio circa l'inopportunità e la nostra opposizione a che il Re-Sol venga insediato in Valle Bormida. Sono intervenuto anche per una raccomandazione al Presidente della Giunta e all'Assessore Garino, che riguarda la localizzazione in altro sito della Liguria. Raccomando la Giunta di seguire la scelta 1igure , perché quello che è spostato dalla Valle Bormida non venga collocato all'insaputa della Regione Piemonte, senza possibilità di valutazione da parte della stessa, in qualche valle piemontese idrograficamente vicino alla Valle Bormida. Il sito del Re-Sol deve stare in Liguria e deve essere localizzato in modo che non incida sulle condizioni ambientali dei versanti piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, esprimo apprezzamento all'atteggiamento fermo della Giunta quale è stato appunto espresso nel telegramma del Presidente della Giunta e dell'Assessore, che d'altro canto è stato interprete fedele dell'atteggiamento tenuto nell'ordine del giorno espresso dal Consiglio nel corso della scorsa seduta. Quello che chiedo è che questo atteggiamento fermo venga mantenuto anche nel tempo, nel senso che non ci si sieda neppure ad un tavolo di trattativa, anche solo preliminare ed anche solo remotamente ipotetica, di possibilità di spostare l'insediamento del Re-Sol nella Valle Bormida. Il tentativo del Ministro traspare fin troppo chiaramente attraverso la dichiarazione che egli stesso ha reso. Quello che conta è che ci si richiami, da parte della Giunta e dell'Assessore, alla risoluzione parlamentare che quindi è preclusiva anche solo ad una qualsiasi ipotesi diversa trattata in sede ministeriale. Penso sia anche opportuno, come è stato detto nella dichiarazione del Ministro Ruffolo, che ai fini di individuare la localizzazione dell'impianto ci siano incontri ministeriali insieme agli esperti della Regione Liguria. Si dovrebbe chiedere al Ministro la partecipazione dei nostri esperti, anche solo ad audiendum verbum, agli incontri per la rilocalizzazione nei sette Comuni ipotizzati. Il Ministro potrebbe anche opporci che se si sta cercando un sito in Liguria noi non ne abbiamo interesse. Direi invece che l'interesse c'è, come ha già ricordato il Consigliere Rivalta: evitare che sia localizzato un sito dal quale in qualche maniera si possa penetrare nel Piemonte. L'interesse è anche nel seguire questa ricerca onde evitare che ad un certo momento si dica che non è possibile localizzare il sito in uno dei sette Comuni liguri e bisogna orientarsi verso il Piemonte e la Valle Bormida.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.



GARINO Marcello, Assessore all'ambiente

Signor Presidente, colleghi consiglieri, darei alcune risposte ai quesiti che mi sono stati posti. Al Consigliere Rabellino: nel telegramma del Presidente della Giunta regionale e del sottoscritto noi non abbiamo chiesto la sospensione della Commissione, anche perché in quel momento non sapevamo ancora che lo si chiedesse a Cortemilia. Forse lei ha partecipato a Cortemilia, io ero impegnato qui. Non ho avuto notizie della richiesta di questa sospensione, d'altra parte in questo momento dovrebbe essere convocata la Commissione, se non è stata sospesa. Avevamo quindi fretta di intervenire presso l'on. Botta e il Ministro Ruffolo.
Circa quanto asserisce il Consigliere Riba sono perfettamente d'accordo. Infatti la lettera che abbiamo preparato non scende in argomenti tecnici, anche perché per essere franchi e corretti fino in fondo, se si scende in argomenti tecnici è possibile sostenere da parte di chiunque che se vale il principio che ognuno si smaltisce i propri rifiuti, quel qualcuno evidentemente preferisce smaltirli in casa. Non è questo il problema. La scelta non era solo tecnica. Il Parlamento quando ha votato quella risoluzione non ha badato solo a problemi tecnici. Giustamente si vola più alto su queste cose.
Al Consigliere Segre vorrei dire che l'incontro che ho richiesto urgentemente al Ministro Ruffolo per giovedì non può e non deve sostituire l'incontro del Consiglio regionale, non fosse altro che per una netta divisione che occorre mantenere.
Per quanto riguarda il Piano, avevo già detto martedì scorso che entro quindici giorni sarebbe stato portato alla Giunta, nel senso che la Giunta lo avrebbe valutato, avrebbe predisposto un proprio documento ed inviato immediatamente alla Commissione per essere portato al Consiglio regionale.
Così sarà fatto; martedì la Giunta avrà questo documento da parte mia spero che lo licenzi in modo tale che possa andare alla Commissione competente. Pregherei il Presidente della Commissione di riservare una corsia preferenziale per questo documento per far arrivare al più presto a Roma il parere del Consiglio regionale del Piemonte.
Sono anche d'accordo con il Consigliere Majorino, occorrerà vigilare (purtroppo potremo solo vigilare) che la scelta, che peraltro spetta alla Liguria dal punto di vista giuridico, non sia una scelta che possa ancora riguardare il territorio piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Faccio solo due annotazioni in quanto l'Assessore Garino ha risposto completamente. In merito alla discussione di oggi alla Camera, quando noi abbiamo trasmesso il telegramma non eravamo al corrente della richiesta di sospensione. Tuttavia, parlando con l'on. Botta domenica (ed era presente anche l'Assessore Cerchio) ho illustrato con chiarezza la nostra posizione.
Ho ipotizzato due diverse soluzioni: il rinvio o comunque una decisione conforme la nostra richiesta (che sarebbe la soluzione migliore), ferma restando la possibilità di intervenire nella ricerca di localizzazione che la Liguria ha individuato nei sette Comuni.
Per quello che riguarda la questione politica assicuro, come Presidente della Giunta, che noi non modificheremo in alcun modo la posizione assunta in concordanza con il Consiglio regionale e che sarà la posizione che porteremo avanti con la massima determinazione.



PRESIDENTE

Grazie Presidente, domani in Conferenza di Capigruppo completeremo la delegazione per sollecitare la discussione della proposta di legge al Parlamento.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 18 "Indennità ai componenti delle UU.SS.SS.LL. integrazione all'art. 15 della LR 21/1/1980, n, 3"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 18, di cui al punto 4) dell'o.d.g.
Informo il Consiglio che questo progetto di legge ripropone nel medesimo testo il disegno di legge n. 630 approvato dalla V Commissione in data 21/3/1990 e pertanto può essere iscritto, ai sensi dell'art. 77 del Regolamento interno, all'o.d.g. dei nostri lavori.
Se non vi sono obiezioni vuoI dire che il Consiglio acconsente alla discussione di questo argomento.
Comunico altresì che sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Majorino e Zacchera: sostituire le parole "di cui ai precedenti commi" con le parole "di cui al primo comma" 2) dall'Assessore Maccari: sostituire il titolo con il seguente: "Indennità ai componenti degli organi delle UU.SS.SS.LL. Integrazione dell'art. 15 della L.R 21 gennaio 1980, n. 3e modifica dell'art. 9 della L.R. 22 agosto 1983, n. 10" 3) dopo l'art. 1 viene aggiunto il seguente: "Art. 2 1. Il comma secondo dell'art. 9 della L.R. 22 agosto 1983, n.10, così come sostituito dall'art. 2 della L.R. 28 novembre 1989, n. 75, è sostituito dal seguente: 'Le suddette indennità non sono soggette ad alcun titolo a maggiorazioni'".
La parola all'Assessore Maccari che illustra il progetto di legge.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Il reintrodurre la parificazione di indennità per i presidenti delle UU.SS.SS.LL con meno di 30.000 abitanti a quelle con numero di abitanti da 30.000 a 50.000, è rendere giustizia a una categoria che godeva di questa equiparazione nella legge precedente. ma che nella stesura successiva era stata dimenticata; si tratta quindi di un errore prettamente tecnico.
L'emendamento che viene apportato è dovuto al fatto che nel disegno di legge non era stato considerato il raddoppio dell'indennità ai Revisori dei Conti, in quanto non c'è alcuna norma che lo prevede. La legge n. 81610 prevede solo per gli amministratori locali in funzione del tempo che devono dedicare in modo continuativo.
In Commissione era stato accolto questo emendamento, anche se in realtà non esistono leggi alle quali appellarsi per raddoppiare l'indennità.
Qualche USSL già prima effettuava il raddoppio (questo fatto è stato rilevato dalla Corte dei Conti), per cui si ritiene opportuno fare un chiarimento definitivo in legge sostituendo il comma con la seguente dizione: "Le suddette indennità non sono soggette ad alcun titolo a maggiorazioni".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.



CALLIGARO Germano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, comprendiamo che si vuole recuperare una precedente norma che era stata dimenticata, però dobbiamo anche constatare che questo provvedimento, se approvato. introdurrebbe una ingiustificata disparità di trattamento tra pubblici amministratori. Faccio un esempio: il Sindaco di un Comune con 29.000 abitanti avrebbe un compenso inferiore al Presidente di una USSL con 29.000 abitanti. Capisco che si recupera una precedente norma, ma la precedente norma introduceva una disparità con la quale in linea di principio non possiamo essere d'accordo.
Si aggiunge poi un altro problema. E' noto che si sta discutendo un disegno di legge nazionale di modifica della legge n. 833. E' noto anche che le UU.SS.SS.LL. verranno ridisegnate in base ad una quantità di popolazione superiore a 120.000 abitanti. Noi insistiamo perché le UU.SS.SS.LL. quando coincidono con l'ambito territoriale delle Comunità montane indipendentemente dal numero degli abitanti siano salvaguardate e possano avere continuità in quanto Unità Socio-Sanitarie locali. Ma quello è il disegno di legge e quindi non avremo certamente UU.SS.SS.LL. con meno di 30.000 abitanti. Tra l'altro, il disegno di legge prevede che entro sei mesi la Regione ridisegni gli ambiti territoriali delle UU.SS.SS.LL.
Il provvedimento, qualora fosse visto come sanatoria rispetto ad una dimenticanza che aveva perso per strada una norma precedente, è destinato a durare poco tempo.
Per questi motivi siamo contrari al provvedimento di legge che state presentando e che intendete approvare.



FERRARA Franco

Sempre contrari!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Mi stupisco che il collega del Gruppo repubblicano sia favorevole a questa legge. anche perché corre voce che il suo sia un partito serio che guarda alla spesa.
Nella scarsità della relazione che accompagna questo disegno di legge io rilevo comunque una disparità. Tra l'altro nella relazione non è neanche detto quante sono le UU.SS.SS.LL. del Piemonte che si trovano in questa situazione. lo pensavo che tutte, o quasi. le UU.SS.SS.LL. del Piemonte avessero più di 30.000 abitanti, evidentemente ce ne sono anche di molto piccole. Questa è una mia carenza di informazione, però nella relazione non risulta.
Poiché conoscete meglio di me come funzionano le UU.SS.SS.LL. saprete senz'altro che all' interno dell'assemblea di cui all'art. 1 vi sono diverse figure: i componenti dell'Assemblea, i componenti del Comitato di gestione, il Presidente, eccetera.
Signori, c'è una bella differenza, perché all'assemblea delle UU.SS.SS.LL., quando si riesce a raggiungere il numero legale dei presenti partecipano ad esempio i "poveri" Consiglieri comunali, quasi sempre dei piccoli Comuni, che fanno il loro dovere e prendono la "ciotola di latte" come si suoI dire. Ci sono invece i Presidenti e i componenti dei Comitati di gestione dell'USSL che non prendono la ciotola di latte e che gestiscono la spesa pubblica dell'USSL (spesso gestiscono anche altre cose, che tutti sappiamo, a livello di Comitato di gestione); questi soggetti ricevono già un sostanzioso gettone e secondo me non hanno alcun bisogno di aumentarsi lo stipendio, anche perché si tratta, fino a prova contraria, di persone che fanno altre attività politiche e sono tutte poltrone lottizzate che fanno capo sempre a persone di partito.
In un momento in cui esiste una voragine enorme della spesa sanitaria non sarà certo qualche milione risparmiato a colmare il buco però è un segno secondo me di rispetto nell'accettare quindi illogico aumento di quelle che sono le indennità dei componenti l'assemblea, ma di non accettarlo per le altre cose.
Ci sono tra l'altro dei precedenti. L'Assessore troverà prima o poi il tempo di rispondere alla interrogazione n. 67 da me presentata il 28 agosto scorso in cui segnalavo una USSL nella quale i componenti del Comitato di gestione non solo si erano raddoppiati lo stipendio, ma addirittura il raddoppio lo avevano retrodatato di due anni. I Sindaci revisori non sono d'accordo, i componenti del Comitato di gestione mi risulterebbe che ricevono lo stipendio raddoppiato nonché la retrodatazione di due anni.
Questo un esempio di come se noi diamo un dito qualcuno poi si prende anche la mano.
Sarebbe opportuno che l'Assessore rispondesse anche a questa interrogazione per sapere se questi fatti rispondono a verità e vorrei proprio vedere che mi venga a dire che non lo sono.
In secondo luogo chiedo all'Assessore di leggere le relazioni di quell'USSL. Insisterò ogni seduta di Consiglio regionale, ma prima o poi andrò alla Magistratura, perché se non giungono le risposte, Assessore andrò alla Magistratura, perché sull'USSL 53 ci voglio vedere chiaro!



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

Via Torquato Tasso.



ZACCHERA Marco

Per competenza territoriale la Magistratura di Verbania è in Corso Europa 21. Assessore, mi preoccuperei un pochino di più della gestione di certe UU.SS.SS.LL. lontano da Torino, non che quelle di Torino vadano meglio! Detto questo, se proprio si vuole approvare questa proposta di legge la si approvi soltanto per i componenti delle assemblee dell'USSL, ma non per i Comitati di gestione. Come diceva prima giustamente il collega Calligaro non è proprio il caso di approvare questa normativa nel momento in cui si sta andando ad una verifica e a un cambiamento delle superfici territoriali e quindi anche del numero di abitanti delle UU.SS.SS.LL.
Prego l'Assessore di dare una risposta tecnica, cioè quante sono le UU.SS.SS.LL. effettivamente interessate; in secondo luogo invito il Consiglio ad approvare l'emendamento da noi presentato che propone di richiamare nell'adeguamento il primo comma e cioè "a ciascun membro dell'assemblea dei Comuni spetta il gettone di presenza che venga equiparato". In realtà si tratta di passare da 12.500 a 25.000 lire: non è una grande somma, però penso sia doverosa per una persona che dalla montagna si deve recare alla sede dell'USSL per rappresentare le piccole collettività. Per quanto riguarda invece i Comitati di gestione, queste sono posizioni lottizzate che non necessitano di ulteriore adeguamento anche perché molto spesso se li prendono da soli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente. colleghi Consiglieri, il giudizio che il Gruppo DC dà su questo disegno di legge è positivo con una serie di osservazioni, che in parte sono già state ascoltate in quest'aula. Certamente una materia come questa andrebbe vista in modo più organico, ma noi sappiamo anche che questo provvedimento era stato presentato per colmare dei vuoti e per fornire dei chiarimenti interpretativi.
Quindi, valutando sia l'articolo unico che compone il disegno di legge sia l'emendamento che è stato presentato dalla Giunta che viene ad integrare la proposta stessa formando un articolo secondo, noi riteniamo che prevalgano in questa sede soprattutto le necessità di essere chiari e di andare ad eliminare delle disparità di trattamento rispetto alla precedente normativa. E' quindi per questa ragione che noi annunciamo il nostro voto favorevole. Comunque siamo d'accordo sulla proposta che è stata qui ribadita dall'Assessore a nome della Giunta.
Circa l'emendamento che è stato proposto dal Movimento Sociale che tende a dividere gli amministratori delle UU.SS.SS.LL. in buoni e cattivi i ragionamenti forse devono essere fatti in modo diverso anche con riferimento a quello che è l'impegno dei più, degli onesti amministratori delle UU.SS.SS.LL. Vogliamo sperare che siano tutti e sono senz'altro tanti e quindi è giusto che vengano ricompensati per l'impegno che pongono nell'amministrazione di questi organismi.
Noi non vogliamo aggiungere la nostra voce a una tendenza qualunquistica; la sanità ha senz'altro bisogno di interventi e di riforme ma non è facendo del qualunquismo a buon prezzo che diamo un contributo a risolvere i problemi della sanità stessa. Anche se sommariamente, riteniamo di avere illustrato in modo chiaro e preciso gli orientamenti del nostro Gruppo che voterà favorevolmente queste proposte e respingerà l'emendamento proposto dal Gruppo MSI-DN.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Ci dichiariamo contrari a questi aumenti per una questione di principio: siamo contrari a qualsiasi aumento che non sia collegato a parametri verificabili di efficienza, produttività e presenza in servizio fermo restando che le spese documentabili vanno rimborsate. Anzi, a nostro parere occorrerebbe prevedere un dimezzamento delle indennità in tutti i casi in cui siano verificabili inefficienze nell'amministrazione delle UU.SS.SS.LL.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Maccari.



MACCARI Eugenio, Assessore alla sanità

La Giunta respinge l'emendamento presentato dal Gruppo MSI-DN perch limita l'indennità ai membri dell'assemblea, mentre è ampliata ai membri del Comitato di gestione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli e 36 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 15 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 3.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli, 15 contrari e 1 astensione.
La parola al Consigliere Majorino per dichiarazione di voto.



MAJORINO Gaetano

A sostegno del nostro voto di dissenso richiamo innanzitutto integralmente le considerazioni svolte dal collega Zacchera. Il voto è contrario anche perché non è stato accolto il nostro emendamento che non presupponeva una distinzione fra buoni e cattivi. ma se proprio si vuole sottintendere una distinzione è semmai fra ricchi e poveri perché si trattava di varare un modestissimo aumento proprio a favore di quei Consiglieri comunali che svolgono nell'assemblea una funzione di istituto e che sovente provengono dai piccoli centri o dalla montagna.
Colgo l'occasione dell'espressione del voto di dissenso per chiedere all'Assessore, al di là della risposta alla nostra interrogazione laddove abbiamo chiesto una risposta sullo scandaloso fatto dell'USSL n. 53 che nel gennaio 1989 si è adeguata i propri compensi, per di più con efficacia retroattiva, se questo comportamento non sia uno straripamento dai suoi poteri istituzionali perché è indubbio che la questione della retro attività o meno dei gettoni di presenza, nella specie ai componenti dell'assemblea e dei Comitati di gestione, è in ogni caso competenza legislativa in un provvedimento di legge regionale. Quindi sarebbe bene venisse effettuata una formale richiesta alle UU.SS.SS.LL., attraverso gli Ispettori che pur sempre esistono, almeno sulla carta, per verificare se vi siano stati altri casi di gettoni retroattivi e, per quanto riguarda Presidenti, Vicepresidenti, componenti del Comitato di gestione oltrechè dell'assemblea, non si colga l'occasione, dopo che sia stata approvata questa legge, da parte di qualche UU.SS.SS.LL. di procedere alla retrodatazione e alla retrattività dell'aumento di questi compensi.
Chiedo che alla legge (se verrà approvata e se verrà vistata dal Governo) segua, almeno per parare degli abusi, una circolare esplicativa dell'Assessore alle UU.SS.SS.LL. competenti che fruiscono della modifica legislativa odierna, con la quale si faccia presente che non rientra nei doveri e nei poteri delle UU.SS.SS.LL. e del Comitato di gestione la retrodatazione e la retro attività degli aumenti che verranno a verificarsi con l'approvazione dell'odierno disegno di legge.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, si proceda alla votazione del relativo articolato.
ART. l - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 16 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Si chiude a questo punto la seduta antimeridiana.
Ricordo che alle ore 13.30 è convocata la Giunta delle Elezioni nella sala riunioni del secondo piano.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.05)



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